La Meridiana settembre ok:Impaginato_sonia_senza_foto_5

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Settembre 2007 - NUMERO 5
www.lameridianadicasteldaccia.it
Lorenzo Canale
Noi non siamo i creatori della
verità ma di essa siamo soltanto
ricercatori e custodi. La verità non
è quello che ci piace dire o quello
che ci piace sentire ma quello che
è. […] Gli uomini si dividono in
due categorie: quelli che si sottomettono alla verità e prima di
aprire la bocca si accertano che la
parola corrisponda alla cosa, e
quelli che sottomettono a se la
verità e parlano e dicono tutto
quello che vogliono, perché lo
hanno sentito dagli altri, i quali, a
loro volta, lo hanno sentito pure da
altri. […] Dire il falso può essere
non un fatto occasionale, frutto di
errore umano o debolezza, ma
quasi una regola. La falsità che
diventa metodo si chiama mistificazione e il mondo nel quale viviamo ne è pieno. La pubblicità, la
politica, l'economia, la vita sociale in genere. I licenziamenti (cioè
buttare in mezzo ad una strada
tanti padri di famiglia) vengono
chiamati ristrutturazioni, la speculazione viene chiamata investi-
mento, il lavoro concepito in modo
schiavista viene chiamato mobilità, l'associazione a delinquere
viene chiamata cordata, il latrocinio del denaro pubblico viene
chiamato costi della politica, i
posti di potere vengono ripensati
come posti di responsabilità.[…]
Il mondo nel quale viviamo
spesso ci appare affondato nel
fango, un mondo balordo,
banale, pieno di mistificazione e inganno. Sinceramente
viene il vomito.
A L L’ I N T E R N O
Gestione rifiuti: il Coinres
pag. 4
Casteldaccia in cifre
pag. 5
Via XXV salme,
strade e vergogna
pag. 5
Lavori pubblici e viabilità pag. 5
Mafrica, un’oasi sportiva pag. 5
La cortina di ferro
pag. 5
A proposito della
lettera aperta
pag. 5
Settimana della
Cultura a Casteldaccia
pag. 5
In memoria di Don Milani pag. 5
Mariolina La Monica
pag. 5
Arte e Cinema
pag. 5
2 - LA MERIDIANA DI CASTELDACCIA
SOMMARIO
La Meridiana - Numero 5
La Meridiana di Casteldaccia
Anno I - Numero 5 - settembre 2007
INCHIESTA
Legalità e sicurezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3
Le regole basilari della legalità . . . . . . . . . . . . . . .4
Rischio dissesto finanziario . . . . . . . . . . . . . . . . . .6
Per una nuova qualità dei servizi . . . . . . . . . . . . .8
ATTUALITÀ
Allarme droga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5
LETTERE E COMUNICATI
Pagamento ICI. Ma siamo sicuri che... . . . . . . . . .7
Comunicato stampa GAIA O.N.L.U.S. . . . . . . . . . .8
COSTUME
Linea 101: diario di viaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . .9
TRADIZIONI
I casteldaccesi e la Corte del Duca . . . . . . . . . . .10
Il nuovo striscione della piazza . . . . . . . . . . . . .11
CINEMA, FILOSOFIA, RELIGIONI
Centochiodi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12
«Le religioni non hanno mai... . . . . . . . . . . . . . . .13
FIABA
L’ago magico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14
LA PICCOLA MERIDIANA
Poesie e pensieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15
SCUOLA
Giovani protagonisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16
LA VOCE DEL PADRONE
Piacere tutto mio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17
ARTE
Riscattare Casteldaccia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18
Registrazione Tribunale di Termini Imerese N° 1 / 2007
Distribuzione gratuita
Fondato da
Lorenzo Canale
Direttore Responsabile
Patrizia Biagi
Caporedattore
Nino Fricano
Redazione
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Mariolina La Monica
Umberto Lo Cascio
Vincenzo Manzella
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Rosalba Pinello
Ignazio Riscili
Ines Scardina
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Scout di Casteldaccia
Lettere dei cittadini
Luca Cedro
Giusy Cassenti
Lorenzo Canale
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Sito Internet
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Collaboratori
Gaetano Aiello
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Alessandro D’Ugo
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Hanno contribuito alla realizzazione del
giornale:
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La Meridiana on line. I nostri sondaggi
Il risultato del sondaggio del
Numero 3
Quali sono le esigenze primarie
di Casteldaccia?
Verde pubblico
26.09 %
Strutture scolastiche
Il nuovo sondaggio
Quali investimenti per lo
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Chiuso il lunedì
La Meridiana - Numero 5
INCHIESTA -
Orestano-Cutelli: dove sta la Verità?...
Sottomettere la verità e dire il falso.
Questa sembra essere la regola della
nostra Amministrazione. Il brano
riportato in prima di copertina, un
passo dell' Omelia di padre Leonardo
Ricotta, già letta e distribuita ai fedeli
in occasione della Messa in onore di
San Giuseppe, ci sembra allora quantomai azzeccato per descrivere la situzione che si sta vivendo nella nostra
cittadina. Stupefacente è, a tal proposito, la capacità del nostro sindaco di
continuare a propinarci falsità non
come fatto occasionale ma come
appunto regola del suo amministrare.
Tra le tante cose, che in seguito elencheremo, il fatto più eclatante riguarda
il
malcapitato
quartiere
dell'Orestano-Cutelli. "Finalmente il
quartiere Orestano-Cutelli", così
apriva trionfante l'ultimo Bollettino
Comunale, il numero speciale
del'estate 2007, dove il sindaco, nel
consueto editoriale a pagina 3 (vedi
la "bacheca" nella pagina accanto)
comunicava: l' accensione di un
mutuo di € 3.500.000,00 per le opere
di urbanizzazione del quartiere
Orestagno Cutelli e della Via Fiume
e per la realizzazione di un parco
urbano di circa 7 mila metri quadrati
grazie all' approvazione del Bilancio
di Previsione 2007 da parte del
Consiglio Comunale nella seduta del
4 Luglio 2007 con Delibera n. 26.
Spiace essere così bruschi, ma alle
volte se ne sente il bisogno: il fatto è
che queste, presentate come notizie
"ufficiali", sono solo delle balle pazzesche. Infatti lo stesso sindaco Di
Giacinto si autosmentisce a pag. 7,
dove viene pubblicato il Bilancio
Approvato e dove è possibile rilevare nel titolo quinto, alla voce "accensione mutui", l'importo di soli
€1.802.874,81 che si riferisce alla
anticipazione di cassa (scopertura in
banca).
3
(segue dalla copertina)
La domanda che sorge spontanea è:
dove sono finiti i 3.500.000,00 per il
mutuo? Evidentemente, la somma per
il mutuo non è stata inserita in Bilancio.
Tra l' altro basta, verificare il Piano
triennale delle opere Pubbliche, il parere del ragioniere capo e il parere dei
revisori dei conti. Basta leggere bene la
delibera del Consiglio n. 26 del 4 Luglio
2007 Approvazione del Bilancio di
Previsione dell' anno 2007.
Per di più il Giornale di Sicilia, in
data 09/09/07 a pag, 29, riporta la
notizia dell' accensione del mutuo.
Ciò premesso, il sottoscritto, nella
qualità di cittadino attivo residente
nel quartiere Orestano-Cutelli, e tanti
altri residenti, invitano il Sindaco a
programmare una variazione di
Bilancio entro i termini previsti per
legge per inserire il suddetto mutuo
tanto pubblicizzato.
Ma le falsità del sindaco non finiscono
qui:
1 - L' anno scorso, nel settembre
2006, il Giornale di Sicilia riportava
la notizia che era stato finanziato il
progetto di restauro della Torre del
Duca Di Salaparuta e che già i lavori
erano iniziati con la realizzazione del
ponteggio. Notizia falsa, perché
ancora oggi, Settembre 2007, non
solo non sono iniziati i lavori, ma
non è stata bandita alcuna gara d'appalto. Inoltre va precisato che il ponteggio è ancora esistente e la sua funzione è quella di evitare infiltrazioni
di acqua piovana.
L'unica certezza che si ha oggi sulla
Torre è l' ammontare della spesa di
€550.000,00 circa per un progetto
tuttora non utilizzato, la spesa di
risarcimento danni al tabacchi, ancora da quantificare, la spesa per il
noleggio del ponte che ammonta a
??? (e chi lo sa?) ed il pericolo causato dal ponteggio stesso, perché
ovviamente non rispetta tutte le
norme di sicurezza.
2 - I continui annunci dell' imminente inizio di opere pubbliche: Area
Artigianale, Recupero foce fiume
Milicia, recupero percorsi zona
Randino, recupero Centro Storico,
riqualificazione zona Saranella, percorso per passeggiata a mare, ristrutturazione chiesetta per realizzare L'
U.R.P., parcheggi lungo mare etc.
3 - Le promesse non mantenute
della riapertura delle scuole di corso
Lungarini.
4 - L' annuncio anomalo dell' utilizzo
del modello F/24 per il pagamento
I.C.I.
5 - Il piano regolatore?
6 - La grandissima falsità del "finanziamento da parte dell'assessorato
regionale al turismo e di alcuni sponsor" che avrebbe permesso la celebre
"notte bianca" di venerdì 17 agosto.
Questa l'altra grande bufala pubblicata "ufficialmente" sull' "ufficialissimo" Bollettino sopra citato. Dopo
aver consultato le carte, però, la verità salta fuori: ma quali fondi regionali?!? Secondo la delibera n.71 del 1
agosto 2007, gli 81.000 euro che si
sono spesi per quella manifestazione
derivano in larga parte da fondi
comunali!
Tutti i residenti sono stanchi di
essere mortificati dalle promesse
fatte e mai attuate. Non abbiamo
bisogno di illusione, né di false
verità: fanno male a chi le subisce
ma ancor di più a chi le dice.
Sala Giochi
CANALE
Biliardi
4 - INCHIESTA
La Meridiana - Numero 5
SPAZZATURA E CATTIVA GESTIONE: IL COINRES
Il consorzio intercomunale per la gestione rifiuti
Nino Fricano
La nostra zona - lo sappiamo tutti - certo
non eccelle per senso civico e pulizia
delle strade, e la maggioranza dei cittadini di queste parti non sono certo tra i più
attenti riguardo i propri spazi pubblci.
Quando però, sommati a tutte le problematiche che già esistono, si aggiungono
anche i problemi nel servizio di igiene
pubblica, la situazione diventa davvero
grave. E l’emergenza è sempre dietro le
porte, nonostante tutto si faccia per
dimenticare e far dimenticare. Già quest’anno ben tre scioperi degli operatori
ecologici, con tutto quel che ne consegue, ovvero: cassonetti strabordanti di
sacchetti, strade piene di spazzatura,
incendi dei contenitori d’immondizia.
Per ben tre volte, a febbraio, a marzo e a
luglio, i dipendenti del Coinres (il consorzio che gestisce il servizio di raccolta
e smaltimento rifiuti) hanno incrociato le
braccia, gettando il panico tra i cittadini e
gli amministratori. Motivo delle agitazioni: il Coinres ritarda – e di molto –
nel pagare gli stipendi. Il consorzio a
sua volta ha attaccato i Comuni, che non
avrebbero pagato le quote come previsto.
La carenza di liquidità avrebbe dunque
impedito il corretto pagamento degli stipendi ai dipendenti. La situazione però
non è così semplice, anzi, è piuttosto
ingarbugliata e complessa.
Il Coinres – Con la riforma dei servizi
pubblici locali (Legge Galli, 1994) sono
nati gli Ambiti Territoriali Ottimali, o
ATO, enti sovracomunali per la gestione
dei servizi pubblici. Per quanto riguarda i
rifiuti e l’igiene pubblica, Casteldaccia fa
parte dell’ATO PA4, chiamato anche
Coinres: Consorzio INtercomunale
Rifiuti Energia Servizi. Il consorzio, oltre
che della raccolta e smaltimento rifiuti, si
occupa anche di altri servizi, come la raccolta differenziata e la pulizia delle vie
cittadine. Ne fanno parte 22 comuni: Alia,
Altavilla Milicia, Bagheria, Baucina,
Bolognetta, Campofelice di Fitalia,
Casteldaccia, Castronovo di Sicilia,
Cefalà Diana, Ciminna, Ficarazzi,
Godrano, Lercara Friddi, Marineo,
Mezzojuso, Misilmeri, Roccapalumba,
Santa Flavia, Ventimiglia di Sicilia,
Vicari, Villabate, Villafrati. La dinamica
finanziaria, con l’introduzione dell’ATO,
è così cambiata radicalmente: mentre
prima il singolo Comune, con la riscossione della TARSU (la tassa sui rifiuti),
provvedeva direttamente alla spese del
servizio di igiene pubblica, tra le quali
anche il pagamenti degli stipendi dei
dipendenti, adesso il Comune deve pagare periodicamente delle quote al Coinres,
che a sua volta utilizzerà i fondi provenienti dai Comuni per effettuare le proprie spese. Ma le cose non vanno come
dovrebbero: molti Comuni ritardano i
pagamenti e nel bilancio 2006 – reso pubblico nel luglio scorso – il Coinres ha
dichiarato crediti di oltre 10 milioni di
euro nei confronti dei 22 Comuni. Il
Comune di Casteldaccia, alla fine del
2006, doveva ancora trasferire al Coinres
circa 700.000 euro.
Una valanga di assunzioni – Ma la situazione di “emergenza” non dipende esclusivamente dalla scarsa puntualità dei singoli Comuni. Anche la gestione interna
del consorzio ha sollevato notevoli dubbi.
Lungi dall’operare per l’efficienza e per
l’ottimizzazione del servizio, il Coinres
sembra agire infatti secondo le solite logiche clientelari che caratterizzano le
amministrazioni siciliane. Nell’ottobre
2006 il Collegio dei revisori del consorzio
dichiarava un deficit nel bilancio pari a
circa tre milioni di euro. Nonostante la
gravità della situazione finanziaria, però, il
Coinres continuava ad emettere numerosi
avvisi di reclutamento. E cioè: assunzioni
su assunzioni, che hanno fatto aumentare
in modo esponenziale il numero dei
dipendenti tempo pochi mesi. Per la fine
del 2006 il Coinres ha dichiarato infatti
346 dipendenti, di cui quasi 50 che si
occupano della sola amministrazione. Ma
anche nei primi mesi del 2007 sono stati
emessi molti avvisi di reclutamento, quindi il numero attuale di dipendenti potrebbe essere di molto superiore. Inoltre, sono
numerosi i dubbi circa l’efficienza e la
competenza di gran parte del personale
amministrativo (gli impiegati, quindi)
molti dei quali risultano ricoprire posizioni di rilievo (consiglieri, assessori) all’interno delle diverse Amministrazioni
Comunali, trovandosi dunque in netta
situazione di incompatibilità.
Il futuro – Attualmente il consiglio
d’amministrazione del Coinres è composto dai rappresenti delle istituzioni.
Secondo le dichiarazioni degli amministratori, si provvederà il più presto possibile a formare un cda tecnico composto
da soggetti dotati delle capacità e competenze necessarie per gestire il consorzio
in modo ottimale. Inoltre, dal 2008, si
concluderà il regime transitorio in cui i
Comuni sono obbligati a versare le quote
periodiche al consorzio. Alla TARSU
(comunale) si sostituirà la tariffa (intercomunale) che i cittadini verseranno
direttamente al Coinres.
Rinnovi e duplicati patenti
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La Meridiana - Numero 5
ATTUALITÀ -
5
Casteldaccia in cifre
Popolazione, nascite, morti, immigrati ed emigrati secondo i dati dell’Istat
Nino Fricano
Flotte di palermitani che lasciano la città, caotica, sporca e costosa, e approdano nelle cittadine limitrofe, decisamente più tranquille e convenienti. Questa la dinamica che caratterizza la provincia di Palermo secondo gli ultimi dati
dell'Istat, aggiornati al 31 dicembre 2006.
Palermo infatti, durante l'ultimo anno, ha perso
ben 3.654 abitanti, passando da 670.20 a
666.552 residenti. Tutto a vantaggio di centri più
piccoli come Ficarazzi, che ha incrementato la
propria popolazione del 4,35%, passando da
10.198 a 10.642 cittadini, e Bagheria, che ha
visto aumentare la propria popolazione di 643
unità (+1,18%), raggiungendo così quota 55.272
unità. La tendenza a trasformare sempre più le
cittadine della provincia in grandi paesi-dormitorio non si è dunque attenuata. E Casteldaccia in
questo non fa certo eccezione. Con i suoi ormai
10.418 abitanti, Casteldaccia ha visto aumentare la propria popolazione di 335 abitanti rispetto
all'inizio del 2006, con ben 489 persone che si
sono iscritti da altri comuni. Alla notevole
"immigrazione comunale", però, si oppone anche
una certa "emigrazione", indice del disagio e della
carenza di opportunità lavorative. Nel 2006 infatti ben 250 persone hanno cancellato la propria
residenza a Casteldaccia per altri Comuni, 12 dei
quali addirittura all'estero.
Ma i (dettagliatissimi) dati dell'Istituto
Nazionale di Statistica rivelano anche molti altri
aspetti interessanti.
Maschi e Femmine. A Casteldaccia le esponenti del gentil sesso sono più numerose rispetto alla
loro controparte maschile. Su una popolazione di
10.418 abitanti abbiamo 5.332 femmine contro
5.083 maschi. Ed in questo rispecchiamo la proporzione tra i due sessi a livello nazionale, dove su una popolazione di quasi sessanta milioni
(59.131.287) - ci sono quasi 30 milioni e mezzo
di abitanti di sesso femminile (30.412.846), mentre ci sono "appena" 28 milioni, 718 mila, 441
maschi.
Nascite e Morti. Il paese di Casteldaccia, se
prendiamo in considerazione soltanto le nascite e
le morti (quindi tralasciando immigrazioni ed emigrazioni), chiude l'anno 2006 in attivo. Il "saldo
naturale", ovvero la semplice differenza tra nascite e morti, è di +56. Ben 129 sono i nuovi "piccoli" casteldaccesi, 63 maschietti e 66 femminucce nati durante il 2006. 75 sono invece i deceduti, 39 maschi e 36 femmine.
Famiglie. La composizione della famiglia casteldaccese non è diversa rispetto al modello di famiglia italiana e siciliana. I 3.934 nuclei familiari
registrati a Casteldaccia alla fine del 2006 presentano un numero medio di componenti di 2.6. Lo
stesso valore della famiglia siciliana, un punto in
più rispetto alla famiglia italiana (in Italia la
media di componenti per famiglia è di 2.6).
Immigrati. Molto interessanti i dati che riguardano i cittadini stranieri residenti a Casteldaccia.
Il nostro paese non si rivela essere una meta
ambita per i cittadini non-italiani, in quanto registra la presenza di appena 69 stranieri, 26 maschi
e 43 femmine, di cui 17 minorenni. Tra questi, 29
sono originari del Marocco, mentre tra gli altri ci
sono (pochi) rappresentanti della Polonia, della
Romania, della Cina e dell'Ecuador. Tutt'altra cosa
rispetto a Palermo, che - con i suoi quasi 15mila
residenti stranieri - si conferma essere l'unico
vero polo di attrazione per gli stranieri di tutta la
provincia.
6 - ATTUALITÀ
La Meridiana - Numero 5
Il problema che affligge Casteldaccia è la scarsa informazione e la mancata partecipazione popolare. Con questo giornale proviamo a dar
voce alle istanze e alle problematiche della cittadinanza, e per questo
ci serve il vostro aiuto.
INVIATE LE VOSTRE LETTERE A:
[email protected]
Una lettrice ci racconta come si vive in una contrada dimenticata da tutti
Via XXV salme, la vergogna delle strade
Giusi Cassenti
Giorni fa, mi sono vista recapitare a casa, come
credo alla maggior parte dei casteldaccesi, il numero
7 de "Il bollettino di Casteldaccia", giornale che
puntualmente ci aggiorna sull'operato della nostra
giunta comunale e sulle varie attività che si svolgono attorno al nostro paese.
Mentre lo sfogliavo, la mia attenzione è stata attratta
da un articolo in particolare, e cioè quello dove si parlava dell'approvazione del Piano Triennale delle opere
pubbliche 2007 - 2009, e subito ho cominciato a spulciarlo nei minimi dettagli. Non nego che man mano
che scorrevo l'elenco delle opere mi sentivo molto sollevata al pensiero che presto avremmo la strada statale
113 arredata in modo più adeguato, o una piscina
comunale coperta, anche se , devo confessarlo, speravo di trovare all'interno dell'elenco una cosa che ormai
da tempo mi stà molto a cuore, ma purtroppo anche
stavolta sono dovuta rimanere a bocca asciutta.
Speravo nel rifacimento del manto stradale di via
Bambino e via XXV Salme, via dove sono residente.
Ormai da anni infatti, io come le ormai molte persone ivi residenti, dobbiamo fare i conti con le numerose buche (o e meglio chiamarli crateri?!) presenti
nella suddetta strada. A volte mi chiedo se quelle
buche non abbiano un motivo ben preciso per non
essere coperte, ed in effetti, riflettendoci bene, a
qualcosa servono. Infatti grazie a loro sono venuta a
conoscenza di innumerevoli modi di dire dei quali
ignoravo l'esistenza, che a turno sento dire a mio
padre, al mio ragazzo, o a qualche amico che magari
viene a trovarmi, e visto che non sono una persona
egoista vorrei condividere con tutti i lettori queste
piccole perle di saggezza : 1) botta ri sali ; 2) chi
ci scattassi u ficatu ; 3) quannu i’ntuppanu è
sempre taiddu! ; 4) Chiffà, si sfilanu a i’ntuppari
sti pirtusi?...e via dicendo. Altra funzionalità delle
buche è l'effetto “Camel Trophy”: basta infatti passare per la suddetta via dopo anche una breve piovuta,
ed ecco che come per incanto la vostra automobile
sembra molto più aggressiva, come se fosse appunto
reduce dal più arduo dei Camel Trophy.
Per dovere di cronaca è giusto dire che puntualmente, ogni anno, su questa strada vediamo spuntare
quelli che io chiamo “ i serpentelli", ovvero delle
lunghissime striscie di asfalto nuovo che si snodano
lungo tutta la strada, compiendo dei ghirigori a
volte assurdi, ma che oltre ad un puro elemento
decorativo a ben poco servono; infatti non appena
un camion si trova a percorrere la suddetta strada,
ecco che subito i famigerati "serpentelli", sentendosi
schiacciati da una tale mole di peso,decidono di
scendere di un paio di centimetri sotto il livello del
resto del manto stradale, venendo così a creare una
sorta di onda (o è meglio dire un mare in tempesta?!?) . Nell'attesa che il mare si calmi, e che i serpentelli tornino nei luoghi a loro più adatti , io sto
tentando di convincere tutti i miei parenti e amici a
sostituire le loro vecchie automobili con dei bei
Jeepponi 4 X 4 che frà l'altro per adesso sono molto
di moda, così quando verranno a trovarmi non li
dovrò più sentire lamentare, non so se mai ci riuscirò, forse è più semplice sperare che nel prossimo
Piano Triennale sia incluso il rifacimento del manto
stradale di via Bambino e via VVX Salme.
La Meridiana - Numero 5
LETTERE -
7
Un lettore solleva una serie di problemi sui lavori e la manutenzione delle strade a Casteldaccia
Lavori pubblici, chi sorveglia?
Luca Cedro
VIABILITÀ INTERNA - Ultimamente tutte le Vie del Rione Olivuzza sono state tute scarificate dal vecchio manto stradale oramai fatiscente, e sono state rifatte con nuova stesura di tappetino. A mio avviso, e sicuramente anche a quello di molti cittadini che tutti
i giorni come me percorrono tali Vie, detti lavori non hanno avuto alcuna sorveglianza da parte degli organi competenti, in quanto a distanza di pochi mesi dalla fine dei lavori il nuovo manto bituminoso si sta sbriciolando facendo affiorare lo strato sottostante perche' tutto questo io mi chiedo Booh!. Se ci fate caso, in prossimità dei pozzetti, l'asfalto è più alto rispetto al tombino, e ciò
causa degli avvallamenti pericolosissimi per le moto e soprattutto per le biciclette dei bambini, e non parliamo poi dei marciapiedi,
dove l'alzata si è quasi dimezzata, cosicchè nei periodi di pioggia gli allagamenti degli stessi e di qualche garage non sono cosa rara.
Chi ha sorvegliato questi lavori? Booh! Chissà, magari chi lo doveva fare era un pò indaffarato. Ma questi ormai sono lavori totalmente da rifare, perchè questo spreco di denaro pubblico?
VIABILITÀ ESTERNA - Non parliamo poi delle strade esterne al centro urbano, che per percorrerle è necessario munirsi di fuoristrada altrimenti con una macchina normale si rischiano danni notevoli. Tutte le contrade del paese sono interessate da questo problema e precisamente nelle contrade Ciandro, Fiorilli, Mastro Mario e Bambino, percorse giornalmente da molti villeggianti. Che figura
fà l'Amministrazione Comunale nei confronti di queste persone? Sicuramente di m****!
Le strade di cui trattasi sono state interessati da lavori di scavo per posa tubazione idrica e fognaria, dette strade sono state lasciate
in completo stato di abbandono, infatti presentano avvallamenti, scavi aperti senza l'adeguata protezione, materiale di risulta accantonato ai bordi delle strade e quant'altro. Chi sorveglia questi lavori? Booh! E non entro nel merito della sicurezza sui cantieri.
A volte, percorrendo alcune vie, mi accorgo che si stanno eseguendo dei lavori pubblici di movimento terra e di scavo, eseguite da
ditte di Casteldaccia, ma mi viene da riflettere un pò, infatti non riesco a capire come mai il Comune di Casteldaccia affidi lavori di
scavo, e movimento terra, a Ditte che - pur avendo l'iscrizione alla CCIAA per l'attività di cui trattasi - non hanno i mezzi e l'attrezzatura necessaria per poter eseguire detti lavori, e quindi sono costretti a ricorrere al Nolo favorendo il subappalto che - per chi non
lo sapesse - è vietato per legge a meno che in fase di presentazione di offerta vengano rispettate delle regole.
Sig. Sindaco ed ex assessore ai LL.PP. e attuale assessore ai LL.PP. perché non fate sorvegliare tutti i lavori garantendo un 99% di
buona esecuzione? O altrimenti lo fate Voi? Ma dimenticavo, sia il Sig. Sindaco che l'attuale Assessore ai Lavori Pubblici non sono
del mestiere, ma sicuramente presuntuosi del ruolo che hanno svolto e che continuano a svolgere tutt'ora.
Lettera aperta ai cittadini casteldaccesi
Sulla vicenda della banda musicale “Gregorio Follari”, dopo la divulgazione del nostro volantino dove esprimevamo il nostro disappunto per non
essere stati invitati a partecipare al 1° Raduno Bandistico Casteldaccese,
il nostro primo cittadino Giovanni Di Giacinto, ha avuto il coraggio di
affermare dal palcoscenico di Piazza Orlando che aveva provveduto all’invito della banda Musicale “Gregorio Follari”, è che la stessa non si era presentata. Che mente il nostro Sindaco ormai per i Casteldaccesi non è una
novità, e neanche la prima volta, ma sino a tal punto? Confermo che non
siamo stati invitati da nessuno e invito il nostro caro Sindaco e tutta l’amministrazione in maniera pubblica a dimostrare il contrario.
E’ evidente a tutti oramai il fallimento di una politica fatta di spese folli
che non hanno nessuna ricaduta positiva e produttiva per il nostro paese.
In questi anni, il territorio è stato trasformato, con centinaia di nuovi
insediamenti abitativi, tutti grandi palazzi, che stanno rendendo sempre
più Casteldaccia paese dormitorio.
Sono svanite tutte le promesse di: aree verdi, risanamento della costa e
del mare, aree artigianali per nuovi insediamenti produttivi, servizi più
efficienti per gli anziani i disabili, i giovani disagiati, nuovi luoghi di
incontro e di cultura. Sono svanite le politiche culturali, si chiude, la
biblioteca, si tenta di sopprimere la banda “Gregorio Follari” il paese nel
totale degrado, dalla piazza alla storica area delle ville liberty.
Per questo Sindaco, e questa amministrazione, l’unica consolazione rimangono feste, musiche e balletti, troppo poco per pensare seriamente al
futuro della nostra comunità.
Casteldaccia sicuramente merita molto di più.
Casteldaccia, 13/09/07
Il responsabile della Banda Musicale “Gregorio Follari”
Consigliere Comunale Giuseppe Montesanto
8 - ATTUALITÀ
La Meridiana - Numero 4
La Mafrica, un’oasi sportiva
Tra percorsi accidentati e allenamenti improbabili, l’unico luogo dove si può far sport a
Casteldaccia senza pagare
Piero Canale
In Sicilia non tutti i comuni possono vantar di offrire ai cittadini
degli spazi riservati a chi vuole
praticare attività sportive senza
dovere ricorrere ad iscrizioni, contratti, concordati, con palestre,
associazioni sportive, personal
trainer, circoli di cricket e polo e
varie. A Palermo, per esempio, chi
vuole dedicare un paio d'ore all'attività fisica può recarsi tranquillamente allo Stadio delle Palme, un
impianto di atletica leggera e relative attrezzature.
Anche Casteldaccia gode di
un'area riservata agli sportivi ed ai
salutisti al pari dello sopraccitato
impianto: la Mafrica.
Questa zona, situata nella periferia nord-orientale del paese, è oggi
uno dei centri sportivi più attrezzati e all'avanguardia della Provincia.
Innanzitutto è totalmente gratuita; è accessibile a chiunque, senza
limiti di età, di peso, di altezza, di
costituzione fisica, di acconciatura
e di tempo di permanenza; è raggiungibile da qualsiasi punto della
città; non bisognano documenti di
identità, iscrizioni, versamenti, tessere di riconoscimento e quant'altro.
Ciò che ha reso il successo dell'area è la funzionalità nella sua
capacità di offrire, a chi vuole
tenersi in forma, un'ampia scelta di
attività a qualsiasi ora del giorno.
Per dare l'idea a chi legge della
polifunzionalità della Mafrica,
basterà invitare chiunque a vedere
ed a trascorrere lì un'oretta. Il
curioso allora, non dovrà stupirsi di
trovare gente intenta ad allenarsi
nella maratona, nella marcia, nei
100 - 200 - 400 mt., compresa la
staffetta; atleti che migliorano le
proprie prestazioni nella corsa ad
ostacoli, nel salto in alto e in
lungo, nel ciclismo su strada e su
pista. Non dovrà stupirsi nemmeno
di trovare le essenziali attrezzature
di aiuto per compiere anche i più
sofisticati esercizi fisici di riscaldamento o di stretching.
Da quest'anno è, inoltre, inserita
una nuova disciplina da potere praticare. È stato istallato un percorso accidentato, comprendente
sterrati, fossi e dirupi , lungo circa
800 mt. per gli appassionati del
trekking e della corsa campestre, al
lato della pista pedonale e ciclabile, quest'ultime in rigoroso asfalto
"battuto".
L'impianto gode anche di una
totale immersione nel verde e nel
distacco dal caos della vita urbana,
che rende ancora più piacevole la
permanenza e che mitiga la fatica.
La Mafrica però non si limita ad
offrire solamente la possibilità di
fare sport, ma viene incontro anche
a tutti i bisogni dei suoi utenti, in
quanto dispone di accurati servizi
igienici, di un nido con annesso
parco giochi dove lasciare al sicuro
i propri figli durante l'allenamento,
di un ampio parcheggio, di un'area
ricreativa dove socializzare e con-
versare piacevolmente con gli
amici e di tutta una serie di servizi
che si scopriranno all'occorrenza.
Con un'estrema dose di fantasia e
sarcasmo è stato possibile proporre
con un occhio più giocoso ed un
colore paradossalmente ottimista
una precisa zona cittadina. La mia
non è una critica distruttiva e
negativa, anche se si potrebbero
scrivere pagine e pagine su alcune
(pessime) condizioni del luogo, e
se si vuole è anche possibile ritrovare qualche freccia timidamente
scoccata nelle mie parole. In questa pagina scritta, tuttavia, voglio
sottolineare realmente questa piccola fortuna, anche se nulla di ciò
che ho detto prima è vero, che i
casteldaccesi ancora hanno in un
paese che sembra a poco a poco
offrire sempre meno.
La Meridiana - Numero 4
COSTUME -
9
La Cortina di Ferro
Il cancello della discordia e la maleducazione della gente
Giuseppe Amenta
Salendo su per il cavalcavia, poco
dopo l'incrocio con la S.S. 113, a
nessuno sarà sfuggito di notare il
delicatissimo cancello grigio topo
che da qualche giorno chiude al
transito la stradina che parallelamente alla strada grande sale fino
al muro di cinta che costeggia la
ferrovia.
Ho pensato subito che, trattandosi di una strada privata, i legittimi proprietari avessero deciso di
chiuderla, così, per sport, poi
invece sono venuto a sapere che
uno dei legittimi proprietari ero
io, assieme agli altri 10.001 (olè)
cittadini di Casteldaccia: la stradina era pubblica.
Stupore e meraviglia. Si può fare?
Ma si compra? E' in regalo? In concessione centennale come Lido
Fondachello? Mi stavo quasi lasciando prendere dall'entusiasmo e già ero
in cerca di dritte su come privatizzarmi la via Leopardi e magari anche
la via Baracca (con tanto di centro
sociale) poi però riflettendo, mi
sono ricordato che il governo
Berlusconi era finito da un pezzo:
chi altri avrebbe potuto concedere
un privilegio del genere? Pensavo
che l'ultimo fortunato fosse stato chi
era riuscito a privatizzarsi il campo
da tennis ex-comunale!
Così lo stupore si è trasformato in
perplessità: perchè? per chi? è
Marrone Vincenzo
cell. 360 405983
Via Cavour, 10
90014 Casteldaccia (PA)
P. Iva 04400570828
legale? è uno scherzo? Magari è
solo un monumento o un'illusione
ottica... Una sera mi avvicino al
cancello, è vero, fatto di ferro,
invalicabile, e leggo il cartello: divieto di transito dalle 20 alle 06
escluso i residenti -. La parte carrabile del cancello è chiusa, mi guardo in basso, non ho nè ruote nè
targa, sono a piedi, ma nonostante
ciò rimango fuori dalla stradina
perchè anche il varco pedonale del
cancello è chiuso. Non è un divieto
di transito, ma un divieto e basta.
Va bè, prendo atto della situazione e mi allontano: se lo hanno
fatto vuol dire che si può fare (?),
mi fido e vado a letto.
Qualche giorno dopo, inaspettata, arriva la soluzione all'enigma.
Incontro per caso una coppia di
amici, due dei fortunati inquilini
aggiudicatari della strada chiusa,
che senza vastunati, mi cantano la
situazione: era diventato un inferno. Da giugno ad ottobre non si
dormiva più. Macchine e motorini
intasavano la stretta via, facendo
un casino infernale anche fino alle
quattro del mattino. I giovanissimi,
diretti alla Rotonda, alla Casetta
Bianca o all'adiacente sala giochi
non facevano altro che urlare (a
volte anche appositamente solo per
il gusto di disturbare) ed avevano
scambiato la traversina che collega
Geom. Marrone Tommaso
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la strada al cavalcavia per un bagno
pubblico: arrivavano le ragazzine in
gruppi da dieci ed a turno facevano
i loro bisogni "open space". E se
non era un bagno pubblico, era un
bagno turco, ma il fumo non era
fatto di vapore ma di hashish e
marijuana: lo spaccio ed il consumo
erano diventati la regola. Al mattino, siringhe, preservativi e puzza di
piscio. "Abbiamo documentato
tutto per mesi, abbiamo avvertito
le autorità e rotto le scatole all'amministrazione, ma finalmente siamo
riusciti a riportare un pò di pace
almeno nella stradina" mi dicono
soddisfatti e sazi di sonno i due
inquilini della via bonificata.
Svelato l'arcano, non posso che
alzare le spalle ed arrendermi alla
tristezza della situazione: giovani
così scapestrati da doverli tenere
lontani con le recinzioni e
Istituzioni che non riescono a far
fronte alle esigenze della popolazione (un bagno pubblico, un parcheggio, qualche vigile urbano in
più in giro la sera) scegliendo invece la "via facile" di sottrarre 100
metri di libertà alla cittadinanza.
Ma tranquilli è vero che non
potremo più passeggiare in quella
via, ma è anche vero che potremmo
sgranchirci le gambe alla prossima
festa del patrono, tra un anno
circa. Tenetevi allenati!
10 - COMUNICATI
UIL F.P.L.
La Meridiana - Numero 5
Ai Dipendenti dei Comuni
della Provincia di Palermo
FEDERAZIONE POTERI LOCALI
SEGRETERIA PROVINCIALE PALERMO
SEDE MICO GERACI
Oggetto:
Elezioni RSU anno 2007. Accordo integrativo elettorato attivo e passivo.
Cari colleghi, la modifica al CCNQ del 7 agosto 1998 sull'elettorato attivo
e passivo per la costituzione delle RSU ha segnato un traguardo storico perché riconosce per la prima volta il diritto di voto per eleggere propri rappresentanti anche ai precari dei Comuni.
Tale traguardo non deve essere un punto d'arrivo ma di partenza per
meglio rappresentare negli Enti Locali diritti e aspettative legittime di tutti i
lavoratori in servizio, senza distinzione alcuna.
In Sicilia tale risoluzione riguarda tutti i dipendenti assunti ai sensi degli artt.
11 e 12 della L.R. 2 1/12/1995 nr.85, quelli assunti ai sensi dell'art. 25 comma
1 lett. b) della L.R. 29/12/2003 nr.21, nonché coloro i quali sono stati assunti
ai sensi dell'art.4 della L.R. 14 aprile 2006 nr.16 (si tratta di lavoratori a tempo
determinato della durata di 5 anni prorogati ai sensi di legge).
A novembre, nelle liste elettorali per evitare rappresentanze univoche, non
dovranno esserci solo dipendenti di ruolo ma anche i precari, che confluiranno in liste miste, a garanzia
dell'unitarietà sindacale.
Dare rappresentatività ai dipendenti a tempo determinato & da anni uno
dei problemi di fondo del sindacato, chiamato a garantire i diritti di chi ha già
un posto fisso, ma anche e soprattutto di chi lo avrà in futuro, se il processo
di stabilizzazione del precariato pubblico, previsto dalla legge finanziaria del
2007 e dal memorandum sul lavoro pubblico sottoscritto con il governo Prodi
verrà portato avanti nei prossimi anni.
La UIL-LPL provinciale si è sempre battuta in seno alle contrattazioni decentrate degli Enti Locali per il riconoscimento dei diritti anche ai dipendenti a
tempo determinato sostenendo l'applicazione uniforme dei contratti collettivi ed
integrativi a tutti i dipendenti in servizio senza alcuna distinzione.
Cari colleghi. vi chiediamo di valorizzare maggiormente il lavoro fatto perché ancora tanto c'è da fare per migliorare la condizione del lavoro pubblico, scegliendo le liste della UIL-FPL, perché a novembre possa vincere il
lavoro di chi non ha mai fatto distinzioni tra i lavoratori, tutti portatori di diritti
che hanno il dovere di essere rappresentati dal sindacato.
Palermo. lì 06/08/07
Il Coordinatore Provinciale EE.LL.
Gaetano Aiello
In Sicilia una nuova realtà politica:
"Democrazia Cristiana per le autonomie - Sicilia Vera"
Il 28 luglio scorso al San Paolo PalaceHotel a Palermo, con la
sotoscrizione da parte dei soci fondatori, è stato tenuto a battesimo in Sicilia un nuovo movimento politico. La "Democrazia
Cristiana per le Autonomie - Sicilia Vera".
Una iniziativa promossa dagi onorevoli Nunzio Maniscalco e
Cateno De Luca e dal senatore Gianfranco Rotondi, Segretario
Nazionale della Democrazia Cristiana per le Autonomie.
Un vero e proprio movimento politico che intende mettere fine
a questo sistema perverso che in questi anni non ha consentito
un concreto slancio dell'economia siciliana, dove il termine
"vera" è l'acronimo di Verso una Economia Regionale Autonoma.
L'atto costitutivo e lo statuto fanno di questo Movimento la
costola siciliana del partito nazionale della DCA.
Il neo partito interpreta il pensiero politico cristiano e costituisce inoltre l'espressione della scuola cattolica di Sturzo e Scelba
con lo scopo di rappresentare, nel panorama nazionale, le istanze dei cittadini siciliani.
"Si capisce che - spiegano i deputati regionali Nunzio
Maniscalco e Cateno De Luca - la strada da noi scelta è l'autonomia interna allo stesso movimento, autentica garanzia di un
vero programma politico autonomistico, diretto a valorizzare le
specificità e le istanze siciliane in un quadro di compatibiità
nazionale", si tratta, come ben si vede, di un accordo di grande
respiro.
"Una forza politica per la specificità delle autonomie con i principi della Democrazia Cristiana, che riporta - dice il sen.
Gianfranco Rotondi - i veri principi dentro la società e dentro le
istituzioni siciliane e nazionali.La DC si è riorganizzata sul piano
nazionale da qualche anno e noi abbiamo raggiunto "per le
Autonomie" nella denominazione perché siamo consapevoi che
la grande DC non potrà più tornare come prima, poiché appartiene ad un'altra pagina di storia.
"Ciò non significa - continua il segretaro nazionale - che non
debba esserci un partito di Democristiani oggi. Pertanto abbiamo
costituito un partito che già si lega ai fatti politici già esistenti
nelle realtà regionali".
Un accordo tra partiti che assume la veste di mutuo riconoscimento di ruoli e ambiti, in un quadro di riferimento autonomistico.
Casteldaccia accoglie la Madonna di Fatima
Nel mese di Ottobre la comunità cristiana di Casteldaccia vivrà due momenti di particolare significato e valore. Dal 4 al 7 Ottobre, secondo il programma sotto pubblicato, sarà accolta e riceverà la donazione dovuta l'immagine della Madonnina pellegrina di Fatima. Dall'8 al 12 Ottobre invece la parrocchia ospiterà cinque conferenze su temi di particolare rilievo culturale. Anche di questa iniziativa pubblichiamo in anteprima il
programma. Entrambe le manifestazioni sono destinate all'intera comunità civile e religiosa.
PROGRAMMA
GIOVEDì 4 OTTOBRE
ore 17,30 Accoglienza in Via Ugo La Malfa presso il terreno della nuova Chiesa, segue la processione
ore 18,00 Santa Messa in Chiesa
ore 21,00 Santo Rosario e canti con i gruppi parrocchiali
VENERDì 5 OTTOBRE
ore 8,30 Santa Messa
ore 9,30 Visita delle scuole
ore17,00 Santo Rosario con i malati
ore 18,00 Santa Messa con unzione degli infermi
ore 21,00 Preghiera silenziosa e canti
SABATO 6 OTTOBRE
ore 8,30 Santa Messa
ore 9,30 Liturgia penitenziale e confessioni
ore 17,00 Recita del Santo Rosario
ore 18,00 Santa Messa
ore 19, 30 Santa Messa
ore 21,30 Inno Akatistos
DOMENICA 7 OTTOBRE
ore 8,00 Santa Messa
ore 10,00 Santa Messa
ore 11,30 Santa Messa
18,00 Santa Messa
ore 19,30 Santa Messa Solenne
celebrata da Mons. Antonino Vitello
Ore 21,30 Partenza del Simulacro
La Meridiana - Numero 5
CINEMA E SPETTACOLO -
11
Una serata di Cinema a Casteldaccia
Alessandro D’Ugo
Una
serata
di
Cinema e Cultura si
è tenuta il 27 giugno scorso alla sede
della Pro Loco, nei
locali dell'ex Cinema
Italia. Alla presenza
dell'autore, il regista bagherese Piero
De Luca, sono stati proiettati i suoi ultimi due cortometraggi, "Frames" e "Il Senso", entrambi vincitori di
numerosi premi a livello nazionale (vedi articolo
accanto). Inoltre è stato proiettato il trailer del suo
prossimo film, un lungometraggio ambientato a
Bagheria dal titolo "L'Angelo di Palagonia". La pellicola - assicura il regista - sarà pronta per i primi mesi del
2008. L'evento, a dire il vero scarsamente pubblicizzato, ha fornito però un quadro ben preciso della evanescente (i maligni dicono: inesistente) "Casteldaccia
Culturale". Tra i numerosi presenti, quasi tutti di
Bagheria e dintorni, i cittadini casteldaccesi si contavano infatti sulle dita di una mano, e questo è saltato subito all'occhio. "Ci sono pochi casteldaccesi presenti - ha ammesso infatti il vicesindaco Giacomo Di
Salvo, unico rappresentante dell'Amministrazione - La
gente è indifferente e apatica e non risponde a questo
tipo di manifestazioni. Spero che questa manifestazione sia motivo di dibattito". Più duro il commento di
Antonino La Spisa, presidente della Pro-Loco: "La
gente è sempre presente quando si tratta di sagre dove
si mangia gratis, mentre si assenta quando si tratta di
manifestazioni culturali". Poi, in merito alla manifestazione della serata La Spisa si è espresso così: "Le
iniziative di questo tipo sono meritevoli perché permettono di scoprire nuovi talenti, ed è per questo che la
Pro-Loco le ha sempre promosse". Ma ciò non attenua
certo l'amarezza di constatare quanto la Cultura sia
aliena a questa cittadina.
spazio pubblicità
Piero De Luca è un 33enne
bagherese con la passione
per la videocamera. La sua
è una passione sfrenata,
che negli anni si è arricchita di impegno, grinta e
voglia di fare. "Ho cominciato a girare che nemmeno avevo 13 anni" racconta in un intervista rilasciata ad un notiziario di Bagheria. Poi ha descritto
bene la situazione di chi si trova a lottare per affermare la propria Arte. "Questo è un campo in cui ci vuole
tanta, tantissima, motivazione - ha spiegato - Faccio
un esempio: io avuto la fortuna di partecipare in molte
manifestazioni di cinema e ho incontrato molti ragazzi
come me, ragazzi che vanno avanti, anche soli contro
tutti. Ma ne ho conosciuto anche altri, tantissimi altri,
che si sono fermati. Gente che pochi anni fa era piena
d'entusiasmo, gente che aveva talento, gente motivata
e preparatissima, piena di passione, e che ora non esiste più". Nonostante questo De Luca, dopo anni e anni
di gavetta, sta cominciando a farsi apprezzare, a farsi
conoscere, a farsi premiare. Entrambi i lavori proiettati a Casteldaccia, infatti, hanno ottenuto riconoscimenti a livello nazionale, al Cuveglio FilmFestival e al
Round 2007. "Il Senso" e "Frames" hanno, inoltre,
ottenuto tre importanti e significativi riconoscimenti
al Premio Nazionale Careas, organizzato dall'associazione europea Decima Musa a Caravaggio, nella provincia di Bergamo. "Il Senso" ha ottenuto il premio come
Migliore Cortometraggio Nazionale e Miglior Film nella
sezione Giovani, mentre "Frames" ha ottenuto il
Premio come Miglior Cast. Ma già in passato il regista
bagherese aveva fatto parlare di sé, ottenendo importanti premi in varie manifestazioni. Nel 1999 si aggiudica il Premio Europeo Massimo Troisi con "Il peso del
dolore", premiato come miglior lungometraggio
Nazionale. Stesso riconoscimento per "Ricordi" e "Il
Rito", rispettivamente premiati nel 2000 e nel 2001,
mentre nel 2002, con "Il Confine", ottiene il prestigioso premio di "Miglior Opera in Assoluto". Nell'ultimo
anno inoltre il regista bagherese ha potuto contare sul
sostegno e la collaborazione di Visionart, l'associazione di cui è presidente, il cui obiettivo primario è "la
diffusione e la promozione delle arti visive", oltre
all'aggregazione e all'incontro tra gli appassionati di
Cinema della zona.
12 - COMUNICATI
La Meridiana - Numero 5
Latino, la lingua della Chiesa?
Il Papa riabilita la messa in latino, un breve excursus storico sulle funzioni della lingua
nella Chiesa Cattolica
Piero Canale
Il 14 settembre entrerà in vigore il motu proprio (un decreto emesso dal papa di propria
iniziativa) di Benedetto
XVI sulla possibilità ai
sacerdoti di celebrare
in via ordinaria e senza
richiesta al vescovo la
messa in latino.
Libero di tenere lontano eventuali critiche,
in queste pagine ritengo più interessante dare ai lettori
una panoramica riassuntiva dei rapporti che la Chiesa nel
corso dei suoi quasi duemila anni di vita ha mantenuto
con le varie lingue.
Ho sentito dire spesso a mia nonna che prima la messa
era sempre detta in latino, ma alle domande "quando?"
e "perché?" le risposte sono state meno sicure.
L'11 ottobre del 1962 a Roma si apriva il Concilio
Vaticano II, quando era papa Giovanni XXIII eletto nel
1958. Il Concilio, sospeso nel 1963 per la morte del suo
papa promotore, riprese la sua
attività nello stesso anno subito
dopo il Conclave che elesse Paolo
VI. Entrambi i pontefici agirono
con continuità di intenti e, alla
chiusura, nel 1965, una delle più
importanti decisioni prese fu quella di promuovere la partecipazione
attiva dei fedeli alla liturgia, e si
introdussero anche, per la prima
volta, le varie lingue nazionali con conseguente traduzione dei testi liturgici. Veniva così reso possibile ai
sacerdoti di celebrare la messa in italiano, in spagnolo,
in francese, in tedesco, nella lingua di ogni fedele ed ai
fedeli di capire finalmente cosa dicesse il prete.
Il Concilio Vaticano II fu dunque una vera e propria
rivoluzione all'interno della Cristianità Cattolica, rompendo un sistema e un'ideologia vecchia di quattrocento anni. Infatti, bisogna tornare indietro fino al 1545,
anno di apertura del Concilio di Trento, atto con cui si
dava ufficialmente inizio alla Controriforma Cattolica,
dopo la traumatica Riforma Protestante che aveva nuovamente diviso il mondo cristiano. Le fughe dei vari
gruppi sottrattisi al controllo della Chiesa Romana, sia
dal punto di vista dottrinale che gerarchico, costrinsero
papa Pio III, IV e V a dare una rigida impostazione alla
Chiesa, limitando enormemente la partecipazione dei
fedeli non appartenenti al clero, che era di per sé già
molto scarsa, e vietando che la liturgia e i testi sacri fossero tradotte nelle varie lingue volgari. I primi libri ad
essere posti all'indice furono proprio le varie bibbie tradotte nelle lingue dell'Europa dell'epoca.
La Chiesa tridentina (cioè quella riformata dal Concilio
di Trento, conclusosi con molto ritardo soltanto nel
1563) e la sua liturgia accompagnarono i praticanti cattolici sino al 1965.
Prima che il latino si imponesse come lingua della cultura e della Chiesa, questa riconosceva altre lingue"ufficiali": l'ebraico, l'aramaico e il greco, tre lingue sacre.
È noto a tutti che Gesù parlasse in ebraico ai suoi apostoli e alla gente che accorreva da tutte le parti della
Giudea, della Galilea e della Samaria, territori appunto a
maggioranza semita. In questa lingua furono anche
scritti i Vangeli, in questa lingua fu scritta per intero la
Bibbia dei Cristiani. L'aramaico fu invece la lingua dei
Padri del deserto e dei Cristiani dell'Impero Persiano,
altro baluardo cristiano sino alla conquista islamica.
La diffusione del Cristianesimo e la nascita della
Chiesa fu sicuramente facilitata dalla traduzione in greco
dei testi sacri e delle prime liturgie, era la lingua più diffusa nell'Impero Romano soprattutto nella parte orientale, un po'
come l'inglese di oggi.
Soltanto nel IV secolo si può
parlare di una "traduzione" del
Cristianesimo in latino, la prima
Bibbia ufficiale in lingua latina si
ebbe soltanto nel V secolo con la
traduzione di San Girolamo. Il
greco rimase, però, per lungo
tempo la lingua in cui comunicavano i vescovi e in cui
venivano redatti i testi di carattere dottrinario. La rottura della Chiesa Cattolica con il greco avvenne solamente nel 1054 con il secondo grande scisma d'oriente e con
la quasi totale ignoranza del greco da parte del clero
europeo del Pieno Medioevo.
Ancora oggi però rimangono antichi segni del greco e
dell'ebraico come lingue della Chiesa, si pensi al particolare rito greco durante la celebrazione dei funerali di
papa Giovanni Paolo II. Basterebbe poi citare l'innumerevole quantità di nomi e termini provenienti dall'ellenica lingua, qualcuno solo per dare l'idea: Cristo, da christos, "l'unto"; vescovo, da episkopos, "sorvegliante";
chiesa, da ekklesia, "i chiamati"; martirio, da martyr,
"testimone"; Epifania, da piphaneia, "manifestazione";
diacono, da diakonos, "servitore". E con questi tanti
altri, che non sta a me elencare. Era solo il volere rendere l'idea.
La Meridiana - Numero 4
COSTUME -
13
Un’alternativa per Casteldaccia
Lorenzo Canale
Cambiare
si
può, cambiare si
deve. Primarie
si, primarie no?
Cari concittadini, mi rivolgo
a Voi tutti che fate parte della
nostra comunità casteldaccese e
che avete a cuore le sorti di questo
paese e del futuro per i vostri figli.
Mi rivolgo a Voi che siete gli unici
interlocutori liberi e dimenticati
dai nostri politici (con la p minuscola) e amministratori locali, che
a tutto pensano per soddisfare i
propri bisogni individuali ed egoistici, tranne a Voi cittadini ed al
bene comune della collettività.
Essendo stato assessore al bilancio e alla programmazione ho personalmente costato la bravura del
Sindaco e di alcuni funzionari ( mi
riferisco ai capi area prima -affari
generale- e terza -area economica
finanziaria-) ad organizzare il
disordine in tutta l’ attività amministrativa e politica del comune di
Casteldaccia. Tutto ciò a danno dei
casteldaccesi.
Disorganizzazione è stata la
prima principale regola del nostro
sindaco, così facendo tutti hanno
bisogno di lui (e dei suoi funzionari compiacenti) per risolvere qualsiasi problema e a lui debbono
riconoscenza. (magari elettorale)
Ho sempre preferito essere un
uomo libero e dire con onestà ciò
Marrone Vincenzo
cell. 360 405983
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che penso e ritengo di essermi
distinto dai miei colleghi di Giunta
che tanto criticavano alle spalle del
sindaco e poco parlavano in sua
presenza, anzi obbedivano.
Posso affermare che dopo un
anno circa poco è cambiato perché
gli attuali assessori (tutti compresi, nessuno escluso), alle spalle del
sindaco continuano a criticare e
alcuni a sparlare, ed in sua presenza obbediscono.
Così facendo non cambierà mai
niente e fin quando persisteranno
questi atteggiamenti ipocriti e non
si troverà il coraggio di lavorare per
una amministrazione che sia veramente al servizio degli amministrati e non degli amministratori stessi.
A questo punto Mi preme invitare
tutti quei cittadini che hanno a
cuore la sorte di questo paese ad
impegnarsi in qualsiasi forma per
contribuire a migliorare la nostra
comunità, sia dal punto di vista
politico, sia culturale, sia dello
sviluppo economico e sociale. A tal
fine Vi ricordo che lavorare per il
prossimo e per il futuro delle
nostre famiglie è un diritto-dovere
di tutti.
Ne approfitto, oggi, per lanciare
una mia proposta con serenità,
senza personalismi ed aprire un
dibattito politico per il futuro, che
permetta di iniziare un percorso
per arrivare alle prossime elezioni
Geom. Marrone Tommaso
cell. 347 4861983
Tel. 091 942871
Fax 091 9100685
e-mail: [email protected]
amministrative del Maggio 2008.
La proposta consiste nell’ elaborare un programma amministrativo
dettagliato.
Dopo averlo condiviso e realizzato con la partecipazione dei cittadini, detto programma dovrà essere presentato in alternativa al
modo di amministrare dell’ attuale
amministrazione. A questo punto si
dovrebbe passare alla fase più difficile all’ individuazione del candidato Sindaco (che possa attuare
detto programma).
La mia proposta e’ quella di coinvolgere più cittadini possibile e per
fa ciò trovo che lo strumento più
adatto siano le elezioni primarie.
Primarie veritiere, non finte, con
partecipanti espressione della
società civile, dei partiti, delle
associazioni, dei sindacati ecc.
In proposito mi pare appena il
caso di ricordare che nell’ attuale
panorama politico nazionale le primarie sono utilizzate e promosse
da tutte le forze politiche democratiche, sia di destra sia di sinistra.
Questa è la mia proposta, che può
essere apprezzata o criticata, condivisa o non condivisa. Comunque,
io spero e mi auguro che venga
presa in considerazione, e che
comunque contribuisce ad aprire
un dibattito politico fervido di proposte buone e utili che aiutino ad
elevare lo spessore dei politici (con
la p. minuscola) e l’ efficienza della
nostra amministrazione.
14 - CULTURA
La Meridiana - Numero 5
In memoria di Don Milani
Un omaggio ad un grande uomo, modello per ogni educatore
Paolo Di Giacinto
Lettera dei ragazzi di Barbiana
ai ragazzi di Piadena (1 novembre 1963).
Cari ragazzi,
questa lettera ha cinque capitoli.
I ragazzi di prima media hanno preparato i primi due. I più grandi gli
altri.
Il 27 maggio 1923 nasceva
a Firenze Lorenzo Milani da
Albani Milani e da Alice
Weiss, quest'ultima di origine
israelita.
La sua vita intensa, sofferta
(per svariate ragioni) e purtroppo breve non finisce ancora di offrire motivi di riflessioni attualissimi soprattutto
sulle finalità vere dell'educazione e della scuola.
Nel 60° anniversario della
sua ordinazione sacerdotale,
avvenuta il 13-07-1947, e nel
40° della sua morte per leucemia nel giugno del 1967 vale
la pena ricordarlo.
Lo facciamo riproducendo
quasi per intero una lettera
che i suoi ragazzi di Barbiana
inviarono ai ragazzi di Piadina
sul significato della loro esperienza in quella scuola particolare quale fu la scuola di
Barbiana.
Primo capitolo. Barbiana
Barbiana è sul fianco nord del
monte Giovi, a 470 metri sul mare.
Di qui vediamo sotto di noi tutto
il Mugello che è la valle della Sieve
affluente dell'Arno.
Dall'altra parte del Mugello vediamo la catena dell'Appennino.
Barbiana non è nemmeno un villaggio, è una chiesa e le case sono
sparse tra i boschi e i campi.
I posti di montagna come questo
sono rimasti disabitati.
Se non ci fosse la nostra scuola a
tener fermi i nostri genitori anche
Barbiana sarebbe un deserto.
In tutto ci sono rimaste 39
anime.
I nostri babbi sono contadini o
operai.
La terra è molto povera perché le
piogge la portano via scoprendo il
sasso.
L'acqua scorre via e và in pianura.
Così i contadini mangiano tutti i
loro raccolti e non possono vendere nulla.
Anche la vita degli operai è dura.
Si levano la mattina alle 5, fanno 7
chilometri per arrivare al treno e un
ora e mezza di treno per arrivare a
Firenze dove lavorano da manovali.
Tornano a casa alle 8,30 di sera.
In molte case e anche qui a scuola manca la luce elettrica e l'acqua.
La strada non c'era. L'abbiamo
adattata un po' noi perché ci passi
una macchina.
Secondo capitolo.
La nostra scuola.
La nostra scuola è privata.
E' in due stanze della canonica
più due che ci servono da officina.
D'inverno ci stiamo un po' stretti.
Ma da aprile ad ottobre facciamo
scuola all'aperto e allora il posto
non ci manca!
Ora siamo ventinove. Tre bambine
e ventisei ragazzi.
Soltanto nove hanno la famiglia
nella parrocchia di Barbiana.
Altri cinque vivono ospiti di famiglie di qui perché le loro case sono
troppo lontane.
Gli altri quindici sono di altre parrocchie e tornano a casa ogni giorno: chi a piedi, chi in bicicletta, chi
in motorino. Qualcuno viene da
molto lontano, per esempio Luciano
cammina nel bosco quasi due ore per
venire e altrettanto per tornare.
Il più piccolo di noi ha 11 anni, il
più grande 18. I più piccoli fanno
la prima media. Poi c'è una seconda e una terza industriali.
Quelli che hanno finito le industriali studiano altre lingue straniere e disegno meccanico. Le lingue
sono: il francese, l'inglese, lo spagnolo e il tedesco.
Francuccio che vuole fare il missionario comincia ora anche l'arabo.
L'orario e dalle otto di mattina
alle sette e mezzo di sera. C'è solo
una breve interruzione per mangiare. La mattina prima delle otto
quelli più vicini in genere lavorano
in casa loro nella stalla o a spezzare legna. Non facciamo mai ricreazione e mai nessun gioco.
Quando c'è la neve usciamo un'ora
dopo mangiato e d'estate nuotiamo
un'ora in una piccola piscina che
abbiamo costruito noi.
Queste non le chiamiamo ricreazioni ma materie scolastiche particolarmente appassionanti! Il Priore
ce le fa imparare solo perché
La Meridiana - Numero 5
potranno esserci utili nella vita.
I giorni di scuola sono 365, l'anno. 366 negli anni bisestili.
La domenica si distingue dagli
altri giorni solo perché prendiamo
la Messa. Abbiamo due stanze che
chiamiamo officina.
Lì impariamo a lavorare il legno e
il ferro e costruiamo tutti gli
oggetti che servono per la scuola.
Abbiamo
ventitre
maestri!
Perché, esclusi i sette più piccoli,
tutti gli altri insegnano a quelli che
sono minori di loro. Il Priore insegna solo ai più grandi. Per prendere i diplomi andiamo a fare gli
esami come privatisti nelle scuole
di Stato.
Terzo capitolo. Perché venivamo
a scuola sul principio.
Prima di venirci, né noi né i
nostri genitori, sapevamo cosa
fosse la scuola di Barbiana.
Quel che pensavamo noi.
Non siamo venuti tutti per lo
stesso motivo.
Per noi Barbianesi la cosa era
semplice: la mattina andavamo alle
elementari e la sera ci toccava
andare nei campi. Invidiavamo i
nostri fratelli più grandi che passavano la giornata a scuola dispensati da quasi tutti i lavori. Noi sempre soli, loro in compagnia. A noi
ragazzi ci piace fare quel che fanno
gli altri. Se tutti sono a giocare,
giocare, qui dove tutti sono a studiare, studiare. Per quelli delle altre
parrocchie i motivi sono stati
diversi: cinque siamo venuti controvoglia ( Arnaldo addirittura per
castigo).
All'estremo opposto due abbiamo
dovuto convincere i nostri genitori
CULTURA-
15
perché vogliamo contentare i nostri
genitori con quel pezzo di carta
che stimano tanto, altrimenti non
ci manderebbero più a scuola.
Comunque ci avanza una tale
abbondanza di ore che possiamo
utilizzarle per approfondire le
materie del programma o per studiare di nuove più appassionanti.
Questa scuola dunque, senza
paure, più profonda e più ricca ha
appassionato ognuno di noi a
venirci. Non solo: dopo pochi mesi
ognuno di noi si è affezionato
anche al sapere in sé.
Ma ci restava da fare ancora una
scoperta: anche amare il sapere
può essere egoismo. Il Priore ci
propone un ideale più alto: cercare
il sapere solo per usarlo al servizio
del prossimo, per esempio dedicarci da grandi all'insegnamento, alla
politica, al sindacato, all'apostolato o simili. Per questo qui si rammentano spesso e ci si schiera sempre dalla parte dei più deboli: africani, meridionali, italiani, operai,
contadini, montanari. Ma il Priore
dice che non potremo far nulla per il
prossimo, in nessun campo, finchè
non sapremo comunicare.
Perciò qui le lingue sono, come
numero di ore, la materia principale.
Prima l'italiano perché sennò non
si riesce ad imparare nemmeno le
lingue straniere.
Poi più lingue possibile, perché al
mondo non ci siamo soltanto noi.
Vorremmo che tutti i poveri del
mondo studiassero lingue per
potersi intendere e organizzare fra
loro. Così non ci sarebbero più
Quarto capitolo. Perché venia- oppressori, né patrie, né guerre.
[…]
mo a scuola ora.
che non volevano mandarci (eravamo rimasti disgustati dalle
nostre scuole). La maggioranza
invece siamo venuti d'accordo coi
genitori. Cinque attratti da materie
scolastiche insignificanti: lo sci o il
nuoto oppure solo per imitare un
amico che ci veniva.
Gli altri otto perché eravamo
davanti ad una scelta obbligata: o
scuola o lavoro.
Abbiamo scelto la scuola per
lavorare meno. Comunque nessuno
aveva fatto il calcolo di prendere
un diploma per guadagnare domani
più soldi o fare meno fatica.
Un pensiero simile non ci veniva
spontaneo. Se in qualcuno c'era,
era per influenza dei genitori.
Quel che pensavano i nostri genitori. Pare invece che questi calcoli
siano normali nei genitori, almeno
a giudicare dai nostri.
Non ci siamo sentiti dire che:
<<bada di passare! Se passi ti fò un
regalo! Se bocci né buschi! Vuoi
zappare come to pa'? Guarda quello
col diploma che posto s'è fatto! >>.
A sentir loro sembrerebbe che al
mondo non ci fosse che il problema
di noi stessi, del denaro, di farsi
strada. Cioè sembrerebbe che ci
educhino all'egoismo. Mentre invece per tante altre cose ci danno
esempio di generosità: aiutano
volentieri il prossimo e anche la
loro cura per noi è in continuo
dimenticarsi di se stessi. Spesso le
loro parole non riflettono il loro
vero pensiero, ripetono soltanto
quelle che il mondo usa dire.
A poco a poco abbiamo scoperto
che questa è una scuola particolare: non c'è né voti e né pagelle, né
rischi di bocciare o di ripetere. Con
le molte ore e i molti giorni di
scuola che facciamo, gli esami ci
restano piuttosto facili, per cui
possiamo permetterci di passare
quasi tutto l'anno senza pensarci .
Però non li trascuriamo del tutto
La Meridiana - Numero 4
16 - CULTURA
Mariolina La Monica, una scrittrice a Casteldaccia
Nelle librerie “Cipria”, il suo primo romanzo.
Storia di due generazioni in un paesino di provincia
Nel mese di Luglio di quest'anno è stato pubblicato
"Cipria", il romanzo della nostra concittadina
Mariolina La Monica.
Riscopriamo attraverso queste pagine, che si sviluppano nel contesto di una saga familiare che abbraccia due
generazioni e più, un paese di provincia, Castagneto
Mare, e un sapore di valori e sentimenti che oggi sembrano andati in parte dispersi.
Una realtà, quella castagnetara, che
presenta i pregi e propri i difetti dei
paesi siciliani e che perciò appartiene
a noi tutti.
Inoltre, la capacità descrittiva dell'autrice restituisce al lettore squarci di
una Sicilia che fu e che le nuove generazioni conoscono solo attraverso i
racconti dei loro progenitori.
Ed è proprio questa l'aria che si respira leggendo "Cipria": quella di una
storia descritta con minuzia, dove i
tratti della penna sembrano fare le
veci di una cinepresa che ora corre
lungo il dipanarsi delle vicende dei
Panara e ora si sofferma e ci invita a
riflettere sulla pesantezza interiore a cui costringe l'esistenza.
C'è, infatti, una continua introspezione psicologica dei
diversi personaggi che potremmo definire la caratteristica principale del romanzo e persino dell'autrice.
Difatti, quando le manifestiamo il fatto che ritroviamo
nel libro i volti della gente comune e i loro drammi,
Mariolina La Monica ci risponde: "Forse non poteva
essere diversamente, perché io tento di trovare l'umanità presente in ognuno, non condividendo per nulla la
leggerezza con cui spesso si giudica e si incollano
Rosalia Manzella
addosso frettolose etichette.
Sono convinta, infatti, che ogni vita, anche se apparentemente banale, è un universo di sentimenti e di realtà
spesso nascosti".
Come ho avuto modo di costatare, alcune voci autorevoli hanno valutato positivamente il romanzo e c'è persino chi ha ritenuto che in esso si respiri la stessa aria
dei romanzi di De Roberto e di
Tomasi di Lampedusa.
Eppure, se glielo chiediamo,
Mariolina risponde che non si è ispirata a nessun autore in particolare. Pur
tuttavia ritiene che, sicuramente, la
sua scrittura risente del patrimonio
letterario assorbito nel tempo.
"D'altronde" ribadisce, "ogni nostro
agire rimane pervaso da ciò che
siamo, da ciò che le avventure - e più
incisive ancora le disavventure della
vita - hanno eretto in noi".
E noi aggiungiamo che, a giudicare da
queste pagine, "l'Essere" racchiuso in
Mariolina è veramente straordinario.
Il libro, infatti, è proprio come lei: a
leggerlo sembra quasi di sentire la sua voce dolce e
serena che pian piano, con parole semplici e con fare
leggero, ci parla dell'esistenza vista attraverso i suoi
occhi.
Leggere "Cipria", insomma, non è solamente piacevole ma ti arricchisce dentro, lasciando intravedere una
luce inconsueta in cui andare comunque e ad ogni
costo.
Quindi, nel riportare in calce un brano tratto da
"Cipria", non ci resta che augurare a tutti una buona
lettura.
PRIMO PREMIO GIACOMO GIARDINA
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Mariolina La Monica quest'anno ha anche vinto il primo premio di poesia in lingua
italiana "Giacomo Giardina".
Sabato 8 Settembre, a Bagheria a palazzo Galioto, si è svolta la cerimonia di premiazione dei poeti che si sono aggiudicati i premi banditi dal circolo culturale
“Giacomo Giardina” con il patrocinio della Provincia Regionale di Palermo.
Nel prossimo numero pubblicheremo la poesia di Mariolina La Monica che si è
aggiudicata il primo premio.
La Meridiana - Numero 4
LA VOCE DEL PADRONE -
17
"Ascoltami mia cara - aggiunse poi la vecchia - Vorrei che tu provassi a fare qualcosa che,
purtroppo, io ho dovuto scoprire dopo avere vissuto un incubo: usalo, usalo sempre l'amore che hai dentro, non riversalo solo su chi ami di più, ma mettilo in rapporto col mondo,
colmati della sua musica e vedrai che, comunque andrà questa storia, esso non resterà fine
a se stesso, ma ti accenderà prospettive e darà valore ai tuoi giorni. Tu dovresti intenderti
di musica, ma questa che dico io è difficile; molto difficile! Però è un buon investimento,
qualcosa che accorderà da se più di uno strumento e manterrà acceso quel mondo dove non
si è mai soli e che potrai riempire di infinita luce, sino alla fine dei tuoi giorni.
Ricorda una cosa mia cara Ilde: l'odio, la rabbia, l'invidia, tutti i sentimenti negativi sono
fango; vengono dal fondo più oscuro d'ognuno di noi, dal nostro arrivismo, dalla frenesia
di giungere, dalla nostra voglia di possesso, da tutto il marciume che la vita depone in noi.
E poiché neppure i nostri congiunti ameranno ricordarli, il loro strascico determina la
nostra morte interiore in questa vita e l'eterno oblio del mondo nei nostri confronti dopo la
morte.
L'amore di cui ti parlo è invece una parabola di luce. Basta volerlo fortemente, accenderlo, crescerlo dentro, lasciarsi avviluppare dal suo abbraccio, perché esso resti nonostante
le storture, le cattiverie, la vita che passa. Esso resta con noi e nel mondo figliola, perché
è una fiaccola accesa negli occhi di quelli a cui lo hai dato e che a loro volta lo daranno
col cuore.
Dunque ragazza mia, lascia agli stolti la rabbia e il rancore che credi d'avvertire in questo
momento. Non convengono, non sono una buona base su cui costruire il proprio futuro.
Provati invece a scoprire le motivazioni degli altri e a cercare quel bene che, con i limiti
che ognuno possiede, ogni essere nutre e lascia pure agli stupidi la voglia di sprecare la
propria vita in odi e contese che ucciderebbero in te ogni più piccolo spessore di sereno.
Per il resto, a volte bisogna solo avere pazienza, starsene buoni e lasciar fare al tempo.
Corto o lungo che sia Ilde, anche il tempo vissuto silenziosamente e pazientemente lascia
la possibilità di fare giungere glia altri alla verità e aggiusta tante cose sia dentro, che
intorno a noi".
L’EVENTO
Il 3 Luglio scorso a Roma, presso la libreria "Liber.MenTe", la casa editrice Il Filo ha presentato il roman-
zo di Mariolina La Monica, "CIPRIA".
Hanno partecipato alla manifestazione il Sindaco Giovanni Di Giacinto e l'Assessore alla Cultura Mario
Speciale, in rappresentanza del comune di Casteldaccia che ha sponsorizzato l'evento.
Il libro, è in vendita a Casteldaccia presso la rivendita tabacchi e cartolibreria La Franca di Piazza Matrice,
a Palermo presso le librerie:
- Mercurio Benedetta via Pacinotti, 43 (Pa);
- S. F. Flaccovio sas via Nicolò Turriti, 48
- Sciuti soc. coop. arl via Sciuti, 91/f (Pa);
- L'Aleph via Vincenzo Di Marco (PA);
- Mercurio li.ca.m. Piazza Don Bosco, 3 (PA).
in tutto il territorio nazionale presso le librerie aderenti al Gruppo Mursia distribuzioni.
E' anche possibile ordinare il libro tramite internet, con pagamento contrassegno e seza alcun costo di
spedizione aggiuntivo, inviando un e-mail all'indirizzo: [email protected].
La Meridiana - Numero 4
18 - ARTE
Cosmogonie: I segni di Nuccio Squillaci raccontano
Lorenzo Guzzo
Nel panorama delle manifestazioni
culturali organizzate nel Comune di
Bagheria, si è svolta lo
scorso mese l'esposizione
dal
titolo
"Cosmogonie", dell'artista catanese Nuccio
Squillaci, presentata da
Aurelio Pes con un testo
in catalogo, allestita
negli spazi di Palazzo
Aragona Cutò.
Le opere di Nuccio sono
reduci di rielaborazioni
della mente, riconducibili
al vissuto, ad immagini carpite dalla realtà visibile ed invisibile. A prima vista possono ricollegarsi a esperienze artistiche
degli anni passati, come l'informale o
prima ancora l'astrattismo, ma le origini
del suo linguaggio sono difficilmente rintracciabili.
Per comprendere meglio i processi
mentali elaborati dall'artista è bene
andare a ritroso negli anni, con la premessa che la Cosmogonia è intesa
come evento o atto della creazione
dell'universo.
L'etimologia della parola greca
(Cosmogonia - mondo ordinato) sottolinea gli aspetti assunti nell'ambito ellenico dal concetto che essa designa : l'universo ordinato contrapposto alla materia primordiale e ciò sottintende che la
cosmogonia sia innanzi tutto il fenomeno o l'atto grazie al quale l'universo fu
ordinato. Un ordine che si contrappone
alle forze disordinate del caos.
Attraverso carte, pigmenti e segni
affiora dal profondo l'universo organizzato di Squillaci, dove gli elementi
strutturali del linguaggio visivo entrano
in stretta relazione. Un universo creato
da poche tracce, dove la
pittura prende vita da
uno stato primordiale,
maturando sino a scandagliare i meandri della
coscienza, sino all'essenza, alle origini dell'universo dove il seme primordiale che contiene in sé il
germe della vita fluttua
nello spazio, in quello
spazio cosmico formatosi
dal nulla, dove i confini
non sono previsti. E si sa, gli ordini e gli
spazi di un artista non sono sempre
valicabili da tutti. Il prescelto secondo
un Ordine Divino spazia nei vicoli di
una coscienza organizzatrice, madre
feconda generatrice di vita. Trame
mentali queste, dove il presente scaturito dall'esperienza del passato si riorganizza pensando al futuro. Un
mondo fatto di silenzi e di ascolti che
ci allontanano dalla vita convulsa, dalla
quotidianità, dalla bolgia infernale del
caos.
La lettura di queste opere non deve
essere, in tutto e per tutto legata alla
visione del dato reale, secondo una
figurazione convenzionale. All'artista
non interessa la rappresentazione ma il
gesto creativo, l'esecuzione di una
realtà profonda, diversa, che si "concretizza" divenendo visibile.
La visione di un'immagine in Squillaci
prende forma al di là di un iter progettuale, poiché suggerito dallo sviluppo
della "composizione" stessa. Il segno,
elemento predominante, diviene sem-
pre più fluttuante, volatile, sfuggente,
pur mantenendo quella identità nervosa, scattante, in corrispondenza alle
campiture piatte dovute alla pigmentazione del supporto cartaceo scelto e
che in ultima analisi pianifica lo spazio
dell'opera stessa. Un colore quello
della carta, che diviene colore della
coscienza dove il segno ne caratterizza i contorni.
Le tracce visibili degli inchiostri colorati utilizzati, anch'essi sfuggenti, si
distribuiscono sulla superficie con
tocco sapiente, irrobustendone il contesto.
L'esperienza pittorica di Squillaci è
senza dubbio un esperienza a sé, lontano dai canoni stereotipati che il
panorama dell'arte oggi ci concede.
Un'esperienza maturata da una
coscienza che conosce le regole, ma
pur sempre pronta a ad oltrepassare i
confini, i principi intelligibili dello spirito legati all'esistenza umana.
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