I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo alpino

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I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo alpino
I cambiamenti climatici
e il loro impatto
sul turismo alpino
Il caso di Auronzo di Cadore (Belluno)
a cura di Stefano Balbi,
Laura Bonzanigo e Carlo Giupponi
Centro Euro-Mediterraneo
per i Cambiamenti Climatici
Università
Ca’Foscari
Venezia
I cambiamenti climatici
e il loro impatto sul turismo alpino
Il caso di Auronzo di Cadore (Belluno)
Sintesi delle attività svolte in Veneto
nell’ambito del progetto ClimAlpTour
a cura di
Stefano Balbi
Laura Bonzanigo
Carlo Giupponi
Il progetto ClimAlpTour è stato finanziato
con i fondi del Programma Europeo di Cooperazione Territoriale,
Spazio Alpino 2007 – 2013.
Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici
Via Augusto Imperatore 16
73100 Lecce
www.cmcc.it
ISBN 978-88-97666-03-5
Prima edizione 2011
Copyright 2011 © Regione del Veneto
Tutti i diritti sono riservati
progetto grafico e impaginazione
blumilk.net / Grafiche 2AM
stampa
Grafiche 2AM - Venezia
hanno collaborato
Balbi S.1,2, Bonzanigo L.1,2, Dissegna M.3, Giupponi C.1,2, Moretto D.1,
Pasutto I.3
1
Università Ca’ Foscari, Venezia
2
Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici
3
Regione Veneto, Unità di Progetto Foreste e Parchi
nota di attribuzione
Stefano Balbi ha curato la raccolta dati preliminare, l’organizzazione e
la gestione dei seminari, lo sviluppo degli scenari climatici, la costruzione e l’analisi del modello ad agenti e la redazione del presente documento / Laura Bonzanigo ha curato l’organizzazione e la gestione
dei seminari, l’analisi delle reti sociali, la definizione degli indicatori
da inserire nell’e-tool di ClimAlpTour, la configurazione dell’e-tool e la
redazione del presente documento / Maurizio Dissegna ha coordinato
la gestione di tutto il progetto per conto della Regione del Veneto / Carlo
Giupponi ha coordinato tutta la parte scientifica del progetto ed in particolare la modellazione degli indicatori ambientali e la progettazione e
configurazione dell’e-tool di ClimAlpTour / Daria Moretto ha contribuito alla definizione degli indicatori, come parte della sua ricerca di laurea
specialistica in economia dell’ambiente, all’organizzazione dei seminari
e alla traduzione in italiano del presente documento / Isabella Pasutto
ha curato la raccolta dati preliminare e la gestione di tutto il progetto per
conto della Regione del Veneto.
ringraziamenti
Si ringrazia il Dott. Paolo Angelini del Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare per il ruolo di coordinatore dei gruppi
di lavoro italiani e della parte inerente all’Informazione e alla Pubblicità
delle attività progettuali.
Indice
1
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
2
2.1
2.2
2.3
2.4
3
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
4
4.1
4.1.1
4.1.2
4.2
4.2.1
4.2.2
Introduzione: il progetto ClimAlpTour
Fondamenti
Partenariato
Obiettivi scientifici
Struttura
Utilizzo dei risultati
8
8
9
10
10
Il caso di studio veneto: Auronzo di Cadore
Obiettivi del progetto di ricerca
Descrizione del caso di studio: Auronzo di Cadore
Adottando la metodologia NetSyMoD
NetSyMoD ad Auronzo di Cadore
12
Fase 1 / Analisi degli attori
Identificazione preliminare dei partecipanti
Interviste ai potenziali stakeholder
Risultati
Identificazione degli attori per il seminario
Selezione dei criteri di valutazione preliminari
Possibili iniziative di sviluppo del turismo
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Fase 2 / Analisi del problema
e creazione di modelli condivisi
Il futuro di Auronzo secondo gli stakeholder:
analisi degli scenari di sviluppo del turismo invernale
nei prossimi 10/15 anni
Scenari
Il modello concettuale
Consolidamento delle strategie
Ordinamento degli elementi generici
componenti l’offerta turistica invernale
Analisi SWOT
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Fase 3 / Design del dss
5.1 Definizione degli indicatori
5.1.2 Scenari climatici
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40
Modello ad agenti (AWS1.0)
5.1.4 Altri indicatori
5.2 Inserimento dei dati nell’e-tool di ClimAlpTour
5.1.3
6
6.1
6.1.1
6.2
6.3
7
Fase 4 / Analisi delle opzioni
Presentazione dei risultati ed elicitazione dei pesi
Valutazione e discussione dei risultati
Applicazione dell’e-tool di ClimAlpTour
ad Auronzo: concetti chiave
Auronzo di Cadore, considerazioni sull’esercizio
Conclusioni:
messaggi chiave del progetto climalptour
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49
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Figure
Fig. 1
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Fig. 3
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Fig. 6
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Fig. 11
Fig. 12
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Fig. 14
Fig. 15
Fig. 16
Fig. 17
Struttura del progetto
Mappa del Comune di Auronzo di Cadore
Le Tre Cime di Lavaredo (2.999 m)
Principali componenti metodologiche dell’approccio
NetSyMoD
NetSyMoD ad Auronzo di Cadore: strumenti e metodi
Frequenza delle relazioni esistenti
Qualità delle relazioni tra istituzioni
Mappa GIS delle aree interessate
dallo sviluppo futuro delle strategie
Mappa cognitiva relativa alla situazione attuale
Strategia SKINT dopo il brainstorming
Strategia ALTSKI dopo il brainstorming
Strategia BYDSNW dopo il brainstorming
Distribuzione dei pesi relativi agli elementi
dell’offerta turistica invernale
Interfaccia DPSIR
Strategia ALTSKI rappresentata con Google Earth
Interfaccia del modello di erosione sviluppato con Simile
Catalogo d’indicatori dell’e-tool di ClimAlpTour
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Fig. 18
Fig. 19
Fig. 20
Fig. 21
Fig. 22
Fig. 23
Fig. 24
Matrice d’analisi dello scenario B1
Dalla matrice d’analisi
alla matrice di valutazione dello scenario B1
Raggruppamento degli indicatori in sette macro-criteri
Esercizio di elicitazione dei pesi
Risultati della valutazione delle strategie
con l’e-tool di ClimAlpTour
Ordinamento delle strategie
con il metodo della media pesata (scenario B1)
Strategie valutate sulla base
del triangolo della sostenibilità (scenario B1)
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49
50
50
Tabelle
Tab. 1
Tab. 2
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Tab. 4
Tab. 5
Tab. 6
Tab. 7
Tab. 8
Tab. 9
Tab. 10
Tab. 11
Tab. 12
Tab. 13
Tab. 14
Tab. 15
Tab. 16
Tab. 17
Categorie di attori considerate per i seminari
Lista degli intervistati per ogni categoria
Domande per la caratterizzazione delle reti sociali
Caratteristiche della rete sociale di Auronzo
Punteggio medio qualità delle interazioni (1-6)
Lista degli invitati al seminario
Ordinamento dei criteri di valutazione preliminari
Identificazione di linee di sviluppo
Scenari di sviluppo del turismo invernale
ad Auronzo di Cadore
Fattori dell’offerta turistica invernale
Pesi medi e coefficiente di variazione dei fattori
Analisi SWOT
Scenari di cambiamento climatico
proposti dall’IPCC ed utilizzati ad Auronzo
Indicatori selezionati da caricare nell’e-tool di ClimAlpTour
Cambiamenti mensili di precipitazioni e temperature
Impatto del cambiamento climatico ad Auronzo
Risultati collettivi della pesatura
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Prefazione
L’area montana veneta copre una superficie di circa un terzo dell’intero
territorio regionale. Qui il turismo, soprattutto invernale, ha conosciuto
nel tempo una costante crescita, diventando localmente una fonte di
reddito primaria, nonché un traino per l’economia regionale. Nell’ultimo decennio, diversi studi hanno rivelato una stagnazione del flusso
turistico montano e una minore capacità di attrazione dipendente sia
da una serie di fattori di natura economia e sociale, sia dagli effetti dei
cambiamenti climatici in atto che comportano la difficoltà di mantenere
la copertura nevosa, soprattutto alle quote più basse.
In questo contesto, il progetto ClimAlpTour (I cambiamenti climatici
e loro impatti sul turismo nelle Alpi), finanziato dall’Unione Europea
nell’ambito del Programma Spazio Alpino 2007 - 2013, ha visto la partecipazione della Regione del Veneto, in qualità di Lead Partner, ad affrontare una delle tematiche più attuali: analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici sul turismo dell’arco alpino, con particolare riferimento
agli aspetti economici, sociali e ambientali legati agli sport invernali.
L’arco alpino è caratterizzato da un paesaggio estremamente vario e
quindi da condizioni climatiche locali fortemente differenziate. Gli ecosistemi e gli habitat variano a seconda delle caratteristiche microclimatiche. I cambiamenti climatici in atto, dunque, non sono uniformi e non
incidono allo stesso modo su tutto il territorio. La forza del progetto è
stata proprio nel numero elevato di partner partecipanti. La partnership,
infatti, ha coperto la maggior parte del territorio alpino: Italia (Veneto,
Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano),
Austria (Vienna e Tirolo), Francia (Rhone Alpes), Germania (Baviera),
Slovenia (intero territorio) e Svizzera. Le peculiarità e i problemi legati
al turismo stagionale sono stati analizzati dal punto di vista dei diversi
partner coinvolti.
Il progetto è partito dall’analisi di alcune aree pilota, maggiormente significative sia dal punto di vista turistico che ambientale, dove oltre ai
dati meteorologici sono stati censiti i servizi offerti per soddisfare la domanda turistica, nonché altri parametri di natura economica e sociale.
L’obiettivo principale è stato quello di fornire alle amministrazioni locali
uno strumento di supporto per differenziare il più possibile l’offerta turistica e adottare le giuste strategie di adattamento in conseguenza dei
diversi scenari di cambiamento climatico ipotizzati.
La Regione del Veneto ha scelto come area campione il Comune di Auronzo di Cadore, il quale rappresenta una zona interessante per lo sviluppo turistico sia invernale che estivo. Questa è, infatti, un’area turistica da sempre molto frequentata durante la stagione estiva e che vuole
ora potenziare l’offerta invernale tenendo conto, oltre che della competitività delle stazioni vicine, anche della sostenibilità ambientale.
La presente pubblicazione illustra l’esperienza condotta nel Comune
di Auronzo che ha visto l’organizzazione di due workshop tematici e il
coinvolgimento di diversi portatori di interesse locali, con i quali sono
state evidenziate diverse strategie di sviluppo dell’area per il potenziamento di un’offerta turistica invernale sostenibile e differenziata.
Il Presidente della Regione del Veneto
Luca Zaia
1 / Introduzione
il progetto ClimAlpTour
1.1 / Fondamenti
ClimAlpTour “I cambiamenti climatici e il loro impatto sul turismo dell’arco alpino” è un progetto di ricerca triennale, iniziato nel Settembre 2008,
finanziato dalla Commissione Europea all’interno del Programma di Cooperazione Territoriale Spazio Alpino (2007 - 2013). Il progetto affronta gli
effetti dei cambiamenti climatici che si ripercuotono sul turismo alpino,
con particolare attenzione al turismo invernale e agli sport praticati nelle
aree alpine (es. Alpi italiane, francesi, slovene, ecc.), e al turismo di tipo
“all-season” sviluppato in altre località (es. Alpi tedesche). Da numerosi
studi emerge la necessità di identificare strategie di adattamento del settore
turistico agli effetti economici e sociali derivanti dai cambiamenti climatici,
attraverso politiche e misure di livello europeo, nazionale e regionale che
contribuiscano ad assicurare uno sviluppo più sostenibile nelle diverse stazioni turistiche.
È opinione diffusa tra gli esperti che il turismo alpino debba essere reinventato e che le istituzioni pubbliche e i portatori d’interesse privati (stakeholder) debbano cogliere la sfida di una nuova concezione di turismo
alpino, che vada oltre a quella tradizionale legata ai soli sport invernali di
massa. In particolare questo progetto affronta la necessità di fornire una
valida conoscenza dei diversi effetti dei cambiamenti climatici sul turismo
alpino e propone strategie d’adattamento concrete e applicabili nei vari siti
pilota. La scelta fatta di coinvolgere sia indirettamente che direttamente gli
attori locali (es. amministratori pubblici, associazioni turistiche, albergatori, ecc.) è stata guidata dall’intenzione di raggiungere risultati concreti per il
territorio alpino e favorire l’inclusione del tema dei cambiamenti climatici
e del turismo nelle agende politiche. D’altro canto la necessità di sensibilizzare il pubblico su questi temi anche a livello internazionale necessita
del coinvolgimento nel progetto delle istituzioni nazionali ed internazionali che si occupano di sviluppo ambientale e sostenibile (es. il Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Programma delle
Nazioni Unite per l’Ambiente - UNEP).
1.2 / Partenariato
Il partenariato e i casi di studio hanno interessato l’intero arco alpino. La
partecipazione di tutti e sei gli stati alpini e il coinvolgimento di aree geo8
graficamente e orograficamente diverse ha permesso una visione piuttosto esauriente del turismo montano in Europa. L’obiettivo centrale è stato quello di consentire un’analisi delle peculiarità del turismo stagionale,
invernale e “all-season”, proponendo soluzioni e strategie differenziate di
sviluppo turistico.
(1)
I partner sono elencati
nella lingua del paese di
appartenenza, la cui sigla
è riportata tra parentesi.
La seconda sigla tra parentesi è l’acronimo che
identifica il partner nel
progetto
Ha partecipato al progetto un insieme di istituzioni particolarmente eterogeneo: università, istituti di ricerca, amministrazioni pubbliche regionali
e nazionali. Capofila del progetto è stata la Regione Veneto tramite l’allora
Direzione Foreste ed Economia Montana, oggi diventata l’Unità di Progetto
Foreste e Parchi (RV). Gli altri partner includono(1):
European Academy Bolzano (IT), (EURAC) / Alpenforschungsinstitut GmbH
(DE), (AFI) / Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (IT),
(ERSAF) / Haute école spécialisée de Suisse occidentale Valais, Institut Economie & Tourisme (CH), (HES-SO) / Hochschule für Technik Rapperswil,
Institut für Landschaft und Freiraum (CH), (HSR) / HTW Chur, Institut für
Tourismus- und Freizeitforschung (CH), (HTW) / Hochschule München,
Fakultät für Tourismus (DE), (HM) / Institut Universitaire Kurt Bösch (CH),
(IUKB) / Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
(IT), (MATTM) / Regione Autonoma Valle d’Aosta, Direzione Ambiente (IT),
(RAVA Env) / Regione Autonoma Valle d’Aosta, Direzione Turismo (IT),
(RAVA Tour) / Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (IT), (UNCEM) / United Nations Environment Programme in Vienna (AT), (UNEP)
/ Universität Innsbruck, Institut für strategisches Management, Marketing
und Tourismus (AT), (UIBK) / Université de Savoie, Institut de la Montagne
(FR), (InstMont) / World Wide Fund for Nature (IT), (WWF) / Znanstvenoraziskovalni center Slovenske akademije znanosti in umetnosti, Geografski
inštitut Antona Melika (SL), (ZRC SAZU).
1.3 / Obiettivi scientifici
Il progetto ClimAlpTour ha analizzato 24 casi di studio situati lungo tutto
l’arco alpino. Da un punto di vista scientifico il progetto ha perseguito sei
obiettivi principali: (1) Analizzare i diversi impatti e le implicazioni derivanti dai cambiamenti climatici sul turismo alpino. (2) Fornire una visione
d’insieme delle varie aree turistiche alpine dove gli effetti dei cambiamenti climatici possono essere più significativi in relazione ai diversi scenari
futuri. (3) Analizzare le strategie di gestione e d’adattamento del settore
turistico che meglio s’inseriscono nell’area alpina, tenendo in considerazione eventuali cambiamenti nelle percezioni dei consumatori e le nuove tendenze dell’industria turistica alpina. (4) Utilizzare parametri e trend
comuni all’interno di un algoritmo in grado di suggerire delle strategie di
adattamento realizzabili in accordo con le caratteristiche peculiari di ogni
sito turistico esaminato. (5) Costruire uno strumento informatico in grado
di fornire agli stakeholder una prima valutazione a livello locale degli impatti provocati dai cambiamenti climatici e delle possibili strategie d’adattamento. (6) Applicare le strategie sviluppate nella struttura del progetto
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con un diretto coinvolgimento delle autorità locali, portatori d’interesse ed
opinione pubblica, sensibilizzando la classe politica,il settore privato e in
tutti gli stakeholder coinvolti al tema dei cambiamenti climatici e ai suoi
effetti sull’economia (soprattutto nel settore turistico).
1.4 / Struttura
Il progetto è stato organizzato in sette pacchetti di lavoro (WP):
(WP1) Preparazione del Progetto, Gestione degli aspetti burocratici e degli
accordi tra i partecipanti (WP2) Gestione del Progetto, Gestione dell’orgaFig. 1
Struttura del progetto
nizzazione del lavoro e del budget (WP3) Informazione e pubblicità, Gestione sito internet, consulenza degli esperti, conferenze (WP4) Rilevazione dei dati, Raccolta di dati esistenti primari e secondari (serie storiche) in
funzione degli indicatori (WP5) Analisi degli impatti, Analisi ambientale,
sociale ed economica degli impatti dei cambiamenti climatici sulle località turistiche (WP6) Strategie di adattamento, Elaborazione di strategie di
adattamento specifiche per i casi di studio (WP7) Sensibilizzazione, Attività di informazione, educazione e comunicazione per stakeholder, turisti,
pubblico e decisori pubblici.
1.5 / Utilizzo dei risultati
I risultati del progetto ClimAlpTour possono essere sfruttati da vari soggetti: (1) Gli amministratori pubblici (locali, regionali e nazionali) possono
utilizzarli come suggerimento o spunto per la creazione di nuove politiche relative alle aree turistiche alpine, per migliorarne l’attrattività durante tutto l’anno e per implementare strategie concrete nei propri territori.
(2) L’imprenditoria (hotel, manager di resort, operatori turistici, particolari
segmenti di mercato, compagnie pubblicitarie) può ricavare valide informazioni sui cambiamenti previsti nel turismo alpino e sviluppare strategie
che neutralizzino gli impatti negativi e colgano nuove opportunità. (3) La
società civile (cittadini, lavoratori, studenti) può venire a conoscenza dei
trend futuri e rendersi disponibile all’adattamento. (4) Le organizzazioni
10
non governative possono promuovere campagne pubbliche basate sulla
ricerca scientifica, per informare la popolazione sui rischi e opportunità
dei cambiamenti climatici nel settore turistico. (5) La comunità accademica
può avviare ulteriori lavori di ricerca in campi diversi, a partire dai risultati
ottenuti in questo progetto. (6) Le istituzioni internazionali (ONU, OCSE,
Convenzione dei Carpazi) possono estendere quest’esperienza ad altre aree
geografiche montane.
È auspicabile che questi risultati vengano concretamente messi in pratica
in alcuni casi di studio dell’arco alpino e che le generali linee guida del turismo montano possano esser diffuse in altre regioni e nel mondo come
esperienza positiva da replicare altrove.
La concreta implementazione di strategie innovative per il turismo in alcune aree alpine selezionate in questo progetto come siti pilota, consente di
trasferire risultati positivi all’economia del luogo ed incrementare l’attrattività, grazie anche ad un’attenta considerazione degli effetti derivanti dai
cambiamenti climatici.
Il progetto beneficia della volontà dei partner di operare attivamente nei
propri territori per sperimentare e migliorare le indicazioni risultanti. Inoltre il sito web di ClimAlpTour (www.climalptour.eu) è accessibile sia da un
pubblico generico che dagli stakeholder interessati.
11
2 / Il caso di studio veneto:
Auronzo di Cadore
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono già ben visibili nelle regioni alpine e non si limitano ad un aumento della temperatura media superiore a
quello registrato a livello globale (IPCC 2007). Ognuno di noi, compresi i più
scettici, deve arrendersi all’evidenza che dal 1850 ad oggi i ghiacciai alpini si
sono ridotti del 50% (Castellari 2008). Lo scopo di questo studio non è stato
quello di stabilire se questi cambiamenti siano dovuti all’attività inquinante dell’uomo o meno. In questo caso l’obiettivo è stato piuttosto quello di
analizzare come questi cambiamenti, che non possono più essere ignorati
dalle comunità montane, siano in grado di influenzare il turismo invernale alpino e, viceversa, come il sistema turistico possa adattarsi traendone
vantaggio per lo sviluppo locale.
2.1 / Obiettivi del progetto di ricerca
L’obiettivo principale di questo studio è stato quello di stimolare il confronto
tra gli abitanti ed i rappresentanti di Auronzo di Cadore sul futuro della propria
comunità e sulle possibilità di rinnovare in modo sostenibile l’offerta turistica invernale con delle strategie concertate. Le strategie di sviluppo proposte
inizialmente (“ski-intensive” (SKINT), “alternative-skiing” (ALTSKI), “beyondsnow” (BYDSNW) e “business as usual” (BAU)) sono state ulteriormente elaborate per renderle compatibili con le condizioni locali. Successivamente sono
state considerate le implicazioni economiche, sociali ed ambientali di ogni
strategia attraverso l’applicazione di un sistema di supporto al processo decisionale, il cosiddetto e-tool di ClimAlpTour (Giupponi 2007). Di seguito riportiamo le attività intraprese dal gruppo di lavoro per il caso di studio di Auronzo
di Cadore.
Box 1
Sintesi dei contenuti
del documento
Contesto / Il comune di Auronzo di Cadore è situato in provincia di Belluno. Comprende un’area di 220 km2 che include la frazione di Misurina
con il suo famoso lago e le “Tre Cime di Lavaredo”, forse le più note tra
le Dolomiti, dichiarate patrimonio UNESCO dell’umanità dal 2009.
Problema / Come si dovrebbe sviluppare il turismo invernale, nei prossimi 40 anni, considerando gli scenari futuri di cambiamento climatico
e di domanda di turismo alpino non proprio favorevoli?
Obiettivi / Confrontare quattro possibili strategie di adattamento alternative: a. il tradizionale paradigma di sviluppo dello sci alpino di tipo
intensivo (SKINT); b. una strategia orientata agli sport invernali alter12
nativi e non esclusivamente allo sci alpino (ALTSKI); c. la diversificazione e l’ampliamento dell’offerta turistica non legata agli sport invernali
(BYDSNW); d. nessun cambiamento rispetto alla situazione attuale, ovvero “business as usual” (BAU).
Elementi di interesse specifico / Un’analisi degli ecosistemi sociali dinamica ed olistica - Il coinvolgimento e la partecipazione degli stakeholder locali;
Strumenti e metodi / Implementazione della struttura NetSyMoD (Network Analysis - Creative System Modelling - Decision Support), servendosi soprattutto dei seguenti strumenti ed approcci: 1. Analisi delle reti
sociali (AGNA, Pajek) 2. Mappe cognitive (IHMC Cmap) 3. Sistemi d’informazione geografica (Idrisi) 4. Dinamiche del sistema (Simile) 5. Modelli ad agenti (AuronzoWinSim1.0) 6. Strumenti di supporto al processo
decisionale (e-tool di ClimAlpTour)
2.2 / Descrizione del caso di studio: Auronzo di Cadore
Auronzo di Cadore è un Comune della Regione del Veneto situato in provincia di Belluno (vedi Figura 2). La sua superficie complessiva è di 220
km2 ed include la frazione di Misurina con il famoso lago e le “Tre Cime di
Lavaredo” (Figura 3), forse le più note tra le Dolomiti, dichiarate patrimonio
UNESCO dell’umanità dal 2009.
Il paese di Auronzo di Cadore, è situato sul fondovalle del fiume Ansiei,
presso le rive del lago artificiale di Santa Caterina ad un altitudine di 864
m, e ospita quasi tutta la popolazione del comune (3.600 abitanti). Il bacino
Fig. 2
Mappa del Comune
di Auronzo di Cadore
del lago è lungo 3 km ed è dotato di alcune piccole spiagge, che ne fanno un
luogo ideale per le competizioni nautiche. Misurina è una piccola località
turistica nel cuore delle Dolomiti, a 25 km da Auronzo e ad un’altitudine di
1.754 metri. Situata proprio sotto le Tre Cime di Lavaredo, accessibili sia via
sentiero che attraverso una strada carrozzabile a pagamento.
Il Comune di Auronzo di Cadore è una nota destinazione dolomitica a vocazione prettamente estiva. Attualmente la stagione turistica invernale non
appare molto soddisfacente. Ad esempio, la percentuale degli arrivi rappre13
senta solamente il 25% degli arrivi annuali totali (Regione Veneto 2009). I
principali fattori di attrazione del luogo sono la possibilità di far camminate
(200 km di sentieri di montagna e 10 rifugi alpini) e di godersi un po’ di
tranquillità. La capacità ricettiva totale è di circa 7.300 posti letto, 1.700 in
hotel e i rimanenti in bed & breakfast, case in affitto, ecc. Il 75% degli hotel
è classificato con una o due stelle. Nel 2008 sono stati registrati 63.700 arrivi e 305.400 presenze. A livello di trend degli ultimi dieci anni si evidenzia
un leggero aumento degli arrivi totali ed una contrazione della durata dei
soggiorni.
Fig. 3
Le Tre Cime di Lavaredo
(2.999 m)
Nonostante la presenza di due piccoli comprensori per lo sci alpino e due
centri per lo sci di fondo, alcuni hotel rimangono chiusi durante la stagione
invernale. I quattro impianti di risalita del Monte Agudo che raggiungono
i 1.600 m di altitudine, collegano sette piste per un totale di 15 km. Nella
località di Palus San Marco, a metà tra Auronzo e Misurina, si estende la foresta di Somadida, una delle più importanti della provincia di Belluno che
diventa un’area per lo sci di fondo (con nove circuiti per un totale di 52,5
km) durante l’inverno. In quest’area è possibile sperimentare i circuiti per
ice-kart o per le slitte trainate dai cani. La frazione di Misurina, che ha una
capacità ricettiva di circa 500 letti, è dotata di due impianti di risalita situati
sul Col de Varda (da 1.756 m a 2.220 m) che collegano cinque piste, e di 17
km di circuiti per lo sci di fondo.
Recentemente, l’amministrazione locale ha iniziato a considerare la possibilità di incentivare il turismo invernale. Esistono già svariati progetti per
lo sviluppo degli impianti sciistici. Il più ambizioso riguarda la Val Marzon,
a pochi chilometri dal paese, che collegherebbe la valle all’area sciistica di
Misurina (con un’altitudine media di oltre 2.000 m).
Attualmente, il problema principale del sistema turistico di Auronzo di Ca14
dore è dato dalla scelta della modalità di sviluppo del turismo invernale più
appropriata per i prossimi 40 anni che promettono uno scenario di cambiamenti climatici e di domanda di turismo invernale affatto favorevoli,
rispettivamente a causa della progressivo innalzamento della linea della
neve naturale e dell’invecchiamento della popolazione di sciatori.
Dopo un primo incontro con gli amministratori locali si è deciso di focalizzare lo studio su come sviluppare l’offerta turistica invernale in termini
di adattamento favorevole ai possibili scenari futuri adottando l’approccio
NetSyMoD.
Fig. 4
Principali componenti
metodologiche
dell’approccio NetSyMoD
2.3 / Adottando la metodologia NetSyMoD
La metodologia adottata nello specifico è denominata NetSyMoD (Network
Analysis - Creative System Modelling - Decision Support). Questa è una
struttura flessibile ma metodologicamente completa, sviluppata nell’ultimo decennio da vari ricercatori guidati dal Prof. Carlo Giupponi (www.
netsymod.eu). Per facilitare il processo decisionale, questa metodologia riunisce altri strumenti che puntano innanzitutto all’identificazione degli attori chiave all’interno di un contesto decisionale e successivamente al loro
coinvolgimento nella fase di sviluppo durante la quale vengono costruiti i
modelli d’analisi (Figura 4).
Il logo di NetSyMoD (centro della Figura 5) simboleggia la scarsità delle
risorse disponibili (es. l’acqua nella caraffa), e gli svariati utilizzatori (i bicchieri) con bisogni diversi (quantità e colori diversi). Le principali fasi che
costituiscono l’approccio metodologico NetSyMoD sono:
1. L’identificazione degli attori / per individuare tutti i potenziali
portatori di interesse/esperti in merito al problema in esame. Il metodo
proposto per raggiungere questo obiettivo è un approccio basato sull’organizzazione di incontri partendo da un gruppo limitato di soggetti di
riferimento con una conoscenza approfondita della questione in esame,
e che quindi in base alla loro esperienza indicano gli attori più adatti
da coinvolgere nel processo partecipativo. La metodologia prevede poi
l’utilizzo di una tecnica di campionamento “a valanga”, che consente
l’identificazione di un gruppo sempre più ampio di attori (portatori di
15
interessi sia diretti che indiretti) dai quali selezionare un sottoinsieme
rappresentativo da coinvolgere nelle fasi successive. Questa fase include
anche un’analisi delle reti sociali (ARS) per rappresentare le relazioni fra
gli attori identificati all’interno delle reti sociali di appartenenza. L’ARS,
tramite l’utilizzo di questionari e strumenti informatici ad hoc, consente
di individuare i ruoli, le responsabilità e le relazioni di ogni attore nella
rete sociale considerata ed eventualmente di selezionare un sottoinsieme di tali attori da coinvolgere attivamente nelle fasi successive della
metodologia. Ciò permette di assicurare che il processo partecipato non
sia compromesso dall’influenza di alcuni gruppi di potere, ma sia invece
realmente rappresentativo dell’intero insieme dei portatori di interesse
e della decisione presa in esame.
2. L’analisi del problema / In questa fase il problema viene analizzato da vari punti di vista e prospettive. L’ambiente nel quale il problema è inserito viene esplorato per identificare i fattori chiave. I problemi
affrontati dai manager e pianificatori delle risorse ambientali sono complessi e i driver risultano difficilmente individuabili. È necessario identificare gli aspetti più rilevanti, focalizzandosi sui cambiamenti che si
possono raggiungere. Analizzare un problema significa anche studiare la
cornice istituzionale e giuridica, come anche, a diversi livelli, quella spaziale e lo stato dell’ambiente. Uno sviluppo futuro dei principali driver e
fattori di pressione viene simulato servendosi di modelli che analizzano
scenari alternativi. I diversi portatori d’interesse (identificati nella precedente fase, Analisi degli attori) hanno diverse percezioni e credenze sulle
cause del problema o su come dovrebbero essere affrontate. Sono state
dunque sviluppate numerose tecniche per far affiorare la conoscenza
implicita e le credenze più radicate, tra cui la valutazione dei conflitti, le
metodologie di strutturazione dei problemi, e l’analisi degli interventi.
I punti di vista individuali vengono ulteriormente elaborati nella fase
successiva (Creazione di modelli condivisi) per facilitare l’apprendimento collettivo e la condivisione dei confini del problema. Dall’analisi del
problema otteniamo: (i) una lista dei fattori determinanti la percezione
del problema sotto esame; (ii) una lista preliminare delle possibili soluzioni da valutare; (iii) una serie di scenari su un possibile sviluppo futuro dei driver principali e delle relazioni causa-effetto; (iv) un’estesa lista
d’indicatori che misurano la performance di ogni soluzione considerata.
3. Creazione di modelli condivisi / per rappresentare in modo corretto le conoscenze, le opinioni e le preferenze dei soggetti coinvolti. Gli
stakeholder principali identificati nelle prime fasi sono successivamente
coinvolti in uno o più incontri in cui si affronta la concettualizzazione
del problema tramite la costruzione di mappe cognitive, individuali e/o
collettive che rappresentino il problema in esame e il sistema socioambientale in questione. Durante questa fase si può procedere all’analisi delle catene causa-effetto, applicando il modello concettuale DPSIR
(Forze Guida, Fattori di Pressione, Stato, Impatti, Risposte), e/o all’elaborazione o all’analisi di scenari futuri, al fine di stimolare l’identificazione
16
di soluzioni e approcci innovativi per la gestione del problema in esame.
4. DSS Design / tutte le informazioni raccolte durante le prime fasi
della metodologia NetSyMoD vengono integrate grazie all’applicazione
del sistema di supporto alle decisioni mDSS, un software in grado di
gestire i dati necessari per fornire decisioni adeguate e robuste durante
la fase successiva. L’ultima versione del software, denominata e-tool di
ClimAlpTour, consente un’analisi multicriteriale di tipo spaziale in molteplici scenari, per gestire il flusso d’informazioni tra le varie fasi del
processo, compresi lo scambio, la trasformazione, integrazione, confutazione e documentazione della conoscenza raccolta. Questa fase include tutte le attività dirette alla raccolta dati (comprese le serie spaziali e
temporali) e allo sviluppo di modelli che contribuiscono a informare il
software. Si possono utilizzare strumenti come i database (e sistemi di
gestione dei dati), sistemi di visualizzazione delle componenti e modelli
di simulazione. Questi diversi strumenti vengono assemblati in un sistema a supporto del processo decisionale, controllato da un’interfaccia per l’utilizzatore finale. In pratica, il software mette a disposizione
(i) un flusso di dati continuo tra i diversi strumenti e le componenti;
(ii) un’interfaccia che guida l’utente attraverso le varie fasi del processo
NetSyMoD; (iii) una buona qualità di integrazione delle diverse componenti, (iv) una documentazione dettagliata che spiega il processo di
analisi e facilita l’interpretazione dei risultati.
5. Analisi delle opzioni / consiste nel valutare e scegliere una soluzione (o più di una) valida per il problema (es. misure politiche, piani o
progetti) a partire da una serie di alternative, delle quali si crea una classifica finale. Svariate tecniche e metodi sono stati sviluppati nell’ambito
della teoria decisionale per esplicitare (e rendere trasparente) i giudizi di
valore e la modalità secondo cui alcune misure possono contribuire al
raggiungimento degli obiettivi iniziali. I modelli decisionali derivano da
una sistematica esplorazione del problema, considerando la sua struttura e i suoi confini. Essi comprendono azioni alternative e decisioni
tradotte in criteri di valutazione tangibili attraverso i quali vengono considerate le preferenze individuali rispetto agli obiettivi iniziali. I metodi decisionali aiutano a evitare incoerenze nei giudizi e nelle scelte e a
prendere decisioni razionali. Combinati con tecniche deliberative di tipo
partecipativo, si traducono in una maggiore accettazione delle misure
e delle politiche selezionate. L’e-tool di ClimAlpTour permette dunque
di mettere in ordine di preferenza le opzioni sotto esame e facilitare la
decisione finale. In pratica, ottenuta una lista d’indicatori che realmente
rappresentino i molteplici interessi e opinioni degli attori coinvolti, si
procede ad un’analisi multicriteriale - sia a livello collettivo che individuale.
2.4 / NetSyMoD ad Auronzo di Cadore
La struttura del lavoro sviluppato ad Auronzo di Cadore è stata scandita
dall’organizzazione e dallo svolgimento di due seminari. In primo luogo
17
questi incontri sono stati diretti a sensibilizzare il settore turistico locale
sui cambiamenti climatici e i loro impatti futuri (obiettivo principale del
WP7 del progetto ClimAlpTour). Il lavoro è stato strutturato seguendo le fasi
NetSyMoD, nella modalità visualizzata in Figura 5. L’analisi degli attori (1)
ha avuto lo scopo di selezionare i partecipanti ai seminari. Per condurre
l’ARS sono stati utilizzati due software denominati AGNA e Pajek. Durante
il primo seminario, l’analisi del problema (2) è stata caratterizzata da un
brainstorming sulle diverse strategie di adattamento proposte utilizzando
un software per la creazione di mappe cognitive (IHMC CMap). È seguita
una fase di creazione di modelli condivisi (3) nella quale gli stakeholder
hanno ordinato le loro priorità per Auronzo ed hanno valutato le strategie
d’adattamento entro una struttura del tipo punti di forza/punti di debolezza / opportunità / minacce (SWOT). Durante il periodo trascorso tra il primo
e il secondo seminario, nella fase di design del DSS (4-5), è stata modellata
la performance di ogni singola strategia in un determinato scenario futuro
utilizzando diversi strumenti per la misurazione degli indicatori (sociali,
economici e ambientali). Grazie al modello ad agenti AuronzoWinSim 1.0
(AWS1.0) è stato simulato il comportamento della domanda turistica e sono
stati derivati gli indicatori socio-economici. La piattaforma di simulazione delle dinamiche del sistema (Simile) e un modello statistico (SkiSim
2.0) sono stati utilizzati per calcolare gli indicatori ambientali come il grado
d’erosione e le nevicate. Tutti questi indicatori hanno contribuito alla configurazione finale dell’e-tool di ClimAlpTour, che ha permesso la preparazione di una matrice di valutazione per l’analisi delle opzioni/strategie da
sottoporre ai partecipanti durante il secondo seminario. Durante il secondo
seminario, la fase di analisi delle opzioni (6), ha condotto i partecipanti
a considerare l’adeguatezza delle strategie proposte. Dopo aver attribuito
l’importanza relativa di ogni criterio di giudizio, la valutazione individuale è stata mediata dall’e-tool di ClimAlpTour per identificare una strategia
preferita che emergesse come decisione del gruppo.
Il primo seminario, svoltosi ad Auronzo il 7 giugno 2010, ha inteso: (i) coinvolgere gli attori locali interessati allo sviluppo del turismo invernale ad
Auronzo; (ii) costruire e valutare i potenziali scenari futuri dell’offerta turistica nei prossimi 10-15 anni; e (iii) contribuire al dibattito locale sul turismo in generale.
Il secondo seminario, svoltosi ad Auronzo il 24 settembre 2010, era mirato a
raggiungere cinque obiettivi principali: (i) presentare gli strumenti utilizzati
per la valutazione delle strategie perfezionate durante il primo seminario;
(ii) presentare il lavoro d’analisi seguito al primo incontro, sia in termini
d’indicatori che di modelli; (iii) identificare l’importanza relativa dei criteri
di valutazione; (iv) valutare le strategie grazie ad un’analisi multicriteriale
eseguita con l’e-tool di ClimAlpTour; (v) promuovere e facilitare la discussione dei risultati.
18
I capitoli successivi descrivono in dettaglio le attività condotte in preparazione e durante i due seminari, volti all’identificazione ed alla valutazione
di alcune strategie di carattere locale e di medio periodo, per lo sviluppo del
turismo invernale e per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Fig. 5
NetSyMoD
ad Auronzo di Cadore:
strumenti e metodi
strumenti e metodi
Implementazione della metodologia NetSyMoD
come strumenti di supporto alle decisioni e, in particolare, utilizzo dei seguenti strumenti:
1 Analisi delle Reti Sociali (Pajek, AGNA)
2 Mappe concettuali (Cmap, SIMOS, SWOT)
3 Sistema di Informazione Geografica (Idrisi)
4 Dinamiche dei sistemi (Simile)
5 Modellazione ad agenti (AWS1.0)
6 Supporto alle decisioni (e-tool di ClimAlpTour)
19
3 / Fase 1 / Analisi degli attori
Box 2
Sintesi della fase d’analisi
delle reti sociali
L’analisi delle reti sociali (ARS) studia le relazioni tra le entità sociali, le
modalità con cui esse avvengono e le eventuali implicazioni. Si ottiene
così una modellazione dell’ambiente sociale in termini di percorsi e nuclei di relazioni tra le unità che interagiscono (Wasserman & Faust, 1999;
Scott, 2000).
Risultati principali / I tre risultati principali costituiscono l’input per
la fase di creazione di modelli condivisi. (1) Una lista degli esperti da
coinvolgere nella fase successiva, per raggiungere un numero di partecipanti gestibile e per evitare l’estromissione di eventuali attori chiave. (2)
Un’analisi delle relazioni esistenti tra i partecipanti e degli attori problematici che il facilitatore deve saper gestire durante il primo seminario.
(3) Un’analisi dei potenziali conflitti sulla base della posizione e dei ruoli
degli attori all’interno della rete, per identificare alleanze, disaccordi e gli
attori che tendono ad imporre le proprie opinioni.
L’ARS si compone di cinque fasi:
1. identificazione preliminare dei partecipanti; 2. interviste ad un campione
di stakeholder; 3. caratterizzazione delle reti sociali; 4. identificazione degli
scenari iniziali e dei criteri per la loro valutazione; 5. selezione finale degli
attori che parteciperanno ai seminari.
3.1 / Identificazione preliminare dei partecipanti
Dopo aver visitato la località, il gruppo di lavoro ha stilato una lista preliminare degli attori principali, da coinvolgere nei seminari NetSyMoD. Data
la natura di questi seminari, concepiti per promuovere il coinvolgimento e
la partecipazione degli stakeholder, era necessario un numero di presenze
che assicurasse una partecipazione attiva alla discussione ed un’adeguata gestione del seminario stesso. Sebbene la maggioranza dei partecipanti
avesse un interesse diretto, sono stati inclusi anche un paio di attori che
vivevano al di fuori del Comune, ma che potessero comunque contribuire
al dibattito per la loro esperienza sull’argomento in esame. La Tabella 1 mostra le cinque categorie principali e le 20 sotto-categorie, identificate come
potenziali partecipanti al seminario.
Considerando la competizione e il diverso sviluppo delle due maggiori destinazioni turistiche del comune (Auronzo di Cadore e Misurina), è stata
20
necessaria la consulenza, per ogni categoria, di un rappresentante delle due
aree. Sono stati contattati sia i presidenti delle due scuole sciistiche che le
due compagnie che gestiscono gli impianti.
È stata redatta una lista composta da 41 potenziali partecipanti (rappresentati per categoria nella Tabella 1) da intervistare o da invitare al seminario.
3.2 / Interviste ai potenziali stakeholder
Una volta abbozzata una lista preliminare delle categorie da coinvolgere
nel seminario, in linea con la metodologia NetSyMoD, è stato creato un
CATEGORIA
Tab. 1
Categorie di attori
considerate per i seminari
a
b
c
Enti pubblici e assimilati
Strutture di ricezione
turistica / ristorazione
Intrattenimento
dei turisti
d
Gestione dei
turisti / eventi
e
Strutture sfruttabili
sia dai locali
che dai turisti
f
Turisti
SOTTO CATEGORIA
1
Amministrazione pubblica
2
Ufficio tecnico
3
“Regole” (organi comunali)
4
Hotel/Ristoranti
5
Chalet
6
Agriturismo
7
Agenti immobiliari
8
Imprese di costruzione
9
Scuole di sci
10
Stazioni sciistiche
11
Attività non collegate allo sci
(sport al coperto, spa, pattinaggio sul ghiaccio, pub)
12
Guide alpine
13
Club Alpino Italiano (CAI)
14
Ufficio turistico
15
Consorzio turistico
16
Commercio
17
Stampa
18
Organizzazioni per l’emergenza
(soccorso alpino, protezione civile)
19
Con casa vacanze
20
Senza casa vacanze
questionario per l’ARS. Dopo averlo somministrato ad un campione di prova, il questionario è stato modificato grazie ai suggerimenti raccolti e sono
state realizzate successive interviste più strutturate per valutare le relazioni
tra gli attori. Questa fase consente l’identificazione degli attori chiave e la
caratterizzazione del loro ruolo e della loro posizione in relazione alle decisioni prese. Si possono evidenziare anche conflitti passati, presenti e/o
potenziali che possono impedire il corretto sviluppo del seminario e della
discussione o fornire informazioni sulle diverse opinioni, utili per l’organizzazione del seminario.
Il questionario si suddivide in quattro sezioni: 1. Informazioni generali
sull’intervistato e sull’istituzione che rappresenta; 2. Identificazione delle
21
I turisti non sono stati
inclusi nelle interviste
per concentrare l’analisi
sull’offerta turistica
di Auronzo
Tab. 2
Lista degli intervistati
per ogni categoria
Per i riferimenti alle
categorie vedere tabella 4
(3)
reti sociali - l’intervistato può conoscere la frequenza, la qualità e la natura delle relazioni che l’istituzione da lui rappresentata intrattiene con le
altre; 3. Analisi delle posizioni - ogni intervistato può esprimere la propria
opinione sulle possibili strategie da adottare e i criteri per prendere una decisione finale; 4. Analisi dei conflitti sull’uso delle risorse naturali per fini
turistici. Intervistando venti stakeholder, si è cercato di coprire la maggior
parte delle categorie definite (Tabella 2)(3). Agli intervistati è stato richiesto
di indicare anche altri potenziali partecipanti da coinvolgere (es. tecnica di
campionamento a valanga che riduce la possibilità d’escludere attori chiaCATEGORIA
PRINCIPALE
ISTITUZIONI
CATEGORIA
PRINCIPALE
ISTITUZIONI
a/e
Amministratore
pubblico (all’ opposizione)
e uomo d’affari
c
Auronzo d' inverno
(impianto sciistico)
a
Ufficio tecnico
c
Scuola di sci
Auronzo-Misurina
a
Regole Villapiccola
c
CAI Auronzo
b
Hotel Panoramic
c
Palestra e centro benessere
b
Malga Rinbianco
(agriturismo)
c
Consorzio Turistico
Auronzo-Misurina
b
Agente immobiliare
c
Scuola di sci
Tre Cime Misurina
b
Rifugio Padova
c
MisurinaNeve
(impianto sciistico)
b
Malga Misurina
(agriturismo)
d
Consulente turistico VAS
c
Guida alpina
d
Ufficio turistico Dolomiti
(provincia BL)
c
Guida alpina
e
Segheria Monti
ve). Alla fine la lista di partecipanti contava circa 50 nomi.
Spesso gli attori intervistati rappresentavano più di una categoria sopra
elencata, rimane quindi l’eventualità di una sovrapposizione di interessi.
Per esempio il Comune di Auronzo ha una partecipazione dell’80% negli
impianti sciistici di “Auronzo d’Inverno” e, di fatto, è anche il proprietario
del “Consorzio Turistico Auronzo-Misurina”.
Nel tentativo di delineare le relazioni esistenti tra le varie istituzioni che
operano nell’area di studio sono state definite anche la frequenza e la qualità delle relazioni sia in termini di scambio di dati ed informazioni che di
livello di partecipazione (Tabella 3).
3.3 / Risultati
Una volta terminate le interviste, i dati sono stati inseriti nei software Pajek
e AGNA (Applied Graph & Network Analysis) per l’analisi e la visualizzazione dei risultati. Nella Figura 6 i nodi rappresentano le istituzioni e le
linee che collegano i vari nodi indicano la presenza di un’interazione tra
22
Tab. 3
Domande per la
caratterizzazione
delle reti sociali
Esiste una
relazione tra
l’istituzione
che rappresenta e…
Con che
frequenza
annuale si
manifesta
questa
relazione?
Come giudica
la qualità
della
relazione?
Con che
frequenza
richiede uno
scambio di
dati / informazioni
con... ?
Con che
Come giudica
frequenza
la qualità
condivide
dello
dati informascambio?
zioni con…?
le istituzioni. Più sottile è la linea che rappresenta il legame tra due nodi
minore è l’interazione (in termini di frequenza e qualità). La grandezza del
nodo rappresenta il punteggio complessivo (più grande è, più “punti” ha
ricevuto).
Fig. 6
Frequenza delle relazioni
esistenti
Per riferimento ai numeri
vedi Tabella 4. Le diverse
forme rappresentano
le diverse categorie a cui
appartengono gli attori.
Il primo risultato dell’ARS è rappresentato nella Figura 6 riportata di seguito. In essa vengono raffigurate le varie relazioni trovate e la loro
frequenza. Le relazioni emerse da quest’analisi
preliminare risultano molto compatte. Nonostante la diversa natura ed intensità, gli intervistati sono più o meno in relazione tra di loro.
Non esiste nessun sottogruppo che operi indipendentemente dagli altri. La densità della rete
è dello 0,52% ed indica che il 52% delle relazioni possibili si concretizzano effettivamente.
Ci sono delle differenze nel numero di attori
con i quali ogni istituzione stringe rapporti: da
un minimo di 2 della Protezione Civile (n.17)
ad un massimo di 20 del Consorzio turistico
“Auronzo-Misurina” (n.11) e dell’Ufficio tecnico
del comune (n.2). Si nota un forte legame tra e
con i gruppi delle guide alpine e gli istruttori di sci, e più in generale tra le
istituzioni che si occupano d’intrattenimento a livello turistico.
Non tutte le relazioni hanno la stessa frequenza. Alcuni attori s’incontrano
e si consultano molto più spesso di altri. È importante evidenziare questa
differenza. Gli intervistati dovevano classificare la frequenza delle loro interazioni tra 1 (raramente), 4 (più di 10 volte l’anno) e 0 (mai). Dall’analisi
della frequenza è, infatti, emerso che i principali attori che si mettono in
contatto con gli altri sono il Consorzio turistico, l’ufficio tecnico del comune, il CAI e un paio di stakeholder individuali particolarmente proattivi.
Una lamentela emersa in questa fase descrive una situazione conflittuale
tra gli hotel ed i ristoranti di Auronzo e Misurina in termini di mancata
collaborazione e competizione intestina. Inoltre, la maggior parte degli intervistati ha evidenziato che la comunicazione con l’amministrazione pubblica risulta di tipo univoco, descrivendo una situazione di esclusione dal
processo decisionale.
La Tabella 4 riassume il numero di relazioni considerate per ogni istituzio23
ne. Sembra che chi non possieda una proprietà nel comune o una seconda
casa abbia contatti con rispettivamente il 71% e 75% degli altri attori.
Queste interazioni non variano solamente nella frequenza ma anche
nella qualità (vedi Figura 7). È stato chiesto agli intervistati d’indicare la
qualità delle relazioni intrattenute con le altre istituzioni. “1” indica una
qualità pessima, “6” ottimale.
Nella Tabella 5 sono riportati i punteggi medi che ogni istituzione ha ricevuto, il migliore e il peggiore sono evidenziati in grassetto. Sebbene la
media rimanga per lo più positiva, intorno ai 4,5 punti, le Regole di VilNODO
NUMERO DI RIF.
PUNTO
(DEGREE)
* DEGREE
RELATIVO
Pubblica amministrazione
1
10
0,45
Ufficio tecnico
2
19
0,86
Regole Villapiccola
3
9
0,40
Hotel/Ristoranti Auronzo
4
15
0,68
Chalet
5
13
0,59
Agriturismi
6
15
0,68
Agenti immobiliari
7
10
0,45
Club Alpino Italiano (CAI)
8
13
0,59
Scuola di sci Auronzo-Misurina
9
14
0,63
Guide alpine
10
15
0,68
Consorzio turistico
11
18
0,81
Imprese
12
13
0,59
Costruttori
13
6
0,27
MisurinaNeve
14
9
0,4
Soccorso alpino
15
5
0,22
Protezione civile
16
2
0,09
Ufficio turistico Dolomiti
17
15
0,68
Auronzo d'Inverno
18
12
0,55
Turisti senza casa vacanze
19
16
0,73
Turisti proprietari di casa vacanze
20
16
0,73
Hotel Misurina
21
16
0,73
Scuola di sci Tre Cime Misurina
22
12
0,55
Regole Villagrande
23
11
0,5
Tab. 4
Caratteristiche della rete
sociale di Auronzo
(*) relativo al numero
di nodi escluso quello
d’appartenenza)
lagrande sembrano totalizzare il risultato peggiore (2,1 = scarsa qualità).
Al contrario, il Consorzio turistico e MisurinaNeve, la società che gestisce gli impianti di risalita a Misurina, registrano il punteggio più alto. In
generale ogni istituzione intervistata ricerca un ampio spazio per poter
esprimere la propria opinione ed influenzare il processo decisionale relativo alle strategie di sviluppo del settore turistico nell’area.
Nonostante vengano scambiati dati ed informazioni, solamente pochi
attori collaborano per attività decisionali e, in questi casi, soprattutto
24
per l’organizzazione di eventi (CAI, Consorzio turistico, qualche volta il Comune attraverso il Consorzio turistico, ed alcuni hotel)
piuttosto che per una pianificazione di medio o lungo periodo.
3.4 / Identificazione degli attori
per il seminario
Alla luce dei risultati fin qui discussi, la lista
d’invitati al seminario è stata rivista includendo attori che, dato il numero limitato di
posti disponibili, fossero più rappresentativi
rispetto ad altri (Tabella 6).
Solamente tre invitati non hanno preso parte
al primo seminario. Sono stati invitati anche
quattro attori “esterni”, rispettivamente il
Fig. 7
Qualità delle relazioni
tra istituzioni
Per riferimento ai numeri
vedi Tabella 4. Le forme
diverse rappresentano
ciascuna categoria di
stakeholder.
ISTITUZIONE
PUNTEGGIO
MEDIO
ISTITUZIONE
PUNTEGGIO
MEDIO
1
Pubblica
amministrazione
4,1
13
Costruttori
3,5
2
Ufficio tecnico
4,7
14
MisurinaNeve
5,7
3
Regole Villapiccola
3,7
15
Soccorso alpino
5,2
4
Hotel / Ristoranti
Auronzo
5,2
16
Protezione civile
4,3
Tab. 5
5
Chalet
4,3
17
Ufficio turistico
Dolomiti
5,6
Punteggio medio
qualità delle interazioni (1-6)
6
Agriturismi
4,6
18
Auronzo d'Inverno
5,4
7
Agenti immobiliari
3,4
19
Turisti senza
casa vacanze
4,7
8
Club Alpino Italiano
(CAI)
5,2
20
Turisti proprietari
di casa vacanze
5,3
9
Scuola di sci
Auronzo / Misurina
5,2
21
Hotel Misurina
4,1
10
Guide alpine
4,7
22
Scuola di sci
Tre Cime / Misurina
4,3
11
Consorzio turistico
5,8
23
Regola Villagrande
2,1
12
Imprese
4,8
gestore di un rifugio dolomitico aperto anche durante la stagione invernale, due consulenti ed imprenditori turistici che hanno lavorato anche
all’estero, un rappresentante della stampa. Visto il loro scarso impatto
strategico, in questa fase di analisi preliminare, il Soccorso alpino, la
Protezione civile e le Regole Villapiccola sono stati esclusi.
25
3.5 / Selezione dei criteri di valutazione preliminari
Come sopra menzionato, gli intervistati hanno preso in considerazione
una lista di criteri di valutazione attribuendo loro un punteggio da 0
(non so), a 1 (inutile), a 5 (molto importante). La selezione di ogni criterio è stata fatta sulla base del campo d’indagine iniziale e verificata in
seguito con il campione d’attori prima della fase delle interviste. Ogni
criterio di valutazione è stato classificato sulla base dei tre pilastri della
sostenibilità: sociale, ambientale ed economico. Questa parte del questionario puntava ad individuare alcuni indicatori utili durante il seconCATEGORIA
Tab. 6
Lista degli invitati
al seminario
a
b
c
d
e
f
Enti pubblici
e assimilati
Offerta ricettiva
Intrattenimento
turistico
Gestione eventi
Strutture sia
turistiche che non
Turisti
SOTTO CATEGORIA
N° PARTECIPANTI
1
Amministrazione pubblica
x2
2
Ufficio tecnico
x1
3
“Regole”
x1
4
Hotel/Ristoranti
x4
5
Chalet
x2
6
Agriturismi
x1
7
Agenti immobiliari
x1
8
Costruttori
x1
9
Scuole di sci
x2
10
Impianti sciistici
x1
11
Attività non inerenti allo sci
(sport al coperto, spa, ice-kart, pub)
x1
12
Guide alpine
x2
13
CAI
x1
14
Ufficio turistico
x1
15
Consorzio turistico
x1
16
Imprese
x2
17
Stampa
x1
18
Organizzazioni d’emergenza
(soccorso Alpino, Protezione Civile)
19
Proprietari di casa vacanze
20
Senza casa vacanze
do seminario per la valutazione delle diverse strategie. Per il numero
contenuto di risposte e criteri, le singole risposte sono state raggruppate
in un modo semplice: calcolando il punteggio cumulativo per ogni criterio, sommando le singole risposte. È stato poi selezionato il primo
criterio, per ogni categoria di sostenibilità (Tabella 7). Nella tabella sottostante l’ordine dei punteggi è casuale per mantenere l’anonimato.
3.6 / Possibili iniziative di sviluppo del turismo
Agli intervistati è stato chiesto di ordinare alcune iniziative sulla base
del loro contributo per lo sviluppo ad Auronzo di un’offerta turistica
più competitiva (Tabella 8). Gli elementi classificati con i numeri 5, 8, 9,
26
10 e 11 sono stati descritti da alcuni intervistati come non del tutto positivi, spiegando dunque la presenza di un elevato numero di “0” e del
loro basso punteggio complessivo. Una migliore coordinazione tra gli
Tab. 7
Ordinamento dei criteri
di valutazione preliminari
SOCIALE
TOT
ORDINE
Opportunità lavorative
Soc1
5 5
5
5
2
4
5
2
3
4
5
4
3
5
4
2
63
1
Integrazione sociale
Soc2
4 4
5
5
2
3
5
2
3
4
3
4
2
3
3
2
54
3
Servizi
Soc3
4 3
5
5
5
2
5
2
3
5
4
5
3
4
3
3
61
2
ECONOMICO
TOT
Arrivi (numero turisti)
Eco1
4 4
5
4
4
4
5
4
4
3
2
5
3
4
4
3
62
3
Suddivisione dei benefici
nell'intera area
Eco2
4 4
5
5
3
2
5
4
2
4
4
5
4
4
4
5
64
1
Costi d'investimento
Eco3
5 3
4
2
5
5
3
4
2
3
4
2
5
4
5
3
59
4
Reddito invernale extra
Eco4
5 3
5
4
5
4
5
4
4
3
2
3
5
3
5
3
63
2
AMBIENTALE
TOT
Inquinamento
Env1
5 5
5
5
5
4
5
5
2
5
5
3
5
5
3
5
72
1
Deforestazione
--> erosione
Env2
4 3
5
3
3
3
5
5
2
5
5
3
5
2
3
2
58
3
Panorama
Env3
4 3
3
4
2
3
5
4
2
3
4
5
5
4
3
5
59
2
Tab. 8
Identificazione di linee
di sviluppo
stakeholder risulta di una priorità assoluta per lo sviluppo di una valida strategia di adattamento per il futuro. I risultati qui descritti, relativi
alla selezione dei criteri ed all’identificazione delle iniziative di sviluppo
hanno contribuito a delineare tre (più una che non prevede alcun cambiamento) strategie iniziali perfezionate con l’aiuto dei partecipanti al
primo seminario.
SOCIALE
PUNTEGGIO
TOT
ORDINE
FATTIBILITA’
Espandere l'area sciistica
2
3
5
4
3
4
4
5
5
4
3
5
5
4
4
4
64
2
bassa
Promuovere attività sciistiche
fuori pista e creare snowpark
2
0
5
4
3
5
4
3
5
4
3
5
5
4
3
4
59
3
alta
Aprire rifugi anche nel periodo invernale
3
4
0
4
5
5
4
4
2
5
4
2
5
4
4
4
59
3
bassa
Creare strutture per il benessere
0
5
0
5
3
5
4
5
4
5
5
5
4
1
4
2
57
6
Migliorare la cooperazione
tra ufficio turistico e operatori
5
4
5
4
4
4
5
5
5
5
5
4
1
5
1
4
66
1
Investire in attrazione per turisti giovani
(bar, discoteche)
0
0
5
3
0
4
4
5
4
4
3
5
4
5
1
3
50
7
Promuovere scambio di esperienze
e collaborazione con altre località
5
5
4
4
5
4
0
2
1
5
4
5
3
5
3
3
58
5
Creare parchi naturali (UNESCO,…)
5
3
2
3
0
0
0
4
5
4
3
4
5
4
3
4
49
10
Sviluppare il settore primario
5
0
0
0
3
3
0
0
0
0
0
0
0
3
0
0
14
11
Aumentare capacità di ricezione dell'area
e adattarla a nuve tipologie di turisti
5
0
3
5
4
5
0
4
4
3
0
0
4
4
3
4
48
9
Promuovere attività sportive sulla neve
oltre allo sci (ice-karts,…)
0
0
5
5
0
5
4
5
2
2
3
5
4
0
3
4
47
8
27
media
media
4 / Fase 2 / Analisi del problema
e creazione di modelli condivisi
Box 3
Sintesi del processo di
perfezionamento degli
scenari di sviluppo
I problemi affrontati da pianificatori e manager sono piuttosto complessi. È necessario identificarne gli aspetti più rilevanti, puntando l’attenzione sui cambiamenti di maggior rilievo che possono manifestarsi. Gli
stakeholder hanno percezioni diverse sulle cause del problema o sulle
possibili soluzioni. Sono state sviluppate diverse tecniche per far emergere la conoscenza implicita e le credenze più profonde, tra i quali la
valutazione dei conflitti, diversi metodi di strutturazione del problema,
e l’analisi del discorso.
Risultati principali / (1) Una lista dei driver principali che guidano la
percezione del problema in esame. (2) Una lista preliminare delle possibili soluzioni. (3) Una serie di scenari che considerano lo sviluppo futuro
dei principali fattori guida e delle relazioni causa effetto. (4) Una lunga
lista d’indicatori in base ai quali si dovrebbero misurare le performance
delle soluzioni prese in considerazione. (5) Le mappe cognitive condivise durante il primo seminario, che saranno la struttura fondamentale
per modellare l’e-tool di ClimAlpTour sulla base delle esigenze specifiche del caso di studio. (6) Gli indicatori di tipo qualitativo e quantitativo
da usare nella fase decisionale con l’e-tool di ClimAlpTour.
Durante questa fase il tema dello sviluppo del turismo invernale ad Auronzo di Cadore è stato esaminato da più prospettive e punti di vista. Gli attori
chiave identificati durante la prima fase hanno contribuito allo sviluppo
di una visione condivisa del sistema turistico e delle relazioni tra società e
ambiente. È stato simulato uno sviluppo futuro dei fattori determinanti e
di pressione principali utilizzando modelli che si basano su scenari alternativi.
Attraverso l’applicazione di tecniche e strumenti quali mappe cognitive e
pensiero creativo è stato creato un modello condiviso della realtà di Auronzo per una corretta valutazione delle possibili alternative future. La tecniche suddette forniscono anche le basi scientifiche per l’applicazione del
sistema a supporto del processo decisionale, l’e-tool di ClimAlpTour.
28
4.1 / Il futuro di Auronzo secondo gli stakeholder: analisi degli scenari
di sviluppo del turismo invernale nei prossimi 10/15 anni
4.1.1 / Scenari
Gli scenari sono sequenze ipotetiche di eventi, definite con lo scopo di porre l’attenzione su processi causali e fattori decisivi (Eden, 1998). Uno scenario è la rappresentazione di un possibile futuro con la determinazione delle
forze che lo governano. L’idea che ha ispirato questo processo è stata quella
di confrontare e valutare delle strategie d’adattamento ai cambiamenti climatici a partire dalle tre presentate in termini generali in Burki et al. (2007):
(1) Il paradigma tradizionale dello sviluppo dello sci alpino in modo intensivo (SKINT); (2) Un’alternativa di sviluppo orientata alle forme più “leggere” di attività sulla neve ed in modo meno intensivo allo sci (ALTSKI); (3)
Un processo di diversificazione e ampliamento dell’offerta turistica “oltre
la neve” (BYDSNW).
È stato anche incluso uno scenario passivo, privo di azioni volte all’adattamento, denominato “business as usual” (BAU). Queste strategie (SKINT,
ALTSKI, BYDSNW, BAU) sono state perfezionate sulla base delle informazioni ottenute dagli stakeholder relativamente alle possibili strategie di sviluppo del turismo invernale ad Auronzo, (es. ampliare gli impianti sciistici,
sviluppare i percorsi fuori pista, ecc…; Tabella 9), componendole con nuove strutture di fruizione turistica localizzate nei luoghi dell’area di studio
suggeriti. Queste strategie prendono in considerazione diverse percezioni e
orientamenti nei confronti del turismo e dei cambiamenti climatici. Nella
mappa creata grazie ad un sistema d’informazione geografica (GIS), Figura 8 Mappa GIS delle aree interessate dallo sviluppo futuro delle strategie,
vengono evidenziate le aree d’interesse per la simulazione delle strategie.
Ogni strategia si compone sia di strutture che non necessitano di neve (es.
strutture ricettive, ristoranti, negozi, ecc.) che di strutture collegate alla presenza di neve (es. impianti per la pratica dello sci alpino, dello sci fuori
pista, snowpark), localizzate nelle diverse aree d’interesse.
Tab. 9
SCENARIO ATTUALE (BAU)
Scenari di sviluppo
del turismo invernale
ad Auronzo di Cadore
/ Tutto rimane uguale, nessun nuovo investimento.
SKI-INTENSIVE (SKINT)
/ Impianti per sci alpino di nuova generazione: costruzione di nuovi impianti di risalita
/ Alcuni hotel e ristoranti come cornice all’attività sciistica.
ALTERNATIVE-SKIING (ALTSKI)
/ Nuova tipologia di località sciistica: free-ride, sci nordico, ciaspole
/ Alcuni hotel e ristoranti come cornice all’attività sciistica alternativa.
BEYOND SNOW (BYDSNW)
/ Abbandono degli investimenti legati all’attività sciistica (compresa la produzione di
neve artificiale)
/ Auronzo diventa una località per famiglie e dedicata al benessere: più strutture che non
necessitano di neve (es. spa, centri sportivi, shopping, gastronomia).
29
Le strategie sono state presentate durante il primo seminario ed in seguito
modificate sulla base dei suggerimenti dei partecipanti; nel secondo seminario sono state valutate e successivamente discusse sulla base dei risultati
emersi. Indirizzare la discussione sulle tre distinte strategie ed organizzare
un’analisi separata poteva risultare poco realistico o realizzabile. Nella pratica la strategia migliore risulterebbe da una commistione degli elementi di
tutte e tre, ma in questa fase è stato necessario un approccio di questo tipo,
per acquisire informazioni su ogni alternativa e stimolare la discussione.
Il primo seminario è stato suddiviso in due parti: un brainstorming (fase
divergente) sulle strategie proposte ed una parte di consolidamento (fase
convergente).
Fig. 8
Mappa GIS delle aree
interessate dallo sviluppo
futuro delle strategie
4.1.2 / Il modello concettuale
Nell’ambito delle possibili strategie di sviluppo future, gli organizzatori
hanno delineato una serie di alternative di sviluppo turistico, caratterizzate
da diversi orientamenti in merito all’utilizzo delle risorse naturali, sociali
ed economiche. Durante il primo seminario, dopo una breve presentazione
della situazione attuale di Auronzo (Figura 9), queste strategie sono state
perfezionate grazie all’utilizzo di mappe cognitive, delle quali gli stakeholder hanno evidenziato gli aspetti fondamentali e ridondanti, rispondendo
alle seguenti domande:
Se si dovesse optare per una strategia come quella ideata:
/ Che cosa mancherebbe?
/ Che cosa non c’entrerebbe?
/ Che cosa andrebbe precisato o puntualizzato?
Grazie allo strumento IHCM Cmap è stato possibile creare una mappa visiva delle componenti di ogni strategia, successivamente integrata durante
il seminario dai vari suggerimenti. Le Figure 10, 11 e 12 mostrano i risultati
del brainstorming.
La strategia SKINT (Figura 10) punta sullo sviluppo di nuovi impianti sciistici nella parte alta e bassa nel comune. È incluso il progetto della Val
Marzon: un impianto di risalita del valore di circa 40 milioni di euro che
30
Fig. 9
Mappa cognitiva relativa
alla situazione attuale
congiungerebbe la parte bassa del Comune alle “Tre Cime di Lavaredo”.
Si ipotizzano ulteriori piste ed impianti di risalita a Misurina e nella Val
d’Onge creando una connessione tra gli impianti e un tour delle cime dei
Cadini. L’area sciistica del monte Agudo viene ampliata fino alla Val da Rin.
Si rendono disponibili due snowpark: uno ad Auronzo ed uno a Misurina.
L’uso della neve artificiale viene incrementato significativamente coprendo
il 50% delle piste ed alcuni percorsi fuori pista. Viene ipotizzata la costruzione di alcuni ristoranti, bar e due kindergarten.
Nella strategia ALTSKI (Figura 11) la stessa installazione pensata per la Val
Marzon viene riproposta per creare uno ski-tour dedicato al free ride attorno alle cime dei Cadini supportato da alcuni ski-lift, ma non dalla preparazione delle piste o da nuovi impianti per la produzione di neve artificiale. Il
funzionamento estivo dell’impianto è diretto a sostituire la funzione della
strada delle Tre Cime a beneficio di una mobilità più sostenibile. Si ipotizza
uno snowpark più grande a Misurina. I percorsi fuori pista vengono migliorati (e resi praticabili anche per le ciaspole) ed ampliati. Vengono costruiti
alcuni ristoranti, bar, strutture per l’affitto delle attrezzature tecniche ed un
nuovo kindergarten. Nel complesso gli investimenti sono inferiori rispetto
alla strategia precedente e più flessibili in relazione alle condizioni della
neve.
Con la strategia BYDSNW (Figura 12) viene sospeso l’utilizzo di neve artificiale e vengono migliorate le strutture ricettive, innalzando la qualità
dell’offerta turistica, puntando sul benessere, sulle famiglie e sugli sport al
coperto (es. attraverso un grande centro benessere ad Auronzo). Si ipotizza
inoltre la creazione di nuovi negozi per incentivare lo shopping vacanziero.
Tutti gli investimenti sono indirizzati ad abbandonare la dipendenza del
sistema turistico di Auronzo dalla neve (artificiale e non).
31
Fig. 10
Fig. 11
trategia SKINT
dopo il brainstorming
trategia ALTSKI
dopo il brainstorming
32
Fig. 12
trategia BYDSNW
dopo il brainstorming
4.2 / Consolidamento delle strategie
4.2.1 / Ordinamento degli elementi generici
componenti l’offerta turistica invernale
In primo luogo è stato chiesto ai partecipanti di valutare gli 11 fattori (Tabella 10) emersi quali i più influenti nella scelta di una località alpina durante
la stagione invernale, nelle precedenti fasi del WP6 di ClimAlpTour. Questo
primo esercizio ha avuto lo scopo di verificare il grado di coerenza tra le
percezioni di chi offre servizi turistici e di chi li fruisce, ovvero tra domanda ed offerta. Gli stakeholder, attraverso l’applicazione della metodologia
sviluppata da Simos (Simos, 1990), hanno valutato questi elementi mettendoli in ordine di rilevanza per il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato:
rendere Auronzo una destinazione turistica invernale attraente. Uno dei
punti di forza di questa metodologia è il fatto che riduca notevolmente la
possibilità d’influenzare individualmente i risultati finali.
Nella Figura 13 vengono presentati i risultati derivanti dalla pesatura degli
elementi. Il Box centrale include il 50% centrale della distribuzione dei pesi
(tra il secondo e il terzo quartile). Le linee indicano il range totale, dal minimo al massimo. La Tabella 11 mostra i risultati dei due coefficienti: i pesi
medi e coefficiente di variazione (CV) delle opinioni degli stakeholder.
È interessante notare come il fattore A (attività legate alla neve) abbia registrato il peso medio più alto, mentre il fattore J (neve artificiale) uno dei più
bassi. Nei risultati del WP6, che riguardavano le percezioni dei turisti, il fat33
a
Attività sulla neve
b
Attività all’aria aperta non correlate alla neve ma in montagna
c
Attività all’aria aperta non tipicamente di montagna (es. jogging)
d
Cultura
e
Attività di intrattenimento (spettacoli, locali pubblici, ecc.)
f
Gastronomia
g
Wellness/salute (sauna, bagno turco, massaggi…)
h
Training / scuole (sci, altro, es. corsi cucina, yoga, ecc.)
i
Modalità di pernottamento / ospitalità
j
Adattamento (innevamento artificiale)
k
Livello di utilizzo dell’automobile nella destinazione
Tab. 10
Fattori dell’offerta
turistica invernale
tore A raggiungeva solamente il quinto posto.
Inoltre, nonostante che durante il workshop i
partecipanti abbiano più volte menzionato la
mobilità come uno dei problemi principali, il
fattore K, che prevede l’utilizzo del’auto, ha totalizzato il punteggio più basso.
I risultati di questa fase di pesatura sono stati considerati nella scelta degli elementi delle
strategie di sviluppo turistico valutate successivamente con l’e-tool di ClimAlpTour.
Fig. 13
Distribuzione dei pesi
relativi agli elementi dell’offerta turistica invernale
4.2.2 / Analisi SWOT
L’analisi SWOT è un metodo di pianificazione
strategica utilizzato per valutare i punti di forza
e di debolezza di un dato progetto e identificare
i fattori interni ed esterni che ne favoriscono
o meno il raggiungimento degli obiettivi. Durante il seminario ogni partecipante ha compilato il modulo riportato in
Tabella 12 per ogni strategia esclusa la BAU. Dall’analisi SWOT sono emerse
le seguenti peculiarità:
/ un’oggettiva concordanza complessiva sull’idea di riorganizzazione
dell’offerta turistica potenziando l’unicità del territorio del Comune (Tre
Cime, Misurina); / una generale consapevolezza sulla necessità di un’of34
FATTORE
NOME
PESO
CV%
A
Attività sulla neve
0,109
32,197
B
Attività all’aria aperta
non correlate alla neve ma in montagna
0,090
41,846
C
Attività all’aria aperta
non tipicamente di montagna (es. jogging)
0,078
58,632
D
Cultura
0,074
35,363
E
Attività di intrattenimento
(spettacoli, locali pubblici, ecc.)
0,089
37,671
F
Gastronomia
0,104
23,436
G
Wellness/salute
(sauna, bagno turco, massaggi…)
0,104
18,078
H
Training / scuole
(sci, altro, es. corsi cucina, yoga, ecc.)
0,095
40,363
I
Modalità di pernottamento / ospitalità
0,105
26,997
J
Adattamento (innevamento artificiale)
0,076
46,819
K
Livello di utilizzo dell’automobile
nella destinazione
0,077
51,252
Totale
1,000
Tab. 11
Pesi medi e coefficiente
di variazione dei fattori
Tab. 12
Analisi SWOT
FATTORI INTERNI
(Punti forza e punti
debolezza riferiti
alle potenzialità,
capacità, volontà
interne al Comune)
FATTORI ESTERNI
(Opportunità e
minacce rispetto al
contesto esterno
al Comune, es.
competizione
di altre località
montane)
-
+
Punti forza
Punti debolezza
ferta differenziata rispetto ad una domanda
turistica che è chiaramente in evoluzione per
vari motivi (economici, demografici, evoluzioni delle preferenze, ecc.): per esempio, sci da
discesa a Misurina, altri tipi di offerta ad Auronzo e ad altitudini più basse; / l’inefficienza
dei trasporti pubblici e dei collegamenti entro
il comune e tra i comprensori, spesso menzionati come un grosso ostacolo allo sviluppo tuOpportunità
Minacce
ristico. / una totale concordanza sulla necessità
di differenziare la categoria “turisti” per poter
rispondere in modo più adeguato ai diversi bisogni: gli stranieri per la pausa primaverile, le
famiglie per i weekend, gli sciatori fuori pista,
gli sciatori di fondo, i turisti con seconda casa,
gli amanti della montagna ma non dello sport
e così via.
Complessivamente, durante la fase partecipativa è stata raggruppata una
grande varietà di opinioni sulla gestione del turismo invernale ed anche
numerose opinioni sui possibili modelli evolutivi per l’area. Questi risultati
sono stati più che adeguati per incentivare un ulteriore confronto tra i partecipanti nel seminario seguente.
35
5 / Fase 3 / Design del DSS
Box 4
Sintesi della fase di
inserimento dati
nell’e-tool di ClimAlpTour
Questa fase include tutte le attività dirette alla raccolta dati (comprese le
serie spaziali e temporali) e allo sviluppo di modelli che contribuiscono a
informare il software. Si possono utilizzare strumenti come i database (e
sistemi di gestione dei dati), sistemi di visualizzazione delle componenti
e modelli di simulazione. Questi diversi strumenti vengono assemblati
in un sistema a supporto del processo decisionale, controllato da un’interfaccia per l’utilizzatore finale.
Risultati principali / (1) Un flusso di dati continuo tra i diversi strumenti
e le componenti del software (2)Un’interfaccia che guida gli utenti attraverso le varie fasi del processo NetSyMoD (3) Una buona qualità di
integrazione delle diverse componenti (4) Una documentazione dettagliata del processo di analisi che facilita l’interpretazione dei risultati.
In questa fase tutte le informazioni raccolte durante le prime fasi della metodologia NetSyMoD e le ricerche parallele sui cambiamenti climatici, e
sugli scenari economici, ambientali e sociali in Cadore sono state integrate
per creare un’insieme di procedure e strumenti software in grado di gestire
i dati richiesti per fornire decisioni robuste durante la fase successiva. Questo processo è necessario sia per gestire che trasmettere il flusso di informazioni tra le varie fasi del progetto, incluso lo scambio, la trasformazione,
l’integrazione, validazione e documentazione della conoscenza raccolta.
Da qui tutte le informazioni raccolte sono state assemblate nell’e-tool di
ClimAlpTour. In pratica sono state modellate le performance di ogni strategia in relazione ad uno scenario futuro, utilizzando diversi strumenti per
quantificare gli indicatori sociali, economici ed ambientali più idonei per la
valutazione. Tutti questi indicatori hanno contribuito a costituire la configurazione finale dell’e-tool, che ha permesso di preparare prima una matrice d’analisi e poi una matrice di valutazione, per valutare le opzioni /
strategie da sottoporre ai partecipanti durante il secondo seminario.
L’e-tool consente agli utilizzatori finali – amministrazioni locali, ONG, stakeholder in generale – di esplorare le diverse strategie d’adattamento in
riferimento ai futuri scenari di cambiamento climatico per ogni zona del
caso di studio. Questa modellazione di tipo esplorativo degli scenari futuri
possibili permette di identificare i punti di forza e di debolezza delle varie
strategie in relazione alla loro performance per quanto concerne una serie
36
Fig. 14
Interfaccia DPSIR
di criteri di valutazione sviluppati a partire dagli indicatori analizzati durante le attività del progetto: es. potenziali effetti delle strategie sull’impiego locale, sull’ambiente, ecc.
Gli input richiesti sono: (1) degli scenari di cambiamento climatico pertinenti l’area di studio; (2) una lista delle possibili strategie d’adattamento/
politiche; (3) la stima degli effetti delle strategie/politiche sulla base di criteri di valutazione selezionati; (4) le preferenze e le priorità degli utenti
finali rispetto a questi criteri - il peso assegnato ai diversi criteri).
La struttura dell’e-tool di ClimAlpTour è:
(1) Il nucleo di dati che deve essere analizzato è una matrice (matrice d’analisi) con, nelle colonne, le alternative relative alle diverse strategie d’adattamento e, nelle righe, i criteri di valutazione (vedi Figura 18). (2) Nelle celle
della matrice vengono inserite le performance di ogni strategia (colonne)
in base ad ogni singolo criterio (riga). Queste possono derivare da indagini,
modelli, contributi da esperti locali, ecc.
Le procedure d’elaborazione, messe a disposizione per valutare l’evidenza
scientifica, la conoscenza locale, gli interessi e le preferenze degli attori, si
basano su metodi di analisi multicriteriale, sviluppati a partire da algoritmi
precedenti e configurati in base agli specifici bisogni del progetto.
I risultati ottenuti sono:
(1) Punti di forza e di debolezza di ogni strategia. (2) Ordinamento delle opzioni in relazione alle preferenze espresse dagli utenti finali coinvolti.
Le caratteristiche principali dell’e-tool di ClimAlpTour includono la formalizzazione dei problemi locali e dei sistemi socio-economici ed ambientali
sulla base della struttura concettuale DPSIR proposta dall’Agenzia Europea
dell’Ambiente ed ulteriormente sviluppata sino a diventare un modello
concettuale degli impatti dei cambiamenti climatici e per l’analisi delle misure d’adattamento (ScenDPSIR), come illustrato nella Figura 14, che rap-
37
SCENARIO
CLIMATICO
ATTUALE
presenta l’interfaccia dell’e-tool di ClimAlpTour.
L’approccio DPSIR viene adottato dall’interfaccia software per formalizzare
i problemi mediante l’utilizzo degli indicatori. Questi vengono utilizzati per
descrivere i criteri in base ai quali vengono selezionate le varie alternative.
Gli stakeholder pesano questi criteri sulla base delle loro preferenze per poi
identificare la strategia preferita ed esplorare i trade-off tra i punti di forza
e di debolezza di ogni opzione.
Durante la preparazione del secondo seminario, gli sforzi del gruppo di
lavoro si sono focalizzati sui primi due compiti: l’identificazione e la quantificazione degli indicatori. La loro pesatura e la conseguente scelta di una
strategia dominante rappresentano i due punti
principali del secondo ed ultimo seminario, ed
DESCRIZIONE
avvengono attraverso la partecipazione degli
Non ci sono cambiamenti per quanto
stakeholder.
riguarda le emissioni di CO2
Globalizzazione e crescita economica
rapide, sfruttamento totale
di tutte le risorse energetiche
disponibili (variazioni del clima
più elevate rispetto a B1)
5.1 / Definizione degli indicatori
Il gruppo di lavoro ha stilato una lista di indicaA1B
tori sociali, economici ed ambientali derivanti
sia dagli stakeholder durante il primo semiTecnologie più efficienti e sviluppo
nario, sia dal giudizio discrezionale sviluppato
B1
socio-economico orientato ai servizi
attraverso le precedenti attività del progetto e
l’analisi della letteratura scientifica. Da questa
Tab. 13
lista sono stati selezionati i 15 indicatori più adatti per la valutazione delle
Scenari di cambiamento
strategie (vedi Tabella 14). Questi criteri sono stati selezionati sulla base
climatico proposti dall’IPCC
delle preferenze e dei giudizi dei partecipanti emersi durante il primo seed utilizzati ad Auronzo
minario. Per esempio l’unicità e bellezza del territorio sono stati spesso
menzionati, determinando una particolare attenzione per quegli indicatori
(sia diretti che non) con rilevanza ambientale, come la qualità dell’aria,
l’erosione, la visibilità, le aree protette interessate, la gestione dei rifiuti,
ecc. In aggiunta l‘efficienza dei trasporti pubblici rimane uno dei punti salienti del secondo seminario, anche se non viene esplicitamente descritta
da alcun indicatore diretto, tuttavia nel calcolo della qualità dell’aria è stato
ipotizzato un miglioramento del servizio del 30%.
Per raccogliere i dati necessari per la valutazione delle strategie, è stata utilizzata una vasta gamma di metodologie. In primo luogo, la grande varietà d’informazioni disponibili sul caso di studio, incluse le serie storiche
di tipo economico, demografico e biofisico, sono state ottenute da fonti
secondarie. Su queste basi, si è potuto identificare il problema da analizzare e procedere alla sua concettualizzazione. In secondo luogo, gli altri
indicatori socio-economici, come le opportunità d’impiego, il consumo di
energia per la produzione di neve artificiale, il numero di turisti ed i picchi di presenze sono stati calcolati tramite la modellistica impiegata ed in
particolare attraverso il modello ad agenti sviluppato ad hoc (AWS1.0). Le
informazioni sull’etnografia dei turisti sono state utilizzate per la creazione dei vari profili di turista invernale. Quest’informazione, per ovvi motivi, risulta incompleta, perché non è possibile conoscere completamente il
38
Tab. 14
Indicatori selezionati
da caricare nell’e-tool
di ClimAlpTour
CATEGORY
NOME
INDICATORE
DESCRIZIONE
UNITÀ
DI M.
DPSIR
CALCOLATO CON:
1
ECON
Costi
investimenti
Somma dei costi
per settore
euro
D
AWS1.0
2
ECON
/ AMB
Consumo
energia
Spesa media
per stagione
euro
P
AWS1.0
3
ECON
/ SOC
Spesa dei
turisti
Spesa giornaliera
media per turista
euro
/ giorno
I
AWS1.0
4
ECON
/ SOC
/ AMB
Rifiuti
da smaltire
Accumulo rifiuti
per stagione in base
alle presenze
(residenti e turisti)
ton
I
AWS1.0
(pernott.),
ricerca
bibliografica
5
ECON
/ AMB
Consumo
acqua per neve
artificiale
Consumo acqua per
produzione neve
artificiale
m3/a
I
AWS1.0
ton/a
I
AWS1.0 per numero
turisti e loro
movimenti, IDRISI per
le aree deforestate,
ricerca bibliografica
per emissioni CO2 dei
vari settori
6
AMB
Qualità
dell'aria
CO2 catturata dalle
foreste / (CO2 emessa
dai trasporti + CO2
hotel + CO2 impianti
di risalita)
7
ECON
Aree protette
colpite
Aree protette
interessate dai vari
interventi
ha
S
GIS/mappe Regione
8
ECON
Erosione
Variazione perdita
di suolo dopo
l’implementazione di
ciascuna strategia
ton
I
RUSLE (Simile),
GIS (Idrisi),
Google Earth
9
ECON
/ SOC
/ AMB
Arrivi
Numero di arrivi
N°
I
AWS1.0
CV%
P
AWS1.0
10
ECON
/ AMB
Picchi
di turisti
Deviazione standard
del numero
giornaliero di turisti
per un periodo di 40
stagioni invernali
11
ECON
Sinergie con il
turismo estivo
Contributo di
ciascuna strategia
al turismo estivo
0-4
D
Giudizio
esperti
12
ECON
/ SOC
/ AMB
Sostenibilità a
lungo termine
La strategia appare
sensata in un’ottica di
lungo periodo
0-4
D
Giudizio
esperti
13
ECON
/ AMB
Innovatività
Iniziative ambientali,
nuove attività,
tipologia di turismo,
offerta di nicchia, ecc.
0-4
D
Giudizio
esperti
14
ECON
Opportunità
lavorative
nel settore
turistico locale
Approssimate con la
parte variabile dei
costi di esercizio delle
strutture turistiche
euro
I
AWS1.0
Visibilità delle
aree sciistiche
Visibilità delle aree
sciistiche da ciascuna
cellula urbana,
in funzione della
opografia e della
copertura del suolo
ha
I
GIS
15
39
SOC
/ AMB
processo decisionale dei turisti invernali, e soprattutto di quelli potenziali.
Questo è un gap conoscitivo che è stato colmato attraverso la simulazione
dei comportamenti potenziali, sulla base delle teorie formulate. Per ultimo,
tra i vari input facenti capo ad AWS1.0, viene considerata la competitività
delle stazioni turistiche vicine.
Per alcuni indicatori sono stati utilizzati altri modelli, come per i giorni con
neve naturale (SkiSim 2.0) e l’erosione (Simile). Per calcolare l’erosione è
stato necessario prima stimare gli ettari disboscati per la costruzione di
nuove piste ed infrastrutture previsti da ogni strategia. In modo analogo
Fig. 15
Strategia ALTSKI
rappresentata
con Google Earth
Poligoni rossi
/ Auronzo oggi
Poligoni rosa
/ aree di potenziale
sviluppo
per calcolare le tonnellate di rifiuti da gestire, si è dovuto stimare il numero
di turisti, la media di notti trascorse, il numero di residenti e la media di
rifiuti trattati per persona durante l’anno. Mappe GIS sono state create disegnando le varie aree d’intervento (delle strategie d’adattamento) per poi
procedere ad un confronto tra gli impatti ambientali di ogni strategia, soprattutto in termini di aree SIC/ZPS (Siti d’Importanza Comunitaria e Zone
di Protezione Speciale) interessate, erosione e visibilità (Figura 15).
Alcuni indicatori come la sostenibilità delle strategie e le sinergie con il
turismo estivo sono stati elicitati da esperti attraverso una scala di Likert
(0-4). Sia gli indicatori che le strategie sono stati considerati in tre diversi
scenari climatici, descritti nella Tabella 13.
5.1.2 / Scenari climatici
I dati relativi alle proiezioni delle condizioni meteorologiche, in termini
di temperatura, precipitazioni e copertura nevosa, derivano dal modello
SkiSim 2.0 (Steiger 2010). Il modello SkiSim 2.0 è composto da due moduli:
il primo, in cui viene simulato l’accumulo e lo scioglimento della neve na40
turale, ed il secondo, che prende in considerazione la produzione di neve
artificiale. Il primo modulo è stato utilizzato per costituire gli scenari climatici mentre il secondo per verificare la congruenza del modello ad agenti
AWS1.0 per quanto riguarda la produzione di neve artificiale. SkiSim 2.0
è stato utilizzato per riprodurre i dati giornalieri richiesti per ogni fascia
d’altitudine di 100 m delle aree di interesse per la simulazione, in serie
temporali di 40 anni. Queste serie di dati sono stati utilizzati dal modello
ad agenti AWS1.0, che salva i dati nella fase di inizializzazione, sempre in
accordo con un determinato scenario climatico preselezionato, e successiTab. 15
REMO UBA M
2006 A1B
2011 - 2030
2031 - 2050
ΔT ASSOLUTA
MEDIA (ºC)
ΔP % MEDIA
(MM)
ΔT ASSOLUTA
MEDIA (ºC)
ΔP % MEDIA
(MM)
Dic
0,56
-0,17
1,53
30,67
Gen
0,57
-1,15
1,45
-8,47
Feb
1,86
2,87
2,17
12,94
Mar
-0,17
16,88
1,18
4,99
Apr
-0,07
10,56
1,55
-0,4
Stagionale per un
periodo di 20 anni
0,5ºC
5,80%
1,6ºC
7,90%
Cambiamenti mensili
di precipitazioni
e temperature
REMO UBA M
2006 B1
2011 - 2030
2031 - 2050
ΔT ASSOLUTA
MEDIA (ºC)
ΔP % MEDIA
(MM)
ΔT ASSOLUTA
MEDIA (ºC)
ΔP % MEDIA
(MM)
Dic
1,81
-31,56
1,45
-14,26
Gen
1,98
-21,74
2
20,63
Feb
1,83
21,24
2,08
0,07
Mar
-0,45
7,58
0,11
9,5
Apr
0,78
-5,94
0,4
25,81
Stagionale per un
periodo di 20 anni
1,2ºC
-6%
1,2ºC
8,30%
vamente passa le informazioni rilevanti alle varie stazioni meteorologiche
simulate all’interno dell’area di studio.
Tutti i parametri climatici sono stati calcolati a partire dalle variazioni assolute rispetto al periodo di riferimento (1961-1990) in termini di media ventennale di due periodi futuri (2011-2030 e 2031-2050).
Nella Tabella 15 sono presentate le variazioni assolute previste per le temperature e quelle relative delle precipitazioni, per i due scenari climatici
considerati, che derivano da un modello climatico regionale. Le variazioni
di temperatura esibiscono un messaggio coerente ed univoco di aumento
della temperatura media maggiori di un grado nei prossimi quarant’anni,
41
con andamenti più costanti per lo scenario B1 e più progressivi per l’A1B,
nei due periodi di riferimento. Al contrario la variabilità delle precipitazioni appare decisamente diversa nei due scenari: mentre l’A1B evidenzia un
aumento medio delle precipitazioni dal 6 all’8% per entrambi i periodi di
riferimento, il B1 ipotizza un primo periodo relativamente più secco (CLISP,
2009).
5.1.3 / Modello ad agenti (AWS1.0)
AWS1.0 è un modello ad agenti sviluppato ad hoc per il progetto ClimAlpTour. Un modello ad agenti nasce dall’ipotesi che il comportamento aggregato, che emerge dalle operazioni simultanee e dalle interazioni tra i
vari attori, definisca la funzionalità di un sistema che s’intende modellare.
AWS1.0 è in grado di mappare il sistema turistico di Auronzo, i suoi elementi eterogenei, i comportamenti e cambiamenti nel tempo e nello spazio conformemente agli scenari climatici, alle aspettative, ai trend, ed alla
competizione con altre destinazioni turistiche. AWS1.0 è uno strumento per
esplorare la possibile evoluzione del sistema analizzato, senza pretese di
predire esattamente il futuro.
AWS1.0 rappresenta la prima applicazione di un modello ad agenti che
indaga le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici del turismo
invernale a livello locale, integrando componenti socio-economiche ed
ambientali ed adottando un approccio scientifico integrato. Il modello, sviluppato preliminarmente in Unified Modelling Language (UML) (Bock et
al, 1999), è stato costruito sulla base di un caso di studio specifico, ma può
essere comunque utilizzato ed adattato ad altri casi.
La rappresentazione spaziale è particolarmente rilevante date le caratteristiche del sistema analizzato: un’estesa area geografica con evidente bipolarità data dalla presenza di due località principali Auronzo e Misurina,
con condizioni ambientali e climatiche diverse, e con elementi d’attrazione
turistica differenti.
Un altro elemento distintivo che ha decisamente influenzato il design del
modello e che giustifica di per sé quest’approccio metodologico, è imputabile all’interesse per l’analisi della struttura dell’offerta turistica invernale.
Inoltre la metodologia ha premesso di considerare la simulazione del processo decisionale di diverse tipologie di turisti invernali, includendo anche
coloro che attualmente preferiscono altre destinazioni o che rappresentano le forme emergenti di fruizione turistica (es. free-style e free-ride).
La caratteristiche dei turisti ed il loro atteggiamento nei confronti delle località/destinazioni in competizione, contribuiscono alla creazione di una
dimensione sociale del modello, che assieme alle proiezioni climatiche e
alle strategie di sviluppo/adattamento turistico, consentono la costruzione
di scenari integrati da considerare come un insieme di scorci su un futuro
possibile.
Un modello di simulazione di questo tipo si adatta anche ad un contesto
partecipativo, dove vengono coinvolti attori pubblici e privati che costituiscono l’offerta turistica. AWS1.0 ha riprodotto le performance simulate di
42
Per una descrizione più
dettagliata del modello,
vedere Balbi et al (2011)
Fig. 16
Interfaccia del modello
di erosione sviluppato
con Simile
(4)
tutte e quattro le strategie di sviluppo secondo gli indicatori descritti nella
Tabella 14(4).
5.1.4 / Altri indicatori
Non tutti gli indicatori sono stati calcolati mediante la simulazione ad agenti ed Idrisi, come riportato nella Tabella 14. In aggiunta, sono state testate
le opportunità introdotte dalla nuova versione dell’e-tool di ClimAlpTour,
sperimentando le sinergie con un modello di simulazione delle dinamiche
ambientali del sistema sviluppato in ambiente Simile (da Simulistics). È
stato così sviluppato un semplice modello sull’erosione basato sulla Revised Universal Soil Loss Equation (RUSLE), per poter confrontare le variazioni nelle condizioni del suolo derivanti dalle strategie di sviluppo, rispetto
alla situazione iniziale.
La Figura 16 raffigura l’interfaccia di Simile. Sulla sinistra è possibile notare
la rappresentazione del modello concettuale in termini di variabili, stock
(in questo caso il suolo eroso) e flussi. Nel grafico di destra è rappresentata
una simulazione di confronto, con e senza incrementi di disboscamento,
dell’erosione nel tempo. I parametri utilizzati dal modello sono: la superficie interessata dalle strategie di sviluppo, la pendenza media del suolo,
la vegetazione che ricopre quella superficie, la lunghezza del declivio ed il
grado di erodibilità del suolo. La matrice di analisi dell’e-tool di ClimAlpTour è stata quindi completata con le stime sull‘erosione media derivanti
da cicli di quattro simulazioni riguardanti l’intera area di studio.
43
5.2 / Inserimento dei dati nell’e-tool di ClimAlpTour
Una volta identificati e quantificati gli indicatori sono stati inseriti nell’etool di ClimAlpTour (vedi Figura 17).
Quando un nuovo catalogo di indicatori viene salvato nell’e-tool di ClimAlpTour, il software crea un foglio di calcolo che può essere modificato
successivamente, ma anche riutilizzato in contesti di valutazione simili.
Questa fase permette di compilare le matrici d’analisi. Sono stati dunque
caricati nell’e-tool di ClimAlpTour i valori di ogni cella della matrice (vedi
Figura 18) che derivano dalla performance di ogni indicatore, relativamente
Fig. 17
Catalogo d’indicatori
dell’e-tool di ClimAlpTour
ad ogni strategia e scenario climatico. A partire dalle matrici d’analisi i valori vengono normalizzati per formare le matrici di valutazione, in modo
tale da rendere comparabili quei criteri che gli stakeholder hanno pesato
nella fase successiva (Figura 19).
Questo lavoro di produzione ed integrazione della conoscenza e dei dati
disponibili, ha permesso di mettere a disposizione degli utenti finali nel secondo seminario uno strumento a supporto del processo decisionale, quale
l’e-tool di ClimAlpTour. Uno strumento adatto a gestire efficientemente le
informazioni acquisite dal progetto, informando e coinvolgendo la comunità locale sulle possibili strategie d’adattamento ed il loro ordinamento in
base ad una serie di criteri identificati in accordo con le preferenze espresse
dagli stakeholder e dagli esperti che hanno partecipato ai seminari.
44
Gli indicatori sono stati raggruppati in 7 macro-criteri allo scopo di facilitarne la pesatura da parte degli stakeholder e di mantenere la coerenza con
i criteri di valutazione utilizzati nel WP6 di ClimAlpTour. Questi macrocriteri sono: impatto ambientale, costi economici con rilevanza ambientale, impatto sull’economia locale, impatto sul settore turistico, fattibilità,
innovazione, sostenibilità nel lungo termine (vedi Figura 20). La Figura 20
descrive l’interfaccia tra quest’applicazione e le altre attività di progetto relative all’analisi delle strategie di adattamento.
Fig. 18
Matrice d’analisi
dello scenario B1
Fig. 19
Dalla matrice d’analisi
alla matrice di valutazione
dello scenario B1
45
Fig. 20
Raggruppamento degli
indicatori in sette
macro-criteri
46
6 / Fase 4 / Analisi delle opzioni
Box 5
Sintesi della valutazione
delle strategia/e
I metodi decisionali aiutano ad evitare inconsistenze nel giudizio e nelle
scelte e a prendere decisioni più razionali. Se combinati con tecniche di
deliberazione collettiva, i metodi decisionali rendono i processi politici
più trasparenti e rappresentativi delle prospettive e dei punti di vista di
tutti gli attori, traducendosi così in un elevato grado d’accettazione delle
politiche.
Risultati principali / (1) Investire su un turismo invernale indipendente
dalle attività che necessitano di neve, sembra il modo più sicuro di procedere per una destinazione turistica con le caratteristiche di Auronzo
di Cadore. (2) La strategia BYDSNW dovrebbe essere comunque legata
ad un programma di miglioramento del trasporto pubblico per favorire
i trasferimenti interni dei turisti. (3) La strategia ALTSKI potrebbe rappresentare un compromesso tra le società che gestiscono gli impianti
di risalita e che hanno già effettuato ingenti investimenti nel passato,
e il possibile futuro che il turismo invernale locale dovrà fronteggiare.
(4) A prescindere dai rischi e dai costi legati alla neve, la strategia SKINT
potrebbe indebolire la maggior parte del turismo tradizionale auronzano
piuttosto che incrementarlo, trasformandola così in un errore strategico nel medio-lungo termine. Le società che gestiscono gli impianti di
risalita dovrebbero piuttosto prendere in considerazione la possibilità
di migliorare le strutture per lo sci alpino esistenti ed i servizi correlati.
Tab. 16
Impatto del cambiamento
climatico ad Auronzo
L’analisi delle opzioni consiste nel valutare, ordinare e scegliere una (o più)
soluzioni al problema (es. misure politiche, progetti) a partire da una serie
di alternative reciprocamente esclusive.
2031-2050
CORRENTE
A1B
B1
Variazione media
delle temperature
invernali
-
+1,58°C
+1,20°C
Variazione media
delle precipitazioni
invernali
-
+7,9%
+8,3%
Auronzo
55
20
32
Misurina
121
111
113
Giorni con
neve naturale
per stagione
(max. 126)
47
6.1 / Presentazione dei risultati
ed elicitazione dei pesi
Per spiegare agli stakeholder il calcolo degli indicatori sulla base di tre scenari di cambiamento climatico diversi, è stato illustrato l’impatto
che i diversi andamenti possono avere sulla
presenza di neve naturale ad Auronzo e a Misurina, considerandolo come un fattore guida
per lo sviluppo dell’offerta turistica invernale
(Tabella 16). È possibile notare una differenza
nei giorni con neve naturale (almeno 30 cm)
tra Misurina e Auronzo, dovuta soprattutto alla
maggior altitudine della prima località.
Fig. 21
Esercizio
di elicitazione dei pesi
Successivamente sono stati presentati gli indicatori e descritti i metodi di costituzione dei
macro-criteri (Figura 20). A seguire è stato illustrato l’esercizio individuale di elicitazione
dei pesi dei macro-criteri. Ogni stakeholder ha
avuto 100 punti a disposizione da allocare tra
i vari criteri: il punteggio più alto andava attribuito al criterio considerato più importante
e la somma totale dei punteggi doveva essere
necessariamente 100 (Figura 21).
Sebbene questa metodologia sia più influenzabile dalle preferenze individuali rispetto a quella proposta da Simos, utilizzato in precedenza,
in termini di tempo necessario per calcolare i risultati ed il loro inserimento
nell’e-tool di ClimAlpTour, questo metodo è molto più veloce, ed è quindi
risultato più adatto per un seminario di mezza giornata.
Tab. 17
CRITERI
Risultati collettivi
della pesatura
nota: Il punteggio riportato
deriva dalla media
dei punteggi individuali
Indicatori
Costi economici associati
agli impatti ambientali
Ricadute
sull'economia locale
Impatti
sul settore turistico
PUNTEGGIO
CRITERI
19,06
8,25
26,31
16,19
INDICATORI
PESI
(%)
Erosione
8,17
Qualità dell'aria
8,17
Visibilità
8,17
Consumo acqua
per neve artificiale
8,17
Rifiuti da smaltire
3,54
Consumo energia
3,54
Spesa dei turisti
11,28
Opportunità lavorative
nel settore turistico locale
11,28
Arrivi
6,94
Picchi di turisti
6,94
Sinergie con il turismo estivo
6,94
Aree protette colpite
3,94
Costi investimenti
3,94
Fattibilità della strategia
9,19
Sostenibilità a lungo termine
11,56
Sostenibilità a lungo termine
4,96
Innovatività
9,44
Innovatività
4,05
Come appare dalla Tabella 17, il macro-criterio che descrive le ricadute
sull’economia locale viene di gran lunga considerato più importante (26,31),
mentre i costi economici con rilevanza ambientale quali il consumo d’e48
nergia e la gestione dei rifiuti non sembrano preoccupare gli stakeholder
in modo significativo (8,25). Il peso degli indicatori deriva dalla normalizzazione del punteggio assegnato dagli stakeholder al macro-criterio di
appartenenza.
Fig. 22
Risultati della valutazione
delle strategie con l’e-tool
di ClimAlpTour
6.1.1 / Valutazione e discussione dei risultati
L’introduzione dei pesi dei singoli indicatori nell’e-tool di ClimAlpTour ha
permesso di ordinare le strategie conformemente al giudizio collettivo in
relazione agli scenari climatici (Figura 22) e di rappresentare i risultati in
istogrammi e grafici di sostenibilità (Figura 23;
Figura 24), che vengono prodotti dall’e-tool di
ClimAlpTour. In questo modo gli stakeholder
hanno potuto comprendere i motivi per cui
una strategia è emersa come dominante da
parte della collettività.
La Figura 23 rappresenta gli istogrammi relativi
ad ognuna strategia e specifica come gli indicatori, descritti con i mattoncini di diverso colore,
abbia contribuito alla rispettiva performance
finale.
La Figura 24 invece presenta un particolare grafico di sostenibilità. Il triangolo interno
è un’area ideale nella quale una strategia dovrebbe trovarsi come conseguenza di un buon
bilanciamento tra la dimensione economica,
ambientale e sociale. I risultati presentati dipendono in parte dalla struttura dei criteri di
valutazione che risultano meno orientati alla dimensione sociale rispetto
a quella economica e ambientale. Data l’attuale struttura degli indicatori,
la seconda scelta (ALTSKI) appare essere leggermente più adatta di quella
dominante (BYDSNW) in termini di bilanciamento tra le tre dimensioni
della sostenibilità. La strategia preferita è risultata essere la BYDSNW. Come
raffigurato nella Figura 23, questa strategia di sviluppo sembra essere la
più adatta per Auronzo di Cadore per: (1) sostenibilità nel lungo periodo;
(2) sinergie con il turismo estivo; (3) capacità d’incrementare gli arrivi e la
spesa dei turisti.
ALTSKI è risultata la seconda migliore strategia, mostrandosi particolarmente valida per gli scenari climatici “Corrente” e “B1”. Un futuro estremo
con nevicate meno frequenti potrebbe penalizzare questa strategia.
La strategia SKINT risulta particolarmente penalizzata in termini di costo
degli investimenti ed impatti ambientali, ma sarebbe apprezzata per quanto riguarda le opportunità di lavoro create, l’aumento della spesa media dei
turisti ed il contenimento della stagionalità.
Questo risultato non ha sorpreso la maggior parte dei partecipanti, nono49
Fig. 23
Ordinamento delle strategie
con il metodo della media
pesata (scenario B1)
stante che durante il primo seminario la maggior parte di loro avesse attribuito molta importanza, in termini d’influenza nelle scelte di una
destinazione alpina, alle attività collegate alla
neve (vedi Tabella 11). Da questa considerazione è possibile ipotizzare che la percezione della
desiderabilità e dei valori attribuiti alle attività
collegate alla neve sia cambiata durante il processo partecipativo come conseguenza dell’integrazione tra le conoscenze locali e scientifiche
e della strutturazione delle informazioni basata
principalmente su indicatori oggettivi. Prima
del primo seminario, le strategie di sviluppo per Auronzo erano prevalentemente orientate allo sviluppo di attività correlate allo sci nonostante la
competizione delle stazioni vicine fosse eccezionalmente forte e la possibilità di connettersi ad altri caroselli più affermati sia altamente improbabile.
Fig. 24
Strategie valutate sulla
base del triangolo della
sostenibilità (scenario B1)
6.2 / Applicazione dell’e-tool di ClimAlpTour
ad Auronzo: concetti chiave
Investire su un turismo invernale indipendente dalle attività che necessitano di neve, sembra il modo più sicuro di procedere per una destinazione
turistica con le caratteristiche di Auronzo di Cadore. La strategia BYDSNW
dovrebbe essere comunque legata ad un programma di miglioramento del
trasporto pubblico per favorire i trasferimenti interni dei turisti. La strategia ALTSKI potrebbe rappresentare un compromesso tra le società che
gestiscono gli impianti di risalita e che hanno già effettuato ingenti investimenti nel passato, e il possibile futuro che il turismo invernale locale dovrà
fronteggiare. A prescindere dai rischi e dai costi legati alla neve, la strategia SKINT potrebbe indebolire la maggior parte del turismo tradizionale
auronzano piuttosto che incrementarlo, trasformandola così in un errore
strategico nel medio-lungo termine. Le società che gestiscono gli impianti
50
di risalita dovrebbero piuttosto prendere in considerazione la possibilità di
migliorare le strutture per lo sci alpino esistenti ed i servizi correlati.
Dati gli ingenti costi imputabili al consumo di energia, soprattutto per il
settore ricettivo, i pianificatori locali dovrebbero focalizzare la propria attenzione su questo problema prima di qualsiasi altro nuovo investimento.
Un’attenta riflessione sulle energie rinnovabili per i sistemi di riscaldamento potrebbe condurre ad un’appropriata soluzione e costituire una nuova
strategia di marketing che caratterizzi la destinazione.
Non investire in nuove strutture potrebbe condurre a una strategia incentrata sulle altre questioni non ancora considerate in questa sede come lo
sviluppo del trasporto pubblico (un collegamento fisso tra Auronzo e Misurina) o il miglioramento degli standard di ospitalità attraverso investimenti
in formazione e sensibilizzazione. Tuttavia, sostenere i costi necessari per
realizzare attività di questo tipo può richiedere un elevato flusso di turisti.
Per questo motivo è importante iniziare a sviluppare il settore turistico nella giusta direzione già da ora.
Tutte le strategie considerate, esclusa la BAU, hanno il merito di migliorare
la multi-stagionalità del turismo, anche se questa non è una misura da
massimizzare di per sé a discapito della flessibilità della località per quanto
riguarda i bisogni dei turisti, in continua evoluzione, ed i cicli naturali.
È evidente che la struttura della valutazione è limitata dal fatto che sono
state considerate strategie divergenti che probabilmente non saranno implementate in modo isolato, mentre è possibile che una soluzione più realistica nasca dall’integrazione di elementi provenienti da tutte e tre. Eppure
un tale approccio è risultato estremamente valido per affrontare l’argomento ed analizzarlo in modo partecipativo con gli stakeholder locali. Deve
essere comunque sottolineato il fatto che questo studio non suggerisce di
annullare gli investimenti fatti precedentemente, ma di esplorare le direzioni migliori per i nuovi.
In breve, Auronzo presenta caratteristiche appropriate per concentrarsi su
attività legate allo sci di tipo familiare ed attività BYDSNW, mentre Misurina potrebbe diventare un punto di riferimento per il paradigma emergente
dell’ALTSKI in Italia.
6.3 / Auronzo di Cadore, considerazioni sull’esercizio
Coerentemente con il carattere esplorativo del progetto ClimAlpTour e di
questa applicazione, la fase dedicata all’implementazione delle strategie selezionate non è stata trattata. Si è privilegiato l’aspetto informativo
e concertativo degli incontri per fornire all’amministrazione pubblica una
possibile linea d’intervento da seguire a partire dall’immediato futuro. La
quantità di informazioni ottenute durante il secondo seminario è stata sicuramente soddisfacente: sono state espresse una grande varietà di opinioni relative allo sviluppo ed alla gestione del turismo invernale, sollecitate
in modo specifico dall’analisi degli istogrammi derivanti dall’applicazione
dell’e-tool di ClimAlpTour.
51
Uno dei risultati più indicativi è stato il raggiungimento da parte degli stakeholder di una consapevolezza condivisa sulla necessità di definire un
carattere distintivo per “Auronzo in inverno”. L’imperativo di promuovere il
brand “Tre Cime, patrimonio dell’umanità” è stato tra i punti più discussi
nella fase di commento e rielaborazione della valutazione finale prodotta
con l’e-tool di ClimAlpTour. In termini di strategia dominante, i partecipanti hanno concordato sul fatto che l’unica strategia realisticamente implementabile insieme dovesse emergere dall’integrazione degli elementi
migliori delle strategie analizzate.
La partecipazione è stata intensa e costruttiva. Gli attori locali si sono autenticamente impegnati negli esercizi proposti sotto la guida dei facilitatori, dimostrando consapevolezza della situazione corrente e dei possibili
fattori di rischio legati ai cambiamenti climatici, ma anche grande creatività nell’individuare misure di adattamento dettagliate. Le tecniche partecipative adottate hanno limitato gli inevitabili dissidi che emergono in
una discussione animata tra punti di vista differenti. Al contempo hanno
permesso lo sviluppo di spirito collaborativo, oltre le logiche politico/amministrative di breve periodo e di categoria, che sarà determinante per fare
fronte alle sfide che attendono Auronzo di Cadore.
È opinione diffusa da parte degli stakeholder, come ha dimostrato l’applicazione dell’e-tool di ClimAlpTour in altri casi studio nelle Alpi, che un
orientamento strategico allo sviluppo meno intensivo a livello di strutture
ed infrastrutture sia una possibile via per raggiungere la sostenibilità sociale, economica ed ambientale. Generalmente una strategia che prevede uno
sviluppo strutturale intensivo è penalizzata dagli alti costi di costruzione ed
ha un impatto potenzialmente negativo sull’ambiente.
52
7 / Conclusioni
messaggi chiave del progetto ClimAlpTour
Il caso di studio di Auronzo di Cadore è stato condotto in modo esplorativo
e sperimentale al fine di sviluppare un’applicazione pilota dell’e-tool di
ClimAlpTour, che potesse sfruttare al massimo le sue potenzialità di strumento di supporto alle decisioni.
Successivamente l’e-tool di ClimAlpTour è stato applicato con successo,
con la collaborazione dei partner locali, in altre aree di studio del progetto
lungo l’arco alpino, come ad esempio in Val d’Aosta (Monte Rosa e Valgrisenche) e Slovenia (Kranjska Gora e Valle dell’Isonzo).
Questa serie di esperienze dirette e più in generale la partecipazione degli
autori al progetto ha portato alle seguenti considerazioni conclusive.
(1.) La regione alpina è estremamente vulnerabile ma molto diversificata. La regione alpina europea è sicuramente fra le zone al mondo più
vulnerabili ai cambiamenti climatici. Ciononostante, le condizioni locali
sono eterogenee in termini di cambiamenti climatici attesi, di tipologie di
turismo, di intensità turistica e in quanto a capacità di adattamento. Questo
rende impossibile prevedere una singola strategia per affrontare il problema.
(2.) I cambiamenti climatici sono fonte sia di opportunità che di minacce per la regione alpina. Il turismo estivo può beneficiare dei cambiamenti
climatici. Estati più calde (come nel 2003) porteranno più gente in montagna, e le destinazioni potranno sviluppare le attività che beneficiano della
presenza di acqua dolce grazie ai numerosi laghi, bacini e dighe. Questo
può contribuire ad un allungamento della stagione turistica, al momento
prevalentemente invernale. Tuttavia la siccità, e in generale, una pressione
intensificata sulle risorse idriche, si manifesteranno più frequentemente
d’estate. Il turismo invernale sarà invece probabilmente colpito dalla diminuzione prevista delle precipitazioni e della copertura nevose. Le implicazioni negative per il turismo e gli sport invernali deriveranno principalmente dall’inaffidabilità della neve naturale. Al giorno d’oggi già in 57
delle 666 stazioni sciistiche nelle Alpi la copertura nevosa non è considerata affidabile. D’altro canto, quelle località in cui la copertura nevosa sarà
assicurata potranno beneficiare di una ridotta competizione di mercato.
(3.) Le condizioni socio-economiche future sono cruciali quanto quelle
climatiche. Nelle ultime decadi, non solo la domanda di turismo alpino è
diminuita, ma anche la durata media dei soggiorni si è ridotta sostanzialmente. Molte destinazioni hanno raggiunto il loro stadio di maturità e il
53
mercato sembra saturo. La globalizzazione ha aumentato esponenzialmente il numero dei competitori di mercato e ha modificato il comportamento
dei viaggiatori. I costi imputabili al consumo di energia stanno corrodendo
progressivamente i margini di guadagno per il settore alberghiero e dei trasporti. La disponibilità ed il costo dell’acqua appaiono sempre di più degli
ostacoli alla produzione della neve artificiale. Questi elementi, di per sé,
giustificano la messa in discussione del modello tradizionale di sviluppo
fondato sulle attività sciistiche intensive tradizionali che ha prevalso fin
dagli anni Settanta. Al contrario il turismo alpino ha bisogno di riconoscibilità (per esempio il marchio “Perle delle Alpi”), innovatività e flessibilità.
(4.) L’adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbe essere inserito
nella pianificazione turistica di lungo periodo. L’adattamento ai cambiamenti climatici non dovrebbe essere considerato in termini isolati. Infatti,
le minacce attese si aggiungono ad altre pressioni esistenti che gravano sui
sistemi turistici alpini, i quali hanno punti di forza, e di debolezza, specifici. Mentre la domanda di turismo appare flessibile e il comportamento
dei turisti costantemente in evoluzione, l’offerta turistica, considerando le
destinazioni alpine nel loro insieme, ha bisogno di più tempo per progettare gli interventi di sviluppo nel rispetto di vincoli sociali, economici ed
ambientali. Certamente vi sono provvedimenti autonomi (per esempio la
produzione di neve artificiale, ri-disegno delle piste da sci, ecc.) che possono essere adottati dagli operatori turistici, ma la parte più consistente
dell’adattamento sarà rappresentata dal cosiddetto adattamento pianificato. Di conseguenza l’adattamento dovrebbe essere considerato come un
processo concertato per la pianificazione dello sviluppo turistico di lungo
termine che vada oltre il mandato di una gestione politica. I cambiamenti climatici rappresentano quindi un’occasione per coinvolgere l’insieme
degli attori locali nel processo di definizione delle azioni da prendere per
il miglioramento della sostenibilità del settore turistico all’interno di ogni
località alpina.
(5.) Esistono azioni “senza rimpianti” da mettere in atto. Alcuni problemi
legati al turismo sono cruciali per lo sviluppo turistico della regione alpina,
indipendentemente dai cambiamenti climatici. Una priorità delle località
alpine dovrebbe essere quella di avvalersi di fattori di identità e riconoscibilità che ne aumentino la competitività, ma in modo abbastanza flessibile da far fronte contemporaneamente anche agli impatti dei cambiamenti
climatici. Cultura, artigianato, gastronomia e agricoltura sono sicuramente elementi resilienti che potrebbero essere promossi maggiormente. Altri
settori di intervento cruciali sono l’energia e i trasporti. Un’attenta riflessione su come migliorare la loro sostenibilità è consigliata alla maggior parte
delle località turistiche alpine.
(6.) La gente delle Alpi è pronta. Aumentare la consapevolezza degli attori interessati (turisti, popolazione e attività commerciali) riguardo agli
impatti dei cambiamenti climatici sul turismo nelle Alpi è stato uno degli
obiettivi del progetto ClimAlpTour. Tuttavia, nei seminari partecipativi tenutisi durante il progetto è emerso chiaramente come tali attori non solo
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siano già consapevoli dei cambiamenti in corso, ma anche dimostrino di
essere interessati a partecipare più attivamente al processo di adattamento.
Infatti, una mancanza che accomuna la maggior parte delle aree pilota è
l’incapacità di mettere in atto processi di consultazione partecipativi. Nelle
località dove è stato testato, lo strumento di supporto alle decisioni (e-tool
di ClimAlpTour) ha contribuito a superare questa limitazione. In aggiunta,
la valutazione, attraverso l’e-tool di ClimAlpTour, di potenziali strategie di
adattamento ha visto, in generale, penalizzate quelle che prevedevano opere infrastrutturali per lo sviluppo ulteriore dello sci da discesa (per esempio nuovi impianti e innevamento artificiale intensificato). Al contrario la
valutazione ha favorito quelle strategie più orientate verso uno sviluppo
sostenibile, per esempio manifestando un’identità legata alla tradizione o
al trasporto verde. Tali risultati mostrano che la collettività locale tende già
verso un turismo alpino più resistente ai cambiamenti climatici.
Ciò che risulta particolarmente degno di nota è la coerenza di questi messaggi chiave con le priorità descritte della Commissione Internazionale per
la Protezione Alpina (CIPRA, 2011) in tema di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile, e con altri studi precedenti di carattere internazionale
prodotti dall’OCSE e dall’Organizzazione Mondiale per il Turismo (Adapting
winter tourism & natural hazard management, report (OECD, 2007); Proceedings of the 1st International Conference on Climate Change & Tourism
(UNWTO, 2003).
A questo punto la sfida più importante, per le istituzioni che hanno lavorato al progetto, sarà quella di consolidare e disseminare le esperienze
vissute. Nuovi progetti europei che continuano a sviluppare questo filone
in tema di cooperazione e ricerca sono già stati finanziati.
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“Gli effetti dei cambiamenti climatici sono già
ben visibili nelle regioni alpine e non si limitano ad un aumento della temperatura media
superiore a quello registrato a livello globale (IPCC 2007). Ognuno di noi, compresi i più
scettici, deve arrendersi all’evidenza che dal
1850 ad oggi i ghiacciai alpini si sono ridotti
del 50% (Castellari 2008). Lo scopo di questo
studio non è stato quello di stabilire se questi
cambiamenti siano dovuti all’attività inquinante dell’uomo o meno. In questo caso l’obiettivo è stato piuttosto quello di analizzare
come questi cambiamenti, che non possono
più essere ignorati dalle comunità montane,
siano in grado di influenzare il turismo invernale alpino e, viceversa, come il sistema turistico possa adattarsi traendone vantaggio per
lo sviluppo locale”.