Dossier Fides - Web Cattolici

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Dossier Fides - Web Cattolici
9 agosto 2005
DOSSIER FIDES
OCCHI DI ORCHI IN INTERNET
PERCHÉ QUESTO DOSSIER
INTERNET NEGLI ORIZZONTI DELLA CHIESA
DALLA PEDOFILIA ALLA PEDO-PORNOGRAFIA IN INTERNET
IL FENOMENO PEDO-PORNOGRAFICO IN INTERNET:
• DATI NAZIONALI – ITALIA.
• DATI INTERNAZIONALI
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI SITI PEDOFILI
I GRUPPI PEDO-CRIMINALI SU INTERNET
FILM HARD
IL 78% DEGLI ABUSI SESSUALI COINVOLGE BAMBINE
DONNE PEDOFILE IN AUMENTO
PEDOFILIA CULTURALE: LA NUOVA E GRAVE EMERGENZA
STUDIO DELL’ASSOCIAZIONE METER SULLA PEDOFILIA MONDIALE
LA PEDOFILIA COME ORIENTAMENTO SESSUALE
LE ROTTE DEL TRAFFICO E LA CATENA DELLO SFRUTTAMENTO
IL TURISMO SESSUALE
LE CIFRE DEL TURISMO SESSUALE
PEDOFILO E CLIENTE DI TURISMO SESSUALE
BAMBINI ABUSATI E TRATTATI COME SCHIAVI
L’UNIONE EUROPEA
DEFINIZIONE DI PORNOGRAFIA INFANTILE
NUOVE TECNOLOGIE
IL MERCATO HARD SBARCA SUI CELLULARI
L’USO DELLA PORNOGRAFIA INFANTILE
CHE COSA RENDE I BAMBINI VULNERABILI ALLO SFRUTTAMENTO SESSUALE?
DISCRIMINAZIONE/ORIGINE ETNICA
TRADIZIONI O COSTUMI DANNOSI
IL TURISMO SESSUALE PAESI COINVOLTI
ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI UMANITARIE CONTRO LA PEDOFILIA
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I SITI PER TROVARE I BAMBINI SCOMPARSI
DOCUMENTI:
• INFO-GRAFICI CON I DATI SULL’ATTIVITÀ SVOLTA DAL SERVIZIO DELLA POLIZIA
POSTALE E DELLE COMUNICAZIONI
• IL CODICE INTERNET E MINORI
• IL CONVEGNO SULLE STRATEGIE DI CONTRASTO E DI PREVENZIONE DELLA
PEDOFILIA ONLINE
- GLI INFO-GRAFICI PRESENTATI AL CONVEGNO
- CONCLUSIONI
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Occhi di orchi in internet
Perché questo dossier
“Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli
fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”. (Dal Vangelo secondo
Matteo 18, 6).
Avete mai guardato gli occhi di un bambino? Dentro ci vedi fiducia, gioia, curiosità, amore. Tutto completamente
gratuito perché non chiedono niente in cambio. Soltanto amore. Amore per amore. Quante cose si imparano da
un bambino. Anche quelle che la vita, giorno dopo giorno, si impegna a farti dimenticare. Ma i bambini sono molto
fragili e totalmente indifesi. E ogni adulto ha il dovere morale di proteggere la loro vita. Non è retorica. Non è
ingenuità. Bisogna invece levare alta la voce contro quei criminali che abusano dei bambini. Che li persuadono e
li obbligano ad avere rapporti sessuali. Azioni aberranti. Che non devono trovare giustificazioni. Alcuna.
A volte, oggi tutto è così carico di fraintendimenti che l’uomo si disperde ed è preda di chi è più
prepotente, furbo, arrogante e violento. Di chi ha potere. Ma niente altro. Non ha un orizzonte, non ha una
Presenza a cui affidarsi, non ha un codice. Ma la libertà vera è dentro schemi rigidissimi. E’ fatta di ordine, di
morale, di etica, di forza della ragione sui bassi istinti del desiderio.
Tutto ruota intorno al desiderio sfrenato di qualsiasi cosa. Perché quando il cuore è vuoto e gli occhi non
guardano l’orizzonte e il cielo sopra di noi, rimane il desiderio di cose e di persone. Da consumare, da comprare,
da esibire. E, a volte, anche da uccidere.
Come accade con i bambini che vengono commerciati in Internet dai pedofili. E come accade nei
cosiddetti “snuff” film, che riprendono violenze e delitti. I dati presentati in questo dossier sono stati forniti da
organizzazioni internazionali, associazioni e forze dell’ordine che da anni lottano contro la pedofilia e la pedopornografia in Internet. Migliaia di siti pedo-pornografici vengono scoperti, denunciati da associazioni di tutto il
mondo, e chiusi ogni mese dalla polizia. Purtroppo non basta. Perché i “procacciatori di merce” e/o gli stessi
pedofili ne aprono di nuovi immediatamente. La vendita online dei bambini è un affare che produce molti milioni di
euro. Gli agenti di questo commercio sono persone senza scrupoli. Di ogni classe sociale. Esistono anche lobby
che cercano di far passare il concetto che il pedofilo non è il mostro che uccide il bambino, ma una persona che
ama il bambino e che ha il diritto di manifestare la sua sessualità. In realtà sono malati. Pericolosi! Perché usano
argomenti culturali per giustificare la loro perversità. E questa idea della pedofilia culturale è in costante aumento.
In aumento sono anche le donne pedofile. Di tutte le età e fasce sociali.
Non esiste un male più grave di un altro. Il male è male. Con la buona pace di chi adesso vorrebbe fare
inutili e, queste si, moralistiche, differenze. E il male che coinvolge i bambini è oltre ogni cosa.
Sapete a cosa servono le leggi, le regole, i limiti? A far si che chi in una società è in posizione di debolezza venga
tutelato sia da ricevere che da fare il male.
Le leggi sono necessarie e devono essere dure. Ma soprattutto è necessario educare, formare, spiegare, parlare,
far capire che l’uomo non è una merce.
Papa Benedetto XVI in un confronto pubblico con lo storico Ernesto Galli della Loggia, quando era ancora
prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio ha detto che “la società
non vede più nell’uomo lo splendore divino, ma soltanto un prodotto. La conoscenza non è cresciuta ugualmente
alla capacità morale e questo squilibrio tra potere tecnico, potere di fare, e la capacità di dominare il nostro
essere con principi che garantiscono la dignità dell’uomo e il rispetto della creatura, del mondo, questo squilibrio
è la grande sfida alla quale rispondere è dovere di noi tutti”.
Internet negli orizzonti della Chiesa
“Internet e la Chiesa cattolica in Europa” “Internet e minori”e “La Chiesa nella società digitale” sono i temi trattati
a Roma (6-12 giugno 2005) nel corso dei lavori di tre eventi organizzati congiuntamente dall’associazione dei
webmaster cattolici italiani (WeCa), dalla Conferenza episcopale italiana e dal Consiglio delle conferenze
episcopali europee (Ccee) allo scopo di promuovere il confronto sulla religiosità in rete. La settimana si è aperta
con il seminario di studio “Internet e la Chiesa cattolica in Europa” durante il quale i responsabili dei siti Internet di
13 Conferenze episcopali hanno presentato le diverse esperienze religiose in rete a livello europeo. Poi è stata la
volta del laboratorio “Internet e minori” nel quale si è parlato anche di una guida per un uso corretto della rete da
parte dei più piccoli destinata alle parrocchie e alle famiglie. Ultimo appuntamento è quello che ha visto
impegnata la European Christian Internet Conference (Ecic) nell’incontro ecumenico “The Church in the Digital
Society” che celebra il decimo anno di attività della Conferenza. Presenti i rappresentanti di molte Chiese
cristiane quali Finlandia, Inghilterra, Islanda, Danimarca, Transilvania, Germania, Grecia e Romania.
Un dono per la Chiesa. - “La Chiesa ha bisogno di Internet perché ha una Buona Novella da comunicare.
Qualsiasi strumento comunicativo diventa un dono per la Chiesa. Internet oltre a essere un esercizio tecnico
diventa per gli operatori del settore una palestra per comprendere il desiderio stesso degli uomini di comunicare”.
È il saluto che il presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), mons. Amédée Grab ha
indirizzato ai partecipanti al seminario “Internet e la Chiesa cattolica in Europa”, promosso dallo stesso Ccee con
la Conferenza episcopale italiana e l’associazione dei webmaster cattolici italiani (Weca-www.webcattolici.it, 180
siti associati). “Come qualsiasi strumento posto nella mano dell’uomo - ha detto mons. Grab - Internet diventa ciò
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che l'uomo stesso decide che diventi” e, per questo motivo, la Chiesa, “maestra di comunicazione”, deve
“indicare i criteri etici e morali, universalmente validi, riconoscibili nei valori umani e cristiani, tanto a coloro che lo
usano per svago, ricerche e informazione quanto a chi se ne occupa professionalmente”.
Un concetto ripreso nel suo saluto anche da mons. Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio Cei per le
comunicazioni sociali, per il quale “Internet è un fattore di cambiamento culturale che interpella la comunità
ecclesiale e spinge la Chiesa a una revisione pastorale e culturale. È nostro dovere mettere al servizio della
Chiesa gli scenari che le nuove tecnologie aprono ed esplorare questi spazi che chiedono creatività, capacità di
comunicazione e collaborazione”.
Internet e minori. - “Ci sono vere e proprie multinazionali con un grosso volume di affari. Bisogna fermarle e
chiudere questo turpe mercato che è in Internet e in non poche tv. Anche i webmaster cattolici devono far sentire
la loro voce per difendere i diritti e la dignità di tutte le persone e in particolare dei minori”. È stato l'appello contro
ogni pedopornografia, in particolare contro quella in video, di mons. Franco Mazza, vicedirettore dell’Ufficio
comunicazioni sociali della Cei e presidente dell'associazione Weca, all'incontro “Internet e minori”, nel quale
sono state presentate alcune iniziative per “contrastare il grave fenomeno soprattutto a livello preventivo ed
educativo senza tralasciare più precise ed efficaci misure legislative e repressive”.
Chiesa italiana e Internet. - I più di quindici anni di impegno della Chiesa italiana sul terreno delle nuove
tecnologie sono stati ricordati in questi giorni di lavoro romani. “La Cei – ha detto Leo Spadaro, consulente dei
vescovi italiani per Internet – è presente sul web dal 1994 con la pubblicazione del sito dell’agenzia Sir
(www.agensir.it), cui seguì l’anno successivo quello di www.chiesacattolica.it. Utilizzare i nuovi strumenti
significava già allora disporre di più tempo per le attività rivolte alla pastorale, alla catechesi e alla missione”.
L’obiettivo originario di ”esprimere la presenza" della Cei in rete, si è quindi tradotto nel favorire “la diffusione dei
contenuti, soprattutto documenti, elaborati dalla Cei e dai suoi uffici e servizi; agevolare la comunicazione tra la
Cei e gli enti pastorali, uffici e servizi delle curie diocesane; promuovere la presenza in Internet dei tantissimi
soggetti del mondo ecclesiale che, pur interessati al nuovo medium, faticavano a trovare adeguata visibilità”.
Oggi, accanto al coinvolgimento degli uffici nazionali, la Cei “è impegnata nel supporto e nella promozione dei siti
diocesani. A tutte le diocesi, infatti, viene offerto gratuitamente spazio web, formazione e supporto per la
progettazione e la gestione del sito. Oggi sono online oltre 170 siti diocesani e circa 2.000 siti parrocchiali, a
fronte di circa 9.500 siti cattolici italiani, che la Cei supporta anche come membro fondatore di Weca”. (Fonte: SIR
Quotidiano di martedì 7 giugno 2005).
Dalla pedofilia alla pedo_pornografia in Internet
La pedofilia è una devastante devianza sessuale che esiste da sempre e che è diffusa in ogni parte del
mondo fra le più diverse categorie di persone e fasce sociali, fra celibi e sposati.
Oggi, con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie telematiche, è nato un fenomeno diverso: quello
della pedofilia online, che è una delle tante facce di una realtà che comprende anche il turismo sessuale, lo
sfruttamento sessuale dei minori, il traffico dei bambini dai paesi più poveri e i casi di pedofilia che avvengono
all’interno delle stesse famiglie, per cui si può dire che, complessivamente, la pedofilia è un fenomeno che fa
milioni di piccole vittime. Basti pensare alle baby prostitute della Thailandia e anche dei Paesi dell’est come pure,
senza andare così lontano, agli abusi sessuali commessi su bambini da parte dei genitori, in particolare dal
padre, di cui sono purtroppo piene le cronache. In casi non infrequenti, poi, dalla pedofilia si arriva anche
all’omicidio, alla soppressione dei minori usati per scopi sessuali che, in alcuni casi, vengono uccisi sia perché
l’assassinio è il culmine della violenza sessuale, sia perché non denuncino gli autori delle sevizie subite, sia
perché, e quest’ultimo fenomeno è legato proprio alla pedofilia online, il traffico dei video con le immagini in cui
c’è l’omicidio dell’abusato (i cosiddetti “snuff” film), ha il massimo del valore nel mercato commerciale che è
gestito in gran parte dalla criminalità organizzata.
Oltre ai numeri inquietanti del fenomeno, due sono gli aspetti nuovi da sottolineare:l’aumento di
associazioni pseudo-culturali di adulti che rivendicano il diritto di fare sesso con i bambini affermando che anche i
più piccoli devono essere liberi di esprimere e di praticare la loro sessualità.
In questo dossier si presentano dati, numeri e studi preparati da diverse associazioni internazionali impegnate da
anni nella lotta contro la pedo-pornografia (Onu, Unicef, Le Bouclier, Ecptat, Save the Children, Innocence en
danger, Meter, Ciclope (organismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la lotta alla pedofilia); descrive
anche le attività e i risultati ottenuti dalla Polizia Postale e riporta i dati del Primo Rapporto sul monitoraggio della
Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, (Roma giugno 2005) e i dati del convegno sulle strategie
di contrasto e di prevenzione della pedofilia ondine tenutosi a Roma l’8 luglio del 2004.
Di fondamentale importanza è stato il contributo di don Fortunato Di Noto, impegnato da anni nella lotta
contro l’abuso sessuale e la pedofilia, fondatore e presidente dell’Associazione Meter attiva nella tutela
dell’infanzia e membro di Ciclope, per la lotta alla pedofilia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Don
Fortunato di Noto è vice-presidente mondiale del Movimento “Innocence en danger” (Parigi). Cura il modulo
“Pedofilia”, all’Istituto di Bioetica e Sessuologia - Facoltà Teologica “San Tommaso” di Messina. E’ ordinario di
Storia Ecclesiastica e ricopre ruoli istituzionali in merito alla lotta alla pedofilia e allo sfruttamento sessuale dei
bambini.
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La rete mondiale di Internet ha chiaramente allargato la piaga della pedofilia e ne ha anche cambiato le
caratteristiche perché in alcuni casi chi compie abusi sui bambini non è un pedofilo nel senso classico, ma uno
sfruttatore senza scrupoli, un procacciatore di merce.
Premesso che i bambini coinvolti sono di tutte le età, dai 2 ai 15-16 anni, e che sono milioni in ogni parte
del mondo, i numeri apparentemente bassi dei siti che poi diffondono la pedofilia online, dipendono prima di tutto
dal fatto che, per entrare nelle statistiche, devono essere scoperti, individuati, denunciati e chiusi dalla polizia.
Ogni giorno se ne scoprono di nuovi e ad ogni sito che viene chiuso si calcola che almeno un altro o altri due
vengono aperti (Fonte: Le Bouclier, Lo Scudo, organizzazione con sede a Parigi che si occupa della lotta alla
pedofilia). Non solo: ad ognuno di questi siti si collegano in realtà migliaia di persone come dimostra l’ultima stima
fatta da Le Bouclier secondo la quale agli oltre 200 mila siti pedopornografici individuati e chiusi si collegavano 3–
4 milioni di persone. L’ampiezza del fenomeno, quindi, è notevole e non si arresta con la chiusura dei siti: nel
caso migliore, infatti, vengono perseguiti gli organizzatori della rete di pedofilia online, mentre gli utenti restano
liberi e continuano ad alimentare il mercato.
Secondo alcuni la pedofilia online rappresenta un modo virtuale per appagare le proprie devianze.
Interpretazione contestata da molti esperti che sostengono, al contrario, che la diffusione della pedofilia online
spinge il pedofilo-utente della Rete a compiere poi direttamente quegli atti e quindi agisce da moltiplicatore del
fenomeno.
Ma comunque la si voglia spiegare, la pedofilia e lo sfruttamento sessuale dei bambini è un problema che
riguarda l’intero pianeta.
La pedofilia online, in particolare, ha dato vita anche a un vero e proprio business miliardario. In un solo
giorno - secondo dati ricavati da Telefono Arcobaleno - un sito arriva a guadagnare fino a 3 milioni e mezzo di
euro vendendo foto e video con bambini in pose e situazioni hard.
IL FENOMENO PEDO-PORNOGRAFICO IN INTERNET
Dati nazionali – Italia.
Dal 2002 al primo semestre 2004 sono stati 15.070 i siti pedopornografici denunciati alla Polizia Postale e
delle Comunicazioni dall’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto.
Solo nel primo semestre 2004 sono stati 91 i riferimenti italiani (si intende gli italiani, o parole italiane o linguaggio
italiano monitorati nelle chat e nelle BBS, giornali di bordo online) e in Italia (si intende i siti pedopornografici
allocati in server italiani) che sono stati formalmente denunciati all’autorità giudiziaria e debitamente oscurati dalla
Procura distrettuale di Catania. Di estrema utilità sociale, l’accompagnamento delle vittime, reali, da parte
dell’associazione Meter con 269 consulenze fatte nel 2003.
\Dice don Fortunato Di Noto: «Bisogna alzare, ora più che mai, il livello di azione di repressione e
bisogna colpire il livello superiore, la realtà pedocriminale che in una sorta di cupola virtuale agisce impunemente
sfruttando questa assurda preferenza e perversione sessuale lucrando sulla pelle dei bambini. Ormai il fatto si
conosce, le strategie di intervento devono essere indirizzate nell’individuazione delle vittime. Sono ancora pochi i
minori identificati, anche se l’Interpool dispone di circa 20 mila immagini, transitate su Internet, di bambini vittime
di abuso sessuale. Di questi 177 sono stati identificati nel 2003. Nel 2003 erano stati 30».
Dati internazionali
A livello Internazionale sarebbero 272.000 i siti pedopornografici scoperti e denunciati da organizzazioni
non governative (Meter, Innocence en danger, Save the Children, Ecpat Le Blocier e altre) e dal costante
monitoraggio delle forze di Polizia internazionale (Interpol, FBI e sezioni di Polizia Telematica dei diversi paesi).
Sono dati inediti tratti dalle interrogazioni alla Commissione Europea e dal Seminario Internazionale della Polizia
Svizzera tenutosi a Lugano nel settembre del 2003 e organizzato dalla Polizia Telematica Cantonale del Ticino,
che non ha smentito i numeri dei siti denunciati e presentati da Arnaldo Choy, vice-presidente del Movimento
Innocence in Danger (Parigi).
I dati, dettagliatamente analizzati, possono essere consultati sul sito www.bouclier.org.
Ecco l’info-grafico che offre ulteriori riflessioni su un fenomeno, quello della pedofilia e della pedopornografia
online, con caratteri complessi, drammatici, trasversali e transazionali.
261.653 i siti pedofili individuati
1996
1997
1998
19.096
Mafia
& 3.440
9.180
commerciali
I siti
817
918
1.245
militanti
Privati
43
102
415
Totale dei
4.300
10.200
20.756
siti
Fonte: studio di Bouclier dal 1996 al 2002
1999
28.054
2000
36.303
2001
143.031
2002
156.793
1.541
1.650
5.364
7.925
1.233
30.829
3.300
41.253
30.394
178.789
96.935
261.653
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Le Bouclier (letteralmente Lo scudo) è la prima organizzazione di lotta contro la pedofilia, fondata nel 1996 a
Parigi da Bernard Valadon per valutare l’importanza del fenomeno su Internet.
In sette anni di lavoro, dal 1996 al 2002, Le Bouclier ha identificato 261.653 siti pedofili. Ma, nonostante gli oltre
200 mila siti identificati, l’organizzazione lamenta una certa indifferenza, da parte delle istituzioni politiche e delle
forze dell’ordine che, secondo l’associazione tendono a minimizzare il fenomeno, mentre, considerate le cifre,
non si può più parlare di qualche caso isolato, ma di una vera organizzazione criminale e la dimostrazione
dell’esistenza di reti, a volte potenti, capaci di lobbyng, è ormai accertata.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI SITI PEDOFILI
II 52 % dei siti si trova in America del Nord. - Con oltre la metà dei siti recensiti, l’America del Nord – Stati
Uniti e Canada - detiene la palma dei siti pedofili: il 52% dei siti sono infatti installati fisicamente sulle macchine
d’oltre oceano.
Aumento recente dei paesi dell’Europa dell’Est - L’Europa arriva subito dopo l’America del Nord. Molti siti
detti russi sono installati su provider (operatori tecnici) negli Stati Uniti. La tendenza degli anni scorsi, che si
conferma, mostra tuttavia un aumento dei siti principalmente sul territorio russo, ma anche in altri paesi europei.
E lo sviluppo di Internet in Europa lascia prevedere un sensibile aumento dei siti pedofili nei prossimi anni.
Asia proporzionalmente indietro - I siti installati nei paesi asiatici sono proporzionalmente in calo costante
dopo il 1996, quando si nota una riduzione dei siti con i documenti pedo-pornografici e una quasi parità d’offerta
di documenti “soft”.
America Latina - Il numero dei siti recensiti non è significativo anche se si stima che quelli realmente
operanti siano il doppio di quelli individuati.
Africa e Medio Oriente - Pochi siti che riflettono la povertà delle infrastrutture. I siti identificati sono
tuttavia realmente e fisicamente nei paesi di queste due zone geografiche. Forte è il timore che lo sviluppo di
Internet sarà accompagnato anche qui da una crescita del numero dei siti, favorita per l’Africa in particolare dalla
corruzione oltre che dall’assenza di leggi e di mezzi tecnici.
Una crescita costante, allarmante e senza ostacolo - Con un aumento di oltre il 46% del numero dei siti,
l’allarme lanciato da più parti dalle organizzazioni di tutto il mondo viene confermato in modo drammatico e si
unisce alle osservazioni del National Criminal Intelligence Service inglese che annuncia una crescita nettamente
più elevata di quella rilevata (+ 64%).
I GRUPPI PEDO-CRIMINALI SU INTERNET
Tre gruppi si dividono gli abusi dei bambini. Si tratta dei siti gestiti dalla mafia e quelli commerciali, i siti
militanti e i siti dei privati:
1996
1997
1998
Mafia
& 3.440
9.180
19.096
commerciali
I siti
817
918
1.245
militanti
Privati
43
102
415
Totale dei
4.300
10.200
20.756
siti
Fonte: studio di Bouclier dal 1996 al 2002
1999
28.054
2000
36.303
2001
143.031
2002
156.793
1.541
1.650
5.364
7.925
1.233
30.829
3.300
41.253
30.394
178.789
96.935
261.653
1 • mafia e siti commerciali: 156.793 siti
Si assiste a una autentica esplosione dei siti commerciali, spesso gestiti dalla mafia tradizionale, a volte vicina ai
centri politici (Fonte: Le Bouclier). Foto e video mostrano stupri di bambini che i navigatori della rete possono
acquistare.
Tra le sequenze dei bambini molti hanno tra i 4 e i 6 anni
2 • nebulose filosofiche e settarie: 7.925 siti
E’ il nome dato al gruppo che racchiude tutti quei siti dove non si trovano documenti pornografici, ma testi,
messaggi, testimonianze e ogni genere di dichiarazione. La maggior parte di questi siti sono frequentati da
individui che sono già stati condannati per atti di pedocriminalità, alcuni vivono con minori. Non mancano i teorici
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né gli adepti. Qualunque sia la lingua, il principio è lo stesso con delle piccole varianti: “la sessualità del pedofilo
e quella del bambino sono identiche, soltanto la società e i genitori impediscono lo sviluppo dell’uno e dell’altro”.
Il numero di questi siti inferiore rispetto a quelli gestiti dalla criminalità non deve ingannare: ci sono centinaia di
migliaia di pedofili che vi si collegano.
3 • la massa dei privati
« Non visto, non preso». Secondo questa logica, davanti allo schermo del proprio computer, tutto è permesso. Ed
è esattamente quello che succede in un numero sempre crescente di casi in cui sono dei privati a creare
« pagine Internet personali » o club che offrono collegamenti, possibilità di chattare o di inserire annunci gratuti.
Di questo tipo di siti privati ne sono stati identificati, per ora, 8.939. Ma questa cifra non riflette la reale ampiezza
del fenomeno che è senz’altro superiore.
Le segnalazioni dei siti pedofili da parte dei frequentatori della rete
Per mese
Gennaio 2002
787
Febbraio 2002
928
Marzo 2002
960
Aprile 2002
816
Maggio 2002
699
Giugno 2002
921
Luglio 2002
619
Agosto 2002
730
Settembre 2002
651
Ottobre 2002
807
Novembre 2002
651
Dicembre 2002
910
Per anno
2001
2002
Fonte : Le Bouclier, 2002
6455
9479
FILM HARD
Un florido mercato è garantito dai corpi abusati ripresi nei film hard, girati mentre l’abuso si compie,
pianificati nei particolari affinché certe scene ne aumentino il prezzo. Se la vittima muore dopo averla sottoposta
a strazianti agonie il prodotto è ancora più ricercato e costoso (sono i cosidetti snuff film). I pedofili
commissionano le pellicole pornografiche, o le girano loro stessi, perché in molti casi è immenso il desiderio che
hanno di immortalare gli abusi inflitti alle loro piccole vittime. Conservano le cassette gelosamente, come se fosse
il loro diario da condividere e apprezzare insieme ad altri pedofili: i soli che possono capire quell’orrore.
Il mercato della “chicken porn” o pornografia minorile conta circa 250 milioni di copie di video vendute in
tutto il mondo. Per non parlare dell’editoria hard, che vanta quasi 260 differenti tipi di riviste mensili. Diverse le
ipotesi che tentano di spiegare un mercato così fiorente: per alcuni, la pornografia minorile aumenta il desiderio
sessuale dei pedofili; per altri, ed è una spiegazione aberrante, è il cibo che ne appaga le ossessioni prevenendo,
in tal modo, l’abuso vero e proprio. Ma è soprattutto un giro di miliardi di euro.
IL 78% DEGLI ABUSI SESSUALI COINVOLGE BAMBINE
Dall’analisi del contenuto dei siti pedo-pornografici (1320 con una media di 44 al giorno), denunciati nel
2003 dall’Associazione Meter, emergono i dati, presentati al Parlamento Europeo il 28 settembre 2003, del
coinvolgimento di bambine nello sfruttamento sessuale e della loro tratta di esseri umani come merce.
Il campione visionato dagli esperti dell’équipe di Meter è rappresentato da 6682 foto con bambini sia di
sesso femminile che maschile: si tratta di 6682 soggetti coinvolti nel mercato della produzione pedo-pornografica.
In dettaglio il 78% (4430,4) è composto da bambine. L’età è compresa in media tra i 3 anni e i 11 anni, non di
rado si è verificato la presenza di neonati di sesso femminile (10 foto) di età compresa, verosimilmente tra i 2
mesi e un anno di età.
La ricerca ha individuato anche la provenienza territoriale, attraverso l’analisi somatica, delle bambine
sfruttate sessualmente:
• il 65% occidentale, con indirizzo dei Paesi dell’Est;
• il 15%, dato nuovo che segna una svolta per lo sfruttamento sessuale, bambine provenienti dai paesi
arabi;
• il 7% adolescenti provenienti dai Paesi Africani, il rimanente eterogeneo
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DONNE PEDOFILE IN AUMENTO
Nel vasto scenario di Internet sono in aumento quelle vengono definite “congreghe femminili pedofile”,
passate da 2 nel 2003 a 5 già all’inizio del 2004. Si tratta di associazioni pseudo-culturali di donne pedofile che
rivendicano il diritto di vivere, desiderare e cercare relazioni affettive e sessuali con bambini.
Un nuovo orientamento sessuale che vede le donne coinvolte, e che identifica il pedofilo non più solo con
il sesso maschile. «Non di rado – dice don Fortunato Di Noto – ci siamo imbattuti in foto (2% circa) raffiguranti
espliciti atteggiamenti sessuali tra minori e una donna adulta».
La pedofilia femminile - Non se ne parla ma esiste. Su questo argomento se ne sa veramente poco e
è
stato
scritto
in
merito.
poco
Parlare di donne pedofile non è né comune né semplice in quanto, nell’immaginario collettivo, il termine pedofilia
viene associato al sesso maschile, al quale è stato sempre affidato un ruolo attivo: la pedofilia è infatti azione. E’
considerata quindi, come la maggioranza delle parafilie, una patologia rara nel sesso femminile. Infatti,
contrariamente a quanto si pensa, complice la mancanza di informazione, la parafilia colpisce anche le donne,
contraddicendo il tradizionale giudizio clinico che ha sempre sostenuto la rarità delle perversioni nelle donne. E’
difficile tracciare un quadro completo e ben delineato del fenomeno pedofilia femminile. Essa, come quella
maschile, si cela all’interno delle mura domestiche, tra segreti, sentimenti di amore-odio e rapporti pericolosi. Ma
esattamente come succede per i pedofili maschi, le donne pedofile evadano dalla comune realtà ricercando
altrove gli oggetti dei loro spasmodici e incomprensibili desideri: i ninos de rua, i bambini di strada. Come di
consueto, quindi, per chi pratica la pedofilia, i soldi diventano lo strumento che compra il silenzio e
l’accondiscendenza dei piccoli. In questo senso, tra uomini e donne - pedofili - non vi è alcuna differenza. (Fonte:
la sociologa e criminologa, Nicoletta Bressan, socia dell’associazione Meter).
PEDOFILIA CULTURALE: LA NUOVA E GRAVE EMERGENZA
Una nuova e grave emergenza da fronteggiare è quella della pedofilia culturale: su Internet si stanno
diffondendo siti che descrivono la pedofilia come un’azione positiva, come manifestazione di amore verso i
bambini. Il pedofilo, secondo gli “ideologi” di questa nuova e aberrante emergenza, non è il mostro che violenta
un bambino, ma un uomo che ama il bambino e che desidera manifestare il suo affetto per lui anche con un
rapporto sessuale.
Nell’articolo “L’orco nascosto” apparso sul numero 43/2003 di Famiglia Cristiana si parla di questa “nuova e grave
emergenza rappresentata dall’espandersi della pedofilia culturale. Aumentano quei siti che tentano di dipingere
un volto pulito della pedofilia, abbozzandone una sorta di giustificazione filosofica. Non sono perseguibili, ma
sono pericolosi: offrono auto-giustificazione; abbassano la consapevolezza di essere dei delinquenti; tolgono il
senso di colpa che impedisce a molti di passare dal mondo virtuale all’adescamento e alla violenza”.
E proprio con Internet, la pedofilia culturale ha trovato la sua totale e strutturata divulgazione. Dice don
Fortunato Di Noto: «I dati in possesso a livello nazionale e internazionale, pur soffrendo di incompletezza e
certezza statistica, a causa della trasversalità del fenomeno pedofilo, stimolano a una maggiore attenzione e a un
significativo intervento istituzionale, politico e sociale. Timidamente e con fatica si cerca di far comprendere la
perversa e insidiosa mentalità di questa nuova e grave emergenza. I numeri, i fatti e le vicende non soltanto
danno ragione, ma incutono una seria preoccupazione. La lotta alla pedofilia non deve più essere soltanto
repressiva, ha bisogno invece dell’azione preventiva, informativa e di un gravoso supporto di accoglienza delle
vittime e di aiuto terapeutico agli abusanti. Inoltre bisogna elaborare un piano contro l’insidiosa cultura pedofila,
ritenuta molto più pericolosa perché genera giustificazione e tolleranza e non sensi di colpa».
E’ necessaria poi anche una stretta collaborazione tra le associazioni antipedofilia e i Ministeri competenti, come
ha già ribadito il Ministro Stefania Prestigiacomo su La Sicilia il 4-11-2003: “Non si deve demandare a terzi – ha
dichiarato il ministro – quanto invece deve essere fatto dallo Stato. Le associazioni antipedofilia saranno
essenziali, grazie alla loro esperienza, per tutte le attività di supporto, a partire dall’assistenza delle vittime degli
abusi”.
Da questi presupposti è nato CICLOPE (acronimo di “Comitato Interministeriale di Coordinamento per la Lotta
alla Pedofilia”) e il Primo Piano di Prevenzione e Lotta alla Pedofilia, presentato il 3-10-2003, a Palazzo S.
Macuto a Roma.
A pagina 50 del Primo Piano Nazionale di contrasto e prevenzione della pedofilia (promosso da Ciclope) si
descrive così la nuova emergenza sociale: “Da più parti è denunciata la presenza di una forte lobby pedofila, ben
radicata sia in Italia che all’estero, composta da comunità strettamente legate tra di loro ”.
STUDIO DELL’ASSOCIAZIONE METER SULLA PEDOFILIA MONDIALE
Ecco una sintesi dei dati, elaborati dopo un’intensa attività di analisi e di studi della pedofilia mondiale,
fornita dall’associazione Meter e pubblicata in uno studio scientifico nel Nuovo Dizionario di Bioetica, ed. Elleci, a
cura dell’Istituto di Bioetica e sessuologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “S. Tommaso” di Messina:
•
552 organizzazioni e associazioni di “rivendicazione dei diritti dei pedofili” (tra cui 12 italiane). Dal
1995 al 2003 sono aumentate vertiginosamente del 200%.
8
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•
5680 soggetti quotidianamente scrivono sui Forum e BBS specializzate per elaborare una
“strategia planetaria di accettazione dei pedofili e del consenso del bambino” (il dato analizzato è
tra giugno e agosto 2003);
• 3 associazioni religiose per “rielaborare una teologia del pedofilo”;
• 5 associazioni di donne pedofile “per manifestare universalmente l’amore alle bambine senza
vergogna e con delicatezza”;
• oltre 500 Agepedo (sigla per agenzie di pedofili) che offrono consulenza e sostegno giuridico e
psicologico ai pedofili;
• 1 radio online per la pedofilia libera;
• 3 database online di studi e ricerche per l’accettazione della condizione dei pedofili e del loro
orientamento sessuale e l’esplicitazione dello stesso;
• 5 siti cartoons di produzione e divulgazioni per pedofili;
• 2 riviste pedofile internazionali;
• 5 libri scritti dalle organizzazioni scaricabili online;
• 2 siti specializzati per la produzione e la vendita di magliette, gadget, banner pro causa pedofila;
• 1 agenzia di stampa per la pedofilia;
• 3 celebrazioni annuali per l’orgoglio pedofilo e la “giornata del boylove day”;
• 5 portali “madre” di raccolta nuovi adepti;
• 62 sigle di individuazione (vezzi e acronimi);
• 5 Chat e Webring
Questi i parziali numeri e dati di associazioni e di siti pedofili, redatti da singoli che promuovono la causa
pedofila che, in 7 anni, dal 1996 al 2003, hanno avuto una crescita esponenziale del 200%. Sono uno spaccato
inedito e inusuale su come il forte “corporativismo pedofilo” è vivo e vegeto e risulta insidioso. Non a caso si
appellano con i più svariati nomi: “Puellula”, “DPA”, “Il volto umano della pedofilia” (Il sito è stato denunciato
all’FBI, Interpol e Compartimenti Polizia Postale di Palermo e Roma il 02/08/2003, il giorno dopo la sua comparsa
in Internet. Gli autori, dichiaratisi pedofili, hanno diramato un comunicato stampa. Varie sono state le proteste
internazionali, ma è ancora ondine). Il sito Fronte Liberazione dei Pedofili, negli anni scorsi oscurato, è
ricomparso online ed è stato denunciato da Meter l’11 luglio 2003 alla Polizia Australiana, al Ministro dell’Interno
e alla Polizia Postale di Roma e Palermo.
«Questi siti – sottolinea don Fortunato Di Noto – rivelano che menti raffinatissime con forti relazioni con le
stratificazioni criminali nutrono questa ideologia e struttura perversa. Esistono siti dove vengono esaltati criminali
come Oskar Dirlewanger, un SS nazista con il rango di Obersturmfuhrer, definito nella biografia ufficiale
pubblicata sul sito olocausto.org, “uno dei prodotti più sanguinari di un regime inumano. Nel 1934 venne accusato
di aver abusato sessualmente di una bambina e condannato a due anni di prigione. Si macchiò di crimini, stragi e
saccheggi di inaudita violenza e brutalità” », E un sito dove si esaltava questo criminale nazista è stato
denunciato da Meter all’FBI, Interpol e Polizia Postale di Roma e Palermo il 28 agosto 2003.
La lobby pedofila culturale ha adottato dunque la strategia della “promozione dei loro diritti e della loro
naturale tendenza di attrazione e affettiva e sessuale nei confronti dei bambini” come l’ultimo tassello della
rivoluzione sessuale, come l’ultimo tabù da sconfiggere: “perché i bambini hanno il diritto a vivere la propria
sessualità e possono decidere di viverla con chi vogliono”. E per fare tutto questo le strategie propagandistiche
sono innumerevoli e subdole. I numeri presentati sopra dimostrano che il mondo della pedofilia ha una struttura
ben organizzata e connessa con chi attua la pianificazione politica, culturale e ideologica. L’impunità li ha spinti
anche a uscire allo scoperto: in rete, per la prima volta si presentano con nome e cognome.
La pedofilia come orientamento sessuale
C’è chi ha avanzato certezze sulla pedofilia non più malattia, ma soltanto orientamento sessuale, uno
status di diritto. L’Associazione psichiatrica americana (Apa), insieme a rami della scuola europea (cfr. l’inglese
Richard Green, in “Archivies of Sexual Behavior”, dicembre 2002) e italiana, ha ritenuto che la pedofilia dovesse
essere cancellata dall’elenco delle disfunzioni mentali e che gli stessi argomenti che avevano giustificato la
cancellazione dal DSM (manuale scientifico di diagnostica) dell’omosessualità dovevano valere anche per la
pedofilia. E così il consiglio direttivo dell’Apa ha tolto dal settore delle patologie la pedofilia: la pedofilia è un
disordine soltanto se il pedofilo soffre per la sua pedofilia.
Tutto questo, è ovviamente, normalizzazione, o tentativo di normalità, del fenomeno e della pedofilia. Il
tentativo di normalizzare la pedofilia passa dall’accettazione culturale del seguente concetto: i pedofili non sono
nemici dei bambini, anzi, possono fare il loro bene.
Basta leggere il sito AgeeTaboo inserito online a settembre 2003 e oggi ancora attivo per avere un’idea.
AgeTaboo è uno dei vari siti che si inserisce nel panorama della pedofilia culturale. In particolare, è un sito gay
dove si dà la piena libertà, a chi lo visita, di ammettere quale potrebbe essere la sua vera “label” (etichetta),
preferenza sessuale. Quanto descritto nel sito rientra nei parametri e nelle modalità dei contenuti che la pedofilia
culturale, divulgata dai numerosissimi siti presenti in Internet, propone da tempo.
In tal senso, AgeTaboo invita i visitatori a riflettere se essi siano: gay, bisexual, boy lover, pederasti o pedofili;
oppure, se essi manifestano la preferenza per più di un orientamento sessuale. Ovviamente, viene precisato che
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“la cosa più importante è ricordare che non si è molestatori di bambini”, nel momento in cui il visitatore-gay
comprende se è attratto da giovani, la cui età è inferiore alla sua, o addirittura da adolescenti o da bambini.
L’accento sull’età, quindi, viene posto e sottolineato in più punti, proprio per aiutare il visitatore a
comprendere quale sia, da gay, la sua reale preferenza. E viene ribadito che, capire questo, non significa essere
individui “patologici, dipendenti o incontrollabili”. Infatti, si ricorda che anche gli eterosessuali possono mostrare
attrazione per i minori, tanto che, secondo stime riportate in AgeTaboo, si legge che dal 17% al 25 % di
eterosessuali avrebbero relazioni più intense con le bambine, in particolare in fase prepuberale, che con le
proprie donne. E questo dimostrerebbe come il “sexual feeling”, il feeling sessuale, evolverebbe nel tempo in
modo diverso, da persona a persona, senza conoscere con certezza quanti individui, nella totalità della
popolazione, siano eterosessuali, gay, bisex o pedofili-pederasti.
AgeTaboo, quindi, è definito come “il posto adatto per il giovane maschio attratto dai ragazzi, anche da chi ha
un’età inferiore alla propria” e che, a causa di questo, potrebbe rivolgersi ad altri siti di organizzazioni di giovani
gay, nel tentare di trovare una comunità di appartenenza. Significativa, infatti, è l’attenzione dedicata ai contenuti
classici dei siti che promuovono la pedofilia culturale, mettendola in luce con forza, come una “cultura differente
da quella socialmente diffusa”. Alcuni di questi temi sono la ripresa dei miti classici, a cui chi difende la pedofilia
fa riferimento; da qui, l’importanza del benessere del pederasta; la stigmatizzazione che egli vive; la sua visione
del sé; e il pericolo, sempre in agguato, di cadere vittima di depressione e suicidio. Da qui, l’importanza di un sito
come questo nel fornire, a chi lo visita, la possibilità di credere di non essere il solo.
Si tratta di una nuova emergenza che si aggiunge a quella della pedofilia attiva e della pedopornografia
online che coinvolge ormai bambini in tenera età, talvolta neonati. «Nuove emergenze sociali – aggiunge Di Noto
– che in alcuni casi sono risultati emergenze criminali, i cui risvolti sono estremamente pericolosi e
destabilizzanti».
Dal 1997 su sollecitazione di diverse associazioni che da sempre fungono da battistrada sociali, l’Italia ha
varato nuove normative, e ha investito risorse sul fronte della lotta e prevenzione sul fenomeno pedofilia.
Di fondamentale importanza è la legge 269/98. Il 13 gennaio 2004 è stato presentato alla Camera dei Deputati il
disegno di legge “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia
anche a mezzo Internet” (circolare n. 4599).
Le rotte del traffico e la catena dello sfruttamento
La merce oggetto del business è venduta e sfruttata, ma non soltanto in loco. E’ anche trasportata e
consegnata a chi la richiede perché sia immessa in un mercato che collega il paese di provenienza con quello di
destinazione. La catena dello sfruttamento è ben organizzata. Si chiama crimine internazionale. Le
organizzazioni criminali – come le Triadi cinesi, la Yakuza giapponese, la mafia europea centro-orientale –
rapiscono i bambini dai campi profughi in Asia, Africa, dalle strade delle grandi metropoli ovunque nei cinque
continenti, dai villaggi più poveri dispersi sulle montagne. Grazie ai contatti di cui dispongono, si procurano con
facilità documenti falsi e fanno arrivare la merce a destinazione. Dove? In un paese occidentale, in cui i bambini
sono risucchiati nei circuiti criminali paralleli - prostituzione, spaccio di droga, furto, accattonaggio, lavoro nero - e
schiavizzati. In genere, l’anello del network che strozza la vita di centinaia di minori, è proprio quello dei traffici
pedofili. Uomini molto ricchi, sono pronti a pagare profumatamente pur di possedere un bambino, alimentando in
tale modo uno smisurato giro d’affari. Sempre di più, comunque, chi abusa è anche gente appartenente al ceto
medio. Inoltre, diversamente dalle droghe o dalle armi, i bambini, le donne, possono essere venduti parecchie
volte, sono prodotti di un commercio sopranazionale che genera miliardi di dollari e che opera con buone
possibilità d’impunità.
In Asia, le rotte del traffico sono: dalla Thailandia e dalle Filippine, verso l’Europa occidentale, passando
dalla Russia, dalla Polonia e dall’ex Cecoslovacchia, o verso gli Usa, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda.
Ma giovani donne e ragazze sono vendute dalla Thailandia anche in Africa meridionale, via Singapore, mentre i
bambini da molte nazioni africane sono venduti in Asia Sud-Orientale, via l’Africa meridionale. I bambini sono
venduti anche dalla Cina in Thailandia, e dalla Corea e dal Vietnam in Cina. Ci sono rapporti non confermati di
giovani filippini venduti in luoghi insospettabili come Africa, Papua, Nuova Guinea e Guatemala. In questo caso,
l’ultima destinazione è probabilmente il Canada o gli Usa. Esiste il traffico di bambini anche dal Paraguay al
Brasile e viceversa. Complici in questo caso gli scarsi, e quanto mai superficiali, controlli dell’immigrazione alla
frontiera Paraguay - Brasile. Le autorità, infatti, non chiedono le carte di accompagnamento per i bambini che
sono da soli o per gli adulti che viaggiano con bambini piccoli (Fonte: Le Bouclier).
Spesso le ragazzine sono reclutate con false promesse lavorative o con l’inganno del matrimonio. Come
accade a giovani donne che dalla Romania e dalla Moldavia vengono portate fino in Asia con la promessa di
lavori onesti, mentre in realtà vengono costrette a lavorare come prostitute.
Un rapporto del 2003 redatto dalla Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite evidenzia come l’Africa
meridionale sia diventata un mercato fertile dal quale comprare bambini da avviare alla prostituzione in Africa,
Europa e Asia. Bambini dall’Angola, Mozambico, Senegal, Kenya, Etiopia e Uganda sono costantemente rapiti e
venduti, per essere prostituiti sulle strade di Johannesburg e Cape Town. Le bande criminali coinvolte non sono
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esclusivamente africane (Angola, Congo e Nigeria per lo più), ma anche bulgare, russe, cinesi e tailandesi. I
gruppi di ufficiali dell’Onu incaricati di investigare, hanno rilevato fame diffusa, povertà e forme di apartheid, tutti
elementi che contribuiscono al proliferare di tali attività criminali. Le stesse disperate condizioni di vita spingono
spesso i parenti delle vittime a venderle al mercato del sesso, per poter sopravvivere. Altri bambini, orfani di
genitori malati di Aids, si prostituiscono per le strade nel tentativo di racimolare soldi per mangiare (sono circa
600 mila i bambini che hanno perso i genitori per questa malattia).
In Europa, invece, le rotte che coinvolgono i minori nel traffico internazionale sono: dall’America Latina
all’Europa; dal Sud-Est asiatico al Nord Europa; e la formazione di un mercato interno europeo, caratterizzato da
movimenti Est-Ovest. Da alcune fonti sembrerebbe che non meno di 15 mila minorenni russe siano rinchiuse nei
bordelli, di cui il 5% con meno di 5 anni; e circa 100 mila “intrattenitrici” thailandesi e filippine “lavorino” in
sofisticati locali di nazioni asiatiche avanzate.
Tuttavia le rotte del traffico variano secondo le circostanze o i fattori locali di offerta e di domanda. Non
basta più dire che le vittime sono portate dai paesi poveri a quelli più ricchi. In molti casi infatti la direzione o il
flusso può sembrare illogico. Per i trafficanti inoltre, vale la pena di notarlo, è vantaggioso tenere comunque le
loro vittime in un ambiente straniero in cui non soltanto sono vulnerabili perché sono entrate in modo illegale, ma
anche perché sono in difficoltà poiché non conoscono la legge, la cultura e la lingua del paese.
I bambini possono essere spostati o all’interno di un Paese oppure oltre le frontiere nazionali per il
mercato internazionale. Il traffico dei bambini all’interno del paese, meno diffuso di quello oltre frontiera, avviene
dalle campagne alle aree urbane. Tuttavia i bambini possono essere presi anche dalle zone turistiche o dalle
zone abitate dagli operai che, per lavoro, sono costretti a vivere lontano da casa (come per esempio campi
petroliferi, cantieri, fermate dei camion, porti o basi militari). Inoltre i bambini che sono stati portati oltre frontiera
continuano poi ad essere spostati anche all’interno del paese per evitare di essere scoperti.
Il traffico oltre frontiera può coinvolgere tre paesi: il paese d’origine (cioè da dove i bambini sono presi
illegalmente), il paese di destinazione (quello che riceve i bambini) e il paese di transito (non la destinazione
finale, ma piuttosto un punto di entrata in un altro paese o altra regione).
Alcuni paesi possono rientrare in tutte e tre le categorie. Il Guatemala, per esempio, può essere considerato un
paese d’origine, poiché i bambini sono stati trasportati nel vicino Messico o negli Stati Uniti. Ma è anche un
paese di destinazione per alcuni bambini che vengono da El Salvador, Honduras e Nicaragua. Ed è un paese di
transito per i piccoli che vengono dai paesi vicini del centro America verso gli Usa.
Secondo i rapporti dell’Onu, anche il processo di rimpatrio può traumatizzare un bambino che è stato
portato oltre frontiera e “salvato”. Questo perché i bambini vengono spesso trattati come dei criminali. Sono
considerati colpevoli di avere violato la legge in quei paesi che criminalizzano chi pratica la prostituzione (vittime
due volte) e sono considerati colpevoli anche di avere violato le leggi sull’immigrazione perché sono entrati in un
paese illegalmente. Inoltre possono essere soggetti a prigione o a riabilitazione prima di essere mandati di nuovo
al loro paese d’origine. C’è anche la possibilità che una volta ritornati nel loro paese d’origine, vengano puniti di
nuovo perché, secondo le leggi e le politiche dei loro paesi, sono emigrati illegalmente.
E’ necessario applicare più umanamente le leggi e le politiche di immigrazione nel caso dei bambini
vittime del traffico pedofilo, così come sono necessari accordi per una cooperazione internazionale.
Qui si chiude la catena, ma chissà quanti altri tasselli questo squallido mercato nasconde. Se moltissimi minori, di
differenti nazionalità, sono portati da Est a Ovest e nelle rotte interne, significa che c’è una complicità che va ben
oltre a quella dei genitori ridotti alla miseria o dei pedofili assetati di nuova “merce”. Significa che ci sono molte
persone che credono che un bambino possa essere ceduto e sfruttato e si organizzano perché questo avvenga.
Il business della pedofilia è un mercato mondiale sommerso e, per molti versi sconosciuto, dove i soldi ordinano,
decidono e giustificano orrori inimmaginabili.
Il turismo sessuale
Il turismo sessuale è fondatamente considerato il massimo fattore responsabile del fatto che oltre tre
milioni di bambini vengano costretti a prostituirsi. Di questi, 500 mila vivono in Brasile e il resto soprattutto
nell’Asia meridionale e orientale. Il giro d’affari di questo mercato si aggira attorno ai cinque miliardi di dollari e i
clienti provengono dai paesi più ricchi della Terra: Stati Uniti, Germania, Giappone, Australia, Regno
Unito…Questa inqualificabile attività criminale ha assunto dimensioni globali a partire dagli anni ‘70, con la
crescita economica dei paesi industrializzati, l’abbassamento dei costi dei biglietti aerei e le mille offerte dei tour
operator. Così oggi, in poche ore, i turisti del sesso possono raggiungere il Brasile, la Thailandia o le Filippine,
dove la miseria spinge migliaia di famiglie, spesso anche tratte in inganno, a cedere i propri figli agli intermediari
dei bordelli. Le cause dell’offerta di prostituzione infantile sono da cercarsi quasi esclusivamente nella povertà.
Nella stragrande maggioranza dei casi, i bambini provengono da località remote dell’interno di questi paesi. Qui
sono stati comprati ai loro genitori per cifre irrisorie da intermediari che, di solito, dichiarano di volere il bambino
per impiegarlo in città come personale domestico. Per la famiglia è una bocca in meno da sfamare e un piccolo
capitale inaspettato; per il bambino il quasi sicuro approdo, in pochi giorni, in un bordello. Come negli altri rapporti
economici Nord-Sud, quanto più povero è il paese di origine, tanto più alto è il beneficio ottenuto con
l’esportazione del bambino.
Nelle zone più remote di confine tra Thailandia, Birmania e Cambogia, si è sviluppata una economia
criminale che si basa sui traffici di droga e di bambini destinati a rifornire le case chiuse frequentate dal turismo
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internazionale. Ma ovviamente il fenomeno della prostituzione infantile non riguarda soltanto i ricchi turisti
occidentali.
In Brasile, Venezuela e Colombia, esistono bande specializzate nell’acquisto o sequestro di bambine per
rifornire i bordelli dei centri minerari in Amazzonia.
Sui paesi arabi non si hanno notizie certe, ma è noto il traffico di bambini razziati in Sudan ed esportati
come schiavi. Anche i mille conflitti dell’Africa offrono il pretesto per il sequestro di bambini che diventano prima
schiavi sessuali dei vari eserciti, e poi, se sopravvissuti, si trasformano in baby-soldati.
L’Interpol sta seguendo da anni questo spaventoso fenomeno e ha tracciato una mappa che mette in
risalto i paesi di origine dei pedofili, le destinazioni privilegiate, la criminalità organizzata e l’uso dei moderni
mezzi telematici, come la rete Internet, che agevolano il collegamento tra l’offerta e la domanda. Il giornalista
tedesco Dirck Schumer ha definito coloro che praticano la pedofilia all’estero “predatori di bambini”, e ha
pubblicato nel 1998 un'inchiesta-choc che ha svelato i meccanismi che portano persone dalla vita per così dire
“regolare” ad essere pedofili lontano da casa. Esiste un nesso, è stato rilevato dagli esperti internazionali, tra la
diffusione del turismo sessuale nel Sud del mondo e i casi di pedofilia criminale registrati ultimamente in Europa.
Chi in un posto lontano da casa sa di avere diritto di vita o di morte su un bambino, importa a casa propria un
meccanismo psicologico difficile da controllare.
Secondo dati del Governo federale tedesco, in Germania sono circa 50 mila le persone che consumano
regolarmente pornografia infantile e che si recano all’estero in località dove l’offerta di questo tipo di perversione
viene soddisfatta senza grossi rischi.
Nei bordelli di Pattaya o di Manila, l’assistente sociale belga France Botte (autrice de “La notte dei
coccodrilli”), ha intervistato baby-prostitute di 8-10 anni con i corpi martoriati dalle bruciature di sigarette o
addirittura con piccole mutilazioni sessuali. In Brasile, il giro della prostituzione infantile si nutre dei “ninos de rua”,
i bambini di strada che a migliaia si aggirano senza fissa dimora nelle metropoli del paese. Qui è facile trovare
bambine di otto anni che si prostituiscono sotto il controllo di protettrici dodicenni. Questi bambini, che spesso
non risultano nemmeno all’anagrafe, vivono una breve vita d’inferno presto consumata da malattia e violenze, e
la loro scomparsa non viene nemmeno registrata. Molto spesso l’unica via di fuga per questi piccoli è la droga dei
poveri, la colla da calzolaio e il crack.
Da rilevamenti fatti a campione in Thailandia, circa il 50% delle baby-prostitute sono state contagiate dal
virus HIV ed è prassi comune che quando cominciano a farsi notare i primi sintomi della malattia vengono
eliminate senza lasciare traccia.
Tra le organizzazioni più attive nella lotta contro la pedofilia e lo sfruttamento e traffico dei minori a fini
sessuali, l’Ecpat è una rete globale di organizzazioni e di individui diffusa in 50 paesi di tutto il mondo. La sede
principale è a Bangkok.
Ecco i dati del fenomeno registrati da Ecpat nel 2000 e riferiti da Josephine de Linde, presidente di Ecpat
International: “In Asia lo sfruttamento sessuale di bambini a fini commerciali si divide in due categorie: i maschi
locali clienti di bambini prostituiti (Bangladesh) e il cosiddetto “turismo sessuale”, i cui clienti provengono dai
paesi occidentali e che ha come principale destinazione Goa e Sri Lanka”. “Inoltre – aggiunge Josephine de
Linde - delle 900 mila prostitute che lavorano in India, il 30% sono minorenni. Un gran numero di queste
provengono dal Bangladesh, Pakistan e Nepal. La prostituzione infantile ha conosciuto una espansione negli anni
‘70 e ‘80 nelle Filippine, come conseguenza della presenza della Marina Americana, dello sviluppo del turismo di
massa insieme ad un aumento della povertà e degli spostamenti della popolazione. L’Interpol stima che circa
l’80% della pedopornografia presente nei siti commerciali provenga dal Giappone, mentre la pornografia infantile
è spesso ritenuta come un problema dei “paesi sviluppati”, sono però i bambini dei paesi in sviluppo che sono
sfruttati per fare questi film”.
“In Africa – continua la presidente Ecpat International – sono tre i fattori che alimentano lo sfruttamento
sessuale dei bambini: i conflitti armati, il turismo e le pratiche culturali locali. In Kenya, il deterioramento delle
condizioni socioeconomiche, le infrastrutture turistiche adeguate, i pacchetti turistici a buon mercato, la
corruzione della polizia e circa 45 mila bambini di strada, forniscono tutti gli ingredienti per lo sfruttamento
sessuale di minori a fini commerciali. L’aumento della domanda di bambini sempre più piccoli è la conseguenza
della diffusione dell’AIDS e della tragica, erronea credenza secondo cui i bambini sono più immuni dal virus.
Ricerche in America Latina indicano che esiste un numero crescente di bambini nelle strade che si prostituiscono
per sopravvivere. Molti di questi bambini sono vittime di abusi dai loro stessi familiari o parenti e pensano di
cavarsela meglio nella strada.
Nell’America del Nord il rifornimento di bambini all’industria del sesso è associato allo sfascio delle
famiglie, ai bambini senza casa e all'uso di droga.
Nell’Europa Centrale e nell’Europa dell’Est è sempre più evidente che i bambini sono preda di bande
criminali e di trafficanti a fini sessuali. I bambini in campi profughi sono particolarmente vulnerabili. Nell’Europa
dell’Ovest c’è una crescente preoccupazione per bambini che vengono sfruttati sessualmente da adulti che
dovrebbero invece averne cura”.
Questo sintetico, ma agghiacciante resoconto illustra non solo la vastità del problema, ma anche le tante
e svariate forme in cui si sviluppa lo sfruttamento sessuale di minori a fini commerciali e mostra anche il perché
sia così difficile da eliminare”.
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Negli ultimi anni la sensibilità dei paesi di provenienza dei pedofili è largamente aumentata a partire delle
campagne coordinate proprio dalla Ecpat (End Child Prostitution And Trafficking), il principale network
internazionale attivo su queste problematiche.
La Svezia ad esempio, ha spedito poliziotti e assistenti sociali nelle città più colpite del fenomeno in Asia.
Questo principio rivoluzionario sposta la responsabilità penale dal paese dove si commettono i reati al paese di
residenza, dando una dimensione internazionale a una tipologia di crimine che difficilmente viene perseguita
dove la corruzione aiuta le persone a sfuggire alle proprie responsabilità.
LE CIFRE DEL TURISMO SESSUALE
(Stime indicative del traffico di prostituzione infantile)
Baby prostitute/i
PAESE: Meta turistica
N. baby prostitute/i
Quanto costano
Minori sfruttati sessualmente
300.000
10/40$
in Thailandia
Minori sfruttati sessualmente 500.000
5/30$
in Brasile
Minori sfruttati sessualmente 1.200.000
5/40$
in Filippine
Minori sfruttati sessualmente 150.000
10/40$
in Nepal
Minori sfruttati sessualmente 600.000
10/30$
in Cina
Minori sfruttati sessualmente 70.000
30/60$
in Giappone
Minori sfruttati sessualmente 575.000
20/30$
in India
Minori sfruttati sessualmente 30.000
10/30$
in Rep. Dominicana
Minori sfruttati sessualmente 40.000
10/40$
in Pakistan
Minori sfruttati sessualmente 50.000
5/10$
in Russia
Minori sfruttati sessualmente 30.000
10/50$
in Sri Lanka
Minori sfruttati sessualmente 100.000
50/90$
in Taiwan
Minori sfruttati sessualmente 40.000
5/20$
in Vietnam
Minori sfruttati sessualmente 300.000
in Europa/Africa
STIMA MONDO
Oltre 3.000.000
Fonte: ECPAT 1997 (a volte la prestazione sessuale viene pagata con cibo, giocattoli e gadgets)
Pedofilo e cliente di turismo sessuale
Esistono delle differenze tra pedofilo e cliente di turismo sessuale: nel primo l’età si innalza (ha in genere
più di 25 anni) e gli episodi sono ricorrenti; nel 40% dei casi i pedofili che raccontano le loro esperienze su
internet hanno subito abusi in età infantile e arrivano a questo tipo di scelta sessuale “con molta sofferenza – dice
il presidente di Ecpat Italia, Marco Scarpati – mentre il cliente di turismo sessuale non ha coscienza di compiere
qualcosa di illecito e pensa di controllare la situazione, quindi è più pericoloso del pedofilo”. Sul web, clienti di
turismo sessuale e pedofili sono maschi nel 97% dei casi, un terzo dei quali omosessuali; il materiale sequestrato
dalla polizia è a contenuto gay nel 45% dei casi. E l’utilizzatore di internet è ancora più giovane di chi viaggia:
l’età scende a 18-35 anni, “con non pochi casi di 15-16enni che hanno foto o rapporti con bambini tra i 6 e gli 8
anni”, dice Scarpati. In questi reati la recidiva è altissima (75%), mentre negli altri reati contro la persona in
genere non supera il 30%. Nei contatti attraverso la rete, in particolare nelle chat, il cliente “è alla ricerca dei suoi
pari – nota il presidente di Ecpat Italia – Internet aiuta la creazione della comunità, il sentirsi normali all’interno di
un gruppo perché si coltivano tendenze condivise”. Comunque le chat non si svolgono mai in gruppo, ma “one to
one” e la stessa persona viene frequentata 2 o 3 volte alla settimana; i contenuti dei dialoghi vanno dalle amicizie
al commercio dei materiali pedo-pornografici, alla conoscenza delle regole e dei siti, fino allo scambio di
esperienze. In aumento anche il turismo sessuale femminile.
Bambini abusati e trattati come schiavi
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A Fortaleza e a di Rio de Janiero le bambine vengono rapite, vendute e portate nei garimpos: i
giacimenti diamantiferi dell’Amazzonia. Queste ragazzine sono costrette a vivere nei bordelli, dentro il cuore della
foresta amazzonica, completamente isolate e con poche possibilità di uscirne libere o vive. La loro età va dai 10
ai 20 anni. Sono sottomesse giorno e notte ai disperati che lavorano nei giacimenti, uomini abituati a qualsiasi
trattamento, come la curra (lo stupro di gruppo), come le frustate e il limone sulle ferite, come il fare abortire le
giovani a calci sul ventre o utilizzando i ferri da calza.
La violenza non cambia se ci si sposta sulle coste filippine o su quelle brasiliane o cubane. Fa lo stesso se si
tratta delle vie di Pietroburgo o di quelle Mosca o di Praga. L’orrore non cambia, forse i motivi: per moltissimi
bambini è la fame e la disperazione a spingerli ad affittare se stessi; per altri, sono stati gli adulti a decidere. A
volte sono gli stessi genitori che, conoscendo o ignorando la verità, li hanno venduti per alcune centinaia di dollari
alle cosiddette “donne pescatrici”. Oppure sono uomini senza scrupoli che, come predatori, si sono recati nei
villaggi dove vivono, o nelle fogne che li ospitano, e li hanno attirati, con dei pasti caldi e qualche spicciolo, per
poi rapirli. Da questo momento per i piccoli inizia una vita di soprusi: vengono educati al sesso da prostitute abili
nel mestiere, costretti a vivere ammassati in pochi metri quadrati, e a volte anche incatenati. I soldi che il
business della pedofilia assicura, giustificano tutti i maltrattamenti a cui i minori sono sottoposti, perfino quello di
rinchiuderli in grandi stanzoni per esaminarli come animali al macello, prima di cederli al migliore offerente.
Cinque miliardi di dollari, tanto fattura questo tipo d’industria dello sfruttamento sessuale dei minori, secondo le
stime dell’Onu.
L’Unione Europea
Da uno a tre anni di reclusione, fino a un massimo di cinque e dieci anni: sono le pene previste in una
Decisione del Consiglio UE (n. 68/2004) per la lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia
infantile. Secondo il Consiglio non soltanto i privati, ma anche le persone giuridiche dovranno rispondere dei reati
legati allo sfruttamento sessuale dei minori di 18 anni e alla pornografia infantile, due fattispecie generali che
spesso coincidono e si diffondono anche attraverso la rete Internet e la pratica del turismo sessuale. Le sanzioni
si applicheranno non soltanto a coloro che in vario modo costringono, inducono, traggono vantaggio o utilizzano i
minori a scopo di prostituzione, ma anche a quanti vendono, cedono, pubblicano, acquistano o possiedono
materiali a carattere pedopornografico. I reati compiuti a mezzo Internet saranno perseguiti indipendentemente
dalla dislocazione territoriale dei sistemi informatici che li consentono. L’orientamento programmatico del
Consiglio dell’Unione europea è quello di contrastare questi reati con tutti gli strumenti legislativi già adottati nella
lotta contro il crimine organizzato (sequestro dei beni, mandato di cattura europeo, cooperazione giudiziaria,
monitoraggio
di
Internet
ecc.)
e
di
fissare
delle
disposizioni
minime
di
riferimento.
Tra queste vi sono anche l’interdizione dalle attività professionali legate alla cura dell’infanzia, il divieto di
esercizio commerciale, e la perseguibilità dei reati commessi anche solo parzialmente nella giurisdizione
territoriale di uno Stato membro, indipendentemente dalla denuncia della persona oggetto di reato. Gli Stati
membri dovranno recepire le nuove indicazioni nei propri ordinamenti giuridici entro il 20 gennaio 2006, anche
attraverso l’autonoma adozione di misure penali contro le condotte di istigazione, favoreggiamento, complicità e
tentativo. Viene infine ribadita la necessità di adoperare tutte le misure già previste per la tutela delle vittime,
l’appropriata condotta processuale e le forme di assistenza a favore delle loro famiglie.
La Commissione Europea, punta anche sull’informazione ritenendo che la pratica della pedofilia nei paesi terzi
sia causata da problemi patologici individuali, ma anche da un diffuso atteggiamento di disprezzo più o meno
conscio verso le persone dei paesi più poveri. I pregiudizi negativi che descrivono tali società come caricature
dove tutto è permesso a chi ha soldi, cosa peraltro realistica in più di un caso, finiscono per legittimare azioni che
nessuna persona normale si azzarderebbe mai a giustificare nel proprio paese. In questo senso è rivoluzionaria
la legislazione che l’Italia ha approvato per perseguire al rientro in patria coloro che commettono reati di pedofilia
all’estero. Con la promulgazione della legge 269/98 se c’è una denuncia per pedofilia contro un cittadino italiano
all’estero, indipendentemente dall’esito dell’iter giudiziario locale, questo dovrà fare i conti con la giustizia italiana
al rientro. Purtroppo il limite di questa legge è la flagranza di reato. Di difficile interpretazione sono invece i dati
emersi dalla prima inchiesta sul turismo sessuale a danno dei bambini condotta dall’Unione Europea. Stupisce il
livello di informazione medio degli europei rispetto al grande riserbo, o forse pudore, che si ha verso questo
argomento. Il 94% del campione di cittadini della UE (ancora a Quindici) intervistato considera moralmente
inaccettabile il turismo sessuale, e il 63% ritiene che si possa evitare. Per quanto riguarda le cause dell'offerta, il
72% la collega alla povertà dei paesi del Sud del mondo, seguita dall’esistenza di reti criminali. Sulle soluzioni il
campione si spacca, il 38% tende alla repressione mentre il 36% alla prevenzione, infine, ben il 54% del
campione dichiara di essere disponibile a cambiare luogo di vacanze se scoprisse che si pratica la prostituzione
infantile. Finora sono state avviate campagne di sensibilizzazione nel Nord Europa, soprattutto sugli aerei che
viaggiano in Asia e in Brasile e sono stati finanziati diversi programmi di cooperazione destinati ad aiutare
bambini strappati alle reti criminali della prostituzione. Sono state costruite ad esempio case-alloggio per
accogliere i piccoli strappati alla malavita a Calcutta (India), Bogotà (Colombia), Olinda (Brasile) e Nairobi
(Kenya), ma si è ancora molto lontani dal raggiungimento di risultati concreti.
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Definizione di pornografia infantile
La Convenzione sui Diritti del Bambino definisce pornografia infantile “qualsiasi rappresentazione, con
qualunque mezzo, di un bambino coinvolto in esplicite attività sessuali reali o simulate o qualsiasi
rappresentazione delle parti sessuali di un bambino per scopi soprattutto sessuali” (questo può includere foto,
negativi, libri, film, videotape e file). Generalmente si parla di due categorie di pornografia: soft che non è
sessualmente esplicita, ma che riguarda immagini nude e seduttive di bambini e hard che si riferisce a immagini
di bambini coinvolti in attività sessuale. L’uso dei bambini nella produzione di pornografia è sfruttamento
sessuale.
Nuove tecnologie
Le nuove tecnologie hanno cambiato la natura della pornografia. Le macchine fotografiche digitali ed i
videoregistratori hanno reso la produzione più facile e meno costosa. Inoltre c’è anche un minore rischio di
essere scoperti perché con i nuovi mezzi non servono persone estranee che sviluppino le immagini come invece
accade con la fotografia convenzionale. E’ anche migliorata la riproduzione:le immagini digitalizzate infatti non
invecchiano e non perdono la loro qualità se vengono copiate. Con Internet poi, la distribuzione delle immagini
pornografiche è diventata più facile, meno costosa e più veloce. E mentre internet va oltre (bypassa) le frontiere
nazionali e le leggi, la scoperta e l’azione giudiziaria diventano sempre più difficili.
Ancora. Usando il software grafico digitale, è possibile unire due immagini in una, o distorcere o crearne
una completamente nuova: un processo denominato “morphing”: vale a dire che le immagini vengono ritoccate.
Immagini non pornografiche di bambini reali possono essere fatte apparire come pornografia, così da creare
immagini pornografiche di “bambini virtuali”.
Questa pseudo-pornografia solleva un insieme nuovo di domande e di questioni. Quanti anni ha quel
bambino virtuale? Si può parlare di crimine senza una vittima reale? Quale è il luogo criminale: dove l’immagine
è prodotta, dove l’immagine è ospitata, o dove l’immagine è vista?
Molte leggi di pornografia si occupano, purtroppo, soltanto dei bambini reali e degli eventi che sono
accaduti realmente. I difensori, quindi, possono sostenere che un immagine ritoccata non è reale e perciò non è
illegale.
Il mercato hard sbarca sui cellulari
La notizia viene da Web Interfree: il porno invade cellulari e palmari di ultima generazione e promette
“ottimi guadagni”. Si parla di 1,5 miliardi di dollari per il 2005 soltanto in Europa occidentale. Il trend è stato
confermato durante l’Adult Online Europe Forum, una conferenza internazionale svoltasi ad Amsterdam nel 2004
e interamente dedicata proprio ai modi di generare profitti attraverso la vendita di contenuti pornografici via
telefonino. I tempi per il porno mobile via cellulare sembrano.
Alcuni leader delle telefonia propongono già da tempo una sezione con foto di ragazze o modelle
seminude. Alcune compagnie telefoniche, hanno creato da poco una figura dirigenziale ad hoc, il “capo dei
servizi per adulti”. Per i grandi operatori di telefonia mobile, il mondo del porno potrebbe rappresentare una
enorme possibilità di business e apre un nuovo fronte di pericolo per la diffusione della pornografia e della stessa
pedofilia.
L’uso della pornografia infantile
La pornografia infantile non è soltanto immagini di bambini nudi. Esiste infatti un concreto collegamento
fra la pornografia dei bambini - virtuali o reali - e l’abuso sessuale nel mondo reale. L’uso più evidente della
pornografia infantile è:
• giustificare il comportamento del depravato come “normale”;
• convincere i bambini ad abbassare le loro inibizioni;
• ricattare un bambino;
• conservare la gioventù del bambino in un’immagine all’età che si preferisce;
• stabilire un contatto con altri pedofili;
• ottenere l’ingresso in bordelli riservati;
• produrre guadagno commerciale.
Il Wonderland Club era una rete di pedofili che operava in almeno 12 paesi. L’insieme dei membri era
limitato; per farne parte, i nuovi membri venivano controllati e dovevano possedere almeno 10.000 immagini di
pornografia infantile diverse dalle immagini già in possesso dai membri. Per meno di 100 dollari al mese ai soci
era permesso di accedere ai files pornografici.
Non tutti i pedofili hanno una collezione di pornografia infantile, molti però considerano la loro collezione una
delle cose più importanti nelle loro vite e spendono molto tempo e denaro per questo. Secondo l’Interpol, i pedofili
sono soliti fare registrazioni dettagliate e ordinate delle loro collezioni che poi desiderano mostrare ad altri quasi
in cerca di un consenso ai loro sforzi.
•
Che cosa rende i bambini vulnerabili allo sfruttamento sessuale?
La povertà
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La povertà può essere un catalizzatore principale, ma non può spiegare adeguatamente lo sfruttamento sessuale
commerciale dei bambini. Molti bambini nati da famiglie povere non entrano nel commercio del sesso, mentre
molti bambini le cui famiglie non sono impoverite entrano nel commercio del sesso. Lo sfruttamento sessuale dei
bambini avviene sia in paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati .
• L’abuso domestico dei bambini e la trascuratezza
Si ritiene che quasi l’80% dei bambini sfruttati nell’industria commerciale del sesso soffrano di abuso psicologico
o fisico presso le loro famiglie e molti di più hanno sofferto di una qualche forma di aggressione sessuale da un
membro o da un amico della famiglia.
Alcuni bambini, che hanno partecipato nel 1998 al “Summit internazionale della gioventù sessualmente sfruttata”,
hanno raccontato di essere entrati nel commercio del sesso quando uno o entrambi i loro genitori hanno detto
chiaramente che erano nati senza che loro lo avessero voluto. Alcuni hanno spiegato la loro scelta di prostituirsi
come un grido di aiuto e un desiderio di amore
• La guerra
I bambini spesso sono separati dai loro genitori nel caos delle guerre, della fuga e dello sradicamento dai loro
luoghi di origine; altri diventano orfani. I bambini soli sono particolarmente vulnerabili sia al rischio di abuso che
di sfruttamento sessuale. L’intensificarsi dei conflitti armati nel mondo ha fatto crescere il numero dei bambini
che sono facile preda degli sfruttatori.
Molti bambini scomparsi sono stati segnalati dai campi profughi in Kosovo, così come in Africa. Molti bambini
sono stati prelevati dalle situazioni di conflitto per lavorare nei bordelli di Myanmar (Birmania) in Thailandia e
dalla Georgia in Turchia.
In Colombia esistono rapporti di ragazze di dodici anni coinvolte in attività sessuali con forze paramilitari come
mezzo di protezione. In Messico, 2 ragazze del Guatemala, di 10 e 12 anni, si prostituivano con i soldati nelle
caserme delle città di frontiera.
• Il consumismo
In molti paesi sviluppati i giovani sono spinti alla prostituzione non soltanto perché cercano di fuggire dalla
povertà, ma anche perché, pur facendo parte della classe media, pretendono un reddito più alto. Entrano nel
commercio del sesso perché sono confusi dalla prospettiva di guadagnare molto di più e più rapidamente. Sono
attratti dalla pressione dei coetanei o dal potere della pubblicità che impone prodotti di marca costosi. In alcune
isole Fiji, per esempio, ci sono casi di bambini che si prostituiscono intorno al Natale per guadagnare soldi per i
regali.
• Orfani dell’Aids
Secondo dati Unicef del 2000, 10,4 milioni di bambini africani con meno di 15 anni hanno perso le loro madri o
entrambi i genitori per l’Aids. Secondo l’associazione Terre des Hommes, presto l’Asia supererà l’Africa in
termini di numeri assoluti di persone infettate. Sono proprio i bambini orfani, carichi di responsabilità per accudire
i fratelli minori, che sono più vulnerabili allo sfruttamento sessuale.
• Vivere per strada
In molte città dell’America centrale o meridionale si possono trovare bambini nelle strade. Questi spesso si
prostituiscono per sopravvivere e i loro guadagni, paragonati a quelli di altre forme di prostituzione, sono molto
più bassi. A Ciudad Juarez, una città di frontiera nel Messico, i bambini di strada - di solito i ragazzi hanno tra i
12 e i 17 anni - lavorano occasionalmente nel commercio del sesso per vivere o per pagarsi la droga. Situazioni
simili si possono trovare in Europa orientale. In Bielorussia, per esempio, i bambini che si sono allontanati da
casa, sono presi alle stazioni ferroviaria e venduti nei bordelli locali. In Romania si stima che il 5% dei bambini
senza casa siano vittime di sfruttamento sessuale commerciale.
Discriminazione/Origine etnica
In uno studio recentemente commissionato dall’Ecpat sulla prostituzione infantile nella Thailandia del
Nord, bambini “hilltribe” sono stati identificati come uno dei gruppi maggiormente a rischio di entrare nel
commercio del sesso. Questo è dovuto soprattutto al fatto che è loro negata la cittadinanza thailandese e ciò
limita il loro accesso alla scuola e a un giusto lavoro.
In uno studio condotto nel 2000 dal Ministero delle donne, del benessere della famiglia e dello sviluppo
del bambino nelle isole Mauritius sullo sfruttamento sessuale dei bambini, è stato notato che la maggior parte dei
bambini coinvolti nella prostituzione proveniva dalle zone abitate principalmente dalla minoranza creola.
Un rapporto di Save the Children Canada, stilato alla fine del 2000, ha mostrato che, mentre la gioventù
aborigena è soltanto il 3-5% della popolazione totale, rappresenta invece la maggior parte - fino al 90% - di
quanti lavorano nell’industria del sesso.
Tradizioni o costumi dannosi
Oltre alle pratiche di matrimoni infantili precoci, forzati o temporanei, ci sono altre tradizioni e costumi
che rendono i bambini vulnerabili allo sfruttamento sessuale. Per esempio, in alcuni paesi, le figlie di prostitute
diventano prostitute esse stesse. Questo può accadere attraverso strutture sociali come il sistema delle caste in
Asia meridionale. Ma anche senza formalità sociali, come in Guatemala, dove le figlie delle prostitute seguono il
modo di vivere delle loro madri in più del 70 per cento dei casi.
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In alcuni paesi, lo sfruttamento sessuale dei bambini è sottilmente travestito come pratica religiosa. In Ghana, per
esempio, come in quasi tutta l’Africa, ragazze giovani, solitamente al di sotto dei 10 anni, venivano, e purtroppo
ancora oggi, vengono date ai capi tribù per espiare presunte offese commesse da un membro della famiglia della
ragazza. In questa pratica tradizionale, conosciuta come Trokosi, una ragazza diventa di proprietà del capo. Il
Parlamento del Ghana ha criminalizzato questa usanza nel 1998 (Sezione 314A del Codice Criminale). Tuttavia,
è stato calcolato che ci sono ancora 4.500 ragazze coinvolte in queste pratiche.
Le parole di Giovanni Paolo II
Concludiamo con quanto affermò Giovanni Paolo II al riguardo di quei casi scellerati in cui anche alcuni
rappresentanti della Chiesa cattolica furono coinvolti nello scandalo della pedofilia, «cedendo – come disse
Giovanni Paolo II – alle peggiori manifestazioni del “mysterium iniquitatis” che opera nel mondo». Ampia, e
talvolta enormemente gonfiata da chi ne aveva interesse, è stata nel mondo la risonanza dello scandalo
scoppiato in America a proposito dei casi di pedofilia, che hanno coinvolto alcuni sacerdoti cattolici. Gravissimi
casi, definiti dallo stesso Giovanni Paolo II dei peccati orrendi agli occhi di Dio: «A causa del grande male fatto da
alcuni sacerdoti e religiosi, la Chiesa stessa viene guardata con diffidenza e molti si sentono offesi per come loro
appare che abbiano agito i responsabili ecclesiastici in tale questione. L’abuso che ha causato questa crisi è
sbagliato secondo ogni criterio ed è giustamente considerato un crimine dalla società; è anche un peccato
orrendo agli occhi di Dio». Il Papa ha poi detto che «gli abusi sui giovani sono un grave sintomo di una crisi che
colpisce non solo la Chiesa, ma anche la società nel suo insieme. È una crisi della moralità sessuale dalle radici
profonde, crisi persino dei rapporti umani, e le sue vittime principali sono la famiglia e i giovani. Affrontando il
problema degli abusi con chiarezza e determinazione, la Chiesa aiuterà la società a comprendere e a far fronte
alla crisi esistente al suo interno». Ed ha affermato con forza: «Deve essere assolutamente chiaro ai fedeli
cattolici, e più in generale alla società, che i Vescovi e i superiori si preoccupano soprattutto del bene spirituale
delle anime. La gente deve sapere che nel sacerdozio e nella vita religiosa non c’è posto per chi potrebbe far del
male ai giovani. Deve sapere che i Vescovi e i sacerdoti sono totalmente impegnati a favore della pienezza della
verità cattolica nelle questioni riguardanti la moralità sessuale, verità fondamentale sia per il rinnovamento del
sacerdozio e dell’Episcopato sia per il rinnovamento del matrimonio e della vita familiare. Dobbiamo avere fiducia
nel fatto che questo momento di prova porterà una purificazione dell’intera comunità cattolica, purificazione
urgentemente necessaria se la Chiesa deve predicare con maggiore efficacia il Vangelo di Gesù Cristo in tutta la
sua forza liberatrice. Ora dovete far sì che, laddove ha abbondato il peccato, sovrabbondi la grazia». Perché
«una grande opera d’arte può essere intaccata, ma la sua bellezza rimane».
Discorso del Papa tenuto in Vaticano nell’ aprile 2002
Come combattere il turismo sessuale pedofilo:
l’opinione di Monsignor Agostino Marchetto
Da tempo la Chiesa lavora per combattere il grave fenomeno del turismo sessuale che vede coinvolti anche i
bambini. Dice l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e
gli Itineranti: «La preoccupazione per i minori è un obiettivo prioritario della pastorale del turismo. Ogni anno nel
suo Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo, che ricorre il 27 settembre, il Santo Padre non si stanca di
denunciare abusi e deviazioni di un certo tipo di turismo senza scrupoli, che sfrutta le “sacche di povertà esistenti
in ogni continente”. “Ci si deve impegnare” egli incoraggia “perché non avvenga mai che il benessere di pochi
privilegiati sia conseguito a scapito della qualità di vita di molti altri”. La Chiesa invita dunque e promuove le
iniziative di religiosi, religiose e laici che si impegnano in questo ambito della pastorale. Ne è segno anche il
comunicato finale del Congresso di Bangkok che invita a sostenere le strutture esistenti di questo apostolato e a
crearne di nuove al fine di occuparsi delle vittime con compassione e amore, di fornire loro assistenza giuridica,
terapia e reinserimento nella società e, nel caso di cristiani, anche nella comunità dei fedeli».E per combattere
questa piaga l’Arcivescovo ricorda che «oltre alle leggi varate in molti Stati per punire chi favorisce o pratica il
turismo sessuale, esiste un Codice Etico Mondiale per il Turismo, che è il frutto di un ampio convergere da parte
degli Stati, di associazioni turistiche e dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, al quale moltissimi hanno
aderito. Occorrerebbe però che tutti gli operatori turistici, dai più grandi alle semplici agenzie, ne tenessero
sempre il dovuto conto e collaborassero con gli organismi istituiti per la sua applicazione». E importante, da parte
della Chiesa, è il modo di affrontare questa problematica: «La Chiesa può fare molto affinché l’etica delle
intenzioni si trasformi in una morale delle responsabilità, in cui ognuno, dagli operatori, agli albergatori, dagli
addetti ai servizi, fino ai singoli turisti, si senta impegnato a combattere ogni forma di sfruttamento. La Chiesa,
attraverso i suoi messaggi, i suoi documenti, i suoi appelli accorati e la sua opera di prevenzione e assistenza a
chi ha subito violenza sessuale, indica la via da percorrere affinché il turismo diventi invece uno strumento
privilegiato di sviluppo integrale, individuale e collettivo, e non occasione di violazione della dignità umana e dei
diritti soprattutto dei fanciulli. Nel luglio scorso, nel Congresso mondiale che abbiamo organizzato a Bangkok, e
nel quale una tavola rotonda ha affrontato proprio la piaga del turismo sessuale, i partecipanti hanno voluto fare
un appello per combattere ogni forma di violenza sessuale verso le persone più vulnerabili e bisognose di
particolare aiuto, che sono le donne, i minori e i bambini».
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IL TURISMO SESSUALE
PAESI COINVOLTI
Thailandia, Birmania, Cambogia, Filippine, India, Pakistan, Nepal, Cina, Giappone. E ancora,
Angola, Mozambico, Senegal, Kenya, Etiopia, Uganda, Sudan, Gambia, Zambia. Bulgaria, Russia,
Venezuela, Colombia, Brasile. I Paesi Arabi. Svezia, Germania, Italia, Spagna, Francia, Belgio.
Le rotte del traffico in Asia
Dalla Thailandia e dalle Filippine verso l’Europa occidentale attraverso la Russia, la Polonia e l’ex
Cecoslovacchia, o verso gli Stati Uniti, l’Australia e la Nuova Zelanda.
Le rotte del traffico in Europa
Dall’America Latina verso l’Europa, dal sud-est asiatico al Nord Europa e il mercato interno europeo con i
movimenti est-ovest.
Sostanzialmente le rotte del traffico pedofilo sono le stesse della droga, della prostituzione e addirittura delle
sigarette di contrabbando.
Giro di affari
Unicef e Ecpat parlano di 5 miliardi di dollari all’anno nel mondo
Stop-it di 11 milioni di euro all’anno solo in Italia
Telefono Azzurro afferma che un sito che vende materiale pornografico arriva a guadagnare fino a 3 milioni e
mezzo di euro al giorno
I bambini sfruttati
UN e Ecpat parlano di oltre 3 milioni di bambini sfruttati nel mondo, di questi 1.200.000 vivono nelle Filippine,
600.000 in Cina, 500.000 vivono in Brasile, 400.000 in India, 300.000 in Tailandia e 300.000 in Europa/Africa.
I prezzi oscillano dai 5 dollari a 90 dollari. I bambini più pagati sono quelli di Taiwan con cifre che vanno dai 50 ai
90 dollari, seguono i giapponesi e gli indiani.
Il mercato della Chicken porn
Il mercato della Chicken porn, vale a dire della pornografia infantile, produce 250 milioni di video nel mondo. Per
quanto riguarda l’editoria hard in commercio esistono 260 differenti riviste mensili di carattere porno. Molto
quotato anche quello degli snuff film dove i bambini vengono uccisi durante l’abuso sessuale.
Organizzazioni criminali coinvolte
Le Triadi cinesi
La Yuzuka giapponese
La mafia europea centro-orientale
ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI UMANITARIE CONTRO LA PEDOFILIA
Unicef
www.unicef.org
www.unicef.it
L'agenzia delle Nazioni Unite è senza dubbio l'associazione internazionale più importante nel campo dell'aiuto
all'infanzia. Nata nel 1946, su mandato dell'Assemblea dell'Onu, l’Unicef è presente oggi in 161 Paesi. Il suo
lavoro consiste nella progettazione e nella realizzazione di programmi di educazione e di assistenza sanitaria per
oltre due miliardi di bambini. In situazioni di emergenza (guerre o disastri naturali) l’Unicef interviene con
spedizioni di soccorso e invio di materiali. Riceve contributi volontari sia da privati che da governi.
Le Bouclier
www.bouclier.org
Associazione internazionale per la lotta contro la pedofilia, in particolare contro la pedo-criminalità in Internet.
Innocence in danger
www.innocenceindanger
Associazione internazionale per la protezione dei bambini. Contro i crimini sessuali e la pedofilia in Internet.
Child Rights Information Network
www.crin.org
Si occupa della raccolta e scambio di informazioni sui diritti dei bambini, costituito dalle organizzazioni più
importanti che operano nel settore della difesa minorile.
Ecpat
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FIDES SERVICE - FIDESDIENST - AGENCE FIDES - AGENZIA FIDES - AGENCIA FIDES - FIDES SERVICE – FIDESDIENST
www.ecpat.it
www.ecpat.org
Ecpat (Ending Child Prostitution, Pornography and Trafficking)è una rete internazionale di organizzazioni che
lavorano per eliminare la prostituzione e la pornografia infantili e il traffico di minori a scopo sessuale. Ecpat è
presente in 50 Paesi. In Italia è nata nel 1994 ed è stata promotrice della legge 269/98 contro il turismo sessuale.
Save the Children
www.savechildren.org
L’Organizzazione non governativa Save the Children, ha sede in Gran Bretagna. Si tratta del più grande
movimento internazionale indipendente per la difesa e la tutela dei diritti dei bambini. Presente in cento Paesi,
opera attraverso una rete di trenta associazioni autonome guidata da un ufficio di coordinamento internazionale.
Il lavoro è rivolto soprattutto a quei Paesi in cui i diritti dei bambini sono più frequentemente calpestati. In Kosovo
ha allestito centri di accoglienza per i bambini rifugiati, a Cuba promuove tra i giovani la prevenzione all'Aids. In
tutto il mondo combatte il lavoro minorile e lo sfruttamento sessuale.
Meter
www.associazionemeter.it
Fondata da don Fortunato di Noto, Meter raccoglie l’impegno e l’esperienza di diverse persone che da diversi
anni a questa parte si sono sempre impegnati contro la pedofila e lo sfruttamento sessuale dei bambini
promuovendone diritti e favorendone la tutela. L’associazione che nasce in una parrocchia (Madonna del
Carmine), ad Avola in Sicilia, su stimolo e indicazioni soprattutto dagli stessi bambini e dalle loro famiglie rinnova
in profondità lo stile e il metodo di lavoro nella lotta contro la pedofilia e la pedopornografia e la tutela
dell’infanzia. L´innovazione è frutto di una visione più ampia dei diritti dell’infanzia e della loro tutela e, soprattutto,
della convinzione che non basta la repressione, demandata alle sole forze di polizia, per stroncare il turpe
commercio. Ci vuole anche una rete capillare di persone competenti e motivate, capaci di collegarsi con la
società in cui vivono, perché si crei una mentalità di vigilanza, di sostegno e protezione dell’infanzia come tale,
rendendo l´abuso, e l´omertà che lo copre con i suoi paludosi silenzi, un crimine insopportabile per la coscienza
collettiva.
Ciclope
www.governo.it
Ciclope è il Comitato interministeriale di coordinamento per la lotta alla pedofilia, nato nel 2002 e che fa capo al
Ministro Stefania Prestigiacomo, che funge da raccordo operativo tra tutte le istituzioni governative che, a vario
titolo e con diverse competenze, si occupano del fenomeno. Da anni in diverse forme e con diverse competenze,
lavorano contro la pedofilia (Roberto Centaro - Presidente Commissione Nazionale Antimafia, Ernesto Caffo Presidente di Telefono azzurro, Don Fortunato di Noto - Presidente Associazione METER, Marco Strano Servizio Polizia Postale Ministero Interno, Angelo Verzilli - Responsabile segmento carte di pagamento A.B.I.,
Raffaella Calabrese - Polizia Criminale, Luisella de Cataldo Neuburger - Presidente Associazione Italiana
Psicologia Giuridica, Giovanni Micali - Presidente Unicef Ecpat Italia, Carlo Romeo - giornalista Rai).
Cyberpatrol
www.cyberpatrol.com
Sito dell’omonimo software di protezione per la navigazione dei minori. Installato nel computer interdice siti
pericolosi alla consultazione dei ragazzi.
Aibi
www.aibi.it
Dedicato alle adozioni a distanza, un mezzo per dare sostentamento ai bambini in difficoltà. E’ il sito
dell'Associazione amici dei bambini: un’Organizzazione Umanitaria Internazionale per la tutela dei diritti dei
bambini che offre contatti internazionali per poter diventare genitori di un bimbo straniero.
Manitese.it
www.manitese.it
Si occupa di denunciare lo sfruttamento minorile nell’ambiente lavorativo. Rappresenta l’Organismo non
governativo di Cooperazione allo Sviluppo. Realizza progetti di solidarietà nel sud del mondo e si occupa della
difesa dei minori dal lavoro minorile. Offre un’ampia visione dei luoghi dove sono messi in atto gli abusi in questo
campo.
Ilo.org
www.ilo.org
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La peculiarità è che qui si possono avere tutte le informazioni necessarie sull’organizzazione internazionale del
lavoro. E' ricco di materiale e di notizie utili. La grafica è molto chiara e con pochi click si accede a tutti i temi.
Telefono Arcobaleno
www.telefonoarcobaleno.com
Fondata nel 1996, è una associazione Onlus che si prefigge lo scopo di contribuire attivamente alla difesa e alla
tutela dei diritti inviolabili dei bambini combattendo ogni forma d’abuso e di sfruttamento. Le attività
dell’associazione sono: monitoraggio sull’intera rete Internet contro la pedofilia, monitoraggio e denuncia di giochi
e programmi dannosi per i minori, studi sociali sul fenomeno della pedofilia, osservatorio sul fenomeno della
magia, osservatorio sulle pubblicità ingannevoli. Ci sono anche sezioni dedicate alla legge: si può leggere il testo
269/98 antipedofilia o anche la Convenzione Onu sui diritti dei bambini.
Tdhitaly.org
www.tdhitaly.org
Terre de Hommes Italia si rivolge a chi vuole saperne di più sull'infanzia in difficoltà, senza discriminazioni di
ordine politico, razziale o religioso.
Telefono Azzurro
www.azzurro.it
Dedicato alle denunce di violenze fisiche e psicologiche che possono essere fatte ai minori è il sito ufficiale di
Telefono Azzurro. Informazione ben strutturata e immediata. Anche per chi volesse seguire corsi di formazione
non mancano notizie al riguardo. Fondato nel 1987, si pone l'obiettivo di costruire una società civile che rispetti i
diritti dei bambini. Non riceve finanziamenti pubblici e accetta soltanto contributi volontari. Il cuore dell'attività di
Telefono Azzurro è il centro nazionale d'ascolto telefonico. Tutti i giorni dell'anno, 24 ore su 24, una linea
telefonica è a disposizione di tutti i bambini (fino a 14 anni) che vogliano denunciare maltrattamenti e abusi.
Collaborano con l'associazione il ministero dell'Interno e 59 Prefetture italiane. Negli ultimi anni Telefono Azzurro
si concentra soprattutto nella lotta alla pedofilia.
Amici dei Bambini
www.distancesupport.org
Più specifica l'attività degli Amici dei Bambini (Ai.Bi.). Nato nel gennaio 1986 su iniziativa di alcuni genitori
adottivi, lavora per inserire bambini orfani nelle famiglie adottive. Negli ultimi anni ha conosciuto un'espansione
molto rapida, grazie soprattutto alla promozione capillare dei diritti dei minori. Segue le coppie che vogliono
adottare un bimbo fornendo consulenze legali e gestendo le procedure di adozione internazionale. Da qualche
anno ha avviato anche progetti di cooperazione in Europa, America Latina ed estremo Oriente. Ai.Bi. finanzia i
propri progetti con il sostegno a distanza.
Arché
www.arche.it
Molto particolare il lavoro di Arché, associazione non profit nata nel 1989 a Milano. E' stata la prima ad occuparsi
di bambini sieropositivi. Oggi presta assistenza quotidiana ad oltre cento minori con Aids conclamato o affetti da
virus Hiv.
I SITI PER TROVARE I BAMBINI SCOMPARSI
Internet contro Internet. E’ il campo di battaglia della nuova era virtuale dove, dietro l’anonimato della
globalizzazione, i vecchi crimini si strutturano e si organizzano. Pornografia, prostituzione coatta, vendita di nuovi
schiavi, ma anche adozioni illegali attraverso canali non convenzionali e mercato nero di organi. Sulla piazza
commerciale del Web è possibile trovare di tutto a prezzi anche strabilianti. Un fenomeno che da più parti si cerca
di contenere. In Italia da oltre un anno si è deciso di combattere ad armi pari.
www.bambiniscomparsi.it
Il sito è stato attivato il 15 marzo 2000 è stato attivato per rintracciare i bambini grazie alla collaborazione del
ministero dell’Interno e della polizia di Stato, allestito con l’International center of missing and exploited children
che negli Stati Uniti ha permesso in tre anni un incremento dal 66 al 93 per cento dei ritrovamenti.
www.missingkids.co.uk
Contemporaneamente a Scotland Yard, il quartier generale di Londra, è stato messo in rete un sito gemello che
opera in Gran Bretagna con le stesse procedure di quello italiano.
www.catolicos.org
www.fredi.org
Siti internazionali nei quali si possono inserire richieste di aiuto corredate di notizie e fotografie dei minori
scomparsi e ricevere segnalazioni dai navigatori interessati.
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DOCUMENTI
Preoccupante crescita della pedo-pornografia on-line secondo il Primo Rapporto sul monitoraggio della
Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza
Il 1 giugno di quest’anno (2005) è stato pubblicato il Primo Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della
Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Italia. (Anno 2004-2005).
Le riforme legislative recentemente approvate o in corso di discussione attinenti all'infanzia, la tutela dei minori
appartenenti ai gruppi più vulnerabili, l’attuazione in Italia dei due Protocolli alla Convenzione Internazionale sui
Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Crc) recentemente ratificati, cioè quello sulla vendita, la prostituzione
infantile e la pornografia rappresentante i minori e quello sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati in
Italia. Sono i temi principali affrontati nel Rapporto, curato da un Gruppo di lavoro coordinato da Save the
Children e costituito da 34 organizzazioni del Terzo settore, che nel 2001 ha inviato al Comitato ONU sui diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza un rapporto sulla condizione dell’infanzia in Italia, supplementare e indipendente
rispetto a quello governativo del 2000.
Nel 2008 il Governo italiano è chiamato a rendere nuovamente conto di quanto sta facendo per dare attuazione
ai principi della Crc. In vista di questo appuntamento il Gruppo di Lavoro intende realizzare, a partire da
quest’anno, un Rapporto annuale di aggiornamento sullo Stato di Attuazione della Convenzione che poi confluirà
nel Rapporto Supplementare del 2008.
Internet e minori: la preoccupante crescita della pedo-pornografia online
Nelle sue cinquanta pagine e quattro capitoli, il Rapporto, tra le altre cose, fornisce i dati dell’ultima “Relazione
sullo stato di attuazione della Legge 269/1998 (Uscire dal silenzio, lo stato di attuazione della legge 269/98,
Quaderni del Centro nazionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, Firenze, 2003), secondo la
quale «si stimano circa 250 milioni di copie di video pedo-pornografici venduti nel mondo, un mercato di un valore
di circa 2-3 miliardi di dollari l’anno (una quota significativa delle quali interesserebbe il mercato statunitense). Ma
sull’estensione del fenomeno è quasi impossibile dare una risposta (Kelly L., Regan L., Rethorics and realities:
sexual exploitation of children in Europe, London, University of North London, Child and Woman Abuse Studies
Unit, 2000).
Il mercato è composto da settori commerciali, semicommerciali e non commerciali, nessuno dei quali si presta ad
una misurazione accurata; il settore commerciale realizza molteplici copie dei suoi prodotti, che però vengono
ulteriormente riprodotte nel mercato non commerciale; una volta che un’immagine è messa in circolazione, può
essere riprodotta in un numero incontrollabile di copie; l’industria della pedo-pornografia è soggetta a continui
cambiamenti a seguito sia dei progressi nelle tecnologie di riproduzione e distribuzione (internet, immagini digitali
etc.) sia degli sforzi per sfuggire ai controlli e alle attività d’indagine.
Gli aspetti più problematici sono legati all’identificazione delle vittime. L’Interpool calcola che su circa 250.000
immagini di bambini vittime di abusi sessuali presenti nel loro database, solo 300 siano stati identificati.
Per quanto riguarda la produzione, il commercio, la diffusione e la detenzione di materiale pedo-pornografico, il
riferimento normativo è la Legge 269/1998, che ha l’obiettivo di proteggere l’integrità e la libertà fisica e psichica
del minore.
Tra gli aspetti più rilevanti della suddetta Legge emerge la scelta del legislatore di attribuire alla Polizia postale
particolari mezzi di contrasto (per es. l’acquisto simulato di materiale pornografico, apertura di siti internet di
«copertura », etc.), mentre, tra gli aspetti problematici emerge la scelta di non dare una definizione di pedopornografia, non garantendo di fatto uniformità nell’applicazione della legge. Nel 2002 è stato istituito il Comitato
Interministeriale di Coordinamento per la lotta alla Pedofilia (CICLOPE), con il compito di coordinare le attività di
prevenzione e contrasto della pedofilia svolte dalle diverse Amministrazioni dello Stato e raccordarle con le azioni
messe in atto dal privato sociale. Nel Novembre 2003 è stato adottato, da parte delle maggiori associazioni di
Internet Service Provider il Codice di autoregolamentazione «Minori@Internet». Nel febbraio 2004 è stato inoltre
nominato il Comitato di garanzia che vigila sull’applicazione di tale codice, per garantire l'osservanza del Codice,
fornire assistenza agli operatori del settore e ai cittadini in merito alle problematiche della salvaguardia dei minori
su internet.
Il già citato DDL 4599, presentato il 13 gennaio 2004, si propone di dare attuazione alla Decisione Quadro
europea (UE 2004/68/GAI) sul contrasto alla pedo-pornografia, adottata il 22 dicembre 2003 dal Consiglio dei
Ministri dell’Unione Europea. Il suddetto Disegno di Legge, partendo dalla considerazione che il nostro Paese si è
già dotato di un sistema di contrasto del fenomeno con le
Leggi 66/1996 e 269/1998, dovrebbe tuttavia fornire gli strumenti di completamento della legislazione nazionale e
integrare la legislazione medesima laddove la stessa si fosse rivelata insufficiente o lacunosa. Sebbene il DDL
4599 abbia il merito di aver cercato di risolvere alcune divergenze d’interpretazione della normativa in vigore, non
è riuscito a dare risposte efficaci per quanto riguarda l’identificazione delle vittime, la definizione di pedopornografia ed il rafforzamento delle misure di prevenzione rispetto alla commissione dei reati di pedopornografia. Il DDL 4599, dando attuazione alla Decisione Quadro, ha poi introdotto nel nostro codice penale,
due nuove fattispecie di reato: pedo-pornografia apparente e virtuale, creando un ulteriore fattore critico, in
quanto così introdotte possono sollevare dubbi di legittimità in merito al differente bene giuridico tutelato e alla
conseguente disparità di trattamento delle pene. Infine non ha posto un particolare accento alla allocazione di
risorse per i programmi di prevenzione e per la formazione degli operatori giuridici, sociali e di polizia.
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Il Gruppo raccomanda che: le Istituzioni si concentrino maggiormente sull’identificazione delle vittime di pedopornografia, predisponendo politiche adeguate, e risorse economiche aggiuntive per sostenere le attività delle
Forze dell’Ordine in tale direzione; vengano elaborati indicatori appropriati per misurare il fenomeno al fine di
produrre politiche pubbliche adeguate, prendendo come unità di analisi non solo gli abusanti o i fruitori di pedopornografia, ma anche e soprattutto i minori vittime di produzione di materiale pedo-pornografico; sia adottata
una definizione di pedo-pornografia tale da prevenire ogni forma di arbitrarietà o di discrezionalità in materia. Il
Gruppo auspica che venga adottata almeno la definizione data dal Protocollo Opzionale alla CRC sulla vendita
dei minori, sulla prostituzione dei minori e sulla pedo-pornografia; venga assicurato ad un solo organo il compito
di raccogliere tutte le segnalazioni, e contemporaneamente l’obbligo di raccogliere tutte le informazioni possibili e
i dettagli tecnici utili per identificare le vittime, onde evitare la frammentazione delle competenze e migliorare
l’efficienza dell’azione di contrasto. Attraverso una formazione specifica, costantemente aggiornata, gli operatori
di tale organo dovranno coordinare e favorire ogni attività investigativa volta all’identificazione delle vittime,
collaborando con le Forze dell’Ordine internazionali; si svolga un’efficace campagna di
sensibilizzazione/informazione sul fenomeno rivolta ai minori (nel rispetto della loro maturità e del loro diritto di
partecipazione e informazione), agli insegnanti e a tutti coloro che lavorano a stretto contatto con i
bambini/adolescenti; il Governo italiano ratifichi la Convenzione sul Cybercrime elaborata dal Consiglio d’Europa;
l’attività di coordinamento prevista da CICLOPE si allarghi a tutte le organizzazioni del privato sociale che
operano nello specifico dell’abuso sessuale a livello nazionale, al fine di evitare una dispersione di energie e
realizzare un coordinamento e un monitoraggio degli interventi.
Gruppi impegnati nella lotta alla pedofilia e fonti di questo dossier
Che l’Agenzia Fides ringrazia
Aibi Amici dei bambini w.aibi.it
Alisei www.alisei.org
Amnesty International Sezione italiana www.amnesty.it
ANFAA Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie www.anfaa.it
Arché www.arche.it
Arciragazzi www.arciragazzi.it
Associazione Gruppo Abele onlus www.gruppoabele.org.
Associazione il Ponte onlus www.ilponte.ts.it
Associazione On the Road www.ontheroadonlus.it
Associazione Stak onlus www.associazionestak.org
Caritas italiana www.caritasitaliana.it
Centro Studi Hansel e Gretel http://users.iol.it/ hansel.e.gretel
CIAI Centro Italiano Aiuti all’Infanzia www.ciai.it
CIES Centro Informazione e Educazione allo Sviluppo www.cies.it
CISMAI Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia
www.cismai.org
Cittadinanzattiva www.cittadinanzattiva.it
Comitato Italiano per l’UNICEF www.unicef.it
CSB Centro per la Salute del Bambino www.csbonlus.org
CTM onlus - Lecce www.ctm-lecce.it
ECPAT Italia, End Child Prostitution, Pornography and Trafficking www.ecpat.it
IBFAN Italia www.ibfanitalia.org
La Gabbianella Coordinamento per il sostegno a distanza www.lagabbianella.it
LIBERA www.libera.it
MAIS Movimento per l'Autosviluppo, l'Interscambio e la Solidarietà www.mais.to.it
MAMI Movimento Allattamento Materno Italiano www.mami.org
Opera Nomadi www.operanomadi.it
OVCI La Nostra Famiglia www.ovci.org
Rompere il silenzio http://www.sosinfanzia.org/
Save the Children Italia www.savethechildren. it
Terre des Hommes Italia www.tdhitaly.org
Uisp - Unione Italiana Sport Per tutti www.uisp.it.
VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo www.volint.it
LA POLIZIA POSTALE E DELLE COMUNICAZIONI
Nel 2003 la Polizia Postale e delle Comunicazioni per combattere il fenomeno della pedopornografia ha
intensificato l’attività di monitoraggio del web, a volte con investigatori sotto copertura. Da un primo bilancio
risulta che i server di appoggio finora scoperti di siti che commerciano immagini e altro materiale
pedopornografico sono in maggior parte americani (1.712) e russi (327), ma anche spagnoli (93) e canadesi (32).
Gli info-grafici con i dati sull’attività svolta dal Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni
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PEDOFILIA: dati 2003
Arrestati 9
Denunciati 712
Perquisizioni 725
I dati sono riferiti all’attività
svolta dal Servizio della Polizia
Postale e delle Comunicazioni
PEDOFILIA: IL
ARRESTI
DENUNCIE
PERQUISIZIONI
GRAFICO
1998
4
8
8
PEDOFILIA: I DATI
1999
2000
2001
3
35
25
136
255
220
111
164
222
2002
29
552
606
2003
9
712
725
PEDOFILIA: L’ANDAMENTO
Dagli info-grafici forniti dal ministero delle Comunicazioni si nota che nel corso degli anni è stato in
costante aumento l’indice delle denunce e delle perquisizioni. Mentre sembrerebbero ridotte le attività criminali
legate al commercio e alla diffusione di materiale pedopornografico come dimostra il calo degli arresti riscontrato
nel corso del 2003. Il materiale trovato dalle forze dell’ordine è generalmente di provenienza estera.
Il Codice Internet e Minori
Recentemente è stato firmato sotto l’impulso del ministero delle Comunicazioni il codice di
autoregolamentazione “Internet e Minori”. Il codice ha un duplice obiettivo:la protezione dei minori durante la
navigazione da contenuti non idonei alla loro età; incentivare la collaborazione tra le forze dell’ordine e gli Internet
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Service Provider nella repressione del crimine a danno dei minori con l’utilizzo di sistemi per differenziare la
navigazione dei bambini da quella degli adulti.
Sicurezza delle reti
Durante il semestre di presidenza italiana della Ue, il ministero delle Comunicazioni ha attivato l’Agenzia Europea
per la sicurezza delle Reti, (Enisa), che favorirà la collaborazione tra gli Stati membri dell’Unione nella lotta al
crimine informatico. Il Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni ha sottoscritto apposite convenzioni
con i principali gestori di infrastrutture di rete (Rai, Poste Italiane Eni/Snam, Grtn, Ferrovie dello Stato e Aci) per
rendere più sicuro il loro funzionamento.
IL CONVEGNO SULLE STRATEGIE DI CONTRASTO E DI PREVENZIONE DELLA PEDOFILIA ONLINE
L’8 luglio scorso a Roma, al Ministero delle Comunicazioni, si è tenuto un convegno sulle strategie di
contrasto e di prevenzione della pedofilia online. Al convegno è stata presentata “Child Internet Risk Perception”,
una ricerca sulla percezione del rischio da parte dei minori utenti di Internet, realizzata dall’Icaa (International
Crime Analysis Association), che rivela i dati e la linea attraverso cui agisce il pedofilo in Rete.
L’indagine è stata condotta su 5 mila bambini tra gli 8 e i 13 anni e su 500 insegnanti e genitori in 7
regioni. Parole d’ordine contro questo «olocausto silenzioso», repressione e prevenzione, famiglia e tecnologie. E
impegno che «occorre rafforzare» per «consolidare una cultura dei diritti e della solidarietà», come ha detto il
capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, in un messaggio. Il 70% tace contatto con pedofilo, per 1 su 4 “niente di
male”
Secondo la ricerca, il 23% dei ragazzini tra gli 8 e i 13 anni utilizza abitualmente le chat line (il 94% dei babyinternauti naviga su siti web e solo il 26% lo fa sotto il controllo di uno dei genitori). Di quanti chattano, il 13% ha
avuto un incontro online con un adulto, presumibilmente un pedofilo, su tematiche sessuali. Esperienza che nel
70% dei casi nasconde ai genitori. «Tale situazione – sottolinea la ricerca – costituisce di fatto il fattore di
maggior rischio perché il pedofilo può agire incontrastato nel suo tentativo di molestia e adescamento». Le
ragioni di tale omertà? Non soltanto la scarsa confidenza e quindi la vergogna a parlarne (per il 16,6% degli
intervistati), ma anche perché, per un ragazzino su quattro (25%), «in fondo non c’è niente di male», mentre il
16,6% era incuriosito di sapere dove sarebbe arrivato e l’8,3% aveva promesso di mantenere un segreto; infine,
secondo il 33,5% dei ragazzini intervistati, i genitori «non avrebbero capito». In ogni caso, la reazione di quanti si
sono imbattuti in un contatto online con il pedofilo è neutrale per il 61,5%, che ha dichiarato di non aver provato
«nulla di particolare», risposta che non evoca, sottolinea la ricerca, né situazioni di particolare attrattiva, ma
nemmeno di allarme e di conseguente richiesta di aiuto; il 15,3% ha invece provato curiosità, il 7,6% attrazione e
il 15,6% rabbia.
Repressione e prevenzione
«Oggi ci sono tanti bambini orfani con genitori vivi» e il pedofilo «lavora strategicamente colmando il
vuoto dei piccoli. È gente raffinatissima», ha detto don Fortunato Di Noto. Sul ruolo della famiglia non ha dubbi
Olimpia Tarzia, presidente dell’Osservatorio permanente sulle famiglie della regione Lazio: «La vera prevenzione
– ha detto – è a monte: sostenere la famiglia e concedere il tempo di fare i genitori». Dalle stesse tecnologie può
però arrivare anche un aiuto a combattere la pedopornografia su Internet, come ha sottolineato Francesca
Giudice di Symantec (società per la sicurezza informatica). «La comunicazione fra genitori e figli - ha detto - e
l’educazione ad un uso corretto e consapevole della Rete giocano un ruolo decisivo».
Quanto al fronte della repressione, dal 2001 ad oggi, i risultati operativi conseguiti dalla Polizia postale e
delle comunicazioni vedono, come è stato sottolineato nel corso del convegno, oltre 100 persone arrestate per
pedofilia, 2 mila denunciate e 7 mila segnalate all'estero; i siti monitorati sono stati 126.987, di cui circa 7 mila di
natura esclusivamente pedopornografica (90 su territorio italiano, tutti oscurati).
Non solo Internet - Prima dell’avvento della Rete, la pedofilia era «esclusivamente intrafamiliare o ristretta alla
cerchia di conoscenti del bambino», ha detto Marco Strano, dirigente Unità analisi crimini informatici della Polizia
postale, indicando l’identikit del pedofilo on line: uomo, giovane (20-30 anni), con cultura medio-alta, nel 70%
single. Ma il rischio ora arriva anche dagli sms e presto dagli mms: nel primo caso, ha aggiunto, ci sono già stati
alcuni riscontri anche in Italia.
Pedofili pentiti per scoprire la cupola - E’ il suggerimento di don Fortunato Di Noto: una mappatura del pedofilo
pentito «ci aiuterebbe tantissimo a capire», ha detto il sacerdote, perché «guardandoli, studiandoli forse
potrebbero insegnarci un metodo, come ha fatto Buscetta», permettendoci così di «rintracciare gli ‘schiavistì a
livello transnazionale» e scoprire «la cupola pedo-criminale che non è soltanto virtuale.
GLI INFO-GRAFICI PRESENTATI AL CONVEGNO
I dati si riferiscono ad un campione di 5000 minori che utilizzano Internet in maniera più o meno assidua
appartenenti a vari ceti sociali e provenienti da varie città italiane: Torino, Genova, Terni, Roma, Napoli, Reggio
Calabria, Palermo. L’età del campione (8-13 anni) è stata scelta cercando di mediare tra la fascia maggiormente
a rischio di pedofilia e l’età in cui abitualmente i minori italiani utilizzano Internet (leggermente più alta della
prima).
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La diffusione dell’uso di Internet tra i minori italiani
L'uso di Internet da parte dei minori
Minori utenti di Internet
Minori non utenti Internet
Finalità utilizzo di Internet
Studio navigando sui siti
Divertimento navigando sui siti
parlare con altri attraverso chat ed email
TOTALE
77%
23%
TOTALE
79%
74%
13%
Tipologia di servizi Internet utilizzati abitualmente dai minori
Tipologia di servizi Internet utilizzati
navigazione sui siti
chat line
download materiale (musica, immagini, ecc.)
TOTALE
94%
23%
72%
Accesso ad Internet a casa del minore e orari di connessione
Tra i minori che utilizzano Internet in maniera più o meno assidua, una buona percentuale di loro (81%) ha la
disponibilità di un abbonamento presso la propria abitazione mentre il rimanente accede alla Rete dall’abitazione
di amici e compagni di scuola o da Internet café. L’abitazione si rivela quindi come l’ambito di maggiore fruizione
della Rete da parte dei bambini dell’età considerata. La fascia oraria di maggiore accesso alla Rete è quella del
pomeriggio (14-18) e quella serale (19-21). Le connessioni mattutine, evidentemente effettuate a scuola, sono
molto ridotte (3%). Una minore percentuale (circa il 10%) si connette però anche in orario notturno (22-24) che,
secondo l’esperienza investigativa delle Forze di Polizia specializzate (Polizia Postale e delle Comunicazioni
italiana; Child Protection Unit di Scotland Yard), rappresenta il momento di maggior presenza di pedofili online.
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Abbonamento Internet ad uso domestico
Si
No
Fascia oraria collegamento ad Internet
mattina 08-13
pomeriggio 14-18
sera 19-21
notte 22-24
TOTALE
81%
19%
TOTALE
3%
46%
41%
10%
Monitoraggio della navigazione del minore da parte dei genitori
L’info-grafico mostra come una rilevante percentuale di giovani navigatori affrontino il web senza la guida di un
soggetto adulto e come sia ancora diffusa una certa sottostima del rischio. In effetti l’idea che attraverso la Rete il
bambino possa di fatto entrare in contatto con il mondo esterno e di conseguenza con situazioni positive, ma
anche con situazioni negative e pericolose (per esempio un pedofilo) non sembra essere ancora stato recepito da
un discreto numero di genitori. Le ragioni specifiche di tale leggerezza sembrano essere le più disparate: da una
totale non conoscenza del mezzo telematico fino ad arrivare ad una eccessiva fiducia in sistemi di prevenzione
tecnologica, i cosiddetti filtri, (che possono, in alcuni casi, limitare la fruizione di pornografia da parte del minore,
ma che nulla possono in caso di incontro con un pedofilo in chat) o semplicemente per ragioni di pigrizia e
superficialità.
Monitoraggio navigazione da parte di un genitore
si, sempre
si, qualche volta
No
TOTALE
26%
47%
27%
Fruizione occasionale di pornografia online e sensazioni dei minori
Capitare occasionalmente su di un sito pornografico rappresenta un’esperienza vissuta da circa il 52% del
campione di minori intervistati, cosa del resto intuibile vista la presenza elevata di tali contenuti sul web e la loro
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disponibilità anche da portali commerciali (non dedicati) e da banner pubblicitari di tipo intrusivo.
Fruizione materiale pornografico
Si
No
TOTALE
52%
48%
Reazioni dei minori alla pornografia online
Le sensazioni manifestate dai giovani utenti della Rete rispetto all’essere capitati su un sito pornografico rivelano
un loro notevole equilibrio e reazioni decisamente rassicuranti. Una percentuale del campione (46%) non sembra,
infatti, provare particolari emozioni, una parte minore (24%) descrive una certa curiosità, una percentuale ancora
minore riferisce una sensazione di generico fastidio (20%), mentre sensazioni forti di rabbia sono presenti in
minima percentuale (4%). Tale scenario sembra non confermare i timori di un approccio morboso o angosciante
con i contenuti pornografici presenti in Rete da parte dei minori che viceversa appaiono in grado di gestire con
una certa tranquillità tale evenienza.
Sensazioni manifestate dai minori a seguito della
TOTALE
fruizione occasionale di materiale pornografico
nulla di particolare
46%
curiosità
24%
fastidio
20%
attrazione
6%
rabbia
4%
Contatti avvenuti con presunti pedofili in chat
La percentuale di minori che utilizzando le chat ha avuto un incontro online con un adulto (presumibilmente
pedofilo) e ha intrapreso discorsi su tematiche sessuali, anche se ridotta rispetto al campione analizzato, è
comunque decisamente rilevante (13%) e dimostra come tale ambito costituisca realmente uno scenario di
rischio. La presenza di soggetti adulti pedofili che utilizzano le chat per scambio di materiale pedopornografico e
per tentare di avvicinare qualche minore connesso è ormai del tutto accertata, documentata anche dalle
operazioni di Polizia condotte in quasi tutto il mondo utilizzando tecniche undercover (attività sotto copertura delle
Forze dell’Ordine).
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Contatto in chat con adulto che intraprende discorsi su tematiche
TOTALE
sessuali
Si
13%
No
87%
Reazioni del minore al contatto con il pedofilo in chat
L’analisi delle reazioni dei minori che, attraverso le chat, sono entrati in contatto con un adulto presunto pedofilo
comporta un’opportuna valutazione. La percentuale di coloro che hanno vissuto l’evento con connotazioni
positive (curiosità 15% e attrazione 7.6%) conferma la necessità, in ambito preventivo, di dovere fare fronte alla
curiosità innata da parte dei minori rispetto alle tematiche sessuali che rappresenta un contesto di forte
agevolazione per i pedofili. Anche l’area di connotazione neutrale dell’incontro (nulla di particolare nel 61.5% dei
casi) non evoca situazioni di particolare attrattiva, ma nemmeno di allarme e di conseguente impellente richiesta
di aiuto attraverso una pronta comunicazione dell’accaduto a genitori ed educatori.
Sensazioni riportate dai minori a seguito del contatto in chat con
TOTALE
adulto su tematiche sessuale
nulla di particolare
61,50%
curiosità
15,30%
fastidio
0%
attrazione
7,60%
rabbia
15,60%
Rivelazione ai genitori del contatto avvenuto con il pedofilo
Un’allarmante percentuale del campione di coloro che hanno avuto un incontro in chat con adulti presunti pedofili
(nel 70% dei casi) riferisce l’assenza di comunicazione dell’accaduto ai genitori. Tale situazione costituisce di
fatto il fattore di maggiore rischio poiché il pedofilo può agire incontrastato nel suo tentativo di molestia e
adescamento. Le investigazioni di Polizia hanno dimostrato che il successo di un’eventuale tecnica di molestia
verbale o di un tentativo di avvicinamento di un minore in chat è spesso legato anche a un comportamento a
rischio da parte di quest’ultimo, in particolare che egli non informi nessuno del contatto avvenuto o che la sua
segnalazione non venga tenuta dagli adulti in debita considerazione.
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Rivelazione ai genitori del contatto in chat con adulto su tematiche
TOTALE
sessuale
Si
30%
No
70%
Motivazione della non rivelazione del contatto con il pedofilo
Le ragioni riportate dai minori che hanno incontrato dei presunti pedofili in chat e che non hanno informato di ciò i
genitori, sono in larga parte attribuibili alla loro scarsa confidenza e all’imbarazzo nel trattare determinate
tematiche. Il 33.50% degli intervistati non ritiene, infatti, i propri genitori in grado di capire mentre il 16.6% dei
minori affermano di essersi vergognati. Anche la curiosità verso la nuova esperienza (16.6%) e una generica
valutazione positiva nei confronti dell’esperienza (25%) costituiscono motivo di omertà, a dimostrazione
dell’attrattiva esercitata dalle tematiche sessuali nei confronti dei minori. Il mantenimento del segreto (8.3%)
rappresenta infine una ulteriore ragione di non comunicazione dell’evento ai genitori.
Motivo della mancata rivelazione ai genitori
TOTALE
perché mi sono vergognato/a
16,60%
perché avevo promesso di non dirlo
8,30%
perché non avrebbero capito
33,50%
perché in fondo non c'è niente di male
25%
perché ero incuriosito/a di sapere dove sarebbe arrivato
16,60%
I prossimi info-grafici rivelano il livello di conoscenze sulla Rete e sulla pedofilia e i comportamenti dei genitori e
degli insegnanti di minori fruitori di Internet
I dati si riferiscono a un campione di 500 genitori e 250 insegnanti. Dall’analisi dei numeri, presentati al
convegno, è emerso che le conoscenze riguardo al problema pedofilia online come del resto il mondo di Internet
e l’informatica in genere sono frammentarie ed inesatte. Anche per quanto riguarda l’attività di controllo da parte
dei genitori durante la navigazione dei figli la situazione sembra essere connotata da alcuni comportamenti a
rischio. Nel contempo però affiora, sia da parte dei genitori che degli insegnanti intervistati, una grande
disponibilità nei confronti di un’attività di formazione e sensibilizzazione mirata e la volontà diffusa di affrontare
tale problematica chiedendo anche l’intervento di esperti esterni.
Conoscenza ed utilizzo di internet da parte degli insegnanti
La totalità degli insegnanti intervistati conosce il funzionamento della Rete anche se per una parte di loro (8%)
che non lo utilizza si tratta di una conoscenza esclusivamente teorica.
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Conosce il funzionamento di Internet?
Si
No
Ha mai navigato su Internet?
Si
No
TOTALE
100%
0%
TOTALE
92%
8%
Fonti di acquisizione delle informazioni sul problema pedofilia e sull’uso di Internet da parte degli insegnanti
Una discreta percentuale del campione di insegnanti intervistati (52%) ha frequentato corsi di formazione
sull’informatica e sull’uso di Internet mentre il rimanente 48% ha acquisito informazioni sulla Rete in maniera
autonoma. Per quanto attiene invece lo specifico problema della pedofilia solo il 24% del campione ha
partecipato a specifiche iniziative formative mentre il rimanente 76% ha approfondito la tematica con libri, riviste e
informazione mediatica.
Ha mai frequentato corsi di formazione sull'uso di Internet?
Si
No
TOTALE
52%
48%
Ha mai frequentato corsi di formazione sul problema della pedofilia?
Si
No
TOTALE
24%
76%
Conoscenza rischi navigazione internet da parte degli insegnanti
La grande maggioranza degli insegnanti intervistati (92%) dichiara di conoscere i potenziali rischi della
navigazione su Internet da parte dei minori mostrando attenzione verso la tematica. Solo una minima percentuale
di educatori (8%) che coincide con quelli che non utilizzano personalmente la Rete, non si dichiara
sufficientemente preparato in materia.
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Conosce i rischi della navigazione su Internet?
Si
No
TOTALE
92%
8%
Informazioni offerte agli studenti sul fenomeno pedofilia
Molti degli insegnanti intervistati hanno dichiarato di aver dato agli studenti informazioni sulla tematica della
pedofilia (80%). Rimane però una ridotta percentuale del campione che non ha intrapreso azioni formative in tale
direzione (20%). Tali informazioni sono state frequentemente legate a fatti di cronaca avvenuti e, in alcuni casi,
anche a specifiche richieste da parte degli studenti (18%).
Ha mai dato ai suoi studenti informazioni sul problema pedofilia?
Si
No
TOTALE
80%
20%
Gli studenti della sua classe le hanno mai chiesto informazioni sul
TOTALE
problema pedofilia?
Si
18%
No
82%
Informazione offerta dagli insegnanti agli studenti sui rischi di Internet
Le informazioni offerte agli studenti sui rischi della navigazione in Rete sono, nel campione in esame, di diversa
qualità e quantità: in alcuni casi è stata dedicata alla tematica uno spazio congruo, altre volte gli insegnanti si
sono limitati ad ammonimenti occasionali, senza entrare nel merito del tipo di rischio e delle
eventuali contromisure da adottare. La grande maggioranza del campione di insegnanti intervistati (98%) ritiene
comunque opportuno inserire nei programmi scolastici o nelle attività collaterali alla didattica che si tengono nella
scuola, dei percorsi formativi mirati sui rischi di Internet. Tale intervento potrebbe essere svolto dagli stessi
insegnanti o da esperti esterni appositamente invitati.
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Ha mai fornito ai suoi studenti informazioni sui rischi di Internet?
Si
No
TOTALE
84%
16%
Ritiene che la scuola dovrebbe inserire nei programmi il problema
TOTALE
pedofilia e i rischi di navigazione su Internet?
Si
98%
No
2%
Alfabetizzazione informatica dei genitori di minorenni utenti di Internet
Anche se la maggior parte dei genitori intervistati conosce per grandi linee il funzionamento di Internet (90%), una
discreta percentuale di soggetti (32%) afferma di non aver mai navigato sulla Rete evidenziando ancora un certo
gap generazionale rispetto all’alfabetizzazione informatica. Tale situazione di fatto limita notevolmente la
possibilità, da parte dei genitori, di una attività di monitoraggio efficace su come i loro figli utilizzano Internet.
Conosce il funzionamento di Internet?
Si
No
TOTALE
90%
10%
Ha mai navigato su Internet?
Si
No
TOTALE
68%
32%
32
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Spiegazioni del problema pedofilia ai figli
Nel campione di genitori intervistati, una discreta percentuale (66%) ha fornito ai propri figli informazioni sul
problema della pedofilia mentre il rimanente 34% non ha avuto capacità, voglia od occasione di farlo. L’esigenza
di ottenere elementi conoscitivi è stata manifestata direttamente dai minori ai propri genitori nel 28% dei casi.
Tale situazione denota ancora la presenza di carenze e “resistenze” su una tematica effettivamente complessa.
Ha mai dato a suo/a figlio/a informazioni sul problema pedofilia?
Si
No
TOTALE
686%
34%
Suo figlio/a le ha mai chiesto informazioni sul problema pedofilia?
Si
No
TOTALE
28%
72%
Controllo dei figli online e informazioni fornite sui rischi di navigazione
L’azione di monitoraggio e controllo della navigazione dei figli minori risulta purtroppo pressoché assente nel 58%
dei casi. Il 18% del campione afferma che tale attività è occasionale mentre solo il 24% del campione effettua un
controllo costante. Nel campione di genitori intervistati una discreta percentuale (66%) ha comunque fornito ai
propri figli delle informazioni sui rischi della navigazione sulla Rete mentre il rimanente 34% non ha avuto
capacità od occasione di farlo.
Quando suo/ figlio/a naviga su Internet, sta vicino a lui/lei?
si, sempre
qualche volta
No
TOTALE
24%
18%
58%
Ha mai fornito a suo/a figlio/a informazioni sui rischi di Internet?
TOTALE
33
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Si
No
66%
34%
Collocazione fisica del computer in casa
Il luogo di collocazione del computer connesso a Internet rappresenta un fattore di sicurezza semplice, ma a volte
fondamentale, per effettuare il monitoraggio della navigazione dei minori. La collocazione del computer nella
stanza del minore (nel 36% dei casi) costituisce, infatti, un notevole ostacolo al controllo ma anche lo studio del
genitore (38%), specie in sua assenza durante le ore serali, può non essere la soluzione ottimale. Le zone di
transito dell’abitazione e quelle maggiormente frequentate dagli adulti (salone e cucina) sono generalmente
quelle più strategiche per un monitoraggio efficace.
In quale luogo della casa è situato il computer?
Stanza del figlio/a
Salone
Cucina
Studio di un genitore
TOTALE
36%
16%
10%
38%
Atteggiamento dei genitori rispetto al parlare di pedofilia e dei rischi di Internet a scuola
La totalità del campione di genitori intervistati si è mostrato assolutamente favorevole all’inserimento stabile di
programmi formativi di prevenzione della pedofilia e sui rischi di Internet nella scuola.
Crede che la scuola dovrebbe fornire ai bambini informazioni sul
TOTALE
problema pedofilia?
Si
100%
No
0%
Crede che la scuola dovrebbe fornire ai bambini informazioni sui rischi
TOTALE
di Internet?
Si
100%
No
0%
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Conclusioni
La ricerca dell’Icaa ha fornito in primo luogo elementi conoscitivi sulla diffusione del mezzo Internet tra i minori del
campione in esame e ha esplorato le modalità di fruizione e la tipologia di servizi utilizzati.
I sistemi di comunicazione online (le chat) sono risultati non come fattore di impiego primario dello strumento
telematico da parte dei bambini, ma sono comunque apparsi come un fattore abbastanza diffuso e, di
conseguenza, necessario obbiettivo di azioni di controllo e monitoraggio per la prevenzione di fenomeni connessi
alla pedofilia online.
Lo studio ha poi evidenziato una generale sensibilità dei genitori e degli insegnanti rispetto ai potenziali rischi
online e una completa disponibilità ad affrontare tale tematica attraverso percorsi di formazione-prevenzione
mirati.
Per quanto riguarda il livello di percezione del rischio da parte dei giovani navigatori sono emersi però degli
elementi su cui è opportuno intraprendere opportune iniziative correttive. In particolare sono state confermate le
difficoltà comunicazionali di richiesta di aiuto in caso di incontro con un soggetto adulto che tenta di sessualizzare
la relazione online.
Cos’è l’Icaa
L’International Crime Analysis Association (I.c.a.a.) è una associazione no-profit con sede principale a
Roma e sedi operative in altre città italiane ed estere, presieduta da Marco Strano (Direttore Tecnico Psicologo
della Polizia di Stato), che svolge attività di studio in aree tematiche psicologico-giuridiche e criminologiche, con
particolare attenzione alle forme criminali emergenti. Riunisce come associati studiosi ed operatori del settore
criminologico, provenienti in prevalenza dal mondo investigativo, accademico e professionale di varie Nazioni
(Usa, Australia, Sud Africa ed altre). L’associazione ha il suo “quartier generale” su Internet (www.icaaitalia.org - www.criminologia.org), ma organizza anche stage e incontri dal vivo per discutere tematiche di
studio e ricerca. Il ricavato delle quote sociali viene destinato alla ricerca scientifica e all’acquisizione di materiale
bibliografico. Gli associati all’Istituto, dopo un periodo di formazione, possono svolgere attività di ricerca guidata
ed effettuare pubblicazioni nell’ambito della rivista online dell’Associazione (Telematic Journal of Clinical
Criminology) e nell’ambito di congressi a cui l’Icaa partecipa. Attualmente l’Associazione ha creato un team di
ricercatori che svolgono attività di ricerca, i cui risultati che vengono poi offerti gratuitamente agli organi
istituzionali, ai reparti di Polizia investigativa e alle aziende nell’ambito della prevenzione del crimine.
L’associazione sta sviluppando numerosi progetti di ricerca, ognuno dei quali con una équipe multidisciplinare
(psicologica, medica, giuridica, sociologica e informatica).
(Il Dossier è stato curato da Rossella Fabiani – Agenzia Fides 9/8/2005)
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