N3A6 - Liceo Canova

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N3A6 - Liceo Canova
LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A DISTRIBUZIONE GRATUITA DEL LICEO “A. CANOVA” - NUMERO III, ANNO VI
La copertina di questo numero vuole ricordare le vittime della redazione di
Charlie Hebdo: coloro che hanno avuto il
coraggio (e la sfacciataggine) di esprimere con forza (e con ironia violenta, e con
spregio impertinente) le proprie opinioni,
il proprio senso dell’umorismo, la propria libertà, assoluta, sfacciata, mille
volte minacciata, mai sacrificata. Forse
non tutti si sentono Charlie: noi, in fondo, non siamo Charlie. Siamo Margherita,
Lorena, Beatrice, Silvia, Arianna, Alice,
Caterina, Linda, Francesca, Davide, Benedetta, Matteo, Greta, Chiara, Giulia, Alice,
Sara, Niccolò, Giada, Aldo, Cristiana, Alexia, Andrea, Martina, Federica, Eleonora.
Ma siamo di questo mondo, e facciamo parte anche noi di una redazione. Quindi, almeno per questa volta, in alto le matite,
per dire che… Chi di penna ferisce, di kalashnikov non può perire.
1
SVEZIA,
Pirate bay, un sito che permette la condivi-
sione libera di file torrent ma è noto anche
per ospitare parecchio materiale piratato,
è tornato online. Nel 2009 i fondatori del
sito erano stati condannati per pirateria
informatica da un tribunale svedese.
INGHILTERRA,
U.S.A.,
Il giornalista del New York
I diritti di più di mille detenuti del Regno
Unito sono stati violati quando è stato
impedito loro di votare in diverse elezioni
tra il 2009 e il 2011. Lo ha stabilito la Corte
europea dei diritti umani nel verdetto di
una causa presentata da alcuni detenuti.
Non è stato però accordato il risarcimento
da loro richiesto
Times David Carr è morto ieri
all’età di 58 anni. Era entrato
al quotidiano nel 2002 come
giornalista economico..
MESSICO,
A Città del Messico e in diverse
altre città in migliaia hanno
manifestato per chiedere verità e
giustizia riguardo la scomparsa
e uccisione degli studenti della
scuola rurale nello stato del
Guerrero. Alcuni manifestanti
hanno attaccato il palazzo
presidenziale e l’aeroporto
internazionale è stato bloccato.
PERÙ
Proseguono i colloqui al vertice
sul clima di Lima, in Perù, per
definire l’accordo sulla lotta
al riscaldamento globale che
dovrà essere firmato a Parigi nel
2015. Ma le divisioni tra i paesi
ricchi e quelli in via di sviluppo
ostacolano le trattative.
Secondo i rappresentanti dei
paesi in via di sviluppo, le cifre
proposte dai paesi ricchi per
finanziare il taglio delle emissioni
di gas serra sono “assurdamente
basse”. La conferenza dell’Onu
sul clima, alla quale partecipano
195 paesi, avrebbe dovuto
concludersi ieri.
BRASILE,
La ministra brasiliana dell’ambiente,
Izabella Teixeira, ha dichiarato che i
tre stati più popolosi del paese sono
stati colpiti dalla siccità più grave dal
1930. Teixeira ha dichiarato che gli
stati di São Paulo, Rio de Janeiro e
Minas Geiras devono risparmiare più
acqua possibile e ha definito la situazione “delicata” e “preoccupante”.Si
temono conseguenze per l’industria,
l’agricoltura, le scorte energetiche.
2
COSTA
D’AVORIO,
151 detenuti in sciopero della fame
dal 1 dicembre sono stati ricoverati
nell’ospedale della prigione di Abidjian, ha dichiarato una fonte penitenziaria. “Non ci sono casi gravi,
è una protesta simbolica, se fosse
stata seria e fossero stati senza
mangiare e bere da 22 giorni, qualcuno sarebbe già morto”, ha affermato la stessa fonte. La protesta
era stata scatenata dalla severità
della pena inflitta alle persone arrestate negli scontri scoppiati dopo
le elezioni del 2010.
NEPAL,
A Kathmandu, la capitale del Nepal, è
ITALIA,
È morto la scorsa notte in una clinica di
stato lanciato un servizio di minibus
per sole donne per ridurre il rischio
di subire molestie sessuali e violenze.
Almeno un quarto delle donne nepalesi ha dichiarato di essere stata vittima di molestie in Nepal nel 2013,
secondo un sondaggio della Banca
mondiale. Attualmente sono in funzione quattro mezzi da diciassette
posti, in circolazione dalle 9.30 alle
16.30 nelle vie più trafficate della città. “L’obiettivo è far sentire le donne
più sicure per strada”, ha dichiarato il
responsabile della compagnia degli
autobus che ha lanciato il servizio.
Milano lo scrittore ed editore Livio Garzanti. Aveva 93 anni ed era nato a Milano
il 1 luglio 1921. Livio Garzanti era figlio
di Aldo, fondatore dell’omonima casa
editrice, nata nel 1936 dopo aver rilevato
le Edizioni Treves.
TURCHIA,
Un’esplosione ha colpito una zona
vicina a un posto di blocco della
polizia turca nei pressi della città di
Suruç, nel sudest della Turchia, al
confine con la Siria. Non è ancora
chiara l’origine dell’esplosione che
ha ferito alcune persone. Il luogo
dell’esplosione si trova a dieci chilometri a nord della città siriana di
Kobane, liberata il 27 gennaio dai
combattenti curdi che.
GIAPPONE,
Il 1 dicembre la Nestlé ha introdotto
in un negozio di elettrodomestici
di Tokyo un robot che ha il compito
di vendere le macchinette del caffé
prodotte dal colosso svizzero, scrive
la Neue Zürcher Zeitung. La macchina, che si chiama Pepper, è in grado
di dare informazioni e chiarimenti sui
diversi prodotti, interagendo con i clienti. Ma una portavoce della Nestlé
ha precisato che non sostituisce i
commessi.
UCRAINA,
Due persone sono state uccise e sei
sono rimaste ferite nei bombardamenti cominciati la mattina del
13.02.2015 nella città di Luhansk,
a poche ora dalla firma a Minsk di
un nuovo accordo per il cessate il
fuoco. Nelle ultime ventiquattr’ore
ci sono state undici vittime dei
combattimenti tra esercito ucraino
e separatisti filorussi nell’est del
paese.
a cura del
3
Collettivo
AT T U A L I TÀ
EDITORIALE
di Caterina Begliorgio e Sara Santi
“Scegliete la vita; scegliete un lavoro;
scegliete una carriera; scegliete la famiglia;
scegliete un maxitelevisore; scegliete
lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole
elettrici. Scegliete la buona salute, il
colesterolo basso e la polizza vita; scegliete
un mutuo a interessi fissi; scegliete una
prima casa; scegliete gli amici; scegliete una
moda casual e le valigie in tinta; scegliete un
salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una
stoffa; scegliete il fai da te e chiedetevi chi
cacchio siete la domenica mattina; scegliete
di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello
e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di
schifezze da mangiare. Scegliete un futuro;
scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una
cosa così? Io ho scelto di non scegliere la
vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non
ci sono ragioni.”
Così recita uno smilzo ragazzo scozzese nel
monologo iniziale di uno dei film più famosi
degli ultimi decenni. (Se non avete capito
qual è, non c’è problema: arrivate alla fine
dell’articolo e ve lo diciamo noi).
Però una cosa la dovete sapere. Forse la
sapete già.
Questo è il momento della vita in cui tutte
le scelte più importanti sembrano pioverci
addosso, livello dopo livello, sempre più
difficili, come in un videogioco. E in questo
mondo che ad alcuni di voi parrà proprio
così, virtuale - ma fidatevi, non sembra
vero nemmeno a noi - l’unica cosa che può
permetterci di andare avanti è scegliere,
scegliere per forza, scartando opzioni che
magari sono sogni, ascoltare consigli,
seguirli o non seguirli?, e attenzione ai
tranelli che passi al secondo livello, e poi il
lavoro, lo vuoi un lavoro no?, e cosa pensi di
fare dopo, guarda che manca poco eh, qua
il mercato corre e noi siamo indietro, lo devi
affrontare di petto, siam mica qui a giocare,
è la vita vera questa!
E infatti, dico io, queste scelte condizionano
la vita, accidenti, decidono le persone che
diventeremo, tracciano la direzione della
nostra rotta.
Per noi più vecchi, ormai, è giunta l’ora di
decidere in quale Infern…ehm Università
ci iscriveremo l’anno prossimo: per molti è
ancora un salto nel vuoto. Una nebbia grigia
che al solo pensiero getta nel panico.
Pare proprio che la domanda “Cos’hai
deciso di fare l’anno prossimo?” non possa
in alcun modo restare senza una risposta.
E se invece non fosse così? Se si potesse
scegliere di non scegliere affatto?
Chiedere del tempo per conoscerci, per
capire cosa si vuole veramente. Bandiera
bianca.
Se si pensa che, almeno secondo
Almadiploma, il tasso di abbandono
universitario in Italia è ormai quasi al 55%,
uno dei più alti della media Ocse, viene da
chiedersi se forse sia il caso di fermarsi un
attimo, prendere fiato, fare altro, e scegliere
dopo. Magari aspettare e guardare tutto
da un’altra prospettiva si rivela assai più
utile che lasciarsi guidare nella nebbia da
qualcun altro, da qualcos’altro che non sia
la nostra testa.
Certo, decidere di imboccare una strada da
cui dipenderà la nostra vita, ma soprattutto
decidere adesso, è difficile.
C’è anche chi ha un’unica passione da
sempre, se non l’unica la più trascinante,
però magari altro genere di ostacoli si
frappone al suo obiettivo.
C’è chi pensa di sapere troppo poco, e di
voler conoscere tutto, ma prima di tutto
vuole capire se stesso. C’è chi si ribella,
forse ingenuamente, e dice: “Meglio non
scegliere.” Come se non fosse, anche questa,
una scelta.
Certo, l’illusione di andare controcorrente
è appagante, forse, ma siamo sicuri che il
modo giusto per contrastare un moto che ci
trascina sia fermarsi e fare resistenza? Non
sarebbe meglio invece prendere un’altra
strada?
Capiteci. L’esempio del film che abbiamo
scelto di citare all’inizio (era Trainspotting,
gente) non è esattamente positivo. Quella
sembra più apatia che ribellione, no?
Invece noi volevamo dirvi che - forse il vero modo di ribellarsi a questa gran
corsa verso il futuro è prendersi spazi per
se stessi, pensare con calma, vagare nei
meandri della propria personalità, senza
timore di perdersi, e poi scegliere: ma anche
buttandosi nel vuoto, oppure ragionando
con criterio o semplicemente seguendo le
proprie aspirazioni.
Questo non ha importanza: basta essere
consapevoli avere la libertà non solo di
scegliere, ma anche di scegliere come
scegliere. Che non esiste una ricetta, un
trucco per saltare il livello. Che il mostro
cattivo bisogna affrontarlo prima o poi.
Come? Scegliendo, non scegliendo,
scegliendo a metà. Ma ricordandoci sempre
che noi abbiamo l’immenso e terrificante
potere di fare della nostra vita ciò che
vogliamo.
COSA SUCCEDE AL CANOVA?
di Silvia Michieletto
Corsi di recupero e approfondimenti terminati, anche febbraio è
arrivato, e con esso il momento di avviarsi alla conclusione dell’anno
scolastico: da ora in poi il tempo smetterà di dilatarsi e, al contrario,
si restringerà incredibilmente.
Piuttosto, si spera che a “dilatarsi” siano le temperature, viste le
numerose lamentele sul freddo polare che sembra regnare nelle
aule del Liceo, in particolare al primo piano della sede Centrale. Fino
a poco tempo fa, sembrava infatti che i termosifoni non compissero
il loro dovere in maniera adeguata.
In realtà, oltre al fatto che questi si spengono automaticamente
per evitare un consumo energetico eccessivo, pare che la misteriosa
causa delle “aule-freezer” altro non siano che i malefici spifferi che
trapassano le “venerande” finestre della struttura… in nome della
“classicità” del nostro Istituto, tuttavia, non ci resta che stringere un
po’ i denti fino all’arrivo della sacrosanta primavera. In ogni caso,
termometri alla mano! Se si dovessero riscontrare temperature
inferiori ai 18 gradi in classe, la Provincia provvederà con un
intervento adeguato.
Tornando alla tempistica scolastica, dopo l’esito piuttosto buono
della settimana dei recuperi (nonostante l’iniziale scetticismo
sulla complessità della nuova organizzazione), non sono in molti a
voler accelerare l’andamento del quadrimestre, men che meno i
maturandi, per i quali si avvicina inesorabilmente l’ora del temuto
esame: uscito il decreto ministeriale, resta solo un po’ di trambusto
per la nomina dei commissari interni; per il resto tutto sembra
predisposto per compiere l’ultimo sforzo.
Sempre per gli studenti dell’ultimo anno, ma anche per quelli di
quarta (chiarirsi le idee e prepararsi in anticipo è solo un risparmio
di tempo!!!), il fronte dell’orientamento in uscita resta molto attivo.
Le visite alle università, infatti, si sono rivelate a detta di molti
un’esperienza molto utile per favorire l’oramai imminente scelta del
“futuro post-maturità”, affiancate dai colloqui con il referente (prof.
Calò) e dal corso pomeridiano di logica e problem solving di
recente avvio, organizzato in preparazione ai test di ingresso per le
facoltà a numero chiuso.
Nulla da togliere nemmeno al fronte dell’orientamento in entrata,
che ha il suo da fare nel testimoniare l’ottimo livello dell’offerta
formativa del Liceo e nel mantenere elevata la sua fama di eccellente
Istituto.
Chiusa la parentesi dedicata agli sventurati alunni di quinta, è
importante menzionare, appunto, anche i più giovani, che accanto
a loro si accingono ad affrontare esami, seppur di diversa natura.
Non mancano, infatti, le prove per il conseguimento di certificazioni
linguistiche o per gare culturali e concorsi nazionali, tra cui quelle
delle “Olimpiadi”, che, suddivise in biennio e triennio, riguarderanno
diversi ambiti: da Scienze e Neuroscienze ad Italiano e Filosofia,
senza dimenticare le più tradizionali di Matematica.
Valorizzare i meriti degli studenti, di fatto, è fondamentale,
soprattutto se essi manifestano il loro impegno ed interesse anche
attraverso attività extrascolastiche di indubbia rilevanza, sia culturale
che umana: un valido esempio ci è dato sia dal PES, che continua la
sua attività anche in collaborazione con il Liceo Duca degli Abruzzi
(la prossima plenaria è prevista per il 13 marzo), sia dai laboratori
autogestiti, nonché dagli artisti che popolano la nostra scuola e
che talvolta, seppur ingiustamente, passano inosservati.
A tal proposito, un ringraziamento particolare va a tutti coloro che
hanno contribuito all’ottima riuscita della Giornata della Memoria
all’interno del Liceo, nonché a quei canoviani che, presso l’Istituto
Musicale Manzato e in collaborazione con l’associazione “Temi e
cultura”, hanno messo a disposizione della città di Treviso le loro doti
canore e teatrali per dedicare la serata del 31 gennaio al “ricordo”
delle vittime dei campi nazisti, attraverso letture e melodie.
Quest’anno si celebra il centenario dell’entrata dell’Italia nella
Prima Guerra Mondiale, motivo in più per serbare nella memoria
il sacrificio dei nostri compatrioti e per partecipare alle numerose
iniziative che sicuramente saranno sviluppate sul tema.
L’augurio è, dunque, quello di una buona continuazione dell’anno
scolastico, mantenendo vivo l’interesse per la realtà che ci circonda
e dimostrandoci sempre studenti attivi e consapevoli.
La Redazione de “La Venticinquesima Ora”
Inviate le vostre idee per cambiare la scuola al Canovaccio!
Email: [email protected]
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AT T U A L I TÀ
COGITO ERGO... EXPRIMO!
Che cos’è la libertò di espressione?
di Cristiana Mazzetto e NiccolòAcram Cappelletto
07/01/2015: attacco terroristico alla redazione di Charlie
Hebdo.
Quale argomento di attualità più attuale di questo?
Eppure sembra che la libertà di espressione sia più semplice da difendere che da rispettare. Se da un lato non
sarebbe giusto ignorare degli avvenimenti così tragici,
dall’altro non basta la nostra opinione per affrontare un
argomento che è sempre di grande importanza, anche
senza che siano i telegiornali a ricordarcelo.
Per questo abbiamo voluto chiedere anche ad alcuni ragazzi del Canova cosa significhi per loro “libertà
d’espressione”. Le idee che sono emerse in quasi tutte le
risposte, sia tra gli studenti più grandi sia tra quelli più
giovani, riguardano il concetto dell’esprimere se stessi
senza sentirsi giudicati e sottolineano che la libertà di
espressione è un DIRITTO.
La libertà di espressione è…
“Ora, qui, mentre scrivo queste parole”
“È un modo di rendersi partecipi nel mondo, di mettersi
in gioco e di apparire per quello che si è”
“È un mezzo per donare un frammento di sé agli altri”
“Fare quell’accidente che vuoi, senza che i tuoi amici ti
guardino male”
“Poter dire ciò che si pensa, è poter esprimere assenso o
dissenso. E’ un traguardo che abbiamo raggiunto solamente grazie a tante battaglie. L’attacco terroristico a
Charlie Hebdo è stato un attacco alla libertà, di cui la
nostra civiltà è sempre andata fiera.”
“Un diritto umano che tutti dovrebbero avere e per il
quale bisogna battersi pacificamente”
“Essere aperti ad ogni idea o pensiero di qualcun altro”
“E’ come togliersi i vestiti di dosso e mostrare a tutti il
proprio corpo così com’è, con difetti e non. Però purtroppo è molto pericolosa perché a non avere peli sulla lingua si rischia molto”
Essere se stessi. L’individuo stesso, unico e libero nel suo
genere, con le sue idee, i suoi principi e i suoi valori”
“È la libertà, o meglio il diritto, che ciascuno di noi ha di
esprimere”
“La libertà di fare ciò che si vuole senza però offendere
nessuno”
“Che ognuno è libero di pensare ciò che vuole anche se
va contro il pensiero comune”
“Poter esprimere ogni cosa che si ha dentro il cuore e
dentro la testa”
“Esprimere le sensazioni attraverso più mezzi, come può
essere la scrittura ma anche attraverso l’arte; il diritto di
essere noi stessi e manifestare i propri principi.”
STRANO, MA VERO...
Su internet gira voce che i video di Parigi non siano autentici… A chi credere?
di Andrea Toffanin
VIDEO SOSPETTI
Il video più diffuso in rete sull’attentato di Parigi è
quello di due banditi che uccidono a sangue freddo un
agente di Polizia.
Alcuni dettagli hanno lasciato perplessi gli utenti
più attenti. Secondo la versione ufficiale, il colpo
sarebbe stato dato alla testa del poliziotto con un fucile
mitragliatore AK-47. Invece, il poliziotto non perde affatto
sangue ( anche se era già stato ferito alla gamba ) e il
fumo che segue il colpo non è allineato con la canna del
fucile ma, anzi, sembra uscire dalla mano del poliziotto a
terra. In più, notano alcuni, la testa dell’agente colpito si
accascia “comodamente” in direzione opposta allo sparo.
Un altro video, pensano alcuni, è stato sottoposto
a molteplici ritocchi in una fase successiva a quella di
ripresa. Si tratta del video registrato dalla terrazza di
un palazzo dello stesso quartiere, in cui alcuni hanno
notato un netto passaggio tra la scena in cui appaiono
due banditi in mezzo a un incrocio sparando dei
colpi all’aria e la scena precedente, in cui l’incrocio è
completamente libero. Prima che l’incrocio fosse libero,
tuttavia, tre uomini vestiti di nero con una scritta bianca
sulla schiena ( forze dell’ordine? - si chiede qualcuno )
corrono in mezzo alla strada e scompaiono nel tempo di
un fotogramma, per lasciare spazio alla dubbia comparsa
dei due banditi. Questi tagli sono, secondo molti, il frutto
di un’operazione di editing successiva alle riprese e
mettono quindi in dubbio l’autenticità della scena stessa.
Un’altra incongruenza è stata segnalata tra i due
video in questione: i media stessi hanno dichiarato che
durante l’attacco stava piovendo, come si può notare
nel secondo video. Tuttavia, nel primo video, la strada e
le auto sono perfettamente asciutte.Possiamo quindi
dedurre che i due video non sono stati girati nello stesso
giorno o alla stessa ora?
ALTRI SOSPETTI
Al di fuori dei due video, sono state riportate ulteriori
contraddizioni sull’accaduto.
Per esempio, c’è chi sostiene che i due attentatori,
incappucciati, in assetto da guerra, con AK-47 e giubbotti
anti-proiettili, che “in 5 minuti entrano e uccidono 12
persone come se niente fosse”, non possono commettere
errori così inconsueti, come lasciare la carta d’identità
nell’automobile.
Eppure, non è la prima volta che un elemento come
il documento d’identificazione dei presunti attentatori
compare in maniera molto banale, aprendo dal nulla una
pista altrettanto facile da seguire sui possibili colpevoli.
In internet vengono elencati altri casi simili: il
passaporto di Mohammed Atta che nel Settembre 2001
è sopravvissuto alle fiamme delle Torri, del cui crollo
sarebbe stato responsabile lo stesso Atta assieme ad
altri addestrati terroristi. I loro passaporti furono trovati
subito, a differenza dei resti dei due aerei ufficialmente
dirottati ( in totale erano 4 ) che l’11 Settembre non
colpirono le Torri Gemelle. ( Uno fu fatto schiantare
sul Pentagono e l’altro cadde in Pennsylvania prima di
colpire la Casa Bianca, come doveva essere intenzione
dei terroristi. Entrambi lasciarono un cumulo di resti
di dimensioni improbabili e privo di sostanziali prove
sull’accaduto. )
O ancora, viene menzionato l’aereo che nel Luglio
2014 fu abbattuto a 10’000 metri di quota in Ucraina.
Nelle foto che riportano il fatto sono state rilevate alcune
contraddizioni. Ad esempio le turbine fotografate, che
non potevano appartenere al modello di aereo abbattuto.
Anche in questo caso, dal doppio impatto con il missile
terra-aria e poi con la terra, si sono salvati integramente
i passaporti dei passeggeri in volo. Un fatto curioso,
che si può osservare nelle foto che riportano l’accaduto
pubblicate da Repubblica e da altri quotidiani.
Il fatto più insolito è che alcuni dei passaporti nella foto
erano scaduti. In teoria, non avrebbero mai permesso a
qualcuno di salire veramente a bordo di un aereo.
Un dettaglio, quello delle carte d’identità, che sembra
ripresentarsi in molti fatti di cronaca, lasciando qualche
perplessità sulla loro autenticità così come ci vengono
raccontati.
FIDARSI O NO?
Diventa difficile fidarsi di mezzi d’informazione quali i
TG o i giornali, quando i video e le foto che ci presentano
ci lasciano spesso perplessi. Eppure, sono molto spesso
proprio dei video o delle foto a garantirci l’autenticità di
una notizia. Come fidarsi?
Non possiamo accontentarci dell’informazione
lacunosa e contradittoria che ci forniscono mezzi, quali
i TG o i giornali.
È difficile tenere gli occhi aperti e increduli davanti a
notizie di questa portata, ma è un compito essenziale per
mantenere la nostra libertà individuale e collettiva. Più di
ogni altra cosa, non dobbiamo mai farci condizionare dai
media e dall’opinione pubblica verso pregiudizi comuni
e discriminatori, che associamo facilmente a questi fatti
di cronaca.
Faranno fatica a crederci... Coloro che hanno preso
l’autorità per la verità, piuttosto che la verità per
autorità.
Gerald Massey
PULIZIA ETNICA: UNA STORIA CHE SI RIPETE
In Birmania i Musulmani rinchiusi in ghetti da Buddhisti
di Caterina Baldasso e Linda Petenò
Nel 1948 viene approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, in modo tale che tragedie
come l’olocausto non si ripetano più. Come è a tutti noto, già negli anni ‘90 questo patto non viene rispettato: ne sono due chiari esempi il genocidio in Rwanda e in Ex-Iugoslavia.
Purtroppo pare si tratti di una realtà non troppo lontana da noi, come testimonia la pulizia etnica che si sta svolgendo da un paio d’anni a questa parte in Birmania nei confronti
della minoranza musulmana “rohingya” da parte dell’etnia buddista “rakhine”. Non molti ne sono a conoscenza a causa della scarsità di notizie relative a quest’argomento, in
parte dovuta al mancato interesse dei media, e in parte alla segretezza con cui si sta svolgendo questa situazione, a detta delle autorità causata dall’ uccisione di una ragazza
buddista per mano di tre giovani musulmani, episodio a cui sono seguite violenze tra le due diverse etnie che hanno prodotto circa 200 vittime. La segregazione razziale è
stata approvata dal presidente dello stato birmano Thein Sein su suggerimento del monaco buddista a capo del movimento birmano anti-islamico Ashin Wirathu. Secondo
quanto previsto dai provvedimenti accolti, parte della comunità islamica, si contano circa 4000 persone, si trova oggi raccolta in un quartiere della capitale dello stato Rakhine
che ricopre la funzione di ghetto. Le condizioni in cui si trovano a vivere i rohingya ricordano molto quelle dei campi di sterminio nazisti, sia per gli edifici fatiscenti, che per le
pessime misure igieniche e la totale mancanza di farmaci e di assistenza medica. Nonostante le numerose pressioni da parte di associazioni umanitarie come la Karen Women
Organisation, l’ONU non è ancora intervenuta; ci auguriamo non ripeta lo stesso errore commesso nel massacro di Sbrebrenica, dove a protezione dei 30000 cittadini contro i
soldati serbi furono inviati, con un primo contingente di caschi blu, solo 150 ragazzi canadesi.
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ATTUALITÀ
BELLEZZA EVASA
Teatro greco al carcere femminile di Monza.
di Beatrice Criveller
Il carcere, questo luogo oscuro in cui l’uomo è privato
del suo bene più grande, la libertà. Davvero? Al carcere
femminile di Monza ci sono donne che anche fuori dalle
sbarre non sono mai state libere e che magari dentro ci
sono finite inseguendo la libertà attraverso una strada
sbagliata. Al carcere femminile di Monza ci sono donne
che, a ricompensare la libertà perduta, ne hanno trovata
una più ampia e duratura, scoprendo l’arte e la cultura.
Al carcere femminile di Monza una donna libera e coraggiosa ha portato una ventata di libertà regalando
a un gruppo di detenute il suo amore per la bellezza.
Un progetto ambizioso e originale quello di Luisa Gay,
talentuosa regista teatrale, che ha portato il repertorio
tragico greco dietro le sbarre. Un progetto sostenuto
dalla ONLUS Zeroconfini e accolto con entusiasmo e
partecipazione. Grazie alla preziosa collaborazione degli
educatori e del personale di custodia (inizialmente restìo
al “lusso” di un laboratorio teatrale, poi convinto dai sorprendenti risultati ), l’artista ha iniziato con le detenute
un percorso nella cultura greca attraverso l’approccio ai
testi di Euripide ed Eschilo, che si è concluso con la rappresentazione delle Troiane di Euripide l’anno scorso e
dell’ Orestea di Eschilo quest’anno. Due scelte geniali per
i contenuti sottilmente legati ai destini di queste donne.
“La storia delle Troiane a loro è piaciuta moltissimo” spiega Luisa “si parlava di donne prigioniere e vittime, non
colpevoli, e l’abbiamo integrata con delle lettere immaginarie che ogni donna, arrivata a destinazione, scriveva,
inventandosi destini diversi, tutti positivi e coraggiosi.”
Ancora più interessante l’approccio al tema dell’Orestea.
Per chi non la conosca, l’opera narra le tragiche vicende della saga degli Atridi, che culminano nel matricidio di Clitennestra da parte di Oreste, per il quale
Atena farà istituire un processo, determinando il trionfo della giustizia razionale umana sul brutale e arcaico sistema della vendetta. “il tema forte dell’Orestea
era la vendetta. È giusta, è ingiusta? Non era proprio
dato per scontato. Ma alla fine hanno convenuto che
un tribunale democratico come quello di Atene fosse
meglio della giustizia sommaria praticata dagli Atridi.”
L’esperienza ha coinvolto non solo le detenute ma anche parecchi esterni tra attori, operatori e volontari, con
i quali la regista ha organizzato una serie di incontri in
carcere per “rompere il ghiaccio”, e il risultato è stata una
collaborazione che, giorno dopo giorno, ha arricchito
entrambe le parti. Dopo le riunioni introduttive c’è stata
la fase di lavoro sui testi: un approccio semplice e diretto,
per renderli accessibili alle ragazze poco scolarizzate e
permettere loro di farli propri. Luisa racconta con entusiasmo e soddisfazione questa prima, delicata operazione:
“avevamo preparato dei riassunti-spiegazioni che loro
hanno snobbato, tranne una intelligentissima donzella
moldava che difatti poi ha chiesto di iscriversi al liceo.
Allora abbiamo cambiato strategia: lettura e discussione
collettiva del copione, che rispetto al testo originale privilegiava i discorsi diretti ai cori ed era stato tagliato in alcuni punti, e conteneva qualche verso che commentava
o ripeteva l’accaduto nelle lingue d’origine delle attrici”.
Le diverse provenienze delle attrici sono state uno spunto fondamentale : “abbiamo parlato a lungo dei loro paesi d’origine come terre da esplorare, non come luoghi di
cui vergognarsi e da dimenticare. Così ho avuto una colombiana che, nel ruolo della nutrice di Oreste, cantava
in spagnolo la ninnananna di Garcìa Lorca e una Cassandra portoghese in cui splendeva la tristezza del fado …”
Poi si è passati alla scelta dei ruoli, per la quale si è puntato molto sull’adesione emotiva ai personaggi, emersa
grazie a dibattiti e riflessioni: “la mia dark lady moldava
ha dato a Clitennestra una grinta Dovstoevskjana, e la
minuscola,fragile e tormentata ex-tossica, gay siciliana ha
voluto con tutte le forze essere Oreste e ha gestito benissimo la “vendetta di famiglia”, cominciando piano piano a
sputare i suoi fantasmi. E ancora ho avuto l’indulgente nutrice Helena, la triste Cassandra, la coraggiosa Elettra …”
Il bizzarro cast ha provato per mesi in spazi piuttosto
esigui e movimentati da trasferimenti, scarcerazioni,
battaglie per i permessi e qualche zuffa prontamente
sedata. Ma la sera della prima, grazie all’interessamento
degli assessori alla Cultura e all’Istruzione, la tragedia
ha emozionato centinaia di persone dal palco del bel
teatro cittadino e preziosi aiuti non sono mancati in
ogni campo: una giovane stilista emergente ha realizzato gli abiti, reinterpretando l’outfit degli antichi in
chiave contemporanea; alcuni parrucchieri dei saloni
Coppola hanno realizzato le acconciature e la giovane
fotografa Francesca Ripamonti ha immortalato le attrici, realizzando anche una mostra dal titolo suggestivo
e azzeccato: “amori sbarrati”. Tutto ciò a titolo gratuito.
La serata ha gettato senz’altro un ponte tra la società esterna e il microcosmo chiuso del carcere, attraverso una
celebrazione di un’antica forma d’arte a opera di donne
che hanno interpretato altre donne e in parte anche se
stesse, che hanno fatto ai loro concittadini un regalo
prezioso, e hanno trovato nel teatro una forma di riscatto,
perché, per usare ancora le parole della regista: “la bellezza dei capolavori fa bene alle anime inquiete e ferite”.
Anime inquiete e ferite lo siamo un po’ tutti almeno una
volta nella vita, se è vero che, come disse Nietzsche, la
tragedia “non è un genere letterario, ma la condizione
stessa dell’esistenza”. E allora forse noi uomini moderni,
sempre di corsa, nativi digitali, cittadini del mondo e chi
più ne ha più ne metta, dovremmo imparare a tornare
alle radici della nostra civiltà, per recuperare quel coraggio che ebbero i Greci di guardare in faccia il dolore, di
sedervisi di fronte su dei gradini di pietra e di contemplarlo per ore in religioso silenzio, e uscirne infine purificati.
“Ognuno è come se avesse sdoppiato sé stesso e si rivedesse là in quelle alte figure parlanti. Le scuote in tutta
la sua spietata trasparenza l’insulto della solitudine,
l’orgoglio del proprio sangue, la maschera dell’ingiustizia,
il disastro della guerra, di divinità indifferenti; si torturano le braccia, si stringono l’uno all’altro, e lacrime
di rabbia, di gioia, di continuo dolore, ma insieme, perché questo è vivere, cioè riempirsi di luce, poca o tanta
che sia, ma qui e subito, e questo è il teatro, il nostro
gioco vivo per sfondare le tenebre” (Roberto Vecchioni)
Quest’anno a Monza una piccola candela contro le
tenebre è stata accesa e sono sicura che non è la sola.
Tante piccole luci vengono accese ogni giorno. Io,
grazie alla gentile disponibilità di Luisa Gay, ve ne
ho raccontata una e spero che abbia positivamente
ispirato alcuni di voi. (Avanti, potenziali piromani canoviani. Lo so che mi state capendo. Andate e accendete!)
TECNOLOGIA: PADRONI O SCHIAVI?
Varcata l’ultima frontiera tecnologica, entra nelle nostre case il robot da compagnia.
di Beatrice Biondo
Ai giorni nostri, ognuno di noi è consapevole di essere
circondato dalla tecnologia: dalle automobili agli elettrodomestici, dal cellulare in tasca al portatile nella borsa…
Sin dall’invenzione di Edison della prima lampadina, nel
1879, lo sviluppo scientifico non si è mai arrestato: dalla
comparsa del primo televisore nel 1928 al boom del personal computer apparso nel 1975, fino a giungere alla
grandiosa rivoluzione provocata dalla creazione della
rete Internet nel 1980. Passo dopo passo, invenzione
dopo invenzione, la tecnologia ha permesso di abbattere muri, che fino a un momento precedente sarebbero
stati considerati invalicabili. Ma quanto ha trasformato il
nostro modo di vivere, in realtà?Basti pensare all’utilizzo
che ne facciamo ogni giorno: senza automobile probabilmente smetteremmo di uscire di casa, senza forno
microonde metà degli scapoli sarebbero morti di fame,
senza TV paolo fox non esisterebbe. Per non parlare di
quanto essenziale sia la rete: fino a qualche decennio fa,
sarebbe risultata addirittura impensabile la solo idea di
poter chiamare e vedere il nostro caro amico australiano Paul. Queste comodità non sorprendono nemmeno
più, in quanto parte della normale quotidianità. Anzi, il
solo pensiero di uscire avendo dimenticato il cellulare
ci terrorizza. Fino a che punto può spingersi la scienza?
18 gennaio 2015, nella Repubblica si legge “presto nelle
nostre case il robot da compagnia”. Ultimissima novità,
già approdata nei laboratori italiani, anche se in forma
sperimentale, è il cosiddetto “robot da compagnia”. Si
tratta di un vero e proprio androide, dalle sembianze
umane, in grado di interagire con gli esseri viventi.
“ È in fase di progettazione all’istituto isit di Genova, avrà
un aspetto rassicurante e sarà in grado di muoversi autonomamente, raccogliere e afferrare oggetti” confermano gli studiosi. Per ora, questo robot, non troppo economico (con un costo stimato sui 250.000 euro a pezzo)
, rimane un esperimento pensato per intrattenere le persone più anziane e magari affiancarle nei momenti di necessità.Tutto ciò può sembrare grandioso all’apparenza.
Tuttavia, l’abuso della tecnologia ha portato con sé anche degli sviluppi negativi. Nel corso degli anni, il suo
eccessivo impiego non solo ha trasformato la vita degli
adulti, ma ha condizionato soprattutto il loro modo di
educare i figli. Se prima il passatempo dei piccoli era leggere i librettini della Disney, ora ciò è stato sostituito da
“Candy Crush “ o da qualsiasi altra applicazione sul cellulare o sul tablet dei genitori. Nulla di così sconvolgente,
penserete. Tuttavia recenti studi dimostrano quanto
la capacità di apprendimento dei bambini, nelle sue
forme più banali come saper leggere e scrivere, ma addirittura la semplice capacità di concentrazione stanno
calando a picco. Insomma, un vero e proprio regresso.
Non è finita qua. “Troppa tecnologia, allarme per i bambini: con tablet e pc mal di schiena già a 7 anni” scrive
La Repubblica. L’allarme arriva da uno studio britannico, realizzato dal centro ospedaliero dell’università
Aertawe Bro Morgannwg (Galles), dopo che la struttura aveva visto raddoppiare in 6 mesi il numero dei
trattamenti per questi disturbi tra bambini e ragazzi.
Si parla di “posture innaturali” causate dall’utilizzo continuo degli apparecchi elettronici, con conseguenze
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innocue come un torcicollo o il mal di schiena, ma che a
lungo andare potrebbero diventare patologie irreparabili alla salute dei piccoli. Se da un lato lo sviluppo tecnologico, ci ha alleggerito la vita, ovviando a numerosi
e fastidiosi problemi, dall’altro ci ha resi suoi succubi.
Ovviamente non possiamo fargliene una colpa, sarebbe
una cosa ridicola. L’uomo è il vero artefice. Ciò non significa che dobbiamo privarcene a tal punto da diventare
eremiti. Sarebbe assurdo, se non impossibile. Ormai,
nel nostro presente la tecnologia è indispensabile. Semplicemente, dovremmo imparare a disintossicarcene un
po’ alla volta. Come adolescenti ora, ma come adulti e
magari genitori in futuro. E come? Beh, magari smettendo di vivere attaccati al cellulare, a chattare notte e giorno
e a postare foto inutili di ogni minima cosa. Scegliendo di
leggere il giornale o addirittura un libro (cosa assai sconosciuta ultimamente). Trascorrendo del tempo coni propri fratelli o i figli invece di piazzarli davanti allo schermo
del tablet. Semplici cose a dirsi, ma che potrebbero davvero fare la differenza. Rimaniamo padroni, non succubi.
di Giulia Santi e Eva Fedato
Lo scorso 15 gennaio sono state annunciate le candidature per la 87esima edizione degli Academy Awards, la cui cerimonia di consegna si terrà il 22 febbraio a Hollywood. Il premio
più ambito, quello del miglior film, è conteso da 8 pellicole: Birdman, che cerca di trasmettere il divario tra le luci della celebrità, l’effimero affetto dei fan per i loro idoli e la vita
reale di un attore invecchiato; Grand Budapest Hotel, vincitore del Golden Globe come miglior commedia, pellicola con inquadrature simmetriche e scenari che paiono dipinti, che
ci porta nell’Europa del 1900 grazie alle vicende e ai personaggi che si susseguono in un hotel di lusso di uno stato immaginario; Boyhood, già vincitore del Golden Globe come
miglior film drammatico, girato per una settimana all’anno per 12 anni, incentrato sulla vita di un bambino che diventa adolescente, con una narrazione che tocca temi diversi con
naturalezza, seguendo lo scorrere del tempo senza forzature o artefatti colpi di scena; Whiplash, che narra la vita di un giovane batterista jazz alle prese con un temibile insegnante
nella scuola di musica; Selma, che ci proietta nell’Alabama del 1965, durante la marcia pacifica guidata da Martin Luther King per mettere fine ai soprusi contro i neri; American
Sniper, la storia di un cecchino che deve confrontarsi non solo con la guerra, ma anche con la vita che lo attende a casa; e infine The Imitation Game e La teoria del tutto.
Numerosi fan sono rimasti delusi da non trovare L’amore bugiardo - Gone girl tra i nominati, così come per Lo sciacallo - Nightcrawler. Il primo ci racconta la storia di un uomo
sospettato per la scomparsa della moglie, donna dalla vita apparentemente perfetta, attraverso un gioco psicologico di grande spessore. Il secondo è incentrato sulla vita di un
disoccupato che, dopo aver assistito per caso a un incidente stradale, decide di girare per la città e filmare le scene più cruente degli incidenti e venderle ai giornali. Grande delusione
anche per Interstellar, nonostante sia un film di fantascienza, categoria notoriamente snobbata dall’ Academy, che conferì un Oscar a un film di questo genere solo nel 2003 con Il
Signore degli Anelli: Il ritorno del re.
Per quanto riguarda gli attori protagonisti, i nominati sono Steve Carrell per Foxcatcher, Bradley Cooper per American Sniper, Michael Keaton per Birdman, Benedict Cumberbatch
per The Imitation Game ed Eddie Redmayne per La teoria del tutto. La francese Marion Cotillard, già vincitrice per La vie en Rose, è in corsa come migliore attrice protagonista
con il film Due giorni, una notte, in cui interpreta una dipendente di una ditta di pannelli solari che in un weekend deve convincere i suoi colleghi a rinunciare a un bonus nel loro
salario, che basterebbe per pagare il suo stipendio, senza che lei perda il suo lavoro; la statuetta è inoltre contesa da Felicity Jones, che interpreta la moglie di Stephen Hawking,
candidata per la prima volta; Rosamund Pike, la “amazing Amy” di Gone Girl, anch’ella alla sua prima nomination; Reese Witherspoon per Wild, donna che, per curare le ferite della
sua anima dopo la morte della madre e un divorzio, decide di percorrere in solitario 4000 km attraverso gli USA; infine Julianne Moore, alla sua quinta nomination, che ci regala una
performance intensa e di una quarantacinquenne che si scopre malata di Alzheimer, nel film Still Alice, tratto dall’omonimo libro.
Nell’attesa di scoprire i vincitori, non è facile prevedere quali potrebbero essere i fortunati; nel frattempo, per chi volesse tenersi aggiornato, la pagina Twitter dell’Academy (@
TheAcademy) svela giorno dopo giorno i nomi dei presentatori e altre curiosità.
NOMINATION
NOMINATION
REDMAYNE
NOMINATION
JONES
NOMINATION
ORIGINALE
NOMINATION
COME MIGLIOR FILM
COME MIGLIOR ATTORE PER EDDIE
COME MIGLIOR ATTRICE PER FELICITY
COME MIGLIOR SCENEGGIATURA NON
COME MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE
LA TEORIA DEL TUTTO
“NON DEVONO ESSERCI LIMITI AGLI SFORZI DELL’UOMO. PER QUANTO SEMBRI
BRUTTA LA VITA, FINCHÉ C’È VITA C’È SPERANZA.”
ANNI SESSANTA, IL MONDO È IN FERMENTO. CAMBRIDGE, UN GRANDE DILEMMA:
ATTORNO A QUALE ARGOMENTO COSTRUIRE LA PROPRIA TESI DI DOTTORATO IN
FISICA?
BEN PRESTO, L’ASTROFISICO E COSMOLOGO STEPHEN HAWKING, DECIDERÀ DI
APPROFONDIRE LA RELAZIONE FRA SPAZIO E TEMPO.
HA UN INIZIO IL TEMPO? E AVRÀ UNA FINE? C’È STATO “UN PRIMA” DELL’UNIVERSO
? CI SARÀ “UN DOPO”? E SI PUÒ RICONDURRE TUTTO CIÒ A UN’UNICA, ELEGANTE
EQUAZIONE CHE SPIEGHI PERCHÉ ESISTE QUALCOSA INVECE DI NIENTE?
CERCANDO LA RISPOSTA A QUESTE DOMANDE STEPHEN INCONTRA JANE,
STUDENTESSA DI LETTERE, CON LA QUALE INTRATTERRÀ UN RAPPORTO UNICO:
VIVRANNO TIMIDI E SPENSIERATI I PRIMI MOMENTI DEL LORO AMORE FINCHÉ IL
DESTINO NON RIVELERÀ CHE COS’HA IN SERBO PER LORO.
DIETRO OCCHIALI SPESSI E LAVAGNE SATURE DI FORMULE AL GESSO, IL RAGAZZO
È FELICE.
LA VITA, TUTTAVIA, LO INVESTE IN PIENO PETTO CON LA DIAGNOSI DI UNA
MALATTIA: IL MORBO DI DUCHENNE-ARAN. STEPHEN PERDE PROGRESSIVAMENTE
LA CAPACITÀ DI CONTROLLO DEI MOVIMENTI VOLONTARI, NONCHÉ L’USO DELLA
PAROLA. GLI RESTANO, PERÒ, UN’ASPETTATIVA DI VITA DI DUE ANNI E L’AMORE
DELLA CORAGGIOSA JANE. IL SUO SUPPORTO E LA SUA DETERMINAZIONE
SARANNO INCROLLABILI. I DUE SI SPOSANO E A PARTIRE DA QUESTO MOMENTO
IL FILM PRENDE UNA PIEGA INEVITABILMENTE UMANA, ESPLORANDO UN ASPETTO
TUTT’ALTRO CHE MATEMATICO DELLA VITA: IL RACCONTO DEL TEMPO BIOLOGICO
DI STEPHEN E JANE.
INSIEME, SFIDERANNO L’IMPOSSIBILE.
I MEDICI, INFATTI, AL MOMENTO DELLA DIAGNOSI SENTENZIANO: “IL CERVELLO NON
VERRÀ COLPITO, MA IL PROBLEMA È CHE NESSUNO CAPIRÀ I SUOI PENSIERI”. INVECE,
NON SOLO FURONO CAPITI, BENSÌ RIVOLUZIONARONO LA SCIENZA E IL MODO DI
CONCEPIRE L’UNIVERSO E IL TEMPO.
MENTRE IL SUO CORPO AFFRONTA LIMITAZIONI SEMPRE PIÙ GRANDI, LA SUA MENTE
GENIALE, RIMASTA ILLESA, CONTINUA LA SUA ATTIVITÀ COME FISICO TEORICO, CHE
SFOCIA NELLA FORMULAZIONE DI UNA STRABILIANTE TEORIA. QUEST’ULTIMA
SI DIFFONDE IN TUTTO IL MONDO GRAZIE ALLA PUBBLICAZIONE DEL SUO LIBRO,
SCRITTO CON IL SOLO AUSILIO DI UN SINTETIZZATORE VOCALE, CHE TRADUCEVA IN
SUONO CIÒ CHE HAWKING SCRIVEVA SU UN APPOSITO COMPUTER.
LA FIGURA DI JANE È COSTANTEMENTE CELEBRATA DAL REGISTA JAMES MARSH.
LEI È COMPLICE DEL SUCCESSO DI HAWKING: MOGLIE, MADRE, AMANTE E DONNA
STRAORDINARIA. IL PERSONAGGIO, INTERPRETATO DA FELICITY JONES, MOSTRA
L’ELEGANZA E LA DETERMINAZIONE DEL GENERE FEMMINILE, IL CORAGGIO
NELL’INTRAPRENDERE UNA STRADA CHE VA CONTRO OGNI ASPETTATIVA, CONTRO
OGNI LEGGE FISICA E UMANA.
DOPO VENTICINQUE ANNI PASSATI A SACRIFICARE IL PROPRIO TEMPO PER
PERMETTERE ALL’AMATO MARITO DI AVERNE UNO, JANE DECIDE DI LASCIARLO PER
DEDICARSI FINALMENTE ALLA SUA VITA.
LA LORO STORIA, FIN DALL’INIZIO FATICOSA E COMPLESSA, RITRAE LE DIFFICOLTÀ DI
ENTRAMBI E LA SPLENDIDA IDEA DI HAWKING, COSÌ FORTE E INSOLITA, PERMETTE
DI RICORDARE A CIASCUNO CHE FINCHÉ C’È VITA, C’È SPERANZA, NON IMPORTA
QUANTO LA VITA DIVENTI DIFFICILE E FRUSTRANTE.
ANCHE L’ATTORE PROTAGONISTA, EDDIE REDMAYNE, È CANDIDATO ALL’OSCAR COME
MIGLIOR ATTORE (DOPO AVER VINTO IL GOLDEN GLOBE PER LA STESSA CATEGORIA)
E SI È DIMOSTRATO UGUALMENTE ALL’ALTEZZA DEL RUOLO ASSEGNATOGLI,
FACENDO DI STEPHEN UN UOMO NON SOLO DALLE ABILITÀ PSICHICHE ECCELSE, MA
CAPACE ANCHE DI RICONOSCERE IL DIRITTO DI OGNI PERSONA DI ESSERE FELICE,
NEI LIMITI DELLE SUE POSSIBILITÀ.
DENTRO QUESTI LIMITI IL TEMPO DI STEPHEN E JANE È L’UNIVERSO. CHE CI SIA O
NON CI SIA UN’EQUAZIONE CHE NE SAPPIA RIASSUMERE GLI ASPETTI, QUESTO È IL
LORO TUTTO.
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RUBRICHE
NOMINATION COME MIGLIOR
NOMINATION COME MIGLIOR
NOMINATION COME MIGLIOR
BENEDICT CUMBERBATCH
NOMINATION COME MIGLIOR
PER KEIRA KNIGHTLEY
NOMINATION COME MIGLIOR
NOMINATION COME MIGLIOR
NOMINATION COME MIGLIOR
FILM
REGIA PER MORTEN TYDLUM
ATTORE PROTAGONISTA PER
ATTRICE NON PROTAGONISTA
MONTAGGIO
SCENOGRAFIA
COLONNA SONORA ORIGINALE
RUBRICHE
Spegnete il mondo,
solo un momento.
Spegnete il mondo,
fermate il tempo.
Spegnete il fiume
che scorre lento,
spegnete il lume
del firmamento.
Passano le ore,
indifferenti.
Vuoto rumore,
uomini urlanti.
Mille
parole
di muti canti.
Anime sole
che vanno avanti.
Spegnete il cielo,
uomini folli,
spegnete il cielo,
prima che crolli,
spegnete il lume
che arde intorno,
senza volume
sia questo giorno.
Passano istanti,
pieni di niente,
nubi sui monti,
nubi di gente.
Volano i canti,
scorre la mente.
Luci di incanti
senza presente.
E il colpo che sferra
la spada letale,
lama che afferra
la luce del male,
uccidete la guerra,
bevete il mio mare,
fermate la terra
e lasciatemi andare.
Cristiana Mazzetto
THE IMITATION GAME
POLIZIOTTO: - E QUESTA È LA SUA PUBBLICAZIONE? QUAL È IL TITOLO?
TURING: - IL GIOCO DELL’IMITAZIONE.
P: - ED È DI QUESTO CHE PARLA?
T: - LE VA DI GIOCARE?
P: - PREGO?
T: - FACCIAMO UN GIOCO. UNA SORTA DI TEST PER STABILIRE SE HA DAVANTI UNA
MACCHINA O UN ESSERE UMANO.
P: - E COME SI GIOCA?
T: - C’È UN GIUDICE ED UN SOGGETTO. IL GIUDICE FA DELLE DOMANDE ED IN BASE
ALLE RISPOSTE STABILISCE CON CHI STA PARLANDO O CON COSA STA PARLANDO.
LEI DEVE SOLTANTO FARMI UNA DOMANDA.
P: - COSA FACEVA DURANTE LA GUERRA?
L’INGLESE ALAN TURING È UN CRITTOGRAFO NARCISISTA, EGOISTA, SDEGNOSO,
ALTEZZOSO, NON HA AMICI E NON VUOLE AVERNE. È INTELLIGENTE E INGEGNOSO
E RIESCE A CREARE UNA MACCHINA -CHIAMATA CHRISTOPHER- CHE RIESCE A
BATTERNE UN’ALTRA, CONSIDERATA IMPOSSIBILE DA DECODIFICARE: ENIGMA, IL
CERVELLO DELLE COMUNICAZIONI IN CODICE DEI TEDESCHI NAZISTI. GRAZIE A LUI
LA GUERRA SI ACCORCIÒ DI DUE ANNI E 14 MILIONI DI PERSONE SI SALVARONO.
LA SUA IMPRESA RIMANE SEGRETA E, UNA VOLTA TERMINATA LA GUERRA, TURING
SCRIVE UN BREVE TRATTATO DOVE SI INTERROGA SULLA DIFFERENZA TRA GLI
UOMINI E LE MACCHINE. QUAL È LA DIFFERENZA? LA RISPOSTA C’È E QUESTO FILM
CERCA DI SUGGERIRCELA. LA CORSA CONTRO IL TEMPO DI TURING E DELLA SUA
EQUIPE DI CRITTOGRAFI E MATEMATICI ESPERTI È SOLO UNA DELLE TRE TAPPE
DELLA VITA DI TURING CHE VENGONO NARRATE. POSSIAMO VEDERE LA GIOVINEZZA
DI TURING SUI BANCHI DI SCUOLA, DOVE ERA VITTIMA DI BULLISMO E DOVE SI
INNAMORA DEL COMPAGNO DI CLASSE CHRISTOPHER, CHE GLI FA SCOPRIRE LA
PROPRIA OMOSESSUALITÀ. SEGUIAMO LA SUA LOTTA CONTRO IL TEMPO PER
RIUSCIRE A SCONFIGGERE ENIGMA. INFINE, LO VEDIAMO SEDUTO NELL’UFFICIO
DI UNA STAZIONE DI POLIZIA, ARRESTATO PER ATTI OSCENI, NELL’INGHILTERRA
PROIBIZIONISTA CHE CONDANNAVA LE RELAZIONI TRA UOMINI. EGLI RACCONTA
LA PROPRIA STORIA A UN POLIZIOTTO, CHE NON RIESCE A RISPONDERE ALLA SUA
DOMANDA: “SONO UN UOMO O UNA MACCHINA?”.
TURING CONOSCE LA DIFFERENZA. ANCHE SE PROBABILMENTE ESISTE UNA
MACCHINA IN GRADO DI FINGERE DI ESSERE UN UOMO, LUI NON È MAI RIUSCITO
A FINGERE DI ESSERE UNA MACCHINA. È RIMASTO INCASTRATO IN UN GIOCO
D’IMITAZIONE AL QUALE NON ERA BRAVO: SE FOSSE RIUSCITO A FINGERE DI ESSERE
QUELLO CHE NON ERA, SE FOSSE RIUSCITO A NASCONDERE LA PROPRIA NATURA
SOTTO UN’ATTITUDINE AFFABILE E UN’OPACA NORMALITÀ, NON SAREBBE STATO
CONDANNATO A UNA CURA ORMONALE PER ELIMINARE LE PROPRIE PULSIONI
DALLO STESSO GOVERNO BRITANNICO AL QUALE AVEVA REGALATO LA VITTORIA.
IL PROTAGONISTA È INTERPRETATO DA BENEDICT CUMBERBATCH, CHE RIESCE
A TRASMETTERCI TUTTO IL GENIO E ALLO STESSO TEMPO L’INQUIETUDINE DEL
PERSONAGGIO. LA PELLICOLA CI NARRA LA VITA DI ALAN, ALTERNANDOLA ALLO
SCENARIO DELLA GUERRA E ALL’ACCLAMAZIONE DELLA VITTORIA DEGLI ALLEATI
NELLE STRADE INGLESI.
P: - È INCREDIBILE.
T: - ORA, DETECTIVE, È ARRIVATO IL MOMENTO DEL GIUDIZIO. CHE COSA SONO?
SONO FORSE UNA MACCHINA, SONO UNA PERSONA? SONO FORSE UN EROE DI
GUERRA? O SONO UN CRIMINALE?
P: - NON POSSO GIUDICARLA.
T: - BEH, ALLORA, LEI NON MI È DI NESSUN AIUTO.
DIZIONARIO
Con la lentezza d’un gatto,
sfiorano la mia mente parole
mai incontrate,
o che non vedo da molto tempo;
di loro non ricordo più nulla,
eppure
qualcosa mi spinge a cercarne la compagnia.
Ed ecco, ancora una volta,
già mi getto alle spalle lettere su lettere,
una precipitosa fuga alfabetica
fra tortuose scale di spazi e vigole,
sempre ricadendo in una caligine
densa di pensieri e ricordi.
Ma alla fine, ogni cosa riprende il suo posto
e negli oceani delle pagine
ruotano lenti universi placidi
ed ora illuminati.
Francesca Varago
Ricordo che chiunque avesse piacere di pubblicare una
propria poesia all’interno di questa rubrica può farlo inviando il proprio scritto alla mail francesca.varago99@
gmail.com . I testi saranno pubblicati senza esclusioni e
anche in anonimo.
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ATLANTE
Tra le stelle Atlante
solo a reggere il mondo,
senza conoscerne le piante,
bloccato al di fuori di un luogo.
Non riesce ad uscire,
bloccato, impedito a sentire.
Così un uomo che spera,
senza conoscere la felicità,
ogni giorno la trova e prega,
ogni giorno cerca la serenità,
ma nulla lo convince
e finisce che la tristezza lo vince.
Afrodite lo insegue per amarlo,
solo la mitologia può spiegarlo,
dato che da sole le divinità
non stanno, priorità.
Atlante
è fermo deve aspettare
qualcosa che deve
accettare.
Che lingua parlano?
Le persone senza perdita,
i discorsi di parole crollano,
fanno una figura pessima,
non importa il mezzo,
l’animo è il prezzo.
Atlante non resiste e cade,
l’universo sprofonda
e a dirotto piange,
senza capir dell’onda,
Afrodite lo consola, amore
Afrodite lo aiuta, motore.
La persona non segue la natura,
viene sopraffatta, è dura
la vita di chi vive,
la vita di chi soffre.
Esistenza breve sopravvive.
È vita quella che ad
altri si offre.
Acram
RUBRICHE
AMERICAN SNIPER- LA GUERRA SECONDO EASTWOOD
di Davide Veneran
Il discussissimo film American Sniper racconta la storia
del cecchino più letale degli Usa, mostrando come da
texano domatore di tori diventi un Navy S.E.A.L. ritenuto una leggenda dai suoi commilitoni e la più grande
minaccia dai suoi nemici. Chi conosce Clint Eastwood
sa che è un conservatore e in questo suo ultimo film il
patriottismo è molto presente, anche troppo per i gusti di molti e inizialmente anch’io la pensavo così ma a
una più attenta analisi si può capire come si voglia esaltare il patriottismo ma non quello inteso nella sua
forma più sbagliata. Il film sembra trasmettere messaggi
volti a giustificare la politica estera degli Stati Uniti che
spesso e volentieri intervengono in scenari problema-
tici risolvendo ben poco (si pensi all’attuale situazione
della Libia o dell’Iraq) lasciando i paesi che hanno subito
l’intervento in condizioni disastrose. Personalmente, il
film mi è piaciuto per la presenza di certi elementi di non
poca importanza e nemmeno poi così scontati per un
film d’azione opera di un noto conservatore come Clint
Eastowood: si mostra il danno psicologico subìto da chi
si trova costretto a vivere nella violenza, la vita di chi
resta a casa ad aspettare la persona che ama e come sia
traumatico il ritorno alla normalità o come a volte non si
ritorni per niente perché si rimane traumatizzati da certi
orrori, che diventano la quotidianità in guerra. In questo
film che potrebbe sembrare pura propaganda repubbli-
cana si trasmettono quindi dei forti messaggi contro la
guerra. Recentemente in un’intervista Eastwood prende
posizioni pacifiste: ha vissuto durante la Seconda Guerra
Mondiale quando tutti erano patrioti, ha combattuto in
Corea, ha visto il suo paese combattere in Vietnam…
guerre che ogni volta avrebbero dovuto essere le ultime e difatti non è mai stato favorevole al conflitto in
Iraq. Possiamo quindi dire che il messaggio del film non
vuole giustificare la violenza disseminata nel mondo dai
conflitti armati, ma mette a nudo la cruda realtà: crimini
indicibili e per chi combatte non si torna, la guerra con i
suoi orrori non finisce mai.
LA FERILLIADE
di Alexia Cautis e Francesca Varago
Il giorno 31 gennaio 2015 è stato eletto Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella.
Sono state fatte quattro votazioni, e durante la prima
sono spuntati nomi di personaggi politici di grande spessore quali Giancarlo Magalli, Sabrina Ferilli, Ezio Greggio
e Francesco Totti.
Ma vi immaginate se fosse stato eletto uno di questi candidati?
Con la nostra fervida immaginazione abbiamo ipotizzato
l’elezione della showgirl Sabrina Ferilli.
Ottenuto il Quorum al Parlamento, viene portata in trionfo lungo la Via Appia.
Mentre gli intellettuali italiani si disperano, metà del
mondo ride e l’altra metà la cerca su Wikipedia, la neo
Presidentessa fa il giuramento alla nazione calamitando
tutti gli sguardi maschili sul patriottico décolleté.
Nel discorso agli Italiani promette di rimpolpare le casse
statali scontando i titoli di stato al 30%, con grande disappunto degli esperti economisti che ascoltano impotenti fuori dal Parlamento. Dentro, le fanno pure la ola.
Ma il massimo dell’entusiasmo si raggiunge quando la
Presidentessa Ferilli conclude il discorso con “Beato chiss
‘o fa, il sofà”.
Poco dopo, la vediamo affrontare coraggiosamente la
scalinata del Monumento al Milite Ignoto con un tacco
dodici D&G: ricordiamoci che la Presidentessa ritiene
molto importante far risaltare la qualità dei marchi italiani.
Tutto bene, finché deve chinarsi a posare la corona di alloro: il vestito, rosso fuoco in omaggio alla bandiera italiana, aderisce fin troppo bene al suo fisico prosperoso.
Difficoltosa anche l’uscita dalla Lancia Flaminia che l’ha
ormai portata al Quirinale, sempre a causa del suddetto
vestito.
Nel Reparto Corazzieri nella Loggia D’onore, l’audace
mise della Presidentessa causa anche un paio di incidenti
con le spade d’ordinanza, e un militare perde il controllo
della sua cavalcatura mentre rende i dovuti onori al lato
B del Capo di Stato.
II primo provvedimento che ritiene assolutamente indispensabile è la sostituzione di tutte le antiche poltrone e
i divani di velluto intarsiati con nuove poltrone in ecopelle sfoderabili e lavabili.
Appena stabilitasi nella sua nuova residenza, la Presidentessa organizza i festeggiamenti per la vittoria.
A dispetto delle aspettative, tutto sembra andare bene
sotto il governo dell’attrice.
Ma non durerà.
Infatti Giacarlo Magalli, inviperito per la mancata elezione, è deciso a spodestare la Ferilli con un colpo di stato
e ad instaurare un regime del Terrore.
Organizza quindi una congiura con la complicità Ezio
Greggio, anch’egli assetato di potere, ma qualcuno non è
d’accordo... Cicerone, sentendo il bisogno di difendere la
patria da Magalli, in cui riconosce la reincarnazione di Catilina, risorge dall’Erebo e prontamente sventa i malefici
piani del sovversivo. Purtroppo si sente anche in dovere,
senza che nessuno glielo chieda, di scrivere un interminabile orazione che pronuncia in Senato, trasmette per
radio e televisione, manda come spam a tutti gli italiani,
scrive su Facebook, twitta, fa scrivere nei cieli dagli aerei
e...va bene, forse ci stiamo facendo prendere un po’ la
mano.
Mettendo da parte gli scherzi, abbiamo creato uno scenario ridicolo nel tentativo di far riflettere.
Per quanto sembri assurdo, infatti, il nostro racconto è
basato su veri voti dati da veri rappresentanti del popolo
italiano. Il percorso per raggiungere i diritti odierni e per
il consolidamento dei principi democratici è stato lungo
e faticoso: ci sembra di cattivo gusto e offensivo nei confronti degli elettori non affrontare le elezioni del Capo
dello Stato con serietà. Sentiamo spesso dire che le persone non hanno più fiducia nello Stato... Come li si può
biasimare se sono presi in giro dai propri rappresentanti?
TASTE THE BLOOD OF DRACULA
La storia dietro la leggenda raccontata dal popolo.
di Lorena Patricia Hossu
C’era una volta un impalatore, che non riusciva a sfamare la sua brama di sangue.
Forse non è giusto cominciare con “c’era una volta”, perché questo è l’incipit delle favole che ci leggevano da
piccini (“C’era una volta, una piccola casetta nella campagna, dove viveva un porcellino vecchio e solo, che si
chiamava Porcellino”), mentre i bambini non conoscono il termine impalatore, che viene assimilato a vampiro. Possiamo cambiare la parola impalatore ed usare
conte. C’era una volta il grande castello Bran a Brasov in
Transilvania, dove viveva un conte, che si chiamava Vlad
Tepes. Meglio così, cosa dite? Le leggende ci parlano di
questo castello, ma siamo sicuri che Vlad di Valacchia
vivesse a Brasov? Pare che abbia trascorso la sua infanzia nel paese nativo Sighisoara e che dall’adolescenza
la sua vera abitazione fosse il castello Visegrad appartenente al regno d’Ungheria, e che non conoscesse nemmeno il castello Bran o il castello Huniazilor.
Perché viene chiamato “Dracula, il vampiro”? Dracula
deriva dalla parola romena “dracul”, il demone, soprannome che gli è stato dato dal suo popolo non solo per il
suo carattere forte e per il sangue, ma anche per i rituali
che svolgeva all’interno delle sale di Visegrad.
Vlad era una persona molto fedele e non tollerava i
peccatori o i colpevoli, che puniva impalandoli o tagliando loro mani, orecchie e lingue e conservandone poi
il sangue in un calice d’oro, bottino di una delle innumerevoli guerre con i Turchi, che volevano impossessarsi del territorio dell’attuale Romania, allora divisa in
tre grandi principati: Transilvania, il regno di Romania e
Moldova. Durante il suo dominio chiunque giungesse
al suo castello poteva servirsi del suo calice d’oro per
bere un’acqua, ma nessuno ebbe mai il coraggio di
rubarlo.
Vlad aveva un grande cuore, infatti dal momento che
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sosteneva i poveri, tenne un banchetto e invitò tutti i
nobili più ricchi e dopo aver offerto loro pietanze deliziose seguì i dessert: lì uccise tutti per impossessarsi
dei loro beni.
Sembra essere stato anche un ottimo amante: la sua
relazione con Katharina durò più di vent’anni e generò
cinque figli, dei quali abbiamo pochissime notizie. Il
conte prese come mogli altre due donne ed ebbe una
numerosa prole. Katharina si tolse la vita gettandosi da
una rocca, come testimoniano dei documenti, dopo
aver ricevuto una lettera mandata dai Turchi per mezzo
di un arco (visto che non potevano accedere al castello)
nella quale veniva comunicata la morte del marito.
Vlad fu ucciso nel 1476, fu decapitato e la sua testa fu
mandata in un vaso contenente del miele al sultano
Mehmed per ripicca; mentre il suo corpo fu seppellito
probabilmente nel Monastero Snagov o a Comana, che
ora è un Parco Naturale.
GRAPHICNOVEL
Quattro parole su questo fumetto:
Salve! Sono l'autrice, e questo è il mio primo fumetto di questa lunghezza, e il primo ad essere pubblicato in generale. Le tavole sono state
disegnate in periodi diversi, mi chiedo se si noti il cambiamento di
stile...
Rileggendolo, mi sono accorta che nonostante tutto non ne sono ancora convinta... e suona pretenzioso... Non era mia intenzione!
Però sono abbastanza soddisfatta del mio lavoro. Spero che vi convinca più di quanto abbia fatto con me.
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TO BE CONTINUED...
RUGBY
Per me la terra è un ovale
di Martina Lovat
Sei nazioni: Sabato 7 è iniziato il Sei Nazioni e l’Italia ha
cominciato contro l’Irlanda (campione in carica). Risultato finale? 3-26. Non molti sono i commenti che si possono fare: la difesa è andata bene ma l’attacco non si è visto.
Tragico non è stato tanto il risultato quanto i fatti successi dopo: due giocatori, tra i più bravi, si sono infortunati.
Alessandro Zanni (terza linea) ha finito la stagione e non
si sa se potrà giocare la Coppa del Mondo, sigh. A Michele
Campagnaro (trequarti centro) è andata, diciamo, meglio solo un mese di stop ma si perderà tutto il Sei Nazioni.
Neanche dal torneo femminile e da quello dell’u20 ci
sono buone notizie, hanno perso tanti a pochi pure loro.
Piccola curiosità: per capire quanta considerazione
hanno del’Italia i paesi anglosassoni vi faccio un esempio: nello spot per il torneo, la BBC ha sbagliato
la nostra bandiera invertendo il bianco e il verde.
Un’altra curiosità: Sergio Parisse è risultato il
quarto miglior giocatore del torneo (dopo il grandissimo Brian O’Driscoll, Martin Johnson e Paul
O’Connell) quindi complimenti al nostro capitano.
Benetton: Essendo a Treviso non si può far a meno di
parlare della Benetton. Dopo un inizio non al massimo
la squadra ha ritrovato la voglia di vincere tanto che ha
battuto la prima in classifica ovvero gli Ospreys.
Accademie: Molte sono le discussioni sul tema, c’è chi
è a favore e chi è contro. Ma vediamo di cosa si tratta.
Le Accademie allenano i giovani rugbisti che sembrano
più promettenti al fine di farli approdare in nazionale.
La più importante è quella federale di Tirrenia dedicata
a Ivan Francescato che era un grandissimo giocatore
trevigiano. Un’altra accademia, definita una delle migliori da Brunello (c.t. della Nazionale u18), è quella di
Mogliano che sforna numerosi talenti da tutto il Veneto.
Intervista a Martín Castrogiovanni del 30 Gennaio:
Nella sua ultima intervista Castro, oltre ad aver parlato
della situazione dei club e della Nazionale, ha detto
una frase che ha fatto ragionare e preoccupare tutti: “il
rugby inizia a essere come il calcio”. Tutti i tifosi hanno
iniziato a commentare sui social network preoccupati
perché, senza nulla togliere al calcio, “this is not soccer”
come disse l’arbitro Nigel Owens durante una partita.
(consiglio di leggere l’intervista perché fa capire bene la
situazione attuale dell’Italia)
U18: Notizie splendide invece dall’u18. La giovanile del
Benetton è prima in classifica senza aver mai perso o
pareggiato una partita. Mentre la Nazionale ha battuto
la Francia 26-22.
Questo era un riassunto degli ultimi fatti successi. Continuando a tifare non ci resta che sperare.
BREAKING NEWS
Canova hits top 10
di Alice Mamprin
Grazie ad un sondaggio fatto nella nostra scuola, abbiamo scoperto quali
sono gli artisti più ascoltati al Canova.
1. ED SHEERAN
2. MUMFORD AND SONS
3. THE BEATLES
4. Tiziano Ferro
5. Pink Floyd
6. One Direction
7. One Republic
8. Eminem
9. Green Day
10. Bruno Mars
Ed Sheeran (17 febbraio 1991), l’amato
“pel di carota” che raggiunse il massimo
successo con il video musicale di Lego
House, girato con la collaborazione di Rupert Grint (Ron Weasley nella saga di Harry Potter), è stato visto cimentarsi in un
ballo con Brittany Cherry (ballerina final-
ista del talent show “So you think you can
dance”), nel video musicale di “Thinking
out loud”; chi avrebbe mai pensato che se
la cavasse così bene in questa disciplina?
Pare che per Ed fosse la prima volta
ma il cantante afferma che tutto è avvenuto solamente grazie a Brittany.
Come previsto dalle riviste musicali
negli States e in Europa, è stato sold out
immediato per tutte le date europee
del tour 2015 (sold out per il concerto
all’Alcatraz di Milano dello scorso mese).
Lo scorso anno Mr Sheeran ha
vinto due premi ai Teen Choice
Awards, miglior artista maschile e
miglior brano maschile con Sing.
LO SAPEVI? Il “Teen Choice Awards” è
un premio televisivo ideato ed organizzato dall’estate del 1999 trasmesso negli
States e in Canada. Durante la serata vengono assegnati premi per la musica, i film
e la televisione. I ragazzi sono gli unici
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che possono votare chi preferiscono.
Mumford and sons, chi sono?
Sono una band (dal 2007) indie folk
londinese composta da Marcus Mumford (voce, chitarra e batteria), Winston
Marshall (voce, chitarra resofonica e
banjo), Ben Lovett (voce, organo e tastiera) e Ted Dwane (voce e contrabbasso).
Il primo progetto della band è stato
un EP intitolato “Love your ground”,
pubblicato
nel
novembre
2008.
Il loro album di debutto fu “Sigh no more”
che vendette più di un milione di copie.
Il secondo album (2012) è “Babel” che
ha raggiunto il primo posto nella classifica statunitense assoluta di Billboard.
“Babel”, nel 2013 vinse il Grammy Award come “miglior album”.
LO SAPEVI? Il “Grammy Award” è uno dei
premi più importanti degli Stati Uniti.
È l’equivalente dei premi Oscar nel mondo del cinema.
Grammy Awards, Billboard Awards e
American Music Awards sono i tre principali riconoscimenti musicali statunitensi.
La scelta del vincitore è affidata a una votazione di esperti.
LA REDAZIONE:
Caterina Baldasso
Arianna Martin
Andrea Toffanin
Caterina Begliorgio
Cristiana Mazzetto
Aldo Tonini
Beatrice Biondo
Silvia Michieletto
Giada Tubiana
NiccolòAcram Cappelletto
Roberta Modolo
Francesca Varago
Linda Cappellina
Giulia Palaja
Davide Veneran
Federica Baron Cardin
Chiara Perini
IMPAGINATRICE:
Alexia Cautis
Linda Petenò
Lorena Patricia Hossu
Beatrice Criveller
Francesca Rosso
COPERTINA DI:
Lorena Patricia Hossu
Matteo Rubbini
Margherita Sartor
Arianna Longo
Giulia Santi
ILLUSTRAZIONI DI:
Martina Lovat
Sara Santi
Margherita Sartor
Alice Mamprin
Margherita Sartor
PLANISFERO DISEGNATO DA:
Eleonora Marchetto
Benedetta Tiveron
Sara Santi
Inoltre, da quest’anno la “Venticinquesima
Ora” si può visualizzare in formato PDF
QUESTO NUMERO È STATO GENTILMENTE SPONSORIZZATO DA:
SPECIALE CINEMA EDERA
Per tutto il mese di marzo, ogni martedì il
cinema a 3 EURO per tutti!
Ogni settimana i grandi film del 2015 che non
avete fatto in tempo a vedere:
da Gone Girl a Il Nome del Figlio passando per
La Teoria del Tutto, Birdman... E altro ancora!
Primo appuntamento con il thriller "Gone Girl
- L'Amore Bugiardo"
con Ben Afflek e Rosamund Pike.
Non mancate!
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