Breve storia sul Circo

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Breve storia sul Circo
Breve storia sul Circo
Solo nel tardo 18° secolo si creò in Europa
quello che conosciamo ora come Circo.
I suoi inizi furono spinti dall'economia e
dal desiderio della gente di ricevere svaghi
più complessi. Il tutto inizia con la "Scuola
di cavalleria inglese" intorno al 1760.
Ufficiali-cavalieri che ormai non avevano
più un lavoro cercarono di guadagnarsi la
vita facendo quello che al meglio conoscevano: cavalcare.
Crearono esercizi acrobatici sul cavallo ed
esercizi con il cavallo stesso come ad
esempio: contare con le zampe, "fare il
morto", portare delle cose, ecc..
Una pista rotonda (di ca 13-16 m di diametro) era molto più congenita che una pista angolare delle vecchie scuole di cavalleria, perché il cavallo poteva muoversi in
modo molto più regolare, senza tutti quegli
angoli... e così è nata la pista del Circo.
Dato che a quel tempo non c'erano ancora
dei posti fissi dove presentare gli
spettacoli, questi artisti giravano da fiera a
fiera e cominciarono a venire in contatto
con le diverse attrazioni di questi mercati e
a tutte le arti e artisti che le animavano.
Ernst Renz (figlio di un funambolo e analfabeta) creò, contro ogni tendenza del momento ca nel 1850, un circo per tutto il popolo. Con questa "ricetta" diventò addiritura
milionario!
Gli aristocratici venivano agli spettacoli per
ammirare la cavalleria. In eleganza di questa scuola, le belle persone, il popolo
"normale" invece veniva a divertirsi guardando i gemelli siamesi, la donna scimmia, i numeri con gli animali feroci e naturalmente per divertirsi con il Clown.
Così si avvicinarono anche all'arte di camminare sul filo, a quel tempo veniva
eseguita ad altezze incredibili (e senza sicurezza), tirando dei cavi tra una casa e
l'altra.
Nel circo il "Fil de fer" (camminare sul filo)
si sviluppò in seguito quale nobile
"Grande arte". I pantomimi crearono delle
scene di eroiche battaglie e intorno al
19° secolo nacquero anche i primi grandi
ammaestratori di animali. In quel periodo
nacque pure il primo Circo chiamato ufficialmente con questo nome: il Cirque
Oliympique.
I primi grandi circhi non riuscivano a vivere
restando in un posto solo, così cominciarono ad andare in tournée.
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Il proletariato andava al circo anche per il
trapezio volante, la giocoleria e per numeri
artistici con la bicicletta, che avevano la
loro origine nelle associazioni sportive per
i lavoratori.
Al quel tempo però il filo conduttore degli
spettacoli era ancora il cavallo.
Ma verso la fine del 19° secolo cambiò anche questo. L'America diventò la catapulta
di tutte le voglie di sensazioni del pubblico.
E dato che le sensazioni sono di corta durata crearono la tenda del circo.
Sotto il tendone era possibile godere in
poco tempo uno spettacolo completo, la
tenda era smontabile e rimontabile velocemente, e si potevano creare sempre
nuove attrazioni: salti mortali, acrobatica in
aria, lanci dal cannone, ecc.
Con l’uso sempre più frequente della ferrovia e anche dell'automobile, i viaggi potevano avvenire sempre più velocemente
ma ciò comportò anche la "perdita" di tutto
il lavoro con i cavalli.
I varieté erano a quel tempo rimasti i punti
di incontro di tutte le altre arti: magia, danza, concerti, canto, ecc.
Queste arti, grazie alla perdita di importanza dei cavalli dal circo, presero il posto in
loro vece. Questa evoluzione fu però un rovinoso punto di cambiamento per il circo.
Infatti ora manager e finanzieri presero in
mano il tutto e piano piano venivano richiesti solo ancora artisti-professionisti, que-
sto a scapito delle piccole famiglie circensi
che si erano create, che non riuscivano più
a stare al passo con l'evoluzione tecnica e
organizzatoria. Con il sempre più veloce
"aquisto-rivendita" di numeri e trucchi, il
circo ha perso con il tempo tanta bellezza
naturale originaria, diventando sempre più
sofisticato.
Sopra:
Seilertänzerbude ca.1800
A sinistra:
Gaukler, da Petrarca,
Trostspigel, 1539
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Il trapezio
In disegni del 16° secolo si
trovano già dei trapezi costruiti con un legno e delle
funi, dedicate ai bambini. Ma
l’origine di questo atrezzo
per la presentazione di elementi acrobatici è fino ad
oggi sconosciuta.
Nel 1820 ci fu un litigio a Parigi tra, a suo tempo allenatore dell’armata Amoros (un
colonnello francese di origine spagnola) e lo svizzero
Heinrich Clias, in merito alla
scoperta del trapezio.
Nel vocabolario francese
“Grand Robert de la langue
Francaise" la parola trapezio “le trapèze" si
trova dal 1830. Anche un altro importante
libro francese “Le Robert des Sports" cita il
nome trapezio in questo anno. L'autore
scrive però che la probabile scoperta del
trapezio avviene in Italia, da alcuni funamboli.
Ma questo è molto discusso perché probabilmente questo atrezzo è ancora più
vecchio. Sicuro è però che il trapezio non è
nato con l’acrobatica, ma che era un attrezzo sportivo. Si sviluppò infatti con la
ginnastica.
Il trapezio singolo si intrufolò nel circo
all'inizio degli anni cinquanta nel 18° secolo, un pò prima del trapezio volante. Su
questo trapezio le donne presentavano dei
numeri di equilibrismo. Bilanciavano ad un
altezza di circa 10 metri in diversi modi: facevano delle piroette, si siedevano sulle
due gambe sole di una sedia in equilibrio
sul trapezio, si arrampicavano su di una
scala messa in equilibrio, ecc..
Il trapezio Washinton (un trapezio con una
pesante asse) presentò, ca nel 1860, degli esercizi di equilibrio dove il trapezio
dondola solo da una parte all'altra, oppure
in avanti ed indietro. Oggi questo trapezio
si usa ancora per fare degli stand sulla testa, delle verticali su una mano sola,
Esercizi col trapezio (da Eiselen, 1875)
l’equilibrio su una scala e
altri elementi acrobatici,
singolarmente o a coppia.
Una data importante nella
storia del trapezio fu il
12.11.1859. In questo giorno debuttò il leggendario
francese Jules Léotard nel
”Circo Napoléon" a Parigi,
sui trapezio volante e così
inizio l'ascesa di questo
elemento importante del
circo, portando il trapezio ad
una delle più amate e importanti esibizioni. Léotard
non proveniva da una famiglia di artisti, il suo lavoro al trapezio era
nato in palestra con il sostegno del padre
che lo apportò al trapezio nel momento
giusto.
Tre trapezi appesi ad un complicatissimo
Frans Masereel, Trapezio volante, 1925
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sostegno e protetti a terra da pesanti materazzi. Il repertorio era composto da
semplici volteggi e finiva con un salto da
trapezio a trapezio. Un effetto della sua
ginnastica in aria lo creò con la sempre
più grande distanza tra i tré trapezi, che
davano la sensazione al pubblico che
Léotard volasse.
A vederlo ora il suo lavoro ci potrà anche
sembrare “semplice” se confrontato a ciò
che viene presentato oggigiorno, ma a suo
tempo il suo “salto mortale” da un trapezio
all' altro ha avuto un successo di pubblico
strepitoso. Da quel giorno ad oggi è cambiato tanto anche in questa disciplina. Intorno al 1870
sono state introdotte le reti di protezione, si
è cominciato a lavorare in più persone
in aria e lo stile di Léonard è stato ulteriormente sviluppato.
Edmont Rainat fu probabilmente il primo,
ca. nel 1900, che presentò il doppio salto
mortale da un trapezio all’altro. Questo
esercizio è difficilissimo in quanto non c'è
un'altra persona che prende e può correggere con le sue braccia un'eventuale
traiettoria sbagliata dell'artista. Ancora
oggi il triplo salto mortale da trapezio a trapezio non è probabilmente ancora stato
effettuato.
II diabolo
Anche per il diabolo è difficile definire
quando veramente sia stato inventato. Ma
gli storici sono sicuri che in Cina, il paese
di origine di questo elemento diventato anche lui “circense", venga giocato già da
4000 anni. A quel tempo c'erano diverse
definizioni di
questo attrezzo. Nella dinastia Han (206
a.C.) si chiamava «Kouen-gen" che vuoi
dire “lasciare fischiare le aperture del
bambù". Ancora oggi in Cina i diabolo
sono fatti di bambù che hanno delle aperture da parte che fischiano quando gira.
Gli inglesi e i francesi portarono a casa
questo oggetto originale dalle loro spedizioni politiche e missionarie. Qualcuno gli
diede poi il nome “Diaballo" (che fu più tardi cambiato in DIABOLO) che si forma con
le due parole greche “dia” (attraverso) e
“ballo” (lanciare).
In Francia il Diabolo ha avuto fin dall’inizio
un grande successo. Dal 1810 a Parigi furono aperti dei Diabolo-Clubs e ci furono
delle grandi sfide di diabolo. Tra le persone importanti il diabolo era molto chic e di
moda. Nella corte di Napoleone III si giocava
con Diabolo di legno massiccio.
Nel 1906 il fracese Gustavo Philipart creò
un diabolo fatto da due mezze sfere di metallo ricoperte con la gomma di vecchi
pneumatici. Così nacque il diabolo come
lo conosciamo noi oggi.
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La giocoleria (jonglage)
Nel medioevo la parola "giocoliere" aveva
ancora il significato di "persona che gioca"
(dal francese "jongleur"), più ampiamente
si definivano le persone che viaggiavano
specialmente per portare intrattenimento
alla gente: giocolieri - prestigiatori, musicanti, ammaestratori di orsi, guaritori
(anche ciarlatani), schermitori.
Queste persone erano molto povere e non
avevano nessun riconoscimento. Hanno
dovuto sopportare la privazione di molti diritti e il disprezzo della gente e quindi dovevano proprio "vendere" i loro giochi e
chiedere l'elemosina per ciò che facevano.
A causa delle cattive condizioni economiche ci furono tantissimi di questi poverissimi "artisti-viaggiatori" che cercavano di
sopravvivere.
Di un giocoliere nel vero senso della parola si ha conoscenza su di un volantino
dell'anno 1761. Un acrobata si annuncia
con il nome di "matematico maestro
dell'arte, giocoliere..."
Nell'antichità c'erano già degli "artisti della
presa". Ma solo nel 1880 ci fu la vera rinascita della giocoleria come genere riconosciuto a se stesso e presentato quale arte
circense. Infatti da allora si rividero i
giocolieri-acrobati (un insieme tra giocoleria ed esercizi acrobatici), i giocolieri di forza (che lavoravano con pesanti stanghe,
bocce e pesi), ed i giocolieri da salotto,
che intrattenevano la borghesia vestiti con
cilindro, bastone da passeggio, sigaro,
ecc. e con ciò ci giocolavano pure.
Da questo ramo di giocolieri viene nel primo terzo del 20° secolo il divenuto
famosissimo italiano Enrico Pastelli che
sviluppo la più conosciuta forma di jonglage oggigiorno fatta di palline, cerchi, stanghe e clave.
Paticlare di un vaso greco
Particolare di una colonna
romana
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