Nuvola di fumo dalla centrale, è paura a Turano per le polveri

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Nuvola di fumo dalla centrale, è paura a Turano per le polveri
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LUNEDÌ 6 FEBBRAIO 2012
il Cittadino
Basso Lodigiano
SORGENIA RASSICURA: «SI TRATTA SOLO DI VAPORE CAUSATO DALLE TEMPERATURE RIGIDE»
Nuvola di fumo dalla centrale,
è paura a Turano per le polveri
TURANO Una nuvola sopra la cen­
trale di Sorgenia mette paura a
Turano, ma per le autorità si è
trattato solo di vapore condensato
a causa delle straordinarie condi­
zioni meteo di questi giorni. Il fe­
nomeno, ben visibile anche nei pa­
esi vicini, si è verificato ieri matti­
na tra le 8 e le 10 circa e ha suscita­
to qualche timore tra la popolazio­
ne.
A notarlo per primi sono stati i
mattinieri della domenica e le per­
sone che si recavano a Messa: so­
pra il camino della centrale di Tu­
rano­Bertonico si è formata una
nuvola di fumo consistente, bianco
se visto da vicino e invece più scu­
ro se visto in lontananza, probabil­
mente a causa della consistenza e
del contrasto con il biancore della
campagna della Bassa innevata. I
primi avvistamenti sono stati fatti
tra le 8 e le 8,30 ma non è da esclu­
dere che la nuvola ci fosse già da
prima. Si è trattato di un alto pen­
nacchio che partiva dal camino
della centrale Sorgenia e si alzava
per diverse decine di metri.
Il sindaco di Turano Umberto
Ciampetti ha visto pure lui il pen­
nacchio sopra la ciminiera e subi­
to ha attivato le procedure di sicu­
rezza attorno alle 8,30.
«Appena notato il fumo dal cami­
no, che sembrava particolarmente
denso e consistente, ho contattato
l’assessore all’ambiente e prote­
zione civile Franco Zolin e insie­
me abbiamo dato il via alle proce­
dure di sicurezza ­ spiega il primo
cittadino ­. Innanzitutto abbiamo
avvisato Arpa di Lodi che per noi è
il referente principale, dopodiché
abbiamo allertato le altre istituzio­
ni coinvolte nel protocollo e abbia­
mo cercato di contattare la sala di
controllo della centrale Sorgenia».
E proprio dalla sala di controllo di
Sorgenia sono arrivate subito le
più ampie rassicurazioni sul fatto
che non fosse in corso alcun pro­
blema e men che meno alcun peri­
colo per la sicurezza.
«Dalla centrale ci hanno fatto sa­
pere che si tratta di un fenomeno
naturale innescato dalle condizio­
ni meteo di questi giorni ­ afferma
Umberto Ciampetti ­. In pratica è
solo vapore che condensa per la
variazione di temperatura, ma le
emissioni non subiscono alcun ti­
po di cambiamento rispetto ai va­
lori normali».
La notizia è stata accolta positiva­
mente e subito gli amministratori
hanno cercato di diffonderla tra la
gente che chiedeva spiegazioni, in
particolare fuori da chiesa al ter­
mine della Messa. «Nostro compi­
to è vigilare e dare il via alle proce­
dure e questo abbiamo fatto ­ con­
clude Umberto Ciampetti ­. Sta poi
all’Arpa verificare che cosa effetti­
vamente sia successo, anche se la
risposta della centrale ci rassicu­
ra. Arpa ci ha confermato che co­
munque avrebbe svolto un sopral­
luogo e raccolto la documentazio­
ne necessaria per le verifiche del
caso. Aspettiamo anche noi la rela­
zione e poi ne daremo la più ampia
pubblicità ai nostri cittadini. Per i
momento non possiamo che fidar­
ci di quanto ci è stato riferito»
Andrea Bagatta
DALLA PRIMA PAGINA
Tasse e debiti,
sono tre
gli imperativi
nascosta; ma anche le stime
meno pessimistiche ammet­
tono che lo Stato italiano
non riesce ad incassare al­
meno 100 miliardi di euro
ogni anno. Una somma rag­
guardevole, tra le più alte sia
in percentuale sul Pil che in
cifra assoluta tra tutti i Pae­
si del Primo mondo.
Non da oggi. L’evasione fi­
scale e contributiva ha storia
lunga dietro alle spalle. Un
certo lassismo nei versamen­
ti – e nei controlli – ha radici
profonde e ha permesso, nei
decenni passati, di “patrimo­
nializzare” una buona fetta
dell’economia e della società
italiana. Ora la situazione
appare insostenibile alla
luce della pressione fiscale
via via cresciuta sulle spalle
di chi fa il proprio dovere nei
confronti di Cesare.
Oggidì il contribuente onesto
Il coro guidato da Giuseppe Napoleoni ha partecipato con il soprano Eva Grossi
IERI MATTINA È STATA TRASMESSA LA MESSA
Maleo in onda sulla Rai
ricorda a tutti gli italiani
il venerabile Trabattoni
Il pennacchio di “fumo” avvistato ieri mattina presto dalla popolazione che abita nei pressi dell’impianto di Sorgenia
E IL SINDACO­CHEF BRAGALINI SI METTE AI FORNELLI PER PREPARARE LA “PANISSA”
Cornovecchio raccolta in preghiera
sfida il freddo con la sua Candelora
Attraverso le riprese Maleo ha potuto far conoscere la figura del venerabile Trabattoni
CORNOVECCHIO Cade la neve sulla par­
rocchiale di Cornovecchio e il chia­
rore fa brillare il verde alle pareti.
Nel giorno della Candelora la chie­
suola ha i colori di una malinconica
Venezia, con i bouquet di garofani
rosa e margherite, la campagna in­
nevata al posto della laguna intorno.
Anziani e famiglie prendono lenta­
mente posto mentre le voci della
Schola Cantorum si scaldano prima
che la Messa inizi, e a sentirli sem­
bra già faccia meno freddo. «Oggi è
la comunità a esprimere la propria
riconoscenza a Dio ­ esordisce mon­
signor Francesco Fogliazza, canoni­
co della cattedrale di Lodi venuto a
presiedere le celebrazioni a fianco
del parroco don Giancarlo Borromeo
­, essere qui fa sentire piccoli rispet­
to a chi ci ha preceduti e grandi nel
portare avanti una tradizione dei Pa­
dri della Chiesa». Poi il sacerdote ri­
prende il passo evangelico della pre­
sentazione di Gesù al tempio, sul
quale si sofferma monsignor Fo­
gliazza: «Come può essere che il Dio
grande, il Creatore, si riveli in un
bambino?». La risposta contiene un
grande annuncio: «Proprio così, il
Dio cristiano vuole confondersi con
la nostra normalità e l’anziano Si­
meone che lo riconosce, scuote tutti
noi a vedere i segni che Dio ci offre».
Oggi lo sono i ceri offerti all’altare
dal vicesindaco Fabrizio Grossi in
rappresentanza dell’amministrazio­
ne. Un rito che si ripete identico ogni
anno, con Grossi a fare le veci del
sindaco Giuseppe Bragalini impe­
gnato ai fornelli per la preparazione
della “panissa”. Non vi è Candelora
senza benedizione della gola, e visto
il freddo di questi giorni sono in tan­
ti ad attendere il loro turno prima di
andarsene. Non a casa naturalmen­
te, perché oggi il pranzo è all’orato­
rio con la gustosa pietanza cucinata
da Bragalini. «A tavola siamo un’ot­
tantina e in venticinque hanno pre­
notato la panissa e vengono a ritirar­
la» spiega il sindaco­chef che si è ca­
lato un cappello “oggi cucino io”.
Laura Gozzini
MALEO In diretta Rai. Ieri mattina le
immagini della piccola borgata lodi­
giana hanno fatto il giro delle case di
milioni di telespettatori sulla rete
ammiraglia del servizio pubblico,
che ha ripreso la Messa in diretta.
Ma molto di più. Le telecamere di
“mamma Rai” infatti hanno saputo
cogliere a Maleo gli aspetti più affa­
scinanti, più storici e più tradiziona­
li, raccolti in un breve ma suggestivo
video­documentario, dedicato pro­
prio alla scoperta del paese.
Maleo delle meraviglie, con la sua
chiesa parrocchiale, il maestoso
campanile di 45 metri, il glorioso ar­
co Trecchi e ancora la villa e il ca­
stello Trecchi. Maleo della preghie­
ra, con la devozione al venerabile
Pietro Trabattoni e le sue opere so­
ciali e di carità, sparse in ogni via.
Infine, Maleo della vita di campagna,
con i suoi campi e con il fiume Adda
ammantato di bianco per la neve e
per le basse temperature, avvolto
nella tipica nebbiolina padana e lodi­
giana altrettanto congelata.
«Siamo stati davvero contenti questa
domenica di aver avuto la possibilità
di entrare nelle case di milioni di te­
lespettatori con la Messa nella chie­
sa dei Santi Gervasio e Protasio ­ ha
commentato il parroco don Enzo Ra­
imondi ­ e lo siamo in particolare per
gli ammalati e i sofferenti che non
possono uscire di casa per partecipa­
re alla celebrazione così come siamo
contenti che anche attraverso questo
– quello che, volente o nolen­
te, le tasse le paga tutte o
quasi – si vede sottrarre un
terzo del proprio reddito
tramite la contribuzione
pensionistica. Di quel che
rimane, un altro terzo in
media finisce allo Stato e
agli enti locali tramite Irpef.
Infine il reddito netto paga
ulteriori tasse nel momento
dell’acquisto di beni e servi­
zi: fino al 21% di Iva, per
non parlare della pressione
tributaria spropositata su
carburanti, energia elettrica
e metano.
Molto meglio se la cavano le
rendite, finanziarie e immo­
biliari: qui in media affitti e
interessi pagano un 20%,
anche se è da qualche mese
iniziato un percorso diffe­
rente che vorrebbe far paga­
re meno i redditi da lavoro,
di più quelli da rendite.
Ma torniamo all’evasione
fiscale, che ha dimensioni
grandi e ramificate. Sulla
questione si può fare una
facile – ancorché giusta –
demagogia: tutti devono pa­
gare il giusto. Ed è sicura­
mente vero che, pagando
tutti il giusto, si pagherebbe
tutti di meno. Il problema è
arrivare a questa equità con
strumenti un po’ più efficaci
dei proclami verbali. E guar­
dare la realtà con occhiali
non deformati dal giusto
principio di eguaglianza.
Tutti gli evasori sono raffi­
gurabili nel losco individuo
che campeggia in una discu­
tibile campagna pubblicita­
ria governativa anti­evasio­
ne? La realtà appare più
complessa. Una non indiffe­
rente fetta di evasione fiscale
la si potrebbe invece classifi­
care come “welfare indiret­
to”. Parliamoci chiaro: in
alcune regioni italiane il
pagamento di tasse e contri­
buti appare spesso un optio­
nal; il “nero” è il colore do­
minante, non una sfumatu­
ra. Forse è anche necessario:
per quanto ripugni dirlo, il
già poco lavoro che c’è, spa­
rirebbe se dovesse essere
pagato ai pur minimi con­
trattuali.
La Cina ce l’abbiamo in casa:
nell’edilizia, nell’agricoltu­
ra, nei servizi di un’ampia
fetta d’Italia le retribuzioni
sono concorrenziali con l’Est
europeo, e non molto più alte
di certi Paesi del Terzo mon­
do. E già così, l’economia
non “gira”. Cosa succedereb­
be tra i cantieri e le campa­
gne meridionali, se il costo
del lavoro improvvisamente
triplicasse? Dovrebbe succe­
dere, è necessario che succe­
da. Ma quando accadrà, biso­
gnerà aver predisposto alter­
native molto valide.
Un’altra fetta di evasione la
si può classificare come
“contributo statale allo sbar­
care il lunario”. Molti picco­
li negozi, artigiani, diverse
figure lavorative diffuse in
ogni dove d’Italia, senza
qualche dimenticanza davan­
ti alla cassa o al libretto fat­
ture non ce la farebbero a
campare. Diciamo che così la
collettività dà il suo involon­
tario sostegno al conteni­
mento della disoccupazione.
Collettività che non è esente
dal peccato: quanti si premu­
rano di chiedere fattura,
addossandosi il 21% di Iva
sul prezzo del bene o della
prestazione? L’evasione qui è
doppia.
Ma non vorremmo apparire
troppo “arrendevoli” nel
dichiarare che, se tutta l’eva­
sione fiscale va stanata, è
indubbiamente meglio porsi
qualche priorità. Ne indi­
chiamo due, per la loro dose
di ingiustizia e per un fatto
puramente quantitativo. An­
zitutto va ristretta fortemen­
te quell’elusione fiscale che
consiste ai grandi guadagni,
aziendali e personali, di tro­
vare riparo in convenienti
paradisi fiscali all’estero, o
in scatole cinesi finanziarie
che minimizzano la tassazio­
ne. Il paradosso italiano – e
mondiale: l’ha sottolineato
recentemente uno degli uo­
mini più ricchi del mondo, il
finanziere Warren Buffett – è
che i ricchissimi pagano in
sostanza cifre ridicole sui
loro guadagni. Con molti
soldi a disposizione, si riesce
facilmente ad aggirare le
pretese del Fisco.
Quest’ultimo ha recentemen­
te guardato nel vaso di Pan­
dora delle operazioni finan­
ziarie di alcune banche ita­
liane, e di qualche multina­
zionale: scoperchiandolo, ha
scoperto centinaia di milioni
di euro (ciascuno) di tasse
evase. Gli interessati alla
fine hanno preferito venire a
patti, e pagare…
Dentro questo capitolo ci
stanno una legislazione tri­
butaria, civile e penale fatte
apposta per tutelare i furbi e
danneggiare gli onesti. I
grandi assenti sono la chia­
rezza delle regole e la certez­
Due momenti della Messa celebrata
in parrocchia da monsignor Fogliazza
e dal parroco don Borromeo
canale ci sia stata data l’opportunità
di far conoscere la bella figura del
nostro venerabile Trabattoni, di cui
celebriamo quest’anno il 35esimo
anniversario dalla dichiarazione
della eroicità delle sue virtù da parte
di Papa Paolo VI». Il grazie di don
Enzo è quindi andato a quanti hanno
contribuito all’ottima riuscita della
diretta e in prima battuta a chi ha of­
ferto a Maleo questa opportunità: la
Rai e l’Ufficio nazionale per le Co­
municazioni sociali della Cei.
Le riprese del paese in realtà erano
iniziate oltre due settimane fa con il
regista don Ciro Sarnataro, affianca­
to dai ciceroni don Raimondi e Giu­
lio Castelvecchio. Sabato mattina poi
gli imponenti mezzi della Rai si sono
definitivamente disposti intono alla
chiesa.
Così ieri mattina, all’interno, le nu­
merose telecamere hanno ripreso i
tanti fedeli, il coro guidato da Giu­
seppe Napoleoni, il soprano Eva
Grossi e l’altare dove hanno concele­
brato don Enzo e monsignor Santino
Rognoni, mentre all’esterno della
chiesa, in cabina di regia, si monta­
va la diretta e si trasmetteva anche
via satellite. In chiesa i malerini
hanno partecipato numerosi e in pri­
ma fila non è mancato il sindaco di
Maleo e presidente della Provincia
di Lodi Pietro Foroni, per cui la di­
retta Rai è stata «motivo di orgoglio
per tutta la comunità malerina».
Sara Gambarini
za della pena, i veri paletti a
chi fraudolentemente sa ag­
girarsi tra false fatturazioni,
operazioni Iva, bilanci arte­
fatti, fallimenti e bancarotte.
E mentre si tocca chi non ha
mai dato, o lo ha fatto insuf­
ficientemente, nel contempo
è necessario che lo Stato ita­
liano cominci almeno a chie­
dere un po’ di meno. Quindi
a spendere un po’ di meno.
L’insostenibilità dei suoi
conti è alla luce del sole del
mondo, tanto che da decenni
stiamo accumulando un debi­
to pubblico colossale. L’in­
versione di rotta è non solo
auspicabile, ma doverosa.
Altro capitolo è quello del­
l’ottimizzazione della spesa
pubblica, sul quale il gover­
no Monti ha aperto l’ultimo
dossier. Ha di fronte monta­
gne da scalare, poiché lo Sta­
to italiano nella sua struttu­
ra contabile non ha la più
pallida idea di quanti soldi
spende di preciso (la spesa
sanitaria, la più imponente,
è rimasta fuori controllo in
diverse Regioni fino a ieri).
Non sa quanto spende, figu­
rarsi il come. Un lusso che
non possiamo più permetter­
ci.
Nicola Salvagnin