di una bici da corsa molto vintage

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di una bici da corsa molto vintage
CO
M
’È
EATIVO
Il restauro
di una bici da
corsa d'epoca è
talmente bello
che quando
hai finito un
po' ti dispiace.
Vorresti
tornare
all'inizio,
per cominciare
da capo.
G•
CO
M
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STYLIN
CR
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di Ciclico.it
RESTYLING
di una bici
da corsa
molto vintage
O
gni restauro che si
rispetti deve sempre
partire da un “pezzo”
ridotto malissimo. Se il
pezzo di partenza fosse
già in buone condizioni, il racconto
del restauro non avrebbe lo stesso
fascino e il PRIMA e il DOPO non
darebbero tanta emozione.
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La bici che vedete qui era però
disastrosa per davvero! Non aveva
niente che andasse bene: ruggine
dappertutto, raggi rotti, mozzi, pedali,
cerchi, serie sterzo e movimento
centrale da mettersi le mani nei capelli.
La sella era un pezzo di cartone ed
era così malmessa che pensavo già di
sostituirla con una Brooks.
Ho provveduto ad un restyling e non
ho aggiunto nulla se non due cose
che nella bici di origine si erano perse:
manubrio da corsa e leve freno. Il resto
è tutto originale ed ogni pezzo è stato
recuperato al meglio.
Non ho insistito troppo nella lucidatura
di acciaio e alluminio perché una
bici di questo tipo deve essere bella e
pulita ma non deve avere un “effetto
cromato”. Il troppo lucido stonerebbe
in una bici d’epoca come questa. Perciò
ho mantenuto la componentistica al
naturale e secondo me questa scelta
ha conferito alla bici l’antica bellezza
senza nascondere la “patina” dell’età
che in questi casi è un grande pregio.
Per tutta la componentistica, per
sgrassarla e pulirla, per levare l’enorme
quantità di ruggine, ho usato petrolio
bianco e spazzole con setole di ottone.
La sella in cuoio l’ho prima bagnata
con l’acqua tiepida per vedere se era
ancora viva! E non ho mai smesso
di darle grasso e latte detergente, sia
sopra (dove ci si siede) che sotto. Ogni
volta le davo una passata e la lasciavo
lì con pochissima fiducia. Era infatti da
buttare e mai avrei pensato di salvarla...
Il telaio in acciaio è stato sabbiato,
cromato (nelle congiunzioni) e
riverniciato mantenendo il colore rosso
originale. Non aveva nessun marchio
sul tubo obliquo, c’era solo lo scudetto
“Rolard Vicenza” avvitato nel tubo di
sterzo. Così ho fatto.
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CAMBIO
È il leggendario Campagnolo Corsa, altrimenti
detto “due leve”. Stiamo parlando di un sistema
di cambio della fine degli anni ’40 e sostituito
negli anni ’50. Le leve del cambio sono fissate al
pendente posteriore destro e quella più lunga
permette di aprire il mozzo della ruota per
farla slittare in avanti o indietro con lo scopo di
mantenere la giusta tensione della catena che
viene spostata nei vari pignoni mediante la leva
più piccola. Per far salire la catena nei pignoni più
grandi occorre contropedalare, per farla scendere
nei pignoni più piccoli il giro dei pedali resta
quello di marcia (e Bartali riusciva a fare questa
operazione in corsa, senza scendere dalla bici...).
Per poter montare un cambio come questo sono
necessari i forcellini posteriori a cremagliera.
NOTA STORICA
SUL CAMBIO
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DETTAGLI TECNICI e COMPONENTISTICA
MOZZI e CERCHI
Dei bellissimi F.B. (F.lli Brivio) marchiati
Campagnolo. Arrugginiti da morire, ma con
pazienza e setole di ottone sono tornati belli
come una volta. I cerchi sono FIAMME per
tubolari.
Ovviamente le ruote sono state tutte raggiate
da zero perché i raggi vecchi erano rotti o
arrugginiti.
Negli anni ’50 il sistema a
“due leve” venne sostituito da una leva unica che
aveva sia la funzione di
sbloccare il mozzo che di
muovere la catena sui rocchetti. Tullio Campagnolo
chiamò questo nuovo sistema “Parigi-Roubaix”.
GUARNITURA e
MOVIMENTO CENTRALE
Una bellissima guarnitura Campagnolo Strada con
corone da 50 e da 45 con il suo originale movimento
centrale a perno quadro. Il deragliatore a fascetta è
sempre Campagnolo, così come le guide per il cavo
cambio e relativa levetta sull’obliquo.
PEDALI e PUNTAPIEDI
Pedali Roto Italy e puntapiedi REG (così come i tre fermacavo sul tubo orizzontale) che ho lasciato volutamente opachi per
rendere merito alla loro età. Li ho solo puliti e grattati dalla ruggine. Se avessi ri-cromato tutto avrei fatto una stupidaggine
perché avrei coperto il marchio REG e l’effetto “caramello” avrebbe stonato assai.
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biciclette d'epoca 53
MANUBRIO e SERIE STERZO
La bici monta la rara e originale serie sterzo a cremagliera marchiata Magistrioni
su cui ho messo un manubrio 3ttt modello “Merckx”, con nastro in pelle bianca
Brooks England e tappi di sughero/legno.
FRENI
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Le pinze, non potentissime ma originali, sono Balilla a cui ho montato 4 pattini
rossi come d’uso negli anni ‘50.
www.ciclico.it
Un garage-officina per gli appassionati
di restyling & restauri di bici in acciaio.
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A ONOR DI PURISTA
SELLA e REGGISELLA
La sella è una Record, borchiata, in pelle,
marchiata a fuoco su entrambi i lati, stupenda,
tutta originale anche nel bullone di tensione
fissato in punta. Nonostante le condizioni iniziali,
eccola lì a completare la bici con raffinatezza
e look vintage visto che assomiglia tantissimo
alle selle Brooks che usava Coppi. Il leggerissimo
reggisella è in alluminio e per l’epoca era un vero
tocco di classe per le bici da corsa.
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Questa bici, dal punto di vista storico, tecnico e meccanico, ha però una incongruenza: il cambio Campagnolo
“due leve” non può andare d’accordo con la guarnitura
Campagnolo Strada. Indipendentemente dall’età dei due
componenti – fine anni ‘40/inizi ‘50 il primo, anni ‘70 la
seconda – è proprio il funzionamento meccanico che li
fa collidere.
Per cui questa bici va usata con estrema cautela nei
cambi di marcia. Però la bici è sempre stata usata dal suo
legittimo proprietario con questa configurazione (probabilmente ha fatto queste modifiche nel corso della sua
attività di appassionato ciclista) e così mi è stata consegnata. Dunque non ho voluto fare nessuna modifica per
rispetto a “ciò che era”.
Dopo il restyling e la pulizia, il montaggio me lo sono gustato pezzo dopo pezzo e quando era ora di mettere la
catena (è l’ultima cosa che faccio) ho atteso una buona
mezz’ora, lì fermo, perché sapevo che una volta fissata
il “libro era finito”. Ed è sempre brutto finire un bel libro!
Vedendo com’era, vedendo com’è, mi emoziono molto.
Dopo tantissime ore di lavoro la bici è pronta e può tornare a correre.
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