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STAMPA REGGIANA AutoGepy AutoGepy periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport www.autogepy-chrysleritalia.it Editoriale Teletricolore srl - Direttore Responsabile: Ivano Davoli - Direzione,Redazione e Amministrazione: Via Pasteur, 2 - 42100 Reggio Emilia - Tel. 0522/337665 - Fax 0522/397794 E-mail: [email protected] sito web: www.stampareggiana.it - Pubblicità: EDIT7 Via Pasteur,2 Reggio Emilia Tel.0522/331299 - Fax 0522/392702 Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Reggio Emilia - Iscrizione al ROC nr.10590 anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 www.autogepy-chrysleritalia.it Euro 2, 00 LE GRANDI MANOVRE PER LA POLTRONA DI SINDACO Dopo la parentesi estiva partono i giochi per la conquista di palazzo Prampolini. C’è chi punta al ballottaggio di Simone Russo L a corsa verso le elezioni alla carica di sindaco di Reggio Emilia sta per iniziare e l'impressione è che in questa circostanza gli elettori si troveranno di fronte ad una griglia di partenza affollata come mai avvenuto in precedenza. Prima della pausa agostana infatti, gli ambienti politici locali sono parsi una fucina inesauribile da cui far uscire quotidianamente nomi di foggia sempre diversa: un pirotecnico scoppiettio di fuochi più meno fatui che ha fatto la delizia del bla bla salottiero e ha ulteriormente confuso le idee ai cittadini, alle prese con l'inattesa fioritura di vocazioni politiche da parte di personalità varie e, in alcuni casi, molto eventuali; d'altra parte, molti sono i chiamati ma uno solo l'eletto, e questo è il sale della sfida. Posto che prevedere il futuro non fa parte ancora delle numerose sfaccettature del raziocinio, almeno secondo i canoni della scienza, è esercizio utile cercare di ripercorrere cosa sia accaduto fino ad oggi per individuare alcune coordinate di uno scenario minimo di prospettiva. LO STATO DI SALUTE DELL’ECONOMIA REGGIANA di Dario Caselli Graziano Delrio L'eccezionale vivacità sul fronte delle candidature alla poltrona di sindaco di Reggio viene da molto lontano. In estrema sintesi si tratta di uno dei numerosi prodotti di quella formuletta magica chiamata "crisi dei partiti". segue a pagina 3 E' sicuro che l'Italia sta per attraversare un periodo difficile dal punto di vista economico, testimoniato dall'andamento piatto dell'economia e dal diminuito potere d'acquisto dei salari. Se l'Italia non sta bene, vediamo come si sente la nostra provincia, una delle più ricche del Paese. Se si prende il dato della raccolta bancaria, si direbbe che scoppia di salute, il 2007 ha segnato un più 14% sul 2006, in cifra un miliardo e mezzo di euro. In realtà anche noi abbiamo qualche ruga, come l'aumento dall'indebitamento delle famiglie, arrivato a dieci miliardi pari al 65% del reddito disponibile. segue a pagina 3 ECCO IL DIPINTO MAI VISTO A REGGIO La storia dell’opera di Jacopo Palma il Giovane regalata alla Basilica della Ghiara dai Mercanti dell’Arte della Seta, ma requisita nel 1783 dal Duca di Modena a cura di P. Fiorenzo M. Gobbo EVENTI La grande mostra dedicata a Matilde di Canossa > PRIMO PIANO Gli americani e le O.M. Reggiane Dalle bombe ai dollari > di Donatella Dall’Argine di Romano Pezzi da pagina 9-11 OLIMPIADI Il lavoro reggiano protagonista a Pechino a pagina 12-13 a pagina 6-7 STORIA Rinasce la Filarmonica “Città di Reggio” > > di Cristina Bolognesi da pagina 19 a 21 REGIA, RIFACCI SOGNARE Da sx Maschio, Falconieri, Ferrari e Padoin salutano i tifosi granata dopo la vittoria a Cesena servizi di Mauro Romoli e Stefania Rabotti di Sergio Masini a pagina 28-29 a pagina 16 - 17 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Politica > ELEZIONI, LE GRANDI MANOVRE segue dalla prima Simone Russo Da una parte le aspettative dei cittadini non bussano più alla porta delle tradizionale centrali politiche, per finire incanalate nel calderone dell'offerta "civica", vista da molti come l'unica medicina credibile per curare i mali quotidiani della cattiva amministrazione; dall'altra parte i partiti stessi, sotto l'influenza crescente dei media, l'arena reale in cui si contende il consenso, fanno sempre più fatica a tenere in mano le redini della selezione del candidato, con il successo facile di nomi più adatti a sorridere sui cartelloni pubblicitari che non ad occuparsi dei problemi dei cittadini. Risultato: tutti, anche gli inesperti, i marginali e i meri cacciatori di prebende si sentono in grado di avanzare la propria candidatura. Ci penserà poi l'urna a scremare la lista e a ricacciare nel mondo dei sogni le aspirazioni degli illusi. Veniamo agli schieramenti. Nel centrosinistra la situazione oscilla tra due poli. Graziano Delrio dovrebbe essere ricandidato dal Pd: una sua bocciatura delegittimerebbe il lavoro fatto dalla maggioranza negli ultimi anni. Eppure c'è chi vorrebbe far sottoporre il nome dell'attuale sindaco al vaglio delle primarie.Una prospettiva che appare attualmente lontana: i vertici del partito (il segretario provinciale Giulio Fantuzzi), dopo aver affermato che la ricandidatura del primo cittadino forse non sarebbe stata così naturale, ha concesso attraverso le sue ultime esternazioni solo lo svolgimento di una assemblea programmatica, avocando implicitamente alle segreteria il diritto di scegliere il nome. D'altra parte, chi non vede l'ora di attrarre l'attuale sindaco in un "trappolone" in stile prima repubblica, gli spaggiariani, non sembrano possedere né i numeri necessari da regolamento per lanciare una sfida a Delrio, nè il nome giusto per poter costituire un'insidia reale. Timidi passi contro Delrio sono stati fatti da parte della presidente della Provincia Sonia Masini, alcuni hanno pensato a Celestina Tinelli, si sussurra - con voce assai flebile- di manovre di riposizionamento di Elena Montecchi all'interno del partito... Per ora poca cosa. Resta poi da capire, a margine di questo frullìo di situazioni, perchè il Pd si ostini ad utilizzare un metodo come le primarie, molto criticato negli stessi Usa in quanto ritenuto ben poco democratico: vince chi ha più soldi e appoggi eccellenti da investire nella propria autopromozione, non chi ha le proposte più innovative. Mistero. Centrale, invece, il tema delle aleanze: con Delrio il Pd continuerà a guardare alla sinistra, mentre Fantuzzi, sulla falsariga deolle dinamiche nazionali, guarda con più concupiscenza all'Udc. La sinistra è in bilico: ancora difficile capire se Rifondazione a livello locale possa portare avanti un'alleanza rotta a livelo nazionale. Prevarrà la logica della lotta dall'in- Angelo Alessandri Ivan Strozzi Mario Monducci Francesco Colosimo terno del sistema o quella di un'opposizione dura e senza sconti al Pd? Più malleabile pare il Pdci. Un bel puzzle. Se Sparta piange, Atene non ride. Pure con il vantaggio di trova- re come avversario uno dei sindaci di Reggio più controversi di sempre, aspramente criticato anche dall'interno della sua maggioranza, il centrodestra non ha ancora deciso se andare unito e che nome scegliere. L'impressione è che lo sforzo strategico sia passato completamente in secondo piano rispetto ad una logica di perenne lotta tra galli nel pollaio. La Lega il suo nome lo ha fatto da tempo: Angelo Alessandri, candidato di un certo appeal presso l'elettorato di centrodestra e per questo osteggiato fin dall'inizio da altri esponenti in cerca di "investitura", Eboli e Vanda Giampaoli in primis. Nessuno dei nomi emersi fino ad adesso pare avere le ponzialità giuste per ottenere i due obiettivi: unire le forze moderate e stuzzicare la libido politica dell'elettorato centrista e d'opinione. Il gioco contrapposto delle correnti rischia di portare alla deriva i per ora fragili vascelli del centrodestra locale. Per questo motivo molti, al suo interno, sperano di veder veleggiare la candidatura anti-Delrio in acque più accoglienti: quelle delle liste civiche, purtroppo più affollate di una baia nel corso della Coppa America. Molto si sta muovendo sotto traccia, come ha rivelato il giovane presidente di An Tommaso Lombardini: in poche settimane potrebbe emergere qualche nome nuovo capace di sovvertire il pronostico della sfida elettorale: si sussurra di un possibile nome imprenditoriale "forte" e universalmente stimato per i suoi successi. Il nome di Landi è stato più volte avanzato e smentito, le alternative non mancano. Per ora tra i civici si è fatto avanti esplicitamente il commissario Luigi Piscopo, mentre Nadia Borghi del comitato anti porta a porta ha annunciato la presentazione di una sua lista civica, pur non confermando che sarà lei a sfidare Delrio. Bolle in pentola anche una nuova iniziativa di stampo civico per il consigliere comunale Mario Monducci, da qualche tempo vicino alle battaglie dei Grillini. Il suo ormai ex sodale Carlo Baldi viene invece dato per molto vicino al centrosinistra. C'è poi da capire il ruolo che giocherà l'ex ad di Enìa Ivan Strozzi, da tempo in trattativa con il centrodestra: il suo nome ha creato qualche "mal di pancia" nel Pdl, ma la possibilità di una sua candidatura non è assolutamente tramontata. E poi c'è il consigliere comunale centrista Franco Colosimo: intervistato sull'argomento, non ha negato la possibilità della discesa in campo con un suo soggetto. In generale la sfida sembra aperta più che mai per due diversi fattori. Il Pd sta lentamente indebolendo la sua presa sull'elettorato. segue dalla prima Dario Caselli cordare che assieme alla meccanica, il settore trainante è quello dell'edilizia che è in crisi dopo oltre un decennio di crescita esagerata, che ha stravolto la città, cancellando i quartieri e rendendola meno gestibile e vivibile. Il rallentamento attuale, più che una scelta consapevole di come si vuole la città, è dettato dal venir meno della domanda. D'altra parte la nostra economia ha richiamato molta manodopera straniera poco qualificata, che comporterà un aumento della spesa sociale per effetto dei ricongiungimenti, del fatto che ormai sono gli unici a fare figli e che so- E' vero che si tratta in gran parte di mutui casa, ma le loro scadenze sono sempre più lunghe (almeno venti anni) e ciò vincola il sottoscrittore fino all'età della pensione, visto che la vera differenza tra i percettori di reddito fisso la fa il dover pagare o meno l'affitto e la rata dei mutui oggi è equivalente. Occorre inoltre considerare che l'aumento della ricchezza non interessa più quasi tutti, ma settori ristretti di lavoratori autonomi, imprenditori o dirigenti. Inoltre il motore primo dell'aumento della ricchezza, non è più il lavoro, ma la rendita, sul primo grava infatti una fortissima imposizione, che è quasi assente sulla seconda. L'aumento della ricchezza è inoltre concentrato sugli ultracinquantenni, in Italia ne detengono quasi l'80%, mentre i debiti, siano essi mutui o crediti al consumo, gravano sui più giovani. Dunque nonostante l'aumento della ricchezza complessiva, aumenta il numero di coloro che non riescono a risparmiare o si indebitano per mantenere il loro tenore di vita. Anche nel settore delle imprese, dove lo sforzo di ristrutturazione ed internazionalizzazione è stato notevole, ci sono criticità legate alle carenze di denaro del sistema finanziario, nonché all'aumento dei tassi, il nostro sistema industriale è sempre stato poco capitalizzato e molto dipendente dalle banche. Si avvertono inoltre, sempre di più i problemi di successione nelle imprese, che nella migliore delle ipotesi sono giunte alla seconda generazione. Anche da noi arrivano imprese straniere, gli ultimi casi sono l'acquisto delle Reggiane, leader mondiale nelle gru da porto, da parte dell'americana Terex e l'ingresso dei russi di Renova in Kerself, grande produttore di pannelli solari. Occorre ri- Un partito in crisi di identità a livello nazionale e lacerato a livello locale da lotte interne di notevole portata, difficilmente può presentarsi con intatta credebilità ai suoi tradizionali elettori. In secondo luogo la presenza di molte liste civiche potrebbe erodere il patrimonio di consenso di cui gode il centrosinistra locale. Insomma: siamo ancora ben lontani dal vedere elezioni su modello anglosassone, incerte e determinate dall'elettorato d'opinione, ma mai come questa volta la possibilità di un ballottaggio sembra realmente concretizzabile. La Bulgaria è un pò più lontana da Reggio. STAMPA REGGIANA > no tra i meno abbienti. La spesa sociale cresce inoltre per l'aumento degli anziani che, come scrive ironicamente Michele Serra nel suo libro "Breviario comico" sono la comunità più prolifica (raddoppiano ogni decennio), consumano meno dei curdi, si abbronzano meno dei polacchi e consumano farmaci a dismisura. Ciò comporta una diminuzione dei consumi e un aumento della spesa per pensioni e sanità. Un problema serio da noi, dove il welfare vuole assistere il cittadino dalla culla alla bara. Rughe ne presenta tante anche la nostra realtà, sebbene, come dice un amico imprenditore, quando dovesse entrare in crisi Reggio, l'Italia avrebbe chiuso da tempo. STAMPA REGGIANA periodico di attualità cultura spettacolo sport Proprietario Editore Editoriale Tricolore srl Direttore Responsabile Ivano Davoli Art Director Roberta Castagnetti Servizi fotografici Stefano Rossi Marco Moratti Sede e Redazione Via Pasteur 2 - Reggio Emilia Tel. O522.337665 Fax O522.397794 Pubblicità EDIT 7 Uff. Commerciali Via Pasteur 2 42100 Reggio Emilia Stampa Società Editrice Lombarda S.R.L. Via Dè Berenzani 6-26100 Cremona Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 1093 del 17/03/2003 anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 3 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Opinioni & Interventi > ASPETTANDO I BUONI PROPOSITI di Sebastiano Simonini Le aspettiamo tutto l'anno, e quando ce le ritroviamo davanti, all'improvviso, è come guardare un treno in transito alla stazione, veloce e rumoroso, spesso non riusciamo neanche a mettere a fuoco quanto vediamo e in memoria rimane solo qualche immagine sfuocata. Le vacanze passano più o meno in questo modo, e all'improvviso ci ritroviamo a settembre. Quest'anno però ho proprio voglia che venga settembre. Adesso, mentre sto scrivendo per questo numero di Stampa Reggiana, siamo ancora ad agosto, ma ho già una gran voglia di settembre. Innanzi tutto spero sia meno caldo di oggi, poi ho in animo di fare tante cose, ho idee e progetti da realizzare, e non è un caso che i buoni propositi si facciano o a Capodanno, per l'anno nuovo, o proprio nell'attesa di settembre. Ma c'è un elemento in più: una forte curiosità. Sono infat- ti molto curioso di vedere cosa succederà a Reggio dopo il torpore agostano, scoprire che forma prenderanno i molti propositi che la nostra Amministrazione dichiara di voler rendere concreti, sono curioso di vedere se davvero l'Assessore Spadoni riuscirà a risolvere, come ha in parte fatto con i phone center, il problema dei kebab e se l'assessore Corradini riuscirà a can- cellare, come aveva promesso, i bivacchi che continuano ad affliggere aree verdi, piazze e gradinate dei principali monumenti cittadini. E quei perfezionisti dei reggiani, capaci solo di guardare al pelo nell'uovo (così sono stati di recente definiti dal nuovo Questore), continueranno implacabili ad insistere chiedendo ordine, pulizia e rispetto delle regole? Per non parlare dei grandi temi che vivacizzano l'agenda del Sindaco, circa i quali dovrà render conto nell'imminente campagna elettorale (stazione dell'alta velocità, Enia, area ex Reggiane, inceneritore, campine per i nomadi, viabilità, aria, Via Emilia bis e molto altro ben noto a tutti). Eccoci al punto: l'imminente campagna elettorale. Mai come quest'anno sono curioso di scoprire cosa succederà. Verrà ricandidato Del Rio o si faranno delle primarie come qualcuno in ambito PD si è da mesi affrettato a proporre? O forse il centro-sinistra metterà in campo un nome forte, magari fortissimo per evitare ogni possibile rischio? E il centro-destra cosa inventerà? Sempre che a Reggio il centro-destra si dimostri capace di inventare qualcosa, poiché è più probabile che lì continuino a bisticciare, incapaci di proporre un'alternativa concreta, ancora molto lontani dall'individuare un comune punto di vista ed un candidato comune. E le liste civiche, che sorprese ci riserveranno? Dobbiamo attenderci proclami roboanti o prevarranno finalmente la concretezza e il buon senso, per ricondurre la nostra Reggio entro una semplice e da tutti tanto desiderata normalità? Eh, sì, sono proprio curioso, ma per fortuna siamo già in settembre. SU INVITO DELL’ASSOSTAMPA LORENZO DEL BOCA OSPITE DEL ROTARY Su invito dell'Associazione Provinciale Stampa Reggiana "G. Bedeschi", il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, Lorenzo Del Boca, sarà a Reggio il 12 e il 13 settembre prossimo, accompagnato da Roberto Zalambani, dell'Esecutivo nazionale dell'Odg. Alle 18 di venerdi 12, su invito del Rotary Club di Reggio, Del Boca presenterà all'Hotel Astoria il suo volume Grande Guerra, piccoli generali. Una cronaca feroce della Prima guerra mondiale. Dopo un saluto di benvenuto di, Paolo Lorenzo Del Boca Ampollini, presidente del Rotary, parleranno del libro con l'autore lo stesso Zalambani e Gino Badini, presidente dell'Associazione Stampa Reggiana. Nell'occasione verranno esposti cimeli della Grande Guerra, a cura del Museo dell'Arma di Cavalleria e del suo presidente Gianmarco Manganelli. E' stato poi organizzato un incontro conviviale durante il quale Del Boca affronterà il tema "La professione giornalistica, oggi", rispondendo alle domande dei giornalisti reggiani. Il giorno successivo, sabato 13 settembre alle 9,30 nell'Aula Magna dell'Università (viale Allegri n. 9), in occasione dei trent'anni della rivista "Reggio Storia" (1978-2008), avrà inizio il primo convegno nazionale dedicato ai periodici di culture e storie lo- cali: "Re-media memoriae. Cronisti delle tradizioni". Con il coordinamento di Roberto Zalambani, dopo gli indirizzi di saluto (è prevista la partecipazione del Prefetto di Reggio dott. Bruno Pezzuto), avranno inizio gli interventi. Gino Ba- Paolo Ampollini dini, fondatore e direttore della rivista "Reggio Storia", introdurrà il tema sul ruolo e sulle prospettive dei periodici di culture e storie locali. Seguiranno gli interventi dei responsabili delle pubblicazioni edite a Mantova, Vercelli, Roma, Pesaro, Ancona, Parma, Ferrara, Romagna, Padova, Udine, Bologna, La Spezia, Trento. Al termine, Egidio Bandini si soffermerà brevemente su "Cultura e tradizioni locali nel pensiero e nell'opera di Giovannino Guareschi" (hanno assicurato la loro presenza i figli del grande scrittore parmense). Alle 12.30 concluderanno la manifestazione un rappresentante di Governo e il presidente nazionale OdG Lorenzo del Boca, al quale sarà consegnato "Il primo tricolore". L’OGGETTO E IL DESIDERIO... Cecilia Acerbi INTERIOR DESIGN Via Porta Brennone 1/C, 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 420817 - [email protected] STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 5 > Primo Piano IL SUCCESSO DEL LAVORO REGGIANO A La ditta Assist da Pontenovo di San Polo d’Enza a Casa Italia in Cina di Cristina Bolognesi Pontenovo di San Polo è un luogo tranquillo, cullato dalle distese di prati e boschi della pedecollina reggiana: qui si possono incontrare con estrema facilità caprioli, falchi, scoiattoli ed il rumore più forte che si può udire potrebbe essere quello di qualche vecchio trattore Landini intento a spostarsi lentamente da un campo all'altro. L'aria qui su è fresca ed in continuo movimento prendendo velocità nella gola del torrente Enza. Queste sono sicuramente le caratteristiche ideali per aprire un agriturismo o trascorrere le calde estati con la famiglia in una casa di sassi. Nel percorrere la stradina in salita che attraversa il cuore del borgo, risulta così quanto meno curioso scoprire che proprio qui, a Pontenovo, in una grande casa colonica ristrutturata che si affaccia su distese di prati verdi, da più di vent'anni un team di creativi esperti di comunicazione e marketing operano, con il nome di Assist, su tutto il territorio nazionale e non solo, considerando che la loro ultima sfida è una collaborazione triennale con il Coni che ha visto questa agenzia impegnata alle Olimpiadi di Pechino 2008. Lo staff di Assist è rappresentato da professionisti provenienti da diverse città ed esperienze lavorative nel settore e l'aria (cioè l'atmosfera) che si respira parlando con loro è di grande entusiasmo, di serenità e soprattutto di creatività. Assist, dal 1987 è un'agenzia di comunicazione integrata con uno staff di 90 persone e 6 sedi in Italia. Nel nostro vivere quotidiano l'apparire, l'essere sempre presenti e ben visibili è un must irrinunciabile: quale filosofia sta dietro alla scelta di collocare proprio la sede principale dell'agenzia in una località della pedecollina Reggiana, a Pontenovo di San Polo? La scelta di rimanere con i piedi ben piantati per terra…si tratta per Assist di ribadire le proprie origini e il proprio legame con questo territorio senza cedere all'idea che per lavorare bene si debba per forza avere uffici nelle grandi capitali del- 6 STAMPA REGGIANA > la comunicazione. Vent'anni fa abbiamo cominciato in questa zona e il nostro percorso di crescita ci ha portato in lungo e in largo per il mondo, fino a Pechino. Ma è sempre molto bello ritornare a casa e ritrovare le proprie radici. Inoltre la qualità di vita e di conseguenza del lavoro, di cui si beneficia ad avere sede in questa zona non ha eguali. tato a lavorare sul marketing e sulla comunicazione della Squadra Olimpica Italiana. Significa aver a che fare con l'eccellenza dello sport italiano e con una materia molto delicata, quella dell'olimpismo. Crediamo che proprio i valori etici e morali siano la "scintilla" che accende il meccanismo del business. Le persone cercano esempi Estivi di Pechino 2008, nei Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 e nei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010? Un progetto che per la prima volta porta sul mercato delle sponsorizzazioni sportive la Squadra Olimpica Italiana. Una grande sfida professionale per Assist (che ha trovato un grande partner nell'ame- Oggi la comunicazione nello sport ha raggiunto livelli di grande importanza: leggendo tra le vostre collaborazioni si nota la vostra forte presenza nel settore sportivo e nel suo indotto. Come riuscite a coniugare business ed etica sportiva nella vostra logica di comunicazione? Il nostro ultimo incarico ci ha por- positivi, e anche i grandi brand cercano sempre più di rappresentarsi accostandosi a testimonial portatori di correttezza, lealtà, coraggio… E oggi sempre più si parla di sponsorizzazioni legate non tanto alle performance ma ai valori… Come si può descrivere il vostro progetto Italia Team che vede una collaborazione di marketing triennale tra Assist ed il Coni nei Giochi Olimpici ricana Octagon) ma anche un grande "regalo" con il quale celebrare i nostri primi 20 anni di attività. Maurizio Thiebat, responsabile dell'area creativa e dei contenuti del progetto Italia Team della spedizione cinese per Assist Group: cosa ha significato per lei questa "avventura" dal punto di vista creativo, operativo e perché no, anche umano? anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Ore di sonno arretrato, ma anche una grande libertà di sviluppare e realizzare idee. Raccontare la capacità italiana di esprimere eccellenze in ogni campo, dallo sport alla cultura, dalla musica alla gastronomia… Il concetto di base del progetto è di quelli che chiunque faccia questo mestiere vorrebbe poter affrontare. A Pechino la nuova Casa Italia era diversa da quella del passato: una superficie di 10.000 metri quadri aperta al pubblico, una vera e propria vetrina che ospita le eccellenze italiane oltre che i nostri campioni dello sport. Per le nostre aziende presenti un'occasione veramente importante di mostrare i propri prodotti ad un mercato un pò distante: il bilancio di questa "missione cinese " è già positivo? Il bilancio è super positivo. Tireremo le somme in termini quantitativi solo fra alcune settimane, ma la grande attenzione che tutti i media cinesi e internazionali (dall'americana Nbc alla tv di stato cinese, passando per tv brasiliane, inglesi e coreane…) hanno dedicato a Casa Italia e l'affluenza costante di visitatori ci convince che il progetto di "aprire" - per la prima volta nella storia di Casa Italia anche al pubblico generico - sia stata un'idea giusta. Nella foto in alto: la sede di Assist a Pontenovo di San Polo d’Enza, sotto l’ingresso di Casa Italia a Pechino. Al centro alcuni dei visitatori all’interno di Casa Italia. Primo Piano > ALLE OLIMPIADI DI PECHINO 2008 A Capanni la regia dei tabelloni elettronici del Beijing Institute of Technology Gymnasium e del Capitol Indor Stadium Le Olimpiadi moderne sono un grande evento sportivo ( anzi il più grande in assoluto) oltre che economico. Nel rispetto delle finalità del fondatore De Coubertin che le vedeva come uno strumento di conoscenza e interscambio di culture tra i popoli e, in ultima analisi, un contributo alla pace mondiale, forse oggi la Cina è più vicina al resto del mondo di quanto non lo fosse un mese fa. Paolo Capanni, 42 anni, ingegnere elettronico e titolare della Capanni Srl di Castelnovo né Monti, ha partecipato attivamente alle Olimpiadi 2008 di Pechino. Operando nei due impianti in cui si sono disputate le partite di pallavolo ovvero il Beijing Institute of Technology Gymnasium (all'interno di un campus universitario) e il Capitol Indoor Stadium (uno dei principali "palazzetti" indoor di Pechino), Capanni aveva la responsabilità della visualizzazione dei dati provenienti dalle apparecchiature a bordo campo (gestione dei punteggi, time out, statistiche, etc) sui grandi tabelloni presenti negli impianti, una vera e propria regia per la presentazione delle informazioni sportive ed una traduzione in tempo reale in caratteri cinesi. Considerati i tempi di trasferimento nella grande città ed il fatto che il protocollo prevedeva di essere pronti due ore prima dell'inizio delle competizioni, Capanni facilmente arrivava alle 14 ore giornaliere di impegno, affrontate sempre con il sorriso e con buone dosi di caffè. In alto: Lo stadio Beijing Institute of Technology Gymnasium. In basso da sinistra: Capanni in un momento del lavoro (comunicazione con il bordo campo). In basso al cen- tro: un pannello informativo (avvolto dallo smog) per i guidatori nel caotico traffico cittadino. In basso a destra: un momento di festa al termine delle competizioni. Paolo Capanni è con la mascotte (Fuwa) Panda, una delle cinque mascotte che animavano i momenti di intervallo. Le mascotte olimpiche erano cinque, una per ogni cerchio olimpico. LATTONERIE INDUSTRIALI E CIVILI s.r.l. SMALTIMENTO AMIANTO Via Nobel, 11 - SESSO (REGGIO EMILIA) - Tel. 0522/533223 Fax 0522/532257 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 7 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Eventi > LE VICENDE STORICHE E UMANE DI MATILDE DI CANOSSA La grande mostra dedicata alla donna più potente del medioevo di Donatella Dall’Argine "…Non esito, figlia amatissima e amorevole, a esprimerti questi miei pensieri, giacché conto, tu forse non sai quanto, sul tuo fervore e sulla tua saggezza…" Così, nel 1074, scriveva Gregorio VII a Matilde di Canossa, la donna più potente del Medio Evo, testimone di quarant'anni di lotta tra Impero e Chiesa, ardente sostenitrice del Papato nella lotta per le investiture, titolare di uno Stato il cui ter- ritorio si estendeva su gran parte dell'Italia settentrionale e centrale, dalla Toscana alla Lombardia, e per la cui difesa in battaglia si gridava con audacia "per San Pietro e per Matilde". Santa guerriera, protagonista della storia dell'XI secolo, protettrice del diritto e di giureconsulti insigni come Irnerio, Matilde, paladina della fede , al di là del giudizio storico e delle suggestioni di parte, fu bella, intelligente, colta, coraggiosa, dotata di temperamento ardito e di abile talento diplomatico. Donna dalla forte personalità, "Onore e gloria d'Italia", così come è scolpito sulla sua tomba in San Pietro a Roma, modellò quasi a sua immagine e somiglianza un territorio, quello tra Reggio Emilia, Canossa e altri paesi dell'Appennino, epicentro della sua Il Duello, Mosaicista Padano, attr. metà del secolo XII, Casale Monferrato (AL), Diocesi di Casale Monferrato. eredità culturale e testimone di tante vicende storiche e umane uniche nel suo genere, punto strategico assolutamente privilegiato e particolare. Per tentare di ricostruire come siano state progettate una cultura e una memoria collettiva che tuttora incidono sul modo di vivere e di concepire il nostro territorio, in occasione delle celebrazioni internazionali Matildiane, da settembre 2008 a gennaio 2009, le "sue" terre saranno teatro di una serie di iniziative storico-artistiche dal titolo MATILDEDEICANOSSA. Donna d’Europa. Un evento internazionale di grande spessore che ha visto coinvolti per la sua realizzazione alcuni dei maggiori studiosi italiani e stranieri della materia. La Provincia di Reggio Emilia, la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, il Comune di Reggio Emilia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia "Pietro Manodori'', la Comunità Montana dell'Appennino Reggiano, la Camera di Commercio di Reggio Emilia, la Matilde di Canossa s.p.a. e i Comuni matildici hanno deciso, infatti, di promuovere e organizzare una serie di manifestazioni dedicate alla cultura medievale incentrate sul ruolo dei Canossa, e in particolare di Matilde. Nucleo centrale di tali manifestazioni sarà la mostra "Matilde e il tesoro dei Canossa, tra castelli e città" che si terrà dal 31 agosto 2008 all'11 gennaio 2009 in Palazzo Magnani e nelle sedi del Museo Diocesano, dei Musei Civici di Reggio Emilia e nel Museo Campanini a Canossa. Reliquiario di San Romano, XII secolo (restaurato nel 1510 e nel XIX secolo), Reiningue, Chiesa parrocchiale. Per la prima volta saranno presentate 215 opere capaci di evocare gli avvenimenti storici salienti della vita della Contessa, tra i più conosciuti nella storia medievale, come il Concilio indetto a Guastalla da Pasquale II nel 1106, l'incontro tra Matilde e Papa Gregorio VII con Enrico IV a Canossa nel 1077 e il convegno indetto a Carpineti nel 1092, durante il quale ecclesiastici ed alleati di Matilde discussero le proposte di pace di Enrico IV. L'esposizione, mirabilmente curata da Arturo Calzona, docente di Storia dell'Arte Medievale all'Università di Parma, consentirà di analizzare come le vicende politiche dei Canossa, ma anche le architetture, la fondazione di monasteri, le costruzioni di segue a pag.10 Madonna di Fontevivo, Fine secolo XII, Fontevivo (PR), Abbazia Cistercense. STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 9 > Eventi I RAPPORTI DELLA GRANCONTESSA CON PAPA segue da pag. 9 cattedrali, i testi letterari, le miniature e le immagini dipinte e scolpite ancora incidano sul modo di vivere e di concepire le terre dell'Appennino reggiano. L'esigenza di dare corpo a tale progetto è nata dalla constatazione della mancanza fino ad oggi di un'analisi d'insieme sulle importanti testimonianze architettoniche, scultoree e pittoriche del territorio che, seppure in modo frammentario, sono giunte sino a noi. Non si è mai compreso, infatti, se quanto è rimasto tra pezzi erratici, castelli, pievi, ponti e strutture varie, sia collegabile a una possibile "programmazione" dell'immagine, ma anche del territorio che, secondo parte della storiografia, sarebbe stata elaborata proprio in quegli anni da parte del Papato con il sostegno dei Canossa. La mostra intende occuparsi di questi aspetti e, grazie a importanti prestiti provenienti da numerosi musei nazionali e internazionali, offre strumenti critici per comprendere come le zone del reggiano a partire dal XI secolo divengano di fatto un punto di riferimento culturale sia per il sistema canusino, che si era espanso alla Toscana attraverso i passi appenninici, sia per gli imperatori tedeschi, che intendevano svolgere le loro funzioni di governo nel Regnum, sia per il Papato, che tentava di recuperare un ruolo primario, politico e spirituale rispetto alla subalternità nei confronti dell'imperatore. L'evento espositivo riunisce e presenta al grande pubblico, per la prima volta, tutto il patrimonio scolpito, le immagini dipinte, ma staccate dalle sedi originarie, oggetti di arte suntuaria e le miniature legate o prodotte allo scriptorium della Cattedrale. Si vuole fare comprendere al 10 STAMPA REGGIANA > visitatore anche l'antico contesto in cui tali pezzi si trovavano ricostruendo il tessuto architettonico di chiese, monasteri o di edifici civili ancora presenti su tutto il territorio diocesano. A fianco delle opere pertinenti direttamente all'antica diocesi di Reggio Emilia e alla città, è previsto anche il confronto con opere delle aree vicine legate ai Canossa. In particolare, verranno presentati alcuni pezzi significativi dell'area modenese prodotti dalla bottega di Wi- Sitzende Maria mit Kind (Madonna col Bambino), Modena, 1120-1130 circa, Kunsthaus Zürich, Vereinigung Züricher Kunstfreunde ligelmo, il grandissimo scultore che rivoluzionò il modo di raccontare nel romanico italiano. E' possibile ammirare anche altre opere provenienti dall'area parmense, in particolare quelle di cultura antelamica della fine del XII secolo, quando iniziò ad affermarsi quella che è stata definita l' "arte comunale", oppure quelle legate ai modi del cosiddetto "romanico lombardo", di area pavese o milanese, che, prima dell'arrivo di Wiligelmo a Modena, costituivano il modello della scultura al settentrione d'Italia o, infine, di area toscana, soprattutto pisana e lucchese, realizzate nei territori canusini. anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 MATILDE NELLA STORIA Poche donne hanno avuto, nella storia italiana, un ruolo importante quanto quello di Matilde di Canossa, che per quarant'anni resse uno Stato che si estendeva su buona parte dell'Italia settentrionale e centrale, e che partecipò da protagonista alla lotta tra l'Impero e la Chiesa. Fatta prigioniera dall'imperatore Enrico III, insieme alla madre, restò fortemente impressionata dall'esperienza, al punto che divenne un'assidua sostenitrice del Papato. Data in sposa a Goffredo il Gobbo, si separò da lui dopo soli tre anni. Quando nel 1076 entrò in pieno possesso dei domini del padre, risultò la più importante alleata di Papa Gregorio VII. Matilde ebbe una parte fondamentale nei rapporti tra Papa Gregorio VII e il giovane imperatore Enrico IV, suo cugino. L'imperatore, che tramava contro il Papato, si fingeva alleato di Matilde e di Gregorio VII finché, alla mezzanotte del Natale del 1075, fece rapire il pontefice mentre celebrava la messa nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Arrestato e malmenato, il Papa venne condotto in Germania, ed Enrico IV svelò la sua vera natura. Lanciata la scomunica del Papa contro Enrico IV, quest'ultimo si rese conto del potere della Chiesa e sapendo di non poter andare contro il suo popolo, si preparò a quello che è diventato un simbolo di sottomissione: l'umiliazione di Canossa. Fu solo grazie alla cugina Matilde, che Enrico IV venne ricevuto dal Papa nel castello di Canossa, ma solo dopo essere rimasto per tre giorni a piedi nudi a supplicare sotto la neve, rischiando il congelamento. Nonostante l'imperatore fosse in realtà in malafede, ottenne il perdono grazie a quella potente e decisa donna che era Matilde. Negli anni successivi, però, Enrico IV si scagliò nuovamente contro il Papato e Matilde continuò a schierarsi dalla parte di Gregorio VII. Nel 1092, nel castello di Carpineti, s'indisse un convegno, durante il quale ecclesiastici ed alleati di Matilde discussero le proposte di pace di Enrico IV. La contessa, incoraggiata anche dalle veementi parole dell'eremita Giovanni da Marola, maturò la decisione di perseverare nella lotta. Nello stesso anno, infatti, le truppe di Matilde misero in fuga, nel reggiano, tra Bianello e Canossa, l'esercito imperiale venuto per lavare l'umiliazione del 1077. Salvatasi dalla minaccia, Matilde si dedicò a rafforzare e allargare il suo feudo. Sostenne l'edificazione di chiese e cattedrali, fece sorgere ospizi per poveri e partecipò in modo determinante alla nascita dell'Università di Bologna. Nel 1111 a Bianello incontrò il nuovo imperatore, Enrico V, figlio del suo grande nemico, che la nominò vice regina d'Italia. Matilde muore a Bondeno di Roncore identificata oggi con l'attuale Bondonazzo, nel comune di Reggiolo (RE), il 24 luglio 1115 e viene sepolta nel monastero di San Benedetto in Polirone. Dal 1632 riposa a Roma, nella basilica di San Pietro, in un sarcofago, arricchito da uno straordinario monumento realizzato dal Bernini. Foto in alto: Copia di Antonio Villa del dipinto andato perso del Parmigianino; Dipinto equestre di Matilde; Affresco della fine dell'800 raffigurante Matilde di Canossa nella Pieve di Guastalla o Chiesa di San Pietro. Eventi > PA GREGORIO VII E L’IMPERATORE ENRICO IV SONIA MASINI : “ QUEL FAMOSO INCONTRO NEL CASTELLO DI CANOSSA” M < atilde è stata a tutti gli effetti e prima del tempo una donna europea - spiega Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia- illuminata, coraggiosa, colta, di grande stirpe e di cultura internazionale. Fu figura chiave sulla scena politica europea incidendo profondamente anche sul piano sociale e culturale. La travagliata vicenda biografica della Contessa va ben al di là dello stereotipo della donna di potere e disegna il profilo di una personalità femminile complessa, in bilico tra le pratiche di governo e la solitudine della statista, tra "gli affanni del mondo" e la nostalgia per la vita contemplativa, tra i successi nella vita pubblica e le difficoltà nella vita privata, e trova un filo conduttore nell'inquietudine di una personalità destinata a sfidare le convenzioni, i pregiudizi e l'incomprensione dei poteri maschili del tempo. Matilde giocò un fondamentale ruolo di intermediazione tra il papato e l'im- pero, culminato con il famoso incontro del gennaio 1077 fra l'imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII nel Castello di Canossa. Il carisma e la suggestione di questa donna che, nel cuore del medioevo, incarnò in modo emblematico il femminile, ha alimentato una mitologia che ha attraversato quasi un millennio ed ha finito per saldarsi definitivamente anche con la storia della cultura europea contemporanea, dell'Europa tutta, non solo emiliana>. Storie di San Pietro: il giudizio e la punizione di Anania e Saffira, già in San Giovanni Laterano, affresco staccato, Roma, Musei Vaticani, Pinacoteca Vaticana, Depositi (per concessione dei Musei Vaticani) Calice Ansato detto di San Donnino, Orafo dell'area mosano-renana, secolo XI-XII, Fidenza (PR), Museo del Duomo Reliquiario di San Matteo, 1086 circa, Roma, Basilica dei Santi Cosma e Damiano Altare portatile, attr. secolo XII, Namur, Musée Diocésain et Trésor de la cathédrale de Namur Professionalità elevata alla massima potenza Certificazione BS EN ISO 9001:2000 TRASLOCHI TIRELLI di Tirelli Fausto TRASLOCHI E MONTAGGIO ARREDAMENTI CON ELEVATORE ESTERNO Effettuati dal titolare. Magazzinaggio mobili. Villa Saviola di Motteggiana (MN) - Via P. Togliatti, 5 - Tel. e Fax 0376 527201 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 11 > Primo Piano GLI AMERICANI E LE REGGIANE: DOPO L desche. Aerei derivati dallo RE 2001, ma col motore radiale Piaggio da 1.175 Cv anziché del più potente Daimler DB 601, difficile da reperire, quindi una macchina di prestazioni inferiori al modello precedente e per questo motivo adibite all'addestramento dei nuovi piloti della Lutfwaffe e al servizio di collegamento. Un relitto di uno di questi RE 2002 è tutt'ora esistente a Limoges, preda bellica e monumento in onore alla Resistenza francese. Per gli alleati era importante per fini strategici, fermare la produzione di questi caccia ed il 7 e 8 gennaio del 1944 decine di B17 Fortezze Volanti, scaricarono sulle Officine Reggiane tonnellate di bombe che distrussero in buona parte le strutture e le catene di montaggio. Più drammatica l'incursione dell'otto gennaio quando una trentina di bombardieri, rombando in modo sinistro, arrivarono alle 13,30 dal cielo di Parma e cominciarono a rovesciare il loro micidiale carico (81 bombe da 500 libbre) centrando in pieno le Officine e parte del quartiere di Santa Croce provocando centinaia di vittime tra la popolazione. Il destino delle Officine Reggiane ora, con l'arrivo degli americani, è però ancora confuso. "L'acquisizione delle Reggiane - afferma il presidente della Terex, Ro- di Romano Pezzi Le Officine Reggiane vendute agli americani. La Terex, una multinazionale d'oltreoceano, ha recentemente acquistato per 321 milioni di dollari, tutti gli asset industriali della ormai centenaria azienda reggiana, caduta in profonda crisi. L'ultimo suo proprietario Luciano Fantuzzi, che l'aveva rilevata nel 1994, non conta più nulla. Un sussulto nel mondo economico di casa nostra. Gli americani in definitiva, con una pioggia di dollari, tornano ad impadronirsi del destino delle industrie di via Agosti, come già lo fecero nel 1944 quando sulle officine sganciarono invece tonnellate di bombe per impedirne l'allora produzione d'armi, munizioni e soprattutto dei famosi aerei da caccia. Le Reggiane infatti erano diventate un punto strategico importante durante gli ultimi mesi della guerra. Nelle fabbriche di via Agosti in quegli anni, si continuava a costruire materiale bellico ed ancora, i caccia RE 2002, destinati ad equipaggiare le forze aeree te- 12 STAMPA REGGIANA > nald De Feo - è un'opportunità di crescita per la nostra società per le infrastrutture dei trasporti e soprattutto un completamento delle strategie del comparto delle gru". Parole che assicurano, nell'intenzione dei nuovi proprietari, di preservare soltanto l'attuale occupazione. I settori di produzione dell'azienda però sono tanti e difficile mantenerli attivi tutti. Da quando all'inizio del secolo scorso le Reggiane furono fondate, assorbendo poi negli anni successivi altre aziende e realtà produttive, in quei capannoni si costruirono macchine agricole, locomotive, materiale bellico inteso co- anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 me cannoni, mitragliatrici e munizioni, vagoni ferroviari, molini, macchine per pastifici, silos, e poi dalla metà degli anni trenta con l'ingresso della Caproni a metà degli anni trenta, anche gli aerei. I famosi caccia delle serie RE2000, RE2001, RE2002, e RE2005 merito dei quali, le Reggiane entrarono anche nella storia dell'aviazione. L'archivio delle fabbriche tra l'altro, è ancora zeppo dei disegni tecnici di questi aerei e noi sappiamo come gli americani siano ghiotti di queste tecnologie aeronautiche del passato. Venire in possesso dei "lucidi" gli yankers potrebbero anche ricostruire que- ste storiche macchine volanti e presentarle poi ai numerosi e spettacolari Air Show, alcuni dei quali ormai leggendari, che vengono organizzati ogni anno negli States. Fare volare un RE2000 a fianco dei loro Mustang, Ligthing e Corsair, rappresenterebbe un grosso evento per il numeroso e competente pubblico americano. Tanto meglio con un RE2005 Sagitario, ritenuto uno dei migliori aerei mai costruiti all'epoca. Pare che uno di questi caccia, preda di guerra, catturato al tempo dello sbarco degli alleati in Sicilia nel 1943, sia stato portato negli Stati Uniti. Nessuno però, tra i ricercatori storici, lo ha Primo Piano > O LE BOMBE HANNO SGANCIATO DOLLARI mai rintracciato. Soltanto i costruttori e restauratori americani di velivoli storici, che hanno a disposizione grossi capitali, potrebbero continuare ora il lavoro iniziato dal Gar (Gruppo Aviazione Reggiane) negli anni ottanta, quando con i disegni originali, intrapresero l'avventura di costruire un RE 2002. Iniziativa poi interrotta per mancanza di fondi. Questo prototipo, ancora da terminare, si trova al Museo Aeronautico di Vigna di Valle. Fu proprio il forte influsso tecnologico americano, d'altro canto, che nel 1938 spinse l'ingegner Roberto Longhi alla realizzazione del progetto del primo caccia Reggiane RE2000. L'aereo si staccava in modo netto dagli altri caccia contemporanei in Italia e risentiva infatti delle esperienze che Longhi fece in America. Alle prove di volo, eseguite dall'asso Mario De Bernardi (vincitore della Coppa Schneider del 1926 a Northfolk), il RE2000 mostrò infatti caratteristiche superiori a quelle di tutti gli altri concorrenti. All'entusiasmo dei costruttori però, non fece riscontro l'approvazione dei tecnici ministeriali della Regia Aeronautica. Ma il caccia trovò sbocco all'estero con un'importante commessa in Ungheria, in Svezia, Svizzera e Inghilterra. Un modello integro si trova ancora al Museo di Malmoe. Per tanti tra questi motivi ora, si apre una nuova possibilità, tanto fantasiosa quanto reale, che il settore avio delle azienda di casa nostra, possa passare in mano a qualche società statunitense che si occupa di questi recuperi. Risulta che gli americani siano specialisti nell'acquisire aziende in difficoltà, come nel nostro caso le Reggiane, sezionarle nei vari settori e rivenderne poi le varie parti ad altre società interessate, guadagnando inoltre, in queste operazioni, mucchi di dollari. Di là da tutto questo, sarebbe quindi un motivo di grossa soddisfazione per tutti, sapere che i Cac- cia Reggiane rivivranno ancora nel tempo, belli come prima. Per ora dobbiamo accontentarci dei pochi relitti esistenti e del nuovo Museo delle Reggiane che sorgerà in qualche punto dove esistono le Fabbriche. Sarà un punto d'incontro per conoscere un secolo di vita della nostra più grande realtà industriale. Nell'area delle Reggiane, infatti, esiste una sorta di piano urbanistico, con un enorme progetto, che prevede la nascita di un intero quartiere. Una sorta di Polo Tecnologico con vie di comunicazioni che si collegheranno alle famose Vele di Calatrava. Mario De Bernardi STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 13 SPAGGIARI mobili "nuova linea" Via Roma Nord, 57/B 42030 VEZZANO sul Crostolo (RE) Tel. 0522. 601500 - Fax 0522. 601601 www.spaggiarimobili.it e-mail: [email protected] M E S E D E L L ’ A R M A D I O Nuova Autofrance Via F.lli Cervi, 89 - Reggo Emilia - Tel. 0522.700411 Nuova Autofrance Via Circonvallazione, 79 - Guastalla - Tel. 0522.219848 Pergetti Guido&Figli s.n.c. - Via A. Gramsci, 7 CORREGGIO - Tel. 0522.637605 Tecnoauto - Via Contarella, 26 - Scandiano - Tel. 0522.856368 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Sociale > UN “SASSO“ CONTRO IL DISAGIO GIOVANILE Il difficile rapporto tra ragazzi, genitori e professori Ragazzi in branco, cattivi e decisi, all’opera di notte come delinquenti. Hanno quasi distrutto una scuola. La loro scuola. Avventandosi con mazze e martelli contro i bagni, gli scaffali, i mobili, i telefoni, i computers, disperdendo carte, registri, sporcando i muri con parolacce, mentre uno di loro, col telefonino filmava il tutto. Poi tutto passò su internet. E il mondo seppe. E vide. Che loro erano, secondo loro, degli eroi. Cioè, secondo lo psicologo Crepet ”esistevano finalmente”. I carabinieri fecero il loro mestiere. Li presero, elencando i reati commessi: molti e gravi. Da prigione. I genitori allibirono. Non pensavano che i loro figli potessero fare quelle cose e soffrirono. Ma aggiunsero poi: ”Bisogna capirli, sono ragazzi!” Erano loro, i genitori, a non capire niente. Non conoscevano i loro figli, cresciuti soli senza guida educativa familiare e so- ciale. Non si sa se avessero ingoiato pasticche, o bevuto alcolici, ma avevano premeditato tutto senza considerare la scuola, il danno, la legge e se stessi come delinquenti. Un disastro. Questo non è un episodio unico, purtroppo estremo. Svela un gravissimo problema di rapporto fra genitori e figli. E viceversa. Oggi il disagio giovanile è grande, pericoloso ,degradante: un virus personale e sociale molto diffuso. Per questo nascono Associazioni di genitori che intervengono per salvare famiglie, genitori e figli da una vita disperata. Coinvolgendo anche la scuola. In una ”civiltà incivile”. A Reggio è stata fondata, lavora intensamente e con buoni risul- tati dal 2001 l’Associazione UN SASSO NELLO STAGNO. E’ una libera ONLUS. Ha sede presso l’Istituto Magistrale ”Matilde di Canossa” in via Makallè 16 ( tel. 328/456122 ). Raggruppa attualmente 450 soci, parte dei quali si riunisce ogni quindici giorni. Produce materiali informativi, convoca riunioni e convegni per genitori e figli, con la partecipazione di esperti: medici, psichiatri, psicologi, sociologi, filosofi, religiosi, docenti e amministratori. Famiglia, scuola e società, padri, madri, professori e figli sono al centro dei dibattiti, delle ricerche, dei progetti, delle sperimentazioni dei fatti. Un SASSO NELLO STAGNO si considera una ”forza viva nel contesto culturale e del volontariato reggiano”. Si auto-finanzia. Portavoce dell’Associazione è il signor Giangiacomo Papotti, classe 1960, via 24 maggio 120, Barco di Bibbiano. Ha due telefoni sempre bollenti. E’ appassionato, razionale e scattante. Lo abbiamo intervistato. Di che cosa si occupa oggi la vostra associazione? Delle problematiche giovanili, dal fenomeno delle droghe al bullismo, delle disfunzioni alimentari (anoressia, bulimia….) violenza, alcoolismo, mancato o sbagliato rapporto tra genitori e figli specialmente nella nostra provincia. In generale voi oggi come li vedete questi giovani? Drammaticamente soli. In balia dell’incultura del ”vivere oggi, il domani non mi interessa”. Non hanno più alle spalle, né, dentro la ”nostra storia reggiana, ”nè qualunque altra. Sono” alla giornata”, del consumismo dilagante e infestante fin da piccoli.Noi cerchiamo di indicare una via diversa. E quale sarebbe questa via, contro ”l’ospite inquietante”, cioè il “nichilismo” di cui scrive lo psicologo Galimberti? E’ la ”cultura reggiana” basata su un reticolo umano costruito nella nostra storia, dai nostri nonni e padri. Con relazioni umane, di famiglie e comunità, cariche di valori, principi e fatti che non consentono l’insediarsi da noi, di pericolosi schemi sociali, intrusivi, negativi, devastanti, per l’educazione dei ragazzi e dei giovani. Voi giustamente, allora cercate di prevenire, valorizzate il fatto di cultura, non di malattia o psicologia? Di educazione genitoriale e sociale, compresa l’educazione del cuore, delle relazioni affettive e creative, che devono accompagnare gli apprendimenti anche a scuola, come devono ben sapere anche tutti i professori bravi? Per noi, medicina, psicologia, sociologia, sono decisive per capire e intervenire al bisogno di spiegazioni e interventi e tecniche. Noi miriamo soprattutto a costruire la rete di cultura, di fatti, di comporta- menti positivi a casa, a scuola e nelle istituzioni, tramite, soprattutto, i genitori insieme ai ragazzi. Ma i genitori ci stanno a seguirvi e a impegnarsi? Molto. E ci arricchiscono di esperienze vive in diretta. Adesso sul dilagante problema dell’alcoolismo tra i giovani e anche, purtroppo fra i ragazzi. Cos’è una nuova moda? Voi percepite questi disagi crescenti? Tanti genitori sono distratti. Non conoscono i figli, cosa sono , cosa fanno e dove vanno. Si pongono co- Giangiacomo Papotti me pari e divengono ”contrattuali” e tutto si traduce in “ti compro… se fai”. Abdicano al loro dovere di autorità educativa. E i figli vivono “fuori,” con spot e TV, le mode estetiche e i luoghi dei gruppi. Il disagio, che è mentale e affettivo, diventa corporeo. C’è bisogno di ”sostegni”: pasticche, musiche assordanti, vestiti stravaganti, tatuaggi, piercing, linguaggi sboccati. Cercano riconoscimenti negli altri anche con intimidazioni e prepotenze. Così si per- STAMPA REGGIANA > dono in una società in crisi di identità e di valori, piena di paure. Senza ambizioni o speranze di futuro. E le leggi e le pene per i venditori di alcolici (sopra i gradi 1,2) a minori di anni sedici si conoscono e risultano applicate? Le facciamo conoscere e invitiamo a fare denunce, se non applicate, segnalandole a stampa e TV. In maggio avete organizzato due incontri pubblici sull’alcool nella quotidianità dal titolo ”Perdersi in un bicchiere”. Come sono andate? Direi bene, sia come presenze sia come partecipazione attiva. Vogliamo insistere. Per noi è come un dovere, verso i nostri giovani e i loro genitori. Ha qualcosa d’altro, importante da dire in conclusione? Sì, con piacere. Genitori e figli, diciamolo pure con orgoglio, non sono fortunatamente tutti come fin qui abbiamo descritto quelli che deragliano, che il disagio li accompagna. La maggioranza delle famiglie da noi sono ancora robuste moralmente e socialmente, hanno bei rapporti di affetti e stima, di rispetto, lavoro e studio. Queste famiglie sconfiggono l’ansia con l’amore, con la conduzione di una vita coesa intorno a concreti valori umani. E vivono bene. E si danno da fare anche per il bene di altre famiglie e della loro comunità. Sono così anche molti dei nostri soci volontari. SERMA Per informazioni: www.unsasso.it e-mail: [email protected] cellulare dedicato 328 4456122 anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 15 > Primo Piano RITORNA LA BANDA! Dopo 25 anni rinasce la Filarmonica “Città di Reggio”. La storia di ieri e quella di oggi con i nomi dei 48 componenti noscere quello che sapete fare, poi penseremo a finanziarvi>>. Per quasi due anni, per parecchie sere la settimana, ci furono prove per 70 musicisti, organizzati in Filarmonica, mentre era sempre affannosa la ricerca di un locale per prove, di composizione dell’organico, dei fondi per l’acquisto di primi strumenti. E poi la ricerca e preparazione del repertorio. Scrisse il M.° Giulio Speroncini, primo Direttore della Banda:<< Per notti intere ho scritto partiture e parti, instrumentando molte pagine di musica lirica e sinfonica che si potessero adattare al nuovo complesso>>. Nell’ottobre del 1951 fu vinta “ la prova” svolgendo un gran concerto al Teatro Municipale, con tutte le autorità in piedi, plaudenti e gli spettatori entusiasti. Elogi, discorsi e brindisi. Così la Banda, provvista dei finanziamenti ( pochi ma sicuri) si costituiva in proprio con Atto Notarile, garantito dal Comune. C’erano ancora tanti sacrifici da fare, nuove spese, vecchi debiti, scoraggiamenti, ma per dieci anni i successi furono continui. In Città, in Provincia, in Italia e anche all’Estero. E concorsi vinti, premi conquistati, articoli di stampa elogiativi. Ma fu soprattutto il popolo reggiano a seguire sempre, con amore, la propria Banda, alimentando le speranze e rad- di Sergio Masini DOPO LA LIBERAZIONE Nel 1945, ci furono tanti tentativi di costituire una Banda Musicale a Reggio Emilia. Solo dopo 5 anni le Autorità colsero sul serio l’atmosfera calorosa e decisa con la quale la comunità reggiana chiedeva, a grande voce, la ripresa della nobilissima tradizione musicale nelle piazze e delle prestigiose esibizioni bandistiche nel magnifico Teatro Municipale. Nei primi mesi del 1950 si riunirono, per decidere, queste autorità e personalità: il Prefetto, il Presidente della Provincia, il Sindaco sen. Marani, l’avv. Luigi Spallanzani, il commendatore Marmiroli, il dott. Spaggiari, il prof. Orlich, il rag. Garavaldi, il pittore prof. Govi, il segretario geom.Merlo, l’avv. Degani e, in più, vari Enti, prima fra essi l’Associazione Pro Reggio. E decisero così:<< Si raccolgano i musicanti,( già entusiasti e disponibili), si formi il complesso e fate co- 16 STAMPA REGGIANA > doppiando le volontà. Domenica 15 ottobre 1961 la NUOVA GAZZETTA DI REGGIO dedicò alla Banda una pagina intera di nove colonne dal titolo<< Compie oggi dieci anni la Filarmonica di Reggio Emilia.>> E poi: “ Musica in piazza, una bella ed antica tradizione, sospiri ed esaltazioni di LUCIA, affidati alla prima cornetta, esplosioni ed estasi di MANRICO trasferiti al trombone di canto, limpide trine di seta e vibrazioni d’argento si introducono in filigrane d’ottone e rimbombi di bronzo”. Una “ pagina-inno” con l’elenco dei settanta componenti della Filarmonica. Ma già dopo il clamoroso successo a Lugano nel 1954 il Presidente avv. Luigi Spallanzani aveva inviato al Direttore artistico – musicale M° Speroncini una appassionata e commovente lettera di compiacimento e gratitudine:<< Bravi! A tutti di vero cuore. E grazie per la città che vi segue con entusiasmo, sempre>>. La Filarmonica reggiana ha vinto fino al 1961 poi traballò, estinguendosi per varie circostanze intorno al 1980. Per 25 anni Reggio sta senza Filarmonica, la Banda non c’è. Solamente lo scorso anno 2007 la Filarmonica rinasce, in prova, proprio come nel 1951. Ma questa è un’altra storia che raccontiamo a parte. anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Un mese fa, a Modena c’è stato un importante raduno di Bande Musicali di vari Paesi. Un grande successo anche in TV. Ho provato una sottile invidia. Perché amo la Banda. E’ bellissima e onora una città. MA Reggio non l’ha, pensa- vo tristemente. << Educa e dilettaha scritto il grande maestro bandistico Alessandro Vesselli – nelle piazze e a stretto contatto col popolo, eleva il gusto artistico e divulga capolavori>>. Io lo so che la Banda realizza feste anniversarie, civili e religiose, di Primo Piano > COMPONENTI DELLA FILARMONICA “CITTA’ DEL TRICOLORE” Direttore M° STEFANO TINCANI (trombonista) Presidente Pro Tempore M° STEFANO TINCANI Vicepresidente Facente funzione m° ANTONIO BONFRISCO STRUMENTISTI intense emozioni, richiama alla memoria episodi di vita personale. La Banda commuove. Io, da bimbo, piangevo con mio padre, quando, in fila correvano i Bersaglieri, tutte trombe. Davano gioia e sicurezza. Come nell’antica Sparta la Banda eccitava gli animi. Chiedo ad un amico calabrese informazioni su Reggio e la Banda. Mi conferma che la Banda c’è e mi indirizza:” Se vuoi sapere tutto contatta Antonio Bonfrisco, musicista, prof. di educazione musicale e an- che Vice Presidente della nuova Filarmonica” Città di Reggio Emilia”. Ecco l’intervista col Vice Presidente. Professore, mi spieghi tutto della nuova” Filarmonica Città di Reggio Emilia.” Decine di musicisti reggiani e calabresi cominciarono ad incontrarsi volontariamente per organizzare una Banda Tricolore. Furono subito sostenuti dal dott. Carlo Baldi consigliere comunale e dall’assessore alla Cultura avv. Giovanni Ca- STEFANO TINCANI Presidente della Filarmonica “ Città di Reggio Emilia”Direttore Artistico e Musicale Diplomato in Trombone e in Euphonium, consegue diversi masters di specializzazione, collabora con diverse orchestre Italiane molto importanti ( LAVINIA di Livorno, FILARMONICA ITALIANA, MODERNA di Forlì, Conservatorio VERDI di Milano, Teatro REGIO di Torino, OLIMPICO di Vicenza, dove ricopre il ruolo di secondo trombone dal 2002, ecc.). Fonda l’associazione musicale S.CECILIA di RE e dal 2001 è docente di Bandistica nella scuola musicale CATELLANI di villa Sesso. Nel 2006 è Presidente e Direttore della Filarmonica CITTà di Reggio Emilia. Molto stimato e apprezzato per il suo ottimo lavoro. ANTONIO BONFRISCO Vice Presidente della Filarmonica “ Città di Reggio Emilia” Diplomato in flauto traverso all’Istituto Musicale PERI. Ha fatto parte dell’Orchestra Sinfonica degli Istituti Musicali dell’Emilia – Romagna. Dal 1970 ha operato in vari gruppi di ogni tipo musicale, maturando poliedriche esperienze pluristrumentali. Ha fatto musica cameristica in diverse formazioni, come flautista. Nel 1981 è tra i fondatori del CEPAM (Centro Permanente Attività Musicali) dove insegna flauto e teoria musicale. E’ docente di educa- zione musicale alla scuola media AOSTA di Reggio Emilia. Nella Filarmonica è primo flauto e svolge anche attività di solista per la musica classica. tellani. Animatori furono un tempo i fratelli Fava calabresi e l’ultimo Fava soprattutto, a nome Domenico, gia membro musicante della prima Filarmonica e ora Consigliere della nuova. Era il 2006. Come finì questa richiesta insistente e ben fondata già su 40-50 musicisti disponibili e numerose autorità e personalità ben disposte? Finì con la stesura di un accordo – programma comprendente dieci concerti aperti al pubblico e attività di formazione, offrendo occasioni di aggregazione e collaborazione con istituzioni pubbliche, in primis con l’Istituto Musicale ACHILLE PERI. Così sta scritto nell’atto di fondazione di quella che è la “ Filarmonica della città di Reggio Emilia”, libera associazione ONLUS”. L’assessore avv. Giovanni Catellani ne diede conto alla città con un comunicato che iniziava così:” Reggio ha la sua Banda. E’ nata in stretta collaborazione con la Banda parrocchiale” S. Cecilia” di villa Sesso, è composta per ora di quaranta musicisti, si presenterà per la prima volta alla città con un concerto inaugurale l’8 settembre 2007. La sua sede legale e sala prove è nel Centro Sociale di Rosta Nuova”. Ma le redini amministrative, organizzative ed artistiche chi le prese nelle mani subito? E ora? Il Direttore musicale e Presidente del Consiglio Direttivo è il M° Stefano Tincani. Come Vice Presidente e portavoce è stato nominato il Prof. Antonio Bonfrisco. Sono consiglieri: Irene Bonfrisco, Mario Gandolfi, Renato Negri, Andrea Malagoli e Domenico Fava, fondatore della Banda del dopo guerra e promotore della nuova. E’ il bravo veterano animatore dei bravi calabresi e dei reggiani più appassionati. La nuova Filarmonica ha già affrontato le piazze e i teatri? BONFRISCO ANTONIO FOLLONI MAURO MIARI DEBORA BONFRISCO MARIO AMETRANO RAFFAELE BASSI SABRINA BIZZOCCHI ELENA CASTAGNETTI ANGELO COCCONI LUCA COCCONI MATTEO CORRADINI ANDREA DAVIDDI ENRICO FANTINI PIETRO IELMINI MARINA MEDICI ANDREA MUSSINI GIUSEPPE ZANNI GLORIA BOTTAZZI ROMEO CASTAGNETTI ALESSANDRO CASTAGNETTI MASSIMO DELIA FABRIZIO FINOTTO ALESSANDRO FINOTTO STEFANO PICCOLI PAOLO SALSI CECILIA SIMONAZZI DAVIDE BONFRISCO OTELLO BRUGNOLI GIUSEPPE CASTAGNETTI ALBERTO DAVOLI PAOLO FANTINI DANIELE RUOZI AMEDEO CASTAGNETTI MATTIA DAVOLI DAVIDE LUSETTI IOVANNI BESTETTI DAVIDE MASTROENI ANDREA PERDOMINI ENRICO BOCANCEA IVAN CASTAGNETTI CLAUDIO LUSETTI MAURIZIO CASTAGNETTI ANDREA QUERONICOLA ZANNI PAOLO Con quali programmi e orientamenti musicali? Siamo pronti per la piazza e i teatri. Il repertorio è molto ampio: dalla vera musica bandistica, ottoni e percussioni, da sfilate, da palco anniversario, alla musica sinfonica, da camera, moderna anche, come il jazz, tutto da bravi musicisti, già sperimentati in feste della Liberazione, dei fratelli Cervi, del Patrono e del Natale tra il 2007 e il 2008. Tanti successi. L’anno di prove è finito bene. La nuova Filarmonica c’è e funziona come si deve. Adesso siamo alla strutturazione e fondazione definitiva. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che siamo già robusti per andare avanti, aprendo a nuovi musicisti e strumenti ( i primi sono stati finanziati dal Comune) e STAMPA REGGIANA > Flauto e ottavino Flauto Flauto Oboe Clarinetto Clarinetto Clarinetto Clarinetto Clarinetto Clarinetto Clarinetto Clarinetto Clarinetto Clarinetto - clarinetto basso Clarinetto Clarinetto Clarinetto Sax Sax Sax Sax Sax Sax Sax Sax Sax Tromba Tromba Tromba Tromba Tromba Corno Euphonium Euphonium Euphonium Trombone Rombone Trombone Basso tuba Basso tuba Basso tuba Percussioni Percussioni Percussioni impegnati in un sempre più raffinato repertorio a disposizione della città. C’è da istituire il logo, da pensare ad un labaro, eventualmente ad una divisa più decorativa e sempre pensiamo a dei sostenitori o sponsors per rifornimenti finanziari tranquillizzanti. La prossima riunione del Consiglio protempore deciderà tante cose e voterà il primo Consiglio non provvisorio,con Presidente, Vice e Direttore musicale, stenderà un programma operativo e celebrerà l’inizio di una nuova grande storia di musica della Città del Tricolore. STAMPA REGGIANA è lieta di proclamare urbi et orbi, che Regium tandem habet bandam musicae. anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 17 COMUNICARE A COLORI OFFICE AUTOMATION STAMPANTI - COPIATRICI - FAX - FOTOCAMERE - DUPLICATORI - SCANNER SOLUZIONI E APPLICATIVI PER UFFICI, GRUPPI DI LAVORO, CENTRI SERVIZI CONCESSIONARIO REGGIO EMILIA E PROVINCIA LA TECNOCOPIE SRL - Via Napoli 8 - 42100 Z.I. Mancasale - Reggio Emilia (Italy) TEL. 0522 517560 - FAX 0522 511228 - [email protected] - www.latecnocopie.it STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Eventi > NEL SEGNO DI PALMA IL GIOVANE LA XXIX SAGRA DELLA GIAREDA di Camillo Rossi Presidente della Fabbriceria Laica del Tempio della B.V. della Ghiara Esattamente quattro secoli or sono, era il 1608, veniva collocata nell'ancona dell'altare dell'Arte della Seta - a sinistra dell'altare maggiore della Basilica della Beata Vergine della Ghiara - la splendida pala rappresentante l'Adorazione dei Magi. Era stata commissionata due anni prima dai Mercanti reggiani dell'Arte, allora particolarmente florida, al pittore Jacopo Palma il Giovane (Venezia, 1544 - 1626) per la loro cappella. Il pittore appose le proprie iniziali e la data sulla balla di cotone in basso a destra. Era questa la prima tela che veniva collocata nel Tempio, di cui ancora doveva essere iniziata la decorazione delle volte e della cupola. Certamente è un fatto di particolare interesse e rilievo che sia stata propria una Corporazione di imprenditori, allora assai potente e che stava procurando lavoro e ricchezza alla nostra Città, ad inaugurare la serie di preziosi quadri che impreziosiscono la Basilica. Ed è proprio questa tela che è stata scelta dal Comitato per illustrare il manifesto della XXIX Sagra della Giarèda: un omaggio al grande artista veneziano, un riconoscimento all'intelligente committenza artistica dei Mercanti reggiani dell'inizio del secolo XVIII, ma anche un ritorno a Reggio, seppure solo in immagine. Infatti questo prezioso dipinto, come altri importanti quadri di chiese reggiane, non sfuggì alla feroce rapacità del duca estense Ercole III che nel 1783 lo tolse alla Ghiara e lo fece trasportare a Modena per adornare le sale del suo palazzo ducale, spogliato nel 1743 dalla notissima e perniciosa "vendita di Dresda". Neppure tre anni dopo, nell'aprile 1786, il nostro Tempio veniva privato dal duca di un altro eccezionale quadro: l'Estasi di San Francesco eseguito da Lionello Spada per la cappella Ruggeri - Brami o del Santo Monte. Ora i due dipinti possono essere ammirati nelle sale della Galleria Estense di Modena dove troneggiano per la loro bellezza. Alla nostra Città non resta che il rimpianto per due eccezionali opere d'arte sottratte alla comunità e l'amarezza di essere stati privati dalla protervia del signore di un patrimonio artistico che i committenti aveva espressamente voluto per adornare il Tempio della loro Madonna. Ma echi di quella Reggio secentesca, che eresse e decorò la Basilica con dipinti splendidi e con ricchissimi donativi e arredi sacri - come ha dimostrato il ciclo di quattro incontri promosso per iniziativa della Fabbriceria in collabora- zione con i Civici Musei e svoltosi nei mesi scorsi - tornano a vivere nella Sagra della Giarèda, che inaugurata il 3 settembre scorso, raggiungerà il suo apice lunedì 8 settembre, festa della Natività di Maria, con il solenne pontificale del vescovo Adriano Caprioli, che segnerà l'avvio dell'anno pastorale versificate, particolare manifestazione economica accompagnata da attività culturali. Come allora, anche oggi il Tempio della Beata Vergine della Ghiara, che conserva l'affresco della Madonna in adorazione del Figlio davanti a cui Marchino ottenne miracolosamente la parola e l'udito, diocesano, ma di fatto la piena ripresa della vita della Città dopo la pausa estiva. Sarà tutta la comunità reggiana, assieme alla autorità, a riunirsi attorno all'altare per mettersi ancora una volta sotto la materna protezione di Maria. Se nel secolo XVII erano gli ultimi giorni di aprile e i primissimi di maggio riservati all'effettuazione della Fiera di Reggio, che dal 29 aprile, festa del Primo Miracolo, all'8 maggio vedeva confluire in Ghiara mercanti da ogni parte d'Italia, ora è la prima settimana di settembre ad ospitare la Sagra della Giarèda, che intende far rivivere, con strutture e modalità di- diventa ancora una volta il centro della vita cittadina. La fama dei prodigi compiuti per intercessione della Vergine non solo a Reggio ma anche in città vicine; la protezione sempre accordata da Maria alla città, che nel 1674 l'ha incoronata come sua Regina; le folle dei devoti che nel corso dei secoli si sono inginocchiati e ancora di inginocchiano in preghiera nel Tempio; le tante pagine della nostra storia drammatiche peste, carestia, guerre - e liete - visita del Papa e di Presidenti della Repubblica, giornate della gioventù, sacre ordinazioni - di cui la Basilica è stata protagonista e te- STAMPA REGGIANA > stimone in tempi lontani e assai recenti, hanno fatto della Ghiara un luogo privilegiato della città e con essa hanno creato un legame inscindibile. Tant'è che la miracolosa Immagine campeggia sul gonfalone del Comune, che lunedì, scortato dai vigili urbani, sarà collocato assieme a quello della Provincia ai lati dell'altare della Madonna. La XXIX Sagra della Giarèda farà convenire in Ghiara migliaia e migliaia di persone; corso Garibaldi, piazza Gioberti e le vie attigue brulicheranno di persone che sfileranno davanti agli stand degli artigiani e alle bancarelle degli ambulanti. La musica, la poesia dialettale, gli altari fioriti, la visita guidata alla Basilica e ai suoi tesori, la mostra dei bonsai e delle sculture in pietra saranno altre occasioni per accorrere in Ghiara, per conoscere e ammirare il complesso monumentale della basilica e del convento, per vivere questa festa della città, che assumerà in questi giorni una dimensione diversa e un clima tutto particolare. E sarà sempre Lei, la Vergine Maria, la stella polare a cui tutti volgeranno lo sguardo per incontrare il suo volto dolce e materno, in particolare in questo anno giubilare del 150° della prima apparizione della Madonna a Lourdes, per trarre conforto, sostegno, incoraggiamento, fiducia. Foto al centro: le autorità cittadine, il vescovo ausiliare Lorenzo Ghizzoni, il presidente della I^ circoscrizione Claudio Bassi, il presidente della Fabbriceria Camillo Rossi e il sindaco Graziano Delrio inaugurano la Giarèda 2007 anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 19 20 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 21 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Sociale > “MISSIONE SUD AFRICA” PER SETTE AZIENDE Si è svolta nella sede della Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto la conferenza stampa che ha illustrato il resoconto della missione economica effettuata dal 21 al 28 giugno in Sudafrica alla quale hanno preso parte sette aziende associate ad API Reggio Emilia: Lincar di Reggiolo, Max Stir di Cavriago, Mectra di Montecchio, Natfood di Fogliano, Olmark di Brescello, Werther International di Villa Cadè e WF di Reggio Emilia e una aderente a CNA: F.lli Bonezzi di Reggio Emilia. La missione si inserisce all'interno del programma per le iniziative promozionali all'estero organizzato dal tavolo di coordinamento fra Camera di Commercio di Reggio Emilia, associazioni di categoria e Reggio nel Mondo, che aveva pianificato per il 2008 una serie di progetti rivolti al mercato Sudafricano, in continuità con le azioni svolte l'anno precedente. All'inizio di quest'anno è stato ospite a Reggio Emilia Moloko Leshaba, Console della Repubblica Sudafricana in Italia, successivamente si è tenuta una presentazione dell'area geografica, presso la sede camerale, a cura di Gianpaolo Bruno, direttore dell'ICE (Istituto per il Commercio Estero) di Johannesburg. Da qui è nata la volontà di organizzare la recente missione che ha fatto tappa a Johannesburg, Durban e Cape Town. A Johannesburg sono stati effettuati incontri istituzionali con Jacopo Martino, primo segretario dell'Ambasciata Italiana a Pretoria, Mariagrazia Biancospino, direttore della Camera di Commercio ItaloSudafricana e Giampaolo Bruno, direttore dell'ICE di Johannesburg, che ha organizzato gli incontri tra le aziende partecipanti e gli operatori sudafricani. A Durban si sono svolti unicamente incontri a carattere commerciale. A Cape Town infine la delegazione reggiana è stata ospite del Console Italiano Emanuela Curnis, e ha incontrato Michael Gamwo direttore della WESGRO (società regionale per la promozione degli investimenti nel Western Cape). La tappa ha offerto inoltre la possibilità di conoscere e stabilire contatti con Ciro Migliore, direttore della Gazzetta del Sudafrica. Giorgio Davoli, Ufficio Estero API Reggio Emilia, commenta: <Gli imprenditori coinvolti hanno espresso un giudizio estremamen- te positivo a fronte degli incontri commerciali ed istituzionali effettuati e per la qualità dei contatti attivati che hanno portato a richieste immediate di invio di campionature di attrezzature prodotte dalle imprese reggiane. Il Console italiano è qui a Reggio Emilia proprio per continuare a portare avanti questo tipo di collaborazione che si è dimostrato fruttuoso sia per le nostre PMI che per il Sistema Paese Sudafricano che sta cercando di sviluppare la propria economia locale>. Cristina Carbognani, Presidente API Reggio Emilia, conclude: <La volontà di API di aiutare gli imprenditori a stringere rapporti commerciali e di collaborazione con il Sudafrica affonda le sue radici nel tempo, quando Reggio Emilia e le sue istituzioni avviarono un rapporto privilegiato con questa zona geografica. Da queste basi solide è maturato nel tempo un piano di progetti che sta dando risultati concreti sia per i nostri associati che per l'economia sudafricana, forte del fatto che sono due realtà che interagiscono in maniera ottimale>. B.C. AUTORIZZATO Foto dei relatori della conferenza stampa: da sinistra Giovanni Ottolini direttore della Fondazione Nazionale della Danza, Serena Foracchia di Reggio Nel Mondo, Enrico Bini Vicepresidente della Camera di Commercio, Emanuela Curnis Console Italiano in Sudafrica e Cristina Carbognani Presidente di API Reggio Emilia. Sotto una foto di Cape Town. SPECIALIZZATO di Dallari N., Zuliani G. e Patacini C. Diagnosi scocca computerizzata Disbrigo pratiche assicurative e assistenza legale Auto sostitutiva gratuita AKZO NOBEL SIKKENS PRODOTTI VERNICIANTI Scotchtint™ Via U . Degola, 8 (Villaggio Crostolo) - RE - Tel. 0522 921188 - Fax 0522.924407 [email protected] - www.autocarrozzeriadallari.it STAMPA REGGIANA per Auto Pellicole per il Controllo Solare e la Sicurezza del Vetro > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 23 > Itinerari CERVAROLO, TERRA DI POETI E SCRITTORI strinse tanti ad emigrare come successe ad Olivo Righi classe 1920 che dopo sei anni di guerra dal 1940 al 1946 (tre dei quali prigioniero degli inglesi) dopo essere ritornato nella sua Cervarolo partì per un paese lontano, il più lontano di tutti, l'Australia.Col pianto nel cuor lasciò i suoi genitori e l'amata sorella Santina e s'imbarcò, arrivò nel paese dei canguri dove cominciò la sua avventura d'emigrato, che per lui fu meno dura perché parlava e scriveva molto bene l'inglese, l'aveva appreso in solo sei mesi quando era prigioniero e per questo fu citato da esempio dalle autorità militari inglesi. Ma un motivo per questa sua performans c'era, Olivo era dotato di un intelligenza straordinaria e da sempre anche di una vena poetica esage- di Domenico Amidati Cervarolo di Villa Minozzo, paese di poeti e di scrittori e di Olivo, Ultimio, Umberto e Pietro voglio raccontar. Quando percorri le irte stradine di quest'ameno posto ti par di sentir vociar in rima. Poi vedi la fontana nel centro del paese intitolata allo scrittore Umberto Monti e se ti capita di discorrere con la sua gente ti senti dire: il tale ha scritto poesie, il tal altro ha scritto in rima, mio nonno Michele il papà d'Olivo rispondeva in rima, se poi ci metti che qui da secoli cantano i maggi, ti vien da dire, ma questo è un paese dove la gente ha estro poetico. Succede anche che mentre giri, lo sguardo cada immancabilmente sul vicino monumento e il pensiero va verso i martiri di quel 20 marzo 1944 quando la ferocia nazista sfogò la sua rabbia verso gli inermi abitanti del luogo uccidendo 24 persone, si può affermare che ogni famiglia del posto ebbe un morto.Un avvenimento questo che segnerà per sempre tutte le genti del paese e anche le loro future generazioni, ma nonostante tutto, riuscirono a superare questa tragedia e nel lavoro e nella famiglia ritrovarono la forza per andare avanti. Un avanti che co- rata. Si stabilì nella città di Glen Waverley stato del Victoria che aveva come capitale Melbourne e cominciò a lavorare in un azienda metalmeccanica, ma dopo pochi anni un siciliano che lavorava nella stessa azienda si macchiò di un feroce delitto e tutti gli italiani furono licenziati e lui dovette cercarsi un altro lavoro. Lo trovò in un fabbrica automobilistica molto lontana dal suo paese e li rimase per tutta la sua vita lavorativa, ma gli costò enormi sacrifici, faceva il pendolare, ma pur di stare con la sua famiglia ogni sera ritornava. In Australia il nostro oltre che distinguersi moralmente e mantenendo all'onore del mondo la sua famiglia, moglie e due figli, ebbe modo di dar sfogo alla sua grande passione, la poesia e anche localmente se ne accorgono, ne scriverà tante e tante ne manderà anche ai suoi famigliari a Cervarolo e con suo cognato Ultimio Fontana classe 1908 dotato lui stesso di grande vena poetica, addirittura si scambieranno corrispondenza in rima. Eccone una: carisssimo cognato, Natale s'avvicina ho mamma mia!/ E il nuovo anno che lo segue appresso/ un anno che veloce sfugge via / ed il pensiero mio è a voi riflesso./Essendo io in ritardo ho sorte ria!/ Per cui dovetti attender fino adesso /a inviar a voi gli auguri miei ferventi/ più o men come gli anni precedenti./Che il millenovecento e più novanta/ rechi serenità pel vostro cuore;/malgrado vostra età oltre gli ottanta/ presenti ognora il giovanil vigore./La vena vostra che i bei canti canta/ verseggia la natura con ardore./Il mio augural si esprime veritiero/ sarò in quei dì con voi col mio pensiero. Poi finalmente dopo oltre quarant'anni era il 1991,Olivo che aveva mantenuto forti legami con il suo paese, ritorna e oltre alla felicità per aver riabbracciato sua sorella e i suoi parenti avrà modo di stupire tutti per il suo poetare in rima e non, ricco di contenuti culturali e umani e che nel paese anglosassone gli valsero il grado di professore, nonostante lui avesse frequentato a Cervarolo solo la quarta elementare. Tanti sono stati i riconoscimenti ricevuti ma quello che ricorda con grande piacere è stato l'incarico che l'università locale gli affidò (nonostante lui fosse già in età da pensione) affinché facesse conoscere agli studenti di lettere il suo sapere. Fu invitato anche negli Stati Uniti dove avrebbe dovuto ricevere un premio ma data l'età e la paura di volare (dopo i fatti del 11 settembre del 2001) non andò. Ritornò in Cervarolo altre due volte nel 1993 e 1995 poi dopo la morte della moglie, decise di non intraprendere più un viaggio così impegnativo, i contatti con i suoi parenti però continuano quasi settimanalmente per telefono e ovviamente per corrispondenza e con le immancabili poesie che ogni tanto invia, come, per citarne alcune: Il crollo del ponte Westagate, La Pietra di Bismantova, CAMPAGNA RECLUTAMENTO VOLONTARI www.crocearancione.re.it • [email protected] MONTECCHIO EMILIA CAVRIAGO, SAN POLO BIBBIANO “Pensa ad un modo d iverso di stare in sieme” CIANO D’ENZA Via V. D’Enza Nord, 322 (zona mobilifici ) Tel. 0522.872180 - E-mail: [email protected] 24 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 SERVIZIO AMBULANZA 118 • Amministrazione Tel. 0522.861226 • Fax 0522 865270 Itinerari > Sant Ignazio patrono del suo paese in Australia dove parroco è un sassuolese, L'Emilia e gli Emiliani a Melbourne e che la nipote Loretta custodisce con cura ricambiando con le settimane enigmistiche che gli servono per mantenere in forma la mente, per il cuore ci pensa rolo e si distinse in tutto l'Appennino sia come falegname sia come scultore del legno, un grande artista, tantissime suo opere sono presso case di signori e di chiese della montagna. Qualche opera si trova anche in casa sua ma sono poche, una fra le più importanti l'ha il ricordo della sua gente e della sua Cervarolo che non dimenticherà mai.La vena poetica delle genti di questo paese non si esaurisce con Olivo altri ne ricalcano i fasti e forse lo eguagliano o forse … ai posteri l'ardua sentenza. Parliamo di Ultimio Fontana (ora non più) il marito di Santina sorella di Olivo e forse più fortunato del cognato, lui fece il militare nel 1931 poi fu richiamato nella seconda guerra mondiale quando aveva 32 anni, sposato e due figlie, poi si ammalò e quando questa terminò era convalescente a casa. Ultimio non emigrò, aveva di cui lavorare, teneva terra e avendo anche appreso il mestiere di falegname dal padre Remigio (ucciso nella strage del 20 Marzo 1944) fece anche questo mestiere, nella sua bottega di Cerva- donata alla figlia Liana quando si è sposata, un letto in noce locale intarsiato, un vero capolavoro.Un grande falegname, ma dopo aver letto le sue poesie si può affermare che come poeta era ancora più grande. Il lavoro dei campi e del legno davano da mangiare alla sua famiglia e del tempo per la poesia ne restava poco, poetava e scriveva quando poteva e di solito lo faceva a letto dice la moglie. Quando non dormiva gli prendeva l'ispirazione e si sedeva sul letto e scriveva e scriveva e la sua sposa lo vedeva assorto e lo ammirava e nulla gli diceva, era tanto buono e poi questa era la sua grande passione. Per tutta la sua vita ha scritto così, poi negli ultimi anni quando le forze non gli permettevano più di lavorare, poetava e scriveva al suo ta- volo, e come scriveva, una grafia bella e pulita non da IV elementare Ha scritto tanto Ultimio e la figlia Loretta (oltre a quelli dello zio) ne custodisce gelosamente i manoscritti, sono un tesoro, uno scrigno di versi in rima e non, che esprimono i sentimenti, la vita e la storia sua e della sua gente, della sua terra e di quello che la circonda. La lunga poesia della befana per esempio scritta nel 1977 racconta in 43 strofe, citandoli per nome, tutti gli abitanti adulti del suo paese.Ma di sue opere ce ne sono tante e andrebbero raccolte e pubblicate.Ed ora tocca al poeta e scrittore Umberto Monti nato in questo paese nel 1882, più famoso degli altri due ma non più fortunato, perché ancora bambino perse prima il padre emigrato a Genova per lavoro e poi da ragazzetto la madre. Aiutato da benefattori laici e religiosi fra i quali padre Semeria, riuscì a laurearsi in lettere prima e in filosofia poi all'Università di Genova dove divenne in seguito vicedirettore della biblioteca.Anche lui però in quanto orfano non trascorse un'infanzia felice e di questo periodo pubblicò nel 1938 "Il nido nell'erba: brandelli di vita vissuta" dove racconta i sacrifici e la miseria passata quando ancora bambino dovette trasferirsi a Genova .Dopo essersi laureato peregrinò per il nord Italia dove fu responsabile delle biblioteche di Modena di Gorizia di Venezia e infine di Genova dove morì nel 1968. Du- rante questo suo peregrinare ebbe anche modo di pubblicare vari volumi di prose e di versi di impronta pascoliana e molti lavori di storia della sua terra d'origine tra i quali la " Storia dell'antichissimo santuario di San Pellegrino dell'Alpe e Castelnovomonti dalle origini ad oggi. Dopo la liberazione dedicò due volumi alla strage nazista avvenuta nel suo paese e altri scritti e l'opuscolo "Alcuni giudizi inediti sulla prima edizione dei "Promessi sposi". Il suo paese negli anni scorsi gli dedicò una fontana in sasso e una strada, un uomo che nel suo necrologio viene ricordato così: visse e operò con la parola, con gli scritti e con l'azione per il bene degli altri. Con il quarto e più giovane, Pietro Alberghi classe 1927 che vive a Modena con la figlia e la moglie chiudiamo alla grande questa carrellata dei dotti personaggi di Cervarolo. Anche lui non ebbe un infanzia molto felice, perse la madre che non aveva ancora otto anni e ultimo di quattro fratelli visse a Cervarolo con loro e col padre, che alternava la sua attività di artigiano a quella di coltivatore diretto.Innamorato del sapere e della lettura in genere, poté frequentare solo la terza elementare ma dopo anni di attesa, trascorsi nei lavori campestri e nella cura del bestiame a 16 anni grazie ad un amico riprese gli studi in un collegio della Lucchesia e in soli tre anni saltando alcune classi conseguì la licenza ginnasiale,poi i suoi studi continuarono nel trevigiano e nel bellunese e poi al liceo Foscarini di Venezia.Rientrato in famiglia conseguì anche l'esame di maestro e nel 1958 si laureò in lettere e in seguito vinse un concorso e passò ad insegnare italiano e storia e latino negli Istituti Magistrali. In questo periodo ebbe modo di collaborare con varie testate quali:Avvenire D'Italia, Il Resto del Carlino e la Gazzetta di Reggio poi cominciò ad interessarsi di storia locale diventando anche un affermato scrittore, molteplici i suoi libri tra i quali " Morte sull'aia " dove racconta magistralmente e con dovizia di episodi l'eccidio perpetrato dai tedeschi al suo paese, suoi anche "Attila sull'Appennino" e "La Strage di Monchio " e molti altri. E così alla luce di questa carrellata le genti di Cervarolo e di tutta la montagna con i suoi scrittori possono di che vantarsi ed essere orgogliosi di essere paesani di questi ambasciatori del sapere che saranno ricordati dalle future generazioni per aver dato lustro alla loro terra, in Italia e nel mondo. Foto In alto nella pagina di fianco: dx uno scorcio di Cervarolo, sotto la fontana intitolata ad Umberto Monti. Sopra a sx Ultimio Fontana e suo cognato Olivo Righi nel 1991 a Cervarolo, quando Olivo ritornò la prima volta dopo tanti anni e la poesia di Ultimio, infine i due poeti da sx Umberto Monti e Pietro Alberghi. CORSO ADVANCED PADI Elenco partecipanti brevettati Advanced: • Elisa Zarotti • Laurent Dordoni • Pietro Usai • Simone Gelosini • Massimiliano Bassi • Matteo Gambarelli • Giulio Panciroli • Andrea Giorgini tti! Grazie a tu llani Andrea Cate rsi e informazioni Iscrizioni ai co - Autoscuole BARALDI – P.zza Duca d’Aosta, 2 – Reggio Emilia - Agenzia Viaggi HOLIDAYS & TOURS – Via Emilia Est, 2/F – Rubiera (RE) - DIVING CENTER – Via Che Guevara, 55/B - Reggio Emilia - GRANDE BLU – V.le Piave, 1/M – Reggio Emilia - MAICOL SPORT – Via Emilia Ospizio, 51/F – Reggio Emilia - Palestra BODY PLANET – Via Tintoretto, 2 – Scandiano (RE) www.scubadventures.com STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 25 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Costume & Società > I “DIVERSAMENTE ABILI” NELLA SOCIETA’ CIVILE di Riccardo Caselli Negli ultimi anni i cosiddetti "disabili" in Italia sono diventati i "diversamente abili", ma per il resto si è continuato ad infischiarsene serenamente. Se ne infischiano gli architetti di grido, basti pensare alla polemica sul ponte di Calatrava a Venezia, ma anche i privati, specialmente la "bella gente": è una novità di quest'estate la denuncia del ragazzo lasciato fuori dal Billionaire di Briatore, sostanzialmente in quanto portatore di handicap. La vergogna sta nel fatto che proprio questa gente, che ha i soldi, che detiene il potere, invece di porsi al servizio di chi è più sfortunato, voglia comparire sulle copertine patinate solo circondata di belle ragazze e yacht; tuttavia ancora più vergogna dovrebbe averla chi queste riviste le va anche a comprare. Questo modo di trattare chi è vittima di problemi invalidanti è semplicemente il sintomo di una società incivile, che adotta l'atteggiamento del non voler vedere. Ancor più grave però è un altro fenomeno che si sta diffondendo: non solo la non accettazione del più debole, ma la vio- con ridicole sospensioni, vissute poi dai ragazzi come fossero ferie. Ci sono stati addirittura casi di violenza sessuale messi in atto da immigrati nei confronti di persone in sedia a rotelle nella nostra Emilia Romagna, e mentre il fenomeno si allarga, lo Stato non pare in grado di punire con la dovuta severità i colpevoli. il ponte di Calatrava a Venezia lenza verso il più debole. Nelle scuole viene spesso definito bullismo ciò che in realtà è una deprecabile violenza fisica verso ragazzi down, un atto criminale da punire col carcere, non certo l’interno del Billionaire di Briatore In questo modo si diffonde pericolosamente una "cultura primitiva", fondata sulla legge del più forte, sul branco, sull'omertà: così si spiega perché certi fenomeni di violenza giovanile non trovano più nel gruppo classe una prima risposta di disapprovazione. Gli immigrati sono purtroppo spesso portatori di questa mentalità, in quanto frequentemente provenienti da Stati che di fatto non perseguono certe condotte verso i più deboli o le donne: l'Italia non è ora in grado di fornire una risposta adeguata a questo problema, e invece che educare, è sempre più propensa a farsi contagiare dalle peggiori spinte all'inciviltà, endogene ed esogene. L'inciviltà in fondo consiste proprio in questo: nell'accaparrare le risorse solo per sè ed il proprio gruppo di riferimento, in una logica tribale o di clan; sfruttare le alte posizioni gerarchiche come un vantaggio anziché come una responsabilità, far valere il peso della forza invece che la forza del dialogo, presentando il conto sempre a chi è più debole. Bisogna ammettere senza mezzi termini che il tessuto sociale italiano, se ancora esiste, è di gran lunga uno dei peggiori d'Europa, sicuramente peggiore quantomeno della Germania, dell'Olanda, di Austria e Svizzera, dei Paesi scandinavi e di quelli baltici. Chiunque abbia fatto una passeggiata per Berlino non avrà potuto non notare il numero di persone disabili in circolazione e il modo in cui sono servite, assistite, rispettate. Quella è una società. La nostra ormai si sta STAMPA REGGIANA > trasformando in un'anarchia di interessi individuali, in cui le persone con dei problemi servono solo per farci sopra delle trasmissioni televisive e vendere pubblicità, e se non fruttano denaro vanno buttate fuori dalla porta come spazzatura. Come hanno fatto i buttafuori di Briatore, il quale ovviamente si giustifica e si scusa in mille maniere. Molti italiani dal canto loro paiono conoscere piuttosto bene il servilismo verso questa gente, la piaggeria e la speranza di entrare un domani anche loro nel "salotto buono", magari passando per il Grande Fratello, invece di pensare a ricostruire un luogo migliore, dove ci sia spazio per un sorriso anche dei più deboli, dove non si debba vivere nella paura, e dove tutti possano sperimentare una parvenza di eguaglianza, sentendosi meno presi in giro da un moralismo di facciata. [email protected] anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 27 > Sport LA SQUADRA CHE VORREI? SOMIGLIA TANTO ALLA REGGIANA ricchisca il corredo dell’ultimo campionato con l’innesto, sulla sostanza del vecchio impianto, di forti individualità che ne accentuino il profilo aggressivo. Poi una compagine societaria rappresentativa delle migliori energie imprenditoriali della città, una governance senza padrone che sommi più intelligenze e che sappia esprimersi, quando occorre, con l’autorevolezza di una voce sola. Vorrei un budget sorvegliato, che utilizzi accortamente le risorse disponibili senza generare tensioni finanziarie destabilizzanti e che offra al panorama del calcio nazionale, stressato dai bilanci disinvolti, un esempio contagioso di sobrietà. Vorrei una Reggiana che investa sulla continuità dei ruoli tecnici e sulla professionalità sperimentata, che valuti la congruità degli apporti individuali a scadenza di contratto. Vorrei politiche concer- di Mauro Romoli Agli albori della nuova stagione pedatoria, azzardo qualche voto augurale circa la Reggiana che vorrei. Vorrei una (s)quadra che trasfonda le celebrate spigolosità craniche degli autoctoni alle fattezze del gruppo. Un organico dall’assetto ordinato e puntuto, capace di tutelare e di nuocere, una Reggiana (attenti all’ossimoro!) aristocraticamente operaia, che faccia discendere la propria nobiltà dall’abnegazione, dalla buona volontà, dalla disposizione al lavoro responsabile. E, ancora, una squadra che ar- L’abbraccio tra l’allenatore Pane e il presidente Vando Veroni tate con tutti i laboratori di calcio giovanile della provincia suscettibili di scremare talenti da tesaurizzare a beneficio della prima squadra. Vorrei che la città distratta riscoprisse il piacere dello stadio e che la grande famiglia dei sostenitori, corposamente rimpinguata, testimoniasse la propria affezione alla maglia granata assicurandosi un posto al Giglio. Vorrei che un carico vistoso di risorse aggiuntive, attraverso il veicolo pubblicitario, giungesse a conforto della gestione. E, ancora, mi sentirei di auspicare che la Reggiana ci risparmi vanagloriose ostentazioni e che coltivi invece, nell’intimità del muscolo cardiaco, la speranza, da sussurrarsi discrezionalmente ai pessimisti, di raggiungere il più ambizioso dei traguardi. Ho il sospetto, dolce e decoroso, che la Reggiana dei desideri somigli diabolicamente alla Reggiana in essere, quella che ha già mostrato sul campo qualche segnale incoraggiante e che promette il meglio di sé quando potrà schierare la formazione migliore, quella configu- IL PRIMO SUCCE rata sulla carta dagli strateghi e sortita dalle alchimie antropologiche del mercato estivo. Intanto accontentiamoci di sapere che la società è in salute, che il tiket Veroni/Fontanesi è già sul ponte di comando, che gli ufficiali sono operativi, che il vascello granata ha sciolto gli ormeggi e dispiegato la velatura e che nessuno, per ora, rema contro. Il campionato che si prospetta è decisamente impegnativo; sono parecchie le squadre che aspirano al protagonismo. Se non altro, la composizione del girone ci ha dispensato da rapporti imbarazzanti con l’inurbanità di certa piazza che ha funestato la penultima stagione granata compromettendone l’esito. Talete di Mileto, il filosofo greco capostipite della scuola ionica vissuto intorno alla quindicesima Olimpiade, aveva un’idea piuttosto precisa della fisicità evolutiva dell’universo. Pensava che il tutto avesse origine Dall’Acqua. Che la cosa riguardi anche il destino della Reggiana? Il vice presidente Clark Fontanesi Portoni coibentati, porte rapide, tunnel mobili, pedane di carico, flessiporte. SACIL HLB ® Chiusure industriali e attrezzature per la moderna logistica Via Marmolada, 12 - 20095 Cusano Milanino (MI) - Tel. 02/66402507 - Fax. 02/66401649 - www.sacil-hlb.it 28 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Sport > CESSO A CESENA UN CAMPIONATO PIENO DI STELLE di Stefania Rabotti Campionato al via. E questa volta,in verità un pò pomposamente, non sarà più serie C, ma Lega Pro e non si parlerà più di serie C1, ma bensì di Prima Divisione. Un modo formale per trovare una considerazione che quest'anno basta scorrere la lista delle pretendenti, per capire che è legittima e motivata. Qualcuno l'ha definita B2, ma in effetti il parco-squadre è tale che pensare di essere nella terza serie del calcio nazionale, sembra quasi un paradosso. Cesena e Ravenna, appena retrocesse dalla serie cadetta, e poi Cremonese, Verona, Venezia, Padova solo per citare nobili decadute alla ricerca del loro riscatto. Un campionato stellare, inutile nasconderlo, tra piazze ambiziose che pretenderanno bel calcio e giocatori di nome e carriera che daranno lustro alla competizione. E la Reggiana? Ci sarà anche lei di questo si può stare certi, stretta nel duplice ruolo di neopromossa e nobile decaduta. Parte a fari spenti, come l'umiltà impone, ma di sicuro ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista al fianco di quelle che protagoniste lo sono di diritto. Le nuove maglie granata presentate dai “modelli” Maschio, Tomasig, Mei e Stefani Da sx Cigarini, Delrio, Lancetti e Veroni La squadra granata è reduce da un campionato strepitoso, dominato e vinto con pieno merito quando si diceva che la Reggiana era, nella scorsa stagione, formazione di categoria superiore. Ecco, la categoria superiore è stata conquistata così come sembrava logico che fosse visto il valore della squadra e dunque normale aspettarsi ancora qualcosa. Ripartire dalla conferma dell'allenatore, STAMPA REGGIANA > Alessandro Pane, giovane e ambizioso quanto serve, e dal cosiddetto zoccolo duro è stato il segnale che la fiducia nel gruppo vincente era rimasta intatta, legittimata dai fatti. E così la Reggiana si presenta ai nastri di partenza come la figlia legittima di quella dello scorso anno, stessa impostazione tattica, stessa predilezione per il giocare a calcio, inteso come bel gioco che alla fine, per fortuna, paga sempre. In attesa che il bomber designato Stefano Dall'Acqua, autentico colpo da novanta di mercato per la categoria, se ne esca dai box e porti il suo contributo in fatto di gol, dovrà proprio essere il gioco l'arma in più di una Reggiana che, una cosa, sopra tutte, deve fare: non porsi alcun limite. anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 29 > Musica APPUNTAMENTO CON LA BAND “IL NUCLEO” DOPO I CONCERTI CON LIGABUE UN DISCO E UN NUOVO TOUR è come staccare dal mondo. Il Nucleo sono Andrea Zanichelli (cantante e autore dei testi), Marcello Presi (chitarra), Luca Canei (batteria) e Mauro Buratti (al basso): tutti sui trenta, tutti delle colline reggiane, tutti pronti ad incominciare un nuovo tour. Il disco si chiama "Io prendo casa sopra un ramo al vento", nove canzoni snelle e veloci, una trentina di minuti in tutto. <Ci abbiamo messo due anni e mezzo a realizzarlo> ci dice Andrea, <abbiamo accumulato molto materiale, circa 70 pezzi; da una prima scrematura ne sono rimasti una quindicina, fino ad arrivare ai nove del disco. Di quelli definitivi volevamo davvero essere sicuri, al 100%>. E quelli rimasti fuori? <Usciranno su altri canali, magari sul nostro Myspace; su Itunes chi compra il disco ha già in regalo un di Francesco Rossi Chi segue la band Il Nucleo da un pò di tempo sa bene che non si tratta della solita combriccola da ponte Milvio, lucchetti dell'amore e motorini sui colli. Certo, le atmosfere (ora più che mai) sono decisamente pop, l'influenza di gente come Luciano Ligabue si fa sentire, ma se si vuol leggere tra le righe qualche venatura da cavalli di razza si intravede eccome. Io li incontro in una serata decisamente afosa (ne sapete qualcosa) di fine agosto: quest'anno per me niente vacanze, per cui una birra la sera anche nell'umida Albinea brano inedito, "la tavola rotonda".> I dischi precedenti della band si caratterizzavano da testi ermetici e di una certa ricercatezza estetica, giochi di suoni, assonanze, dissonanze. Questo disco non è una vera e propria eccezione, il gusto del gioco si sente ancora tra le parole, ma le liriche sono decisamente alleggerite, il cantato lineare e non prevaricante. Una scelta precisa? <Certo, abbiamo deciso di compiere un primo passo verso una scrittura più diretta, priva di fronzoli, puntando più sul contenuto che su giri di parole. Ci sono stati molto utili in questo i consigli del nostro manager, Claudio Maioli (ex Ligabue, ndr).> La nuove band giovani italiane si rivolgono per lo più ad un pubblico che legge Moccia e guarda i Cesaroni, molto teen, sotto i 16 anni. Dai testi si capisce che il vostro target è diverso. <La fascia di ascoltatori è una cosa difficile da capire. Certo il nostro pubblico cresce con noi, e non è mai stato giovanissimo. Anche la nostra immagine mediatica non è mai stata quella delle riviste da ragazzine.> Parliamo di Reggio. Mi sembra di capire che siate molto attaccati a questa terra, non solo anagraficamente. <Se ascolti i testi ci sono molti riferimenti al caos della grande città, che non ci appartiene. A Reggio ci sentiamo in una dimensione più umana, qui si vive bene. Abbiamo aspettato tanto per il nuovo album anche perché nel frattempo ci siamo costruiti lo studio personale e l'abbiamo voluto qui, vicino casa. Una scelta che ci può aver anche penalizzato, intendo lo stare fuori dal "grande giro" dei produttori ecc, ma noi preferiamo così>. MONTANARI & GRUZZA S.p.A. VILLA GAIDA (RE) - VIA NEWTON, 38 - TEL. 0522/944251 - FAX 0522/944129 W 30 W W . STAMPA REGGIANA > M O N T A anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 N A R I - G R U Z Z A . I T Musica > E per quel che riguarda la musica di Reggio? <Questa era la capitale della musica fino ad una decina di anni fa. C'era un grande fermento nella scena, addirittura più di 300 gruppi. In quell'ambiente non potevi che sentirti stimolato, era come essere parte di qualcosa che stava crescendo. Noi siamo cresciuti con i CCCP e altre band del tempo, ma devo dire che ora le cose sono molto cambiate, i locali chiudono in conti- nuazione...> Due consigli ai giovani reggiani che si vogliono buttare nel mercato? <E' difficile darne, ognuno segue la propria strada. Posso dire di concentrasi non sul cosa ma sul come: non è importante il genere, ma il cuore che ci si mette, il messaggio. E ancora: non spendete troppi soldi su autoproduzioni e cose così, pensate solo a creare pezzi validi, migliorandoli sempre più; abbiamo sperimentato sulla nostra pelle il ciclo che va dalla tua spesa folle per fare un cd al cestinamento immediato da parte di qualche casa discografica. Lavorate sodo, ascoltate pareri esterni, e solo dopo proponetevi. Non si ottiene tutto subito, per il nostro primo disco abbiamo passato due anni in studio!> Per quanto riguarda il tour? <Abbiamo appena finito il ciclo di aperture delle date di Ligabue negli stadi. Un'esperienza che ti fa crescere molto, suonare davanti a tutta quella gente! E poi ti dà l'impressione di partire con il piede giusto. Ora siamo in studio a provare, ma già da settembre si parte con le date. Per tutti gli appuntamenti guardate in rete, aggiorniamo sempre con cura (myspace.com@ilnucleo, ndr)!> Tirando due somme conclusive, il disco "Io prendo casa sopra il ramo di un albero", che si pone già dal titolo come uno schiaffo antiborghese, rifiuto di una società urbanizzata e disumanizzata, in effetti non rispetta appieno le promesse; le tracce fluiscono sobrie, la musica è impeccabilmente eseguita, ma il sottobosco commerciale si fa sentire eccome, specie alla luce del dichiarato amore per gente come Lindo Ferretti, che certamente all'epoca non le mandava a dire. Detto ciò si può restare comunque colpiti piacevolmente dai testi semplici ma brillanti (cosa non comune), da uno spirito non saccente né arrogante che domina l'album e più in generale da un prodotto generato da un lavoro serio, non da puerili slanci emotivi da star dell'ultim'ora. I brani: "Che cosa conta", con chitarre distorte e un testo intelligente, "Cambiano le cose", primo singolo estratto, una ballata deliziosamente suonata nella sua apparente semplicità, "Un giorno li- bero", atmosfere del migliore Cremonini, "La mia occasione" perché è un brano italiano che risente non so quanto consciamente (ma di si- curo positivamente) di 15 anni di Radiohead e infine l'ottimo brano che dà il titolo all'album. IN RICORDO DI ALESSANDRO Il mondo della musica reggiana è una grande rete di persone, di età, di storie, contatti e punti di incontro. I generi sono tanti e la "scuola" esiste da anni. Quando qualcuno di speciale lascia questa scuola ci si ferma un momento e si resta silenziosi. Alessandro Cepelli è stato in questa realtà un grande contrabbassista. Suonava un genere di per sé vicino alla mente e all'anima, la stima che ne avevano i colleghi e gli artisti che lo frequentavano è sincera e commovente. Se ne è andato, alle tre del pomeriggio di qualche giorno fa, dalla Pietra antica che STAMPA REGGIANA > Dante citava nel purgatorio. Se ci è permesso un pensiero, quel purgatorio è lo stesso in cui il grande Poeta salva il suicida che compie il gesto estremo in nome di qualcosa di così alto da offuscare il resto, qualcosa che lui chiama libertà. anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 31 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Spettacoli > ELEONORA ABBAGNATO, UNA STELLA IN FONDERIA La prima ballerina dell'Opéra di Parigi è stata ospite per qualche giorno della sede di Aterbal- letto. L'étoile ha provato una coreografia di Mauro Bigonzetti, che ha poi debuttato in Giappone di Paolo Borgognone L'estate della danza reggiana è stata illuminata, sia pure solo per un mometo, dalla più fulgida stella dell'arte tersicorea nazionale e, probabilmente, del mondo intero. E' stata infatti ospite d'eccezione della sede di Aterballetto la prima ballerina dell'Opéra di Parigi Eleonora Abbagnato. L'étoile è stata infatti impegnata per alcuni giorni nelle sale della Fonderia a provare un passo a due su musiche di Nick Cave estratto da "Canzoni", uno dei titoli più popolari del repertorio della compagnia reggiana firmato nel 1997 da Mauro Bigonzetti. Per Eleonora Abbagnato si tratta di un nuovo incontro con lo stile del coreografo, dopo aver eseguito con grande successo il pas de deux da "Kasimir's Colours". Partner di Eleonora per questo nuovo duetto, il danzatore Benjamin Pech. Il debutto è avvenuto, con enorme successo, al prestigioso Etoile Gala di Tokyo l'8 agosto scorso. La grande danzatrice aveva il suo destino artistico nel sangue, oggi si direbbe nel Dna. Fin da piccola, ha raccontato nelle interviste, le essere guardata, muoversi in scena e sentire che il pubblico era con lei. Organizzava piccoli spettacoli in casa, entusiasmando i parenti. Un'ambizione, una determinazione, che le hanno permesso di lasciare la sua terra, la Sicilia, per conquistare il mondo quand'era poco più che una bambina. E senza batter ciglio. La voglia di arrivare, di emergere, di diventare una vera ballerina per conquistare i palcoscenici del mondo era tanto forte da non farle sentire la mancanza della famiglia e di un'infanzia normale. Oggi, alla soglia dei 30 anni, Eeleonora Abbagnato trionfa ormai nei massimi teatri, ed è stata anche acclamatissima protagonista dello "Schiaccianoci" a Milano, con la compagnia della Scala. Danza da quando aveva 3 anni: la madre, che aveva un negozio di vestiti a Palermo, quando era troppo impegnata con le sue clienti la affidava alla vicina, Marisa Benassai, che aveva una scuola di danza nell'edificio accanto. A 8 anni Eleonora ha iniziato a fare concorsi e stage. La piccola approdò in tv già all'età di 11 anni, scoperta da Pippo Baudo che le fece ballare in diretta un brano con Raffaele Paganini, e già in quell'occasione mostrò tutta la disinvoltura e la sicurezza di un'artista fuori dal comune. A 12 anni è andata a studiare a Montecarlo, dalla Bresobrasova. Poi ha saputo che il coreografo francese Roland Petit, a Palermo per mettere in scena al Teatro Massimo la sua versione della "Bella Addormentata", cercava una bambina per il ruolo di Aurora piccola. La prese, e volle portarla in tournée con la compagnia per 6 mesi. Fu costretta così a lasciare la scuola e a studiare per corrispondenza. Poi frequentò per un anno a Cannes la famosa scuola di danza della Hightower. E quando seppe che Claude Bessy, direttrice della scuola dell'Opéra di Parigi, faceva uno stage a Venezia, si presentò un'audizione. Claude Bessy la fece entrare nella scuola dell'Opéra, dove rimase per quattro anni, dai 14 ai 18 anni. Quindi entrò nella compagnia: all'audizione si presentarono dieci allievi del suo corso, solo in due furono prese nel corpo di ballo. Da lì si sussegui- rono una serie di riconoscimenti della critica e successi di pubblico, in una parabola ascendente senza sosta: "Coryphée" nel '99, "Sujet" nel 2000. Ogni anno, all'Opéra, c'è un esame per salire di grado: nel 2001 Eleonora Abbagnato è diventata prima ballerina. L'unica ballerina italiana del nuovo millennio ad avere raggiunto un traguardo di così grande importanza. All'Opéra si lavora 7 ore al giorno, i danzatori si allenano tutti i giorni almeno per un'ora e mezza, oltre a fare le prove per gli spettacoli. Eleonora Abbagnato ricorda con particolare gratitudine, oltre a Mauro Bigonzetti, i grandi del nostro tempo: Pina Bausch, Neumaier, Kylian, Forsythe. A questo proposito, ha dichiarato più volte che preferisce la danza contemporanea a quella classica, anche se sul palcoscenico è stata ed è una grandissima interprete dei ruoli fondamentali del balletto classico. Oltre a danzare, le piace organizzare eventi, e anche in questo campo ha dimostrato un certo talento. Fa la modella per fotografie di moda, posando per il grande Karl Lagerfeld. Legge molto, in particolare i romanzi di Amélie Nothomb. Foto di Stefano Rossi STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 33 > Arte e Cultura MARIO PAVESI, SCULTORE ra. La nuova coscienza artistica, infatti, ha ridato alla scultura una consapevolezza del proprio vero compito. Il Laboratorio di Mario Pavesi, con l’armoniosa rccolta delle sue sculture e dei suoi dipinti, è dunque un importante centro di richiamo per quanti hanno interesse per l’arte. Tra le grandi opere più recenti che lasciano indimenticabile impressione è d'obbligo ricordare la grande "CROCEFISSIONE", in bronzo. Qualcosa, che, in ogni tempo, farebbe risplendere le opere degli uomini di genio. Come non è possibile sottovalutare l'altro bellissimo bronzo "ICARO", recente dono dell'artista al reparto di Radioterapia dell'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Non sarebbe stato possibile realizzarlo con piu' pulsante e fiammeggiante amore. Invano si cercherebbe nel Pavesi una qualsiasi influenza o un qualunque richiamo a una tipologia riconoscibile. Nello sforzo costante di mantenere la scultura entro i suoi termini funzionali nella ricerca di un rapporto sempre piu' sentito e piu'unitario fra gli elementi plastici, non si avverte nessuna estranea suggestione che possa aver avuto valore indicativo. In questa ricerca puramente spaziale sulla destinazione della scultura si evidenzia un umile e profondo affetto per il mondo e per le sue creature da cui scaturisce una visione alta e superiore. La forma plastica si integra e si compone cosi' nella natura con lo stesso ordine e con lo stesso grandioso respiro. La luce che emana da queste opere, a volte pagina a cura di Gaetano Montanari La personalità dell'opera di Mario Pavesi, dal 1975 ad oggi, è venuta a sempre maggiormente definirsi senza essere tributaria che a se stessa della propria originalità. Chiedere a uno scultore come gli è nata una statua e lo stesso che domandare a una donna come le è nato il figlio in grembo. "è venuto, ci risponderà". E niente altro. Cosi' è all'incirca per la scultura. Riescono. O non riescono. è dalla seconda metà del secolo scorso che la statue di Mario Pavesi aspirano ad un ideale classico di bellezza dove la deformazione della figura non ha luogo ma in cui già appare evidente un bisogno di sintesi del particolare anatomico per un possesso piùampio del volume che lo comprende e lo domina. Si dovrebbe parlare di struttura interna e di struttura esterna, le due componenti spirituali e tecniche che precedono la formazione di un'opera. L'arte di Mario Pavesi e il risultato di una semplificazione delle forme, la ricerca di un essenziale che potenzialmente si trova nella realtà. Sovvertendo l'ordine delle cose, rovesciando i valori stabiliti come luoghi comuni, Pavesi ha aperto un libero e straordinario sentiero alla figu- abbagliante e a volte fuggevole, compone in volumi unitari i frammenti dispersi della materia non ancora completamente risolta e riempie certi vuoti ancora insoluti. Non trascurando le esigenze plastiche della scultura Pavesi non s'accontenta di operare in superficie per ottenere sottili vibrazioni coloristiche e risonanze ritmiche, ma scava dentro la materia come dentro se stesso per ricavarne inflessioni interiori e quella luce viva e umana che scaturisce solo dal profondo dopo una severa indagine dei propri valori spirituali. Entra cosi' in giuoco la sua naturale fantasia che non ha piu' il tempo di coagularsi entro un lento processo d'indagine, ma si manifesta con immediatezza e spontaneità senza limiti di sorta. Mario Pavesi, aderendo ad una severa disciplina formale e ad una sua tormentosa ricerca spirituale, si è proposto una realtà che viva nel respiro cosmico delle cose in uno stesso ordine naturale e nello stesso rapporto unitario che possano testimoniarne la sua solare origine. Nasce assai spesso un magico sole, un sole che investe ogni contorno e le cose, che infonde alle statue parvenze di simboli. In questa luce da vespro, ogni riverbero getta nell'aria una sostanza uguale, calma. E la materia stessa perde i contorni e l'ombra calda confonde a poco a poco ogni realtà e tutto diviene una specie di armonia ombrata, entro cui, le opere di Mario Pavesi sono come le note di una musica espressa sottovoce. Sono occorsi circa quarant'anni perchè la sua opera si scoprisse in tutta la spiritualità che la pervade. Nella foto l’opera che è stata donata il 4/7/2008 al reparto di Radioterapia dell’Ospedale Santa Maria di Reggio. Titolo: “Icaro” COMUNICARE A COLORI CONCESSIONARIO REGGIO EMILIA E PROVINCIA OFFICE AUTOMATION STAMPANTI - COPIATRICI - FAX - FOTOCAMERE - DUPLICATORI - SCANNER SOLUZIONI E APPLICATIVI PER UFFICI, GRUPPI DI LAVORO, CENTRI SERVIZI LA TECNOCOPIE SRL - Via Napoli 8 - 42100 Z.I. Mancasale - Reggio Emilia (Italy) TEL. 0522 517560 - FAX 0522 511228 - [email protected] - www.latecnocopie.it 34 STAMPA REGGIANA > anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 Arte e Cultura > GIUSEPPE ROTA RODOLFO PISI METAPHYSICA Giuseppe Rota, artista già noto ai nostri lettori, giunta l'età del pensionamento , si è iscritto ad un corso di figura e di nudo; poi ha frequentato, con profitto, le lezioni e i consigli del noto pittore reggiano Nino Squarza. Subisce il fascino dei pittori antichi come Giotto, Masaccio, Piero della Francesca e altri, e, grande conforto, trova, nell'amicizia con quell'ottimo pittore che è stato Nello Leonardi. E contatti importanti avvengono con la pittura di Renoir, Cezanne, Degas, Villon, Picasso, Braque, e Sironi. La pittura metafisica per Rota è un richiamo per il senso d'eleganza e il ritmo puro dei volumi e delle forme. Con un'espressione felicissima è stato anche rilevato che Rota muove con la felicità della tavolozza all'insegna di De Chirico, Morandi e Carrà. è una stagione d'oro per il nostro pittore che riesce a dare in continuità discorso piu' profondo e significativo e fecondità spirituale a molti dipinti. L'atmosfera assume nuvole di colore iridescenti, limpida pittura, la massima essenziale semplificazione. Tra le diverse nature morte, segnaliamo il misterioso,bellissimo "TOTEMICO". Di effetto suggestivo il singolare : "Omaggio a De Chirico". "Marilù" del 2003 d'una bellezza rara e preziosa. "Silenzio" vivo nell’at- mosfera tipica e silenziosa d'un tempo; caratteristico e spontaneo: "Iridescenze". Denso di gioioso cromatismo: "Preziosi riflessi" (2008). Nature morte come narrazioni di singolari vicende, fin dagli inizi, è il "leitmotiv" dell'opera di Giuseppe Rota. Si deve inoltre ricordare la grande e suggestiva poesia dell'artista che con le sue composizioni di melanconici strumenti musicali ci tramanda opere delicatissime. Festa quindi di colori, di frutta, di bottiglie, di manichini, di maschere, di un "omaggio a Picasso", di libri e di ortaggi, un'autentica manna insomma per i buongustai della pittura. Da quando ho conosciuto le sue prime opere, ho sempre trovato una linea coerente, dapprima nella precisione del ritmo, e solo in seguito in una sempre maggiore libertà , contenuta con istintivo riserbo. Questa ultima mostra al Camelot Club ne rivela la grazia pittorica, la finezza, la misura: evita comunque ogni effetto esteriore. E non è poco, in un periodo dove la smania di fare, troppo spesso incrina ogni limpida voce. Rota si serve cioè, come tanti altri, di oggetti esistenti dai quali crea, con composizioni ispirate, nuovi simboli adatti alla mutata visione dell'uomo. Da questa si sgomitola un mondo con la sua storia determinata, la cui realtà fisica è sorretta da una essenza metafisica posta oltre i confini del tempo e dello spazio. I manichini e le nature morte di Giuseppe Rota sono dipinti sotto l'impulso di un'immaginazione che trasfigura e arricchisce la visione di un momento, l'impressione di un ricordo. I quadri esposti al CAMELOT CLUB erano estremamente lirici, ricchi di colore dalla natura e risolti con una luminosità tonale e felice. Rota ha una vena pittorica estremamente vivace, con una schiettezza nell'impegno che lo porta a momenti di poesia espressi con grande sincerità. è sicuramente un pittore pervenuto alla propria maturità stilistica, con un linguaggio umano, sostenuto dai propri stati emotivi. Sempre sobrio, nemico dei rumori dei battages, dei gesti plateali, sobrio, in definitiva, in una categoria che è il modo e la misura del suo dipingere che è il suo vivere G.MONT. ITINERARIO ARTISTICO R odolfo Pisi nasce a Bagnolo in Piano di Reggio Emilia nel 1935. Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte "Gaetano Chierici" fino al 1952 ( allievo dei professori Menozzi, Leonardi, Giuffredi e Gandini). La buona scuola di pittura reggiana piena di sorprese e di imprevisti. Pensare di poterla fissare entro determinati schemi di tendenza con particolari estetici ci sembra impresa delle piu' difficili. La pittura reggiana è un organismo vivo e fremente in continua - per fortuna - evoluzione, aperta al nuovo che impara. Vi è sempre la possibilità di un imprevisto cambiamento di gusto; dallo spostamento verso nuove direzioni o su altre linee di corrente. C'è sempre qualche artista che sfugge a una qualsiasi catalogazione e che procede al di fuori di gruppi e delle tendenze. C'è qualcuno che giudica le sue opere "pittura di intelligenza". La luce è una idealizzazione platonica ed il colore rievoca la pura limpidezza del filone post davoliano di terza generazione (come ben ricorda Emanuele Filini). La pittura di Rodolfo Pisi liberamente spazia dai paesaggi alle figure, al nudo, ai fiori. Nelle opere del catalogo, dai colori esuberanti e vivaci, sono notevoli le figure, la coerenza tonale e, specialmente, nei nudi, l'abilità disegnativa. Nei soggetti "Barche all'attracco" e "Visioni di barche", mantiene una sua forza espressiva, mossa, anche in funzione di una calibrata distribuzione di volumi e poetico vigore di sentimenti. In riva al mare le macchie di colore si fanno serene: evocano il sole e il cielo mediterraneo. Pisi dipinge con la scioltezza degli anni migliori e con una continuità di concezione poetica. Oltre la bellezza delle immagini, oltre le spontanee ammirazioni che suscitano la straordina- ria ricchezza dei colori, sono opere che emanano una testimonianza di vitalità. Pisi, tra gli artisti di una certa età, è sicuramente uno dei piu' significativi. è non è per caso che ha meritato scritti di autorevoli critici d'arte come Aurora Marzi, Beatrice Menozzi, Sandro Parmiggiani, Egle Prati ed Emanuele Filini. Smagliante, sontuoso, delicatissimo, sorprendente è il colore dell'artista, ma esso interviene a sottolineare o a colmare spazi che il segno ha già delineato, senza crearne a sua volta. In effetti questo non si può definire un handicap. è il modo di cui è venuto configurandosi un temperamento tra i piu' felici. Una pittura, in effetti, che cerca nel segno non l'efficacia della raffigurazione o qualità puramente decorative, ma il segreto di un moto interiore alla cosa dipinta. Un'opera umana, sia essa pittura o scultura, non è niente altro che un lungo tentativo per rintracciare, con l'aiuto dell'arte, le cose piccole o grandi sulle quali il cuore dell'artista si è aperto per la prima volta. Rodolfo Pisi, a nostro sommesso avviso, non appartiene a quella classe di artisti imbevuti di presunzione che dicono "punto e a capo"; ma, al contrario, adotta il lessico dei maggiori per esprimersi con un moderno idioma antiretorico, che risponde ad un dettato intimo piu' intuitivo che intellettuale. Fusione, cioè, di due elementi che paiono quanto mai discordi: la realtà e la poesia. G.MONT. DAI UN TAGLIO ALLE BOLLETTE! 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E sa che non le consuetudini sentimentali creano l'umanità dell'artista, ma il suo modo di capire, la vastità e la profondità della sua comprensione. L'ultima mostra alla Galleria d'arte 8.75, ci ha rivelato una serie di dipinti ricchi di luci e di colori. Tagliato il nastro della prima "personale", nel 1999, diplomata presso l'Istituto d'Arte Gaetano Chierici, ci sorprende subito con il mostrarci come sia riuscita a sfuggire alla realtà oggettiva per offrirci un'immagine trasfigurata ed, in certo modo, sognata di ciò che vede e la impressiona. Nei dipinti delle sue fanciulle e dei suoi fiabeschi villaggi, è relativamente facile scorgere quando Giovanna Magnani si accontenta di cogliere la prima impressione che gli viene dalla visione improvvisa della poesia dei colori. La raggiunta bellezza di ogni opera d'arte da l'impressione di una inscindibile sostanza, unità realizzata con magia. La visione è apparentemente irrazionale 36 STAMPA REGGIANA dustria disordinata e alla portata di tutti, ha favorito l'iperproduzione di stramberie prive di senso. E le Gallerie d'Arte lanciano periodicamente dei robusti giovanotti e delle graziose signorine che si divertono a rovesciare barattoli di vernice sulle tele o su tavole di masonite. Quanto ai critici, alcuni artisti pensano che farebbero meglio a cambiar mestiere, > perchè parlando dei pittori non hanno scritto che sono dei Renoir e dei Picasso. I toni delle tele di Giovanna Magnani sono sempre luminosi, personali, e riescono ad esprimere costantemente il carattere decisivo e chiaro della pittrice. La sua arte di si può definire una forma di poesia pittorica e siffatto giudizio non è per nulla connesso a valutazioni superficiali, ma trae la ragione sua dalla considerazione di elementi concreti di approfondita umanità. Perchè per Giovanna Magnani la pittura è estremamente importante. Non solo come manifestazione vitale di impegno artistico e umano, ma, soprattutto, impegno dello spirito, in cui attinge l'intelligenza, le emozioni più intime, per trasmetterle, per mezzo delle sue favolose bambole, come puri e irripetibili messaggi dell'anima. Le fanciulle e i paesaggi della Magnani sono un intelligente mezzo espressivo di un artista in cui si riflette l'animo semplice e romantico della pittrice. Tecnicamente perfetti, hanno un'impronta, uno stile, e uno spirito e un'atmosfera permeata di poesia. Possiamo concludere che il mondo di Giovanna Magnani è fedele ad un amore sincero verso le fiabe e le bellissime principesse della favola d'una volta. G.MONT. anno VI numero 8 > SETTEMBRE 2008 La natura e il sogno Mariangela Carnevali è da considerare una acquerellista capace di condurre con efficace tratteggio cromatico votato alla definizione di piani volumetrici piuttosto articolati, che dai cieli, luminosi ed intensi, sollecitano l'occhio dell'osservatore a scorrere una natura viva e pulsante che si spande frequentemente lungo il primo e il primissimo piano; natura e sogno sono elementi essenziali della pittura d'acquarello di Mariangela Carnevali artista sicuramente in grado di porre in essere un discorso lirico profondo e coerente, nel quale abbandonarsi al fascino delle cro- mie e al bianco-luce del supporto cartaceo, parte integrante e non meramente accessorio, di tutta la sua produzione creativa . Mariangela Carnevali nasce a Reggio Emilia dove vive e lavora come quadro amministrativo in una azienda metalmeccanica reggiana. Ha esposto in mostre collettive e personali nella nostra citta, Bergamo, Treviso, Padova, Pisa e nel 2008 ha partecipato al primo Festival Internazionale dell'Acquarello a Bellagio (Co) e vincendo il primo premio al concorso "Artisti della scuola Gorlini" . A.P. Ricordi d’estate Cena sotto le stelle dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti di Reggio con il contributo di: 1 2 3 4 6 5 7 Foto 1: Alberto Peroni, Stefano Sidoli, Cristian Poldi Allai, Gabriella La Costa, Andrea Romersa, Francesca Lugli, Serena Giannuzzi. Foto 2: Elena Fedolfi, Lorenzo Galaverni, Michele Corradini. Foto 3: Giulio Tassoni, Filippo Pasini, Catia Valcavi, Claudio Steffanini, Barbara Vezzani, Luca Attolini. Foto 4: Gianni Lasagni, Roberto Spaggiari, Bruno Bartoli, Pietro Cantarelli, Marco Borghi. Foto 5: Marco Guarnieri, Corrado Baldini, Matteo Benelli. Foto 6: Silvia Pattacini, Alessandro Schiatti, Giacomo Fornaciari con la moglie Alice Ferrari, Giacobbe Silvi, Caterina Catellani, Dolores Casoli, Romina Bellelli, Federica Oleari. Foto 7: Franco Cadoppi e moglie Le nozze di Sabrina Spadaccini e Ciro Poncemi 2 1 4 3 5 Nelle foto al centro due momenti del matrimonio fra Sabrina Spadaccini e Ciro Poncemi; in alto durante la cerimona nella chiesa di Quattro Castella e sotto il momento del taglio della torta. Foto 1: Tiziano e Maria Catellani, Sabrina e Ciro, Giuliana e Enrico Poncemi. Foto 2: Paolo Pergolizzi, Francesca Spadaccini con Francesco Pergolizzi, Sabrina Spadaccini e Ciro Poncemi, Benedetta Ferretti con Emma Poncemi, Tommaso Poncemi. Foto 3: Terenziani, Vincenzo Garvani, Sabrina e Ciro,Tommaso Poncemi e Maurizio Oviedo. Foto 4: Spogliarello “Full Monthy”. Foto 5: Ballo degli Ospiti al Castello Di Bianello. Foto 6: Ballo delle “Spice Girls”. 6 Foto di Stefano Rossi Gli incontri, le feste e I Giovani Imprenditori 1 3 2 4 6 5 8 Il primo semestre di attività annuale del Gruppo Giovani Imprenditori di Industriali Reggio Emilia si è concluso lo scorso 2 luglio con la tradizionale Festa d'estate. Scenografia di quest'anno la rustica ma pur sempre elegante cornice dell'Antica Corte di Sant'Ilario d'Enza, dove i giovani imprenditori reggiani si sono riuniti insieme alla Presidente Giorgia Iasoni per un saluto prima delle vacanze estive, in compagnia di alcuni colleghi imprenditori di Modena, Parma, Mantova e del neo eletto Presidente regionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Giovanni Misté. Foto 1: Giuseppe Domenichini, Direttore Generale Industriali Reggio Emilia, Giorgia Iasoni, Presidente Gruppo Giovani Industriali Reggio Emilia, Giovanni Misté, Presidente Regionale Gruppo Giovani Imprenditori. Foto 2: Giorgia Iasoni e Rossella Po, Presidente Gruppo Giovani di Modena, con il marito. Foto 3: Lisa e Chiara Tagliavento con Alessandro Busani e la moglie. Foto 4: Elena Galli, Lorenzo Lasagni e Mariacristina Gherpelli, Vice Presidente Industriali Reggio Emilia. Foto 5: Un momento della cena. Foto 6: Giulia Bertani, Carlotta Rantica, Maria Luisa Fioretti, Margherita Montanari, Giorgia Iasoni, Andrea Franceschini, Francesca Paoli, Milena Sanmarchi. Foto 7: Guglielmo Bagnacani, Alessandro Bedeschi, Paolo Talami. Foto 8: Giancarlo Cavazzoni e Giusy Sassi, Presidente Gruppo Giovani di Parma. Foto 9: Gianluca Salsi, Andrea Mezzofanti, Alessandro Torricelli, Federico Grisendi. Cinzia Tarasconi, Alessandro Negri, Graziano Grasselli, Francesca Marchini, Mauro Macchiaverna, Giorgia Ciarlini. 7 10 9 Cena di gala per AUT AUT 1 3 2 Presso l'Antico Borgo delle Viole a Telarolo di Castellarano è stata organizzata una cena di gala a scopo benefico a favore dell'AUT AUT, l'associazione creata nel Febbraio 2000 da un gruppo di genitori di bambini autistici per condividere la loro esperienza di vita con un figlio colpito da questa disabilità insieme ad altre famiglie in situazioni simili. Foto 1: Il sindaco di Casalgrande Alberto Caprari e Roberto Vassallo vice presidente dell'associazione AUT AUT. Foto 2: il galà di beneficenza. Foto 3: Il cantante Matteo Setti con Roberto Vassallo. Festa con i cliclisti della CSF Navigare 1 2 3 e gli eventi d’estate Il Gruppo Giovani API 3 1 2 6 4 5 160 ospiti alla cena d'estate del Gruppo Giovani API. L'aperitivo al tramonto è stata la cornice che ha dato il via alla Cena d'estate del Gruppo Giovani API svoltasi nei giorni scorsi al San Valentino Golf Club di Castellarano. L’evento ha consentito agli associati di fare il bilancio del lavoro svolto nella prima metà del 2008 e di pianificare il programma delle iniziative per la ripresa dopo la pausa estiva. Foto 1: Giannicola Albarelli, Giunta API, Maurizio Medici con la moglie Cristina Carbognani, Presidente API, Gian Paolo Faggioli, Presidente Apindustria Parma, i consiglieri API Roberta Anceschi e Alfeo Carretti e Marco Bedogni, Vice Pres. API. Foto 2: La padrona di casa Cinzia Rubertelli, Pres. GGI API, con i due ospiti d'onore della serata: a sinistra il cantante Matteo Setti e il campione olimpico di sci Giuliano Razzoli. Foto 3: Marcello Rossetti, Pres. GGI Unionapi, Cristiano Casa, Pres. GGI Apindustria Parma, Silvano Groppi, Presidente Unionapi, Stefania Denti, Pres. GGI APMI Modena, con il marito, Emanuela Curnis, Console Italiano a Cape Town (Sud Africa), Andrea Prati, Azio Sezzi, Segretario API, il cantante Matteo Setti e Cinzia Rubertelli, Pres. GGI API. Foto 4: Alessandro Ceci, Consigliere GGI, con la moglie Gabriella, Bruno Zannoni, Consigliere GGI, con la fidanzata Paola, Alberto Lombardini con un'amica, Dino Dini, Consigliere GGI, con la fidanzata Barbara, Claudio Lodi, Vice Pres. GGI con la fidanzata Cristina. Foto 5: Gianluca Burani, Consigliere GGI, con la moglie Cristina, Maurizio Codeluppi, Massimo Montanari con la figlia Alice, i fratelli Stefano e Paolo Montruccoli con le consorti. Foto 6: Simona Lodi, Milo Campioli, Francesca Tirelli con un'amica, Luigi Lodi, Matteo Puglia, Massimo Bertani, Stefano Nironi, Roberto Dallari, Cinzia Rubertelli, Elisa Caroli con un'amica. Foto 7: Daniele Cariola, Mariagiulia Arduini con il fidanzato Romeo, Roberto Rinaldi con la moglie Silvia Arduini, Consigliere GGI, il pittore Angelo Davoli, la pr Cristina Bolognesi e Guido Buratti, (Gruppo Baiauto) sponsor della serata. Foto 9: Marco Bigliardi, Consigliere GGI, Lorella e Barbara Morini, Paolo Cucchi con un'amica, Elena Ferrari con il marito, Silvia Binacchi, Consigliere GGI, Ivan Brini, Vice Presidente GGI e Stefano Bondioli. 7 9 Foto di Stefano Rossi 8 Beneficenza a favore di G.R.A.D.E. 1 2 4 7 6 5 3 4 8 9 10 11 Foto 1: Alberto Brunetti e i dirigenti della Sc Riese. Foto 2 - Il Ds Fabiano Fontanelli con i corridori professionisti. Foto 3 - Franca e Massimo Brunetti Foto 4 - I professionisti della Csf Navigare con al centro Fortunato Baliani. Foto 5 - Il sincado di Carpi premia Andrea Pagoto, con Rolando Paterlini e Bruno Reverberi. Foto 6 - Franco Tondelli e Mario Marchi. Foto 7 - Rolando Paterlini e Bruno Reverberi. Foto 8 - I soci della Ciclistica Riese. Foto 9 - Roberto Reverberi, Andrea Mussini, Andrea Ferrari, Massimo e Alberto Brunetti. Foto 10 - Bruno Ronchetti con Gigi e Gianna Gazzini. Foto 11 - Maurizio Beltrami con Mauro Richeze. Foto di Romano Pezzi Venerdì 1 agosto a San Polo in Piazza Matteotti, con il patrocinio del Comune, è stato organizzato un evento benefico denominato "Cena sotto le Stelle". Più di 300 persone hanno potuto gustare il raffinato menù a base di pesce preparato dalla pescheria Le Sardine. La caratteristica di queste serata è stata la partecipazione del gruppo Curva Sud, una decina di amici (che si ritrovano appunto in una curva della strada che attraversa San Polo) che da anni si dilettano in esibizioni canore e cabarettistiche pur avendo tutti altre professionalità e che per l'occasione erano "supportati" da Max Zivieri. Da segnalare la presenza nel gruppo del dottor Claudio Corradi, pediatra e a "tempo perso" produttore di vino biologico, lo stesso che è stato offerto durante la cena di beneficienza. L'intero incasso della serata è stato devoluto all'associazione G.R.A.D.E. Gruppo Amici dell'ematologia di Reggio Emilia. Foto 1: una panoramica della cena in piazza. Foto 2: il dott. Claudio Corradi presenta la serata. Foto 3: Lo staff della pescheria Le sardine con il presidente della “Curva Sud” Fausto Morini e il Dott. Corradi. Foto 4: il gruppo Curva Sud al completo. * Condizione valida per le operazioni stipulate fino al 31/12/2008, con importo non superiore all’80% del valore dell’immobile e durata complessiva non superiore a 10 anni. Parametro: Euribor 365 a 3 mesi media mese precedente arrotondata allo 0,10 superiore, valida al mese di stipula. ISC - Indicatore Sintetico di Costo (calcolato su un mutuo di 100.000,00 Euro, durata 10 anni, importo non superiore all’80% del valore dell’immobile, con Euribor 3 mesi media mese precedente pari a 4,50%): 5,331%. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale; per le condizioni economiche e contrattuali si fa riferimento ai fogli informativi a disposizione in filiale e sul sito www.bper.it - aprile 2008 BPER Mutuo Famiglia tutti a casa con il mutuo per tutti il mutuo su misura per ogni esigenza fisso, variabile, mix www.bper.it