Integration of immigrants.pub
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Rete di controllo della sussidiarietà Piano d'Azione 2010 Integrazione degli immigrati: integrazione degli immigrati nelle zone urbane Partner capofila: Parlamento della Catalogna, Spagna Integrazione degli immigrati: integrazione degli immigrati nelle zone urbane Partners Municipality of Patras La relazione è stata redatta dal gruppo di lavoro sull'integrazione degli immigrati guidato dal Parlamento della Catalogna, Spagna. Il contenuto non riflette il punto di vista ufficiale del Comitato delle regioni. Maggiori informazioni sull'Unione europea e sul Comitato delle regioni sono disponibili sui rispettivi siti: http://www.europa.eu e http://www.cor.europa.eu. Pag. 2 di 39 Integrazione degli immigrati nelle zone urbane Punti essenziali 1. Contesto Indipendentemente dalla percezione individuale della questione, l'integrazione degli immigrati è un problema che richiede attenzione politica e interventi, in particolare a livello locale. Non si può negare, tuttavia, che le risposte locali richiedano anch'esse coordinamento e sostegno istituzionali, a livello nazionale ed europeo. In virtù del principio di sussidiarietà e sulla base delle nozioni della governance multilivello, si può affermare che non è possibile conseguire risultati ottimali al livello più prossimo ai cittadini senza la partecipazione dei soggetti nazionali ed europei, ciascuno nell'ambito delle rispettive sfere di competenza. Il principio di sussidiarietà assume, in questo caso, un'importanza ancora maggiore, in quanto ora l'UE ha a disposizione una base giuridica esplicita per assumere un ruolo importante nel sostenere e incoraggiare gli sforzi atti a promuovere l'integrazione degli immigrati legali, senza alcuna armonizzazione di leggi e regolamenti nazionali. A livello europeo sono state intraprese varie azioni, le più recenti delle quali rientrano nel quadro del piano d'azione di attuazione del programma di Stoccolma. La Commissione europea sta inoltre preparando una seconda agenda europea per l'integrazione, cui il CdR apporta il proprio contribuito attraverso una consultazione. L'obiettivo del gruppo di lavoro dedicato al tema Integrazione degli immigrati nelle zone urbane, organizzato nel quadro del 1° piano di azione della Rete di monitoraggio della sussidiarietà (RMS), consiste nel promuovere un dialogo tra i partecipanti al gruppo sulle migliori modalità di attuazione delle politiche di integrazione a livello locale, in particolare nelle zone urbane. Scopo del dialogo è identificare e illustrare le buone pratiche delle politiche locali (in particolare urbane) e regionali in materia di integrazione degli immigrati ed evidenziare, pertanto, il contributo indispensabile di questi livelli a tale obiettivo. 2. Membri del gruppo e buone pratiche Il gruppo di lavoro ha come capofila il Parlamento catalano (Spagna) e comprende l'Associazione degli enti locali e regionali finlandesi (Finlandia) e il comune di Patrasso (Grecia). L'Associazione svedese degli enti locali e delle regioni (SALAR) ha partecipato alla riunione inaugurale del 28 maggio 2010 ed è stata costantemente informata dei progressi compiuti durante l'intero processo. Pag. 3 di 39 Sono state illustrate le buone pratiche in merito ai seguenti temi: • • • • • Politica di registrazione locale proattiva: Catalogna Servizi di accoglienza: progetto NEO a Helsinki, servizi multilingui di informazione e orientamento per gli immigrati a Tampere e Catalogna Competenze interculturali: "People Acting Towards Respect and Solidarity", Patrasso Accesso al lavoro: Helsinki e Catalogna Pianificazione strategica: accordo nazionale sull'immigrazione, Catalogna 3. Conclusioni e raccomandazioni Sono stati individuati i temi e le raccomandazioni seguenti: • • • Processo decisionale: la partecipazione dei soggetti interessati, in particolare le organizzazioni della società civile, e la governance sono essenziali per la riuscita delle fasi di pianificazione, sviluppo e promozione. I soggetti interessati si trovano spesso in prima linea nelle azioni sociali e in materia di welfare. Tale posizione strategica consente di sviluppare conoscenze specifiche che diventano essenziali per il processo decisionale politico. Quadro istituzionale e strutturale: la pianificazione strategica è assolutamente necessaria per la gestione di tutte le politiche pubbliche, in particolare delle politiche di integrazione, che devono essere attuate in una prospettiva sostenibile e a lungo termine. Le politiche di integrazione, inoltre, necessitano di strutture istituzionali durature in grado di sostenere politiche a breve, medio e lungo termine. Raccolta dei dati: il CdR deve promuovere indagini e ricerche comparative sui vari aspetti dell'immigrazione, con un'attenzione particolare per la valutazione delle amministrazioni pubbliche. In particolare: o o o • il Migrant Integration Policy Index (MIPEX) dovrebbe fornire informazioni sulla base dei dati provenienti dagli enti locali e regionali; gli enti locali e regionali dovrebbero concordare i dati di base da fornire al MIPEX; i servizi di registrazione proattiva dovrebbero fornire dati completi sulla popolazione reale. Accoglienza e integrazione: l'integrazione degli immigrati richiede attenzione politica e interventi sin dalle primissime fasi del progetto di immigrazione. L'integrazione andrebbe vista come un processo bidirezionale, dinamico e continuo tra popoli diversi che risiedono in un territorio. Come primo passo in tale processo è necessario sviluppare servizi di accoglienza (compresi i corsi di formazione linguistica e di introduzione alla società di accoglienza e al lavoro) al fine di garantire l'autonomia degli immigrati. Inoltre, sebbene vi siano molti meccanismi diversi per favorire l'integrazione, l'obiettivo primario deve essere la coesione sociale e la costruzione collettiva di una società condivisa, attraverso la promozione di pari opportunità di accesso ai servizi pubblici e di partecipazione a tutti i livelli della politica, oppure attraverso il riconoscimento della diversità. Pag. 4 di 39 • Finanziamento delle iniziative: le politiche di integrazione devono poter disporre di finanziamenti a breve, medio e lungo termine. Nel contesto della preparazione della comunicazione della Commissione europea sulla seconda agenda dell'UE sull'integrazione, potrebbe essere interessante proseguire il lavoro in uno degli ambiti indicativi proposti per i moduli europei per l'integrazione, ovvero i) i corsi introduttivi e di lingua, ii) il fermo impegno da parte della società di accoglienza e iii) la partecipazione attiva degli immigrati a tutti gli aspetti della vita collettiva. Pag. 5 di 39 INDICE 1. 2. Membri del gruppo........................................................................................................................ 7 Integrazione degli immigrati in Europa: situazione attuale ...................................................... 7 2.1 Immigrazione e integrazione degli immigrati in Europa oggi............................................... 7 2.2 Contesto giuridico e politico a livello di Unione europea ..................................................... 9 2.3 Ruolo degli enti locali e regionali e posizione del Comitato delle regioni.......................... 11 3. Riflessioni sulla sussidiarietà relative alla questione ................................................................ 14 3.1 Governance multilivello e principio di sussidiarietà in riferimento alle politiche di integrazione...................................................................................................... 14 3.2 Articolazione tra le diverse sfere di governance ................................................................. 15 3.2.1 Catalogna/Spagna............................................................................................................ 15 3.2.2 Finlandia.......................................................................................................................... 16 3.2.3 Grecia .............................................................................................................................. 18 3.3 Ruolo degli enti locali e regionali........................................................................................ 20 4. Buone pratiche ............................................................................................................................. 22 4.1 Politica di registrazione locale proattiva: Catalogna ........................................................... 23 4.2 Servizi di accoglienza: progetto NEO, Tampere, Catalogna ............................................... 25 4.3 Competenze interculturali: Patrasso (People Acting Towards Respect and Solidarity) ........................................................................................................................... 30 4.4 Accesso al lavoro: Helsinki, Catalogna ............................................................................... 33 4.5 Pianificazione strategica: accordo nazionale sull'immigrazione (Catalogna)...................... 36 5. Conclusioni ................................................................................................................................... 38 5.1 Sussidiarietà......................................................................................................................... 38 5.2 Processo decisionale ............................................................................................................ 38 5.3 Quadro istituzionale e strutturale......................................................................................... 38 5.4 Raccolta dei dati .................................................................................................................. 39 5.5 Azioni in tema di accoglienza e integrazione ...................................................................... 39 5.6 Finanziamento delle iniziative............................................................................................. 39 Il presente documento è composto da 39 pagine. Pag. 6 di 39 1. Membri del gruppo • • • Parlamento catalano, Spagna (partner capofila) Associazione degli enti locali e regionali finlandesi, Finlandia Comune di Patrasso, Grecia 2. Integrazione degli immigrati in Europa: situazione attuale 2.1 Immigrazione e integrazione degli immigrati in Europa oggi Negli ultimi decenni l'Europa è stata teatro di vari processi di immigrazione e, per ragioni diverse e in periodi differenti, la maggior parte dei Stati dell'Unione europea è diventata meta di flussi migratori. [Fonte: Eurostat] L'immigrazione può essere più o meno forte e le sue cause possono essere demografiche, economiche (domanda di forza lavoro) o umanitarie (asilo per rifugiati): in ogni caso tale fenomeno è ora una realtà in Europa. Tali dinamiche non sono soltanto una problematica del passato, ma una questione attuale, e resteranno una problematica per l'Europa anche nel prossimo futuro. Questa realtà, che per alcuni paesi e regioni rappresenta una novità, ha fatto emergere nuove politiche pubbliche e non solo le politiche di gestione delle frontiere, ma anche politiche attuate ben lontano dai confini: in materia di accoglienza, integrazione, uguaglianza o lotta contro il razzismo e la xenofobia. Inoltre, tali politiche sono state sviluppate a tutti i livelli di governance: a livello locale e regionale, Pag. 7 di 39 dato che si tratta delle sfere in cui è necessario far fronte alla domanda concreta di servizi pubblici da parte degli immigrati; a livello centrale, giacché le politiche di immigrazione costituiscono un'espressione diretta della sovranità nazionale; e infine a livello europeo, in quanto alcune dimensioni delle questioni legate all'immigrazione devono essere coordinate e regolamentate a livello sovranazionale. Per quanto attiene specificamente all'integrazione, nell'Europa attuale l'integrazione degli immigrati dei paesi terzi legalmente presenti negli Stati membri è una sfida che interessa in primo luogo le città. Le città e le regioni hanno affrontato tale situazione in vari modi, a seconda delle tradizioni, delle realtà e delle limitazioni presenti nelle società, amministrazioni ed economie locali. Ciononostante, le sfide che le popolazioni di immigrati si trovano ad affrontare sono simili e necessitano, quindi, di risposte da parte delle autorità, con comuni, regioni e città in prima fila. [Fonte: Eurostat] L'integrazione è un processo bidirezionale, dinamico e aperto tra persone, arrivate di recente o native del luogo, che vivono in un dato territorio. L'integrazione ha un duplice significato, in base alla prospettiva con cui la si osserva. Per gli immigrati, integrazione significa acquisire autonomia nelle società di accoglienza, trovare un posto di lavoro e un alloggio adeguato, avere accesso all'assistenza sanitaria e al sistema scolastico per i propri figli e abituarsi a nuove situazioni culturali e personali. Per le società locali, l'integrazione rappresenta una sfida in termini di coesione sociale, lotta alla discriminazione, partecipazione dei nuovi arrivati e accessibilità dei servizi pubblici, in particolare delle infrastrutture sociali, e sviluppo di servizi di accoglienza. Indipendentemente dalla percezione individuale della materia, l'integrazione degli immigrati è una questione che richiede attenzione e interventi politici, principalmente a livello locale. Non si può negare, tuttavia, che le risposte locali necessitino di un certo grado di coordinamento e sostegno istituzionale a livello nazionale ed europeo. In virtù del principio di sussidiarietà e sulla base delle Pag. 8 di 39 nozioni della governance multilivello, si può affermare che non è possibile conseguire risultati ottimali al livello più prossimo ai cittadini senza la partecipazione dei soggetti nazionali ed europei, ciascuno nell'ambito delle rispettive sfere di competenza. 2.2 Contesto giuridico e politico a livello di Unione europea Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, riserva un ruolo istituzionalizzato all'UE per l'integrazione degli immigrati in quanto, in virtù dell'articolo 79 del TFUE, l'Unione dispone di una base giuridica esplicita per svolgere un ruolo di sostegno e incentivazione nella promozione dell'integrazione degli immigrati legali. L'articolo 79 del TFUE, tuttavia, esclude qualunque armonizzazione di leggi e regolamenti degli Stati membri, differenziando pertanto tale ambito da altri aspetti della politica di immigrazione dell'UE. Questa innovazione del Trattato di Lisbona nasce da un'evoluzione delineatasi nell'arco degli ultimi venti anni. Fino al Trattato di Lisbona, il TCE e il TUE non contenevano alcuna base giuridica relativa all'integrazione degli immigrati provenienti da paesi terzi. Ciononostante, si riteneva che, nel contesto delle disposizioni del Trattato in materia di immigrazione introdotte dal TUE a Maastricht e gradualmente comunitarizzate ad Amsterdam e Nizza, la nascente politica di immigrazione dell'UE non sarebbe stata completa senza una componente relativa all'integrazione. Tale realtà è stata messa in luce dall'impegno politico assunto dagli Stati membri in sede di Consiglio 1 2 europeo e dal loro sostegno ai programmi di Tampere e, in seguito, dell'Aia . Su tale base, il Consiglio dell'UE ha adottato, fin dal 2004, i principi fondamentali comuni della politica di 3 integrazione , che intendevano identificare gli elementi più importanti di una politica di immigrazione dell'UE e rappresentavano un impegno politico da parte degli Stati membri. La Commissione europea ha risposto ai principi comuni annunciando, tra l'altro, "Un'agenda comune per l'integrazione", che 4 comprendeva un quadro per l'integrazione dei cittadini dei paesi terzi nell'Unione europea . In tale quadro, la Commissione ha elaborato manuali pratici sull'integrazione per i responsabili delle politiche di integrazione e gli operatori del settore. Sia la prima edizione del 2004 che la seconda del 2007 intendevano promuovere lo scambio di informazioni e le buone pratiche e avevano lo scopo di mettere in evidenza il ruolo delle comunità e degli enti locali. La seconda edizione si è soffermata su alcune delle principali questioni legate ai principi fondamentali comuni, illustrando gli insegnamenti tratti in questi ambiti: il mainstreaming dell'integrazione degli immigrati, la messa a disposizione di alloggi in ambiente urbano, l'integrazione economica e la governance a favore dell'integrazione. Il manuale menziona, inoltre, il fatto che gli enti locali possono essere fonte di ispirazione per progetti 1 2 3 4 Programma di Tampere: Verso un'Unione di libertà, sicurezza e giustizia, conclusioni della presidenza, Consiglio europeo di Tampere, 15-16 ottobre 1999. Programma dell'Aia: rafforzamento della libertà, della sicurezza e della giustizia nell'Unione europea (GU C 53 del 3.3.2005, pag. 1) e Piano d'azione del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del programma dell'Aia inteso a rafforzare la libertà, la sicurezza e la giustizia dell'Unione europea (GU C 198 del 12.8.2005, pag. 1). http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/jha/82745.pdf. COM(2005) 389 definitivo. Pag. 9 di 39 o approcci innovativi, i quali a loro volta possono portare all'elaborazione di indicatori o standard in tema di integrazione, se impiegati in modo più strutturato. La terza edizione è stata pubblicata nel 2010. 5 Inoltre, dal 2007, l'UE si è dotata di un Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini dei paesi terzi , che mette a disposizione dell'Unione e degli Stati membri un totale di 825 milioni di euro per il periodo 2007-2013. Il Fondo intende contribuire agli sforzi degli Stati membri di sviluppare e realizzare politiche di integrazione nazionali che consentano ai cittadini dei paesi terzi di soddisfare le condizioni di soggiorno e integrarsi nella società locale, in linea con quanto stabilito dai principi fondamentali comuni. Gli Stati membri sono chiamati a collaborare con gli enti locali e regionali per l'attuazione pratica del programma pluriennale. 6 7 Il programma di Stoccolma e il patto europeo sull'immigrazione e l'asilo contribuiscono al dibattito sull'integrazione delineando una politica di immigrazione dinamica, di cui l'integrazione è un elemento importante. L'accento è posto sui diritti degli immigrati nel paese di accoglienza e si prevede la possibilità di definire un codice sull'immigrazione e una vasta serie di attività trasversali tese ad agevolare l'integrazione degli immigrati legali nei paesi di accoglienza. Si potrebbe inoltre sviluppare un quadro di riferimento comune, sulla base di azioni finalizzate all'individuazione di pratiche congiunte e moduli europei aventi lo scopo di facilitare l'integrazione. I corsi di lingua, l'accesso al lavoro e all'istruzione, una più attiva partecipazione alla vita politica e sociale del paese o della città di accoglienza e la promozione del dialogo interculturale ne costituirebbero gli elementi principali. È stata altresì evidenziata l'esigenza di sviluppare indicatori per la verifica dei risultati ottenuti 8 attraverso la politica di integrazione . I ricongiungimenti familiari sono considerati anch'essi uno degli elementi che contribuiscono all'integrazione degli immigrati. Il Consiglio europeo ha avallato il punto di vista della Commissione e l'ha invitata a proseguire la sua azione. In particolare, la conferenza interministeriale sull'integrazione, tenutasi a Saragozza (Spagna) il 15 e 16 aprile 2010, ha proposto di favorire la realizzazione di servizi di accoglienza che forniscano le competenze linguistiche e sociali e le capacità di partecipazione, di sviluppare sistemi scolastici che pongano l'accento sull'integrazione, le competenze linguistiche e la partecipazione dei genitori nelle scuole, e di stimolare la partecipazione degli immigrati alla società civile. Il 20 aprile 2020 la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione sul piano d'azione per 9 l'attuazione del programma di Stoccolma che contiene iniziative più specifiche cui dare seguito. 5 6 7 8 9 Decisione 2007/435/CE del Consiglio. COM(2009) 262 definitivo. Documento n. 13440/08 del Consiglio, ASIM 72. Il lavoro per lo sviluppo di indicatori è già stato avviato ed è consultabile attraverso il Migrant Integration Policy Index (http://www.integrationindex.eu/). COM(2010) 171 definitivo. Pag. 10 di 39 10 Nel giugno 2010 il Consiglio dell'Unione europea ha sottolineato che è necessario migliorare lo scambio delle competenze, definire priorità comuni, ampliare gli indicatori dell'integrazione e sviluppare contenuti comuni in tema di integrazione. Alla data di stesura della presente relazione, la Commissione europea sta preparando una comunicazione sulla seconda agenda per l'integrazione, la cui pubblicazione è prevista per giugno 2011. 2.3 11 Il ruolo degli enti locali e regionali e la posizione del Comitato delle regioni Sebbene l'Unione europea stabilisca norme e politiche a livello europeo nel rispetto della ripartizione dei poteri in ciascuno Stato membro, nel settore delle politiche di immigrazione e asilo, dal Trattato di Amsterdam, il quadro giuridico e politico dell'UE insiste sulla partecipazione degli enti locali e regionali e sul pieno esercizio delle loro responsabilità nei confronti dei cittadini dei paesi terzi. Tenendo presenti i principi fondamentali comuni dell'integrazione, adottati dal Consiglio europeo nel 2004, il ruolo degli enti locali è essenziale per l'attuazione di misure, in particolare alla luce delle loro responsabilità che hanno effetti diretti sull'integrazione. I principi fondamentali comuni dell'integrazione affermano che: "[…] nell'elaborazione e nell'applicazione di misure pubbliche è necessario tenere in debita considerazione le politiche e le misure che inseriscono la questione dell'integrazione tra le competenze e i livelli di governo e i servizi pubblici". L'esigenza di collaborare o di condividere le responsabilità tra tutti i livelli di governo è stata espressa ancor prima del 2004, 12 durante l'elaborazione degli accordi di Tampere (1999) , nella comunicazione della Commissione 13 intitolata Su una politica comunitaria in materia di immigrazione . La sfida per i comuni, le regioni e le città consiste nel far sì che gli immigrati possano prendere pienamente parte alla società locale, in quanto il loro apporto è essenziale per la sostenibilità dell'economia locale, contribuendo, tuttavia, anche alla costruzione delle società di accoglienza e godendo di pari accesso ai servizi pubblici e alla realtà culturale. Gli enti locali possono svolgere un ruolo importante nel promuovere il dialogo interculturale all'interno delle zone urbane. Si tratta di un elemento importante per agevolare le misure di integrazione, che può aiutare a creare legami più stretti tra le comunità di immigrati e di accoglienza. La padronanza della lingua del luogo di accoglienza, inoltre, è uno strumento indispensabile per facilitare l'integrazione degli immigrati, e per tale motivo molte zone urbane promuovono attivamente l'offerta di corsi di lingua. Ciononostante, sarebbe opportuno, allo stesso tempo, compiere sforzi e destinare risorse al fine di consentire agli immigrati più giovani di proseguire gli studi nella loro 10 11 12 13 Documento n. 10674/10 del Consiglio, ASIM 72, 3 giugno 2010 e comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, COM(2010) 623 definitivo vol. II. Cfr. le conclusioni del seminario del Comitato delle regioni Il ruolo delle città e delle regioni nell'integrazione degli immigrati, tenutosi ad Atene, Grecia, il 16 ottobre 2008 (CdR 323/2008 fin). Op. cit., nota 1. COM(2000) 757 definitivo, 22 novembre 2000. Pag. 11 di 39 lingua madre e, in ogni caso, assicurare che le tradizioni culturali dei paesi di origine siano rispettate. L'integrazione potrebbe inoltre spingersi fino al punto di consentire agli immigrati di partecipare attivamente alla vita politica locale, a determinate condizioni. Ciò premesso, il CdR ha sottolineato l'esigenza di sviluppare una politica di immigrazione coerente a livello europeo, che includa l'integrazione tra i suoi elementi. Le regioni e città europee sottolineano la necessità di un approccio olistico all'integrazione, che tenga conto non soltanto degli aspetti economici e sociali dell'integrazione, ma anche delle questioni relative alla diversità storica, culturale 14 e religiosa, alla cittadinanza, ai diritti politici e all'impegno civico degli immigrati . In tal senso, il CdR ritiene sia essenziale che gli enti locali e regionali favoriscano l'integrazione degli immigrati ed esorta a intensificare la partecipazione delle città e delle regioni alla definizione delle priorità annuali 15 e pluriennali del Fondo di integrazione europeo . 16 Nel suo parere più recente sul piano d'azione per l'attuazione del programma di Stoccolma , il CdR sottolinea ancora una volta "la necessità di definire, in concertazione con gli enti regionali e locali, una politica europea in materia di immigrazione e asilo". Auspica quindi "l'istituzione, presso il Parlamento europeo, di un responsabile europeo dell'immigrazione, dei rifugiati e dell'integrazione che si occupi in particolare dei problemi specifici dei cittadini di paesi terzi". Nel complesso, il CdR ha accolto "con favore le misure previste a favore dell'integrazione e, a tale riguardo, [ha chiesto] di essere coinvolto in tempo utile nell'elaborazione della comunicazione relativa all'agenda UE per l'integrazione e nello sviluppo del previsto meccanismo di coordinamento". In sintesi, il CdR appoggia i principi fondamentali alla base delle politiche di integrazione dell'UE quali: • • • • • 14 15 16 l'adozione di una vera politica europea di immigrazione; il coordinamento delle politiche di integrazione nazionali, locali e regionali; la valutazione delle politiche di integrazione; la gestione dei flussi di immigrazione economica in base alle esigenze del mercato del lavoro; l'inclusione di tutte le parti interessate, al fine di garantire la governance delle politiche di integrazione. Parere di iniziativa del Comitato delle regioni sul tema Gli enti locali e regionali in prima linea nelle politiche di integrazione, CdR 212/2008 fin. Parere del Comitato delle regioni sul tema Il programma di Stoccolma: sfide e opportunità per un nuovo programma pluriennale per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, adottato il 7 ottobre 2009, CdR 201/2009 fin. Parere del Comitato delle regioni sul tema Creare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini europei - Piano d'azione per l'attuazione del programma di Stoccolma, CdR 170/2010 fin. Pag. 12 di 39 17 Il CdR ha altresì avanzato alcune raccomandazioni per lo sviluppo di politiche finalizzate all'integrazione degli immigrati: • • • • il principio di sussidiarietà deve essere garantito, dato che gli enti locali e regionali sono in prima linea nel quadro delle politiche di integrazione; è necessario sviluppare la cooperazione con i paesi di origine e il coordinamento tra questi e le politiche di immigrazione dell'Unione europea; le politiche economiche e di immigrazione devono contrastare il lavoro illegale e la tratta di esseri umani; le politiche di integrazione devono rivolgersi non solo agli immigrati economici, ma anche alle loro famiglie. Le buone pratiche sviluppate dagli enti locali e regionali nel settore dell'integrazione degli immigrati sono numerose. La Commissione europea ha promosso piattaforme per la raccolta e pubblicazione di tali buone pratiche sin dal Consiglio europeo di Salonicco del 2003: i tre manuali costituiscono un buon esempio in materia di integrazione (2004, 2007, 2010) e il forum europeo dell'integrazione e il 18 sito web europeo dell'integrazione ne forniscono un aggiornamento costante. Tuttavia, l'articolazione delle competenze tra i vari livelli di governance non è ancora stata analizzata specificamente nell'ambito dell'integrazione, in particolare alla luce delle nuove prerogative che derivano dal Trattato di Lisbona. Per questi motivi, la Rete di monitoraggio della sussidiarietà del CdR ha ritenuto interessante istituire un gruppo di lavoro sulla questione. Il gruppo di lavoro dedicato al tema dell'integrazione degli immigrati nelle zone urbane ha ora approvato il presente documento, volto a individuare esperienze e buone pratiche nell'applicazione del principio di sussidiarietà nelle regioni e nelle città europee. Infine, al momento dell'elaborazione della presente relazione, il CdR ha avviato una consultazione finalizzata ad analizzare in modo più approfondito le politiche di integrazione attuate a livello locale e regionale e le sfide che città e regioni europee si trovano ad affrontare. La consultazione, inoltre, prenderà in esame gli strumenti giuridici e politici messi in atto e si inserirà nel quadro dell'elaborazione della seconda agenda europea sull'integrazione. 17 18 CdR 201/2009 fin, op. cit., nota a piè di pagina 15. http://ec.europa.eu/ewsi/. Pag. 13 di 39 3. Riflessioni sulla sussidiarietà relative alla questione 3.1 Governance multilivello e principio di sussidiarietà in riferimento alle politiche di integrazione In quanto fenomeno globale che ha ripercussioni a livello locale, l'immigrazione e il conseguente problema dell'integrazione degli immigrati richiedono un approccio globale che coinvolga tutti i livelli di governo. L'immigrazione, pertanto, chiama tutte le istituzioni pubbliche all'interno degli Stati membri dell'UE a valutare se le rispettive politiche siano adatte alla nuova realtà, più complessa ed eterogenea, e in quale modo la loro azione si coordina con gli interventi delle altre sfere di governance. Il gruppo di lavoro del Comitato delle regioni dedicato al tema dell'integrazione degli immigrati nelle zone urbane concorda sul fatto che la trasformazione demografica e sociale che l'Europa sta attraversando non debba mai costituire un pretesto per indebolire le politiche pubbliche. Vi è il rischio che la nuova realtà, derivata dall'aumento della popolazione, causi un indebolimento dello Stato sociale e un'erosione progressiva della coesione sociale, dovuta, tra l'altro, alla concorrenza per aggiudicarsi le scarse risorse disponibili. Il CdR ritiene pertanto necessario adattare sia le politiche che lo Stato sociale, in termini sia di dimensioni che di organizzazione, al fine di garantire la continuità e il miglioramento dello Stato sociale stesso. Tutte le sfere di governo devono collaborare a tal fine. Il Comitato delle regioni ritiene che la governance multilivello debba essere frutto di un'azione coordinata dell'Unione europea, degli Stati membri e dei loro enti locali e regionali. Ciò fa sì che i diversi livelli di governo interessati condividano la responsabilità, che questa sia consolidata da tutte le fonti di legittimità democratica e dalla natura rappresentativa dei diversi soggetti coinvolti. Attraverso un approccio integrato, si favorisce la partecipazione congiunta dei diversi soggetti alla formulazione di politiche e normative dell'UE, con l'ausilio di vari meccanismi (consultazione, analisi dell'impatto territoriale, patti territoriali, ecc.). Pertanto, la governance multilivello non significa semplicemente tradurre gli obiettivi europei o nazionali in azioni locali o regionali, ma deve essere intesa anche come un processo di integrazione degli obiettivi degli enti locali e regionali nel quadro delle strategie dell'Unione europea. La governance multilivello dovrebbe altresì rafforzare e definire 19 le responsabilità degli enti locali e regionali a livello nazionale . La realizzazione della governance multilivello dipende dal rispetto del principio di sussidiarietà, che è stato rafforzato dal quadro istituzionale dell'UE emerso dal Trattato di Lisbona ed è ideato per garantire che le decisioni siano adottate quanto più vicino possibile al cittadino, dal livello più adatto in cui l'obiettivo o gli obiettivi previsti possono essere raggiunti più efficacemente. In virtù del principio di sussidiarietà, ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 3 del Trattato sull'Unione europea, "nei settori che non sono di sua competenza esclusiva l'Unione interviene soltanto se e in 19 Libro bianco del Comitato delle regioni sulla governance multilivello, CdR 89/2009 fin. Pag. 14 di 39 quanto gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell'azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione". Il rispetto del principio di sussidiarietà e la governance multilivello sono inseparabili: il primo indica le responsabilità dei diversi livelli di governo, mentre la seconda ne evidenzia l'interazione. Di conseguenza, il principio di sussidiarietà, inteso come l'articolazione di competenze condivise e la prestazione di servizi diversi da parte dell'amministrazione più vicina al cittadino e, laddove non sia possibile, dai livelli amministrativi superiori, deve orientare le politiche di accoglienza e integrazione. 3.2 Articolazione tra le diverse sfere di governance 3.2.1 Catalogna/Spagna In Spagna le competenze delle politiche di immigrazione a livello di governo statale, regionale e locale sono differenti e riflettono i rapporti tra i diversi livelli di governance. Inoltre, lo sviluppo di politiche di immigrazione a livello statale può prevalere rispetto alle politiche attuate molto prima a livello regionale e locale. Le politiche estere (asilo, cittadinanza, passaporti, frontiere e stranieri) sono di esclusiva responsabilità del parlamento e del governo dello Stato centrale. Le comunità autonome (tra cui la Catalogna) hanno la responsabilità riconosciuta delle politiche di integrazione. Fino all'approvazione, nel 2006, di una nuova versione del suo Statuto di autonomia, la Catalogna ha chiesto ripetutamente maggiori poteri esecutivi, comprese le politiche di accoglienza, integrazione e dei primi permessi di lavoro. Le sue richieste sono state accolte nel quadro di una visione condivisa a lungo termine della gestione dell'immigrazione e il 19 dicembre 2008 è stato firmato l'accordo nazionale della Catalogna sull'immigrazione. Le prime azioni del governo della Catalogna in materia di immigrazione sono state attuate alla fine degli anni Ottanta. Poco dopo, nel 1992, è stata istituita la commissione interdipartimentale per il monitoraggio e il coordinamento delle azioni in materia di immigrazione, di comune accordo con il governo della Catalogna. Tale commissione ha elaborato il primo programma interdipartimentale sull'immigrazione (1993-2000). Nel 2001, all'inizio del decennio caratterizzato dall'aumento dell'immigrazione, è stato approvato il secondo programma interdipartimentale sull'immigrazione (2001-2004), che ha definito l'approccio catalano all'integrazione, individuando un equilibrio tra rispetto della diversità e senso di appartenenza a un'unica comunità. Il programma per la cittadinanza 2005-2008 ha rappresentato un passo in avanti qualitativo dal punto di vista della definizione di politiche trasversali in materia di immigrazione, in quanto ha strutturato le sue azioni attraverso l'accettazione, l'uguaglianza e le politiche per l'alloggio e ha riconosciuto il principio della cittadinanza dei residenti (che consente ai residenti, indipendentemente dalla loro condizione amministrativa, di accedere ai servizi). Dal punto di vista del confronto tra le politiche, l'ingresso nel mercato del lavoro da parte degli immigrati con permesso di lavoro in Spagna è notevolmente superiore rispetto agli altri paesi dell'OCSE. La situazione dei diritti sul mercato del lavoro e delle condizioni di accesso ai permessi di soggiorno permanenti per le persone con autorizzazioni provvisorie è anch'essa valutata Pag. 15 di 39 positivamente. D'altro canto, le politiche di immigrazione del governo centrale spagnolo sono considerate più restrittive in relazione ai ricongiungimenti familiari, al diritto di cercare e ottenere un posto di lavoro, alla partecipazione democratica e all'acquisizione della cittadinanza spagnola. Tuttavia, la principale lacuna emersa delle politiche nazionali in materia di immigrazione è la difficoltà di mantenere i flussi migratori reali entro i limiti previsti per l'immigrazione regolare. Di conseguenza, si è spesso ricorso a processi di regolarizzazione straordinaria, quali meccanismi per adattare la legalità alla realtà, com'è avvenuto con l'inclusione nella legislazione della procedura di radicamento sociale. 3.2.2 Finlandia L'immigrazione e le sfide che essa comporta hanno assunto un'importanza crescente nel dibattito all'interno della società finlandese. L'obiettivo della Finlandia in tema di immigrazione consiste nello sviluppare una politica attiva, organica e coerente che tenga pienamente conto sia delle esigenze in termini di manodopera che dei diversi punti di partenza da cui gli immigrati giungono, oltre che degli obblighi internazionali. Gli orientamenti della politica di immigrazione sono stati definiti dal programma sulla politica di immigrazione adottato dal governo finlandese il 19 ottobre 2006. Responsabilità dello Stato nel quadro della politica di immigrazione È necessario promuovere l'integrazione a tutti i livelli dell'amministrazione e tale responsabilità compete a tutte le autorità. Occorre altresì tenere in considerazione le esigenze della popolazione immigrata a livello locale, regionale e nazionale, in tutti i settori e nella fornitura di tutti i servizi pubblici. Si devono inoltre adottare azioni speciali, quali la formazione linguistica e per l'integrazione al fine di sostenere l'integrazione. Le questioni legate alla cittadinanza e agli stranieri competono allo Stato finlandese. Lo Stato, inoltre, concede i visti, i passaporti e l'asilo. Le questioni legate all'immigrazione sono gestite centralmente dal ministero degli Interni, che ha quindi la responsabilità generale dello sviluppo, della direzione, del controllo e del coordinamento dell'integrazione. I centri per lo sviluppo economico, i trasporti e l'ambiente (centri ELY) promuovono lo sviluppo regionale attraverso la realizzazione di attività amministrative statali pubbliche nelle regioni. I centri per lo sviluppo economico, i trasporti e l'ambiente si occupano, tra l'altro, di attività nel settore dell'immigrazione, dell'integrazione e dei buoni rapporti etnici, partecipano all'organizzazione pratica e supervisionano i servizi pertinenti attribuiti dal ministero degli Interni. Le attività legate all'immigrazione includono la definizione di linee guida regionali in merito ai permessi di lavoro per la manodopera straniera, le attività relative all'integrazione degli immigrati, la fornitura di orientamenti e consulenza agli immigrati che desiderano diventare imprenditori, la promozione della parità etnica e della non discriminazione e la diffusione di informazioni sul Fondo europeo per i rifugiati (FER). Gli uffici per l'occupazione e lo sviluppo economico (uffici TE) sono enti del governo locale che operano nel quadro dei centri ELY. Si occupano, per esempio, di favorire l'integrazione degli Pag. 16 di 39 immigrati. Ai sensi della legge sull'integrazione degli immigrati, gli uffici per l'occupazione e lo sviluppo economico hanno la responsabilità primaria dell'integrazione degli immigrati iscritti al collocamento. Si occupano, insieme ai rispettivi centri per lo sviluppo economico, i trasporti e l'ambiente (centri ELY), della prestazione di servizi relativi al mercato del lavoro, per promuovere e sostenere l'integrazione degli immigrati nonché l'istruzione degli immigrati iscritti al collocamento. I consulenti degli immigrati presso gli uffici per l'occupazione e lo sviluppo economico e gli enti locali aiutano gli immigrati e le loro famiglie a ottenere le informazioni necessarie e ad acquisire le competenze utili nella società e sul lavoro. Una professionalità o qualifica acquisita altrove può essere adattata in modo da soddisfare i requisiti della normativa finlandese in tema di lavoro attraverso un'ulteriore formazione o il riconoscimento delle qualifiche esistenti. L'immigrazione dal punto di vista dei comuni e delle città finlandesi Se la si osserva dal punto di vista dei comuni e delle città, l'immigrazione è importante sia quando è legata alla ricerca di un lavoro, sia quando dipende da motivi umanitari. Il numero di persone trasferitesi in Finlandia per lavorare ha ora raggiunto un livello mai registrato in passato. L'importanza dell'immigrazione economica continuerà ad aumentare anche in ragione della concorrenza per la manodopera qualificata che, secondo le previsioni, diventerà sempre più marcata in tutti i settori del mercato del lavoro, sia in Finlandia che negli altri Stati dell'UE, per effetto dell'invecchiamento della popolazione. Il rapido aumento dei cittadini di altri paesi sta facendo emergere nuove aspettative nei confronti dei comuni e delle città, che devono possedere una capacità effettiva di sostenere l'integrazione degli immigrati e sviluppare servizi propri. Il soddisfacimento del bisogno di servizi per i nuovi residenti giunti nel quadro di programmi di immigrazione di natura umanitaria è una sfida importante per i comuni e le città, ma anche gli altri immigrati utilizzano e necessitano dei servizi comunali. Nell'erogazione dei servizi, i comuni devono tener conto delle esigenze individuali degli immigrati. Il mantenimento di buoni rapporti tra i diversi gruppi della popolazione e la promozione del multiculturalismo a livello locale costituiscono anch'essi una sfida significativa. Ai sensi della legge sull'integrazione degli immigrati del 1999, un comune o città ha la responsabilità generale e del coordinamento dello sviluppo, della pianificazione e del monitoraggio dell'integrazione degli immigrati nella loro nuova società di accoglienza. La legge sottolinea l'importanza della cooperazione tra i comuni e le autorità statali per il lavoro d'integrazione degli immigrati. La legge sull'integrazione prevede, inoltre, la cooperazione con le ONG, che svolgono un proprio ruolo nella predisposizione di servizi complementari per agevolare l'integrazione. Per promuovere e sostenere l'integrazione degli immigrati, i comuni e le città elaborano un piano di integrazione, che favorisce, tra l'altro, la parità etnica e i buoni rapporti etnici e previene la discriminazione. L'obiettivo è far sì che i programmi di integrazione diventino parte integrante del quadro generale di pianificazione strategica del comune. La cooperazione regionale costituisce uno strumento per sviluppare l'accoglienza dei rifugiati e l'integrazione degli immigrati. In alcune zone del paese sono state sviluppate strategie di immigrazione che riguardano intere regioni. Pag. 17 di 39 È nei servizi comunali che l'incontro delle diverse culture assume forma concreta. Le questioni legate all'immigrazione riguardano tutti i settori in cui i comuni offrono servizi. I bisogni degli immigrati in termini di servizi devono essere esaminati in un'ottica globale, che comprenda aspetti quali l'istruzione, gli affari sociali e l'assistenza sanitaria, l'alloggio e il sostegno all'occupazione. Immigrazione per motivi umanitari In Finlandia è lo Stato ad avere la responsabilità principale della politica dei rifugiati. Sulla base di una raccomandazione dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), la Finlandia accetta un contingente di 750 rifugiati all'anno. La Finlandia, inoltre, può concedere a chi ne fa richiesta il diritto di asilo o un permesso di soggiorno per motivi di protezione internazionale oppure per altri motivi specificati dalla legge sugli stranieri. I membri delle famiglie delle persone summenzionate che giungono in Finlandia nel quadro della procedura di ricongiungimento familiare rappresentano un gruppo numeroso. Vi sono poi i finlandesi d'Ingria, i quali hanno radici etniche finlandesi e sono classificati come rimpatriati, che si sono trasferiti in Finlandia dal territorio dell'ex Unione Sovietica. I comuni che lo desiderano possono accogliere rifugiati o richiedenti asilo che abbiano ottenuto il permesso di soggiorno. I suddetti rifugiati sono accolti sulla base di accordi con i centri per lo sviluppo economico, i trasporti e l'ambiente. I comuni possono ottenere un'indennità dallo Stato per compensare i costi sostenuti in seguito all'accoglienza dei rifugiati. 3.2.3 Grecia In Grecia esistono tre livelli di governo: centrale nazionale, regionale e locale (comuni). Lo sviluppo della politica di immigrazione compete al governo centrale (livello nazionale). Pertanto, tale politica prevale sulle varie iniziative (se presenti) adottate a livello regionale o locale. Le politiche estere (asilo, cittadinanza, passaporti, frontiere e stranieri) sono di esclusiva competenza del parlamento e del governo nazionali. In Grecia, la politica di integrazione degli immigrati riguarda tutti gli immigrati e i loro familiari presenti nel paese nel quadro dei ricongiungimenti familiari, oltre ai rifugiati riconosciuti e ai beneficiari della protezione internazionale. Gli immigrati aventi un'attività lavorativa non "stagionale" ricevono, per legge, un trattamento prioritario. La legge greca prevede l'elaborazione di piani d'azione integrati con misure che riguardano l'intero territorio. Tali piani d'azione seguono i principi fondamentali comuni in tema di integrazione e sono elaborati dal ministero degli Interni in collaborazione con gli altri ministeri corresponsabili. I piani d'azione integrati sono completati da programmi speciali relativi ad ambiti più specifici tra cui l'istruzione, l'apprendimento della lingua, 20 l'accesso al mercato del lavoro, ecc. . 20 Cfr. gli articoli 65 e 66 della legge n. 3386/2005. Pag. 18 di 39 Per il coordinamento della politica di immigrazione la Grecia ha istituito, a livello nazionale, un comitato interministeriale sulla politica di immigrazione costituito dai ministeri degli Interni, della pubblica amministrazione e del decentramento, dell'Economia e delle finanze, degli Esteri, della Difesa nazionale, del Lavoro e della protezione sociale, della Giustizia, dell'Ordine pubblico e della Marina mercantile. Il comitato è responsabile, tra l'altro, dell'elaborazione e attuazione dei piani d'azione integrati [cfr. l'art. 3 della legge n. 3386/2005]. Il comitato interministeriale è assistito dal comitato speciale sull'integrazione degli immigrati, in cui sono presenti rappresentanti dello Stato, delle parti sociali, della società civile e di enti religiosi. Anche gli enti locali e regionali partecipano, con due rappresentanti rispettivamente dell'Unione dei comuni greci e dell'Unione delle prefetture greche [cfr. l'art. 1 della legge n. 3536/2007]. La recente legge sulla riforma amministrativa (Kallikrates) prevede l'istituzione di consigli per l'integrazione degli immigrati a livello di ogni comune [cfr. l'art. 78 della legge n. 3582/2010]. Si tratta di organismi consultivi, di cui fanno parte consiglieri comunali, rappresentanti delle comunità locali di immigrati e rappresentanti delle istituzioni sociali locali che incentrano le loro azioni sui problemi degli immigrati. Essi forniscono consulenze ai sindaci e ai consigli comunali in merito a una vasta gamma di problemi relativi alle comunità locali di immigrati, al fine di favorire l'efficace integrazione degli immigrati nella società del luogo. Occorre osservare che la legge obbliga i consiglieri comunali eletti non greci a diventare membri di tali consigli. Infine, la legge sulla cittadinanza del 2010 [legge n. 3838/2010] semplifica l'ottenimento della cittadinanza greca per gli immigrati di seconda e terza generazione. La medesima legge prevede che i cittadini di paesi terzi che risiedono legalmente nel paese abbiano il diritto di partecipare alle elezioni comunali [elettorato sia attivo che passivo]. Tuttavia, la stessa legge è stata recentemente dichiarata incostituzionale dalla quarta sezione del Consiglio di Stato ellenico nella parte che riguarda l'agevolazione nell'ottenimento della cittadinanza greca per gli immigrati di seconda e terza generazione. La questione dovrà essere decisa dalla Camera suprema. La Grecia affronta una situazione di particolare difficoltà, unica nel suo genere. Nel territorio del paese sono presenti numerosi immigrati, sia legali che irregolari. A causa della pericolosa situazione in Medio Oriente, Asia centrale e Africa settentrionale, oltre che in ragione delle frontiere marittime difficili da sorvegliare, molti immigrati attraversano clandestinamente i confini della Grecia per transitare nel paese e cercare una vita migliore in Europa occidentale e centrale. Ciò ha provocato nuove difficoltà in varie città greche (inclusa Patrasso). Inoltre, vi sono immigrati che vivono legalmente nelle città e si sono creati una famiglia ecc. In questo modo esiste già una molteplicità di popolazioni in numerose città e villaggi greci, che attribuisce a tali luoghi tratti interculturali. In tale ottica, si vuol far sì che l'interculturalismo sia considerato un potenziale per la crescita e non una minaccia. Tuttavia, è altrettanto vero che esistono due problemi principali che rendono difficoltosa l'attuazione a livello locale di un piano strategico per le politiche interculturali: il sistema centralizzato di finanziamento e governance in Grecia, che lascia ai comuni scarso spazio di manovra; Pag. 19 di 39 l'aumento dell'incertezza e del tasso di disoccupazione a causa della crisi finanziaria. Certamente il governo nazionale definisce tuttora gli aspetti politici di portata generale, realizza le strutture amministrative e istituzionali nazionali e si impegna nel dialogo e nella cooperazione internazionali, ecc. Di conseguenza, indipendentemente dal fatto che i soggetti locali imitino o emulino tali concezioni, quadri e strutture di regolamentazione, oppure offrano alternative per interagire in modo più creativo a livello globale, l'elaborazione delle politiche a livello nazionale resta un punto di riferimento essenziale. In altri termini, non è possibile analizzare l'intervento politico "locale", ovvero gli strumenti che gli enti locali utilizzano e i rapporti che intercorrono tra le diverse tipologie di intervento pubblico a livello locale, senza tener conto del livello nazionale. I fenomeni in questione devono essere analizzati per tenere in debita considerazione le nuove tipologie di interazione che esistono tra i diversi livelli di governo. 3.3 Ruolo degli enti locali e regionali Come indicato in precedenza, le politiche di immigrazione sono definite a livello centrale, sebbene la loro attuazione e la realtà dell'integrazione riguardino il livello locale e regionale. In questo contesto, gli enti locali e regionali devono essere rappresentati e coinvolti nel processo decisionale a livello centrale, al fine di promuovere il processo decisionale a livello regionale. Inoltre, le politiche di integrazione devono essere tenute in considerazione nella legislazione e nei bilanci pubblici, allo scopo di garantire un quadro istituzionale e strutturale che consenta di finanziare le iniziative. È necessario mantenere un dialogo tra il livello centrale e quello regionale/locale: in primo luogo, perché le decisioni devono essere adottate al livello più prossimo ai cittadini e, inoltre, perché gli enti locali e regionali hanno una migliore conoscenza delle società; in secondo luogo, perché le strategie sviluppate a livello regionale e locale consentono il contatto con i singoli cittadini, che sono fondamentali per i cambiamenti sociali; e in terzo luogo, perché la società civile, uno dei soggetti coinvolti nelle politiche pubbliche, è radicata nel territorio. Per questi e altri motivi, le politiche sviluppate con l'apporto dei soggetti locali e regionali sono più efficaci. Le politiche di integrazione sono eterogenee: includono l'accoglienza, l'integrazione, spaziando dalle politiche sociali e di cooperazione fino alle politiche di sviluppo, andando oltre la sola politica estera. Pertanto, occorre coinvolgere gli enti locali e regionali nella pianificazione e nello sviluppo. Nella definizione e attuazione delle politiche di integrazione, altrettanto importanti per il contenuto dei servizi e delle politiche (il cosa) sono gli aspetti organizzativi e operativi (il come.) Il contesto in cui tali politiche e servizi assumono forma concreta è caratterizzato dal concorso di diversi livelli di governance (relativi ai diversi ambiti territoriali), oltre che dalla diversità degli operatori di iniziative sociali e private che forniscono alcuni di questi servizi attraverso la delega da parte delle autorità. La molteplicità dei soggetti istituzionali e, in particolare, di quelli sociali, è espressione del pluralismo che caratterizza la società europea. Qualsiasi tentativo di controbilanciare questa situazione richiede che siano chiaramente definite e delimitate le responsabilità, integrando la cooperazione interistituzionale o multilivello e promuovendo, inoltre, le reti locali che comprendono i diversi Pag. 20 di 39 operatori attivi in un territorio. E, prima di tutto, richiede un obiettivo comune per tutte le parti in causa. Per tali motivi, il coordinamento e l'articolazione tra le diverse sfere di governance deve essere una priorità a tutti i livelli e deve adottare i seguenti approcci: - - - - - - Coordinamento UE-Stati membri dell'UE Stabilire una legislazione comune in tema di immigrazione, per coordinare i piani d'azione tra gli Stati membri dell'UE. Fornire finanziamenti per l'accoglienza e la pianificazione dell'integrazione. Garantire la parità di accesso ai servizi pubblici per offrire pari opportunità a tutti gli abitanti di un determinato paese. Coordinamento UE-Stati membri dell'UE-regioni dell'UE Garantire la collaborazione, il coordinamento e l'articolazione nelle politiche di integrazione. Coordinamento tra regioni dell'UE Garantire la collaborazione e il coordinamento nel quadro delle politiche di integrazione. Coordinamento governo centrale-regionale Fornire dati reali sui cittadini di altri paesi, al fine di consentire una reale pianificazione dei servizi pubblici. Fornire dati sugli stranieri, per garantire la loro partecipazione ai programmi di accoglienza. Fornire finanziamenti per i piani di integrazione. Garantire la parità nell'accesso ai servizi pubblici, per offrire pari opportunità a tutti gli abitanti di un determinato paese. Coordinamento governo regionale-consigli comunali Varare piani d'azione e fornire finanziamenti per i programmi di accoglienza e integrazione. Coordinamento governo centrale-governo regionale-consigli comunali Fornire dati reali sugli stranieri, per garantire una reale pianificazione dei servizi pubblici. Garantire la collaborazione e il coordinamento nel quadro delle politiche di integrazione. Uno strumento particolarmente interessante per definire, concordare e attuare le politiche di integrazione in uno spirito di collaborazione e governance multilivello è costituito dai patti territoriali. Tali accordi, di natura contrattuale, riuniscono tutti i livelli di governo interessati in un quadro flessibile, al fine di attuare le politiche di integrazione tenendo in debito conto le strutture costituzionali di ogni Stato membro, la ripartizione delle competenze e i principi di sussidiarietà e proporzionalità. Tali accordi, inoltre, consentono di definire alcuni obiettivi comuni e condivisi, permettendo nel contempo il ricorso a strumenti di monitoraggio definiti su misura. Tali strumenti potrebbero includere una vasta gamma di indicatori che vadano oltre i dati tradizionali basati sul PIL. Pag. 21 di 39 4. Buone pratiche I progetti catalani "Accordo nazionale sull'immigrazione", "Politica di registrazione locale proattiva" e "Servizi di accoglienza" si basano sull'idea che un cambiamento di tale portata globale, con effetti a livello regionale e locale, debba essere gestito a livello locale; per questo motivo, i processi decisionali non devono riguardare soltanto il livello europeo o lo Stato membro, ma avere una dimensione dal basso verso l'alto, che comprende i governi regionali e locali, oltre ai soggetti interessati. I progetti finlandese e catalano "Servizi di accoglienza" si basano sul principio secondo il quale i servizi di accoglienza e orientamento aiutano gli immigrati durante il primo periodo trascorso nel paese di accoglienza e favoriscono un processo di integrazione più rapido ed efficace. Il progetto Patras (acronimo di People Acting Towards Respect And Solidarity, ovvero persone che agiscono a favore del rispetto e della solidarietà) si basa sulla gestione della diversità in quanto sfida fondamentale per il futuro. I progetti finlandese e catalano per l'"accesso al lavoro" intendono garantire la parità di accesso ai servizi pubblici, per offrire pari opportunità a tutti gli abitanti di un paese, in particolare nell'ambito del mercato del lavoro, uno degli elementi essenziali per l'integrazione. Pag. 22 di 39 4.1 Politica di registrazione locale proattiva: Catalogna 1. Informazioni generali I comuni della Catalogna e la Spagna nel suo complesso adottano due diverse modalità di registrazione della popolazione: censimento e padró. • • Il censimento è un conteggio statistico delle persone e delle loro caratteristiche sociodemografiche condotto ogni 10 anni. Il calcolo include ogni singola persona, sia che si tratti di un cittadino spagnolo o di uno straniero, sia regolare che irregolare. Il padró è un registro amministrativo di ogni persona che vive in un dato comune. L'iscrizione nel padró è necessaria per avere accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria e ai servizi sociali di base. Il registro è costantemente aggiornato e ogni anno, il 1° gennaio, comunica il numero degli abitanti del comune. Il registro include ogni singola persona, sia che si tratti di un cittadino spagnolo o di uno straniero, sia regolare che irregolare. 2. Obiettivi del progetto/iniziativa politica • Una politica di registrazione locale proattiva (padró) fornisce informazioni alle amministrazioni pubbliche riguardo a tutti gli abitanti di un comune. Aiuta a pianificare i servizi pubblici. Offre informazioni utili riguardo alla popolazione: flussi, età, sesso, paese di origine, luogo di stabilimento. • • 3. Descrizione del progetto/iniziativa politica • Prevede obbligatoriamente la registrazione per le persone e l'attività di registrazione per il consiglio. La registrazione può essere effettuata con un documento di identità o un passaporto. Ogni amministrazione comunale dispone di un servizio di registrazione che fornisce un documento di accreditamento a tutte le persone che vivono nel comune. Tale documento è utile come carta sanitaria, per accedere al sistema scolastico (minori di 18 anni) e per usufruire dei servizi sociali di base. Gli enti locali non forniscono informazioni sugli immigrati non regolari alla polizia, salvo laddove sia richiesto dall'autorità giudiziaria. • • • • 4. Ruolo dell'ente locale o regionale • • Gestione delle informazioni Accreditamento dell'identità Pag. 23 di 39 5. Risorse • Consigli comunali 6. Gestione • Consigli comunali 7. Ostacoli • Negli ultimi mesi alcuni comuni hanno discusso la possibilità di fornire informazioni riguardo agli immigrati irregolari alla polizia, per regolamentare i flussi di immigrazione. 8. Esito e risultati I dati sulla popolazione reale sono disponibili ogni sei mesi (il 1° gennaio e il 1° luglio). I dati ufficiali sono quelli resi noti il 1° gennaio: http://www.idescat.cat/en/ 9. Elementi chiave del successo I finanziamenti statali alle amministrazioni locali dipendono, tra l'altro, dal numero di abitanti che vivono nel comune. È questo uno dei motivi per cui le amministrazioni comunali sono interessate a registrare tutte le persone che vivono nel comune, dato che la qualità dei servizi pubblici forniti dalle amministrazioni comunali dipende dal padró. Pag. 24 di 39 4.2 Servizi di accoglienza: progetto NEO, Tampere e Catalogna 1. Informazioni generali I servizi di accoglienza e orientamento determinano la gestione delle politiche di immigrazione, in quando aiutano gli immigrati al loro arrivo nel paese di accoglienza a integrarsi in modo più rapido e più efficiente. 1.1 Helsinki: progetto NEO Il progetto NEO (per migliorare i servizi agli immigrati nell'area metropolitana di Helsinki) è frutto della collaborazione tra tre comuni dell'area metropolitana di Helsinki: Helsinki, Vantaa ed Espoo. Il suo obiettivo è sviluppare i servizi forniti dalle città agli immigrati, allo scopo di agevolare gli spostamenti e lo stabilimento dei cittadini stranieri in Finlandia. 1.2 Tampere: informazioni e servizi di orientamento in più lingue per gli immigrati La città di Tampere offre informazioni e servizi di orientamento in più lingue per gli immigrati nel centro storico di Tampere; in tale area, le lingue parlate sono oltre 130. 1.3 Catalogna La Catalogna ha subito negli ultimi anni (2002-2010) una trasformazione demografica. Si tratta di un cambiamento di enormi proporzioni, ma non è una novità, dato che solo nel XX secolo fenomeni analoghi si sono verificati almeno tre volte. Nell'ultimo decennio la percentuale di stranieri che vivono in Catalogna è aumentata dal 2 % al 16 %. Alla fine di questo decennio, il governo catalano ha approvato la legge sull'accoglienza, la prima del suo genere nell'Europa meridionale. 2. Obiettivi del progetto/iniziativa politica 2.1 Progetto NEO • • • • • Il suo obiettivo è sviluppare i servizi forniti dalle città agli immigrati, allo scopo di agevolare gli spostamenti e lo stabilimento dei cittadini stranieri in Finlandia. Descrive e chiarisce i compiti e le funzioni dei diversi soggetti nell'ambito del lavoro di orientamento personale agli immigrati. Definisce, insieme al personale, buone pratiche di orientamento. Fornisce al personale le competenze e gli strumenti necessari a offrire la migliore consulenza e assistenza possibile. Vuole far sì che i sistemi dei servizi nell'area metropolitana siano quanto più coerenti possibili. Pag. 25 di 39 2.2 Tampere • Offre agli immigrati un centro di consulenza a cui rivolgersi per qualunque tipo di problema. I clienti sono agevolati quando cercano i servizi, dato che possono esprimersi nella propria lingua e non devono fissare un appuntamento in anticipo. 2.3 Catalogna • Intende sviluppare un servizio di accoglienza universale, standardizzato e omogeneo in tutto il territorio. • Vuole promuovere la normalizzazione e l'autonomia degli immigrati, riducendo al contempo l'incertezza e fornendo informazioni riguardo ai contesti sociali e culturali, ai diritti e agli obblighi esistenti e all'accesso ai servizi di base, oltre a contribuire alla formazione e istruzione delle persone che arrivano in Catalogna. 3. Descrizione del progetto/iniziativa politica 3.1 Progetto NEO • NEO organizza gruppi di lavoro e formazione per i consulenti e istituisce vari modelli di orientamento in collaborazione con i supervisori e i dipendenti. Il progetto è attuato in collaborazione con le autorità, le aziende e le organizzazioni dell'area di Helsinki. Nel 2010 i sottoprogetti NEO hanno organizzato gruppi di lavoro e seminari per i dipendenti. Il personale di diversi centri di orientamento si è scambiato idee ed esperienze su come sviluppare ulteriormente e migliorare i servizi. • I sottoprogetti sono quattro: NEO-Espoo, NEO-Vantaa, NEO-Otaniemi e NEO-Helsinki. • Combinando le risorse, le idee e le innovazioni, il progetto NEO spera di ottenere risultati migliori in modo più efficiente in termini di costi. 3.2 Tampere • Sviluppato per guidare i clienti, coinvolgendoli nel processo. Le informazioni sono cercate insieme al cliente, non per conto suo. In questo modo i clienti imparano a gestire la questione da soli in futuro e diventano più indipendenti. • Ideato per offrire assistenza complessivamente in 16 lingue tramite otto consulenti specializzati in questioni relative a servizi sociali, lavoro, salute e problemi familiari. 3.3 Catalogna • Formazione per i servizi di accoglienza: - Contesti sociali e culturali (10 ore). - Corsi di lingua catalana (135 ore) - Mercato del lavoro (10 ore). Pag. 26 di 39 4. Ruolo dell'ente locale o regionale 4.1 Progetto NEO • Collabora con gli uffici del cittadino di Espoo e Vantaa, con i centri per le attività multiculturali di Espoo, con il centro di consulenza per immigrati di Helsinki e con l'Otaniemi International Network (OIT). • Le collaborazioni più strette sono con i progetti per le strutture di sostegno FSE del ministero degli Interni, il progetto di sostegno per l'immigrazione economica nella regione di Uudenmaa (INSITE) nonché il programma per la coesione e la competitività regionali per l'area metropolitana di Helsinki. 4.2 Tampere • La città di Tampere è responsabile della gestione e del coordinamento. 4.3 Catalogna • Ente regionale: direzione, finanziamento, coordinamento. • In virtù del principio di sussidiarietà, i comuni forniscono i servizi di accoglienza. 5. Risorse 5.1 Progetto NEO: promosso dal Fondo sociale europeo, è iniziato a maggio 2009 e proseguirà fino a dicembre 2011. 5.2 Tampere: progetti del Fondo sociale europeo: TYÖMAA (promozione dell'immigrazione economica) e lavoro per gli immigrati regionali (ALMA). 5.3 Catalogna: Generalitat de Catalunya (governo della Catalogna) 6. Gestione 6.1 Progetto NEO: collaborazione di tre comuni dell'area metropolitana di Helsinki ovvero Helsinki, Vantaa ed Espoo. • NEO opera in partenariato con Info Bank (Infopankki.fi), un servizio web multilingue che si rivolge agli immigrati che vivono in Finlandia e alle autorità che forniscono loro i servizi pubblici. Il sito contiene informazioni di base, disponibili in 15 lingue, sulle domande più frequenti che riguardano, tra l'altro, l'assistenza sanitaria, i servizi sociali, l'istruzione, l'occupazione e i collegamenti ad altri siti web pertinenti. 6.2 Tampere • La città di Tampere si occupa della gestione. I consulenti sono complessivamente otto. Il personale del progetto collabora con gli istituti di formazione e con EURES. Pag. 27 di 39 6.3 Catalogna • I servizi di accoglienza saranno forniti dai comuni. Dopo un primo colloquio con "l'agente per l'accoglienza", è pianificata la formazione per l'accoglienza, in base a una serie di fattori diversi tra cui periodo di soggiorno, competenze linguistiche, livello degli studi o competenze sociali. • Strumenti: - servizi di accoglienza basati sul web (disponibili in 10 lingue) - corsi di lingue - servizi pubblici per l'occupazione. 7. Ostacoli 7.1 Progetto NEO • Il coordinamento può essere complesso in ragione dell'alto numero di enti e istituzioni coinvolti. 7.2 Tampere 7.3 Catalogna • Carenza di finanziamenti. • Difficoltà nella pianificazione, in quanto non è possibile ottenere informazioni sugli immigrati da parte dello Stato spagnolo prima che si trasferiscano in Catalogna. 8. Esito e risultati 8.1 Progetto NEO • Sono stati organizzati gruppi di lavoro e seminari per i dipendenti. Il personale che lavora a contatto con gli immigrati ha avuto la possibilità di scambiare idee ed esperienze. Ad Otaniemi sono regolarmente organizzati incontri ed eventi. 8.2 Tampere • Nel 2010 gli eventi organizzati sono stati complessivamente 865. • Le lingue più diffuse sono il russo, l'inglese, il finlandese e il cinese. • La maggior parte dei clienti proviene dall'area di Tampere (76 %) e il 7 % da altre zone dell'area di Pirkanmaa. Inoltre, ogni giorno, il centro è contattato da decine di clienti che telefonano da altri paesi. In genere i clienti vengono a conoscenza di questi servizi grazie ad amici e conoscenti. 8.3 Catalogna • Negli ultimi anni alcuni comuni e la società civile hanno sviluppato servizi di accoglienza. È diventata una politica pubblica nel 2005, e nel 2010 è stata sancita a livello normativo. Pag. 28 di 39 9. Elementi chiave del successo 9.1 Progetto NEO • Collaborazione tra diversi enti • Combinando le risorse, le idee e le innovazioni, il progetto NEO spera di ottenere risultati migliori in modo più efficiente in termini di costi. 9.2 Tampere • Servizio a bassa soglia • Cooperazione con i servizi on line InfoBank • Gli immigrati imparano a trovare da soli i servizi di cui hanno bisogno 9.3 Catalogna • In collaborazione con la società civile e i consigli comunali (i servizi di accoglienza sono erogati dai consigli comunali, che possono collaborare con le organizzazioni della società civile per la loro fornitura) • Servizi di accoglienza basati sul web http://www10.gencat.cat/WebAcollida/AppJava/ca/Seleccio_idioma.jsp 10. Potenziale di replicazione 10.1 Progetto NEO All'interno del progetto sono definiti vari modelli di orientamento in collaborazione con i supervisori e i dipendenti. 10.2 Tampere L'obiettivo dei consulenti è guidare il cliente in modo da coinvolgerlo durante il processo. Le informazioni sono cercate insieme al cliente, non per conto suo. In questo modo i clienti imparano a gestire la questione da soli in futuro e diventano più indipendenti. I servizi di orientamento sono molto importanti in tutte le fasi dell'immigrazione, in quanto aiutano il cliente a integrarsi in modo più rapido e più efficace nella nuova società. 10.3 Catalogna I servizi di accoglienza sono una politica pubblica comune in alcuni paesi quali il Belgio, la Germania o la Francia. Nel contesto di paesi di accoglienza come quelli europei, tali servizi dovrebbero essere il primo passaggio per garantire l'integrazione degli immigrati e il riconoscimento interculturale nelle società del XXI secolo. Pag. 29 di 39 4.3 Competenze interculturali: People Acting Towards Respect and Solidarity (Patras) 1. Informazioni generali Mentre in tutta Europa le comunità crescono in modo sempre più eterogeneo, le modalità di gestione della diversità diventano una sfida fondamentale per il futuro. Le città e le società del futuro avranno carattere interculturale, saranno in grado di gestire ed esplorare le potenzialità della diversità culturale, per stimolare la creatività e l'innovazione e generare, in tal modo, ricchezza economica e una migliore qualità della vita. La diversità potrà essere una risorsa per lo sviluppo di una città se il dibattito pubblico, le istituzioni e i processi della città e il comportamento delle persone terranno conto della diversità in maniera positiva. 2. Obiettivi del progetto/iniziativa politica All'interno di questo concetto, il Consiglio d'Europa, in collaborazione con la Commissione europea, ha lanciato il programma "Città interculturali" che coinvolge 11 città, e tra queste Patrasso è l'unica città greca partecipante. 3. Descrizione del progetto/iniziativa politica • • L'organizzazione di riesami di esperti, visite di studio, attività di consulenza da città a città, gruppi di lavoro tematici ed eventi pubblici li ha sostenuti in questo impegno. Durante la fase pilota del programma è stata istituita una rete solida, che ora intende condividere le proprie competenze ed esperienze con nuove città e partner. - - Conferenza internazionale Media and Migrants: Welcome or Farewell?, Patrasso (27-29 novembre 2008). Decisioni del consiglio comunale relative al programma e alle sue azioni. Organizzazione di un gruppo di sostegno locale di partner (come descritto nel prosieguo nella sezione n. 4). Partecipazione a una riunione transnazionale organizzata a Patrasso nel quadro del programma dell'UE "Grundvig II" attuato dall'Istituto Achaeco (questa organizzazione partecipa al gruppo di sostegno locale di Patrasso e condivide esperienze preziose nella fornitura di servizi agli immigrati che riguardano principalmente l'apprendimento della lingua e l'acquisizione di maggiore familiarità con la cultura greca). Partecipazione attraverso un discorso e una discussione a una riunione transnazionale organizzata a Patrasso nel quadro del progetto TIPS: T-learning to Improve Professional Skills for intercultural dialogue (www.forcom.it/tipsproject), coordinato dalla Hellenic Open University (21 settembre 2009). Pag. 30 di 39 4. Ruolo dell'ente locale o regionale • • Il comune di Patrasso è l'organizzazione capofila dell'iniziativa a livello locale. Il gruppo riunisce partner che offrono sostegno locale nel settore dell'istruzione (Università di Patrasso, Istituto tecnologico di Patrasso, EAP-Hellenic Open University, Istituto Achaeco), dei mezzi di comunicazione (Esiepin-Unione dei redattori di quotidiani delle regioni del Pelopponeso, dell'Epiro e delle isole), della cittadinanza attiva (Consiglio locale della gioventù, Ufficio del volontariato di Patrasso, ONG ASTO, ONG Protasi) e delle associazioni studentesche (BEST, AEGEE). In questo modo, si è proceduto all'organizzazione di azioni comuni, ponendo l'accento sulla dimensione interculturale. 5. Risorse Il Consiglio d'Europa ha sostenuto i costi per la partecipazione di uno o due rappresentanti della città a visite di studio, conferenze, ecc. organizzate all'estero per lo scambio di know-how, e ha cofinanziato la conferenza internazionale dei mezzi di comunicazione tenutasi a Patrasso (27-29 novembre 2008, cfr. sezione n. 3). 6. Gestione • • Coordinatore nel quadro di un accordo di programmazione (cfr. sezione n. 4). Nucleo del gruppo di lavoro costituito da membri della dirigenza. 7. Ostacoli • • • • • Raccolta dei dati. Partecipazione dei soggetti interessati. Il tempo richiesto sembra essere superiore al previsto, ma in questo modo si otterranno effetti duraturi. Il sistema centralizzato di finanziamento e governance in Grecia lascia ai comuni scarso spazio di manovra. Aumento dell'incertezza e del tasso di disoccupazione a causa della crisi finanziaria. Carenza di finanziamenti da fonti regionali o nazionali. 8. Esito e risultati Le procedure di attuazione di questo progetto sono importanti quanto i risultati che si vogliono ottenere. In base a tale logica, la città ha preso la decisione strategica di coinvolgere i soggetti sociali interessati a livello locale, per rafforzare l'intervento sociale dal basso verso l'alto. Le attività hanno riguardato principalmente il collegamento in rete, la raccolta di dati e materiali e l'identificazione delle risorse: • "Griglia di valutazione delle politiche". Pag. 31 di 39 • • • Pubblicazione dei materiali della conferenza. Visite di studio. Sito web: http://www.e-patras.gr/portal/web/common/home. 9. Elementi chiave del successo • • • • Patrasso è sempre stata la porta di ingresso della Grecia verso l'Occidente. La modernità della città è frutto della coesistenza e dell'incontro di culture e mentalità diverse nel corso di tutta la sua lunga storia. La comunità di Patrasso attribuisce grande importanza alla democrazia e la visione della città si basa in modo preponderante sulla cittadinanza attiva, affinché tutti i cittadini godano di pari opportunità nel lavoro, nel divertimento, nel tempo libero e nella cultura. A Patrasso si è andati un passo oltre l'integrazione e si è cercato di concentrare l'attenzione su quanto si può fare insieme in qualità di culture diverse esistenti in uno spazio condiviso, al fine di creare maggiore benessere e ricchezza per tutti i cittadini e gettare le fondamenta per la comunità del futuro. Collegamento in rete: i gruppi di sostegno locali delle organizzazioni che collaborano con la città di Patrasso nel quadro del programma "Città interculturali" condividono lo stesso atteggiamento e moltiplicano quindi gli effetti di tutte le azioni pertinenti. Questo solido collegamento in rete a livello locale è emerso in tutte le riunioni, sia locali che internazionali. Efficienza della cooperazione con il Consiglio d'Europa. 10. Potenziale di replicazione Il concetto del programma "Città interculturali", lo scambio di know-how e la piattaforma per il collegamento in rete sono stati molto utili e possiedono il potenziale per essere trasferiti, dopo essere stati opportunamente adattati. Pag. 32 di 39 4.4 Accesso al lavoro: Helsinki e Catalogna 1. Informazioni generali 1.1 Helsinki: EnterpriseHelsinki EnterpriseHelsinki è un centro di servizi comune per le imprese in fase di avviamento e per i futuri imprenditori della regione di Helsinki, che offre tutti i servizi necessari per imparare a diventare imprenditori. 1.2 Catalogna: SARU SARU è un centro finanziato con fondi pubblici per facilitare il riconoscimento delle qualifiche accademiche estere degli immigrati. La Catalogna deve compiere passi avanti per migliorare la qualità del suo mercato del lavoro. 2. Obiettivi del progetto/iniziativa politica 2.1 Helsinki • Offrire agli immigrati accesso gratuito a corsi per imprenditori e a consulenze aziendali. I consulenti aziendali di EnterpriseHelsinki hanno imparato come aiutare una vasta tipologia di clienti e hanno contribuito a sensibilizzare le autorità riguardo all'importanza dell'imprenditoria degli immigrati per l'economia, la società e il processo di integrazione in Finlandia. Circa il 35 % di tutti i clienti è costituito da immigrati. 2.2 Catalogna • Promuovere, agevolare e accelerare il riconoscimento della formazione accademica degli stranieri che vivono in Catalogna e che abbiano completato gli studi in università straniere. • Promuovere la mobilità nel mercato del lavoro. 3. Descrizione del progetto/iniziativa politica 3.1 Helsinki • EnterpriseHelsinki, con i suoi corsi e le consulenze aziendali per gli immigrati, è un ottimo centro di competenze sull'imprenditoria degli immigrati per Helsinki e la Finlandia. • Ha sviluppato un particolare concetto di consulenza d'impresa per gli immigrati imprenditori, basato sul presupposto che a volte agli immigrati occorrono approcci diversi rispetto alle persone del posto: - Sessioni informative - Consulenze d'impresa - Corsi di imprenditoria per gli immigrati - Corsi serali per gli imprenditori attivi Pag. 33 di 39 - Accelerazione dell'avviamento delle imprese Servizi di incubazione di imprese 3.2 Catalogna • Offre una valutazione delle procedure di riconoscimento dei titoli accademici stranieri. • Contatta le università dei paesi di origine per scambiare informazioni e promuovere il servizio. • Offre orientamenti in merito ai circuiti che agevolano il riconoscimento accademico. • Promuove SARU e collega in rete le imprese per incoraggiarle all'inserimento al lavoro. 4. Ruolo dell'ente locale o regionale 4.1 Helsinki • EnterpriseHelsinki fa parte del centro economico e di pianificazione della città di Helsinki, dipartimento per lo sviluppo delle imprese. 4.2 Catalogna: coordinamento di SARU 5. Risorse 5.1 Helsinki Città di Helsinki. 5.2 Catalogna Il segretariato per l'immigrazione si fa carico dei costi per le risorse umane. 6. Gestione 6.1 Helsinki • EnterpriseHelsinki ha un organico di 17 persone, di cui 11 sono consulenti 6.2 Catalogna • Coordinatore • 2 consulenti accademici 7. Ostacoli 7.1 Helsinki 7.2 Catalogna • Coordinamento di istituti diversi (a livello statale e regionale). Pag. 34 di 39 8. Esito e risultati 8.1 Helsinki Cifre Dipendenti Nuovi clienti Immigrati Nuove imprese in fase di avviamento Partecipanti ai corsi aziendali Partecipanti ai corsi serali Partecipanti alle sessioni informative Imprese in incubazione aziendale/incubazione virtuale 8.2 2009 16, di cui 13 sono consulenti aziendali 3 000 35 % > 1 000 60 180 1 500 18/8 Catalogna 2010 Consultazioni Pratiche aperte Aprile 87 15 Maggio 282 100 Giugno 351 127 Luglio 230 88 Agosto 235 75 Settembre 291 78 Ottobre 252 73 9. Elementi chiave del successo 9.1 Helsinki • Una vasta gamma di servizi. • I consulenti hanno imparato a rivolgersi a clienti provenienti da contesti diversi. • I servizi sono pensati appositamente per soddisfare le esigenze degli immigrati. 9.2 Catalogna In Spagna il periodo richiesto per il riconoscimento della formazione accademica ricevuta all'estero è talmente lungo che un servizio come SARU è essenziale per facilitare la mobilità nel mercato del lavoro. 10. Potenziale di replicazione 10.1 Helsinki EnterpriseHelsinki ha sviluppato strumenti per le nuove imprese in fase di avviamento. 10.2 Catalogna La replicazione dipende dal tempo richiesto per il riconoscimento degli studi accademici esteri in paesi diversi. Pag. 35 di 39 4.5 Pianificazione strategica: accordo nazionale sull'immigrazione (Catalogna) 1. Informazioni generali Nel 2008, dopo un ampio processo di dialogo sociale e di negoziato, il governo della Catalogna, insieme ai gruppi parlamentari, agli enti locali, ai soggetti economici e sociali e ai membri del comitato per la cittadinanza e l'immigrazione (in rappresentanza delle associazioni che operano nell'ambito della gestione dell'immigrazione) hanno firmato l'accordo nazionale sull'immigrazione. 2. Obiettivi del progetto/iniziativa politica • • • L'analisi condivisa delle principali trasformazioni avvenute fa emergere una visione comune ed è concorde sul fatto che è necessario raccogliere una serie di sfide. Si devono identificare le azioni da attuare in un quadro di coesione sociale e di opportunità per tutti. È necessario rispondere direttamente alle richieste avanzate dalla società riguardo al cambiamento demografico in atto e alle sue conseguenze. 3. Descrizione del progetto/iniziativa politica • • • Gestione dei flussi migratori e ingresso nel mercato del lavoro: occorre mobilitare le risorse umane nazionali, per garantire la mobilità e la competitività della base produttiva, oltre a sorvegliare i flussi esterni e ad allineare la legislazione alla realtà dei fatti, insieme a una gestione dei flussi migratori responsabile e coordinata con i paesi di origine. Per adattare i servizi pubblici a una società eterogenea, il documento propone: di creare un servizio di ammissione universale, di definire conseguentemente le dimensioni dei servizi pubblici al fine di garantire l'accesso a tutti, e di gestire l'immigrazione sulla base di un coordinamento trasversale e interistituzionale. Per conseguire l'integrazione nell'ambito di una cultura pubblica comune, l'accordo suggerisce: di incoraggiare la partecipazione alla vita pubblica, di fare del catalano la lingua pubblica comune, di convivere in una pluralità di convinzioni, di garantire pari opportunità tra donne e uomini, di integrare la prospettiva di genere e di rafforzare le politiche mirate per i bambini, i giovani, gli anziani e le famiglie. 4. Ruolo dell'ente locale o regionale 32 rappresentanti del governo, dei gruppi parlamentari, delle istituzioni, dei gruppi economici e sociali firmatari e del comitato per la cittadinanza e l'immigrazione si sono assunti l'impegno di attuare le azioni incluse nel documento e di monitorarle. Pag. 36 di 39 5. Risorse Risorse economiche: EUR 3 880 000 000 Risorse umane: diversi dipartimenti del governo catalano sono coinvolti nello sviluppo delle politiche pubbliche di accoglienza e integrazione. 6. Gestione Direzione: il governo catalano, in collaborazione con i gruppi parlamentari, le istituzioni, i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali e il comitato per la cittadinanza e l'immigrazione. 7. Ostacoli • Carenza di finanziamenti dovuta alla situazione economica intervenuta dopo la firma dell'accordo. 8. Esito e risultati A due anni di distanza dalla sua firma, sono oltre 40 le organizzazioni che hanno aderito all'accordo nazionale sull'immigrazione. Delle sue 57 nuove misure complessive, più di 49 sono state avviate e cinque sono state completate. 9. Elementi chiave del successo Il consenso su cui poggia l'accordo nazionale sull'immigrazione rappresenta un ulteriore passo avanti dopo le molte iniziative importanti realizzate attraverso il contesto locale e le associazioni, oltre ai diversi governi della Generalitat, per incoraggiare la gestione, l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati. 10. Potenziale di replicazione La stesura dell'accordo nazionale sull'immigrazione è frutto di un vasto processo partecipativo basato sulla pianificazione strategica e il dialogo. La pianificazione strategica in un'ottica di lungo periodo è necessaria per gestire politiche di integrazione che devono essere attuate nel quadro di una prospettiva sostenibile a lungo termine. Pag. 37 di 39 5. Conclusioni L'obiettivo del gruppo di lavoro dedicato al tema Integrazione degli immigrati nelle zone urbane, organizzato nel quadro del primo piano d'azione della Rete di monitoraggio della sussidiarietà del Comitato delle regioni avviato nel maggio 2009, quale seguito della quarta conferenza sulla sussidiarietà organizzata dal CdR e dalla regione Lombardia a Milano, consiste nel promuovere un dialogo tra i partecipanti al gruppo sui modi migliori di attuare le politiche di integrazione a livello locale, in particolare urbano, ed elaborare una riflessione sull'articolazione dei diversi livelli di governo coinvolti. Il presente documento intende offrire non solo un'analisi condivisa delle questioni legate all'immigrazione nell'Unione europea (e in particolare nelle sue regioni), ma anche raccomandazioni sull'attuale distribuzione delle competenze in tema di immigrazione, governance multilivello, applicazione del principio di sussidiarietà e ruolo del Comitato delle regioni. Di conseguenza, il gruppo di lavoro dedicato al tema Integrazione degli immigrati nelle zone urbane ha individuato i seguenti argomenti e raccomandazioni. 5.1 Sussidiarietà La sussidiarietà è un principio guida necessario per organizzare l'esercizio di competenze condivise da parte dei livelli europeo e nazionale/regionale/locale, ponendo l'accento su sinergie e soluzioni costruttive. Le istituzioni più vicine ai cittadini sono più efficienti in quanto hanno una migliore conoscenza della realtà e la capacità di essere sufficientemente flessibili e aperte per adattarsi alla diversità. Tuttavia, anche il livello sovranazionale è essenziale per la definizione di orientamenti e principi di ampia portata da applicare in maniera generalizzata. 5.2 Processo decisionale La partecipazione dei soggetti interessati, in particolare le organizzazioni della società civile, e la governance sono essenziali per il buon esito della pianificazione, dello sviluppo e della promozione. I soggetti interessati si trovano spesso al centro dell'attenzione sociale. Tale posizione strategica consente di trarre conoscenze specifiche che diventano essenziali per il processo decisionale politico. 5.3 Quadro istituzionale e strutturale La pianificazione strategica è assolutamente necessaria per la gestione di tutte le politiche pubbliche, in particolare di integrazione, che devono essere attuate in una prospettiva a lungo termine e sostenibile. Le politiche di integrazione, inoltre, necessitano di strutture istituzionali durature, in grado di sostenere politiche a breve, medio e lungo termine. Pag. 38 di 39 5.4 Raccolta dei dati Il CdR deve promuovere indagini e ricerche comparative su varie questioni relative all'immigrazione, concentrando l'attenzione sulla valutazione delle pubbliche amministrazioni: − − − 5.5 il Migrant Integration Policy Index (MIPEX) deve fornire informazioni sulla base dei dati provenienti dagli enti locali e regionali; gli enti locali e regionali devono concordare i dati di base da fornire al MIPEX; i servizi di registrazione proattiva forniscono dati completi sulla popolazione reale. Azioni per l'accoglienza e l'integrazione L'integrazione degli immigrati è un problema che richiede attenzione e azioni a livello politico sin dalle primissime fasi del progetto di immigrazione: l'integrazione, intesa come un processo bidirezionale dinamico e continuo tra persone diverse che risiedono in un territorio, deve sviluppare i servizi di accoglienza (quale primo passo di tale processo), al fine di garantire l'autonomia degli immigrati (formazione linguistica, società, lavoro). Inoltre, le politiche di integrazione sono eterogenee, ma il loro obiettivo deve essere la coesione sociale e la costruzione collettiva di una società condivisa: promozione di pari opportunità di accesso ai servizi pubblici, promozione della partecipazione a tutti i livelli della politica e riconoscimento della diversità. 5.6 Finanziamento delle iniziative Le politiche di integrazione, al pari di tutte le altre politiche, devono disporre di finanziamenti a breve, medio e lungo termine. Al momento dell'elaborazione della presente relazione, la Commissione europea sta preparando una comunicazione sulla seconda agenda dell'UE per l'integrazione. In particolare, la seconda agenda europea per l'integrazione proporrà alcuni strumenti concreti per l'attuazione delle politiche di integrazione. Tra questi potrebbero esservi dei moduli europei per l'integrazione, ovvero "elementi costitutivi" standardizzati ma flessibili, che si possono adattare alle esigenze dei singoli Stati membri e delle loro comunità, e sviluppare nel quadro di tre ambiti principali corrispondenti indicativamente alle seguenti aree: i) corsi introduttivi e di lingua, ii) forte impegno da parte della società di accoglienza e iii) partecipazione attiva degli immigrati a tutti gli aspetti della vita collettiva. Il CdR contribuirà alla suddetta comunicazione attraverso una consultazione e auspica di proseguire la propria collaborazione con la Commissione europea in merito a una questione di tale importanza. Sulla base della presente relazione, che si può considerare un primo approccio al tema, potrebbe essere interessante proseguire il lavoro in merito a uno degli ambiti indicativi proposti per i moduli. _____________ Pag. 39 di 39 Per ulteriori informazioni rivolgersi à: Rete di controllo della sussidiarietà [email protected] www.cor.europa.eu/subsidiarity