pgt di parabiago - Comune di Parabiago
Transcript
pgt di parabiago - Comune di Parabiago
Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Documento degli Obiettivi P.G.T. DI PARABIAGO DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI Maggio 2009 Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Documento degli Obiettivi Comune di Parabiago DIRIGENTE DELL’UFFICIO URBANISTICA ED EDILIZIA PRIVATA Arch. Lanfranco Mina RESPONSABILE DELL’UFFICIO URBANISTICA ED EDILIZIA PRIVATA Arch. Giuliano Pedrani Gruppo di lavoro RESPONSABILE GRUPPO DI LAVORO Urb. Raffaele Gerometta COORDINATORE SCIENTIFICO Prof. Urb. Daniele Rallo COORDINATORE TECNICO PGT Prof. Arch. Giovanni Iacometti COORDINATORE TECNICO DEI PIANI DI SETTORE Ing. Matteo Bertoneri COMITATO SCIENTIFICO Prof. Urb. Daniele Rallo Prof. Federico Della Puppa Prof. Arch. Giovanni Iacometti REFERENTE OPERATIVO LOCALE Arch. Massimo Mastromarino REFERENTI OPERATIVI ATI Urb. Francesco Pozzobon Urb. Fabio Vanin Urb. Fabio Roman PIANI SETTORIALI Pianificazione commerciale Dott.ssa Daniela Dacci Localizzazione Distributori Carburante Dott.ssa Sara Tonini Piano Sviluppo Cimiteriale Arch. Emanuela Barro Piano Fonti Rinnovabili di Energia Dott.ssa Sara Tonini Analisi Campi Elettromagnetici Ing. Marco Angeloni Azzonamento Acustico Ing. Luigi Bianchi Piano dell’Illuminazione Ing. Marco Bertoneri Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 La struttura del Documento Il seguente Documento degli Obiettivi, inteso e definito come lo strumento strategico preliminare (e propedeutico) alla definizione e costruzione del PGT , i cambiamenti possibili ed auspicabili sono stati rappresentati ed argomentati attraverso differenti modalità che corrispondono ad altrettanti parti del testo: vision, immagini, ambiti territoriali strategici, letture sistemiche del territorio. Esso costituisce quindi documento politico-tecnico di carattere programmatico che introduce il documento strategico (documento degli obiettivi), e che consiste nel racconto di un futuro auspicabile della Città di Parabiago, e va a descrivere gli obiettivi strategici (anche multisettoriali) del percorso di governo del territorio scelto (o prescelto). Esso è articolato in due modalità di lettura e approccio al territorio, una di lettura dal basso (Documento di indirizzo progettuale dell’Amministrazione Comunale) predisposta dall’Amministrazione Comunale stessa, e una di lettura dall’alto (Lettura sistemica del territorio)predisposta dai progettisti del Piano. La combinazione delle due letture fornisce una rappresentazione del territorio completa e articolata, elemento fondamentale per la definizione delle strategie di Piano. Indice 1.1 Indirizzi progettuali dell’Amministrazione comunale……………………………………………………………………………pag 02 1.2 Lettura sistemica del territorio…………………………………………………………………………………………………………….pag. 07 Sistema Ambientale Sistema insediativo Sistema della mobilità Sistema della produzione 1.3 Quadro sinottico Sistemi-criticità-obiettivi-assi-misure/azioni………………………………………………………………pag. 20 1 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 1.1 - Indirizzi progettuali dell’Amministrazione Comunale 2 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 INDICE: 1) POLITICHE DI SVILUPPO 2) POLITICHE DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE 3) POLITICHE DI MIGLIORAMENTO della CITTA’ PUBBLICA 4) POLITICHE PER LA MOBILITA’ 5) POLITICHE di INTERVENTO E LINEE di AZIONE PER 6) POLITICHE di INTERVENTO E LINEE di AZIONE PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE 7) POLITICHE DI INTERVENTO E LINEE DI AZIONE PER 8) POLITICHE PER LA RIQUALIFICAZIONE DEI MARGINI URBANI 9) POLITICHE DI INTERVENTO E LINEE DI AZIONE IN MERITO AI CRITERI DI COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE 10) POLITICHE DIINTERVENTO E LINEE DI AZIONE IN MERITO AI CRITERI DI INCENTIVAZIONE 11) POLITICHE PER l’AGRICOLTURA, AMBIENTALI E DEIPARCHI. 12) POLITICHE DI SOSTENIBILITA’ DELPIANO 1) POLITICHE DI SVILUPPO 1.1) TIPO DI CITTA’ Gli obiettivi che dovranno essere perseguiti nell’impostazione del Piano di Governo del Territorio si dovranno ispirare ad una politica di crescita e di sviluppo della città che sia differente da quanto pianificato negli anni precedenti. In quanto dovranno essere perseguite una serie di azioni politiche ed amministrative che siano in grado di caratterizzare la pianificazione della città attraverso un MIX FUNZIONALE di destinazioni urbanistiche di tipo misto, in grado di far recuperare alla città il gap di dotazione di servizi sia su scala urbana che su scala sovracomunale, registrato in questi ultimi anni in seguito ad una crescita della città troppo sbilanciata a favore della monofunzionalità residenziale. Dovrà essere una città della qualità, dei servizi e dello sviluppo sostenibile che non deve dimenticare di puntare anche sulle attività produttive ed artigianali di qualità oggi esistenti (come per esempio quelle della “calzatura”), cercando di mettere in atto politiche che possano favorire la loro implementazione. Una Città infine che sappia riscoprire la propria identità, attraverso l’esaltazione delle proprie prerogative principali che sono sempre state quelle della creatività e dell’operosità, intese come capacità di dare corpo ad attività produttive di successo (il grande Maggiolini in fondo era un esimio artigiano). Riscoprendo così, attraverso un ritorno alle origini di Parabiago, la sua vocazione di città dell’artigianato e dell’industria. 1.2) RUOLO DA SVOLGERE NEI CONFRONTI DEL CAPOLUOGO E DELLA PROVINCIA Si rende necessario poter disporre di significative analisi socio-urbanistiche-economiche che costituiscano una valida fotografia dello stato di fatto, in riferimento alle componenti sociali ed economiche, al patrimonio edilizio pubblico e privato, allo stato di fatto ed alla funzionalità delle infrastrutture primarie e secondarie oggi esistenti sia nel nostro territorio sia entro un’area più vasta. Andranno valutati i nuovi scenari che si verranno a delineare con i previsti assi viabilistici di portata sovracomunale (sempione bis, tangenzialina di S. Lorenzo e terzo binario ferroviario) più come opportunità da cogliere che come penalizzazioni per l’ambito territoriale interessato, senza dimenticare le opportunità offerte da strutture già esistenti sul territorio, quali: la stazione ferroviaria, il canale villoresi, i PLIS (come luoghi di sviluppo di attività agricole specifiche, di agriturismo e di vendita diretta di prodotti tipici locali) . Verranno così individuate da un lato la carenza di SERVIZI e dall’altro le opportunità che si possono sviluppare sia a livello comunale che sovracomunale (intese come: servizi amministrativi, commercio e mercati, cultura, edilizia residenziale pubblica, giustizia, istruzione, sanità, servizi per le imprese e il lavoro, servizi sociali, sicurezza e protezione civile, sport, turismo, esposizioni e fiere, università e ricerca) di cui bisogna dotare la città oggi caratterizzate da uno sviluppo sbilanciato in direzione di insediamenti prevalentemente/esclusivamente di carattere residenziale. Dovranno perciò messe in atto una serie di azioni che ci tengano al di fuori dell’Area Metropolitana Milanese, e che ci collochino più correttamente nel Legnanese e nell’Altomilanese. Sarebbe quindi auspicabile assumere il ruolo di Polo Attrattore e aggregante, almeno rispetto ai Comuni confinanti, creando un comparto territorialmente omogeneo e cercando di attrarre ulteriori importanti servizi. Per i Comuni coinvolti non dovrà essere trascurata inoltre l’opportunità di mettere in rete, attraverso percorsi ciclo/pedonali ecologici e commerciali (outlet urbani), gli elementi qualificanti esistenti sul nostro territorio (parchi, punti di interscambio offerte commerciali di qualità presenti in città). 2) POLITICHE DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE Con una previsione di capacità teorica del vigente PRG che si avvicina ai 45.000 abitanti si ritiene che NON si può che pensare ad una riduzione di questo valore. Certamente l’attuale capacità teorica di piano rappresenta un dato furviante, poiché, elaborato nel rispetto di indicazioni di legge che NON permettevano di addivenire a valori aderenti alla realtà. Pertanto, si può ritenere che la capacità effettiva di piano, tenendo conto di dati più realistici dovrebbe quindi attestarsi attorno ai 30.000 abitanti. Inteso come soglia demografica di sviluppo della Città, coerentemente con l’obiettivo di limitare il consumo di nuovo suolo libero e di puntare sulla riqualificazione degli ambiti già edificati della città esistente. Nell’elaborazione del PGT gli estensori del medesimo dovranno partire dal dato attuale di residenti, che si è attestato alla fine dell’anno 2008 sui 26.000, e dalle potenzialità di insediamento che si potranno generare in seguito all’attuazione dei Comparti di Progettazione Unitaria in fase di realizzazione e/o approvazione. Nonostante ciò dovranno tenere in considerazione le indicazioni espresse nel merito delle politiche di sviluppo, puntando su scelte che NON privilegino la residenza bensì che siano in grado di andare a colmare il gap di servizi di cui la città odierna sta soffrendo a causa di uno sviluppo non equilibrato tra le funzioni insediabili. Pertanto, la funzione residenziale dovrà essere un elemento secondario nel più complesso quadro delle funzioni insediabili, prevedendo così una moderata crescita sostenibile. Solo così Parabiago continuerebbe ad essere la nostra città, una città vivibile ed a misura d’uomo. 3) POLITICHE di MIGLIORAMENTO della CITTA’ PUBBLICA 3.1) ai SERVIZI 3.2) alle ATTREZZATURE 3.3) alle INFRASTRUTTURE 3.4) ai SERVIZI di INTERESSE LOCALE 3.5) ai SERVIZI di INTERESSE GENERALE o TERRITORIALE In seguito allo sviluppo edilizio che la nostra Città ha registrato, grazie al PRG vigente, si rende necessaria un’analisi dello stato di fatto e l’individuazione dell’insieme di SERVIZI sia a livello Comunale che Sovracomunale (amministrativi, commercio e mercati, cultura, edilizia residenziale pubblica, giustizia, istruzione, sanità, servizi per le imprese e al lavoro, servizi sociali, sicurezza e protezione civile, sport, turismo esposizioni e fiere) di cui si rende necessario dotare la Città, oggi carente degli stessi a causa di uno sviluppo sbilanciato in direzione di insediamenti prevalentemente/esclusivamente di carattere residenziale: il che obbliga i cittadini alla loro ricerca fuori dall’ambito cittadino. Pertanto la redazione del piano dei servizi ci permetterà di poter meglio programmare l’uso delle strutture esistenti e la realizzazione di nuove in funzione di prevedibili e individuabili specifiche necessità nei settori in cui la città potrebbe ancor meglio risultare centro di attrazione per gli abitanti del legnanese (si pensi oggi al polo scolastico Maggiolini - Cavalieri per quanto riguarda il settore istruzione). In futuro potrebbero essere altri settori come per esempio quello sociale, dell’assistenza, dell’ambiente e del tempo libero con particolare riguardo alle aspettative del mondo giovanile, diventare polo di riferimento intercomunale. Una particolare attenzione andrà posta : - ai quartieri che hanno visto sviluppare intensamente l’edificazione attraverso i CPU. Gli stessi dovranno essere dotati di servizi pubblici di prossimità, certamente di qualità, in cui la cultura, la possibilità di aggregazione e la possibilità di acquistare senza spostarsi per chilometri, rappresenteranno dotazioni di eccellenza; - una particolare attenzione dovrà essere posta alle aree limitrofe alla stazione, alla pista ciclo-pedonale provinciale ed al nodo di interscambio gomma-ferro, riconosciuto a livello Provinciale e Regionale, in quanto sono da considerarsi come un luogo dalle grandi potenzialità. Infatti, sia la qualità delle connessioni che questo spazio offre -con il centro cittadino, i parchi locali per mezzo della pista ciclo-pedonale, l’ITC “G. Maggiolini”, il museo cittadino-, sia le condizioni di contesto in cui è localizzato -disponibilità di aree, prossimità a funzioni strategiche, qualità morfofunzionali dei tessuti limitrofi- sono elementi importanti su cui costruire politiche sperimentali di concentrazione di attività e di funzioni capaci di creare occasioni di integrazione tra pratiche diverse, quali quelle legate al lavoro, all’abitare, al commercio ed al tempo libero. Per fare di questo luogo un nodo strategico anche a scala sovra-comunale, si dovrà quindi anche ricercare, entro uno scenario di scala territoriale significativa, delle attività da insediare che siano congrue con il ruolo funzionale del nodo anche in prospettiva della posizione strategica della nostra Città sull’asse Malpensa e Polo fieristico Rho-Pero. - all’interno dell’ambito “Centro storico”. Andranno individuate delle “centralità naturali” (luoghi di aggregazione) prevedendo interventi che si pongano l’obiettivo di ottimizzare le stesse evitando di ricercare o tentare di creare nuove “centralità artificiali” che rischiano di trasformarsi in non luoghi. Pertanto sarà importante il completamento degli interventi da effettuare sulle aree soggette ai piani di recupero. Ciò potrà portare nuova vita alla piazza, proprio grazie a opere di riqualificazione delle stessa, per farne sempre più luogo di aggregazione e non solo in occasione di funzioni religiose. Oltre a ciò risulta importante trovare degli strumenti efficaci per promuovere la delocalizzazione rispetto a piazza Maggiolini, di Banche e Società di servizi (attraverso l’individuazione di un ambito specifico) e al reinserimento delle piccole attività di vicinato, attraverso anche un’azione di potenziamento dei parcheggi limitrofi al centro cittadino. All’interno della zona centrale andrà comunque studiato un piano particolareggiato di intervento per la creazione di parcheggi e posti auto sia di proprietà privata che pubblica, con risorse miste, al fine di evitare stazionamento di autovetture dei residenti lungo le vie prospicienti sia di giorno che di notte. Il rapporto tra il livello di fruibilità della piazza Maggiolini e le funzioni già ospitate e quelle che potranno essere insediate dovrà essere oggetto di un accurato studio per determinare il più corretto uso di suddetto ambito stesso. Andrà inoltre valutata la trasformazione della piazza Mercato in area di gradevole fruizione pubblica con grande parcheggio sotterraneo e spostamento del mercato stesso in una nuova area con collegamenti pubblici. Andrà favorita la crescita e la migliore distribuzione sul territorio comunale dei servizi di interesse pubblico e dei luoghi di aggregazione che possono diventare occasioni di crescita sociale e relazionale, anche assegnando nuove funzioni agli oratori (ubicati in ambiti centrali e strategici), già oggi luoghi privilegiati di aggregazione. A tal fine andranno valutate con la dovuta attenzione: nuova Struttura quale la nuova sede per la Polizia Locale, il potenziamento dell’Impianto Natatorio, la Rivisitazione del “Libero Ferrario”, Nuove Strutture per Anziani e Disabili, un Potenziamento e una Diversificazione dell’offerta per le Attività Sportive e del Tempo Libero, la Valorizzazione del 3 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Complesso Maggiolini/Cavalleri per un rilancio ed una implementazione delle Attività Sovraccomunali e delle Discipline Didattiche – inserimento di corsi di design/calzatura/accessoristica e moda - ivi insediate (l’area interessata è di circa 105.000 mq.e potrebbe ospitare un campus universitario) e una valorizzazione del complesso di S.Ambrogio, una Nuova Sede per i Parchi ed il Consorzio Villoresi (con quest’ultimo Ente potrebbero essere avviati ulteriori contatti per una valorizzazione del Roccolo e dei Mulini),il Completamento della Nuova Elementare di Via Arduino, la Rivisitazione della Media Rancilio con un incremento delle aule disponibili, una migliore razionalizzazione delle Strutture Scolastiche esistenti, una soluzione definitiva per la collocazione del Museo Carla Musazzi (da implementare con Sezioni dedicate alla Scarpa Parabiaghese, all’Industria e all’Artigianato locale e sicuramente al Maggiolini), una rivisitazione di Piazza Stazione, etc.. Dovrà pur essere valutata l’opportunità di dotarsi di aree attrezzate per esposizioni permanenti e multifunzionali, da utilizzarsi anche dal circondario, dedicate al nostro tema di eccellenza (calzature) e finanziate anche dai privati interessati (che il Comune dovrà riuscire a coinvolgere), nonchè di aree di divertimento, di ristorazione e ricettive accanto alle aree espositive, in particolare in prossimità dell’accesso principale della Città, quello del Sempione. 4) POLITICHE per la MOBILITA’ Le infrastrutture ed il sistema della mobilità urbana costituiscono senza dubbio le componenti strutturali della città; la loro corretta e realistica programmazione non può prescindere dalle politiche e dalle scelte operative messe in atto per il sistema insediativo, produttivo e commerciale. Al riguardo, la redazione e l’approvazione da parte dell’Amministrazione Comunale del Piano Generale del Traffico Urbano ha costituito un punto di partenza da cui far discendere le necessarie coerenze fra infrastrutture e scelte del Piano di Governo del Territorio. In continuità con le previsioni di questo strumento si dovrà definire: - un disegno di un sistema di mobilità urbana (breve, medio e lungo periodo) con la definizione di ruoli e funzioni da assegnare alle diverse tipologie di viabilità; - una proposta di risoluzione di alcune criticità puntuali, in termini di fluidità degli itinerari e di sicurezza; - una maggior protezione del tessuto urbano a prevalente destinazione residenziale e servizi, dal traffico di attraversamento senza origine e destinazione Parabiago; - una riqualificazione dei tracciati ed itinerari urbani; - la possibilità di creare un servizio di trasporto pubblico per la connessione tra frazioni e centro storico; - un percorso completo e definito delle reti urbane di piste ciclabili che favoriscano anche questo tipo di mobilità cittadina alternativa alle altre; Si evidenzia inoltre come Parabiago abbia bisogno di un “anello viario” che la unisca sull’asse nord/sud e dal quale partano le linee di penetrazione per la fruizione della Città e quindi del centro cittadino. Oltre a ciò, merita una particolare attenzione l’aspetto relativo al sistema dei parcheggi pubblici che dovrà essere realizzato attraverso : - l’individuazione di un sistema articolato e differenziato, per tipologia e per modalità di utilizzo, delle aree di sosta; - la verifica delle esigenze di sosta nelle aree centrali, nelle aree residenziali e nelle aree per attività economiche e commerciali, con l’individuazione delle possibili soluzioni; - la definizione di criteri, forme e modalità per la realizzazione e gestione del sistema urbano dei parcheggi, in coordinamento con gli interventi edilizi ed urbanistici. 5) POLITICHE di INTERVENTO E LINEE DI AZIONE per 5.1) la RESIDENZA 5.2) la QUALITA’ EDILIZIA ed URBANISTICA del PATRIMONIO INSEDIATIVO 5.3) il RECUPERO e la RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA ed URBANISTICA dei LUOGHI e dei MANUFATTI della MEMORIA STORICA COLLETTIVA 5.4) la RIQUALIFICAZIONE dell’IMMAGINE URBANA il Piano di Governo del Territorio dovrà dedicare particolare attenzione agli interventi di riqualificazione, rigenerazione e recupero del patrimonio edilizio esistente: si dovrà intervenire per perseguire la riqualificazione e la trasformazione della città attraverso operazioni caratterizzate da una complessità di funzioni e di destinazioni d’uso e con il concorso di più operatori pubblici e privati. Queste prospettive consentiranno un miglior utilizzo e una miglior programmazione nell’utilizzo delle risorse disponibili sulla base delle esigenze e delle strategie espresse a livello comunale mediante Programmi di Intervento Integrati (P.I.I.), di recupero ed unitari, capaci di affrontare complessivamente le questioni, strutturare ed organizzare gli interventi, individuare il fabbisogno complessivo di interventi sul tessuto urbano esistente, quantificare le risorse pubbliche/private da investire e definire le diverse modalità e forme di intervento. Si dovrà pertanto cercare di conservare l’attuale individuazione delle zone “A”, in quanto identificano in modo preciso le parti del territorio da conservare in quanto gli immobili sono caratterizzati da elementi che si riconducano alla nostra tradizione storica e culturale; - privilegiare e valorizzare le aree storiche, quelle degli edifici di interesse storico-architettonico, dei nuclei e delle cascine di valore storico; - porre l’adeguata attenzione ad una normativa che sia propositiva, individuando anche strumenti adeguati ed innovativi, capaci di avviare processi di recupero, riqualificazione, risanamento e rinnovo urbano del nucleo storico centrale; individuare una normativa e delle modalità di intervento specifiche, privilegiando gli interventi di recupero, ristrutturazione e risanamento degli edifici esistenti ed un utilizzo corretto e coerente con l’esistente e l’ambito in cui sono inseriti gli edifici recuperati; porre la corretta attenzione agli ambiti edificati esistenti nel perimetro del consolidato, individuando nel “Piano delle Regole” un indice volumetrico e dei parametri edilizi coerenti con le volumetrie già edificate, al fine, di evitare uno stravolgimento del tessuto edilizio medesimo (quale elemento specifico e caratterizzante di quella parte specifica del territorio urbano). Nel merito del problema della casa si ritiene necessario : - definizione delle necessità e delle esigenze di intervento in relazione alle diverse tipologie di domanda (anziani, giovani coppie, persone con problemi e difficoltà, situazione di disagio abitativo e di sovraffollamento, situazioni di carenze igienico-sanitarie) ed alle caratteristiche del fabbisogno (affitto, alloggi adeguati, ecc.); - individuazione di adeguati strumenti e modalità di intervento, di carattere pubblico e privato, per soddisfare il fabbisogno pregresso e quello insorgente; Ma nel fare ciò, si evidenzia, la necessità di individuare limitate aree da destinare a questo tipo di intervento, e di operare attraverso operazioni in cui vedano la compresenza di interventi di edilizia residenziale libera e convezionata abbinata ad ambiti urbani caratterizzati da un mix funzionale che garantisca la remunerazione dell’intervento e la non formazione di luoghi ghetto. Nel merito della riqualificazione urbana si dovrà: - effetturare la ricognizione della consistenza e dello stato attuale della presenza di aree dismesse, degradate, abbandonate di proprietà pubblica e privata sottoutilizzate per le attività produttive, artigianali ed altro presenti sull’intero territorio comunale; - valutare l’opportunità di mettere in atto interventi di trasformazione e riqualificazione urbana delle aree/edifici così individuati; - individuare un insieme articolato e complesso, ma allo stesso tempo integrato e correlato, di interventi in grado di avviare iniziative di riqualificazione e trasformazione del sistema urbano nelle sue parti più problematiche; predisporre un coordinamento degli interventi all’interno di un disegno urbano definito dall’Amministrazione Comunale nei principi e nelle regole; una particolare attenzione dovrà essere posta alla riqualificazione e rigenerazione non solamente della piazza Maggiolini ma di tutto l’ambito del centro urbano che spazia dalla piazza Mercato alla piazza della Vittoria e dalla Stazione alla piazza Maggiolini, creando un centro che sia anche pedonalizzabile. Riteniamo utile inoltre valutare la possibilità di individuare altre Centralità (ad es. nelle Frazioni) o alcuni Poli di Attrazione che meritino attenzione particolare. 6) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE di AZIONE per le ATTIVITA’ PRODUTTIVE Una particolare attenzione deve essere posta per le linee di azione per le attività produttive in quanto dovremo essere in grado di far riscoprire alla città di Parabiago la sua vocazione all’artigianato e all’industria, intesa come esaltazione delle proprie prerogative principali che sono sempre state legate alla creatività e all’operosità, intese come la capacità dei parabiaghesi di dare vita ad attività produttive di successo. Pertanto dovranno essere individuati degli strumenti attuativi tali da mettere a disposizione sul mercato aree industriali che siano in grado di soddisfare i bisogni della città. Interventi che non devono riguardare unicamente nuovi ambiti liberi, coerentemente con l’obiettivo di limitare il consumo di nuovo suolo libero, bensì di un riuso di aree produttive sottoutilizzate, in fase di dismissione e dismesse. Dovranno essere messe in atto delle azioni che siano in grado di : valorizzare le attività artigianali esistenti, creando le condizioni che ne favoriscano la permanenza nel tessuto urbano dando la possibilità di piccoli incrementi volumetrici per una loro eventuale piccola espansione e/o adattamento alle nuove norme in materia igienico/sanitaria; favorire, per le attività produttive non più coerenti con il tessuto urbano delle condizioni e delle opportunità insediative alternative; valutare la possibilità della presenza di attività “compatibili” all’interno delle aree produttive e definizione di diverse destinazioni d‘uso coerenti con la presenza di attività produttive e artigianali. dare soddisfazione alla nuova domanda e alle richieste non soddisfatte favorendo il loro insediamento in aree ben servite da assi viari che siano in grado di reggere il tipo di traffico generato dalle nuove attività; valorizzare gli ambiti attigui alla stazione ferroviaria, prevedendo nuove e diverse tipologie di insediamento che favoriscano un mix funzionale differente dal residenziale e che preveda possibilmente l’insediamento anche di attività ricettive: favorire la formazione di “OUTLET urbani”, inteso come un sistema in rete legato alle attività artigianali che caratterizzano la nostra Città; valutare la possibilità di un mercato comunale tra le frazioni di Villastanza e Villapia. Saranno assolutamente da evitare insediamenti con destinazione a LOGISTICA. 4 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 7) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE di AZIONE per 7.1) il SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE 7.2) la QUALIFICAZIONE degli ASSI COMMERCIALI del TESSUTO STORICO. Per quanto riguarda le politiche relative alla distribuzione commerciale, tenuto conto della funzione che le stesse devono assolvere in termini di servizi resi alla comunità, si rende necessario elaborare delle specifiche indagini conoscitive in materia, finalizzate alla razionalizzazione e alla modernizzazione della vocazione commerciale cittadina, controllandone l’impatto territoriale, ambientale e sociale. Per fare ciò è necessario analizzare lo stato attuale e la consistenza dei servizi offerti dal sistema commerciale che caratterizza la nostra città e che può essere descritto come una realtà “atipica”, in quanto, solo fino a poco tempo fa la concentrazione sul territorio dell’offerta distributiva alimentare, tramite media struttura, era rappresentata da sei esercizi, aventi una superficie complessiva di mq. 2687. Stato di fatto che pone la nostra cittadina in uno scenario molto dissimile dalle realtà limitrofe, tenuto conto della volontà politica articolata sul principio della difesa degli esercizi di vicinato che da sempre rappresentano una delle icone dell’economia locale. Pertanto, in una realtà moderna e dinamica, come quella regionale, dove i negozi “tradizionali” dei centri urbani subiscono da tempo la concorrenza promossa dagli esercizi più grandi ed attrattivi della distribuzione organizzata, si rende necessaria una risposta da parte della rete tradizionale attraverso una modernizzazione delle attività di vendita e lo strumento pianificatorio non dovrebbe ostacolare questo processo bensì favorirlo, tenuto conto dei potenziali vantaggi che una siffatta dinamica sociale potrebbe determinare nella rigenerazione del centro storico cittadino e degli ambiti contigui. Ricordando però, più in generale, che il commercio muove risorse economiche molto importanti, tanto più oggi a seguito dei cedimenti accusati sia da parte delle attività manifatturiere e sia da parte delle attività terziarie, occorre tenere conto di ciò sapendo quali sono gli effetti determinati dalla sua diffusione: in particolar modo ci si riferisce a quelli di tipo viabilisitico-ambientali e a quelli di tipo socio-economico. Sarà per ciò necessario che l’Amministrazione Comunale si ponga come obiettivo quello di favorire l’insediamento e lo sviluppo nel territorio di un’offerta tale da garantire il miglior servizio possibile ai residenti e da soddisfare la domanda espressa dagli stessi, compatibilmente con le condizioni di economicità nella conduzione degli esercizi. 8) POLITICHE per la RIQUALIFICAZIONE dei MARGINI URBANI La riqualificazione della Città dovrà passare anche attraverso la riqualificazione dei margini urbani, valutando attentamente le modalità di utilizzo di questi ambiti contenuti e limitati dal perimetro del tessuto urbano consolidato che dovrà avvenire con l’unico scopo di migliorare l’integrazione dei quartieri edilizi già esistenti, ed organizzando, in particolar modo nei pressi dei PLIS, il sistema Abitazione- Orto/Giardino retrostante – Recinzione a confine con agricolo di tipo aperto con barriera verde. Nel caso in cui la confinanza tra l’abitato e l’agricolo sia costituita da un asse viario, questo dovrà essere adeguatemente sistemato. 9) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE DI AZIONE in merito ai CRITERI di COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE La perequazione territoriale dovrà costituire strumento negoziale attraverso il quale il Comune definisce un’equilibrata distribuzione dei vantaggi e dei sacrifici connessi ai fenomeni urbanizzativi, infrastrutturali ed insediativi, in modo da evitare che, per conseguire risorse economiche, si diffondano operazioni comportanti consistente consumo del suolo. Il PGT dovrà prevedere criteri di perequazione, anche più articolati di quelli odierni, individuando un metodo per cui questa possa essere utilizzata per ottenere l’acquisizione di determinati ambiti ritenuti strategici. Dovranno essere previsti criteri che favoriscano la compensazione finalizzata all’acquisizione di aree destinate alla realizzazione di interventi di interesse pubblico o generale, non disciplinate da piani e da atti di programmazione ai sensi dell’art. 11 comma 3 della L.R. 12/05. 10) POLITICHE di INTERVENTO e LINEE DI AZIONE in merito ai CRITERI di INCENTIVAZIONE Dovranno essere previsti criteri di incentivazione per interventi finalizzati alla riqualificazione urbana, alla realizzazione di iniziative di edilizia pubblica o convenzionata, alla promozione del bioclimatico e del risparmio energetico, al recupero delle aree degradate o dismesse e alla conservazione di immobili di interesse storico ed artistico. 11) POLITICHE per l’AGRICOLTURA, AMBIENTALI e dei PARCHI Con il P.G.T. si dovranno tutelare, valorizzare e sviluppare i grandi spazi aperti ancora presenti nel nostro territorio e che creano discontinuità lungo i grandi assi di percorrenza tra un Comune ed un altro. Pertanto dovrà essere dedicata una particolare attenzione alle porzioni di territorio dedicate all’Agricoltura. Con questo P.G.T. dovrà essere fissato un limite definitivo all’occupazione di nuovo suolo, un limite che le Amministrazioni future non dovranno più valicare, un limite che dovrà essere posto prima di arrivare al punto del non ritorno, salvaguardando in questo modo le attuali aree agricole coerentemente con l’obiettivo di limitare il consumo di nuovo suolo libero. Il che non significa che entro tali aree, pur conservandone le peculiarità agricolo/boschive, non possano essere inserite attività compatibili con l’ambiente, quindi quelle agricole per eccellenza (pensando anche a strutture ricettive di un certo livello, all’agriturismo, ad impianti per lo sport ed il tempo libero non impattanti, a piste ciclopedonali, a percorsi vita etc.), ma anche attività che potrebbero consentire, con gli introiti da esse derivanti, una migliore conservazione e sostenibilità economica dell’ambiente naturale. Perseguendo anche : - la riqualificazione del paesaggio agrario, con conseguente possibilità di controllo della dispersione insediativa, nonché il miglioramento della qualità paesistica del territorio; - la tutela delle aree agricole, anche di quelle eventualmente dismesse e/o sottoutilizzate, integrate con il sistema ambientale e paesaggistico di livello sovracomunale e capaci di offrire gratificazione visiva e vivibilità dell’ambiente e del paesaggio; - la tutela e valorizzazione delle aree agricole di frangia, intese come aree contigue al sistema urbanizzato; - il mantenimento e valorizzazione delle attività agricole esistenti, conservando anche utilizzi diversi, ma integrati con l’attività agricola. Medesimo ragionamento dovrà essere portato avanti per i nostri Parchi sia di Interesse Sovracomunale come Locali attraverso delle linea d’azione che possano permettere di valorizzare e mantenere tali aree. Le zone a verde nel centro potrebbero essere rese ancora più fruibili mediante collegamenti, manifestazioni, insediamento di strutture temporanee per il tempo libero, ecc., mentre le aree del Parco del Roccolo e dei Mulini andrebbero ancor di più tutelate e rese ancora più fruibili per il tempo libero, per le scolaresche, per l’osservazione ed il mantenimento del patrimonio naturalistico, senza per questo snaturare il loro indirizzo a carattere agricolo, ma sfruttando quei percorsi già oggi esistenti. Contributo fondamentale, anche per questi ambiti tutelati, dovrà essere senz’altro svolto dal settore dell’agricoltura, i cui addetti devono essere sempre più incentivati all’utilizzo delle loro aree ed al mantenimento conseguente del territorio “verde”. E’ auspicabile uno sforzo comune da parte dell’Amministrazione Comunale e degli imprenditori agricoli, perché entro i confini delle aree verdi dei parchi possano svilupparsi in sinergia attività che sappiano rivitalizzare tale parte del territorio. Pertanto, si dovrà pensare - alla creazione di un sistema integrato di aree verdi e di parchi urbani, intesi come elementi di progettazione del territorio, a partire dai “vuoti” urbani e dalle aree libere, attribuendo rinnovati significati alla funzione del verde urbano, recuperando e valorizzando anche situazioni di degrado urbano, integrate con il sistema del verde di livello sovracomunale; - alla creazione di un sistema di verde urbano, inteso come struttura ed infrastruttura di valore ecologicoambientale, fruibile dai cittadini; - a pervenire alla congiunzione del parco del Roccolo con il parco dei Mulini attraverso l’asta del canale Villoresi. 12) POLITICHE di SOSTENIBILITA’ del PIANO Dovranno essere previsti tutti i criteri necessari a tutelare la sostenibilità del Piano di Governo del Territorio tra i quali dovranno essere previsti quelli capaci di valutare la : Tutela della qualità del suolo Minimizzazione del consumo del suolo Maggiore efficienza nel consumo e nella produzione di energia Contenimento della produzione dei rifiuti Tutela e potenziamento delle aree naturalistiche Tutela e potenziamento dei corridoi ecologici urbani ed extraurbani Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei loro consumi Tutela e valorizzazione dei beni storici e architettonici Contenimento emissioni in atmosfera Contenimento inquinamento acustico Contenimento delle esposizioni ai campi elettromagnetici Recupero dell’equilibrio tra aree edificate e spazi aperti Protezione della salute e del benessere dei cittadini analisi e valutazione della situazione esistente rispetto alle componenti ambientali più importanti (patrimonio di risorse territoriali ed ambientali esistenti); - definizione delle situazioni e della aree di criticità; - indicazione di progetti, interventi in grado di incrementare il livello qualitativo dell’ambiente urbano e, più in generale, delle componenti ambientali principali in coerenza con le scelte di livello sovracomunale; - attenzione agli aspetti di sostenibilità e compatibilità degli interventi previsti sul sistema urbano, ma soprattutto sul sistema delle aree a verde e del territorio non edificato; 5 Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Documento degli Obiettivi L’elaborazione della VAS andrà vista come occasione per verificare e valutare la sostenibilità ambientale delle scelte di PGT e, in particolare, delle proposte contenute nel Documento di Pi. IN RAPPRESENTANZA DEI CONSIGLIERI COMUNALI DI MAGGIORANZA 6 Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Documento degli Obiettivi 1.2 - Lettura sistemica del territorio 7 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Lettura sistemica del territorio Nella logica in cui lo sviluppo sostenibile caratterizza il governo del territorio anche l'approccio alla conoscenza del territorio deve adeguarsi; questo comporta di conseguenza che tutto il complesso delle analisi delle realtà territoriali e locali deve assumere connotati di tipo sistemico, fornendo una lettura storicizzata dei processi di trasformazione (e ridefinizione) del territorio, andando ad arricchire il significato che assumono gli strumenti di pianificazione e andando ancora a modificare le modalità di rappresentazione dello stesso. L’analisi o la lettura del territorio allora assume valore di studio approfondito di questo, e viene realizzata attraverso una lettura necessariamente sistemica dei suoi caratteri, il che costituisce in prospettiva un passaggio funzionale alla definizione e messa a punto di strategie adeguate alle esigenze ed alle diverse realtà. L’approccio da percorrere deve quindi essere necessariamente interdisciplinare, ovvero costruito e definito sulla valutazione delle risorse, delle opportunità e dei fattori di criticità che caratterizzano il territorio, al fine di arrivare a coglierne le interazioni intersistemiche ed ancora i fattori che lo connotano sulla base dei quali dovranno essere definiti obiettivi e contenuti del Piano. Una lettura del territorio per sistemi permette di effettuare un’analisi del territorio sia con riferimento alle sue componenti rilevate e rilevabili sia con riferimento alla loro interrelazione e ancora agli effetti indiretti che ne scaturiscono. Questa suddivisione permette una lettura della forma e delle funzioni del territorio, e costituisce allo stesso tempo uno strumento per comprendere il ruolo che ciascuna parte o ambito della città (del territorio) ha o dovrà avere e quindi andare a fissare specifici obiettivi ed azioni. Essi inoltre costituiscono veicolo di connessione o di tramite per una lettura a scala territoriale (sovra comunale) del territorio, necessaria per comprendere il ruolo rispetto ai comuni confinanti, al proprio ambito territoriale e alla Provincia, realtà con le quali la città tesse relazioni economiche e sociali, spartisce le principali reti infrastrutturali e con le questioni di preminente interesse paesaggistico ed ambientale. Una lettura sistemica del territorio costituisce la (de)strutturazione del territorio in termini di relazionismo, di network esistenti e possibili, di criticità esistenti o probabili, e infine in termini di spazialità. La definizione di sistema infatti permette di poter leggere il territorio a più scale di lettura, andando ad “esplodere” tematismi e risorse/criticità individuate. Il Documento di Piano definirà gli obiettivi di sviluppo socio-economico individuando i principali macro-obiettivi e una serie di obiettivi di Piano. All’interno del Documento di Piano la declinazione degli obiettivi con contestuale definizione delle relative linee di azione è effettuata sia dal punto di vista tematico sia dal punto di vista territoriale. Quest’ultima declinazione viene effettuata sulla base della individuazione di sistemi territoriali considerati come chiave di lettura del processo relazionale che si attiva e si riconosce spazialmente nel territorio. Il territorio si può definire con riferimento a quattro sistemi, ovvero il sistema ambientale, il sistema della residenza e dei servizi, il sistema produttivo e il sistema della mobilità. 8 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Sistema ambientale I vincoli e le valenze storico-ambientali Il sistema ambientale è rappresentato tanto dalle aree ad elevata naturalità caratterizzate da particolari pregi o criticità ambientali quanto dalle aree agricole e dal paesaggio agrario che esse definiscono. Il PGT riconosce, rispetto a questo sistema, le funzionalità in termini naturalistico-ambientali, ne accerta i collegamenti con la città costruita, le aree periferiche e le emergenze ambientali, rappresentando specifici scenari e paesaggi all'interno del Comune. Il sistema ambientale di Parabiago, che rappresenta l’elemento fondante dello schema strutturale del territorio, è articolato principalmente in quattro grandi sottosistemi: i parchi (Parco dei Mulini e Parco del Roccolo); il reticolo idrografico principale; gli ambiti agricoli e il paesaggio degli spazi aperti; gli ambiti ed elementi di interesse storicopaesistico. L’individuazione e la rappresentazione sul territorio di questi sottosistemi principali ne connota un assetto ben preciso e riconoscibile, sia nelle sue relazioni che nelle sue criticità. Il sottosistema dei parchi costituisce il perno attorno al quale ruota l’intero sistema ambientale: l’identificazione di aree naturali e semi-naturali acquisisce in questo contesto una valenza particolare, considerando il grado di frammentazione del territorio e la conseguente necessità di mantenere un rapporto equilibrato tra le aree urbanizzate e il sistema degli spazi aperti. Gli elementi principali che caratterizzano il paesaggio sono gli ambiti agricoli, i residui boschivi e il sistema di siepi e filari presenti ai bordi dei canali e delle strade di campagna; tali elementi areali e lineari costituiscono l’architettura del paesaggio degli spazi aperti. Il reticolo idrografico principale si configura quale elemento di connessione e caratterizzazione del territorio parabiaghese, e di fatto costituisce una potenziale risorsa per la definizione di una politica mirata al miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica del territorio. Il subsistema è imperniato su due assi idrografici principali, uno naturale, il fiume Olona, e uno artificiale, il canale Villoresi. L’ambito agricolo o rurale del territorio costituisce l’ultimo ambito riconoscibile, collocato prevalentemente nella zona sud-ovest del territorio, e tra i nuclei di Parabiago e San Lorenzo, in corrispondenza del Parco dei Mulini. Si tratta di ambiti a forte connotazione agricola, caratterizzati dalla presenza di elementi di architettura del paesaggio importanti, filari, siepi e zone boscate, e da un sistema di percorsi ciclopedonali utilizzabili per la fruizione paesaggistico-ambientale. Il territorio di Parabiago è caratterizzato anche da un sistema di elementi ed ambiti di interesse storico-paesistico. Si fa riferimento, in particolare, agli elementi e complessi edilizi legati alle attività che storicamente hanno avuto un rapporto con il fiume Olona: mulini, cascine, opere di difesa idraulica, manufatti idraulici, etc. Tale patrimonio storico, testimoniale, architettonico e paesistico rappresenta l’identità della comunità locale ricadente nell’ambito territoriale della Valle Olona, da tutelare e valorizzare. Le azioni per la salvaguardia e lo sviluppo delle risorse naturali Una volta individuato il territorio di indagine, definita l’articolazione del sistema ambientale in sottosistemi, individuate le criticità principali per ogni subsistema e fissati i livelli di intervento bisogna agire sui principali fattori che condizionano la biopermeabilità degli spazi territoriali: uso del suolo, barriere infrastrutturali, idrologia e barriere insediative. Tale regolamentazione deve avere validità generale per le diverse tipologie di corridoi ecologici e basarsi sul controllo di alcune modalità d'uso del territorio al fine del mantenimento o ripristino delle condizioni necessarie per lo svolgimento della funzione di biocanale. Il salto di scala, dalle situazioni agricole/naturali a quelli urbane apre un successivo filone di azione sull'interconnessione tra il verde di città e quello del rimanente territorio attraverso un'integrazione tra le reti del verde naturale, del verde urbano, della mobilità pedonale e veicolare urbana e periurbana. I temi generali su cui concentrare l’attenzione sono: lo sviluppo sostenibile: consistenza, salvaguardia e implementazione la città verde complementare a quella degli edifici (spazi aperti e spazi costruiti); il sistema produttivo primario e la biodiversità; le relazioni fra i parchi e le aree circostanti (connettività); la riqualificazione degli elementi ambientali e la “messa in rete” (serie di paesaggi); la relazioni tra l’area urbana ed i sistemi naturali. (evidenziazione del bordo urbano); Rispetto a questo scenario ed a questi temi le azioni riguardanti il sistema ambientale possono essere organizzate, dal punto di vista territoriale, su due livelli: quelle specifiche e puntuali, mirate alla tutela dei singoli ambiti per salvaguardarne la loro specificità e rendere sempre maggiore la loro riconoscibilità; quelle di sistema, finalizzate al rafforzamento e completamento della rete ecologica che collega i principali ambiti attraverso nodi e corridoi di diversa dimensione e tipologia che attraversano il territorio. La valorizzazione degli usi agroambientali appare, in ogni caso, uno dei fattori determinanti da perseguire nel PGT incentivando e riqualificando tutti gli elementi potenziali esistenti. Tra questi le componenti paesaggistiche e naturalistiche, le produzioni agroalimentari di pregio, le opportunità legate allo sport, al tempo libero, al turismo, 9 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 che possono essere riferimenti nella valorizzazione e nello sviluppo rurale. Il PGT può offrire un suo contributo alla ricostituzione di un sistema interconnesso di biotopi naturali e seminaturali. Innanzitutto, quindi, riconoscere l'importanza dei biocanali e la loro funzione di collegamento tra i diversi ambiti naturali e ricostruire un sistema interconnesso di biotopi. Wildlife corridors, greenways, ecological networks diventano le parole chiave (esotiche) da cui partire e da assimilare nell’attività di pianificazione territoriale ed ambientale. Tipi di parchi Partendo dalle caratteristiche naturali e urbanistiche del territorio comunale, si vuole portare avanti un ragionamento relativo al parco urbano, sia nella sua definizione di parco urbano lineare che nella definizione di parco-margine, intesi sia come elemento o figura di connessione fisica, ecologica e sociale che come elemento o figura di mediazione tra la città e i suoi limiti (fisici, naturali, amministrativi, percettivi) e/o tra ambiti spaziali differenti per ruolo, funzione, caratteristiche fisiche, stigma. Nel tessuto urbano e nella percezione/definizione degli utenti o possibili utenti cittadini il parco urbano ha assunto nuovi valori progettuali e di immagine. La necessità di produrre continuamente il cosiddetto “senso di luogo” e la “identità locale” nei processi urbani di trasformazioni ed evoluzione, spinge il progettista a reinventare o ridefinire in modo continuativo nel tempo ruoli e contenuti del parco, facendo leva specialmente sulla sua vocazione ad essere duttile, multifunzionale, dispositivo relazionale tra elementi fisici ed elementi artificiali, di processi, di parti di città e parti di non città. Il parco urbano come figura e come idea o vision costituisce di fatto il rango più elevato nella contemporanea creazione di luoghi, o place making. I parchi come elemento urbano si caratterizzano per la loro grande capacità di rispondere ed adattarsi al contesto (specifico) in cui vengono calati e definiti, riuscendo ad adattarvisi sia dal punto di vista morfologico che funzionale che figurativo, andando spesso a gestire aree e spazi aperti ad elevata complessità. In un contesto territoriale come quello di Parabiago è possibile arrivare quindi a parlare di specie di parchi, a seconda del loro ruolo sul territorio, spaziando dal parco urbano lineare di connessione al parco margine, ragionando prettamente su due livelli di lettura: un primo livello indaga e osserva il parco come immagine/figura paesaggistica e si riferisce alle caratteristiche che lo vanno a identificare come figura di natura urbana e quindi alle sue diverse e possibili funzioni urbane di spazio pubblico; il secondo livello è riferito invece al ruolo che il parco stesso interpreta rispetto alla fase del processo di trasformazione urbana che lo vede nascere, in cui serve per andare ad evidenziare il rapporto tra città e parco all’interno delle varie tipologie insediative urbane. Tra le varie specie di parco urbano possibile si possono identificare per esempio: il parco campagna, di espressione tipicamente contemporanea, caratterizzato da inserti di moderna natura coltivata a scopo agricolo e/o importanti citazioni di paesaggi rurale storici all’interno di un programma spaziale variegato; esso non viene concepito come riproduzione di una realtà agraria, ma si compone bensì di ambiti messi a disposizione dell’abitare urbano per favorire attività di coltivazione della natura, di tipo orticoloproduttivo o ornamentale; - il parco connettivo, dove il parco ricopre il ruolo di tessuto di ricostruzione di rapporti spaziali, formali e funzionali tra diverse parti del costruito, fisico e sociale, le quali presentano una configurazione frammentata e sfrangiata o tra pezzi di città e pezzi di non città; esso quindi ricopre il ruolo di elemento di permeabilità e connessione attraverso la varietà dei suoi collegamenti spaziali; - il parco margine, inteso come soluzione progettuale e di immagine per le situazioni che si creano al contatto tra la città e i suoi bordi, la città e i suoi limiti fisici e naturali e amministrativi, ma alo stesso anche tra parti di paesaggio urbano ed elementi infrastrutturali; di fatto esso costituisce una figura di mediazione figurativa tra diverse aree omogenee, tra ambiti spaziali differenti per ruolo, funzione, e caratteristiche fisiche. La sua morfologia prevalente, ma non assoluta, è quella della fascia. Tali casi o modelli possibili di parco urbano possono essere tra di loro vantaggiosamente incrociati in modo integrativo, e ognuna è stata “descritta” considerando aspetti parimenti connotativi del parco, ovvero quelli evocativi e semantici legati alla sua figura e immagine, anche d derivazione letteraria e artistica, e quelli funzionali e spaziali, letti e considerati con riferimento ai caratteri del contesto in cui è inserito. La loro integrazione è quindi una possibilità importante, specialmente perché fornisce al progettista spunti per una riflessione più ampia, sia tecnica che culturale, sulle varie sfumature funzionali e figurative connesse alla progettazione dell’elemento “natura” all’interno del tessuto urbano, e inoltre perché mette in evidenza ancora una volta l’importanza di un approccio di tipo sistematico rispetto alla progettazione del parco urbano stesso. 10 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Il parco urbano lineare si compone di una serie di aree e spazi interconnessi fisicamente e non solo tra di loro, al fine di creare un reticolo di spazi e aree distribuito lungo tutto il tessuto urbano, con funzione di connessione e connettività ecologica e funzionale, oltre favorendo inoltre la qualità urbana locale. Tale elemento progettuale si propone come vero e proprio elemento capace di produrre una nuova concezione metrica dello spazio pubblico o semipubblico, anche dal puto di vista percettivo (o soprattutto dal punto di vista percettivo), e divenendo cosi allo stesso tempo elemento capace di andare a regolare o definire processi di crescita o trasformazione di parti urbane e funzionando cosi da strumento di mediazione per i cosiddetti salti di scala complessi. Il territorio comunale di Parabiago presenta una serie di forme del paesaggio rilevanti, che caratterizzano il territorio stesso con la loro forma e la loro percezione. Obiettivo del piano è la loro identificazione e legittimazione a livello territoriale, sia in termini di rappresentazione e rappresentabilità sul territorio stesso sia in termini di caratteristiche morfologiche e paesaggistiche e naturalistiche delle aree stesse, e la ricerca quindi di forme di tutela e valorizzazione di tali sistemi, anche attraverso la loro messa in relazione. La ricerca di definizione quindi di una serie di parchi, differenti per tutele e per definizioni, permette una salvaguardia del territorio in modo trasversale, relazionandola con gli assi strutturali e strategici del piano stesso, e costruendo una sorta di maglia a livello territoriale che agisca da supporto ai vari sistemi locali, come il turismo, la residenza, l’ambito agrario e il sistema storico-culturale e architettonico. la formazione di un organico sistema del verde, attraverso il recupero delle aree dimenticate o delle aree su cui insistono attività obsolete, ed ancora attraverso la predisposizione di interventi mirati di rinnovo del patrimonio arboreo secondo più attenti criteri ecologici ed estetici, assicurandone un adeguata manutenzione ed integrando in un disegno unitario privo di soluzioni di continuità tutti gli spazi di verde pubblico e privato presenti nel tessuto comunale; l’introduzione negli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione urbana ed edilizia di una visione integrata del ciclo dell’acqua, finalizzata al risparmio delle risorse idriche, alla ricarica delle falde, alla fitodepurazione e al riciclo delle acque piovane e di scarico; la riqualificazione dei margini e delle porte di accesso all’unità urbana, migliorandone l’immagine, alberature, incentivazione all’avvio di programmi o progetti di recupero o rinnovo edilizio, ed accrescendone l’accessibilità e rendendoli ancora permeabili alle comunicazioni con le aree urbane limitrofe; la valorizzazione visiva e funzionale dei principali riferimenti presenti nel territorio, attraverso la loro integrazione con i nodi caratterizzanti la rete dei percorsi, la formazione o il ridisegno dei luoghi pubblici o semipubblici, anche attraverso lo studio di scenari o scorci che ne consentano una percezione intensificata; ANALISI SWOT - Dall’analisi effettuata emergono tali indicazioni: La realtà di una unità urbana contraddistinta da margini di forte evidenza e visibilità (la ferrovia, le arterie stradali di scala territoriale, le arterie stradali di penetrazione urbana…); La presenza di alcuni percorsi principali, che costituiscono l’ossatura primaria locale, con presenza di attività economiche e commerciali, ma anche con una immagine frammentata e discontinua anche sotto il punto di vista percettivo e fruitivo; La compresenza di ambiti insediativi estremamente eterogenei per morfologia, per tipologie edilizia, e per tessuto sociale; La riconoscibilità di alcuni elementi significativi urbani e loro posizione nel tessuto urbano (polarità non centrali); Da esse emergono altresì dei meta obiettivi da perseguire, identificabili in: La salvaguardia e la valorizzazione non solo dei beni storico architettonici e monumentali individuati dalle indagini preliminari ma anche dei beni naturalistici ed ambientali e dei segni e delle tracce della conformazione territoriale del territorio; La gerarchizzazione e la riqualificazione della trama dei percorsi, delle linee di movimento abituale o potenziale interne all’unità urbana; - - - Punti di forza Presenza di un sistema di risorse architette toniche e storico-testimoniale rilevante; Presenza di ambiti naturalistici integri e rilevanti; Forte presenza di spazi aperti; Il reticolo idrografico principale e minore, di connessione; Elevato livello di tutela dovuto alla presenza di ambiti naturali rilevanti (parchi) Ambito rurale ancora integro e con rilevanti segni dell’architettura del paesaggio; Presenza di percorsi e itinerari storico-culturali e paesaggistico-naturalistici. Opportunità Messa in rete delle risorse paesaggistiche e ambientali esistenti; Riqualificazione e rilegittimazione del reticolo idrografico principale e secondario; Messa in rete ecologica del sistema del verde urbano pubblico e privato; Valorizzazione dell’ambito rurale integro; Le caratteristiche ambientali e paesaggistiche costituiscono importante veicolo di marketing locale e territoriale; Il tema dell’Expo 2015 favorisce la valorizzazione della risorsa “acqua”; - - - Punti di debolezza Gli ambiti naturalistici non sempre sono in relazione o interrelazione fisica e funzionale tra di loro; Presenza di elementi o assi di borderline urbano; La qualità dei corsi d’acqua non è buona; I sottosistemi ambientali costituiscono tessere di un patchwork a volte disordinato; Rischi Attenzione e monitoraggio degli equilibri tra aree antropiche e sistema naturale; Erosione del territorio di pregio paesaggistico ed agricolo per nuova edificazione. 11 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Sistema insediativo La città consolidata e di espansione Il sistema della residenza e dei servizi è rappresentato da un lato dai luoghi dell’abitare, vale a dire gli edifici, gli spazi scoperti e la viabilità al servizio dei quartieri e, dall’altro, dai luoghi di incontro collettivo, che attraggono flussi di persone, comprendendo con tale termine sia gli edifici che gli spazi scoperti. L’edificato di Parabiago, costituito dal capoluogo e dalle frazioni di San Lorenzo, Ravello, Villastanza e Villapia, si è storicamente sviluppato lungo i principali assi infrastrutturali, determinando un elevato grado di frammentazione del territorio e precludendo l’originario rapporto città-campagna. La struttura insediativa si caratterizza, in modo particolare, per porsi trasversalmente, ossia nel senso nord-est / sud-ovest, rispetto alla direttrice di sviluppo principale dell’area, imperniata sulla strada statale n. 33 “del Sempione”. I servizi, anche se non adeguatamente messi in rete, presentano un buon livello qualitativo, che andrà comunque adeguato in relazione allo sviluppo urbanistico recente, grazie anche alla presenza “storica” dell’importante insediamento scolastico ubicato in Via Spagliardi, che conferisce alla città un buon grado di autonomia a livello di istruzione superiore. L’articolazione proposta per il sistema della residenza e dei servizi si basa su considerazioni di carattere storicomorfologico e sul riconoscimento dell’identità specifica dei luoghi dell’abitare. Sono riconoscibili 4 sottosistemi principali: i nuclei storici la città consolidata la città di espansione i luoghi centrali a scala urbana i luoghi centrali a scala territoriale Il subsistema dei nuclei storici comprende il centro storico di Parabiago e delle frazioni di Ravello, San Lorenzo, Villapia e Villastanza. Assieme al nucleo antico del capoluogo e delle frazioni, vi sono parti di città più eterogenee e dai limiti vaghi che comunque per la loro intrinseca natura tipologica, per i materiali di cui sono costituite e per la particolare ubicazione, risultano contesti omogenei, dal punto di vista delle problematiche che essi pongono, delle logiche di intervento che essi sottendono ed infine dal ruolo che tali parti potranno assumere nel contesto generale delle proposte delineate con il PGT. Si tratta di antichi nuclei rurali sparsi e ad altri insediamenti di valore storico e architettonico che si sono sviluppati per lo più lungo i tracciati storici della città. La città consolidata è costituita per lo più dal centro di Parabiago e comprende le parti di città totalmente o parzialmente edificate che si sono sviluppate a corona del centro storico del capoluogo. Si tratta di parti di territorio dove i processi di trasformazione urbanistica sono sostanzialmente completati dando forma ad insediamenti strutturati sia di tipo residenziale che produttivo. La città di espansione, a contatto con quella consolidata, è caratterizzata da un tessuto edilizio meno denso e più frammentato e comprende ambiti di trasformazione inserite in contesti territoriali particolari, al margine tra l’edificato e il sistema degli spazi aperti. Si tratta in linea di massima di aree sottoutilizzate, inedificate e dismesse che necessitano di interventi di trasformazione, recupero e riqualificazione urbana. I luoghi centrali di livello urbano sono quelli legati alle attività quotidiane e di tipo urbano, localizzati all’interno o al margine degli insediamenti residenziali. Si tratti di parti di città caratterizzate dalla presenza di attrezzature, servizi ed attività commerciali, compresi i percorsi principali e gli spazi aperti (piazze e giardini) interni ai nuclei, che costituiscono i luoghi privilegiati per le relazioni sociali e di scambio. Si definiscono infine luoghi centrali di livello territoriale gli edifici o insiemi di edifici che offrono servizi e attrezzature di uso pubblico a scala sovralocale. Si fa riferimento, in particolare, al polo scolastico e sanitario di Via Spagliardi nonché ad attrezzature e parco pubblici attrezzato urbano e territoriale. Interventi diffusi di mantenimento e riqualificazione del tessuto edilizio Nell’ambito del sistema della residenza e dei servizi il PGT dovrà garantire la connessione delle abitazioni con i servizi e le aree di approvvigionamento dei generi di prima necessità, con le aree del tempo libero e lo sport ed in generale con le aree centrali del territorio. Una volta individuati i subsistemi, definiti i principali elementi di criticità per ognuno di essi, il PGT dovrà definire gli obiettivi principali e le azioni sottese ad ogni obiettivo. Il sottosistema dei nuclei storici, connotato da un’identità riconoscibile, è strutturato per la maggiore da edifici con tipologia a corte ed è caratterizzato da un rapporto molto stretto tra la cortina edilizia che segna e delimita gli isolati e il sistema viario. Per questi ambiti le questioni principali su cui puntare sono le seguenti: recupero edilizio ed urbanistico del tessuto esistente; rivitalizzazione del patrimonio edilizio esistente; tutela e valorizzazione degli organismi edilizi e degli edifici che presentano particolari caratteri storici, morfologici, tipologici e architettonici. Per il sottosistema della città consolidata si prevedono interventi diffusi di mantenimento o di qualificazione del tessuto edilizio esistente, ponendo le condizioni per un’accorta distribuzione delle funzioni, con particolare attenzione a quelle che potenzialmente potrebbero determinare rischiosi fenomeni di attrazione dei flussi veicolari. Per la città di espansione, strutturata da un disegno meno denso e maggiormente frammentato, si prevedono interventi di “ricucitura” e di ridefinzione degli spazi aperti. 12 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 In tali contesti potranno essere previsti anche puntuali ma sporadici interventi di completamento, solo dove questi abbiano però la capacità di generare nuova e diversa qualità urbana ed una nuova dotazione di standard e di servizi pubblici e privati. I luoghi centrali di scala urbana, caratterizzati da quelle parti di territorio, piazze, strade, percorsi, servizi, attrezzature di livello urbano, interne ai centri abitati, possono essere previsti interventi finalizzati alla riqualificazione urbana del contesto ed in particolare degli spazi aperti e di connessione. Questi dovranno attuarsi attraverso operazioni di riqualificazione e/o modificazione, tendenti alla creazione di una successione continua e coordinata di spazi aperti, pavimentati o a verde, progettati per consentire l’integrazione spaziale fra il contesto urbano e da questo verso gli spazi aperti naturali. Riguardo al subsistema dei luoghi centrali di livello territoriale, il PGT potrà prevedere interventi finalizzati al potenziamento dell’offerta di servizi pubblici e privati ed a conferire ai luoghi suddetti condizioni effettive di centralità urbana. evidenzia un network urbano fortemente monocentrico, costruito attorno al centro storico del capoluogo, da cui si ramificano una serie di direttrici collegate fra di loro in modo debole. Quella che emerge è una struttura asimmetrica costruita lungo la dorsale centrale urbana, che funzionalmente funziona proprio come un asse stradale urbano, con due fronti stradali che si aprono ai loro back front. Questa immagine viene rafforzata e consolidata altresì dalle ipotesi di viabilità di progetto previste alla scala sovracomunale, e nello specifico dal progetto delle tangenziali del capoluogo; essa mira a costruire un sistema viario esterno al centro urbano, al fine di ridurre il traffico di attraversamento del centro, e che di fatto limita in modo ancora più evidente i percorsi di attraversamento (di permeabilità) della dorsale stessa. La lettura del reticolo di connessione funzionale tra i nuclei urbani storici evidenzia la presenza di un reticolo che fuoriesce dalla dorsale centrale, e che presenta deboli elementi di connessione trasversali a questa. Tale immagine viene consolidata ancora dalla previsione dei piani attuativi vigenti, che si dispongono sul territorio con distribuzioni lineari lungo le direttrici minori, andando a intervenire puntualmente con processi di riqualificazione urbana. Nelle frangie urbane l’esito è stato quello di aver dato vita a nuove forme insediative caratterizzate da fenomeni di conurbazione dilatata e frammentata, ad alto consumo di suolo, in cui spazi aperti a destinazione differente si alternano a spazi edificati composti di residenze, prevalentemente, e anche di servizi, impianti produttivi, spazi del tempo libero ed altre attrezzature di interesse collettivo. Ciò ha comportato la perdita di identità dell’ambito di bordo urbano tra spazi aperti e spazi costruiti, che ha perso la sua percezione territoriale assumendo piuttosto una rappresentazione frammentata e molteplice dal punto di vista funzionale. Evidenziazione del bordo urbano Nella storia dell’immagine della città il confine, il margine, evoca la difesa dall’esterno e il centro, il cuore urbano, richiama la sicurezza e il senso di appartenenza. Oggi la perdita del confine, di un suo significato univoco, è connessa con la crescita senza limiti della città, in particolare con la formazione di ampie estensioni di aree urbanizzate a bassa densità o con il consolidamento degli insediamenti lungo le direttrici principali o ancora con l’esplosione di forme di conurbazione sul modello del patchwork. Questo comporta che i confini urbani non sono più cosi direttamente riconoscibili: essi divengono invece linee di margine o ambiti di margine di tipo multisegnico posti tra una successione di ambienti che spesso rendono ardua la stessa distinzione tra diverse comunità locali. La caduta del centro come spazio urbano storico e centrale di riferimento corrisponde allo stesso tempo con la caduta del dualismo centro-periferia e all’indebolimento del sistema storico dei punti di riferimento costituito da centralità e da reti di connessione i cui significati simbolici si ritrovano in una successione ordinata di luoghi e di manufatti emblematici civili, religiosi, culturali… Bordo e margine sono concetti che rimandano a una molteplicità di situazioni che stanno in adiacenza a qualcosa di fisicamente riconoscibile, che ha un confine, un limite percepibile; bordi e margini sono le aree di prossimità di un centro urbano, quelle disposte lungo un’infrastruttura di trasporto e di un corso d’acqua; bordi e margini sono molto artefatti dell’antropizzazione e gli elementi di naturalità che delimitano aree e situazioni, come la strada che contorna un quartiere, i filari di alberi che circoscrivono un campo coltivato, il sentiero che costeggia un bosco. Il confine d’altro canto è quella linea che segue il termine di una unità territoriale sia naturale che convenzionale come ad esempio quella di una valle o di uno Stato, ma anche quella dell’amministrazione di un territorio, della proprietà di un singolo soggetto, della destinazione di uso di un area, e più in generale dello stato giuridico-amministrativo di un territorio, di una risorsa, di un bene. Ma esso rinvia ancora a specifiche azioni di progetto come quella di posare un cippo, di erigere un muro, di porre cartelli…..si tratta di atti che quando si traducono in manufatti delimitano un margine che acquista lo spessore materiale di un bordo, il cui significato è permeato, anche nelle dimensioni, dalle relazioni di prossimità e di vicinanza con le realtà confinanti. 13 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 La bipolarità centro periferia ha svolto un ruolo fondamentale nei processi di urbanizzazione e nella stessa formazione degli strumenti della disciplina urbanistica e delle tecniche di progettazione delle infrastrutture tecnologiche, della viabilità, e dei servizi pubblici urbani; con il processo di inurbamento si sono formati modelli e regole insediative fondati sull’emblematicità dei luoghi centrali e sulla crescita urbana per aggregazioni successive. Oggi bisogna prendere atto della rottura del rapporto biunivoco centro periferia e della dilatazione della dimensione urbanizzata con i problemi di congestione e di contestuale isolamento e perdita di senso degli stessi luoghi abitati. La città diffusa, con la concentrazione da un lato di popolazione in alcune regioni metropolitane e con la rarefazione dall’altro dei presidi umani in zone dismesse da attività precedenti e in altre riconquistate dalla natura, impone nuovi e più articolati livelli di attività precedenti e di relazioni di sinergia e di competitività virtuose. Il tema progettuale centrale è la nuova immagine della città pubblica: è il progetto e la rappresentazione degli spazi e dei luoghi emblematici dei nuovi modelli di utilizzo dello spazio pubblico della città diffusa. Bisogna identificare una nuova rete di luoghi urbani (pubblici e privati) che si confronti con quella della città compatta, da un lato, e con la rete del sistema degli spazi aperti e delle aree verdi dall’altro. Nella nuova struttura della città due sono gli ambienti a più diretto contatto (rapporto), quelli della rete paesistica e quelli della rete ecologica, con le rispettive regole che ne delimitano i confini reciproci. Sono ambienti ove è necessario evidenziare quelli che sono i margini di permeabilità dei bordi per mitigare con il progetto eventuali contrasti, e viceversa, per valorizzare le auspicabili sinergie di prossimità. Una mappa del paesaggio deve tracciare confini, ed è dalla forma dei confini stessi che si comprendono le diverse nature dei luoghi confinanti e il modo in cui si relazionano. Nell’analisi del paesaggio contemporaneo il confine più rilevante è quello tra città e campagna. E’ ormai la città l’incontrastata modellatrice del paesaggio, la sua dispersione pervasiva, il fenomeno più macroscopico della mutazione del paesaggio..E’ infatti raro incontrare scorci di paesaggi agricoli che non siano contaminati da costruzioni. La definizione di un nuovo modello di sviluppo e di riordino urbanistico e spaziale del territorio comunale non può non partire dalla lettura della struttura fisica e relazionale attuale. - - ANALISI SWOT Punti di forza Presenza di nuclei storici a elevata valenza identitaria e storico-sociale; Eterogeneità nelle vocazioni dei vari nuclei urbani; La dorsale urbana della SS33 centrale costituisce elemento di forte attrattività e potenzialità a scala sovracomunale;; Possibilità di evidenziazione del bordo o margine urbano; Il territorio è caratterizzato dalla presenza di cosiddetti edifici speciali testimonianze del’evoluzione storica del territorio. - - - Opportunità Definizione di una rete delle aree e delle attrezzature di interesse comune, anche in un ottica unitaria; Definizione di misure e azioni per la gestione dell’edificazione in area agroforestale; Definizione di una visione unitaria per gli interventi di riqualificazione urbana; Valorizzazione, potenziamento e caratterizzazione dei nuclei storici. - Punti di debolezza Il continuum urbano ha “sfumato” i confini urbani delle varie località; Alcuni nuclei più periferici non sono in collegamento fisico funzionale tra di loro; Carenza di servizi pubblici di prossimità; Le aree per i servizi pubblici e l’organizzazione spaziale insediativa non sembrano frutto di una pianificazione unitaria; Alcuni nuovi interventi hanno modificato la tipologia degli insediamenti circostanti; Il sistema degli “edifici speciali” è debole e poco percepibile; Presenza di edificazione in area agroforestale; Rischi Il continuum urbano a macchia di leopardo comporta la perdita di identità e il riconoscimento dei confini; 14 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Sistema della mobilità Gli assi infrastrutturali Il sistema relazionale di Parabiago è imperniato su una maglia infrastrutturale piuttosto complessa, derivante dallo sviluppo dei fenomeni di mobilità che, a partire dall’Ottocento, si sono sommati allo storico asse viario del Sempione, alla ferrovia e al processo di urbanizzazione che ha investito il territorio comunale a partire dal secondo dopoguerra. I volumi di traffico attuali e previsti nei prossimi anni in rapporto alla consistenza e alle caratteristiche delle infrastrutture esistenti confermano che i problemi relativi all’area di Parabiago sono parzialmente risolti dall’attuale infrastrutturazione. Sulla base delle principali caratteristiche funzionali degli assi infrastrutturale, sono riconoscibili i seguenti sottosistemi: la grande viabilità di attraversamento del territorio comunale; la rete urbana di collegamento tra i principali nuclei; il reticolo delle strade di quartiere e dei percorsi ciclopedonali. Il territorio comunale si trova in una posiziona strategica nell’area metropolitana milanese, data la prossimità con le seguenti infrastrutture: l’autostrada A8 Milano-Varese, a est, il cui casello più vicino è quello di Legnano; l’autostrada A9 Milano-Como, anch’essa a est, con il casello più vicino di Origlio; l’autostrada A4 Milano-Torino, a sud, accessibile dal casello di Arluno; l’aeroporto della Malpensa, posto a circa 30 km, a nord-ovest della città; l’aeroporto di Linate, a sud-est; Strada SS 33 Via Sempione”. La grande viabilità di attraversamento del territorio comunale è imperniata sulla strada statale n. 33 del Sempione, che interessa il quadrante nord-est e la frazione di San Lorenzo, caratterizzata da volumi di traffico dell’ordine di 20.000 veicoli equivalenti al giorno. Un altro asse infrastrutturale importante è quello di Viale Lombardia, il cui tracciato coincide con la strada provinciale n. 109. La rilevanza di questa direttrice di traffico deriva da una duplice funzione; da un lato l’asse costituisce un tracciato sub-parallelo all’asse del Sempione e quindi funge da supporto alla strada provinciale n. 33 in direzione di Milano, dall’altro costituisce un asse di distribuzione verso i nuclei urbani del comparto compreso tra l’Olona, l’autostrada A4 Torino-Milano ed il Ticino, nel quadrante nord-ovest. Un altro elemento portante della mobilità è rappresentato dalla linea ferroviaria del Sempione, sulla quale si svolgono tutti i tipi di traffico ferroviari merci e passeggeri. Importante è il nodo infrastrutturale costituito dalla stazione di Parabiago, situata sulla relazione ferroviaria Gallarate-Milano. Il tema principale per tale subsistema è la razionale organizzazione e distribuzione del traffico rispetto alla grande viabilità mediante una maggior suddivisione e indirizzamento di quello di natura commerciale e di attraversamento rispetto a quello urbano veicolare. La rete urbana di collegamento tra i principali nuclei è destinata ad accogliere i collegamenti tra le diverse parti di città e tra queste e le localizzazioni esterne. Il tema principale è la riqualificazione della maglia urbana al fine di costituire un sistema viario coerente con il sistema insediativo, che non alteri la qualità della vita e contribuisca a riqualificare il sistema ambientale, riducendo i fenomeni di degrado causati dall’inquinamento acustico e atmosferico, specie in corrispondenza delle aree abitate. A tal fine la viabilità esistente dovrà essere ripensata e riprogettata in base alle nuove esigenze di tipo funzionale ma anche di tipo qualitativo. Il reticolo delle strade di quartiere è definito dalla rete viaria di collegamento tra i diversi quartieri, dalla rete di percorsi all’interno dei centri storici e di accesso agli insediamenti, in particolare quelli residenziali. Per le strade di quartiere vanno perseguiti obiettivi di riqualificazione formale ancorché funzionali, privilegiando il servizio ai residenti, introducendo misure e realizzando interventi che consentano di limitare la velocità come dettato dal nuovo codice della strada (zone moderazione traffico ZMT). Infine, il subsistema è integrato dalla mobilità pedonale e ciclabile. Il PRG vigente prevede la realizzazione di una rete ciclopedonale secondo uno schema a “X” che comprende i percorsi lungo Viale Lombardia e il canale Villoresi. La mobilità sostenibile. Strategie di intervento Trattare il sistema infrastrutturale comporta necessariamente riflettere anche sulle politiche per la mobilità e cercare di condizionare le scelte strategiche che riguardano: le infrastrutture di comunicazione ed il sistema metropolitano; la riduzione dei flussi di merci e persone (dalla riduzione della dispersione delle attività); l’interconnessione tra diverse forme di mobilità; l’incentivo della mobilità a basso impatto ambientale; il rafforzamento del ruolo ferrovia. Le azioni da intraprendere ed inserire nel PGT dovranno condividere e trovare soluzioni che rispettino il lavoro già svolto in altre sedi, strumenti e progetti. Si fa riferimento sia al Piano Regolatore Generale che agli specifici strumenti di settore che rappresentano, rispetto al tema della mobilità, un particolare valore aggiunto. Il Piano, rispetto alla grande viabilità, può definire una serie di azioni articolata in diversi tempi: 15 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 lo scenario “zero risorse” in cui le scelte prescindono dagli investimenti infrastrutturali che dipendono dalle decisioni di soggetti terzi e si limita la propria operatività alle sole risorse comunali; uno scenario intermedio di medio periodo che prevede il completamento delle infrastrutture già avviate; uno scenario di medio-lungo che prevede l’implementazione delle ipotesi infrastrutturali oggi non ancora completamente definite. Per la rete viaria di collegamento tra i nuclei urbani principali, coerentemente con quanto previsto dagli strumenti di settore, sono da prevedere: la sistemazione dei collegamenti con i luoghi centrali; il ripensamento del sedime della strada con l’introduzione di percorsi ciclabili “frazioni-centro” per realizzare una rete di piste ciclabili in sede protetta e diminuire l’uso del mezzo privato; la fluidificazione della viabilità urbana attraverso la rivisitazione del disegno viario di alcuni tracciati e la riorganizzazione di specifiche intersezioni; la definizione di tecniche traffic calming basate su modifiche del tracciato, del profilo dell'infrastruttura viaria, dell'impiego di elementi (come ad esempio piantumazioni, luci, materiali, ecc.) in grado di arricchire l'immagine urbana, rendendola maggiormente significativa a tutte le velocità di fruizione. Sempre rispetto alla viabilità locale, il PGT definisce le prestazioni che le infrastrutture viarie locali debbono possedere in termini di sicurezza, geometria, sezione, capacità di carico, la definizione dei livelli di funzionalità, accessibilità, fruibilità del sistema insediativo, per gli obiettivi di qualità urbana ed ecologico-ambientale definiti. Vengono infine aggiornate/confermate le fasce di rispetto delle infrastrutture per la mobilità locale, ed il perimetro del “Centro Abitato” ai fini dell’applicazione dei rispetti stradali. La Strada mercato SS 33 Tale valutazione è riferita al processo, più ampio e riconoscibile alla scala territoriale, di riqualificazione previsto per la Strada Statale 33 che attraversa il territorio comunale nel suo settore nord, definibile come “strada mercato”, ovvero come ambito caratterizzato dalla presenza di funzioni miste, manifatturiere e terziarie, e di attività commerciali a nastro lungo l’asse stesso, direttrice di sviluppo e attrattore lineare di molteplici attività e funzioni, ed ancora spazio in cui manufatti e funzioni si organizzano e si rapportano all’asse stradale, grazie a cui acquisiscono visibilità e significato. Essa costituisce di fatto una delle più vaste strade mercato della Regione, un continuum di case, capannoni, piazzali, ipermercati, negozi e strutture commerciali che ignorano i confini comunali e cancellano la campagna e distruggono le varie forme del paesaggio. Tale area infatti è sempre stata investita da processi di trasformazione (terziarizzazione) striscianti e mai accompagnati o definiti da un governo delle trasformazioni. Nel caso specifico della città di Parabiago, l’asse stradale interseca elementi importanti del sistema ambientale che è forse opportuno preservare e valorizzare per la loro peculiarità e unicità. La strada mercato costituisce un modello di sezione di un infrastruttura stradale, con caratteristiche tipologiche e di uso ben specifiche. Le regole insediative della strada mercato sono poche e chiare: essenzialmente quelle che consentono la disposizione di una sequenza abbastanza continua di oggetti diversi per natura e dimensione, allineati lungo i bordi di un asse viario a carattere territoriale, che per contro deve rappresentare un potente attrattore per attività commerciali. Nel modello di strada mercato la strada passa dalla condizione di infrastruttura alla condizione di struttura, capace di governare,ai suoi lati, una continua alternanza di scale di intervento, quella territoriale dei grandi contenitori commerciali e per il tempo libero, quella locale degli edifici ibridi o residenziali. Nei cosiddetti paesaggi contemporanei la strada mercato rappresenta non più solo la linea di confine tra diversi insediamenti, ma piuttosto diventa lo spazio di relazione, territorio pubblico, asse di scorrimento e di attraversamento di una net-city senza soluzione di continuità. La qualità della strada allora è affidata a pochi o sporadici fattori, che spesso cambiano da giorno a notte. In questo contesto il simbolo domina lo spazio più della forma, l’architettura non riesce sempre a stabilire relazioni spaziali e quindi l’edificio diventa esso stesso insegna: la facciata è una superficie da dipingere, disegnare, decorare per intercettare lo sguardo; l’architettura si ri-copre di simboli e si piega al messaggio che deve comunicare, quasi a dire che se si togliessero le insegne non ci sarebbe più quasi luogo. Ciò che avviene infatti è la creazione di un ambiente che appare come la traduzione fisica della nuova condizione di commercio in automobile, un ambiente che trova la sua prima forma compiuta, che diventa, in altre parole, paesaggio stesso, con l’avvento di quello definito da Lynch come “uno dei rari contributi americani alla forma della città: la strip”. La percezione cinematica costituisce il principale modo di lettura dei fronti stradali, dove la costante è un’invariante sequenza di oggetti: strada-insegna-parcheggio-edificio dove ogni individuo rincorre la propria visibilità attraverso la manipolazione in modi differenti degli stessi elementi. In questo contesto, i paesaggi che si susseguono sono una lista disordinata e piena: strade di accesso, parcheggi sul fronte strada, parcheggi sul retro, magma di insegne e cartelloni,accessi, spazi verdi, spazi degradati, spazi incolti…..l’immagine si compone quindi di scritte, luci, materiali, manifesti….da guardare o meglio da vedere in movimento e progettati per essere visti da occhi non 16 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 attenti; un immagine scandita dal tempo, dalla velocità degli utenti in movimento, un paesaggio su misura per l’automobilista più che per il pedone, che si ritrova con spazi sempre più esigui e ritagliati. Questa valutazione vuole andare a definire una metodologia di costruzione di un processo di trasformazione di una infrastruttura, all’interno di un tessuto urbano saturo, considerata nel medio-lungo periodo; obiettivo di questo metodo di valutazione è la costruzione di una serie di riflessioni-linee guida capaci di fungere da quadro di riferimento. Essendo tutta l’asta urbana dell’arteria individuata come area ove intervenire attraverso la definizione di Piani Urbanistici Attuativi (PUA), ed essendo questi prettamente costruiti per settori, il Piano può intervenire per gestire il processo in tutta la sua scala cronologica. Considerata la complessità dell’intervento, si propone una metodologia di analisi e valutazione e accompagnamento del processo di trasformazione dell’area che permetta di rileggere l’importante ruolo che l’arteria riveste o può rivestire nel contesto urbano e territoriale limitrofo. Tale metodologia di lavoro può poi essere ripresa per casi analoghi. Obiettivo del lavoro è la definizione di una vision strategica dell’asse, individuato e riconosciuto come asse principale di organizzazione di una parte di città, allo scopo di ricostruire una porzione di tessuto plurifunzionale, integrato, accessibile, caratterizzato. Ricerca quindi di un modello nuovo di pianificazione, non rigido, che trovi fondamento nella storia urbanistica dell’area e del territorio, e sulle sue trasformazioni in atto o previste, soprattutto attraverso la definizione di strumenti a scala operativa legati alla specificità dei luoghi stessi, capaci di mettere in relazione ed integrazione il centro urbano con le sue periferie ( e frangie), di mettere in relazione ed integrazione le aree di margine nel rapporto città-campagna, di localizzare le funzioni e centralità, di dare rappresentabilità ai luoghi. Il ricorso ai Piani Urbanistici Attuativi costituisce una sorta di questione di credibilità, di commisurazione alle risorse disponibili, di democraticità nelle procedure e di capacità di dialogo, oltre alle più immediate possibilità di riduzione dei tempi e delle procedure. In tali scenari, la macchina amministrativa rappresenta il soggetto con funzione guida nel processo decisionale che accompagna la formazione del consenso sulle proposte, la cooperazione tra diversi soggetti pubblici e privati, l’interazione tra le politiche, fissando altresì le regole per indirizzare e valutare le proposte di intervento. Il prodotto finale che si vuole costruire è una sorta di matrice guida per l’indicazione degli orientamenti e delle istruzioni di uso del territorio da trasformare e degli interventi da realizzare. La lettura sinottica delle caratteristiche rilevate degli interventi, le caratteristiche del comportamento del territorio e delle sue diverse parti rispetto all’infrastruttura definisce l’impostazione dei principi guida per la realizzazione del processo di trasformazione e riqualificazione dell’area. Tale processo permette di andare a verificare, settore per settore dell’infrastruttura, e definire un quadro di tipologie di interventi che diano forma al nuovo corridoio urbano, usando anche ricorsi a figure tipologiche come la strada parco, il viale urbano, la strada mercato, soprattutto relazionandola al sistema dei fronti stradali. Quello che si vuole ottenere è l’inserimento dell’asse stradale all’interno dei vari progetti urbanistici attuativi in atto o previsti in futuro, intendendolo come elemento stesso del progetto, al fine di integrarlo al tessuto urbanistico. La riflessione e il dibattito sul fare pianificazione da tempo ha concepito le reti stradali in funzione dei flussi di traffico, anche attraverso la netta separazione o distinzione tra aree a destinazione residenziale ed aree destinate alle infrastrutture, testimoniata dalla gerarchia stradale definita da Le Corbusier e dalla pianificazione che ne è susseguita. Tuttavia nel contesto italiano la questione è sempre stata posta in modo molto semplice e strutturale: la separazione tra le strade e i tessuti edificati era resa necessaria solo dalla volontà di velocizzare al massimo i flussi, selezionare gli utenti delle strade e collegare più velocemente determinati punti del territorio, evitandone altri. Questa concezione ha portato alla progettazione di numerosi rettilinei che in tanti contesti hanno diviso e separato maglie e continuità che esistevano da sempre. La tabella di azioni che costituisce il passo successivo a tale inquadramento, fornisce le azioni alle quali il territorio circostante deve essere sottoposto, simultaneamente: ridefinire un arteria cosi significativa non ha senso se non si estende il ragionamento a tutta la maglia infrastrutturale locale, al fine di riorganizzare la distribuzione dei flussi veicolari in modo efficiente ed efficace, affiancando a tutte quelle opere di sistemazioni e adeguamento delle strade locali quelle relative al ripensamento di determinate aree urbane (caratterizzabili per destinazioni di uso o per percezioni funzionali della popolazione); la definizione possibile di strada parco non ha senso se non viene attuata tutta una serie di azioni di sfondo mirate a proteggere il territorio anche attraverso la definizione di vincoli o tutele; la progettazione dei punti di scambio e di rappresentatività tra il nuovo sistema di strade e il territorio non deve rispondere solo a logiche di rete, per cui va giustificata la posizione e il ruolo del singolo nodo, ma bensì’ deve coinvolgere persino la possibilità di ri-articolazione, di networking del territorio, di ridefinizione dei luoghi o nuovi luoghi di addensamento delle funzioni (anche rappresentative), ripensando attivamente il concetto di accessibilità e di concentrazione in alcuni punti scelti delle trasformazioni; tale metodo permette inoltre di riorganizzare e facilitare la condivisione dell’agenda pubblica in merito a tutti gli obiettivi e le azioni previste in tema di infrastrutture e di mobilità. 17 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 La matrice cosi prodotta permette di leggere le relazioni che la trasformazione (il processo) produce sul territorio che ncontra, e sulle sue caratteristiche (componenti) insediative e ambientali, e quindi ancora le tipologie che settore per settore sono più opportune; quindi non si relaziona l’intervento esclusivamente con le sue caratteristiche tecniche ma anche al territorio. La mitigazione quindi come pacchetto di linee guida (principi guida) che riguardano genericamente la necessità di evitare determinate situazioni: Transito a ridosso di aree sensibili; Mitigazione di impatti prodotti (rumore, inquinamento, visivo…) Contesti da ambientare Criticità da innesti Presenza di elementi di polarità/centralità Dai principi progettuali di fondo che si assumono come indirizzi per il progetto è possibile far discendere in questo modo le azioni da prevedere, sul tracciato, sulla sua tipologia, sul territorio, inquadrando in questo modo la trasformazione (riqualificazione) infrastrutturale e urbanistica in un più generale quadro di trasformazioni. L’adozione di un metodo quale quello che si riporta ha il significato di definire un percorso di azione da condividere con i partecipanti al tavolo (stakeholder e soggetti pubblici interessati e coinvolti, formazione di partenariati a carattere pubblico-privato), al fine di ricercare un accordo non già sulle caratteristiche tecniche dell’infrastruttura, bensì sulla natura stessa dell’intervento, sulle tipologie urbanistiche da perseguire, le sue parti costruite e non, gli spazi verde e di servizio, e su tutte le azioni di accompagnamento delle trasformazioni. Il metodo è cosi strutturato,sinteticamente: • Fase 0 – Costruzione del cosiddetto Atlante della produzione (individuazione ambiti produttivi, delle criticità e delle opportunità del territorio, delle forme di associazione esistenti o attivabili, delle previsioni urbanistiche locali e di scala sovra comunale) e dell’Atlante degli attori della produzione (individuazione dei network relazionali, dei network istituzionali, delle politiche locali e territoriali in termini di sviluppo); • Fase 1 - Destrutturazione dell’asse stradale in settori o “isole”, in relazione alla tipologia dei fronti stradali, in relazione ai Piani Urbanistici Attuativi previsti, in relazione alla maglia infrastrutturale territoriale e locale esistente e di progetto, in relazione alle polarità e centralità del territorio; • Fase 2 - Costruzione della matrice, definendo le componenti da considerare, anche attraverso forme di tavolo di concertazione tra tutti i saperi e gli attori possibili; • Fase 3 - Strutturazione della matrice e lettura sinottica della stessa, al fine di ricavare indirizzi e • • indicazioni sull’area e sugli effetti diretti e indiretti sulla e della stessa; Fase 4 - Definizione delle azioni di accompagnamento, di mitigazione, di progetto scaturite dalle osservazioni e dagli input della matrice; integrazione delle azioni con l’intervento degli stakeholders locali e territoriali coinvolti o coinvolgibili, in un momento di partenariato pubblico/privato; Fase 5 - Costruzione di una sorta di quaderno o abaco contenente principi e linee guida per l’accompagnamento e l’inserimento del corridoio urbano all’interno dei vari processi di trasformazione dei fronti stradali. Tale documento costituirà il riferimento, condiviso e omogeneo nei suoi criteri e nelle sue finalità, per i vari progetti urbanistici attuativi che si verranno a definire nell’area. Esso potrebbe fornire indirizzi e guide per la tipologia e le modalità per gli interventi di costruzione e composizione e restauro dei manufatti esistenti, per il rapporto tra manufatto e lotto, sulle modalità di ampliamento e ristrutturazione dei manufatti ancora, sulla costruzione e composizione degli spazi aperti, sulle misure di mitigazione e moderazione e ambientamento da perseguire. Tale procedura permetterà la gestione del processo di riqualificazione dell’asse stradale e del tessuto urbano circostante in termini di continuità, di efficienza dal punto di vista cronologico ed economico, in termini di coerenza tecnica e politica, e permetterà altresì la facilitazione di azioni di attraversamento e di permeabilità dell’asse stesso. - ANALISI SWOT Punti di forza Presenza di assi a forte attrattività e potenzialità; Presenza di un nodo ferroviario potenzialmente strategico; - - Opportunità Un sistema di tangenziali locali può sgravare l’area centrale del capoluogo; La SS come rete lineare di polarità urbane e territoriali; Miglioramento dell’accessibilità al centro e alle funzioni urbane e ambientali; Riqualificazione dell’ambito della stazione ferroviaria quale polo attrattore e di interscambio. - Punti di debolezza La connessione est-ovest all’interno del territorio comunale è debole; La dorsale urbana (SS33) è tuttavia ancora oggi relativamente poco leggibile; Quale tipologia di mobilità attraversa il centro? Insufficienza dei parcheggi esistenti; Carenza di assi trasversali che colleghino le direttrici di penetrazione; Rischi La città ha vissuto troppi interventi e progetti “tampone”che non hanno risolto le criticità esistenti. 18 Documento degli Obiettivi Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Sistema produttivo I luoghi della produzione: mantenimento, riordino, riqualificazione Fanno parte del sistema della produzione i luoghi dedicati alle lavorazioni di tipo produttivo: edifici, spazi scoperti e viabilità di servizio. La caratterizzazione funzionale del sistema è garantita dalla presenza dell’uso industriale, artigianale o terziario in maniera prevalente rispetto alle altre funzioni ammesse quali servizi e residenza. Il sistema della produzione di Parabiago, tradizionalmente legato all’industria calzaturiera, negli ultimi decenni ha subito trasformazioni legate al mutamento del settore, legate al fenomeno della “città infinita” che si è venuta a creare, legate alla crescita di altri settori, come il terziario che di fatto ha mutato i rapporti gerarchici tra i vari settori, anche con riferimento agli investimenti. Portandosi dietro una grande tradizione legata al settore calzaturiero, la realtà parabiaghese manifesta da sempre una spiccata autonomia sotto il profilo industriale, che le ha consentito da un lato di non fungere esclusivamente da città-dormitorio (come invece è accaduto in molti comuni dell’interland milanese), e dall’altro di limitare l’estensione del territorio con destinazione d’uso monofunzionale. Oggi la struttura produttiva è prevalentemente caratterizzata da piccole e medie imprese, rappresentando circa il 90% delle aziende presenti nel territorio comunale. Dall’analisi dei dati ISTAT emerge che il comune sta assistendo ad un incremento continuo del numero di unità locali, che sta investendo perlopiù le imprese di piccole dimensioni, caratterizzate da un numero esiguo di addetti (da 1 a 5). Nella sua interezza il territorio comunale non contiene un ambito riconoscibile come distretto produttivo, ma è strutturato da una serie di piccole realtà artigianaliindustriali distribuite quasi omogeneamente lungo i principali assi viari, in particolare lungo la strada statale n. 33 “del Sempione”. In questo contesto il PGT deve considerare interventi strategici: l’adeguamento degli impianti esistenti che garantiscono comunque il miglioramento e la riqualificazione urbana ed in particolare degli spazi aperti e di connessione il riordino delle attività incompatibili con il tessuto urbano, valutando per le singole aree l’eventuale possibilità di prevedere la presenza di attività terziarie ed artigianali di servizio. Le strategie di innovazione del settore produttivo Gli obiettivi generali per il sistema produttivo si misurano rispetto ad argomenti quali: le strategie di innovazione degli attori economici anche esterni all’area parabiaghese; la capacità di attrazione di capitale umano; la riorganizzazione delle attività produttive: internazionalizzazione, delocalizzazione, spostamento attività manifatturiere, proiezione verso mercati esteri; lo sviluppo di funzioni terziarie: progettazione, prototipazione, sviluppo tecnologico, logistica, marketing, comunicazione, il dimensionamento delle aree produttive; la riconversione delle aree produttive; la riorganizzazione e ridistribuzione delle nuove espansioni industriali. La scelta strategica verso l’innovazione tecnologica ha come ricaduta sul territorio la fisicità dei capannoni. Si tratta di un materiale dell’architettura assai povero che ha contribuito notevolmente alla “scomparsa” del bel paesaggio lombardo. Bisogna utilizzare questa nuova possibilità offerta dal ricambio (parziale) dalla produzione alla innovazione per riqualificare le intere aree dedicate alle industrie (le zone D, secondo la terminologia urbanistica) e per incentivare lo sviluppo della qualità architettonica degli edifici e degli spazi. Le parole d’ordine riguardo al sistema produttivo sono: dispersione insediativa: misure per il suo contenimento e riduzione; concentrazione insediativa: processi di concentrazione funzionale e insediativa anche a livello sovracomunale. Una particolare attenzione dovrà essere posta in riferimento alle linee di azione per le attività produttive al fine di valorizzare e far emergere la vocazione storica e formativa peculiare del territorio, relativamente all’artigianato e all’industria; per tale motivo dovranno essere individuati e definiti gli strumenti idonei per il soddisfacimento di tale propensione, anche e soprattutto attraverso il recupero e il riutilizzo delle aree produttive sottoutilizzate o dismesse o in fase di dismissione, anche in un ottica di minor consumo di ulteriore suolo agroforestale. - - Nella prospettiva generale di ecosostenibilità del PGT, le aree industriali dismesse risultano oggetto di particolare attenzione e le modalità della loro riqualificazione diventano tema ricorrente sui diversi versanti delle politiche insediative, degli usi del suolo, della prevenzione degli inquinamenti e degli incidenti. In altri termini costituiscono una delle principali opportunità di trasformazione territoriale del comune di Parabiago. - - ANALISI SWOT Punti di forza Il territorio comunale ha una forte storia produttiva (soprattutto nel distretto calzaturificio); Il sistema produttivo locale sembra solido per efficienza produttiva, immissione di nuove forze imprenditoriali, solidità dei rapporti commerciali, capacità di individuare spazi di mercato relativamente a nuovi prodotti. Opportunità Definizione di una rete delle aree e delle attrezzature per la produzione anche in un ottica unitaria; La grande viabilità esistente e di progetto a scala territoriale riavvicina il centro a centri produttivi come Gallarate, Busto Arsizio, Milano; Presenza di edifici produttivi dismessi; Individuazione e riconoscimento di un “Outlet diffuso” nel territorio comunale. - - Punti di debolezza Le piccole medie attività produttive localizzate in centro o in ambito peri-urbano sono difficilmente ricollocabili; Presenza di edifici produttivi dismessi; Insufficienza del sistema viabilistico a servizio della produzione. Rischi La riorganizzazione del settore produttivo è legata necessariamente alla viabilità di progetto e in fase di realizzazione; Quale immagine e vocazione per la definizione urbana della SS 33. 19 Piano di Governo del Territorio – Comune di Parabiago - 2009 Documento degli Obiettivi 1.3 - Quadro sinottico sistema – criticità – obiettivi – assi – misure/azioni 20