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A N NO X V - N U MER O 4 A prile 20 15 e-mail: [email protected] internet: www.muggiano.it MUGGIANO & DINTORNI 25 APRILE: SETTANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE Contraddizioni P.O.W. 24406 Simona Borgatti [email protected] P rima, tra il cemento e l’asfalto, sono arrivate le pannocchie, poi toccherà al grano far capolino la prossima estate tra i grattacieli di Porta Volta. D’altronde è EXPO che lo chiede e che lo vuole con il suo slogan mangereccio e poi la Lombardia che, a dispetto del terziario e delle industrie, è la regione più agricola d’Italia. Pannocchie&grano sono sicuramente accattivanti, scenografiche ed educative, ma se riflettiamo un attimo ci accorgiamo che questi prodotti, ostentati come una borsa griffata nella capitale mondiale del 2015, possono diventare il simbolo di una grande contraddizione. L’agricoltura ha bisogno di suolo fertile e la Lombardia negli ultimi anni ne ha consumato parecchio: come si può parlare di cibo a livello mondiale proprio nella regione italiana che ha consumato e consuma più suolo di tutti? Un semplice viaggetto lungo le tangenziali è molto esemplificativo: a nord il paesaggio è prevalentemente industriale, poi, man mano che si gira verso ovest e poi verso sud, la visuale si allarga, vediamo correre campi e prati punteggiati da aziende agricole. Purtroppo anche il verde dell’est, dell’ovest e del sud sono minacciati: la BreBeMi si collega alla TEEM (la nuova Tangenziale Est Milano che fa parte delle infrastrutture accessorie a EXPO) che con la ripresa economica potrebbe unirsi alla futura TOEM (la nuova Tangenziale Ovest), la quale, infine, potrebbe collegarsi alla Vigevano-Malpensa. Certo, i pendolari, la logistica… ma, senza entrare nei dettagli di queste arterie stradali, ci rendiamo conto che hanno consumato e potrebbero consumare il suolo fertile del Parco Agricolo Sud che produce cibo per gli animali e le persone? Proprio quel cibo tanto decantato da EXPO. I signori dell’Esposizione Mondiale sanno che a due passi da Morimondo – dove i monaci dell’Abbazia si sono “inventati” le marcite con la cui erba per secoli hanno sfamato il bestiame – potrebbero esserci 10 km. di asfalto, larghi 24 metri, in direzione Malpensa? I turisti sanno che il mais seminato davanti al Castello Sforzesco arrivava dai campi dell’Abbiatense, zona agricola i cui terreni fanno gola a molti? Perché in molti affermano che è necessario valorizzare il territorio, le bellezze artistiche, l’eccellenza tecnologica, la filiera agroalimentare, ma nessuno si preoccupa del consumo del suolo? Facciamo pure le strade, intascando mazzette, scandalizziamoci per i movimenti terra delle cosche, seminiamo il grano tra l’asfalto delle strade, raccogliamo le pannocchie in città, tagliamo i nastri, chiamiamo gli chef che fanno la reclame per le multinazionali alimentari, ma prima di riempirci la bocca di cibo, natura, ambiente, cultura, agricoltura… beh, è forse indispensabile sciacquarcela con l’acqua dei fontanili interrati e inquinati per la nostra ingordigia economica. Nel mese di aprile ricorre un anniversario importante per l’Italia e per tutti noi e cioé il settantesimo anniversario della Liberazione. Abbiamo pensato di celebrarlo con qualcosa di importante ed unico: l’intervista a Guido Baroni, classe 1916, veterano di guerra ed ex prigioniero degli Inglesi che, con grande simpatia e amicizia, ha acconsentito a raccontarci una parte della sua incredibile vita. La guerra, tre anni di prigionia ed il ritorno casa ben oltre la Liberazione. Il resoconto dei due nostri inviati. Marco Rossetti R.B. Delpero [email protected] L a verità va sempre detta, si sa che alla fine premia... l’anniversario della Liberazione che ricorre quest’anno, è solo un pretesto giornalistico, una scusa, forse anche una giustificazione per fare quest’intervista. E’ da qualche tempo che avevamo in mente di risentire le parole di Guido Baroni, uno stimatissimo personaggio da sempre tra i lettori del nostro mensile. Una personalità, molto nota in zona, ma non perché nella sua vita sia stato un politico o chissà chi, senza dubbio gli va il merito di essere stato un giusto, una persona corretta, cui in molti, anche nella nostra Redazione, in passato si sono rivolti per chiedere un consiglio, un suggerimento, anche solo un parere su qualsiasi cosa che si voleva fare. Ed è così che all’alba dei suoi 99 anni ci siamo rivolti a lui per conoscere le esperienze di guerra, la prigionia, insomma una parte della sua lunga vita. Con Baroni non serve chiedere le cose due volte, “mi sun chì...” – io sono qui – “venite e l’intervista la facciamo, ma non fate il mio nome”. L’abitudine è di parlare sempre in milanese, con alcuni intercalari in Italiano, quando vuole sottolinearne l’importanza. Un modo di fare di una volta. Ridiamo e scherziamo in dialetto, ma quando i temi si fanno importanti, di valore, rilevanti... allora si parla in Italiano, così tutti hanno ben chiaro. Spiace dirlo, ma persone così non è facile incontrale, forse non ci sono neppure più. “No... Guido – una profonda amicizia ci lega da anni – come facciamo? E’ un’intervista. “Ma sì... fasè quel che vourì.. “ (“fate quel che volete!, perdonateci la sintassi del milanese...). Ma entriamo nel vivo del tema. Guido Baroni, classe 1916, compirà 99 anni il 25 maggio prossimo. Ma anche il giorno in cui ci troviamo, per pura coincidenza, è una data da ricordare: martedì 17 marzo ricorre anche l’anniversario dell’Unità d’Italia (17 marzo 1861). E’ un geometra molto richiesto ancora oggi, nonostante la veneranda età, ed è un soggetto con un bagaglio d’esperienza e di memorie da raccontare che supera ogni più arrischiata immaginazione, a cui sicuramente le parole non mancano, oltre al dono di saper ascoltare, con una memoria ferrea. Alla prima semplice domanda, su come si sente, risponde tranquillamente che “…il buon Dio non ha ancora bisogno di me ed allora me ne sto qui tranquillo, ringraziandolo per la salute che non mi ha mai fatto mancare…”. Inevitabile la domanda a proposito dell’argomento Unità d’Italia alla quale Guido ci risponde in un batter d’occhio e senza tentennamenti. “Dunque… – attacca il geometra – con il senno di poi posso dire che l’Unità del nostro Paese è stata una bella cosa, però non posso dimenticare che sono nato un bel po’ di anni dopo e quindi sicuramente non c’ero… In compenso posso raccontarvi che il 17 maggio del 1917, quando compivo quasi un anno, il mio povero papà Lodovico moriva nella Prima Guerra Mondiale sul Monte San Michele, lasciando sola mia madre con quattro figli piccoli. Una vera e propria tragedia anche se gli zii non ci hanno mai abbandonati…”. La condizione di orfano di guerra, come vedremo in seguito, in realtà qualche vantaggio lo portò. Guido, poi, racconta di quando, compiuti i diciotto anni, ha accompagnato in treno la madre che nutriva da tempo il desiderio di andare al sacrario di Redipuglia in cerca dei resti del marito che, purtroppo, non sono stati ritrovati forse perché sepolti sul campo di battaglia o versati in qualche fossa comune. C’era una lapide con il nome Baroni Guido, ma era uno zio, il fratello del padre Lodovico, che abitava a Bareggio. Ci parla, poi, del trasferimento a Muggiano nel 1919 dove abitavano i nonni materni; del periodo di scuola passato, dal 3 marzo del 1923, in un convitto per orfani di guerra ad Affori e della sua vivacità a stare in classe, cosa che gli comportava non poche punizioni e castighi ed un posto quasi in fondo alla classe mentre i più bravi – lui eccelleva in aritmetica – meritavano i primi banchi; della scelta per un indirizzo lavorativo piuttosto che continuare gli studi per i quali era portato; del suo amore per la meccanica all’interno della “Borletti” e del ricorso alle scuole serali per ottenere il diploma di geometra. Tanti aneddoti precisi con l’indicazione di tutti i nomi delle maestre piuttosto che dei compagni di classe o di lavoro. Sentirlo snocciolare particolari di quasi cento anni fa ci lasciava continuamente interdetti ed a bocca aperta. “Agli esami d’abilitazione per geometri – continua il nostro intervistato – ero molto amico di un compagno di banco che, a differenza di me, era molto bravo in italiano mentre io me la cavavo bene in progettazione e topografia. Per farla breve ci passavamo gli esercizi andando a turno nei bagni a nascondere i foglietti scritti in un posticino concordato in precedenza salvo, poi, essere scoperti da un professore…”. E’ un fiume in piena e l’interessante racconto si prolunga ben oltre l’ora di cena, tanto che dobbiamo sospendere poiché ancora non siamo arrivati al periodo della guerra che più c’interessa. 8 settembre 1939 Un paio di giorni, senza raffreddarci troppo, e siamo di nuovo intorno allo stesso tavolo in quel luogo carico di storia e colmo di strumenti di lavoro che hanno accompagnato il geometra nella sua lunga vita lavorativa. Ma, visti i risultati della sera precedente, non c’era tempo da perdere e così partiamo subito con la prima domanda riguardante il “richiamo alle armi” che gli è stato recapi- tato poco tempo dopo essere stato congedato dalla leva obbligatoria che, a quel tempo, durava ben diciotto mesi. Guido, per riprendere il discorso, l’altra sera ci aveva detto che lavorava come “stagionale” al Lido di Milano e l’8 settembre del 1939 è arrivata la lettera di “richiamo”… “Sì, la lettera in realtà era arrivata una settimana prima, ma era stata nascosta da mia madre, diceva di andare a Fossano dove c’era il mio battaglione di leva. Facevo parte dell’11° Compagnia, III Battaglione Fanteria, Divisione “Livorno”, II Corpo d’Armata. Nel frattempo, però, facendo finta di niente mi sono prima recato ad Alessandria per cercare di essere reinserito negli uffici del Corpo d’Armata. L’accoglienza fu molto calorosa, conoscendomi bene il Capitano comandante la Compagnia, per il quale avevo lavorato durante la leva, mi volle in fureria. Ero l’unico furiere del reggimento non di carriera. Quel Natale sono tornato a casa in licenza, anche se la guerra era già cominciata, al tempo eravamo neutrali per gli accordi presi con il ministro inglese Chamberlain. Le forze italiane contavano come il due di picche a briscola. Infatti, gli alleati quando ci bombardavano cercavano di colpire le postazione tedesche e di fare meno danni a noi, proprio per il fatto di non essere considerati propriamente nemici. Poi ognuno ha raccontato le cose a suo uso e consumo e, da che mondo e mondo, chi perde ha sempre torto e poca voce in capitolo”. (CONTINUA A PAGINA 10) Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 2 2 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Lettere alla Redazione Forse è più facile ricordare quelle giornate installando le bandierine del Comune di Milano sui mezzi pubblici dell’A.T.M. attirando così la curiosità della gente, ma è troppo poco. Grazie. Angelo Minora ________ [email protected] Cinque Giornate Dalla campagna la soluzione dimenticate della crisi S pettabile Redazione, volevo far notare ai lettori del mancato ricordo, nessuna menzione, in alcun telegiornale o servizio regionale, delle Cinque Giornate di Milano. Peccato. Persone, eroi, che hanno sacrificato la loro vita per liberare Milano dall’occupazione Austriaca e indirettamente permettere a noi di raggiungere le nostre condizioni attuali di vita. Informare i giovani d’oggi, visto che sui libri ormai non è più ricordata questa commemorazione, credo sia un obbligo da parte delle istituzioni. Sono convinto sia fondamentale richiamare alla memoria il passato, non solo intitolando vie o piazze ai caduti di quel periodo, ma anche informando i giovani del perché è stato tale, ogni qualvolta che cade l’anniversario. S pettabile Redazione, ora che abbiamo un nuovo Capo delle Stato, speriamo che il popolo capisca che è inutile cercare cose impossibili e troppo grandi, quando Dio ci ha creati e messi sulla terra per vivere in pace. Siamo nati sì piccoli, ma lavoratori dei campi fino dai tempi antichi. A tale scopo vi mando una fiaba della civiltà contadina, per far capire ai lettori del “Il Rile” l’importanza del contadino. La vita di campagna è certamente più antica della vita in città, perché fin dal principio gli uomini abitavano qua e là secondo le esigenze del vitto. Solo tanto tempo dopo si riunirono e costruirono le città. Perciò questo fatto è un titolo di nobiltà della campagna rispetto la città. Saturnio quando fu cacciato dall’Olimpo si riparò in Italia perché poteva stare nascosto e sfuggire alle minacce di Giove. In Italia allora regnava Giano, al quale Saturno aveva consegnato l’agricoltura. Quando Saturno improvvisamente scomparve, Giano chiamò Saturnia, gli consacrò l’altare e ordinò delle feste in suo onore. Cominciavano il 17 dicembre e duravano sette giorni, durante i quali gli Italiani sembravano essere ritornati all’età dell’oro in cui regnava Saturno come Dio dell’agricoltura. Egli era raffigurato con una falce in mano, simbolo delle messi. Il famoso Attilio Regolo mentre si trovava a lavorare nei campi, ricevette l’invito di recarsi a Roma per assumere la carica di Console. Cincinnato ricevette la nomina di dittatore mentre stava nel suo campicello, e naturalmente l’elenco si potrebbe allungare di molto. Il passaggio dai lavori agricoli alle alte cariche dello Stato era per gli Italiani antichi la cosa più naturale del mondo, questo il pensiero di Catone che fu il modello degli uomini antichi, perché la vita di città con tutti i suoi agi sembrava agli Italiani antichi fiacca e molle. Invece la vita di campagna, con tutte le sue varie occupazioni, dava loro il senso della pienezza e della realizzazione. La fattoria doveva avere tutti i locali necessari non solo per la vita degli agricoltori, ma anche locali adatti per il bestiame e per riparare tutti i prodotti della terra. L’aia ha sempre avuto grande importanza nell’agricoltura, fino a quando le macchine agricole hanno permesso di fare quei lavori che un tempo si facevano a mano. Al buon andamento della fattoria doveva contribuire anche la moglie del fattore; quali siano i suoi doveri lo afferma un passo tratto da Catone. Le galline nell’economia domestica hanno la loro importanza, perciò in un trattato d’agricoltura lasciatoci da Palladio Rutilio, fra il terzo e quarto secolo dopo Cristo, non manca un cenno anche su quest’argomento. Ora nel 2015, il contadino che ha fatto vivere il mondo intero, dal nostro Stato e dai suoi funzionari è quasi ignorato, pensano solo alla politica che è diventata un’industria redditizia superiore a tutte le altre. Lottano a forza di promesse per mantenersi il seggio. Quando sono in crisi come ora aumentano le tasse e mettono in crisi un popolo intero. Ma non pensano quei cervelloni che il contadino quando viene una grandinata, o una moria di bestiame, o un incendio non guarda ai responsabili, perché sa perdonare. Ma prima di far pagare ai lavoratori i danni, elimina tutte le spese superflue, incrementa il reddito domestico, lavora dodici ore al giorno e fa come le formiche nel risparmio. Guardino anche il passato, il governo De Gasperi, con l’8% di IGE e il 12% di imposte, con una guerra persa, in due legislature è riuscito “Il Rile” si può trovare ogni mese gratuitamente presso: Muggiano & dintorni Anno XV – Numero 4 – Aprile 2015 – Copie 3.000 Aut. Tribunale Milano N. 766 dell’1.12.2000 Editore: Associazione Culturale “Il Rile” Redazione: Largo Don Saturnino Villa, 2 - 20152 Milano Tel. 333.2152427 - Fax 1782244934 Presidente: Marco Rossetti - [email protected] Vice-Presidente: Renato Bortolo Delpero - [email protected] Direttore Resp.le: Andrea Ferrari - [email protected] Responsabile Pubblicità: Nadia Isola - [email protected] Redazione: Guido Torti, Andrea Rossi, Moreno Frigerio Davide La Monaca Sergio Bulgaro ed Elio Signorini (in memoria) Disegno in prima pagina: Roberta Canepa Impaginazione: Renato Bortolo Delpero Correttore bozze: Angelo Ferrari Stampa: Tipografia Landoni - Milano - Via Martinetti, 15 Distribuzione: Guido Torti, Andrea Rossi Hanno collaborato a questo numero: G. Castronovo, D. Acconci, G. Uberti, L. Malchiodi, G. Paniati, G. Sisti, R. Gariboldi, L. Lenzini, M.E. Peinado, S. Borgatti, G. Ciappina, M. Baroni, W. Cherubini. Chiuso in redazione il 20/03/2015 La prossima data per inviarci gli articoli è il 15/04/2015 Il Rile pubblicherà, nei limiti di spazio disponibile, tutti gli articoli firmati fatti pervenire in tempo utile. Eventuali invii postali sono da indirizzare a Guido Torti, via Lucera n. 13 - 20152 Milano. COME SOSTENERCI Consegna del mensile garantita a domicilio: contributo annuale di 10,00 euro, mediante bonifico intestato a: Associazione Il Rile - Largo Don Saturnino Villa n. 2 20152 Milano - Banca Prossima - Filiale n. 07585 - Agenzia Muggiano - via A. Mosca, 180 - 20152 Milano - IBAN IT61 J033 5901 6001 0000 0128 629 oppure contattare la Redazione al cell. 333.2152427 dalle ore 20 alle ore 21. Muggiano: Macelleria Rossetti, Panificio Muggiano, Parrocchia Santa Marcellina, Cafè K2, Associazione Amici del Quadrato, Merceria ‘Il Borgo’, Cooperativa Muggiano, Scuola Elementare, Parrucchiere ‘Millennium’, G.S. Muggiano Calcio, Banca Intesa, Lago dei Cigni, Centro Dentistico Polispecialistico, Parafarmacia, Panta Rei. - Quartiere degli Olmi: Panificio Senna, Edicola Olmi, Banca Intesa, Farmacia Olmi, Farmacia Comunale, Arci Olmi, Parrucchiere ‘Euro Fashion’, Bar Betulle, Elettro Olmi, AICS Olmi, Panettiere via Betulle, Scuola Elementare e Media, Simon's Bar. - Quarto Cagnino: Associazione ‘Mondo Donna’, ‘El Prestinee de Quart’. - Quinto Romano: Azienda Agricola Verga, Edicola, Parrocchia Madonna Divina Provvidenza, Biblioteca ‘Quintochelegge’. - Baggio: Comando Vigili Zona 7, Consiglio di Zona (piazza Stovani), Consiglio di Zona (Sede), Croce Verde Baggio, Edicola via Rismondo, Biblioteca di Baggio, Centro Culturale Ronchi, Centro Polispecialistico 33, Cava Aurora, Parrocchia Sant’ Anselmo, Avis, Aido, Panificio di via Gianella, Libreria Lineadiconfine, Ottica Montesano, Edicola di via delle Forze Armate 346, Sindacato Pensionati, Poliambulatorio di via Masaniello, ‘A 4 Zampe’. - Cusago: Cartolibreria Forni, Viridea, Ristorante ‘Il Magione’, Agenzia ‘Girovaga’, Biblioteca, Centro Prelievi, Mercatino Antiquariato, Bar Ravelli, Tabaccaio, Salumificio Mericco, Circolino Monzoro. - Cornaredo: Officina Citroen Magistrelli. - Settimo Milanese: Biblioteca Comunale Settimo, ‘Matmar Graphic’, ‘L’Albero della Frutta’, ‘Garden Ravelli’ di Seguro. - Trenno: Cascina Campi - Trezzano sul Naviglio: Comune, Centro Socio Culturale. Cesano Boscone: Cinema Cristallo, Caf ACAI, Zini, Edicola via Libertà, Farmacia dott. Camera, Centro Culturale Villa Marazzi, Ottica Crepaldi, Benzinaio via Pasubio, Studio Medico ‘Dentaltre’, Lavanderia ‘Arte e Sapone’, Edicola di via Garibaldi, ‘Spighe d'oro’ (Circolo Anziani), Le Grotte di Sale. - Cisliano: ’Stilcasa’, Benzinaio Tamoil. - Magenta: Libreria ‘Il Segnalibro’. Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autore, non necessariamente quella della Redazione. L'invio di immagini e testi implica l'autorizzazione dell'autore alla pubblicazione. In nessun caso verranno presi in considerazione testi anonimi. La Redazione non risponde di indicazioni errate nelle locandine che pubblicizzano (gratuitamente) eventi di qualunque genere. a sanare l’Italia e a portarla ad essere uno dei sette paesi più industrializzati del mondo. Il popolo Italiano ha tutti gli anticorpi per superare questa crisi, perché il contadino con l’amore del lavoro, coniugato con l’inventiva e la perizia, ha formato il progresso industriale di cui gli Italiani sono fieri. Perciò ora che hanno il comando in mano con le votazioni, sappiano dare il voto a chi vuole vivere con il proprio lavoro e non con la speculazione o la furbizia. Perché anche San Paolo in una delle sue lettere scrive: chi non lavora neppure mangi. E Papa Pio X diceva: assistenza e carità sono doveri sociali, ma è irresponsabile se la si fa a chi non è povero o malato, perciò prima di fare la carità e l’assistenza bisogna assicurasi che non sia un furbo che non ha voglia di lavorare. Olindo Lazzaron ________ Amministrazione deludente C hi aveva sperato nella “rivoluzione arancione” nel Comune di Milano (con quante aspettative abbiamo contribuito ad eleggere Pisapia!) non può che rimanere deluso da come stanno andando le cose nei Consigli di Zona, o quantomeno in Zona 6 e 7. Certo vi si prendono iniziative interessanti su vari ambiti locali, pensiamo ad esempio a quelle rivolte all’aggregazione sociale e l’intrattenimento dei cittadini, ma sulle questioni per le quali a decidere è un assessore, allora le cose cambiano. Sembra ci si limiti ad attendere con religiosa riverenza le sue disposizioni. La realtà è che Milano è governata da due o tre assessori che fanno e disfano sulla base delle loro convinzioni, anche sagge; ma queste procedure hanno ben poco a che fare con la partecipazione, e abbiamo visto che cos’è successo per il caso della Via d’Acqua. Il decentramento non funziona meglio di quanto (non) funzionava con la vecchia Amministrazione e i cittadini anzi devono fare più fatica a farsi ascoltare: allora il centro-sinistra nei Consigli di Zona dialogava e faceva alcune battaglie con loro. Ora invece, sulle questioni importanti, diventato maggioranza, aspetta l’assenso della Giunta, senza avere neppure il coraggio, non si dice di criticare, ma neppure di fare proposte, di avanzare suggerimenti, di sostenere dei punti di vista, forse temendo che non siano quelli dell’Assessore alla partita. Dal canto loro gli Assessori non sembra che accettino le osservazioni neppure dei Consiglieri di Zona: la sinistra al potere non tollera critiche, tanto meno della sua stessa maggioranza! Ed ecco spiegata la politica “attendista” dei Consigli di Zona sulle questioni importanti: tutto è lasciato ai tempi e ai modi dell’Assessore di riferimento. Un esempio? Si può tornare ancora sul grave caso del P.I.I. “Parri – parco dei Fontanili”: la proroga anche di alcuni anni della realizzazione delle opere di urbanizzazione (sistemazione a verde pubblico delle aree rimaste libere, passerella ciclo-pedonale su via Parri) e dei servizi a standard qualitativo (centro sportivo con piscina e palestra, centro polifunzionale integrato) rispetto all’ultimazione degli edifici privati residenziali, già abitati; l’abbattimento della cascina Cassinazza, anziché il suo previsto recupero; la distruzione degli orti urbani di via dei Calchi Taeggi, realizzati dal Comune nel 2010 con una spesa accertata finora di più di 350.000 euro. Si sta formando una periferia che, nonostante l’intervento edilizio e il suo carico insediativo, rimane senza negozi, senza una piazza: manca proprio un’idea di quartiere, di città. Ricordate Pisapia che dal palco invitava i suoi elettori a non abbandonarlo? Ecco, ci sembra che sia stato lui ad abbandonare noi e le nostre periferie. Andrea Giorcelli Consigliere della Zona 7 (capogruppo Verdi-Ecologisti) Elisa Scarano Consigliera della Zona 6 (capogruppo Verdi-Ecologisti) Il sentiero nel bosco C amminai adagio, strisciando i miei piedi nel viottolo e dissi: è così bella la pioggia. Accarezzai la terra con i miei passi dicendo: terra ti amo, domani sarai padrona di me stesso, mi avvolgerai come un lenzuolo. Ora ti calpesto, ti odio e ti amo perché mi hai fatto nascere con le tue sostanze nutritive, è così bella la pioggia, abbracciai alberi nudi, spogliai le mie radici nel sentiero bagnato e scivolai nel nulla. Come oggi di fronte all’immensità divenni partecipe di un mondo che non mi apparteneva, è così bella la pioggia, anche un uomo può amare una donna senza spogliarsi delle sue radici e vivere, è così bella la pioggia, forse ...non è il sentiero nel bosco, ma bensì il percorso della mia vita. Aldo Maspero Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 3 3 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Elezioni: le conseguenze dell’astensione Cosa insegna il “lavarsene le mani” di Ponzio Pilato? In questo articolo il professor Vezio, con le parole di Giuseppe Castronovo, prendendo spunto da quanto successo nel Parlamento Italiano con l’approvazione di una modifica della Costituzione, interpreta quanto accaduto avendo come guida il Vangelo di Matteo. La conclusione è chiara: bisogna sempre partecipare alle elezioni, perché il lavarsene le mani, cioè l’astensione, favorisce la minoranza che sovente è anche dalla parte della non ragione. Giuseppe Castronovo gcastronovo.blogspot.it enzo: amici… più passa il R tempo e sempre più non vorrei recarmi ai seggi elettorali. Ludovico: come mai? Renzo: l’eccessivo numero di politici inquisiti e di politici che, tradendo la fiducia loro concessa dagli elettori, cambiano casacca con così tanta facilità, mi sta convincendo sempre più dell’inutilità del mio voto. Questi politici mi ricordano tanto i Proci di omerica memoria che gozzovigliavano nella reggia di Itaca durante l’assenza di Ulisse. Rodolfo: e quindi? Renzo: devo confessarvi che alle prossime elezioni sono orientato verso l’astensione. Giacomo: ma la situazione non può che peggiorare se sono in tanti coloro che, pensandola come te, non si recano ai seggi elettorali. Questa ovviamente è la mia opinione personale. Lei… prof. Vezio cosa ne pensa? Vezio: avrai pure ragione caro Renzo…, ma più saggezza ha l’amico Giacomo. Caro Renzo… permettimi che lo sottolinei, non è che lavandotene le mani in modo pilatesco riesca a risolvere i gravi problemi da te evidenziati. Anzi, il tuo “lavartene le mani” aggraverebbe, e di molto, la situazione. Sappiamo tutti quali furono le con- seguenze per Gesù Cristo dopo che Ponzio Pilato “si lavò le mani”: la folla, prendendo in mano la situazione, gli preferì Barabba e fu così che Gesù Cristo finì in croce. Amici… bisogna saper analizzare i testi evangelici! Ci riservano, ancora, dopo quasi duemila anni, delle sorprese di una tragica attualità, talvolta sconvolgenti. Puntuale, in tal senso, il capitolo 27 del Vangelo di San Matteo dove leggiamo che “venuto il mattino tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Messolo in catene lo consegnarono a Pilato. Per la festa egli (cioè Pilato) era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta… Allora Pilato disse loro: volete che vi rilasci il re dei Giudei? Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù... Tutti urlarono ‘sia crocifisso…’ Pilato, poiché non otteneva nulla si lavò le mani davanti alla folla. E tutto il popolo rispose: ‘Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli’”. Cari amici… una prima osservazione: quella folla non agì da sola; venne invece organizzata, pilotata e gestita da menti di persone che non erano, poi, così tanto invisibili: si trattava, infatti, dei sommi sacerdoti e degli anziani del popolo, persone che per la posizione sociale occupata erano nella condizione, diremmo Centro Carlo Poma G oggi, di “formare l’opinione pubblica”. Seconda osservazione: avrete notato come l’evangelista Matteo utilizzi a volte il termine “folla”, a volte il termine “popolo”. Non vi sfuggirà sicuramente, nell’ambito della riflessione che stiamo svolgendo, come il “popolo” rappresenti il “tutto”, mentre la “folla” rappresenti una “parte del tutto”. Amici… nel nostro caso non possiamo ancora non osservare come, pur essendo la folla (cioè una parte: sicuramente non sarà stato che qualche migliaio di persone) a chiedere la condanna di Gesù, alla fine però il titolare della decisione finale risulta il popolo ebraico, cioè il tutto. Riassumendo diremo: È la folla a decidere, ma la decisione risulta adottata da tutto il popolo ebraico. Marco: prof.… lei all’inizio ci ha parlato di “sorprese di una tragica attualità”. Ma qual è in concreto l’insegnamento che Renzo e credo tutti noi elettori dobbiamo trarre dalla vicenda evangelica da lei illustrataci? Vezio: mi sia consentito rispondere a Marco prendendo come esempio l’attività di un organo costituzionale che tutti noi conosciamo, perché emanazione diretta di noi elettori: il Parlamento quando adotta le sue decisioni. Qualcosa di simile alla vicenda che duemila anni fa vide coinvolti come protagonisti Gesù Cristo, Ponzio Pilato e il popolo ebraico, è recentemente successo alla Camera dei deputati dove solamente 308 Onorevoli, sui 630 che compongono il plenum dell’Assemblea, hanno votato ed approvato in prima lettura la riforma della nostra Costituzione. E 308, è bene ricordarlo, sono addirittura meno della metà di 630! Ma, alla fine, il Presidente leggendo il risultato della votazione, ha così concluso il suo abbiamo ampiamente scritto sul nostro mensile – ha ricevuto una sciarpa di ben 108 metri realizzata a mano dalle “ragazze” del centro che per un anno si sono ritrovate il giovedì pomeriggio per chiacchierare, socializzare e lavorare a maglia ma, soprattutto, stare insieme. Una grande soddisfazione da entrambe le parti, ma soprattutto un modo per coinvolgere le persone anziane del centro in attività sociali. Non mancheremo in futuro di approfondire l’attività del Centro Socio Culturale Carlo Poma. rande successo di pubblico lo scorso 21 marzo al Centro Socio Culturale Carlo Poma in via Caio Mario, 18 a Quinto Romano, dove si è tenuta un’importante manifestazione con diversi eventi, tutti con lo scopo di movimentare la vita del quartiere. Duecento le persone che hanno visitato due mostre, una di cartoline vecchie di Milano (La cartolina illustrata a cura di Sergio Ivano Renzi) e la seconda di fotografie (Milano cos’era e com’è a cura dell’associazione Amici di Buccinasco). In molti, poi, hanno assistito all’originale lettura in quattro lingue (Arabo/Francese/Italiano e Milanese) della poesia “Un cortile di Milano” di Domenico Clema e Claudia Pistura Stringhetti. La lettura della versione in meneghino, in particolare, ha avuto un ottimo riscontro. Ma c’è stato anche un grande spazio per le signore della maglia... La Signora Mitti, nota acquerellista del Naviglio Grande che ha fatto nascere l’iniziativa di una lunga sciarpa per il Naviglio con l’associaIl gruppo delle signore di Quinto Romano, che hanno contribuito alla zione Coinvolgente – di cui, tra l’alrealizzazione della sciarpa, con la signora Mitti al centro tro, proprio qualche mese fa intervento: “la Camera approva”. Proprio come è avvenuto a Gerusalemme dove la decisione di crocifiggere Gesù Cristo, sebbene presa da una folla composta da qualche migliaio di persone, alla fine fu attribuita all’intero popolo ebraico. Amici miei… quanto successo alla Camera dei deputati dove una minoranza (308 su 630), approfittando di una maggioranza (322 su 630) che “se n’è lavate le mani” abbandonando l’Aula parlamentare, ha approvato la modifica della nostra Carta costituzionale: – da una parte attualizza più che mai le modalità procedurali, attraverso le quali s’è sviluppata la vicenda consumatasi a carico di Gesù Cristo duemila anni fa a Gerusalemme; – dall’altra induce ad affermare che ”l’astensione significa con certezza darla vinta in partenza all’avversario, anche quando questi è numericamente minoranza e, fatto altrettanto grave, a prescindere dalla circostanza che sia dalla parte giusta o dalla parte sbagliata”. Amici… ritornando al punto da cui siamo partiti, e cioè da Renzo che, così come tanti altri, non vuole recarsi più ai seggi elettorali, non risulterà molto difficile, alla luce del dibattito e dalle riflessioni svolte da noi tutti, applicare anche ai nostri giorni la vicenda evangelica “Pilato, crocifissione di Gesù e popolo ebraico” e trarne le logiche conseguenze. (Dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia). MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Procedura di Liquidazione Coatta Amministrativa D.M. n. 96/2010 __________ VENDITA BOX AUTO Via Nikolajevka, 20 - MILANO Prezzi già ribassati: Euro 8.140,00 cad. per n. 36 box da mq. 14 da Euro 8.568,00 sino a Euro 18.972,00 cad. per ulteriori 20 box varie misure Vendita senza incanto: 21 aprile 2015 ore 15,00 Vendita riservata a residenti ed operatori nel Comune di Milano ed a proprietari di immobili ubicati nel territorio del Comune di Milano. 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Daniele Acconci S fatiamo fin da subito un’infondata quanto diffusa convinzione sulla presunta mancanza di varietà della cucina vegan. In realtà chi è diventato vegan ha riscoperto la passione per la cucina. E non può essere diversamente. Infatti, la cucina vegan induce alla preparazione di piatti e ricette nuove, “costringe” alla manipolazione, all’interazione e alla ricerca di ingredienti che sono scoperti, osservati, gustati e apprezzati come mai in precedenza. Si rivelano legami con ingredienti vegetali e naturali, si riscopre la piacevolezza della dieta a colori (le verdure, infatti, hanno mille tonalità), aumenta il piacere della condivisione delle ricette, lo scambio di idee e delle esperienze sui giornali dedicati e nei forum piace molto ai fruitori. È indubbiamente molto utile partecipare ai corsi che i vari gruppi vegan organizzano in tutte le città, consente di osservare un cuoco vegan all’opera, permette di verificare il tempo necessario per la preparazione dei piatti, dà la possibilità di interagire con chi lavora abitualmente con la cucina vegan e alla fine è possibile finalmente degustare il risultato. Basta leggere i forum per rendersi conto dell’entusiasmo con cui cen- Accanto a questi ingredienti tradizionali da riscoprire, ne troviamo altri, altrettanto tradizionali, ma lontani dalle nostre abitudini: gli svariati elementi a base di soia e il seitan. Dalla soia i popoli orientali ricavano da millenni il latte di soia, utile nella preparazione di ricette salate e dolci, che si usa in cucina al posto del latte vaccino. Non ha gli Dopo una cottura nel brodo vegetale, si ottiene un prodotto che si può utilizzare per la preparazione di polpette, ragù, scaloppine, spezzatino e così via. Esistono poi anche una miriade di piatti pronti o d’affettati vegetali (a base di seitan, di tofu, di entrambi, o di seitan con aggiunta di legumi), würstel vegetali, ecc., che hanno la caratteristica tinaia di persone descrivono con piacere i propri piatti quotidiani e quanto soddisfacente e buono sia stato il loro pasto. Insomma, tutto l’opposto di chi ritiene che la cucina vegan non abbia varietà. Quello che vorrei invece fornire qui è un semplice esempio di piatti quotidiani inseriti in un menu-tipo realistico, solo per rendere l’idea di che cosa un vegano medio abitualmente mangi. A colazione Bevande: latte di soia alla vaniglia con orzo solubile; caffè; the al limone; cappuccino di soia (al bar o fatto in casa); frullato di frutta fresca e latte di soia; spremuta. Cibo: fette biscottate con la marmellata; biscotti (in qualsiasi supermercato ce ne sono di diverse marche senza latte, uova, burro, miele); sfogliatine; muffins; una fetta di panettone o colomba vegan, in stagione; crackers. In mensa/fuori casa Primi: riso all’orientale, pasta aglio olio e peperoncino; zuppa di legumi; pasta in bianco o al pomodoro più lievito in scaglie, pasta con legumi, vellutata di asparagi. Contorno: cicoria piccante; polenta al sugo di pomodoro; verdure e legumi misti freddi; verdure alla griglia; piselli stufati con cipolla, anelli di cipolla. Ingredienti tradizionali e nuovi La cucina vegan ci regala una vasta gamma di ingredienti che sono quelli più tradizionali della nostra cultura mediterranea, solitamente penalizzati dalle scelte dell’attuale industria agro-alimentare: cereali, verdura, legumi, frutta, noci e semi, un tesoro enorme eppure un giacimento pressoché inesplorato. Gli ingredienti base sono molto scarsamente impiegati nella quotidiana cucina onnivora, fatta per lo più di carne, formaggi e uova e poco altro, se non pasta, pane e riso. Sono in numero relativamente ristretto, quindi, e preparati d’abitudine con poca fantasia: dicendo “verdure” vengono in mente solo l’insalata o le verdure bollite e dicendo “legumi” vengono in mente solo i fagioli lessati o qualche zuppa. Invece le decine di migliaia di ricette vegan disponibili sui ricettari cartacei e online, presentano uno scenario ben diverso e ben più ricco: un vero pianeta da esplorare, ricco di sorprese per il palato, che ci porta a contatto con tradizioni culinarie e alimenti dimenticati. Un menu tipo di una settimana Spuntino/merenda pomeridiano Festa dello spezzatino Seitan svantaggi di quest’ultimo (grassi e proteine animali, indigeribilità per molti) mentre ha tutti i vantaggi di una bevanda vegetale e sana. Cagliando poi il latte di soia (con il limone, l’aceto o il nigari, sostanzialmente cloruro di magnesio) si ottiene il tofu, che viene da alcuni definito “formaggio di soia”, ma che in realtà non ha molto a che vedere con il formaggio, al di là del processo di produzione; il tofu è utile nella preparazione di tante ricette salate e dolci, perché è insapore e assume il gusto degli altri ingredienti con cui lo si cucina. Il seitan, invece, si ricava dal glutine, la parte proteica del frumento. è fissato per mercoledì 22 aprile, alle ore 21, nella vecchia chiesa di Sant’Apollinare in via Ceriani 3. La serata sarà condotta da Marco Peruffo e da Giorgio è un tesoro nascosto sotto la chiesa di San- Uberti, autori del libro sul complesso monumentale t’Apollinare”. Con questa frase avevamo di Sant’Apollinare e vedrà la partecipazione del Proaperto la Sagra di Baggio del fessor Furio Sacchi, docente di 2013. Quell’anno, infatti, una Archeologica Classica dell’Uniindagine condotta con una versità Cattolica del Sacro Cuore avanzatissima tecnologia dal e di un rappresentate dello StuPolitecnico di Milano aveva modio Formica che da quasi sette strato la presenza di antiche fonanni segue le campagne di redamenta, manufatti e sepolture stauro della chiesa vecchia. Gli sotto il pavimento. Curiosi di interventi saranno scanditi da tutto il mondo state attenti! Da brevi brani musicali. quest’anno non si potrà più dire Finalmente sarà possibile avere “c’è un tesoro sepolto” perché fimaggiori informazioni sulla fonnalmente, quel tesoro, sarà disdazione della chiesa, fino ad oggi sotterrato. ipotizzata attorno tra il IX e il X Da aprile partirà, infatti, uno secolo. La nostra speranza è che scavo archeologico che proseguirà la terra ci sveli che un’antica per tutta l’estate. Una novità assostruttura esisteva già nel IV seluta che il Comitato dell’organo di colo. Per ora restano solo suppoIl capitello corinzio della prima metà Baggio ha pensato di presentare sizioni… ancora per poco! del I secolo d.C. rinvenuto nel 1874 alla cittadinanza attraverso una durante i lavori di abbattimento della serata. Quando? L’appuntamento Giorgio Uberti chiesa medievale di Sant’Apollinare Sotto la chiesa vecchia di Baggio “C’ di avere forma simile ai prodotti già in commercio a base di carne, ma che sono invece 100% vegetali, con un sapore diverso e ancora più invitante dei corrispettivi carnei, e più sani. Tempo e costi Cucinare vegan o onnivoro è equivalente, in termini di velocità e minuti da impiegare nelle preparazioni e cotture; come sempre, dipende da che cosa si cucina, se i piatti sono più o meno elaborati, se usiamo ingredienti freschi o ci accontentiamo di quelli surgelati o in scatola. Da questo punto di vista le cose non variano, invece dal punto di vista “economico” sembra proprio che la cucina vegan ci fa risparmiare! D’altra parte, è abbastanza ovvio: gli ingredienti vegetali costano meno di quelli animali, visto che, a propria volta, il costo di produzione è molto più basso. La carne costa poco rispetto a un tempo, perché i produttori utilizzano metodi intensivi, per giunta ricevendo sussidi statali di filiera quindi, di fatto, quello che non si paga al supermercato, sovente lo si paga in tasse... Il tofu costa decisamente meno di un corrispondente formaggio di pari qualità, il seitan costa meno della carne, anche se si tratta per esempio di cibi che costano di più dei cibi vegetali “tradizionali”. L’unico ingrediente che potrebbe costare di più rispetto al suo corrispondente di origine animale è il latte di soia, ma, siccome non se ne bevono decine di litri al giorno, il piccolo costo aggiuntivo è più che coperto dal risparmio in tutto il resto del menu. Una manciata di frutta secca (nocciole, noci, mandorle, pinoli, noci brasiliane, ecc.); crackers; frutta; frullato; un tramezzino con tofu, pomodoro fresco e maionese vegan; the coi biscotti; un budino. A cena durante la settimana Ci sta bene un piatto unico, e se si tratta di una combinazione “secondo più contorno” si può aggiungere del pane. Ad esempio: tortiglioni al cavolo nero; risotto di verdure miste di stagione; puré di patate e frittata di farina di ceci con la cipolla; cous-cous con fagioli cannellini e cavolfiore al curry; porri al forno con lenticchie rosa. Nei weekend Anche in questo caso consigliabile preparare piatti unici, però le ricette sono un po’ più elaborate, visto che c’è più tempo e ce n’è la possibilità. Torta salata di bieta e tofu con pasta di pane più insalata mista; tartine di paté di ceci e maionese fatta in casa più pasta al forno con radicchio rosso e besciamella; seitan al vino bianco più spinaci all’olio con dadini di patate; polpette di melanzane più piadina farcita di guaca mole, radicchio di Treviso e belga saltata ai frutti di cappero, pasta con purea di zucca e fagioli borlotti; tofu alle carote piccanti, burger di spinaci, spezzatino di seitan e piselli, brasato di seitan al barolo. Per quanto riguarda i dolci, non c’è che l’imbarazzo della scelta: banana bread, pan brioche, strudel di mele; sfoglia ai lamponi, muffins alla cannella; torta morbida al cioccolato e buccia di limone; semolini dolci fritti. Da leccarsi i baffi! Credits: Marina Berati, “Perché vegan”. Visita il sito www.muggiano.it e ogni mese troverai anche Muggiano & dintorni ...online Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 5 5 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Il vino naturale Daniele Acconci P er “Vino naturale” s’intende un vino prodotto in modo rispettoso dell’ambiente e salutare per chi lo consuma e di conseguenza di qualità migliore e ben connotato gustativamente. Nelle settimane scorse abbiamo visitato due eventi ai quali hanno partecipato molte aziende provenienti da tutta Italia e anche dall’estero: il salone del Vino di Piacenza Live 2015 (14-15-16 febbraio) e Live Wine a Milano (21-2223 febbraio). Entrambi, sebbene ravvicinati, hanno fatto bene al sistema del vino naturale ed hanno consentito a molte aziende titolate – e anche a quelle sconosciute – di mettersi in mostra. Premettiamo brevemente che per vino naturale s’intende una bevanda imbottigliata senza l’aggiunta di nessuna sostanza, tranne l’anidride solforosa e fermentata spontaneamente. Il vino naturale si distingue piuttosto nettamente dai vini convenzionali, da quelli biologici e finanche dai vini biodinamici, che peraltro sono quelli più simili sia nella lavorazione che nel gusto finale in quanto non utilizza alcun additivo. Come afferma Samuel Cogliati nel suo volumetto “Vini naturali” non è possibile accomunare i vini naturali in un’unica categoria: alcuni si differenziano poco da quelli convenzionali (come aspetto, olfatto e soprattutto gusto), altri invece si spingono verso conseguenze estreme, sia sul piano visivo, che olfattivo, che gustativo. Il risultato è facilmente comprensibile: quindi se beviamo o serviamo un vino naturale dobbiamo conoscerlo bene, perché potrebbe sprigionare sapori e profumi sconosciuti, che magari non vengono del tutto apprezzati. La vista L’aspetto cromatico dei vini naturali assume colori e sfumature diverse rispetto ai vini convenzionali. Spesso i bianchi sono di un giallo carico e talora i rossi sono più opachi ed evoluti nella tonalità, per via di una lieve ossidazione. Queste caratteristiche possono essere acuite dall’assenza di solfiti. Il colore del vino può trarre in errore il bevitore, che penserà di avere a che fare magari con un passito rispetto ad un bianco tradizionale. Ma è soprattutto la presenza di una lieve torbidezza o addirittura di materia solida in sospensione (sia nei bianchi che nei rossi) a creare spesso imbarazzi e fraintendimenti. In realtà si tratta di sostanze fenoliche e, talvolta, da minerali. È sufficiente portare la bottiglia in posizione verticale qualche minuto prima della degustazione o travisare il vino in un decanter per ovviare all’inconveniente. L’olfatto Anche i profumi dei vini naturali risultano talvolta diversi dai vini convenzionali. Ad una prima analisi, gli odori poco fini e poco nitidi un problema, per il gusto finale del vino. La varietà dei profumi costituisce una connotazione tipica di questa tipologia di vini. Le bottiglie traggono, infatti, un carattere forte dalla generosità aromatica d’uve mature e intatte, provenienti da terroir preservati, nonché dalla fermentazione spontanea, dalla loro variegata natura organica-batterica e da una vinificazione che rinuncia agli additivi standardizzanti. I risultati sono prodotti che escono dai canoni degli aromi enologici per sprigionare note fruttate, floreali e speziate molto definite che dovrebbero essere colte alla perfezione da assaggiatori e da degusta- Live Wine alte – legati alla riduzione o a lunghi affinamenti sulle fecce fini – ricordano sentori di chiuso, di aria viziata, di straccio bagnato, di polvere di cantina. Tuttavia tutto ciò è destinato ad evaporare con l’ossigenazione del vino, infatti, l’aria ripulisce il profumo, talvolta nel giro di pochi istanti nel calice, oppure nella permanenza in un decanter. Spesso è questo il classico caso in cui il vino sarà migliore alcune ore dopo o addirittura il giorno dopo. Quindi basta premunirsi per tempo e conoscere il vino per ottenere i risultati migliori dal punto di vista gustativo. In molti casi ci si trova a confrontarsi con vini con un’acidità volatile elevata. Quello della presenza dell’acido acetico – legata ai rischi di una vinificazione non invasiva – è più problematica e potrebbe costituire tori. A contatto con l’aria, i vini naturali rivelano la propensione a crescere d’intensità, fino ad esplodere nei profumi (e nei gusti) più pieni. Molte aziende agricole hanno partecipato ai recenti e importanti eventi espositivi di Piacenza e di Milano in cui hanno presentato i loro vini, ne abbiamo giusto fatto un accenno nel numero scorso. Anche Vinitaly a fine marzo a Verona è stata un’importante manifestazione nel settore. Ma cosa s’intende per vino naturale? È certamente un fenomeno in crescita che non conosce confini. Molte, infatti, sono le aziende vinicole che producono secondo i concetti dell’agricoltura naturale o vinificano seguendo i principi del vino naturale. Abbiamo voluto approfondire il tema con Daniele Acconci che, oltre ad essere un vero e proprio appassionato nel settore, è anche coltivatore di una vigna a San Colombano nel Lodigiano. Nei due eventi ricordati in precedenza (Piacenza e Milano) abbiamo incontrato almeno duecento cantine. Senza avere la presunzione di formulare giudizi definitivi, vorrei segnalare alcune cantine che producono ottimi vini. Iniziamo dal piacentino, dalla Val Trebbia: Casè, Denavolo e il Poggio di Andrea Cervini di Travo e La Stoppa di Rivergaro. Casè di Alberto Anguissola si trova a Travo, in località Casal Pozzino (di qui il nome di Casè). L’azienda è nata nel 1998 e i primi vigneti furono impiantati in quell’anno e nel 2000. L’azienda ha un’estensione di oltre 10 ettari, in cui sono piantati vari vitigni. In entrambe le fiere ha proposto un bianco gustoso che proviene da quattro diversi vitigni bianchi, mischiati ad altre realtà a bacca rossa, un vino della tradizione (barbera e bonarda al 50%) e un Pinot nero denominato “Casè Riva del Ciliegio”, fermentato in botte piccola, adatto a lunghi invecchiamenti in bottiglia. La Stoppa di Elena Pantaleoni si trova a Rivergaro, in località Ancarano. I suoi vigneti sono collocati in cima ai declivi della Val Trebbiola che domina la valle del Trebbia, là zadro che ha coltivato la vigna per tanti anni. La Toscana – tra le altre – ha presentato l’azienda di Cosimo Maria Masini, di San Miniato, Pisa, che ha proposto alcuni vini biodinamici di grande spessore: ottimi bianchi, splendidi rosati e rossi trionfanti di gusto e sapore. Da non scordare il vinsanto, un composto di malvasia bianca e di trebbiano, ottimo per meditazione. La cantina organizza anche visite guidate e sontuose degustazioni. Tra i vini piemontesi biodinamici da annotare la presenza di Auriel, un’azienda di Ponzano Monferrato che presenta due barbera del Monferrato e un grignolino ricavati da uve cresciute in ambiente senza prodotti chimici di sintesi sia in vigna, sia in cantina. Una nota simpatica è rappresentata da Terre di Matè della provincia di Alessandria, al suo primo vino, molto delicato e simpatico. In Abruzzo, a due passi dall’Aquila, tra molte cantine molto belle e gustose, ecco Di Cato Vini con un malvasia secco dal nome importante “Eughenos” con citazione latina “Nunc est bibendum” del poeta romano Orazio. Ottime in ogni modo anche le altre produzioni. Citiamo anche la presenza dell’azienda CàLustra dei Colli Euganei, della splendida Valle di Faedo, con i suoi ottimi prodotti, e la Zago Agricola di Ta- dove batte il sole e l’aria è più fresca. L’azienda si estende su 58 ettari, di cui 28 destinati a boschi (querce, castagni, robinie) e 30 a vigna. I risultati sono vini speciali come il Trebbiolo frizzante del 2013, il Gutturnio fermo, il Macchiona 2007 e il Gutturnio riserva. Eccellente la Stoppa 2004, così come Ageno. Per finire, eccellente la Vigna del Volta, un passito di malvasia del 2008, che prende il nome dal mez- iedo di Chions di Pordenone con eccellenti prosecchi (extra dry, brut millesimato e sui lieviti). Per concludere due affascinanti aziende delle nostra splendide isole: la Lantieri con la sua succulenta Malvasia delle Lipari (isola di Vulcano, nelle Isole Eolie), ricca di profumi e di piacevolezze antiche e l’azienda Fenech dell’Isola di Salina nelle Eolie, là dove il vino assume i sapori e i colori del mare, del cielo e del sole cocente. varle secondo le regole e utilizzare preferibilmente il decanter per apprezzarle in pieno. Alcune cantine Temperature Contrariamente a quanto accade con i vini convenzionali, non sempre il bianco naturale va gustato freddo e analogamente per il rosso è consigliabile non eccedere col tepore. Si rischierebbe di comprometterne il bouquet, e sarebbe un peccato non degustarlo al punto giusto. Il gusto Le stesse specificità che si colgono nel profumo s’incontrano anche nel gusto. La prima caratteristica è l’eventuale presenza di gas carbonico, quindi colpisce la presenza di tannini ruvidi o aggressivi, una certa acidità vibrante, ed un aroma particolarmente articolato, imprevedibile, originale. Queste caratteristiche, unite al fatto che il prodotto non è mai uguale d’anno in anno, danno l’immagine completa di cosa significa degustare un vino naturale. Ma non solo: anche le bottiglie di uno stesso vino possono essere diverse. Per cui è importante conser- Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 6 6 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Quando l’unione fa la forza! Laura Malchiodi Responsabile della comunicazione AIDO Gruppo Comunale Trezzano sul Naviglio A nche questo mese voglio dare spazio ad un articolo che ingloba la rubrica “Caro amico, ti dono…” raccontando la storia di Ruggero Pignataro, nostro amico e volontario ADMO Cesano Boscone, da me citato già in diversi articoli. Diventando gruppo comunale AIDO Trezzano abbiamo ovviamente mantenuto la referenza e la collaborazione iniziata a maggio 2013 con l’associazione ADMO Lombardia (donatori midollo osseo) e proprio in questo ambito ho conosciuto Ruggero. Durante la giornata della riconoscenza AIDO Cesano Boscone, altri nostri amici con cui collaboriamo, il presidente Vincenzo Madaffari mi ha presentato questo giovane pieno di entusiasmo che aveva qualche domanda da farmi. Mi colpì proprio il suo desiderio di sapere, di fare qualcosa. Da quel giorno di strada ne abbiamo fatta tanta, non ci siamo più lasciati e appena ne abbiamo avuto l’occasione ci siamo confrontati, aiutati a vicenda, collaborando attivamente fino ad oggi. La ricerca dei volontari, non solo nei nostri ambiti, è difficile, trovare volontari giovani ancora di più, ma succede. Sono rari, ma si trovano. Ci vuole tempo, ma li aspettiamo. Non è necessario far parte dello stesso gruppo per lavorare insieme, non è necessario far parte della stessa città. Basta aver voglia di dare qualcosa, basta avere lo spirito giusto, solarità e armonia per parlare alle persone. Basta essere consapevoli che potremmo essere l’unica possibilità di vita di un’altra persona. AIDO e noi che la rappresentiamo, siamo felici di questa collaborazione, uniti sempre nella cultura del dono. L “Mi chiamo Ruggero Pignataro, ho 38 anni sono nato a Milano e vivo da sempre a Cesano Boscone. La mia storia inizia con la donazione di sangue. Ricordo ancora con emozione la prima volta che donai. Ricordo di esser tornato dal Policlinico con una freschezza interiore. Mi sentivo migliore, non migliore di altri, ma più ricco dentro. Durante l’attesa per la visita pre-donazione mi è capitato diverse volte di leggere il foglio informativo dell’ADMO e anche parlando di persona con un volontario presente quel giorno, scoprendo, grazie a lui, a cosa serve donare il midollo osseo. Leggendo poi lo slogan “proprio tu potresti salvare una vita” mi sono reso conto (non ne ero a conoscenza) di questa potenzialità che tutti hanno. Con un piccolo gesto, con piccolissimo sacrificio possiamo avere l’onore e la fortuna di salvare una vita. Io non son qui a parlarvi dell’aspetto medico della donazione, non ne ho le conoscenze, ma voglio trasmettere questa voglia di donare che lega tutti noi. Si dice spesso “donare senza ricevere”. Ecco, non sono d’accordo. Donare ti permette di ricevere una gioia infinita! E allora mi rivolgo a chi tante volte sicuramente ha detto pensando a qualcuno “se potessi, gli salverei la vita” “farei di tutto per aiutarlo”: ecco, ora è il momento di farlo, di impegnarsi, di decidere di essere migliore. Ora è il momento di tipizzarsi! Per questo motivo vi chiedo di tipizzarvi e lo chiedo perché con questo piccolo gesto nel mondo sapranno che voi ci siete, sapranno che il vostro midollo osseo potrà permettere a qualcuno di tornare a vivere. Io ho fatto la tipizzazione due anni fa, spero di non ricevere mai la chiamata, perché ciò significa che quell’unica persona com- patibile con me su 100.000 sta bene, ma se mai succedesse, sarò pronto! Il motivo che mi ha fatto definitivamente decidere di tipizzarmi è stato il contatto con un volontario. Fino al momento in cui non mi son trovato una persona davanti e non un semplice volantino, i dubbi, le paure e le incertezze prendevano In occasione della giornata della Riconoscenza del novembre 2013 organizzata da Aido Cesano Boscone conosco due persone per me assolutamente importanti che mi hanno guidato e sostenuto nel concretizzare l’idea di creare il gruppo ADMO Cesano Boscone. Mi riferisco a Vincenzo Madaffari, presi- sempre il sopravvento. Per questo motivo ho deciso di diventare un volontario attivo. Sono convinto che in tanti hanno più volte pensato di diventare un possibile donatore ma esattamente come me, hanno dato più ascolto alle paure, alla mala informazione e soprattutto a quelle sbagliate che circolano. Il midollo osseo, non è il midollo spinale. L’unica conseguenza nella donazione del midollo osseo è che si salverà una vita. dente della sezione comunale Aido di Cesano Boscone, il quale mi ha immediatamente presentato Laura Malchiodi di Trezzano sul Naviglio all’epoca supervisor del “punto info aido&admo” (oggi Presidente del neo costituito gruppo comunale AIDO). Da loro è arrivato lo stimolo necessario per partire. Il 12 giugno 2014, quella che fino a quel giorno era soltanto un’idea, prende forma. È creato il gruppo facebook “ADMO Cesano Boscone” e solo due settimane dopo in occasione della Notte Blu, organizzata dall’ASCO associazione commercianti, si scende in piazza. Un gran successo, un bel momento di sensibilizzazione. Dopo essersi presentata alla città, ADMO è presente anche in uno dei più importanti momenti del paese ovvero la festa Patronale. Anche in quest’occasione il gruppo si unisce con i volontari dell’AIDO Cesano Boscone accumunati da un unico spirito “diffondere la cultura del dono”. Nel cercare di svolgere le proprie attività sul territorio, ADMO Cesano Boscone non perde di vista la collaborazione con la sede regionale e quindi presenzia anche agli eventi nelle piazze più importanti di Milano. Dopo il banchetto di Natale 2014, il 14 e 15 marzo scende in campo in occasione della Pasqua che è alle porte con uno splendido gruppo di volontari tra cui Vincenzo Senese, responsabile ADMO nel gruppo comunale AIDO di Trezzano sul Naviglio. È stato un successo perché oltre ad andare esaurito il prodotto presente al banchetto, abbiamo avuto modo grazie ad una folta squadra di volontari, di informare un gran numero di persone sull’importanza della donazione di midollo osseo. Una particolare emozione è stata regalata da alcune delle persone passate al banchetto che ci hanno raccontato quanto vissuto in prima persona sia come donatore che ricevente. Un’esperienza unica! Ci vediamo ai gazebi sul territorio!”. Visitate il nostro sito: www.aidotrezzanosn.weebly.com e aiutateci a informare! Unione Samaritana: la storia in Casa di Cura Ambrosiana a nostra Associazione nasce nel 1947, una delle prime a Milano. La sua è una storia intessuta di doni ricevuti e restituiti ai fratelli più bisognosi. Mentre la guerra spegneva i suoi ultimi fuochi, tra desolazioni e distruzione, nelle corsie dell’Ospedale Maggiore (Cà Granda Niguarda) un nucleo di giovani e adulti compariva e procedeva nell’impegno di ridare fiducia agli smarriti. Ispirati dalla parabola evangelica del Buon Samaritano, essi coltivarono nel cuore il desiderio di mettersi in cammino, affiancando i fratelli più colpiti, con l’aiuto del Signore, sempre ispirati dai consigli evangelici. Sono trascorsi molti anni quando, nel 1992, un piccolo seme germina anche a Cesano Boscone: nasce così il Nucleo dell’Associazione presso la Casa di Cura Ambrosiana, seguito da un corso base socio-assistenziale. L’idea di offrire un servizio di volontariato ai degenti della CCA maturò conversando con i frati della Rettoria dell’Istituto Sacra Famiglia. La proposta fu accolta con entusiasmo anche dall’Associazione che incaricò un suo valente volontario, già operante presso l’Ospedale San Carlo, di coordinare le operazioni organizzative, concretizzando e dando vita al progetto. Il coordinatore mirò immediatamente a realizzare una corretta formazione, indirizzata a sviluppare il comune metodo di approccio al sofferente, attraverso l’ascolto e la risposta empatica per attuare, con la giusta metodologia, un’efficace e corretta Relazione d’Aiuto. Ad una ventina di aspiranti volontari, venne offerta l’opportunità di frequentare una serie di incontri, per acquisire elementi basilari ad affinare le capacità di ascolto, risposta empatica, linguaggio dei sentimenti, nell’attesa di iniziare il servizio attivo alla Casa di Cura Ambrosiana di Cesano Boscone. Le consegne furono: “Dialogo con i pazienti, e nessun altro intervento di tipo infermieristico”. Comprendemmo così che il nostro volontariato si sarebbe concretizzato più nell’essere che nel fare, e ciò era in perfetta sintonia con le regole dettate dalla formazione che continuavamo a coltivare tra noi. Solo successivamente furono concessi, per esigenze sopravvenute in reparto, possibili interventi, ai pasti, vista la nostra disponibilità e verificate le modalità garbate con cui sapevamo svolgere il servizio. Nel corso dell’anno 1993, essendosi consolidato un buon gruppetto di volontari, ci furono affidati, oltre il Reparto Lungodegenza, anche il Reparto Riabilitazione. Molti anni di intenso lavoro, soprattutto mirato ad un perfezionamento della formazione, permisero al gruppo di mantenersi nel tempo, ritrovando sempre nuove forze per realizzare quel sogno che portavamo nel cuore. Incontri cordiali e ascolto attento al letto dei degenti in CCA Il nostro continua ad essere un gruppo di amici che si stimano e si sostengono vicendevolmente, nel comune intento di migliorare. I membri dell’Associazione si alternano con una turnazione quotidiana di Volontari attivi in struttura, che assicurano così una presenza giornaliera costante in corsia ed un servizio assistenza alle funzioni religiose, infrasettimanali e festive. La nostra preoccupazione è sempre più quella di praticare un’intensa relazione d’aiuto che consenta ai degenti di recuperare le loro forze vitali, indispensabili, ad una vita migliore, dopo la malattia. Animati e sostenuti da profonde motivazioni, continuiamo ad inseguire il nostro sogno che è quello di essere un vero punto di riferimento per chi attraversa un duro momento di prova, essendo colpito nella salute. Siamo più che convinti che il sogno può diventare realtà solo continuando a diffondere mirati percorsi di formazione tra volontari nuovi e antichi, certi come siamo, che nulla può essere affidato al caso. Il ventaglio di percorsi è ampio ed attraente, prevede approfondimento su Dialogo e Relazione d’aiuto, corsi per Tutor, riunioni periodiche mensili completamente a carico dell’Associazione, quanto a costi. Il buon livello di professionalità che abbiamo acquisito è giornalmente riconosciuto dagli Operatori di reparto, dai Caposala e dai Medici. Gli ottimi rapporti che intercorrono con la Direzione della Casa di Cura, ci lusingano e ci fanno sentire accolti, benvoluti e apprezzati, in questa benemerita Istituzione che vive nella realtà più grande che è la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Graziella Paniati e Giancarla Sisti, responsabili del Nucleo Volontari dell’Unione Samaritana operante presso la Casa di Cura Ambrosiana di Cesano Boscone Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 7 7 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Al Parco delle Cave non crescono solo funghi La tanto temuta “Via d’Acqua” che avrebbe dovuto attraversare il Parco della Cave di Baggio alla fine è finita in nulla, con lo stralcio dell’opera, giudicata impattante ed inutile da più parti. Ma sembra non esserci pace, per l’oasi verde baggese. Roberto Gariboldi segnala alcuni lavori entro i confini del parco che hanno portato alla realizzazione di una vera e propria cittadella, in fondo a via Broggini, di fronte alla Cava Aurora. Raccogliamo al solito la segnalazione del nostro lettore, disponibili come sempre a dare spazio alle eventuali risposte alle questioni proposte. Roberto Gariboldi CSA Petrarca C osì dice il dizionario della lingua italiana alla voce parco: “Zona più o meno estesa di un territorio nazionale, tutelata da apposite leggi che mirano alla conservazione del patrimonio floristico e faunistico” eppure nel Parco delle Cave non crescono solo funghi, ma anche costruzioni. Ho avuto occasione di ammirare alcune immagini che mostrano una bella gettata di cemento sorta rapidamente ai primi di marzo, con sovrapposte casette in legno: nuova sede degli “Shadow Archery Team Parco delle Cave”. Confesso di non conoscere quest’associazione, ma sono certo che svolga la sua attività in maniera egregia e utile alla società. Il mio articolo non è quindi contro quest’associazione, ma contro le stranezze che, secondo me, riguardano la costruzione della loro nuova e prestigiosa sede all’interno del territorio del Parco delle Cave, in luogo di quella precedente, discosta e molto meno invasiva. Come ho scritto nel primo capoverso, rifacendomi alla definizione letterale del significato del termine “Parco”, le aree occupate da un parco dovrebbero essere destinate solo alla conservazione del patrimonio floristico e faunistico e queste costruzioni di certo non rientrano in questa casistica. Leggendo poi il cartello di cantiere, che mi sembra incompleto in diverse voci, si scopre che quest’opera è eseguita da Expo 2015 nell’ambito di quanto previsto nel “Progetto Vie d’acqua sud”, e qui mi chiedo cosa c’entra l’Expo 2015 con gli arcieri? Vuole forse dotarsi di una milizia silenziosa per contenere le orde di turisti? Cosa c’entrano gli arcieri con le vie d’acqua? Mi piacerebbe avere una risposta sensata a queste mie domande, inoltre sarebbe interessante anche conoscere il costo di quest’operazione, poiché sono tra i contribuenti e non mi dispiacerebbe sapere come sono spesi i miei soldi. Dove sono i “No canal” che tanto giustamente si opposero alla grande boiata del “Canale Expo”? Forse sono protestanti a tempo determinato? In pochi mesi hanno perso la voce e non riescono più a gridare allo scandalo? Oppure gli si sono chiusi gli occhi e non vedono più cosa accade all’interno del Parco delle Cave? Mi sembra triste costatare persone che si sono occupate di una questione seria come la salvaguardia di questo prezioso parco cittadino per qualche tempo, per poi dimenticarselo. Almeno così sembrerebbe. Mi si obbietterà che all’interno del parco esistono altre due sedi di associazioni recintate (Cava Aurora e Bersagliera). È vero ma, si sa, esistono da molti decenni prima che il Parco delle Cave fosse pensato e realizzato (1997). L’area fu espropriata dal Comune di Milano nell’aprile del 1998 per essere integrata nel Parco delle Cave, istituito nel 1997 dalla Giunta Formentini e affidato alla gestione di Italia Nostra. In precedenza, in quest’area c’era la sede in legno dell’associazione Shadow Archery Team. Il costruttore, indicato nel cartello fronte cantiere, si chiama Impresa costruzioni G. Maltauro SpA. Il Prefetto di Milano aveva provveduto, con decreto, a commissariare l’impresa Maltauro, relativamente ai lavori per le archi- tetture di servizio del sito di Expo 2015, oggetto dell’inchiesta sulla cupola degli appalti. Qualsiasi Parco – dal momento della sua istituzione – è tutelato dalla Legge per NON essere edificabile entro i suoi confini. Le palazzine in costruzione hanno tutte basamento in cemento armato e quindi non rimovibili. Dobbiamo IV edizione Gran Galà di Poesia P restigiosa premiazione di Poesia alla Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani di Milano, lo scorso 10 marzo 2015, indetta dall’Associazione Culturale Arte Ba-Rocco di Milano, nella persona del suo presidente Rocco Basciano con la collaborazione di Maria Grazia Belloni e Raffaella Palumbo. Ospiti d’onore Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale di Milano, Franca Schiavon, servizio di Presidenza Consiglio Comunale di Milano, Palma Antonio Barbalinardo conduttore, Massimo D’Acquisto voce fuori campo di Rete 4, Vera Atyushkina velina, Maria Cera Santoro presidente di Giuria, Lidia Silanos membro di Giuria, Donato Carissimo membro di Giuria, Maria Celano presidente Associazione Lucana Magna Grecia e Stefano Marco Licini pianista-organista del Conservatorio. Nella manifestazione sono stati nominate altre persone di cui la scrittrice che attualmente è arrivata a pubblicare il suo 3° libro (Io ritorno bambina), che le è stato conferito (dal presidente dell’Associazione Rocco Basciano) il benemerito, di cui si è prestata a consegnare attestati alle personalità presenti come anche la numerologa Maria Novella Paonessa e i vincenti della Sezione: Aspettando EXPO, che testimoniano con la loro presenza, l’ottima manifestazione. A giudizio di merito: Sezione A - Poesia a tema libero: 1° Premio Carla Abenante con la Poesia “Affanni”; 2° Premio Pierangelo Castellino con “Donna”; 3° Premio Elisa Bassi con “L’Onda”; 4° Premio Maria Murriero con “Il Volo delle Parole”. dedurre, quindi, che per effetto di Expo 2015, il Parco delle Cave è stato ridimensionato nei suoi confini ad ovest? Ora vorrei capire anche qual è il ruolo del Comune di Milano in quest’operazione edilizia: il Parco delle Cave è di proprietà comunale e quindi l’Ente Expo 2015 avrà chiesto il permesso all’Amministrazione comunale per effettuare i lavori, ma a quale titolo il Comune di Milano ha concesso questo permesso? E a quali condizioni? E perché solo a loro e non ad altre associazioni? Quest’operazione edilizia nasce con molti lati non chiari, che un’amministrazione trasparente dovrebbe aver già chiarito preventivamente, senza che siano i cittadini a sollevare il problema. I nostri amministratori cittadini sono stati delegati da noi, ma non per questo hanno la facoltà di fare quello che vogliono senza dover rendere conto. Ci aspettiamo che questi quesiti trovino una doverosa risposta al fine di riportare la serenità e allontanare ogni sospetto da quest’azione che ritengo, allo stato dei fatti, non molto chiara. Attendo fiduciosamente un cenno di risposta. Sezione B - Poesia in vernacolo: 1° Premio Guido Verri con “Lacrim de San Lorenz”; 2° Premio Marianeve Casciello con “Natale nel mio cuore”; 3° Premio Ermanno Bighiani con “El vecc cassinell”; 4° Premio Filippo Carmeni con “Amuri campagnolu”. Sezione C - Poesia in lingua straniera: Habiba Zouabi con “Tristesse”; 2° Premio Elisabetta Denti con “Fragments of memories”; 3° Premio Mauro Lacqua con “Escribi”; 4° Premio Ferdinando Spinelli con “The Spring in The Winter”. Sezione D - Poesia per giovani talenti: Fausta Marciuliano con “Mamma”; Premio speciale della Giuria a Isabella Ditaranto con la poesia “Acquerello”. Premio Speciale “Aspettando l’EXPO“ a Leonardo Manetti con la poesia “Olio”, Cristina Franco con “Foglia”, Maria Grazia Cutaia con ”Il Silenzio degli Alberi”, Teresa Spagnuolo con “Una Foglia” e Lucia Bianchi con “La Magnolia Giapponese”. La cerimonia di premiazione si è conclusa con i ringraziamenti del presidente dell’Associazione Culturale Arte Ba-Rocco, Rocco Basciano, rivolti al numeroso pubblico intervenuto con un arrivederci alla prossima edizione del Gran Galà di Poesia. Lorenzo Lenzini Via A. Mosca 12 – 20152 Milano Tel. 02 4563169 – Tel e Fax 02 4598906 Batterie per orologi e per macchine fotografiche, spine e prese telefoniche, puntine per giradischi, cavi di ogni tipo. Vieni a trovarci nella nostra sede della Delegazione di Baggio in Via Val d’Intelvi, 15 - Milano Tel. 02.4566710 - www.aidomilano.it e-mail: [email protected] Orari di apertura: Lunedì e giovedì dalle 18,30 alle 20 Domenica dalle 10 alle 12 Componenti elettronici di primarie marche: concessionario . Apparecchi elettromedicali: depuratori dell’aria, Magnetoterapia, biostimolatori per muscoli e cellulite, ionoforesi. Centro assistenza e vendita apparecchi Flaem Nuova, misuratori di pressione arteriosa, umidificatori per ambienti, termofori, aerosol a ultrasuoni. Meccanismi per orologi elettrici. Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 8 8 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Cani randagi N e avevamo fatto giusto un accenno nel numero scorso. Il problema dei cani randagi presso Cascina Guascona era tornato alla ribalta con numerosi avvistamenti diurni e soprattutto serali di un piccolo “branco” d’animali liberi. Le autorità competenti, dopo le numerose segnalazioni, erano intervenute sistemando una trappola per cani nelle campagne e dobbiamo ammettere l’azione ha avuto un riscontro. I due cani nella gabbia poco prima dell’intervento degli addetti Tutto è avvenuto la mattina del 21 marzo quando è giunta in Redazione un’accorata telefonata “due cani sono nella trappola...”. Sono state necessarie un paio di settimane d’appostamenti, ma soprattutto grazie all’ostinazione degli abitanti di cascina Guascona che quotidianamente non hanno mai fatto mancare l’esca all’interno della gabbiatrappola, spesso preda di altri animali, per raggiungere un primo risultato. E’ così che sono caduti in trappola un cucciolo nero meticcio ed un incrocio adulto, subito portati al canile comunale in sicurezza. Ma non è finita. Il 24 marzo, pochi giorni prima di entrare in stampa con il nostro mensile, a cadere nella trappola è stata una femmina, incrocio con un pit bull, mentre almeno un’altra coppia di randagi è stata vista vagare nelle campagne attorno. Evidente che, in quest’occasione, l’azione di prevenzione ha avuto i suoi effetti, l’importante è non abbassare la guardia dopo il tragico epilogo del marzo 2012 che portò all’aggressione da parte di un branco di cani diventati selvatici ed alla morte del pensionato Gaetano Gnudi. Un ringraziamento al Consigliere Comunale Rosario Pantaleo che ha inviato un esposto alle autorità competenti sull’argomento. NOTIZIE FLASH ambientale, come il Magentino, dentro il Parco agricolo sud e il Parco del Ticino. E spiega anche perché entra così deciso nella polemica tra i favorevoli e i contrari: “Già lo scorso anno ero intervenuto ad Albairate per informare che erano stati tolti i fondi per questa strada e derubricato il progetto. Un’opera che poteva avere un senso negli anni Novanta, ma con il passare del tempo ha visto i costi raddoppiati e 265 milioni di euro di fondi statali fermi da 20 anni”. Cova tiene a sgomberare il campo da ogni dubbio, in proposito: “L’iter è stato semplice e lineare: nel giugno 2013 il Governo ha revocato i fondi per la realizzazione dell’arteria. Nell’ottobre dello stesso anno da ‘progetto definitivo’ l’opera è stata derubricata a ‘studio di fattibilità’. Infine, a giugno 2014, c’è stato un ulteriore passo da ‘studio di fattibilità’ a ‘progetto preliminare’. E questo lo dicono le carte, non le chiacchiere di chi vuole strumentalmente cavalcare, dal punto di vista politico, il malcontento, sia di chi la vuole, sia di chi è contrario”. Quindi, per il parlamentare Pd “stiamo parlando del nulla, per ora. Ritorniamo a discutere di questo progetto se verrà nuovamente finanziata l’opera”. nche a Roma l’arteria di collegamento con l’aeroporto di Malpensa fa discutere ed accende gli animi. E’ giunto in Redazione sul tema, in particolare riferito al tratto Vigevano-Malpensa, un comunicato dell’onorevole Paolo Cova, parlamentare del PD che riportiamo testualmente. “Si sta discutendo inutilmente: quella strada non si farà”: è perentorio Paolo Cova proposito della realizzazione della superstrada Vigevano-Malpensa, che dovrebbe tagliare in due territori pregevoli, da un punto di vista Cascina Linterno: rifiutato finanziamento La rastrelliera per biciclette Forse, aggiungiamo noi, la sistemazione dalla parte opposta della strada, date anche le dimensioni dell’area riservata ai pedoni molto ampia, avrebbe potuto accontentare tutti, automobilisti e ciclisti. “Che vita nel prato a marcita” “È G ran bella serata quella promossa da “Campo! - Università di Milano Campagna” lo scorso 12 marzo presso la Chiesetta di Cascina Campazzo nel Parco del Ticinello. Una straordinaria conferenza di Domenico Barboni dal titolo “Che vita nel prato a marcita!” che si è rivelata un appuntamento eccezionale per chi ama il Basso Milanese desideroso di approfondire la conoscenza di uno dei suoi ambiti più significativi. Superstrada Vigevano-Malpensa: derubricata e senza soldi A Come già accaduto con il bellissimo lavoro sul ciclo vitale delle lucciole, Domenico è stato in grado di regalare forti emozioni con immagini sensazionali, in gran parte inedite, interamente autoprodotte e di notevole valore scientifico. Un ringraziamento particolare da parte della Redazione, presente con una delegazione, per l’omaggio di Domenico Barboni del volume “Modo di migliorare le fabbriche dei formaggi”, la riproduzione di un testo unico del 1844, promossa dall’associazione il Fontanile di Rodano, riprodotto sia nella sua forma originale che nella trascrizione. Un testo di grande valenza storica, non solo per Rodano, in quanto testimonia l’ambiente su cui si fondava l’economia del territorio con l’allevamento delle vacche e la produzione del latte. Il manoscritto, recentemente rinvenuto in una cascina durante lavori di ristrutturazione, è stato redatto da Paolo Grassi che nella prima metà dell’800 cercava di introdurre il cascio granito parmigiano nella produzione locale. Non mancheremo prossimamente di pubblicare una recensione del volume. namento di una di queste rastrelliere ha tuttavia sollevato qualche perplessità con alcune telefonate in Redazione sul tema. Qualche automobilista incallito, in riferimento alla posizione della rastrelliera in via Antonio Mosca, quasi antistante il sagrato della chiesa di Santa Marcellina, ha fatto notare che quella posizione sottrae un posto auto e, sebbene siamo in una zona a traffico limitato, in occasioni particolari il parcheggio nella via è alquanto difficoltoso. Domenico Barboni, valente naturalista, fotografo e studioso del territorio, ha presentato la sua ultima fatica descrivendo, con l’entusiasmo e la maestria che lo contraddistinguono, un tema poco conosciuto: quello della vita in marcita. Un approccio diverso per illustrare questi straordinari habitat, un tempo molto diffusi ed ora ritrovabili unicamente in poche aree superstiti del Parco Sud, delle Cave o del Ticinello. Fontanile San Martino francamente incredibile che il consigliere regionale Fabrizio Cecchetti rilasci fantomatiche dichiarazioni sulla esigenza di tutelare Cascina Linterno con ogni iversi lettori hanno segnalato che remezzo. Regione Lombardia ha rifiutato di ficenti lavori di livellamento delle camnanziare il progetto del Comune di Milano pagne attorno a Cascina Guascona hanno che punta al recupero della Cascina, renden- portato all’interramento di parte dell’asta del dola anche una realtà museale, perché la ri- fontanile San Martino, l’antico corso d’acqua, tiene non significativa dal punto di vista con la sorgente presso Assiano, che era apculturale”. Lo ha dichiarato il vicesindaco e punto una volta utilizzato per l’irrigazione assessore all’Urbanistica, Edilizia privata e di questi terreni. Agricoltura di Palazzo Marino, Ada Lucia De Cesaris lo scorso 11 marzo. “Nel rigettare il progetto presentato da quest’amministrazione per partecipare al bando regionale di valorizzazione del patrimonio culturale, il dirigente responsabile ci ha scritto – testualmente – che Cascina Linterno non è un istituto o un luogo di cultura”. “Ricordo infine – conclude De Cesaris – che il progetto del Comune è già stato approvato da tutti gli enti competenti, a partire Il tratto del Fontanile San Martino interrato dalla Sovrintendenza, quindi del tutto inutili le continue polemiche Tra l’altro gli abitanti di Cascina Guascona, sul progetto”. in particolare i più anziani, sono soliti chiamare il tratto di strada (via Guascona) che sovrappassa il fontanile con l’antico toponimo “El guàà” ovvero il guado. Un toponimo che ha origini settecentesche, quando il ponte della strada non era ancora realizzato e per passare era necessario attraversare le acque del fontanile stesso. nche a Muggiano nelle settimane scorse Pensate la storia di questo toponimo come si sono state sistemate delle rastrelliere tramanda solo oralmente da diversi secoli, fisse per biciclette. Fanno parte del pro- ma soprattutto il disagio della popolazione gramma dell’Amministrazione milanese di di allora quando, anche in inverno, doveva favorire la mobilità a due ruote in tutta la attraversare un vero e proprio corso d’acqua città. Ottima cosa per sostenere con la bella per raggiungere il borgo di Muggiano. Era stagione l’utilizzo della bicicletta. Il posizio- l’unica strada! D Muggiano: rastrelliere per biciclette A CERCO vecchia bici da corsa anni 30, 40, 50. Prezzo da concordare. cell. 338.4284285 Per la tua pubblicità su telefona al 333.2152427 e u n n ostro incaricato vi c ontatterà Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 9 9 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Fontanile Franchetti NOTIZIE FLASH “La scelta di estendere l’orario d’apertura al pubblico dei mercati generali, dal sabato a tutti i giorni della settimana, esclusa la domenica – spiega l’assessore al Commercio e Attività produttive Franco D’Alfonso – rappresenta un segno tangibile della volontà di Sogemi e dell’Amministrazione di avvicinare sempre di più i milanesi a una realtà come i mercati generali, che vogliono porsi quale vero e proprio moderno hub agroalimentare al servizio della città”. “Sono lieto che l’accordo tra Sogemi, grossisti, commercianti sia fissi che ambulanti – prosegue D’Alfonso – abbia permesso di superare le problematiche relative all’apertura anticipata alle 4, trasformando così una criticità in una concreta opportunità di miglioramento dei servizi offerti da Sogemi ai cittadini”. L’Italia è il primo produttore europeo di ortofrutta e l’Ortomercato di Milano è il principale mercato all’ingrosso: al suo interno è movimentato il 10% della merce che transita complessivamente all’interno di Le operazioni di pulizia del fontanile tutti i mercati ortofrutSi tratta dell’unica sorgente di fontanile nel ticoli italiani. La valorizzazione delle eccelComune di Milano, dentro l’anello delle tan- lenze agroalimentari è uno dei punti cardine genziali, ancora attiva e merita certamente che hanno portato alla realizzazione del conun’attenzione particolare in quanto, per dav- corso internazionale d’idee per la riqualificavero, potrebbe trasformarsi in una piccola zione dell’area del Mercato Ortofrutticolo di oasi ambientale nella città. Con un modesto Milano. Il concorso è stato lanciato lo scorso intervento l’area potrebbe essere trasformata mese di ottobre e il progetto vincitore sarà presentato nelle prossime settimane in una in zona protetta. Resta solo un piccolo rammarico... il Co- mostra specifica. mune di Milano ha imposto alla società im- Il nuovo Polo Agroalimentare di Milano – mobiliare proprietaria dell’area la pulizia, il che non sarà solo una realtà all’ingrosso ma lato destro della sorgente, ma ora è il lato un vero e proprio centro di aggregazione sinistro della sorgente stessa, di pertinenza aperto 24h al giorno – consentirà di valorizcomunale, che necessita di pulizia con aspor- zare la filiera dei mercati locali che fanno tazione dei rifiuti. Confidiamo che le autorità leva sul rapporto fiduciario con il cliente fimilanesi intervengano quanto prima. Vi ter- nale e che garantiscono maggior capacita di scelta e qualità per il consumatore. remo aggiornati. I l fontanile Franchetti (noto anche come Cav Franchett) ha la sorgente accanto al Campo Robinson, al Quartiere degli Olmi adiacente via Bagarotti. La sorgente si trova su area privata e da anni è abbandonata, occupata da orti ormai non più coltivati. Il Comune di Milano ha recentemente intimato alla proprietà la sistemazione dell’area stessa, così all’inizio di marzo buona parte dei rifiuti sono stati asportati, ripristinando la sorgente, ricca di acqua, che defluisce verso Cesano Boscone. L’ortomercato apre al pubblico D a lunedì 9 marzo il mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Milano è aperto al pubblico anche dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 12, in aggiunta alla tradizionale apertura del sabato dalle ore 9 alle ore 11. A stabilirlo la Commissione Mercato Ortofrutticolo riunitasi lo scorso 25 febbraio e che ha visto la partecipazione dei rappresentati dell’Amministrazione, Sogemi, grossisti, dettaglianti, ambulanti e produttori agricoli. I nuovi orari d’apertura al pubblico rispondono alle esigenze espresse da tutti gli stakeholder dell’ortomercato e consentiranno di ampliare i servizi per i cittadini. Questa misura è una delle numerose iniziative che sono state e saranno intraprese da Sogemi, allo scopo di valorizzare le eccellenze in ambito agroalimentare presenti sul territorio, oltre a rendere più efficiente l’intera filiera e stimolare un rapporto più diretto e trasparente tra produttori e consumatori. Pulizie straordinarie Dalla Terra alla Tavola S ta trovando sempre più interesse nella popolazione il mercato agricolo-artigianale “Dalla Terra alla Tavola” che mensilmente si tiene presso l’Azienda Agricola Ravelli in via Edison, 2 a Settimo Milanese. Una decina di commercianti, anche della nostra zona, in genere nella seconda domenica del mese si ritrovano nel piazzale antistante l’azienda agricola proponendo i propri prodotti. Si tratta di un mercato a filiera corta, con la vendita di prodotti direttamente da chi li produce. È così che nell’edizione dell’8 marzo abbiamo trovato un’azienda agricola che offriva ortaggi, proveniente dal Piemonte, un’azienda siciliana con frutta ed agrumi in particolare, un casaro con i suoi prodotti, salami e prodotti agricoli dell’Azienda Agricola “La Corte” di Muggiano. Senza ombra di dubbio è un interessante spunto per cercare di ridurre i costi in tempi di ristrettezze economiche, senza perdere qualità dei prodotti alimentari. E, non dimentichiamolo, il consumatore può nell’occasione di questo mercato fare un vero e proprio en plein compiacendo i piaceri del palato con i prodotti alimentari direttamente dai produttori, e soddisfacendo la passione dell’orto con i prodotti in vendita presso l’Azienda Agricola Ravelli. A msa segnala anche che saranno promosse alcune giornate di pulizie straordinarie per i quartieri di Milano. In particolare per la nostra zona è stato fissato il 19 aprile quale giornata dedicata a Muggiano - Quinto Romano. Immaginiamo di vedere schiere di uomini e mezzi in giro per la città alla ricerca del minimo rifiuto! Un effetto di Expo, certamente positivo ed interessante, ci dispiace solo che la manifestazione internazionale non si tenga tutti gli anni! Esami gratuiti nelle Farmacie comunali F armacie comunali milanesi aperte a maggio e giugno per i due mesi della prevenzione, con visite gratuite per tutti i milanesi. Parte il 2 maggio la campagna “I Lions per Fallimento Consorzio C.E.R.S. I la prevenzione”, organizzata dall’Associazione Lions Clubs International – Distretto 108 Ib4 e patrocinata dal Comune, che consentirà a bimbi e adulti di effettuare screening gratuiti per il controllo di udito, vista, diabete, respiro e osteoporosi. “Puntare sulla prevenzione è fondamentale per tutelare la salute dei milanesi e questa è un’occasione importante per permettere a persone che hanno meno possibilità di poter usufruire di visite gratuite e di qualità – ha dichiarato Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute –. La collaborazione con le farmacie e il Terzo Settore rende possibile e capillare l’azione di sensibilizzazione e informazione, consentendoci di mettere in campo azioni che promuovono il diritto alla salute e rendono concreta ed efficace la rete per la cura della persona, portandola sempre più vicina ai cittadini”. La campagna, cui hanno già aderito 35 farmacie Lloyds comunali, ha come obiettivo quello di sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione, consentendo anche a chi non ne ha la possibilità, per vari motivi, di sottoporsi periodicamente a screening sanitari e di poterlo fare gratuitamente. I milanesi saranno accolti nelle farmacie anche dai volontari dell’associazione e dai tanti giovani che hanno aderito all’iniziativa e che saranno a disposizione anche per distribuire materiale di approfondimento e sensibilizzazione. La campagna si svolgerà anche grazie ad un coordinamento medico e sarà eseguita da personale sanitario tecnico. Gli screening inizieranno il 2 maggio e proseguiranno fino al 27 giugno. Per garantire continuità al servizio ed evitare code di attesa, le persone interessate possono prenotarsi direttamente o telefonicamente presso la farmacia Lloyds comunale dove ha sede lo screening gratuito. Il calendario con le date di ogni screening e gli indirizzi delle farmacie sono consultabili su www.mondolions.org. Per comprendere quanto sia importante controllare periodicamente il proprio stato di salute, basta considerare alcuni fattori: il glaucoma è una malattia spesso asintomatica che, se non diagnosticata in tempo, può portare alla cecità; in Italia il 13,7% dei soggetti over 60 (pari circa a 1.600.000 persone) ha qualche difficoltà nel sentire, con conseguente limitazione alla partecipazione della vita di tutti i giorni; l’inquinamento atmosferico e il fumo favoriscono la comparsa di reazioni infiammatorie delle vie aeree che, se trascurate, possono portare all’ossigenodipendenza, ossia la necessità di respirare un supplemento di ossigeno per sopravvivere; l’osteoporosi non dà alcun segnale premonitore, e si manifesta improvvisamente con una delle tipiche fratture “da fragilità ossea”. Valutare la propensione individuale all’osteoporosi, sottoponendosi a una misurazione periodica della propria “densità minerale ossea”, può ridurre significativamente i rischi di fratture. l Tribunale di Monza con sentenza numero 338, depositata in Cancelleria il 24 dicembre 2014, ha dichiarato il fallimento della società Consorzio Cooperative Edilizia Residenziale e Servizi, più noto come Consorzio C.E.R.S. Il Consorzio, negli anni scorsi, è stato tra i principali operatori che hanno realizzato abitazioni nella Uno dei progetti della CERS a Muggiano zona di Muggiano e Baggio, ma anche in altre zone della città e dell’hinterland milanese. Il prolungarsi della crisi immobiliare ha certamente contribuito al dissesto finanziario del Consorzio. L’udienza per l’esame dello stato passivo è stata fissata al 12 maggio 2015. I commercianti con, al centro, Patrizia Stringaro assessore al Bilancio ed alle Attività produttive del Comune di Settimo Milanese Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 10 10 Aprile 2015 Muggiano & dintorni (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Quindi, con l’entrata in guerra dell’Italia, anche lei è stato destinato al fronte? “Sì! Si è aperto il fronte nord-ovest ed il nostro reggimento ha valicato le Alpi piemontesi per andare a stabilirsi a Lars, appena dentro la Francia. Ma è durato poco per la capitolazione della Francia. Lì è arrivato l’ordine di prepararsi per andare in Russia, al quale io mi sono opposto con decisione, chiedendo – in qualità d’orfano di guerra – di essere esentato da zone operative. Poi, nel momento in cui si erano già equipaggiati tutti contro il freddo, è arrivato il contrordine perché i nostri soldati erano già in ritirata dal fronte russo e la nuova destinazione era diventata Roma, dove il nostro battaglione si è accampato sulle rive del Tevere, vicino a Cecchignola. Ricordo quella che era definita ‘la marcia di resistenza’ che consisteva nel far percorrere 180 chilometri in cinque giorni a tutta la divisione. Era il dicembre del 1941”. In Sicilia, il Capitano della Compagnia, su suggerimento dell’Aiutante Maggiore del Battaglione, assegnò il sergente Baroni con quindici soldati al corpo di guardia di un deposito di carburanti. La Divisione “Livorno” proprio in questi luoghi ebbe le più eroiche imprese, per ben due giorni dal 10 al 12 luglio del 1943 resistette alle forze alleate tra Monte Zai e Monte dell’Apa. altri prigionieri. Gli anglo-americani ci davano una razione al giorno composta da scatole di carne e due pani da dividere in venti. Siccome erano proibiti coltelli e quant’altro, io – che ero uno dei responsabili di gruppo – tagliavo con una lamiera i grossi pani a fette, facevo voltare i miei compagni per farne scegliere una di nascosto per non creare differenze visto che le fette non erano mai per- Il ritorno a casa nel 1946 “Fui chiamato a rapporto, dal Maggiore inglese, che mi comunicò il trasferimento con altri 4 soldati ad un campo di rimpatrio, per esigenze di lavoro amministrativo per il rientro dei soldati collaboratori. Era un sabato dopo la conta (che avveniva tutti i sabati) quando ebbi la comunicazione del comandante. Primavera 1942 “Nel mese di marzo 1942 arriva l’ordine che ci dovevamo preparare per uno sbarco e siamo andati a Civitavecchia a fare le prove. Di notte con dei barconi si facevano esercitazioni in previsione di invadere l’isola di Malta, che gli inglesi avevano occupato essendo vicinissima all’Italia ed al continente europeo. Anche in questo caso ho fatto richiesta di non partecipare ad azioni pericolose e la mia domanda è stata accettata. Dissi chiaramente al tenente, che era milanese, che io avrei seguito il battaglione dopo lo sbarco e lui ha preso atto della mia situazione. Come per la prima volta anche in questo caso non se ne fece niente di quest’ordine e fummo destinati in Africa, subito dopo essere stati equipaggiati adeguatamente. Nuovo ordine, per una nuova destinazione, cancellato subito dopo per il semplice fatto che dal fronte africano eravamo già anche lì in ritirata”. Cambiamenti repentini ed improvvisi dettati da un andamento sfavorevole del conflitto al quale eravamo legati mani e piedi? “Esatto! Penso che, nonostante le poche notizie per mantenere alto il morale dei soldati, a quel punto la guerra per noi italiani era già persa. Tra le poche notizie c’era quella che una di due navi Italiane partite per l’Africa era stata affondata dagli inglesi. Chiuso! La nuova destinazione era Caltagirone, sud-ovest della Sicilia”. Luglio 1943 Ma… sostanzialmente per il vostro reggimento niente combattimenti fino a questo punto? “No! Combattimenti niente. Solo esercitazioni anche se il reggimento cambiava destinazione un giorno sì e l’altro ancora. Anche qui in Sicilia non è successo nulla di grave, fino allo sbarco del luglio 1943. A casa era invece avvenuto qualcosa di molto importante, bmi sento ancora orgoglioso. Fu recapitata a mia madre, il 14 aprile 1943, dai Carabinieri una lettera in cui il Comando del Reggimento, in occasione della Pasqua, inviava un assegno di 200 Lire quale premio per l’ottima condotta tenuta in servizio del Sergente Guido Baroni. E’ una cosa di cui sono ancora compiaciuto è un mio personale talismano. Immaginate quella donna: vedova di guerra, con un figlio al fronte da tempo che si vede recapitare dai Carabinieri una tale cifra.... Fece subito un libretto di risparmio a mio nome”. Guido ci mostra quella lettera con fierezza, conservata in una teca come un vero e proprio cimelio. E’ poi prodigo di altri aneddoti che, purtroppo, dobbiamo sintetizzare per esigenze di stampa. munizioni talmente enorme da farci domandare come avremmo potuto noi italiani solo pensare di vincere la guerra”. Guido è come un rullo compressore e racconta aneddoti e iniziative della sua squadra che hanno lasciato a bocca aperta anche i più alti gradi inglesi. Idee e soluzioni di certi problemi che soltanto una mente italiana avrebbe potuto inventarsi e mettere in atto con i pochissimi strumenti a disposizione. Pensate che erano talmente considerati che, quando è finita la guerra, li hanno trattenuti ancora un bel po’ a coordinare il rientro in Patria di tutti i prigionieri che c’erano finché, finalmente, non è arrivato anche il turno del nostro interlocutore. Il quasi centenario Guido Baroni Fu la dimostrazione che quella degli anglo-americani non è stata propriamente, com’è spesso descritta, una passeggiata. Il contrattacco italiano su Gela dell’11 luglio 1943 iniziò dalle basi di partenza sulle quali si attestarono il 10 luglio i reparti della Divisione “Livorno”. Ma proseguiamo nel dettagliato racconto... “L’assegnazione del mio plotone era il “Podere San Nicola”, sulla strada di Gela, che era la residenza di campagna della famiglia Crisafulli di Caltagirone. Proprio in quel periodo la moglie del Crisafulli diede alla luce un figlio, dopo essere fuggiti dalla città bombardata dagli americani. C’era il suo medico che poteva, grazie ad un lasciapassare, andare dove voleva e quando è venuto qua per una visita al bambino ci ha informati dello sbarco riuscito degli alleati. I tedeschi se n’erano ormai andati, gli americani avanzavano velocemente ed a noi non rimaneva che arrenderci. Diedi ordine di raccogliere le armi e con una bomba a mano le feci saltare all’interno di un pozzo, per non dover combattere inutilmente contro forze molto più preparate di noi. Ho lasciato andare due soldati siciliani, raccomandando loro di non farsi vedere in divisa, ed ho ordinato agli altri di rimanere in piedi senza cercare di nascondersi. Ne avevo sentite troppe sui soldati allo sbando nella prima guerra mondiale che venivano fucilati sul posto. Ho detto ai civili della villa di mettere lenzuola bianche sui davanzali in segno di resa. Infine, una volta giunti da noi e sapendo che a loro interessavano solo i tedeschi, ho cercato di farmi subito amico il tenente americano, indicando dov’era il deposito di carburanti. Il mio intento era solo quello di salvare più vite possibili e non soltanto le nostre. L’ultima raccomandazione ai miei soldati è stata quella di abbandonare pure tutto ma non la borraccia dell’acqua che sarebbe stata essenziale per la sopravvivenza. Gli Americani ci hanno caricato su delle camionette e durante il tragitto ho dovuto perfino accettare, oltre a biscotti e cioccolata, anche alcune sigarette nonostante io non fumassi. Destinazione la spiaggia di Gela da dove siamo stati imbarcati per Tunisi. Era il 15 luglio del 1943”. Prigioniero di guerra “Ecco… questa era la naturale conseguenza di scelte quantomeno sbagliate. Al mio reggimento è andata bene visto che sono ancora qui a raccontarvelo. Nella capitale della Tunisia siamo stati rinchiusi in un campo sportivo assieme ad fettamente uguali. Dopo aver consultato i miei compagni abbiamo deciso di accettare la qualifica di collaboratori”. Quindi non eravate più considerati come prigionieri di guerra? “Eravamo sempre prigionieri, ma con libertà di movimenti. Ci hanno dato una giacca e dei pantaloni contrassegnati da un disco rosso, per essere riconoscibili, e ci hanno portato ad Algeri passandoci nelle mani degli inglesi. Eravamo in 120 ed avevamo un nostro campo. Ci hanno suddivisi in squadre ed io che ero un ‘magùtt’ (muratore) andavo con la mia ad aggiustare le strade, dipingere le righe bianche sui tronchi degli alberi e quelle rosse per segnalare un pericolo… Cose mai viste là e molto apprezzate”. La prigionia in Scozia nel 1944 Quanto tempo era, Guido, che non tornava a casa? “Ma… fate un po’ voi i conti. Comunque stavo bene di salute e questa era la cosa più importante. Io ho sempre pensato che mio padre vegliasse su di me e questa convinzione rimane tutt’oggi. Proprio in questo frangente era giunto l’ordine che saremmo andati in America e a tutti ci avevano dato una cartolina da spedire a casa per dire che andava tutto bene e che saremmo andati oltre l’oceano. Cosa, invece, che non è successa e ci hanno sì imbarcato ad Algeri ma per raggiungere l’Inghilterra e, più precisamente, Glasgow in Scozia dopo quindici giorni di navigazione. In pratica con la nave avevamo quasi raggiunto l’America, per evitare i sottomarini tedeschi. Dal caldo torrido africano al freddo scozzese con la stessa divisa che, per fortuna, ci hanno sostituito il giorno dopo con la matricola in bella vista. La mia era P.O.W. 24406. Dovrei avere anche una fotografia… ve la cerco”. In pratica voleva dire “Prigioniero di Guerra numero 24406”, sulla nuova divisa che era uguale a quella dell’esercito inglese? “Sì… Insieme alla divisa ci hanno anche fornito maglie e calzettoni di lana scozzese che dovevamo tenere d’acconto. Ognuno si lavava ogni capo che doveva essere sempre pulito. Eravamo accampati nella campagna scozzese dove centinaia di baracche formavano una vera e propria polveriera. Eravamo come soldati, ci facevano caricare casse di munizioni sui camion per essere trasportate a Londra e negli altri porti da dove sarebbero partite le navi per lo sbarco in Normandia. Una cosa mai vista, una quantità di Il sergente Guido Baroni Nel pomeriggio dello stesso giorno ci fu una partita di calcio con un reggimento polacco. Dissi a loro del nostro trasferimento ad un campo di rimpatrio.... ricordo ancora lo sguardo affettuoso con un abbraccio simbolico da veri fratelli. Le prime parole che mi furono rivolte in un italiano stentato furono: ‘Voi non siete più prigionieri, tornate a casa in famiglia. Per noi non esiste il rientro, la nostra casa sarà gli Urali’. Era, infatti, questo il destino dei battaglioni polacchi che avevano collaborato con gli inglesi, ora che la Polonia era diventata terra di conquista sovietica. Con il camion siamo stati tutti e cinque portati a Linz in Inghilterra, ci siamo sistemati ed abbiamo preso contatto con un sergente inglese, che parlava italiano, il quale ci spiegò come si svolgeva il rapporto amministrativo di rimpatrio, il lavoro per il quale eravamo stati inviati lì. Dopo qualche settimana ho ricevuto una lettera dall’amico Faustino, già congedato in Italia, che mi supplicava di trovare l’insulina per il figlio molto bisognoso di tali cure. Avevo qualche soldo ed, in una farmacia nelle vicinanze, spesi tutto in insulina pensando che tale medicinale (non facilmente reperibile in Italia) fosse utile anche ad altri. Il 29 marzo fummo, con altri 80, trasferiti al porto di Londra ed imbarcati. Dopo quattro giorni di navigazione eravamo a Napoli dove mi sono subito scontrato con la tragica realtà di un disastroso dopoguerra”. Guido, a questo punto quando il buio sta già calando, sembra essere il meno stanco di tutti. Si vede benissimo quanto sia la sua voglia di continuare il racconto ma dobbiamo concludere. Riusciamo, allora, a sapere che da Napoli gli appartenenti al gruppo del nord Italia sono partiti in treno ed hanno, dopo varie fermate compreso Livorno, raggiunto Milano. Salito su di un tram con il suo sacco stracolmo ha chiesto al bigliettaio come poteva pagare il biglietto, poiché non aveva più un soldo in tasca, e lui l’ha guardato prima incuriosito e poi con un sorriso di benevolenza facendogli segno che non ce n’era proprio bisogno. Giunto finalmente a Muggiano è stato accolto dal parroco don Saturnino Villa e da tanti compaesani con grandissima gioia. Una grande festa in suo onore è stata messa in piedi, qualche giorno dopo, per concludere un’avventura straordinaria e quasi incredibile. Era il maggio del 1946 e lui compiva trent’anni. Subito dopo i saluti con parenti ed amici Guido Baroni si è diretto a Pavia dall’amico Faustino con una parte della preziosa insulina acquistata in Inghilterra per il figlio del commilitone. Un gesto di cuore, senza nulla chiedere, che evidenzia ancora una volta la grandezza d’animo di quest’uomo. Il resto dell'insulina fu consegnato al fratello che la portò in Borletti per altre persone bisognose. Una storia che ai giorni nostri fa molto pensare alle disavventure che i nostri militari hanno subito. Abbiamo tutti dimenticato il settantesimo anniversario della Liberazione ma una stretta di mano e un ringraziamento è il nostro congedo. Buon compleanno Guido! Un importante riconoscimento Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 11 11 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Festa Europea della Musica Mariàngeles Expòsito Peinado Presidente Banca del Tempo di Cusago a musica è un linguaggio universale, ha la capacità di cemen“L tare la comunità, di scandire i ritmi e rinsaldare i legami tra tutti i suoi membri favorendo la coesione sociale, di favorire la comunicazione attraverso il linguaggio non verbale, far esprimere le proprie emozioni, condividere i propri sentimenti e stati d’animo, ma anche sviluppare gli aspetti sociali della persona. La Festa della Musica, diventa quest’anno un’opportunità per andare oltre lo spettacolo effimero. Un’opportunità d’integrazione sociale rivolta al pubblico di giovani affetti da diversi handicap e in particolare da quelli psicologici. Un’opportunità per permettere alle persone coinvolte di prendere contatto con il proprio mondo interno. La Musica Libera!”, con queste parole si presenta la XXI edizione italiana della Festa Europea della Musica 2015. Italiana perché la Festa Europea della Musica è nata in Francia, per la precisione a Parigi, nel 1982. La Festa viene lanciata il 21 giugno (solstizio d’estate) del 1982, dal Ministero della Cultura Francese guidato dal ministro Jack Lang. In tutta Francia, musicisti dilettanti e profes- sionisti invadono strade, cortili, piazze, giardini, stazioni, musei. Non contenta di rendere solamente la pratica musicale visibile, la Festa della Musica è diventata un autentico fenomeno sociale. Dal 1985, Anno Europeo della Musica, la Festa si svolge in Europa e nel mondo. Dal 1995, Barcellona, Berlino, Bruxelles, Budapest, Napoli, Parigi, Praga, Roma, Senigallia sono le città fondatrici dell’Associazione Europea Festa della Musica. Dal 2002 l’Associazione Italiana per la promozione della Festa della Musica (AIPFM - www.festadellamusica-europea.it), si occupa di promuovere l’evento sul territorio italiano. Pertanto la Festa della Musica non è un festival. È una grande manifestazione popolare gratuita che si tiene il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate; è una festa aperta a tutti i partecipanti amatori o professionisti, che desiderano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico, sempre curioso e disponibile. Attualmente aderiscono alla Festa più di 300 città nei cinque conti- Festa Europea della Musica, Corte Madonnina Cusago 2014, I edizione Seconda edizione a Cusago e Monzoro della Festa Europea della Musica, una grande manifestazione popolare gratuita che si tiene il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate. È una festa aperta a tutti i partecipanti amatori o professionisti, che desiderano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico, sempre curioso e disponibile. Ci aspettano quindi concerti gratuiti, dilettante o professionista, ognuno si può esprimere liberamente. Una Festa che appartiene, prima di tutto, a coloro che la fanno. Mariàngeles Expòsito Peinado, presidente della Banca del Tempo di Cusago, l’associazione che coordina l’evento, ci racconta di cosa si tratta. nenti, una sessantina in Italia, dando vita ad una rete distribuita su tutto il territorio nazionale.Tantissimi concerti di musica dal vivo si svolgono ogni anno, il 21 giugno, in tutte le città, principalmente all’aria aperta, con la partecipazione di musicisti d’ogni livello e genere. Concerti gratuiti, valore del gesto musicale, spontaneità, disponibilità, curiosità, tutte le musiche appartengono alla Festa. Un’occasione unica per musicisti, associazioni, giovani, allievi e gruppi, per mostrare il proprio talento, farsi conoscere e contagiare le città e i borghi con la propria passione, dando vitalità e creando atmosfere magiche in ogni angolo. La nostra associazione Banca del Tempo di Cusago ha conosciuto solo l’anno scorso l’esistenza di questa festa, grazie alla segnalazione di un nostro socio. Appena abbiamo capito lo spirito della stessa abbiamo aderito subito. Siamo diventati membri dell’Associazione Italiana, coinvolgendo tutte le associazioni di Cusago e Monzoro per organizzarsi in un comitato promotore. L’anno scorso siamo riusciti ad organizzare quattro postazioni musicali, due a Cusago e due a Monzoro. Hanno suonato una ventina di gruppi per circa otto ore, con musiche molto diverse tra loro. L’esperienza è stata molto bella e anche impegnativa, ma abbiamo pensato che dovevamo riproporla anche quest’anno. A gennaio abbiamo invitato tutte le associazioni di Cusago e Monzoro a far parte del Comitato Promotore della Festa per la II Edizione e ci hanno seguito: AVIS Trezzano/Cusago, Mondine di Monzoro Onlus, Comitato di Monzoro, Chiesa Evangelica di Baggio e ARCI ‘Il Glicine’ (in trattativa Rotary Club Cusago). Siamo diventati soci dell’Associazone Italiana anche per quest’anno e abbiamo presentato la Festa lo scorso 12 marzo all’interno della rassegna I Giovenott... con le Muse con l’aiuto di Roberto Giuliano e Valeria Frigerio del Settore Sviluppo Economico e Culturale del Comune di Abbiategrasso. Perché abbiamo invitato Abbiategrasso? Semplice; anche loro aderiscono alla Festa insieme a Milano, Rho, Buccinasco, Bergamo, Brescia, Ranco (VA)... per citare sole le città quelle più vicine a noi. È stata una serata molto interessante di confronto e collaborazione. Finita la prima fase di costituzione del Comitato, siamo entrati nella seconda fase: coinvolgimento dei musicisti e raccolta delle iscrizioni che saranno aperte fino al 31 maggio. Per l’iscrizione è sufficiente mandare un mail con i dati personali o del gruppo a [email protected]. A seguito della raccolta d’iscrizioni, saremo in grado di organizzare il programma musicale e le postazioni per genere musicale. Saranno anche fondamentali gli sponsor, la festa è gratuita, ma ci sono delle spese, la più salata: SIAE, oltre all’iscrizione all’AIPFM, locandine, manifesti, service, affitto strumenti ecc... Sono aperte anche le adesioni come sponsor. La Festa si svolgerà a Cusago sabato 20 e domenica 21 giugno. La Festa della Musica negli ultimi anni ha avuto un’importante diffusione nei Comuni piccoli e medi e per questo anche l’Associazione Borghi Autentici d’Italia sostiene l’iniziativa; ma anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali sponsorizza l’iniziativa e quest’anno la Festa di Cusago e Monzoro fa parte del portale Expo In Città. Musicisti e amanti della musica vi aspettiamo per festeggiare l’arrivo dell’estate accompagnati dalla Musica. Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 12 12 Aprile 2015 Muggiano & dintorni Più spettacoli al Cristallo D al 9 febbraio 2015 il cinema teatro Cristallo di Cesano Boscone ha adottato in via sperimentale la multiprogrammazione: ogni giorno della settimana gli spettacoli sono almeno due (uno pomeridiano, alle ore 16, e uno serale alle ore 21,15), con la possibilità di spettacoli mattutini per le scuole che ne fanno richiesta. Nei giorni in cui è in calendario uno spettacolo teatrale dal vivo, la sala nel pomeriggio rimane chiusa. L’ingresso per gli spettacoli pomeridiani infrasettimanali (da lunedì a venerdì, non festivi) è ridotto per tutti: 5 euro (ad eccezione degli spettacoli con speciali contenuti complementari: documentari, mostre, film di elevato interesse culturale, concerti etc.). Il Cristallo intende così venire incontro a diverse esigenze: la possibilità di intercettare più spettacoli, la volontà di agevolare le persone che hanno difficoltà ad uscire la sera, il rilancio delle attività con le scuole. Le associazioni e le realtà del territorio che volessero programmare qualche spettacolo nella fascia oraria mattutina o pomeridiana, possono prendere contatto con la direzione della sala al numero 348.3124205. Passaparola! Apertura Santa Maria Rossa A pertura straordinaria di Santa Maria Rossa a Monzoro (Cusago) per Expoincittà. Le visite guidate all’antica Abbazia e ai suoi affreschi si alterneranno alla premiazione dello stand più significativo della manifestazione “Cusago in fiore”. È quanto previsto il prossimo 10 maggio, un pomeriggio di visite alla splendida Abbazia trecentesca di Santa Maria Rossa a Monzoro, abitualmente utilizzata per eventi privati e solo occasionalmente per concerti. Sarà un’occasione unica per ammirare le bellezze di Santa Maria Rossa: tour guidati saranno effettuati circa ogni mezz’ora dalle ore Santa Maria Rossa NOTIZIE FLASH 15,30 alle 19, in italiano oppure in inglese, al costo di 5 euro con possibilità di riduzioni (3 euro per chi ha più di 65 anni, gratis per i bambini fino a 10 anni). Le visite all’antica chiesa sono organizzate dalla Proloco di Cusago e dell’Amministrazione comunale e rientrano nel calendario di Expoincittà, il palinsesto di eventi che avranno luogo nella Grande Milano durante i sei mesi di Expo 2015. Alle 17 le visite cederanno il posto ad una breve premiazione nell’ambito di “Cusago in fiore”, la tradizionale manifestazione florovivaistica organizzata l’11 e 12 aprile dalla Proloco, sui prati antistanti il Castello visconteo di Cusago. L’antica chiesa sconsacrata di Santa Maria Rossa, oggi proprietà privata e quindi aperta solo in occasione di eventi programmati, è l’ultima parte rimasta dell’antica abbazia edificata nel XIV secolo. Ha una costruzione ad aula unica, con copertura a capanna, ed accoglie un piccolo presbiterio di forma quadrangolare dove campeggia un grande affresco con il Cristo circondato dai quattro evangelisti. Ad un artista aggiornato sulla più alta pittura lombarda del tempo, si debbono i due affreschi con la Madonna e santi e il San Giorgio. Il nome di Santa Maria Rossa deriva dal colore delle vesti con cui la Vergine è ritratta in un affresco interno, ancora visibile; altri affreschi, di scuola giottesca, sono attualmente conservati nella pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. “In campo per un sorriso” A ncora prima di scendere in campo, Zini Prodotti Alimentari realtà industriale di Cesano Boscone ha già fatto una doppietta: un goal all’insegna della solidarietà e uno all’insegna… del gusto! Il 21 marzo e domenica 22, il Pastificio di Cesano Boscone ha partecipato, in qualità di sostenitore, alla 4ª edizione del Trofeo PUPI “In Campo per un Sorriso”, torneo di calcio a 7 over 30 organizzato dalla Fondazione PUPI di Paula e Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter, in favore del progetto “Lo sport ci rende uguali”: l’obiettivo era di raccogliere fondi per i bambini residenti nelle zone disagiate dell’Argentina, contribuendo a restituire loro e alle loro famiglie la fede, la dignità e la speranza. In totale Zini ha messo a disposizione più di 250 kg della sua esclusiva pasta fresca surgelata, preparata al momento dagli Chef del punto ristoro dedicato a pubblico e calciatori. Un’occasione per una pausa ristoratrice all’insegna dell’alimento simbolo della cucina italiana, particolarmente apprezzato in ambito sportivo per il suo apporto di carboidrati che permette di incamerare la giusta dose d’energie prima d’ogni attività fisica, ma anche di rifocillarsi dopo lo sforzo sostenuto. Per assecondare i gusti di tutti, è stata predisposta un’ampia selezione di ricette: Gnocchi di patate al ragù, Sedanini alla amatriciana e Ravioli ricotta e spinaci al pomodoro e basilico, ideali per i vegetariani. Da non perdere poi i deliziosi Sorrisi al basilico, caratterizzati da un morbido e profumatissimo ripieno racchiuso da un involucro di pasta fresca all’uovo: un inno alla tradizione mediterranea più autentica. Da diversi anni Zini Prodotti Alimentari rientra tra le aziende sostenitrici della Fondazione PUPI: recentemente il Pastificio ha realizzato la nuova collezione di felpe personalizzate, in vendita a scopo benefico. La pasta Zini, disponibile in più di 50 formati presso lo Spaccio Zini di via Libertà 36 a Cesano Boscone, è preparata secondo un metodo particolare che prevede la cottura e la successiva surgelazione. In questo modo al momento del consumo è subito pronta: bastano due minuti in acqua bollente, in padella o nel microonde, secondo le istruzioni riportate sulla confezione. Sempre presso lo Spaccio Zini di Cesano Boscone si possono acquistare le Salse Zini, una linea di sughi in piccole scaglie surgelate, pronti in pochi secondi in padella, a bagnomaria o nel forno microonde e disponibili in 11 ricette della tradizione italiana. Spaccio Zini Prodotti Alimentari: via Libertà, 36 – 20090 Cesano Boscone (MI). Orari di apertura: dal martedì al sabato: 9-12,30; 15-17,30 per informazioni: 02.4583546. Milano: nuove rastrelliere per bici Q uasi 750 nuove rastrelliere in città, di cui già in funzione 50 a Baggio. E’ la grande novità in tema di biciclette di questa primavera, oltre alle 1.000 bici elettriche e alle 70 nuove stazioni di BikeMi. Sulle strade di Milano nei prossimi mesi arriveranno 748 nuovi stalli che ospiteranno ben 3.740 bici. Dal 2011 Palazzo Marino ha già posizionato 592 rastrelliere per 2.995 posti in tutta la città: con quelli in arrivo, il totale sotto quest’Amministrazione sfiorerà quota 7.000. “E’ dall’inizio del mandato che lavoriamo per aumentare le rastrelliere in una città in cui cresce costantemente il numero dei ciclisti – dichiara l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran –. Questi nuovi stalli, distribuiti capillarmente in tutte le zone di Milano, consentiranno un parcheggio più sicuro per quasi 4 mila bici”. Le prime 58 rastrelliere, tutte da 5 posti l’una, fanno parte del progetto di riqualificazione e valorizzazione “Baggio verso Expo”, e sono già state quasi tutte collocate in prossimità dei punti strategici del quartiere: la pi- scina, l’ufficio postale, l’ospedale San Carlo, la biblioteca, il mercato, alcune scuole primarie. L’investimento del Comune è stato di circa 25 mila euro e la fornitura è stata affidata tramite procedura telematica MEPA. Attraverso un bando di gara comunitario è stata affidata inoltre la fornitura di altre 690 rastrelliere, anche queste da 5 posti l’una. Il Comune, che in questo secondo lotto ha investito circa 332.000 euro, ha già individuato la collocazione per 263 stalli: 100 saranno collocati al Gate di Cascina Merlata di Expo, 92 nei cortili delle scuole o in prossimità di 28 scuole che hanno aderito ai progetti #Stars e al #Bicittadini (due iniziative svolte a livello europeo di divulgazione della cultura della bicicletta). Gli altri 71 saranno distribuiti a pioggia in tutte le zone della città, a seconda delle esigenze più immediate. Il Nuir (Nucleo intervento rapido del Comune) avvierà la posa di queste rastrelliere a partire dalle prossime settimane. Parallelamente, il Comune definirà la localizzazione più opportuna dei restanti 427 stalli, tenendo conto delle richieste dei cittadini e dei Consigli di Zona. Milano: al via #nevicata14 S ono partiti il 17 marzo i lavori di installazione di #nevicata14, la soluzione di architettura partecipata che, nel semestre di Expo, cambierà il volto di piazza Castello. I lavori dureranno circa sei settimane e finiranno in tempo per il Salone del Mobile, proprio a pochi giorni dall’inaugurazione di Expo 2015. Nelle officine sono già in corso le lavorazioni degli arredi che abbelliranno la piazza: sedute, punti luce, panchine, zone d’ombra, alberi in vaso, piattaforme utilizzabili per attività pubbliche o di spettacolo, elementi illuminanti, pali segnaletici, il tutto supportato dalla rete WiFi. Tutte le attrezzature, i dispositivi e le alberature saranno disposte su aree bianche, circolari e di varie dimensioni, tracciate a terra come grandi chiazze di neve durante un disgelo. Nelle prime settimane l’area recintata per i lavori sarà ampia, ma diverrà sempre più circoscritta per non inibire mai completamente la fruizione della piazza. I lavori di installazione, diretti dal gruppo Guidarini&Salvadeo + Snark, come anche le fasi di progettazione di #nevicata14, svoltesi nei mesi scorsi, saranno un’occasione di confronto continuo tra gli architetti, gli operatori impegnati nella realizzazione e i cittadini interessati. Durante i lavori di installazione si svolgerà una visita guidata per il pubblico in compagnia dei progettisti, programmate per sabato 11 aprile, alle ore 11.30, all’ingresso degli Expo Gate (durata 1 ora circa). Il progetto per piazza Castello VENDESI in Muggiano bilocale con orto e posto auto. Vero affare! Classe energetica “G” Telefonare: 02.4599681 Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 13 13 Aprile 2015 Muggiano & dintorni A Cusago è tempo di fiori R itorna “Cusago in fiore” la ormai tradizionale manifestazione florovivaistica dedicata agli amanti del verde organizzata da Proloco di Cusago in collaborazione con l’Amministrazione comunale. L’11 e il 12 aprile, dalle 9 alle 18, la Corte Madonnina e i prati adiacenti al castello visconteo saranno “Cusago in Fiore” investiti da colori e profumi portati da una cinquantina di vivaisti specializzati che arriveranno da tutta Italia. Oltre ai vivaisti saranno presenti i prodotti del Distretto Rurale “Riso&Rane” e la mostra di acquerelli del maestro Gionata Alfieri. Quest’anno la manifestazione si inserisce nel calendario degli eventi legati a Expo in Città fregiandosi del patrocinio dell’Esposizione Universale. Ma nel paese Visconteo, oltre a fare un’immersione nei colori e nei profumi floreali, domenica 12 aprile gli appassionati del verde potranno partecipare al laboratorio di orti urbani “L’orto delle meraviglie” curato da Marco Corneo mentre sotto i tassi del castello, a partire dalle 16.00, i più piccoli potranno assistere allo spettacolo teatrale “Il Piccolo Principe” a cura di Dedalus con l’attore e regista Maurizio Brandealese”. A corollario della manifestazione il mercatino dell’antiquariato e del cibo biologico con i produttori bio della Franciacorta, della Valcamonica e della Val Nure. Cusago in fiore non si esaurirà il 12 aprile: il 10 maggio, alle ore 17, nella storica Abbazia trecentesca di S. Maria Rossa nella frazione di Monzoro, avverrà la premiazione del vivaista con la collezione d’eccellenza. Milano: un milione per i camion inquinanti M iconf ine linead ilano verso la Low Emission Zone. Ne ha parlato il 13 marzo l’Assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Marino, presentando il bando che metterà a disposizione un milione di euro per l’ammodernamento dei camion più inquinanti. Alla conferenza erano presenti anche il Vice Presidente di Assimpredil Ance Andrea Lavorato, il Presidente di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine e l’Amministratore Unico di AMAT Maria Berrini. La Low Emission Zone (LEZ) è uno dei progetti fondamentali contenuti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Il PUMS, infatti (la cui attuazione completa permetterà una riduzione complessiva delle emissioni da traffico pari al 36%) prevede anche la realizzazione di un sistema in grado NOTIZIE FLASH di controllare puntualmente e regolare l’ingresso dei veicoli in città e, quindi, di favorire la circolazione di quelli con i migliori standard ambientali. Con una delibera approvata, il Comune stanzia, a partire da fine marzo, un milione di euro di incentivo per l’installazione di filtri antiparticolato sui veicoli più inquinanti. “I camion superiori a 3,5 tonnellate rappresentano una delle maggiori fonti di inquinamento in città, perché purtroppo in questo comparto registriamo un forte ritardo nel processo di ammodernamento, richiesto peraltro dalla normativa antinquinamento attualmente in vigore – ha dichiarato l’assessore Maran –. Nonostante le norme emanate dalla Regione Lombardia in tema di prevenzione e riduzione delle emissioni, infatti, mezzi molto inquinanti di grandi dimensioni continuano ad entrare a Milano. Noi abbiamo un nuovo obiettivo ambientale: ridurre gli autocarri inquinanti in città. Per questo è necessario creare una Low Emission Zone, sul modello londinese. Non si può pensare di cambiare ed ammodernare i camion lombardi all’improvviso, ma è necessario un lavoro a tappe serrate condiviso con le associazioni di categoria per ottenere risultati qualificanti”. Camion in città L’attuazione completa del progetto LEZ, realizzato con fondi europei e ministeriali nel quadro di progetti per l’infomobilità, per la gestione delle merci pericolose, e per la difesa della qualità dell’aria, prevede l’installazione di 100 varchi elettronici, posizionati all’ingresso della città. Sulla base di analisi ambientali mirate, sviluppate nell’ambito del progetto pilota Converse (CONtrollo dinamico dei VEicoli merci e da lavoro con Sistema Real time di Segnalazione Ecologica), finanziato con fondi del Ministero Ambiente nel quadro del PRIA (Piano Regionale Interventi per la Qualità dell’Aria), e grazie al Protocollo sottoscritto con Regione Lombardia e Assimpredil ANCE l’anno scorso, si prevede inoltre di sperimentare, in particolare sul comparto dei veicoli pesanti, tecnologie e sistemi di controllo quali apparati di bordo (OBU – On Board Unit) in grado di rilevare le effettive percorrenze effettuate e le rotte seguite dai veicoli. L’obiettivo è appunto quello di integrare queste tecnologie più “dinamiche” con sistemi di controllo del traffico esistenti e futuri (come Area C e la LEZ) e di definire, anche ispirandosi a modelli come quelli della Grande Londra, nuove politiche di regolazione della circolazione, utilizzabili anche nell’area più vasta, che favoriscano la circolazione di mezzi meno inquinanti e la rego- Libri Mostre e Incontri Artigianato Abbigliamento Etnico V i a Ce r i a n i 2 0 - B a g g i o ( M i l a n o ) Te l e fo n o 0 2 . 4 8 9 1 4 7 8 6 E-mail: lineadiconf [email protected] LIBRI A NCHE S U O RDINAZIONE lazione delle rotte per quelli più ingombranti o trasportanti merci pericolose. In questo contesto il Comune istituisce un bando, che sarà pubblicato sul suo sito e si chiuderà a giugno, dotato, grazie ai fondi Converse, di un finanziamento complessivo di un milione di euro, destinato a favorire l’acquisto e l’installazione di filtri antiparticolato su veicoli merci da lavoro alimentati a gasolio, classe Euro 0 ed Euro 1. Potranno beneficiare del finanziamento i veicoli merci da lavoro appartenenti alle categorie N2 ed N3 di classe Euro 0 ed Euro 1, con sede legale o operativa in Lombardia, che aderiranno alla sperimentazione di Converse e installeranno le vetrofanie e gli OBU messi gratuitamente a disposizione. Festa della Donna 2015 D omenica 8 marzo presso l’associazione Amici del Quadrato in via Antonio Mosca 189 Milano, alla presenza di un numeroso pubblico è stata inaugurata una mostra d’arte dal titolo “La Festa della Donna 2015”. Alla presentazione di questa manifestazione il giorno 8 marzo erano presenti oltre agli artisti partecipanti numerosi pittori cui è stato consegnato un attestato personalizzato con un piccolo cenno critico redatto da Gennaro Montanaro inerente le opere presentate ed esposte presso la sala espositiva dell’associazione. L’elenco dei partecipanti. Pilar Segura Badia: Il paesaggio, le vedute montane e delle marine sono rappresentate con naturalezza e spontanea gestualità. Isabella Ditaranto: L’artista cerca di trasmettere con le sue immagini e attraverso le proprie ispirazioni adoperando i colori molto ricercati ed i più appropriati nelle cromie dell’acquerello. Ivana Gazzetta: La figura è trattata con un profondo studio di ricerca psicologica tanto da farci comprendere quali siano stati i sentimenti delle sue ispirazioni sempre diverse e sempre rivolte al sociale. Graziella Ghisletti: Le profondità prospettiche e il variare delle composizioni, dimostrano come l’artista sia alla ricerca di una ispirazione sempre diversa e più profonda, per trasmetterla in modo semplice ma elegante. Graziella Fraschini: Nel monocromo sa esprimere la sua personalità facendo risaltare i suoi personaggi attraverso ombre e luci che si delineano accarezzando la forma e dando molto rilievo alla sostanza. Maria Luchetta: Nelle sue figure senza dubbio troviamo quel fascino che inchioda lo spettatore, lo incuriosisce lo incalza il colore prende il sopravvento e diventa dominante con i suoi colori dai toni caldi e forti. Domenico Porpora: Quando affronta le figure, pur lasciando molto spazio all’immaginazione con un sapiente uso dello sfumato,le caratterizza con alcune movenze ben definite che le fanno diventare affini tra loro. Francesco Adduci: Quando tratta temi ambientali,preferisce la campagna con gli sfondi messi in evidenza da una prospettiva creata da macchie di verde ed acque azzurre. In queste composizioni le figure di contadini o pescatori sono il filo conduttore delle sue opere. Mario Locatelli: La visione della realtà, i temi ambientali, la campagna viene messa in evidenza da una prospettiva creata da macchie di verdi e acque cristalline la dove il cielo azzurrino si specchia e va ad illuminare tutto il paesaggio. Salvatore Cangemi: Attraverso la sua tavolozza, l’artista ha voluto fare un omaggio a questa giornata particolare riuscendo a cogliere nel segno gli aspetti odierni facendo trasparire la solitudine, la malinconia nascosta da una mascherina, la riflessione. Malfitano Elena: Aspetti di natura, motivi paesaggistici, situazioni della quotidiana esperienza umana passano al vaglio attraverso la sensibilità dell’artista, che li rende interpreti della propria emozionalità in una narrazione pittorica intensa armoniosa e luminescente. Maria Robles: Gli aspetti sociali dei due giovani innamorati circondati da uccelli roteanti in campiture fiorite e l’estremo concetto della vecchiaia fanno riflettere sulla natura e sulla vita. L’artista vuole raccontare con i suoi dipinti i motivi esistenziali della vita quotidiana umana. Le sue opere esprimono espressioni di sentimenti positivi. Mercoli Gabriella: Del paesaggio, delle vedute montane e delle marine l’artista vuole trasmettere il suo afflato attraverso una straordinaria e suggestiva visione il loro forte valore rappresentativo della natura. Essa è vista con naturalezza e dipinta con spontanea gestualità. Elisa Frigerio: Trasforma il sogno in immagini deliziose di fioriture ed un paesaggio che si dissolve nell’orizzonte, mentre un normale divano è dipinto con una pittura immediata, impetuosa ed carica di energia. Le loro disposizioni si esaltano attraverso una coloristica capace e nel contempo equilibrata. Diiana Selena: La trasformazione dello spazio-temporale è circoscritto in volute forme geometrizzanti che danno all’opera un certo movimento plastico che sfociano in una figurazione in chiave antropomòrfà. L’artista si avvale del colore, il suo mezzo espressivo, vivo, ma soprattutto capace di determinare la vita della forma. Carlo Golia: I suoi nudi sono la materia preziosa senza mai essere sofisticata, consente, con intima grazia, questi esiti che illuminano un linguaggio sensibile, colmo di vibrazioni non solo per gli occhi, lo spazio lirico della sua vocazione è in una ricerca assidua ed elegante per dare alle sue opere l’appellativi: Nessuno Tocchi Eva. Ivanoe Caramella: Uno degli aspetti che maggiormente invitano al confronto con la sua pittura consiste nella capacità di cogliere il vero sotto qualsiasi apparenza si identifichi, una natura morta, un paesaggio oppure di una figura umana in atteggiamento di riposo in ogni uno di essi emerge il profilo di una pittura che vale l’intensità delle sue emozioni. Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 14 14 Aprile 2015 Muggiano & dintorni L’Angolo dello “Speziee” Ectoparassiti nel cane e nel gatto Dott.ssa Roberta Radaelli [email protected] I n Italia i parassiti più comuni degli animali domestici sono le pulci, distinti in quelle del cane e quelle del gatto, pidocchi succhiatori e masticatori, zanzare, flebotomi come i papatacci, mosche, zecche e acari. La pulicosi è l’infestazione da pulci, esse si nutrono di sangue, è sicuramente quella più diffusa. Oltre a causare anemia in forma grave e talvolta mortale, soprattutto in animali giovani e in quelli debilitati, le pulci possono trasmettere importanti malattie infettive. Malattie dermatologiche secondarie al grattamento, malattie allergiche per reazione agli antigeni che inoculano durante il morso, come la dermatite allergica al morso di pulce o Dap. Le pulci, infine, sono responsabili della trasmissione della principale tenia del cane e del gatto, quando sono ingerite durante il leccamento del mantello. Per questo, spesso, l’animale con le pulci è anche infestato da questo endoparassita e si dovrebbe procedere al controllo delle feci e l’eventuale sverminamento. Tra le principali malattie infettive trasmesse dalle pulci nella specie felina ci sono la bartonellosi, trasmessa anche all’uomo tramite graffio o morso quando nella lesione vengono inoculate le feci delle pulci, che non sono altro che il sangue digerito ed espulso dalle pulci, l’anemia infettiva felina, diffusa prevalentemente nelle colonie di randagi e sporadicamente anche nei gatti di casa infestati da pulci e può portare alla morte del gatto, se non diagnosticato celermente. Le pulci sono causa anche della Dap, ovvero allergia alle pulci. I sintomi della dap sono un prurito generalizzato, localizzato soprattutto a livello della base della coda, dove i continui grattamenti dell’animale originano zone alopeciche o ipotricotiche e lesioni crostose. L’infestazione deve essere sempre sospettata se il nostro animale si gratta, si lecca, si mordicchiano si sfrega su superfici ruvide. Per confermarla è necessario visualizzare il parassita sulla cute, più facile da vedere nella zone con meno densità di peli, come il ventre. In casi d’infestazione modesta è più utile trovare le feci della pulce, visibili come detriti scuri raccolti con spazzolamento, se inumiditi ritornano ad essere sangue. Nel trattamento della pulicosi si distinguono due classi di molecole, quelle che prevengono l’infestazione e quelle che portano la morte del parassita dopo che lo stesso si nutre del sangue dell’ospite. Ricordo che non tutte le molecole adatte al cane lo sono anche per i gatti, ciò dovrebbe essere tenuto conto dai proprietari di entrambe le specie. Il ciclo vitale della pulce, secondo le condizione ambientali, si può compiere in 14 o 140 giorni. Arte in movimento nella raccolta dei rifiuti Lo sviluppo delle uova da larve ad adulti, può essere facilitato in casa dal riscaldamento e dai tappeti e moquette presenti, nel periodo invernale, mentre tra la primavera e l’autunno il ciclo si può sviluppare tranquillamente all’esterno delle abitazioni. Importante perché il trattamento dell’infestazione sia ef- ficace bisogna trattare e lavare bene anche cucce, plaid, divani etc. in contatto con l’animale ed ovviamente tutti gli animali presenti in casa. La profilassi deve essere fatta tutto l’anno per i soggetti con dermatite, mentre per i soggetti non allergici basta farla dalla primavera all’autunno inoltrato. Più raramente si può avere la pediculosi, infestazione da pidocchi ma non trasmissibili all’uomo. I pidocchi masticatori si nutrono di scorie della cute, i succhiatori si cibano di sangue dell’ospite. Sempre più diffusi tra noi gli animali domestici e con la bella stagione si ripresentano alcune infestazioni fastidiose dei nostri piccoli amici. I parassiti esterni del cane e del gatto, meglio detti ectoparassiti, comprendono numerose specie di artropodi, cioè insetti, come le pulci, i pidocchi, le zecche e gli acari. Questi parassiti sono importanti, perché possono causare lesioni cutanee o sistemiche (come nel caso di parassiti ematofagi), indurre reazioni allergiche, oltre a veicolare agenti patogeni di diversa natura e infestare anche l’uomo. Nel parliamo con la nostra esperta. Le infestazioni negli animali delle nostre case è poco comune. La femmina depone le lendini a poca distanza della cute e l’infestazione avviene per contatto diretto tra animale infestato o brandine o spazzole. Particolare attenzione al pidocchio masticatore che è il veicolo che può trasmettere una tenia specifica al cane. Sintomo della pediculosi è il forte prurito indotto e il mantello opaco, la prevenzione è la miglior arma. Per ciò che riguarda le punture di flebotomi, zanzare e mosche, non sono veri e propri ectoparassiti, ma la loro importanza risiede nel fatto che sono vettori di malattie infettive e parassitarie con la loro puntura. I flebotomi, presenti in gran parte del bacino mediterraneo, sono vettori di protozoi appartenenti alla leshmania. I papatacci, sono più attivi nelle ore dell’alba e del tramonto. La sintomatologia più frequentemente può essere cutanea, renale, oculare, muscolare, intestinale. Con adeguato trattamento il cane infetto può essere guarito clinicamente anche se il parassita rimane nel cane. La leishmania infantum può infettare anche l’uomo, soprattutto bambini e individui immunodeficienti. La vaccinazione rappresenta la miglior strategia di controllo. Al mondo ci sono più di 3500 specie zanzare, le loro punture causano fastidi, ma una in particolare è la causa della filaria cardiopolmonare. Con la puntura inocula un parassita che allo stadio adulto si localizza prevalen- Divisione Servizi ambientali di IdealService) e Christian Migliorati (direttore generale del Consorzio). Il mezzo speciale personalizzato è già entrato in funzione e progressivamente sarà fatto circolare per il servizio di raccolta porta a porta nei 18 Comuni serviti: Albairate, Arluno, Bernate Ticino, Besate, Bubbiano, Busto Garolfo, Calvigna- A rte e gestione integrata dei rifiuti, un connubio possibile. Continua a 360° la rivoluzione della gestione integrata del ciclo dei rifiuti nell’Est Ticino da parte del Consorzio dei Comuni dei Navigli, che interessa 18 Comuni con un bacino di circa 110 mila abitanti. Lo scorso 24 marzo, ad Albairate, dove si trova la sede del Consorzio, è stato inaugurato il nuovo mezzo speciale di raccolta Supermidicar Double (bivasca) personalizzato con una colorata serigrafia, realizzata dal noto artista, pittore e scultore italiano Ugo Nespolo, che richiama simboli della città di Milano come il Duomo, in vista della manifestazione universale Expo Milano 2015. Questa singolare iniziativa è stata voluta da IdealService, la nuova società appaltatrice affermata a livello nazionale che per la prima volta ha commissionato, alla società produttrice degli speciali automezzi, questa forma di “Arte in Movimento”, per rendere omaggio all’Est Ticino e in generale all’area metropolitana milanese che ospiterà l’Expo. All’inaugurazione dello speciale mezzo bivasca personalizzato sono intervenuti, tra gli altri: Carlo Ferré (presidente del Consorzio dei Comuni dei Navigli), Giovanni Pioltini (sindaco di Albairate), Fabrizio Fontana (direttore temente nelle arterie polmonari, determinando insufficienza cardiaca e polmonare. Le punture delle mosche possono determinare dermatiti, ma anche miasi, ovvero infezione sostenuta dalle larve di mosca che si schiudono dalle uova deposte, soprattutto nelle parti umide dell’animale. Dopo le pulci le infestazioni più importanti sono quelle delle zecche dure, in Europa ne esistono ben 12 specie. Le zecche femmine si nutrono di sangue per portare a termine il loro ciclo riproduttivo. Quando ha succhiato sufficientemente il sangue, si stacca dall’ospite e depone le uova nell’ambiente. Sono responsabili della trasmissione di numerose malattie. Dato che le malattie passano attraverso la saliva è molto importante che la loro rimozione avvenga senza provocare il rigurgito del loro pasto all’interno dell’animale o dell’uomo. Quindi vietato usare olio o altri sistemi di soffocamento della zecca, bisogna invece prendere una pinzetta afferrare l’acaro il più vicino possibile alla cute, stringerlo saldamente ed estrarlo ruotandolo, facendo attenzione ad estrarre anche l’apparato boccale. Ammetto che nel pelo è difficile trovare ed estrarre l’animale, quindi consiglio la prevenzione. Sottolineo che l’uso d’antiparassitari deve essere sempre consigliato dal veterinario o dal farmacista per evitare di dare molecole incompatibili con la specie da trattare. Spero di esservi stata utile, rinnovo l’appuntamento al prossimo numero. sco, Casorate Primo, Cassinetta di Lugagnano, Castano Primo, Cisliano, Corbetta, Cusago, Mesero, Morimondo, Ozzero, Vanzaghello e Vittuone. Dopodiché sarà anche esposto in occasione di eventi nel territorio nazionale. IdealService dal mese di febbraio espleta la raccolta porta a porta dei rifiuti urbani con un servizio innovativo caratterizzato dall’introduzione di una tecnologia avanzata che permette per ogni utente la rilevazione elettronica puntuale e affidabile dei conferimenti in uno speciale contenitore denominato “mastella”. A pieno regime nei 18 Comuni serviti saranno operativi 25 mezzi speciali, compreso quello personalizzato con la serigrafia di Nespolo. Quinto... che Legge L’ Da sinistra: Giovanni Pioltini, Fabrizio Fontana, Carlo Ferré e Christian Migliorati associazione Culturale e Assistenziale Quinto... che Legge nei mesi di aprile e maggio intensificherà il doposcuola dal lunedì al venerdì tutti i pomeriggi dalle 15 alle 17. Inoltre, per i soci, saranno impartite lezioni private delle seguenti materie: italiano, matematica, fisica, inglese, francese, tedesco e corso d’inglese per ogni età (ogni mercoledì dalle 18,15 alle 19,15). L’evento di maggio sarà la presentazione del libro “Per amore di Sonia ho viaggiato nel tempo” sabato 23 maggio alle ore 17. Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 15 15 Aprile 2015 Muggiano & dintorni SPORT & DINTORNI Ancora tutto da decidere perché la squadra granata si disunisce, perde concentrazione e dieci minuti dopo rischia addirittura il pareggio, fortunatamente Panada ci mette una pezza, e di piede evita il gol. Nei minuti finali, arriva il 3 a 1 di Maietta, a scaricare la tensione, ed assicurare la vittoria. Lions Muggiano Q P 1 3 osta piena per il Muggiano, che resta aggrappato alle prime posizioni della classifica, in piena corsa per un posto nei play-off. Partita che inizia in maniera piuttosto scialba, ed al 19’ un’uscita errata di Panada crea un brutto rischio per la porta granata. Fortunatamente la conclusione è alta sopra la traversa. Fiammata muggianese alla mezzora quanto Botticella, su punizione dal limite, centra in pieno l’incrocio dei pali. I padroni di casa si fanno pericolosissimi, dopo cinque minuti, con un’azione in velocità che coglie una difesa granata piuttosto sonnolenta. Anche questa volta la conclusione è fortunatamente fuori, ma che spavento! L’intervallo arriva a proposito, perché la ripresa vede un Muggiano un po’ più tonico, e da subito alla ricerca della vittoria necessaria per consolidare la posizione in classifica. Il vantaggio arriva dopo otto minuti, con un colpo di testa di Saponaro, direttamente da una lunga rimessa con le mani di Polenghi. E’ lo stesso Saponaro che si ripete dopo due minuti, questa volta con un gran tiro da fuori area. Il due a zero sgonfia un poco la pressione muggianese, ed infatti al 25’, subiscono il 2 a 1 su un veloce contropiede. Nell’occasione si fa pure espellere Genovese, per una scellerata ed inspiegabile reazione sul giocatore che aveva segnato. Episodio che potrebbe costare carissimo Muggiano Gescal Boys 2 0 uesta volta è una vittoria convincente quella che si merita il Muggiano, forse addirittura avara nel risultato. Partono a mille i granata e, dopo tre minuti, Raimondo coglie una clamorosa traversa con un tiro al volo dopo un pregevole controllo di petto. Passano cinque minuti ed è la volta di Tessarin a prendere la traversa con una conclusione da dentro l’area. Insistono i granata, che sembrano in pieno controllo della gara, ed al 25’ colgono il meritato vantaggio con Tessarin che di testa, su cross di Botticella, non sbaglia. Accelera ancora il Muggiano cogliendo l’evidente difficoltà degli ospiti, ed alla mezzora raddoppiano per merito di Botticella con una conclusione dal limite. La partita, in pratica, finisce qui perché nella ripresa gli ospiti cercano una timida reazione, con scarsi risultati, ed il Muggiano controlla senza particolari patemi. Nessun’azione degna di nota fino alla fine e sono altri tre punti per i muggianesi. Grossman Muggiano 2 2 su Raimondo lanciato a rete. La ripresa inizia nei migliore dei modi per i granata. Infatti, dopo nemmeno due minuti, realizzano ancora con Botticella che conclude dal limite. Il raddoppio ha il potere di addormentare il Muggiano che subisce il 2 a 1 dopo cinque minuti. Sugli sviluppi di un corner la palla è rimpallata in una confusione generale, sbatte sulla traversa, ritorna in campo e finisce sul piede di un giocatore del Grossman, che senza quasi accorgersi realizza una rocambolesca rete. Reagisce il Muggiano e, nel giro di due minuti, costruisce due occasionissime con Raimondo ma la prima è sciupata con un colpo di testa alto da favorevole posizione e la seconda è “buttata” a lato, solo davanti al portiere. Al 20’ un’inutile quanto ingenuo fallo di Minnuto (il giocatore avversario stava uscendo dall’area!) costa un rigore contro il Muggiano, ed è 2 a 2. Gli ultimi minuti vedono il Muggiano a testa bassa nella disperata ricerca del gol, per i tre punti, ma due volte Savasto ed una Raimondo non riescono sfruttare ghiotte occasioni. Due punti buttati per il Muggiano che, alla fine, po- trebbero essere (speriamo di no) fondamentali. Fornari Muggiano P 1 6 unteggio tennistico per il Muggiano nel recupero serale della giornata di febbraio sospesa per neve. Nemmeno il tempo di iniziare la partita, ed il Muggiano alla prima azione passa in vantaggio. Zanini anticipa tutti ed insacca l’1 a 0. Al 15’ Botticella sbaglia un disimpegno difensivo ed inavvertitamente serve un giocatore avversario, che non ha molte difficoltà a siglare il pareggio. Alla mezz’ora ci pensa ancora Zanini a centrare il bersaglio, anticipando di testa i difensori avversari e portando il Muggiano al vantaggio. Sul finire del tempo, è Bonticella a siglare il 3 a 1 con una conclusione dal limite dell’area. Ripresa e dopo otto minuti è ancora Zanini a realizzare il 4 a 1 (tripletta per lui) raccogliendo dentro l’area un’invitante assist di Cerami. Cedono vistosamente i padroni di casa, e le occasioni per il Muggiano si susseguono. Al 15’ una punizione CLASSIFICA Calcio 3 a Categoria Campionato 2014-15 Carducci* Viscontini Muggiano Baggio Secondo* Accademia Settimo Iris 1914* Gescal Boys Lions Milano Fiera Grossman* Nuovo Atl. Gunners Fornari Sport Virtus Cornaredo* 51 51 45 45 44 40 31 20 14 14 12 9 8 * Una partita in meno di Botticcella filtra in area e, senza che nessuno la tocchi, finisce dentro per il 5 a 1. A cinque minuti dal termini è la volta di Savasto, che salta anche il portiere, ed è il 6 a 1 che chiude definitivamente i giochi. Maurizio Baroni Podismo Muggiano A llenamenti di carico in vista della maratona di Milano del 12 aprile terminati. Le ragazze ed i ragazzi del Podismo Muggiano hanno accumulato una quantità tale di chilometri che voleranno verso il traguardo dei 42 km. I ncredibile ed inaspettato pareggio per il Muggiano contro una squadra che occupa gli ultimi posti della classifica. Sia chiaro, da subito, il Grossman non ha rubato nulla, è il Muggiano che è stato ingenuo oltre che “bruttino” nel gioco. Inizio di gara abbastanza intenso, ma occasioni zero fino al 39’ quando Tessarin spacca la partita realizzando un rigore per un fallo Abbraccio Vigevano A marzo, domenica 15, abbiamo corso la mezza maratona di Vigevano, la Scarpa d’Oro. Bellissimo percorso dallo stadio comunale fin dentro il castello visconteo, piazza Ducale, sponde del Ticino ed arrivo ancora dentro lo stadio. Sempre primo il nostro keniano bianco, classe 1962, Francesco Donvito, con il tempo di 1h 26’ 59”, 8° di categoria. Nelle ragazze, 27a di categoria per Heba Ismail, che ha chiuso nel tempo di 1h 55’ 25”, infine Paolo Petrosillo, 31° di categoria con il tempo di 1h 33’ 38”, a seguire tutto il gruppo, bravissimi. Molte uscite da Muggiano al Parco delle Cave /Boscoincittà/Trenno e ritorno. Il mese di marzo si è concluso con la Stramilano, domenica 29, dove il Podismo Muggiano ha messo in pista ben 33 atleti. Giuseppe Ciappina Impaginato col.qxp_Layout 1 03/04/15 16:43 Pagina 16 16 Aprile 2015 Muggiano & dintorni EXPOniamo il “Marchiondi”? “Piacere, Milano” propone ai milanesi di guidare i visitatori nella scoperta di nuovi itinerari cittadini. Il New York Times ha proprio indicato Milano come la città da visitare nel 2015. Dagli Stati Uniti arriveranno 700 mila visitatori. Potrebbero visitare l’ex Istituto Marchiondi il cui modello è esposto al MoMA (Museum of Modern Art di New York), ma è sconsigliato per ora. La proposta di Walter Cherubini. Walter Cherubini Centro Studi ConMilanoOvest I niziativa interessante quella di “Piacere Milano” (www.piaceremilano.it), presentato dall’agenzia Clinc, dalle cooperative sociali La Cordata e Spazio Aperto Servizi e dal gruppo Alta-via, che propone ai milanesi un ruolo da protagonisti dell’ospitalità verso i visitatori in arrivo per Expo 2015, tra l’altro facendo scoprire nuovi itinerari cittadini (progetto “la Mappa”). Cosa che potrebbe ben associarsi al fatto che il New York Times ha indicato Milano come la città da visitare nel 2015 e si stima che dagli Stati Uniti arriveranno circa 700 mila visitatori. Magari, qualcuno sarà stato anche al MoMA-Museum of Modern Art di New York ed avrà visto il mo- dello dell’ex Istituto Marchiondi, lì esposto e potrebbe programmare una visita “dal vero”. Quella dell’Istituto Marchiondi, in via Antonio Mosca a Baggio, è una storia che nasce nel 1954 quando, a seguito dei bombardamenti che distrussero la sede in via Quadronno, l’Opera Pia che gestiva l’Istituto Marchiondi Spagliardi, il cui scopo era di ospitare “ragazzi difficili”, senza famiglia o provenienti da nuclei familiari disagiati, e garantir loro un’educazione, anche scolastica, bandisce un concorso ad inviti per la realizzazione della nuova sede. Il progetto di Vittoriano Viganò coniuga un’architettura innovativa (“brutalista”, accolta tra i capolavori del Novecento) con una concezione educativa nuova, che l’architetto sintetizza nella mancanza di muri (“I ragazzi non “Identità Milano” e Periferie “Brand” è una parola strana e Milano un “operoso alveare con tante celle che non comunicano tra loro”. L’architetto e senatore a vita Renzo Piano avvierà un progetto di “rammendo” delle periferie al Lorenteggio. Ma anche negli altri quartieri “periferici” ci sono tanti “aghi” e molto “filo”. Milano saprà utilizzarli? “B rand”… è un termine che non ha molto convinto anche parte dei 60 relatori al “Forum Brand Milano”, un appuntamento promosso dal Comune e organizzato dal Comitato Brand Milano in collaborazione con Triennale e Università Statale, svoltosi gli scorsi 19 e 20 febbraio nella Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano. Due giorni – Una due giorni di incontri e dibattiti sulla nuova immagine di Milano, dopo due anni di lavoro fatto dal Comitato Brand Milano (www.brandmilano.org) per comprendere l’evoluzione della storia identitaria di Milano e il rapporto della città tra la sua tradizione e la sua innovazione. In sintesi: Milano che cos’è e dove sta andando? Domanda che magari potrà sembrare oziosa ma, in un mondo in continua trasformazione ed interdipendenza, non sembra essere così fuori luogo. Interventi – Nei due giorni, tra gli altri, sono intervenuti esponenti della cultura milanese come Gillo Dorfles, i rettori delle università milanesi Gianluca Vago (Statale), Cristina Messa (Bicocca), Franco Anelli (Cattolica) e Giovanni Valotti (prorettore Bocconi), Salvatore Adduce, sindaco di Matera capitale europea della cultura 2019, il designer Fabio Novembre, lo chef Davide Oldani, Alessandro Rosso di Alessandro Rosso Group, l’imprenditrice Claudia Buccellati, Guglielmo Miani dell’Associazione Montenapoleone, Philip Webster dell’Associazione stampa estera a Milano, Armando Branchini di Fondazione Altagamma, Corrado Peraboni di Fondazione Fiera Milano, i giornalisti Giangiacomo Schiavi e Piero Colaprico e numerosi assessori del Comune di Milano con l’intervento finale del sindaco Pisapia. Presentati anche i volumi “Identità Milano” e “Citytelling - Raccontare identità urbane. Il caso Milano”, nonché proiettati una serie di filmati “Milanoè” sui cambiamenti sociali e identitari di Milano ed illustrato il sito www.brandmilano.org, che svilupperà il dibattito sull’immagine della città anche sul web. Alveare – Tutto bene, allora? Da una parte, gli organizzatori hanno lamentato l’atteggiamento della stampa, che ha riportato poco o nulla del dibattito. Dall’altra, è sembrato che tutti abbiano messo in mostra le proprie capacità e, però, malgrado lo sforzo degli organizzatori e di Stefano Rolando, presidente del Comitato Brand Milano, sia mancata quella coralità d’intenti che sempre si auspica, quel “fare sistema” che non riesce a radicarsi. In estrema sintesi, si è reso evidente quanto sintetizzato dall’indagine Ipsos: “Milano è un Cusago nel circuito di Expo Arte, tradizioni e natura ad un passo da Milano. Molte saranno le iniziative inedite e non che accompagneranno anche nella cittadina viscontea il semestre della manifestazione universale milanese. Abbiamo pensato di pubblicare mensilmente gli appuntamenti più vicini al fine di agevolare i nostri lettori. “Cusago in fiore”, Camminata Campestre e festa patronale le manifestazioni di aprile-inizio maggio. C scappano”, titola Bruno Zevi per L’Espresso nel marzo del 1958). L’attività didattica, iniziata nel 1957 termina nel 1984. Da allora, tranne una piccola parte utilizzata dal Centro Diurno Disabili, il Marchiondi è caduto nell’abbandono, divenendo di volta in volta rifugio di Rom e senzatetto, fino alla messa in sicurezza di un po’ d’anni fa. usago è un centro di quasi 4.000 abitanti, circondato dal verde delle campagne nel cuore del parco regionale Parco Agricolo Sud Milano; si trova a pochi chilometri da Milano, con cui confina direttamente. Ha mantenuto la sua tradizionale vocazione agricola, con 16 cascine ancora attive, e nei suoi confini si trovano numerosi fontanili dall’acqua cristallina e rigogliosa vegetazione spontanea. Lo splendido castello del XIV secolo accoglie i visitatori come un tempo faceva con i signori di Milano: le famiglie Visconti e Sforza utilizzavano questo gioiello, “fratello minore” del Castello sforzesco di Milano, come residenza di villeggiatura, caccia e per difendersi dalle frequenti epidemie che colpivano la città. Attualmente il castello necessita di urgenti interventi di ristrutturazione, ma mantiene inalterato il suo fascino. Durante le frequenti manifestazioni che si tengono nella Nel frattempo, da più parti è stato richiesto che al “colosso” fosse offerta una seconda occasione, ottenendo anche l’imposizione di un vincolo architettonico. E una seconda vita sembrava che il Marchiondi potesse averla con il progetto individuato da Comune di Milano (proprietario dell’immobile), Politecnico e Fondazione Cariplo, che prevedeva la realizzazione di uno studentato per gli Il cortile interno del “Marchiondi” operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra loro. Una Milano che non fa sistema, (…) che per farlo deve guardare oltre la cerchia delle mura spagnole”. Ma, “se Milano è la Cerchia dei Navigli, va da sé che già le periferie sono luoghi sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini”. Periferie – E la lingua batte dove il dente duole: in un paio di circostanze abbiamo sentito accenni sulle “periferie”: per Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano, quelle da ricucire non sarebbero le periferie (in effetti Renzo Piano parla di “rammendare”), bensì le città, mentre ad una domanda sulle periferie, Michele De Lucchi, chiamato a svolgere il tema “Città e cambiamento”, ha risposto che ai figli dice di “non andare nei brutti posti” (mah, sarà stata l’ora ormai tarda di un’intensa mattinata…). È vero, al Forum mancavano Giuseppe Guzzetti (Fondazione Cariplo), Alexander Pereira (Teatro alla Scala) e Carlo Sangalli (Unione Commercianti), che in merito alle piazza, sui prati circostanti e sotto i porticati della vicina “Corte Madonnina”, il Castello a volte è eccezionalmente aperto e può essere visitato nelle sue parti sicure. Il Castello è situato in Piazza Soncino, di fronte alla chiesa parrocchiale di San Fermo e Rustico. L’abbazia agostiniana Santa Maria Rossa, nella frazione di Monzoro, conserva splendidi affreschi ed è pure visitabile durante i concerti organizzati dalla Proloco in collaborazione con il Comune; viene altrimenti proposta dalla proprietà per eventi privati. Il Mulino del XVI secolo, situato su un fontanile e con una pala ancora funzionante, ha goduto di un attento restauro conservativo ed è ora sede del Romantik hotel “Mulino grande”. Il ristorante “il Magiono” all’interno del Mulino è solo uno dei ristoranti di ottimo livello presenti a Cusago: gli amanti della buona cucina possono scegliere tra lo storico “Orlando” con la sua recente filiazione stile bistrot “Brindo”, il raffinato “Pascoli”, la cucina meneghina di “La Posteria” ma anche “L’Osteria del Conte” e “La Brasserie”. Il Bar Ravelli e il Bar Le Clochard offrono spuntini di qualità. Un’occasione in più per scoprire questo interessante paese. “Cusago in fiore”: Mostra-mercato di piante e fiori nel centro storico di Cusago sabato 11 e domenica 12 aprile ore 9-18. Tradizionale manifestazione florovivaistica per gli appassionati del verde: espositori da tutta Italia propongono un grande assortimento di piante e fiori nella splendida cornice di piazza Soncino, sul prato di fronte al Castello del XIV secolo. studenti del Politecnico e un centro aperto a tutta la cittadinanza. Il costo iniziale era di 18 milioni d’euro, poi salito a 25 e la cosa è sfumata. Da parte sua, il Consiglio di Zona 7 ha inserito il recupero del Marchiondi nel piano triennale delle opere. Ma, della trentennale attività del Marchiondi, non sono rimaste che aule vuote, vetri rotti ed erbacce cresciute in quello che era stato inaugurato come il prototipo di un nuovo sistema d’educazione. Sull’Istituto Marchiondi è stata realizzata anche un’interessante pubblicazione dal titolo “L´Istituto Marchiondi Spagliardi di Vittoriano Viganò” (300 pagine curate da Franz Graf e Letizia Tedeschi, a seguito di una ricerca coordinata da Bruno Reichlin e Franz Graf, promossa dall’Accademia di Architettura di Mendrisio-Svizzera, accompagnata da una apposita mostra e due giornate di convegno nel 2008). Ma torniamo ai turisti americani in visita all’Expo e a Milano: quale migliore occasione, quindi, dopo aver visitato lo Stadio, il “Cavallo di Leonardo” al Galoppatoio, dato magari un’occhiata alla Chiesa Vecchia di Baggio, quella di vedere il Marchiondi dal vero? Ma siamo preparati a questa possibilità? Certo, i tempi sono quelli che sono e non si può pensare di ristrutturare il Marchiondi. Ma, renderlo visibile, magari anche con illustrazioni, pannelli… oltre ai newyorkesi, potrebbe servire anche ai baggesi. periferie si sono espressi in altro modo e con altro interessamento. Ma su questo interverremo in seguito, perché dipenderà anche da noi se queste “manifestazioni d’interesse” diventeranno fatti ed una prima occasione è stata il Periferie InConTra “200 milioni per le Periferie” dello scorso mese di marzo (dettagli su www.periferiemilano.it). Renzo Piano – Intanto, è di questi giorni la notizia che l’architetto e senatore a vita Renzo Piano – dopo Catania, Roma e Torino – avvierà un progetto per il “rammendo” delle periferie anche a Milano (Quartiere Lorenteggio, nel quale un Protocollo d’Intesa sottoscritto da Comune di Milano, Regione Lombardia e Aler prevede interventi da 85 milioni per riqualificazione degli stabili, interventi di ecoefficientamento degli edifici pubblici, illuminazione pubblica, avvio d’imprese sociali, sostegno ai soggetti in difficoltà economica e Laboratorio di quartiere). E nelle altre periferie? Ci sono tanti “aghi” e molto “filo”, ma Milano saprà utilizzarli o continuerà ad essere un “operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra loro. Una Milano che non fa sistema”? Walter Cherubini Consulta Periferie Milano www.periferiemilano.it Laboratori e mostre a tema, degustazioni di prodotti biologici, spettacolo teatrale (“Il piccolo principe”) e laboratori per bambini completano il programma. Manifestazione gratuita. Organizzazione a cura della Proloco in collaborazione con il Comune di Cusago. Lo stand giudicato più originale della manifestazione “Cusago in fiore” (11-12 aprile) riceverà un premio il 10 maggio nell’antica Abbazia trecentesca Santa Maria Rossa a Monzoro, frazione di Cusago; con l’occasione sarà organizzata una visita a pagamento all’Abbazia e ai suoi affreschi, con guide multilingue. Organizzazione a cura della Proloco in collaborazione con il Comune di Cusago. “Camminata campestre”: Escursione non competitiva nella campagna cusaghese. Partenza il 12 aprile dalle ore 15 dal Gazebo dell’Associazione Banca del Tempo. La manifestazione avrà luogo con ogni condizione meteorologica, possibile iscrizione presso le attività commerciali di Cusago con un modesto contributo di 3 euro. Promotori: Banca del tempo Cusago e Avis Trezzano s/N con il patrocinio del Comune di Cusago e della Regione Lombardia ASL Milano 1. Per informazioni [email protected]. “Festa patronale di Cusago”: Festa religiosa in onore di San Vincenzo 1-3 maggio. Festa religiosa in onore di San Vincenzo. Organizzazione a cura della Parrocchia San Fermo e Rustico.