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1 di 3 La storia dell`Uomo inizia circa 50 Milioni di anni fa quando, in
Homo
La storia dell’Uomo inizia circa 50 Milioni di anni fa quando, in conseguenza della ultima
orogenesi (Alpino-Himalayana), il lento innalzamento delle catene montuose via via provocò una
deviazione della direzione dei venti (e delle piogge) che determinò un
diradamento delle grandi foreste che ricoprivano gran parte del
continente africano, il più adatto per temperatura, piovosità ed
estensione allo sviluppo della vita arborea.
Di conseguenza i nostri antenati arboricoli (simili alle odierne Tupaie)
si sono trovati nella necessità di abbandonare il rifugio dei rami e
scendere al suolo, dove una serie di predatori (leone, serpente, aquila..)
e di competitori (antilope, ratto,..) erano da milioni di anni meglio
adattati all’ambiente terricolo.
Tra gli adattamenti alla vita arboricola alcuni erano negativi, come la dimensione ridotta (per non
rompere i rami) ma altri positivi, come gli occhi più frontali (per valutare meglio le distanze del
salto ma anche per quelle di un predatore), i “cinti” (cioè le anche e le spalle) più articolati e le dita
prensili, magari con pollice opponibile) per consentire di mangiare in posizione seduta o eretta
prendendo meglio il cibo e con una presa più salda sui rami.
Questa ultima caratteristica permetteva di avere le “mani” libere per fare (es. tenere) mentre le
zampe (le gambe) camminavano (e il capo più alto permetteva di controllare meglio il predatore.
Ma la carta vincente fu l’abitudine alla vita di un gruppo ristretto, che obbligava all’esistenza di una
serie di rapporti sociali che favorivano lo scambio delle nuove informazioni, cioè quello che
apprendeva uno poi facilmente lo apprendevano tutti per “emulazione”.
Ma i progressi erano lenti: dopo decine di Milioni di anni gli Australopiteci
(circa 3 M di anni fa) usavano appena semplici strumenti come pietre e
bastoni mentre altri ominidi (fino a 500/300 mila anni fa), organismi
classificati come Homo Habilis per i più antichi e Homo Erectus e Homo
Ergaster per quelli un poco più recenti lentamente arrivavano all’uso del
fuoco e alla realizzazione di semplici strumenti ricavati rompendo ciottoli e
imparando in qualche modo a scheggiarli per ottenere lame più taglienti.
La collocazione di tutti questi ominidi nel genere Homo è ancora
controversa mentre certa è la “umanità” dell’Uomo di Neanderthal.
Un indicatore importante di valutazione è dato dalla capacità cranica,
cioè dal volume del cervello che è rimasto inferiore a 0,5 l per milioni
di anni negli ominidi mentre nei Neanderthal e nel Sapiens è di circa
1,4 l. In particolare si sono sviluppate le aree cerebrali della mano e
soprattutto (almeno il 50% di volume cerebrale) le aree relative alla
mimica facciale e particolarmente del linguaggio.
È stata proprio la possibilità (scarsa nei Neanderthal) è completa nei
Sapiens (di cui facciamo parte) di scambiarsi informazioni dettagliate
a voce che ha permesso un rapido sviluppo delle popolazioni:
l’apprendimento in fatti non avveniva più solo per emulazione, cioè
per imitazione contestuale ma poteva dipendere da una informazione
data a voce anche dopo molto tempo da fatto originario.
In particolare un fenomeno, quello delle glaciazioni, ha avuto
importanza per la diffusione delle popolazioni europee: le ultime glaciazioni, Donau, Gunz, Mindel,
Riss, Wurm, (dal Danubio e dai suoi affluenti) sono avvenute negli ultimi milioni di anni per cause
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fondamentalmente astronomiche che determinavano un Inverno particolarmente lungo e rigido ed
una Estate corta e non in grado di sciogliere completamente la neve caduta.
La coltre di neve rende bianco il terreno, l’albedo (la riflessione dei raggi solari) diviene massimo
(oltre il 90% rispetto a meno del 50% degli altri terreni più o meno forestali) e quindi l’aria diviene
ancora più fredda, con molte ricadute ambientali.
A Nord i ghiacci “scendono” venendo ad occupare valli sempre a quote più basse, a Sud la
piovosità rende ricche di boschi zone che oggi sono desertiche e in generale abbassa il livello dei
mari di parecchie decine di metri, creando numerosi
Di conseguenza la vita nell’Europa e Asia del Centro Nord era impossibile per uomini incapaci di
gestire il fuoco, abitazioni e vesti adatte, conservazione del cibo, organizzazione sociale evoluta,
tutte cose che solo uomini come i Neanderthal e i Sapiens potevano aver sviluppato.
Per questo mentre il popolamento delle zone oggi aride (Penisola Araba, Sahara..) è stato effetuato
anche da Ominidi, nel Centro-Nord i resti sono solo di Homo e, in particolare, nell’ultimo periodo e
seguenti il termine dell’ultima glaciazione europea (Wurm: 110000-12000 anni fa)
I Neanderthal erano massicci e in generale più robusti mentre i Sapiens sono più slanciati e
sicuramente più in grado di articolare discorsi (ribadisco: fatto fondamentale!): sicuramente la
scomparsa dei Neand. circa 30000 a. fa è dovuta alla competizione passiva (per il cibo) e attiva
(guerre) con il più intelligente Sapiens.
Gli Utensili
Per Paleolitico si intende un lunghissimo periodo che parte
da circa 3-2,5 M di anni fa, quando i primi Ominidi
iniziarono la “pebble culture”, ovvero l’uso di ciottoli
semplicemente scheggiati da una e poi due parti per
semplice percussione su altre rocce, continua con l’uso di
ciottoli scheggiati usando altri come “martello” (choppers)
su un lato e poi su entrambi (i bifacciali), magari allungati a
forma di mandorla (amigdala) per arrivare (Homo) alle schegge ottenute per percussione di
frammenti non più di “sassi” ma di rocce particolari (selce, ossidiana) per creare punte di frecce,
lame, ecc.
Il Paleolitico termina con il Neolitico, fase di ulteriore perfezionamento
delle tecniche di scheggiatura che poi viene resa inutile dalla invenzione
delle tecniche di estrazione e forgiatura prima del Rame (più semplice) e poi
del Bronzo e del Ferro che in circa 5000 anni (orientativamente da 7-6000
A.C. a 2000-1000 A.C. hanno portato l’uomo dalla Preistoria
(orientativamente terminata 10000 anni fa con l’introduzione delle prime
tecniche agricole) alla Storia.
L’arte
Orientativamente meno 15000 anni fa
qualcuno iniziò a creare forme di arte (arte
rupestre) lasciando tracce delle proprie mani
sulle pareti delle grotte mentre
circa 5000 anni più tardi le tracce
divennero vere e proprie forme di
pittura con carboncini e terre
colorate che ritraevano gli animali
della zona (Grotta di Lascaux (F)
o di Altamira (E). Altre tracce sono
le incisioni su roccia mentre tra le prime raffigurazioni
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“scultoree”, molto più antiche, troviamo le “veneri paleolitiche”, ovvero raffigurazioni della
femminilità e della maternità. (Venere di Villendorf, oltre 20000 a. fa).
Le sepolture
I primi rapporti documentati dell’Uomo con
l’Aldilà… risalgono a oltre 30000 anni fa, (Uomo
del Circeo, un cranio “Neanderthal” deposto in un
cerchio di pietre..) mentre i Sapiens usavano già
oltre 20000 a. fa sepolture più complicate, con
corpi completi assieme a utensili o monili (vedi il
“Giovane Principe ” di Finale
Ligure).
L’uomo del Similaun
Il ritiro dei ghiacci circa 20 anni fa ha messo allo scoperto i reperto
più interessante del Neolitico, l’Uomo del Similaun, un cacciatore
che circa 5000 anni fa è morto su un passo alpino a quasi 3000 m di
quota e che ha permesso di
scoprire l’abbigliamento
(mantello in stuoia, stivali in
pelle imbottiti di paglia, gambalipantaloni in cuoio, ascia
con punta in rame, coltello con
lama in selce, piccolo contenitore
in betulla dove probabilmente
conservava una brace per
accendere il fuoco rapidamente,
esca e acciarino, arco in legno di
tasso (il migliore per l’uso) e,
ahimè per lui, punta di freccia in
selce conficcata sotto la spalla .
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