Febbraio 2009 - Pilo Albertelli
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Febbraio 2009 - Pilo Albertelli
Febbr aio 2009 Anno II - Numero 4 www.ondanomalapilo.com Un libro per Amore (continua a pag. 9) Elisabetta Raggio - Il giornale del Pilo Albertelli (... Non conventional Pilo ...) Inside the School pagg 2,3,4 Fuori dal Pilo pagg 5,6 AltRa Cultura pagg 7,8,9 O gni sentimento è sicuramente unico, ma quanto è indescrivibile? Scopritelo confrontandovi con i libri. A chi è stufo della monotonia della quotidianità, "ti prendo e ti porto via", di Niccolò Ammaniti, saprà portare una ventata d’aria fresca. Sperare in un imprevisto che cambi la vita a volte funziona per cambiare la realtà. E in un paesino dove il mare non si vede però c’è, può succedere di tutto, anche quello che non dovrebbe… I passionali che non si stancano mai di nuove avventure e nuove scoperte saranno attratti dallo scenario del Cile della seconda metà del ‘900; Isabel Allende ne "la casa degli spiriti" trasporta in una suggestiva saga tutti coloro che credono che l’amore non sia un porto tranquillo, ma una continua e instancabile corsa. Se siete delle ragazze timide e consapevoli di quanto valete, allora giocate con il destino! Tuffatevi nell’ambiguità degli opposti e della prevedibilità dell’uomo con "donna per caso", di Jonathan Coe. Rimarrete stupiti da come l’apparente distacco da ogni fatto, nasconda l’inespressa volontà di essere partecipi del proprio divenire! (...) AMOR VINCIT OMNIA Intervista doppia (Arte): Oh my darling, Saint Valentine! (continua a pag. 8) Claire ... a pagina 4! Una giornata al campo ... a pagina 5! Il valore della memoria ... a pagina 6! C ontrariamente a ciò che pensare, non tutti gli sono uguali. L'incredibile tematiche amorose nelle dimostra. si potrebbe innamorati varietà di canzoni lo C'è chi può inebriarsi dell'imprevedibilità del suo fortunato amore corrisposto, e si identifica in quella passione frizzantina descritta dai Queen in "Crazy little thing called love". Ci sono coloro a cui il cuore sobbalza continuamente, ma che non sono sicuri dei sentimenti altrui. Alcuni, nonostante le delusioni passate, sono pronti a dichiarare il loro amore incondizionato senza temere un rifiuto: coloro che sono diretti e passionali seguono gli AC/DC di “Let me put my love into you”; gli innamorati virtuosi capaci di semplici arpeggi sulla chitarra possono dichiararsi con la struggente "Unintended" dei Muse. Chi ha invece avuto fato avverso deve consolarsi in altre maniere. "Boys don't cry" dei Cure è la canzone perfetta per (...) Inside the School O ndan o ma l A Anno II - Numero 4 [email protected] Se Hai un Problema Possiamo Parlarne! Marco Chimenti CIAO MARCO, TI SCRIVO PER UN PROBLEMA CHE PUO' APPARIRE BANALE, MA CHE PER ME STA DIVENTANDO UNA VERA E PROPRIA FOBIA. HO PAURA DI UNO DEI MIEI PROF.; OGNI VOLTA CHE ENTRA IN CLAS SE MI PRENDE L’ANSIA E QUANDO MI INTERROGA, MI SEMBRA DI SVENIRE E FACCIO IRRIMEDIABILMENTE SCENA MUTA. NON RIESCO A TRANQUILLIZZARMI IN NESSUN MODO E SOPRATTUTTO NON RIESCO PIÙ A STUDIARE LA SUA MATERIA. COME POSSO VENIRE FUORI DA QUESTA SITUAZIONE? Ciao! La paura dei prof è molto comune; a volte deriva dall’idea che siano dei “valutatori” che giudicano e basta, a volte siamo suggestionati dalla loro severità e dal loro fare scorbutico, a volte la paura origina in classi in cui c’è molta competizione e si teme il giudizio dei compagni. Se la paura è grande si può reagire con la fuga o addirittura con l’interruzione dello studio. Più che a "venir fuori da questa situazione" voglio invitarti a entrarci dentro. Quando abbiamo paura il corpo si prepara a una situazione di "fuga o attacco" esaltando le funzioni per fronteggiare i pericoli; il battito cardiaco e la contrazione muscolare aumentano mentre il respiro e la capacità di concentrazione diminuiscono. L’elemento sul quale ti invito a riprendere il controllo è il respiro. Col respiro ossigeni il cervello, rilassi la mente, regoli il battito cardiaco e influenzi la percezione delle emozioni controllando quelle inopportune. Esercita la respirazione "bassa", cioè con la pancia: per almeno cinque volte inspira col naso, chiudi la bocca e trattieni il fiato; subito dopo comprimi l'aria col diaframma, spingendolo verso il basso. Poi espira con la bocca, molto lentamente. Resta sempre concentrata sul flusso dell’aria. Ripeti questo esercizio più volte al giorno e appena ne senti gli effetti sperimentalo prima che il prof. entri in classe. Ora disegna il prof. o trova una sua foto, mettila sulla scrivania vicino a una tua foto e aiutandoti sempre col respiro guardala ogni volta che ripeti la sua materia. A questo punto scegli il giorno e vai volontaria all’interrogazione. Respira mentre il prof. formula la domanda e anche prima di dare le risposte e vedrai che la paura farà largo a tutte le cose che hai studiato. ... e non dimenticare che ogni volta ritieni di avere un problema, ciò che conta è il significato che ha per te anche quando pensi che per gli altri possa sembrare “banale”. Prenotati allo sportello d’ascolto, possiamo esercitarci insieme. Quello sono io! Alessandro Varvaressos Immaginiamo di conoscere due letterati. Uno è un poeta. Immaginiamo che viva in una società chiusa, immobile, per diversi aspetti noiosa, dove non ci sono sostanziali prospettive di cambiamento. Immaginiamo un uomo in una società simile, dove il lavoro per lui è precario: non si riesce a vivere del lavoro faticoso, figurarsi del vezzo intellettuale! Si riesce a vederlo chino sui libri a leggere le storie e le opere di grandi uomini del passato, di cui lamenta l’assenza. Legge, legge, legge e scopre il fascino del passato, dei momenti belli come di quelli più cupi, ma ne è comunque affascinato…quanto vorrebbe non essere nato in questo tempo! Quanto gli appare dinamico, eroico, vivo il passato! Ecco, si sente lui solo vivo in una società morta, che sembra non avere la forza e la voglia di credere nel futuro. Certo, sa di avere dei difetti, ma è sicuro di essere migliore degli automi che vivono intorno a lui. Il ché gli rende terribile la constatazione che lui non può opporre al nulla nient’altro che il suo genio. Tutto il resto gli provoca noia. Ah, povero poeta! Il tuo genio è isolato in una società spenta! Politicamente. Culturalmente. Moralmente. Immaginiamo, allora, l’altro letterato. Lui più che annoiato è deluso. A differenza del primo ha vissuto le passioni della vita, è stato travolto dalla lotta politica, dallo spirito patriottico. Anche lui rimpiange il passato; lotta per riportarlo in vita. Ha gioito e sofferto, ha rincorso ed è fuggito, ha amato e odiato, ma ora che è vecchio si rende conto di aver lottato da solo, di aver creduto da solo in un futuro migliore, possibile. Ecco, se ci venisse chiesto di dare un nome a questi poeti molti penserebbero a persone dei giorni nostri. Molti si ritroverebbero nei loro pensieri; molti direbbero: “Quello sono io!”. Chissà quanti poi resterebbero delusi per lo sconforto del primo o per il disincanto del secondo! Di certo tutti penserebbero ad intellettuali un po’ nostalgici, forse un po’ idealisti, quasi ad eroi romantici! E invece, per ironia della sorte, questi poeti sono lontani nel tempo e vicini nello spirito: sono Giacomo Leopardi e Ugo Foscolo. Noi, come loro, potremmo rimanere delusi dalla società, dalla politica. Ma le loro vite mostrano come chi crede e chi lotta per un ideale non è mai sconfitto, perché il suo spirito vive nell’eternità del ricordo. Febbraio 2009 O www.ondanomalapilo.com Quando studiare i libri è divertente U Giorgia Fanari n po’ per gioco, un po’ per caso, la classe 3F, con l’aggiunta di due membri di altre classi, ha partecipato “Per un pugno di libri”, la trasmissione televisiva ormai giunta alla sua XII edizione, che va in onda ogni domenica (h.18.00 su RaiTre) condotta da Piero Dorfles e dal simpatico quanto bravo Neri Marcorè! Due classi dell’ultimo anno di liceo si sfidano a colpi di citazioni e titoli di libri per conquistarsi “un pugno di libri”: tanti punti si ottengono, tanti libri si portano a casa (o nella biblioteca della scuola!). La nostra sfida è stata contro un liceo linguistico di Pozzuoli , il libro in questione era “I delitti della Rue Morgue” di Edgar Allan Poe, in cui monsieur Dupin, vero e proprio antecedente di tutti i Poirot e Shelock Holmes, riesce nd a n o ma l A Inside the School a svelare i misteri che si nascondono dietro atroci e “sovraumani” delitti. (cioè… io..!) e sistemano i ragazzi ai loro posti… e poi… ciak si gira! Veniamo avvisati della nostra partecipazione al programma soltanto due settimane prima! La preparazione è veloce ma molto faticosa, districata tra compiti e interrogazioni. Ogni membro della classe ha un ruolo importante all’interno del gioco: chi ricorda una data, chi un avvenimento, chi una miriade di titoli e autori, chi mima titoli di libri, chi semplicemente infonde coraggio alla squadra. E così, carichi e un po’ terrorizzati dalla nostra prima esperienza televisiva, saliamo sul pullman della Rai che ci viene a prendere proprio sotto scuola per condurci agli studi di via Tiburtina dove dobbiamo registrare la puntata (in onda domenica 22 febbraio). Neri Marcorè introduce le due squadre e così inizia la sfida! Sfida che, neanche a dirlo, si conclude con un punteggio schiacciante: 57 per Roma, 9 per Pozzuoli! Nonostante qualche errore riusciamo ad aggiudicarci la vittoria, e soprattutto un’intervista di Neri Marcorè, che molto simpaticamente si sottopone ad alcune nostre domande e ci concede alcune delle sue più famose imitazioni! Nell’attesa abbiamo modo di ripassare qualcosa oppure, giusto per alleggerire la tensione, di girovagare per gli studi dove nel frattempo si registrano altri programmi televisivi! Finché… tocca a noi! Veniamo accolti dai produttori che microfonano il caposquadra Ci sentiamo onorati per aver potuto rappresentare la nostra scuola che ha riposto tanta fiducia in noi e sottolineiamo che questa esperienza è stata un’ulteriore occasione per dimostrare quanto la lettura di un buon libro possa essere divertente e utile. Intervista a Neri Marcorè Intervista a Tang Elisabetta Raggio Valeria Tiburzi Conduci da sette anni un programma in cui si consigliano anche libri, ma ne hai uno in assoluto preferito? Un libro in assoluto non ce l’ho, è impossibile! Ne ho tanti che mi sono piaciuti molto; L’amore ai tempi del colera di Marquez è uno dei primi che mi viene in mente insieme a Dona Flor e i suoi due mariti di Jorge Amado e a Mr Vertigo di Paul Auster. In generale, apprezzo Calvino e tutti i sudamericani. Recentemente poi ho scoperto Fabio Stassi che nonostante sia un siciliano che vive a Viterbo ha uno stile molto sudamericano. Se per un giorno potessi essere un’altra persona chi saresti? Berlusconi, così mi ammazzo! L’esperienza che vorresti fare al più presto? Un film porno! No, scherzo! Mi piacerebbe lavorare all’estero come attore. Magari in Francia o in Inghilterra o in America, anche se Hollywood la vedo più lontana non solo geograficamente, ma anche dal mio modo di essere. Poi vorrei fare anche un film da regista. Si dice che già durante il servizio militare imitavi perfettamente all'altoparlante la voce del comandante della caserma suscitando l'ilarità della truppa. È vero? All’altoparlante non mi sono mai permesso altrimenti mi mettevano in galera! Però è vero che imitavo le voci degli ufficiali, mettendo in punizione i soldati o facendogli credere che dovessero andare a ritirare la paga, che in realtà non c’era. Ci siamo divertiti parecchio durante quell’anno da militare, anche se, se avessi potuto, l’avrei evitato… Un messaggio ai giovani d’oggi? Costruite grandi autostrade solo per i giovani (imitando un noto personaggio). Salvateci da questo declino, da questa classe dirigente ributtante. Quindi l’unica speranza siete voi; dovete avere una coscienza lucida e sveglia! Come ti chiami? Mi chiamo Tang e ho 14 anni, ma gli amici mi chiamano Coffee, perché dicono che ho la pelle dello stesso colore del caffè! Da che città vieni? Da Pechino Come ti sei trovata qui? Trovo che Roma sia una città davvero stupenda... Con al famiglia che mi ha ospitata mi sono trovata molto bene. Sono tutti simpatici, ma ho stretto particolare amicizia con il fratellino di Serena, Marco. Siamo stati pomeriggi interi a disegnare e a giocare a carte! Che musica ascolti? Pop, mi piacciono molto i 5566, un gruppo cinese. Hai animali domestici? Ho due dalmata - Bebè e Bubù - sono adorabili. Suoni qualche strumento musicale? No, però mi piace ascoltare il pianoforte. Quante ore di viaggio hai dovuto fare per venire qui? Circa 11 ore, è stato un viaggio molto lungo e faticoso. Hai fratelli o sorelle? No, sono figlia unica... Ti è piaciuta la gita a Siena? Si, anche se il tempo era molto brutto! Che parole hai imparato in italiano? "Ciao" e poi qualche espressione romana, come “scialla” e “che tajo”! Come ti sei trovata con il cibo italiano? Molto bene, mi è piaciuto molto il pandoro! Poi ho provato a far assaggiare alla famiglia di serena il cibo cinese, ma non credo gli sia piaciuto molto! La giornata più bella? Sicuramente il pomeriggio al centro commerciale di Roma Est. Mi sono divertita molto a fare shopping con serena e i suoi amici! Quindi tutto sommato ti sei trovata bene! Ti dispiace andare via? Si, moltissimo, credo che mi mancheranno molto tutti, anche se gli ultimi giorni ho iniziato a sentire nostalgia della mia famiglia. Un saluto in cinese! ?! (Nihao!) Inside the School O ndan o ma l A Anno II - Numero 4 [email protected] L'arte di insegnare tetto. B: Il primo incarico a scuola l’ho avuto nel 1997 ma ho sempre insegnato mentre facevo altri lavori, prima all’Università e in Soprintendenza poi ho lavorato alla comunicazione di una multinazionale 1. Nome, Cognome e data di nascita. Mario Scotognella, 21/09/1953 Maria Beatrice Benedetto, 19 Febbraio 1970, non si chiede l’età alle signore... 2. Perché ha scelto di diventare professore? S: Dopo aver vinto un concorso mi sono accorto che l’insegnamento era il lavoro che volevo svolgere. B: Perché mi diverto con voi 3. Solo gli alunni della sezione B studiano Storia dell’Arte fin dal quarto ginnasio. Pensa che sarebbe utile anche per le altre sezioni iniziare a studiare la materia fino dal primo anno di scuola? S: Ovviamente sì. B: La risposta è ovvia: si. Comunque pare che la Gelmini voglia accontentarmi… vedere per credere 4. È sposato/a? Ha dei figli? S: Sì, sono sposato ma non ho figli. B: Sono quasi sposata e non ho figli 5. La canzone che non smetterebbe mai di ascoltare? S: “Yesterday” dei Beatles B: Let’s spend the night together, Rolling Stones 6. Qual’e’ stato il viaggio più bello che abbia mai fatto? S: Ne ho fatti molti...però mi sono piaciuti molto quelli che ho fatto in Egitto ed in Etiopia B: Istanbul e la Turchia 7. Cane o gatto? S: Gatto. B: Cane, fin da piccola ho avuto sempre cani! 8. Se oggi avesse la possibilità di tornare indietro nel tempo, cambierebbe qualcosa della sua vita? S: No. B: No, mai. 9. Quale periodo dell’Arte l’appassiona in particolar modo? S: I primi venti anni del Novecento. B: La pittura del XIII e del XIV secolo 10. Quante e quali lingue sa parlare? S: Conosco l’Inglese e più di venti anni fa ho studiato l’Arabo. B: Francese e inglese 11. Da quanti anni insegna? Ha fatto altri lavori prima di diventare insegnante? S: Insegno dal 1984, quindi da 24 anni. Prima di insegnare ho fatto per un breve periodo l’archi- 12. Quale opera vorrebbe nella sua camera da letto? S: Non saprei scegliere, ce ne sono troppe che mi piacciono. B: La musa addormentata di Constantin Brancusi 13. Un quadro che visto dal vivo l’ha stupita di più che nelle sue rappresentazioni. S: I dipinti fiamminghi, in particolare “Il ritratto dei coniugi Arnolfini” di Jan Van Eyck. B: Non è un quadro, è una ‘scultura’ (in realtà è un oggetto difficilmente definibile) di Joseph Beuys, s’intitola Piano ed è conservata a Parigi 14. Quanto studia il suo look? S: Dipende dalla giornata, dall’ispirazione del momento. B: Ci tengo 15. Essere o apparire? S: Essere... chi e’ che direbbe “apparire”? B: La forma e il contenuto in un opera d’arte non sono mai scindibili, quindi essere ed apparire. 16. Una cosa che cambierebbe nell’insegnamento dell’Arte ed una che invece e’ perfetta così com’e’? S: Aumenterei il numero delle ore, proporrei lo studio della Storia dell’Arte attraverso la didattica multimediale e consiglierei la compresenza con i professori delle altre materie perché e’ un’esperienza molto utile. Tutto e’ perfettibile, non c’è una cosa che può considerarsi perfetta. B: Quello che proprio non funziona nell’insegnamento della storia dell’arte è l’assenza del contatto diretto con le opere, senza vederle, a volte senza toccarle, proprio non si capiscono 17. Un artista che ha cambiato il suo modo di vedere le cose? S: Picasso. B: Liberato di Benedetto, un artista del XV secolo ridicolo e giustamente sconosciuto. Quando il mio professore me lo propose per un lavoro di ricerca post specializzazione cui teneva tantissimo decisi di lasciare l’Università. 18. Parlando fuori dai denti...che punizione vorrebbe infliggere agli alunni che rifiutano l’Arte a priori? 20. I prof. di Arte insegnano in molte classi: ha difficoltà a ricordare tutti i nomi dei suoi alunni? Come cerca di rimediare? S: Questo problema l’ho solo i primi giorni di scuola, e, se la scuola e’ nuova, le prime settimane. Anzi, di solito, ricordo anche i volti dei genitori dei miei alunni. B: Ricordo tutti i volti ma i nomi sono un vero incubo, non li ricordo e non c’è rimedio 21. Arte contemporanea o arte classica? S: Arte B: Entrambe 22. Che Liceo ha frequentato e in che cosa si e’ laureato/a... S: Ho fatto il Liceo Scientifico e mi sono laureato in Architettura. B: Ho frequentato un meraviglioso Liceo Classico, mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali e poi mi sono specializzata in Storia dell’Arte 23. Il metodo che usa per appassionare i ragazzi alla Storia dell’Arte S: Non esiste un metodo specifico...bisogna che l’alunno senta che l’insegnante ama quello che fa B: Provo a parlarvi delle opere e degli artisti che anche io ho amato e amo 24. Il regalo più bello che ha ricevuto Un regalo che mi ha fatto mio padre. B: Un dipinto da un mio amico pittore 25. Un’opera d’Arte che la rappresenta La “Colazione dei canottieri” di Renoir B: Gian Lorenzo Bernini, Estasi di Santa Teresa 26. Come esprime la sua creatività? S: Realizzo presentazioni multimediali per la scuola. B: Quando lavoravo nel campo della comunicazione di creativi e creatività ne ho avuto abbastanza, ora basta… S: Non c’è una punizione che costringa qualcuno ad amare qualcosa che non ama. S: Non ne ho una B: La peggiore: non farli mai godere di un’opera d’arte B: “Attraverso lo studio della tradizione sono diventato libero”, Gustave Courbet 19. Dato che siamo a Febbraio... come festeggia San Valentino? Quando ha dato il primo bacio? S: San Valentino lo passerò con mia moglie. Il primo bacio l’ho dato al Liceo. B: Non festeggio San Valentino e non mi ricordo se ho dato il primo bacio a 13 o 14 anni S: Difendete i più deboli, opponetevi a qualsiasi ingiustizia, custodite la vostra integrità, esprimete sempre il meglio di voi stessi, il che vuol dire : a scuola studiate! B: Siate realisti, chiedete l’impossibile! Febbraio 2009 www.ondanomalapilo.com O nd a n o ma l A Fuori dal Pilo Una giornata al campo Andreas Iaccarella I l tram sferragliava cupamente lungo la grande via mentre dall’esterno gocce incessanti ticchettavano sui vetri.All’angolo alcune matrone d’altri tempi, grondanti d’acqua, attendevano ansanti. Si ferma. La loro porta si spalanca immediatamente accogliendo al suo interno queste pachidermiche figure... quella di Rocchi no, rimane serrata come un muro insormontabile tra noi. Noi che, da dentro, ci beiamo di questa formidabile barriera di odio e indifferenza nella quale ci stiamo murando. Ma attenzione… se il muro è troppo spesso si rischia di smarrire il cielo e tutti i suoi meravigliosi colori. Rocchi ha 15 anni e da più di dieci vive in Italia annaspando tra i vari campi rom della nostra “ridente” penisola. Lui e la sua famiglia sono scappati dal loro paese, la Bosnia, in seguito al violentissimo conflitto del ’95; fuggiti da un paese in guerra, da una lotta fratricida tra le varie etnie, hanno cercato un luogo dove finalmente avrebbero potuto vivere in pace, vedendo crescere i loro bambini…sono arrivati in Italia. In Italia hanno subito sgomberi, soprusi, sono stati insultati, disprezzati e allontanati ma non hanno mai perso la voglia di combatterci per poter, un giorno, riuscire finalmente a sbatterci in faccia che loro sono proprio come noi…se non meglio. Ma non tutti sono così forti, non tutti riescono a sostenere il peso del nostro razzismo e così molti finiscono nel vortice. Cominciano a perdere quella splendida vitalità che gli ha permesso di arrivare fino a noi, non gli interessa più di mantenersi puliti e di curarsi per conservare un minimo di dignità, sono finiti nel vortice e non riescono più a uscirne. Allora mi rendo conto che la nostra società malata ha raggiunto il suo obbiettivo, il nostro razzismo è ormai al suo acme: siamo riusciti ad annientare in un altro essere umano ogni voglia di riscatto, ogni voglia di condurre una vita degna di questo nome. Perciò quando li chiamiamo ubriaconi, quando li disprezziamo per la loro miseria forse ci dovremmo chiedere se non è stata proprio quella nostra parola scortese, quello sguardo disgustato a farli sprofondare ancor di più nella loro disperazione. Avevo dieci anni quella mattina e mi ero svegliato presto: dovevamo andare al campo e la strada da fare era lunga. Appena arrivati un turbine di ragazzini sorridenti assaltò la macchina, circondandoci con una miriade di occhietti curiosi. I padri invece, fieri ed indomiti, ci guardavano con diffidenza dalle porte dei prefabbricati fatiscenti: ora eravamo noi ad essere gli intrusi, eravamo noi gli ospiti non graditi. Una coppia di bimbetti ci scortò lungo uno stradone fangoso, la “casa” di Rocchi era alla fine. Per tutto il tragitto un odore acre mi riempì le narici, era l’odore delle fogne a cielo aperto, l’odore dell’immondizia sui lati della strada, l’odore del campo…l’odore del diverso. Arrivati alla casa Rocchi, tutto eccitato, mi accolse subito nell’interno mentre mia madre parlava con Zeira. La “casa” era poco più di un cubicolo lurido: lui e gli altri fratelli, sette in tutto, dormivano addossati ad una parete a fianco alla tv, i genitori nell’altra stanza… fine. Si era fatto tardi, stavamo per andarcene e, a quel punto, successe tutto. Rocchi aprì un cassetto, rovistò un po’ e ne tirò fuori un gameboy, era il suo gameboy, sorridendo me lo mise in mano abbracciandomi. Le luci dei lampioni scorrevano veloci sul parabrezza e io guardavo perso nella notte ripensando alla giornata, al campo e al mio amico Rocchi. Mi giro. “Mamma ma perché Rocchi vive in quel campo pieno d’immondizia?” “Perché siamo in Italia…” Tornai a guardare fuori, vergognandomi un po’ di essere italiano. Fuori dal Pilo Il valore della memoria Luca Davoli S i parla della giornata della memoria, una ricorrenza stabilita “per non dimenticare”, si dice. Siamo cresciuti tutti sapendo cosa è accaduto. Le atrocità della guerra e dello sterminio dei popoli sono realtà ancora vive nella contemporaneità. Sappiamo perché ci viene raccontato dai nostri stessi nonni; libri e giornali, così come radio e televisione, continuano ad informarci attraverso gli anni. Sì, tutti sanno. Ma quanti conoscono? L’abisso che c’è fra questi due concetti dà il vero valore alla memoria. Siamo molto lontani in verità dal conoscere il volto della guerra. Quanti di noi hanno visto con i loro stessi occhi l’orrore dell’uomo che si accanisce contro lo stesso uomo? Non possiamo renderci conto della difficoltà a cui va incontro il testimone, del totale rigetto da parte dello stesso organismo a rivivere attraverso il racconto, un tale orrore. Non ci rendiamo conto del dolore che ogni volta viene nuovamente alimentato. Noi giovani, si è detto più volte, apparteniamo all’ultima generazione che può avere un contatto diretto con i sopravvissuti. Dobbiamo perciò sforzarci, di fronte ad una testimonianza, a riflettere. Immaginare un tale orrore, per quanto la nostra mente rifiuti questa stessa immagine. Tutti siamo tenuti a dimostrare tale sensibilità. Nella nostra scuola, nel mese scorso, è avvenuto un incontro fra alcune classi e la scrittrice Edith Bruck, sopravvissuta al tristemente famoso Auschwitz. Nei giorni precedenti alla conferenza, mi sono trovato a parlare dell’importanza O nd a n o ma l A dell’evento al quale avremmo preso parte e ho raccolto diversi commenti. Alcuni hanno dimostrato indifferenza, altri un pacato interesse, qualcuno addirittura mi ha detto qualcosa del genere: “Beh sì, per me non è un esperienza nuova, ho già assistito a qualcosa del genere… sai, dicono tutti le stesse cose, basta ascoltarne uno e li hai sentiti tutti...”. È incredibile in realtà quanto ci sentiamo lontani da questa tragedia, come se settanta anni di storia siano un eternità, come se anche noi italiani non avessimo preso parte al massacro. Ciò che fa male, al pari della violenza stessa, è l’indifferenza del mondo. Nessuno sapeva, tutti hanno taciuto. Oggi c’è chi addirittura nega la storia. I prof, nelle settimane precedenti all’incontro, ci avevano fatto leggere due dei libri della signora Bruck. Non so se tutti hanno letto entrambi. Uno è il racconto autobiografico dei viaggi della scrittrice attraverso l’Europa, dall’infanzia alla deportazione, fino alla sua partenza da Israele, passando per la Jugoslavia e quindi la Palestina. Questo è stato, in ordine cronologico, il primo dei lavori della scrittrice, cominciato con il suo arrivo a Roma, nel ’54. Nell’altro, che è quasi una lettera aperta a tutti gli utenti delle sue conferenze, passate e future, invece compare in modo molto più chiaro il dolore al quale si sottopone ogni qual volta si accinge a raccontare. Spiccano Anno II - Numero 4 [email protected] l’irritazione e la paura che scaturiscono di fronte all’ignoranza del mondo (non un ignoranza culturale, bensì la presunzione di vivere il racconto e la testimonianza in modo felice e distaccato). La Shoah è una verità, niente di tutto ciò che viene raccontato è stato inventato. A chi si dimostra più sensibile, assistere ad un tale incontro lascia un senso di disadattamento e di smarrimento che si protrae oltre le due ore della conferenza effettiva. Più a lungo, mentre si torna a casa dalla scuola, durante il pranzo, per tutto il pomeriggio, la notte ed i giorni seguenti. Non si tratta di commozione, né di turbamento. È un sentimento più profondo e terribile. Poi, me ne vergogno, dopo qualche giorno, io stesso ho ceduto e non so come, sono tornato alla vita normale, e il mondo di nuovo sorrideva, e la gente era tornata meno indifferente e stupida. Ecco, questo non accade per chi è stato ad Auschwitz, “Auschwitz rimane dentro come un mostro impossibile da scacciare". Finalmente arriva il giorno della conferenza. Si può dire ci sia una pacata eccitazione nell’aria, “Wow, una vera sopravvissuta di Auschwitz” quasi come si andasse a vedere un film. Ma non è “Il Pianista” o “Schindler’s List”, è la realtà, meno cruda all’apparenza cinematografica, ma più disarmante. Fa paura la calma con cui la signora Bruck riesce a raccontare. L’oggettività e la “laica” religiosità delle sue parole ci toccano, spero in tanti, nel profondo della nostra anima. Nel momento di fare qualche domanda ci sentiamo imbarazzati. “Cosa chiedere?". Nella settimane precedenti alla conferenza i prof ci hanno raccomandato di preparare qualche domanda, ma invece, niente. Né allora, né adesso. Tutte le domande che mi si affacciano in mente mi sembrano stupide ed insolenti. Però la signora Bruck si mostra davvero disposta e risponde a tutte le domande, e quando nessuna ne arriva, riprende spontaneamente il discorso, come aveva fatto fino ad ora. Poi, passate le due ore, se ne va via. È difficile parlare del vero contatto, umano contatto, che più di qualsiasi film o libro ci ha avvicinati alla vera crudeltà della storia. Ringrazio ancora una volta Edith Bruck per il suo amore e per la sua umanità. Febbraio 2009 O www.ondanomalapilo.com Ratataplan nd a n o ma l A AltRa Cultura Lavinia Carpentieri L a trama sconclusionata, i visi intensi e fuori dal comune e la particolarità del muto ne fanno una fra le pellicole più visionarie e fantasiose del cinema italiano. Un film comico dove non ci sono battute, ciò che fa ridere sono le situazioni, i colori e l’eccezionale espressività degli attori. La vita è dura per il giovane Colombo. Abita in un palazzo fatiscente, dove vivono una donna perennemente incinta, un maestro di ballo liscio, bambini urlanti ed una ragazza che colleziona stracci. Lavora in un chiosco in cima ad una collina, fa parte della sfortunatissima compagnia teatrale "Quelli del grock", e costruisce robot grazie alla sua mente geniale. I personaggi non parlano. Urlano, schiamazzano, ma non una parola esce dalla bocca del protagonista, il quale in questo modo si ritaglia un mondo unicamente per sé stesso. A dargli la spinta sarà la ragazza che colleziona stracci, che lo porterà in un magazzino pieno di vecchi vestiti, dove si rotoleranno insieme riscoprendo in modo inaspettato la felicità. Oasis Isabella Tristano A pochissimi giorni da uno dei concerti più attesi della Capitale non può mancare sul nostro giornalino un articolo che si occupi di loro... sì, sto parlando proprio dei mitici Oasis! La band di Manchester, ormai vicina a raggiungere la sua maggiore età, dopo tre anni di silenzio torna a farsi sentire pubblicando il suo settimo album: Dig out your soul. Il cd, anticipato dal singolo 'The Shock Of The Lightning' - lanciato sul mercato cinque giorni prima - ha riscosso un successo che non si vedeva dai tempi di 'Be Here Now'. Nel Regno Unito già nel giorno d'esordio si contavano infatti 90.000 copie vendute, facendo salire l'LP al secondo posto nella classifica degli album venduti più velocemente del 2008. Il titolo dell'album, che inizialmente sarebbe dovuto essere 'Bag It Out', a detta di Noel è stato ripreso dal verso della canzone 'To Be Where There's Life'. Lo stile è innovativo e utilizza sound sperimentali e psichedelici, discostandosi dagli ultimi due cd che si stavano dimostrando una copia l'uno dell'altro. Non mancano i riferimenti sonori tipici della musica dei Beatles che rinnovano lo spirito di questa band destinata a non morire mai. L'album non è stato comunque risparmiato dai critici. In molti si sono infatti chiesti perchè continuare ad escludere 'Stop The Clocks' oppure perchè inserire solo nella versione Bonus 'I Belive In All'. Altri hanno addirittura riconosciuto in 'To Be Where There's Life' e in 'The Nature Of Reality' le note stonate dell'album, ma a mio avviso si tratta solo di tracce che necessitano di un maggior numero di ascolti per essere apprezzate. Da notare è invece 'Waiting For The Rapture' che presenta lo stesso intro di 'Five To One' dei Doors. Il pezzo migliore del disco è senza dubbio 'I'm Outta Time' una delle tre canzoni scritte da Liam; presenta lo stile di una ballata sempli- ce e di grandissimo effetto, reso soprattutto dalla parte strumentale finale dove si sente un nastro con la voce di Lennon tratto da un intervista rilasciata due giorni prima di essere ucciso. Nonostante le critiche e le voci che giravano sul conto dei fratelli Gallagher, tra cui quella di aver ritrovato Noel nel bagno privato della Regina Elisabetta a sniffare strisce di coca, gli Oasis con il loro settimo album conquistano i fan e confermano la loro vitalità, come dimostra il sold out in tutto il tour britannico e nel concerto di Milano. Pochi giorni fa il Mediolanum Forum era infatti gremito da 11 mila persone tra cui figuravano anche David Beckham e Alessandro Del Piero. Memorie di un bambino soldato Valeria Tiburzi Memorie di un soldato bambino: è questo il titolo che il ventottenne Ishmael Beah ha dato al suo bellissimo romanzo uscito nel 2004, dove narra in prima persona la sua tragica storia. "Prima la mia vita era felice" dice Ishmael "poi a dodici anni è cambiato tutto". La guerra civiSul palco oltre agli immancabili fratelli Gallagher le infatti scoppia nel 1993 in Sierra Leovisibilmente più ripuliti per non dire addirittura ne; interi villaggi vengono distrutti, ringiovaniti, si sono presentati: il chitarrista ritmico tantissime persone uccise. Gem Archer, il bassista Andy Bell, l'ex batterista di Robbie Williams, Chris Sharrock e il tastierista Jay Darlington. La scaletta non delude e varia tra vecchie hits e nuovi successi. Il concerto è stato aperto da 'Rock'n Roll Star' dove Liam si è scatenato, ed è proseguito con 'Lyla', 'The Shock Of The Lightning', 'Cigarettes And Alcohol' e 'Meaning Soul'. Il giovane ragazzo rimane coinvolto nell’orrore della guerra dove perde i suoi genitori, suo fratello Junior, i suoi amici ed è costretto a scappare nella foresta, ma viene catturato dall’esercito governativo, drogato, educato all’orrore e ad uccidere. Il ritmo poi è cambiato ed il microfono è passato nelle mani di Noel. É stata dunque la volta di 'To Be Where There's Life', 'Waiting For The Rapture', 'The Masterplan' e 'The Importance Of Bing Idle'. Non sono nemmeno mancate le dediche durante il concerto. Da bravi tifosi dei Citizens hanno dedicato a Kakà tra le risate generali 'Don't Look Back In Anger' ed hanno Passa un omaggiato i Beatles con 'I'm The Walrus'. anno e fortuLa serata, proseguita sulle note di natamente 'Wonderwall', 'Supersonic', 'Champagne Supernova', Ishmael viene accolto da alcuni volontari 'I'm Outta Time' e 'Falling Down', ha mandato il dell'ONU, che in un centro di riabilitaziopubblico in delirio. Al termine del concerto gli Oasis, più che soddisfatti, hanno rilasciato una dichiarazione nella quale hanno affermato che sono entusiasti di trovare in Italia sempre un pubblico così strepitoso come quello di milano.. e noi ?! saremo all' altezza di non deludere le aspettative di Liam e Noel...? Would we be there to applaud ? ne riusciranno con costanza e passione a trasmettere nel cuore del bambino valori umani come l’amore, l’amicizia, la sincerità, che il giovane soldato aveva perso durante il periodo di inferno vissuto. Ishmael poco tempo dopo si trasferisce in America, dove vive tuttora con la nuova famiglia. Questo libro è un’importantissima testimonianza dal cuore dell’Africa, dove milioni di bambini rimangono mutilati o muoiono in guerra; e’ un romanzo che, come pochi, e’ in grado di colpire al cuore dei lettori e di lasciare nella loro mente immagini, emozioni e stati d’animo incancellabili. AltRa Cultura O nd a n o ma l Anno II - Numero 4 A [email protected] Le canzoni per superare ogni nausea da S. Valentino Kilians “Kill the Kilians” T Sara Manini edeschi, strana gente. Perché un album così non te lo aspetti: ma, in Germania, una volta non si faceva solo trash metal ed elettronica pesante…? E perché allora spunta fuori ‘sto quintetto di “baldi” giovini che sembra un qualsiasi gruppetto da pub di Leeds…? Ah, ecco, il fatto è che non è “spuntato fuori”, dal momento che è orgoglioso di catalogarsi nella scena indie-rock, e quindi ha sottoscritto di restare nell’ombra propriamente indie, giusto adesso che è abbastanza di stile (per non dire di moda [per non dire che l’abuso del termine “indie” ha annullato il significato stesso del genere <che poi forse non è mai stato un genere…ma questi C Claire ontrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non tutti gli innamorati sono uguali. L'incredibile varietà di tematiche amorose nelle canzoni lo dimostra. C'è chi può inebriarsi dell'imprevedibilità del suo fortunato amore corrisposto, e si identifica in quella passione frizzantina descritta dai Queen in “Crazy little thing called love”. Ci sono coloro a cui il cuore sobbalza continuamente, ma che non sono sicuri dei sentimenti altrui. Alcuni, nonostante le delusioni passate, sono pronti a dichiarare il loro amore incondizionato senza temere un rifiuto: coloro che sono diretti e passionali seguono gli AC/DC di “Let me put my love into you”; gli innamorati virtuosi capaci di semplici arpeggi sulla chitarra possono dichiararsi con la struggente “Unintended” dei Muse. sono altri discorsi>]). Ma bisogna sapere che i Kilians hanno già aperto per i Babyshambles a Berlino, hanno già presenziato al Rock Am Ring, quindi scoprirli non è dannoso. Anche se a tratti sembra di ascoltare Liam Gallagher che canta sulle basi degli Arctic Monkeys più scemi e birraioli, bisogna oltrepassare l’idea di ‘già visto, già sentito’ per trovarsi davanti un album acido e sconcertato come pochi, a partire dalla prima traccia, “Short life of Margott”, ossessiva ripetizione del desiderio di nulla, proseguendo con “Fight the Start” e “Enforce Yourself”, sconsolati inviti a far qualcosa di decente senza rompere l’anima agli altri. Effettivamente, dai testi piuttosto criptici, sembra emergere che i cinque abbiano incontrato solo gente pessima e abbiano avuto una vita un po’ buia…ma alla fine se la ridono con melodie vagamente disimpegnate, che hanno in “Inside Outside” un valido rappresentante, probabilmente il pezzo migliore del disco. Quindi, tredici tracce da ascoltare quando si è tristi ma felici, magari saltando “When Will I Ever Get Home?” che è banalmente brutta… Non sarà l’album che vi cambierà la vita, ma perlomeno passerete 43 minuti gioendo di conoscere un gruppo che nessuno conosce, e tutto questo è molto alessandrino…! Chi ha invece avuto fato avverso deve consolarsi in altre maniere. “Boys don't cry” dei Cure è la canzone perfetta per chi rimugina sul passato, senza esagerazione, e nonostante ciò non ha ancora il coraggio di espletare la sua nostalgia per una storia ormai andata, come insegna a fare invece Michael Stipe in “The one I love”. C'è chi è stato amato e non è più amato, e reagisce odiando ogni singolo momento della sua precedente relazione e urlando fieramente “Leave me alone”! con Michael Jackson. scenziale. A chi si riconosce nell'ultimo tipo, assicuro la mia incondizionata comprensione e consiglio personalmente l'ascolto di “What is and what should never be” dei Led Zeppelin: continuate a godervi la vita come fate ora, perché le prossime vittime designate dalla malevola freccia di Cupido siete proprio voi. Agli altri, buon S. Valentino! Infine, c'è chi passa S. Valentino nella totale indifferenza, ingiustamente accusato/a di insensibilità solo perché non regge l'idea di dover lacerarsi nel ricordo delle proprie storie passate o non sente la febbrile necessità di ricercare ora l'amore della propria vita, che oltretutto giudica difficile da conciliare nella sua già complicata esistenza adole- Gli album che hanno fatto la storia della musica Ismail Ahmed il 31 luglio 1980, nasce quel che sarà definito È da Adam Williams il disco più coinvolgente e straordinario della storia della musica, secondo solo a “Thriller” di Michael Jackson. Sto parlando di “Back in Black” degli AC/DC che con i suoi 42 milioni di dischi venduti nel mondo e i 22 dischi di platino vinti ha segnato l’inizio di un’era che ancora deve terminare. Infatti “Back in Black” contribuì moltissimo sia alla nascita di grandi sottogruppi del classico Rock and Roll e dell'ormai affermato Heavy Metal come l’Hard Rock o il Nu Metal, sia all’avvicinamento di questi generi alla radio internazionale e al pubblico. La canzone che dà il nome al disco è senz’altro la dimostrazione della capacità degli AC/DC di saper creare un capolavoro con poche parole e con ritmi semplici; pochi sanno che que- sta canzone è stata la sigla dell’edizione delle “Iene” 2008 condotta da Ilary Blasi e Fabio de Luigi. Nel Tour mondiale che ha seguito l’uscita del disco hanno contribuito grandi Star a livello mondiale come i Rolling Stones, i Led Zeppelin. C’è anche da considerare che gli AC/DC con i loro album sono stato il gruppo che ha maggiormente influenzato i Guns n’ Roses e dei D-A-D. Al giorno d’oggi posso affermare che se l’Hard Rock o l’Heavy Metal sono generi musicali così conosciuti è anche merito degli AC/DC che hanno portato dagli anni ’80 ad oggi un tipo di musica che si basa sugli eventi che accadono durante il corso della vita e sulla loro interpretazione musicale. Febbraio 2009 O www.ondanomalapilo.com Un libro per amore Elisabetta Raggio O gni sentimento è sicuramente unico, ma quanto è indescrivibile? Scopritelo confrontandovi con i libri. A chi è stufo della monotonia della quotidianità, ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti saprà portare una ventata d’aria fresca. Sperare in un imprevisto che cambi la vita a volte funziona per cambiare la realtà. E in un paesino dove il mare non si vede però c’è, può succedere di tutto, anche quello che non dovrebbe… I passionali che non si stancano mai di nuove avventure e nuove scoperte saranno attratti dallo scenario del Cile della seconda metà del ‘900; Isabel Allende ne la casa degli spiriti trasporta in una suggestiva saga tutti coloro che credono che l’amore non sia un porto tranquillo, ma una continua e instancabile corsa. Se siete delle ragazze timide e consapevoli di quanto valete, allora giocate con il destino! Tuffatevi nell’ambiguità degli opposti e della prevedibilità dell’uomo con donna per caso di Jonathan Coe. Rimarrete stupiti da come l’apparente distacco da ogni fatto, nasconda l’inespressa volontà di essere partecipi del proprio divenire! Maria, la protagonista, ha tutto, ogni opportunità le si spalanca davanti, eppure sente che le sue scelte le scivolano Dai meandri della rete... il vero ROCK! Alessia Fortino Internet… che groviglio di siti, forum, chat!! Navigando però si trovano cose molto interessanti. E se vi piace il rock, quello vero, allora ho scovato ciò che fa per voi: www.rockciclopedia.com. RockCiclopedia è un progetto molto ampio che comprende un forum, un wiki e la nuovissima TV. Il compito del wiki è quello di raccogliere, recensire e raccontare la storia del rock e delle sue derivazioni, catalogando i vari gruppi e artisti ed offrendo per ognuno una dettagliata biografia. Chiunque è libero di aggiungere informazioni, creare nuove voci o modificare quelle già esistenti, insieme lavoreremo più facilmente e collaborando condivideremo le nostre conoscenze. Al momento l'enciclopedia conta più di 150 articoli, che spaziano dalle pietre miliari del rock (Led Zeppelin, Queen, AC/DC ecc.) ad artisti più recenti, arrivando addirittura a gruppi emergenti. nd a n o ma l A AltRa Cultura fra le mani. Se c’è chi non crede più nell’amore o non c’ha mai creduto potrà ricredersi scoprendone l’invincibilità grazie a Oceano mare di Alessandro Baricco. La stravaganza dei suoi personaggi saprà insegnarvi a non fermarvi alle apparenze e a indagare la storia che si nasconde dietro ognuno. In una suggestiva locanda sul mare Bartleboom tenta di individuare sulla sabbia il punto esatto in cui l’oceano si esaurisce, la piccola Elisewin si sottopone alla cura del “bagno d’onda”, Plasson dipinge il mare con acqua salata le navi non partono, ma arrivano, e i bambini ne sanno più degli adulti, ma di questo in fondo non c’è da stupirsi! Chiunque voglia invece un amore dinamico, che sappia soddisfare le esigenze del momento e a nostra disposizione ogni volta che ne ha bisogno, può ritrovarsi nei toni ritmati del thriller di Ken Follet il codice Rebecca. Ora scegliete quale romanzo siete e se ancora non vi è venuta voglia di amare, almeno divertitevi a leggere! P.S.: Qualora non vi ritrovaste in nessun libro in particolare, siete autorizzati a immedesimarvi in tutti, perché, in fondo: “Quando si ama, non si ha alcun bisogno di capire che cosa accade, perché tutto comincia ad accadere dentro di noi” (L'alchimista, Paulo Coelho). Trovo il progetto veramente bellissimo e molto utile per chi vuole saperne di più. Il forum è invece una comunità virtuale sempre attenta al mondo della musica e pronta a confrontarsi su qualsiasi tema. Gli utenti iscritti esprimono opinioni, discutono su eventi, segnalano dischi in uscita o chiedono informazioni su strumenti musicali. C’è anche un’area dedicata agli “artisti emergenti”, uno spazio riservato ai gruppi assolutamente sconosciuti che iniziano ad affacciarsi sul panorama musicale. La nuovissima sezione TV propone ogni settimana nuove interessanti interviste. È al momento in corso un'imperdibile collaborazione con un artista alquanto particolare e molto conosciuto nel panorama romano, Richard Benson. L'artista dispensa consigli su scale e tecniche chitarristiche, annuncia album in uscita, racconta aneddoti e storie inedite, traendo tutto ciò di cui parla dal suo bagaglio musicale vastissimo. I video sono disponibili in streaming esclusivamente su tv.rockciclopedia.com. Su YouTube lo Staff pubblica solo trailer e anticipazioni. Il progetto conta su di voi! Ampliate le voci nel wiki cliccando su "modifica", in alto, ed iscrivetevi al forum per interagire con altri utenti, porre domande e scoprire interessanti affinità con altri come voi! Consiglio a tutti di darci un occhiata!! WWW.ROCKCICLOPEDIA.COM Tutta la storia del rock, scritta da voi! Due di Due Lorenzo Raffio G uido e Mario nascono in una Milano satura di smog, tetra e monotona. Fin dal primo incontro c'è una certa affinità tra i due, Guido è un ragazzo affascinante, pieno di vita e sicuro di sé. Mario, molto più introverso e riflessivo, all'inizio si appoggia all'amico, lo segue incondizionatamente, ne ammira le sfaccettature e cerca di imparare dalle sue mosse. Nasce così una profondissima amicizia fra i due giovani, che condividono pensieri, riflessioni, la crescente insofferenza verso il mondo che li circonda, le prime contestazioni giovanili. "Due di Due" è la storia dell'amicizia, della crescita, della ricerca della propria strada. Da subito cogliamo un'immagine di quello scarto doloroso tra la vita che il mondo ci impone e quella che noi vorremmo. Le strade dei due amici, ad un tratto, si separano. Guido - sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, sorprendente, che potesse rompere quella monotonia permanente alla quale era abituato - parte, gira il mondo cambiando più volte lavoro, nazione, donna. Mario invece inizierà finalmente a crescere e ad imparare a costruirsi la propria vita nel modo più estremo e concreto possibile: ristrutturando con le proprie mani un casale, lontano dalla corruzione, dall'alienazione e dallo stress. Guido va più volte a trovare Mario, riparte, ritorna, incapace di trovare la felicità e di aggrapparsi ad uno dei suoi equilibri provvisori, diventa scrittore e - dopo mille disavventure per riuscire a far pubblicare il suo primo libro - viene subito a contatto con il filtro di qualsiasi espressione genuina, sempre esasperata fino al grottesco, per renderla vendibile. Libro assolutamente consigliato, soprattutto ai vari "Guido", coscienti di essere unici ed infiniti nel loro stare al mondo e ai vari "Mario" (forse il vero eroe del racconto) ed a tutti quelli che, come lui, sanno amare gli uomini. Scattii da Matti O ndanomal A V ginnasio! Anno II - Numero 4 [email protected] Febbraio 2009 www.ondanomalapilo.com O nd a n o ma l A Scattii da Matti Relax... take it Easy 1. SORVEGLIANZA O nd a n o ma l Anno II - Numero 4 A [email protected] La Posta TRANQUILLA A Valerio del III E: vorrei tanto essere quella Chesterfield che fumi a ricreazione... sei troppo bello! *** Gilietta mia ti adoro e TI STIMO!!! 6 fantastica, tvttttttttb nn cambiare... w 2. SORVEGLIANZA ATTIVA golden! *** Nane si', ma chi dice che le Gimsi non conquisteranno il mondo? *** E noi ce ne andiamo a Londra... Non vediamo l'ora =) *** 3. SORVEGLIANZA MOLTO ATTIVA Avvista A. chiedere scusa ai C. Gossip Girl! XOXO *** Alla nanetta con i capelli color carota del IV E. Smettila di inciuciare con Giovanni che Lavinia picchia! *** A tutti i quartini frustrati...tenete duro! Gia' in 5° sarete contagiati dalla 4. SORVEGLIANZA PASSIVA febbre del pessimismo del suicidio e dei Metallica!!! METALLIKA SPAKKA!!! By ContagGiato *** Oh my GOLDEN!!! *** Al ragazzo con gli occhiali della I B, mi hanno detto che ti chiami Gianluca, vorrei parlarti 5. SORVEGLIANZA STRESSANTE ma non trovo mai l'occasione giusta. Sembri triste... perché? UNA QUARTINA... *** Ricciolo (II A), Scapigliato (III C), Appoggio (V A), Zio (IV B), le Gimsi vi venerano quasi quanto il dio Episio... *** Milhouse: ma in gita senza di te come facciamo? Ti accorgi che non possiamo vivere senza di te? E chi prendiamo in giro ora? *** S. con cuore di ferro =( [2 volte] V. *** Teso' ti adoroooo!!"Golden in our hearts 4EVA!! By -losai*** Ciao OndanomalA! Pazzerella!! *** Delirio di groupie al ginnasio!! *** "E' l'uomo per me! Fatto apposta per me! I ricci ce li ha, parla poco pero'... lui suona per meeeee! Ma cio' che amo in lui e' il ragazzo che nasconde in sé..." L'ex cinica *** Abbiamo tra noi la Perla di Labuan. Sandokan ti prego vieni a prenderla, noi non la sopportiamo piu'! *** Thanks Maria Giulia, Borchia, Ire&Alee! -Mama*** Maria II D sei la realta' dei miei sogni… <3 da Flavio *** Perché il IV D e' alto alto alto e Alessia e' piccolina... *** Prof. Casantini sposami subito! *** Frangettone yo-yo ci sei mancato durante le vacanze… Perché non ti sei fatto vedere? Qualunque cosa succeda resti sempre il nostro primo e perfetto idolo!!! *** A Squamosino: poca vacca, l’hai fatto ancora una volta! T.v.b. by nightshade *** Fra, sei il mio sole dell’avvenire!!! *** Eravamo un milione quel giorno in piazza a manifestare… Eppure io ho visto solo te! Colpo di fulmine! G. *** L., L. troppo boni! By anonime *** Adri, ti manca solo l’aureola per essere un angelo! *** Bellosong I F sei il piu' fico della succursale! *** Valente uno di noi! *** Contro il brutale tentativo di svendere il patrimonio archeologico dello Stato, FIRMIAMO TUTTI L'APPELLO CONTRO IL COMMISSARIAMENTO DELLE SOPRINTENDENZE ARCHEOLOGICHE DI ROMA E OSTIA: http://www.firmiamo.it/nocom missariosoprintendenzeromaeo stia *** Al Pistilli: professore mi dispiace... ma come teletubbies è troppo tenero!!! Dal n. 22 del IC... OndanomalA propone un nuovo importantissimo sondaggio!! VOTATE I VOSTRI PROFESSORI PREFERITI! 6. SORVEGLIANZA SCIALLA Per partecipare basta visitare il sito del giornalino, selezionare la preferenza e cliccare sul bottone per l'invio del risultato! SI RINGRAZIANO I COLLABORATORI DI QUESTO NUMERO: Ismail Ahmed, Lavinia Carpentieri, lo psicologo Marco Chimenti, Alessia Fortino, Andreas Iaccarella, Sara Manini, Isabella Tristano, Alessandro Varvaressos. Un GRAZIE speciale alla nostra vignettista di questo numero Chiara Palumbo. DIRETTORE: Elisabetta Raggio REDATTORI: Giorgia Fanari Lorenzo Raffio Chiara Borrelli Armando Pitocco Luca Davoli Valeria Tiburzi IMPAGINAZIONE: Lorenzo Raffio