Ricordando Iris Versari
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Ricordando Iris Versari
Ricordando Iris Versari un breve resoconto dell’uscita didattica dell’undici dicembre 2006, riportando le tue considerazioni ed emozioni. L’11 dicembre 2006 abbiamo programmato un’uscita didattica con il fine di avere più informazioni possibili sulla vita di Iris Versari e visitare i luoghi dove lei, Silvio Corbari, Spazzoli e Casadei hanno avuto il loro scontro finale contro le milizie fasciste e tedesche. Prima tappa:(intervista a Berto Versari) Per aver informazioni su Iris abbiamo preso un appuntamento con il fratello, Berto Versari che dopo le presentazioni ci ha accompagnato nella sala comunale di Forlì per rispondere alle nostre domande in tutta tranquillità. Berto per rompere il ghiaccio ha iniziato subito a raccontare com’era Iris: una ragazza semplice, molto bella, con un incredibile passione per la musica e il ballo. Berto ci ha raccontato che si è arrabbiato molto quando ha visto il film “Corbari” perché Iris non era affatto come si vedeva nel film. Ci ha parlato di quando Iris decise di partire insieme a un gruppo di partigiani (tra cui anche Silvio Corbari) per combattere il fascismo, e di quelle poche volte che tornava a casa per avere informazioni o semplicemente per stare un po’ con i famigliari. Poi ci ha parlato dei suoi ricordi di bambino, e di quello che aveva passato nei terribili anni della guerra. Ci ha raccontato quando i fascisti divisero la sua famiglia e portarono lui e suo padre in una prigione (insieme ad altri contadini della zona) per interrogarli, e sua madre e sua sorella maggiore in unʹaltra prigione femminile da dove non ebbe più loro notizie. Ci ha riferito di quando portarono via suo padre per l’interrogatorio e lo rilasciarono pieno di lividi perché non aveva parlato; di un attacco aereo www.memoteca.it da parte degli inglesi sulla prigione dove in quel momento stavano, della paura e della tanta voglia che questo incubo di morte finisse al più presto. Dopo l’attacco aereo i fascisti trasferirono i prigionieri in un’altra caserma e lui, dato che era un bambino, fu portato da suo zio, e fu proprio dalla casa dello zio che decise di partire per i boschi della zona in cerca di Iris, basandosi su indicazioni che le aveva dato la sorella quelle poche volte che li veniva a trovare. Riuscì a rintracciare la loro postazione e parlare con la sorella che in quel momento era sul letto ferita ad una gamba per via di un incidente, con una febbre abbastanza alta. Nonostante Berto volesse rimanere lì con lei, Iris insistette a rimandarlo a casa chiedendogli di non dire a nessuno dove fosse il loro accampamento. Qualche giorno dopo la tragedia, i fascisti avevano trovato la loro base e nello scontro a fuoco Iris, nel tentativo di coprire la fuga di Corbari, Casadei e Spazzoli, si suicidò. Le parole di Berto erano cosi toccanti che ci proiettavano all’interno del racconto facendo rivivere anche in noi quei terribili momenti. Abbiamo ringraziato Berto per il tempo che ci ha concesso e siamo partiti verso la tappa successiva. Seconda Tappa:(Sondaggio sul ricordo) Ci siamo poi diretti a Piazza Saffi (sempre a Forlì) dove Iris, Corbari Casadei vennero impiccati per la seconda volta il 18 e 19 Agosto del 1944, per fare un sondaggio generale a giovani e anziani, su quello che si ricordavano o avevano sentito dire riguardo a ciò che era successo in quella piazza in quegli anni. Nonostante fossimo in un giorno di mercato, e quindi pieno di persone, solo in poche ci hanno concesso un intervista flash. Le persone che ci hanno risposto erano per lo più anziani che ci hanno riferito di quando i fascisti impiccarono Corbari e la sua compagna. Terza Tappa:(Partigiano per un giorno) Dopo la serie di interviste e dopo aver mangiato in una piccola trattoria locale, ci siamo avviati verso la chiesa di San Valentino a Ca’Cornio, con l’obiettivo di vedere la casa e il luogo dove si è svolta l’ultima azione di Iris. Una volta arrivati alla Chiesa di San Valentino con il nostro pulmino, siamo dovuti scendere perchè il resto della strada si poteva solo percorrere a piedi. Abbiamo camminato per quasi un’ora su sentieri ripidi e infangati, immersi nella natura, con qualche mucca che girava libera nel pascolo; uno spettacolo meraviglioso!!!!! Arrivati alla fine del sentiero abbiamo subito notato la piccola casetta che Iris, Silvio e gli altri partigiani usavano come base; costruita con mattoni e sassi non era molto grande, ma si notavano alcune parti restaurate perché probabilmente danneggiate per via dello scontro a fuoco. L’interno sembrava una vera e propria casa comune con tanto di corrente elettrica, acqua e gas. Al pian terreno c’era la cucina e la camera da letto, mentre al piano di sotto vi erano i bagni. Sul retro della casa ci siamo fermati a guardare il dirupo dove Silvio Corbari, preso dalla disperazione per la terribile immagine di Iris che si era sacrificata per convincerlo a www.memoteca.it scappare, lo aveva spinto a lanciarsi seguito da spari dei nazifascisti che gli si lanciarono alle costole… Quando ci incamminammo per tornare alla chiesa dove ci aspettava il pulmino per portarci a casa, il sentiero era cambiato, tranquilli non avevo sbagliato strada, dico solo che vedevo le cose sotto un altro punto di vista… mi immaginavo un partigiano, a correre e camminare tutto il giorno per quelle montagne, con la paura che più avanti ci potessero essere delle ronde fasciste pronte a farti fuori. Da un lato lo trovavo emozionante perchè io mi sono sempre considerato un ragazzo che ama l’azione e gli piace sentir scorrere l’adrenalina nel sangue, ma nelle guerre dove un sacco di persone hanno perso la vita… non c’è mai niente di emozionante. Commento: Iris nel corso della sua storia ha svolto tantissime azioni che potremmo definire eroiche, ma quest’ultima è senza dubbio la più vera e spontanea tra le altre; una ragazza allegra e solare, con tanta voglia di vivere, è arrivata a sacrificare la sua vita per salvare l’uomo che amava e che avrebbe portato avanti i loro ideali continuando a lottare per raggiungere lo scopo delle loro battaglie: porre fine a quel susseguirsi di ingiustizie, massacri e persecuzioni che avevano ormai devastato l’Italia. Purtroppo, come sappiamo, Silvio Corbari non è riuscito a salvarsi, ma il messaggio è riuscito a trasmetterlo ugualmente e far si che oggi potessimo nascere e crescere nella totale democrazia, dove una persona può esprimere e pensare liberamente ciò che vuole con il pieno rispetto di chi non la pensa come lui. La cosa che più mi dà fastidio è che la maggior parte delle grandi figure storiche che abbiamo avuto nel corso della storia, per trasmettere il loro messaggio e i loro ideali siano dovuti morire attraverso un tradimento da parte di persone molto vicine a loro… possiamo parlare di Gesù Cristo e Giuda, di Giulio Cesare e Bruto, o per essere più vicini a noi, Silvio Corbari e Franco Rossi; persone che per gelosia o per propri interessi, ci hanno privato di grandi condottieri che a loro modo hanno contribuito a costruire il mondo dove ora ci troviamo. Samuel Bagnoli www.memoteca.it ___________________________________________________________________________________ Progetto : “Una donna di nome Iris” Lunedì 11 Dicembre ho partecipato all’uscita didattica con la mia classe che aveva come meta Forlì, Modigliana, Tredozio. Siamo partiti dalla scuola alle ore 8:45 circa, con un piccolo pulmino, due insegnanti accompagnatori e un operatore addetto alle riprese video. Durante il tragitto abbiamo cantato delle canzoni partigiane. Arrivati a Forlì, siamo andati ad intervistare Berto Versari, fratello di Iris. Iris era una ragazza di 22 anni che durante la Seconda guerra mondiale morì eroicamente per difendere il suo paese dall’invasione dei tedeschi e del fascismo. Poi siamo andati in Piazza Saffi dove Iris, insieme ad alcuni compagni partigiani, fu impiccata. In piazza abbiamo intervistato i passanti per chiedere se sapevano e conoscevano i fatti legati a questa donna . In seguito siamo ripartiti per raggiungere Tredozio dove ci siamo fermati a mangiare. A Tredozio si vedeva un bellissimo paesaggio. Abbiamo visto la chiesa di San Valentino con Gesù in bronzo. Dopo abbiamo fatto un’escursione a piedi fino a Ca’ Cornio, il casolare dove Iris e la banda Corbari si rifugiavano per sfuggire ai tedeschi e ai fascisti durante la Resistenza. La camminata attraverso la campagna è stata lunga, ma molto bella. Mentre il sole tramontava dietro le colline, siamo ripartiti con il pullman per tornare a Cesena. Io mi sono divertita molto, la gita è stata interessante, specialmente quando ho fatto l’intervista, perché mi sono sentita la vera protagonista di un fatto storico. ELENA MARONCELLI CLASSE 3Bss ___________________________________________________________________________________ L’11-12-06 siamo partiti da scuola alle 8.40 circa con il pulmino per andare a Forlì; siamo stati accompagnati e seguiti dal prof d’italiano Giuliano Spignoli, dalla professoressa di sostegno Fiorella Amadori e da Eddi Bisulli. Il viaggio è stato molto divertente perché abbiamo cantato le canzoni partigiane e ci siamo preparati, per l’intervista con gli ultimi consigli. Alle 11: 30 circa, siamo arrivati alla prima destinazione, l’intervista di Berto che è il fratello sopravissuto della Versari. Berto mi è sembrato un anziano ancora molto www.memoteca.it sveglio, disponibile, simpatico e abbastanza orgoglioso delle azioni svolte dalla sorella e dai partigiani; da lui abbiamo ricevuto molte informazioni interessanti e abbiamo imparato varie cose. Dopo essere tornati al pulmino siamo partiti per la seconda tappa, Piazza Saffi, dove grazie anche al mercato, abbiamo intervistato molta gente di vario sesso ed età, chiedendo informazioni sulla vita di Iris Versari. Abbiamo verificato che sono molte poche le persone che sanno quello che era avvenuto in quella piazza. Dopo tanta attesa quasi tutta la classe ha mangiato la pizza e poi dopo siamo ritornati all’attacco per la terza tappa, Ca’ Cornio. Ci siamo fermati verso le 14: 00 a Tredozio in una trattoria dove i professori e Eddi avevano mangiato insieme con alcuni miei compagni, poi abbiamo proseguito il viaggio con il pulmino fino al monumento del Gesù di bronzo, perché poi la strada era accessibile solo a piedi. Il tragitto per arrivare alla casa dove la Versari si era sparata per fare fuggire i suoi compagni, è stato un po’ duro perché c’era molto fango, c’erano pozzanghere, faceva freddo e perché il tragitto era pieno d’escrementi di mucca. Quando siamo arrivati abbiamo potuto vedere anche l’interno della casa che era stata ristrutturata, c’erano: due bagni, due camere e la cucina. E’ stato emozionante pensare che dove stavo camminando c’erano stati dei combattimenti, che forse proprio dove ero io era morto qualcuno, faceva una stana impressione perché la mia testa cominciava ad immaginarsi tutto. Il ritorno è stato ancor più faticoso perché era tutto in salita e siamo arrivati circa alle 17: 00 per poi arrivare a scuola alle 17: 35. Prima di fare questa gita pensavo che mi sarei annoiata, invece non è stato così, ho imparato molte cose e questa esperienza mi ha fatto apprezzare molto di più le vicende di Iris e dei partigiani. Giada Fiuzzi ___________________________________________________________________________________ Lʹ 11 dicembre assieme al prof. di italiano Spignoli, lʹ insegnante di sostegno Fiorella ed Eddi Bisulli, siamo andati in uscita didattica per ampliare ed approfondire il nostro progetto su Iris Versari. Siamo partiti da scuola verso le 9,00 e la prima fermata è stata quella da Berto Versari (fratello di Iris), poi siamo andati in piazza Saffi ad intervistare i passanti e a vedere il luogo in cui alcune persone appartenenti alla banda Corbari sono state impiccate. In seguito siamo andati a Tredozio, dove abbiamo mangiato; poi ci siamo spostati verso Ca’ Cornio, dove la banda Corbari aveva vissuto durante la Resistenza. Sono partita motivata per questa uscita, perchè ero interessata ed anche curiosa di conoscere la storia di questa donna che ha combattuto per la libertà italiana. Quando siamo andati da Berto, subito a prima vista mi ha dato lʹidea di un uomo gentile, disponibile, e tutte le cose che ci ha raccontato sono state interessanti, anche se, a dir la verità, www.memoteca.it dopo più di 2 ore ero un poʹ stanca. Quando siamo andati in piazza Saffi a intervistare i passanti, alcuni si sono dimostrati incuriositi dalla situazione, altri invece a parere mio sono stati molto antipatici e irrispettosi. Ca’ Cornio mi è piaciuto molto: eravamo in mezzo alla natura e, di certo, una bella camminata non ci ha fatto male. Abbiamo fatto un poʹ di fatica per arrivare al casolare, ma è stata una fatica sopportabile vista la bella esperienza che poi è venuta fuori. Facendo un raffronto con il film Corbari, si notano molte differenze, come il nome che nel film era Ines, la nobiltà della famiglia, mentre invece la famiglia di Iris era una famiglia di contadini, e molte altre cose che hanno dato fastidio anche al fratello Berto. Penso che se fosse successa a me la cosa che è successa a Iris, non avrei avuto tutto il coraggio che ha avuto lei, mi sarei tirata indietro molto prima. Proprio per il suo coraggio e la sua determinazione le è stata conferita una medaglia dʹ oro. Chiara Giacobbi www.memoteca.it www.memoteca.it