Stato dei Servizi Pubblici Locali 2 06/03/2013 Studio di Axteria sullo
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Stato dei Servizi Pubblici Locali 2 06/03/2013 Studio di Axteria sullo
4 BZ Bolzano e Provincia Mercoledì 6 Marzo 2013 Corriere dell'Alto Adige Lutto nella politica Scompare a 93 anni uno dei fautori della «soluzione condivisa» Addio a Armando Bertorelle «Lottò per la convivenza» Fu al fianco di Berloffa. Il figlio: credeva nei giovani La carriera L’avvocato della Dc «storica» BOLZANO — Armando Bertorelle era nato il 20 maggio 1919 a Rosà, nel Vicentino. Arrivato a Bolzano negli anni Venti con la famiglia, dopo l’esperienza in Azione Cattolica e Acli, entrò nella Dc entrando in consiglio provinciale nel 1952 e uscendone a fine anni Settanta. Si impegnò insieme a Pasquali, Bolognini e Berloffa in scottanti per il Sudtirolo. Terminata la carriera politica si dedicò alla sua professione di avvocato, lanciando peraltro anche una «scuola di politica» per i giovani che avessero voluto fare gli amministratori. BOLZANO — Se ne va, all'età di 93 anni, un altro importante e decisivo protagonista della storia dell'autonomia altoatesina. È morto la scorsa notte Armando Bertorelle, conosciuto avvocato ed esponente di spicco della Democrazia Cristiana regionale, artefice, insieme al gruppo che faceva capo ad Alcide Berloffa, della soluzione pacifica e condivisa della vertenza sudtirolese. Sedette in consiglio regionale dalla seconda alla settima legislatura, ricoprendo diverse cariche importanti, da assessore a presidente del consiglio provinciale e regionale. I funerali venerdì a Gries. Nato nel 1919 a Vicenza si trasferì dopo pochi anni con la famiglia a Bolzano, dove completò gli studi classici per poi conseguire la laurea in Giurisprudenza a Padova. Uno degli incontri più importanti della sua vita, come ricorda il figlio, il giornalista Michele Bertorelle, fu quello con il benedettino Bertoldo Röllin. Attorno alla figura del frate infatti si formò, negli anni della guerra e nella seconda metà degli anni Quaranta, un nutrito gruppo di giovani che, come lo stesso Bertorelle, provenivano dalle diverse organizzazioni cattoliche liceali ed universitarie della regione. Gruppo dal quale poi usciranno molti nomi della futura classe politica, imprenditoriale e dirigente della provincia. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla politica, Armando Bertorelle fu, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, presidente dell'Azione Cattolica e direttore del patronato Acli di Bolzano. Gli altoatesini lo ricordano però soprattutto per il suo grande impegno a favore dell'autonomia provinciale e per una soluzione che garantisse una pacifica convivenza fra i diversi gruppi linguistici sudtirolesi. «Era una persona fortemente antinazionalista — ricorda il figlio Michele — cercava sempre di trovare una soluzione condivisa dalle diverse parti ai problemi che si presentavano. Per questo credo che una delle sue maggiori qualità per le quali sarà ricordato era il forte senso sociale». Per trent'anni rimase sulla breccia politica, ricoprendo anche la carica di segretario politico della Dc in provin- cia. Finito il suo impegno diretto, Bertorelle promosse una scuola di formazione politica per i giovani che volevano avvicinarsi al mondo delle istituzioni: «Credeva molto nella forza dei giovani e della formazione — conclude il figlio — anche perché credeva nella serietà e importanza della politica». Il sindaco Luigi Spagnolli: «Bertorelle aveva sempre a cuore il pubblico interesse, che perseguiva con rara sensibilità umana e professionale». Matteo Pozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Protagonista Armando Bertorelle, per decenni sulla scena politica locale I funerali dell’esponente democristiano sono in programma venerdì a Gries Le reazioni Bolognini: azioni incisive. La stima di Ferretti. Dorigoni: era sempre disponibile e corretto «Un uomo libero, gli dobbiamo molto» BOLZANO — Remo Ferretti, un altro dei leader storici della Dc, ha parole di stima verso Bertorelle. «Apparteneva alla generazione politica che ha operato nelle istituzioni prima della mia — dice Ferretti — per cui non abbiamo mai avuto una collaborazione a livello di consiglio o di giunta provinciale. Lo ricordo come persona molto riservata e schiva, laboriosa e diligente. A livello di partito appartenevamo a due correnti diverse e anche questo ha fatto si che i nostri incontri non andassero oltre i momenti istituzionali della direzione. Devo dire che quando sento che se ne va uno come Bertorelle, dobbiamo registrare una perdita secca. Se ne va uno dei padri dell'autonomia — prosegue l’ex vicepresidente della Provincia — e mi vengono i brividi pensando alla situazione contingente con certi politici che non hanno ancora l'idea di che cosa sia il Pacchetto e lo Statuto, dopo anni che siedono in parlamento». Franco Dorigoni, già sindaco di Merano e per lunghi anni amministratore delegato Scudo crociato Ferretti, Postal, Magnabosco e, a destra, Bertorelle di Azienda energetica: «La notizia mi coglie di sorpresa — afferma anche se l'età avanzata deve farci mettere in conto questi lutti. Da diversi anni non ho più avuto occasione di contatto con lui che, per l'età avanzata si era ritirato a vita privata, ma di Bertorelle ho un ottimo ricordo che risale a quando ero sindaco di Merano e lui con c’era Pasquali assessore provinciale. È sempre stato disponibile a venire incontro alle esigenze che gli venivano manifestate dagli enti locali, in funzione della carica politica che aveva e nei limiti della disponibilità possibile. Sul piano personale poi era una persona molto corretta, ma di poche parole». «La grande convinzione religiosa e la perseveranza, sono state alla base del tenace lavoro che Bertorelle ha fatto assieme a Giorgio Pasquali, Alcide Berloffa e Lino Ziller — aggiunge l'ex sindaco di Bolzano Giancarlo Bolognini — Erano anni di grandi difficoltà per questa terra. Sono stati i nostri uomini liberi e forti ai quali dobbiamo moltissimo. Bertorelle ha saputo compiere azioni incisive, nonstante la mitezza del carattere e un fisico provato dalla guerra». Enzo Coco © RIPRODUZIONE RISERVATA Servizi pubblici Consorzio Comuni: aggregazioni da valutare. Camera di commercio: stop al campanilismo «Holding provinciale, sì al confronto» Kompatscher: porto lo studio in consiglio. Ebner: più efficienza BOLZANO — La riorganizzazione delle aziende dei servizi pubblici verso aggregazioni su base provinciale diventerà una priorità del dibattito politico. Lo assicurano Michl Ebner, presidente della Camera di commercio, e Arno Kompatscher, presidente del Consorzio dei Comuni. Ha colto nel segno l’analisi sui servizi pubblici locali in Alto Adige, realizzata da Axteria Strategy Consultans per conto della Camera di commercio e del Consorzio dei Comuni e presentata la scorsa settimana alle aziende a capitale pubblico che lo stesso studio ha individuato per una possibile riorganizzazione: Ae di Bolzano e Merano, la provinciale Sel, Seab di Bolzano, Asm Merano, Asm Bressanone, Apb Brunico, Ara Pusteria, EcoCenter e Sasa. Le «nove sorelle pubbliche» operano nel «mare magnum» di operatori dei servizi pubblici locali: 5 nella distribuzione del gas, 40 nella distribuzione di energia elettrica, 57 nel teleriscaldamento, 135 nella gestione di acqua e fognature, 53 per i rifiuti, 6 nei trasporti, 800 nella produzione di energia elettrica, 19 nella depurazione, 88 nella vendita del gas, 4 per le discariche, 2 per gli inceneritori, 6 nel compostaggio. Un’anomalia tutta altoatesina, visto che — come rileva l’analisi — nel Nord Italia si è proceduto da tempo con aggregazioni provinciali, regionali e interregionali. Un modello avanzato è quello di Trento dove la holding Dolomiti Energia raggruppa le «utility» dei vari settori. Michl Ebner, presidente della Camera di commercio, spie- Dibattito Il consulente: «Sfruttiamo l’autonomia territoriale» La Cisl: «Massima tutela agli 800 lavoratori» ga: «Abbiamo commissionato lo studio per avere in mano un quadro dello stato di fatto e possibili modelli di evoluzione che consentano ai Comuni, alla Provincia e ai manager delle aziende pubbliche di valutare in che modo è possibile migliorare l’efficienza mantenendo l’elevata qualità attuale. Auspichiamo tariffe più basse e qualità omogenea sul territorio a vantaggio di famiglie e imprese. L’individualismo comunale ha dato risultati positivi in Alto Adige, ma i tempi sono cambiati e dobbiamo sperimentare si- nergie su larga scala». La palla adesso è nelle mani del Consorzio dei Comuni. Il presidente Arno Kompatscher assicura: «Illustrerò lo studio alla prima seduta utile del consiglio. È una solida base di partenza perché analizza il quadro attuale e fornisce ipotesi concrete sui possibili sbocchi. Ma non sarà l’unica studio su cui riflettere. Tra pochi giorni parteciperò a un convegno a Francoforte per verificare la tendenza della Germania che è passata per la privatizzazione dei servizi pubblici per poi tornare al modello pubblico. Prima di cambiare qualcosa in Alto Adige dobbiamo riflettere attentamente: oggi i servizi sono efficienti e di buona qualità, le tariffe sono moderate. Ma la normativa è cambiata, così come le esigenze dei cittadini: il campanilismo diventa un limite. Le fusioni o una holding provinciale che raggruppi le varie aziende attuali sono obiettivi da raggiungere gradualmente, cominciando subito dalle sinergie amministrative e sull’approvvigionamento, mentre i clienti resterebbero separati. I TripAdvisor premia l’albergo di Ortisei Family hotel, il Cavallino Bianco primo al mondo BOLZANO — Il Cavallino Bianco di Ortisei è il miglior hotel per famiglie del pianeta. Lo afferma TripAdvisor, il sito di recensioni più grande al mondo, che ha annunciato ieri i vincitori dei «TripAdvisor Travellers’Choice Family Awards». I premi di quest’anno sono stati assegnati a 231 strutture family-friendly e i migliori hotel sono stati identificati in 26 Paesi. I vincitori sono stati determinati in base ai punteggi più alti attribuiti agli hotel da coloro che hanno viaggiato con la famiglia. L’Italia ha dominato anche la classifica europea con 7 hotel su 10 premiati. «Per chi ha in programma una vacanza con i propri cari nel 2013, queste classifiche evidenziano gli hotel nel mondo più amati proprio da coloro che viaggiano con la famiglia — ha dichiarato Valentina Quattro, senior media relations manager di TripAdvisor in Italia —. Poter vantare il miglior hotel al mondo per famiglie è un’ottima notizia per l’industria del turismo dell’Alto Adige». Il Cavallino Bianco Family Spa Grand Hotel di Ortisei è primo a livello italiano, europeo e mondiale ed è stato dichiarato il miglior hotel per famiglie in base a recensioni e opinioni di milioni di viaggiatori su TripAdvisor. «È per noi un onore ricevere questo illustre premio, generato dalla pura soddisfazione dei nostri ospiti, la più grande ricompensa per il lavoro che con profonda passione e dedizione la mia famiglia ed i miei collaboratori svolgono ogni giorno» ha commentato Ralph Riffeser, generalmManager del Cavallino Bianco. Medaglia d’argento per il Family Hotel La Grotta a Vigo di Fassa, 2˚ sia in Europa sia in Italia e medaglia di bronzo a livello mondiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Organizzazione I nuovi bidoncini Seab per i rifiuti manager delle aziende stanno già dialogando intensamente per indicare possibili soluzioni alla politica». Pier Lamberto Capra, l’esperto di Axteria che ha curato lo studio, precisa lo scopo del dossier: «Volevamo fornire uno strumento tecnico come base di discussione. L’autonomia altoatesina può essere una grande risorsa in vista di una riorganizzazione dei servizi pubblici. Si può partire dalle piccole sinergie in alcuni settori per poi sperimentare forme più grandi di integrazione. L’Alto Adige ha una forte identità territoriale e grande omogeneità culturale e politica: non abbiamo indicato soluzioni, ma illustrato i modelli messi in atto nel Nord Italia. È importante adesso che i manager delle aziende pubbliche locali sviluppino il dialogo sul futuro dei servizi e delle stesse società». A proporre lo studio alla Camera di commercio era stata la Cisl altoatesina. «Siamo molto preoccupati — ammette il segretario provinciale Michele Buonerba — per il futuro degli 800 lavoratori delle utility altoatesine. Temiamo possano perdere il posto se i servizi pubblici venissero messi in gara con il criterio del massimo ribasso perché le società pubbliche locali hanno dimensioni ridotte. Inoltre c’è un problema di disomogeneità delle tariffe sul territorio perché ci sono gestori organizzati in cooperativa che prendono contributi pubblici e riescono ad offrire costi più bassi ai cittadini rispetto alle Spa. Il modello più convincente è quello trentino, dove la holding pubblica Dolomiti Energia è la casa comune delle utility sul territorio nei vari settori. Così si evita anche che i Comuni proprietari possano fare business con le municipalizzate in tempo di tagli ai bilanci». Felice Espro © RIPRODUZIONE RISERVATA