Contributi pratici
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Contributi pratici
Contributi pratici Il container di macellazione, un sistema dinamico, versatile e igienico per le “piccole” macellazioni Descrizione di un prototipo autorizzato e attivato a Fermo SOMMARIO In questo lavoro viene presentata una bella soluzione per gli allevatori per valorizzare la qualità del loro prodotto macellato con un minimo investimento. Il container di macellazione sarebbe utilizzabile dalle piccole aziende agricole, biologiche o agriturismi, oltrechè in situazioni d’emergenza perché è un’idea che potrebbe trovare sviluppo anche in forma itinerante e servire più realtà nella stessa zona. Il Container di macellazione assolve in modo igienicamente corretto alla macellazione e alla conservazione di una modesta produzione di volatili o conigli. Nel suo interno, è diviso con una parete in due settori ben distinti: – PARTE SPORCA – PARTE PULITA Nella parte sporca, per quanto riguarda la macellazione dei volatili, sono presenti le seguenti attrezzature: storditore, vasca di dissanguamento, vasca di bagnatura e spiumatrice. Nella parte pulita invece sono presenti: vasca di eviscerazione, tavolo di incassettamento e la cella frigorifera di mantenimento del prodotto macellato. La sensibilità tutta nuova del consumatore, maturata attraverso l’accresciuto livello culturale medio ed il bersagliamento attuale dei media, impone nuove scelte di produzione e commercializzazione dei prodotti di origine animale. Non siamo più nel periodo delle tecnologie “forzate” riferibili al boom economico degli anni 70/80,il mercato si sta equamente dividendo tra chi produce in modo intensivo e si rivolge alla grande distribuzione a prezzi contenuti e chi invece è meno competitivo sul piano dei costi ma offre un prodotto con caratteristiche organolettiche spesso migliori. Negli ultimi anni, mentre da un lato si è assistito ad una generalizzata riduzione dei consumi pro-capite di carne, il settore avicolo ha viceversa manifestato un certo incremento. Le tendenze in atto sembrano evidenziare che gli acquisti di carne di pollo sono in crescente aumento soprattutto nelle aree del centro e sud dell’Italia (in Umbria il comparto degli avicunicoli rappresenta oltre 1/3 della produzione zootecnica). L’evoluzione tecnologica e gestionale ha portato ad una distribuzione della carne di pollo prevalentemente attraverso la grande distribuzione mentre il piccolo dettaglio copre attualmente appena il 7%; Il pollo biologico o di produzione comunque rurale di piccolo allevamento delle tipologie “ruspante” e “vegetale” potrebbe costituire una nicchia di alta qualità, finora inesplorata ma di sicuro interesse, ultimamente in quest’ambito si registra un crescente interesse per polli a lento accrescimento che garantiscono maggiori rese alla cottura, consistenza delle carni e migliore apprezzamento al palato. Allo stato attuale esiste ancora una tendenza alla concentrazione delle strutture di macellazione e trasformazione della carne determinata dalla necessità di adeguare le strutture di macellazione alle normative in materia di igiene dei prodotti alimentari ed alle procedure di autocontrollo (vedi sistemi HACCP). Con l’allevamento del pollo da carne delle tipologie descritte sopra, si renderebbe necessario passare ad un collegamento funzionale stretto tra le 226 Il Progresso Veterinario 6/2004 Giuseppe Iacchia * Antonio Angellotti ** Tarcisio Senzacqua *** * Dirigente Veterinario Responsabile U.O. Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche - A.S.U.R. Regione Marche Zona Territoriale 11 Fermo ** Dirigente Veterinario Responsabile U.O. Igiene degli Alimenti di o.a. A.S.U.R. Regione Marche Zona Territoriale 11 Fermo *** Responsabile Sint Tecnologie Monte San Martino (Mc) varie fasi di trasformazione delle produzioni aziendali in carne, in particolare la connessione tra la produzione di mangime dell’allevamento e l’azienda di macellazione. Le garanzie sanitarie in Italia sono egualmente tutelate dalle norme in vigore sia per chi produce poche quantità di carne che per la grande industria. Il D.P.R. 10 dicembre 1997, n. 495, regolamento recante norme di attuazione della direttiva 92/116/CEE che modifica la direttiva 71/118/CEE relativa a produzione e immissione sul mercato di carni fresche di volatili da cortile, nell’art. 4, concede delle deroghe per gli agricoltori la cui produzione annuale è limitata, per quelli cioè la cui produzione annuale è inferiore a 10.000 capi di volatili da cortile e le cui carni fresche sono cedute in piccole quantità: a) direttamente al consumatore finale nell’azienda o sul mercato settimanale più vicino alla loro azienda; b) ad un dettagliante per la vendita diretta al consumatore finale a condizione che il primo eserciti la sua attività nella stessa località del produttore o in una località vicina. È facilmente intuibile come in tale novero si possano comprendere anche le aziende agrituristiche o le aziende biologiche che potrebbero conferire al consumatore più sensibile la certezza e le garanzie di genuinità sulla provenienza del prodotto Il D.P.R. 495/97 demanda all’autorità sanitaria regionale di provvedere con apposite norme, a regolare l’attività di vigilanza veterinaria sulle aziende e a stabilire i requisiti igienici minimi dei locali, da autorizzare ai sensi della Legge 30 aprile 1962, n. 283, ove si effettua la macellazione. In base a ciò, tramite il Decreto Pre- Contributi pratici lazioni verrà esplicata anche la vigilanza sidenziale 178 del 5.11.98, la Regione veterinaria che dovrà verificare: Marche, ha definito i requisiti minimi ai – le corrette misure igieniche e di puliquali ci si è attenuti nella costruzione zia di strutture e allevamento; dell’impianto descritto nel presente – la presenza e la corretta tenuta del lavoro, e cioe: registro di carico/scarico degli animali; – una zona coperta sufficientemente – la presenza e la corretta tenuta del vasta di agevole pulizia e disinfezione registro di carico/scarico dei trattamenti per lo scarico degli animali; farmacologici ai sensi del D.L.vo 336/99 – un locale di macellazione provvisto e l’osservanza dei tempi di sospensione di due reparti, uno per lo stordimento, il previsti; dissanguamento e la spennatura e un – l’esame clinico di sintomi e segni prereparto distinto e separato per l’eviscemonitori sull’allevamento che permetta ramento e l’eventuale incassettamento; di escludere zoonosi o patologie che – una cella frigorifera per la conservapossono rendere le carni non idonee al zione delle carni; consumo umano; – un locale refrigerato per la raccolta e Com’è facile intuire la norma coinil deposito dei sottoprodotti qualora volge e responsabilizza tutte le unità non possano essere smaltiti, nel rispetto operative in cui il Servizio Veterinario si delle vigenti norme, dall’impianto nella articola. stessa giornata di macellazione; – servizi igienici adiacenti ai locali di Nel corso di tale attività di vigilanza macellazione non necessariamente è possibile effettuare campionamenti di compresi nella medesima struttura; carne, acqua d’abbeverata o mangime, – strutture costruite in modo tale da in ottemperanza a piani nazionali o su garantire una facile pulizia, sufficientedisposizione del competente Servizio mente ampi per l’attività che ivi si svolVeterinario. ge, con sufficiente illuminazione e ventilazione; – pareti, pavimenti, porte e attrezzature facilmente lavabili e disinfettabili; – adeguati dispositivi di lotta a roditori e infestanti; – acqua potabile ai sensi del D.P.R. 236/88, che raggiunga gli 82°C in entrambi i reparti per la pulizia personale e degli attrezzi e dispensatori di sapone liquido e asciugamani a perdere; – un valido e igienico sistema d’evacuazione delle acque Il container come si presenta esternamente reflue. CONTROLLI S.S.N. La norma citata prevede l’obbligo da parte dell’allevatore di concordare con il Servizio Veterinario il giorno e l’ora della macellazione al fine di consentire l’effettuazione dei previsti controlli sanitari. La bollatura di tali carni deve essere effettuata con un bollo a placca riportante ragione sociale e sede dell’azienda e la dicitura art. 4 DPR 495/97. In occasione delle macel- Schematicamente il container all’interno - Figura 1 227 Il Progresso Veterinario 6/2004 Macello mobile Il container è costituito da profilati d’acciaio zincato a caldo, rivestiti da pannelli di doppia lamiera zincata preverniciata con vernici atossiche idonee al contatto con gli alimenti, il poliuretano posto tra le lamiere garantisce l’isolamento termico. Il modulo è nettamente diviso in due settori:la zona sporca (stordimento, dissanguamento e spiumatura) e la zona pulita (eviscerazione e incassettamento) ai quali si accede previa disinfezione delle calzature grazie ad un passaggio obbligato in una vaschetta contenente liquido sanificante. La zona sporca; Il carosello del dissanguamento, La vasca di bagnatura e la spiumatrice - Figura 2 Contributi pratici La zona pulita; Eviscerazione, incassettamento e cella frigorifera - Figura 3 Una cella frigorifera garantisce l’abbattimento della temperatura del prodotto macellato ed il suo eventuale mantenimento. Tutte le superfici interne sono lisce e facilmente lavabili e disinfettabili. Il pavimento è antisdrucciolo e dotato di un sistema di canalette in acciaio inox che consente l’evacuazione delle acque reflue, tutti gli spigoli sono arrotondati. Ogni locale è dotato di illuminazione sia naturale che artificiale, di impianto di aspirazione e di un lavello con sterilizzatore di coltelli e distributore di sapone liquido e carta a perdere. Una tettoia esterna ripara dal caldo e dalla pioggia gli animali in attesa della macellazione. L’allaccio alla rete distributiva dell’energia elettrica e dell’acqua potabile, come pure i servizi igienici sono garantiti dall’adiacente azienda che ospita il container,in casi di necessità si può ottenerle autonomamente tramite gruppo elettrogeno e boiler. Attrezzature di macellazione – storditore ad elettrochoc – carosello con 8 imbuti per l’immobilizzo e il dissanguamento con annessa vasca e contenitore chiudibile ermeticamente entrambi in acciaio inox per il convogliamento e l’asportazione del sangue – guidovia in alluminio anodizzato per la sospensione e il trasferimento dei volatili attraverso le fasi della macellazione tramite ganci e carrelli in inox – vasca di bagnatura d’acciaio con riscaldamento autonomo – macchina di spiumatura con struttura anch’essa in acciaio – tavolo in acciaio ad imbuto per la raccolta dei visceri con annesso contenitore chiudibile ermeticamente e facilmente asportabile – tavolo in polietilene alimentare e struttura in acciaio per l’incassettamento del prodotto, contenente nella parte inferiore cassette pronte all’uso – cella frigorifera – n° 2 lavelli sterilizzatori anche loro in acciaio inox L’AZIENDA Con queste basi giuridiche e le motivazioni suddette è stato approntato “il container di macellazione” presso un’azienda sita nel Comune di Fermo, in provincia di Ascoli Piceno in zona collinare a circa 5 Km dal mare Adriatico. Tale Azienda dispone di 4 capannoni d’allevamento di cui uno adibito a “pulcinaia”.Pur non essendo un allevamento biologico in senso stretto,il proprietario è persona sensibile alle nuove problematiche e sono stati sperimentati con soddisfazione metodi d’alimentazione che non prevedevano coccidiostatici né altre additivazioni farmacologiche. Il tipo di pollo allevato è quello di razza “Eureka” a crescita lenta che viene a maturazione in circa 4 mesi e che negli ultimi 30/40 giorni viene sottoposto ad alimentazione con prodotto di alto valore qualitativo. Il container è stato piazzato in una struttura chiusa dell’allevamento (ex fienile) la qual cosa garantisce ulteriormente la struttura in termini di solidità e di minor sensibilità alle mutabili condizioni metereologiche. 228 Il Progresso Veterinario 6/2004 La parte “essenziale” della struttura presenta una superficie rettangolare di m 6 per m 2,5, la parte sporca occupa i primi 4 metri (10 mq di superficie a disposizione) i restanti 5 mq sono occupati dalla parte pulita e dalla cella frigorifera. Nella struttura presa in esame,avendo a disposizione dello spazio ulteriore, questo è stato utilizzato adibendo a “zona vendita” 7 mq, rivestendola all’interno con materiali simili alla zona di macellazione. Parimenti risulta protetta da muratura la zona dove sostano gli animali prima della macellazione ed il corridoio che corre parallelamente al lato lungo del container dal quale, tramite aperture posteriori, vengono asportati i contenitori con i sottoprodotti da conferire per lo smaltimento a ditta autorizzata. Contenitore degli scarti;Corridoio con le aperture per l’asportazione dei contenitori - Figura 4 Contributi pratici Fasi della macellazione e ciclo di lavorazione Il personale prende l’animale dalla gabbia e lo stordisce tramite la pinza a elettroshock, lo dispone nell’imbuto del carosello e incide la giugulare, il sangue si raccoglie nell’idoneo contenitore che poi viene facilmente asportato tramite l’apposito sportello posto sul retro dello stesso. Fase della spiumatura;Fase dell’eviscerazione - Figura 6 Fase dello stordimento; Fase del dissanguamento - Figura 5 Trascorso il tempo sufficiente al dissanguamento (circa 3’) si immerge il pollo nella vasca mantenuta intorno ai 50°C. Dopo circa 3’ il pollo viene spennato con l’apposita attrezzatura, le penne vengono convogliate con uno scivolo d’acciaio, nel contenitore sottostante e asportate tramite sportello posto sul retro. Da questo punto il pollo, tramite la guidovia, passa nella zona pulita dove viene eviscerato o manualmente o tramite pistola aspiratrice, anche le viscere, tramite scivolo, vanno a finire in un container d’acciaio sottostante e asportate dal retro. Dopo tali fasi il pollo è posto nelle cassette ed arriva alla cella frigorifera dove sosta per breve tempo perché attualmente la macellazione avviene in base agli ordini ricevuti e non si formano perciò giacenze. I contenitori in inox dei sottoprodotti vengono asportati dal retro del container e smaltiti tramite la consegna a ditte specializzate 229 Il Progresso Veterinario 6/2004 Considerazioni Anche il D.P.R. 30 dicembre 1992, n. 559,regolamento per l’attuazione della direttiva 91/495/ CEE in deroga a quanto disposto può consentire la cessione di piccoli quantitativi limitati di carni fresche di coniglio da parte di agricoltori che producono conigli in piccola scala direttamente al consumatore finale o ad un venditore al dettaglio, estendendo le possibilità applicative del container di macellazione descritto. Il sistema di macellazione qui considerato è nato nel continente africano dove è difficile proporre grandi strutture di macellazione e mantenerle in funzione con norme igieniche e di disinfezione adeguate. L’idea ha preso impulso dalle autorità tunisine che hanno sentito la necessità di dotare i loro punti vendita, in particolare i mercati, luoghi in cui gli animali vengono acquistati e macellati seduta stante, di minimi requisiti sanitari. Nell’ambito della Comunità Europea è facile prevedere possibilità applicative negli ambiti locali, utilizzabile dalle piccole aziende agricole, biologiche o agriturismi che sentono la necessita di valorizzare il loro prodotto,un’idea che potrebbe trovare sviluppo anche in forma itinerante e servire più realtà che gravitano nella stessa zona. La nuova maturità del consumatore occidentale, dedita alla ricerca di prodotti garantiti da un punto di vista igienico/sanitario ma con particolari qualità organolettiche, si rivolgerà sempre più verso i piccoli produttori di fiducia che possono assicurare caratteristiche peculiari di aroma, sapore e gusto all’alimento di origine animale. Un sistema siffatto, in grado di garantire prodotti macellati correttamente in un ridottissimo spazio d’ingombro, potrebbe trovare impiego anche in situazioni di grave emergenza, come ad esempio in caso di gravi calamità naturali, in zone belliche o dovunque si debbano comunque creare grandi raggruppamenti di persone che hanno la naturale necessità d’essere nutriti quotidianamente nel rispetto delle norme igieniche.