gino paoli sapore di sale

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gino paoli sapore di sale
Inhalt Il mare Italiano ........................................................................................................................................ 2 1. L’economia Italiana nel Medioevo – Crescita delle repubbliche marinare .................................. 2 2. Economia Italiana di oggi ............................................................................................................... 3 3. Il mare Italiano è in gran pericolo .................................................................................................. 4 4. Che cos’è un mare? ......................................................................................................................... 5 a. Un oceano si definisce così:......................................................................................................... 5 b. Un mare invece è .................................................................................................................... 6 ….. c. 5. a. I quattro mari che circondano l’Italia .......................................................................................... 6 La politica e il mare ......................................................................................................................... 7 Battaglia di Lissa .......................................................................................................................... 7 b. Politica di oggi ............................................................................................................................. 7 6. La legge e il mare ............................................................................................................................ 8 7. Il popolo Italiano – la “gente di mare” ........................................................................................... 9 a. Gino Paoli .................................................................................................................................... 9 b. Carlo Carrà ................................................................................................................................. 10 c. Alessandro Baricco .................................................................................................................... 11 8. Piccolo Vocabolario del mare ....................................................................................................... 11 9. Conclusione ................................................................................................................................... 13 10. Bibliografia ................................................................................................................................ 14 a. Fonti reali ................................................................................................................................... 14 b. Fonti internet ............................................................................................................................. 14 1 Il mare Italiano 1. L’economia Italiana nel Medioevo – Crescita delle repubbliche marinare La trasformazione dell’Italia da uno stato medioevale a un moderno potere economico iniziò verso il IX, X secolo, con massicci cambi politici, un forte incremento del commercio marittimo dal quale approfittava non solo l’Italia ma anche il mondo arabo e che favoriva l’evoluzione di tante città autonome a centri politici ed economici e soprattutto la crescita delle repubbliche marinare. In confronto agli altri stati europei questa evoluzione cominciò abbastanza presto, proprio a causa della forte crescita del commercio marittimo. Questo, nel VII secolo, era ancora ostacolato dal potere degli Arabi sul mediterraneo ma iniziò a crescere sempre di più nei secoli seguenti.nizio di quest’evoluzione l’Italia non aveva ancora una posizione molto importante nel commercio marittimo nel Mediterraneo, poiché a quel tempo erano ancora Bisanzio e i Paesi arabi a dominare il settore. Già dopo poco tempo le estese reti commerciali della marina Italiana fecero diventare le repubbliche marinare – Genova, Venezia, Pisa e Amalfi – i centri del commercio nel Mediterraneo e in conseguenza l’Italia diventò il centro dell’economia mondiale di questo tempo. Questa trasformazione causò non solo un cambio della situazione economica dei centri commerciali dell’Italia ma anche per quanto riguarda la situazione politica e culturale, il boom economico rese l’Italia un modello di potere e progresso per tutta l’Europa. Le quattro repubbliche marinare avevano metodi diversi per far funzionare i loro commerci, per esempio Amalfi cercava tanto di mantenere un buon rapporto con il mondo arabo, così da avere una posizione unica nel Mediterraneo. Tra l’XI e il XIII secolo conflitti tra il Cristianesimo e l’Islam resero la situazione più difficile e dall’altra parte i concorrenti Italiani e altri popoli portarono Amalfi a perdere progressivamente il suo potere a partire dal 1100, quando i Normanni lo conquistarono. Poi nel 1135 e nel 1137 i Pisani la saccheggiarono e pian piano la città perse la sua posizione come più potente delle quattro repubbliche marinare. La politica aggressiva di Pisa però la aiutò a mantenere una posizione dominante nella parte occidentale del Mediterraneo: infatti questa repubblica dominava la Corsica e la parte settentrionale della Sardegna e a questo tempo anche Genova doveva sottomettersi al potere di Pisa. Insieme a Genova, Pisa sfruttava le crociate come fonte di reddito. Mentre Pisa mandava 120 navi a sud per l’attacco di Gerusalemme, Genova sopportava i normanni nella lotta contro Antiocheia. Già alla metà del XI secolo sulla costa di Algeria e Siria c’era una nazione pisana o genovese in ogni posto importante per il commercio. 2 L’ascesa di Venezia cominciò più tardi, poiché, essendo governato dai dogi, faceva parte del regno est‐romano e quindi aveva già accesso, quasi illimitato, al mercato bizantino e inoltre considerava le crociate troppo rischiose. Avendo osservato il successo che Genova e Pisa avevano con le crociate e a causa di problemi politici con Costantinopoli, anche Venezia si unì alla quarta crociata e la diresse perfino contro Costantinopoli. La seguente conquista e il saccheggio di Costantinopoli fu una svolta fondamentale per Venezia, l’Adriatico diventò il Golfo di Venezia. Così Genova, Pisa e Venezia diventarono i poteri più grandi nel Mediterraneo, poiché non c’era più la concorrenza tra l’Islam e il Cristianesimo, ma tra i centri del potere italiano. Le repubbliche marinare diventarono centri di sviluppo – non solo grazie all’immensa ricchezza – ma anche grazie alle conoscenze tecniche e matematiche degli Arabi. Il commercio marittimo aveva reso l’Italia la nazione dominante di tutta l’Europa di questo tempo. Ora però, per non oltrepassare i limiti di quest’opera, farò un salto nel tempo per parlare dell’economia Italiana di oggi. 2. Economia Italiana di oggi Ancora oggi il ruolo del mare nell’economia Italiana è importantissimo, ma è cambiato molto negli ultimi decenni. Il commercio per il mare è diminuito notevolmente nei decenni scorsi; a partire dagli anni ottanta il commercio di cosiddette rinfuse liquide (petrolio, gas liquefatto, prodotti petroliferi ecc.), rinfuse solide (minerali, combustibili, cereali ecc.) e di merci varie è diminuito in modo significativo. Ancora nei primi anni ottanta porti liguri come Genova, Savona e La Spezia e anche porti adriatici come Venezia e Ancona erano i porti maggiori per gli sbarchi di rinfuse liquide perché avevano buoni sbarchi di petrolio ed erano connessi ad aree industriali litoranee. Le rinfuse solide invece venivano maggiormente sbarcate nei porti di Trieste, Livorno e Porto Torres;mentre nei porti del mezzogiorno e delle isole venivano sbarcati idrocarburi e materie prime per la siderurgia. Per quanto riguarda le merci varie, non c’era nessun porto che dominava questo settore. Oggi però il traffico turistico nei porti maggiori dell’Italia (Genova è ancora in prima posizione) è aumentato significativamente e questo ci porta a una delle parti più importanti dell’economia Italiana di oggi che è ovviamente molto legata al mare – il turismo e soprattutto il turismo balneare. Dagli anni postbellici (maggiormente a partire dal secondo dopoguerra), nei tempi di crescita economica, in Europa il turismo verso il mediterraneo è aumentato significativamente. Oggigiorno i popoli europei sono ancora più benestanti di due decenni fa e una gran parte dei Paesi industriali Europei può tranquillamente permettersi una vacanze nel “Paese del sole”. Però, non è solo il 3 turismo dall’estero che ha fatto crescere il settore balneare,bensì anche a livello nazionale il flusso di turisti verso le coste è aumentato negli ultimi decenni. A parte le grandi città ed i centri d’arte, sono in gran parte le spiagge adriatiche che attirano il turismo di massa, soprattutto dagli altri paesi europei. Sfortunatamente il turismo di massa non porta solo vantaggi all’economia Italiana (ci sono infatti problemi di disoccupazione in bassa stagione) e neanche al mare Italiano. 3. Il mare Italiano è in gran pericolo Secondo la Legambiente sono dieci i nemici principali del mare Italiano: ‐
Gli scarichi inquinanti ‐
Gli ecomostri e l’abusivismo sulle coste ‐
L’erosione costiera ‐
La proliferazione delle specie aliene ‐
La pesca illegale ‐
L’incontrollato fenomeno dei pescatori “pseudo‐sportivi” ‐
La moltiplicazione dei porti turistici ‐
Il riversamento degli idrocarburi in mare ‐
I rifiuti abbandonati in spiaggia ‐
La condizione delle Aree Protette Marine Sfortunatamente, non potendo trattare qui tutti i punti sopraelencati, vorrei concentrarmi sulle ragioni dell’inquinamento del mare Italiano. Sono alcune delle spiagge più belle del mondo e anche alcune delle più inquinate; parlo delle Cinque Terre, dell’Isola d’Elba e di alcuni altri posti meravigliosi sulle coste dell’Italia. In queste regioni si trovano le spiagge maggiormente inquinate – non solo da rifiuti come bottiglie che qualcuno non ha preso con se dopo il pic‐nic in spiaggia, cicche di sigaretta o stecchini di plastica dei cotton fioc, i quali, dopo essere gettati nel water, quando non c’è un depuratore, finiscono in mare, ma anche da schifezze che purtroppo non si vedono. Come colibatteri, streptococchi, enterococchi e simili. Sono depuratori mancanti, troppo vecchi o troppo cari da mantenere. Sono scarichi illegali, sia quelli che vanno direttamente nel mare o nei fiumi i quali poi sfociano in mare. Ci sono intere città con migliaia di abitanti che non hanno un depuratore, quindi tutto quello che scompare nel water, riappare – vento permettendo – nelle baie e sulle spiagge preferite degli Italiani. Poi in alcune città, soprattutto ad agosto, i livelli di coliformi fecali e altri microorganismi sono almeno dieci volte sopra i limiti previsti dalla legge. Sfortunatamente la soluzione spesso non è la 4 costruzione di un depuratore ma basta rammendare qualche condotto subacqueo e i livelli d’inquinamento si abbassano, almeno vicino alle spiagge, ma i liquami finiscono in mare lo stesso. In molti casi non sono solo le città vicino al mare che causano la maggior parte dell’inquinamento, ma le sostanze inquinanti arrivano anche attraverso i fiumi. Arriva da altre città che non hanno depuratori o da fabbriche, che riversano illegalmente prodotti chimici nei fiumi, inquinandoli irreparabilmente. Inoltre sulle spiagge inquinate si dovrebbero trovare dei cartelli che annunciano il divieto di balneazione, che però vengono spesso fatti sparire. Sono tolti da baristi o proprietari di alberghi, che preferiscono non pensare a una soluzione ma ignorare il pericolo per non perdere i turisti. 4. Che cos’è un mare? Prima di tutto dobbiamo differenziare tra i termini oceano e mare. a. Un oceano si definisce così: Un oceano è una vasta distesa di acqua salata che circonda un continente. Gli oceani del nostro mondo coprono circa il 70% della superficie terrestre, e per quanto riguarda il numero degli oceani c’è chi dice che ce ne sono cinque però di solito si citano solo i tre oceani principali. ‐
L’Oceano Pacifico ‐
L’Oceano Atlantico ‐
L’Oceano Indiano 5 ‐
(L’Oceano Artico) ‐
(L’Oceano Antartico) Gli oceani sono tutti connessi fra loro, però i tre – o cinque – sono distinti per il loro volume, il loro contenuto di sale, hanno un proprio sistema di maree, di onde e di correnti. b. Un mare invece è “Un’Area oceanica distinta da qualche caratteristica e definita per lo più per tradizione (p. es. M. dei Sargassi), oppure lembo costiero contenuto in ampi golfi (M. Arabico) o tra la costa e festoni di isole (M. del Giappone); infine compreso tra aree continentali (M. Mediterraneo). La differenziazione dei M. dall’oceano è per lo più tradizionale e di carattere geografico anche se talvolta qualche M. presenta caratteristiche fisiche, chimiche e ambientali (M. Mediterraneo, M. Nero) anche abbastanza o notevolmente distinte dall’oceano. In qualche caso addirittura si denominano assai impropriamente M autentici laghi quali il M. Caspio o il M. Morot. Per tutto quanto riguarda le caratteristiche dei M. si rimanda alla voce – OCEANI.”1 Ferruccio Mossetti Siccome io sto parlando del mare Italiano, vorrei dare qualche informazione riguardo al Mediterraneo e ai quattro mari Italiani. Il Mediterraneo è un bacino dell’oceano Atlantico delimitato a Nord e Nord‐Ovest dai paesi Europei, a Sud dal continente africano e a Est da quello asiatico. A Est si trovano due stretti – lo stretto del Bosforo e quello dei Dardanelli che mette in comunicazione il Mediterraneo col mar Nero, a Sud‐Est il canale di Suez che lo unisce al mar Rosso, ad Ovest lo stretto di Gibilterra lo unisce all’Atlantico. Nel Mediterraneo si trovano numerose penisole – tra le quali anche quella italiana – e tanti arcipelaghi e isole come la Sicilia, la Corsica o la Sardegna. Il mar Mediterraneo ha una superficie di 2.050.000 km² e una massima profondità di 5.017m a largo di capo Matapan, in Grecia. c. I quattro mari che circondano l’Italia ‐
Il mar Adriatico ‐
Il mar Tirreno ‐
Il mar Ligure ‐
Il mar Ionio Immagine messa a disposizione da www.wikipedia.org 1
Enciclopedia UTET 6 Il Mar Adriatico si trova a Est della penisola Italiana e si estende dal golfo di Venezia fino al Canale di Otranto, dove s’incontra con lo Ionio. Lo Ionio è un bacino che si trova tra la costa della Grecia a est e il Sud d’Italia e la parte orientale della Sicilia a ovest. Inoltre c’è il Mar Tirreno che è compreso tra la Corsica, la Sardegna, la Sicilia e la costa occidentale della penisola Italiana, a nord confina con le acque del Mar Ligure. Il Mar Ligure bagna le coste della Liguria e di parte della Toscana, del principato di Monaco e della parte settentrionale della Corsica. 5. La politica e il mare Il mare – e soprattutto il suo controllo – è sempre stato un fattore politico, perché avere sovranità sul mare significa avere potere. Oggi questo vale meno che nei secoli scorsi, però quando il commercio via mare era uno dei beni economici maggiori, avere il potere – per esempio – sul Mediterraneo, significava molto. Per questo non si discuteva del dominio sul mare solo intorno ai tavoli dei politici, ma anche lottando direttamente per il mare, come nella Battaglia di Lissa nel 1866. Oggigiorno non si lotta più per mare, però si lotta per i diritti di quelli che lo attraversano. a. Battaglia di Lissa Questa Battaglia fu parte della guerra austro‐prussiana con l’Italia come alleata della Prussia. Per l’Italia fu anche la terza guerra d’indipendenza e lo scopo principale era quello di scalzare l’Austria dall’adriatico, la Prussia invece aveva dichiarato guerra all’Austria per unificare i popoli tedeschi sotto la propria bandiera. Le acque nelle vicinanze dell’isola di Lissa – oggi si chiama Vis ed è parte della Croazia – furono luogo dello scontro navale tra la Marina Italiana che prima aveva attaccato l’isola nell’adriatico. Il 16 luglio il comandante Italiano Carlo Pellion di Persano lasciò Ancona e con la sua flotta di 33 navi si diresse verso Lissa e il 18 luglio iniziò l’attacco all’isola e alle batterie austriache. Sfortunatamente per l’Italia, prima che gli Italiani potessero interrompere la linea telegrafica da Lissa a Lesina e Spalato, gli austriaci riuscirono a dare allarme. Fu proprio per questo che la marina austriaca arrivò già la mattina del 20 luglio sotto l’ammiraglio austriaco Wilhelm von Tegetthoff. Nonostante gli austriaci avessero un numero minore di navi, in confronto alla flotta italiana, gli austriaci riuscirono a sconfiggere gli Italiani entro il primo pomeriggio. Furono le decisioni e i comandi pronti di Tegetthoff e anche la tattica di speronamento a decidere questa battaglia in favore degli austriaci. Ciò nonostante furono i Prussiani e gli Italiani a vincere la guerra e l’Austria dovette cedere il Veneto all’Italia. b. Politica di oggi L’Italia ha 1.800 km di confini territoriali mentre la parte costiera della frontiera Italiana è lunga 7.500 km, un lungo confine naturale. Visto che il concetto di confini è di per sé molto vago, dobbiamo chiederci come si può definire una frontiera che attraversa un paese senza rispettare eventuale barriere naturali. E poi, al giorno d’oggi dove la parola “globalizzazione” si sente ogni giorno, come possiamo ancora rispettare le barriere naturali come una montagna o il mare – la più violenta barriera naturale esistente? Valgono ancora tutti i concetti di confine che ci sono, o sono ormai tutti 7 nella nostra mente? Ovviamente questo è un tema molto difficile e controverso, giacché il mare non è solo un confine molto flessibile, difficile da definire e anche permeabile. In Italia, ogni anno migliaia d’immigranti clandestini attraversano questo confine alla ricerca di una vita migliore in Italia. Spesso arrivano al punto più al sud dell’Italia – l’isola di Lampedusa. Sfortunatamente molte delle persone che arrivano dalle coste di paesi nord‐africani sono affamate e trascurate. Troppo spesso succedono anche degli incidenti, dove muore un gran numero di persone ed i pochi naufraghi che vengono trovati sono quasi morti di sete, disperati e non avranno un futuro molto promettente in Italia. Secondo la legge riguardante gli immigrati, la cosiddetta legge Bossi‐Fini del 2002, il permesso di soggiorno sarà concesso a tutti quegli immigrati che hanno un contratto di lavoro fisso, allo stesso tempo però i datori di lavoro devono far fronte a molti ostacoli (di natura burocratica),che lo rendono difficile di dare lavoro a un immigrato. Per ottenere la cittadinanza Italiana per cosiddetta “naturalizzazione ordinaria” bisogna aver vissuto in Italia per almeno dieci anni, e dopo aver presentato la domanda, altri tre. Ciò nonostante ne sono state presentate 206.000 tra il 1991 e il 2004, da parte di immigrati non solo dal nord Africa, ma soprattutto dalla Romania, dall’Albania poi dal Marocco seguito dall’Ucraina. Alla fine quindi, non solo il mare è un confine labile, visto che anche attraverso gli altri arrivano moltissimi immigrati. 6. La legge e il mare Chi ha il diritto di sfruttare il mare e le sue risorse? Sono solo i paesi che confinano con il mare o ne hanno diritto anche gli altri paesi del mondo? La legge internazionale relativa prevede che una zona di 12 miglia marine dalla costa (acque territoriali) faccia parte dello stato con cui confina, il che significa sovranità totale del paese costiero che deve però ammettere il passaggio pacifico di navi militari straniere ma non sottomarini o sorvoli. La zona adiacente – ancora di 12 miglia – è gestita in tale modo che il paese costiero a competenze limitate ma ha la sovranità fiscale, sovranità doganale e sovranità per quanto riguarda la sanità e l’immigrazione. Nella zona dopo quella – fino a 200 miglia dalla costa – i paesi costieri non hanno più nessuna sovranità di natura politica; la zona si chiama Zona Economica Esclusiva. Lì gli stati costieri hanno diritti sovrani per la gestione delle risorse naturali, protezione e conservazione dell’ambiente marino. Poi la gestione dell’alto mare è compito delle Nazioni Unite che hanno pubblicato la Convenzione delle Nazioni Uniti sul diritto del mare. 8 7. Il popolo Italiano – la “gente di mare” “Gente di mare che se ne va dove gli pare dove non sa. Gente corsara che non c'e' più gente lontana che porta nel cuore questo grande fratello blu.”2 È questo il titolo di una canzone Italiana molto conosciuta, interpretata da Umberto Tozzi & Raff. Questa canzone ovviamente non è l’unica canzone Italiana che tratta del mare, e poi il mare nell’arte Italiana non è solo soggetto di canzoni ma anche di dipinti, di poesie e di tante altre opere d’arte. Quando uno è cresciuto al mare o almeno lì vicino, è ovvio che si abbia una certa connessione col mare e la gran parte della gente cresciuta col mare vicino di solito non se ne va facilmente. Però il popolo Italiano sembra particolarmente affascinato dal mare e nel suo patriottismo il mare ha un ruolo importantissimo. Forse è perché l’Italia è una penisola abbastanza stretta e quindi nessun Italiano e mai molto lontano dal mare e a poca distanza si ha sempre “il sale nei capelli”3 e si vive sempre una vita dipendente dal “grande fratello blu”4. Una teoria molto più sostanziale per quanto riguarda il perché gli Italiani siano così affini al loro mare è ovviamente la storia Italiana. Il mare nella storia Italiana ha sempre avuto un ruolo importantissimo, sia nell’ambito politico sia in quello economico e culturale. Per illustrare un po’ lo stretto legame tra l’arte Italiana e il mare vorrei dedicare un breve discorso a tre opere d’arte e agli artisti che le hanno create. Sono il cantautore Gino Paoli, il pittore Carlo Carrà e poi lo scrittore Alessandro Baricco. a. Gino Paoli Nato il 23 settembre 1934 a Monfalcone, provincia di Gorizia, Gino Paoli è uno dei cantautori di musica leggera Italiana più noti di tutta l’Italia. La sua carriera ebbe inizio a Genova, dove, insieme ad amici come Bruno Lauzi o Umberto Bindi fece 2
Parte del testo di „Gente di mare” di Umberto Tozzi & Raf 3
Parte del testo di „Gente di mare“ di Umberto Tozzi & Raf 4
Parte del testo di „Gente di mare“ di Umberto Tozzi & Raf 9 parte della Scuola genovese. Il suoi primi brani furono pubblicati a Milano nel 1959 però senza ottenere nessun successo, poi nel 1960 il brano “La gatta” invece ebbe abbastanza successo e finì nelle classifiche. Negli anni sessanta ell’avvenimento non si sentì niente di lui per alcuni anni però poi negli anni ottanta, novanta tornò ad essere un cantautore di successo e ancora oggi continua a produrre musica. “Sapore di Sale” è uno dei suoi successi degli anni sessanta, è una dichiarazione d’amore al mare e alla donna di cui sta parlando. “Sapore di sale, sapore di mare che hai sulla pelle, che hai sulle labbra quando esci dall'acqua e ti vieni a sdraiare vicino a me, vicino a me. Sapore di sale, sapore di mare un gusto un po' amaro di cose perdute di cose lasciate lontano da noi dove il mondo è diverso, diverso da qui (…) sapore di mare, sapore di te”5 b. Carlo Carrà Carlo Carrà nacque l’11 febbraio 1881 a Quargneto in Piemonte, e morì il 13 aprile 1966 a Milano. Fu figlio di artigiani e iniziò la suo carriera come decoratore murale, frequentando corsi di arte la sera per nutrire la sua passione per la pittura. All’inizio del novecento furono lui e altri giovani artisti – anche alcuni dei suoi compagni di scuola (frequentò l’Accademia di Brera a partire dal 1906) – a fondare la corrente artistico‐letteraria del Futurismo. Carrà fece parte del movimento futurista per solo sei anni e dopo iniziò ad interessarsi di più per la natura reale e la pittura metafisica. Fu in stile metafisico che creò le sue opere conosciute col soggetto di mare tra gli anni trenta e l’anno della sua morte. Una di quelle opere conosciute si chiama “Pioggia al mare” ed è un dipinto del 1929. 5
Parte del testo di „Sapore di Sale“ di Gino Paoli, 1962 10 “Pioggia al mare” su gentile autorizzazione di balnea.net c. Alessandro Baricco Il 25 gennaio 1958 Alessandro Baricco nacque a Torino, fino ad oggi è un famoso scrittore e regista Italiano. Dopo essersi laureato in filosofia ed aver ottenuto un diploma in pianoforte al Conservatorio, iniziò la sua carriera scrivendo delle critiche musicali nel 1988 e collaborando con dei giornali come la Repubblica e La Stampa. Poi lavorò per la televisione e finalmente, negli anni novanta iniziò a pubblicare romanzi come “Castelli di rabbia” (1991), “Oceano Mare” (1993) o “Seta” (1996). Poi da alcune delle sue opere sono stati tratti lavori teatrali o film, come “Novecento. Un monologo” del 1994, negli anni seguenti ha poi pubblicato un saggio sulla globalizzazione (“Next”) e altre opere, poi nel 2007 uscirà la trasposizione del romanzo “Seta”. Sfortunatamente la trama del libro è difficile da spiegare, fondamentalmente il libro parla di alcuni personaggi molto particolari che s’incontrano tutti in una locanda vicino al mare, in una fase in qualche modo significativa della loro vita. La locanda si chiama Almayer e si trova in riva al mare nordico, sono cinque i personaggi i cui destini si incrociano lì al mare….e con il mare. 8. Piccolo Vocabolario del mare le repubbliche marinare die Seerepubliken il commercio marittimo der Seehandel saccheggiare plündern la crociata der Kreuzzug le rinfuse liquide/solide Verschiedene feste/flüssige Produkte il porto der Hafen 11 lo sbarco das Ausladen, die Löschung gli sbarchi di petrolio Benzinverladestelle turismo balneare der Badetourismus gli scarichi inquinanti di verschmutzten Abwässer l’abusivismo der Raubbau l’erosione costiera die Küstenerosion proliferazione delle specie aliene die Verbreitung fremder Arten i colibatteri die Kolibakterien gli streptococchi die Streptokokken gli enterococchi die Enterokokken il depuratore die Kläranlage il condotto subacqueo die Unterwasserleitung il liquame das Abwasser il divieto di balneazione das Badeverbot il contenuto di sale der Salzgehalt il lembo costiero der Küstenstreifen i festoni di isole der Inselfeston, Inselstreifen, ‐ gürtel il bacino das Becken lo stretto die Meerenge la penisola die Halbinsel l’arcipelago das Archipel la battaglia ie Schlacht scalzare vertreiben, verdrängen lo scontro navale die Seeschlacht la tattica di speronamento die Rammtaktik il confine territoriale die Grenze an Land il naufrago der Schiffbrüchige 12 la miglia marina die Seemeile le acque territoriali die Küstengewässer la sovranità totale volle Souveränität il passaggio pacifico die friedliche Passage il sottomarino das U‐Boot il sorvolo der Überflug la sovranità fiscale/doganale die Finanz‐ und Zollhoheit la Zona Economica Esclusiva die Ausschließliche Wirtschaftszone le risorse naturali die Meeresschätze l’ambiente marino der Lebensraum Meer 9. Conclusione In quest’opera ho cercato di dare al lettore una panoramica riguardante il perché gli Italiani hanno una connessione così forte con il “loro” mare e poi anche come si nota quel rapporto particolare. Infatti, ho trovato tante fonti che mi hanno aiutato ad illustrare quello che volevo far vedere, e ho anche notato che gli Italiani stessi sono molto disponibili quando si tratta di un tema del genere. Sfortunatamente non ho avuto né il tempo, né lo spazio per approfondire su alcuni punti, quello lo farò in un’altra opera, più tardi. 13 10. Bibliografia a. Fonti reali L‘espresso, Nr. 32 del 16 agosto 2007; pag. 26‐33 Valussi, Giorgio 1987. “L’Italia Geoeconomica“, Torino: UTET Libreria Ammon, Günther und Stemmermann, Klaus 2000. „Vom Kampf der Gesellschaft und der Wirtschaft gegen den Staat“, München: Eberhard Verlag (Grenzen und Horizonte) Mossetti, Ferruccio 1988. „Grande Dizionario Enciclopedico UTET“ 4. Aufl., Torino: Unione Tipografico‐Editrice Torinese Zöllner, Erich 1990. “Geschichte Österreichs” 8. Aufl., Wien: Verlag für Geschichte und Politik b. Fonti internet www.balnea.net http://de.wikipedia.org/wiki/Seeschlacht_von_Lissa http://www.legambientepuglia.it/?id=Eco‐
Proteste%5CI%2010%20nemici%20del%20mare%202007&args=Eco‐Proteste http://angolotesti.leonardo.it/U/testi_canzoni_umberto_tozzi_2725/testo_canzone_gente_di_mare_
92876.html http://www.italianissima.net/testi/saporedi.htm 14