Okinawa rivuole la sua terra

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Okinawa rivuole la sua terra
MISTERO GIAPPONE
OKINAWA
RIVUOLE
LA SUA TERRA
di
MATAICHI Seiji
La presenza militare Usa è sempre più incompatibile con
l’equilibrio economico, sociale e ambientale dell’isola. I costi delle
basi distorcono l’economia locale e frustrano l’imprenditoria.
È ora che gli ‘amici’ americani se ne vadano.
L’
1.
ARCIPELAGO DI OKINAWA È SITUAto all’estremità sud-occidentale del Giappone. Da Tōkyō occorrono due ore e mezza di volo per raggiungere Naha, il capoluogo. Dall’isola più meridionale dell’arcipelago, Yonaguni, si può vedere in lontananza Taiwan.
L’antico nome di Okinawa era Ryûkyû. Il regno di Ryûkyû, sfruttando i vantaggi offerti dalla sua posizione geografica, prosperò dal XV al XIX secolo, grazie
ai commerci con la Cina e con i paesi dell’Asia estremo orientale. Ancora oggi nella sua lingua, nella sua letteratura e nella sua musica sopravvive una forma estremamente antica di giapponese, la cui salvaguardia è oggetto di sforzi consistenti
da parte delle autorità pubbliche.
Il regno di Ryûkyû era legato da relazioni tributarie alle dinastie cinesi ma, nel
periodo Edo, fu invaso militarmente dal clan giapponese degli Shimazu (che controllava l’attuale prefettura di Kagoshima), passando sotto il suo dominio. Il piccolo paese teneva in grande considerazione la pace, come attesta la sua denominazione ufficiosa: «Shurei no kuni», ovvero «il paese in cui non si portano armi e si rispettano le buone maniere». In seguito alla restaurazione Meiji, il regno divenne la
prefettura di Okinawa, sotto l’amministrazione del governo centrale giapponese.
Dal punto di vista geopolitico e militare, la regione occupa una posizione strategica per l’osservazione della Cina continentale, di Taiwan, delle Filippine, della
penisola indocinese e degli arcipelaghi dell’Oceano Pacifico.
Nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale, a partire dal marzo 1945 fino
al giugno dello stesso anno, gli Stati Uniti sbarcarono truppe a Okinawa che, caso
unico in tutto il Giappone, divenne teatro di guerra, con il coinvolgimento della
popolazione residente nella guerriglia, sia urbana che nella giungla. Lo Stato maggiore dell’esercito a Tōkyō ostacolò in tutti i modi l’esercito americano, cercando di
rallentarne l’avanzata verso le isole maggiori del Giappone. Al debole corpo milita-
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re a difesa dell’isola fu dato l’ordine di resistere a oltranza e la battaglia di Okinawa
si trasformò così in una lotta all’ultimo sangue.
L’esercito giapponese uccise le donne e i bambini che avrebbe dovuto proteggere, in quanto sarebbero stati di ostacolo, e minacciò i civili che si erano rifugiati
nelle caverne dicendo loro che sarebbe stata un’umiliazione essere fatti prigionieri
e che le donne sarebbero state sicuramente violentate se fossero state catturate dai
soldati americani. Distribuì bombe a mano incoraggiandone l’uso e spinse intere
famiglie al suicidio. La recente eliminazione, ad opera della censura governativa,
dei passaggi dei testi scolastici in cui si affermava che tali suicidi collettivi furono
ordinati dall’esercito, ha provocato una protesta formale del governo della prefettura e di tutti i consigli municipali di Okinawa.
Le perdite giapponesi nella battaglia di Okinawa ammontarono a circa 200 mila persone, la metà delle quali (circa 94 mila) civili. Al termine della guerra, l’esercito americano occupò l’isola, sottrasse le terre agli abitanti sotto la minaccia delle
armi e li costrinse alla costruzione dell’immensa base militare, tanto che questa divenne «l’isola della base». La popolazione, a cui erano stati tolti non solo la terra,
ma anche i diritti come cittadini giapponesi, si schierò compatta contro l’esercito
statunitense al grido di «restituiteci la terra».
Anche dopo l’indipendenza del Giappone, Okinawa continuò ad essere occupata dall’esercito americano, subendo per 27 anni il dominio di una popolazione
straniera, alla stregua di una colonia. L’amministrazione di Okinawa tornò al Giappone soltanto nel maggio del 1972.
Perché gli americani continuarono l’occupazione di Okinawa anche dopo
aver concesso l’indipendenza al Giappone? Con l’inizio della guerra fredda gli Stati
Uniti, per fronteggiare l’espansionismo politico verso sud dell’Unione Sovietica ed
eventi quali la costituzione della Repubblica Popolare Cinese e la guerra di Corea,
cominciarono a trasferire su Okinawa basi militari e infrastrutture presenti sul territorio giapponese, cosicché l’isola diventò «la chiave di volta del Pacifico», funzionando da allora come trampolino di lancio per gli interventi militari statunitensi.
Questo ruolo divenne ancor più palese con la guerra del Vietnam, in cui gli Stati
Uniti utilizzarono appieno Okinawa come base logistica e di attacco.
Terminata la guerra fredda, la Cina e tutti i paesi dell’Asia estremo-orientale
cominciarono ad attribuire grande importanza allo sviluppo economico, ponendo
maggiore enfasi sul dialogo e sulla cooperazione. In tale contesto, sarebbe stato
naturale un ridimensionamento dell’importanza militare di Okinawa e una riduzione delle truppe americane, cosa che tuttavia non è avvenuta, nonostante le affermazioni ipocrite in tal senso non solo da parte di membri del governo giapponese,
ma anche di quello degli Stati Uniti.
I danni causati dalle basi costituiscono per la popolazione locale un problema
che va al di là delle ideologie. Al marzo 2006, le basi a uso esclusivo delle truppe
americane in Giappone erano 87, con una superficie totale di circa 31,22 km2. Di
queste basi, 36 si trovavano a Okinawa, di cui occupavano una superficie pari a
23,3 km2.
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LA CONQUISTA DI OKINAWA
(26 marzo - 30 giugno 1945)
Movimenti e truppe americane
Movimenti e truppe giapponesi
Fronte giapponese
13 aprile
Basi aeree
20 aprile
Fine della resistenza
nel Nord dell’isola
21 aprile
23 aprile
Bise 12 aprile 15 aprile
Je-jima
II
Aha
Tako
Yohina
16 aprile
77
21/22 aprile
13 aprile
Taira
Nago
7 aprile
Okinawa
4 aprile
32
Kurawa
III
III
Ishikawa
Kin
Ikei-jima
AMPH
1 aprile
(Geiger)
Hagushi
Chibana
Hamahika-jima
rile
7
XXIV
1
ap
Kuba
(Hodge)
4 aprile
96
Tsukon-jima
10 aprile
62
Shuri
31 maggio
(Buckner)
GIAPPONE
II
27
Battaglia
1 maggio
30 giugno
Cina
44
11 aprile
Itoman
14 giugno
USHIJIMA
24
2 Marines
(Wright)
Operazioni
dimostrative
Okinawa
Taiwan
Filippine
Okinawa costituisce appena lo 0,6% dell’intero territorio nazionale, ma in questa piccola isola si concentra il 75% della basi americane in Giappone. La metà delle 40 mila unità che fanno parte del contingente americano sul territorio giapponese vivono a Okinawa. Di conseguenza, sull’isola, il numero dei reati o degli incidenti in cui sono coinvolti soldati americani è alto. Il totale dei reati commessi dai
militari, pur limitandosi al periodo che va dal 1972, anno della restituzione di Okinawa al Giappone, al 2006, è di 5.451. Tra questi, i crimini violenti, inclusi gli omi-
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cidi a scopo di rapina e gli stupri, sono stati 1.552 1. I reati e gli incidenti provocati
dall’esercito statunitense in tutto il Giappone dal 1952 al 2005 ammontano a
203.236, con 1.077 morti.
Il 4 settembre 1995, alle otto di sera, due marines e un marinaio americani rapirono una studentessa delle elementari che tornava a casa dalle compere, la legarono, la fecero salire su una macchina a noleggio, la portarono in un posto isolato,
la picchiarono e violentarono. La polizia di Okinawa identificò i tre colpevoli, ma
non poté arrestarli perché doveva rispettare il principio di extraterritorialità, secondo il quale i soldati americani possono essere processati soltanto da tribunali americani. Questo incidente causò profondo sdegno non solo tra la popolazione locale, ma anche in gran parte della nazione, segnando l’inizio della lotta per la rimozione delle basi di Okinawa.
A tutto ciò va aggiunto il danno acustico causato dalla presenza dell’aeroporto
di Kadena, la più grande base dell’aviazione militare americana in Asia, con due
piste di 3.700 metri, situata sull’isola principale dell’arcipelago. L’aeroporto, che si
trova al centro della città, genera inquinamento acustico a qualsiasi ora del giorno
e della notte, per le esercitazioni a bassa quota e gli atterraggi notturni. Il livello di
100 decibel viene superato 30 volte al giorno, costringendo l’intera popolazione a
usare i tappi per le orecchie per dormire.
2. Sulla base delle nuove strategie per la lotta al terrorismo elaborate dopo la
fine della guerra fredda e, soprattutto, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, gli
Stati Uniti hanno iniziato a chiudere numerose basi e a ridimensionarne altre, in
Europa e altrove, trasferendone il personale e riorganizzandone il funzionamento.
In concomitanza con questo riallineamento, ci si sarebbe aspettato che anche le
truppe americane di stanza in Giappone subissero dei notevoli ridimensionamenti
ma, almeno per quel che riguarda Okinawa, è avvenuto esattamente il contrario: la
presenza militare americana è stata rafforzata 2.
Stati Uniti e Giappone si erano accordati sulla restituzione, nel dicembre del
1996, dell’aeroporto di Futenma 3, che si trova nella città di Ginowan sull’isola di
Okinawa, in cambio di una struttura alternativa in un’area del quartiere di Henoko
della città di Nago, nella parte settentrionale dell’isola. Il progetto di questa struttura ha subìto sostanziali modifiche ed è stato deciso di costruire una base navale oltre all’aeroporto.
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1. Cfr. «Le basi militari dell’Esercito americano e delle Forze di autodifesa di Okinawa», 2007, a cura dell’Ufficio del governatore della prefettura di Okinawa, divisione Affari della base militare.
2. Il governo Usa ha previsto il trasferimento a Guam di 7 mila degli 8 mila marines della terza Marine
Expeditionary Force attualmente di stanza a Camp Courtney. Il governo giapponese dovrebbe sostenere
gran parte dei costi.
3. Gli Usa e il Giappone si accordarono nel 1996 per il ritorno della base nella disponibilità giapponese
entro 5-7 anni, a condizione che l’eliporto venisse riposizionato nell’isola di Okinawa. Il governo giapponese dapprima individuò quale sito idoneo un’area del distretto di Henoko della città di Nago e successivamente, a fronte di una strenua opposizione della cittadinanza e nell’ambito di un accordo transitorio con gli Usa, un’area di Camp Schwab, sempre nella zona di Nago.
MISTERO GIAPPONE
LE INSTALLAZIONI MILITARI
L’importanza di Okinawa per l’esercito americano non trova spiegazione solo
nelle considerazioni di carattere strategico e militare. Anche il «budget di solidarietà» 4, infatti, ha un peso notevole. Nel 2000 erano 25 i paesi in cui gli Stati Uniti
mantenevano una presenza militare consistente. Mentre le spese sostenute da tali
paesi, Giappone escluso, per l’ospitalità delle truppe Usa ammontavano a circa 3,1
4. Omoiyari yosan, il capitolo di bilancio dedicato alla solidarietà verso l’America e il suo esercito.
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miliardi di dollari, l’esborso del solo Giappone ha sfiorato i 5 miliardi di dollari.
Non c’è nazione a cui gli Stati Uniti e il suo esercito dovrebbero essere più grati.
Nel caso di Okinawa, per favorire l’accettazione delle basi americane il governo giapponese stanzia ingenti somme a beneficio degli enti locali. La cifra totale
erogata alle basi per l’acquisto o l’affitto dei terreni destinati a uso militare raggiunge attualmente gli 80 miliardi di yen. Questo si deve al fatto che, mentre l’87,5%
dei terreni militari al di fuori di Okinawa sono demaniali, nel caso di Okinawa i
terreni demaniali costituiscono appena il 34,1%, i terreni della prefettura il 4%,
quelli municipali il 29,2% e quelli privati il 34,2% (dati del 2003). Si crea pertanto
un meccanismo per il quale, ogni anno, le enormi somme per l’affitto dei terreni a
uso militare entrano nelle casse degli enti locali. Il che fa sì che le municipalità siano in grado di esentare i terreni usati dall’esercito americano dalle imposte fondiarie e il personale delle basi dalle imposte comunali.
A partire dal 1972, al fine di correggere la disparità creatasi con il resto del
paese per via della prolungata presenza americana, il governo giapponese ha definito un piano di sviluppo per la promozione di Okinawa e ha realizzato enormi investimenti in opere pubbliche. Dal 1972 al 2006 sono stati stanziati più di 8 mila
miliardi di yen, una cifra pari a circa la metà del budget totale della prefettura di
Okinawa. Sono state adottate delle «misure per l’innalzamento del tasso di assistenza» che, mentre nelle altre prefetture raggiungono al massimo il 50% del budget
pubblico, nel caso di Okinawa arrivano eccezionalmente al 90%.
Tutto ciò, però, non sempre ha portato a un miglioramento della vita dei residenti, sebbene la percentuale di copertura dell’acquedotto sia la più alta del paese,
il tasso di manutenzione stradale sia al quinto posto, la percentuale di strade asfaltate al sesto, la manutenzione fluviale, la percentuale di piscine installate nelle
scuole superiori e il numero di abitazioni per nucleo familiare superino la media
nazionale. Infatti, nel 2006 il tasso di offerta del lavoro era 0,36, il che poneva Okinawa al 46° posto tra le 47 prefetture del paese. Nonostante le enormi somme ricevute dal governo, il tasso di disoccupazione è del 7,7%, quasi il doppio rispetto alla media nazionale, con punte di oltre il 20% per la popolazione giovanile. Parimenti, con un reddito pro capite di 2.030.000 yen, è al 47° posto (il più basso) a livello nazionale per ricchezza e tasso di risparmio.
Inoltre, l’alto tasso di investimenti ha innalzato il grado di dipendenza economica della prefettura di Okinawa e delle sue municipalità. Secondo i dati del 2004
del Consiglio dei ministri e del segretariato generale di Okinawa, la percentuale
degli introiti della prefettura derivanti dalle tasse locali è del 27,3%: poco più di
metà della media nazionale, che è del 49,9%. Analogamente, la percentuale degli
introiti comunali derivanti dalle tasse locali è del 33,1%, rispetto ad una media nazionale del 53,1%. A tutto ciò si aggiunge che il grosso dei profitti delle opere pubbliche realizzate nella prefettura viene assorbito dalle principali società realizzatrici, con sede a Tōkyō, producendo pertanto scarsi ritorni economici e occupazionali per la popolazione locale.
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3. Nella prefettura di Okinawa la temperatura media è di 22°, le precipitazioni sono di circa 2.000 mm e l’umidità media è del 77%. L’arcipelago si trova in
una zona climatica sub-tropicale umida e temperata, con un sole meraviglioso e
un cielo azzurro, circondata da un mare trasparente e profondo e un’incantevole
barriera corallina. Per il suo ecosistema floristico e faunistico è conosciuta come
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«le Galapagos dell’Estremo Oriente». Qui vive anche il dugongo 5, un animale in
via d’estinzione da salvaguardare, che dimora al largo della costa di Henoko,
nella città di Nago, zona reclamata dalle autorità militari statunitensi, la cui fauna
rischia di essere distrutta se verrà realizzata la struttura alternativa alla base aerea
di Futenma.
Okinawa è una meta turistica molto frequentata non solo dai giapponesi,
che vi si stanno trasferendo in numero sempre crescente, ma anche da numerosi
turisti provenienti dai paesi vicini. Il numero totale di presenze nel 2006 ha superato i 5,5 milioni.
Sono in molti a pensare che, più che le basi militari, sarebbe meglio proteggere l’ambiente e incrementare il turismo e che Okinawa potrebbe diventare un
ponte per l’amicizia tra le nazioni piuttosto che «la chiave di volta del Pacifico»
dei militari. Invece il governo giapponese, per motivi economici e per consolidare ulteriormente l’alleanza militare con gli Stati Uniti, tollera le basi e ne rafforza
le misure di sostegno, tramite le Forze di autodifesa. A maggio dello scorso anno, in una dichiarazione congiunta, i rappresentanti di Usa e Giappone hanno
dichiarato che l’accordo «condurrà a una nuova fase nella cooperazione bilaterale e rafforzerà le capacità di alleanza nella regione». Ma qual è questa «nuova fase»? Il Trattato di mutua cooperazione e sicurezza nippo-americano 6, concluso
nel 1952 e rivisto nel 1960, prevede che in caso di invasione del territorio giapponese, il Giappone riceva il supporto delle truppe statunitensi e che il loro ruolo si limiti alla difesa del territorio.
La costituzione giapponese ripudia la guerra: l’articolo 9 non solo ne sancisce il rifiuto, ma vieta anche la detenzione di armamenti e nell’introduzione viene attribuita molta importanza al dialogo e alla collaborazione, con la necessità
di costituire una struttura multinazionale per la pace e la sicurezza che eviti lo
scoppio di guerre anche nel caso di dispute internazionali.
Oggi le Forze di autodifesa vengono inviate nelle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, evitando di ricorrere all’uso della forza militare. Eppure, il governo presieduto dal Partito liberal-democratico prosegue nella direzione
opposta a quella indicata dalla costituzione. In occasione del ridispiegamento
dell’esercito statunitense, si prepara la revisione dell’articolo 9, pensando a operazioni militari in collaborazione con gli Stati Uniti.
Fin dall’epoca del regno di Ryûkyû, Okinawa prospera in pace, rispettando
un detto locale che dice: «La vita è un tesoro». I suoi abitanti vogliono che la loro
terra diventi l’isola della pace, chiudendo le basi militari e sviluppando l’industria turistica, della salute, della pesca e manifatturiera. A dimostrazione di ciò,
alle elezioni dei membri della Camera Alta di luglio l’unica a essere rieletta tra
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5. Il dugongo è il solo mammifero erbivoro esclusivamente marino. Di grossa taglia e di colore grigiobrunastro, può superare i 3 metri di lunghezza e pesa tra 400 e 500 kg.
6. Con la locuzione «Trattato di sicurezza nippo-americano» (Nichibei anzen hoshō jōyaku) si intende
l’insieme dei trattati, revisioni, ratifiche bilaterali stipulati dal 1951 in poi tra Giappone e Stati Uniti in materia di sicurezza militare.
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tutti i candidati dei partiti dell’opposizione è stata un’attivista pacifista, che in
precedenza lavorava come guida turistica ed è diventata famosa come «guida
della pace», mostrando le rovine della guerra di Okinawa del 1945.
La rimozione delle basi, la prosperità economica di Okinawa e la ferma opposizione a una modifica in peggio dell’articolo 9 della costituzione giapponese
rappresentano pertanto una priorità.
(traduzione dal giapponese di Michele Alfieri)
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