AGENZIE DI RATING E DECLASSAMENTI

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AGENZIE DI RATING E DECLASSAMENTI
-AGENZIE DI RATING E DECLASSAMENTI(a cura di Michela Boccher)
Il rating, o valutazione, è il giudizio che gli analisti delle agenzie specializzate (Standard & Poor’s,
Moody’s e Fitch) danno sull’affidabilità dei debitori: gli Stati o le aziende private.
Perché nacquero le agenzie di rating?
Si può far risalire l'origine del rating agli inizi del Novecento con il documento "History of
Railroads and Canals in the United States" (Storia finanziaria delle ferrovie e dei canali degli Stati
Uniti), pubblicato da Henry Vanrum Poor1. Durante la sua vita Poor si batté affinché le aziende
fossero obbligate a rendere pubblici i loro bilanci, sia al pubblico sia a possibili investitori. Colse
questo appello il figlio Henry William, che insieme a Luther Lee Blake, un analista finanziario,
crearono indici finanziari chiari e trasparenti, fino alla fondazione dell'agenzia di rating Standard &
Poor's.
Una storia simile riguarda un giornalista economico, John Moody, interessato alla trasparenza
finanziaria delle aziende che nel 1909 fondò Moody's a New York.
Un’ulteriore, Fitch Ratings, anch’essa un'agenzia internazionale di valutazione del credito e rating,
(con due quartier generali: a New York City e a Londra) venne fondata il 24 dicembre 1913 da John
Knowles Fitch. Oggi, Standard & Poor's e Moody's sono le due maggiori agenzie di rating al
mondo.
Come viene espresso il Rating?
Viene espresso attraverso un voto in lettere in base al quale il mercato stabilisce un premio per il
rischio da richiedere all'azienda per accettare quel determinato investimento. Scendendo nel rating
aumenta il premio per il rischio richiesto e quindi l'emittente deve pagare uno spread maggiore
rispetto al tasso risk-free (tasso d'interesse di un'attività priva di rischio).
Un declassamento del rating di aziende o soggetti pubblici particolarmente indebitati, ha la
conseguenza a breve termine di provocare un rialzo degli interessi applicati ai prestiti in corso, e
quindi un aumento degli oneri finanziari. Il debitore potrebbe cedere beni immobili e mobili di sua
proprietà a prezzi di realizzo, per evitare un peggioramento del rating.
Per avere un rating, una società, una banca o uno Stato devono rivolgere una richiesta esplicita a
una delle agenzie di rating. Ottenuto l'incarico, l'agenzia inizia l'analisi della società, della banca o
dello Stato. L'analista incaricato attraverso informazioni pubbliche (ad esempio, i bilanci), studia i
fondamentali economici e finanziari. Solo dopo questa analisi è possibile esprimere un voto
sull'affidabilità creditizia della società che ha richiesto il rating. Più è elevato il voto, più il debitore
viene considerato affidabile. Le agenzie definiscono una graduatoria, diversa per le obbligazioni a
breve e a lungo termine, in funzione del grado di solvibilità. La graduatoria prevede per il debito a
lungo termine la votazione massima AAA.
1
Henry Varnum Poor (8 dicembre 1812 – 4 gennaio 1905) è stato un avvocato e imprenditore statunitense, fondatore
dell'agenzia di rating Standard & Poor's.
CLASSI DI RATING
Nella classifica dei voti utilizzati
dalle agenzie internazionali di rating
la tripla A rappresenta la massima
affidabilità. Più in generale i giudizi
che hanno la lettera A sono molto
positivi, quelli con la B indicano
una discreta affidabilità, mentre
l’ultimo gradino è, a seconda dei
casi, la C o la D, ossia default, che
segnala l’impossibilità da parte del
debitore di poter pagare gli interessi
e rimborsare il capitale.
-wikipedia-
Standard & Poor’s declassa l’Italia2
L'agenzia internazionale di rating
Standard & Poor's annunciò a sorpresa,
il 20 settembre 2011 la decisione di
tagliare di un gradino il voto sul debito
pubblico italiano il quale indica in
sintesi la capacità di ripagare il debito
pubblico da parte di un Paese. Tale
agenzia ha declassato il debito sovrano
a breve e a lungo termine dell'Italia
portandolo a A da A+ e a A-1 dal
precedente A-1+. Nella nota dell'agenzia americana, si sottolinea come il taglio del rating sul debito
sia dovuto ai rischi derivanti dalle incertezze economiche e politiche che mettono a rischio il
raggiungimento da parte del governo degli obiettivi di risanamento del bilancio.
L'agenzia di rating evidenzia inoltre come le prospettive di crescita economica dell'Italia si stiano
indebolendo.
2
“Debito, S&P boccia (a sorpresa) l'Italia” , Il Corriere della Sera, 20 settembre 2011
Dal Corriere della Sera del 21 settembre 2011
Italia nel mirino di Moody’s3
A due settimane dal downgrade operato da Standard & Poor's, il 4 ottobre 2011 l'Italia viene colpita
da un nuovo declassamento. Stavolta tocca a Moody's ridurre il rating sui nostri bond portandolo da
AA2 a A2 con outlook negativo4. Nel comunicato ufficiale diffuso da Moody's si legge che il
downgrade dei titoli di stato italiani è dovuto in parte ai rischi derivanti dalle incertezze economiche
e politiche e all'indebolimento delle prospettive globali, ma anche al calo globale della fiducia nelle
emissioni di debito dei Paesi di Eurolandia. La notizia conquista le prime pagine dei principali
quotidiani.
Data quotidiani: 5 ottobre 2011
3
“Moody's declassa l'Italia: ratingA2” - “Ci taglia anche Moody's. Nuovo declassamento per l'Italia” Il Corriere della sera, del 4
ottobre 2011
4
Altro indicatore utilizzato dalle agenzie per indicare l’affidabilità di un debitore è l’outlook. E’ entrato nell’uso
comune degli analisti finanziari perché le agenzie di valutazione della qualità del credito di un ente pubblico o
privato che emette obbligazioni, non danno loro solo il classico rating (da AAA in giù), ma periodicamente fanno
conoscere l’outlook, che è come una anticipazione di una correzione del rating. L’outlook può essere positivo,
negativo o stabile a seconda che ci siano prospettive di innalzamento, di abbassamento o di invariabilità del rating
nel futuro.
Critiche alle agenzie di rating5
Ferruccio de Bortoli6, il 5 ottobre firmò sul Corriere della Sera un editoriale sul nostro
declassamento da parte delle agenzie di rating, dove sottolinea come tali agenzie, formino un
oligopolio e sono esse stesse le responsabili della crisi finanziaria. Il giudizio delle agenzie, piaccia
o no, è comunque considerato, poiché chi investe non può non tenere conto della loro valutazione,
specie se rischia i soldi di altri. Dunque, disse de Bortoli, “è inutile criticare, dare la colpa ai media
se anche Moody’s, in seguito a Standard & Poor’s, ha declassato il debito italiano. La bocciatura
era prevista, ma non si immaginava ad un taglio di tre gradini, raggiungendo quasi il livello della
Grecia. L’Italia che lavora e risparmia, non si merita di essere trattata in modo tale. Il debito
sfiora i 2000 miliardi, pari circa al patrimonio pubblico, e perché – si chiede de Bortoli- se la
prendono con l’Italia e non con la Spagna, che ha uno spread inferiore a quello italiano? Questo
perché gli italiani non sono più credibili né seri, nessuno investe più in Italia e chi ci presta soldi
vuole tassi alti d’interesse.”
Fitch taglia il giudizio sull’Italia7
Mancava solo la bocciatura di Fitch, la più piccola tra le tre agenzie di rating, puntuale è arrivata l’8
ottobre 2011. Dopo il declassamento dell'affidabilità dell' Italia come debitore da parte di Standard
& Poor' s, il 20 settembre, e di Moody' s il 4 ottobre, l' agenzia francese8 ha tagliato di un gradino il
giudizio sull' Italia, da AA- a A+. Anche nel caso di Fitch la preoccupazione è per la debole crescita
economica, che rende più difficile ridurre il debito. Inoltre è stata declassata anche la Spagna, di due
gradini, al livello AA- (comunque superiore all' Italia) ed è stato messo in osservazione per un
eventuale declassamento il Portogallo, confermato a BBB-, a un passo dal rating “spazzatura” . L'
elevato livello di debito pubblico e il fabbisogno di finanziamento, assieme al basso tasso di crescita
hanno reso l' Italia particolarmente debole.
Anche per Fitch dunque, come già per S&P e Moody' s, pesa la mancanza di fiducia di cui soffre il
5
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Ferruccio de Bortoli“il sipario strappato” Il Corriere della sera, 5 ottobre 2011
Ferruccio de Bortoli (Milano, 20 maggio 1953) è un giornalista italiano. Dal 9 aprile 2009 è ritornato ad essere
direttore del Corriere della Sera.
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“Anche Fitch declassa l'Italia Ma loda il governo Monti: "Evitato un taglio peggiore", Il Giornale, 8 ottobre 2011:
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Fitch Ratings fa parte del Fitch Group, una sussidiaria a maggioranza, basata a Parigi.
governo. Il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni ha affermato che queste
agenzie agiscono un po' come un branco, vanno tutte nella stessa direzione, nello stesso momento.
Comunque Fitch evidenza alcuni aspetti favorevoli all' Italia, ad esempio è sostenuta da una
posizione di bilancio migliore di quella di altri Paesi europei anche con rating più elevati. Inoltre l'
essere la terza economia della Ue fa sì che, se le cose dovessero andare davvero male, in extremis
la Banca centrale europea o il Fondo monetario daranno il loro sostegno per evitare che si verifichi
una crisi di liquidità.
S&P colloca l’Italia nella fascia “medio bassa”:BBB+
Data quotidiani: 14 gennaio 2012.
Altro intervento da parte di Standard & Poor’s avvenne lo scorso 13 gennaio 2012, quando
l’Italia venne declassata di due gradini dall’agenzia passando da A a BBB+ e collocandosi dunque
nella fascia “medio bassa” della scala di giudizio dell’agenzia americana, allo stesso livello di Perù
e Colombia9, passando per la prima volta nella storia in “serie B”. Nessuna agenzia di rating aveva
ancora tolto la A al debito sovrano italiano. Standard & Poor’s spiega che l’ambiente politico
italiano è migliorato sotto il Governo Monti e che le riforme possono favorire la competitività
italiana10.
Dal Corriere della Sera del 15 gennaio 2012
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Nella serata del 13 gennaio, il ministro delle Finanze Francois Baroin ha confermato che il rating della Francia è stato
declassato da AAA a AA+ da Standard & Poor’s. Non è una buona notizia, ma non è una catastrofe, ha detto Baroin,
non sono le agenzie di rating che decidono la politica francese. E ha aggiunto che quasi tutti i Paesi dell’eurozona
hanno subito un declassamento, compresa l’Austria (da AAA a AA+). Ridotte di un singolo gradino anche Malta,
Slovacchia e Slovenia, di due (come l’Italia) la Spagna, il Portogallo e Cipro. Resta stabile il rating di tripla A della
Germania. Anche l’Estonia, la Finlandia, l’Irlanda, il Lussemburgo, il Belgio e l’Olanda sono state confermate.
Altri declassamenti
Il 27 gennaio il rating italiano subisce un nuovo colpo: l’agenzia internazionale Fitch ha declassato
il debito sovrano dell’Italia da A+ ad A-, con outlook negativo. In quel caso complessivamente
erano stati 9 i paesi che hanno subito un peggioramento della valutazione, motivata dalle
insufficienti misure adottate dai governi europei.
Nel declassare il rating italiano, Fitch ha comunque sottolineato l’impegno dell’attuale
esecutivo: solo grazie al forte impegno del governo italiano sui conti pubblici e sulle riforme si è
evitato un taglio più severo del rating. Quanto all’outlook negativo, indica possibilità di poco
superiori al 50% di un ulteriore declassamento nei prossimi due anni11.
Il presidente del Consiglio Mario Monti, intervistato dal Tg1 si è detto sereno di fronte alla
decisione dell’agenzia: “Io prendo questi giudizi con distaccata serenità, rilevano delle cose che
sono non particolarmente nuove, come per esempio che l’Italia ha un elevato debito pubblico e che
il modo in cui l’Eurozona viene governata non è perfetto”. Ma, aggiunge “dicono anche cose che
danno un riscontro positivo, ci sono apprezzamenti per il governo e il Parlamento”.
A differenza di Standard & Poor’s, che aveva trascinato l’Italia in serie B, Fitch, grazie all’azione di
Monti, l’ha lasciata in prima serie, la A, seppure col voto più striminzito.
Moody’s colloca l’Italia nella fascia A312
Dopo Standard & Poor’s e Fitch, il 14 Febbraio 2012 anche Moody’s ha declassato l’Italia, con un
giudizio sul debito sovrano che è passato da A2 ad A3, rimanendo comunque nella fascia di rating
“medio-alto” e a basso rischio (ossia quella da A1 ad A3). L’outlook, è negativo.
Alla base della decisione di Moody’s ci sono i dubbi sulle riforme economiche e fiscali
dell’eurozona. Gli sforzi del governo Monti sono stati apprezzati da Moody’s ma le misure
introdotte richiederanno tempo per dare risultati ora difficili da prevedere.
L’Italia non è stato il solo paese a essere declassato da Moody’s. Il Portogallo è stato retrocesso da
Ba2 a Ba3 (siamo nella fascia di livello medio, rischio moderato), Malta da A2 ad A3, la Slovacchia
da A1 a A2 e Slovenia da A1 ad A2. La Spagna, nonostante il nuovo governo Rajoy in poche
settimane abbia varato diverse riforme (tra cui quella del lavoro), è stata declassata addirittura di
due notch, cioè due gradini, da A1 ad A3. Anche per questi paesi l’outlook è stato giudicato
negativo e lo stesso è stato fatto anche per i paesi col rating più alto, Francia, Regno Unito e
Austria, che però potrebbero essere declassati nel giro di un anno. La Germania, invece, mantiene il
rating più alto e il suo outlook “stabile”.
Critiche alle agenzie di rating13
Il quotidiano “il Messaggero”, il 15 gennaio 2012, pubblicò un articolo di Romano Prodi molto
critico nei confronti delle agenzie di rating, intitolato “Limitare, una volta per tutte, il potere delle
agenzie di rating”.
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L’agenzia Fitch ha declassato cinque tra le maggiori banche italiane, come conseguenza automatica del downgrade
del debito deciso il 27 gennaio scorso. Si tratta di Monte dei Paschi di Siena e Banco Popolare, le cui emissioni a lungo
termine passano a BBB da BBB+, di Iccrea Holding e Ubi Banca, che passano a BBB+ da A- e di Intesa Sanpaolo, che
passa da A a A-. E’ stato invece confermato il rating A- per Unicredit, Banca Popolare di Sondrio e Banco di Desio e
della Brianza. L’agenzia ha anche comunicato che il prodotto interno lordo dell’Italia dovrebbe segnare una contrazione
dell’1,7% quest’anno ed una modesta crescita dello 0,2% nel 2013.
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www.ilpost.it del 14 febbraio 2012 “I declassamenti di Moody’s”
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Dal sito www.romanoprodi.it , “Limitare una volta per tutte, il potere alle agenzie di rating”
L’economista ritiene che sia ora di ridurre il potere di tali agenzie che ormai sopravanza quello
degli stati e delle istituzioni internazionali, mettendo a rischio le decisioni prese dai governi e dai
parlamenti dei paesi, creando quindi un monopolio di decisione: “E’ vero, come dicono molti
esperti e come ha ripetuto ieri il ministro tedesco dell’Economia, che il loro ruolo non va
sopravvalutato ma questo è solo un pio desiderio. Quando il giudizio di queste agenzie manda alle
stelle il tasso di interesse dei buoni del Tesoro, taglia le gambe alla capacità di credito delle
banche e fa strage delle quotazione delle borse, diventa difficile farci credere che il loro potere sia
sopravvalutato”.
Romano Prodi pensa, infatti, che l’eccessivo potere concesso alle agenzie possa favorire un
interesse puramente personale per gli azionisti, dirigenti e non possa, invece, essere considerato un
interesse generale. Ritiene dunque che per limitare l’operato di S&P e Moody’s e Fitch sia
necessario aggiungere nuovi operatori, sia a livello europeo che mondiale. Prodi considera questo
sufficiente per decidere su aziende o imprese commerciali, ma sostiene la necessità di un organismo
soprannazionale utile per le decisioni sul futuro di uno stato, ruolo che potrebbe spettare, secondo
Prodi, al Fondo Monetario Internazionale.
-wikipedia-
FONTI SITOGRAFICHE
www.romanoprodi.it
www.wikipedia.it