8 dicembre di sangue sulle strade

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8 dicembre di sangue sulle strade
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La nuova inchiesta
La Bce taglia i tassi
Borse giù
vertice Ue
d’emergenza
alle pagine 4 e 5
di GIANNI CERASUOLO
COME è morto Denis Bergamini? Un suicidio come
ben due sentenze hanno
stabilito oppure un omicidio? Lo sappiamo: non sono
domande nuove, anzi sono
quesiti vecchissimi, subito
E l’autista dell’incidente è vivo
Il presidente Sarkozy
FRANCESCO MOLLO alle pagine 8 e 9
www.ilquotidianodellacalabria.it
Non si può
far finta
di niente
Caso Bergamini
quei misteri
legati al camion
Il presidente Sarkozy
«Ultima chance»
Venerdì 9 dicembre 2011
continua a pagina 17
Denis Bergamini
Due terribili incidenti a Cerchiara e a Lamezia Terme. Tre feriti in un altro scontro a Gallico
8 dicembre di sangue sulle strade
Un’infermiera e un giovane perdono la vita: lei tornava e lui andava al lavoro
Nello sport
Hinterreggio beffato
Poker Valle Grecanica
È super Liomatic Viola
Vince di 30 a Giugliano
Maria Altieri e Salvatore Pileggi
IMMACOLATA di sangue
sulle strade. Due persone sono morte e altre tre sono rimaste ferite in tre diversi incidenti a Cerchiara, Lamezia Terme
e Gallico. Vittime una giovane
infermiera che tornava dal
turno di notte e un giovane
che stava andando a lavorare
in un call center.
MAURELLA e RETTURA
a pagina 6
Il gesto
di protesta
inscenato
dai
calciatori
dell’Interpiana
sul campo
del
Palazzolo
Un aereo Alitalia sulla pista
Voli tagliati da Alitalia
da Reggio parte la protesta
Interviene il presidente della Provincia
da pagina 47 a pagina 57
a pagina 11
Partenza all’alba, spuntino
e vittoria: odissea Interpiana
Monsignor
Bregantini
un segnale
sulla crisi arrivi
anche dalla Cei
di TONINO PERNA
CARO Monsignor Bregantini, le scrivo dopo
aver ascoltato il suo intervento sui mass media
in qualità di responsabile
della Pastorale sociale
della Cei (Conferenza
Episcopale Italiana). Lei,
dopo aver dato un giudizio complessivamente
positivo sul decreto “salva Italia” del governo
Monti, ha posto la questione dell’equità, indicando in una maggiore
imposizione fiscale dei
redditi più alti una misura necessaria per una
maggiore giustizia nella
ripartizione dei sacrifici.
Da questa sua richiesta
di maggiore equità trae
spunto questa lettera.
Come Lei ben sa viviacontinua a pagina 17
Continua la polemica dopo l’attacco a Benigni. E il Pdci prepara una manifestazione aperta a tutti
Sombrero
Regali
COSA donare ai bambini
per Natale? L’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù consiglia di regalare
loro emozioni. E qui già
state per acchiappare dagli espositori il nuovo decoder Sky o l’ultima playstation, ma..fermi! Continuano così: “Non oggetti, ma qualcosa che
possa portare con sé emozioni, competenze e relazioni dalla persistenza
duratura”. Come portarli
a fare una visita, un viaggio. Dare loro tempo,
pensieri, attenzione. Forse, crisi o non crisi, preferivate cavarvela coi soldi.
Invece queste sono cose
che non si possono comprare. E che forse non ricordiamo più come si fa.
Frasi antisemite, interviene il presidente Scopelliti
ANCORA polemica dopo l’attacco dell’assessore Tuccio a
Benigni e agli ebrei. Scopelliti
ha invitato a stemperare i toni. E il Pdci prepara una manifestazione.
CATERINA TRIPODI
a pagina 19
Il latitante
Torino
una spiata
per aiutare
Demasi
G. VERDUCI a pagina 29
11209
9
771128
022007
E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro
ANNO 17 - N. 339 - € 1,20
8 Primo piano
Venerdì 9 dicembre 2011
Primo piano 9
Venerdì 9 dicembre 2011
Ma l’inchiesta di Castrovillari rischia di impantanarsi
IL CASO BERGAMINI
«Perché il corpo intatto?»
La famiglia non si arrende
La tragica fine del calciatore
del Cosenza e la nuova inchiesta
Denis e i misteri
di quel camion
Il giallo del suicidio, le testimonianze dubbie, un clan in ascesa
E l’autotrasportatore Pisano. Che sta a Rosarno ed è vivo...
di FRANCESCO MOLLO
abbandona la squadra. E comincia il al Km 401, in uno spiazzo posto sulla destra. Quivi hanno conversato
mistero.
Michele Padovano, suo compa- sino alle ore 19 e 15 circa, e l'oggetto
gno di stanza, racconta che Denis ri- della conversazione, secondo l'ascevette una telefonata verso le 15 e sunto reso dalla I. (Internò) Isabella,
30 che lo «turbò moltissimo». Il cen- aveva come oggetto la sua partenza
trocampista Sergio Galeazzi ricor- dall'Italia, tanto che ebbe a dirle di
da di averlo visto uscire dalla sala tornarsene a Cosenza con la sua auprima che il film iniziasse, dunque to, mentre egli avrebbe chiesto l'autostop fino a Taranto. La ragazza gli
verso le 16.
Il resto della storia “ufficiale” è af- raccomandava di desistere, anche
in considerazione
fidata al rapporto
che pioveva e era
del brigadiere dei
buio, ma Bergamicarabinieri Franni usciva dall'auto
cesco Barbuscio
senza indossare il
della stazione di
giubbotto, nonoRoseto Capo Spulistante la pioggia, e
co, che il giorno
portandosi sul cisuccessivo conseglio della strada acgna al procuratore
cennava l'autostop
dell'epoca, Ottavio
a due vetture in
Abbate
(attuale
transito, chenon si
presidente del trifermavano. La rabunale di Castrogazza, a quel punvillari) il rapporto
to, richiamava il
con i rilievi dell'inBergamini convincidente e le dichiacendolo a desistere
razioni dei due tee tornare a Cosenstimoni oculari: la
za, quando in quelex fidanzata e il ca- Raffaele Pisano al tempo dei
la circostanza la
mionista che lo in- processi: due assoluzioni per lui
Statale 106, con diveste. Isabella Inrezione Taranto,
ternò, la sua ex raveniva
percorsa
gazza, sottoscrive
dall'autocarro Fiat
che «alle ore 16
180 condotto da PiBergamini le avesano Raffaele, il
va telefonato chiequale aveva visto
dendole di uscire
l'auto parcata fuori
perché doveva dirstrada e una persole delle cose imporna che vi stava datanti. E subito dovanti. Appena il pepo con la sua auto,
sante
autocarro
avendo la ragazza
era giunto in corriacconsentito, staspondenza della
va sotto la sua abiMaserati, Bergatazione di Rende.
mini
repentinaQui le aveva chiesto di essere accompagnato a Taran- mente si è lanciato buttandosi sotto
to perché doveva imbarcarsi doven- la ruota anteriore del mezzo trascinandolo in avanti. Mentre il condudo lasciare l'Italia».
«Alle ore 17 e 30 - aggiunge Bar- cente del camion arrestava la marbuscio - i due venivano fermati al po- cia, la ragazza metteva in moto la
sto di blocco, capeggiato dallo scri- Maserati e raggiungeva il mezzo
vente, per poi proseguire e fermarsi credendo di trovare in vita il Bergaa circa 4 km da Roseto, esattamente mini e prestargli soccorso; la stessa
Lo scenario
di quegli anni
tra sospetti
di scommesse
e droga
|
18
novembre
1989,
statale 106
Jonica:
il corpo di
Bergamini
davanti
al camion
Fiat
guidato
da
Raffaele
Pisano.
Accanto al
titolo: Denis
Bergamini,
centrocampista
del
Cosenza
cosa veniva pensata dal conducente
Pisano Raffaele, che arrestato il
mezzo, manovrava in retromarcia
per circa 50 centimetri, ma entrambi non hanno potuto fare altro che
constatare la morte per schiacciamento del bacino. Appena arrestato
il camion, manovrava in retromarcia credendo di poterlo salvare,
quando veniva raggiunto dalla ragazza, la quale ebbe a dirgli: «E' il
mio ragazzo. Si è voluto suicidare».
Dopo di ciò la ragazza con un mezzo
di passaggio si era portata a Roseto
Capo Spulico Marina (nel bar di Mario Infantino per telefonare) mentre
il conducente ha atteso l'arrivo dei
carabinieri, mettendosi completamente a disposizione della giustizia».
Una versione dei fatti che, sebbene
con qualche importante variazione
nella dinamica, è stata convalidata
dai processi di primo e secondo grado per omicidio colposo a carico di
Pisano, infine assolto. La famiglia
Bergamini non ha mai creduto a
quella versione.
La nuova inchiesta aperta a Castrovillari dal procuratore Franco
Giacomantonio sulla base di un corposo dossier prodotto dall'avvocato
diFerrara EugenioGalleranipunta
a dimostrare che in realtà si trattò di
omicidio volontario. Ma è impresa
IL RETROSCENA
ardua poiché molti dei possibili testimoni sono ormai morti - come il
factotum e il magazziniere del Cosenza Domenico “Mimmolino” Corrente e Alfredo Rende, deceduti alcuni mesi dopo Denis sulla stessa
strada 106 - osolo ritenuti morti, come il camionista.
Raffaele Pisano, infatti, viene dato per morto da ormai molti anni. In
realtà è vivo. Abita ancora nella sua
casa di Rosarno. Dal 2000 è un pensionato che incassa l'assegno dell'Inps presso l'ufficio postale di Palmi. La leggenda della sua morte si è
alimentata grazie alle numerose
omonimie: esistono almeno altri
due Raffaele Pisano a Rosarno, uno
dei quali appunto morto circa dodici
anni fa.
Nella nuova indagine riaperta
dalla procura di Castrovillari, Raffaele Pisano potrebbe figurare solo
come testimone oculare, semmai si
presenterà. La sua posizione giuridica di imputato assolto in via definitiva lo protegge da ogni ulteriore
incriminazione anche se lui stesso
ammettesse di aver ucciso Denis volontariamente. Cambierebbero invece le cose se le sue parole facessero
luce sullo scenario fosco che c'era
dietro quell'omicidio, sul movente e
sul mandante. Ma difficilmente parlerà.
|
Il figlio Bruno coinvolto nell’ operazione “Crimine”
Il pm ha chiesto per lui dieci anni. Il padre fu assolto due volte per l’incidente dell’89
CASTROVILLARI - Ma chi è Raffaele Pisano,
oltre che l'autotrasportatore che quel pomeriggio del 18 novembre 1989 era alla guida
del camion rosso che sulla strada statale 106
jonica si imbatte nell corpo di Denis Bergamini, il centrocampista del Cosenza la cui
morte resta ancora un mistero?
Nato nel 1938, Raffaele Pisano appartiene
al ramo dei Pisano di Rosarno che alla fine degli anni Ottanta è “pulito”, incensurato,
mentre l'altro ramo, quello dei “Diavoli”, è
già «attenzionato» dalla procura di Reggio
Calabria. E rimane esente da condanne per
tutta la vita: quando arrivano i carabinieri
della stazione di Roseto Capo Spulico sul luogo dove si trova il corpo di Denis, dichiara -
come fa l'altra testimone, Isabella Internò, di
Rende - che il calciatore si è gettato improvvisamente sotto le ruote del camion, e si mette «a disposizione della giustizia» come recita
il verbale del brigadiere Francesco Barbuscio.
La procura di Castrovillari chiese l'imputazione di Pisano con l'accusa di omicidio colposo per essere stato negligente alla guida;
ma il pretore di Trebisacce prima e la corte di
appello di Catanzaro, nel giugno 1992, lo assolsero perché ritennero plausibile la versione del suicidio raccontata dai due testimoni:
il tribunale di secondo grado ha stabilito che
il camionista nulla ha potuto fare per evitare
che Denis si buttasse sotto il mezzo con la pre-
cisa volontà di suicidarsi.
Ma il ramo dei Pisano al quale appartiene
Raffaele, oggi non è più quello di una volta:
ora annovera il trentatreenne Bruno Pisano il figlio - residente a un numero civico di distanza da quello del padre - che, secondo gli
inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, è alle “dipendenze
del capo dei capi della 'ndrangheta “don Mico
(Domenico) Oppedisano”. E in virtù della sua
presunta attività criminale è stato coinvolto
nell'operazione “Crimine”, insieme allo zio
della moglie Michele Marasco. Per Bruno Pisano il pubblico ministero ha chiesto 10 anni
di reclusione; la sentenza a fine dicembre.
f. mo.
|
IL CAMION
|
Il Fiat Iveco
nel 2007
è stato
rottamato
CASTROVILLARI- Il camion a quattro assi FiatIveco 180 NC, rosso, targato RC-307921 che il pomeriggio del 18 novembre 1989 travolge il corpo
di Donato Bergamini, è
un orgoglio del gruppo
automobilistico torinese.
Un mezzo indistruttibile
che, dal '74 (quello di Pisano è almeno del '75, visto
che porta lo stemma della
Iveco) macina chilometri
e infinite tonnellate di carico grazie ai suoi 9 metri
per 2,50 e alla portata di
130 quintali. Chi ha la fortuna di potersene permettere uno, non lo abbandona per tutta la vita; e il
prezzo dell'usato è sempre alto.
Ma tre mesi dopo la tragica fine del centrocampista del Cosenza il mezzo libero da seri vincoli giudiziari, se no la pura consegna al proprietario
“con facoltà d'uso” - è già
in circolazione, con nuova
targa, a trasportare cipolle rosse di Tropea. Ma nel
marzo del 1990, il camion
viene venduto e ritargato,
per cambio di provincia,
con la sigla VV.
Nel 2007 il mezzo è stato
consegnato dal nuovo
proprietario a una ditta di
autodemolizioni per la definitiva distruzione. Perciò, per le simulazioni di
dinamica, i Ris di Messina
dovranno accontentarsi
di un altro esemplare di
Iveco 180. Peccato: con l'originale le prove sarebbero state più rigorose; sarebbero state uniche.
f. mo.
Il padre e la sorella di Bergamini (al centro) durante il “Bergamini Day”
tamente, l'ex fidanzata; ma le scarpe
di Denis, e le ruote della Maserati sono pulite nonostante la sosta nella
piazzola fangosa a margine della
statale.
E, infine, gli orari: un'ora e mezza
per percorrere il tratto Rende-Roseto e due ore di discussione in macchina fanno le 19 e 30 verbalizzate
da Barbuscio; ovvero buio pesto, a
novembre. Mentre il barista Mario
Infatino - dove lsabella Internò accompagnata da un uomo (mai identificato) va a telefonare al tecnico
Roberto Ranzani, al calciatore
Francesco Marino, e alla propria
madre (mai interrogata) - dichiara:
«era ancora giorno, fuori si vedeva…bene».
Questi aspetti, insieme all'incongruenza dei racconti dei testimoni;
le discrepanze negli orari e nelle dinamiche appurate con la prima inchiesta, sono l'oggetto esclusivo
dell'indagine ora in corso a Castrovillari.
Ma solo dopo l'esito dei rilievi
scientifici, l'ufficio ddella Procura
guidata da Franco Giacomantonio
potrà sciogliere la riserva è dire sì,
di omicidio si è trattato e non di suicidio. E già questo non è affatto
scontato né facile, come tengono
sempre a precisare il magistrato e il
suo sostituto Larissa Catella, che
hanno tempo un anno dall'apertura
dell'inchiesta. E già è passato mezzo.
Una volta accertato l’eventuale
omicidio, resterà poi da stabilire il
come, il quando, il dove, il chi e il perché. Insomma: tutto. Per gli inquirenti non c'è posto per le ipotesi
giornalistiche, gli scenari e le indiscrezioni.; La morte di Denis Bergamini rischia così di rimanere un mistero per sempre.
f. mo.
Ministoria di un cartello vincente
Gli altri Pisano
la cosca che conta
CASTROVILLARI - I Pisano di Rosarno, negli anni Ottanta e Novanta, nella geografia criminale internazionale
sono ritenuti «gente d'onore e di rispetto», per niente inferiori alle famiglie con le quali oggi il cartello di Rosarno è più conosciuto: i Pesce-Bellocco-Ascone. La Commissione parlamentare antimafia, nella relazione
sulla situazione della criminalità in
Calabria, appena istituita, in riferimento alla cosca Pesce-Pisano scriveva: «Nel circondario di Palmi, la criminalità organizzata ha conquistato
il dominio quasi assoluto del territorio, impadronendosi di tutte le strutture economiche e sociali e condizionando le istituzioni».
E tra i Pisano, all'epoca, un nome su
tutti: Salvatore Pisano, nato a Rosarno nel 1948, dove vive (nella stessa via
in cui abita Raffaele Pisano, di fronte), figlio di Bruno Pisano (classe 1928)
considerato capostipite
dei “Diavoli” di Rosarno.
Brunoi viene arrestato nel
1983 insieme all'altro figlio Domenico e al boss di
Cosenza Antonio Sena, in
una maxioperazione che
fa luce su trentuno omicidi, quattro sequestri di
persona, sulla strage di
contrada Razza, dell'aprile '77 (morirono due carabinieri e due mafiosi) e
sull'omicidio dell'esponente comunista di Rosarno, Giuseppe Valarioti,
inviso ai boss per la sua aperta critica
agli affari della 'ndrangheta nella
Piana di Gioia Tauro. Quella volta Salvatore e l'altro fratello Francesco
sfuggono ai carabinieri della Legione
Calabria comandati dal colonnello
Biagio Buono.
Negli anni seguenti è infatti Salvatore che si guadagna il ruolo di capo
dell'omonima consorteria mafiosa diventata negli anni Ottanta e Novanta
la massima organizzazione per il traffico internazionale di stupefacenti,
che fa affari con i palermitani e con i
pugliesi e che usa la statale jonica 106
come corridoio privilegiato per lo
scambio di droga e armi con la neonata Sacra corona unita, come racconterà in tanti processi e alla commissione
parlamentare antimafia il collaboratore di giustizia ed 'ex boss di Trani,
Salvatore Annacondia.
I Pisano, che con i Pesce, i Bellocco e
gli Ascone hanno formato un locale di
'ndrangheta unico, dall'89 al '91 sono
stati al centro della storica indagine
del procuratore di Palmi Agostino
Cordova sul controllo mafioso dal comune di Rosarno e i voti di scambio
con alcuni esponenti calabresi del
Partito socialista italiano ai quali procurano fiumi di preferenza. E tra questi ci sarebbero stati noti parlamentari dell'hinterland cosentino .
Oggi i Pisano sono di nuovo al centro dell'attenzione della magistratura. Nel decreto di
fermo di indiziato di delitto
della Dda di Reggio, relativo
all'operazione “Crimine”,
col numero 121, figura anche un Pisano Bruno, nato a
Rosarno nel 1978. Nel processo, che si sta celebrando a
Reggio, figura fra i 38 imputati, che hanno scelto il rito
ordinario. Per lui il pubblico
ministero ha chiesto 10 anni
di reclusione.
Non è da confondere con Bruno Pisano classe '83 (unico figlio maschio
di Salvatore Pisano) che risulterebbe
ancora di “minore” levatura criminale. Il Bruno Pisano di “Crimine” è, come abbiamo visto, il figlio (terzogenito e unico maschio) di Raffaele Pisano, l'autotrasportatore incensurato
che il 18 novembre 1989 passava da
Roseto Capo Spulico - nonostante l'autostrada esistesse già - con un camion
carico di mandarini diretti al mercato
ortofrutticolo di Milano, e che investì
un calciatore del Cosenza col desiderio inconfessato di gettarsi a pesce
sotto le ruote di un mezzo pesante.
f. mo.
Tante
omonimie
e parentele
nella Piana
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CASTROVILLARI- Èil grandegiallo del calcio italiano. E la domanda
che da ventidue anni tormenta i familiari e i tifosi del Cosenza calcio:
chi ha voluto Donato Bergamini
morto? E soprattutto: perché? Una
domanda che, nonostante tutti questi anni e la nuova inchiesta aperta
dalla procura di Castrovillari, rischia di rimanere nel mistero, perché troppi sono gli aspetti oscuri,
troppe le versioni che non quadrano, troppe le coincidenze. E troppo
fosco è il mondo che fa da sfondo a
questa vicenda.
Maoggi daqueltragico episodioe
da quel passato qualcosa riaffiora.
Un qualcosa che potrebbe dare un
nuovo impulso alle indagini: il camionista Raffaele Pisano, dimenticato da tutti al punto da essere considerato morto, l’autotrasportatore
che avrebbe involontariamente investito Bergamini, che aveva deciso
di uccidersi, l’uomo uscito due volte
assolto dai precedenti processi per
omicidio colposo.
Facciamo un passo indietro. È
una Cosenza, quella della metà degli
anni Ottanta, nell'aspetto più grigia
di quella attuale, ma nella sostanza
più scintillante, più allegra; con i
suoicommercianti, isuoi piccoliburocrati, i suoi politici e il calcio. Su
tutto la sua piccola criminalità organizzata, subalterna alle potenti
organizzazioni del reggino e del cirotano. In questa Cosenza arriva,
nel 1985, Donato Bergamini, detto
Denis, il centrocampista di Boccaleone d'Argenta (Ferrara), in tempo
per vivere la stagione d'oro del club
dei Lupi che con le nuove risorse finanziarie procurate da Giuseppe
Carratelli, prima, e Antonio Serra
poi, come presidenti, si può permettere allenatori come Gianni Di Marzio e Bruno Giorgi e calciatori (portati dal direttore sportivo Roberto
Ranzani) del calibro di Alberto Urban e Michele Padovano (quel Padovano poi passato al Napoli, al Genoa
e alla Juve che verrà - ma anche questa è forse un pura coincidenza - accusato di traffico internazionale di
stupefacenti).
Sulla brillante ascesa della squadra (in serie B) aleggia l'ombra delle
partite combinate e della droga. Voci che, si badi, non si sono mai concretizzate in fatti o episodi specifici.
Ma la stessa famiglia del povero Denis ora è pronta a tutte le ipotesi, pur
di arrivarealla verità:anche asostenere, eventualmente, che il giovane
sia rimasto impigliato in qualche giro sporco.
Essere calciatore, già all'epoca, significa frequentare l'ambiente più
luccicante della città in cui non manca la cocaina e il sesso: quello con le
minorenni e quello con le donne più
in vista. Il dorato mondo del calcio,
quello della politica e del malaffare
si intrecciano in un tutt'uno. Ed è in
questo contesto, o almeno è su questo sfondo, che il 18 novembre 1989,
mentre è in ritiro con la squadra e
mentre si trova con gli altri giocatori rossoblu al cinema Garden di Rende, in vista della partita contro il
Messina, il calciatore ventisettenne
CASTROVILLARI - I carabinieri del
Ris di Messina sono ancora al lavoro
sulla Maserati e gli altri effetti personali di Denis Bergamini, le scarpe, un orologio e la catenina d'oro
che il calciatore ventisettenne portava il giorno in cui - secondo la verità giudiziaria congelata nella sentenza del '92 - si sarebbe gettato sotto
un camion, sulla statale Jonica, nei
pressi di Capo Roseto Spulico. E sarebbe stato trascinato per una cinquantina di metri - sempre secondo
la stessa sentenza che ha preso per
buone le parole degli unici due testimoni: l'ex fidanzata del centrocampista del Cosenza, Isabelle Internò, e
Raffaele Pisano, il camionista di Rosarno alla guida del pesante mezzo.
Eppure - hanno sempre sostenuto i familiari del calciatore che l'anno scorso hanno affidato all'avvocato Eugenio Gallerani il compito di
allestire un ricco dossier che ha convinto la procura di Castrovillari a
riaprire l'inchiesta con l'ipotesi, stavolta, di omicidio volontario - su
quei tre oggetti non c'è mai stata
traccia di un incidente, né segni di
trascinamento.
Il corpo di Denis dopo il presunto
impatto non era come venne fatto
credere ai familiari, «completamente spappolato». L'autopsia tardiva fatta 50 giorni dopo a Ferrara poiché all'indomani della tragedia i parenti sono stati sconsigliati dalla dirigenza del Cosenza calcio ad allungare l'iter giudiziario che li avrebbe
trattenuti inCalabria perpiù tempo
- rivelerà che l'unico ferita sul corpo
è sul fianco destro; mentre, se fosse
vera la dinamica raccontata dai testi, dovrebbe trovarsi su quello sinistro.
E poi «pioveva» raccontò, corret-
24 ore
Venerdì 9 dicembre 2011
Domani l’interrogatorio della dipendente del commissariato di Lamezia arrestata mercoledì
«L’amica è andata a Catanzaro»
Vescio rassicurava i complici sulla possibilità di avere notizie dalla Lentini
di CHIARA SPAGNOLO
“TUTTO a posto, tutto sistemato, ho chiamato quell'amica mia, poi lei è andata a
Catanzaro da un'altra amica…”. Iniziano con queste
parole i guai
giudiziari di
Giuseppina
Lentini,
dipendente del
ministero dell'Interno in
servizio presso il commissariato di Lamezia Terme,
da mercoledì
agli arresti
domiciliari su richiesta della Dda di Catanzaro. La donna, originaria di Gizzeria, è
accusata di aver rivelato notizie riservate sulle indagini
in corso agli esponenti di un
gruppo criminale calabroucraino, collegato alle cosche della Piana lametina.
La frase che fa partire i
controlli nei suoi confronti
viene ascoltata in primavera
dai poliziotti della Squadra
mobile di Catanzaro, impegnati in una serie di intercettazioni a carico di uomini
che si suppone impongano il
pizzo agli autotrasportatori
in servizio tra la Calabria e
l'Ucraina. A parlare è Matteo
Vescio, 29enne lamentino,
presunto capo del gruppo
dedito alle estorsioni. L'interlocutrice è Larysa Furkulitsa, anche lei finita in manette nel corso dell'operazione “On the road” scattata a
giugno. Vescio pensa di non
essere indagato, perché la
sua informatrice gli ha riferito che l'unico nome iscritto
nel registro della Procura
del capoluogo è quello di Vasyl Koval, quindi parla a
ruota libera, senza timore di
essere ascoltato. Dice che
nell'indagine lui “non c'entra né dalla porta né dalla finestra” e fa riferimenti chiari a questa “amica”, alla sua
trasferta catanzarese a caccia di informazioni utili ed
anche ad un fantomatico cugino, in servizio proprio a
Catanzaro, che l'avrebbe aiutata a monitorare il lavoro
degli investigatori. Ascoltando Vescio, insomma, gli
agenti della Mobile scoprono di essere a loro volta sotto
osservazione e cominciano
una serrata caccia alla talpa.
A giugno, quando il gip
Abigail Mellace firma l'ordinanza di custodia cautelare
che fa finire in carcere i 6
presunti esponenti del
gruppo criminale calabro-ucraino,
l'esistenza
della
gola
profonda è
già nota. Nel
provvedimento il giudice distrettuale parla di
“circostanze
allarmanti”,
premurandosi di sostituire
con degli omissis il nome di
chi fornisce informazioni ai
sodali. I poliziotti, però, sanno bene chi è la persona a cui
Vescio fa riferimento e cercano riscontri per capire se
quel che dice è vero o se mil-
La donna accusata
di avere svelato
l’attività
della polizia
lanta con i suoi complici di
avere un potere che in realtà
non ha. Dopo cinque mesi di
indagini la Dda ritiene che le
sue parole siano fondate e
che qualcuno gli abbia davvero rivelato come si muovevano gli investigatori. Per il
pm Simona Rossi e per il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli quel qualcuno è
Giuseppina Lentini, impiegata della divisione amministrativa del commissariato
di Lamezia Terme, in servizio presso l'Ufficio passaporti. Sarebbe lei la talpa che
consente a Vescio di sapere
chi è indagato e chi è intercettato, finanche dove sono
piazzate le telecamere della
polizia. La Procura contesta
alla donna il favoreggiamento personale aggravato
dall'aver commesso il fatto
in violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, la rivelazione di segreti
d'ufficio e il falso in atto pubblico, aggiungendo alla prima ipotesi di reato l'aggravante dell'articolo 7, nella
convinzione che i fatti sarebbero stati commessi per agevolare una consorteria mafiosa. Sulla base degli elementi raccolti viene richiesta la custodia cautelare in
carcere, ma il gip non aderisce in pieno alla sollecitazione, ritenendo non valida la
contestata aggravante dell'articolo 7 e dispone la misura degli arresti domiciliari.
La Lentini viene arrestata
mercoledì, dagli stessi poliziotti che avrebbe monitorato nel loro lavoro. Domani,
assistita dall'avvocato Francesco Gambardella, comparirà davanti al gip Abigail
Mellace per l'interrogatorio
di garanzia, nel quale cercherà di fornire la propria
versione rispetto ai fatti contestati. L'interrogatorio po-
trebbe servire agli inquirenti per capire da chi la donna
abbia ricevuto le informazioni riservate che avrebbe poi
passato agli indagati e anche quali fossero i rapporti
che la legavano a Vescio e ai
suoi sodali.
Tra le contestazioni mosse dai magistrati c'è anche quella di
avere aiutato
un altro membro del gruppo, Ugo Bernardo Rocca,
ad ottenere un
passaporto
nonostante
l'irregolarità
della documentazione presentata. Gli eventuali chiarimenti forniti dalla Lentini
sulla questione dei suoi rapporti con Vescio e sull'origine delle informazioni che le
si contesta di aver divulgato
saranno fondamentali per
indirizzare il prosieguo delle indagini. L'esistenza di
una talpa tra le forze dell'ordine, infatti, è un'ipotesi inquietante. Rispetto alla quale il procuratore aggiunto di
Catanzaro
Giuseppe
Borrelli ha
manifestato
totale serenità, rimarcando «piena e illimitata fiducia nei confronti della
Questura di
Catanzaro e
della Squadra Mobile». “Gli arrivi del
questore Vincenzo Roca, e
del dirigente Rodolfo Ruperti a Catanzaro- ha aggiunto Borrelli - hanno segnato una svolta fondamentale nell'attività investigativa della Dda».
Il procuratore
Borrelli
«Piena fiducia
nella Questura»
A Ivano Daffinà recapitato un proiettile davanti al portone della sua abitazione
Solidarietà dopo l’intimidazione
Dal presidente provinciale dell’Anpi e dal comandante della Municipale
di GIANLUCA PRESTIA
VIBO VALENTIA - Due giorni fa gli
hanno fatto trovare un proiettile di
pistola davanti al portone della propria abitazione. Un gesto che ha
creato, inevitabilmente, forte preoccupazione in Ivano Daffinà, socio
della “Daffinà Sas”, che, in merito al
movente, non aveva escluso che potesse riferirsi all’attività “Filippo’s”
divenuta, suo malgrado, celebre per
il cosiddetto “gazebo della discordia”
che avrebbe in qualche modo oscurato la lapide del partigiano Saverio Papandrea. Ne era nata una battaglia
tra la proprietà ei discendenti dell’illustre figura vibonese supportati da
partiti politici e associazioni di partigiani di diverse regioni d’Italia.
Ma, a seguito dell’episodio, proprio la sezione vibonese dell’Anpi ha
voluto esprimere la più totale e incondizionata solidarietà alla famiglia Daffinà e segnatamente a Ivano
»per il vile atto intimidatorio di cui è
stato fatto oggetto». Il presidente Silvestro Scalamandré ha, però, voluto
Il locale “Filippo’s” con il gazebo
al contempo confermare, in riferimento alla questione gazebo, mai
tramontata, l'impegno dell'associazione, su tutto il territorio nazionale,
contro ogni azione di sopraffazione e
di prevaricazione tendente ad alterare la convivenza e il confronto civile e
democratico, respingendo energicamente «ogni possibile illazione
che, sia pure lontanamente, associ la
civile protesta avviataper chiedere il
rispetto della memoria del partigiano Saverio Papandrea, con l'atto intimidatorio in questione, che per le
modalità utilizzate, richiama più
chiaramente il modo di agire, tristemente famoso, delle organizzazioni
mafiose». L’Anpi di Vibo, dunque,
continuerà la sua protesta finché alla lapide della medaglia d'oro della
Resistenza, non verrà ridata «la necessaria e doverosa visibilità pubblica, ed è anche pronta a scendere in
piazza contro tutte le mafie e contro
ogni tentativo di impedire lo svolgimento della vita sociale e democratica e nel caso della famiglia Daffinà,
di proseguire in sicurezza la sua attività imprenditoriale».
Sulla vicenda è intervenuto anche
il comandante della Polizia Municipale Filippo Nesci che, nell’esprimere solidarietà a tutta a Ivano Daffinà,
il quale in uno stato di comprensibile
sconforto aveva anche ventilato la
possibilità di voler chiudere il locale,
ha contestualmente voluto chiarire
la circostanza relativa al controllo
Carceri sovraffollate, 1200
detenuti in più in Calabria
di MASSIMO LAPENDA
CATANZARO –Sono oltre 1.200, con un
indice di affollamento del 68,3%, le presenze in esubero nei 12 istituti penitenziari della Calabria. I dati sono contenuti nel rilevamento trimestrale effettuato
dalla Uil Penitenziari. Dalla ricerca
emerge inoltre che nelle strutture penitenziarie italiane sono attualmente presenti 68.017 detenuti (65.121 uomini,
2.896 donne) a fronte di una disponibilità reale di 44.385 posti, con un esubero
pari a 23.632, che determina un sovraffollamento medio nazionale al 53,2%.
La Regione con il più alto tasso di sovrappopolamento è la Puglia (84%), seguita da Marche (83,9%), Emilia Romagna (75.6%), Friuli (75,1%) e Lombardia
(74 %). Il penitenziario con il maggior
tasso nazionale di sovraffollamento si
conferma Lamezia Terme (183,3%), seguito da Brescia Canton Mombello
(177,2%), Busto Arsizio (162,9%), Como
(150,9%) e Ancona Montaguto (145%).
Oltre alla maglia nera detenuta dal
carcere di Lamezia, la situazione del sovraffollamento negli istituti penitenziari calabresi è preoccupante anche per
altre strutture. A Castrovillari la capienza regolamentare è di 131 unità ma
sono detenute 272 persone,con un indi-
ce di affollamento del 107,6%. Seguono
Reggio Calabria (101,9%), Palmi
(96,4%), Locri (75,9%), Catanzaro
(67,8%), Cosenza (64,1), Paola (61,5%)
Rossano (51,5%) e Vibo Valentia
(33,2%). Dai dati della Uil Penitenziari
emerge che non ci sono problemi di sovraffollamento soltanto nelle carceri di
Crotone e Laureana di Borrello. «Abbiamo cercato di aggregare i dati - ha evidenziato il segretario generale della Uil
Penitenziari, Eugenio Sarno - per offrireunospaccato, tantoimmediatoquanto drammatico, della situazione carceraria in Italia. Una situazione che, oggettivamente, rappresenta vergogna e
disonore per un Paese come l’Italia. E come emerge in modo netto dal rilevamento, non è solo una questione di sovrappopolamento, che pure riveste un ruolo
importante nelle criticità del sistema».
Nelle carceri della Calabria si sono verificati anche quattro suicidi (due a Castrovillari, uno a Catanzaro e Rossano).
Diciotto i tentati suicidi e 79 casi di autolesioni. Quota 354 per gli scioperi della
fame. In testa c’è il carcere di Vibo Valentia, con 106 casi. Poi Catanzaro (104),
Castrovillari (71), Paola (40) e Locri (16).
Undici le aggressioni ai danni di agenti
penitenziari: 8 a Catanzaro, 1 a Cosenza,
1 a Reggio Calabria e 1 Vibo Valentia.
dei vigili presso l’attività commerciale nell’immediatezza del fatto criminoso che non è in alcun modo collegato con esso.
Nesci ha, quindi, evidenziato che
che quello dei suoi uomini sulla parete di plexiglass installato al gazebo
del locale “Filippo's” «è stato un semplice, normale controllo. Il personale era stato inviato sul posto dal sottoscritto e in seguito ad una segnalazione del dirigente del settore Urbanistica, Beatino, che aveva ricevuto
una denuncia da parte proprio di un
parente di Saverio Papandrea. Il personale della Municipale, che ha tenuto lo stesso atteggiamento che
adotta verso tutti, ha eseguito, quindi, un normale accertamento la cui
relazione verrà inoltrata al dirigente del Comune nella giornata odierna per le valutazioni del caso. Anzi,
voglio aggiungere che questo stesso
comando ha dato parere favorevole
per l'installazione del gazebo e in
più, nel 2008, aveva autorizzato l'occupazione del suolo pubblico da parte dei titolari del locale Filippo's».
BREVI
SAN GIOVANNI IN FIORE
Parte colpo dal suo fucile
Si ferisce un cacciatore
SAN GIOVANNI IN FIORE – Un
uomo di 60 anni, Pietro Paolo
Barberio è stato ricoverato in condizioni gravi all’ospedale di Cosenza in seguito a un incidente
durante una battuta di caccia al
cinghiale, avvenuto nel territorio
di San Giovanni in Fiore. Incidente insolito, però, visto che l’uomo
si sarebbe ferito con la propria arma a causa di un colpo partito accidentalmente. Il 60enne, comunque, non è in pericolo di vita.
CETRARO
Bimba nata morta
I genitori fanno denuncia
CETRARO (COSENZA) – Una
bambina è nata morta ieri pomeriggio nell’ospedale di Cetraro,
nel cosentino. I genitori hanno
presentato una denuncia ai carabinieri nella quale si sostiene che
il parto è avvenuto in ritardo nonostante le ripetute sollecitazioni
fatte ai sanitari.
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12 Calabria
Nell’ordinanza della Dda una cena del presunto boss Lampada a cui era presente anche Naccari Carlizzi
Quell’incontro scatena il Pdl
Parlamentari e consiglieri regionali: «Deve spiegare come mai si trovava lì»
di MICHELE INSERRA
REGGIO CALABRIA - Risposte evasive da parte dell’ex assessore regionale del Pd Demetrio Naccari Carlizzi su un
incontro nei giorni della campagna elettorale a cui era presente il presunto boss Giulio
Lampada. Quest’ultimo è finito in manette nell’operazione
della Dda di Milano assieme al
giudice Vincenzo Giglio e al
consigliere regionale Franco
Morelli. Risposte evasive che
ierihanno mandatosu tuttele
furie il Pdl.
«L'atteggiamento dell’ex
Assessore regionale Naccari
Carlizziè davveroincomprensibile ed irrispettoso nei confronti dei calabresi - dicono in
una nota congiunta i parlamentari Giovanni Dima e Jole
Santelli - Bene hanno fatto i
consiglieri regionali ad evidenziare l’episodio, riportato
nell’ordinanza dell’operazione Infinito, relativo alla cena
con il presunto boss Lampada. Stupisce, e non poco la
sprezzante replica dell’avvocato Naccari Carlizzi che gira
attorno alla questione e non
risponde alla principale domanda che gli è stata posta: è
lui l’assessore Naccari indicato nel messaggio inviato dal
presunto bossalla moglie?Ha
realmente preso parte a quella
cena? Anche se tergiversa e lascia trasparire grande nervosismo, nonostante il solito comunicato al veleno, la risposta pare essere proprio affermativa. Si tratta di una replica
inquietante almeno quanto
l'episodio. Nessuno – aggiungono Dima e Santelli - ha formulato ipotesi o avanzato illazioni ed è chiaro che non ci sia
nulla di rilevanza penale: e allora come mai il Dirigente del
Pd, come prima reazione, ha
quella di sottolineare come
Il deputato Jole Santelli. A destra l’ex assessore regionale Naccari Carlizzi
non emerga da nessuna parte
che abbia ricevuto voti da questi presunti clan? Dal punto di
vista dell’opportunità politica, cosa cambia? Lui che dice
di essere molto attento a tutto
e non perde occasione per bacchettare, o meglio attaccare, i
propri avversari su qualunque fronte, come mai non dice
sesi trovavaa quellacena ecosa lo accomunasse con la famiglia Lampada? Specificare di
non essere stato votato da certi personaggi, infatti – proseguono - non è dimostrativo
delle ragioni di questo presunto incontro che sarebbe
avvenuto, guarda caso, proprio in periodo elettorale. E allora, cosa dovevano dirsi a cena, alla vigilia delle elezioni
regionali, Francesco Lampada e Demetrio Naccari Carlizzi? Il silenzio lascia spazio a
qualunque ipotesi da parte dei
calabresi. Questa non è una vicenda giudiziaria, nonostante Naccari cerchi di far passare tale messaggio: si tratta di
un fatto squisitamente politi-
co, che merita una spiegazionechiara -concludono iparlamentari – da parte di chi troppo spesso pensa di essere immune da tutto e tutti». A quello dei due parlamentari si aggiunge lo segno dei consiglieri regionali del Pdl Giuseppe
Caputo e Nazzareno Salerno.
«Abbiamo letto con grande
stupore la dichiarazione, a nostro avviso assolutamente
non esaustiva, dell’ex assessore regionale del Pd Naccari
Carlizzi in risposta alla nota
dei colleghi consiglieri Magno, Orsomarso e Pacenza,
che si sono limitati a chiedere
se fosse lui quell'assessore
Naccari indicato a cena insieme al presunto boss Francesco Lampada, come scritto
nell’ordinanza dell’operazione «Infinito». Quel Naccari
che oggi, cercando di fare ironia, dice che «a sentire i consiglieri avrei il dovere di dare
spiegazioni su tutto specie su
ciò che non mi ha riguardato
nè direttamente nè indirettamente». Non vogliamo sapere
Il gatto milionario
con i terreni in Calabria
ROMA – Da gatto abbandonato per strada
subito dopo la nascita a gatto più ricco del
mondo. È l’incredibile parabola di “Tommasino”, il micio salito giusto due anni fa agli
onori delle cronache per essere stato designato unico erede dalla sua padrona, Assunta C., classe 1917, originaria di Potenza ma
da decenni trapiantata nella capitale.
Due settimane fa la donna, tagliato l’invidiabile traguardo dei 94 anni, è passata a miglior vita e il suo singolare testamento, registrato nell’ottobre del 2009, è diventato operativo a tutti gli effetti. Tommasino
(all’«anagrafe» Tommaso, ma per la signor
Assunta era Tommasino e basta) è diventato
così proprietario di una villa all’Olgiata, di
due appartamenti a Roma e Milano, di diversi conti correnti bancari e di alcuni terreni in
Calabria per un valore stimato complessivamente nell’ordine dei 10 milioni.
Nel testamento olografo - del quale erano
stati nominati esecutori testamentari gli avvocati Marco Angelozzi, Anna Orecchioni e
Giacinto Canzona - era stato istituito un legato a favore della persona, fisica o giuridica, o dell’associazione animalista che sarebbe stata individuata dagli esecutori testamentari e che sarebbe divenuta erede dell’ingente patrimonio con il perentorio onere di
occuparsi del gatto e, soprattutto, degli altri
animali abbandonati. «Nell’ultimo anno spiega Anna Orecchioni - ci sono arrivate da
tutta Italia centinaia di richieste di possibili
“candidati” al ruolo ma molte delle offerte ci
sono parse “sospette”, fatte a nome di improbabili associazioni, e questo ci ha costretto
ad un lungo e scrupoloso lavoro di verifica».
Alla fine, nel maggio del 2011, la scelta è
caduta su Stefania C., 48 anni, romana, l’infermiera professionale che si è presa amorevolmente cura dell’anziana donna fino alla
fine. «Con la signora - ricorda Orecchioni l’infermiera condivideva l’amore per cani e
gatti: ne ospita parecchi nella sua casa fuori
Un gatto
città. Ed è certamente la persona più adatta a
interpretare al meglio le volontà della sua
assistita».
Quando la notizia uscì sui giornali, in
molti storsero la bocca per una decisione così
stravagante, «ma la signora Assunta non ha
parenti, ha sempre fatto donazioni a favore
degli animali e voleva evitare che i suoi soldi
andassero perduti».
Una parte della cifra, prevede espressamente il testamento, va al solo Tommasino.
Ma a lui, per star bene, in fondo bastano un
po’ di latte, qualche scatoletta e tante coccole. Come a tutti i gatti «poveri» della terra. La
signora Stefania, invece, se la vedrà molto
meglio. Chissà se verrà in Calabria a visitare
i terreni della vecchia amica Assunta.
tutto, ma soltanto ciò che la comunità ha il diritto di conoscere inrelazione allasua qualità
di personaggio politico. A lui,
che ha sempre sottolineato la
necessità per gli amministratori pubblici di avere rapporti
cristallini, vorremmo ribadire il quesito: ha davvero partecipato a quella cena in piena
campagna elettorale, prima
delle regionali 2010, con il
presunto boss Lampada? Dalle sue parole non emerge la risposta».
Nel corso della giornata di
ieri a rincarare la dose è stato
anche il consigliere comunale
del Pdl, Daniele Romeo. «L’ex
assessore regionale Naccari
Carlizzi sfugge davanti al
quesito formulato dai consiglieri regionali del centrodestra - ha detto - In assenza di
una sua risposta chiara sul
problema, ognuno è libero di
avere una propria opinione».
«Fermo restando la mia base
culturale chiaramente garantista - ha aggiunto Romeo –resto deluso da chi, in imbarazzo
e con grande nervosismo, per
cercare di distogliere l’attenzione dal problema principale, anche in questo caso formula attacchi. Piuttosto, mi
rivolgo all’integerrimo parlamentare del Pd,Franco Laratta, sempre molto attento alle
vicende che riguardano Reggio Calabria: qual è la sua posizione su questa vicenda? Cosa
direbbe all’ex assessore regionale Naccari se venisse confermata la sua presenza a cena
con il presunto boss Lampada, in piena campagna elettorale per le elezioni regionali
del 2010?».
Nell’ordinanza, inoltre, viene citato anche un incontro
con un altro esponente del
centrosinistra, l’ex consigliere comunale Sebastiano Romeo.
LAMEZIA
Patenti facili, torna
in libertà il direttore
della motorizzazione
LAMEZIA TERME - Anche
il principale indagato dell'inchiestasulle patentifacili eseguita dalla polizia stradale di Lamezia (operazione
“Isola Felice”) è stato rimesso in libertà.
Per Gaspare Pastore, all'epoca dei fatti contestati direttore della motorizzazione civile di Catanzaro, il tribunale della libertà di Catanzaro (presidente Scuteri; a
latere Perri e Tarantino) ha
revocato gli arresti domiciliari accogliendo quasi in toto il ricorso presentato dall'avvocato Alfredo G.D.. Foti, difensore dell'ingegnere
Pastore, ritenuto dagli inquirenti il capo di una associazione a delinquere, ed ha
annullato quasi completamente l'ordinanza di custodia cautelare. Nello studio
della vicenda - fa sapere il legale dell’indagato - «importante» è stato il contributo
fornito al penalista dall'omonimo collega di studio
esperto in diritto amministrativo Alfredo Foti.
Per Pastore quindi sono
stati revocati i domiciliari e
disposta la misura dell'obbligo di dimora a Reggio Calabria Il tribunale del Riesame, inoltre, è anche entrato
nel merito dei gravi indizi di
colpevolezza ritenuti, dagli
inquirenti, sussistenti e su
14 capi di imputazione il tribunale ne ha annullati 10. E
al Pastore, a differenza di alcuni altri coindagati, non è
stata applicata la interdizione temporanea dai pubblici
uffici, pertanto già da oggi
potrà regolarmente riprendere a lavorare presso la motorizzazione di Reggio Calabria.
Come si ricorda, erano
state 17 le misure cautelari
emesse dal gip di Lamezia
(otto agli arresti domiciliari
e 9 con obbligo di dimora)
con l’accusa, a vario titolo,
con l'accusa, a vario titolo, di
associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso ed
alla truffaai dannidello Stato. Oltre a funzionari e tecnici della motorizzazione civile di Catanzaro, nell’operazione sono rimasti coinvolti
anche titolari e dipendenti
di autoscuole e di agenzie di
disbrigo pratiche con sede
in Catanzaro e provincia e
nell'alto tirrenico cosentino. Per gli inquirenti sarebbe stata smascherata un’organizzazione dedita al rilascio di patenti e certificazioni senza sostenere esami e
con l’ausilio di documentazione ritenuta falsa.
p. re.
CONSORZIO CALABRIA ENERGIE
Via D.M. Pistoia 179 – 88100 Catanzaro
INDIZIONE CONFERENZA DEI SERVIZI
Avviso di indizione di Conferenza dei Servizi ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 387/2003; L.R.
n. 42/2008; artt. 7 e 8 Legge n. 241/1990 e s.m.i. per il rilascio del provvedimento di
Autorizzazione Unica al Consorzio Calabria Energie con sede in Catanzaro alla Via D.M.
Pistoia 179, iscritta al registro delle imprese di Catanzaro P. IVA 02812960793.
PREMESSO
che codesto Consorzio ha presentato alla competente Regione Calabria, il progetto definitivo per la realizzazione di un impianto eolico da 15 MW denominato «Sansinato» sito nel
Comune di Catanzaro (CZ) e delle opere elettriche e accessorie ad esso connesse, per l’ottenimento del Decreto di Autorizzazione Unica alla costruzione ed all’esercizio dello stesso, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. n. 387/2003 e della Legge regionale 29 dicembre 2008,
n. 42;
che il progetto comprende un numero di 5 aerogeneratori, un elettrodotto interrato in media
tensione a 20 kV, una sottostazione elettrica 20/150 kV, che verrà collegata in antenna con
la sezione a 150 kV della cabina primaria esistente “Catanzaro 2” per permettere l’allacciamento alla rete elettrica nazionale del parco eolico, nonché strade di collegamento, piazzole di montaggio e opere di ampliamento della viabilità esistente. Tutte le opere di cui sopra
interessano il comune di Catanzaro.
RENDE NOTO
che la Regione Calabria – Dipartimento Attività Produttive, Settore Politiche Energetiche,
Attività Estrattive e Risorse Geotermiche, con pubblicazione sul sito istituzionale in qualità
di ente responsabile del procedimento unificato diretto ad emanare il Decreto di
Autorizzazione Unica per il Progetto del Parco Eolico «Sansinato» ai sensi dell’art. 12 del
D.Lgs. n. 387/2003, della Delibera della Giunta regionale 832/2004 e della L.R. 42/2008,
ha indetto la Conferenza dei Servizi, per l’acquisizione di tutte le intese, le concessioni, le
autorizzazioni, le licenze i pareri i nullaosta, gli assensi comunque denominati necessari al
rilascio del provvedimento di autorizzazione del progetto definitivo ed alle relative opere
elettriche, per la costruzione e per l’esercizio dell’impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica.
La Conferenza dei Servizi è stata indetta per il giorno 10/01/2012 ore 10.00 presso gli uffici della Regione Calabria, Settore Politiche Energetiche, siti in Santa Maria di Catanzaro,
Palazzo Europa e si svolgerà con le modalità stabilite dagli artt. 14 e seguenti della Legge
241/1990. Il presente avviso è da valersi ad ogni effetto di legge, in ottemperanza a quanto
richiesto dalla Regione Calabria «Assessorato Attività Produttive».
Tutti gli atti relativi al progetto, unitamente ad una relazione descrittiva dell’opera ed ai nulla
osta, alle autorizzazioni ed agli atti di assenso acquisiti, sono depositati e potranno essere
visionati presso: Regione Calabria Dipartimento Attività Produttive, Settore Politiche
Energetiche, Attività Estrattive e Risorse Geotermiche, Palazzo Europa, Santa Maria. A decorrere dalla data del presente avviso, a pena di decadenza, gli eventuali portatori di interessi
pubblici o privati, individuali o collettivi, potranno far pervenire le proprie osservazioni (idonee memorie scritte e documenti a mezzo raccomandata A.R.) al Responsabile del
Procedimento, presso il Dipartimento Attività Produttive, Settore Politiche Energetiche,
Attività Estrattive e Risorse Geotermiche, Palazzo Europa 88100 Santa Maria di Catanzaro
(CZ) Tel. 0961/856493, Fax 0961/856439.
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Calabria 13
24 ore
Venerdì 9 dicembre 2011
Monsignor
Bregantini, un...
segue dalla prima
mo una delle fasi più difficili e travagliate della nostra
storia repubblicana. Il fatto che il governo Monti,
malgrado la stangata fiscale, abbia ancora il consenso della stragrande
maggioranza degli italiani, è spiegabile solo con
una forte presa di coscienza della gravità della situazione e anche della paura
che il nostro Paese sprofondi sotto i colpi della speculazione finanziaria (made
in Usa).
Gli italiani sono disposti
a fare dei sacrifici, anche rilevanti, a patto che vengano distribuiti equamente, e
in questa direzione tutti
sperano che ci sia una riformulazione del decreto
Monti quando verrà chiesta la fiducia.
Bisogna ritrovare l’energia e la forza che rese grande questo Paese dopo la seconda guerra mondiale.
Anche oggi, infatti, usciamo da una realtà in rovina,
abbiamo ereditato macerie
economico-finanziarie
(l’insostenibile indebitamento), ambientali (un degrado crescente e insopportabile) e morali (ogni
giorno scopriamo il marciume che infetta questa
società e le sue istituzioni).
In questo quadro angosciante e complesso la Cei si
è mossa negli ultimi mesi
per dare una spinta verso il
cambiamento, dato uno
stallo politico istituzionale
che ci avrebbe condannato
prima della sentenza dei
mercati (i nuovi dei del neopaganesimo in cui siamo
immersi).
Ma, in questi giorni difficili sarebbe importante che
dalla Cei venisse un segnale di condivisione dei sacrifici imposti agli italiani:
contribuire a pagare l’Ici
come faranno tutte le famiglie.
Per la stragrande maggioranza degli italiani non
è comprensibile, in questa
fase della nostra storia,
l’esenzione dell’Ici per i beni immobili della Chiesa di
Roma (escluse ovviamente
le chiese e altre strutture
adibite a luoghi di culto,
preghiera, ecc.). So bene
che la Chiesa Cattolica
spende molte risorse finanziarie per opere sociali, basti solo pensare al prezioso
e insostituibile impegno
della Caritas. Ma, queste
spese potrebbero essere dedotte
dal
pagamento
dell’aliquota Ici con un apposito provvedimento, come, ad esempio, vengono
dedotte le donazioni alle
Onlus dal reddito lordo.
Non entro nella questione
tecnica, quello che le chiedo - a nome di tantissimi cittadini italiani e tanti cattolici - è di dare un segnale di
condivisione e di solidarietà.
Anche solo un gesto simbolico, come quello del presidente del Consiglio che
ha rinunciato ai suoi emolumenti per la nuova carica
ricoperta, riveste oggi
un’importanza fondamentale per ricostruire le basi
morali e civili di questo paese, per dare un segnale pre-
IN VENA
Non si può
far finta di niente
segue dalla prima
ciso a tutti: Basta con i privilegi. Abbiamo bisogno di
una democrazia «reale»
che non può che fondarsi
su una democrazia economica e sulla giustizia sociale.
La ringrazio per l’attenzione che vorrà dare a questo invito.
Tonino Perna
affiorati sulle bocche di molti
da quando quel povero ragazzo emiliano, idolo della tifoseria del Cosenza, venne trovato
morto sulla statale Jonica in
quel maledetto giorno di
pioggia e di tristezza del novembre 1989. Lo sappiamo:
da noi i processi non finiscono
mai. Lo sappiamo: siamo un
AAAAAA
AAAAA
paese dove non si riesce mai a
sollevare la nebbia su certe
brutte storie, a cominciare dai
grandi misteri della storia recente. Da Pinelli alla strategia
della tensione, alle bombe fasciste, al terrorismo rosso. E
poi Ustica, le stragi della mafia. Anche quando ci sono sentenze definitive con colpevoli
accertati e condannati o innocenti proclamati, restano tanti interrogativi. Una volta è il
Potere, una volta sono i Servizi, una volta indagini e sentenze sbagliate. Non si sa mai
se per incapacità o perché pilotate.
Bergamini è tutta un’altra
storia. Ma una brutta storia
anch’essa. Una tragedia di
una realtà piccola e provinciale. Denis non era certo un nome che richiamava i titoloni
sui giornali. Anche se la sua
fine è stata oggetto di articoli
su articoli, ha riempito fascicoli giudiziari, ha prodotto
anche qualche libro. Ma il
giallo che circonda l’epilogo
di questa vita giovane non viene risolto. Anzi con il passare
degli anni si infittisce. Al punto che uno dei protagonisti
della vicenda – il conducente
del camion che avrebbe investito il calciatore che s’era buttato sotto il mezzo – viene considerato addirittura morto
mentre è vivo e vegeto. Non
che questo sia una colpa, beninteso. Come non è una colpa
essere il padre di una persona
coinvolta in una inchiesta
mafiosa. Oltretutto parliamo
di uno che è stato assolto due
volte dall’accusa di omicidio
colposo. Resta il fatto che ci
sono troppe cose che non combaciano, troppe testimonianze che lasciano perplessi come
scrive il nostro Francesco
Mollo nelle due pagine che abbiamo dedicato al caso. E poi
documenti spariti, reperti
che non si trovano. Insomma,
lunghe ombre continuano a
oscurare quella morte e quegli anni di splendori e miserie
della Cosenza pallonara e
non. Droga e scommesse, per
intenderci. Non stiamo rivelando nulla di nuovo ma se anche i familiari di Bergamini
sono disposti ad accettare verità “pesanti” sul figlio, forse
è il caso di riconsiderare queste ipotesi. Anche perché la
sensazione – che non è una
prova, neanche questa – è che
il calciatore siavenuto a conoscenza di cose che non doveva
sapere. Sono ipotesi, sussurri, niente di più. E forse non si
arriverà mai a capire davvero
che cosa sia successo negli ultimi istanti di vita di Bergamini. I familiari continuano a
chiedere giustizia per Denis.
Hanno ottenuto una nuova
inchiesta presso laProcura di
Castrovillari, hanno riportato il caso in tv, sperano che la
verità ufficiale – fu suicidio –
venga
smentita.
A noi tocca esortare chi deve svolgere le indagini affinché non tralasci nessuna strada per dare risposte definitive
e certe su quella morte assurda. Che non si metta poco impegno perché è una storia vecchia come tante altre. Che non
si scrollino le spalle. Lo vogliono la madre, il padre, la
sorella. Lo chiedono quei tifosi ancora innamorati di quel
ragazzo con la maglia rossoblù e il numero 8 sulle spalle.
La
verità,
soltanto.
Gianni Cerasuolo
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La Tribuna 17
Venerdì 9 dicembre 2011
27
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Campo Calabro. Il Pd a confronto su «una buona politica per una buona società»
«Nel Pdl c’è poca trasparenza»
Il commissario Demaria: «Far rivivere i circoli attraverso i congressi»
CAMPO CALABRO - “Una buona
politica per una buona società” il
tema dell’incontro organizzato –
nei giorni scorsi presso la locale
sede del Pd - dai Giovani del Partito democratico di Campo Calabro, su input del loro coordinatore, Umberto Sinicropi.
Un’iniziativa che i promotori
sperano possa essere un punto di
partenza per “animare una discussione politica legata alle amministrative del comune in riva
allo stretto che sembra dormiente”.
Assente per sopraggiunti impegni istituzionali il parlamen-
tare Francesco Laratta, sono stati i discorsi di rappresentanti del
Pd locale, provinciale e regionale
ad attirare l’attenzione di una
nutrita platea di giovani desiderosi di cambiamento.
A intervenire per il Pd campese
il primo cittadino Domenico Idone, il segretario del circolo Vincenzo Crupi e ovviamente Sinicropi il quale auspica “una buona politica e un rilancio generazionale che partano da Campo
Calabro”. “Spero che nessun giovane campese – ha detto Sinicropi - possa cadere nella trappola di
chi chiede il voto o chiede appog-
gio offrendogli un posto di lavoro, oggi nessuno è in grado di
farlo e se lo fa è solo per rubare la
vostra libertà di scelta”. Ai consiglieri comunali di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e Nicola Irto il compito di commentare
il modus operandi, “fatto di debiti e di rapporti poco trasparenti”,
del centrodestra sia alla Regione
che al Comune reggino. Presente all’incontro anche l’Associazione Libera, rappresentata da
Domenico Nasone che ha sottolineato l’importanza di una “lotta
alla criminalità a 360 gradi”.
E mentre il diciannovenne re-
ferente regionale dei Gd,
Francesco Laganà, ha
espresso con fermezza la
necessità che “chi scende in politica deve avere
come intento quello di
un impegno serio e concreto”, il Commissario Girolamo Demaria
provinciale del Pd, Girolamo Demaria, ha lanciato “un nio Billari e Antonino Castorina,
segnale forte di unità del partito il consigliere regionale Demesperando presto di poter lancia- trio Battaglia che ha ribadito “la
re i congressi nel Partito per po- necessità di una svolta nel partiter finalmente far rivivere i Cir- to che deve necessariamente trovare un ricambio generazionacoli”.
A concludere l’iniziativa, cui le”.
hanno preso parte anche Antof. m.
Villa. Sorrenti contesta l’iniziativa con Scopelliti e Lombardo sulla megaopera Le scuole in campo
A Bagnara
cortometraggi
tra solidarietà
Il consigliere di Md: «Si continua a sbagliare volontariamente» e volontariato
«Ponte, esiste per i reduci»
di FRANCESCA MEDURI
VILLA SAN GIOVANNI – «Che
pena». Non usa mezzi termini il
consigliere d’opposizione del
Movimento democratico Luigi
Sorrenti per commentare l’iniziativa “Occhi aperti sul Ponte”,
che domani vedrà scendere in
campo i massimi rappresentanti
istituzionali della Calabria e della Sicilia in difesa della mega infrastruttura pensata per collegare le due regioni. «Come nel
più classico degli scenari che
piacciono ai nostalgici – ironizza
amaro Sorrenti - gli sconfitti del
progetto Ponte sabato 10 si incontrano a Villa. Al raduno dei
reduci partecipano addirittura
Scopelliti e Lombardo, oltre alle
comparse Raffa e Ricevuto.
Grande anfitrione il sindaco di
Villa Rocco La Valle, che parla di
adesioni entusiastiche ma precisa di non sapere a chi è venuta la
splendida idea. Che pena».
Una «splendida idea» che, a dire di Sorrenti, altro non fa che
confermare quanto da lui sempre sostenuto con forza: «Il sottoscritto – ricorda il consigliere del
Md - da oltre un anno dice che il
Ponte è una bufala, un inganno.
Una truffa! Adesso il raduno per
chiedere al Governo di costruire
il Ponte è la prova provata che anche loro sanno che il Ponte non
esiste, è finito. Ma invece di trarne le conseguenze, dire la verità
agli elettori, e ai proprietari delle
case a rischio di esproprio, e pensare a governare, insistono! Che
pena».
Stando a Luigi Sorrenti, dunque, quanti incalzano a tenere
“gli occhi aperti sul Ponte” altro
non fanno che negare l’evidenza,
dimostrando «tutti i limiti di
un'intera classe dirigente».
«Il primo ad avere abbandonato il Ponte al suo destino – rammenta ancora il consigliere del
Md - è stato proprio Berlusconi,
che tre anni fa disse: "E' chiaro
che il Ponte si farà se ci saranno i
soldi". Ma si sa in Calabria la nuova classe dirigente non legge i
giornali (come la vecchia). E loro, la "classe dirigente della nuova Calabria" - tuona Sorrenti non l'hanno capito. Di recente i
segnali chiari si sono moltiplicati proprio dal governo, con le parole e le decisioni di Tremonti. E
loro non hanno voluto capire.
Che pena». E dopo la stoccata nei
confronti del sindaco La Valle ecco quella ad hoc per Giuseppe
Scopelliti e Raffaele Lombardo.
«Ora mentre tutta l'Italia, compreso il Pdl, chiede a Monti più
equità, quindi più soldi ai poveri,
questi che si inventano? Questi
che governano le regioni più povere d'Italia? Si inventano – ammonisce Luigi Sorrenti - la manifestazione dei reduci per chiedere il ritorno del Ponte! Ci vuole
faccia, o ci vuole testa? Si sono
fatti prendere in giro dal loro
stesso governo e non l'hanno capito. E ancora oggi si rifiutano di
capirlo. Che pena».
Si continua quindi a sbagliare,
e non involontariamente, secondo Sorrenti. «Chi a suo tempo
non ha capito (non ha voluto capire) che il Ponte non regge, tecnicamente, geologicamente ed
economicamente, come può
adesso riuscire a capire – si chiede e conclude il consigliere del
Md - che nell'attuale momento
storico il Ponte è fuori tempo, superato, impossibile? Che pena».
Una elaborazione grafica del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina
Villa, spiragli per la sistemazione di via Santa Croce
VILLA SAN GIOVANNI – Dopo anni di disagi e
proteste finalmente una bella notizia per i residenti nel popoloso rione di Fontana Vecchia, a
Villa San Giovanni.
E’infatti andata a buon fine la loro istanza rivolta a chiedere la sistemazione di via Santa Croce,
da tempi in condizioni dissestate e priva di pubblica illuminazione.
Una strada di fondamentale importanza in
quanto l’unica pedonabile che collega il centro
abitato - dalla via Nazionale – allo stesso quartiere
di Fontana Vecchia. Dalla Giunta comunale guidata dal sindaco Rocco La Valle è dunque arrivato
l’ok al progetto esecutivo (redatto dal geometra
del settore tecnico Giancarlo Trunfio) per la riqualificazione della via Santa Croce, per un importo complessivo di 50.189,20 euro (di cui
41.672,00 per lavori a base d'asta, compresi oneri
di sicurezza, e 8.517,20 per somme a disposizione
dell'Amministrazione).
Somma finanziata con la devoluzione di quote
residue di alcuni mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. A breve, quindi, la gara d’appalto
per l’assegnazione dei lavori di rifacimento del
look della via Santa Croce.
f.m.
BAGNARA CALABRA - «Si è concluso in questi giorni il termine dato alle scuole per la creazione di cortometraggi sul tema del volontariato e della solidarietà». Ad annunciarlo l’organizzazione del
concorso “Volontari fate la differenza” indetto dall’associazione
Agess, promotrice dell’evento e finanziato dal Centro Servizi Volontariato (Csv) di Reggio Calabria.
L’iniziativa ha riscosso apprezzamento sia da parte dei docenti che
dai discenti, i quali, quest’ultimi,
hanno risposto positivamente presentando i loro lavori. Grande impegno sta manifestando la Commissione giudicatrice che avrà il
compito di selezionare i cortometraggi e decretare i vincitori. Gli
alunni che parteciperanno saranno quelli delle quinte classi elementari, delle terze medie e tutte le
classi del Liceo Scientifico e Industriale.
La premiazione è programmata
in prossimità del Santo Natale e si
prevede «una serata all’insegna dei
profondi sentimenti e dei grandi
valori, con la presenza delle istituzioni ma anche di chi ha fatto del volontariato una missione». L’incessante attività dei volontari dell’associazione cittadina, una tra le più
attive del territorio, è stata sempre
rivolta contro le ingiustizie sociali
e la tutela dei bisognosi con «attività volte alla sensibilizzazione verso
il volontariato». L’Agess, attraverso una nota, ringrazia i Dirigenti
Scolastici che hanno accolto l’iniziativa guidando e spronando i ragazzi alla partecipazione.
f.i.
Bagnara. Un presepe meccanico è stato realizzato dai residenti
Nel rione una piccola Betlemme
I membri
della Giunta
con gli
artigiani
di FRANCESCO IERMITO
BAGNARA CALABRA – In un
angolo di strada, presso il “Rione Inglese”, sorge una piccola
Betlemme: un caratteristico
presepe meccanico realizzato
artigianalmente dai residenti
che, con grande passione e sacrificio, perseguono la tradizione tramandata sin da quella
fredda vigilia di Natale a Greccio, quando il poverello d’Assisi
di ritorno dalla Terra Santa,
scelse questa rappresentazione
per far comprendere a tutto il
villaggio la nascita del Messia.
A porgere il plauso per la lodevole iniziativa è stato il sindaco, Cesare Zappia, accompagnato dall’Assessore Vincenzo
Bagnato e dal delegato alle politiche sociale, Giuseppe Surace,
i quali sono stati presenti, ieri
mattina, alla cerimonia d’inaugurazione. «Sono iniziative
molto significative –ha asserito
il primo cittadino – che testimo-
niano il legame che la nostra città possiede con l’arte del presepe». Un vero e proprio capolavoro che ha subito affascinato la
popolazione. Un vero e proprio
gioiello dell’artigianato bagnarese curato nei minimi particolari: i volontari hanno riprodotto il firmamento con le varie costellazioni e la luna che è visibile
durante l’alternarsi del giorno
e della notte; il paesaggio complessivamente è terrazzato richiamando quello delle colline
aspromontane bagnaresi, realizzate in cartapesta e munite di
una folta vegetazione; a valle, il
prato è stato riprodotto con il
muschio, come impone la tradizione; le varie abitazioni sono
tutte dotate di luce interna ed
esterna; caratteristico è un ruscello che culmina con una piccola cascata; un sottofondo musicale crea un’atmosfera particolare; inoltre sono stati valorizzati tutti gli antichi mestieri
tipici del nostro territorio come
quello del fornaio, della lavorazione di ceramiche, pastorizia e
molti altri. Il tutto culmina con
la grotta della natività davanti
alla quale sfilano le statue dei
pastori in movimento grazie ad
un’ingegnosa tecnica meccanica realizzata artigianalmente.
incarna in un fragile bambino,
ci rende consapevoli di essere in
presenza di un vero e proprio
miracolo natalizio.
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Tirrenica
Venerdì 9 dicembre 2011
29
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Il gruppo di fiancheggiatori era in fibrillazione perché sapeva degli spostamenti verso Torino della Mobile
Una spiata per aiutare Demasi
I timori negli sms: «Ho sentito voci stanno salendo. Digli a Giò di spostarsi subito»
di GIOVANNI VERDUCI
SIDERNO - Giorgio Demasi
aveva le spalle coperte. Il suo
gruppo di fiancheggiatori,
infatti, era in grado di conoscere le scelte investigative
delle forze dell’ordine che stavano dando la caccia al loro
obiettivo.
Chi proteggeva la fuga di
Giorgio Demasi, infatti, lo
scorso mese di gennaio si era
preoccupato di organizzare
lo spostamento del latitante
da Torino verso un altro rifugio sicuro. Rocco Demasi, in
quell’occasione, contattando
un altro componente del
gruppo lo avvisava di aver
raccolto alcune segnalazioni
precise su un prossimo spostamento degli uomini della
polizia di Stato verso il Piemonte per chiudere il cerchio
della latitanza di Giorgio Demasi.
«Ho sentito voci che stanno
salendo da qua per venire là»:
questo il contenuto dell’intercettazione che ha fatto alzare il livello di sicurezza da
parte degli uomini di Renato
Cortese e Stefano Dodaro per
evitare fughe di notizie sulle
indagini in corso e, nello stesso tempo, ha messo in agitazione il gruppo che gestiva la
fuga dalla giustizia di Giorgio Demasi.
La soffiata della talpa era
giusta. Gli investigatori del
questore Carmelo Casabona
erano sulle tracce del latitante. Il gruppo criminale di
Gioiosa Jonica, così, ha dato
corso ad una frenetica attività finalizzata ad organizzare
lo spostamento di Giorgio Demasi dal covo di Torino verso
un nascondiglio più sicuro.
Al telefono, mentre gli uomini della sala ascolto della
Procura della Repubblica registravano tutto sui loro brogliacci, RoccoDemasi egli altri del gruppo si scambiano
telefonate e messaggi dal tono preoccupato.
«Ciao Rocco sono Pasquale
- questo il testo di uno degli
sms intercettati, riletti e analizzati dai magistrati della
Procura della Repubblica di
Torino-digli aGiòdispostarsi urgente subito, aspetto
conferma».
I tempi erano stretti e l’operazione doveva essere fatta
con urgenza se si voleva evitare la cattura di Giorgio Demasi. Poche settimane dopo,
però, gli investigatori della
Squadra mobile di Reggio
Calabria, i loro colleghi del
Commissariato di Siderno e
quelli della Mobile torinese
portavano a compimento il
blitz che ha aperto le porte del
carcere a Giorgio Demasi. Il
primo colpo, però, non andò a
segno. La mattina del 23 apri-
le 2011, la vigilia del giorno
di Pasqua, i poliziotti impiegati all'ascolto della conversazioni ambientali a bordo
dell’autovettura di Rocco Demasi e un uomo calabrese che
pur parlando a bassa voce induceva gli investigatori a
pensare che tale soggetto si
potesse individuare proprio
nel latitante Giorgio Demasi.
Nella circostanza, pur attivando immediatamente il
personale della Sezione Criminalità Organizzata della
Mobile di Torino, non si riusciva a giungere in tempo alla localizzazione dell'auto.
L’arresto, comunque, veniva rinviato di alcune ore all'altezza del civico 15 di quel
Corso Emilia “blindavano” la
159 e procedevano immediatamente all'arresto del ricercato.
Giorgio Demasi
L’autovettura sulla quale è stato catturato a Torino
Locri. Un giovane è stato assegnato alle cure dell’Asp
Si barrica in casa e lancia oggetti
in strada, bloccato dai carabinieri
Il comandante Nico Blanco
LOCRI - Momenti di tensione si sono
vissuti, nella serata di mercoledì, nel
centro di Locri.
Un ragazzo di 26 anni, infatti, dopo
essersi barricato all’interno della propria abitazione ha iniziato a lanciare
fuori dalle finestre di casa qualsiasi
oggetto gli capitava sotto mano.
Il materiale scagliato dal giovane
verso la strada sottostante ha finito
per danneggiare alcune autovetture
che erano stata parcheggiate nei pressi dell’abitazione.
Sul posto è stato necessario richiedere l’intervento dei vigili del fuoco
del distaccamento di Siderno e dei carabinieri della compagnia di Locri e
della locale stazione, guidati rispettivamente dal tenente Blanco e dal maresciallo Bramato.
I militari dell’Arma sono riusciti a
fare ingresso dentro l’abitazione del
giovane solo con l’ausilio dei mezzi dei
vigili del fuoco che, con una potente
autoscala, hanno consentito ai carabinieri di raggiungere il balcone di casa.
Appena dentro l’appartamento, poi,
gli uomini del tenente Nico Blanco si
sono adoperati per calmare il giovane
ragazzo locrese. Dopo i controlli del
caso, infine, il 26enne è stato affidato
alle cure del personale medico
dell’Azienda sanitaria provinciale.
La città della Locride si prepara a programmare interventi per una darsena moderna
Monasterace spera nel piano porti
La “Lega navale” si attrezza e organizza un dibattito pubblico a febbraio
di VINCENZO RACO
MONASTERACE - “Si tratta di uno
strumento straordinario che permette di fare chiarezza su un tema
strategico in termini di sviluppo,
anche del comparto turistico. Abbiamo individuato tutti i porti calabresi
esistenti, quelli in fase di costruzione e quelle aree dove in
futuro si potranno costruire. Questo ci consentirà nel breve periodo di aumentare l'attuale dotazione di posti
barca con l'obiettivo di
arrivare, in futuro, ai
numeri delle altre regioni più attrezzate.
Puntiamo anche ad
avere un sensibile aumento dei livelli occupazionali legati ai servizi portuali”.
Il presidente regionale Giuseppe
Scopelliti ha usato queste parole lo
scorso 22 novembre per presentare
il master plain portuale calabrese.
Obiettivo dichiarato creare almeno
10 mila posti barca nuovi con un sistema costituito da una serie di porti-approdi di diverse dimensioni e
funzioni, distribuiti lungo i circa
740 km di costa della Regione, in
parte lungo il versante tirrenico e in
parte lungo quello jonico. Saranno
A breve
l’avvio
dell’iter
progettuale
Imbarcazioni ormeggiate in un piccolo porto
probabilmente ben più dei nove previsti le strutturali portuali ex novo.
Tre come detto da Scopelliti nell'incontro con i sindaci della locride riguarderanno la nostra area geografica con due strutture portuali ex
novo previste nel piano regionale a
Monasterace e Locri e una darsena
turistica che invece si dovrebbe fare
a Bovalino.
Il masterplain segna un punto
storico per la regione e anche per al-
cune cittadine della locride fra cui
appunto Monasterace. La cittadina
inserita nel piano portuale potrà in
un futuro prossimo avviare l'iter
per la costruzione di un porto. Certo
sono ancora tanti punti di domanda,
il primo riguarda le risorse economiche. La regione investirà solo una
piccola parte per lo più per la ristrutturazione di strutture portuali già
esistenti come quella di Roccella,
per il resto va reperito attraverso i
fondi Fesr (Fondi europei) e soprattutto con l'entrata in campo dei privati che dovranno sovvenzionare la
costruzione delle stesse strutture
portuali. In tanti si domandano dove
potrebbe essere individuato uno
spazio perla costruzionedi unporto
nella cittadina ionica.
Ebbene rifacendoci anche ad un
vecchio progetto dell'ingegnere Milano risalente al 1973 con l'amministrazionecomunale guidatadalsindaco Giuseppe Diano, allora si era
segnalato come possibile luogo per
la struttura portuale l'area a nord
del lungomare, l'attuale zona di
piazza caduti senza croce tanto per
intenderci.
Certo il piano di allora andrebbe
attualizzato e rivisto, ma soprattutto bisognerà da qui ai prossimi mesi
muoversi nei tempi utili per garantire la costruzione dello stesso porto.
A riguardo alla nascente lega navale di Monasterace del presidente
Franco Comito si è già attrezzata per
l'organizzazione di un convegno
per febbraio 2012 con la presenza
proprio di Milano attuale professore
ordinario nell'università di Pisa. In
sostanza qualcosa a riguardo sembra potersi muovere ma ci vorrà ancora tanto tempo perché l'ipotesi
portuale si possa realizzare nella cittadina ionica.
A Caulonia
Agricoltura
progetto
del Gal
CAULONIA - “Tutti in
campo” è alle fasi finali.
Il progetto di comunicazione ed informazione,
attuato dal Gal Locride
avviato a giugno 2010,
entra nella fase finale
delle attività.
Tra queste, gli incontri informativi nelle
scuole. Venerdì scorso,
si è tenuto presso l'Istituto Tecnico Agrario di
Caulonia, il primo seminario programmato del
piano di comunicazione
integrata. Walter Scerbo, e Marialetizia Longo, rispettivamente Direttore generale e Responsabile amministrativo e finanziario del
Gruppo di azione locale,
hanno interloquito con
gli studenti e con i docenti in modo diretto,
partecipato ed approfondito sulle opportunità di sviluppo offerte
dalle politiche comunitarie, nazionali e regionali di sviluppo rurale.
Partendo dall'assunto
che l'informazione è alla
base della conoscenza ed
il mondo rurale calabrese ha bisogno di avere la
giusta consapevolezza
per operare scelte sostenibili sul piano economico ed ambientale, si è
passato ad analizzare la
Pac nel periodo di programmazione
2007/2013, per concludere col Programma di
sviluppo rurale della Calabria, sottolineandone
come lo stesso offra molteplici possibilità di realizzare progetti da finanziare con le risorse
comunitarie sia per chi è
agricoltore sia per chi
agricoltore vuole diventare.
Il filo rosso della giornata informativa è stato
“Investire in agricoltura conviene” ed ecco perché importante è stato
parlarne in una scuola
con gli studenti e con i
docenti delle ultime
classi.
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Locride
Venerdì 9 dicembre 2011
Venerdì 9 dicembre 2011
Il libro del giornalista Biagio Simonetta. Presentazione a Cosenza
Una mostra a Palazzo Arnone
Calabria, ’ndrine
e l’azzardo di vita
tinuo, con riferimenti a protagoniste. Quelle che
di CRISTINA VERCILLO
Una delle sculture che formavano il ciborio della Certosa di Serra
grandi operazioni, statisti- prendono le redini e dirigoche e numeri, come quelli no il “gioco, perché “le famiLAS VEGAS è un dedel business della droga, al- glie sono reti, impossibile
lirio di luci e colori,
tro regno incontrastato dei sfiorarne una parte senza
un tripudio di suoni,
boss. La cocaina, il petrolio far vibrare tutto il resto”,
casinò e giochi d'acbianco di “Cosa Nuova” che quelle come Rosellina e Barqua, è il crocevia del
prende il posto dell'eroina, bara che, loro malgrado, disogno che ottunde la
quella che stava distrug- ventano vittime innocenti e
mente e riempie lo
gendo Nino. Ma lui ce l'ha quelle che invece cercano di
sguardo con la varia
NEL 1631 durante il priora- due angeli reggicanestro;
fatta, la 'ndrangheta non lo ribellarsi, vogliono fuggire
umanità di Freemont
to di don Ambrogio Gasco san Lorenzo, santo Stefano,
ha vinto con il suo commer- e decidono di parlare, di colviene dato incarico a Cosimo sanBruno, sanMartino eun
Street e quell'insecio di morte. La 'ndranghe- laborare, a costo della vita,
Fanzago (Clusone,1591 - frammento architettonico.
gna che ti accoglie
ta che mette sul mercato an- come Lea.
Napoli, 1678) di realizzare il Proprio a questo straordinasfavillante: “WelcoUn quadro cupo, ma realiche i corpi, come carne da
monumentale altare-cibo- rio progetto e corpus di opeme to fabulous Las
macello. Come il corpo di stico quello che offre Biagio
rio della Certosa di Santo re fanzaghiane la SoprinVegas”, città del pecKatia, nigeriana che si spo- Simonetta, un romanzo
Stefano del Bosco a Serra tendenza per i Beni Storici,
cato e dell'azzardo.
glia e si vende agli addii al senza finzione che lascia peSan Bruno, smembrato a se- Artistici ed EtnoantropoloLì, a migliaia e micelibato nella Piana di Siba- rò spazio anche alla speranguitodel terremotodel1783 gici della Calabria dedica Argliaia di miglia da
ri. Piccolo harem on the za, “astuto traditore, più
e rimontato pressoché inte- te svelata. Capolavori di Coqui, è festa senza fine,
perseverante perfino dell'oroad.
gralmente, attorno al 1837, simo Fanzago. Il restauro
il tempo si ferma e
'Ndrangheta panzer nel- nestà”, la citazione da Kiernella chiesa dell'Addolorata delle sculture dal ciborio delLa copertina del libro
aspetta.
la tedesca Duisburg e “si- kegaard nell’ultimo capitoa Serra San Bruno. Dell'im- la Certosa di Serra San BruQui, nella Calabria
ponente impresa del mae- no. La mostra, curata da Fadel dolore e dei problemi, si late di rifiuti tossici mai gnora” nei palazzi del pote- lo.
La speranza incarnata da
stro restano oggi nel museo bio De Chirico con il coordiaffacciano alla memoria le smaltiti da discariche spe- re milanese. Il volto sporco
d'arte sacra del duomo di Vi- namento scientifico di Ropiccole sale giochi di paese, cializzate. E' evidente il ri- delle faide, dei corpi sciolti Anna, la figlia di Matteo che
bo Valentia alcuni mirabili sanna Caputo, sarà inauguquelle con i flipper e i biliar- chiamo allo scandalo esplo- nell'acido, dei dissolti nel vince la sua battaglia conso a Crotone. Storie perso- nulla e quello “pulito” degli tro il tumore e ora può manmanufatti bronzei raffigu- rata domani, alle 18, a Codini.
giare la crostata di lamporanti quattro angeli oranti; senza, Palazzo Arnone.
Dalle nebbie degli anni nali, fantasia e cronaca: un affari e dell'imprenditoria.
ni.
'Ndrangheta delle donne
Novanta si apre un varco intreccio, un rimando connei ricordi l'insegna luminosa “che accendeva di verde il muro di fronte”, quella
DITORIA
di una Las Vegas diversa, la
Las Vegas sala giochi per
tutti nell'entroterra crotonese, crocevia di classi, zona franca, quella dove “i ragazzini legati ai clan della
zona sputavano sui monitor dei videogiochi…'Ndrangheta in embrione”.
E' da questa Las Vegas
che parte il viaggio del giornel 2010).
nalista Biagio Simonetta
PUNTA a triplicare entro la fine
«Il mercato dell’ebook ha appenell'inferno delle 'ndrine,
del 2012 il mercato nascente
na due anni di vita, ma è comunraccontato nel suo primo lidell’eBook in Italia. Lo confermaque un mercato che c'è e che non
bro “Faide” (Cairo editore,
no gli ultimi dati dell’ufficio studi
potrà che crescere nei prossimi
171 pagg., 13 euro) già alla
AIE presentati ieri a «Più libri più
mesi e anni – ha spiegato la reseconda ristampa, che sarà
liberi», la Fiera nazionale della
sponsabile nuove tecnologie
presentato oggi alle 18 a Copiccola e media editoria in prodell’Associazione Italiana Editosenza, alla libreria Ubik.
gramma fino all’11 dicembre al
ri (AIE,) Cristina Mussinelli -. La
Un percorso tra cronaca e
Palazzo dei Congressi dell’EUR.
crescita che si intravede è quella
memoria, filtrate dalla leviLe previsioni per dicembre 2011
tipica dei mercati iniziali, con fortà della fantasia in una tradicono infatti che il mercato doti accelerazioni ma numeri assoma romanzata che si legge
vrebbe raggiungere i circa 3miluti ancora piccoli. Questo è un
d'un fiato.
lioni di euro (circa lo 0,1% del
mercato a cui guardano con atSimonetta, redattore per
mercato complessivo del libro),
tenzione non solo le case editrici
alcuni anni del Quotidiano
più del doppio, quasi il triplo, ripiù grandi ma anche i piccoli edidella Calabria, affronta l'inspetto alla fine del 2010 (quando
tori, che proprio per la specializsidioso tema della 'ndransi attestava sullo 0,04%).
zazione della nicchia di mercato
gheta e del suo impero criIntanto, crescono i titoli di ein cui operano possono trovare
minale tentacolare racconbook italiani: si è passati dai
lettori anche al di fuori del mercatando le storie di chi ne è ri1.609 di dicembre 2009 ai 6.879
to italiano».
masto vittima, di chi ne fa
di dodici mesi dopo sino ai 18.816
parte, di chi è riuscito a saldi fine novembre 2011 (sono il L’uso dell’eBook destinato a triplicarsi in un anno
r. c.
varsi per miracolo.
2,6% dei titoli «commercialmenCosì, nella sala giochi
te vivi»; il 35,8% sui titoli pubbli“Las Vegas”, metafora delcati di varia adulti e ragazzi). Per
l'azzardo della vita, c'è
quel che riguarda i generi da
Chen, il ragazzo timido che
gennaio a dicembre 2011 sono
la gestisce e somiglia vagaraddoppiati i titoli di narrativa
mente a Bruce Lee, c'è Sanitaliana, straniera e gialla: i titoli
dro, il giovane down che
di narrativa italiana in meno di
adora il Milan e sogna di andodici mesi sono cresciuti del
dare al mare, ci sono Federi143% (3.039 di fine novembre DOPO l’invasione delle scolaresche
presentazione di un importante lico, Pasquale, Matteo. Ma
2011, rispetto ai 1.249 di gennaio subita ieri, da oggi a Roma, qui a
bro di Città del Sole:“Islam tra pace e
nella Calabria martoriata
2011), quelli di narrativa stranie- “Più libri più liberi” si fa sul serio. Il
guerra” di Antonella Colonna Viladalla malavita ci sono anche
ra del 111,8% (4.033 contro i vociare dei bambini e delle scolaresi. Un testo importante e attualissiNino, Peppino 'U Napulita1.904 di gennaio 2011). La narra- sche ha lasciato posto alla compomo che, inoltre, si fregia della Introno, Anna, Rita, Lea, Katia,
tiva gialla è quasi raddoppiata stezza di un pubblico più adulto e siduzione di Rosario Priore. Il libro è
Rosellina e Barbara.
(da 668 titoli a 1.181), così come la curamente più eterogeneo. Bighelstato presentato, tra gli altri, da
Le loro storie si snodano
fantascienza e fantasy (da 160 a lonando per gli stand ci siamo imFiamma Nirenstein e Lapo Pistelli.
attraverso i vari capitoli del
279 titoli).
L’editore Pellegrini ha tenuto presbattuti in seriosi uomini in giacca e
romanzo, ognuno con alI numeri comunque ancora pic- cravatta, attempate signore in tailso il proprio stand la presentazione
l'intestazione una frase che
coli, a partire da quello degli edi- leur ma anche in teenager con pierdel saggio “Il canto delle pietre. Brispinge a una maggiore ritori di eBook: sono infatti solo cing e rasta.
gantesse e briganti nella letteratura
flessione, che sia di Alvaro,
342 gli editori di e-book in Italia,
dei vinti e il destino di Maria Sofia”.
La presenza degli espositori cala- Lo stand di Rubbettino
di Dostoevskij, Cioran o
mentre, per un confronto, sono bresi in questa rassegna nazionale
Con il pubblico ha dialogato uno deKierkegaard.
7393 gli editori di libri di carta (ricordiamolo, sono ben 10) conti- so i libri “Terroni 2.0. Cambiare il gli autori: Gerardo Picardo. Ed infiFederico, il sogno della
presenti nel Catalogo dei libri in nua afarsi sentire.Vi racconteremo Sud vivendo altrove” di Piercamillo ne, ma non da ultimo, l’incontro “I liMedicina, i soldi che non bacommercio (Alice). In ogni caso il gli stand di tutti. Iniziamo dal fiore Falasca e “L’ultima chance. Per una bri protagonisti contro le mafie”,
stavano e la scelta forzata
trend viene indicato dal fatto che all’occhiello della Calabria: la Rub- generazione nuova di cattolici in po- che ha visto l’intervento, fra gli altri,
del militare, delle missioni
triplicano i piccoli editori che bettino. Titoli che raccontano storie litica” di Luca Diotallevi. Per non del sindaco di Lamezia Terme Gianin Iraq, Libano e Afghaniproducono eBook, che diventano di mafia, di giustizia e d’impunità, di parlare dei due saggi dei vertici isti- ni Speranza che, nel suo intervento,
stan. Pasquale, vittima dei
284 con 21 titoli medi in catalogo Nord e Sud d’Italia, di politica e di- tuzionali e politici italiani, Gian- ha ricordato il recente festival “Traclan per quel desiderio del
(erano 94, con 16 titoli medi in ca- battito, e attirano indubbiamente gli franco Fini e Francesco Rutelli che, me”, dedicato ai libri antimafia. E, in
denaro facile. Matteo salvatalogo nel 2010). E raddoppiano occhi dei visitatori. Maurizio Serio, nuovi di zecca, sono ben in mostra una regione che vede i propri politici
to dall'amore per Sandra e
anche i grandi editori di ebook (e responsabile della sede capitolina all’interno dello stand stesso. Ci av- spesso subire e talvolta anche amper la piccola Anna, vittima
marchi collegati): sono 58 con della casa editrice, ci evidenzia che viamo a concludere queste brevi no- miccare alle mafie, è una cosa che riindiretta dello strapotere
119 titoli medi in catalogo (erano sin dalle prime battute fieristiche un te con il resoconto sugli incontri cul- leviamo con estremo piacere.
mafioso. Anna ammalata di
37, con 149 titoli medi in catalogo particolare interesse hanno riscos- turali avvenuti ieri. Innanzi tutto la
I Bottegai
cancro perché la sua scuola
è stata costruita con tonnel-
L’altare della Certosa
e l’Arte svelata
E
Il predominio dell’eBook
Il mercato in Italia triplicherà in un anno. I dati alla fiera di Roma
Le offerte degli editori calabresi a Più libri, più liberi
Se i libri sono antimafia
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58 Idee e società
Venerdì 9 dicembre 2011
19
REDAZIONE: via Rossini, 2 - 87040 Castrolibero (CS) - Tel. (0984) 852828 - Fax (0984) 853893 - E-mail: [email protected]
Cassano
San Giovanni in Fiore
Monsignor Galantino
nuovo vescovo
a pagina 30
Monsignor Galantino
Incidente di caccia
Ferito cinquantunenne
L’elisoccorso
a pagina 27
Oltre a Bernaudo, Ruffolo, De Rose anche Romano Chirillo, Michele Di Puppo e Biagio Barberio
Voto di scambio, sei indagati
L’inchiesta della Dda di Catanzaro è del tutto separata da “Terminator 4”
di ANTONIO MORCAVALLO
VENTINOVE le persone per le quali i
pm della Dda di Catanzaro avevano
chiesto gli arresti, nell’ambito
dell’inchiesta sulla cosca cosentina
“Ruà-Lanzino”. Diciotto le ordinanze firmate dal gip. Per gli indagati le
accuse variano dall’omicidio, all’associazione mafiosa, passando per
estorsioni, porto d’armi, usura.
Sono sei, invece, gli indagati
nell’inchiesta che dalla prima ha preso avvio, quella che vede invischiati
tre politici e che parte da ipotesi di
reato che vanno dall’associazione esterna al voto di
scambio. Nel corso delle indagini durate anni, infatti,
per come spiegato dal procuratore Antonio Vincenzo
Lombardo e dall’aggiunto
Giuseppe Borrelli, gli inquirenti si sono imbattuti
in alcune dichiarazioni di
Michele Di Puppo, uno degli arrestati e ritenuti dalla
Dda catanzaresi, l’uomo
più vicino alla cosca sulla
zona di Rende. Di Puppo,
per come raccontato dai magistrati,
avrebbe parlato di sostegno alle campagne elettorali di Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo, eletti consiglieri
provinciali alle consultazioni del
2009. Come ha tenuto a ribadire
Lombardo, nonostante la notizia
dell’indagine sia stata resa pubblica
proprio insieme a quella sulla cosca
di ‘Ndrangheta, al momento si tratta
di ipotesi investigative. Fino ad ora,
non sarebbero stati rilevati contatti
diretti tra Bernaudo, ex sindaco di
Rende, o Ruffolo, ex assessore comunale al Bilancio ed autosospeso assessore provinciale (per il coinvolgimento nelle due inchieste “Coffe
break” e “Cartesio”), e Di Puppo che
dalla Dda è stato indicato come responsabile della Cooperativa Rende
2000. Nell’inchiesta, che dunque
non fa parte dell’operazione antimafia Terminator 4, le ipotesi di voto di
scambio e di commistioni da delinquenza organizzata e politica sono
allargate anche ad altre tre persone.
Anche se le indagini continuano e
non è escluso un coinvolgimento di
altre persone. Soprattutto legate al
filone “Piane Crati”. Oltre a Bernaudo e Ruffolo, infatti, risulta indagato
il consigliere comunale di Piane Crati Pierpaolo De Rose. Per come riferito in conferenza dai magistrati della
Direzione distrettuale antimafia di
Catanzaro l’ipotesi di voto di scambio
per De Rose potrebbe configuarsi per contatti con elementi della criminalità organizzata di Paterno Calabro. Nello stesso fascicolo,
infatti, è indagato Romano
Chirillo che non figura tra
gli indagati di Terminator
4. Dalle indagini sarebbero
emerse minacce e voti “segnati”. Sulle schede elettorali, potrebbero essere presenti delle sigle di riconoscimento dell’elettore. Un
metodo usato per “certificare” di aver votato come promesso.
Un metodo che è comunque visibile e
che, se la presenza dei segni venisse
confermata dalle indagini ancora in
corso, sarebbe passato inosservato a
scrutatori e presidenti di seggio. Il
sesto indagato è Biagio Barberio.
Avrebbe avuto un ruolo per attuare il
voto di scambio e dirottare consensi a
Piane Crati.
Barberio, nell’inchiesta Terminator 4 figura tra gli accusati degli
omicidi di Antonio Sena, Enzo Pelazza e Antonio Sassone. In tutti i casi
Barberio, secondo la Dda, avrebbe
nascosto le auto (una Thema, una
Peugeot 306 e una Uno) a Paterno Calabro. Come detto, le indagini sul voto di scambio sono ancora in corso e i
reati per ora sono solo ipotizzati. Nonostante l’unica conferenza stampa.
A Piane Crati
sarebbero
entrati
in azione
i paternesi
Crisi
Si rinuncia
ai cuddruriaddri
TRA crisi e manovra i cosentini hanno già iniziato a consumare meno. Ci vanno di
mezzo anche i prodotti tipici.
Romano Chirillo e Michele Di Puppo. Sotto la conferenza stampa col fascicolo Terminator in primo piano
Natale
Acceso l’albero
dell’orafo vip
SOBRIETÀ ma d’autore, per
l’albero natalizio firmato Bruni.
Sbadieratori in piazza, mostre
e enogastronomia.
alle pag. 20 e 21
Le estorsioni alla fiera
TERMINATOR 4
Lanzino gestisce i videogiochi
DALLE RISULTANZE investigative che hanno convinto il giudice per
le indagini preliminari di Catanzaro
a firmare 18 ordinanze di arresto
per presunti appartenenti al gruppo
criminale identificato come “RuàLanzino” emerge la riconducibilità
al clan, «tra coloro che forniscono
un contributo strutturale alle attività dello stesso», anche il figlio di Ettaruzzu, Emiddio Lanzino.
Le attività investigative e alcuni
servizi di intercettazioni telefoniche, secondo i magistrati della Dda,
hanno consentito di ascrivere al
gruppo Lanzino la gestione della attività di collocamento di apparecchiature e strumenti elettronici di
videogioco, slotmachine e similari,
con la società in nome collettivo
a pag.25
“Nuovo Impero Games”. «Le attività
investigative - sottolineano comunque i pm nella richiesta di applicazione di misure cautelari - non hanno permesso di dimostrare con certezza la commissione, nel contesto
dello svolgimento di tale attività economica, specifiche ipotesi di reato, è
da dire che esse hanno ancora una
volta permesso di dimostrare il legame esistente tra la famiglia Lanzino
e Patitucci Francesco e soprattutto il
ruolo di gestore degli affari economici di Lanzino Ettore svolto dal figlio Emiddio». Questi, infatti, che
come principale attività lavorativa
conduce l'omonima impresa individuale per la riparazione, manutenzione di pneumatici per autoveicoli,
secondo la Distrettuale Antimafia,
«risulta essere il tramite del latitante nella gestione del circolo ricreativo “Nuovo Impero” di Rende, formalmente intestato a persone interposte e precisamente. Dimostrano
l'“appartenenza” del circolo al gruppo Lanzino diverse conversazioni telefoniche, una delle quali, secondo
la Dda, ricondurrebbe al latitante le
decisioni concernenti la titolarità
della gestione della stessa attività.
In particolare Emiddio avrebbe parlato «con chi di dovere», e che questi
avrebbe deciso che a gestire il circolo
dovevano essere solo lui e un socio,
estromettendo di fatto una terza
persona alla quale sarebbe andato
un risarcimento di 500 euro mensili.
a. mor.
«I veri affari si fanno
con i vimini e i piatti»
Tra i reati contestati, a vario titolo, agli indagati di Terminator 4, ci sono le estorsioni.
Estorsioni che, come emerge
dall’ordinanza,
avrebbero
portato al contatto dei sodali
del gruppo “Ruà-Lanzino”e di
Francesco Patitucci con il
clan Cicero, contatto già sottolineato nell'Operazione Anaconda. Dalle intercettazioni di
Terminator 4 emerge una
estorsione perpetrata ai danni degli operatori economici
impegnati in occasione della
fiera di San Giuseppe. In particolare, Francesco Patitucci è
stato captato all'interno del
magazzino di Cicero nel mentre rappresentava a Osvaldo
Cicero (che non risulta indagato) le sue lagnanze per il
comportamento di una terza
persona ritenuta responsabile di aver riscosso e trattenuto
per sé denaro proveniente dalle estorsioni eseguite agli operatori della Fiera di S. Giuseppe. Le successive parole del
Patitucci e di uno dei presenti
sono chiarificatrici proprio
nell'ambito delle estorsioni
agli ambulanti: «La fortuna
della fiera alla fine lo sai quali
sono? Non sono le bancarelle!
La fiera sono i piatti, vimini,
divani eccetera eccetera. Addirittura». E ancora «Addirittu… ti dirò di più! Adesso mi
devi stare a sentire! Quando
siete andati dai divani...». Insomma, chi vuole esporre alla
fiera, deve pagare.
a. mor.
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Cosenza
4
VENERDÌ 9 dicembre 2011
M E R I D I A N I
calabria
&
ora
P A R A L L E L I
lotta alla criminalità
FINE
CORSA
Michele Zagaria tra i
poliziotti
Nelle due
foto a centro pagina il
bunker con
tutti le comodità del
caso: tv al
plasma, divani, libri
Dopo la cattura di Zagaria potrebbe saltare l’intesa tra le due mafie
Casalesi-’ndrangheta:
il rapporto è a rischio?
COSENZA “Capastorta” ha già raggiunto il carcere di Novara, il penitenziario di
massima sicurezza che ha ospitato, ospita e
ospiterà ancora i massimi rappresentanti
delle consorterie mafiose italiane - quelli destinati al regime del carcere duro. Vi trascorrerà i prossimi anni, Michele Zagaria, che ha
“costretto” con la sua resa il neo ministro della Giustizia Paola Severino a vergare il primo
decreto di 41 bis da quando è Guardasigilli
del governo Monti. In una cella di pochi metri quadrati, controllata 24 ore su 24 dai secondini, l’ultimo padrino dei casalesi avrà
COSENZA Messina Denaro, Badalamenti, Condello, Varano, Matrone, Cubeddu, Motisi, Scotti, Giorgi, Di Lauro.
Sembra la formazione di una squadra e,
in qualche modo, lo è. È la squadra che
mette insieme i dieci campioni italiani di
una disciplina del tutto particolare: la fuga. Perché quelli appena citati altro non
sono che i nomi dei nemici pubblici inseriti nella top ten dei latitanti di massima
pericolosità facenti parte del “Programma speciale di ricerca” del ministero dell’Interno.
Matteo Messina Denaro, nato nel
1962 a Castelvetrano (Trapani). È il “fiore all’occhiello” della lista, l’ultimo vero
padrino di Cosa nostra. Figlio e delfino di
don Ciccio, capo mandamento della mafia trapanese trovato morto il 30 novembre del 1998. Soprannominato “U siccu”
e “Diabolik”, a lui viene attribuita la frase, pronunciata come confidenza a un
amico: “Con le persone che ho ammazzato, io potrei farci un cimitero”. Uccel di
bosco dal 1993, è ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e
porto d’armi di materiale esplosivo, furto. Soprattutto, è ritenuto colpevole e
condannato in via definitiva all’ergastolo per le stragi del 1993.
Vito Badalamenti, nato a Cinisi (Palermo) nel 1957, è anche lui figlio d’arte.
Erede di quel don Tano che fu il mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, è ricercato dal 1995 per associazione
mafiosa, anche se il mandato d’arresto
internazionale è stato spiccato solo il 22
novembre del 2000. Unico dei 175 indagati di “Pizza connection” a venire assolto, verrà condannato a sei anni nel “Maxi-quater”, il quarto troncone del maxiprocesso di Palermo contro Cosa nostra.
Amante dei viaggi all’estero, si dice si stia
godendo la latitanza in Brasile o in Australia.
tempo per meditare. E riflettere sulle proprie
azioni. Non avrà, in carcere, l’Ipad rinvenuto nel bunker di via Mascagli, a Casapesenna; né tv al plasma o le tante comodità immortalate dai flash della Polizia e già consegnate alla storia. Resterà solo con i suoi pensieri, a partire da quelli riferiti al destino del
clan di cui aveva assunto la responsabilità di
gestione. Un destino che potrebbe diventare
fosco. A tutto vantaggio della ’ndrangheta calabrese. Perché tra la malavita nostrana e la
criminalità di matrice campana s’era instaurato negli anni un rapporto di interscambio
privilegiato, di mutua assistenza e collaborazione che potrebbe subire incrinature.
I padrini dei casalesi sono finiti tutti dentro. Tutti. Da Schiavone a Setola a Bidognetti a Iovine a Zagaria. E pare non vi siano più
in circolazione figure carismatiche capaci di
dialogare da pari a pari con i mammasantissima della ’ndrangheta. Che torneranno a
prendere il sopravvento nei luoghi, e nei business, in cui avevano ceduto fette di potere
per convenienza strategico-criminale. Luoghi che, per la Direzione nazionale antimafia
sono ben delineabili e già identificati. Lazio
ed Emilia Romagna, tanto per rendere l’idea;
Fondi e Reggio Emilia, giusto per essere un
po’ più precisi. Centri che hanno registrato alleanze e interessi comuni di casalesi e ’ndranghetisti negli affari illeciti.
Un recente report della Dia di Roma segnala che la capitale è stata da tempo “spartita” tra le due consorterie: il centro storico,
con tutti i ristoranti e le attività commerciali
annesse, sarebbe controllato dalla ’ndrangheta; i casalesi avrebbero ottenuto invece il
via libera a mantenere la gestione indiretta
degli ipermercati disseminati in periferia. Insieme avrebbero deciso, attraverso l’acquisizione di numerosi esercizi commerciali grazie al contributo (determinante) di prestanome, di ripulire i miliardi di euro che sono
frutto del traffico di droga. Un settore nel
quale, appunto, la ’ndrangheta è leader mon-
padrini con il fiato sul collo
Ecco i nuovi “obiettivi”
delle forze dell’ordine
Domenico Condello, nato a Reggio
Calabria nel 1956, è il cugino di Pasquale Condello “il Supremo”. Il suo soprannome è tutto un programma: “Micu u
pacciu”. È ricercato dal 1993 per omicidio, associazione di tipo mafioso, traffico
di sostanze stupefacenti, rapina, armi e
altro.
Michele Antonio Varano, nato nel
1951 a Centrache (Catanzaro). Tra i protagonisti della “Montenegro connection”,
operava in Svizzera in contatto con gruppi criminali italiani. È ricercato dal 2000
per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, contrabbando di
tabacchi lavorati esteri.
Francesco Matrone, nato nel 1947
a Scafati (Salerno). È considerato, assieme a Pasquale Loreto, capo del clan camorrista Loreto-Matrone, gruppo criminale di grande potere nella zona di Scafati almeno fino agli anni Novanta. È ricercato dal 2007 per omicidio.
Attilio Cubeddu, nato ad Arzana
(Nuoro) nel 1947. Esponente storico dell’anonima sequestri sarda, il suo nome è
noto alle cronache soprattutto per il rapimento dell’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini. Di lui si sono perse le
tracce nel 1997.
Giovanni Motisi, nato nel 1959 a Palermo. Considerato vicino a Bernardo
Provenzano, la figura di “Pacchione” è
avvolta dal silenzio. Alcune voci lo danno
per morto. Di certo si sa che è ricercato
dal 1998 per omicidi, dal 2001 per asso-
ciazione di tipo mafioso, dal 2002 per
strage.
Pasquale Scotti, nato a Casoria (Napoli) nel 1958. Ex studente di medicina,
elemento di spicco e “volto pulito” della
Nuova camorra organizzata di Raffaele
Cutolo, Pasqualino “O’ collier”, è considerato il braccio armato e vice del “professore” di Ottaviano. È ricercato dal 1985
per omicidio e occultamento di cadavere.
Giuseppe Giorgi, nato nel 1961 a
San Luca (Reggio Calabria). Esponente
dei Pelle-Vottari, “U cicero” o “U capra”
è considerato il responsabile dei traffici
internazionali legati allo smaltimento illegale di scorie tossiche e radioattive. Ricercato per associazione di tipo mafioso
finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi, estorsioni ed omicidi, è sparito nel nulla nel 1995.
Marco Di Lauro, nato nel 1980 a
Napoli. Penultimo di dieci figli, dopo gli
arresti in famiglia è rimasto, giovanissimo, a reggere l’omonimo clan, protagonista della sanguinosa faida di Secondigliano-Scampia. È ricercato dal 2005 per
associazione di tipo mafioso.
Nomi che, direttamente o per via ereditaria, hanno fatto e continuano a fare la
storia criminale d’Italia. Una storia fatta
di traffici, affari illeciti e morti ammazzati. Da questi nomi, dopo l’arresto del boss
di Gomorra Michele Zagaria, riparte la
sfida della giustizia.
MARIASSUNTA VENEZIANO
[email protected]
10
diale. È per questo che i casalesi hanno cercato, ed ottenuto dando chissà cosa in cambio, un contatto con i calabresi che a Fondi
hanno mantenuto il controllo diretto del
Mercato ortofrutticolo, uno tra i più grandi
d’Europa.
La famiglia egemone, secondo quanto dimostrato attraverso diverse attività antimafia, sarebbe quella dei Tripodo, un nome che
rimanda al passato più “glorioso” della storia
malavitosa calabrese. Due anni da, a finire in
manette, furono infatti Carmelo Giovanni e
Antonio Veneziano Tripodo, fratelli e soprattutto figli del boss Domenico “Micu” Tripodo, uno tra i padrini più rispettati della vecchia ’ndrangheta calabrese. Dagli inquirenti,
i due, furono ribattezzati “I re del Mof”. E ai
due, secondo quanto riferito da alcuni collaboratori di giustizia, si sarebbero rivolti i casalesi per entrare nel giro che conta del traffico di droga sfruttando le coperture che una
struttura mastodontica (e quasi incontrollabile) qual è il Mercato ortofrutticolo di Fondi può assicurare. Eccolo, dunque, il collegamento diretto tra ’ndrangheta e casalesi; un
collegamento rinnovato anche in Emilia Romagna, nel Modenese e a Reggio Emilia
(droga, estorsioni, appalti pubblici); un rapporto che, dopo l’arresto di Michele Zagaria,
rischia però di interrompersi bruscamente...
PIER PAOLO CAMBARERI
[email protected]
super
latitanti
Ecco i volti dei latitanti più pericolosi
A destra il capo di “Cosa Nostra” siciliana
A seguire tutti gli altri. Tre i calabresi
nell’elenco: Condello, Varano e Giorgi
Matteo M. Denaro
Vito Badalamenti
Domenico Condello
Michele Varano
Francesco Matrone
Attilio Cubeddu
Giovanni Motisi
Pasquale Scotti
Giuseppe Giorgi
Marco Di Lauro
dal POLLINO
alloSTRETTO
calabria
ora
VENERDÌ 9 dicembre 2011 PAGINA 9
’ndrine in lombardia
il profilo
La manager
cattolicissima
e in carriera
SIDERNO (RC) Anche quando i mestieranti della politica calabra dovettero arrendersi ai richiami della Corte dei Conti,
quando fu licenziata in tronco per sprechi
e cattiva gestione del pubblico denaro, la
dirigente Carmela Madaffari (nella foto in
alto) non si perse d’animo. Per lei, alcuni
anni dopo, ci fu un incarico al Comune di
Milano. Dalla Calabria alla Lombardia, tra
lo stupore generale, per afferrare il malloppo offerto dalla giunta Moratti e smentire
tutti i detrattori malpensanti. «Non colpisce tanto – scrivono nel loro libro Giuseppe Orfei e Ferruccio Sansa - che una signora che non ha mai vissuto a Milano ottenga un incarico molto importante presso il
Comune, quanto che la signora in questione abbia fornito prove a dir poco molto
contestate: almeno due volte il super-dirigente della Moratti è stato allontanato dalle Asl che le erano state affidate per presunte irregolarità contabili emerse durante la sua gestione». Ma andiamo con ordine.
La manager calabrese nasce l’uno aprile
1944. La appassionano le materie letterarie, così, appena maggiorenne, si iscrive all’Università di Messina, dove consegue la
laurea. La sua carriera, poi, è un crescendo
continuo. Tra le tante esperienze che la dirigente elenca nel suo curriculum, spuntano quelle di «Presidente dell’Azione cattolica diocesana», di «Sindaco di Santa Cristina d’Aspromonte, dal 24 aprile 1995 al
settembre 1998», di «Direttore generale
della Asl numero 5 di Crotone, dall’11 marzo 1997 al 26 luglio 1998, di «Direttore generale della Asl numero 9 di Locri», dal 28
settembre 1998 al 15 ottobre 1999», e infine «Direttore generale della Asl numero 6
di Lamezia Terme, dall’8 aprile 2004 all’8
agosto 2005». Poi, nel 2006, viene nominata al Comune di Milano dalla giunta Moratti.
il. fil.
Il boss e il politico
filmati insieme
al Comune di Milano
«Passiamo a salutare Carmelina»
Incarico d’oro all’ex manager Asl di Locri
to piuttosto il metodo, che evidenzia una violazione di
legge, allo stato degli atti, indice di una volontà specificamente diretta a favorire la Madaffari». Anche la
Quando venne eletta sindaco, nel maggio 2006,
Corte dei Conti bacchettò la giunta Moratti. Per l’orl’onorevole Letizia Moratti pensò a una sconosciuta
gano di controllo, era stato consumato un danno allontana 1300 chilometri da lei e la riempì d’oro. Alla
l’erario dell’ente:«Nella vicenda in questione – motiburocrate Carmela Madaffari si presentò un’occasiovò la magistratura contabile - è del tutto mancato il
ne irripetibile: dalla Calabria alla Lombardia, da un caprudente apprezzamento dei gravi infortuni professiopo all’altro della penisola, per dirigere un settore amnali che hanno caratterizzato il cammino della desiministrativo del Comune di Milano a 217mila euro
gnata. Queste sfavorevoli circostanze, avrebbero doannui. Più del primo cittadino. La funzionaria accetvuto infatti imporre alla giunta l’adempimento del batò l’incarico con entusiasmo. I giornali scrissero, la
silare obbligo di precauzione e massima ponderaziopolitica s’indignò. La donna era stata sloggiata dalle
ne».
aziende sanitarie di Locri e Lamezia Terme per preDel resto, fino a quel momento, era stata tutt’altro
sunte irregolarità contabili e cattiva gestione, ma alla
che priva d’intralci la carriera di lady Pa, Carmela
“Milano efficiente e sparagnina” andava benone. Og“Carmelina” Madaffari. Nel 1998, quando era Diretgi, però, quella scelta chiacchierata, quella nomina su
tore generale all’Asl di Locri, l’azienda sanitaria comcui si allungano mancini anche i sospetti degli investimissariata per mafia, aveva chiuso i conti con perdigatori, torna di grande attualità. Nell’ufficio della bute per 22 miliardi di lire e le era stato contestato un derocrate, i padrini del clan Lampada erano di casa.
bito fuori bilancio pari a 31 miliardi. Il suo nome era
«Passiamo a salutare Carmelina», disse il boss Giulio
spuntato anche in un’interrogazione
Lampada al consigliere regionale delpresentata dal politico Francesco Forla Calabria Francesco Morelli. I due,
Cacciata dalla
tugno, il vicepresidente del Consiglio
quel giorno, non immaginavano cersanità
calabra
regionale morto ammazzato per mato di essere intercettati e pedinati, ma
no della ’ndrangheta. «Da un paio di
si sbagliavano. Lo documentano due
ma nominata
presso l’Asl numero 9 – scrisse
intercettazioni e un filmato allegati aldalla Moratti. Per anni,
l’onorevole - si porta avanti il disegno
le carte dell’ultima inchiesta della
lei 217mila euro di creare un doppione del reparto
Procura distrettuale antimafia di MiPronto Soccorso-Astanteria per affilano.
darlo all’aspirante dottor Luigi Giugno. Nel periodo in
«Carmelina – scrivono gli inquirenti - è la dirigencui questa illegittima iniziativa è stata portata avanti,
te Carmela Madaffari». È il 15 settembre 2009, quansi sono alternati quattro cosiddetti manager e precido il capomafia e il politico infilano via Largo Treves
samente Madaffari, Pelaia, Sgrò e Stroili. Solo il seconper un saluto alla responsabile del settore “Famiglia,
do si è mosso per sospendere gli atti e ripristinare la
scuola e politiche sociali”. La giunta Moratti si era spelegalità violata». Correva l’anno 2001. Dieci anni dosa per lei. Sul sindaco pendeva anche un’inchiesta per
po, i dialoghi e il filmato infilati tra le carte dell’inchiemobbing e abuso d’ufficio. Aveva fatto pressione persta “Infinito”.
ché alcuni funzionari stracciassero il contratto per far
«Passiamo a salutare Carmelina», disse il boss al
posto a manager di sua fiducia. Il giudice per le indaconsigliere regionale della Calabria Francesco Morelgini preliminari, nel motivare la sua decisione, si era
li. Avevano un’aria sicura. «Arrivarono in Largo Tresoffermato proprio sull’assunzione della burocrate
ves su una Bentley – documentano gli investigatori –
giunta dal profondo meridione:«La nomina è avvenue si recarono negli uffici del Comune di Milano. Un
ta senza una preventiva ricerca. Al momento della desuccessivo dialogo conferma che i due andarono a far
signazione – scrisse il Gip - la donna aveva subito
visita alla dirigente del settore “Scuole e politiche soprovvedimenti negativi, sia pur non definitivi, quali la
ciali”». Quel giorno, per dirla ancora con l’indagine,
sospensione della funzione di dirigente e la decaden«l’autista Mazziotta è rimasto in macchina».
za e risoluzione del contratto di direttore generale
dell’Asl di Locri». «Non rileva – annotò ancora il gip
ILARIO FILIPPONE
- il merito delle scelte, ovviamente insindacabili, [email protected]
SIDERNO (RC)
L’INFORMATIVA
Sopra, il passaggio
dell’informativa in cui è
descritto l’incontro tra
Lampada e Morelli (in alto)
con la Modaffari
12
VENERDÌ 9 dicembre 2011
D A L
P O L L I N O
calabria
A L L O
Ancora terremoti
nell’area del Pollino
Ieri due scosse magnitudo 2.5. Si mobilitano i satelliti Usa
COSENZA
Continua a far ballare la terra lo sciame sismico che sta interessando l’area del Pollino.
Anche la giornata di ieri ha fatto registrare diversi terremoti
(il primo, magnitudo 2.5, si è
verificato alle 5,58; il secondo,
magnitudo 2.4, alle 11.06 sempre nel distretto sismico del
monte Alpi-Sirino) facendo salire a 521 il numero complessivo degli eventi sismici registrati nella zona dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dal settembre 2010 ad oggi.
Le scosse di ieri hanno interessato l’area che comprende i
comuni di Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Rotonda e Viggianello, nel potentino, e quelli di Laino Borgo,
Laino Castello e Mormanno,
nel cosentino. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, non si registrano danni a
persone o cose.
«sorvegliata speciale»
L’area interessata dallo sciame sismico (che comprende il
territorio montano a confine
tra la Calabria e la Basilicata)
oramai è considerata una “sorvegliata speciale”. E non solo
dai ricercatori italiani dell’Ingv
ma anche da quelli americani
della Chapman University che
hanno messo a disposizione i
propri satelliti per raccogliere
ulteriori informazioni sull’incremento dell’attività che potrebbe prodursi nei prossimi
giorni. In questi giorni, poi, si
sprecano i parallelismi con lo
sciame sismico che interessò
l’Abbruzzo e che portò alla
grande scossa che distrusse la
città dell’Aquila e vari comuni
dell’hinterland. Anche se i ricercatori a più riprese hanno
ricordato che i terremoti non si
possono prevedere e che non è
detto che questa attività sia il
preludio di qualcosa di più serio. Nel frattempo la Protezione Civile regionale si è già attivata per monitorare le strutture a rischio presenti nella zona
del Pollino.
un allarme che dura
da più di un anno
Era il 15 ottobre del 2010
SCIAME SISMICO Gli ultimi terremoti nel Pollino (fonte Ingv)
quando il docente di sismologia del dipartimento di fisica
dell’Università della Calabria
Ignazio Guerra descrisse come
«vivace» l’attività sismica dell’area del Pollino. «È un me-
ora
S T R E T T O
setto circa che la Calabria –
spiegava Guerra – per quanto
riguarda le scosse di terremoto, sta mostrando una vivacità
a livello strumentale». «Normalmente – ha aggiunto – i
terremoti si presentano a
grappoli ed è quanto sta accadendo in questo periodo anche in Calabria. Nella zona del
Pollino, a Mormanno, in particolare, nelle settimane scorse
abbiamo registrato delle scosse di magnitudo compreso tra
1.8 e 2.1. Poi ci sono state 4-5
scosse in provincia di Catanzaro ». Dopo un breve periodo
di calma oggi, nella stessa area,
la terra ha ripreso a tremare.
DOMENICO MICELI
[email protected]
CETRARO
Bimba nata morta
I genitori denunciano
CETRARO (CS) Una
bambina è nata morta ieri pomeriggio nell’ospedale di Cetraro, nel cosentino. I genitori hanno pre-
La procura di
Paola ha aperto
un’inchiesta
Sentiti i medici
dell’ospedale
sentato una denuncia ai
carabinieri nella quale si
sostiene che il parto è avvenuto in ritardo nonostante le ripetute sollecitazioni fatte ai sanitari.
La madre della bambina, di 28 anni, era stata ricoverata tre giorni fa. I
medici hanno effettuato
quotidianamente gli accertamenti ed hanno deciso di far nascere la bambina ieri anche se il parto
era previsto per due gior-
ni fa. Al momento del parto, avvenuto con metodo
naturale, la bimba è nata
morta e con il cordone
ombelicale intorno al collo. I genitori della bimba
hanno quindi deciso di
presentare una denuncia
ai carabinieri che hanno
avviato le indagini.
Gli investigatori stanno
sentendo i medici che
hanno avuto in cura la
donna. La Procura della
Repubblica di Paola (Cosenza) ha avviato una inchiesta. Nella denuncia
vengono lamentati ritardi
nel parto ed il rifiuto, da
parte dei medici, di far nascere la bimba con il taglio
cesareo. La Direzione sanitaria dell’ospedale di
Cetraro, da parte sua, sostiene che non c’è stato alcun ritardo e che dai tracciati non erano emersi
elementi per intervenire
chirurgicamente.
l’allarme
Carceri sovraffolate, a Lamezia
il record negativo calabrese
CATANZARO Sono oltre 1.200, con un indi- Terme (183,3%), seguito da Brescia Canton
ce di affollamento del 68,3%, le presenze in esu- Mombello (177,2%), Busto Arsizio (162,9%), Cobero nei 12 istituti penitenziari della Calabria. I mo (150,9%) e Ancona Montaguto (145%).
Oltre alla maglia nera detenuta dal carcere di
dati sono contenuti nel rilevamento trimestrale
effettuato dalla Uil Penitenziari. Dalla ricerca Lamezia, la situazione del sovraffollamento negli
istituti penitenziari calabresi è
emerge inoltre che nelle struttupreoccupante anche per altre
re penitenziarie italiane sono atLa denuncia
strutture. A Castrovillari la catualmente presenti 68.017 detedella
Uil
pienza regolamentare è di 131
nuti (65.121 uomini, 2.896 donpenitenziari:
è
unità ma sono detenute 272 perne) a fronte di una disponibilità
sone, con un indice di affollareale di 44.385 posti, con un esuuna vergogna
mento del 107,6%. Seguono Regbero pari a 23.632, che determiper l’Italia
gio Calabria (101,9%), Palmi
na un sovraffollamento medio
(96,4%), Locri (75,9%), Catanzanazionale al 53,2%. La Regione
con il più alto tasso di sovrappopolamento è la ro (67,8%), Cosenza (64,1), Paola (61,5%) RossaPuglia (84%), seguita da Marche (83,9%), Emilia no (51,5%) e Vibo Valentia (33,2%).
Dai dati della Uil Penitenziari emerge che non
Romagna (75.6%), Friuli (75,1%) e Lombardia
(74 %). Il penitenziario con il maggior tasso nazio- ci sono problemi di sovraffollamento soltanto nelnale di sovraffollamento si conferma Lamezia le carceri di Crotone e Laureana di Borrello. «Ab-
biamo cercato di aggregare i dati - ha evidenziato il segretario generale della Uil Penitenziari, Eugenio Sarno - per offrire uno spaccato, tanto immediato quanto drammatico, della situazione carceraria in Italia. Una situazione che, oggettivamente, rappresenta vergogna e disonore per un
Paese come l'Italia. E come emerge in modo netto dal rilevamento, non é solo una questione di sovrappopolamento, che pure riveste un ruolo importante nelle criticità del sistema».
Nelle carceri della Calabria si sono verificati anche quattro suicidi, di cui due a Castrovillari ed
uno a Catanzaro e Rossano. Ci sono stati, inoltre,
18 tentati suicidi e 79 casi di autolesioni. Gli scioperi della fame hanno raggiunto quota 354. In testa c’è il carcere di Vibo Valentia, con 106 casi.
Seguono Catanzaro (104), Castrovillari (71), Paola (40) e Locri (16).
Non vanno sottovalutate anche le 11 aggressioni ai danni di agenti della polizia penitenziaria. Si
sono verificate a Catanzaro (8), Cosenza (1), Reggio Calabria (1) e Vibo Valentia (1).
(Lapenda - Ansa)
al “tito minniti”
REGGIO CALABRIA La Provincia di Reggio Calabria non ci sta
a rimanere progressivamente isolata dal resto d’Italia. Il presidente
Giuseppe Raffa ha convocato una
riunione operativa d’urgenza con
tutti gli assessori, i capigruppo in
consiglio provinciale di maggioranza e opposizione per affrontare di
petto la questione della cancellazione di 52 voli decisi da Alitalia per le
prossime settimane. Le conseguenze sono devastanti in un territorio
già penalizzato dal taglio di numerosissimi treni a lunga percorrenza.
Il presidente ha intenzione di assumere iniziative forti. Non esclude
raccolta di firme, proteste con valanghe di mail da inoltrare ai vertici dell’Alitalia. Ma dovrà muoversi
soprattutto la parte istituzionale. Ieri ha chiamato a raccolta i rappresentanti degli organismi politici del
territorio e della Calabria, promet-
Alitalia cancella 52 voli
Raffa: scelta inaccettabile
tendo di «chiamare uno a uno» i proprie colpe. Ora è giunto il tempo
parlamentari calabresi e siciliani. di individuare in modo chiaro chi
Tutti, dai comuni di Reggio Cala- sono i veri nemici di questo scalo
bria a Messina, alle Province alla aeroportuale». Il presidente della
Provincia di Reggio
Regione, alla Camericonosce che «ovra di Commercio soIl presidente
viamente i primi
no chiamati da Rafdella
Provincia
chiamati ad assufa a far sentire (finalmente) la voce di
di Reggio chiama mersi tutte le responsabilità del caReggio Calabria per
a raccolta
so siamo proprio
salvare la mobilità e
la politica
noi che rappresenl’aeroporto “Tito
tiamo gli enti attuaMinniti”.
«Se l’Aeroporto non è funzionale li soci della Sogas». Dunque, tutti
non può esserci uno sviluppo futu- diano il proprio contributo alla cauro del territorio – ripete Raffa –. Se sa.
Sul futuro dello scalo aeroportuale cose non vanno le responsabilità
sono di tutti. Ed è giusto che ciascu- le è intervenuto Giuseppe Eraclini,
no, politica in primis, si assuma le consigliere delegato al Comune di
Reggio Calabria. Nei mesi scorsi la
Provincia di Messina è uscita dalla
società di gestione dell’aeroporto.
«Risulta incomprensibile, se non
autolesionistico –commenta- capire l’atteggiamento di un socio importante, che ha piena corresponsabilità, nel bene e nel male, delle
scelte e dei criteri di gestione dell’aeroporto negli ultimi anni». La
sua proposta è che sia la Regione a
farsi carico di quelle quote. D’altra
parte – fa notare - detiene il 7% della Sacal, la società di gestione dello
scalo di Lamezia Terme. Perché non
entrare anche nella Sogas? «È incomprensibile – afferma - che una
città che si presume metropolitana
non abbia da parte della Regione
nessuna partecipazione e nessun
appoggio al suo sistema dei trasporti».
ANNALIA INCORONATO
[email protected]
VENERDÌ 9 dicembre 2011 PAGINA 17
l’ora di Cosenza
Tel. 0984 837661-402059 Fax 0984 839259 Mail: [email protected]
LA POLEMICA
SAN GIOVANNI IN FIORE
Cacciatore scivola
e si spara
in un fianco
CETRARO
Grisolia denuncia:
«Ecco le spese
folli di Oliverio»
> pagina 25
CALCIO
Niente cesareo
Bimbo muore
in sala parto
> pagina 27
Convincente
vittoria dei Lupi
al San Vito
> pagina 34
> pagina 47
La cosca Lanzino
sapeva della retata
Ecco perché Ariello e Porcaro sono sfuggiti all’arresto
Gli indagati di Terminator 4
sapevano di avere le forze dell’ordine alle calcagna. Di più:
sapevano che una maxi operazione di polizia stava per scattare. Lo dice a chiare lettere il
gip distrettuale Abigail Mellace nell’ordinanza con cui ha disposto l’arresto (su richiesta
della dei pm della Dda Bruni e
Villani) di 18 persone per associazione mafiosa, omicidio,
usura, estorsione, etc. Francesco Patitucci e gli altri affiliati e
fiancheggiatori della cosca
Lanzino, insomma, avevano
informazioni di prima mano.
Proprio per questo erano diventati assai prudenti, al punto da evitare i posti che frequentavano abitualmente e
persino le proprie abitazioni.
È stato accertato dagli inquirenti che in numerose circostanze, lo stesso Patitucci dormiva fuori per evitare di svegliarsi all’alba con la polizia che
bussava alla porta. Un particolare inquietante, che dimostra
la grande organizzazione, e
quindi la pericolosità del gruppo. Lo dimostra la lunga latitanza del boss Ettore Lanzino
e del killer Franco Presta, ma
anche l’irreperibilità di Salvatore Ariello e Roberto Porcaro, sfuggiti agli arresti proprio
per essersi allontanati dalla città con qualche giorno d’anticipo sul blitz della Dia.
«L’esistenza di un pericolo
di fuga – scrive il giudice Mellace nel motivare le esigenze
cautelari – è reso ancora più
concreto dal fatto che, come
emerge dalle captazioni, gli indagati sono a conoscenza della collaborazione di Angelo Colosso e della portata delle sue
dichiarazioni e prospettano
come inevitabili, anche se non
imminenti, interventi giudiziari in relazione ai quali dicono
di dovere predisporre delle
adeguate contromisure».
Il giudice racconta come
dalle alle ultime investigazioni fosse emerso che gli indagati avessero «smesso di frequentare i luoghi dove in passato si riunivano abitualmente», limitando anche gli incontri per attirare il meno possibi-
Il gip: «Patitucci
e gli altri affiliati
spesso non
dormivano nelle
proprie case»
le l’attenzione delle forze dell’ordine.
«Ma quel che più rileva e
che fa ritenere come concreto
e attuale il ravvisato pericolo
di fuga – sottolinea il gip – è
la circostanza che, attualmente, molti degli indagati, da
tempo evitano di dormire nelle loro abitazioni». I riscontri
arrivano dai numerosi servizi
di appostamento degli inqui-
renti che, passando nelle ore
serali e notturne nei pressi delle abitazioni degli indagati,
hanno potuto constatare l’assenza delle autovetture. In
particolare, dai servizi di osservazione svolti dalla squadra
mobile e dai carabinieri di Cosenza «è emerso che Francesco Patitucci da tempo trascorre moltissimi giorni fuori dal
proprio domicilio».
L’operazione Terminator 4
era scattato tra lunedì e martedì scorsi, colpendo boss e gregari della cosca Lanzino-Ruà,
ritenuta la più potente a Cosenza, dopo l’uscita di scena
dei clan Cicero (operazione
Anaconda) e Bruni (Telesis).
CRITICO Il procuratore aggiunto della Dda Giuseppe Borrelli
Durante il briefing di martedì ha lamentato carenze investigative
Tra i 29 indagati ci sono anche i presunti mandanti e esecutori degli omicidi di Vittorio
Marchio, di Enzo Pelazza e di
Antonio Sassone, avvenuti tra
il 1999 e il 2000. Nell’inchiesta
figurano anche due nomi eccellenti: l’ex sindaco di Rende
e attuale consigliere provincia-
le Umberto Bernaudo e l’assessore provinciale Pietro Ruffolo, già vicesindaco e assessore del Comune di Rende. Sono
accusati di associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio politico mafioso.
ALESSANDRO BOZZO
[email protected]
terminator 4
Il mercato dei videopoker
Era la miniera d’oro del clan
Video poker e slot machine. Una
voce importante negli introiti della
cosca Lanzino, che ne controllava il
mercato in maniera capillare, praticamente in regime di «monopolio».
Il quartier generale di questa lucrosa attività sarebbe stata una sala giochi di Saporito di Rende: la Nuovo
impero games, che si trova in fondo
a una traversa di via De Chirico. L’attività – specializzata nel noleggio e
nella distribuzione di videopoker e
slot machine – era gestita da Emiddio Lanzino, 32 anni, figlio del boss
Ettore, che nell’inchiesta “Terminator 4” risulta indagato a piede libero.
Dalle intercettazioni di maggior peso indiziario, spiega il gip nell’ordinanza, emerge come la cosca tenesse molto a questo business. Una vera e propria miniera d’oro. Anche
perché, grazie alle intercettazioni gli
inquirenti hanno scoperto che le
macchinette venivano «manomes-
Via De Chirico a Rende
se» in modo da ridurre le vincite, aumentare i guadagni e pagare meno
tasse. Quanto alla distribuzione
Emiddio lanzino non aveva nemmeno bisogno di intimidire i gestori dei
locali per «imporre» il noleggio delle macchinette
dalla sua società: bastava
il nome. Quanto alla concorrenza, si ricorreva alle
minacce. L’irreperibile
Salvatore Ariello, per
esempio, oltre a pagare gli
stipendi degli affiliati, partecipare alle attività estorsive e procurare schede
per telefoni cellulari “pulite”, era una
figura centrale insieme a Emiddio
Lanzino nella gestione dell’affare
slot machine. Gli dava man forte Renato Mario Piromallo. (a. b.)
32
VENERDÌ 9 dicembre 2011
calabria
ora
J O N I O
Quindici anni di ferriti
e il processo archiviato
Il sindaco: bonifica e risarcimento sono però una vittoria
CERCHIARA DI CALABRIA Sullo
sfondo della questione-ferriti, l’opposizione attacca a testa bassa la maggioranza, definendo la bonifica dei siti ed il risarcimento del danno economico ottenuto
da parte di Eni «una vittoria di Pirro ed
un atto di ordinaria amministrazione» e
su cui, secondo gli oppositori, dovrebbero fare piena luce la Magistratura e la Corte dei Conti e l’esecutivo in carica, guidato dal sindaco Antonio Carlomagno, ritenendo quella della rimozione delle ferriti
dopo ben 15 anni di danni alla salute dei
cittadini, una vittoria di cui essere orgogliosi, risponde per le rime e con altrettanta veemenza e, prendendo in prestito
le parole di una canzone di Modugno, definisce i tre oppositori (l’ex sindaco Mauro e gli ex assessori Lauria e Valentino)
«tre somari e tre briganti», invitandoli a
spiegare «perché non hanno impedito
che i rifiuti tossici stazionassero per altri
dieci anni sul territorio e concorressero
in tal modo… a causare ancora tanto danno. Se di questo si trattava – aggiunge il
sindaco in carica invitando “il trio” ad esibire le carte in un pubblico dibattito - allora vuol dire che questi signori in un decennio non hanno saputo compiere neanche atti di ordinaria amministrazione. O
non è forse configurabile, a causa della
loro negligenza, un attentato alla salute
dei cittadini?». Poi Carlomagno ricorda la
triste storia del processo “Artemide” con
il quale è stato archiviato il reato commesso dai responsabili dell’illecito traffico di sostanze radioattive che ha portato
all’interramento nella Sibaritide delle ferriti provenienti dalla Pertusola di Crotone. «Un processo, quello, - scrive il cardiologo Carlomagno - che poteva essere
un “assist” formidabile per chi avesse voluto e saputo rivendicare i diritti del proprio territorio e che, invece di cogliere al
volo, i nostri lungimiranti oppositori,
Ogni venerdì su Calabria Ora
Il sindaco Carlomagno, nel riquadro, punta il dito contro l’esecutivo precedente
hanno, come sempre, barattato con
l’oscuro immobilismo. Dov’è allora, nella gestione di questa vicenda, che ha prodotto al comune un benefit di oltre 1milione e 100mila euro, che è costata al comune poco più di 6mila euro e che è stata affidata ad uno studio di Roma in piena legittimità, il reato per il quale si ritiene di dover scomodare la Procura delle
Repubblica e la Corte dei Conti? «Non è
invece di straordinaria importanza la circostanza per la quale Cerchiara è il primo
comune in Italia e in Europa a ottenere un
risarcimento per danni ambientali da Eni
con una transazione extra-giudiziaria?…Altro che operazione favorita da
normative vantaggiose! E se, invece, continua ancora Carlomagno - alla Procura chiedessimo di chiarirci se nel passato…siano configurabili reati di natura
omissiva? O se addirittura chiedessimo
di sollevarci dall’insopportabile dubbio
che vi siano state connivenze ambi-
gue?...». Resta, secondo Carlomagno, il
danno alla salute dei cittadini, senza che
l’esecutivo di allora (2008) abbia fatto
niente, neanche dopo la prescrizione, né
per costituirsi parte civile, né per un sostegno “ad adiuvandum” del procedimento
avviato dalla Regione contro l’Eni. «Nulla di nulla. Solo insulti e logorrea da campagna elettorale… Il fango che buttate addosso – conclude Carlomagno rispedendo ai mittenti insulti e sospetti – a chi,
onestamente e con grande dispendio di
energie fisiche ed economiche ha riaffermato un diritto sacrosanto e combatte
giorno per giorno una battaglia per la sopravvivenza, per la crescita e per la dignità di Cerchiara, a chi ha creduto nel dialogo e nel confronto attraverso informative, ascolti, inviti a produrre proposte…
per creare insieme una Cerchiara nuova,
vi tornerà indietro. Statene certi».
PINO LA ROCCA
[email protected]
CASSANO JONIO
Le Terme sibarite
potenziano l’offerta
Le Terme Sibarite potenziano l’offerta sanitaria
per il territorio. Operativo
anche di pomeriggio, il
centro di riabilitazione motoria in acque termali. Unico nel suo genere in Calabria, è il fiori all’occhiello
del moderno stabilimento
termale ubicato a Cassano,
all’ombra della Pietra del
Castello. Dal gennaio 2012
il servizio sarà infatti a disposizione dell’utenza non
solo al mattino, ma anche al pomeriggio. La buona novella arriva dal Consiglio di Amministrazione delle Terme Sibarite,
il quale in una nota vergata e firmata dal presidente Mimmo
Lione (foto) informa che la decisione di offrire all’utenza un
servizio differenziato e sempre più qualificato, è stata assunta dall’organo di gestione del complesso termale di concerto
con la direttrice sanitaria Francesca Napoli. Spiega ancora il
Presidente del cda Mimmo Lione: «Il centro già oggi, è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13. Dal prossimo gennaio sarà istituito anche il turno pomeridiano, dalle 15 alle 18.
E ciò nell’ottica della mission perseguita sin dal suo insediamento dal nuovo Consiglio d’amministrazione: ovvero, valorizzare le Terme ed aprirle quanto più possibile alle reali esigenze del territorio, anche a quelle sanitarie, per un comune
cammino di crescita e sviluppo». Nel centro di riabilitazione
di cui le Terme Sibarite dispone, sono praticate le tradizionali terapie fisiche e kinesiterapiche e la riabilitazione in acqua
grazie a due piscine riabilitative, a vasche per idromassaggio
e ai camminamenti controcorrente. In questo reparto è possibile curare numerose patologie dell’apparato locomotore,
intervenendo in situazioni caratterizzate da invalidità ad eziopatogenesi diverse quali emiplegia, paraplegia, tetraplegia,
neuropatie periferiche, morbo di Parkinson, sclerosi multiple, malattie reumatiche, scoliosi, vasculopatie periferiche e
tutte le patologie post-traumatiche e post-chirurgiche. Previsti, tra l’altro, la laserterapia, la ionoforesi e la rieducazione
funzionale, ma pure la sauna, l’idromassoterapia, la mobilizzazione della colonna vertebrale e la ultrasuonoterapia. Vasta dunque la gamma d’applicazione e le ricadute positive
sull’organismo. I benefici delle terme Sibarite tra l’altro, erano già noti dagli abitanti dell’antica Sibari. Acque salso-bromoiodiche da bere da utilizzare per lenire, curare, proteggere. Le terme sono state, dunque, fin dai tempi più antichi,
un'indiscutibile panacea per l’organismo. Sempre più gente,
oggi, frequenta questi luoghi perché favoriscono il benessere psico-fisico, curano e guariscono mali di molti tipi, aiutano a ritrovare una perfetta forma fisica.
Leonardo Guerrieri
culinaria: storia e cultura
La tradizione sposa il sapore
[email protected]
la sala San Francesco
Al Miramare palace hotel la raffinata cucina in ambiente di lusso
TREBISACCE Dove si può mangiare
bene? E’ questa la domanda più comune
che porgono i turisti occasionali e non solo giungendo nel centro cittadino. Per iniziare si può consigliare un “Risotto al nero di seppia con cozze pelose e pomodorini caramellati” preparati dallo chef de
cuisine Mimmo Guarino e servito al tavolo nella sala ristorante San Francesco,
elegantissima, raffinata e arredata con
materiali di gran lusso, del Miramare Palace Hotel. Gli stucchi veneziani, le sedute in velluto, gli imponenti lampadari di
Swarovski, la tavola imbandita con posaterie pregiate e cristallerie Rosenthal, le
conferiscono un’atmosfera esclusiva.
Adiacente la sala ristorante vi è un ampio
e panoramico terrazzo, che si affaccia sul
lungomare e sulla caratteristica piazzetta
San Francesco, per consumare un aperitivo o un pranzo o una suggestiva cena. Il
Miramare Palace Hotel,di proprietà dei
coniugi Albino Vulnera e Angela Coia, è
ubicato sullo splendido lungomare di Trebisacce. L’hotel gode di una vista spettacolare, che spazia a 360 gradi: da un lato
lo sguardo si perde sul cristallino mar Jo-
RISOTTO AL NERO DI
SEPPIA CON COZZE PELOSE...
I titolari e lo chef del Miramare palace hotel
nio ed abbraccia tutto il golfo antistante,
dall’altro si può ammirare il caratteristico
Centro Storico, con la sua architettura da
antico borgo marinaio. Ideale, quindi, per
una vacanza di mare e sole e antistante l’hotel vi è la spiaggia privata, situata a ridosso del caratteristico Pontile. Sempre a
piedi è raggiungibile anche il centro stori-
co, attraverso una scalinata che si inerpica sul caratteristico Bastione e conduce
alla scoperta dei luoghi della nostra tradizione. E non è da sottovalutare la bontà
della cucina: una visita a Trebisacce è anche un viaggio attraverso i sapori di una
volta.
Franco Lofrano
Ingredienti: riso di Sibari
karnak, seppie fresche,
cozze pelose fresche, fumetto di pesce (lische di
pesce, sedano, carote e
carapace di crostacei),
aglio, scalogno, prezzemolo, cipolla, pomodorini,
zucchero, olio di oliva, peperoncino, vino bianco secco. A cottura ultimata, mantecare il riso (cotto lentamente con il
brodo) con olio extravergine di oliva, aggiungere il pesce e i pomodorini precedentemente caramellati.
Guarnire e spolverare con il prezzemolo
11
Gazzetta del Sud Venerdì 9 Dicembre 2011
Calabria
.
COSENZA La campagna di conquista scatenata dalle cosche in Settentrione passa attraverso il consolidamento di rapporti con esponenti di tutti i partiti
Il trasversalismo politico della ’ndrangheta
Le infiltrazioni tentate da boss e picciotti negli ambienti istituzionali in Liguria, Lombardia e Piemonte
Arcangelo Badolati
POLLINO Ieri mattina altre due scosse
COSENZA
La ‘ndrangheta non ha ideologia.
Corteggia politici di tutte le estrazioni e cerca contatti con esponenti istituzionali che possano garantire piccoli e grandi favori. Il
procuratore aggiunto di Reggio
Calabria, Nicola Gratteri, ha ripetuto più volte in questi anni che le
«cosche non fanno politica» nel
senso che appoggiano candidati o
eletti «utili solo agli scopi della
consorteria». Il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini,
ha parlato, nei giorni scorsi, di una
«mafia calabrese trasversale a tutti i partiti». Un concetto ribadito
pure dal procuratore distrettuale
di Catanzaro, Antonio Vincenzo
Lombardo, che ha precisato, con
evidente amarezza: «Più s’indaga,
più si scopre l’intreccio sempre più
fitto tra criminalità organizzata e
zona grigia. I clan hanno imparato
a dialogare con chi si trova al potere». Per nulla differenti le conclusioni cui è giunto il procuratore
capo della città dello Stretto, Giuseppe Pignatone, che ha pubblicamente e ripetutamente parlato
delle collusioni tra settori della
politica e uomini della ‘ndrangheta. Collusioni ultradecennali se si
considera che, alla fine degli anni
‘70, nell’agenda personale di un
capobastone della Piana di Gioia
Tauro vennero addirittura ritrovati i recapiti telefonici di cinque
parlamentari e di un esponente di
governo.
Il dato davvero significativo è,
però, che il piano d’infiltrazione
sperimentato in Calabria lo ritroviamo da qualche tempo perfettamente esportato e funzionante in
Settentrione. In Lombardia, Piemonte e Liguria boss e picciotti,
direttamente oppure attraverso
loro “emissari”, hanno costantemente tentato negli ultimi anni di
“agganciare” esponenti politici.
Non si tratta, nella maggior parte
dei casi, di fatti penalmente rilevanti ma di episodi assai significativi per comprendere la strategia
messa in atto per conquistare nuovi territori. Cominciamo dalla
Lombardia, dove nei giorni scorsi,
i rapporti equivoci mantenuti dal
presunto boss e imprenditore,
Giulio Lampada, con il consigliere
regionale calabrese del PdL, Francesco Morelli, sono culminati
nell’arresto dell’esponente del
centrodestra. Le precedenti inchieste “Wall Street”, “Nord Sud”,
“Infinito” e “Crimine” offrivano
già uno spaccato eloquente del
grado di penetrazione ottenuto
dai malavitosi calabresi nel tessuto produttivo e sociale della regione più industrializzata del Paese.
Franco Coco Trovato, signore
fino ai primi anni ‘90 di Lecco e di
Como, era riuscito, tra un omicidio e l’altro, a farsi persino assegnare una medaglia d’oro e un cavalierato dell’Ordine ospedaliero
militare di Betlemme dall’Unione
dei commercianti di Lecco. Un
pentito, Giuseppe Di Bella, ha rac-
La terra trema ancora
Cittadini preoccupati
dallo sciame sismico
Fabio Melia
COSENZA
Milano è stata teatro anche di numerosi regolamenti dei conti tra esponenti delle cosche calabresi
Nicola Gratteri
Ilda Boccassini
Antonio Vincenzo Lombardo
contato che il padrino manteneva
rapporti con esponenti della Lega,
tirando maldestramente in ballo
l’ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Che ha querelato il
collaboratore e smentito con decisione l’improbabile scenario. Eppure tentativi di avvicinamento di
politici li ha fatti – e sono documentati – Vincenzo Mandalari,
originario di Guardavalle, ritenuto uno dei malavitosi più in vista
del Milanese, che ha “agganciato”
il sindaco di Paderno Dugnano,
Gianfranco Massetti, del centrosinistra, e il consigliere comunale di
Sel, Francesco Simeti. Ne ha saggiato – per così dire – la «disponibilità» anche perché intendeva
entrare direttamente in politica
promuovendo una lista civica a
Bollate. E sempre lì, a Paderno, si
è svolta la riunione dei capi dei
“locali” mafiosi lombardi, all’interno di un circolo cultural-ricreativo gestito da Arturo Baldessarre,
consigliere comunale del Pd. Pino
Neri, avvocato, ex consigliere comunale del Pci a Giffone (suo paese natio), potentissimo capo – secondo la magistratura – della
‘ndrangheta a Milano si è invece
interessato alle campagne elettorali per le elezioni comunali di Vigevano, Voghera e Pavia. Altri
“compari” avrebbero invece puntato le loro attenzioni su Desio e
Pero facendo confluire i voti su
candidati presumibilmente abbordabili. Neri risulta inoltre essere stato in stretti rapporti con Carlo Chiriaco, direttore d’origini calabresi dell’Asl pavese, che al telefono arriverà ad affermare «eravamo i capi della ‘ndrangheta a
Pavia». Chiriaco farà (insieme a
Neri) campagna elettorale per il
Pdl e verrà definito dal Gip distrettuale di Milano una «preziosissima risorsa per la ‘ndrangheta». E
che dire, poi, di Leonardo Valle,
dell’omonima famiglia reggina
imparentata con i Lampada, candidato al consiglio comunale di
Cologno Monzese in appoggio al
sindaco uscente di centrosinistra.
Spostandosi in Piemonte, la
musica non cambia. Dall’inchiesta “Minotauro”, coordinata dal
procuratore di Torino, Giancarlo
Caselli, emerge un quadro sovrapponibile. Salvatore De Masi, ufficialmente imprenditore ma, di
fatto, capo del “locale” di ‘ndrangheta di Rivoli, viene contattato
da Domenico Lucà, parlamentare
del Pd, perché offra sostegno attraverso i suoi corregionali a Piero
Fassino, impegnato nelle prima-
rie per la scelta del sindaco di Torino. Fassino è, naturalmente,
all’oscuro di tutto. De Masi, che
nessuno evidentemente sospetta
essere un capobastone, entra in
contatto con il consigliere regionale Antonio Boeti (Pd), con l’assessore comunale di Alpignano,
Carmelo Tromby (Idv) e con il
parlamentare dipietrista Gaetano
Porcino. Pure l’assessore regionale al Lavoro, Claudia Porchietto
(PdL), e il sindaco di Rivarolo Canavese, Fabrizio Bertot (centrodestra) si ritrovano a manifestazioni o incontri pubblici in cui ci
sono ‘ndranghetisti di peso. Nevio
Coral, ex sindaco per il centrodestra di Leinì, viene invece arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa, così come il consigliere comunale di Alessandria,
Giuseppe Caridi (Pdl). Entrambi
avrebbero mantenuto legami
equivoci con gli “amici degli amici” nativi della Calabria. In Liguria, dove la mafia calabrese conta
sue cellule operative a Genova,
Lavagna, Ventimiglia e Sarzana, i
“picciotti” hanno tentato di conquistare la fiducia di Alessio Saso,
consigliere regionale del Pdl che
finirà iscritto sul registro degli indagati, e di Cinzia Damonte (Italia
dei Valori) assessore al comune di
Arenzano, fotografata durante
una cena elettorale alla quale
prendeva parte pure Orlando Garcea, imprenditore vicino – secondo la magistratura – a “mamma
‘ndrangheta”. Diceva negli anni
‘30 dei politici americani Frank
Costello, boss newyorchese originario di Cassano Ionio: «Non importa che siano repubblicani o democratici, a noi interessano solo i
dollari...».
Prosegue senza soste lo sciame sismico che sta interessando la zona del Pollino.
Anche ieri sono state registrate in quest’area al confine tra la Calabria e la Basilicata diverse scosse, due delle
quali di particolare intensità. La prima è stata avvertita
all’alba, alle 4.58, ed ha toccato i 2.5 punti della scala
Richter. La terra s’è mossa
ancora in mattinata, alle
10.06, toccando i 2.4 gradi.
Le località più vicine all’epicentro delle scosse, ancora
una volta, Laino Borgo, Mormanno, Rotonda e Viggianello (queste ultime due in
provincia di Potenza).
La preoccupazione che si
respira tra la cittadinanza,
ormai, ha raggiunto il livello
di guardia. E la Protezione
civile, ormai da tempo, ha
intensificato i suoi sforzi per
cercare di mantenere la situazione sotto controllo. In
queste settimane, del resto,
è partito un monitoraggio a
tappeto su tutto il territorio,
con una particolare attenzione agli edifici nevralgici, come le scuole e i palazzi istituzionali. Secondo quanto
finora verificato, lo sciame
sismico non avrebbe provocato alcun danno, ma bisogna continuare a rimanere
vigili.
Sulla comprensibile ansia
che sta vivendo la popolazione locale, del resto, pesa il sinistro
parallelismo
con
quanto avvenuto in Abruzzo
due anni fa. I terremoti, tuttavia, sono eventi imprevedibili. E affermare che la lunga serie di movimenti tellurici (iniziata nel settembre del
2010) si concluderà con una
scossa distruttiva non può
essere dimostrato in alcun
modo. A rammentarlo in maniera decisa è il professor
Ignazio Guerra, docente di
Fisica terrestre all’Università
della Calabria: «Nessuno
può assumersi il compito di
allarmare o tranquillizzare.
Ciò che va fatto o andava già
fatto in passato è verificare
le condizioni statiche del patrimonio edilizio. Perché i
danni non li provoca il terremoto, ma le case che crollano».
Il professor
Ignazio Guerra
insegna
Fisica terrestre
all’Unical
L’esperto, rimarcando ancora una volta l’assoluta
inattendibilità di chi ha la
pretesa di prevedere un terremoto, ricorda quanto accaduto negli ultimi decenni
proprio nell’area del Pollino.
«Quanto sta succedendo in
quella zona si è già verificato
tra il ‘73 e il ‘74, nel ‘69 e anche in precedenza». Quegli
sciami sismici, ricorda Guerra, si conclusero senza provocare alcun tipo di danno.
Solo nel 1998 si registrò un
forte terremoto, la cui la magnitudo superò di poco i 5
gradi.
La Protezione civile regionale sta già verificando la stabilità degli edifici
REGIONE CALABRIA
AZIENDA OSPEDALIERA
“Bianchi-Melacrino-Morelli”
REGGIO CALABRIA
ESTRATTO BANDO DI GARA
Stazione Appaltante: Azienda Ospedaliera
“Bianchi-Melacrino-Morelli” - Via Provinciale Spirito
Santo n° 24 - Reggio Calabria. Procedura di gara:
Procedura aperta per la concessione del servizio di
gestione del bar interno Presidio Ospedaliero
“Riuniti” di Reggio Calabria. Importo complessivo
a base d’asta (quinquennale): € 1.036.000,00 IVA
esclusa. Luogo di Esecuzione: Presidio
Ospedaliero “Riuniti”. Durata del servizio: Il servizio avrà durata di mesi 60 dall’aggiudicazione dell’appalto. Criteri di aggiudicazione: offerta al rialzo rispetto all’importo a base di gara. Termine per il
ricevimento delle offerte: giorno 25.01.2012 ore
12:00. Data apertura offerte: giorno 01.02.2012
ore 10:00. Data di invio del bando alla Cee:
06.12.2011. Codice Cig: 36298918CE
Per eventuali chiarimenti rivolgersi all’UOC
Acquisizione Beni e Servizi dell’Azienda
Ospedaliera.
Responsabile
Procedimento
Amministrativo: Geom. Giuseppe Romeo - Tel.
0965/397518 - Fax 0965/397529-17.
I documenti di gara sono reperibili sui siti:
www.fareonline.it e www.ospedalerc.it.
IL DIRETTORE
UOC ACQUISIZIONE BENI E SERVIZI
(Avv. Angelo Rabotti)
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
(Dott. Carmelo Bellinvia)
CERCHIARA Maria Altieri aveva appena terminato il turno di notte in ospedale e stava tornando verso casa a bordo di una Peugeot
Tragico colpo di sonno, perde la vita un’infermiera di 41 anni
Rocco Gentile
CERCHIARA
Tragica giornata dell’Immacolata sulle strade joniche. La morte,
questa volta, si è fermata sulla
Provinciale 162, l’arteria che
dall'entroterra conduce al litorale attraversando l’abitato di
Francavilla Marittima. In località Piana di Cerchiara, intorno alle 7.35 di ieri mattina, si è verificato l'ennesimo incidente che ha
strappato alla vita Maria Altieri,
41 anni, infermiera professionale nell’ospedale di Castrovillari.
La donna aveva appena termina-
Maria Altieri
to il turno di notte in pronto soccorso e stava facendo ritorno a
Villapiana, dove viveva, a bordo
della sua Peugeot 206 grigia. Ad
attenderla c’erano il marito Roberto e soprattutto le tre figliolette di 12, 8 e 4 anni, tutti pronti
per rinnovare la tradizione
dell’albero di Natale e del presepe. Maria, per cause ancora al vaglio degli inquirenti (ma si pensa
verosimilmente ad un improvviso colpo di sonno) ha perso il
controllo della sua Peugeot che è
finita fuori strada in un terreno
incolto, per poi terminare la corsa contro un muro di recinzione
di una villetta. Ogni soccorso s’è
rivelato inutile, perché la quarantunenne è morta sul colpo.
Tra i primi ad accorrere sul posto, dopo essere stati avvertiti da
quanti percorrevano in quei
drammatici istanti la Provinciale, l’equipaggio di un’ambulanza
del 118 della postazione Suem di
Cassano, i vigili del fuoco di Castrovillari, i carabinieri appartenenti alla Stazione di Cerchiara,
i tecnici ed operai dell’Anas e
dell’Aci. Il personale medico non
ha potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso della donna ed informare la Procura della
Repubblica presso il Tribunale di
Castrovillari. Il giudice di turno,
Francesco Pellecchia, ha ordinato la rimozione della salma ed il
suo trasporto all’obitorio di Villapiana. La tragica notizia è
giunta in un batter d’occhio a Villapiana e ad Albidona, paese di
origine della sfortunata donna.
Nella località dell’entroterra jonico ancora oggi vivono i genitori, papà Michele, stimato infermiere in pensione dell’ospedale
di Trebisacce, e mamma Rosetta,
dipendente delle Poste anch’essa in quiescenza. Sempre ad Albidona abitano i due fratelli di
Maria: Lello, dipendente del Comune di Trebisacce, Pietro e la
sorella minore Angela. In lutto
anche la locale amministrazione
comunale. Il sindaco Salvatore
Aurelio, del resto, è zio diretto
della vittima, essendo il fratello
della mamma della sfortunata
Maria. Oggi dovrebbero svolgersi i funerali. «I colleghi del Pronto soccorso – si legge in una nota
firmata dall’infermiere Salvatore Torzullo – sono costernati da
questo episodio che vede venir
meno un componente fondamentale del gruppo per la sua
umanità e professionalità».
Venerdì 9 Dicembre 2011 Gazzetta del Sud
40
Reggio Tirrenica
.
LA CRISI Al crollo del mercato degli agrumi si aggiungono le difficoltà di un comparto strategico
S.FERDINANDO
Piana, l’olivicoltura è in ginocchio
prezzi stracciati e spese insostenibili
Associazione
S.Barbara
conferma
il suo impegno
Grave la situazione a Rizziconi, pesanti conseguenze sull’economia locale
Francesco Inzitari
RIZZICONI
All’esasperazione degli agrumicoltori, va ad aggiungersi
anche quella degli olivicoltori,
davvero esasperati con il conseguente pericolo di tanti posti
di lavoro.
È questa la grave situazione
che da alcuni anni a questa
parte, sta vivendo l’olivicoltura pianigiana, al punto da
creare grave preoccupazione,
in seno alla nutrita categoria
olivicola di Rizziconi, dell’intera piana di Gioia Tauro e del
vasto entroterra aspromontano.
Una grave situazione questa
che da tempo si è venuta a determinare, in un momento in
cui il comparto interessato sta
attraversando un periodo molto difficile e non certamente
florido.
Il settore olivicolo, stretto
tra la concorrenza internazionale, sempre più pressante e
dalle difficoltà dovute ai prezzi molto bassi del prodotto, costringe i proprietari a lasciare
il frutto sugli alberi non riuscendo neanche a coprire le
spese di mano d’opera per la
raccolta.
La situazione è preoccupante per questo settore di importanza vitale che da anni attraversa un periodo molto critico.
Alla mancanza di richiesta
da parte di acquirenti, va aggiunta l’esiguità del prezzo al
punto che, l’eventuale ricavo
dalle vendite, sempre che si
riesca a piazzare il prodotto,
non basterebbe neanche per
coprire le spese di raccolta.
Questa grave situazione è il
Nella Piana si fa sentire la crisi dell’olivicoltura
motivo del disappunto e
dell’esasperazione che serpeggiano in seno alla categoria interessata al punto di essere disposta a tutto, pur di far sentire il suo legittimo grido di
protesta e la volontà di non subire più la morsa della crisi,
causata dalla mancanza di
spazi nel mercato, ma soprattutto, dalla diminuzione dei
prezzi.
La situazione è particolarmente grave a Rizziconi che
oltre a disporre di una alta
densità di uliveti, deve fare i
conti con il tasso di disoccupazione che ha superato di molto
il livello di guardia.
Il governo centrale, a questo
punto ha l’obbligo di intervenire per sanare questa piaga e
quindi far tornare la tranquillità perduta ai moltissimi olivicoltori calabresi.
Dopo l’attuale crisi degli
agrumi, certamente non meno
grave, la nostra Regione, si
trova a dover affrontare á crisi
olivicola, segno evidente che
al contrario di quanto si dice o
si cerca di fare credere, specialmente nei periodi elettorali, qualcosa non va, e che alcuni settori nevralgici della nostra economia vivono una profonda crisi ben lungi dal potersi risolvere.
Nell’evidenziare che l’intera
Piana di Gioia Tauro conta ben
27. 000 ettari di terreni olivicoli, va ricordato che le anzidette colture dopo il 2013, venendo meno gli aiuti comunitari, non riusciranno a sopravvivere.
Da ciò la certezza che per le
nostre colture, dopo tale anno,
non vi sarà più spazio economico, salvo non si provveda
immediatamente a rimodernare le strutture arboree senescenti ed anacronistiche, o a riconvertire con specie differenti, in concreto a trasformare a
sistema produttivo una agricoltura che allo stato attuale
non lo è più.
Ovviamente per realizzare
tale progetto si rende necessario, anzi fondamentale che la
politica faccia la sua parte,
prendendo atto della reale situazione agricola territoriale
attraverso una disamina dei
problemi agronomici e tecnici
che l’affliggono e delle pastoie
amministrative che la immobilizzano.
Emblematica la reazione di
oltre cento agrumicoltori della
Piana di Gioia Tauro che hanno formato un comitato (“I
nuovi schiavi della Piana”). Un
modo per manifestare l’insofferenza rispetto all’assenza di
una concreta politica di sostegno all’agricoltura che chiama
in causa anche le associazioni
di categoria.
Stucci, Russo, Spanò e Rizzieri
ROSARNO Il piano della Regione
Misure di sostegno
ai progetti d’impresa
presentati dai giovani
Giuseppe Lacquaniti
ROSARNO
Presentato all’Istituto “Piria” il
progetto “L’impresa possibile”, indirizzato a giovani nuovi
imprenditori. È una misura a
sostegno dell’imprenditorialità giovanile, inserita nel Piano
regionale delle Attività produttive 2011/2013, «che punta sui giovani, sulle loro attitudini e competenze, accompagnandoli ed agevolandoli
nell’avvio di nuove imprese».
Nell’introdurre i lavori,
coordinati dalla prof. Fernanda Stucci, la preside Mariarosaria Russo ha messo in rilievo
come l’intervento sia mirato
«ad assistere e ad agevolare i
giovani all’avvio di nuove iniziative imprenditoriali non
soltanto attraverso la concessione di incentivi economici,
ma anche mediante specifiche
azioni di accompagnamento,
sia propedeutiche che successive alla costituzione dell’impresa».
A relazionare sul progetto,
per conto della Regione, sono
stati gli esperti Riccardo Rizzieri e Federica Spanò, secondo cui «il programma di ani-
mazione territoriale e di accompagnamento ha per finalità quella di supportare la vocazione all’autoimprenditorialità dei giovani e la valorizzazione delle risorse locali».
L’iniziativa – hanno detto rappresenta quindi un’azione
concreta di sviluppo del capitale umano basata sulla valorizzazione delle potenzialità
individuali ed ambientali e
sull’avvio di nuove attività imprenditoriali e di lavoro autonomo. Ciò consentirebbe di
aumentare, sia pur indirettamente, la quantità e la qualità
dei progetti per l’accesso alle
agevolazioni previste dalla
normativa comunitaria, nazionale e regionale e di creare
una rete locale per lo sviluppo
del territorio.
Nelle intenzioni dei promotori del progetto, «si potrebbero così creare reali condizioni
di sviluppo e produttività, in
un’ottica di valorizzazione
delle risorse disponibili, a partire proprio da quelle umane,
scardinando la logica dei finanziamenti a pioggia che ha
spesso prodotto effetti distortivi sul sistema economico regionale».
SAN FERDINANDO. È partita
col botto quest’anno la festività di Santa Barbara, organizzata dalla Onlus che porta
il suo stesso nome e presieduta dallo storico presidente
Pasquale Severino.
Domenica
pomeriggio,
dopo pola mesa, si è esibita
l’orchestra giovanile “Paolo
Ragone” di Laureana di Borrello diretta dal maestro
Maurizio Managò. I giovani
talenti hanno suonato per oltre un’ora sulle note di Verdi,
Morricone, Piovani, Ficini e
Puccini e sono stati molto apprezzati dalla folta platea
che gremiva la chiesa madre.
Da qui e fino al 5 gennaio
sarà ricco il programma natalizio programmato dall’associazione. il 20 dicembre ci sarà il tradizionale tombolone;
il 22 la “zzippulata” in piazza
Nunziante. Il 28 sarà la giornata dedicata agli anziani:
presso la sede dell’associazione si terrà una serata di
animazione con musica e
canti e balli natalizi anche in
favore degli anziani ricoverati presso la casa di riposo “Padre Pio”. Il 5 gennaio termine
delle attività con l’attenzione
spostata sui bambini con la
tradizionale Befana”.
Il tutto naturalmente senza dimenticare la consueta
adozione a distanza di tre
bambini africani. Ancora una
volta la onlus “Santa Barbara” conferma la sua vitalità
nel campo del sociale e del
volontariato. Un impegno
che va avanti da diversi anni
e che la vede sempre più protagonista nello scenario associativo cittadino come
realtà consolidata e di primaria importanza.(a.n)
37
Gazzetta del Sud Venerdì 9 Dicembre 2011
Cronaca di Cosenza
.
TERMINATOR 4 Emergono altri interessanti storie ed episodi dai fascicoli della maxi inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia
Quelle estorsioni a tappeto e la donna offesa
La mazzetta versata dal titolare di un supermercato di via Popilia creò attrito tra Bruni e Patitucci
Domenico Marijno
La delusione e la grinta della
donna offesa dal clan. Le centinaia di pagine dell’operazione
“Terminator 4” conservano gelosamente un interessante dialogo in carcere tra Walter Gianluca Marsico e la sua compagna che si lamenta con l’uomo
per il mancato versamento dei
milleottocento euro di stipendio mensile. E quando lo aveva
fatto notare le avevano detto
chiaramente di non lamentarsi
perché hanno già pagato l’avvocato, quindi...
«Se quando esci di qua ti permetti minimamente ad avvicinarti a certa gente... lasciami già
da ora», si sfoga la donna, che
però teme d’essere registrata
dalle forze dell’ordine. In più
occasioni, infatti, sia lei che
Marsico abbassano la voce rendendo impossibile per le cimici
la registrazione della conversazione. Altre volte si affidano ai
gesti, ma le telecamere a circuito chiuso del penitenziario filmano tutto e aiutano gli investigatori e ricostruire qualche passaggio del dialogo. Come quando Gianluca Marsico disegna
con il dito un cerchio sul tavolino per indicare che la famiglia
criminale s’è allargata quindi
bisogna pensare a più persone e
i soldi cominciano a scarseggiare. «Gianlù a me non hanno portato niente», sbotta la donna,
«neanche i mileotto... ahah... ha
detto questo mese... neanche il
pane».
Uno dei pilastri dell’impianto
accusatorio sono le estorsioni
che secondo la ricostruzione
della Dda il gruppo criminale
imponeva a tappeto in città come nell’area urbana. In mesi e
mesi d’indagine carabinieri e
polizia registrano decine di tele-
fonate tra le vittime e gli estortori, i quali monitoravano con
attenzione il mercato degli appalti, presentandosi all’incasso.
La tecnica era quasi sempre la
stessa, con la tanica di benzina
piazzata all’ingresso di negozi e
cantieri. Boss e picciotti non temono nemmeno d’essere intercettati, anzi si mostrano spavaldi. Mario Gatto dice chiaramente che non gliene frega niente
quando, durante un colloquio
telefonico Roberto Porcaro gli
mostra il timore d’essere intercettato.
«Cercate di sbrigarvi a mandare qualcuno qua perché discorsi a metà non se ne lasciano a Cosenza qua a Cosenza», chiariscono i presunti estortori in una telefonata senza mezzi termini a
un imprenditore di Lamezia che
aveva preso diverse commesse
in città.
Simile pressione intimidatoria il gruppo mette in atto nei
confronti del responsabile d’un
supermercato di via Popilia,
contro l’ingresso del quale i picciotti danno alle fiamme una
Fiat Idea che distrugge la saracinesca annerendo anche i vetri
delle finestre sistemate ai piani
superiori. Sentiti dagli investigatori, i proprietari del locale
raccontavano che nei mesi precedenti avevano subito un’altra
intimidazione con una tanica di
benzina trovata all’ingresso del
supermercato. L’estorsione al
locale è al centro di tensione tra
Michele Bruni e Francesco Patitucci, che pretende 20 mila euro
una tantum oltre a 2 mila euro
alle scadenze tradizionali: Pasqua, Ferragosto, Natale. Il proprietario inizialmente non vuole pagare perché l’ha già fatto a
Bruni, ma poi secondo l’accusa
lo convince Simone Andretti
che lavorava per lui.
SCUOLA
La Corigliano:
col Comune
nessuno
scontro
I magistrati Giuseppe Borrelli e Vincenzo Antonio Lombardi
La tanica di benzina è un’arma cruciale degli estortori
Agenda telefonica cittadina
FARMACIE DI TURNO
(dalle ore 13 alle ore 16)
BENEDUCE - Piazza dei Bruzi
CIACCO - Via Panebianco
FARMACIE NOTTURNE
(dalle ore 19,30 alle ore 8,30)
COPPOLA TANCREDI - Via Tribunali
GIONCHETTI - Via Panebianco
GUARDIA MEDICA
Cosenza - Via M. d’Oro 18, tel. 411333.
Guardia medica festiva e pre-festiva:
dalle ore 10 di sabato e dei giorni pre-festivi alle ore 8 di lunedì o del primo giorno lavorativo; tutti i giorni dalle ore 20
alle ore 8 del mattino succ., via delle
Medaglie d’Oro 18, tel. 0984/411333
APRIGLIANO-CORTE tel 0984420053
CASTIGLIONE COSENTINO tel. 0984442677
CELICO tel. 0984435117
COLOSIMI tel. 0984963125
DIPIGNANO tel. 0984621697
DOMANICO tel. 0984633263
DONNICI tel. 0984780490
FIGLINE VEGLIATURO tel. 0984422755
GRIMALDI tel 0984964326
LATTARICO tel. 0984933513
MARANO PRINCIPATO tel. 0984856238
MENDICINO tel. 0984630406
PARENTI tel. 0984984882-0984965137
ROSE tel. 0984901143
ROVITO tel. 0984435117
SAN GIACOMO D’ACRI tel.
0984917089
S. PIETRO IN GUARANO tel. 0984471085
SANTA SOFIA D’EPIRO tel.
0984957000
SCIGLIANO tel. 0984966580
TORANO CASTELLO tel. 0984504112
TRENTA tel 0984432952
RENDE
FARMACIA DI TURNO
(Dalle ore 13 alle ore 16)
STUMPO - Commenda
GUARDIA MEDICA
Rende Centro tel. 443014
Rende Arcavacata tel. 402518
Rende Roges tel. 464533
CINEMA
CITRIGNO
SALA 1: «Midnight in Paris» Regia di:
Woody Allen. Con: Owen Wilson - Rachel McAdams, Spett. ore: 16.30 18.30 - 20.30 - 22.30.
SALA 2: «Il giorno in più» Regia di:
Massimo Venier. Con: Fabio Volo - Isabella Ragonese. Spett. ore:
17.30-20-22.30.
SUPERCINEMA MODERNISSIMO
«Ligabue - Campovolo in 3D» - Versione
in 3D Regia di Marco Salom. Orari spett.:
17.30 - 20 - 22.30. Rassegna d’essai:
Lunedì 12 «Biutiful» Con Javier Bardem. Orari spett. : 17.30-20-22.30.
SAN NICOLA (CITRIGNO SALA 3)
«Anche se è amore non si vede» Con
Salvo Ficarra e Valentino Picone. Orari
spett.: 16 - 18.15 - 20.30 - 22.45. Lunedì chiuso per riposo.
CINEMA ITALIA - Tel. 0984813389
«The Twilight Saga: Breaking dawn 1. parte» - Con Robert Pattinson, Kristen Stewart. Orari spett.: 17.30 - 20 22.30. (Lunedì chiuso per riposo).
Per ulteriori informazioni visitare il ns.
sito: www.cosenzacinema.it
CINEMA GARDEN
«Anche se è amore non si vede» con
Ficarra & Picone. Spett. ore: 16.30 18.30 - 20.30 - 22.30
SALA A: «Napoletans» Spett. ore:
16.30 - 20.30.
«Cambio vita» Spett. ore:
18.30-22.30.
SALA B: «Pina» in 3D Spett: ore:
16.30 - 18.30 - 20.30 - 22,30.
CINEMA ANDROMEDA RIVER
Dal 7 al 15 dicembre
SALA 1:«Campovolo 3D» Spett. ore:
16.15 - 18.20 - 20.20 - 22.30.
SALA 2: «Midnight in Paris» Spett.
ore: 16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30.
SALA 3: «Lo Schiaccianoci 3D»
Spett. ore 16.30 - 18.20. Segue: «Twilight» Spett. ore: 20.30 - 22.30.
SALA 4: «Il giorno in più» Spett. ore:
16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30.
SALA 5: «Re Leone 2D» Spett. ore:
16.30. Segue: «Anche se è amore
non si vede». Spett. ore
18.30-20.30-22.30.
In merito al dimensionamento scolastico l’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Maria Francesca Corigliano, tiene a precisare: «Non c’è
alcuno scontro in atto tra il
Comune e la Provincia. Sulla
proposta di dimensionamento c’è stata un’interlocuzione
costante tra la sottoscritta e
l’Assessore
comunale
all’istruzione, nonchè tra le rispettive strutture tecniche. Il
principio, assunto dalla Provincia in linea generale, è stato quello di confrontarsi preventivamente, fermo restando l’assoluto rispetto delle
scelte dei Sindaci per le aggregazioni di scuole all’interno
dei comuni amministrati. Così
è stato anche per la città di Cosenza, la cui proposta di dimensionamento su cinque
scuole è stata recepita ed inserita nella bozza del piano di dimensionamento già all’attenzione del Consiglio provinciale dello scorso 28 novembre,
nonostante le forti perplessità
pubblicamente manifestate
dalla sottoscritta riguardo
l’aggregazione di scuole territorialmente distanti. Mi preme altresì precisare che il Consiglio provinciale convocato
per il 28 è stato aggiornato al 2
dicembre anche per dar modo
la Comune bruzio di rivedere
la sua proposta».
Gazzetta del Sud Venerdì 9 Dicembre 2011
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Cosenza - Provincia
.
DIPIGNANO Presi di mira l’auto di un consigliere comunale e un bus di una ditta privata
ALTILIA
Criminalità scatenata e senza remore
Due intimidazioni nel giro di poche ore
Il sindaco:
gli impianti
sportivi
saranno
ammodernati
Nell’estate del 2010 fu minacciato un altro esponente istituzionale
Fabio Melia
L’ospedale “Beato Angelo” di Acri
DIPIGNANO
Un brusco scossone a una comunità fatta di gente tranquilla e laboriosa. Dipignano è un
piccolo centro incastonato nella valle del Savuto, rinomato
per le sue risorse naturali e apprezzato dai buongustai della
provincia per la freschezza dei
suoi prodotti tipici. Ma da un
po’ di tempo a questa parte,
purtroppo, le scene che si ripetono a queste latitudini sono di
tutt’altro tenore. La cittadinanza si trova oggi costretta a
fare i conti con un nemico subdolo, tanto feroce quanto intangibile. Un nemico che agisce di notte, danneggiando,
appiccando incendi e terrorizzando le persone perbene. Nella sola giornata di mercoledì,
proprio alla vigilia dell’Immacolata, gli episodi inquietanti
sono stati addirittura due, uno
di fila all’altro.
Il primo ad essere colpito è
stato il consigliere comunale
di minoranza Gianni Perri, che
di professione fa il medico. La
sua automobile è stata infatti
presa di mira da ignoti che, armati di punteruolo, hanno bucherellato la carenatura del
veicolo. Perri, appena s’è accorto di quanto accaduto, è
corso dai carabinieri per sporgere una formale denuncia. In
serata, poi, il sindaco Guglielmo Guzzo ha espresso la sua
piena solidarietà al medico,
annunciando la prossima convocazione di un consiglio comunale straordinario per far
sentire a Perri la vicinanza e
l’affetto delle istituzioni.
Tutto sembrava essere finito
lì, con i dipignanesi pronti a
godersi l’ingresso nel periodo
ACRI Si attende la risposta di Scopelliti
La vicenda ospedale
finisce pure sul web
Decine i messaggi
Rosanna Caravetta
ACRI
I vigili del fuoco hanno impedito che l’incendio del pullman si propagasse sugli altri veicoli nelle vicinanze
Il sindaco Guglielmo Guzzo
natalizio. E invece, intorno alle 21, la tranquillità del paesino è stata lacerata da una seconda intimidazione. Qualcuno si sarebbe infatti preso la
briga di dare alle fiamme un
autobus parcheggiato nella
piazza centrale del paese. Il rogo ha rapidamente avvolto il
veicolo, un pullman di una ditta privata di trasporti. E sarebbe potuta andare anche peggio, visto che il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha
impedito all’incendio di propagarsi sugli altri due mezzi posteggiati nelle vicinanze. I
pompieri, secondo una prima
ricostruzione dei fatti, non
hanno trovato la prova evidente della matrice dolosa, eppure
si tende ad escludere l’autocombustione dovuta a un cortocircuito del sistema elettrico
del bus.
E non va dimenticato quanto accadde due estati fa, quando fu preso di mira un altro
consigliere comunale, Antonio
Scarcello, al quale venne recapitata una tanica piena di benzina. Un messaggio chiaramente intimidatorio, che suscitò fin dal principio lo sdegno dell’intera cittadinanza,
sindaco Guzzo in testa.
Qualcosa sta dunque accadendo a Dipignano, qualcosa
di estremamente preoccupante e da non sottovalutare per
nessun motivo. I militari
dell’Arma stanno cercando di
fare finalmente chiarezza su
questi oscuri avvenimenti, con
il preciso impegno di restituire
la meritata serenità agli abitanti di questo “gioiellino” della valle del Savuto.
È stato un succedersi di avvenimenti , manifestazioni, sedute consiliari aperte a far
riaccendere i riflettori sulla
vicenda dell’ospedale Beato
Angelo e sul suo possibile ridimensionamento. Tanti i
messaggi di contrarietà lanciati dai cittadini in questi ultimi mesi che anche attraverso il web continuano a tenere
alta l’attenzione sulla vicenda, non abbassando la guardia proprio perché in gioco
questa volta c’è l’ospedale e il
suo futuro , già privato nei
mesi scorsi del suo punto nascita. “No” all’idea di ospedale di montagna con soli venti
posti letto di medicina Generale e altri sedici posti letto
multidisciplinari ma piuttosto
Acri ospedale generale. Intanto, dopo la missiva inviata
al termine della seduta consiliare dello scorso 5 dicembre
al governatore, nonché commissario ad acta della sanità,
Giuseppe Scopelliti chiedendogli un tavolo di concertazione istituzionale perché
non sufficienti per molti le
sue rassicurazioni affidate ad
una lettera: «Acri potrebbe
assurgere ad ospedale generale», la mobilitazione in città
non si ferma. Il comitato dei
cittadini liberi, costituitosi in
difesa del nosocomio “Beato
Angelo” continua il suo lavoro. Prosegue, infatti, senza
sosta la raccolta firme avviata
all’incirca due mesi fa con importanti risultati. Oltre quattromila i firmatari. E nei prossimi giorni il comitato acrese
prenderà parte ad una riunione del “ Co. Mo. Cal”, il Comitato degli Ospedali di Montagna della Calabria che vede
uniti Acri, San Giovanni in
Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli, per fare il
punto della situazione e promuovere altre iniziative volte
a salvaguardare i contesti
montani «dagli attacchi dei
vari atti aziendali che, supportati dal decreto 106, hanno classato gli ospedali di
montagna a meno di un poliambulatorio». Tuttavia, fanno sapere dal comitato, qualora il decreto così come anticipato dal commissario della
sanità calabrese Scopelliti
non dovesse essere rivisitato
trasformando Acri in ospedale generale, non esiteranno
ad impugnarlo legalmente.
Luigi Michele Perri
ALTILIA
Saranno ammodernati e messi
a norma gli impianti sportivi di
Altilia. La giunta comunale,
che si è riunita con la presidenza del sindaco Pasquale De Rose, ha approvato, con voti unanimi, un progetto esecutivo per
la loro ristrutturazione per un
importo di circa 100mila euro.
Il finanziamento è stato concesso al Comune dall’amministrazione provinciale di Cosenza. Del campo di calcio sarà coperta la tribunetta e ampliato il
rettangolo di gioco. Sarà installato un impianto di illuminazione per le partite in notturna. Inoltre, l’area sarà dotata di
ampi parcheggi. Analoghi interventi sono previsti negli impianti sportivi della popolosa
frazione di Maione, che, abbandonati da tempo, versano
attualmente in condizioni di
fatiscenza. «Tali interventi – ha
affermato De Rose – erano stati
auspicati dalla consulta giovanile. L’amministrazione è stata
pronta a recepirne le istanze a
dimostrazione del fatto che i
giovani sono al centro del programma amministrativo».
Il sindaco Pasquale De Rose
L’assemblea ha stilato un documento in cui si chiede la riduzione dei dirigenti e la sospensione dei loro stipendi nonchè l’eliminazione di tutti i consulenti
Dipendenti Sorical: i sacrifici devono essere a 360 gradi
Franco Rosito
Un incontro con la Regione Calabria (socio pubblico) per capire
qual è la sua posizione, un piano
aziendale, sacrifici anche per i livelli più alti della società visto che
fino adesso a pagare sono stati solo i dipendenti (hanno rinunciato
a straordinario, indennità di reperibilità, auto aziendali e altro).
Queste le principali richieste
avanzate dall’assemblea dei lavoratori della Sorical preoccupati
del loro futuro e di quello
dell’azienda in grande difficoltà
finanziaria riuscendo a recuperare solo briciole rispetto a crediti
che superano i 180 milioni di euro. Durante l’assemblea tra rsu e
dipendenti si è parlato della crisi
aziendale, degli strumenti da
mettere in atto per uscire dal tunnel, delle inefficienze della normativa regionale (pone due enti,
Ato e Sorical, in contrapposizione
tra loro generando falle operative
nel sistema gestionale) e del totale disinteresse che secondo i lavoratori avrebbe caratterizzato fino
adesso il comportamento della
Regione Calabria, maggiore azionista della Sorical. Per rsu e dipendenti il primo passo è quello della
programmazione industriale. «Infatti, fermo restando che è necessario modificare le strategie relative alla riscossione dei crediti
poichè quelle attuate fino ad oggi
sono risultate fallimentari», si legge nel documento stilato a fine
riunione dall’assemblea di lavora-
tori ed rsu, «è altrettanto necessario individuare una strategia di
sviluppo per risolvere le anomalie
operative del ciclo integrato coinvolgendo anche i dirigenti regionali. La procedura di riduzione
dell’erogazione idrica ai comuni
morosi messa in campo da Sorical
negli ultimi mesi è un’attività corretta ma tardiva. Perchè questo
passaggio non è stato fatto prima
in modo graduale? Il ritardo ha
messo Sorical in ginocchio finanziariamente, qualunque procedura di riscossione potrebbe risultare inefficace e dunque generare
mancanza di liquidità mensile
mettendo a rischio anche il pagamento degli stipendi». I lavoratori
non vogliono sentire parlare di
cassa integrazione ed altri sacrifi-
ci. «Poichè», continua il documento dell’assemblea, «non si è a conoscenza delle spese effettive riguardanti dirigenti e consulenti
nonchè delle assunzioni effettuate nel corso del 2011 (dunque in
piena crisi finanziaria o addirittura quando si parlava già di cassa
integrazione». L’assemblea ha pure deciso di intraprendere azioni
di lotta più incisive ove la Regione
dovesse fissare l’incontro chiesto
da rsu e lavoratori. Sono state
quindi indicati gli strumenti da
mettere in atto per giungere alla
fine della crisi. Si punta a salvaguardare i livelli occupazionali e
si invita la dirigenza a valutare
l’utilizzo della cassa integrazione
quale ultimo atto necessario per il
salvataggio finanziario dell’azien-
La sede cosentina della Sorical
BISIGNANO Serve numerosi quartieri che spesso restano al buio. E i residenti si appellano al Municipio
La cabina elettrica di Monachelle ancora fuori uso
Rino Giovinco
BISIGNANO
Sul territorio c’è un’altra incompiuta. Questa volta, però,
le
responsabilità
sono
dell’Enel anche se il comune ci
ha messo lo zampino. La vicenda risale al febbraio del
2010.
A seguito delle abbondanti
piogge di quel periodo, la cabina elettrica di Monachelle
crolla inesorabilmente lasciando al buio il popoloso
quartiere di Santa Croce e zone limitrofe. Nell’immediato,
viene trattata un’emergenza
che ancora dura. Infatti, numerosi restano i disagi agli
utenti con la luce bassissima
che fa andare in tilt lampadari,
caldaie e ogni tipo di elettrodomestico visto che lavorano
sotto sforzo.
Da oltre un anno, l’enel ha
posizionato la nuova cabina in
località San Fili ma, da allora
nulla si è mosso. La struttura è
rimasta lì in attesa dei lavori di
collegamento alla rete elettrica, nonostante le proteste dei
cittadini colpiti dalla “bassa
tensione”. Un mese addietro si
La cabina dell’Enel
apprende che l’enel non aveva
iniziato i lavori perché il comune non aveva concesso
l’autorizzazione cosa che ha
fatto con una delibera dello
scorso ottobre richiamando la
richiesta dell’enel del 6 aprile
2010.
Insomma, il comune concedeva l’autorizzazione con 19
mesi di ritardo. Ma, concessa
l’autorizzazione, l’unica cosa
che cambia è il manufatto che
doveva ospitare la cabina che,
nel tempo è stato preda dei
vandali e oggi si presenta privo di porte e di finestre, oppor-
tunamente smontate da ignoti
e portate via per racimolare
qualche euro. Inoltre, indiscrezioni parlano di un lavoro
che l’Enel, almeno per il momento, non ha intenzione di
fare visto che i soldi all’epoca
stanziati, probabilmente sono
stati dirottati altrove.
Ora, è necessario un intervento deciso dell’amministrazione comunale e del sindaco
per “costringere” l’Enel a fare i
lavori per evitare che, come lo
scorso anno, zone della città
passano il Natale a lume di
candela.
da. Ecco la ricetta dell’assemblea:
qualsiasi comunicazione che la
rsu riceve dall’azienda sulla cassa
integrazione deve essere discussa
con i lavoratori; cassa integrazione supportata da un piano industriale; riduzione del numero dei
dirigenti presenti in Sorical, del
numero dei dirigenti e dei membri
del Cda, sospensione dei loro stipendi fino alla ripresa dei corretti
flussi economici; cancellazione di
tutte consulenze esterne; azione
più incisiva verso i comuni morosi. L’assemblea chiede i verbali
delle ultime riunioni del Cda della
Sorical e pone un quesito alla Regione: è vero che ha adempiuto
solo in parte ai doveri stabiliti dalla convenzione di gestione stipulata il 13 giugno 2003?
41
Gazzetta del Sud Venerdì 9 Dicembre 2011
Cronaca di Lamezia
Oggi all’Uniter
si parla di immigrati
Oggi alle 17 nella sede
dell’Uniter si parla di
Immigrati. Relazionano
Francesco Caruso e
Costanza Falvo D’Urso
Corso Nicotera 215, - Cap 88046
Tel. e Fax 0968.448193
[email protected]
.
Salvatore Pileggi con la sua Nissan si scontra con una Stilo sulla Statale 18 guidata da Vincenzo Iannazzo che viene ricoverato in ospedale
Muore a 37 anni mentre andava a lavorare
Un’auto della polizia locale corre in soccorso ma viene coinvolta in un altro incidente in Via dei Bizantini
Vinicio Leonetti
Stava andando a lavorare in
un call center nonostante ieri
fosse giorno di festa, ma ha
trovato la morte sulla strada.
Salvatore Pileggi, 37 anni, a
bordo della sua Micra verde
lungo la Statale 18 s’è scontrata con una Stilo grigia che
avanzava sull’altra carreggiata. Nell’impatto frontale Pileggi ha perso la vita, la sua auto
gli si è accartocciata intorno e
sono dovuti intervenire i vigili
del fuoco per tirare fuori dalla
macerie il cadavere. Ferito ma
senza gravi conseguenze Vincenzo Iannazzo, l’autista della
Stilo. Trasportato d’urgenza
da un’ambulanza del 118 i
medici l’hanno sottoposto a ricovero, è sotto choc ma fuori
pericolo di vita.
Ad occuparsi dei rilievi la
sezione sinistri dei vigili urbani. Erano le 11.45 circa quando le due auto stavano transitando sulla strada statale in
senso contrario, all’altezza
dell’Ayers Rock One, poco distante dall’area ex Sir. Là era
diretto Salvatore Pileggi, lametino, che abitava nella casa
dei genitori. Da circa tre anni
lavorava all’Infocontact, una
grande azienda di servizi telefonici con quasi un migliaio di
addetti al lavoro tutti i giorni,
inclusi quelli festivi.
Per raggiungere il posto di
lavoro Salvatore Pileggi per-
correva la scorciatoia di Palazzo che porta sulla Statale 18
bypassando la rotatoria di autostrada e aeroporto.
Per cause in corso d’accertamento la sua Micra è andata
a scontrarsi contro la Stilo e
s’è ribaltata. Per Pileggi non
c’è stato nulla da fare nonostante i soccorsi immediati. È
stato per lui un colpo fatale. I
rilievi sono stati effettuati dagli agenti della polizia municipale, che hanno accertato ci
fosse un’abbondante pioggia a
quell’ora nell’area dove c’è
stato l’incidente. Di sicuro
l’asfalto era viscido.
La prima pattuglia della polizia locale arrivata sul luogo
dell’incidente dopo aver visto
la gran confusione che s’era
creata anche nella circolazione ha chiamato rinforzi, e dalla centrale di Palazzo Maddamme è partita un’altra
squadra di vigili a bordo di
una Fiat Brava di servizio.
L’auto in Via dei Bizantini è
andata a scontrarsi con un’Alfa 147 che procedeva in senso
contrario. Ma questa volta
nessuna grave conseguenza
per chi era nelle due auto
coinvolte nell’incidente.
Salvatore Pileggi era single,
abitava nella casa dei genitori,
aveva due sorelle ed un fratello. Dell’incidente mortale si
sta occupando il sostituto procuratore della Repubblica di
turno Luigi Maffia che ha
La Nissan Micra dopo l’incidente
aperto un fascicolo. Non si sa
ancora se ordinerà l’autopsia
sul cadavere per accertare le
cause precise della morte.
«Le parole contano poco in
circostanze tragiche come
questa», dichiara Paolo Braganò direttore delle risorse umane all’Infocontact che esprime
cordoglio e vicinanza alla fa-
Nessuna conseguenza
per i vigili urbani
dopo l’incidente
su Via Bizantini
Salvatore Pileggi
miglia Pileggi, «ma Salvatore
era un ragazzo davvero ineccepibile, puntuale e sempre
col sorriso solare anche sul lavoro».
Si tratta dell’ennesimo incidente sulla pericolosissima
Statale 18 che si dimostra
sempre più insicura e certamente inadeguata a sopportare tutto il traffico che gravita
intorno all’area industriale
dove circolano quotidianamente circa 2 mila persone tra
addetti nelle attività economiche e lavoratori dell’indotto.
La Stilo guidata da Vincenzo Iannazzo
La Fiat Brava della polizia municipale coinvolta in un altro infortunio in Via dei Bizantini
In breve
L’ispettore di polizia è accusato di aver fatto la “talpa”
Ammesse le intercettazioni
delle telefonate di Esposito
È tempo di “talpe” nella polizia. Mentre mercoledì scorso è
stata arrestata l’assistenza
amministrativa
Giuseppina
Lentini in servizio all’ufficio
passsaporti del commissariato
lametino per aver passato delle “soffiate” ad una presunta
organizzazione che sarebbe
legata al clan Iannazzo, proseguirà martedì prossimo il processo in Tribunale all’ispettore Alfonso Esposito, 50 anni,
fino a quattro anni fa in servizio nella Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che
avrebbe fornito informazioni
riservate al costruttore lametino Salvatore Mazzei mentre
era sott’inchiesta.
Nella prossima udienza il
presidente del Tribunale Pino
Spadaro, affiancato da Adele
Foresta e Gustavo Danise, affiderà l’incarico ad un perito
per la trascrizione di alcune
telefonate intercettate nel
corso dell’indagine, che sono
alla base dell’accusa per corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio contro il poliziotto. Si tratta di due dialoghi ch
erisalgono a quattro anni fa e
che, secondo l’accusa, inchioderebbero l’imputato.
Da parte del suo difensore,
l’avvocato Francesco Gambardella, era stata chiesta l’inutilizzabilità di quelle intercettazione, che invece sono state
annesse al processo da parte
del Tribunale con un’ordinanza emessa nella settimana
scorsa. Tanto che presto verranno trascritte per entrare a
pieno titolo nel processo cominciato il 4 ottobre scorso.
ALLE 16 IN PIAZZA DIAZ
Domani incontro
su giovani e politica
Domani alle 16 nella sala
comunale di Sambiase si terrà l’incontro “Giovani e politica, proposte e opportunità”. Interverranno Danilo
Massena dei Giovani Udc,
Salvatore Mazzotta segretario provinciale dello Scudocrociato, Ludovico Abenavoli dell’Università di Catanzaro, Massimo Cristiano capogruppo Udc, Filippo Garofalo vicesindaco di Soveria.
ALL’UMBERTO ALLE 18.30
Domenica convegno
su teatro e identità
Il porticciolo di Gizzeria
Nello stesso procedimento
l’imprenditore Mazzei è imputato di corruzione. Secondo
l’accusa, sostenuta in aula dal
pubblico ministero Luigi Maffia, il costruttore in cambio di
preziose informazioni avrebbe fornito al poliziotto del materiale edile per la costruzione
di una casa.
Al costruttore nello scorso
luglio il Tribunale di Catanzaro ha sequestrato un impero
da 200 milioni di euro fatto di
70 fabbricati, 215 terreni, 25
società, 30 automezzi, l’Aerhotel Phelipe nel quartiere
Sant’Eufemia e la cava di San
Sidero sequestrata anni fa dalla procura della Repubblica
perchè ritenuta abusiva.
La stessa sospetta “talpa” è
accusata anche di aver minacciato l’ex sindaco di Gizzeria
Sergio Trapuzzano per ottenere un’autorizzazione per la
realizzazione del porticciolo
turistico del paese sequestrato
da tempo perchè ritenuto abusivo. Ma questa vicenda è al
centro di un altro processo in
corso davanti al giudice per
l’udienza preliminare del Tribunale lametino.
Il pubblico ministero Maffia
per gli illeciti urbanistici e ambientali riguardanti il porticciolo ha messo sott’accusa 33
persone tra cui l’ispettore
Esposito, definito dagli inquirenti «gestore di fatto della
struttura», e fondatore dell’associazione Marineland che si
occupava di protezione civile.
Molti degli imputati vengono
accusati di aver realizzato
l’approdo turistico su una proprietà demaniale.(v.l.)
“Teatro e identità” è il tema
del convegno di domenica
alle 18.30 al Teatro Umberto, promosso dall’associazione “I vacantusi” e
dall’Unesco. Relazioneranno Antonio Panzarella docente all’Accademia delle
belle arti di Roma e l’archeologa Stefania Mancuso,
docente all’Unical di Cosenza.
SCIOPERO LUNEDÌ
Cgil, Cisl e Uil
contro la manovra
Le ragioni dello sciopero di
lunedì prossimo contro la
manovra finanziaria del governo Monti vengono spiegate oggi alle 10 da Cgil,
Cisl e Uil in una conferenza
stampa congiunta in un hotel a Sant’Eufemia. Partecipano i segretari regionali
Sergio Genco (Cgil), Paolo
Tramonti (Cisl) e Roberto
Castagna (Uil).
Lo sostiene il consigliere Stella dell’Ordine degli agronomi
L’albero di Natale più ecologico
è certamente quello naturale
La solennità dell’Immacolata
Concezione ha ufficialmente
aperto il lungo periodo delle festività natalizie che si concluderà, secondo una tradizione ormai
inveterata, il 6 gennaio prossimo
con l’Epifania. Tempo di Natale,
dunque, di case addobbate col
presepe e l’immancabile albero,
naturale o sintetico che sia. Di colore e dimensione tra le più svariate, l’abete natalizio campeggia sfavillante di luci nei salotti,
davanti alle finestre o nei giardini. In molti scelgono l’albero sintetico per non estirpare una pianta dal bosco, molti altri invece
preferiscono l’abete naturale.
Per Aldo Stella, consigliere
dell’Ordine provinciale dei dottori agronomi e forestali, docente dell’istituto tecnico per geometri, «il vero albero di Natale è
proprio quello naturale. Il suo
utilizzo comporta una corretta
scelta ambientale a salvaguardia
della montagna e della sua popolazione».
L’agronomo spiega che è convinzione diffusa, specie in persone che si definiscono veri ambientalisti, che è deprecabile
sdradicare o abbattere un giovane albero naturale per goderne la
presenza in casa per solo pochi
giorni. «Questa idea», sottolinea
Stella, «è del tutto errata in quanto proprio l’impiego di un albero
vero rappresenta un’azione di alto valore ecologico. Gli alberi che
vengono destinati alla vendita
per questo scopo, normalmente
abete rosso, abete bianco e in alcuni casi douglasia e pino, non
vanno per niente ad impoverire il
popolamento silvestre delle nostre montagne o a degradare
L’albero di Natale naturale in Corso Numistrano
aree boscate che diffusamente
interessano il nostro entroterra».
In pratica gli abeti naturali
che vengono venduti in questo
periodo di grandi festività «provengono da vivai forestali, da diradamenti controllati di boschi
di abete o addirittura dalle cime
di piante adulte già abbattute e
destinate all’industria del legname. Di conseguenza sono piante
il cui ciclo vitale è direttamente
controllato dall’uomo e dal corpo forestale che vigila sulla corretta utilizzazione del patrimonio forestale nazionale».
Il docente tiene anche a sottolineare che «avere in casa un albero di Natale vero ha risvolti positivi immediati, basti pensare alla possibilità di far entrare nelle
case la natura, anche se in maniera del tutto estemporanea; a
far comprendere ai piccoli, tanto
interessati all’albero ricco di addobbi luccicanti e regali sempre
molto desiderati, le caratteristiche di un albero che vive solo in
montagna».
Una valenza che è anche di tipo ambientale, sociale ed economico. L’effetto sociale si evidenzia con l’attività lavorativa che
coinvolge l’intera filiera del legno, interessando principalmente le popolazioni montane dei
numerosi nostri borghi a rischio
di spopolamento. L’aspetto economico è di facile comprensione:
in Italia si comprano circa 6,5 milioni di alberi veri, per un giro
d'affari di 140 milioni di euro. Risorse che non solo alimentano un
settore in crisi come quello agricolo ma principalmente riguardano un prodotto del tutto nazionale. (m.s.)
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Gazzetta del Sud Venerdì 9 Dicembre 2011
Lametino
.
PIANOPOLI Il professionista ha riferito sui quintali di rifiuti presenti negli argini del fiume
CONFLENTI
Il perito della Procura ha presentato
una dettagliata relazione sul Gaccia
La prossima udienza è prevista per il 12 gennaio. Saranno sentite le parti
La Consulta
ha promosso
un incontro
sul tumore
al seno
Luigina Pileggi
Giovambattista Caravia
LAMEZIA TERME
Ha riferito sullo stato di “salute”
del fiume Gaccia. Raccontando
tutto quello che ha trovato: quintali e quintali di immondizia sotterrati lungo gli argini del fiume.
Così il perito della Procura, l’ingegnere Nigro, ha raccontato tutto
quello che c’era da sapere al gip
Barbara Borelli e ai difensori degli indagati dell’inchiesta sui rifiuti al fiume Gaccia a Pianopoli.
Una perizia minuziosa e dettagliata, nella quale l’ingegnere ha
descritto tutto quello che ha scoperto lungo il corso d’acqua, e che
ha esposto nel corso dell’incidente probatorio chiesto dal pm Domenico Galletta, nell’ambito del
procedimento che vede indagati
diversi amministratori. L’udienza
è stata poi rinviata al 12 gennaio,
giorno in cui saranno ascoltati anche i consulenti di parte.
Un’udienza che si preannuncia
particolarmente “animata”, dato
che il Comune di Pianopoli ha tirato in ballo lo stesso perito: l’Amministrazione guidata da Gianluca Cuda ha infatti denunciato il
professionista nominato dalla
Procura in quanto avrebbe “rimosso” alcuni rifiuti, attraverso
l’utilizzo di una ruspa, provocando così ulteriori danni ambientali. Il perito ha effettuato dei controlli lungo le sponde del corso
d'acqua, a seguito di un'inchiesta
avviata dalla Procura che portò
all'invio di avvisi di garanzia ad
amministratori, dipendenti del
Comune e persone legate alle ditte che effettuarono dei lavoro
lungo il Gaccia.
La Giunta comunale di Pianopoli ha dato mandato, con una
delibera del 10 novembre scorso,
all'avvocato Italo Reale di intra-
Strada allagata a Nocera Terinese
NOCERA T. Immacolata sottotono
Centri turistici deserti
e vasti allegamenti
sulle strade del litorale
Sopralluogo dei carabinieri lungo il fiume Gaccia
que del fiume Gaccia. In ragione
della gravità di quanto avvenuto
– insiste l'Amministrazione di
Pianopoli – si rende indispensabile incaricare legale di fiducia di
questo Comune, nella personale
dell'avvocato Italo Reale, del foro
di Lamezia Terme, per intraprendere ogni utile del predetto Ctu e
di chiunque dovesse risultare corresponsabile».
Il tratto di fiume in questione è
stato sequestrato nel luglio del
2010 dai militari dell'Arma, dopo
la scoperta di una mega discarica
di rifiuti speciali lungo 4 chilometri del fiume Gaccia. Sequestro
che fu disposto dalla Procura della Repubblica, che notificò anche
cinque avvisi di garanzia: al responsabile dell'Ufficio tecnico del
comune di Pianopoli Luigi Mercuri, 44 anni; a Pasquale Donato,
54 anni, ingegnere progettista e
direttore dei lavori; a Maurizio
Antonio Diodato, 47 anni, geometra, direttore dei lavori incaricato dal comune; a Biagio Francesco Maduli, 47 anni, di Taurinova, titolare dell'impresa che si è
aggiudicata i lavori; e a Agostino
Lucia, 33 anni, titolare dell'impresa che ha eseguito i lavori lungo gli argini del fiume.
Tutti accusati di concorso in
gestione non autorizzata di discarica e smaltimento illecito di rifiuti speciali su area sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale,
danneggiamento degli argini del
fiume, disastro doloso e deturpamento di bellezze naturali. DECOLLATURA Tutto pronto per l’iniziativa di Comune e Pro Loco
zione del Presepe Vivente, rivolto
ad ottenere un comune sforzo di
coinvolgimento, affinché si potesse recuperare il materiale necessario, i costumi e un’ampia
partecipazione di volontari.
Al momento fervono i preparativi e sembra che l’edizione del
Presepe Vivente si preannunci come la giusta occasione per attrarre visitatori e ospiti che potranno
anche soggiornare nel centro del
Reventino. L’iniziativa della Pro
Loco, per come è stato scelto
dall’attuale dirigenza e per altro
come ricordano tutti i messaggi
che accompagnano la comunicazione istituzionale, di fatto concretizza la propria attività nel rispetto del principio che «la Pro
Loco di Decollatura contribuisce
all’organizzazione e promozione
di qualunque attività utile al perseguimento degli obiettivi sociali, in collaborazione con i soci, le
associazioni, la cittadinanza e
può operare in partenariato con
gli enti pubblici e privati».
prendere «le necessarie azioni
davanti all'autorità giudiziaria al
fine di accertare eventuali responsabilità penali a carico del
Ctu nominato nell'ambito dell'incidente probatorio riferito a due
procedimenti penali o a carico di
chiunque dovesse risultare corresponsabile e, comunque, a richiedere il risarcimento del danno arrecato al territorio e all'Ente. Dalla relazione di un consulente di
parte trasmessa a questo Ente e
regolarmente acquisita agli atti,
risulta che nelle operazioni disposte dal Ctu per la verifica dello
stato di inquinamento dei luoghi,
a causa della loro errata esecuzione, hanno determinato inquinamento della falda acquifera con
ripercussioni, nel tempo, sulle ac-
Antichi mestieri e sapori del passato
rivivranno nel presepe vivente 2011
Santino Pascuzzi
SOVERIA MANNELLI
La Pro Loco Decollatura, il Comune in collaborazione con i cittadini, presentano l’edizione del Presepe Vivente 2011. Per annunciare l’iniziativa è stato ideato un colorato manifesto accompagnato
dal messaggio "Un magico percorso tra l'atmosfera natalizia e
gli antichi mestieri e sapori della
nostra tradizione". Le date previste sono domenica 25 dicembre,
domenica 1 gennaio 2012 e venerdì 6 gennaio, con orario dalle
ore 18 alle 20. Luogo della manifestazione sono le “vinelle” di via
XXIV Maggio, a Casenove di Decollatura, teatro e memoria della
vita semplice e agreste delle famiglie che popolavano un centro
storico adesso dimenticato e spopolato.
Il presidente della Pro Loco,
Gianpiero Nicolazzo, ha attivato
l’organizzazione già dopo l’estate
chiedendo ed ottenendo la piena
collaborazione della civica amministrazione, precisando che
l’iniziativa è inserita nel programma delle attività per l’anno
in corso.
Diversi gli inviti e le riunioni
preparatorie che la Pro Loco ha
tenuto per programmare nei dettagli la manifestazione. Nei mesi
scorsi, nel corso di alcuni incontri, esplicito è stato l’invito, proprio per una migliore organizza-
Presepe vivente
SAN PIETRO A M. Ottima prova della squadra del mister Azzarito
La volley maschile batte in casa
la capolista del girone di andata
Sebastiano Senese
SAN PIETRO A MAIDA
Con il punteggio di 3 set a zero e
i parziali di 25/17 – 25/21 –
25/19 l’Auto Bartuca è riuscita a
battere la capolista del girone di
prima divisione maschile di pallavolo. Un bellissimo spettacolo
quello dell’altra sera a San Pietro a Maida, dove, in un palazzetto dello sport gremito da un
pubblico caldo e appassionato,
l’Auto Bartuca si è imposta con
determinazione e grinta sulla
La squadra di volley maschile di San Pietro a Maida
capolista Mister Toto Marina di
Gioiosa.
Una partita emozionante e
intensa, durante la quale i ragazzi di mister Ernesto Azzarito
non hanno risparmiato le energie pur di portare a casa gli ambiti tre punti facendo bottino
pieno contro una Mister Toto,
che non ha saputo reagire alla
compattezza dimostrata dalla
formazione Sanpietrese in tutti i
settori. Una prova eccellente
dell’intero sestetto, ma mister
Azzarito guarda avanti e riporta
l’attenzione alla prossima ostica
trasferta. Sabato 10 dicembre,
infatti, l’Auto Bartuca sarà ospite a Vibo Valentia della giovane
ma tenace formazione della Callipo Sport, che in classifica segue la formazione Sanpietrese a
due lunghezze di distanza. NOCERA TERINESE. Ieri, almeno
fino al primo pomeriggio, il contesto generale esteriore sulla
costa tra Gizzeria e Nocera Terinese, è apparso tutt’altro che festivo. Scarso il traffico veicolare; chiuse quasi tutte le seconde
case; pochi i clienti nei locali
pubblici, nelle strutture ricettive; pressoché deserte le passeggiate. Colpa della deprimente
crisi economica o della pioggia
piuttosto abbondante che ha interessato il litorale? Forse di entrambe. Certo è che se la ricorrenza dell’Immacolata, che tradizionalmente dà avvio al clima
natalizio, dovesse essere considerata come la prova generale
delle festività che verranno, c’è
davvero poco da stare allegri,
specialmente per gli operatori
economici, turistici. L’auspicio
è che nelle prossime settimane
l’incalzare dell’atmosfera natalizia, di Capodanno e dell’Epifania possa contribuire a un maggiore movimento di persone,
tempo permettendo.
Intanto ieri la fotografia dei
centri abitati costieri era quella
di località con copiosi allagamenti viari per l’inadeguatezza
delle opere di deflusso della acque piovane. Interi tratti di stra-
de comunali, della Statale 18,
della Provinciale che collega lo
svincolo autostradale falernese
con Marina di Nocera Terinese,
erano un susseguirsi di laghetti,
sulla sede viaria o ai margini,
con le immaginabili conseguenze per la circolazione veicolare
e per i pedoni. Se per questi ultimi il rischio prevedibile era
quello di un’improvvisa doccia
volante, a causa dei consistenti
schizzi, per le automobili in
transito a velocità sostenuta davanti ai vasti e non segnalati allagamenti c’era l’alternativa in
alcuni casi di attraversare gli
specchi d’acqua mantenendo la
destra e riducendo improvvisamente la velocità o d’invadere
bruscamente l’altra corsia con
quel che ne consegue a livello di
sicurezza stradale.
Vistosi allagamenti hanno
interessato la Statale 18, in particolare a fianco del lungomare
di contrada Lenzi a Gizzeria e la
Provinciale che attraversa Marina di Nocera Terinese (specie
in prossimità della zona industriale falernese); a Marina di
Nocera Terinese le vie comunali
Marcello De Luca e quella tra la
strada nazionale e il villaggio
Nuova Temesa. (g.r.)
SAN MANGO D’AQUINO
“Prevenzione del tumore al
seno”, questo l’argomento
del convegno dibattito organizzato dalla “Consulta
donne - gruppo Conflenti
nel Cuore” di Conflenti programmato per domenica
prossima alle 16,30. Al convegno, che si svolgerà alla
Casa del pellegrino di Conflenti, parteciperanno valenti medici impegnati sul
territorio che affronteranno
il delicato tema del carcinoma mammario sensibilizzando, in maniera particolare, la popolazione femminile sull’importanza che oggi riveste la prevenzione,
per consentire una diagnosi
precoce della malattia che
ogni anno in Italia colpisce
ancora tantissime donne.
Dopo l’introduzione dei
lavori, curati dalla professoressa Giuliana Carnovale,
l’importante tematica sarà
affrontata dalla dottoressa
Maria Cristina Giordano,
pneumo-oncologa all’ospedale “Santa Croce” di Cuneo
e dalla dottoressa Maria
Renne, chirurgo oncologo
al polo oncologico “Tommaso Campanella” di Catanzaro.
Scopo del convegno sarà
quello di «responsabilizzare
le donne incoraggiandole a
rivolgersi al medico al primo campanello di allarme,
quando avvertono qualche
sintomo che possa far pensare alla presenza di un male oscuro oppure di svolgere
con regolarità dei controlli
medici».
FALERNA La storia del paese raccontata in “Oltre il tempo”
Pagine di memoria collettiva
per trovare un’identità comune
Giovambattista Romano
FALERNA
Lo ha dedicato alla storia, al territorio e alla gente di Falerna il
suo ultimo saggio dal titolo “Oltre il tempo – Lampi di storia falernese” Armido Cario. Uno studio del paese nella ricorrenza del
bicentenario dell’istituzione del
comune attraverso la fusione
con Castiglione Marittimo, di cui
Falerna faceva parte come frazione, mentre oggi, com’è noto,
Castiglione è frazione del Comune tirrenico. Il 4 maggio 1811 il
sovrano del Regno di Napoli,
Gioacchino Murat (aveva sposato Carolina, sorella di Napoleone Bonaparte), nell’approvare il
nuovo ordinamento del territorio su cui regnava, riconobbe
l’unitarietà del comune tirrenico. Secondo l’amministrazione,
la pubblicazione di Cario «ha
una valenza storica e didattica di
fondamentale importanza, perché consente anzitutto ai cittadini falernesi la possibilità di conoscere uno spaccato della propria
storia sociale, politica e amministrativa».
Per celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e il
bicentenario municipale il Comune ha promosso tre incontri
pubblici alla presenza dell’autore, con inizio alle ore 17.30, su
“Oltre il tempo”: domani al Centro polifunzionale di Falerna capoluogo; il 17 nella sala della Società di mutuo soccorso di Castiglione Marittimo; il 23 nell’aula
magna della scuola media di Falerna Marina. «La ricchezza del
nostro Comune – osserva al riguardo il sindaco, Giovanni Co-
Falerna Superiore agli inizi del 900 in una rara immagine d’epoca
stanzo – risiede, da sempre, nella sua triplicità, nel suo essere
mare, collina e montagna. La
storia del nostro territorio, antica come la storia dell’uomo, è
perciò ricca di lezioni, di eventi e
di sfumature. Ogni comunità ha
bisogno di un principio d’identità, nel quale riconoscersi. Ciò vale soprattutto per Falerna, così
multiforme ed eterogenea. Per
tali ragioni, oltre che per celebrare il bicentenario dell’unione
comunale e il 150esimo dell’Unità d’Italia, abbiamo scelto di promuovere questa iniziativa culturale. Divulgare il patrimonio collettivo di memoria e conoscenza
è, infatti, un imperativo etico
non solo per chi amministra.
«Le vicende narrate da questo
libro sono destinate perciò a tramutarsi in coscienza duratura,
in un’eredità morale per tutti coloro che a Falerna sono nati e vivranno». Ma quali sono i motivi
dello studio di Cario sulla comunità falernese? «Le ragioni sono
molteplici – spiega l’autore – lo
spunto mi è stato offerto dal bicentenario dell’unione comunale tra Castiglione e Falerna, che
arricchisce di contenuti e riflessioni il 150esimo anniversario
dell’Unità d’Italia. Tuttavia il
motivo che mi ha spinto all’impresa è più profondo: restituire
ai falernesi pagine di memoria
collettiva, sottraendole all’oblio
e alla corruzione di sedicenti storici. L’obiettivo principale è divulgare una conoscenza autentica, libera da opinioni e preconcetti, che stimoli la riflessione e il
pensiero critico. La finalità innanzitutto è antropologica: ogni
aggregazione umana, ogni comunità ha bisogno di un principio d’identità (un noi), nel quale
riconoscersi. La triplicità falernese Anche la storia dei suoi centri abitati è eterogenea».