il valore delle imprese 21 marzo 2016

Transcript

il valore delle imprese 21 marzo 2016
www.unioncamerepuglia.it
Osservatorio Regionale dell’Economia
Il Valore delle Imprese in Puglia
Analisi delle dinamiche congiunturali e strutturali 2015
Analisi economico-finanziaria su Bilanci 2014
Bari, 26 febbraio 2016
Ufficio Studi Unioncamere Puglia
A cura di
Sabrina Spallini e Luigi Triggiani
1
www.unioncamerepuglia.it
INDICE
1. L’analisi strutturale del tessuto produttivo della Puglia
L’IDENTITÀ E LO SVILUPPO DELLE IMPRESE PUGLIESI
pag. 3
2. L’analisi della nati-mortalità delle imprese in Puglia:
LE IMPRESE CHE NASCONO
pag. 6
LE IMPRESE CHE MUOIONO
pag. 12
3. L’analisi economico-finanziaria per attività e dimensione:
LE IMPRESE CHE “TENGONO”
pag. 18
LE PERFORMANCE E LE DIMENSIONI
pag. 22
4. I dati sull’occupazione:
LE IMPRESE E GLI ADDETTI
pag. 28
2
www.unioncamerepuglia.it
L’IDENTITÀ E LO SVILUPPO DELLE IMPRESE PUGLIESI
Il tessuto imprenditoriale della regione risulta composto da 379.518 imprese, un dato
pressoché stabile sia che si faccia riferimento all’anno precedente, che fa registrare un
incremento dello 0,6%, sia che si estenda l’orizzonte temporale all’ultimo quinquennio, 0,4%.
Disaggregando i dati1 per comparti produttivi, il settore che presenta il maggior numero
di imprese registrate è quello commerciale (31%), seguito da quello agricolo (22%) e
delle costruzioni (13%), tutti gli altri hanno un’influenza percentuale al di sotto del 10%.
Impreseregistratenel2015
Servizialleimprese
8%
Altrisettori
6%
Agricolturaeattività
connesse
22%
Assicurazionie
credito
2%
Trasportiespedizioni
2%
Turismo
7%
Attività
manifatturiere,
energia,minerarie
9%
Commercio
31%
Costruzioni
13%
Anche il tasso di crescita annuale risulta positivo per tutti i comparti produttivi ad
eccezione del manifatturiero (-0,7%) e delle costruzioni (-1%). Come dato tendenziale di
crescita, il settore del turismo (3,3%), il settore dei servizi alle imprese (2,8%) e quello
delle assicurazioni e credito (1,9%) sono i comparti che rilevano le migliori performance.
Rispetto alle imprese iscritte (379.518), sono considerate nella composizione le sole imprese classificate che
sono 353.781.
1
3
www.unioncamerepuglia.it
Tassodicrescita2015/2014
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
-0,5
-1
-1,5
Dati differenti sullo sviluppo e il dinamismo dei vari comparti produttivi si rilevano se si
considera il tasso di sopravvivenza a tre anni delle imprese registrate nel 2012. Solo due
aziende del settore turistico su tre (il 65,2%) costituite nel 2012 sopravvivono nel 2015,
altrettanto alto il turn-over delle imprese del settore delle costruzioni (64,8%). Il settore
più stabile è invece quello agricolo (87,9%).
Tassodisopravvivenzaimpreseiscrittenel2012
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
La polverizzazione del tessuto imprenditoriale, che costituisce un elemento di equilibrio
sociale e al tempo stesso un vulnus nello sviluppo economico della Puglia, si evince dalla
4
www.unioncamerepuglia.it
disaggregazione per forma giuridica delle imprese registrate, in cui ben il 65% è
costituito da imprese individuali.
Coopertaive
3%
Impreseregistratenel2015
Consorzi
0%
Altreforme
1%
Societàdicapitali
21%
Societàdipersone
10%
Imprese
individuali
65%
Si registra però una pur leggera inversione di tendenza: il tasso di crescita delle società
di capitali - sia su base annua (5,3%) che considerando gli ultimi cinque anni (4%) - unito
alla riduzione del numero delle altre forme giuridiche (più marcatamente le società di
persona che fanno registrare il -3,4% su base annua e il -2,2% sui 5 anni) – portano in
evidenza l’accrescimento nelle dimensioni delle imprese.
5
www.unioncamerepuglia.it
Tassodicrescitaannualecomposto
6
5
4
3
2
2015/2014
1
0
-1
2015/2010
Societàdicapitali
Societàdi
persone
Imprese
individuali
Cooperative
Consorzi
Altreforme
-2
-3
-4
LE IMPRESE CHE NASCONO
In Puglia nel 2015 si sono registrate presso le Camere di Commercio 24.719 imprese,
con un incremento del 2,9% rispetto alle iscrizioni totali dell’anno precedente.
Il dato positivo è determinato unicamente dal saldo delle imprese iscritte nel comparto
agricolo. In tutti gli altri settori, la variazione rispetto ai dati dell’anno precedente è di
segno negativo, andamento peraltro comune al dato nazionale. Fa riflettere il dato
negativo riscontrato anche nel settore turistico (-12,5%), considerato che la Puglia è
negli ultimi anni ai vertici della classifica delle mete preferite per le vacanze estive.
Così anche il dato relativo al settore manifatturiero, che presenta un decremento delle
iscrizioni a doppia cifra (-12,7%), decisamente più rilevante di quello nazionale (-4,1%).
6
www.unioncamerepuglia.it
Iscrizioni2015/2014
40
30
20
10
Variazione%Puglia2015/2014
Variazione%Italia2015/2014
0
-10
-20
Analizzando il numero di nuove imprese iscritte nei diversi settori produttivi, si osserva
che il settore commercio continua a essere il comparto leader, seguito da quello
agricolo, edile, servizi alle imprese e turistico.
7
www.unioncamerepuglia.it
Iscrizioni2015percompartoproduttivo
Altrisettori
6%
Servizialleimprese
10%
Assicurazioniecredito
2%
Agricolturaeattività
connesse
18%
Attivitàmanifatt,
energia,minerarie
5%
Trasportiespedizioni
2%
Turismo
9%
Costruzioni
12%
Commercio
36%
Per quanto riguarda la composizione percentuale per forma giuridica, si osserva una
netta predominanza delle iscrizioni d’imprese individuali e di società di capitali.
Entrambe le categorie evidenziano un segno positivo che, per le aziende individuali, è
in controtendenza rispetto al resto della nazione.
Nonostante la crisi, in Puglia continuano a nascere imprese artigiane, dato che
evidenzia come la vivacità imprenditoriale degli artigiani pugliesi non sia sopita e che
sarebbe forse necessario sostenerla soprattutto abbattendo gli innumerevoli ostacoli
che ne bloccano la crescita e contribuiscono alla cessazione dell’attività.
8
www.unioncamerepuglia.it
Iscrizioni2015/2014
15
10
5
0
-5
Societàdi
capitali
Societàdi
persone
Imprese
individuali
Altreforme
Variazione%Puglia2015/2014
Variazione%Italia2015/2014
-10
-15
-20
-25
-30
L’imprenditorialità giovanile e femminile
I dati relativi all’imprenditorialità giovanile non appaiono particolarmente incoraggianti.
Sempre in linea con il dato generale, nel 2015 si osserva una diminuzione generalizzata
delle iscrizioni di imprese costituite con la prevalente partecipazione di under 35 rispetto
all’anno precedente. La riduzione è comune a tutti i comparti ad eccezione del settore
primario, in cui l’incremento delle imprese, nel periodo considerato, è del 55,9%, contro
un dato nazionale che presenta un incremento assai più contenuto (16,7%). Tale saldo
positivo è dovuto anche agli incentivi al “Primo Insediamento” che la Regione Puglia,
anche grazie al “Piano di Sviluppo Rurale” cofinanziato dalla UE, mette a disposizione dei
giovani imprenditori soprattutto per favorire il passaggio generazionale.
9
www.unioncamerepuglia.it
Iscrizioneimpresegiovanili2015/2014
60
50
40
30
20
Variazione%2014/2015Puglia
10
Variazione%2015/2014Italia
0
-10
-20
Le imprese giovanili iscritte nell’ultimo anno sono 6.804 e costituiscono il 27% delle
nuove iscrizioni, con il commercio che ne assorbe circa il 40%; nelle posizioni successive
e con una percentuale rispettivamente dell’11% e del 9%, il comparto turistico e quello
agricolo.
La diminuzione nel numero delle iscrizioni di imprese giovanili registrata negli altri
comparti è dovuta principalmente alle difficoltà nel reperimento dei capitali necessari
ad avviare un’attività, conseguenza del credit crunch che ha avuto ripercussioni
fortemente negative soprattutto sul Mezzogiorno.
10
www.unioncamerepuglia.it
Iscrizioniimpresegiovaniliprimosemestre
Altrisettori
7%
Agricoltura
12%
Servizialleimprese
10%
Attivitàmanifatt.
4%
Assicurazioni
ecredito
3%
Trasportiespedizioni
2%
Costruzioni
10%
Turismo
12%
Commercio
40%
Per quanto riguarda le imprese in rosa, l’andamento è superiore alla media nazionale,
con un saldo positivo complessivo del 2,9% rispetto al 2014, mentre il dato
complessivo della nazione rileva un saldo negativo del 2,8%. Il divario positivo si deve
essenzialmente anche in questo caso al settore primario, nel quale si registra un
incremento di iscrizioni del 49,3%.
Le imprese femminili costituite nel 2015 rappresentano il 23% del totale delle nuove
iscrizioni nel Registro delle imprese, a rappresentare una minoranza significativa del
mondo imprenditoriale.
Iscrizioneimpresefemminili2015-2014
60
50
40
30
20
Variazione%2015/2014Puglia
10
Variazione%2015/2014Italia
0
-10
-20
11
www.unioncamerepuglia.it
LE IMPRESE CHE MUOIONO
Analisi della mortalità per comparto produttivo
In Puglia cessano la loro attività, volontariamente o perchè soggette a procedure
concorsuali, 12 aziende per ogni mille iscritte nel registro delle imprese.
Di queste, 4 appartengono al settore Commerciale, 2 al settore Manifatturiero, delle
Costruzioni e dei Servizi alle imprese; 1 al settore delle Assicurazioni e del Turismo.
Considerando le imprese cessate rispetto al totale delle imprese operanti nei singoli
settori, al fine di cogliere il turn-over nell’ultimo anno si segnala che i valori vanno
tendenzialmente da 11 imprese per ogni mille nel settore commerciale a 24 per ogni
mille nel settore dei servizi alle imprese. Una ancor più elevata mortalità si registra nel
settore del Credito e Assicurazioni, in cui su mille imprese ben 77 hanno cessato la
loro attività.
Impresecessateperognimilleimpresedelsettore
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Passando ai dati congiunturali, nel 2015 le imprese pugliesi che falliscono sono 541,
meno dell’anno precedente (-12,3%) e con una riduzione superiore alla media
nazionale (-5,4%). Considerando che la distribuzione sul territorio dei fallimenti è
strettamente correlata alla densità d’imprese attive nei diversi comparti produttivi, è
stata condotta un’indagine che considera i valori complessivi e percentuali per
12
www.unioncamerepuglia.it
settore: le imprese più duramente colpite dalla procedura fallimentare nel primo
semestre del 2015 sono state quelle del settore commerciale e delle costruzioni.
Altrisettori
3%
Assicurazioniecredito
1%
Fallimenti2015
Servizialle
imprese
9%
Agricolturae
attivitàconnesse
2%
Attivitàmanifatt,
energia,minerarie
21%
Trasportiespedizioni
4%
Turismo
4%
Costruzioni
18%
Commercio
38%
La variazione nel numero delle imprese fallite nel 2015 rispetto all’anno precedente
evidenzia per tutti i comparti segni negativi, tranne che per il settore del creditoassicurativo (66,7%), del turismo (18,8%) e dei servizi alle imprese (12,2%); dati
peggiori della media nazionale, che per i tre settori economici si attesta
rispettivamente al 9%, al 7,7% e al 3,1%.
Per gli altri comparti, i dati sono più rassicuranti rispetto al resto della nazione: in
particolare nel settore agricolo, manifatturiero e delle costruzioni, dove i fallimenti si
riducono di oltre il 20%.
Fallimenti2015-2014
80
60
40
20
Variazione%2015/2014Puglia
0
Variazione%2015/2014Italia
-20
-40
13
www.unioncamerepuglia.it
Così come si è riscontrata una diminuzione aggregata delle imprese soggette a
procedure concorsuali, anche le imprese che ricorrono a mezzi di risanamento più
flessibili, come gli accordi di ristrutturazione dei debiti con i fornitori e finanziatori e il
“concordato preventivo”, procedure che non ne precludono la sopravvivenza, hanno
subito un decremento nel corso del 2015.
Le procedure concorsuali sono disposizioni giudiziali che vengono avviate a tutela dei
terzi quando l’imprenditore si trova in una situazione definita “stato di insolvenza”,
ovvero in una condizione economico-finanziaria che gli impedisce di adempiere
regolarmente alle obbligazioni contratte. Oltre al fallimento, la procedura più nota,
esistono procedure concorsuali e strumenti di risanamento più flessibili per l’impresa
in crisi, che ne consentono la prosecuzione dell’attività o la sua cessione, o prevedono
la realizzazione di accordi di ristrutturazione dei debiti con i debitori e la
predisposizione di piani di risanamento.
In valore assoluto sono 56 le imprese che hanno fatto ricorso a tali procedure
concorsuali, con un decremento percentuale del 17,6% rispetto 2014, contro un
decremento del 24% registrato a livello nazionale. L’analisi dei singoli comparti non ha
rilevanza a livello di variazione percentuale, dato l’esiguo numero delle imprese
coinvolte.
I dati sono lievemente confortanti anche per gli scioglimenti e le liquidazioni
volontarie che riguardano un numero d’imprese di gran lunga maggiore: sono infatti
4.628 nel 2015, con un decremento del 4,3% rispetto all’anno precedente; dato
lievemente peggiore di quello nazionale, che si attesta al -5,7%. Delle imprese pugliesi
sottoposte a tali procedure, il 29% appartiene al settore del commercio; seguono il
comparto delle costruzioni e i servizi alle imprese, con il 17%.
14
www.unioncamerepuglia.it
Scioglimentieliquidazionivolontarie2015
Altrisettori
8%
Assicurazioniecredito
1%
Agricolturae
attivitàconnesse
3%
Attivitàmanifatt,
energia,minerarie
12%
Servizialle
imprese
17%
Costruzioni
17%
Trasportiespedizioni
3%
Turismo
10%
Commercio
29%
Passando a una analisi delle variazioni percentuali, si segnala un grande incremento
degli scioglimenti volontari delle imprese agricole, pari al 34,9% rispetto all’anno
precedente, dato in totale controtendenza rispetto alla media nazionale, che fa invece
registrare una riduzione degli scioglimenti volontari dell’ 8,5%; in tutti gli altri settori, il
dato regionale e quello nazionale risultano in diminuzione, con una percentuale più
marcata registrata in Puglia, tranne per il settore del turismo e dei servizi alle imprese.
Scioglimentieliquidazionivolontarie2015/14
40
30
20
10
Variazione%2015/2014Puglia
Variazione%2015/2014Italia
0
-10
-20
-30
Analisi della mortalità delle imprese per forma giuridica: “la crisi della Società”.
15
www.unioncamerepuglia.it
Osservando i dati relativi alle imprese per forma giuridica, si può notare che la crisi
morde soprattutto le Società di Capitali, con il 79% di fallimenti registrati nel primo
semestre del 2015.
Analizzando poi la composizione percentuale delle procedure di concordato
preventivo, accanto alle società di capitali emerge la percentuale delle imprese
individuali coinvolte. Delle 56 imprese, 39 (70%) sono società di capitali e 9 (16%)
imprese individuali.
ConcordatieAccordiR.D.
Altreforme
3%
Imprese
individuali
16%
Societàdipersone
11%
Societàdicapitali
70%
Per quanto riguarda le cessazioni volontarie, questa volta basando l’analisi su valori
più consistenti (sono ben 4.628 le imprese sottoposte a tali procedure), si azzera la
percentuale delle imprese individuali ma aumenta fortemente la mortalità delle
società di persone (pari a circa il 36%), lasciando alle società di capitali il 53%.
Il mancato ricorso a tale forma di cessazione volontaria da parte delle imprese
individuali testimonia per un verso la volontà/necessità di rimanere sul mercato fino a
quando le condizioni lo consentono e dall’altro la difficoltà di crescita attraverso la
scelta di forme giuridiche più consone a una dimensione più elevata nel caso di
successo.
16
www.unioncamerepuglia.it
Scioglimentieliquidazionivolontarie
Impreseindividuali
0%
Altreforme
11%
Societàdicapitali
53%
Societàdipersone
36%
17
www.unioncamerepuglia.it
LE IMPRESE CHE TENGONO
Una prima, buona notizia: l’analisi dei dati economici della Puglia, sulla base dei dati
aggregati delle 17.763 imprese che hanno presentato il bilancio nel triennio 2013-15,
evidenzia un trend che per tutti i comparti produttivi continua ad essere positivo.
Scendendo nel dettaglio, il primo indicatore economico su cui s’intende basare
l’analisi è il Valore della Produzione, costituito da tutti i componenti positivi di reddito
(quindi non solo dal fatturato e da eventuali contributi pubblici ricevuti, ma anche
dalla produzione effettuata e non venduta, cioè gli incrementi del magazzino prodotti
o semilavorati).
Valoredellaproduzione
37.000.000.000
36.500.000.000
36.000.000.000
2014
35.500.000.000
2013
35.000.000.000
2012
34.500.000.000
34.000.000.000
Il Valore della Produzione negli ultimi tre anni segue una linea ascendente: nel 2014 si
attesta su circa 36,8 miliardi di Euro, facendo registrare un lieve ma costante
incremento, di poco superiore al 2% negli ultimi tre anni.
Spostando l’analisi ai singoli comparti produttivi che hanno contribuito alle
vendite/produzione complessiva della regione, il Commercio occupa la prima
posizione, con il 41% del Valore della Produzione totale; segue il Manifatturiero con il
29%. Tutti gli altri settori realizzano un valore della produzione aggregato più
modesto, ciascuno inferiore al 10%.
18
www.unioncamerepuglia.it
Valoredellaproduzionepersettore
Assicurazioniecredito
0%
Altrisettori
4%
Servizialleimprese
7%
Agricolturaeattività
conn.
4%
Trasportiespedizioni
6%
Attivitàmanifatturiere,
energia,minerarie
29%
Turismo
2%
Costruzioni
8%
Commercio
41%
Il discorso non muta se si prende in considerazione l’altro aggregato economico, il
Valore Aggiunto, ottenuto sottraendo dal Valore della produzione i costi dei fattori
produttivi utilizzati.
Possiamo dare a tale dato aggregato, ottenuto dall’analisi realizzata sugli oltre 17.000
bilanci aziendali, una valenza analoga a quella del Prodotto Interno Lordo, in quanto
misura la ricchezza ceduta al territorio; ricchezza che remunera le diverse componenti
che direttamente o indirettamente hanno partecipato al processo produttivo, ovvero:
•
•
•
•
il personale dipendente (costo del personale);
i finanziatori (interessi passivi);
lo Stato (imposte);
l’imprenditore/soci (utili/dividendi).
La sequenza non è casuale.
La differenza sostanziale tra Valore Aggiunto e PIL riguarda:
1. i diversi soggetti che concorrono a determinare la ricchezza prodotta: il Valore
Aggiunto tiene conto della sola attività delle imprese (è opportuno sottolineare
che nel caso specifico si tratta delle sole imprese di capitale); il PIL comprende
anche la ricchezza prodotta dalle prestazioni della Pubblica Amministrazione;
2. la diversa composizione dei valori che concorrono alla determinazione: Il PIL
considera solo il fatturato; il Valore Aggiunto tiene conto, oltre che delle
movimentazioni finanziarie, anche del valore delle scorte di magazzino
prodotte e non vendute nell’anno.
19
www.unioncamerepuglia.it
Il Valore aggiunto totale nel il 2014 raggiunge la cifra di quasi 8 miliardi di Euro ed è
pressoché stabile per il triennio considerato, con un incremento che si aggira intorno
al 2% rispetto al 2013.
Analizzando l’apporto al valore aggiunto dei singoli comparti produttivi, è ancora il
manifatturiero a ricoprire la prima posizione, con il 34%; seguono il commercio con il
20% e le costruzioni con l’11%.
L’agricoltura e il turismo, che si collocano ancora su valori modesti, confermano la
grande difficoltà nel costituire, singolarmente considerati, l’elemento trainante per
l’economia pugliese, sebbene vada riconosciuta a questi comparti strategici una
grande funzione sociale, paesaggistica e ambientale. In una visione integrata di
sviluppo, in grado di determinare per via diretta e indiretta la crescita degli altri
settori, questi due comparti possono costituire il volano dei nuovi processi di crescita
economica.
Valoreaggiunto2015
Altrisettori
7%
Agricolturae
attivitàconnesse
3%
Servizialleimprese
12%
Assicurazioniecredito
0%
Attività
manifatturiere,
energia,minerarie
34%
Trasportiespedizioni
9%
Turismo
4%
Commercio
20%
Costruzioni
11%
Scendendo nell’analisi degli aggregati economici successivi si passa a considerare un
altro indicatore, l’EBIT (Earn Before Interest and Taxes), e poi il reddito al lordo e al
netto delle imposte: si rileva che i valori continuano a rispecchiare lo stesso
andamento, cioè un lieve incremento o una sostanziale tenuta rispetto al biennio
precedente. Anche la ripartizione per comparti produttivi rispecchia la stessa
composizione vista per il Valore Aggiunto.
20
www.unioncamerepuglia.it
EBIT2014
Servizialleimprese
11%
Altrisettori
4%
Agricolturaeattività
connesse
2%
Assicurazioniecredito
1%
Trasportiespedizioni
4%
Attività
manifatturiere,
energia,minerarie
34%
Turismo
2%
Commercio
28%
Costruzioni
14%
menocosti
materiee
servizi
menocosti
personalee
ammortam.
meno
interessi
passivi
imposte
d’esercizio
• Valoredellaproduzione
• Valoreaggiunto
• EBIT
• Redditoallordodelleimposte
• Redditonetto
21
www.unioncamerepuglia.it
LE PERFORMANCE E LE DIMENSIONI
Le grandi e le piccole imprese migliorano; le medie crollano
Se dall’analisi dei comparti economici si passa all’analisi dei risultati economici per
classi dimensionali, si evidenzia senza alcuna ombra di dubbio il crollo delle
performance delle “medie imprese”.
L’universo delle società di capitali considerate è costituito prevalentemente da piccole
e microimprese; è stato utilizzato come parametro dimensionale il Valore della
Produzione2.
Ripartizionedelcampioneperclassidimensionali
Grandi medie
0%
3%
piccole
15%
micro
82%
Innanzitutto occorre chiarire che nel 2014, sempre ragionando in termini di bilanci
aggregati, le imprese di grandi dimensioni che sono solo 70, cioè lo 0,2% del totale,
realizzano il 25% del Valore della Produzione totale; altrettanto ne producono le
medie. Le micro-imprese, che numericamente costituiscono l’82% delle imprese totali
operative in Puglia, realizzano invece soltanto il 22% del Valore della Produzione che,
unito a quello delle piccole, raggiunge il 50%.
Classificazione in base al Valore della produzione:
Micro imprese: da 0 a € 2.000.000;
Piccole imprese: da €2.000.000 a €10.000.000;
Medie imprese: da €10.000.000 a €50.000.000;
Grandi imprese: oltre €50.000.000;
2
22
www.unioncamerepuglia.it
Valoredellaproduzioneperclassidimensionali
micro
22%
grandi
25%
piccole
28%
medie
25%
Il Valore della Produzione sostanzialmente ha tenuto per il triennio considerato per
tutte le categorie dimensionali.
Valoredellaproduzione2015
12.000.000.000
10.000.000.000
8.000.000.000
2014
6.000.000.000
2013
2012
4.000.000.000
2.000.000.000
-
Grandi
medie
piccole
micro
La situazione si aggrava se si prendono in considerazione gli altri indicatori. L’EBIT che deriva dal valore della produzione a cui si detraggono i costi dei fattori produttivi,
materie prime, lavoro e ammortamenti - evidenzia per tutte le categorie d’impresa
valori in aumento rispetto all’anno precedente, tranne che per le micro imprese.
23
www.unioncamerepuglia.it
Per le aziende di grandi dimensioni si registra una lievissima riduzione dell’EBIT
rispetto al 2013, nella misura del 2%, ma continua a rilevarsi un notevole incremento
rispetto al 2012. Situazione differente per le medie imprese, che continuano ad avere
un costante, anche se lieve, decremento. L’incremento diviene sostanziale per le
piccole imprese (rispettivamente del 30% rispetto al 2013 e del 12% rispetto al 2012).
Le micro aziende mostrano, invece, un preoccupante andamento negativo che si
attesta su valori pari al 17% - se si prende a riferimento il 2013 - e al 21% rispetto al
2012.
EBIT
450.000.000
400.000.000
350.000.000
300.000.000
2014
250.000.000
2013
200.000.000
2012
150.000.000
100.000.000
50.000.000
-
grandi
medie
piccole
micro
Il reddito netto, rispetto all’EBIT, è influenzato dalle politiche finanziarie oltre che da
tutte le componenti di natura straordinaria che possono derivare da azioni di
ristrutturazione aziendale particolarmente incisive negli anni di crisi.
Nelle grandi imprese i risultati di gestione non seguono l’andamento del Valore della
Produzione: infatti, nonostante l’incremento costante di questo aggregato, il reddito
netto si riduce sensibilmente nell’ultimo anno, nella misura del 23% rispetto al 2013.
Per le medie imprese, che avevano già evidenziato un trend negativo anche per il
Valore della Produzione e per l’EBIT, si registra un crollo del reddito netto del 150%,
con perdite aggregate per oltre 21 milioni di Euro.
Le piccole imprese, invece, mettono in evidenza tutta la loro capacità di adattarsi ai
mutamenti del mercato: infatti quelle che riescono a rimanere in vita ottengono
migliori performance rispetto alle realtà produttive di maggiori dimensioni. Il reddito
delle piccole imprese si incrementa rispetto all’anno precedente, addirittura del 500%,
totalizzando un valore complessivo di circa 110 milioni di Euro; il reddito netto delle
micro imprese, invece, si raddoppia, passando da una perdita complessiva di 60
24
www.unioncamerepuglia.it
milioni di Euro nel 2013 ad un valore totale positivo per quasi 54 milioni di euro
nell’esercizio successivo, con un incremento del 190%.
Redditonetto
250.000.000
200.000.000
150.000.000
2014
100.000.000
2013
50.000.000
2012
-
grandi
medie
piccole
micro
-50.000.000
-100.000.000
Le microimprese tengono, grazie ai sacrifici dell’imprenditore
Le microimprese, che come detto costituiscono il 22% del Valore della Produzione,
concorrono, dopo la copertura di tutti i costi, solo per l’1% a remunerare il capitale
proprio: molto poco rimane per il reinvestimento nell’attività dell’impresa.
I bassi livelli di reddito netto non rendono convenienti neanche ulteriori investimenti
da effettuarsi con capitali apportati dai soci. La redditività del capitale proprio (il ROE,
ovvero il rapporto tra utile netto e capitale netto) decresce proporzionalmente al
ridursi delle dimensioni delle imprese, con l’unica eccezione delle medie imprese che
rilevano invece per l’anno in corso performance molto negative. Analizzando il 2014,
dall’11% di ROE delle imprese di grandi dimensioni, si passa allo 0,01% di quello delle
micro-imprese.
Nel 2014 il ROE è comunque cresciuto rispetto al 2013 per le piccole e le micro
imprese; si è invece ridotto per le altre due categorie.
25
www.unioncamerepuglia.it
ROEpercategoriadimensionale
16,00
14,00
12,00
10,00
8,00
2014
6,00
2013
2012
4,00
2,00
-
-2,00
grandi
medie
piccole
micro
-4,00
Le micro-imprese, che s’intendano come tali le società rientranti nella classificazione
dell’Unione Europea o che si faccia riferimento alle imprese artigianali di dimensione
ancora più ridotta, da sempre costituiscono l’asse portante del sistema produttivo
italiano e della nostra regione in particolare, caratterizzandola non solo da un punto
di vista economico, ma anche sociale e culturale.
Per tale motivo, la sostanziale ma non sufficiente ripresa dei risultati economici
registrati, da cui vedremo non deriva una ripresa dell’occupazione, è un dato su cui
riflettere e agire. Quali sarebbero le conseguenze di una desertificazione delle microimprese dal nostro territorio, non solo da un punto di vista economico, ma anche
culturale, sociale e ambientale?
Le conseguenze economiche e sociali della perdita di occupazione sono evidenti, ma
non meno importanti sono gli effetti che il fenomeno determina in ambito culturale e
ambientale. I danni che deriverebbero dalla perdita di Know-how legati all’esperienza
e alla competenza di cui sono depositarie le imprese di piccola dimensione
costituirebbero un danno incalcolabile per la nostra comunità.
La micro-impresa è quasi sempre legata a processi e sistemi di sviluppo
economicamente e socialmente sostenibile rispetto alla grande impresa, anche se
spesso non ha gli strumenti per comunicarlo (i bilanci sociali e ambientali sono uno
strumento utilizzato quasi esclusivamente dalle medie e grandi imprese).
In ambito commerciale, le piccole imprese caratterizzano e rendono vivi e sicuri i
centri cittadini, favorendone lo sviluppo sociale e culturale. Questa ricchezza, non
facilmente quantificabile, va considerata e tutelata.
26
www.unioncamerepuglia.it
27
www.unioncamerepuglia.it
LE IMPRESE E GLI ADDETTI
Esaminando l’andamento dell’occupazione su classi dimensionali determinate in base
al numero degli addetti 3 ed effettuando l’analisi su un insieme di imprese
compresenti nel periodo di tempo considerato (III trimestre 2014 - III trimestre 2015) ovvero oltre 220.000 per la regione e oltre 3,5 milioni per il campione nazionale - si
evidenzia che tutte le categorie seguono un andamento positivo, tranne quella delle
microimprese che fa registrare un decremento del numero di occupati.
Le grandi imprese segnano un incremento del 6,2% nel terzo trimestre 2015 rispetto
al terzo trimestre dell’anno precedente. L’incremento è nettamente superiore alla
media nazionale, che si attesta all’1,9%; stesso trend, anche se più contenuto ma su
valori superiori alla media nazionale, per le altre categorie dimensionali. Unica
eccezione le micro-imprese, che registrano variazioni dell’occupazione con segno
negativo, pari al -3,%; comunque leggermente meglio della media nazionale, che è del
-3,6%.
Andamentodell'occupazioneperclassidimensionali
8
6
4
Variaz.%IIItrim2014/IIItrim.2015
Puglia
2
0
Variaz.%IIItrim2014/IIItrim.2015
Italia
Micro≤9
Piccole10-49
Medie50-249
Grandi≥250
-2
-4
Classificazione in base al Numero degli addetti:
Micro imprese: fino a 9 addetti;
Piccole imprese: da 10 a 49 addetti;
Medie imprese: da 50 a 249 addetti;
Grandi imprese: oltre 250 addetti.
3
28
www.unioncamerepuglia.it
Disaggregando il campione di imprese classificate in base al numero degli addetti,
dipendenti, soci o collaboratori, ancora una volta il comparto produttivo che impiega
la maggiore forza lavoro a livello regionale è il commercio (25%); seguono l’attività
manifatturiera (17%) e l’agricoltura (12%).
Esiste comunque una frammentazione dell’occupazione nei vari comparti produttivi, a
evidenziare la mancata vocazione della regione Puglia verso una particolare attività
produttiva, un valore che rappresenta probabilmente una ricchezza e un
ammortizzatore per il tessuto socio-economico regionale.
Addettipercompartoproduttivoasettembre2015
Agricolturae
attivitàconnesse
12%
Servizialleimprese
9%
Altri
settori
9%
Assicurazioniecredito
2%
Attivitàmanifatt,
energia,minerarie
17%
Trasportiespedizioni
5%
Turismo
10%
Costruzioni
11%
Commercio
25%
Premesso che rispetto al campione considerato il numero totale degli occupati è
pressoché stabile (-0,1%), i segni negativi più sensibili riguardano il settore delle
costruzioni (-3,4%) e quello dei servizi alle imprese (-1,4%), andamenti che appaiono
conseguenti alla crisi economica globale e non dipendenti da specifiche politiche
regionali.
L’incremento più consistente degli occupati riguarda il settore del Credito e
Assicurazione (11,9%). Tale tendenza che sembrerebbe in contrasto rispetto a quanto
evidenziato nell’analisi sulla nati-mortalità delle imprese (in cui era stato evidenziato
un incremento delle cessazioni e una diminuzione nel numero delle iscrizioni), può
essere interpretata in più modi: tra tutti, le ristrutturazioni in corso e il ricorso a un
numero crescente di collaboratori addetti all’area commerciale sembrano poter
almeno in parte giustificare tale crescita occupazionale.
29
www.unioncamerepuglia.it
Variazione%addettiIIItrim.2015/IIItrim.2014
14
12
10
8
6
4
2
0
-2
-4
Agricolturae Attività
attività
manifatt,
connesse
energia,
minerarie
Costruzioni Commercio
Turismo
-6
30
Trasportie Assicurazioni Servizialle Altrisettori
spedizioni
ecredito
imprese