piano provinciale pratese

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piano provinciale pratese
PROVINCIA DI PRATO
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Assessorato allo Sport
PIANO PROVINCIALE PRATESE
PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA
E DELLA PRATICA DELLE ATTIVITA’
MOTORIE RICREATIVE E SPORTIVE
Anni 2005- 2007
A
D
V
24
INDICE
1. Redazione del Piano e Collaborazioni Tecniche ……………………………………………………..…. Pag. 5
. PRESENTAZIONE ………………………………………………………………………………………………………….. Pag. 6
. INTRODUZIONE AL PIANO ………………………………………………………………………………………….Pag. 7
4. DAL DOCUP della Regione Toscana al PGS e il PTC della Provincia …………..………………Pag. 8
5. DAL PIANO PER GLI ANNI 2001-03 AL NUOVO PPS PER GLI ANNI 2005 –07.Pag. 12
5.1 – LO sport come strumento di pace
5.2 – Gli atti deliberativi riguardanti la consulta
6. INTERAZIONE TRA I SISTEMI TERRITORIALI: analisi generale……………………..Pag. 16
6.1
Il Sistema Territoriale e ambientale………………………………………………………..……….Pag. 16
6.2
L’evoluzione sociale e demografica……………………………………………………………………...Pag. 18
6.2.1 I cambiamenti nella struttura familiare e le caratteristiche
dei nuclei familiari ………………………………………………………………………………………………..Pag. 22
6.2.2 Il processo di invecchiamento demografico per la programmazione
dei servizi…………………………………………………………………………………………………….Pag. 28
6.2.3 Il quadro demografico relativo agli stranieri residenti per uno sport
di integrazione……………………………………………………………………………………………Pag. 32
6.3
Il sistema culturale, formativo e documentario………………………………………………Pag. 37
6.4
Il Sistema Turistico e lo Sport………………………………………………………………………...…Pag. 38
6.4.1 L’offerta ricettiva nella provincia di Prato……………………………………………..Pag. 40
7. IL SISTEMA SPORTIVO : ASPETTI GENERALI
7.1
Lo sport negli anni 2000 : riferimenti al quadro nazionale e regionale………Pag. 42
7.2
La rilevazione dei dati di partecipazione sportiva nella provincia di Prato…Pag.45
7.2.1
7.2.2
Analisi della partecipazione sportiva sulla popolazione adulta ………Pag. 46
La partecipazione sportiva a Prato in riferimento al contesto
Nazionale……………………………………………………………………………………………………..Pag. 49
7.3
Le motivazioni della popolazione adulta alla pratica sportiva e
nell’abbandono ………………………………………………………………………………………………………..Pag. 51
7.4
La pratica sportiva in età giovanile e le cause dell’abbandono precoce………Pag. 53
7.5
Le attività del fitness, del wellness e la pratica femminile…………………………..Pag. 60
7.6
Sport come inclusione sociale e “salute mentale”……………………………………………Pag. 63
2
7.7
Devianze nella pratica sportiva: il fenomeno del doping……………………………….Pag. 67
8. IL SISTEMA SPORTIVO : GLI ATTORI DI PROMOZIONE DELLA CULTURA
SPORTIVA……………………………………………………………………………………………………………………….…..Pag. 68
8.1
Gli interventi della Provincia e dei Comuni per lo sviluppo delle attività
motorie sportive e ricreative……………………………………………………………………………….Pag. 70
8.2
Gli interventi del Centro Giovanile di Formazione Sportiva ……………………….Pag. 72
8.2.1
Nuovi progetti in fase di realizzazione e le attività sportive
ricreative per l’estate…………………………………………………………………………….…Pag. 73
8.3
Gli interventi del Trofeo Città di Prato per gli studenti pratesi…………….…..Pag. 75
8.3.1
Le azioni nella scuola dell’infanzia e primaria………………………………….…..Pag. 78
8.3.2 Le azioni nella scuola secondaria di primo grado…………………………………Pag. 79
8.3.3 Le azioni nella scuola secondaria di secondo grado………………… …………Pag. 81
8.4
Gli interventi del C.S.A.e delle Scuole per la promozione dell’educazione
fisica e sportiva studentesca………………………………………………………………………………Pag. 84
8.4.1
Analisi generale del sistema territoriale pratese………………….………….…Pag.85
8.4.2 Quadro di riferimento normativo……………………………………………………..……Pag. 86
8.4.3 L’ufficio di educazione fisica e sportiva del C.S.A.- Le scuole, il
territorio, la progettazione……………………………………………...……………………Pag. 86
8.4.4 Obiettivi Programmatici dell’Ufficio educazione fisica e sportiva…Pag.88
8.4.5 Interventi e Strumenti…………………………………………………………………………….Pag. 89
8.4.6 Mezzi, Strumenti e Soggetti coinvolti……………………………………………….….Pag.90
8.4.7 Monitoraggio, Valutazione del Piano,Documentazione……………………….Pag. 91
8.5
Gli interventi del C.O.N.I. e delle Federazioni Sportive per la pratica sportiva
agonistica………………………………………………………………………….………………………………………Pag. 93
8.6
Gli interventi degli Enti di Promozione per la pratica sportiva ricreativa…Pag. 96
8.6.1
L’Unione Italiana Sport per Tutti – U.I.S.P……………………………….………..Pag. 97
8.6.2 Il Centro Sportivo Italiano……………………………………………………………..………Pag. 99
9. IL SISTEMA SPORTIVO : L’ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO
TERRITORIALE……………………………………………………………………………………………………………...Pag. 102
9.1
I dati e la distribuzione territoriale delle associazioni sportive pratesi Pag. 102
9.2
Gli sport di prestazione a livello giovanile: analisi e prospettive…………..…….Pag.107
9.3
I risultati degli sport di alta prestazione e di spettacolo:
analisi e prospettive………………………………………………………………………………………..……Pag. 108
9.4
Le attività natatorie nella provincia pratese…………………………………………..….….Pag. 110
9.4.1
L’attività sportiva agonistica e preagonistica…………………………….……..Pag. 110
9.4.2 L’attività amatoriale………………………………………………………………………….………Pag.111
3
9.4.3 La libera balneazione e la fitness acquatica……………………………….…….. Pag.111
9.4.4 L’attività formativa………………………………………………………………………………….Pag. 112
9.5
Lo sviluppo dello sport abilitativo e inclusivo: analisi e prospettive……….... Pag. 112
10. IL SISTEMA SPORTIVO : GLI IMPIANTI PER LA PRATICA SPORTIVA E
RICREATIVA………………………………………………………………………………………………………………….…..Pag. 115
10.1
I dati sugli impianti nella provincia, per aree territoriali e per Comuni…...Pag. 118
10.2
Gli impianti suddivisi per discipline sportive…………………………………………………..Pag. 124
10.3
Ristrutturazione, messa a norma e realizzazione nuovi impianti…………………Pag 127
10.4
Polifunzionalità delle palestre e realizzazione di Play Ground……………….……Pag 128
10.5
Gli impianti e le vasche per il Nuoto e le discipline natatorie…………………..….Pag 129
10.6
I campi sportivi di calcio ……………………………………………………………………………….…..Pag. 131
10.7
I luoghi di pratica e la valutazione espressa dai cittadini………………………..….Pag 134
10.8
Gli impianti sportivi annessi alle strutture scolastiche ……………………………...Pag. 136
10.9
Gli spazi verdi attrezzati ed i parchi, gli itinerari storico naturalistici
per il trekking, a cavallo e in mountain bike……………………………………………………Pag. 136
10.10 Il ciclismo a Prato e le piste pedociclabili nell’area urbana di Prato ……….Pag. 147
10.11
Gli impianti per i veicoli a motore e per la circolazione fuoristrada……….Pag. 149
11. GLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI PER IL TRIENNIO 2004 - 2006………….…..Pag. 151
11.1
Gli obiettivi programmatici della Regione Toscana per il 2004-2006……….Pag 151
11.2
Gli Obiettivi Programmatici della provincia di Prato:
dal triennio 2001/2003 al triennio 2005/2007…………………………………………..…Pag. 155
11.2.1 Gli Obiettivi generali per il triennio 2005-2007 …………………………....Pag. 160
12. ASPETTI CONCLUSIVI …………………………………………………………………………………………………Pag. 169
13. BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………………………………………………………………Pag. 170
4
5
1.0
REDAZIONE DEL PIANO E COLLABORAZIONI TECNICHE
La revisione e l’aggiornamento del Piano per lo Sport per gli anni 2004–2006 è stata curata da
ASEL RICERCHE PRATO:
Coordinazione progettuale e organizzativa :
‰ D.ssa Elena Cardosi
– Responsabile Servizio Sport Provincia di Prato
‰ Dr. Saverio Langianni – Responsabile Tecnico ASEL RICERCHE
Progettazione, elaborazione dati e revisione documento :
‰ Prof. Salvatore Conte – Ricercatore di ASEL RICERCHE;
Con la preziosa collaborazione tematica dei Sigg.ri:
‰ Giovanni Biagiotti – Direttore Tecnico Trofeo Città di Prato
‰ Pasquale Petrella – Giornalista sportivo “IL TIRRENO” Prato
‰ Massimiliano Martini – Giornalista sportivo “LA NAZIONE” Prato
‰ Elisabetta Faggi – Coordinatrice Ufficio Educazione Fisica CSA Prato
‰ Giorgio Visintin – Coordinatore Tecnico CGFS Prato
‰ Umberto Spinelli – Coordinatore Tecnico CGFS e Presidente SOI
‰ Beatrice Becheri – Coordinatrice Tecnica CGFS
E la Collaborazione tecnica per la documentazione e per le informazioni di :
‰ Comitato provinciale CONI Prato
‰ Comitato provinciale CSI Prato
‰ Comitato provinciale UISP Prato
‰ Centro Giovanile di Formazione Sportiva
‰ Trofeo Città di Prato
‰ Ufficio Sport - Provincia di Prato
‰ Ufficio Sport - Comune di Cantagallo
‰ Ufficio Sport - Comune di Carmignano
‰ Ufficio Sport - Comune di Prato
‰ Ufficio Sport - Comune di Montemurlo
‰ Ufficio Sport - Comune di Poggio a Caiano
‰ Ufficio Sport - Comune di Vaiano
‰ Ufficio Sport - Comune di Vernio
Si ringraziano inoltre tutti coloro che a vario titolo si sono adoperati per fornire informazioni
e dati utili alla realizzazione di questo Piano per lo Sport.
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PRESENTAZIONE DEL PIANO PER LO SPORT
(a cura di Massimo Logli - Presidente della Provincia di Prato)
La Provincia di Prato con la presentazione del seguente Piano per lo Sport adempie
alle indicazioni contenute nella legge 72/2000 per gli anni 2001-2003 della Regione Toscana
ove si invitavano le Province ad elaborare le proprie indicazioni programmatiche sugli aspetti
dello sport, inteso come “cultura e pratica delle attività motorie, ricreative e sportive, e
come fattore della politica di integrazione sociale, di tutela del diritto alla salute”.
L’Amministrazione provinciale di Prato, prima fra tutte le province toscane, aveva già
elaborato un primo e più sintetico Piano nel 2002, ponendo, fra le molteplici azioni svolte, lo
sport al centro del proprio dibattito culturale, amministrativo e politico. Ciò al fine anche di
ricercare sinergie con i vari livelli amministrativi locali e con altri piani di settore (per
l’impiantistica sportiva, dei lavori pubblici, del turismo) e in particolare con il Piano
Territoriale di Coordinamento (PTC), così da integrare meglio le politiche di sviluppo in
relazione ai bisogni concreti del territorio pratese.
Attivare cioè quella fase di esteso coordinamento di “programmi e progetti” utile ad
integrare al meglio le azioni amministrative degli enti locali e le attività messe in atto
dall’associazionismo sportivo, tese a fornire servizi più qualificati agli sportivi ed ai cittadini
tutti. Svolgere al contempo un’analisi più ampia e organica sui vari aspetti che insistono nel
sistema sportivo pratese, perché solo una maggiore conoscenza delle problematiche permette
agli amministratori ed agli stessi dirigenti dello sport, di mettere in atto una serie di
interventi e di azioni qualificate volte alla crescita del sistema stesso ed alla sua
qualificazione.
L’Amministrazione Provinciale di Prato ha compiuto in questi ultimi anni diversi
interventi nel campo dello sport, sia per l’ambito agonistico, sia per quello ricreativo o per
quello più sociale ed inclusivo. Convinta che questo ambito della realtà sociale, interessi,
coinvolga e incida sensibilmente nella vita di molti cittadini, sportivi e non, abili e
diversamente abili, comunitari ed extracomunitari.
La promozione dello sport per tutti, lo sport nel suo insieme, come mezzo dunque per un nuovo
welfare, strumento di coinvolgimento sociale di giovani, adulti, anziani. Un diritto al
movimento, al benessere e alla salute attraverso il movimento, che deve essere assicurato
sempre più ai cittadini di tutte le età, capacità e possibilità.
Il Piano per lo Sport, rappresenta non solo un impegno programmatico di tipo
amministrativo per la Provincia ed i Comuni, ma un’occasione di confronto fra gli stessi attori
del sistema sport, diretto ad innestare fra loro processi di collaborazione e di integrazione
delle politiche sportive. Se sapremo indirizzare il nostro sistema sportivo in maniera
equilibrata nei suoi diversi segmenti, si potranno fornire risposte più qualificate ai complessi
bisogni della società e offrire servizi più qualificati alla nuova domanda che avanzano ampie
fasce di cittadini sempre più dediti alle attività motorie e sportive.
7
INTRODUZIONE AL PIANO PER LO SPORT
(a cura di Irene Gorelli - Assessore allo Sport della Provincia di Prato )
Il processo di revisione del Piano Provinciale per la promozione della cultura e della
pratica delle attività motorie ricreative e sportive (P.P.S.) nasce dalla volontà
dell’amministrazione provinciale di dotarsi di un rinnovato e più organico strumento di
programmazione territoriale. Strumento che consente di raccordarsi da un lato con gli
obiettivi e le indicazioni suggerite dalla Regione Toscana e, dall’altro, con le programmazioni e
le scelte operative che ogni Comune deve mettere in atto nel proprio territorio.
L’aggiornamento del Piano consente, rispetto al primo, di ridisegnare gli indirizzi
generali in ambito provinciale e definire nuovi e più innovativi obiettivi per il triennio 20042006, in coerenza con gli obiettivi programmativi fissati dalla stessa Regione Toscana.
Il documento “Piano per lo Sport” intende rappresentare solo una prima fase di “lavoro
partecipato e programmato”, e non costituisce dunque un documento statico e prescrittivo.
Deve essere percepito cioè, come un “punto di partenza” , bisognoso di continui aggiustamenti
e aggiornamenti per stimolare azioni più incisive - in sintonia con altri piani e programmi che
svilupperanno le istituzioni locali - verso il sistema sportivo e al suo stesso interno.
Per questo è importante che in ciascun attore del sistema cresca una rinnovata disponibilità
alla cooperazione, perché da politiche e interventi separati si giunga sempre più a programmi
coordinati e sinergici, nel rispetto delle funzioni e dei ruoli assegnati a ciascun ente e
organizzazione territoriale.
L’elaborazione del Piano per lo Sport di Prato per gli anni 2005-2007 è stata realizzata
sulla base di una serie di dati risultanti da indagini ufficiali svolte sul territorio, da dati
pervenuti direttamente e in parte raccolti indirettamente, da documentazione diversa e
relazioni apposite, e dall’ascolto di vari soggetti operanti in questo importante settore
(dirigenti, tecnici, sportivi, giornalisti, esperti, atleti, ecc.).
Nei prossimi mesi ci attende quella che possiamo definire la “fase di osservazione”
del Piano. Cioè quella seconda fase che deve coinvolgere tutti, dove sarà possibile analizzare i
dati, verificare le risultanze, modificare e ampliare gli obiettivi, completare i dati mancanti,
aggiornare e correggere talune indicazioni, ecc. Si apre cioè un altro momento che deve
stimolare non solo a migliorare il Piano, ma ad innestare una serie di azioni mirate e
convergenti volte a rafforzare la capacità di collaborazione fra i tanti soggetti operanti nel
sistema per realizzare politiche condivise di programmazione delle attività motorie sportive e
ricreative nella nostra provincia.
Lo sport - inteso come attività motoria ricreativa sportiva e di prevenzione e tutela della
salute dei cittadini – rappresenta anche un fondamentale momento di relazione e di inclusione,
elemento di aggregazione e di ricreazione, occasione di confronto e di verifica delle proprie
capacità. Al contempo, fattore fondamentale di educazione dei giovani e di inserimento per
soggetti svantaggiati o diversamente abili, nonché possibile vetrina per addivenire al successo.
Per questo ognuno di noi è chiamato a svolgere un ruolo importante nella definizione delle
politiche sportive e, sono certa che tutti coloro che da amministratori, quadri dirigenti o
semplici sportivi, non faranno mancare il loro apporto per essere protagonisti del cambiamento
e dello sviluppo della nostra comunità.
8
4.0
DAL DOCUP E AL P.R.S. DELLA REGIONE TOSCANA, ALL’INTERAZIONE CON
IL P.G.S. E IL P.T.C DELLA PROVINCIA.
Per consentire una certa continuità tra la stesura del primo Piano per lo Sport, avvenuta nel
2002, e la revisione e rielaborazione del secondo PPS(iniziata nel giugno 2004), ci preme
lasciare alcuni riferimenti, a nostro parere significativi, che fanno riferimento alle indicazioni
politiche e programmatiche della legislatura regionale che si sta concludendo.
Secondo quanto contenuto nel programma di governo della giunta regionale toscana “Un Patto
per la Toscana” un “obiettivo ulteriore è quello di far diventare sistema le relazioni positive
già esistenti con le varie amministrazioni pubbliche, e in particolare con gli enti locali della
Toscana, da considerare quali soggetti contitolari del progetto che prevede anche specifici
interventi a loro indirizzati”.
Il carattere di “piano dinamico” del Piano per lo Sport dovrà tenere conto in generale anche
del Progetto di autonomia speciale della Toscana, per attivare interventi innovativi ove la
cultura e la pratica sportiva sia capace di produrre azioni inclusive utili a mostrare la
vera forza sociale dello sport, e che si riconducono ai seguenti dieci punti del programma
politico programmatico:
1. progetto giovani;
2. progetto una Toscana più sicura;
3. progetto una Toscana più efficiente e meno burocratica;
4. progetto la Toscana dell’informazione e della conoscenza;
5. l’autonomia speciale per la Toscana;
6. la Toscana e l’Europa;
7. il territorio e l’ambiente;
8. l’economia e il lavoro;
9. la cultura, l’istruzione e la formazione;
10. il “welfare toscano”.
Anche nel Programma Regionale di Sviluppo (PRS), l“atto fondamentale di indirizzo
dell’attività di governo della Regione Toscana” sono presenti importanti indicazioni riguardo la
tematica dei PPS provinciali.
Il PRS 2001/2005 prevede come elemento fondamentale di raccordo tra i molti obiettivi e
priorità dell’azione di governo regionale quello dell’integrazione delle politiche. Ciò indica in
maniera inequivocabile la volontà della Regione di lavorare non più attraverso politiche
settoriali, ma con obiettivi integrati che investono i vari livelli : sociale, economico,
territoriale, infrastrutturale.
Un’ottica questa a tutto tondo che emerge anche nell’altro documento programmatorio della
Regione Toscana: il DOCUP 2000/2006.
9
Qui tra gli obiettivi immediati si rileva: “… una strategia culturale e formativa tendente ad
unificare le politiche di ciascun settore in un disegno unitario anche tenuto conto dell’impatto
sulla strategia, per le rilevanti implicazioni sulla potestà legislativa regionale nei campi della
tutela e della sicurezza del lavoro, dell’istruzione, della formazione professionale, della
valorizzazione dei beni culturali, della promozione e organizzazione delle attività culturali e
ordinamento sportivo”.
Superamento dunque dei settori in un’ottica globale che permette di ricondurre proposte e
linee di intervento in un contesto unitario e integrato. In questo senso il PRS ha voluto dare
alla programmazione regionale un unico percorso, un’unica modalità. Tale modalità ha portato
ad individuare la Provincia come snodo fondamentale della programmazione regionale sul
territorio.
Si può quindi dire che se all’interno della Regione Toscana esistono ancora tanti modelli di
programmazione quanti sono i settori e i programmi settoriali (Piano regionale della sanità,
Piano regionale della cultura e , non da ultimo ,il Piano Regionale dello Sport) , tali programmi
rappresentano sempre meno, almeno nelle intenzioni, esclusive diramazioni della singola area
dipartimentale, ma diventano piani aperti, intersecanti.
Dagli strumenti di programmazione regionale, al Piano Regionale per lo Sport e ai Piani
Provinciali per lo Sport (L.R. 72 del 31.8.2000):
Con la Legge Regionale nr. 72 del 31.8.2000 “Riordino delle funzioni e delle attività in materia
di promozione della cultura e della pratica delle attività motorie” e con il successivo Piano
Regionale per la promozione della cultura e della pratica delle attività motorio-ricreative e
sportive, la Regione Toscana ha voluto sia esplicitare tale ottica (piani aperti e intersecanti)
ad ampio raggio già definita nei suoi documenti programmatori (PRS e DOCUP), sia individuare
l’ente Provincia come il suo interlocutore privilegiato per quanto attiene il settore sportivo.
L’art.1 della L.R.72/2000 individua quindi lo sport non come ambito settoriale chiuso.
Assumendo una
definizione più estesa – “cultura e pratica delle attività motorie
ricreative e sportive” - il fattore sport viene individuato come occasione di integrazione
delle varie politiche, con una particolare attenzione ai risvolti sociali. Individuati quindi gli
strumenti di programmazione regionale (art.2), la legge passa a enunciare il ruolo
fondamentale delle Province chiamate a formare “ gli atti di programmazione locale degli
interventi per la diffusione della cultura e della pratica delle attività motorie, ricreative e
sportive, assicurando il concorso dei comuni e delle comunità montane, nonché degli altri
soggetti istituzionali e favorendo la partecipazione dell’associazionismo sportivo e dei
soggetti sociali” (art. 3 comma 1).
La legge regionale, pur non citando ancora esplicitamente il Piano Provinciale dello Sport, parla
già di uno strumento primario di programmazione “sportiva” a livello locale che vede la
Provincia come ambito ottimale di sviluppo. Per di più il Piano Regionale per lo Sport (PRS) si
preoccupa successivamente di riformulare e integrare la dicitura primaria (piano
dell’impiantistica sportiva - art. 3 comma 2), con un taglio spiccatamente sociale: come recita
l’art. 6 nelle priorità regionali: “accessibilità a tutti i cittadini, promozione forme di
10
associazionismo e scuola, diffusione attività motorie per l’anziano, attenzione alle categorie
svantaggiate: disabili, carcerati …”
Tutto ciò per affermare come con tale importante precisazione, la legge sposta l’asse degli
obiettivi fondamentali delle istituzioni verso l’azione inclusiva che lo sport può svolgere nei
confronti dei cittadini, specie quelli più svantaggiati.
Il PPS trova inoltre il suo naturale collocamento nel Piano Generale di Sviluppo (PGS) della
Provincia - che è stato avviato nel corso dell’anno 2001 attraverso un confronto con gli altri
Enti Locali, le parti economiche e sociali del territorio - e che “diventa lo strumento principale
per la programmazione pluriennale della Provincia, volto a definire gli assi portanti e gli
obiettivi principali delle politiche pubbliche messe in campo dall’Amministrazione”
(attualmente la Provincia si appresta ad elaborare il secondo PGS).
Nel contesto ”strategie politico-istituzionali” il rapporto, risultato della prima elaborazione
del PGS, delinea le competenze della Provincia, soprattutto da un punto di vista dinamico, e si
sofferma sull’importante ruolo dell’Ente sul piano della programmazione e del coordinamento
tra le Istituzioni operanti nell’area di riferimento e tra gli stessi attori sociali.
La Provincia intende qualificarsi “sul campo” proprio nello svolgimento di questo ruolo di
programmazione e coordinamento, con riferimento all’intera gamma delle politiche pubbliche in
atto nell’area (del territorio e dell’ambiente, del lavoro e della formazione, dei diritti di
cittadinanza sociale, dei servizi alla persona -fra i quali rientrano le attività motorie sportive
e ricreative). La gestione delle competenze specifiche della provincia e la qualità dei servizi e
delle attività di assistenza costituiscono ambiti privilegiati d’intervento.
Nel contesto “la società locale pratese”, il rapporto esamina oltre all’aspetto tradizionale del
distretto industriale, quello relativo alla diversificazione ponendo le basi per un possibile
ruolo della Provincia in una pluralità di ambiti d’intervento fra i quali si citano, gli aspetti
del turismo, dell’agriturismo, il ruolo del settore non-profit, che oggi sempre più si
interfacciano con la crescente domanda di attività motoria e di sport e ricreazione in
ambiente naturale. Tra gli obiettivi fondamentali si possono rilevare quelli relativi
all’innalzamento dell’inclusione sociale e della qualità della vita, obiettivi principali anche
per il settore dello sport sociale.
Nella seconda parte del rapporto nei cosiddetti “campi di intervento” della Provincia, si
evidenzia come “i servizi alle persone siano da rafforzare in quanto considerabili come bacino
occupazionale e strumenti per l’integrazione sociale, così come la qualificazione delle
tecnologie informatiche e lo sviluppo delle relazioni tra enti pubblici sono strumenti per il
rafforzamento e l’estensione dei diritti di cittadinanza”.
Appare importante qui sottolineare come il PPS dovrà interagire con gli indirizzi generali del
PGS che pongono la Provincia come Ente protagonista nel campo della programmazione e del
coordinamento, in quello della diversificazione, ma anche in quello della innovazione.
Il ruolo di “piano guida” del PGS si esplicherà peraltro in sintonia e in connessione con il
diverso ruolo attribuito al Piano Territoriale di Coordinamento (PTC), quale strumento di
programmazione e pianificazione urbanistica provinciale.
11
Il PTC infatti “diventa una forma delle relazioni in cui l’azione per progetti integrati attiva un
processo di piano in cui si creano sussidiarietà e sinergie fra i piani di settore , PRG e PTC”.
Non escluse dunque azioni coordinate con il PPS per gli aspetti che riguardano lo sviluppo delle
principali infrastrutture e dell’impiantistica sportiva, pubblica e privata, sull’intero territorio
urbano provinciale (Il Piano Regionale dello Sport , all’art. 7, assegna ai PPS il compito di
individuare “compatibilità ed interconnessioni con gli strumenti di programmazione locale”).
Il Piano Territoriale di Coordinamento assume quindi un ruolo preminente rispetto alle
attività di programmazione della provincia con una duplicità di obiettivi: da un lato la
formulazione degli indirizzi generali dell’assetto del territorio e l’individuazione delle diverse
destinazioni sulla base della prevalente vocazione delle sue parti, dall’altro la localizzazione
delle infrastrutture , delle linee di comunicazione, di parchi e delle riserve naturali e la
determinazione delle linee di intervento per il riassetto idrico e idrogeologico.
Dunque il Piano Provinciale dello Sport di Prato, in quanto mirato a ricondurre ad un unico
progetto tutto il complesso della programmazione sportiva in termini di infrastrutture e
servizi, si raccorda necessariamente con il P.T.C. e trova coerenza con gli indirizzi e le
prescrizioni in esso contenute. Inoltre, la necessità di creare una forte contiguità tra il piano
generale (PTC) e il piano settoriale (PPS) crea da sé l’opportunità di un raccordo anche con gli
altri piani settoriali, vista anche la loro interdipendenza con lo stesso PTC.
In definitiva, compito del PPS sarà non solo misurare l’incidenza del fattore sport nei piani
contenitori ( dal Piano Territoriale di Coordinamento /PTC- ai Piani Locali di Sviluppo/PLS al Programma Integrato di sviluppo locale/PISL), ma anche ricercare sinergie e
complementarietà con i citati piani di settore, a cui ne andranno aggiunti altri: dal Piano
triennale dei lavori pubblici per gli investimenti sull’impiantistica, al piano triennale del
turismo per le strategie di valorizzazione turistica del territorio, tenendo conto degli studi e
delle analisi dei diversi osservatori provinciali.
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5.0
DAL PIANO PER GLI ANNI 2001-2003 AL NUOVO PIANO PER LO SPORT PER
GLI ANNI 2005- 2007
Così come anticipato già nei paragrafi precedenti, le attività previste per l’attuazione
del Piano Provinciale per lo Sport sono quelle stabilite nella Legge Regionale n. 72/2000
“Riordino delle funzioni e delle attività in materia di promozione e della cultura e della pratica
delle attività motorie” che abroga e sostituisce la precedente Legge Regionale 49/1992.
Tale legge assegna alle Province nuove e ulteriori competenze in materia prevedendo la
formazione da parte delle stesse dei “Piani Provinciali per lo Sport” (PPS), da redigersi in
coerenza con il Piano Regionale di indirizzo per lo sport che definisce in particolare:
-
i criteri per il raccordo con la programmazione locale;
-
individua i soggetti a cui sono diretti gli interventi;
-
individua i criteri di sostenibilità ambientale e quelli per la definizione del fabbisogno
di spazi , impianti ed attrezzature;
-
individua i criteri per l’ottimizzazione delle condizioni di esercizio e i criteri e i
procedimenti per l’intervento finanziario di sostegno.
Gli atti di programmazione locale degli interventi per la diffusione della cultura e della pratica
delle attività motorie, ricreative e sportive, dovranno essere redatti assicurando il concorso
dei Comuni e delle Comunità Montane, nonché degli altri soggetti istituzionali e favorendo la
partecipazione dell’associazionismo sportivo e dei soggetti sociali.
Secondo quanto adottato dal Consiglio Regionale con la deliberazione n. 57 del 28.02.2001 il
PPS - quale strumento di programmazione territoriale finalizzato a favorire la crescita
qualitativa e quantitativa delle attività motorie e sportive per mezzo di un mezzo equilibrato
sviluppo tra strutture e iniziative promozionali e fungendo da coordinamento per gli interventi
nei settori connessi alle attività motorie sportive e di impiego del tempo libero - deve
contenere gli elementi di raccordo tra i vari interventi tra i vari settori, indicati dall’art. 3
della L.R. 72/’00, vale a dire:
-
Spazi, impianti, attrezzature destinati alla pratica delle attività motorie, ricreative e
sportive e quelli di cui si preveda la realizzazione, e le relative caratteristiche
tecniche, di sicurezza e di esercizio;
-
Centri e strutture di documentazione ed attività per la diffusione della conoscenza
della storia e della cultura delle attività motorie, ricreative e sportive;
-
Piste da sci, impianti a fune, che risultino oggetto di concessione o di specifica
previsione, determinandone le caratteristiche tecniche e di sicurezza;
-
Aree nelle quali sia consentita la realizzazione di impianti fissi per la circolazione fuori
strada di veicoli a motore nello svolgimento di attività ricreative e agonistiche;
-
Piste ciclabili e spazi riservati alla circolazione non motorizzata, anche per la fruizione
e l’accesso alle aree protette per la mobilità all’interno dei parchi naturalistici
ambientali e per la diffusione del cicloturismo;
13
-
Viabilità di interesse provinciale e comunale della rete escursionistica toscana e delle
relative attrezzature;
-
Infrastrutture per gli sport acquatici e per la nautica da diporto, ad esclusione dei
porti e degli approdi turistici;
-
Procedure attuative dell’intervento finanziario di sostegno.
Alcuni degli indicatori sopra indicati non sono riferibili alla nostra provincia in quanto le
caratteristiche strutturali del territorio sono incompatibili, pertanto non verranno prese
in considerazione.
Nel 2001 la Provincia affidò ad Asel un incarico professionale per la ricognizione delle
risorse territoriali e strutturali da destinare all’attività motoria, sportiva e ricreativa. La
decisione promanava da quanto contenuto nella relazione Previsionale e Programmatica per
il 2001 in attuazione del PPS 2001-2003.
Fu la stessa Relazione Previsionale e Programmatica della Provincia a stabilire che, ai fini
dell’elaborazione del PPS, si tenesse conto, per quanto possibile, anche dei risultati
dell’Indagine Statistica in corso di esecuzione ed eseguita dall’Università “La Sapienza” di
Roma, relativamente alla domanda di sport esistente nella provincia.
L’elaborazione del Piano Provinciale dello Sport per gli anni 2001 – 2003, completata nel
2002, ha tenuto conto delle necessarie interconnessioni e compatibilità con gli altri
strumenti della programmazione locale, per lo sviluppo sostenibile nei settori dell’attività
motoria e di impiego del tempo libero e settori collegati, nonché dei collegamenti con i
documenti di programmazione Docup ob. 2 2000/2006 della Regione Toscana Asse 2
qualificazione territoriale – Asse 3 ambiente.Tale Piano provinciale è stato uno dei primi
presentati in regione e anche da esso sono stati presi spunti per la realizzazione degli altri
piani, presentati successivamente.
In considerazione poi di nuove e più recenti disposizioni regionali in materia di redazione
dei Piani provinciali, e dell’emanazione del Piano Regionale per lo Sport per gli anni 20052007 contenente nuovi obiettivi programmatici in materia di sport, si è resa necessaria
per la nostra provincia la revisione e l’aggiornamento del PPS già redatto nell’anno
2002 – e questo per più motivi:
o
Il piano rispondeva ormai in modo solo parziale alle integrazioni normative intervenute
successivamente alla sua redazione, e quindi alle attuali esigenze di programmazione
territoriale,
o
L’ampliamento delle basi di dati disponibili e di analisi qualificate di recente
elaborazione, derivanti dall’indagine sulla “domanda sportiva” che si è sviluppata nel
corso dell’anno 2002 rendeva possibili notevoli integrazioni;
o
Si presentava quindi l’opportunità di approfondire temi che nella prima redazione del
primo Piano Per lo Sport erano stati affrontati in maniera più sintetica, in particolare
per la parte dell’analisi del sistema sportivo e per la parte riguardante gli obiettivi
programmatici provinciali.
o
Nel periodo suddetto si era assistito a un generale mutamento nelle situazioni sociali,
economiche e produttive del distretto tessile pratese nel corso degli ultimi due anni,
14
che hanno influenzato anche le modalità di pratica sportiva e ricreativa, con una
diminuzione delle ore lavorate e del reddito disponibile.
Il Piano Provinciale per la Promozione della Cultura e della Pratica delle Attività
Motorie Ricreative e Sportive (PPS - Prato) si modella sulla base delle indicazioni contenute
nella L.R. 72/2000 e nel PRS per gli anni 2005-2007, condividendo appieno non solo gli
indirizzi indicati, ma soprattutto la definizione che assume lo sport come “cultura e pratica
delle attività motorie, ricreative e sportive, come uno dei fattori attuativi delle politicche di
integrazione e sviluppo della socialità e di tutela del diritto alla salute. L’attuale
aggiornamento terrà conto sia delle nuove indicazioni e degli obiettivi regionali indicati per il
prossimo triennio, che delle deliberazioni dell’istituzione provinciale pratese.
Il lavoro di analisi che è stato fatto per la costruzione del “Piano Provinciale dello Sport” ha
tra i suoi scopi quello di farsi portatore di una cultura della “programmazione partecipata”
affinché tutti i soggetti che operano nel campo delle attività motorie ricreative e sportive
acquisiscano la capacità di interagire in modo tale che le loro azioni siano tra loro sinergiche o
complementari e soprattutto in piena sintonia con gli indirizzi del PPS e del PRS.
La prima elaborazione del PPS di Prato si è realizzata su dati che nel corso dei tre anni
trascorsi hanno subito, come è ovvio, trasformazioni, modificazioni e integrazioni.
La revisione e l’aggiornamento del Piano, si è sviluppato sulla base dei nuovi censimenti sugli
aspetti impiantistici e associativi (indagine Regione Toscana e Coni) condotti verso la fine
dell’anno 2003 e sulla base delle risultanze dell’indagine provinciale sulla “domanda” (che si è
conclusa dopo la redazione del piano precedente), oltre all’acquisizione diretta di informazioni,
dati e obiettivi programmatici dai molteplici soggetti operanti nel sistema sportivo, soggetti
di “offerta” delle attività in oggetto.
La Provincia intende svolgere, con continuità e ove eventualmente necessario con maggiore
intensità rispetto al passato, un ruolo di “coordinamento, di stimolo e di integrazione delle
politiche di programmazione decentrata”, nonché di “ascolto permanente” dei diversi
organismi afferenti le attività motorie e sportive (EE.LL, Scuola, Coni, FSN, Enti di
promozione sportiva, Associazionismo e altre agenzie), affinché ogni soggetto possa
sviluppare comportamenti di collaborazione e di programmazione con altri protagonisti del
territorio, per meglio definire obiettivi condivisi e azioni comuni e/o complementari.
Nell’ottica della realizzazione di un “piano dinamico” e per favorire il ruolo di coordinamento e
“stimolo” della programmazione integrata, il PPS 2001-2003 prevedeva il conseguimento di due
fondamentali “obiettivi operativi” che consistevano nella costituzione dell’Osservatorio
Provinciale del Sistema Sportivo e della Consulta Provinciale delle Attività Motorie Sportive
Ricreative e Inclusive. Tali strumenti vengono riconfermati anche nell’attuale PPS, in quanto
ritenuti efficienti e utili per una conoscenza più approfondita del sistema locale e per
sviluppare una maggiore integrazione delle varie programmazioni degli organismi sportivi
operanti sul territorio.
Lo “sport” – inteso come cultura delle attività motorie sportive e ricreative - nella
comunità civile può rappresentare un momento di educazione civica, di relazione e di
15
comunicazione. Favorisce l’armonica costruzione della personalità dei cittadini, lo sviluppo
delle qualità psichiche e fisiche dei giovani e la conservazione delle capacità motorie per i
meno giovani. E’ elemento di aggregazione e di svago, occasione di condivisione e di confronto
leale.
Lo sport pratese, si è sviluppato attraverso un’ampia diffusione della pratica motoria
giovanile, dello sport amatoriale e ricreativo “per tutti” e verso quello di “inclusione sociale”,
ma anche attraverso il sostegno allo sport agonistico, specie giovanile, che ha espresso nel
tempo molteplici personaggi assunti al panorama mondiale e olimpico dello sport di prestazione
e spettacolo.
5.1 Lo sport educatore alla pace
Lo sport pratese, infine, intende essere uno strumento di costruzione e di azione di pace. Si
tratta di una importante integrazione al PPS del 2005, non implementata nel precedente
piano.
Intendere l’attività ludico sportiva come possibile strumento di costruzione e di azione di
pace è la conclusione naturale di un percorso che vede a monte lo sport come spazio di
confronto e di conoscenza reciproca e momento di attuazione di regole condivise.
Se è vero infatti che la paura dell’altro genere la “guerra” e la non conoscenza dell’altro
genera la paura, sarà anche attraverso lo sport che potrà essere interrotta la spirale “non
conoscenza – paura – guerra” attraverso il percorso “conoscenza – confronto attraverso le
regole – non paura dell’altro – pace”
5.2 Gli atti deliberativi attinenti la consulta
Con l’istituzione della Consulta provinciale delle attività motorie sportive
ricreative e inclusive, viene data attuazione agli indirizzi contenuti nel Piano Provinciale dello
Sport . La Consulta ha tra i suoi scopi principali quello di favorire la pratica sportiva per tutti,
con riferimento all’attività sportiva dilettantistica, agonistica, amatoriale, giovanile,
scolastica, ricreativa e quale forma di integrazione con le altre culture. La Consulta inoltre
potrà esprimere pareri consultivi sugli atti provinciali di pianificazione e programmazione
individuati nella L.R. 72/00 e nel Piano di Indirizzo regionale.
L’attività di programmazione è infatti una delle competenze assegnate dalla Regione Toscana
alle Province, così come si evince dalla L.R. 72/00, ed è finalizzata alla promozione della
cultura e della pratica delle attività motorie e sportive, anche con interventi di sostegno alle
diverse attività programmate nel territorio dagli Enti Locali, da Istituti scolastici, Enti e
Federazioni di promozione sportiva, Società sportive ed Associazioni operanti nel settore
agonistico, amatoriale e sociale.
Un’altra funzione importante della Provincia, ripresa anche dai Piani di settore è l’attività di
coordinamento che essa porta avanti tra tutti i soggetti e gli Enti del territorio, al fine di
16
ottimizzare le risorse e promuovere a tutti i livelli, le più diverse iniziative, non solo quelle di
notevole rilevanza agonistico-sportiva, ma anche amatoriale e di discipline cosiddette minori
ma che la Provincia ritiene debbano avere pari dignità con gli sport più diffusamente
conosciuti, e che anzi, l’incontro tra culture e tradizioni differenti possa incentivare la pratica
motoria contribuendo a prevenire fenomeni di devianza giovanile.
A seguito dell’istituzione della Consulta verrà posto in essere l’Osservatorio delle attività
sportive, inclusive e ricreative quale strumento per aggiornare con continuità il Piano
provinciale dello sport, sulla base delle analisi territoriali della domanda e dell’offerta di sport
grazie alle indicazioni provenienti dai soggetti che compongono la Consulta.
17
6.0
INTERAZIONE TRA I SISTEMI TERRITORIALI: analisi generale
6.1 Il Sistema Territoriale e Ambientale
La provincia di Prato presenta aspetti morfologici diversi, si caratterizza da nord a
sud, in una piana racchiusa da sviluppi collinari di grande pregio naturalistico, secondo tre
sottosistemi territoriali locali definiti “distretti” secondo la definizione del PTC:
Distretto agroalimentare di qualità del Montalbano, a SUD, caratterizzato da un
paesaggio collinare adatto all’agriturismo e a un turismo culturale e sportivo, allo sviluppo delle
attività in ambiente naturale; comprende i Comuni di Carmignano e Poggio a Caiano.
Distretto storico del tessile (piana di Prato e Montemurlo), da EST a OVEST; si
caratterizza per la vastità delle aree produttive manifatturiere e industriali, con uno scenario
socio economico variegato, che si riqualifica ambientalmente per la presenza di alcuni grandi
parchi attrezzati (Parco delle Cascine di Tavola a Sud, Parco del Monteferrato a Nord, Parco
Fluviale del Bisenzio) e per la presenza dei monti della Calvana. In tale distretto si concentra
gran parte dell’impiantistica sportiva presente nella provincia anche con buone possibilità di
attività in ambiente naturale specie nei parchi e per la presenza di alcuni impianti di
eccellenza (campo internazionale di Golf a 18 buche e altre strutture sportive private e
pubbliche)
Distretto rurale multifunzionale della Val di Bisenzio, a NORD, comprendente i
Comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo caratterizzato da forte complessità del sistema
socioeconomico locale (parco archeologico naturalistico fluviale, sentieri collinari e boschivi
per l’escursionismo ambientale, prodotti tipici, ecc)
Le tre aree, proprio per la diversa morfologia territoriale, esprimono una vocazione diversa
per quanto concerne le attività motorie e sportive:
18
19
6.2 L’EVOLUZIONE SOCIALE E DEMOGRAFICA: uno sguardo al breve e al lungo periodo
Secondo i dati anagrafici forniti dai singoli Comuni della provincia di Prato, al 2003 la
popolazione residente nel territorio provinciale ammonta ad un totale di 235.623 unità,
concentrata per i tre quarti nel comune capoluogo. Le donne (120.489 unità) rappresentano il
51% della popolazione totale (tab. 6.1).
Tab. 6.1 – Provincia di Prato e dettaglio comunale: popolazione residente al 31.12 2003
Comuni
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
Maschi
Femmine
Totale
1.419
6.214
8.970
4.372
86.688
4.622
2.849
115.134
1.408
6.340
9.006
4.585
91.335
4.821
2.997
120.489
2.824
12.554
17.976
8.957
178.023
9.443
5.846
235.623
Distr. %
sul totale
1,2
5,3
7,6
3,8
75,5
4,0
2,5
100,0
Fonte: Elaborazione Asel su dati delle Anagrafi Comunali
Come vediamo dalla tabella sottostante, rispetto al 2002 si è avuto un incremento generale
della popolazione residente al 2003 di lievissima portata (+0,3%), con una differenza tra i due
anni di 704 unità in valore assoluto.
Ovviamente si possono evidenziare differenza comunali dell’incremento demografico annuale.
La variazione più consistente si registra nel comune di Carmignano (+2,6%) che passa dai
12.235 residenti del 2002 ai 12.554 del 2003. Anche a Vernio la popolazione cresce e fa
registrare un variazione percentuale ben superiore alla media provinciale e pari al 2,4%: Il
comune di Montemurlo, contraddicendo la tendenza alla crescita dell’anno passato, presenta
una variazione negativa (-1,9), superiore anche alla diminuzione che si rileva nel comune di
Cantagallo in cui il decremento era presente anche un anno fa. Molto limitato appare il
contributo alla crescita demografica apportato dal comune di Prato, in cui l’incremento della
popolazione residente (+0,2%) non si discosta dal valore medio provinciale.
Tab. 6.2 – Provincia di Prato e dettaglio comunale: popolazione residente al 31 dicembre 2003,
confronto con l’anno precedente e distribuzione percentuale sulla popolazione totale residente
20
Comuni
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
2002
2003
2.837
12.235
18.331
8.790
177.643
9.376
5.707
234.919
2.824
12.554
17.976
8.957
178.023
9.443
5.846
235.623
Var.%
2003-2002
-0,4
+2,6
-1,9
+1,9
+0,2
+0,7
+2,4
+0,3
Fonte: Elaborazione Asel su dati delle Anagrafi Comunali
Nel lungo periodo possiamo cogliere la dinamicità demografica della provincia di Prato.
Questa risulta chiaramente dagli incrementi di popolazione che si sono verificati negli ultimi
trenta anni e che la portano a registrare fra tutte le province della regione Toscana l’aumento
demografico più consistente (tab. 6.3).
In questo periodo di tempo, se a livello regionale si registra un incremento percentuale della
popolazione poco rilevante (pari al meno dell’1% della popolazione totale), la provincia di Prato
fa registrare l’ampliamento demografico più vistoso (aumenta di un quarto della popolazione
rispetto al 1971), mostrando una vivacità che si scontra con i bassi livelli di crescita delle
altre province (i residenti delle province di Arezzo e di Pistoia aumentano del 5%) e con i casi
ancora meno rari di decrementi demografici (quale è anche la situazione della provincia di
Firenze con una diminuzione in questi trenta anni del 3% della popolazione).
Tab. 6.3 – Provincia di Prato e prospetto regionale: popolazione residente ai censimenti 1971,
1981, 1991 e 2001
Province
Anni di censimento
1981
1991
Variazione percentuale
1971
2001
Var.%
Var.%
2001-1971 2001-1991
Massa Carrara 200.955
203.530
200.312
197.652
-1,7
-1,3
Lucca
380.356
385.876
377.101
372.244
-2,1
-1,3
Pistoia
254.355
264.995
264.622
268.503
+5,6
+1,5
Firenze
964.916
995.808
967.437
933.860
-3,2
-3,5
Prato
181.451
206.205
217.244
227.886
+25,6
+4,9
Livorno
335.265
346.657
336.626
326.444
-2,6
-3,0
Pisa
375.933
388.800
385.285
384.555
+2,3
-0,2
Arezzo
306.340
313.157
314.564
323.288
+5,5
+2,8
Siena
257.221
255.118
250.740
252.288
-1,9
+0,6
Grosseto
216.325
220.905
216.015
211.086
-2,4
-2,3
Toscana
3.473.097 3.581.051 3.529.946 3.497.806
+0,7
-0,9
Fonte: Istat
E’ comunque vero, come possiamo osservare nella tabella, che nella provincia di Prato
l’incremento più sostenuto è quello relativo al lungo periodo. Se osserviamo invece le ultime
21
due rilevazioni censuarie (1991 e 2001), si capisce come l’ampliamento della popolazione sia
meno marcato (e pari al 4,9%) e pur tuttavia ben superiore ai valori delle altre province che
tendono a intensificare le spinte alla diminuzione dell’ampiezza demografica.
Tra i fattori che concorrono a pesare sulla tendenza ad una progressiva diminuzione (o
adattamento) dei livelli demografici un ruolo fondamentale è quello ricoperto dalla definizione,
tra gli anni Ottanta e Novanta, del processo di maturazione socio-economica e quindi dalla
stabilizzazione del sistema produttivo del distretto industriale pratese.
Entrando nel dettaglio comunale (tab. 6.4), è facile notare come la ancora consistente
dinamicità demografica tra il 1991 e il 2001 nel territorio pratese riguardi tutti i comuni della
provincia.
I comuni che presentano una crescita maggiore sono quelli di Carmignano (in cui la
popolazione aumenta del 24%), Cantagallo (+11%) e Poggio a Caiano (+9%).
Il comune di Prato si posiziona al di sotto della media provinciale, con una variazione
percentuale del 4% e con un saldo di popolazione tra il 1991 e il 2001 di 6.792 unità. I comuni
con i minori incrementi sono invece Vaiano e Montemurlo (in entrambi i casi l’aumento
demografico è intorno al 2%) e Vernio (circa l’1%).
Tab.6.4 – Provincia di Prato e dettaglio comunale: popolazione residente ai cens.ti 1991 e 2001
Comuni
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
Fonte: Istat
Censimento Censimento Variazione di
1991
2001
popolazione tra
il 2001 e il
1991 (valori
assoluti)
2.536
2.820
284
9.584
11.857
2.273
17.164
1.502
338
7.941
8.622
681
165.707
172.499
6.792
8.848
9.051
203
5.464
5.535
71
217.244
227.886
10.642
Var. %
20011991
Densità
abitativa
per Kmq
+11,2
+23,7
+2,0
+8,6
+4,1
+2,3
+1,3
+4,9
29,7
307,3
570,8
1.444,2
1.767,6
264,3
87,5
-
Ai fini dell’organizzazione della pratica sportiva, può essere interessante conoscere
l’incidenza delle classi di età della popolazione.
Per tale motivo, si propongono qui di seguito due tabelle contenenti:
- una l’incidenza delle classi di età superiori ai 65 anni sul totale della popolazione
anziana (tab. 6.5);
e l’altra l’incidenza delle classi di età giovanile sul totale della popolazione minore di 15
anni (tab. 6.6).
22
All’interno della popolazione ultrasessantacinquenne (che costituisce il 19% della popolazione
totale residente), la classe che alla fine dell’anno 2003 a livello provinciale incide con il
maggior peso relativo (quasi il 29%) è quella più giovane (65-69), di cui registriamo il più alto
tasso di incidenza nel comune di Montemurlo (34%). Gli anziani in età più avanzata (tra gli 80 e
gli 84 anni) mostrano un’incidenza del 15% a livello provinciale con una maggiore presenza
(superiore al 17%) nei comuni di Vernio, Cantagallo e Carmignano. Se a questa classe
aggiungiamo quella degli “85 anni e oltre” ricaviamo un’incidenza dei “grandi anziani” pari a
quasi il 26%, quindi di poco inferiore a quella mostrata dalla classe di persone che da poco
hanno varcato da poco la soglia dell’anzianità anagrafica.
Nella popolazione di età infantile e giovanile (i minori di 15 anni sono il 13% della popolazione
totale residente) troviamo una distribuzione che vede una maggiore incidenza della classe
compresa tra i 6 e i 10 anni (circa il 31%), seguita a poca distanza dagli 11-14enni (27%).
Per quanto invece riguarda i bambini da 0 a 2 anni a livello generale rappresentano il 21% della
popolazione minore di 15 anni. L’incidenza più elevata si rileva nel comune di Carmignano (24%)
mentre la più bassa è quella relativa al comune di Cantagallo (19%), più di due punti percentuali
inferiori alla media provinciale. Infine, la classe di età 3-5 anni ha un’incidenza del 21% a
livello provinciale, con un valore del 27% circa quando ci riferiamo al comune di Cantagallo.
Tab. 6.5 – Provincia di Prato e dettaglio comunale: incidenza delle classi di età quinquennali e
superiori ai 65 anni sul totale della popolazione anziana residente (65-69;70-74; 80-84; 85
anni e oltre); valori al 31.12.2003
Comuni
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
Classi di età
65-69 70-74 75-79 80-84 85 e oltre Tot. 65 e oltre
Valori assoluti
185
166
149
121
82
703
614
457
447
359
218
2.095
1.012
809
584
320
272
2.997
440
351
331
213
172
1.507
9.882 8.398 7.313 5.335
3.670
34.598
534
493
459
310
225
2.021
360
321
347
252
173
1.453
13.027 10.995 9.630 6.910
4.812
45.374
Valori relativi
26,3
23,6
21,2
17,2
11,6
100,0
29,3
21,8
21,3
17,1
10,4
100,0
33,8
27,0
19,5
10,7
9,0
100,0
29,2
23,3
21,9
14,1
11,4
100,0
28,6
24,3
21,1
15,4
10,6
100,0
26,4
24,4
22,7
15,3
11,1
100,0
24,8
22,1
23,9
17,3
11,9
100,0
28,7
24,2
21,2 15,2
10,5
100,0
23
Fonte: elaborazioni Asel su dati delle Anagrafi Comunali
Tab. 6.6 – Provincia di Prato e dettaglio comunale: incidenza delle classi di età tra 0 e 14 anni
sul totale della popolazione minore di 15 anni residente (0-2; 3-5; 6-10; 11-14), anni 20022003; valori al 31.12.2003
Comuni
0-2
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a C.
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
58
447
510
240
4.966
244
133
6.598
19,0
24,0
21,1
20,3
21,4
22,2
20,9
21,5
Classi di età
3-5
6-10
11-14
Valori assoluti
81
100
66
407
540
468
486
769
648
243
365
333
4.831
7.224
6.163
205
342
306
127
194
183
6.380
9.534
8.167
Valori relativi
26,6
32,8
21,6
21,8
29,0
25,1
20,1
31,9
26,8
20,6
30,9
28,2
20,8
31,2
26,6
18,7
31,2
27,9
19,9
30,4
28,7
20,8
31,1
26,6
Tot.
305
1.862
2.413
1.181
23.184
1.097
637
30.679
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: elaborazioni Asel su dati delle Anagrafi Comunali
6.2.1
I cambiamenti nella struttura familiare e le caratteristiche dei nuclei familiari
La società pratese, non solo la sua economia, è sottoposta negli ultimi anni a
profondi trasformazioni. La prima struttura sociale a subire delle modificazioni è la struttura
della famiglia, che tende a ridurre le sue dimensioni e a nuclearizzarsi, svincolandosi quindi
almeno nell’apparenza dalla tradizionale forma della famiglia pratese e dai legami
interfamiliari su cui si è imperniato lo sviluppo del distretto industriale1.
1
E. Cioni, Lo sviluppo del lavoro auronomo a Prato nel secondo dopoguerra, in Becattini G., Prato, storia di una città,
vol. IV, Le Monnier, Firenze, 1995.
24
Questi cambiamenti seguono il trend italiano del cambiamento della struttura e della
composizione della famiglia, in risposta al processo di modernizzazione degli stili di vita e
delle abitudini familiari che caratterizza tutti i paesi occidentali2.
Nella specificità pratese tra i vari fattori concomitanti che possono incidere su questi
cambiamenti rientrano sicuramente le trasformazioni dell’assetto economico distrettuale, ma
anche le più elevate aspettative di vita prodotte negli individui non solo dai più alti livelli di
istruzione ma anche dai processi di globalizzazione culturale per l’influenza di una sempre più
invadente presenza dei sistemi di comunicazione di massa. Non ultimo, in special modo quando
si tratta di cambiamenti della struttura familiare, è la progressiva emancipazione della donna
dai suoi ruoli tradizionali che la portano a partecipare sempre più massicciamente al lavoro per
il mercato3.
Questo fenomeno può spiegare, almeno in parte, la riduzione quantitativa della struttura
familiare, sia in senso orizzontale (con la diminuzione del numero dei figli), sia in senso
verticale (con il distaccamento dalla famiglia originale e la formazione di un nucleo familiare
neolocale, da cui consegue ad esempio il fenomeno dell’isolamento abitativo degli anziani).
Dalla seguente tabella, si può evincere il numero delle famiglie residenti nella provincia di
Prato, le dimensioni delle stesse e le modificazioni avvenute negli anni.
Tab. 6.7 – Prospetto regionale: famiglie residenti e numero medio di componenti al censimento
2001; variazioni rispetto ai censimenti 1981 e 1991
Province
Massa
Carrara
Lucca
Pistoia
Firenze
Prato
Livorno
Pisa
Arezzo
Siena
Grosseto
Toscana
Fonte: Istat
2001
Variazioni percentuali
Var.%
Var. %
Var.%
Var. %
N. medio
Numero
n. medio
n.famiglie
n. medio
component n.famiglie
famiglie
componenti
2001componenti
2001i per
residenti
per famiglia
1991
per famiglia
1981
famiglia
2001-1991
2001-1981
80.811
146.118
104.467
376.255
83.618
133.730
150.259
123.881
101.400
87.721
1.388.260
2,43
2,53
2,56
2,46
2,71
2,42
2,54
2,60
2,46
2,39
2,50
+6,8
+8,6
+16,5
+9,9
+28,7
+7,9
+13,5
+19,8
+16,4
+8,2
+12,4
-9,3
-10,6
-12,9
-14,3
-14,3
-12,3
-12,7
-13,6
-14,9
-11,8
-12,9
+10,4
+8,7
+12,5
+6,7
+16,7
+9,1
+10,4
+13,8
+10,3
+7,5
+9,6
-10,7
-9,3
-9,5
-9,2
-10,0
-10,7
-9,3
-9,4
-8,5
-9,1
-9,4
Nel giro di venti anni, dal 1981 al 2001, il numero delle famiglie in Toscana è dovunque
aumentato (sono presenti al 2001 in tutta la regione 1.388.260 famiglie, con un incremento
2
C. Saraceno, Sociologia della famiglia, Il Mulino, Bologna, 1988.
3
F. Giovani, I pratesi e la città: donna, famiglia e servizi in un distretto industriale, Quaderni Iris, Prato, 1998.
25
percentuale rispetto al ventennio precedente del 12%). Contemporaneamente però si riduce, e
non di poco, la loro numerosità. Il numero medio di componenti passa infatti dal 2,9 del 1981 ai
2,5 del 2001 (con una variazione percentuale negativa pari al 13%).
La provincia di Prato si caratterizza per l’alto tasso di crescita del numero di famiglie che è
evidente guardando ai valori (i più alti tra tutte le altre province toscane) dell’incremento
percentuale in entrambe le dimensioni temporali considerate, in linea con quella dinamicità
demografica di cui abbiamo parlato in precedenza. Le famiglie residenti nel nostro territorio
provinciale al 2001 ammontano a 83.618, con un incremento del 29% rispetto al 1981 e del 17%
(più rallentato) rispetto al 1981. Per quanto riguarda il numero medio di componenti per
famiglia nella provincia di Prato, dal 1981 al 2001, si verifica un forte ridimensionamento
dell’ampiezza familiare (-14%) mentre negli ultimi dieci anni di rilevazione (1991-2001) questo
ridimensionamento perde la sua tenuta (-10%), pur rimanendo tuttavia uno dei più alti.
Se diamo uno sguardo alle specificità comunali della provincia di Prato, possiamo notare come
nel giro di soli dieci anni la famiglia, e in special modo la sua struttura, sia enormemente
mutata (tab. 6.8). Il numero delle famiglie residenti aumenta di più negli altri comuni (con
una variazione del 20% rispetto all’inizio periodo - valori aggregati-) che non nel comune
capoluogo (+16%), dove l’incremento è di poco inferiore a quello che si registra a livello
provinciale.
Come vediamo dalla tabella, la famiglia unipersonale nel periodo considerato aumenta
vistosamente (a livello provinciale subisce un incremento del 60%). Questo incremento è molto
marcato negli altri comuni (con una variazione positiva di addirittura il 73% rispetto al 1981) e
anche nel comune di Prato aumenta in maniera considerevole (+61%). Di riflesso la famiglia
numerosa (composta da cinque o più persone) fa registrare un poderoso calo.
Tab 6.8. – Provincia di Prato, Comune di Prato e altri comuni: numero di famiglie, numero medio
di componenti, numero di famiglie unipersonali e famiglie con 5 o più componenti; confronto
tra il censimento 2001 e il censimento 1991
Numero di famiglie
Numero medio di componenti
Numero di famiglie unipersonali
Famiglie con 5 o più componenti
Numero di famiglie
Numero medio di componenti
Numero di famiglie unipersonali
Famiglie con 5 o più componenti
Fonte: Istat
Provincia
1991
2001
71.634
83.618
3,01
2,71
9.784
15.992
8.901
6.502
Variazioni percentuali
Var.% 20011991
+16,7
-10,0
+63,4
-26,9
Valori assoluti
Comune di Prato
1991
2001
55.098 63.816
2,99
2,68
7.753
12.470
6.593
4.784
Var.% 2001-1991
+15,8
-10,4
+60,8
-27,4
Altri comuni
1991
2001
16.536
19.802
2,71
2.031
3.522
2.308
1.718
Var.% 20011991
+19,7
+73,4
-25,6
26
Nel periodo intercensuario la famiglia numerosa ha perso la sua importanza e stanno
assumendo una numerosità crescente e un nuovo ruolo sociale la famiglia unipersonale e
quella di piccole dimensioni, composta da pochi componenti.
Tab. 6.9 – Provincia di Prato e dettaglio comunale: famiglie per numero di componenti Censimento 2001
Comuni
Numero di componenti delle famiglie
N. medio di
componenti
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
1
25,1
19,1
13,0
15,9
19,5
17,5
27,1
19,1
2
29,1
26,7
25,4
24,1
28,8
28,4
29,2
28,3
3
4
24,1 15,8
26,4 18,9
28,9 22,4
26,2 23,2
25,7 18,5
27,6 18,9
24,6 14,5
26,0 18,9
5
4,3
6,2
7,1
7,7
5,6
5,9
3,6
5,7
6 o più Totale
1,6
100,0
2,7
100,0
3,2
100,0
2,9
100,0
1,9
100,0
1,7
100,0
1,0
100,0
2,0
100,0
2,5
2,8
3,0
2,9
2,7
2,7
2,4
2,7
Fonte: Istat
Vediamo adesso più nel dettaglio di quante persone si compone la famiglia nei comuni pratesi,
perché potrebbe rappresentare un dato interessante nell’erogazione dei cosiddetti servizi
alla persona, ove rientrano anche quelli legati al movimento, alla ricreazione sportiva e al
benessere fisico e psichico.
A livello provinciale sono numericamente più presenti le famiglie composte da due e da
tre persone (con un’incidenza rispettivamente del 28% e del 26%) - e questo lo si capisce
anche dal numero medio di componenti delle famiglie che è, come abbiamo visto, pari a 2,7.
Le famiglie unipersonali e quelle invece composte da quattro persone presentano un simile
peso percentuale, intorno al 19%. Le famiglie numerose (cinque componenti; sei o più persone)
sono invece, come era naturale attendersi, poco diffuse. Le prime contano per poco meno del
6% delle famiglie totali e le seconde sono soltanto il 2% (tab. 1.10).
Se nel comune di Prato si trova una distribuzione delle famiglie per numerosità dei componenti
che non si discosta dalla media provinciale, si possono invece cogliere delle differenze anche
molto evidenti negli altri comuni. Nel comune di Vernio troviamo la quota relativamente più
elevata di famiglie unipersonali (ben il 27%, ovvero 8 punti percentuali al di sopra del valore
medio provinciale).
Come vedremo meglio in seguito, questo fenomeno è imputabile al carattere di elevata
senescenza della popolazione residente nel comune di Vernio e all’isolamento abitativo di una
quota consistente di persone in età anziana. Le stesse considerazioni valgono per la non
27
trascurabile percentuale di famiglie composte da una sola persona che risiedono nel comune di
Vaiano (e pari al 25%).
Dai dati relativi al comune di Montemurlo leggiamo invece una logica, per così dire, opposta. In
questo territorio, dove si concentrano le quote più elevate di persone nella fascia di età
economicamente attiva, si riscontrano anche percentuali significative di famiglie con un più
elevato numero di componenti (le famiglie con quattro perone costituiscono poco più del 22%;
quelle composte da cinque individui sono il 7% e infine quelle formate da sei o più persone
rappresentano poco più del 3% delle famiglie totali residenti nel comune di Montemurlo).
Di seguito proponiamo il grafico che sintetizza la tipologia della famiglia nella provincia di
Prato.
Grafico .6.1. - Tipologia della famiglia nella provincia di Prato – Censimento 2001
Famiglia estesa
12,4%
Nuclei
monogenitore
7,2%
Coppie con figli
37,7%
Unipersonali
21,9%
Coppie senza
figlie 20,8%
Fonte: Istat
Come vediamo, i nuclei familiari composti da coppie con figli rappresentano la maggioranza
relativa (38%) della tipologia familiare pratese, con un valore più alto di quello che registriamo
a livello regionale.
Le famiglie unipersonali, che a livello generale in Toscana sono un non trascurabile 28%, a
Prato costituiscono invece il 22%, una percentuale simile a quella delle coppie senza figli
(21%).
La famiglia estesa4, che a Prato è composta per i tre quarti dalla coabitazione tra un nucleo
familiare e altre persone residenti, mostra invece un valore del 12% (ponendosi poco al di
sopra della percentuale regionale), mentre i nuclei monogenitore hanno un’incidenza pari al 7%
del totale delle famiglie. Sull’argomento relativo alla tipologia familiare torneremo in seguito
parlando dell’invecchiamento demografico della popolazione pratese.
Nella provincia di Prato, come è naturale attendersi, un solo figlio prevale tra i nuclei
monogenitore (in quasi i tre quarti dei casi), mentre tra le coppie questa possibilità (che
4
L’importanza di questo tipo di struttura familiare nel nostro territorio, in quanto elemento di continuità col passato,
viene messa in luce da F. Giovani, I pratesi e la città: donna, famiglia e servizi in un distretto industriale, Quaderni Iris,
Prato, 1998.
28
comunque è presente nella maggior parte dei casi con un’incidenza del 55%) viene bilanciata
dalla presenza di due figli (37%) e da quella, ben più marginale, di tre figli (6%). Proponiamo
qui di seguito la tabella che riporta i nuclei familiari presenti nella provincia di Prato a seconda
del numero di figli.
Tab. 6.10 - Provincia di Prato: nuclei familiari per numero di figli (valori %) - Censimento 2001
Tipo di nucleo familiare
Numero di figli
2
3
4
0
1
Coppie senza figli
Coppie con figli
Padre con figli
Madre con figli
100,0
-
55,5
71,1
72,0
37,4
24,2
23,9
6,0
3,8
3,8
0,9
0,7
0,4
Totale
32,7
39,3
23,6
3,7
0,5
Fonte: elaborazioni su dati Istat
5 o più Total
e
100,0
0,2
100,0
0,1
100,0
0,2
100,0
100,
0,2
0
I figli in età più giovane (inferiore ai 18 anni) si concentrano nella tipologia di nucleo familiare
che fa capo alla coppia (47%), mentre più ridotta è questa percentuale nei nuclei
monogenitore. Di riflesso i figli maggiori di 18 anni sono relativamente ben più presenti nel
nucleo familiare monogenitore, anche come conseguenza dell’età avanzata del genitore solo,
che abbiamo visto sopra.
Tab.6.11 - Provincia di Prato: nuclei familiari per età dei figli (valori %) - Censimento 2001
Tipo di nucleo familiare
Coppie senza figli
Coppie con figli
Padre con figli
Madre con figli
Totale
Età dei figli
Tutti i figli di Almeno un figlio Tutti i figli Totale
età inferiore di età inferiore di 18 anni e
ai 18 anni
ai 18 anni
più
46,7
10,6
42,7
100,0
25,9
6,9
67,1
100,0
31,2
5,5
63,3
100,0
43,8
9,7
46,5
100,0
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Come si può rilevare dalla tabella seguente, le coppie con figli sono relativamente più presenti
nel comune di Montemurlo (61% in valore relativo e 3.223 in valore assoluto), dove si
concentra la classe percentualmente più significativa di popolazione in età produttiva (e
riproduttiva). Un peso significativo di questo tipo di nucleo familiare è riscontrabile anche nel
comune di Poggio a Caiano (le coppie con figli rappresentano qui il 59% dei nuclei familiari
totali), dove si registra anche la percentuale più bassa di coppie senza figli (29%, quasi
quattro punti percentuali al di sotto del valore medio provinciale).
29
Nel comune di Prato tale quota ammonta al 33%, mentre le coppie con figli hanno un’incidenza
di circa il 55% del totale. Per quanto riguarda i nuclei familiari monogenitore, non si
riscontrano significative differenze legate al territorio anche se nel comune di Prato si può
cogliere la percentuale relativamente più alta di famiglie formate dalla madre con almeno un
figlio (10%).
Tab. 6.12 – Provincia di Prato e dettaglio comunale: nuclei familiari per comune (valori
percentuali) – Censimento 2001
Comuni
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
Fonte: Istat
Tipi di nucleo familiare
Coppie
senza
figli
35,9
32,3
30,1
29,2
32,9
33,6
37,6
32,7
Coppie
con figli
Padre
con figli
Madre
con figli
Totale
52,9
56,1
61,1
59,5
54,8
54,9
51,5
55,5
2,4
2,9
1,7
2,7
2,2
2,5
1,9
2,2
8,8
8,7
7,1
8,6
10,1
9,0
9,0
9,6
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
6.2.2 Il processo di invecchiamento demografico per la programmazione dei servizi
sportivi
L’invecchiamento demografico consiste in un aumento tendenziale dell’incidenza percentuale
della popolazione anziana (convenzionalmente si considerano gli ultra 65enni) sul totale della
popolazione. E’ un fenomeno estremamente importante della nostra società dal momento che
comporta una nuova ristrutturazione sociale, politica e familiare della realtà in cui viviamo;
richiede quindi un attento esame delle richieste della popolazione che invecchia ed è un
fenomeno complesso e poliedrico che esercita influenze di enorme portata su tutti gli aspetti
della vita umana, dalla politica economica alle politiche sociali, dal cambiamento della struttura
familiare classica all’incoraggiamento di una domanda crescente di persone esterne alla
famiglia per la cura degli anziani non autosufficienti5.
L’invecchiamento della popolazione si deve a due spinte demografiche contrapposte,
dipendenti entrambe dal sempre maggior controllo dell’uomo sulle dinamiche che regolano i
due processi fondamentali della vita (attraverso il calo delle nascite, il cosiddetto
“invecchiamento dal basso”) e della morte (attraverso il cosiddetto “invecchiamento dall’alto”).
Quest’ultimo aspetto si deve agli sviluppi negli ultimi cinquanta anni della ricerca in campo
5
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Rapporto biennale al Parlamento sulla condizione dell’anziano. Anni
2000-2001, Roma, 2003.
30
medico-scientifico, e in special modo della ricerca geriatrica, e al miglioramento delle
condizioni alimentari, igieniche, economiche che non solo fanno aumentare la speranza media di
vita ma anche il numero dei grandi anziani, gli ultraottantenni6. Ovviamente proprio il numero
crescente di grandi anziani pone la questione in ambito familiare e in campo istituzionale
della necessità di attuare efficaci misure assistenziali e di sostegno per le persone
anziane non autosufficienti e bisognose di cura.
La ricerca empirica che la Provincia di Prato ha condotto sulla popolazione anziana ha svelato
un universo ricco, complesso e vivace che riguarda la vita dei nostri anziani. La ricerca
utilizzava strumenti di indagine quantitativi e qualitativi con cui si è indagato il ruolo degli
anziani nella società, il loro modo di percepire se stessi e gli altri. La loro dinamicità, sia nel
vissuto pratico di tutti i giorni sia nel loro mondo affettivo, rivela una vera e propria natura di
risorsa, e non solo culturale, per la società, una dimensione che indubbiamente andrebbe
valorizzata e incoraggiata7.
A livello nazionale si riscontra una percentuale del 19% della popolazione residente in
età compresa tra gli zero e i 19 anni. Tale percentuale è più elevata nel Mezzogiorno, dove i
tassi di natalità sono ancora i più elevati d’Italia, mentre nel Centro e nel Nord Italia
l’incidenza della popolazione compresa in questa fascia di età è meno significativa.
La Regione Toscana presenta una quota di appena il 16%, mentre la provincia di
Prato ha una popolazione in età giovanile (0-19 anni) percentualmente più elevata (più del
17%).
Tab. 6.13 - Indicatori strutturali della popolazione residente al 1° gennaio 2003 per grandi
ripartizioni geografiche
Anni
Struttura per grandi
classi di età
0-19
2065 e
anni
64
oltre
Nord
Centro
Mezzogiorno
17,1
17,6
22,9
62,7
61,8
60,5
Provincia di Prato
17,5
63,4
Toscana
Italia
Fonte: Istat
15,9
19,3
61,3
61,7
20,2
20,7
16,6
22,8
19,0
19,0
Indicatori di struttura
Età media
(a)
157,5
159,1
100,1
Dipendenza
strutturale
(b)
49,4
50,7
49,7
147,1
47,0
42,9
Vecchiaia
192,6
133,8
52,9
49,8
(c)
43,6
43,5
39,7
45,1
42,2
(a) - L’indice di vecchiaia è dato dal rapporto tra la popolazione oltre i 65 anni e quella tra in
età 0-14 moltiplicato per 100
6
R. Palomba, D. Sabatino, R. Lipsi, Anziani del terzo millennio, in R. Palomba, M. Misiti, D. Sabatino (a cura di), La
vecchiaia può attendere. Immagini, aspettative e aspirazioni degli anziani italiani, CNR, Istituto di Ricerche sulla
Popolazione, Demotrends Quaderni, Roma, 2001
7
G. Marchetti, Gli anziani a Prato: immagini, prospettive, bisogni, Provincia di Prato, 2004.
31
(b) - L’indice di dipendenza è dato dal rapporto tra la somma della popolazione in età 0-14 e
quella oltre i 65 anni con la popolazione in età attiva (15-64 anni) moltiplicato per 100
(c) - L’età media corrisponde alla media delle età ponderata con l’ammontare della popolazione
in ciascuna classe di età
A Prato inoltre l’incidenza della popolazione in età anziana (che è in linea con la
media regionale) è di tre punti percentuali al di sotto del valore medio toscano e la
popolazione nella classe di età centrale (20-64 anni) è superiore tanto alla media
nazionale che a quella regionale. Ne consegue che se l’indice di vecchiaia nella provincia di
Prato è superiore a quello che si registra a livello nazionale (per una minore incidenza della
classe giovanile), l’indice di dipendenza strutturale è meno elevato (per l’alta incidenza della
popolazione nella classe di età centrale).
Come vediamo dalla tabella seguente, suddividendo adesso le classi di età in maniera più
dettagliata, la regione Toscana presenta una quota di popolazione anziana (23%) ben superiore
a quella che si rileva a livello nazionale (19%). All’interno del territorio regionale si verificano
tuttavia delle diversificazioni piuttosto evidenti. Prato è, fra le province toscane, la più
giovane di tutte. La provincia di Prato si distingue per avere la percentuale relativamente
più alta di popolazione giovane (0-14 anni) e il peso relativamente meno consistente di
popolazione anziana (il 19% della popolazione anziana complessivamente intesa e il 2,2% delle
persone con più di 85 anni).
Tab. 6.14 - Composizione percentuale delle classi di età nelle province toscane, 1° gennaio
2003
Province
Massa
Carrara
Lucca
Pistoia
Firenze
Prato
Livorno
Pisa
Arezzo
Siena
Grosseto
Toscana
Italia
Fonte: Istat
0-14
15-64
11,3
11,9
12,0
11,9
12,9
11,3
11,9
12,2
11,4
10,9
65,4
65,7
65,9
64,9
68,0
65,4
66,2
65,2
63,4
64,5
11,8
14,2
65,4
66,8
Classi di età
85 e
oltre
65-84
20,4
19,7
19,3
20,3
16,9
20,5
19,3
19,8
21,9
21,8
20,0
16,9
2,9
2,7
2,8
2,9
2,2
2,8
2,6
2,7
3,3
2,8
2,8
2,1
65 e
oltre
Totale
23,3
22,4
22,1
23,2
19,0
23,3
21,9
22,5
25,2
24,6
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
22,8
19,0
100,0
100,0
Se inoltre vogliamo considerare i dieci comuni più giovani della Toscana vediamo come ben
due comuni della nostra provincia - tra i 287 comuni presenti sul territorio regionale - siano
compresi in tale lista (Carmignano al secondo posto e Montemurlo al nono).
32
Infine come ultima analisi informativa, ai fini di una più efficace programmazione dei
servizi motori e sportivi, può essere interessante conoscere più nel dettaglio percentuale la
composizione per fasce di età.
Dall’analisi della composizione della popolazione residente per fasce di età e per sesso
all’interno dei comuni della provincia di Prato si possono trarre alcune considerazioni sulla
situazione anagrafica dei singoli comuni (tab. …….).
Tab. 6.15. - Provincia di Prato e dettaglio comunale: composizione percentuale delle classi di
età al 31.12.2003
Comuni
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a C.aiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
0-14
10,8
14,8
13,4
13,2
13,0
11,6
10,9
13,0
15-64
64,3
68,3
69,9
69,9
67,5
67,0
64,2
67,7
Classi di età
65-74
75-84
12,4
9,6
8,5
6,4
10,1
5,0
8,8
6,1
10,3
7,1
10,9
8,1
11,6
10,2
10,2
7,0
85 oltre
2,9
1,7
1,5
1,9
2,0
2,4
2,9
2,0
Tot.
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: elaborazioni Asel su dati delle Anagrafi Comunali
A livello provinciale la popolazione in età giovanile rappresenta il 13% della popolazione
residente. La stessa percentuale si calcola per il comune di Prato. La fascia di età centrale,
che rappresenta anche la quota popolazione attiva, è ovviamente quella più consistente (68%).
Il comune di Montemurlo e il comune di Poggio a Caiano presentano le percentuali più alte
di popolazione in età attiva (15-64), con valori pari a circa il 70% della rispettiva
popolazione totale.
Di riflesso (la fascia di età centrale contiene in sé la popolazione in età riproduttiva) anche i
residenti compresi nella classe 0-14 anni sono relativamente più numerosi di quanto non si
rileva negli altri comuni: rappresentano più del 13% in entrambi i comuni considerati, cui si
aggiunge quello di Prato (13%) e il comune di Carmignano dove gli individui in età giovanile
costituiscono quasi il 15% dei residenti.
La popolazione ultrasessantacinquenne che risiede nella provincia di Prato (19%, percentuale
che si compone dei dati aggregati per le tre fasce di età anziana) supera la quota di
popolazione in età giovanile di sei punti percentuali.
I comuni che presentano percentuali relativamente più alte di popolazione anziana si
trovano nell’area di alta collina e nell’area montana. Sono il comune di Vernio, con quasi il
25% (dati aggregati per l’età oltre i 65 anni), in cui si registra anche la percentuale più alta di
persone che hanno compiuto l’ottantacinquesimo anno di vita; segue il comune di Cantagallo,
33
dove gli ultrasessantacinquenni costituiscono più del 24% della popolazione e il comune di
Vaiano (quasi il 22%).
6.2.3 Il quadro demografico relativo agli stranieri residenti per uno sport di integrazione
(adattamento doc. ASEL :“Tra multiculturalismo ed interculturalità” di F. Buccarelli, G. Marchetti, G.
Stefani)
“La popolazione straniera sta assumendo una rilevanza sempre maggiore nel quadro
demografico toscano e pratese. Prato, dopo il capoluogo Firenze, è la provincia che registra
la presenza più significativa di migranti, provenienti soprattutto dai paesi asiatici, africani e
dell’est europeo.
Dai primi anni Novanta l’immigrazione degli stranieri ‘extracomunitari’ ha cominciato a
modificare profondamente la realtà pratese. I nuovi arrivi hanno cambiato il profilo
demografico della società pratese e, ad oggi, la presenza degli stranieri è ormai visibile in
tutti gli ambiti della vita sociale del territorio.
Per molti migranti inoltre, soprattutto di alcune nazionalità, la presenza nella provincia
pratese è il risultato di un progetto migratorio a lungo termine, se non di definitivo
stanziamento: alti sono perciò gli obiettivi di realizzazione di una vera e propria cittadinanza
sociale, oltre che economica, attraverso strumenti come la regolarizzazione della presenza, i
ricongiungimenti familiari, l’iscrizione all’anagrafe, la presenza dei figli a scuola”.
Nella realizzazione di questo obiettivo, prioritario anche nel programma dell’assessorato
competente, viene ribadito che la cittadinanza sociale realizzata attraverso l’implementazione
dele attività sportive, ludiche e motorie, è in grado di generare al contempo una azione di
pace: infatti tutto ciò che produce situazioni di conoscenza reciproca e di confronto di
culture e che favorisce la permanenza di relazioni, contrasta la paura che viene dalla
non conoscenza e interrompe il circolo vizioso “non conoscenza – paura – violenza” per
sostituirlo con il fenomeno virtuoso di “conoscenza – socialità – pace”.
Il lavoro che qui si riproduce, non analizza in realtà particolari offerte di servizi e
progettualità che si sviluppano sul nostro territorio in ambito motorio-sportivo e volte a
migliorare l’integrazione sociale, in quanto non indagate specificatamente. Ci offre
comunque diverse informazioni utili, per le programmazioni future nell’ambito dello sport
tese a sviluppare un’azione a carattere inclusivo.
Da informazioni che ci pervengono da varie associazioni e circoscrizioni comunali, le attività
sportive e ricreative costituiscono un forte mezzo di aggregazione e di incontro con le
comunità straniere presenti a Prato. Sono stati (ad esempio) appositamente attrezzati alcuni
spazi verdi per la pallavolo, il calcio, il cricket, la palla elastica, per permettere a lavoratori
stranieri di incontrarsi e divertirsi all’insegna degli sport maggiormente presenti nelle
rispettive culture. Ma ciò ha anche permesso agli enti locali e alle organizzazioni sportive di
stringere migliori rapporti con le rispettive comunità straniere, per analizzare al meglio i
bisogni di tali gruppi comunitari.
34
Si fornisce dunque in questo paragrafo, “un breve spaccato della presenza degli stranieri nella
provincia di Prato, attraverso l’esame dei dati più recenti, e a nostro avviso più affidabili,
relativi ai permessi di soggiorno rilasciati dalle Questure, alle iscrizioni alle anagrafi comunali,
e, infine, alle presenze di alunni non italiani nelle scuole dell’obbligo e superiori del territorio”.
Secondo l’ISTAT i cittadini stranieri regolarmente presenti nella provincia pratese
sarebbero 12.887 (e 111.133 in tutta la Toscana). Questo dato è però probabilmente
sottostimato perché nel solo comune di Prato, al 31 dicembre 2003, l’anagrafe comunale ha
registrato 13.127 residenti stranieri (la sottostima delle presenze nei dati ISTAT è
probabilmente dovuta soprattutto al mancato conteggio dei nuovi permessi concessi agli
stranieri con la maxi-sanatoria prevista dalla legge Bossi-Fini e conclusasi alla fine del 2003).
Faremo perciò riferimento ai dati sui soggiornanti così come elaborati dalla Regione Toscana,
stimando inoltre (in base a dati anagrafici e a stime della Caritas) anche le presenze dei
minori che non sono titolari di un permesso di soggiorno proprio, bensì sono registrati su
quello dei genitori.
“Fatte queste precisazioni, vediamo che la presenza complessiva degli stranieri nella
provincia di Prato nel 2003 ammonta a 24.173 unità (20.821 adulti + 3.352 minori)
corrispondenti al 13,9% delle presenze nell’intera regione, con un decremento rispetto al
2002 dello 0,9%”.
Secondo i dati rilevati al 31/12/2003 dalle anagrafi comunali gli stranieri residenti nella
provincia di Prato ammontano ad un totale di 15.985 unità. Rispetto al 2002 si è avuto un
aumento di 1.846 presenze, pari ad un incremento del 13%. La popolazione straniera:
-
cresce soprattutto nel comune di Poggio a Caiano (+53%),;
mentre l’aumento è meno sostenuto nel comune capoluogo (+9%);
-
la maggior parte degli stranieri (82%) vive nel comune di Prato;
-
un 7% a Montemurlo e un 4% a Carmignano.
Tab. 6.16 - Provincia di Prato e dettaglio comunale: stranieri residenti al 31.12.2003
Comuni
Stranieri
residenti
Var.%
2003-2002
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a C. (a)
Prato
(b)
Vaiano
Vernio
Totale
115
648
1.099
393
13.127
369
234
15.985
+40,4
+28,6
+33,0
+53,5
+9,2
+32,7
+31,5
+13,0
Distribuzione %
sul totale della
popolazione
0,7
4,0
6,9
2,4
82,1
2,3
1,5
100,0
Incidenza %
pop.straniera
su pop.residente
4,1
5,2
6,1
4,4
7,4
3,9
4,0
6,8
Fonte: elaborazione Asel su dati delle anagrafi comunali
(a) - Il valore fornito dall’Uff. Anagrafe del Comune di Poggio a Caiano è al settembre 2004.
35
(b) - Dati provvisori suscettibili di variazione a conclusione della revisione post-censuaria
La comunità più numerosa nella provincia pratese è quella cinese, con 6.061
residenti e con un’incidenza di circa il 38% sulla popolazione straniera totale residente sul
territorio. La presenza più significativa si trova nel comune di Prato con una percentuale di
quasi il 42% della popolazione straniera. Seguono Carmignano (37%) e Poggio a Caiano (30%).
Gli albanesi, che costituiscono il secondo gruppo nazionale più numeroso (3.424 residenti,
corrispondenti al 21% del totale dei residenti stranieri), sono invece relativamente più
presenti nel comune di Vaiano (dove costituiscono quasi la metà degli stranieri), di Cantagallo
(41%) e di Vernio (36%). Anche a Montemurlo gli albanesi sono numerosi (34%), ma qui si
riscontrano anche percentuali superiori alla media di pakistani (6,8%) e rumeni (4%). Ancor più
numerosi i pakistani nel comune di Prato (il 7%), mentre, soprattutto nei comuni di Poggio a
Caiano e Cantagallo assume rilevanza anche la presenza rumena.
Tab. 6.17 - Provincia di Prato e dettaglio comunale: popolazione straniera residente
per nazionalità e comune di residenza, al 31.12.2003
Comuni
Cina
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
(a)
(b)
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a Caiano (a)
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
3
241
196
118
5.457
42
4
6.061
2,6
37,2
17,8
30,0
41,6
11,4
1,7
37,9
Stranieri residenti per nazionalità
Albania Marocco Pakistan Romania Altro
Valori assoluti
47
26
1
10
28
195
27
1
31
153
375
137
75
44
272
45
38
8
54
130
2.497
852
927
421
2.973
180
30
8
8
101
85
67
7
8
63
3.424
1.177
1.027
576
3.720
Valori percentuali
40,9
22,6
0,9
8,7
24,3
30,1
4,2
0,1
4,8
23,6
34,1
12,5
6,8
4,0
24,7
11,4
9,7
2,0
13,7
33,0
19,0
6,5
7,0
3,2
22,6
48,8
8,1
2,2
2,2
27,4
36,3
28,6
3,0
3,4
26,9
21,4
7,4
6,4
3,6
23,3
Totale
115
648
1.099
393
13.127
369
234
15.985
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: elaborazione Asel su dati delle Anagrafi Comunali
(a) - Il valore fornito dall’Uff. Anagrafe del Comune di Poggio a Caiano è al settembre 2004.
(b) - Dati provvisori suscettibili di variazione a conclusione della revisione post-censuaria
36
Rispetto alla composizione di genere, si rileva che
registra una maggioranza della componente maschile
aggira invece intorno al 47,8%, con una distribuzione
eccezione di Montemurlo in cui è più bassa (43,7%) e
comune di Carmignano (53,4%).
nella popolazione straniera totale si
(52%). La percentuale delle donne si
piuttosto uniforme in tutti i comuni, ad
con un picco di presenze femminili nel
Si forniscono anche i dati sulla popolazione studentesca straniera, in quanto tali informazioni
possono costituire un elemento concreto di programmazione per le associazioni e le
organizzazioni sportive, specie quelle dedite all’inclusione sociale attraverso lo sport.
“Gli alunni stranieri costituiscono l’11% del totale provinciale degli iscritti italiani alla
scuola dell’obbligo. La loro incidenza, ovviamente, è più consistente nei comuni con una
maggiore presenza di cittadini stranieri residenti. Guardando alle singole distribuzioni per
tipo di scuola, la percentuale più alta si ha tra gli iscritti alle scuole medie (rappresentano il
13%), seguono gli alunni delle elementari (poco meno dell’11%) e infine gli iscritti alle materne
(il 9,5%). Questi ultimi presentano una percentuale relativamente più alta nelle scuole
materne del comune di Montemurlo (13,4%), mentre a Prato si registra la maggiore incidenza
della presenza straniera nelle scuole elementari (11,4%). Fra gli alunni delle medie la
percentuale relativamente più alta di stranieri si registra a Carmignano”.
Tab. 6.18 - Provincia di Prato e dettaglio comunale: iscritti stranieri e italiani nelle scuole
materne, elementari e medie per comune di residenza della scuola, a.s. 2003/’04
Comuni
Scuole materne
Stran. Ital.
Cantagallo
Carmignano
Montemurlo
Poggio a C.
Prato
Vaiano
Vernio
Totale
1,8
5,5
13,4
4,3
9,8
5,8
9,2
9,5
98,2
94,5
86,6
95,7
90,2
94,2
90,8
90,5
Tot.
Scuole elementari
Stran. Ital.
100,0 10,0 90,0
100,0 10,5 89,5
100,0 10,6 89,4
100,0 3,2 96,8
100,0 11,4 88,6
100,0 7,4 92,6
100,0 8,6 91,4
100,0 10,7 89,3
Tot.
Scuole medie
Stran. Ital.
100,0
0
0
100,0 16,1 83,9
100,0 13,4 86,6
100,0 6,5 93,5
100,0 14,2 85,8
100,0 8,6 91,4
100,0 6,3 93,7
100,0 13,4 86,6
Tot.
Totale scuole
Stran. Ital.
0,0
6,7 93,4
100,0 10,8 89,2
100,0 12,2 87,8
100,0 4,6 95,4
100,0 13,4 88,2
100,0 7,4 92,6
100,0
8,1
91,9
100,0 11,2 88,8
Tot.
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: Osservatorio Scolastico Provinciale
Nelle scuole medie superiori della provincia pratese la presenza di stranieri è molto più
ridotta: 367 su un totale di 8424 iscritti, fra italiani e stranieri, ovvero circa il 3,9% (dati
Osservatorio Scolastico Provinciale).
Rispetto alla nazionalità degli alunni, quelle maggiormente presenti nelle scuole superiori sono
quella cinese, quella albanese e quella pakistana. Da notare che la presenza marocchina nelle
medie superiori è invece piuttosto bassa, contrariamente ai dati relativi alle elementari e alle
37
medie inferiori. Di nuovo da segnalare l’ingresso del gruppo rumeno tra le nazionalità più
numerose nella provincia, anche nel contesto scolastico, e sia nella scuola dell’obbligo che nella
media superiore.
Considerato complessivamente, il totale degli alunni stranieri nelle scuole pratesi (2.835) si
distribuisce nei diversi ordini di scuole nel seguente modo:
Distribuzione degli alunni stranieri nelle scuole
della provincia di Prato
superiore
10%
materna
25%
media
36%
elementare
29%
Fonte: elaborazione Asel su dati Osservatorio Scolastico Provinciale
“Come abbiamo detto, la presenza straniera è fra le più elevate della Toscana.
Questa forte presenza di culture alloctone, sviluppatasi soprattutto a partire dei primi anni
’90, pone dunque inevitabilmente un problema di integrazione e di tenuta di un tessuto sociale
già in forte trasformazione (graduale invecchiamento della popolazione, ulteriore
nuclearizzazione dei nuclei familiari, con la crescita di quelli uni-personali formati soprattutto
da individui anziani).
Il concetto di integrazione sociale, spesso utilizzato in molti documenti, è fra i più
dibattuti, così come la terminologia attraverso la quale si tenta di qualificare società sempre
più innervate da sostenuti processi di immigrazione (società multietniche, multiculturali etc.).
Ad una visione quanto mai diffusa che concepisce l’inserimento come una semplice adesione
delle popolazioni straniere ai valori del paese di accoglienza (una concezione che meglio è
espressa dalla parola assimilazione), si contrappongono coloro che insistono sul bisogno di
convivenza fra realtà sociale spesso radicalmente differenti per usi e costumi, attraverso un
rispetto reciproco che significa al contempo tuttavia presa d’atto delle distanze e
giustapposizione di sensibilità eterogenee.
In tale dibattito dovrebbe inserirsi quello relativo all’ambito sportivo. Cioè alla capacità dello
sport di creare maggiori e migliori occasioni di “integrazione sociale” di inclusione attraverso
la “cultura e la pratica sportiva”; preferiamo però in questo caso, aderire al concetto di
“cittadinanza attiva”, intesa come momento di condivisione di esperienze mediate dall’attività
fisica: al momento infatti se è vero che esistono ancora “sacche” nelle comunità di stranieri
che non sono permeabili alle proposte di scambio reciproco, è oltremodo accertato che nella
38
nostra provincia siamo ben più avanti dell’”anno zero” e le evoluzioni che sono avvenute negli
ultimi anni nei rapporti tra le diverse comunità di migranti sono il segno evidente di una
cultura preesistente di accoglienza fattiva.
Nella provincia pratese, molte sono state e sono le iniziative progettuali nel campo culturale e
sociale che si sono prodotte per valorizzare la presenza degli stranieri residenti al fine di
migliorare ed accelerare il processo di integrazione. Molte di queste iniziative si realizzano
nelle scuole e per i giovani. Anche nel campo dello sport si sono prodotte molteplici iniziative,
sulle quali non ci soffermiamo come elencazione di eventi, pur numerosi, ma delle quali
vogliamo dar atto e soprattutto stimolarne lo sviluppo e la crescita. Il costituendo
Osservatorio sullo sport, tuttavia, porrà in essere quanto necessario per la statisticizzazione
del fenomeno, che ha senz’altro un rilievo quantitativo oltrechè culturale e sociale.
6.3 Il Sistema culturale, formativo e documentario
In questa fase, ASEL ricerche, non è riuscita a presentare una elencazione completa di
“punti” specialistici per la documentazione e la formazione nel campo dello sport.
Nelle biblioteche comunali e in quelle private sono presenti pubblicazioni rivolte alle discipline
sportive, libri generici e non specialistici di tecnica, di didattica o di management dello sport.
Una documentazione più specialistica sembra essere raccolta presso alcune organizzazioni
sportive, quali:
- Comitato provinciale Coni;
- Trofeo Città di Prato;
- Centro Giovanile di Formazione Sportiva;
- l’Unione Italiana Sport per Tutti.
Si riportano inoltre per gli sportivi l’elenco delle biblioteche pubbliche ove è possibile
documentarsi:
-
Biblioteca comunale di Prato "A.Lazzerini"
-
Biblioteche decentrate del Comune di Prato:
-
Biblioteca comunale decentrata Circoscrizione Nord
Biblioteca comunale decentrata Circoscrizione Ovest
Punto lettura Circoscrizione Est
Punto lettura e prestito Ospedale Misericordia e Dolce
Biblioteca comunale di Montemurlo "B.Della Fonte"
Biblioteca comunale di Vaiano "F.Basaglia"
Biblioteca popolare di Vernio "Petrarca"
Biblioteca comunale di Carmignano "A.Palazzeschi"
Biblioteca comunale di Poggio a Caiano "F.Inverni"
Biblioteche universitarie
Biblioteca Polo universitario Città di Prato (PIN)
Biblioteche storiche (con fondi librari antichi e di particolare interesse locale)
Biblioteca Roncioniana
39
-
Biblioteca del Convitto Nazionale Cicognini
Biblioteca del Seminario Vescovile
Biblioteca dell' Archivio Storico Diocesiano
-
Biblioteca del Centro per l'Arte Contemporanea "L.Pecci" CID/ArtiVisive
Biblioteca della Fondazione "Teatro Metastasio"
Biblioteca musicale "L.Bettarini" della Scuola comunale di musica "G.Verdi"
Biblioteca dell' Archivio Fotografico Toscano (A.F.T.)
Biblioteca dell' Archivio di Stato di Prato
Biblioteca dell' Istituto Internazionale di Storia Economica "F.Datini"
Biblioteca dell' Istituto di Studi Storici Postali
Biblioteca dell' Agenzia per il Turismo (A.P.T.)
Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza
Biblioteca del Centro di Scienze Naturali
Biblioteca dell' Istituto Geofisico Toscano
Biblioteca del Club Alpino Italiano - Sezione "E. Bertini"
Biblioteca della U.I.S.P. (Unione Italiana Sport per tutti)
Agenzia per le Politiche minorili e familiari
Centro di Studi e Documentazione del Centro di Solidarietà
Centro di Documentazione "La Nara"
Biblioteche specializzate
Un’indagine più approfondita merita di essere svolta in tal senso al fine di analizzare la
quantità e la qualità dei documenti e delle pubblicazioni contenute presso le biblioteche
pubbliche e presso soggetti privati.
6.4 Il Sistema Turistico e lo sport
Nella ricerca di apposita documentazione che sottolineasse un certo lavoro di
pianificazione intersettoriale fra gli ambiti del “turismo” e dello “sport”, non si sono rilevati
programmi o progetti che esaltassero il ruolo dello sport o di eventi locali di spettacolo
sportivo, come possibili veicoli di richiamo turistico.
E’ certo, almeno agli addetti ai lavori, che sino ad oggi non si sono sviluppate concrete
programmazioni istituzionali fra molteplici soggetti che permettessero allo “sport” di
produrre risultati anche nell’ambito specifico dei flussi turistici legati alla fruizione di
spettacoli sportivi.
Appaiono ancora modesti i tentativi sviluppati da talune organizzazioni sportive e società che
partecipano a campionati nazionali di serie A, per assegnare al “prodotto sportivo locale” un
ruolo importante anche nella veicolazione di flussi turistici alla scoperta della nostra bella
realtà provinciale.
In realtà, molteplici appuntamenti sportivi di alto livello nel panorama degli eventi
sportivi pratesi (l’organizzazione nel ciclismo di tappe del Giro d’Italia o il classico
appuntamento del Gran Premio Industria e Commercio e altri eventi di qualità. Fasi europee o
40
nazionali di calcio a 5, di pallamano o di nuoto e pallanuoto. Manifestazioni internazionali di
tennis, o ginnastica artistica, di atletica/podismo, di arti marziali, ecc.) costituiscono
momenti di vero e proprio “turismo sportivo”. Pensiamo all’arrivo a Prato di atleti e
accompagnatori provenienti da altre realtà italiane e da altri Paesi, in particolare per eventi e
gare internazionali e nazionali. Ma la loro permanenza è spesso molto breve o breve, a volte
con pernottamenti programmati in altre città (spesso a Montecatini) a causa della modesta
ricettività locale o del livello ricettivo (elevati costi alberghieri) non in linea con la tipologia
dello sportivo-turista o delle necessità organizzative (di contenere i costi di ospitalità).
Negli ultimi anni si sono registrati alcuni piccoli “scambi sportivi e culturali” a livello
studentesco (a cura del Trofeo Città di Prato e dei Comuni), che possono costituire una prima
esperienza per avviare, lo auspichiamo, un più poderoso programma di turismo sportivo
studentesco, data anche la storia e la realtà innovativa che Prato rappresenta ancora nel
panorama nazionale della promozione sportiva dello sport tra gli studenti.
Il nuovo sviluppo turistico che si rileva nella nostra area, le caratteristiche ambientali
e artistiche, la qualità dei prodotti enogastronomici e della moda , la centralità di Prato nella
Toscana (e dunque il facile raggiungimento di altre meravigliose località e città toscane), deve
indurre sia le istituzioni che le organizzazioni sportive locali a programmare azioni convergenti
atte a qualificare l’offerta sportiva ai fini di un possibile interesse turistico.
Un piano di integrazione tra l’offerta di spettacolo sportivo e l’offerta di altri prodotti
locali, può rappresentare un ottimo veicolo di promozione del territorio e di sviluppo
ulteriore dell’intero sistema sportivo pratese.
Per questo crediamo sia interessante proporre ancora qualche riflessione agli sportivi – che di
seguito riportiamo – sugli aspetti locali de Turismo (seppur in sintesi), in attesa che si
scrivano veri e propri programmi che integrino di più “Sport & Turismo”.
Fin dalla sua istituzione la Provincia di Prato individuava tra i propri compiti primari di
istituto, il Turismo e lo trattava attraverso il sostegno dei propri atti di governo come una
delle attività facente parte con pari dignità del sistema economico locale.
E’ iniziato un lavoro molto impegnativo per dar vita ad una valorizzazione del territorio
provinciale: la situazione preesistente era senz’altro deficitaria di iniziative progettuali e
conseguentemente di risultati fattuali. La Provincia, tenendo conto delle complesse
problematiche che interessano questo settore ha mirato a realizzare programmi di mediolungo termine che potessero rifondare l’attività turistica.
La realtà turistica della Provincia di Prato è adesso ricca di presenze artistiche e ambientali
nonché paesaggistiche di assoluto rilievo; tuttavia la concorrenza con la più vasta offerta che
proviene da zone a noi vicine, all’interno e fuori dei confini regionali, è senz’altro difficile.
La competizione con l’affermata proposta turistica di altre località, è quindi possibile solo
sfruttando i vantaggi derivanti dalla loro vicinanza , dall’essere attraversati da grandi flussi
turistici, valorizzando le caratteristiche tipiche della provincia sotto l’aspetto artistico,
ambientale ed enogastronomico.
Negli ultimi anni poi il turismo internazionale ha visto scendere le quantità a livello
internazionale, per il clima che si è creato con i ben noti drammatici avvenimenti di un recente
passato (settembre 2001 a New York, guerra in Iraq, terrorismo internazionale, sars, ecc.); l’
41
incertezza e l’insicurezza che ne sono derivati hanno lasciato segni profondi sulle
caratteristiche qualitative dei flussi e delle attività turistiche.
Il turismo enogastronomico è un’attività, recente, basata sulla scoperta dei territori che
“profumano” e ha registrato successi importanti alla base dei quali vi sono la qualità dei
prodotti tipici e frutto di cultura secolari, integrati nell’ambiente di produzione.
Per il turista, andare in aperta campagna o visitare una fattoria o cantina vinicola, è entrare in
contatto con una risorsa naturale dalle nuove sfaccettature ed avere la possibilità di
conoscere il territorio.
Ma vi è anche la qualità delle iniziative frutto di valide combinazioni tra pubblico e privato,
con il forte coinvolgimento delle realtà locali.
Il turismo enogastronomico, valorizza al massimo le identità locali, contribuendo alla
permanenza della popolazione sul territorio rurale.
Per quanto riguarda la nostra area provinciale le colture tipiche si dividono nei percorsi
affermati che rigiuravano il vino nei comuni medicei e per l’area di Bagnolo nel comune di
Montemurlo, mentre attendono ulteriori sviluppi le colture della Val di Bisenzio tipicamente
individuate nell’Olio di Oliva, nelle Castagne e nella farina di castagne e prodotti connessi, e
nella produzione locale di Miele, tra le più qualitativamente interessanti di tutta la Toscana,
almeno in base ai premi vinti nelle varie manifestazioni dai produttori locali.
Si è pertanto pienamente convinti che i sapori e le tradizioni possono rappresentare la
tipicità di questa parte di Toscana, che incontra già il gradimento dei turisti
contribuendo a creare nuove motivazioni di visita e soggiorno.
6.4.1
L’Offerta Ricettiva nella provincia di Prato
I dati che vengono qui di seguito riportati e che hanno permesso lo studio, l’analisi, la
rappresentazione del flusso turistico nella Provincia di Prato, sono il risultato di una attività
complessa, che richiede la partecipazione di vari componenti.
L’attuale quadro strutturale (settembre 2003) degli esercizi ricettivi della provincia
pratese è costituito:
- da 19 unità alberghiere (compresa n.1 R.T.A), corrispondenti a 1567 posti letto;
- e da 61 extralberghiere, corrispondenti a 985 posti letto.
Secondo quanto emerge dalle statistiche ufficiali, la caratteristica strutturale della
ricettività è data:
- dalla prevalenza di esercizi alberghieri (59,05% dei posti letto);
- seguita dagli affittacamere (11,36% dei posti letto);
- esercizi agrituristici (9,09% dei posti letto),
- residences (8,82% dei posti letto),
Case Vacanze (4,43% dei posti letto),
- Residenza Turistica Alberghiera (2,35% dei posti letto);
- Ostelli (2,04% dei posti letto );
- Rifugi Alpini (1,41% dei posti letto);
42
-
Case per Ferie (0,98% dei posti letto)
e Residenza d’Epoca (0,47% dei posti letto)
La composizione per categoria degli esercizi alberghieri è caratterizzata dalla prevalenza
di quattro e tre stelle, che rappresentano rispettivamente il 55,54% e il 31,39% dei posti
letto degli alberghi della provincia”.
Un capitolo a parte meritano le strutture agrituristiche, che negli ultimi tempi hanno
avuto un notevole sviluppo. Che possono diventare risposte positive al crescente sviluppo che
registrano le discipline in ambiente naturale.
Negli ultimi anni ha iniziato a maturare la tendenza al recupero del territorio rurale
secondo una logica per la quale la protezione dell’ambiente unitamente alla sua valorizzazione
può generare sviluppo.
Lo sviluppo del turismo nelle aree rurali appare una realtà che può produrre ricchezza sul
territorio con attività legate alle risorse ambientali e socio culturali; creando nel contempo
garanzia di attenzione verso la tutela della campagna e della sua gestione quale interesse dei
residenti, degli imprenditori agricoli e di quello turistico in generale.
L’offerta ricettiva dell’agriturismo nella provincia di Prato è costituita da:
- n. 19 strutture per un totale di 232 posti letto.
La ricettività agrituristica è concentrata soprattutto nel comune di Carmignano, con 9
esercizi e 116 posti letto che rappresentano il 50% dell’intera provincia, mentre in tutti gli
altri comuni si hanno 10 agriturismi che compongono il restante 50% dei posti letto.
Lo studio del flusso turistico nella provincia, consente di effettuare una analisi
dell’offerta e della domanda, in rapporto alle tendenze ed al ruolo specifico dell’area pratese,
per definire una risposta valida, varia ed articolata, creando una nuova metodologia di lavoro
tra gli operatori del settore, per diffondere una nuova imprenditorialità ad una vera cultura
del turismo. Le variazioni tendenziali del periodo gennaio/settembre 2003, in totale, rispetto
allo stesso periodo dell’anno precedente rivelano una flessione generale degli arrivi (-7,67%) e
delle presenze (-6,99%), e comunque contribuiscono, in maniera opposta, gli arrivi degli italiani
con un aumento del 3,59%.
Il calo degli arrivi è soprattutto imputabile agli stranieri, mentre quelli italiani sono continuati
a crescere facendo registrare un incremento del 4,64% nelle strutture alberghiere
confermato conseguentemente dalle presenze negli stessi che registrano un aumento
dell’8,98%.
Si deve sottolineare il fatto che nel periodo estivo, Prato è stata l’unica provincia in Toscana
che ha rilevato una crescita in termini assoluti, come riportato più volte dalla stampa regionale
e nazionale (La Nazione, Sole 24 ore). Anche i “servizi sportivi” dell’estate pratese
potrebbero concorrere ad ampliare e migliorare la qualità dell’offerta complessiva.
43
7.0
IL SISTEMA SPORTIVO : ASPETTI GENERALI
7.1
Lo sport negli anni 2000 : riferimenti al quadro nazionale e regionale
Per fornire un quadro di riferimento omogeneo e confrontabile, riporteremo alcuni
studi e considerazioni svolte da un esperto ricercatore nel campo sportivo che conosce bene
la realtà internazionale e quella pratese (rif.: Antonio Mussino – Università La Sapienza di
Roma) – in modo da rendere omogeneo il confronto con le province limitrofe e con il quadro
regionale.
Sulla base delle statistiche oggi disponibili, è possibile effettuare una serie di comparazioni
con i dati nazionali, sulla base dell’ultima Indagine Multiscopo dell’ISTAT (dicembre 2000),
nella quale sono state raccolte varie informazioni accurate sulla pratica sportiva, un po’ più
generiche quelle sulle attività fisico motorie.
Una serie di profonde trasformazioni culturali, economiche, demografiche e sociali stanno
modificando la natura del fenomeno sportivo: “Si corre velocemente verso uno sport
postmoderno, la cui configurazione e il cui profilo sono già in fase di sperimentazione da alcuni
anni, ma sono ancora poco conosciuti e studiati da un punto di vista scientifico". Lo sport
moderno, tradizionale, basato su organizzazione, selezione, competizione, tessere, misure,
punteggi e così via, da un lato sta lasciando il posto al business sport, i cui modelli sono quelli
del mercato e a cui le immutabili regole sportive si sono dovute piegare; dall’altro lato non è
più vissuto in modo univoco e lascia spazio a miriadi di attività, individuali e collettive, ognuna
delle quali fa riferimento a diversi modelli, che si collegano alla ricerca di un nuovo rapporto
con il proprio corpo e con l’ambiente, di un modo di socializzare senza vincoli di organizzazione
e di competizione, di legare le attività a occasioni turistiche o alla salvaguardia della propria
salute e così via: è lo sport per tutti, ormai da considerare come una componente del welfare
sociale” (A. Mussino).
Ogni paese europeo pur mantenendo ancor il proprio “modello”, con le sue peculiarità e il suo
sistema organizzativo, si evolve con una diversa velocità di trasformazione. Anche l’evoluzione
italiana è inseribile nel contesto europeo, nel quale il comportamento sportivo, pur partendo da
modelli diversi (scandinavo, britannico, latino) va sempre più uniformandosi. L’Europa stessa,
nel suo processo di unificazione, ha puntato l’attenzione sul fenomeno sportivo,
caratterizzandolo per i suoi aspetti prevalentemente sociali e culturali: la Carta Europea
dello Sport, adottata dal Consiglio d’Europa nel 1992 definisce un modello europeo rispettoso
della diversità culturale e a forte dimensione sociale ed educativa”.
Per comprendere meglio tale evoluzione del sistema sportivo, si può fare riferimento agli
studi dei sociologi Heinemann e Puig (1996), che tracciano quattro modelli di sport:
‰
‰
Il modello competitivo, teso al raggiungimento del risultato/della prestazione; erede
dello sport tradizionale, basato su regole universali rigide e su una struttura
organizzata.
Il modello espressivo, si basa sul piacere del movimento, include attività poco
organizzate e soggette a continui processi di innovazione e diversificazione e che non
si legittima con il risultato.
44
‰
‰
Il modello strumentale, legato all’attenzione, ma anche all’ansia, per la forma e
l’aspetto fisico; si basa prevalentemente sulle attività di fitness legate ai centri e alle
palestre private.
Il modello spettacolare, si basa sulle caratteristiche che talune manifestazioni
sportive hanno e che coinvolgono l’interesse, come fruitori passivi, di milioni di
cittadini; l’esasperata attenzione dei media ne sta modificando le stesse regole
sportive e le modalità organizzative, spingendo gli atleti, quali fruitori attivi, alle
massime performance, magari ottenute attraverso il doping.
Tale più complessa articolazione del sistema, mostra come sia difficile un approccio
quantitativo allo studio delle attuali dinamiche di un sistema sportivo. Ecco perché anche
le indagini tendono ad uniformarsi verso precisi e definiti modelli di studio e di
rilevamento, sulla tipologia di quello utilizzato nel territorio pratese con il progetto
COMPASS (Co-Ordinated Monitoring of Partecipation in SportS), già applicato in altri
paesi europei, e che permette dunque un miglior confronto tra i diversi sistemi sportivi
dell’Europa. L’applicazione del progetto COMPASS, può cioè tradursi come un “passaggio
molto importante verso la costruzione di una cultura sportiva europea”.
I livelli di pratica sportiva in Italia (61,2%) e nella Regione Toscana (67,7%),
secondo l’indagine Multiscopo del 2002 svolta dall’ISTAT, sembrano crescere in modo
costante in questi ultimi anni, specie per quanto riguarda la fascia di popolazione dedita
alla pratica di generiche attività fisiche o di attività sportive a carattere non competitivo.
Dalla tabella seguente possono essere ricavati i dati in dettaglio per regione, utili a
confronti e analisi statistiche.
Tabella 7.1 – Tassi di partecipazione a sport e attività fisiche suddivise per Regioni (con
graduatorie fra parentesi):
Regioni Italiane
Italia
% di praticanti
sport o una generica
attività fisica
% di praticanti sport
o un’attività fisica,
una o più volte a sett.
% di praticanti
sport
61,2
41,3
30,0
84,9 (01)
64,6 (01)
50,0 (01)
Veneto
75,6 (02)
53,2 (02)
39,0 (03)
Emilia – Romagna
72,7 (03)
52,1 (04)
35,6 (05)
72,0 (04)
52,2 (03)
32,8 (07)
Lombardia
70,6 (05)
46,5 (05)
35,8 (04)
Valle d’Aosta
68,3 (06)
40,8 (09)
39,2 (02)
Toscana
67,7 (07)
45,5 (06)
29,9 (10)
Piemonte
66,4 (08)
43,5 (08)
33,0 (06)
Liguria
62,8 (09)
39,7 (13)
27,7 (12)
Marche
62,7 (10)
44,1 (07)
32,0 (08)
Umbria
62,2 (11)
39,9 (12)
28,2 (11)
Trentino – Alto Adige
Friuli – Venezia Giulia
45
Lazio
59,0 (12)
40,6 (10)
31,2 (09)
Sardegna
57,8 (13)
40,1 (11)
25,8 (15)
Puglia
54,1 (14)
35,4 (14)
25,9 (14)
Abruzzo
52,8 (15)
34,7 (15)
27,2 (13)
Basilicata
50,4 (16)
34,5 (16)
21,4 (17)
Molise
49,0 (17)
33,7 (17)
22,6 (16)
Campania
47,6 (18)
31,0 (18)
20,1 (20)
Calabria
44,3 (19)
28,4 (19)
21,2 (19)
Sicilia
41,7 (20)
26,7 (20)
21,4 (18)
Fonte Istat, 2002
I praticanti maschi risultano essere il 37,8% e le femmine il 22,7%, con un incremento
maggiore delle donne rispetto alla precedente indagine, seppur ancora in presenza di un
significativo divario. Se si considera soltanto il dato relativo alla pratiche di “attività fisiche”,
le donne presentano un dato superiore ai maschi (vedi colonne centrali), segno che la loro
attività è meno “sportiva” e forse più tendente al benessere psicofisico e all’aspetto
esteriore, presumibilmente attraverso la pratica di attività di fitness.
In Toscana tale dato (attività fisiche) risulta ancor più accentuato, segno di una matura
cultura nella pratica delle attività motorie e sportive e con i dati complessivi di pratica in linea
con quelli del Centro Italia.
Tabella 7.2 – Tassi di partecipazione a sport e attività fisiche per sesso nelle aree
geografiche
Area
Geografica
Pratica
sport
Pratica
attività fisiche
Non pratica
Totale
o non risponde
M
F
M
F
M
F
M
F
Italia
37,8
22,6
28,8
33,6
33,4
43,8
100,0
100,0
Toscana
38,1
22,4
34,3
41,0
27,6
36,6
100,0
100,0
Centro
39,2
22,7
28,9
34,6
31,9
42,7
100,0
100,0
Nord Ovest
42,0
26,7
31,7
36,9
26,3
36,4
100,0
100,0
Nord Est
45,1
31,2
33,1
40,5
21,8
28,3
100,0
100,0
Sud
31,0
14,8
25,3
28,4
43,7
56,8
100,0
100,0
Isole
29,1
16,2
22,3
24,0
48,6
59,8
100,0
100,0
Fonte Istat, 2002
Secondo le analisi svolte da A. Mussino sui dati ISTAT: “la Toscana ha un comportamento
particolare: è la prima della ripartizione centrale e supera anche tutte le regioni del Nord
Ovest (a eccezione della Lombardia), collocandosi ben al di sopra della media nazionale, quando
46
all’attività sportiva si aggiunge quella fisica; al contrario, quando si considera solo la pratica
sportiva, è addirittura sotto la media nazionale. La diffusione capillare dello”sport per tutti”
ha incentivato, probabilmente, una particolare sensibilità per uno stile di vita attivo, non
necessariamente espresso nella pratica degli sport tradizionali.
Appare infatti piuttosto evoluta la pratica motoria e sportiva degli anziani e dei giovanissimi,
ma anche per la pratica delle attività fisiche in tutte le fasce d’età.
Tabella 7.3 – Tassi di partecipazione a sport e attività fisiche per fasce d’età nelle aree
geografiche
Area
Geografica
Fasce d’età->
Pratica
sport
3-14
15-24
25-54
Pratica
attività fisiche
55-w
3-14
15-24
25-54
55-w
Italia
49,6
53,8
32,2
9,5
23,1
21,8
32,3
36,5
Toscana
59,0
52,0
34,6
10,0
25,0
26,9
38,2
43,9
Centro
56,6
55,9
33,6
9,5
20,9
22,1
32,9
37,3
Nord Ovest
58,0
60,1
38,4
12,1
25,2
20,5
34,7
41,3
Nord Est
63,4
61,8
43,1
14,8
22,2
22,7
35,8
47,7
Sud
37,8
47,6
20,6
3,6
24,7
22,5
29,7
25,9
Isole
37,8
44,8
21,4
3,9
20,3
21,2
25,4
22,0
Fonte Istat, 2002
7.2
La rilevazione dei dati di partecipazione sportiva nella provincia di Prato
Nell’elaborazione del primo PPS e conclusa nei primi mesi dell’anno 2002, riportammo i
dati e le analisi derivanti dalla prima ricerca ufficiale effettuata nel 1994/95, che prevedeva:
“la possibilità di utilizzare la fotografia della situazione partecipatoria in un determinato
periodo di tempo in un’ottica di programmazione. Tenendo conto dei risultati, della loro
differenziazione nel territorio e rispetto alle caratteristiche strutturali della popolazione
giovanile investigata, è stato possibile tracciare una diversa strategia di promozione giovanile
allo sport: questo per dare una maggiore continuità e qualità all’offerta formativa e per
cercare di contrastare il fenomeno evidenziatosi del drop out”.
Nello stesso piano, tuttavia, venivano già anticipate le risultanze, ancora ufficiose, di una
ricerca in corso. Oggi, per l’aggiornamento del Piano per lo Sport (PPS nr. 2), siamo in grado di
utilizzare ampi stralci dell’indagine, pubblicata nel Giugno 2002, dal titolo “Indagine sulla
partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese” - promossa dalla Provincia di Prato, dal
Comune di Prato, dall’Università “La Sapienza di Roma” e dal “Trofeo Città di Prato” e curata
dai Prof.ri A. Mussino e G. Biagiotti – in quanto il monitoraggio costante le componenti della
domanda e dell’offerta, costituisce una precisa risposta per una programmazione mirata
di politiche sportive per i cittadini, con caratteristiche di efficienza, efficacia e qualità.
47
Il campo di indagine ha riguardato i cittadini in età compresa tra i 6 e i 75 anni, attraverso
due successive fasi di lavoro che ha comportato la somministrazione complessiva di ben 2.591
questionari, anche a cittadini stranieri residenti. I dati, riportati in sintesi sull’attuale Piano
per lo Sport, possono essere rilevati in dettaglio nell’apposita pubblicazione già citata e
ampiamente diffusa sul territorio e presso i principali organismi sportivi, oltre ad essere
disponibile on line anche sul sito del Comune di Prato.
7.2.1
Analisi della partecipazione sportiva sulla popolazione adulta di Prato
I praticanti un’attività sportiva che hanno dichiarato di praticare sport sono il 28,4%
della popolazione; coloro che praticano uno sport, ma solo come attività fisica o motoria sono
l’8,7%; coloro che praticano solo attività fisiche e motorie sono il 30,4%; infine, i non
praticanti, ossia i sedentari, sono ben il 32,5%.
Figura 7.1 : La partecipazione sportiva degli adulti nella provincia pratese
Non praticanti:
32,5%
Praticanti Sportivi:
28,4%
Praticanti solo attività
fisiche e motorie:
30,4%
Praticanti Sportivi (come
attività fisico-motoria): 8,7%
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’are pratese
Questa analisi ha condotto i ricercatori ad effettuare alcune considerazioni:
•
a Prato pratica una qualche attività sportiva o motoria il 67,5% dei cittadini - dai 16
anni in poi;
•
il 32,5% di popolazione ha invece uno stile di vita sedentario: si tratta di un risultato
negativo, ancorché la situazione sia migliore di quella media italiana (41,2%), essendo
questo tasso di sedentarietà molto più elevato di quello degli altri paesi europei;
•
il 67,5% di attivi si può suddividere in due: chi pratica almeno un'attività sportiva
(37,1%) e chi invece solo un'attività fisica o motoria (30,4%), ovvero: le passeggiate, a
48
piedi o in bicicletta; attività fisiche come le varie ginnastiche riabilitative e la fisioterapia;
discipline come lo yoga e così via;
•
tra chi ha dichiarato di praticare uno sport, ossia il 37,1% (28,4% + 8,7%), infine, si
possono individuare due approcci diversi alla partecipazione: da un lato chi si definisce
sportivo, dall'altro chi pratica una disciplina sportiva, ma la considera solo un'attività
motoria; sia considerando insieme questi due gruppi, sia concentrando l'attenzione sugli
sportivi in senso stretto, si vedrà come il confronto con la realtà nazionale (dove i
praticanti uno sport sono il 26,3%) sia ampiamente favorevole alla città di Prato.
Tra la popolazione adulta, i praticanti maschi risultano
64,6%. La forbice tra il tasso di sedentarietà maschile
appare molto più basso (5,9%) rispetto al passato, grazie
di attività fisico motorie è superiore di circa dieci punti
dato regionale.
essere il 70,5 % e le femmine il
(29,5%) e quello femminile (35,4%)
al fatto che tra le donne, la pratica
rispetto agli uomini, confermando il
Tabella 7.4: Tipologia della partecipazione sportiva per genere
Tipologia di partecipazione
Praticanti Sportivi
Maschi
Femmine
Totale
36,6
20,5
28,4
7,1
10,3
8,7
Praticanti solo Attività Fisiche e Motorie
26,9
33,8
30,4
Non Praticanti (sedentari)
29,5
35,4
32,5
100,0
100,0
100,0
Praticanti Sportivi (come att. fisico-motoria)
Totale
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’are pratese
Osservando la tabella successiva, “si rileva come la partecipazione sia significativamente
dipendente dall’età: gli sportivi sono la categoria modale fino ai 35 anni, con una
percentuale massima del 60,2 tra i 21 e i 25 anni; è comunque estremamente confortante
il tasso indistinto di attività anche tra i più maturi e tra gli anziani, tanto che la percentuale di
sedentari non raggiunge mai il 50, restando quindi al di sotto dei corrispondenti livelli nazionali
(cfr. Indagine Multiscopo in Savioli, op. cit.) e segnalando una situazione di grande impegno
per lo sport per tutti nel territorio pratese”.
Pur non potendo comparare in alcuni casi le stesse classi d’età rispetto alla situazione
nazionale, si evidenzia come il vantaggio pratese sia più accentuato tra i più giovani e tra gli
anziani. Ovviamente l’impegno di questi ultimi è rivolto prevalentemente alle attività fisiche e
motorie e non a quelle sportive, fisicamente e psicologicamente più impegnative.
49
Tabella 7.5 - Tipologia della partecipazione sportiva per classe d'età (% per colonna)
Classe d'età
16-20
anni
21-25
anni
26-35
anni
36-50
anni
51-65
anni
66-75
anni
Totale
Praticanti Sportivi
56,8
60,2
45,3
19,1
18,2
6,4
28,4
Praticanti Sportivi (come attività
fisico-motoria)
16,2
10,7
5,5
10,5
6,9
8,9
8,7
9,0
10,5
18,2
34,2
45,0
37,9
30,4
17,9
18,6
30,9
36,3
29,8
46,8
32,5
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Tipologia di partecipazione
Praticanti solo Attività Fisiche e
Motorie
Non Praticanti (sedentari)
Totale
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’are pratese
analizzano solo i dati riguardanti i praticanti sportivi, si può rilevare che:
praticano, in media, 1,3 discipline (1,4 maschi – 1,2 femmine) ;
circa il 75% ne pratica soltanto una;
il 20% ne pratica due;
poco più del 5% si impegnano in tre o più discipline;
sono oltre 60, le discipline e le attività segnalate per la pratica;
negli ultimi 3 anni, il 33% ha cambiato sport (specie tra le attività di fitness) e di
questi 1/3 ha abbandonato e ripreso, in tempi successivi, la stessa disciplina.
- il 44,4% praticano sport che si organizzano in palestra (al chiuso);
- tra gli sportivi d’elite, più della metà pratica il Calcio (53,7%) e pochissimi le attività di
fitness (10,0%);
Se si
-
Se si tiene conto dei dati riguardanti i praticanti attivi ( delle attività fisiche e motorie),
si nota che:
- gli uomini praticano attività più spiccatamente sportive, e all’aperto, mentre le donne
prediligono quelle svolte in palestre e piscine;
- passeggiare, è l’attività fisico motoria predominante (55,4%);
- andare in bicicletta, interessa e coinvolge il 34,2%.
- praticare attività nelle palestre coinvolge infine un altro 16,9%.
Muoversi, liberamente, senza troppe regole e stress da competizione, sembra interessare
e attivare molti cittadini, soprattutto donne e superata una certa età.
50
Tabella 7.6 Sport praticati per tip. di partecipazione sportiva (% di colonna sugli intervistati)
Prato - Tipologia di partecipazione
Aggregazione di discipline
Italia
Solo Attivi
Sportivi
Sportivi d’élite
Sport in palestra (varie di fitness, arti
marziali, danza, ecc.)
16,9
44,4
10,0
21,3
Sport in piscina (nuoto, pallanuoto,
acquagym, ecc.)
7,8
14,3
12,7
19,0
Calcio (calcio, calcio a 5 )
4,7
24,2
53,7
24,1
Sport
di
squadra
(p.canestro,
p.volo,pmano,rugby,hockey, ecc.)
1,1
5,3
16,1
6,7
Corsa, podismo (atletica, orienteering,
jogging, trekking, ecc.)
11,1
8,9
9,2
9,8
Bicicletta (ciclismo, mountain bike, ecc.)
34,2
13,5
19,1
9,1
Sport individuali (bocce, biliardo, tennis,
golf, bowling, pattinaggio, motociclismo,
equitazione, ecc.)
4,4
18,7
21,5
28,3
Passeggiare (passeggiate, camminate… )
55,4
1,5
----
n.d.
1,42
n.d.
Nr. medio di attività praticate
1,36
1,31
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
7.2.2
La partecipazione sportiva a Prato in riferimento al contesto nazionale
Le risultanze dell’indagine pratese, possono essere inquadrate in diversi contesti di
riferimento, quello dei paesi europei e quello nazionale, seppur con difficoltà legate alla
combinazione dei profili.
Il confronto è possibile con il dato nazionale (Italia – secondo la tip. Compass), tenendo
separate le attività fisico motorie (cfr. la prima colonna della tabella 7.7.): tale confronto è
molto incoraggiante per la realtà pratese, essendovi significativi guadagni a vantaggio della
città toscana nelle percentuali dei livelli più alti della pratica e del complesso delle attività
solo fisico motorie, mentre è più bassa di quasi 9 punti la percentuale dei sedentari. Ma il
confronto si può effettuare considerando anche gli sport praticati come attività fisiche e
motorie (cfr. la seconda colonna della tabella 7.7.): in tal caso si ipotizza che i praticanti uno
sport che considerano tale pratica come attività fisica o motoria, la avrebbero comunque
segnalata come “pratica sportiva”. Il risultato di questo secondo confronto è ancora più
vantaggioso per la realtà pratese.
Il questionario utilizzato permette comunque di spalmare sulle sette categorie dei livelli di
partecipazione anche coloro che praticano altre attività fisico motorie: il risultato è
riprodotto nella terza colonna della tabella e suggerisce una interessante similarità con il
profilo medio centro europeo.
51
Tabella 7.7: Tipologia COMPASS rispetto alla tipologia della pratica; confronto con il dato
Nazionale (% di colonna)
Prato - Tipologia di partecipazione
Tipologie COMPASS
Solo sport
degli sportivi
Solo sport
tutti
Con tutte
le attività
Italia
Competitiva, organizzata, intensa
4,7
4,7
4,7
2,8
Intensa
8,4
10,3
16,6
3,8
Regolare, competitiva e/o organizzata
3,9
4,3
4,7
4,7
Regolare, ricreativa
2,3
3,2
8,5
3,6
Irregolare
8,4
13,1
29,4
10,7
Occasionale
0,5
1,3
3,6
3,1
Attività fisico motoria
39,1
30,6
----
33,3
Nessuna attività
32,5
32,5
32,5
38,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
Secondo l’analisi dei ricercatori (Biagiotti, Mussino), si possono, così formulare le prime
considerazioni comparative sull'impatto del fenomeno:
-
a Prato i tassi di partecipazione si collocano al di sopra della media nazionale,
mostrando un’evoluzione del sistema sportivo che colloca la città nella media
europea;
-
Si deve anche notare come gli anziani siano proporzionalmente più assidui, meno
occasionali nei loro impegni, così come si è visto che anche il differenziale di genere
nella partecipazione sia meno forte a Prato che in Italia, collocandosi anch’esso nella
media europea! In altre parole, vi è maggiore partecipazione, qualitativa e
quantitativa, da parte delle donne e degli anziani.
Se, invece, si scende più a fondo nell’analisi, considerando in assoluto le potenzialità sanitarie
e socializzanti di uno stile di vita attivo, bisogna notare che:
-
quasi un terzo dei cittadini pratesi dai 16 ai 75 anni ha uno stile di vita
sedentario e, tra gli altri, un ulteriore 20% di cittadini svolge attività con
modalità insufficienti per garantire che essa sia utile per la prevenzione delle
patologie da sedentarismo e non paradossalmente pericolosa.
-
Molto ancora dovrebbe essere fatto, sia da un punto di vista organizzativo, sia
culturale per raggiungere tutta la domanda potenziale inespressa ed è questa la sfida
prioritaria alla quale può rispondere un’iniziativa come quella dell’Osservatorio
provinciale sul sistema sportivo.
Per il PPS di Prato tale massa di dati, pienamente a disposizione delle istituzioni e delle
organizzazioni sportive, costituiscono già una solida base di partenza su cui strutturare in
maniera permanente un “osservatorio sullo sport”, utile, come abbiamo già affermato
52
precedentemente, ad un monitoraggio costante della realtà motoria e sportiva e per fornire
servizi adeguati necessari a programmazioni mirate e infine, per correggere nel corso degli
anni, le indicazioni offerte dall’attuale Piano così da definire con sempre maggiore puntualità
obiettivi più adeguati ai bisogni per il rapido mutare della società.
L’azione di tale organismo appare altresì importante ai fini del ruolo che l’Ente provinciale
dovrà svolgere nell’azione di monitoraggio, osservazione, analisi, previsione dei fenomeni
sociali, nonché di coordinamento e verifica dell’efficacia della programmazione
complessivamente realizzata a livello provinciale, in coerenza con gli indirizzi che emergeranno
dall’osservatorio regionale e da quello Sociale e di altri Osservatori (immigrazione, aspetti
economici, produttivi, ecc.).
7.3
Le motivazioni della popolazione adulta alla pratica sportiva e nell’abbandono
Le motivazioni dei cittadini alla pratica motoria e sportiva, costituiscono un importante
suggerimento all’operare di istituzioni, enti e soggetti privati, al fine di indirizzare la propria
offerta per dare risposte esaustive o soddisfacenti ai bisogni di ciascuno.
L’analisi tra gli sportivi, ha evidenziato una serie di risposte che confermano il mutato
scenario di pratica rispetto al passato, con nuovi bisogni che avanzano per contrastare
soprattutto lo stress derivante dal vivere in una frenetica società. Bbasata forse ormai solo
su un modello economico, con azioni tutte tese a soddisfare un “più elevato tenore di vita” e
con l’ansia di non riuscire a mantenerlo, o di sprofondare più in basso. Società nella quale
ormai sono crescenti quei cittadini che denunciano di viverci “con un certo disagio”.
Le risposte che raccolgono una percentuale maggiore tra gli sportivi, sono risultate:
-
“per rilassarmi e stare bene dopo lo stress lavorativo”
(25,6%);
-
“per migliorare il mio fisico e le mie prestazioni”
(20,1%);
-
“perché è un modo piacevole di passare il tempo libero”
(15,8%).
A queste si aggiungono le altre modalità di risposta, individuando le classiche chiavi di accesso
alla partecipazione: agonismo; rapporto con il corpo; socializzazione.
Tabella 7.8: Motivazione alla pratica per genere (% di colonna)
Genere
Motivo della pratica
Rilassarsi
Migliorare fisico e prestazioni
Passare tempo libero
Migliorare rapporto con corpo e mente
Stare con amici
Motivi di salute
Gareggiare con altri e misurarsi con se stessi
Totale
Maschio
Femmina
Totale
27,9
15,9
17,9
12,3
16,7
3,2
6,1
100,0
21,1
27,9
12,0
14,8
6,7
17,0
0,5
100,0
25,6
20,1
15,8
13,2
13,1
8,1
4,1
100,0
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
53
Se si analizzano le risposte a seconda del genere (tabella ….): tra le donne è “migliorare
il fisico e le prestazioni” ad essere la preferita (27,9%), l’agonismo e la socializzazione si
riducono sensibilmente, mentre sale al terzo posto della graduatoria “per motivi di salute”
(17%). Per gli uomini la ricerca del “relax” (27,9%) appare l’aspetto principale, seguito dal
“passare tempo libero” (17,9%) sicuramente ancora per rilassarsi e divertirsi.
Per quanto riguarda l’età (tabella …..), si può notare al suo crescere una tendenza al calo
progressivo degli item relativi agli aspetti fisici e competitivi, mentre quelli attinenti al
wellness (benessere e alla salute) si comportano in modo opposto. Del tutto anomalo è il
profilo della classe degli anziani (66-75 anni), tra i quali oltre la metà pratica per “motivi di
salute”.
Tabella 7.9: Motivo della pratica per classi d’età (% di colonna)
Classe d’età
Motivo della pratica
Rilassarsi
Migliorare fisico e prestazioni
Passare tempo libero
Migliorare rapporto con corpo –
mente
Stare con amici
Motivi di salute
Gareggiare con gli altri - misurarsi
con sé stessi
Totale
16-20
anni
11,5
30,9
31,6
6,9
21-25
anni
27,8
27,9
10,2
15,2
26-35
anni
26,2
26,3
13,4
10,2
36-50
anni
28,7
10,0
14,5
14,0
51-65
anni
33,6
3,3
17,7
20,4
66-75
anni
---9,9
8,5
20,4
13,1
2,4
3,6
9,8
1,2
7,9
18,4
2,8
2,7
14,6
14,5
3,7
3,9
16,2
5,0
8,7
52,5
----
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
Per quanto concerne invece, le motivazioni per la mancata pratica e per l’abbandono,
si può rilevare come i cittadini siano stati molto onesti nelle loro risposte: gli alibi tradizionali
(mancanza di impianti, difficoltà logistiche e nei rapporti con gli istruttori o con i compagni)
sono stati utilizzati solo marginalmente. Se si osservano nella tabella seguente, le due
graduatorie, rispetto a chi non pratica e a chi ha abbandonato, si nota una sostanziale
concordanza.
Tabella 7.10: Motivo della mancata pratica tra i non praticanti e tra chi ha abbandonato
(% di colonna sugli intervistati)
Motivo della mancata pratica (percentuali sui rispondenti)
Non pratica
Abbandono
Mancanza di tempo
50,0
42,0
Studio e lavoro
28,9
40,5
Pigrizia – stanchezza
27,5
18,3
54
Età, disabilità – salute
27,7
13,9
Altri interessi
14,7
8,1
Famiglia
10,5
15,7
Motivi economici - impianti, orari – carenze
7,4
6,5
Difficoltà nella pratica (risultati, istruttore, integrazione)
----
3,0
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
La pigrizia, o la stanchezza, figlie anche del fatto che spesso si tratta di fenomeni di moda,
ma soprattutto gli impegni di lavoro, studio e famiglia e la conseguente mancanza di tempo,
sembrano mostrare che vi è ancora un ritardo culturale nell’affrontare gli impegni sportivi pur
in una realtà piuttosto evoluta da questo punto di vista.
7.4
La pratica sportiva in età giovanile e le cause dell’abbandono precoce
Nel 1994, i vecchi dati riferiti all’indagine svolta nelle scuole (solo IV, V elementare e scuola
media), ci dicevano che all’epoca praticavano sport regolarmente nella provincia pratese, il
55,0% dei giovani della fascia d’età tra i 9 ed i 13/14 anni. La massima percentuale del 58,8%
si raggiungeva nel comune capoluogo, mentre la percentuale dei praticanti negli altri comuni
della provincia pratese si attestava solo intorno al 50,0%.
L’indagine odierna ci permette di effettuare un confronto, almeno con una parte dei dati, con
la ricerca di allora per valutare meglio le modifiche che si sono avute nel mondo dello sport
scolastico e giovanile.
Nel contesto del PPS, si offre soltanto uno spaccato delle risultanze che interessano tutti i
giovanissimi ed i giovani. Consigliamo tuttavia agli operatori del settore, di andare a rileggersi
i dati nel dettaglio - suddivisi per scuole primarie (elementari), di primo grado (medie) e di
secondo grado (superiori) - in quanto si colgono significative differenze che inducono ad una
più attenta riflessione negli atti di programmazione e nelle attività proposte (vedi
pubblicazione “Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese, 2002).
Le risultanze generali dell’ultima ricerca (tabella ….), predisposte peraltro secondo il progetto
COMPASS, ai fini di un miglior confronto in campo europeo, confermano che:
- la stima dei praticanti regolari risulta pari al 58,8%, circa 11.000 studenti.
Il massimo della partecipazione si ha nelle scuole medie, con un andamento parabolico che
vede prima crescere il tasso di partecipazione con l’età e poi calare, in relazione alla stessa
variabile, per l’abbandono che si manifesterà più avanti. Dopo i 18 anni, poi, molti
riprenderanno a praticare attività fisico motorie e i dati saranno più difficilmente
comparabili”.
55
Tabella 7.11: Livelli di pratica
sportiva nei tre campioni nelle
scuole (% di colonna)
Tipologia della scuola
Livelli di pratica sportiva
Elementari
Mancata pratica,
27,8
Superiori
18,5
20,0
Totale
23,0
di cui Mai praticanti
19,8
7,2
3,8
12,2
Ex praticanti
8,0^
11,3^
16,2^
10,8^
Pratica occasionale
Pratica regolare,
22,5^
14,7^
16,1^
18,2^
49,7
67,8
63,9
58,8
di cui “Intenso, competitivo,
organizzato”*
Totale
^Area dell’abbandono e del
rischio abbandono
•
Medie
6,8*
100,0
23,6*
100,0
30,5
23,4*
100,0
25,0
16,0*
100,0
32,3
29,0
classificazione COMPASS, categoria più elevata
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
I ricercatori, inoltre, affermano che: “nei tassi dei vari livelli di partecipazione
permangono le tradizionali differenze per genere, ma queste si articolano
differentemente nelle varie età. Rispetto al tasso di partecipazione regolare la distanza fra
i due generi è minore tra gli studenti delle elementari, cresce a vantaggio dei maschi nelle
scuole medie e, in modo più accentuato, nelle superiori. La pratica intensa, competitiva e
organizzata, invece, è diffusa prevalentemente tra i maschi delle secondarie, primo e secondo
livello, dove è appannaggio di circa un terzo dei ragazzi; tra le ragazze questa modalità è
molto meno diffusa, anche se tale percentuale cresce al crescere dell'età. Queste due
dinamiche contrastanti potrebbero essere spiegate col fatto che le ragazze hanno una
maggiore propensione all'abbandono, ma quelle che proseguono sono più motivate e quindi è più
ampio il loro coinvolgimento nelle attività.
Si è visto che una significativa discriminante della partecipazione sportiva è l’età di inizio
della pratica: a tale proposito sono state recuperate le informazioni dei praticanti e dei non
praticanti che già avevano praticato, rispetto a tutti gli studenti intervistati.
Dalla tabella successiva si ha una conferma che: più precoce è l’inizio, maggiore è la
pratica, in particolare quella regolare.
Si è stimato inoltre che: la percentuale di chi ha già abbandonato lo sport, anche se non si
può sapere se definitivamente, è del 10,8: se si divide la nostra popolazione rispetto all’età
di inizio dell’attività si nota come tale percentuale sia significativamente diversa nei vari
sottogruppi, passando da solo il 9,9 per coloro che hanno iniziato prima dei sei anni, all’11,8 per
coloro che lo hanno fatto a 6-7 anni, al 13,1 per 8-9 anni, fino ad arrivare al valore più elevato
(23,2) per quelli che hanno iniziato da poco tempo (10 anni, o più).
56
Tabella 7.12: Livelli di pratica sportiva per età di inizio (% di colonna)
Età di inizio
1-5
anni
6-7
anni
8-9
anni
10 e +
anni
Mancata pratica
9,9
11,8
13,1
23,2
Praticanti occasionali
19,0
21,5
19,8
24,0
Praticanti regolari,
71,1
66,7
67,1
52,8
Livelli di pratica sportiva
di cui con pratica “Intensa,
competitiva e organizzata”
Totale
17,6
19,3
100,0
17,9
100,0
14,2
100,0
100,0
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
Infine è possibile effettuare un confronto tra il profilo di partecipazione della provincia di
Prato con quello nazionale - stimato tramite l’Indagine Multiscopo del 2000 - rispetto alle
tipologie COMPASS (tabella ….).
Tabella 7.13: Classificazione COMPASS – stime su popolazioni dai 6 ai 15 anni –
confronto Prato - Italia (% di colonna)
Indagini Prato
Indagine Italia
Multiscopo
23,0
40,5
2. Occasionale
7,5
2,6
3. Irregolare
10,7
13,3
4. Regolare, ricreativa
8,6
6,9
25,2
19,4
6. Intensa
9,0
5,8
7. Intensa, competitiva, organizzata
16,0
11,5
100,0
100,0
Tipologie della partecipazione
1. Mancata
5. Regolare, competitiva e/o organizzata
Totale
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
“Si conferma la situazione privilegiata dell’area pratese anche nella fascia d’età più giovane:
la quota dei non praticanti viene spalmata su tutte le altre tipologie, a eccezione della
partecipazione irregolare, evidenziando un maggior impatto della partecipazione sia in
termini qualitativi sia in termini quantitativi”.
L’indagine evidenzia anche che: risultano praticanti
indipendentemente dalle caratteristiche della pratica.
ben
il
77,0%
degli
studenti,
57
Infatti, gli studenti che, nell’ultimo anno:
-
hanno praticato una sola attività sono: il 56,0%;
-
quelli che si sono impegnati in due:
il 15,6%;
-
hanno praticato tre sport.
il 4,5% ,
-
addirittura quattro sport:
lo 0,9%
La polisportività è maggiore tra i ragazzi più grandi: tra gli iscritti alle secondarie di 2°
grado è il 32,9% che pratica più di uno sport, per quelle di 1° grado è il 23,3%, mentre è solo il
13,7% nelle elementari.
Dalla tabella successiva si può evincere in dettaglio, le graduatorie per tutti gli sport praticati
e per quello definito dai ragazzi il preferito, perché vi hanno dedicato più tempo e più
impegno.
Tabella7.14: Sport praticati e sport preferito, confronto fra i tre campioni nelle scuole (% di
colonna)
Tutti gli sport praticati (°)
Sport
Elementari
Sec. I°
Sport preferito
Sec. II°
Elementari
Sec. I°
Sec. II°
Calcio – calcetto
28,0
34,5
36,3
24,9
31,7
27,2
Nuoto – piscina
39,3
25,0
22,2
32,4
16,6
14,7
Pallavolo
7,2
14,4
16,2
7,0
9,4
5,9
Ginnastica - palestra
9,7
11,1
30,9 *
7,0
7,0
20,3*
Danza – ballo
10,3
10,9
5,9
9,0
9,4
5,2
Pallacanestro
6,0
8,8
10,7
4,4
5,8
5,4
Tennis
4,9
7,8
7,4
4,2
5,1
4,1
Arti marziali
7,0
6,1
5,5
5,7
4,6
5,1
Atletica – podismo
1,4
3,7
4,2
1,2
1,9
0,8
Equitazione
1,6
1,9
1,6
1,1
1,7
1,2
Ciclismo byke
2,0
2,7
5,8
1,3
1,3
2,9
Altri squadra
0,8
6,3
5,0
0,4
3,4
4,2
Altri individuali
2,8
5,7
4,6
1,4
2,1
3,0
121,0
138,9
157,1
100,0
100,0
100,0
Totale
* include lo Spinning –
(°) % sugli intervistati
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
58
Le graduatorie sono significativamente diverse, a conferma della forte variabilità degli
interessi sportivi nelle varie età e della influenza della moda del momento nelle scelte dei
ragazzi.
I quattro sport di tradizionale massima partecipazione (Calcio e Pallavolo, rispettivamente gli
sport di squadra più praticati da maschi e femmine; Nuoto e Ginnastica, gli sport di
formazione), che raccoglievano il 71,3% degli sportivi tra gli studenti delle elementari,
perdono peso nelle secondarie dove la diversificazione si fa più ampia.
Si conferma così la multisportività dei ragazzi più grandi che, anche se in modo meno
regolare, sperimentano più discipline.
Il Calcio perde colpi tra medie e superiori, così come il Nuoto, la Danza, la Pallacanestro, il
Tennis; l’Atletica e il Pattinaggio scompaiono come sport principali, per la prima si segnalano
solo le attività collaterali, Footing, Jogging e così via. Se vi si aggrega anche lo Spinning il
blocco delle attività di palestra si colloca al secondo posto delle graduatorie, superando il 30%
tra gli sport praticati e il 20% tra quelli preferiti.
Concentrando l’attenzione sullo sport principale si segnala che si tratta di un’attività quasi
esclusivamente strutturata: sia perché i ragazzi svolgono la loro pratica in prevalenza come
tesserati di una società sportiva, o altra associazione, sia perché nella grande maggioranza dei
casi sono seguiti da un istruttore.
Le percentuali di tale coinvolgimento sono state proposte nei paragrafi relativi alle diverse
tipologie scolastiche e sono consultabili nella pubblicazione “Indagine sulla partecipazione
sportiva e motoria nell’area pratese”.
Nell’indagine che ha interessato i giovani (gli studenti), si è cercato di individuare gli
aspetti motivazionali della pratica, della mancata pratica e dell’abbandono, ma le domande
relative che riguardavano queste aree di interesse erano troppo complesse per essere
somministrate in toto anche ai ragazzi delle elementari. Pertanto l’analisi complessiva è stata
fatta, dai ricercatori Biagiotti e Mussino, solo su due di tali domande, quella relativa al
“perché non si fa sport” e quella sul “perché si fa sport”, anche se le informazioni relative al
sottocampione delle elementari vanno prese con una certa cautela.
Per quanto riguarda le motivazioni della mancata pratica, ai primi posti si collocano due
risposte complementari: “faccio altro” (42,5%) e “toglie troppo tempo allo studio”
(37,2%), cioè l’altro prioritario per degli studenti (tabella …). Seguono altre motivazioni più
o meno con le stesse preferenze, mentre “costa troppo” e “i migliori amici non fanno sport”
vengono collocate in fondo alle graduatorie delle tre tipologie scolastiche.
59
Tabella 7.15: Motivi della mancata pratica, confronto fra i tre campioni nelle scuole (% di
colonna sugli intervistati)
Tipologia della scuola
Motivi della mancata pratica
Elementari Sec. I° Sec. II°
Totale
Faccio altre attività nel tempo libero
34,5
47,2
46,4
42,5
Fare sport toglie troppo tempo allo studio
28,1
42,1
42,4
37,2
Gli impianti sono troppo lontani
26,4
25,7
21,9
25,0
Non mi piace gareggiare con gli altri
18,0
24,6
23,8
22,1
Fare sport è un’attività troppo faticosa
29,5
23,9
34,9
28,7
Per i genitori non è importante che io faccia
sport
41,8
16,2
14,3
24,8
Fare sport costa troppo
11,4
11,8
4,8
9,9
I miei migliori amici non fanno sport
10,3
7,5
11,3
9,5
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
Per quanto riguarda le motivazioni in positivo, ossia “perché si fa sport”: la pratica è vista
fondamentalmente come divertimento (72,8%), socializzazione (69,3%), vivere più sani
(38,1%), miglioramento o mantenimento del proprio fisico (31,5%) e, solo in secondo piano,
ricerca di misurarsi con se stessi e con gli altri, di ottenere uno status sociale e un successo
economico tramite lo sport (tabella 7.16).
Questa visione della pratica sportiva è sostanzialmente omogenea nelle tre tipologie
scolastiche (anche se i posti nelle graduatorie sono qualche volta invertiti e se alcuni item,
quello dei genitori ad esempio (nr.8), sono prioritari tra i più giovani e altri, il misurarsi con se
stessi e con gli altri (nr.6), tra i più grandi.
Al crescere dell’età cala comunque il peso del divertimento e cresce quello della
socializzazione.
Tabella 7.16 Motivi della pratica, confronto fra i tre campioni nelle scuole(% di colonna sugli
intervistati)
Tipologia della scuola
Elementari
Sec. I°
Sec. II°
Totale
1 - Per divertirsi
76,8
72,5
67,8
72,8
2 - Per stare con gli amici
66,2
70,8
71,2
69,3
3 - Per fare movimento e vivere più sani
35,4
39,8
39,1
38,1
4 - Per migliorare il fisico
32,4
28,8
34,8
31,5
5 - Per incontrare persone e situazioni nuove
21,2
28,7
30,0
26,4
6 - Per misurarsi con sé e gli altri
11,7
19,5
28,3
19,0
Perché si fa sport?
60
7 - Per diventare campioni e avere successo
18,1
17,5
13,6
16,7
8 - Per far piacere ai genitori
19,2
9,3
7,2
12,2
9 - Per diventare campioni e guadagnare
molto
13,4
7,7
5,2
9,1
10 - Per stimolo da parte dei Proff. Ed.Fisica
5,0
4,9
2,5
4,3
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
Molto interessante e complessa, per i ricercatori, è stata la ricerca di una sintesi degli
atteggiamenti degli intervistati, che è stata ottenuta mettendo a confronto tre macromotivazioni, così sintetizzate:
-
“stare insieme con gli amici”, che raccoglie il 62,7% della popolazione;
“gareggiare per arrivare primi e/o vincere”, che raccoglie il 10,3% della popolazione;
“diventare più forti, scattanti e fisicamente attraenti”, che raccoglie il 17,8%
della popolazione;
un residuo dell’9,2%, che non riesce a classificarsi correttamente in tali categorie.
Tabella 7.17: Motivazione più importante per fare sport, confronto fra i tre campioni nelle
scuole (% di colonna)
Tipologia della scuola
Qual è la cosa più importante nello sport?
Stare insieme con gli amici
Gareggiare per arrivare primi e/o vincere
Diventare più forti, scattanti e fisicamente
attraenti
Risposte non classificabili
Totale
Elementari
54,8
11,0
24,5
9,7
100,0
Sec. I° grado Sec. II° grado
73,5
62,4
8,3
12,1
9,3
8,9
100,0
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
17,1
8,4
100,0
I profili poi sono diversi a seconda dell’età :
- la socializzazione è sempre, di gran lunga, l’opzione maggioritaria, anche se meno
sentita tra i più piccoli e molto forte nelle scuole secondarie di 1° grado;
- “diventare più forti, scattanti e fisicamente attraenti”, ha esattamente un
andamento opposto (interessa molto i piccolini);
- l’aspetto competitivo, interessa solo uno zoccolo duro minoritario, con poca variabilità
nei tre gruppi;
così come coloro che, incerti o contraddittori nel rispondere, non sono stati
classificati.
L’atteggiamento è, ovviamente, diverso a seconda del livello di coinvolgimento nella pratica: se
si escludono gli indecisi, la cui caratterizzazione non è sistematicamente definibile, e si
61
considerano quattro tipologie di partecipazione, l’incrocio (vedi tabella 7.18) mostra una
sostanziale concordanza fra la percentuale di chi opta per il secondo item e il livello di
impegno nella pratica.
Tra i non praticanti il profilo è, inaspettatamente, penalizzante per gli aspetti socializzanti e
abbastanza simile a quello medio: forse gli intervistati hanno proiettato su queste risposte il
loro concetto di sport, che è quello per cui attualmente non partecipano.
I livelli percentuali e la dimensione del campione utilizzato per stimare i valori in queste celle
consentono, su questi dati complessivi, di inferire modelli di relazione, che potranno essere
utilizzati dagli operatori sportivi con riflessioni utili per interventi più motivanti verso i non
praticanti.
Tabella 7.18: Motivazione più importante per fare sport per tipologia di pratica (% di colonna)
Tipologia della pratica
di cui: Pratica
“Intensa,
comp. e
organizz.”
Stare con amici
64,9
70,3
70,3
73,0
Gareggiare per vincere
12,0
9,2
11,8
16,7
Diventare più forti
23,1
20,5
17,9
10,3
Totale
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: Indagine sulla partecipazione sportiva e motoria nell’area pratese
Cosa è più importante ?
Non
pratica
Pratica
occasionale
Pratica
regolare
Totale
69,1
11,3
19,6
100,0
E’ opportuno che coloro che avranno modo di leggere il PPS, sappiano che l’indagine
complessiva sulla partecipazione sportiva degli studenti e sulle loro motivazioni, e la parziale
comparazione con quella svolta nel 1994, ha consentito di comporre un archivio:
“estremamente complesso e ricco di dati utili per l’analisi della domanda nell’ambito del
sistema sportivo della Provincia di Prato”.
Inoltre che, “non tutti i dati sono stati utilizzati per questo volume, ma l’archivio è a
disposizione per l’Osservatorio sportivo provinciale, auspicando che questo prenda l’avvio al più
presto, prima che i dati stessi possano essere valutati come obsoleti. Sono anche a
disposizione degli operatori del settore che vogliano valutare l’utilità di interventi di politica
sportiva. Sono, infine, disponibili per ulteriori elaborazioni che, magari utilizzando
metodologie statistiche avanzate, permettano di approfondire la conoscenza e l’analisi del
fenomeno della partecipazione sportiva e delle sue discriminanti sociali, economiche, culturali
e territoriali”.
7.5
Le attività del fitness, del wellness e la pratica femminile
Nella provincia pratese, il settore del fitness ha registrato una più intensa evoluzione soltanto
negli ultimi dieci anni, anche se già verso la fine degli anni ’80 nascevano e si affermavano
alcune piccole palestre, a seguito del movimento creatosi in Italia verso la fine degli anni ’70 e
per tutti gli anni ’80. Periodo nel quale ex atleti, sportivi in genere e piccoli imprenditori del
62
fitness hanno beneficiato del trend esponenziale della domanda. Secondo un’indagine condotta
da Scamper s.r.l., società pratese, leader in Italia nel settore della consulenza alle imprese
operanti nel settore wellness, solo verso gli anni ’90, si è assistito ad un vero e proprio boom
della domanda coerentemente con i nuovi valori che si stavano affermando nella società: il
culto dell’immagine, dell’edonismo e dell’individualismo. Ma negli anni 2000, la cultura del
fitness, anche sotto la spinta mediatica di grandi aziende leader del settore, cambia ancora e
viene vissuta: “non più come semplice attività di immagine o sportiva ma come fondamentale
fattore per il raggiungimento del benessere psicofisico: non più tendenza quindi ma esigenza”!
Da una analisi di mercato nazionale condotta da Scamper s.r.l, è emerso che i bisogni
fondamentali dei clienti del settore fitness sono riconducibili ad alcune macro motivazioni.
I cittadini scelgono di praticare attività di fitness (variegate attività a corpo libero, con
piccoli attrezzi, con l’ausilio di basi musicali o senza, con l’uso di macchine, ecc.):
-
il 62, 5%
il 12,8%
il 6,25%
il 5,65%
il 3,6%
il 3,3%
il 3,0%
lo 0,6%
il 2,4%
per essere in forma;
per dimagrire;
per stare in compagnia;
per essere più attraente;
per preparazione agonistica;
per recuperare traumi/infortuni;
per fare nuove amicizie;
per combattere lo stress;
altro
Fonte: Scamper srl, Prato, indagine del 2000, su un campione di 8.000 soggetti
A parere degli esperti dunque: “l’esigenza di sentirsi in forma, e quindi il well-beeing,
spicca al primo posto con oltre il 62% dei consensi.
Però già allora l’azienda pratese, nelle sue analisi affermava che seppur relegata agli ultimi
posti delle motivazioni, la necessità di “ combattere lo stress”, sarebbe stata in rapida
crescita in tempi brevi. Oggi, tale affermazione, trova conferma nei dati di ricerca sulla
popolazione adulta (precedentemente citati): in pochi anni infatti, indagando più a fondo, si
rileva come una primaria necessità di pratica, anche per il popolo pratese del fitness, sia
proprio quella di “ridurre lo stress”. E’ provato infatti, che la pratica regolare di una attività
fisica consente di scaricare la tensione accumulata, e produce effetti benefici di lunga
durata: meglio quindi del classico rimedio del “prendersi una vacanza”.
La vecchia attività del fitness negli ultimi anni, si è quasi totalmente evoluta verso forme di
wellness (benessere) a tal punto che secondo il dossier del Sole 24 Ore sport (giugno 2002) :
“il mercato del benessere in Italia vale ormai più di 16 miliardi di Euro, che salgono a 20
tenendo conto anche dell’indotto. Una cifra davvero considerevole che comprende un settore
economico molto ampio (che occupa 175 addetti) che va dalle terme alle beauty farm, dalla
cosmesi all’alimentazione biologica. In totale il Sole 24 Ore sport, indica come 1 su 2 gli
italiani che investono nel benessere, che vengono altresì confermati dagli investimenti
economici di alcuni industriali pratesi nel settore delle terme e del benessere.
63
Nonostante la crisi economica degli ultimi anni abbia inciso fortemente, con un calo stimato
intorno al 15%, secondo gli operatori del settore si può ancora pensare che “il mercato del
wellness rappresenta ancora uno dei mercati con maggiori prospettive di crescita e che
l’attenzione sociale-ludica alla cura del corpo è divenuta ormai un valore sempre più
riconosciuto e crescente, con rilevanti investimenti individuali (in denaro e tempo)”.
Secondo una indagine svolta nel 2002 da A.C. Nielsen CRA l'11% della popolazione italiana con
un età superiore ai 14 anni, dichiara di essere iscritta ad una struttura per la pratica del
fitness (il dato appare similare o appena inferiore a quello stimato a Prato):
- di questi il 3% frequenta una struttura pubblica (centro comunale, palestra scolastica);
- mentre l'8% frequenta una struttura gestita da privati (centro fitness, club).
- La frequenza delle donne è stimata per un valore di circa il 13%:
- Quella degli uomini è stimata intorno al 9%.
- Gli iscritti ad attività di fitness, di età tra i 14 e i 24 anni, sono circa il 21%;
- Decresce tale scelta con l’età, attestandosi al 6% nelle età superiori ai 45 anni
Tuttavia l'incidenza in generale a livello nazionale della penetrazione degli over 45 anni sulla
popolazione degli iscritti rappresenta già oggi il 25% (di cui un 9% al di sopra dei 65 anni).
Sussistono sin da ora quindi, potenziali motivazioni ad un'adeguata predisposizione
dell'offerta, rafforzate anche in considerazione della prevista onda generazionale nel
prossimo futuro. (Scamper, srl Prato).
Relativamente alla distribuzione territoriale il fenomeno risulta equamente distribuito in
tutte le aree. Si osserva una maggiore penetrazione degli iscritti nei centri di grandi
dimensioni: è possibile asserire che la pratica del fitness sia più diffusa dove l'offerta è più
ampia e diversificata. D'altra parte l'ampiezza dell'offerta può essere legata alla qualità della
vita, variabile inversamente proporzionale all'ampiezza dei centri abitativi.
Nella nostra provincia, si assiste negli ultimi anni ad una ricomposizione delle “prime e più
vecchie palestre di fitness”, quelle che disponevano di spazi varianti dai 300 ai 700 mq. Alcune
storiche, ubicate nel comune capoluogo, hanno chiuso i battenti per operare altrove; altre
hanno preferito aggregarsi qualificando la propria attività e scegliendo nuovi spazi più ampi
(dai 700 a 1000 mq.); infine alcuni operatori hanno preferito avviare vere e proprie attività
imprenditoriali, con cospicui investimenti che hanno permesso di aprire veri centri di wellness.
Il mercato pratese si attesta sulle medie nazionali, ma non appare ancora interessante per
investimenti imprenditoriali di alto livello, anche se si registra attenzione anche di qualche
catena straniera. Ciò deve indurre i diversi operatori locali a compiere da subito un ulteriore
“salto di qualità”, trasformando la propria attività da piccola e a carattere associativo, ad
attività imprenditoriale almeno di medio livello, assistita in questo dalle organizzazioni del
settore che dovrebbero accompagnare la trasformazione per qualificare i servizi ai cittadini e
realizzare un nuovo e più qualificato settore produttivo, in considerazione della crisi del
settore tessile e della trasformazione più generale che sta subendo la nostra città e l’intera
provincia.
Anche nei comuni periferici, negli ultimi anni, sono cresciute le palestre private di fitness.
Molte di queste costituiscono veri e propri “centri di aggregazione sociale” specie per gli
adulti; occasioni di incontro e di socializzazione e spazi ove poter svolgere anche degli sport
non tradizionali. Infatti, tali impianti sportivi “non pubblici”, costituiscono in buona parte delle
64
“realtà associative”, che accanto al fitness, sviluppano molteplici attività sportive tradizionali
e nuove. Non più e non solo dunque, sedi sociali di associazioni sportive esterne, ma promotori
in proprio di interventi e azioni nel campo dello sport, con dirette affiliazioni ad enti e
federazioni sportive. Specie in quelle discipline, come le arti marziali, che non trovano facile
collocazione nelle palestre pubbliche (polivalenti e ad uso scolastico) e che dunque cercano una
sede permanente e uno spazio ben attrezzato ove sistemare permanentemente l’attrezzatura
e sviluppare con continuità la propria disciplina. Se confrontiamo gli elenchi provinciali dei
cosiddetti impianti “privati” (non sempre e non tutti censibili, perché non conosciuti) e delle
associazioni , troviamo buona coerenza con tali analisi.
Essendo cresciuta la loro importanza, costituendo punti di positiva aggregazione sociale e
luoghi di movimento per attività salutari e di pratica sportiva, sarebbe giusto avviare anche
alcune necessarie riflessioni sulla qualità dei servizi tecnici offerti.
Purtroppo, a nostro parere, l’assistenza tecnica per i servizi offerti, seppur migliorati negli
ultimi anni, non sempre costituiscono “garanzia di qualità”. Se per gli interventi più
specialistici ci si affida a medici sportivi, dietologi e ad operatori specializzati del settore,
non avviene lo stesso per quanto concerne l’insegnamento tecnico e disciplinare, in quanto gli
operatori tecnici non rispondono sempre a particolari tipologie di professionisti provenienti da
specifici corsi di studio e di specializzazione. In tale segmento non sono più sufficienti le
disposizioni regionali in materia (che prevedevano l’impiego di un responsabile d’impianto
diplomato all’Isef), ma è auspicabile avviare una riorganizzazione tecnica del settore
attraverso “controlli mirati“ tesi a responsabilizzare i gestori/proprietari per innalzare la
qualità della formazione e della selezione degli operatori tecnici. E’ anche vero che l’attuale
formazione condotta dalle facoltà di scienze motorie (e prima dall’ex Isef) non permette di
formare un numero sufficiente di personale tecnico, dotato non soltanto di competenze psicopedagogiche e metodologiche, ma capace anche di insegnare le moderne attività specialistiche
afferenti all’area del fitness. Ciò ha permesso a molte agenzie private di formazione di
avviare corsi specialistici, con costi elevati di frequenza e spesso proibitivi per la maggioranza
dei giovani operatori, costituendo un vero e proprio business nel campo della formazione.
Sarebbe auspicabile una più ampia riflessione e analisi delle istituzioni e delle organizzazioni
sportive, in merito a quanto si sviluppa in tale settore, per ricomporre un quadro di
interventi tesi a sostenere un’azione comune con il “segmento dello sport” e avviare una
qualificata azione di “formazione per tutti” , proprio nella logica di uno sviluppo dello sport
per tutti.
7.6
Sport come inclusione sociale e “salute mentale”
La legge regionale 72/2000, rafforza quanto già espresso nella L.R. 49/92 che già conteneva
concetti volti a realizzare una serie di interventi mirati alla promozione delle attività motorie
a tutti i livelli, individuando lo sport quale fattore della politica di integrazione sociale.
Anche il Piano Regionale per lo Sport della Regione Toscana (PRS), si preoccupa di riformulare
e integrare una dicitura primaria sicuramente riduttiva (cfr.: piano dell’impiantistica sportiva art. 3 comma 2), con un taglio spiccatamente sociale., Negli indirizzi regionali, come si evince
65
del resto dall’art. 6 dello stesso piano, si qualifica quindi come prioritaria : “accessibilità a
tutti i cittadini, promozione forme di associazionismo e scuola, diffusione attività motorie per
l’anziano, attenzione alle categorie svantaggiate: disabili, carcerati …” .
Tutto ciò per affermare come con tale importante precisazione, la legge sposta l’asse degli
obiettivi fondamentali delle istituzioni verso l’azione inclusiva che lo sport può svolgere nei
confronti dei cittadini, specie quelli più svantaggiati.
Da dove nasce la forte domanda di sport inclusivo e qual è oggi la situazione concreta, è
attualmente oggetto di una specifica indagine che si sta sviluppando nella nostra regione (a
cura di CIRS& e UISP, commissionata dal CESVOT) e le cui risultanze potremo conoscerle
meglio nell’autunno 2005. Tuttavia, alcune riflessioni di operatori del settore ci permettono di
sapere che:
- E’ crescente (secondo il pensiero di vari operatori della scuola, della sanità, del sociale,
dello sport per tutti, ecc..) la domanda sociale di “inserimento sociale” di soggetti
deboli attraverso attività motorie giocose e di sport adattato;
- E’ crescente il pensiero fra i cittadini, che le attività motorie e sportive fanno bene
alla salute e allungano la vita;
- E’ crescente la domanda di fitness di giovani, donne, adulti, che desiderano stare bene
all’insegna del movimento, senza l’ansia legata alla prestazione a tutti i costi;
- E’ crescente il numero di anziani che desiderano riappropriarsi di spazi all’aperto e di
spazi sportivi ove socializzare attraverso la pratica di attività motorie e sportive, ivi
compresa la pratica di attività del fitness;
- E’ crescente la convinzione di medici e specialisti che le attività motorie e sportive
costituiscono una risposta importante per la salute dei bambini e per la lotta
all’obesità;
- E’ crescente la convinzione della “scuola” che bisogna dare più spazio alle attività
motorie e allo sport per gli studenti;
- E’ crescente il numero di servizi che offrono gli Enti (corsi di tutti i tipi) vista la forte
domanda dei nuovi sportivi (un proliferare di corsi di nuoto e attività motoriosportive);
- E’ crescente la realizzazione di “centri fitness e ricreazione” (impianti di
wellness/fitness, sport & divertimento, con annessi servizi accessori e di ristorazione)
Potremmo anche affermare che:
- la domanda di “salute mentale” (come concetto generale) nei territori, è sicuramente
oggi più alta di ieri per il quadro generale di “incertezza nel futuro” che preoccupano i
cittadini (guerre, terrorismo, sicurezza, immigrazione, globalizzazione, lavoro, orari,
famiglia, reddito, malattie: tutto oggi viene percepito solo o soprattutto come “un
problema stressante”).
- La domanda di “sport inclusivo” è già dentro oggi la stessa pratica motoria e sportiva.
E’ dentro soprattutto alla nuova cultura di pratica sportiva che avanza nei cittadini:
migliaia sono coloro che tutti i giorni praticano sport e che sono convinti di svolgere
appieno un’azione di prevenzione dai possibili danni derivanti da stati di malattia e da
situazione stressanti.
66
-
-
Sempre di più sono coloro che sono convinti della bontà di un “programma di movimento
e di sport a misura d’uomo” (dallo specialista, al medico generico, al tecnico, sino al
semplice cittadino), eppure poche le azioni programmate unitariamente, ma soprattutto
nessun controllo sulla qualità della pratica viene svolto da organismi pubblici o privati
(come se non ci fossero “ricadute sociali” da verificare e misurare).
Molte sono le informazioni (purtroppo sempre parziali) che si divulgano circa un
notevole risparmio a carico della sanità pubblica, se solo si incentivassero forme
corrette di pratica motoria e sportiva accompagnate da buone abitudini alimentari. Agli
studi e alle affermazioni (spesso autorevoli e sui principali mass media) non seguono
mai però indicazioni concrete per “azioni di progettazione concertata” tese a
convergere sul macro obiettivo indicato. Ogni struttura (sanitaria, sociale, sportiva)
risponde solo autonomamente e spesso in sovrapposizione di ruoli e competenze.
Lo sport (nelle sue diverse accezioni) non sembra essere considerato dalle “istituzioni”
(politici, amministratori, dirigenti, ecc.) concreto elemento dello “stato sociale”
nonostante sia già oggi percepito dai più (i cittadini) diversamente da come lo si propone
e lo si descrive.
Ma lo stesso “mondo dello sport” ha fatto poco o nulla per seguire la rapida evoluzione della
società e le profonde trasformazioni culturali e sociali sopravvenute. In certi casi, si può
anche probabilmente affermare che: ha persino “fatto muro”. Si è cioè “autodifeso e
arroccato” per difendere piccoli ambiti di privilegio e nicchie operative. Così come è oggi
organizzato in Italia (nella sua frammentarietà e scarsa comunicabilità interna) è destinato a
fallire o a rispondere in maniera scadente alla domanda concreta di “sport sociale e inclusivo”
e dunque di benessere sociale e individuale (S. Conte, 2004).
Al contrario, i passi più rapidi – seppur ancora con molte zone d’ombra – sembra averlo
fatto invece il settore privato dello “sport”. Ci riferiamo all’area del Wellness, con
l’evoluzione delle vecchie palestre di fitness in centri benessere. Le esigenze economiche
sembrano aver spinto e dunque “raccordato meglio” l’area del movimento (attività motorie) e
dello sport (discipline sportive tradizionali e modificate) con quello medico/sanitario e sociale.
In molti centri wellness operano più specialisti qualificati (medici sportivi, specialisti
dell’alimentazione, spec. della riabilitazione, spec. dell’estetica, ecc.) che presumibilmente in
tutta
l’offerta
sportiva
pubblica
nazionale.
Le
risposte
intrecciate
tra
sport/benessere/salute sono in molti casi più qualificate ed esaustive (certo lo scopo è far
pagare di più il servizio, ma … l’obiettivo è comunque perseguito meglio).
Cresce anche l’area del “fitness solidale”, ovvero di quelle iniziative o attività permanenti
promosse da centri privati di fitness/wellness che permettono di svolgere in modo più ampio e
qualificato (rispetto al passato) azioni di inclusione verso soggetti disabili o azioni di
solidarietà di sostegno a progetti di enti e organismi che operano nell’area dello svantaggio e
del sociale (Professione fitness n. 4 Agosto ’04).
Soltanto “autopromozione”, marketing? Può darsi! Ma pensiamo, seppur ancora in presenza di
modi diversi di agire e operare, si possa anche ipotizzare la nascita di una nuova cultura che
utilizzi il “mezzo sportivo” come promozione del benessere sociale. Dal fitness esclusivo al
67
fitness solidale, è senz’altro un passo avanti per accrescere le opportunità all’intera comunità
(S. Conte, 2004).
Lo sport - in tutte le sue accezioni – può essere dunque un grande e potente mezzo per
ri-mettere “in gioco” risorse umane, per “validare” le persone, per farle esprimere secondo
motivazioni, per conseguire tutto ciò che ognuno desidera e a qualsiasi livello intenda
conseguirlo, con le sue forze, le sue debolezze e le sue volontà personali, decidendo persino se
accettare o meno l’aiuto di altri o rifiutando il facile e sempre pronto “pietismo”.
E quali i soggetti capaci di “dar vita” ad un concreto programma di sport inclusivo?
Presumibilmente una “Associazione” intesa in forma nuova e non solo come “unione di persone”
che si assegnano una funzione, o forse solo un ruolo, o soltanto una qualifica da presentare nei
momenti opportuni: una “associazione”…di idee, di modi di pensare, di strategie... capace
soprattutto di ascoltare il territorio, di coinvolgere con pari dignità anche soggetti
invalidati, svantaggiati, divergenti, insieme a coloro … generalmente “scelti” per decidere
(eletti, nominati, indicati o leader naturali che siano). Un’associazione capace di costruire
“azioni in rete” e di incidere tutti i giorni nel processo politico-amministrativo, capace di
“supportare” una nuova classe politica più aperta alla riflessione ed al confronto e in grado di
affrontare la complessità del cambiamento, il conflitto territoriale e sociale, con risposte
adeguate e partecipate, volte a restituire quella indispensabile “salute mentale”, non solo a
coloro che la vedono compromessa, ma verso tutti i cittadini, come azione preventiva per un
diffuso e migliore vivere sociale, attraverso lo sviluppo di una nuova generazione di interventi
che considerino gli investimenti pubblici verso “l’area dello sport” come veri investimenti
sociali.
7.7
Devianze nella pratica sportiva: il fenomeno del doping
La trasformazione dello sport moderno e la storia sportiva di questi ultimi anni delinea
continuamente nuove e perverse frontiere del doping: nuovi scandali che emergono e che
interesano sempre più soggetti, scandali che vengono denunciati e portati alla conoscenza
dell’opinione pubblica soltanto grazie all’impegno della giustizia ordinaria e delle forze
dell’ordine che “fanno emergere sempre di più come si sia formato un robusto giro di interessi
ed un numero vasto di spacciatori di doping, in un vorticoso giro di affari a livello mondiale”.
Riportiamo un significativo e importante e vecchio articolo di E. Capodacqua, da La Repubblica
del Giugno 2003, dove si affermava che “ i pericoli per la salute sono tenuti in nessuna
considerazione; i disvalori emergenti sono giustificati con una cultura del successo ad ogni
costo che bandisce ogni considerazione etica: “Troppo importante per gli atleti di vertice la
prestazione per non tentare scorciatoie. Troppo importante per le strutture sportive ormai
governate dalle regole del business, il risultato agonistico. Così, chi può bara. E siccome
barare è facile, il doping dilaga!”
Dalle prime denunce risalenti agli anni ’70 e ’80 di A. Donati (allenatore della FIDAL – atletica
leggera), a quelle di Mr. Zeman (allenatore FIGC - calcio), alle dichiarazioni pubbliche ai
giornali del titolare della commissione antidoping della FCI/Federciclismo (prof. Salizzoni)
68
:“Mezzo ciclismo dilettantistico è sicuramente dopato” , sino alle recentissime sentenze
relative al calco professionistico (caso Juventus).
A molti esperti del settore sembra ormai “troppo lunga la lista delle sostanze da ricercare e,
per molte, non esistono ancora metodi riconosciuti”, seppur ammettendo che molti soggetti e
federazioni sportive si sono mosse per arginare il fenomeno. Ma cosa avviene in altri campi, ad
esempio in quel mondo del Culturismo e del Body Building, scosso anche in questi ultimi giorni
da morti improvvise e dalla scoperta di un largo giro di sostanze dopanti per l’accrescimento
della muscolatura.
Ciò che preoccupava alcuni anni fa, era il possibile sviluppo di un doping genetico: “cellule
riparatrici coltivate e modificate in modo che stimolino la produzione esagerata di
determinati ormoni umani, capaci magari di accrescere in modo smisurato a forza o la
resistenza. Un futuro da uomini bionici, da sportivi clonati ? Qualcuno affermava che “per
fortuna ci vorrà ancora tempo e forse saremo in grado di controllare e correggere il
fenomeno con l’affermarsi di una più forte cultura sportiva, eticamente corretta.
Ma le rivelazioni di un quotidiano USA, il San José Mercuri Sun (riportate su La Repubblica
nel Novembre 2004) relativamente al caso “Kenteris e l’internazionale del doping” segnalano
che ormai si è passati ad un livello forse impensabile, che ha permesso attraverso il
laboratorio della Balco di rifornire di TGH, ormone sintetico prodotto in laboratorio, i migliori
sprinter del mondo. Molti gli spinters di livello mondiali che sembra abbiano usato il nuovo
prodotto sintetico!
E la voglia di successo. La notorietà di tali personaggi osannati dai mass media in
competizioni internazionali, rincorsi, dalle più grandi aziende leader mondiali di molteplici
prodotti, per firmare lucrosi contratti economici. Come tutto ciò non può influenzare i
nostri giovani sportivi ?
“L’educazione alla legalità, alla sportività e alla lealtà, al recupero di una serie valori che
salvaguardino in primis la salute dell’uomo, dovrà interessare non solo i quadri dirigenti dello
sport nazionale e locale, gli amministratori e i rappresentanti politici, ma soprattutto le
famiglie, i genitori dei giovani sportivi, poco attenti a seguire l’evoluzione del grave fenomeno.
Anzi, spesso a conoscenza di situazioni illegali che coinvolgono i loro figli, ma purtroppo poco
preoccupati a denunciare il fenomeno forse perché abbagliati dal facile successo e da futuri
facili guadagni economici”.
La disciplina in materia di doping è normata dalla recente Legge nr. 376 del 14.12.2000, ove
oltre alla definizione di ciò che costituisce il reato di doping, vengono stabilite le classi di
sostanze e pratiche dopanti. Tali classi vengono periodicamente sottoposte a revisione ed
aggiornate.
La Provincia di Prato, attraverso un convenzione stipulata nell’anno 2002,- con la presidenza
nazionale della FCI attraverso il Comitato provinciale di Prato - ha inteso svolgere un ruolo di
attenzione e di “controllo” verso tale problematica che in taluni episodi locali aveva
interessato anche atleti in età giovanile.
Con la convenzione del 21 febbraio si affermava che:
69
- lo sport è inteso come strumento sociale, educativo e culturale, di formazione dei giovani,
verso i quali dovrebbe contribuire ad infondere valori quali la solidarietà, la lealtà,
l’imparzialità e lo spirito agonistico.
- Il doping rappresenta una forma di distorsione nel modo di concepire e di vivere lo sport. ,
che altera la correttezza delle gare e nuoce alla salute.
Dopo la stipula della convenzione divisa in 7 articoli, la provincia ha provveduto a destinare le
risorse necessarie ai controlli per fare in modo che le dichiarazioni di intenti divenissero fatti
concreti.
70
8.0
IL SISTEMA SPORTIVO : Gli Attori di Promozione della Cultura Sportiva
Il primo PPS di Prato riportava già che : “I dati dello sviluppo associazionistico e delle
discipline attive sul territorio, sia a livello agonistico, che amatoriale, confermano la positiva
politica di sviluppo adottate negli anni precedenti. Ma come tutte le cose che crescono, anche
tale impetuosa crescita ha fatto emergere nuovi interessi, nuovi livelli di pratica e nuove
ambizioni. Infatti, proprio in virtù dell’enorme massa di praticanti, amatoriali, agonisti e
occasionali, “l’offerta” provinciale non riesce più a soddisfare pienamente tutte le esigenze, in
particolare quelle provenienti dalle attività di prestazione e di spettacolo sportivo a cui forse
si dovrà prestare più attenzione.
E aggiungeva: “Come spesso accade in altri settori della vita sociale, alla crescita per quantità
occorre far seguire un più alto livello di offerta, stimolando processi che elevano la qualità del
sistema in tutti i suoi microsegmenti. Una sorta di processo di “re-ingegnerizzazione” sul piano
organizzativo, istituzionale, su quello delle azioni concrete da progettare e realizzare, che
ponga come paradigma la ricerca di equilibrio tra quantità e qualità, tra pratica amatoriale e
professionismo esasperato, tra volontariato ed economicismo” (tratto da, Lo Sport Italiano
’98).
Oggi, a distanza di due anni, indagando ancora sugli “attori” che influiscono sul processo del
sistema sportivo, possiamo aggiungere alcune considerazioni generali e domande. I programmi
e le azioni di dettaglio, potranno invece essere rilevate dai paragrafi di riferimento di ciascun
soggetto e nei quali forse potremmo trovare le risposte anche alle considerazioni e alle
domande (e ai dubbi) di seguito esposti:
- E’ indubbio che negli ultimi anni, così come emerge dalle recenti indagini già citate, che
la promozione sportiva dei giovani allo sport, si sia qualificata nella quantità e nella
qualità;
- E’ altrettanto indiscutibile che tale qualificazione sia soprattutto opera
dell’investimento delle istituzioni pubbliche (Provincia, Comune di Prato e in misura
minore gli altri Comuni), che hanno sostenuto azioni condivise e convergenti di
programmazione territoriale, ricavate da precise analisi e studi, e impegnato ingenti
risorse economiche a sostegno della promozione nelle scuole;
- Così come appare certo, che tali azioni di qualificata programmazione si siano
sviluppate soprattutto attraverso gli organismi del “CGFS” e del “TCP”, che risultano
partecipate anche da altri organismi sportivi, ma che godono di una propria struttura
tecnica (autonomamente pensante e operante);
- Che si è contestualmente sviluppata una programmazione di recupero, messa a norma,
sviluppo e rinnovata gestione (concessione all’esterno della gestione di campi, palestre
e piscine) della maggior parte dell’impiantistica sportiva provinciale e comunale;
ma se l’intero sistema sportivo si è evoluto e si è qualificato nel suo complesso,
adeguandosi alla crescita della pratica sportiva, sia giovanile che della popolazione adulta
è opportuno avanzare anche alcune domande (e dubbi), per far sì che il Piano assuma davvero
un carattere di stimolo, proposta, suggerimento, analisi, e metta in atto azioni più forti di
risposta alle eventuali deficienze che si riscontrano:
71
-
-
-
-
-
-
-
La Provincia ed i Comuni ( e la Az. USL di Prato), hanno rafforzato e ottimizzato le
risorse impiantistiche, umane, economiche, ecc., di fronte alla crescita della domanda
organizzata e individuale di sport, specie se si considera la sua crescente “azione
sociale” ?
All’accresciuta pratica sportiva giovanile, sia agonistica che ricreativa, è seguito un
rafforzamento culturale e organizzativo degli organismi deputati ad associare e
organizzare tale domanda : dal TCP, al CGFS, alle Società, agli Enti, alle Federazioni
Sportive, al Coni ?
Alla crescita della domanda individuale di “pratica salutare e ricreativa” della
popolazione adulta, è seguita una risposta tecnica, organizzativa e sociale, più
qualificata da parte delle strutture pubbliche e private organizzate sul territorio?
La nascita e poi il consolidamento della provincia di Prato, per quanto concerne il
radicamento e l’organizzazione delle strutture sportive (soprattutto Coni e Fsn), ha
realizzato un cambiamento significativo in grado di “guidare e sviluppare” il positivo
processo in atto, rafforzando tutte le strutture sul territorio, rendendole autonome e
davvero operanti ?
Alla volontà di intensificare le azioni di sostegno per lo sviluppo delle attività motorie e
sportive (specie nella scuola primaria), sono seguite azioni analoghe delle strutture
periferiche scolastiche (CSA, scuole) ?
L’affidamento ad enti, associazioni e società di scopo, della gestione impiantistica, ha
prodotto una significativa qualificazione nell’uso degli impianti e un servizio migliore ai
cittadini, rafforzando gli attori dello sport, oppure ha solo consentito risparmi alle
amministrazioni.
Dopo aver perseguito con intensità la primaria via della promozione sportiva giovanile, è
forse arrivato anche il momento di occuparsi (di più) dello sport di alta prestazione, di
quello dello spettacolo, oppure al contrario investire molto o soltanto sullo sport
sociale?
La lettura e l’analisi dei successivi capitoli, ci darà indubbiamente delle risposte. Tuttavia
crediamo vi sia bisogno di mantenere alto il livello del confronto e del dibattito fra tutti
coloro che operano nel sistema sportivo pratese, al fine di anticipare il rapido mutare della
società e per innovare continuamente il settore, senza rischiare di rincorrerlo.
8.1
Gli interventi della Provincia e dei Comuni per lo sviluppo delle attività motorie
sportive e ricreative
Già nel primo PPS, si affermava che: “L’atipicità del “modello pratese” per la pratica
sportiva, è stato confermato in vari convegni di studio, alcuni di carattere europeo (rif.:
Convegno Europeo a Prato nel ’99 , “Modelli sportivi a confronto” ), tenuto conto che sino ad
oggi ha poggiato il suo sviluppo non solo sul tradizionale associazionismo sportivo, così come
accade in altri territori, ma sin dagli anni ‘60 e ’70 anche su strumenti “cuciti” addosso alla
realtà locale, partecipati dalle amministrazioni comunali, quali il “Centro Giovanile di
Formazione Sportiva” (CGFS) e il “Trofeo Città di Prato” (TCP), che hanno generato nel tempo
molti effetti positivi proprio perché pensati e realizzati sulle esigenze territoriali specifiche.
72
Il Comune di Prato in particolare, unitamente agli altri Comuni della provincia, già dagli
anni ’70 impiegarono infatti risorse consistenti, sia economiche che umane e strutturali, per lo
sviluppo dell’attività motoria e sportiva giovanile, sia a livello scolastico che extrascolastico.
Per la legge regionale nr. 33 art. 60 del 24.4.75 ed il DPR 616 del 24.7.77 che attribuiva ai
Comuni le funzioni di promozione delle attività in materia sportiva, è stato possibile ormai da
circa 42 anni, attraverso il “Centro Giovanile di Formazione Sportiva” (CGFS) creato nel 1962
come strumento delle Amministrazioni Comunali in collaborazione con i primi enti fondati sul
territorio AICS,CSI,UISP - diffondere la pratica motoria fisica e sportiva in modo coerente
con l’educazione e la formazione dei giovani. Il più delle volte anche in coerenza con gli
obiettivi agonistici delle società sportive (e a volte in conflitto), certamente in coerenza con i
più qualificati dettati didattici e metodologici e data la qualificata presenza e il continuo
aggiornamento cui sono sottoposti i dipendenti e i tecnici che vi operano.
Attualmente, l’azione di promozione delle attività motorie e sportive nell’area pratese, delle
amministrazioni locali, tende generalmente a svilupparsi su tre grandi direttrici:
- la prima: diretta a sostenere l’azione dell’associazionismo sportivo locale - le
società sportive, gli enti di promozione, le federazioni sportive - attraverso l’offerta
di beni e di servizi e un qualificato sostegno economico a progetti, iniziative e attività
(di vario livello), che molte di esse attivano direttamente sul territorio.
- la seconda: si sviluppa attraverso la concessione degli impianti comunali in diretta
gestione a molte associazioni, enti di promozione, o “società di scopo” (partecipate
peraltro anche da parte di organizzazioni sportive e società locali. Dall’uso pressoché
“privatistico” (o forse meglio dire “più autonomo” in termini di gestione) di tali impianti
(tutti i campi di calcio, le piscine e molte palestre di base), le società sportive possono
programmare meglio l’offerta rivolta ai propri soci (squadre, atleti) e concedere ove
possibile altri eventuali spazi d’uso, alla domanda esterna pubblica a pagamento. E se è
vero che molti impianti sono soggetti a “vincoli” (imposti dalle convenzioni per un uso
pubblico che permetta a tutte le società l’accesso, e a prezzi controllati per i
cittadini), è anche vero che tale modalità di gestione permette già una più autonoma
organizzazione societaria per una migliore gestione delle risorse.
- La terza: unica, crediamo ancora in Italia - si sviluppa attraverso due “strutture
partecipate” condotte in collaborazione con le organizzazioni sportive territoriali
(trasformate in Associazioni). Si tratta di un intenso volume di interventi promozionali
attivati attraverso l’associazione “Trofeo Città di Prato” (con azioni soprattutto di
educazione motoria e sportiva svolta nelle scuole) e attraverso l’associazione “Centro
Giovanile di Formazione Sportiva” (soprattutto con interventi di formazione sportiva
in orario extrascolastico). Tali organismi registrano la volontaria presenza dell’ente
pubblico che ne guida gli indirizzi e ne sostiene lo sviluppo, in favore di una educazione
e promozione generalizzata per i giovani in particolare, ma includendo molti interventi
anche verso l’area del disagio, dello svantaggio e dell’handicap. Una “strada maestra”
per permettere a bambini, ragazzi e giovani, di educarsi attraverso la pratica motoria e
avviarsi allo “sport per tutti”, secondo modalità corrette e sotto la guida di esperti
professionisti.
73
8.2
Gli interventi del Centro Giovanile di Formazione Sportiva (C.G.F.S.) (a cura di
Beatrice Becheri Responsabile della Divisione Educazione Motoria e Formazione Sportiva CGFS)
Il CGFS prima (anni ’60) ed il TCP dopo (metà degli anni ’70), sono nati con l’intento di
percorrere una strada diversa dai modelli culturali dominanti, di fatto anticipando di decenni
la trasformazione del “moderno” modello piramidale, pratica prettamente tecnico-competitive,
con avviamento precoce monosportivo in funzione di risultati, in modello “postmoderno”
(Mussino, 2001), nel quale il movimento e lo sport rappresentano principalmente un importante
strumento sociale, un’occasione di benessere psicofisico e di rapporto con gli altri.
Il percorso effettuato insieme agli Enti locali e all’Associazionismo sportivo, non è
stato semplice e, tuttora, richiede una continua opera di condivisione e mediazione su temi
organizzativi, gestionali, economici, relazionali, legati alla necessità di far coincidere i bisogni
reali dei bambini e degli adolescenti, con i bisogni di interlocutori e partners diversi,
mantenendo a ciascuno appropriati ruoli e funzioni, per il duplice impegno di riuscire ad
offrire risposte adeguate alla domanda di Movimento e Sport per Tutti, ed a quella di Sport
Agonistico, finalizzato alla ricerca di risultati di livello.
La strada è stata battuta però con costanza e determinazione, giungendo ad una
importante riconsiderazione del significato di “successo”: non più o non solo come vittoria,
ma come miglioramento personale, frutto di
un impegno attivato tramite il ricco
potenziale educativo dello sport.
La netta evoluzione nell’ultimo decennio, del numero dei giovani praticanti attività
sportive, evidenziata dalla tabella che segue, oltre che ad una più efficace collaborazione con
le società sportive, deve soprattutto essere posta in diretta relazione con l’interazione
progettuale scolastica realizzata dal CGFS e dal TCP, attraverso “Sport come Educazione e
Formazione”, progetto ideato dal CGFS nel 1997 e realizzato, attraverso le risorse del TCP,
dal 1998 in poi in tutte le scuole materne ed elementari della Provincia.
Tabella nr 8.1 – Dati comparativi delle attività promosse negli ultimi dieci anni
ATTIVITA'
4 – 6 anni
1995
50
2002
90
2004
115
6-8 anni GiocoPalla
70
90
170
Pallavolo 9-16 anni
Pallacanestro 9-16
Pallamano
Judo
Ginnastica Artistica
255
155
22
45
70
430
165
15
25
100
520
205
35
25
130
Ginnastica Ritmica
24
60
115
Danza Moderna
12
80
105
Totale palestra
Acquaticità
Nuoto-Prenuoto
703
105
1506
1.055
120
1730
1.420
125
1800
Nuoto (monosettimanale)
14
240
420
Totale piscina
1625
2.090
2.345
I risultati ottenuti si devono essenzialmente alla realizzazione di:
74
-
-
adeguati percorsi di aggiornamento e formazione per gli operatori;
progettazioni e programmazioni condivise, destinate sia alla scuola che ed al tempo
libero, ricondotte ad una stessa matrice metodologico-didattica;
programmazione territoriale basata sull’offerta di esperienze extrascolastiche idonee
a soddisfare al meglio i bisogni di tutti i ragazzi, compresi i portatori di handicap, ed a
favorire il loro benessere personale;
percorsi ricchi di esperienze multilaterali e polivalenti, progressivamente orientati
dagli 8 anni circa, verso una specifica disciplina, allo scopo di sviluppare il maggior
interesse verso l’attività sportiva fino a favorire il coinvolgimento gratificante nelle
società sportive per tutti coloro in possesso delle adeguate potenzialità e delle
necessarie motivazioni.
Nello sviluppo delle varie discipline sportive organizzate all’interno del CGFS, ha
sempre svolto un ruolo fondamentale l’interazione con le Società Sportive.
Dai dati numerici si evince quindi che, anche attualmente, il CGFS è alla base di una forte
evoluzione numerica non solo nelle discipline di squadra, ma, salvo rare eccezioni, anche in
quelle individuali, soprattutto in quelle di carattere artistico/espressivo (ginnastica-danza).
Il forte dibattito costantemente aperto fra CGFS e Società Sportive, sui rispettivi
ruoli, sulla ricerca di comuni strategie di promozione sportiva, sulle motivazioni che spingono i
giovani a fare sport, su quelle che ne provocano l’abbandono rappresenta forse il “sale”
indispensabile a determinare, ad ogni avvio di stagione, nuovi e sapienti dosaggi di tutti quegli
ingredienti necessari per promuovere lo sport adeguandosi allo sviluppo fisico e soprattutto
psicologico dei ragazzi, alla soddisfazione di bisogni anche molto diversi: il piacere di sentirsi
bene, di stare con gli altri, di migliorare le proprie prestazioni, di affermarsi.
La condivisione dei programmi, fra gli organismi tecnici del CGFS e delle Società
convenzionate, ha determinato anche un aggiornamento continuo dei medesimi, soprattutto in
alcune discipline, dove la presenza e l’attenzione dei Dirigenti Sportivi è stata maggiore
(Pallavolo, Pallacanestro, Ginnastica) determinando anche progettazioni specifiche destinate
alla scuola, che evidenziano un riconoscimento nei confronti del CGFS di una capacità
progettuale ed organizzativa, in grado di offrire risposte adeguate ai bisogni di bambini e
delle stesse società.
8.2.1
Nuovi progetti in fase di realizzazione e le attività sportive ricreative per
l’estate.
Tra le tante iniziative e progetti, merita qui far conoscere un nuovo progetto, che è
sostenuto dalla Provincia di Prato, denominato “Effetto Sport”, che prevede la promozione di
attività motorie a carattere sportivo ed espressivo da realizzarsi in orario scolastico e, in
continuità, nel tempo libero.
Le iniziative, suddivise in sottoprogetti riferiti alle singole discipline sportive, saranno
associate ad una campagna informativa sulla prevenzione dell’OBESITA’ INFANTILE e
sulla promozione di uno “STILE DI VITA NON SEDENTARIO”.
75
Si prevedono interventi, da realizzarsi nel Comune di Prato e in quello di Montemurlo (in rete
con TCP – CSA - Società di Volley,Basket e Pallamano convenzionate con il CGFS, Federazioni Istituti Scolastici). Le finalità del progetto sono sintetizzabili in:
- Creazione di una sinergia organizzativa con altri soggetti (pianificazione congiunta con
Trofeo Città di Prato ed associazionismo sportivo, degli interventi destinati al mondo
della scuola e degli interventi di Avviamento sportivo;
- Innalzamento della qualità del lavoro con progetti rispondenti ai bisogni dei ragazzi e
con l’opera di personale qualificato;
- Ottimizzazione dell’utilizzo di risorse (umane, economiche);
- Valorizzazione delle potenzialità educative e preventive del Movimento e dello Sport,
centrando l’attenzione sull’importanza dell’abitudine a condurre, fin dall’infanzia, stili
di vita non sedentari.
Altra attività consolidata del CGFS, è quella che è sviluppata nel periodo di chiusura delle
scuole (le prime esperienze risalgono agli anni ‘70/’80 con i primi “campi ragazzi/campi estivi”),
con interventi che non sono soltanto di promozione alla pratica motoria e sportiva, ma
diventano veri e propri momenti di aggregazione sociale e di ricreazione sportiva per molti
ragazzi, specie per quelli i cui genitori sono impegnati nelle attività lavorative per l’intera
giornata.
Una moltitudine di iniziative condotte presso le strutture scolastiche e gli impianti
sportivi, ma che non esclude alcune “trasferte” in ambienti naturali (montagna, mare, colline)
al fine di arricchire le esperienze di autonomia dei ragazzi.
Ai fini della programmazione dello sport cittadino e provinciale, gli ultimi dati (GiugnoLuglio 2004) permettono alcune considerazioni, riguardanti gli esiti delle attività estive
realizzate, che attualmente risentono, purtroppo, dei “tempi burocratici” di assegnazione
delle strutture pubbliche da parte delle amministrazioni comunali.
Infatti, fra la miriade di associazioni, oltre al CGFS, che organizzano “Centri Estivi” sul
nostro territorio e che presentano un elevato numero di adesioni ed un alto indice di
gradimento, probabilmente risulterebbero in linea con certi parametri solo i circoli di tennis,
che gestiscono o dispongono in proprio di strutture dotate di più spazi polivalenti. Questo
vantaggio, oltre ad agevolare la realizzazione di programmi sportivi multidisciplinari, si
associa alla possibilità di poterli definire e pubblicizzare alle famiglie con largo anticipo,
rispetto a chi, come il CGFS, deve attendere i tempi di programmazione delle amministrazioni
per l’assegnazione delle strutture pubbliche (scuole, palestre, piscine, ecc.).
E’ dunque possibile ipotizzare che, con spazi più idonei, confortevoli e soprattutto
“disponibili in tempi utili” (cioè con assegnazione largamente anticipata per permettere la
stesura e la pubblicizzazione di idonei progetti), il CGFS potrebbe realizzare progetti ben più
ambiziosi per questo settore di attività rispondendo meglio alla domanda crescente dei
cittadini e fornendo quel “servizio pubblico” desiderato dalle stesse amministrazioni comunali.
Tabella nr 8.2. – Dati ragazzi iscritti ai programmi estivi del 2004
76
Denominazione programma
Periodo
ESTATE CUCCIOLI – dai 3 ai 6 anni
esperienze sportive ed espressive, giochi all’aperto,
acquaticità, manipolazione fine, disegno e pittura.
SPORT AL SOLE – dai 6 ai 14 anni
attività sportive multidisciplinari, espressive,
manuali, di animazione, lezioni di nuoto, attività
escursionistiche.
ESTATE IN CAMPO - dagli 8 ai 14 anni camp estivi di attività sportive : Basket, Pallavolo,
Pallamano, Danza , Ginnastica.
Mese di Luglio
orario full time
8,00/17,00
7 giugno – 30 luglio
N° iscritti
125
607
orario full time
8,00/17,00
7 giugno – 2 luglio
orario part-time
8,00/13,00
TOTALE
91
823
I dati della tabella precedente, mostrano il successo dei Centri Estivi CGFS 2004, che
vedono triplicato il numero dei partecipanti rispetto alla stagione precedente, in sintonia con
le reali potenzialità dell’Associazione CGFS, che può essere sintetizzabile in:
- operatori di elevata capacità e professionalità;
- programmi ricchi di attività diversificate, suddivise per fasce di età;
- organizzazione capillare;
- costi di entità medio/bassa (inclusa mensa, escursioni, gite, corso di nuoto, feste con
i genitori).
8.3
Gli interventi del Trofeo Città di Prato (T.C.P.) per gli studenti pratesi
(a cura di Giovanni Biagiotti Direttore Tecnico dell’Ass. Dil. Trofeo Città di Prato)
Per quanto necessario al PPS, in questo paragrafo, si riporteranno soltanto alcuni dati
dell’ultima stagione di attività, perché comunque lo “spaccato” offerto permette di far
conoscere appieno l’azione programmatica e le attività promosse da tale struttura sull’intero
territorio provinciale. Infatti: “Le analisi e le valutazioni relative alla XXV edizione del
Trofeo Città di Prato, oltre a riassumere un anno di attività, rappresentano anche
l’epilogo di un orientamento programmatico”.La XXV edizione segna infatti la fine delle
attività organizzate dal Comitato Promotore TCP al cui posto subentra l’Associazione
Sportiva Dilettantistica Trofeo Città di Prato.
E’ possibile affermare che la nuova formula giuridico-amministrativa oltre a
rappresentare un notevole salto in avanti da un punto di vista strutturale, si caratterizzerà
soprattutto per i forti elementi innovativi relativi alla programmazione tecnica.
I due aspetti sono strettamente correlati; essendo infatti gli Istituti Scolastici i nuovi soci
del Trofeo, essi stessi diventano protagonisti della programmazione delle attività.
“La Scuola” interpreta così in maniera attiva e costruttiva il vero senso dell’autonomia e
partecipa alla programmazione delle offerte formative ad essa destinate proponendosi come
soggetto attivo e sinergico agli Enti Locali e al territorio.
Una esperienza che si sta sempre più sviluppando anche in altre regioni italiane con formule
diverse quali protocolli di intesa, accordi di programma, convenzioni.
77
Crediamo che la formula scelta, quella dell’Associazione, possa essere considerata la più
moderna perché consente di allargare, in maniera non subalterna, la partecipazione di tutti
quei soggetti (al Trofeo Città di Prato si è associata anche l’Università di Firenze con il Corso
di Laurea in Scienze Motorie) che per competenze e esperienze possono essere ognuno
portatore di elementi specifici di innovazione e di originalità.
Si potrebbe altresì affermare quanto ancora una volta - “il Sistema Prato” - sia
anticipatore nel campo della ricerca e della sperimentazione di nuove strade per la
promozione delle attività motorie e sportive scolastiche.
Tutto questo in uno scenario in cui a livello ministeriale si reitera la perseverante immobilità
nell’ambito dell’Educazione fisico-motorio-sportiva e, almeno per il momento,
non si
intravedono segni di inversione di tendenza.
Una conferma a quanto sopra affermato, appare la recente riforma scolastica nella quale non
si evidenzia con forza l’importanza dell’Educazione fisico-motorio-sportiva e non si adottano
misure adeguate per il suo sviluppo.
L’analisi delle attività promosse, nell’anno scolastico 2003/2004, evidenzia un’ulteriore
incremento di partecipazione legato all’aumento delle consulenze svolte durante le lezioni
curriculari. Questa realtà testimonia la forte richiesta da parte di docenti e studenti di
nuove attività motorie capaci di coinvolgere emotivamente molto più che le tradizionali gare o
tornei tra istituti, che pur trovano la loro legittimazione, ma che non sembrano più
rappresentare un’adeguata risposta alle nuove esigenze.
Sta infatti maturando sempre più nei giovani un nuovo e diverso modo di vivere e partecipare
il movimento e lo sport e insieme cresce la consapevolezza che esso rappresenta uno
strumento attraverso il quale è possibile sviluppare il benessere individuale e sociale.
Il Trofeo Città di Prato
senso della partecipazione e
vincente”. Inoltre, che fosse
propria identità, per la propria
ha da sempre promosso attività in cui fosse prioritario il
dell’inclusione piuttosto che la prestazione o “l’essere
rispettato il bambino, il ragazzo e l’adolescente per la
specificità e per la propria originalità.
La tabella seguente evidenzia i numeri relativi alla partecipazione totale degli alunni e delle
scuole che hanno concorso alle attività organizzate dal T.C.P. nonché il numero delle attività
svolte, delle giornate di gara e delle manifestazioni conclusive
78
Tabella nr 8.3. – Quadro generale di partecipazione alla XXV edizione
ORDINE DI
ADESIONI
Nr.
ALUNNI
Nr.
ATTIVITA’
GIORNATE GARA
MANIFESTAZIONI
LEZIONI APERTE
ISITUTI
SCUOLE
Infanzia
ed
Elementari
70
6025
18
70
Scuole 1° Grado
14
6606
28
664
Scuole 2° Grado
11
8740
26
482
TOTALE
95
21101
72
1216
Oltre alle tradizionali attività, nella XXV il Trofeo Città di Prato è stato soggetto capofila o
partner dei seguenti progetti, di cui alcuni, laboratori didattici sperimentali:
“APE PRATOLINA”
“LA TOURNEE”
“CRESCENDO TRA MUSICA E MOVIMENTO”
“BISENZIO BIKE”
“SQUISIO ORA SI GIOCA”
“IL BOSCO E IL FUOCO”
“VELE IN MARE”
“RAGAZZE IN GAMBA”
“GIRASOLE”
“GEMINI 2”
Sono stati inoltre realizzati due corsi di formazione entrambi rivolti ai docenti delle scuole
di primo e di secondo grado:
-
uno relativo alla didattica del Poids Pois ;
-
l’altro riguardante il metodo Feldenkrais;
Inoltre due progetti ambientali di grande rilievo e qualità realizzati in collaborazione con
l’Assessorato allo Sport del Comune di Prato:
-
il “Bisenzio Bike” , e
-
“Il Bosco ed il Fuoco”, come educazione interdisciplinare alla piaga degli incendi
boschivi.
Pur essendo indispensabile una continua rivisitazione e verifica delle proposte, resta
immutata la filosofia ispiratrice di tutte le azioni promosse dal Trofeo Città di Prato: il
79
Trofeo ha sempre creduto che la pratica di una qualsiasi attività motoria o di una
qualsiasi disciplina sportiva, dovesse essere considerata un mezzo e non un fine. Un mezzo
per crescere consapevoli delle proprie potenzialità e soprattutto dei propri limiti, questi
ultimi vissuti serenamente, ma con la giusta determinazione a migliorarsi. Lo Sport che educa
alla cittadinanza, alla solidarietà, alla tolleranza, questo vuol essere il messaggio
veicolato dal Trofeo. Inutile sottolineare quanto le necessità dello sport-spettacolo e dello
sport-business contravvengono a questa impostazione. Noi invece crediamo che sia un’esigenza
ormai largamente diffusa, quella di ritornare ad uno Sport pulito e divertente, che possa
diventare uno stile di vita per tutti, dove il confronto sia inteso come momento di verifica dei
propri progressi e non come scontro per sopraffare. Per questo, nella futura programmazione
è già previsto ulteriore spazio a progetti innovativi finalizzati all’inclusione sociale, alla
prevenzione del “disagio”, alla integrazione multiculturale. Sarà realizzato con le attività
tradizionali e ormai collaudate, ma anche attraverso “progetti speciali”, “progetti integrati” e
“scambi sportivi” a cui stiamo già lavorando. Come sempre contiamo sulla collaborazione e sulle
competenze di tutti coloro che si riconoscono in questa cultura e ne condividono i contenuti.
Il Trofeo, è infine anche un luogo di incontro, di confronto e di collaborazione fra
molti attori del sistema dell’istruzione e dello sport pratese: dirigenti scolastici,
direttori didattici, docenti, operatori, dirigenti sportivi, tecnici, istruttori, arbitri,
giudici, responsabili dei campi gara, custodi degli impianti, dirigenti amministrativi
provinciali e comunali, direttori e coordinatori, ecc. Molti gli organismi tra loro
collegati “in rete”: Provincia, Comune di Prato e Comuni della provincia, Ufficio
Educazione Fisica del C.S.A., C.O.N.I. e F.S.N., Enti di Promozione Sportiva, C.G.F.S.,
Società Sportive e Associazioni varie. E la storica presenza della CariPrato, sponsor
del Trofeo Città di Prato, da sempre vicina alla promozione sportiva verso i giovani.
8.3.1
. Le azioni nella scuola dell’infanzia e primaria
Il Trofeo, coerentemente con la propria vocazione di continua ricerca e innovazione ha ideato
e realizzato quest’anno un progetto nel quale si sono sperimentati, tramite lo svolgimento delle
attività che sono ormai consolidate da tempo, nuovi percorsi metodologici nel difficile mondo
delle dinamiche relazionali tra scuola, bambini, adulti.
L’impegno per la promozione dello sport assume molteplici significati perché investe un
interesse culturale e sociale che partendo dai grandi eventi di tipo professionistico, arriva
fino alla pratica dei bambini diventando veicolo di coesione sociale, di integrazione, di
valorizzazione dell’accoglienza e di prevenzione del disagio.
Durante l’anno scolastico 2003/2004 il Trofeo Città di Prato ha proposto le proprie iniziative
alle Scuole d’Infanzia ed Elementari con l’obiettivo di creare un’occasione di conoscere e far
conoscere, l’efficacia e il valore educativo dell’attività motoria e sportiva, attraverso
metodologie e contenuti specifici. Ma con il concetto di “valore educativo” che cosa si
intende? E come si fa a dire che le metodologie e contenuti utilizzati in un programma
rispettano il “valore educativo” declamato? Domande che un educatore si pone tutte le volte
che s’avvia ad un lavoro. La risposta è sempre molto personale, ma il confronto è importante e
ricercato ad ogni livello.
80
Dall’esigenza di questo confronto è partita così la proposta per gli Operatori del TCP e gli
Insegnanti interessati, di partecipare ad un’iniziativa di studio e sperimentazione (corso su
“Corpo e Movimento nell’ottica del ciascuno”), affidata ad esperti del settore molto
qualificati, attraverso l’organizzazione di “laboratori sperimentali”.
Si è trattato di laboratori dai contenuti volutamente diversissimi, tanto che anche dai loro
nomi possiamo farci un’idea: Ape Pratolina (attività per gruppi in cui sono evidenziati soggetti
con forti problematiche di tipo relazionale), il Girasole (l’insegnante come fonte di energia per
l’attività), Vele in mare (elementi di navigazione a vela “a secco” per preparare le uscite in
barca a vela in mare), Crescendo fra musica e movimento (attività espressiva in collaborazione
con la Scuola di Musica G. Verdi di Prato), Squisio (attività per gruppi con inserimento di
soggetti socialmente svantaggiati), Gruppo gioco Steineriano (attività didattica in
collaborazione con l’Associazione Steineriana Amaltea di Prato).
Il TCP
cui:
-
ha fornito complessivamente consulenza didattica e formativa a 257 classi di alunni, di
206 classi elementari statali e private;
51 sezioni di scuole d’infanzia comunali e statali;
con 45 educatori coinvolti.
Gli Istituti hanno avuto a disposizione per un numero definito di ore comunicate nel mese di
luglio 2003, proporzionale al numero dei bambini frequentanti, educatori specializzati in
attività motorie, che hanno potuto suggerire metodi e strumenti operativi per la gestione di
attività legate al “movimento”. Questi hanno collaborato in fase di programmazione, sono
intervenuti direttamente durante le lezioni, hanno affiancato e coadiuvato gli Insegnanti
durante le varie lezioni “aperte” o manifestazioni”.
Le attività e i contenuti proposti si sono adeguate in relazione alle fasi evolutive dei bambini ai
quali ci si rivolge, secondo le tipologie riassunte nella tabella seguente.
Tabella nr 8.4. – Tipologia delle attività motorie proposte ai bambini delle scuole primarie
™
™
™
™
™
La palla e i giochi di squadra
la lotta e i giochi di contatto
i travestimenti e le favole
l’acqua e il nuoto
la natura e il trekking
8.3.2
™
™
™
™
il ritmo e la ginnastica
la musica e la danza
gli attrezzi e le acrobazie
l’ambiente e l’orienteering
. Le azioni nella scuola secondaria di primo grado
Si forniscono in questa paragrafo soltanto alcune informazioni generali e tabelle
riepilogative, utili a conoscere l’intensa attività sviluppata, per rinviare agli Allegati, maggiori
dettagli sulle singole iniziative, le collaborazioni e le azioni messe in atto.
L’adesione a tale tipo di promozione sportiva, generalizzata e non esclusiva, continua a
rimanere molto alta.
81
-
-
14 su sedici sono le scuole di 1° Grado che hanno aderito al Trofeo (non hanno aderito,
solo per problematiche organizzative interne, la scuola D. Alighieri di Vernio e la
Malaparte di Prato);
per la prima volta dalla nascita del Trofeo Città di Prato è stata eliminata la classifica
finale per l’assegnazione del Trofeo.
Tutte le attività sono state suddivise per età e classe di appartenenza in un
programma articolato che prevede l’assegnazione di coppe per ogni torneo disputato.
Alcune manifestazioni (quali Pattinaggio, Orienteering, Tennis Tavolo, Mountain Bike, Pesca
Sportiva), sono state realizzate in collaborazione con le rispettive Federazioni ed altre in
collaborazione con l’Ufficio Educazione Fisica del C.S.A., in modo da favorire la partecipazione
delle Scuole anche ai Giochi Sportivi Studenteschi. Senza dubbio sono migliorate sia le
presenze che la qualità tecnica, ed i risultati delle finali regionali dei Giochi Sportivi
Studenteschi, indicano l’evidente ricaduta di tutto questo lavoro in comune.
Tabella nr 8.5 . – Quadro riepilogativo generale di partecipazione scuole secondarie di 1 grado
TIPOLOGIA
ATTIVITA'
INDIVIDUALI
DI SQUADRA
AMBIENTALI
PROGETTI
PROMOZIONALI
TOTALE
ALUNNI
PRESENZE
PARTECIPANTI
GARA
SCUOLE
PARTECIPANTI
GARE - MANIF.NI
INCONTRI
1773
1857
14
20
693
1483
12
57
440
440
10
26
2200
2200
7
346
1500
1500
10
215
6606
7480
14
664
Dalla successiva tabella si può ricavare l’alto numero di adesione alle attività di “sport per
tutti” – cioè organizzate senza vincoli di selezione.
Tabella nr 8.6. – Prospetto riassuntivo della partecipazione alle attività
ATTIVITA’
PARTECIPANTI
PRESENZE
NR. SCUOLE
INCONTRI
Pallarilanciata
Minivolley 1°
Minivolley pro.
Aquilonismo
Pallavolo 2°
Pallavolo 3°
130
240
450
100
108
180
195
450
450
100
288
210
9
10
6
4
9
12
12
12
24
2
12
14
82
Tennis Tavolo
Tennis T. pro.
Basket 3°
Basket 1°
Campestre
Atletica gara
Atletica prog.
Orient.gara
Orient. Int.
Aerobica gara
M.T.B.
Pattinaggio
Pesca
Trekking
Aerobica
Rugby
Baseball int.
Baseball gara
Basket 1° pro.
Scherma
Arti marziali
Badminton
TOTALE
190
450
40
30
587
560
350
144
400
130
157
120
130
440
500
300
190
450
120
60
587
560
350
144
400
130
157
120
130
440
500
300
250
45
200
350
350
15
6606
10
6
4
3
14
14
7
7
8
6
8
7
9
10
500
6
250
90
200
350
350
45
7480
2
96
3
3
5
5
70
1
48
1
1
1
1
26
80
36
5
3
4
9
7
3
14
15
3
48
72
70
9
664
Le ore complessive di assistenza didattica e organizzativa alle molteplici iniziative, sono state
627 di cui molte fornite a cura (e spese) di società sportive e federazioni, per “pacchetti
sportivi” differenziati a seconda della disciplina ( da un minimo di 6 ore ad un max di 20 ore
per scuola).
8.3.3
. Le azioni nella scuola secondaria di secondo grado
Le attività programmate per gli studenti degli istituti superiori prevedevano 4 tipologie
di interventi suddivisi in programmi sportivi di tipo :
- competitivo;
- promozionale;
- ambientale;
- sperimentale.
Si propongono di seguito una serie di tabelle suddivise per programma, che mostrano in sintesi
un flash sulle adesioni (e sulle motivazioni) dei giovani studenti, che spesso utilizzano con i
loro docenti le manifestazioni del Trofeo per procedere ad una naturale selezione dei migliori
atleti e squadre che prenderanno poi parte alle manifestazioni più competitive dei Giochi
Studenteschi.
83
Tabella nr 8.7. – Prospetto riassuntivo della partecipazione alle discipline competitive
PROGRAMMA
Nr. squadre per
COMPETITIVO
ISTITUTI
disciplina
Corsa campestre
9/M 8/F
Calcio a 5
7/M 8/F
Rugby
3+3/M 2/F
Mountain Bike
2/M 2/F
Street Basket
4/M 2/F
Greenvolley
3/M 5/F 3/mix
Orienteering
6/M 6/F
Tiro Arco di Campagna
4/M 5/F
Camp. Volley misto
4 mix
Pesca Sportiva
4 mix
Tennistavolo
8/M 7/F
49
M 45 F 11 mix
TOTALI
Nr.
PARTECIPANTI
PRESENZE in GARE e
nel totale LEZIONI
200
150
80
20
70
100
250
70
50
40
100
1.130
200
1000
200
20
70
150
500
200
200
40
200
2.780
Il programma sportivo promozionale pensato per l'Atletica Leggera (tab.: …….) come
fase preparatoria (fase d'Istituto) per i G.S.S.; molti gli istituti partecipanti, ciascuno con un
numero di studenti dai 100 a oltre 200, in giornate davvero riuscite di prova delle discipline
presso il campo di Galciana, con arbitri a disposizione degli Insegnanti.
Invece il Gymgiocando quest’anno raddoppiato in due pomeriggi su un apposito palcoscenico
con gradinate, ha siglato la conclusione dell’attuale edizione con una carrellata informale e
varia quanto mai di esibizioni coreografiche delle scuole, dai piccoli delle elementari alle medie
fino a singoli o gruppi delle superiori, qualcosa come più di 300 ragazzi, con tanto pubblico e
musica, una festa dei ragazzi.
Una riconferma del momento felice e dell’atmosfera forse unica che si respira a
Prato per quanto riguarda la creatività e l’Educazione Fisica Sportiva e Ricreativa.
Tabella nr 8.8 – Prospetto riassuntivo della partecipazione alle attività promozionali
PROGRAMMA
PROMOZIONALE
discipline
Atletica Leggera
Gymgiocando
Nr. squadre
per
ISTITUTI
8/M 8/F
5
Nr.
PARTECIPANTI
1200
220
Nr.
PRESENZE
TOTALI
1200
220
Il programma sportivo ambientale ha realizzato l’attività del Climbing, articolata in
tre pomeriggi per ogni gruppo scolastico presso la parete attrezzata del Gramsci-Keynes, con
grande gradimento e partecipazione degli studenti e dei loro motivatissimi insegnanti.
84
Tabella nr 8.9 – Prospetto riassuntivo della partecipazione alle attività
PROGRAMMA
AMBIENTALE
disciplina
Climbing
Nr. squadre
per
ISTITUTI
5
Nr.
PARTECIPANTI
70
Nr.
PRESENZE
TOTALI
200
Infine il programma sperimentale (tab.: 8.8) ha visto la realizzazione della gran parte
delle proposte di questa edizione, alcune inedite: Judo, Sound-Karate, Ginnastica Aerobica,
Danze Latinoamericane, Danza Contemporanea, Hip Hop, Fitness, Speedtennis,
Pois,Yoga, Tai Chi Chuan, Speedtennis, Madball, Ultimate Frisbee.
Oltre alla riconferma dell’ottimo gradimento in orario curriculare di molte di queste discipline,
come lo Yoga ed il Tai Chi, o come del Danze Latinoamericane, o lo Speedtennis, ed al grande
valore coreografico e coinvolgente del Pois, ormai esploso come una febbre tra gli studenti, si
segnala l’interesse suscitato dal Madball e dall’Ultimate Frisbee nei ragazzi.: finalmente due
sport-gioco divertenti, coinvolgenti anche per i gruppi misti e per i non sportivi, destrutturati
nelle regole, facili e di situazione con l’agonismo importante quanto il divertimento.
Tabella nr 8.10 – Prospetto riassuntivo della partecipazione alle attività
PROGRAMMA
AMBIENTALE
disciplina
Aerobica
Judo
SoundKarate
Ultimate Frisbee
D. Latinoamericane
Hip hop
Tai Chi Chuan
Speedtennis
Yoga
Danza Contemp.
Pois
Madball
TOTALI
Nr. squadre
per
ISTITUTI
7
4
4
6
8
6
3
5
6
4
5
4
62
Nr.
PARTECIPANTI
250
200
200
1000
1500
600
200
400
500
200
400
400
5.850
Nr.
PRESENZE
TOTALI
2000
500
500
1500
2000
2000
500
1200
1200
400
600
500
12.900
85
8.4
Gli interventi del C.S.A.e delle Scuole per la promozione dell’educazione fisica e
sportiva studentesca (a cura di Elisabetta Faggi, coordinatrice Ufficio Educazione
Fisica e sportiva CSA Prato)
L’Ufficio di Educazione Fisica e Sportiva del C.S.A. di Prato, s’inserisce nel territorio
Pratese con una programmazione d’interventi tesi a rispondere a finalità educative, sportivocultuali, sociali,preventive, promozionali, orientative.
Tutto lo sport scolastico, rappresenta una significativa fonte di esperienza per tutti
i giovani, capace di costruire uno “stile di vita” permanente, favorisce una maggiore
integrazione sociale ed apertura ai rapporti interpersonali, una precisa assunzione di ruoli e
responsabilità.
Il mondo dello sport è un veicolo per la diffusione di miti e valori culturali e sociali,
oggi resi pericolosamente superficiali da elementi sotto-culturali, governati dalle influenze dei
grandi interessi economici e commerciali e non più specificati da una vera cultura.
Vi è una reale antinomia tra la falsa rivalutazione dell’individuo (attraverso il corpo) ed
un oggettivo disconoscimento dei valori della persona, operato attraverso la continua,
martellante e condizionante proposizione di modelli da emulare e di regole cui sottostare.
Si rende ormai necessario riflettere sugli effetti dell’attuale organizzazione socioculturale dello sport e sottoporre ad elaborazione e a revisione il processo di formazione e di
produzione dell’attività motorie e sportive per tutti i giovani.
I canoni dello sport educativo non possono assumere i modelli ed i criteri riferiti ai
vertici campionistici dello sport professionistico e di èlite, portatori di una eredità
fallimentare sul piano pedagogico e disumanizzante sul piano etico, secondo i quali, chi non
riesce a raggiungere tali vertici viene allontanato, giudicato in un certo senso “anomalo”.
Lo sport scolastico, per mezzo delle attività motorie e sportive dovrà tendere a
privilegiare le potenzialità espressive della personalità dei giovani, offrendo occasioni ed
iniziative ripensate e riformulate secondo nuovi punti di vista metodologici ed etici.
In questa ottica si andrà a definire un modello culturale dove la scuola si riappropria
della sua prerogativa fondamentale: l’educazione.
L’obiettivo principale del Provinciale dell’Ufficio di Educazione Fisica e Sportiva del
C.S.A. di Prato, è quello di disegnare e realizzare un nuovo modello di pratica sportiva
partendo dai bisogni rilevati, dal contesto educativo scolastico e dalle agenzie sportive
presenti sul territorio.
La definizione di obiettivi comuni la costruzione di una rete di sinergie indirizzate al
superamento dell’individualismo operativo, esige da un lato una specificazione delle maglie, i
“soggetti”, che possono costituire la rete stessa, dall’altro un identificazione delle idee-guida
86
dei principi di fondo che non possono non costituire la struttura di base di una progettualità
territoriale
Il 2004 è l’anno Europeo dell’educazione attraverso lo sport, l’augurio è quello di poter
valorizzare, con progetti mirati, ed attraverso una serie di iniziative concordate a livello
interistituzionale - territoriale, tutto lo splendido mondo dello sport scolastico.
8.4.1 Analisi generale del sistema territoriale pratese
Lo sport scolastico nella nostra area, sempre promosso una intensa attività e permesso
numerose convenzioni e protocolli d’intesa a sostegno di numerose iniziative.
Il Protocollo d’intesa siglato nel luglio ’99 tra Provincia, Comune e M.P.I. –
Ispettorato di Educazione Fisica e Sportiva – ha puntualizzato una più intensa azione di
collaborazione tesa a far crescere le attività motorie e sportive nella scuola per i giovani
studenti, allargando lo spazio delle scelte agli stessi studenti.
La convenzione firmata tra Regione Toscana, Ufficio Scolastico Regionale,
C.O.N.I. Comitato Sport per tutti del novembre 2001. La Regione Toscana è la prima volta
che attraverso un preciso impegno finanziario si rivolge allo sport scolastico valorizzando il
ruolo e la funzione dell’attività motoria fisica e sportiva nella scuola considerandola rilevante
esperienza formativa, educativa, strumento indispensabile per promuovere situazioni di
benessere psicofisico.
Il progetto attuativo della convenzione è finalizzato ad una migliore diffusione della
cultura sportiva nella popolazione studentesca, ed è stato concordato con i firmatari su due
sottoprogetti:
• La settimana regionale dello sport scolastico. In tutte le province della Regione,
tramite gli Uffici di Educazione Fisica e Sportiva in maggio si svolge, su
programmazione dalla conferenza regionale dei coordinatori del C.O.N.I. e dal
comitato sport per tutti, una settimana di attività e di manifestazioni legate alla
valorizzazione dello sport studentesco.
• Progetto pilota “portiamo un’ora al giorno l’attività motoria-sportiva nella scuola
elementare”. Nato ed attivato con lo scopo di valorizzare lo sport scolastico ed
ampliare l’attività motoria nella scuola primaria attraverso la sperimentazione in
alcune classi di ogni singola provincia.
Nel sistema territoriale un contributo di fattibilità viene offerto dal lavoro
predisposto dall’Ufficio di Educazione Fisica e Sportiva del C.S.A. che:
¾ collabora alla realizzazione di progetti ed effettua le programmazioni semestrali ed
annuali con i le varie Istituzioni Scolastiche presenti sul territorio
¾ organizza manifestazioni sportive provinciali, regionali, interregionali – Giochi Sportivi
Studenteschi –
¾ organizza manifestazioni con i singoli Istituti scolastici o in rete di scuole
¾ sollecita iniziative per collegare le scuole in rete
87
¾ attua, predisponendo l’organizzazione necessaria per rendere fattibili operativamente i
protocolli d’intesa e le convenzioni stipulate dall’Amministrazione centrale e periferica
raggiunti
¾ offre supporto all’attività didattica e di aggiornamento per le scuole di ogni ordine e
grado
¾ offre attività di consulenza, interne (Dirigenti scolastici, insegnanti, docenti, alunni,
genitori) ed esterne (C.O.N.I. F.S.N., EE.LL. Enti di Promozioni, Agenzie e società
sportive) all’amministrazione.
¾ collabora in attività di ricerca e documentazione.
Il C.O.N.I. Provinciale e le F.S.N. hanno sempre collaborato con l’Ufficio di
Educazione Fisica e Sportiva del C.S.A. nell’organizzazione dei giochi Sportivi Studenteschi ed
in altre attività collaterali
Il Trofeo Città di Prato collabora con l’Ufficio di Educazione Fisica e Sportiva del
C.S.A. attraverso azioni di programmazione annuale nelle diverse iniziative e
nell’aggiornamento dei docenti della scuola dell’infanzia e primaria, è da tempo un punto di
riferimento per le scuole di Prato - per i progetti in campo motorio ludico sportivo ed
espressivo
8.4.2 Quadro di riferimento normativo
L’ipotesi del Piano Provinciale per la Promozione della Cultura e della Pratica delle
attività motorie e sportive dell’Ufficio di Educazione Fisica e Sportiva del C.S.A. di Prato
tiene necessariamente conto del nuovo quadro normativo di riferimento istituzionale che si è
determinato
con le recenti leggi n.53/2003 di riforma degli ordinamenti scolastici, del Protocollo
d’intesa M.I.U.R. – C.O.N.I del 2002.,
la legge 15 marzo 1997 n. 59 che attribuisce alle istituzioni scolastiche autonomia
organizzativa, didattica e di ricerca, il DPR 275/99 - autonomia scolastica –
il D.L.n° 112/98 che attribuisce nuove competenze agli Enti Locali le modifiche
apportate al titolo V della Costituzione che attribuiscono ulteriori poteri alle Regioni ed al
sistema delle autonomie locali, nel rispetto delle istituzioni scolastiche
8.4.3 L’ufficio di educazione fisica e sportiva del
progettazione
C.S.A.- Le scuole, il territorio, la
L’acquisita autonomia da parte di tutte le Istituzioni scolastiche, configura il ruolo
della scuola collocata nel proprio territorio quale sistema progettualmente organizzato al suo
interno e quale sistema integrato con realtà sportive e sociali che possono essere di supporto
al suo compito istituzionale di formazione ed istruzione
La scuola ad oggi assume l’identità e le prerogative di soggetto Istituzionale, governa la
propria autonomia in relazione ai compiti formativi, diventa un luogo di elaborazione di
88
proposte culturali e professionali in un equilibrio di rapporti in cui sono chiari e definiti il
ruolo di ciascuno e le rispettive competenze.
Si innesca così un circolo virtuoso: il territorio fornisce alla scuola le risorse (in senso
lato) per attivare un ambiente formativo, fatto che produce nuove risorse che entrano a far
parte della ricchezza del territorio.
Il concetto di territorio nella sua connotazione socio- formativa diviene quindi strettamente
correlato a quello del sistema formativo scolastico con una precisazione che riguarda uno dei
caratteri distintivi di quest’ultimo: non policentrico ed allargato ma integrato, nel senso che
da esso, ed in esso, cerca di ricomporre, attraverso una progettazione mirata, il mondo
scolastico e l’extrascolastico.
La progettazione sarà una delle colonne portanti dei processi futuri che si vorranno attivare.
Tale competenza diventa esigenza fondamentale di gestione delle attività da espletare a
scuola in connessione con altre istituzioni ed agenzie educative extracurricolari collegate sul
territorio in modo da contestualizzare i bisogni formativi relativi a quel territorio, a quella
popolazione scolastica con quella composizione sociale e farne il punto di partenza di un
processo che articoli l’attività curriculare con le altre esperienze esterne alla scuola perché
tutti gli studenti siano in grado di riconoscere, provare e verificare le proprie potenzialità
Una progettazione territoriale dove la scuola, le radici culturali, il C.S.A., il C.O.N.I.
gli enti locali, i vari organismi ed associazioni sportive, dovrebbero creare un “ecosistema
sociale” che assicuri una reciprocità di crescita nell’erogazione dei servizi formativi.
La realizzazione potrà svilupparsi in modi e lungo direttrici diverse, ma richiede
condizioni essenziali, quali:
- risorse da investire;
- strutture organizzative che ne sostengano la sistematicità nel tempo;
- competenze qualificate degli operatori che intervengono a vari livelli.
Una simile prospettiva deve, necessariamente, essere frutto di un intesa
programmatica tra tutti i soggetti, in grado di rispondere significativamente agli obiettivi ed
ai risultati attesi, permettendo così ad ogni singolo Istituto di esprimere fattivamente,
attraverso il P.O.F. le proprie potenzialità.
Si rende necessaria, per tanto, una strategia di azione che risponda alle esigenze di:
- offrire supporti e servizi per rafforzare la promozione sportiva stimolando e
sostenendo le istituzioni scolastiche
- definire dettagliatamente gli ambiti di competenza delle singole istituzioni pubbliche
e private
- individuare e valorizzare le risorse e le strutture disponibili sul piano territoriale;
- costruire sinergie e continuità tra le offerte formative;
- sostenere le differenze e le complementarietà tra scuole, equilibrando le offerte
proposte dai vari organismi ed associazioni sportive e dagli Enti locali;
89
- promuovere le abilità progettuali volte a creare reti sopranazionali attraverso la
partecipazione ai programmi comunitari
Si delinea quindi un quadro in cui i soggetti pubblici e privati presenti sul Territorio,
programmano/progettano, realizzano e verificano una serie di servizi rivolti ad una più
diffusa pratica sportiva.
In sintesi l’Ufficio di educazione fisica e sportiva del C.S.A. intenderebbe
svolgere, un ruolo di
- “supporto, coordinamento, di stimolo e di integrazione della programmazione
decentrata”
- di “ascolto permanente” delle diverse realtà provinciali afferenti all’attività
motoria e sportive (Scuole, C.O.N.I., F.S.N., Enti Locali, Enti di promozione
sportiva, Associazionismo e altre realtà), affinché ogni soggetto diventi capace di
programmare e sviluppare capacità di collaborazione con gli altri soggetti per
definire obiettivi condivisi ed azioni comuni e/o complementari.
8.4.4 Obiettivi Programmatici dell’Ufficio educazione fisica e sportiva
L’Ufficio si prefigge l’obiettivo generale di operare affinché :
- Si realizzi un nuovo modello di pratica sportiva, partendo dal contesto
educativo, che garantisca il coinvolgimento generalizzato degli studenti, compresi
quelli svantaggiati e disabili, anche in fase di progettazione, organizzazione e
gestione delle attività capace al contempo di gratificare le eccellenze
- Si attivi e si metta in relazione armonica tutti i soggetti sul territorio, siano più
efficienti ed efficaci nelle politiche di sviluppo nelle attività e nei servizi resi alla
comunità, per soddisfare a pieno i bisogni secondo principi di qualità
- Si coordini le competenze, le risorse, le strutture dei soggetti interessati a
sviluppare la pratica sportiva, consentendo di raggiungere l’obiettivo di progetto
fattivo e condiviso
- Creazione di progetti “in rete pilota” per condividere e sviluppare attività già
esistenti in particolari Istituti.
- Tutti gli alunni delle scuole secondarie di I° e II° grado abbiano la possibilità di
praticare attività motoria sportiva al di là delle ore curriculari in spazi ed orari
predisposti dalla scuola stessa
- Siano favoriti i processi di integrazione e di recupero dei disabili, la tutela della
salute mentale
- Si riduca il fenomeno di esclusione dalla pratica sportiva, soprattutto con
riferimento alle categorie con minori capacità atletiche o configurabili come atleti
di non particolare interesse agonistico
- Si predisponga l’accesso all’attività motoria e sportiva in modo corretto, avendo
come riferimento la salvaguardia dell’equilibrio psico-fisico dell’alunno, al benessere
della persona ed alla prevenzione del disagio giovanile
- Si sviluppi una cultura dell’attività fisica che rifiuti l’uso di sostanze illecite
90
- Siano promosse attività formative-qualitative per i docenti
- Si promuovano iniziative e progetti che realizzino abbinamenti tra la pratica
motoria e sportiva e la valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali dei nostri
territori
8.4.5 Interventi e Strumenti
L’Ufficio, al fine di raggiungere gli obiettivi precedentemente delineati, intende agire
in due direzioni.
La prima è un’indicazione di metodo, tesa a valorizzare e migliorare la funzione di
coordinamento dei soggetti che compongono l’universo della pratica sportiva, al fine di:
- integrare le funzioni proprie di ciascun organismo e di ciascun livello istituzionale;
- favorire la collaborazione e la valorizzazione delle risorse umane presenti nei vari
enti e organismi;
- creare delle sinergie tra le risorse economiche migliorando la qualità della spesa e
l’efficacia ed efficienza degli interventi.
A tale scopo si auspica di:
• favorire un coordinamento tra i soggetti principali del mondo della pratica sportiva:
- M.I.U.R. (Ufficio Scolastico Regionale / Ufficio di Educazione Fisica C.S.A. –
Prato);
- Conferenza Regionale dei Coordinatori;
- CONI regionale e provinciale;
- Province e Comuni;
- Organizzazioni di volontariato.
• lavorare affinché tutti gli interventi regionali siano determinati e sostenuti da
forme significative di integrazione, secondo la seguente articolazione:
- integrazione settoriale: interventi che coinvolgono settori diversi, come ad
esempio interventi integrati con l’ambito delle politiche sanitarie, formative,
ambientali, turistiche, ecc.;
- integrazione istituzionale: interventi promossi e gestiti da partenariati ampi che
coinvolgono il M.I.U.R., Enti Locali, Enti di Promozione Sportiva, CONI, Aziende
USL, Università, ecc.;
- integrazione territoriale: interventi dislocati su Regione, Provincia e Comuni.
La seconda direttrice è di tipo contenutistico, ovvero concerne le tematiche centrali
degli interventi a sostegno delle attività motorie:
- la promozione della diffusione dell’attività ludico-motoria tra tutta la popolazione,
con particolare attenzione alle forme di esclusione dovute a handicap psichici o
fisici e da condizioni di svantaggio;
- la diffusione di una cultura dello sport come veicolo di benessere e salute psicofisica, in contrasto con le pratiche del doping e dei comportamenti alimentari
scorretti;
- la diffusione di una cultura dello sport come momento di socializzazione, di
coesione sociale, in antitesi ai comportamenti violenti e antisociali;
- la promozione della polisportività e la valorizzazione della funzione ludico-educativa
della pratica sportiva e ludico-motoria;
91
-
la promozione di iniziative finalizzate a ridurre il doping e la violenza nello sport.
8.4.6 Mezzi, Strumenti e Soggetti coinvolti
Utilizzazione, in modo integrato, delle sinergie operative, delle risorse, dei mezzi e
delle metodologie afferenti alle Agenzie interessate: Scuola, Famiglia, Mondo Sportivo, Enti
Locali.
In questo Progetto i suddetti Soggetti si impegnano ad attivare iniziative concordate e
congiunte per la realizzazione di obiettivi comuni.
Uffici Scolastici Regionali e C.S.A.
Gli Uffici Scolastici Regionali attraverso i C.S.A. e avvalendosi della Conferenza
Regionale dei Coordinatori rappresenteranno:
• il collettore degli eventi sportivi che saranno organizzati nel territorio provinciale;
• l’elemento facilitatore e propulsivo delle Associazioni Sportive Studentesche;
Il Coordinatore potrà:
• svolgere compiti di consulenza, sostegno e supervisione sia in fase di progettazione
che di realizzazione;
• partecipare alla realizzazione di un Centro di documentazione nazionale, a partire
dalle esperienze di Associazionismo presenti nelle Istituzioni scolastiche della
Provincia, in modo da creare una rete di collegamento organizzativo e progettuale.
Gli Enti Locali
Gli Enti Locali dovrebbero impegnarsi a:
• Predisporre strutture, mezzi e servizi che consentano la realizzazione del Progetto
• Provvedere alla eventuale ristrutturazione degli impianti esistenti
• Predisporre le necessarie risorse finanziarie
• Attivare, congiuntamente agli Enti Locali, alla Scuola, al CONI e all’Associazionismo
presente nel territorio, gli interventi mirati a promuovere la cultura del movimento e
dello Sport e a difendere e salvaguardare lo stato di salute dei cittadini
La Scuola e gli studenti
La Scuola si dovrebbe impegnare a:
• Valorizzare gli apprendimenti comportamentali alla stessa maniera di quelli
strumentali, nella prospettiva di una costruzione della persona, nella sua totalità
antropologica (sviluppo di funzioni cognitive, sociali, emotive, motorie)
• Costruire percorsi formativi di tipo promozionale (Lo Sport per ognuno), in cui il
concetto di inclusione sia prevalente su quello di esclusione e in cui la selezione lasci
spazio all’orientamento
• Costruire, parallelamente al percorso sportivo di tipo promozionale, un percorso
sportivo più tecnicamente impostato, che valorizzi le eccellenze
• Coltivare ed educare particolari interessi culturali legati alle radici territoriali e al
movimento, all’espressività corporea (danze moderne, danze popolari,
drammatizzazione, attività di mimo, ecc.)
92
•
Promuovere e sviluppare la cultura del benessere, inteso come stile di vita
permanente, trasferibile anche in altre attività e contesti
Inserire l’Associazionismo Sportivo Scolastico come parte integrante del POF e
designare un docente della scuola con compiti di garante, responsabile e
facilitatore delle iniziative degli studenti e dei progetti all’interno degli OO.CC.
Lo
•
•
•
Studente dovrebbe impegnarsi a:
Proporre progetti e attività
Collaborare con la Scuola a realizzare, organizzare e gestire iniziative sportive
Partecipare e frequentare attivamente le attività proposte
•
Il Sistema Sportivo
Il Sistema Sportivo (CONI, Federazioni, Associazioni) si dovrebbe impegnare a:
• Promuovere, insieme alla Scuola, un’operazione di alfabetizzazione culturale del
fenomeno sportivo
• Offrire alla Scuola l’eventuale supporto tecnico richiesto per migliorare ed
esaltare le qualità degli studenti
• Collaborare con la Scuola su progetti ed iniziative, mirate ad allargare la base dei
partecipanti
• Diffondere un’immagine ed un modello sportivo che riacquisti il proprio valore etico
in sintonia con le indicazioni del Consiglio d’Europa e con il programma anti-doping
messo a punto dalla Commissione Europea
8.4.7 Monitoraggio, Valutazione del Piano,Documentazione
Le informazioni relative al monitoraggio predisposto dall’Ufficio educazione fisica del
C.S.A. in accordo con le altre agenzie sportive presenti sul territorio, saranno distribuite a
tutti gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado della provincia e successivamente raccolti
dall’Ufficio stesso.
La rilevazione sarà definita in conformità con i piani regionali e provinciali degli
Assessorati allo sport, delle amministrazioni comunali, del CONI regionale e Provinciale, degli
Enti di promozione sportiva attuando così il massimo coordinamento degli interventi,
individuando gli obiettivi ed i risultati attesi dell’azione comune.
Obiettivi da misurare
- Incentivazione della pratica sportiva nelle scuole
- Attivazione dell’associazionismo culturale-sportivo scolastico
- Azioni effettuate per la salvaguardia dell’equilibrio psicofisico degli alunni e per
una pratica sportiva finalizzata al benessere della persona
- Sviluppo dell’attività motoria sportiva come prevenzione alle malattie, alle
condizioni di disagio, al recupero ed integrazione degli alunni disabili.
- Qualificazione degli operatori nel settore sportivo scolastico
- Divulgazione delle informazioni sui danni del doping e sulla promozione dello sport
pulito
- Incremento e valorizzazione del Fair Play nelle scuole.
93
Risultati attesi
Dalla realizzazione del piano si attende di:
• Aumentare la partecipazione scolastica dedita all’attività motoria sportiva nel suo
complesso
• Sviluppare la diffusione dell’attività motoria tra soggetti caratterizzati da forme
di svantaggio e disabilità
• Attivare intese istituzionali e non, per creare un armonica relazione tra tutti i
soggetti del territorio che sono più efficienti ed efficaci nello sviluppo della
politica sportiva scolastica
• Integrare le competenze pedagogiche degli operatori scolastici con quelle più
specificamente tecnico-specialistiche degli operatori
• Realizzare progetti in rete per consentire di condividere e sviluppare attività
sperimentali già esistenti nei vari Istituti
• Ridurre il fenomeno della cessazione precoce dell’attività sportiva da parte dei
giovani
• Aumentare la diffusione della pratica sportiva tra i soggetti a rischio di esclusione
sociale
• Ridurre l’uso di integratori e sostanze proibite nella pratica sportiva amatoriale e
diffondere una cultura dello sport sempre più collegata alla tutela della salute e alla
prevenzione delle malattie
• Creare centri di documentazione e informazione sulle attività motorie e sportive.
94
8.5
Gli interventi del C.O.N.I. e delle Federazioni Sportive per la pratica agonistica
Molteplici i cambiamenti che hanno interessato la struttura nazionale e periferica del
Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Sono ormai note agli addetti ai lavori le problematiche
che hanno investito l’ente delegato all’organizzazione dello sport nazionale, i decreti che si
sono succeduti in questi ultimi anni, le modifiche titolo quinto della Carta Costituzionale, fino
ad arrivare alla costituzione della CONI Servizi Spa, infine la legge costituzionale n. 3 del
18.10.2001 che ha sancito le competenze delle Regioni.
Sembrano precisate le funzioni diverse attribuite alla Coni Servizi Spa e al Coni Ente
Pubblico, quelle delle Federazioni Sportive e delle strutture periferiche, che sono quelle che
hanno sofferto di più di tale profonda trasformazione che le ha relegate in una scomoda
posizione verso le società sportive e gli sportivi, per l’inadeguatezza delle risorse economiche
a disposizione.
Nel documento di programmazione del Comitato Regionale CONI, si afferma con chiarezza
come: “il rapporto con gli Enti Locali deve continuare a rappresentare un aspetto
fondamentale per dare continuità ed incisività alla nostra funzione, anche per essere
sempre più presenti nel sociale”. E si riconosce, grazie all’azione di stimolo dei tanti dirigenti
volontari sportivi sul campo, buona sensibilità politica alle stesse amministrazioni per
l’attenzione mostrata con le consistenti risorse destinate allo sport, seppur rivendicando a
livello di Regione un riequilibrio fra i fondi destinati al settore “cultura” e quelli destinati
specificatamente allo sport.
L’attività sportiva federale presente da sempre nell’area pratese e interessata
soprattutto allo sviluppo agonistico giovanile e agonistico assoluto, è stata sviluppata dalle
società sportive affiliate ai comitati provinciali delle diverse Federazioni Sportive che sino al
1994 avevano sede a Firenze.
Il CONI a Prato si è infatti costituito ufficialmente solo nel 1996, preceduto da
due anni di guida affidata ad un commissario dell’allora Fiduciariato di Prato. Dunque ormai
seppur da otto anni si sono costituite le Delegazioni o i Comitati delle Federazioni Sportive
pratesi, sembra mancare, a nostro parere, una approfondita indagine (quantitativa e
qualitativa) per le attività federali svolte dal Comitato provinciale pratese dall’anno della sua
costituzione ad oggi. Sappiamo, dalle relazioni annue che si sono succedute, che si è registrata
negli anni una lenta ma continua crescita, sia nelle attività che nei risultati agonistici di
competenza delle federazioni affiliate e riconosciute.
I rapporti istituzionali con la Provincia, i Comuni, la scuola, con gli enti di promozione e altri
soggetti, appaiono ormai consolidati da tempo, inseriti in una situazione di positiva
collaborazione e di coordinamento della tante iniziative promosse ad ogni livello, seppur
improntate anche da una autonoma gestione di varie attività.
Il rapporto con le strutture periferiche della scuola, appare privilegiato per una gestione
congiunta dei Giochi Studenteschi che coinvolge tutti gli anni svariate migliaia di studenti
delle scuole del territorio. Proprio per tali attività, di concerto con l’Ufficio educazione fisica
del C.S.A., si susseguono le manifestazioni e le competizioni atte a selezionare gli studenti e
95
le scuole, per le fasi successive e sino a quelle nazionali, dove vari atleti e scuole hanno
raggiunto in questi anni risultati di prestigio.
Il Comitato inoltre fornisce una serie di servizi generali, consulenze specialistiche e di
carattere tecnico attraverso i propri collaboratori ed uffici, che spaziano dall’attività
informativa, a quella formativa – condotta in collaborazione con la Scuola Regionale dello
Sport del Coni Toscana – a quella di consulenza impiantisca attraverso il SIS.
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano – Comitato provinciale di Prato, riunisce 39 tra
federazioni e discipline associate, che intervengono a livello provinciale per promuovere la
pratica agonistica sia giovanile, che dilettantistica e d’élite, nel quadro delle attività ufficiali
promosse dalle federazioni nazionali sportive (FSN). Riunisce inoltre, almeno 5 degli Enti di
promozione ufficialmente operanti sul territorio e censiti (AICS, ASI, CSI, MSPItalia,
UISP) che svolgono attività promozionale e ricreative (vedi schede apposite).
Dall’analisi della documentazione ufficiale pervenuta (parziale al momento, in attesa di
integrazioni ulteriori), è possibile ricavare soltanto poche indicazioni, di carattere
quantitativo, ma che forniscono un quadro d’insieme delle Federazioni Sportive:
Tabella nr 8.10 – Le Federazioni Sportive nella provincia di Prato
Nr.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Federazione Sportiva
o Disciplina Associata
F.I.D.A.L.
A.C.I. C.S.A.I.
F.I.B.
F.I.B.i.S.
F.I.G.B.
F.I.D.A.S.C.
F.I.G.C.
F.I.C.
F.I.Cr.
F.I.D.S.
F.I.S.D.
F.I.S.E.
ATLETICA
AUTOMOBIL CLUB
BOCCE
BILIARDO
BRIDGE
CACCIA
CALCIO
CICLISMO
CRONOMETRISTI
DANZA SPORTIVA
DISABILI
EQUITAZIONE
F.I.J.L.K.A.M.
JUDO, LOTTA, KARATE,
A. MARZIALI
14 F.I.G.i
15 F.I.G.
16
F.I.H.P.
17
18
19
20
21
22
F.I.M.S.
F.M.I.
F.I.N.
ORIENTEERING
F.I.P.
F.I.G.H.
GINNASTICA
GOLF
HOCKEY E
PATTINAGGIO
MEDICI SPORTIVI
MOTOCICLISMO
NUOTO
ORIENTAMENTO
PALLACANESTRO
PALLAMANO
Nr.
Nr.
Società
Atleti
affiliate
tesserati
2002-2003
20022003
4
3
2
1
43
36
1
Nr. Società
affiliate
2003-2004
3
3
9
3
2
n.p.
1
50
30
1
n.p.
1
7
Nr.
Atleti
tesserati
20032004
250 c.ca
260 c.ca
53
n.p.
158
5.177
500
42
n.p.
18
350
10
10
n.p.
2
1
2
1
350
n.p
3
5
143
1
5
2
3
4
3
1
6
3
3
6
3
22
500 c.ca
1.200
33
365
300
96
23 F.I.P.T.
24 F.I.P.A.V.
25 F.I.P.M.
26
F.I.P.S.A.S.
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
F.I.P.C.F.
F.P.I.
F.I.R.
F.I.S.
F.I.S.I.
F.I.T.A.
F.I.T.
F.I.T.e.T.
U.I.T.S.
F.I.T.A.V.
F.I.T.A.R.C.O.
F.I.D.A.S.C.
F.I.tri.
TOTALE DATI :
PALLATAMBURELLO
PALLAVOLO
PENTATHLON
PESCA SPORTIVA,
ATT. SUBACQUEE
PESI E CULT. FISICA
PUGILATO
RUGBY
SCHERMA
SPORT INVERNALI
TAEKWONDO
TENNIS
TENNIS TAVOLO
TIRO A SEGNO
TIRO A VOLO
TIRO CON L'ARCO
CACCIA
TRIATHLON
0
9
1
8
1
0
400
10
12
8
506
3
3
5
3
5
1
11
1
1
1
2
8
0
3
3
3
3
5
3
12
1
1
1
2
4
0
n.p.
n.p.
253
153
513
100
1.400
n.p.
300
200
100
n.p.
n.p.
196
202
13.656
*
Fonte : documentazione trasmessa dal comitato provinciale CONI di Prato (aggiornata al
31.3.2005). Per altre informazioni è possibile contattare il sito apposito: www.coniprato.it
* = dati incompleti, forniti dalle federazioni con aggiornamento al 31.3.2005.
Seppur necessaria una più approfondita indagine sullo stato di salute delle Federazioni,
(qualità dirigenziale, promozionale, associativa, organizzativa..), la sintetica analisi sviluppata
sui parziali dati numerici trasmessi per le ultime due stagioni, permette di evidenziare :
-
-
-
-
che 39 sono le federazioni e le discipline associate che sono rappresentate o operano
in provincia di Prato, con una recente rappresentanza anche delle Associazioni
Benemerite dei giornalisti sportivi e del Fair Play (CNIFP);
che circa 14 federazioni tesserano sotto le 3 società, con altre 22 che invece operano
con un minimo di tre associazioni, mentre 9 federazioni sviluppano la loro attività con 1
sola società e altre 2 nominano soltanto il delegato (di 3 federazioni non si conoscono i
dati).
che soltanto 4 federazioni (Fit, Fijlkam, Fic, Figc) affiliano oltre le 10 società;
che la federazione gioco calcio - FIGC – risulta la prima in assoluto per numero di
affiliazioni (50) e per l’elevatissimo numero di tesserati (5.177);
che la federazione tennis – FIT – con 1.400 tesserati risulta essere la seconda
federazione per aggregazione atleti con una media di circa 117 atleti per 12 società.
che la federazione nuoto – FIN – pur soltanto con 3 società affiliate, tessera nel
complesso 1.200 atleti, risultando la terza in assoluto e con una media di 400 atleti per
società;
che la federazione sport invernali – FISI – e la federazione motociclistica – FMI – si
collocano al terzo posto per il numero di tesserati con circa 500 atleti cadauno;
che sono rappresentate entrambe le federazioni di servizio – FICr e FIMS – che
svolgono attività di supporto alle altre federazioni, con i cronometristi che tesserano
97
-
42 ufficiali di gara (non è noto al momento il numero di tesserti medici sportivi);
che quasi tutte le discipline olimpiche risultano rappresentate nella nostra provincia;
Il confronto dei dati nelle ultime due stagioni, possibile soltanto per il numero di affiliazioni,
segnala che:
- che 3 federazioni FIDAL, FIGC, FISE, compiono un discreto balzo in avanti nelle
affiliazioni societarie. Con l’Atletica Leggera che addirittura raddoppia le sue società;
mentre altre 6 federazioni aumentano di qualche unità;
- 22 federazioni rimangono stabili nell’arco delle ultime due stagioni;
- mentre 5 federazioni calano nel numero di associazioni affiliate, con la FCI (ciclismo)
che perde addirittura ben 6 società e la FIPSAS (pesca sportiva) cala di 4 società.
- Nel complesso il quadro delle affiliazioni federali negli ultimi due anni rimane
pressoché stabile (si rileva un piccolo calo di 6 società).
Accanto ad azioni verso le società sportive, appare importante prevedere per il prossimo
quadriennio, anche interventi di formazione dei quadri dirigenti, al fine di supportare l’azione
dei Comitati e delle Delegazioni delle Federazioni Sportive, perché possano in futuro svolgere
una crescente più intensa e autonoma attività. Si dovrà pensare forse anche ad un
ampliamento/rinnovamento dei quadri dirigenti intrecciando maggiori e concrete azioni di
collaborazione con gli stessi enti di promozione, al fine di ampliare e qualificare maggiormente
la pratica delle attività agonistiche, per dare uno sbocco all’attività giovanile che non consenta
rapidi e prematuri passaggi verso l’attività amatoriale.
Una spinta importante utile anche per la crescita delle associazioni per una più qualificata
azione della stessa Federazione Sportiva. Creare dunque nuove sinergie, nuove intese, azioni
complementari e non contrapposte, ma che sappiano individuare una serie di obiettivi comuni.
Questo potrà essere un tema di dibattito della stessa Consulta provinciale per lo sport.
Inoltre crediamo che in questo settore specialistico, appare più che mai importante la
presenza dei settori produttivi locali (finanziario, industriale, artigianale e commerciale, ecc.)
per supportare un’azione di rilancio delle società piccole e medie e nel complesso dello sport
pratese di alto livello, almeno in quelle discipline già pronte per tali interventi.
8.5
Gli interventi degli Enti di Promozione per la pratica sportiva e ricreativa
Fondamentale e incisiva per lo sviluppo di massa nell’area pratese della pratica motoria
fisica e sportiva, specie per l’attività giovanile (i centri di avviamento attraverso il CGFS) e
per quella ricreativa e amatoriale, è stata l’azione degli enti di promozione:
• con l’AICS fondata nel 1932;
• con il CSI fondato nel 1946;
• e l’UISP fondato nel 1948.
Poi nell’ultimo decennio si sono affacciate a Prato altre sigle, quali:
• l’ASI nel 1994;
• l’ACSI nel 1998;
• il CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale);
98
impegnate soprattutto a fornire una serie di servizi organizzativi in alcune discipline, ma che
ancora non hanno una concreta e capillare presenza di strutture associative nell’intera
provincia.
L’elenco completo degli enti di promozione iscritto al CONI è il seguente:
ASI
C.S.N. Libertas
C.U.S.I.
M.S.P..I.
POLISPORTIVE GIOVANILI SALESIANE
U.S. ACLI
A.I.C.S.
C.S.A.I.N.
U.I.S.P.
C.S.I.
E.N.D.A.S.
O.PE.S.
A.S.C.
A.C.S.I.
C.S.E.N.
A.S.C.
Con la forte crescita della domanda di pratica diffusa a tutte le età, appare necessario
perseguire ancora lo sviluppo delle attività di “Sport per Tutti” (comprendendo in tale fascia
l’azione svolta per la Terza Età e per la Disabilità).
Dalla maggiore opportunità di pratica sportiva per “tutti”, crescerà anche la domanda di
manifestazioni che permettano l’espressione esteriore di tale pratica, o se vogliamo definirle
diversamente, “le occasioni di incontro con lo sport”. Quindi bisognerà prevedere un aumento
delle manifestazioni amatoriali aperte a tutti, specie di nuove discipline a metà tra lo sport ed
il divertimento, che aumenteranno il ventaglio di quelle sino ad oggi organizzate dagli Enti e
che creeranno ulteriori difficoltà agli EE.LL. per l’uso degli spazi impiantistici, mai sufficienti.
Ma ciò dovrà anche significare, da parte degli organismi sportivi preposti, specie per gli Enti
di promozione più organizzati sul territorio, una crescita del numero e della formazione dei
dirigenti professionali e volontari preposti a sviluppare tale segmento della società sportiva
organizzata e una capacità di investimento propria nella realizzazione degli impianti sportivi
per un uso più ricreativo e polifunzionale.
Appare anche necessario costruire “nuove identità e ruoli” nel contesto del mondo sportivo
ufficiale, modificando antichi concetti, sviluppando un’azione più ampia sinergica e
complementare in talune fasce di pratica dello sport e reclamando un ruolo più forte e incisivo
nel coordinamento del Comitato dello “Sport per Tutti”.
Nei paragrafi successivi è offerto anche uno spaccato, seppur sintetico, per conoscere un po’
di più la forza numerica e l’organizzazione degli enti della provincia pratese (che hanno
risposto inviando i dati entro il 30 6 2005)
99
8.6.1
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
L’Unione Italiana Sport per Tutti – U.I.S.P.
Il Comitato Provinciale della UISP di Prato costituisce la più forte organizzazione
sportiva sul territorio, in quanto raggruppa complessivamente oltre 18.500 tesserati che
si associano in oltre 600 Società Sportive e Associazioni, che aderiscono e partecipano
alle attività sportive promosse attraverso gare e campionati amatoriali (attività sportiva
ricreativa per tutti) e inoltre a corsi e progetti territoriali.
La sua azione si esplica attraverso 24 Attività Disciplinari (Atletica, Biliardo, Calcio,
Ciclismo, Pallacanestro, ecc.) e altre 6 Aree-Progetti di Attività (Anziani, Centri, Giochi,
Primi Passi, Sport d’Acquaviva, Soci non praticanti), rivolte a minori, svantaggiati,
handicap, anziani, e in altri ruoli di volontariato sportivo).
Il 26% dei tesserati sono promossi attraverso la Lega Calcio ( 4.840 tesserati: …………
atleti, ….. dirigenti, … arbitri e osservatori; ……. partite stagionali);
Il 14% dei soci è organizzato attraverso le attività di avviamento, perfezionamento e
amatoriali del Nuoto e del Fitness Acquatico (acquagym, ecc.). Presumibilmente, in questo
caso il numero di affiliazioni non si riferiscono a vere e proprie società operanti, quanto a
“gruppi informali” organizzati in corsi di attività natatoria.
Seguono poi con percentuali decrescenti (inferiori all’8%,), alcune grosse leghe: la
Ginnastica (ma anche per questa disciplina vale il discorso fatto per le società di Nuoto), la
Pallavolo e il Ciclismo, che invece organizzano un numero davvero alto di associazioni.
L’Attività per Anziani raccoglie nel suo insieme oltre il 7% di tesserati, con una intensa
attività motoria di mantenimento funzionale e l’attivazione di un proprio grande centro di
socialità e ricreazione.
Oltre alla imponente attività organizzativa della Lega Calcio, che riunisce attualmente 229
società, centinaia sono le manifestazioni promosse dalle altre Leghe di specialità, con un
dato importante per il Ciclismo che risulta essere la seconda lega con 59 società, e
l’Atletica /Podismo terza lega con 44 società affiliate e un elevatissimo numero di
manifestazioni promosse sul territorio.
Rispetto alla stagione sportiva precedente (2002/’03), nonostante una lieve flessione nelle
affiliazioni societarie (604 attuali contro 622 precedenti), registra una crescita nei
tesserati sportivi con circa mille nuovi soci, che conferma una costante e lenta crescita.
La UISP organizza inoltre, in modo ricorrente, alcune grandi manifestazioni nazionali
(Bicincittà, Giornata Grande, Festa della Neve, ecc.), promovendo contemporaneamente
anche un’intensa attività di Formazione in collaborazione con il CESVOT e altre agenzie, ed
il Servizio Civile di Volontariato spesso utilizzato per progetti sociali rivolti a tutta la
cittadinanza.
Attualmente sta operando per redigere progetti gestionali dell’impiantistica che
prevedano il coinvolgimento, il recupero e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
Tabella 8.11 – Quadro analitico affiliazioni e tesseramenti delle ultime due stagioni sportive:
Nr. Disciplina Sportiva o Area di Attività
Nr.
Nr.
Nr.
Nr.
Società
Atleti
Società
Atleti
affiliate
tesserati
affiliate
tesserati
2002-2003 2002-2003 2003-2004 2003-2004
100
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
Atletica Leggera e Podismo
Attività Subacquee
Attività Anziani
Biliardo
Bocce
Body Building
Calcio, calcio a 5
Canottaggio
Centri
Ciclismo
Danza Sportiva
Discipline Orientali (arti marziali)
Equitazione
Ginnastica
Giochi
Montagna (sport invernali e..)
Motorismo
Nuoto
Pallacanestro
Pallamano
Pallavolo
Pattinaggio a rotelle
Primi Passi (progetto per l’infanzia)
Scherma
Sci
Sport d’Acquaviva
Tennis
Vela
Altri Sport (non elencati)
30 Soci – non praticanti
TOTALE GENERALE
47
0
22
8
7
1
256
2
2
61
10
36
1
37
1
4
2
36
12
1
32
4
3
4
3
0
8
1
1
646
0
1.312
92
757
1
4.963
2
32
1.223
582
670
12
1.574
13
117
105
2.624
260
37
1.022
102
143
74
34
0
413
44
8
44
1
22
5
7
2
229
1
5
59
15
29
0
37
1
6
3
42
10
2
35
5
3
3
3
1
8
2
2
649
1
1.353
75
635
8
4.840
1
722
1.202
525
683
0
1.428
13
302
157
2.591
264
21
1.248
99
103
68
18
21
315
144
13
622
17.673
604
18.509
20
804
23
Fonte : documentazione trasmessa dal comitato provinciale UISP di Prato.
1.016
Una sintetica analisi dei numeri delle singole attività, ci permette di aggiungere che :
• Almeno 5 discipline (A.Subacquee, Body B., Canottaggio, Equitazione, Giochi) non sembrano
veri e propri settori organizzati, quanto iniziative di singoli appassionati, che vengono
registrati, ma che non sviluppano una vera e propria attività di servizio collettivo.
• La categoria dei “Soci non praticanti” con i suoi oltre mille tesserati, costituisce un
settore (il settimo) non indifferente. In questa categoria risultano tesserati forse i Soci
impegnati in altri ruoli (arbitrali, di giuria, dirigenziali, amministrativi, ecc.). Ma si tratta
anche di Soci che si identificano nelle linee di promozione sportiva dell’Ente e che
associandosi aderiscono ai suoi programmi, al suo sostegno e al suo sviluppo, anche
attraverso azioni di volontariato attivo. Una bella scelta culturale che merita di essere
sottolineata!
101
•
•
Il confronto tra le due ultime stagioni sportive, segnala come vi sia stato un lieve regresso
di tesseramenti in circa 16 tra attività e discipline. I cali più evidenti si registrano nella
Ginnastica (-17,5%), nel Calcio (-14,7%) e nel Tennis (- 11,7%).
Le uniche discipline che invece avanzano nei tesseramenti, alcune fortemente, sono: “I
Centri” che registrano un notevole balzo in avanti (+ 82%), la Pallavolo (+ 27%), la
Montagna (+22%) e la Vela (+ 12,0%). Anche i “Soci non praticanti” crescono di oltre il 25%
(1.016 nel 2004).
8.6.2
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Il Centro Sportivo Italiano
Il Comitato provinciale del Centro Sportivo Italiano (CSI) costituisce il secondo ente
sul territorio come organizzazione sportiva, in quanto raggruppa nel complesso circa 6.600
tesserati che risultano associati in 237 Società Sportive e Associazioni, che partecipano
alle manifestazioni ed ai campionati promossi dall’ente o che promuovono corsi e progetti.
La sua azione si esplica attraverso 15 Settori di Attività che si rivolgono a cittadini di
tutte le età, tesserati con società sportive, circoli, gruppi parrocchiali.
Oltre il 40% dei soci praticano attività calcistiche (2.654 tesserati) e risultano
organizzati in complessive 159 società.
Tra gli amanti del gioco del Calcio, il 29,8% preferiscono il Calcio a 5 (1.963 tesserati) che
risulta il secondo settore in assoluto e il primo come società affiliate (ben 124); il restante
10,5% praticano invece il Calcio a 11 e risultano organizzati in 35 società.
Il primo settore in assoluto, come tesserati, con il 34,1%, risulta il settore Nuoto che
attraverso le attività di avviamento, perfezionamento e gare amatoriali associa circa
2.246 sportivi. Anche in questo caso il numero di affiliazioni forse non si riferiscono tutti
a vere e proprie società operanti, quanto a “gruppi associativi” organizzati nei corsi di
attività natatoria.
La disciplina delle Bocce associa il 7,2% dei soci (con circa 500 tesserati) che risultano
raggruppati in sole 5 società sportive, con nuclei medi dunque piuttosto alti.
Il settore della Ginnastica raggruppa un altro 6,6% che risultano organizzati in 11
associazioni o gruppi circolistici, dediti forse solo ad attività fisico motorie.
Il restante 11,8% dei tesserati vengono suddivisi in altre 10 discipline di attività sportiva,
con un numero inferiore di tesserati e mediamente intorno alla 50 unità. Tra questi,
interessante risulta l’attività svolta da 1 società che associa circa 21 appassionati nella
disciplina dell’Aereomodellismo.
La disciplina regina, quale l’Atletica Leggera, presumibilmente abbinata al Podismo su
strada, associa un numero piuttosto basso di atleti (solo 162), che si suddividono in ben 13
società e associazioni. Un dato che merita di essere indagato meglio perché i tesserati
medi per società risultano non superiori a 12 unità.
Buona l’organizzazione delle attività in ambiente naturale, attraverso l’Escursionismo che
coinvolge attraverso due o tre gruppi, oltre un centinaio di appassionati delle camminate.
Nel Ciclismo e nel Tennis risultano pochi tesserati che praticano attività amatoriale e
ricreativa, che però si organizzano in ben 8 società per ciascuna disciplina.
102
•
•
•
Rispetto alla stagione sportiva precedente (2002/’03) registra una piccola crescita sia dei
tesserati (+ 330) che delle società affiliate (+ 31), che conferma una costante e lenta
crescita.
Il confronto dei dati nelle due ultime stagioni non evidenzia particolarità. I dati si
mantengono pressoché costanti, escluso un calo di oltre il 50% nella disciplina della
pallavolo, seppur mantenendo quasi invariato il numero delle società. Solo un errore di
registrazione dei tesserati o un abbandono di molti atleti?
Il CSI organizza, in modo ricorrente, diverse manifestazioni di vario livello, rivolgendo
forte attenzione alle problematiche giovanili, anche con il concorso delle parrocchie e dei
centri giovanili. Ultimamente ha elaborato anche un autonomo progetto per lo sviluppo
dell’associazionismo scolastico.
Il CSI di Prato esprime, in una propria nota, una valutazione positiva sulle scelte operate
nel passato dalle amministrazioni circa la promozione dello sport di base che ha poi permesso
una crescita anche allo sport di livello in molte discipline e quindi la possibilità per i cittadini
di praticare quasi tutte le discipline olimpiche.
Tra gi aspetti negativi, segnala la necessità di adeguati interventi manutentivi nei datati
impianti sportivi e una eccessiva concentrazione di promozione all’interno di alcuni appositi
organismi (il CGFS e il TCP). Mentre nel passato si riconosce che tali “strutture di servizio”
hanno contribuito alla diffusione dello sport in età giovanile, oggi forse essi costituiscono un
freno alla crescita delle società sportive, specie per coloro che “passano” dal CGFS.
Per questo il CSI pratese suggerisce “la costituzione di un Osservatorio provinciale per lo
sport, che potrebbe dare indicazioni ai soggetti che operano sul territorio per analizzare e
dare risposte precise a tali esigenze”.
Tabella 8.12 – Quadro analitico affiliazioni e tesseramenti delle ultime due stagioni sportive:
Nr. Disciplina Sportiva o Area di Attività
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Atletica Leggera e Podismo
Aeromodellismo
Arti Marziali
Bocce
Calcio a 5
Calcio a 11
Ciclismo
Danza Sportiva
Escursionismo
Ginn.artistica, ritmica, aerobica
Ginnastica per adulti
Nuoto
Nr.
Nr. Atleti
Nr.
Nr. Atleti
Società
tesserati
Società
tesserati
affiliate
2002-2003
affiliate
2003-2004
2002-2003
2003-2004
12
1
2
4
91
39
6
5
3
2
12
11
114
20
34
483
1.466
78335
48
21
174
24
466
2.307
13
1
1
5
124
35
8
4
2
3
11
12
162
21
37
472
1.963
691
48
49
153
75
437
2.246
103
13
14
15
Pallavolo
Pesca Sportiva
Tennis
TOTALE GENERALE
7
3
8
199
20
101
6
4
8
94
16
126
206
6.260
237
6.590
Fonte : documentazione trasmessa dal comitato provinciale CSI di Prato.
104
9.0
IL Sistema Sportivo : L’ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO TERRITORIALE
9.1
I dati e la distribuzione territoriale delle associazioni sportive pratesi
Nel primo PPS del 2002, si affermava che: “In base al censimento effettuato
dall’Osservatorio della Regione Toscana in collaborazione con il Comitato Regionale Toscano
del CONI nel 1998, i “Nuclei di Attività Sportiva” (NASP) ufficialmente costituiti
nell’intera provincia di Prato, risultavano essere 448”.
Questo dato teneva conto, purtroppo, solo di quelle società ed enti che avevano trasmesso
ufficialmente i moduli, a suo tempo richiesti, ma un’analisi diretta svolta sempre nel 1998 ha
permesso di rilevare che il dato trasmesso era forse in difetto,infatti:
• alle FSN risultavano affiliate 211 società ; altre 220 società e gruppi alla UISP; altre
110 società e gruppi al CSI;e altre 76 società e gruppi ad altri nuovi Enti (ASI in
particolare).
• Per un totale effettivo di circa 565 Società/Nuclei Sportivi, in quanto 52 dichiaravano
una doppia affiliazione (FSN/Ente).
• Anche i circa 4.000 ragazzi circa iscritti al CGFS, per diversi Nuclei di Attività, non
risultavano censiti nel 1998, seppur alcuni “corsi”/gruppi” affiliati ai settori giovanili di
alcune FSN.
L’indagine ufficiale avviata nel Giugno 2003 dai Comitati Provinciali Coni, per il secondo
censimento ufficiale promosso dalla Regione Toscana, ha evidenziato nuovi risultati che
ASEL per conto della Provincia, ha cercato di indagare ulteriormente, ricevendo parziali
conferme da parte dei Comuni e dalle stesse organizzazioni sportive territoriali (nel Dicembre
2004) per l’aggiornamento dell’attuale PPS.
Per permettere agli operatori del settore di rilevare una serie di analisi e confronti
utili con altre realtà provinciali, si riportano una serie di tabelle. Purtroppo quelle già
predisposte a livello regionale non sono complete perché ad oggi non si conoscono ancora
ufficialmente i dati delle altre province. Si è preferito comunque lasciare il quadro d’insieme
in modo che può essere aggiornato facilmente da ogni operatore appena si conosceranno i
relativi dati.
Tabella 9.1 – I Nuclei di Attività Sportiva rilevati nei censimenti 1998 e 2003
Province Toscane
Regione Toscana
Provincia di Prato
Provincia di Arezzo
Provincia di Firenze
Provincia di Grosseto
Provincia di Livorno
Provincia di Lucca
Nuclei Attività Sportiva
(N.A.S.P.)
Censimento 1998
Regione Toscana - Coni
9.430
448
702
1951
615
1104
1565
Nuclei Attività Sportiva
(N.A.S.P.)
Censimento 2003
Regione Toscana - Coni
528
105
Provincia di Massa
Provincia di Pisa
Provincia di Pistoia
Provincia di Siena
532
1189
761
563
1.441
Fonte: Regione Toscana, Coni, censimento 1998 e 2003
Nel conteggio del 1998 tra le 448 associazioni risultavano censiti 5 Comitati Federcaccia e/o
Arcicaccia, che non vengono presi in considerazione per la successiva indagine ed analisi.
Il quadro generale a livello regionale nel 1998 indica per Prato una posizione di “coda” fra le
province toscane, ma in realtà la situazione appare migliore se si tiene conto del fatto che la
nostra provincia è composta soltanto da sette comuni e che il comune di Cantagallo è
scarsamente urbanizzato e dotato di impianti in quanto rappresenta un’area soprattutto
collinare e boschiva. Inoltre, il censimento non sembra aver raccolto informazioni complete,
forse a causa del mancato invio delle schede di rilevamento da parte delle società e di vari
enti.
I dati analitici riportati nella tabella successiva rappresentano soltanto le associazioni
censite ufficialmente dal Coni per le attività motorie sportive e ricreative, comprese le
“associazioni atipiche” (quali il CGFS, il TCP, Apogeo, ecc.) che svolgono più attività di
promozione pluridisciplinare, di organizzazione eventi e di gestione impiantistica, anziché
svolgere una specifica attività sportiva.
Tabella 9.2 – Confronto dati per Comuni tra il censimento del 1998 e quello del 2003
N.A.S.P.
Cens. Reg.le
1998
v.a - Società
N.A.S.P.
Cens. Reg.le
1998
v.% -Società
N.A.S.P.
Cens. Reg.le
2003
v.a. -Società
N.A.S.P.
Cens. Reg.le
2003
v. % -Società
Differenza
Numerica
Censimenti
2003 - 1998
PROVINCIA DI
PRATO
Area della Piana
443
371
100,00
83,7%
528
431
100,00
81,6%
+ 85
+ 60
Montemurlo
Prato
Area del Montalbano
36
335
46
8,1
75,6
10,4%
27
404
58
5,1
76,5
11,0%
- 9
+ 69
+ 12
Carmignano
Poggio a Caiano
Area della Valbisenzio
Cantagallo
Vaiano
Vernio
26
20
26
5
12
9
5,9
4,5
5,9%
1,2
2,7
2,0
41
17
39
4
19
16
7.8
3,2
7,4%
0,8
3,6
3,0
+ 15
- 3
+ 13
- 1
+ 7
+ 7
Area Territoriale
Fonte: Regione Toscana – Coni - dati censimenti provinciali Coni 1998 e 2003
Il confronto dei dati tra i due censimenti ufficiali (seppur con qualche possibile margine di
errore in mancanza di un più efficace controllo incrociato), ci permette di rilevare che:
106
Negli ultimi cinque anni da 443 Nuclei di Attività Sportiva (NASP 1998) si è
passati a 528 (NASP 2003), con un aumento di 85 società sportive pari ad una crescita
percentuale di poco inferiore al 20%. Una crescita che appare modesta e non in linea con
analoghe indagini svolte in province confinanti (ndr.: Pistoia), forse anche limitata dal fatto
che il nucleo più urbanizzato e popolato è rappresentato dal comune capoluogo che dunque
sembra dare risposte esaustive ai bisogni associativi.
O forse una precisa scelta culturale e dunque un “segnale” al mondo dello sport locale, che
mette in evidenza come si scelgano forme e modi di pratica sportiva diversi da quelli
tradizionalmente proposti dalle organizzazioni sportive.
Forse si sceglie di praticare di più attività fisico motorie o sportive (meno agonistiche) in enti,
associazioni o “organismi” che non spingono alla costituzione di associazioni/società, semmai
alla creazione di gruppi non sempre strutturati e organizzati presso organizzazioni superiori.
Un analisi di dettaglio con un confronto dei dati nell’ultimo quinquennio ci permette le seguenti
considerazioni:
Nel 1998 su 443 associazioni sportive
- 198 società (il 44,7%) svolgevano attività federale come prima opzione e 180 società (il
40,6%) programmavano la loro attività solo con gli Enti di promozione sportiva.
- Ulteriori 65 società (il 14,7%) svolgevano contestualmente sia attività agonistica con una
federazione sportiva, che attività ricreativa con un ente di promozione.
- Complessivamente quindi 263 società (59,4%) operavano con le FSN e 245 società (55,3%)
operavano con gli enti di promozione, a volte anche con triple affiliazioni.
Nel 2003 su 528 associazioni sportive
- 169 società (il 32,0%) svolgono soltanto attività federale e 344 società (il 65,2%) si
organizzano al contrario solo presso gli Enti di promozione sportiva.
- Ulteriori 15 società (il 2,8%) svolgono contestualmente sia attività agonistica con una
federazione, sia attività ricreativo-amatoriale con un ente di promozione.
- Complessivamente quindi 184 società (34,8%) scelgono di affiliarsi presso una FSN e 359
società (68,0%) optano per organizzare la loro attività presso gli enti di promozione. Solo
9 le doppie affiliazioni rilevate tra gli enti.
Vi è da aggiungere che tale censimento non sembra esaustivo di tutte le affiliazioni
presso gli enti di promozione (specie quelli più picoli), in quanto si rileva un’assegnazione a
due soli “codici” : ente 4 che sembra rappresentare il CSI, ed ente 14 che sembra
rappresentare la UISP. Mancano dunque altre sigle locali (AICS, CSEN, ASI, ecc. da cui
anche Asel non è riuscita a ricevere dati su affiliazioni e tesseramenti), quindi potrà risultare
utile una successiva indagine più approfondita condotta dall’Osservatorio provinciale, che
indaghi meglio sugli aspetti associativi e in particolare sui dati di “qualità e organizzazione
dell’associazionismo”.
Tale riflessione sembra confermata anche dal differente numero di affiliazioni segnalate dai
due enti storici più grandi e che raddoppiano i dati del censimento Coni.
107
I dati di cui siamo in possesso, purtroppo solo di tipo quantitativo, si prestano anche ad
ulteriori riflessioni:
- In cinque anni (così come sembra evidenziarsi in altre province toscane) si assiste ad un
incremento di associazioni (del 19,2%), ma con una più marcata scelta verso le attività
fisico motorie e sportivo-ricreative svolte in larga parte presso enti di promozione.
- Sembra prevalere nei cittadini la voglia di costituire “gruppi associativi informali” di
carattere non competitivo, forse pluridisciplinari, non sempre aderendo a organizzazioni
sportive superiori. Preferendo certamente nuclei/gruppi strutturati nelle attività sportive
amatoriali o in corsi per attività fisico motorie, comunque in attività meno agonistiche.
- Il dato sembra essere confermato dalla netta crescita di società affiliate presso enti
di promozione. In cinque anni si è passati da 245 a 359 associazioni con un aumento di
circa 114 NASP (+ 46,5%). La voglia di pratica non agonistica, senza stress da performance
sembra crescere nei cittadini, alla ricerca di più libertà nelle forme e nelle modalità di
pratica.
- Al contrario, calano progressivamente le società che intendono svolgere prettamente
attività competitiva. In cinque anni si registra un calo di circa 79 società affiliate a FSN,
che evidenziano le difficoltà incontrate in questi anni difficili per lo sport agonistico
nazionale. La crisi che ha colpito il CONI e le FSN è ormai cosa nota, anche se poco
crediamo sia stato fatto dai vertici dello sport nazionale per innovare e organizzare nuove
modalità di offerta per dare risposte più giuste alla nuova domanda di sport.
I progressivi costi per la pratica agonistica a fronte di minori contributi di sostegno alle
società; l’aumento e la complessità degli aspetti burocratici e fiscali a fronte di una
diminuzione dei quadri dirigenti volontari; metodologie organizzative datate e non più
rispondenti ai bisogni dei cittadini (in particolare delle famiglie) ed altro, hanno frenato la
crescita delle associazioni dedite a campionati e gare di tipo competitivo e organizzate
dalle Federazioni Sportive riconosciute dal Coni.
- Altro dato interessante è quello relativo al doppio tesseramento FSN/Ente. Mentre nel
1998 ben 65 società si affiliavano sia per partecipare ad attività federali che con gli enti,
cinque anni dopo tale numero scende di circa un 12%. Infatti solo 15 società segnalano una
doppia affiliazione e sembrano quasi scomparse le triple affiliazioni (per una FSN e due
enti contemporaneamente).
Una scelta di ritrovata “identità” tra il segmento competitivo e quello ricreativo, oppure
soltanto la necessità di tagliare le spese societarie restringendo il campo di azione?
Sarebbe interessante indagare meglio tra statuti, indirizzi, programmi, attività, tesserati,
ecc., per comprendere meglio le scelte dirigenziali, anche per capire come si è evoluto il
“processo di separazione” dell’attività sportiva ufficiale tra Prato e Firenze, all’epoca della
costituzione della nuova provincia.
Inoltre se tale divisione ha comportato una nuova più specifica identità al movimento
sportivo pratese, specie quello federale, oppure ha addirittura costituito una ulteriore
difficoltà nel livello organizzativo e di crescita associativa complessiva.
Rispetto alla distribuzione delle associazioni sul territorio provinciale, indagando in
relazione ai comuni di residenza o di operatività, negli ultimi cinque anni:
108
-
-
-
-
Nell’Area della Piana vi è stata una crescita complessiva di circa 60 associazioni. Ma
si rileva anche che la crescita interessa solo il comune capoluogo con circa 69 società,
mentre nel comune di Montemurlo si registra addirittura un regresso di 9 società.
Nell’Area del Montalbano si segnala una crescita di circa 12 associazioni. Anche qui la
crescita interessa solo il comune di Carmignano con 15 nuove società, mentre il comune di
Poggio a Caiano cala di 3 società in cinque anni.
L’Area della Valbisenzio si arricchisce nel complesso di nuove 13 società. Crescono infatti
di 7 nuove società sia il comune di Vaiano che quello di Vernio, mentre a Cantagallo
scompare 1 società.
L’Area della Piana da sola raccoglie l’81,6% di tutte le associazioni censite, mentre il
restante 18,4% si distribuisce sul restante territorio. Il capoluogo da solo aggrega il
75,6% delle realtà associative, anche se rispetto al quinquennio precedente vi è stato un
piccolo spostamento percentuale a favore dei comuni del circondario.
Vi è anche da tenere conto tuttavia che spesso molte società spostano la loro sede sociale a
seconda della residenza del presidente pro-tempore. Quindi qualche variazione numerica tra i
comuni è fisiologica.
Per un territorio piccolo come quello pratese vi è da aggiungere che molte società pur
residenti in un Comune finiscono per svolgere la loro attività e la funzione associativa anche
negli altri comuni limitrofi. Anzi, la logica di appartenenza comunale nella provincia pratese
sembra non avere rispondenza, specie per le grandi società e per quelle che svolgono attività
competitiva nell’ambito delle federazioni sportive.
Altro aspetto che merita di essere sottolineato è quello che i Comuni più grandi non
conoscono circa la metà delle associazioni che risultano censite sul loro territorio.
Gli uffici sport di vari comuni segnalano di conoscere o di entrare in contatto soltanto con una
parte delle società sportive. Generalmente solo quelle che svolgono attività di un certo livello
o che organizzano manifestazioni, per cui abbisognano di impianti, contributi, servizi vari.
La maggioranza delle piccole società, specie quelle operanti a livello ricreativo, dunque entrano
in contatto solo con l’Ente cui si affiliano e dai quali ricevono molteplici servizi,
presumibilmente compreso quello della concessione dello spazio di allenamento e gioco.
Non sappiamo qual è il grado di rapporti instaurati con gli uffici sport delle Circoscrizioni del
Comune di Prato, in quanto purtroppo nessuno di loro ha risposto alla richiesta di dati o di
controllo di quelli ricavati dall’indagine Coni.
Tutto ciò permette di affermare che sino a quando l’Ente Locale non conoscerà molto di più e
meglio circa l’associazionismo sportivo, indagando non solo gli aspetti quantitativi ma
approfondendo soprattutto quelli qualitativi, non sarà possibile una specifica programmazione
che miri a valorizzare taluni interventi a vantaggio di altri non pienamente rispondenti agli
obiettivi definiti dallo stesso Piano per lo Sport provinciale e comunale.
109
9.2
Gli sport di prestazione a livello giovanile: analisi e prospettive di sviluppo (a cura
di Pasquale Petrella, giornalista de “Il Tirreno)
A livello giovanile e negli sport non di massa, le componenti che condizionano
fortemente l’esito delle prestazioni a livello di singoli o di squadra sono almeno tre:
a) la qualità degli impianti utilizzati per lo svolgimento dell’attività sportiva;
b) la preparazione degli educatori-allenatori;
c) l’organizzazione della società-associazione sportiva di appartenenza.
La mancanza o lo scarso livello anche di uno solo di queste tre componenti condiziona
fortemente in negativo il risultato finale. Risultato finale che nel nostro caso non può che
essere la “costruzione” di un atleta o di una squadra che sappia esprimersi al massimo nella
disciplina pratica ed ottenga risultati di livello nazionale.
A Prato la qualità degli impianti non sempre è all’altezza e non sempre sono in grado di
offrire il meglio per i ragazzi che li frequentano. Ma è innegabile che una società bene
organizzata e con dei validi educatori allenatori, nel momento in cui si dota anche di un
impianto idoneo riesce a fare un notevole salto di qualità.
Un esempio pratico è rappresentato dal Gispi Rugby Prato che per anni ha “lottato” per
avere una propria struttura e, nel momento in cui l’ha avuta (campo erboso e spogliatoi propri
separati da quelli utilizzati dal calcio) tutto il movimento ne ha beneficiato. Sono arrivati titoli
nazionali a livello non solo di Under 9 e Under 11, già vinti anche in precedenza, ma anche e
soprattutto con l’Under 14, una categoria che per imporsi a livello nazionale ha bisogno di
esprimere già un gioco tecnico e non solo ludico. E la tecnica si impara solo se si ha a
disposizione un campo di gioco in perfette condizioni (fondamentale per apprendere i principi
del placcaggio e della ruck che sono alla base del rugby).
Discorso opposto, per confermare quanto detto, è quello del ciclismo dove, pur
essendoci delle società molto bene organizzate, vedi l’AC Pratese 1927 capace di organizzare
il “Gran Premio Industria e Commercio” oppure di farsi promotrice per avere in città una
tappa del “Giro d’Italia”, sull’altro fronte non è capace di creare dei propri campioni perché a
Prato non esiste un circuito, una pista riservata per il ciclismo dove i ragazzi possano imparare
senza rischiare la vita. Quando la provincia di Prato sarà capace di dotarsi di un proprio
impianto per i ciclisti si avranno sicuramente degli ottimi risultati.
Cosa che potrebbe avvenire a breve con l’Atletica Leggera, se e quando la pista – i cui
lavori sono già cominciati - verrà conclusa.
La preparazione degli educatori (per i più piccoli) e degli allenatori è un altro
tassello di grande importanza. Se per i più piccoli a volte è sufficiente un educatore che si
preoccupi più di far divertire i ragazzi e di fare gruppo anche con le famiglie dei piccoli atleti,
senza che lo stesso abbia particolari doti specifiche (purché operi sotto la supervisione di un
direttore tecnico esperto); è indispensabile che subito dopo i piccoli atleti vengano plasmati
da tecnici diplomati e aggiornati. Purtroppo anche questo è una componente che non sempre è
presente in tutte le società pratesi. A monte spesso ci sono i costi da sostenere per avere
tecnici di qualità e quindi spesso si preferisce affidare il ruolo dell’allenatore a persone che,
come unica qualità, hanno la disponibilità a stare sul campo. In questi casi è impensabile né di
avere dei risultati immediati, né tantomeno di gettare le basi per avere atleti o squadre
110
vincenti nel futuro. Il divertimento dei ragazzi e le capacità di insegnamento degli educatoriallenatori sono fondamentali per avere successo.
L’organizzazione della società è tanto importante quanto le altre due componenti:
solo se i ragazzi possono svolgere serenamente la propria attività e i loro genitori si sentono
in un ambiente protetto e sano, l’attività è destinata a crescere. La società deve preoccuparsi
non solo di organizzare l’attività locale dei propri tesserati ma deve essere in grado di far
svolgere una giusta dose di attività anche a livello nazionale e internazionale. Per i ragazzi non
c’è insegnamento migliore se non quello di confrontarsi continuamente con coetanei, magari di
realtà più importanti. E negli sport non di massa, come è il rugby o come lo sono le arti
marziali, solo il confrontarsi con squadre di altre regioni o addirittura facendo tournee
all’estero permette di crescere tecnicamente.
Guai a pretendere i risultati ad ogni costo. Una buona organizzazione del lavoro
deve porsi l’obiettivo di avere dei validi e vincenti atleti non certo a dieci o undici anni.
Per gli sport di massa, vedi il calcio e la pallavolo, alle tre componenti sopra
menzionate bisogna aggiungere anche una quarta: la presenza di una società dominante che
faccia da punto di riferimento per tutte le altre.
Nel calcio c’è bisogno soprattutto di selezione. E se c’è una società che riesce a prendere i
migliori atleti presenti nelle altre società ecco che i risultati possono diventare anche
nazionali oltre che provinciali o regionali. L’Ac Prato ha ricominciato ad occuparsi del settore
giovanile negli ultimi quattro-cinque anni. Ha allacciato una serie di legami con alcune realtà
presenti sul territorio, creando i famosi “Punto Prato” ed ha lanciato un preciso messaggio a
tutti i ragazzi pratesi. E’ bastato poco così perché a conclusione della passata stagione, la
categoria Allievi si laureasse campione d’Italia. Un risultato difficile da ripetere ma non
impossibile.
Nella pallavolo, a livello giovanile c’è un grande movimento di massa ma mancano sia una società
dominante e bene organizzata, sia una diffusa presenza di tecnici validi e qualificati.
9.3 I risultati degli sport di alta prestazione e di spettacolo: analisi e prospettive
( a cura di Massimiliano Martini, giornalista de “La Nazione)
Con sette titoli italiani all’attivo, Prato può essere considerata a ragione una delle
città italiane che si sono fregiate del maggior numero di allori nei campionati nazionali a
squadre. Se si considera che in questa speciale graduatoria sono nella maggioranza dei casi le
grandi metropoli come Milano, Torino, Napoli e Roma, a farla da padrone (a meno di clamorose
eccezioni come Novara nell’hockey su pista e Trieste nella pallamano), questo dato assume
ancora più rilevanza.
In realtà, però, Prato non è mai riuscita ad eccellere in quelli che vengono considerati gli sport
di maggior seguito e con più elevata spettacolarità. Stiamo parlando di calcio, basket, pallavolo
e, seppure in maniera più ridotta, pallanuoto, ovvero le discipline che in Italia riescono a
capitalizzare gli interessi da parte di pubblico, sponsor e mass-media e che, oltretutto, a
livello internazionale consentono al nostro paese di conseguire risultati di grande prestigio.
111
A Prato, invece, la squadra di calcio non ha mai toccato la Serie A e manca dalla Serie B da
oltre quarant’anni; non c’è mai stata una squadra di basket maschile che sia approdata alle due
maggiori serie nazionali; lo stesso possiamo dire per la pallanuoto e per il volley femminile,
mentre per quello maschile va ricordata l’esperienza-lampo della Centromatic sul finire degli
anni Ottanta che, stavolta per la carenza di strutture, fu però costretta ad emigrare a
Firenze per disputare la Serie A1 prima di scomparire nel nulla a causa di problemi economici.
E’ evidente, quindi che Prato, a differenza di molte altre città italiane di dimensioni spesso più
ridotte sotto il profilo puramente numerico degli abitanti e anche molto meno ricche dal punto
di vista economico, finora ha raccolto paradossalmente piuttosto poco in fatto di risultati
rispetto a quelle che sono le sue potenzialità.
Senza nulla togliere a quelle società e a quegli atleti che sono riusciti a portare Prato ai
massimi livelli nazionali va detto che i successi ottenuti, fra l’altro in tempi recentissimi, sono
stati il frutto di una improvvisa esplosione di realtà sbocciate per la grande passione di pochi
coraggiosi dirigenti, nell’ambito di discipline considerate dal grande pubblico di “secondo
piano” e comunque nuove e ancora in fase di completo lancio a livello nazionale.
In questo modo, nel corso dei primi anni Ottanta, sono arrivati a Prato i due scudetti del
tennistavolo, targati Cassa di Risparmio, e a cavallo fra la fine degli anni Novanta e l’inizio del
nuovo secolo i due titoli dell’Handball Club Prato, sponsorizzato Al.Pi., nella pallamano maschile,
i due del Prato Calcio a 5, sponsorizzato Furpile, nell’omonima disciplina e l’unico della
Primavera Prato, sponsorizzata Ecoambiente Nerini, nell’hockey su pista.
Se si esclude il primo caso, quello del tennistavolo che è stato una vera e propria meteora nel
firmamento sportivo cittadino dal quale il club di ping-pong è scomparso improvvisamente,
quando ancora era ai vertici nazionali, negli altri tre, le società che sono riuscite a portare
tanto prestigio a Prato sono tuttora quelle di punta del movimento sportivo cittadino.
Nonostante questo, tutt’e tre stanno incontrando negli ultimi tempi grosse difficoltà nel
reperire le risorse utili per mantenersi competitive ai livelli più alti, caratterizzati anche dalla
partecipazione alle grandi manifestazioni europee. Inoltre, una sola fra queste realtà è
riuscita in questi anni a fare breccia nel cuore degli sportivi pratesi. Per numero di spettatori
presenti alle partite casalinghe, fra le varie squadre cittadine è solo il Prato Calcio a 5 a
vantare un dato consistente.
Un grosso handicap allo sviluppo di realtà di livello importante dal punto di vista
spettacolare è stato dovuto, fino a tutti gli anni Novanta, alla carenza di strutture
adeguate per la pratica di certe discipline. Ci riferiamo, in particolare, alla mancanza di una
piscina coperta e di un palazzetto dello sport con cui Prato ha dovuto fare i conti fino a pochi
anni or sono. Non a caso il boom del calcio a cinque a Prato è coinciso col passaggio del Prato
Calcio a 5 dal vecchio impianto del Pattinodromo a quello più appropriato del Palazzetto di
Maliseti.
Passando agli sport individuali il discorso appena fatto deve necessariamente essere ripetuto.
La carenza di strutture ha privato Prato della possibilità di avviare alla pratica sportiva, ma
anche verso una possibile carriera agonistica di rilievo, tanti giovani che avrebbe avuto magari
le qualità giuste per eccellere nell’atletica leggera e nel nuoto, che sono le due discipline
individuali più importanti. A questo proposito va ricordato che a Prato manca a tutt’oggi una
adeguata pista di atletica.
112
Naturalmente, anche in questo caso ci sono le eccezioni che confermano però la regola.
Parliamo infatti della ginnastica di Jury Chechi, pratica sviluppatasi nel corso degli anni grazie
alla presenza della palestra Coni di via Santa Caterina attrezzata per questa disciplina, e del
ciclismo, che gode per tradizione nel pratese di un livello di interesse e di partecipazione
forse addirittura superiore alla media nazionale, che si sviluppa anche in una elevata qualità
organizzativa (tutti ricorderanno le esperienze del Giro d’Italia a Prato).
Per quanto riguarda la provincia, l’unica realtà che si è stagliata sulle altre fino ad
oggi è quella di Poggio a Caiano, che a dispetto del fatto di essere un piccolo comune (solo
poco meno di 9 mila i suoi abitanti), è riuscita ad eccellere in un paio di discipline a livello
nazionale (pallamano maschile e calcio a cinque): anche in questo caso grazie alla presenza sul
territorio mediceo di un ben attrezzato palazzetto dello sport.
Un approfondimento a parte merita infine il calcio. Come dicevamo, Prato non ha mai
potuto contare su una squadra che militasse con costanza nei massimi campionati nazionali.
Sembra paradossale che la terza città dell’Italia centrale per numero di abitanti, sotto questo
profilo sia inferiore a moltissime altre realtà calcistiche anche molto vicine, come Empoli,
tanto per fare un clamoroso esempio. E questo per non parlare delle potenzialità economiche
di Prato che, se utilizzate anche solo in minima parte, avrebbero consentito senza dubbio, nel
corso degli ultimi quaranta anni, di avere una squadra stabilmente nelle massime serie
nazionali.
Viceversa, il Prato negli ultimi quaranta anni ha dovuto fare la spola fra la Serie C e la Serie D
prima e poi fra la Serie C2 e la Serie C1. Particolarmente scarni di contenuti gli ultimi
venticinque anni (tutti segnati dalla gestione Toccafondi, l’attuale proprietario del pacchetto
di maggioranza dell’Associazione Calcio s.p.a.), che oltretutto sono stati progressivamente
caratterizzati da un progressivo distacco da parte della città, intesa non solo come tifoseria
ma anche come istituzioni e categorie economiche, nei confronti della sua squadra calcistica.
9.4
Le attività natatorie nella provincia pratese (a cura del prof. Giorgio Visintin
coordinatore tecnico settore nuoto CGFS e direttore sportivo Futura Nuoto)
Il quadro complessivo delle attività natatorie svolte nella provincia di Prato, può essere
sinteticamente analizzato da 4 angolazioni:
- L’attività sportiva agonistica e preagonistica
- L’attività amatoriale
- La libera balneazione e la fitness acquatica
- L’attività formativa
9.4.1 L’attività sportiva agonistica e preagonistica
E’ svolta prevalentemente dalle Associazioni Sportive Futura Nuoto ed Associazione
Nuoto Prato, che operano nel campo del Nuoto, della Pallanuoto maschile e femminile, del
Nuoto Sincronizzato e del Nuoto pinnato.
113
Complessivamente accolgono oltre 600 allievi (dai 6 anni all’età adulta) tra comparto
agonistico e preagonistico.
Gli atleti effettuano da tre a nove sedute settimanali di allenamento che variano da 45 a 150
minuti ciascuna. Si allenano prevalentemente nell’impianto coperto da 50 metri situato in Via
Roma, che viene diviso per fasce orarie tra le varie discipline.
La grande mole di attività svolta crea ancora, nonostante la capienza dell’impianto, qualche
problema di spazio, che solo la riapertura della piscina di San Paolo, attualmente in
ristrutturazione, potrà risolvere.
Oltre a queste associazioni ne esiste un’altra l’Etruria Triathlon che opera, con soli adulti, in
questa disciplina ed accoglie una quarantina di atleti, che naturalmente alternano l’
allenamento del nuoto a quello della corsa e del ciclismo.
Il percorso agonistico nasce nel Centro Giovanile di Formazione Sportiva con i corsi di base
per poi trasferirsi alla Futura Nuoto per l’attività preagonistica ed agonistica. La Futura non
svolge attività di avviamento al nuoto.
I risultati sportivi conseguiti sono stati numerosi; attualmente nel nuoto l’elemento più
rappresentativo è Andrea Righi, vice campione italiano e vincitore di Universiadi, mentre la
Pallanuoto maschile e femminile militano in serie B e la squadra di Syncro si colloca al decimo
posto nelle graduatorie nazionali.
9.4.2 L’attività amatoriale
Il nuoto, come altri sport, sta vivendo in maniera intensa il fenomeno dell’attività amatoriale,
che da qualche anno si estende anche alla pallanuoto.
Riguarda prevalentemente il comparto adulto e raccoglie sia ex nuotatori, anche di buon
livello, che atleti provenienti dalla normale attività corsistica che hanno scoperto tardi
l’agonismo. Si allenano 3/4 volte a settimana, sia nelle piscine da 25 metri che in quella da 50.
Le associazioni che effettuano questa attività afferiscono agli enti di Promozione Sportiva
(UISP e CSI) e svolgono l’attività di gara prevalentemente all’interno dei circuiti gestiti da
questi enti.
Una via di mezzo tra attività sportiva ed amatoriale può essere considerata l’attività
subacquea svolta dalle due associazioni del territorio (Sub Prato e Free dive), che avviano alla
disciplina subacquea ai vari livelli e partecipano anche a manifestazioni di tipo agonistico nei
comparti specifici (Fotografia subacquea)
9.4.3 La libera balneazione e la fitness acquatica
Queste due attività, in grande espansione, offrono ai cittadini della provincia di Prato una
ricca opportunità di fare sport.
Corsi di avviamento e perfezionamento al nuoto e varie forme di fitness (acquaerobica,
acquagym, e tutte le nuove forme di ginnastica in acqua) rappresentano le attività più
praticate all’interno delle attività organizzate dalle associazioni sportive del territorio. Anche
la libera balneazione ha assunto proporzioni ragguardevoli, tali da saturare tutti gli impianti
nello ore (numerose) riservate al pubblico. Il nuoto, e più in generale le attività in piscina,
rappresentano nella nostra città una modalità di esercizio fisico per la salute ed il benessere
pari o quasi alle attività svolta nelle palestre. Anche in questo comparto, specialmente negli
orari più richiesti si avverte la scarsità di piscine a disposizione.
114
Per comprendere meglio l’entità del fenomeno si può analizzare il numero di presenze
settimanali che si aggira intorno alle 2500 con il coinvolgimento annuo globale di almeno 8.000
cittadini.
Nell’ambito della Fitness acquatica vengono identificati due comparti: uno per i più giovani,
caratterizzato da attività abbastanza intensa e basato su programmi veri e propri di
allenamento e mantenimento fisico gestito prevalentemente dagli Enti di Promozione Sportiva
ed uno denominato “del Benessere” curato dal Centro Giovanile di Formazione Sportiva, che si
rivolge a soggetti anziani o adulti con lievi patologie (algie, obesità, ipocinesi ecc..). Molte sono
le persone che frequentano questa attività e ne traggono giovamento.
9.4.4 L’attività formativa
L’attività di avviamento al nuoto e di pratica di base viene svolta dal Centro Giovanile di
Formazione Sportiva, che rappresenta da decenni un punto fermo per la provincia. Accoglie
tutti i giovani dai 3 mesi (acquaticità neonatale) ai 16 anni. Ogni mese quasi tremila allievi
frequentano le piscine ed annualmente sono più del doppio quelli che si sono avvicinati al nuoto
(e discipline collegate) grazie al CGFS.
Oltre 50 sono gli istruttori, tutti brevettati o in possesso di diploma Isef, ed aggiornati
costantemente con corsi e seminari.
Il rapporto tra CGFS e le associazioni sportive agonistiche è regolato da una convenzione
attraverso la quale viene istituito un percorso speciale per coloro che, dotati di qualità
specifiche ed interessati all’agonismo intendono intraprendere la pratica sportiva di Nuoto,
Pallanuoto e Nuoto sincronizzato.
9.5
Lo sviluppo dello sport abilitativo e inclusivo: analisi e prospettive (a cura di
Umberto Spinelli, esperto del settore e Presidente regionale della S.O.I.)
Oltre all’analisi generale “sull’importanza dello sport come inclusione sociale e salute
mentale”, già offerta al paragrafo 8.6, appare interessante conoscere la situazione degli
interventi societari per lo sviluppo dello sport per diversamente abili a “livello competitivo”,
nella nostra provincia.
“Il quadro più recente (dati 2004) per la partecipazione ad attività agonistiche o
agonistico-ricreative, ci offre la seguente situazione:
- A. S. ANFFAS – Sinergie: il più anziano sodalizio sportivo per disabili di Prato,
registra al suo interno solo soggetti in ritardo mentale.
- 10 atleti sono tesserati alla F.I.S.D ( Federazione Sport Disabili), ma attualmente
non svolgono alcuna gara agonistica.;
- con altri 20 atleti è affiliata a Special Olympics Italia, all’interno della quale
svolgono attività regionale e nazionale di atletica leggera e calcetto.
- A.S SPECIAL TEAM PRATO-onlus: organizzata al suo interno con due sezioni distinte:
115
•
Una sezione, che si occupa di atleti disabili fisici con 13 iscritti alla FISD, che
svolge:
1. la specialità di tiro con l’arco con 1 atleta olimpionico di Atene 2004 e campione
italiano juniores;
2. la specialità di nuoto, con 12 atleti, tra cui un campione italiano assoluto e cinque
primatisti di specialità assoluti e juniores.
•
L’altra sezione, che si occupa di disabili mentali con 35 iscritti a Special Olympics
Italia, che svolge:
1. specialità di nuoto, giochi regionali, nazionali ed internazionali
2. specialità di ginnastica ritmica
3. specialità di calcetto
4. manifestazioni sociali e divulgative a carattere ludico-motorio, anche
scolastiche.
- Sta nascendo una nuova società sportiva affiliata alla FISD, che sfruttando la
presenza dell’allenatore della nazionale di tennis in carrozzina, Gianluca Vignali, vorrebbe
iniziare a divulgare questa specialità.
Considerando il possibile sviluppo dell’attività sportiva per disabili fisici, dobbiamo
premettere, che questo tipo di attività potrà essere incrementata solo se ci sarà una esigenza
dal basso, cioè in qualche modo stimolata dalle persone diversamente abili stesse. Le iniziative
proposte dagli operatori-organizzatori sportivi, se non supportate da una reale esigenza
espressa, difficilmente potranno portare allo sviluppo di una nuova disciplina sportiva o di una
nuova organizzazione societaria.
Il diversamente abile ha la possibilità quasi totale di fare una vita di relazione uguale
alle altre persone. Dopo il periodo riabilitativo, lo sport, che fino a una decina di anni fa era
una delle poche occasioni di relazione e di affermazione, è considerato adesso (meno male)
alla stessa stregua di internet o di una gita in un'altra città. Così assistiamo alla nascita, in
tutta la nostra regione, di iniziative legate al “gusto sportivo” delle singole persone disabili.
Agli operatori sportivi e alle istituzioni preposte il compito di agevolare e guidare queste
iniziative.
Per quanto concerne l’attività per disabili mentali, valutata all’interno
dell’organizzazione “SPECIAL OLYMPICS”, occorre creare nuove opportunità per questi
potenziali atleti.
Le nuove direttive del SOI Italia sono quelle di creare molti team in ogni città, a livello
societario, scolastico, di istituto, di cooperativa o anche di parrocchia: questo per avere una
diffusione più capillare, per trovare i volontari più facilmente, ma anche per ovviare, nelle
associazioni più grandi, alle problematiche relative ai fondi per le trasferte.
Per Prato l’obiettivo 2005 della S.O.I., è quello di creare un team per ogni cooperativa
sociale, formato da tutti i ragazzi frequentatori (nessun costo tessera, esclusa la sola quota
di affiliazione annuale), che in una prima fase possano partecipare ad iniziative ludico-motorie
116
di carattere locale o che partecipino soltanto alla fase regionale di atletica leggera iscritti
alle gare elementari già predisposte.
In questa maniera, anche attraverso la divulgazione nelle scuole superiori, sarà possibile in
pochi anni raggiungere numeri importanti, sia di “atleti speciali”, sia di volontari, sia di
iniziative a basso costo.
Questa nuova situazione potrà sollevare le associazioni già presenti dall’impegno pesante di
gestire, come accade negli ultimi tempi, esclusivamente le dinamiche economiche e familiari
relative ai “fortunati”, attualmente presenti nelle due associazioni pratesi.
117
10. IL SISTEMA SPORTIVO : Gli Impianti per la pratica sportiva e ricreativa
Al fine di fornire una migliore informazione agli addetti del settore, e per
comprendere meglio i successivi dati forniti nelle tabelle, appare opportuno fare un breve
riferimento alla categoria degli impianti. Secondo il censimento ISTAT/CONI, questi si
possono distinguere in tre categorie:
I complessi sportivi
cioè l’insieme di uno o più
impianti sportivi contigui
aventi in comune elementi
costitutivi come spazi
accessori, servizi, ecc.
Gli impianti sportivi
cioè l’insieme di uno o più
spazi di attività dello
stesso tipo o di tipo
diverso, aventi in comune i
relativi spazi/accessori
e/o servizi;
Gli impianti sportivi
elementari
cioè spazi di attività
sportiva, conformati in
modo da consentire la
pratica di una o più
attività sportive.
Le nostre tabelle, secondo il censimento del Coni, mostreranno la quantità di impianti
elementari per lo sport – i cosiddetti spazi sport – censiti nel 2003.
Secondo
censiti:
-
le ultime statistiche CONI (dati 2000 e 2001), sul territorio nazionale sono stati
70.030 complessi sportivi, composti da
80.121 impianti, che a loro volta si articolano in
146.256 spazi elementari di attività.
Cioè mediamente, attualmente:
- 253 impianti ogni 100.000 abitanti,
- di cui circa il 36% di proprietà e gestione pubblica,
- il 39% di proprietà e gestione privata,
- il 25% in gestione mista o convenzionata.
L’analisi degli impianti elementari (spazi sport) permette di affermare anche che la tipologia
più diffusa è rappresentata dai:
- campi da tennis con il 18% del totale,
- seguiti dai campi da bocce e le palestre con un 17%,
- i campi da calcio con un 14% e
- con un complessivo 17% per altri piccoli e medi impianti per i giochi sportivi
(pallacanestro, pallavolo, pallamano, polivalenti all’aperto)
- ed infine le piscine con un 3%.
118
piscine
altri impianti
palestre
1
campi calcio
piccoli e medi impianti
campi bocce
campi tennis
0
5
10
15
20
Di tali strutture oltre 24.800 risultano essere palestre di cui solo 13.500 ubicate presso
istituti scolastici con un dato fortemente negativo e cioè 1 palestra ogni 682 studenti e che
sottolinea che ben 1.165 istituti risultano privi di spazi adeguati per svolgere educazione
fisica e favorire l’avviamento alla pratica sportiva.
La distribuzione impiantistica in Italia appare invariata negli ultimi 25 anni, infatti dei
146.256 impianti censiti, evidenzia che circa il 60% sono ubicati al Nord (87.633), il 19,6 %
sono ubicati nel Centro Italia (28.642), il 14,5% al Sud (21.162) e infine il 6,0% nelle Isole
(8.819). I dati impiantistici riflettono evidentemente la distribuzione della popolazione e per
effettuare un giusto confronto bisognerebbe calcolare un indice di dotazione,
omogeneizzando il dato per ogni 100.000 abitanti.
Ripartizione impianti in Italia per macroaree
(2001)
14,5
6,0
Nord
Centro
Sud
19,6
59,9
Isole
Per la nostra piccola realtà provinciale, proveremo a calcolare dunque l’indice di dotazione
(I.D. = numero di spazi x 100.000 abitanti) per effettuare dei confronti, ma sarà più corretto
approfondire in seguito l’analisi partendo da un più concreto “indice di affollamento” (I.A =
nr. di abitanti per ogni spazio sport), dato più giusto nelle realtà di piccole dimensioni e forse
più utile per le programmazioni dei nostri comuni.
Con le successive tabelle, si offre un quadro nazionale e regionale di riferimento, ove
contestualizzare la nostra realtà locale.
119
Tabella 10.1 – Impianti sportivi nel 2001 e rapporto con la popolazione residente
Indice
Popolazione
Impianti
Dotazione/100 mila
%
residente
Area
al
abitanti
al 2001
2001
Italia
146.256
100,00
57.844.017
Centro Italia
28.642
19,58
11.159.583
Toscana
9.306
6,4
3.547.604
Dato 2001, fonte : “Dentro lo sport” a cura di SWG, Il Sole 24 Ore sport, Nomisma.
253
257
262
Nel panorama nazionale e in riferimento all’area del centro Italia, la Toscana nel suo
complesso si colloca sopra l’indice medio nazionale e di quello medio delle regioni del centro.
Dal 1998 con 7.796 impianti (errato proprio il dato di riepilogo di Prato) ed un indice di
dotazione pari a 221 spazi sport ogni 100.000 abitanti, passa nel 2001 (secondo l’indagine
SWG) a 9.306 impianti con un indice di dotazione di 262/100.000 abitanti.
Per quanto concerne invece la tabella successiva era nostra intenzione offrire un confronto
più aggiornato con le altre province toscane, relativamente ai due censimenti ufficiali. Ma ad
oggi ancora non si conosce il quadro riepilogativo del numero di impianti per ogni provincia per
il 2003. La tabella è comunque lasciata per intero per un rapido aggiornamento futuro.
Tabella 10.2. – Ripartizione impianti sportivi nella Regione Toscana e rapporto con la
popolazione residente (la colonna 2003 si inserisce in attesa di una elaborazione regionale dei
nuovi dati)
Area
Territoriale
Impianti
Element.
(Spazi
Sport)
1998
Popolazione
residente
al
31.12.’97
Indice
dotazione
/ 100 mila
abitanti
1998
Impianti
Element.
(Spazi
Sport)
2003
Popolazione
residente
al
31.12.2003
Indice
dotazione
/ 100 mila
abitanti
2003
Regione Toscana
7.796
3.527.303
221
Provincia di Prato
258
224.388
115
335
235.402
142
Provincia di Livorno
1256
335.555
374
Provincia di Arezzo
882
318.881
276
Provincia di Grosseto
559
216.207
258
Provincia di Pistoia
686
267.367
256
801 *
268.503
298
Provincia di Siena
613
251.892
243
Provincia di Pisa
937
384.957
243
Provincia di Lucca
883
375.496
235
Provincia di M. Carrara
456
200.267
228
Provincia di Firenze
1266
952.293
133
Fonte impianti sportivi e dati demografici : censimento ufficiale 1998 Regione Toscana-Coni;
Fonte impianti sportivi: elaborazioni Asel su censimento ufficiale 2003 Regione Toscana- Coni
Fonte dati demografici 2003: Uffici anagrafe comuni, su sito web Provincia di Prato.
* = Fonte Piano per lo Sport di Pistoia, 2003.
Il censimento del 1998, collocava la provincia di Prato all’ultimo posto come indice di dotazione
(ID= 115), poco più indietro della vicina provincia fiorentina. Ultimo posto anche per il numero
120
assoluto di impianti. Bisogna tenere conto però che la provincia pratese è composta
soltanto da sette comuni di cui cinque molto piccoli, in un’area densamente popolata di
appena 365 Kmq. (densità media provinciale 645 abitanti per Kmq. – ma di circa 1.300 per la
piana più urbanizzata di Prato, Montemurlo, Poggio a Caiano).
La maggior parte degli impianti provinciali è stata realizzata tra gli anni ‘70 e ’80 e più
raramente negli anni ’90, specie quelli nel comune capoluogo, per lo sviluppo in particolare delle
attività motorie e sportive per i bambini, i giovani, per la scuola, e per le attività rivolte agli
adulti e gli anziani.
Sono state costruite svariate palestre, piscine, campi di calcio e altri impianti, per forzare lo
sviluppo delle attività promozionali sportive, specie giovanili, per la salute ed il benessere della
popolazione, sino a costituire - negli anni ‘80 - la prima città in Italia come numero di impianti
di base in rapporto alla popolazione. Oggi il primato è stato superato sia a livello regionale che
nazionale: la causa è da attribuire, più all’ aumento della popolazione locale causato dalla forte
immigrazione (l’indice di dotazione è costruito in rapporto alla popolazione residente) che
all’aumento di strutture nelle altre realtà locali.
L’indice di dotazione attuale, pari a 142 spazi-sport (impianti elementari) ogni 100.000
abitanti, fa compiere un balzo in avanti alla provincia pratese (da 115 a 142), ma ancora
insufficiente in un quadro di confronto regionale.
L’indice di affollamento medio è pari a 702 abitanti per spazio-sport. Ma in questo
momento non ci permette eventuali confronti con dati similari provinciali in quanto manca uno
studio a carattere regionale in tal senso.
10.1
I dati sugli impianti per aree territoriali e per Comuni
Negli anni antecedenti l’istituzione della provincia, il Comune di Prato cercò, per quanto
possibile, di sopperire anche al ruolo dell’allora Provincia di Firenze, impegnando notevoli
risorse per realizzare una consistente impiantistica sportiva. Per quanto concerne almeno la
costruzione degli impianti per lo sport, secondo molti sportivi, la presenza della Provincia di
Firenze è stata poco significativa. Infatti, nel momento della divisione e del trasferimento dei
beni provinciali tra le due istituzioni, nessun impianto sportivo di rilevanti dimensioni e valore
era presente sul territorio della costituenda provincia di Prato.
A fare le spese di questa situazione sono stati in particolare i comuni di minori dimensioni, che
sono visibilmente carenti di impiantistica, sia di base che d’élite e tant’è che spesso la
popolazione residente si trova a dover migrare verso il capoluogo per la pratica di talune
attività.
Il comune di Vaiano appare quello che ha creduto e investito di più nello sport, tenuto conto
che negli ultimi cinque anni ha realizzato ben 11 nuovi spazi sport e che possiede una serie di
impianti di base sufficientemente proporzionati alla popolazione attiva.
Gli altri comuni crescono nella loro dotazione impiantistica in modo più modesto, compreso il
capoluogo (vedi quadri di dettaglio e allegati). Tuttavia, complessivamente, i sette comuni
fanno registrare un aumento di 77 impianti elementari per lo sport.
121
La presenza di strutture generate da investimento di privati è limitata. Esse riguardano
strutture di alto livello e strutture associative che incontrano un numero limitato di utenti in
relazione alla popolazione, sia per la natura degli sport ivi praticati che per le scelte di “core
business” delle società gestrici.
Di seguito (tabella nr.10.3) si riporta la dotazione pubblica e privata di impianti sportivi
presente nella provincia, suddivisa per “aree omogenee” e per Comuni (secondo
elaborazioni di Asel ricerche, sulla base dei censimenti regionali ufficiali), tenendo conto che
nei riepiloghi regionali del censimento 1998 si rileva un refuso di stampa, in quanto si
segnalavano 508 spazi sport che il dettaglio per comune poi non conferma. Cosicché il dato
reale di riferimento del censimento 1998 per la provincia di Prato è pari a 258 impianti
complessivi.
Tabella 10.3 – Spazi Sport nella Provincia di Prato e rapporto con la popolazione residente
(indice di affollamento = nr. di abitanti per spazio sport)
Area
Territoriale
Impianti
(spazi sport)
al 1998
Nr.
%
Impianti
(spazi sport)
al 2003
Nr.
%
Popolazione
residente
al
31.12.2003
Indice di
affollamento
spazi/pop.ne
2003
Provincia di Prato
258
100,0
335
100,0
235.402
703
Area della Piana
207
80,2
257
76,7
195.999
763
Area del Montalbano
20
7,8
35
10,5
21.389
611
Area della Valbisenzio
31
12,0
43
12,8
18.014
419
Fonte: Censimento Coni, Regione Toscana 1998 e elaborazioni Asel su censimento 2003 Regione-Coni
In questi cinque anni la provincia di Prato cresce di circa 77 nuovi spazi elementari
per lo sport passando da 258 a 335 impianti, con un incremento complessivo pari a circa
un 30% .
Bisogna subito affermare che non tutta la crescita è legata ad impianti con spazi per la
pratica prettamente sportiva. Anzi, degli spazi censiti in più, circa la metà risultano essere
“sale al chiuso”, perlopiù utili per la pratica di attività fisico motorie o attività sportive di sala
(pesi, arti marziali, danza, spinning, varie del fitness). L’aumento registrato è dovuto anche ad
una correzione, operata da Asel, sul censimento generale per una rilevazione più attenta e un
certo controllo incrociato degli spazi disponibili all’interno delle palestre (pubbliche e
soprattutto private), non più considerate dunque un solo impianto/spazio, ma in possesso di
molteplici spazi elementari per la pratica contestuale di svariate attività motorie e alcune
sportive.
Per quanto concerne gli spazi-sport per la Pesca Sportiva (laghetti appositamente
abilitati) nella provincia di Prato, non esistono impianti specifici, salvo l’uso concordato con
i gestori dei sette laghetti privati (La Villa, Lago Verde, La Briglia, Cerreto, Bagnolo,
Castelnuovo, Carmignano) attualmente presenti sul territorio, che consentono l’organizzazione
di prove sportive di volta in volta.
122
Esistono invece sul fiume Bisenzio campi gara appositi (V.le Galilei, ambo i lati - Area stadio
comunale, ambo i lati) regolarmente segnalati da appositi cartelli dove è consentito alle
Associazioni dei Pescatori di effettuare allenamenti e manifestazioni agonistiche di pesca
sportiva, vengono anche utilizzati per tenere lezioni di pesca ai ragazzi. La pesca è consentita
nel rispetto del regolamento provinciale e della legge regionale. Esistono poi quattro tratti di
mt. 1500 circa cadauno a regolamento specifico di cui due per la pesca “a mosca” artificiale e
due a mosca , esche naturali e artificiali, in questi tratti oltre alla normale licenza regionale è
necessaria un ulteriore autorizzazione giornaliera che viene rilasciata dalle associazioni che li
hanno in gestione temporanea.
Nel comune di Cantagallo un primo tratto nel Torrente Trogola ed un secondo nel Torrente
Trogola e fiume Bisenzio adibiti alla pesca con la mosca artificiale “ No Kill “ e con rilascio del
pescato. Sempre nel comune di Cantagallo esite un tratto in acque a salmonidi dove è
consentita la pesca con una sola canna munita di mulinello con uso di esche naturali e/o
artificiali consentite nelle acque a salmonidi e con possibilità di trattenere un massimo di tre
capi (della misura minimo di cm.29).
Nel comune di Vernio c’è un tratto a Ciprinidi dove è consentita la pesca con l’uso della mosca
artificiale o esche artificiali.
Tuttavia, fatte tali doverose precisazioni, nel dettaglio si ricava che:
-
-
-
L’Area della Piana cresce di un 24,0%, con circa 50 spazi sport in più, di cui 5 nel comune
di Montemurlo e 45 nel comune di Prato. L’incremento nel capoluogo, appare dovuto
soprattutto alla presenza delle palestre private” e cioè al maggiore numero di “sale per le
attività al chiuso” (più destinate alle attività fisiche motorie che a quelle propriamente
sportive) e al censimento di nuovi spazi di pratica, specie tra gli impianti polivalenti ma
anche per il calcio e le bocce.
L’Area del Montalbano cresce del 75% con circa 35 spazi in più e circa un raddoppio
degli spazi di pratica. Di cui 5 spazi sport in più nel comune di Carmignano e 10 spazi in più
in quello di Poggio a Caiano, che in realtà conteggia meglio gli spazi specie delle sale di
attività motoria presso le scuole e le palestre private;
L’Area della Valbisenzio cresce di un 40% con circa 12 spazi sport in più, di cui 11 spazi in
più nel comune di Vaiano ed 1 in più nel comune di Vernio. Vaiano registra un incremento
davvero notevole raddoppiando il patrimonio impiantistico sportivo pubblico.
Dalla lettura dei dati percentuali si può ancora ricavare che negli ultimi cinque anni, nella
distribuzione provinciale dell’impiantistica si alza di poco la percentuale di incidenza sia per
l’area del Montalbano che per la Valbisenzio. Ma con un evidente forte sbilanciamento verso la
Piana Urbana che ancora raccoglie oltre l’80% di tutta l’impiantistica sportiva provinciale.
Da una sommaria valutazione dell’indice di affollamento (ultima colonna della tabella nr. …),
cioè quanti abitanti insistono per ogni spazio-sport censito, si ricava ancora che :
-
L’indice medio complessivo provinciale segnala un affollamento di circa 703 abitanti
per ogni spazio sport;
123
-
Nell’Area della Piana l’indice medio di affollamento è pari a 763; con Prato però che
registra un indice di 736 e Montemurlo un I.A. di 1.198 piuttosto elevato.
Nell’Area del Montalbano l’indice medio è pari a 611; con Carmignano che registra un
indice di 738 abitanti per spazio sport, e Poggio a Caiano invece di 491.
Nell’Area della Valbisenzio l’indice medio complessivo è pari a 419; con Cantagallo che
presenta un I.A. di 404, Vaiano di 472 e Vernio di 359. Tutti in modo abbastanza
omogenei.
Le tre tabelle seguenti mostrano agli appassionati del settore uno spaccato delle tre aree
in modo ancor più dettagliato, dove si può ricavare anche un’analisi sugli spazi di pratica
all’aperto e al chiuso.
La quantità e la tipologia degli spazi sport per la pratica quotidiana, ci segnala non soltanto la
possibilità di praticare determinate discipline, ma anche l’opportunità di “allenarsi meglio” nel
periodo invernale o estivo, a seconda degli agenti atmosferici o all’aria aperta e in ambiente
naturale.
E se è vero che taluni sport si praticano soltanto all’aperto o al chiuso – loro luogo idoneo e
naturale – è vero anche che molti altri se disponessero di impianti al chiuso o all’aperto,
potrebbero sviluppare una maggiore e più intensa qualità degli allenamenti a seconda del
periodo di preparazione o agonistica.
Sarebbe interessante svolgere una più precisa indagine in tal senso, verificando lo sviluppo
potenziale di alcune discipline. Siamo certi, ad esempio, che se tutti gli impianti per le bocce
fossero del tipo “copri/scopri”, ciò renderebbe non solo più felici gli over 65, ma
consentirebbe loro una permanente aggregazione e più movimento anche nei periodi invernali,
con una positiva ricaduta sulle condizioni di salute e sociali.
Tabella 10.4 – Tipologia e numero degli impianti nell’ Area della PIANA (Comuni di Montemurlo
e Prato)
Censimenti :
1998
2003
Montemurlo 2003
Tipologia Spazi
Totale Totale Totale
elementari per lo sport Spazi Spazi Comune
01
02
03
04
05
06
Palestre e Sale
per attività varie
Piscine per il nuoto e
vasche natatorie
Campi da Tennis
Campi da Calcio, Calcio
a 5, Calcio a 7
Campi da Bocce
Piste, poliv.ti all’aperto
e per altre discipline
Prato 2003
Spazi
al
chiuso
Spazi
all’
aperto
Totale
Comune
Spazi
Al
chiuso
Spazi
all’
aperto
94
112
6
6
0
106
106
0
12
12
0
0
0
12
8
4
17
19
1
0
1
18
13
5
41
48
6
0
6
42
2
40
11
16
1
1
0
15
3
12
32
50
1
0
1
49
9
40
124
TOTALI
207
257
15
7
8
242
141
101
Fonte: Censimento Coni, Regione Toscana 1998 e elaborazioni Asel su censimento 2003 Regione- Coni
Il Comune di Montemurlo, rispetto al censimento 1998, presenta un aumento di 5 spazi-sport
di cui: 2 sale al chiuso, 1 campo da tennis, 1 da bocce e 1 campo di calcio. Purtroppo nel corso
dell’ultimo anno deve registrare la chiusura di un avviato campo di Tiro al Volo, fucina di
pluricampioni di livello internazionale.
Se i dati segnalati sono esatti, il numero di impianti cresce soltanto di due unità. Tra le
indicazioni del Comune viene segnalato che lo stato funzionale degli impianti risulta
sufficiente o buono.
Crediamo tuttavia, ma non abbiamo certezza in quanto il dato non è censito dal Coni e neppure
confermato dal Comune, che esista un ulteriore impianto privato (a più spazi) per l’equitazione.
Ci è stata altresì segnalata la presenza di un struttura-palestra multiscopo che non risulta
presente negli elenchi ufficiali
Il Comune di Prato, rispetto al censimento 1998, presenta una crescita di 45 spazi di cui: 16
sale al chiuso/palestre, 1 campo da tennis, 4 campi da bocce e 6 campo di calcio/calcio a 5. Gli
spazi acqua rimangono inalterati, perché alla chiusura di due spazi si contrappongono
l’apertura di 2 impianti privati. Molte palestre private non risultano ufficialmente censite o
con un’esatta rilevazione degli spazi-sport di allenamento. Sarebbe utile svolgere una indagine
più approfondita perché rimangono ancora varie incertezze, sia sull’esatto numero di impianti
(che sembrano crescere di circa un terzo), sia sugli spazi di pratica. Anche in considerazione
che le Circoscrizioni (responsabili della gestione della quasi totalità degli impianti pubblici) non
hanno fatto pervenire il loro “controllo” sugli impianti censiti e spesso di quelli privati si
conosce molto poco. Altro dato interessante è quello che tra “palestre e sale” risultano 50
private (adibite soprattutto ad attività fisico motorie) e 56 pubbliche (soprattutto palestre
per lo sport di base).
Per l’Atletica Leggera non confonda invece il dato che segnala 11 spazi-sport (cioè tra
rettilinei, piste e pedane), comprese quelle ubicate presso vari istituti scolastici. Oltre a tali
pedane di allenamento studentesco e giovanile, esiste uno scadente impianto-scuola di
allenamento (promiscuo con il calcio) ma non omologato e utile per le manifestazioni.
Tabella 10.5 – Tipologia e numero degli impianti nell’ Area del MONTALBANO (Comuni di
Carmignano e Poggio a Caiano)
Censimenti :
1998
2003
Carmignano 2003
Tipologia Spazi
Totale Totale Totale
elementari per lo sport Spazi Spazi Comune
01
02
Palestre e Sale
per attività varie
Piscine per il nuoto e
vasche natatorie
Poggio a Caiano 2003
Spazi
al
chiuso
Spazi
all’
aperto
Totale
Comune
Spazi
Al
chiuso
Spazi
all’
aperto
8
18
5
5
0
13
13
0
3
3
3
0
3
0
0
0
125
03
04
05
06
Campi da Tennis
4
2
2
1
1
0
0
0
5
12
7
2
5
5
0
5
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
20
35
17
8
9
18
13
5
Campi da Calcio, Calcio
a 5, Calcio a 7
Campi da Bocce
Piste, poliv.ti all’aperto
e per altre discipline
TOTALI
Fonte: Censimento Coni, Regione Toscana 1998 e elaborazioni Asel su censimento 2003 Regione- Coni
Il Comune di Carmignano, rispetto al censimento 1998, presenta un aumento di 5 spazi di cui:
1 sala al chiuso (privata), 2 campi da calcetto e 2 di calcio (uno precedentemente non censito).
Inalterati gli spazi acqua a Pietramarina (privati), non si registrano altri impianti per una
pratica diversificata. Gli impianti crescono complessivamente di due unità per la presenza di
una palestra privata ed un campo di calcio non censito nel ’98 (Virtus Comeana).
Presumibilmente il censimento è incompleto per la presenza di spazi acqua e per l’equitazione
in complessi agrituristici, di cui però non si hanno dati ufficiali.
Il Comune di Poggio a Caiano, rispetto al censimento 1998, presenta un aumento di 10 spazi
di cui: 6 sale al chiuso (presso palestre private), 2 spazi motori e 1 palestra (pallone
tensostatico) presso le scuole, 2 play ground per il calcio ricreativo ed 1 spazio-calcio per
allenamento (prima non censito, presso il campo comunale).
Purtroppo si deve invece registrare la chiusura di alcuni campi da tennis scoperti e privati.
L’apertura, da parte della UISP, di un “pallone” presso l’area comunale delle scuole medie ha
costituito una buona risposta alle esigenze scolastiche e del calcio a cinque. Mentre il
rifacimento del palazzetto dello sport consente lo svolgimento di attività sportive di alta
prestazione.
Tabella 10.6 – Tipologia e numero degli impianti nell’ Area della VALBISENZIO
(Comuni di Cantagallo, Vaiano, Vernio)
Censimenti :
1998
2003
Cantagallo 2003
Vaiano 2003
Vernio 2003
Tipologia
Spazi Spazi
Spazi Spazi
Spazi Spazi
Totale Totale Totale
Totale
Totale
al
all’
al
all’
al
all’
Spazi elem.
spazi spazi Comune
Comune
Comune
chiuso
aperto
chiuso
aperto
chiuso
aperto
per lo sport
Palestre e
Sale per
01
12
11
1
1
0
4
4
0
6
6
0
attività
varie
Piscine per il
nuoto e
02
0
1
0
0
0
0
0
0
1
0
1
vasche
natatorie
126
03
04
05
Campi da
Tennis
Campi da
Calcio,
Calcio a 5,
Calcio a 7
Campi da
Bocce
Piste, poliv.ti
all’aperto
06
e per altre
discipline
6
8
1
0
0
4
2
2
3
0
3
11
14
4
0
4
7
2
5
3
0
3
0
2
0
0
0
2
0
2
0
0
0
2
7
1
0
1
3
0
3
3
1
2
31
43
7
1
6
20
8
12
16
7
9
TOTALI
Fonte: Censimento Coni, Regione Toscana 1998 e elaborazioni Asel su censimento 2003 Regione- Coni
Il Comune di Cantagallo, rispetto al censimento 1998, non segnala alcuna variazione
impiantistica. Peraltro alcuni spazi-sport, a nostro parere, non sembrano essere rispondenti
per un uso di carattere sportivo.
Sembrano forse non sufficientemente segnalati, anche in questa area collinare, eventuali
impianti privati e, mancare, una serie di impianti che incentivino la pratica ricreativa e
sportiva in ambiente naturale (esclusi i percorsi di trekking).
Il Comune di Vaiano, rispetto al censimento 1998, presenta un aumento di ben 9 impianti che
hanno dato vita a 11 nuovi spazi-sport di cui: 1 palestra presso le scuole a “La Briglia”, 2 play
ground polivalenti, 3 campi di calcio a cinque ( 2 privati), 2 campi da tennis, 2 bocciodromi e 1
“circuito” per il ciclismo giovanile.
Tenuto conto delle dimensioni del Comune, della sua ubicazione e dei suoi bilanci, tali scelte
amministrative verso la promozione della pratica motoria sportiva e ricreativa, assicurata
anche nelle frazioni, è da considerarsi un notevole e lodevole sforzo. Vaiano peraltro conferma
da lungo tempo questa sua vocazione per lo sport, specie giovanile.
Il Comune di Vernio, rispetto al censimento 1998, presenta una sola variazione in aumento,
con 1 spazio-acqua. La realizzazione cioè di una piscina scoperta in località Mercatale che
sembra aver offerto una buona risposta alla pratica ricreativa del nuoto (almeno nel periodo
estivo) all’intera Valbisenzio.
Non si rilevano maggiori informazioni sull’impiantistica, non avendo trasmesso il Comune alcuna
risposta alle richieste di informazione, anche relativamente alla piscina di Mercatale che non
compare nel censimento ufficiale. Non compare nemmeno la Pista di Atletica che invece è
stata costruita, anche se per i motivi suddetti non si hanno notizie sulla gestione operativa.
10.2
Gli impianti suddivisi per discipline sportive
127
Sulla base del censimento impiantistico che ha definito gli spazi sport fruibili
dall’associazionismo sportivo, si è tentato, in assenza di un’indagine più specifica che si auspica
sarà condotta successivamente, di risalire anche al numero di spazi disponibili per ogni
disciplina sportiva.
E’ opportuno fare attenzione che - nell’aggregato “palestre e sale” - sono state raccolte tutte
quelle discipline che usufruiscono di tale tipologia di impianto, tenendo presente anche la
presenza delle palestre private e dunque delle attività del fitness.
I quadri dirigenti dello sport locale, possono evincere da tali dati una serie di riflessioni sulle
concrete possibilità di sviluppo di taluni sport rispetto ad altri, o quale programmazione
mettere in atto per indirizzare la promozione sportiva, magari incrociando i dati degli impianti
con quello dei tesserati e delle società presenti nell’area di riferimento.
I dati che si presentano possono presentare alcune imperfezioni – in eccesso o in difetto dovute alla difficoltà di aggregare e interpretare le indicazioni ricevute, ma il quadro
d’insieme appare comunque utile per sviluppare una serie di analisi tecniche sugli sport.
Il numero complessivo non può essere infatti confrontato con il dato analitico, in quanto lo
spazio sport censito può essere utilizzato da molteplici discipline e quindi potrebbe essere
assegnato più volte. Esempio:
- Lo spazio-sport del Palasport di Prato conteggiato per 1, nel dato analitico di disciplina
dovrebbe essere conteggiato per il Calcio a 5, per l’Hockey, il Basket, la Pallavolo, il
Pattinaggio, la Ginnastica Artistica.
- Uno spazio polivalente all’aperto conteggiato per 1, potrebbe essere utilizzato per il Basket,
la Pallavolo, il Pattinaggio, ecc.
Tabella 10.7 – Ripartizione impianti sportivi provinciali per discipline sportive e per aree
omogenee
Nr.
Disciplina Sportiva Olimipica
(raggruppate per tipologia)
1.
Palestre e Sale - per varie
discipline e attività indoor:
Arti Marziali, Ginnastica Artistica,
Hockey
a
rotelle,
Pallavolo,
Pallacanestro, Pallamano, Scherma,
Pattinaggio, Danza, Pugilato, Body
Building, e… altre attività del
Fitness e sport al chiuso.
2.
3.
Piscine: Nuoto, Pallanuoto,Syncro
e varie di Fitness acquatica...
Tennis
4.
5.
Calcio 11, calcio a 5, calcio a 7
Bocce (di varie tipologie)
Area
Area
della
del
Montalbano Valbisenzio
Nr.
%
Nr.
%
Totale
per
disciplina
Nr.
%
Area
della
Piana
Nr. %
141
42,1
112
33,4
18
5,4
11
3,3
16
4,8
12
3,6
3
0,9
1
0,3
29
8,6
19
5,6
2
0,6
8
2,4
74
22,1
48
14,3
12
3,6
14
4,2
18
5,4
16
4,8
0
0,0
2
0,6
128
da 6
a 19
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
Altri spazi-sport polivalenti:
57 17,0
e specifici per gli sport elencati :
Atletica Leggera (piste e pedane) 12
Aeromodellismo- Automodellismo
2
Bowling
(impianto a più piste)
1
Ciclismo (circuito di allenamento)
1
Equitazione (maneggi, galoppatoi)
3
Golf
1
Hockey a rotelle
(all’aperto)
8
Pattinaggio
(piste ricreative)
7
Pesca sportiva (laghetti vari)
n.c.
Polivalenti all’aperto (pc,pv, ecc.)
10
Rugby
6
Squash
3
Tiro a Segno
(poligoni)
2
Tiro con l’Arco
(più postazioni)
1
Pesca Sportiva (laghetti e fiume) (18 *
50
11
2
1
0
3
1
7
7
n.c.
7
6
2
2
1
(9)*
14,9
0
0
0
0
0
0
0
0
0
n.c.
0
0
0
0
0
(1)*
0,0
7
2,1
1
0
0
1
0
0
1
0
n.c.
3
0
1
0
0
(8)*
TOTALE GENERALE: 335 100, 257 76,7 35
10,5
43
12,8
Fonte: Censimento Coni, Regione Toscana 1998 e elaborazioni Asel su censimento 2003 Regione- Coni
* = Sono stati censiti 7 laghetti privati per la pesca ricreativa e 11 tratti di pesca sui fiumi – non conteggiati
ufficialmente tra gli spazi-sport per la pesca sportiva per l’incertezza sulla loro catalogazione specifica.
E’ possibile effettuare un certo confronto con alcuni dati di una indagine nazionale svolta dalla
SWG nel 2001, che ci permette di ricavare alcune indicazioni interessanti, seppur con la
cautela che il dato nazionale della SWG tiene conto anche dell’area del sud d’Italia che è
generalmente molto carente in termini impiantistici e dunque contribuisce ad abbassare il
dato medio percentuale nazionale (si pensi che gli impianti al Nord sono il 59,9%, al Centro il
19,6%, al Sud il 14,5% e nelle Isole il 6,0%).
Rispetto alle percentuali medie nazionali, per la situazione pratese (tenendo conto che la
nostra stima è riferita al 2003 e quella della SWG, Nomisma, Sole 24 Ore sport, risale al
2001 e quindi si effettua un confronto non totalmente esatto) si ricava che:
-
-
-
-
per le palestre e altre sale al chiuso (42,1%), cioè luoghi ove è possibile svolgere varie
attività fisico motorie e sportive al chiuso (pubbliche e private), il “dato aggregato di
Prato” registra una percentuale molto più alta, cioè di oltre il 25%.
Ma se si considerasse solo il dato delle palestre, spazi ove è possibile svolgere
prioritariamente attività sportive, la percentuale di circa il 23% sarebbe in linea o
comunque di poco superiore (circa il 6%) alla media nazionale già stimata dalla SWG.
per le piscine (4,8%) si registra un dato di circa un 2% superiore alla percentuale media
nazionale (stimata nel 2001 dalla SWG). In coerenza quindi con altre città italiane, ma
insufficiente per la forte domanda di attività natatorie dell’area pratese.
per i campi di calcio e calcio a 5 (22,1%) il confronto mostra un dato pratese un più alto
di circa un 8%. Il dato evidenzia una presenza di tale tipologia impiantistica piuttosto
buona e giustificata dalla forte domanda e la pressione esercitata dalle numerosissime
129
società che svolgono non solo attività agonistica con la FIGC, ma soprattutto attività
ricreative (amatoriali) con gli Enti di promozione.
Gli ambiti disciplinari in cui il confronto dei dati con le stime nazionali SWG, evidenziano una
carenza piuttosto certa sono quelli relativi a:
-
-
-
campi da bocce, che con il 5,4% si posizionano molto lontano dal dato nazionale che è pari
al 17% (circa 12 punti percentuali in meno). Sappiamo che tale pratica, soprattutto
ricreativa è molto sviluppata in alcune aree del nord del nostro Paese, e che oggi non
coinvolge più soltanto gli anziani, ma comincia ad attrarre anche molti giovani sportivi.
campi da tennis, che con un 8,6% si posizionano di circa dieci punti sotto al dato nazionale
del 18%. Una carenza che si evidenzia nell’abbandono dei giovani di tale disciplina, e nella
continua trasformazione che si è operata nel corso degli anni in molte realtà dei vecchi
campi nei più redditizi campi di calcetto.
altri impianti polivalenti (all’aperto e al chiuso) con una percentuale del 17,0%, si collocano
anch’essi al di sotto del dato nazionale SWG - sui piccoli e medi impianti e sugli altri
impianti - che il dato aggregato segnala complessivamente intorno al 31% .
130
10.3
Ristrutturazione, messa a norma e realizzazione nuovi impianti
Dall’elaborato del primo PPS si evinceva già che: “La Provincia e i Comuni dell’area,
hanno già impiegato massicce risorse economiche per il recupero del patrimonio immobiliare,
rivolte con priorità al versante delle scuole e agli impianti sportivi annessi. Si tratta di una
chiara scelta politica che ha garantito i giovani studenti e la loro formazione, che avevano
diritto a maggiore sicurezza con la messa a norma (in particolare) delle strutture scolastiche
e che sta ancora procedendo a gran ritmo”.
Anche in questi ultimi anni è proseguita l’azione di ristrutturazione e messa a norma delle
strutture pubbliche (scuole, altri palazzi, impianti sportivi) con notevoli risorse impegnate in
tale direzione, oltre alla realizzazione di nuove opere.
Per quanto oggi segnalano molteplici organizzazioni ed operatori sportivi, appare
indispensabile destinare nel futuro, maggiori risorse per l’ammodernamento degli impianti
sportivi (sia quelli “di base”, che quelli più elevati di interesse regionale e nazionale) e per la
realizzazione di nuovi spazi-sport in particolare presso quelle scuole che ancora non ne
risultano dotate.
Non è più infatti rinviabile oltre un’azione incisiva per mettere a norma e qualificare la
dotazione esistente, per i forti bisogni espressi dalla popolazione e dal movimento sportivo,
specie quello agonistico e di alta prestazione, desideroso di compiere un ulteriore balzo di
qualità, senza tuttavia sottovalutare i bisogni degli altri segmenti dello sport amatoriale e
ricreativo. Né si può non porre maggiore attenzione ai bisogni dei bambini e dei ragazzi, specie
per quella fascia di studenti della scuola dell’infanzia e delle elementari dove è indispensabile
acquisire i primi apprendimenti del movimento per successive esperienze motorie e sportive.
L’azione pubblica dovrà rivolgersi prioritariamente alla ristrutturazione dell’esistente,
con la realizzazione di alcune grandi opere di interesse interprovinciale (pista di atletica
leggera, circuito di allenamento per i giovani ciclisti) e verificare la possibili integrazioni tra
progetti di diversa natura con l’intento di cercare economie di scala nella costruzione e nella
gestione delle strutture.
Al contempo valutare e sostenere ove possibile, l’azione di soggetti privati che vorranno
autonomamente realizzare una nuova e moderna impiantistica di medio e alto livello, che
risponda alla crescita della domanda di sport e alla voglia di spettacolo sportivo di alto livello
della nostra provincia e che sia fruibile come servizio pubblico.
L’azione delle istituzioni con quella dei “soggetti sociali” operanti nel campo dello sport e
anche attraverso l’azione di “soggetti privati” (più interessati agli aspetti economici e di
business derivanti dal settore sportivo), dovranno dunque essere sinergici e complementari, in
una logica di pianificazione e programmazione condivisa. Non potrà più essere delegata solo
all’azione pubblica l’investimento e lo sviluppo di tale settore sociale: ognuno è chiamato a
fare la propria parte.
Ciò significherà anche una integrazione dell’azione amministrativa fatta di conoscenza
reciproca che sarà supportata dal lavoro della Consulta. L’azione sin qui svolta a favore
dell’intero associazionismo sarà orientata verso una azione formativa delle associazioni
stesse; attraverso ciò si giungerà a una maggiore consapevolezza e assunzione di
131
responsabilità che miri alla crescita di ogni soggetto, così da renderlo più autonomo ed in
grado di operare senza alcun sostegno particolare, di tipo finanziario o organizzativo.
L’azione di sostegno dovrà dunque diventare gradualmente meno intensa, meno garantita a
tutti, a favore di specifici progetti sociali condivisi con altre aree e settori di attività e
rivolta in particolare alle fasce generalmente definite più “deboli”.
Opportuno sarà stabilire criteri di merito ove le iniziative siano concertate con l’Ente e
sviluppino una cultura sportiva nell’ambito della Provincia. Saranno per questo meglio definiti
obiettivi e progetti, su cui ognuno potrà misurarsi e concorrere”.
10.4
Polifunzionalità delle palestre e realizzazione di Play Ground
Risulta ancora attuale, quanto già si affermava nel precedente PPS, e cioè che: “Ad
oggi risultano idonei pochi impianti in grado di rispondere allo sviluppo dello sport d’élite e di
spettacolo – il solo palasport di Maliseti che può contenere sino a circa 2000 spettatori mentre i restanti appaiono solo sufficienti per mantenere i servizi per lo “sport di base” e
parzialmente quello scolastico o per ospitare i campionati dilettantistici minori. Appare
addirittura insufficiente se si pensa alla crescente domanda di “sport per tutti” ed ai nuovi
bisogni dei cittadini, specie adulti e anziani.
Bisognerà dunque pensare a rendere polifunzionali le palestre di base, perché siano più
rispondenti non solo per le scuole, ma anche per le società e le famiglie multisportive e per i
diversi segmenti dello sport.
Un’altra risposta moderna ed efficace alla voglia di “stare insieme” dei giovani, di giocare,
divertirsi e socializzare liberamente, senza molti sacrifici per gli allenamenti, sono la
costruzione diffusa di play ground. Ovvero spazi-gioco liberi, aperti a tutte le ore nei più
diversi angoli della provincia. Spazi facilmente raggiungibili e di libero uso per i ragazzi; spazi
pensati anche per riunire o incontrarsi tra stranieri e autoctoni; si tratta anche di luoghi ove
poter sviluppare particolare progetti di inserimento sociale e di ascolto dei bisogni dei
soggetti più difficili, con l’intervento degli “Operatori di Strada” capaci di prevenire e
guidare la formazione attraverso progetti specifici che favoriscano l’inclusione e non generino
esclusione dei devianti.
Alcuni di tali play ground possono diventare occasione di lavoro e inserimento di soggetti
svantaggiati, in grado di gestire l’attività quotidiana o offrire servizi alla persona (bar, giochi,
intrattenimenti vari, ecc.) oltre che sedi di Associazioni e Società.
Appare opportuno prevedere uno studio apposito per individuare, tutte le aree aperte che
possono essere attrezzate e completate e già riservate a “verde sportivo attrezzato”, proprio
per incentivare l’azione di soggetti privati, specie se riuniti in “associazioni” o cooperative (o
altro), disposte ad inserire in possibili forme di lavoro i soggetti svantaggiati.
10.5
Gli impianti e le vasche per il Nuoto e le discipline natatorie
132
La quasi totalità delle piscine pubbliche sono ubicate nel comune capoluogo – si
registrano infatti 12 spazi-acqua, tra piscine propriamente dette e vasche natatorie, la
maggior parte pubbliche e alcune private ubicate all’interno di centri fitness.
La Valbisenzio presenta una piscina scoperta funzionante nei mesi estivi, così come il
Montalbano con un impianto privato scoperto, aperto solo d’estate.
Tabella 10.8 – Spazi-acqua per le attività natatorie ripartiti per aree omogenee
Nr.
20.
Disciplina Sportiva Olimipica
(raggruppate per tipologia)
Totale
per
disciplina
Nr.
%
Piscine: Nuoto, Pallanuoto,Syncro
16
4,8
e varie di Fitness acquatica...
Fonte: Elaborazioni Asel su censimento 2003 Regione- Coni
Area
della
Piana
Nr. %
12
3,6
Area
del
Montalbano
Nr.
%
3
0,9
Area
della
Valbisenzio
Nr.
%
1
0,3
Bisogna segnalare che, tra gli spazi acqua sopra censiti, figura anche la piscina di S. Paolo che
al momento risulta chiusa per lavori di ristrutturazione.
L’intensa pratica di attività natatorie che si registra a Prato e l’ubicazione delle piscine
coperte nel capoluogo, produce elevati spostamenti specie durante il periodo invernale di
cittadini residenti nei comuni limitrofi, per prendere parte soprattutto ai corsi organizzati
dal CGFS per i bambini e dagli Enti di promozione per gli adulti. Non si conosce l’esatta
quantità di sportivi che tutti i giorni si recano presso le piscine comunali, un dato comunque
molto elevato e uno spostamento con mezzi privati che soprattutto nelle ore pomeridiane e
serali è valutato molto intenso e che meriterebbe di essere indagato (dati del 2001
segnalavano mediamente oltre 2500/3000 nuotatori giornalieri).
L’uso intensivo delle piscine ha inizio con attività che si susseguono dalle ore 8.00 sino alle
23.00, attraverso la pratica continua di studenti, neonati, bambini alle prime armi, signore
amanti della fitness acquatica, atleti giovanissimi o avviati agonisti, adulti amatori del nuoto
libero, anziani e disabili impegnati in attività di recupero psicofisico o per eventi traumatici.
Uno sfruttamento intensivo delle strutture che se da un lato consente di rispondere alla forte
domanda e di ammortizzare i costi di gestione elevati, dall’altro provoca un “affollamento”
eccessivo degli spazi d’acqua (con molteplici incastri di attività e di orari d’uso) e un
deterioramento precoce dell’impianto.
Risulta elevato ed importante il servizio sociale reso alla cittadinanza, per il grande afflusso
di nuotatori di tutte le età attraverso le attività corsistiche di avviamento organizzate dai
diversi soggetti operanti e specie dagli Enti di promozione (CGFS e AICS, CSI, UISP). Poco
spazio residuo di pratica invece viene segnalato da quei cittadini che non desiderano più
essere “organizzati” avendo raggiunto ormai un’ampia autonomia tecnica e che mirano
soprattutto ad un’attività di fitness personale.
Intense e ben organizzate anche una serie di attività preagonistiche e agonistiche per le
discipline del Nuoto, Pallanuoto, Nuoto Sincronizzato, organizzate per fini propri (statutari)
da alcune Associazioni sportive locali (Futura Nuoto e Nuoto Prato), così come la disciplina del
133
Triathlon (corsa, bici, nuoto – promossa dall’Etruria Triathlon) e le attività subacquee (Free
Dive e ub Prato).
Non si hanno attualmente informazioni più ampie circa le attività di fitness acquatica che
vengono svolte nelle piscine private dei centri fitness, mentre è possibile fornire un quadro di
dettaglio sulle molteplici attività che vengono attivate nelle piscine pubbliche pratesi (non
tutte le attività possono essere promosse in tutti gli impianti, ad esempio le attività
subacquee si svolgono soltanto nella piscina di Via Roma):
-
Nuoto adulti: principianti, intermedio, avanzato
(Aics, Csi, Uisp);
Acquaticità 3 mesi – 5 anni
(Cgfs);
Acquafitness
(Aics, Uisp);
Acquagym
(Aics, Csi, Uisp);
Nuoto sincronizzato
(Cgfs);
Acqualand – libera balneazione bambini 1-8 anni –
(Cgfs);
Ginnastica in acqua per adulti
(Cgfs);
Ginnastica pre-parto
(Uisp, Cgfs);
Nuoto terapeutico per anziani
(Cgfs);
Trattamento fisioterapico e riabilitativo
(Cgfs);
Recupero dell’handicap
(Cgfs);
Acquaticità subacquea e specialità subeacquee
(Sub Prato);
Attività subacquee con autorespiratore; Tecnici in apnea
(Free Drive, Sub Prato);
Corsi per assistenti bagnanti
(Fin, Free Drive, Sub Prato);
Corso di primo soccorso medico
(Fin, Free Drive, Sub Prato).
Appare inoltre interessante riportare in questo documento di programmazione, seppur in
sintesi, alcune informazioni contenute nella “Carta delle piscine pubbliche pratesi”, perché
costituisce un buon indirizzo di governo per la gestione dell’impiantistica, nata dalla
collaborazione tra ente pubblico e soggetti privati, trasferendo a quest’ultimi compiti e
funzioni fin ora svolti dall’ente locale.
Il Comune di Prato con l’intento di offrire un miglior servizio ha affidato in gestione esterna
dal 2002, all’associazione PRATO-APOGEO, le piscine comunali. Associazione di scopo,
appositamente costituita e partecipata dalla stessa amministrazione comunale che intende
mantenere le funzioni di indirizzo, controllo e programmazione, pur in un ruolo paritario con gli
altri soggetti dell’associazionismo locale.
La formula gestionale creata ha apportato dei vantaggi alle stesse associazioni sportive che vi
hanno aderito, poiché consente a quest’ultime una maggiore flessibilità nell’utilizzo degli spazi
acqua per renderli più consoni anche alle loro esigenze sportive.
Attraverso la Carta dei Servizi, il Comune informa i cittadini sull’attività svolta e
contemporaneamente si assume l’impegno di mantenere determinati standard nel servizio
erogato, assicurando trasparenza nel rapporto tra cittadini e coloro che gestiscono il servizio
pubblico, in modo che ogni utente può in qualsiasi momento verificare la rispondenza degli
indicatori definiti e comunicati.
134
Nella Carta dei Servizi sono comprese una serie di diritti-doveri che regolano il rapporto
con i cittadini ed una serie di informazioni che agevolano la partecipazione dello sportivo
praticante. Tali normative e informazioni (vedi in dettaglio Carta dei Servizi, a cura del
Comune di Prato), che riteniamo importanti riportare per la qualità del servizio che il Comune
di Prato ha voluto porre in atto verso i propri cittadini, possono così riassumersi:
- Principi Fondamentali (Uguaglianza dei diritti degli utenti; Imparzialità, Regolarità del
servizio; Partecipazione; Efficienza ed efficacia);
- Informazione agli Utenti (tabelle informative, analisi acque, esiti delle verifiche, ecc.);
- Rapporti con gli Utenti (concessione spazi, tempi di fruizione, categorie di utenza, ecc.);
- L’Offerta dei servizi sportivi in ambito natatorio (soci costitutori, compiti della
associazione Prato-Apogeo, fruizione degli spazi da parte di altre società);
- Gli Impianti (elenco degli spazi acqua, note tecniche e di informazione sui vari servizi);
- Orari di Apertura (orari d’uso, modalità e tipologia d’uso, tariffe per l’utente, copertura
assicurativa, ecc.);
- Attività promossa dalle Associazioni (elenco, indirizzi e info sulle associazioni operanti);
- Attività promosse dalle Associazioni presso ogni piscina (tipologia di attività, soggetti
proponenti, impianti);
- Adozione di standard (adozione di standard, individuazione di indici e misure per
garantire la qualità del servizio);
- Qualità del livello di sicurezza (indicatori, requisiti, standard, conseguenze della
violazione, tipo di esborso a garanzia dell’utente);
- Qualità del livello di professionalità (indicatori, requisiti, standard, conseguenze della
violazione, tipo di esborso);
- Qualità dell’ambiente interno: acqua della vasca - piano vasca – spogliatoi e servizi
igienici (indicatori, requisiti, standard, conseguenze della violazione, tipo di esborso);
- Segnalazioni e procedure (procedure per l’utente per presentare reclami e osservazioni);
- Criteri di Verifica (commissione di controllo, modalità e tempi per le verifiche);
- Modello per il reclamo o segnalazione (fac simile per agevolare la comunicazione da
parte dell’utente verso il Comune, a garanzia di un migliore servizio).
10.6
I campi sportivi di calcio
In assenza di una più dettagliata e specifica indagine riguardante i campi di calcio
dell’intera provincia pratese, può risultare utile inserire un breve “spaccato” sulla situazione
degli impianti che riguardano il comune capoluogo, ove sono ubicati gran parte dei campi di
gioco ove confluiscono molte squadre della provincia.
Tabella 10.9– Spazi-sport per la pratica del calcio ripartiti per aree omogenee
Nr.
Disciplina Sportiva Olimipica
(raggruppate per tipologia)
Totale per
disciplina
Area della
Piana
Area del
Montalbano
Area della
Valbisenzio
Calcio 11, calcio a 5, calcio a 7 74 22,1
48
14,3
12
3,6
14
4,2
Esclusi alcuni impianti di calcio di interesse cittadino, ove si svolgono prevalentemente attività
agonistiche federali di un certo livello, la quasi totalità dei campi pubblici sono di interesse
135
circoscrizionale e ospitano prevalentemente attività agonistica di categorie inferiori e
giovanili e le attività dei campionati amatoriali organizzate dagli Enti di Promozione.
Il livello medio dello stato dei campi può essere definito sufficiente, anche se la maggior
parte sono “vecchi campi” la cui costruzione è datata e che in parte sono stati ristrutturati
spesso con l’impegno delle stesse società di gestione. Ma quando si parla dello “stato degli
impianti di calcio”, si deve tenere conto che soltanto nel Comune di Prato, i campi mediamente
sono interessati da svariate centinaia di partite al mese e dunque da migliaia di incontri annui
di campionato, tornei e amichevoli (dati di proiezione ormai datati,forniti dagli Enti di
promozione indicavano in circa 400 le partite mensili e in oltre 5.000 gli incontri annui). Non
si conoscono purtroppo dati statistici recenti, che uniti a quelli successivi per l’attività
calcistica federale, potevano presentare un quadro complessivo sull’esatto volume di attività
cui sono sottopost gli impianti calcistici.
Dalla tabella successiva, presentata soltanto a livello indicativo per una rilevazione della
quantità di attività di carattere federale che interessa mediamente i campi di calcio, si rileva
che la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) mediamente svolge poco meno di un
centinaio di partite nell’arco della settimana tra campionati giovanili e dilettanti, con oltre
3.500 gare nell’arco di una stagione. Senza conteggiare allenamenti e incontri di preparazione.
Tabella 10.10– Attività gestita dal Comitato provinciale FIGC nella stagione sportiva
2004/2005
Campionato
Dilettanti
Coppa Provinciale Terza Categoria
Campionato Terza Categoria
Campionato Juniores
Periodo
e/o date
Nr.
Squadre
Partecipanti
11-18 e 25/09/04
8-23 e 29/12/04
16/3/05
2/Ott – 4/Giu
25/Set – 30/Apr
15
Settore Giovanile
7
Totale
Gare +
Playoff
21
(Giorni 7)
30
26
63
8
7
15
240 + 4
182
447
Periodo
e/o date
Nr.
Squadre
Partecipanti
Nr.
Giornate di
calendario
Nr.
Gare
Settimanali
Totale
Gare +
Playoff
25/Set – 30/Apr
25/Set – 30/Apr
25/Set – 30/Apr
25/Set – 30/Apr
14 girone unico
15 girone unico
14 girone unico
20 - 2 gironi
26
30
26
54
7
7
7
10
182
210
182
540
25/Set – 30/Apr
20 - 2 gironi
54
10
540
25/Set – 30/Apr
20 - 2 gironi
54
10
540
2/Ott – 11/Dic
12/Feb – 23/Apr
9/Ott – 11/Dic
19/Feb – 23/Apr
9/Ott – 11/Dic
19/Feb – 23/Apr
Totali
24 – 2 gironi
sola andata
27 – 3 gironi
sola andata
27 – 3 gironi
sola andata
181
22
6
132
18
4
72
18
4
72
302
65
2470
e Scolastico
Campionato Allievi
Campionato Allievi Fascia “B”
Campionato Giovanissimi
Campionato Giovanissimi Fascia “B”
(prima fase sola andata, Play Off: A/R)
Torneo Fair Play Esordienti Fascia “A”
(prima fase sola andata, Play Off: A/R)
Torneo Fair Play Esordienti Fascia “B”
(prima fase sola andata, Play Off: A/R)
Torneo Pulcini “A” anno 94
(Due fasi: autunnale e Primaverile)
Torneo Pulcini “B” anno 95
(Due fasi: autunnale e Primaverile)
Torneo Pulcini “C” anno 96
(Due fasi: autunnale e Primaverile)
Nr.
Gare
Settimanali
16
14
45
Totali
Campionato
Nr.
Giornate di
calendario
136
Campionati
Dilettanti e
Totali
Settore Giovanile e Scolastico
Nr.
Squadre
Partecipanti
226
Nr.
Giornate di
calendario
365
Nr.
Totale
Gare
Gare +
Settimanali Playoff
80
2917
Totale
Gare sul
Territorio
3589
Nota: Il totale delle gare è riferito a quelle di pertinenza dei campionati gestiti da C.P. di Prato. Non sono
computate le gare delle Società partecipanti ai Campionati dalla Eccellenza , alla Seconda Categoria ne sono
computate le gare del Campionato Juniores Regionali, di competenza del C.R.T. da valutarsi in circa altre
672 gare escluse le coppe.
Società suddivise Società
Società
per Categorie
Profes- Nazionale
C.P. di Prato
sionistiche Dilettanti
1
1
Società
Dilettanti
37
Divisione
Calcio a
Cinque
7
Divisione
Femminile
1
Società
Puro
Settore
3
Totale
50
Fonte: Documentazione prodotta dal Comitato provinciale FIGC di Prato.
Ai dati sopra esposti si dovrà aggiungere il volume di attività che interessano i
campionati ricreativi degli Enti (che per i dati pervenuti dai due maggiori) segnalano
affiliazioni societarie per circa 300 società sportive.
Generalmente le società che svolgono attività amatoriale non sono strutturate con più squadre
di categoria (come le società della FIGC), quindi si può facilmente desumere l’ulteriore intenso
volume di stress da eccessivo uso cui sono sottoposti i campi di calcio.
La situazione per la gestione dei campi sportivi comunali, appare totalmente modificata
rispetto ad alcuni anni fa, quando circa 26 campi erano direttamente gestiti dal comitato
delle “Organizzazioni Calcistiche” formato dai tre storici enti di promozione (CSI, UISP e
AICS) e/o da Società Sportive ( solo per alcuni campi) e altri 31 campi erano invece
“autogestiti” dalle locali società di zona o da pool di società/enti.
La situazione attuale si è evoluta con una più marcata assegnazione di molti campi di calcio alle
rispettive società di circoscrizione, con gestioni più autonome e con una più ampia assunzione
di responsabilità che sono sfociate anche in investimenti straordinari da parte delle stesse.
Gli Enti di promozione che organizzano gran parte dell’intera attività calcistica, a livello
ricreativo, hanno assunto la gestione degli impianti della circoscrizione Prato-Sud (5 impianti)
attraverso una apposita società di scopo che gestisce anche i campi di tennis di Via Roma, e
per alcuni includendo anche le società sportive locali (Zenith, per il campo Chiavacci).
Interessante la concessione della gestione di un campo ad una società sportiva di inclusione
sociale (Polisportiva Aurora) che in piena autonomia svolge una importante azione di
inserimento di soggetti in disagio creando anche piccole occasioni lavorative socialmente utili.
Molte delle società di calcio che svolgono autonoma gestione di impianti pubblici, rivestono nel
loro ambito sociale e territoriale una qualificata azione non solo sportiva, ma soprattutto di
aggregazione sociale e in particolare giovanile. L’autonomia gestionale degli ultimi anni sembra
aver rafforzato tale capacità che non può che accrescere il loro compito sociale prima ancora
che sportivo.
Tale autonomia consente da un lato maggiori risparmi agli enti locali, dall’altro un
miglioramento della qualità degli impianti e dei servizi resi al cittadino. Appare utile tuttavia
svolgere periodiche verifiche dei servizi offerti e attuare un’azione di coordinamento e di
controllo simile a quelle già attivata con la carta dei servizi per le piscine.
137
10.7
I luoghi di pratica e la valutazione espressa dai cittadini
In questo contesto informativo, appare interessante riportare un altro spaccato delle
risultanze dell’indagine svolta (già ampiamente citata), dove i cittadini segnalano la tipologia di
impianto ove preferiscono praticare sport (campione riferito soprattutto al comune
capoluogo).
“L’interesse dell’ente locale è massimo per questa informazione, in quanto l’impegno
maggiore sul territorio è per la costruzione, manutenzione e gestione degli impianti. Si
tratta, ovviamente, di situazioni completamente diverse per gli sportivi
e per chi pratica
solamente attività fisico motorie
:
Figura 10.1 Luogo della pratica per tipologia di partecipazione sportiva (% sugli intervistati)
2,2
1,7
Altro
In casa
7,8
0,4
Spazi aperti non
95,9
26,4
attrezzati
Attivi
9,2
7,3
Spazi aperti attrezzati
Impianti sportivi con uso
2,3
19
gratuito
Impianti sportivi a
Sportivi
12,8
75,9
pagamento
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Si tratta di percentuali calcolate sui rispondenti, in quanto molti cittadini praticano più di uno
sport o più di una attività. Si omette qui una più dettagliata ripartizione dei luoghi di pratica,
a seconda della circoscrizione di residenza nel comune di Prato, ma che è possibile rilevare
per gli addetti ai lavori nella pubblicazione dell’indagine.
Altra novità è stata quella di far esprimere ai cittadini intervistati una loro valutazione su
attività e impianti; una sorta di customer satisfaction sullo sport, gli impianti, le iniziative
prese e quelle progettate.
“Per quanto concerne gli impianti, si osserva come la valutazione espressa sia medio buona:
l’impiantistica è promossa con un voto medio di poco superiore al 7 (voto da 1 a 10). Più
generosi sono coloro che svolgono attività motorie (7,5) rispetto agli sportivi (7,1), ma questo
dipende fondamentalmente dal fatto che la valutazione è migliore per gli spazi all’aperto
(quasi 8), più usati dai primi, che non per gli impianti al chiuso, in particolare quelli a
pagamento: evidentemente quest’ultimo aspetto rende più attenti e severi nel giudizio.
138
In prospettiva i cittadini, segnalano che:
-
il 64,3% della popolazione è favorevole a futuri nuovi impegni nel settore sport;
-
il 35,7% restante, ritiene che non debbano essere investite nuove risorse:
-
di questi ultimi, il 17,1% perché ritiene la situazione già buona, a conferma delle
valutazioni positive precedentemente espresse,
-
e l’altro 18,6% perché ritiene che ci siano cose più urgenti da fare.
Tra chi ha dato un’indicazione positiva sono in maggioranza coloro che chiedono investimenti
prioritariamente per le attività sportive (36,6%), rispetto a quelli che invece li
preferirebbero destinati per quelle fisico motorie (27,7%).
A parere dei ricercatori, “si può notare ancora una certa confusione tra i rispondenti rispetto
alle due tipologie di attività: va infatti segnalato che tra i punti sport sottoposti al giudizio
degli intervistati, da costruire ex novo o da ristrutturare per un loro miglioramento, quelli che
hanno ricevuto più valutazioni positive - ovverosia sono stati definiti “molto utili” o “utili” sono tutti quelli prioritariamente utilizzabili più per attività fisico motorie in senso ampio che
non per attività sportive in senso stretto: e, infatti, al primo posto in un teorico indice di
utilità si collocano un “parco protetto” e una “area attrezzata all’aperto”.
Nella figura successiva, è riportata la graduatoria dei punti sport, segnalando la percentuale
di chi li ha valutati complessivamente utili, o molto utili, e di chi, invece, ritiene inutile, o del
tutto inutile, la loro costruzione o ristrutturazione.
Figura 10.2: Graduatoria secondo l’indice di utilità dei punti sport proposti agli intervistati
Parco protetto
178,6
Area attrezzata all’aperto
170,0
Pista ciclabile
151,6
Piscina
149,0
Palestre
113,6
Palazzetto dello sport
84,2
Pista di atletica
59,0
Play ground
40,6
Stadio
32,2
Pista di pattinaggio
31,8
Pista di ciclismo
16,2
Acqua park
-12,0
0%
Del tutto inutile
20%
40%
Poco utile
60%
80%
Utile
100%
Molto utile
139
* A destra del grafico è segnalato l’indice di utilità; questo è dato dalla somma delle percentuali di chi ha risposto
“molto utile” (pesata per tre) e “utile”, sottraendo quelle di chi ha risposto “poco utile” e “del tutto inutile” (pesata
per tre).
Per chiudere tra i suggerimenti forniti in forma libera e spontanea dai cittadini intervistati si
segnalano alcune tipologie di risposta:
-
la prima osservazione, esposta sotto varie forme, è proprio quella della “carenza di
informazioni sulle iniziative comunali per diffondere lo “sport per tutti”; si tratta di
cittadini che si sono impegnati nel rispondere a un questionario piuttosto complesso e,
pertanto, questa esigenza sembra essere il riscontro ad una mancanza effettiva;
-
gli impianti sono presenti nel territorio pratese, che forse è anche privilegiato da questo
punto di vista, ma la loro “manutenzione è spesso scadente”: pulizia e igiene spesso
mancano e in alcuni casi si segnala che gli impianti dovrebbero essere ristrutturati;
-
per quanto riguarda gli investimenti in impiantistica le richieste maggiori vengono per
strutture dove poter “praticare attività per la terza età”: forse lo sviluppo della domanda
di partecipazione in questa fascia d’età non trova un’adeguata offerta impiantistica,
mirata a discipline praticabili dai cittadini più anziani.
10.8
Gli impianti sportivi annessi alle strutture scolastiche del comune capoluogo
E’ in fase di completamento un’indagine a cura di altro settore di ricerca di ASEL per
quanto concerne i dati relativi agli aspetti tecnici e strutturali dei plessi scolastici, la loro
popolazione, gli impianti annessi e altri servizi.
In questa fase di elaborazione del PPS non siamo in grado di segnalare quante strutture
scolastiche sono dotate di spazi-sport elementari e la loro esatta tipologia e qualità.
E’ possibile invece fornire un elenco delle scuole del Comune di Prato fornite della
palestra o di uno spazio polivalente al coperto.
Appare intanto interessante sapere che, nella provincia di Prato i bambini iscritti alle
scuole materne risultano essere 5.874 (dati A.S. 2003-’04) suddivisi al 50% circa, tra maschi
e femmine e con un aumento medio rispetto all’anno precedente pari a circa un 4%.
Di questi, il 74,7% frequentano le scuole del comune capoluogo, che presentano una
situazione per quanto concerne gli spazi sport al coperto annessi che può desumersi dalla
tabella seguente.
Tabella 10.11 – Palestre annesse alle Scuole Materne del Comune di Prato
Nr.
1
Primaria - Scuole Materne
Meoni
Palestra
annessa
Piccola
palestra
Nessuna
palestra
Uso palestra
esterna
X
2
Le Fontanelle
X
3
Il Campino
X
140
4
Villa Charitas
X
5
Maliseti
X
6
S. Vincenzo
X
7
Borgovalsugana
X
8
Figline
X
9
Il Pino
X
10
Vergaio
X
11
Cafaggio
12
S. Giorgio
X
13
Paperino
X
14
Paperino succirsale
X
15
Castelnuovo
X
16
Borgosanpaolo
X
17
Don Milani
18
Papa Giovanni XXIII
X
19
Iolo
X
20
C.A. Dalla Chiesa
21
Nima - via Corridoni
22
Rodari
X
23
Meucci
X
24
Ferrucci
X
25
Munari
X
26
Collodi
27
Nima – via Valori
X
28
Galilei
X
29
Abatini
X
30
Cilianuzzo
X
31
Puddu
X
32
Ciliari
X
33
Chiesanuova
X
34
Ghandi
X
35
Le Badie
X
36
Mascagni
X
X
X
X
X
X
TOTALI
9
2
25
0
Fonte: Osservatorio Scolastico Asel
141
La popolazione complessiva iscritta alle scuole elementari della provincia di Prato
risulta essere di 9.753 unità (dati A.S. 2003-’04), con un lieve vantaggio percentuale per gli
alunni maschi e nessuna variazione percentuale nel numero complessivo rispetto ai dati
dell’anno precedente.
Di questi, il 76,5% frequentano le scuole del comune capoluogo, che presentano una
situazione per quanto concerne gli spazi sport al coperto annessi che può desumersi dalla
tabella successiva
Tabella 10.12 .– Palestre annesse alle Scuole Elementari del Comune di Prato
Nr.
1
Primaria - Scuole Elementari
Filzi
Palestra
annessa
Piccola
palestra
Nessuna
palestra
Uso palestra
esterna
X
2
Meoni
3
Cicognini
X
4
Le Fontanelle
X
5
Cafaggio
6
Puccini Bartolini
X
7
Borgonuovo
X
8
Bruni
9
Da Vinci
10
Mezzana-Santa Gonda
X
11
Sant’Ippolito
X
12
Tobbiana
X
13
Dalla Chiesa
X
14
Calvino - Figline
X
15
D’Acquisto
16
Rodari
X
17
Cecchi
X
18
Meucci
X
19
Pontepetrino
20
Collodi
21
Pizzidimonte
22
Puddu
X
23
Ciliari - via Taro
X
24
Ciliari – Via Corridoni
X
25
Ghandi
26
Mascagni
X
X
X
X
In costruz.
X
X
X
X
X
TOTALI
17
5
3
1
Fonte: Osservatorio Scolastico Asel
142
Per quanto concerne le scuole secondarie di I° grado, la popolazione complessiva
iscritta alle scuole medie della provincia di Prato risulta essere di 6.541 alunni (dati A.S.
2003-’04), con i maschi che rappresentano il 53% del totale e con un lieve regresso di iscritti
rispetto all’anno precedente.
Di questi, il 76,1% frequentano le scuole del comune capoluogo, che presentano una
situazione per quanto concerne gli spazi sport al coperto annessi che può desumersi dalla
tabella seguente.
Tabella 10.13– Palestre annesse alle Scuole Secondarie di I° grado del Comune di Prato
Nr.
1
Secondaria I° grado - Scuole Medie
S.L. Mazzei
Palestra
annessa
Piccola
palestra
Nessuna
palestra
Uso palestra
esterna
X
2
Mazzoni
X
3
Cicognini
X
4
Convenevole
X
5
Don Bosco succursale
6
Don Bosco
7
Fermi
X
8
Buricchi
X
9
Lippi
X
10
Ghandi – sez. speciale via Mannocci
11
Malaparte
X
12
Zipoli
X
13
Aleramo
X
X
X
TOTALI
X
10
0
2
1
Fonte: Osservatorio Scolastico Asel
Per quanto concerne le scuole secondarie di II° grado, la popolazione complessiva
iscritta alle scuole superiori della provincia di Prato risulta essere di 8.424 alunni (dati A.S.
2003-’04), con un dato rimasto pressoché stabile rispetto all’anno precedente.
Gli istituti superiori collocati ubicati tutti nel comune capoluogo (escluso l’Istituto
d’Arte), presentano una situazione per quanto concerne gli spazi sport al coperto annessi che
può desumersi dalla tabella seguente (diversi di tali istituti presentano una positiva situazione
anche per quanto concerne spazi sport all’aperto, mentre invece risultano insufficienti gli
spazi al coperto rispetto al numero di classi che contestualmente svolgono lezione).
Tabella 10.14 – Palestre annesse alle Scuole Secondarie di II° grado del Comune di Prato
Nr.
1
Secondaria II° grado – S. Superiori
Marconi
Palestra
annessa
Piccola
palestra
Nessuna
palestra
Uso palestra
esterna
X
143
2
Datini
3
Istituto D’Arte
4
Dagomari
X
5
Gramsci – Keynes
X
6
Nicastro
7
Buzzi
X
8
F. Cicognini
X
9
Convitto Naz. Cicognini
X
10
Livi
X
11
Copernico
X
12
S. Niccolò
13
Rodari
X
X
X
X
X
TOTALI
9
1
0
3
Fonte: Osservatorio Scolastico Asel
Per quanto concerne le scuole pratesi, appare opportuno avviare in seguito una analisi più
dettagliata e approfondita di tutti gli spazi sport annessi, in uso o in fase di ristrutturazione
e realizzazione e gli effettivi bisogni della popolazione scolastica sulla base delle ore di
lezione curriculare e delle offerte integrative di sport.
10.9
Gli spazi verdi attrezzati ed i parchi, gli itinerari storico naturalistici per il
trekking, a cavallo e in mountain bike
“Se vuoi conoscere l’anima di un paese devi percorrerne le strade minori, addentrarti
nella bella e intrigante provincia, frugare qua e la alla ricerca di scorci paesaggistici e note di
vita vissuta. Nella bella provincia, in zone spesso sconosciute al turismo di massa, si ha modo
di leggere la trama architettonica di una nazione, si può conoscerne il vero volto: quello di
tutti i giorni, fatto di tranquillo lavoro nei campi, o di frenetico andirivieni cittadino”.
Ma per cogliere questi aspetti occorre muoversi piano, a “bassa velocità” … quindi a piedi
o in bicicletta” (da “La Via Francigena in Toscana”, di G. e C. Bracci).
Per oltre il 55% dei cittadini pratesi (M. 51,4% e F. 59,1%) fare sport in ambiente naturale,
praticanti soprattutto attività fisico motorie, significa recarsi a “passeggiare” ovvero a
“camminare” negli spazi verdi rimasti nelle realtà urbane o lungo le rive del fiume Bisenzio o
dell’Ombrone, o nei parchi pubblici o lungo i sentieri del Monteferrato o meglio ancora sulle
stupende colline dei comuni più montani.
Un altro 11% circa gradisce “correre” (fare podismo, jogging) o andare in bicicletta,
sfruttando non solo i parchi e le strade, ma anche le nuove piste pedociclabili che corrono
lungo le arterie cittadine e nelle periferie urbane e che quasi con un anello completo
circondano l’intera area urbana del capoluogo.
144
Abbiamo provato a mettere insieme la documentazione che siamo riusciti a reperire da varie
fonti di informazione, che purtroppo non è racchiusa organicamente in una apposita
pubblicazione (che potrebbe curare prossimamente l’Osservatorio sullo sport) e che dunque
presentiamo ancora in forma disorganica e incompleta.
Partendo proprio dalle “passeggiate” dei pratesi, ci è sembrato interessante riportare gli
spazi verdi del capoluogo, i più importanti censiti, utilizzati per muoversi, giocare e fare
attività fisico-sportiva:
Tabella 10.15 – Gli Spazi Verdi per la pratica motoria nella Città di Prato
Nr.
Gli Spazi Verdi in Città
Superficie mq.
1
Giardino degli Ulivi
17.000
2
Giardino di Maliseti
130.000
3
Giardino di Galciana
42.000
4
Parco Liberazione e Pace
5
Giardino La Querce
37.000
6
Giardino delle Badie
68.200
7
Giardino Mezzana
Lungobisenzio
8
9
10
Giardino di Mezzana
Giardino dei Ciliari
Giardino di S. Giusto
200.000
200.000
18.600
31.000
10.000
Altri Spazi per lo sport
Campi da calcio, parco giochi, campi
bocce, pista pedociclabile
Campi da calcio, parco giochi, campi
bocce
Campi da calcio, parco giochi, campi
bocce
Galoppatoio, campi da calcio, parco
giochi, impianti polivalenti, piscina
Campi da calcio, parco giochi, pista
skateboard, percorso salute
Parco giochi, percorso salute,
percorsi pedonali
Campi da calcio, parco giochi, campi
bocce, collegamenti attraverso il
fiume con altri giardini e percorsi
attrezzati
Parco giochi
Parco giochi, bocciodromo
Parco giochi, strutture didattiche
Fonte: pubblicazione “Il verde in Città”, a cura di C. Nannicini, WWF Prato
Attraverso l’opuscolo “TURISMO natura TOSCANA” realizzato dal Club Alpino Italiano e
promossa dalla Regione Toscana (edizione 1995), è possibile conoscere 18 schede informative
per aree omogenee della Toscana, fra cui quella riguardante la “Val Di Bisenzio- PratoMontalbano”, definita area collinare, che presenta un paesaggio particolare partendo dalla
Calvana e che chiude a sud con la piana pratese e le campagne del Montalbano… importante
territorio per escursioni in mezzo ad un patrimonio artistico e storico che copre migliaia
di anni”.
Da tale pubblicazione non è rilevabile un elenco di sentieri, ma dalla lettura della cartina
allegata , gli appassionati possono rilevare utili indicazioni, che meritano di essere riuniti in
futuro in un unico volume.
Per l’area del Montalbano e in particolare per il Comune di Carmignano, si segnala la
pubblicazione della carta turistico-escursionistica, (curata da Arrighi, Bertogna, Naef e
promossa da vari Comuni) edita a cura del Consorzio Interprovinciale del Montalbano, che in
145
scala 1:25.000 riporta i sentieri per le escursioni percorribili a piedi, in bici o a cavallo, e
segnalando il ricco patrimonio artistico (aree archeologiche, castelli e borghi del medioevo,
torri e opere militari, edifici religiosi, oltre ad altre opere minori) che si può osservare lungo
il percorso. Per il nostro territorio come non suggerire alcune tappe per gli amanti della
pratica sportiva all’aria aperta, presso :
- Le sorgenti, macchie, parchi e giardini dei borghi e delle frazioni di Carmignano;
- Le tombe etrusche di Boschetti e Montefortini;
- La tomba di Grumaggio, la cinta muraria etrusca e il Museo Archeologico ad Artimino;
- Le aree archeologiche di Pietramarina e della Paggeria di Artimino;
- Le necropoli etrusche del podere Grumolo e di Prato di Rosello (loc. Artimino);
- L’insediamento del paleolitico superiore a Poggio alla Malva.
- La Villa Medicea “La Ferdinanda” (, i Castelli, i Borghi, Chiese, Torri, ecc. nei vari
caratteristici e sparsi insediamenti urbani;
- Le ceramiche di Bacchereto, e soprattutto i vini e l’olio di rinomata produzione, da gustare
presso agriturismi e storici poderi.
Dall’analogo volume che contiene alcune “proposte per il tempo libero” sugli itinerari
storico-naturalistici del Montalbano, è possibile ricavare almeno 5 itinerari che insistono sul
territorio pratese e che si riportano nella tabella seguente.
Tabella 10.16 – Gli Itinerari storico-naturalistici del Montalbano nella provincia di Prato
Nr.
1
Itinerari
Comeana - ArtiminoValicarda-Verghereto Comeana
Artimino – Poggio alla
Malva – Stazione di
Carmignano
Dati Tecnici
Partenza: Comeana
Tempo percorrrenza: ore 5,30
Dislivello: mt. 950
Partenza: Artimino
1A
Tempo percorrrenza: A. ore
1,15; R. ore 2,30.
Dislivello: mt. 250
5 Carmignano – Bacchereto Partenza: Carmignano
Tempo percorrenza: ore 5,00 +
e – Spazzavento –
5 A Capezzagna - Carmignano 5A = 0,15 – 5B= 0,30
Dislivello: mt. 1.180
5B
Seano –Valle Partenza: Seano
7 Carmignano
Tempo percorrrenza: A. ore
1,15; R. ore 0,30.
Dislivello: 150
Vitolini - M. Pietramarina Partenza: Vitolini
10A
Tempo percorrrenza: A. ore
1,45; R. ore 1,00.
Dislivello: 385
Tipologia di percorso
Difficoltà: Mediamente
impegnativo, per escursionisti
Percorso: sentiero in salita, su
strada bianca
Difficoltà: Agevole, adatto a tutti
Percorso: sentiero in salita, su
strada bianca, in sole.
Difficoltà: Mediamente
impegnativo, per escursionisti
Percorso: sentiero in salita, su
strada bianca
Difficoltà: Agevole, adatto a tutti
Percorso: sentiero in salita, su
strada bianca.
Difficoltà: Agevole, adatto a tutti
Percorso: sentiero in salita, su
strada bianca
Fonte: pubblicazione “Montalbano- itinerari storico-naturalistici” a cura del Consorzio
Interprovinciale del Montalbano
E per coloro che amano i percorsi in bicicletta utilizzando le salite e le discese che
collegano il Comune di Poggio a Caiano con la parte collinare del carmignanese – classico
146
percorso per numerose e importanti gare ciclistiche su strada – come non segnalare altri
luoghi naturali per “allenarsi” alle pendici del Montalbano nel comune di Poggio a Caiano, quali:
- gli argini del fiume Ombrone che consentono di percorrere lunghi chilometri a piedi, a
cavallo o in mountain bike (su un tappeto verde dalle sorgenti del fiume Ombrone, nella
provincia di Pistoia, sino alla foce di Signa);
- il grande “Parco Mediceo del Bargo” con i suoi numerosi percorsi interni adatti per il
jogging, o gli spazi per i giochi e il tiro con l’arco, che consentono al contempo una
splendida visione della Villa Medicea voluta da Lorenzo de’ Medici.
Una splendida pubblicazione “Itinerari Laurenziani” (curata da A. Marchi in
collaborazione con altri, e promossa dal Comitato per le celebrazioni laurenziane area pratese,
1992) riporta ancora tre percorsi adatti per trekking, cavallo e mountain bike che
“muovono nel tempo e nello spazio e che dal Mugello attraversano tutta l’area pratese, alla
ricerca di un passato che si riflette non solo in edifici di notevole valore architettonico, ma
anche in colline e valli, in montagne verdeggianti e scorci di campagna nei quali predomina
l’olivo e la vite”.
Tabella 10.17.– Gli Itinerari Laurenziani dalla Villa di Cafaggiolo alla Villa di Poggio a Caiano
Nr.
1
Tipologia
Percorso a Cavallo
Percorso Trekking
2
prima tappa:
da Cafaggiolo a Prato
Percorso Trekking
3
seconda tappa:
da Prato a Vaiano
Percorso Trekking
4
terza tappa:
da Gricigliano a S. Quirico
Percorso Trekking
5
quarta tappa:
da Montemurlo a Vaiano
Itinerario
Cafaggiolo – Trebbio – Montecuccoli - Rimaggio –
Savignano – Mulinaccio – Albiano – Javello – Guzzano –
Montemurlo – Mazzone – Caserana – Cascine di Tavola –
Poggio a Caiano Montalbiolo – La Serra – Montalgeto –
Artimino
Cafaggiolo – Case Barnone – Trebbio – Case Aglioni –
Monte Cigoli – Case di Lavacchio – Croci di Calenzano Case di Regina di Bosco – Case Scrimolo – Crocicchio –
Rio a Buti – Ragnaia – Carteano – Filettole – I
Cappuccini – Piazza delle Carceri.
P.zza S. Domenico – Giolica Alta – Villa del Palco –
Quercetino – S. Leonardo – Faltugnano – Parmigno –
Fabio – Svignano – Casa la Fratta – Villa S. Gaudenzio –
Sofignano – Le Fornaci – La Badia di Vaiano.
Usella – Carmignanello - Gricigliana – S. Ippolito –
Luicciana – Mulino del Rotone – La Villa – Ponte di
Carigiola – Poggiole – S. Quirico di Vernio.
Montemurlo – Villa del Barone – Albiano – Bagnolo di sopra –
Monte Mezzano – Figline – Case di Malcantone – Cerreto –
Valico di Serilli – Popigliano – Campi di Grisciavola – Badia di
Vaiano
147
6
7
Percorso Trekking
quinta tappa:
da Poggio a Caiano
alle Cascine di Tavola
Percorso Trekking
sesta tappa:
da Carmignano
a Carmignano
Percorso Mountain Bike
8
prima tappa:
Prato - Trebbio - Vaiano
Percorso Mountain Bike
9
seconda tappa:
Prato - Cascine - Artimino
Villa Medicea di Poggio – La Serra – Rocca di Carmignano –
Trefiano – Poggetto – Tavola di Prato - Cascine di Tavola
Carmignano - Campano – S. Cristina a Mezzana – Madonna
del Papa – Rio dell’Acqua Calda – Fornia – Fonte dello
Scodellino – Poggio del Ciliegio – Pietramarina – Casino dei
Birri – Abbazia di S. Giusto – Pianali – Fonte della Docciolina
– S. Martino in Campo – Artimino – Rio Elzana - Campisalti –
Case di Citerna – Carmignano.
Prato piazza<delle Carceri – Giro delle mura trecentesche –
La Querce – Pizzidimonte – Tra valle – La Chiusa – Legri – Il
Termine – Mulin di Carlone – Loc. Tagliaferro – Croci di
cadenzano – Passo di Valibona – Monte Cagnani – Faltugnano –
Parmigno – Gola del Maglio – Savignano – Fosso del Guado –
Borgo de Le Fornaci – Vaiano.
Prato piazza<delle Carceri – Grignano – Cafaggio – Paperino –
Castelnuovo – Cascine di Tavola – Bonistallo - Poggetto –
Trefiano – Malinoci – Carmignano - Madonna del Papa –
Bacchereto – Cave di Pietraforte – Spazzavento – Fattoria di
Capezzana – Torre di S. Alluccio – Pietramarina – Il Pinone –
S. Martino in Campo – Villa Medicea di Artimino.
Fonte: pubblicazione “Itinerari Laurenziani” a cura del Comitato per le celebrazioni
Laurenziane Area Pratese
L’estratto dei percorsi non rende omaggio alla completa e qualificata “guida” che oltre a
presentare i tre percorsi per gli amanti dello sport plein air, si completa con quattro apparati
che trattano “Storia e Arte”, “Vita Quotidiana”, “Letteratura”, “Ambiente Naturale”
completata da splendide fotografie.
Naturalmente suggeriamo a coloro che informati dal PPS di tali opportunità, di fornirsi prima
della completa pubblicazione presso l’Agenzia di promozione turistica o presso i comuni della
provincia.. Sarà un modo diverso di fare sport unendo molteplici aspetti del vivere civile.
Praticare attività sportiva o attività motoria in ambiente naturale può significare
svolgere al contempo un intensa azione di educazione all’ambiente.
Varie le associazioni – peraltro forse non tutte censite dal Coni - che promuovono progetti per
attività motoria all’aria aperta e contestualmente attività educative culturali e ambientali (Dal
Club Alpino Italiano/ CAI Prato, a La Traccia di Poggio a Caiano, La Storia Camminata di
Montemurlo, Gruppo Trekking di Vernio, Lo Scarpone, Alta Via Trekking , Biosfera di Prato,
ecc.). con esperte e capaci guide ambientali. Tra queste, molte le iniziative di Trekking che
vengono promosse per le scuole della provincia pratese allo scopo di educare i giovani a
conoscere e rispettare l’ambiente naturale.
Citiamo, fra le tante, il progetto “Bisenzio Trek” promosso dal Comune di Prato attraverso
l’Associazione Biosfera, si è proposto di instaurare un rapporto proficuo tra uomo e natura,
partendo dalla necessità di sviluppare un’attività motoria rilassante, diffondendo al contempo
una vasta “cultura ecologica” con il pieno coinvolgimento degli studenti per un biomonitoraggio
del fiume Bisenzio per mettere in evidenza la qualità ecologica delle acque.
148
Altra associazione che promuove una qualificata azione educativa rivolta ai cittadini, ma che
spesso intreccia la propria attività con iniziative attivate didattiche delle scuole o promosse
dal TCP e dai Comuni attraverso “Programmi di Educazione Ambientale per le Scuole”, è Alta
Via Trekking, che si avvale anch’essa di guide ambientali professioniste (A.I.G.A.E.). Fra le
molteplici proposte, appare interessante conoscerne alcune in sintesi, che uniscono la “voglia
di muoversi all’aria aperta” con altre conoscenze (territorio, natura, speleologia, i corsi
d’acqua, i boschi, itinerari etruschi e rinascimentali, ecc.), raggruppate nella successiva
tabella.
Tabella 1018 – Programmi di educazione ambientale per le scuole attraverso il trekking
Nr.
Tipologia di Progetto
1
Fare trekking per conoscere
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
il nostro territorio
Laboratori naturalistici
Corso di educazione
ambientale – uscite per ..
Impariamo a fare il trekking
.. teoria e pratica
Corso di avvicinamento alla
speleologia
Osservare per conoscere il
bosco
Lungo il Bisenzio ed i suoi
affluenti
Da Rifugio a Rifugio
Itinerari Storico Medievali
(percorso didattico interdis)
Itinerari Etruschi
Itinerari Storico
Rinascimentali
Itinerari di Architettura
storico-religiosa
Itinerari Naturalistici
Attività - Itinerari
Progettare e realizzare un trekking a scuola … un modo per ad
andare a piedi appassionandosi in una esperienza diretta.
Orientamento e cartografia e.. l’acqua, il fuoco, le piante
spontanee e utili, il carsismo.
Risalita di un torrente – Orientamento con cartina e bussola –
Spelonca della Pilla e Anfratto delle Fate.
Storia e benefici del trekking, l’alimentazione, il materiale,
l’orientamento. Visita alla Grotta di Forra Lucia – Galceti e
Monteferrato.
Propedeutica al mondo ipogeo – Lezioni di teoria e pratica Gita a Spelonca delle Pille
Escursione nel bosco di Vainella nella varie fasi stagionali.
Lezione teorica - Escursioni a Rio Buti – Torrente Carigiola –
Le sponde del Bisenzio
Trekking di più giorni sino alla Foresta del Teso (PT).
Valle del Bisenzio: itinerari vari, con visita alle case medievali
nella campagna pratese.
Due uscite per : Artimino – Poggio alla Malva ; Carmignano Pietramarina
Le Cascine di Lorenzo de Medici a Tavola in Prato.
Viaggio attraverso la provincia alla scoperta di Chiese e Pievi
Medievali, antichi monasteri, santuari mariani.
Monte Javello, Monte Retaia, Le Grotte della Calvana, Monte
Ferrato, Sorgenti del Setta, Rocca di Cerbaia, Monte
Mandrioli, Monte Maggiore, Valibona, Il Faggione di
Luogomano, Poggio Castiglione e Tra valle, Monte Spazzavento.
Fonte: Programma 2004/05 - Associazione Alta Vi a Trekking, a cura di R. Paoli (AIGAE)
E per chi ama andare a piedi, a cavallo o su una bici adatta ai percorsi fuoristrada, si possono
rilevare altre ottime indicazioni dalla guida del TOURING CLUB ITALIANO – “Prato e la
provincia”, dove si possono cogliere una serie di elementi storici, culturali, tecnici e
informativi piuttosto utili allo sportivo. Dalla presentazione in “Escursionismo nel Pratese”
(curata da R. Paoli), si rileva che: “le possibilità di escursioni, nella provincia pratese, sono
molte e anche molto diverse. Si può passeggiare su facili percorsi collinari (nel Monteferrato)
149
oppure affrontare itinerari più impegnativi in un ambiente decisamente montano (nell’alta valle
del Bisenzio), camminare nella fitta vegetazione scoprendo quasi a ogni svolta le forme dei
fenomeni carsici (nella Calvana) oppure percorrere praterie battute dal vento (alle quote più
alte della Calvana)”.
Negli itinerari che la Guida del Touring suggerisce, si può cogliere la diversità del territorio
pratese se percorso da nord a sud: L’itinerario a nord “Alle sorgenti del Bisenzio”, si snoda
nella foresta tutelata dalla Riserva Naturale dell’Acquerino-Cantagallo, nell’alta valle del
Bisenzio (che si segnala sia per il patrimonio vegetale sia per il popolamento di specie animali.
Il secondo, “partendo dalla periferia della Città di Prato verso i Monti della Calvana,
conduce a sfiorare certe strane meraviglie del carsismo, con l’acqua vera protagonista con i
suoni che produce quando scorre, zampilla, gorgoglia, scroscia, sgorga, sprofonda: il miglior
concerto che può augurarsi chi ama camminare”. Infine, una menzione per gli itinerari a sud di
Prato, con “Gli arrotondati rilievi del Montalbano, percorsi da un reticolo di stradine
asfaltate e bianche, tortuose e con saliscendi continui, che possono piacere soprattutto ai
ciclisti, purché ben allenati”. In verità la Guida si sofferma utilmente a mettere in evidenza
anche la “Gastronomia Pratese” con la sua cucina particolare, i salumi, i dolci e rammentando
che “sulle colline di Carmignano e Poggio a Caiano fin dai tempi degli etruschi si coltiva la vite
e si produce vino. Oltre naturalmente a produrre l’olio con la spremitura delle olive nei frantoi
centenari del Montalbano o in quelli più recenti della Valle del Bisenzio”.
Si segnala, infine, un ulteriore elenco di “Itinerari per le Escursioni” - probabilmente
ancora incompleto - dove si evidenzia l’importanza della azione svolta dalle varie associazioni,
in particolare dal C.A.I. - Sezione Bertini di Prato, per il mantenimento dei sentieri e dei
rifugi. Luoghi di naturale attività fisica e di socializzazione (con periodiche feste e ritrovi),
utili per far riscoprire ai cittadini l’amore che dobbiamo all’ambiente naturale e occasioni di
svago e di sport, non solo per i pratesi ma anche per i turisti che amano visitare la Toscana.
Tabella 10.19 – Le escursioni nel territorio pratese attraverso i sentieri C.A.I.
Sentiero
CAI
Itinerario Trekking
Percorrenza
in ore
Spartiacque Appeninico ed accessi (Alte Valli):
00
9
11
Collina Pistoiese, M. Pozzo del Bagno (2,30), Cascina di Spedaletto (0,30),
P.so degli Acquiputoli (0,30), Culipiana, Fonterebbi (1,30), Pian della Rasa
compless.te
(1,30), P.so delle Pescine (1,30), P.gio della Zucca, P.so del Tabernacolo di
16,00
Gavigno(2,30), M.te della Scoperta (1,30), P.so dell’Alpe di Cavarzano (0,30),
P.gio di Petto (0,30), Montepiano (0,30), P.so della Crocetta (1,00), Rifiletti,
Valico Citerna (1,00).
Treppio fraz. Castiglioni, Ronco del Prete.
Poggio Felicione
1,00
150
11
9a
17
00
11a
11
13
00
15
11
17
17
11
15
00
17a
17
00
19
00
19a
15
11
21
21b
11
15
00
21a
00
21b
00
21b
21
21a
23
00
00
25
23
00
27
23
29
00
34
00
36
00
Torri, M.te Lavacchio.
P.gio Felicione, Pian del Moro, P.gio delle Valli.
P.gio di Chiusoli, Casetta Lorenza, Acquerino, Ponte a Rigoli,
P.gio Alto.
Torri, Rifugio “LA CA” .
M.te Lavacchio.
Cascina di Spadaletto, M.te Uccelliera,
Culipiana.
Cascina di Spadaletto,
Ponte a Rigoli.
Monachino.
Badia a Taona, Sorgente dei Truogoli, P.gio Chiusoli.
Pian dell’acero, Faggione delle Valli.
S. Stefano, Monachino, Lavacchio.
Cerbiancana.
La Scavata.
Fregionaia.
Monachino, Poggio Lungo.
Passo del Treppio.
Pass.lla Limentra.
C. Pavoni, P.gio Le Valli.
Lastruccia.
Treppio.
La Torraccia,.
Torri, Case Volotto.
Casalbosco, L’Acqua, Frascineta.
Pian della Rasa (Rif. Pacini).
P.gio Cattarelle.
Fossato, Chiapporato.
Monte delle Scalette.
5,00
0,30
0,45
2,00
4,00
0,30
1,00
2,00
4,00
2,00
La Torraccia, Molino del Fossato.
Fossato.
1,00
Montepiano, La Badia, Fonte del Romito.
Passo Alpe di Cavarzano.
1,45
Fonte del Romito.
Poggio di Petto.
0,45
La Badia, F.te del Nespolo, Faggio di S. Giuseppe.
Casa di Monte Tavianella, La go del Monte.
Rifletti.
Fognano, Ponte alle Trecche, Casa Campiglia, M.te Pratocavolo. Monte Pozzo
del Bagno.
Cantagallo, Celiano.
Fontetrebbi.
1,00
1,00
4,00
2,00
151
38
00
50
00
52
00
54
00 e 21a
56
00
58
00
Cantagallo, Case Giocondo.
Fregionaia.
Cantagallo, Campo a Cornia,.
Passo del Treppio.
Luicciana, Castello, Terrabianca.
Passo delle Piscine.
Roti.
Poggio Cattarelle.
Sasseta, Torre di Luciana.
Poggio di Petto.
S:Quirico di Vernio, Gorandaccio, Butia.
Monte Mezzana.
1,30
1,15
2,00
0,30
2,45
3,00
Dorsale del Monte Javello ed accessi (Medie Valli):
10
00
12
10
12a
12
12b
12
14
10
14a
14
16
10
16a
16
16b
16
18
10
30
00
10
32
30
00
36
00
38
16
70
10
Prato(S. Lucia), Monte le Coste (1,30), P.so della Collina di Schignano (1,00) ,
Compless.te
M.te Javello (1,00), P.so delle Cavallaie (0,30), P.so degli Acandoli (0,30),
6,15
P.gio Alto (0,30)
P.so Acquitupoli (0,30).
Prato(Galceti), Monte Ferrato, Monte Picccoli.
P.so della Collina di Schignano.
2,30
Prato (Figline).
Quercine dei Termini.
1,00
Bagnolo di Sopra.
Monte Piccioli Figline.
2,00
M.te Febbro, Pian dello Zoccolo, Il Vado, M.te Ricorboli, Fonte del Prete.
2,00
Vaiano, Castagneta, Pianaccio, Schignano, Vallupaia.
Monte Ricoboli
1,00
S. Ippolito di Vernio, Sucini, M.te Castiglioni (2,30) Monte Moscoso (0,30),
Tabernacoli di Migliana.
Passo delle Cavallaie (1,00).
4,00
Migliana.
Tabernacolo.
0,30
Usella, Codilupo, Capradosso.
Passo Castiglioni.
2,30
Tobbiana, Casa Rosa.
Passo degli Acandoli.
2,15
Cascina di Spadaletto, Alteta.
Passo degli Acandoli.
Tobbiana, Monte Perlo.
Alteta.
P. degli Acquitupoli, F.te Acerelli, Faggione di Luogomano, Poggio Tondatoio.
Celiano, Cave.
Fregionaia.
Cantagallo, Luogomano, Ponte di Taglianico.
M.te Moscoso, Migliana fraz. Massetto.
Montemurlo, Fatt. di Javello, Bandinelle.
Passo delle Cavallaie
1,45
4,00
2,30
3,00
Dorsale della caldana ed accessi :
152
20
00
22
20
24
42
28
26
20
26
20
28
24
20
40
20
42
20
44
20
44a
44
20
46
20
46a
46
20
46b
20
48
20
60
20
Prato (La Querce), Croce di Castiglioni (1,15), Casa Rossa (0,30), P.so di
Cavagliano (0,30), La Retaia (0,40), Monte Cantagrilli (0,45), Valibona
(0,30), Foce ai Cerri (0,20), Monte Maggiore (1,00), Passo della Croce
(1,00), Aia Padre, Montecuccoli (2,00), Le Soda (1,45), P. della Crocetta.
Poggio ai Prati.
Prato (I Cappuccini), Rimpolla.
Croce di Castiglioni
S. Leonardo, Fonte Buia, Casa Campo al Prete.
Rifugio Casa Bastone.
Cavagliano, I Bifolchi.
La Casa Rossa.
Prato (Filettole), Chiesino di Cavagliano.
Case al Piano.
Prato (Canneto).
Rif. Casa Bastone.
P.so di Cavagliano, Cavaglino, Ciarlino, Torri, Cadenzano (Tra valle).
Prato (I Cappuccini), Filettole, Carteano, Campo al Prete.
Valibona.
Canneto, Rio Buti, S. Leonardo, Monte Cagnani.
Foce ai Cerri, Valibona, Carraia.
Cadenzano (Le Croci), Poggio Cavallina, Fonte Tanghera
Monte Maggiore.
Poggio Cavallina.
Foce ai Cerri.
Vaiano (Sofignano), Rimaggio, Le Cave.
Passo della Croce, Poggio Castellano, Le Croci di Cadenzano.
Rimaggio, Fonte al Favo.
Aia Padre.
Vaiano (Sofignano).
Poggio dei Mandrioni.
Cerbaia, Rocca Cerbaia, Foracela.
Montecuccoli.
S. Quirico di Vernio, La Bandiera, Cotone.
Le Soda.
Compless.te
10,15
1,30
2,30
1,30
4,00
3,00
4,30
2,00
1,00
3,00
1,00
0,45
2,00
2,00
Dorsale del Montalbano:
300
1
2
1
300
3
1
Crinale principale: Poggio alla Malva, Artimino, S. Martino, Valicarla, S.
Giusto, Pietramarina, Torre di S. Alluccio.
Poggio a Caiano, Montalbiolo, Carmignano(0,40), Verghereto, Valicarda
4,00
3,00
Carmignano, S. Cristina-Fornia.
Pietramarina.
2,00
Carmignano, Capezzagna, Torre di S. Alluccio.
2,00
Itinerari alternativi di crinale :
A
B
C
Monte Bucciana.
Monte Ciotalbo
Poggio di Petto.
1,30
1,30
0,40
153
D
E
F
G
Monte Castiglioni.
Monte Calvario.
Monte La Croce.
Monte della Scoperta.
O,20
0,20
0,40
1,00
Infine si riportano, nella successiva tabella, alcuni percorsi che interessano la nostra
provincia, per il “Turismo in MTB”, ricavati dalla pubblicazione “In bicicletta nei dintorni di
Firenze e Prato – 20 itinerari dal Chianti alla Calvana (a cura di C. Pezzani e S. Grillo)
segnalati anche con delle belle e precise cartine (che qui si omettono):
Tabella 10.20 – Le escursioni in MTB nelle colline e la pianura di Prato
Nr
Itinerari
OMBRONE MEDICEO
Prato – Fontanelle – Tavola 16 Poggio a Caiano – Prato.
Possibili 2 varianti.
Dati Tecnici
Partenza: Prato
Tempo percorrenza: H. 1,30
Km.: 30
Dislivello: mt. 30
Partenza: Poggio a Caiano
Tempo percorrenza: H. 2,00
Km.: 26
Dislivello: mt. 490
VILLE MEDICEE DEL
MONTALBANO
17 Poggio a Caiano – Carmignano –
Verghereto – Artimino- Poggio alla
Malva – Poggio a Caiano
SULLE COLLINE DI LEONARDO Partenza: Carmignano
18 Carmignano – Verghereto – Violini – Tempo percorrenza: H. 3,00
Vinci – Faltognano – Carmignano.
Km.: 37,5
Dislivello: mt. 800
Possibili altre 2 varianti.
NELLA VALLE DEL MARINELLA Partenza: Prato
Prato – Tra valle – Cadenzano –
Tempo percorrenza: H.2,30
19 Legri - Prato
Km.: 35,2
Dislivello: mt. 150
Partenza: Prato
STRADA MAREMMANA DELLA
Tempo percorrenza: H. 2,00
20 CALVANA
Km.: 31
Prato – Filettole- Carteano –
Faltugnano – Savignano – Sofignano Dislivello: mt. 380
– Vaiano - Prato
Tipologia di percorso
Strada cittadina, poi vie
minori e strade sterrate.
Traffico sostenuto e assente.
Qualsiasi tipo di bici.
Strabelle asfaltate, breve
tratto su sterrato.
Traffico molto scarso.
MTB, City Bike o turismo
robusta
Strabelle asfaltate minori.
Traffico molto scarso.
Qualsiasi tipo di bici.
Strabelle asfaltate minori.
Traffico molto scarso.
Qualsiasi tipo di bici.
.
Strabelle asfaltate minori,
sterrati, ritorno su statale.
Traffico inesistente,poi
sostenuto.
MTB, City Bike o turismo
Fonte: pubblicazione “In bicicletta nei dintorni di Firenze e Prato – 20 itinerari dal Chianti alla
Calvana, edito Natura Arte in Bicicletta
154
10.10
Il ciclismo a Prato e le piste pedociclabili nell’area urbana di Prato
Il ciclismo rappresenta per Prato e la sua provincia uno sport di antica tradizione. Le
società presenti sul territorio sono un numero elevato, alcune dedite all’attività amatoriale,
altre a quello giovanile e alcune di elevata qualità agonistica nel panorama del ciclismo
nazionale. Altre ancora rappresentano la storia del ciclismo a Prato e di quello italiano (rif.:
A.C. Pratese), capaci ormai di “coordinare” l’azione di altre società provinciali e di essere
momento di riferimento per il movimento agonistico ciclistico e per le amministrazioni
pubbliche nell’organizzazione di eventi spettacolari quali l’arrivo di tappe del “Giro d’Italia” o
del “Gran Premio Industria e Commercio” e di molte altre gare qualificate a livello nazionale.
I ciclisti condividono le strade con le auto (ciclismo su strada) e i sentieri con i camminatori
(mountain bikers). Nell’uno e nell’altro caso le opzioni a disposizione sono limitate e nel caso
del ciclismo da strada c’è senz’altro una saturazione degli spazi disponibili: non a caso le
palestre del fitness dedicano sale allo spinning, riscuotendo soprattutto nelle stagioni
invernali, un certo successo.
Sappiamo che le percentuali dei praticanti il ciclismo a Prato è decisamente più alta di quella
nazionale: con un 19,1% di sportivi d’élite, un 13,5% di sportivi e un elevato 34,2% di attivi che
preferiscono una diversa attività di benessere psicofisico.
L’indagine sulla partecipazione sportiva dei pratesi, ha ulteriormente segnalato che tra le
manifestazioni più conosciute e apprezzate, ai primi posti figurano proprio manifestazioni
ciclistiche (Tappa Giro d’Italia, Gran Premio Industria e Commercio, Bici in Città).
Quali sono le aspettative degli sportivi ciclisti e le richieste di tanti cittadini i cui figli
praticano o vorrebbero praticare il ciclismo?
La domanda dei tanti converge sulla realizzazione di un vero impianto all’aperto che
rappresenti un circuito di allenamento e di gara per i tanti atleti agonisti, molti dei quali
giovanissimi.
Ma parlare di “ciclismo” non significa per forza riferirsi all’attività sportiva, tenuto conto che
ormai sono molti di più coloro che si dedicano ad attività fisico-motorie. Un po’ di movimento
all’aria aperta, preferibilmente in luoghi riservati, forse più sicuri, specie per i bambini.
Ed ecco che una parte della domanda dei cittadini e degli sportivi - che collocavano al terzo
posto fra i loro bisogni la realizzazione di “Piste Ciclabili” - è stata quasi interamente
soddisfatta nella Città di Prato:
- Ad oggi sono state già realizzate Km. 46,30 di piste ciclabili;
- In progetto, ulteriori Km.22,20.
La novità assoluta degli ultimi dieci anni è stata infatti la realizzazione di piste ciclabili,
che sono state forse l’impianto sportivo più finanziato negli ultimi anni, sia per progettazione
che per realizzazione. La prima pista ciclabile, nata anni fa lungo il Fiume Bisenzio, come
breve tratto sperimentale, ha ricevuto subito approvazione e successo tra i cittadini tanto
che è stata recentemente raddoppiata. Con le evoluzioni degli ultimi anni, che di seguito
riportiamo tabella successiva, è possibile arrivare dal Parco del Bisenzio (che comprende il
tratto dal comune di Vernio alla “Cementizia” nella Frazione de “La Macine” nel Comune di
Prato – zona Prato Est) al Parco delle Cascine di Tavola, (in prossimità del Comune di Poggio
155
a Caiano, zona di Prato Sud) fino al Parco di Galceti (attraverso Prato Ovest sino a Prato
Nord, lungo il Fosso dello Iolo) per mezzo di un secondo asse che attraversa la piana urbana
in larghezza.
Tabella 10.21 – Tratti per la ciclabilità nel Comune di Prato
Nr.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Denominazione tratto
Pista “Gino Bartali”
Pista “Fausto Coppi”
Pista di collegamento Prato – Vaiano
Tratto Stazione – Centro Storico
Tratto di S. Ippolito
Tratto di Via Ferraris
Pista delle Cascine di Tavola
Pista Cascine Tavola-Monteferrato
Tratti: Costante Girardengo, Alfredo
Binda, Giulio Bresci, Aldo Bini e
Ruggero Balli
P.zza del Collegio – Polo scolastico
Tratti: Gastone Nencini, Fazio Mario
e Learco Guerra
Polo scolastico – Centro Direzionale
Ubicazione
Kilometraggio
Fiume Bisenzio in riva Destra
Km. 8 circa
Fiume Bisenzio in riva Sinistra
Km. 5 circa
Lungo Bisenzio e pendici Calvana
Km. 3 circa
Centro Città
Km. 0.9 circa
Periferia Ovest
Km. 0.4 circa
Periferia Est
All’interno del parco
Collegamento fra le Cascine di
Tavola ed il Monteferrato: lungo
gli argini del Torrente Iolo (da
sud a nord)
Collegamento tra Centro Storico
e Polo Scolastico (a sud-ovest)
Attraversamento da Polo Scol.co
ad Area Coop/Centro Direzionale
All’interno Parco Archeologico
Tratto Area Interporto
Tratto Via Pigafetta
Attraversamento sottopasso
Tratto Pratilia
Totale Piste ciclabili già realizzate:
Km. 1 circa
Km. 5.7 circa
Km. 18 circa
Km. 2.5 circa
Km. 0.6 circa
Km. 0.7 circa
Km. 0.4 circa
Km. 0.1 circa
Km. 46.30
Fonte: Comune di Prato Servizio LL.PP. - Piste Ciclabili
156
10.11
Gli impianti per i veicoli a motore e per la circolazione fuoristrada
Nella provincia di Prato non esistono impianti per le attività sportive per i veicoli a due
o quattro ruote. Ma esistono atleti agonisti e sportivi praticanti che sono costretti a migrare
verso altre province toscane o in altre regioni vicine per praticare il loro sport preferito.
Gli unici dati di cui si dispone attualmente, ci segnalano che:
-
3 sono le società affiliate alla federazione ACI/CSAI che ha rilasciato quest’anno
circa 260 licenze per piloti (con un incremento negli ultimi anni di circa il 50%);
-
6 le società affiliate alla F.M.I. che tessera nel complesso poco meno di 500 atleti
tra agonisti e praticanti le varie specialità;
-
altre 3 le società affiliate con la Lega Motorismo della UISP con 157 tesserati in
attività sportive ricreative.
Complessivamente quindi quasi un migliaio gli sportivi praticanti attività agonistiche o
ricreative, senza considerare i molteplici appassionati di Go-Kart e del motorismo tra i giovani
molti non tesserati a società.
A seconda se si pratica Go-Kart ci si reca a Siena nell’unico impianto toscano per veicoli a
quattro ruote, oppure a Prunetta, Ponte a Egola, Castiglion Fiorentino, Cecina, per allenarsi e
gareggiare con i veicoli a due ruote, con costi elevati (e per alcuni proibitivi) per le trasferte
con tutto il necessario.
Anche per l’attività di “fuoristrada” di trial o enduro, non vi sono aree, percorsi o spazi
appositi, costringendo spesso gli appassionati a utilizzare percorsi secondari nelle colline
pratesi con i rischi relativi specie per l’ambiente. Prato risulta l’unica provincia toscana dove
non è possibile praticare enduro, nonostante qualche evento organizzato negli anni passati
avesse riscosso notevole successo
L’assenza di impianti tuttavia non impedisce alle società pratesi di farsi promotori di alcune
manifestazioni sportive, quali:
-
il Rally di Prato e Firenze – che salvo una prova speciale in provincia di Firenze, si svolge
interamente su percorsi nella Valle del Bisenzio, con un buon supporto e rispondenza della
Comunità Montana e dei Comuni della vallata;
-
una gara di Super Motard – che viene organizzata nell’area polivalente della Fiera (a
Mezzana) e che ha riscosso notevole successo di atleti e di un pubblico appassionato per la
spettacolarità delle prove motoristiche;
-
una gara di Go Kart – che viene organizzata in circuito cittadino (nell’area e strade di
“Via Viareggio”) tutti gli anni con l’impegno organizzativo di una società sestese (Giglio
Corse).
Gli aspetti di salvaguardia dell’ambiente, l’alto l’inquinamento acustico derivante da tale
tipo di attività sportiva, non consente una facile ubicazione di tale tipologia di impianti. Una
scelta culturale difficile e impegnativa per gli amministratori pubblici che devono tutelare
aspetti sociali generali pur con l’impegno di rispondere ai bisogni di ciascuno.
157
Crediamo tuttavia vi sia anche una sottovalutazione sull’impatto economico che un tale settore
può produrre per i territori che ospitano impianti similari. L’elevato interesse dei giovani per i
motori, si trasforma in acquisti crescenti di veicoli, specie a due ruote, nella voglia di
partecipare a una formazione specialistica (vedi il rilascio crescente di brevetti), la necessità
di riparazioni e manutenzioni, produce infine un intenso business e un non indifferente bilancio
economico per diversi settori produttivi.
In questo senso, può essere interessante individuare aree ove realizzare, con il concorso di
privati, determinati impianti per talune specialità motoristiche, magari a basso impatto
ambientale.
Crediamo, ad esempio, sia possibile realizzare attraverso un concorso pubblico-privato, un
piccolo impianto per i Go Kart, spazio utile per gli sportivi, ma ancor più utile per
l’addestramento degli studenti intenti ad acquisire il patentino e soprattutto quelle abilità
necessarie per guidare meglio i veicoli a motore. Cioè uno spazio polivalente utilizzabile anche
per le minimoto o per prove educative, stage formativi per l’uso di generici veicoli a due ruote.
Inoltre, potrebbe essere individuato uno spazio attrezzato con il solo “movimento terra”, in
modo da realizzare un’area di allenamento per le attività di fuoristrada a due e quattro ruote.
Uno spazio incolto, o da recuperare e bonificare (o addirittura posto in vasca di espansione
idrica, in quanto non costituisce volume di impedimento o riduzione per l’afflusso delle acque
fluviali), lontano da centri urbani e collocato in aree scarsamente urbanizzate, molto utile per
convogliare gli appassionati di tali discipline motoristiche che si svolgono in ambiente naturale.
158
11.0 GLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI PER IL TRIENNIO 2004 – 2006
11.1
Gli obiettivi programmatici della Regione Toscana per il 2004-2006
Il Piano Regionale dello Sport 2000-2006 (PRS), approvato all’unanimità dal Consiglio
Regionale, rappresenta la naturale continuazione ed evoluzione del precedente, in quanto
interpreta lo sport prevalentemente in chiave educativa e sociale, così come affermato
dalla legge regionale nr. 72/2000 in materia di attività motorie.
Il PRS è lo strumento con il quale la Regione intende attuare le sue politiche in materia di
promozione, coordinamento e diffusione della cultura e della pratica delle attività motorie,
ricreative e sportive, al fine di favorire la piena integrazione con le politiche educative,
formative e culturali, nonché lo sviluppo dell’associazionismo sportivo, la prevenzione ed il
superamento delle condizioni di disagio sociale, non trascurando gli interventi connessi allo
sviluppo economico delle diverse aree della Toscana.
Gli obiettivi di fondo che la Regione Toscana si propone di perseguire anche nel triennio 20042006, sono (M. Zoppi, Assessore allo Sport) :
- Piena valorizzazione dello Sport per Tutti;
- Promuovere iniziative ed interventi, verso i giovani in particolare, sia in proprio che di
concerto con le associazioni sportive e col settore della sanità regionale, a favore di una
seria attività di prevenzione del fenomeno del doping;
- Ridurre il fenomeno dell’abbandono della pratica sportiva con riferimento soprattutto ai
giovani e giovanissimi;
- Continuare a sviluppare i temi legati all’educazione motoria nelle scuole in collaborazione
con la Direzione Scolastica Regionale, Università e facoltà di Scienze Motorie;
- Utilizzare le attività sportive in chiave sociale per favorire il processo di recupero ed
integrazione delle categorie svantaggiate;
- Promuovere iniziative che portino ad esercitare la pratica sportiva all’aperto valorizzando
la natura e le attività che in essa possono essere svolte.
Come il Piano precedente, anche l’attuale individua negli Enti di promozione Sportiva, nel Coni,
nelle Organizzazioni di Volontariato, nella Direzione Scolastica Regionale, nell’Università,
nell’Istituto per il Credito Sportivo, nelle Province e negli Enti Locali del territorio toscano, i
principali interlocutori per portare a compimento gli obiettivi del Piano Sport.
Nell’analisi generale svolta dalla Regione, sulla base del rapporto ISTAT del 2000, si rileva
che, a livello regionale: “permangono ancora molte ombre nelle condizioni di accesso alla
pratica motoria e sportiva”. In particolare:
- la sedentarietà rimane comunque elevata con circa un terzo di residenti che non pratica
alcuna attività fisico-sportiva;
- oltre alle persone con stile di vita sedentario, è bassa la percentuale di coloro che
praticano attività motoria e sportiva con una certa continuità e regolarità ;
- resta elevata la quota dei giovani che abbandonano precocemente la pratica sportiva;
159
-
la Toscana pur collocandosi fra le regioni più avanzate nella pratica motoria e sportiva dei
residenti, appare comunque indietro rispetto a quelle settentrionali.
A tal punto, la Regione riconosce nelle attività motorie e sportive un complesso di attività
miranti al benessere fisico e psichico, alla socializzazione e alla formazione culturale
dell’individuo, precisando che:
“Il piano triennale per gli anni 2004/2006 - in coerenza con la L.R. del 31.08.2000 nr. 72
“Riordino delle funzioni e delle attività in materia di promozione della cultura e della pratica
delle attività motorie” - intende promuovere e coordinare gli interventi di politica sociale per
la diffusione della cultura e della pratica delle attività motorie, ricreative e sportive,
favorendone l'integrazione con gli interventi relativi alle politiche educative, formative e
culturali, allo sviluppo dell’associazionismo, alla prevenzione ed al superamento delle condizioni
di disagio sociale, nonché con gli interventi per lo sviluppo economico.
E si prefigge l’obiettivo generale di operare affinché:
-
-
-
-
tutti i cittadini abbiano la possibilità e l’opportunità di accedere alla pratica di
attività motorie, a tutte le età, qualunque siano le condizioni sociali, fisiche e
psichiche;
si riduca il fenomeno dell’esclusione dalla pratica sportiva, soprattutto con
riferimento alle categorie dei giovani, agli individui con minori capacità atletiche o
configurabili come atleti di non particolare interesse agonistico;
venga data prioritaria importanza, nello svolgimento dell’attività sportiva o motoria,
al processo di socializzazione dell’individuo, favorendo l’apprendimento di modelli
culturali evoluti, fondati sull’equilibrio fra collaborazione e sana competizione e sul
rifiuto della violenza sul rispetto degli altri e delle regole comuni;
l’accesso alla pratica sportiva e motoria si svolga in modo corretto, avendo a
riferimento la salvaguardia dell’equilibrio psicofisico dell’individuo ovvero la
diffusione della pratica delle attività motorie, ricreative e sportive, sia finalizzata al
benessere della persona ed alla prevenzione della malattia e delle condizioni di
disagio;
si radichi, quindi, una cultura dell’attività fisica che rifiuti l’uso delle sostanze
illecite ovvero sia tutelato il diritto alla salute ed all’integrità delle persone
impegnate nella pratica delle attività motorie, ricreative e sportive;
siano favoriti il processo di recupero e di rieducazione dei disabili, l’integrazione fra
le comunità, la prevenzione delle dipendenze, la tutela della salute mentale e la
rieducazione dei detenuti, attraverso il coordinamento con le politiche sociali
integrate;
siano conseguentemente promosse attività formative e educative per la
qualificazione degli addetti ai servizi alle persone per la pratica motoria ricreativa e
sportiva;
sia tutelata la libertà di associazione nella pratica delle attività motorie, ricreative e
sportive;
160
-
siano promosse iniziative finalizzate alla realizzazione, all’adeguamento ed al pieno
utilizzo degli impianti e delle attrezzature necessarie per lo svolgimento delle
attività motorie, ricreative e sportive;
si promuovano iniziative finalizzate alla realizzazione ed allo sviluppo di centri e
strutture di documentazione e attività per la diffusione della conoscenza della
storia e della cultura delle attività motorie, ricreative e sportive;
si promuovano iniziative e progetti che realizzino abbinamenti tra la pratica motoria
e sportiva e la valorizzazione delle risorse naturali e ambientali dei nostri territori,
con particolare riferimento alle pratiche svolte all’aria aperta, finalizzate anche alla
promozione turistica dei diversi territori (escursionismo, mountain bike, trekking,
canoa, equiturismo, podismo, ecc.).
Segnala inoltre i “risultati attesi”, cioè quelli che si attende di conseguire e che possono
essere quantificati in termini di:
-
aumento della popolazione dedita ad attività motoria e sportiva nel suo complesso,
con particolare riferimento alla popolazione giovanile, anziana e femminile;
aumento della diffusione dell’attività motoria tra i soggetti caratterizzati da forme
di svantaggio o handicap psico-fisico;
riduzione del fenomeno della cessazione precoce dell’attività sportiva da parte dei
giovani;
aumento della diffusione della pratica sportiva tra i soggetti a rischio di esclusione
sociale, con particolare attenzione all’eliminazione dei fattori di esclusione sociale ed
economica;
riduzione nell’uso di integratori e sostanze proibite nella pratica sportiva amatoriale
e diffusione di una cultura dello sport sempre più collegata alla tutela della salute e
alla prevenzione delle malattie;
creazione di impianti sportivi a basso costo e di larga fruibilità, adeguamento degli
impianti esistenti e nuovi impianti agonistici;
supporto ai centri di documentazione e informazione sulle attività motorie,
ricreative e sportive.
Infine precisa gli “effetti attesi”, cioè quello che si dovrebbe determinare come effetti
qualitativi positivi sulla collettività, indicati in termini di:
-
riduzione dei costi sociali, in virtù di:
-
un miglioramento dello stato di salute generale della popolazione, grazie ad
una più diffusa pratica sportiva corretta, finalizzata al benessere della
persona ed alla prevenzione della malattia e delle condizioni di disagio;
una valorizzazione della funzione riabilitativa della pratica motoria nei
confronti delle categorie deboli connesse a fenomeni di disabilità e/o
dipendenza;
161
-
-
una valorizzazione della funzione di recupero della pratica motoria nei
confronti dei detenuti e/o altre categorie deboli;
-
una pratica motoria e sportiva attenta ai bisogni dei giovani e al fenomeno
dell’esclusione sociale;
qualificazione della vita sociale e civile, in virtù di:
-
una valorizzazione della funzione educativa, soprattutto verso i più giovani,
di una pratica motoria e sportiva attenta al processo di socializzazione
dell’individuo e al conseguente apprendimento di modelli culturali evoluti
fondati sull’equilibrio fra collaborazione e sana competizione e sul rifiuto alla
violenza;
-
un incentivo al fenomeno dell’associazionismo sportivo, con particolare
riferimento a quello derivante da un progetto fisico-sportivo.
Il PPS di Prato ha voluto riportare per esteso quanto si delinea nel Piano Regionale, in
quanto condivide appieno, e fa proprie, le linee politico-programmatiche espresse e gli
obiettivi generali indicati.
162
11.2
Gli Obiettivi Programmatici della provincia di Prato: dal triennio 2001/2003 al
triennio 2005/2007
Il Piano per lo Sport per gli anni 2001-2003 definiva soltanto due obiettivi
principali, che potremmo definire delle “precondizioni essenziali” per avviare un processo di
programmazione territoriale partecipata, che si esplicherà concretamente nel prossimo
triennio secondo le linee guida tracciate nel realizzando Piano per gli anni 2005-2007.
Per il triennio precedente, costituivano priorità per l’amministrazione provinciale pratese,
quella di:
• “mettere in relazione armonica” tutti i soggetti operanti sul territorio affinché fossero
più efficienti ed efficaci nelle politiche di sviluppo e complementari nelle attività e nei
servizi resi alla comunità, per soddisfare appieno i bisogni secondo principi di qualità;
• “conoscere, per governare lo sviluppo”, in modo più approfondito e scientifico rispetto
alle attuali conoscenze, indagando non solo gli aspetti “dell’offerta” ma anche le dinamiche
della “domanda”, in relazione al mutato modo di approccio dei cittadini alla pratica motoria
e sportiva e in coerenza con gli indirizzi espressi dalla L.R. 72/2000 per l’accezione
utilizzata con il termine “pratica sportiva”, che induce a prestare attenzione a molteplici
ambiti.
Gli interventi di armonizzazione dei programmi e delle attività messi in atto in questi ultimi
anni al fine di un perseguire la prima condizione per ben operare, sono stati tutti indirizzati a
consolidare azioni di collaborazione concreta con le diverse organizzazioni sportive territoriali
(Coni, Fsn, Enti di Promozione) e le rispettive società affiliate, con le Scuole ed il CSA per
quanto concerne l’attività rivolta agli studenti e, naturalmente, con i Comuni per la
concertazione degli interventi di promozione e di gestione delle attività o di altri progetti
territoriali, nonché per l’impiego delle risorse.
Oltre all’assegnazione delle strutture sportive di proprietà dell’ente Provincia alle società
sportive, per gli allenamenti quotidiani o per l’organizzazione di eventi e campionati, è stato
possibile fornire un supporto economico-progettuale alle molteplici iniziative agonistiche,
ricreative e sociali attraverso l’impiego di fondi propri.
Per quanto concerne i mezzi ipotizzati per raggiungere questi due primari obiettivi, nel
PPS 2001-2003 erano stati individuati due strumenti operativi, che vengono ribaditi per il
triennio 2005-2007:
-
La “Consulta Provinciale delle Attività Motorie Sportive Ricreative e Inclusive”;
L’Osservatorio Provinciale del Sistema Sportivo
Gli obiettivi che tali due strumenti dovevano perseguire e che restano ancora oggi obiettivi
condivisi perché comunque ancora in parte da perseguire, sono:
163
-
-
-
-
-
-
Concorrere a formare una cultura motorio-sportiva che ponga al centro di tutte le
iniziative ad essa connesse, le reali esigenze dei bambini, degli adolescenti, dei ragazzi,
degli agonisti, di chi pratica lo sport amatoriale, degli anziani, dei disabili, degli esclusi.
Concorrere a formare una nuova cultura nel “movimento sportivo” affinché si
neutralizzino i rischi di specializzazione precoce, di abbandono, di disagio, di
malessere, di pratiche illecite e dannose.
Concorrere allo sviluppo e alla formazione di una coscienza critica verso tutti quei
fenomeni di degenerazione che spesso lo “sport spettacolo” è purtroppo capace di
presentare.
Favorire momenti di incontro e di confronto nei quali abbiano preminenza su tutti, i
valori di aggregazione e di socializzazione.
Creare situazioni attraverso le quali si garantisca lo sviluppo e il mantenimento di un
equilibrato status psico-fisico con modalità rispettose delle singole caratteristiche e
capacità personali.
Garantire che tutte le esperienze motorie e sportive rappresentino momenti di vissuto
positivo e gratificante.
Valorizzare l'aspetto salutistico delle attività fisiche, motorie sportive e ricreative.
Favorire la pratica agonistica di soggetti particolarmente dotati, coerentemente con i
propri margini di miglioramento e con il personale livello motivazionale.
Monitorare in termini scientifici e in quadro preordinato di azioni, il “sistema sportivo
provinciale” con le opportune interrelazioni con gli altri sistemi e con altre ricerche del
settore a livello nazionale ed europeo.
Inserire quando possibile le attività sportive nell’ambito delle iniziative di promozione
di una Cultura della Pace per favorire la conoscenza tra le culture, nella certezza che
la conoscenza reciproca favorisce la pace dei popoli.
Per quanto concerne l’Osservatorio del Sistema Sportivo, in coerenza con l’azione di
monitoraggio, analisi e studio, già attivata per altri settori economici, sociali, dell’istruzione,
ecc., ed a supporto proprio delle scelte della Consulta per lo Sport, è apparsa indispensabile
la creazione di un organismo capace di effettuare una costante analisi del sistema sportivo e
degli altri sistemi. Capace dunque di far emergere e risaltare i possibili “intrecci” fra gli
aspetti della pratica fisico-motoria, sportivi e salutistici, con quelli turistici, ambientali,
economici, culturali, enogastronomici, da un lato, e da quelli culturali di formazione integrale
della persona umana relativamente alla promozione dell’uomo e della cultura della relazione e
della Pace. Per rispondere per quanto possibile, più compiutamente alla domanda di movimento,
di benessere e salute dei cittadini e al contempo di sostenere una maggiore integrazione e
sviluppo dei diversi sistemi per valorizzare le peculiarità artistiche, ambientali e culturali del
territorio pratese e toscano.
Si rinviano successivamente, ai tavoli tecnici locali, gli aspetti relativi alla concreta
organizzazione e al funzionamento, in quanto varie soluzioni risultano possibili. Si tratta
infatti di verificare se l’osservatorio sportivo debba costituire una struttura autonoma
provinciale o addirittura interprovinciale, oppure un “ramo” specialistico del più ampio
164
Osservatorio sul sociale, comunque in collegamento con tutto il sistema degli osservatori
territoriali.
Si inserisce qui di seguito, a fini informativi, una sintetica scheda di possibili ambiti ce
l’Osservatorio dovrebbe indagare per conoscere meglio e con criteri più scientifici la realtà
del sistema sportivo territoriale pratese.
165
166
11.2.1
Gli Obiettivi generali per il triennio 2005-2007
In coerenza con gli indirizzi del Piano Regionale per lo Sport (P.R.S.), la Provincia ed i
Comuni di Prato, fanno propri gli obiettivi generali definiti nel programma della Regione (vedi
parag. 13.1), e si prefiggono di perseguire per il triennio 2005-2007 i seguenti obiettivi
generali:
a) Recupero, adeguamento e consolidamento del patrimonio impiantistico e
realizzazione di nuovi punti sport, secondo programmi integrati e condivisi a livello
provinciale, con contestuale razionalizzazione e pianificazione nell’uso degli spazi
sportivi;
Dovrà completarsi l’azione di messa a norma e di ristrutturazione degli impianti già esistenti,
specialmente quelli scolastici, già intensamente avviata negli anni precedenti dalla Provincia e
dal comune capoluogo e che ha prodotto un intenso rinnovamento di molte palestre
scolastiche, oggi più fruibili e moderne.
Per rispondere alla carenza di offerta, soprattutto in certe aree, derivante da una crescente
e diversificata domanda di pratica motoria e sportiva, sarà necessario realizzare una nuova e
più ampia impiantistica di base, di tipo polifunzionale. Dunque una scelta più rispondente alla
domanda multidisciplinare della famiglia moderna, che permetta una contestuale pratica al
bambino e alla mamma, senza escludere il restante nucleo familiare.
Per dare risposte allo sport sociale e per tutti, potrebbe svilupparsi un piano di collaborazione
tra istituzioni pubbliche e organizzazioni sportive territoriali, per trasformare alcuni spazi
sport (monosportivi) a complessi sportivi (pluridiscilinari), attraverso formule di project
financing e di gestione associata delle attività.
Nella determinazione delle priorità degli obiettivi, vi è peraltro da tenere conto che la
recente indagine più volte già citata, ha messo in evidenza come il 64,3% della popolazione è
favorevole a futuri nuovi impegni delle amministrazioni nel settore dell’impiantistica per lo
sport. Tra questi il 36,6% preferirebbero investimenti per le attività sportive, mentre il
27,7% per le attività fisico motorie.
In considerazione di una domanda specialistica che avanza dallo sport organizzato
sempre più proiettato a raggiungere risultati di alta prestazione, occorrerà qualificare e
specializzare una parte dell’impiantistica esistente per renderla più idonea all’attività
agonistica e di spettacolo o produrre nuove risposte da parte di soggetti privati.
Non è più possibile pensare agli Enti Locali, con le minori risorse finanziarie oggi disponibili,
come unici attori nella realizzazione dell’impiantistica per lo sport, specie per la fascia di alta
prestazione e di spettacolo.
E’ necessario però occuparsi anche di tale fascia, promovendo programmi di sviluppo che
stimolino l’imprenditoria privata, messa in condizione di operare con certezze che consentano
una ricaduta economica, dati gli elevati investimenti necessari per tale segmento sportivo.
167
L’integrazione dell’offerta pubblica con quella privata, consentirà di ampliare sia le occasioni
di pratica ai vari livelli, che di godimento dello spettacolo sportivo, creando un più ampio e
qualificato volume di servizi sportivi alla persona, secondo motivazioni e disponibilità.
Sarà necessario infine, sviluppare un maggiore numero di semplici impianti multidisciplinari per
la pratica quotidiana plein air delle famiglie e degli amatori dello sport non organizzato. Sazi
sportivi utili a stimolare una maggiore pratica all’aria aperta riscoprendo le bellezze naturali
della nostra provincia,nonché luoghi di ritrovo e di socializzazione per una pratica a basso
costo, e che consentano altresì l’impiego di risorse umane appartenenti alle categorie
svantaggiate.
In tal senso costituiscono già una buona risposta il sistema di piste ciclabili, che si
snodano sull’intero territorio del comune capoluogo e che si “proiettano” con collegamenti con i
comuni periferici dell’area del Montalbano e della Val Bisenzio. Appare naturale organizzare
ora su tali percorsi, “punti di ritrovo”, forniti di una serie di servizi utili allo sportivo,
occasioni di ristoro e di libera socialità.
Avviare al contempo, uno studio provinciale sull’uso degli spazi sportivi (specie le
palestre) da parte dell’associazionismo sportivo organizzato. Per operare, se necessaria per
una più moderna programmazione, una eventuale revisione nella concessione e nell’uso degli
spazi secondo la tipologia delle attività organizzate e la priorità di sviluppo.
Appare altresì utile avviare un’analisi delle gestioni impiantistiche ad oggi affidate
all’esterno dei Comuni, secondo la tipologia degli impianti e delle attività. L’analisi servirà a
correggere eventuali carenze gestionali, definire moderne e più efficienti modalità,
consentire forme di gestione sempre più autonome secondo concetti di imprenditorialità
sociale, migliorare l’organizzazione delle risorse umane e con un’attenzione all’impiego, ove
possibile, di categorie svantaggiate. Sviluppare se necessario un programma di formazione
manageriale con accesso riservato all’associazionismo sportivo territoriale.
b) Consolidamento degli interventi e delle iniziative tese a favorire l’accesso a tutti
alla pratica motoria sportiva e ricreativa, con particolare riguardo alle fasce
giovanili;
Così come declamano vari studi del settore, le Province e in particolare i Comuni, dovranno
occuparsi sempre più non solo di impianti sportivi, ma di società sportive e di sport più in
generale.
Il sostegno e la promozione delle attività motorie sportive e ricreative (secondo criteri di
intersettorialità, auspicati dalla stessa Regione), dovranno impegnare nel futuro crescenti
risorse destinate agli interventi nell’area sportivo-sociale-sanitaria, perché destinate a
promuovere un più ampio senso di salute e benessere nei cittadini. Riconoscere dunque al
“movimento” e allo “sport” più in generale, una benefica attività preventiva per la capacità di
coinvolgimento attivo di ampie fasce di popolazione, sino ad oggi sedentarie o escluse dal
processo di “sport per tutti”.
168
Maggiori e più qualificate dovranno essere quindi le interazioni tra l’area sanitaria, quella
sociale e quella della libera motricità e dello sport, per “star bene”, “sentirsi in forma” e in
salute attraverso la partecipazione ad una attività motoria preventiva e di conseguenza un
minor ricorso alle cure, alle medicine, con l’auspicio di incidere anche sulla riduzione della
spesa sanitaria.
La promozione dei giovanissimi e dei giovani (con particolare attenzione al sesso femminile),
verso le attività motorie e sportive, già alquanto elevata e piuttosto qualificata a Prato, dovrà
assumerà i caratteri di una vera “cultura della salute” attraverso il ricorso all’educazione
fisica , al movimento, allo sport.
Dovranno consolidarsi e ulteriormente qualificarsi le azioni tese a sviluppare un crescente
numero di “progetti integrati”, dove ognuno (istituzioni, scuole, associazionismo, altre
agenzie), secondo le proprie risorse, contribuisca a rafforzare ed innovare il sistema pratese
di avviamento giovanile allo sport.
Sono pertanto auspicabili nuove intese, tra l’area dell’istruzione scolastica e quella della
formazione sportiva extrascolastica, affinché le azioni di ciascuno siano contemplate e si
sviluppino in un comune quadro di interventi. All’interno di un piano locale che sia
permanentemente innovativo e che consenta, da un lato, alle scuole di rispondere meglio alla
domanda interna di sport educativo, e dall’altro, alle agenzie extrascolastiche di supportare
meglio tali azioni per estendere l’area dei praticanti, in particolare delle attività sportive,
secondo le attese delle famiglie e dell’intera società.
c) Interventi a carattere formativo per la qualificazione degli operatori addetti allo
sport (servizi alla persona), al fine di qualificare le azioni dirette ad una corretta
pratica corretta, finalizzata al completo benessere della persona, e ridurre il
fenomeno dell’esclusione dalla pratica sportiva a vantaggio di azioni di concreta
inclusione per ogni individuo (sport a misura di ciascuno);
La provincia di Prato, attraverso interventi delle istituzioni, si è caratterizzata da lungo
tempo per un’attenzione ai processi di formazione degli operatori dello sport, in particolare
verso quelli diretti ai docenti di educazione fisica, e verso gli operatori inquadrati presso il
CGFS ed il TCP (Associazioni partecipate dai Comuni).
Molti e qualificati i corsi di formazione e di aggiornamento tecnico che si sono sviluppati in
questi anni all’interno e all’esterno di tali strutture e aperte al territorio. Interventi
specialistici e di confronto con altre realtà nazionali ed europee, in un processo di formazione
continua per consentire un “ben operare” tra specialisti di diversa provenienza e formazione
culturale.
In tale logica hanno sviluppato la loro positiva azione anche gli enti di promozione e le
federazioni sportive, con collaborazioni ed interventi tesi ad ampliare e qualificare le
competenze verso l’area sportiva, supportati spesso anch’essi da Comune di Prato in
particolare e dalla Provincia negli ultimi anni.
Ma se intensa ed elevata è stata l’attenzione pubblica verso la formazione degli insegnanti di
educazione fisica delle scuole e degli operatori sportivi in età giovanile, non altrettanto è
169
stata quella rivolta a coloro che operano nell’area del fitness e delle attività ricreative per gli
adulti. In tali segmenti si sono generalmente registrate azioni formative provenienti solo dagli
enti organizzatori e dalle palestre, cioè dagli stessi promotori di tali attività. E se da un lato
è da lodare l’impegno di ciascuno per qualificare i propri operatori tecnici, dall’altro tale
azione è apparsa forse solo tesa a promuovere maggiori competenze di tipo relazionale,
organizzativo, affiliativo, comunicativo. E’ mancata cioè, a nostro parere, un “supporto
pubblico” teso a garantire quella “cultura e quella formazione più qualificata nell’offerta dei
servizi di assistenza alla persona”. Far acquisire, in altri termini, una maggiore consapevolezza
del fondamentale ruolo svolto nel garantire ai cittadini un’attività davvero salutare.
Appare dunque necessario intervenire anche nell’area dei servizi “privati” alla persona (rif.
all’area del fitness) per assicurare che vi operino personale in possesso di adeguato titolo di
studio e soprattutto competente nell’assistenza tecnica ai tanti cittadini che desiderano
praticare tali attività nei centri privati. Cittadini, giovani e adulti, sportivi e non, che le
istituzioni devono comunque tutelare per la salute dell’intera comunità residente e praticante.
Crediamo che una rinnovata formazione debba interessare anche coloro che operano negli enti
locali. La trasformazione dello sport, la crescita della domanda sportiva, la necessità di
intrecciare maggiormente i settori addetti ai servizi alla persona, costringono tutti ad
ampliare la sfera delle conoscenze. Per organizzare e gestire i “servizi sportivi” non sembrano
più necessarie soltanto competenze amministrative o settoriali. Vi è necessità di acquisire una
formazione di tipo intersettoriale, di carattere manageriale e in grado di conoscere meglio la
domanda per indirizzare l’offerta.
Interventi formativi dunque per ogni segmento di attività, capace di aggiornare e formare i
quadri (tecnici, dirigenti, amministrativi, ecc.) a tutti i livelli, sia per coloro che operano
presso le istituzioni pubbliche o strutture collegate, sia per coloro che agiscono nel variegato
mondo sportivo (privato e privato-sociale).
Per gli aspetti didattici (specie per l’insegnamento ai giovanissimi ed ai giovani), sia le
istituzioni, che gli enti, le associazioni, le palestre, dovranno sempre più tenere conto delle
nuove figure dei laureati in scienze motorie, provenienti dai corsi di laurea e dalle apposite
facoltà che hanno sostituito i vecchi ISEF, e delle relative specializzazioni per operare nel
campo dello sport e delle attività fisiche di benessere e di salute. Dove ve ne fosse bisogno,
richiedere migliori e più specifiche specializzazioni, creando particolari sinergie con
l’Università, in modo da intrecciare meglio la domanda con l’offerta di lavoro e offrire un
successivo miglior inserimento lavorativo ai laureandi.
La formazione sportiva sino ad oggi svolta dal Coni, dalle Federazioni, dagli Enti di promozione
e da agenzie private, dovranno anch’essi tenere conto di ciò e dirigersi verso un sistema di
formazione integrato, secondo indirizzi e livelli già utilizzati in altri paesi europei, affinché
sia garantito non solo un livello adeguato di formazione, ma anche un possibile inserimento
permanente nelle nuove professioni che oggi offre il “mondo dello sport”, del fitness, del
wellness” e delle attività ricreative sportivo-sociali e inclusive.
Crediamo che un’azione tesa ad ampliare la cultura sportiva con azioni di adeguata
formazione, possa risultare utile a ridurre anche il fenomeno dell’esclusione di molti
giovanissimi dalla pratica delle discipline preferite. Garantire a tutti il diritto alla pratica
sportiva, significa garantire anche l’accesso libero per tutti non solo a corsi ed attività, ma
170
anche a gruppi e squadre sportive. Non è pensabile che solo in virtù di un risultato o di una
prestazione, molti giovanissimi siano oggi costretti a “non giocare”, abbandonare o essere
esclusi da squadre e società, dove invece avrebbero diritto a muoversi, socializzare e
divertirsi.
E, se la logica dettata dagli “indirizzi statutari” (attività agonistica, selettiva, di livello) e
“organizzativi” (campionati, risultati, vittorie, punteggi, ecc.) non consente alla maggioranza
delle società sportive che disputano attività agonistiche di rispondere al meglio a tutta la
domanda giovanile, appare necessario dotarsi di un sistema che risponda a tale bisogno, al fine
di ridurre il fenomeno del drop out precoce (abbandono dello sport), ancora alto anche nella
nostra realtà territoriale.
Sebbene infatti, il sistema sportivo pratese con la presenza del CGFS risponda già a tale
bisogno affiliativo giovanile (far parte di squadre che disputano gare e tornei), esso non è
esteso concretamente all’intero territorio provinciale e non sviluppa un livello adeguato di
tornei, incontri, campionati, che appassionano migliaia di ragazzi e ragazze. “Attività
organizzate” che però non siano una ripetizione di tornei e campionati già esistenti (selettivi
ed esclusivi, di tipo federale), ma consentano a tutti di produrre performance che si
intreccino con il divertimento e il “saper fare” di ognuno, senza ansie di prestazione e di
risultato assoluto. Un livello dunque di gare e tornei per tutti, ove ognuno possa
esprimersi secondo aspirazioni e capacità. E se da un lato il TCP sembra offrire per le
attività studentesche tali opportunità, vi è adesso bisogno di pensare anche a nuove e
innovative risposte che si sviluppino anche oltre l’orario scolastico, e che forse la
realizzazione dell’associazionismo studentesco potrebbe dare. Un livello di “associazionismo
culturale e sportivo” che si ponga cioè a livello intermedio tra la scuola (e il gruppo sportivo
scolastico) e l’associazionismo sportivo tradizionale. Che consenta livelli di aggregazione
spontanea, di migliori relazioni e di occasioni di pratica motoria, espressiva e sportiva
organizzata come ampia risposta ai bisogni di ciascun bambino, adolescente o giovane.
d) Iniziative di carattere educativo verso i cittadini, per accrescere la cultura del
movimento (…cultura per la pratica delle attività fisiche motorie e sportive),
favorendo i processi di relazione tra gli individui, di prevenzione degli stati di
malattia e del disagio, le azioni di recupero e inclusione sociale delle categorie a
bassa contrattualità sociale, opponendo infine un chiaro rifiuto al doping
Sebbene le risultanze dell’ultima indagine sulla partecipazione sportiva della popolazione,
ci dicano che la situazione pratese sia migliore di quella italiana, perché “a Prato vi è maggiore
partecipazione, qualitativa e quantitativa, soprattutto da parte delle donne e degli anziani, vi è
comunque da sottolineare che ancora il 32,5% dei cittadini (dai 16 ai 75 anni) risulta
sedentario. Inoltre che ancora un 20% svolge attività con modalità insufficienti per garantire
una vera prevenzione delle patologie da sedentarismo” (Biagiotti, Mussino, 2002).
Dunque molto ancora può essere fatto da un punto di vista culturale e organizzativo per
raggiungere la domanda potenziale inespressa e svolgere un’azione di promozione verso la
salute e il benessere della persona.
171
Tutto ciò dovrà spingere tutti i componenti la Consulta per lo Sport a programmare iniziative
volte ad una qualificazione dell’azione educativa e formativa non solo degli sportivi, ma anche
dei non sportivi e dei sedentari. L’acquisizione di un “abito sportivo” dovrà diventare una
scelta culturale e salutare di ogni cittadino in ogni età della propria vita, e modalità per
instaurare migliori relazioni sociali. Lo sport dovrà infatti rafforzare le occasioni per
conoscere altre culture e popoli, migliorare il livello di comunicazione e cementare l’unione dei
popoli europei.
La pratica delle attività motorie sportive e ricreative, dovrà essere non solo un diritto di
tutti, ma addirittura divenire uno “stile di vita”, capace di produrre benessere e salute e
momento di prevenzione delle malattie da ipocinesi in ogni cittadino (si registra infatti una
costante e crescente obesità dei giovani).
In tal senso sarà opportuno inserire, accanto ai molteplici progetti di attività motorie e
sportive, utilizzando la forte motivazione giovanile verso tali attività, permanenti azioni
educative nel campo delle abitudini alimentari, intrecciando meglio programmi e interventi già
messi in atto da vari organismi (asl, scuole, assessorati, ecc.) verso gli studenti.
Dovrà continuare e crescere quanto sino ad oggi fatto per favorire il processo di
recupero e di integrazione dei soggetti con disabilità o con “bassa contrattualità
sociale”. Le istituzioni, e l’area dello sport nel loro insieme, dovranno sviluppare maggiori
opportunità per favorire concreti inserimenti estendendo il diritto di pratica sportiva anche
ai tanti soggetti in difficoltà, offrendo altresì maggiori occasioni di inserimento “lavorativo” ,
magari attraverso funzioni diverse del cosiddetto “volontariato sportivo”.
Ogni cittadino, nessuno escluso, potrà così godere del pieno diritto alla pratica,
attraverso una iniziale rieducazione, abilitazione e integrazione, per favorire infine una piena
espressione sportiva a qualsiasi livello di motivazione. Consentendo a coloro che esprimono un
disagio, di recuperare la loro piena salute fisica e mentale, per poter sostenere, ove lo
desiderassero, una qualificata pratica delle attività motorie, sportivo-agonistiche e sportivoricreative.
Far crescere la cultura dello sport nei cittadini, significa inoltre favorire una più alta
coscienza negli sportivi, e in particolare negli atleti dilettanti, professionisti e “amatori”,
perché ogni forma di doping sia percepito come un atto immorale, da respingere e
denunciare sempre in ogni occasione. Non si tratta più infatti di alterare le performance
personali, il risultato della competizione, il confronto tra squadre, ormai si corre verso una
progressiva minaccia alla salute della persona e con un crescente coinvolgimento anche dei più
giovani.
Le indagini svolte dalle procure e le denunce di atleti professionisti operanti in molteplici
ambiti, quella di ex dirigenti sportivi ed atleti, di medici sportivi, di giornalisti, ecc., mettono
in evidenza costumi e abitudini che non si sarebbero davvero immaginate nello sport italiano.
Non è più possibile oggi tacere i troppi decessi improvvisi e le particolari malattie di ex atleti,
tacciati spesso oggi di essere troppo critici verso “l’ambiente” in cui hanno trovato successo e
sicurezza economica.
172
Il doping sembra essere diventato ormai “sistema” : una “normale prestazione” umana per
un normale business, su cui molti disonesti costruiscono i propri successi personali,
soprattutto di tipo economico. La legge dello spettacolo lo esige e lo sport di prestazione ne è
un buon veicolo !
Bisogna ribadire ad alta voce che è urgente la necessità di tornare ad uno sport
pulito, ad uno sport della salute. Ad uno sport dove la genetica non può avere spazio per
garantire prestazioni da robot, che uccidono l’Uomo.
L’Uomo-Sportivo deve ritrovare il suo pensiero più elevato perché la competizione sia un
occasione di confronto per migliorare le proprie capacità, secondo i criteri della buona salute.
e) Favorire la crescita dell’associazionismo sportivo come risorsa fondamentale per
rafforzare le relazioni tra i cittadini, e per estendere e qualificare
l’organizzazione delle attività motorie sportive ricreative in tutta la provincia;
sostenendo la piena integrazione degli interventi tra le diverse agenzie al fine di
consolidare il modello pratese e consentire così maggiori opportunità di “pratica
per tutti”.
Le istituzioni, ormai da alcuni anni, sono chiamate a svolgere un ruolo sempre più incisivo
nel supportare l’azione organizzativa svolta dagli organismi sportivi preposti, da quelli nazionali
sino a quelli locali.
Le difficoltà economiche del Coni, delle Federazioni sportive e in certo modo anche degli
Enti di promozione, hanno costretto gli Enti Locali a doversi occupare sempre più di aspetti e
funzioni un tempo delegate a tali organizzazioni. Si può addirittura affermare che oggi molte
delle attività svolte da tali organizzazioni sono possibili solo con l’intervento o
l’interessamento dei Comuni e delle Province. Viceversa molti “servizi” verso la imponente
categoria degli sportivi organizzati non potrebbero più esplicarsi, per gli aumentati costi
organizzativi ed una progressiva trasformazione del vecchio concetto di volontariato.
Appare pertanto opportuno proseguire e addirittura potenziare l’azione sin qui svolta
verso l‘associazionismo sportivo organizzato, assicurando non solo l’uso degli impianti pubblici
per svolgere attività, allenamenti, gare, e i benefici contributi economici per l’organizzazione
degli eventi, ma supportando anche una azione di formazione, motivazione e riorganizzazione di nuovi quadri dirigenti dello sport locale, e indirettamente di quello
nazionale.
Tutto ciò, seppur in presenza di minori risorse a disposizione degli enti locali da parte
dello Stato e dunque in un contesto di maggiori difficoltà a gestire la spesa locale, gestendo
meglio le voci di bilancio e orientandole secondo logiche intersettoriali, in considerazione della
forte azione sociale svolta dall’area dello sport.
L’affidamento esterno delle gestioni impiantistiche, all’associazionismo o ad apposite
“società di scopo” (partecipate anche dai Comuni) è stato in questi anni un passo obbligato dei
Comuni per contenere i costi gestionali, ma crediamo utile anche per assicurare al movimento
sportivo una più alta autonomia organizzativa e una crescente responsabilizzazione
nell’erogazione dei servizi sportivi al cittadino.
173
Tale processo nella gestione degli spazi di gioco e allenamento dovrà continuare,
garantendo il giusto equilibrio, tra l’esigenza scolastica, quella sportivo-dilettantistica e quella
sociale, assicurandone l’uso a molteplici soggetti, senza creare “nicchie di privilegio”.
Al contempo il movimento sportivo organizzato, dovrà crescere nelle competenze gestionali
migliorando la propria azione al fine di concorrere a creare “utili gestionali” da reinvestire
nell’ammodernamento degli stessi impianti o in nuove realizzazioni, sollevando gli enti locali da
certe tipologie di spesa da impiegare in alcuni ambiti dello sport da potenziare.
Un ulteriore supporto all’associazionismo da parte degli Enti Locali, potrà derivare da una
diversa organizzazione dei servizi amministrativi. Non solo sempre più efficienti nelle attività
di routine, ma anche capaci di indirizzare e sostenere al meglio le organizzazioni sportive, per
intercettare nuove risorse finanziarie dai vari canali (unione europea, stato, regione, province,
ecc.), fornendo magari assistenza di tipo tecnico-progettuale.
Attivare infine sinergie per favorire più ampi rapporti con i settori economici e produttivi
locali, al fine di creare un circolo virtuoso teso a sostenere da un lato lo sviluppo dello sport
pratese e, dall’altro, fornire occasioni di una ricaduta di immagine sulle aziende e sui prodotti
della provincia di Prato.
f) Potenziare le azioni di valorizzazione dello “sport all’aria aperta” per una più forte
promozione turistica della realtà pratese, in particolare delle aree naturali della
Val Bisenzio e del Montalbano, attraverso la creazione di una “rete per tutti” di
attività in ambiente naturale e di eventi spettacolari di sport plein air.
Tra gli sportivi pratesi che amano di più le attività fisico-motorie, o lo sport
individualizzato, libero, non organizzato, indipendente, la libera motricità seppure orientata
verso specifiche discipline sportive, è predominante il “passeggiare” (55,4%) e “l’andare in
bicicletta” (34,2%), che fa scegliere a ben il 73,6% della popolazione di praticare in
“spazi aperti, non attrezzati”.
Inoltre, vi è da tenere in considerazione che tra le valutazioni dei cittadini, gli spazi per lo
sport che ricevono più indicazioni come “molti utili o utili” sono proprio in ordine il “parco
protetto”, una “area attrezzata all’aperto”, le “piste ciclabili”.
Una chiara conferma che è in crescita la domanda di attività fisico motorie, meglio se
svolte all’aria aperta e in ambienti naturali e che dovrà trovare risposte urgenti con una più
ampia fruizione degli spazi verdi e di quelli attrezzati già esistenti.
I Comuni dovranno tendere a trasformare o recuperare aree urbane degradate, ambienti
naturali oggi non fruibili o non attrezzati, perché questa può rappresentare una risposta
urgente e non eccessivamente costosa per quelle fasce di cittadini oggi non soddisfatte o
potenzialmente inespresse che non trovano posto nella tradizionale impiantistica sportiva, che
risulta peraltro già insufficiente a dare risposte esaustive alla domanda di sport organizzato.
Il “recupero” di aree verdi incolte, spazi non attrezzati, spazi verdi o attrezzati chiusi o
scarsamente fruibili (rif.: aree scolastiche), ecc., diventa un’operazione di recupero
ambientale e di allargamento del diritto di pratica sportiva che può svilupparsi attraverso un
174
“patto” fra le istituzioni e i cittadini. Un patto che prevede l’intervento dei singoli, dei
condomini, dei comitati cittadini, delle associazioni di categoria, di gruppi informali, giovanili,
scolastici, chiamati a svolgere un’azione di supporto all’ente locale per gestire quotidianamente
gli spazi aperti realizzati e resi fruibili ai cittadini residenti.
In particolare, per valorizzare le grandi aree naturali ubicate nelle colline del Montalbano o
della Valle del Bisenzio, e per decentrare una certa tipologia di attività sportive nei comuni
periferici, appare opportuno realizzare alcuni “progetti pilota” per lanciare determinate
discipline e attività che permettano anche l’organizzazione di alcuni eventi spettacolari.
Laghetti, corsi d’acqua, percorsi collinari, pareti naturali di roccia, pendii verdi, ecc., tutte
opportunità naturali per programmare una “palestra a cielo aperto” per lo sviluppo di nuove
discipline (canoa, kayak, mountain bike, sci-roller, deltaplano, sport limits, ecc.), luoghi di
ritrovo e allenamento “per tutti” in ambiente naturale e località per organizzare specifiche
manifestazioni sportive, anche di livello qualificato.
Tale sviluppo dovrebbe essere pensato meno come opportunità settoriale (per lo sport) e più
come ambito intersettoriale (sport & turismo), con un forte collegamento dunque con gli
aspetti di turismo “natura&sport”, con l’agriturismo, l’escursionismo, i prodotto naturali locali
(il vino, l’olio, le castagne, i funghi, ecc.) caratterizzando diversamente le aree (vedasi possibili
esempi di fattibilità in Trentino e nella valle d’Aosta) e con una forte interazione con soggetti
privati, anche attraverso un pubblico sostegno.
175
12.0 ASPETTI CONCLUSIVI
La revisione del Piano Provinciale per lo Sport costituisce solo un ulteriore passo delle
istituzioni e del mondo sportivo per conoscere di più circa i molteplici aspetti che formano il
Sistema Sport della provincia di Prato e per definire programmi integrati e condivisi per la
promozione della cultura e della pratica delle attività motorie sportive e ricreative.
E sebbene in questa fase di studio e di programmazione non sia stato ancora possibile
realizzare una più approfondita e armonizzata “programmazione territoriale degli
interventi”, specie nel settore impiantistico, tuttavia, una ricognizione più aggiornata degli
spazi per lo sport, un’analisi sul loro uso, sulle carenze, sulle motivazioni della popolazione e dei
giovani in particolare, offre già un chiaro indirizzo di interventi ai Comuni ed alla Provincia, e
sollecita al contempo una riflessione anche alle organizzazioni sportive, sull’operato, sulla
scelta dei servizi e sulle programmazioni proprie per il prossimo triennio.
L’avvio, agli inizi del 2005, dei lavori della Consulta Provinciale per lo Sport e
dell’Osservatorio del Sistema Sportivo - strutture già approvate dal precedente Consiglio
Provinciale - segnerà anche il concreto perseguimento degli obiettivi programmatici contenuti
nel P.P.S. per il 2005-2007.
Il Piano per lo Sport, non vuole essere un documento conclusivo ed esaustivo dei bisogni e
degli interventi, ma un documento in progress che costituisce solo un punto di partenza per
iniziare tutti insieme un percorso innovativo, ove siano più chiari per tutti gli obiettivi da
raggiungere.
Sulla base quindi di quanto contenuto nel Piano e delle prossime indicazioni della Consulta,
nonché sulle analisi dell’Osservatorio, sarà possibile ampliare, modificare o perfezionare, gli
obiettivi attualmente indicati, per addivenire a più ampie e forti intese programmatiche, non
solo tra le varie istituzioni ma con lo stesso movimento sportivo organizzato.
Adesso è il momento di realizzare insieme, con spirito di rinnovata collaborazione, i sogni di
ciascuno. Perché da una parte ogni cittadino possa veder riconosciuto il suo diritto alla pratica
motoria sportiva e ricreativa a carattere salutare, e dall’altra si raggiungano mete più
ambiziose, con nuovi e più alti successi nello sport nel contesto europeo e internazionale.
176
13.0 BIBLIOGRAFIA
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