Esperimenti scientifici nella Scuola dell`infanzia

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Esperimenti scientifici nella Scuola dell`infanzia
DIREZIONE DIDATTICA STATALE
5° CIRCOLO DI LUCCA
Esperimenti scientifici
nella Scuola dell’infanzia
Documentazione a cura di Franca Banducci
con la consulenza del dott. Marchesini
Anno scolastico
2008/09
Esperimenti scientifici nella Scuola dell’infanzia
La raccolta di alcuni esperimenti scientifici , effettuati nelle scuole dell’infanzia del V Circolo di
Lucca, è il frutto del lavoro di programmazione e di realizzazione di alcune insegnanti negli anni
scolastici 2007–2009 e della collaborazione del dott. Marchesini (consulente pedagogico ).
Queste esperienze documentano un percorso didattico di approccio alla interpretazione della
realtà da parte dai bambini nella fascia di età quattro- cinque anni e offrono esempi di
esperienze “provate sul campo”. Questo lavoro può essere arricchito nel tempo, in modo da
costruire una raccolta di esperimenti che non avrà l’accuratezza e la correttezza metodologica
delle pubblicazioni in commercio, ma sicuramente è il frutto del lavoro e della esperienza
concreta delle insegnanti e dei bambini della scuola dell’infanzia.
Alcuni riferimenti di tipo teorico hanno lo scopo di fornire indicazioni sulla procedura seguita,
procedura tipica del metodo scientifico o in senso più ampio del metodo della ricerca.
Considerazioni metodologiche generali 1
“Un’impostazione metodologica [..] può essere articolata in cinque fasi ugualmente importanti e
interconnesse l’una con l’altra:
a) partire dal fenomeno
b) osservare
c) verbalizzare
d) discutere collettivamente
e) affinare la concettualizzazione
Punto di partenza sarà un’attività comune.
Per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo della scuola elementare la fase del “pasticciamento”, del
contatto diretto con gli oggetti da osservare anche con modalità più libere ( pensiamo ad esempio
all’importanza di avere per un certo periodo in aula piante o animali con cui far familiarizzare i
bambini) è sicuramente uno dei momenti fondamentali del processo conoscitivo, per promuovere la
riflessione libera e la conoscenza comune. Questa fase occuperà sempre tempi meno lunghi mano a mano
che si cresce con l’età, ma non va mai sottovalutata né accantonata perché punto essenziale di partenza
dell’osservazione guidata.
La fase dell’osservazione guidata è molto delicata, infatti il docente deve aiutare gli alunni a osservare
in modo non casuale: si pongono problemi, domande che sollecitano i confronti e si progettano insieme
altre esperienze per risolvere i problemi posti.
Il momento della riflessione comune e della elaborazione è caratterizzato dalla discussione collettiva,
dalle rappresentazioni grafiche, verbali ed iconiche in base all’età e alle necessità. [..]
Anche con alunni più grandi la fase del coinvolgimento e della partecipazione attiva va sollecitata. Per
ottenere questo obiettivo, l’osservazione deve essere accompagnata dalla descrizione e dalla narrazione
individuale, primo livello della riflessione. Ognuno avrà così la possibilità non solo di riflettere, ma
anche di esprimersi secondo le proprie possibilità e competenze e i propri ritmi di lavoro.
La messa in comune delle osservazioni individuali, la successiva discussione che inevitabilmente
scaturirà ed il confronto condurranno ad un secondo livello della riflessione più articolato in cui i
concetti cresceranno, si affineranno e troveranno la loro collocazione logica. Anche questo momento
avrà bisogno di rielaborazione attraverso grafici, testi collettivi o individuali di sintesi di ciò che si è
appreso, disegni, cartelloni, ed anche in questa fase la scelta dipenderà dall’età e dalle necessità. Le fasi
descritte sono fra loro collegate e si succedono e si alternano senza modalità rigidamente
precostituite. Nello studio individuale sarà infine importante che l’alunno non si limiti a rivedere gli
elaborati finali, ma ripercorra anche le tappe del suo processo di conoscenza.”
1
Eleonora Aquilini e Daniela Basosi , Contro il cosiddetto “metodo scientifico”: riflessioni intorno a metodologie empiriste superate .
Esperimenti scientifici
Oggetto: conoscenza della realtà sensibile
Metodo : descrive il percorso seguito per arrivare alla stesura di una legge scientifica a
partire dall’osservazione di un fenomeno
Interrogazione attiva della natura stessa , per trarne conferma delle ipotesi teoriche
Il metodo induttivo.
Induzione designa il procedimento che consente di risalire dall’osservazione di una certa
classe di fenomeni naturali alla formulazione di una teoria in grado di spiegarli
Implica una interpretazione del materiale osservato e la formulazione di ipotesi esplicative.
Limitandosi al campo delle scienze naturali, fisiche e matematiche, il metodo induttivo
descrive il percorso seguito per arrivare alla stesura di una legge scientifica a partire
dall’osservazione di un fenomeno.
Osservazione è il punto di partenza, si tratta di identificare le caratteristiche del fenomeno
osservato.
Dare indicazioni chiare su “Cosa osservare”
Esperimento: riproduzione del fenomeno e generalizzazione
Il metodo ipotetico deduttivo.
Il metodo sperimentale, detto anche galileano o ipotetico deduttivo, è una procedura
conoscitiva articolata in diverse proposizioni, chiamate ragionamento sperimentale . Esso si
basa sull’idea che la teoria si costruisce all’inizio e non alla fine.
Regole del metodo deduttivo:
1. Formulare un’ipotesi. Prevedere conseguenze o eventi.
Parole chiave: Cosa succederà? Cosa pensi se questi elementi vengono…
2. Produzione dell’evento/esperimento
3. Osservare se si produce l’evento previsto.
Collegare l’osservazione alle ipotesi.
Parole chiave: cosa è successo…..,perché… descrivi quello che hai visto, cosa avevi
detto prima….avevi ragione o ti sei sbagliato?
4. Formulazione di una teoria o legge.
I bambini soddisfano i loro bisogni esplorativi e le loro possibilità conoscitive esercitandosi con diversi
tipi di materiali ( farina, sassi, terra, creta…) lavorando con le mani, da soli o in piccolo gruppo…..
(Nuovi orientamenti “Lo spazio, l’ordine, la misura”)
La sequenza più raccomandabile di apprendimento procede dal prevedere, al fare, al rappresentare, al
ridiscutere in gruppo, confrontando le previsioni con i risultati dell’azione.
(Nuovi orientamenti “Lo spazio, l’ordine, la misura”)
Percorso: PREVEDERE FARE RAPPRESENTARE RIDISCUTERE IN GRUPPO CONFRONTARE LE PREVISIONI CON I RISULTATI
Esperimenti scientifici
Organo di senso: L’udito
Alunni anni quattro n. 20
Alunni anni cinque n.14
1° e 2° Incontro
Tempo : 2-3 ore complessive
Scuola dell’infanzia San Michele di Moriano a.s. 2008/09
1° Incontro
Cose da sapere.
L’organo dell’udito: l’orecchio
I suoni che giungono all’esterno vengono raccolti dal padiglione auricolare che li convoglia
verso l’interno dell’orecchio attraverso il condotto uditivo. Al termine del condotto si trova il
timpano, una membrana che all’arrivo del suono si mette a vibrare; le vibrazioni vengono poi
trasmesse agli ossicini interni martello, incudine e staffa (le ossa più piccole di tutto il corpo
umano) che a loro volta comunicano la vibrazione al liquido contenuto nella chiocciola. E’ qui
che il suono viene trasformato da alcune cellule speciali in impulso nervoso, che viene
trasmesso al cervello affinché lo riconosca.
Esperienza: (1° momento) I bambini sono invitati a
toccarsi e guardarsi vicendevolmente gli orecchi.
I bambini sono invitati a chiudere gli orecchi con le mani.
Conversazione di gruppo. (Come sono fatti gli orecchi…
cosa si prova con gli orecchi chiusi….)
Cosa dicono i bambini:
Gli orecchi sono rosa , c’è un buchino….a volte fanno
male dentro… sono tondi…
Se mi tappo gli orecchi non sento niente, .. con gli
orecchi si ascoltano i suoni …ma da lontano non si
sentono…quando non si sente… si urla….se si dicono le
cose piano sente solo un orecchio…
Attività
Rappresentazione grafica del viso evidenziando in modo
sproporzionato gli orecchi.
(2° momento )
Cose da sapere:
I suoni arrivano al nostro orecchio grazie alle vibrazioni
dell’aria. Alcuni strumenti permettono all’orecchio di udire
anche suoni deboli o lontani. La cornetta acustica è in grado di raccogliere i suoni e dirigerli
verso l’orecchio, permettendo di sentirli, anche se deboli.
Insegnante presenta una cornetta acustica dicendo ai bambini che, una volta, le persone
anziane la usavano per sentirci meglio. Proviamo anche noi, sarà vero?
Domanda: E possibile aiutare l’orecchio a sentire di più?
Esperienza : Ogni bambino usa, la cornetta. Alcuni bambini hanno presentato delle difficoltà a
direzionarsi (spostare il corpo –testa e orecchio - ) verso la fonte sonora.
Materiali : cornetta (cartoncino avvolto a cono e fissato con nastro adesivo) una radio o uno
strumento musicale ( fonte sonora)
Procedimento: appoggiare la parte più stretta del cono all’orecchio e
dirigere la parte più ampia verso la fonte sonora e verificare se il suono arriva più
chiaramente.
Cosa dicono i bambini ?
I bambini confermano di sentire di più con la cornetta. Alla domanda perché? non forniscono
spiegazioni si limitano a dire ciò che hanno fatto…..
Esperienze uditive varie: sentire il tic- tac dell’orologio, parlare dentro il tubo… amplificare la
voce con l’imbuto…
2° Incontro:
Come arrivano i nostri suoni all’orecchio?
Cose da sapere:
I suoni arrivano al nostro orecchio grazie alle vibrazioni dell’aria. Il suono mette in movimento
l’aria, e l’aria vicina alla fonte del suono mette in movimento quella accanto, che a sua volta fa
vibrare quella vicina e così via, finché la vibrazione arriva al nostro orecchio, dove viene
raccolta e trasmessa al cervello.
Parole chiave: Vibrazione - Onde sonore
Insegnante invita i bambini a ricordare ciò che si era fatto nel precedente incontro e spiega
che il suono mette in movimento l’aria, fa vibrare…
Cosa vuol dire la parola “ vibrare”? Intanto facciamo vibrare qualcosa….
Esperienza n° 1
Materiali : Una chitarra – un pezzo di elastico
Procedimento :
-
I bambini usano la chitarra
-
Utilizzo dell’elastico ….tirare ... muovere …
ascoltare le vibrazioni…
Esperienza n° 2
Materiale: contenitore-pellicola trasparente- sale grossostereo.
Procedimento:
-
Si colloca una pellicola trasparente sopra il
contenitore, e si tende, sulla sua superficie si
colloca del sale grosso. Si pone tutto vicino alle
casse dello stereo.
-
Si riunisce in cerchio un piccolo gruppo ( 8-10 ) di bambini e si annuncia che avverrà un
evento…bisogna stare molto attenti con gli orecchi e con gli occhi.
-
Si accende lo stereo, a volume molto basso (e si crea un’atmosfera di silenzio e
attenzione)
-
si alza progressivamente il volume, oppure in maniera repentina
-
i bambini osservano il sale che si muove, balla…
-
Possiamo giocare con il volume, in modo che i bambini, osservino il rapporto fra
movimento del sale e intensità del suono. Il sale si riposa…il sale balla.
-
Si invitano i bambini singolarmente a provare alzando e abbassando il volume dello
stereo.
-
Al termine si chiede ai bambini, cosa è successo… perché ballava il sale?
Cosa dicono i bambini?
Alla domanda i bambini rispondono che il sale balla perché: “è la musica”….. viene l’aria.
Insegnante: introduce il termine “onde sonore” per spiegare la propagazione del suono
nell’aria. Può essere utile paragonare la propagazione delle onde sonore nell’aria con quello
delle onde di una superficie d’acqua colpita da un sasso o con quelle del mare. Anche questo
può essere oggetto di una ulteriore esperienza.
Altra esperienza : Battere dei colpetti con il dito sul tavolo a circa 20/ 30 cm dall’orecchio. Prima
forti e poi leggeri. Appoggiare l’orecchio alla superficie del tavolo. Il suono è molto più forte
rispetto al modo normale …
Molti materiali solidi, come il legno, conducono le onde sonore meglio dell’aria….
Rielaborazione dell’esperienza
-
Verbalizzazione dell’esperienza
-
Riproduzione grafico- pittorica: orecchi posizione e funzione; costruzione di una cornetta,
raffigurazione delle onde sonore e dello strumento musicale usato (il triangolo)
Conclusione
Questi semplici esperimenti sono stati realizzati con un gruppo di alunni di quattro anni e
riproposti con poche variazioni ai bambini di cinque anni .
Per tutte e due le fasce di età, l’interesse e la partecipazione sono stati notevoli. Per i bambini di
anni cinque, considerando la maggiore capacità di attenzione, di formulare domande e dare
spiegazioni, sono stati previsti ulteriori approfondimenti sul tipo di suoni ….sulla cassa di
risonanza .. ecc…
A livello didattico, questi semplici esperimenti scientifici costituiscono gli elementi di base per
una consapevole comprensione della realtà che circonda il bambino.
Esperimenti scientifici
Elemento: L’Acqua
Alunni anni cinque n. 17
Periodo : ottobre 2008
2 settimane
Tempi : 35 minuti circa per esperimento
Scuola dell’infanzia San Michele di Moriano a.s. 2008/09
Presentazione dell’acqua
L’insegnante comunica che farà uno “scherzetto”. Invita il gruppo a
sedersi al proprio tavolino, a portare le mani sugli occhi e a non
guardare….
A questo punto l’insegnante con una pennellessa schizza
ripetutamente il viso dei bambini.
Conversazione: Cosa ha fatto l’insegnante ? Cosa avete
provato?......
Cosa dicono i bambini?
Tutti i bambini volevano parlare…i termini usati non erano esatti:
“ci ha tirato l’acqua … ci ha benedetto come in chiesa.. ci ha
bagnato la testa, ci ha lavato il viso… pioveva… ci ha fatto la
doccia, io pensavo che fosse tempera, io ho capito che era acqua
perché era fresca”. Con un po’ di fatica sono riuscita a far
comprendere che, l’azione compiuta dall’insegnante, era lo
“schizzare”.
Osservazione dell’acqua
Materiali: Predisposizione di una piccola bacinella di acqua per ogni bambino
Si inizia l’osservazione dell’acqua attraverso i sensi: vista, olfatto, tatto, gusto. I bambini
sono stati invitati a guardare dentro la vaschetta, odorare, toccare, assaggiare. Per ogni organo
di senso sono state fatte delle semplici esperienze finalizzate a descrivere le caratteristiche
dell’acqua.
Tatto
Materiali: come sopra
Concetti (asciutto – bagnato, liquidità)
Esperienza. Mani bagnate, mani asciutte. Tratteniamo l’acqua nelle
nostre mani a forma di bacinella. Proviamo cosa succede ?
Insegnante: da questa esperienza ( l’acqua va via) volevo portare gli
alunni a riflettere sul fatto che l’acqua , non ha forma propria, se
lasciata libera “va da tutte le parti”. Questo concetto penso sia stato
capito, alcuni bambini mi hanno detto che per tenere ferma l’acqua ci
vogliono le “pareti”.
Per consolidare il concetto che l’acqua prende la forma dell’oggetto
che la ospita abbiamo fatto insieme tanti esempi : se metto l’acqua dentro …..
Cosa dicono i bambini?
L’acqua dalle mani esce perché è “fina”, l’acqua non è grande, l’acqua non è dura, è
morbida, l’acqua non è da mangiare è da bere, l’acqua per non farla scappare si mette nel
bicchiere,l’acqua ha bisogno delle pareti, se si fa un buchino viene la fontanella.
Gusto
Materiale: bicchieri di plastica ,acqua , limone, zucchero,sale …
Concetti (l’acqua non ha sapore, il sapore è dato
da altre sostanze che si sciolgono)
Gioco:
I bambini sono stati invitati a bere un sorso di
acqua e a trattenerla in bocca, e di mandarla
“giù” pian pianino… E a concentrarsi sul sapore
dell’acqua.
Cosa dicono i bambini?
Io l’ho tenuta di più ,…ho vinto io…, l’ho sputata
…l’ho tirata giù, anche in piscina si tiene la
bocca chiusa ..; L’acqua non sa di niente….
Ins. Ok! Tutti d’accordo l’acqua non ha sapore.
Esperienza ( 1° momento )
Ciucciare il dito indice. Inzuppare dentro il Sale, lo Zucchero e il Limone
Insegnante Ho proposto questo gioco perché
spesso i bambini quando vanno a bere lo fanno
spontaneamente e questo poteva essere
occasione per riflettere sul fatto che anche la
bocca è un organo che può contenere l’acqua.
Il termine “ciucciare”, è stato usato volutamente
per riportare i bambini a quelle sensazioni di
benessere legate alla oralità che
contraddistinguono i primi anni di vita e che con
qualche rammarico sono state abbandonate.
Nella conversazione ho chiesto cosa vuol dire
“ciucciare e il dito preferito?”.
Cosa dicono i bambini
Risposta: vuol dire leccare,..no! vuol dire bagnare il dito…si fa così con la lingua…
Per quanto riguarda le sensazioni provate tutti concordano che il sale non piace a nessuno .
Esperienza ( 2° momento )
Proviamo a mettere insieme:
•
Acqua + limone
Beviamone un sorso. Cosa viene fuori?
Cosa dicono i bambini? Limonata, una cosa
aspra…
•
Acqua + zucchero
Beviamone un sorso
Cosa dicono i bambini? Acqua zuccherata
•
Acqua + sale
Cosa dicono i bambini? L’acqua del
mare…..
Insegnante : Ricapitolando, ho fatto osservare ai
bambini che tutti le sostanze usate si sono sciolte
nell’acqua ed hanno dato sapore
Gli stati dell’acqua
Concetto: stato liquido e solido dell’acqua
Esperimento proposto dall’insegnante al termine dell’incontro.
Insegnante: propone di mettere un bicchiere di acqua in frigo e un bicchiere di acqua nel
congelatore e invita i bambini a formulare delle ipotesi su quello che succederà.
Acqua nel frigo diventa…..
Acqua nel congelatore diventa……
Verifica: mattina successiva controllo dei bicchieri
•
Acqua nel frigo: Osservazione
I bambini dicono: “L’acqua è ghiaccia, gelida, fredda, freddissima, super freddissima, super
ghiaccissima, non è ghiaccio perché era nel frigorifero…il frigorifero non è ghiaccio come il
ghiaccio…”
•
L’acqua nel congelatore. Osservazione
I bambini dicono: “è dura , ora si scioglie perché non è nel congelatore, più freddo …il ghiaccio
è ghiacciato ..è fatto con il freddo, esce l’acqua perché è fatto di acqua …il caldo lo fa diventare
acqua”.
Insegnante distribuisce un cubetto di ghiaccio ad ogni bambino e invita a riscaldarlo con le
mani e a respirarci sopra. I bambini spontaneamente dicono che è il sole che scioglie il ghiaccio
e con il fuoco il ghiaccio “scoppia” e spegne il fuoco, …l’acqua sul fuoco bolle….quando bolle ci
si mette la pasta…
Al termine l’insegnante chiarisce verbalmente cosa è successo all’acqua in frigo e nel
congelatore e spiega l’uso dei termini corretti riferiti allo stato solido e allo stato liquido
dell’acqua.
Galleggia e non Galleggia
Insegnante : Conoscenze
-
Principio di Archimede : I corpi immersi nell’acqua ricevono una spinta dal basso verso
l’alto che corrisponde al peso dell’acqua spostata .
-
Il galleggiamento di un corpo dipende dalla forma e dalla sua densità ( rapporto fra peso
e volume): un corpo è più denso dell’acqua è destinato ad affondare perché la spinta
idrostatica non riesce a sostenerlo
Esperimento:
Materiali : due vasi di vetro, acqua, oggetti vari:
cucchiaio, pallina di pongo, tazzina, foglia, matita,
forbici …
Si introducono gli oggetti uno per volta nei vasi pieni
di acqua e si osserva .
Verifica : Oggetti che vanno a fondo o galleggiano
Domanda: Perché?
Cosa dicono i bambini? Perché è pesante , … è di
metallo, è plastica …. le cose pesanti affondano e le cose leggere stanno a galla…..
Quindi
Pesante Leggera Domanda: perché la tazzina di ceramica galleggia
ed è più pesante della pallina di pongo?
Cosa dicono i bambini? Ha poco materiale … non
c’è andata l’acqua dentro…..
Insegnante: Propongo di prendere il pongo e di
fare una piccola barchetta ….e vedere se galleggia
…
Esperimento: barchetta di pongo , galleggia o non
galleggia?
Verifica :
La barchetta di pongo ha galleggiato poi e caduta a fondo
Insegnante: Cosa è successo ?
Cosa dicono i bambini?
C’è schizzata l’acqua dentro ed è caduta a picco…..,non era fatta bene, entrava l’acqua dalle
parti.
Esperimenti scientifici
ALLA SCOPERTA DEI COLORI
Alunni : 20
Anni: quattro
Periodo : Novembre 2008
Tempo: 30 minuti per tre giorni
Scuola dell’infanzia San Michele di Moriano a.s. 2008/09
Momento iniziale:
Una mattina alcuni bambini si accorgono che in terra nel
salone c’è un piccolo arcobaleno e si domandano come
mai…..ci accorgiamo che i raggi del sole che entrano da una
finestra si riflettono nel vetro dell’acquario. Una bambina dice:
“l’arcobaleno lo fa la luce del sole..”
Da qui è nata la motivazione per l’attività successiva sui colori composti.
Materiali :
bottiglie di plastica trasparenti, acqua, tempere,(rosso,giallo,blu) caraffa, imbuto,cucchiaio.
Esperienza (1)
I bambini riempiono le bottiglie con l’acqua utilizzando imbuti e caraffe
Cosa dicono i bambini: …l’acqua è invisibile, l’acqua è bianca..l’acqua è trasparente…
Esperienza (2)
I bambini mettono un cucchiaio di tempera rossa nella prima bottiglia
I bambini mettono un cucchiaio di tempera gialla nella seconda bottiglia
I bambini mettono un cucchiaio di tempera blu nella terza bottiglia
Cosa dicono i bambini: …va a fondo.. mescoliamo…l’acqua è rossa
Esperienza (3)
Metto un po’ di rosso nell’acqua blu e lo mescolo forte , ..lo faccio andare in su e giu…gli faccio
fare le onde … ed è venuto fuori il colore viola
Rosso + Blu = Viola
Metto un po’ di giallo nell’acqua rossa e lo mescolo forte , ..lo faccio andare in su e giu…gli
faccio fare le onde … ed è venuto fuori il colore arancione
Giallo + Rosso = Arancione
Metto un po’ di giallo nell’acqua blu e lo mescolo forte , ..lo faccio andare in su e giù…gli faccio
fare le onde … ed è venuto fuori il colore verde
Blu + Giallo = Verde
In una quarta bottiglia abbiamo introdotto tutti e tre i colori e abbiamo ottenuto il marrone
Rosso + Giallo + Blu = Marrone
Le conquiste del bambino:
Capisce che, miscelando tra loro due o più colori, si ottiene un nuovo colore. Si interessa ai
fenomeni osservati e pone domande.
Alla scoperta dei colori …..
Materiali :
3 torce
4 pezzi di plastica trasparente colorata:rossa,gialla, blu,verde
1 cartoncino bianco
Elastici
Momento iniziale:
Prendiamo i 4 pezzi di carta colorata e facciamo un gioco: Proviamo a guardare gli oggetti
intorno a noi ponendo la carta davanti agli occhi.
Poi presentiamo le torce
Cosa dicono i bambini: “ fa la luce”…, “la luce è bianca”…..
Esperienza (1)
L’insegnante aiuta i bambini a fissare i pezzi di plastica colorati rosso,giallo e blu.
Accendiamo una alla volta le torce puntandole sul cartoncino bianco.
Osservazione :..quando la torcia era bianca faceva tanta luce….ne fanno poca perché se ci
metti sopra un po’ di carta ,,,ne fanno meno di luce….la luce è bianca, ma se ci metti la carta
gialla…fa la magia e la luce diventa gialla o rossa o blu.
Esperienza (2)
L’insegnante prende un pezzo di carta plastificata rossa e la pone davanti alla pila gialla.
Osservazione :
Rosso + Giallo = Arancio
Blu + Giallo = Verde
Rosso + Blu = Viola
Per fare il marrone è necessario avere a disposizione la carta verde che va sovrapposta alla
luce rossa.
Scuola dell’Infanzia San Michele di Moriano . Anno scolastico 2008/09
Esperimenti scientifici
Dal seme alla piantina… IL FAGIOLO
Alunni anni cinque n. 18
Periodo : Aprile 2008
1 settimana
Scuola dell’infanzia San Michele di Moriano a.s. 2007/08
Premessa
L’esperienza proposta agli alunni per alcuni aspetti ha il carattere
dell’esperimento in quanto prevede una “osservazione”, una formulazione
di ipotesi , una registrazione dei dati e una verifica dell’ipotesi, mentre non prevede una elaborazione di
una legge che guida il fenomeno.
Dal seme alla piantina, in quanto tempo?
Obiettivi conoscitivi : Percepire lo scorrere del tempo attraverso l’osservazione e la registrazione di una
prova di germinazione.
Fasi dell’attività
1fase:
Predisposizione
dell’esperimento
2 fase:
Formulazioni di
ipotesi
3 fase: Utilizzo da
parte degli alunni
dello schema di
registrazione
(allegato)
Materiali
Un vasetto di vetro
, tipo
omogeneizzato
Cotone
Un fagiolo
Acqua
Foglio
Pennarello fine
Forbici e nastro
adesivo
Organizzazione
e attività
dell’insegnate
Predisporre uno
spazio specifico
per riporre il
materiale
Consegnare il
materiale
elencato a ogni
alunno
Illustrare la
procedura.
Domanda chiara
ed essenziale :
“Secondo te fra
quanti giorni
nascerà la
piantina?
Predisporre lo
schema e
spiegazione del
suo utilizzo
Attività dei bambini
Collocano un fagiolo nel
barattolo con il cotone e
trascrivono il proprio nome sul
barattolo.
Aggiungono acqua.
Tempi di
esecuzione
30 minuti
I bambini rispondono alla
domanda
I Bambini trascrivono, con
l’aiuto dell’ins., la risposta
nello schema colorando la
casella di un colore
corrispondente al giorno
ipotizzato. (vedi schema.)
Ogni giorno verificano,
attraverso l’osservazione del
seme, l’avvenuta
germinazione e sotto il giorno
corrispondente trascrivono la
parola “NO”. Il giorno della
nascita trascrivono la parola
“SI” e disegnano il vaso con la
piantina.
5 minuti a
bimbo
Prevedere 1-2
minuti al
giorno per la
compilazione
individuale
dello schema
4 fase: Lettura
dello schema e
verifica
dell’ipotesi.
Insegnante: dopo I bambini rispondono alle
5 minuti a bimbo
quanti giorni è
domande intepretando lo
nata la piantina?
schema.
Contiamo?…
Ogni alunno porta la piantina
Quanti giorni
a casa , con il compito di
avevi previsto?
spiegare ai genitori quanto
Se non ti ricordi , sperimentato.
guarda il giorno
che hai colorato?
Hai avuto
ragione?
Nota:
L’esperimento richiede in genere una settimana per la sua completa esecuzione
Alunno: ………………………………….
Nascita della piantina di fagiolo
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
La piantina è nata dopo quanti giorni?
Hai indovinato?
Giorni
Colorare il
giorno in
cui si
prevede
nasca la
piantina
Scrivere
NO/SI in
base
all’osservaz
ione del
seme
Disegno
Alla nascita
disegnare
la piamtina
Esperienza
Dal semino nascerà una piantina?
(data 28 marzo 2000)
•
Abbiamo preso dei vasini di plastica di colore nero su cui la maestra ha scritto il nostro nome.
•
Abbiamo messo nel vasino un po’ di terra con la paletta.
•
Abbiamo posto i semini di grano nel vasino e li abbiamo ricoperti con la terra senza pigiare
troppo.
•
Abbiamo messo i vasini sul davanzale della finestra perché per crescere hanno bisogno del
calduccio del sole.
•
Ogni giorno gli diamo anche l’acqua e osserviamo cosa succede.
•
Abbiamo costruito anche un calendario per calcolare il tempo che le piantine impiegheranno per
crescere.
Esperienza di osservazione: I lombrichi.
Alunni anni quattro - cinque
Periodo : maggio 2008
1 settimana
Scuola dell’infanzia San Michele di Moriano a.s. 2007/08
Fasi dell’attività
Materiali
Palette e bicchieri
di plastica e uso
delle mani
Organizzazione e attività
dell’insegnate
Verificare la presenza di lombrichi
nella zona che andremo a visitare.
L’insegnante:
• indica una zona dove cercare.
Zona orto
• invita i bambini a battere i piedi
per terra perché il rumore fa venire
fuori dalla terra i lombrichi
1 fase:
Ricerca
• Invita i bambini ad osservare il
piccolo animale
Attività dei bambini
Tempi di
esecuzione
30 minuti
“Alla ricerca dei
lombrichi “
I bambini fanno rumore
battendo sulle tavole
di contenimento.
I bambini scavano e
trovano diversi
lombrichi.
Con la paletta e con le
mani li depositano nei
bicchieri
Inizia una parziale
osservazione dei
lombrichi
30 minuti
2 fase:
Predisposizione
dell’osservazione
Bottiglia di
plastica , vaso di
vetro grande,
terra e sabbia,
elastico, carta
nera , foglie ed
erba, pezzo di
stoffa
Attività dell’insegnate e dei bambini:
Tagliare il fondo della bottiglia di plastica e metterla nel vaso
di vetro.
Versare la terra e la sabbia nello spazio tra la bottiglia e le
pareti del vaso . Mettere i lombrichi sulla terra , coprire il tutto
con foglie morte ed erba. Coprire il vaso con un tessuto, tipo
“calza” e avvolgerlo con carta nera. Lasciare riposare qualche
il giorno, poi togliere la carta : osservare la gallerie scavate.
L’insegnante:
• Ricerca informazioni sulla vita
dei lombrichi da comunicare ai
bambini .
3 fase:
Osservazione
• Invita i bambini a descrivere i
lombrichi.
L’insegnante fornisce alcune
I bambini osservano le
gallerie, un bimbo dice
che ci vuole la lente di
ingrandimento per
vedere i lombrichi .
I bambini rispondono
che i lombrichi sono
mollicci. Sono lunghi e
corti …di colore
marroncino chiaro o
rosa e si nascondono…e
vengono mangiati dalle
galline, sono senza
scheletro, sono tutti
15 minuti per
alcuni giorni
informazioni:
• I lombrichi smuovono il terreno
e lo rendono più fertile (gallerie);
muscolo
• I lombrichi costituiscono una
fonte importante di nutrimento per
molti animali, come la gallina, ma
anche le talpe e i toporagno;
• I lombrichi fuggono la luce del
sole. Durante il giorno compaiono
in superficie solo in presenza di
condizioni insolite, ad esempio
quando la pioggia eccessiva allaga
le gallerie;
• I lombrichi sono coperti di
setole. Le setole aiutano i vermi a
far presa per avanzare nel terreno;
• Quando scavano i loro tunnel,
ingoiano grandi quantità di terra e
digeriscono le sostanze nutritive
contenute nel terreno, i resti sono
depositati nei cunicoli;
• Depongono le uova.nel terreno;
Un lombrico può vivere anche dieci
anni.
4 fase:
Rappresentazione
grafica
dell’esperienza
5 fase
Fine esperienza
Predisposizione dello schema:
• come è fatto
•
dove vive
•
cosa mangia
•
come di riproduce
•
quanto vive?
Rappresentazione
grafica e plastica del
lombrico (Lavoro
individuale)
Cartellone riassuntivo
delle caratteristiche del
lombrico. (Lavoro di
gruppo)
Spiegazione e
illustrazione del
cartellone
Liberazione dei
lombrichi
1 ora al
giorno per 5
giorni