francesca santarnecchi, classe 3

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francesca santarnecchi, classe 3
Aiutatemi ...
Spero che qualcuno mi aiuti ...
Ciao, è la prima volta che scrivo, mi chiamo Kamini, sono un bambino africano.
Ho tredici anni, ma non so di preciso quando sono nato; sono un ragazzino con la voglia di fare di
giocare, ma soprattutto con un desidero che coltivo fin da piccolo: di avere una vita migliore; ma
più che cresco e più la delusione aumenta.
Di nascosto ho imparato a leggere e scrivere, mi piacerebbe approfondire i miei studi ma non ce la
faccio perché devo portare avanti la mia famiglia.
Una malattia molto brutta ha portato via mio padre e, poco tempo dopo, anche mia madre.
Ora mi ritrovo solo con le mie due sorelle; ci è rimasta solo la nostra buia e spoglia baracca,
nell'interno c'è solo uno strato di paglia che fa da letto.
Ogni giorno le mie sorelle vanno in giro per le baracche con un guscio di cocco a chiedere carità.
Mentre io lavoro ne Il ' esercito, proteggo la mia tribù dagli attacchi nemici, per fare questi lavori
sporchi prendano i ragazzi giovani, perché sono più forti, vengano educati dall'età di otto o nove
anni.
Nel mio paese ci sono poche persone anziane perché si muore giovani o per malattie incurabili o per
la guerra, proprio come è successo al mio migliore amico che ha perso la vita durante una missione.
lo per ora non mi sono procurato ferite molto gravi a parte la pallottola che mi ha trafitto il
ginocchio, e se non era per le mie sorelle che mi hanno curato e medicato, avrei perso la gamba, non
avrei potuto più fare il mio lavoro, ma soprattutto non sarei più stato utile alla mia famiglia.
Il mio viso presenta molte cicatrici provocate dalla mancanza di una vera infanzia.
Secondo i soldati ricchi io non farò molta strada con il fisico che mi ritrovo.
Sono abbastanza alto, molto magro; per mantenere il mio lavoro devo impegnarmi a migliorare il
mio fisico con tanto allenamento , ma non penso di farcela perché mangio solo due giorni a
settimana e bevo pochissimo, anche se le temperature sono molto alte.
Ma c'è scarsità di acqua e non sempre ne rimane per me.
L'Afica è un continente diviso in stati registrati, ma ci sono anche "stati" non ufficiali, non
conosciuti, non registrati, un mondo sotterraneo fatto di tribù che cercano di prevalere ]' una con
l'altra, proprio come il mio paesino dove l'unico pensiero da portare avanti è sopravvivere.
lo non ho paura del mondo, tutti i giorni vedo la morte, la carestia, la violenza, l'abbandono.
Non mi spavento più.
L'unica cosa che mi fa un po ' più paura è la violenza ma non per me; per le mie sorelle; qui usa che
i padroni vengano nei piccoli paesi e scelgono delle ragazze giovani e belle; dopo averle portate via,
non si rivedono più; non si sa che fine fanno, ma si dice che, i padroni facciano loro delle promesse
ad esempio di portarle via da questi orrendi luoghi. Le poverette si fidano di loro, ma se
disubbidiscano vengono o uccise punite duramente.
Non è giusto avere una vita così.
lo voglio che questa situazione cambi.
I grandi capi però non ci sentono.
D'altra parte hanno una casa calda e accogliente, una bella famiglia completa, i figli possano andare
a scuola e pensare a un futuro , possano avere dei giochi .
Se fossi nella loro stessa situazione anch ' io molto probabilmente me ne fregherei.
Ma io chiedo soltanto di avere un occhio di riguardo anche per noi che viviamo in baracche buie e
spoglie, non possiamo studiare, non giochiamo ma combattiamo con armi molto pericolose, non
mangiamo e non beviamo a causa della forte carestia. Spesso come me, siamo senza genitori, siamo
ab bandonati.
Siamo due mondi opposti: mentre loro giocano, noi siamo in guerra a combattere e a lottare con la
morte.
Non è per niente giusto, il nostro paese ha bisogno d'aiuto.
Spero che chiunque legga questa lettera si faccia un'analisi di coscienza e possa rendersi conto che è questa la realtà. Vi prego prendete dei provvedimenti; aiutateci; provate a immedesimarvi in noi e poi rendetevi conto che vita facciamo. E' veramente orrenda. Cari, voi benestanti, non vi lamentate se non avete qualcosa; basta che abbiate una bella famiglia, del cibo, e una casa accogliente; ma soprattutto voi che non avete la guerra e non vedete morire tutti i giorni qualcuno ritenetevi molto ma molto fortunati. È brutto avere tredici anni e fare da padre e da madre alle tue sorelle. Grazie per avermi ascoltato Kamini .....