MONO PUGLIA 1-51.qxp

Transcript

MONO PUGLIA 1-51.qxp
CINA
ZHEJIANG
TESTO E FOTO DI ALFONSO LUCIFREDI
Le grandi vie d’acqua della
ACQUA CHE PLASMA IL TERRITORIO E LA VITA DEI VILLAGGI, ACQUA CHE
SCORRE LUNGO PICCOLI CANALI E GRANDI FIUMI, ACQUA CHE SEGNA IL PROFILO
DELLE CITTÀ E CHE SCANDISCE LE GIORNATE DEGLI UOMINI: QUESTO
È LO ZHEJIANG, LA REGIONE DELL’IMPERO CELESTE LEGATA PIÙ DI OGNI ALTRA
ALL’ELEMENTO DELLA VITA
96 - TREKKING&Outdoor - marzo 2013
Cina
N
ell’estate 2011, per oltre due mesi, ho avuto la fortuna di
vagare in lungo e in largo per le terre dello Zhejiang, magica regione della Cina centro-orientale che mi ha narrato
vicende di imperatori e condottieri, di esploratori e monaci buddisti, di leggende e storie d’amore da sempre legate all’elemento comune dell’acqua, che qui ha modellato il paesaggio e ha condizionato la vita di uomini e donne per oltre due millenni.
In apertura: l’incredibile
atmosfera del lago
Occidentale di
Hangzhou.
In lontananza si
distingue la sagoma
slanciata della pagoda
di Baochu, una delle
tante costruzioni
religiose erette lungo le
sue sponde.
Che sia estate o inverno, mattina o sera, ad
Hangzhou il cielo è perennemente grigio. L’aria
non è mai tersa, l’umidità è intensa e impregna
il respiro, i vestiti, a volte anche i pensieri. I colori della natura sono tenui, sfumati, talvolta
cupi. Eppure è proprio questo suo aspetto misterioso a renderla una delle città più affascinanti e romantiche di tutta la Terra di Mezzo.
MARCO POLO
E IL LAGO DELLE LEGGENDE
Nella capitale di una regione dominata dal reticolato di mille canali e da fiumi di portata maestosa, è un lago a ricoprire, inaspettatamente, il
ruolo di protagonista: lo Xi Hu (Lago Occidentale), sulle cui sponde anche il grande Marco
Polo si fermò in contemplazione, rappresenta
il cuore antico di una metropoli moderna. Qui
è stata eretta una delle poche statue al mondo
del viaggiatore veneziano, che definì
Hangzhou “la più nobile e bella città al mon-
do”, e non senza motivo: boschi di salici, distese di piante di loto e maestose pagode arroccate tra i boschi che rivestono le sponde hanno
fatto da sfondo a tante leggende della tradizione popolare cinese ed hanno ispirato decine di
poeti ed artisti. La bellezza dello specchio d’acqua è tale che persino l’Imperatore Qianlong,
verso la metà del XVIII secolo, ne fece creare
una replica più piccola di fronte al suo Palazzo
d’Estate, a Pechino, per poterne rivivere la magica atmosfera.
Ai giorni nostri le rive del Lago Occidentale attraggono milioni di visitatori ogni anno e sono
state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011. In estate, decine di migliaia di escursionisti si avventurano sui sentieri che conducono alle pagode e ai templi immersi nei boschi attorno allo specchio d’acqua
o lungo il suo periplo, percorribile a piedi in
poche ore, ma dove tante sono le soste obbligate, a cominciare dalla Pagoda di Leifeng o
Sulla doppia pagina, in
senso orario:
la forte umidità dell’aria
crea una costante
foschia che rende
magica e misteriosa
l’atmosfera del lago
Occidentale; l’incontro,
secondo la storia
tradizionale, tra Xu Xian
e Bai Suzhen, avvenne
in un giorno di pioggia.
Al loro fianco Xiao Qing,
la ragazza Serpente
Nero, sorella di lei;
riti taoisti sulle alture di
Hangzhou; architetture
tradizionali si
specchiano nelle acque
dei canali di Jiaxing;
lungo le sponde del
South Lake, sempre a
Jiaxing, si incontrano
tante opere d’arte che
rievocano gli eventi
storici della città.
In alto c’è il Paradiso, in
«
basso Hangzhou e Suzhou.
Matteo Ricci, missionario e
sinologo italiano del ‘500
»
98 - TREKKING&Outdoor - marzo 2013
✓
“delle Sei Armonie”: questa struttura imponente, ricostruita nel Novecento dopo il collasso del tempio originario del X secolo, è legata
alla figura di Bai Suzhen, la ragazza “Serpente
Bianco” protagonista di poemi e spettacoli teatrali che, secondo la leggenda, venne qui imprigionata. Nello spazio di poche centinaia di
metri, lungo le sponde dello Xi Hu, le vicende
della Cina antica e moderna si intrecciano: sulla costa meridionale del lago si incontrano infatti la tomba di Yue Fei, condottiero medievale simbolo per i cinesi della resistenza agli invasori stranieri, e, a breve distanza, una lussuosa
villa in stile Liberty, residenza di Chiang KaiShek prima del suo esilio a Taiwan. Ed è impossibile non fermarsi lungo la riva ad assaporare l’atmosfera romantica dei luoghi panoramici, dai nomi così suggestivi, così cinesi: “La
luna d’autunno sul placido lago”, “Gli orioli in
canto tra i salici”, “La neve che si scioglie sul
ponte rotto”, “I tre stagni che riflettono la luna”; quest’ultimo è forse il più singolare di
tutti, trattandosi di un isolotto che racchiude
al suo interno, sorprendentemente, altri tre
piccoli laghi!
il granDe canale
Ad Hangzhou le acque
non solo modellano il
paesaggio, ma hanno
anche importanza
commerciale: il Grande
Canale, il più esteso
corso d’acqua artificiale
al mondo, ha origine
proprio da qui, e si
estende per oltre 1800
chilometri fino a
raggiungere la “Capitale
del Nord”, Pechino.
Venne iniziato nel 486
a.C., quindi prima
ancora della fondazione
di Roma, e fu terminato
mille anni dopo. Si stima
che milioni di cinesi
abbiano partecipato ai
lavori di realizzazione, e
non raramente vi
perirono. Interseca
cinque dei più
importanti fiumi della
Cina, tra cui il gigantesco
Yangze o Fiume Azzurro,
ed ancora oggi
costituisce un’importante
arteria di trasporto
merci su acqua.
TREKKING&Outdoor - marzo 2013 - 99
Su questa pagina,
in senso orario:
il maestoso altorilievo in
legno sulla vita del
bodhisattva Guanyin,
custodito nel tempio di
Lingyin; la più grande
statua di Buddha di tutta
la regione dello Zhejiang,
sempre a Lingyin; antiche
statue scolpite nella
roccia sul fianco del monte Felai Feng; tantissimi
musicisti professionisti,
di strada o semplici
appassionati, si esibiscono
ogni giorno lungo le sponde del lago Occidentale.
UN’OASI
DI SPIRITUALITÀ
A pochi chilometri dalle rive del lago, arroccato su una successione di colline si trova
Lingyin, il Tempio del Ritiro Spirituale,
uno dei più importanti monasteri buddisti
di tutta la Cina; risalente al IV secolo d.C.,
venne fondato dal monaco Hui Li, arrivato
fin qui dalla remota India.
Lingyin custodisce nei suoi padiglioni un
gran numero di statue monumentali, tra cui
primeggia un Buddha di 26 metri con alle
spalle un maestoso altorilievo in legno, costituito da centinaia di figure che raccontano la storia del Bodhisattva della Misericor-
100 - TREKKING&Outdoor - marzo 2013
Hangzhou: “non c’è
«
al mondo città uguale, che
vi offra tali delizie così
che uno si crede in
paradiso”.
Marco Polo, Il Milione
»
dia Guanyin. Il complesso è stato eretto ai
piedi del monte Feilai Feng. Questo nome
deriva da una leggenda secondo cui Hui Li,
giunto nelle terre cinesi, alla vista della collina affermò che questa avesse le stesse sembianze di quella di Gridhrakuta in India, celebre per essere stata visitata da Buddha in
persona.
Secondo il fondatore del tempio si trattava
della stessa montagna e, a riprova di questa
sua convinzione, dichiarò che il Gridhrakuta fosse notoriamente abitato da due scimmie, una bianca e una nera.
Poco tempo dopo queste vennero effettivamente trovate all’interno di una grotta sulla
collina, che da quel momento venne ribattezzata Feilai Feng, ovvero “il monte arrivato in volo”.
Oggi Feilai Feng è popolata da statue di
Buddha scavate nella roccia, alcune all’interno di grotte, altre sul fianco della montagna. Chi è felice di una vita semplice, sarà felice per sempre, dichiara una delle tante incisioni sulla pietra che si incontrano lungo il
cammino: una filosofia di vita che per millenni è appartenuta al popolo cinese, e che
sembra ancora rivivere in questo rifugio spirituale.
Fin dalle prime ore del mattino, infatti, un
silenzioso esercito di fedeli popola il tempio, inginocchiandosi al cospetto delle figure sacre, agitando bastoncini di incenso,
toccando lungo il cammino le iscrizioni beneauguranti: un’atmosfera carica di profondo misticismo che si rivela una sorpresa inaspettata per gli occidentali, che qui arrivano
ancora spaesati dallo sfrenato consumismo
di metropoli moderne come Shanghai o
Hong Kong.
✓
Bai Suzhen,
la ragazza
Serpente
La leggenda di Bai
Suzhen, una ragazza di
origine divina che decide
di rinunciare ai suoi
poteri per vivere una
storia d’amore col
mortale Xu Xian, è
interamente ambientata
lungo le sponde del Lago
Occidentale di Hangzhou.
Da questo racconto
tradizionale sono stati
tratti libri, poesie e
spettacoli teatrali, tra cui
il musical A love of a
thousand years, una
maestosa produzione che
da anni coinvolge
centinaia di cantanti,
attori e ballerini che si
esibiscono su scenografie
imponenti che prevedono
una platea mobile in
grado di aprirsi a metà
per far spazio a danzatrici
volanti, palchi secondari
ai lati, cannoni e cavalli,
laghi e perfino cascate
d’acqua in un’esplosione
di luci, balli, colori e
musica mai vista in uno
spettacolo occidentale,
attirando migliaia di
spettatori ad ogni
esibizione.
TREKKING&Outdoor - marzo 2013 - 101
✓
l’onDa
controcorrente
Del Qiantang
Si chiamano in termine
tecnico “mascheretti” e
sono periodiche onde di
marea che risalgono
controcorrente il corso
dei fiumi. La loro
massima espressione a
livello mondiale si
verifica alla foce del
fiume Qiantang, ad
Hangzhou, dove ogni
anno a settembre una
folla oceanica di turisti e
curiosi si riunisce lungo
le sue sponde per
assistere all’incredibile
fenomeno, che qui
raggiunge proporzioni
sorprendenti, con onde
che raggiungono svariati
metri di altezza. Una
curiosità: da alcuni anni
le autorità cinesi
autorizzano surfisti
professionisti
provenienti da tutto il
mondo a cavalcarle,
forse per ragioni
pubblicitarie.
notizie Utili
COME ARRIVARE
Hangzhou, capitale dello Zhejiang, è servita
✓dall’aeroporto
internazionale Xiaoshan, uno
dei principali nodi del traffico aereo della
Cina, a circa 30 minuti di bus o taxi dal
centro città.
In alternativa la città è raggiungibile tramite
treno veloce da Shanghai in circa due ore. In
questo caso, trattandosi di una linea molto
trafficata, è necessario acquistare il biglietto
con almeno un giorno d’anticipo.
Le città sull’acqua Xitang e Wuzhen sono
raggiungibili tramite corriera dalle città di
Hangzhou, Shanghai o Jiaxing a prezzi
contenuti (mediamente 60 yuan, circa 7 euro).
NUMERI UTILI
Aeroporto internazionale Hangzhou/Xiaoshan
✓www.hzairport.com/en
Ufficio del turismo di Hangzhou
✓www.gotohz.com
Xitang e Wuzhen
✓www.xitang.com.cn/en
www.wuzhen.com.cn/english
Agorà in viaggio
Diario di viaggio dell’autore
www.agorainviaggio.wordpress.com
✓
Nella pagina
precedente, in alto:
la statua di Marco Polo
ad Hangzhou, uno dei
tanti segni di
ammirazione nei
confronti del viaggiatore
veneziano che si
possono incontrare
nella città; una scena
tratta dallo spettacolo
teatrale “A love of a
thousand years”.
WUZHEN E XITANG,
VILLAGGI SULL’ACQUA
Il forte ma sorprendentemente equilibrato
contrasto tra modernità e tradizione non vive
solo ad Hangzhou ma in tanti altri centri della
regione come Ningbo e Jiaxing, metropoli da
milioni di abitanti che tuttavia conservano
molte “isole felici” che sanno di antico, come i
grandi parchi cittadini, le pagode o i templi
buddisti e taoisti. È però nei piccoli villaggi sull’acqua dello Zhejiang che si riscopre un mondo arcaico, una Cina che ormai sta scomparendo, quella delle stradine illuminate da lanterne
rosse, dell’acre profumo dei cibi piccanti che
impregna l’aria, delle casette costruite a ridosso
dei canali dove solo le piccole barche tradizionali si avventurano. Tra questi Wuzhen, dalla
popolazione di soli diecimila abitanti che vivono ancora nelle antiche costruzioni di legno, è
meta obbligata. Il titolo di “Venezia d’Oriente”
102 - TREKKING&Outdoor - marzo 2013
che le è stato attribuito è tutt’altro che generoso, dato che un’escursione a piedi tra gli stretti
viottoli e gli alti ponti di pietra richiede una
giornata di cammino e mille soste: dalla casa
dove visse per anni il grande scrittore novecentesco Mao Dun, ora esposizione permanente
sulla sua vita e opere, a un piccolo museo sugli
usi e costumi tradizionali, con interni d’epoca e
riproduzioni di ambienti familiari appartenenti
a un mondo che non esiste più, alla Kung Fu
boat, una chiatta attraccata in un’insenatura dove alcuni anziani maestri presentano ad ogni
ora uno spettacolo dimostrativo su questa arte
marziale, fino ad arrivare ad un’antica distilleria
di huangjiu, il tradizionale liquore di riso, conservata perfettamente con tanto di strumentazioni d’epoca.
Ad est di Hangzhou si incontra Xitang, un altro villaggio tradizionale sull’acqua, ancora più
affascinante perché quasi sconosciuto ai turisti
occidentali. Quasi, perché, purtroppo o per fortuna, alcuni anni fa le cineprese di Hollywood
sono arrivate fin qui, portandone la fama al di
fuori dei confini cinesi. Il fascino discreto di
una cittadina medievale, costruita tra le intersezioni di nove antichi canali che creano un vero
e proprio dedalo di strade sull’acqua, non sarebbe potuto restare in eterno un segreto custodito dai soli cinesi. Ma se il turismo e la globalizzazione, oltre a negozietti di souvenir e bar
karaoke, hanno portato anche notorietà e ricchezza, forse questo non è un male assoluto: il
desiderio da esprimere, come fanno i bambini
di Xitang quando, di sera, adagiano le loro lanterne luminose a navigare sui canali, è che ci sia
un equilibrio, che la modernizzazione porti felicità e benessere, ma che le tradizioni e le meraviglie di una terra millenaria rimangano immutate e mantengano gli stessi ritmi lenti, da
sempre scanditi dalle sue grandi vie d’acqua.
Sulla doppia pagina, in
senso orario:
scene di vita quotidiana
a Longjing, nel sud di
Hangzhou, area celebre
per la produzione
dell’omonima varietà di
tè; il “Moon River”, che
adorna lo splendido
centro storico di Jiaxing;
un’esibizione dei
maestri della “Kung Fu
Boat”, a Wuzhen;
uno scorcio dell’antico
villaggio di Xitang.
TREKKING&Outdoor - marzo 2013 - 103