obiettivi e risultati del piano locale giovani dell`ambito territoriale di
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obiettivi e risultati del piano locale giovani dell`ambito territoriale di
Sperimentazione Piani Locali Giovani PLG.MAGAZINE obiettivi e risultati del piano locale giovani dell’ambito territoriale di Sondrio Albosaggia|Berbenno di Valtellina|Caiolo|Caspoggio|Castello Dell’Acqua|Castione Andevenno|Cedrasco|Chiesa in Valmalenco|Chiuro| Colorina|Faedo Valtellino|Fusine|Lanzada|Montagna in Valtellina|Piateda|Poggiridenti|Ponte in Valtellina|Postalesio|Sondrio|Spriana| Torre di Santa Maria|Tresivio 1 nr. 2010 Azione 1 Lavoro In copertina foto progetto Dancing Dale Indice Azione 1 Lavoro 3. Azione 1 in sintesi 4. Newsletter Orientamento. Valtellina Lavoro 8. Promozione dell’Osservatorio Astronomico “Giuseppe Piazzi”. Comune di Ponte in Valtellina 12. Valorizzazione del Miele nell’ambito dei prodotti tipici della Valtellina. APAS 15. ProMuovere - Accessibilità per tutti. C.S.V. L.A.Vo.P.S. 18. Ecodellevalli.it. Bonazzi Grafica srl Azione 2 C on questa iniziativa editoriale è stato creato un supporto agli obiettivi e ai risultati del Piano Locale Giovani. Il PLG.Magazine, infatti, è nato con la volontà di raccontare il lavoro di molti ragazzi e ragazze valtellinesi e delle persone, delle aziende e degli enti che li hanno sostenuti. In questo nr. 1 vi presentiamo cinque progetti che hanno come protagonisti altrettanti giovani neolaureati, diamo visibilità ad otto giovani talenti creativi che hanno vinto l’omonimo Bando e apriamo la sezione Eccellenze presentando chi abbiamo ritenuto essere rappresentativo di questa categoria. Infine viene presentata la Rubrica dedicata ai Servizi Integrati e la sezione Aggiornamenti in cui si dà voce ai progressi dei progetti presentati nei numeri precedenti. Simona Viganò Creatività 20. 20. 22. 24. 26. 28. 30. 31. 32. Azione 2 in sintesi Dancing Dale Finchè morte non ci unisca (Io, Lui ed il Fratello) Dire, fare, mangiare. Campagna contro l’anoressia Racconti di Pietra Cose di Cuore Viaggi. Alla ricerca di se stessi Il Fantasma di Cantervile Un treno, una valle Azione 3 Eccellenza 34. Azione 3 in sintesi 34. Dirupi 36. Ecomuseo della Valgerola R Rubrica Servizi Integrati Informagiovani<->Policampus 38. Informagiovani a Scuola 40. Intervista a Valentin Potier A Aggiornamenti 42. Amici per la pelle. Fondazione Albosaggia Il Piano locale Giovani (PLG) Una proposta strategica per i comuni nell’ambito delle politiche giovanili Il Progetto di Sperimentazione biennale dei Piani Locali Giovani, promossi e sostenuti dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la collaborazione dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e la Rete Iter, nasce con l’obiettivo di sostenere l’azione degli Enti locali nel campo delle Politiche giovanili. Il Piano Locale Giovani (PLG) costituisce, quindi, una proposta strategica per il rafforzamento dei processi di innovazione delle politiche giovanili realizzate dagli Enti locali. Si tratta di uno strumento operativo in grado di disegnare e realizzare interventi che tengano conto delle risorse e delle peculiarità degli ambiti sociali e territoriali nei quali dovranno attuarsi e di produrre effetti che rispondano ai bisogni locali. La sperimentazione PLG vede coinvolti diversi Comuni italiani ed associazioni di Comuni, i quali hanno avviato un processo di programmazione in grado di rispondere alle priorità che ogni territorio presenta rispetto alla condizione di autonomia giovanile. Al PLG partecipano i comuni dell’Ambito territoriale di Sondrio, con il Comune di Sondrio nel ruolo di ente capofila. Per la seconda edizione del PLG sono state previste tre azioni che hanno l’obiettivo di sviluppare e promuovere il lavoro, la creatività e l’eccellenza giovanile. Azione 1 in sintesi Progetti innovativi per lo sviluppo e l’innovazione locale con il contributo di giovani neolaureati La prima azione del PLG è stata finalizzata a promuovere Bandi di concorso per la presentazione di progetti per lo sviluppo e l’innovazione locale, che prevedessero il coinvolgimento e la valorizzazione di neo-laureati di età non superiore ai 30 anni. Foto di Sara Bombardieri 3/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro Newsletter Orientamento VALTELLINA LAVORO Sol.Co. - Informagiovani Fondazione Gruppo Credito Valtellinese Confindustria Sondrio Valtellina Lavoro Via De Simoni, 15 - 23100 Sondrio 0342.212.582 www.valtellinalavoro.it [email protected] www.facebook.com (profilo: Valtellina Lavoro srl) Carolina Trivella Giovane Neolaureata Laurea Specialistica in Archeologia classica presso l’Università degli Studi di Pavia. Prima di questa esperienza, durante gli studi universitari, ha lavorato con continuità per acquisire sempre più esperienza e sviluppare le proprie capacità relazionali. Tra le diverse attività svolte: le cento ore universitarie presso l’Ufficio Relazioni Esterne, hostess, promoter. Per Valtellina Lavoro inizia a luglio 2009 uno stage formativo come Selezionatore Junior. Valerie Schena Ehrenberger Responsabile di Progetto Amministratore unico di Valtellina Lavoro. Il progetto L’ente promotore Valtellina Lavoro nasce nel 2001 da un’iniziativa di alcuni imprenditori valtellinesi, ponendosi come prima azienda del territorio dedita alla ricerca e selezione di profili specializzati assunti direttamente dalle aziende clienti. È conosciuta come società di ricerca e selezione del personale che fornisce servizi professionali per il reclutamento quali: ricerca attiva attraverso l’utilizzo di diversi canali e la collaborazione con enti pubblici e privati, un completo processo di selezione, testing di verifica delle competenze, elaborazione del profilo professionale e personale del candidato. Valtellina Lavoro è attiva anche nella consulenza aziendale e nella formazione con l’obiettivo di valorizzare il neoassunto e il personale dell’azienda cliente; a questo proposito fornisce piani di sviluppo e formazione per i dipendenti dei suoi clienti, consulenza per la gestione del personale e la comunicazione interna. All’interno del PLG presenta il progetto “Newsletter Orientamento” che ha finalità orientative e formative sulla realtà socio-economica valtellinese. 4/nr. 1/2010 Le finalità Il progetto “Newsletter Orientamento” ha come target i neodiplomati valtellinesi che frequentano gli istituti e i licei presenti nella Provincia di Sondrio. Le premesse su cui si basano gli obiettivi di questo intervento sono le difficoltà delle aziende valtellinesi nel trovare profili idonei alle proprie esigenze, infatti molti giovani lasciano la nostra provincia per continuare il loro percorso formativo e professionale altrove. Rintracciarli, per fornirgli un’adeguata informazione sul tessuto economico e sull’offerta lavorativa valtellinese, diventa tanto più difficile quando sono le stesse università a non fornire sempre gli elenchi completi dei propri studenti. Nasce quindi, su intuizione dell’amministratore di Valtellina Lavoro, Valerie Schena Ehrenberger, la voglia di creare un nuovo strumento informativo, veloce ed immediato, che contatti i giovani valtellinesi prima che lascino il nostro territorio affinché siano informati e coscienti delle opportunità professionali presenti. Lo scopo è sia di poter incentivare un futuro ritorno, concluso il loro percorso formativo, sia di poter evidenziare i concreti sbocchi professionali che offre il mercato (quest’ultimo aspetto, nello specifico, è rivolto a chi continua gli studi affinché faccia una scelta consapevole e a chi decide di inserirsi subito nel mondo del lavoro). Con questi obiettivi e grazie all’apporto professionale di una giovane neolaureata si è creata una newsletter e una pagina facebook dedicata che si rivolgono direttamente ai giovani ragazzi valtellinesi. Questo progetto si sviluppa anche grazie alla creazione di una rete con diversi partner (Informagiovani, Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e Confindustria Sondrio), la quale ha permesso non solo una maggiore informazione sulle finalità perseguite, ma anche uno scambio reciproco dei contatti mail raggiunti, sviluppando così una cooperazione sinergica. Ad oggi la newsletter viene inviata a quasi 900 giovani neodiplomati. L’intervista a Valerie Schena Ehrenberger e a Carolina Trivella informarli sulle iniziative che riguardano il mondo del lavoro. Per raggiungere queste finalità a quale strumento informativo avete pensato? V.S.E. - L’obiettivo é quello di raggiungere i ragazzi diplomati nel 2009, per questo motivo è stato indispensabile l’apporto di Carolina Trivella. Avere la collaborazione professionale di una giovane ragazza è risultato fondamentale per trovare mezzi e linguaggi idonei al target di riferimento, che potessero informarli in linea con le loro abitudini di comunicazione. Con questa premessa abbiamo pensato ad una newsletter che a cadenza regolare viene inviata a tutti i ragazzi neodiplomati iscritti all’iniziativa e ad una pagina facebook dedicata. Come si è strutturato il lavoro? C.T. - Il primo passo è stato quello di raccogliere gli indirizzi e-mail dei neodiplomati nell’anno scolastico 2009/2010. Durante questa fase è stata estremamente Quando e perché è stato pensato questo progetto? utile la collaborazione dei partner coinvolti nel progetto, V.S.E. - In questi anni di lavoro nella mia azienda ho ve- grazie ai quali abbiamo organizzato anche degli incontri nelle scuole. In seguito è iniziato il lavoro di redazione rificato personalmente la veridicità di quello che delle newsletter. Le prime due le abbiamo inviacomunemente viene definito il fenomeno della te a tutti i neodiplomati 2009 dei quali avevamo “fuga dei cervelli”. Spesso lo si trova discusso l’indirizzo e-mail, ad oggi sono quasi 900 ragazzi. sulle pagine dei giornali nazionali con riferimento Per ragioni di immediatezza informativa, la newall’Italia e all’apertura verso i giovani che altre nasletter ripropone sempre tre tematiche zioni dimostrano creando maggiori posprincipali: orientamento, presentaziosibilità; ma, volendo con il mio lavoro ne delle aziende valtellinesi e offerta Uno dei punti di forza di questo ridimensionare l’area di riferimento, lo stesso problema lo si riscontra in progetto è la risposta da parte lavorativa. A novembre inoltre abbiamo attivato una pagina facebook perdei giovani contattati: sono Valtellina. Ho constatato che nel mosonalizzata. Le potenzialità di questo loro che spesso sottolineano mento in cui un ragazzo si trasferisce, diffuso social network si sono rivel’importanza di conoscere il per ragioni formative o professionali, fuori dalla nostra Provincia, difficil- proprio territorio e le possibilità late tanto più importanti tanto quanto non solo raggiungiamo un numero di lavorative che offre mente rientra e con altrettanta rarità ragazzi sempre più elevato, ma posmantiene un legame con la sua terra, siamo collegarci anche ai gruppi delle diverse scuole se non di tipo affettivo. Con questo progetto vogliamo parlare ai giovani neodiplomati e contattarli per offrir- superiori. gli un’adeguata informazione sul nostro tessuto socioQuali sono i punti di forza di questo progetto? economico. Vorremmo rendere visibile, agli occhi dei ragazzi, le possibilità che una piccola-media azienda C.T. - Innanzitutto la risposta da parte dei giovani contatpuò regalare in termini di crescita professionale, affin- tati: sono loro che spesso suggeriscono e sottolineano ché venga considerata seriamente tra i possibili sbocchi l’importanza di conoscere il proprio territorio e le possilavorativi. È ancora troppo diffuso il mito della multina- bilità che offre. In secondo luogo la collaborazione con zionale e ancora troppo sconosciute le potenzialità di i partner e tutti i risultati che questa importante rete ha un’azienda di piccole e medie dimensioni, nella quale, permesso di raggiungere, come per esempio il numero invece, è più facile essere proattivi e sperimentare di- di contatti e la sinergia tra iniziative che hanno lo stesso ambito di riferimento. Infine l’utilizzo di facebook come verse posizioni. strumento di rete sociale: ho provato altri canali, ma Quali problemi vorreste contribuire a risolvere? questo è risultato in assoluto il più efficiente ed efficace. V.S.E. - Vorremmo semplicemente colmare la non coQuali sono le criticità che avete riscontrato? noscenza del mercato del lavoro valtellinese ed offrire un panorama delle aziende presenti. Sostenere i ragazzi C.T. - Come ogni progetto al suo primo anno di vita, rinel momento in cui muovono i primi passi alla ricerca chiede una continua e quindi sempre maggiore connesdi un’occupazione, elencargli le possibilità professionali sione. Sia con i nostri partner, sia con gli Istituti superiori e di stage a cui possono candidarsi qui in Valtellina ed valtellinesi. In secondo luogo vogliamo lavorare affinché 5/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro ci si avvicini sempre di più all’ottica di un neodiplomato: bisogna coltivare un feedback progressivamente più costruttivo. In questo senso abbiamo pensato di sottoporre un questionario che faccia emergere esigenze e metodi di comunicazione che rendano il progetto più accattivante. V.S.E. - A proposito di feedback e di nuove idee utili per un neodiplomato, Carolina ha proposto di realizzare simulazioni di colloqui nelle scuole. Per questo, affinché il progetto possa crescere sempre di più, il rapporto con i licei e le scuole professionali è davvero fondamentale. Inoltre è altrettanto importante costruire una solida rete con tutti gli enti che si occupano del settore occupazione, non solo per creare sinergia che amplifichi le potenzialità del singolo, ma anche per ottimizzare il lavoro ed evitare sovrapposizioni. Bisognerebbe impostare un coordinamento positivo a livello organizzativo ed operativo, costruire un dialogo per capire cosa c’è e cosa manca. L’esperienza professionale. Carolina Trivella inizia presso Valtellina Lavoro uno stage formativo a Luglio 2009 proseguito in una collaborazione per il progetto “Newsletter Orientamento” anche grazie ai contributi del Piano Locale Giovani. Come ha sottolineato Valerie Schena Ehrenberger, aver potuto contare sul suo contributo professionale nella fase di start up del progetto ha permesso non solo l’ideazione di nuove idee più in linea con il mondo di un neodiplomato, ma anche l’utilizzo di un linguaggio comunicativo molto più efficiente. I giovani, le loro idee e la loro formazione, sono, per la responsabile, una risorsa necessaria che va inserita in un meccanismo di complementarietà con l’esperienza di chi lavora da più anni. Quali sono stati gli aspetti più formativi di questa esperienza? C.T. - Tutti gli aspetti che riguardano le risorse umane in termini di gestione delle relazioni e di selezione. Inoltre la conoscenza del tessuto economico e sociale della Provincia di Sondrio. A livello trasversale, per qualsiasi altra occupazione che va al di là di questo ambito professionale, ho imparato a lavorare per obiettivi, essere partecipe ad un progetto in tutte le sue fasi, da quella di ideazione e di start up, a quella operativa e conclusiva, nonché ho sviluppato la capacità di redigere testi secondo le modalità richieste dall’obiettivo per cui vengono pensati. Partecipare all’iniziativa “Newsletter orientamento” ha significato per la Fondazione un indiscusso complemento all’attività di orientamento che da anni proponiamo tramite il centro il Quadrivio. Le finalità di fatto coincidono con la nostra volontà di sostenere un miglior raccordo tra domanda e offerta di lavoro in provincia, partendo proprio dalla divulgazione di informazioni aggiornate e, soprattutto, utili ad effettuare un processo decisionale per la scelta di un percorso di studi e professionale che consideri anche le caratteristiche del territorio. La nostra esperienza ci evidenzia come i ragazzi scelgano spesso in base a meccanismi di imitazione, pregiudizi e ambizioni, mentre per noi è necessario che essi considerino, oltre alle caratteristiche personali di interesse e potenzialità, le richieste del mercato del lavoro e la conseguente richiesta di competenze specifiche. Solo così si riuscirà a incen- 6/nr. 1/2010 tivare l’occupabilità da un lato e lo sviluppo economico dall’altro. Per fare questo occorre incentivare la conoscenza del lavoro e delle opportunità che il sistema produttivo provinciale offre; la newsletter è indubbiamente uno strumento efficace per tale scopo. Infine, la possibilità di collaborare e creare sinergie con altri enti ed istituzioni è per noi fondamentale per rafforzare le azioni del servizio offerto che assumono così maggior condivisione ed una connotazione di sostenibilità. Cinzia Franchetti Responsabile Orientamento e Formazione Fondazione Gruppo Credito Valtellinese 7/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro Promozione dell’Osservatorio Astronomico “Giuseppe Piazzi” COMUNE DI PONTE IN VALTELLINA Comunità Montana Valtellina di Sondrio Parco delle Orobie Valtellinesi Centro doc. Aree Protette di Sondrio CAI Sezione di Ponte Riserva dei Bordighi Comune di Ponte in Valtellina Via Roma, 12- 23026 Ponte in Valtellina (So) 0342.482.222 [email protected] Per Prenotazioni e Informazioni 345.1334381 www.biblioponte.it/osservatorio di alta qualità sia diurna che notturna, mentre, in a 1238 m. slm. La posizione privilegiata lo rende termini di struttura, l’Osservatorio Astronomico l’osservatorio astronomico più alto di Lombardia Giuseppe Piazzi sorge a San Bernardo, all’ultimo e uno dei più alti d’Europa, garantendo una ormai piano dell’edificio comunale della colonia monrara assenza di inquinamento luminoso. tana. Questa struttura permette di offriL’osservatorio è stato inaugurato il 24 re una sala conferenze, camere da letto, ottobre 2009 con l’intervento di diversi l’Osservatorio è dotato di esperti provenienti da Milano, Bologna strumentazione di alta qualità servizi igienici, cucina, sala da pranzo e diversi spazi comuni, consentendo una e Como. Il successo, l’entusiasmo, ma per l’osservazione sia diurna che notturna possibilità ricettiva di quaranta persone soprattutto il prestigio di questa struttura per il pernottamento e di ottanta per la ha portato l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’AAV, a pianificare un lavoro volto visita. Inoltre, la località montana di San Bernardo, offre alla sua organizzazione e alla sua promozione, allo sco- un paesaggio ancora intatto, nessun tipo di inquinamenpo di svilupparne un utilizzo in sintonia con i principi di to luminoso e un percorso botanico adiacente all’Osservatorio. ricerca e di uso amatoriale per i quali è stata pensata. L’intervista a Rino Vairetti, Elena Folini e Giulia Giana Quando è stato pensato questo progetto? Giulia Giana Giovane Neolaureata Laurea specialistica in Teoria e Tecniche della Comunicazione Mediale, Facoltà di Lettere e Filosofia, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Da febbraio 2007 per due anni è responsabile delle Iniziative speciali presso la Casa editrice Edinat di Milano. Ha esperienze come responsabile ufficio stampa e come collaboratrice nell’organizzazione di eventi culturali sul territorio valtellinese nell’ambito di festival ed eventi legati alla promozione e valorizzazione delle peculiarità del territorio quali Sondrio Festival e festival I giorni della Pietra. Elena Folini Responsabile di Progetto Assessore alla cultura del Comune di Ponte in Valtellina. Rino Vairetti Direttore Osservatorio Astronomico “Giuseppe Piazzi” Hanno partecipato all’intervista gli astrofili dell’Associazione Astrofili Valtellinesi di Ponte in Valtellina. Il progetto L’ente promotore Il Comune di Ponte in Valtellina è una realtà locale tra le più antiche e vivaci della Valtellina. Da anni le sue amministrazioni e i suoi residenti dimostrano una particolare sensibilità nell’organizzazione e nella promozione di iniziative culturali, ambientali e, in generale, di sviluppo sociale. Come per esempio “Ponte in fiore”, manifestazione culturale tra le più conosciute e apprezzate che da oltre trent’anni porta in Valtellina eventi di grande interesse, mostre d’arte e di fotografia, concerti, spettacoli teatrali e da ultimo quest’anno ha ospitato anche due appuntamenti del progetto “Giovani Talenti Creativi”, grazie ai quali ragazzi con talento artistico hanno potuto trovare un loro palcoscenico e i visitatori spunti, stimoli e con- 8/nr. 1/2010 fronti culturali, nell’accezione più ampia del termine. Quest’anno l’Amministrazione Comunale di Ponte ha partecipato al secondo bando del Piano Locale Giovani ed ha ottenuto un finanziamento per lo sviluppo e la promozione dell’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi. Le finalità Grazie all’impegno e alla volontà di sindaci e assessori che si sono succeduti negli ultimi dieci anni, grazie al sostegno dei residenti e grazie alla dedizione dell’Associazione Astrofili Valtellinesi di Ponte (AAV), nel 2001 è nata l’idea di realizzare l’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi. Dedicato al celebre concittadino, astronomo vissuto tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, conosciuto ai più come lo scienziato che nel 1801 ha scoperto Cerere, l’osservatorio si trova a San Bernardo, E.F. - All’indomani dell’inaugurazione dell’Osservatorio Astronomico, il 24 ottobre 2009, abbiamo iniziato a pensare a come organizzare e pianificare lo sviluppo, l’utilizzo e la promozione della struttura. Ci è sembrato quindi necessario definire le linee di forza che avrebbero reso l’Osservatorio conosciuto e visitato, per poi trasmetterle in modo mirato e coerente. E’ stata stipulata una convenzione tra l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Astrofili Valtellinesi per regolare il buon utilizzo e il funzionamento della struttura. In seguito sono state concordate e pianificate le date di apertura dell’Osservatorio per il pubblico e quelle specifiche per le scuole che, per questa fase di start up, hanno interessato unicamente le classi dell’Istituto Comprensivo di Ponte in Valtellina. A partire da settembre la proposta di visita verrà ovviamente rivolta a tutte le scuole valtellinesi e non solo. Lo scorso autunno abbiamo saputo che era stato predisposto il secondo bando del Piano Locale Giovani attraverso il quale potevano essere finanziati progetti di collaborazione con giovani neolaureati e abbiamo preparato la domanda per poterci avvalere della collaborazione di un esperto in comunicazione per la promozione dell’Osservatorio Astronomico. Quali sono le linee di forza che avete cercato di sviluppare e far conoscere? R.V. - Quello che volevamo fosse trasmesso sono l’esistenza e le potenzialità della struttura, in quanto sono le sue stesse caratteristiche a delineare la sua forza e a suscitare curiosità. A livello tecnico, infatti, l’Osservatorio è dotato di una strumentazione per l’osservazione Quali sono gli obiettivi generali che avete e che volete perseguire? E.F. - Oltre alla conoscenza ed alla promozione dell’Osservatorio nel suo insieme, un importante obiettivo è quello di creare una rete tra enti ed istituzioni in grado di potenziare l’utilizzo e la conoscenza della struttura. Una rete con università ed istituti di ricerca affinché, attraverso l’osservazione remota on line, possano usufruire di ore di osservazione, ma anche, e soprattutto, una rete con le istituzioni e gli enti locali per sviluppare e condividere le potenzialità dell’Osservatorio. Ci piacerebbe creare una sinergia per ampliare l’offerta didattica per le scuole, per sviluppare pacchetti che uniscano la visita guidata diurna (osservazione del sole, percorso botanico…) a quella notturna e ovviamente per creare ed offrire conferenze e serate a tema. Come si è strutturato il lavoro? G.G. - La prima fase è stata analizzare i mezzi di comunicazione da sviluppare. In realtà in un territorio come la Valtellina il passa parola è fondamentale, ma bisognava pianificare la “comunicazione istituzionale” che avrebbe permesso alla struttura di ottenere una visibilità più capillare. Il primo passo, quindi, è stato quello di preparare il materiale per il sito ufficiale dell’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi (www.biblioponte.it/osservatorio). Parallelamente abbiamo preparato il materiale informativo da diffondere nelle scuole e abbiamo organizzato i primi incontri didattici. In seguito abbiamo iniziato a creare una rete con gli enti locali e a lavorare con i “pacchetti” già esistenti: per esempio stiamo studiando la possibilità di offrire escursioni botaniche (con la Riserva dei Bordighi, con il Parco delle Orobie o con il Sentiero Botanico a San Bernardo) con l’osservazione astronomica diurna, oppure serate a tema. Infine, per diffondere la conoscenza della struttura e delle sue attività, abbiamo pensato di creare cartoline divulgative personalizzate. 9/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro Quali sono le iniziative proposte su cui vorreste creare una continuità? E.F. - Grazie alla collaborazione dei partner del progetto e all’impegno dell’Associazione Astrofili di Ponte e al lavoro di Giulia siamo riusciti ad organizzare giornate didattiche per le scuole e serate a tema per i gruppi. Entrambe hanno riscosso un enorme successo; una base positiva sulla quale vorremmo lavorare per migliorarci continuamente ed offrire pacchetti sempre più interessanti. Inoltre, in collaborazione con l’Associazione Astrofili Valtellinesi, offriamo una serata al mese aperta al pubblico, grazie alla quale tutti potranno conoscere l’Osservatorio e l’astronomia. Quali sono i punti di forza di questo progetto? R.V. - Come è già stato sottolineato la forza è nel fascino stesso che la struttura genera: tutti i visitatori che abbiamo ospitato sono stati positivamente colpiti e anche i ragazzi delle scuole hanno risposto con grande entusiasmo ed interesse. Noi stiamo cercando di ottimizzare al meglio la conoscenza e le attività dell’Osservatorio Astronomico. Ci tengo a sottolineare che il lavoro svolto fin’ora e il grande riscontro ed interesse raggiunto è frutto anche del lavoro costante e professionale eseguito in perfetta sinergia con l’AAV, che ha messo a disposizione dell’Osservatorio l’esperienza, la competenza e la professionalità dei suoi soci, i quali hanno organizzato conferenze, visite guidate e spiegazioni sempre adatte al tipo di pubblico che si è presentato numeroso alle serate organizzate. Sono convinto che proseguendo in questa direzione e cercando di migliorare sempre di più con nuove offerte e maggiori iniziative si potrà contribuire a portare nelle case di tutti i cittadini locali e non una nuova passione: l’astronomia che, al momento, è conosciuta da poche persone. E.F. - Siamo convinti che l’Osservatorio Astronomico sia un punto di forza, non solo per Ponte, ma per l’intera Provincia di Sondrio, e che può rappresentare una leva importante per lo sviluppo turistico e culturale del territorio. Per questo motivo teniamo molto alla creazione di una rete sinergica, per far diventare questa struttura un tassello che, insieme a tanti altri, sviluppi una collaborazione generale che permetta di raggiungere risultati positivi grazie al potenziamento delle offerte culturali che la Valtellina può mettere a disposizione dei suoi cittadini e dei turisti. Quali sono le criticità che avete riscontrato? G.G. - La difficoltà maggiore è stato il poco tempo a disposizione. Questi mesi sono serviti per costruire le fondamenta di una comunicazione mirata e per iniziare a calibrare l’offerta. Grazie alla sperimentazione di queste prime settimane abbiamo capito come deve essere organizzata una serata tipo, cosa funziona cosa no durante una gita didattica e cosa si aspetta il pubblico. Ora è il momento di iniziare a sviluppare una comunicazione capillare. Quali sono stati gli aspetti più formativi di questa esperienza? G.G. - Innanzitutto lavorare per la comunicazione di una struttura in fase di start up, la quale richiede una particolare elasticità sul lavoro e dove, a differenza di strutture ben consolidate nelle quali tendono a specializzarti, ho imparato a gestire situazioni e problemi molto eterogenei. In secondo luogo il rapportarmi ad una struttura statale, capire i metodi lavorativi di un ente pubblico rispetto ad una società privata. Infine sicuramente la curiosità e il fascino che l’argomento suscita. 10/nr. 1/2010 Il Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco ha come finalità il supporto dell’informazione territoriale e la promo-commercializzazione per conto dei propri associati appartenenti al distretto di Sondrio. Questo allo scopo che ci sia coesione e coerenza nello sviluppo e nella promozione di un territorio caratterizzato da comuni che, da un punto di vista turistico, si presentano molto diversi gli uni dagli altri. Per questa ragione è indispensabile, all’interno di un disegno unitario, individuare le peculiarità che ogni comune può offrire e svilupparle e promuoverle al meglio. Questa operazione deve passare prima sul territorio di appartenenza e in seguito essere trasferita al di fuori, affinché, intorno a queste peculiarità, si sviluppi un flusso turistico. A questo proposito, l’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi di Ponte in Valtellina, si presenta come una struttura di grande rilievo per il nostro territorio, grazie alla quale possiamo sostenere e promuovere l’interesse per l’astronomia. Vogliamo lavorare per svilupparne la migliore visibilità affinché diventi un punto di attrazione per l’interesse di valtellinesi e turisti. Roberto Pinna Direttore Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco 11/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro Valorizzazione del Miele nell’ambito dei prodotti tipici della Valtellina APAS - Associazione Produttori Apistici della provincia di Sondrio Fondazione Fojanini Politec Multiconsorzio “Valtellina che gusto” Associazione De Gustibus Cooperativa GARDS Associazione Apicoltori di Varese e di Brescia APAS Via Torchione, 26 - 23010 Albosaggia (SO) 0342.213.351 www.apicoltori.so.it [email protected] Alice Gaggi Giovane Neolaureata Laurea Triennale in Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano presso la sede distaccata di Edolo dell’Università degli Studi di Milano. Da gennaio ad aprile ha lavorato al progetto “Valorizzazione del miele nell’ambito dei prodotti tipici della Valtellina” grazie al quale ora è diventata Responsabile Tecnico dell’APAS. Giampaolo Palmieri Responsabile di Progetto Presidente e legale rappresentate dell’APAS. Il progetto L’ente promotore battimento dei costi, fattori che si traducono nella reale opportunità di continuare la propria attività. Le finalità L’APAS, Associazione Produttori Apistici della proIl progetto “Valorizzazione del miele nell’ambivincia di Sondrio, nasce nel 1983 come erede del to dei prodotti tipici della Valtellina” nasce con Consorzio Provinciale Apicoltori. Con più di 300 l’obiettivo di stimolare e sostenere queiscritti, l’APAS ha il compito di fornire sersto importante settore produttivo valtelvizi ai soci e di operare per la salvaguarlinese. L’apicoltura è, infatti, un’attività di L’apicoltura è un’attività di dia e lo sviluppo del settore. Realizzando nicchia con una produzione nella pratica il vecchio principio di mer- di alta qualità che si inserisce nicchia con una produzione di alta qualità che si inserisce nel sistema agroalicato “cooperare per competere”, l’Asnel sistema agroalimentare mentare delle comunità sia come reddisociazione si offre, per molti produttori delle comunità come reddito to integrativo importante, in un tessuto integrativo importante, in un di miele, come una concreta possibilità socio-economico come quello montano, tessuto socio-economico come di operare. Struttura, strumenti e tecniquello montano sia come prodotto tipico amato da turisti ci sono a disposizione dei soci per una e non. Per queste ragioni il progetto mira continua e puntuale assistenza tecnica, alla promozione dell’apicoltura valtellinese affinché si sanitaria e amministrativa. Viene fornito materiale apistiinstauri, nella comunità, una maggiore consapevolezza co, organizzati incontri di aggiornamento e formazione e delle dinamiche che lo caratterizzano, delle fragilità a cui offerti servizi, quali, ad esempio, quello di smielatura per è soggetto, ma anche, e soprattutto, della riconosciunon impegnare le piccole realtà produttive ad interventa qualità del prodotto. Il progetto promosso dal Piano ti economici per strutture e attrezzature altrimenti non Locale Giovani integra il lavoro quotidiano dell’APAS e compatibili con i ricavi. Grazie al lavoro dell’APAS anche più in generale del multiconsorzio “Valtellina che gusto”, le aziende apistiche di minori dimensioni, possono usufruire di una professionale assistenza ed un radicale ab- affinché si possa promuovere la tradizione del setto- 12/nr. 1/2010 re apistico nostrano e delle sue peculiarità, che non solo avvalorano il prodotto, ma si presentano come strettamente necessarie alla qualità e alle caratteristiche del miele E’ un mondo molto particolare, hai avuto difficoltà ad inserirti? A.G. - Ho iniziato questo progetto con una una formazione in agraria e in valorizzazione del territorio, credo che l’università Gli obiettivi che hanno ti aiuti a costruire una solida preparazioL’intervista a Giampaolo accompagnato l’idea di ne di base e ti permetta di acquisire gli presentare questo progetto, Palmieri e ad Alice Gaggi quindi, non erano solo quelli strumenti utili per approfondire i settori di aiutare la promozione che incontrerai nel mondo del lavoro. Per Quando e perché è stato pensato e l’informazione sulle questo progetto? questo motivo il primo periodo mi sono caratteristiche del miele concentrata sulla mia formazione, nevaltellinese, ma anche di G.P. - Il multiconsorzio “Valtellina che gucontribuire a diffondere la cessaria ad eseguire il lavoro al meglio e sto” si occupa già della promozione dei tradizione che la presiede o con le maggiori conoscenze possibili per prodotti enogastronomici tipici della Valche l’accompagna un settore così specifico. È una fase che tellina, ma con questo progetto l’APAS ha continua tutti i giorni, ma era fondamenvoluto incentivare la conoscenza del settore apistico. La tale nel momento di start up, sia per comprendere più da delicatezza dei processi che caratterizzano questo settovicino questo mondo ed organizzare una programmaziore, forse meno conosciuti rispetto a quelli necessari alla ne del lavoro più mirata ed efficiente, sia per abbattere produzione dei vini, delle bresaole e dei formaggi valtella diffidenza degli apicoltori. Non nego le difficoltà, sia linesi, non sempre viene percepita. Gli obiettivi che hanquelle tecniche (leggi, sanità, processi,…) che caratteno accompagnato l’idea di presentare questo progetto, rizzano questo settore, sia quelle umane (gli apicoltori quindi, non erano solo quelli di aiutare la promozione soci sono molti e giustamente e l’informazione sulle caratpretendono competenza in teristiche del miele valtellinechi li assiste), ma è un settore se, ma anche di contribuire davvero affascinante e mi apa diffondere la tradizione che passiona sempre di più. la presiede o che l’accompagna. Infatti, quello che rende Come si è un alimento un prodotto tipico strutturato il lavoro? locale è il rappresentare (nelle A.G. - Come ogni produziosue proprietà organolettiche, ne dipendente dalle stagioni, nelle tecniche di coltivazioanche il settore apistico ha i ne/allevamento della materia suoi cicli: abbiamo quindi cere nei processi produttivi) il cato di organizzare le iniziative territorio e, più in particolare, in sintonia con il periodo che l’ecosistema che caratterizza caratterizzava l’allevamento e il luogo grazie al quale il prola produzione. Ad esempio, dotto si è potuto sviluppare. nel periodo invernale dove la produzione è ferma, ci siamo Quali sono i valori che avete voluto veicolare? concentrati sull’aspetto normativo e sanitario: ho redatto G.P. - Vogliamo far conosceuna relazione sul “Pacchetto re il mondo apistico nel suo igiene”, abbiamo organizzato complesso: come funziona, incontri per parlare delle maquali sono le fasi di produziolattie delle api, come la varroasi, abbiamo quindi cercato ne, ma anche l’ape, come viene allevata, come produce di promuovere la formazione di apicoltori tramite inconil miele e le malattie a cui è soggetta. Il nostro lavoro è tri, la redazione del nostro notiziario “Apicoltura Alpina” quello di offrire una continua e costante formazione ai e la pubblicazione del materiale in internet. Curiamo in nostri soci, sostenerli nella fase di produzione (diamo modo particolare il nostro sito, ritenendolo uno strumeninfatti la possibilità a tutti i nostri soci di conferire i melato indispensabile e fondamentale di comunicazione con ri - ovvero i favi gonfi di miele maturo per provvedere in i nostri soci e per tutti gli utenti interessati al settore loro vece al processo di smielatura e confezionare quinapistico e al miele. La nostra presenza in internet è diffedi il prodotto finito con tutte le certificazioni ed analisi renziata nel sito dell’associazione già ricordato, in quello necessarie alla vendita) affinché la parte più gravosa a della presentazione delle realtà produttive locali www. livello economico e normativo non spetti a loro. Sul sito miele.so.it e in un canale specifico (mielesoit) su www. www.apicoltori.so.it abbiamo raccolto tutto il materiale youtube.it per i filmati didattici o di promozione. Ambiti informativo che riguarda il mondo dell’apicoltura locale, che vengono arricchiti costantemente con molto maoltre a qualche cenno storico sulla nostra associazione. 13/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro teriale informativo, foto e video. Abbiamo organizzato serate di degustazione e partecipato a manifestazioni, come Ponte in fiore o Cantine aperte, quali azioni di promozione. In ultimo abbiamo organizzato giornate di formazione con le scuole valtellinesi. gno di un sostegno mirato: certamente la possibilità di mettere in atto questo progetto è risultata fondamentale, ma occorrerebbe poter godere di altre opportunità affinché non si perda la continuità necessaria a raggiungere gli obiettivi. Quali sono i punti di forza di questo progetto? Quali sono stati gli aspetti più formativi di questa esperienza? G.P. - Sicuramente il primo punto di forza è l’aver trovato Alice come collaboratrice. E’ stata molto brava ad inserirsi e ad acquisire in breve tempo solide competenze. Inoltre è stato molto positivo il riscontro di questa nuova e puntuale comunicazione. Quali sono gli aspetti critici? A.G. - Sicuramente il tempo a disposizione. Settori economicamente fragili come quello apistico hanno biso- A.G. - Per me è la prima esperienza lavorativa e fortunatamente questo progetto si è trasformato in una collaborazione che si prolungherà per un anno. Come primo passo nel mondo del lavoro è stato davvero positivo, ho avuto l’occasione di accrescere le mie competenze e le mie conoscenze e di sperimentare sia la mia autonomia lavorativa che la capacità di relazionarmi e lavorare in team. ProMuovere - Accessibilità per tutti C.S.V. - L.A.Vo.P.S. Gruppo Barriere Architettoniche di Morbegno Cooperativa Sociale Insieme Organizzazione di Volontariato Tecnici Senza Barriere Comune di Sondrio Associazioni di volontariato quali: AIAS, FAD, AUSER Valtellina e Valchiavenna, ALOMAR, UICI C.S.V. - L.A.Vo.P.S. c/o Palazzo Guicciardi Via Lungo Mallero Diaz, 18 - 23100 Sondrio 0342.200.058 www.lavops.org [email protected] Lucia Marveggio Giovane Neolaureata Laurea Specialistica in Sociologia, indirizzo Territorio e politiche locali, conseguita presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca. Sta frequentando il Master universitario di II livello in Progettazione per lo sviluppo sostenibile in aree montane e politiche per la montagna dell’Unione Europea - Master Montagna, organizzato da IREALP, Politecnico di Milano e ADEU Advocacy Europe Institute. Collabora dal 2008 con L.A.Vo.P.S. su progetti di ricerca sociale e di promozione del protagonismo giovanile nei diversi ambiti. Massimo Pinciroli Responsabile di Progetto Direttore C.S.V. di L.A.Vo.P.S. Il progetto L’ente promotore Il CSV (Centro di Servizi per il Volontariato) della provincia di Sondrio, gestito dal 2002 dall’associazione di secondo livello L.A.Vo.P.S. (Libere Associazioni Volontariato Provincia di Sondrio), è istituito dalla legge sulle Organizzazioni di Volontariato (L. 266/91). Esso svolge attività di supporto alle Organizzazioni e Associazioni di Volontariato, infatti, all’associazione di secondo livello L.A.Vo.P.S. aderiscono 110 realtà della Provincia di Sondrio che operano in diversi settori, quali ad esempio assistenza sociale, cooperazione e solidarietà internazionale, cultura, sanità. L’eterogeneità dei campi d’interesse e il rilevante numero di associati porta L.A.Vo.P.S. ad essere una realtà di rilievo ed un concreto aiuto per le organizzazioni di volontariato. I servizi che vengono offerti spaziano dalla consulenza e formazione, alla promozione e comunicazione, con il principale obiettivo di favorire la crescita della cultura della solidarietà. Questa finalità è raggiunta tramite la promozione di collaborazioni territoriali e il sostegno a progetti che mirano a valorizzare temi rilevanti per la società. 14/nr. 1/2010 Le finalità Il progetto “ProMuovere - Accessibilità per tutti” nasce allo scopo di effettuare una ricerca sull’accessibilità urbana, con l’obiettivo finale di migliorare la qualità della vita di soggetti deboli del territorio, come anziani e disabili. La mappatura delle barriere architettoniche presenti nella città di Sondrio risulta fondamentale al fine di sostenere l’autonomia ed il benessere psicologico delle persone con problemi di mobilità. Seguendo le orme del vicino Comune di Morbegno, nel quale è attivo il Gruppo Barriere Architettoniche, responsabili e collaboratori di L.A.Vo.P.S. hanno anche loro voluto investire su un progetto di grande rilevanza sociale. Grazie alla collaborazione di un efficiente team composto da tecnici, disabili e volontari di diverse associazioni, il progetto ha mirato a redigere una mappatura degli ostacoli che un disabile incontra nei percorsi scelti (in particolare quelli che conducono ai principali edifici di rilevanza pubblica). Attraverso una puntuale documentazione si è voluto restituire ai tecnici del Comune di Sondrio (i quali hanno collaborato alla realizzazione del progetto), la rilevazione delle barriere architettoniche, le ipotesi di costo per eliminare e, in generale, diffondere in tutti i cittadini una consapevolezza che raggiunga al più presto termini di prevenzione e non di riparazione. 15/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro L’intervista a Massimo Pinciroli e Lucia Marveggio Quando e perché è stato pensato questo progetto? M.P. - Tra le principali finalità di L.A.Vo.P.S. vi è il promuovere e tutelare i diritti delle associazioni del territorio, nonché aiutarle nel lavoro di sviluppo e cooperazione sociale. Per cui, in linea con questo obiettivo e alla luce della rilevanza del tema disabili, della sua promozione nazionale (grazie al “Libro bianco su accessibilità e mobilità urbana. Linee guida per gli enti locali”) e dell’opportunità offerta dal Piano Locale giovani, abbiamo deciso di istituire un team che operasse nel campo della difesa dei diritti dei disabili. Siamo fermamente convinti che la disabilità non sia una condizione intrinseca (che appartiene alla persona), ma, più specificatamente, un condizionamento esterno dettato dall’ambiente. È importante quindi, affinché ci sia uno sviluppo sociale, che vengano rimosse tutte le barriere (architettoniche e sensoriali) in modo che nessuno si senta disabile nella propria città e si diffonda un senso di reale uguaglianza. Seguendo queste linee abbiamo iniziato a lavorare al progetto “ProMuovere - Accessibilità per tutti” nel novembre 2009 creando innanzitutto una partnership operativa che ha collaborato per il raggiungimento degli obiettivi finali. Quali sono gli obiettivi che questo progetto ha perseguito? Una volta attivato questo importante team il secondo obiettivo è stato quello di realizzare una mappatura sull’accessibilità e la fruibilità dei luoghi. Riteniamo che questa documentazione sia strategica per porre l’attenzione sul tema dell’accessibilità urbana, per fornire al Comune dati, soluzioni e priorità di intervento e per permettere di diffondere un nuovo modello di città più accogliente e fruibile per tutti. Quali sono stati gli step del vostro lavoro? L.M. - Il lavoro si è diviso in quattro fasi. Le prime due si sono sviluppate tra novembre 2009 e marzo 2010, mentre le ultime due da marzo a giugno 2010. Nello specifico, la prima corrispondeva al primo obiettivo, vale a dire la costituzione del gruppo di lavoro. La seconda ha previsto la progettazione partecipata delle attività e scelte dei percorsi, fase supportata dalle associazioni interessate le quali hanno divulgato un questionario sulla “percorribilità dell’ambiente urbano”. L’obiettivo, infatti, non era quello di mappare l’accessibilità di tutte le vie di Sondrio, ma di considerare i percorsi principali e i problemi di maggior rilevanza per gli interessati. La terza fase è stata la rilevazione dei dati tecnici sull’accessibilità di questi percorsi con diverse uscite sul territorio: questa fase è stata possibile grazie alla collaborazione di persone disabili e dei volontari dell’associazione AIAS. L’ultima fase è stata la restituzione dei risultati ottenuti attraverso una mappa delle barriere architettoniche, uno strumento che non vuole essere semplicemente la conclusione del lavoro, ma un utile mezzo per portare all’attenzione di comuni e cittadini il tema dell’accessibilità. M.P. - Come ho anticipato, il primo obiettivo è stato quello di attivare e sviluppare una rete di attori sociali e creare un gruppo di lavoro. Noi non siamo stati i pionieri in questo campo, infatti a Morbegno il Gruppo Barriere Architettoniche ha già raggiunto diversi obiettivi in tema di accessibilità. La nostra prima preoccupazione, infatti è stata quella di contattarli e di iniziare una collaborazione con loro. In seguito abbiamo potuto contare sull’apporto professionale dell’organizzazione di volontariato Tecnici Senza Barriere, in particolare del contributo professionale dell’Ing. Walter Fumasoni. Inoltre hanno collaborato l’associazione AIAS, in particolare la sua Presidente Alda Cattelini e la Vicepresidente Maria Maddalena Cordaro, nonché alcuni volontari e disabili, ed Il progetto “ProMuovere altre associazioni quali FAD, AUSER Accessibilità per tutti” nasce allo Valtellina e Valchiavenna, ALOMAR, scopo di effettuare una ricerca UICI. Infine, ma non ultimo, abbiamo sull’accessibilità urbana, con coinvolto i tecnici del Comune di Sonl’obiettivo finale di migliorare la drio, in particolare l’Arch. Nadia Bianchini, funzionario tecnico del Comune qualità della vita di soggetti deboli del e responsabile del Servizio Ambiente. territorio 16/nr. 1/2010 organizzando convegni, dimostrazioni e testimonianze dei comuni che hanno lavorato da prima su questo tema M.P. - L’essere riusciti a porre le basi per un concreto e che hanno raggiunto già risultati notevoli. dialogo sull’accessibilità. Bisogna abbattere i muri culM.P. - Abbiamo lavorato molto bene con i partner cointurali che impediscono ed interferiscono sulla crescita volti e l’obiettivo è quello di non perdersi come grupsociale. Il sogno che ha accompagnato il nostro lavoro è po, di continuare a lavorare su questi temi e di cercache al più presto l’accessibilità diventi non un problema re i finanziamenti necessari per trasformare in realtà da risolvere, ma un obiettivo da raggiungere in modo gli obiettivi futuri che ha descritto Lucia. Promuovere condiviso. l’accessibilità è un principio di equità sociale che ha anche un forte riscontro economico, sia per Quali sono le criticità che avete riscontrato? quanto riguarda le infrastrutture (banalmente coL.M. - Il progetto “ProMuovere - Accessibilità per sta meno la prevenzione rispetto alla riparaziotutti” prevedeva un’analisi dell’accessibilità urbane), sia per quanto riguarda lo sviluppo na per i disabili motori, aspetto che, più dell’autonomia del soggetto disabile e che una criticità, può essere visto come quindi il risparmio degli alternativi costi Bisogna abbattere i muri un piccolo limite dettato dalle possibilità sociali (come ad esempio l’accompaculturali che impediscono ed economiche e dai tempi imposti. Obiettiinterferiscono sulla crescita gnamento). Promuovere l’indipendenza sociale. Il sogno che ha vi più completi avrebbero potuto prevedei soggetti che soffrono di disabilità accompagnato il nostro dere il coinvolgimento di persone con alè una questione di benessere sociale e lavoro è che al più presto tre disabilità; in effetti abbiamo provato a individuale e, a medio-lungo termine, di l’accessibilità diventi non un contattare le associazioni di riferimento, problema da risolvere, ma un risparmio economico. ma stabilire una collaborazione operativa obiettivo da raggiungere in modo condiviso L’esperienza professionale. richiede molto più tempo, fattore che noi non potevamo permetterci di sprecare. Lucia Marveggio inizia a lavorare in L.A.Vo.P.S. nel 2008. Durante questi due anni di lavoro Quali sono le prospettive future? si è occupata di promozione del volontariato e di diverL.M. - Innanzitutto ci piacerebbe ampliare la ricerca ri- se attività inerenti allo sviluppo delle politiche giovanili. spetto al perimetro urbano e rilevare le barriere archi- Da novembre 2009, oltre ad essere impegnata in altri tettoniche negli edifici e nei mezzi pubblici. In seguito, progetti e nel completamento del master, si occupa del come dicevo prima, il presente progetto è stato foca- progetto “ProMuovere - Accessibilità per tutti”. lizzato sulla rilevazione degli ostacoli fisici che impediQuali sono stati gli aspetti scono l’autonomia ai disabili motori. In un lavoro futuro più formativi di questa esperienza? ci piacerebbe mappare anche le barriere sensoriali ed intervenire sugli impedimenti che le persone che sof- L.M. - Ritengo questa esperienza davvero molto positifrono di disabilità uditiva o visiva possono incontrare. va. Ho avuto l’occasione di gestire il progetto con molInfine ci piacerebbe proseguire nell’azione di formazione ta autonomia e di essere supportata da persone molto e sensibilizzazione sia per gli addetti ai lavori, attraverso professionali, soprattutto nella parte tecnica che è una corsi studiati ad hoc, sia nei confronti della cittadinanza materia che si allontana molto dalla mia preparazione. Quali sono i punti di forza di questo progetto? Sperimentare le mie competenze su un tema così diverso, sia per i contenuti che per la realizzazione, e avere avuto l’occasione di lavorare per e con persone con disabilità è stata un’occasione di grande crescita professionale e personale La mappatura dei punti con problemi di accessibilità nella città di Sondrio è stato uno degli aspetti più importanti del progetto. 17/nr. 1/2010 Azione 1 Lavoro strada dello sviluppo sostenibile con una sezione che ha lo scopo di sensibilizzare l’utente. Ecodellevalli.it Bonazzi Grafica srl Via Francia, 1 - 23100 Sondrio 0342.216.112 www.bonazzi.it [email protected] www.ecodellevalli.it BONAZZI GRAFICA srl Viviana Bonetti Giovane Neolaureata Laurea specialistica in Culture e linguaggi della comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Collabora saltuariamente con il quotidiano “Il Giorno” nella sezione di Sondrio, ha fatto parte del comitato di lettura di una casa editrice ragusana e ha pubblicato alcuni articoli su varie riviste online. Gian Luca Bonazzi Responsabile di Progetto Presidente del Consiglio di Amministrazione. Il progetto L’ente promotore Bonazzi Grafica srl opera come tipografia dal 1857, anno in cui inizia a percorrere diverse tappe volte allo sviluppo aziendale: nel 1948 vennero acquisite due tipografie, una in Sondrio e una a Chiavenna; nel 1957 viene completato un nuovo stabile e riunificata la produzione ed è anche di questo periodo l’avvio della stampa in offset e della produzione specifica di modulistica in continuo; nel 1993 viene costruita l’attuale sede e creata una rete commerciale con propri agenti. Per la seconda edizione del Piano Locale Giovani Bonazzi Grafica presenta il progetto “Ecodellevalli” con il quale ha voluto sviluppare l’omonimo portale. Le finalità Il progetto del nuovo portale “Eco delle Valli” ha come obiettivo primario quello di coniugare all’interno di un unico sito, tutte le informazioni utili ai visitatori del territorio della Provincia di Sondrio. Una sorta di porta d’accesso virtuale grazie alla quale chi vuole approfondire la conoscenza della Valtellina può trovare utili spunti e indispensabili informazioni. Cultura, storia, ecologia, cucina, divertimento sono i temi principali trattati in www.ecodellevalli.it. In collaborazione con l’omonima rivista mensile, questo portale nasce quindi allo scopo di diventare un punto di riferimenti per ogni target turistico. Le potenzialità del tessuto economico e produttivo vengono stimolate grazie alla pubblicità indiretta che viene a crearsi all’interno del sito mentre, al contempo, le comunità locali diventano loro stesse promotrici degli eventi e delle iniziative che 18/nr. 1/2010 propongono. Un progetto che nasce con l’intento di creare una rete virtuale utile a far emergere una visione d’insieme, spesso non immediata a causa dell’ampiezza del territorio. L’intervista a Gian Luca Bonazzi e a Viviana Bonetti Perché è stato pensato questo progetto? G.L.B. - Abbiamo voluto sviluppare il portale “Eco della valli” allo scopo di promuovere il nostro territorio, la sua storia e la cultura che lo caratterizza: vengono infatti proposte tutte le soluzioni possibili in termini di ricettività, ristorazione, intrattenimento, cultura, escursioni, nonché è stata pensata un’area dedicata all’e-commerce in grado di pubblicizzare i maggiori marchi presenti in Provincia. Inoltre abbiamo voluto dedicare particolare attenzione alle aziende agricole che hanno intrapreso la Come si è sviluppato il lavoro? V.B. - La prima fase, senza dubbio la più difficile, è stata la ricerca dei contatti. Ho raccolto tutti gli indirizzi e-mail di comuni, comunità montane, polizia, vari enti pubblici e privati e ho inviato loro una lettera spiegando la nascita di un nuovo portale d’informazione e richiedendo la loro collaborazione per l’invio di notizie o informazioni. La fase più concreta consisteva nell’inserimento delle notizie nel sito: a volte il comunicato stampa era inserito senza cambiamenti, a volte veniva aggiustato o ampliato. Per rendere più ricco il sito ho cercato anche notizie sulla rete, sui social network e sui vari blog. Oltre al giornale vero e proprio una parte del sito è dedicata all’offerta turistica: in un’apposita sezione ho inserito una buona parte degli agriturismi della Provincia con una breve descrizione, qualche foto e il loro indirizzo rintracciabile anche da una mappa interattiva. Avete raggiunto gli obiettivi che vi eravate prefissati? V.B. - Sicuramente le visite al sito sono aumentate in maniera considerevole rispetto all’inizio del progetto, anche se non ci si può accontentare. Più notizie e informazioni si riescono a dare, più il visitatore sarà soddisfatto e tornerà sul portale invitando anche gli amici e, quindi, incrementando gli accessi. Tutto questo porta a più pubblicità e alla possibilità di coinvolgere altre persone nel progetto. Credo, quindi, che siano state messe le basi per uno sviluppo via via sempre più consistente, sia in termini di visite sia di qualità e quantità delle notizie offerte. Il progetto prevede una sezione dedicata all’ecommerce. Da questa esperienza qual è a suo avviso la potenzialità di questo canale commerciale per le aziende valtellinesi? G.L.B. - Il nostro visitatore è alla ricerca di informazioni e non di business: questo lo abbiamo notato dagli accessi alla parte riservata all’e-commerce. Credo che il prodotto Valtellina, inteso come servizi, non sia ancora pronto per utilizzare un sistema di e-commerce territoriale. Per quanto riguarda la sezione dedicata allo sviluppo sostenibile e in generale all’ambiente, qual è stata a suo avviso la risposta da parte degli utenti? G.L.B. - Per quanto riguarda le informazioni sulle tematiche della sostenibilità e dell’ambiente abbiamo consta- tato una buona attenzione da parte degli utenti. Sono fiducioso che con una continua ed attenta informazione il nostro territorio potrà essere valorizzato e non più solamente sfruttato. Quali sono stati i punti di forza di questo progetto? G.L.B. - Sicuramente il creare una rete tra i diversi attori del nostro territorio. Associazioni culturali, aziende e ditte di quasi tutti i settori, privato e pubblico, qui possono incontrarsi per pubblicizzare le loro iniziative e i loro prodotti. La Valtellina è caratterizzata da un territorio vasto, in cui spesso le informazioni si perdono e non arrivano alle orecchie di tutti. Per questo motivo credo che offrire con un unico click un panorama generale, sia un mezzo efficiente ed efficace affinché domanda ed offerta si incontrino in “un unico luogo”. V.B. - Il punto di forza del progetto è sicuramente il carattere locale: il sito offre delle informazioni collocate su un territorio definito e circoscritto. Inoltre la caratteristica intrinseca dello stesso mezzo di comunicazione: internet è alla portata di quasi tutti, immediato e veloce. Avere un gran numero di informazioni in un unico sito permette agli utenti interessati di risparmiare molto tempo. Quali sono state le criticità che avete riscontrato? V.B. - La criticità maggiore è stata quella di reperire le notizie, specialmente quelle di cronaca. Per un portale nuovo, non ancora ben inserito nel circuito dell’informazione locale, risulta inizialmente difficile inserirsi nei meccanismi giusti che ti permettono di avere in tempo reale tutte le informazioni. Quali sono stati gli aspetti più formativi di questa esperienza? V.B. - Ho iniziato a lavorare al progetto dal mese di ottobre del 2009. L’idea proposta dal sig. Bonazzi mi è parsa fin da subito allettante: unire l’informazione locale al web in un contesto sociale in cui la territorialità è un elemento centrale sembrava la risposta più adeguata alle nuove richieste di informazione. A parte le normali difficoltà iniziali legate sia al fatto che è stata la mia prima esperienza lavorativa, sia all’organizzazione del lavoro (soprattutto per la parte di ricerca e pubblicazione delle notizie), lavorare a un progetto legato a doppio filo con la Valtellina mi ha permesso di conoscere ancora più a fondo la Provincia. Gestire un giornale online, inoltre, è stato un modo per imparare dal vivo delle teorie che, fino ad allora, avevo appreso solo tramite lo studio. Grazie a quest’opportunità posso ritenermi del tutto soddisfatta della mia prima vera esperienza lavorativa dopo la laurea: sono riuscita concretamente a comprendere quali sono i meccanismi che si celano dietro la comunicazione digitale, a capire quali notizie sono davvero notizie e quali no e cosa i lettori si aspettano di trovare collegandosi a un giornale online di informazione locale. 19/nr. 1/2010 Azione 2 Creatività Azione 2 in sintesi Eventi di mobilitazione in ambito creativo e culturale La seconda azione del PLG nasce con l’obiettivo di mobilitare il mondo giovanile dell’Ambito territoriale di Sondrio e favorire un clima di contaminazione tra diverse forme espressive e di impegno sociale. Tra i principali eventi di mobilitazione della seconda annualità troviamo il Festival Internazionale dei Cortometraggi “Young Frames” (3^edizione) ed i progetti di promozione collegati al Bando “Giovani talenti creativi” (1^edizione). Nel Nr. 0 del PLG MAazine, scaricabile su www.ufficiodipianodisondrio.it, la presentazione del bando. Dancing Dale di Marcello Abbiati e di Giovanni Rainoldi M arcello Abbiati e Giovanni Rainoldi, i responsabili e gli ideatori del progetto, in occasione della Ponte in Fiore hanno offerto una preview fotografica presso il lavatoio coperto di Piazza Luini a Ponte in Valtellina. In questa occasione, oltre a prendere corpo la rete collaborativa che il Piano Locale Giovani ha permesso di creare, il progetto ha trovato uno spazio che non si è prestato solo all’esposizione, ma, anzi, è diventato lui stesso contenitore/laboratorio. Infatti, grazie alla volontà dei due giovani artisti, l’opera ha creato un dialogo, un’esperienza, tra sé e l’utente. L’arte è diventata un’occasione da esperire e usufruire, regalando agli spettatori emozioni e sensazioni. Con la voglia di perseguire gli stessi obiettivi, a partire da Luglio, sono previste una serie di videoproiezioni itineranti in location particolarmente significative da un punto di vista storico, artistico, sociale e urbano dislocate nel distretto di Sondrio. Durante queste occasioni si avrà l’opportunità, attraverso il linguaggio video, di ammirare, nella sua interezza, il progetto Dancing Dale. 20/nr. 1/2010 una nuova chiave di lettura, l’interazione tra il paesaggio e i corpi che lo abitano. Lo spettatore resta quindi attratto e affascinato davanti all’innovazione con cui le immagini e i video mostrano frammenti di paesaggi conosciuti e vissuti. Un’estraneazione di scorci naturali, in cui l’ambiente è messo in relazione alla presenza di corpi in movimento. La danza, infatti, è un’altra espressione artistica in gioco, grazie alla quale le immagini sembrano riproporre il primitivo rapporto tra corpo, movimento e spazio: quasi volesse essere una rivisitazione del tutto contemporanea dell’inscindibile e antico legame tra uomo e natura. Marcello Abbiati Ha conseguito nel 2008 la Laurea Specialistica in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo alcune esperienze lavorative nell’ambito del design e della fotografia moderna e contemporanea, attualmente collabora con la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese curando l’attività espositiva ed editoriale promossa dalla Fondazione. Affianca all’attività di curatore quella di pubblicista presso alcune riviste di settore, tra cui Grafica d’arte. Giovanni Rainoldi Ha conseguito nel 2009 la Laurea Specialistica in Sociologia presso l’Università degli studi di Milano. Ha diverse esperienze in studi fotografici, musei, associazioni ed enti di ricerca sociologica. Oggi lavora come ricercatore per il Cesvip Lombardia, sede di Sondrio e per il Laboratorio Perimetro dell’Università degli Studi di Milano. Sta svolgendo un’esperienza come grafico e video maker per l’agenzia pubblicitaria Borderline Moving Ideas. Dancing Dale Si sente spesso una sensazione di stupore nell’osservare fotografie che ritraggono paesaggi lontani e molto diversi da quelli che abitualmente vediamo. È come se antropologicamente, davanti a queste immagini, ci sentissimo tutti un po’ escursionisti, con la voglia di conoscere e ammirare il diverso. Succede che con maggior facilità, indipendentemente dalla tecnica artistica, spesso ci facciamo affascinare da quello che non abbiamo mai visto. Meno frequente, invece, è lo stupore davanti a luoghi conosciuti da sempre, è come se il già visto rendesse difficile rinnovare il nostro sguardo davanti all’arte che lo rappresenta. In questa circostanza, affinché la nostra attenzione da spettatore sia catturata, entra in gioco, in prima linea, l’abilità artistica di chi immortala questo paesaggio conosciuto. Il progetto Dancing Dale, da questo punto di vista, regala un nuovo stupore perché offre uno sguardo diverso e non convenzionale nel mettere in scena immagini che ritraggono il paesaggio valtellinese e le montagne adiacenti. Attraverso linguaggi di comunicazione visiva, in particolare grazie ad installazioni, fotografia e grafica, e tralasciando il taglio documentaristico, questo progetto vuole proporre, con Giovedì 29 Luglio Centrale ENEL Boffetto, Piateda ore 20:30 duo Nadia Braito & Giuseppe Grillo Della Berta voce & chitarra ore 22:00 duo Paolo Angeli & Hamid Drake chitarre e percussioni-batteria Sabato 31 Luglio Giardini di Palazzo Martinengo, Sondrio ore 21:00 BRASS BANG!, quartetto di fiati. Paolo Fresu (tromba), Gianluca Petrella (trombone), Steven Bernstein (tromba), Marcus Rojas (basso tuba) Potete seguire Dancing Dale su Facebook e sul Blog http://dancing-dale.blospot.com 21/nr. 1/2010 Azione 2 Creatività Finchè morte non ci unisca (Io, Lui ed il Fratello) di Manuela Garbellini M anuela Garbellini ha presentato il suo progetto in anteprima domenica 30 maggio 2010 al Policampus di Sondrio. Per comunicare la sua arte, ma soprattutto per promuovere le possibilità presenti in Valtellina per dei giovani creativi, sabato 5 giugno e lunedì 7 giugno 2010, l’artista ha incontrato alcune classi del Liceo Socio-Psico-Pedagocico di Sondrio. Grazie al sostegno ed alla collaborazione dell’insegnante Fausta Messa, Manuela ha potuto presentare la sua testimonianza diretta: ha spiegato che questo progetto è nato dall’elaborazione del saggio breve svolto per l’esame di maturità, successivamente ha continuato il suo lavoro e la sua ricerca artistica e, grazie al Bando Giovani Talenti Creativi, lo ha trasformato in un’installazione. Durante questi incontri il messaggio di Manuela ai propri coetanei è stato quello di sollecitarli ad informarsi, perché anche in un territorio come la Valtellina, lontano dai principali canali artistici, ci sono possibilità ed occasioni di visibilità per chi vuole esprimere la propria creatività. Nell’installazione “Finchè morte non ci unisca”, la giovane artista dà espressione a tutte le sue passioni attraverso un racconto illustrato che, con tutto il cinismo di una commedia teatrale umoristica, vuole essere un percorso sull’amore eterno. Spaziando dalla dimensione carnale a quella psicologica, il racconto è una storia odierna per le sue ambientazioni, i suoi personaggi e le sue circostanze, ma, contemporaneamente, fuori dal tempo per la difficile ricerca dell’ineffabile sentimento eterno. Grazie all’utilizzo di diversi arti quali la scrittura, la pittura e la musica, l’installazione cala lo spettatore in un’ambientazione che evoca l’emotività di una riflessione interiore caratterizzata dalla sfida, che l’artista lancia, di reinserire l’accezione di eterno nel concetto di amore. Il punto resta capire qual è il vero significato di eterno. Cenerentola, conosciuta nel mondo occidentale soprattutto grazie ai fratelli Grimm e alla Disney, è una delle più famose fiabe popolari e forse una delle madri di quella che milioni di libri e film ci propongono come la possibilità che il vero amore, quello che dura per sempre, esista davvero. C’è chi vede in questa visione la magia di una favola possibile e chi l’oppio per una massa che non può fare a meno di credere nel “e vissero insieme felici e contenti”. Poi c’è chi, invece, ha raccontato un lato dell’amore, quello composto dal rapporto sessuale, senza inibizioni o false giustificazioni, combattendo il pudore del tempo ed abbattendo i muri di un ipocrita bigottismo; a questo proposito scrittori come Henry Miller o Erica Jong hanno ritrovato le loro opere essere istituite ad icone della Rivoluzione sessuale. Infine c’è chi vede l’amore eterno come l’insoluta battaglia tra due tempi individuale, fatti dell’oggi che si protrae attraversando piccoli, personali cambiamenti costanti. Ci si chiede allora come le due anime possano superare il tempo senza impedimenti, ritrovandosi giorno dopo giorno con la stessa speciale sintonia necessaria a rinnovare il loro vero amore. In questo filone il concetto di ostacolo all’espressione del sentimento può assumere svariate ed infinite sfumature. C’è la distanza e tutte le sue accezio- ni, da quella fisica a quella più aulica dell’amore platonico di Dante per Beatrice; c’è l’ostacolo sociale come quello dettato dalla lotta tra due nobili famiglie, un esempio su tutti l’astio tra Montecchi e Capuleti e via dicendo verso quelli che potrebbero essere infiniti esempi di coppie appartenenti alla letteratura e di ostacoli reali che impedisco l’amore eterno, di cui la scrittura si fa solo portavoce. Concetti estremizzati con l’ausilio di alcuni tra i più famosi esempi della letteratura, ma presenti anche nell’opera di Manuela. Con una scrittura fresca e una pittura essenziale il progetto dà voce a tutte queste visioni di amore. Quattro sezioni. La prima, io e lui, presenta gli elementi in gioco, ma soprattutto la voglia di credere nell’amore eterno; la seconda, l’autoritratto, è la solitudine dell’amore sconfitto; la terza, io ed il fratello, è la parte più fisica del rapporto di coppia; infine, finché morte non ci unisca, come disillusa consapevolezza che l’amore eterno è possibile solo al di là di un tempo, quello “terrestre”, fatto di circostanze che ne impediscono la sua realizzazione. Manuela Garbellini Ha 20 anni e dopo aver conseguito il diploma al Liceo SocioPsico-Pedagogico di Sondrio ora frequenta l’Accademia di Brera di Milano. E’ appassionata di filosofia, scrittura, pittura e illustrazione. Giovedì 1 luglio Policampus di Sondrio, in occasione del seminario “Il ruolo determinante della valorizzazione del capitale umano: i giovani neolaureati raccontano la loro esperienza” Mercoledì 21 luglio Palazzo Martinengo, in Piazza Garibaldi a Sondrio. Senza sorpresa ho ricevuto da Manuela Garbellini la richiesta di poter presentare agli alunni della scuola superiore da lei stessa frequentata l’installazione “Finchè morte non ci unisca”: non ho mai nutrito dubbi sulla forza creativa della scrittura della mia alunna, ero invece all’oscuro rispetto alla vocazione artistica. Sì, perché Manuela è, cosa rara, di assoluta riservatezza, al limite della ruvidezza, nella comunicazione abituale, ma sa spalancare orizzonti di calda umanità nella scrittura e nell’elaborazione artistica. Guardando la sua installazione, sentendola parlare alle compagne più giovani, mi sono chiesta: in quale misura la scuola ha contribuito a formare questa bella persona, questa cittadina, questa giovane artista? Sarebbe stata così comunque o anche le “tirate” sulle perifrastiche, la consecu- 22/nr. 1/2010 tio temporum, l’analisi testuale e l’insistenza sul valore della memoria sono servite, magari per contrasto, a dare a Manuela forza di pensiero e creatività? Sicuramente la testimonianza di Manuela è stata importante, ha contribuito a dare fiducia agli studenti, mostrando come sia possibile per i giovani dare spazio al proprio desiderio di comunicare attraverso vari linguaggi, anche attraverso le Istituzioni locali, senza perdere i contatti con la scuola di base. Grazie Manuela e ad majora! Fausta Messa Insegnante liceo socio-psico-pedagogico di Sondrio 23/nr. 1/2010 Azione 2 Creatività Dire, fare, mangiare. Campagna contro l’anoressia. di Ciro Zecca, Valentina Tognini, Roberto Galli, Astrid Zecca e Andrea Branchi L unedì 17 e martedì 18 maggio 2010 il gruppo che sta realizzando il progetto “Dire, fare, mangiare. Campagna contro l’anoressia” ha presentato, ad alcune classi superiori del capoluogo, il cortometraggio scritto e sceneggiato da Ciro Zecca dal titolo “Astrid”. Grazie a questo prodotto artistico e all’ausilio di un intervento medico, si è creato un dibattito intorno ad un tema di rilevanza fondamentale, verso il quale i giovani devono essere consapevoli: l’anoressia. Due incontri che hanno permesso di far conoscere l’intero progetto e dato avvio alla campagna sociale che lo accompagna; ad affiancare il cortometraggio è prevista la realizzazione di un calendario che vuole immortalare momenti in cui ragazze e ragazzi vivono un buon rapporto con il cibo. Inoltre su volontà stessa di Ciro Zecca e della responsabile del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna, la Dott.sa Emi Bondi, in un incontro avvenuto martedì 18 maggio 2010, si sono poste le basi per una collaborazione vincente e costruttiva. Il sodalizio tra arte e conoscenze scientifiche è stato voluto, dallo stesso artista, per dare maggior forza al progetto. Astrid Un’adolescente e un maialino, i suoi pensieri e il loro rapporto, un nemico e poi un amico, ma soprattutto la metafora di un animale e il racconto di un dramma narrato con delicatezza e poesia. Attraverso la sua arte, il giovane regista ha dato voce ai tormenti, le angosce e i dolori di chi vede sé stesso e il proprio corpo come il nemico contro cui combattere, di chi spesso fa fatica a far emergere il proprio disagio, di chi nemmeno lo ammette e di chi a volte guarisce, ma troppo spesso no. Senza mai essere scontato nei suoi intenti anche educativi, il cortometraggio dà espressione a soluzioni sceniche e fotografiche tutt’altro che banali e propone un dialogo interiore che colpisce per la puntualità e la sensibilità con cui vengono affrontate le angosce e le paure di chi soffre di disturbi alimentari. 24/nr. 1/2010 L’arte, si sa, quando colpisce chiama in causa emotività, istinto e personalità. È amata perché rende oggetto i sentimenti e le sensazioni e perché ci porta lontano dal quotidiano fatto di doveri, impegni, ma soprattutto di razionalità e intelletto. Ma quando l’arte denuncia i problemi sociali come le guerre, l’ambiente o le carestie oppure i malesseri individuali come depressione, isolamento o malattie il suo meccanismo si fa ancora più delicato. In questo caso, infatti, l’arte tocca la sfera emotiva, ma soprattutto abbatte un muro, quello dell’indifferenza. Ci rende consapevoli del silenzio in cui troppo spesso viviamo e di una verità che a volte scegliamo di non conoscere. Meno vigliacchi e più adulti a volte ci aiuta a riflettere. Ed è questo l’obiettivo di questo progetto: sfruttare la forza dell’arte abbinata al sociale. Un binomio che colpisce toccando le sfere dell’istinto, delle sensazioni, della sensibilità e che, spesso e volentieri, lascia un’impronta davvero indelebile alla consapevolezza. Purtroppo anche questa forza ha il suo tallone d’Achille: quando, infatti, non è supportata da una capacità di lettura cosciente e critica, può, involontariamente, essere fraintesa. Per questa ragione Ciro Zecca ha deciso di accompagnare la visione del cortometraggio e la divulgazione del calendario ad interventi medici che possano aiutare la comprensione di un tema così delicato. Per vedere il cortometraggio Astrid: www.242movietv.com/video/astrid 25/nr. 1/2010 Azione 2 Articolo di Mauro Vanini Creatività Racconti di Pietra di Mauro Vanini L o scultore Mauro Vanini espone, dal 20 giugno al 20 luglio nella vetrina di Corso Italia, 3 a Sondrio, “Racconti di Pietra”, anteprima dell’omonima rassegna personale che a settembre troverà spazio nella cripta della Santa Casa di Tresivio. La mostra, primo momento espositivo organico del giovane scultore valtellinese, presenta le sculture, i progetti e i complementi d’arredo pensati e realizzati da Vanini dal 1998 ad oggi, coniugando le proprie origini geografico artistiche ai materiali e alle tecniche di lavorazione acquisiti anche al di fuori del territorio valtellinese. In occasione della mostra l’artista, che privilegia le sculture in marmo, si dedica alla progettazione di oggetti d’uso quali cornici, lampade, lavandini e piani di luce che contengano un valore aggiunto: la linea e le forme progettate sono ispirate e veicolano simbolicamente l’immagine dei terrazzamenti e delle forme vitate del tralcio che disegnano il territorio. Ulteriore elemento distintivo della mostra è l’interazione con diverse forme espressive, in particolare con la fotografia, che enfatizza l’alternarsi di luci e ombre proprio della scultura e con il design da intendersi come ricerca di stile personale per la realizzazione di pezzi unici che avvicinano il gusto per le linee e le forme alla funzionalità dell’oggetto. La luce non è parte dello spazio espositivo ma è un materiale immateriale che, accanto all’ombra, presenta l’immagine del pezzo esposto, ed in alcuni casi interagisce con il fruitore. La personale di Vanini, che dopo l’anteprima sondriese a giugno vivrà un più articolato momento espositivo nella stagione autunnale a Tresivio, ospita sculture in marmo, pietra locale, legno e vetro, un racconto fotografico delle opere realizzate e una sezione dedicata a oggetti/ passaggi di luce: “Il rapporto luce-forma-materia, vero punto di forza e originalità della sua ricerca, si sviluppa in una narrazione tutta interiore che si snoda decifrando questo affascinante linguaggio iconografico di pietra. Vanini attraverso l’illuminazione artificiale di sottilissimi strati di marmo evidenzia il DNA della materia…”, “… svelando un proprio percorso, rendendolo unico e irripetibile, proprio come ogni essere vivente. Forse, in fondo, più che ad un racconto, siamo di fronte ad un dialogo, un dialogo silenzioso, tra l’artista, il marmo, la luce e l’occhio attento dello spettatore”, (dal testo di Morena Ghilardi pubblicato sul catalogo). Spirale di luce e Velati pensieri sono le opere che meglio rappresentano questa nuova modalità operativa, secondo una concezione della scultura come esperienza percettiva plurisensoriale maturata da Vanini percorrendo un approfondimento culturale sull’uso delle ombre. 26/nr. 1/2010 L’evento espositivo intende ripercorrere il tragitto creativo dell’artista dagli esordi, nelle diverse scelte tematiche, dall’arte sacra a sensuali corpi femminili, con luci e ombre che si alternano in un sapiente accostamento di superfici levigate e grezze. Si scoprono così Pensiero, Echi di ombre, Con-torsione e Linfa di vita, sculture, queste ultime, nate da complementari volumi concavi e convessi come Incastri/Incontri e Aggrovigliata. L’obiettivo è incuriosire, attirare e condurre il visitatore in un percorso espositivo che racconti le origini della creatività nel territorio e racconto del territorio attraverso le opere esposte, che costituiscono un’opportunità di rivivere il senso di appartenenza senza dimenticare il senso dell’altrove, il non detto nelle sue percezioni più ampie. L’attaccamento alla terra, l’appartenenza nella quotidianità si aprono ad una visione più ampia nel tempo e nello spazio ed offrono ispirazione, poesia e arte, sviluppando la capacità di percepire nuovi stimoli. L’intreccio di sinuose linee ora corpi, ora elementi architettonici, ora oggetti d’uso plasmano e mitigano le asperità e la durezza della pietra come la realtà. Dura realtà che evoca il tenace radicamento dei tralci sugli aridi terrazzamenti vitati tipici del territorio valtellinese. Mauro Vanini E’ nato a Sondrio. Laureato all’accademia di Brera di Milano é cresciuto artisticamente fra la Valtellina, Milano e le botteghe artigiane della Versilia. 20 giugno - 20 luglio 2010 “Spazio in mostra” -Associazione Culturale SpazioCorso Italia, 3 Sondrio -consigliata la visione al tramonto o in ore notturne- 4-5 settembre anteprima mostra a Poggiridenti 18 settembre - 20 ottobre 2010 Tresivio, Cripta della Santa Casa Soffio, 2009 - marmo bianco foto di Tiziano Gandolfi. 27/nr. 1/2010 Azione 2 Articolo di Sara Gianola Creatività Cose di Cuore di Giulia Setti, llaria Gianola, Chiara Tam, Marcella Corrado, Marco Gherardi, Marco Alberti, collaborano con loro oltre cinquanta ragazzi dell’oratorio di San Rocco di Sondrio “Prevenire è possibile” - “Prevenzione come educazione” - “Educare per prevenire” Non sono solamente slogan che hanno caratterizzato il dibattito sul disagio educativo negli ultimi decenni del ventesimo secolo ma un autentico messaggio che San Giovanni Bosco (1815 – 1888) lascia in eredità al 3°millennio: il sistema preventivo. Una “pedagogia che non muore col tempo” affermava Giovanni Paolo II nel 1988; un modello universale di educazione giovanile che Don Bosco ha vissuto per oltre 30 anni, adattandolo a varie situazioni storiche e sociali della Torino del suo tempo e che ancora oggi viene riproposto dai suoi successori nella grande Famiglia Salesiana che opera in tutto il mondo a favore della gioventù. (Francesco Motto, “UN SISTEMA EDUCATIVO SEMPRE ATTUALE” ELLEDICI 2000) A nche sul nostro territorio valtellinese è presente un’Opera Salesiana che dal 1897 gestisce l’Istituto e l’Oratorio San Rocco in Sondrio secondo il carisma di Don Bosco. Accanto alla catechesi e all’accompagnamento nell’esperienza di fede e di servizio ai più piccoli, teatro, sport e musica rientrano a pieno titolo tra gli strumenti 28/nr. 1/2010 educativo-aggregativi più preziosi per avvicinare i giovani, sollecitarne un sano protagonismo, incanalare in forme costruttive il loro bisogno di espressione, di movimento, di gioia. Cose di Cuore è quindi sì il titolo del lavoro che i giovani di San Rocco ci proporranno a breve ma è prima di tutto la loro stessa esperienza, all’interno di un ambiente che propone loro COSE con il CUORE; adulti, laici e consacrati interessati in modo autentico alla loro crescita umana e cristiana. Cose di Cuore Un musical interamente pensato, costruito ed elaborato all’interno del gruppo costituito da 55 giovani tra i 16 e i 26 anni ( 70% tra i 16 e i 19) e da 5 adulti di riferimento per la stesura del testo, l’arrangiamento delle canzoni e la regia. Un’esperienza impegnativa nei tempi (1 anno e mezzo di preparazione con prove settimanali al sabato, più intense nell’ultimo periodo) e nel coinvolgimento (balletti, costumi, coreografie, video realizzati in autonomia con il solo supporto logistico e tecnico degli adulti) che segue ad altri 2 lavori presentati nel 2004 e 2007. “PERFETTA LETIZIA” e “SAFNAT” infatti sono state prime esperienze di allestimento di un musical ispirati a testi originali (“Forza venite gente” e “Josef e la tunica dei sogni in Per vedere il video promozionale: www.youtube.com/watch?v=ppWry7gUyAk tecnicolor”). Rispetto a questi ultimi l’elemento peculiare di Cose di Cuore è l’originalità del lavoro in cui il gruppo, partendo da una traccia (“Cose di cuore” 1987 di Aldo Gusmeroli) ha dato forma ad una rappresentazione in cui si è saputo integrare il lavoro multidisciplinare che i giovani hanno sviluppato secondo le proprie inclinazioni: CORPO BALLO 11 ragazzi - CORO e ATTORI 30 - ASSISTENTI DI SCENA e TECNICI AUDIO MIXER 14. La sceneggiatura, curata da 3 adulti, è stata in itinere discussa in modo critico con i ragazzi stessi rendendoli partecipi dell’evoluzione del lavoro e della scelta dei contenuti. Una trama che nasconde tra le vicende verosimili di un giovane sacerdote in una attuale grande città, allusioni e riferimenti alla storia di Don Bosco; al suo desiderio di incontrare i giovani, al suo stare con loro, al sogno fatto a 9 anni che segnò profondamente la sua missione, all’attaccamento che i suoi ragazzi di Valdocco manifestavano apertamente per aver trovato in lui un padre, un maestro, un amico. Le fasi di preparazione del lavoro partono dal lancio della proposta all’interno dell’ambiente di San Rocco da parte dei responsabili del progetto, con l’invito ai giovani stessi di estendere il coinvolgimento nell’ambito della scuola e delle amicizie esterne. I primi a mettersi al lavoro (già dall’inverno 2009) sono stati i giovani del coro, guidati dal presidente dell’Associazione Musicheatro, alle prese con i 12 brani arrangiati da un professionista di Milano. Man mano che procedeva la stesura del testo da parte dei registi, 3 ragazze (età 19-20 anni) hanno guidato le compagne più piccole del corpo ballo nella creazione delle coreografie, organizzando in autonomia il calendario prove e dando dimostrazione di responsabilità, grande entusiasmo e creatività. In ultimo, dal Febbraio 2010 si è allestita la scenografia e si è dato corpo alla rappresentazione, unificando i diversi lavori e dedican- do spazio alle parti recitate intercalate ai brani musicali. Un’importante esperienza di condivisione, di pazienza, anche di fatica, vissuta in un clima di amicizia ed entusiasmo. Questo l’obiettivo principe del progetto. Questa l’anima che rende vero e concreto il messaggio dello spettacolo: “…Il mio sistema è: lasciare ai giovani piena libertà di fare le cose che loro maggiormente aggradano. Il punto sta nello scoprire in essi i germi delle loro buone disposizioni e procurare di svilupparli. E poiché ognuno fa con piacere soltanto ciò che sa di poter fare, io mi regolo con questo principio e i miei allievi lavorano non solo con attività ma anche con amore.” Don Bosco (MB XVII 85) Associazione Musicheatro Opera presso l’oratorio San Rocco di Sondrio, non ha scopo di lucro e si prefigge di raggiungere finalità educative, formative, sociali, promozionali, culturali ed assistenziali a favore dei giovani, con esplicito riferimento all’ispirazione cristiana e al sistema educativo di Don Bosco. In particolare si propone di contribuire alla crescita integrale dei giovani, realizzare attività di promozione teatrale e qualificare il proprio apporto educativo anche intervenendo all’interno di pubbliche programmazioni. 8/9 maggio Teatro San Rocco Sondrio 19 giugno Teatro Berbenno 11 settembre Sondrio (luogo da definire) 9 ottobre Centro Giovanile Tremenda a Samolaco 29/nr. 1/2010 Azione 2 Articolo di Ilenia Pusterla Viaggi. Alla ricerca di se stessi Progetto presentato dall’Associazione Nuova Yahaman: Valentina Serena Cama, Giulia Sgarlato, Marco Fanoni, Gianluca Scarinzi, Gabriele Salini, Sara Trinca Tornidor, Alice Robustellini D Domenica 30 maggio la compagnia Nuova Yahaman ha presentato lo spettacolo dal titolo “Viaggi. Alla ricerca di se stessi” presso il Policampus di Sondrio. Due ore di spettacolo in cui il pubblico ha assistito ad un susseguirsi di numeri di cabaret che, se vogliamo descrivere il risultato con i classici tre aggettivi, hanno composto una performance teatrale divertente, commovente e coinvolgente. Attraverso la recitazione, la danza e la giocoleria i ragazzi hanno realizzato due ore di intrattenimento che parlavano di ricerca, di speranze, di dolore, di gioie e, in generale, di tutte le emozioni che coinvolgono la vita di una persona, specialmente nei momenti in cui ricerca se stesso. L’alternanza di monologhi, lazzi di clownerie, balli di breakdance, Hip Pop, acrobatica, espressioni corporee accompagnati da attrezzi luminosi, hanno regalato al pubblico un racconto che aveva come filo conduttore il tema del viaggio. Viaggi strada e la figura del clown, ha proseguito i suoi studi all’accademia “Teatro libero” di Milano con William Medini e successivamente proponendo lazzi di clownerie all’interno degli spettacoli del circo russo Niemen. Le sue esibizioni puntando molto sul potenziale comunicativo di questa arte e della recitazione: un potenziale che permette di far sorridere, ammaliare, commuovere il pubblico e di fargli scaturire la poesia che c’è nel ricordarsi di essere sempre un po’ bambino. Giulia Sgarlato è stata allieva di Johnny Street per sei anni da cui ha appreso tutte le tecniche di Hip Pop e di danza moderna. In seguito ha lavorato per la creazione di coreografie nella scuola “Balla, balla”. Marco Fanoni ha vestito i panni del giocoliere, arte che ha appreso grazie a degli studi personali e frequentando diverse convention internazionali e nazionali, occasioni che gli hanno permesso di accrescere la propria professionalità grazie al confronto con altri artisti che praticano questa disciplina. La formazione si conclude con Gabriele Salini e Sara Trinca Tornidor come ballerini, e con Gianluca Scarinzi e Alice Robustelli, rispettivamente tecnico audio e tecnico luci. Il viaggio, nella sua accezione spaziale, mentale o temporale, è stato oggetto di numerosi riflessioni artistiche, letterarie e filosofiche; è parte integrante dello stesso concetto di crescita ed è la metafora del nostro cammino e della nostra esistenza. Il viaggio è lo spostamento per conoscere nuove terre e nuove culture e per misurarsi in un confronto continuo, è il lavoro psicologico ed emotivo che ogni persona compie dentro di sé per sconfiggere le proprie barriere e ritrovarsi con se stessi, ma è anche il percorso del tempo che Il viaggio, nella sua giorno dopo giorno ci permette di accezione spaziale, mentale o temporale, vivere la nostra esistenza, fatta anè parte integrante che di gioie, arte, soddisfazioni, dodello stesso concetto di crescita ed è la lori, legami e morte. Nello spettacolo metafora del nostro cammino e della nostra dell’associazione Nuova Yahaman esistenza. queste sfumature del viaggio vengono richiamate tutte, sia attraverso recitazioni esplicite, sia mettendo in Associazione Nuova Yahaman scena sketch allegorici. Un’alternanza tra momenti di- E’ nata per promuovere le forme d’arte (teatro, musica, pittuvertenti, di profonda riflessione e commozione e di gio- ra, artigianato, acrobatica, danza, giocoleria, web design…) chi che hanno coinvolto lo spettatore in prima persona. in Valtellina e dintorni. Attorno ad essa si è formato un gruppo Nei panni di clown si è esibita Valentina Cama. Allieva di ragazzi specializzati in diverse discipline, tra cui: Valentina Cama, Giulia Sgarlato, Marco Fanoni, Gianluca Scadi Sergio Procopio che per due anni ha studiato l’arte di Serena rinzi, Gabriele Salini, Sara Trinca Tornidor, Alice Robustellini. 30/nr. 1/2010 Creatività Ildi Silvia Fantasma di Canterville Montemurro I l teatro comunale Giuseppe Piazzi di Ponte in Valtellina e il Cine Teatro Victoria di Chiavenna hanno ospitato, rispettivamente il 29 maggio e il 3 giugno alle ore 21.00, lo spettacolo teatrale “Il Fantasma di Canterville” della compagnia MeraMente, regia e adattamento del testo dall’originale di Oscar Wilde di Silvia Montemurro. Silvia Montemurro ha 22 anni ed è di Chiavenna, appassionata di teatro e letteratura ha presentato questo progetto al Bando Giovani Talenti Creativi perché crede che per prendere un po’ di distanza dai moderni mezzi di comunicazione sia necessario promuovere e sviluppare la cultura e le sue forme d’arte. Gli attori della compagnia teatrale MeraMente, in tutto dieci, hanno invece dai 15 ai 18 anni e sono di Chiavenna e della Valle del Mera. Agli spettacoli che ha messo in scena la giovane regista hanno partecipato con entusiasmo gli appassionati di teatro ritenendola, non un opera dilettantistica, ma una performance che ha espresso il giovane talento di tutti i protagonisti. Meramente “La nostra compagnia teatrale è appena nata; MeraMente è un richiamo alla realtà valchiavennasca, un omaggio al fiume Mera, un attaccamento al paese da cui proviene la maggior parte di noi. Tale nominativo, però, non vuole essere un segno di chiusura, ma semplicemente un punto di partenza: al giorno d’oggi è facile rinchiudersi in casa, davanti al computer o al televisore, passare serate in discoteca o seduti in qualche bar. I ragazzi della mia compagnia, pur non disdegnando tali comportamenti, dimostrano di saper anche uscire dalla monotonia e dal conformismo, per “fare teatro”. Fare teatro non significa solo imparare qualche battuta a memoria e inscenare un dignitoso spettacolino: fare teatro è un modo di vivere, un incontro con il proprio personaggio, un’apertura verso testi di qualche secolo fa, come il nostro di Oscar Wilde, eppure sorprendentemente attuali. Ci vuole poco per osare un po’ di più, per creare qualcosa di diverso, che rimanga come esperienza formativa e che sia un inizio di un cammino culturale e artistico che potrà proseguire nel tempo. Mi piacerebbe partire da qui per formare una compagnia stabile, anche a Chiavenna, e soprattutto che sia un punto di ritrovo per chi vuole “fare teatro”, qualsiasi età abbia”. Silvia Montemurro. 31/nr. 1/2010 Azione 2 Creatività Un treno, una valle di Sara Bombardieri D omenica 27 giugno la giovane fotografa Sara Bombardieri ha esposto le sue opere presso il Palazzo Municipale di Tresivio. L’esposizione si è inserita nell’ambito della mostra collettiva di pittura, arti figurative ed artigianato realizzata in collaborazione con la Biblioteca comunale di Tresivio, in occasione della Sagra Patronale dei SS. Pietro e Paolo. La mostra ha riscosso un discreto successo ed ha permesso a Sara di coltivare diversi contatti che si trasformeranno in collaborazioni future. In questa esposizione l’artista ha dato visibilità, per la prima volta ufficialmente, alla sua arte e al suo talento. Un talento che, come ricorda lei stessa, è riuscita a coltivare grazie alla collaborazione che da tre anni porta avanti con un fotografo di Tirano: “Ivan Predisdomini, è colui che mi ha insegnato tutto sulla fotografia, che mi ha incoraggiata ed aiutata a coltivare questa mia passione. A lui devo davvero tutto e lo ringrazierò sempre per aver creduto in me”. Un treno, una valle Con la mostra “Un treno, una valle” l’artista espone 12 fotografie frutto di tre mesi di lavoro. Stampate a getto su PUL 10 mm con bordo bianco, le opere immortalano stazioni, paesaggi e momenti rubati ai viaggi e ai viaggiatori del famoso trenino rosso. Attraverso un occhio nuovo, giovane e per niente scontato Sara dà visibilità a particolari che spesso sfuggono ad un occhio disattento e superficiale. Grazie infatti al suo lavoro lo spettatore può ammirare i simboli della tradizione e del paesaggio che caratterizza questo Patrimonio Mondiale dell’Umanità. “Il taglio che ho voluto dare alla mia esposizione non è classica o statica, come spesso accade nella rappresentazione del Trenino, ma originale. Ho cercato di evidenziare i particolari, anche apparentemente i più insignificanti, cogliendo dei piccoli attimi “rubati” al momento giusto, che potevano risultare irrilevanti in altri contesti. IInizialmente il progetto era pensato per il treno che collega Tirano a Milano, ma successivamente, cogliendo l’occasione del Centenario del Trenino Rosso, ho rivisitato l’idea iniziale dando così omaggio a questo importante patrimonio”. Sara Bombardieri Ha 18 anni ed è nata a Tirano. Ha scoperto la passione per la fotografia grazie alla grafica e allo zio fotografo residente in Australia. Dall’età di 16 anni collabora con uno studio fotografico di Tirano. Domenica 27 giugno Palazzo Municipale di Tresivio Giovedì 1 luglio Policampus di Sondrio, in occasione del seminario “Il ruolo determinante della valorizzazione del capitale umano: i giovani neolaureati raccontano la loro esperienza” 32/nr. 1/2010 33/nr. 1/2010 Azione 3 Eccellenza Azione 3 in sintesi Ricerca di eccellenze e di buone prassi di imprenditoria giovanile La Terza Azione del Piano Locale Giovani nasce allo scopo di analizzare casi di ragazzi considerabili esempi di “eccellenza” nelle attività che svolgono. L’obiettivo è quello di far emergere e rendere visibili i risultati concreti ottenuti da giovani “eccellenze” del nostro territorio, affinché intorno al loro operato si crei un esempio, una discussione, uno stimolo che incentivi un “circolo virtuoso”. Dirupi Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini Pierpaolo Di Franco, 31 anni, e Davide Fasolini, 29 anni, entrambi laureati in Viticoltura ed enologia all’Università Statale di Milano, hanno iniziato a coltivare vigneti e a produrre vino nel 2003, anno in cui hanno fondato la società Dirupi. L a storia di Davide e di Pierpaolo ha inizio nel 2003, mentre stavano frequentando l’ultimo anno di facoltà presso la sede distaccata di Riccagioia in provincia di Pavia: sette anni fa, infatti, hanno deciso di prendere in comodato d’uso un piccolo vigneto valtellinese e di iniziare la loro attività imprenditoriale. Davide e Pierpaolo ci spiegano perché quell’anno è stato fondamentale per loro: “a Riccagioia noi e i nostri compagni studiavamo e lavoravamo in vigneti sperimentali, ci confrontavamo su progetti e ci informavamo per partecipare ai bandi di finanziamento europei. Si era creato un clima costruttivo, grazie al quale le idee trovavano spunti per crescere e svilupparsi. Il dialogo fra noi due e con i nostri compagni, confronto che continua tutt’ora grazie a forum e contatti universitari, ha posto le basi per iniziare a progettare seriamente quello che fin da piccoli è stato il nostro sogno: produrre il nostro vino. Così, mentre nel pavese sperimentavamo le tecniche 34/nr. 1/2010 di coltivazione e ci informavamo sulle possibilità di finanziamento, abbiamo deciso di prendere in comodato d’uso un piccolo vigneto valtellinese da coltivare nel weekend”. Quell’anno però entrambi partono per la loro seconda esperienza in altri territori: Davide dopo essere stato in Calabria nel 2002, parte per la California; Pierpaolo dopo il Trentino Alto Adige, nel 2003 parte per la Sardegna. Tornano nel 2004 con quattro esperienze fondamentali in territori diversi e con la loro formazione universitaria conclusa. Da quell’anno ha inizio la loro sfida in proprio e dopo sei anni di lavoro oggi coltivano diciotto vigneti e 7000 m di sperimentazione biologica; producono due tipi di vino rosso (Valtellina Superiore DIRUPI e un IGT Nebbiolo delle terrazze retiche denominato Olé) e il terzo è in corso d’opera (“un esercizio di stile”, come lo descrivono loro, nato per essere un vino riserva). L’85% del loro vino lo vendono in Valtellina, ma hanno importatori anche nel Nord e centro Italia, a Zurigo e a Boston. Nel 2008 vengono menzionati nel Top Hundred del Club di Papillon tra i 100 migliori vini d’Italia, mentre nel 2009 Daniel Thomas li conferisce il Sole di Veronelli, inserendoli nella guida “I vini di Veronelli 2009” tra i 22 vini a menzione speciale. Quella che sembra una strada facile fatta di successi e soddisfazioni è, invece, un altro esempio di come la dedizione e la passione nel lavoro paghino, anche in Valtellina. È vero il coraggio di partire e la collaborazione tra soci, come ci spiegano Davide e Pierpaolo, sono aspetti indispensabili ed essenziali, ma la determinazione e la cura del dettaglio sono le qualità necessarie ad andare avanti ed affermarsi: “ad essere sinceri non è stato facile, anche noi abbiamo dovuto lavorare molto e continuare a formarci e rinnovarci. Oggi stiamo studiando il biologico e sperimentando questa coltivazione; grazie alla collaborazione con il grafico Riccardo Stefanelli curiamo al meglio le nostre etichette e l’immagine aziendale, inoltre stiamo collaborando in modo operativo affinché anche in Valtellina si crei una rete coesa e collaborativa tra i produttori di vino e, di conseguenza, un’immagine del territorio precisa e coerente (il Vinitaly di quest’anno è stato un esempio dei buoni risultati che stiamo ottenendo in questo senso)”. Quando Davide e Pierpaolo parlano di determinazione e di dettagli non si riferiscono solo al lavoro in vigna, alla loro immagine aziendale e alla costruzione di una rete, ma ci raccontano come tutto è fondamentale, purché sia fatto con l’attenzione necessaria che ogni lavoro richiede. Coltivare vigneti e produrre vino ha tanti aspetti, da quelli più faticosi del lavoro fisico a quelli più metodici della ricerca e della continua formazione, ma DIRUPI s.s. Cantina Località Madonna di Campagna 23026 Ponte in Valtellina (SO) Sede Legale Via Grumello, 1 - 23020 Montagna in Valtellina (SO) fax 0342.513.460 nascere e crescere in Valtellina è stato fondamentale per la loro formazione culturale. Qui, infatti, è nata la loro passione e qui la cultura e le tradizioni di questo mondo sono diventate parte di loro ed oggi del loro lavoro: “non apparteniamo a famiglie che hanno una tradizione o un nome nel panorama vitivinicolo valtellinese, ma tramite amici, fin da piccoli, abbiamo vissuto il momento della vendemmia. È una tradizione e un’occasione di festa in cui si promuove il vino e lo scambio”. Riprendendo questi concetti e richiamando lo spirito che accompagna la cultura di questo mestiere ogni anno propongono, in occasione della presentazione del loro vino, un piccolo evento allo scopo di far conoscere il loro prodotto, ma anche di creare un dialogo costruttivo su diversi temi. Quasi una rivisitazione del concetto greco di convivio, grazie al quale si può degustare il loro lavoro e conoscere nuovi aspetti culturali. Da questa filosofia nel 2007 è stato organizzato “Arte e Vino”, un evento dove l’artista Andrea Mori (ritroverete le opere dell’artista all’interno del Bando Giovani Talenti Creativi del Piano Locale Giovani) ha mostrato installazioni fatte con l’uso di elementi della natura e, utilizzando la terra dei vigneti, ha creato l’etichetta “Terra”per la bottiglia Magnum del Valtellina Superiore DIRUPI. Nel 2008 è stato proposto un evento in collaborazione con Slow Cooking per promuovere il cibo e la cucina a km 0, nonché la collaborazione tra chi vuole sperimentare in modo intelligente sul nostro territorio. Infine nel 2009 hanno organizzato un evento/ convegno con ospiti e accademici provenienti da tutto il Nord Italia per parlare e discutere di biologico e delle nuove esigenze che caratterizzano un consumatore più colto e attento. Dott. Enol. Pierpaolo Di Franco 349.362.79.73 Dott. Enol. Davide Fasolini 347.290.97.79 www.dirupi.com [email protected] 35/nr. 1/2010 Azione 3 Eccellenza Ecomuseo della Valgerola Sergio Curtoni ed Elisabetta Curtoni L’ Ecomuseo della Valgerola è un’istituzione culturale riconosciuta dalla Regione Lombardia ed è nata con l’obiettivo di promuovere il territorio che rappresenta e diffondere la conoscenza delle tradizioni e dei costumi che caratterizzano la Valgerola. Formalmente costituito dal comune di Gerola Alta con deliberazione C.C. n.16 del 02.05.2008, l’Ecomuseo si basa sul coinvolgimento diretto di associazioni e operatori e della popolazione locale. Dal 2010 l’ambito territoriale dell’Ecomuseo è stato esteso ai Comuni di Pedesina, Rasura e Cosio Valtellino. Il territorio è principalmente montano ed è posto tra i 400 e i 2500 m.s.l.m. e inserito nella parte elevata nel perimetro del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi. Sergio Curtoni ha 35 anni e da quando è stato fondato l’Ecomuseo opera attivamente nell’ideazione, organizzazione e gestione di tutte le attività di promozione. All’inizio del 2010 ha rinunciato al suo contratto a tempo indeterminato come educatore optando per un part time, scelta che gli permette di dedicare più tempo allo sviluppo dell’Ecomuseo. Con lui opera attivamente Elisabetta Curtoni, gli operatori del museo e tutti gli abitanti della Valgerola: una cooperazione che ha permesso la creazione di una fiorente attività didattica. Grazie all’impegno e alla passione di Sergio, di Elisabetta e di tutti coloro che collaborano per lo sviluppo dell’Ecomuseo, sono stati attivati laboratori dedicati alle tecniche manifatturiere, alle risorse naturali, alla storia e ai personaggi che caratterizzano le leggende della Valgerola, vere e proprie attrazioni per scolaresche, turisti e valtellinesi. Infatti, grazie alle giornate intitolate alla lavorazione del legno, del ferro e della lana chi partecipa può imparare i lavori del passato e la produzione dei manufatti che oggi sembrano caratterizzare un tempo fatto di tradizioni ormai superate. Grazie a quelle dedicate alla natura e alle leggende storiche si ha la possibilità di conoscere l’ambiente e le sue peculiarità, nonché la storia che lo ha caratterizzato. Si possono inoltre visitare luoghi e attrezzi tipici quali mulini, telai, taverne sperimentando in prima persona i lavori, i giochi, l’alimentazione e i costumi che hanno caratterizzato la storia della Valgerola e dei suoi abitanti. Parlando con Sergio si intuisce chiaramente che il movente che ha permesso di raggiungere questi risultati è stato, prima di tutto, la passione per il proprio territorio, la voglia di far rivivere le tradizioni che altrimenti erano destinate a scomparire dalla memoria. Il suo lavoro è stato rivolto alla creazione di un vero museo, ma non inteso in senso statico, ma piuttosto dinamico e relazionale. Attraverso giochi, intrattenimenti, laboratori e lezioni chi opera nell’Ecomuseo della Valgerola è riuscito a far rivivere, ricontestualizzandolo in chiave moderna/interattiva, lo stile di vita delle generazioni passate. Il punto di forza, che ha permesso di ottenere gli importanti risultati oggi visibili e usufruibili da tutti noi, è il forte senso di appartenenza della comunità locale. La cooperazione tra tutti gli abitanti e gli operatori è una catena che, da un dialogo attivo e aperto, ha permesso la trasmissione della cultura e delle tradizioni della Valgerola a chi, grazie alla propria professionalità, è stato in grado di rielaborarle in chiave moderna. Sergio e con lui Elisabetta e i loro collaboratori sono un esempio di come l’amore per il proprio territorio possa permettere di creare risultati concreti e positivi affinché la cultura di un luogo non si perda tra le priorità del nostro tempo. Attraverso il loro impegno entrambi i lati hanno potuto convivere e rinnovarsi uno grazie all’altro, in un riuscito sodalizio tra passato e presente. Ecomuseo www.ecomuseovalgerola.it [email protected] [email protected] Ufficio Informazioni Gerola Alta (apertura estiva) Via Nazionale - Gerola Alta Tel. 0342.690.191 www.valgerolaonline.it 36/nr. 1/2010 37/nr. 1/2010 R Rubrica Servizi Integrati Informagiovani<->Policampus Servizi Integrati (Informagiovani e Policampus) I Servizi Integrati (Informagiovani e Policampus), gestiti dal Consorzio di Cooperative Sociali Sol.Co Sondrio, contribuiscono a sviluppare le finalità del PLG in quanto promuovono un investimento cospicuo per il settore lavoro. Oltre alle attività ordinarie che prevedono un supporto ai ragazzi nella ricerca attiva del lavoro (sostegno nella stesura del curriculum vitae e della lettera di presentazione, individuazione e selezione delle aziende e degli uffici dove proporre la propria candidatura, esplorazione delle diverse forme dei contratti di lavoro…), negli ultimi due anni sono state promosse ed incrementate relazioni con alcuni importanti attori del mercato del lavoro in Valtellina, tra cui le Unioni di Categorie, Società di Sviluppo Locale, Valtellina Lavoro, Inps e Cgil. Queste collaborazioni si sono concretizzate nella partecipazione a progetti innovativi (Job Match all’interno del progetto GEdA, Newsletter Orientamento in collaborazione con Valtellina Lavoro) e nella costruzione partecipata di laboratori di orientamento al lavoro realizzati nelle classi quarte e quinte degli Istituti superiori di Sondrio. Informagiovani Via Perego, 1 - 23100 Sondrio 0342.526.431 [email protected] Facebook Informagiovani Sondrio martedì, giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.00 Policampus Via Tirano SNC - 23100 Sondrio 0342.200.761 www.policampus.it [email protected] Informagiovani a Scuola L’ attenzione che i Servizi Integrati (Informagiovani e Policampus) dedicano ai giovani accompagnandoli nelle scelte formative, occupazionali, della vita sociale e del tempo libero si è concretizzata anche quest’anno attraverso la realizzazione di laboratori di orientamento nelle classi quarte e quinte delle scuole superiori di Sondrio. I laboratori hanno affrontato tematiche importanti per il mondo giovanile, dall’area estero (mobilità internazionale e i programmi europei per i giovani ) all’area lavoro (mercato del lavoro locale e profili professionali, compilazione curriculum vitae; passi per la ricerca attiva del lavoro; mondo dei contratti di lavoro e sistema voucher). Vista l’importanza di accompagnare gli studenti nel delicato passaggio dal mondo della scuola al mondo del lavoro, anche attraverso il coinvolgimento di importanti attori del tessuto economico valtellinese, il laboratorio “Mercato del lavoro locale e profili professionali” è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Con- findustria insieme a Valtellina Lavoro, Unione Artigiani, Unione Commercianti, Coldiretti. L’obiettivo principale è stato quello di fornire alcune informazioni concrete inerenti i profili professionali che nel contesto locale stanno assumendo rilevanza, effettuare alcune riflessioni ed analizzare alcuni dati relativi al mondo del lavoro per capire qual è lo spazio per i diplomati e i laureati e diffondere conoscenze inerenti percorsi formativi post- diploma. Di seguito riportiamo le considerazioni sull’attività svolta di alcuni esperti che sono intervenuti nelle classi, in particolare una riflessione sui vantaggi dell’incontrare direttamente gli studenti nelle scuole, sui contenuti che hanno avuto un maggior impatto tra gli studenti e sulla loro percezione di quanto i ragazzi valtellinesi siano informati sul mercato del lavoro locale. “Incontrare i giovani nelle scuole è basilare; avere un contatto diretto con loro, riuscire a trasmettere le proprie idee, con parole semplici ma concrete è sicuramente più proficuo che leggerlo solamente in un articolo di giornale. Le esperienze sino ad ora fatte, mi hanno dato enorme soddisfazione; vedere l’interesse dei giovani per l’ambiente e per il mondo agricolo in generale, fa veramente piacere. Non dobbiamo dimenticare che le radici di tutti noi vengono dal mondo agricolo e se sino a dieci/quindici anni fa tutti i ragazzi, o la maggior parte, avevano un rapporto con questo settore, attraverso i genitori o i nonni che svolgevano tale attività, ora la realtà è ben diversa. 38/nr. 1/2010 Giulia Setti Mary Signorelli Operatrici Servizio Informagiovani E’ quindi importante far capire ai ragazzi il ruolo fondamentale dell’agricoltura, sia in termini economici sia in termini di difesa e salvaguardia del territorio. Far capire ai giovani quanto lavoro e fatiche vi sono dietro ad un prodotto è determinante nel far crescere in loro un sentimento di apprezzamento e di rispetto per chi svolge questo duro lavoro” “Confindustria Sondrio rappresenta le imprese industriali di Valtellina e Valchiavenna. Il comparto industriale svolge un ruolo trainante per la crescita socio-economica del territorio e si contraddistingue per l’eccellenza produttiva, la differenziazione sui diversi settori produttivi (fattore anticiclico molto importante in momenti di crisi economica) e la capacità di competere innovando. La categoria industriale ritiene l’education ed il rapporto con le giovani generazioni fattori strategici per sviluppo presente e futuro. In seno a Confindustria Sondrio, il Gruppo Giovani Imprenditori presidia da quasi un decennio la tematica, con espressa delega degli organismi direttivi. A parte il comparto alimentare con le sue note eccellenze, l’industria di Valtellina e Valchiavenna è per lo più focalizzata su produzioni “intermedie”, che non arrivano direttamente al consumatore finale; questo fa si che non sempre i giovani ci conoscano a fondo. Non solo, è diffusa nell’opinione pubblica la convinzione che Confindustria rappresenti solamente imprese manifatturiere mentre, in realtà, associa anche un notevole numero di imprese del terziario e dei servizi, imprese molto dinamiche, innovative ed in costante crescita. Incontrare gli studenti nelle scuole vuol dire farsi conoscere in maniera semplice ed al contempo concreta, illustrare le opportunità di occupazione e crescita professionale che le aziende industriali della provincia possono offrire. Grande interessa l’approfondimento sui profili professionali maggiormente richiesti dal tessuto economico locale e, di riflesso, i percorsi formativi che offrono i migliori sbocchi occupazionali per coloro che sono intenzionati a rimanere sul territorio. Inoltre i ragazzi hanno mostrato curiosità rispetto alle caratteristiche dell’ambiente aziendale dove faranno il loro ingresso. Durante i nostri interventi di orientamento nelle scuole non manchiamo mai di illustrare quali sono le richieste dell’impresa al neoassunto in termini di disponibilità ad apprendere, capacità di relazionarsi ed interagire con i colleghi, impegno, senso del dovere, condivisione degli obiettivi aziendali, capacità di proporre, proattività. La conoscenza da parte dei giovani circa le caratteristiche del mercato del lavoro locale, soprattutto per quanto concerne l’aspetto dei profili professionali più richiesti, deve migliorare molto e ciò è al contempo compito ed interesse preciso degli attori economici e delle associazioni di categoria. Occorre sottolineare come Confindustria Sondrio, negli ultimi 5 anni, abbia proficuamente collaborato con la Società di Sviluppo Locale e le altre istituzioni sul territorio per porre in essere numerose iniziative volte a diffondere tra i giovani la conoscenza del mercato del lavoro locale (incontri nelle scuole, convegni pubblici, diffusione di materiale a stampa, partecipazione al “salone dell’orientamento”). A questo proposito, tra marzo ed aprile del 2009, per la prima volta in provincia di Sondrio, il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Sondrio ha introdotto nelle scuole il Management Game, un torneo on line - organizzato dal Comitato Regionale Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardiariservato alle classi quarte delle scuole superiori. Attraverso un software viene simulata la gestione di un’azienda. Si può dire che “giocando” gli studenti prendono confidenza con una realtà, quella del lavoro, nella quale si apprestano ad entrare. Simulazione e gioco stimolano le capacità organizzative dei ragazzi e insegnano loro a lavorare in un team. Un metodo di apprendimento alternativo e appassionante che nel 2009 ha coinvolto gli studenti dell’Istituto De Simoni e che quest’anno ha interessato anche i ragazzi dell’Istituto Tecnico Agrario di Sondrio e del Pinchetti di Tirano.” Rino Ceft Confindustria Sondrio Intervenuto insiema a Valerie Schena di Valtellina Lavoro presso l’Istituto Tecnico Industriale di Sondrio Flavio Bottoni Coldiretti Sondrio intervenuto presso l’Istituto Tecnico Agrario di Sondrio 39/nr. 1/2010 R Rubrica Servizi Integrati Informagiovani<->Policampus Articolo a cura degli Operatori del Policampus Intervista a Valentin Potier Vincitore della terza edizione del festival di cortometriaggi Young Frames Sabato 15 Maggio 2010 si è conclusa la 3.a edizione del Festival Internazionale di Cortometraggi - Young Frames - organizzato dal Consorzio di cooperative sociali Sol.Co. Sondrio presso l’auditorium del Policampus di Sondrio. La manifestazione si è caratterizata per la buona affluenza in sala degli spettatori, per la qualità delle opere presentate in gara, per le tematiche sociali che sono state approfondite nella giornata pre-festival del 14 Maggio (“Lo stigma della malattia mentale” organizzata in collaborazione con l’azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna) e per l’alto numero di giovani coinvolti sia nella preparazione che nella realizzazione festival. un pranzo è stato molto divertente vedere le reazioni dei camerieri che reagivano male alla vista delle orecchie giganti e che quasi non osavano prendere le ordinazioni. In più Nicolas continuava a recitare la parte di Tony per far ridere la troup e si continuava a lamentare dei camerieri che parlavano troppo forte. Il vincitore per il premio MIGLIOR CORTO assegnato dalla “giuria speciale” è stato TONY ZOREIL di Valentin Potier. Di seguito l’intervista al giovane regista. Secondo te i giovani hanno sufficiente spazio e visibilità nel cinema contemporaneo? Come e quando è nata in te la passione per il cinema? Mio padre era regista di pubblicità e quando ero piccolo mi succedeva spesso di partire e viaggiare con lui per lavoro. Ero affascinato dal suo lavoro. Le luci, gli attori, i movimenti delle cineprese, in più mi è sempre piaciuto guardare film alla tv. Nella realizzazione dei tuoi cortometraggi quanto ritieni sia stato importante il tuo percorso formativo? Studiare è stato fondamentale. Avere la possibilità di approfondire con dei corsi mirati è stato determinante. Come mai hai scelto di parlare con il film Tony Zoreil della diversità? Qual è stata la difficoltà più grande che hai avuto sinora nel tuo lavoro come giovane regista? Penso di essere un giovane regista fortunato poiché non mi ricordo aver incontrato grandi difficoltà nella mia breve esperienza ma soltanto difficoltà normali come molti nel proprio lavoro. Effettivamente è molto difficile farsi conoscere come giovane registi… Grazie dunque a voi e ai festival come il vostro per la diffusione che date alle nostre pellicole perché questo è il miglior trampolino per farsi conoscere. Che cosa cambieresti nel ambito del tuo lavoro? Nulla, se non fossi stato regista però mi sarebbe piaciuto diventare architetto. Che consiglio daresti ad un ragazzo che volesse fare cinema oggi? Per vedere il trailer di Tony Zoreil: http://www.youtube.com/watch?v=kgWI_RzDzMs Gli suggerirei di lavorare tantissimo e di impegnarsi tanto quanto sono le sue ambizioni. Come hai conosciuto il Festival Internazionale di Cortometraggi Young Frames? Grazie al lavoro della mia casa di produzione. Qual è il regista professionista Nei film spesso mi piace raccontare storie che vanno che preferisci e perché? oltre l’ordinario, che rappresentano percorsi di persone fuori dal normale. Adoro Stephen Spielberg, poiché è un regista unico, canome non è importante Trovo molto interessante affrontare il tema della diver- Il mio pace di mescolare il grande spettacolo alla grande arte. di Emanuele Pisano (Italia) sità in modo leggero e spiritoso, ed è quello che ho E l’attore e/o attrice? cercato di fare in Tony Zoreil per evitare di fare un film circostanza fortuita “pesante”. Questo permette di sensibilizzare gli altri an- Una Ci sono molti attori (Italia) che mi piacciono: Billy Bob ThorEmanuele Michetti che attraverso un cortometraggio e di diffondere i valori di ton, Tim Roth, Leonardo Di Caprio, Kate Winslet, Kate positivi di certi messaggi. Le orecchie giganti mi hanno blanchet… Recentemente ho avuto un colpo di fulmine Zoreil permesso di sottolineare un lato surreale e di approfon- Tony per Casey Afleck che ha una sensibilità ed un approccio di psicologico Valentin Potier (Francia) dire l’aspetto sonoro che amo particolarmente. incredibile in tutti i suoi ruoli. Ci racconti un episodio curioso che ti è capitato di Il Torneo Qual è il tuo film preferito? vivere durante la registrazione di un corto? di Michele Alahique (Italia) Taxi driver per l’impostazione psicologica dei personagLe fasi del trucco impegnano molto tempo. Nicolas gi e l’originalità della pellicola ma anche per l’interpretaClerc (Tony), conservava così, durante la registrazione El mueble de los fotos zione eccezionale di Robert De Niro. del corto il proprio trucco anche durante i pasti. Durante di Giovanni Maccelli (Spagna) 40/nr. 1/2010 Valentin Potier Nato nel 1982 a Parigi, si è diplomato presso la Scuola del Cinema ESRA. Egli ha scritto e diretto il suo primo cortometraggio “Tony Zoreil”, il quale è stato selezionato nei più importanti Film Festival del mondo ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Attualmente Valentin Potier è regista di pubblicità e sta realizzando il suo primo lungometraggio. Porque hay cosas que nunca se olvidan di Lucas Figueroa (Spagna) The Cemetery People Festival Internazionale di cortometraggi - Sondrio dal 10 al 14 Maggio 41/nr. 1/2010 Proiezione per le scuole superiori dei corti in concorso dalle 9.00 alle 12.00 A Aggiornamenti Amici per la pelle FONDAZIONE ALBOSAGGIA Scuola Materna di Albosaggia Scuola Primaria di Albosaggia Scuola Secondaria di Primo grado di Albosaggia Biblioteca di Albosaggia Oratorio di Albosaggia Fondazione Albosaggia P.za Dante, 1 - 23010 Albosaggia (SO) 0342.211.378 www.fondazionealbosaggia.it [email protected] Paolo Messina Giovane Neolaureato Laurea Specialistica in Pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (indirizzo interculturale e in progettazione pedagogica). Prima di questa esperienza ha lavorato a Milano come educatore interculturale con il PIME nel settore educazione alla mondialità. Da tre anni è coordinatore del Centro Estivo del Comune di Albosaggia. Michele Giugni Responsabile di Progetto Assessore alla cultura del Comune di Albosaggia Consigliere amministrativo della Fondazione Albosaggia Nel Numero 0 del PLG.Magazine avevamo presentato il progetto “Amici per la pelle”: l’iniziativa promossa dalla Fondazione Albosaggia con l’obiettivo di trasmettere ai bambini i valori ed i principi legati all’integrazione culturale. Attraverso l’aiuto di tre organi educativi (scuole, biblioteca ed oratorio) Paolo Messina, il giovane neolaureato a cui è stato affidato questo progetto, continua a perseguire queste finalità. Tra le tante iniziative concluse vogliamo ricordare le principale affinché continuino ad essere di ispirazione per chi vuole investire e credere in questo progetto. In oratorio i bambini hanno avuto l’occasione di partecipare ad una giornata dedicata alla raccolta di viveri a sostegno delle regioni più povere del Brasile. L’iniziativa Matogrosso, gestita da Paolo e da volontari dell’omonima associazione, è stata un’importante e solidale occasione in cui i bambini più grandi aiutavano a raccogliere i viveri, mentre i più piccoli hanno partecipato a giochi il cui tema era lo scambio/confronto fra due culture. Nelle scuole elementari di Albosaggia si sono organizzati incontri basati su dinamiche attive: giochi di ruolo, proiezioni di filmati e dibattiti in cui i temi ricorrenti erano l’intercultura, il pregiudizio, i diritti umani e il commercio equosolidale. 42/nr. 1/2010 Ma l’incontro che ha riscosso più successo è stato quello organizzato alle scuole medie con la partecipazione di Cheikh Mbacke Lo, un ragazzo immigrato dal Senegal che partecipa al Bando Giovani Talenti Creativi (Azione II del Piano Locale Giovani) con la presentazione di racconti autobiografici. I tre incontri, uno per ogni classe, sono stati sviluppati secondo un preciso modulo didattico. Introdotti da Paolo con una spiegazione teorica, i temi affrontati sono stati gestiti con dinamiche attive, dibattiti e, ovviamente, la partecipazione e la testimonianza di Cheikh Mbacke Lo. I temi, che avevano come filo conduttore il razzismo, lo stereotipo e il pregiudizio, sono stati trattati secondo moduli didattici diversi a seconda della classe in cui venivano proposti. In prima media gli argomenti principali sono stati la tolleranza e i diritti umani, in seconda gli stereotipi e in terza il pregiudizio, l’immigrazione e le leggi che la regolano. L’impegno di Paolo Messina e di Cheikh Mbacke Lo è stato premiato con l’ottimo riscontro che ha avuto l’iniziativa. La positiva partecipazione dei bambini e l’entusiasmo di alunni ed insegnanti, ha instaurato dialoghi aperti e costruttivi, nonché posto le basi per inserire questa iniziativa all’interno del futuro piano educativo. Ente Capofila PLG Comune di Sondrio Servizio Politiche Giovanili e Sociali Ufficio Progetti Integrati Margherita Boiani Via Perego, 1 - 23100 Sondrio 0342.526.252 [email protected] PLG MAGAZINE Nr. 1_2010 Simona Viganò redazione testi (Collaboratrice a Partita IVA)[email protected] Gino Pedrotti progettazione grafica (C.S.V.-L.A.Vo.P.S.)[email protected] Azione 1 Lavoro Azione 2 Creatività Azione 3 Eccellenza