La Voce di Sovico n.1047

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La Voce di Sovico n.1047
La voce di Sovico
n. 1047 Settimanale della Parrocchia di Sovico - 20845 - Piazza Vit. Emanuele II, 12
anno XXiI Tel. 039.2012369 - Mail Redazione: [email protected]
26 luglio
2015
Sito parrocchia: www.parrocchiadisovico.it
1 - 2 agosto
2015
L'indulgenza
plenaria
del perdono
d'Assisi
Da mezzogiorno di sabato
1° agosto a tutta domenica 2 agosto, decorre il
tempo utile per l'acquisto
dell'indulgenza plenaria del
perdono d'Assisi.
S. Francesco riceve le stimmate dal crocifisso
L'indulgenza può essere acquistata da ciascun fedele per i vivi e
per i morti, visitando la Chiesa parrocchiale e recitando il Padre
nostro, il Credo ed una preghiera secondo l'intenzione del Papa.
La S. Confessione e la S. Comunione, necessarie per ottenere
l'indulgenza plenaria del perdono d'Assisi, possono essere
fatte alcuni giorni prima o dopo il 1° e 2 agosto.
Domenica 2 agosto alle ore 20.30 celebreremo al
cimiterolaSantaMessapertuttiinostrimorti,applicando per loro l'indulgenza plenaria del perdono d'Assisi.
APPUNTAMENTI DELLA COMUNITÀ
DOMENICA 26 LUGLIO
Nel pomeriggio l'Oratorio è aperto per tutti, piccoli, grandi e famiglie
Ore 17.30 in Chiesa
VESPERO E BENEDIZIONE EUCARISTICA
Nel mese di Agosto la celebrazione domenicale
dei Vesperi è sospesa.
Sarà sostituita dalla recita del Santo Rosario
NEL MESE DI AGOSTO
L'ORATORIO CHIUDE PER LA PAUSA ESTIVA
SARÀ COMUNQUE APERTO
NEI POMERIGGI DI TUTTE LE DOMENICHE
e nella serata di VENERDÌ 14 per la tradizionale festa
organizzata per tutti dal Gruppo S.Agata
SEGRETERIA PARROCCHIALE
ORARIO DEL PERIODO ESTIVO
dal 27 Luglio all'8 Agosto
e dal 24 al 29 Agosto
dalle ore 9.00 alle ore 11.00
Dal 10 Agosto al 22 Agosto
la segreteria resterà chiusa
Per necessità urgenti rivolgersi in sacristia
al termine delle Sante Messe
Per pregare la parola in famiglia
BIA
BIB
Domenica 26 Luglio 2 Samuele 6,12b-22 Salmo 131
IX dopo Pentecoste 1Corinzi 1,25-31 Marco 8,34-38
Lunedì 27 Luglio
2 Samuele 5,1-12 Salmo 88 Luca 11,1-4
Martedì 28 Luglio 2 Samuele 6,1-15 Salmo 131 Luca 11,5-8
Mercoledì 29 Luglio 2 Samuele 11,2-27;12.13-14 Salmo 50 Luca 11,9-13
Giovedì 30 Luglio
2 Samuele 18,24-19,9b Salmo 88 Luca 11,14-20
Venerdì 31 Luglio 1 Re 1,41b-53 Salmo 131 Luca 11,21-26
Sabato 1 agosto
Numeri 22,41-23,10 Salmo 97 Galati 3,13-14
Matteo 15,21-28
Domenica 2 agosto
X dopo Pentecoste
Lunedì 3 agosto
Martedì 4 agosto
Mercoledì 5 agosto
Giovedì 6 agosto
Venerdì 7 agosto
Sabato 8 agosto
1 Re 7,51-8,14 Salmo 28 2 Corinzi 6,14-7,1
Matteo 21,12-16
1 Re 3,16-28 Salmo 71 Luca 11,27-28
1 Re 6,1-3,14;7,15a.21 Salmo 25 Luca 11,29-30
1 Re 11,1-13 Salmo 88 Luca 11,31-36
2 Pietro 1,16-19 Salmo 96 Ebrei 1,2b-9 Marco 9,2-10
1 Re 12,26-32 Salmo 105 Luca 11,46-54
Deut. 4,1-8 Salmo 98 Romani 7,7-13 Giovanni 3,16-21
Domenica 9 agosto 1 Re 18,16b-40a Salmo 15
XI dopo Pentecoste Romani 11,1-15 Matteo 21,33-46
Lunedì 10 agosto
Isaia 43,1-6 Salmo 16 2 Corinzi 9,6b-10
Giovanni 12,24-33
Martedì 11 agosto 2 Re 17,24-34 Salmo 78 Luca 12,4-7
Mercoledì 12 agosto 2 Re 19,9-37 Salmo 47 Luca 12,8b-12
Giovedì 13 agosto 2 Re 22,1-23 Salmo 20 Luca 12,13-21
Venerdì 14 agosto 2 Re 24,8-17 Salmo 136 Luca 12,22-26
Sabato 15 agosto Apocalisse 11,19-12,6a.10ab Salmo 44
Assunzione Vergine Maria
1 Corinzi 15,20-26 Luca 1,39-55
Domenica 16 agosto Geremia 25,1-13 Salmo136
XII dopo Pentecoste Romani 11,25-32 Matteo 10,5b-15
Lunedì 17 agosto
Esrda 2,1-70 Salmo 125 Luca 12,42b-48
Martedì 18 agosto Esdra 4,1-16 Salmo 83 Luca 12,49-53
Mercoledì 19 agosto Esdra 4,24-5,17 Salmo 24 Luca 12,54-56
Giovedì 20 agosto Esdra 6,1-18 Salmo 67 Luca 12,54a.57-13,5
Venerdì 21 agosto Esdra 7,1a.6b-26 Salmo 121 Luca 13,6-9
Sabato 22 agosto Deut. 5,23-33 Salmo 95 Ebrei 12,12-15a Giov. 12,44-50
GRUPPO
S.
AGATA
SOVICO
GRUPPO
GRUPPO S. AGATA
E-STATE INSIEME 2015
S.
AGATA
SOVICO
Iniziative culturali e ricreative del mese di agosto
VERBANIA E I GIARDINI
DI VILLA TARANTO
Giovedì 6 agosto 2015 - pomeriggio e sera
Visto i numerosi iscritti si farà il secondo bus
e ci sono ancora posti disponibili
Verbania è una cittadina posta sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Un'autentica città-giardino, un terrazzo naturale sul Golfo
Borromeo.
Giardini e parchi, infatti, sono la principale attrattiva turistica della zona,
come i Giardini Botanici di Villa Taranto conosciuti in tutto il mondo per
la loro bellezza e per la ricchezza di specie floreali che ospitano.
Risultato della laboriosa elaborazione intrapresa dal Capitano Mac
Eacharn nel 1931, questi giardini dalle mille sfumature cromatiche e
dai mille inebrianti profumi regalano da marzo a novembre meravigliose scenografie floreali ai visitatori.
Lo stile è fondamentalmente inglese, anche se non mancano ispirazioni italiane come statue, fontane, specchi d'acqua, terrazzi, cascate ovvero tutti quegli ornamenti che contribuiscono a donare un ulteriore
alone magico a questo autentico Eden terrestre, una sorta di tempio
sacro della natura.
Uno dei giardini botanici più importanti del mondo con migliaia di specie di piante e fiori provenienti da ogni luogo ed armoniosamente distribuite sopra un'area di circa 16 ettari, attraversata da 7 km di viali.
Una ricchezza di colori, profumi ed emozioni: eucalipti, azalee, rododendri, magnolie, michelie, aceri, camelie, dalie, tulipani, fiori di loto,
eriche, astri nani, ortensie, numerose piante tropicali …. Il capitano
scozzese Neil Mac Eacharn, acquistò la villa nel 1931 con la precisa
ambizione di creare un giardino da sogno sulle sponde dell'amato Lago
Maggiore.
Oltre i giardini della villa visiteremo il bel borgo di Verbania. Si raggiungerà poi il borgo di Arona per la cena in un ristorante con vista lago.
PROGRAMMA
Ore 13,00
partenza dal piazzale della chiesa di Sovico
Ore 14,30/45
visita chiesa "Madonna di campagna" di Pallanza-Verbania
Ore 16.00
Visita dei giardini di Villa Taranto
Ore 17.30
Visita al borgo e passeggiata al lungolago
Ore 18.15/18.30 partenza per Arona per cena
Ore 23.30
rientro previsto a Sovico
Quota di partecipazione • 43,00 da versare all'atto di iscrizione presso la segreteria parrocchiale o contattando Marinella Viganò 039 2011112
"ASPETTANDO FERRAGOSTO"
XIV edizione
Venerdì 14 agosto 2015 in Oratorio ore 19.30
In una delle magiche serate estive in cui cadono le stelle dal cielo, un
momento da condividere insieme gustando i piatti della tradizione
brianzola, in un clima di amicizia ed allegria, accompagnati da buona
musica e balli di gruppi. Sono invitati adulti, famiglie, nonni, bambini e
ragazzi e quanti desiderano aspettare ferragosto in compagnia.
Menù
Aperitivo, antipasto, trippa o pizza margherita (direttamente dalla pizzeria appena sfornata) buffet di dolci, acqua e vino
Quota di partecipazione • 16,00 da versare all'atto di iscrizione presso la segreteria parrocchiale o contattando: Marinella Viganò Tel. 039
2011112
Iscrizioni: dal 20 luglio al 10 agosto 2015 indicando la scelta della
trippa o della pizza
Proposta di menù baby • 5,00
bambini.
E' gradita la prenotazione anche per i
Il ricavato della serata verrà devoluto per il restauro della nostra chiesa
SECONDA SERATA EXPO' 2015
Venerdì 28 agosto 2015
Visita all'Expò di Milano con viaggio in treno da Lissone e arrivo direttamente in fiera. Una serata per entrare in questo grande ambiente
espositivo ricco di stimoli e innovazioni per assaporarne la vitalità attraverso i suoi colori, suoni, profumi provenienti da tutto il mondo
Durante questa visita si andrà alla scoperta del padiglione del Vaticano:
"Non solo Pane. Alla tavola di Dio con gli uomini".
Il cibo come valore primario nella vita degli uomini, da sempre oggetto
di riti, simboli, racconti, calendari e regole ma anche strumento per
conoscere la propria identità e costruire relazioni con il mondo, il creato, il tempo e la storia.
Il cibo si raffigura quindi non solo come nutrimento per il corpo, ma
come gesto del nutrire che diventa pasto e convivium, momento di
incontro e di comunione, di educazione e di crescita.
La Santa Sede vuole offrire ai visitatori uno spazio di riflessione attorno
alle problematiche che ancora oggi sono connesse all'alimentazione e
all'accesso al cibo, mettendo in luce come l'operazione antropologica
del nutrire sia al cuore dell'esperienza cristiana e della riflessione culturale e spirituale che ha generato dentro la storia.
Guiderà il gruppo nella visita la Dott.sa Maria Caterina Sforza,
biologa, che ha accompagnato diversi gruppi del territorio tra cui il
nostro nella precedente serata.
PROGRAMMA
Ore 17.15 ritrovo sul piazzale della chiesa a Sovico (comunicare chi
necessita di un passaggio fino a Lissone e chi può offrire un
passaggio)
Ore 17.57 partenza in treno da Lissone per Rho fiera
Ore 18.39 arrivo previsto a Rho fiera
Ore 19.00 ingresso in fiera: visita al padiglione del Vaticano e di altri (in
base al tempo disponibile), spettacolo di accensione luci e
suoni "Albero della vita"….
Ognuno è libero di visitare da solo, seguire un proprio itinerario o
restare col gruppo. Importante che ci si ritrovi tutti alle ore 23.00
nel punto che verrà concordato.
Ore 23.20 ritorno in treno da Rho fiera per Lissone, rientro a Sovico.
Quota di partecipazione • 12,00 comprensiva del costo del biglietto
treno + biglietto ingresso serale Expò, da versare all'atto di iscrizione
da lunedì 13 luglio presso la segreteria parrocchiale o contattando:
Marinella Viganò tel. 039 2011112
E-state insieme a noi!! - Gruppo S. Agata
In occasione
della prossima
Festa
Patronale
(24-25-26
Ottobre),
la Parrocchia
organizzerà
una mostra
sulla
Prima guerra
mondiale
Invitiamo tutti i sovicesi in possesso di testimonianze relative alla guerra (oggetti, foto, quadri, cartoline, giornali,
materiali divulgativi religiosi e non) a portarli presso la segreteria della parrocchia nei giorni e negli orari di apertura,
così da essere esposti.
Ogni oggetto sarà catalogato e riconsegnato al termine
della mostra.
Ringraziamo tutti coloro che vorranno partecipare a questa iniziativa.
La cooperativa Libertas di Sovico
diventa CASAMICA
Inaugurazione il 18 settembre 2015
L'immobile di via Baracca 16 a Sovico, già sede della storica Cooperativa Libertas, diventa CASAMICA, dedicata all'accoglienza e al
supporto a situazioni di fragilità sociale e abitativa. I lavori di
ristrutturazione degli interni sono terminati e sono in corso le operazioni di arredamento; il giardino sarà completato in autunno con giochi per
bambini e spazi dedicati alla socialità aperta al pubblico e al territorio.
La palazzina torna alla funzione sociale cui era stata destinata dai
fondatori della Cooperativa Libertas, grazie al supporto di Consorzio
Farsi Prossimo, che riunisce 12 cooperative sociali promosse da Caritas
Ambrosiana.
Diventerà CASAMICA, un punto di incontro e di riferimento per
tutti gli abitanti di Sovico e una "casa dell'accoglienza" dove le mamme
fragili troveranno ospitalità con i loro bambini e le persone in difficoltà
saranno ascoltate e orientate.
Nella struttura a due piani sono stati ricavati cinque appartamenti,
ognuno dei quali ha una stanza da letto, un soggiorno con angolo cottura
e un bagno. Al pianoterra trova posto un ampio salone comune che favorirà l'incontro tra gli abitanti della casa e tre locali per il nuovo
Centro d'Ascolto Caritas. Gestito da una decina di volontari, frequentato da centinaia di utenti al mese e in rete con altri servizi sociali e
assistenziali, favorirà l'integrazione della casa con il territorio.
Importante è la funzione del giardino, destinato a tutta la comunità e
specialmente a mamme e bambini. I cittadini di Sovico e gli abitanti
della palazzina avranno modo di conoscersi e sperimentare la vera inclusione sociale in cui è la società a muoversi verso i più fragili.
L'accoglienza durerà sei mesi/un anno e sarà gestita da operatori
professionali delle cooperative Filo d'Arianna e Novo Millennio, socie
del Consorzio Farsi Prossimo, in stretta sinergia con i servizi sociali
del territorio, con la scuola e con le associazioni.
Saranno sviluppate azioni di sostegno alla genitorialità, di inserimento lavorativo e scolastico e di ricerca alloggiativa. Importante sarà
l'apporto di eventuali volontari, che vogliano aiutare secondo le proprie capacità.
Economicamente i percorsi di accoglienza saranno sostenuti dagli
enti invianti (servizi sociali dei diversi Comuni), con un'eventuale partecipazione degli ospiti secondo le loro possibilità.
E' ancora attiva la ricerca di sostenitori per CASAMICA: persone
che amino il proprio territorio e vogliano collaborare a questo progetto
per una società che integra e sostiene i più deboli.
Ad oggi hanno sostenuto il progetto: Bcc Triuggio, Ikea, Reggiani,
Zucchetti, Equilibra, Cisco e Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
La festa di inaugurazione di CASAMICA si terrà venerdì 18
settembre 2015, allietata in apertura dal Corpo Musicale "G. Verdi", in seguito dalla Cisco Band e da un aperitivo offerto da M'ama
Food, catering etnico e solidale del Consorzio Farsi Prossimo.
Per info sul progetto: Anna Massimiliani
[email protected]
Per fare una donazione a sostegno di Casamica
Consorzio Farsi Prossimo
società cooperativa sociale Onlus, Bcc di Triuggio,
IBAN: IT 95 W 08901 33900 000000303017
Pubblichiamo il Messaggio del Pontificio Consiglio
della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti per l'estate 2015
"Un miliardo di turisti,
un miliardo di opportunità"
1. Era il 2012 quando la barriera simbolica di un miliardo di arrivi turistici
internazionali è stata superata. E i numeri ora continuano a crescere, tanto
che le previsioni stimano che nel 2030 si raggiungerà il nuovo traguardo di
due miliardi. Questa crescita lancia una sfida a tutti i settori coinvolti in
questo fenomeno globale: turisti, imprese, governi e comunità locali. E, certamente, anche alla Chiesa. Il miliardo di turisti deve necessariamente essere
considerato soprattutto nel suo miliardo di opportunità.
Il presente messaggio si rende pubblico a pochi giorni dalla presentazione dell'enciclica Laudato si' di Papa Francesco, dedicata alla cura della casa
comune. È un testo che dobbiamo tenere in forte considerazione perché
offre importanti linee guida da seguire nella nostra attenzione al fenomeno
del turismo.
2. Papa Francesco ci invita ad accostarci alla natura con "apertura allo
stupore e alla meraviglia", parlando "il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo" (Laudato si', n. 11). Ecco il giusto
approccio da adottare nei confronti dei luoghi e dei popoli visitati. È questa
la strada per cogliere un miliardo di opportunità e farle fruttare ancora di più.
3. Le imprese del settore sono le prime a doversi impegnare nella realizzazione del bene comune. La responsabilità delle aziende è grande, anche in
ambito turistico, e per riuscire a sfruttare il miliardo di opportunità è necessario che ne siano consapevoli. Obiettivo finale non deve essere il guadagno
quanto l'offerta al viaggiatore di strade percorribili per raggiungere quel vissuto di cui è alla ricerca. E questo le imprese lo devono fare nel rispetto di
persone e ambiente.
4. In quest'ottica, anche le comunità locali sono chiamate ad aprire i
propri confini all'accoglienza di chi arriva da altri Paesi spinto dalla sete di
conoscenza. Un'occasione unica per l'arricchimento reciproco e la crescita
comune. Dare ospitalità permette di far fruttare le potenzialità ambientali,
sociali e culturali, di creare nuovi posti di lavoro, sviluppare la propria iden-
tità e valorizzare il territorio.
Un miliardo di opportunità per il progresso, soprattutto per quei Paesi
ancora in via di sviluppo. Incrementare il turismo e, in particolare, nelle sue
forme più responsabili permette di incamminarsi verso il futuro forti della
propria specificità, storia e cultura.
È nelle comunità locali che "possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una
creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come
pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti" (Laudato si', n.
179).
5. Un miliardo di turisti, se ben accolto, può trasformarsi in un'importante fonte di benessere e sviluppo sostenibile per l'intero Pianeta. La
globalizzazione del turismo porta, inoltre, al nascere di un senso civico individuale e collettivo. Ogni viaggiatore, adottando un criterio più corretto per
girare il mondo, diventa parte attiva nella tutela della Terra. Lo sforzo del
singolo moltiplicato per un miliardo diventa una grande rivoluzione.
Nel viaggio si cela anche un desiderio di autenticità che si concretizza
nell'immediatezza dei rapporti, nel lasciarsi coinvolgere dalle comunità visitate. Nasce il bisogno di allontanarsi dal mondo virtuale, tanto capace di
creare distanze e conoscenze impersonali, e di riscoprire la genuinità dell'incontro con l'altro.
6. Il turismo rappresenta un miliardo di opportunità anche per la missione
evangelizzatrice della Chiesa. Deve anche illuminare chi, nell'esperienza del
viaggio, apre il suo cuore e si interroga, realizzando così un vero primo
annuncio del Vangelo. È indispensabile che la Chiesa esca e si faccia prossima ai viaggiatori per offrire una risposta adeguata e individuale alla loro
ricerca interiore; aprendo il cuore all'altro la Chiesa rende possibile un incontro più autentico con Dio.
Compito della Chiesa è anche educare a vivere il tempo libero. Il Santo
Padre ci ricorda che "la spiritualità cristiana integra il valore del riposo e della
festa. L'essere umano tende a ridurre il riposo contemplativo all'ambito dello
sterile e dell'inutile, dimenticando che così si toglie all'opera che si compie la
cosa più importante: il suo significato. Siamo chiamati a includere nel nostro
operare una dimensione ricettiva e gratuita, che è diversa da una semplice
inattività" (Laudato si', n. 237).
7. Un miliardo di opportunità anche per l'ambiente. "Tutto l'universo
materiale è un linguaggio dell'amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi.
Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio" (Laudato si', n. 84). Tra
turismo e ambiente esiste un'intima interdipendenza. Il turismo, approfittando delle ricchezze naturali e culturali, può promuoverne la conservazione o,
paradossalmente, la distruzione.
8. Il turismo può essere un'opportunità, anzi, un miliardo di opportunità
anche per costruire strade di pace. L'incontro, lo scambio e la condivisione
favoriscono l'armonia e la concordia.
Un miliardo di occasioni per trasformare il viaggio in esperienza esistenziale. Un miliardo di possibilità per diventare gli artefici di un mondo migliore, consapevoli della ricchezza racchiusa nella valigia di ogni viaggiatore.
Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità per diventare "gli strumenti
di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo
e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza" (Laudato si', n. 53).
Una giovane morte, la droga legale
INACCETTABILE SCONFITTA
di GIUSEPPE ANZANI
Che cosa vuol dire morire a sedici anni, nel cuore di una festa che
doveva accendere la notte di vacanza di musica e di gioia, in compagnia degli amici; morire non per sventura o destino avverso, ma per
l’irrompere di una parola killer, la droga, sotto forma di una piccola
pasticca o fiala di veleno, seducente e micidiale.
Che cosa vuol dire riportare all’alba sulle ginocchia d’una madre un
figlio morto, tra le braccia di un padre un figlio ucciso da una sostanza
chimica i cui componenti egli saprebbe, nella sua scienza, nominare
(methylene-dioxy-meth-amphetamine) e maledire.
Che cosa vuol dire per i compagni, i conoscenti, per un’intera città
lo sbigottimento del lutto incredibile, per quello studente liceale modello, atletico, appassionato, di famiglia bravissima. Un adolescente
che muore di droga è una tragedia. Anzi, un delitto.
Il delitto, tecnicamente, lo fiutano i carabinieri che sono risaliti a chi
aveva procurato la dose di ecstasy: un altro ragazzo, ora disperato.
Sembra dunque non una storia inquadrabile nello spaccio, nel mondo
losco dei trafficanti, sembra una storia di micro circolazione di dosi fra
consumatori occasionali, saltuari, discontinui; qualcosa che ci siamo
assuefatti stupidamente a considerare ineluttabile, se non persino tollerabile come ordinaria e veniale trasgressione (fino a legare discoteca
ed ecstasy in una specie di sintagma).
Ma il delitto si annida proprio in questa cornice connivente con lo
sballo e la cultura dello sballo; il delitto è la persistenza della seduzione che l’andar fuori di testa è piacevole avventura sensoriale e mentale;
magari una tregua, ecco, per una notte d’estate di danza e di delirio,
confidando che la sostanza che invade il cervello e accende le vene si
dissolva infine come una sbornia smaltita, senza lasciar troppo danno.
E invece.
E invece, l’odore della morte non sta soltanto tra i rischi che i componenti chimici delle droghe - tutte: pesanti o leggere - portano in sé, o
per loro consistenza o per le porcherie che i fabbricanti vi aggiungono:
l’odore della morte sta nella resa della volontà e dell’intelligenza alle
percezioni falsate e allucinate che la droga procura.
Sta nella resa dell’anima. E se la cultura dominante favorisce un
clima arrendevole alla droga, impregna l’aria di miasmi che avvelenano l’anima. Questo è il delitto.
Ne sono testimoni proprio quei giovani che hanno traversato per
intero la fatica e il dolore di una rinascita nelle comunità terapeutiche,
recuperando, prima ancora che il corpo, la propria anima devastata.
Viene da loro, nello stremo dell’anabasi compiuta, la parola di una
libertà recuperata a duro prezzo, che accusa e rampogna quanti avevano
loro additato come libertà l’ingresso nella prigione.
Ora si sente parlare di un Intergruppo parlamentare che si mescola
per legalizzare la marijuana. Tanto, è leggera, dicono. E ignorano, o
tacciono, gli allarmi della Società italiana di Psichiatria sui danni mentali, sui sintomi di psicosi, schizofrenia, disforia, delirio persecutorio,
paranoia. Ma il proibizionismo ha sempre fallito, dicono.
È vero, il solo proibizionismo non è vittorioso, e la repressione,
quando la trasgressione s’è fatta costume, dà magro frutto; ma l’educazione preventiva ha altri strumenti, altro impegno, altre strategie positi-
ve che non la proibizione.
Il traguardo è il coraggio della realtà, e la gioia che sta in quel coraggio; e il cammino che ci umanizza in pienezza ha bisogno di quella
gioia. Questo va detto nelle scuole, nelle case, nelle strade, e nelle aule
parlamentari.
La "droga legale" è una parola di sconfitta; diserta la fatica della
lotta educativa, si rassegna alla mentalità dei perdenti. Se lo vogliono
loro, noi no, non vogliamo perdere i nostri figli, non vogliamo che i
nostri figli vadano perduti.
IL RICORDO DI UN AMICO E COLLEGA PM
A 23 ANNI DALL'UCCISIONE
E Borsellino rispose:
«È bello morire per ciò in cui si crede»
di ANTONIO CAROLLO
Ho chiesto ospitalità al giornale Avvenire, di cui sono un assiduo
lettore, per pubblicare questa testimonianza. Sono trascorsi ventitré anni
dalla barbara uccisione del collega e amico Paolo Borsellino e ancora
oggi la sua immagine e il suo ricordo sono vivi non solo nella magistratura, ma anche nel Paese, e fuori dall’Italia.
Ho avuto l’onore e l’onere di commemorarlo al Palazzo di Giustizia
di Palermo nel primo anniversario della sua morte, nella qualità di componente della Giunta distrettuale di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati, e in tale occasione di ricordare l’immenso sacrificio di
un magistrato impegnato in prima linea, con pochi altri, sul fronte nobile della lotta alla criminalità mafiosa, calato nel contesto e nella realtà
socio-politica di allora.
Vorrei, dunque, in quest’ulteriore testimonianza, soffermarmi un po’
di più sulle tante doti e qualità umane del magistrato Paolo, mettendo in
luce alcuni aspetti salienti della sua personalità e del suo carattere.
Faccio un piccolo preambolo: ho avuto il privilegio di conoscere
Paolo Borsellino prima di entrare in carriera (gennaio del 1970). La
sua fama e il suo valore professionale erano già note ad altri colleghi
che lo avevano conosciuto direttamente.
E ho cominciato a partecipare ad alcune sue udienze nella Pretura di
Monreale per acquisire esperienze sullo stile con cui svolgeva l’attività. Da queste udienze è cominciato il lungo cammino di amicizia che si
è consolidato nel tempo.
Siamo presto diventati amici con reciproca stima anche per la comune militanza in una corrente associativa nella quale io ho svolto l’incarico dapprima di segretario e poi quello di delegato distrettuale, e dove
anche lui, nel tempo, ha svolto diverse funzioni fino a quella prestigiosa
di presidente del Consiglio Nazionale del gruppo.
Fra i tanti aneddoti che potrei citare, ne ricordo uno, singolare, che
mi ha visto protagonista all’inizio della mia carriera di magistrato nella
Pretura di Trapani. Avevo trattato un processo in cui, sia il pubblico
ministero sia il difensore dell’imputato, avevano chiesto la condanna di
quest’ultimo al minimo della pena coi benefici di legge, mentre lo scrivente decise, invece, la sua assoluzione, perché il fatto non sussisteva.
A quel punto sia l’imputato sia il suo avvocato, vollero ringraziarmi,
porgendomi la mano, che io non rifiutai. Qualcuno dei presenti in aula
riferì l’accaduto al Consigliere Pretore Dirigente con la seguente 'accusa': «Il pretore ha stretto la mano al suo imputato».
Convocato per chiarimenti, feci presente al dirigente che prima del
giudizio la persona da giudicare era un imputato, dopo la mia assoluzione era un cittadino come gli altri, e sorridemmo insieme per la «buona giustificazione data».
Riferii, subito dopo, l’accaduto all’amico Borsellino per un suo giudizio, e lo stesso mi rispose: «Sono sicuro, conoscendoti, che hai reso
giustizia secondo legge e coscienza, a un imputato, che aveva scelto un
avvocato difensore non adeguato». E aggiunse: «È stato, il tuo, un gesto
di umanità che non ha arrecato offesa ad alcuno. Dal momento che l’imputato (specie se assolto) non cessa di essere un essere umano».
Paolo possedeva, come risulta anche dal commento all’episodio citato, oltre che le migliori qualità e doti del buon magistrato, anche un
profondo patrimonio di umanità. È stato, in sintesi, 'un magistrato esem-
plare dal volto umano'.
Svolgeva la propria delicata e complessa attività dando, infatti, molta
importanza alle relazioni umane. Era sempre pronto ad ascoltare, motivare, coinvolgere, consigliare, e rispettare quanti venivano in contatto
con lui, per raggiungere, al meglio, gli obiettivi prefissati. Per le sue
particolari doti di sensibilità d’animo, seppe accattivarsi, pure, la fiducia di alcuni pentiti.
Ne cito uno per tutti. Il 6 maggio del 1992, diciotto giorni prima
della strage di Capaci, il pentito Vincenzo Calcara della cosca di
Castelvetrano gli confidò che la mafia gli aveva dato l’ordine di ucciderlo, e lui rispose: «È bello morire per ciò in cui si crede».
Ma, anche un altro caso, a onor del vero, resta emblematico:
quello della giovane Rita Atria, di appena 17 anni, alla quale la
mafia aveva eliminato il padre e il fratello e che, dopo avere collaborato col giudice Borsellino, si gettò dal settimo piano quando
apprese della sua uccisione.
Parlando del Paolo-uomo, i valori veri che per lui contavano erano
essenzialmente la famiglia, il lavoro, gli amici e la fede. Aveva un
profondo attaccamento a tutta la famiglia, e in particolare alla moglie
Agnese e ai tre figli, Lucia, Manfredi e Fiammetta, che hanno tratti caratteriali diversi. Si emozionava quando parlava di loro e del loro avvenire. Era molto legato anche alla madre.
Ricordo che, nel tragico 19 luglio 1992, in cui perse la vita con i
cinque uomini della sua scorta, la mafia lo uccise, con inaudita violenza, mentre compiva il suo consueto gesto di affetto e di amore nei confronti dell’anziana mamma, che andava a trovare con regolarità.
Paolo Borsellino è stato, senza ombra di dubbio, uno dei miei migliori amici. Conservo di lui il ricordo vivo di un uomo concreto, forte,
coraggioso, simpatico e maturo. Mi diceva a volte: «Antonio, ricordati
che la maturità dell’essere umano, anche se magistrato, non viene con
l’età; mi verrebbe da dire, mutatis mutandis, e citando Manzoni, uno se
non ce l’ha, non se la può dare», perché dipende da tanti fattori.
Paolo Borsellino era consapevole di essere nel mirino della mafia,
specialmente dopo l’uccisione dell’amico e collega Giovanni Falcone,
magistrato anch’esso eccezionale, indimenticabile e di grandissimo
valore, del quale aveva raccolto parte dell’eredità.
Ho già ricordato altrove che un giorno Paolo disse a un giornalista,
con il suo solito linguaggio della concretezza: «Cammino con la morte
attaccata alla suola delle scarpe». Falcone e Borsellino possono, a ragione, considerarsi fra i magistrati più amati e illuminati, che rimarranno per il loro immenso sacrificio sempre vivi nel ricordo e nella memoria di tutti.
Paolo non aveva paura della morte per sé, ma il suo pensiero era
sempre rivolto alla moglie Agnese e ai figli, nonché agli uomini della
sua scorta, per il pericolo concreto che correvano stando insieme a lui;
e aveva, invero, invitato gli uomini che vegliavano su di lui a chiedere
di essere assegnati ad altro incarico.
Paolo, pur riconoscendo i limiti propri dell’essere umano, per continuare con abnegazione la dura lotta contro il 'male', attingeva energia e
forza da Dio, che ne è la sorgente perenne. Era, infatti, un credente di
fede solida. Frequentava regolarmente la Messa festiva, partecipando
al sacramento della Comunione. Da buon cristiano, ha combattuto per
una giusta causa fino al sacrificio estremo della vita, senza perdere la
fede, dando ragione della sua tenace speranza.
Dobbiamo continuare, senza stancarci, a ringraziare a Dio per avercelo dato, e per avere Paolo dato alla sua vita un significato così alto e
profondo a vantaggio di una società migliore.
Dobbiamo, altresì, continuare a sentirlo vivo nel nostro cuore e nella nostra mente – così come lui disse di Giovani Falcone: «Sei morto
nella carne, ma vivo nello spirito» –, finché vorrà la Provvidenza e, per
chi crede come me, anche oltre.
Dedico queste semplici, sentite, parole alla famiglia Borsellino, e in
particolare ai suoi figli Lucia, Manfredi e Fiammetta, cui continuo a
essere legato da un rapporto di sincera amicizia e affetto, scusandomi
se a causa dei miei limiti non sono riuscito ad esprimere compiutamente
tutto quello che sento dentro per il carissimo amico Paolo.
Resto però nella commossa speranza che Paolo ed Agnese, da lassù,
apprezzeranno la buona intenzione.
PRIMO TURNO DI VACANZE DEI RAGAZZI
DELLE MEDIE DELLA NOSTRA COMUNITÀ
PASTORALE
Ragazzi delle medie della nostra comunità pastorale in vacanza
a Pontresina accompagnati da don Simone e da Barbara
Aderisci al progetto "Famiglie solidali"
Fare la spesa per chi non può
I prodotti devono essere non deperibili: ad esempio: scatolame,
tonno, olio, latte UHT, caffè, zucchero, biscotti, marmellata ecc. La
famiglia non è vincolata alla quantità da donare o al valore
dell'offerta,
Gli alimentari o le offerte possono essere consegnati direttamente in sede, il primo martedì del mese, dalle ore 15.00 alle
17.00 (P.zza Arturo Riva 4 - Sovico)
Banco di Solidarietà - Centro di Ascolto Caritas - Sovico
Tel.0392010449 - E-mail: [email protected]
PER BONIFICO: PARROCCHIA CRISTO RE CENTRO DI ASCOLTO CARITAS
BANCA: BANCA PROSSIMA FIL. 5000 - Cod.IBAN IT43N0335901600100000008185
RICORDIAMO CHE CONTINUA LA RACCOLTA
DEI TAPPI DELLE BOTTIGLIE DI PLASTICA
Cinema Nuovo Sovico
I punti di raccolta sono: Cortile della Parrocchia - Oratorio Scuola Primaria
"Don Milani" - Scuola dell'Infanzia "Gianna BerettaMolla" - Scuola Media
Statale "G. Paccini" - Associazione "L'Albero"
ORARI
Sabato 25 luglio
ore 21.15
Domenica 26 luglio
ore 21.15
Lunedì 27 luglio
ore 21.15
Martedì 28 luglio
ore 21.15
INGRESSI
Intero • 8 Ridotto • 6