X COMMISSIONE PERMANENTE

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X COMMISSIONE PERMANENTE
Mercoledı̀ 22 ottobre 1997
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Commissione X
X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)
SVOLGIMENTO DI INTERROGAZIONI
Mercoledı̀ 22 ottobre 1997. — Presidenza del Vicepresidente Carlo CARLI. —
Interviene il Sottosegretario di Stato per
l’industria, il commercio e l’artigianato
Salvatore Ladu.
La seduta comincia alle 9,15.
5-01645 POLI BORTONE: Situazione ASSRI di
Lecce (18 febbraio 1997).
Il Sottosegretario di Stato Salvatore
LADU ricorda che, prendendo lo spunto
dalla ministeriale n. 502016 del l6 settembre l996 con cui sono stati formulati
alcuni rilievi in merito al bilancio di
previsione dell’esercizio 1996 dell’Azienda
speciale per i servizi reali alle imprese ASSRI della Camera di commercio di
Lecce, con l’interrogazione in oggetto sono
state sollevate numerose problematiche,
critiche e preoccupazioni in ordine alla
gestione e all’attività del predetto organismo.
Al riguardo, ritiene opportuno far presente che a norma dell’articolo 2 della
legge 29 dicembre 1993, n. 580, le Camere
di commercio svolgono nell’ambito della
circoscrizione territoriale di competenza
funzioni di supporto e di promozione
degli interessi generali delle imprese e che
per il raggiungimento di tali scopi
possono costituire aziende speciali operanti secondo le norme del diritto privato.
L’istituzione delle aziende speciali, in
base all’articolo 4 della citata legge, forma
oggetto di apposita deliberazione soggetta
al controllo preventivo del Ministero dell’industria che, in tale sede, ne approva lo
statuto, contenente le norme fondamentali
sugli organi e sul funzionamento.
L’azienda speciale ASSRI è stata istituita dalla Camera di commercio di Lecce
con deliberazione n. 178 del l3 maggio
1994, modificata con deliberazione n.
362 del 3 agosto 1994 a seguito di
osservazioni ministeriali formulate sullo
statuto con ministeriale n. 321624 del 20
luglio 1994. In base all’articolo 2 dello
statuto, l’azienda si propone di svolgere
servizi a supporto delle esigenze delle
piccole e medie imprese, quali, in modo
particolare, attività formative, di informazione e di stimolo alla innovazione tecnologica e alla soluzione di problemi
concernenti la organizzazione e la gestione finanziaria, l’espansione sui mercati
locali, nazionali e internazionali e la
realizzazione di studi e ricerche concernenti la situazione dei mercati stessi.
Di fatto, anche per i tempi resisi
necessari per l’organizzazione e la nomina
degli organi istituzionali (presidente, consiglio di amministrazione e collegio dei
revisori) l’azienda ha iniziato ad operare
negli ultimi mesi del 1995: di conseguenza
il bilancio di previsione dell’esercizio
1996, cui si riferiscono le osservazioni
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ministeriali riportate nel testo dell’interrogazione, è stato quello del primo anno
in cui l’Azienda ha iniziato concretamente
a svolgere la propria attività.
In effetti, gran parte degli aspetti che
hanno formato oggetto di rilievo da parte
del Ministero dell’industria è da collegarsi
con lo stato di incertezza dovuto al
periodo di primo avvio dell’attività aziendale.
Tale incertezza si è manifestata, in
particolare, su due aspetti che l’Azienda
era chiamata a definire con priorità ed
immediatezza; il primo concernente il tipo
di bilancio da adottare per la rappresentazione contabile dei fatti gestionali; il
secondo la posizione fiscale da assumere
nei confronti dell’ente di appartenenza.
Per entrambe le questioni l’azienda
non aveva una precisa normativa alla
quale far riferimento.
Per questo motivo, infatti, per quanto
riguarda il bilancio, le aziende speciali
camerali non avevano adottato un comportamento univoco. Le aziende sorte in
vigenza del testo unico approvato con
regio decreto 20 settembre 1934, n. 2011,
avevano adottato un bilancio di tipo finanziario impostato sulla base di quello
camerale; quelle costituite dopo l’entrata
in vigore della legge n. 580 del 1993 si
erano, invece, prevalentemente orientate
verso lo schema economico patrimoniale
proprio delle imprese private.
La materia è stata solo di recente
disciplinata con il regolamento sulla disciplina della gestione patrimoniale e finanziaria delle Camere di commercio
approvato con decreto ministeriale 23
luglio 1997, n. 287, pubblicato sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale
n. 207 del 5 settembre 1997, che ha
stabilito norme sulle aziende speciali ed in
particolare sulla loro gestione finanziaria
e sui modelli di bilancio, in coerenza con
la disposizione della legge di riforma
dell’ordinamento camerale che le vuole
operanti secondo le norme di diritto
privato.
Anche sotto il profilo della posizione
fiscale il trattamento delle aziende speciali
non è stato finora definito in maniera
univoca.
Infatti, il Ministero delle finanze, con
la risoluzione della direzione generale
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tasse n. 550403 del 18 luglio 1991, riconosceva alle aziende camerali la natura di
impresa organo dell’ente camerale, con la
conseguenza della identificazione delle
medesime, sotto il profilo fiscale, con gli
enti camerali di appartenenza.
Sta di fatto, però, che, localmente, è
stato consentito che molte aziende assumessero una propria soggettività, con numero di codice fiscale e di partita IVA
distinto.
Con nota n. 501611 del 18 luglio 1996
il Ministero dell’industria ha sottoposto la
questione a quello delle Finanze fornendo
gli elementi informativi e di valutazione di
propria competenza e prospettando l’esigenza di una definitiva pronuncia in
materia onde impartire le opportune direttive alle Camere di commercio. Detta
nota non ha ancora avuto riscontro.
In tale situazione i componenti della
giunta in seno al consiglio di amministrazione dell’ASSRI, il segretario generale e
lo stesso rappresentante ministeriale in
seno al collegio dei revisori (quest’ultimo
almeno per gli aspetti fiscali) si sono
trovati in difficoltà a dare una soluzione
mrecisa e tempestiva ai problemi che si
ponevano nel delineare il primo assetto
organizzativo dell’azienda. Pertanto, anche
per non procrastinare ulteriormente l’inizio dell’operatività dell’organismo predetto, è stato deciso di avvalersi di una
consulenza esterna, che peraltro non ha
avuto carattere continuativo e ha comportato un onere modesto, consentendo l’inizio della gestione.
In merito alla tipologia delle attività
poste in essere dall’ASSRI si precisa che
l’azienda svolge un’ampia gamma di iniziative a servizio degli operatori economici
della provincia, in conformità dei compiti
statutari, come sopra specificati, sia direttamente sia ricorrendo a professionalità esterne, non essendovi alcuna norma
che faccia divieto, per le aziende camerali,
di avvalersi dell’apporto professionale di
terzi quando sussistano le condizioni di
opportunità e convenienza per operare in
tal modo. Dette iniziative sono impostate
secondo un principio di sussidiarietà rispetto all’offerta di servizi da parte dei
privati, essendo i programmi degli interventi aziendali definiti sulla base delle
indicazioni degli stessi operatori econo-
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mici, presenti, attraverso i rappresentanti
delle associazioni di categoria, sia nella
giunta camerale che nel consiglio di amministrazione dell’ASSRI. D’altra parte
l’attività sinora svolta, sulla base della
documentazione fornita dall’ente camerale, sembrerebbe aver incontrato ampi
consensi negli ambienti economici locali.
Circa la previsione di spese relativa
alla costituzione del « Laboratorio di formazione giuridica, sociale ed economica »
che, secondo le precisazioni fornite dalla
Camera di commercio, era stata impostata
con l’obiettivo di migliorare il livello dei
servizi a favore del sistema locale delle
imprese includendovi anche quelli dell’area della pubblica amministrazione e
delle libere professioni, si fa presente che
detta previsione, a seguito dell’intervento
ministeriale, è stata soppressa: pertanto
nessuna spesa è stata sostenuta a tale
titolo da parte dell’azienda.
In ordine all’aumento dell’indennità di
carica del presidente dell’ASSRI si premette che l’articolo 11, comma 1, lettera
e), della legge n. 580 del 1993 stabilisce
che il consiglio camerale delibera gli
emolumenti per i componenti degli organi
della Camera di commercio, in conformità
ai criteri stabiliti con decreto del ministro
dell’industria, del commercio e dell’artigianato, sentito il ministro del tesoro e
fatto salvo quanto previsto dall’articolo 3,
comma 6, della legge 10 agosto 1988,
n. 340, disposizione, quest’ultima, che disciplina l’indennità di carica spettante ai
presidenti degli enti camerali. Tale decreto è in corso di predisposizione da
parte del Ministero dell’industria. Nelle
more della sua emanazione l’indennità a
favore dei presidenti delle aziende camerali, da intendersi quale rimborso forfettario delle spese incontrate per l’espletamento delle funzioni, èstabilita, sulla base
di direttive impartite con circolari del
Ministero dell’industria (n. 3194/C del 5
agosto 1989 e n. 3204/C del 21 febbraio
1990), nella misura di lorde lire 4.500.000
annuali. Peraltro tali direttive lasciano
spazio ad un aumento di detta misura, sia
pure in casi eccezionali, che siano motivati da peculiari situazioni, da esplicitare
in sede di previsione.
Secondo quanto segnalato dalla Camera di commercio di Lecce, la misura
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inizialmente prevista per l’indennità in
parola è stata adeguatamente ridotta, tenendo conto di rilievo ministeriale.
In merito alla composizione del collegio dei revisori dell’ASSEI, non si ravvisa
incompatibilità nè ostacolo al regolare
svolgimento della funzione di vigilanza di
detto organo di controllo in conseguenza
del fatto che alcuni componenti del medesimo sono anche membri del collegio
dei revisori della Camera di commercio.
Infatti l’ente camerale è tenuto ad esercitare la propria vigilanza sull’azienda e
tale obiettivo può perseguire sia con la
partecipazione di componenti della giunta
al consiglio di amministrazione dell’azienda sia inserendo nel collegio dei
revisori dei conti dell’azienda componenti
di quello camerale anche per facilitare il
raccordo tra il bilancio camerale e quello
aziendale che ne costituisce un allegato.
Tale aspetto è stato disciplinato dal
citato regolamento patrimoniale e finanziario delle Camere di commercio che
prevede un rafforzamento della componente esterna dei collegi dei revisori delle
aziende attraverso l’inserimento di un
componente in rappresentanza del Ministero del tesoro, con la contestuale riduzione da due ad uno dei membri di
nomina camerale.
Per quanto riguarda le osservazioni
formulate nell’interrogazione in esame relativamente al personale camerale che ha
collaborato con l’ASSRI, fa presente che
conformemente a quanto previsto dalle
norme statutarie, l’azienda può assumere
propri dipendenti, con contratto di diritto
privato, nei limiti di un contingente numerico da sottoporre ad approvazione
della giunta camerale e del Ministero
dell’industria. In occasione dell’approvazione di tale contingente è stato raccomandato all’ASSRI, secondo un indirizzo
di norma seguito anche per le altre
aziende speciali, di procedere alle assunzioni del personale con gradualità, in
relazione alle effettive esigenze operative e
all’andamento delle entrate derivanti dall’attività svolta. In armonia con tale direttiva, l’ASSRI ha ritenuto conveniente,
nella fase di primo avvio, di avvalersi di
personale camerale, che ha prestato la
propria collaborazione al di fuori dell’orario di ufficio e in aggiunta al lavoro
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straordinario, sotto il controllo, per
quanto riguarda la durata e l’effettivo
svolgimento delle prestazioni, del segretario generale, cui spetta anche la funzione
di direttore dell’azienda.
Quanto all’utilizzo dei mezzi e delle
apparecchiature dell’ente camerale, si ritiene che ciò sia legittimo poiché l’azienda
speciale è organo della Camera di commercio e persegue gli stessi fini istituzionali. Per questo stesso motivo non si
ritiene che possa riscontrarsi una sovrapposizione di funzioni nè una sottrazione
di compiti propri della Camera di commercio da parte dell’azienda ad essa
appartenente.
Infine segnala che con nota n. 29932
del l6 ottobre 1996 la Camera di commercio di Lecce ha assicurato di essersi
esattamente attenuta alle indicazioni contenute nella ministeriale n. 502016 del 16
settembre 1996. Ciò sarà comunque puntualmente verificato in sede di esame del
bilancio consuntivo dell’ASSRI, relativo
all’esercizio 1996, non ancora pervenuto
al Ministero dell’industria.
Adriana POLI BORTONE (gruppo alleanza nazionale) ringrazia il Governo per
la risposta precisa, ma si dichiara non
soddisfatta soprattutto considerando l’affermazione per cui deve ancora verificarsi
la correttezza del bilancio consuntivo dell’
ASSRI relativo all’esercizio 1996, non essendo lo stesso ancora pervenuto al Ministero dell’industria.
Dalla risposta del sottosegretario Ladu
si evince che non è stato il Ministero, ma
lo stesso ente che dovrebbe essere sottoposto a verifica, a definire i termini della
risposta cosı̀ come illustrati. Tutte le
informazioni fornite si limitano semplicemente ad indicare le norme da applicare,
o quelle che sono state applicate, senza
entrare nel merito della questione. Ritiene
invece che l’Azienda speciale di servizi
reali alle imprese, istituita dalla Camera
di commercio di Lecce, non risponde alle
esigenze effettive per le quali era stata
creata, ma soltanto a quella di mantenere
in servizio un personale che in realtà si
dubita svolga effettivamente non solo
l’orario straordinario, ma anche quello
ordinario di lavoro. Permane poi il con-
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flitto di interessi tra ente controllore ed
ente controllato sia per le presenze nel
collegio dei revisori, di consulenti esterni,
sia per il ruolo ricoperto all’interno dello
stesso collegio da un funzionario ministeriale.
Ribadisce ulteriormente tutto il suo
rammarico e disappunto per la gestione di
questa Azienda speciale, rimarcando ancora una volta che al 22 ottobre 1997 il
bilancio 1996 non è stato ancora depositato.
5-02351 SIMEONE: Vendita del giocattolo
Tamagotchi (29 maggio 1997).
Il Sottosegretario di Stato Salvatore
LADU ricorda che la legge n. 425 del 1995
concernente « ...le caratteristiche degli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da trattenimento e da
gioco di abilità... » prevede l’emanazione
di un regolamento di attuazione, il quale
è in fase di concertazione con i Ministeri
dell’interno e del commercio con l’estero.
Il comma dell’articolo 6 di tale regolamento vieta espressamente l’esibizione di
tematiche di cruda violenza o di pornografia.
Ciò premesso, non risultano pervenute
denunce circa la nocività di tali giochi
sulla psiche dei minori, né parimenti, si è
a conoscenza di pareri o studi sulla loro
pericolosità emessi da istituzioni scientifiche, universitarie o di altro tipo.
Il Ministero dell’industria, pur essendo
sensibile alla problematica, è dell’avviso
che, al momento, non esistano altre possibilità di intervento nel senso auspicato
nel testo dell’interrogazione.
Pertanto, attualmente, ricade sotto la
responsabilità dei genitori, degli operatori
dell’infanzia e di tutti coloro i quali sono
a contatto con i bambini, valutare preventivamente l’acquisto di tali prodotti,
concetto questo ripetutamente ribadito
dalla direttiva CEE 88/378 concernente la
sicurezza dei giocattoli.
Peraltro, oltre al prodotto denominato
« TAMAGOT-CHI », sono presenti sul mercato anche altri prodotti consimili come il
« BIT-BIT Pressoch », e non esistono nor-
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mative europee finalizzate a valutarne la
loro nocività sulla psiche dei bambini.
Le normative esistenti, riferite alla
suddetta direttiva CEE, si riferiscono
esclusivamente ad aspetti intrinsechi di
sicurezza quali le caratteristiche fisiche,
chimiche, tossicologiche ed elettriche; né
risulta che in sede di Commissione Europea si sia posto, al momento il problema.
Alberto SIMEONE (gruppo alleanza
nazionale) si dichiara del tutto insoddisfatto per la risposta fornita dal Governo,
rilevando l’estrema drammaticità di un
problema che non è solo tecnico, ma
soprattutto psicologico. A questo proposito, prendendo spunto da un episodio
verificatosi a Chieti dove una giovane è
svenuta in conseguenza della morte virtuale del suo Tamagotchi, rileva che il
giocattolo in commercio risulta dannoso
per la psiche di bambini e ragazzi, generando in essi una sindrome ansiosodepressiva, accertata da psicologi di tutto
il mondo.
È opportuno che il Governo intervenga
al più presto per far sı̀ che questi diabolici
giochini siano vietati, non semplicemente
limitandosi a fornire risposte evasive e
incomplete.
5-02579 ALOI ed altri: Situazione impresa Teca
di San Gregorio (Reggio Calabria) (26 giugno 1997).
Il Sottosegretario di Stato Salvatore
LADU ricorda che in merito alle problematiche sollevate nel testo dell’interrogazione sono state assunte informazioni
dalla GEPI (ora ITAINVEST Spa) e dal
Ministero del lavoro e della previdenza
sociale.
La GEPI nel 1993, per risolvere il
problema dell’occupazione della TEMESA,
che all’epoca occupava circa 240 addetti,
ritenne opportuno, non essendo percorribile l’ipotesi di un’unica soluzione per
tutti gli addetti, sia per le caratteristiche
dell’azienda e delle maestranze, sia per le
realtà di mercato in cui operava la stessa
TEMESA, procedere al frazionamento in
più realtà produttive di piccole dimensioni, modulari e proporzionate alle reali
potenzialità del mercato.
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A seguito delle scelte strategiche suddette nacquero tre società: la TECA, la
TEPA e la MORGANA.
Le prime due società, nate alla fine del
1993, sono state cedute nel 1996. Per
pervenire alla cessione, la GEPI ha effettuato una ricerca di potenziali acquirenti
che è durata circa due anni a seguito delle
difficoltà di trovare imprenditori interessati
a trasferirsi nella zona di Reggio Calabria; i
attualmente entrambe sono nella fase finale
degli investimenti e prevedono l’avvio produttivo nel mese di ottobre.
La TECA andrà a produrre camicie ed
occuperà a regime circa trentasei addetti,
trentadue dei quali provengono alla TEMESA; la TEPA andrà a produrre pantaloni
ed occuperà a regime quaranta addetti,
trenta dei quali provengono dalla ex TEMESA. Nella selezione del personale per
queste due iniziative, tredici addetti hanno
optato per una forma di esodo volontario
incentivato, mentre sono rimaste in carico
alla TEMESA 15 unità attualmente occupate in lavori socialmente utili.
Per quanto riguarda la MORGANA,
che occupa attualmente 88 addetti, la
GEPI dapprima ha ricercato potenziali
acquirenti nello stesso settore dell’azienda
che produceva collant, ma dopo una
ricerca lunga e infruttuosa, realizzata sia
con annunci sui giornali che con contatti
diretti (sono stati contattati molti imprenditori di calze localizzati nella zona di
Mantova dove operano tutti i maggiori
produttori di calze da donna), ha deciso
di allargare il campo della ricerca anche
ad altri settori produttivi.
Tale ricerca ha portato alla definizione
di un progetto di cessione che prevede
l’allocazione negli spazi occupati dalla
MORGANA di due aziende che dovrebbero occupare complessivamente circa
centoventi addetti di cui settantacinque
provenienti della MORGANA; il progetto
prevede altresı̀ forme di incentivazione
per tredici dipendenti che non saranno
reimpiegati nelle due attività produttive.
Tali progetti sono stati approvati dal
consiglio di amministrazione della GEPI
nel mese di luglio u.s. e solo di recente si
è appreso che in data 10 ottobre 1997
sono stati firmati gli accordi di cessione
relativi alle due aziende PHILADELFIA e
COTTON 2 che nascono in alternativa alla
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società MORGANA, con l’assunzione,
come sopra detto, di settatacinque addetti.
La cessione delle due società è prevista
entro il mese di dicembre.
Fortunato ALOI (gruppo alleanza nazionale) si dichiara a dir poco insoddisfatto della risposta fornita dal Governo.
La vicenda sorta intorno al polo industriale tessile di Reggio Calabria sembra
una sceneggiata che ha portato dalle
iniziali assunzioni previste, ad un processo
di germinazione continua, con una attività
frastagliata che in realtà impedisce la
realizzazione dei progetti inizialmente fissati.
Si tratta di una vera e propria desertificazione imprenditoriale ed occupazionale, come più volte ha sostenuto la
stampa, che ha svilito quel processo di
sviluppo industriale inizialmente programmato, al quale il Governo deve al più
presto dare attuazione, per impedire un
ulteriore aggravamento dell’economia di
quelle zone.
La seduta termina alle 9,50.
INDAGINE CONOSCITIVA
Mercoledı̀ 22 ottobre 1997. — Presidenza del vicepresidente Carlo CARLI indi
del presidente Nerio NESI.
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La seduta comincia alle 9,50.
Indagine conoscitiva sul settore dell’energia:
Audizione dei rappresentanti dell’ENEA.
Carlo CARLI presidente, introduce l’audizione all’ordine del giorno.
Il Presidente dell’ENEA, professor Nicola Cabibbo, svolge un’ampia relazione
sui temi di interesse della Commissione.
Intervengono quindi, per porre domande e formulare osservazioni, Antonio
MAZZOCCHI (gruppo alleanza nazionale),
Umberto GIOVINE (gruppo forza Italia),
Guido POSSA (gruppo forza Italia), Edo
ROSSI (gruppo rifondazione comunistaprogressisti), Maurizio MIGLIAVACCA
(gruppo sinistra democratica-l’Ulivo), Gaetano RASI (gruppo alleanza nazionale),
Giuseppe MOLINARI (gruppo popolari e
democratici-l’Ulivo).
Dopo brevi interventi sull’ordine dei
lavori di Renzo PENNA (gruppo sinistra
democratica-l’Ulivo) e Umberto GIOVINE
(gruppo forza Italia), Nerio NESI, presidente, concorde la Commissione, rinvia il
seguito dell’audizione alla seduta di mercoledı̀ 29 ottobre prossimo.
La seduta termina alle 11,30.