NYLON poi THE PINHEADS - La mia band suona il rock

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NYLON poi THE PINHEADS - La mia band suona il rock
La mia band suona il rock – schede band – di Daniele Scarazzati
NYLON poi THE PINHEADS
Risposte di Andrea Burbassi e Enrico Callegati
1. Periodo di attività della band?
1995-1997
2. Chi ne fa o ne ha fatto parte?
Andrea Burbassi, Cristian Cavina, Enrico Callegati poi, per qualche mese nel 1996, Carlo Gurioli e
nel 1997 Gianpaolo Baccarini.
3. Principali influenze musicali?
Punk 77, punk rock vario, successivamente hardcore-punk italiano anni '80.
4. Eseguivate principalmente brani vostri o cover?
Inizialmente cover poi esclusivamente pezzi nostri, anche se dal vivo, per completare le scalette,
abbiamo sempre continuato a fare cover.
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La mia band suona il rock – schede band – di Daniele Scarazzati
5. Secondo te, in che modo vi distinguevate dal resto della scena?
Veramente facevamo parte di quella scene punk rock di moda in quegli anni.
6. Quali sono i titoli di tre brani musicali del vostro repertorio di cui vai particolarmente
fiero?
“Alza la testa”, “Elmetti” e “Pulotti”, “Etilikopunk”, “Propaganda”.
7. Hai qualche ricordo particolarmente vivido della vostra attività musicale dell’epoca? Ne
riusciresti a accennare brevemente tre?
[Andrea]: In generale, il gran fermento e la voglia di suonare e di farsi sentire, ci sentivamo liberi e
con una ingenua sregolatezza.
[Enrico]: La prima affermazione a Faenza Rock, dove non eravamo nessuno e in breve ci
guadagnammo il nostro spazio vincendo nel '95 il premio miglior gruppo emergente. Poi il primo
concerto di spalla a un gruppo famoso, i Kina, in un palazzetto pieno a Faenza. Infine, l’esserci
guadagnati il rispetto e la considerazione di altre band punk più anziane di noi e più introdotte nella
scena a livello nazionale.
8. Come ritieni fosse la scena musicale di Faenza e dintorni negli anni ’90?
[Andrea]: Faenza soprattutto era molto viva, si suonava molto, io ho vissuto in un bel clima
musicale.
[Enrico]: Era completa, c’erano gruppi che suonavano tutti i generi, alcuni avevano raggiunto
risultati importanti (Bad UHF di spalla ai Biohazard)… Era anche un modo per farsi conoscere dai
propri coetanei e, perché no, di farsi notare dalle ragazze. Si poteva ottenere molto con poca o
nessuna tecnica, io non ho mai imparato a leggere le note o una scala di basso, ma scrivevo le
canzoni e ci mettevo foga e rabbia, e alla fine il risultato non era male.
9. Che tipo di rapporto c'era secondo te far i vari gruppi dell'epoca? Indifferenza,
competizione, rispetto, amicizia?
[Andrea]: Credo tutte le cose insieme.
[Enrico]: All’inizio probabilmente vivemmo un po’ di contrasti futili (ricordo una scazzottata punkmetallari perché avevo scritto una canzone contro i Dream Theater…), ma dopo un po’ il clima era
bello, si partecipava ai concerti gli uni degli altri e ci si supportava a vicenda.
10. Tu personalmente ti consideri ancora legato in qualche modo alla musica? E se sì, come?
[Andrea]: La musica è vita! Si cresce, si cambia evolvendosi ma la passione per la musica rimane
sempre!
[Enrico]: Purtroppo non suono più, e i miei gusti si sono abbastanza distanziati dal punk. Continuo
però ad amare molto la musica, ora mi accontento di ascoltarla bene (ho un impianto hi fi di buon
livello con cui ascolto soprattutto rock, jazz e classica). Mi piace ascoltare la musica di quegli anni
nelle cuffie, mentre faccio jogging. Sono venuto a vivere nella città di Giovanni Lindo Ferretti, mio
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eroe di allora con cui ho condiviso anche un cammino esistenziale, e non mi perdo una delle sue
apparizioni in zona.
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