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1915 - 2015
100 anni di storia
Canzoni della Grande Guerra
Prima dell'entrata in guerra
Già prima che l'Italia partecipasse al conflitto, nei mesi fra l'inizio della
guerra (28 luglio 1914) e la dichiarazione di guerra dell'Italia (24 maggio 1915)
la querelle fra "neutralisti" e "interventisti" aveva invaso anche i café-chantants
attraverso canzoni leggere e oggi quasi dimenticate. Esemplare del fronte neutralista
è La ragazza neutrale, che rappresenta l'Italia come una signorina che resite alle
avances dei corteggiatori francesi e tedeschi. Le canzoni della propaganda
interventista andavano, invece, dalle marcette patriottiche alle feroci caricature
di Cecco Beppe, Guglielmone e Maometto.
Espressione dell'interventismo di sinistra fu, infine, la Canzone garibaldina
La guerra di posizione
Durante i lunghi anni della guerra di trincea le canzoni ebbero ben altro tono.
I soldati soffrivano fisicamente e moralmente; e allora si diffuse un modo di
dire entrato poi nella lingua corrente: "canta che ti passa".
In questi anni gli alpini elaborarono alcune delle canzoni che oggi fanno
parte del repertorio dei canti di montagna, come Tapum, Monte Canino,
La tradotta che parte da Torino, Monte Rosso, Monte Nero e altre.
La canzone più cantata dagli alpini fu però un brano che non ha relazione con
la guerra, cioè Quel mazzolin di fiori, che divenne allora famoso in tutt'Italia.
Anche la canzone napoletana diede alla luce alcuni brani in cui il protagonista
è un soldato, ad esempio Sentinella e 'O primmo reggimento[3].
Il più famoso di essi è certamente 'O surdato 'nnammurato di Aniello Califano.
La durezza della guerra di trincea e l'enorme numero di vittime cadute per
conquistare pochi metri di terreno suscitarono nei soldati sentimenti di rabbia
che si espressero in canzoni come O Gorizia tu sei maledetta e La tradotta che parte da Novara.
Dopo Caporetto
La rotta di Caporetto e il conseguente disordine hanno lasciato poche tracce in musica.
Si può ricordare Adio Venesia adio, cantata dai profughi che fuggivano dalle zone occupate
dagli Austriaci (o che si temeva potessero esserlo, come appunto Venezia).
Invece la successiva resistenza sulla linea del Piave e sul Monte Grappa contro l'invasione
austriaca di una parte del territorio nazionale ispirarono canzoni patriottiche di successo
come La canzone del Piave (E. A. Mario) e la Canzone del Grappa (Emilio De Bono).
La leggenda del Piave, in particolare, fu così popolare che nel difficile periodo successivo
all'8 settembre fu scelta come inno nazionale italiano, in cui tutti potessero riconoscersi
al di sopra delle divisioni politiche.