I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo alpino
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I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo alpino
I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo alpino Il caso di Auronzo di Cadore (Belluno) a cura di Stefano Balbi, Laura Bonzanigo e Carlo Giupponi Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici Università Ca’Foscari Venezia I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo alpino Il caso di Auronzo di Cadore (Belluno) Sintesi delle attività svolte in Veneto nell’ambito del progetto ClimAlpTour a cura di Stefano Balbi Laura Bonzanigo Carlo Giupponi Il progetto ClimAlpTour è stato finanziato con i fondi del Programma Europeo di Cooperazione Territoriale, Spazio Alpino 2007 – 2013. Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici Via Augusto Imperatore 16 73100 Lecce www.cmcc.it ISBN 978-88-97666-03-5 Prima edizione 2011 Copyright 2011 © Regione del Veneto Tutti i diritti sono riservati progetto grafico e impaginazione blumilk.net / Grafiche 2AM stampa Grafiche 2AM - Venezia hanno collaborato Balbi S.1,2, Bonzanigo L.1,2, Dissegna M.3, Giupponi C.1,2, Moretto D.1, Pasutto I.3 1 Università Ca’ Foscari, Venezia 2 Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici 3 Regione Veneto, Unità di Progetto Foreste e Parchi nota di attribuzione Stefano Balbi ha curato la raccolta dati preliminare, l’organizzazione e la gestione dei seminari, lo sviluppo degli scenari climatici, la costruzione e l’analisi del modello ad agenti e la redazione del presente documento / Laura Bonzanigo ha curato l’organizzazione e la gestione dei seminari, l’analisi delle reti sociali, la definizione degli indicatori da inserire nell’e-tool di ClimAlpTour, la configurazione dell’e-tool e la redazione del presente documento / Maurizio Dissegna ha coordinato la gestione di tutto il progetto per conto della Regione del Veneto / Carlo Giupponi ha coordinato tutta la parte scientifica del progetto ed in particolare la modellazione degli indicatori ambientali e la progettazione e configurazione dell’e-tool di ClimAlpTour / Daria Moretto ha contribuito alla definizione degli indicatori, come parte della sua ricerca di laurea specialistica in economia dell’ambiente, all’organizzazione dei seminari e alla traduzione in italiano del presente documento / Isabella Pasutto ha curato la raccolta dati preliminare e la gestione di tutto il progetto per conto della Regione del Veneto. ringraziamenti Si ringrazia il Dott. Paolo Angelini del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per il ruolo di coordinatore dei gruppi di lavoro italiani e della parte inerente all’Informazione e alla Pubblicità delle attività progettuali. Indice 1 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 2 2.1 2.2 2.3 2.4 3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 4 4.1 4.1.1 4.1.2 4.2 4.2.1 4.2.2 Introduzione: il progetto ClimAlpTour Fondamenti Partenariato Obiettivi scientifici Struttura Utilizzo dei risultati 8 8 9 10 10 Il caso di studio veneto: Auronzo di Cadore Obiettivi del progetto di ricerca Descrizione del caso di studio: Auronzo di Cadore Adottando la metodologia NetSyMoD NetSyMoD ad Auronzo di Cadore 12 Fase 1 / Analisi degli attori Identificazione preliminare dei partecipanti Interviste ai potenziali stakeholder Risultati Identificazione degli attori per il seminario Selezione dei criteri di valutazione preliminari Possibili iniziative di sviluppo del turismo 20 Fase 2 / Analisi del problema e creazione di modelli condivisi Il futuro di Auronzo secondo gli stakeholder: analisi degli scenari di sviluppo del turismo invernale nei prossimi 10/15 anni Scenari Il modello concettuale Consolidamento delle strategie Ordinamento degli elementi generici componenti l’offerta turistica invernale Analisi SWOT 28 Fase 3 / Design del dss 5.1 Definizione degli indicatori 5.1.2 Scenari climatici 5 8 12 13 15 17 20 21 22 25 26 26 29 29 30 33 33 34 36 38 40 Modello ad agenti (AWS1.0) 5.1.4 Altri indicatori 5.2 Inserimento dei dati nell’e-tool di ClimAlpTour 5.1.3 6 6.1 6.1.1 6.2 6.3 7 Fase 4 / Analisi delle opzioni Presentazione dei risultati ed elicitazione dei pesi Valutazione e discussione dei risultati Applicazione dell’e-tool di ClimAlpTour ad Auronzo: concetti chiave Auronzo di Cadore, considerazioni sull’esercizio Conclusioni: messaggi chiave del progetto climalptour 42 43 44 47 47 49 50 51 53 Figure Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9 Fig. 10 Fig. 11 Fig. 12 Fig. 13 Fig. 14 Fig. 15 Fig. 16 Fig. 17 Struttura del progetto Mappa del Comune di Auronzo di Cadore Le Tre Cime di Lavaredo (2.999 m) Principali componenti metodologiche dell’approccio NetSyMoD NetSyMoD ad Auronzo di Cadore: strumenti e metodi Frequenza delle relazioni esistenti Qualità delle relazioni tra istituzioni Mappa GIS delle aree interessate dallo sviluppo futuro delle strategie Mappa cognitiva relativa alla situazione attuale Strategia SKINT dopo il brainstorming Strategia ALTSKI dopo il brainstorming Strategia BYDSNW dopo il brainstorming Distribuzione dei pesi relativi agli elementi dell’offerta turistica invernale Interfaccia DPSIR Strategia ALTSKI rappresentata con Google Earth Interfaccia del modello di erosione sviluppato con Simile Catalogo d’indicatori dell’e-tool di ClimAlpTour 10 13 14 15 19 23 25 30 31 31 32 33 34 37 40 43 44 Fig. 18 Fig. 19 Fig. 20 Fig. 21 Fig. 22 Fig. 23 Fig. 24 Matrice d’analisi dello scenario B1 Dalla matrice d’analisi alla matrice di valutazione dello scenario B1 Raggruppamento degli indicatori in sette macro-criteri Esercizio di elicitazione dei pesi Risultati della valutazione delle strategie con l’e-tool di ClimAlpTour Ordinamento delle strategie con il metodo della media pesata (scenario B1) Strategie valutate sulla base del triangolo della sostenibilità (scenario B1) 45 45 46 48 49 50 50 Tabelle Tab. 1 Tab. 2 Tab. 3 Tab. 4 Tab. 5 Tab. 6 Tab. 7 Tab. 8 Tab. 9 Tab. 10 Tab. 11 Tab. 12 Tab. 13 Tab. 14 Tab. 15 Tab. 16 Tab. 17 Categorie di attori considerate per i seminari Lista degli intervistati per ogni categoria Domande per la caratterizzazione delle reti sociali Caratteristiche della rete sociale di Auronzo Punteggio medio qualità delle interazioni (1-6) Lista degli invitati al seminario Ordinamento dei criteri di valutazione preliminari Identificazione di linee di sviluppo Scenari di sviluppo del turismo invernale ad Auronzo di Cadore Fattori dell’offerta turistica invernale Pesi medi e coefficiente di variazione dei fattori Analisi SWOT Scenari di cambiamento climatico proposti dall’IPCC ed utilizzati ad Auronzo Indicatori selezionati da caricare nell’e-tool di ClimAlpTour Cambiamenti mensili di precipitazioni e temperature Impatto del cambiamento climatico ad Auronzo Risultati collettivi della pesatura 21 22 23 24 25 26 27 27 29 34 36 36 38 39 41 47 48 Prefazione L’area montana veneta copre una superficie di circa un terzo dell’intero territorio regionale. Qui il turismo, soprattutto invernale, ha conosciuto nel tempo una costante crescita, diventando localmente una fonte di reddito primaria, nonché un traino per l’economia regionale. Nell’ultimo decennio, diversi studi hanno rivelato una stagnazione del flusso turistico montano e una minore capacità di attrazione dipendente sia da una serie di fattori di natura economia e sociale, sia dagli effetti dei cambiamenti climatici in atto che comportano la difficoltà di mantenere la copertura nevosa, soprattutto alle quote più basse. In questo contesto, il progetto ClimAlpTour (I cambiamenti climatici e loro impatti sul turismo nelle Alpi), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Spazio Alpino 2007 - 2013, ha visto la partecipazione della Regione del Veneto, in qualità di Lead Partner, ad affrontare una delle tematiche più attuali: analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici sul turismo dell’arco alpino, con particolare riferimento agli aspetti economici, sociali e ambientali legati agli sport invernali. L’arco alpino è caratterizzato da un paesaggio estremamente vario e quindi da condizioni climatiche locali fortemente differenziate. Gli ecosistemi e gli habitat variano a seconda delle caratteristiche microclimatiche. I cambiamenti climatici in atto, dunque, non sono uniformi e non incidono allo stesso modo su tutto il territorio. La forza del progetto è stata proprio nel numero elevato di partner partecipanti. La partnership, infatti, ha coperto la maggior parte del territorio alpino: Italia (Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano), Austria (Vienna e Tirolo), Francia (Rhone Alpes), Germania (Baviera), Slovenia (intero territorio) e Svizzera. Le peculiarità e i problemi legati al turismo stagionale sono stati analizzati dal punto di vista dei diversi partner coinvolti. Il progetto è partito dall’analisi di alcune aree pilota, maggiormente significative sia dal punto di vista turistico che ambientale, dove oltre ai dati meteorologici sono stati censiti i servizi offerti per soddisfare la domanda turistica, nonché altri parametri di natura economica e sociale. L’obiettivo principale è stato quello di fornire alle amministrazioni locali uno strumento di supporto per differenziare il più possibile l’offerta turistica e adottare le giuste strategie di adattamento in conseguenza dei diversi scenari di cambiamento climatico ipotizzati. La Regione del Veneto ha scelto come area campione il Comune di Auronzo di Cadore, il quale rappresenta una zona interessante per lo sviluppo turistico sia invernale che estivo. Questa è, infatti, un’area turistica da sempre molto frequentata durante la stagione estiva e che vuole ora potenziare l’offerta invernale tenendo conto, oltre che della competitività delle stazioni vicine, anche della sostenibilità ambientale. La presente pubblicazione illustra l’esperienza condotta nel Comune di Auronzo che ha visto l’organizzazione di due workshop tematici e il coinvolgimento di diversi portatori di interesse locali, con i quali sono state evidenziate diverse strategie di sviluppo dell’area per il potenziamento di un’offerta turistica invernale sostenibile e differenziata. Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia 1 / Introduzione il progetto ClimAlpTour 1.1 / Fondamenti ClimAlpTour “I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo dell’arco alpino” è un progetto di ricerca triennale, iniziato nel Settembre 2008, finanziato dalla Commissione Europea all’interno del Programma di Cooperazione Territoriale Spazio Alpino (2007 - 2013). Il progetto affronta gli effetti dei cambiamenti climatici che si ripercuotono sul turismo alpino, con particolare attenzione al turismo invernale e agli sport praticati nelle aree alpine (es. Alpi italiane, francesi, slovene, ecc.), e al turismo di tipo “all-season” sviluppato in altre località (es. Alpi tedesche). Da numerosi studi emerge la necessità di identificare strategie di adattamento del settore turistico agli effetti economici e sociali derivanti dai cambiamenti climatici, attraverso politiche e misure di livello europeo, nazionale e regionale che contribuiscano ad assicurare uno sviluppo più sostenibile nelle diverse stazioni turistiche. È opinione diffusa tra gli esperti che il turismo alpino debba essere reinventato e che le istituzioni pubbliche e i portatori d’interesse privati (stakeholder) debbano cogliere la sfida di una nuova concezione di turismo alpino, che vada oltre a quella tradizionale legata ai soli sport invernali di massa. In particolare questo progetto affronta la necessità di fornire una valida conoscenza dei diversi effetti dei cambiamenti climatici sul turismo alpino e propone strategie d’adattamento concrete e applicabili nei vari siti pilota. La scelta fatta di coinvolgere sia indirettamente che direttamente gli attori locali (es. amministratori pubblici, associazioni turistiche, albergatori, ecc.) è stata guidata dall’intenzione di raggiungere risultati concreti per il territorio alpino e favorire l’inclusione del tema dei cambiamenti climatici e del turismo nelle agende politiche. D’altro canto la necessità di sensibilizzare il pubblico su questi temi anche a livello internazionale necessita del coinvolgimento nel progetto delle istituzioni nazionali ed internazionali che si occupano di sviluppo ambientale e sostenibile (es. il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente - UNEP). 1.2 / Partenariato Il partenariato e i casi di studio hanno interessato l’intero arco alpino. La partecipazione di tutti e sei gli stati alpini e il coinvolgimento di aree geo8 graficamente e orograficamente diverse ha permesso una visione piuttosto esauriente del turismo montano in Europa. L’obiettivo centrale è stato quello di consentire un’analisi delle peculiarità del turismo stagionale, invernale e “all-season”, proponendo soluzioni e strategie differenziate di sviluppo turistico. (1) I partner sono elencati nella lingua del paese di appartenenza, la cui sigla è riportata tra parentesi. La seconda sigla tra parentesi è l’acronimo che identifica il partner nel progetto Ha partecipato al progetto un insieme di istituzioni particolarmente eterogeneo: università, istituti di ricerca, amministrazioni pubbliche regionali e nazionali. Capofila del progetto è stata la Regione Veneto tramite l’allora Direzione Foreste ed Economia Montana, oggi diventata l’Unità di Progetto Foreste e Parchi (RV). Gli altri partner includono(1): European Academy Bolzano (IT), (EURAC) / Alpenforschungsinstitut GmbH (DE), (AFI) / Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (IT), (ERSAF) / Haute école spécialisée de Suisse occidentale Valais, Institut Economie & Tourisme (CH), (HES-SO) / Hochschule für Technik Rapperswil, Institut für Landschaft und Freiraum (CH), (HSR) / HTW Chur, Institut für Tourismus- und Freizeitforschung (CH), (HTW) / Hochschule München, Fakultät für Tourismus (DE), (HM) / Institut Universitaire Kurt Bösch (CH), (IUKB) / Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (IT), (MATTM) / Regione Autonoma Valle d’Aosta, Direzione Ambiente (IT), (RAVA Env) / Regione Autonoma Valle d’Aosta, Direzione Turismo (IT), (RAVA Tour) / Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (IT), (UNCEM) / United Nations Environment Programme in Vienna (AT), (UNEP) / Universität Innsbruck, Institut für strategisches Management, Marketing und Tourismus (AT), (UIBK) / Université de Savoie, Institut de la Montagne (FR), (InstMont) / World Wide Fund for Nature (IT), (WWF) / Znanstvenoraziskovalni center Slovenske akademije znanosti in umetnosti, Geografski inštitut Antona Melika (SL), (ZRC SAZU). 1.3 / Obiettivi scientifici Il progetto ClimAlpTour ha analizzato 24 casi di studio situati lungo tutto l’arco alpino. Da un punto di vista scientifico il progetto ha perseguito sei obiettivi principali: (1) Analizzare i diversi impatti e le implicazioni derivanti dai cambiamenti climatici sul turismo alpino. (2) Fornire una visione d’insieme delle varie aree turistiche alpine dove gli effetti dei cambiamenti climatici possono essere più significativi in relazione ai diversi scenari futuri. (3) Analizzare le strategie di gestione e d’adattamento del settore turistico che meglio s’inseriscono nell’area alpina, tenendo in considerazione eventuali cambiamenti nelle percezioni dei consumatori e le nuove tendenze dell’industria turistica alpina. (4) Utilizzare parametri e trend comuni all’interno di un algoritmo in grado di suggerire delle strategie di adattamento realizzabili in accordo con le caratteristiche peculiari di ogni sito turistico esaminato. (5) Costruire uno strumento informatico in grado di fornire agli stakeholder una prima valutazione a livello locale degli impatti provocati dai cambiamenti climatici e delle possibili strategie d’adattamento. (6) Applicare le strategie sviluppate nella struttura del progetto 9 con un diretto coinvolgimento delle autorità locali, portatori d’interesse ed opinione pubblica, sensibilizzando la classe politica,il settore privato e in tutti gli stakeholder coinvolti al tema dei cambiamenti climatici e ai suoi effetti sull’economia (soprattutto nel settore turistico). 1.4 / Struttura Il progetto è stato organizzato in sette pacchetti di lavoro (WP): (WP1) Preparazione del Progetto, Gestione degli aspetti burocratici e degli accordi tra i partecipanti (WP2) Gestione del Progetto, Gestione dell’orgaFig. 1 Struttura del progetto nizzazione del lavoro e del budget (WP3) Informazione e pubblicità, Gestione sito internet, consulenza degli esperti, conferenze (WP4) Rilevazione dei dati, Raccolta di dati esistenti primari e secondari (serie storiche) in funzione degli indicatori (WP5) Analisi degli impatti, Analisi ambientale, sociale ed economica degli impatti dei cambiamenti climatici sulle località turistiche (WP6) Strategie di adattamento, Elaborazione di strategie di adattamento specifiche per i casi di studio (WP7) Sensibilizzazione, Attività di informazione, educazione e comunicazione per stakeholder, turisti, pubblico e decisori pubblici. 1.5 / Utilizzo dei risultati I risultati del progetto ClimAlpTour possono essere sfruttati da vari soggetti: (1) Gli amministratori pubblici (locali, regionali e nazionali) possono utilizzarli come suggerimento o spunto per la creazione di nuove politiche relative alle aree turistiche alpine, per migliorarne l’attrattività durante tutto l’anno e per implementare strategie concrete nei propri territori. (2) L’imprenditoria (hotel, manager di resort, operatori turistici, particolari segmenti di mercato, compagnie pubblicitarie) può ricavare valide informazioni sui cambiamenti previsti nel turismo alpino e sviluppare strategie che neutralizzino gli impatti negativi e colgano nuove opportunità. (3) La società civile (cittadini, lavoratori, studenti) può venire a conoscenza dei trend futuri e rendersi disponibile all’adattamento. (4) Le organizzazioni 10 non governative possono promuovere campagne pubbliche basate sulla ricerca scientifica, per informare la popolazione sui rischi e opportunità dei cambiamenti climatici nel settore turistico. (5) La comunità accademica può avviare ulteriori lavori di ricerca in campi diversi, a partire dai risultati ottenuti in questo progetto. (6) Le istituzioni internazionali (ONU, OCSE, Convenzione dei Carpazi) possono estendere quest’esperienza ad altre aree geografiche montane. È auspicabile che questi risultati vengano concretamente messi in pratica in alcuni casi di studio dell’arco alpino e che le generali linee guida del turismo montano possano esser diffuse in altre regioni e nel mondo come esperienza positiva da replicare altrove. La concreta implementazione di strategie innovative per il turismo in alcune aree alpine selezionate in questo progetto come siti pilota, consente di trasferire risultati positivi all’economia del luogo ed incrementare l’attrattività, grazie anche ad un’attenta considerazione degli effetti derivanti dai cambiamenti climatici. Il progetto beneficia della volontà dei partner di operare attivamente nei propri territori per sperimentare e migliorare le indicazioni risultanti. Inoltre il sito web di ClimAlpTour (www.climalptour.eu) è accessibile sia da un pubblico generico che dagli stakeholder interessati. 11 2 / Il caso di studio veneto: Auronzo di Cadore Gli effetti dei cambiamenti climatici sono già ben visibili nelle regioni alpine e non si limitano ad un aumento della temperatura media superiore a quello registrato a livello globale (IPCC 2007). Ognuno di noi, compresi i più scettici, deve arrendersi all’evidenza che dal 1850 ad oggi i ghiacciai alpini si sono ridotti del 50% (Castellari 2008). Lo scopo di questo studio non è stato quello di stabilire se questi cambiamenti siano dovuti all’attività inquinante dell’uomo o meno. In questo caso l’obiettivo è stato piuttosto quello di analizzare come questi cambiamenti, che non possono più essere ignorati dalle comunità montane, siano in grado di influenzare il turismo invernale alpino e, viceversa, come il sistema turistico possa adattarsi traendone vantaggio per lo sviluppo locale. 2.1 / Obiettivi del progetto di ricerca L’obiettivo principale di questo studio è stato quello di stimolare il confronto tra gli abitanti ed i rappresentanti di Auronzo di Cadore sul futuro della propria comunità e sulle possibilità di rinnovare in modo sostenibile l’offerta turistica invernale con delle strategie concertate. Le strategie di sviluppo proposte inizialmente (“ski-intensive” (SKINT), “alternative-skiing” (ALTSKI), “beyondsnow” (BYDSNW) e “business as usual” (BAU)) sono state ulteriormente elaborate per renderle compatibili con le condizioni locali. Successivamente sono state considerate le implicazioni economiche, sociali ed ambientali di ogni strategia attraverso l’applicazione di un sistema di supporto al processo decisionale, il cosiddetto e-tool di ClimAlpTour (Giupponi 2007). Di seguito riportiamo le attività intraprese dal gruppo di lavoro per il caso di studio di Auronzo di Cadore. Box 1 Sintesi dei contenuti del documento Contesto / Il comune di Auronzo di Cadore è situato in provincia di Belluno. Comprende un’area di 220 km2 che include la frazione di Misurina con il suo famoso lago e le “Tre Cime di Lavaredo”, forse le più note tra le Dolomiti, dichiarate patrimonio UNESCO dell’umanità dal 2009. Problema / Come si dovrebbe sviluppare il turismo invernale, nei prossimi 40 anni, considerando gli scenari futuri di cambiamento climatico e di domanda di turismo alpino non proprio favorevoli? Obiettivi / Confrontare quattro possibili strategie di adattamento alternative: a. il tradizionale paradigma di sviluppo dello sci alpino di tipo intensivo (SKINT); b. una strategia orientata agli sport invernali alter12 nativi e non esclusivamente allo sci alpino (ALTSKI); c. la diversificazione e l’ampliamento dell’offerta turistica non legata agli sport invernali (BYDSNW); d. nessun cambiamento rispetto alla situazione attuale, ovvero “business as usual” (BAU). Elementi di interesse specifico / Un’analisi degli ecosistemi sociali dinamica ed olistica - Il coinvolgimento e la partecipazione degli stakeholder locali; Strumenti e metodi / Implementazione della struttura NetSyMoD (Network Analysis - Creative System Modelling - Decision Support), servendosi soprattutto dei seguenti strumenti ed approcci: 1. Analisi delle reti sociali (AGNA, Pajek) 2. Mappe cognitive (IHMC Cmap) 3. Sistemi d’informazione geografica (Idrisi) 4. Dinamiche del sistema (Simile) 5. Modelli ad agenti (AuronzoWinSim1.0) 6. Strumenti di supporto al processo decisionale (e-tool di ClimAlpTour) 2.2 / Descrizione del caso di studio: Auronzo di Cadore Auronzo di Cadore è un Comune della Regione del Veneto situato in provincia di Belluno (vedi Figura 2). La sua superficie complessiva è di 220 km2 ed include la frazione di Misurina con il famoso lago e le “Tre Cime di Lavaredo” (Figura 3), forse le più note tra le Dolomiti, dichiarate patrimonio UNESCO dell’umanità dal 2009. Il paese di Auronzo di Cadore, è situato sul fondovalle del fiume Ansiei, presso le rive del lago artificiale di Santa Caterina ad un altitudine di 864 m, e ospita quasi tutta la popolazione del comune (3.600 abitanti). Il bacino Fig. 2 Mappa del Comune di Auronzo di Cadore del lago è lungo 3 km ed è dotato di alcune piccole spiagge, che ne fanno un luogo ideale per le competizioni nautiche. Misurina è una piccola località turistica nel cuore delle Dolomiti, a 25 km da Auronzo e ad un’altitudine di 1.754 metri. Situata proprio sotto le Tre Cime di Lavaredo, accessibili sia via sentiero che attraverso una strada carrozzabile a pagamento. Il Comune di Auronzo di Cadore è una nota destinazione dolomitica a vocazione prettamente estiva. Attualmente la stagione turistica invernale non appare molto soddisfacente. Ad esempio, la percentuale degli arrivi rappre13 senta solamente il 25% degli arrivi annuali totali (Regione Veneto 2009). I principali fattori di attrazione del luogo sono la possibilità di far camminate (200 km di sentieri di montagna e 10 rifugi alpini) e di godersi un po’ di tranquillità. La capacità ricettiva totale è di circa 7.300 posti letto, 1.700 in hotel e i rimanenti in bed & breakfast, case in affitto, ecc. Il 75% degli hotel è classificato con una o due stelle. Nel 2008 sono stati registrati 63.700 arrivi e 305.400 presenze. A livello di trend degli ultimi dieci anni si evidenzia un leggero aumento degli arrivi totali ed una contrazione della durata dei soggiorni. Fig. 3 Le Tre Cime di Lavaredo (2.999 m) Nonostante la presenza di due piccoli comprensori per lo sci alpino e due centri per lo sci di fondo, alcuni hotel rimangono chiusi durante la stagione invernale. I quattro impianti di risalita del Monte Agudo che raggiungono i 1.600 m di altitudine, collegano sette piste per un totale di 15 km. Nella località di Palus San Marco, a metà tra Auronzo e Misurina, si estende la foresta di Somadida, una delle più importanti della provincia di Belluno che diventa un’area per lo sci di fondo (con nove circuiti per un totale di 52,5 km) durante l’inverno. In quest’area è possibile sperimentare i circuiti per ice-kart o per le slitte trainate dai cani. La frazione di Misurina, che ha una capacità ricettiva di circa 500 letti, è dotata di due impianti di risalita situati sul Col de Varda (da 1.756 m a 2.220 m) che collegano cinque piste, e di 17 km di circuiti per lo sci di fondo. Recentemente, l’amministrazione locale ha iniziato a considerare la possibilità di incentivare il turismo invernale. Esistono già svariati progetti per lo sviluppo degli impianti sciistici. Il più ambizioso riguarda la Val Marzon, a pochi chilometri dal paese, che collegherebbe la valle all’area sciistica di Misurina (con un’altitudine media di oltre 2.000 m). Attualmente, il problema principale del sistema turistico di Auronzo di Ca14 dore è dato dalla scelta della modalità di sviluppo del turismo invernale più appropriata per i prossimi 40 anni che promettono uno scenario di cambiamenti climatici e di domanda di turismo invernale affatto favorevoli, rispettivamente a causa della progressivo innalzamento della linea della neve naturale e dell’invecchiamento della popolazione di sciatori. Dopo un primo incontro con gli amministratori locali si è deciso di focalizzare lo studio su come sviluppare l’offerta turistica invernale in termini di adattamento favorevole ai possibili scenari futuri adottando l’approccio NetSyMoD. Fig. 4 Principali componenti metodologiche dell’approccio NetSyMoD 2.3 / Adottando la metodologia NetSyMoD La metodologia adottata nello specifico è denominata NetSyMoD (Network Analysis - Creative System Modelling - Decision Support). Questa è una struttura flessibile ma metodologicamente completa, sviluppata nell’ultimo decennio da vari ricercatori guidati dal Prof. Carlo Giupponi (www. netsymod.eu). Per facilitare il processo decisionale, questa metodologia riunisce altri strumenti che puntano innanzitutto all’identificazione degli attori chiave all’interno di un contesto decisionale e successivamente al loro coinvolgimento nella fase di sviluppo durante la quale vengono costruiti i modelli d’analisi (Figura 4). Il logo di NetSyMoD (centro della Figura 5) simboleggia la scarsità delle risorse disponibili (es. l’acqua nella caraffa), e gli svariati utilizzatori (i bicchieri) con bisogni diversi (quantità e colori diversi). Le principali fasi che costituiscono l’approccio metodologico NetSyMoD sono: 1. L’identificazione degli attori / per individuare tutti i potenziali portatori di interesse/esperti in merito al problema in esame. Il metodo proposto per raggiungere questo obiettivo è un approccio basato sull’organizzazione di incontri partendo da un gruppo limitato di soggetti di riferimento con una conoscenza approfondita della questione in esame, e che quindi in base alla loro esperienza indicano gli attori più adatti da coinvolgere nel processo partecipativo. La metodologia prevede poi l’utilizzo di una tecnica di campionamento “a valanga”, che consente l’identificazione di un gruppo sempre più ampio di attori (portatori di 15 interessi sia diretti che indiretti) dai quali selezionare un sottoinsieme rappresentativo da coinvolgere nelle fasi successive. Questa fase include anche un’analisi delle reti sociali (ARS) per rappresentare le relazioni fra gli attori identificati all’interno delle reti sociali di appartenenza. L’ARS, tramite l’utilizzo di questionari e strumenti informatici ad hoc, consente di individuare i ruoli, le responsabilità e le relazioni di ogni attore nella rete sociale considerata ed eventualmente di selezionare un sottoinsieme di tali attori da coinvolgere attivamente nelle fasi successive della metodologia. Ciò permette di assicurare che il processo partecipato non sia compromesso dall’influenza di alcuni gruppi di potere, ma sia invece realmente rappresentativo dell’intero insieme dei portatori di interesse e della decisione presa in esame. 2. L’analisi del problema / In questa fase il problema viene analizzato da vari punti di vista e prospettive. L’ambiente nel quale il problema è inserito viene esplorato per identificare i fattori chiave. I problemi affrontati dai manager e pianificatori delle risorse ambientali sono complessi e i driver risultano difficilmente individuabili. È necessario identificare gli aspetti più rilevanti, focalizzandosi sui cambiamenti che si possono raggiungere. Analizzare un problema significa anche studiare la cornice istituzionale e giuridica, come anche, a diversi livelli, quella spaziale e lo stato dell’ambiente. Uno sviluppo futuro dei principali driver e fattori di pressione viene simulato servendosi di modelli che analizzano scenari alternativi. I diversi portatori d’interesse (identificati nella precedente fase, Analisi degli attori) hanno diverse percezioni e credenze sulle cause del problema o su come dovrebbero essere affrontate. Sono state dunque sviluppate numerose tecniche per far affiorare la conoscenza implicita e le credenze più radicate, tra cui la valutazione dei conflitti, le metodologie di strutturazione dei problemi, e l’analisi degli interventi. I punti di vista individuali vengono ulteriormente elaborati nella fase successiva (Creazione di modelli condivisi) per facilitare l’apprendimento collettivo e la condivisione dei confini del problema. Dall’analisi del problema otteniamo: (i) una lista dei fattori determinanti la percezione del problema sotto esame; (ii) una lista preliminare delle possibili soluzioni da valutare; (iii) una serie di scenari su un possibile sviluppo futuro dei driver principali e delle relazioni causa-effetto; (iv) un’estesa lista d’indicatori che misurano la performance di ogni soluzione considerata. 3. Creazione di modelli condivisi / per rappresentare in modo corretto le conoscenze, le opinioni e le preferenze dei soggetti coinvolti. Gli stakeholder principali identificati nelle prime fasi sono successivamente coinvolti in uno o più incontri in cui si affronta la concettualizzazione del problema tramite la costruzione di mappe cognitive, individuali e/o collettive che rappresentino il problema in esame e il sistema socioambientale in questione. Durante questa fase si può procedere all’analisi delle catene causa-effetto, applicando il modello concettuale DPSIR (Forze Guida, Fattori di Pressione, Stato, Impatti, Risposte), e/o all’elaborazione o all’analisi di scenari futuri, al fine di stimolare l’identificazione 16 di soluzioni e approcci innovativi per la gestione del problema in esame. 4. DSS Design / tutte le informazioni raccolte durante le prime fasi della metodologia NetSyMoD vengono integrate grazie all’applicazione del sistema di supporto alle decisioni mDSS, un software in grado di gestire i dati necessari per fornire decisioni adeguate e robuste durante la fase successiva. L’ultima versione del software, denominata e-tool di ClimAlpTour, consente un’analisi multicriteriale di tipo spaziale in molteplici scenari, per gestire il flusso d’informazioni tra le varie fasi del processo, compresi lo scambio, la trasformazione, integrazione, confutazione e documentazione della conoscenza raccolta. Questa fase include tutte le attività dirette alla raccolta dati (comprese le serie spaziali e temporali) e allo sviluppo di modelli che contribuiscono a informare il software. Si possono utilizzare strumenti come i database (e sistemi di gestione dei dati), sistemi di visualizzazione delle componenti e modelli di simulazione. Questi diversi strumenti vengono assemblati in un sistema a supporto del processo decisionale, controllato da un’interfaccia per l’utilizzatore finale. In pratica, il software mette a disposizione (i) un flusso di dati continuo tra i diversi strumenti e le componenti; (ii) un’interfaccia che guida l’utente attraverso le varie fasi del processo NetSyMoD; (iii) una buona qualità di integrazione delle diverse componenti, (iv) una documentazione dettagliata che spiega il processo di analisi e facilita l’interpretazione dei risultati. 5. Analisi delle opzioni / consiste nel valutare e scegliere una soluzione (o più di una) valida per il problema (es. misure politiche, piani o progetti) a partire da una serie di alternative, delle quali si crea una classifica finale. Svariate tecniche e metodi sono stati sviluppati nell’ambito della teoria decisionale per esplicitare (e rendere trasparente) i giudizi di valore e la modalità secondo cui alcune misure possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi iniziali. I modelli decisionali derivano da una sistematica esplorazione del problema, considerando la sua struttura e i suoi confini. Essi comprendono azioni alternative e decisioni tradotte in criteri di valutazione tangibili attraverso i quali vengono considerate le preferenze individuali rispetto agli obiettivi iniziali. I metodi decisionali aiutano a evitare incoerenze nei giudizi e nelle scelte e a prendere decisioni razionali. Combinati con tecniche deliberative di tipo partecipativo, si traducono in una maggiore accettazione delle misure e delle politiche selezionate. L’e-tool di ClimAlpTour permette dunque di mettere in ordine di preferenza le opzioni sotto esame e facilitare la decisione finale. In pratica, ottenuta una lista d’indicatori che realmente rappresentino i molteplici interessi e opinioni degli attori coinvolti, si procede ad un’analisi multicriteriale - sia a livello collettivo che individuale. 2.4 / NetSyMoD ad Auronzo di Cadore La struttura del lavoro sviluppato ad Auronzo di Cadore è stata scandita dall’organizzazione e dallo svolgimento di due seminari. In primo luogo 17 questi incontri sono stati diretti a sensibilizzare il settore turistico locale sui cambiamenti climatici e i loro impatti futuri (obiettivo principale del WP7 del progetto ClimAlpTour). Il lavoro è stato strutturato seguendo le fasi NetSyMoD, nella modalità visualizzata in Figura 5. L’analisi degli attori (1) ha avuto lo scopo di selezionare i partecipanti ai seminari. Per condurre l’ARS sono stati utilizzati due software denominati AGNA e Pajek. Durante il primo seminario, l’analisi del problema (2) è stata caratterizzata da un brainstorming sulle diverse strategie di adattamento proposte utilizzando un software per la creazione di mappe cognitive (IHMC CMap). È seguita una fase di creazione di modelli condivisi (3) nella quale gli stakeholder hanno ordinato le loro priorità per Auronzo ed hanno valutato le strategie d’adattamento entro una struttura del tipo punti di forza/punti di debolezza / opportunità / minacce (SWOT). Durante il periodo trascorso tra il primo e il secondo seminario, nella fase di design del DSS (4-5), è stata modellata la performance di ogni singola strategia in un determinato scenario futuro utilizzando diversi strumenti per la misurazione degli indicatori (sociali, economici e ambientali). Grazie al modello ad agenti AuronzoWinSim 1.0 (AWS1.0) è stato simulato il comportamento della domanda turistica e sono stati derivati gli indicatori socio-economici. La piattaforma di simulazione delle dinamiche del sistema (Simile) e un modello statistico (SkiSim 2.0) sono stati utilizzati per calcolare gli indicatori ambientali come il grado d’erosione e le nevicate. Tutti questi indicatori hanno contribuito alla configurazione finale dell’e-tool di ClimAlpTour, che ha permesso la preparazione di una matrice di valutazione per l’analisi delle opzioni/strategie da sottoporre ai partecipanti durante il secondo seminario. Durante il secondo seminario, la fase di analisi delle opzioni (6), ha condotto i partecipanti a considerare l’adeguatezza delle strategie proposte. Dopo aver attribuito l’importanza relativa di ogni criterio di giudizio, la valutazione individuale è stata mediata dall’e-tool di ClimAlpTour per identificare una strategia preferita che emergesse come decisione del gruppo. Il primo seminario, svoltosi ad Auronzo il 7 giugno 2010, ha inteso: (i) coinvolgere gli attori locali interessati allo sviluppo del turismo invernale ad Auronzo; (ii) costruire e valutare i potenziali scenari futuri dell’offerta turistica nei prossimi 10-15 anni; e (iii) contribuire al dibattito locale sul turismo in generale. Il secondo seminario, svoltosi ad Auronzo il 24 settembre 2010, era mirato a raggiungere cinque obiettivi principali: (i) presentare gli strumenti utilizzati per la valutazione delle strategie perfezionate durante il primo seminario; (ii) presentare il lavoro d’analisi seguito al primo incontro, sia in termini d’indicatori che di modelli; (iii) identificare l’importanza relativa dei criteri di valutazione; (iv) valutare le strategie grazie ad un’analisi multicriteriale eseguita con l’e-tool di ClimAlpTour; (v) promuovere e facilitare la discussione dei risultati. 18 I capitoli successivi descrivono in dettaglio le attività condotte in preparazione e durante i due seminari, volti all’identificazione ed alla valutazione di alcune strategie di carattere locale e di medio periodo, per lo sviluppo del turismo invernale e per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Fig. 5 NetSyMoD ad Auronzo di Cadore: strumenti e metodi strumenti e metodi Implementazione della metodologia NetSyMoD come strumenti di supporto alle decisioni e, in particolare, utilizzo dei seguenti strumenti: 1 Analisi delle Reti Sociali (Pajek, AGNA) 2 Mappe concettuali (Cmap, SIMOS, SWOT) 3 Sistema di Informazione Geografica (Idrisi) 4 Dinamiche dei sistemi (Simile) 5 Modellazione ad agenti (AWS1.0) 6 Supporto alle decisioni (e-tool di ClimAlpTour) 19 3 / Fase 1 / Analisi degli attori Box 2 Sintesi della fase d’analisi delle reti sociali L’analisi delle reti sociali (ARS) studia le relazioni tra le entità sociali, le modalità con cui esse avvengono e le eventuali implicazioni. Si ottiene così una modellazione dell’ambiente sociale in termini di percorsi e nuclei di relazioni tra le unità che interagiscono (Wasserman & Faust, 1999; Scott, 2000). Risultati principali / I tre risultati principali costituiscono l’input per la fase di creazione di modelli condivisi. (1) Una lista degli esperti da coinvolgere nella fase successiva, per raggiungere un numero di partecipanti gestibile e per evitare l’estromissione di eventuali attori chiave. (2) Un’analisi delle relazioni esistenti tra i partecipanti e degli attori problematici che il facilitatore deve saper gestire durante il primo seminario. (3) Un’analisi dei potenziali conflitti sulla base della posizione e dei ruoli degli attori all’interno della rete, per identificare alleanze, disaccordi e gli attori che tendono ad imporre le proprie opinioni. L’ARS si compone di cinque fasi: 1. identificazione preliminare dei partecipanti; 2. interviste ad un campione di stakeholder; 3. caratterizzazione delle reti sociali; 4. identificazione degli scenari iniziali e dei criteri per la loro valutazione; 5. selezione finale degli attori che parteciperanno ai seminari. 3.1 / Identificazione preliminare dei partecipanti Dopo aver visitato la località, il gruppo di lavoro ha stilato una lista preliminare degli attori principali, da coinvolgere nei seminari NetSyMoD. Data la natura di questi seminari, concepiti per promuovere il coinvolgimento e la partecipazione degli stakeholder, era necessario un numero di presenze che assicurasse una partecipazione attiva alla discussione ed un’adeguata gestione del seminario stesso. Sebbene la maggioranza dei partecipanti avesse un interesse diretto, sono stati inclusi anche un paio di attori che vivevano al di fuori del Comune, ma che potessero comunque contribuire al dibattito per la loro esperienza sull’argomento in esame. La Tabella 1 mostra le cinque categorie principali e le 20 sotto-categorie, identificate come potenziali partecipanti al seminario. Considerando la competizione e il diverso sviluppo delle due maggiori destinazioni turistiche del comune (Auronzo di Cadore e Misurina), è stata 20 necessaria la consulenza, per ogni categoria, di un rappresentante delle due aree. Sono stati contattati sia i presidenti delle due scuole sciistiche che le due compagnie che gestiscono gli impianti. È stata redatta una lista composta da 41 potenziali partecipanti (rappresentati per categoria nella Tabella 1) da intervistare o da invitare al seminario. 3.2 / Interviste ai potenziali stakeholder Una volta abbozzata una lista preliminare delle categorie da coinvolgere nel seminario, in linea con la metodologia NetSyMoD, è stato creato un CATEGORIA Tab. 1 Categorie di attori considerate per i seminari a b c Enti pubblici e assimilati Strutture di ricezione turistica / ristorazione Intrattenimento dei turisti d Gestione dei turisti / eventi e Strutture sfruttabili sia dai locali che dai turisti f Turisti SOTTO CATEGORIA 1 Amministrazione pubblica 2 Ufficio tecnico 3 “Regole” (organi comunali) 4 Hotel/Ristoranti 5 Chalet 6 Agriturismo 7 Agenti immobiliari 8 Imprese di costruzione 9 Scuole di sci 10 Stazioni sciistiche 11 Attività non collegate allo sci (sport al coperto, spa, pattinaggio sul ghiaccio, pub) 12 Guide alpine 13 Club Alpino Italiano (CAI) 14 Ufficio turistico 15 Consorzio turistico 16 Commercio 17 Stampa 18 Organizzazioni per l’emergenza (soccorso alpino, protezione civile) 19 Con casa vacanze 20 Senza casa vacanze questionario per l’ARS. Dopo averlo somministrato ad un campione di prova, il questionario è stato modificato grazie ai suggerimenti raccolti e sono state realizzate successive interviste più strutturate per valutare le relazioni tra gli attori. Questa fase consente l’identificazione degli attori chiave e la caratterizzazione del loro ruolo e della loro posizione in relazione alle decisioni prese. Si possono evidenziare anche conflitti passati, presenti e/o potenziali che possono impedire il corretto sviluppo del seminario e della discussione o fornire informazioni sulle diverse opinioni, utili per l’organizzazione del seminario. Il questionario si suddivide in quattro sezioni: 1. Informazioni generali sull’intervistato e sull’istituzione che rappresenta; 2. Identificazione delle 21 I turisti non sono stati inclusi nelle interviste per concentrare l’analisi sull’offerta turistica di Auronzo Tab. 2 Lista degli intervistati per ogni categoria Per i riferimenti alle categorie vedere tabella 4 (3) reti sociali - l’intervistato può conoscere la frequenza, la qualità e la natura delle relazioni che l’istituzione da lui rappresentata intrattiene con le altre; 3. Analisi delle posizioni - ogni intervistato può esprimere la propria opinione sulle possibili strategie da adottare e i criteri per prendere una decisione finale; 4. Analisi dei conflitti sull’uso delle risorse naturali per fini turistici. Intervistando venti stakeholder, si è cercato di coprire la maggior parte delle categorie definite (Tabella 2)(3). Agli intervistati è stato richiesto di indicare anche altri potenziali partecipanti da coinvolgere (es. tecnica di campionamento a valanga che riduce la possibilità d’escludere attori chiaCATEGORIA PRINCIPALE ISTITUZIONI CATEGORIA PRINCIPALE ISTITUZIONI a/e Amministratore pubblico (all’ opposizione) e uomo d’affari c Auronzo d' inverno (impianto sciistico) a Ufficio tecnico c Scuola di sci Auronzo-Misurina a Regole Villapiccola c CAI Auronzo b Hotel Panoramic c Palestra e centro benessere b Malga Rinbianco (agriturismo) c Consorzio Turistico Auronzo-Misurina b Agente immobiliare c Scuola di sci Tre Cime Misurina b Rifugio Padova c MisurinaNeve (impianto sciistico) b Malga Misurina (agriturismo) d Consulente turistico VAS c Guida alpina d Ufficio turistico Dolomiti (provincia BL) c Guida alpina e Segheria Monti ve). Alla fine la lista di partecipanti contava circa 50 nomi. Spesso gli attori intervistati rappresentavano più di una categoria sopra elencata, rimane quindi l’eventualità di una sovrapposizione di interessi. Per esempio il Comune di Auronzo ha una partecipazione dell’80% negli impianti sciistici di “Auronzo d’Inverno” e, di fatto, è anche il proprietario del “Consorzio Turistico Auronzo-Misurina”. Nel tentativo di delineare le relazioni esistenti tra le varie istituzioni che operano nell’area di studio sono state definite anche la frequenza e la qualità delle relazioni sia in termini di scambio di dati ed informazioni che di livello di partecipazione (Tabella 3). 3.3 / Risultati Una volta terminate le interviste, i dati sono stati inseriti nei software Pajek e AGNA (Applied Graph & Network Analysis) per l’analisi e la visualizzazione dei risultati. Nella Figura 6 i nodi rappresentano le istituzioni e le linee che collegano i vari nodi indicano la presenza di un’interazione tra 22 Tab. 3 Domande per la caratterizzazione delle reti sociali Esiste una relazione tra l’istituzione che rappresenta e… Con che frequenza annuale si manifesta questa relazione? Come giudica la qualità della relazione? Con che frequenza richiede uno scambio di dati / informazioni con... ? Con che Come giudica frequenza la qualità condivide dello dati informascambio? zioni con…? le istituzioni. Più sottile è la linea che rappresenta il legame tra due nodi minore è l’interazione (in termini di frequenza e qualità). La grandezza del nodo rappresenta il punteggio complessivo (più grande è, più “punti” ha ricevuto). Fig. 6 Frequenza delle relazioni esistenti Per riferimento ai numeri vedi Tabella 4. Le diverse forme rappresentano le diverse categorie a cui appartengono gli attori. Il primo risultato dell’ARS è rappresentato nella Figura 6 riportata di seguito. In essa vengono raffigurate le varie relazioni trovate e la loro frequenza. Le relazioni emerse da quest’analisi preliminare risultano molto compatte. Nonostante la diversa natura ed intensità, gli intervistati sono più o meno in relazione tra di loro. Non esiste nessun sottogruppo che operi indipendentemente dagli altri. La densità della rete è dello 0,52% ed indica che il 52% delle relazioni possibili si concretizzano effettivamente. Ci sono delle differenze nel numero di attori con i quali ogni istituzione stringe rapporti: da un minimo di 2 della Protezione Civile (n.17) ad un massimo di 20 del Consorzio turistico “Auronzo-Misurina” (n.11) e dell’Ufficio tecnico del comune (n.2). Si nota un forte legame tra e con i gruppi delle guide alpine e gli istruttori di sci, e più in generale tra le istituzioni che si occupano d’intrattenimento a livello turistico. Non tutte le relazioni hanno la stessa frequenza. Alcuni attori s’incontrano e si consultano molto più spesso di altri. È importante evidenziare questa differenza. Gli intervistati dovevano classificare la frequenza delle loro interazioni tra 1 (raramente), 4 (più di 10 volte l’anno) e 0 (mai). Dall’analisi della frequenza è, infatti, emerso che i principali attori che si mettono in contatto con gli altri sono il Consorzio turistico, l’ufficio tecnico del comune, il CAI e un paio di stakeholder individuali particolarmente proattivi. Una lamentela emersa in questa fase descrive una situazione conflittuale tra gli hotel ed i ristoranti di Auronzo e Misurina in termini di mancata collaborazione e competizione intestina. Inoltre, la maggior parte degli intervistati ha evidenziato che la comunicazione con l’amministrazione pubblica risulta di tipo univoco, descrivendo una situazione di esclusione dal processo decisionale. La Tabella 4 riassume il numero di relazioni considerate per ogni istituzio23 ne. Sembra che chi non possieda una proprietà nel comune o una seconda casa abbia contatti con rispettivamente il 71% e 75% degli altri attori. Queste interazioni non variano solamente nella frequenza ma anche nella qualità (vedi Figura 7). È stato chiesto agli intervistati d’indicare la qualità delle relazioni intrattenute con le altre istituzioni. “1” indica una qualità pessima, “6” ottimale. Nella Tabella 5 sono riportati i punteggi medi che ogni istituzione ha ricevuto, il migliore e il peggiore sono evidenziati in grassetto. Sebbene la media rimanga per lo più positiva, intorno ai 4,5 punti, le Regole di VilNODO NUMERO DI RIF. PUNTO (DEGREE) * DEGREE RELATIVO Pubblica amministrazione 1 10 0,45 Ufficio tecnico 2 19 0,86 Regole Villapiccola 3 9 0,40 Hotel/Ristoranti Auronzo 4 15 0,68 Chalet 5 13 0,59 Agriturismi 6 15 0,68 Agenti immobiliari 7 10 0,45 Club Alpino Italiano (CAI) 8 13 0,59 Scuola di sci Auronzo-Misurina 9 14 0,63 Guide alpine 10 15 0,68 Consorzio turistico 11 18 0,81 Imprese 12 13 0,59 Costruttori 13 6 0,27 MisurinaNeve 14 9 0,4 Soccorso alpino 15 5 0,22 Protezione civile 16 2 0,09 Ufficio turistico Dolomiti 17 15 0,68 Auronzo d'Inverno 18 12 0,55 Turisti senza casa vacanze 19 16 0,73 Turisti proprietari di casa vacanze 20 16 0,73 Hotel Misurina 21 16 0,73 Scuola di sci Tre Cime Misurina 22 12 0,55 Regole Villagrande 23 11 0,5 Tab. 4 Caratteristiche della rete sociale di Auronzo (*) relativo al numero di nodi escluso quello d’appartenenza) lagrande sembrano totalizzare il risultato peggiore (2,1 = scarsa qualità). Al contrario, il Consorzio turistico e MisurinaNeve, la società che gestisce gli impianti di risalita a Misurina, registrano il punteggio più alto. In generale ogni istituzione intervistata ricerca un ampio spazio per poter esprimere la propria opinione ed influenzare il processo decisionale relativo alle strategie di sviluppo del settore turistico nell’area. Nonostante vengano scambiati dati ed informazioni, solamente pochi attori collaborano per attività decisionali e, in questi casi, soprattutto 24 per l’organizzazione di eventi (CAI, Consorzio turistico, qualche volta il Comune attraverso il Consorzio turistico, ed alcuni hotel) piuttosto che per una pianificazione di medio o lungo periodo. 3.4 / Identificazione degli attori per il seminario Alla luce dei risultati fin qui discussi, la lista d’invitati al seminario è stata rivista includendo attori che, dato il numero limitato di posti disponibili, fossero più rappresentativi rispetto ad altri (Tabella 6). Solamente tre invitati non hanno preso parte al primo seminario. Sono stati invitati anche quattro attori “esterni”, rispettivamente il Fig. 7 Qualità delle relazioni tra istituzioni Per riferimento ai numeri vedi Tabella 4. Le forme diverse rappresentano ciascuna categoria di stakeholder. ISTITUZIONE PUNTEGGIO MEDIO ISTITUZIONE PUNTEGGIO MEDIO 1 Pubblica amministrazione 4,1 13 Costruttori 3,5 2 Ufficio tecnico 4,7 14 MisurinaNeve 5,7 3 Regole Villapiccola 3,7 15 Soccorso alpino 5,2 4 Hotel / Ristoranti Auronzo 5,2 16 Protezione civile 4,3 Tab. 5 5 Chalet 4,3 17 Ufficio turistico Dolomiti 5,6 Punteggio medio qualità delle interazioni (1-6) 6 Agriturismi 4,6 18 Auronzo d'Inverno 5,4 7 Agenti immobiliari 3,4 19 Turisti senza casa vacanze 4,7 8 Club Alpino Italiano (CAI) 5,2 20 Turisti proprietari di casa vacanze 5,3 9 Scuola di sci Auronzo / Misurina 5,2 21 Hotel Misurina 4,1 10 Guide alpine 4,7 22 Scuola di sci Tre Cime / Misurina 4,3 11 Consorzio turistico 5,8 23 Regola Villagrande 2,1 12 Imprese 4,8 gestore di un rifugio dolomitico aperto anche durante la stagione invernale, due consulenti ed imprenditori turistici che hanno lavorato anche all’estero, un rappresentante della stampa. Visto il loro scarso impatto strategico, in questa fase di analisi preliminare, il Soccorso alpino, la Protezione civile e le Regole Villapiccola sono stati esclusi. 25 3.5 / Selezione dei criteri di valutazione preliminari Come sopra menzionato, gli intervistati hanno preso in considerazione una lista di criteri di valutazione attribuendo loro un punteggio da 0 (non so), a 1 (inutile), a 5 (molto importante). La selezione di ogni criterio è stata fatta sulla base del campo d’indagine iniziale e verificata in seguito con il campione d’attori prima della fase delle interviste. Ogni criterio di valutazione è stato classificato sulla base dei tre pilastri della sostenibilità: sociale, ambientale ed economico. Questa parte del questionario puntava ad individuare alcuni indicatori utili durante il seconCATEGORIA Tab. 6 Lista degli invitati al seminario a b c d e f Enti pubblici e assimilati Offerta ricettiva Intrattenimento turistico Gestione eventi Strutture sia turistiche che non Turisti SOTTO CATEGORIA N° PARTECIPANTI 1 Amministrazione pubblica x2 2 Ufficio tecnico x1 3 “Regole” x1 4 Hotel/Ristoranti x4 5 Chalet x2 6 Agriturismi x1 7 Agenti immobiliari x1 8 Costruttori x1 9 Scuole di sci x2 10 Impianti sciistici x1 11 Attività non inerenti allo sci (sport al coperto, spa, ice-kart, pub) x1 12 Guide alpine x2 13 CAI x1 14 Ufficio turistico x1 15 Consorzio turistico x1 16 Imprese x2 17 Stampa x1 18 Organizzazioni d’emergenza (soccorso Alpino, Protezione Civile) 19 Proprietari di casa vacanze 20 Senza casa vacanze do seminario per la valutazione delle diverse strategie. Per il numero contenuto di risposte e criteri, le singole risposte sono state raggruppate in un modo semplice: calcolando il punteggio cumulativo per ogni criterio, sommando le singole risposte. È stato poi selezionato il primo criterio, per ogni categoria di sostenibilità (Tabella 7). Nella tabella sottostante l’ordine dei punteggi è casuale per mantenere l’anonimato. 3.6 / Possibili iniziative di sviluppo del turismo Agli intervistati è stato chiesto di ordinare alcune iniziative sulla base del loro contributo per lo sviluppo ad Auronzo di un’offerta turistica più competitiva (Tabella 8). Gli elementi classificati con i numeri 5, 8, 9, 26 10 e 11 sono stati descritti da alcuni intervistati come non del tutto positivi, spiegando dunque la presenza di un elevato numero di “0” e del loro basso punteggio complessivo. Una migliore coordinazione tra gli Tab. 7 Ordinamento dei criteri di valutazione preliminari SOCIALE TOT ORDINE Opportunità lavorative Soc1 5 5 5 5 2 4 5 2 3 4 5 4 3 5 4 2 63 1 Integrazione sociale Soc2 4 4 5 5 2 3 5 2 3 4 3 4 2 3 3 2 54 3 Servizi Soc3 4 3 5 5 5 2 5 2 3 5 4 5 3 4 3 3 61 2 ECONOMICO TOT Arrivi (numero turisti) Eco1 4 4 5 4 4 4 5 4 4 3 2 5 3 4 4 3 62 3 Suddivisione dei benefici nell'intera area Eco2 4 4 5 5 3 2 5 4 2 4 4 5 4 4 4 5 64 1 Costi d'investimento Eco3 5 3 4 2 5 5 3 4 2 3 4 2 5 4 5 3 59 4 Reddito invernale extra Eco4 5 3 5 4 5 4 5 4 4 3 2 3 5 3 5 3 63 2 AMBIENTALE TOT Inquinamento Env1 5 5 5 5 5 4 5 5 2 5 5 3 5 5 3 5 72 1 Deforestazione --> erosione Env2 4 3 5 3 3 3 5 5 2 5 5 3 5 2 3 2 58 3 Panorama Env3 4 3 3 4 2 3 5 4 2 3 4 5 5 4 3 5 59 2 Tab. 8 Identificazione di linee di sviluppo stakeholder risulta di una priorità assoluta per lo sviluppo di una valida strategia di adattamento per il futuro. I risultati qui descritti, relativi alla selezione dei criteri ed all’identificazione delle iniziative di sviluppo hanno contribuito a delineare tre (più una che non prevede alcun cambiamento) strategie iniziali perfezionate con l’aiuto dei partecipanti al primo seminario. SOCIALE PUNTEGGIO TOT ORDINE FATTIBILITA’ Espandere l'area sciistica 2 3 5 4 3 4 4 5 5 4 3 5 5 4 4 4 64 2 bassa Promuovere attività sciistiche fuori pista e creare snowpark 2 0 5 4 3 5 4 3 5 4 3 5 5 4 3 4 59 3 alta Aprire rifugi anche nel periodo invernale 3 4 0 4 5 5 4 4 2 5 4 2 5 4 4 4 59 3 bassa Creare strutture per il benessere 0 5 0 5 3 5 4 5 4 5 5 5 4 1 4 2 57 6 Migliorare la cooperazione tra ufficio turistico e operatori 5 4 5 4 4 4 5 5 5 5 5 4 1 5 1 4 66 1 Investire in attrazione per turisti giovani (bar, discoteche) 0 0 5 3 0 4 4 5 4 4 3 5 4 5 1 3 50 7 Promuovere scambio di esperienze e collaborazione con altre località 5 5 4 4 5 4 0 2 1 5 4 5 3 5 3 3 58 5 Creare parchi naturali (UNESCO,…) 5 3 2 3 0 0 0 4 5 4 3 4 5 4 3 4 49 10 Sviluppare il settore primario 5 0 0 0 3 3 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 14 11 Aumentare capacità di ricezione dell'area e adattarla a nuve tipologie di turisti 5 0 3 5 4 5 0 4 4 3 0 0 4 4 3 4 48 9 Promuovere attività sportive sulla neve oltre allo sci (ice-karts,…) 0 0 5 5 0 5 4 5 2 2 3 5 4 0 3 4 47 8 27 media media 4 / Fase 2 / Analisi del problema e creazione di modelli condivisi Box 3 Sintesi del processo di perfezionamento degli scenari di sviluppo I problemi affrontati da pianificatori e manager sono piuttosto complessi. È necessario identificarne gli aspetti più rilevanti, puntando l’attenzione sui cambiamenti di maggior rilievo che possono manifestarsi. Gli stakeholder hanno percezioni diverse sulle cause del problema o sulle possibili soluzioni. Sono state sviluppate diverse tecniche per far emergere la conoscenza implicita e le credenze più profonde, tra i quali la valutazione dei conflitti, diversi metodi di strutturazione del problema, e l’analisi del discorso. Risultati principali / (1) Una lista dei driver principali che guidano la percezione del problema in esame. (2) Una lista preliminare delle possibili soluzioni. (3) Una serie di scenari che considerano lo sviluppo futuro dei principali fattori guida e delle relazioni causa effetto. (4) Una lunga lista d’indicatori in base ai quali si dovrebbero misurare le performance delle soluzioni prese in considerazione. (5) Le mappe cognitive condivise durante il primo seminario, che saranno la struttura fondamentale per modellare l’e-tool di ClimAlpTour sulla base delle esigenze specifiche del caso di studio. (6) Gli indicatori di tipo qualitativo e quantitativo da usare nella fase decisionale con l’e-tool di ClimAlpTour. Durante questa fase il tema dello sviluppo del turismo invernale ad Auronzo di Cadore è stato esaminato da più prospettive e punti di vista. Gli attori chiave identificati durante la prima fase hanno contribuito allo sviluppo di una visione condivisa del sistema turistico e delle relazioni tra società e ambiente. È stato simulato uno sviluppo futuro dei fattori determinanti e di pressione principali utilizzando modelli che si basano su scenari alternativi. Attraverso l’applicazione di tecniche e strumenti quali mappe cognitive e pensiero creativo è stato creato un modello condiviso della realtà di Auronzo per una corretta valutazione delle possibili alternative future. La tecniche suddette forniscono anche le basi scientifiche per l’applicazione del sistema a supporto del processo decisionale, l’e-tool di ClimAlpTour. 28 4.1 / Il futuro di Auronzo secondo gli stakeholder: analisi degli scenari di sviluppo del turismo invernale nei prossimi 10/15 anni 4.1.1 / Scenari Gli scenari sono sequenze ipotetiche di eventi, definite con lo scopo di porre l’attenzione su processi causali e fattori decisivi (Eden, 1998). Uno scenario è la rappresentazione di un possibile futuro con la determinazione delle forze che lo governano. L’idea che ha ispirato questo processo è stata quella di confrontare e valutare delle strategie d’adattamento ai cambiamenti climatici a partire dalle tre presentate in termini generali in Burki et al. (2007): (1) Il paradigma tradizionale dello sviluppo dello sci alpino in modo intensivo (SKINT); (2) Un’alternativa di sviluppo orientata alle forme più “leggere” di attività sulla neve ed in modo meno intensivo allo sci (ALTSKI); (3) Un processo di diversificazione e ampliamento dell’offerta turistica “oltre la neve” (BYDSNW). È stato anche incluso uno scenario passivo, privo di azioni volte all’adattamento, denominato “business as usual” (BAU). Queste strategie (SKINT, ALTSKI, BYDSNW, BAU) sono state perfezionate sulla base delle informazioni ottenute dagli stakeholder relativamente alle possibili strategie di sviluppo del turismo invernale ad Auronzo, (es. ampliare gli impianti sciistici, sviluppare i percorsi fuori pista, ecc…; Tabella 9), componendole con nuove strutture di fruizione turistica localizzate nei luoghi dell’area di studio suggeriti. Queste strategie prendono in considerazione diverse percezioni e orientamenti nei confronti del turismo e dei cambiamenti climatici. Nella mappa creata grazie ad un sistema d’informazione geografica (GIS), Figura 8 Mappa GIS delle aree interessate dallo sviluppo futuro delle strategie, vengono evidenziate le aree d’interesse per la simulazione delle strategie. Ogni strategia si compone sia di strutture che non necessitano di neve (es. strutture ricettive, ristoranti, negozi, ecc.) che di strutture collegate alla presenza di neve (es. impianti per la pratica dello sci alpino, dello sci fuori pista, snowpark), localizzate nelle diverse aree d’interesse. Tab. 9 SCENARIO ATTUALE (BAU) Scenari di sviluppo del turismo invernale ad Auronzo di Cadore / Tutto rimane uguale, nessun nuovo investimento. SKI-INTENSIVE (SKINT) / Impianti per sci alpino di nuova generazione: costruzione di nuovi impianti di risalita / Alcuni hotel e ristoranti come cornice all’attività sciistica. ALTERNATIVE-SKIING (ALTSKI) / Nuova tipologia di località sciistica: free-ride, sci nordico, ciaspole / Alcuni hotel e ristoranti come cornice all’attività sciistica alternativa. BEYOND SNOW (BYDSNW) / Abbandono degli investimenti legati all’attività sciistica (compresa la produzione di neve artificiale) / Auronzo diventa una località per famiglie e dedicata al benessere: più strutture che non necessitano di neve (es. spa, centri sportivi, shopping, gastronomia). 29 Le strategie sono state presentate durante il primo seminario ed in seguito modificate sulla base dei suggerimenti dei partecipanti; nel secondo seminario sono state valutate e successivamente discusse sulla base dei risultati emersi. Indirizzare la discussione sulle tre distinte strategie ed organizzare un’analisi separata poteva risultare poco realistico o realizzabile. Nella pratica la strategia migliore risulterebbe da una commistione degli elementi di tutte e tre, ma in questa fase è stato necessario un approccio di questo tipo, per acquisire informazioni su ogni alternativa e stimolare la discussione. Il primo seminario è stato suddiviso in due parti: un brainstorming (fase divergente) sulle strategie proposte ed una parte di consolidamento (fase convergente). Fig. 8 Mappa GIS delle aree interessate dallo sviluppo futuro delle strategie 4.1.2 / Il modello concettuale Nell’ambito delle possibili strategie di sviluppo future, gli organizzatori hanno delineato una serie di alternative di sviluppo turistico, caratterizzate da diversi orientamenti in merito all’utilizzo delle risorse naturali, sociali ed economiche. Durante il primo seminario, dopo una breve presentazione della situazione attuale di Auronzo (Figura 9), queste strategie sono state perfezionate grazie all’utilizzo di mappe cognitive, delle quali gli stakeholder hanno evidenziato gli aspetti fondamentali e ridondanti, rispondendo alle seguenti domande: Se si dovesse optare per una strategia come quella ideata: / Che cosa mancherebbe? / Che cosa non c’entrerebbe? / Che cosa andrebbe precisato o puntualizzato? Grazie allo strumento IHCM Cmap è stato possibile creare una mappa visiva delle componenti di ogni strategia, successivamente integrata durante il seminario dai vari suggerimenti. Le Figure 10, 11 e 12 mostrano i risultati del brainstorming. La strategia SKINT (Figura 10) punta sullo sviluppo di nuovi impianti sciistici nella parte alta e bassa nel comune. È incluso il progetto della Val Marzon: un impianto di risalita del valore di circa 40 milioni di euro che 30 Fig. 9 Mappa cognitiva relativa alla situazione attuale congiungerebbe la parte bassa del Comune alle “Tre Cime di Lavaredo”. Si ipotizzano ulteriori piste ed impianti di risalita a Misurina e nella Val d’Onge creando una connessione tra gli impianti e un tour delle cime dei Cadini. L’area sciistica del monte Agudo viene ampliata fino alla Val da Rin. Si rendono disponibili due snowpark: uno ad Auronzo ed uno a Misurina. L’uso della neve artificiale viene incrementato significativamente coprendo il 50% delle piste ed alcuni percorsi fuori pista. Viene ipotizzata la costruzione di alcuni ristoranti, bar e due kindergarten. Nella strategia ALTSKI (Figura 11) la stessa installazione pensata per la Val Marzon viene riproposta per creare uno ski-tour dedicato al free ride attorno alle cime dei Cadini supportato da alcuni ski-lift, ma non dalla preparazione delle piste o da nuovi impianti per la produzione di neve artificiale. Il funzionamento estivo dell’impianto è diretto a sostituire la funzione della strada delle Tre Cime a beneficio di una mobilità più sostenibile. Si ipotizza uno snowpark più grande a Misurina. I percorsi fuori pista vengono migliorati (e resi praticabili anche per le ciaspole) ed ampliati. Vengono costruiti alcuni ristoranti, bar, strutture per l’affitto delle attrezzature tecniche ed un nuovo kindergarten. Nel complesso gli investimenti sono inferiori rispetto alla strategia precedente e più flessibili in relazione alle condizioni della neve. Con la strategia BYDSNW (Figura 12) viene sospeso l’utilizzo di neve artificiale e vengono migliorate le strutture ricettive, innalzando la qualità dell’offerta turistica, puntando sul benessere, sulle famiglie e sugli sport al coperto (es. attraverso un grande centro benessere ad Auronzo). Si ipotizza inoltre la creazione di nuovi negozi per incentivare lo shopping vacanziero. Tutti gli investimenti sono indirizzati ad abbandonare la dipendenza del sistema turistico di Auronzo dalla neve (artificiale e non). 31 Fig. 10 Fig. 11 trategia SKINT dopo il brainstorming trategia ALTSKI dopo il brainstorming 32 Fig. 12 trategia BYDSNW dopo il brainstorming 4.2 / Consolidamento delle strategie 4.2.1 / Ordinamento degli elementi generici componenti l’offerta turistica invernale In primo luogo è stato chiesto ai partecipanti di valutare gli 11 fattori (Tabella 10) emersi quali i più influenti nella scelta di una località alpina durante la stagione invernale, nelle precedenti fasi del WP6 di ClimAlpTour. Questo primo esercizio ha avuto lo scopo di verificare il grado di coerenza tra le percezioni di chi offre servizi turistici e di chi li fruisce, ovvero tra domanda ed offerta. Gli stakeholder, attraverso l’applicazione della metodologia sviluppata da Simos (Simos, 1990), hanno valutato questi elementi mettendoli in ordine di rilevanza per il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato: rendere Auronzo una destinazione turistica invernale attraente. Uno dei punti di forza di questa metodologia è il fatto che riduca notevolmente la possibilità d’influenzare individualmente i risultati finali. Nella Figura 13 vengono presentati i risultati derivanti dalla pesatura degli elementi. Il Box centrale include il 50% centrale della distribuzione dei pesi (tra il secondo e il terzo quartile). Le linee indicano il range totale, dal minimo al massimo. La Tabella 11 mostra i risultati dei due coefficienti: i pesi medi e coefficiente di variazione (CV) delle opinioni degli stakeholder. È interessante notare come il fattore A (attività legate alla neve) abbia registrato il peso medio più alto, mentre il fattore J (neve artificiale) uno dei più bassi. Nei risultati del WP6, che riguardavano le percezioni dei turisti, il fat33 a Attività sulla neve b Attività all’aria aperta non correlate alla neve ma in montagna c Attività all’aria aperta non tipicamente di montagna (es. jogging) d Cultura e Attività di intrattenimento (spettacoli, locali pubblici, ecc.) f Gastronomia g Wellness/salute (sauna, bagno turco, massaggi…) h Training / scuole (sci, altro, es. corsi cucina, yoga, ecc.) i Modalità di pernottamento / ospitalità j Adattamento (innevamento artificiale) k Livello di utilizzo dell’automobile nella destinazione Tab. 10 Fattori dell’offerta turistica invernale tore A raggiungeva solamente il quinto posto. Inoltre, nonostante che durante il workshop i partecipanti abbiano più volte menzionato la mobilità come uno dei problemi principali, il fattore K, che prevede l’utilizzo del’auto, ha totalizzato il punteggio più basso. I risultati di questa fase di pesatura sono stati considerati nella scelta degli elementi delle strategie di sviluppo turistico valutate successivamente con l’e-tool di ClimAlpTour. Fig. 13 Distribuzione dei pesi relativi agli elementi dell’offerta turistica invernale 4.2.2 / Analisi SWOT L’analisi SWOT è un metodo di pianificazione strategica utilizzato per valutare i punti di forza e di debolezza di un dato progetto e identificare i fattori interni ed esterni che ne favoriscono o meno il raggiungimento degli obiettivi. Durante il seminario ogni partecipante ha compilato il modulo riportato in Tabella 12 per ogni strategia esclusa la BAU. Dall’analisi SWOT sono emerse le seguenti peculiarità: / un’oggettiva concordanza complessiva sull’idea di riorganizzazione dell’offerta turistica potenziando l’unicità del territorio del Comune (Tre Cime, Misurina); / una generale consapevolezza sulla necessità di un’of34 FATTORE NOME PESO CV% A Attività sulla neve 0,109 32,197 B Attività all’aria aperta non correlate alla neve ma in montagna 0,090 41,846 C Attività all’aria aperta non tipicamente di montagna (es. jogging) 0,078 58,632 D Cultura 0,074 35,363 E Attività di intrattenimento (spettacoli, locali pubblici, ecc.) 0,089 37,671 F Gastronomia 0,104 23,436 G Wellness/salute (sauna, bagno turco, massaggi…) 0,104 18,078 H Training / scuole (sci, altro, es. corsi cucina, yoga, ecc.) 0,095 40,363 I Modalità di pernottamento / ospitalità 0,105 26,997 J Adattamento (innevamento artificiale) 0,076 46,819 K Livello di utilizzo dell’automobile nella destinazione 0,077 51,252 Totale 1,000 Tab. 11 Pesi medi e coefficiente di variazione dei fattori Tab. 12 Analisi SWOT FATTORI INTERNI (Punti forza e punti debolezza riferiti alle potenzialità, capacità, volontà interne al Comune) FATTORI ESTERNI (Opportunità e minacce rispetto al contesto esterno al Comune, es. competizione di altre località montane) - + Punti forza Punti debolezza ferta differenziata rispetto ad una domanda turistica che è chiaramente in evoluzione per vari motivi (economici, demografici, evoluzioni delle preferenze, ecc.): per esempio, sci da discesa a Misurina, altri tipi di offerta ad Auronzo e ad altitudini più basse; / l’inefficienza dei trasporti pubblici e dei collegamenti entro il comune e tra i comprensori, spesso menzionati come un grosso ostacolo allo sviluppo tuOpportunità Minacce ristico. / una totale concordanza sulla necessità di differenziare la categoria “turisti” per poter rispondere in modo più adeguato ai diversi bisogni: gli stranieri per la pausa primaverile, le famiglie per i weekend, gli sciatori fuori pista, gli sciatori di fondo, i turisti con seconda casa, gli amanti della montagna ma non dello sport e così via. Complessivamente, durante la fase partecipativa è stata raggruppata una grande varietà di opinioni sulla gestione del turismo invernale ed anche numerose opinioni sui possibili modelli evolutivi per l’area. Questi risultati sono stati più che adeguati per incentivare un ulteriore confronto tra i partecipanti nel seminario seguente. 35 5 / Fase 3 / Design del DSS Box 4 Sintesi della fase di inserimento dati nell’e-tool di ClimAlpTour Questa fase include tutte le attività dirette alla raccolta dati (comprese le serie spaziali e temporali) e allo sviluppo di modelli che contribuiscono a informare il software. Si possono utilizzare strumenti come i database (e sistemi di gestione dei dati), sistemi di visualizzazione delle componenti e modelli di simulazione. Questi diversi strumenti vengono assemblati in un sistema a supporto del processo decisionale, controllato da un’interfaccia per l’utilizzatore finale. Risultati principali / (1) Un flusso di dati continuo tra i diversi strumenti e le componenti del software (2)Un’interfaccia che guida gli utenti attraverso le varie fasi del processo NetSyMoD (3) Una buona qualità di integrazione delle diverse componenti (4) Una documentazione dettagliata del processo di analisi che facilita l’interpretazione dei risultati. In questa fase tutte le informazioni raccolte durante le prime fasi della metodologia NetSyMoD e le ricerche parallele sui cambiamenti climatici, e sugli scenari economici, ambientali e sociali in Cadore sono state integrate per creare un’insieme di procedure e strumenti software in grado di gestire i dati richiesti per fornire decisioni robuste durante la fase successiva. Questo processo è necessario sia per gestire che trasmettere il flusso di informazioni tra le varie fasi del progetto, incluso lo scambio, la trasformazione, l’integrazione, validazione e documentazione della conoscenza raccolta. Da qui tutte le informazioni raccolte sono state assemblate nell’e-tool di ClimAlpTour. In pratica sono state modellate le performance di ogni strategia in relazione ad uno scenario futuro, utilizzando diversi strumenti per quantificare gli indicatori sociali, economici ed ambientali più idonei per la valutazione. Tutti questi indicatori hanno contribuito a costituire la configurazione finale dell’e-tool, che ha permesso di preparare prima una matrice d’analisi e poi una matrice di valutazione, per valutare le opzioni / strategie da sottoporre ai partecipanti durante il secondo seminario. L’e-tool consente agli utilizzatori finali – amministrazioni locali, ONG, stakeholder in generale – di esplorare le diverse strategie d’adattamento in riferimento ai futuri scenari di cambiamento climatico per ogni zona del caso di studio. Questa modellazione di tipo esplorativo degli scenari futuri possibili permette di identificare i punti di forza e di debolezza delle varie strategie in relazione alla loro performance per quanto concerne una serie 36 Fig. 14 Interfaccia DPSIR di criteri di valutazione sviluppati a partire dagli indicatori analizzati durante le attività del progetto: es. potenziali effetti delle strategie sull’impiego locale, sull’ambiente, ecc. Gli input richiesti sono: (1) degli scenari di cambiamento climatico pertinenti l’area di studio; (2) una lista delle possibili strategie d’adattamento/ politiche; (3) la stima degli effetti delle strategie/politiche sulla base di criteri di valutazione selezionati; (4) le preferenze e le priorità degli utenti finali rispetto a questi criteri - il peso assegnato ai diversi criteri). La struttura dell’e-tool di ClimAlpTour è: (1) Il nucleo di dati che deve essere analizzato è una matrice (matrice d’analisi) con, nelle colonne, le alternative relative alle diverse strategie d’adattamento e, nelle righe, i criteri di valutazione (vedi Figura 18). (2) Nelle celle della matrice vengono inserite le performance di ogni strategia (colonne) in base ad ogni singolo criterio (riga). Queste possono derivare da indagini, modelli, contributi da esperti locali, ecc. Le procedure d’elaborazione, messe a disposizione per valutare l’evidenza scientifica, la conoscenza locale, gli interessi e le preferenze degli attori, si basano su metodi di analisi multicriteriale, sviluppati a partire da algoritmi precedenti e configurati in base agli specifici bisogni del progetto. I risultati ottenuti sono: (1) Punti di forza e di debolezza di ogni strategia. (2) Ordinamento delle opzioni in relazione alle preferenze espresse dagli utenti finali coinvolti. Le caratteristiche principali dell’e-tool di ClimAlpTour includono la formalizzazione dei problemi locali e dei sistemi socio-economici ed ambientali sulla base della struttura concettuale DPSIR proposta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente ed ulteriormente sviluppata sino a diventare un modello concettuale degli impatti dei cambiamenti climatici e per l’analisi delle misure d’adattamento (ScenDPSIR), come illustrato nella Figura 14, che rap- 37 SCENARIO CLIMATICO ATTUALE presenta l’interfaccia dell’e-tool di ClimAlpTour. L’approccio DPSIR viene adottato dall’interfaccia software per formalizzare i problemi mediante l’utilizzo degli indicatori. Questi vengono utilizzati per descrivere i criteri in base ai quali vengono selezionate le varie alternative. Gli stakeholder pesano questi criteri sulla base delle loro preferenze per poi identificare la strategia preferita ed esplorare i trade-off tra i punti di forza e di debolezza di ogni opzione. Durante la preparazione del secondo seminario, gli sforzi del gruppo di lavoro si sono focalizzati sui primi due compiti: l’identificazione e la quantificazione degli indicatori. La loro pesatura e la conseguente scelta di una strategia dominante rappresentano i due punti principali del secondo ed ultimo seminario, ed DESCRIZIONE avvengono attraverso la partecipazione degli Non ci sono cambiamenti per quanto stakeholder. riguarda le emissioni di CO2 Globalizzazione e crescita economica rapide, sfruttamento totale di tutte le risorse energetiche disponibili (variazioni del clima più elevate rispetto a B1) 5.1 / Definizione degli indicatori Il gruppo di lavoro ha stilato una lista di indicaA1B tori sociali, economici ed ambientali derivanti sia dagli stakeholder durante il primo semiTecnologie più efficienti e sviluppo nario, sia dal giudizio discrezionale sviluppato B1 socio-economico orientato ai servizi attraverso le precedenti attività del progetto e l’analisi della letteratura scientifica. Da questa Tab. 13 lista sono stati selezionati i 15 indicatori più adatti per la valutazione delle Scenari di cambiamento strategie (vedi Tabella 14). Questi criteri sono stati selezionati sulla base climatico proposti dall’IPCC delle preferenze e dei giudizi dei partecipanti emersi durante il primo seed utilizzati ad Auronzo minario. Per esempio l’unicità e bellezza del territorio sono stati spesso menzionati, determinando una particolare attenzione per quegli indicatori (sia diretti che non) con rilevanza ambientale, come la qualità dell’aria, l’erosione, la visibilità, le aree protette interessate, la gestione dei rifiuti, ecc. In aggiunta l‘efficienza dei trasporti pubblici rimane uno dei punti salienti del secondo seminario, anche se non viene esplicitamente descritta da alcun indicatore diretto, tuttavia nel calcolo della qualità dell’aria è stato ipotizzato un miglioramento del servizio del 30%. Per raccogliere i dati necessari per la valutazione delle strategie, è stata utilizzata una vasta gamma di metodologie. In primo luogo, la grande varietà d’informazioni disponibili sul caso di studio, incluse le serie storiche di tipo economico, demografico e biofisico, sono state ottenute da fonti secondarie. Su queste basi, si è potuto identificare il problema da analizzare e procedere alla sua concettualizzazione. In secondo luogo, gli altri indicatori socio-economici, come le opportunità d’impiego, il consumo di energia per la produzione di neve artificiale, il numero di turisti ed i picchi di presenze sono stati calcolati tramite la modellistica impiegata ed in particolare attraverso il modello ad agenti sviluppato ad hoc (AWS1.0). Le informazioni sull’etnografia dei turisti sono state utilizzate per la creazione dei vari profili di turista invernale. Quest’informazione, per ovvi motivi, risulta incompleta, perché non è possibile conoscere completamente il 38 Tab. 14 Indicatori selezionati da caricare nell’e-tool di ClimAlpTour CATEGORY NOME INDICATORE DESCRIZIONE UNITÀ DI M. DPSIR CALCOLATO CON: 1 ECON Costi investimenti Somma dei costi per settore euro D AWS1.0 2 ECON / AMB Consumo energia Spesa media per stagione euro P AWS1.0 3 ECON / SOC Spesa dei turisti Spesa giornaliera media per turista euro / giorno I AWS1.0 4 ECON / SOC / AMB Rifiuti da smaltire Accumulo rifiuti per stagione in base alle presenze (residenti e turisti) ton I AWS1.0 (pernott.), ricerca bibliografica 5 ECON / AMB Consumo acqua per neve artificiale Consumo acqua per produzione neve artificiale m3/a I AWS1.0 ton/a I AWS1.0 per numero turisti e loro movimenti, IDRISI per le aree deforestate, ricerca bibliografica per emissioni CO2 dei vari settori 6 AMB Qualità dell'aria CO2 catturata dalle foreste / (CO2 emessa dai trasporti + CO2 hotel + CO2 impianti di risalita) 7 ECON Aree protette colpite Aree protette interessate dai vari interventi ha S GIS/mappe Regione 8 ECON Erosione Variazione perdita di suolo dopo l’implementazione di ciascuna strategia ton I RUSLE (Simile), GIS (Idrisi), Google Earth 9 ECON / SOC / AMB Arrivi Numero di arrivi N° I AWS1.0 CV% P AWS1.0 10 ECON / AMB Picchi di turisti Deviazione standard del numero giornaliero di turisti per un periodo di 40 stagioni invernali 11 ECON Sinergie con il turismo estivo Contributo di ciascuna strategia al turismo estivo 0-4 D Giudizio esperti 12 ECON / SOC / AMB Sostenibilità a lungo termine La strategia appare sensata in un’ottica di lungo periodo 0-4 D Giudizio esperti 13 ECON / AMB Innovatività Iniziative ambientali, nuove attività, tipologia di turismo, offerta di nicchia, ecc. 0-4 D Giudizio esperti 14 ECON Opportunità lavorative nel settore turistico locale Approssimate con la parte variabile dei costi di esercizio delle strutture turistiche euro I AWS1.0 Visibilità delle aree sciistiche Visibilità delle aree sciistiche da ciascuna cellula urbana, in funzione della opografia e della copertura del suolo ha I GIS 15 39 SOC / AMB processo decisionale dei turisti invernali, e soprattutto di quelli potenziali. Questo è un gap conoscitivo che è stato colmato attraverso la simulazione dei comportamenti potenziali, sulla base delle teorie formulate. Per ultimo, tra i vari input facenti capo ad AWS1.0, viene considerata la competitività delle stazioni turistiche vicine. Per alcuni indicatori sono stati utilizzati altri modelli, come per i giorni con neve naturale (SkiSim 2.0) e l’erosione (Simile). Per calcolare l’erosione è stato necessario prima stimare gli ettari disboscati per la costruzione di nuove piste ed infrastrutture previsti da ogni strategia. In modo analogo Fig. 15 Strategia ALTSKI rappresentata con Google Earth Poligoni rossi / Auronzo oggi Poligoni rosa / aree di potenziale sviluppo per calcolare le tonnellate di rifiuti da gestire, si è dovuto stimare il numero di turisti, la media di notti trascorse, il numero di residenti e la media di rifiuti trattati per persona durante l’anno. Mappe GIS sono state create disegnando le varie aree d’intervento (delle strategie d’adattamento) per poi procedere ad un confronto tra gli impatti ambientali di ogni strategia, soprattutto in termini di aree SIC/ZPS (Siti d’Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale) interessate, erosione e visibilità (Figura 15). Alcuni indicatori come la sostenibilità delle strategie e le sinergie con il turismo estivo sono stati elicitati da esperti attraverso una scala di Likert (0-4). Sia gli indicatori che le strategie sono stati considerati in tre diversi scenari climatici, descritti nella Tabella 13. 5.1.2 / Scenari climatici I dati relativi alle proiezioni delle condizioni meteorologiche, in termini di temperatura, precipitazioni e copertura nevosa, derivano dal modello SkiSim 2.0 (Steiger 2010). Il modello SkiSim 2.0 è composto da due moduli: il primo, in cui viene simulato l’accumulo e lo scioglimento della neve na40 turale, ed il secondo, che prende in considerazione la produzione di neve artificiale. Il primo modulo è stato utilizzato per costituire gli scenari climatici mentre il secondo per verificare la congruenza del modello ad agenti AWS1.0 per quanto riguarda la produzione di neve artificiale. SkiSim 2.0 è stato utilizzato per riprodurre i dati giornalieri richiesti per ogni fascia d’altitudine di 100 m delle aree di interesse per la simulazione, in serie temporali di 40 anni. Queste serie di dati sono stati utilizzati dal modello ad agenti AWS1.0, che salva i dati nella fase di inizializzazione, sempre in accordo con un determinato scenario climatico preselezionato, e successiTab. 15 REMO UBA M 2006 A1B 2011 - 2030 2031 - 2050 ΔT ASSOLUTA MEDIA (ºC) ΔP % MEDIA (MM) ΔT ASSOLUTA MEDIA (ºC) ΔP % MEDIA (MM) Dic 0,56 -0,17 1,53 30,67 Gen 0,57 -1,15 1,45 -8,47 Feb 1,86 2,87 2,17 12,94 Mar -0,17 16,88 1,18 4,99 Apr -0,07 10,56 1,55 -0,4 Stagionale per un periodo di 20 anni 0,5ºC 5,80% 1,6ºC 7,90% Cambiamenti mensili di precipitazioni e temperature REMO UBA M 2006 B1 2011 - 2030 2031 - 2050 ΔT ASSOLUTA MEDIA (ºC) ΔP % MEDIA (MM) ΔT ASSOLUTA MEDIA (ºC) ΔP % MEDIA (MM) Dic 1,81 -31,56 1,45 -14,26 Gen 1,98 -21,74 2 20,63 Feb 1,83 21,24 2,08 0,07 Mar -0,45 7,58 0,11 9,5 Apr 0,78 -5,94 0,4 25,81 Stagionale per un periodo di 20 anni 1,2ºC -6% 1,2ºC 8,30% vamente passa le informazioni rilevanti alle varie stazioni meteorologiche simulate all’interno dell’area di studio. Tutti i parametri climatici sono stati calcolati a partire dalle variazioni assolute rispetto al periodo di riferimento (1961-1990) in termini di media ventennale di due periodi futuri (2011-2030 e 2031-2050). Nella Tabella 15 sono presentate le variazioni assolute previste per le temperature e quelle relative delle precipitazioni, per i due scenari climatici considerati, che derivano da un modello climatico regionale. Le variazioni di temperatura esibiscono un messaggio coerente ed univoco di aumento della temperatura media maggiori di un grado nei prossimi quarant’anni, 41 con andamenti più costanti per lo scenario B1 e più progressivi per l’A1B, nei due periodi di riferimento. Al contrario la variabilità delle precipitazioni appare decisamente diversa nei due scenari: mentre l’A1B evidenzia un aumento medio delle precipitazioni dal 6 all’8% per entrambi i periodi di riferimento, il B1 ipotizza un primo periodo relativamente più secco (CLISP, 2009). 5.1.3 / Modello ad agenti (AWS1.0) AWS1.0 è un modello ad agenti sviluppato ad hoc per il progetto ClimAlpTour. Un modello ad agenti nasce dall’ipotesi che il comportamento aggregato, che emerge dalle operazioni simultanee e dalle interazioni tra i vari attori, definisca la funzionalità di un sistema che s’intende modellare. AWS1.0 è in grado di mappare il sistema turistico di Auronzo, i suoi elementi eterogenei, i comportamenti e cambiamenti nel tempo e nello spazio conformemente agli scenari climatici, alle aspettative, ai trend, ed alla competizione con altre destinazioni turistiche. AWS1.0 è uno strumento per esplorare la possibile evoluzione del sistema analizzato, senza pretese di predire esattamente il futuro. AWS1.0 rappresenta la prima applicazione di un modello ad agenti che indaga le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici del turismo invernale a livello locale, integrando componenti socio-economiche ed ambientali ed adottando un approccio scientifico integrato. Il modello, sviluppato preliminarmente in Unified Modelling Language (UML) (Bock et al, 1999), è stato costruito sulla base di un caso di studio specifico, ma può essere comunque utilizzato ed adattato ad altri casi. La rappresentazione spaziale è particolarmente rilevante date le caratteristiche del sistema analizzato: un’estesa area geografica con evidente bipolarità data dalla presenza di due località principali Auronzo e Misurina, con condizioni ambientali e climatiche diverse, e con elementi d’attrazione turistica differenti. Un altro elemento distintivo che ha decisamente influenzato il design del modello e che giustifica di per sé quest’approccio metodologico, è imputabile all’interesse per l’analisi della struttura dell’offerta turistica invernale. Inoltre la metodologia ha premesso di considerare la simulazione del processo decisionale di diverse tipologie di turisti invernali, includendo anche coloro che attualmente preferiscono altre destinazioni o che rappresentano le forme emergenti di fruizione turistica (es. free-style e free-ride). La caratteristiche dei turisti ed il loro atteggiamento nei confronti delle località/destinazioni in competizione, contribuiscono alla creazione di una dimensione sociale del modello, che assieme alle proiezioni climatiche e alle strategie di sviluppo/adattamento turistico, consentono la costruzione di scenari integrati da considerare come un insieme di scorci su un futuro possibile. Un modello di simulazione di questo tipo si adatta anche ad un contesto partecipativo, dove vengono coinvolti attori pubblici e privati che costituiscono l’offerta turistica. AWS1.0 ha riprodotto le performance simulate di 42 Per una descrizione più dettagliata del modello, vedere Balbi et al (2011) Fig. 16 Interfaccia del modello di erosione sviluppato con Simile (4) tutte e quattro le strategie di sviluppo secondo gli indicatori descritti nella Tabella 14(4). 5.1.4 / Altri indicatori Non tutti gli indicatori sono stati calcolati mediante la simulazione ad agenti ed Idrisi, come riportato nella Tabella 14. In aggiunta, sono state testate le opportunità introdotte dalla nuova versione dell’e-tool di ClimAlpTour, sperimentando le sinergie con un modello di simulazione delle dinamiche ambientali del sistema sviluppato in ambiente Simile (da Simulistics). È stato così sviluppato un semplice modello sull’erosione basato sulla Revised Universal Soil Loss Equation (RUSLE), per poter confrontare le variazioni nelle condizioni del suolo derivanti dalle strategie di sviluppo, rispetto alla situazione iniziale. La Figura 16 raffigura l’interfaccia di Simile. Sulla sinistra è possibile notare la rappresentazione del modello concettuale in termini di variabili, stock (in questo caso il suolo eroso) e flussi. Nel grafico di destra è rappresentata una simulazione di confronto, con e senza incrementi di disboscamento, dell’erosione nel tempo. I parametri utilizzati dal modello sono: la superficie interessata dalle strategie di sviluppo, la pendenza media del suolo, la vegetazione che ricopre quella superficie, la lunghezza del declivio ed il grado di erodibilità del suolo. La matrice di analisi dell’e-tool di ClimAlpTour è stata quindi completata con le stime sull‘erosione media derivanti da cicli di quattro simulazioni riguardanti l’intera area di studio. 43 5.2 / Inserimento dei dati nell’e-tool di ClimAlpTour Una volta identificati e quantificati gli indicatori sono stati inseriti nell’etool di ClimAlpTour (vedi Figura 17). Quando un nuovo catalogo di indicatori viene salvato nell’e-tool di ClimAlpTour, il software crea un foglio di calcolo che può essere modificato successivamente, ma anche riutilizzato in contesti di valutazione simili. Questa fase permette di compilare le matrici d’analisi. Sono stati dunque caricati nell’e-tool di ClimAlpTour i valori di ogni cella della matrice (vedi Figura 18) che derivano dalla performance di ogni indicatore, relativamente Fig. 17 Catalogo d’indicatori dell’e-tool di ClimAlpTour ad ogni strategia e scenario climatico. A partire dalle matrici d’analisi i valori vengono normalizzati per formare le matrici di valutazione, in modo tale da rendere comparabili quei criteri che gli stakeholder hanno pesato nella fase successiva (Figura 19). Questo lavoro di produzione ed integrazione della conoscenza e dei dati disponibili, ha permesso di mettere a disposizione degli utenti finali nel secondo seminario uno strumento a supporto del processo decisionale, quale l’e-tool di ClimAlpTour. Uno strumento adatto a gestire efficientemente le informazioni acquisite dal progetto, informando e coinvolgendo la comunità locale sulle possibili strategie d’adattamento ed il loro ordinamento in base ad una serie di criteri identificati in accordo con le preferenze espresse dagli stakeholder e dagli esperti che hanno partecipato ai seminari. 44 Gli indicatori sono stati raggruppati in 7 macro-criteri allo scopo di facilitarne la pesatura da parte degli stakeholder e di mantenere la coerenza con i criteri di valutazione utilizzati nel WP6 di ClimAlpTour. Questi macrocriteri sono: impatto ambientale, costi economici con rilevanza ambientale, impatto sull’economia locale, impatto sul settore turistico, fattibilità, innovazione, sostenibilità nel lungo termine (vedi Figura 20). La Figura 20 descrive l’interfaccia tra quest’applicazione e le altre attività di progetto relative all’analisi delle strategie di adattamento. Fig. 18 Matrice d’analisi dello scenario B1 Fig. 19 Dalla matrice d’analisi alla matrice di valutazione dello scenario B1 45 Fig. 20 Raggruppamento degli indicatori in sette macro-criteri 46 6 / Fase 4 / Analisi delle opzioni Box 5 Sintesi della valutazione delle strategia/e I metodi decisionali aiutano ad evitare inconsistenze nel giudizio e nelle scelte e a prendere decisioni più razionali. Se combinati con tecniche di deliberazione collettiva, i metodi decisionali rendono i processi politici più trasparenti e rappresentativi delle prospettive e dei punti di vista di tutti gli attori, traducendosi così in un elevato grado d’accettazione delle politiche. Risultati principali / (1) Investire su un turismo invernale indipendente dalle attività che necessitano di neve, sembra il modo più sicuro di procedere per una destinazione turistica con le caratteristiche di Auronzo di Cadore. (2) La strategia BYDSNW dovrebbe essere comunque legata ad un programma di miglioramento del trasporto pubblico per favorire i trasferimenti interni dei turisti. (3) La strategia ALTSKI potrebbe rappresentare un compromesso tra le società che gestiscono gli impianti di risalita e che hanno già effettuato ingenti investimenti nel passato, e il possibile futuro che il turismo invernale locale dovrà fronteggiare. (4) A prescindere dai rischi e dai costi legati alla neve, la strategia SKINT potrebbe indebolire la maggior parte del turismo tradizionale auronzano piuttosto che incrementarlo, trasformandola così in un errore strategico nel medio-lungo termine. Le società che gestiscono gli impianti di risalita dovrebbero piuttosto prendere in considerazione la possibilità di migliorare le strutture per lo sci alpino esistenti ed i servizi correlati. Tab. 16 Impatto del cambiamento climatico ad Auronzo L’analisi delle opzioni consiste nel valutare, ordinare e scegliere una (o più) soluzioni al problema (es. misure politiche, progetti) a partire da una serie di alternative reciprocamente esclusive. 2031-2050 CORRENTE A1B B1 Variazione media delle temperature invernali - +1,58°C +1,20°C Variazione media delle precipitazioni invernali - +7,9% +8,3% Auronzo 55 20 32 Misurina 121 111 113 Giorni con neve naturale per stagione (max. 126) 47 6.1 / Presentazione dei risultati ed elicitazione dei pesi Per spiegare agli stakeholder il calcolo degli indicatori sulla base di tre scenari di cambiamento climatico diversi, è stato illustrato l’impatto che i diversi andamenti possono avere sulla presenza di neve naturale ad Auronzo e a Misurina, considerandolo come un fattore guida per lo sviluppo dell’offerta turistica invernale (Tabella 16). È possibile notare una differenza nei giorni con neve naturale (almeno 30 cm) tra Misurina e Auronzo, dovuta soprattutto alla maggior altitudine della prima località. Fig. 21 Esercizio di elicitazione dei pesi Successivamente sono stati presentati gli indicatori e descritti i metodi di costituzione dei macro-criteri (Figura 20). A seguire è stato illustrato l’esercizio individuale di elicitazione dei pesi dei macro-criteri. Ogni stakeholder ha avuto 100 punti a disposizione da allocare tra i vari criteri: il punteggio più alto andava attribuito al criterio considerato più importante e la somma totale dei punteggi doveva essere necessariamente 100 (Figura 21). Sebbene questa metodologia sia più influenzabile dalle preferenze individuali rispetto a quella proposta da Simos, utilizzato in precedenza, in termini di tempo necessario per calcolare i risultati ed il loro inserimento nell’e-tool di ClimAlpTour, questo metodo è molto più veloce, ed è quindi risultato più adatto per un seminario di mezza giornata. Tab. 17 CRITERI Risultati collettivi della pesatura nota: Il punteggio riportato deriva dalla media dei punteggi individuali Indicatori Costi economici associati agli impatti ambientali Ricadute sull'economia locale Impatti sul settore turistico PUNTEGGIO CRITERI 19,06 8,25 26,31 16,19 INDICATORI PESI (%) Erosione 8,17 Qualità dell'aria 8,17 Visibilità 8,17 Consumo acqua per neve artificiale 8,17 Rifiuti da smaltire 3,54 Consumo energia 3,54 Spesa dei turisti 11,28 Opportunità lavorative nel settore turistico locale 11,28 Arrivi 6,94 Picchi di turisti 6,94 Sinergie con il turismo estivo 6,94 Aree protette colpite 3,94 Costi investimenti 3,94 Fattibilità della strategia 9,19 Sostenibilità a lungo termine 11,56 Sostenibilità a lungo termine 4,96 Innovatività 9,44 Innovatività 4,05 Come appare dalla Tabella 17, il macro-criterio che descrive le ricadute sull’economia locale viene di gran lunga considerato più importante (26,31), mentre i costi economici con rilevanza ambientale quali il consumo d’e48 nergia e la gestione dei rifiuti non sembrano preoccupare gli stakeholder in modo significativo (8,25). Il peso degli indicatori deriva dalla normalizzazione del punteggio assegnato dagli stakeholder al macro-criterio di appartenenza. Fig. 22 Risultati della valutazione delle strategie con l’e-tool di ClimAlpTour 6.1.1 / Valutazione e discussione dei risultati L’introduzione dei pesi dei singoli indicatori nell’e-tool di ClimAlpTour ha permesso di ordinare le strategie conformemente al giudizio collettivo in relazione agli scenari climatici (Figura 22) e di rappresentare i risultati in istogrammi e grafici di sostenibilità (Figura 23; Figura 24), che vengono prodotti dall’e-tool di ClimAlpTour. In questo modo gli stakeholder hanno potuto comprendere i motivi per cui una strategia è emersa come dominante da parte della collettività. La Figura 23 rappresenta gli istogrammi relativi ad ognuna strategia e specifica come gli indicatori, descritti con i mattoncini di diverso colore, abbia contribuito alla rispettiva performance finale. La Figura 24 invece presenta un particolare grafico di sostenibilità. Il triangolo interno è un’area ideale nella quale una strategia dovrebbe trovarsi come conseguenza di un buon bilanciamento tra la dimensione economica, ambientale e sociale. I risultati presentati dipendono in parte dalla struttura dei criteri di valutazione che risultano meno orientati alla dimensione sociale rispetto a quella economica e ambientale. Data l’attuale struttura degli indicatori, la seconda scelta (ALTSKI) appare essere leggermente più adatta di quella dominante (BYDSNW) in termini di bilanciamento tra le tre dimensioni della sostenibilità. La strategia preferita è risultata essere la BYDSNW. Come raffigurato nella Figura 23, questa strategia di sviluppo sembra essere la più adatta per Auronzo di Cadore per: (1) sostenibilità nel lungo periodo; (2) sinergie con il turismo estivo; (3) capacità d’incrementare gli arrivi e la spesa dei turisti. ALTSKI è risultata la seconda migliore strategia, mostrandosi particolarmente valida per gli scenari climatici “Corrente” e “B1”. Un futuro estremo con nevicate meno frequenti potrebbe penalizzare questa strategia. La strategia SKINT risulta particolarmente penalizzata in termini di costo degli investimenti ed impatti ambientali, ma sarebbe apprezzata per quanto riguarda le opportunità di lavoro create, l’aumento della spesa media dei turisti ed il contenimento della stagionalità. Questo risultato non ha sorpreso la maggior parte dei partecipanti, nono49 Fig. 23 Ordinamento delle strategie con il metodo della media pesata (scenario B1) stante che durante il primo seminario la maggior parte di loro avesse attribuito molta importanza, in termini d’influenza nelle scelte di una destinazione alpina, alle attività collegate alla neve (vedi Tabella 11). Da questa considerazione è possibile ipotizzare che la percezione della desiderabilità e dei valori attribuiti alle attività collegate alla neve sia cambiata durante il processo partecipativo come conseguenza dell’integrazione tra le conoscenze locali e scientifiche e della strutturazione delle informazioni basata principalmente su indicatori oggettivi. Prima del primo seminario, le strategie di sviluppo per Auronzo erano prevalentemente orientate allo sviluppo di attività correlate allo sci nonostante la competizione delle stazioni vicine fosse eccezionalmente forte e la possibilità di connettersi ad altri caroselli più affermati sia altamente improbabile. Fig. 24 Strategie valutate sulla base del triangolo della sostenibilità (scenario B1) 6.2 / Applicazione dell’e-tool di ClimAlpTour ad Auronzo: concetti chiave Investire su un turismo invernale indipendente dalle attività che necessitano di neve, sembra il modo più sicuro di procedere per una destinazione turistica con le caratteristiche di Auronzo di Cadore. La strategia BYDSNW dovrebbe essere comunque legata ad un programma di miglioramento del trasporto pubblico per favorire i trasferimenti interni dei turisti. La strategia ALTSKI potrebbe rappresentare un compromesso tra le società che gestiscono gli impianti di risalita e che hanno già effettuato ingenti investimenti nel passato, e il possibile futuro che il turismo invernale locale dovrà fronteggiare. A prescindere dai rischi e dai costi legati alla neve, la strategia SKINT potrebbe indebolire la maggior parte del turismo tradizionale auronzano piuttosto che incrementarlo, trasformandola così in un errore strategico nel medio-lungo termine. Le società che gestiscono gli impianti 50 di risalita dovrebbero piuttosto prendere in considerazione la possibilità di migliorare le strutture per lo sci alpino esistenti ed i servizi correlati. Dati gli ingenti costi imputabili al consumo di energia, soprattutto per il settore ricettivo, i pianificatori locali dovrebbero focalizzare la propria attenzione su questo problema prima di qualsiasi altro nuovo investimento. Un’attenta riflessione sulle energie rinnovabili per i sistemi di riscaldamento potrebbe condurre ad un’appropriata soluzione e costituire una nuova strategia di marketing che caratterizzi la destinazione. Non investire in nuove strutture potrebbe condurre a una strategia incentrata sulle altre questioni non ancora considerate in questa sede come lo sviluppo del trasporto pubblico (un collegamento fisso tra Auronzo e Misurina) o il miglioramento degli standard di ospitalità attraverso investimenti in formazione e sensibilizzazione. Tuttavia, sostenere i costi necessari per realizzare attività di questo tipo può richiedere un elevato flusso di turisti. Per questo motivo è importante iniziare a sviluppare il settore turistico nella giusta direzione già da ora. Tutte le strategie considerate, esclusa la BAU, hanno il merito di migliorare la multi-stagionalità del turismo, anche se questa non è una misura da massimizzare di per sé a discapito della flessibilità della località per quanto riguarda i bisogni dei turisti, in continua evoluzione, ed i cicli naturali. È evidente che la struttura della valutazione è limitata dal fatto che sono state considerate strategie divergenti che probabilmente non saranno implementate in modo isolato, mentre è possibile che una soluzione più realistica nasca dall’integrazione di elementi provenienti da tutte e tre. Eppure un tale approccio è risultato estremamente valido per affrontare l’argomento ed analizzarlo in modo partecipativo con gli stakeholder locali. Deve essere comunque sottolineato il fatto che questo studio non suggerisce di annullare gli investimenti fatti precedentemente, ma di esplorare le direzioni migliori per i nuovi. In breve, Auronzo presenta caratteristiche appropriate per concentrarsi su attività legate allo sci di tipo familiare ed attività BYDSNW, mentre Misurina potrebbe diventare un punto di riferimento per il paradigma emergente dell’ALTSKI in Italia. 6.3 / Auronzo di Cadore, considerazioni sull’esercizio Coerentemente con il carattere esplorativo del progetto ClimAlpTour e di questa applicazione, la fase dedicata all’implementazione delle strategie selezionate non è stata trattata. Si è privilegiato l’aspetto informativo e concertativo degli incontri per fornire all’amministrazione pubblica una possibile linea d’intervento da seguire a partire dall’immediato futuro. La quantità di informazioni ottenute durante il secondo seminario è stata sicuramente soddisfacente: sono state espresse una grande varietà di opinioni relative allo sviluppo ed alla gestione del turismo invernale, sollecitate in modo specifico dall’analisi degli istogrammi derivanti dall’applicazione dell’e-tool di ClimAlpTour. 51 Uno dei risultati più indicativi è stato il raggiungimento da parte degli stakeholder di una consapevolezza condivisa sulla necessità di definire un carattere distintivo per “Auronzo in inverno”. L’imperativo di promuovere il brand “Tre Cime, patrimonio dell’umanità” è stato tra i punti più discussi nella fase di commento e rielaborazione della valutazione finale prodotta con l’e-tool di ClimAlpTour. In termini di strategia dominante, i partecipanti hanno concordato sul fatto che l’unica strategia realisticamente implementabile insieme dovesse emergere dall’integrazione degli elementi migliori delle strategie analizzate. La partecipazione è stata intensa e costruttiva. Gli attori locali si sono autenticamente impegnati negli esercizi proposti sotto la guida dei facilitatori, dimostrando consapevolezza della situazione corrente e dei possibili fattori di rischio legati ai cambiamenti climatici, ma anche grande creatività nell’individuare misure di adattamento dettagliate. Le tecniche partecipative adottate hanno limitato gli inevitabili dissidi che emergono in una discussione animata tra punti di vista differenti. Al contempo hanno permesso lo sviluppo di spirito collaborativo, oltre le logiche politico/amministrative di breve periodo e di categoria, che sarà determinante per fare fronte alle sfide che attendono Auronzo di Cadore. È opinione diffusa da parte degli stakeholder, come ha dimostrato l’applicazione dell’e-tool di ClimAlpTour in altri casi studio nelle Alpi, che un orientamento strategico allo sviluppo meno intensivo a livello di strutture ed infrastrutture sia una possibile via per raggiungere la sostenibilità sociale, economica ed ambientale. Generalmente una strategia che prevede uno sviluppo strutturale intensivo è penalizzata dagli alti costi di costruzione ed ha un impatto potenzialmente negativo sull’ambiente. 52 7 / Conclusioni messaggi chiave del progetto ClimAlpTour Il caso di studio di Auronzo di Cadore è stato condotto in modo esplorativo e sperimentale al fine di sviluppare un’applicazione pilota dell’e-tool di ClimAlpTour, che potesse sfruttare al massimo le sue potenzialità di strumento di supporto alle decisioni. Successivamente l’e-tool di ClimAlpTour è stato applicato con successo, con la collaborazione dei partner locali, in altre aree di studio del progetto lungo l’arco alpino, come ad esempio in Val d’Aosta (Monte Rosa e Valgrisenche) e Slovenia (Kranjska Gora e Valle dell’Isonzo). Questa serie di esperienze dirette e più in generale la partecipazione degli autori al progetto ha portato alle seguenti considerazioni conclusive. (1.) La regione alpina è estremamente vulnerabile ma molto diversificata. La regione alpina europea è sicuramente fra le zone al mondo più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Ciononostante, le condizioni locali sono eterogenee in termini di cambiamenti climatici attesi, di tipologie di turismo, di intensità turistica e in quanto a capacità di adattamento. Questo rende impossibile prevedere una singola strategia per affrontare il problema. (2.) I cambiamenti climatici sono fonte sia di opportunità che di minacce per la regione alpina. Il turismo estivo può beneficiare dei cambiamenti climatici. Estati più calde (come nel 2003) porteranno più gente in montagna, e le destinazioni potranno sviluppare le attività che beneficiano della presenza di acqua dolce grazie ai numerosi laghi, bacini e dighe. Questo può contribuire ad un allungamento della stagione turistica, al momento prevalentemente invernale. Tuttavia la siccità, e in generale, una pressione intensificata sulle risorse idriche, si manifesteranno più frequentemente d’estate. Il turismo invernale sarà invece probabilmente colpito dalla diminuzione prevista delle precipitazioni e della copertura nevose. Le implicazioni negative per il turismo e gli sport invernali deriveranno principalmente dall’inaffidabilità della neve naturale. Al giorno d’oggi già in 57 delle 666 stazioni sciistiche nelle Alpi la copertura nevosa non è considerata affidabile. D’altro canto, quelle località in cui la copertura nevosa sarà assicurata potranno beneficiare di una ridotta competizione di mercato. (3.) Le condizioni socio-economiche future sono cruciali quanto quelle climatiche. Nelle ultime decadi, non solo la domanda di turismo alpino è diminuita, ma anche la durata media dei soggiorni si è ridotta sostanzialmente. Molte destinazioni hanno raggiunto il loro stadio di maturità e il 53 mercato sembra saturo. La globalizzazione ha aumentato esponenzialmente il numero dei competitori di mercato e ha modificato il comportamento dei viaggiatori. I costi imputabili al consumo di energia stanno corrodendo progressivamente i margini di guadagno per il settore alberghiero e dei trasporti. La disponibilità ed il costo dell’acqua appaiono sempre di più degli ostacoli alla produzione della neve artificiale. Questi elementi, di per sé, giustificano la messa in discussione del modello tradizionale di sviluppo fondato sulle attività sciistiche intensive tradizionali che ha prevalso fin dagli anni Settanta. Al contrario il turismo alpino ha bisogno di riconoscibilità (per esempio il marchio “Perle delle Alpi”), innovatività e flessibilità. (4.) L’adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbe essere inserito nella pianificazione turistica di lungo periodo. L’adattamento ai cambiamenti climatici non dovrebbe essere considerato in termini isolati. Infatti, le minacce attese si aggiungono ad altre pressioni esistenti che gravano sui sistemi turistici alpini, i quali hanno punti di forza, e di debolezza, specifici. Mentre la domanda di turismo appare flessibile e il comportamento dei turisti costantemente in evoluzione, l’offerta turistica, considerando le destinazioni alpine nel loro insieme, ha bisogno di più tempo per progettare gli interventi di sviluppo nel rispetto di vincoli sociali, economici ed ambientali. Certamente vi sono provvedimenti autonomi (per esempio la produzione di neve artificiale, ri-disegno delle piste da sci, ecc.) che possono essere adottati dagli operatori turistici, ma la parte più consistente dell’adattamento sarà rappresentata dal cosiddetto adattamento pianificato. Di conseguenza l’adattamento dovrebbe essere considerato come un processo concertato per la pianificazione dello sviluppo turistico di lungo termine che vada oltre il mandato di una gestione politica. I cambiamenti climatici rappresentano quindi un’occasione per coinvolgere l’insieme degli attori locali nel processo di definizione delle azioni da prendere per il miglioramento della sostenibilità del settore turistico all’interno di ogni località alpina. (5.) Esistono azioni “senza rimpianti” da mettere in atto. Alcuni problemi legati al turismo sono cruciali per lo sviluppo turistico della regione alpina, indipendentemente dai cambiamenti climatici. Una priorità delle località alpine dovrebbe essere quella di avvalersi di fattori di identità e riconoscibilità che ne aumentino la competitività, ma in modo abbastanza flessibile da far fronte contemporaneamente anche agli impatti dei cambiamenti climatici. Cultura, artigianato, gastronomia e agricoltura sono sicuramente elementi resilienti che potrebbero essere promossi maggiormente. Altri settori di intervento cruciali sono l’energia e i trasporti. Un’attenta riflessione su come migliorare la loro sostenibilità è consigliata alla maggior parte delle località turistiche alpine. (6.) La gente delle Alpi è pronta. Aumentare la consapevolezza degli attori interessati (turisti, popolazione e attività commerciali) riguardo agli impatti dei cambiamenti climatici sul turismo nelle Alpi è stato uno degli obiettivi del progetto ClimAlpTour. Tuttavia, nei seminari partecipativi tenutisi durante il progetto è emerso chiaramente come tali attori non solo 54 siano già consapevoli dei cambiamenti in corso, ma anche dimostrino di essere interessati a partecipare più attivamente al processo di adattamento. Infatti, una mancanza che accomuna la maggior parte delle aree pilota è l’incapacità di mettere in atto processi di consultazione partecipativi. Nelle località dove è stato testato, lo strumento di supporto alle decisioni (e-tool di ClimAlpTour) ha contribuito a superare questa limitazione. In aggiunta, la valutazione, attraverso l’e-tool di ClimAlpTour, di potenziali strategie di adattamento ha visto, in generale, penalizzate quelle che prevedevano opere infrastrutturali per lo sviluppo ulteriore dello sci da discesa (per esempio nuovi impianti e innevamento artificiale intensificato). Al contrario la valutazione ha favorito quelle strategie più orientate verso uno sviluppo sostenibile, per esempio manifestando un’identità legata alla tradizione o al trasporto verde. Tali risultati mostrano che la collettività locale tende già verso un turismo alpino più resistente ai cambiamenti climatici. Ciò che risulta particolarmente degno di nota è la coerenza di questi messaggi chiave con le priorità descritte della Commissione Internazionale per la Protezione Alpina (CIPRA, 2011) in tema di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile, e con altri studi precedenti di carattere internazionale prodotti dall’OCSE e dall’Organizzazione Mondiale per il Turismo (Adapting winter tourism & natural hazard management, report (OECD, 2007); Proceedings of the 1st International Conference on Climate Change & Tourism (UNWTO, 2003). A questo punto la sfida più importante, per le istituzioni che hanno lavorato al progetto, sarà quella di consolidare e disseminare le esperienze vissute. Nuovi progetti europei che continuano a sviluppare questo filone in tema di cooperazione e ricerca sono già stati finanziati. 55 Bibliografia Balbi et al. (2011). An Agent-Based Integrated Assessment of Winter Tourism Development in the European Alpine Region. In attesa di pubblicazione presso Environmental Modelling & Software. Bourdeau, P. (2009). Mountain tourism in a climate of change. Alpine space-man & environment 7, Global Change and Sustainable Development in Mountain Regions. Innsbruck University Press. Innsbruck, Austria. Burki, R., B. Abegg, & H. Elsasser. (2007). Climate change and tourism in the Alpine Region of Switzerland. In Climate change and tourism: assessment and coping strategies, ed. B. Amelung et al, pp.165-172. Maastricht. Castellari, S. (2008). Climate change, impacts and adaptation strategies in the Alpine Space: some results from the INTERREG III B project ClimChAlp. Proceedings of the conference on Mountains as Early Indicators of Climate Change. Padova, Italy, 17-18 aprile. CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi). (2011). Tourism in Climate Change - 08/2011. Climate Change Adaptation by Spatial Planning in the Alpine Space (CLISP). (2009). 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In questo caso l’obiettivo è stato piuttosto quello di analizzare come questi cambiamenti, che non possono più essere ignorati dalle comunità montane, siano in grado di influenzare il turismo invernale alpino e, viceversa, come il sistema turistico possa adattarsi traendone vantaggio per lo sviluppo locale”.