Venezia sotto le Stelle!
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Venezia sotto le Stelle!
SCHEDE CULTURALI TECNICHE a cura di Mirios snc per LADU – 23-24/5/2009 Venezia sotto le Stelle! Permesso Speciale! La Basilica di San Marco a Porte Chiuse Un viaggio di due giorni tra gli incanti veneziani. Straordinaria è l’occasione di visitare la Basilica di San Marco a Porte Chiuse con una visita speciale di due ore. 1 ITINERARIO La Basilica di San Marco Permesso Speciale! La visita verrà condotta in esclusiva per gruppo dopo l’orario di chiusura La Basilica di San Marco è un monumento unico per la ricchezza della sua storia, la maestosità della sua facciata e del suo interno, splendido laboratorio in cui hanno operato per secoli grandi artisti italiani ed europei. Il carattere bizantino che la contraddistingue appare soprattutto nei grandi mosaici che narrano le storie di San Marco, ma anche gli episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento. La grandezza di Venezia si è sempre riflessa nell'arricchimento della Basilica: i veneziani l'hanno abbellita nel corso dei secoli portando dai luoghi più remoti manufatti preziosi ed opere d'arte, creando un monumento di grande compattezza. La luce soffusa che vi entra dall'alto sembra dividere il mondo terreno da quello soprannaturale splendente nelle volte per i suoi dorati mosaici. La vastità dei contenuti artistici ed iconografici e religiosi e la molteplicità dei risvolti storici necessari alla comprensione del ruolo svolto dalla Basilica nel corso dei secoli sono qui presentati secondo una precisa divisione per argomenti e livelli di approfondimento differenziati. Collezione Quirini Stampalia Esclusiva per il gruppo Il cinquecentesco palazzo Querini Stampalia, impreziosito da stucchi e affreschi, ospita nelle stanze dell'appartamento patriarcale al secondo piano un museo che conserva arredi del Settecento e neoclassici, lampadari di Murano, tra cui un grande Cà Rezzonico, porcellane di Meissen, Vezzi, Sèvres, Cozzi, sculture di Orazio Marinali, Antonio Canova, Medardo Rosso, globi di Willem Blaue e Gilles-Robert de Vaugondy, arazzi. Si tratta di una delle più ricche collezioni d'arte della città lagunare, con oltre quattrocento dipinti veneti, italiani, fiamminghi dal XIV al XIX secolo: Donato e Catarino, Giovanni Bellini, Lorenzo di Credi, Jacopo Palma il Vecchio e il Giovane, Bernardo Strozzi, Luca Giordano, Marco e Sebastiano Ricci, Giambattista Tiepolo: Ad essi si aggiunge il più ampio documentario pittorico su Venezia del Settecento: cento dipinti di cui trenta sono scene di 2 genere di Pietro Longhi e sessantasette sono vedute di Gabriel Bella, un pittore minore, copista di opere Sei-settecentesche di artisti come Franco, Lovisa, Canaletto, tutte intese a perpetuare il mito di Venezia città delle meraviglie. A piano terra del palazzo, l'area restaurata da Carlo Scarpa nel 1963 con il prezioso giardino è visitata da studiosi e architetti per il geniale esempio di recupero in senso moderno dei valori inalienabili di luce e colore che hanno da sempre caratterizzato lo spazio-ambiente della città. Completa l'attrezzatura dei servizi una nuova moderna ala la cui ristrutturazione è stata progettata dall'architetto ticinese Mario Botta. Il museo è gestito in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia, la caffetteria è affidata allo storico Caffè Florian di Piazza San Marco. La Galleria dell’ Accademia La Tempesta di Giorgione Con le soppressioni delle congregazioni religiose e delle magistrature pubbliche veneziane, iniziate già nel 1797 e continuate dopo l'annessione nel 1805 di Venezia al Regno italico e col governo austriaco (decreti del 1806, 1808 e 1810) fu confiscata un'enorme quantità di opere d'arte. Una selezione di capolavori fu inviata a Parigi, perché fosse esposta al Louvre insieme alle più rappresentative testimonianze d'arte europea e mondiale, esemplificative delle culture sottomesse all'Impero. Un'ulteriore selezione delle opere più rappresentative delle principali scuole pittoriche nazionali arricchirono la Pinacoteca dell'Accademia di Belle Arti di Brera nella capitale del Regno, Milano. A Venezia molti dipinti di grandissima qualità, soprattutto della scuola locale dal XIV al XVIII secolo, trovarono la loro estrema salvaguardia dalle dispersioni e dalle vendite nella pinacoteca dell'Accademia, che aveva la funzione prioritaria di raccolta didattica per la formazione dei giovani artisti. Nel tentativo di assicurare un panorama adatto ad un'educazione artistica completa si tentò di acquisire anche delle opere delle altre maggiori scuole pittoriche italiane e straniere, ma dalla fine del secolo, decaduto l'interesse didattico, si preferì privilegiare la produzione regionale. Come sede dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, istituita con un decreto nel 1807, il governo napoleonico scelse il compendio della Carità, formato dall'antica chiesa di Santa Maria della Carità, ristrutturata dal 1441 e il 1452 da Bartolomeo Bon, dal Convento dei Canonici Lateranensi, rinnovato nel 1561 da Andrea Palladio, e dalla Scuola grande della Carità, importante associazione laica di beneficenza e mutua assistenza. Il legame delle Gallerie dell'Accademia con la città di Venezia è molto profondo: le sale contengono infatti molti capolavori provenienti da chiese o scuole o magistrature pubbliche. In alcuni casi, le opere esposte alle Gallerie sono l'unica testimonianza sopravvissuta di chiese che sono state demolite nel periodo napoleonico e infine alcuni fra i più famosi quadri da arredo privato 3 contenuti nella raccolta (il San Girolamo di Piero della Francesca, o le scene veneziane di Pietro Longhi, per esempio) sono pervenuti grazie alla generosità di illustri collezionisti veneziani. La Scuola Grande Di San Rocco Tintoretto: L’Estate Nell'anno 1478, il Consiglio dei Dieci, organo delegato della Serenissima Repubblica al riconoscimento e regolarizzazione delle confraternite a Venezia, dà il proprio assenso all'istituzione della Scuola di S.Rocco. Dopo alcuni anni, nel 1485 la Scuola entra addirittura in possesso della reliqua del santo: a quel punto si rende indispensabile realizzare una sede appropriata all'importanza del tesoro custodito e capace di accogliere le migliaia di persone che ogni anno affollano la Scuola. Terminata la fase "edile" rimaneva aperta quella più strettamente artistica: si dovevano impreziosire le ampie pareti interne della Scuola. Per raggiungere l'obiettivo, si organizzò addirittura un concorso: Veronese, Salviati, Tintoretto e altri ancora furono invitati a presentare le proprie idee. Proprio l'ultimo, nell'ormai personale identificazione con l'attività artistica delle Scuole, offre in dono una tela con S.Rocco in gloria. Il concorso finisce lì: anzi, non comincia nemmeno. L'intero ciclo di opere viene commissionato al Tintoretto , il quale porta a termine molte dei suoi migliori capolavori e dando vita ad un ciclo di opere che lo hanno consacrato tra i più grandi dell'arte pittorica veneziana e mondiale. 4