Centonove 47-2014

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Centonove 47-2014
ANNO XXI Numero 47
11 DICEMBRE 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
EURO 1,50
Hamed Al Hamed
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
ARABI IN SICILIA
SceiccoHotel
DOPO LA PERLA JONICA DI CATANIA, IL RE DEL
QATAR METTE LE MANI SUI QUATTRO
PIÙ PRESTIGIOSI DELL’ISOLA. ECCO COSA C’È DIETRO LA SCALATA. FINO ALL’ALITALIA
11 Dicembre 2014
il punto
EDITORIALE
Corruzione
alla siciliana
ORA SI È ARRIVATI al paradosso di un
Presidente della Regione che vanta il
merito di avere evitato che in Sicilia
dilagasse la corruzione politica come
è successo a Roma. Abbiamo quindi
un Parlamento siculo lindo, fatto di
persone per bene. Che ora, grazie a
Crocetta che ha catechizzato
onorevoli e assessori al verbo
dell’onestà, come prima faceva con i
mafiosetti di Gela, non cadono più in
tentazione.
Peccato che quelli con i quali Crocetta
lottava nel Pd ora sono seduti alla
tolda di comando. E chi macina utili
in Sicilia, senza tanto lifting, lo fa in
nome dell’emergenza antimafia. Sui
rifiiuti, sull’acqua, sugli impianti
eolici. Perfino sulle trivelle.
La corruzione che Crocetta sostiene
di avere debellato ha solo cambiato
volto. E’ stata sostituita da una mala
amministrazione senza precedenti:
cento milioni sono i fondi che la
Sicilia ha perso per non avere avuto
la capacità di gestire neppure un
click-day per la formazione
professionale. I lavoratori delle
società che dovrebbero promuovere
lavoro, come Sviluppo Italia, sono in
sciopero; le imprese finanziate sono a
rischio: l’incubatore di imprese a
Catania, dove ci sono venti start-up,
rischia la chiusura; a Messina neanche
quella: lo scatolone di settemila metri
quadrati di Papardo è sempre
rimasto vuoto.
Non parliano poi dell’Irfis: ha
trecento milioni in cassa per le
imprese siciliane e lì continua a
tenerli. Ma in mezzo a questa
desolazione si continua con le
capriole linguistiche. Al procuratore
aggiunto di Palermo Augueci che ha
dichiarato di non avere digerito
affatto la nomina del magistrato
Contraffatto alla Regione, Crocetta
ha risposto che sì, anche lui “ha
ragione”. Ma forse il segreto di
Crocetta è che, prima della Sicilia
intera, prende in giro anche sé stesso.
Non può essere diversamente.
Giuseppe De Rita
Nomina al Censis,un colpo ben assestato
DI
DOMENICO BARRILÀ
È stata una settimana impegnativa su molti
fronti, quella che ci lasciamo alle spalle, tanti gli
avvenimenti gravi che si sono succeduti sulle
prime pagine dei giornali. Dai parenticidi, che non risparmiano
i bambini, alla colossale epopea del malaffare romano, che ci
ricorda come la politica continui ad essere un’emergenza
formidabile. Tuttavia non mi soffermerò sui temi appena
accennati, ma rivolgerò la mia attenzione ad una vicenda
particolarmente simbolica, che rischia di rimanere soffocata dal
clamore delle altre. I colpi che affondano una nave in precario
galleggiamento, qual è il nostro paese in questa lunga stagione
di crisi, possono arrivare da ogni dove, tanto il bersaglio è
fermo, ma vi sono alcune cannonate più letali di altre, quelle
che arrivano da direzioni inattese.
Una, micidiale, è stata assestata dal presidente del Censis
Giuseppe De Rita, che in vista del suo pensionamento si è
concesso il lusso tutto italiano di favorire la nomina del figlio
Giorgio a segretario generale del medesimo Istituto di
statistica, con funzioni di direttore generale, in attesa che gli
succeda alla presidenza. Messo di fronte alla questione di
opportunità, il padre se l’è cavata asserendo che il delfino
avrebbe i titoli e sarebbe persona molto preparata. In fondo
cosa c’è di male, mica si poteva perdere tempo in interminabili
selezioni, col rischio di trovare davvero qualcuno capace!
Il presidente conosce bene la materia del favoritismo, avendola
più volte trattata e stigmatizzata pubblicamente, appena pochi
giorni aveva ancora condannato proprio la mortificazione del
talento dei giovani. Tuttavia, come sanno bene i cittadini, il
nostro è un paese dove l’eccezione è parente stretta della
regola, basterebbe rammentare che la grammatica italiana
sovrabbonda di verbi irregolari, ossia di regole che fanno
eccezione alla regola, ma non per questo cessano di essere
regola. Lo so che è un poco complicato stare dietro a queste
affermazioni così arzigogolate, ma se un verbo irregolare
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
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possiede sicura dignità, per estensione questo deve valere
anche per alcuni favoritismi. In Italia si considerano favoritismi
tutti i casi che violano il principio della contiguità, salvo, è
ovvio, quelli che riguardano direttamente la nostra persona e le
sue estensioni (quelle parentali, dico). Il ragionamento fila,
dunque De Rita è perfettamente nelle regole, in fondo si tratta
di suo figlio, dunque si può ammettere l’eccezione. Ci
mancherebbe, sebbene i coatti potrebbero dire che costoro,
padre e figlio, sono muniti di una faccia che somiglia ad
un’altra parte anatomica decisamente poco assolata, analisi
spicciola ma assai pertinente.
Il padre consiglia di giudicare il figlio dopo il primo anno di
lavoro. Ma i casi sono due, il presidente fa il finto tonto oppure
pensa che i tonti siamo noi per davvero. Buttarla sulle qualità
professionali è patetico, come tutta la vicenda, infatti non è
questo il problema, visto che in Italia i cervelli non mancano e,
quando non sono figli di padri nobili, come accade per Giorgio
De Rita, finiscono per lasciare affetti e luoghi cari cercando
fortuna all’estero.
Mi chiedo come si farà da ora in avanti a prendere sul serio le
denunce e i suggerimenti contenuti nei rapporti del Censis, se
esso stesso diviene attore del malcostume che uccide il Paese,
nonché la speranza dei suoi giovani.
Ancora più patetico è il tentativo da parte di Giuseppe De Rita
di giustificare il gravissimo scivolone, sostenendo che non c’è
conflitto di interessi in quanto il Censis non sarebbe un ente
pubblico. Ebbene, proprio nel sito dell’Istituto, alla voce “Chi
siamo”, tutti possono leggere che il Censis “A partire dal 1973 è
diventato una Fondazione riconosciuta con Dpr n. 712 dell'11
ottobre 1973, anche grazie alla partecipazione di grandi
organismi pubblici e privati”. La verità è che questa vicenda fa
male a tutti noi, perché ci ruba un pezzo importante del poco
coraggio rimastoci, e ci lascia l’impressione che purtroppo ci sia
poco da fare per l’Italia.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
11 Dicembre 2014
riservato
TOP SECRET
SENTENZE. Dopo anni di battaglie l’avvocato messinese Dimitri Solonia la spunta. Il tesoriere dello Stato 16.344.306 euro per gli indennizzi
Crack Sgarlata, arrivano i risarcimenti
MESSINA. E’ il maggiore risarcimento
per truffa riconosciuto dallo Stato. Alla
fine l’avvocato messinese Dimitri Salonia
l’ha spuntata: il tesoriere centrale dello
Stato, presso la Banca d’Italia,
Emmanuella Falcone, ha accantonato la
somma di 16.344.306 euro per
“indennizzare” le vittime del crack
Luciano Sgarlata, il finanziere di Termini
Imerese le cui fiduciarie fallirono nel
1985.
Furono quasi un migliaio in Italia, molti
anche a Messina, le vittime delle “sgr”
del finanziere che operavano con l'
autorizzazione del ministero dell'
Industria, che videro i loro risparmi
andare in fumo.
A risarcirli, secondo una sentenza del
2012 del Tribunale di Roma, avrebbe
dovuto essere il Ministero dello Sviluppo
Economico, in sostituzione dell’ex
ministero dell’Industria, allora diretto
dal ministro liberale Renato Altissimo.
Ma da via Molise, dove ha sede il
ministero, hanno fatto orecchie di
mercante: “Non si sono fondi a
disposizione”.
L’avvocato messinese, che è anche
artista-mecenate, non si è perso d’animo
UNIVERSITA’ MESSINA
Indennità, Navarra
tra i più parchi d’Italia
MESSINA. Sono il rettore di Catania
Giacomo Pignataro e quello di
Messina Pietro Navarra, i due
rettori più “parchi” d’Italia in
merito alla carica di indennità.
Il primo si accontenta di soli 13
mila euro, il secondo di 15 mila
euro. Basta solo spostarsi a
Catanzaro, dove l’Ateneo conta
tremila iscritti meno di Messina,
novemila in tutto, per scoprire che
il rettore Aldo Quattrone, ha
sestuplicato, il compenso di
indennità: 87mila euro. Il record, va
comunque al rettore di Roma Tre
Mario Pannizza che anche se ha
meno Iscritti di Bologna, che ne
conta ottanta mila, si è assegnato
una indennità di 100mila euro. Il
rettore di Bologna Ivano Dionigi, si
ferma a 16mila euro.
CAMPIDOGLIO
Zingaretti, stop alla gara per
la messinese “Croce Amica”
MESSINA. Il presidente della
Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a seguito della indagine
sulle infiltrazioni mafiose al
Campidoglio, ha sospeso la
mega-gara di sessanta milioni
di euro sul “Cup”, il centro di
prenotazione sanitaria, provvisoriamente assegnata all’impresa messinese Hart Life-Croce
Amica di Antonino Calderone,
capofila di altre tre imprese, tra
cui Formia-Soccorso e Croce
Bianca Latina.
Dimitri Salonia
MESSINA
e ha provveduto a sequestrare la somma
a disposizione della Bnaca d’Italia”. Ma
è solo il primo passo, si affretta a
precisare Solonia- “Ho fatto recapitare
un altro pignoramento da sei milioni di
euro e appena avrò concluso gli elenchi
recapiterò il terzo..”.
In tutto il risarcimento arriverà a 35
milioni di euro, anziché i 29 milioni di
euro previsti in sentenza. Solonia non
esclude una possibile denuncia per
danno erariale contro i funzionari dello
Stato che finora si sono rifiutati di
pagare. Della vicenda ora si sta
occupando anche la trasmissione “Le
Jene”. Che sta rintracciando le vittime
del finanziere siciliano, morto a 48 anni,
che operava in Italia, dopo avere fatto
alcune scorribande in Svizzera, dove era
stato arrestato. La scoperta di questa
notizia ha fatto la fortuna dell’avvocatoartista Dimitri Salonia, che definisce
quella del crack Sgarlata “la causa della
sua vita”.
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6/8. La seconda invasione araba
Dopo la Perla Ionica di Acireale, altri quattro
alberghi nel mirino di Hamed Al Hamed
POLITICA
9. Messina, Scilipoti terzo incomodo
La nomina del coordinamento provinciale di Fi
si arena sul nome dell’ex dipietrista
10. Taoarte, Fondazione in vista
Summit palermitano con l’assessore Cleo
Li Calzi per discutere lo statuto da approvare
11. Piano revolution
Messina accetta le modifiche
12. Milazzo, Pino contro tutti
Pronto il sindaco uscente osteggiato
dal suo stesso nuovo partito
SICILIA
13. Elezioni, Ateneo col fiato sospeso
I controricorsi al vaglio della Commissione
14/15. Autostrade groviera
Gli ispettori della Regione bacchettano
la gestione del Cas. Su questioni nodali
16/17. L’ultima lettera di Giulio
E’ morto il professore Romano
18/19. L’unione Maurolico-La Farina
L’allarme a Messina sull’accorpamento
dei due storici licei
20. Mio nonno? Fa il vigile
Presentato al Comune di Messina
il progetto di “Stai con Noi”
ECONOMIA
21. Chiudiamo in...Frette
Il brand di biancheria dà l’addio alla Sicilia
22/23. Expo 2015, l’isola si prepara
La Sicilia capofila dell’area biomediterranea.
Ecco cosa comporterà
24. Moto, questa sì che è Bella
Un macellaio si “fa” meccanico e monta
i motori delle 500 sulle moto. Con questi successi
25. Camere con svista
Il tentativo di “autoriforma”
che porta da 9 a 3 gli enti camerali
POSTER
28. Quel Leone di architetto
Messina riscopre uno dei suoi figli più illustri
a duecento anni dalla nascita
36. Com’è Tirante quella voce
L’attrice svela il suo talento musicale nello spettacolo
dedicato al compagno morto a 48 anni
RUBRICHE
4-5. Settegiorni
26. Qui Europa / Consumatori 26. Consulenti
30/31. Libri/La Classifica
30.Lacerti di Letture
33/34/35. Mostre
37. Rubriche
38-39. Lettere e Commenti
38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia
39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
39. Antibuddaci/ Animal House
centonove pagina 3
Arbitrato Comune-Torno
Consulente Angelo Balducci
MESSINA. Che ci fa il “gendarme” del Vaticano, ex provveditore alle Opere Pubbliche
di Roma, Angelo Balducci, campione di tangenti a Messina? E’
il Ctu, il consulente tecnico
d’ufficio, del più grande arbitrato di Palazzo Zanca, quello
che lo oppone alla impresa
Torno, che chiede 120 milioni di
euro. Nell’arbitrato figurano i
nomi dell’avvocato Aldo Tigano, dell’avvocato Bonaventura Candido e di Gregorio
Falzea.
IMMIGRATI
Cara di Mineo, si indaga
sull’appalto a La Cascina
CATANIA. Chi era il misterioso
personaggio invitato da Giuseppe Castiglione per un
pranzo con Luca Odevaine, il
componente della commissione
che ha aggiudicato a “La Cascina” per l’importo di cento
milioni di euro, la gara di assistenza agli immigrati per il cara
di Mineo? Del raggruppamento, che si è aggiudicato
tutto con il ribasso dell’1%, fa
parte anche il consorzio Sisifo,
della lega-coop, e l’impresa locale Sol Calatino. Odevaine riceveva dal gruppo “tra dieci e
ventimila euro al mese”. La Cascina, rappresentata da Benny
Bonaffini, da tempo opera
anche a Messina.
11 Dicembre 2014
settegiorni
CHI SALE
SOCIETÀ
Chi sarò da grande? Piccoli e genitori si interrogano da Baba Jaga
Antonino Mazzaglia
MESSINA. Il funzionario dirigente dell’Ufficio provinciale del lavoro di Messina
è stato nominato commissario ad acta dell’Ersu di
Messina. Mazzaglia va a
sostituire nell’incarico a titolo gratuito il precedente
commissario
dell’ente
messinese David Bologna.
Giovanni Pizzo
MESSINA. L’assessore regionale alle Infrastrutture
è una persona oculata. Per
spostarsi da Palermo a
Messina, infatti, Pizzo utilizza il treno come qualsiasi cittadino. Un risparmio che gli dà anche modo
di verificare “sul campo”
lo stato dei trasporti siciliani.
Bruno Cilento
MESSINA. Il politico-ristoratore dell’Udc sa unire
l’utile al dilettevole. Per
seguire in prima persona i
lavori di ristrutturazione
dell’ex Catalani, ritornato
a chiamarsi “Noà”, Cilento
è stato all’interno del locale quasi 24 ore su 24, ottenendo anche più risultati di una ferrea dieta: ha
perso infatti tre chili in
dieci giorni.
Mario Bolognari
MESSINA. Docente universitario ed ex sindaco di Taormina, è stato Direttore del
Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Ateneo
di Messina, succedendo a
Marianna Gensabella. Candidato unico, ha ricevuto 93
voti su 100 votanti, 6 schede
bianche e 1 nulla. Laureatosi
in Sociologia a Trento nel
1973, Bolognari è ordinario
di Antropologia culturale.
Bruno Mancuso
MESSINA. Il senatore del
Nuovo centro Destra è puntuale nel raccogliere gli appelli di Messina. L’ultimo,
dell’assessore comunale all’Urbanistica Sergio De Cola,
riguardava la perdita dei
fondi Pac. Prontamente,
Mancuso ha chiesto in Senato un intervento immediato per frenare la decisione
del Governo di destinare i
soldi non impegnati alla data
del 30 settembre per finanziare sgravi fiscali.
PROVINCIA DI MESSINA
Uffici stampa, Romano chiede
lumi sui requisiti per la nomina
MESSINA. Un atto di interpello per
individuare la figura di un addetto
stampa, categoria “C” del contratto del
personale non dirigente della pubblica
amministrazione, è stato indetto dal
commissario della Provincia di Messina,
Filippo Romano.
All’origine del provvedimento la
quiescenza di Gino Mauro,
effervescente addetto stampa di
Palazzo dei Leoni. Nel suo atto di
indirizzo, Romano rileva che per il
nascente libero consorzio comunale,
“l’informazione istituzionale ha assunto
un’importanza strategica in funzione
dei principi di trasparenza, pubblicità e
diffusione dell’attività dell’ente”.
La figura individuata dovrà garantire la
cura dei rapporti con le testate,
l’organizzazione delle conferenze
stampa, la redazione di comunicati. Tra
i dipendenti iscritti all’Ordine dei
giornalisti, oltre Giuseppe Spanò che è
stato già impegnato nell'ufficio stampa,
anche Nino Scimone, responsabile
dell’Urp, l’ufficio relazioni con il
pubblico; Gerry Gambino, responsabile
dell’ufficio promozione turistica e
Giovanni Sciarrone.
MESSINA. “Chi sarò da grande?”. E’ il tema che lo studio pedagogico Radici affronterà alla libreria Baba Jaga di Messina venerdì 12 dicembre alle 18. Prendendo
spunto dalle pagine di un libro, grandi e piccini (fascia d’età 3/6 anni), avranno la
possibilità di ascoltare, raccontare e raccontarsi, condividendo le proprie esperienze ed emozioni sul tema. Gli incontri verranno guidati da dalle pedagogiste
Chiara Borgia e Francesca Liotta. Per info e prenotazioni: 090 2403280 349 7315218
“Liberamente Pasticciamo”, al via il laboratorio di cucina per bambini
MESSINA. Far cucinare i bambini vivendo tutto come un momento di gioco. E’ questo lo scopo dell’iniziativa “Liberamente Pasticciamo”. Il laboratorio di cucina per i
più piccoli a cura di Raffaella e Francesca Schirò. Per chi vorrà partecipare l’appuntamento è per oggi, giovedì 11 dicembre, alla libreria “La casa di Giulia” Via San G.
Bosco, 33.
Milazzo, seminario sulle biodiversità con mostra a Palazzo D’Amico
MILAZZO. Il seminario su “Agrobiodiversità Born in Sicilly: conservare e coltivare”,
si terrà venerdì 12 presso Palazzo D’Amico. Collateralmente sarà possibile visitare
la mostra fotografica con circa 500 foto di antichi frutti di Sicilia oltre a circa cinquanta dipinti dell’artista Ignazio Camilleri.
Messina, i premi dell’Accademia “Amici della Sapienza” onlus
MESSINA. Nell’ambito della “Settimana della Solidarietà della Cultura, dell’Arte e
del Turismo” è previsto per venerdì 19 dicembre, nell’aula magna dell’Università di
Messina, la consegna di due premi letterari “Speciale Scuola” e “M. Giordano
Bruno”. Durante la cerimonia, che avrà inizio alle 16,30, verranno assegnati vari riconoscimenti a benemeriti della Cultura, dell’Arte, del Turismo e della Solidarietà. L’iniziativa è promossa dall’Accademia Internazionale “Amici della Sapienza” Onlus.
ROCCAVALDINA. Esperti a convegno sul rischio idrogeologico
Giva inaugura la nuova sede comunale
ROCCAVALDINA. Sabato 13 dicembre alle ore 10,30 il convegno su “Il
ruolo dei Comuni nella prevenzione del rischio idrogeologico” farà
da prologo all’inaugurazione della delegazione comunale roccese
dell’associazione di volontariato Giva. Presso il salone di Casa
Vermiglia sono annunciati gli interbenti del Presidente della Regione
Rosario Crocetta, dell’assessore regionale al Territorio e ambiente
Maurizio Croce, del Dirigente generale del Dipartimento Regionale
di Protezione Civile Calogero Foti, del responsabile del servizio
regionale per la provincia di Messina Bruno Manfrè, e del Capo del
Genio Civile dei Messina Leonardo Santoro.
MESSINA. Una media del 50 per cento in meno sugli affidamenti. Gli ultimi casi con l’impresa Aveni. E ad Acquedolci...
Bandi di gara Iacp, quei ribassi “sospetti”
MESSINA. Ma chi prepara i bandi di gara
allo Iacp di Messina, se poi le gare vengono
assegnate in media con il 50% di ribasso?
Sono in tanti a chiederserlo dopo l’ultima
infornata di appalti che hanno visto
assegnare all’impresa di Antonino Aveni, i
lavori di messa i lavori di messa in sicurezza
delle terrazze delle palazzine “A” e “B” di
Oliveri, con un ribasso del 48,21% su una
base d’asta di 38.401 mila euro.
Poi: ad Acquedolci la messa in sicurezza dei
prospetti dell’edificio di via Galilei saranno
curati dall’impresa di Vincenzo Nociforo
Tiranno che ha offerto il ribasso del 49,8750
sull’importo di 48.375; a patti, il cottimo
fiduciario per le indagini sulle armature e sul
calcestruzzo delle tre palazzine di corso
Matteotti saranno curati dalla tecno-Sud di
Reggio Calabria che ha offerto un ribasso
del 51,46%: ha offerto l’importo di
10,150,00 euro; la ditta di Basilio Buzzanca
ha offerto poi un ribasso del 52,1969%
sull’importo di 32.970 per mettere in
sicurezza pensiline, cornicioni e parapetti
L’ingresso dell’Istituto autonomo case popolari
centonove pagina 4
della Palazzina Iacp di Mostazzo, nel
Comune di Patti.
Infine il ribasso “record” del 57,5556%
sull’importo di 34.255,95% è stato
offerto dalla Pegaso costruzioni di Brolo
per i lavori di sistemazione e messa in
sicurezza della Palazzina di contrada
Salina del Comune di Piraino.
Tutti gli interventi hanno avuto il
coordinamento tecnico dell’ingegnere
Achille D’Arrigo. Ma una domanda sorge
spontanea: se si fa una base d’asta,
tendendo conti i prezziari regionali,
come si fa a offrire meno della metà per
svolgere i lavori? Delle due l’una: o sono
sbagliati “in eccesso” i calcoli, oppure la
“fame” delle imprese, fa sì che si superi
abbondantemente la soglia dell’offerta
anomala, a scapito del rispetto dei
contratti di lavoro applicati ai lavoratori,
oppure la qualità dei materiali utilizzati
che risulta scadente. Delle due, l’una:
non si scappa. Ma così l’unico che ci può
scappare…è il morto.
settegiorni
DIBATTITI. La proposta dell’assessore De Cola all’incontro sul Prg
PARADOSSI
Messina? Sviluppiamola in altezza
Messina, se il guardarail
“sequestra” la mostra
MESSINA. Stop all’aggressione delle colline e
Santoro per i torrenti, la città per espandersi
paletti rigidi per le costruzioni a ridosso dei
non avrebbe avuto altra possibilità. Come
torrenti. Messina, allora, con quale modello si
reagirà il sindaco Renato Accorinti alla nuova
svilupperà? “In altezza”. E’ la stata la risposta
prospettiva illustrata dal suo assessore De Cola?
dell’assessore all’Urbanistica, Sergio De Cola,
Il collega Triolo, durante il dibattito, ha
intervenuto al dibattito organizzato da “Libera
augurato all'assessore De Cola di rimanere al
Messina” sul Piano regolatore generale. Ma c’è
suo posto visto che aleggia lo “spettro” del suo
di più. A precisa domanda sulla possibilità di
possibile successore. Il dibattito di “Libera
vedere spuntare in città i primi grattacieli,
Messina” è servito per illustrare ai numerosi
l’assessore ha risposto in maniera convinta.
intervenuti lo stato dell’arte del Prg e
“Certamente, non abbiamo nulla in contrario”.
soprattutto comprendere le posizioni degli
Con questo vuole dire che potranno essere
ordini professionali. Giovanni Lazzari e
rispolverati i progetti dei Franza? “Perché no”,
Francesci Triolo hanno comunque espresso
la risposta. I messinesi si preparino a a quella
delle perplessità sull’opportunità di dotare la
che potrebbe essere definita la “Rivoluzione
città di un nuovo Piano regolatore generale e
verso l’alto”, giacché la città potrebbe vedere
chiesto allo stesso tempo una maggiore
spuntare come funghi palazzoni a venti piani.
condivisione delle scelte strategiche. Il dibattito
Quanto emerso dal dibattito al quale hanno
è stato preceduto dai saluti di Antonio Costa e
partecipato il capo del Genio Civile, Leonardo
Nello Caruso del comitato “Libera Messina”.
Santoro, il presidente degli architetti, Giovanni
Lazzari, e il tesoriere
dell’ordine degli
Ingegneri, Francesco
Triolo, è qualcosa di
rivoluzionario per una
città in cui fino ad oggi
si rischiava il processo
penale per una
sopraelevazione.
D’altronde, considerato
che le colline non si
toccheranno nel
disegno del nuovo Prg
Un momento dell’incontro sul Prg di Messina
e l’alt imposto da
ORDINE MESSINA. Corsa al rinnovo. Ecco chi scende in campo
Avvocati, Ciraolo con... sorpresa
MESSINA. Per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli avvocati
messinesi, entro gennaio si dovrebbero già conoscere i nomi di
chi rappresenterà tutti i legali di Palazzo Piacentini. Ma i giochi
sembrano già fatti. Il presidente uscente Franco Celona lascerà il
campo al suo "delfino" Vincenzo Ciraolo che si porterà dietro
una lista "carro armato" composta da quasi tutti gli uscenti.
Faranno eccezione solo sei candidature perché passerà da 15 a 21
il numero dei rappresentanti dell'Ordine. I sei posti vacanti nella
"lista degli uscenti" dovrebbero per lo più essere colmati da
donne, anche alle luce del nuovo
regolamento per il rinnovo del Consiglio,
in cui si potrà anche esprimere il solo voto
di lista che assegnerà la preferenza al
candidato collegato e a tutti i componenti
della lista. La vera "novità" sarà anche che
almeno un terzo degli eletti dovrà
appartenere al così detto "genere meno
rappresentato". Nella lista degli uscenti,
oltre a Laura Autru, per colmare le sei
Vincenzo Ciraolo
caselle "rosa" mancanti si fanno già i nomi
Mara Carabba, Isabella Barone, Elena
Florio, Raffaella Mastroeni e Isabella Celesti. Anche se,
soprattutto, tra le donne non manca chi potrebbe decidere di
scendere in campo, tra queste, ad esempio, Marianna Barbaro o
Aurora Notarianni. Tra le liste che hanno già "scoperto le carte"
c'è ad esempio "Passione forense" che ha come "animatori"
Alessia Giorgianni e Antonello Garufi. E se soprattutto le donne
potrebbero tuffarsi nell'agone del Consiglio forense, non è detto
che uomini rimangano a guardare. Probabile anche che tutti gli
outsider riescano a coalizzarsi in una lista di "rottura" capace di
rimescolare la carte di una partita, all'apparenza, già vinta.
MESSINA. “Messina tra due guerre”,
la mostra inaugurata nell’ex sede
dell’Umpa, sotto la Galleria del
Boccetta, dove il comando militare e
la Prefettura avevano istituito nel
’43 il rifugio antiaereo, scampa alle
bombe ma non alla burocrazia del
Consorzio Autostrade. L’area di
accesso al museo, oggi meta di
tante scolaresche che lì arrivano in
pullman, sotto la guida del
geometra Currò, è stata infatti
sbarrata dal guard-rail che l’ente
guidato da Rosario Faraci ha
disposto fosse montato, “per motivi
di sicurezza”. Lo stesso promotore
del museo storico, Angelo Caristi, è
stato bloccato con l’auto dentro la
struttura, “murato” insieme ad
un’altra auto di servizio. La
decisione è stata presa, nonostante
da giorni fosse stata convocata una
conferenza di servizio, alla quale
dovrebbero partecipare il Comune e
la Provincia. E proprio l’incertezza
sulla rappresentanza della Provincia,
ha fatto sì che i tempi si dilatassero.
Il provvedimento è stato disposto
dopo che in un cantiere prospiciente
il museo, le imprese di Enzo
Vinciullo e Antonello Giostra, hanno
disposto lavori di sistemazione
dell’area. La patata bollente ora
passa alla Provincia guidata dal
commissario Filippo Romano, che
dovrà mediare tra gli enti.
ROSA E NERO
Il regista Salvatore Arimatea e Francesca Barbera sposi
MESSINA. Sboccia l’amore al Cam, il Centro Artistico Mediterraneo.
Il presidente Francesca Barbera lunedì 8 dicembre ha spostato il
regista messinese Salvatore Arimatea. La cerimonia si è svolta al
Ristorante “Tenuta Torchio Antico” di San Pier Niceto dove
numerosi invitati, tra cui volti noti del mondo dello spettacolo come
Marina Suma e Mario Opinato, hanno festeggiato fino a tarda sera
gli sposi. A Francesca, che è stata anche collaboratrice del nostro
settimanale, e Salvatore gli auguri della redazione di Centonove.
180 anni della Focacceria San Francesco
9ALERMO. Con una pergamena consegnata nelle mani
dell'amministratore Fabio Conticello, il sindaco Leoluca Orlando ha
festeggiato i 180 anni dell'Antica Focacceria San Francesco, il locale
storico della "meusa", "schietta o maritata". "La storia di questa
focacceria - ha detto Orlando - rappresenta un esempio di come si
possa coniugare tradizione ed innovazione, legame forte con le
radici culturali e prospettiva di apertura al mondo. Allo stesso
tempo, l'esperienza della famiglia Conticello dimostra come si possa
e si debba coniugare legalità e impresa, rispetto per il diritto e i
diritti con possibilità di sviluppo economico e sociale." Fabio
Conticello ha donato ad Orlando una piccola riproduzione in scala
della Focacceria. Di recente la Focacceria San Francesco è entrata a
far parte dei circuito "food" delle librerie Feltrinelli.
Patti, avvocatura a lutto per la morte di Carmelo Pirri
PATTI. Avvocatura di Patti a lutto. Giovedì 4 si è spento all’età di 71
anni Carmelo Pirri. Nato a Falcone, iscritto all'Ordine nel 1972, è
stato una figura di primo piano del Foro pattese, di cui fu consigliere
per quasi venti anni, dal 1996, diventandone tesoriere, segretario e
consigliere anziano. Più recentemente era stato eletto delegato
Organismo unitario dell'Avvocatura.
centonove pagina 5
11 Dicembre 2014
SCENDI
Cleo Li Calzi
PALERMO. L’assessore alla cultura sceglie Twitter per lanciare
l’allarme su 5oo milioni di fondi
Ue "a rischio": se non ci affrettiamo a spenderli ci penserà
qualcun altro: saranno trasformati in credito di imposta nazionale. Ma non sarebbe meglio trasformarli in credito di
imposta regionale? Si farebbe
prima...
Pietro Lo Monaco
MESSINA. Il patron dell’Acr
Messina è stato “bacchettato”
dal prefetto Stefano Trotta, che
accusa la società di non aver
presentatato documentazione
per garantire lo svolgimento in
sicurezza della partita di calcio
con il Benevento. Per “punizione”, Palazzo del Governo ha
disposto che il match di veberdì
12 sarà disputato a porte
chiuse, lasciando i tifosi fuori
dallo stadio San Filippo.
Alberto Acierno
PALERMO. L'ex direttore della
Fondazione Federico II è stato
condannato dai giudici a sei
anni e sei mesi di reclusione per
essersi indebitamente appropriato di 150mila euro. E pensare che ora con la guida di
Francesco Forgione i conti della
Fondazione, tra book schop e
mostre, sono tornati in utile.
Tonino Perna
MESSINA. Sembra quasi il titolo di un classico cinepanettone diretto da Neri Parenti, il
cartellone delle manifestazione
varato dall’assessore alla Cultura di Messina. La serie di manifestazioni, infatti, si chiama
"Vacanze di Natale e oltre". E,
considerato che il cognome
dell’esperto alla Comunicazione del sindaco, non sorprenderebbe se la regia fosse
di Neri Accorinti...
Renato Accorinti
MESSINA. Il sindaco di Messina
non rinuncia ai suoi ideali nemmeno davanti ad una...manna
dal cielo. Per venire incontro
alle vuote casse del Comune,
Confcommercio aveva offerto
seimila euro per comprare e illuminare sei alberi per i sei
quartieri. Accorinti, però, ha
detto no. Perchè gli alberi l’associazione li avrebbe comprati
veri, cosa che ad Accorinti non
va per questioni ecologiche.
11 Dicembre 2014
primopiano
Il Governatore Rosario Crocetta ed il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone a Doha a novembre (foto Livesicilia)
INCHIESTA. Dopo la Perla Ionica di Acireale, altri quattro alberghi nel mirino di Hamed Al Hamed
La seconda invasione araba
La Sicilia fa gola ad emiri, sceicchi ed imprenditori del Medioriente. I settori caldi? Il turismo
e l’agroalimentare, ma anche il manufatturiero e le infrastrutture. Ecco quali. E cosa fa la politica
DI
ALESSIO CASPANELLO
PALERMO. Sono arrivati in Sicilia mille
anni fa, e si sono imposti a colpi di
scimitarra. Oggi, gli arabi arrivano di
nuovo in Sicilia, e sono decisi a non fare
prigionieri. Senza spade, mai coi
petroldollari. Iniziando dal turismo,
facendo incetta di alberghi storici. Ma
con lo sguardo rivolto ad altri settori.
ALBERGHI E MEZZELUNE. La “testa
di ponte” degli affari mediorientali
nell’isola è stata l’acquisizione, da parte
sceicco Hamed Al Hamed
dell’albergo La Perla Ionica di Acireale.
L’esponente della famiglia reale di Abu
Dhabi negli Emirati arabi, ha messo sul
piatto 130 milioni di euro per
l’operazione: 35 milioni per l’acquisto,
altri cinquanta per la ristrutturazione e
il resto per il rilancio della struttura.
Metà dei cinquanta milioni necessari al
ripristino totale dell’albergo arriveranno
grazie ad un cofinanziamento europeo e
ministeriale: 24 milioni di euro ai quali
attingere fondi europei per l’industria e
il turismo. Ma Hamed Al Hamed non si
è fermato qui. Perchè tramite la “Item
Holding”, l’appetito gli è
venuto...mangiando.
POKER D’HOTEL. L’esponente della
famiglia reale di Abu Dhabi, infatti, sta
tentando la “scalata” al turismo
dell’isola, intessendo contatti con la
curatela della Acquamarcia (società
sotto concordato fallimentare del
finanziare Francesco Bellavista
Caltagirone) la disponibilità a vendere
l’Excelsior di Catania, il San Domenico
di taormina, Villa Igiea e Le Palme di
Palermo. Quattro dei più prestigiosi
hotel dell’isola, ciascuno con una storia
alle spalle, per i quali la Item Holding
avrebbe offerto cento milioni di euro.
Che destino avrebbero gli storici hotel?
TRIBUNALI E VACANZE. L’Excelsior
di Catania, quattro stelle in pieno
centro, andrebbe al ministero della
Giustizia per essere adibito a secondo
tribunale: il palazzo di giustizia attuale e
l’Excelsior sono l’uno di fronte all’altro,
separati solo da piazza Giovanni Verga,
quindi l’affare sarebbe combinato.
Viceversa, gli alberghi di Taormina e
Palermo, una volta ristrutturati,
potrebbero essere ceduti al gruppo
Hilton, attraverso la controllata Waldorf
Astoria, che del marchio principale
rappresenta la branca di lusso, quella
che garantisce i più alti standard si
strutture e servizi. Una mossa, questa,
che potrebbe pestare i piedi alla
RussottiFinance di Messina, guidata da
Sebastiano Russotti, che a Giardini
Naxos possiede e gestisce un hotel con
un franchising da parte di Hilton stessa
firmato nel 2010. La catena americana,
tra l’altro, ha posseduto, tra il 2003 ed il
2010, un albergo a Portorosa, ceduto
poi all’italiana Blu hotel. Questo è quello
che andrà in porto. Poi ci sono gli
“avvicinamenti”.
GLI INTERESSI RICAMBIATI. Se gli
arabi sono interessati alla Sicilia, ai
siciliani il medioriente fa proprio gola. Il
presidente della Regione Rosario
Crocetta ha già ampiamente spiegato
come quella coi paesi (e gli sceicchi)
arabi non sia solo un’infatuazione, ma
piuttosto un orizzonte di scambi
commerciali duraturo. E per supportare
le aziende siciliane, Crocetta ha fatto le
cose in grande, spendendo
settecentomila euro per una tre giorni a
Doha, capitale del Qatar,
all’inaugurazione del lo spazio Brand
PERSONAGGI CHIAVE/1
Al Emadi, immobiliarista amico
AMA LO STILE EUROPEO MA RICERCA LA SICILIANITÀ. IL RITRATTO DELL’UOMO D’AFFARI
DI DOHA. CHE ROSARIO CROCETTA VORREBBE FAR INVESTIRE NELLE ATTIVITÀ ISOLANE
PALERMO. Ha accolto a braccia
Mohammed Al Emadi
aperte il presidente della regione
Sicilia Rosario Crocetta un mese e
qualche giorno fa, quando una
delegazione isolana si è recata a
Doha per l’inaugurazione dell’ala
dedicata all’Italia del megacentro
commerciale, ma Mohammed Al
Emadi, lo sceicco che lo ha
finanziato, alla Sicilia come partner
commerciale guarda già da un po’ di
tempo. Da un anno e mezzo almeno,
cioè da quando è arrivato in Sicilia in
pompa magna, ricevuto all’Ars con
centonove pagina 6
tutti gli onori del caso, e s’è fatto un
nutrito giro nel palermitano,
toccando con mano la realtà
produttiva locale e invitando
l’amministrazione Crocetta a Doha
per l’inaugurazione del centro
commerciale, 55mila metri quadrati in
pieno deserto. A maggio del 2013, il
giro era iniziato ad Aspra, per visitare
lo stabilimento “Flott”, l'azienda
conserviera di acciughe e sarde
sott'olio, ed era terminato a
Castelbuono, prima nello
stabilimento dolciario della ditta
primopiano
11 Dicembre 2014
PERSONAGGI CHIAVE/2
Italy all’interno dell’immenso centro
commerciale sorto nel deserto. Soldi ben
spesi, a sentire i dati del governatore,
secondo il quale “su 240 imprese ben
120 erano siciliane”, e “stati siglati
numerosi contratti”. Quali? “24 contratti
di fornitura di formaggi, 15 per il
pastificio Gallo, altri cinque dall' olio
Centonze, persino la Ferrara ascensori
ha chiuso due contratti. E ancora per
Contorno, Faro e Fiasconaro è stato un
successo”. Parola di Governatore.
OCCHIO AL PORTO. A Doha, tra gli
altri, c’era anche Francesco Re,
sindaco di santo Stefano di Camastra,
paesino i cui abitanti a giorni
riceveranno visita da una delegazione
qatariana con tuniche e turbanti per
aggirarsi nel porto di Barche Grosse. Lì,
in piena costa tirrenica, sembra che gli
arabi abbiano mostrato interesse per il
bando di project financing per la
realizzazione del porto turistico. E poi?
Si era parlato di un appetito da parte di
Etihad, entrata a far parte di Alitalia, per
l’aeroporto di Comiso, ma l’interesse è
stato smentito. Ma non ci sono solo i
grandi centri: Custonaci è un nome che
a otto siciliani su dieci dirà poco, ma
non alla delegazione di operatori russi e
dei Paesi arabi che il mese scorso ha
visitato alcune aziende del comparto
marmifero del paesino nel trapanese.
Solo miraggi e illusioni di grandezza?
Forse, ma la strada è quella: secondo
Confindustria Sicilia, i mercati
di riferimento per le esportazioni
siciliane sono lì, dall’altra sponda del
Mediterraneo: Turchia, che da sola
assorbe il 12,5% dell' export totale, poi
Libia, Egitto, Algeria, Tunisia, e solo in
fondo, per adesso, Emirati Arabi e
Arabia Saudita. E la politica? Fa del suo,
quando e come può: come Leoluca
Orlando, sindaco di Palermo, che vola
a Roma per incontrare gli ambasciatori
del Kuwait, Emirati arabi e Oman. “La
riunione conferma e auspica forti
relazioni per Palermo e i comuni
siciliani”, ha poi twittato il sindaco.
Proprio a Palermo, per un pelo, non
sono piovuti due miliardi di dollari. Era
il 2008, il primo tentativo da parte del
mondo arabo di investire pesantemente
in Sicilia. Sfumato.
MILIARDI DAL MEDIORIENTE. Due
miliardi di dollari era la cifra che la
Limitless di Dubai, società realizzatrice
dell’arcipelago artificiale Palm Jumeirah,
al largo di Dubai, era pronta nel 2008 a
investire su Palermo per un progetto di
riqualificazione del centro storico,
progettazione del waterfront, alberghi
ed alloggi di lusso. Partner e “oliatori”
dell’impresa? San Paolo Imi e Banco di
Sicilia. Il progetto sarebbe andato in
porto se il Comune avesse costituito una
società di trasformazione urbana.
Manco a dirlo, è sfumato tutto.
LE QUATTRO MOSCHEE. Non è solo
questione d’affari, perchè gli stati arabi
stanno investendo in Sicilia anche per
garantire a chi professa l’Islam un luogo
di culto adeguato. E infatti, tramite
l’associazione Qatar Charity Foundation,
nell’isola sono stati stanziati quasi due
milioni e mezzo di euro: 256mila euro
per il centro islamico di Ispica a Ragusa,
poco meno di mezzo milione per quello
di Catania, ottocentomila euro per la
moschea di Comiso, anche questa in
provincia di Ragusa, e ben 879mila euro
per il centro islamico di Messina. Si
tratta di fondi presenti in un piano
d’investimenti stanziati nel 2013 e già
approvati. Non ancora stanziati, ma
“nelle intenzioni”, ci sarebbero altri tre
milioni e 600mila euro per centri di
culto islamico a Mazara del Vallo,
Palermo e Barcellona Pozzo di Gotto. E,
a conferma della predilezione araba per
Ragusa, in previsione ci sarebbero
progetti per moschee anche per Vittoria,
Donnalucata, Modica e Scicli.
Fiasconaro e poi a pranzo, nel salone
delle feste di palazzo Turrisi-Colonna.
Di cosa ha parlato Mohammed Al
Emadi in Sicilia? Intanto di come
arrivarci: è stato solo uno scambio di
battute, ma tra Crocetta e lo sceicco si
è parlato di prevedere
l’inaugurazione di una rotta aerea
Palermo-Doha durante i
finesettimana. Un interesse
ricambiato, quello tra lo sceicco e gli
imprenditori siciliani, che si è
tradotto, qualche mese dopo, nella
trasferta a Doha del presidente del
Distretto produttivo della pesca di
Mazara del Vallo, Giovanni
Tumbiolo. Pesca, alimentari,
trasporti aerei, centri commerciali:
ma di cosa si occupa in realtà
Mohammed Al Emadi? Di nulla che
abbia a che fare col petrolio. La sua
Al Emadi enterprises fa affari con le
proprietà, col “real estate” sia
residenziale che commerciale.
L’impresa “di famiglia” (Mohammed
Al Emadi è presidente e fondatore,
all’inizio degli anni ‘90) si è allargata
talmente tanto da aver ramificato in
AL Emadi Solar che si occupa di
energie rinnovabili, AL Emadi Stone
(decorazioni artistiche in roccia), AL
Emadi Hospitality e Al Hazm, marchio
sotto il quale è stato inaugurato il
centro commerciale di beni di lusso,
differenziando i settori di business. E
la Sicilia? Cosa c’entra? Lo spiegano i
siti delle sue aziende: innamorato
dello stile europeo, lo sceicco,
all’interno dell’”esotico”
continentale, è andato a cercare
qualcosa che potesse unire Europa e
Medioriente: la Sicilia. (A.C.)
Sami, il tunisino all’Ars
EX CONSOLE, QUATTRO LINGUE, DOPPIO PASSAPORTO E L’AMICIZIA CON
GIANPIERO D’ALIA (UDC), RITRATTO DELL’UOMO DEI RAPPORTI NEL MEDITERRANEO
PALERMO. A Palermo gestisce
un'agenzia di viaggi verso il nord
dell’Africa, ma non è per quello che
Sami Ben Abdelaali è diventato il
tramite tra la Sicilia ed il mondo
arabo. In Italia da vent’anni, prima
da dirigente del consolato generale
tunisino (incarico dal quale è stato
sollevato nel 2012, mesi dopo i fatti
della “primavera tunisina”) e dal
2012 all’aprile del 2013 come
“dirigente della cooperazione con i
paesi del Mediterraneo, Africa e
mondo Arabo” (incarico rinnovato,
come esperto, a settembre del 2014)
per conto della Regione, è a lui che
si deve la rinnovata liaison tra Sicilia
e Medioriente. Sami Ben Abdelaali
risultava nell’organico dell’assessore
Dario Cartabellotta, e per conto
dell’assessorato ad Agricoltura e
pesca ha gestito l’iter che ha
portato la Sicilia ad essere la prima
delle regioni partner dell’Expò 2015
di Milano, e a postare in Sicilia lo
sceicco del Qatar: “cortesia” che il
presidente della regione Rosario
Crocetta (ma anche il senatore
Beppe Lumia ed il presidente
dell’Ars Giovanni Ardizzone) ha
ricambiato portando la Regione a
Doha, capitale del Quatar, per
l’inaugurazione dello spazio Italia
all’interno del ciclopico centro
commerciale.
A volerlo alla regione, ha spiegato
lui stesso, sono stati lo stesso
Crocetta e Gianpiero D’Alia, ex
ministro e presidente dell’Udc. Per
ricoprire il ruolo di “Assistenza
all'Organo Politico nelle relazioni
con i Paesi del Mediterraneo, Africa
e Mondo Arabo e approfondimento
Sami Ben Abdelaali
centonove pagina 7
delle problematiche afferenti
all'immigrazione” dalla fine di
agosto al 31 dicembre 2014, Sami
percepirà un compenso lordo di
quindicimila euro. Una nomina, la
sua, che ha fatto storcere il muso a
molti, perchè in patria, il tunisino è
stato molto vicino al dittatore
deposto Ben Alì e senatore del
partito che lo sosteneva, il
Raggruppamento costituzionale
democratico. Dettagli che non
hanno ostacolato il suo percorso
all’interno della regione Sicilia.
Perchè, prima dell’inserimento nei
ranghi da parte di Crocetta, Sami
aveva fatto da consulente per conto
dell’Ars (dal 2010 al 2011), e a
febbraio del 2012 era stato relatore
alla “Winter school Sicilia” sui temi
di immigrazione, integrazione,
libertà religiosa e cooperazione
internazionale e mediterranea
organizzata dall’Udc, partito col
quale in qualche modo sembra
avere un ottimo feeling. Ancora
prima, nel 2008, è stato membro del
comitato tecnico del progetto
Dedalo, promosso anche questo
dalla Regione. La sua prima
apparizione in Sicilia risale al 2000,
come rappresentante del governo
tunisino nella conferenza
internazionale sul crimine
organizzato a palazzo dei
Normanni.
Sulle sue competenze, in pochi
sembrano avere dubbi, specie nel
ruolo che Crocetta gli ha riservato,
quello da tramite tra la Sicilia ed il
mondo arabo: il suo curriculum dice
di quattro lingue parlate
correttamente (la madrelingua, che
declina nei dialetti egiziano,
marocchino, algerino, siriano,
qatarino ed iraniano, poi italiano,
inglese e francese), laurea in lettere,
master in letteratura francese
all’università Saint Louis di Parigi,
quindi formazione postuniversitaria
all’accademia politica di Tunisi.
L’uomo giusto al posto giusto, se
non fosse per la “macchia” del
sostegno a ben Alì. Del quale, alla
fine, non sembra importare poi a
molti, dato che una laurea Honoris
causa, l’università di Messina la
stava per concedere allo stesso Ben
Alì poco prima che il dittatore fosse
defenestrato. La delibera, infatti, è
stata ritirata in tutta fretta dopo i
fatti della “primavera araba”.
Un tipo da non far innervosire
troppo, Sami, che si diletta con le
arti marziali: è infatti cintura nera e
istruttore di karate (5°dan) e kick
boxing (3° dan). (A.C.)
11 Dicembre 2014
primopiano
Audrey Hepburn ed Antony Perkins all’ingresso dell’hotel San Domenico di taormina
SCHEDE. Ecco l’identikit degli alberghi ex “Sgas” al centro di molti appetiti. Non solo turistici
Grand Hotel Sicilia
Dal san Domenico di Taormina, rifugio dei divi, al Delle palme di Palermo, sede dei summit
della mafia italo-americana, si snoda un filo lungo un secolo. Che passa dall’ex Banco di Sicilia
PALERMO. Per i difensori della
“sicilianità” a tutti i costi, la vendita
dei quattro alberghi rappresenterà un
colpo al cuore. Perchè Excelsior a
Catania, Villa Igiea e Le Palme a
Palermo e San Domenico a Taormina,
sono hotel con una lunga storia alle
spalle. Soprattutto gli ultimi due.
MEETING CON LUCKY LUCIANO.
Tra il 12 ed il 16 ottobre del 1967, il
gangster americano Joe Bonanno si
mise in testa di organizzare una serie
di meeting tra le più importanti
famiglie mafiose italiane ed
americane, riuscendo a far sedere allo
stesso tavolo Lucky Luciano e
Salvatore Greco, mettendo le basi per
una ritrovata alleanza nel nome
dell’eroina, che nei decenni successivi
arricchirà le famiglie di entrambe le
sponde dell’Atlantico. L’episodio è
avvolto nella leggenda, perchè
nessuno dei partecipanti ne ha mai
realmente parlato, ma è significativo il
fatto che ad ospitarlo sia stato l’hotel
Delle palme, il più bello, lussuoso e
sfarzoso di tutta Palermo.
METTI UNA SERA A CENA...
Accanto al lato oscuro, negli alberghi
che parleranno arabo c’è anche quello
glamour. Il san Domenico di
Taormina, infatti, per decenni è stato
l’albergo elettivo dei divi che si
affacciavano sulla perla dello Ionio. E’
famosissima la foto che ritrae Audrey
Hepburn e Anthony Perkins
all’ingresso dell’hotel, circondati da un
nugolo di ammiratori compostissimi e
un po’ intimiditi dalla magnificenza
dei due. In quell’occasione, la
Hepburn fu premiata col David di
Donatello come miglior attrice
straniera nel film Colazione da
Tiffany. Ricavato da un antico
convento domenicano risalente
addirittura al 1432, di cui conserva
intatta l'originaria struttura, il San
Domenico Palace fu trasformato in
albergo nel 1896 per volere del
Principe Cerami, un nobile catanese.
Ristrutturato nel 2001, il cinque stelle
lusso di piazza san Domenico. ma per
quattro alberghi che sono “in
predicato di”, Hamed El Hamed ne ha
già acquistato uno, la Perla Ionica.
IL QUINTO FRATELLO. Nel novero
degli alberghi che da AcquaMarcia
potrebbero passare sotto l’araba Item
Holding c’era un altro Excelsior oltre
quello catanese. E stava a Palermo. La
sua costruzione risale al 1891, anno
in cui si svolse a Palermo la grande
Esposizione Nazionale che ebbe luogo
tra il 15 novembre 1891 e il 7 giugno
1892. Nel dopoguerra passò al Banco
di Sicilia, che con una controversa
operazione lo vendette alla
AcquaMarcia Turismo Sud (Amt) che
qualche anno fa lo “girò” alla Hilton.
(A.C.)
ZOOM
Che Bellavista...
ECCO COME L’IMPRENDITORE DI “ACQUAMARCIA” AVEVA COLONIZZATO
L’ISOLA. DAL PORTO DI SIRACUSA AL LUNGOMARE LA PLAYA DI CATANIA
Francesco Bellavista Caltagirone
PALERMO. La storia dei quattro alberghi nell’obiettivo degli
investitori arabi hanno una storia che li lega e che arriva fino
ad Imperia. Perchè Excelsior, San Domenico, Villa Igiea e Le
Palme, facevano parte della catena Sgas (società grandi
alberghi siciliani), di proprietà del banco di Sicilia, che firmò
allora con AcquaMarcia, società dell’immobiliarista
Francesco Bellavista Caltagirone, un'operazione
economica da 280 miliardi di lire, con un mutuo, concesso
dallo stesso banco di Sicilia, di cinquantotto miliardi e
seicentosessanta milioni. Acquamarcia, una volta acquisita la
proprietà dei quattro gioielli, non ritenne di doverli gestire,
delegando il tutto alla società piemontese Thi (Turin hotel
international) della Turin International di Amato Lorenzo
Ramondetti. Il 31 gennaio 2004, con tre anni d' anticipo
sulle scadenze, era stato interrotto il contratto di 9 anni che
legava la proprietària AcquaMarcia con la Thi. Oggi, sul sito di
Amt Hotels, acronimo di AcquaMarcia Turismo, si legge
centonove pagina 8
“Acqua Marcia Turismo S.p.A. in liquidazione e in concordato
preventivo n.43/2012 Omologato – Tribunale di Roma”.
Cosa lega Bellavista Caltagirone con la Sicilia? A parte le
origini (la famiglia aveva natali palermitani), un’impresa che a
Francesco Caltagirone è costata anche la galera (con
successiva assoluzione perchè “il fatto non sussiste”): il porto
di Imperia. Con la società Acquamare srl, Caltagirone
Bellavista era azionista al 33 per cento. A presiedere la società
era stato chiamato, nel 2011, il commercialista messinese (ma
con studi a Milano) Nino Parisi. Secondo la procura di
Imperia, Acquamare avrebbe cagionato provocato un danno
patrimoniale da oltre 100 milioni alla Porto di Imperia spa, io
cui azionista, per un altro terzo, era il comune ligure. La
presidenza, Parisi l’ha tenuta per un anno prima di dimettersi.
Il tempo di entrare (e uscirne con proscioglimento da tutte le
accuse) nell’inchiesta.
Poi c’è Catania. A sud della città, tra il porto e i lidi della
Playa, AcquaMarcia avrebbe dovuto costruire un porticciolo
turistico. La società di Caltagirone, infatti, secondo il Cga è
l’"unica legittimata a presentare il progetto definitivo” e
unica "titolare della concessione demaniale marittima per la
realizzazione e gestione della struttura". Non se ne è fatto
nulla, esattamente come il porticciolo di Siracusa. (A.C.)
11 Dicembre 2014
politica
Bernadette Grasso
Domenico Scilipoti
LO SCONTRO. La nomina del coordinamento provinciale di Forza Italia si arena sul nome dell’ex dipietrista
Messina, Scilipoti terzo incomodo
Secondo le indicazioni del coordinatore Gibiino, i designati dovrebbero essere solo Bernadette Grasso
e Santi Formica, ma pressioni romane puntano sul medico eletto in Calabria. Paralizzando la rinascita azzurra
MESSINA. Forza Italia si riorganizza
nel segno di Gianfranco Miccichè,
che ammonisce sulla possibile portata
elettorale di Roberto Salvini della
Lega, il Nuovo Centrodestra contratta
la leadership in Sicilia con l’Udc (ma
valuta anche altre alleanze per le
amministrative), il Pd si gode la
ritrovata (e apparente) pace interna
dopo il rimpasto di governo) mentre i
Cinque Stelle sembrano ignorare tutto
ciò che accade oltre lo Stretto, con
l’unica anima critica del deputato
nazionale, Tommaso Currò. In
Sicilia, la politica è in fermento, anche
s in alcune aree, come Messina, la
situazione appare di stallo.
FORZA ITALIA. Al cinema Arlecchino
di Palermo, il coordinatore Vincenzo
Gibiino e l’ex viceministro hanno
riunito gli azzurri per annunciare la
riorganizzazione dei 1.600 club Forza
Silvio destinati a confluire nel partito.
Sul palco e in sala, deputati regionali,
consiglieri comunali, eletti in altre
regioni seppur siciliani (Domenico
Scilipoti), tutti insieme per ritrovare,
come promette Miccichè, al 30% dei
voti, complice anche il futuro ritorno
nelle piazze di Silvio Berlusconi. Ci
sono però capoluoghi dove la
definizione degli assetti del partito,
nonostante le amministrative alle porte,
è ancora lontana. Ad esempio Messina.
EFFETTO SCILIPOTI. Dopo il
direttorio nato per le europee e morto
subito dopo, Gibiino avrebbe dovuto
nominare i coordinatori provinciali,
seguendo lo schema adottato per le altre
città, ovvero affidare tutto, fino alla
celebrazione dei congressi, ai deputati
eletti. In pole position, per guidare
Messina e Provincia, ci sarebbero
Bernadette Grasso e Santi
Formica (che raccoglie l’eredità della
ex Alleanza nazionale), non fosse che
tutto si è bloccato per pressioni romane
che non si riescono a contenere. Quali?
Da Palazzo Grazioli si punta a far
diventare coordinatore anche Scilipoti, e
questo sta creando non poche resistenze
all’interno dei messinesi. Fa il punto
della situazione, Bernadette Grasso:
«La nostra proposta, tanto a livello
cittadino che provinciale era la
creazione di due coordinamenti
allargati, tenendo conto anche del
territorio e in nome di un partito che
deve essere inclusivo. In città,
dovrebbero essere coinvolti i consiglieri
comunali e altri attivisti, in provincia
anche esponenti della amministrazioni
locali. Allo stato attuale, però, su
Messina non è stato ancora deciso
niente. Posso solo dire che i due
dovremmo essere io e Formica». Nel
frattempo, Bernadette Grasso pensa già
alle amministrative di Milazzo: «Sono
impegnata, insieme a Lorenzo
Italiano, alla creazione delle liste, e
auspichiamo che si possa arrivare a
primarie di coalizione di centrodestra».
Quando parla di coalizione, il deputato
all’Ars intende anche il Nuovo
Centrodestra e Fratelli d’Italia.
UDC-NCD. Milazzo sarà un importante
banco di prova per valutare l’asse
centrista, chiamata a decidere da che
parte stare. Una questione non di poco
conto, se si considera che a Messina e
provincia risiedono tra i maggiori leader
delle due formazioni: Giampiero
D’Alia e Giovanni Ardizzone (per
l’Udc) e Nino Germanà, Vincenzo
Garofalo e Bruno Mancuso (per
Ncd). Ma è proprio in casa Nuovo
Centro Destra che si registra qualche
possibile fuga in avanti. A testimoniarla,
la decisione di Germanà di disdire
l’affitto della sede del partito in via
Primo Settembre per far convergere
l’attività sulla sua nuova segreteria di via
Fossata. Il motivo ufficiale? A quanto
sembra Garofalo e Mancuso non davano
da tempo il loro contributo per le spese
di gestione (affitto e utenze). In realta,
Germanà si sta guardando intorno,
tentando di diventare polo d’attrazione
sia per gli azzurri che per possibili
formazioni para-renziane.
QUI CINQUE STELLE. Dove invece
non si avvertono scossoni, è nel
Movimento di Grillo. In Sicilia, dai siti
ufficiali a Facebook, passando per gli
interventi sulla stampa, le espulsioni e
la ribellione del sindaco di Parma (con
tanto di convention), Federico
Pizzarotti, sembrano lontane,
inesistenti. Però, a portare la bandiera
dei dissidenti, in Italia, è proprio un
siciliano, il milazzese trapiantato a
Catania Tommaso Currò, che,
confermando le posizioni critiche del
passato, non è andato alla riunione con
Casaleggio e il direttorio in cui si
doveva discutere dei nuovi assetti del
partito.
Daniele De Joannon
DEMOCRATICI
Genovese, la copertura
EMILIO FRAGALE SCRIVE UNA LETTERA A COMPAGNI
E AMICI, PUNTANDO IL DITO CONTRO UN PD DEFICITARIO
MESSINA. Una lettera alle “care compagne e
amiche” e ai “cari amici e compagni” per fare il
punto sul Pd messinese e giungere a una conclusione:
“Francantonio Genovese ha ‘coperto’ la deficitarietà
strutturale di un Partito intrisa ‘alla bisogna’ di spinte
ideali, valoriali, progettuali solo per mascherare
velleità di persone e componenti, di eletti e noneletti, di feudatari e cortigiani”. A scriverla, Emilio
Fragale, già direttore generale del Comune di
Messina, per fare il punto, criticamente, su un “un
partito astrattamente in condizione di esaltare la
cosiddetta iniziativa politica in città e nei territori di
Messina” dove però “si registra una quiete al limite
dell’inverosimile nonostante proclami, annunci,
promesse”: “Il Pd da qualche settimana si è dotato di
una simil dirigenza comunale e provinciale. Sembra
un passo in avanti ma è probabile che sia un risultato,
il risultato celebrativo del dopo Francantonio
Genovese che va dimostrando che la mancanza di
discussione, confronto e elaborazione, quella che si
usava definire come mancanza di agibilità, non era
de-merito suo”. Fragale punta il dito su “sporadici
interventi, sparute comparsate, episodiche
convention pubbliche di aree, centri studi,
laboratori” che non assolvono. Scrive: “Entro la fine
dell’anno avremmo dovuto distinguerci dal piattume
generale con una piattaforma programmatica frutto
centonove pagina 9
di conferenze tematiche... La responsabilità a cui è
chiamato il Pd mal si concilia con riti stantii, frasi di
circostanza, azioni schizofreniche. Restare chiusi nelle
cerchie di ‘addetti ai lavori’ che si accontentano di
cottimi fiduciari per occupare qualche sediolina negli
organismi non aiuta a ricostruire dalle fondamenta il
partito, non genera consenso, non ci consente di
incidere positivamente nella società e nelle
Istituzioni” Dopo aver citato Popper (““La
democrazia è la volontà di non arrendersi di fronte a
qualsiasi forza, a qualsiasi potere che pretende di
essere irresistibile”), Fragale sferra l’ultimo affondo:
“Questa forza oggi sembra potersi definire nel nulla.
Nel 2014, nonostante il generoso tentativo dei
giovani che hanno fortemente voluto la festa della
Unità, tutti allineati e coperti nel nulla della prima,
seconda, terza e ennesima ora. E nel 2015?”.
11 Dicembre 2014
politica
PALERMO. Summit palermitano con l’assessore Cleo Li Calzi per discutere lo statuto da approvare
Taoarte, Fondazione in vista
Tra i nodi da sciogliere, i beni da conferire all’organismo che sostituirà il vecchio Comitato: la Provincia
è pronta a dare il “Panorama di Sicilia” di Castelmola, Taormina è indecisa sul Palacongressi mentre Messina...
MESSINA. La Fondazione Taormina
Arte potrebbe finalmente vedere la
luce. L’unico “scoglio” da superare era
l’opinione del nuovo assessore
regionale al Turismo, Cleo Li Calzi,
che avrebbe potuto dire la sua sulla
bozza di Statuto già predisposta dai
Comuni di Taormina e di Messina,
insieme alla Provincia, sotto la
supervisione del precedente delegato
del governo, Michela Stancheris.
MISSIONE A PALERMO. Mercoledì
10, però, è stato rotto il ghiaccio tra i
componenti del “vecchio” Comitato
Taormina Arte e l’assessore, che ha detto
“sì” alla bozza di Statuto (basata sulla
legge regionale che prevedeva la
trasformazione degli enti litici e non
solo in Fondazioni). Una bozza che vede
il seguente organigramma: presidenza a
Taormina, un posto in consiglio a testa a
Messina e alla Provincia e due alla
Regione. Altri due, infine, potrebbero
andare ai privati che dovessero decidere
di entrare nella Fondazione.
BENI E CONFERIMENTI. Ma, per
costituire il nuovo soggetto, i quattro
enti coinvolti cosa sono disposti a fare?
Prima dell’estate, il sindaco di Messina,
Renato Accorinti, aveva annunciato
una ricognizione dei propri beni per
vedere cosa conferire: allo stato, però,
ancora nulla sotto il sole. Per quanto
riguarda il Comune di Taormina, vi sono
due scuole di pensiero: una riguarda il
conferimento del Palacongressi, la
sceonda un altro immobile. Un tempo,
quando era sindaco il definto Aurelio
Turiano, si era parlato dell’ex Casa del
Viaggiatore; più recentemente, invece,
della ex Pretura, che però ha ricevuto un
finanziamento ad hoc per essere
ristrutturata e diventare Museo del
Cinema sempre nell’ambito di Taormina
Arte. E mentrela Provincia regionale
punta le sue fiches sul “Panorama di
Sicilia” di Castelmola, la Regione, prima
del rimpasto, era pronta a destinare alla
Fondazione Palazzo Ciampoli, non fosse
che l’edificio, vincolato, appartiene al
patrimonio indisponibile, e quindi non
può essere ceduto a dispetto di quanto
sostenuto dall’ex assessore Michela
Stancheris. Palermo, però, potrebbe
decidere di intervenire anche
economicamente
CREDITI E DEBITI. Quello dei soldi
non è un problema secondario.
Finanziamenti, ad esempio, potrebbero
venire dai privati che dovessero decidere
di aderire alla Fondazione che, per una
norma contenuta nella bozza di Statuto
elaborata, erediterà crediti, debiti e
personale del vecchio Comitato
Taormina Arte. La Fondazione, una volta
nata, potrebbe però accedere al fondo
straordinario di riserva predisposto
dall’ultima legge di stabilità regionale
che ha messo a disposizione 15 milioni
di euro per avviare percorsi di
risanamento economico.
COSI’ LA LEGGE. Tutto comincia nel
2002, con lʼarticolo 35 della legge 2:
“Gli enti autonomi lirici e sinfonici
regionali ed il comitato Taormina arte
sono trasformati in fondazioni e
acquisiscono la personalità giuridica di
diritto privato alla data di entrata in
vigore della presente legge». In
aggiunta, si legge che “le
amministrazioni cui compete la
vigilanza e la tutela degli enti autonomi
lirici e sinfonici regionali procedono a
dare attuazione alla presente
disposizione mediante nomina di
commissari ad acta”. Vista lʼimpossibilità
di procedere speditamente, a novembre
dello stesso anno, con la legge 20,
sempre allʼarticolo 35, gli enti “sono
trasformati in fondazioni e acquisiscono
la personalità giuridica di diritto privato
all'atto dell'approvazione, da parte degli
amministratori cui compete la vigilanza
e la tutela degli stessi enti, della
deliberazione di trasformazione assunta
dai commissari ad acta”. Ovvero degli
atti elaborati dall’unico commissario mai
nominato, Dora Piazza. Nel 2007,
infine, con la legge 11, articolo 7, si
stabilisce che “per la partecipazione
della Regione siciliana alla costituenda
Fondazione Taormina Arte è autorizzato
il conferimento straordinario della
somma di euro 250.000 a titolo di
concorso alla formazione del patrimonio
dell'Ente” (D.D.J.)
SOTTO LA LENTE
Ecco chi ha sborsato di più
UNA LETTERA DEL COMMISSARIO DI PALAZZO DEI LEONI, FILIPPO
ROMANO, RIVELA LE CIFRE EROGATE NEL CORSO DI 31 ANNI
Filippo Romano
MESSINA. “Non ci si può esimere dall’osservare che, nel corso
dei 31 anni di esistenza del Comitato, l’onere finanziario delle
sue attività è stato sostenuto per circa novanta milioni di euro
complessivi dalla Regione Siciliana, per circa cinque milioni
dalla Provincia regionale di Messina, per circa 2,7 dal Comune
di Messina e per circa 165 mila euro dal Comune di Taormina”.
Così scrive nel settembre scorso Filippo Romano, commissario
straordinario di Palazzo dei leoni, ai sindaci di Messina e
Taormina, e al segretario generale di Taormina Arte, Ninni
Panzera, in risposta a uno scambio di lettere in merito a una
centonove pagina 10
richiesta di contributo per le attività di Taoarte. Tanto
basterebbe per comprendere chi, nel corso degli anni, ha dato
di più dopo la Regione. Sempre nella lettera, Romano ricorda
due contenziosi che hanno visto prevalere la Provincia e
condannati i due Comuni a restituire 1.822.245 euro (Messina)
e 781.746 (Taormina) a titolo di rimborso per somme erogate a
copertura dei mancati versamenti effettuati. All’atto di
costituzione, nel 1983, era stato stabilito che i tre membri
avrebbero versato annualmente queste somme: Comune di
Messina 100 milioni di lire, Comune Provincia 50 milioni,
Comune di Taormina 20 milioni. “Nel corso di vigenza
dell’accordo - scrive Romano - la Provincia ha
complessivamente erogati 9.651.209.816, metà di questa
somma è stata data dal Comune di Messina e 330 milioni da
quello di Taormina”. Va precisato, comunque, che da circa il
1995 sia Palazzo Zanca che Palazzo dei leoni non hanno più
dato nulla.
politica
SERVIZI SOCIALI. Messina accetta le modifiche
Piano revolution
La programmazione legata alla legge 328 vedrà
uno stravolgimento dell’Azione targata Giunta
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Un’azione sarà rimodulata e una seconda sarà
incorporata per ottimizzare le risorse: è questo l’esito più
rilevanedel vertice tra l’assessore ai Servizi Sociali del Comune
di Messina, Nino Mantineo, e il direttore dell’ufficio
coordinamento Distretti Socio-Sanitari dell’assessorato
regionale alla Famiglia, Felicia Guastella, che sovrintende
ai piani di zona finanziati con la legge 328 del 2010. In ballo,
il piano di zona del Distretto D26 di cui Palazzo Zanca è
capofila e che comprende undici priorità e dieci azioni
(quattro delle quali colpite dai rilievi della Regione) per un
totale di 30.60.065 euro, di cui 2.610.000 provenienti dal
Fondo nazionale previdenza sociale.
COSI’ GUASTELLA. «Abbiamo
chiarito con l’assessore Mantineo i
punti controversi, e lui ha accolto le
argomentazioni, assicurando che il
Piano sarà rimodulato sulla base
delle osservazioni. Posso solo
anticipare che l’Azione 10 sarà
stravolta, in quanto deve essere
centrata su interventi finalizzati. La
2, invece, sarà riportata come
attività all’interno di un’altra».
LE AZIONI CONTESTATE. In
tutto, la Regione voleva
chiarimenti su quattro Azioni. La
prima è la 2, “Indagine sui
Nino Mantineo
bisogni”. che ha come scopo,
innanzi tutto, quello di migliorare
la programmazione e la gestione
dei servizi sociali territoriali. Questi i costi della triennalità:
60 mila euro per il responsabile, 45 in due per i rilevatori,
6000 di cancelleria, 4440 di Iva per un totale di 115.440. La
seconda è la 3, “Anni d’Agento, che mette lo sport al centro
della prevenzione attraverso percorsi di attivazione psicofisica per anziani abili e che vedrà impiegati 4 instruttori
sportivi pagati a prestazione professionale (spesa prevista nel
triennio 24.960 euro). Così gli altri costui: 54.000
(utilizzazione Cittadella), 2.250 (iscrizione ai corsi), 39.000
(trasporto alla Cittadella), 8.580 (Iva sul Trasporto), per un
totale di 128.790 euro. La terza è “mettiamoci in gioco” e la
quarta è “Sviluppo è Coesione in cofinanziamento con la
Gaetano Giunta
PRECISAZIONI
L’esclusione di “Spazio-Verde”
IN MERITO ALL’ARTICOLO intitolato “Quel giardino cassato”,
pubblicato a pagina 10 del numero 46 di Centonove, è stata
erroneamente riportata la notizia che il progetto “Spazio VerdeSalute Mentale: integrazione comunitaria solidale contro lo
stigma”, già inserito nella precedente programmazione della 328
non era stata più prevista nel nuovo piano del Distretto Socio
Sanitari D28, che ha come comune capofila Mistretta. La
circostanza, per una svista del redattore, non risponde al vero. La
notizia, invece, è che il format del Progetto era stato proposto
anche per il Distretto di Messina come secondo Laboratorio del
Progetto Spazio Verde Salute Mentale da creare all’interno del
Centro Diurno Camelot con la denominazione “Giardino delle
Connessioni Naturali e Bosco di Camelot”. A Messina, però, l’idea
non è stata considerata e quindi è attualmente esclusa dalla
programmazione del Piano di Zona.
centonove pagina 11
11 Dicembre 2014
Fondazione di Comunità di Messina di Gaetano Giunta
(indispettito per le contestazioni degli uffici), che propone
progetti personalizzati centrati sulla relazione personaambiente e “finalizzati a potenziare le capacitazioni dei
soggetti deboli” su queste aree dei funzionamenti umani:
materiali, affettivi, conoscenza, partecipazione. Totale più iva,
900.000 (450 mila euro a testa). Per quanto riguarda i rilievi
all’azione 2, la questione ruota intorno all’analisi del bisogno,
che gli uffici sostengono possa essere fatta attraverso il
servizio di segretariato sociale del Comune. Per la dieci,
infine, uno dei nodi era l’assenza di evidenza pubblica.
COSI’ MANTINEO. È ottimista, l’assessore Mantineo. Che
spiega: «Due azioni, relative al sistema informatico e
all’analisi dei bisogni, diventeranno una. Per quanto
riguarda la 10, chieriremo il ruolo del Comune per quanto
riguarda l’inclusione sociale mentre le attività supplementari
verranno svolte o dalla Fondazione di Comunità o dal
privato che vincerà l’evidenza pubblica. Infine, per quanto
concerne i giovani e il lavoro, previsti nell’azione, la Regione
ha assegnato a noi il compito di seguirli».
11 Dicembre 2014
politica
MILAZZO. Chi è pronto il primo cittadino uscente, osteggiato dal suo stesso “nuovo” partito
Pino contro tutti
Fresco di iscrizione al Pd, trova l’opposizione dei cuperliani.
Ecco tutti gli sfidanti, da Giovanni Formica a Lorenzo Italiano
MILAZZO. Sarà lungo il travaglio che
consegnerà il nuovo sindaco a Milazzo,
ma se è ancora troppo presto per parlare
di doglie, non lo è per parlare di dolori,
quelli determinati dai colpi, soprattutto
quelli bassi, che i candidati si
incominciano a scambiare in questo
clima pre natalizio col sorriso sulle
labbra. Considerato che il duello più
interessante è quello tra il sindaco
Carmelo Pino e lo sfidante Giovanni
Formica, c’è da dire che le ostilità le ha
iniziate proprio il primo cittadino che,
eletto a suo tempo con lista civica, ha
fatto sapere di voler aderire al Pd.
L’eventuale accoglimento della sua
richesta, secondo gli amici più sospettosi
dell’avvocato Formica, avrebbe
comportato la sua automatica
ricandidatura, quale sindaco uscente, col
simbolo del Pd.
Una furbata pazzesca che richiedeva
contromisure adeguate: una riunione
congiunta dei circoli milazzesi del Pd alla
presenza del Segretario organizzativo
regionale, il cuperliano Antonio
Rubino, e l’allora semi-scongelato
segretario provinciale, Basilio Ridolfo,
per approvare un documento predefinito
che conteneva tre punti: scelta delle
primarie come strumento irrinunciabile
per la selezione delle candidature;presa
di distanza dall’amministrazione
comunale; incandidadibilatà per i
respansabili della conduzione della
disasostrosa gestione comunale.
Il documento fu approvato all’unanimità
(i favorevoli a Pino abbandonarono la
seduta) perché, all’interno del Circolo 2,
diversi amici dell’Assessore Stefania
Scolaro si erano schierati con Formica.
Ma il Sindaco di Milazzo, che è un uomo
tenace, non si è perso d’animo ed ha
ripreso la sua marcia attuando diverse
contromosse. Comizietti in ogni dove,
sempre esordendendo col dire: «Questo
non è un comizio», ma poi andando giù
duro contro i guasti delle precedenti
amministrazioni, di Nino Nastasi in
particolare, ritenuto il padre spirituale di
Formica. Poi ha incontrato segretamente
l’ex-Segretario regionale del Pd
Giuseppe Lupo che, in provincia di
Messina, sta cercando di mettere insieme
una sottocorrente dell’Area Dem,
indipendente da quella storica che fa
capo a Franco Rinaldi. Lupo lo ha
tranquillizzato dicendogli che pare che i
tempi per la definizione della vicenda
milazzese siano piuttosto lunghi. Intanto
l’area cuperliana organizzerebbe un
incontro per parlare di “Turismo a
Milazzo”, con l’Assessore regionale al
ramo Cleo Li Calzi (in quota Cracolici)
e con Fausto Raciti, la cui presenza
avallerebbe implicitamente il percorso sin
qui seguito dai circoli milazzesi. Grande
confusione nell’area del centro-destra,
dove tuttavia tutti riconoscono che il
candidato più forte resta l’ex-sindaco
Lorenzo Italiano. L’Udc sembra
intenzionato a scendere in campo con
una propria lista e di rimandare la scelta
definitiva al ballottaggio, mentre gli amici
di Beppe Picciolo, leader dei Dr,
premono perché il partito si schieri già al
primo turno con Formica.
Gianfilippo Muscianisi, presidente
del Civis-Milazzo, un’associazione di
area liberal che raccoglie una buona
fetta della borghesia cittadina, non ha
ancora deciso se predisprre una propria
lista o se scendere in campo a sostegno
di qualcuno che sia vicino ai
programmi che ha presentato
recentemente in due convegni. Il
consigliere comunale uscente Nino
Abramo sta discutendo con i grllini
nel tentativo di comporre una lista
unitaria, mentre il consigliere
Giuseppe Marano ha già lanciato la
sua candidatura a sindaco capeggiando
una lista ambientalista. I socialisti, che
recentemente hanno fatto un convegno
a Palazzo D’Amico alla presenza del
Segretario provinciale Maurizio
Ballistreri, potrebbero coalizzarsi con
una formazione locale per fare una
lista di centrosinistra. Il 27 dicembre
tornano al Paladiana i “Popolari in
Movimento” rappresentati a Milazzo
dal consigliere comunale Franco
Scicolone.
R.C.
PUNTINI SULLE “I”
A proposito di Foti...
CINQUE NUOVI AVVISI di garanzia
nell’ambito dell’inchiesta sulla discarica di
Mazzarrà. Destinatari, : Sebastiano Giambò e
Francesco Cannone (ex presidenti della
TirrenoAmbiente), il funzionario regionale
Gianfranco Cannova, Vincenzo Sansone
(dirigente generale del dipartimento regionale
tecnico) e il funzionario della provincia di
Messina, Armando Cappadonia.
Sempre sul fronte Mazzarrà, pubblichiamo una
lettera di Armando Lopes, ex assessore della
Provincia, in merito alle dichiarazioni rilasciate
a “Centonove” dal sindaco di Furnari Mario
Foti: “A proposito della denuncia del 2003 alla
Procura sulla discarica di Mazzarrà, era stata
firmata con il nome Armando Lopes, così come
tutti mi conoscono, trattandosi di una
enunciazione sui dubbi che avevamo allora
sull’impianto. Per quanto attiene le
interrogazioni alla Provincia, a proposito
dell’abbattiamento del costo della tassa sulla
spazzatura e poi sul rischio di inquinamento
delle falde acquifere-continua Lopesl’avvocato Foti mente sapendo di mentire.
Queste false informazioni documentano solo
la mancanza di fatti probanti: nessuno cerca la
primogenitura… Foti ha preso incarichi dal
Comune di Mazzarrà prima, durante e dopo la
nascita della discarica ed egli stesso era già
esperto del sindaco Nello Giambò a due
milioni e mezzo di lire nell’anno 2000. Per
quanto attiene-aggiunge ancora Lopes-per i
ricorsi al Tar e al Cga, l’avvocato Foti sa che
debbono essere necessariamente firmati con il
primo nome esistente all’anagrafe: io mi
chiamo Franco Armando Lopes. E nel codice
fiscale esce solo il nome Franco”. A proposito,
poi, della mancanza di legittimità ad agire,
tengo a precisare che il ricorso in questione è
stato fatto a nostre spese, da cittadini : se
fosse stato convinto della mancanza di
lettimità ad agire, non si capisce perché lo
stesso abbia affidato un incarico legale per
diecimila euro a un noto professionista,
Aloioso, che ha raggiunto compensi poi per
80mila euro in 24mesi.
La coerenza di Foti è testimoniata dal fatto che
lui dal 1978 parte nei movimenti di destra,
passa poi ai socialisti-garantisti e poi sfocia nel
movimento di Raffaele Lombardo. Come dire,
non si è fatto mancare nulla, neanche i
rapporti con la mafia, se è vero quello che
sostengono alcuni pentiti su noti rapporti da
lui intrattenuti con la mafia locale”.
PATTI
Aquino nomina il successore di Pipitò: è Fabio Longo
PATTI - A più di due mesi di distanza dalle dimissioni di Gioacchino Pipitò, il sindaco
Mauro Aquino finalmente nomina il nuovo assessore. Dopo aver consultato tutti i suoi
alleati politici, alla fine ha individuato nel giovane Fabio Longo il nuovo membro
dell’esecutivo. Si tratta di una new entry nel mondo della politica e molto vicino ai giovani
vista la sua attività commerciale a Patti Marina. Ma se Fabio non ha mai avuto a che fare
con il mondo della politica, non si può dire la stesso della sua famiglia. Il fratello Roberto,
infatti, in occasione delle comunali era candidato in una delle liste a sostegno di Luigi
Gullo ed è, inoltre, genero di Umbertino Indelicati, ex componente del nucleo di
valutazione del comune di Patti.
Pamela Arena
centonove pagina 12
sicilia
Antonio Iacopino
Santi Enrico Bruno
MESSINA. I controricorsi di Antonio Iacopino e di Nettuno-Figli di Ippocrate al vaglio della Commissione
Elezioni, Ateneo col fiato sospeso
Eletto all’Ersu, si è visto spodestato su richiesta del candidato Orum Francesco Armone, che ha ottenuto
l’annullamento di tutte le preferenze per incandidabilità, conquistando il Senato. Ecco gli scenari possibili
MESSINA. Un ricorso vinto, due
controricorsi sul tavolo e un altro in
partenza per il Tar di catania: in ballo,
gli assetti del Senato accademico,
dell’Ersu e dello Csasu dell’Ateneo di
Messina. E, soprattutto, una possibile
guerra tra una componente
studentesca, quella che fa riferimento a
Nettuno-Figli di Ippocrate, che, pur
avendo ottenuto 1100 voti alle ultime
elezioni, rischia di trovarsi fuori dagli
organi di governo più importanti. A
trattare i due controricorsi, il primo
presentato da Antonio Iacopino,
eletto all’Ersu, e il secondo dalla
coalizione delle associazioni, sarà la
Commissione elettorale presieduta da
Franco Astone, che dopo la fumata
grigia di mercoledì 10 ha aggiornato i
lavori a lunedì 15.
LA VICENDA. Mercoledì 3,
l’organismo aveva detto sì a un ricorso
presentato da Francesco Armone,
già in corsa per il Senato con Orum in
quota Morgana (il suo seggio non era
scattato per 18 voti di lista), e firmato
dall’avvocato Pier Paolo Gemelli che
puntava il dito sull’incandidabilità di
Iacopino (risultato eletto all’Ersu come
Nettuno-Figli di Ippocrate e in corsa
anche al Senato, dove aveva preso 27
voti) in quanto lo stesso non avrebbe
avuto i requisiti previsti dall’articolo 4
del regolamento, che fissa l’elettorato
passivo per una fascia di studenti che
vanno dall’immatricolazione per la
prima volta al primo anno fuori corso.
Iacopino, infatti, si è iscritto
inizialmente nel 2005, per poi
procedere con la rinuncia agli studi e
immatricolarsi nuovamente. L’avvocato
Gemelli, però, aveva chiesto che
l’incandidabilità di Iacopino venisse
sanzionata con la sottrazione dei
corrispondenti voti alla lista Nettuto,
circostanza che al Senato
deteminerebbe la conquista del terzo
seggio all’Orum, e quindi a Francesco
Armone. Inoltre, a ricorso accolto, la
poltrona vinta all’Ersu dovrebbe andare
a Paola Zagami di Atreju Crono.
INIZIATIVE
Orientarsi con Welcome University
MESSINA. Un dicembre nel segno dell’orientamento per l’Università di Messina. A
partire da giovedì 11, infatti, si svolgerà Welcome University. Obiettivo dell’evento,
aiutare i giovani a progettare in maniera coerente e consapevole il proprio percorso
di studi e di carriera, agevolandoli nel contatto diretto con l’Università, in funzione
delle scelte formative professionali. Nel corso delle giornate previste dal programma,
i Dipartimenti e le strutture afferenti saranno a disposizione degli studenti delle
ultime classi delle scuole medie superiori. Saranno illustrati gli ordinamenti didattici
del Corsi di Laurea ed i relativi sbocchi occupazionali, verranno simulate attività
didattiche e ci sarà la possibilità di effettuare visite guidate nei Centri di ricerca,
laboratori e biblioteche. Si terranno, inoltre, appositi seminari e lezioni. Gli Istituti
interessati possono prenotare le proprie partecipazioni sul sito unime.it dove è
anche possibile consultare il programma degli incontri, in costantemente
aggiornamento.
L’Università di Messina
centonove pagina 13
11 Dicembre 2014
LE RAGIONI DI IACOPINO. «Loro
sostengono che sarei stato incandidabile
perché ho fatto la rinuncia e poi mi sono
immatricolato nuovamente. Ma il
requisito dell’iscrizione per la prima volta
è di interpretazione libera e anche
controversa. Precludere la possibilità di
candidarsi - spiega - non è giusto,
soprattutto per me che ero sceso in
campo per la prima volta». Il
soccombente ha anche qualcosa da ridire
sull’accoglimento più duro da digerire:
«Riguardo ai voti di lista sottratti in
seguito alla mia incandidabilità, la trovo
una decisione abnorme perché un
elettore mio era anche un elettore della
lista». Ma come si struttura il
controricorso firmato dall’avvocato
Gatto? Così il legale: «Noi sosteniamo
due tesi: la prima è che l’ufficio elettorale
avrebbe dovuto fare le verifiche a monte,
controllando i requisiti di ammissibilità
ed, eventualmente, dando all’escluso la
possibilità di controdedurre come è
accaduto per Massimo Parisi (oggetto
di un ricorso presentato da Daniele
Travisano di Atreju Crono, approvato
dalla Commissione elettorale ma
ignorato dall’Ufficio); la seconda tesi
punta sull’articolo 4, che l’avvocato
Gemelli ritiene fondamentale ma a cui va
data una interpretazione in chiave di
accessibilità, visto che il io assistito ha
modificato corso di studi, circostanza che
può capitare nella vita di chiunque, e
aveva avuto accesso per la prima volta
alle competizioni elettorali». Gatto ha
anche presentato controricorsi per
tutelare Laura Gallizzi e Lucia
Guerrisi, elette al Sus, «che non sono
fuori corso come sostenuto nel ricorso
accettato a loro danno».
GLI SCENARI. Sono tre in tutto: o
quello sancito dall’accetazione del
ricorso (che poi trascinerebbe la
questione al Tar), o uno che vede
riportata la situazione come come
determinata dall’esito delle
consultazioni, oppure, nel caso in cui
Iacopino dovesse essere confermato
incandidabile ma fossero salvati i voti,
con i medesimi risultati al Senato (alcun
seggio per Armone) e l’elezione del
primo dei non eletti all’Ersu di Santi
Enrico Bruno. (D.D.J.)
11 Dicembre 2014
sicilia
INCHIESTA. Gli ispettori della Regione bacchettano la gestione del Cas... Su questioni nodali
Le autostrade groviera
Non si utilizza per la manutenzione l’asfalto drenante, guard-rail fuori dalle norme, segnaletica abbandonata
in corsia anche dopo la fine dei lavori. Ecco la radiografia di un ente, ora nel mirino degli inquirenti
DI ENZO
BASSO
MESSINA. “Qui? E’ tutta 'na Gazzara…”
Il nome del vicepresidente-ombra del Cas,
quello dell’avvocato messinese Nino
Gazzara, gira a mò di battuta a tra i
dipendenti di Contrada Scoppo. Qui, in un
edificio metallico dall’impronta metafisica,
quasi staccato dal cuore pulsante della
città, ha sede il Consorzio delle Autostrade
siciliane. Costruito negli anni Settanta,
acquattato sotto i piloni dell’autostrada, è
il simbolo silente dell’ultimo avamposto di
potere politico distaccato a Messina. Ma
anche di tante “ombre”. Per anni, questo è
stato il regno di Vincenzo Ardizzone,
andreottiano di ferro, già alla guida di
Palazzo dei Leoni. E nelle due
diramazioni, quasi in contrappasso,
sedevano due direttori generali, uno in
direzione Palermo, l’altro in direzione
Catania, Eraldo e Ubaldo Luxi, e viceversa,
due fratelli con una capacità
“riconosciuta”: fare da equilibristi al potere
gullottiano prima e poi, in discendenza, a
quello astoniano dopo. Dal ministro Nino
Gullotti, al “delfino” Giuseppe Astone, Dc,
una linea ascendente diretta, carsicamente
concordata con i socialisti di Capria e i
“pancrazisti” di De Pasquale, Pci.
Se per i 1500 chilometri dell’Autostrada
del Sole si impiegarono negli Anni
Sessanta meno di dieci anni, al Consorzio
Autostrade siciliane, nato nel 1965,
smembrato allora in tre tronconi, non è
bastato mezzo secolo per completare
l’anello Siracusa-Gela: i lavori da 360
milioni, appaltati tra tanti misteri sei mesi
fa, sono stati assegnati alla Condotte Spa,
in raggruppamento con la Cosedil, la
società del geometra antiracket Angelo
Vecchio, uno che, per i casi della vita, nel
periodo della progettazione della gara si è
ritrovato a fare l’assessore regionale alle
Infrastrutture, nonostante vantasse
qualche piccolo neo: un contenzioso da 12
milioni di euro con il Cas. Ma che si vuole,
anche questi fatti sono…da una galleria
all'altra, “Cas che capitano”.
IN PRINCIPIO FU DIVIETO. Era il 1965
quando il ministro dei lavori pubblici
Ferrari Agradi, a Messina per
l’inaugurazione del primo tratto di
svincolo a Divieto, prometteva a breve il
completamento della Messina-Palermo.
Mai avrebbe sospettato che l’onore del
taglio del nastro sarebbe stato riservato,
quarantacinque anni dopo, al presidente
del consiglio Silvio Berlusconi,
accompagnato dal fido Gianfranco
Miccichè, sottosegretario al Cipe.
Ma se la questione del casello di
Villafranca, se illegale o no visto che si
trova dentro il perimetro della città di
Messina, non è stata ancora risolta, una
certezza chilometrica cinquant’anni dopo è
arrivata: l’euro e venti che si paga da
Boccetta a Divieto è in proporzione il
tratto autostradale più caro d’Europa.
Ma quale è oggi lo stato di salute del
Consorzio autostrade, dopo la bufera
giudiziaria, che ha portato all’arresto un
gruppo di imprenditori “pizzo-facenti”, che
dopo avere pagato si sono fatti soffiare la
gara, colpa dei decimali conteggiati male
dal funzionario Lelio Frisone?
Cancellata la leadership “messinese” alla
guida del consorzio, è cominciata la
ruzzolata dei “commissari” ad acta. Un
gruppo di personaggi d’un pezzo, alla
Tuzzolino, alla Dragotta, seguiti a ruota da
una serie di funzionari regionali, burocrati
coi tacchi, Patrizia Valenti, Anna Rosa
Corsello. L’eredità di queste gestioni ora
ricade sul presidente Rosario Faraci,
plumbeo commercialista che tra i titoli
professionali vanta quello di essere nato a
Gela. Così il nuovo corso “rivoluzionario”
che il presidente Crocetta aveva
annunciato in pompa-magna non si vede.
Più che la pompa, si vede “la magna” in
questo telefilm “noir” dell’asfalto. E il
compito di sparigliare sembra essere stato
girato dal Procuratore capo di Messina,
Guido Lo Forte all’aggiunto Sebastiano
Ardita. Sotto il ciak delle telecamere
hanno fatto intendere che l’inchiesta
sull’appalto “Iacolino-Giordano” è solo un
antipasto di un crocevia giudiziario che sta
per abbattersi sull’ente.
ANOMALIE IN PROCURA. La Procura
L’autostrada Catania Siracusa
indaga per le anomalie dello svincolo di
Ritiro, decine di milioni di euro che si
intersecano tra una riserva e l’altra; indaga
la Dia, la direzione investigativa antimafia,
tra Catania e Palermo su progettazioni di
opere da decenni “appaltate”, “a divinis” al
Technital, dove svolazza l’ingegnere
palermitano Nino Bevilacqua, uno che,
secondo Report, “gira sui cantieri in
elicottero”.
Indagano poi anche la Guardia di Finanza,
perché anche gli incassi da Telepass
tardano ad arrivare nelle casse, e
l’Ispettorato del lavoro per gli eccessi di
straordinario: le indennità notturne
riconosciute alla categoria dei casellanti
hanno portato molti a guadagnare 2900
euro al mese.
Nulla rispetto allo stipendio-record da
170mila euro del direttore generale
Maurizio Trainiti, gelese anche lui di
nascita, catanese di adozione, targa
politica Mpa, partito per il quale ha fatto
anche l’assessore sotto il Vulcano. Dopo
l’appalto della Siracusa-Gela, Traianiti ora
ha presentato la lettera di dimissioni.
Missione compiuta. Al suo posto, accanto
al nuovo componente di Ragusa, in quota
Udc, del consiglio di amministrazione,
Nitto Rosso, dovrebbe arrivare il nuovo
direttore generale, l’ex capo del Genio
civile di Trapani, Pirrone.
Proprio il consiglio di amministrazione,
secondo la legge 11 del 2010 del governo
DILEMMI
La natura dell’ente? Chiediamola ai giudici
MESSINA. Quale è la natura giuridica del Consorzio Autostrade siciliane?
Oggi per definirla, politici e sindacati ricorrono ai giudici amministrativi, in
merito al contratto da applicare ai quasi 380 dipendenti, ma basterebbe
leggere storia e statuto dell’ente per rendersi conto che il Cas “è riconosciuto
come ente pubblico non economico sottoposto a controllo e vigilanza della
Regione Sicilia, che detiene il 91% del capitale”.
Nello statuto dell’ente: il completamento dei lavori non ancora realizzati e la
manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intera rete autostradale siciliana,
della quale la concessione, riconosciuta con decreto interministeriale del 28
maggio 2001, scadrà nel 2030.
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11 Dicembre 2014
sicilia
Lombardo, dovrebbe essere composto da
tre componenti, non quattro quanti sono
oggi: una giusta cura dimagrante se si
pensa agli undici componenti di qualche
anno fa, dove faceva capolino anche
l’onorevole Angelo Paffumi da Fondachelli.
Uno più, uno meno. Che volete che sia?
L’INCERTO FUTURO. All’assessorato alle
Infrastrutture mostrano molta
preoccupazione per le sorti dell’Ente. Già
una volta l’Anas voleva sottrarre la
concessione per inadempimenti: il
salvagente l’ha ancora una volta dato il
Tar. Non sembra averne preoccupazioni
economiche invece il consiglio di
amministrazione in carica. Che, appena
insediato, ha trovato subito il tempo di
ritoccare in sù gli emolumenti per i
componenti il Cda, Marino e Gazzara,
portati a 40mila euro, e i rimborsi
chilometrici con la tariffa Aci “corporate”,
che fanno svettare all’insù quelli del
presidente, quasi alla vetta dei sui
emolumenti: 50mila euro.
Un modo di procedere non in linea con la
relazione riservata del servizio di vigilanza
dell’Assessorato alle Infrastrutture,
recapitata il sei giugno scorso e inviata
“per opportuna conoscenza” anche al
Presidente della Regione, Rosario Crocetta,
nella quale si raccomandava di seguire
tutte le opportune politiche di “spending
rewiev”. I risultati sembrano opposti: più
“spending” meno “rewiev”.
BACCHETTATE E ISPEZIONI. Giovanni
Arnone, capo del servizio di Ispettorato
della Regione è paziente: “Stiamo
aspettando ancora le risposte”. Come dire,
fatti, non parole attendiste come quelle
finora girate per raccomandate: "Vedremo,
faremo..." Sempre "nelle more".
La prima bacchettata gli ispettori la
riservano sul piano della sicurezza : i
cartelli segnaletici, risultano “dimenticati
nelle corsie di emergenza”. E aggiungono:
“La quasi totalità del percorso autostradale
in concessione ha il guard-rail- che non
rispetta il livello di sicurezza adeguato alla
strada e non è conforme alla norma
europea…”. Stoccata-bis: “A volte
mancano perfino la segnaletica orizzontale
e verticale adeguata…”.
Ma gli ispettori, sottolineano “come questi
fatti si tradiucano in disagi costanti per gli
utenti che pagano il pedaggio” e vanno
oltre. Si fermano a guardare le colonnine
“Sos” e le trovano in molti casi “non
funzionanti”. Come trovano spenti gli
aereatori nelle gallerie più lunghe. Un
fatto che “crea scarsa visibilità dovuta ai
gas di scarico non smaltiti dalle
autovetture”, “alte concentrazioni di
idrogeno solforato, che rendono il
passaggio pericoloso per la salute degli
utenti”.
Non è finita: “In alcune gallerie si deve
segnalare la totale mancanza di
illuminazione che nelle ore diurne crea
non poche difficoltà di adattamento
visivo”.
MANUTENZIONI “RISCHIOSE”. Ma
come mai questi fenomeni così pericolosi
per gli automobilisti non trovano mai una
compiuta soluzione?
Alla manutenzione il Consorzio autostrade
dovrebbe garantire il 34% dei fondi
incassati, settanta milioni di euro più Iva.
E nei piani di investimento previsti per
l’adeguamento e la manutenzione,
dovrebbe investire 180 milioni, dei quali
54 garantiti dal Cipe.
Una montagna di denaro sul quale le
ombre di gestione si fanno più dense.
Rinvii, distrazioni, temporeggiamenti.
Gli ispettori della Regione sono impietosi
sui ritardi: “La mancata approvazione dei
bilanci consuntivi relativi agli anni 2012 e
2013 e la mancata redazione del bilancio
di previsione 2014, ha causato problemi
finanziari: a tutt’oggi non possono essere
utilizzati gli avanzi di amministrazione;
somme che potevano essere impegnate
nelle opere manutentive, compresi i lavori
a Ritiro, come l’eliminazione dei pericoli di
crollo nelle gallerie di capo d’Orlando e
Tindari, sui quali si è registrato un
sequestro della Procura di Patti”.
E ammoniscono: “Il servizio “9” ha
comunicato che i lavori in questione non
sono ancora cantierabili e si registra il
rischio serio di perdita di finanziamenti
statali, come è noto regolati da precisa
tempistica”.
INCIDENTI A GO-GO. Un quadro
desolante, se si pensa che solo negli anni
scorsi sono stati risarciti, pronta cassa,
1500 sinistri ad automobilisti vittime di
incidenti, anche si lieve entità,
determinata soprattutto dalle cattive
condizioni del manto autostradale.
Il servizio di vigilanza della Regione così si
esprime: “La deformazione dello stesso è
presente in tutti i punti in cui non si
registrano interventi manutentivi recenti.
Occorre “porre in opera asfalto drenante”,
che per le proprie caratteristiche, oltre ad
avere notevole resistenza all’usura,
aumenta il livello di sicurezza della strada,
e ha tra le altre cose, proprietà
fonoassorbenti; riduce il riverbero dei fari;
dura il 30% in più rispetto ai manti finora
utilizzati e , in unione ad uno strato
impermiabile, allontana il rischio di
acquaplaning”.
Altra legnata, è il caso di dire, il verde:
nonostante una convenzione triennale
firmata con la Forestale in data 26 luglio
2013, in molti punti si nota una carente
manutenzione.
Come mai? Dopo la denuncia del
presidente Crocetta, sulla presunta
“mafiosità”, scoperta da una interdittiva
prefettizia per i lavori all’Expo dell’impresa
Ventura di Furnari, che aveva in appalto i
lavori, sembra davvero che poco sia
cambiato: solo le gare sono state
“spacchettate”. Gli ispettori della Regione
rammnetano che “Il Consorzio autostrade
opera in totale autonomia
amministrativa”, e consigliano, per
risparmiare, di internalizzare il servizio di
assistenza al traffico; il Cas-ricordano- è
stato autorizzato a chiedere alle Province o
ad altre amministrazioni 85 operai in
mobilità da destinare al servizio”.
Ultime “frustate”: non risulta ancora
versato all’autorità di regolazione dei
trasporti, l’aliquota dello 0,4 per mille del
fatturato da ultimo bilancio”.
Da otto anni, da quando è cominciato il
valzer palermitano dei commissari, il Cas
non aggiorna il canone di affitto ai gestori
CLASSIFICHE
Telecontrollo
cento milioni al vento
MESSINA. Un centro di telecontrollo
del traffico sulle autostrade siciliane
da cento milioni di euro, finanziato
dalla Ue, finito nel nulla. E’ la storia
di del centro di monitoraggio
telematico della rete previsto a Santo
Stefano Camastra, rimasto in
funzione fino al 2008, e del quale
non si è più saputo nulla, da quando
l’ex pm di Mistretta Luigi
Patronaggio emise quattro avvisi di
garanzia per i dirigenti del Cas. Il
servizio fu sospeso, per il mancato
rinnovo del contratto all’azienda che
curava la manutenzione del esercizio
nell’agosto del 2008. A cosa serviva?
In caso di incidente, gli addetti alla
sorveglianza, azionavano una serie di
teleallarmi, anche con segnaletica
luminosa, per evitare nel tratto della
A20, quello tra Cefalù e Castelbuono,
le auto potessero entrare in velocità
nelle gallerie interessate agli
incidenti. Nel mese scorso, a seguito
di un grave incidente proprio in
questo pezzo di arteria, hanno perso
la vita quattro persone. Se ci fosse
stato in azione il sistema, sarebbero
disponibili anche le immagini del
sinistro. Ma oggi, prima ancora che i
sistemi di telecontrollo, andati in
fumo, gli interventi andrebbero
eseguiti sul manto autostradale, che
rappresenta, in più punti, un vero e
proprio pericolo per gli
automobilisti.
delle aree di servizio, compagnie
petrolifere distratte che “ritardano”
l’installazione di pompe per il gas metano,
obbligatorie per legge, di cui non v’è
traccia in tutta l’autostrada.
Chi da Tindari viaggia verso Palermo, per
fare benzina, deve superare Termini
Imerese, più di cento chilometri con il
rischio di rimanere a secco, senza la
possibilità neanche di fare pipì. Serbatoi
vuoti e vescica piena. Tanto, “qui”, dicono
al Cas, è tutta ‘na Gazzara. Come dire: il
Consorzio Autostrade viaggia da solo.
Guida senza patente. Per andare dove?
INDAGINI
Arresti per l’appalto di sorveglianza
Ma la concussione è solo... tentata
Nino Gazzara
MESSINA. Si è di molto ridimensionato il quadro accusatorio per
l’appalto di “sorveglianza attrezzata e per interventi urgenti e
assistenza del traffico” del Consorzio autostrade, che ha portato in
carcere Salvatore Iacolino, l’imprenditore agrigentino che si è
aggiudicato la gara, e i messinesi Nino Giordano e Francesco Duca. Il
Tribunale della Libertà, presieduto da Maria Militello, il sei dicembre
scorso ha modificato l’imputazione da concussione, in “tentata”
concussione, reato per il quale non è prevista la misura cautelare in
carcere. Il quadro che è venuto fuori dopo gli interrogatori è quello
di un “pasticcio”: gli imprenditori che avevano tentato un accordo,
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lo avevano poi “modificato” dopo l’aggiudicazione avvenuta a
favore dell’impresa agrigentina. Resta invece in carcere Lelio Frisone,
l’architetto dell’ufficio contratti accusato di avere incassato tangenti:
Nino Giordano ha documentato che i soli rapporti con l’architetto
Frisone erano dovuti all’incarico a questi assegnato di direzione
lavori per il “parnaso due”, dove l’imprenditore è stato impegnato.
Giordano ha poi smentito parte delle accuse che gli venivano mosse
dimostrando che nella data in cui si facevano risalire le
interlocuzioni, lui si trovava fisicamente a Milano e non avrebbe
potuto partecipare ad alcun incontro con “il sodalizio”, contestato
dai giudici. Gli accordi “tentati” con la sua impresa, che è arrivata
“terza”, erano quelli di partnership, relativa alla fornitura di
personale “qualificato” per i lavori da svolgere nelle arterie
autostradali.
11 Dicembre 2014
sicilia
PROTAGONISTI. E’ morto il professore Romano
L’ultima lettera di Giulio
Addio ad un architello capace di coniugare cultura ed estetica con talento e ironia.
Come testimonia lo scritto post-mortem con cui ha salutato amici e parenti. Eccolo
DI
ATTILIO RAIMONDI
MESSINA. Si sono svolti martedì otto dicembre al Duomo di Messina i
funerali di Giulio Romano, 83 anni. Era un bravo architetto, ma non
lo diceva a nessuno. Per decenni è stato docente di Storia dell'arte, e
tutti gli alunni lo amavano. E' stato protagonista della vita giovanile ed
universitaria messinese. Ha scritto libri su Messina, la sua città, che resteranno
riferimenti storici, architettonici e culturali per la città dello Stretto e non solo.
Ha avuto rapporti di infinita amicizia con diverse generazioni di messinesi che lo
hanno voluto bene per la sua cultura, per la sua ironia ed il grande sarcasmo.
Voleva fare un Museo del Mare galleggiante ed itinerante tra le sponde dello
Stretto con la nave traghetto "Cariddi" che tante angustie ed amarezze gli
hanno procurato. Se ne è andato in punta di piede lasciando un dolce ricordo a
tutti coloro che lo hanno conosciuto e voluto bene.
Era un" personaggio" Giulio Romano che tutti i suoi amici chiamavano con
affetto Lilli, zio Lilli. E se ne è andato con le sue tradizionali battute, con le sue
profonde riflessioni estrose, particolari, satiriche, ironiche, con uno scritto postmortem che è stato letto durante la cerimonia funebre. Fino all'ultimo ha
continuato la sua vita a modo suo. Con il solito sarcasmo ha scherzato e
salutato tutti i suoi amici. Per l'ultima volta. In fondo, per Giulio Romano, zio
Lilli, è stata questa l'essenza ed il suo modo di vivere.
così me ne sono andato, doveva
pur succedere... e allora? Non è da
tutti poter parlare al proprio
funerale ma, grazi "... ai potenti mezzi
del progresso", questo può accadere: e
sta accadendo...
Me ne sono andato, dicevo, ho assistito a
molte di queste funzioni, ma non da
protagonista.
Devo dire però, che dà un certo piacere
essere l'oggetto della cerimonia...
Via, diciamolo pure: certe cose danno
soddisfazione... Vedo gente commossa, è
E
la regola, forse il meno commosso sono
io...
Vi devo dire una cosa: dove mi trovo, è
un posto bellissimo... un Paradiso, e
bisogna riconoscere che è interessante
anche 1'ambiente. Mi ci sono trovato
all'improvviso: è una pianura immensa,
infinita che non si riesce a capire dove
comincia e dove finisce (del resto, se
cominciasse e finisse che infinito
sarebbe), piena zeppa di gente in attesa
di essere giudicata.
C'è un buon ambiente, soprattutto buona
Giulio Romano
gente, anzi gente buona...
Qui il tempo non conta, lo spazio non
conta, anche il valore del denaro non
conta. Ad esempio un euro vale un
miliardo di euro, e un minuto è uguale a
un miliardo di secoli.
Ho ascoltato un dialogo tra due anime.
Una, credendosi furba, chiede a un'altra:
- Senti mi daresti un euro? -. E quella: Certamente, ma aspetta un minuto.
Qui sappiamo tutto in anticipo e
possiamo rivedere tutto il passato e,
come in un replay, tutta la "telenovela"
della nostra vita: rivedere tutte le nostre
azioni sia quelle belle e sia quelle meno
edificanti. Le prime per cercare di
ricavarne qualche premio agli occhi del
buon Dio, e le seconde per riuscire ad
avere la possibilità di poterci pentire e
ancora: vedere anche ciò che avremmo
potuto fare, se avessimo avuto più
tempo...
Io avrei voluto avere la possibilità di
chiedere scusa a chi, anche se
involontariamente, avrei recato offesa.
Avrei voluto regalare un sorriso a chi era
IL RICORDO di Giuseppe Ruggeri
Addio Zio Lili, baluardo contro
la degenerazione urbana
MESSINA. L’ultima volta che l’ho sentito, per
telefono, mi ha raccomandato di richiedere all’editore Di
Nicolò la copia del suo ultimo libro – “200” – ponderoso
saggio sulla storia dell’architettura messinese presentato
con successo qualche mese fa nella Chiesa S. Maria
Alemanna - perché in quella circostanza non ero riuscito
ad esserci per applaudirlo. Ci teneva che l’avessi. Gli
risposi che sì, l’avrei fatto subito.
Non fu così, invece. Risucchiato dalla solita valanga
d’incombenze quotidiane, quel pensiero mi scivolò di
mente come la corda sul sapone. Me ne ricordo soltanto
adesso, apprendendo del suo passaggio ad altra (e credo
migliore) vita, in quella dimensione che un altro dei miei
grandi amici e maestri – Bent Parodi – definiva propria dei
“palesi”. Una dimensione che, io almeno, vedo come
un’interminabile passeggiata nei luminosi campi Elisi ai
quali il buon Dio destina quanti hanno temperato
l’elevatezza dell’ingegno con la semplicità e l’arguzia del
vivere.
Da ragazzino, conoscevo Giulio Romano solo di vista. Nel
cortile affollato della scuola media “Mazzini”, in attesa
d’entrare, lo vedevo infilare il portone aperto con quel
suo fare rapido, dinamico, mentre chiacchierava con
qualche collega. Saliva le scale, dirigendosi verso le aule
dove insegnava disegno. Io invece scendevo giù, nella mia
classe, sezione “B” se non ricordo male. Non l’ebbi mai
come docente, neanche per qualche ora di supplenza.
L’avrei gradito tantissimo.
Lo ritrovai dopo molti anni durante uno di quegli eventi
culturali cittadini ai quali partecipava sempre con la verve
di un giovanotto. E giovane lo era, eccome, anche nel
fisico che manteneva snello, solo lievemente rallentato
nei movimenti come peraltro si addiceva a un
ultrasettantenne con comprensibili problemi articolari. A
me, che rispettosamente gli davo il “lei”, impose da
subito di passare al “tu”, e debbo dire che mi ci trovai
presto benissimo. Con “zio Lili” (come lo chiamavano i
parenti e gli amici più giovani) era così e non poteva
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essere altrimenti. La comune amicizia con Peppino
Cavarra ci fece incontrare ancora, nel segno di una
passione – quella per la nostra città – che coniugava
cultura ed estetica, intelletto ed arte. Una passione che ha
reso Giulio Romano protagonista a Messina nella sua
specialità – la storia dell’architettura – da lui intesa come
baluardo contro la crescente degenerazione urbana.
Non è possibile non soffermarsi rapiti, dinanzi al progetto
dell’architetto Piacentini, autore dell’odierno palazzo di
giustizia, che illustra la grandiosa scalinata destinata a
collegare Cristo Re al corso Cavour. Quel progetto pubblicato in “200”, testamento spirituale di Giulio
Romano – è sufficiente, da solo, a dare un’idea di quella
mirabile città “ascensionale”, già ritratta da Antonello da
Messina, dove il mare si sposa alle colline unendo mito e
religione, arte e trascendenza.
Un tassello in più, insomma, da aggiungere al mosaico del
nostro complessivo ‘genius loci’ che Giulio Romano ha
contribuito come pochi ad assemblare, nella convinzione,
condivisa con Federico Zeri, che “l’identità di una città stia
nella sua architettura”. Ciao Lili, mi mancherai. Mancherai
a noi tutti.
sicilia
dipingere un tramonto verde, perché
tramonti verdi non se ne sono mai visti,
e lo voglio fare d'estate tra Lipari e
Vulcano, e se un giorno vedrete un
tramonto verde, vuol dire che sono
riuscito ad avere il permesso di farlo... e
capirete. Mi hanno raccontato di un
clown che aveva scommesso con se
stesso che, una volta in Paradiso, sarebbe
riuscito a fare un numero eccezionale: il
giro dell'arcobaleno, in sella al suo
monociclo. Adesso anche lui è qui, ma
ancora non gliel'hanno fatto "eseguire".
Ogni tanto però, di nascosto si esercita
specie di notte e la gente, lo vede...
qualcuno lo chiama: Ufo. E' indubbio che
ci riuscirà.
E, finalmente, arriva il gran giorno.
La pioggia ha smesso: è un pomeriggio
luminoso, bellissimo. La scenografia è
oltremodo curata. Il programma dice:
Per le nuvole, i cumuli sono modellati da
Gian Lorenzo Bernini. I cirri sono dipinti
da Andrea Mantenga. Musiche di Nino
Rota. Regia... e qui ci sarà un tuono... di
Federico Fellini...
Apparirà allora un piccolo, buffo omino
col naso rosso a pallina, la palandrana
colorata, in sella al suo sgangherato
monociclo... comincerà a pedalare
salendo sull'arcobaleno e, una volta nel
punto piu alto, agiterà il suo cappello
con un fiore di carta infilato nel nastro...
Poi ridiscenderà sempre più veloce fino
tuffarsi nella pentola piena di monete
d'oro che segna la fine dell'arcobaleno...
E' felice: è riuscito a fare il suo numero...
Forse... non tutti riusciranno a vederlo.-triste, una parola a chi era solo, una
oertamente lo vedranno i bambini che
certezza a chi era senza speranza...
guardano sempre in su.
Qui noi possiamo spostarci in ogni
I "grandi" no... loro tengono la testa
direzione, andare in posti che abbiamo
bassa dimenticando il Cielo...
già conosciuto e, qualche volta, anche
Gli attori, in Paradiso lavorano sempre.
restarci: altrimenti come ci sarebbero i
E' noto che attrici come Eleonora Duse,
fantasmi.
abbiano avuto delle parti di straordinaria
Non sapete quante persone ritornano tra
importanza, magari cominciano con
noi, pardon, tra voi senza che le
particine come quella classica della
riconosciate: magari sono stranieri che
caduta della foglia.
amavano venire qua e che possono
Quando, come provino, toccò alla Duse
passare facilmente per turisti in visita.
di interpretare la morte di una foglia, si
Non è molto facile, però, che
racconta che la foglia di un
Mi mancherà
si possa tornare indietro
platano, rimase in aria per
dopo aver passato i cancelli,
il giorno di Natale, quasi un minuto, girandosi,
potrebbe innescare chissà
il rumore del mare, sfarfallando facendosi cullare
quale confisione.
dal vento, turbinando a
il sorriso
Eppure, ogni tanto, ce lo
spirale fino a toccare terra.
di un bimbo, la voce Uno spazzino, che assistette
fanno fare. Io, penso che
andrò a Vienna: mi piace, mi
di mia moglie che, alla scena, giurò, rischiando
è sempre piaciuta Incontrerò
di farsi prendere per matto,
in macchina mi
tanta gente che mi crederà
che sentì perfino un profondo
diceva: Vai piano
un turista forse anche
sospiro uscire da quella
qualche messinese che,
foglia... Che interpretazione...
tornando dirà: - Sapete che a Vienna ho
O come Vittorio Gassmann che spesso,
incontrato uno che assomigliava...
con la sua voce, "doppia" il temporale, e
Lo sapevate che qui in Paradiso ci sono
certe volte, se non lo fermano, è capace
un sacco d"artisti?
di creare qualche nubifragio...
Tutti gli artisti vanno in Paradiso!
Ogni attore quassù ha la sua specialita.
Il Paradiso ne è pieno ne è pieno, di tutte
Si dice che Loie Fuller, la famosa
le specie: pittori, scultori, attori,
danzatrice francese dei primi anni del
musicisti ed anche clown e giocolieri... è
secolo scorso, celebre per le sue danze
vero, dovete credermi, è proprio così!
piene di veli svolazzanti, abbia avuto
Lo sanno tutti, per esempio, che i pittori,
spesso l’incarico di eseguire la schiuma
in Paradiso, sono utilizzati per dipingere
del mare in tempesta della Bretagna...
la natura, chessò io, fiori frutta o foglie.
Prevert lo sapeva benissimo: "Barbara,
Io voglio mettermi in nota per colorare
ricordi il mare di Brest, con le onde
un tramonto, ma non uno di quei
cattive come il mare, quando il mare è
tramonti che possono dipingere tutti:
cattivo...".
tramonti rossi, arancione, io vorrei
Siete più distesi? Spero che tutto quello
che vi abbia detto sia servito a distrarvi
da questa "triste cerimonia".
Smettiamola, però, con questi luoghi
comuni: in questo triste giorno, il nostro
caro estinto, l'anima benedetta, e cose
del genere... mettetevi bene in testa, ve
l'ho detto, che qui si sta benissimo. E' un
posto bellissimo, si arriva subito, non
abbiamo bagagli, ci serve solo una
camicia lunga che ci dura una vita... che
dico: un'eternità!
Beh! Certo che andar via dispiace, ma
guardiamo il lato positivo; qualcuno cui
non ero simpatico dirà: - Finalmente! -.
Qualche altro che, ad esempio, mi
doveva dare dei soldi dirà: - Meno male.
Non parliamo poi dei vari: Poveraccio,
prò, in fondo era vecchio, è la vita, che ci
possiamo fare, tutto sommato ha fatto
una vita....
Alt!.. Questo lo devo dire io.
Ho avuto una vita vissuta intensamente.
Non mi sono mai fermato, ho fatto un
sacco di cose, ma soprattutto ho voluto
bene e cercato di dare qualcosa a tutti,
non ho odiato nessuno e, tantomeno, ho
serbato rancore. Preferisco essere
rioordato come un "babbazzu" che come
un vendicativo. Ho subìto ingiustizie e
angherie, alle quali ho risposto con un
sorriso perdonando tutti (e questo lo
sapete). Se avessi, anche non volendo,
fatto del male a qualcuno, chiedo
umilmente scusa. Ora non mi resta altro
che correre per i "pascoli del Cielo".
Questa figura retorica, è spesso usata per
descrivere tutto quello che in questo
momento ho attorno a me...
Fra poco sarò chiamato all'appello
Celeste. Ma sapete che vi dico, credo che
“
”
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11 Dicembre 2014
non mi presenterò subito, dirò che non
ho sentito, così mi godrò ancora un po'
di questo "pre Paradiso", cercando di
farla franca e poter fare così un salto fin
laggiù... a meno che il solito qualcuno,
incontrandomi, dicesse: - Ma chistu da
capu cca è?... non avia murutu? -.
Adesso devo andar via.
Della terra mi mancherà l'aurora, il
giorno di Natale, i primi giorni di Giugno
con il profumo dei tigli, il rumore del
mare, il sorriso di un bimbo, l'abbaiare
lontano di un cane nella notte, la voce di
mia moglie che, in macchina mi diceva
Sempre: - Vai piano, non correre, guarda
a destra, metti la freccia... hai chiuso il
gas, e la porta di casa?... con quante
mandate?...-. Mi mancheranno i miei
figli, i miei nipoti e infine: voi, i miei
amici che ho amato e incontrato sempre
con gioia e ai quali ogni volta ho cercato
di strappare un sorriso con una battuta...
A proposito.
Due frigoriferi s'incontrano e uno, che ha
fretta fa all'altro: - Dai, sbrinati
Ora devo proprio andare, stanno per
chiamarmi: non si possono raccontare
tante bugie in Paradiso...
Ciao a tutti... vi voglio bene...
E' stato detto: "Non puoi morire fino a
quondo avrai una bella storia da
raccontare, e ci sarà qualcuno che ti
ascolta”...
Io oggi, la mia piccola storia, l'ho
raccontata a Voi... così, posso
continuare a vivere... e ad amarvi!..
Scusate, dimenticavo, ma venendo qui
l’avete chiuso il gas? e la porta di casa?
con quante mandate?...
Ciaoooo...
11 Dicembre 2014
sicilia
SCUOLE. L’allarme a Messina sull’accorpamento dei due licei. Ma i numeri non consentono l’unione. Tanto che...
Maurolico-La Farina il matrimonio non s’ha da fare
Mentre si aspetta l’ispezione regionale per i contrasti tra studenti e preside, occorre avviare le richieste alla Regione per ottenere i nuovi “indirizzi”
scientifico e linguistico. Da qui passa la salvezza di un istituto glorioso che ha toccato il minimo storico di prime classi. Ma i tempi sono contati
DI
ANDREA SMITH
MESSINA. Da sempre diminuzione o
incremento delle iscrizioni scolastiche è
stata anche una questione di “moda”,
oltreché la conseguenza della situazione
economica-occupazionale del paese. C’è
stata la riduzione della domanda nei licei
a favore degli istituti tecnici nel periodo in
cui sono entrati in ordinamento gli
indirizzi per l’informatica e i licei hanno
recuperato grazie all’avvio e al proliferarsi
delle sperimentazioni del “Piano
Nazionale per l’Informatica”. EXPLOIT
TURISTICO. Nell’istruzione professionale,
mentre la stragrande maggioranza degli
indirizzi riusciva a stento a “tenersi a
galla”, gli istituti alberghieri hanno avuto
costanti incrementi, ben sopra le
aspettative. Le oscillazioni delle iscrizioni
hanno effetto sugli organici, con disagevoli
operazioni di mobilità d’ufficio per docenti
e personale di segreteria, da un lato, e
disponibilità di posti per le immissioni in
ruolo, dall’altro. Dal 2001, però, con il
riconoscimento dell’autonomia scolastica –
l’archiviazione della figura del preside e
del segretario e l’istituzione del dirigente
scolastico e del Direttore dei Servizi
Generali e Amministrativi, l’attribuzione
della personalità giuridica a tutte le
scuole, anche Dirigente e Direttore
rischiano perché le scuole con meno di
600 alunni non possono avere un dirigente
titolare e non possono avere in esclusiva
un Dsga. Le scuole perdono l’autonomia e
vengono coinvolte nel piano regionale di
dimensionamento con operazioni di
accorpamento ad altri istituti, fusioni o
riorganizzazione delle sedi associate.
LICEI E CONTESTAZIONI. E forse per la
sussurrata possibilità di accorpamento al
vicino liceo classico “La Farina” che gli
studenti del liceo classico “Maurolico” di
Messina hanno messo in atto una
contestazione, sfociata poi
nell’occupazione della scuola, nei
confronti della dirigente alla quale
addebitano, tra le cause della riduzione
delle iscrizioni, l’assenza di una
metodologia di incentivo alle iscrizioni e
della veicolazione all’esterno della qualità
progettuale della scuola.
Al problema iscrizioni i ragazzi, che
escludono si sia trattato della solita
occupazione pre-natalizia, aggiungono
anche altre importanti motivazioni, quali
mancanza di un dialogo con la dirigenza e
la possibilità di gestire attività condivise
aggiuntive a quelle curriculari - per i quali,
ottenuto dalla dirigente Crieleison la
sottoscrizione del documento predisposto,
hanno posto fine all’occupazione – e la
presenza a scuola del dirigente. Su questi
e altri rilievi si attende l’esito della
richiesta di ispezione avanzata dalla FLCgil al direttore regionale Luisa
Altomonte.
AUTONOMIA VO’ CERCANDO. È il caso
però di attenzionare la reazione degli
studenti volta alla difesa, al rilancio e al
mantenimento dell’autonomia di uno dei
più prestigiosi licei di Messina. È da
apprezzare per l’attaccamento all’istituto,
ma non può essere spiegata sotto il profilo
dell’attendibilità, visto che la possibilità
reale a breve scadenza di un
accorpamento col vicino liceo classico “La
Farina” non è prevedibile. Per diversi
motivi. Al momento non risulta attivato
nessun tavolo tecnico regionale o
provinciale da parte dell’Assessorato
regionale per dar luogo alle operazioni
preparatorie di un piano di
dimensionamento. Pertanto, tenuto conto
dei tempi tecnici necessari per il
completamento della procedura e delle
scadenze correlate a quella della mobilità per la quale a livello centrale è già stata
sottoscritta con le organizzazioni sindacali
la pre-intesa -, per il 2015-2016 non ci
sarebbero gli spazi per un nuovo piano di
razionalizzazione della rete scolastica. Il
liceo “La Farina” è una sede associata
dell’Istituto di Istruzione Superiore (IIS)
“La Farina-Basile”, che ha come altra sede
associata l’istituto d’arte “Basile” di
Messina e totalizza nel complesso 1.003
studenti (dato ufficiale dalla tabella
dell’Usr per la complessità delle fasce di
appartenenza).
ASSOCIATI CON SPADAFORA. Il liceo
“Maurolico” non è una scuola autonoma
bensì una sede associata dell’Iis
“Maurolico”, che ha come altra sede
associata il liceo scientifico “Galilei” di
Spadafora e accoglie complessivamente
907 studenti. Un numero superiore del
50% rispetto a quello minimo di 600
alunni per il mantenimento
dell’autonomia e l’assegnazione di un
dirigente scolastico e DSGA titolari.
Quindi, considerato che il numero
ottimale oltre il quale è opportuno lo
sdoppiamento è di 1.500 studenti, non
appare possibile la fusione o
l’accorpamento tra i due Istituti.
Analogamente impercorribile appare
l’ipotesi di una fusione tra i due licei
classici cittadini, dando luogo ad una
nuova entità scolastica, perché tra le
restanti appendici dei due IIS, scientifico
“Galilei e arte “Basile”, nessuno ha i
requisiti per ottenere la personalità
giuridica e l’autonomia. Si dovrebbe
effettuare un ulteriore intervento
riorganizzativo. “Cui protest?”
Manca un reale motivo per razionalizzare
un istituto che ha i requisiti per mantenere
L’ingresso del liceo Maurolico
l’autonomia ed è inserito nella seconda
delle fasce di complessità delle funzioni
dirigenziali, così come l’IIS “La FarinaBasile”, il liceo “Seguenza”, l’ITE “Jaci o il
liceo scientifico “Archimede” di Messina.
Certo non ci si può cullare e non è
possibile stare con le mani in mano,
perché se continua questo trend di
iscrizioni è logico che il liceo “Maurolico”
tra quattro anni rischia di chiusure.
NON PASSA LO STRANIERO. Al
momento l’unico rischio concreto che
PROGETTI
E M5Stelle pensa ai corsi di specializzazione
PALERMO. Una mozione parlamentare che impegni il governo regionale a
stipulare convenzioni con le scuole di secondo grado per realizzare corsi di
specializzazione. Questa una delle proposte al vaglio del gruppo
parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle, che attende di essere tradotta in
un concreto impegno da sottoporre a Parlamento ed esecutivo regionale.
Un modo per sfruttare strutture e servizi di cui le scuole secondarie sono
provviste, per effettuare attività didattiche e laboratoriali. La situazione
economica attuale scoraggia l’investimento da parte delle famiglie in corsi di
specializzazione a pagamento (nonostante sia proprio l’istruzione specialistica
quella che ci può aiutare a superare la crisi economica attuale). Si potrebbe
creare una sinergia virtuosa, ed i corsi possono essere inseriti nel Pof della
scuola e frequentati anche da studenti dell’istituto ospitante.
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sicilia
PATTI. Si celebra l’anniversario del ginnasio
11 Dicembre 2014
portò alla sua costituzione, soprattutto
per ragioni economiche, del quale
resta traccia nella lettera che il
Provveditore agli studi Pisanò inviò,
nell’Agosto del 1935, al Podestà di Patti
:”E’ intenzione dell’On. Ministro
corre è quello di dovere ospitare il
dell’Educazione Nazionale di procedere
prossimo anno scolastico – vista la
alla creazione di un R. Liceo classico in
disponibilità di locali inutilizzati e non
cotesto Comune a decorrere dal 16
sarebbe una novità-, magari nell’ala che fu
Ospitato fin dagli anni ‘50 nel convento San Francesco,
Settembre p.v. che unito al R. Ginnasio
la sede dell’IPC “Antonello” e che è servita
divenne meta agognata durante il fascismo. La sua storia
già esistente costituirà unico istituto. Il
anche per le necessità dell’istituto
provvedimento è
“Bisazza”, classi del liceo scientifico
DI BENITO BISAGNI
condizionato all’assunzione
“Seguenza” che non trovano capienza
da parte di cotesto Comune
nella sede di Via Sant’ Agostino. Questa
degli oneri stabiliti dalle
PATTI. E’ un “giovanotto” che ha quasi
possibilità è riconducibile al piano di
normali disposizioni di legge,
la stessa età dell’Italia unita e continua
risparmi del commissario della provincia
a riguardo dei locali e
ad impartire, da ben 150 anni, le prime
Filippo Romano per fitti di locali privati ad
dell’arredamento. Voglia la
sudate nozioni di grammatica greca e
uso aule scolastiche. E qui è legittima la
S.V. comunicarmi, a giro di
latina ad imberbi studenti intimoriti e
domanda: perché classi di liceo scientifico
posta, se è disposta ad
talvolta frastornati dall’approccio con
del “Seguenza” devono funzionare nei
assumere gli oneri suddetti”.
nuove lingue portatrici di valori classici
locali del “Maurolico”, quando poteva
Il resto è storia più recente e
mai tramontati. Il Ginnasio di Patti, per
essere opportuno l’accoglimento a livello
maggiormente nota: il
l’appunto, spegne nel 2014
regionale della richiesta del “Maurolico”
trasferimento negli attuali
centocinquanta candeline, da quando
dell’istituzione nella sede del classico
locali di Via Trieste,
fu istituito nel lontano 1864, dopo che
dell’indirizzo scientifico? Ma di richiesta
l’istituzione e il successivo
il Regno d’Italia, per evidenti motivi
negata ce n’è stata un’altra, quella del
accorpamento in un unico
politico-istituzionali, non intese
linguistico. Due opportunità, dunque, che
istituto del Liceo Scientifico al
riconoscere gli studi del Seminario
probabilmente verificate sul campo
Liceo Classico, l’ormai
vescovile e avviò, di contro, un
avrebbero potuto offrire nuove
tradizionale appuntamento di
massiccio programma di fondazione di
opportunità di sviluppo.
“Tindari teatro giovani”,
scuole ginnasiali e liceali di indirizzo
CIRCOLARE DELLA REGIONE. Ma tutto
“competizione teatrale” che
laico. Queste avrebbero dovuto
non è perso perché il 6 novembre scorso la
richiama scuole ed artisti di
costituire l’ossatura del nuovo
direzione regionale ha rimesso alle scuole
tutto il Meridione e non solo.
impianto nel settore dell’istruzione
siciliane la circolare dell’Assessorato
Com’è naturale pensare, il
dello Stato italiano, ancora in via di
regionale dell’Istruzione e della
prestigio di questa grande
formazione e strutturazione, dopo la
Formazione Professionale, n.22 del 5
Il Regio Decreto, sempre del 1935, con cui viene
scuola non deriva certo da
proclamazione dell’Unità d’Italia del
novembre 2014, che riguarda nuove
istituito il Liceo classico.
questioni “anagrafiche”.
1861.
istituzioni di indirizzi di studio. Il dirigente
Nell’arco di questi
Il Regio Ginnasio, ospitato fino agli
del Maurolico, se non l’ha già fatto, può
centocinquant’anni di storia che si
anni ’50 presso il Convento San
lo stesso Ginnasio pattese ospitò alcuni
rinnovare e aggiornare le richieste di
pongono nei più ampi scenari di
Francesco, divenne rapidamente, un
studenti provenienti dal capoluogo e
istituzione di nuovi indirizzi, tenendo
epoche pullulanti alternativamente di
punto nevralgico per gli studenti del
rimasti privi delle proprie scuole di
conto che nella circolare firmata dal
eventi avversi e drammatici e di
territorio circostante. Nel frattempo,
appartenenza; nemmeno il primo
girigente generale Gianni Silvia viene
momenti di rinascita e fermento, il
l’ascesa delle istituzioni ginnasiali in
conflitto mondiale impedì un
precisato, tra l’altro, che “le richieste
Ginnasio ed il Liceo classico di Patti
tutta la Penisola fu progressiva; a
pressoché regolare svolgimento delle
dovranno rispettare vocazioni culturali,
hanno visto avvicendarsi illustri
macchia d’olio sorsero Regi Ginnasi che
attività scolastiche.
produttive, formative ed occupazionali
docenti, umanisti di prim’ordine e
seppero resistere all’avanzata delle
Fu durante il Fascismo che il Regio
espresse dal territorio di riferimento delle
studenti che, anche grazie alle basi
correnti positivistiche che ponevano a
Ginnasio di Patti iniziò ad accrescere la
scuole e al contempo garantire l’esercizio
culturali e valoriali fornite da questa
loro fulcro il sapere scientifico,
propria fama di scuola di prestigio e fu
del diritto di scelta degli studenti e delle
ormai storica istituzione, hanno
relegando generalmente in secondo
eletta a meta agognata da tanti
famiglie”. Ma bisogna agire con urgenza in
raggiunto traguardi altissimi in svariati
piano la cultura di stampo umanistico.
giovani desiderosi di confrontarsi con
quanto le richieste documentate dei
settori, nomi e storie di cui la scuola e
Il Regio Ginnasio di Patti beneficiò in
Omero, con gli storici Tucidide ed
dirigenti scolastici, dopo l’acquisizione del
chi l’ha resa grande giustamente e
quegli anni di una vigorosa espansione
Erodoto, con i retori latini Catone e
parere del Consiglio Scolastico Provinciale
senza eccessive vanterie si fregiano.
didattica e numerica in termini di
Cicerone, con i versi e le rime dei
e l’apposizione di quello del dirigente
Per questo e tanti altri motivi hanno
alunni, incrementando la propria
grandi autori italiani, con i maggiori
dell’ufficio Territoriale verranno inviate da
avuto inizio, il 6 Dicembre scorso, le
sostanziale centralità dopo che Messina
filosofi della scena europea. La Riforma
questi al Dipartimento Istruzione e
celebrazioni per questo così
fu investita dal tragico evento del
Gentile, favorevole all’istruzione di
Formazione di Palermo entro il 19
importante anniversario e che si
terremoto del 1908, a seguito del quale
natura classica ed umanistica e frutto,
novembre prossimo.
protrarranno, sotto la guida della
tra le altre cose, dell’avversione
Sig.ra Preside Grazia Gullotti Scalisi, per
ideologica verso le correnti
tutto l’anno scolastico, coinvolgendo
positivistiche nutrita dal suo ispiratore,
ANOMALIE
ex alunni, docenti che si sono mano a
il Ministro e filosofo Giovanni Gentile
mano succeduti dietro le cattedre del
(che condivideva tale visione con
Ginnasio e Liceo pattesi, e varie
Benedetto Croce) certamente fu
personalità del mondo culturale per
decisiva in tal senso anche per il
festeggiare degnamente questo
Ginnasio pattese, che nell’anno
PALERMO. Quindici scuole occupate in Emilia Romagna, Lazio e Puglia. Dieci in
“ragazzo” ancora così pronto ad
scolastico 1932/33 fu intitolato, anche
Calabria, nella sola città di Reggio. La Sicilia è decisamente in coda, o quasi:
ospitare, sui propri banchi, giovani leve
per esigenze dai sentori tipicamente
appena dieci le scuole occupate, in egual misura Palermo e Catania, con cinque
alle prese con l’alfa e l’omega, con il
propagandistici e fortemente, si
occupazioni ciascuna. La Regione più popolosa di studenti, la Lombardia,
mondo latino, con i grandi sistemi
potrebbe dire, patriottici, all’allora Re
“vanta” appena quattro istituti occupati. Ed il Piemonte solo tre occupazioni.
filosofici e i grandi sforzi da compiere
d’Italia in carica, Vittorio Emanuele III
L’Abruzzo svetta, ben otto, un numero alto se si tiene conto della popolazione
per misurarsi con i giganti della cultura
(al quale ancora oggi rimane
studentesca. La Puglia come la Sicilia, ospita in due città, Bari e Brindisi, le
umanistica.
intitolato).
“rivolte” studentesche. Reggio Calabria sopravanza qualunque altra grande
La svolta vera e propria si ebbe nel
città italiana con le sue dici scuole occupato. Ciò che emerge con chiarezza, in
1935, anno in cui fu istituito il Regio
Sicilia ed altrove, è che le proteste più virulente nascono, e si mantengono, nelle
Liceo Classico con un Regio Decreto del
grandi città: Palermo e Catania, nell’Isola, non altrove. L’eccezione è Messina.
12 Settembre. Non del tutto privo di
Nesun contagio reggino nella città dello Stretto.
ostacoli deve essere stato l’iter che
150 anni e non sentirli
Scuole occupate solo nelle grandi città
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11 Dicembre 2014
sicilia
Conferenza stampa presentazione Vigile Civico (da sinistra Libero Gioveni Daniele, Santi Zuccarello, Calogero Ferlisi, Marco Bellantone,
Fabio Puglisi e Cristina Puglisi Rossitto
INIZIATIVE. Presentato al Comune di Messina il progetto di "Stai con noi"
Mio nonno? Fa il vigile
Rivolto ai pensionati tra i 60 e i 75 anni per la sicurezza davanti alle scuole l'idea della neonata
associazione di volontari. Che punta al "bello" della città, passando dall'educazione civica
DI
MARIA TIZIANA SIDOTI
MESSINA. All'uscita da scuola tra i
genitori in attesa e l'entusiasmo dei
bimbi in corsa alla fine di una giornata
di lezioni, gli alunni vedranno un'altra
figura nella città di Messina: è quella
del vigile civico. Che con segnali e
palette contribuirà alla sicurezza
dei piccoli cittadini in grembiule
e cartella. È la nuova
iniziativa, presentata il 5
dicembre scorso nella Sala
Ovale di Palazzo Zanca,
dalla neonata
associazione messinese
"Stai con noi" con il
presidente Cristina
Puglisi Rossitto, il
portavoce Fabio Puglisi, e con Marco
Bellantone, in conferenza stampa alla
presenza di Calogero Ferlisi,
comandante della Polizia Municipale, e
dei consiglieri comunali Daniele Santi
Zuccarello, Libero Gioveni e Daniela
Faranda che hanno sposato il progetto al
pari del presidente di IV Circoscrizione
Francesco Palano Quero, assente alla
presentazione. «La nostra è
un'associazione di volontariato sociale e
civico senza scopo di lucro: la
distinzione è importante, perchè quando
si parla di volontariato in genere si
pensa ai bisognosi, mentre noi
intendiamo anche curare l'aspetto civico,
perchè per migliorare la vivibilità di una
città, bisogna passare dall'educazione
civica», spiega, reduce dalla conferenza
la presidente di "Stai con noi", Cristina
Puglisi Rossitto. Che seguita: «Abbiamo
organizzato diverse iniziative come la
"multa civica" e da questa, da un
fogliettino sul parabrezza delle
macchine, siamo arrivati al "vigile
civico", strettamente collegato,
perchè è importante manifestare il
nostro disappunto, però il
fogliettino della multa civica
può essere anche gettato via e
buttato a terra dal
destinatario, innescando
un altro
comportamento non
civico, mentre il
vigile civico ha
portato ad un
protocollo d'intesa con il Comune». Ci
sarà un corso di formazione tenuto dal
Comando di Polizia Municipale che poi
organizzerà anche il servizio davanti alle
scuole, preceduto da una prova di
selezione psico-attitudinale con un test.
«Il vigile civico non solo dovrà essere in
buona forma fisica ma ci sarà un
colloquio con un tecnico-psicologo: è
una figura importantissima, perchè avrà
a che fare con i minori. L'associazione
provvederà a farsi carico
dell'assicurazione per il vigile civico per
eventuali danni a terzi», riprende la
presidente. Che dice: «Il nostro intento
principale è quello di rivolgerci agli
anziani tra i 60 e i 75 anni: un tempo il
pensionato era fonte di saggezza, ora
non è più considerato. Sarebbe bello
riscoprire così i vecchi rapporti sociali, e
coinvolgere i pensionati in un'attività
che li reinserirebbe nel sociale. Già ci
sono i primi 2 volontari, 2 ex carabinieri
ma noi puntiamo a coinvolgere
soprattutto chi non lo faceva già di
mestiere per coinvolgere tutti nel
contributo all'educazione civica. Ci si
può candidare, scrivendo a
[email protected]. In realtà
non lo abbiamo inventato noi: in Italia
c'è il nonno vigile ma ci piace il nome
civico per rimarchiare questo aspetto. Il
progetto partirà ad anno nuovo, per i
tempi di selezione dipende dalla
risposta». Ed anticipa: «Abbiamo un
gruppo di genitori anche per un
prossimo obiettivo per le deiezioni
canine: il senso del tutto è che ognuno
deve fare la sua parte, fermo restando
che stiamo progettando inziative anche
più complesse, come la proposta di
un'isola pedonale o di un piano
regolatore, che richiedono studio e per
questo abbiamo competenze, ingegneri,
architetti che se ne sono occupati. A noi
non interessa cosa non funziona ma
studiamo per proporre, cercando di
trovare il modo di sapersi proporre,
senza pregiudizi nè critiche inutili. Le
inziative come "multa civica" o "vigile
civico" sono più leggere per portare un
messaggio socio-civico, abbracciando
tutta la cittadinanza, anche chi non si
occupa di viabilità o commercio». E tra i
progetti di "Stai con noi", associazione
nata dagli stessi fondatori de "Gli
invisibili", lo "Shopping Tour", attivo
fino al 31 dicembre. Ed ancora
interventi di pulizia. «Se abitui il
cittadino al pulito, il cittadino non
butterà il rifiuto a terra, certo ci sarà
sempre l'incivile. È al contrario, se vive
in un posto brutto. Il nostro obiettivo è
portare il bello che c'è in città»,
conclude la Puglisi Rossitto.
OCCASIONI SPRECATE
Volontariato per shopping
UN BUS GRATIS PER GLI ACQUISTI DEI CROCERISTI. FINO AL 31 DICEMBRE
MESSINA. Nonostante sia appena nata l'associazione "Stai con noi", ha già lanciato
diverse iniziative. Tra queste "Shopping Tour" per i croceristi in aiuto ai commercianti
messinesi. «All'uscita del teminal croceristico con un nostro operatore c'è anche un bus
"Puleo Viaggi": il turista paga il biglietto per fare il giro turistico, poi lo stesso bus lo
porta gratuitamente per lo shopping a piazza Cairoli, e poi lo riprende per riportarlo al
terminal. C'è una hostess che accoglie il turista: ci informiamo sulle lingue a bordo
delle navi. L'obiettivo è far crescere nel turista l'idea "dove posso andare per lo
shopping?"», spiega la presidente dell'associazione Cristina Puglisi Rossitto. Che
precisa: «Nasce da uno studio del direttore del terminal Luca Blandina che ha ideato il
progetto: diminuendo il budget, il turista concentra le escursioni per le grandi città, ed
è così aumentato dal 20% al 60% chi, sceso dalla nave, resta in città a Messina con un
budget di spesa di 60-100 euro per lo shopping. Abbiamo trovato massima
disponibilità nei commercianti, forse perchè non rappresentiamo nessuno in
particolare e non intendiamo favorire qualcuno in particolare. Sarà attivo fino al 31
dicembre, poi saranno i commercianti a continuare. (M.T.S.)
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Il presidente Cristina Puglisi Rossitto
e il portavoce Fabio Puglisi
economia
VERTENZE. Lo storico brand di biancheria per la casa di lusso dà l’addio alla Sicilia
Chiudiamo in... Frette
La nuova politica commerciale taglia oltre venti punti vendita. L’isola colpita duramente.
L’amarezza di un lavoratore: «Natale in cassa integrazione o mobilità. Triste dopo 37 anni finire così...»
DI MARIA TIZIANA SIDOTI
PALERMO. I numeri già in principio erano
da far tremare i polsi: 5 su 5 in Sicilia, 24 su
oltre 30 in Italia ossia punti vendita da
chiudere. 17 lavoratori nell'isola, 84 su 220
in tutto il Paese in esubero in licenziamento
collettivo da mandare a casa. Queste le cifre
calcolate per la sua nuova strategia
aziendale di rimodulazione e
dimensionamento nel Bel Paese dalla Frette
Srl, dal 1860 marchio storico con quartier
generale a Monza nella produzione e
commercializzazione della biancheria per la
casa di lusso con 9 negozi negli USA, 25 in
Asia e numerosissimi in tutto il mondo. Che
pare puntare a fronte della crisi e di un
trend negativo verso un mercato di clienti
dallo shopping "luxury", abbandonando il
maggior numero delle "piazze" d'Italia, e tra
queste la Sicilia, per concentrarsi in pochi
store esclusivi e l'e-commerce. Un nuovo
piano che ha aperto da ottobre un tavolo di
confronto con le segreterie sindacali
nazionali di categoria.
I NEGOZI SICILIANI. Nell'isola Frette, che
tra i primi clienti ebbe la regina Margherita
di Savoia ed oltre 500 dinastie nobili
d'Europa, fu prima azienda tessile ad aprire
negozi di proprietà e a lanciare cataloghi di
vendita per corrispondenza, ha attualmente
5 punti vendita: un outlet ad Agira
nell'ennese in Contrada Mandre Bianche,
ed un altro a Carini nel palermitano sulla
Statale 113, un Frette At Home a Messina,
e 2 a Palermo, mentre quello a San
Giovanni La Punta nel catanese in via
Cristoforo Colombo è già chiuso.
QUI PALERMO. Nel capoluogo siciliano i
negozi sono in via Ruggero Settimo, non
lontano dal Teatro Massimo, ed in via della
Libertà, oltre all'outlet di Carini. «La
vertenza è nazionale e viene seguita dalle
varie strutture territoriali, coordinate per la
Uno dei tanti negozie di Frette sparsi in tutta Italia
Sicilia dal segretario generale Filcams Cgil
Sicilia, Salvo Leonardi - spiega Giovanni
Amato, membro nel coordinamento
provinciale segreteria Filcams Cgil Palermo
- Sono stato io ad informare i lavoratori a
Palermo che non avevano ricevuto ancora
la comunicazione dall'azienda: confermo
che in esubero sono 5 più 3 nei due negozi
di Palermo, oltre a quelli di Carini». «Un
altro duro colpo per la città».
QUI MESSINA. «Sono responsabile del
negozio di Messina da 22 anni e da 37
anni lavoro per Frette. E dopo 37 anni
finisce così», parla senza nascondere
l'amarezza Raffaele Acunzo, direttore del
Frette At Home di via Garibaldi. Che
racconta: «Il negozio qui c'è dal 1950: un
palazzo storico con le cariatidi rimodificato
in un palazzo "moderno", dove la filiale è
stata ricollocata da Frette, che, già prima
proprietaria, poi ha stabilito di vendere
come tutti gli immobili degli altri negozi».
E Acunzo, mentre continua a lavorare con
garbo e professionalità insieme alle 2
collaboratrici, seguita: «Non ce
l'aspettavamo: abbiamo avuto notizie certe
dall'uscita di un articolo l'8 ottobre 2014.
L'azienda non ci aveva dato nessuna
comunicazione, solo ai sindacati lo aveva
comunicato». La Frette, dal 1999 non più
in mano agli eredi dei fondatori, ceduta
prima alla società finanziaria Fin. Part, e
nel 2006 venduta a JH Partners, un fondo
d'investimento di San Francisco,
specializzato in investimenti in aziende di
prodotti di consumo e servizi, che nel
luglio 2014 ha lasciato la quota di
AMARCORD
Quando c’erano i magazzini Piccolo
MESSINA. Mentre il Frette da sempre in via Garibaldi a Messina ha puntato sulla vendita di
biancheria di lusso per acquirenti con un budget alto nello spirito dei fondatori, Edmond
Frette, Alexandre Payre e Charles Chabou, per articoli più alla portata di tasca c'erano i
magazzini Piccolo. Che nei 2 store di piazza della Repubblica alla Stazione Centrale e del viale
S. Martino quasi di fronte la Dogana, oltre ad abbigliamento e confezioni, vendevano
biancheria intima e per la casa e corredi. Ma hanno da tempo abbassato le saracinesche per
riaprirle l'uno come Bingo e Sala Giochi della R. & S. Srl, l'altro come "Athena Gallery", 20
negozi con anche intimo, biancheria-casa e complementi d'arredo, che però dopo il lancio di
selezione per 80 nel 2012 e l'apertura ha già chiuso i battenti. Poi con settori dedicati c'erano
anche i magazzini Upim sul viale San Martino e la Standa a piazza Cairoli, entrambi di fascia
media, che hanno seguito le sorti delle aziende omonime: l'Upim, per 80 anni nell'orbita de
"La Rinascente, dal 2010 è del Gruppo Coin, che tra OVS e Coin al negozio di Messina dà
l'insegna Coin; anche la Standa nella parte non alimentare dal 1998 passa al Gruppo Coin che
per lo store messinese sceglie l'insegna OVS. Mentre resistono alcuni come Sergi-Ricami
Corredi, anche a Reggio, oltre che a Messina, nel tempo a chiudere altri "storici" messinesi
dell'abbigliamento Rotino, Carifi, Rinciari, Siracusano, Casa del Ricamo Briguglio... (M.T.S.)
centonove pagina 21
11 Dicembre 2014
maggioranza di Frette a Change Capital
Partners, nel 2013 ha lanciato Frette At
Home. «Frette At Home ci ha rovinato: gli
investimenti sono stati fallimentari», dice
Acunzo con la sua esperienza di quasi 40
anni. E rivela il direttore del punto
messinese: «La vertenza ha coinvolto i
sindacati in varie riunioni con l'azienda tra
ottobre e novembre. Nell'ultima del 24
novembre le decisioni finali: chiedere di
scegliere tra mobilità esterna con alcuna
possibilità di alternarsi del personale
sospeso, e cassa integrazione speciale, ai
lavoratori che devono decidere entro il 10
dicembre». «Grazie alla signora Fornero
devo aspettare altri 5 anni per la pensione:
prima della riforma ci sarei andato a marzo
2015, ora a marzo 2020. Significa che
dovrò coprire da solo 5 anni di contributi:
alla mia età non c'è possibilità di
ricollocazione, l'esperienza di 37 anni non
conta. Ma il problema è anche per i più
giovani», seguita amareggiato Acunzo. Che
conclude: «La motivazione principale?
L'azienda vuole cambiare politica
commerciale a fronte dei risultati negativi
negli ultimi 3 anni: un calo di fatturato
comunicato ai sindacati. Nell'ultima
riunione del 24 si è decisa la chiusura non
più di 24 ma di 21 negozi su 30: ossia di
quei 24 iniziali a fine anno chiuderanno
21, tra cui Messina, Palermo e Carini,
mentre restano aperti 3 outlet, Agira in
Sicilia, Marcianise e Noventa di Piave per
smaltire la merce che resterà, l'At Home
San Giovanni La Punta catanese ha chiuso
già a giugno 2014».
11 Dicembre 2014
economia
Panoramica dell’area dell’Expo 2015 di Milano. La freccia indica lo spazio dedicato al “cluster biomediterraneo” capeggiato dalla Sicilia
INCHIESTA. La Sicilia capofila dell’area biomediterranea. Ecco cosa comporterà
Expo 2015, l’isola si prepara
Tre milioni di euro per la partecipazione come prima regione partner ufficiale della manifestazione
di Milano che partirà a maggio. Mille adesioni al vaglio di una commissione. Per fare “vetrina”
DI
ALESSIO CASPANELLO
PALERMO. E’ stata la prima regione
italiana ad essere partner ufficiale di
Expo Milano 2015 e guiderà il
Cluster Bio-Mediterraneo, una vasta
area dedicata interamente al tema
della biodiversità e quindi alla Dieta
Mediterranea che accomunerà 12
Paesi. La Sicilia vuole scommettere
forte sull’esposizione mondiale
meneghina che inizierà a maggio (e
si concluderà il 31 ottobre 2015): a
fine settembre è stata siglata la
convenzione tra la Regione ed Expo
con la quale la Sicilia coordinerà le
attività dell’area comune del Cluster
Bio-Mediterraneo - Salute, bellezza e
armonia e il calendario di eventi del
Cluster per il semestre dell’evento.
Presenti alla firma Nino Caleca,
assessore all’Agricoltura di Regione
Sicilia, Stefano Gatti, responsabile
del progetto Cluster per Expo Milano
2015 e Dario Cartabellotta,
responsabile del Cluster BioMediterraneo per la Regione Sicilia e
Dirigente Generale del Dipartimento
Regionale della Pesca Mediterranea
della Regione Sicilia. Cosa ci sarà
all’interno del padiglione?
SICILIA IN BELLA VISTA. L’area
del Cluster è 7.304 mq di cui 2.625
mq per i padiglioni dei paesi
mediterranei e 4.679 per le attività
comuni coordinate dalla Sicilia,
all’interno della quale sono presenti 2
aree ristorazione con
complessivi 260 posti a sedere, 1
winebar, 1 forno e 1 palco con
megaschermo (5.76 m x 3.36 m).
Chi andrà a rappresentare la Sicilia a
Milano? L’Assessorato all’Agricoltura
ha pubblicato, il 6 novembre, un
avviso pubblico per la presentazione
di adesioni e progetti, completo di
tariffario. Il 28 novembre è stata
pubblicata la proroga, fino al 15
dicembre, dei termini di
presentazione della adesione alla
manifestazione di interesse “per
collaborare alla realizzazione del
cluster biomediterraneo”, che era
stato originariamente pubblicato ad
inizio novembre e la cui scadenza era
prevista per il 30 novembre.
LA CARICA DEI MILLE. le
graduatorie non sono ancora state
approvate, se ne parlerà dopo il 15,
alla scadenza del bando, e dopo
l’esame dei requisiti da parte della
commissione”, informano
dall’assessorato all’Agricoltura.
Quello che è trapelato, però, è che
l’occasione è ghiotta per parecchi
degli addetti al settore: ad una
settimana dalla chiusura delle
domande, all’assessorato pare siano
arrivate un migliaio circa di richieste
da parte di imprese, ma anche
comuni, scuole e Gal. Da parte di chi?
“Dopo la pubblicazioni delle
graduatorie”, è la risposta. Perchè le
indicazioni di Cartabellotta sono
chiare: prima di portare qualcuno a
Milano, una commissione dovrà
valutare la tracciabilità dei flussi
finanziari, la rispondenza alla guida
per i controlli antimafia ed il rispetto
del protocollo di legalità sottoscritto a
febbraio del 2012 tra Expo 2015 e la
Prefettura di Milano.
MESSINA SI ATTREZZA. CHi farà
sicuramente parte della spedizione
meneghina sarà l’istituto alberghiero
Antonello. Per quanto tempo e con
che programmi? “Dipende dai
finanziamenti e dalle possibilità -
ZOOM
Da Messina con furore
QUALI SARANNO I PRODOTTI LOCALI IN MOSTRA, IN VENDITA
E SULLA TAVOLA CHE VERRANNO DA CITTÀ E PROVINCIA
MESSINA. Quali sono i prodotti tipici provenienti da
Messina che potrebbero essere esposti a Milano? Non
molti: di strettamente “messinesi”, la regione Sicilia indica
solo il vino Faro Doc, il cui vitigno è coltivato, a dispetto
del nome, in zona sud, a santo Stefano, e la cui massima
espressione è il pregiato vino dell’azienda vinicola Palari.
Poi? Entra in gioco la provincia, che al contrario della città
è ricca di prodotti enogastronomici che la Regione ritiene
possa “far gola” al milione di visitatori previsti per l’Expo.
nelle categorie vini e viti, si fanno largo i Doc Mamertino e
Malvasia delle Lipari e le piantagioni Igt di Salina. Tra gli
ortaggi, la Regione ha selezionato capperi e cucunci delle
isole Eolie, ma anche la patata novella di Messina. Tra i
centonove pagina 22
frutti che saranno serviti a tavola nello spazio riservato
alla Sicilia si fa largo il limone Interdonato Igp, ma anche
le nocciole dei Nebrodi, che i “buyers” internazionali
hanno già avuto modi di apprezzare durante l’esposizione
di Parigi di maggio scorso, all’interno della quale il
prodotto faceva bella mostra nello stand allestito dalla
Regione. E derivata dalla nocciola ci sarà anche, nel
settore dedicato ai dolciumi, la pasta di nocciola che si
produce sui Nebrodi tra Tortorici e Sinagra, affiancata
dalla pignolata di Messina, dolce selezionato
dall’assessorato all’Agricoltura perchè unica nella Sicilia (e
quindi al mondo) così come le “piparelle”, anch’esse
presenti nell’elenco. Dove la provincia fa la voce grossa è
nei formaggi. Andranno a Milano, infatti, il maiorchino di
Novara e la provola dei Nebrodi, e nei salumi, col salame
sant’Angelo ed il suino nero dei Nebrodi. Due, infine, le
piantagioni che serviranno per il progetto di
valorizzazione delle identità dell’ovicoltura siciliana:
Ogliarola e nocellara messinese. (A.C.)
economia
11 Dicembre 2014
FOCUS
spiega il dirigente scolastico Maria
Muscherà - anche perchè abbiamo
inoltrato la richiesta, ma ancora non
sappiamo se il progetto sarà
approvato e quale sarà il
finanziamento per garantire la
permanenza”. Anche sul progetto
presentato la preside non si sbilancia
più di tanto: “Il progetto si occupa
della promozione del territorio, della
nostra cultura e tutto ciò che ci
connota da un punto di vista
alimentare”. L’istituto si presenterà da
solo? “Siamo in fase di trattativa con
alcuni privati, ma al momento non
posso dire di più”. Anche il comune di
Messina si sta muovendo: di
coordinare gli stand messinesi è stato
incaricato il direttore generale
Antonio Le Donne, coadiuvato
dall’esperto al Turismo Filippo
Grasso, nominato esattamente il
giorno dopo del conferimento a Le
Donne dell’incarico. Non solo: il Cl
Cesv Messina ha aderito al
programma nazionale a cura di
Csvnet, Coordinamento Nazionale dei
Centri di Servizio per il Volontariato,
per la selezione di volontari per la
manifestazione. Referenti Ennio
Marino (componente del Direttivo)
e Maria Angela Filocamo.
Antonio Le Donne
TRE MILIONI DALLA REGIONE.
Quanto costerà la manifestazione alla
Regione Sicilia? Parecchio. nella
convenzione firmata tra la Regione e
Expo, l’assessorato all’Agricoltura
dichiarava il proprio impegno a
riconoscere “nell’ambito del futuro
accordo con Expo 2015”, un
contributo minimo di tre milioni di
euro, nonchè “l’assunzione
dell’impegno di spesa secondo le
modalità e i termini, e nel rispetto
della procedura contabile prevista
dalla regione Siciliana”. Tre milioni
che, dopo una negoziazione tra
l’amministratore delegato di Expo
Giuseppe Sala e la Regione,
venivano ridotti di centomila euro: da
Palermo alle casse della
manifestazione transiteranno 2
milioni e 900mila euro. Iva esclusa. E
i centomila euro? Sono rientrati dalla
finestra: “Per l’acquisizione dei diritti
di visibilità del proprio logo
istituzionale, di utilizzo del
logo/brand Expo 2015, nonchè della
presenza e visibilità, fisica e virtuale,
nel sito espositivo di Expo Milano
2015, le parti convengono che
l’assessorato regionale corrisponda a
Expo 2015 l’importo di centomila
euro a titolo di corrispettivo”.
LE ATTIVITA’. Cosa farà in concreto
la Regione? Realizzerà e gestirà l’area
mostra del CLuster adibita a mostra,
e quella destinata a ristorazione e
market. Dovrà poi definire e
supervisionare il palinsesto degli
eventi che si svolgeranno all’interno
dell’area e tirare sù materialmente
quattro strutture attrezzate: tre
cucine ed una struttura per la vendita
al pubblico di prodotti alimentari.
TABELLE
Stand e progetti, ecco i “contributi di adesione”
MESSINA. Nel bando è indicato quale “contributo di adesione”,
ed è diviso per categoria. Il tariffario per le aziende che, per
esempio, si occupano di produzioni agricole, ittiche ed
agroalimentari, comprende una somma, iva esclusa, che va dai
250 euro per le start-up o le imprese con fatturato (media 2012
e 2013) inferiore ai diecimila euro, che raddoppiano arrivando a
500 euro se il fatturato è compreso tra 10mila e centomila euro,
e poi via per arrivare ad un contributo da duemila euro per le
aziende di fatturato superiore al milione e di 1500 per consorzi
di tutela e distretti produttivi.
Contributo di adesione anche da parte dei comuni: 1500 euro
per quelli con meno di cinquemila abitanti, 2500 euro fino a
ventimila abitanti, 5000 euro fino a 40mila , “forfettario” di
7500 euro per tutti gli altri con popolazione superiore ai 40mila.
Poi c’è il tariffario per gli operatori turistici, per i ristoratori e
per i vettori di trasporto: 250 euro per start-up e fatturati
inferiori ai diecimila euro, di mille euro per quelli maggiori di
centomila.
Per i Gal e Gac (gruppi d’azione locale o costiera), invece, La
quota di partecipazione sarà definita in funzione del progetto e
del tempo di permanenza nell’area del Cluster. Restano fuori
dal tariffario le scuole, gli enti strumentali dell’assessorato
all’Agricoltura e tutti i dipartimenti ed enti regionali la cui
attività abbia attinenza con l’argomento del cluster, le
università e gli enti di ricerca, ma anche chef e cuochi (le cui
ricette proposte insieme a quelle proposte da chef e cuochi
degli altri paesi partecipanti verranno raccolte in un libro
internazionale in italiano ed inglese), e poi “associazioni,
fondazioni, persone fisiche e giuridiche, banche”, a patto che la
collaborazione riguardi “valorizzazione delle identità
territoriali dei prodotti di Sicilia, il circuito di conoscenza del
Mediterraneo, supporto scientifico e culturale” e in genere
qualsiasi materia abbia attinenza al Cluster. (A.C.)
centonove pagina 23
Il Cluster s’affaccia
sul Mare nostrum
PALERMO. Del Cluster “BioMediterraneo”, oltre alla Sicilia,
faranno parte Albania, Algeria,
Croazia, Egitto, Grecia, Libano,
Libia, Malta, Montenegro, San
Marino, Serbia e Tunisia. Si tratta
di uno spazio di 7.330 metri
quadrati, di cui 1.900 dedicati
all’area comune. Il progetto
prevede la gestione dell’area
ristorazione, delle mostre e del
market dei prodotti all’interno
dell’area comune. La ristorazione
verrà preparata con materie prime
siciliane: vino, olio extravergine di
oliva, arance rosse, pomodoro
Pachino, formaggi, carni, pesce,
pane e dolci troneggeranno sulle
tavole, ma anche nelle operazioni
dei “buyers” internazionali.
Perchè un “cluster” sarà
capeggiato proprio dalla Sicilia Per
la celebrazione della dieta
mediterranea, specificità
territoriale entrata a far parte
della tutela dell’Unesco che le ha
riservato il riconoscimento di
Patrimonio Immateriale
dell’Umanità.
11 Dicembre 2014
economia
Francesco Bella
LA STORIA. Un macellaio si “fa” meccanico e monta i motori delle 500 sulle moto. Con questi successi
Moto, questa sì che è Bella
Una passione e tanti riconoscimenti a cominciare dal premio in Germania per il Custombike show.
Ora la sua piccola officina di Santa Lucia del Mela si prepara a diventare una vera impresa
DI
CHIARA VENUTO
SANTA LUCIA DEL MELA. L'ultimo
successo in ordine di tempo: la giuria
del “Custombike-Show 2014”, un
evento che si svolge in Germania e
ospita costruttori di motociclette
provenienti da tutto il mondo, gli ha
assegnato, domenica scorsa, il premio
per la Best Engineering. 300
costruttori, 800 moto esposte, un giro
d'affari da paura, i complimenti
arrivati su Facebook da tutto il mondo.
Eppure questo ennesimo attestato di
bravura e capacità ingegneristica è
sembrato nulla rispetto al terzo posto
ottenuto a Colonia, sempre in
Particolare di una moto
Germania, meno di due mesi fa,
all'“AMD World Championship of
Custom Bike Building”. Sono le ultime
conferme professionali per un uomo di
cinquantaquattro anni nato e vissuto
da sempre a Santa Lucia del Mela. Si
chiama Francesco Bella. E Bella è un
cognome ben noto in paese perché il
suo mestiere, in principio, era
rappresentato dalla serena continuità
dell'attività familiare: Francesco Bella è
infatti un macellaio; o meglio, lo era
sino a quando ha dato una prima
svolta alla sua vita. Ha iniziato così a
maneggiare arnesi da meccanico e
sagomatrici per la lamiera quando ha
deciso di costruire macchine tritacarni
per l'industria alimentare nella sua
piccola officina di Santa Lucia del
Mela. Poi, un paio di anni fa, quasi per
una scommessa, inizia a modificare
vecchie moto trasformandole in
“Chopper,” “Cafè Racer” e “Special”. Le
sue realizzazioni piacciono e
probabilmente sino ad un certo punto
non portano nulla di nuovo nel
panorama motociclistico, anche se tra
le prime realizzazioni ce n'è una
davvero curiosa: “Un mio amico mi ha
portato il motore di un motocarro della
Guzzi – racconta Bella – il mitico
Ercole che tutti conoscono. La sfida era
quella di costruirgli intorno un telaio,
un serbatoio, un sellino, insomma
trasformare un mulo in un cavallo
purosangue. L'ho fatto anche se al
momento di testarlo su strada ci siamo
accorti che il motore girava al
contrario rispetto ai propulsori nati per
le motociclette. Un disastro al quale
siamo però riusciti a far fronte
brillantemente con alcune modifiche
tecniche”. Probabilmente è in questa
fase che Francesco Bella comprende
l'importanza di dare un taglio diverso
alla sua nuova attività, avviando
“progetti impossibili”. Uno di questi è
quello presentato con successo in
Germania negli ultimi mesi (la foto
della moto è su tutte le riviste
specializzate del mondo): si tratta di
Fiat 500 abarth premiata domenica scorsa
centonove pagina 24
una motocicletta costruita attorno al
motore della vecchia Fiat 500 del
padre, scomparso poco tempo fa.
“Volevo ricordare mio padre, che era
stato in gioventù motociclista –
continua Francesco Bella – il motore
della sua automobile, un bicilindrico
raffreddato ad aria, mi è sembrato
bellissimo. La ciclistica e gli elementi
che gli ho costruito intorno, e che
stupiscono gli esperti del settore, sono
stati immaginati e realizzati senza uno
straccio di disegno, usciti direttamente
dalla mia testa”. E siccome è così che
lavora Bella, realizzando solo sagome
di cartone, che gli servono come guida
per modellare il metallo, è facile
pensare che quest'uomo, ad un certo
punto della sua vita, abbia dato corpo
ai suoi sogni e alle sue suggestioni,
anche di tipo letterario: la sua moto
dal gusto retrò, che ha ricevuto
apprezzamenti a livello mondiale, per
il design e per le raffinate soluzioni
adottate, si chiama “Barunissa”.
Dedicata alla storia de “La Baronessa
di Carini”, l'omonimo libro che era la
sua lettura giovanile preferita, pur
considerando che la sua carriera
scolastica si è interrotta alle scuole
medie per entrare velocemente nel
mondo del lavoro familiare. I sogni
però prima o poi devono essere
monetizzati (i numerosi prototipi
realizzati in pochissimi anni sono tutti
nel garage di casa) e quindi, nel
frattempo, è nata “North Coast
Custom”, un'azienda che potrebbe ben
presto trasformarsi in qualcosa di
molto più corposo di una piccola
officina di paese. Del resto Francesco
Bella ormai gira il mondo per mostrare
i suoi sogni e ha già ricevuto diverse
proposte di collaborazione e di lavoro
da parte di aziende europee e
nordamericane. Ma questa è un'altra
storia che probabilmente tra qualche
tempo racconteremo, sempre da qui,
all'ombra di un antico castello con le
torri circolari.
economia
SVOLTE E RISVOLTI. Il tentativo di “autoriforma” che porta da 9 a 3 gli enti camerali
Camere con svista
Favorevoli e contrari ad una sforbiciata presentata come un “contributo” siciliano
alla spending review che nasconde molte insidie. Conoscerle può farne capire le ragioni
DI
VINCENZO LOMBARDO
MESSINA. Le Camere di Commercio
siciliane passeranno da 9 a 3. A
deciderlo è stata la Giunta di
Unioncamere Sicilia (composta dai
vertici dei nove Enti camerali dell’Isola)
che, a luglio, ha approvato
all’unanimità l’atto di indirizzo che
prevede la riorganizzazione delle sedi
territoriali. Le funzioni della sede di
Messina saranno aggregate a quella di
Catania. Secondo Antonello Montante,
presidente di Unioncamere Sicilia, la
razionalizzazione varata è il contributo
siciliano alla “Spending review
nazionale”. Il tentativo di autoriforma
tende a scongiurare il ben più radicale
disegno di eliminazione tout court delle
Camere di Commercio in tutto il
territorio nazionale avanzato dal
premier Renzi.
Al primo strepitio di forbici si levano
alti e forti le urla di quelli “che tagliare
non si può”. “Ci opporremo con tutte le
nostre forze per impedire l’ennesimo
scippo” afferma il deputato regionale
Giuseppe Picciolo. E a seguire sulla
stessa lunghezza d’onda tutti i
rappresentanti delle categorie che
siedono, a vario titolo, nei posti di
comando dell’Ente. Non proprio
disinteressate le loro grida.
Ma cosa sono le Camere di commercio?
Secondo l’art. 1 della legge di riordino
n°580/93 esse sono un “ente autonomo
di diritto pubblico che svolge,
nell'ambito della circoscrizione
territoriale di competenza, funzioni di
interesse generale per il sistema delle
imprese curandone lo sviluppo
nell'ambito delle economie locali".
Secondo il Presidente del Consiglio
sono “un ennesimo inutile carrozzone
per sistemare amici e politici trombati”.
Basta chiedere a un qualunque
imprenditore della città cosa abbia fatto
per lo sviluppo del suo lavoro la
Camera di commercio per capire quale
delle due definizioni sia quella più
prossima al suo pensato.
A Messina si può star certi che la
Camera di Commercio ha fatto molto
male. Prova ne è che essa è stata
oggetto di inchieste giudiziarie, di
perniciosi infeudamenti politici, e base
operativa dell’uragano Ascom che ne
ha terremotato le stesse fondamenta.
Le approfondite ispezioni regionali che
hanno fatto seguito ai fatti delittuosi
che hanno toccato i gangli dell’Ente
non sono servite a ripristinare una
situazione di serenità, tant’è che la
gestione commissariale è stata sin qui
riconfermata.
Le competenze delle camere di
Camera di Commercio di Messina
commercio si riducono sostanzialmente
alla tenuta ed all'aggiornamento del
registro imprese. Questa attività risulta
essere una inutile duplicazione rispetto
a quanto già fanno istituzioni come i
Comuni e l'Agenzia delle Entrate. Le
altre attività (residuali) che le camere
di commercio svolgono potrebbero
essere affidate ai Comuni, alle Asl, alle
Prefetture ed alla stessa Agenzia delle
Entrate che possiede già un corposo
volume di informazioni riguardanti le
aziende, i loro bilanci, i soci delle
società e relative variazioni ed ogni
altra informazione utile per tutti gli
operatori economici. Ciò permetterebbe
un risparmio di spesa pubblica molto
consistente ed una drastica riduzione
degli oneri a carico delle aziende.
La principale attività delle Camere di
Commercio è quella di drenare
contributi alle imprese.
Si parte dagli 88 euro annui che sono
richiesti alle ditte individuali fino ad
arrivare a 40.000 euro che è il massimo
contributo, sulla base del fatturato, che
viene pagato dalle imprese. E con
questi soldi che cosa si fa? Si
mantengono schiere di dipendenti per
cui la parola produttività è davvero
sconosciuta, si pagano sontuose
prebende a organi di controllo e di
indirizzo, si sprecano i soldi nella
maniera più creativa possibile. Secondo
gli ultimi dati disponibili, il segretario
generale guadagna 120mila euro
l’anno; il presidente e il suo vice
rispettivamente 3mila246 e 2mila434
euro al mese; i sei componenti della
centonove pagina 25
11 Dicembre 2014
giunta 2mila110 euro mensili; per i
consiglieri federali solo un gettone per
seduta pari a 298 euro; il presidente
del collegio dei revisori 1.623 euro, i
componenti il collegio 1.136.
La razionalizzazione del sistema non fa
bene a quanti ci campano su di esso,
ma di sicuro fa bene alle imprese che
risparmieranno il 50% del contributo
annuale. Il vantaggio non sarà uguale
per tutti ma direttamente
proporzionale all’entità della quota
pagata. Ora che il rubinetto dei fondi
si chiude, le camere di commercio
razionalizzate devono capire in fretta
come ristrutturarsi e cosa tagliare. Tra
le altre cose, le Camere finanziano
anche i confidi che servono alle
imprese ad ottenere credito in modo
più agevole (l’anno scorso il sistema
camerale ha versato ai confidi 85
milioni). Un caso particolare è quello
della Sicilia. Qui, in base a una legge
regionale, le Camere di commercio
pagano anche le pensioni degli ex
dipendenti.
Che ci azzecca tutto ciò con la
promozione e lo sviluppo delle
imprese? Niente. Se ci sono delle idee
nuove per mantenerle in vita bene.
Altrimenti le si chiuda e tanti saluti ai
tanti interessati a mantenere un
posticino, ben retribuito, di
sottogoverno nella governance
dell’Ente di Piazza Cavallotti.
v.lombar@tiscali .it
11 Dicembre 2014
economia
QUI EUROPA. Il progetto Ue antisprechi Grazie ad una nuova app per smartphone
Cibo, arriva FoodLoop
DI SALVATORE
CIFALÀ
MESSINA. Limitare gli
sprechi di cibo e permettere
ai consumatori di acquistare
prodotti alimentari al
migliore prezzo. Questi gli scopi del
progetto FoodLoop, promosso dall'Unione
europea. Il progetto gira intorno a una
nuova app per smartphone, chiamata
appunto FoodLoop. Una volta scaricata, il
nostro telefonino ci informerà quando un
prodotto è stato messo in promozione dai
supermercati della nostra zona perché la
data di scadenza si avvicina. Grazie a
FoodLoop questi prodotti potranno avere
dei nuovi codici a barre "Offerta speciale"
e i consumatori saranno avvertiti in tempo
reale. L'applicazione FoodLoop sarà
lanciata inizialmente in due supermercati
biologici e in una panetteria vicino a Bonn,
in Germania. I creatori di FoodLoop hanno
utilizzato degli strumenti forniti da FIWARE, una infrastruttura basata sull'open
cloud per creare nuove applicazioni e
servizi, la quale si inscrive nel quadro del
Partenariato Pubblico-Privato Ue
sull'Internet del Futuro (FI-PPP ) progettato
per aiutare le start-up a svilupparsi in
CONSUMATORI
Europa. FoodLoop permette di trovare le
offerte più recenti per il prodotto scelto; si
può creare la lista della spesa contenente i
prodotti che si acquistano regolarmente ed
essere informati delle offerte speciali vicino
a sé. Se un prodotto della lista è in
promozione, si riceve immediatamente un
avviso. Ogni supermercato getta ogni
giorno l'equivalente di due camion pieni di
derrate alimentari consumabili, che
rappresentano circa 150 000 euro all'anno
per magazzino. Ogni anno nell'Unione
europea finiscono nella spazzatura 90
milioni di tonnellate di alimenti ancora
commestibili. Le ragioni all'origine di
questo spreco sono diverse: se il prezzo è lo
stesso, perché acquistare un prodotto che si
conserverà meno piuttosto che un altro più
recente che possiamo conservare di più?
Occorre avere un prezzo incitativo per
incoraggiarci a farlo. L'obiettivo è che da
qui al 2025 tutti i supermercati siano
equipaggiati dell'applicazione FoodLoop,
una soluzione valida e complementare al
banco alimentare. In settembre, 80 milioni
d'euro de fondi dell'Ue saranno messi a
disposizione di circa 1300 piccole imprese e
imprenditori del web che utilizzano gli
strumenti di FI-WARE.
SALDI INVERNALI
La revoca dell’amministratore Anticipo al 3 gennaio
La revoca dell’amministratore
di condominio può essere
decisa dall'assemblea con la
stessa maggioranza
necessaria per la nomina.
Inoltre l’amministratore, se
non rende il conto della gestione ovvero
in caso di gravi irregolarità, può essere
revocato dall’incarico su disposizione
dell'Autorità Giudiziaria a cui può
rivolgersi ciascun condomino. Il codice
civile indica, quali ipotesi di gravi
irregolarità, l'omessa convocazione
dell'assemblea per l'approvazione del
rendiconto condominiale, il ripetuto
rifiuto di convocare l'assemblea per la
revoca e per la nomina del nuovo
amministratore o negli altri casi previsti
dalla legge, la mancata esecuzione di
provvedimenti giudiziari e amministrativi,
nonché di deliberazioni dell'assemblea,
la mancata apertura ed utilizzazione di
un conto corrente, la gestione secondo
modalità che possono generare
possibilità di confusione tra il patrimonio
del condominio e il patrimonio
personale dell'amministratore o di altri
condomini; ecc. In caso di revoca da
parte dell'autorità giudiziaria,
l'assemblea non può nominare
nuovamente l'amministratore revocato.
Avv. Francesco Suria
PALERMO. Si va verso l'anticipo al 3
gennaio dell'inizio dei saldi invernali in
Sicilia. Anche se il decreto
dell'assessorato regionale alle Attività
produttive a firma dell'assessore Linda
Vancheri stabilisce che il via libera ai
saldi è fissato per il 4 gennaio, la
Confcommercio regionale ha chiesto di
anticipare di appena un giorno la
stagione. L'associazione dei
commercianti ha fatto notare che il 4
gennaio cade di domenica, mentre
notoriamente i saldi partono il sabato,
ritenuto un giorno molto proficuo per le
vendite. Dall'assessorato regionale
fanno sapere che «la tendenza è quella
di concedere l'anticipo, tenuto conto
soprattutto del periodo di crisi che sta
attraversando il comparto del
commercio e della necessità di agevolare
le vendite». Vendite scontate che in un
certo modo sono già cominciate
sottobanco, o con metodi più o meno
legali. Anche adesso è possibile ottenere
sconti alla cassa, basta solo chiederli. E
per i clienti fidelizzati c'è sempre la
tecnica dell'invito, dell'sms.
MESSINA
Confcommercio accende il Natale
MESSINA. La città dello Stretto avrà il
suo cartellone natalizio e respirerà
aria di festa grazie alla
Confcommercio e alla collaborazione
di alcuni privati (Caronte&Tourist in
primis ha conferito un contributo
economico importante), e degli
Ordini professionali (praticamente
tutti pronti a sostenere le iniziative
in programma). Anche
l’amministrazione comunale farà la
sua parte grazie al sostegno e alla
collaborazione dell’assessore alla
Cultura Tonino Perna. Si annuncia un
cartellone degli appuntamenti di
Natale molto articolato con occasioni
di socializzazione per tutti fino
all’Epifania, ma il clou iniziale si avrà
già sabato 13 dicembre, a piazza
Cairoli, con la festa dell’Accensione.
Proprio nel giorno in cui la Chiesa
celebra Santa Lucia, Confcommercio
ha deciso di organizzare l’avvio dei
festeggiamenti in tutta la città. In
simultanea, infatti, saranno
illuminati gli alberi di Natale
collocati nei quartieri cittadini, e le
manifestazioni ricreative si terranno
a piazza Cairoli, dove a partire dalla
18 ci saranno spettacoli e
intrattenimenti per tutti. Alle 20, alla
presenza tra gli altri della bella
peloritana Giulia Arena, Miss Italia
2013, si darà il via all’accensione
degli alberi natalizi. “Abbiamo
voluto dimostrare – ha sottolineato
Carmelo Picciotto a margine della
conferenza di presentazione – che è
possibile fare rete e che si possono
fare cose straordinarie con la
collaborazione di tutti. Ringrazio in
modo particolare la famiglia Franza
perché ha subito risposto alla mia
richiesta. E ringrazio ancora gli
Ordini professionali, oltre a tutti
coloro i quali hanno dato un
contributo a questi eventi”.
Perna e Picciotto alla conferenza
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Tredicesima mensilità, calcoli e tassazione
La tredicesima mensilità e la gratifica natalizia vanno
corrisposte prima del 25 dicembre ovvero, se precedente, al
momento della risoluzione del rapporto di lavoro in
relazione alle quote maturate a tale data. Il periodo di
maturazione coincide con l’anno solare e la retribuzione da
tenere a base di riferimento per il calcolo è quella da
erogare al 31 dicembre di ogni anno, ovvero all’ultimo giorno di servizio.
Qualora il rapporto di lavoro sia cominciato o cessato nel corso del periodo di
riferimento, l'ammontare sarà riproporzionato con riferimento alla data di
assunzione, considerando mese intero la frazione pari o superiore a 15 giorni di
calendario. Va ricordato che, qualora si tratti di lavoratori retribuiti in tutto o in
parte con provvigioni o a percentuale (es. in caso di cottimo), il calcolo
dell'importo della tredicesima viene effettuato sulla base della media degli
elementi fissi e variabili della retribuzione percepita nei 12 mesi precedenti la
maturazione del diritto, fatte salve diverse disposizioni contrattuali. La
tredicesima matura anche durante il periodo di prova, di preavviso ed in caso di
assenze retribuite totalmente a carico del datore di lavoro, quali ad esempio i
periodi di carenza per malattia, ferie, festività e di fruizione dei permessi
retribuiti. Quando, invece, le assenze derivino da un’astensione obbligatoria per
maternità, malattia o infortunio, il diritto alla mensilità aggiuntiva matura, ma
resta a carico degli istituti previdenziali e assistenziali che erogano le
competenze a loro carico. Qualora poi il datore di lavoro sia obbligato dal
contratto collettivo ad integrare quanto anticipato per conto degli istituti
previdenziali o assistenziali, la mensilità aggiuntiva va corrisposta fino a
garantire la retribuzione netta che sarebbe spettata in caso di effettiva
prestazione di lavoro. Nel caso di assenze da lavoro non retribuite, come la
malattia o l’infortunio oltre il periodo di comporto, la malattia del figlio,
l’astensione facoltativa o gli scioperi, la maturazione della quattordicesima non
avviene e sarà dunque necessario detrarre l’importo non maturato in ore sulla
base del periodo non retribuito per l’assenza. Ai lavoratori part-time spetta la
tredicesima per un importo che va riproporzionato in base all’orario di lavoro
ridotto effettivamente prestato.
centonove pagina 26
poster
11 Dicembre 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
ANNIVERSARI. Centocinquant’anni fa nasceva Edoardo Gioacomo Boner
Ehi, ti ricordi Peppe l’accattone
Poeta, poliglotta e critico ha lasciato una novellistica da riscoprire. Come quella sui personaggi di una Messina non troppo lontana
DI FELICE IRRERA
MESSINA. “ (…) Una bimbetta, figlia di
un’agiata signora, abitante vicino casa
nostra, sognò del povero Giacomo, il quale
premurosamente e caldamente la pressò a
farmi sapere che egli ancora trovavasi sotto
le macerie (…). Ora avrà una decente
sepoltura nel nostro cimitero”. Così Giulia
Boner, sorella di Giacomo, perito nel
terremoto messinese del 1908, scriveva al
cugino Giorgio Boner in Svizzera l’1
giugno 1910, dandogli la notizia del
ritrovamento “Quasi per prodigio” (questo
è anche il titolo di un volumetto dedicato
allo scrittore nel 2007 da mons. Gaetano
Carbone) del corpo di quel professore della
“Sapienza” di Roma, tornato nella sua città
per sposarsi e morto in seguito al sisma: si
disse allora che questo era il segno che egli
avrebbe voluto continuare a vivere nella
memoria dei suoi concittadini e i suoi resti
mortali furono posti nel Gran Camposanto.
I Messinesi, però, dimenticarono per molto
tempo quest’uomo che tanto aveva amato
la sua città, immortalandola in tante sue
pagine fino alla prematura scomparsa a
soli 44 anni. Nato a Messina il 29 marzo
1864 da Federico, un commerciante
svizzero, e da Anna Larini, Boner aveva
viaggiato a lungo, come rappresentante di
commercio, per sostenere la famiglia
travolta dal tracollo economico del padre,
riuscendo anche ad intraprendere studi
universitari a Messina, Palermo, Berlino e
Lipsia. Eccolo così, nel 1883, insegnare
tedesco all’Istituto Tecnico “Jaci” di
Messina e poi presso altre scuole della
Sicilia; nel 1894, lettore di tedesco
nell’Università di Catania; e finalmente
professore di letteratura italiana, dal 1903
al 1906, al Liceo “Maurolico” di Messina,
dove aveva già insegnato (1898) e dove
ebbe come collega e fraterno amico quel
Concetto Marchesi che, alla notizia della
sua morte, avrebbe scritto: “Se i casi della
vita e della fortuna glielo avessero
consentito E. G. Boner sarebbe stato un
grande”.
Mentre rimaneva, pur nella lontananza,
sempre legato alla famiglia, Boner
intratteneva relazioni con illustri letterati
del tempo, come Mario
Rapisardi, Sabatino
Lopez e Luigi
Pirandello; conosceva
anche Capuana, Verga
e Pitrè, che
collaborarono con lui
alla rivista “Il
Momento”, uscita a
Palermo dal 1883 al
1885; ed era amico di
Federico De Roberto.
Monumento a Boner nel Gran Camposanto di Messina con la rievocazione dell'episodio del ritrovamento
Nonostante scorresse nelle sue vene il
sangue nordico del padre, era di indole
sentimentale. Scrisse molto, sempre con
delicata sensibilità e fine senso critico. In
campo poetico ricordiamo: “Novilunio”
(1885), “Plenilunio” (1889), “Versi”
(1893), che rifonde le prime due, “Musa
crociata” (1897); “Le Siciliane” (1900): si
tratta di liriche d’ispirazione tradizionale e
antidecadente. Oltre a scrivere due opere
teatrali (“A Palermo” e “Bellini”), intensa fu
pure la sua attività di saggista: “L’Italia
nell’antica letteratura tedesca” (1887);
“Saggi di letterature straniere” (1896); “La
poesia del cielo negli antichi” (1897); “La
toponomastica italiana negli antichi
scrittori tedeschi” (1900); “La poesia del
cielo da Guittone al Petrarca” (1904). Ma
molto più fruibile per noi oggi è la sua
attività di novelliere: “Leggende boreali”
(1886), “Racconti peloritani” (1890), “Sul
Bosforo d’Italia” (1899) sono raccolte che
si collocano tra verismo e classicismo
tradizionale. Nel 1906 si trasferì a Roma,
avendo vinto all’Università la cattedra di
lingua e letteratura tedesca. Poi la fine e il
nitido ritratto, anche dell’uomo, tracciato
da Cesare De Lollis,
suo collega a
Roma, in un
Annuario di
quell’Università
successivo alla
tragedia di
Messina, che
sottolinea come
in lui “a una
certa ingenuità
nordica
s’accoppiava una quasi smisurata
espansività meridionale”.
Nella sua città, gli è stata intitolata la via
che da piazza Vittoria conduce al viale
Giostra, ma per lungo tempo la sua figura
e la sua opera che, pur non avendo egli
certo la statura di Verga, non meritava di
essere dimenticata, è stata ignorata dai
Messinesi, che da qualche anno non hanno
però per giustificare quest’atteggiamento
nemmeno l’alibi della dimenticanza delle
istituzioni accademiche e della scarsa
presenza nella pubblicistica e negli studiosi
locali, che hanno impedito non il
ritrovamento del corpo, ma quello
dell’anima di Boner.
Nel primo campo, molto si deve,
all’interesse a lui riservato da Giuseppe
Rando, titolare della cattedra di
Letteratura italiana nell’Università
peloritana. A partire dal 2000 (“Il
novelliere Boner”, Lineaerre 2000), sono
seguiti, infatti, in rapida successione, il suo
saggio critico “La narrativa di Edoardo
Giacomo Boner” (Edas, 2002), che
riprende ed amplia il precedente, e due
ACCADDE A MESSINA
APPUNTAMENTI
Tre esperti in Biblioteca
MESSINA. Oggi, alle ore 16.30,
organizzato dall’Archivio Storico
“Nitto Scaglione” e dalla Biblioteca
Comunale “Tommaso Cannizzaro,
per celebrare i 150 anni dalla
nascita di Edoardo Giacomo Boner,
si terrà al Palazzo della Cultura
“Antonello da Messina” un
incontro culturale che vedrà la
partecipazione di Giuseppe Rando
dell’Università di Messina, Sergio
di Giacomo, giornalista, Giovanni
Molonia, cultore di storia patria,
che ha curato pure una mostra di
scritti di Boner. Nel corso della
manifestazione, saranno lette da
Giovanna Battaglia alcune pagine
delle opere dell’artista.
densi volumi, “Racconti peloritani” (Intilla,
2003) e “Sul Bosforo d’Italia” (Intilla,
2003), che rimettono a disposizione del
pubblico quella produzione novellistica di
Boner che era ormai difficilmente
reperibile. In effetti, se i versi dello
sfortunato professore, che forse non ebbe il
tempo di una completa maturazione
artistica, appaiono irrimediabilmente
datati, le due raccolte di racconti ora
disponibili non solo interessano la critica
per la loro collocazione nel clima culturale
italiano di fine secolo, tra positivismo e
nuovo spiritualismo, ma si fanno leggere
piacevolmente anche dai non addetti ai
lavori, dandoci, per esempio (“Racconti
Peloritani”) anche un ritratto della Messina
di fine-secolo nei suoi diversi strati sociali
ed evocando costumi e tradizioni in gran
parte scomparsi dopo il terremoto: al di là
di uno stile che mescola il registro aulico di
D’Annunzio a quello popolare del Verismo,
si tratta pur sempre, come scrive, appunto,
Rando, di narrazioni “di uomini e cose
della città dello Stretto, colti perlopiù
dentro lo scenario ineguagliabile della
“riviera del Faro”: pregevole (ma del tutto
ignorato) documento letterario di una città
priva – o privata – di memorie”. Anche
l’altra raccolta (“Sul Bosforo d’Italia”),
popolata com’è di personaggi messinesi,
alcuni dei quali recuperati così alla
memoria storica, come Capitan Burgio o
Peppe l’accattone, o come il celeberrimo
Cammaroto, può attirare il lettore locale
interessato al passato non lontanissimo
della sua città.
a cura di Felice Irrera
1295, la Corona di Sicilia offerta a Federico
MESSINA. L’11 dicembre 1295 il Parlamento siciliano, dopo l’accordo di
Anagni tra il papa Bonifacio VIII e re Giacomo d’Aragona, viene convocato a
Milazzo e prende la decisione di offrire la Corona di Sicilia a Federico, fratello
di Giacomo (S. Greco, Messina medievale e moderna. Dai Normanni ai
Borboni, Armando Siciliano Editore, Messina 1998).
centonove pagina 27
11 Dicembre 2014
posteriniziative
PROTAGONISTI. Messina riscopre uno dei suoi figli più illustri a duecento anni dalla nascita
Quel Leone di architetto
Le iniziative per celebrare Savoja, stella nel firmamento dell’architettura europea dell’800. Dalla commemorazione
al Gran Camposanto al convegno dell’Università. Che lo vide preside alla facoltà di Scienze fisiche e matematiche
DI
GIOVANNI FRAZZICA
primo trimestre del 2015
con una ampia
MESSINA. Ricorre proprio quest’anno
partecipazione del
il duecentesimo anniversario della
mondo accademico e di
nascita di Leone Savoja, stella di
studiosi provenienti da
primo piano nel firmamento
diversi atenei”. Della
dell’architettura europea dell’800. Un
poliedrica e dinamica
coordinamento formato da esponenti
attività del grande
della Facoltà di Ingegneria
architetto messinese si
del’Università di Messina,
trovano ampi riscontri
rappresentanti dell’Amministrazione
nelle sue note
comunale e discendenti dell’illustre
biografiche: a 30 anni
architetto, darà vita domenica 14
vinse il concorso per la
dicembre, giorno esatto del 200°
cattedra di architettura
anniversario della nascita, ad una
dell'Ateneo di Messina,
cerimonia commemorativa all’interno
fu ingegnere capo del
del Gran Camposanto, propedeutica
Genio civile, preside
ad altre manifestazioni tra cui la posa
dell'Istituto tecnico
di una targa e la intitolazione dello
nautico per dieci anni,
slargo antistante l’ingresso principale
preside della Facoltà di
del cimitero monumentale. Inoltre
Scienze Fisiche e
Nino D’Andrea, direttore del
Matematiche, membro di
Dipartimento di Ingegneria Civile
diverse Commissioni e
dell’Università di Messina, interviene e
Consigliere di Società e
dice: “Una figura insigne come quella
Comitati tecnicodell’architetto Leone Savoja va
scientifici nazionali ed
Il rettore Pietro Navarra
celebrata dalla Città e dall’Ateneo, di
internazionali. La sua
cui è stato docente nonchè preside
figura veniva descritta
Francesco Paolo Perez. Raggiunta la
dell’allora Facoltà di Scienze Fisiche e
come persona di grande fascino, anche
tranquillità economica, sostenne, con
Matematiche, in maniera
se uomo riservato e di poche parole,
mezzi propri,
assolutamente adeguata rispetto alla
piccolo di statura, magro e oltremodo
giovani e promettenti artisti di
sua statura, al suo spessore
dinamico.
modeste origini, come lo scultore
culturale ed alle tracce che ha
Appariva poco incline al facile
Giovanni Scarfì, l’ingegnere Gregorio
lasciato sul territorio e
sorriso ed il suo sguardo
Bottari, l’incisore Antonino Saccà e
nella letteratura
profondo incuteva
l’architetto Pietro De Domenico. Li
scientifica.
soggezione agli
accolse presso la propria dimora e
Conosciamo già
interlocutori. La sua
garantì loro adeguate possibilità per
l’ampia
casa di via S.
andare avanti rimanendo a Messina,
disponibilità del
Giacomo (zona
fornendo loro mezzi di sostentamento
rettore Navarra
Duomo) era
per la vita privata ed aiuti per quella
ed alcuni
corredata da
professionale. Il suo forte senso
colleghi sono
foto, busti e
morale lo portò a scagliarsi contro gli
già al lavoro
medaglioni in
appaltatori rapaci, i politici corrotti ed
per preparare
marmo
i suoi colleghi poco votati al rispetto
un evento
riproducenti le
delle belle arti, allora come ora. E’
che, a mio
persone a lui
noto che rifiutò l’incarico di Direttore
avviso,
più care:
dei lavori presso il Teatro Massimo di
potrebbe aver
Giuseppe e
Palermo per solidarietà nei confronti
luogo nel
Silvestro La
dell’architetto titolare, il dimissionario
Farina, Pietro
Giovan Battista Filippo Basile, gesto
Cuppari, il
che rese eidente la grande nobiltà
medico
d’animo del maestro messinese che
Domenico
tuttavia, a sua volta, fu vittima delle
Pispisa, l’incisore
invidie dei suoi colleghi e dei suoi
Tommaso Aloysio
concittadini. Leone Savoja ebbe anche
Juvara, l’architetto
delle esperienze di politica e di
Pietro Valenti, il prof.
massoneria e, forse, a quei tempi e per
Maddem di Catania, il
il ceto sociale a cui apparteneva, era
naturalista Benoit, il
Ritratto di Leone Savoja
naturale che così fosse. Negli anni
chimico Saya, il letterato
centonove pagina 28
Una immagine del Gran Camposanto di Messina
1851-54 fece parte della “Società
Nazionale” diretta dal messinese
Giuseppe La Farina e riuscì a
proteggere diversi patrioti
perseguitati, ospitandoli presso le
proprie dimore di Messina e di
Francavilla.
Finanziò la Società fino alla sua
chiusura, avvenuta nel 1862. Finita
questa fase decise di uscire
definitivamente dalla vita politica e
posteriniziative
preferì non schierarsi con nessuna
delle fazioni allora in competizione,
anche se continuò ad avere numerosi
avversari, invidiosi più che altro del
suo successo professionale. Ciò non gli
impedì tuttavia di essere insignito
della Croce di cavaliere dell’Areopago
di Francia e dell’ordine dei Cavalieri
Ospitalieri di Spagna., inoltre divenne
anche socio emerito dell’Artistica
Congregazione dei virtuosi al
Pantheon. Le cronache del tempo lo
descrivono come un uomo
estremamente ospitale e un gran
cerimoniere: gli ospiti non mancavano
mai di elogiare i suoi lauti banchetti,
impreziositi da argenterie, porcellane,
cristalli e decorazioni floreali. L’arch.
Savoja, anche se per motivi
professionali compì numerosi viaggi e
soggiornò a lungo all’estero,
soprattutto in Germania, rimase
sempre legato a Messina e
indubbiamente l’opera che lega
maggiormente il suo nome alla Città è
il Gran Camposanto inaugurato il 6
aprile 1872, realizzato su suo
progetto. Dopo quello di Staglieno
(Genova), è il più grande cimitero
monumentale d’Italia. Savoja preferì la
soluzione monumentale, ubicandolo
su una collina dall’ampia visuale sul
mare per valorizzare un impianto
architettonico
di grande respiro caratterizzato da
perfette simmetrie da un equilibrio
nella distribuzione dei volumi delle
parti costruite, ma a ciò va aggiuto
l’impianto del verde. Il Gran
Camposanto infatti, anche per questo,
sembra più che il luogo delle tristezze,
un luogo della consolazione e delle
nostalgie, immerso com’è nella ben
distribuita vegetazione, ricorda grandi
ville e giardini di stile neo romantico,
simili alle lussureggianti residenze
Copertina del libro di Caminiti
L’Ingegnere Nino D’Andrea
exta-uburbane che sorgevano nei
pressi di Catania. I suoi viali erano
fiancheggiati, così come lo descrivono
i numerosi autori che del Cimitero di
Messina si sono occupati, da siepi,
salici, cipressi funerei e aiuole
artisticamente disposte, con
margherite, amaranti e viole del
pensiero. “Il grande Camposanto di
Messina, ammirato da tutti gli
stranieri e ultimamente richiesti con
11 Dicembre 2014
insistenza i disegni dal professore
Moritz Schulz della Scuola di Belle
Arti a Berlino per essere inseriti in
quella famosa pubblicazione periodica
illustrata di Architettura, come uno fra
i più bei monumenti moderni degni di
studio, attesta incontestabilmente il
merito artistico del Savoja. È questo
nostro Camposanto l’espressione di un
concetto spirituale di una grande
Necropoli con linee purissime di
architettura classica, perché il gotico è
confinato con la sua guglia che tende
al cielo in un piccolo edificio staccato
sul vertice della collina: architettura
classica che vi fa ricordare da lontano
il Partenone sull’Acropoli di Atene, che
non atterrisce l’uomo col peso di una
massa tetra di colonne e di arcate, ma
che l’invita a passeggiare
nell’elegantissimo portico, a guardare
con piacere le tombe; e poi i fiori e il
mare ceruleo, e i monti e l’orizzonte
lontani, e a riflettere senza terrore
sull’ultimo destino che ci aspetta”.
Dalla “Commemorazione” di Leone
Savoja, arch. Michele Basile, giugno
del 1885. Recinti sacri, un lavoro
dell’arch. Maria Anna Caminiti
analizza e riscopre l’opera del Maestro.
Il 20 giugno nella chiesa di Santa
Maria Alemanna è stato presentato
l’ultimo lavoro della prof. Maria Anna
Caminiti, un corposo volume di 400
pagine, dal titolo “Recinti Sacri”
frutto di una straordinaria
collaborazione con giovani ricercatori
che hanno offerto la loro angolazione
ed il loro contributo per la loro visione
anche del cimitero monumentale di
Messina. In effetti l’opera
dell’Architetto offre ad
Anna Maria Caminiti ed al suo team
innumerevoli spunti storici,
antropologici e, soprattutto, storicoartistici e architettonici.
LA TESTIMONIANZA
Io, nell’eremo dell’Alcantara
NELLA VILLA COSTRUITA DA MIO ZIO, TRA VIGNE
E VECCHI RITRATTI, RESPIRO L’ATMOSFERA DI UN TEMPO
DI
Gino Saoja
GINO SAVOJA
MESSINA. Il ricordo di Leone Savoja mi coinvolge quotidianamente.
Infatti “zio Leone”, tra mille cose, subito dopo l’unità d’Italia,
quando suo fratello Giovanni, avvocato dello Stato, mio bisnonno,
fu nominato regio delegato straordinaro per ricomporre il Consiglio
comunale di Francavilla Sicula, progettò e realizzò, assieme ai
fratelli, Villa Savoja, all’interno di un grande vigneto alle Gole
dell’Alcantara, dove vado spesso per riposarmi dalle fatiche
centonove pagina 29
quotidiane della città, come facevano a metà dell’ottocento i
fratelli Savoja. Lì campeggia nel saloncino una grande foto di
Leone dal volto accigliato. Una vecchia e bella libreria (mio padre
mi diceva che era l’unica delle tre che c’erano, che si è salvata dal
terremoto del 1908) facente parte dello studio che assieme i
fratelli Savoja avevano in Strada San Giacomo al n° 25 è oggi nel
mio salone della casa di Messina. Un disegno di Leone ad
inchiostro di china, fatto da mio nonno Giuseppe, che era
ingegnere, sta nello studio di casa a Messina assieme a libri,
disegni e foto di famiglia. Nella mia stanza da letto vi è appeso un
quadretto di San Francesco di Paola di fine settecento, che stava
allora in casa dei fratelli Savoja. Zio Leone infatti non era sposato
ed abitava con il fratello Giovanni. Dulcis in fundo il cimitero di
Francavilla da Leone progettato e realizzato, dove riposano molti
dei miei e dove, tra non molto tempo, andrò ad “abitare” anch’io.
11 Dicembre 2014
posterlibri
NOVITA’. Documento sulla nostra ordinaria brutalità del docente messinese Pierandrea Amato
Abu Ghraib la banalità del male
Istantanee del carcere irakeno con i torturatori statunitensi in posa fotografica al fianco
dei torturati. Ecco come le immagini diventano traccia preziosa dello smarrimento mondiale
DI
MARCO OLIVIERI
MESSINA. “Un documento della nostra
ordinaria e banale brutalità (estetica)
come indice fondamentale della guerra
contemporanea combattuta in nome dei
valori democratici”. Per il docente di
Filosofia (Università di Messina)
Pierandrea Amato, autore del libro “In
posa. Abu Ghraib 10 anni dopo”
(Cronopio 2014, 74 pagine, 8 euro), le
istantanee del carcere irakeno, con i
torturatori statunitensi in posa
fotografica al fianco dei torturati,
giungono “oggi alla piena decifrazione
esibendo, secondo un’idea di Walter
Benjamin, ciò che ci permette di
riconoscerle per quello che esse
realmente sono”.
L’agile volume colpisce sin dalla scelta
dei titoli dei capitoli: Soglia,
Inquadratura, Scena, Immagine, Fuori
Fuoco, con un’introduzione dal titolo
“Sequenze dalla fine di un mondo”, che
rivelano un legame semantico con il
cinema e il suo linguaggio. Sin dalla
meticolosa descrizione di ciò che ha
visto, l’autore rileva che «la
fotografia e la guerra
condividono una tendenza
fondamentale: aboliscono il
tempo, concepiscono una
relazione essenziale con la
morte». Dalla scrittura secca
di Amato deriva una
riflessione coinvolgente e
aperta a nuovi stimoli, dove
l’uso della fotografia digitale,
LACERTI DI LETTURE
con questi selfie ante litteram, assume
centralità nel segno del “sapore rancido
della reiterazione” e in una
combinazione efficace “tra il mostruoso
e la routine, fino a non distinguere più
essere ed esistenza”. Emerge la forza
disturbante di questi scatti amatoriali,
inquietanti ed epocali nella loro
anonima bruttezza. Un’archeologia
dell’orrore scandita da un pensiero,
quello di Pierandrea Amato, che ci
costringe a riflettere senza edulcorazioni
sull’oggi, sull’Occidente e le sue torture
quotidiane, a partire da quelle
immagini, quelle fotografie, con i
torturatori che sorridono accanto ai
prigionieri o li tengono al guinzaglio
come cani.
Secondo l’autore, solo ora può affiorare,
può emergere ciò che si celava nelle
immagini, ciò che non siamo riusciti a
vedere immediatamente, come «traccia
preziosa per definire la natura della
catastrofe che abitualmente abitiamo.
(…) lo smarrimento di una misura
comune, mondiale, per evadere dalla
tessitura esclusivamente privata delle
nostre esistenze”. Tutto questo
“nasce dall’incapacità di
concepire un’ipotesi efficace e
senza precedenti in grado di
trasformare un universo in cui
chi non ha, se resiste contro
chi ha tutto, è considerato un
ingrato, un clandestino. Abu
Ghraib è l’immagine riflessa
di questa miseria. Gli scatti di
Abu Ghraib, allora, non
testimoniano soltanto un disastro
militare e culturale collocato alle nostre
spalle, ma ritraggono e condensano
l’immagine e il presente della (nostra)
catastrofe”. Inoltre, dato che l'autore
ricorda l’insegnamento di Michel
Foucault – “per decifrare la vera natura
di un potere è necessario appurare in
quale maniera si applica concretamente
sui corpi” – viene in mente la lezione di
Stanley Kubrick nel film “Full Metal
Jacket". Una lezione di demitizzazione,
con in primo piano la volontà di
spogliare di ogni retorica
rappresentativa il racconto per immagini
della guerra. Domina in Kubrick la
volontà di ritornare all’essenza, alla
natura umana, e il racconto
LA CLASSIFICA
DI FELICE IRRERA
La saggista indaga sulla seconda raccolta poetica di Lucio Piccolo, pubblicata nel 1960,
“Gioco a nascondere”, che costituisce un momento importante nella produzione
piccoliana. Ella mostra come, a partire da raffinate trame metaforiche, il poeta si
interroghi sull’esistenza, sul mistero dell’oltre-vita, sugli arcani di una natura favolosa e
ancestrale. Oltre all’analisi della raccolta non manca la messa a fuoco di altre parti
dell’officina di Piccolo. .
Alba Castello, Tra testo e officina - Il gioco a nascondere di Lucio Piccolo,
Pungitopo 2014, pp. 168, € 17,00
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
3straordinaria
Un' idea di destino. Diari di una vita
6
un buongiorno - Longanesi
Longaneri
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Manca il futuro
Quando si capisce tutto sin da giovani, il resto
della vita è un inferno. “Avevamo letto troppo
e troppo presto.” Alla noia dell’ordine e
meglio la creatività del caos. “La Svizzera ci
sembrava, come a tutti, naturalmente noiosa,
c’era un’imbarazzante mancanza di polvere.”
I vecchi invidiano ai giovani più che la bellezza e la salute,
la prospettiva di vita. “I ragazzi mi fanno tenerezza. Poiché
so che i loro progetti, le loro speranze, i loro sogni non son
che illusioni. Loro le hanno, io non più. E li invidio.”
La morte si avvale sempre di un pretesto: sempre eroico per
i giovani e sempre banale per i vecchi. “La morte del
vecchio è sterile. Non si è morti per qualcosa, ma
semplicemente perché si doveva morire.”
Vi sono atmosfere e momenti così intensi di emozioni, in
cui ci si sente eterni, in cui si vince il tempo. “Il bagno, in
una certa baia lo faccio alle otto di sera, l’ora che <ai
naviganti intenerisce il core>. L’aria è immobile, la natura
si riposa. Il tempo sembra essersi fermato, la condanna
momentaneamente sospesa.” Quando si finisce di
progettare, pur se si è in vita, si è morti.
“L’aspetto più drammatico della vecchiaia non è tuttavia
la decadenza fisica, ma l’impossibilità di un progetto di
vita. Esistenziale, sentimentale, professionale. Manca il
tempo, manca il futuro. Manca la speranza. Sorella morte
ha già alzato la falce.” Il rapporto con la morte non è mai
ottimo, soprattutto se ossessionato dall’opprimente idea
di un buio eterno. “<Hai paura della morte?><Si> onesta
risposta. E non potrebbe essere diversamente. E’ l’orrore
del Nulla. Tutto ciò che hai vissuto, amato, conosciuto,
visto, ascoltato, letto, pensato, è cancellato di colpo,
immerso in un buio senza tempo e senza risveglio.”
Meglio morti che sopravvissuti, si evita di restare soli
centonove pagina 30
nell’angoscia di ricordi e nostalgie. “Il mondo dei vecchi è
un mondo di ombre, le ombre degli amici morti.”
Quando non ci si riconosce più nel presente è finita,
meglio morire in tempo che vivere obsoleti a ciò che ci
riesce difficile da comprendere ed accettare. “Tutto è
mutato. Solo i tuoi coetanei, sempre più simili a te, ti sono
famigliari, e riconoscibili, ma eviti di guardarli per non
specchiarti in loro.” Quando il distacco tra pensiero ed
azione diviene incolmabile, si comincia a vivere dentro
una gabbia dolente. “Da vecchi si diventa estremamente
fragili. Quel corpo di cui fino a poco prima avevamo
disposto a nostro piacimento, di cui avevamo fatto uso e
anche abuso, comincia a non rispondere ai comandi.”
In vecchiaia tutto fa male, soprattutto i ricordi.
“Doloroso il ricordo del passato, noioso il presente, cupo il
futuro.”
Lacerti tratti da:
“Ragazzo ” - 2007 - Massimo Fini
11 Dicembre 2014
posterlibri
CAPO D’ORLANDO
LA SCHEDA
Un centro di tortura
LA PRIGIONE DI Abu Ghraib è diventata
tristemente nota in tutto il mondo per gli
abusi sui prigionieri compiuti dai soldati
americani, dopo essere stata un centro di
tortura durante il regime di Saddam Hussein. Dopo un periodo di chiusura, nel
tentativo di non rievocare più tristi ricordi nella memoria degli iracheni, l'istituto penitenziario è stato ribattezzato
in Carcere centrale di Baghdad ed è stato
ristrutturato. Può ospitare tremila detenuti. Al suo interno sono state previste
aree di studio e di lavoro ed è stata
aperta una biblioteca, ha spiegato il direttore della struttura Abdul-Mutalb Jassim. Quando i lavori di ammodernamento saranno terminati, il carcere potrà
ospitare fino a 12 mila detenuti.
cinematografico, prima ancora di quello
del Vietnam, della preparazione militare
alla violenza risulta ancora più profondo
perché svuotato di ogni retorica. Ecco
che emerge l’impossibilità di
rappresentare in maniera diretta,
evidente, quasi pornografica, ciò che
veramente destabilizza e annienta
interiormente, come l’orrore in guerra e
la tortura, se ciò non è accompagnato,
come avviene nel grande cinema, da
una forza evocativa, simbolica e
profonda, insita nelle immagini scelte
dal regista.
Le fotografie analizzate nel libro di
Amato, invece, mancano di questa
dimensione artistica e diventano
simboliche perché paradigmatiche di un
disastro di civiltà. Fotografie analizzate
nella loro indifferenza etica e che,
prendendo spunto da Benjamin,
"esprimono una figura iperbolica di
normalità in grado di testimoniare che
anche le forme di violenza più inaudite,
nella civiltà dell’ipertrofia
dell’immagine, diventano spettacolari;
cioè anonime”, mettendo in luce “le
condotte di vita in nome delle quali la
democrazia occidentale va alla guerra”.
Nel complesso, le immagini di Abu
Ghraib ci interrogano nel profondo, e in
chiave individuale, come esponenti di
questo “Occidente democratico”. Ci
costringono a confrontarci con il nostro
inconscio, con il nostro interlocutore
segreto, come osserverebbe lo
psicoanalista Pierre Kaufmann. Allora,
imparare a guardare, a vedere queste
fotografie potrebbe essere il pretesto per
soffermarci sulla percezione di noi stessi.
Il tutto grazie a fotografie perturbanti e
banali che si impongono al nostro
sguardo. Immagini che continuano a
interpellarci come esseri umani, lontano
dalla retorica di "noi, buoni e
democratici”, collocati dalla parte giusta
del mondo.
Canepa, il delitto in Sicilia
La presentazione del libro di Salvatore grillo Morassutti
CAPO D’ORLANDO. E’ stato presentato
sabato 6 dicembre, a Villa Piccolo, "Il
delitto Sicilia", romanzo di Salvatore
Grillo Morassutti (Bonfirraro Editore).
La famiglia Monterosa e i suoi
collaboratori, protagonisti di questa
storia, sono personaggi nati dalla
fantasia che l’autore fa muovere in uno
scenario assolutamente autentico, dove
incontrano persone esistenti,
affrontando problematiche
reali e riportando dati certi. La
Sicilia che viene raccontata è
quella che l’autore ha
effettivamente incontrato: le
persone, le città, le chiese e le
campagne. Ed è in mezzo a
tutto questo, descritto con
voluta ricerca di precisione,
che agiscono i personaggi di
questa storia, riportando fatti e dati
autentici.
Il racconto del viaggio in treno tra
Catania e Roma e dell’uragano che lo ha
causato corrispondono a quanto è
effettivamente avvenuto quel giorno ed
è su quella tratta ferroviaria e in quelle
ore che questa “storia” ha visto la luce e
non è stata più modificata. A questa
MODICA
Antologia per ricordare il poeta Candiano
MODICA. A vent'anni dalla scomparsa, la Fondazione Giovan Pietro
Grimaldi ricorda il poeta e scrittore modicano Giorgio Candiano (19211994) con la presentazione di un'antologia che ne raccoglie alcuni scritti.
Il volume “Il Mondo. Antologia di Poesie” curato dalla figlia Maria
Candiano e stampato dalle Grafiche Cannizzaro, sarà presentato sabato 13
dicembre alle ore 17,30 nella Pinacoteca di Palazzo Grimaldi di Modica nel
corso di una serata dedicata alla figura e all'opera del prolifico poeta e
scrittore.
Lo storico Giuseppe Barone, presidente della Fondazione Grimaldi, traccerà
un profilo biografico di Giorgio Candiano nel contesto della cultura
dell'epoca, mentre Antonio Sichera, docente di Letteratura italiana
moderna e contemporanea nell'Università di Catania, ripercorrerà la sua
produzione poetica e letteraria. Nel corso della serata l'attore Carlo Cartier
e Marcella Burderi leggeranno alcune poesie tratte da “Il Mondo”. Le note
del violino di Daniele Ricca, infine, allieteranno la serata.
centonove pagina 31
scelta vanno attribuite le eventuali
differenze tra gli ambienti e le persone
descritte alla data del 10 marzo 2012,
rispetto a quanto riscontrabile nella
realtà esistente alla data nella quale il
libro è stato data alle stampe. Il 30
dicembre del 1945, a Monte San Mauro,
è veramente avvenuto lo scontro a
fuoco tra l’Esercito Italiano e l’EVIS,
l’esercito volontari
indipendentisti siciliani, con
morti e feriti. Il prof. Antonio
Canepa è stato realmente
ucciso dai carabinieri all’alba
del 17 giugno del 1945 nelle
campagne di Randazzo;
risponde al vero il fatto che
tutto quello che concerneva
questo tragico avvenimento
venne secretato. Quando è
venuto meno il vincolo del segreto di
Stato, nel fascicolo non si è trovato
nulla. Antonio Pallante, di Randazzo,
ha effettivamente attentato, il 14 luglio
del 1948, alla vita di Palmiro Togliatti e
alla data del 10 marzo 2012 aveva 94
anni. Aveva frequentato la facoltà di
Giurisprudenza dell’Ateneo di Catania
dove insegnava Canepa.
11 Dicembre 2014
posterattualità
MESSINA
DIBATTITI IN CORSO. Dall’articolo di Carcogni sul primo numero dell’Espresso ai giorni nostri
Capitale corrotta, nazione infetta
Il celebre titolo di una inchiesta pubblicata nel ‘55 da riproporre per il nuovo
“Romanzo criminale” esploso a Roma. Dove l’ideologia non c’entra. La politica sì
DI
MAURIZIO BALLISTRERI
MESSINA. "Capitale corrotta,
nazione infetta" è il celebre titolo
di una bellissima inchiesta de
“l’Espresso” apparsa sul primo numero, l'11
dicembre 1955. L'articolo firmato da Manlio
Cancogni, grande letterato e giornalista,
documentava gli illeciti negli appalti
immobiliari di Roma, che coinvolgevano anche
una società immobiliare del Vaticano. Si
originò uno "scandalo" che contribuì alla crisi
delle formule politiche centriste, nonché ai
continui ammiccamenti democristiani alle
forze neofasciste e monarchiche.
A quasi 60 anni di distanza un nuovo scandalo
è scoppiato nella capitale d’Italia, grazie alle
indagini coraggiose della Procura di Roma
diretta da Giuseppe Pignatone, noto in Sicilia e
in Calabria per l’impegno contro la mafia, e
delle forze dell’ordine.
Il quadro che è emerso appare di una gravità
inaudita, con un intreccio terribile tra una
sorta di organizzazione mafiosa “autoctona” di
rito romano (indipendente da quelle
“storiche”, cosa nostra, ‘ndrangheta, sacra
corona unita, ma in rapporti di mutualità), con
alla base schegge del vecchio terrorismo
neofascista e pezzi del centrosinistra
capitolino. Al riguardo si è parlato di
trasversalismo “nero-rosso”, riecheggiando
forse le teorie di Ernst Nolte sulla specularità
tra la rivoluzione bolscevica e il nazismo, ma si
tratta di richiami impropri, come quelli al
nazionalboscevismo, una teoria nata in una
certa cultura dell’estremismo della destra
sociale estremista francese e affermatasi nel
blocco nazionalpatriottico rossobruno in Russia
dopo il crollo dell’Unione Sovietica, analizzata
dallo storico Walter Laquer in un suo saggio
dedicato proprio ai totalitarismi del futuro.
No, a Roma l’ideologia non c’entra, si tratta di
un nuovo “Romanzo criminale”, che vede
organizzazioni di stampo mafioso, managers
pubblici ed esponenti politici dei due
schieramenti accumunati dalla logica del
business is business delittuoso. E a poco
servono le cortine fumogene, al limite del
tartufesco (sì, proprio l’ipocrisia descritta da
Moliére!) sulle responsabilità del centrosinistra,
non solo per la presenza di autorevoli
esponenti del Pd ma anche, forse è il caso di
dire soprattutto, per il ruolo di un’impresa
cooperativa importantissima nel sistema della
Lega Coop, l’organizzazione che Togliatti
definiva le “salmerie” del partito comunista e
che storicamente ha sempre avuto un rapporto
organico con il Pci-Pds-Ds-Democratici.
Ovviamente senza generalizzazioni, poiché la
responsabilità penale è individuale, ma in
questo caso non si può non individuare una
responsabilità politica diversa dalla
commissione di reati, quanto meno in
vigilando.
Gaetano Silvestri
Giudici tra prova e coscienza
Il prof Silvestri torna in cattedra per una lectio magistralis
DI
Diciamolo pure: la corruzione è rivolta sempre
ad alterare le norme sulla corretta concorrenza
imprenditoriale, ma finanzia anche “bande”
politiche e lobby, con sensibili arricchimenti
personali, soprattutto a causa della
destrutturazione dei partiti in comitati
elettorali. E’ del tutto evidente l’importanza, ai
fini della prevenzione della corruzione, del
tema dei controlli amministrativi, tra i cui fini vi
è ovviamente quello del rispetto della legalità e
del corretto uso delle risorse pubbliche. Si tratta
di un settore che andrebbe del tutto riesplorato
dopo i discutibili interventi, che negli enti locali
hanno quasi completamente eliminato i
controlli di legittimità con la conseguenza che
l’autonomia di questi enti può essere usata per
porre in essere comportamenti illegali. Quando
al tema della opacità dei finanziamenti alla
politica, esso potrebbe essere risolto con una
severa legislazione sulla trasparenza dei
contributi a uomini politici e partiti.
PIETRO FRAZZICA
MESSINA. “Prova scientifica,
prova tradizionale e coscienza del
giudice”. E’ il titolo della lectio
magistralis tenuta dal professore
Gaetano Silvestri, presidente
emerito della Corte
Costituzionale, docente di Diritto
Costituzionale e rettore
dell’Ateneo di Messina dal 1998 al
2004. L’incontro a seguito alla
conclusione del terzo ciclo del
Master di II livello in Scienze
Forensi, coordinato
congiuntamente dal
Dipartimento di Scienze Chimiche
dell’Università di Messina e dal
Reparto Indagini Scientifiche
dell’Arma dei Carabinieri, il 5
dicembre, presso l’Aula Magna
“Vittorio Ricevuto” della Facoltà
di Scienze e Tecnologie. Dopo
una breve introduzione da parte
del professore Silvio Sammartano,
emerito di Chimica Analitica
presso il dipartimento di Scienze
Chimiche dell’Università di
Messina e direttore del Master,
Silvestri ha edotto gli auditori
circa l’importanza della prova
scientifica in ambito processuale
al cui proposito è tuttora oggetto
di dibattito tra i processualisti se
essa debba essere o meno
considerata prova atipica.
DOCUFILM
Beni comuni, una Re... Azione per Messina e Reggio
MESSINA. “Il Laboratorio per i Beni Comuni e le istituzioni partecipate Messina presenta un progetto in corso a Reggio Calabria e vuole discutere di città, azioni e tattiche per il rafforzamento
delle comunità con uno sguardo allargato al Territorio dello Stretto. Rendere Comuni e connettere le buone pratiche e i buoni progetti è una delle azioni del Laboratorio. Giovedì 11 ore 16,30
al Palacultura invitiamo l'arch. Consuelo Nava con l'Associazione Pensando Meridiano a presentare Re Action Reggio, un progetto culturale per la città metropolitana di Reggio Calabria ideato
da Consuelo Nava e Fabio Mollo e realizzato da 30 urban Makers e 12 social Makers. Il paradigma
del progetto è Re_Action, come Reazione e come Azione, sociale e filmica, urbana e collettiva. Si
proietterà il docufilm ReActionCity per la disseminazione in corso SharingCommunity che ne racconta l’esperienza.
centonove pagina 32
Nell’accertamento della verità
processuale si applica la logica
abduttiva: si risale a una causa
sconosciuta partendo da una
conseguenza nota mediante un
ragionamento probabilistico la
cui validità deve essere
confermata empiricamente. In tal
senso è di fondamentale
importanza la disamina delle
prove sia singolarmente che nel
loro insieme, poiché la singola
prova non fornisce la certezza
dell’accadimento di un fatto,
piuttosto un’indicazione del
livello di probabilità del fatto
stesso. Nel procedimento penale
il sistema accusatorio consente di
dibattere dapprima
l’ammissibilità e, successivamente,
la validità delle prove nel
contraddittorio. La prova
scientifica si distingue dalla prova
tradizionale poiché pone delle
problematiche specifiche. Essa
viene considerata valida se
all’interno della comunità
scientifica la sua validità è
generalmente riconosciuta. La
metodica su cui si basa deve
essere oggetto di pubblicazioni
soggette a revisione paritaria. Un
buon giudice deve avere
l’accortezza di invocare le
conoscenze scientifiche più
idonee al corretto svolgimento
del processo e deve vigilare sulla
corretta applicazione del metodo
da parte degli scienziati
interpellati. La Giurisprudenza
deve tenere costantemente conto
dei progressi in ambito scientifico
e del loro impatto sulla ratio alla
base della validità di una prova. Il
prof. Silvestri ha infine ribadito
l’importanza dell’indipendenza
della Magistratura e
l’insostituibilità del libero
convincimento del giudice
nell’emettere una motivata
sentenza dopo avere ponderato
le argomentazioni delle parti in
causa.
postermostre
11 Dicembre 2014
PALERMO. Giornata di studi internazionale con relatori da tutto il mondo, promosso dalla Fondazione Federico II
Gesuiti siciliani in Estremo Oriente
Presentata una mostra e un volume che mettono in luce il patrimonio custodito a Casa Professa.
Tamburello: «Una esperienza che deve aiutarci a interagire con altri popoli, a partire dai cinesi»
PALERMO. Si è svolta nella Sala Gialla di
Palazzo Reale una giornata di studi di
carattere internazionale, con studiosi da
tutto il mondo, sui “Gesuiti siciliani del ‘600
in Estremo Oriente. Nel corso della giornata
è stato anche presentato il volume “Gesuiti
siciliani del ‘600 nel Celeste Impero.
Relazioni di lunga data tra Sicilia e Cina”
con la collaborazione del professore Ninni
Giuffrida dell’Università di Palermo ed è
stata inaugurata la mostra dal titolo
“L’Estremo oriente nella Casa Professa di
Palermo e i Gesuiti nella Città Proibita di
Pechino nel XVII secolo”, esposizione di
volumi provenienti dall’Archivio di Casa
Professa a Palermo e di fotografie di oggetti
conservati nel Museo della Città Proibita di
Pechino. Il tema, tanto attuale, dell’incontro
e dei rapporti fra culture lontane ha un
precedente storico nelle vicende dei primi
visitatori europei in Cina, fra i quali si
distinsero particolarmente, nel XVI e nel
XVII secolo, i padri gesuiti. Hanno preso
parte al convegno il direttore generale della
Fondazione Federico II Francesco Forgione,
il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando,
Girolamo Cusimano dell’Università di
Palermo, il direttore della Fondazione
Prospero Intorcetta, Giuseppe Portogallo. I
lavori sono stati coordinati da Giusi
Tamburello dell’Università di Palermo e
consulente per la Cina per il Comune di
Palermo. Il convegno è stato promosso
dall’Assemblea regionale siciliana, dalla
Fondazione Federico II e dall’Assessorato
regionale dei Beni Culturali con la
collaborazione del Comune di Palermo e
dell’Università degli Studi di Palermo.
Tra i relatori Sun Yat – Sen di Guangzhou;
professore Li Shenven dell’Università Laval
del Quebec; professore Aldo Tollini
dell’Università Ca’Foscari di Venezia; Filippo
Mignini dell’Università degli Studi di
Macerata. “Questo prestigioso convegno –
ha detto Francesco Forgione, direttore della
Fondazione Federico II aprendo i lavori - è
promosso dalla Fondazione Federico II e si
fa carico di una riflessione storica, ma con
tracce di attualità, sul ruolo che la Sicilia,
attraverso i gesuiti, ha avuto nell’Estremo
Oriente. Io credo che la Fondazione
Federico II non debba svolgere solo i servizi
turistici ma deve avere anche un ruolo di
promozione delle attività culturali e
dell’identità siciliana, che è fatta di
contaminazioni culturali e religiose. Stiamo
inoltre costruendo un’offerta turistica
diversa attraverso percorsi alternativi e
siamo orgogliosi di ospitare turisti di tutto il
mondo a Palazzo Reale di Palermo con
video-guide in 6 lingue, a breve
aggiungeremo anche russo e cinese”.
Forgione infine ha portato il saluto del
Presidente dell’Ars e della Fondazione
Federico II Giovanni Ardizzone, impegnato
a Roma nella conferenza Stato-Regioni”. Il
Casa Professa a Palermo
sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che è
anche cittadino onorario di Chengdu, la
metropoli cinese nella regione di Sichuan,
ha evidenziato come il Seicento sia stato
influenzato dal 1492, anno della scoperta
dell’America, che diede inizio ad un
profondo declino dell’Italia e del
Mediterraneo e ha affermato come “la
presenza nel Seicento di Gesuiti siciliani
dalla parte opposta rispetto a Cristoforo
Colombo rappresenta la straordinaria
visione di un mondo che può cambiare. In
un’epoca di crisi e declino come quella dei
giorni nostri è nostro compito dare seguito
alla visione dei gesuiti siciliani che nel
Seicento andavano in Estremo Oriente per
arrestare il declino oppure viverlo con
animo sereno. Così come noi dobbiamo fare
oggi”. “Questa iniziativa – ha concluso il
primo cittadino di Palermo - segue quella
organizzata l’anno scorso dal Comune sullo
stesso tema. Mi auspico la continuazione di
rapporti intensi tra la città di Palermo, i
comuni siciliani e la Fondazione Federico II,
che sta vivendo una seconda fase dal punto
di vista finanziario della qualità offerta e di
conseguenza sotto il profilo finanziario”.
Partiti con l’intenzione di portare il Vangelo
nel Celeste Impero, i gesuiti svolsero
un’importante funzione di mediazione tra
cultura orientale e occidentale,
introducendo in Asia nozioni scientifiche,
astronomiche e tecniche europee, da un
lato, e traducendo e proponendo in Europa
le opere di Confucio dall’altro. Non a caso
la coordinatrice dei lavori, Giusi Tamburello
dell’Università di Palermo, consulente del
Comune per la Cina ha affermato che “in
centonove pagina 33
Sicilia abbiamo un patrimonio grandissimo
grazie all’esperienza dei Gesuiti in Estremo
Oriente. Conoscere il modo in cui si sono
confrontati coi cinesi è preziosi per
relazionarci oggi, ed è vantaggioso sia per
noi che per i cinesi. Se non capiamo questo
ci troveremo sprovvisti di strumenti per
interagire con loro. I gesuiti impararono
presto la lingua cinese e ciò consentì loro di
interloquire con l’imperatore. I gesuiti
capirono che anche dal punto di vista
religioso era necessario proporre argomenti
interessanti. Non dimentichiamo che i
gesuiti aiutarono i cinesi a comprendere i
terremoti e la misurazione movimento dei
corpi celesti. Dobbiamo riscoprire il
patrimonio dell’epoca, custodito ancora
oggi nelle nostre biblioteche come quella di
Casa Professa”.
E’ intervenuto tra gli altri anche Padre
Francesco Tata, Padre Rettore dell’Istituto
Ignaziano di Palermo: “la forza dei Gesuiti
– ha detto - è quello di mettersi nei panni
degli altri e rappresentano i primi
contaminatori di un mondo plurale, a
partire da san Francesco Saverio e Matteo
Ricci. Oggi i nostri studenti del Cei hanno
pubblicato l’ultimo numero dell’house
organ e hanno dedicato alla Cina la
copertina con idiomi cinesi”.
11 Dicembre 2014
postermostre
EVENTI. Una mostra didattica commemora tutti i caduti di Messina nel centenario del Primo conflitto mondiale
1408 piccoli grandi eroi
Più di duecento immagini e documenti scovati negli archivi della Provincia. Previti: «Ricordiamo la guerra per celebrare la pace»
DI
RAFFAELLA SCHIRÒ
MESSINA. 1408 i caduti messinesi tra
Esercito, Marina, Arma dei Carabinieri e
Guardia di Finanza distinti per grado e
generalità, ricordati a cento anni dalla
loro scomparsa con una mostra didattica
che celebra il centenario della Prima
Guerra Mondiale. “La grande guerra
attraverso le copertine dei giornali e
negli archivi della Provincia”. Con queste
parole e più di duecento immagini e
documenti dell’epoca, si è inaugurata lo
scorso 29 novembre la mostra che
celebra il centenario della Grande
Guerra, allestita a Palazzo dei Leoni a
cura dell’Unità Progetto Intersettoriale
“Riorganizzazione e Conservazione degli
Archivi dell’Ente”. Una carrellata di
sezioni specifiche dedicate all’arma dei
Carabinieri, alla Brigata Aosta, alla
propaganda, con particolari di satira e
pubblicità, alle divise d’epoca, alle
riproduzioni di foto in bianco e nero che
conducono il visitatore in una
passeggiata indietro nel tempo. Un
condensato di notizie, con immagini
relative alle copertine dei giornali
dell’epoca, in particolare della Domenica
del Corriere, che illustrano le diverse fasi
del conflitto combattuto per mare, per
terra e per aria cui sono dedicate tre
sezioni. Una sezione a parte espone del
materiale bellico della Prima guerra
Mondiale, con esemplari di elmetti,
telefono a telegrafo da campo, tromba di
truppe d’assalto, fucile, mitragliatrice e
bandiere sabaude. Imperdibile per gli
appassionati, la mostra, che chiuderà i
battenti il 30 di questo mese offre uno
spunto per riflettere ripercorrendo eventi
sanguinosi che hanno visto protagonista
il nostro territorio. “Ricordare la guerra
per celebrare la pace” racconta Giuseppe
Previti, responsabile della mostra mentre
Un momento dell’inaugurazione della mostra
spiega con entusiasmo il clima di
serenità e collaborazione che ha
accompagnato il progetto in tutte le sue
fasi. “Gestito in economia” commenta
soddisfatto “grazie al supporto di
collezionisti privati come Gaetano Saitta
che ha generosamente concesso alcuni
pezzi rari”. L’evento che si è aperto con
un convegno che ha preceduto
l’inaugurazione della mostra didattica, si
è avvalso della partecipazione di
rappresentanti dell’Esercito Italiano,
come il Generale Salvatore Rampuglia,
della Marina con la presenza del C.V.
Santo Legrottaglie e del mondo
accademico con l’intervento di Rosario
Battaglia, professore di Storia
Contemporanea dell’Università di
Messina. E’ intervenuto inoltre Andrea
Nicita, esponente della comunità di
S.Egidio, arricchendo l’incontro con la
testimonianza dell’esperienza maturata
come “mediatore di pace” in particolar
modo nel continente africano. A seguire,
gli interventi di Vincenzo Caruso,
professore, storico e direttore del Museo
Storico di Forte Cavalli e dello storico
Paolo Ullo. La proiezione di diversi
filmati relativi al primo conflitto ha
concluso il convegno. “Si smonta il 30”
conclude Giuseppe Previti indicando la
carrellata di cavalletti che espone con
rigore certosino un evento così
complesso della storia italiana. “Ma non
escludiamo una proroga fino all’Epifania,
per dare possibilità alle scuole e a
chiunque lo desideri di venire a visitarci”.
Tutti gli Istituti Scolastici d’istruzione
secondaria superiore e quelli di primo
grado saranno invitati a visitare
l’esposizione didattica, che sarà
supportata da una guida interna
dell’ente. La mostra resterà aperta dal
lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13 e
dalle ore 13 alle ore 19. Il sabato dalle
ore 9 alle ore 13. La domenica solo su
prenotazione telefonando allo
090\7761473.
PALERMO
Nina, i gatti e le fiabe appese al muro
TORNANO NEL CAPOLUOGO SICILIANO I QUADRI
DI TESSARI CHE DÀ VITA AI MURI CON L’AEROSOL ART
Una delle opere di tessari in mostra
PALERMO. “Nina è una bambina molto vivace,
tanto vivace che si caccia sempre nei guai. Oggi ha
inseguito un gatto fino al giardinetto poco
lontano da casa sua e proprio mentre lo stava
raggiungendo...”. Comincia così la fiaba di Vinny
Scorsone “Nina e il Natale dei Gatti” (Fiabe al
muro - Ed. Amici di Plumelia) presentata nei giorni
scorsi presso la galleria Studio 71 di Palermo. Nel
corso della serata è stata inaugurata anche la
mostra “Fiabe al muro”, 18 dipinti realizzati da
Gianni Maria Tessari per interpretare la favola di
centonove pagina 34
Vinny Scorsone “Nina e il Natale dei gatti.”
La mostra itinerante “Fiabe al muro” ha iniziato il
suo percorso nel 2007. Oggi, a distanza di cinque
anni dall’ultimo appuntamento, ritorna nel
capoluogo siciliano, valorizzata, questa volta, da
un libro-catalogo. L’idea di fare interpretare
pittoricamente la storia ad un artista come Gianni
Maria Tessari è nata dall’esigenza di rendere la
fiaba stessa atemporale e libera dai canoni
illustrativi che prevalentemente si riscontrano nei
libri di questo genere. Nei quadri di Tessari è molto
evidente che i muri, i cartelloni stradali, animati
con la tecnica dell’aerosol art, prendono vita
diventando frammenti di un arcobaleno interiore
che, oggi più di ieri, va sempre più sbiadendosi. La
mostra rimarrà aperta tutti i giorni, dalle 16:30 alle
19:30 (escluso i festivi), fino al 10 gennaio 2015.
postermostre
11 Dicembre 2014
CASTELBUONO
“Lipadusa”, storie di vita
e mare in un clic
PERSONALE FOTOGRAFICA
DI CALOGERO CAMMALLERI
Particolare di una delle opere in mostra fino al 22 febbraio
PALERMO. Inauguratauna mostra di scenografie per l’Opera dei pupi di Mimmo Cuticchio
Scene nuove per un teatro antico
DI
PAOLO RANDAZZO
PALERMO. Quando inizia uno
spettacolo dell’Opera dei Pupi, quando
parte uno spettacolo di Mimmo Cuticchio
e della sua compagnia, tutto è risucchiato
nella potenza dell’accadimento teatrale:
le voci, la narrazione, il clamore, i
movimenti dei paladini attuati dagli
opranti, le musiche, gli scontri, i colori
delle armature, le scene che perdono
d’un tratto il loro aspetto simbolico per
diventare vive e perfettamente in grado
di accogliere gli eventi, tutto. È uno
spettacolo la cui densità è emozionante e
la nostra terra, non dovrebbe mai
smettere di ringraziare Mimmo Cuticchio
e gli artisti che gli stanno accanto per
essere riusciti a salvare questo patrimonio
d’arte di cultura e non aver permesso che
si trasformasse in banalissimo folklore.
Mimmo Cuticchio già da un paio d’anni
oltre al suo laboratorio e al teatrino di
Via Bara Dell’Olivella, gestisce uno spazio
nuovo sempre a Palermo, l’Ex chiesa di
San Mattia in Via Torremuzza: si tratta,
finalmente, di uno spazio in cui l’artista
può esprime con un agio adeguato al suo
livello e ordinatamente in ogni suo
segmento tutta la ricchezza di quest’arte
antichissima. E, come abbiamo
raccontato diverse volte su queste
pagine, non si tratta solo di mettere in
scena gli spettacoli dei pupi ma di
continuare a muoversi, a sperimentare, a
collaborare con altri artisti, a formare
nuovi e giovani talenti per mezzo di
laboratori e workshop, a fare insomma
un’autentica ricerca teatrale studiando
l’antico senza stancarsi di guardare al
futuro. Questa volta parliamo delle
scenografie dell’Opera dei Pupi, delle
meravigliose pitture che hanno
accompagnato la sua arte in mezzo
secolo di spettacoli e tournee in giro per
il mondo: si tratta di una mostra
(visitabile fino al 22 febbraio 2015,
appunto a San Mattia) delle grandi
scenografie dei suoi lavori appositamente
create da artisti di tradizione che lui
stesso è andato a scovare per le strade e i
vicoli di Palermo, che ha incontrato nel
fervido commercio intellettuale dei suoi
spettacoli (Francesco Rinaldi, Otello
Tiberi, Carlo Curaci, Giovanni Salerno,
Fabrizio Lupo, Alfredo Troisi, Marco
Incardona, Toti Garraffa, Pippo Miraudo,
Calogero Guddemi in arte Calì) e che,
soprattutto, gli sono stati accanto negli
anni e quindi anzitutto sua madre, Pina
Patti Cuticchio (venuta a mancare
appena l’anno scorso) e la fedelissima e
talentuosa Tania Giordano che, negli
anni, è diventata una delle colonne
portanti di questa straordinaria
avventura d’arte.
CEFALU’
Le lettere inedite del barone Enrico
ESPOSIZIONE AL MANDRALISCA CHE RACCONTA LA STORIA ATTRAVERSO APPUNTI DI VIAGGIO
CEFALU’ Riaffiorano dagli archivi 35 lettere, in gran parte inedite, di Enrico Pirajno di
Mandralisca. Compongono il diario di un viaggio compiuto dal barone tra giugno e
ottobre 1861 in occasione delle sedute inaugurali del Parlamento dell’Italia unita. Il
materiale, con il corredo di foto e giornali d’epoca, in mostra dal 5 dicembre, nelle
sale del museo Mandralisca di Cefalù. Si riapre una pagina di storia attraverso i
resoconti precisi e stimolanti di uno dei protagonisti della vicenda risorgimentale.
Mandralisca non era solo un collezionista di opere d’arte, un archeologo e un
naturalista di riconosciuta competenza. Era anche una figura pubblica: nel 1861 era
stato eletto deputato proprio nel collegio di Cefalù. Mandralisca fece con la moglie
Maria Francesca Parisi, e servitù al seguito, il viaggio che lo portò a Livorno, Genova,
Torino, Milano, Pavia, Bologna, Parma e Firenze. Le esperienze legate a quel tour sono
raccontate dal barone e dalla moglie nelle lettere inviate a parenti e amici mondo
artistico e culturale del tempo.
centonove pagina 35
PALERMO. E’ stata inaugurata
domenica 7 dicembre, al Museo
Civico di Castelbuono, la mostra
fotografica Lipadusa, storie di vita e
di mare, personale di Calogero
Cammalleri, realizzata in
collaborazione con Fabrica, centro di
ricerca sulla comunicazione di
Benetton Group. La mostra, che
resterà aperta fino all'8 marzo,
presenta una selezione di fotografie
tratte dal libro Lipadusa, pubblicato
da Fabrica lo scorso settembre, dopo
una residenza di Calogero
Cammalleri a Lampedusa durata otto
mesi. L'esposizione rientra
nell'ambito del programma del
Museo Civico come "osservatorio"
sul Mediterraneo. Lipadusa è un
progetto sull'identità di Lampedusa.
Divenuta suo malgrado sinonimo di
migrazione, di tragedie in mare, di
disperazione e miseria, Lampedusa si
presenta in questa mostra nella sua
veste più autentica e profonda. Le
fotografie di Calogero Cammalleri,
studente a Fabrica, e il testo della
giornalista Silvia Giralucci
raccontano l'unicità di Lampedusa:
geograficamente già Africa, ma
politicamente ancora Italia. Le
fotografie esposte ritraggono lo
scorrere della vita di pescatori,
bambini e animali di Lampedusa,
impressioni oniriche, attimi colti in
bianco e nero, sfocati nella
trasfigurazione di una realtà senza
tempo. Diventato una presenza
familiare per gli isolani, Cammalleri è
riuscito a superare l'iniziale
diffidenza di chi ha visto troppe
telecamere e macchine fotografiche
alla ricerca di uno scoop. Calogero è
lui stesso un migrante di ritorno:
partito a tre anni con la sua famiglia
dalla Sicilia per la Germania, torna
nella sua terra dopo diciassette anni
a cercare le sue origini.
11 Dicembre 2014
posterprotagonisti
Adele Tirante
MESSINA. L’attrice svela il suo talento musicale nello spettacolo dedicato al compagno morto a 48 anni
Com’è Tirante quella voce
Il racconto di una carriera cominciata recitando dalle suore di Alì Terme. Il grande salto
da professionista dopo l’incontro con Castellaneta. Il ritorno alla Laudamo tra rose rosse e l’ugola d’oro
DI
GIGI GIACOBBE
MESSINA. Con quei suoi grandi occhi
tutti luccicori e quel suo viso da attrice
del cinema muto sembra d’avere di
fronte la marchesa Luisa Casati in un
ritratto di Giovanni Boldini del 1908. Del
resto anche la sua tesi di laurea in
“Tecnologia dell’istruzione e della
comunicazione” alla facoltà di Scienze
della Formazione di Messina era
incentrata sulla “Recitazione negli anni
del Cinema muto”, come dire che il
destino di Adele Tirante cantante attrice
nata a Roma ma vissuta per lunghi anni
a Nizza di Sicilia era già scritto nel suo
mantra. « Per me il Teatro - dice quasi
tornando indietro nel tempo - è stato ed
è come stare a casa mia, già da quando
bambina recitavo dalle suore ad Alì
Terme e dietro le quinte avvertivo un
senso di benessere e pensavo che potesse
succedere sempre qualcosa di nuovo».
Andiamo per ordine. Com’è che ti
trovi a vivere per parecchi anni a
Nizza di Sicilia?
«Mia madre, Nina Carella, è
sudamericana figlia di emigranti a Lima
(Perù). Mio nonno, grande patriota, ad
un tratto vende tutto e torna a Roma.
Mio padre, originario di Nizza,
commerciante di tappeti e articoli
orientali, incontra mia madre, si sposano
e nasciamo io e mia sorella Nella che fa
pure l’attrice e ancora bambinette ci
trasferiamo tutti a Nizza di Sicilia. Qui
completiamo le elementari,
frequentiamo il liceo scientifico di Santa
Teresa e poi l’università a Messina».
Quando cominci a fare Teatro?
«Sin da ragazzine io e mia sorella
eravamo attratte dal Teatro e all’inizio lo
abbiamo fatto per gioco in vari paesi
della costa ionica con Carlo Barbera,
Tino Caspanello e alla Masseria di Re
Enzo (Pugliatti) in quel progetto
denominato Kalonerò a Santa Teresa, un
luogo a me caro perché tramite la moglie
di Michele Cannavò ho conosciuto Jorge
Luis Borges che mi ha regalato il suo
libro “Aleph” incentrato sul racconto del
minotauro Asterione e che mi ha aperto
il mondo su altre tematiche quali
l'immortalità, il labirinto, l'idea del
tempo infinito ».
Quando hai capito che il Teatro era
ciò che volevi fare nella vita?
«Una decina d’anni fa durante il
laboratorio teatrale al Vittorio Emanuele
tenuto da Marchetti e in particolare da
Pupetto Castellaneta, che mi ha dato il
contatto con la cultura vera, non
l’erudizione. Un rapporto d’amicizia
proseguito poi quando andavo a trovarlo
nella sua casa di Roma e vedevamo
video e progettavamo spettacoli».
Fu proprio Pupetto Castellaneta che
firmò il coordinamento artistico di
Scantu, spettacolo scritto da te e
recitato accanto a tua sorella e altri
giovani attori alla Laudamo nell’aprile
del 2009 che ebbe tanto successo.
« Sì proprio così, uno spettacolo il cui
testo era entrato in finale al Premio
Riccione del 2005 e che io ho sentito la
necessità di scrivere a Nizza in tre giorni
e tre notti senza uscire dalla mia stanza
facendo preoccupare non poco mia
madre. Un testo che aveva a che fare con
la trasfigurazione d’una mia esperienza
in un periodo buio della mia vita,
quando m’interessavo degli scritti
dall’antropologo Ernesto De Martino e
leggevo libri come “La magia in Sicilia”
in cui si scontravano cultura religiosa e
popolare, come dire sacro e profano,
tant’è che lo spettacolo in questione
aveva il suo culmine in una sorta di rito
volto a togliere lo spavento, ‘u scantu
appunto, dal proprio corpo ».
Nel primo decennio del terzo
millennio frequenti laboratori teatrali
tenuti da Davide Enia, Emma Dante,
Vincenzo Pirrotta, Franco Scaldati,
Giancarlo Sepe, forse altri ancora.
Cosa ti hanno dato questi registi e
drammaturghi della nuova scena
italiana?
«Di Enia mi è rimasta una bambola con
una doppia faccia, quella della cantante
Nina Simona e di mia madre Nina
Carella. Emma Dante con le sue “Pulle”
mi ha lasciato tantissimo, un modo di
lavorare attraverso il corpo, parlare e
trasmettere l’essenza della Sicilia
attraverso immagini archetipiche, un po’
quello che hanno fatto Pina Bausch e
Tadeusz Kantor. Pirrotta la musicalità del
verso. Scaldati la magia del teatro, lui
era un grande poeta. Sepe la
scomposizione del corpo nella musica ».
Io, come altri credo, non
conoscevamo le tue doti di cantante.
Dove hai affinato la tua voce canaille,
tremula a volte, con ottimi accenti
francesi?
«Credo sia una dote naturale, anche se
ho fatto un po’ di scuola da Rosalba
Bentivoglio cantante jazz di Catania ».
Lo spettacolo “Padam Padam”
presentato venerdi e sabato scorsi in
una Sala Laudamo agghindata tutta di
rose rosse, plastificate perché vere ti
sarebbe costato parecchio, era
incentrato su una serie di canzoni
d’amore che hanno reso celebre Edith
Piaf accanto a dei pezzi di Prevert e
Cocteau accompagnati alla
fisarmonica e al pianoforte da Mirko
Dettori. Perché hai scelto questo
titolo?
«Questo spettacolo è dedicato a Felice
Romeo, il mio compagno morto a 48
anni, ma è anche il titolo d’una canzone
cantata dalla Piaf, il passerotto dall’ugola
d’oro, che esprime la vorticosa e
ossessiva commedia dell’amore, che
come il suono di un’orchestra
imprigionato nella memoria, prima o poi
la farà impazzire. In questo spettacolo ho
voluto affrontare il tema dell’amore,
quello che l’infelice cantante sviscera in
tutte le sue sfumature, inserendovi un
monologo di Cocteau titolato “La belle
indifferente”, e cantare l’amore come
assenza, perdita, come une “vie en rose”,
un tappeto sotto i piedi dell’amato. Non
è uno spettacolo filologico ma vuole
rendere omaggio ad una grande artista
che interpreto e studio da tempo».
Tornerai a Roma e cosa farai?
«Sarò protagonista assieme ad altri 20
compagni di lavoro dello spettacolo che
da 7 anni va in giro per l’Italia che
s’intitola “Dignità autonome di
prostituzione” a cura di Luciano
Melchionne e Betta Cianchini che nasce
come polemica di vendere la propria arte
al pubblico e inizia simpaticamente con
delle attrici-maitresses all’entrata che
danno dei dollari agli spettatori per
poter comprare pillole di Teatro ».
LA SCHEDA
La doppia vittoria ai “Teatri del Sacro”
ADELE TIRANTE nasce a Roma il 9 febbraio 1979. Da bambina si trasferisce con la
famiglia a Nizza di Sicilia. Completa gli studi all’Università di Messina e inizia a
recitare e cantare sin da ragazzina frequentando laboratori teatrali in varie città
italiane. Ha recitato più volte al V.Emanuele e alla Laudamo prendendo parte a vari
spettacoli, quali “Agata” (2005) di Rocco Familiari regia di Walter Manfrè, “Il vitalizio”
(2006) di Luigi Pirandello adattato da Andrea Camilleri e regia di Walter Manfrè,
“Picasso e la ragazza” (2011) di Dacia Maraini regia di Antonio Calenda, “Patri ‘ì
famigghia”(2011) di Dario Tomasello regia Roberto Bonaventura, “L’ufficio” (2012) di
Ciarrapico-Torre regia di Ninni Bruschetta. E’ fra le protagoniste del film “Baaria” di
Giuseppe Tornatore e del “corto” “Lungo le rive della morte” di Ugo Gregoretti. E’
orgogliosa come drammaturga d’aver vinto a Lucca per due volte i “Teatri del Sacro”
con “Euforia” che ruota attorno ad un parricidio e “Hermanos/Fratelli” una
rielaborazione del racconto biblico “Marta Maria e Lazzaro” in chiave sudamericana.
centonove pagina 36
posterrubriche
NUOVE VISIONI
INIZIATIVE
MUSICA
DI MARCO OLIVIERI
DI CESARE NATOLI
La vita secondo Woody Allen
Buon vecchio Woody Allen. Il
suo nuovo film, puntuale come
ogni anno, “Magic in the
Moonlight”, ripropone, in una
chiave gradevole, lontano dalle
vette artistiche di altri titoli
(da “Io e Annie”, “Manhattan” e “Zelig” a
“Broadway Danny Rose”, “Hannah e le
sue sorelle” e “Match Point”), i temi del
suo cinema. La sua visione dell’esistenza,
il perenne conflitto tra il pessimismo
tragico della razionalità e la necessità di
ancorarsi a una magnifica illusione (il
sogno del cinema, la magia dell’amore, la
bellezza della musica), complice il tema
ricorrente dell’illusionismo (da “Stardust
Memories” a “La maledizione dello
scorpione di Giada” e “Scoop”), per poter
continuare a vivere. In questo quadro,
“Magic in the Moonlight” risulta garbato
e scorrevole, impreziosito da un buon
cast: in primo piano Colin Firth (al quale
Allen affida il suo umorismo tragico),
Emma Stone (graziosa e dagli occhi
magnetici) ed Eileen Atkins (la zia, acuta e
intuitiva, del protagonista). Girato nel sud
della Francia, il film non a caso inizia su
un palcoscenico della Berlino del 1928,
dove si esibisce il mago inglese Stanley
(in arte Wei Ling Soo), facendo intuire uno
sfondo drammatico (l’imminente ascesa
del nazismo, l’orrore della vita) che
rimane fuori campo. Sottinteso tragico –
il mondo prima della catastrofe bellica –
nascosto per scelta, in modo da
alimentare l’illusione salvifica della
commedia e del cinema.
Quell’immaginario sempre affascinante
dove il cinico miscredente sposa
l’adorabile bugiarda e il mistero
dell’universo smette, per un istante, di
inquietare.
ENNA
Core al Teatro Garibaldi
ENNA. Un gruppo di danzatori, una
scenografia fatta di immagini, una
statua parlante, la divinità come
simbolo del potere che distrugge e
crea un nuovo volto, quello di una
città. Con lo spettacolo Core (Demetra
2.0) della coreografa palermitana
Giovanna Velardi si apre, domenica 7
dicembre alle ore 20.30, la sessione
dedicata alla danza della stagione del
Teatro Garibaldi di Enna, che dopo 14
anni è tornato a vivere grazie alla
sinergia del Comune di Enna con
l’Università Kore, e che si pregia della
direzione artistica del cantautore
Mario Incudine.
Lo spettacolo di Giovanna Velardi, che
associa la coreografia alla scenografia
elettronica firmata da Dominik Barbier
e Anne Van Den Steen, si interroga
sull’apparenza del potere, prendendo
spunto dal mito greco di Demetra e di
sua figlia Persefone (in greco Core).
11 Dicembre 2014
Tempi da marketing
Paolo Andrè Gualdi
Il "pianista sotto l'oceano" sbarca a Milazzo
Venerdì 12 al Teatro Trifiletti il concerto benefico di Paolo Andrè Gualdi per Nemo Sud
MILAZZO. Un pianista ma anche un sub,
amante della musica classica come del
mare: Paolo Andrè Gualdi sarà il
protagonista dell'evento “Mylae Classic”,
concerto per pianoforte promosso dal Leo
Club di Milazzo venerdì 12 dicembre alle
ore 21 al Teatro Trifiletti. Una serata
all’insegna di grandi opere firmate da Liszt
e Chopin e riproposte dal talentuoso
musicista italiano, di "adozione"
americana, che sbarca in Sicilia
direttamente dal Brasile, dove ha tenuto
nei giorni scorsi una master class e un
recital.
Originario di Roma, figlio d'arte, da più di
dieci anni vive a Florence nel Sud
Carolina, dove oltre al ruolo di insegnante
di piano presso la prestigiosa Francis
Marion University, svolge un'intensa
attività come direttore artistico del South
Carolina Chamber Music Festival. Il
connubio musica e mare è per lui una
grande fonte d'ispirazione: il "pianista
sotto l'oceano" renderà omaggio ai
milazzesi con l'esecuzione di un brano di
Liszt ispirato alla traversata nello Stretto
di Messina di San Francesco di Paola,
compatrono di Milazzo. Andrè Gualdi è
sub professionista e fa immersioni in
apnea fino a 25 metri e con bombole fino
a 45 metri e vanta tra gli amici, Simone
Arrigoni, pluriprimatista mondiale di
apnea (456 metri "foot push"). "Il silenzio
dell'oceano è una musica unica" si legge in
una sua recente intervista.
Lo spettacolo "Mylae Classic", patrocinato
dal Comune di Milazzo e organizzato in
collaborazione con l’associazione culturale
Darshàn, Image ed Europa Due Media &
Congress, sarà presentato dal giornalista
Massimiliano Cavaleri e da Pierpaolo
Ruello; il ricavato è destinato al Centro
Clinico Nemo Sud di Messina per
l’assistenza alle persone affette da
malattie neuro-muscolari, di cui è
madrina l'attrice Maria Grazia Cucinotta.
Durante lo show, di circa un'ora, sarà
sorteggiato un esclusivo gioiello firmato
dal grande maestro orafo Gerardo Sacco
dalla collezione "Teste di moro", realizzato
in argento e ceramica smaltata a mano:
sarà lui stesso a consegnare l'omaggio al
fortunato vincitore. Per info e biglietti
(costo 10 euro) tel 340.9363006.
Hai talento e sensibilità?
Nell’era del marketing, se vuoi
fare il musicista, non sono
sufficienti. Dice: ma è sempre
stato così, ci vuole fortuna,
qualche amicizia giusta e così
via. Certo, ma oggi c’è dell’altro. Il mondo
della musica, infatti, sembra riassumere
tutte le ansie dell’ipermoderno e di una
rivoluzione tecnologica che se da un lato
rende tutto più veloce, fruibile e
disponibile, dall'altro sembra spesso non
essere in grado di offrire una direzione
migliore di quella, asettica e spietata, del
mercato. Vedere in televisione Luciano
Ligabue e Francesco De Gregori cantare
insieme 'Alice' a 'Che tempo che fa', ad
esempio, una volta sarebbe stata una cosa
dell’altro mondo. Ora invece tutto diventa
normale, come normale sentire De
Gregori dire che l'andare in giro a
promuovere un disco o un tour una volta
lo considerava odioso, quasi contrario alla
sua etica, mentre oggi quasi si diverte:
'...e poi lo fanno tutti'. Il dubbio è che
senza la promozione, ossia una delle
‘quattro’ P del marketing, oggi non si
vada davvero da nessuna parte.
D’altronde è noto come nell'era dello
streaming molti artisti non se la passino
bene, specie gli indipendenti e i piccoli.
Siamo quindi al punto che oggi un artista
più che essere un musicista di talento
deve essere un esperto di social media e
comprendere il modo in cui attrarre i fans.
Facebook, Twitter, Instagram e un altro
stuolo di servizi sono lì apposta a
richiedere tempo e attenzioni per dare
attenzione e qualche click in più, che alla
fine sono quelli che fanno guadagnare.
Insomma, il lavoro dell'artista è destinato
a cambiare e non poco. De Gregori e
Ligabue lo hanno già capito.
DE GUSTIBUS
Cva di Canicattì, la “filosofia” del vino
CI SIAMO OCCUPATI spesso in queste pagine
della Cva Canicattì per parlare dei loro ottimi
vini tra i migliori in Sicilia per rapporto qualità
prezzo.
Stavolta invece, non tralasciando di fare i
complimenti per i loro vini che continuano ad ottenere
tanti premi nei concorsi internazionali e nelle guide più
importanti d’Italia, ci vogliamo congratulare con loro
perchè la Camera di Commercio di Agrigento li premia con
il riconoscimento “Progresso Economico e Legalità” il
percorso produttivo realizzato in questi anni da Cva
Canicattì, una cantina sociale di successo, che ha investito
sulla qualità e sul tessuto agricolo di tradizione espresso
dal territorio di Agrigento.
Giunto alla quinta edizione, il premio “Progresso
Economico e Legalità”, anche per quest’anno ha goduto
del patrocinio del Ministero delle Sviluppo Economico. Il
centonove pagina 37
Premio viene attribuito a quelle aziende che si sono
distinte sul versante della tradizione, del valore sociale,
dell’internazionalizzazione e della competitività,
realizzando un modello imprenditoriale di valore, aperto
all'innovazione e al confronto con rispetto le attuali
dinamiche di mercato.
Un riconoscimento che intende elogiare quelle realtà
produttive del territorio che fanno della legalità un
principio base del proprio operato, in grado di valorizzare
quanto di positivo è presente nel territorio. La filosofia
produttiva di Cva Canicattì è stata sempre centrata sul
binomio qualità /territorio.
Una filosofia produttiva che ha reso i vini di Cva Canicattì
riconoscibili e identitari di una specifica area territoriale.
Una produzione di qualità mirata a salvaguardare
l’autenticità varietale delle uve e ad esaltare gli aspetti
agricoli e storici di una delle area vitivinicole più vocate
della Sicilia. Le terre del Nero d'Avola, del Grillo e dei
vitigni che hanno fatto la storia del vinbo siciliano di
qualità.
11 Dicembre 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Pensionamenti, domande
entro il 15 gennaio
Non è uno spettacolo
SIn attesa dell’annuale circolare
operativa, che recepirà anche le
novità pensionistiche inserite nella
legge di stabilità in via di approvazione, il
MIUR ha pubblicato il decreto ministeriale
866 con il quale stabilisce per il personale
della scuola il 15 gennaio 2015 quale
scadenza della domanda di: dimissioni dal
servizio per aver raggiunto il limite massimo
di servizio; richiesta del trattenimento in
servizio per arrivare al minimo di
contribuzione (20 anni); trasformazione del
rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo
parziale con contestuale trattamento
pensionistico. Entro la medesima data,
potranno essere ritirate le dimissioni.
Possono presentare la domanda: le donne
che hanno una età contributiva di 41 anni e
2 mesi entro il 31/08/2015 e gli uomini che,
alla stessa data, posseggono 42 anni e 2
mesi di contribuzione; coloro che
compiranno 66 anni e 3 mesi entro il
31/1/2015 e possono far valere minimo 20
anni di contribuzione; le donne che, al
31/1/2014, hanno età anagrafica di 57 anni e
3 mesi, contribuzione minima di 35 anni, che
optano per il calcolo contributivo. Verranno
collocati d’ufficio in pensione, invece, le
donne che compiranno 65 anni entro il
31.08.2015 e possedevano al 31.12.2011
minimo 20 anni di contribuzione.
Analogamente verranno collocati in
pensione coloro che al 31/12/2011 hanno
maturato la quota ’96 (mix tra età anagrafica
e contributiva partendo da età minima 60
anni e contributiva 35) e compiranno 65 anni
entro il 31/8/2015. Con la legge Fornero
andranno in pensione quelli che compiranno
66 anni e tre mesi entro il 31/8/2015 ed
hanno un minimo di 20 anni di contribuzione
e coloro che, pur non possedendo il minimo
di contribuzione a tale data e rimanendo in
servizio fino a 70 anni, non
raggiungerebbero il minimo contributivo dei
20 anni.
ECOLOGIA&AMBIENTE
A PUNTATE
Condominio a Parigi, gli aggiornamenti
Il 24 ottobre 2014, sul numero 40 di Centonove, è apparso l’articolo intitolato
“Pacco targato Parigi” relativo alle disavventure dei soci di un condominio in
multiproprietà Le relais de Noisy. Dopo un mese, la vicenda ha subito
aggiornamenti. Robert di Nigro (amministratore del condominio, ndr) viene
condannato (con ricorso in Cassazione da discutere ad aprile 2015) ad un
risarcimento di 766mila euro e sei mesi di galera. Il liquidatore della società non
concedeva nessun incontro per una bonaria risoluzione, ma ha addirittura
intentato una procedura di sfratto vinta in primo grado che sarà discussa il 14
febbraio 2015. Va fatto presente che nel 2011 il tribunale di Bobigny aveva
riconosciuto con sentenza definitiva opponibile, il titolo di godimento ai soci
del residence. Nonostante ciò, il 3
settembre 2014, alcuni multiproprietari
che usufruivano della loro settimana di
godimento, venivano invitati dalle forze
dell’ordine a lasciare il residence. Tra gli
sfrattati (soci italiani e francesi della
multiproprietà), venivano privati
dell’alloggio anche il custode con moglie
e figlio piccolo. Che oggi sono senza
lavoro e senza casa.
Gaetano Manganaro
Notizia del giorno: la
Grecia vorrebbe che i marmi
del Partenone, al British
Museum di Londra dal 1816,
tornassero in patria. Notizia
ad effetto: Amal
Alamuddin, avvocato di grido e neosposa di George Clooney, nominata
consulente legale del governo greco, ha
ricevuto mandato di dirimere lo spinoso
contrasto avviato nel 1993 dal ministro
Melina Mercouri. I marmi furono
asportati ad inizio Ottocento da Lord
Elgin – ambasciatore britannico a
Costantinopoli che al tempo controllava
Atene – e acquistati (o trafugati) per
arricchire il museo britannico. Mi chiedo
se l’incarico ad una celebrity da
rotocalco non sia finalizzata alla "global
audience" piuttosto che alla reale
soluzione della controversia. Idea non
peregrina se, per contro, il museo
londinese, che ha sempre sostenuto
l’inamovibilità delle opere, ne ha
concessa una in esposizione all’Ermitage
di Mosca. Mossa diplomatica in un
momento di rapporti tesi tra Gran
Bretagna e Russia per via della guerra ai
confini dell’Ucraina. Come si vede, gli
interessi culturali (collocazione delle
opere nei contesti originari) e scientifici
(salvaguardia e trasferimenti) sono
l’ultima delle problematiche. Il fatto che
il clamore sia preferito alla sostanza è
frutto di strategie mediatiche cui spesso
anche personalità di richiamo
internazionale danno manforte. È un
teatrino già visto: in cartellone da anni.
Basta! Vorremmo che la vita non fosse
uno spettacolo legato a show ed
onorificenze. Vorremmo impegnate nei
beni culturali persone competenti in
grado di generare frutti. E in Sicilia? E a
Messina? «È di te che si parla in questa
favola» (Orazio, Satire).
DI ANNA GIORDANO
Non toccate le fiumare
SE GLI ELEFANTI hanno, si dice, la memoria
lunga, gli umani, ed in particolare i
messinesi, ce l’hanno invece cortissima e non
sono avvezzi a ricordare cosa succede
quando si compiono determinate scelte e, a
seguire, a subire i loro effetti. Mentre l’Italia scopre che
tombinare (coprire) le fiumare è foriero di guai senza
limiti, come del resto si era appreso anche qui a suo
tempo, spuntano invece come funghi, progetti
“urgenti” per coprire nuove fiumare. Grandioso,
geniale, e manco a dirlo, dannosissimo sotto ogni punto
di vista. La pioggia (ad oggi) ci ha graziato, le
abbondantissime piogge si sono scatenate altrove, non
c’è stato un 2009 che ha visto la pioggia iniziare ai primi
di settembre e non finire più. No, sole, gente al mare,
erba secca, criminali con il cerino scatenati, pendii rasi al
suolo e poi, quando la pioggia si scatenerà, vai con le
frane, tanto che importa ! vai a capire responsabilità,
mancato censimento dei territori bruciati ecc. Con tutto
quel che ci sarebbe da fare a Messina e non solo, in
termini di prevenzione e messa in sicurezza, si predilige
la copertura di diverse fiumare, una delle quali per
poter meglio poi lottizzare dove già peraltro si è
lottizzato e non poco. Prima si costruisce, poi ci si pone il
problema di come arrivarci, anzi, di come arrivarci più
comodamente. Che poi alla pioggia che cade le si debba
dire che il suo letto antico non esiste più, che quindi,
anziché rimpinguare la falda se ne deve andare verso il
mare scivolando sull’asfalto, acquisendo velocità
supersonica e magari travolgendo tutto e qualcuno,
beh, sarà un problema di chi ci sarà quando accadrà,
non dei tanti soggetti che per loro mera dimenticanza,
chiamiamola così, han perseverato in scelte folli. Che
poi si sia in ZPS a chi vuoi che gliene freghi. La multa di
40 milioni di euro comminata dalla UE all’Italia proprio
centonove pagina 38
in materia di rifiuti mica la pagano i vari responsabili che
ci hanno portato, qui come altrove, a subire processi in
quel di Bruxelles e a seguire, multe stratosferiche che
pagheremo tutti, sotto forma di nuove tasse, nuove
accise, non loro. Bisognerebbe cambiare le norme, far si
che a pagare siano, di tasca loro, i singoli soggetti
responsabili. Di chi non ha voluto leggersi le carte, di chi
ha sbeffeggiato quei pirla degli ambientalisti (me per
prima), di chi ha dimenticato cosa sia una fiumara e cosa
sia la pioggia, perseverando su strade che dire sbagliate
è dire poco. Anche per la discarica a Pace fioccheranno
le multe e si vogliono tombinare le fiumare. Ah,
dimenticavo, auguri a tutti quando Messina diventerà
discarica emergenziale per mezza isola. Volevate i tir
fuori dalla città? avrete, se non si fermerà in tempo
questa previsione pericolosissima, i tir con la monnezza
e percolato a go go, che verranno da ovunque.
Svegliatevi, adesso tocca a voi, noi quel che potevamo e
pure più, l’abbiamo fatto.
postercommenti
11 Dicembre 2014
DIBATTITI di Achille Baratta*
Opere pubbliche, il deserto Messina
MESSINA. Vi siete mai chiesti quanto ci costa il
porto di Tremestieri all’anno? Perché abbiamo
pagato quattro svincoli da acrobati e ne
utilizziamo due, e ancora, il nuovo tribunale
dove lo mettiamo? Ecco il vero interrogativo in
Europa, ci riconoscono l’eccellenza concedendoci
risorse, ma noi non lo sappiamo spendere. Il
mondo degli appalti annulla qualsiasi
programma e qualsiasi progetto. Mancano i
progetti. E i progettisti chiudono gli studi,
all’ordine degli ingegneri e architetti
l’approvazione delle parcelle è una chimera.
Manca soprattutto il fare. Ricerca e sviluppo
ruotano attorno a competitività, redditività, nel
segno di strategia più efficienti, per produrre
crescita occorre utilizzare il potenziale tesoro
come lo stretto di Messina ma non lo sappiamo o
meglio lo vogliamo conoscere.
Gli investimenti ad alto reddito per noi non
possono posare alla base e dalla ricerca
industriale ma sono solo un indirizzo turismo
nautico. I progetti di ricerca di interesse normale
e internazionale passano dal territorio perché
strettamente connesso con esso in un’ottica
interdisciplinare e multidisciplinare. Gli errori del
passato non possono più ripetersi, occorre venire
fuori con l’alto livello e l’eccellenza della ricerca
che passa dalla passione e anche dall’amore per
la nostra terra, fuori dagli interessi di bottega di
partito, e ancor di più di mafia.
Basta una sbirciata veloce sul territorio, per
accorgersi che vogliamo chiudere un ospedale al
centro, come l’ospedale Piemonte, dove fino a
ieri sono stati spesi miliardi, che hanno chiuso
l’ospedale Margherita e che la fiera di Messina si
è trasformata in un deserto, l’area del gasometro
parcheggio stabile delle seconde macchine di chi
occupa i palazzi e di mezzi arrugginiti inattivi,
l’albergo riviera non si vede, ma chi l’ha
comprato? Di fronte gli hanno piazzato l’edificio
150 PAROLE DA PALERMO
La stele? E’ cosa nostra
DI
MARIA D’ASARO
In Sicilia, il rapporto del cittadino col
territorio è più complesso che nel resto
d’Italia. Da un lato, infatti, c’è la mafia
che contende il controllo del territorio ai
rappresentanti dello stato, spesso
incapaci di far sentire la propria
presenza e di promuoverne l’ordinata
gestione; dall’altro, ci sono tanti siciliani
distratti, che spesso non sentono “cosa
propria” ciò che si trova fuori dalla loro
casa. In questo contesto, pur se solo
simboliche, sono davvero encomiabili le
azioni dei cittadini che mostrano un
interesse attivo per gli spazi esterni e ne
combattono il degrado. Un grazie allora
al gruppetto di persone che, qualche
settimana fa, provvisti di vernice
coprente, hanno cancellato scritte del
tipo: “Non ti lascio piccola mia” “Mi
manchi tanto” che imbrattavano la base
della stele dedicata in autostrada, sul
luogo della strage, al giudice Giovanni
Falcone, alla moglie Francesca e agli
agenti di scorta Vito, Rocco e Antonino.
fasciato per simboleggiare un pronto soccorso che
non c’è, qui si muore direttamente dal vivo.
L’aereoporto dello Stretto è diventato
inaccessibile sia per i prezzi dell’Alitalia che per la
mancata accessibilità, volevano fare un ponte e
non hanno saputo fare una passerella per
l’attracco dei viaggiatori che vengono da Messina,
si parla di conurbazione, ma quale? Nei
programmi e nei progetti del comune di Messina
si scrive d’altro; ma il territorio dov’è? Eppure
basta esaminare le vecchie carte topografiche per
capire che la via san Cosimo in progetto attraversa
un vecchio cimitero, che si potrebbe realizzare
senza spese un eliporto e un porto all’interno
dell’ex fiera di Messina, rilanciando la città: con
una semplice convenzione. Sono finiti i tempi dei
saccheggi, non perché mancano i saccheggiatori,
ma perché manca il malloppo da rubare, in poche
parole mancano le risorse. Apriamo le porte al
lavoro, ai collegamenti e più semplicemente agli
altri, con metodi nuovi. Appropriamoci del nostro,
all’interno del programma operativo nazionale
con il quale l’Italia contribuisce allo sviluppo della
politica di comunione dell’Unione Europea a
favore delle proprie aree territoriali più
svantaggiate. Diversi progetti finanziati, portati
avanti da imprese, università, organizzazioni di
ricerca, enti pubblici ed altre realtà, con elevato
apporto innovativo e know – how. I risultati
finora prodotti certamente non soddisfano
sempre nello specifico, l’Ue e l’Italia hanno
approvato che una consistente quota delle risorse
dei fondi strutturali europei fosse destinata al
sostegno delle attività di ricerca e innovazione
nelle quattro regioni dell’Obiettivo Convergenza,
vale a dire, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania,
per fare motori di sviluppo sociale ed economico.
In questo quadro il Ministero dell’Istruzione
insieme al ministero dello sviluppo economico, ha
destinato e realizzato una serie di interventi
programmati ed attuati in modo organico,
nell’intento di produrre ricadute positive nella
vita dei cittadini. Ma di tutto questo non si è
fatto, il vento di scirocco ci taglia anche la
speranza, resta soltanto l’alito della morte e dei
becchini e l’ombra del dissesto economico.
A Reggio Calabria si può andare anche in
elicottero e dal porto turistico in tutto il Mondo.
* Ingegnere Progettista
ANIMAL HOUSE
ELIODORO
L'ignoranza deve essere uguale per tutti
CATANIA - Subordinare la validità dell'elezione del consigliere
aggiunto, appena eletto a Catania, alla conoscenza della Costituzione
italiana e dello Statuto siciliano, è discriminatorio. Lo dichiarano alcuni
consiglieri comunali di Catania che prendono le difese, non richieste, del
cittadino di origine cingalese di 31 anni, residente in città dal 1998, che
dovrà sostenere un esame. Chiedere, infatti, la conoscenza della Carta
costituzionale e del nostro Statuto speciale sarebbe, più o meno, un
atto di razzismo. E, in effetti, forse è così: l'ignoranza è consentita solo
ai nativi "made in Liotru".
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
Il presepe oltre il consumismo
MESSINA. Da qualche
anno si avverte una
forte e sensibile ripresa
della tradizione del
presepe che in passato,
probabilmente, aveva subito un
certo ridimensionamento a favore,
soprattutto, dell'albero di Natale di
origine nordeuropea. Due diverse
tradizioni che possono convivere
perfettamente, senza alcun tipo di
conflitto, e che quindi sarebbe
sbagliato contrapporre dal punto di
vista simbolico e religioso. Non a
caso, almeno a partire dal
pontificato di Giovanni Paolo II,
l'albero viene allestito anche a
piazza San Pietro, insieme con il più
tradizionale, dal punto di vista
cattolico s'intende, presepe.
L'origine pagana dell'albero, infatti,
non ha impedito di cogliere, oltre il
significato mitologico, anche la
valenza cristiana come albero della
vita e albero della croce. Negli
addobbi natalizi, quindi, è sempre
più comune ammirare due diverse
composizioni artistiche, che sarebbe
superficiale ridurre a banale
consumismo. Anche nelle case più
umili e povere l'attaccamento alla
tradizione è così forte, da non
temere di perdere la sua dimensione
spirituale più profonda che significa,
innanzitutto, apertura all'altro e al
futuro che viene. Nessuna spinta
consumistica sembra capace di
svuotare il lungo periodo natalizio
che, liturgicamente, coincide con il
tempo di Avvento. Non ha senso,
quindi, come fanno per esempio i
leghisti, esibire strumentalmente il
presepe, simbolo di mitezza e
accoglienza, per contrapporlo ad
altre tradizioni. Il presepe si
propone, non si impone come una
clava contro qualcuno. Le tante
mostre di arte presepiale (a Messina
nel chiostro del Palazzo arcivescovile
e nella chiesa S. Maria dei Miracoli di
Sperone) sono un segno ulteriore di
questa rinascita e vitalità del
presepe, anche nella sua valenza
pubblica e cittadina. Oltre il
consumismo, che nella crisi attuale
sembra produrre comunque ben
pochi sfarzi, prepararsi al Natale
significa, soprattutto, credere e
praticare grandi valori umanizzanti.
[email protected]
DI ROBERTO SALZANO
Un clic per gli amici a quattrozampe
Si avvicina il Natale: ecco il momento giusto
in cui fare qualcosa di gradito per gli altri. Se si
tratta di creature in difficoltà ancora meglio.
Ad esempio gli ospiti di canili e gattili, sempre
in attesa di una mano generosa che faccia
qualcosa per aiutare i volontari che
quotidianamente si impegnano nella causa
animalista. Non poche sono a Messina le realtà che hanno a
cuore le sorti di un gran numero di amici a quattro zampe e
lottano per migliorare le loro condizioni di vita: tanti sono gli
amanti degli animali che, in un modo o nell’altro, richiamano
l’attenzione sul tema dell’assistenza ai randagi e tante sono le
iniziative organizzate. Il rifugio di via Don Blasco sarà
presente per l'intera giornata di sabato 20 dicembre in via
Marco Polo a Contesse in occasione di un evento nato con
l’intento di ottenere un aiuto concreto da chiunque voglia e
centonove pagina 39
possa fare qualcosa per regalare affetto a tutti quegli
esemplari che non hanno la fortuna di vivere con una famiglia
che si prenda esclusivamente cura di loro. Per fronteggiare al
meglio le esigenze dei numerosi ospiti del ricovero, vi è la
necessità di contare sulla partecipazione attiva di persone
sensibili. Così, in occasione delle festività natalizie, verrà
allestito un banchetto di raccolta per i quattrozampe dell'ex
Macello, per dare un punto di riferimento a quanti disposti a
donare articoli destinati ad incrementare le risorse a
disposizione. A nessuno sarà negata la possibilità di
contribuire in qualche modo, perché un aiuto in buona fede è
sempre provvidenziale. Banchetti solidali, simpatici gadgets
perfetti per il Natale ormai alle porte, con cui verranno
ringraziati coloro che avranno donato anche una piccola cifra
simbolica: il ricavato sarà destinato per intero ai
quattrozampe. Basterà qualche rapido clic sulla pagina
Facebook BAU mercatino e coloro che vorranno potranno
trovare la maniera di prendere parte nel loro piccolo alla
missione davvero speciale dei volontari.