StoriaDLACQUA - Itinerari e Luoghi

Transcript

StoriaDLACQUA - Itinerari e Luoghi
Svizzera e Italia
Idrovia Ticino-Po
Storia
d’acqua
VERBANO DEVOTO La chiesa di Santa Caterina
del Sasso, sul lago Maggiore.
I
SERATE MENEGHINE Il Naviglio Grande a Milano.
Un viaggio sul filo
Milano
Venezia dell’acqua, lungo
500
chilometri,
alla scoperta della
nuova waterway transfrontaliera
Locarno-Milano-Venezia.
L'Idrotour è un progetto europeo
all’insegna della mobilità dolce e
dell’eco-sostenibilità per tutti.
Locarno
II
C
osa possono strade e binari di fronte
all’opportunità di unire la Svizzera all’Italia
e il lago con il mare attraverso una waterway
eco-sostenibile e di grande richiamo turistico?
L'Idrotour Locarno-Milano-Venezia è un progetto europeo in cui la Regione Lombardia ha avuto
un ruolo guida, visto il suo preponderante coinvolgimento territoriale: il risultato è un concentrato di storia, valorizzazione culturale e sostenibilità ambientale davvero esemplare. Non solo
perché, inseguendo il trend dello slow travel,
s’inaugura un percorso inedito a impatto zero,
ma perché esso stesso affonda le sue radici lontano nel tempo. Ci parla dei Visconti che, già nel
XV secolo, navigavano lungo il Naviglio per raggiungere i castelli di Locarno, Abbiategrasso,
Milano e Pavia, e dei marmi di Candoglia che,
dal Lago Maggiore lungo il Ticino e il Naviglio
venivano trasportati a Milano per la costruzione
del Duomo. Vie d’acqua commerciali e non solo,
laghi, conche, fiumi e navigli, prima dell’avvento della ferrovia e poi dell’asfalto, servivano da
“strade” alle famiglie aristocratiche, ai lavoratori e ai mercanti, e da “svago” ai turisti che, ad
esempio, giungevano a Locarno sul primo battello a vapore. Oggetto d’un ambizioso sogno, il
ripristino del lungo viaggio che dal Ticino, attraverso Milano e Pavia, portava a Venezia, è oggi
una solida realtà, che si concretizza nel progetto
dell’Idrovia. I cinquecentocinquanta chilometri
d’autostrada liquida saranno infatti un’occasione imperdibile per valorizzare le culture e i
paesaggi attraversati, costruire infrastrutture e
approdi, attivare servizi nautici, portando nuova
luce su un patrimonio per lungo tempo dismesso, ma non per questo dimenticato.
III
CIELI DI CONFINE Volo con il parapendio sopra Locarno; tramonto presso Verbania, sul lago Maggiore.
In basso: uno scorcio del giardino botanico sull'isola di Brissago, sul versante ticinese del Verbano.
Nella pagina a fianco, in alto: un barcone da trasporto usato un tempo sul Naviglio; in basso: il castello di Locarno.
IV
V
SVIZZERA
A LT O - A D I G E
Lago
Maggiore
0
25
50
Primo itinerario
Secondo itinerario
Maccagno
Cannero
Verona
V E N E T O
Ghiffa
Porto Valtravaglia
Sesto Calende
Brondolo
di Chioggia
EMI LI A -R O M A GN A
Baveno
Isole Borromee
Stresa
Santa Caterina del Sasso
Monvalle
Belgirate
Ferrara
Bologna
Castelletto
Sopra Ticino
Varese
Ispra
Porto
Garibaldi
Ranco
Meina
Angera
Arona
Cascinetta
Sesto Calende
Somma Lombardo
Gli itinerari
Gallarate
Malpensa
PIEMONTE
Vizzola Ticino
Tornavento
Nosate
Golasecca
Somma Lombardo
diga di
Porto della Torre
dighe del
Panperduto
Bacino
di Calma
2
Maddalena
4
chilometri
Legnano
L
C an a l
e Vi l l o r e s i
Turbigo
Castelletto di Cuggiono
Bernate
Novara
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Busto
Arsizio
O
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A
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Cuggiono
Milano
Magenta
Boffalora
Ponte Nuovo Ponte Vecchio
Robecco
Cassinetta
Gaggiano l i o G
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Abbiategrasso Castelletto di
Abbiategrasso
Castello o
opere difensive
Musei o gallerie d’arte
Orrido
Palazzi
Torre
Chiesa o santuario
Mercato
Convento
Ceramica
Parco botanico
Centrale
droelettrica
Lido
Ponte
Panorama
Abbazia
Centro storico
Ponte
coperto
ran
de
Abbazia di
Morimondo
Darsena
Rozzano
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Binasco
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ci
10
20
chilometri
Certosa
di Pavia
se
VI
dighe del
Panperduto
Ti
Primo itinerario:
il Lago Maggiore tra Svizzera e Italia
Punto di partenza: Locarno
Punto di arrivo: Sesto Calende
Lunghezza: 63 km (54 km battello e 9 km treno)
Note: navigazione da Locarno ad Arona, poi treno da Arona a Sesto Calende.
diga della Miorina
Varallo
Pombia
li o
av ig
Il percorso dell’Idrovia è suddivisibile in quattro
itinerari consecutivi che, da Locarno, approdano
a Venezia. Il primo tratto, dalla città svizzera fino
a Sesto Calende, corrisponde alla navigazione
del Lago Maggiore, più un passaggio in treno da
Arona a Sesto Calende. Il secondo, da Sesto Calende alle dighe del Panperduto, è più breve e
combina spostamenti in barca e bicicletta. Stessa alternanza di mezzi di trasporto per il terzo percorso che, dalle dighe del Panperduto, arriva alla
Darsena di Milano, seguendo il Canale Industriale
e il Naviglio Grande (con una deviazione sul Naviglio di Bereguardo) terminando in Porta Ticinese,
a Milano. Il quarto e ultimo itinerario, da Milano a
Venezia, attraversa lungo il Po alcune fra le città
più belle della Lombardia, fino alla laguna veneta.
L’Idrovia parte dal Lago Maggiore, il secondo
lago più grande d’Italia, con una superficie di 212
km quadri e un perimetro costiero di 170 km. È
diviso tra Svizzera e Italia, e nel versante nostrano le sponde occidentali appartengono al Piemonte, mentre quelle orientali alla Lombardia. Il
sistema di navigazione pubblica collega 11 scali
del bacino elvetico e 25 di quello italiano. L’itinerario inizia da Locarno, la terza città del Canton
Ticino, che vanta il maggior numero di ore di sole
all’anno. Il centro storico, sviluppato intorno a
piazza Grande - location del Festival del Film - e
alle dimore patrizie, è un dedalo di vie punteggiate di negozi e locali a pochi passi dal lungolago.
Degno di nota è il castello visconteo, costruito
dal XIII al XV sec., con l’annesso palazzo Casorella e i musei archeologico e civico. Le due
esposizioni meritano una visita, rispettivamente,
per la collezione di antichi vetri romani e per la
raccolta di cimeli e documenti originali riguardanti il Patto di Locarno (1925). Vicino ai musei, il
Rivellino è una costruzione fortificata edificata
nel 1507 come rinforzo del castello esistente, su
progetto di Leonardo da Vinci. Un “classico” della gita a Locarno è la salita, a piedi o in funicolare,
al santuario della Madonna del Sasso ad Orselina che, da oltre 700 anni, svetta sulla collina.
Accanto alla chiesa del XV sec., meta di pellegri-
Vergiate
Laveno Monbello
ino
no
Rovigo
Po
Parma
Quarto itinerario
Fondo Toce
Governolo
Po
Luino
Intra
Mantova
Po
Piacenza
Venezia
Terzo itinerario
Lugano
Ti c
ci
Cremona
Oggebbio
Padova
LO MB A R DI A
Pavia
Punto di arrivo
Brissago
chilometri
Milano
Punto di partenza
Gambarogno
Brissago
Bergamo
Brescia
Ti
P I E M O N T E
Lecco
Como
Ascona Magadino
Ronco
Isole di Brissago
TRENTINO
Verbania
Sesto
S V I Z Z E R A
Locarno
Locarno
Pavia
Boschi di Travacò
Mezzana Bigli
Cremona
Po
Arena Po
VII
FOLAGHE E CIGNI Il lungolago di Locarno. In basso, in senso orario: imbarcazioni lacustri ormeggiate al porto
di Ascona, sul lago Maggiore; sigari Dannermann prodotti a Brissago; un ristorante sull'isola di Brissago.
Nella pagina a fianco: la villa sull’isola di Brissago, circondata da un rigoglioso giardino botanico.
VIII
naggio e celebre per i suoi affreschi e stucchi,
sorge il convento dei frati cappuccini. Da qui la
funivia collega Orselina a Cardada (1.344 m)
dove, tramite una passerella sospesa nel vuoto,
si ammira la vista sul Lago Maggiore e le Alpi. La
seggiovia, quindi, sale fino a Cimetta (1.670 m),
sede dell’osservatorio geologico. Tornando sul
lago, a ridosso della spiaggia, il nuovo lido di Locarno vanta piscine interne ed esterne, sala fitness, vasche termali con idromassaggio, scivoli
per il divertimento e un prato con lettini e campo
da beach volley. Prima di lasciare la città, meritano una sosta il Parco delle Camelie, con 900
specie anche molto rare, e la chiesa romanica di
San Vittore a Muralto (XI sec.), la cui cripta conserva stupendi capitelli. Al di là del fiume Maggia,
Ascona offre uno dei lungolago più affascinanti
del Canton Ticino, il centro storico noto come
Borgo, gallerie d’arte e il Museo Comunale
d’Arte Moderna, con opere di Alexej Jawlensky
e Paul Klee. D’estate è presa d’assalto in occasione del Jazz Festival e la pittoresca frazione di
Ronco è il punto migliore per vedere la città
dall’alto. Da Porto Ronco, i battelli fanno la spola
alle isole di Brissago, San Pancrazio o Isola
Grande e Sant’Apollinare o Isola Piccola. Nel
cuore del Verbano godono, grazie alla protezione
delle montagne, di un clima subtropicale, mite
tutto l’anno. L’isola maggiore ospita il Parco Botanico delle Isole di Brissago, un’oasi di 2,5
ettari dove crescono oltre 1.700 specie di piante
provenienti dal Mediterraneo, dall’Asia subtropi-
cale, dal Sud Africa, dalle Americhe e dall’Oceania. Fu creato nel 1885 dai coniugi Richard e Antoinette Fleming St. Leger; la Grande Guerra e la
fuga del marito, nel 1927, costrinsero la baronessa Antoinette a vendere la proprietà e a trasferirsi
sulla terraferma. Un anno dopo, fu il commerciante amburghese Max Emden ad adottare l’Isola Grande costruendo la villa residenziale che
prende il suo nome. Alla sua morte, il giardino e
la villa passarono allo Stato del Cantone Ticino
che, con i comuni di Ascona, Brissago, Ronco
sopra Ascona, la Heimatschutz Svizzera e ProNatura, nel 1950 aprì il Parco botanico del Cantone Ticino. Il Parco, con splendide terrazze sul
lago, si compone di diverse aree, suddivise per
paesi, dalle Americhe, all’Australia/Nuova Zelanda e Tasmania, Cina/Corea e Giappone, fino al
Sud Africa e al Mediterraneo. Di fronte alle isole,
Brissago, nota in tutto il mondo per i suoi sigari,
prodotti dal 1847 a marchio Dannemann (vedi
box), vanta frazioni disposte a terrazzo e un centro storico ricco di monumenti, edifici nobiliari e
chiese. Tra essi, spiccano le chiese risalenti al
XVI sec. di Madonna del Ponte e di San Pietro
e Paolo, il settecentesco palazzo Branca - Baccalà e il Sacro Monte, con le 14 stazioni della
Via Crucis. La sponda opposta ospita gli abitati
di Tenero e Magadino, noto per la riserva naturale della zona umida Bolle di Magadino, il Festival internazionale di musica organistica e la
chiesa parrocchiale di San Carlo. Seguono gli
scali di Vira e San Nazzaro; quest’ultimo, come
IX
FORTI LACUSTRI I castelli di Cannero. In basso: un cigno reale presso la sponda di Sesto Calende. Nella pagina
a fianco, in alto: ormeggio del traghetto al pontile di villa Taranto, a Verbania; in basso: il traghetto che svolge
servizio sul lago Maggiore costeggia il paese di Baveno, sulla sponda piemontese del Verbano.
il tratto di Riviera del Gambarogno compresa tra
Piazzogna e Vairano, fa parte del Parco Botanico di Gambarogno, che vanta una varietà record di magnolie. Prima di varcare il confine italosvizzero, non restano che due approdi: Gerra e
Ranzo. Cannobio, primo degli scali presenti sul
Lago Maggiore italiano, è un paese che nei secoli ha conservato il suo charme medievale. Nel
borgo antico spiccano il Palazzo della Ragione,
della fine del XIII sec., la torre campanaria, palazzo Pironi, simile alla prua di una nave e, in piazza Lago, le mura cinquecentesche di palazzo
Omacini. Nei pressi, l’imbarcadero è il punto d’approdo dei
turisti e degli sportivi. Il lido di
Cannobio, infatti, oltre ad essere una meta per la vela, il
windsurf, il kite-surf e lo sci
d’acqua, offre spazi attrezzati
per praticare l’atletica e giocare
a tennis, minigolf, calcetto e
beach volley. Per chi viaggia su
due ruote c’è la pista ciclabile
di 5 km che parte dal lido di
Cannobio, oltrepassa il Ponte
Ballerino proseguendo nel bosco fino all’orrido di Sant’
Anna. Dalla vicina cappella di
X
Cioss, in frazione Trafiume, la strada borromea
attraversa i comuni della valle Canobina. Sulla
sponda opposta, Maccagno è un tipico paese
rivierasco diviso dal fiume Giona nelle località Inferiore e Superiore. Su piazza Roma, con la caratteristica torre, si trova la sede della Zecca dei
Mandelli (il diritto di coniare moneta fu concesso
nel X sec. da Ottone I), mentre a picco sul lago si
scorge il cinquecentesco Santuario della Madonnina, detta “della Punta”. Vanto di Maccagno è il Civico Museo Parisi Valle che, frutto
della donazione Parisi-Valle, comprende 2.085
opere moderne e contemporanee (con capolavori di Giacomo
Balla, Giorgio de Chirico, Pablo
Picasso e Renato Guttuso) e
oltre 400 reperti antichi e numismatici. Nella parte superiore
del paese, da vedere la chiesa
di Sant’Antonio, con affreschi
dell’artista Antonio da Tradate
e Casa Branca, con il cortile a
loggiati. Proseguendo s’incontra il molo di Cannero Riviera,
scelta come dimora, nel Risorgimento italiano, da Laura Mantegazza e Massimo D’Azeglio.
Caratterizzata dai castelli pian-
tati come sentinelle sui suoi
isolotti - i castelli di Malpaga
(XV sec.) e Vitaliana (XVI sec.)
- Cannero costituisce una
meta obbligata sul Lago Maggiore. Qui, all’epoca della Grande Guerra, il generale Cadorna
fece costruire delle linee difensive, mai utilizzate, che rappresentano, oggi, un interessante
patrimonio d’archeologia militare. Viene poi Luino, patria
dello scrittore Piero Chiara e
sede, dal 1541, del più importante mercato del Lago Maggiore, con ben 374 bancarelle
ogni mercoledì. Proseguendo la navigazione, ci
s’imbatte nel triangolo formato da Oggebbio,
Porto Valtravaglia e Ghiffa. Quest’ultimo paese,
sede del Museo dell’Arte del Cappello (nell’ex
Cappellificio Panizza, chiuso nel 1981) e sormontato dall’omonimo Sacro Monte, precede l’arrivo
a Intra che, insieme a Pallanza, Suna e altre piccole frazioni, costituisce il Comune di Verbania.
La bellezza di questo tratto di lago, caratterizzato
da sontuose ville e giardini, dal 1909, è oggetto
della valorizzazione da parte del Museo del Paesaggio di Pallanza. Se palazzo Viani-Dugnani
ospita le sezioni archeologiche, pittoriche e scultoree, palazzo Biumi-Innocenti conserva una
collezione di oltre 5.000 ex-voto dipinti. Tra le
meraviglie di questo “spicchio”
di Verbano, i giardini Botanici
di villa Taranto, oltre a villa
San Remigio, sono una delle
attrazioni più ambite: 20.000
specie vegetali provenienti da
ogni angolo del Pianeta. La
“sorella” lombarda di Intra, Laveno Mombello, si trova alle
pendici del monte del Sasso
del Ferro ed è nota come la
“capitale della ceramica”, una
tradizione che affonda le radici
nella seconda metà dell’Ottocento. Da Laveno Mombello
parte il Sentiero del Verbano,
una via verde che corre a Sesto Calende, attraversando le località di Taino, Angera, Ranco,
Ispra, Brebbia, Besozzo, Monvalle e Leggiuno.
Tornando in Piemonte, Baveno è il luogo in cui,
nel 1826, furono varati i primi piroscafi a vapore
per la navigazione turistica del Lago Maggiore.
Numerose sono le testimonianze storico-architettoniche del suo passato, dalla chiesa romanica dei Santi Gervasio e Protasio dell’XI-XII
sec., con battistero ottagonale del V sec. e affreschi datati dal XV al XIX sec. Le facciate del centro storico, affrescate con dipinti murali che spaziano dal sacro al Liberty, così come il suo lungolago, incantarono personaggi quali Lord Byron, la
regina Vittoria d’Inghilterra, Wagner e Churchill.
XI
La fama della città è legata
all’estrazione del granito rosa,
le cui cave si trovano sulle
montagne che circondano Baveno. In località Boleto di Madonna del Sasso, il Museo
dello Scalpellino racconta il
mestiere dei cosiddetti picasass attraverso filmati, documenti storici e oggetti d’epoca.
Prima d’imbarcarsi alla volta di
Stresa, una rete di sentieri percorre le frazioni di Baveno:
Roncaro, Romanico, Loita,
Oltrefiume e Feriolo, alla scoperta di piccoli borghi, antichi
mestieri e favolosi scorci sul lago. A nord di Feriolo, tra canneti e saliceti, s’estende la Riserva
Naturale Speciale di Fondotoce, un habitat naturale di grande interesse ornitologico. Da Carciano, il “lido” di Stresa, partono le imbarcazioni
per le isole Borromee. L’Isola dei Pescatori,
così chiamata per la sua viva tradizione ittica, è
l’unica stabilmente abitata dell’arcipelago che
comprende l’Isola Bella e l’Isola Madre.
Quest’ultima è la più estesa e ospita un immenso
giardino di piante rare e fiori esotici dove scorrazzano pappagalli, pavoni e fagiani e si trovano
splendide fioriture, dalle azalee
alla collezione di ibiscus. Il palazzo del XVI sec. ospita l’esposizione dei teatrini delle marionette risalenti al XVII e al XIX
sec., bambole e porcellane d’epoca. L’Isola Bella è forgiata
dai suoi giardini che, composti
da dieci terrazze che digradano
verso il lago, creano un tutt’uno
armonico con il palazzo barocco voluto nel XVII secolo da
Carlo III Borromeo. Oltre all’esemplare “giardino all’italiana”
seicentesco, l’interno della villa
rivela grotte a mosaico, tappezzerie fiamminghe, statue e dipinti. Tornati a Stresa, è d’obbligo una sosta alla “perla” del Lago
Maggiore, partendo dal piacevole lungolago, con
le ville signorili – tra tutte, villa Pallavicino, villa
Vignolo e villa Niobe -, i lussuosi alberghi in stile
Liberty e i rigogliosi giardini. Uno sguardo al centro storico non può tralasciare Villa Ducale, sede
del Centro internazionale di Studi Rosminiani
e la chiesa di Sant’Ambrogio, che conserva tele
settecentesche. In frazione Reno del Comune di
Leggiuno, sulla sponda lombarda, l’eremo di
Santa Caterina del Sasso - edificato tra la fine
ARCIPELAGO La piccola Isola dei Pescatori. In alto: scorcio dei giardini di palazzo Borromeo, sull'Isola Madre.
Nella pagina a fianco, in alto: ormeggio a palazzo Borromeo, sull'Isola Bella; in basso: vela ad Arona.
XII
del XII e l’inizio del XIII sec. su volontà di Alberto
Besozzi, un ricco mercante scampato al naufragio – è oggi retto dagli oblati benedettini. La navigazione procede verso Belgirate, paese d’origine medievale citato da Stendhal e Gozzano.
Celebre per le ville sette-ottocentesche quali villa Cairoli, dove soggiornò Giuseppe Garibaldi,
villa Conelli e villa Carlotta, che ospitò Guido
Gozzano, Antonio Rosmini e Alessandro Manzoni, è sovrastato dal colle di Motta Rossa, con la
chiesa gotica di Santa Maria e il suo campanile
romanico del XI sec. Seguono Lesa, con il tranquillo lungolago e lo scenografico palazzo
Stampa, che ospitò Manzoni e Cavour, e Ispra,
antico centro d’estrazione e lavorazione della calce come dimostrano alcune vecchie fornaci. Se Ranco vale una sosta per
il museo Ogliari, un’excursus
sui mezzi per la viabilità su rotaia e strada dal XVIII sec. al XX
sec., Meina ospiterà presto,
presso l’ottocentesca Villa Faraggiana, il Museo Europeo del
Disegno. Ultima fermata, prima
di terminare la corsa ad Arona,
Angera, sovrastata dalla celebre rocca. Costruita in varie
epoche, a partire dalla duecentesca torre castellana, seguita
dall’ala Scaligera del XIII sec., la Viscontea della
fine del XIII sec. e da quella Borromea (XV-XVI
sec.), ospita il Museo della Bambola e dell’Abbigliamento Infantile, la Sala di Giustizia e delle Cerimonie, entrambe riccamente affrescate.
Di grande interesse, l’oasi della Bruschera è
un’area protetta che comprende l’Isolino Partegora. L’itinerario navigabile finisce ad Arona,
con il popolare colosso (l’altezza totale è di
35,10 metri) noto come Sancarlone, realizzato
dagli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi nel
1698. Situato sul Sacro Monte, a sua volta fondato nel XVII secolo, è secondo per altezza solo
alla Statua della Libertà. Da visitare, oltre al piacevole centro storico, i resti della rocca Borromea, la zona
umida del Parco dei Lagoni di
Mercurago, che conserva ritrovamenti archeologici databili al
IV sec., e la collegiata della
Natività di Maria Vergine con il
meraviglioso polittico di Gaudenzio Ferrari. Ad Arona cessa il
servizio di navigazione pubblica
sul Lago Maggiore e per raggiungere il fiume Ticino, suo
maggiore emissario e immissario, occorre servirsi dell’auto o
delle linee ferroviarie provenienti da Milano, Genova, Torino.
XIII
NOBILI SALE L'interno di palazzo Borromeo, sull'Isola Madre; Angera vista da Arona. In basso: pescatore
di lucci a Sesto Calende. Nella pagina a fianco, in senso orario: la chiesa di Santa Caterina del Sasso,
che si affaccia sul lago Maggiore; navigazione sul lago; una sala di palazzo Borromeo, sull'Isola Bella.
XIV
XV
Il Parco del Ticino
Secondo itinerario: sul Ticino
Punto di partenza: Sesto Calende
Punto di arrivo: dighe del Panperduto
Lunghezza: 14 km
Dall’imbarcadero di Sesto Calende i battelli della Navigli Lombardi s.c.a.r.l. effettuano la navigazione del Ticino lungo due itinerari, entrambi con
ritorno a Sesto Calende. Il primo, reso possibile
dalla ricostruzione, conclusa nel 2007, della diga
della Miorina porta a Golasecca, nel punto di
passaggio dal Lago Maggiore al Ticino. Il secondo, detto Via dei Marmi si spinge fino alla
diga di Porto della Torre (non ancora funzionante) e ricalca il sistema idroviario utilizzato già
nel Trecento per trasportare i blocchi di marmo
dalle cave di Candoglia, sul Lago Maggiore, fino
a Milano dove venivano utilizzati per la costruzione del Duomo. A 800 metri dallo sbarramento
di Porto della Torre, nel Parco Lombardo della
Valle del Ticino (Comune di Somma Lombardo),
si trovano le dighe del Panperduto, costruite alla fine del XIX sec. per regolare l’uso delle
acque del Ticino a fini irrigui ed energetici. Da
esse traggono le loro acque il canale Villoresi e
il sistema dei Navigli milanesi (Grande, Bereguardo e Pavese). Frutto dell’ultimo progetto di re-
Il Parco del Ticino si estende tra Piemonte e Lombardia lungo l’omonimo fiume che, con i suoi 248
km di lunghezza, è il più ricco affluente del Po. I suoi
91.410 ettari, divisi tra il Parco Naturale e il Parco
Regionale, comprendono 47 comuni lombardi dislocati nelle province di Varese, Milano e Pavia e 11
comuni piemontesi nella provincia di Novara. Posto
su uno dei più importanti punti d’unione tra la Pianura Padana e il resto dell’Europa, questo territorio ha rappresentato, fin da sempre, una strategica
via d’acqua per il commercio. Nel suo complesso, il
Parco del Ticino vanta ben 780 km di percorsi ciclopedonali e una grande biodiversità che spazia dal
fiume e la sua valle alla pianura, con fontanili e
opere idrauliche, e dai Navigli, con i canali, le dighe,
le cascine, le risaie e i campi coltivati, fino ai laghi;
sullo sfondo, i profili del Monte Rosa. Il Parco ospita
stabilmente 48 specie di mammiferi e una flora che
conserva specie altrove scomparse o rare, tra cui 16
varietà di orchidee e alcuni filari di gelsi, sopravvissuti al cessato allevamento dei bachi da seta. Info:
Parco Ticino, via Isonzo 1, Pontevecchio di Magenta, tel. 02.972101, www.parcoticino.it.
gimazione sul bacino idraulico del fiume Ticino,
oggi costituiscono un interessante monumento
industriale e sono punto d’unione fondamentale
lungo l’Idrovia Locarno-Milano-Venezia. Una volta ultimato il restauro disposto dal Consorzio di
Bonifica Est Ticino Villoresi, il sito del Panperduto
INGEGNERIA IDRAULICA La scenografica struttura della diga del Panperduto. Nella pagina a fianco, in alto:
la pista ciclabile presso la diga del Panperduto, a Somma Lombardo: in basso: una garzetta.
XVI
diventerebbe il punto di trasbordo delle imbarcazioni provenienti da Porto Torre e dirette a Milano. Il progetto prevede la messa in sicurezza e la
valorizzazione ambientale e turistica dell’area, il
recupero degli edifici storici presenti e il ripristino
della funzionalità idraulica, in modo da riattivare
così anche la navigazione turistica. Con il ripristino delle tre conche di navigazione connesse
alle dighe, infatti, sarà possibile allungare la via
navigabile, per 40 km, in direzione di Milano.
Tra le opere in agenda, una delle più importanti
prevede l’installazione, in un vecchio magazzino
idraulico situato tra il fiume Ticino e il Bacino di
Calma del Panperduto, del Museo delle acque
italo-svizzere. Questo punto
espositivo, attraverso mostre
permanenti e temporanee,
sarà interamente dedicato al
bacino idrografico del Ticino e
alla sua storia. Nel Bacino di
Calma, inoltre, si svolgeranno
i percorsi didattici sull’acqua, alla scoperta del complesso sistema di funzionamento delle dighe del Panperduto. L’imbarcazione dieselelettrica, costruita sul modello
delle vecchie chiatte, farà la
spola tra i futuri imbarcaderi
dell’ostello, in fase di proget-
tazione, con alloggio, ristoro, punto bici e infopoint del Parco del Ticino (vedi box) e del Museo.
Il sito delle dighe del Panperduto è, ad oggi, visibile grazie al comodo percorso ciclo-pedonale
che, sull’alzaia, costeggia il Bacino di Calma.
Questo itinerario ciclabile (il transito è consentito
ai soli veicoli di servizio autorizzati), in realtà, inizia sul lungolago di Sesto Calende proseguendo
lungo l’alzaia del Ticino, a Golasecca, fino alle
dighe del Panperduto e alla presa del Villoresi.
Il percorso, che ha una lunghezza totale di 14
km, continua lungo il canale industriale dell’Enel
passando da Vizzola Ticino e Tornavento fino
a Santa Maria in Binda, a Nosate. Nell'ambito
delle opere di recupero del
Panperduto, è stato inaugurato il MUBO - Museo della Bonifica a Chignolo Po
che, nato dal recupero della
vecchia Chiavica del Reale
spiega i sistemi di tutela e di
gestione del territorio. Oltre
al museo, la Chiavica ha altri
tre diversi settori di impiego: il
meccanismo idraulico di vitale importanza per la bonifica,
i nuovi uffici del Consorzio di
Bonifica Est Ticino Villoresi e il
piano terra dedicato alle mostre temporanee.
XVII
Il vocabolario dell’acqua
Terzo itinerario: l’idea di Leonardo
Punto di partenza: dighe del Panperduto,
Somma Lombardo
Punto di arrivo: Darsena di Milano
Lunghezza: 70 km circa, comprese deviazioni
Note: navigazione + bici; i tratti navigabili sono
da Castelletto di Cuggiono a Cassinetta di Lugagnano e 12 km di Naviglio Grande tra Gaggiano e
la Darsena di Milano; l’itinerario è per la maggior
parte riservato ai ciclisti, ad eccezione di alcuni
incroci con strade comunali e provinciali.
Derivano le proprie acque dal fiume Ticino, mediante le dighe del Panperduto, il canale Villoresi
(fine del XIX sec.), che da Somma Lombardo in
86 km, termina a Cassano d’Adda, e il Canale
Industriale, inaugurato nel 1900 e dedicato a Vittorio Emanuele III. Quest’ultimo aziona le turbine
delle tre centrali idroelettriche di Vizzola, Tornavento e della centrale Castelli di Turbigo. Dal sito
del Panperduto, l’attuale itinerario dell’Idrovia
prosegue lungo la pista ciclo-pedonale dell’Alto
Ticino fino alla località La Maddalena, una frazione di Somma Lombardo. Alla diga della Maddalena iniziano i canali Villoresi e Industriale, con
le rispettive conche. Il progetto prevede il restau-
Conca: costituita da una “porta” a monte e una a
valle, contiene il dislivello delle acque del canale.
Una volta raggiunta la parità di livello, la porta si
apre e le barche possono entrare nel canale successivo. Se il Naviglio Grande non ha conche, il Naviglio
di Pavia ne conta ben 14 (12 di cui 2 doppie). Bocca:
la “bocca” regolava le derivazioni d’acqua dei Navigli. Ai “campari” era affidata la divisione delle acque e il controllo dei deflussi dalle “bocche in fregio”
ai Navigli. Accanto alla “bocca”, l’idrometro indica
il livello delle acque prelevate e la “vasca di calma”
lascia ristagnare l’acqua prima di passare oltre. Il
Naviglio Grande possiede 116 bocche, mentre il Naviglio di Pavia 35. Fontanile: formato da una “testa” e da un’”asta”, il fontanile è un’opera artificiale
che consente di convogliare l’acqua di risorgiva per
formare un corso d’acqua con funzioni irrigue. Da
essa deriva una forma redditizia di coltivazione di
foraggio, diffusa nella Pianura Padana, nota come
“marcita”. Nella sola provincia di Milano si possono
contare circa 600 fontanili. Lavatoio: 62 sul Naviglio Grande e 7 sul Naviglio di Pavia, di cui 19 nella
sola Milano, i lavatoi permettevano il “cambio d’abito” delle famiglie milanesi, per mano delle donne
esperte nella cosiddetta “imbiancatura”.
ro e la rimessa in funzionamento di entrambe
permettendo, così, l'arrivo fino ad Arconate, lungo il Villoresi (25,7 km navigabili) e a Vizzola Ticino, lungo l'Industriale (5 km navigabili), sulla via
DAL TICINO ALL'ADDA Diga sul canale Villoresi. Nella pagina a fianco, in alto: la chiesa di Santa Maria in Binda,
eretta nel XIII secolo a Nosate; in basso: le antiche chiuse di Vizzola Ticino.
XVIII
per Milano. A Vizzola, infatti, sono presenti altre
quattro conche e, poi, altre due a Tornavento e a
Turbigo. In quest'ultima località, infine, il Canale
Industriale confluisce nel Naviglio Grande, il canale navigabile che, dopo aver percorso 49,9 km,
termina alla Darsena di Porta Ticinese, a Milano.
Il Naviglio Grande è il più antico canale milanese
e la sua costruzione risale al XII secolo. Dal ponte sul Canale Industriale a Nosate inizia la pista
ciclo-turistica dei Navigli con la quale è possibile
spingersi fino a Castelletto di Abbiategrasso.
Adagiata lungo la riva sinistra del fiume Ticino,
Nosate ospita la chiesa di Santa Maria in Binda. La costruzione, di origine longobarda, risale
all’VIII secolo e vanta notevoli affreschi cinquecenteschi, tra cui una rara danza macabra. Per
quanto riguarda Turbigo, oltre alla chiesa barocca affacciata sul Naviglio dei Santi Cosma e Damiano, spicca per l’antico castello visconteo - sforzesco e l’elegante palazzo De Cristoforis Gray, che oggi ospita il Municipio
e la Biblioteca Civica. Da notare il
ponte sul Naviglio a tre arcate del
XVII secolo, affiancato dai resti
della vecchia dogana austriaca.
Superata Bernate, il borgo di Castelletto di Cuggiono è uno storico luogo di villeggiatura della
nobiltà milanese, che merita una
sosta soprattutto per l’antico pon-
te sul Naviglio e il magnifico complesso di villa
Clerici. La vicina Cuggiono ospita il complesso
d’età napoleonica di villa Annoni e il Museo
Storico Civico Cuggionese dedicato agli antichi
mestieri. Segue Bernate Ticino, sviluppatasi su
ambedue le sponde del Naviglio, con un centro
storico ben conservato dove spiccano la chiesa
di San Giorgio e il quattrocentesco palazzo Visconti. Superato il ponte di Boffalora, una deviazione lungo la ciclabile porta al centro di Magenta. D’origine romana, la città si sviluppa su
quattro vie principali. Lungo via Roma svetta la
basilica di San Martino, che conserva il pregevole organo di Prestinari, la storica casa organara magentina. Proseguendo verso piazza della
Liberazione incontriamo la chiesa dell’Assunta, con preziose pale rinascimentali, e l’antico
oratorio di San Biagio con dipinti secenteschi.
La celebre battaglia di Magenta
che, il 4 giugno 1859, vide trionfare
sull’esercito austro-ungarico le
truppe franco-piemontesi è annualmente ricordata attraverso parate e rievocazioni storiche. Il Teatro Lirico di Magenta, inoltre, è tra
i più prestigiosi in tutta la provincia
di Milano, completamente restaurato nel 2003. Tornando lungo il
Naviglio, la tappa successiva è
Boffalora sopra Ticino, che conserva l’antico impianto cittadino e
XIX
gli storici edifici di villa Giulini e palazzo Calderari. Segue il paese di Ponte Nuovo, sorto intorno al nucleo industriale voluto, alla fine dell’800,
da Giacomo de’ Medici. Convertito nel 1928
nell’ex industria Saffa (gli edifici sono in fase di
restauro), inglobava un vero e proprio villaggio
operaio. Sulle due ruote ci si spinge fino a Ponte
Vecchio, sede della seicentesca villa Castiglioni, oggi sede del Parco Lombardo della Valle
del Ticino. Per una breve deviazione, si può seguire la strada a sinistra del ponte che, in saliscendi, conduce al mulino Pietrasanta, splendido esempio di cultura materiale contadina. Oltre
il Ponte degli Scalini, ecco susseguirsi alcune
splendide ville nobiliari, quali la settecentesca
villa Terzaghi, l’ottocentesca villa Scotti (ora
Municipio) in stile neoclassico e la secentesca
villa Gromo di Ternengo. Le due ruote attraversano, quindi, Robecco sul Naviglio, con la parrocchiale di dedicata a San Giovanni Battista, la
cui facciata risale ai primi del ’900, e scorrono in
via Matteotti seguendo il perimetro di Villa Gaia.
Quest’ultima è la dimora in stile rinascimentale
più antica di Robecco, impreziosita da decori ne-
oclassici. Il suo appellativo – in realtà il nome originale è villa Gandini – è dovuto all’uso “ludico”
che il duca Ludovico il Moro le aveva destinato:
feste, balli e concerti. Riccamente affrescato
all’esterno e all’interno, arredato con mobili d’epoca, l’edificio conserva soffitti lignei e uno scenografico scalone settecentesco. Oggi la villa,
col suo splendido cortile porticato decorato con
affreschi in stile neoclassico, ospita eventi speciali, ricevimenti e matrimoni. Di fronte a Villa
Gaia due torri merlate annunciano il restaurato
palazzo Archinto (‘600 -‘700), ideato dall’architetto Carlo Federico Pietrasanta. Il borgo di Robecco sul Naviglio, celebre per il ponte pedonale degli Scalini (d’origine ottocentesca) è inoltre
noto per le ville della “Bassana”, un grande edificio tardo secentesco che custodisce importanti
vedute pittoriche del Naviglio, la contemporanea
villa Dugnani e la casa Sironi Marelli, capolavoro ottocentesco con curati giardini e scuderie.
Lasciata Robecco, la settecentesca villa Negri
detta “I Platani” per via dei giganteschi alberi che
si scorgono oltre il ponte sulla roggia Viscontea,
precede l’abitato di Cassinetta. Qui, di notevole
SPONDE LOMBARDE Il ponte sul Naviglio Grande a Robecco. Nella pagina a fianco, in alto: villa Visconti Maineri
a Cassinetta di Lugagnano; in basso: particolare degli affreschi di villa Gaia a Robecco.
XX
interesse sono villa Nai, antica proprietà settecentesca dell’architetto Carlo Federico Castiglione, il costruttore dell’adiacente oratorio di San
Giuseppe, e villa Krentzlin, ex residenza di campagna dell’omonima famiglia. Segue, sempre pedalando in direzione di Milano,l’imponente villa
Visconti Maineri: costruita nel 1600 su una cascina preesistente, ne conserva la struttura architettonica, completa di giardino all’italiana, frutteto,
cappella settecentesca e alcuni edifici destinati
al personale di servizio. Da visitare, sempre a
Cassinetta, la chiesa di Santa Maria Nascente
e sant’Antonio Abate, d’origine quattrocentesca ma rimaneggiata nel ’700, e l’antico molino
Gerli recentemente restaurato. Tra le ville di delizia e i palazzi nobiliari utilizzati fin dal 1700 come
dimore di villeggiatura dalle famiglie aristocratiche milanesi, spiccano poi il settecentesco palazzo Negri, oggi
sede comunale, la neoclassica
villa Morlin Visconti (dell’800), le
settecentesche villa Eusebio e
villa Trivulzio e la vicina villa
Clari Monzini. Volgendo le spalle
al ponte di Cassinetta di Lugagnano, nei pressi della rinomata
Antica Osteria del Ponte, una discesa conduce all’imbarcadero
e, a pelo dell’acqua, alla Passeggiata dell’Amore, un piacevole
sentiero per rilassarsi. Il successivo centro abitato, meta di una piccola deviazione, è Albairate,
sede del Museo Agricolo Angelo Masperi che,
nato da un gruppo di veri appassionati del territorio, ricostruisce gli ambienti abitativi e lavorativi
del mondo agricolo locale. Continuando sulla ciclabile, circondata dal territorio rurale della Bassa, costellato di canali e fontanili, si attraversa il
ponte di Castelletto, frazione di Abbiategrasso.
Prima di lasciare Abbiategrasso, riprendete la
strada verso il castello Visconteo, in piazza Garibaldi svoltate a sinistra in via Cavallotti, poi viale
Cadorna, quindi girate a destra in via Albania e,
raggiunta via Ponti, visitate il restaurato convento dell’Annunciata di Abbiategrasso. L’edificio,
costruito alla fine del Quattrocento per volere di
Galeazzo Maria Sforza, custodisce preziose decorazioni quattrocentesche e d’epoca barocca e un meraviglioso
ciclo pittorico dedicato alle Storie
della Vergine, opera del pittore
caravaggesco Moietta (1519).
Fulcro di Abbiategrasso, piazza
Garibaldi è caratterizzata dal castello Visconteo, la cui data di
fondazione è presumibilmente
anteriore al rifacimento operato
da Gian Galeazzo Visconti nel
1381. Del maestoso impianto originario rimangono una delle quat-
XXI
La linea delle Delizie
Navigli Lombardi s.c.a.r.l. (tel. 02.92273118, www.naviglilombardi.it) propone, da giugno a settembre, quattro
percorsi di navigazione lungo il Naviglio Grande (la cosiddetta linea 3 delle Delizie), da Cassinetta di Lugagnano a Castelletto di Cuggiono. Il primo itinerario, In barca tra ville e sapori, parte (come tutti) in bus da
Milano, con sosta al castello Visconteo di Cusago e al Museo Agricolo di Albairate, sale in battello a Robecco sul
Naviglio, scivola fino al centro di Boffalora, con il ricordo del Barchètt, lo storico servizio di trasporto sul canale.
In barca si raggiunge la canonica di Bernate Ticino e l’adiacente palazzo Visconti, per far ritorno a Robecco
sul Naviglio. Da qui, si riparte in bus fino a Cassinetta di Lugagnano e Milano. In barca tra ville ed abbazie,
invece, prevede la navigazione da Boffalora Sopra Ticino, passando per Bernate Ticino fino a Castelletto di
Cuggiono. Segue il tratto in bus per visitare Cuggiono, Morimondo e Motta Visconti. Il terzo itinerario, In barca tra ville e canonica, salpa dall’imbarcadero di Robecco sul Naviglio, per una crociera che percorre il tratto
navigabile tra Cassinetta di Lugagnano e Bernate Ticino passando per Pontevecchio, Pontenuovo e Boffalora
Sopra Ticino. Da Bernate Ticino si raggiunge in bus Marcallo con Casone prima di tornare a Milano. L’ultimo
percorso, In barca tra ville e castelli, percorre lo stesso tratto di navigazione dell’itinerario precedente mentre,
per la parte su strada, annovera due soste ad Albairate e Abbiategrasso.
tro torri, alcune bifore risalenti al tardo ’300 e
’400, merlature, un’arcata duecentesca e il simbolo visconteo raffigurante il biscione. Gli interni
conservano affreschi e decori d’epoca viscontea
e sono stati convertiti nelle sale della biblioteca
comunale. Il centro storico coincide tuttora con
l’antica piazza medievale e un tempo era delimitato da quattro mura corrispondenti alle rispettive arterie cittadine, dal castello e dal fossato, il
cui tracciato è ancora visibile. Da piazza Marconi,
luogo storicamente adibito al mercato abbiatense, si dipartono i portici (i più antichi risalgono
al 1300) contraddistinti da eleganti negozi e locali inframmezzati da palazzi per la maggior parte in
stile barocco. Nelle vicinanze, oltre alla restaurata e barocca chiesa di San Bernardino, spicca
la basilica di Santa Maria Nuova, che possiede
un quadriportico rinascimentale e il pronao cinquecentesco. Nel fonte battesimale furono battezzati Giovanni Maria Visconti, figlio del duca
Galeazzo, e Galeazzo Maria Sforza, figlio di Francesco. Da Abbiategrasso, si lascia per una deviazione la pista ciclabile diretta a Milano per seguire quella che, in 10 km circa, segue il Naviglio di
PASSEGGIO COPERTO i lunghi portici che circondano piazza Marconi ad Abbiategrasso. Nella pagina a fianco:
la chiesa di San Cristoforo, edificata nel XIII secolo lungo le sponde del Naviglio Grande a Milano.
XXII
Bereguardo fino a raggiungere la ben segnalata
abbazia di Morimondo. Lungo il percorso s’incontrano alcuni esempi delle antiche conche – in
origine erano ben dodici – posizionate tra Bereguardo e Castelletto. D’origine cistercense, l’abbazia venne fondata il 4 ottobre 1134 dai monaci
originari di Morimond, in Borgogna. Il semplice
ed essenziale stile architettonico romanico - padano della chiesa risente già degli influssi gotici e
presenta, rispetto al modello cistercense, un
maggiore slancio in altezza dato dall’utilizzo di
volte ad ogiva. Il monastero, con le zone adibite
al lavoro, il chiostro, la sala capitolare, lo scriptorium, la cucina e il refettorio forniscono un tangibile esempio dell’attività dei monaci, sia in termini spirituali, sia nelle importanti attività materiali
di colonizzazione agricola del territorio. L’abbazia, inoltre, data la sua posizione strategica e di
passaggio, fu ripetutamente coinvolta nelle complesse vicende storiche intervenute tra Guelfi e
Ghibellini, tra impero e comuni, dai truci episodi
avvenuti ai tempi di Federico II e Federico Barbarossa, dalla commenda alla soppressione avvenuta nel 1798, in pieno periodo rivoluzionario.
Tornando sulla ciclabile del Naviglio Grande,
s’incontra Castelletto di Abbiategrasso, abitato
d’origine duecentesca. Posto sulla riva sinistra
del Naviglio, il palazzo Cittadini Stampa prende
il nome dalle due famiglie che, in periodi storici
diversi, gestirono l’immobile; la struttura a pianta
rettangolare conta tre piani più la torre medievale
e conserva al suo interno un ciclo d’affreschi
opera di pittori secenteschi milanesi. Accanto al
palazzo sorge l’albergo o bettola di Sant’Antonio, un tempo meta prediletta dei barcaioli che
viaggiavano lungo il Naviglio, mentre, dalla parte
opposta del canale, la chiesa di Sant’Antonio
Abate fu edificata nel 1610 su impianto quattrocentesco. A Castelletto, inoltre, si trovano le rovine della Casa del Guardiano delle Acque, la
vecchia sede preposta all’ispezione del Naviglio
che, grazie a un recente progetto approvato dalla
regione, dalla provincia e dall’università di Milano, sarà convertita in un centro di ricerche sullo
stato delle acque dell’ambiente circostante. Costeggiando i campi del Parco Agricolo Sud Milano, il canale scorre dolcemente fino a Gaggiano.
Il paese, con le sue strade ciottolate, le caratteristiche case a corte e gli storici edifici che si specchiano nel Naviglio Grande, ospita la parrocchiale di Sant’Invenzio, che risale all’XI secolo e
il settecentesco palazzo Venini Uboldi. Da Gaggiano parte la navigazione, sempre gestita dalla
società Navigli Lombardi. Il battello, unitamente a
una tratta da percorrere in bici o in carrozza, conduce fino all’alzaia Naviglio Grande 4. Al cosiddetto Itinerario dei Fontanili e degli Aironi di
Milano, dall’alzaia Naviglio Grande 4, s’affianca
l’Itinerario delle Conche. L’imbarcazione costeggia il vicolo dei Lavandai, uno dei numerosi
lavatoi storici milanesi, prosegue fino all’approdo
in alzaia Naviglio Grande 66, sede del palazzo
Galloni e del Centro degli Incisori. La navigazione continua nei pressi del ponte, della chiesa
(XIV sec.) e del lavatoio di San Cristoforo. Di ritorno, oltre il cosiddetto ponte dello Scodellino,
si guadagna la Darsena, antico porto di interscambio con il lago Maggiore. Costruita nella prima metà del XV secolo dove ora c’è la Darsena di
Milano e poi ricostruita nell’attuale via Conca del
Naviglio, la conca della Fabbrica o conca di
Viarenna è una delle prime conche di navigazione d’Europa. Costruita dagli ingegneri della Fabbrica del Duomo (da cui il nome), era funzionale
al trasporto del marmo dalla Candoglia.
L'ambizioso progetto di recupero dell'areamprevede di ricollegare la conca di Viarenna alla Darsena, ricomponendo il bacino, restaurando la
conca di Viarenna e riscoprendo il canale tra la
conca e la Darsena.
XXIII
Lombardia a pedali
Grazie alla variegata conformazione del suo territorio, la Lombardia è un paradiso per gli amanti
delle due ruote. Dedicato a chi vuole pedalare in
relax, optando per percorsi facili, ma anche a chi è
in cerca di sport e divertimento o agli amanti dell’adrenalina e degli itinerari impegnativi, la sezione
cicloturismo del portale turistico della Regione
Lombardia è in grado di fornire idee e consigli
adatti a tutti. I percorsi ciclabili, comodamente
scaricabili e suddivisi per livelli – facili, di media
difficoltà e difficili – invitano a trascorrere splendide giornate su due ruote in Regione Lombardia.
Qualche esempio? La Ciclovia dei Laghi, le salite
che hanno scritto la storia del Giro d’Italia, i Navigli (Pavese, Grande e Martesana), la Ciclovia dei
Parchi, i sentieri della Valtellina e della Lomellina, le colline moreniche, bergamasche o comasche,
i fiumi Mincio e Adda e le rive del Po da Lodi a
Cremona, la confluenza fra Oglio e Po... Per i più
sportivi laVia Carolingia e la Val Bregaglia, impegnative ma di grande soddisfazione.
La sezione “crea il tuo percorso”, poi, offre la possibilità di realizzare innumerevoli itinerari personalizzati grazie al pratico e innovativo sistema di
Geo-Routing. Ogni visitatore può creare il proprio
itinerario su misura scegliendo, con la funzione di
calcolo automatico del percorso, qualunque punto
di partenza e di arrivo. Info: www.turismo.regione.
lombardia.it/it/le-guide/cicloturismo
XXIV
RICCHI E POVERI Villa Clerici a Castelletto di Cuggiuono; i vecchi lavatoi sul Naviglio Grande a Milano In basso:
le case del centro di Gaggiano. Nella pagina a fianco, dall'alto: navigazione sul Naviglio Grande, fiancheggiato
dalla ciclabile; partita a carte in una trattoria di Abbiategrasso; surf sul Naviglio Grande a Turbigo.
XXV
Quarto itinerario: verso il mare
Punto di partenza: Milano
Punto di arrivo: Venezia
Lunghezza: circa 350 km.
Il Naviglio Pavese, la cui costruzione iniziò nel
1564 per unire - via acqua - Milano a Pavia, inizia il suo corso dalla Darsena di Porta Ticinese,
a Milano, e sfocia nel Ticino, a Pavia, percorrendo 33,1 km. La Conchetta di Milano, situata all’incrocio tra via Conchetta e via Ascanio
Sforza, dopo quasi trent’anni di disuso, è stata
finalmente oggetto del restauro (progetto a cura
dell’Istituto per i Navigli/Associazione Amici dei
Navigli) attuato e finanziato dalla Regione Lombardia. Prima delle quattordici conche che si
susseguono uscendo da Milano lungo il Naviglio
Pavese, ha visto sostituire le sue antiche porte
vinciane in ferro (del Novecento) con fedeli riproduzioni lignee. A lato della Conchetta c’è l’edicola che custodisce la strumentazione per attivare
il sistema delle porte, un tempo luogo di sosta
dell’addetto alla sorveglianza. Stessa sorte per la
conca Fallata, anch’essa restaurata e inaugura-
XXVI
ta nel 2006 su progetto dell’Associazione Amici
dei Navigli, finanziato dalla Regione Lombardia
e dal Comune di Milano. Si trova in via Chiesa
Rossa, a Milano, e pur essendo stata costruita
in epoca successiva al passaggio di Leonardo in
città, la sua conformazione ricorda i disegni contenuti nei Codici Leonardeschi. Grazie a questi
due restauri, quindi, il tratto di Naviglio Pavese
tra Milano e Rozzano è potenzialmente navigabile. Sono ancora da restaurare, invece, le conche
del Naviglio comprese tra Rozzano e Pavia; sono
in fase di costruzione, poi, i ponti mobili di Pavia,
Borgarello e Rozzano. Da realizzare anche il restauro della scala d’acqua di Pavia, per collegare
via acqua il Comune di Rozzano al fiume Ticino.
In attesa di un futuro “sentiero navigabile”, il tratto compreso tra Milano e Pavia è percorribile in
bicicletta grazie alla ciclabile lunga 25 km che
costeggia il Naviglio Pavese e attraversa il Parco
Sud. Tra i paesi attraversati, a Rozzano si visitano la Fondazione Arnaldo Pomodoro, che raccoglie una trentina di opere dello scultore, comprese tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta, il
castello Visconteo di Cassino Scanasio, dimora
storica della famiglia Visconti di Modrone, il Museo dell’Automobile presso la sede dell’Editoriale Domus di via Mazzocchi e il curioso Museo
della Pentola. I due recenti sottopassi e il ponte
in legno all’altezza di Binasco evitano l’attraversamento della strada provinciale e dell’ex statale
dei Giovi. Superata Binasco, prima di raggiungere la città di Pavia, è possibile fare una deviazione per visitare la Certosa di Pavia. Costruito a
partire dal 1396 per volere di Gian Galeazzo Visconti, e ultimato nel 1452 (la chiesa nel 1473), il
monastero è gestito, oggi, dai monaci cistercensi
del priorato della Beata Maria Vergine della Certosa Ticinese. Nell’adiacente Palazzo Ducale,
antica residenza estiva della dinastia visconteo
- sforzesca, ha sede il Museo della Certosa che
ospita la gipsoteca, con oltre 200 calchi conservati nella Galleria a piano terra. Al primo piano
del museo si possono ammirare gli altorilievi in
marmo di Bambaia e le sculture, databili al 1480,
di Giovanni Antonio Amadeo e Antonio Mantegazza, oltre ai capolavori scultori lombardi in pietra policroma della seconda metà del XV secolo,
dipinti murali e su tavola e paramenti ecclesiastici. Segue Pavia, con il celebre Ponte Coperto
a cinque arcate costruito nel 1949 sul modello
dell’originale del XIV secolo. La città d’origine romana, posta a nord della confluenza del fiume
Ticino nel Po, conserva un centro storico ricco
di monumenti e, nelle vicinanze, gradevoli aree
TRASPORTO ECCEZIONALE Argani utilizzati un tempo per il passaggio dei barconi. In basso: l'ingresso
alla Certosa di Pavia; un cavedano risale il Naviglio Pavese; una libellula Calopteryx splendens. Nella pagina
a fianco:uno dei vecchi barconi che un tempo percorrevano il Naviglio Pavese, ora riconvertiti.
XXVII
Piacenza e Cremona: da non perdere
Piacenza: 1) piazza Cavalli, con le due statue equestri, il cosiddetto Palazzo Gotico e il Palazzo del Governatore;
2) gli imperdibili Musei Civici di palazzo Farnese, dalla Pinacoteca al Museo delle Carrozze, Archeologico e
Risorgimentale; 3) il duomo di Piacenza, splendido esempio di stile architettonico romanico, con l’affascinante
cripta; 4) il Museo Capitolare di San’Antonio, situato nell’omonima basilica d’origine quattrocentesca; 5) assaggiare la “bomba di riso”, una ricetta tipica piacentina. Cremona: 1) salire sul Torrazzo, una delle torri campanarie in muratura più alte d’Europa; 2) il Museo Stradivariano e la collezione dei violini antichi più famosi al
mondo; 3) il battistero e la cattedrale, con la sua antica cripta; 4) i capolavori di Caravaggio e dell’Arcimboldi
alla Pinacoteca Civica e del Perugino nella chiesa di Sant’Agostino; 5) fare scorta per dei prodotti più tipici di
Cremona, mostarda e torrone.
XXVIII
ACQUE DI TICINO Il ponte coperto a Pavia. In basso: fioritura di ninfea. Nella pagina a fianco, in alto: navigazione
in canoa lungo il Po; in basso: tramonto sulla Darsena di Milano; una chiusa lungo il Naviglio Pavese
naturali quali il parco della Vernavola e il bosco della Sora. Da Pavia, il Ticino e il Po hanno
rappresentato le vie d’acqua “maestre” per raggiungere Venezia e oggi sono navigabili, a tratti,
grazie ai minitour in battello sul Ticino (da Pavia
fino alla confluenza con il Po), alle escursioni in
canoa e alle romantiche cene in battello, sempre
sul Ticino. La Società Canottieri Ticino, inoltre, è
una delle più antiche società remiere d’Italia. Costituita nel 1873, è attiva nell’organizzazione delle attività e manifestazioni di canottaggio lungo il
fiume Po. Alcune compagnie di navigazione propongono itinerari fluviali e brevi crociere da Pavia
a Mezzana Bigli, alla Grande Foresta in località
Boschi di Travacò Siccomario, tra il ponte della
Becca (Linarolo) e Arena Po e il traghettamento
da San Lanfranco al lido di Pavia, per ammirare le due sponde del fiume, con il Borgo Basso
e la zona di confluenza del Naviglio Pavese nel
Ticino. Dal Ticino al Po,
inoltre, è in programma
la navigazione fino a Piacenza e, grazie al ripristino della conca di Isola
Serafini, il collegamento
tra Piacenza e Cremona,
per avere un percorso navigabile continuo che da
Pavia arriva a Venezia. La
conca, oggi in attesa di
restauro, venne realizzata di fianco all’omonima
centrale idroelettrica degli anni Sessanta, per
consentire alle barche di superare lo sbarramento ed è collegata da un ponte alla riva destra del
fiume. Da sottolineare che, allo stato attuale, da
Pavia a Cremona non è garantito in modo certo e
continuativo nessun servizio di navigazione, per
tre ragioni: il basso livello del Po, la mancanza di
manutenzione ordinaria e il “nodo” della conca
Serafini. Diverso, invece, è il discorso a partire
dalla città di Cremona: grazie alle navi da crociera, infatti, da qui è possibile risalire il fiume
Po fino al suo Delta e a Venezia in un itinerario
navigabile di una lunghezza totale di circa 280
km. Dopo una corsa di 650 km, il Po, il fiume più
lungo d’Italia, sfocia con un delta a cuspide nel
Mar Adriatico. Il delta attivo, situato pressoché
integralmente in Veneto, si estende per 786 km²,
120 dei quali fanno parte dell’area protetta del
Parco Regionale Veneto
del Delta del Po. La sua
estensione e i suoi diversi
ambienti, dalla campagna
agli argini, dalle golene
alle valli da pesca, fino
alle lagune e agli scanni,
rendono questo territorio
unico. Numerose sono
le attività possibili come,
ad esempio, gli itinerari
XXIX
fluviali sui sette rami del fiume Po, alla scoperta
dei diversi ambienti e della flora e fauna locali, il
birdwatching, le gite a piedi, in bici o a cavallo,
così come le visite ai musei e alle strutture didattiche e di tutela e ricerca ambientale del Parco.
Senza dimenticare che i 9 comuni del Delta del
Po Veneto custodiscono tesori d’archeologia industriale, case rurali, ville e reperti archeologici di
grande interesse. Per chi non volesse rinunciare
alla visita della splendida Mantova, la città dei
Gonzaga è collegata al fiume Po attraverso la
conca di navigazione situata in località Governolo. Tornando al percorso dell’Idrovia, nel suo
tratto finale, il passaggio dal fiume al mare è effettuabile attraverso l’Idrovia Po Brondolo, dalla
conca di Volta Grimana alla laguna veneziana, in
località Brondolo di Chioggia, oppure tramite l’Idrovia Ferrarese, per mezzo della conca di Pontelagoscuro, con uscita a Porto Garibaldi.
Venezia: il Lido e l’Arsenale
Il Lido di Venezia è un’isola compresa tra la laguna e il Mar Adriatico. Nota per la parata di vip che l’affollano
durante la Mostra del Cinema, ospita un noto Casinò e, appunto, il palazzo del Cinema. La sua celebre spiaggia
di sabbia fine, protetta dalle dighe di San Nicolò e degli Alberoni, già nel 1857 annoverava il primo stabilimento
balneare. Così come i suoi frequentati porti, Santa Maria Elisabetta, San Nicolò, Malamocco e Alberoni, è una
delle attrazioni preferite dai turisti provenienti da tutto il mondo. In fase di riqualificazione e attualmente utilizzato, tra le altre attività, come una delle location della Biennale, l’Arsenale fu il cuore dell’industria navale
veneziana a partire dal XII secolo, nonché il simbolo della potenza marittima della Serenissima. Sviluppato su
cinque piani espositivi, qui si trova il Museo Storico Navale di Venezia, che comprende anche l’adiacente chiesa
di San Biagio e il Padiglione delle Navi, ricavato nell’ex Officina dei remi dell’Arsenale.
CITTÀ D'ARTE Mantova, piazza Sordello con la torre della Gabbia e la cupola di Sant'Andrea; gondola in laguna.
In basso: navigazione tra i canneti del delta del Po. Nella pagina a fianco, in alto: l'imbocco del Canal Grande
a Venezia; in basso: le case di Palestrina, fra laguna veneta e Adriatico.
XXX
XXXI
Svizzera e Italia
Idrovia Ticino-Po
testi di Marta Ghelma – foto di Giorgio Mesturini
Indirizzi utili
www.visitporiver.it, è il sito turistico che racchiude le informazioni utili sul Po, il fiume più lungo d’Italia che attraversa 4 regioni, 13 provincie,
474 comuni, percorrendo 652 km.
www.relaxinlombardia.it, il sito che promuove
il territorio lombardo, le sue mete e i paesaggi
e raccoglie proposte su tutte le opportunità turistiche, con un occhio agli eventi e all’attualità.
Con un animato blog e una pagina Facebook per
scambiarsi opinioni sui vostri luoghi preferiti.
www.greenlombardy.it, il portale per chi vuole
vivere e viaggiare green in Lombardia, con sezioni dedicate alle città, alla natura, ai laghi e alle vie
d’acqua, alla montagna e ai più piccoli. E, in più,
percorsi cicloturistici, parchi e consigli su dove
dormire e mangiare in modo eco-sostenibile.
www.svizzera.it, è il sito di Svizzera Turismo,
nella versione in lingua italiana. Tra i tanti temi,
grande spazio è riservato alla vacanza attiva, con
aree dedicate al tema dell’acqua e alle numerose
possibilità di scoprire i “sentieri liquidi”.
www.illagomaggiore.com, è il portale ufficiale
del Turismo del Lago Maggiore e delle sue Valli,
una fonte d’informazione esauriente sul territorio,
l’arte e la cultura, la natura, la vacanza attiva, l’enogastronomia e il business legato ai congressi.
www.etvilloresi.it, il sito del Consorzio di Bonifica Est Villoresi, con tutti gli aggiornamenti sui
progetti ambientali e turistici del territorio.
www.navigazionelaghi.it, battelli e aliscafi collegano i principali paesi del Lago Maggiore.
Per ulteriori informazioni rivolgetevi agli Uffici di Informazione Turistica locali e visitate il sito
www.turismo.regione.lombardia.it