giovedì 6 ottobre 2016
Transcript
giovedì 6 ottobre 2016
Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLVI n. 229 (47.364) Città del Vaticano giovedì 6 ottobre 2016 . La visita del Papa ai terremotati dell’Italia centrale All’udienza generale il Pontefice parla del viaggio in Georgia e Azerbaigian Ha voluto salutarli uno per uno Dialogo e rispetto per la convivenza nel Caucaso «Portare la consolazione del Signore Gesù, con la carezza e l’abbraccio di tutta la Chiesa a quanti sono stati colpiti dal terremoto»: con questa intenzione, resa nota attraverso un tweet sull’account @Pontifex, il Papa ha dedicato la giornata di martedì 4 ottobre alle popolazioni dell’Italia centrale vittime del sisma dello scorso 24 agosto. Cinquecento chilometri percorsi in automobile e sei ore trascorse in mezzo alle sofferenze di bambini, donne e uomini duramente provati, ai quali Francesco ha voluto far senti- re la sua paterna vicinanza, recandosi al mattino ad Amatrice, Borbona, Cittareale e Accumoli nel reatino, Pescara e Arquata del Tronto nelle Marche, e nel pomeriggio a San Pellegrino di Norcia, in Umbria. «Li ha voluti salutare uno per uno», ci ha raccontato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Greg Burke, tra le pochissime persone che hanno accompagnato il Papa. «Tutte le popolazioni caucasiche vivano nella pace e nel rispetto reciproco»: è quanto auspicato da Papa Francesco all’indomani del viaggio internazionale compiuto in Georgia e in Azerbaigian. Mercoledì mattina, 5 ottobre, durante l’udienza generale, il Pontefice ha ripercorso con i fedeli presenti in piazza San Pietro le principali tappe della quindicesima visita internazionale del pontificato. Esprimendo riconoscenza alle autorità civili e religiose dei due paesi, e in particolare al patriarca ortodosso Ilia e allo sceicco dei musulmani del Caucaso, ha ringraziato anche i vescovi, i sacerdoti e i religiosi. Quindi ha ricordato che il viaggio rappresentava il «proseguimento e il completamento di quello effettuato in Armenia, nel mese di giugno. In tal modo ho potuto — ha chiarito — realizzare il progetto di visitare tutti e tre questi Paesi caucasici, per confermare la Chiesa cattolica che vive in essi e per incoraggiare il cammino di quelle popolazioni verso la pace e la fraternità». Dopo aver sottolineato che «entrambi questi Paesi hanno radici storiche, culturali e religiose molto anti- Cattolici e anglicani Andiamo verso il mare aperto PAGINA 5 JEAN GUITTON A PAGINA 4 Oltre diecimila migranti salvati in poche ore ma il Mediterraneo continua a restituire corpi y(7HA3J1*QSSKKM( +.!#!z!z!.! Strage silenziosa BRUXELLES, 5. I corpi di trentotto persone, tra cui una donna incinta, sono stati recuperati nel Canale di Sicilia. Sono le vittime più recenti della strage silenziosa di migranti e profughi che continua a consumarsi nel Mediterraneo. Nelle ultime 48 ore oltre 11.000 migranti sono tuttavia stati tratti in salvo. E tre bimbi sono venuti alla luce in navigazione, segni di speranza in un mare di morte. I 28 cadaveri ritrovati ieri e nella notte si aggiungono ai dieci che erano stati recuperati due giorni fa. Gli oltre 4600 migranti tratti in salvo nelle ultime operazioni si sommano ai 6000 intercettati e seguiti poco prima. In tutto sono 72 le operazioni di soccorso effettuate tra ieri e la notte scorsa. E in una di queste, dopo lo sbarco di 120 migranti nel porto di Crotone, la forze dell’ordine hanno identificato e arrestato tre scafisti. Guardando invece alla rotta balcanica, la polizia serba ha individuato all’interno di camion un gruppo di migranti irregolari provenienti da Afghanistan, Pakistan, Iraq e Iran e ha arrestato due trafficanti di esseri umani. Intanto, l’Unione europea e l’Afghanistan hanno siglato un accordo per la cooperazione su rimpatri, riammissioni e reintegri. L’intesa punta anche a sensibilizzare la popolazione sui rischi della migrazione irregolare, a smantellare il modello di business dei trafficanti e a fornire un’accoglienza sostenibile a chi torna in Afghanistan. Nel documento siglato si legge che Ue e Afghanistan «esploreranno la possibilità di costruire un terminal per i rimpatri nell’aeroporto di Kabul». Inoltre, «ci sarà un limite ai rimpatri non volontari di 50 per volo nei sei mesi dopo la firma della dichiarazione». Interviene sull’emergenza migranti, per chiedere «una soluzione condivisa», il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. In un’intervista al quotidiano «La Stampa», chiede «uno sforzo comune contro i trafficanti di esseri umani». Ban Ki-moon elogia Roma per tutti gli sforzi fatti per salvare vite umane, e sottolinea che «il rischio che il traffico di esseri umani venga sfruttato dai terroristi è reale». Il tema dei migranti porta a guardare alla Libia e Ban Ki-moon sottolinea che nel paese del nord Africa «è cruciale» dar vita a «forze armate solide e unite, a istituzioni per la si- curezza, sotto il comando del consiglio di presidenza». Ma c’è anche la crisi in Siria da dove partono moltissimi richiedenti asilo. Ban Ki-moon afferma che «l’inviato Staffan de Mistura è pronto a presentare un quadro di proposte alle parti, come punto di partenza, ma ciò che serve è un ambiente favorevole a colloqui di successo». Il segretario generale dell’Onu spiega che «questo significa cessazione delle ostilità, e accesso degli aiuti umanitari a tutti i siriani». tutti e noi siamo fratelli e sorelle». Da qui l’invito a «cercare l’incontro e il dialogo con tutti coloro che credono in Dio, per costruire insieme un mondo più giusto e fraterno». In precedenza nell’auletta dell’Aula Paolo VI, il Pontefice aveva ricevuto i dirigenti della fondazione Vodafone, che gli hanno presentato un progetto di solidarietà per studenti africani. Nel pomeriggio altri appuntamenti attendono il Papa: l’incontro in che, ma nello stesso tempo stanno vivendo una fase nuova», il Papa ha richiamato le difficoltà che essi incontrano «nei diversi ambiti della vita sociale». Per questo, ha affermato, la Chiesa cattolica «è chiamata a essere presente, a essere vicina, specialmente nel segno della carità e della promozione umana; ed essa cerca di farlo in comunione con le altre Chiese e comunità cristiane e in dialogo con le altre comunità religiose, nella certezza che Dio è Padre di PAGINE 7 E 8 Mentre non si ferma la battaglia ad Aleppo Alla ricerca di una soluzione politica DAMASCO, 5. La rottura sulla Siria tra Russia e Stati Uniti sembra totale ma la diplomazia internazionale è impegnata a cercare una via d’uscita allo stallo, che continua solo a causare vittime tra i civili in particolare ad Aleppo. Sul conflitto siriano «stiamo cercando di mettere assieme i pezzi di un processo politico che crediamo sia l’unica strada per andare avanti. Crediamo fortemente che non ci sia una soluzione militare alla guerra, ed è per questo che lavoriamo molto con i partner, a partire dall’inviato speciale dell’Onu Staffan de Mistura, per rimettere questo processo sui binari». Così l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogherini, arrivando alla conferenza sull’Afghanistan a Bruxelles. «Della situazione ad Aleppo abbiamo discusso ieri e penso che continueremo oggi». Il segretario di stato americano, John Kerry, che lunedì aveva formalmente annunciato l’interruzione dei contatti con i russi, ieri è tornato ad aprire uno spiraglio sostenendo che gli Stati Uniti non hanno gettato la spugna nella «ricerca della pace». Al Cremlino auspicano intanto che «la saggezza politica» prevalga a Washington, ha dichiarato ieri sera il portavoce, Dmitry Peskov. Alle Nazioni Unite, Francia e Spagna provano a definire un’intesa per una tregua ad Aleppo con una bozza di risoluzione redatta sotto l’egida dell’Onu, che dovrà monitorare la fine di ogni combattimento e lo stop ai voli degli aerei da guerra sulla seconda città siriana. Que- Ragazzi tra le rovine di palazzi distrutti ad Aleppo (Reuters) st’ultima parte, l’imposizione di fatto di una no-fly zone su Aleppo, ha già fatto sollevare obiezioni da parte russa, che ha più volte ribadito come non intenda sospendere i raid aerei al fianco dei jet di Damasco. Anche la Turchia sta lavorando a una proposta per riprendere una tregua in Siria. Lo ha detto il portavoce del presidente Recep Tayyip Erdoğan, che lunedì prossimo vedrà il leader del Cremlino, Vladimir Putin, a Istanbul. Si teme un disastro umanitario nelle zone colpite dal sisma del 2010 Haiti devastata dall’uragano Matthew Strade allagate nella capitale haitiana (Afp) Vaticano con i partecipanti a un convegno su sport e fede — preceduto da udienze private al segretario generale dell’Onu e al presidente del Comitato olimpico internazionale — e la celebrazione dei vespri con la partecipazione del primate della comunione anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, nella chiesa romana di San Gregorio al Celio. PORT-AU-PRINCE, 5. Con piogge torrenziali e raffiche di vento fino a 230 chilometri orari, l’uragano Matthew si è abbattuto oggi su Haiti, provocando morte e devastazioni in un paese ancora in ginocchio dal terribile terremoto del 2010, in cui morirono oltre 220.000 persone. Il bilancio provvisorio è di almeno cinque vittime, migliaia di sfollati e un numero imprecisato di dispersi. Si teme, però, che le vittime possano essere molte di più. All’appello mancano infatti decine di persone e molte altre, hanno indicato i soccorritori, si sono rifiutate di lasciare le proprie case, nonostante i numerosi appelli delle autorità locali. Isolato il sud del paese dopo il crollo di un ponte che collegava il comune di Petit-Gôave alla capitale, Port-au-Prince. Nella città portuale meridionale di Les Cayes, decine di abitazioni sono state completamente rase al suolo dalla furia dell’uragano, di categoria 4 su 5 sulla scala Saffir-Simpson. La situazione è particolarmente grave per migliaia di haitiani che vivono ancora in tende e baracche dopo il sisma del gennaio del 2010. Circa 10.000 persone sono state trasferite nei centri di accoglienza appositamente allestiti, mentre gli ospedali sono ricolmi di feriti e a corto di acqua e medicine. L’Unicef ha lanciato un allarme per oltre quattro milioni di bambini Contemporaneamente ad Haiti, l’uragano ha sferzato la Repubblica Dominicana, uccidendo quattro persone. Matthew — l’uragano più potente degli ultimi dieci anni sui Caraibi — si sta ora dirigendo verso Cuba, dove dovrebbe toccare terra all’alba di domani. Le autorità dell’Avana hanno già fatto sgomberare più un milione di persone dalla regioni costiere. A detta degli esperti meteorologi, proseguirà poi verso le Bahamas e gli Stati Uniti, dove è atteso venerdì in Florida, Georgia, al Nord e Sud Carolina fino allo stato di New York. La Russia ha intanto inviato in Siria una batteria di sistemi antimissilistici S-300, come ha affermato il portavoce del ministero della difesa, Igor Konashenkov, precisando che ha lo scopo di difendere la base navale russa di Tartus. «Ricordiamo che l’S-300 è un sistema puramente difensivo e non rappresenta una minaccia per nessuno. Non è chiaro perché il suo dispiegamento in Siria abbia suscitato tanto scalpore nei nostri colleghi occidentali», ha aggiunto il portavoce russo. Mosca, però, non arretra dal suo sostegno al governo siriano e ieri ne ha fatto le spese anche la sua ambasciata a Damasco, danneggiata da colpi di mortaio che arrivavano da un sobborgo della capitale controllato dai gruppi estremistici Jabhat Fatah ash Sham (gli ex qaedisti di Al Nusra) e Failak ar Rakhman. Nel frattempo, ad Aleppo i soldati di Bashar Al Assad stanno avanzando. Conquistano un palazzo alla volta strappandoli al controllo delle forze ribelli e procedono nella strada per conquistare i quartieri orientali della città. In particolare il cuore degli scontri si concentra sul quartiere di Suleiman Al Halabi e verso nord in direzione di Bustan Al Basha. NOSTRE INFORMAZIONI Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Brugge (Belgio) il Reverendo Canonico Lodewijk Aerts, del clero della Diocesi di Gent e finora Decano della città di Gent. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 giovedì 6 ottobre 2016 Il presidente colombiano Juan Manuel Santos (Ansa) Unicef e Banca mondiale fotografano quasi 400 milioni di bambini senza un domani Infanzia in povertà estrema Esteso fino al 31 ottobre il cessate il fuoco Futuro incerto per l’accordo in Colombia BO GOTÁ, 5. Rimane incerto il futuro del processo di pace in Colombia dopo la sorprendente sconfitta, nel referendum di domenica scorsa, dell’intesa di pace tra Bogotá e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Intanto, è stato esteso fino al 31 ottobre il cessate il fuoco bilaterale e definitivo concordato con i guerriglieri delle Farc e scaduto domenica scorsa. Lo ha reso noto il presidente Juan Manuel Santos in una breve dichiarazione rilasciata dal palazzo presidenziale. «Spero che per allora saremo in grado di finalizzare l’accordo di pace e porre fine al conflitto», ha affermato il capo dello stato, sottolineando che «non possiamo prolungare questo processo e questo dialogo a lungo, perché ci troviamo in una zona grigia, una sorta di limbo che è molto rischioso e pericoloso». Santos dovrà adesso tentare di riformulare i termini dell’accordo con il principale fautore del fronte del «no», l’ex presidente Álvaro Uribe a capo del partito conservatore Centro democratico. Il presidente ha annunciato difatti che incontrerà a breve il suo predecessore, il quale gioca ora un ruolo decisivo nella risoluzione della crisi a cui ha fatto seguito la sconfitta dell’intesa di pace. Nel frattempo, Uribe ha moderato i toni dopo il voto e insiste sulla necessità di evitare di tornare alla guerra, tuttavia non ha chiarito del tutto quali sono le sue proposte affinché questo non accada, né ha specificato le modifiche all’accordo che a suo avviso dovrebbero essere introdotte. Tuttavia ha sottolineato che la priorità dopo il risultato del referendum è evitare «la violenza: su questo, ha precisato, siamo d’accordo tutti». La guerriglia continua ad affermare che il referendum ha semplicemente contribuito a evidenziare che in Colombia esiste un problema politico, una profonda divisione della società. Intanto Santos ha creato una commissione di alto livello per iniziare un nuovo dialogo di pace. La commissione si riunirà con i delegati del suo predecessore e sarà costituita dal ministro degli esteri María Ángela Holguín, il ministro della difesa Luis Carlos Villegas e un ex negoziatore con le Farc per conto del governo, Humberto de la Calle. «Il paese ha bisogno di unità, dobbiamo lasciare alle spalle litigi, odio e la polarizzazione che ci stanno causando tanti danni», ha detto Santos, rimarcando che «è necessario cercare minimi denominatori». È importante capire — ha sottolineato — «le preoccupazioni e le osservazioni» del fronte del no per «giungere a un grande accordo nazionale». WASHINGTON, 5. Circa 385 milioni di bambini nel mondo vivono in condizioni di povertà estrema. È quanto si legge nel rapporto presentato dall’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, e dalla Banca mondiale. E i minori rappresentano praticamente la metà di una “popolazione” di poveri: in tutto, infatti, circa 767 milioni di persone a livello globale vivono con meno di 1,90 dollari al giorno. Le stime sulla povertà estrema infantile sono basate sui dati, registrati nel 2013, di 89 nazioni che rappresentano l’83 per cento della popolazione dei paesi in via di sviluppo. L’Africa subsahariana registra la più alta percentuale al mondo di bambini in povertà estrema: supera, anche se di poco, il 50 per cento. L’Asia meridionale è al secondo posto con circa il 36 per cento, ma bisogna dire che oltre il 30 per cento dei bambini poveri sono concentrati in India. Inoltre, più di quattro bambini su cinque in povertà estrema vivono in aree rurali. Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef, ricorda che «i bambini non solo hanno più probabilità di vivere in condizioni di povertà estrema, ma gli effetti della povertà su di essa sono più dannosi». Lake sottolinea che «è scioccante constatare che metà di tutti i bambini dell’Africa subsahariana e un bambino su cinque nei paesi in via di sviluppo crescano in condizioni di povertà estrema», avvertendo che «non è solo un limite per il loro futuro, ma anche per le loro società». L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Città del Vaticano [email protected] www.osservatoreromano.va ai governi c’è quella di rafforzare i sistemi di protezione sociale per i bambini, compresi i programmi di trasferimento di denaro che aiutano direttamente le famiglie povere a pagare cibo, sistemi sanitari, istruzione e altri servizi; dare priorità agli investimenti su istruzione, salute, acqua pulita. Bambini in un campo profughi somalo (Ap) All’esame del governo un piano per realizzare nuove strutture La premier May esprime ottimismo sui dati economici Sovraffollamento nelle carceri di Buenos Aires Brexit alla prova dei mercati BUENOS AIRES, 5. È al limite la situazione carceraria in Argentina. La realtà all’interno delle carceri soprattutto nella provincia di Buenos Aires — la più popolosa e la più estesa del paese con circa 17 milioni di persone in un territorio grande quanto l’Italia — è molto complessa. Il sovraffollamento ha raggiunto livelli preoccupanti, mentre si aggravano sempre più le condizioni dei detenuti. Il numero stimato delle persone presenti nelle carceri nella provincia di Buenos Aires — come riferisce il quotidiano «El País» del 5 ottobre — ha raggiunto 33.000 presenze, mentre le strutture avrebbero spazio per ospitare solo 26.000 detenuti. Ad ammettere questa grave situazione è lo stesso ministro della giustizia, Gustavo Ferrari, insediatosi a maggio. Il sistema penitenziario — spiega ancora il ministro della giustizia — registra una situazione precaria dal punto di vista della salute, educazione e lavoro. Inoltre scarseggiano cibo e acqua potabile. Uno dei centri di detenzione con più problemi è quello di Olmos, a pochi chilometri da La Plata. Rimasta praticamente immutata dal 1939, l’obsoleta struttura, concepita per accogliere circa 2000 persone, attualmente ne ospita quasi 2500. Il governo provinciale ha promesso la costruzione di otto nuovi peniten- ziari, da realizzarsi però nei prossimi dieci anni per l’insufficienza dei fondi. Ferrari ha ribadito l’urgenza di un piano, poiché da anni la questione carceraria è stata praticamente dimenticata nella provincia bonaerense. A tal proposito il governo locale ha annunciato un ambizioso progetto che include la ri- strutturazione e la riconversione di una struttura ospedaliera, chiusa da sei anni, e di altri edifici dismessi da tempo. Il grande problema delle carceri argentine è il sovraffollamento. E da questa situazione scaturiscono tante altre drammatiche realtà, come l’endemica violenza, che segnano la vita dei detenuti. Rallenta la crescita mondiale WASHINGTON, 5. La ripresa globale è debole e precaria. E ci sono rischi al ribasso, soprattutto politici, come dimostrato dalla Brexit e dall’incertezza economica creata dalle elezioni statunitensi. Lo evidenzia il Fondo monetario inter- controverse istanze portate avanti dal tycoon newyorchese. «Pensare a Donald Trump come comandante in capo ci spaventa a morte», ha dichiarato, dicendosi pronto per il suo ruolo e vantando una esperienza «a ogni livello». Pence ha invece difeso il magnate sulle rivelazioni circa dichiarazioni sulle tasse, affermando che Trump «ha usato in maniera brillante la normativa fiscale». Nei consensi finali, secondo un sondaggio della Cnn, il repubblicano avrebbe prevalso sul democratico 48 a 42 per cento. GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino vicedirettore Piero Di Domenicantonio nazionale (Fmi) nel suo World Economic Outlook. Invitando a un’azione collettiva per restituire alla crescita la necessaria spinta, l’istituto di Washington dipinge un mondo ancora “pericoloso”, dove la persistente L’indice degli scambi alla Borsa di Tokyo (Afp) Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione LONDRA, 5. I mercati oscillano in Gran Bretagna dopo il discorso con cui la premier britannica, Theresa May, ha annunciato che entro marzo sarà avviato il percorso della Brexit. May ha ribadito ieri che «il cambio della sterlina è destinato a oscillare in modi e in tempi diversi» durante questa fase di transizione, ma ha aggiunto che «i dati Rapporto del Fondo monetario internazionale Dibattito tra i candidati alla vicepresidenza statunitense WASHINGTON, 5. Primo e unico faccia a faccia, ieri sera in diretta televisiva, tra i candidati alla vicepresidenza degli Stati Uniti, il democratico Tim Kaine e il repubblicano Mike Pence. Il confronto, molto acceso, ha avuto luogo alla Longwood University di Farmville in Virginia, uno degli stati decisivi per il voto di novembre, (di cui Kaine è stato governatore), ed è stato moderato da Elaine Quijano, giornalista della emittente Cbs. Nel corso del dibattito, Kaine — indicano gli analisti — ha vigorosamente attaccato il rivale sulle più Ana Revenga, direttore del programma povertà e eguaglianza della Banca mondiale, raccomanda: «Migliorare questi servizi e assicurare che i bambini di oggi possano avere un accesso a opportunità lavorative di qualità, è l’unica strada per rompere il ciclo di povertà intergenerazionale». Fra le richieste proposte dall’Unicef e dalla Banca mondiale Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale ripresa debole ha avuto ricadute politiche «con l’ascesa dei populismi e del protezionismo». Ne consegue, spiegano gli analisti dell’Fmi, una incertezza politica che ostacola gli investimenti delle imprese e l’attività economica a breve termine. Ma soprattutto — ammonisce il rapporto del Fondo monetario — il rischio è di una «crescita globale che si autoalimenta nella sua debolezza». Il voto sulla Brexit e la campagna elettorale negli Stati Uniti per le presidenziali di novembre mostrano come il «sempre più sfilacciato consenso sui benefici dell’integrazione economica rende più attraenti le politiche protezionistiche», affermano gli esperti. In un contesto di rallentamento, con l’economia globale che crescerà quest’anno del 3,1 per cento — meno del più 3,2 per cento del 2015 — a pagare il prezzo più elevato sono le economie avanzate. Nel 2016, l’area euro farà comunque meglio degli Stati Uniti, crescendo dell’1,7 per cento. Riguardo all’Italia, l’Fmi ha limato le stime di crescita: nel 2016 il prodotto interno lordo salirà dello 0,8 per cento e nel 2017 dello 0,9 per cento. Il debito salirà al 133,2 per cento nel 2016, poi al 133,4 per cento. «L’Italia è lenta, è il fanalino di coda dell’Unione europea», si legge nel rapporto del Fondo monetario internazionale. Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, [email protected] [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 dell’economia, presi nell’insieme, sono stati positivi negli ultimi mesi, meglio di come ci si aspettasse». La stampa ha parlato di «hard Brexit» o «soft Brexit», cioè di un percorso che può essere di maggiore contrapposizione con le posizioni di Bruxelles o di maggiore conciliazione. I timori di un possibile taglio netto con l’Ue sembrano alla base del calo della sterlina, che nel giro di due giorni ha raggiunto un doppio minimo storico nei confronti del dollaro, con una quotazione mai così bassa dal 1985. May, dunque è intervenuta con varie interviste in televisione, ricordando che le stime aggiornate del Fondo monetario internazionale insistono su una previsione di rallentamento ma ben lontano dallo spettro della recessione. May ha anche dichiarato di sperare di mantenere in qualche modo un piede nel mercato unico europeo, dopo aver affermato nei giorni scorsi di non accettare compromessi a nessun costo. Calo dei disoccupati spagnoli MADRID, 5. A settembre, il numero dei disoccupati in Spagna è sceso su base annua di 373.745 unità, il calo più forte degli ultimi sette anni, anche se i senza lavoro sono leggermente aumentati rispetto al mese precedente. Il numero dei disoccupati è infatti cresciuto di 22.801 persone rispetto ad agosto, ma i senza lavoro registrati presso il ministero del lavoro sono 3.720.000, con un calo di quasi 1,4 milioni di unità rispetto ai picchi di inizio 2013. Su base destagionalizzata, la disoccupazione è scesa di 16.906 unità rispetto al mese precedente, mentre la disoccupazione giovanile è aumentata rispetto ad agosto. Notizie positive anche sul fronte degli occupati aumentati di 12.000 unità (più 0,07 per cento). Concessionaria di pubblicità Aziende promotrici della diffusione Il Sole 24 Ore S.p.A. System Comunicazione Pubblicitaria Ivan Ranza, direttore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 [email protected] Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 6 ottobre 2016 pagina 3 Conferenza internazionale dei paesi donatori a Bruxelles Sostegno all’Afghanistan Per il segretario generale della Nato sviluppo e sicurezza vanno di pari passo BRUXELLES, 5. La conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan ha l’obiettivo di assicurare il forte sostegno della comunità internazionale all’agenda di riforme del governo di Kabul. Presieduta dall’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogheri- Rinviate le elezioni amministrative palestinesi RAMALLAH, 5. Il governo palestinese ha deciso di rinviare le elezioni amministrative di almeno quattro mesi. Lo riferisce l’agenzia ufficiale palestinese Wafa, citando il primo ministro, Rami Hamdallah. Una data precisa, tuttavia, non è stata ancora fissata per la tornata elettorale, inizialmente indetta per sabato 8 ottobre e poi sospesa a causa di contrasti sulle liste presentate da Fatah e Hamas. La situazione rimane molto tesa. Ieri, l’alta corte palestinese di Ramallah ha autorizzato le elezioni municipali solo in Cisgiordania e non nella Striscia di Gaza, controllata da giugno del 2007 da Hamas. «Il sistema giudiziario a Gaza non offre le necessarie garanzie per tenere le elezioni», ha spiegato il presidente dell’alta corte, Hisham Al Hatoo. In una nota ripresa dalle agenzie di stampa internazionali, Hamas ha definito la decisione «politica», in quanto diretta da Fatah, che, di fatto, «aggrava la frattura nella politica palestinese». La sentenza dell’alta corte — rilevano gli osservatori internazionali — sembra così chiudere definitivamente le prospettive di un voto comune in tutti i territori palestinesi, che non si tiene congiuntamente dal 2006. Intanto, un razzo lanciato da Gaza è caduto oggi nel centro della cittadina israeliana di Sderot, al confine con la Striscia. Lo ha detto la radio militare, secondo cui non ci sono state vittime, nonostante il razzo sia esploso tra due condomini. Poco prima, nella stessa zona, erano risuonate le sirene di allarme antimissili. Quello odierno — ricordano gli analisti — è il primo incidente di questo tipo nel sud di Israele da quando, lo scorso metà settembre, un colpo di mortaio dalla Striscia cadde nella stessa zona, senza provocare né danni né vittime. In risposta, l’aviazione israeliana colpì, secondo il portavoce militare, tre strutture di Hamas nella parte settentrionale di Gaza. ni, vi partecipano fra gli altri il presidente afghano, Ashraf Ghani, il segretario di stato americano, John Kerry, oltre al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e al segretario generale della nato, Jens Stoltenberg. Le delegazioni di settanta paesi e di 20 organizzazioni e agenzie internazionali sono a Bruxelles al fine di garantire «il sostegno politico e finanziario internazionale per rafforzare la stabilità politica ed economica, la formazione delle istituzioni statali e lo sviluppo» del paese. «L’Afghanistan, con il presidente Ashraf Ghani e il chief executive del governo Abdullah Abdullah, ha fatto notevoli riforme e piani di sviluppo per cambiare la vita della gente che ha sofferto troppo a lungo per difficoltà socio-economiche critiche, il terrorismo e l’estremismo. È importante che oggi la comunità internazionale invii un forte messaggio di sostegno per il popolo e il governo afghano». Così ha dichiarato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki- moon, alla conferenza sull’Afghanistan aggiungendo che «le Nazioni Unite sono pronte a lavorare con i poteri regionali e la comunità internazionale, in modo che gli afghani» possano vivere «in un paese pacifico e prosperoso». Dal canto suo, il segretario di stato americano ha affermato che «non ho assolutamente alcun dubbio che anche dopo le elezioni gli Stati Uniti continueranno nel loro sostegno all’Afghanistan». Kerry ha ricordato che gli Stati Uniti hanno «promesso di rafforzare la partnership strategica con l’Afghanistan e di lavorare per fornire aiuti civili all’attuale livello, o a un livello molto vicino all’attuale, in media, di qui al 2020». Per questo, ha ribadito, «ci sarà un impegno rinnovato e la prossima amministrazione statunitense resterà impegnata, così come lo siamo noi oggi». «Sviluppo e sicurezza in Afghanistan vanno di pari passo. Non ci può essere l’uno senza l’altra». Lo ha affermato oggi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. «Al summit della Nato di luglio ab- Il presidente afghano, Ashraf Ghani, con il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini (Afp) Oltre due milioni di bambini non vanno a scuola Dopo la riunione organizzata a Parigi Non si ferma il conflitto yemenita Nessun progresso significativo sulla crisi libica SANA’A, 5. Si aggrava di giorno in giorno il conflitto nello Yemen tra i ribelli huthi e le forze fedeli al presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, riconosciuto dalla comunità internazionale. Con l’apertura dell’anno scolastico questa settimana, l’Unicef chiede a tutte le parti in conflitto di proteggere le scuole. In Yemen, da quando si è intensificato il conflitto, l’Agenzia dell’Onu stima che 2108 scuole in tutto il paese non possano più essere utilizzate, o perché distrutte o danneggiate o perché ospitano famiglie sfollate o perché vengono utilizzate per scopi militari. A causa delle violenze e della chiusura delle scuole, oltre 350.000 bambini non hanno potuto completare il proprio percorso scolastico l’anno scorso. Il numero totale di bambini che non vanno a scuola in Yemen è arrivato a oltre due milioni. «I bambini che non vanno a scuola rischiano di essere reclutati per combattere» ha dichiarato Ju- lien Harneis, rappresentante Unicef in Yemen. Dal marzo 2015, 1210 bambini, anche di otto anni, sono stati reclutati per combattere. «I bambini sono stati uccisi lungo la strada o mentre erano a scuola — ha denunciato Harneis — e le parti in conflitto dovrebbero tenere i bambini e le scuole al sicuro per dare loro la possibilità di ricevere un’istruzione». L’Unicef sta supportando la campagna Back to School per garantire opportunità di apprendimento ai bambini. La campagna comprende: supporto per ripristinare 700 scuole danneggiate, materiali scolastici, di cancelleria, zaini, corsi di formazione per gli insegnanti per dare sostegno psicologico agli studenti per affrontare gli orrori del conflitto. Allarme anche per la situazione sanitaria: moltissimi bambini rischiano di essere colpiti da qualche malattia e 1,3 milioni sono malnutriti, 370.000 dei quali soffrono di malnutrizione acuta grave. Assegnato il Nobel per la chimica STO CCOLMA, 5. Il premio Nobel 2016 per la chimica è stato assegnato oggi agli scienziati JeanPierre Sauvage, J. Fraser Stoddart e Bernard L. Feringa per avere progettato — si legge nella motivazione dell’accademia delle scienze svedese — «la più piccola macchina del mondo», ovvero avere sintetizzato le macchine molecolari. Si tratta, indicano gli esperti, di strutture di dimensioni nanometriche e controllabili, in grado di trasformare l’energia chimica in forza meccanica e movimento. Le macchine molecolari «potranno probabilmente essere utilizzate per lo sviluppo di nuovi materiali, sensori, sistemi di accumulo dell’energia», e, dunque, saranno utilizzate per un enorme numero di applicazioni. biamo deciso di prolungare la nostra presenza nel paese. Con la nostra missione di addestramento, assistenza e consulenza, avremo circa 13.000 truppe in Afghanistan. In queste settimane — ha affermato Stoltenberg — abbiamo visto l’importanza di addestrare l’esercito afghano», ad esempio «a Kunduz dove le forze afghane hanno ripreso il controllo e respinto gli attacchi». «Continueremo — ha aggiunto — a sostenere l’esercito» nel paese «perché ci sono sfide e pericoli, c’è ancora la presenza dei talebani e del terrorismo». E, intanto, a Kunduz violenti scontri a fuoco fra gruppi di talebani e forze di sicurezza afghana sono continuati anche oggi. Il capo della polizia provinciale, generale Qasim Jangal Bagh, ha annunciato che nei più recenti combattimenti è stato ucciso un importante comandante talebano, con decine dei suoi uomini — almeno 40 insorti sono morti a Kunduz — spingendo i circa 200 talebani che avevano lanciato l’offensiva ad abbandonare il centro cittadino. TRIPOLI, 5. «Nessun progresso significativo» è stato raggiunto sulla situazione in Libia nel corso della riunione ministeriale che si è svolta ieri a Parigi. È questo il bilancio tracciato dai siti libici, che parlano di contrasti e di un diffuso malcontento tra i partecipanti all’incontro. Oltre al governo francese, organizzatore dell’evento, erano presenti a Parigi delegazioni provenienti da Egitto, Germania, Italia, Qatar, Arabia Saudita, Spagna, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti, insieme all’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Martin Kobler, e all’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogherini. Assente invece la Lega araba, che avrebbe protestato per il mancato invito. Malcontento anche tra i libici, rappresentati alla riunione di Parigi dal ministro degli esteri del governo di Tripoli, Taher Siala, mentre il capo del governo, Fayez Al Sarraj, era in visita ufficiale in Algeria. E, intanto, una calma precaria regna a Sirte nei quartieri teatro di recenti combattimenti tra le forze libiche fedeli al governo di unità nazionale di Tripoli e i jihadisti che sono accerchiati nel quartiere di El Giza. L’aviazione prosegue con i voli di ricognizione per controllare la città e ieri è stato proclamato il coprifuoco notturno nella regione di Abu Hadi a 20 chilometri a sud di Sirte. Nel frattempo, la campagna militare aerea degli Stati Uniti a Sirte contro i miliziani del cosiddetto stato islamico (Is) è entrata nel terzo mese. Aerei e droni hanno pesantemente bombardato nel fine settima- Sono necessari venti miliardi di dollari Tunisi chiede aiuti finanziari TUNISI, 5. La Tunisia ha «bisogno di aiuti finanziari per un valore di 20 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per promuovere l’economia nazionale». Sono le parole del ministro dello sviluppo, degli investimenti e la cooperazione internazionale tunisino, Fadhel Abdelkefi, all’apertura di una riunione sulla competitività a Tunisi. Il ministro ha anche affermato che «le finanze pubbliche non sono più sufficienti per migliorare il tasso di crescita del paese». I vantaggi per gli investitori stranieri sa- Posticipate le presidenziali congolesi Bambini in un campo profughi nei pressi di Sana’a (Reuters) KINSHASA, 5. Il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, ha rinviato le elezioni presidenziali, previste in novembre, per permettere al paese — ha dichiarato — «di prepararsi alla consultazione in modo adeguato». Lo riferisce il sito AfricaNews. I partiti d’opposizione hanno a più riprese accusato Kabila — il cui secondo e ultimo mandato scade il 19 dicembre — di avere pianificato il rinvio, provocando ulteriori tensioni e sanguinosi scontri tra dimostranti antigovernativi e forze di sicurezza. L’attuale costituzione impedisce a Kabila, che è in carica dal 2001, di candidarsi per un terzo mandato. Ma in molti, indicano gli analisti, sospettano che il presidente stia prendendo tempo per continuare a restare al potere e, nel frattempo, modificare la costituzione a suo vantaggio per potersi ricandidare. na i quartieri della città costiera libica dove sono ancora asserragliati i jihadisti. Il sito della missione U.S. Africa Command ha infatti reso noto che «dal 1° agosto al 2 ottobre sono stati effettuati 201 raid aerei di precisione su richiesta e in coordinamento con il governo di Tripoli». Parlando ai giornalisti, Kabila ha detto che il rinvio è stato deciso perché «molte persone, in gran parte giovani, in novembre non avrebbero potuto recarsi alle urne a causa dei ritardi nella registrazione di almeno 10 milioni di votanti». E ha ricordato come la commissione elettorale nazionale abbia detto di avere bisogno di molti mesi per completare la registrazione degli aventi diritto al voto, in un paese che conta più di 30 milioni di abitanti. La commissione ha ipotizzato la tenuta di elezioni presidenziali nel 2018. La situazione nel paese africano, a questo punto, diventa sempre più a rischio. Osservatori internazionali hanno ricordato che dall’indipendenza dal Belgio, nel 1960, la Repubblica Democratica del Congo non ha mai vissuto in modo pacifico una transizione politica. ranno annunciati nel nuovo codice degli investimenti e nella legge sullo stato di emergenza economica presto in discussione in parlamento. Secondo il ministro, la Tunisia garantisce l’attuazione degli investimenti industriali, in particolare nel settore automobilistico, agricolo e tessile. Abdelkedefi ha sottolineato ancora l’importanza di attrarre investitori in Tunisia ricordando l’appuntamento con la conferenza internazionale “Tunisia 2020” in programma nella capitale tunisina il prossimo 29 e 30 novembre. Nel frattempo, nel campo della sicurezza, il progetto di dotare di videocamere di sorveglianza le principali vie delle città tunisine verrà realizzato entro la fine dell’anno, dopo aver esaminato tutte le offerte giunte al ministero. Questo l’annuncio fatto ieri dal ministro dell’interno tunisino, Hèdi Majdoub, alla televisione locale Al Hiwar Ettounsi in una intervista nella quale ha fatto anche il punto sulla sicurezza nel paese. Majdoub ha affermato che la situazione generale è migliorata, anche se è necessario proseguire gli sforzi, dato che la minaccia terroristica pesa ancora sul paese. Lo stesso ministro ha ammesso che non è di facile gestione la questione delicata dei jihadisti tunisini di ritorno dalle zone di combattimento di Siria, Libia e Iraq che sono mantenuti sotto stretta sorveglianza. Il numero dei tunisini che si sono uniti alle organizzazioni terroristiche all’estero non può essere fornito con esattezza, ma secondo il ministro si avvicina alle 3000 unità. Sono i confini con la Libia quelli che per Tunisi destano la maggiore preoccupazione dal punto di vista della sicurezza. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 giovedì 6 ottobre 2016 Il primate anglicano impone a Paolo una croce pettorale d’oro VI di JEAN GUITTON arcivescovo di Canterbury, dottor Ramsey, è stato ricevuto da Paolo VI, non a titolo personale come il suo predecessore, il dottor Fisher, ma come capo di Chiesa, nella sua duplice qualità di primate di tutta l’Inghilterra e di capo spirituale della Comunione anglicana. Dato che quest’ultimo titolo, che possiede in qualità di presidente della Conferenza di Lambeth, è un titolo onorifico, l’arcivescovo ha voluto consultare tutti gli arcivescovi metropolitani della Comunione anglicana sull’opportunità della sua visita. Tutti hanno dato il loro assenso. L’arcivescovo di Canterbury viene a Roma come rappresentante di cinquanta milioni di anglicani, ripartiti in diciannove province. Qualcuno ricordava l’incontro di Paolo VI col patriarca Athenagoras, a Gerusalemme, nel salotto di una vecchia casa di campagna, tra gli ulivi. Ora lo scenario era diverso. Là Betania, qui il Vaticano. La veste bianca operava la congiunzione. Ma adesso era coperta da una stola rossa e oro. Il dottor Ramsey vestiva una cappa viola e porpora; portava il berretto di velluto scuro che designa il teologo riformato e mette una nota laica e grave nei quadri del Rinascimento. Sopra i due, l’affresco del Giudizio universale. Qualcuno ha detto che Michelangelo era un luterano, che il suo Cristo cupo, vendicatore di crimini, era una lezione che lo spirito della Riforma dava al Vaticano del Rinascimento. È anche possibile che questa idea abbia sfiorato la mente del Taciturno, abitata da tante collere e da tante forme. E forse la tristezza, la dismisura sempre ricorrenti in Michelangelo gli derivavano dalla coscienza dolorosa e profonda di non essere un santo? Contemplo una volta ancora questi corpi enormi che si sfasciano in una luce sulfurea e bluastra, come nell’ultimo giorno del mondo; mi sembra che dopo Hiroshima non si può guardare questo affresco come prima. Nel Giudizio c’è uno splendore triste, una strana commistione di gravità e di compassione, e molti contrasti: Michelangelo teneva a precisare che era nato sotto il segno del Capricorno. Sentiva più che ogni artista la dolcezza, la durezza, la difficoltà di essere: compassionevole e crudele, sospettoso e fiducioso, conservatore e uomo in rivolta, abituato ai palazzi e amico dei poveri, pieno di angoscia ma anche di certezze. Il Giu- L’ Sotto l’immenso «Giudizio» il Papa e l’arcivescovo inglese sono seduti su due poltrone La Chiesa romana e la Chiesa anglicana si sono scambiate un bacio di speranza dizio universale e la sua anima totalmente proiettata su un muro, da una mano creatrice che non ha mai ammesso l’esitazione. Non so se un uomo si sia spinto più avanti in questa terza dimensione della profondità e del volume; le statue di Michelangelo, più delle greche che gli servivano da richiamo e da mo- Il 23 marzo 1966 l’incontro tra Paolo VI e il primate anglicano nella cappella Sistina Andiamo verso il mare aperto dello, occupano completamente lo spaMichelangelo dialogava con tutti ma zio. Ho letto che Michelangelo ammi- per sublimare tutto in un unico dialorava il tronco più del viso, in quanto il go: quello dell’arte e della preghiera; tronco, luogo delle torsioni, del movi- quando si è soli con Dio. Come tutti i mento e dell’equilibrio, è il marchio geni Michelangelo è ecumenico, ma del creatore sull’opera. Nella pittura, forse più di Goethe e di Shakespeare, arte immobile, Michelangelo ha porta- in quanto ricompone tutto nello splento il movimento. Nell’architettura, che dore dell’Incarnazione. È l’Incarnazionascondeva il cielo allo sguardo, come ne che gli è stata ispirazione, modello, la grotta o la caverna, ha fatto entrare speranza, disperazione d’artista, limite. la luce del sole. Ma senza apparente Ed è perché egli ha voluto raggiunstanchezza, come un angelo impetuo- gere, esprimere, tradurre con la materia so, pressato, pietoso. un po’ bisbetico terrestre e nella forma umana il mistero e sostanzialmente tenero. Il tema della inaccessibile, che la sua arte, pur perPietà, che lo ha perseguitato tutta la fetta, pur così sicura di sé, è per così vita, è sintomatico del bisogno inespresso di amore di questo spirito Quante volte taciturno. Quante volte durante avevo sentito lord Halifax dire il Concilio sono andato «Il primo obiettivo a vederla, la sua prima Pietà dei 25 anni, che è che i capi delle nostre due Chiese sembra riassumere le si incontrino soli nella nube esperienze di una vita, mentre è soltanto una Oltre ogni consuetudine promessa! Non mi stanoltre ogni convenzione» cavo di guardarla. Ogni volta ne coglievo un dato fino allora segreto: è il privilegio delle grandi opere d’arte, di non finire mai di rive- dire esplosa; e nella figura perfetta larsi, quali una Scrittura muta. Un conserva la dismisura; e porta sempre giorno ho osservato che la bellezza del la divina cicatrice del non compiuto; lo Cristo veniva dalla sua morbidezza; scacco sublime e la ferita che scalfisce sulle ginocchia della Madre, Gesù ri- la Bellezza, dacché Dio si è fatto uomo posa un sonno divino che si risveglierà senza bellezza, senza volto. Quante volte avevo sentito lord Hanella vita. È un corpo rotto ma non corrotto, un corpo sottoposto a una lifax dire (riassumendo tutte le sue torsione leggera. E la Vergine come è speranze): «Il primo obiettivo è che i leggera anche nel suo marmo, e mal- capi delle nostre due Chiese si incongrado le pieghe della veste! Un altro trino, soli nella nube, oltre ogni congiorno mi sembrava che la testa della suetudine, oltre ogni convenzione; che Vergine fosse troppo piccola rispetto al discutano dall’alto i problemi dogmativolume del corpo. Regge il corpo di ci e soprattutto pratici di un’unione Gesù solo con una mano. Non sembra tanto auspicata ». Il nobile lord aveva molto addolorata! La Pietà è un an- fiducia nei contatti al vertice dei renuncio di Pasqua: la Resurrezione è sponsabili supremi (suo figlio, quando era viceré in India, si era incontrato già presente. Il Cristo appena morto, che la Ver- con Gandhi). Oggi ricordo le sue pagine tiene come una lunga role: «Come morirei felice se sapessi ostia, sembra pronto a sal- che il primate d’Inghilterra e il Santo Padre potessero incontrarsi». tarle via dalle braccia. Michelangelo, «Giudizio universale» (1535-1541) In un taccuino dove annotavo i suoi consigli, le sue parole e anche le sue confidenze, ho ritrovato alcune note sui retroscena delle «conversazioni di Malines». Dal 1921 al 1925 il cardinale Mercier, con l’approvazione di Benedetto XV e di Pio XI, aveva ricevuto dei delegati della Chiesa anglicana, per un dialogo leale. Il fatto inedito fu la lettura di una memoria del benedettino padre Beaudoin: come la Chiesa anglicana unita alla Chiesa romana poteva mantenere la sua autonomia. Lord Halifax si infilò gli spessi occhiali e mi lesse con voce felice queste dichiarazioni, così ardite, del benedettino: «Fin dalle origini la Chiesa anglicana è stata fortemente unita alla sede di Pietro. Investito del mantello simbolico del principe degli apostoli, l’arcivescovo di Canterbury partecipa della giurisdizione apostolica, non solo sui fedeli, ma anche sui pastori. Bisogna dire, in tutta verità, che una Chiesa anglicana separata da Roma è in primo luogo e sotto il profilo storico, un’eresia; e che, sia una Chiesa anglicana assorbita da Roma come una Chiesa anglicana separata da Roma sono ipotesi inammissibili. La vera formula va ricercata nella via mediana, che è la sola storica: Chiesa anglicana unita a Roma. «Esiste una formula cattolica di unione delle Chiese, che non è assorbimento, ma invece salvaguardia dell’autonomia organizzativa interna delle grandi Chiese storiche; pur nel mantenimento della loro perfetta dipendenza dalla Chiesa universale. Ora, se esiste una Chiesa che, per le sue origini, la sua storia, i costumi della nazione, ha diritto a queste concessioni di autonomia, questa è la Chiesa anglicana. Praticamente l’arcivescovo di Canterbury sarebbe ristabilito nei suoi diritti tradizionali ed effettivi di patriarca della Chiesa anglicana. Dopo aver ricevuto l’investitura dal successore di Pietro, con l’imposizione storica della porpora, godrebbe di tutti i suoi diritti patriarcali su tutta la Chiesa d’Inghilterra. «Il Codice di diritto canonico della Chiesa latina non sarebbe imposto alla Chiesa anglicana: quest’ultima, in un sinodo interprovinciale, provvederebbe ad elaborare il proprio diritto ecclesiastico. «Avrebbe inoltre la sua liturgia; la liturgia romana del VII e dell’VIII secolo. «Evidentemente tutte le antiche sedi storiche della Chiesa anglicana verrebbero mantenute; e le nuove sedi cattoliche, istituite dopo il 1851, verrebbero soppresse». Halifax diceva: «Non può immaginare il silenzio che seguì la lettura di questa memoria. Il cardinale approvava con un sorriso di gioia. «Eravamo al colmo della meraviglia. Il mio vicino anglicano mi diceva: “Sono cose da togliere il fiato”. Ho preso la parola per chiedere se, in vista di Michelangelo, «Pietà» (1497-1499) una riunione, l’autorità romana avrebbe dato agli anglicani la libertà di non aderire subito ai dogmi definiti dalla Chiesa dopo la separazione. Pensavo che si sarebbe potuto prevedere un periodo di maturazione: durante il quale si sarebbe distinto il fondamentale dal non-fondamentale. Le grandi cose si fanno a poco a poco...». Sotto l’immenso Giudizio, il papa e l’arcivescovo inglese sono seduti su due poltrone addossate all’altare. La Dialoghi Pubblichiamo la testimonianza dell’incontro tra Paolo VI e il primate anglicano Michael Ramsey, arcivescovo di Canterbury, avvenuto il 23 marzo 1966, tratta dai Dialoghi con Paolo VI (Milano, Mondadori, 1967) di Jean Guitton tradotti da Maria Luisa Mazzini. Chiesa romana e la Chiesa anglicana si sono scambiate un bacio di speranza. L’indomani, nella basilica di San Paolo, il papa diede il suo anello pastorale al visitatore. «Allora ho ricordato — disse — il gesto del cardinale Mercier, prima di morire». «Dimentichiamo il passato» ripeteva lord Halifax. «Niente è impossibile alla fede. Andiamo verso il mare aperto». L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 6 ottobre 2016 inquecento chilometri percorsi in automobile e sei ore trascorse in mezzo alle sofferenze delle popolazioni dell’Italia centrale devastata dal sisma del 24 agosto scorso: Papa Francesco ha vissuto così la giornata di martedì 4 ottobre, concludendo il suo viaggio nei luoghi del dolore, a San Pellegrino di Norcia. Un gesto paterno il cui significato è stato riassunto dallo stesso Pontefice nel tweet lanciato sull’account @Pontifex.it: «Desidero portare la consolazione del Signore Gesù, con la carezza e l’abbraccio di tutta la Chiesa a quanti son0 stati colpiti dal terremoto». Dopo aver visitato al mattino Amatrice, Borbona, Cittareale e Accumoli nel reatino, Pescara e Arquata del Tronto nelle Marche, nel primo pomeriggio il Papa si è trasferito in Umbria. Accompagnato dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha raggiunto la “zona rossa” davanti alla chiesa di San Pellegrino e ha pregato in silenzio. I vigili del fuoco gli hanno spiegato che proprio poco prima del suo arrivo si era udito un forte rumore per la caduta di alcuni sassi, provocata dall’ennesima scossa di assestamento con epicentro a pochi chilometri di distanza. Francesco ha usato il microfono amplificato di una vettura della Polizia di Stato italiana per rivolgersi ai presenti: «Saluto tutti voi. Sono stato vicino a voi — ha detto — e mi sento molto vicino in questo momento di tristezza e prego pagina 5 C Il Papa tra i terremotati dell’Italia centrale In mezzo alle sofferenze per voi e chiedo al Signore che dia la forza di andare avanti. E adesso vi invito a pregare tutti insieme l’Avemaria». Quindi ha baciato i tanti bambini che lo avevano aspettato e nel congedarsi ha assicurato che prega per loro e chiesto di pregare per lui. Mentre stava lasciando la frazione, lungo la stretta strada che conduce al piccolo centro abitato, in automobile ha incrociato alcune suore benedettine del monastero di Sant’Antonio, anch’esso gravemente danneggiato dalle scosse. Il Papa, seduto al posto del passeggero, ha fatto fermare la vettura e abbassando il finestrino ha risposto al saluto con un sorriso. Alle 15.30 è ripartito per Roma, dov’è giunto dopo poco più di due ore. Tra i doni riportati a casa anche una maglia con una scritta evocativa: «il coraggio non trema». Uno per uno Il racconto del direttore della Sala stampa della Santa Sede «Uno per uno. Li ha voluti salutare uno per uno. Sia nei momenti più raccolti che in quelli in cui c’era più confusione: una delle cose che più mi ha colpito è stata la cura, l’attenzione, la premura del Papa per le persone che aveva davanti». Greg Burke, direttore della Sala stampa della Santa Sede, ha ancora negli occhi le emozioni di una giornata davvero speciale: «Incredibile che subito dopo il viaggio in Georgia e Azerbaigian si sia speso così: non so neanche immaginare il numero di persone che lui ha salutato». Tra i pochissimi che dal Vaticano hanno accompagnato il Pontefice nella visita alle popolazioni vittime del terremoto, Burke ha raccontato al nostro giornale il mix di emozioni vissute in quelle ore. «Sentimenti forti e contrastanti» ci ha detto: «da una parte la grande gioia e la riconoscenza percepite nelle persone incontrate dal Papa, dall’altra il dolore e la sofferenza di un popolo davvero provato». E quando Francesco è entrato nella zona rossa ad Amatrice, «ha potuto “assorbire” anche la distruzione fisica, la devastazione: la sua preghiera silenziosa è stato un momento davvero toccante». «Particolarmente emozionante poi — ha continuato il direttore della Sala stampa — è stato l’incontro con gli anziani nella residenza di Borbona. Lì il Pontefice ha trovato più calma e discrezione e davvero ci ha mostrato in concreto cosa intende ogni volta che nei suoi discorsi ci invita a non dimenticare i nonni. Fino all’ultimo gli ospiti non sapevano che sarebbe arrivato il Papa, ed è stato bellissimo vedere i loro volti sorpresi, gli occhi sgranati nel vederlo entrare in ogni stanza e fermarsi proprio da loro». Molto significativa, ha aggiunto Burke, anche la sequenza di soste che Francesco ha compiuto mentre raggiungeva i vari paesi. Le strade, nella zona, sono punteggiate di case isolate, e diverse volte il Pontefice, vedendo gruppetti di persone che lo aspettavano fuori dalla porta, ha fatto fermare la macchina per salutarli. Nonostante il riserbo mantenuto fino alla fine, la notizia della visita è naturalmente rimbalzata su tutti i media. Dopo il primo lancio della Sala stampa sull’arrivo del Pontefice ad Amatrice, Burke ha anche postato un tweet con la foto di Francesco tra i terremotati. L’immagine è subito divenuta virale in rete ed è aumentato in maniera esponenziale il numero di condivisioni degli hashtag #Papa e #Amatrice: «È naturalmente importante che noi diamo un’informazione dettagliata e descrittiva di un avvenimento — spiega — però le parole a volte parlano fino a un certo punto. L’immagine trasmette l’emozione. E si diffonde molto più velocemente. Del resto il modo tradizionale di fare informazione sta cambiando e noi dobbiamo usare tutti i mezzi disponibili. In questo caso, poi, l’occasione era davvero perfetta per comunicare con le immagini. Ed è bello che, guardando e ascoltando il Papa, tutti abbiano potuto percepire il suo essere uomo di fede e di speranza che vuole trasmettere questa speranza agli altri dicendo: coraggio!». (maurizio fontana) Per l’anima e per il corpo La testimonianza dei parroci Ossigeno per l’anima. E balsamo per il corpo. All’indomani della visita di Papa Francesco, tra le persone terremotate affiora non solo un sentimento di commossa gratitudine ma anche, finalmente, un senso di ritrovata fiducia: nell’avvenire e nella propria capacità di rialzarsi dalla distruzione. Ne sono testimoni soprattutto i parroci, coloro che dal primo istante non hanno mai smesso di dare conforto e offrire sostegno, non solo spirituale. «Ci ha fatto riscoprire la vera Chiesa», dice don Luis Kangombe, da cinque anni parroco a Trisungo, frazione di Arquata del Tronto, e oggi «terremotato tra i terremotati», perché, dice, «la mia chiesa e la mia canonica non ci sono più». Sui volti delle persone, assicura il sacerdote di origini con- golesi, «è finalmente tornato il sorriso». La gente «è stata consolata». Alla sera, dopo che il Papa era andato via, «abbiamo celebrato la messa nella tenda della Protezione civile. Abbiamo ringrazio Dio per questa giornata. La gente era finalmente contenta. Ha sentito che la Chiesa è vicina, che non abbandona». Un’iniezione di fiducia per affrontare i prossimi mesi che «saranno molto difficili», anche dal punto di vista climatico. Di «ossigeno per lo spirito» parla senza tanti giri di parole don Francesco Armandi, parroco di Arquata del Tronto. E non è un modo di dire. «Ho visto con i miei occhi — racconta — una donna anziana, di 92 anni. Finora era rimasta sempre chiusa in se stessa. Mi è sembrata rinata. L’incontro con il «Ciò che resta di corso Umberto I mostra la prospettiva di una città bombardata» scrive Gian Guido Vecchi sul «Corriere della Sera» del 5 ottobre, raccontando la visita a sorpresa del Papa ad Amatrice e negli altri luoghi colpiti dal terremoto dell’agosto scorso. «Francesco va avanti da solo, stringendosi le mani, lo sguardo assorto — continua il giornalista — pezzi di calcestruzzo, pietre di fiume, collinette di tegole e macerie, facciate pericolanti e interni esposti, salotti sventrati, materassi, termosifoni che pendono sul vuoto, nei pochi edifici rimasti chissà come in piedi. Si ferma lì in mezzo alla zona rossa, china il capo e prega». Nella scuola al mattino — prosegue Vecchi nel suo reportage — è uno dei bimbi più piccoli a sciogliere l’imbarazzo (...) ma oggi è san Francesco, è la tua festa, auguri Papa Papa le ha regalato come una nuova vita». Non si tratta, assicura, solo di una emozione passeggera. «La vicinanza del Pontefice ci ha trasmesso fiducia e speranza. La gente è stata moralmente sollevata». Perché soprattutto «di fiducia c’era e c’è immenso bisogno», sottolinea anche don Savino D’Amelio, parroco di Amatrice, sul versante reatino dell’area devastata dal sisma. Ne hanno bisogno i bambini, i più piccoli, che il Papa «con delicatezza ha voluto salutare uno per uno». Ne hanno urgenza gli adulti, i più anziani, che insieme con le abitazioni, hanno «perso gli affetti e la speranza». E anche «noi preti che non abbiamo più una chiesa per la messa e una sala per il catechismo. Grazie Papa Francesco». (fabrizio contessa) Speranza tra le macerie Francesco! E lo ha abbracciato» racconta al giornalista la preside della scuola, Maria Rita Pitoni. Il Papa è rimasto colpito soprattutto dai bambini, con i quali si è fermato a lungo, conferma Franca Giansoldati, inviata per «Il Messaggero». Il trauma non li ha ancora abbandonati e sui loro volti si scorgono le ombre dell’esperienza fatta. «Io prego per voi, voi fatelo anche per me». Ad Accumoli, quaranta giorni dopo la grande scossa dentro la chiesetta crollata il crocifisso dondola ancora, appeso per un braccio. Il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, ha raccontato: «Il Papa mi ha chiesto se andavo nelle ten- dopoli tutti i giorni. Gli ho risposto di sì, che lo facevo». Tutti i giorni, sottolinea la giornalista, «ecco cosa si aspetta, non un giorno sì e due no. La Chiesa vicina alla gente. Francesco ha anche parlato con il commissario per la ricostruzione, Errani. Parole di circostanza, ma si è informato su come procede il lavoro». Commuove per coraggio e semplicità la testimonianza di Valerio, il fornaio di Amatrice che ha perso moglie e figli nel sisma. L’ha raccolta Alessia Guerrieri, inviata di «Avvenire»: il Signore è con noi anche nel grande dolore, ripete Valerio, «e ha mandato il Papa a ricordarcelo». E sulla sorpresa e l’emozione dei terremotati insiste la «Frankfurter Allegemeine» che titola «Improvvisamente il Papa» il breve servizio dedicato alla visita del Pontefice L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 giovedì 6 ottobre 2016 Cattolici e luterani svedesi attendono il Papa LUSSEMBURGO, 5. «La sicurezza è essenziale e positiva, ma quando non è unita alla giustizia e ai diritti umani diventa alienante, impedisce gli scambi e può diventare un nuovo motivo per conflitti e divisioni»: è quanto scrivono nella dichiarazione conclusiva i delegati delle 31 commissioni episcopali Iustitia et Pax dei Paesi europei che si sono riuniti a Lussemburgo nei giorni scorsi. «Diffidiamo dell’idea che l’Europa possa raggiungere la sua sicurezza costruendo muri», si legge nel testo, muri che sono inefficaci di fronte «alla natura delle minacce alla sicurezza dell’Europa così diversificate e complesse. L’alternativa è un ordine del mondo basato sulla giustizia». I delegati hanno lanciato diversi appelli: all’Ue e ai suoi membri per una «politica di pace basata sullo sviluppo umano integrale»; ai politici perché ogni loro scelta e parola sia «nel rispetto della dignità umana e del principio dello Stato di diritto»; agli intellettuali perché «elaborino nuove idee in grado di offrire una prospettiva per tutti»; a chi lavora nella comunicazione perché abbia «un più forte senso di responsabilità etica, denunci il linguaggio violento e non incoraggi gli stereotipi»; alla Chiesa perché sia «sacramento di pace»; a ogni cittadino perché contribuisca a «costruire una comunità sicura e pacifica con il dialogo e in spirito di fraternità». Della necessità di creare un sistema di corridoi umanitari in soccorso dei migranti, ha invece parlato nel corso di un convegno il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Nunzio Galantino. «Come Caritas e Chiesa italia- Dalle commissioni episcopali europee Iustitia et Pax Ponti non muri na — ha detto — stiamo trattando per aprire corridoi umanitari con l’Etiopia e altre regioni che vivono drammi indicibili. Perché i muri dell’Europa non fermeranno chi è intenzionato a guardare oltre: cercheranno altre strade. Sogno il momento in cui quello che si spende per l’immigrazione non sia più iscritto tra le spese, ma tra gli investimenti». A ragione di quanto espresso da monsignor Galantino, vi è l’esperienza dei corridoi umanitari realiz- Moschee aperte in Germania Conoscersi meglio zata dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), dalla Tavola valdese e dalla comunità di Sant’Egidio, e che ha già portato circa 300 profughi in situazione di vulnerabilità, soprattutto siriani, dal Libano in Italia. Intanto, lunedì scorso, nella chiesa di San Gerlando gremita di fedeli è stata celebrata la messa, presieduta dal parroco dell’isola, don Mimmo Zambito, alla presenza del pastore Luca Maria Negro, presidente della Fcei, in ricordo delle vittime di tutte le frontiere. Durante la celebrazione, è stata letta una dichiarazione ecumenica per ribadire che «le morti in mare si possono contrastare aprendo vie di accesso legali e sicure». «In quest’isola, in questa chiesa e con rinnovato spirito ecumenico e interreligioso — si legge nella dichiarazione — ci impegniamo a lanciare un nuovo appello alla comunità internazionale, alle leadership europee e mondiali, alle nostre sorelle e ai nostri fratelli ancora indifferenti o esitanti di fronte alle sofferenze dei migranti e dei profughi. Siamo qui per chiedere nuove politiche migratorie affinché i nostri Governi e le istituzioni europee adottino politiche di accoglienza che mettano fine alle stragi di immigrati; alla brutalità del traffico di uomini; all’angoscia e alla paura di migliaia di persone che fuggono disperate da persecuzioni, guerre, violenze e fame. Siamo qui — prosegue il testo — per impegnarci a vigilare sul rispetto dei diritti umani, sulla qualità dell’accoglienza ai profughi e ai migranti che avviene nei centri e negli hotspot presenti nei nostri territori, sull’effettiva protezione che leggi morali e civili ci impongono di riconoscere a chi fugge da guerre e persecuzioni. A tutti chiediamo di guardare alle migrazioni mediterranee non con gli occhi della paura e dell’egoismo ma con quelli del diritto e della solidarietà». Al riguardo, i partner ecumenici hanno lanciato un appello affinché «Lampedusa non diventi una frontiera di nuovi fili spinati che dividono e feriscono l’Europa e l’umanità, ma perché possa essere un luogo in cui uomini e donne di buona volontà costruiscono ponti di dialogo, di cooperazione e di pace. È questa la preghiera che rivolgiamo al Signore: che faccia di noi costruttori di ponti, uomini e donne che sanno aprire la loro porta e il loro cuore a chi cerca protezione e accoglienza. In un giorno della memoria e del cordoglio — conclude la dichiarazione — è questo l’impegno che oggi, a Lampedusa, noi ci assumiamo insieme». Nel 2016 si stimano già oltre 4.000 morti fra i migranti, in aumento rispetto agli anni precedenti, e in gran parte nella rotta del Mediterraneo verso l’Italia, nonostante le misure di salvataggio dell’operazione “Mare Nostrum”. Testimonianza di misericordia STO CCOLMA, 5. «Sul cammino dell’ecumenismo ci sono anche gli ostacoli, ma ci auguriamo che ciò che è ormai imminente dia energia al lavoro ecumenico nel nostro Paese e doni segnali incoraggianti e di speranza in tutto il mondo». Così si conclude un lungo articolo apparso martedì sul quotidiano svedese di ispi- La cattedrale luterana di Lund razione cristiana «Dagen», congiuntamente firmato da monsignor Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, e Antje Jackelén, arcivescovo della Chiesa luterana di Svezia, a meno di un mese dalla visita di Papa Francesco a Lund, «evento — scrivono i due ve- A padre Nicolás la gratitudine della congregazione generale dei gesuiti Mai mediocri mai superficiali BERLINO, 5. Porte aperte in moschea. Si è ripetuta anche quest’anno in centinaia di luoghi di culto islamici di Germania l’iniziativa che intende favorire la comprensione reciproca e la convivenza con la popolazione non musulmana. Convegni, mostre e appunto l’apertura straordinaria delle moschee hanno caratterizzato l’iniziativa quasi ventennale — per la prima volta è stata realizzata nel 1997 — che tradizionalmente si svolge nello stesso giorno, il 3 ottobre, dei festeggiamenti per la riunificazione tedesca, proprio per sottolineare lo stretto legame con il Paese. Appuntamento che quest’anno ha assunto un significato ancora più importante perché dedicato al tema, questione assai scottante nell’opinione pubblica tedesca, dell’accoglienza di immigrati e rifugiati. Nella capitale Berlino hanno aderito all’iniziativa non meno di sessanta moschee. Nello Stato della Renania Settentrionale - Vestfalia, il più popoloso dei Länder tedeschi, il ministro regionale per l’integrazione, Rainer Schmeltzer, ha visitato la moschea della città di Witten, ricordando come in tutta l’area vivano attualmente un milione e mezzo di musulmani. «Questo dimostra che i musulmani, e l’islam con loro, appartengono alla Renania Settentrionale - Vestfalia. Chi lo nega è cieco», ha detto, con riferimento a un’analoga frase — «L’islam appartiene alla Germania» — pronunciata in passato dall’allora presidente tedesco Christian Wulff. Frase che scatenò la reazione di gruppi xenofobi. Attualmente, vivono in Germania circa 4 milioni di musulmani, molti dei quali discendenti di lavoratori turchi arrivati nel Paese negli anni Settanta del secolo scorso. Le moschee sono circa 2400 e per molti versi sono considerate anche un ponte per l’inserimento dei musulmani all’interno della società. Nel corso della sua visita a Dresda, la cancelliera Angela Merkel ha incontrato la famiglia dell’imam della moschea della città sull’Elba contro cui la scorsa settimana era stato compiuto un attentato dinamitardo, fortunatamente senza causare vittime. Un tweet del portavoce del governo, Steffen Seibert, mostra una foto della cancelliera che si rivolge alla consorte, velata, e ai due bambini dell’imam. ROMA, 5. «Ci ha esortato a non essere gesuiti “distratti”, ma a “sentire e gustare le cose interiormente”, ad andare al centro dei problemi, delle sfide apostoliche del nostro tempo, usando l’intelligenza, lo studio e il cuore per guardare il mondo con gli occhi di Dio, per saper condividere le gioie e le angosce, gli interrogativi dei nostri fratelli e sorelle, accompagnarli a cercare e trovare i segni della presenza e della volontà di Dio, i movimenti dello Spirito al di sotto della crosta superficiale, della figura esteriore di questo mondo globalizzato e frenetico, caratterizzato dalla nuova cultura digitale». È uno dei passaggi più significativi del discorso di ringraziamento a padre Adolfo Nicolás Pachón, preposito generale dimissionario della Compagnia di Gesù, tenuto lunedì scorso da padre Federico Lombardi. Lombardi, che ha parlato in veste di assistente ad providentiam del superiore generale, ha sottolineato due parole — universalità e profondità — pronunciate spesso da padre Nicolás nel corso del suo mandato: «Lei ci ha continuamente ricordato la prospettiva universale della nostra missione, al di là dei confini ristretti delle regioni, delle nazioni o delle province, e ci ha invitati alla profondità spirituale, a evitare i rischi della mediocrità e della superficialità», ha osservato padre Lombardi, sottolineando anche lo stile personale del gesuita spagnolo caratterizzato da «cordialità, spontaneità e semplicità di tratto, accessibilità». Passando all’azione di governo vera e propria svolta in questi anni dal preposito, essa ha visto «un grande lavoro di ristrutturazione delle Province nelle diverse parti del mondo; i superiori maggiori sono stati spesso invitati a essere lungimiranti e a discernere sul numero forse troppo grande di opere e ministeri presenti nelle aree di loro competenza; le Conferenze dei provinciali e i loro presidenti sono stati incoraggiati nel compito di rispondere alle sfide che vanno al di là dei confini provinciali o regionali». Per padre Lombardi, il generale «non ha avuto uno stile di governo individualistico e accentratore, ma è stato capace di farsi aiutare, di coinvolgere i suoi più diretti collaboratori in un lavoro comune e corresponsabile, di squadra». E «vi è stato un uso frequente ed efficace di gruppi di lavoro e commissioni per affrontare problemi complessi, la costituzione, riorga- scovi — che può essere definito storico». Il 31 ottobre, anniversario della Riforma, «per la prima volta in assoluto, i vertici della Chiesa cattolica e della Federazione luterana mondiale (Flm) guarderanno insieme alla Riforma». L’evento è uno dei “frutti visibili” di «cinquant’anni di dialogo tra cat- nizzazione o valorizzazione di segretariati». Ed è da sottolineare inoltre la promozione di una «cultura della responsabilità», di apostolato e governo, nel rispondere dei compiti e della fiducia ricevuti. Ma padre Nicolás è stato anche «il primo generale a trovarsi nella condizione di assistere all’elezione di un Papa gesuita». Con il Pontefice — ha ricordato ancora padre Lombardi, già direttore della Sala stampa della Santa Sede — il preposito generale ha stabilito fin dall’inizio «un rapporto di comunicazione diretto e cordiale», con semplicità, discrezione e quella sintonia «che discende naturalmente dalla comune identità e spiritualità religiosa». tolici e luterani», scrivono i due vescovi, ricordando la firma della «Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione» e il documento «Dal conflitto alla comunione». I vescovi spiegano inoltre che l’evento all’Arena di Malmö, intitolato «Insieme nella speranza», che fa parte del programma della visita del Papa, vuole essere una «testimonianza al mondo della misericordia di Dio» e annunciano che «come segno concreto della volontà di rafforzare i legami, Caritas Internationalis e il World Service sottoscriveranno un memorandum congiunto». L’invito è a «cogliere quest’opportunità di testimonianza di Gesù Cristo perché il mondo creda e a pregare e lavorare per il bene del Vangelo». Nella cattedrale luterana di Lund è prevista la celebrazione di una preghiera ecumenica comune. Per il terzo centenario della presenza ortodossa russa Il patriarca di Mosca nel Regno Unito dal 15 al 18 ottobre MOSCA, 5. Dal 15 al 18 ottobre il patriarca di Mosca, Cirillo, visiterà il Regno Unito per celebrare il trecentesimo anniversario della presenza della Chiesa ortodossa russa nelle isole britanniche. Come ha annunciato il portavoce del patriarcato, padre Alexander Volkov, l’evento più importante sarà la divina liturgia guidata da Cirillo nella cattedrale della Dormizione della Madre di Dio a Londra. Durante il viaggio, particolare attenzione verrà dedicata alla figura del metropolita di Sourozh, Anthony, al secolo Andrei Borisovich Bloom (morto nel 2003), che «ha contribuito in maniera significativa alla presenza della comunità ortodossa russa nel Regno Unito nel ventesimo secolo e ha dedicato enormi sforzi allo sviluppo della diocesi di Sourozh, creata nel 1962». Volkov ha ricordato che la storia della parrocchia russa, e in seguito della diocesi, è cominciata con la cappella dell’ambasciata, istituita per decreto dallo zar Pietro il Grande nel 1716. Il metropolita presidente del Dipartimento per le relazioni esterne, Ilarione, ha detto che sono previsti incontri con la regina Elisabetta II e con il primate della Comunione anglicana, Justin Welby. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 6 ottobre 2016 pagina 7 Il Pontefice invita a usare le risorse on line in modo libero e critico Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice Tecnologie come strumenti Indicazioni per il Giubileo mariano Sabato 8 ottobre 2016 Prima dell’udienza generale, nella mattina di mercoledì 5 ottobre, il Papa ha ricevuto nell’auletta dell’Aula Paolo VI i dirigenti della fondazione Vodafone che gli hanno presentato un’iniziativa di solidarietà per i giovani africani. VEGLIA Rivolgo il mio benvenuto a tutti voi e ringrazio l’Amministratore Delegato di Vodafone Italia per la sua presentazione di questa interessante iniziativa chiamata “Instant Schools for Africa”. Essa si propone — come abbiamo sentito — di consentire a numerosi giovani africani, di cui una parte ospitati in campi-profughi, di accedere on line a importanti risorse educative. Questo progetto si inserisce nell’orizzonte ampio e variegato di interventi pubblici e privati orientati a promuovere un mondo più inclusivo, più solidale, più capace di offrire opportunità di sviluppo a persone e gruppi sociali a rischio di esclusione. Esprimo il mio apprezzamento per tale iniziativa e mi permetto di suggerire che, nell’attuarla, si abbia cura di fornire ai giovani anche qualche nozione di metodo, affinché imparino non solo ad usare gli strumenti, ma a usarli come strumenti, diventando capaci di avvalersene in modo libero e critico. E infine un desiderio: che, tra le risorse offerte ai giovani, ci possa essere l’accesso informatico ai testi sacri delle varie religioni, in diverse lingue. Questo sarebbe un bel segno di attenzione alla dimensione religiosa, così radicata nei popoli africani, e di incoraggiamento al dialogo interreligioso. Grazie ancora per la vostra cortesia e tanti auguri per questo progetto, che per quello che ho sentito mi piace tanto, è costruttivo. E oggi bisogna essere costruttivi, fare cose che portino l’umanità avanti e non soltanto vedere come cadono le bombe sopra persone innocenti, bambini, ammalati, città intere. Costruire, non distruggere! Grazie. All’udienza generale di mercoledì 5 ottobre, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Sacerdoti studenti nel Pontificio Collegio Missionario San Paolo Apostolo, in Roma; Fratelli Maristi delle Scuole; Fatebenefratelli; Serve di Maria Ministre degli Infermi. Dall’Italia: Pellegrinaggio della Diocesi di Aosta, con il Vescovo Franco Lovignana; Pellegrinaggio della Diocesi di Ventimiglia - San Remo, con il Vescovo Antonio Suetta; Pellegrini dalla Diocesi di Milano, con il Vescovo Ausiliare Mario Delpini; Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: San Giacomo, in Veglia; San Giuseppe, in Vigevano; San Martino, in Vergiate; Santa Maria di Salsasio, in Carmagnola; San Giorgio, in Busalla; Madonna del Poggio, in Lorenzatico-Zenerigolo di San Giovanni in Persiceto; San Giovanni Battista, in Castel San Giovanni; San Giacomo, in Cesenatico; Santa Maria Assunta, in Marlia; Madonna della Speranza, in Grottammare; Sant’Alberto Magno, in Roma; Maria Santissima della Provvidenza, in Zafferana Etnea; Santa Anastasia, in Buddusò; Santi Gioacchino e Anna, in Selegas; Foranie di Feltre e di Pedavena; Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa, di Cassina de’ Pecchi; Decanato di Trezzo sull’Adda; Parrocchie di Fontanelle, e di Portobuffolè; gruppi di fedeli dalle Parrocchie: San Giovanni Battista, in Istrana; San Giuseppe, in Vigevano; Santi Giovanni Battista e Gemma Galgani, in Casteldebole di Bologna; Santa Maria Maggiore, in Sant’Arsenio; Sant’Ignazio da Laconi, in Olbia; San Pio X, in Iglesias; Sacerdoti della Diocesi di Udine; Parrocchie di Venasca; Istituto Sant’Antonio Opera Don Guanella, di Cassago Brianza; Istituto italiano della donazione, in occasione della Giornata del Dono; Società di Calcio Ascoli Picchio; Gruppo «Vivere da sportivi»; Federazione italiana sport cinofili; Gruppo «Tutti i cammini portano a Roma»; Associazione Auser, di Annunziata-Messina; Associazione Correre per..., di Tortona; Associazione Arpe-Federproprietà; Associazione Fidapa, di Barcellona Pozzo di Gotto; Associazione professionale cuochi italiani, Calabria; Confederazione nazionale artigiani, di Bologna; Banca Centropadana, di Bergamo; Banca di Valle Camonica; Caserma dei Carabinieri, di Palermo; Guardie Penitenziarie, di Piacenza; Infermieri della Provincia di Salerno; Gruppo «Gloria Crucis» dell’Università Lateranense di Roma; Volontari di Sant’Anselmo, di Goito; Gruppo Unitalsi, di Milano; Famiglia del Cuore Immacolato di Maria, di Galbiate; Gruppo Ericsson Academy Center, di Roma; Gruppo TgNews TV, di Frigento; Scuola Oasi Madre Serafina, di Roma; Scuola Suore Francescane, di Civita Castellana; Liceo «Bruni», di Ponte di Brenta di Padova; Gruppi di fedeli da Voghera, Sarnico, Villamiroglio, Milazzo, Rosta, Settimo, Catania, Solofra, Montoro, Noventa Vicentina, Jerago con Orago e Besnate; Studenti partecipanti al Corso del Mediterraneo presso l’Università Roma Tre. MARIANA Sabato 8 ottobre 2016, alle ore 17.30, sul Sagrato della Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco presiederà il Santo Rosario in occasione del Giubileo Mariano, indetto nel contesto delle celebrazioni del Giubileo della Misericordia. I Signori Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, i Prelati e i Cappellani di Sua Santità che desiderano partecipare alla preghiera si troveranno alle ore 17 sul Sagrato della Basilica Vaticana, indossando l’abito filettato loro proprio. Il 9 ottobre 2016, XXVIII D omenica del Tempo Ordinario, in occasione del Giubileo Mariano, alle ore 10.30, il Santo Padre Francesco celebrerà la Santa Messa sul Sagrato della Basilica Vaticana. Per la circostanza, l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice comunica quanto segue: dal rispetto per la verità e da un forte senso etico». La registrazione si conclude con la richiesta del Pontefice ai giornalisti di aiutarlo «a diffondere questa intenzione di preghiera» e con la risposta affermativa dei giovani interpellati. Come i precedenti, il video è stato preparato dall’agenzia La Machi, che si occupa della produzione e della distribuzione, in collaborazione con il Centro televisivo vaticano che lo ha registrato. Gruppi di fedeli all’udienza generale Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Ungheria; Repubblica Ceca; Slovacchia; Lituania; Romania. I polacchi:Pielgrzymki: z Polskiej Misji Katolickiej z Kolonii w Niemczech, z Warszawy, Pieniążkowic, Nowego Targu, z Fundacji Maximilian-Kolbe-Werk więźniów obozu koncentracyjnego w Auschwitz i rodzin nieżyjących więźniów obozów w Ravensbrück, Mathausen oraz Flossenbürg; pielgrzymi z parafii: św. Marcina w Szebniach i Matki Boskiej Częstochowskiej w Zabieżkach; uczniowie Gimnazjum im. Ludzi Pojednania z Witnicy i ze Stargardu (Szczecińskiego); pielgrzymka osób niepełnosprawnych; grupy turystyczne z Poznania, Opola i Katowic; pielgrzymi indywidualni. De France: Groupe de prêtres du diocèse de Nevers, avec Mgr Thierry Brac de La Perrière; pèlerinage du diocèse de Rodez, avec Mgr François Fonlupt; pèlerinages des diocèses de Beauvais, Clermont-Ferrand, Angers, Paris; paroisse Saint-Jean-Bosco, de Ponts-deCé; paroisse Notre-Dame-de-Lorette, de Bellac; groupes de pèlerins des paroisses de Boulogne-Billancourt, Bailleul, Strasbourg; centre de spiritualité jésuite, du Coteaux; Les «Marcheurs de l’espérance» du Secours catholique d’Avignon et de Marseille; groupe de pèlerins de Doix-les-Fontaines. De Suisse: Groupe de pèlerins de Moutier. De Belgique: Groupe de prêtres de l’archidiocèse de Malines-Bruxelles; groupe de pèlerins du diocèse de Tournai; groupe de pèlerins du diocèse de Liège; groupe de prière, de Louvain-la-Neuve. From various Countries: A group of new seminarians from the Pontifical Beda College, Rome; Delegates attending the International Al-Anon General Services Meeting. From England: Pilgrims from the Diocese of Hallam accompanied by Bishop Ralph Heskett; a group of «Friends of Don Orione»; Students and staff from St Bernadette’s Catholic Secondary School, Bristol. From Scotland: Students and staff from St Andrew’s and St Bride’s High School, East Kilbride. From Ireland: A group of pilgrims from the Diocese of Meath. From Norway: Students and staff from St Paul’s School, Bergen. From Australia: The Australian Girls Choir; a group from the Filipino Chaplaincy, Chatswood Parish, New South Wales; Pilgrims from Salesian Schools. Dalla Svizzera: Gruppo Viva Maria, di Wohlen; Missione cattolica italiana, di Oerlikon, e di Schaffhausen. From China: Pilgrims from the Diocese of Suzhou, accompanied by their Bishop. Dalla Polonia: ex Prigionieri del Campo di Concentramento di Auschwitz. From Indonesia: Pilgrims from: St John the Evangelist Church, Archdiocese of Jakarta; Cathedral of the Virgin Mary, Diocese of Bogor; Trinity Catholic Church, Chengkareng, Jakarta; St Francis of Assisi Catholic Church, Medan. From Malaysia: Pilgrims from Holy Trinity Catholic Church, Tawau, Sabah. From the Philippines: Pilgrims from Immaculate Conception Parish, Damar Village, Quezon City. From the United States of America: Pilgrims from: Archdiocese of Chicago, Illinois; Diocese of Omaha, Nebraska; Episcopal Diocese of Texas, accompanied by Rt Rev Andrew Doyle; Pilgrims from the following parishes: St Lucy, Los Angeles, California; St Louis, Miami, Florida; Resurrection, Miramar Beach, Florida; St Emily, Mount Prospect, Illinois; St Andrew, Moore, Oklahoma; St Mary of the Hill, Hubertus, Wisconsin; Members of the Board of Trustees of Assumption College, Worcester, Massachusetts; Pilgrims from the Franciscan Missionaries of Mary Health Care System, Louisiana; Pilgrims from the Chinese Catholic Community, San Francisco, California; Students from California Lutheran University - Oxford University Study Abroad Programme. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Nikolaus, Ankum; Pfarrverband Aufkirchen; St. Bartholomäus, Ayl; St. Antonius, Bad Laer; St. Vitus, Breitenworbis; Guter Hirte, Cottbus; St. Blasius, Dietmansried; St. Benno, Dresden; St. Georg, Ehrenkirchen; St. Johannes Baptist, Garrel; St. Maria-Magdalena, Geldern-Pont; St. Clemens Maria Hofbauer, Gelsenkirchen Sutum; St. Franziskus, Halle; St. Joseph, Hannover; St. Remigius, Ingelheim; Propsteipfarre St. Mariä Himmelfahrt, Kleve; St. Sebastian, Magdeburg; St. Georg, Neustadt an der Waldnaab; St. Michael, Östringen; St. Peter und Paul, Osnabrück; St. Meinrad, Radolfzell; St. Johannes, Steinfeld; St. Johannes der Täufer, Westerstede; Pilgergruppen aus dem Erzbistum München und Freising; Bistum Münster; Bistum Würzburg; Pilgergruppen aus Bakum; Grevenbroich; Hanhofen; Hann. Münden; Kesselsdorf; Koblenz; Oberaudorf; Olsberg; Pressig; Waghäusel; Westheim; Mitglieder des Ordens des Heiligen Lazarus von Jerusalem, Asperg; Diözesanwallfahrt aus dem Bistum Mainz; Katholische Arbeitnehmer-Bewegung, Mannheim; Communität Jesus Caritas, Bramsche; Katholische Arbeiternehmer-Bewegung, Dortmund; Jubilare aus dem Humanistischen WillibaldGymnasium, Eichstätt; (45-jähriges Abiturjubiläum); St. Sebastianus-Bruderschaft, Herten; Ev. Pfarrei Kettenheim und Ev. Pfarrei Offenheim; Kolpingfamilie, Lippstadt; Mitarbeiter des Bischöflichen Ordinariates, Mainz; Studierende der Katholisch-Theologischen Fakultäten der Universitäten Mainz und Frankfurt; Katholische Arbeiternehmer-Bewegung, Mannheim; St. Helena Schützenbruderschaft Rheindahlen, Mönchengladbach; Deutsche Gesellschaft für Kirchenrecht, München; Katholische Arbeiternehmer-Bewegung, Paderborn; Singekreis Niedergladbach in Schlan- MESSA celebrata da Papa Francesco Videomessaggio per la Rete mondiale di preghiera contro». E nel farlo Francesco individua una risposta nella necessità di avere «informazioni che portino» all’impegno «per il bene dell’umanità e del pianeta». Mentre sullo schermo scorrono le immagini di giovani operatori dei media, rivolgendosi proprio a loro il Papa chiede di unirsi a lui «perché i giornalisti, nello svolgimento della loro professione — è l’intenzione di preghiera per questo mese — siano sempre animati SANTA presieduta da Papa Francesco Giornalisti al servizio della cultura dell’incontro I giornalisti siano al servizio della cultura dell’incontro. È quanto auspica Francesco nel videomessaggio per l’intenzione di preghiera del mese di ottobre, diffusa martedì 4 ottobre sul sito (www.apmej.org) della Rete mondiale di preghiera del Papa (Apostolato della preghiera). Parlando in lingua spagnola il Pontefice esordisce: «Spesso mi chiedo come i mezzi di comunicazione possono mettersi al servizio di una cultura dell’in- Domenica 9 ottobre 2016 genbad; Bundestagsabgeordnete der CDU/CSU; St. Sebastian-Schützen, Borchen; Leserreisen, Braunschweig; Elterngemeinschaft des Gymnasiums Leoninum, Handrup; Mitglieder der cdu in Hofstetten; Pilgergruppe der Freiwilligen Feuerwehr, Langengeisling; Studierende der Volkshochschule, Lambrecht; Leserreise Münchner Merkur; Schülerinnen, Schüler und Lehrer aus folgenden Schulen: Couven-Gymnasium, Aachen; Goethe-Gymnasium, Auerbach; Schule, Bad Ems; Paulsen-Gymnasium, Berlin; Kardinal-Frings-Gymnasium, Bonn; Sankt-Adelheid-Gymnasium, Bonn; St. Ursula Gymnasium, Brühl; Mauritius-Gymnasium, Büren; Gerhardinger-Realschule, Cham; Maristen-Realschule, Cham; Johannes-KeplerGymnasium, Chemnitz; Sophie-Barat-Schule, Hamburg; Albert-Schweitzer-Gymnasium, Limbach-Oberfrohna; Walburgisgymnasium, Menden; Gymnasium Am Geroweiher, Mönchengladbach; Hildegardisschule, Münster; Erzbischöfliches Friedrich-Spee-Kolleg, Neuss; Städt. Sophie-Scholl-Gymnasium, Oberhausen; Hittorf-Gymnasium, Recklinghausen; Bischöfliches Gymnasium St. Mi- chael, Ahlen und das Johanneum, Wadersloh; Anne-Frank-Gymnasium, Werne. Aus der Republik Österreich: Pilgergruppe aus folgenden Pfarreien: St. Gertrud, WienWähring; Maria Himmelfahrt, Zwettl; Pilgergruppe aus der Diözese Eisenstadt in Begleitung von Bischof Dr. Ägidius Zsifkovics; Pilger aus Murau; Silz; Schülerinnen, Schüler und Lehrer aus folgenden Schulen: Gymnasium, Güssing; Stiftsgymnasium der Benediktiner in St. Paul. Aus der Schweizerischen Eidgenossenschaft: Pilger aus folgenden Pfarreien: St. Joseph, Köniz und Schwarzenburg; St. Anna, Eggersriet; St. Barbara, Rothenburg; Pilgergruppe aus dem Bistum Basel; Pilger aus Küttigen; Potranno concelebrare: — i Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi, che si troveranno, alle ore 9.45, nella Cappella di San Sebastiano in Basilica, portando con sé: i Cardinali e i Patriarchi la mitria bianca damascata, gli Arcivescovi e i Vescovi la mitria bianca; — i Sacerdoti, muniti di apposito biglietto, rilasciato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che si troveranno, alle ore 9, al Braccio di Costantino, portando con sé amitto, camice, cingolo e stola verde. Città del Vaticano, 4 ottobre 2016. Mons. GUID O MARINI Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie Jugendliche, die an der Informationswoche der Päpstlichen Schweizergarde teilnehmen; Ministranten aus folgenden Pfarreien: Maria Geburt, Au/St. Gallen; St. Martin, Egerkingen und Mariä Himmelfahrt, Oberbuchsiten; Eggersriet; St. Kolumban, Rorschach; St. Antonius Erm., Rothenthurm; St. Theodul und Mauritius, Sachseln; St. Stephan, Therwil/Biel-Benken. Aus der Provinz Bozen - Republik Italien: Blindenapostolat St. Raphael, Bozen. De España: Peregrinación de la Diócesis de Santander, con S.E. Mons. Manuel Sánchez Monge; Peregrinación de la Diócesis de Mallorca, con S.E. Mons. Javier Salinas Vinais; Santuario de la Piedad, de Almendralejo; Archicofradía del Santísimo Cuerpo de Cristo Señor del mundo, de Alcantarilla; Hermandad de Santa Marta, de Sevilla; Cofradía de Santiago Apóstol, de Torrevieja; Asociación antiguos alumnos Campus universitario Sur, de Santiago de Compostela; Grupo del Programa Invulnerables de lucha contra la pobreza infantil; grupos de peregrinos de Ceuta, y Sevilla. De México: grupos de peregrinos. De Argentina: Grupo del Seminario de Etica en la Gestión y Administra ción de Salud, con S. E. Mons. Alberto Bochatey. De Portugal: Paróquia de Nosso Senhor dos Milagres, de Leiria; grupo da Venerável Ordem Terceira de São Francisco, de Guimarães; Coro de Pais da Paróquia de Cristo Rei, do Porto. De Angola: grupo de peregrinos da Diocese de Huambo. Do Brasil: grupo da Família Kolping, de Santa Catarina. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 8 giovedì 6 ottobre 2016 All’udienza generale il Pontefice ricorda il viaggio in Georgia e Azerbaigian Dialogo e rispetto per la convivenza nel Caucaso «Tutte le popolazioni caucasiche vivano nella pace e nel rispetto reciproco»: è la speranza espressa da Papa Francesco dopo il recente viaggio compiuto in Georgia e in Azerbaigian. Un auspicio che lo stesso Pontefice è tornato a manifestare durante l’udienza generale in piazza San Pietro, mercoledì mattina, 5 ottobre. Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nello scorso fine settimana ho compiuto il viaggio apostolico in Georgia e Azerbaigian. Rendo grazie al Signore che me lo ha concesso e rinnovo l’espressione della mia riconoscenza alle Autorità civili e religiose di questi due Paesi, in particolare al Patriarca di tutta la Georgia Ilia II — la sua testimonianza mi ha fatto tanto bene al cuore e all’anima — e allo Sceicco dei Musulmani del Caucaso. Un grazie fraterno ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e a tutti i fedeli che mi hanno fatto sentire il loro caloroso affetto. Questo viaggio è stato il proseguimento e il completamento di quello effettuato in Armenia, nel mese di giugno. In tal modo ho potuto — grazie a Dio — realizzare il progetto di visitare tutti e tre questi Paesi caucasici, per confermare la Chiesa Cattolica che vive in essi e per incoraggiare il cammino di quelle popolazioni verso la pace e la fraternità. Lo evidenziavano an- I bambini invulnerabili di Barcellona «Non ci si può solo commuovere per i bambini che non hanno nulla: bisogna passare all’azione concreta per sradicare la povertà, aiutando le famiglie nella loro vita di ogni giorno». Ecco l’ambizioso progetto che suor Lucía Caram sta mettendo in campo a Barcellona e che ha presentato a Papa Francesco durante l’udienza generale. Il programma, spiega la religiosa, «intende rendere i bambini “invulnerables” alla povertà», creando intorno a loro «migliori condizioni di vita». Ma «per realizzarlo — fa notare — occorre veramente la collaborazione di tutti e un impegno continuo». Per questa ragione suor Lucía ha coinvolto «l’intera città di Barcellona», a partire dagli amministratori fino alla famosa squadra di calcio con Messi e Neymar, passando per fondazioni e soggetti pubblici e privati. Storie di «solidarietà concreta e di attenzione ai più poveri tra i poveri in Francia» sono state raccontate al Papa dai rappresentanti di Secours catholique d’Avignon et de Marseille. Significativo, in particolare, il progetto «Marcheurs de l’espérance» che dal 2011 consente a un gruppo di persone povere di percorrere il cammino verso Santiago de Compostela, vivendo un’esperienza spirituale di comunione e amicizia. Hanno fatto tappa a Taizé i quarantasette pellegrini cinesi, provenienti da Suzhou, che Papa Francesco ha accolto all’udienza generale. Il gruppo sta vivendo questo particolare momento come un’esperienza di fede molto forte. «I love Jesus» la scritta sui cappellini rossi indossati da tutti i pellegrini, che hanno sventolato in piazza la bandierina del loro Paese. Particolarmente significativo, inoltre, l’incontro del Pontefice con un gruppo di persone che hanno vissuto sulla loro pelle la tragedia della deportazione nei campi di concentramento nazisti, durante la seconda guerra mondiale. Ad accompagnarli Zdisława Włodarczyk, rappresentante della fondazione polacca Massimiliano Kolbe, che arrivò ad Auschwitz quando aveva appena undici anni, nell’agosto 1944, e venne liberata il 27 gennaio 1945. «Facevamo parte — racconta la donna — del gruppo dei bambini della Slesia, gli ultimi e più giovani prigionieri del lager di Auschwitz, e siamo letteralmente sopravvissuti all’inferno». Al momento dell’arresto, ricorda, «siamo stati strappati ai nostri genitori che sono stati tutti sterminati». Francesco ha potuto salutare anche alcuni familiari di deportati nei campi di Ravensbrück, Mauthausen e Flossenbürg. Serhiy Malyk, rappresentante del gruppo ucraino Wheels of Hope and Gratitudine, ha presentato al Papa una raccolta di disegni fatti da bambini che vivono nelle zone di conflitto. Il progetto prevede ora l’esposizione di questi disegni in diverse città ucraine per comunicare un messaggio di speranza, pace e riconciliazione. L’impegno per aiutare le persone vittime dell’alcolismo è stato poi assicurato a Francesco dai rappresentanti di Al-Anon Family Groups Headquarters — la cui sede centrale è negli Stati Uniti d’America — riuniti a Roma per vivere insieme l’esperienza del giubileo. Con affetto il Papa ha salutato suor Filomena Gisoldo, festeggiando i suoi novantaquattro anni, settanta che il tema della gratuità sia al centro del nostro agire». Il Papa ha voluto stringere in un abbraccio i ragazzi autistici venuti da Tortona con i loro familiari e con l’aiuto dell’associazione «Correre per...» che li sostiene nell’integrazione, attraverso l’attività sportiva proposta dal progetto Filippide. A Francesco sono stati inoltre illustrati i contenuti dell’iniziativa «Tutti i cammini portano a Roma», promossa «per celebrare la Via francigena — spiegano gli organizzatori — ma soprattutto per onorare san Francesco e san Benedetto e portare al Papa un messaggio di impegno e responsabilità sociale e ambientale». I pellegrinaggi confluiranno a Roma: sabato 8 ottobre ci sarà una celebrazione nella basilica ostiense mentre che i due motti di quest’ultimo viaggio: per la Georgia “Pax vobis” e per l’Azerbaigian “Siamo tutti fratelli”. Entrambi questi Paesi hanno radici storiche, culturali e religiose molto antiche, ma nello stesso tempo stanno vivendo una fase nuova: infatti, tutt’e due celebrano quest’anno il 25° della loro indipendenza, essendo stati per buona parte del secolo XX sotto il regime sovietico. E in questa fase essi incontrano parecchie difficoltà nei diversi ambiti della vita sociale. La Chiesa Cattolica è chiamata ad essere presente, ad essere vicina, specialmente nel segno della carità e della promozione umana; ed essa cerca di farlo in comunione con le altre Chiese e Comunità cristiane e in dialogo con le altre comunità religiose, nella certezza che Dio è Padre di tutti e noi siamo fratelli e sorelle. In Georgia questa missione passa naturalmente attraverso la collaborazione con i fratelli ortodossi, che formano la grande maggioranza della popolazione. Perciò è stato un segno molto importante il fatto che quando sono arrivato a Tbilisi ho trovato a ricevermi all’Aeroporto, insieme con il Presidente della Repubblica, anche il venerato Patriarca Ilia II. L’incontro con lui quel pomeriggio è stato commovente, come pure lo è stata all’indomani la visita alla Cattedrale Patriarcale, dove si venera la reliquia della tunica di Cristo, simbolo dell’unità della Chiesa. Questa unità è corroborata dal sangue di tanti martiri delle diverse confessioni cristiane. Tra le comunità più provate c’è quella AssiroCaldea, con la quale ho vissuto a Tbilisi un intenso momento di preghiera per la domenica i fedeli saranno in piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus. Tra i doni presentati al Papa, una scultura che raffigura san Giuseppe mentre gioca con il piccolo Gesù, prendendolo in braccio e sollevandolo in aria. A donargliela è stato l’artista colombiano Wilder Gómez. «È davvero un papà che gioca con il suo bambino» spiega l’artista, che di figli ne ha sette. A Francesco è stata offerta anche la scultura denominata «Angelo del soccorso», simbolo del premio nazionale «che ogni anno verrà assegnato a una persona che avrà compiuto un gesto spontaneo di amore, altruismo e solidarietà», spiega Antonio Cucè, vigile del fuoco di Livorno. Il premio sarà consegnato il 29 giugno: quel giorno del 2009 avvenne, infatti, nella città toscana la tragedia ferroviaria in cui persero la vita trentatré persone. Francesco ha infine accarezzato i cani che fanno parte della rappresentativa italiana reduce dai campionati mondiali di agility dog svoltisi nei Paesi Bassi. la maggioranza della popolazione è musulmana e i cattolici sono poche centinaia, ma grazie a Dio hanno buoni rapporti con tutti, in particolare mantengono vincoli fraterni con i cristiani ortodossi. Per questo a Baku, capitale dell’Azerbaigian, abbiamo vissuto due momenti che la fede sa tenere nel giusto rapporto: l’Eucaristia e l’incontro interreligioso. L’Eucaristia con la piccola comunità cattolica, dove lo Spirito armonizza le diverse lingue e dona la forza della testimonianza; e questa comunione in Cristo non impedisce, anzi, spinge a cercare l’incontro e il dialogo con tutti coloro che credono in Dio, per costruire insieme un mondo più giusto e fraterno. In tale prospettiva, rivolgendomi alle Autorità azere, ho auspicato che le questioni aperte possano trovare buone soluzioni e tutte le popolazioni caucasiche vivano nella pace e nel rispetto reciproco. Dio benedica l’Armenia, la Georgia e l’Azerbaigian, e accompagni il cammino del Suo Popolo santo pellegrino in quei Paesi. Nella festa liturgica di santa Faustina Kowalska Il saluto ai sopravvissuti di Auschwitz Al termine dell’udienza, come di consueto, Francesco ha salutato i vari gruppi linguistici presenti in piazza San Pietro, rivolgendosi in particolare agli ex prigionieri del Campo di Concentramento di Auschwitz, da lui visitato il 29 luglio scorso durante il viaggio in Polonia. Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua francese, venuti da Francia, Belgio e Svizzera. Saluto in particolare i sacerdoti di Nevers, con il loro Vescovo Mons. Brac de la Perrière, i pellegrini di Rodez, con Mons. Fonlupt, i «Marciatori della speranza» di Avignone e Marsiglia, come pure i preti di Malines-Bruxelles e i fedeli delle Diocesi di Tournai e di Liège. Vi affido all’intercessione di San Francesco d’Assisi e di Santa Teresa di Lisieux, per camminare coraggiosamente sulle strade della santità, alla ricerca di un’autentica fraternità tra di noi. Dio vi benedica! dei quali vissuti con l’abito religioso delle francescane dei Sacri Cuori. «Ho accompagnato con particolare intensità nella preghiera il Papa nella sua visita alle popolazioni dell’Italia centrale colpite dal terremoto — racconta la suora — perché nel 1930, quando avevo nove anni, rimasi sepolta per un giorno intero sotto le macerie per il sisma che colpì la mia Irpinia. E mia madre morì accanto a me». E di terremoto il Pontefice ha parlato anche con i responsabili dell’Istituto italiano della donazione. Il loro obiettivo, spiegano, «è far crescere la solidarietà» e il volontariato. Per questo hanno lanciato anche una raccolta fondi per i terremotati insieme a cento iniziative organizzate da quasi duecento realtà locali, piccole e grandi. L’iniziativa ha coinvolto, tra l’altro, millecinquecento studenti di cinquanta scuole. Tutto questo lavoro, spiega Edoardo Patriarca, presidente dell’istituto, «è mirato a promuovere un cambiamento culturale per fare in modo pace in Siria, in Iraq e in tutto il Medio O riente. La Messa con i fedeli cattolici della Georgia — latini, armeni e assiro-caldei — è stata celebrata nella memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni: lei ci ricorda che la vera missione non è mai proselitismo, ma attrazione a Cristo a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli. È quello che fanno i religiosi e le religiose che ho incontrato a Tbilisi, come poi anche a Baku: lo fanno con la preghiera e con le opere caritative e promozionali. Li ho incoraggiati ad essere saldi nella fede, con memoria, coraggio e speranza. E poi ci sono le famiglie cristiane: quant’è preziosa la loro presenza di accoglienza, accompagnamento, discernimento e integrazione nella comunità! Questo stile di presenza evangelica come seme del Regno di Dio è, se possibile, ancora più necessario in Azerbaigian, dove Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Norvegia, Australia, Cina, Indonesia, Malaysia, Filippine e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la misericordia e la pace del Signore, pregando che condividiate questi doni con tutti quelli che incontrerete. Dio vi benedica! Un caloroso benvenuto ai fratelli e alle sorelle di lingua tedesca. Saluto i pellegrini della Diocesi di Magonza e i fedeli della parrocchia di San Giovanni Battista in Garrel, accompagnati da Mons. Timmerevers. Un particolare saluto porgo ai giovani che partecipano alla settimana di informazione della Guardia Svizzera Pontificia, nonché alle numerose scolaresche, soprattutto agli allievi del Liceo Anne Frank di Werne. Il Signore vi confermi nella vita cristiana e vi benedica sempre. Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y Latinoamérica. Que la firmeza humilde de nuestra fe nos haga testigos valientes de Cristo y portadores de reconciliación, unidad y paz en el mundo. Que Dios los bendiga. Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai fedeli di Angola, Brasile e Portogallo. Cari amici, grazie per la vostra presenza e soprattutto per le vostre preghiere! Chiediamo allo Spirito Santo, artefice dell’unità nella Chiesa e fra gli uomini, che ci aiuti a cercare sempre il dialogo con tutte le persone di buona volontà, affinché possiamo costruire un mondo di pace e solidarietà. Dio benedica voi e quanti vi sono cari! Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, ricordatevi sempre che il nostro annuncio e la nostra testimonianza saranno tanto più credibili quanto più noi per primi saremo capaci di vivere in comunione e di volerci bene. Il Signore vi benedica! Saluto cordialmente tutti i Polacchi qui presenti e in modo particolare gli ex prigionieri del Campo di Concentramento di Auschwitz. Celebriamo oggi la memoria di Santa Faustina Kowalska. Lei ha ricordato al mondo che Dio è ricco di misericordia e che il Suo amore è più potente della morte, del peccato e di ogni male. Questo messaggio di Gesù Misericordioso, affidato a lei, fruttifichi nella vostra vita con l’approfondimento dell’unione con Dio e con le opere di misericordia. Affidando al Signore noi stessi e i difficili problemi del mondo, ripetiamo frequentemente: “Gesù, confido in te!”. Sia lodato Gesù Cristo. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Accolgo con gioia i fedeli delle Diocesi di Aosta e Ventimiglia - San Remo, accompagnati dai Vescovi Mons. Franco Lovignana e Mons. Antonio Suetta, come pure i pellegrini ambrosiani con Mons. Mario Delpini. Auspico che il pellegrinaggio giubilare rinsaldi ciascuno nell’adesione al Cristo per un crescente impegno ecclesiale a vantaggio delle comunità diocesane e parrocchiali. Saluto e incoraggio i sacerdoti del Pontificio Collegio Missionario San Paolo giunti a Roma per approfondire gli studi teologici. Saluto il Gruppo Gloria Crucis dell’Università Late- ranense, i fedeli di Grottammare e quelli di Vigevano, e li esorto a vivere con fede il Giubileo Straordinario, testimoniando le opere di misericordia corporali e spirituali. Saluto l’Istituto Italiano della Donazione; l’associazione “Vivere da Sportivi”; la Federazione Sport Cinofili e gli studenti delle scuole Oasi Madre Serafina di Roma e delle Suore Francescane di Civita Castellana. Un pensiero infine per i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Il mese di ottobre è il mese missionario, in cui siamo invitati a pregare intensamente la Vergine Maria, Regina delle Missioni: cari giovani, siate missionari del Vangelo nei vostri ambienti con la misericordia e la tenerezza di Gesù; cari ammalati, offrite la vostra sofferenza per la conversione dei lontani e degli indifferenti; e voi, cari sposi novelli, siate missionari nella vostra famiglia annunciando con la Parola e l’esempio il Vangelo della salvezza. Nomina episcopale in Belgio La nomina di oggi riguarda il Belgio. Lodewijk Aerts, vescovo di Brugge Nato il 2 ottobre 1959 a Geraardsbergen, nella diocesi di Gent, dopo aver frequentato il collegio di Eeklo è entrato nel 1977 nel seminario di Gent, dove ha fatto un anno di filosofia. Poi ha continuato gli studi di filosofia a Lovanio e quelli di teologia di nuovo a Gent. Ordinato sacerdote il 7 luglio 1984, ha conseguito il baccalaureato in filosofia e lettere all’università cattolica di Lovanio e il dottorato in teologia dogmatica alla Pontificia università Gregoriana. È stato professore prima di filosofia (1988-1992) poi di teologia dogmatica e al contempo direttore spirituale del seminario di Gent (1992-2002); vicario episcopale prima per la pastorale giovanile (1992-2002) poi per le vocazioni, l’istruzione e la formazione (2002-2015). Dal 2002 era canonico titolare della cattedrale di Gent e dal 2016 decano della città.