La Religione - Liceo Galileo Galilei
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La Religione - Liceo Galileo Galilei
La Religione Altri rimanevano tipicamente Romani Marte Saturno Giano I latini credevano ci fosse una forza superiore Giove Plutone Apollo Venere Mercurio E cosi molti altri 3°sec. a.C., i Romani assimilarono molte divinità del mondo Greco Il favore degli Dei era ottenuto attraverso dei rituali presieduti dai Sacerdoti La custodia religiosa era affidata al Pontifex Maximus Le festività religiose venivano stabilite dal calendario dei Fasti Sitografia sitografia foto Vestali: sacerdotesse preposte al culto del focolare domestico La religione secondo i Latini Le credenze religiose del Latium arcaico erano prevalentemente legate alla natura animata (animali e piante) ed inanimata (il fuoco, l'acqua, il vento ecc.) o alle forze soprannaturali che presiedevano l'esistenza umana (la saggezza, la morte, il concepimento e la nascita ecc.). Fra gli animali erano sacri il piculus (picchio), capace di predire il futuro, il serpens o draco (serpente, oggetto di culto nel tempio di Juno a Lanuvio), l'aper (cinghiale) ed il lupus (lupo). Il fuoco trovava una doppia incarnazione in Vesta e in Vulcanus (Vulcano), mentre la vitalità della natura selvatica era racchiusa nel Dio Faunus (Fauno). Particolare oggetto di culto erano la terra (Terra mater), il cielo (Juppiter, ovverosia Giove) e la donna giovane in grado di generare e riprodurre la stirpe (Juno, Giunone, da jun di juvenis, giovane). Grande importanza avevano tutte le divinità legate all'agricoltura, e che assicuravano il sostentamento umano : Flora (la Dea che presiede la fioritura del grano), Mater Matuta (la dea che protegge la maturazione del frumento), Ceres ecc. Anche alcuni luoghi fisici, evocanti la storia del nomen latino potevano essere oggetto di culto, come Tiber (Tevere). Particolare devozione, infine, era riservata agli dei protettori del focolare e della stirpe come i Lares ed i Penates (Lari e Penati). La religione non solo condizionava la vita sociale dei Latini, ma anche quella politica. La comunanza religiosa, insieme a quella linguistica, costituiva infatti il legame più forte che univa fra di loro le tante realtà territoriali ed umane in cui si articolava, all'epoca, il Latium Vetus. Spesso la credenza negli stessi riti, divinità, luoghi di culto, spingeva molti villaggi e, successivamente, molte città, a costituire delle vere e proprie Fedearazioni o Leghe. A questo proposito fu celebre la Lega albense, raccolta attorno al santuario di Juppiter sul Mons Albanus, la quale servì successivamente da archetipo alla Lega latina. Gli Dei Greci Giove Giove, conosciuto anche con il nome di Zeus, era il dio del cielo e padre di tutti gli dei del monte Olimpo. Secondo Omero, Zeus era il creatore, il protettore e il signore tanto degli dei olimpici quanto del genere umano, nonché il dio della pioggia, il re del cielo, il dispensatore dei fulmini e il raccoglitore delle nubi. Questo dio veniva raffigurato mentre si proteggeva il petto con l'egida e veniva simboleggiato dall'albero di quercia e dall'aquila. Zeus, figlio più giovane del titano Crono e della titanide Rea era il fratello di Poseidone, Ade, Estia, Demetra ed Era. Crono, secondo un antico mito riguardante la nascita di Zeus, temendo di perdere il trono a causa di uno dei figli, li ingoiava appena questi nascevano. Quando nacque Zeus, la madre Rea fece ingoiare a Crono una pietra avvolta in fasce e nascose a Creta il neonato, che venne accudito dalle ninfe. Giove, una volta divenuto adulto, obbligò il padre a restituire gli altri figli, assetati di vendetta. Nella guerra che ne seguì, Crono fu appoggiato dai titani, ma la vittoria fu attribuita a Zeus aiutato dagli altri dei, mentre i titani furono gettati nel Tartaro. Il dio Giove(Zeus) Da quel momento fu Giove a dominare il Cielo e Poseidone ebbe il potere sul mare, mentre Ade sugli inferi. La Terra, invece, fu governata da tutti e tre. Zeus, nei poemi omerici, viene rappresentato come il dio della giustizia e della pietà, sposo della sorella Era, la quale gli diede un figlio, Ares, dio della guerra; Ebe, dea della giovinezza; Efesto, dio del fuoco e Ilizia, dea del parto. Plutone Plutone, conosciuto anche con il nome di Ade, era figlio del Titano Crono e di Rea ed era fratello di Zeus e Poseidone. Plutone, sposo di Proserpina, aveva aiutato i suoi due fratelli, Giove e Nettuno, a destituire il padre, Saturno. Dopo la sua deposizione e la spartizione dell'universo, Ade ottenne il mondo sotterraneo, nelle lontane regioni dell'Occidente, sul quale regnò insieme alla ninfa Persefone, rapita dal mondo terreno. Nonostante fosse un dio feroce e non si placasse né con sacrifici né con preghiere, non era malvagio. Oltre a essere il dio dei morti, era signore delle ricchezze, poichè sia i raccolti che i metalli preziosi erano considerati appartenenti al regno degli Inferi. Il suo palazzo era situato nell’oscurità degli Inferi ed era rappresentato come una dimora fatiscente con molti cancelli, affollata di anime e popolata di fantasmi. Il mondo sotterraneo su cui regnava, luogo cupo separato dal resto del mondo da fiumi dall'aspetto triste e minaccioso, era formato dall'Erebo, luogo dove approdavano le anime dei trapassati, e dalle profondità del Tartaro, in cui gli dèi avevano imprigionato i Titani. Plutone(Ade) Questo mondo oscuro era sorvegliato dal Cerbero, un cane con tre teste e la coda di drago. Invece Caronte, un vecchio barcaiolo, aveva il compito di traghettare le anime dei morti attraverso il fiume Acheronte.. Plutone era noto anche come Orco o Dis, colui che dà la ricchezza, poiché era ritenuto il dispensatore dei beni nascosti nella terra, come i minerali preziosi e le messi. Apollo Apollo, che nell'arte antica veniva rappresentato più delle altre divinità, forse per la sua bellezza fisica, era figlio del dio Zeus e di Leto, figlia di un titano. Nei racconti omerici Apollo era raffigurato come un dio profeta con un importante oracolo a Delfi, che talvolta concedeva il dono profetico ai mortali che amava, come, ad esempio, Cassandra, la principessa troiana. Oltre che un abilissimo arciere e un grande atleta, era anche il dio della musica e della medicina, dell'agricoltura e del bestiame, della luce poetica e della verità filosofica. Talvolta Apollo veniva descritto come un dio spietato e crudele, come in un passo dell’Iliade di Omero nel quale egli, alle preghiere del sacerdote Crise, che implorava la liberazione di sua figlia da parte del generale greco Agamennone, rispose lanciando frecce infuocate portatrici di peste sull'esercito greco. Inoltre, sempre nell’Iliade, ad esempio, uccise per gelosia Coronide, che gli aveva dato il figlio Asclepio; rapì e violentò la giovane principessa ateniese Creusa e l'abbandonò assieme al figlio da lei concepito. . Il dio Apollo Gli Dei tipicamente Romani Marte Marte, dio della guerra, era conosciuto anche con il nome di Ares. Nonostante siano oscure la sua natura originaria e le sue funzioni, Marte, da cui prende nome il mese di marzo, era considerato, fra le principali divinità di Roma, padre del popolo romano, in quanto padre di Romolo, il leggendario fondatore della città di Roma. Il suo altare si trovava nel Campo Marzio. Nel 42 a.C., l'imperatore Augusto, per ricordare la propria vittoria sull’assassinio di Giulio Cesare, attribuì a Marte il titolo di Ultor ("vendicatore") e gli dedicò un nuovo tempio. Il dio Marte Saturno Saturno, antico dio dell'agricoltura, era conosciuto anche con il nome greco Crono che, spodestato dal figlio Zeus, fuggì in Italia, dove regnò nell'Età dell'Oro, epoca di perfetta pace e felicità. Durante i Saturnali, una festa che aveva inizio il 17 dicembre di ogni anno e durava sette giorni, veniva ristabilita una sorta di Età dell'Oro, nella quale tutte le attività erano sospese e le esecuzioni e le operazioni militari rinviate. Saturno era lo sposo della dea dell'abbondanza, chiamata Opi,. Tra i figli di Saturno c'erano, oltre al re degli dei Giove, la dea del matrimonio Giunone, il dio del mare Nettuno, il dio dei morti Plutone, la dea del grano Cerere. Saturno solitamente, nelle raffigurazioni artistiche, compare con la barba, reggendo una falce o una spiga di grano. Il dio Saturno Giano Giano, dio Romano del principio, della forza dei cancelli e di ogni passaggio, veniva raffigurato con due volti, talvolta anche a quattro volti, che guardavano in direzioni opposte. Uno rappresentava il volto del passato, l’altro quello del futuro. Perciò venne considerato anche come dio del tempo e del sole (Levante e Ponente) e, poichè i movimenti del sole erano figurati come dei passaggi, Giano divenne pure dio delle porte. In questo caso veniva raffigurato con una grande chiave in mano ed un bastone. Questo dio nei miti appare raramente. Il poeta latino Ovidio ci narra la storia della ninfa Carna, la quale ingannava i suoi spasimanti persuadendoli ad entrare in una caverna e promettendogli di raggiungerli poco dopo e di giacere con loro; invece ella fuggiva rapidamente. Busto di Giano Ma Giano non fu ingannato da questo trucco, in quanto il dio la vide con l'altro volto, perciò Carna, in cambio del dono di poter allontanare gli Incubi della notte, fu costretta a concedergli i suoi favori. Inoltre quando, nella guerra contro i Sabini, Tarpea tradì i Romani, Giano fermò i nemici allagando il passaggio. Quando Saturno fu scacciato dall'Olimpo egli lo ospitò. Le Festività religiose Le Festività religiose, cioè i giorni sacri agli dei, erano molto numerose. Alcune erano fisse e venivano stabilite dal calendario ufficiale dei Fasti, l’elenco dei giorni in cui era lecito svolgere attività lavorative e pubbliche. Le Feriae erano invece i giorni nefasti poiché non era permesso svolgere attività per rispetto verso gli dei. Ecco alcune delle feste più ricorrenti tra al popolo romano: Agonalia o Agonia, i Saturnali, Il Quinquatria o Quinquatrus. L’Agonalia o Agonia, festività che cade quattro volte l'anno, è dedicata ogni anno ad una divinità diversa: il 9 gennaio a Giano, il 17 marzo a Marte, il 21 maggio a Veiove e l'11 dicembre a Sole Indigete. Durante la celebrazione veniva sacrificato un ariete nero nella Regia da parte del re dei sacrifici e ciò ha fatto dedurre che si trattasse di una festa molto importante e molto antica, poichè è probabile che in origine fosse celebrata dallo stesso re di Roma. La tradizione romana attribuiva infatti a Numa Pompilio l'istituzione di tali festività. I Saturnali, antica festività della religione romana dedicata alla mitica età dell'oro e all'insediamento nel tempio del dio Saturno, si svolgevano dal 17 al 23 dicembre, come stabilito da Domiziano. In questa festività, che aveva inizio con dei grandi banchetti, sacrifici, a volte orge; era usanza dei partecipanti scambiarsi l'augurio io Saturnalia, che era accompagnato da doni simbolici. L'ordine sociale, durante questi festeggiamenti, si invertiva: gli schiavi potevano considerarsi, anche se temporaneamente, degli uomini liberi, e potevano comportarsi come tali; veniva eletto, con estrazione a sorte, un princeps, una sorta di caricatura della classe nobile, a cui veniva attribuito ogni potere. In realtà la caratteristica religiosa della festa dominava su quella sociale e di "classe". Solitamente il "princeps" indossava una buffa maschera e vestiti dai colori sgargianti, tra i quali prevaleva il rosso, colore degli dei, che poteva ricordare gli abiti rossi del nostro Babbo Natale. Il Quinquatria o Quinquatrus, antica festività romana dedicata a Minerva, era celebrata il 19 marzo e durava un solo giorno Secondo lo scrittore latino Varrone, il nome di questa festività derivava dal fatto che venisse celebrata il quinto giorno dopo le idi di marzo: allo stesso modo, gli abitanti di Tusculus celebravano una festività, chiamata Sextarus, il sesto giorno dalle idi di marzo o una chiamata Septimarus il settimo giorno. Festo, grammatico latino, sosteneva che anche i Falisci chiamavano Decimatrus una celebrazione che aveva luogo il decimo giorno dalle idi. Il poeta latino Ovidio, invece, affermava che i Quinquatria duravano cinque giorni. Si presume però che solo il primo giorno fosse il vero e proprio Quinquatria e che probabilmente i successivi quattro fossero stati aggiunti in seguito all'epoca di Gaio Giulio Cesare, allo scopo di divertire il popolo. Infatti, nel primo giorno era proibito versare sangue, mentre nei quattro giorni successivi venivano organizzati giochi gladiatorii. Questa spiegazione è confermata dal fatto che nei calendari più antichi solo un giorno è dedicato a questa festività. Sacerdoti, Pontifex Maximus e Vestali La parola sacerdote indicava colui che era addetto al sacro, che compiva sacrifici e che sorvegliava tutto ciò era concernente gli dei. Durante le loro funzioni, i sacerdoti erano spesso assistiti da varie persone: dai camilli (coloro che svolgevano semplici mansioni), dal tibicen (un flautista) e da victimarii (coloro che dovevano uccidere la vittima sacrificale). Festo ci ha tramandato l'ordo sacerdotum tradizionale nel seguente ordine: rex sacrorum, flamine diale, flamine marziale, flamine quirinale, pontefice massimo. Il pontefice era inizialmente un esperto di tutto ciò che era sacro: il suo compito principale era quello di indicare e suggerire, ai privati e alle autorità, il modo più appropriato per eseguire agli obblighi religiosi. I pontefici, che spesso rivestirono anche cariche civili, sovraintendevano le cerimonie riguardanti le divinità indigene e sorvegliavano il culto nei suoi diversi aspetti. Spesso rivestirono anche cariche civili. Le sacerdotesse consacrate alla dea Vesta, chiamate vestali, avevano il compito di mantenere sempre acceso il fuoco sacro alla Dea, che rappresentava la vita della città, e compierne il culto. Inoltre avevano l’incarico di preparare gli ingredienti per qualsiasi sacrificio pubblico o privato. Sitografia Religione romana: http://it.wikipedia.org/wiki/Religione_romana Gli dei greci e romani: http://kidslink.bo.cnr.it/ilaria/dei/dei.htm Festività religiose romane: http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Festivit%C3%A0_romane Sacerdoti, Pontifex Maximus e Vestali: http://it.wikipedia.org/wiki/Sacerdozio_(religione_romana) Sitografia delle foto Foto di Giano: http://it.wikipedia.org/wiki/Religione_romana Foto di tutti gli altri dei: http://kidslink.bo.cnr.it/ilaria/dei/dei.htm