pgt di parabiago - Comune di Parabiago

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pgt di parabiago - Comune di Parabiago
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Documento degli Obiettivi
P.G.T. DI PARABIAGO
DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI
Maggio 2009
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Documento degli Obiettivi
Comune di Parabiago
DIRIGENTE DELL’UFFICIO URBANISTICA
ED EDILIZIA PRIVATA
Arch. Lanfranco Mina
RESPONSABILE DELL’UFFICIO URBANISTICA
ED EDILIZIA PRIVATA
Arch. Giuliano Pedrani
Gruppo di lavoro
RESPONSABILE GRUPPO DI LAVORO
Urb. Raffaele Gerometta
COORDINATORE SCIENTIFICO
Prof. Urb. Daniele Rallo
COORDINATORE TECNICO PGT
Prof. Arch. Giovanni Iacometti
COORDINATORE TECNICO DEI PIANI DI SETTORE
Ing. Matteo Bertoneri
COMITATO SCIENTIFICO
Prof. Urb. Daniele Rallo
Prof. Federico Della Puppa
Prof. Arch. Giovanni Iacometti
REFERENTE OPERATIVO LOCALE
Arch. Massimo Mastromarino
REFERENTI OPERATIVI ATI
Urb. Francesco Pozzobon
Urb. Fabio Vanin
Urb. Fabio Roman
PIANI SETTORIALI
Pianificazione commerciale Dott.ssa Daniela Dacci
Localizzazione Distributori Carburante Dott.ssa Sara Tonini
Piano Sviluppo Cimiteriale Arch. Emanuela Barro
Piano Fonti Rinnovabili di Energia Dott.ssa Sara Tonini
Analisi Campi Elettromagnetici Ing. Marco Angeloni
Azzonamento Acustico Ing. Luigi Bianchi
Piano dell’Illuminazione Ing. Marco Bertoneri
Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
La struttura del Documento
Il seguente Documento degli Obiettivi, inteso e definito come lo strumento strategico preliminare (e propedeutico) alla
definizione e costruzione del PGT , i cambiamenti possibili ed auspicabili sono stati rappresentati ed argomentati
attraverso differenti modalità che corrispondono ad altrettanti parti del testo: vision, immagini, ambiti territoriali
strategici, letture sistemiche del territorio.
Esso costituisce quindi documento politico-tecnico di carattere programmatico che introduce il documento strategico
(documento degli obiettivi), e che consiste nel racconto di un futuro auspicabile della Città di Parabiago, e va a descrivere
gli obiettivi strategici (anche multisettoriali) del percorso di governo del territorio scelto (o prescelto).
Esso è articolato in due modalità di lettura e approccio al territorio, una di lettura dal basso (Documento di indirizzo
progettuale dell’Amministrazione Comunale) predisposta dall’Amministrazione Comunale stessa, e una di lettura dall’alto
(Lettura sistemica del territorio)predisposta dai progettisti del Piano.
La combinazione delle due letture fornisce una rappresentazione del territorio completa e articolata, elemento
fondamentale per la definizione delle strategie di Piano.
Indice
1.1 Indirizzi progettuali dell’Amministrazione comunale……………………………………………………………………………pag 02
1.2 Lettura sistemica del territorio…………………………………………………………………………………………………………….pag. 07
Sistema Ambientale
Sistema insediativo
Sistema della mobilità
Sistema della produzione
1.3 Quadro sinottico Sistemi-criticità-obiettivi-assi-misure/azioni………………………………………………………………pag. 20
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
1.1 - Indirizzi progettuali dell’Amministrazione
Comunale
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
INDICE:
1) POLITICHE DI SVILUPPO
2) POLITICHE DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
3) POLITICHE DI MIGLIORAMENTO della CITTA’ PUBBLICA
4) POLITICHE PER LA MOBILITA’
5) POLITICHE di INTERVENTO E LINEE di AZIONE PER
6) POLITICHE di INTERVENTO E LINEE di AZIONE PER LE ATTIVITA’
PRODUTTIVE
7) POLITICHE DI INTERVENTO E LINEE DI AZIONE PER
8) POLITICHE PER LA RIQUALIFICAZIONE DEI MARGINI URBANI
9) POLITICHE DI INTERVENTO E LINEE DI AZIONE IN MERITO AI
CRITERI DI COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE
10) POLITICHE DIINTERVENTO E LINEE DI AZIONE IN MERITO AI
CRITERI DI INCENTIVAZIONE
11) POLITICHE PER l’AGRICOLTURA, AMBIENTALI E DEIPARCHI.
12) POLITICHE DI SOSTENIBILITA’ DELPIANO
1) POLITICHE DI SVILUPPO
1.1) TIPO DI CITTA’
Gli
obiettivi
che
dovranno
essere
perseguiti
nell’impostazione del Piano di Governo del Territorio si
dovranno ispirare ad una politica di crescita e di sviluppo
della città che sia differente da quanto pianificato negli anni
precedenti. In quanto dovranno essere perseguite una serie
di azioni politiche ed amministrative che siano in grado di
caratterizzare la pianificazione della città attraverso un MIX
FUNZIONALE di destinazioni urbanistiche di tipo misto, in
grado di far recuperare alla città il gap di dotazione di servizi
sia su scala urbana che su scala sovracomunale, registrato in
questi ultimi anni in seguito ad una crescita della città
troppo sbilanciata a favore della monofunzionalità
residenziale.
Dovrà essere una città della qualità, dei servizi e dello
sviluppo sostenibile che non deve dimenticare di puntare
anche sulle attività produttive ed artigianali di qualità oggi
esistenti (come per esempio quelle della “calzatura”),
cercando di mettere in atto politiche che possano favorire la
loro implementazione.
Una Città infine che sappia riscoprire la propria identità,
attraverso l’esaltazione delle proprie prerogative principali
che sono sempre state quelle della creatività e
dell’operosità, intese come capacità di dare corpo ad attività
produttive di successo (il grande Maggiolini in fondo era un
esimio artigiano). Riscoprendo così, attraverso un ritorno
alle origini di Parabiago, la sua vocazione di città
dell’artigianato e dell’industria.
1.2) RUOLO DA SVOLGERE NEI CONFRONTI DEL CAPOLUOGO E
DELLA PROVINCIA
Si rende necessario poter disporre di significative analisi
socio-urbanistiche-economiche che costituiscano una valida
fotografia dello stato di fatto, in riferimento alle
componenti sociali ed economiche, al patrimonio edilizio
pubblico e privato, allo stato di fatto ed alla funzionalità
delle infrastrutture primarie e secondarie oggi esistenti sia
nel nostro territorio sia entro un’area più vasta. Andranno
valutati i nuovi scenari che si verranno a delineare con i
previsti assi viabilistici di portata sovracomunale (sempione
bis, tangenzialina di S. Lorenzo e terzo binario ferroviario)
più come opportunità da cogliere che come penalizzazioni
per l’ambito territoriale interessato, senza dimenticare le
opportunità offerte da strutture già esistenti sul territorio,
quali: la stazione ferroviaria, il canale villoresi, i PLIS (come
luoghi di sviluppo di attività agricole specifiche, di
agriturismo e di vendita diretta di prodotti tipici locali) .
Verranno così individuate da un lato la carenza di SERVIZI e
dall’altro le opportunità che si possono sviluppare sia a
livello comunale che sovracomunale (intese come: servizi
amministrativi, commercio e mercati, cultura, edilizia
residenziale pubblica, giustizia, istruzione, sanità, servizi per
le imprese e il lavoro, servizi sociali, sicurezza e protezione
civile, sport, turismo, esposizioni e fiere, università e ricerca)
di cui bisogna dotare la città oggi caratterizzate da uno
sviluppo sbilanciato in direzione di insediamenti
prevalentemente/esclusivamente di carattere residenziale.
Dovranno perciò messe in atto una serie di azioni che ci
tengano al di fuori dell’Area Metropolitana Milanese, e che
ci collochino più correttamente nel Legnanese e
nell’Altomilanese. Sarebbe quindi auspicabile assumere il
ruolo di Polo Attrattore e aggregante, almeno rispetto ai
Comuni confinanti, creando un comparto territorialmente
omogeneo e cercando di attrarre ulteriori importanti servizi.
Per i Comuni coinvolti non dovrà essere trascurata inoltre
l’opportunità di mettere in rete, attraverso percorsi
ciclo/pedonali ecologici e commerciali (outlet urbani), gli
elementi qualificanti esistenti sul nostro territorio (parchi,
punti di interscambio offerte commerciali di qualità presenti
in città).
2) POLITICHE DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
Con una previsione di capacità teorica del vigente PRG che si
avvicina ai 45.000 abitanti si ritiene che NON si può che
pensare ad una riduzione di questo valore. Certamente
l’attuale capacità teorica di piano rappresenta un dato
furviante, poiché, elaborato nel rispetto di indicazioni di
legge che NON permettevano di addivenire a valori aderenti
alla realtà. Pertanto, si può ritenere che la capacità effettiva
di piano, tenendo conto di dati più realistici dovrebbe quindi
attestarsi attorno ai 30.000 abitanti. Inteso come soglia
demografica di sviluppo della Città, coerentemente con
l’obiettivo di limitare il consumo di nuovo suolo libero e di
puntare sulla riqualificazione degli ambiti già edificati della
città esistente.
Nell’elaborazione del PGT gli estensori del medesimo
dovranno partire dal dato attuale di residenti, che si è
attestato alla fine dell’anno 2008 sui 26.000, e dalle
potenzialità di insediamento che si potranno generare in
seguito all’attuazione dei Comparti di Progettazione Unitaria
in fase di realizzazione e/o approvazione.
Nonostante ciò dovranno tenere in considerazione le
indicazioni espresse nel merito delle politiche di sviluppo,
puntando su scelte che NON privilegino la residenza bensì
che siano in grado di andare a colmare il gap di servizi di cui
la città odierna sta soffrendo a causa di uno sviluppo non
equilibrato tra le funzioni insediabili.
Pertanto, la funzione residenziale dovrà essere un elemento
secondario nel più complesso quadro delle funzioni
insediabili, prevedendo così una moderata crescita
sostenibile. Solo così Parabiago continuerebbe ad essere la
nostra città, una città vivibile ed a misura d’uomo.
3) POLITICHE di MIGLIORAMENTO della CITTA’ PUBBLICA
3.1) ai SERVIZI
3.2) alle ATTREZZATURE
3.3) alle INFRASTRUTTURE
3.4) ai SERVIZI di INTERESSE LOCALE
3.5) ai SERVIZI di INTERESSE GENERALE o TERRITORIALE
In seguito allo sviluppo edilizio che la nostra Città ha
registrato, grazie al PRG vigente, si rende necessaria
un’analisi dello stato di fatto e l’individuazione dell’insieme
di SERVIZI sia a livello Comunale che Sovracomunale
(amministrativi, commercio e mercati, cultura, edilizia
residenziale pubblica, giustizia, istruzione, sanità, servizi per
le imprese e al lavoro, servizi sociali, sicurezza e protezione
civile, sport, turismo esposizioni e fiere) di cui si rende
necessario dotare la Città, oggi carente degli stessi a causa
di uno sviluppo sbilanciato in direzione di insediamenti
prevalentemente/esclusivamente di carattere residenziale:
il che obbliga i cittadini alla loro ricerca fuori dall’ambito
cittadino.
Pertanto la redazione del piano dei servizi ci permetterà di
poter meglio programmare l’uso delle strutture esistenti e
la realizzazione di nuove in funzione di prevedibili e
individuabili specifiche necessità nei settori in cui la città
potrebbe ancor meglio risultare centro di attrazione per gli
abitanti del legnanese (si pensi oggi al polo scolastico
Maggiolini - Cavalieri per quanto riguarda il settore
istruzione). In futuro potrebbero essere altri settori come
per esempio quello sociale, dell’assistenza, dell’ambiente e
del tempo libero con particolare riguardo alle aspettative
del mondo giovanile, diventare polo di riferimento
intercomunale.
Una particolare attenzione andrà posta :
- ai quartieri che hanno visto sviluppare intensamente
l’edificazione attraverso i CPU. Gli stessi dovranno
essere dotati di servizi pubblici di prossimità,
certamente di qualità, in cui la cultura, la possibilità di
aggregazione e la possibilità di acquistare senza
spostarsi per chilometri, rappresenteranno dotazioni di
eccellenza;
- una particolare attenzione dovrà essere posta alle
aree limitrofe alla stazione, alla pista ciclo-pedonale
provinciale ed al nodo di interscambio gomma-ferro,
riconosciuto a livello Provinciale e Regionale, in quanto
sono da considerarsi come un luogo dalle grandi
potenzialità. Infatti, sia la qualità delle connessioni che
questo spazio offre -con il centro cittadino, i parchi
locali per mezzo della pista ciclo-pedonale, l’ITC “G.
Maggiolini”, il museo cittadino-, sia le condizioni di
contesto in cui è localizzato -disponibilità di aree,
prossimità a funzioni strategiche, qualità morfofunzionali dei tessuti limitrofi- sono elementi
importanti su cui costruire politiche sperimentali di
concentrazione di attività e di funzioni capaci di creare
occasioni di integrazione tra pratiche diverse, quali
quelle legate al lavoro, all’abitare, al commercio ed al
tempo libero. Per fare di questo luogo un nodo
strategico anche a scala sovra-comunale, si dovrà
quindi anche ricercare, entro uno scenario di scala
territoriale significativa, delle attività da insediare che
siano congrue con il ruolo funzionale del nodo anche in
prospettiva della posizione strategica della nostra
Città sull’asse Malpensa e Polo fieristico Rho-Pero.
- all’interno dell’ambito “Centro storico”.
Andranno individuate delle “centralità naturali” (luoghi di
aggregazione) prevedendo interventi che si pongano
l’obiettivo di ottimizzare le stesse evitando di ricercare o
tentare di creare nuove “centralità artificiali” che rischiano
di trasformarsi in non luoghi. Pertanto sarà importante il
completamento degli interventi da effettuare sulle aree
soggette ai piani di recupero. Ciò potrà portare nuova vita
alla piazza, proprio grazie a opere di riqualificazione delle
stessa, per farne sempre più luogo di aggregazione e non
solo in occasione di funzioni religiose. Oltre a ciò risulta
importante trovare degli strumenti efficaci per promuovere
la delocalizzazione rispetto a piazza Maggiolini, di Banche e
Società di servizi (attraverso l’individuazione di un ambito
specifico) e al reinserimento delle piccole attività di vicinato,
attraverso anche un’azione di potenziamento dei parcheggi
limitrofi al centro cittadino. All’interno della zona centrale
andrà comunque studiato un piano particolareggiato di
intervento per la creazione di parcheggi e posti auto sia di
proprietà privata che pubblica, con risorse miste, al fine di
evitare stazionamento di autovetture dei residenti lungo le
vie prospicienti sia di giorno che di notte. Il rapporto tra il
livello di fruibilità della piazza Maggiolini e le funzioni già
ospitate e quelle che potranno essere insediate dovrà
essere oggetto di un accurato studio per determinare il più
corretto uso di suddetto ambito stesso. Andrà inoltre
valutata la trasformazione della piazza Mercato in area di
gradevole fruizione pubblica con grande parcheggio
sotterraneo e spostamento del mercato stesso in una nuova
area con collegamenti pubblici.
Andrà favorita la crescita e la migliore distribuzione sul
territorio comunale dei servizi di interesse pubblico e dei
luoghi di aggregazione che possono diventare occasioni di
crescita sociale e relazionale, anche assegnando nuove
funzioni agli oratori (ubicati in ambiti centrali e strategici),
già oggi luoghi privilegiati di aggregazione. A tal fine
andranno valutate con la dovuta attenzione: nuova
Struttura quale la nuova sede per la Polizia Locale, il
potenziamento dell’Impianto Natatorio, la Rivisitazione del
“Libero Ferrario”, Nuove Strutture per Anziani e Disabili, un
Potenziamento e una Diversificazione dell’offerta per le
Attività Sportive e del Tempo Libero, la Valorizzazione del
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Complesso Maggiolini/Cavalleri per un rilancio ed una
implementazione delle Attività Sovraccomunali e delle
Discipline Didattiche – inserimento di corsi di
design/calzatura/accessoristica e moda - ivi insediate (l’area
interessata è di circa 105.000 mq.e potrebbe ospitare un
campus universitario) e una valorizzazione del complesso di
S.Ambrogio, una Nuova Sede per i Parchi ed il Consorzio
Villoresi (con quest’ultimo Ente potrebbero essere avviati
ulteriori contatti per una valorizzazione del Roccolo e dei
Mulini),il Completamento della Nuova Elementare di Via
Arduino, la Rivisitazione della Media Rancilio con un
incremento delle aule disponibili, una migliore
razionalizzazione delle Strutture Scolastiche esistenti, una
soluzione definitiva per la collocazione del Museo Carla
Musazzi (da implementare con Sezioni dedicate alla Scarpa
Parabiaghese, all’Industria e all’Artigianato locale e
sicuramente al Maggiolini), una rivisitazione di Piazza
Stazione, etc..
Dovrà pur essere valutata l’opportunità di dotarsi di aree
attrezzate per esposizioni permanenti e multifunzionali, da
utilizzarsi anche dal circondario, dedicate al nostro tema di
eccellenza (calzature) e finanziate anche dai privati
interessati (che il Comune dovrà riuscire a coinvolgere),
nonchè di aree di divertimento, di ristorazione e ricettive
accanto alle aree espositive, in particolare in prossimità
dell’accesso principale della Città, quello del Sempione.
4) POLITICHE per la MOBILITA’
Le infrastrutture ed il sistema della mobilità urbana
costituiscono senza dubbio le componenti strutturali della
città; la loro corretta e realistica programmazione non può
prescindere dalle politiche e dalle scelte operative messe in
atto per il sistema insediativo, produttivo e commerciale. Al
riguardo, la redazione e l’approvazione da parte
dell’Amministrazione Comunale del Piano Generale del
Traffico Urbano ha costituito un punto di partenza da cui far
discendere le necessarie coerenze fra infrastrutture e scelte
del Piano di Governo del Territorio.
In continuità con le previsioni di questo strumento si dovrà
definire:
- un disegno di un sistema di mobilità urbana (breve,
medio e lungo periodo) con la definizione di ruoli e
funzioni da assegnare alle diverse tipologie di viabilità;
- una proposta di risoluzione di alcune criticità puntuali,
in termini di fluidità degli itinerari e di sicurezza;
- una maggior protezione del tessuto urbano a
prevalente destinazione residenziale e servizi, dal
traffico di attraversamento senza origine e destinazione
Parabiago;
- una riqualificazione dei tracciati ed itinerari urbani;
- la possibilità di creare un servizio di trasporto pubblico
per la connessione tra frazioni e centro storico;
- un percorso completo e definito delle reti urbane di
piste ciclabili che favoriscano anche questo tipo di
mobilità cittadina alternativa alle altre;
Si evidenzia inoltre come Parabiago abbia bisogno di un
“anello viario” che la unisca sull’asse nord/sud e dal quale
partano le linee di penetrazione per la fruizione della Città e
quindi del centro cittadino.
Oltre a ciò, merita una particolare attenzione l’aspetto
relativo al sistema dei parcheggi pubblici che dovrà essere
realizzato attraverso :
- l’individuazione di un sistema articolato e differenziato,
per tipologia e per modalità di utilizzo, delle aree di
sosta;
- la verifica delle esigenze di sosta nelle aree centrali,
nelle aree residenziali e nelle aree per attività
economiche e commerciali, con l’individuazione delle
possibili soluzioni;
- la definizione di criteri, forme e modalità per la
realizzazione e gestione del sistema urbano dei
parcheggi, in coordinamento con gli interventi edilizi ed
urbanistici.
5) POLITICHE di INTERVENTO E LINEE DI AZIONE per
5.1) la RESIDENZA
5.2) la QUALITA’ EDILIZIA ed URBANISTICA del PATRIMONIO
INSEDIATIVO
5.3) il RECUPERO e la RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA ed URBANISTICA
dei LUOGHI e dei MANUFATTI della MEMORIA STORICA
COLLETTIVA
5.4) la RIQUALIFICAZIONE dell’IMMAGINE URBANA
il Piano di Governo del Territorio dovrà dedicare particolare
attenzione agli interventi di riqualificazione, rigenerazione e
recupero del patrimonio edilizio esistente: si dovrà
intervenire per perseguire la riqualificazione e la
trasformazione
della
città
attraverso
operazioni
caratterizzate da una complessità di funzioni e di
destinazioni d’uso e con il concorso di più operatori pubblici
e privati.
Queste prospettive consentiranno un miglior utilizzo e una
miglior programmazione nell’utilizzo delle risorse disponibili
sulla base delle esigenze e delle strategie espresse a livello
comunale mediante Programmi di Intervento Integrati
(P.I.I.), di recupero ed unitari, capaci di affrontare
complessivamente le questioni, strutturare ed organizzare
gli interventi, individuare il fabbisogno complessivo di
interventi sul tessuto urbano esistente, quantificare le
risorse pubbliche/private da investire e definire le diverse
modalità e forme di intervento.
Si dovrà pertanto cercare di
conservare l’attuale individuazione delle zone “A”,
in quanto identificano in modo preciso le parti del
territorio da conservare in quanto gli immobili sono
caratterizzati da elementi che si riconducano alla nostra
tradizione storica e culturale;
- privilegiare e valorizzare le aree storiche, quelle degli
edifici di interesse storico-architettonico, dei nuclei e
delle cascine di valore storico;
- porre l’adeguata attenzione ad una normativa che sia
propositiva, individuando anche strumenti adeguati ed
innovativi, capaci di avviare processi di recupero,
riqualificazione, risanamento e rinnovo urbano del
nucleo storico centrale;
individuare una normativa e delle modalità di
intervento specifiche, privilegiando gli interventi di
recupero, ristrutturazione e risanamento degli edifici
esistenti ed un utilizzo corretto e coerente con
l’esistente e l’ambito in cui sono inseriti gli edifici
recuperati;
porre la corretta attenzione agli ambiti edificati
esistenti nel perimetro del consolidato, individuando nel
“Piano delle Regole” un indice volumetrico e dei
parametri edilizi coerenti con le volumetrie già edificate,
al fine, di evitare uno stravolgimento del tessuto edilizio
medesimo (quale elemento specifico e caratterizzante di
quella parte specifica del territorio urbano).
Nel merito del problema della casa si ritiene necessario :
- definizione delle necessità e delle esigenze di
intervento in relazione alle diverse tipologie di domanda
(anziani, giovani coppie, persone con problemi e
difficoltà, situazione di disagio abitativo e di
sovraffollamento, situazioni di carenze igienico-sanitarie)
ed alle caratteristiche del fabbisogno (affitto, alloggi
adeguati, ecc.);
- individuazione di adeguati strumenti e modalità di
intervento, di carattere pubblico e privato, per
soddisfare il fabbisogno pregresso e quello insorgente;
Ma nel fare ciò, si evidenzia, la necessità di individuare
limitate aree da destinare a questo tipo di intervento, e di
operare attraverso operazioni in cui vedano la compresenza
di interventi di edilizia residenziale libera e convezionata
abbinata ad ambiti urbani caratterizzati da un mix
funzionale che garantisca la remunerazione dell’intervento
e la non formazione di luoghi ghetto.
Nel merito della riqualificazione urbana si dovrà:
- effetturare la ricognizione della consistenza e dello
stato attuale della presenza di aree dismesse, degradate,
abbandonate di proprietà pubblica e privata
sottoutilizzate per le attività produttive, artigianali ed
altro presenti sull’intero territorio comunale;
- valutare l’opportunità di mettere in atto interventi di
trasformazione e riqualificazione urbana delle
aree/edifici così individuati;
- individuare un insieme articolato e complesso, ma allo
stesso tempo integrato e correlato, di interventi in grado
di avviare iniziative di riqualificazione e trasformazione
del sistema urbano nelle sue parti più problematiche;
predisporre un coordinamento degli interventi
all’interno di un disegno urbano definito
dall’Amministrazione Comunale nei principi e nelle
regole;
una particolare attenzione dovrà essere posta alla
riqualificazione e rigenerazione non solamente della
piazza Maggiolini ma di tutto l’ambito del centro urbano
che spazia dalla piazza Mercato alla piazza della Vittoria
e dalla Stazione alla piazza Maggiolini, creando un centro
che sia anche pedonalizzabile.
Riteniamo utile inoltre valutare la possibilità di
individuare altre Centralità (ad es. nelle Frazioni) o alcuni
Poli di Attrazione che meritino attenzione particolare.
6) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE di AZIONE per le
ATTIVITA’ PRODUTTIVE
Una particolare attenzione deve essere posta per le linee di
azione per le attività produttive in quanto dovremo essere
in grado di far riscoprire alla città di Parabiago la sua
vocazione all’artigianato e all’industria, intesa come
esaltazione delle proprie prerogative principali che sono
sempre state legate alla creatività e all’operosità, intese
come la capacità dei parabiaghesi di dare vita ad attività
produttive di successo. Pertanto dovranno essere
individuati degli strumenti attuativi tali da mettere a
disposizione sul mercato aree industriali che siano in grado
di soddisfare i bisogni della città. Interventi che non devono
riguardare unicamente nuovi ambiti liberi, coerentemente
con l’obiettivo di limitare il consumo di nuovo suolo libero,
bensì di un riuso di aree produttive sottoutilizzate, in fase di
dismissione e dismesse.
Dovranno essere messe in atto delle azioni che siano in
grado di :
valorizzare le attività artigianali esistenti, creando
le condizioni che ne favoriscano la permanenza nel
tessuto urbano dando la possibilità di piccoli incrementi
volumetrici per una loro eventuale piccola espansione
e/o adattamento alle
nuove norme in materia
igienico/sanitaria;
favorire, per le attività produttive non più coerenti
con il tessuto urbano delle condizioni e delle opportunità
insediative alternative;
valutare la possibilità della presenza di attività
“compatibili” all’interno delle aree produttive e
definizione di diverse destinazioni d‘uso coerenti con la
presenza di attività produttive e artigianali.
dare soddisfazione alla nuova domanda e alle
richieste non soddisfatte favorendo il loro insediamento
in aree ben servite da assi viari che siano in grado di
reggere il tipo di traffico generato dalle nuove attività;
valorizzare gli ambiti attigui alla stazione
ferroviaria, prevedendo nuove e diverse tipologie di
insediamento che favoriscano un mix funzionale
differente dal residenziale e che preveda possibilmente
l’insediamento anche di attività ricettive:
favorire la formazione di “OUTLET urbani”, inteso
come un sistema in rete legato alle attività artigianali
che caratterizzano la nostra Città;
valutare la possibilità di un mercato comunale tra
le frazioni di Villastanza e Villapia.
Saranno assolutamente da evitare insediamenti con
destinazione a LOGISTICA.
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Documento degli Obiettivi
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7) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE di AZIONE per
7.1) il SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE
7.2) la QUALIFICAZIONE degli ASSI COMMERCIALI del TESSUTO
STORICO.
Per quanto riguarda le politiche relative alla distribuzione
commerciale, tenuto conto della funzione che le stesse
devono assolvere in termini di servizi resi alla comunità, si
rende necessario elaborare delle specifiche indagini
conoscitive in materia, finalizzate alla razionalizzazione e
alla modernizzazione della vocazione commerciale cittadina,
controllandone l’impatto territoriale, ambientale e sociale.
Per fare ciò è necessario analizzare lo stato attuale e la
consistenza dei servizi offerti dal sistema commerciale che
caratterizza la nostra città e che può essere descritto come
una realtà “atipica”, in quanto, solo fino a poco tempo fa la
concentrazione sul territorio dell’offerta distributiva
alimentare, tramite media struttura, era rappresentata da
sei esercizi, aventi una superficie complessiva di mq. 2687.
Stato di fatto che pone la nostra cittadina in uno scenario
molto dissimile dalle realtà limitrofe, tenuto conto della
volontà politica articolata sul principio della difesa degli
esercizi di vicinato che da sempre rappresentano una delle
icone dell’economia locale.
Pertanto, in una realtà moderna e dinamica, come quella
regionale, dove i negozi “tradizionali” dei centri urbani
subiscono da tempo la concorrenza promossa dagli esercizi
più grandi ed attrattivi della distribuzione organizzata, si
rende necessaria una risposta da parte della rete
tradizionale attraverso una modernizzazione delle attività di
vendita e lo strumento pianificatorio non dovrebbe
ostacolare questo processo bensì favorirlo, tenuto conto dei
potenziali vantaggi che una siffatta dinamica sociale
potrebbe determinare nella rigenerazione del centro storico
cittadino e degli ambiti contigui.
Ricordando però, più in generale, che il commercio muove
risorse economiche molto importanti, tanto più oggi a
seguito dei cedimenti accusati sia da parte delle attività
manifatturiere e sia da parte delle attività terziarie, occorre
tenere conto di ciò sapendo quali sono gli effetti
determinati dalla sua diffusione: in particolar modo ci si
riferisce a quelli di tipo viabilisitico-ambientali e a quelli di
tipo socio-economico.
Sarà per ciò necessario che l’Amministrazione Comunale si
ponga come obiettivo quello di favorire l’insediamento e lo
sviluppo nel territorio di un’offerta tale da garantire il
miglior servizio possibile ai residenti e da soddisfare la
domanda espressa dagli stessi, compatibilmente con le
condizioni di economicità nella conduzione degli esercizi.
8) POLITICHE per la RIQUALIFICAZIONE dei MARGINI
URBANI
La riqualificazione della Città dovrà passare anche
attraverso la riqualificazione dei margini urbani, valutando
attentamente le modalità di utilizzo di questi ambiti
contenuti e limitati dal perimetro del tessuto urbano
consolidato che dovrà avvenire con l’unico scopo di
migliorare l’integrazione dei quartieri edilizi già esistenti, ed
organizzando, in particolar modo nei pressi dei PLIS, il
sistema Abitazione- Orto/Giardino retrostante – Recinzione
a confine con agricolo di tipo aperto con barriera verde. Nel
caso in cui la confinanza tra l’abitato e l’agricolo sia
costituita da un asse viario, questo dovrà essere
adeguatemente sistemato.
9) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE DI AZIONE in merito
ai CRITERI di COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE
La perequazione territoriale dovrà costituire strumento
negoziale attraverso il quale il Comune definisce
un’equilibrata distribuzione dei vantaggi e dei sacrifici
connessi ai fenomeni urbanizzativi, infrastrutturali ed
insediativi, in modo da evitare che, per conseguire risorse
economiche, si diffondano operazioni comportanti
consistente consumo del suolo.
Il PGT dovrà prevedere criteri di perequazione, anche più
articolati di quelli odierni, individuando un metodo per cui
questa possa essere utilizzata per ottenere l’acquisizione di
determinati ambiti ritenuti strategici.
Dovranno essere previsti criteri che favoriscano la
compensazione finalizzata all’acquisizione di aree destinate
alla realizzazione di interventi di interesse pubblico o
generale, non disciplinate da piani e da atti di
programmazione ai sensi dell’art. 11 comma 3 della L.R.
12/05.
10) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE DI AZIONE in merito
ai CRITERI di INCENTIVAZIONE
Dovranno essere previsti criteri di incentivazione per
interventi finalizzati alla riqualificazione urbana, alla
realizzazione di iniziative di edilizia pubblica o
convenzionata, alla promozione del bioclimatico e del
risparmio energetico, al recupero delle aree degradate o
dismesse e alla conservazione di immobili di interesse
storico ed artistico.
11)
POLITICHE per l’AGRICOLTURA, AMBIENTALI e dei
PARCHI
Con il P.G.T. si dovranno tutelare, valorizzare e sviluppare i
grandi spazi aperti ancora presenti nel nostro territorio e
che creano discontinuità lungo i grandi assi di percorrenza
tra un Comune ed un altro. Pertanto dovrà essere dedicata
una particolare attenzione alle porzioni di territorio
dedicate all’Agricoltura. Con questo P.G.T. dovrà essere
fissato un limite definitivo all’occupazione di nuovo suolo,
un limite che le Amministrazioni future non dovranno più
valicare, un limite che dovrà essere posto prima di arrivare
al punto del non ritorno, salvaguardando in questo modo le
attuali aree agricole coerentemente con l’obiettivo di
limitare il consumo di nuovo suolo libero. Il che non significa
che entro tali aree, pur conservandone le peculiarità
agricolo/boschive, non possano essere inserite attività
compatibili con l’ambiente, quindi quelle agricole per
eccellenza (pensando anche a strutture ricettive di un certo
livello, all’agriturismo, ad impianti per lo sport ed il tempo
libero non impattanti, a piste ciclopedonali, a percorsi vita
etc.), ma anche attività che potrebbero consentire, con gli
introiti da esse derivanti, una migliore conservazione e
sostenibilità
economica
dell’ambiente
naturale.
Perseguendo anche :
- la riqualificazione del paesaggio agrario, con
conseguente possibilità di controllo della dispersione
insediativa, nonché il miglioramento della qualità
paesistica del territorio;
- la tutela delle aree agricole, anche di quelle
eventualmente dismesse e/o sottoutilizzate, integrate
con il sistema ambientale e paesaggistico di livello
sovracomunale e capaci di offrire gratificazione visiva e
vivibilità dell’ambiente e del paesaggio;
- la tutela e valorizzazione delle aree agricole di frangia,
intese come aree contigue al sistema urbanizzato;
- il mantenimento e valorizzazione delle attività agricole
esistenti, conservando anche utilizzi diversi, ma integrati
con l’attività agricola.
Medesimo ragionamento dovrà essere portato avanti per i
nostri Parchi sia di Interesse Sovracomunale come Locali
attraverso delle linea d’azione che possano permettere di
valorizzare e mantenere tali aree. Le zone a verde nel centro
potrebbero essere rese ancora più fruibili mediante
collegamenti, manifestazioni, insediamento di strutture
temporanee per il tempo libero, ecc., mentre le aree del
Parco del Roccolo e dei Mulini andrebbero ancor di più
tutelate e rese ancora più fruibili per il tempo libero, per le
scolaresche, per l’osservazione ed il mantenimento del
patrimonio naturalistico, senza per questo snaturare il loro
indirizzo a carattere agricolo, ma sfruttando quei percorsi
già oggi esistenti. Contributo fondamentale, anche per
questi ambiti tutelati, dovrà essere senz’altro svolto dal
settore dell’agricoltura, i cui addetti devono essere sempre
più incentivati all’utilizzo delle loro aree ed al
mantenimento conseguente del territorio “verde”. E’
auspicabile
uno
sforzo
comune
da
parte
dell’Amministrazione Comunale e degli imprenditori
agricoli, perché entro i confini delle aree verdi dei parchi
possano svilupparsi in sinergia attività che sappiano
rivitalizzare tale parte del territorio. Pertanto, si dovrà
pensare
- alla creazione di un sistema integrato di aree verdi e di
parchi urbani, intesi come elementi di progettazione del
territorio, a partire dai “vuoti” urbani e dalle aree libere,
attribuendo rinnovati significati alla funzione del verde
urbano, recuperando e valorizzando anche situazioni di
degrado urbano, integrate con il sistema del verde di
livello sovracomunale;
- alla creazione di un sistema di verde urbano, inteso
come struttura ed infrastruttura di valore ecologicoambientale, fruibile dai cittadini;
- a pervenire alla congiunzione del parco del Roccolo
con il parco dei Mulini attraverso l’asta del canale
Villoresi.
12) POLITICHE di SOSTENIBILITA’ del PIANO
Dovranno essere previsti tutti i criteri necessari a tutelare la
sostenibilità del Piano di Governo del Territorio tra i quali
dovranno essere previsti quelli capaci di valutare la :
Tutela della qualità del suolo
Minimizzazione del consumo del suolo
Maggiore efficienza nel consumo e nella
produzione di energia
Contenimento della produzione dei rifiuti
Tutela e potenziamento delle aree naturalistiche
Tutela e potenziamento dei corridoi ecologici
urbani ed extraurbani
Miglioramento della qualità delle acque superficiali
e contenimento dei loro consumi
Tutela e valorizzazione dei beni storici e
architettonici
Contenimento emissioni in atmosfera
Contenimento inquinamento acustico
Contenimento delle esposizioni ai campi
elettromagnetici
Recupero dell’equilibrio tra aree edificate e spazi
aperti
Protezione della salute e del benessere dei cittadini
analisi e valutazione della situazione esistente
rispetto alle componenti ambientali più importanti
(patrimonio di risorse territoriali ed ambientali esistenti);
- definizione delle situazioni e della aree di criticità;
- indicazione di progetti, interventi in grado di
incrementare il livello qualitativo dell’ambiente urbano
e, più in generale, delle componenti ambientali principali
in coerenza con le scelte di livello sovracomunale;
- attenzione agli aspetti di sostenibilità e compatibilità
degli interventi previsti sul sistema urbano, ma
soprattutto sul sistema delle aree a verde e del territorio
non edificato;
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Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Documento degli Obiettivi
L’elaborazione della VAS andrà vista come occasione per
verificare e valutare la sostenibilità ambientale delle scelte
di PGT e, in particolare, delle proposte contenute nel
Documento di Pi.
IN RAPPRESENTANZA DEI CONSIGLIERI
COMUNALI DI MAGGIORANZA
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Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Documento degli Obiettivi
1.2 - Lettura sistemica del territorio
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Lettura sistemica del territorio
Nella logica in cui lo sviluppo sostenibile caratterizza il governo del territorio anche l'approccio alla conoscenza del
territorio deve adeguarsi; questo comporta di conseguenza che tutto il complesso delle analisi delle realtà territoriali e
locali deve assumere connotati di tipo sistemico, fornendo una lettura storicizzata dei processi di trasformazione (e
ridefinizione) del territorio, andando ad arricchire il significato che assumono gli strumenti di pianificazione e andando
ancora a modificare le modalità di rappresentazione dello stesso.
L’analisi o la lettura del territorio allora assume valore di studio approfondito di questo, e viene realizzata attraverso una
lettura necessariamente sistemica dei suoi caratteri, il che costituisce in prospettiva un passaggio funzionale alla
definizione e messa a punto di strategie adeguate alle esigenze ed alle diverse realtà.
L’approccio da percorrere deve quindi essere necessariamente interdisciplinare, ovvero costruito e definito sulla
valutazione delle risorse, delle opportunità e dei fattori di criticità che caratterizzano il territorio, al fine di arrivare a
coglierne le interazioni intersistemiche ed ancora i fattori che lo connotano sulla base dei quali dovranno essere definiti
obiettivi e contenuti del Piano.
Una lettura del territorio per sistemi permette di effettuare un’analisi del territorio sia con riferimento alle sue
componenti rilevate e rilevabili sia con riferimento alla loro interrelazione e ancora agli effetti indiretti che ne
scaturiscono. Questa suddivisione permette una lettura della forma e delle funzioni del territorio, e costituisce allo stesso
tempo uno strumento per comprendere il ruolo che ciascuna parte o ambito della città (del territorio) ha o dovrà avere e
quindi andare a fissare specifici obiettivi ed azioni. Essi inoltre costituiscono veicolo di connessione o di tramite per una
lettura a scala territoriale (sovra comunale) del territorio, necessaria per comprendere il ruolo rispetto ai comuni
confinanti, al proprio ambito territoriale e alla Provincia, realtà con le quali la città tesse relazioni economiche e sociali,
spartisce le principali reti infrastrutturali e con le questioni di preminente interesse paesaggistico ed ambientale.
Una lettura sistemica del territorio costituisce la (de)strutturazione del territorio in termini di relazionismo, di network
esistenti e possibili, di criticità esistenti o probabili, e infine in termini di spazialità. La definizione di sistema infatti
permette di poter leggere il territorio a più scale di lettura, andando ad “esplodere” tematismi e risorse/criticità
individuate.
Il Documento di Piano definirà gli obiettivi di sviluppo socio-economico individuando i principali macro-obiettivi e una
serie di obiettivi di Piano.
All’interno del Documento di Piano la declinazione degli obiettivi con contestuale definizione delle relative linee di azione
è effettuata sia dal punto di vista tematico sia dal punto di vista territoriale. Quest’ultima declinazione viene effettuata
sulla base della individuazione di sistemi territoriali considerati come chiave di lettura del processo relazionale che si
attiva e si riconosce spazialmente nel territorio.
Il territorio si può definire con riferimento a quattro sistemi, ovvero il sistema ambientale, il sistema della residenza e dei
servizi, il sistema produttivo e il sistema della mobilità.
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Sistema ambientale
I vincoli e le valenze storico-ambientali
Il sistema ambientale è rappresentato tanto dalle aree ad
elevata naturalità caratterizzate da particolari pregi o
criticità ambientali quanto dalle aree agricole e dal
paesaggio agrario che esse definiscono. Il PGT riconosce,
rispetto a questo sistema, le funzionalità in termini
naturalistico-ambientali, ne accerta i collegamenti con la
città costruita, le aree periferiche e le emergenze
ambientali, rappresentando specifici scenari e paesaggi
all'interno del Comune.
Il sistema ambientale di Parabiago, che rappresenta
l’elemento fondante dello schema strutturale del territorio,
è articolato principalmente in quattro grandi sottosistemi:
i parchi (Parco dei Mulini e Parco del Roccolo);
il reticolo idrografico principale;
gli ambiti agricoli e il paesaggio degli spazi aperti;
gli ambiti ed elementi di interesse storicopaesistico.
L’individuazione e la rappresentazione sul territorio di
questi sottosistemi principali ne connota un assetto ben
preciso e riconoscibile, sia nelle sue relazioni che nelle sue
criticità.
Il sottosistema dei parchi costituisce il perno attorno al
quale ruota l’intero sistema ambientale: l’identificazione di
aree naturali e semi-naturali acquisisce in questo contesto
una valenza particolare, considerando il grado di
frammentazione del territorio e la conseguente necessità di
mantenere un rapporto equilibrato tra le aree urbanizzate e
il sistema degli spazi aperti.
Gli elementi principali che caratterizzano il paesaggio sono
gli ambiti agricoli, i residui boschivi e il sistema di siepi e
filari presenti ai bordi dei canali e delle strade di campagna;
tali elementi areali e lineari costituiscono l’architettura del
paesaggio degli spazi aperti.
Il reticolo idrografico principale si configura quale elemento
di connessione e caratterizzazione del territorio
parabiaghese, e di fatto costituisce una potenziale risorsa
per la definizione di una politica mirata al miglioramento
della qualità ambientale e paesaggistica del territorio. Il
subsistema è imperniato su due assi idrografici principali,
uno naturale, il fiume Olona, e uno artificiale, il canale
Villoresi.
L’ambito agricolo o rurale del territorio costituisce l’ultimo
ambito riconoscibile, collocato prevalentemente nella zona
sud-ovest del territorio, e tra i nuclei di Parabiago e San
Lorenzo, in corrispondenza del Parco dei Mulini. Si tratta di
ambiti a forte connotazione agricola, caratterizzati dalla
presenza di elementi di architettura del paesaggio
importanti, filari, siepi e zone boscate, e da un sistema di
percorsi ciclopedonali utilizzabili per la fruizione
paesaggistico-ambientale.
Il territorio di Parabiago è caratterizzato anche da un
sistema di elementi ed ambiti di interesse storico-paesistico.
Si fa riferimento, in particolare, agli elementi e complessi
edilizi legati alle attività che storicamente hanno avuto un
rapporto con il fiume Olona: mulini, cascine, opere di difesa
idraulica, manufatti idraulici, etc. Tale patrimonio storico,
testimoniale, architettonico e paesistico rappresenta
l’identità della comunità locale ricadente nell’ambito
territoriale della Valle Olona, da tutelare e valorizzare.
Le azioni per la salvaguardia e lo sviluppo delle risorse
naturali
Una volta individuato il territorio di indagine, definita
l’articolazione del sistema ambientale in sottosistemi,
individuate le criticità principali per ogni subsistema e fissati
i livelli di intervento bisogna agire sui principali fattori che
condizionano la biopermeabilità degli spazi territoriali: uso
del suolo, barriere infrastrutturali, idrologia e barriere
insediative.
Tale regolamentazione deve avere validità generale per le
diverse tipologie di corridoi ecologici e basarsi sul controllo
di alcune modalità d'uso del territorio al fine del
mantenimento o ripristino delle condizioni necessarie per lo
svolgimento della funzione di biocanale.
Il salto di scala, dalle situazioni agricole/naturali a quelli
urbane apre un successivo filone di azione
sull'interconnessione tra il verde di città e quello del
rimanente territorio attraverso un'integrazione tra le reti
del verde naturale, del verde urbano, della mobilità
pedonale e veicolare urbana e periurbana.
I temi generali su cui concentrare l’attenzione sono:
lo sviluppo sostenibile: consistenza, salvaguardia e
implementazione
la città verde complementare a quella degli edifici (spazi
aperti e spazi costruiti);
il sistema produttivo primario e la biodiversità;
le relazioni fra i parchi e le aree circostanti (connettività);
la riqualificazione degli elementi ambientali e la “messa
in rete” (serie di paesaggi);
la relazioni tra l’area urbana ed i sistemi naturali.
(evidenziazione del bordo urbano);
Rispetto a questo scenario ed a questi temi le azioni
riguardanti il sistema ambientale possono essere
organizzate, dal punto di vista territoriale, su due livelli:
quelle specifiche e puntuali, mirate alla tutela dei singoli
ambiti per salvaguardarne la loro specificità e rendere
sempre maggiore la loro riconoscibilità;
quelle di sistema, finalizzate al rafforzamento e
completamento della rete ecologica che collega i
principali ambiti attraverso nodi e corridoi di diversa
dimensione e tipologia che attraversano il territorio.
La valorizzazione degli usi agroambientali appare, in ogni
caso, uno dei fattori determinanti da perseguire nel PGT
incentivando e riqualificando tutti gli elementi potenziali
esistenti. Tra questi le componenti paesaggistiche e
naturalistiche, le produzioni agroalimentari di pregio, le
opportunità legate allo sport, al tempo libero, al turismo,
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
che possono essere riferimenti nella valorizzazione e nello
sviluppo rurale.
Il PGT può offrire un suo contributo alla ricostituzione di un
sistema interconnesso di biotopi naturali e seminaturali.
Innanzitutto, quindi, riconoscere l'importanza dei biocanali
e la loro funzione di collegamento tra i diversi ambiti
naturali e ricostruire un sistema interconnesso di biotopi.
Wildlife corridors, greenways, ecological networks
diventano le parole chiave (esotiche) da cui partire e da
assimilare nell’attività di pianificazione territoriale ed
ambientale.
Tipi di parchi
Partendo dalle caratteristiche naturali e urbanistiche del
territorio comunale, si vuole portare avanti un
ragionamento relativo al parco urbano, sia nella sua
definizione di parco urbano lineare che nella definizione di
parco-margine, intesi sia come elemento o figura di
connessione fisica, ecologica e sociale che come elemento o
figura di mediazione tra la città e i suoi limiti (fisici, naturali,
amministrativi, percettivi) e/o tra ambiti spaziali differenti
per ruolo, funzione, caratteristiche fisiche, stigma.
Nel tessuto urbano e nella percezione/definizione degli
utenti o possibili utenti cittadini il parco urbano ha assunto
nuovi valori progettuali e di immagine. La necessità di
produrre continuamente il cosiddetto “senso di luogo” e la
“identità locale” nei processi urbani di trasformazioni ed
evoluzione, spinge il progettista a reinventare o ridefinire in
modo continuativo nel tempo ruoli e contenuti del parco,
facendo leva specialmente sulla sua vocazione ad essere
duttile, multifunzionale, dispositivo relazionale tra elementi
fisici ed elementi artificiali, di processi, di parti di città e
parti di non città.
Il parco urbano come figura e come idea o vision costituisce
di fatto il rango più elevato nella contemporanea creazione
di luoghi, o place making.
I parchi come elemento urbano si caratterizzano per la loro
grande capacità di rispondere ed adattarsi al contesto
(specifico) in cui vengono calati e definiti, riuscendo ad
adattarvisi sia dal punto di vista morfologico che funzionale
che figurativo, andando spesso a gestire aree e spazi aperti
ad elevata complessità.
In un contesto territoriale come quello di Parabiago è
possibile arrivare quindi a parlare di specie di parchi, a
seconda del loro ruolo sul territorio, spaziando dal parco
urbano lineare di connessione al parco margine,
ragionando prettamente su due livelli di lettura: un primo
livello indaga e osserva il parco come immagine/figura
paesaggistica e si riferisce alle caratteristiche che lo vanno a
identificare come figura di natura urbana e quindi alle sue
diverse e possibili funzioni urbane di spazio pubblico; il
secondo livello è riferito invece al ruolo che il parco stesso
interpreta rispetto alla fase del processo di trasformazione
urbana che lo vede nascere, in cui serve per andare ad
evidenziare il rapporto tra città e parco all’interno delle
varie tipologie insediative urbane.
Tra le varie specie di parco urbano possibile si possono
identificare per esempio:
il parco campagna, di espressione tipicamente
contemporanea, caratterizzato da inserti di
moderna natura coltivata a scopo agricolo e/o
importanti citazioni di paesaggi rurale storici
all’interno di un programma spaziale variegato;
esso non viene concepito come riproduzione di una
realtà agraria, ma si compone bensì di ambiti messi
a disposizione dell’abitare urbano per favorire
attività di coltivazione della natura, di tipo orticoloproduttivo o ornamentale;
-
il parco connettivo, dove il parco ricopre il ruolo di
tessuto di ricostruzione di rapporti spaziali, formali
e funzionali tra diverse parti del costruito, fisico e
sociale, le quali presentano una configurazione
frammentata e sfrangiata o tra pezzi di città e pezzi
di non città; esso quindi ricopre il ruolo di
elemento di permeabilità e connessione attraverso
la varietà dei suoi collegamenti spaziali;
-
il parco margine, inteso come soluzione
progettuale e di immagine per le situazioni che si
creano al contatto tra la città e i suoi bordi, la città
e i suoi limiti fisici e naturali e amministrativi, ma
alo stesso anche tra parti di paesaggio urbano ed
elementi infrastrutturali; di fatto esso costituisce
una figura di mediazione figurativa tra diverse aree
omogenee, tra ambiti spaziali differenti per ruolo,
funzione, e caratteristiche fisiche. La sua
morfologia prevalente, ma non assoluta, è quella
della fascia.
Tali casi o modelli possibili di parco urbano possono essere
tra di loro vantaggiosamente incrociati in modo integrativo,
e ognuna è stata “descritta” considerando aspetti parimenti
connotativi del parco, ovvero quelli evocativi e semantici
legati alla sua figura e immagine, anche d derivazione
letteraria e artistica, e quelli funzionali e spaziali, letti e
considerati con riferimento ai caratteri del contesto in cui è
inserito.
La loro integrazione è quindi una possibilità importante,
specialmente perché fornisce al progettista spunti per una
riflessione più ampia, sia tecnica che culturale, sulle varie
sfumature funzionali e figurative connesse alla
progettazione dell’elemento “natura” all’interno del tessuto
urbano, e inoltre perché mette in evidenza ancora una volta
l’importanza di un approccio di tipo sistematico rispetto alla
progettazione del parco urbano stesso.
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Il parco urbano lineare si compone di una serie di aree e
spazi interconnessi fisicamente e non solo tra di loro, al fine
di creare un reticolo di spazi e aree distribuito lungo tutto il
tessuto urbano, con funzione di connessione e connettività
ecologica e funzionale, oltre favorendo inoltre la qualità
urbana locale.
Tale elemento progettuale si propone come vero e proprio
elemento capace di produrre una nuova concezione metrica
dello spazio pubblico o semipubblico, anche dal puto di vista
percettivo (o soprattutto dal punto di vista percettivo), e
divenendo cosi allo stesso tempo elemento capace di
andare a regolare o definire processi di crescita o
trasformazione di parti urbane e funzionando cosi da
strumento di mediazione per i cosiddetti salti di scala
complessi.
Il territorio comunale di Parabiago presenta una serie di
forme del paesaggio rilevanti, che caratterizzano il territorio
stesso con la loro forma e la loro percezione.
Obiettivo del piano è la loro identificazione e legittimazione
a livello territoriale, sia in termini di rappresentazione e
rappresentabilità sul territorio stesso sia in termini di
caratteristiche
morfologiche
e
paesaggistiche
e
naturalistiche delle aree stesse, e la ricerca quindi di forme
di tutela e valorizzazione di tali sistemi, anche attraverso la
loro messa in relazione.
La ricerca di definizione quindi di una serie di parchi,
differenti per tutele e per definizioni, permette una
salvaguardia del territorio in modo trasversale,
relazionandola con gli assi strutturali e strategici del piano
stesso, e costruendo una sorta di maglia a livello territoriale
che agisca da supporto ai vari sistemi locali, come il turismo,
la residenza, l’ambito agrario e il sistema storico-culturale e
architettonico.
la formazione di un organico sistema del verde,
attraverso il recupero delle aree dimenticate o delle aree
su cui insistono attività obsolete, ed ancora attraverso la
predisposizione di interventi mirati di rinnovo del
patrimonio arboreo secondo più attenti criteri ecologici
ed estetici, assicurandone un adeguata manutenzione ed
integrando in un disegno unitario privo di soluzioni di
continuità tutti gli spazi di verde pubblico e privato
presenti nel tessuto comunale;
l’introduzione negli interventi di ordinaria e straordinaria
manutenzione urbana ed edilizia di una visione integrata
del ciclo dell’acqua, finalizzata al risparmio delle risorse
idriche, alla ricarica delle falde, alla fitodepurazione e al
riciclo delle acque piovane e di scarico;
la riqualificazione dei margini e delle porte di accesso
all’unità urbana, migliorandone l’immagine, alberature,
incentivazione all’avvio di programmi o progetti di
recupero o rinnovo edilizio, ed accrescendone
l’accessibilità e rendendoli ancora permeabili alle
comunicazioni con le aree urbane limitrofe;
la valorizzazione visiva e funzionale dei principali
riferimenti presenti nel territorio, attraverso la loro
integrazione con i nodi caratterizzanti la rete dei percorsi,
la formazione o il ridisegno dei luoghi pubblici o
semipubblici, anche attraverso lo studio di scenari o
scorci che ne consentano una percezione intensificata;
ANALISI SWOT
-
Dall’analisi effettuata emergono tali indicazioni:
La realtà di una unità urbana contraddistinta da margini
di forte evidenza e visibilità (la ferrovia, le arterie stradali
di scala territoriale, le arterie stradali di penetrazione
urbana…);
La presenza di alcuni percorsi principali, che
costituiscono l’ossatura primaria locale, con presenza di
attività economiche e commerciali, ma anche con una
immagine frammentata e discontinua anche sotto il
punto di vista percettivo e fruitivo;
La compresenza di ambiti insediativi estremamente
eterogenei per morfologia, per tipologie edilizia, e per
tessuto sociale;
La riconoscibilità di alcuni elementi significativi urbani e
loro posizione nel tessuto urbano (polarità non centrali);
Da esse emergono altresì dei meta obiettivi da perseguire,
identificabili in:
La salvaguardia e la valorizzazione non solo dei beni
storico architettonici e monumentali individuati dalle
indagini preliminari ma anche dei beni naturalistici ed
ambientali e dei segni e delle tracce della conformazione
territoriale del territorio;
La gerarchizzazione e la riqualificazione della trama dei
percorsi, delle linee di movimento abituale o potenziale
interne all’unità urbana;
-
-
-
Punti di forza
Presenza di un sistema di risorse architette
toniche e storico-testimoniale rilevante;
Presenza di ambiti naturalistici integri e
rilevanti;
Forte presenza di spazi aperti;
Il reticolo idrografico principale e minore, di
connessione;
Elevato livello di tutela dovuto alla presenza di
ambiti naturali rilevanti (parchi)
Ambito rurale ancora integro e con rilevanti
segni dell’architettura del paesaggio;
Presenza di percorsi e itinerari storico-culturali
e paesaggistico-naturalistici.
Opportunità
Messa in rete delle risorse paesaggistiche e
ambientali esistenti;
Riqualificazione e rilegittimazione del reticolo
idrografico principale e secondario;
Messa in rete ecologica del sistema del verde
urbano pubblico e privato;
Valorizzazione dell’ambito rurale integro;
Le caratteristiche ambientali e paesaggistiche
costituiscono importante veicolo di marketing
locale e territoriale;
Il tema dell’Expo 2015 favorisce la
valorizzazione della risorsa “acqua”;
-
-
-
Punti di debolezza
Gli ambiti naturalistici non sempre sono in
relazione o interrelazione fisica e funzionale tra
di loro;
Presenza di elementi o assi di borderline
urbano;
La qualità dei corsi d’acqua non è buona;
I sottosistemi ambientali costituiscono tessere
di un patchwork a volte disordinato;
Rischi
Attenzione e monitoraggio degli equilibri tra
aree antropiche e sistema naturale;
Erosione del territorio di pregio paesaggistico
ed agricolo per nuova edificazione.
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Sistema insediativo
La città consolidata e di espansione
Il sistema della residenza e dei servizi è rappresentato da un
lato dai luoghi dell’abitare, vale a dire gli edifici, gli spazi
scoperti e la viabilità al servizio dei quartieri e, dall’altro, dai
luoghi di incontro collettivo, che attraggono flussi di
persone, comprendendo con tale termine sia gli edifici che
gli spazi scoperti.
L’edificato di Parabiago, costituito dal capoluogo e dalle
frazioni di San Lorenzo, Ravello, Villastanza e Villapia, si è
storicamente sviluppato lungo i principali assi
infrastrutturali, determinando un elevato grado di
frammentazione del territorio e precludendo l’originario
rapporto città-campagna. La struttura insediativa si
caratterizza, in modo particolare, per porsi trasversalmente,
ossia nel senso nord-est / sud-ovest, rispetto alla direttrice
di sviluppo principale dell’area, imperniata sulla strada
statale n. 33 “del Sempione”.
I servizi, anche se non adeguatamente messi in rete,
presentano un buon livello qualitativo, che andrà comunque
adeguato in relazione allo sviluppo urbanistico recente,
grazie anche alla presenza “storica” dell’importante
insediamento scolastico ubicato in Via Spagliardi, che
conferisce alla città un buon grado di autonomia a livello di
istruzione superiore.
L’articolazione proposta per il sistema della residenza e dei
servizi si basa su considerazioni di carattere storicomorfologico e sul riconoscimento dell’identità specifica dei
luoghi dell’abitare. Sono riconoscibili 4 sottosistemi
principali:
i nuclei storici
la città consolidata
la città di espansione
i luoghi centrali a scala urbana
i luoghi centrali a scala territoriale
Il subsistema dei nuclei storici comprende il centro storico di
Parabiago e delle frazioni di Ravello, San Lorenzo, Villapia e
Villastanza. Assieme al nucleo antico del capoluogo e delle
frazioni, vi sono parti di città più eterogenee e dai limiti
vaghi che comunque per la loro intrinseca natura tipologica,
per i materiali di cui sono costituite e per la particolare
ubicazione, risultano contesti omogenei, dal punto di vista
delle problematiche che essi pongono, delle logiche di
intervento che essi sottendono ed infine dal ruolo che tali
parti potranno assumere nel contesto generale delle
proposte delineate con il PGT. Si tratta di antichi nuclei
rurali sparsi e ad altri insediamenti di valore storico e
architettonico che si sono sviluppati per lo più lungo i
tracciati storici della città.
La città consolidata è costituita per lo più dal centro di
Parabiago e comprende le parti di città totalmente o
parzialmente edificate che si sono sviluppate a corona del
centro storico del capoluogo. Si tratta di parti di territorio
dove i processi di trasformazione urbanistica sono
sostanzialmente completati dando forma ad insediamenti
strutturati sia di tipo residenziale che produttivo.
La città di espansione, a contatto con quella consolidata, è
caratterizzata da un tessuto edilizio meno denso e più
frammentato e comprende ambiti di trasformazione inserite
in contesti territoriali particolari, al margine tra l’edificato e
il sistema degli spazi aperti. Si tratta in linea di massima di
aree sottoutilizzate, inedificate e dismesse che necessitano
di interventi di trasformazione, recupero e riqualificazione
urbana.
I luoghi centrali di livello urbano sono quelli legati alle
attività quotidiane e di tipo urbano, localizzati all’interno o
al margine degli insediamenti residenziali. Si tratti di parti di
città caratterizzate dalla presenza di attrezzature, servizi ed
attività commerciali, compresi i percorsi principali e gli spazi
aperti (piazze e giardini) interni ai nuclei, che costituiscono i
luoghi privilegiati per le relazioni sociali e di scambio.
Si definiscono infine luoghi centrali di livello territoriale gli
edifici o insiemi di edifici che offrono servizi e attrezzature di
uso pubblico a scala sovralocale. Si fa riferimento, in
particolare, al polo scolastico e sanitario di Via Spagliardi
nonché ad attrezzature e parco pubblici attrezzato urbano e
territoriale.
Interventi diffusi di mantenimento e riqualificazione del
tessuto edilizio
Nell’ambito del sistema della residenza e dei servizi il PGT
dovrà garantire la connessione delle abitazioni con i servizi e
le aree di approvvigionamento dei generi di prima necessità,
con le aree del tempo libero e lo sport ed in generale con le
aree centrali del territorio. Una volta individuati i
subsistemi, definiti i principali elementi di criticità per
ognuno di essi, il PGT dovrà definire gli obiettivi principali e
le azioni sottese ad ogni obiettivo.
Il sottosistema dei nuclei storici, connotato da un’identità
riconoscibile, è strutturato per la maggiore da edifici con
tipologia a corte ed è caratterizzato da un rapporto molto
stretto tra la cortina edilizia che segna e delimita gli isolati e
il sistema viario. Per questi ambiti le questioni principali su
cui puntare sono le seguenti:
recupero edilizio ed urbanistico del tessuto
esistente;
rivitalizzazione del patrimonio edilizio esistente;
tutela e valorizzazione degli organismi edilizi e degli
edifici che presentano particolari caratteri storici,
morfologici, tipologici e architettonici.
Per il sottosistema della città consolidata si prevedono
interventi diffusi di mantenimento o di qualificazione del
tessuto edilizio esistente, ponendo le condizioni per
un’accorta distribuzione delle funzioni, con particolare
attenzione a quelle che potenzialmente potrebbero
determinare rischiosi fenomeni di attrazione dei flussi
veicolari.
Per la città di espansione, strutturata da un disegno meno
denso e maggiormente frammentato, si prevedono
interventi di “ricucitura” e di ridefinzione degli spazi aperti.
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
In tali contesti potranno essere previsti anche puntuali ma
sporadici interventi di completamento, solo dove questi
abbiano però la capacità di generare nuova e diversa qualità
urbana ed una nuova dotazione di standard e di servizi
pubblici e privati.
I luoghi centrali di scala urbana, caratterizzati da quelle parti
di territorio, piazze, strade, percorsi, servizi, attrezzature di
livello urbano, interne ai centri abitati, possono essere
previsti interventi finalizzati alla riqualificazione urbana del
contesto ed in particolare degli spazi aperti e di
connessione. Questi dovranno attuarsi attraverso operazioni
di riqualificazione e/o modificazione, tendenti alla creazione
di una successione continua e coordinata di spazi aperti,
pavimentati o a verde, progettati per consentire
l’integrazione spaziale fra il contesto urbano e da questo
verso gli spazi aperti naturali.
Riguardo al subsistema dei luoghi centrali di livello
territoriale, il PGT potrà prevedere interventi finalizzati al
potenziamento dell’offerta di servizi pubblici e privati ed a
conferire ai luoghi suddetti condizioni effettive di centralità
urbana.
evidenzia un network urbano fortemente monocentrico,
costruito attorno al centro storico del capoluogo, da cui si
ramificano una serie di direttrici collegate fra di loro in
modo debole. Quella che emerge è una struttura
asimmetrica costruita lungo la dorsale centrale urbana, che
funzionalmente funziona proprio come un asse stradale
urbano, con due fronti stradali che si aprono ai loro back
front. Questa immagine viene rafforzata e consolidata
altresì dalle ipotesi di viabilità di progetto previste alla scala
sovracomunale, e nello specifico dal progetto delle
tangenziali del capoluogo; essa mira a costruire un sistema
viario esterno al centro urbano, al fine di ridurre il traffico di
attraversamento del centro, e che di fatto limita in modo
ancora più evidente i percorsi di attraversamento (di
permeabilità) della dorsale stessa.
La lettura del reticolo di connessione funzionale tra i nuclei
urbani storici evidenzia la presenza di un reticolo che
fuoriesce dalla dorsale centrale, e che presenta deboli
elementi di connessione trasversali a questa.
Tale
immagine viene consolidata ancora dalla previsione dei
piani attuativi vigenti, che si dispongono sul territorio con
distribuzioni lineari lungo le direttrici minori, andando a
intervenire puntualmente con processi di riqualificazione
urbana. Nelle frangie urbane l’esito è stato quello di aver
dato vita a nuove forme insediative caratterizzate da
fenomeni di conurbazione dilatata e frammentata, ad alto
consumo di suolo, in cui spazi aperti a destinazione
differente si alternano a spazi edificati composti di
residenze, prevalentemente, e anche di servizi, impianti
produttivi, spazi del tempo libero ed altre attrezzature di
interesse collettivo. Ciò ha comportato la perdita di identità
dell’ambito di bordo urbano tra spazi aperti e spazi costruiti,
che ha perso la sua percezione territoriale assumendo
piuttosto una rappresentazione frammentata e molteplice
dal punto di vista funzionale.
Evidenziazione del bordo urbano
Nella storia dell’immagine della città il confine, il margine,
evoca la difesa dall’esterno e il centro, il cuore urbano,
richiama la sicurezza e il senso di appartenenza.
Oggi la perdita del confine, di un suo significato univoco, è
connessa con la crescita senza limiti della città, in
particolare con la formazione di ampie estensioni di aree
urbanizzate a bassa densità o con il consolidamento degli
insediamenti lungo le direttrici principali o ancora con
l’esplosione di forme di conurbazione sul modello del
patchwork. Questo comporta che i confini urbani non sono
più cosi direttamente riconoscibili: essi divengono invece
linee di margine o ambiti di margine di tipo multisegnico
posti tra una successione di ambienti che spesso rendono
ardua la stessa distinzione tra diverse comunità locali.
La caduta del centro come spazio urbano storico e centrale
di riferimento corrisponde allo stesso tempo con la caduta
del dualismo centro-periferia e all’indebolimento del
sistema storico dei punti di riferimento costituito da
centralità e da reti di connessione i cui significati simbolici si
ritrovano in una successione ordinata di luoghi e di
manufatti emblematici civili, religiosi, culturali…
Bordo e margine sono concetti che rimandano a una
molteplicità di situazioni che stanno in adiacenza a qualcosa
di fisicamente riconoscibile, che ha un confine, un limite
percepibile; bordi e margini sono le aree di prossimità di un
centro urbano, quelle disposte lungo un’infrastruttura di
trasporto e di un corso d’acqua; bordi e margini sono molto
artefatti dell’antropizzazione e gli elementi di naturalità che
delimitano aree e situazioni, come la strada che contorna un
quartiere, i filari di alberi che circoscrivono un campo
coltivato, il sentiero che costeggia un bosco.
Il confine d’altro canto è quella linea che segue il termine di
una unità territoriale sia naturale che convenzionale come
ad esempio quella di una valle o di uno Stato, ma anche
quella dell’amministrazione di un territorio, della proprietà
di un singolo soggetto, della destinazione di uso di un area,
e più in generale dello stato giuridico-amministrativo di un
territorio, di una risorsa, di un bene.
Ma esso rinvia ancora a specifiche azioni di progetto come
quella di posare un cippo, di erigere un muro, di porre
cartelli…..si tratta di atti che quando si traducono in
manufatti delimitano un margine che acquista lo spessore
materiale di un bordo, il cui significato è permeato, anche
nelle dimensioni, dalle relazioni di prossimità e di vicinanza
con le realtà confinanti.
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
La bipolarità centro periferia ha svolto un ruolo
fondamentale nei processi di urbanizzazione e nella stessa
formazione degli strumenti della disciplina urbanistica e
delle tecniche di progettazione delle infrastrutture
tecnologiche, della viabilità, e dei servizi pubblici urbani; con
il processo di inurbamento si sono formati modelli e regole
insediative fondati sull’emblematicità dei luoghi centrali e
sulla crescita urbana per aggregazioni successive.
Oggi bisogna prendere atto della rottura del rapporto
biunivoco centro periferia e della dilatazione della
dimensione urbanizzata con i problemi di congestione e di
contestuale isolamento e perdita di senso degli stessi luoghi
abitati. La città diffusa, con la concentrazione da un lato di
popolazione in alcune regioni metropolitane e con la
rarefazione dall’altro dei presidi umani in zone dismesse da
attività precedenti e in altre riconquistate dalla natura,
impone nuovi e più articolati livelli di attività precedenti e di
relazioni di sinergia e di competitività virtuose.
Il tema progettuale centrale è la nuova immagine della città
pubblica: è il progetto e la rappresentazione degli spazi e
dei luoghi emblematici dei nuovi modelli di utilizzo dello
spazio pubblico della città diffusa.
Bisogna identificare una nuova rete di luoghi urbani
(pubblici e privati) che si confronti con quella della città
compatta, da un lato, e con la rete del sistema degli spazi
aperti e delle aree verdi dall’altro.
Nella nuova struttura della città due sono gli ambienti a più
diretto contatto (rapporto), quelli della rete paesistica e
quelli della rete ecologica, con le rispettive regole che ne
delimitano i confini reciproci. Sono ambienti ove è
necessario evidenziare quelli che sono i margini di
permeabilità dei bordi per mitigare con il progetto eventuali
contrasti, e viceversa, per valorizzare le auspicabili sinergie
di prossimità.
Una mappa del paesaggio deve tracciare confini, ed è dalla
forma dei confini stessi che si comprendono le diverse
nature dei luoghi confinanti e il modo in cui si relazionano.
Nell’analisi del paesaggio contemporaneo il confine più
rilevante è quello tra città e campagna. E’ ormai la città
l’incontrastata modellatrice del paesaggio, la sua
dispersione pervasiva, il fenomeno più macroscopico della
mutazione del paesaggio..E’ infatti raro incontrare scorci di
paesaggi agricoli che non siano contaminati da costruzioni.
La definizione di un nuovo modello di sviluppo e di riordino
urbanistico e spaziale del territorio comunale non può non
partire dalla lettura della struttura fisica e relazionale
attuale.
-
-
ANALISI SWOT
Punti di forza
Presenza di nuclei storici a elevata valenza
identitaria e storico-sociale;
Eterogeneità nelle vocazioni dei vari nuclei
urbani;
La dorsale urbana della SS33 centrale costituisce
elemento di forte attrattività e potenzialità a
scala sovracomunale;;
Possibilità di evidenziazione del bordo o margine
urbano;
Il territorio è caratterizzato dalla presenza di
cosiddetti
edifici
speciali
testimonianze
del’evoluzione storica del territorio.
-
-
-
Opportunità
Definizione di una rete delle aree e delle
attrezzature di interesse comune, anche in un
ottica unitaria;
Definizione di misure e azioni per la gestione
dell’edificazione in area agroforestale;
Definizione di una visione unitaria per gli
interventi di riqualificazione urbana;
Valorizzazione,
potenziamento
e
caratterizzazione dei nuclei storici.
-
Punti di debolezza
Il continuum urbano ha “sfumato” i confini
urbani delle varie località;
Alcuni nuclei più periferici non sono in
collegamento fisico funzionale tra di loro;
Carenza di servizi pubblici di prossimità;
Le aree per i servizi pubblici
e
l’organizzazione spaziale insediativa non
sembrano frutto di una pianificazione
unitaria;
Alcuni nuovi interventi hanno modificato la
tipologia degli insediamenti circostanti;
Il sistema degli “edifici speciali” è debole e
poco percepibile;
Presenza di edificazione in area agroforestale;
Rischi
Il continuum urbano a macchia di leopardo
comporta la perdita di identità e il
riconoscimento dei confini;
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Sistema della mobilità
Gli assi infrastrutturali
Il sistema relazionale di Parabiago è imperniato su una
maglia infrastrutturale piuttosto complessa, derivante dallo
sviluppo dei fenomeni di mobilità che, a partire
dall’Ottocento, si sono sommati allo storico asse viario del
Sempione, alla ferrovia e al processo di urbanizzazione che
ha investito il territorio comunale a partire dal secondo
dopoguerra. I volumi di traffico attuali e previsti nei prossimi
anni in rapporto alla consistenza e alle caratteristiche delle
infrastrutture esistenti confermano che i problemi relativi
all’area di Parabiago sono parzialmente risolti dall’attuale
infrastrutturazione.
Sulla base delle principali caratteristiche funzionali degli assi
infrastrutturale, sono riconoscibili i seguenti sottosistemi:
la grande viabilità di attraversamento del territorio
comunale;
la rete urbana di collegamento tra i principali
nuclei;
il reticolo delle strade di quartiere e dei percorsi
ciclopedonali.
Il territorio comunale si trova in una posiziona strategica
nell’area metropolitana milanese, data la prossimità con le
seguenti infrastrutture:
l’autostrada A8 Milano-Varese, a est, il cui casello
più vicino è quello di Legnano;
l’autostrada A9 Milano-Como, anch’essa a est, con
il casello più vicino di Origlio;
l’autostrada A4 Milano-Torino, a sud, accessibile
dal casello di Arluno;
l’aeroporto della Malpensa, posto a circa 30 km, a
nord-ovest della città;
l’aeroporto di Linate, a sud-est;
Strada SS 33 Via Sempione”.
La grande viabilità di attraversamento del territorio
comunale è imperniata sulla strada statale n. 33 del
Sempione, che interessa il quadrante nord-est e la frazione
di San Lorenzo, caratterizzata da volumi di traffico
dell’ordine di 20.000 veicoli equivalenti al giorno.
Un altro asse infrastrutturale importante è quello di Viale
Lombardia, il cui tracciato coincide con la strada provinciale
n. 109. La rilevanza di questa direttrice di traffico deriva da
una duplice funzione; da un lato l’asse costituisce un
tracciato sub-parallelo all’asse del Sempione e quindi funge
da supporto alla strada provinciale n. 33 in direzione di
Milano, dall’altro costituisce un asse di distribuzione verso i
nuclei urbani del comparto compreso tra l’Olona,
l’autostrada A4 Torino-Milano ed il Ticino, nel quadrante
nord-ovest.
Un altro elemento portante della mobilità è rappresentato
dalla linea ferroviaria del Sempione, sulla quale si svolgono
tutti i tipi di traffico ferroviari merci e passeggeri.
Importante è il nodo infrastrutturale costituito dalla
stazione di Parabiago, situata sulla relazione ferroviaria
Gallarate-Milano.
Il tema principale per tale subsistema è la razionale
organizzazione e distribuzione del traffico rispetto alla
grande viabilità mediante una maggior suddivisione e
indirizzamento di quello di natura commerciale e di
attraversamento rispetto a quello urbano veicolare.
La rete urbana di collegamento tra i principali nuclei è
destinata ad accogliere i collegamenti tra le diverse parti di
città e tra queste e le localizzazioni esterne.
Il tema principale è la riqualificazione della maglia urbana al
fine di costituire un sistema viario coerente con il sistema
insediativo, che non alteri la qualità della vita e contribuisca
a riqualificare il sistema ambientale, riducendo i fenomeni di
degrado causati dall’inquinamento acustico e atmosferico,
specie in corrispondenza delle aree abitate. A tal fine la
viabilità esistente dovrà essere ripensata e riprogettata in
base alle nuove esigenze di tipo funzionale ma anche di tipo
qualitativo.
Il reticolo delle strade di quartiere è definito dalla rete viaria
di collegamento tra i diversi quartieri, dalla rete di percorsi
all’interno dei centri storici e di accesso agli insediamenti, in
particolare quelli residenziali.
Per le strade di quartiere vanno perseguiti obiettivi di
riqualificazione formale ancorché funzionali, privilegiando il
servizio ai residenti, introducendo misure e realizzando
interventi che consentano di limitare la velocità come
dettato dal nuovo codice della strada (zone moderazione
traffico ZMT).
Infine, il subsistema è integrato dalla mobilità pedonale e
ciclabile. Il PRG vigente prevede la realizzazione di una rete
ciclopedonale secondo uno schema a “X” che comprende i
percorsi lungo Viale Lombardia e il canale Villoresi.
La mobilità sostenibile. Strategie di intervento
Trattare
il
sistema
infrastrutturale
comporta
necessariamente riflettere anche sulle politiche per la
mobilità e cercare di condizionare le scelte strategiche che
riguardano:
le infrastrutture di comunicazione ed il sistema
metropolitano;
la riduzione dei flussi di merci e persone (dalla
riduzione della dispersione delle attività);
l’interconnessione tra diverse forme di mobilità;
l’incentivo della mobilità a basso impatto
ambientale;
il rafforzamento del ruolo ferrovia.
Le azioni da intraprendere ed inserire nel PGT dovranno
condividere e trovare soluzioni che rispettino il lavoro già
svolto in altre sedi, strumenti e progetti. Si fa riferimento sia
al Piano Regolatore Generale che agli specifici strumenti di
settore che rappresentano, rispetto al tema della mobilità,
un particolare valore aggiunto. Il Piano, rispetto alla grande
viabilità, può definire una serie di azioni articolata in diversi
tempi:
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
lo scenario “zero risorse” in cui le scelte prescindono dagli
investimenti infrastrutturali che dipendono dalle decisioni di
soggetti terzi e si limita la propria operatività alle sole
risorse comunali;
uno scenario intermedio di medio periodo che
prevede il completamento delle infrastrutture già
avviate;
uno scenario di medio-lungo che prevede
l’implementazione delle ipotesi infrastrutturali oggi
non ancora completamente definite.
Per la rete viaria di collegamento tra i nuclei urbani
principali, coerentemente con quanto previsto dagli
strumenti di settore, sono da prevedere:
la sistemazione dei collegamenti con i luoghi
centrali;
il ripensamento del sedime della strada con
l’introduzione di percorsi ciclabili “frazioni-centro”
per realizzare una rete di piste ciclabili in sede
protetta e diminuire l’uso del mezzo privato;
la fluidificazione della viabilità urbana attraverso la
rivisitazione del disegno viario di alcuni tracciati e
la riorganizzazione di specifiche intersezioni;
la definizione di tecniche traffic calming basate su
modifiche
del
tracciato,
del
profilo
dell'infrastruttura viaria, dell'impiego di elementi
(come ad esempio piantumazioni, luci, materiali,
ecc.) in grado di arricchire l'immagine urbana,
rendendola maggiormente significativa a tutte le
velocità di fruizione.
Sempre rispetto alla viabilità locale, il PGT definisce le
prestazioni che le infrastrutture viarie locali debbono
possedere in termini di sicurezza, geometria, sezione,
capacità di carico, la definizione dei livelli di funzionalità,
accessibilità, fruibilità del sistema insediativo, per gli
obiettivi di qualità urbana ed ecologico-ambientale definiti.
Vengono infine aggiornate/confermate le fasce di rispetto
delle infrastrutture per la mobilità locale, ed il perimetro del
“Centro Abitato” ai fini dell’applicazione dei rispetti stradali.
La Strada mercato SS 33
Tale valutazione è riferita al processo, più ampio e
riconoscibile alla scala territoriale, di riqualificazione
previsto per la Strada Statale 33 che attraversa il territorio
comunale nel suo settore nord, definibile come “strada
mercato”, ovvero come ambito caratterizzato dalla presenza
di funzioni miste, manifatturiere e terziarie, e di attività
commerciali a nastro lungo l’asse stesso, direttrice di
sviluppo e attrattore lineare di molteplici attività e funzioni,
ed ancora spazio in cui manufatti e funzioni si organizzano e
si rapportano all’asse stradale, grazie a cui acquisiscono
visibilità e significato.
Essa costituisce di fatto una delle più vaste strade mercato
della Regione, un continuum di case, capannoni, piazzali,
ipermercati, negozi e strutture commerciali che ignorano i
confini comunali e cancellano la campagna e distruggono le
varie forme del paesaggio. Tale area infatti è sempre stata
investita da processi di trasformazione (terziarizzazione)
striscianti e mai accompagnati o definiti da un governo delle
trasformazioni. Nel caso specifico della città di Parabiago,
l’asse stradale interseca elementi importanti del sistema
ambientale che è forse opportuno preservare e valorizzare
per la loro peculiarità e unicità.
La strada mercato costituisce un modello di sezione di un
infrastruttura stradale, con caratteristiche tipologiche e di
uso ben specifiche. Le regole insediative della strada
mercato sono poche e chiare: essenzialmente quelle che
consentono la disposizione di una sequenza abbastanza
continua di oggetti diversi per natura e dimensione, allineati
lungo i bordi di un asse viario a carattere territoriale, che
per contro deve rappresentare un potente attrattore per
attività commerciali.
Nel modello di strada mercato la strada passa dalla
condizione di infrastruttura alla condizione di struttura,
capace di governare,ai suoi lati, una continua alternanza di
scale di intervento, quella territoriale dei grandi contenitori
commerciali e per il tempo libero, quella locale degli edifici
ibridi o residenziali.
Nei cosiddetti paesaggi contemporanei la strada mercato
rappresenta non più solo la linea di confine tra diversi
insediamenti, ma piuttosto diventa lo spazio di relazione,
territorio pubblico, asse di scorrimento e di
attraversamento di una net-city senza soluzione di
continuità.
La qualità della strada allora è affidata a pochi o sporadici
fattori, che spesso cambiano da giorno a notte. In questo
contesto il simbolo domina lo spazio più della forma,
l’architettura non riesce sempre a stabilire relazioni spaziali
e quindi l’edificio diventa esso stesso insegna: la facciata è
una superficie da dipingere, disegnare, decorare per
intercettare lo sguardo; l’architettura si ri-copre di simboli e
si piega al messaggio che deve comunicare, quasi a dire che
se si togliessero le insegne non ci sarebbe più quasi luogo.
Ciò che avviene infatti è la creazione di un ambiente che
appare come la traduzione fisica della nuova condizione di
commercio in automobile, un ambiente che trova la sua
prima forma compiuta, che diventa, in altre parole,
paesaggio stesso, con l’avvento di quello definito da Lynch
come “uno dei rari contributi americani alla forma della
città: la strip”.
La percezione cinematica costituisce il principale modo di
lettura dei fronti stradali, dove la costante è un’invariante
sequenza di oggetti: strada-insegna-parcheggio-edificio
dove ogni individuo rincorre la propria visibilità attraverso la
manipolazione in modi differenti degli stessi elementi. In
questo contesto, i paesaggi che si susseguono sono una lista
disordinata e piena: strade di accesso, parcheggi sul fronte
strada, parcheggi sul retro, magma di insegne e
cartelloni,accessi, spazi verdi, spazi degradati, spazi
incolti…..l’immagine si compone quindi di scritte, luci,
materiali, manifesti….da guardare o meglio da vedere in
movimento e progettati per essere visti da occhi non
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
attenti; un immagine scandita dal tempo, dalla velocità degli
utenti in movimento, un paesaggio su misura per
l’automobilista più che per il pedone, che si ritrova con spazi
sempre più esigui e ritagliati.
Questa valutazione vuole andare a definire una metodologia
di costruzione di un processo di trasformazione di una
infrastruttura, all’interno di un tessuto urbano saturo,
considerata nel medio-lungo periodo; obiettivo di questo
metodo di valutazione è la costruzione di una serie di
riflessioni-linee guida capaci di fungere da quadro di
riferimento.
Essendo tutta l’asta urbana dell’arteria individuata come
area ove intervenire attraverso la definizione di Piani
Urbanistici Attuativi (PUA), ed essendo questi prettamente
costruiti per settori, il Piano può intervenire per gestire il
processo in tutta la sua scala cronologica.
Considerata la complessità dell’intervento, si propone una
metodologia di analisi e valutazione e accompagnamento
del processo di trasformazione dell’area che permetta di
rileggere l’importante ruolo che l’arteria riveste o può
rivestire nel contesto urbano e territoriale limitrofo. Tale
metodologia di lavoro può poi essere ripresa per casi
analoghi.
Obiettivo del lavoro è la definizione di una vision strategica
dell’asse, individuato e riconosciuto come asse principale di
organizzazione di una parte di città, allo scopo di ricostruire
una porzione di tessuto plurifunzionale, integrato,
accessibile, caratterizzato. Ricerca quindi di un modello
nuovo di pianificazione, non rigido, che trovi fondamento
nella storia urbanistica dell’area e del territorio, e sulle sue
trasformazioni in atto o previste, soprattutto attraverso la
definizione di strumenti a scala operativa legati alla
specificità dei luoghi stessi, capaci di mettere in relazione ed
integrazione il centro urbano con le sue periferie ( e
frangie), di mettere in relazione ed integrazione le aree di
margine nel rapporto città-campagna, di localizzare le
funzioni e centralità, di dare rappresentabilità ai luoghi.
Il ricorso ai Piani Urbanistici Attuativi costituisce una sorta di
questione di credibilità, di commisurazione alle risorse
disponibili, di democraticità nelle procedure e di capacità di
dialogo, oltre alle più immediate possibilità di riduzione dei
tempi e delle procedure. In tali scenari, la macchina
amministrativa rappresenta il soggetto con funzione guida
nel processo decisionale che accompagna la formazione del
consenso sulle proposte, la cooperazione tra diversi soggetti
pubblici e privati, l’interazione tra le politiche, fissando
altresì le regole per indirizzare e valutare le proposte di
intervento.
Il prodotto finale che si vuole costruire è una sorta di
matrice guida per l’indicazione degli orientamenti e delle
istruzioni di uso del territorio da trasformare e degli
interventi da realizzare.
La lettura sinottica delle caratteristiche rilevate degli
interventi, le caratteristiche del comportamento del
territorio e delle sue diverse parti rispetto all’infrastruttura
definisce l’impostazione dei principi guida per la
realizzazione del processo di trasformazione e
riqualificazione dell’area.
Tale processo permette di andare a verificare, settore per
settore dell’infrastruttura, e definire un quadro di tipologie
di interventi che diano forma al nuovo corridoio urbano,
usando anche ricorsi a figure tipologiche come la strada
parco, il viale urbano, la strada mercato, soprattutto
relazionandola al sistema dei fronti stradali. Quello che si
vuole ottenere è l’inserimento dell’asse stradale all’interno
dei vari progetti urbanistici attuativi in atto o previsti in
futuro, intendendolo come elemento stesso del progetto, al
fine di integrarlo al tessuto urbanistico.
La riflessione e il dibattito sul fare pianificazione da tempo
ha concepito le reti stradali in funzione dei flussi di traffico,
anche attraverso la netta separazione o distinzione tra aree
a destinazione residenziale ed aree destinate alle
infrastrutture, testimoniata dalla gerarchia stradale definita
da Le Corbusier e dalla pianificazione che ne è susseguita.
Tuttavia nel contesto italiano la questione è sempre stata
posta in modo molto semplice e strutturale: la separazione
tra le strade e i tessuti edificati era resa necessaria solo dalla
volontà di velocizzare al massimo i flussi, selezionare gli
utenti delle strade e collegare più velocemente determinati
punti del territorio, evitandone altri. Questa concezione ha
portato alla progettazione di numerosi rettilinei che in tanti
contesti hanno diviso e separato maglie e continuità che
esistevano da sempre.
La tabella di azioni che costituisce il passo successivo a tale
inquadramento, fornisce le azioni alle quali il territorio
circostante deve essere sottoposto, simultaneamente:
ridefinire un arteria cosi significativa non ha senso se non si
estende il ragionamento a tutta la maglia infrastrutturale
locale, al fine di riorganizzare la distribuzione dei flussi
veicolari in modo efficiente ed efficace, affiancando a tutte
quelle opere di sistemazioni e adeguamento delle strade
locali quelle relative al ripensamento di determinate aree
urbane (caratterizzabili per destinazioni di uso o per
percezioni funzionali della popolazione); la definizione
possibile di strada parco non ha senso se non viene attuata
tutta una serie di azioni di sfondo mirate a proteggere il
territorio anche attraverso la definizione di vincoli o tutele;
la progettazione dei punti di scambio e di rappresentatività
tra il nuovo sistema di strade e il territorio non deve
rispondere solo a logiche di rete, per cui va giustificata la
posizione e il ruolo del singolo nodo, ma bensì’ deve
coinvolgere persino la possibilità di ri-articolazione, di
networking del territorio, di ridefinizione dei luoghi o nuovi
luoghi di addensamento delle funzioni (anche
rappresentative), ripensando attivamente il concetto di
accessibilità e di concentrazione in alcuni punti scelti delle
trasformazioni; tale metodo permette inoltre di
riorganizzare e facilitare la condivisione dell’agenda
pubblica in merito a tutti gli obiettivi e le azioni previste in
tema di infrastrutture e di mobilità.
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
La matrice cosi prodotta permette di leggere le relazioni che
la trasformazione (il processo) produce sul territorio che
ncontra, e sulle sue caratteristiche (componenti) insediative
e ambientali, e quindi ancora le tipologie che settore per
settore sono più opportune; quindi non si relaziona
l’intervento esclusivamente con le sue caratteristiche
tecniche ma anche al territorio.
La mitigazione quindi come pacchetto di linee guida (principi
guida) che riguardano genericamente la necessità di evitare
determinate situazioni:
Transito a ridosso di aree sensibili;
Mitigazione di impatti prodotti (rumore,
inquinamento, visivo…)
Contesti da ambientare
Criticità da innesti
Presenza di elementi di polarità/centralità
Dai principi progettuali di fondo che si assumono come
indirizzi per il progetto è possibile far discendere in questo
modo le azioni da prevedere, sul tracciato, sulla sua
tipologia, sul territorio, inquadrando in questo modo la
trasformazione
(riqualificazione)
infrastrutturale
e
urbanistica in un più generale quadro di trasformazioni.
L’adozione di un metodo quale quello che si riporta ha il
significato di definire un percorso di azione da condividere
con i partecipanti al tavolo (stakeholder e soggetti pubblici
interessati e coinvolti, formazione di partenariati a carattere
pubblico-privato), al fine di ricercare un accordo non già
sulle caratteristiche tecniche dell’infrastruttura, bensì sulla
natura stessa dell’intervento, sulle tipologie urbanistiche da
perseguire, le sue parti costruite e non, gli spazi verde e di
servizio, e su tutte le azioni di accompagnamento delle
trasformazioni.
Il metodo è cosi strutturato,sinteticamente:
•
Fase 0 – Costruzione del cosiddetto Atlante della
produzione (individuazione ambiti produttivi, delle
criticità e delle opportunità del territorio, delle
forme di associazione esistenti o attivabili, delle
previsioni urbanistiche locali e di scala sovra
comunale) e dell’Atlante degli attori della
produzione (individuazione dei network relazionali,
dei network istituzionali, delle politiche locali e
territoriali in termini di sviluppo);
•
Fase 1 - Destrutturazione dell’asse stradale in
settori o “isole”, in relazione alla tipologia dei fronti
stradali, in relazione ai Piani Urbanistici Attuativi
previsti, in relazione alla maglia infrastrutturale
territoriale e locale esistente e di progetto, in
relazione alle polarità e centralità del territorio;
•
Fase 2 - Costruzione della matrice, definendo le
componenti da considerare, anche attraverso
forme di tavolo di concertazione tra tutti i saperi e
gli attori possibili;
•
Fase 3 - Strutturazione della matrice e lettura
sinottica della stessa, al fine di ricavare indirizzi e
•
•
indicazioni sull’area e sugli effetti diretti e indiretti
sulla e della stessa;
Fase 4 - Definizione delle azioni di
accompagnamento, di mitigazione, di progetto
scaturite dalle osservazioni e dagli input della
matrice; integrazione delle azioni con l’intervento
degli stakeholders locali e territoriali coinvolti o
coinvolgibili, in un momento di partenariato
pubblico/privato;
Fase 5 - Costruzione di una sorta di quaderno o
abaco contenente principi e linee guida per
l’accompagnamento e l’inserimento del corridoio
urbano all’interno dei vari processi di
trasformazione dei fronti stradali. Tale documento
costituirà il riferimento, condiviso e omogeneo nei
suoi criteri e nelle sue finalità, per i vari progetti
urbanistici attuativi che si verranno a definire
nell’area. Esso potrebbe fornire indirizzi e guide per
la tipologia e le modalità per gli interventi di
costruzione e composizione e restauro dei
manufatti esistenti, per il rapporto tra manufatto e
lotto, sulle modalità di ampliamento e
ristrutturazione dei manufatti ancora, sulla
costruzione e composizione degli spazi aperti, sulle
misure di mitigazione e moderazione e
ambientamento da perseguire.
Tale procedura permetterà la gestione del processo di
riqualificazione dell’asse stradale e del tessuto urbano
circostante in termini di continuità, di efficienza dal punto di
vista cronologico ed economico, in termini di coerenza
tecnica e politica, e permetterà altresì la facilitazione di
azioni di attraversamento e di permeabilità dell’asse stesso.
-
ANALISI SWOT
Punti di forza
Presenza di assi a forte attrattività e potenzialità;
Presenza di un nodo ferroviario potenzialmente
strategico;
-
-
Opportunità
Un sistema di tangenziali locali può sgravare
l’area centrale del capoluogo;
La SS come rete lineare di polarità urbane e
territoriali;
Miglioramento dell’accessibilità al centro e alle
funzioni urbane e ambientali;
Riqualificazione dell’ambito della stazione
ferroviaria quale polo attrattore e di
interscambio.
-
Punti di debolezza
La connessione est-ovest all’interno del
territorio comunale è debole;
La dorsale urbana (SS33) è tuttavia ancora
oggi relativamente poco leggibile;
Quale tipologia di mobilità attraversa il
centro?
Insufficienza dei parcheggi esistenti;
Carenza di assi trasversali che colleghino le
direttrici di penetrazione;
Rischi
La città ha vissuto troppi interventi e progetti
“tampone”che non hanno risolto le criticità
esistenti.
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Documento degli Obiettivi
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Sistema produttivo
I luoghi della produzione: mantenimento, riordino,
riqualificazione
Fanno parte del sistema della produzione i luoghi dedicati
alle lavorazioni di tipo produttivo: edifici, spazi scoperti e
viabilità di servizio. La caratterizzazione funzionale del
sistema è garantita dalla presenza dell’uso industriale,
artigianale o terziario in maniera prevalente rispetto alle
altre funzioni ammesse quali servizi e residenza.
Il sistema della produzione di Parabiago, tradizionalmente
legato all’industria calzaturiera, negli ultimi decenni ha
subito trasformazioni legate al mutamento del settore,
legate al fenomeno della “città infinita” che si è venuta a
creare, legate alla crescita di altri settori, come il terziario
che di fatto ha mutato i rapporti gerarchici tra i vari settori,
anche con riferimento agli investimenti. Portandosi dietro
una grande tradizione legata al settore calzaturiero, la realtà
parabiaghese manifesta da sempre una spiccata autonomia
sotto il profilo industriale, che le ha consentito da un lato di
non fungere esclusivamente da città-dormitorio (come
invece è accaduto in molti comuni dell’interland milanese),
e dall’altro di limitare l’estensione del territorio con
destinazione d’uso monofunzionale.
Oggi la struttura produttiva è prevalentemente
caratterizzata da piccole e medie imprese, rappresentando
circa il 90% delle aziende presenti nel territorio comunale.
Dall’analisi dei dati ISTAT emerge che il comune sta
assistendo ad un incremento continuo del numero di unità
locali, che sta investendo perlopiù le imprese di piccole
dimensioni, caratterizzate da un numero esiguo di addetti
(da 1 a 5).
Nella sua interezza il territorio comunale non contiene un
ambito riconoscibile come distretto produttivo, ma è
strutturato da una serie di piccole realtà artigianaliindustriali distribuite quasi omogeneamente lungo i
principali assi viari, in particolare lungo la strada statale n.
33 “del Sempione”. In questo contesto il PGT deve
considerare interventi strategici:
l’adeguamento degli impianti esistenti che
garantiscono comunque il miglioramento e la
riqualificazione urbana ed in particolare degli spazi
aperti e di connessione
il riordino delle attività incompatibili con il tessuto
urbano, valutando per le singole aree l’eventuale
possibilità di prevedere la presenza di attività
terziarie ed artigianali di servizio.
Le strategie di innovazione del settore produttivo
Gli obiettivi generali per il sistema produttivo si misurano
rispetto ad argomenti quali:
le strategie di innovazione degli attori economici
anche esterni all’area parabiaghese;
la capacità di attrazione di capitale umano;
la riorganizzazione delle attività produttive:
internazionalizzazione,
delocalizzazione,
spostamento attività manifatturiere, proiezione
verso mercati esteri;
lo sviluppo di funzioni terziarie: progettazione,
prototipazione, sviluppo tecnologico, logistica,
marketing, comunicazione,
il dimensionamento delle aree produttive;
la riconversione delle aree produttive;
la riorganizzazione e ridistribuzione delle nuove
espansioni industriali.
La scelta strategica verso l’innovazione tecnologica ha come
ricaduta sul territorio la fisicità dei capannoni. Si tratta di un
materiale dell’architettura assai povero che ha contribuito
notevolmente alla “scomparsa” del bel paesaggio lombardo.
Bisogna utilizzare questa nuova possibilità offerta dal
ricambio (parziale) dalla produzione alla innovazione per
riqualificare le intere aree dedicate alle industrie (le zone D,
secondo la terminologia urbanistica) e per incentivare lo
sviluppo della qualità architettonica degli edifici e degli
spazi. Le parole d’ordine riguardo al sistema produttivo
sono:
dispersione insediativa: misure per il suo
contenimento e riduzione;
concentrazione
insediativa:
processi
di
concentrazione funzionale e insediativa anche a
livello sovracomunale.
Una particolare attenzione dovrà essere posta in riferimento
alle linee di azione per le attività produttive al fine di
valorizzare e far emergere la vocazione storica e formativa
peculiare del territorio, relativamente all’artigianato e
all’industria; per tale motivo dovranno essere individuati e
definiti gli strumenti idonei per il soddisfacimento di tale
propensione, anche e soprattutto attraverso il recupero e il
riutilizzo delle aree produttive sottoutilizzate o dismesse o
in fase di dismissione, anche in un ottica di minor consumo
di ulteriore suolo agroforestale.
-
-
Nella prospettiva generale di ecosostenibilità del PGT, le
aree industriali dismesse risultano oggetto di particolare
attenzione e le modalità della loro riqualificazione
diventano tema ricorrente sui diversi versanti delle politiche
insediative, degli usi del suolo, della prevenzione degli
inquinamenti e degli incidenti. In altri termini costituiscono
una delle principali opportunità di trasformazione
territoriale del comune di Parabiago.
-
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ANALISI SWOT
Punti di forza
Il territorio comunale ha una forte storia
produttiva
(soprattutto
nel
distretto
calzaturificio);
Il sistema produttivo locale sembra solido per
efficienza produttiva, immissione di nuove forze
imprenditoriali,
solidità
dei
rapporti
commerciali, capacità di individuare spazi di
mercato relativamente a nuovi prodotti.
Opportunità
Definizione di una rete delle aree e delle
attrezzature per la produzione anche in un
ottica unitaria;
La grande viabilità esistente e di progetto a scala
territoriale riavvicina il centro a centri produttivi
come Gallarate, Busto Arsizio, Milano;
Presenza di edifici produttivi dismessi;
Individuazione e riconoscimento di un “Outlet
diffuso” nel territorio comunale.
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Punti di debolezza
Le piccole medie attività produttive
localizzate in centro o in ambito peri-urbano
sono difficilmente ricollocabili;
Presenza di edifici produttivi dismessi;
Insufficienza del sistema viabilistico a servizio
della produzione.
Rischi
La riorganizzazione del settore produttivo è
legata necessariamente alla viabilità di
progetto e in fase di realizzazione;
Quale immagine e vocazione per la
definizione urbana della SS 33.
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Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009
Documento degli Obiettivi
1.3 - Quadro sinottico sistema – criticità – obiettivi – assi – misure/azioni
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