Il Ferrarino Anno 4 n.2
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Il Ferrarino Anno 4 n.2
Periodico di informazione e discussione dell I.T.C. “F. Ferrara” Palermo [email protected] Anno 4 numero 2 - dicembre 2008 - gennaio 2009 IL COLORE CHE FA LA DIFFERENZA Meglio il rosso o il nero? No, non stiamo parlando della roulette ma della direttiva emanata in Gran Bretagna che proibisce agli insegnanti di segnare in rosso gli errori nei compiti degli alunni. Tale colore sarebbe troppo "aggressivo" e finirebbe con il sottolineare eccessivamente gli sbagli commessi. La notizia ci ha fatto discutere in redazione, in quanto sotto la questione del colore si nasconde in verità una opposta visione della scuola e dei modelli educativi in essa adottati. Se da un lato, infatti, molti pensano che un po' di "vergogna" stimoli gli alunni ad imparare dai propri errori e non può, quindi, che essere salutare, altri invece sostengono che il dialogo con gli alunni - che va messo sempre al primo posto potrebbe essere irrimediabilmente minato se l'alunno, lasciato solo davanti al suo fallimento, si scoraggia e "getta la spugna". segue a pag. 2 I giovani e la letteratura Visita al Parco letterario del Gattopardo In occasione del 50° anniversario della pubblicazione del Gattopardo, la scuola ha dato l'opportunità di poter studiare divertendosi, grazie al progetto ideato dai professori F. Anselmo, G. Colletti e M. Follone, attraverso il quale abbiamo conosciuto la storia di uno scrittore non tramite un libro, ma per mezzo di una gita divertente e istruttiva. Le classi V E, IV E e IV pr1 sono state coinvolte nel progetto e tutte ansiose di visitare questo tanto discusso parco letterario di Tomasi Di Lampedusa, presso il paese di S. Margherita di Belìce. Segue a pag. 4 Il concerto di Natale prima delle vacanze Ormai è una tradizione Anche quest'anno, per la terza volta consecutivamente, il nostro Istituto ha organizzato un concerto natalizio che ci ha consentito di ascoltare un po' di buona musica e di scambiarci i tradizionali auguri di buon Natale e felice anno nuovo. Ad ospitarci questa volta è stato Padre Scordato, nella splendida Chiesa di San Saverio nello storico quartiere della Albergheria. I rappresentanti d'Istituto, Calabrese e De Simone, consegnano a P. Scordato le offerte raccolte fra gli alunni e i proff. del Ferrara. Nella foto anche il prof. Ciccarelli che ha organizzato l’iniziativa e la prof.ssa Gullo Chiesa di S. Francesco Saverio 19/12/2008 Il fatto che a muoversi è stata tutta la comunità del Ferrara, insegnanti, alunni e personale scolastico, testimonia ancora una volta l'unità e i rapporti umani e non soltanto professionali che da sempre hanno caratterizzato la nostra scuola. Le immagini del concerto e l'intervista a Giulia Restivo, una dei musicisti che si sono esibiti, a pag. 2 e 3 Valorizziamo cio’ che rifiutiamo Mentre in altri Paesi, come in Germania, la maggior parte degli oggetti deriva dal riciclo, in Italia soltanto il 30% dei prodotti di uso quotidiano deriva da materiali già utilizzati. È questo uno dei dati che abbiamo appre- so nel corso della visita del 13 novembre scorso all'Impianto di selezione e valorizzazione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata. L'iniziativa, organizzata dalle prof.sse Culotta, Di Salvo e Cavallaro che ci hanno anche accompagnati, si inserisce nella più ampia attività di educazione ambientale. La struttura che abbiamo visitato (nella foto accanto) CONOSCERE LA CITTA’ Continua il nostro viaggio tra i quartieri di Palermo attraverso la descrizione e le impressioni fornite dagli a alunni che in essi vivono. In questo numero è la volta del quartiere “S. Maria di Gesù” pag. 10 e sita in Via Partanna Mondello, è stata ricavata dalla ristrutturazione di un vecchio edificio, e serve alla selezione di plastica-alluminio e carta-cartone. Arrivati all'impianto, siamo stati guidati dall'architetto Di Chiara, che ci ha spiegato che i rifiuti differenziati vengono ulteriormente selezionati per poi produrre nuovi oggetti. segue a pag. 3 1° dicembre Le iniziative della nostra scuola per la giornata mondiale della lotta all’Aids pag 8 Pag 2 dicembre 2008 - gennaio 2009 Il concerto di Natale Musica e solidarietà in perfetto stile natalizio Protagonisti del concerto, a titolo assolutamente gratuito, sono stati gli studenti del Conservatorio di Palermo, tutti bravissimi chitarristi, allievi del corso tenuto dal Maestro Pirrello il quale, non soltanto li ha seguiti con grande passione, ma ha voluto assistere di persona alla loro esibizione. Il concerto è stato presentato da Giorgia Zammito (nella foto in alto), che in passato aveva già dato prova della sua bravura nello spettacolo di fine anno. Adesso, vista la sua spigliatezza anche con il microfono, può essere considerata a tutti gli effetti una vera show girl! Nei giorni precedenti il concerto, è stata effettuata una raccolta fra gli alunni e i docenti della nostra scuola da offrire a P. Scordato, oltre che per ringraziarlo per la sua ospitalità fraterna ed amichevole, anche per sostenere in modo concreto i meno fortunati. Il centro sociale guidato da P. Cosimo, infatti, si distingue per numerose iniziative a favore dei più bisognosi, come quella di cui egli ci ha parlato del- l'acquisto dei libri di testo e dell'attività di tutoraggio per gli studenti del quartiere. Considerato, quindi, il "buon uso" fatto dell’offerta raccolta, il contributo di molti alunni avrebbe potuto essere sicuramente più generoso e la partecipazione al concerto più massiccia, come ha osservato, a conclusione del concerto, la vicepreside, prof.ssa Gullo, (nella foto sotto), che ha rivolto un messaggio augurale anche a nome del preside impossibilitato per gravi motivi ad essere presente. A prescindere però dai risultati ottenuti e dalla sensibilità mostrata nel complesso dagli alunni, siamo convinti che l'iniziativa conservi intatto il suo valore educativo e per questo speriamo che continui anche nel futuro questa che è ormai diventata una bella tradizione del Ferrara. Dodicesima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare Fare la spesa pensando ai più poveri Una classe del nostro Istituto tra i volontari 8.973 tonnellate di generi alimentari raccolte, quasi 200 in più rispetto al 2007, di cui 102,2 nella provincia di Palermo. È il positivo bilancio della dodicesima Giornata Naz. della Colletta Alimentare a cui abbiamo partecipato anche noi alunni della 5pr2. Tutto è iniziato con un "sì" alla nostra prof.ssa Di Liberto e a D. Scandura, responsabile per la Sicilia occ. della Fondazione Banco Alimentare Onlus, che a scuola ci avevano proposto la visione di un filmato riguardante l'organizzazione del Banco Alimentare il cui scopo è quello di distribuire derrate alimentari ai bisognosi attraverso numerosi Enti e Associazioni convenzionati. La Colletta Alimentare, la cui prima edizione risale al 1997, costituisce per il Banco alimentare il momento di massi- Da sx S. Cannistraro, R. Molica, e A. Bonanno 5Pr2 ma visibilità e un'occasione privilegiata per comunicare, attraverso i mass media, l'esperienza e la genialità educativa che l'ha originata. La Colletta Alimentare, che quest'anno si è svolta sabato 29 novembre 2008, ha coinvolto in tutta Italia oltre 7.600 supermercati e più di 100.000 volontari. Dopo esserci dunque organizzati per il "sabato della carità", eccoci divisi in vari gruppi davanti l'ingresso di un supermercato con il compito di avvicinare e sensibilizzare le persone che si accingevano a fare la spesa parlando loro della Colletta Alimentare. Il risultato è stato molto sorprendente, visto che la raccolta, nonostante il periodo di crisi economica che stiamo attraversando, è aumentata rispetto agli anni precedenti. Inoltre, ritrovarsi insieme ai compagni della propria classe in un sabato pomeriggio e unire le forze per cercare di cambiare la triste realtà in cui si trovano le persone più bisognose è stata una costruttiva e indimenticabile esperienza che sicuramente ha cambiato il cuore di ognuno di noi. F. Vitrano per VPr2 il ferrarino I CONCERTISTI Giuseppe Cane, al nono anno di corso, ci ha fatto ascoltare la fuga in la minore di Johan S. Bach. Gabriele Cassarà, terzo anno, ha eseguito Preludio e allegro di Santiago de Nurcia. Giorgio Perrino, ottavo anno di corso, ha eseguito Variazioni su un tema di Hendel di Mauro Giuliani. Giulia Restivo, al terzo anno, ci ha fatto ascoltare Preludio, Allemande e Courent di Weiss. Flavio D'Ambra all'ottavo anno di corso ha eseguito Tre preludi di Villalobos. IL COLORE CHE FA LA DIFFERENZA Segue dalla prima Ci è sembrato, quindi, utile proporvi in questo numero (a pag.7) due diverse opinioni sui cambiamenti che si registrano negli ultimi tempi a scuola magari per poterne discutere in classe alla presenza dei professori. In questo primo numero del 2009, inoltre, desideriamo, anche al nome del nostro Dirigente Scolastico che ce lo ha chiesto espressamente, augurare a tutti gli alunni, alle loro famiglie e a tutto il personale docente e non docente un felicissimo anno nuovo durante il quale il lavoro e l’impegno di ognuno siano ricompensati con ottimi risultati. La redazione dicembre - gennaio 2009 l’intervista “La scuola è la base del nostro futuro” Incontro con la chitarrista Giulia Restivo Il suo nome è Giulia Restivo. Ha 17 anni appena compiuti, vive a Bagheria e frequenta il quarto anno del Liceo Classico F. Scaduto. La scegliamo per la nostra intervista perché è l’unica ragazza tra i cinque concertisti che stanno per esibirsi. Quando le chiediamo di rilasciarci un’intervista, si sorprende non poco. Evidentemente per lei è la prima volta anche se - vista la sua bravura - sicuramente non sarà l’ultima! Passato lo stupore e posata la chitarra che sta accordando, però, ci mostra tutta la sua disponibilità con un bel sorriso gradi che sembra portare un po’ di luce nella penombra della sagrestia. È casuale che nel concerto di oggi sei la sola ragazza o in generale la chitarra classica è uno strumento suonato in prevalenza da uomini? In base alla mia esperienza posso dirvi che la chitarra è prevalentemente suonata da ragazzi: infatti, proprio la mia classe al conservatorio è formata soprattutto da maschi; nonostante ciò, non sono la sola: ci sono anche altre ragazze chitarriste, mie compagne di strumento. In famiglia ci sono altri musicisti? Si. Mia sorella maggiore studia, sempre al conservatorio, pianoforte. Come è nata la tua passione per la musica e da quanto tempo la studi? Sono sempre stata attratta dalla musica, avendo una pianista in casa. Un giorno, avendo saputo che si organizzava un corso di chitarra nella chiesa madre di Bagheria, decisi di iscrivermi soltanto per gioco, per imparare a suonare canzoni di musica leggera. Dopo di ciò, conoscere i semplici accordi, giri armonici non mi soddisfaceva più e decisi di prendere lezioni private di chitarra classica. Da allora in poi, non ho più abbandonato il mio strumento e proprio l’anno scorso ho sostenuto l’esame di ammissione al conservatorio. Sono circa 3 anni che studio chitarra classica. Quante ore al giorno dedichi allo studio della chitarra? Minimo 3 ore, a volte anche di più. Come fai a conciliare la musica con la scuola? Basta organizzarsi. Non nascondo che a volte è un po’ pesante perché spesso studio la sera, vado a letto tardi, rinuncio a qualche uscita con gli amici, però suonare mi piace e quindi faccio tutto ciò volentieri. Ti piace studiare? La materia preferita? La media dei voti? Si, molto perché aiuta a crescere dentro. Le materie che preferisco sono filosofia, latino, greco e matematica. Per quanto riguarda i voti, non mi posso lamentare: la media è alta …fra 8 e 9. Quanto è importante per te la scuola in generale e cosa cambieresti in essa? La scuola è davvero importante per noi giovani: costituisce la base del nostro futuro. Una cosa che vorrei cambiare? Una maggiore attenzione per questa istituzione significherebbe una società più vantaggiosa per tutti. Bisogna rendere le scuole più attraenti in modo da invogliare i giovani allo studio e ritengo che l’insegnamento della musica sin dalle elementari possa essere importante perché aiuterebbe a crescere in “armonia”. Hai mai partecipato a concorsi o serate di beneficenza? No. Questa per me è stata la prima volta che mi sono esibita in pubblico suonando musica classica e ne sono rimasta davvero entusiasta. Infatti, devo ringraziarvi per la vostra accoglienza. Come mai hai scelto la chitarra classica e non altri strumenti? A proposito ne sai Pag 3 da sx J. Giardina IB G. Restivo F. Patti IB suonare altri? No, sfortunatamente non suono altri strumenti. La scelta della chitarra è stata del tutto casuale: forse se in chiesa avessero organizzato un corso di violino, adesso io non sarei qui con voi a parlare di chitarra! Una curiosità: quanto costa la tua chitarra? Proprio la mia chitarra pochissimo: infatti devo cambiarla, ma in generale quando parliamo di una buona chitarra da studio, il suo costo non è inferiore a 1000 euro. Riesci a coltivare altri hobbies? Non proprio. La scuola e il conservatorio occupano la maggior parte del mio tempo, però non ho smesso di frequentare il coro della chiesa. Il tuo sogno nel cassetto? Da quando suono chitarra classica, il mio sogno è quello di diplomarmi al conservatorio … fortunatamente sono sulla giusta strada! VALORIZZIAMO CIO' CHE RIFIUTIAMO! (segue dalla prima) Il ciclo più interessante, secondo me, è quello della plastica-alluminio, soprattutto, la fase in cui gli oggetti di alluminio (come le lattine) vengono attirati da una macchina come se fosse una grossa calamita, lasciando sui nastri trasportatori soltanto la plastica. Arrivati alla centrifuga, i rifiuti sono selezionati automaticamente secondo le loro dimensioni; più avanti, invece, si arriva alla cabina di selezione, dove vari operatori classificano i rifiuti per colore e tipo di plastica. I rifiuti, quindi, divisi in vari contenitori, giungono alla pressa per la riduzione del volume, infine le balle stoccate vengono ritirate ogni 2-3 giorni dal CONAI. Il ciclo è lo stesso per la selezione di carta e cartone che vengono classificati per dimensione, colore e conformazione. Certo, sarebbe stato più entusiasmante vedere questa struttura in azione ma, purtroppo, entrerà in funzione soltanto dopo aver ricevuto l'autorizzazione della Regione, presumibilmente nel corso del 2009. Al fine di promuovere una consapevole mentalità ambientalista, si dovrebbe- ro attuare varie campagne pubblicitarie per la valorizzazione e diffusione della raccolta differenziata, proprio come la nostra visita che, oltre a farci conoscere con precisione le fasi del riciclo, è stata utile perché ci ha fatto capire che non bisogna considerare i rifiuti come un prodotto di scarto, ma bisogna considerarli come materie prime dalle quali ricavare altri prodotti ed energia. Il nostro individuale contributo diventa, quindi, indispensabile per allungare la vita di un oggetto; un piccolo ma importante gesto di sostenibilità ambientale è utile per la salvaguardia dell'ambiente, e della nostra salute. Anna La Barbera II E Pag 4 dicembre 2008 - gennaio 2009 ferrara news il ferrarino RACCONTI A PIÙ VOCI J.Marchese, R. Portanova, R. Valenti, J. Lo Coco, C. Lo Monaco, M. Lucchese, C. Ferruggia, A. Sabiha. F. Borgogna, il D.S. A. Di Vita e la Prof.ssa C. Prainito Ecco come abbiamo potenziato le nostre competenze comunicative Con la consegna degli attestati da parte del Dirigente Scolastico, avvenuta il 19 novembre scorso, si è concluso il progetto Racconti a più voci on-line, un corso dedicato alle tecniche della comunicazione. Guidati dal Dott. Massimiliano Terzo (un giovane e abilissimo psicologo) e dalla prof.ssa Claudia Prainito (docente di lingua italiana), ci è stata offerta la possibilità di potenziare le nostre competenze comunicative e metacognitive. Le prime lezioni del corso, attuate per mezzo della tecnica del brainstorming, hanno mirato alla valorizzazione delle tecniche ermeneutiche per la lingua scritta (in particolare ci siamo dedicati all'interpretazione di articoli di giornali e riviste), ma anche della conversazione e del libero dibattito. Seguendo le regole del rispetto e dell'ordine degli interventi, ciascuno di noi è stato stimolato a esprimere il proprio pensiero e a confrontarlo con quello altrui. Nella seconda fase del corso abbiamo partecipato a delle vere e proprie lezioni sulla comunicazione nelle quali abbiamo imparato che comunicare non equivale solo a parlare, ma anche a far uso di immagini, gesti e abilità trasversali come il sapere ascoltare, il saper leggere e scrivere. In seguito abbiamo partecipato a interessanti attività di gruppo laboratoriali e pratiche. A conclusione del nostro percorso ci è stato somministrato un questionario volto a verificare il grado di apprendimento dei con- cetti, i cui risultati, con nostra grande soddisfazione, sono stati positivi. Ciò è dipeso dall'interesse che ha suscitato in noi l'argomento al quale ci siamo accostati, ma anche dal clima relazionale che si è instaurato. Anche il preside ha mostrato un particolare entusiasmo per i risultati ottenuti e per questo ha voluto consegnarci personalmente gli attestati. Il prodotto finale del nostro lavoro è stata la realizzazione di un cd multimediale nel quale sono contenuti i nostri elaborati e le immagini che documentano le attività svolte. Portanova Rosalia IIF I giovani e la letteratura Visita al Parco letterario del Gattopardo Il sindaco di S. Margherita, F. Santoro, accoglie gli alunni davanti al museo. Nella foto, anche i proff. Colletti e Anselmo. Dopo essere stati accolti dal sindaco che ci ha salutato con entusiasmo, abbiamo appreso dal primo cittadino alcune notizie sull'origine del centro e sulle vicissitudini sofferte dalla popolazione dal 1968 fino a qualche decennio fa. A questa nota introduttiva ha fatto seguito la visita al museo della memoria, nel quale è ricostruito quel tragico evento, il terremoto che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale. Tra i 14 centri colpiti dal sisma vi furono paesi che rimasero completamente distrutti: Gibellina, P o g g i o r e a l e, Salaparuta, Montevago. Le vittime furono 370, un migliaio i feriti e circa 70.000 i senzatetto. Molti altri paesi limitrofi subirono gravi danni tra questi ricordiamo Menfi, Partanna, Camporeale, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Sciacca, Santa Ninfa, Salemi, Vita, e Calatafimi. Tutto questo era testimoniato da foto che ci hanno impressionato e ci hanno lasciato senza parole, e grazie al racconto e alla spiegazione di una guida abbiamo potuto conoscere questa triste storia. Noi giovani ne avevamo solo sentito parlare, ma queste foto ci hanno mostrato la tragica realtà e la sofferenza che gran parte di siciliani hanno dovuto patire per molto tempo. L'allegria è tornata subito dopo, quando ha avuto inizio la visita al palazzo Filangeri Cutò, in cui abitavano i Tomasi, e che lo stesso scrittore ha, minuziosamente, descritto nel suo libro "racconti". Qui la guida ci ha parlato della vita di Tomasi di Lampedusa e del grande rapporto che lo legò alla sua isola, soprattutto a Palermo, la città dove era nato, dove visse tutta la vita e che fu l'ispirazione di quelle idee che lo portarono alla stesura del Gattopardo. All'interno del palazzo, la guida ci ha mostrato delle foto che ricostruiscono la vita dello scrittore e lì abbiamo persino potuto sentirne la vera voce. Nella stanza attigua a quella della mostra fotografica è stato allestito un piccolo museo delle cere che rappresenta alcuni personaggi del Gattopardo che, illuminati di volta in volta da una luce soffusa, prendono vita per recitare alcuni passi del racconto (un allestimento particolarmente affascinante perché arricchito da una proiezione video sul soffitto nella quale vengono raffigurate varie situazioni dell'epoca). Questa rappresentazione scenica è stata di particolare effetto e ci è parso di essere realmente parte- cipi di un passato di fasti gloriosi. Sempre più interessati ci siamo incamminati in una lunga salita verso la nuova chiesa ricostruita dopo il sisma e che architettonicamente rimodernata sfoggia un desing singolare e insieme interessante. Dopo avere visitato anche l'immenso palazzo nel quale ha vissuto lo scrittore, abbiamo consumato il nostro agognato pranzo all'interno del parco letterario; qui, all'interno di una taverna, era stato organizzato un bouffèt con specialità gastronomiche tanto buone da spingerci a più di un bis. Prima di andar via ci siamo sbizzarriti a scattare tantissime foto per immortalare questi bei momenti, e anche i professori erano felici di far parte del nostro book fotografico. È stata una gita più che interessante, e credo che questo sia un modo alternativo per potere imparare e soprattutto un modo per avvicinare i giovani alla cultura e alla storia. Ringrazio la scuola che ci offre degli strumenti alternativi di insegnamento tanto validi. Serena Cusimano VE dicembre 2008 - gennaio 2009 Pag 5 DAL CORSO SERALE SIRIO Classi-ponte? No grazie! Imparare l'italiano per gli stranieri è possibile solo nella relazione continua con i compagni italiani Ricordate Cecco Rivolta, che rivoltava i maccheroni? Quando venne rimproverato Cecco Rivolta si ammalò si ammalò di malattia i dottori lo portarono via. ................................................ Un’anatra insegnante anziana e buona era riuscita a promuovere un brutto anatroccolo contro il parere delle altre anatre insegnanti che esprimevano solo compassione. All'inizio del nuovo anno scolastisco l'anatra anziana e buona si era sorpresa di non rivedere tra gli alunni il brutto anatroccolo. Al suo posto c’era un bellissimo cigno che si era avvicinato e l'aveva salutata con gioia. Era ancora "diverso", ma rispettato e ammirato per la sua bellezza. Il comportamento di Cecco è la risposta ai messaggi inadeguati, che spesso la scuola o la famiglia propone, e così diviene stereotipo e pregiudizio (Rivolta). Cecco, in ospedale tra gli altri ammalati, farà parte di una realtà definita ristretta, in un'area culturale chiusa, delimitata da un’identità prestabilita. L'ospedalizzazione è necessaria in nome della quiete e di una rassicurante normalità. Il bellissimo cigno rappresenta l'attesa di ogni docente-educatore impegnato nel progetto sociale come realizzazione di un’immagine scuola valida. La relazione inquietante con l'alunnoproblema sarebbe ampiamente ricompensata! La proposta educativa tende a trasformare la realtà senza certezze e garanzia di successo, ma rispetta i diritti umani e l'identità. “Riconoscere l'altro come soggetto e portatore di volontà, che forza il mio stato di quiete, stabilisce un rapporto contrattuale ed una nuova coscienza nei linguaggi” (A. Canevaro). La contrattualità ha un indubbio valore pedagogico e riqualifica gli operatori della scuola nell'ambito della necessaria formazione permanente, in considerazione anche della presenza di un numero rilevante di extracomunitari. Ricordate Pollicino che si era trovato con altri coetani in un bosco pauroso e sconosciuto? Ognuno raccontava la propria storia e piano piano ciascuno aveva trovato la stra- da per tornare a casa, seguendo la traccia dei sassolini o delle briciole di pane. Decisero di ritrovarsi tutti i giorni e tutti insieme. Riconoscevano le case, gli alberi, gli animali, le persone e di tutti sapevano dire il nome. Il bosco non faceva più paura. La città, il paese, la scuola può rappresentare il bosco-macrocosmo sociale pauroso, in cui gli extracomunitari sono sempre estranei e spesso respinti. Un luogo che non rispetta la traccia del passato, della casa e della realtà culturale! La comunicazione nasce dal desiderio del rapporto di relazione e così il linguaggio e la parola. La parola permette di dare un nome agli oggetti e quindi ne permette una conquista. Al di fuori del contesto relazionale, collegato all'esperienza degli incontri tra sé e gli altri, le parole e i nomi sono ripetuti e non ricreati. E cosi la parola non appartiene alla persona (fatto privato) ma al gruppo, alla classe (P.Freire e E. Goldmann). Le parole e la lingua esprimono la creazione culturale continua nel territorio. Le intenzioni del MIUR di formare classi soltanto di alunni stranieri - per un periodo di tempo finché non acquisiscono la conoscenza dell'italiano - ci impongono una seria e circostanziata riflessione. Ancora una volta prendono forma la paura ed il pregiudizio, ma soprattutto la volontà di controllare preventivamente lo stato di quiete. È la negazione della ricerca psicopedagogica e dei risultati più recenti; è un insulto all'analisi epistemologica di Michel Foucault sulla formazione delle ideologie dell'emarginazione sociale, ideologie che agiscono sia a livello degli individui (alienazione, criminalità) che a livello dei discorsi (interdizione della parola). Ne "La terra del tramonto" Ernesto Balducci scrive: "Cosa avvenne in sostanza nel 1492 quando Cristoforo Colombo giunse in America? Avvenne che l'uomo incontrò l'uomo e non lo riconobbe, come a dire: l'uomo incontrò se stesso e non si riconobbe". Maria Lipari "La parola, quando è parola del desiderio, è evocazione e rinvio ad altro" Jacques Lacan Testimonianze dei nostri alunni (per ragioni di spazio, ne pubblichiamo solo 2, le altre nel prossimo numero) Sono un ragazzo straniero, provengo dal Bangladesh. quando sono arrivato in Italia avevo 15 anni ed ero capace di capire le cose. Ho visto la differenza tra le culture, tra la gente, tra le vite, tra le professioni e le scuole. Quando ho visto queste differenze ho deciso di studiare a scuola. Però avevo tanti problemi in famiglia; alla fine non ho cambiato decisione, dovevo studiare. Ho frequentato la scuola media, non conoscevo gli insegnanti e neanche i compagni. Tutti erano italiani tranne tre. Non capivo cosa spiegavano gli insegnanti perchè non conoscevo l’italiano. Mi hanno aiutato molto per capire ed imparare, per scrivere correttamente, leggere e parlare. Dopo, alla fine dell’anno, ho fatto l’esame di scuola media. Ho preso il certificato e adesso studio al Corso serale (F.F.). Il sistema di educazione è molto facile. Gli insegnanti sono bravi. Nella scuola siamo 5 stranieri ( 2 del Marocco, 1 del Gana e 2 Bengalesi). Quando ho difficoltà a capire, leggere e scrivere, parlare, i miei compagni mi aiutano sempre. Quando sono venuto in Italia, conoscevo bene l’inglese ma qui solo alcuni lo sanno parlare. Dico che l’insegnante di italiano, mi ha aiutato molto anche quando dice: “dovete parlare tutti in italiano, perchè abbiamo i ragazzi stranieri, non parlate il dialetto”. Siamo tutti uniti. Io amo i compagni, sono bravi e ora capisco la lingua italiana. Io sono contento in questa scuola. Rubel Miah, anni 17, Bangladesh Sono arrivata a Palermo nel 2005. La prima motivazione per studiare l’italiano è trovarmi a mio agio quando viaggio con l’autobus, quando cerco la strada o vado al supermercato o devo andare a chiedere i documenti negli uffici. Prima uscivo sempre con il vocabolario e i discorsi duravano 2 ore! Ora durano appena 10 minuti. Mi piace la storia , la cultura di questo Paese; mi piace come parlano gli italiani, davvero mi sento felice quando rido con i compagni e capisco gli argomenti ed è bellissimo quando i professori mi guardano e mi spiegano come se capissi bene l’italiano. Sono migliorata, ma è più importante la conoscenza e l’affetto. È molto bello quando si sta bene insieme! Huong Doan Thanh, anni 26, Hanoi (Vietnam) Pag 6 dicembre 2008 - gennaio 2009 il ferrarino Alcol e droga. Le riflessioni di un’alunna CRESCIUTI TROPPO IN FRETTA N egli ultimi anni la percentuale dei giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti ed alcool è sicuramente aumentata e lo confermano tutte le notizie che sentiamo continuamente alla televisione o che leggiamo sui giornali. Spesso, infatti, sentiamo raccontare di ragazzi che partecipano a una festa e muoiono per aver ingerito pasticche insieme ad alcolici, oppure ancora di ragazzi, anche giovanissimi, che si recano in discoteca con amici e fanno un "mix" di diversi alcolici solo per il gusto di ubriacarsi, non pensando però alle conseguenze che questo comportamento può avere: basti pensare, per esempio, a tutte le vittime di incidenti stradali provocati da giovani che guidano in stato di ebbrezza. Purtroppo queste situazioni si verificano sempre più frequentemente e per capirne il motivo bisogna partire dall'esame della società e dall'ambiente in cui viviamo. Infatti, oggi come oggi, i giovani hanno sempre più bisogno di punti di riferimento che, purtroppo, non sempre sono positivi dal momento che la nostra società è ormai piena di gente, anche adulta, che non si rende più conto di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Da ciò derivano tutte le conseguenze sopra descritte. Oggi è facile vedere ragazzini, dodicenni o tredicenni, che cominciano a fumare le prime sigarette e già solo da questo si può capire perché l'uso di droga e alcool si diffonda rapidamente tra i giovani. Infatti, con il passare del tempo, i ragazzini non si accontentano più della sigarette, vogliono andare oltre e quindi cominciano a fare uso di spinelli e marijuana; poi, diventando più grandi, cominciano ad uscire la sera, a frequentare discoteche e quindi anche a conoscere gli alcolici e sono sempre pronti a provare il divertimento che può essere provocato da una "sbronza". La colpa di ciò comunque non va attribuita interamente ai giovani ma soprattutto agli adulti che ormai hanno ben chiaro che i ragazzi sono soggetti facili da manovrare e condizionare: infatti spesso si vedono, in molti programmi tv, delle indagini fatte all'interno di locali in cui i baristi vendono alcolici pur sapendo o immaginando che i ragazzi a cui li hanno venduti sono minorenni. Perché lo fanno? Soltanto per guadagnare qualcosa di più. Lo stesso fanno gli spacciatori. Un altro motivo può essere la competizione che spinge i giovani a compiere scelte solo per sembrare più grandi o migliori agli occhi degli altri. Io personalmente posso essere testimone di questo perché in famiglia ho avuto casi del genere, con cugini adolescenti che bevono o fumano solo perché non vogliono essere inferiori agli amici che frequentano. La colpa di tutto ciò non può essere attribuita, nella gran parte dei casi, all'educazione che si riceve dalla famiglia perché i genitori fanno di tutto per condurre i figli sulla buona strada, ma non sempre i loro consigli vengono presi in considerazione. Proprio per questo, secondo me, bisognerebbe porre dei limiti ai figli, magari non assecontando tutti i loro capricci e non consentendo di frequentare certi ambienti troppo precocemente: infatti trovo assurdo che ragazzini di 14 o 15 anni abbiano il permesso di frequentare le discoteche; secondo me ogni esperienza va vissuta a suo tempo e non mi pare logico che un genitore si preoccupi delle strade negative che può prendere il figlio e poi però gli consenta di fare determinate cose. Per come si sono evoluti gli eventi negli ultimi anni, occorre una certa rigidità da parte dei genitori perché altrimenti si rischia veramente di portare i ragazzi alla rovina. Per frenare tutti questi episodi penso che sia poco importante l'intervento della scuola perché, oltre alla possibilità di dare informazioni su tutto ciò che di negativo possono portare l'alcool e le droghe, non vedo che altro possa fare. Potrebbe forse tentare di far capire ai giovani che non bisogna essere "copie" tutte uguali ma ognuno di noi deve avere la propria personalità che non deve derivare da ciò che gli altri vogliono vedere, ma esclusivamente da ciò che siamo effettivamente. Susanna Buscemi VPr1 Riapre il CIC Tra pochi giorni riaprirà lo sportello CIC (Centro Informazione e Consulenza) dove tutti potranno recarsi per parlare dei propri problemi personali e ricevere qualche consiglio in totale anonimato. All’ascolto degli alunni quest’anno ci saranno tanti docenti (Amari, Bolazzi, Burgio, Ciccarelli, Lipari, Mangione, e Salerno M.T.) che saranno disponibili secondo un calendario che verrà comunicato a breve. Prova di evacuazione Giovedì 11/12/08, ore 12:20, al suono prolungato della campanella scatta il piano di evacuazione predisposto dalla Dirigenza dell'I.T.C. Ferrara in collaborazione con gli esperti della sicurezza. Neppure la pioggia insistente ha impedito che le attività predisposte si svolgessero secondo il protocollo previsto; allievi, docenti e personale non docente si sono allontanati dall'edificio scolastico secondo i tempi e le modalità scanditi da un piano di evacuazione che ha incuriosito gli abitanti del quartiere intenti a decifrare il perché di quella pacifica folla radunatasi nell'adiacente Piazza Venezia. A teatro per migliorare l’inglese Intramontabile “Grease” Sono otto le classi del nostro Istituto che, grazie anche al contributo della scuola, hanno assistito allo spettacolo in lingua inglese “Grease” di Jim Jacobs e Warren Casey, prodotto dall’Erasmus International Musical and Theatre. Il più famoso musical mai realizzato - a detta di molti - riesce ancora a divertire ogni platea a Alcuni degli alunni all’ingresso del “Metropolitan” con la prof.ssa D. Ganci distanza di 30 anni dalla sua nascita! Gli attori, balleri e cantanti, tutti rigorosamente inglesi, si sono alternati sul palco per dare vita ad una trama divertente, e allo stesso tempo emozionante, tesa a far conoscere le similitudini degli adolescenti di ogni epoca e a fornire anche spunti di riflessioni sull’importanza dell’amicizia tra studenti e sull’attualissima problematica del bullismo a scuola. Grazie al lavoro sui testi svolto precedentemente in classe con i docenti di inglese, gli alunni hanno potuto seguire i dialoghi e cantare insieme ai bravi attori. dicembre 2008 - gennaio 2009 opinioni a confronto Più rigore e meno paura di correggere Q ualche settimana una prof.ssa affermava su un quotidiano che oggi la scuola ha perso di vista il suo più importante compito ovvero quello di trasmettere la saggezza e la conoscenza ai giovani, sostituendolo con attività e iniziative che vanno a calpestare i valori tradizionali, quali la disciplina, l'impegno e il sacrificio. Con la conseguenza che la scuola, per inseguire il progresso, non ci fornisce più una preparazione adeguata per la vita e per il nostro futuro. La discutibile decisione presa in Inghilterra di abolire il colore rosso per la correzione dei compiti è una conferma del fatto che la scuola oggi è diventata troppo "timorosa" nell'educare chi sbaglia. Se vuole invece riacquistare un po' di autorevolezza, non deve avere paura di riprendere gli alunni! Anche nella correzione dei compiti, va detto chiaramente quando essi sbagliano senza timore di traumatizzare nessuno: un po' di sana "vergogna" aiuterà sicuramente a crescere, ad impegnarsi maggiormente, a fare meglio la prossima volta, insomma a rendere più forti. Solo trenta o quaranta anni fa venivano date bacchettate sulle mani ai bambini che commettevano ciò che adesso è considerato assolutamente normale, come ad esempio sbadigliare a bocca spalancata mentre un insegnante spiega. Oggi dare le bacchettate significherebbe "violenza fisica" e quindi denunzia, danni morali e, ovviamente, materiali, e forse la fine della carriera del professore; mentre il castigo a muro significherebbe "molestia psicologica" ed "esclusione sociale" a cui seguirebbero le medesime conseguenze. Io sinceramente non ho subìto le bacchettate, ma ho perso il conto dei castighi a muro dietro la lavagna e devo dire che la mia psiche non è stata per nulla turbata. Senza arrivare a proporre il ritorno alle bacchettate, è innegabile però che i castighi e la disciplina facevano sì che un ragazzo crescesse nella consapevolezza di cosa fosse giusto e cosa invece no. Pag 7 Coinvolgere e non escludere chi sbaglia L a società, si sa, con il L'abbandono della disciplina e tempo cambia! del rigore ha fatto perdere autoNaturalmente i camrevolezza alla scuola che sembiamenti sociali non possono bra ormai essersi lasciata tranon coinvolgere anche la scinare dal progresso e dalla scuola. Basti pensare che modernità. prima la licenza media era La scuola adesso è invasa da considerata un buon titolo di innumerevoli progetti e attività studi e che avere il diploma con l'obbiettivo di far divertire i equivaleva a godere di un ragazzi dando la possibilità di vero e proprio privilegio! Ora raccogliere crediti, insegnando invece una vasta percentuale loro cose che potrebbero essere dei ragazzi sono diplomati e apprese al di fuori della scuola. altrettanti frequentano l'uniÈ vero, la scuola li offre gratuiversità. Intorno agli anni '40, tamente, ma in questo modo i maestri che insegnavano essa toglie tempo allo studio. alle elementari erano Con queste attività La matita allegra molto più severi e extra-scolastiche, la di Claudia Prainito chi non scuola Come le dicevo, lei sostituirà il aveva forniprof. della VB, sa ha traumatizzato "voglia" s c e un allievo usando la penna rossa di stuun'ottiper segnare i suoi errori... m a diare, o scusa n o n per non andava studiabene in re allo qualche studendisciplite che, n a , essenveniva do stato punito a tutto un colpi di pomeb a c riggio a chetta. scuola, non ne ha avuto il La "rivoluzione" più grande tempo! In questo modo la scuoperò che ha riguardato la la crea solo un finto coinvolgiscuola è quella legata alle mento allo studio che invece nuove tecnologie. Ormai richiede impegno e sacrificio. siamo perennemente bombarLa cosa ancora più grave è che dati da suoni, immagini, anche i professori si sono arresi video che senza dubbio ridualle leggi del progresso, anche cono la nostra capacità di se non tutti li condividono. Lo concentrazione. Bisogna, sbadiglio a bocca spalancata allora, abolire internet, chat e davanti a un professore è sicuquant'altro? Impossibile! La ramente un segno di mancanza scuola giustamente si deve di rispetto da parte degli alunni adattare al progresso e ai verso coloro che impiegano cambiamenti altrimenti tempo e fatica per noi. La punirischia di non essere al passo zione in passato serviva ad coi tempi e di essere tagliata insegnare ai ragazzi cosa signifuori dalla società. Quindi, fica rispetto. Oggi molti profeschi pensa che i problemi sori evitano di riprendere i attuali della scuola si possano ragazzi nei loro errori, non perrisolvere semplicemente torché danno poca importanza alla nando indietro, a mio avviso, disciplina, ma perché si sono sbaglia. La scuola deve trovaarresi, sanno che dietro un rimre nuovi modi per coinvolgeprovero ci può essere un genitore gli alunni che non hanno la re incompetente pronto ad accumotivazione che avevano i sare il professore di avere offeragazzi di qualche decennio so il figlio e di aver tentato di fa, i quali sceglievano di impedire che il figlio facesse dedicarsi allo studio e non vi una cosa del tutto naturale. erano costretti perché in Serena Cusimano VE obbligo scolastico. Per questo penso sia giusto che gli insegnanti stiano molto vicino agli alunni, sia dal punto di vista didattico sia dal punto di vista emotivo. Anche determinati corsi e proggetti scolastici credo siano utili per invogliare gli alunni e predisporli a un processo di crescita personale che non debba necessariamente tradursi in un insegnamento "tradizionale". Non importa che questi progetti coinvolgano i ragazzi attraverso discipline poco convenzionali come quelle sportive, musicali o teatrali; l'importante è coinvolgere gli alunni. Oggi, quindi, è più che mai necessario che la scuola sappia dialogare con gli alunni e per riuscirci essa deve evitare di scoraggiarli. Per questo non mi sembra del tutto sbagliato il dibattito che si sta svolgendo in Inghilterra sull'opportunità di evitare l'uso dell'inchiostro rosso per le correzioni dei compiti. Anche se per gli alunni delle scuole superiori penso che il colore della penna sia del tutto irrilevante, per i più piccoli potrebbe non essere così. E comunque a mio avviso è da preferire un modello educativo che cerchi di rispondere con attenzione e interesse alle esigenze degli alunnipersone rispetto a un modello di insegnamento che miri solo a inculcare informazioni. È più utile infatti cercare di evidenziare i progressi degli alunni piuttosto che sottolinearne gli errori. Insomma compito della scuola dovrebbe essere quello di coinvolgere e non escludere chi non riesce. Se la scuola è troppo severa rischia di essere selettiva e quindi di "perdere" molti ragazzi che trarrebbero invece un sicuro beneficio dalla loro permanenza tra le mura scolastiche. Un'ultima riflessione. La scuola dei progetti, se pensata e realizzata con giudizio, non è solo una risorsa sprecata, il nostro giornalino può esserne un esempio. Antonio Scafidi III Pr2 Pag 8 dicembre 2008 - gennaio 2009 Giornata mondiale contro l’AIDS il ferrarino 10 DOMANDE SULL’ HIV/AIDS Incontro con la Prof.ssa Argo dell’Università di Palermo Diverse le iniziative della nostra scuola per la XX giornata mondiale della lotta all’Aids: oltre alla raccolta fondi effettuata il 1° dicembre 2008 da un gruppo di alunni a scuola e nelle vie del centro storico, quest’anno il nostro Istituto ha ospitato il presidente reg. dell’Anlaids, dott. Tullio Prestileo, che ha tenuto un incontro sulle problematiche relative all’Aids. Inoltre, gli alunni della II B, guidati dalla prof.ssa di scienze, hanno formulato 10 domande sull’Hiv, sotto pubblicate, che sono state rivolte alla dott.ssa Argo dell’Università di Palermo in occasione XXII congresso naz. Anlaids a cui la classe ha partecipato. Da sx, Marta Fantauzzo, la dott.ssa Argo e Monica Caracappa Quando e come è comparso il virus HIV? Uno studio suggerisce che il virus HIV ha cominciato a diffondersi tra gli umani all'inizio del 20° secolo, sulla scia del rapido sviluppo di nuove città e di un concomitante aumento di comportamenti a rischio, nell'Africa coloniale centrale. La ricerca, condotta da scienziati provenienti da Europa, Africa, Stati Uniti e Australia, è stata pubblicata sulla rivista Nature. L’HIV probabilmente si manifestò quando esseri umani, che vivevano nelle foreste dell'Africa centrale, macellando carne di scimpanzé infettata con un virus affine chiamato SIV (virus dell'immunodeficienza della scimmia) si procuravano lesioni che permettevano il passaggio del virus all'uomo. La presenza del virus SIV in grande quantità nel corpo di queste persone può aver determinato un cosiddetto salto di specie, ovvero una mutazione del virus che consente di attecchire anche in organismi diversi da quelli originari (in questo caso dallo scimpanzé all'uomo). Che tipo di virus è HIV? Si tratta di un virus che appartiene alla famiglia dei Retrovirus, così chiamati perché si moltiplicano utilizzando un enzima che, al contrario di ciò che accade a tutti i micro e macro-organismi, trascrive l'RNA in DNA. I retrovirus includono tre gruppi (oncoretrovirus, lentivirus e spumavirus), che comprendono virus in grado di infettare diverse specie animali, compreso l'uomo, determinando infezioni croniche, a volte associate a trasformazione tumorale (oncoretrovirus) o a sindromi lente e progressive, caratterizzate da immunodeficienza e disordini neurologici. Appartengono a questa famiglia, oltre al ben noto virus dell'immunodeficienza umana (HIV - "Human Immunodeficiency Virus"), altri virus oncogeni per l'uomo come HTLV-1 e 2 ("Human T-cell Leukemia Virus" 1 e 2), ed anche il virus della leucemia felina, il virus della leucemia murina di Moloney (MoLV) e quello del tumore mammario murino. Questa famiglia di virus è stata la prima ad attirare l'attenzione dei biologi molecolari per lo sviluppo di vettori per la terapia genica. Il virus HIV è dotato di membrana esterna chiamata envelope. La particella virale contiene al suo interno l'acido nucleico insieme alle proteine strutturali ed enzimatiche necessarie al ciclo replicativo. HIV può entrare nelle cellule bersaglio attraverso l'aggancio di due distinti recettori cellulari: CD4+ e CCR5. Una volta entrato all'interno della cellula bersaglio si realizza l'integrazione del materiale genetico virale con quello della cellula ospite. Che cosa significa essere sieropositivo per il virus HIV? Significa avere nel proprio sangue gli anticorpi specifici contro il virus HIV. Cioè che l'infezione è attiva e che è possibile trasmetterla ad altri. Tutte le persone sieropositive possono, se hanno comportamenti a rischio, trasmettere il virus HIV. Quanto vive il virus HIV fuori dall'organismo umano? HIVè un virus poco resistente: non resiste all'essiccamento, ai raggi ultravioletti del sole, all'alcool e alla varechina. Esposto all'aria aperta muore in 10-20 minuti. Con quali modalità si è diffuso il virus nel mondo? Il virus HIV si è diffuso principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti dall'uso del preservativo. Come si trasmette l'infezione da HIV? Le modalità di trasmissione dell'infezione sono: 1. i rapporti sessuali se uno dei partner è infetto; 2. attraverso il passaggio di sangue (per esempio, la condivisione di siringhe contaminate) da una persona infetta ad una sana; 3. dalla madre sieropo- Da sx, S. Salerno, P. Gallo e U. Mittermair sitiva al bambino, durante la gravidanza, il parto o l'allattamento al seno materno. Come NON si trasmette il Virus HIV Strette di mano, abbracci, vestiti, baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci, bicchieri, posate, piatti, asciugamani e lenzuola punture di insetti NON comportano alcun rischio di trasmissione. HIV NON si trasmette frequentando: palestre, piscine, docce, saune e bagni pubblici, asili, scuole e luoghi di lavoro, ristoranti, bar, cinema, locali pubblici, mezzi di trasporto. Dopo un rapporto sessuale a rischio o dopo un comportamento a rischio (per esempio la condivisione di una siringa contaminata) quando bisogna fare il test e dopo quando la risposta è attendibile? La maggior parte delle persone infettate sviluppa una quantità di anticorpi identificabile dai test entro 2 mesi dall'esposizione. Per maggiore sicurezza, è opportuno ripetere il test dopo altri 2-3 mesi per escludere la possibilità di risultati falsamente negativi. Il test si esegue con un semplice prelievo di sangue e con il consenso informato dell'interessato, anche se minore. Cosa determina l'infezione? Quali sono i sintomi dell'infezione? L'infezione da HIV determina una lenta e progressiva riduzione delle difese dell'organismo. I sintomi più frequenti dell'infezione da HIV compaiono dopo alcuni anni dal contagio. Nessun sintomo è caratteristico. Pertanto non è possibile identificare una persona sieropositiva se non dopo aver effettuato il test. Quando le difese immunitarie diventano particolarmente carenti possono insorgere gravi infezioni o tumori che colpiscono diversi organi o apparati (per esempio, polmoniti, encefaliti, perdita della vista, sarcomi o linfomi) Si può diventare genitori essendo sieropositivi? È possibile avere un figlio sano a patto che la persona sieropositiva si attenga alle norme, alle procedure ed alle cure previste e consigliate dal medico specialista. dicembre 2008 - gennaio 2009 Internet e dintorni DOWNLOAD CHE PASSIONE ! L a febbre del download ha colpito non solo i giovani ma anche gente più adulta che si diletta sempre più ad utilizzare i programmi di condivisione al fine di scaricare qualsiasi tipo di file. Il primo programma p2p, cioè peer to peer, che più si avvicina alle moderne applicazioni dei giorni nostri,è stato Napster che tuttavia permetteva solo lo scambio di file mp3. A Napster ha fatto seguito il conosciutissimo WinMix, che permetteva di condividere e scaricare anche altri tipi di file. Il vero successo lo ha ottenuto però Kazaa Lite che in un paio di anni è diventato l'applicazione di file sharing, cioè di condivisione, più utilizzata al mondo. È però nel corso degli anni ‘90 che la tecnologia p2p incontra il suo momento più critico. Infatti lo sharing selvaggio di file ha contribuito a esercitare una violazione di massa dei copyright dei file condivisi, cosa che ha provocato per esempio, la chiusura forzata di programmi come Napster e WinMix. Attualmente il Peer-To-Peer sta risorgendo dalle sue ceneri, grazie anche a nuovi standard di condivisione come eDonkey e Bittorrent. La straordinaria diffusione in tutto il mondo della banda larga fa sì che il p2p venga utilizzato dalla stragrande maggioranza di tutti coloro che usano Internet. Esiste un numero considerevole di applicazioni p2p scaricabili gratuitamente dalla rete. Attualmente è difficile stabilire quale sia la migliore fra tutti, considerate le diverse esigenze degli utenti. A mio avviso, per quanto riguarda il download di mp3, wma e in generale di musica, i programmi migliori sono Limeware, DC++ ed Emule, che è il programma più vasto e completo da tutti i punti di vista, anche se, a causa delle lunghe code, non è il più usato. In termini di velocità, ma non di vastità di file, i migliori programmi p2p sono senz'altro i client torrent: semplici e di ridotte dimensioni, i client torrent sono davvero parecchi; vale comunque la pena di citare solo alcuni di essi: Bittorrent, il più leggero e facile da usare che supporta anche diverse lingue ma, tuttavia, non è fornito di motore di ricerca dei file che vanno ricercati nei vari siti che li propongono, quali Piratebay, Mininova, Ilcorsaronero, BTjunkie ecc... Invece, tra quelli dotati di motore di ricerca collegato a molteplici siti torrent, i migliori sono Vuze (il vecchio Azureus) e BitComet. Infine, un sito da prendere in considerazione che raggruppa molti motori di ricerca per torrent, è Pizzatorrent.com. Buon download a tutti! Danilo Bonaccorso 5 Pr2 Pag 9 Il boom di Facebook Dall’ultimo numero del Ferrarino si è appreso che il Ferrara, oltre ad avere un proprio sito internet, è presente anche all'interno di Facebook, social network in ampia espansione. Molti si chiederanno cosa sia Facebook, visto che ancora non è molto diffuso e conosciuto nel nostro Paese rispetto ad altri siti assai più frequentati dai giovani. Le sue origini risalgono al 2004, quando un ragazzo di nome Mark Zuckerberg, proveniente dalla Florida e studente presso l'università di Harward, fondò questa rete al fine di mantenere i contatti fra gli ex-studenti della stessa Harward. Nel giro di un mese, già più della metà degli studenti risultava iscritta a Facebook creando uno straordinario effetto di diffusione a catena: dapprima l'università di Boston, poi quella del Massachusetts ed infine, nel giro di due mesi, tutte le più prestigiose università Americane furono collegate a Facebook che così divenne una vera e propria rete sociale, l'insieme, cioè di gruppi di persone unite dai legami più vari (parentele, compagni, colleghi, conoscenze casuali ecc.). Addentrandoci un po’ nel sito, superato l'impatto iniziale che può generare confusione, potremo notare una notevole varietà di community, cioè gruppi di persone interessate a determinati argomenti ed unite tra loro da elementi che li accomunano come il calcio, lo spettacolo, la moda o la politica. Riferendoci proprio a quest'ultimo tema, una cosa è certa: Facebook, essendo un'ennesima ultima spiaggia della democrazia, non è né di destra né di sinistra ma un "luogo-non luogo" del tutto virtuale dove si può liberamente dire la propria. Su Facebook infatti, troveremo indifferentemente di tutto: da R. Fiore (segretario naz. del partito neofascista Forza Nuova) a M. Ferrando (segretario del Partito Comunista dei Lavoratori), da Walter Veltroni (PD) a Ignazio La russa (AN e Ministro della Difesa). I politici comunque non sono i soli personaggi pubblici che troviamo visto che c'è spazio anche per attori come Riccardo Scamarcio o Manuela Arcuri, calciatori come Fabio Cannavaro o Luca Toni ecc. Di ogni personaggio pubblico che si incontra è possibile diventare fan: Roberto Benigni, per esempio, ad oggi ne conta più di 75000. Altra caratteristica di Facebook è la possibilità di iscriversi a dei gruppi che possono trattare cause sociali (come quello di particolare rilievo sull'emergenza del cancro infantile) ma anche temi musicali o sportivi, ovviamente sempre con la possibilità di confrontarsi, dialogare o scambiarsi opinioni chattando. Proprio la presenza della chat, aggiunta alla completezza del sito nel suo complesso, ha fatto sì che Facebook, per la maggior parte di coloro che lo conoscono abbia superato in una virtuale classifica immaginaria di gradimento, siti più praticati e conosciuti dai giovani come "Belli si nasce" e "Badoo". Come accennato all’inizio, su Facebook è anche possibile visitare la pagina del nostro Istituto che contiene molti commenti di ex alunni, esposti in una sezione denominata bacheca. Di commenti ne troviamo diversi: chi sorridendo ricorda la prof.ssa Corselli, chi rammenta le autogestioni degli anni '90, chi parla con molta disinvoltura e un po’ di goliardia dei suoi "5 anni di dolce far niente", chi racconta di professori che in classe raccontavamo quotidianamente la propria vita privata trascurando la lezione ed infine chi magari ricorda con un pizzico di rabbia alcuni professori che amavano molto "illudere" (per dirla in maniera più urbana) i propri alunni sorprendendoli a fine anno con una bella rimandatura. Concludo sostenendo che questa community, oltre ad essere un social network, è un'esperienza che è in grado di portare in rete gente che magari prima ne stava lontano. Pietro Leone 5 Pr 2 Pag 10 dicembre 2008 - gennaio 2009 Curiosando IL QUARTIERE S. MARIA DI GESU’ La tranquillità della periferia I o abito in via Falsomiele nel quartiere di Santa Maria di Gesù. Nella mia classe sono l'unico a vivere in questo quartiere e, quindi, voglio parlarne per farlo conoscere ai miei compagni e per dire quanto è bello viverci. Il mio quartiere si trova nella periferia meridionale di Palermo e si estende fino alle falde di monte Caputo. Non c'è mai molta confusione e vi si respira aria pulita, non inquinata; è un luogo dove si può stare a contatto con la natura e dove si può stare in tranquillità. Non ci sono neanche molti negozi, ma solamente: un bar, una macelleria, un tabacchino, un barbiere e una scuola elementare. Ragazzi e persone adulte si ritrovano in piazza, che è molto grande e offre la possibilità ai ragazzi di divertirsi giocando a calcio, e alle persone anziane di incontrarsi e di passare il loro tempo giocando a bocce! Un'altra nota positiva è la presenza del Convento e della Chiesa di Santa Maria del Gesù, fondata dai frati minori osservanti di San Francesco nel 1426. Il convento è organizzato attorno ad un chiostro molto suggestivo, mentre la chiesa al suo interno conserva le reliquie di San Benedetto il Moro e diverse opere d'arte. Accanto ad essa vi è un cimitero costituito dopo il 1866, dove si trovano le sepolture di illustri palermitani; e la tomba dell'importante e ricca famiglia Florio. Lungo la via Falsomiele, inoltre, si trovano i resti di diverse ville nobiliari del XVIII secolo. Il mio quartiere, per me, è un luogo bellissimo anche se non mancano aspetti negativi, infatti, malgrado la grandezza della piazza, non si organizzano mai feste o spettacoli e, inoltre, mancano aree attrezzate per i bambini piccoli. Se si realizzassero tali opere, il quartiere di Santa Maria di Gesù non avrebbe nulla da invidiare ad altri quartieri meno periferici della città. Antonino Zarcone I E Le cose che non si recuperano Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Per ammazzare il tempo, decise di comprare un libro e dei biscotti. Si sedette nella sala. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei prese il primo biscotto, anche l'uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla. Tra sé pensò "ma tu guarda, se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già dato un pugno”. Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò "ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!" L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà! "Ah!, questo e' troppo" pensò e cominciò a sbuffare indignata, si prese le sue cose e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa. Quando si sentì un po' meglio e la rabbia fu passata, si sedette su una sedia lungo il corridoio. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando... nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell'uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio. MORALE: Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano! Esistono 5 cose nella vita che non si RECUPERANO: Una pietra dopo averla lanciata Una parola dopo averla detta Un'opportunità dopo averla persa Il tempo dopo esser passato L'amore per chi non lotta il ferrarino Prima che sia troppo tardi Immaginate una pentola piena d'acqua fredda in cui nuota tranquillamente una piccola ranocchia. Un piccolo fuoco è acceso sotto la pentola e l'acqua si riscalda molto lentamente. L'acqua piano piano diventa tiepida e la ranocchia, trovando ciò piuttosto gradevole, continua a nuotare. La temperatura dell'acqua continua a salire. Ora l'acqua è calda, più di quanto la ranocchia possa apprezzare, si sente un po' affaticata, ma ciò nonostante non si spaventa. Ora l'acqua è veramente calda e la ranocchia comincia a trovare ciò sgradevole, ma è molto indebolita, allora sopporta e non fa nulla. La temperatura continua a salire, fino a quando la ranocchia finisce semplicemente per cuocere e morire. Se la stessa ranocchia fosse stata buttata direttamente nell'acqua a 50 gradi, con un colpo di zampe sarebbe immediatamente saltata fuori dalla pentola. Ciò dimostra che, quando un cambiamento avviene in un modo sufficientemente lento, sfugge alla coscienza e non suscita nella maggior parte dei casi alcuna reazione, alcuna opposizione, alcuna rivolta. Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da qualche decennio possiamo vedere che stiamo subendo una lenta deriva alla quale ci stiamo abituando. Una quantità di cose che avrebbero fatto inorridire 20, 30 o 40 anni fa, sono state poco a poco banalizzate e oggi disturbano appena o lasciano addirittura completamente indifferente la maggior parte delle persone. Nel nome del progresso, della scienza e del profitto si effettuano continui attacchi alle libertà individuali, alla dignità, all'integrità della natura, alla bellezza e alla gioia di vivere, lentamente ma inesorabilmente, con la costante complicità delle vittime, inconsapevoli o ormai incapaci di difendersi. Le nere previsioni per il nostro futuro, invece di suscitare reazioni e misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente la gente ad accettare delle condizioni di vita decadenti, anzi drammatiche. Il martellamento continuo di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non sono più in grado di distinguere le cose ... Coscienza o cottura, bisogna scegliere ! Allora se non siete, come la ranocchia, già mezzi cotti, date un salutare colpo di zampe, prima che sia troppo tardi. Olivier Clerc dicembre 2008 - gennaio 2009 Inviate le vostre lettere a: [email protected] o consegnatele direttamente al comitato di redazione. Quando un piano fa la differenza! Bonjour les élèves, saluto naturalmente tutti gli alunni del Ferrara, ma il mio pensiero non può non andare ai miei alunni dell'anno scorso quelli della prima g,h,i,l, quei miei alunni che tutt'ora quando mi vedono mi chiamano e mi salutano festosamente. Che immenso piacere provo a rivedervi e quanta amarezza nel constatare che le cose sono così cambiate e che un solo piano del palazzo fa la differenza… e che differenza! Quando ero lì con voi mi sono spesso chiesta come fosse questo misterioso primo piano, come fossero questi alunni del liceo che, dicono essere così diversi, così motivati, così preparati….ma quando mai!! Anche qui ci sono i bulli, gli indisciplinati, i maleducati, i somari e anche di più, come quelli che contestano tutto e tutti e pretendono voti immeritatamente alti. Com'è il primo piano? Chiuso, asfittico, angusto,opprimente, una specie di Nuova rubrica Avete bisogno di chiedere un consiglio, fare un'osservazione o rivolgere una domanda ad una persona esperta? Non dovete far altro che imbucare le richieste, anche in maniera anonima, nella buca per posta accanto la porta dell'aula "Arcobaleno" al V piano. La psicopedagogista della nostra scuola, dott.ssa Daniela Cecchini, ha infatti dato la sua disponibilità a curare una rubrica nel nostro giornale. Scrivete e potrete leggere le risposte nel ferrarino. il ferrarino Pag 11 LA POSTA DEI LETTORI labirinto sotterraneo dove anche l'aria sembra incatenata! È così che mi prende tanta nostalgia quando vi rivedo, perfino quando ripenso a quei pomeriggi così stancanti ma anche così divertenti. Quante cose abbiamo imparato in quelle ore e non solo ad usare il pc… A proposito un saluto al prof. Vitale. Spero che il vostro futuro sia sempre pieno di tanti avvenimenti felici ma vi auguro anche che abbiate sempre il coraggio e la forza di affrontare e superare le avversità. Che nel nuovo anno si avverino tutti i vostri desideri. Vorrei, inoltre augurare un felice anno in modo particolare al Sig. preside il quale, soprattutto oggi, comprendo quanto sia stato irreprensibile, professionale nel suo ruolo e signorile nei suoi modi accorti e gentili, e alla prof.ssa Gullo verso la quale provo grande stima per la sua disponibilità e la sua serietà verso i colleghi e gli alunni. Quando ero al Ferrara ho pensato di essere finalmente approdata nella "mia" scuola: mi sbagliavo, ma non mi sono mai sbagliata sul conto dei miei alunni dell'anno scorso! Auguri. La prof.ssa di Francese G. Basile Caro Ferrara ti scrivo Non sapevo della tua esistenza fino a quando qualcuno mi parlò di te. Ho deciso di venirti a trovare e la prima volta che ti vidi non mi facesti tanta simpatia. Ormai dovevo prendere una decisione e quindi decisi di venire a casa tua. Avevo paura di non trovarmi bene, avevo paura di non fare amicizie e di trovarmi male, ma invece fu tutto il contrario. Ti scrivo per farti sapere che sono una ragazza che si è trovata e si trova bene dentro casa tua. Sono arrivata con la paura di non riuscire a creare qualcosa, invece, grazie a te ho trovato dei buoni amici e anche l'amore. Chi l'avrebbe detto? Mah..tu che non mi eri molto simpatico sei diventato il mio migliore amico. Sono contenta di frequentare casa tua. Grazie a te ho incontrato persone meravigliose, per citarne qualcuna: le prof.sse Giuga Pia e Versace Graziella (le mie prof.sse del cuore) e alcuni compagni di cui non posso fare i nomi. Oltre a queste ho incontrato l'Amore, il mio Primo e Vero Amore. Mi ero davvero innamorata per la prima volta. Purtroppo questa storia è finita anche dentro casa tua, ma non importa perché non mi hai voluto abbandonare e così mi hai fatto incontrare il mio secondo Vero Amore. È davvero strana la vita...Prima di conoscerti mi mancava qualcosa, ma adesso che ti ho conosciuto non mi manca nulla. Ho tanti nuovi e veri amici e ho la persona che mi ama con tutta l'anima. Cosa posso volere di più? Ah..si..qualcos'altro ci sarebbe:"Essere Promossa". Ahahaha.. Concludo col ringraziarti per avermi donato tanta felicità. Grazie mille. Un abbraccio alle proff.sse Giuga e Versace e un grosso bacione a tutti. “Miss Mistero” (Non ho scritto per farmi notare e non voglio che le prof.sse capiscano chi sono, a me basta sapere che sappiano che c'è qualcuno che tiene a loro). Periodico dell’ITC “F. Ferrara”- PA Anno 4 n. 2 dicembre 2008 gennaio 2009 Direttore: prof. Vincenzo Muscato Docenti collaboratori: Emanuele Ciccarelli, Maria Lipari, Claudia Prainito, Antonella Castiglione Comitato di redazione: Cusimano Serena , Minaudo Sabrina, Noto Jean, Falasca Ilenia (VE) Bruno Serena, Jessica Gelfo (IVE), La Barbera Anna (II E), Scafidi Antonino (III Pr2), Portanova Rosalia (IIF), Pagano Giuseppe, Danilo Bonaccorso (V Pr2) Randazzo Debora, Randazzo Ilenia (IA), Gianfalla Valeria, Onorato Marco, Giardina Jessica, Patti F.sca (IB) Antonio Onorato, Hanno collaborato Miah Rubel (IA/s), Houng Doan Thanh VA/s Buscemi Susanna ( VPR1) Stampa: Tipolitografia Giambrone Salvatore Via G. Li Bassi, 72 - 90127 Palermo - tel. 091 484109 LA NOTTE Vorrei che il sole non tramontasse mai vorrei la luce e il calore delle giornate vorrei che non venisse mai la notte perché essa porta ricordi talvolta brutti. Molte volte si è avvolti dalla tristezza, dal buio ma sopratutto dal silenzio e non puoi sentire quei pensieri così profondi dentro di te. Così alzi gli occhi al cielo sperando che volino via. Le stelle danno speranza con la loro luce ma sono lontane e irraggiungibili come i sogni. Allora continui a pensare tormentandoti fino a che non sei esausta e crolli nel sonno. A quel punto e solo a quel punto, dormendo, trovi la tranquillità e la pace che vorresti sempre avere. Si riesce a sognare solo mentre si dorme ma la realtà è dura da accettare....notte! Falasca Ilenia VE Pag 12 dicembre 2008 - gennaio 2009 relax il ferrarino GIOCA e MANGIA! Cruciverba Fra tutti coloro che faranno pervenire la soluzione del gioco verrà sorteggiato un buono pizza per 2 persone offerto dalla Pizzeria-Ristorante-Birreria ecco il vincitore Il preside consegna il buonopizza a Fiorenza Salvatore (IA), il “fortunato estratto” fra tutti coloro che hanno partecipato al gioco dello scorso numero. “Gabibbo” (Via Oreto Nuova, 351) La soluzione dovrà essere Rosalia consegnata a Portanova, autrice del gioco, entro il 24/1/2009. CRUCI - NUMERA 1 2 3 5 6 8 9 4 Orizzontali 1. La somma delle prime 2 cifre è uguale alla somma delle ultime 5. Multiplo di 13 6. Il doppio del 7 10 11 quadrato di 14 8. l’inverso di 0,1 Verticali 1. Il triplo del quadrato di 48 2. Il m.c.m. tra 61 e 10 3. Il doppio del cubo di 3 per 173 4. Multiplo di 5, la prima cifra è la somma della seconda e della quarta 7.La metà di 18742 10. Il quintuplo di 13 9. il quadruplo di 109 10. Si ottiene moltiplicando il quadrato di 5 per il numero primo compreso tra 242 2 256 11. La somma dei primi 9 numeri naturali meno 1 L’ultimo desiderio Un anziano, sul suo letto di morte, ha improvvisamente il desiderio di un ultimo biscotto del quale sente il profumo salire dalla cucina. Raccogliendo le ormai scarsissime forze si toglie la maschera ad ossigeno, stacca la flebo e rotola penosamente giù dal letto. Strusciando sui gomiti raggiunge la scala interna, lungo la quale si lascia lentamente andare con un respiro sempre più flebile. Ormai prossimo all'incoscienza, cianotico e stremato si trascina in cucina. Con l'ultimo anelito, si aggrappa alla spalliera della sedia ed allunga una mano verso la teglia di biscotti fumanti appena sfornati. Con la mano tremante ne raggiunge uno proprio nel momento in cui la moglie, con uno schiaffo sulla mano, gli toglie di sotto l'agognato tesoro e gli dice: "Non si tocca, sono per il funerale!" Un gambero incontra un amico. - Ciao, come va? - Mah, sai, si tira indietro... LE 10 PAROLE USATE DALLE DONNE! Conoscere la terminologia 1) BENE: questa e' la parola che usano le donne per terminare una discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto. 2) 5 MINUTI:se la donna si sta vestendo significa mezz'ora. 5 minuti e' solo 5 minuti se ti ha dato 5 minuti per guardare la partita o giocare alla playstation prima di uscire o di fare qualsiasi altra cosa insieme. 3) NIENTE: La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa... e dovreste stare all'erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono in BENE (vedi punto 1). 4) FAI PURE: e' una sfida, non un permesso. Non lo fare. 5) SOSPIRONE: è come una parola, ma un'affermazione non verbale per cui spesso fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei un'idiota e si chiede perché sta perdendo il suo tempo lì davanti a te a discutere di NIENTE (torna al punto 3 per il significato di questa parola). 6) OK: Questa e' una delle parole più pericolose che una donna può Compito per casa Ad un bimbo viene assegnato un tema e per questo chiede ai genitori:"Come sono nato?". - "Beh caro...- gli rispondono i genitori imbarazzatiti ha portato la cicogna". - "OH, - fa il bambino - Ma allora come siete nati tu e il papà?". - "Oh, la cicogna ha portato anche noi." - "Ma allora come sono nati il nonno e la nonna?" insiste il giovane." - "Sai caro, la cicogna ha portato anche loro!" gli rispondono i genitori, iniziando ad agitarsi sulla poltrona. Alcuni giorni dopo, il bambino consegna il tema all'insegnante che legge, confuso, la frase iniziale: "Questo tema è stato molto difficile da scrivere a causa del fatto che non c'è stata una nascita normale nella mia famiglia, da tre generazioni". dire a un uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come e quando fartela pagare. 7) GRAZIE: Una donna ti ringrazia; non fare domande o non svenire; vuole solo ringraziarti (a meno che non dica 'grazie mille' che il più delle volte può essere PURO sarcasmo e non ti sta ringraziando.) 8) COME VUOI:è il modo della donna per dire vai a quel paese!!!! 9) NON TI PREOCCUPARE FACCIO IO: un'altra affermazione pericolosa; significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l'uomo a chiedere: 'Cosa c'e' che non va?' Per la riposta della donna fai riferimento al punto 3. 10) CHI E'?: questa è solo una semplice domanda. Ricorda però che ogni volta che una donna ti chiede 'chi è' in realtà ti vorrebbe chiedere: 'CHI E' QUELLA ... E COSA VUOLE DA TE?' Attento a come rispondi... VISITATE il sito della nostra scuola, curato dal Prof. Picciurro: www.francescoferrara.pa.it potrete scaricare i numeri arretrati del ferrarino.