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A N NO X V - N U MER O 4
A prile 20 15
e-mail: [email protected]
internet: www.muggiano.it
MUGGIANO
& DINTORNI
25 APRILE: SETTANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
Contraddizioni
P.O.W. 24406
Simona Borgatti
[email protected]
P
rima, tra il cemento e l’asfalto,
sono arrivate le pannocchie, poi
toccherà al grano far capolino la prossima estate tra i grattacieli di Porta
Volta. D’altronde è EXPO che lo
chiede e che lo vuole con il suo slogan
mangereccio e poi la Lombardia che, a
dispetto del terziario e delle industrie,
è la regione più agricola d’Italia.
Pannocchie&grano sono sicuramente accattivanti, scenografiche ed
educative, ma se riflettiamo un attimo ci accorgiamo che questi prodotti, ostentati come una borsa
griffata nella capitale mondiale del
2015, possono diventare il simbolo di
una grande contraddizione.
L’agricoltura ha bisogno di suolo
fertile e la Lombardia negli ultimi
anni ne ha consumato parecchio:
come si può parlare di cibo a livello
mondiale proprio nella regione italiana che ha consumato e consuma
più suolo di tutti?
Un semplice viaggetto lungo le tangenziali è molto esemplificativo: a
nord il paesaggio è prevalentemente
industriale, poi, man mano che si
gira verso ovest e poi verso sud, la
visuale si allarga, vediamo correre
campi e prati punteggiati da aziende
agricole.
Purtroppo anche il verde dell’est,
dell’ovest e del sud sono minacciati:
la BreBeMi si collega alla TEEM (la
nuova Tangenziale Est Milano che
fa parte delle infrastrutture accessorie a EXPO) che con la ripresa economica potrebbe unirsi alla futura
TOEM (la nuova Tangenziale
Ovest), la quale, infine, potrebbe collegarsi alla Vigevano-Malpensa.
Certo, i pendolari, la logistica… ma,
senza entrare nei dettagli di queste
arterie stradali, ci rendiamo conto
che hanno consumato e potrebbero
consumare il suolo fertile del Parco
Agricolo Sud che produce cibo per
gli animali e le persone? Proprio quel
cibo tanto decantato da EXPO.
I signori dell’Esposizione Mondiale
sanno che a due passi da Morimondo – dove i monaci dell’Abbazia
si sono “inventati” le marcite con la
cui erba per secoli hanno sfamato il
bestiame – potrebbero esserci 10 km.
di asfalto, larghi 24 metri, in direzione Malpensa?
I turisti sanno che il mais seminato
davanti al Castello Sforzesco arrivava
dai campi dell’Abbiatense, zona agricola i cui terreni fanno gola a molti?
Perché in molti affermano che è necessario valorizzare il territorio, le bellezze
artistiche, l’eccellenza tecnologica, la
filiera agroalimentare, ma nessuno si
preoccupa del consumo del suolo?
Facciamo pure le strade, intascando
mazzette, scandalizziamoci per i movimenti terra delle cosche, seminiamo il grano tra l’asfalto delle
strade, raccogliamo le pannocchie in
città, tagliamo i nastri, chiamiamo
gli chef che fanno la reclame per
le multinazionali alimentari, ma
prima di riempirci la bocca di cibo,
natura, ambiente, cultura, agricoltura… beh, è forse indispensabile
sciacquarcela con l’acqua dei fontanili interrati e inquinati per la nostra ingordigia economica.
Nel mese di aprile ricorre un anniversario importante per l’Italia e per tutti noi e cioé il settantesimo anniversario della
Liberazione. Abbiamo pensato di celebrarlo con qualcosa di importante ed unico: l’intervista a Guido Baroni, classe
1916, veterano di guerra ed ex prigioniero degli Inglesi che, con grande simpatia e amicizia, ha acconsentito a raccontarci una parte della sua incredibile vita. La guerra, tre anni di prigionia ed il ritorno casa ben oltre la Liberazione.
Il resoconto dei due nostri inviati.
Marco Rossetti
R.B. Delpero
[email protected]
L
a verità va sempre detta, si sa
che alla fine premia... l’anniversario della Liberazione che ricorre
quest’anno, è solo un pretesto giornalistico, una scusa, forse anche
una giustificazione per fare quest’intervista. E’ da qualche tempo
che avevamo in mente di risentire
le parole di Guido Baroni, uno stimatissimo personaggio da sempre
tra i lettori del nostro mensile. Una
personalità, molto nota in zona, ma
non perché nella sua vita sia stato
un politico o chissà chi, senza dubbio gli va il merito di essere stato un
giusto, una persona corretta, cui in
molti, anche nella nostra Redazione, in passato si sono rivolti per
chiedere un consiglio, un suggerimento, anche solo un parere su
qualsiasi cosa che si voleva fare.
Ed è così che all’alba dei suoi 99
anni ci siamo rivolti a lui per conoscere le esperienze di guerra, la
prigionia, insomma una parte
della sua lunga vita. Con Baroni
non serve chiedere le cose due
volte, “mi sun chì...” – io sono qui
– “venite e l’intervista la facciamo,
ma non fate il mio nome”. L’abitudine è di parlare sempre in milanese, con alcuni intercalari in
Italiano, quando vuole sottolinearne l’importanza. Un modo di
fare di una volta.
Ridiamo e scherziamo in dialetto,
ma quando i temi si fanno importanti, di valore, rilevanti... allora si
parla in Italiano, così tutti hanno
ben chiaro. Spiace dirlo, ma persone così non è facile incontrale,
forse non ci sono neppure più.
“No... Guido – una profonda amicizia ci lega da anni – come facciamo? E’ un’intervista. “Ma sì...
fasè quel che vourì.. “ (“fate quel
che volete!, perdonateci la sintassi
del milanese...). Ma entriamo nel
vivo del tema.
Guido Baroni, classe 1916, compirà
99 anni il 25 maggio prossimo. Ma
anche il giorno in cui ci troviamo,
per pura coincidenza, è una data
da ricordare: martedì 17 marzo ricorre anche l’anniversario dell’Unità d’Italia (17 marzo 1861). E’
un geometra molto richiesto ancora
oggi, nonostante la veneranda età,
ed è un soggetto con un bagaglio
d’esperienza e di memorie da raccontare che supera ogni più arrischiata immaginazione, a cui
sicuramente le parole non mancano, oltre al dono di saper ascoltare, con una memoria ferrea.
Alla prima semplice domanda, su
come si sente, risponde tranquillamente che “…il buon Dio non ha
ancora bisogno di me ed allora me
ne sto qui tranquillo, ringraziandolo per la salute che non mi ha
mai fatto mancare…”.
Inevitabile la domanda a proposito
dell’argomento Unità d’Italia alla
quale Guido ci risponde in un batter d’occhio e senza tentennamenti.
“Dunque… – attacca il geometra –
con il senno di poi posso dire che
l’Unità del nostro Paese è stata una
bella cosa, però non posso dimenticare che sono nato un bel po’ di
anni dopo e quindi sicuramente
non c’ero… In compenso posso raccontarvi che il 17 maggio del 1917,
quando compivo quasi un anno, il
mio povero papà Lodovico moriva
nella Prima Guerra Mondiale sul
Monte San Michele, lasciando sola
mia madre con quattro figli piccoli.
Una vera e propria tragedia anche
se gli zii non ci hanno mai abbandonati…”.
La condizione di orfano di guerra,
come vedremo in seguito, in realtà
qualche vantaggio lo portò.
Guido, poi, racconta di quando,
compiuti i diciotto anni, ha accompagnato in treno la madre che nutriva da tempo il desiderio di
andare al sacrario di Redipuglia in
cerca dei resti del marito che, purtroppo, non sono stati ritrovati
forse perché sepolti sul campo di
battaglia o versati in qualche fossa
comune. C’era una lapide con il
nome Baroni Guido, ma era uno
zio, il fratello del padre Lodovico,
che abitava a Bareggio.
Ci parla, poi, del trasferimento a
Muggiano nel 1919 dove abitavano
i nonni materni; del periodo di
scuola passato, dal 3 marzo del
1923, in un convitto per orfani di
guerra ad Affori e della sua vivacità
a stare in classe, cosa che gli comportava non poche punizioni e castighi ed un posto quasi in fondo
alla classe mentre i più bravi – lui
eccelleva in aritmetica – meritavano
i primi banchi; della scelta per un
indirizzo lavorativo piuttosto che
continuare gli studi per i quali era
portato; del suo amore per la meccanica all’interno della “Borletti” e
del ricorso alle scuole serali per ottenere il diploma di geometra.
Tanti aneddoti precisi con l’indicazione di tutti i nomi delle maestre
piuttosto che dei compagni di
classe o di lavoro. Sentirlo snocciolare particolari di quasi cento anni
fa ci lasciava continuamente interdetti ed a bocca aperta.
“Agli esami d’abilitazione per geometri – continua il nostro intervistato – ero molto amico di un
compagno di banco che, a differenza di me, era molto bravo in italiano mentre io me la cavavo bene
in progettazione e topografia. Per
farla breve ci passavamo gli esercizi andando a turno nei bagni a
nascondere i foglietti scritti in un
posticino concordato in precedenza
salvo, poi, essere scoperti da un
professore…”.
E’ un fiume in piena e l’interessante racconto si prolunga ben oltre
l’ora di cena, tanto che dobbiamo
sospendere poiché ancora non
siamo arrivati al periodo della
guerra che più c’interessa.
8 settembre 1939
Un paio di giorni, senza raffreddarci troppo, e siamo di nuovo intorno allo stesso tavolo in quel
luogo carico di storia e colmo di
strumenti di lavoro che hanno accompagnato il geometra nella sua
lunga vita lavorativa. Ma, visti i
risultati della sera precedente,
non c’era tempo da perdere e così
partiamo subito con la prima domanda riguardante il “richiamo
alle armi” che gli è stato recapi-
tato poco tempo dopo essere stato
congedato dalla leva obbligatoria
che, a quel tempo, durava ben diciotto mesi.
Guido, per riprendere il discorso,
l’altra sera ci aveva detto che lavorava come “stagionale” al Lido di
Milano e l’8 settembre del 1939 è
arrivata la lettera di “richiamo”…
“Sì, la lettera in realtà era arrivata
una settimana prima, ma era stata
nascosta da mia madre, diceva di
andare a Fossano dove c’era il mio
battaglione di leva. Facevo parte
dell’11° Compagnia, III Battaglione
Fanteria, Divisione “Livorno”, II
Corpo d’Armata. Nel frattempo,
però, facendo finta di niente mi
sono prima recato ad Alessandria
per cercare di essere reinserito negli
uffici del Corpo d’Armata. L’accoglienza fu molto calorosa, conoscendomi bene il Capitano
comandante la Compagnia, per il
quale avevo lavorato durante la
leva, mi volle in fureria. Ero l’unico
furiere del reggimento non di carriera. Quel Natale sono tornato a
casa in licenza, anche se la guerra
era già cominciata, al tempo eravamo neutrali per gli accordi presi
con il ministro inglese Chamberlain. Le forze italiane contavano
come il due di picche a briscola. Infatti, gli alleati quando ci bombardavano cercavano di colpire le
postazione tedesche e di fare meno
danni a noi, proprio per il fatto di
non essere considerati propriamente nemici. Poi ognuno ha
raccontato le cose a suo uso e
consumo e, da che mondo e
mondo, chi perde ha sempre torto
e poca voce in capitolo”.
(CONTINUA A PAGINA 10)
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Lettere alla
Redazione
Forse è più facile ricordare quelle
giornate installando le bandierine
del Comune di Milano sui mezzi
pubblici dell’A.T.M. attirando così
la curiosità della gente, ma è
troppo poco. Grazie.
Angelo Minora
________
[email protected]
Cinque Giornate Dalla campagna
la soluzione
dimenticate
della crisi
S
pettabile Redazione, volevo far
notare ai lettori del mancato ricordo, nessuna menzione, in alcun
telegiornale o servizio regionale,
delle Cinque Giornate di Milano.
Peccato. Persone, eroi, che hanno
sacrificato la loro vita per liberare
Milano dall’occupazione Austriaca
e indirettamente permettere a noi
di raggiungere le nostre condizioni
attuali di vita.
Informare i giovani d’oggi, visto
che sui libri ormai non è più ricordata questa commemorazione,
credo sia un obbligo da parte delle
istituzioni. Sono convinto sia fondamentale richiamare alla memoria il passato, non solo intitolando
vie o piazze ai caduti di quel periodo, ma anche informando i giovani del perché è stato tale, ogni
qualvolta che cade l’anniversario.
S
pettabile Redazione, ora che
abbiamo un nuovo Capo delle
Stato, speriamo che il popolo capisca che è inutile cercare cose impossibili e troppo grandi, quando
Dio ci ha creati e messi sulla terra
per vivere in pace. Siamo nati sì
piccoli, ma lavoratori dei campi
fino dai tempi antichi. A tale scopo
vi mando una fiaba
della civiltà contadina, per far capire ai
lettori del “Il Rile”
l’importanza del contadino.
La vita di campagna è
certamente più antica
della vita in città, perché fin dal principio
gli uomini abitavano
qua e là secondo le
esigenze del vitto.
Solo tanto tempo
dopo si riunirono e
costruirono le città.
Perciò questo fatto è
un titolo di nobiltà
della campagna rispetto la città. Saturnio quando fu
cacciato dall’Olimpo
si riparò in Italia perché poteva stare nascosto e sfuggire alle
minacce di Giove. In
Italia allora regnava
Giano, al quale Saturno aveva consegnato l’agricoltura. Quando
Saturno improvvisamente scomparve, Giano chiamò Saturnia, gli
consacrò l’altare e ordinò delle
feste in suo onore. Cominciavano il
17 dicembre e duravano sette
giorni, durante i quali gli Italiani
sembravano essere ritornati all’età
dell’oro in cui regnava Saturno
come Dio dell’agricoltura. Egli era
raffigurato con una falce in mano,
simbolo delle messi. Il famoso Attilio Regolo mentre si trovava a lavorare nei campi, ricevette l’invito
di recarsi a Roma per assumere la
carica di Console.
Cincinnato ricevette la nomina di
dittatore mentre stava nel suo campicello, e naturalmente l’elenco si
potrebbe allungare di molto. Il passaggio dai lavori agricoli alle alte
cariche dello Stato era per gli Italiani antichi la cosa più naturale del
mondo, questo il pensiero di Catone che fu il modello degli uomini
antichi, perché la vita di città con
tutti i suoi agi sembrava agli Italiani antichi fiacca e molle. Invece
la vita di campagna, con tutte le
sue varie occupazioni, dava loro il
senso della pienezza e della realizzazione.
La fattoria doveva avere tutti i locali necessari non solo per la vita
degli agricoltori, ma anche locali
adatti per il bestiame e per riparare
tutti i prodotti della terra. L’aia ha
sempre avuto grande importanza
nell’agricoltura, fino a quando le
macchine agricole hanno permesso
di fare quei lavori che un tempo si
facevano a mano. Al buon andamento della fattoria doveva contribuire anche la moglie del
fattore; quali siano i suoi doveri lo
afferma un passo tratto da Catone. Le galline nell’economia domestica hanno la loro importanza,
perciò in un trattato d’agricoltura
lasciatoci da Palladio Rutilio, fra il
terzo e quarto secolo dopo Cristo,
non manca un cenno anche su quest’argomento.
Ora nel 2015, il contadino che ha
fatto vivere il mondo intero, dal nostro Stato e dai suoi funzionari è
quasi ignorato, pensano solo alla
politica che è diventata un’industria redditizia superiore a tutte le
altre. Lottano a forza di promesse
per mantenersi il seggio. Quando
sono in crisi come ora aumentano
le tasse e mettono in crisi un popolo intero. Ma non pensano quei
cervelloni che il contadino quando
viene una grandinata, o una moria
di bestiame, o un incendio non
guarda ai responsabili, perché sa
perdonare. Ma prima di far pagare
ai lavoratori i danni, elimina tutte
le spese superflue, incrementa il
reddito domestico, lavora dodici
ore al giorno e fa come le formiche
nel risparmio.
Guardino anche il passato, il governo De Gasperi, con l’8% di IGE
e il 12% di imposte, con una guerra
persa, in due legislature è riuscito
“Il Rile” si può trovare ogni mese gratuitamente presso:
Muggiano
& dintorni
Anno XV – Numero 4 – Aprile 2015 – Copie 3.000
Aut. Tribunale Milano N. 766 dell’1.12.2000
Editore: Associazione Culturale “Il Rile”
Redazione: Largo Don Saturnino Villa, 2 - 20152 Milano
Tel. 333.2152427 - Fax 1782244934
Presidente: Marco Rossetti - [email protected]
Vice-Presidente: Renato Bortolo Delpero - [email protected]
Direttore Resp.le: Andrea Ferrari - [email protected]
Responsabile Pubblicità: Nadia Isola - [email protected]
Redazione: Guido Torti, Andrea Rossi, Moreno Frigerio
Davide La Monaca
Sergio Bulgaro ed Elio Signorini (in memoria)
Disegno in prima pagina: Roberta Canepa
Impaginazione: Renato Bortolo Delpero
Correttore bozze: Angelo Ferrari
Stampa: Tipografia Landoni - Milano - Via Martinetti, 15
Distribuzione: Guido Torti, Andrea Rossi
Hanno collaborato a questo numero:
G. Castronovo, D. Acconci, G. Uberti, L. Malchiodi, G. Paniati,
G. Sisti, R. Gariboldi, L. Lenzini, M.E. Peinado, S. Borgatti,
G. Ciappina, M. Baroni, W. Cherubini.
Chiuso in redazione il 20/03/2015
La prossima data per inviarci gli articoli è il 15/04/2015
Il Rile pubblicherà, nei limiti di spazio disponibile, tutti gli articoli
firmati fatti pervenire in tempo utile. Eventuali invii postali sono
da indirizzare a Guido Torti, via Lucera n. 13 - 20152 Milano.
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Muggiano: Macelleria Rossetti, Panificio Muggiano, Parrocchia
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Merceria ‘Il Borgo’, Cooperativa Muggiano, Scuola Elementare,
Parrucchiere ‘Millennium’, G.S. Muggiano Calcio, Banca Intesa,
Lago dei Cigni, Centro Dentistico Polispecialistico, Parafarmacia, Panta Rei. - Quartiere degli Olmi: Panificio Senna, Edicola
Olmi, Banca Intesa, Farmacia Olmi, Farmacia Comunale, Arci
Olmi, Parrucchiere ‘Euro Fashion’, Bar Betulle, Elettro Olmi,
AICS Olmi, Panettiere via Betulle, Scuola Elementare e Media,
Simon's Bar. - Quarto Cagnino: Associazione ‘Mondo Donna’,
‘El Prestinee de Quart’. - Quinto Romano: Azienda Agricola
Verga, Edicola, Parrocchia Madonna Divina Provvidenza, Biblioteca ‘Quintochelegge’. - Baggio: Comando Vigili Zona 7,
Consiglio di Zona (piazza Stovani), Consiglio di Zona (Sede),
Croce Verde Baggio, Edicola via Rismondo, Biblioteca di
Baggio, Centro Culturale Ronchi, Centro Polispecialistico 33,
Cava Aurora, Parrocchia Sant’ Anselmo, Avis, Aido, Panificio di
via Gianella, Libreria Lineadiconfine, Ottica Montesano, Edicola
di via delle Forze Armate 346, Sindacato Pensionati, Poliambulatorio di via Masaniello, ‘A 4 Zampe’. - Cusago: Cartolibreria
Forni, Viridea, Ristorante ‘Il Magione’, Agenzia ‘Girovaga’, Biblioteca, Centro Prelievi, Mercatino Antiquariato, Bar Ravelli,
Tabaccaio, Salumificio Mericco, Circolino Monzoro. - Cornaredo: Officina Citroen Magistrelli. - Settimo Milanese: Biblioteca Comunale Settimo, ‘Matmar Graphic’, ‘L’Albero della
Frutta’, ‘Garden Ravelli’ di Seguro. - Trenno: Cascina Campi
- Trezzano sul Naviglio: Comune, Centro Socio Culturale. Cesano Boscone: Cinema Cristallo, Caf ACAI, Zini, Edicola
via Libertà, Farmacia dott. Camera, Centro Culturale Villa
Marazzi, Ottica Crepaldi, Benzinaio via Pasubio, Studio Medico ‘Dentaltre’, Lavanderia ‘Arte e Sapone’, Edicola di via
Garibaldi, ‘Spighe d'oro’ (Circolo Anziani), Le Grotte di Sale.
- Cisliano: ’Stilcasa’, Benzinaio Tamoil. - Magenta: Libreria
‘Il Segnalibro’.
Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autore, non necessariamente quella della Redazione.
L'invio di immagini e testi implica l'autorizzazione dell'autore alla pubblicazione. In nessun caso verranno
presi in considerazione testi anonimi. La Redazione non
risponde di indicazioni errate nelle locandine che pubblicizzano (gratuitamente) eventi di qualunque genere.
a sanare l’Italia e a portarla ad essere uno dei sette paesi più industrializzati del mondo. Il popolo
Italiano ha tutti gli anticorpi per
superare questa crisi, perché il
contadino con l’amore del lavoro,
coniugato con l’inventiva e la perizia, ha formato il progresso industriale di cui gli Italiani sono fieri.
Perciò ora che hanno il comando in
mano con le votazioni, sappiano
dare il voto a chi vuole vivere con
il proprio lavoro e non con la speculazione o la furbizia.
Perché anche San Paolo in una
delle sue lettere scrive: chi non lavora neppure mangi. E Papa Pio X
diceva: assistenza e carità sono doveri sociali, ma è irresponsabile se
la si fa a chi non è povero o malato,
perciò prima di fare la carità e l’assistenza bisogna assicurasi che non
sia un furbo che non ha voglia di
lavorare.
Olindo Lazzaron
________
Amministrazione
deludente
C
hi aveva sperato nella “rivoluzione arancione” nel Comune
di Milano (con quante aspettative
abbiamo contribuito ad eleggere
Pisapia!) non può che rimanere deluso da come stanno andando le
cose nei Consigli di Zona, o quantomeno in Zona 6 e 7. Certo vi si
prendono iniziative interessanti su
vari ambiti locali, pensiamo ad
esempio a quelle rivolte all’aggregazione sociale e l’intrattenimento
dei cittadini, ma sulle questioni per
le quali a decidere è un assessore,
allora le cose cambiano. Sembra ci
si limiti ad attendere con religiosa
riverenza le sue disposizioni.
La realtà è che Milano è governata
da due o tre assessori che fanno e
disfano sulla base delle loro convinzioni, anche sagge; ma queste
procedure hanno ben poco a che
fare con la partecipazione, e abbiamo visto che cos’è successo per
il caso della Via d’Acqua.
Il decentramento non funziona meglio di quanto (non) funzionava
con la vecchia Amministrazione e i
cittadini anzi devono fare più fatica
a farsi ascoltare: allora il centro-sinistra nei Consigli di Zona dialogava e faceva alcune battaglie con
loro. Ora invece, sulle questioni importanti, diventato maggioranza,
aspetta l’assenso della Giunta,
senza avere neppure il coraggio,
non si dice di criticare, ma neppure
di fare proposte, di avanzare suggerimenti, di sostenere dei punti di
vista, forse temendo che non siano
quelli dell’Assessore alla partita.
Dal canto loro gli Assessori non
sembra che accettino le osservazioni neppure dei Consiglieri di
Zona: la sinistra al potere non tollera critiche, tanto meno della sua
stessa maggioranza! Ed ecco spiegata la politica “attendista” dei
Consigli di Zona sulle questioni
importanti: tutto è lasciato ai tempi
e ai modi dell’Assessore di riferimento.
Un esempio? Si può tornare ancora
sul grave caso del P.I.I. “Parri –
parco dei Fontanili”: la proroga
anche di alcuni anni della realizzazione delle opere di urbanizzazione (sistemazione a verde
pubblico delle aree rimaste libere,
passerella ciclo-pedonale su via
Parri) e dei servizi a standard qualitativo (centro sportivo con piscina
e palestra, centro polifunzionale integrato) rispetto all’ultimazione
degli edifici privati residenziali, già
abitati; l’abbattimento della cascina
Cassinazza, anziché il suo previsto
recupero; la distruzione degli orti
urbani di via dei Calchi Taeggi, realizzati dal Comune nel 2010 con
una spesa accertata finora di più di
350.000 euro. Si sta formando una
periferia che, nonostante l’intervento edilizio e il suo carico insediativo, rimane senza negozi, senza
una piazza: manca proprio un’idea
di quartiere, di città.
Ricordate Pisapia che dal palco invitava i suoi elettori a non abbandonarlo? Ecco, ci sembra che sia
stato lui ad abbandonare noi e le
nostre periferie. Andrea Giorcelli
Consigliere della Zona 7
(capogruppo Verdi-Ecologisti)
Elisa Scarano
Consigliera della Zona 6
(capogruppo Verdi-Ecologisti)
Il sentiero nel bosco
C
amminai adagio, strisciando i miei piedi nel viottolo e dissi: è così bella
la pioggia. Accarezzai la terra con i miei passi dicendo: terra ti amo,
domani sarai padrona di me stesso, mi avvolgerai come un lenzuolo. Ora ti
calpesto, ti odio e ti amo perché mi hai fatto nascere con le tue sostanze nutritive, è così bella la pioggia, abbracciai alberi nudi, spogliai le mie radici
nel sentiero bagnato e scivolai nel
nulla. Come oggi di fronte all’immensità divenni partecipe di un
mondo che non mi apparteneva, è
così bella la pioggia, anche un
uomo può amare una donna
senza spogliarsi delle sue radici e
vivere, è così bella la pioggia, forse
...non è il sentiero nel bosco, ma
bensì il percorso della mia vita.
Aldo Maspero
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Elezioni: le conseguenze dell’astensione
Cosa insegna il “lavarsene le mani” di Ponzio Pilato? In questo
articolo il professor Vezio, con le parole di Giuseppe Castronovo,
prendendo spunto da quanto successo nel Parlamento Italiano
con l’approvazione di una modifica della Costituzione, interpreta
quanto accaduto avendo come guida il Vangelo di Matteo. La
conclusione è chiara: bisogna sempre partecipare alle elezioni, perché il lavarsene le mani, cioè l’astensione, favorisce
la minoranza che sovente è anche dalla parte della non ragione.
Giuseppe Castronovo
gcastronovo.blogspot.it
enzo: amici… più passa il
R
tempo e sempre più non vorrei
recarmi ai seggi elettorali.
Ludovico: come mai?
Renzo: l’eccessivo numero di politici inquisiti e di politici che, tradendo la fiducia loro concessa dagli
elettori, cambiano casacca con così
tanta facilità, mi sta convincendo
sempre più dell’inutilità del mio
voto. Questi politici mi ricordano
tanto i Proci di omerica memoria
che gozzovigliavano nella reggia di
Itaca durante l’assenza di Ulisse.
Rodolfo: e quindi?
Renzo: devo confessarvi che alle
prossime elezioni sono orientato
verso l’astensione.
Giacomo: ma la situazione non può
che peggiorare se sono in tanti coloro
che, pensandola come te, non si recano ai seggi elettorali. Questa ovviamente è la mia opinione personale.
Lei… prof. Vezio cosa ne pensa?
Vezio: avrai pure ragione caro
Renzo…, ma più saggezza ha
l’amico Giacomo. Caro Renzo…
permettimi che lo sottolinei, non è
che lavandotene le mani in modo
pilatesco riesca a risolvere i gravi
problemi da te evidenziati. Anzi, il
tuo “lavartene le mani” aggraverebbe, e di molto, la situazione.
Sappiamo tutti quali furono le con-
seguenze per Gesù Cristo dopo che
Ponzio Pilato “si lavò le mani”: la
folla, prendendo in mano la situazione,
gli preferì Barabba e fu così che Gesù
Cristo finì in croce.
Amici… bisogna saper analizzare i
testi evangelici! Ci riservano, ancora, dopo quasi duemila anni,
delle sorprese di una tragica attualità, talvolta sconvolgenti.
Puntuale, in tal senso, il capitolo 27
del Vangelo di San Matteo dove leggiamo che “venuto il mattino tutti i
sommi sacerdoti e gli anziani del
popolo tennero consiglio contro
Gesù per farlo morire. Messolo in
catene lo consegnarono a Pilato. Per
la festa egli (cioè Pilato) era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta… Allora Pilato disse loro: volete
che vi rilasci il re dei Giudei? Ma i
sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba
e a far morire Gesù... Tutti urlarono
‘sia crocifisso…’ Pilato, poiché non
otteneva nulla si lavò le mani davanti alla folla. E tutto il popolo rispose: ‘Il suo sangue ricada sopra di
noi e sopra i nostri figli’”.
Cari amici… una prima osservazione: quella folla non agì da sola;
venne invece organizzata, pilotata e
gestita da menti di persone che non
erano, poi, così tanto invisibili: si
trattava, infatti, dei sommi sacerdoti
e degli anziani del popolo, persone
che per la posizione sociale occupata
erano nella condizione, diremmo
Centro Carlo Poma
G
oggi, di “formare l’opinione pubblica”. Seconda osservazione: avrete
notato come l’evangelista Matteo
utilizzi a volte il termine “folla”, a
volte il termine “popolo”. Non vi
sfuggirà sicuramente, nell’ambito
della riflessione che stiamo svolgendo, come il “popolo” rappresenti
il “tutto”, mentre la “folla” rappresenti una “parte del tutto”. Amici…
nel nostro caso non possiamo ancora
non osservare come, pur essendo la
folla (cioè una parte: sicuramente
non sarà stato che qualche migliaio
di persone) a chiedere la condanna
di Gesù, alla fine però il titolare della
decisione finale risulta il popolo
ebraico, cioè il tutto.
Riassumendo diremo: È la folla a decidere, ma la decisione risulta adottata da tutto il popolo ebraico.
Marco: prof.… lei all’inizio ci ha parlato di “sorprese di una tragica attualità”. Ma qual è in concreto
l’insegnamento che Renzo e credo
tutti noi elettori dobbiamo trarre
dalla vicenda evangelica da lei illustrataci?
Vezio: mi sia consentito rispondere
a Marco prendendo come esempio
l’attività di un organo costituzionale
che tutti noi conosciamo, perché
emanazione diretta di noi elettori: il
Parlamento quando adotta le sue
decisioni. Qualcosa di simile alla vicenda che duemila anni fa vide
coinvolti come protagonisti Gesù
Cristo, Ponzio Pilato e il popolo
ebraico, è recentemente successo
alla Camera dei deputati dove solamente 308 Onorevoli, sui 630 che
compongono il plenum dell’Assemblea, hanno votato ed approvato in
prima lettura la riforma della nostra
Costituzione. E 308, è bene ricordarlo, sono addirittura meno della
metà di 630! Ma, alla fine, il Presidente leggendo il risultato della votazione, ha così concluso il suo
abbiamo ampiamente scritto sul nostro mensile – ha
ricevuto una sciarpa di ben 108 metri realizzata a
mano dalle “ragazze” del centro che per un anno si
sono ritrovate il giovedì pomeriggio per chiacchierare, socializzare e lavorare a maglia ma, soprattutto,
stare insieme.
Una grande soddisfazione da entrambe le parti, ma
soprattutto un modo per coinvolgere le persone anziane del centro in attività sociali. Non mancheremo
in futuro di approfondire l’attività del Centro Socio
Culturale Carlo Poma.
rande successo di pubblico lo scorso 21 marzo al
Centro Socio Culturale Carlo Poma in via Caio
Mario, 18 a Quinto Romano, dove si è tenuta un’importante manifestazione con diversi eventi, tutti con
lo scopo di movimentare la vita del quartiere.
Duecento le persone che hanno visitato due mostre,
una di cartoline vecchie di Milano (La cartolina illustrata a cura di Sergio Ivano Renzi) e la seconda di fotografie (Milano cos’era e com’è a cura
dell’associazione Amici di Buccinasco). In molti, poi, hanno assistito all’originale lettura in quattro lingue
(Arabo/Francese/Italiano e Milanese) della poesia “Un cortile di Milano” di Domenico Clema e Claudia
Pistura Stringhetti. La lettura della
versione in meneghino, in particolare, ha avuto un ottimo riscontro.
Ma c’è stato anche un grande spazio
per le signore della maglia... La Signora Mitti, nota acquerellista del
Naviglio Grande che ha fatto nascere l’iniziativa di una lunga
sciarpa per il Naviglio con l’associaIl gruppo delle signore di Quinto Romano, che hanno contribuito alla
zione Coinvolgente – di cui, tra l’alrealizzazione della sciarpa, con la signora Mitti al centro
tro, proprio qualche mese fa
intervento: “la Camera approva”.
Proprio come è avvenuto a Gerusalemme dove la decisione di crocifiggere Gesù Cristo, sebbene presa da
una folla composta da qualche migliaio di persone, alla fine fu attribuita all’intero popolo ebraico.
Amici miei… quanto successo alla
Camera dei deputati dove una minoranza (308 su 630), approfittando
di una maggioranza (322 su 630)
che “se n’è lavate le mani” abbandonando l’Aula parlamentare, ha
approvato la modifica della nostra
Carta costituzionale:
– da una parte attualizza più che
mai le modalità procedurali, attraverso le quali s’è sviluppata la vicenda consumatasi a carico di Gesù
Cristo duemila anni fa a Gerusalemme;
– dall’altra induce ad affermare che
”l’astensione significa con certezza
darla vinta in partenza all’avversario, anche quando questi è numericamente minoranza e, fatto
altrettanto grave, a prescindere dalla
circostanza che sia dalla parte giusta
o dalla parte sbagliata”.
Amici… ritornando al punto da
cui siamo partiti, e cioè da Renzo
che, così come tanti altri, non
vuole recarsi più ai seggi elettorali,
non risulterà molto difficile, alla
luce del dibattito e dalle riflessioni
svolte da noi tutti, applicare anche
ai nostri giorni la vicenda evangelica “Pilato, crocifissione di Gesù e
popolo ebraico” e trarne le logiche
conseguenze.
(Dai dibattiti svolti al Circolo della
Concordia).
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Grande festa in cucina: lo stile vegan
Lo stile alimentare vegano non permette di annoiarsi, e questa
scelta rappresenta davvero una grande festa in cucina: rompe la
routine quotidiana, e conduce ad esplorare nuove possibilità,
nuove ricette, nuovi piatti. La scelta si allarga, si possono assaggiare cose diverse, con gusti sconosciuti che regalano nuove
sensazioni. Alla vigilia di Expo, che avrà proprio come tema l’alimentazione, non possiamo tralasciare quest’importante tema con
il valido supporto di Daniele Acconci.
Daniele Acconci
S
fatiamo fin da subito un’infondata quanto diffusa convinzione sulla presunta mancanza di
varietà della cucina vegan. In realtà
chi è diventato vegan ha riscoperto
la passione per la cucina. E non
può essere diversamente.
Infatti, la cucina vegan induce alla
preparazione di piatti e ricette
nuove, “costringe” alla manipolazione, all’interazione e alla ricerca di
ingredienti che sono scoperti, osservati, gustati e apprezzati come mai
in precedenza. Si rivelano legami
con ingredienti vegetali e naturali,
si riscopre la piacevolezza della
dieta a colori (le verdure, infatti,
hanno mille tonalità), aumenta il
piacere della condivisione delle ricette, lo scambio di idee e delle
esperienze sui giornali dedicati e nei
forum piace molto ai fruitori.
È indubbiamente molto utile partecipare ai corsi che i vari gruppi vegan
organizzano in tutte le città, consente
di osservare un cuoco vegan all’opera, permette di verificare il
tempo necessario per la preparazione
dei piatti, dà la possibilità di interagire con chi lavora abitualmente con
la cucina vegan e alla fine è possibile
finalmente degustare il risultato.
Basta leggere i forum per rendersi
conto dell’entusiasmo con cui cen-
Accanto a questi ingredienti tradizionali da riscoprire, ne troviamo
altri, altrettanto tradizionali, ma
lontani dalle nostre abitudini: gli
svariati elementi a base di soia e il
seitan. Dalla soia i popoli orientali
ricavano da millenni il latte di soia,
utile nella preparazione di ricette
salate e dolci, che si usa in cucina al
posto del latte vaccino. Non ha gli
Dopo una cottura nel brodo vegetale, si ottiene un prodotto che si
può utilizzare per la preparazione
di polpette, ragù, scaloppine, spezzatino e così via. Esistono poi anche
una miriade di piatti pronti o d’affettati vegetali (a base di seitan, di
tofu, di entrambi, o di seitan con
aggiunta di legumi), würstel vegetali, ecc., che hanno la caratteristica
tinaia di persone descrivono con
piacere i propri piatti quotidiani e
quanto soddisfacente e buono sia
stato il loro pasto. Insomma, tutto
l’opposto di chi ritiene che la cucina vegan non abbia varietà.
Quello che vorrei invece fornire qui
è un semplice esempio di piatti
quotidiani inseriti in un menu-tipo
realistico, solo per rendere l’idea di
che cosa un vegano medio abitualmente mangi.
A colazione
Bevande: latte di soia alla vaniglia
con orzo solubile; caffè; the al limone; cappuccino di soia (al bar o
fatto in casa); frullato di frutta fresca e latte di soia; spremuta.
Cibo: fette biscottate con la marmellata; biscotti (in qualsiasi supermercato ce ne sono di diverse
marche senza latte, uova, burro,
miele); sfogliatine; muffins; una
fetta di panettone o colomba
vegan, in stagione; crackers.
In mensa/fuori casa
Primi: riso all’orientale, pasta aglio
olio e peperoncino; zuppa di legumi; pasta in bianco o al pomodoro più lievito in scaglie, pasta
con legumi, vellutata di asparagi.
Contorno: cicoria piccante; polenta
al sugo di pomodoro; verdure e legumi misti freddi; verdure alla griglia; piselli stufati con cipolla,
anelli di cipolla.
Ingredienti tradizionali e nuovi
La cucina vegan ci regala una vasta
gamma di ingredienti che sono
quelli più tradizionali della nostra
cultura mediterranea, solitamente
penalizzati dalle scelte dell’attuale
industria agro-alimentare: cereali,
verdura, legumi, frutta, noci e semi,
un tesoro enorme eppure un giacimento pressoché inesplorato.
Gli ingredienti base sono molto
scarsamente impiegati nella quotidiana cucina onnivora, fatta per lo
più di carne, formaggi e uova e poco
altro, se non pasta, pane e riso. Sono
in numero relativamente ristretto,
quindi, e preparati d’abitudine con
poca fantasia: dicendo “verdure”
vengono in mente solo l’insalata o le
verdure bollite e dicendo “legumi”
vengono in mente solo i fagioli lessati o qualche zuppa. Invece le decine di migliaia di ricette vegan
disponibili sui ricettari cartacei e online, presentano uno scenario ben
diverso e ben più ricco: un vero pianeta da esplorare, ricco di sorprese
per il palato, che ci porta a contatto
con tradizioni culinarie e alimenti
dimenticati.
Un menu tipo di una settimana
Spuntino/merenda pomeridiano
Festa dello spezzatino Seitan
svantaggi di quest’ultimo (grassi e
proteine animali, indigeribilità per
molti) mentre ha tutti i vantaggi di
una bevanda vegetale e sana.
Cagliando poi il latte di soia (con il
limone, l’aceto o il nigari, sostanzialmente cloruro di magnesio) si
ottiene il tofu, che viene da alcuni
definito “formaggio di soia”, ma
che in realtà non ha molto a che vedere con il formaggio, al di là del
processo di produzione; il tofu è
utile nella preparazione di tante ricette salate e dolci, perché è insapore e assume il gusto degli altri
ingredienti con cui lo si cucina.
Il seitan, invece, si ricava dal glutine, la parte proteica del frumento.
è fissato per mercoledì 22 aprile, alle ore 21, nella vecchia chiesa di Sant’Apollinare in via Ceriani 3.
La serata sarà condotta da Marco Peruffo e da Giorgio
è un tesoro nascosto sotto la chiesa di San- Uberti, autori del libro sul complesso monumentale
t’Apollinare”. Con questa frase avevamo di Sant’Apollinare e vedrà la partecipazione del Proaperto la Sagra di Baggio del
fessor Furio Sacchi, docente di
2013. Quell’anno, infatti, una
Archeologica Classica dell’Uniindagine condotta con una
versità Cattolica del Sacro Cuore
avanzatissima tecnologia dal
e di un rappresentate dello StuPolitecnico di Milano aveva modio Formica che da quasi sette
strato la presenza di antiche fonanni segue le campagne di redamenta, manufatti e sepolture
stauro della chiesa vecchia. Gli
sotto il pavimento. Curiosi di
interventi saranno scanditi da
tutto il mondo state attenti! Da
brevi brani musicali.
quest’anno non si potrà più dire
Finalmente sarà possibile avere
“c’è un tesoro sepolto” perché fimaggiori informazioni sulla fonnalmente, quel tesoro, sarà disdazione della chiesa, fino ad oggi
sotterrato.
ipotizzata attorno tra il IX e il X
Da aprile partirà, infatti, uno
secolo. La nostra speranza è che
scavo archeologico che proseguirà
la terra ci sveli che un’antica
per tutta l’estate. Una novità assostruttura esisteva già nel IV seluta che il Comitato dell’organo di
colo. Per ora restano solo suppoIl capitello corinzio della prima metà
Baggio ha pensato di presentare
sizioni… ancora per poco!
del I secolo d.C. rinvenuto nel 1874
alla cittadinanza attraverso una
durante i lavori di abbattimento della
serata. Quando? L’appuntamento
Giorgio Uberti
chiesa medievale di Sant’Apollinare
Sotto la chiesa vecchia di Baggio
“C’
di avere forma simile ai prodotti
già in commercio a base di carne,
ma che sono invece 100% vegetali,
con un sapore diverso e ancora più
invitante dei corrispettivi carnei, e
più sani.
Tempo e costi
Cucinare vegan o onnivoro è equivalente, in termini di velocità e minuti
da impiegare nelle preparazioni e
cotture; come sempre, dipende da
che cosa si cucina, se i piatti sono più
o meno elaborati, se usiamo ingredienti freschi o ci accontentiamo di
quelli surgelati o in scatola.
Da questo punto di vista le cose
non variano, invece dal punto di
vista “economico” sembra proprio
che la cucina vegan ci fa risparmiare! D’altra parte, è abbastanza
ovvio: gli ingredienti vegetali costano meno di quelli animali, visto
che, a propria volta, il costo di produzione è molto più basso. La
carne costa poco rispetto a un
tempo, perché i produttori utilizzano metodi intensivi, per giunta
ricevendo sussidi statali di filiera
quindi, di fatto, quello che non si
paga al supermercato, sovente lo si
paga in tasse...
Il tofu costa decisamente meno di
un corrispondente formaggio di
pari qualità, il seitan costa meno
della carne, anche se si tratta per
esempio di cibi che costano di più
dei cibi vegetali “tradizionali”.
L’unico ingrediente che potrebbe
costare di più rispetto al suo corrispondente di origine animale è il
latte di soia, ma, siccome non se ne
bevono decine di litri al giorno, il
piccolo costo aggiuntivo è più che
coperto dal risparmio in tutto il
resto del menu.
Una manciata di frutta secca (nocciole, noci, mandorle, pinoli, noci
brasiliane, ecc.); crackers; frutta;
frullato; un tramezzino con tofu,
pomodoro fresco e maionese
vegan; the coi biscotti; un budino.
A cena durante la settimana
Ci sta bene un piatto unico, e se si
tratta di una combinazione “secondo più contorno” si può aggiungere del pane. Ad esempio:
tortiglioni al cavolo nero; risotto di
verdure miste di stagione; puré di
patate e frittata di farina di ceci con
la cipolla; cous-cous con fagioli
cannellini e cavolfiore al curry;
porri al forno con lenticchie rosa.
Nei weekend
Anche in questo caso consigliabile
preparare piatti unici, però le ricette
sono un po’ più elaborate, visto che
c’è più tempo e ce n’è la possibilità.
Torta salata di bieta e tofu con
pasta di pane più insalata mista;
tartine di paté di ceci e maionese
fatta in casa più pasta al forno con
radicchio rosso e besciamella; seitan al vino bianco più spinaci
all’olio con dadini di patate; polpette di melanzane più piadina
farcita di guaca mole, radicchio di
Treviso e belga saltata ai frutti di
cappero, pasta con purea di zucca
e fagioli borlotti; tofu alle carote
piccanti, burger di spinaci, spezzatino di seitan e piselli, brasato di
seitan al barolo.
Per quanto riguarda i dolci, non c’è
che l’imbarazzo della scelta: banana bread, pan brioche, strudel di
mele; sfoglia ai lamponi, muffins
alla cannella; torta morbida al cioccolato e buccia di limone; semolini
dolci fritti.
Da leccarsi i baffi! Credits: Marina
Berati, “Perché vegan”.
Visita il sito
www.muggiano.it
e ogni mese troverai anche
Muggiano
& dintorni
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Il vino naturale
Daniele Acconci
P
er “Vino naturale” s’intende un
vino prodotto in modo rispettoso dell’ambiente e salutare per
chi lo consuma e di conseguenza di
qualità migliore e ben connotato
gustativamente.
Nelle settimane scorse abbiamo visitato due eventi ai quali hanno
partecipato molte aziende provenienti da tutta Italia e anche dall’estero: il salone del Vino di
Piacenza Live 2015 (14-15-16 febbraio) e Live Wine a Milano (21-2223 febbraio). Entrambi, sebbene
ravvicinati, hanno fatto bene al sistema del vino naturale ed hanno
consentito a molte aziende titolate
– e anche a quelle sconosciute – di
mettersi in mostra.
Premettiamo brevemente che per
vino naturale s’intende una bevanda imbottigliata senza l’aggiunta di nessuna sostanza, tranne
l’anidride solforosa e fermentata
spontaneamente. Il vino naturale si
distingue piuttosto nettamente dai
vini convenzionali, da quelli biologici e finanche dai vini biodinamici,
che peraltro sono quelli più simili
sia nella lavorazione che nel gusto
finale in quanto non utilizza alcun
additivo.
Come afferma Samuel Cogliati nel
suo volumetto “Vini naturali” non
è possibile accomunare i vini naturali in un’unica categoria: alcuni si
differenziano poco da quelli convenzionali (come aspetto, olfatto
e soprattutto gusto), altri invece
si spingono verso conseguenze
estreme, sia sul piano visivo, che
olfattivo, che gustativo. Il risultato
è facilmente comprensibile: quindi
se beviamo o serviamo un vino naturale dobbiamo conoscerlo bene,
perché potrebbe sprigionare sapori
e profumi sconosciuti, che magari
non vengono del tutto apprezzati.
La vista
L’aspetto cromatico dei vini naturali assume colori e sfumature diverse rispetto ai vini convenzionali.
Spesso i bianchi sono di un giallo
carico e talora i rossi sono più opachi ed evoluti nella tonalità, per via
di una lieve ossidazione. Queste caratteristiche possono essere acuite
dall’assenza di solfiti. Il colore del
vino può trarre in errore il bevitore,
che penserà di avere a che fare magari con un passito rispetto ad un
bianco tradizionale.
Ma è soprattutto la presenza di una
lieve torbidezza o addirittura di
materia solida in sospensione (sia
nei bianchi che nei rossi) a creare
spesso imbarazzi e fraintendimenti. In realtà si tratta di sostanze
fenoliche e, talvolta, da minerali. È
sufficiente portare la bottiglia in
posizione verticale qualche minuto
prima della degustazione o travisare il vino in un decanter per ovviare all’inconveniente.
L’olfatto
Anche i profumi dei vini naturali
risultano talvolta diversi dai vini
convenzionali. Ad una prima analisi, gli odori poco fini e poco nitidi
un problema, per il gusto finale del
vino. La varietà dei profumi costituisce una connotazione tipica di
questa tipologia di vini. Le bottiglie
traggono, infatti, un carattere forte
dalla generosità aromatica d’uve
mature e intatte, provenienti da terroir preservati, nonché dalla fermentazione spontanea, dalla loro
variegata natura organica-batterica
e da una vinificazione che rinuncia
agli additivi standardizzanti.
I risultati sono prodotti che escono
dai canoni degli aromi enologici
per sprigionare note fruttate, floreali e speziate molto definite che
dovrebbero essere colte alla perfezione da assaggiatori e da degusta-
Live Wine alte
– legati alla riduzione o a lunghi affinamenti sulle fecce fini – ricordano sentori di chiuso, di aria
viziata, di straccio bagnato, di polvere di cantina.
Tuttavia tutto ciò è destinato ad
evaporare con l’ossigenazione del
vino, infatti, l’aria ripulisce il profumo, talvolta nel giro di pochi
istanti nel calice, oppure nella permanenza in un decanter. Spesso è
questo il classico caso in cui il vino
sarà migliore alcune ore dopo o addirittura il giorno dopo. Quindi
basta premunirsi per tempo e conoscere il vino per ottenere i risultati
migliori dal punto di vista gustativo. In molti casi ci si trova a confrontarsi con vini con un’acidità
volatile elevata.
Quello della presenza dell’acido
acetico – legata ai rischi di una vinificazione non invasiva – è più
problematica e potrebbe costituire
tori. A contatto con l’aria, i vini
naturali rivelano la propensione a
crescere d’intensità, fino ad esplodere nei profumi (e nei gusti) più
pieni.
Molte aziende agricole hanno partecipato ai recenti e importanti
eventi espositivi di Piacenza e di Milano in cui hanno presentato
i loro vini, ne abbiamo giusto fatto un accenno nel numero scorso.
Anche Vinitaly a fine marzo a Verona è stata un’importante manifestazione nel settore. Ma cosa s’intende per vino naturale?
È certamente un fenomeno in crescita che non conosce confini.
Molte, infatti, sono le aziende vinicole che producono secondo
i concetti dell’agricoltura naturale o vinificano seguendo i principi del vino naturale. Abbiamo voluto approfondire il tema con
Daniele Acconci che, oltre ad essere un vero e proprio appassionato nel settore, è anche coltivatore di una vigna a San
Colombano nel Lodigiano.
Nei due eventi ricordati in precedenza (Piacenza e Milano) abbiamo
incontrato almeno duecento cantine. Senza avere la presunzione di
formulare giudizi definitivi, vorrei
segnalare alcune cantine che producono ottimi vini.
Iniziamo dal piacentino, dalla Val
Trebbia: Casè, Denavolo e il Poggio
di Andrea Cervini di Travo e La
Stoppa di Rivergaro.
Casè di Alberto Anguissola si trova
a Travo, in località Casal Pozzino
(di qui il nome di Casè). L’azienda
è nata nel 1998 e i primi vigneti furono impiantati in quell’anno e nel
2000. L’azienda ha un’estensione di
oltre 10 ettari, in cui sono piantati
vari vitigni. In entrambe le fiere ha
proposto un bianco gustoso che
proviene da quattro diversi vitigni
bianchi, mischiati ad altre realtà a
bacca rossa, un vino della tradizione (barbera e bonarda al 50%) e
un Pinot nero denominato “Casè
Riva del Ciliegio”, fermentato in
botte piccola, adatto a lunghi invecchiamenti in bottiglia.
La Stoppa di Elena Pantaleoni si
trova a Rivergaro, in località Ancarano. I suoi vigneti sono collocati in
cima ai declivi della Val Trebbiola
che domina la valle del Trebbia, là
zadro che ha coltivato la vigna per
tanti anni. La Toscana – tra le altre
– ha presentato l’azienda di Cosimo Maria Masini, di San Miniato,
Pisa, che ha proposto alcuni vini
biodinamici di grande spessore: ottimi bianchi, splendidi rosati e rossi
trionfanti di gusto e sapore. Da non
scordare il vinsanto, un composto
di malvasia bianca e di trebbiano,
ottimo per meditazione. La cantina
organizza anche visite guidate e
sontuose degustazioni.
Tra i vini piemontesi biodinamici
da annotare la presenza di Auriel,
un’azienda di Ponzano Monferrato
che presenta due barbera del Monferrato e un grignolino ricavati da
uve cresciute in ambiente senza
prodotti chimici di sintesi sia in
vigna, sia in cantina. Una nota simpatica è rappresentata da Terre di
Matè della provincia di Alessandria, al suo primo vino, molto delicato e simpatico.
In Abruzzo, a due passi dall’Aquila, tra molte cantine molto
belle e gustose, ecco Di Cato Vini
con un malvasia secco dal nome
importante “Eughenos” con citazione latina “Nunc est bibendum”
del poeta romano Orazio.
Ottime in ogni modo anche le altre
produzioni. Citiamo anche la presenza dell’azienda CàLustra dei
Colli Euganei, della splendida
Valle di Faedo, con i suoi ottimi
prodotti, e la Zago Agricola di Ta-
dove batte il sole e l’aria è più fresca. L’azienda si estende su 58 ettari, di cui 28 destinati a boschi
(querce, castagni, robinie) e 30 a
vigna. I risultati sono vini speciali
come il Trebbiolo frizzante del
2013, il Gutturnio fermo, il Macchiona 2007 e il Gutturnio riserva.
Eccellente la Stoppa 2004, così
come Ageno.
Per finire, eccellente la Vigna del
Volta, un passito di malvasia del
2008, che prende il nome dal mez-
iedo di Chions di Pordenone con
eccellenti prosecchi (extra dry, brut
millesimato e sui lieviti).
Per concludere due affascinanti
aziende delle nostra splendide
isole: la Lantieri con la sua succulenta Malvasia delle Lipari (isola di
Vulcano, nelle Isole Eolie), ricca di
profumi e di piacevolezze antiche
e l’azienda Fenech dell’Isola di Salina nelle Eolie, là dove il vino assume i sapori e i colori del mare,
del cielo e del sole cocente.
varle secondo le regole e utilizzare
preferibilmente il decanter per apprezzarle in pieno.
Alcune cantine
Temperature
Contrariamente a quanto accade
con i vini convenzionali, non sempre il bianco naturale va gustato
freddo e analogamente per il rosso
è consigliabile non eccedere col tepore. Si rischierebbe di comprometterne il bouquet, e sarebbe un
peccato non degustarlo al punto
giusto.
Il gusto
Le stesse specificità che si colgono
nel profumo s’incontrano anche nel
gusto. La prima caratteristica è
l’eventuale presenza di gas carbonico, quindi colpisce la presenza di
tannini ruvidi o aggressivi, una
certa acidità vibrante, ed un aroma
particolarmente articolato, imprevedibile, originale. Queste caratteristiche, unite al fatto che il
prodotto non è mai uguale d’anno
in anno, danno l’immagine completa di cosa significa degustare un
vino naturale.
Ma non solo: anche le bottiglie di
uno stesso vino possono essere diverse. Per cui è importante conser-
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Quando l’unione fa la forza!
Laura Malchiodi
Responsabile della comunicazione AIDO
Gruppo Comunale Trezzano sul Naviglio
A
nche questo mese voglio dare
spazio ad un articolo che ingloba la rubrica “Caro amico, ti
dono…” raccontando la storia di
Ruggero Pignataro, nostro amico e
volontario ADMO Cesano Boscone,
da me citato già in diversi articoli.
Diventando gruppo comunale AIDO
Trezzano abbiamo ovviamente mantenuto la referenza e la collaborazione
iniziata a maggio 2013 con l’associazione ADMO Lombardia (donatori
midollo osseo) e proprio in questo
ambito ho conosciuto Ruggero.
Durante la giornata della riconoscenza AIDO Cesano Boscone, altri
nostri amici con cui collaboriamo, il
presidente Vincenzo Madaffari mi
ha presentato questo giovane pieno
di entusiasmo che aveva qualche
domanda da farmi. Mi colpì proprio
il suo desiderio di sapere, di fare
qualcosa. Da quel giorno di strada
ne abbiamo fatta tanta, non ci siamo
più lasciati e appena ne abbiamo
avuto l’occasione ci siamo confrontati, aiutati a vicenda, collaborando
attivamente fino ad oggi.
La ricerca dei volontari, non solo nei
nostri ambiti, è difficile, trovare volontari giovani ancora di più, ma
succede. Sono rari, ma si trovano. Ci
vuole tempo, ma li aspettiamo. Non
è necessario far parte dello stesso
gruppo per lavorare insieme, non è
necessario far parte della stessa città.
Basta aver voglia di dare qualcosa,
basta avere lo spirito giusto, solarità
e armonia per parlare alle persone.
Basta essere consapevoli che potremmo essere l’unica possibilità di
vita di un’altra persona. AIDO e noi
che la rappresentiamo, siamo felici
di questa collaborazione, uniti sempre nella cultura del dono.
L
“Mi chiamo Ruggero Pignataro, ho
38 anni sono nato a Milano e vivo
da sempre a Cesano Boscone. La
mia storia inizia con la donazione di
sangue. Ricordo ancora con emozione la prima volta che donai. Ricordo di esser tornato dal Policlinico
con una freschezza interiore. Mi
sentivo migliore, non migliore di
altri, ma più ricco dentro. Durante
l’attesa per la visita pre-donazione
mi è capitato diverse volte di leggere il foglio informativo dell’ADMO e anche parlando di persona
con un volontario presente quel
giorno, scoprendo, grazie a lui, a cosa
serve donare il midollo osseo.
Leggendo poi lo slogan “proprio tu
potresti salvare una vita” mi sono
reso conto (non ne ero a conoscenza) di questa potenzialità che
tutti hanno. Con un piccolo gesto,
con piccolissimo sacrificio possiamo avere l’onore e la fortuna di
salvare una vita. Io non son qui a
parlarvi dell’aspetto medico della
donazione, non ne ho le conoscenze, ma voglio trasmettere questa voglia di donare che lega tutti
noi. Si dice spesso “donare senza
ricevere”. Ecco, non sono d’accordo. Donare ti permette di ricevere una gioia infinita!
E allora mi rivolgo a chi tante volte
sicuramente ha detto pensando a
qualcuno “se potessi, gli salverei la
vita” “farei di tutto per aiutarlo”:
ecco, ora è il momento di farlo, di
impegnarsi, di decidere di essere
migliore. Ora è il momento di tipizzarsi! Per questo motivo vi chiedo
di tipizzarvi e lo chiedo perché con
questo piccolo gesto nel mondo sapranno che voi ci siete, sapranno
che il vostro midollo osseo potrà
permettere a qualcuno di tornare a
vivere. Io ho fatto la tipizzazione
due anni fa, spero di non ricevere
mai la chiamata, perché ciò significa che quell’unica persona com-
patibile con me su 100.000 sta bene,
ma se mai succedesse, sarò pronto!
Il motivo che mi ha fatto definitivamente decidere di tipizzarmi è
stato il contatto con un volontario.
Fino al momento in cui non mi son
trovato una persona davanti e non
un semplice volantino, i dubbi, le
paure e le incertezze prendevano
In occasione della giornata della Riconoscenza del novembre 2013 organizzata da Aido Cesano Boscone
conosco due persone per me assolutamente importanti che mi hanno
guidato e sostenuto nel concretizzare l’idea di creare il gruppo
ADMO Cesano Boscone. Mi riferisco a Vincenzo Madaffari, presi-
sempre il sopravvento. Per questo
motivo ho deciso di diventare un
volontario attivo.
Sono convinto che in tanti hanno
più volte pensato di diventare un
possibile donatore ma esattamente
come me, hanno dato più ascolto
alle paure, alla mala informazione e
soprattutto a quelle sbagliate che
circolano. Il midollo osseo, non è il
midollo spinale. L’unica conseguenza nella donazione del midollo
osseo è che si salverà una vita.
dente della sezione comunale Aido
di Cesano Boscone, il quale mi ha
immediatamente presentato Laura
Malchiodi di Trezzano sul Naviglio
all’epoca supervisor del “punto
info aido&admo” (oggi Presidente
del neo costituito gruppo comunale AIDO). Da loro è arrivato lo
stimolo necessario per partire.
Il 12 giugno 2014, quella che fino a
quel giorno era soltanto un’idea,
prende forma. È creato il gruppo facebook “ADMO Cesano Boscone” e
solo due settimane dopo in occasione della Notte Blu, organizzata
dall’ASCO associazione commercianti, si scende in piazza. Un gran
successo, un bel momento di sensibilizzazione. Dopo essersi presentata alla città, ADMO è presente
anche in uno dei più importanti momenti del paese ovvero la festa Patronale. Anche in quest’occasione il
gruppo si unisce con i volontari dell’AIDO Cesano Boscone accumunati da un unico spirito “diffondere
la cultura del dono”. Nel cercare di
svolgere le proprie attività sul territorio, ADMO Cesano Boscone non
perde di vista la collaborazione con la
sede regionale e
quindi presenzia
anche agli eventi
nelle piazze più importanti di Milano.
Dopo il banchetto di
Natale 2014, il 14 e
15 marzo scende in
campo in occasione
della Pasqua che è
alle porte con uno
splendido gruppo di
volontari tra cui Vincenzo Senese, responsabile ADMO
nel gruppo comunale AIDO di Trezzano sul Naviglio. È
stato un successo
perché oltre ad andare esaurito il prodotto presente al
banchetto, abbiamo
avuto modo grazie
ad una folta squadra
di volontari, di informare un gran numero di persone
sull’importanza della donazione di
midollo osseo.
Una particolare emozione è stata
regalata da alcune delle persone
passate al banchetto che ci hanno
raccontato quanto vissuto in prima
persona sia come donatore che ricevente. Un’esperienza unica! Ci
vediamo ai gazebi sul territorio!”.
Visitate il nostro sito: www.aidotrezzanosn.weebly.com e aiutateci
a informare!
Unione Samaritana: la storia
in Casa di Cura Ambrosiana
a nostra Associazione nasce nel 1947, una delle prime
a Milano. La sua è una storia intessuta di doni ricevuti e restituiti ai fratelli più bisognosi. Mentre la guerra
spegneva i suoi ultimi fuochi, tra desolazioni e distruzione, nelle corsie dell’Ospedale Maggiore (Cà Granda Niguarda) un nucleo di giovani e adulti compariva e procedeva nell’impegno di ridare fiducia agli smarriti. Ispirati dalla parabola evangelica del Buon Samaritano, essi
coltivarono nel cuore il desiderio di mettersi in cammino,
affiancando i fratelli più colpiti, con l’aiuto del Signore,
sempre ispirati dai consigli evangelici.
Sono trascorsi molti anni quando, nel 1992, un piccolo
seme germina anche a Cesano Boscone: nasce così il Nucleo dell’Associazione presso la Casa di Cura Ambrosiana, seguito da un corso base socio-assistenziale. L’idea
di offrire un servizio di volontariato ai degenti della CCA
maturò conversando con i frati della Rettoria dell’Istituto
Sacra Famiglia. La proposta fu accolta con entusiasmo
anche dall’Associazione che incaricò un suo valente volontario, già operante presso l’Ospedale San Carlo, di coordinare le operazioni organizzative, concretizzando e
dando vita al progetto.
Il coordinatore mirò immediatamente a realizzare una
corretta formazione, indirizzata a sviluppare il comune
metodo di approccio al sofferente, attraverso l’ascolto e
la risposta empatica per attuare, con la giusta metodologia, un’efficace e corretta Relazione d’Aiuto. Ad una ventina di aspiranti volontari, venne offerta l’opportunità di
frequentare una serie di incontri, per acquisire elementi
basilari ad affinare le capacità di ascolto, risposta empatica, linguaggio dei sentimenti, nell’attesa di iniziare il
servizio attivo alla Casa di Cura Ambrosiana di Cesano
Boscone. Le consegne furono: “Dialogo con i pazienti, e
nessun altro intervento di tipo infermieristico”.
Comprendemmo così che il nostro volontariato si sarebbe
concretizzato più nell’essere che nel fare, e ciò era in perfetta sintonia con le regole dettate dalla formazione che
continuavamo a coltivare tra noi. Solo successivamente
furono concessi, per esigenze sopravvenute in reparto,
possibili interventi, ai pasti, vista la nostra disponibilità
e verificate le modalità garbate con cui sapevamo svolgere il servizio.
Nel corso dell’anno 1993, essendosi consolidato un buon
gruppetto di volontari, ci furono affidati, oltre il Reparto
Lungodegenza, anche il Reparto Riabilitazione. Molti
anni di intenso lavoro, soprattutto mirato ad un perfezionamento della formazione, permisero al gruppo di mantenersi nel tempo, ritrovando sempre nuove forze per
realizzare quel sogno che portavamo nel cuore.
Incontri cordiali e ascolto attento al letto dei degenti in CCA
Il nostro continua ad essere un gruppo di amici che si
stimano e si sostengono vicendevolmente, nel comune
intento di migliorare. I membri dell’Associazione si alternano con una turnazione quotidiana di Volontari attivi
in struttura, che assicurano così una presenza giornaliera
costante in corsia ed un servizio assistenza alle funzioni
religiose, infrasettimanali e festive.
La nostra preoccupazione è sempre più quella di praticare un’intensa relazione d’aiuto che consenta ai degenti
di recuperare le loro forze vitali, indispensabili, ad una
vita migliore, dopo la malattia. Animati e sostenuti da
profonde motivazioni, continuiamo ad inseguire il nostro
sogno che è quello di essere un vero punto di riferimento
per chi attraversa un duro momento di prova, essendo
colpito nella salute. Siamo più che convinti che il sogno
può diventare realtà solo continuando a diffondere mirati
percorsi di formazione tra volontari nuovi e antichi, certi
come siamo, che nulla può essere affidato al caso.
Il ventaglio di percorsi è ampio ed attraente, prevede approfondimento su Dialogo e Relazione d’aiuto, corsi per
Tutor, riunioni periodiche mensili completamente a carico dell’Associazione, quanto a costi. Il buon livello di
professionalità che abbiamo acquisito è giornalmente riconosciuto dagli Operatori di reparto, dai Caposala e dai
Medici. Gli ottimi rapporti che intercorrono con la Direzione della Casa di Cura, ci lusingano e ci fanno sentire
accolti, benvoluti e apprezzati, in questa benemerita Istituzione che vive nella realtà più grande che è la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
Graziella Paniati e Giancarla Sisti,
responsabili del Nucleo Volontari dell’Unione Samaritana
operante presso la Casa di Cura Ambrosiana
di Cesano Boscone
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Al Parco delle Cave non crescono solo funghi
La tanto temuta “Via d’Acqua” che avrebbe dovuto attraversare
il Parco della Cave di Baggio alla fine è finita in nulla, con lo stralcio dell’opera, giudicata impattante ed inutile da più parti. Ma
sembra non esserci pace, per l’oasi verde baggese. Roberto Gariboldi segnala alcuni lavori entro i confini del parco che hanno
portato alla realizzazione di una vera e propria cittadella, in fondo
a via Broggini, di fronte alla Cava Aurora. Raccogliamo al solito
la segnalazione del nostro lettore, disponibili come sempre a dare
spazio alle eventuali risposte alle questioni proposte.
Roberto Gariboldi
CSA Petrarca
C
osì dice il dizionario della lingua italiana alla voce parco:
“Zona più o meno estesa di un territorio
nazionale, tutelata da apposite leggi che
mirano alla conservazione del patrimonio floristico e faunistico” eppure nel
Parco delle Cave non crescono solo
funghi, ma anche costruzioni.
Ho avuto occasione di ammirare
alcune immagini che mostrano una
bella gettata di cemento sorta rapidamente ai primi di marzo, con sovrapposte casette in legno: nuova
sede degli “Shadow Archery Team
Parco delle Cave”. Confesso di non
conoscere quest’associazione, ma
sono certo che svolga la sua attività
in maniera egregia e utile alla società. Il mio articolo non è quindi
contro quest’associazione, ma contro le stranezze che, secondo me, riguardano la costruzione della loro
nuova e prestigiosa sede all’interno
del territorio del Parco delle Cave,
in luogo di quella precedente, discosta e molto meno invasiva.
Come ho scritto nel primo capoverso, rifacendomi alla definizione
letterale del significato del termine
“Parco”, le aree occupate da un
parco dovrebbero essere destinate
solo alla conservazione del patrimonio floristico e faunistico e queste costruzioni di certo non
rientrano in questa casistica. Leggendo poi il cartello di cantiere, che
mi sembra incompleto in diverse
voci, si scopre che quest’opera è
eseguita da Expo 2015 nell’ambito
di quanto previsto nel “Progetto Vie
d’acqua sud”, e qui mi chiedo cosa
c’entra l’Expo 2015 con gli arcieri?
Vuole forse dotarsi di una milizia
silenziosa per contenere le orde di
turisti? Cosa c’entrano gli arcieri
con le vie d’acqua?
Mi piacerebbe avere una risposta
sensata a queste mie domande, inoltre sarebbe interessante anche conoscere il costo di quest’operazione,
poiché sono tra i contribuenti e non
mi dispiacerebbe sapere come sono
spesi i miei soldi. Dove sono i “No
canal” che tanto giustamente si opposero alla grande boiata del “Canale Expo”? Forse sono protestanti
a tempo determinato? In pochi mesi
hanno perso la voce e non riescono
più a gridare allo scandalo? Oppure
gli si sono chiusi gli occhi e non vedono più cosa accade all’interno del
Parco delle Cave? Mi sembra triste
costatare persone che si sono occupate di una questione seria come la
salvaguardia di questo prezioso
parco cittadino per qualche tempo,
per poi dimenticarselo. Almeno così
sembrerebbe.
Mi si obbietterà che all’interno del
parco esistono altre due sedi di associazioni recintate (Cava Aurora e
Bersagliera). È vero ma, si sa, esistono da molti decenni prima che il
Parco delle Cave fosse pensato e
realizzato (1997).
L’area fu espropriata dal Comune
di Milano nell’aprile del 1998 per
essere integrata nel Parco delle
Cave, istituito nel 1997 dalla
Giunta Formentini e affidato alla
gestione di Italia Nostra. In precedenza, in quest’area c’era la sede in
legno dell’associazione Shadow
Archery Team. Il costruttore, indicato nel cartello fronte cantiere, si
chiama Impresa costruzioni G.
Maltauro SpA. Il Prefetto di Milano
aveva provveduto, con decreto, a
commissariare l’impresa Maltauro,
relativamente ai lavori per le archi-
tetture di servizio del sito di Expo
2015, oggetto dell’inchiesta sulla
cupola degli appalti. Qualsiasi Parco – dal momento
della sua istituzione – è tutelato
dalla Legge per NON essere edificabile entro i suoi confini. Le palazzine in costruzione hanno tutte
basamento in cemento armato e
quindi non rimovibili. Dobbiamo
IV edizione
Gran Galà di Poesia
P
restigiosa premiazione di Poesia alla Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani di Milano, lo
scorso 10 marzo 2015, indetta dall’Associazione Culturale Arte Ba-Rocco di Milano, nella persona del suo
presidente Rocco Basciano con la collaborazione di
Maria Grazia Belloni e Raffaella Palumbo.
Ospiti d’onore Basilio Rizzo, presidente del Consiglio
Comunale di Milano, Franca Schiavon, servizio di Presidenza Consiglio Comunale di Milano, Palma Antonio
Barbalinardo conduttore, Massimo D’Acquisto voce
fuori campo di Rete 4, Vera Atyushkina
velina, Maria Cera Santoro presidente di
Giuria, Lidia Silanos membro di Giuria,
Donato Carissimo membro di Giuria,
Maria Celano presidente Associazione Lucana Magna Grecia e Stefano Marco Licini
pianista-organista del Conservatorio.
Nella manifestazione sono stati nominate altre persone di cui la scrittrice che
attualmente è arrivata a pubblicare il
suo 3° libro (Io ritorno bambina), che le
è stato conferito (dal presidente dell’Associazione Rocco Basciano) il benemerito, di cui si è prestata a consegnare
attestati alle personalità presenti come
anche la numerologa Maria Novella
Paonessa e i vincenti della Sezione:
Aspettando EXPO, che testimoniano con la loro presenza, l’ottima manifestazione.
A giudizio di merito: Sezione A - Poesia a tema libero: 1°
Premio Carla Abenante con la Poesia “Affanni”; 2°
Premio Pierangelo Castellino con “Donna”; 3° Premio
Elisa Bassi con “L’Onda”; 4° Premio Maria Murriero
con “Il Volo delle Parole”.
dedurre, quindi, che per effetto di
Expo 2015, il Parco delle Cave è
stato ridimensionato nei suoi confini ad ovest?
Ora vorrei capire anche qual è il
ruolo del Comune di Milano in
quest’operazione edilizia: il Parco
delle Cave è di proprietà comunale
e quindi l’Ente Expo 2015 avrà
chiesto il permesso all’Amministrazione comunale per effettuare i lavori, ma a quale titolo il Comune di
Milano ha concesso questo permesso? E a quali condizioni? E perché solo a loro e non ad altre
associazioni?
Quest’operazione edilizia nasce
con molti lati non chiari, che
un’amministrazione trasparente
dovrebbe aver già chiarito preventivamente, senza che siano i cittadini a sollevare il problema. I nostri
amministratori cittadini sono stati
delegati da noi, ma non per questo
hanno la facoltà di fare quello che
vogliono senza dover rendere
conto. Ci aspettiamo che questi
quesiti trovino una doverosa risposta al fine di riportare la serenità e
allontanare ogni sospetto da
quest’azione che ritengo, allo stato
dei fatti, non molto chiara.
Attendo fiduciosamente un cenno
di risposta.
Sezione B - Poesia in vernacolo: 1° Premio Guido Verri
con “Lacrim de San Lorenz”; 2° Premio Marianeve
Casciello con “Natale nel mio cuore”; 3° Premio Ermanno Bighiani con “El vecc cassinell”; 4° Premio Filippo Carmeni con “Amuri campagnolu”.
Sezione C - Poesia in lingua straniera: Habiba Zouabi con “Tristesse”; 2° Premio Elisabetta Denti con “Fragments of memories”; 3° Premio Mauro Lacqua con “Escribi”; 4° Premio
Ferdinando Spinelli con “The Spring in The Winter”.
Sezione D - Poesia per giovani talenti: Fausta Marciuliano con
“Mamma”; Premio speciale della Giuria a Isabella Ditaranto con la poesia “Acquerello”. Premio Speciale “Aspettando l’EXPO“ a Leonardo Manetti con la poesia “Olio”,
Cristina Franco con “Foglia”, Maria Grazia Cutaia con ”Il
Silenzio degli Alberi”, Teresa Spagnuolo con “Una Foglia”
e Lucia Bianchi con “La Magnolia Giapponese”.
La cerimonia di premiazione si è conclusa con i ringraziamenti del presidente dell’Associazione Culturale Arte Ba-Rocco, Rocco Basciano, rivolti al
numeroso pubblico intervenuto con un arrivederci
alla prossima edizione del Gran Galà di Poesia.
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8
Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Cani randagi
N
e avevamo fatto giusto un accenno nel
numero scorso. Il problema dei cani
randagi presso Cascina Guascona era tornato
alla ribalta con numerosi avvistamenti diurni
e soprattutto serali di un piccolo “branco”
d’animali liberi. Le autorità competenti,
dopo le numerose segnalazioni, erano intervenute sistemando una trappola per cani
nelle campagne e dobbiamo ammettere
l’azione ha avuto un riscontro.
I due cani nella gabbia poco prima
dell’intervento degli addetti
Tutto è avvenuto la mattina del 21 marzo
quando è giunta in Redazione un’accorata
telefonata “due cani sono nella trappola...”.
Sono state necessarie un paio di settimane
d’appostamenti, ma soprattutto grazie all’ostinazione degli abitanti di cascina Guascona che quotidianamente non hanno mai
fatto mancare l’esca all’interno della gabbiatrappola, spesso preda di altri animali, per
raggiungere un primo risultato. E’ così che
sono caduti in trappola un cucciolo nero meticcio ed un incrocio adulto, subito portati al
canile comunale in sicurezza.
Ma non è finita. Il 24 marzo, pochi giorni
prima di entrare in stampa con il nostro mensile, a cadere nella trappola è stata una femmina, incrocio con un pit bull, mentre
almeno un’altra coppia di randagi è stata
vista vagare nelle campagne attorno. Evidente che, in quest’occasione, l’azione di prevenzione ha avuto i suoi effetti, l’importante
è non abbassare la guardia dopo il tragico
epilogo del marzo 2012 che portò all’aggressione da parte di un branco di cani
diventati selvatici ed alla morte del pensionato Gaetano Gnudi.
Un ringraziamento al Consigliere Comunale
Rosario Pantaleo che ha inviato un esposto
alle autorità competenti sull’argomento.
NOTIZIE FLASH
ambientale, come il Magentino, dentro il
Parco agricolo sud e il Parco del Ticino. E
spiega anche perché entra così deciso nella
polemica tra i favorevoli e i contrari: “Già lo
scorso anno ero intervenuto ad Albairate per
informare che erano stati tolti i fondi per
questa strada e derubricato il progetto.
Un’opera che poteva avere un senso negli
anni Novanta, ma con il passare del tempo
ha visto i costi raddoppiati e 265 milioni di
euro di fondi statali fermi da 20 anni”.
Cova tiene a sgomberare il campo da ogni
dubbio, in proposito: “L’iter è stato semplice
e lineare: nel giugno 2013 il Governo ha
revocato i fondi per la realizzazione dell’arteria. Nell’ottobre dello stesso anno da ‘progetto definitivo’ l’opera è stata derubricata a
‘studio di fattibilità’. Infine, a giugno 2014,
c’è stato un ulteriore passo da ‘studio di fattibilità’ a ‘progetto preliminare’. E questo lo
dicono le carte, non le chiacchiere di chi
vuole strumentalmente cavalcare, dal punto
di vista politico, il malcontento, sia di chi la
vuole, sia di chi è contrario”.
Quindi, per il parlamentare Pd “stiamo parlando del nulla, per ora. Ritorniamo a discutere di questo progetto se verrà nuovamente
finanziata l’opera”.
nche a Roma l’arteria di collegamento
con l’aeroporto di Malpensa fa discutere ed accende gli animi. E’ giunto in Redazione sul tema, in particolare riferito al tratto
Vigevano-Malpensa, un comunicato dell’onorevole Paolo Cova, parlamentare del PD
che riportiamo testualmente.
“Si sta discutendo inutilmente: quella strada
non si farà”: è perentorio Paolo Cova proposito della realizzazione della superstrada Vigevano-Malpensa, che dovrebbe tagliare in
due territori pregevoli, da un punto di vista
Cascina Linterno:
rifiutato finanziamento
La rastrelliera per biciclette
Forse, aggiungiamo noi, la sistemazione
dalla parte opposta della strada, date anche
le dimensioni dell’area riservata ai pedoni
molto ampia, avrebbe potuto accontentare
tutti, automobilisti e ciclisti.
“Che vita nel prato
a marcita”
“È
G
ran bella serata quella promossa da
“Campo! - Università di Milano Campagna” lo scorso 12 marzo presso la Chiesetta di
Cascina Campazzo nel Parco del Ticinello.
Una straordinaria conferenza di Domenico
Barboni dal titolo “Che vita nel prato a marcita!” che si è rivelata un appuntamento eccezionale per chi ama il Basso Milanese
desideroso di approfondire la conoscenza di
uno dei suoi ambiti più significativi. Superstrada
Vigevano-Malpensa:
derubricata e senza soldi
A
Come già accaduto con il bellissimo lavoro sul
ciclo vitale delle lucciole, Domenico è stato in
grado di regalare forti emozioni con immagini
sensazionali, in gran parte inedite, interamente autoprodotte e di notevole valore scientifico. Un ringraziamento particolare da parte
della Redazione, presente con una delegazione, per l’omaggio di Domenico Barboni del
volume “Modo di migliorare le fabbriche dei
formaggi”, la riproduzione di un testo unico
del 1844, promossa dall’associazione il Fontanile di Rodano, riprodotto sia nella sua forma
originale che nella trascrizione.
Un testo di grande valenza storica, non solo
per Rodano, in quanto testimonia l’ambiente
su cui si fondava l’economia del territorio
con l’allevamento delle vacche e la produzione del latte. Il manoscritto, recentemente
rinvenuto in una cascina durante lavori di
ristrutturazione, è stato redatto da Paolo
Grassi che nella prima metà dell’800 cercava di introdurre il cascio granito parmigiano nella produzione locale. Non
mancheremo prossimamente di pubblicare
una recensione del volume.
namento di una di queste rastrelliere ha tuttavia sollevato qualche perplessità con alcune telefonate in Redazione sul tema.
Qualche automobilista incallito, in riferimento alla posizione della rastrelliera in via
Antonio Mosca, quasi antistante il sagrato
della chiesa di Santa Marcellina, ha fatto notare che quella posizione sottrae un posto
auto e, sebbene siamo in una zona a traffico
limitato, in occasioni particolari il parcheggio
nella via è alquanto difficoltoso.
Domenico Barboni, valente naturalista, fotografo e studioso del territorio, ha presentato
la sua ultima fatica descrivendo, con l’entusiasmo e la maestria che lo contraddistinguono, un tema poco conosciuto: quello
della vita in marcita. Un approccio diverso
per illustrare questi straordinari habitat, un
tempo molto diffusi ed ora ritrovabili unicamente in poche aree superstiti del Parco Sud,
delle Cave o del Ticinello. Fontanile
San Martino
francamente incredibile che il consigliere regionale Fabrizio Cecchetti
rilasci fantomatiche dichiarazioni sulla esigenza di tutelare Cascina Linterno con ogni
iversi lettori hanno segnalato che remezzo. Regione Lombardia ha rifiutato di ficenti lavori di livellamento delle camnanziare il progetto del Comune di Milano pagne attorno a Cascina Guascona hanno
che punta al recupero della Cascina, renden- portato all’interramento di parte dell’asta del
dola anche una realtà museale, perché la ri- fontanile San Martino, l’antico corso d’acqua,
tiene non significativa dal punto di vista con la sorgente presso Assiano, che era apculturale”. Lo ha dichiarato il vicesindaco e punto una volta utilizzato per l’irrigazione
assessore all’Urbanistica, Edilizia privata e di questi terreni.
Agricoltura di Palazzo
Marino, Ada Lucia De Cesaris lo scorso 11 marzo. “Nel rigettare il progetto
presentato da quest’amministrazione per partecipare al bando regionale di
valorizzazione del patrimonio culturale, il dirigente responsabile ci ha
scritto – testualmente –
che Cascina Linterno non
è un istituto o un luogo di
cultura”. “Ricordo infine
– conclude De Cesaris –
che il progetto del Comune è già stato approvato da tutti gli enti
competenti, a partire
Il tratto del Fontanile San Martino interrato
dalla Sovrintendenza,
quindi del tutto inutili le continue polemiche Tra l’altro gli abitanti di Cascina Guascona,
sul progetto”.
in particolare i più anziani, sono soliti chiamare il tratto di strada (via Guascona) che sovrappassa il fontanile con l’antico toponimo
“El guàà” ovvero il guado. Un toponimo che
ha origini settecentesche, quando il ponte
della strada non era ancora realizzato e per
passare era necessario attraversare le acque
del fontanile stesso.
nche a Muggiano nelle settimane scorse Pensate la storia di questo toponimo come si
sono state sistemate delle rastrelliere tramanda solo oralmente da diversi secoli,
fisse per biciclette. Fanno parte del pro- ma soprattutto il disagio della popolazione
gramma dell’Amministrazione milanese di di allora quando, anche in inverno, doveva
favorire la mobilità a due ruote in tutta la attraversare un vero e proprio corso d’acqua
città. Ottima cosa per sostenere con la bella per raggiungere il borgo di Muggiano. Era
stagione l’utilizzo della bicicletta. Il posizio- l’unica strada!
D
Muggiano: rastrelliere
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Fontanile
Franchetti
NOTIZIE FLASH
“La scelta di estendere l’orario d’apertura al
pubblico dei mercati generali, dal sabato a
tutti i giorni della settimana, esclusa la domenica – spiega l’assessore al Commercio e
Attività produttive Franco D’Alfonso – rappresenta un segno tangibile della volontà di
Sogemi e dell’Amministrazione di avvicinare sempre di più i milanesi a una realtà
come i mercati generali, che vogliono porsi
quale vero e proprio moderno hub agroalimentare al servizio della città”. “Sono lieto
che l’accordo tra Sogemi, grossisti, commercianti sia fissi che ambulanti – prosegue
D’Alfonso – abbia permesso di superare le
problematiche relative
all’apertura anticipata
alle 4, trasformando
così una criticità in
una concreta opportunità di miglioramento
dei servizi offerti da
Sogemi ai cittadini”.
L’Italia è il primo
produttore europeo
di ortofrutta e l’Ortomercato di Milano è il
principale mercato
all’ingrosso: al suo interno è movimentato
il 10% della merce che
transita complessivamente all’interno di
Le operazioni di pulizia del fontanile
tutti i mercati ortofrutSi tratta dell’unica sorgente di fontanile nel ticoli italiani. La valorizzazione delle eccelComune di Milano, dentro l’anello delle tan- lenze agroalimentari è uno dei punti cardine
genziali, ancora attiva e merita certamente che hanno portato alla realizzazione del conun’attenzione particolare in quanto, per dav- corso internazionale d’idee per la riqualificavero, potrebbe trasformarsi in una piccola zione dell’area del Mercato Ortofrutticolo di
oasi ambientale nella città. Con un modesto Milano. Il concorso è stato lanciato lo scorso
intervento l’area potrebbe essere trasformata mese di ottobre e il progetto vincitore sarà
presentato nelle prossime settimane in una
in zona protetta.
Resta solo un piccolo rammarico... il Co- mostra specifica.
mune di Milano ha imposto alla società im- Il nuovo Polo Agroalimentare di Milano –
mobiliare proprietaria dell’area la pulizia, il che non sarà solo una realtà all’ingrosso ma
lato destro della sorgente, ma ora è il lato un vero e proprio centro di aggregazione
sinistro della sorgente stessa, di pertinenza aperto 24h al giorno – consentirà di valorizcomunale, che necessita di pulizia con aspor- zare la filiera dei mercati locali che fanno
tazione dei rifiuti. Confidiamo che le autorità leva sul rapporto fiduciario con il cliente fimilanesi intervengano quanto prima. Vi ter- nale e che garantiscono maggior capacita di
scelta e qualità per il consumatore.
remo aggiornati.
I
l fontanile Franchetti (noto anche come
Cav Franchett) ha la sorgente accanto al
Campo Robinson, al Quartiere degli Olmi
adiacente via Bagarotti. La sorgente si trova
su area privata e da anni è abbandonata, occupata da orti ormai non più coltivati. Il Comune di Milano ha recentemente intimato
alla proprietà la sistemazione dell’area
stessa, così all’inizio di marzo buona parte
dei rifiuti sono stati asportati, ripristinando
la sorgente, ricca di acqua, che defluisce
verso Cesano Boscone.
L’ortomercato
apre al pubblico
D
a lunedì 9 marzo il mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Milano è aperto al
pubblico anche dal lunedì al venerdì, dalle
ore 10 alle ore 12, in aggiunta alla tradizionale apertura del sabato dalle ore 9 alle ore
11. A stabilirlo la Commissione Mercato Ortofrutticolo riunitasi lo scorso 25 febbraio e
che ha visto la partecipazione dei rappresentati dell’Amministrazione, Sogemi, grossisti,
dettaglianti, ambulanti e produttori agricoli.
I nuovi orari d’apertura al pubblico rispondono alle esigenze espresse da tutti gli stakeholder dell’ortomercato e consentiranno di
ampliare i servizi per i cittadini. Questa misura è una delle numerose iniziative che
sono state e saranno intraprese da Sogemi,
allo scopo di valorizzare le eccellenze in ambito agroalimentare presenti sul territorio,
oltre a rendere più efficiente l’intera filiera e
stimolare un rapporto più diretto e trasparente tra produttori e consumatori.
Pulizie straordinarie
Dalla Terra alla Tavola
S
ta trovando sempre più interesse nella popolazione il mercato agricolo-artigianale
“Dalla Terra alla Tavola” che mensilmente si
tiene presso l’Azienda Agricola Ravelli in via
Edison, 2 a Settimo Milanese. Una decina di
commercianti, anche della nostra zona, in genere nella seconda domenica del mese si ritrovano nel piazzale antistante l’azienda agricola
proponendo i propri prodotti. Si tratta di un
mercato a filiera corta, con la vendita di prodotti direttamente da chi li produce.
È così che nell’edizione dell’8 marzo abbiamo
trovato un’azienda agricola che offriva ortaggi, proveniente dal Piemonte, un’azienda
siciliana con frutta ed agrumi in particolare,
un casaro con i suoi prodotti, salami e prodotti
agricoli dell’Azienda Agricola “La Corte” di
Muggiano. Senza ombra di dubbio è un interessante spunto per cercare di ridurre i costi
in tempi di ristrettezze economiche, senza
perdere qualità dei prodotti alimentari.
E, non dimentichiamolo, il consumatore può
nell’occasione di questo mercato fare un vero
e proprio en plein compiacendo i piaceri del
palato con i prodotti alimentari direttamente
dai produttori, e soddisfacendo la passione
dell’orto con i prodotti in vendita presso
l’Azienda Agricola Ravelli.
A
msa segnala anche che saranno promosse alcune giornate di pulizie straordinarie per i quartieri di Milano. In
particolare per la nostra zona è stato fissato
il 19 aprile quale giornata dedicata a Muggiano - Quinto Romano.
Immaginiamo di vedere schiere di uomini
e mezzi in giro per la città alla ricerca del
minimo rifiuto! Un effetto di Expo, certamente positivo ed interessante, ci dispiace
solo che la manifestazione internazionale
non si tenga tutti gli anni!
Esami gratuiti nelle
Farmacie comunali
F
armacie comunali milanesi aperte a maggio e giugno per i due mesi della prevenzione, con visite gratuite per tutti i milanesi.
Parte il 2 maggio la campagna “I Lions per
Fallimento Consorzio C.E.R.S.
I
la prevenzione”, organizzata dall’Associazione Lions Clubs International – Distretto
108 Ib4 e patrocinata dal Comune, che consentirà a bimbi e adulti di effettuare screening gratuiti per il controllo di udito, vista,
diabete, respiro e osteoporosi. “Puntare sulla prevenzione è fondamentale per tutelare la salute dei milanesi e
questa è un’occasione importante per permettere a persone che hanno meno possibilità di poter usufruire di visite gratuite e
di qualità – ha dichiarato Pierfrancesco
Majorino, assessore alle Politiche Sociali e
Cultura della Salute –. La collaborazione
con le farmacie e il Terzo
Settore rende
possibile e capillare l’azione
di sensibilizzazione e informazione,
consentendoci
di mettere in
campo azioni
che promuovono il diritto
alla salute e rendono concreta ed efficace
la rete per la cura della persona, portandola sempre più vicina ai cittadini”.
La campagna, cui hanno già aderito 35 farmacie Lloyds comunali, ha come obiettivo
quello di sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione, consentendo
anche a chi non ne ha la possibilità, per vari
motivi, di sottoporsi periodicamente a
screening sanitari e di poterlo fare gratuitamente. I milanesi saranno accolti nelle farmacie anche dai volontari dell’associazione
e dai tanti giovani che hanno aderito all’iniziativa e che saranno a disposizione anche
per distribuire materiale di approfondimento e sensibilizzazione. La campagna si
svolgerà anche grazie ad un coordinamento
medico e sarà eseguita da personale sanitario tecnico. Gli screening inizieranno il 2
maggio e proseguiranno fino al 27 giugno.
Per garantire continuità al servizio ed evitare code di attesa, le persone interessate
possono prenotarsi direttamente o telefonicamente presso la farmacia Lloyds comunale dove ha sede lo screening gratuito. Il
calendario con le date di ogni screening e gli
indirizzi delle farmacie sono consultabili su
www.mondolions.org.
Per comprendere quanto sia importante
controllare periodicamente il proprio stato
di salute, basta considerare alcuni fattori: il
glaucoma è una malattia spesso asintomatica che, se non diagnosticata in tempo, può
portare alla cecità; in Italia il 13,7% dei soggetti over 60 (pari circa a 1.600.000 persone)
ha qualche difficoltà nel sentire, con conseguente limitazione alla partecipazione della
vita di tutti i giorni; l’inquinamento atmosferico e il fumo favoriscono la comparsa di
reazioni infiammatorie delle vie aeree che,
se trascurate, possono portare all’ossigenodipendenza, ossia la necessità di respirare
un supplemento di ossigeno per sopravvivere; l’osteoporosi non dà alcun segnale
premonitore, e si manifesta improvvisamente con una delle tipiche fratture “da fragilità ossea”.
Valutare la propensione individuale all’osteoporosi, sottoponendosi a una misurazione periodica della propria “densità
minerale ossea”, può ridurre significativamente i rischi di fratture.
l Tribunale di Monza
con sentenza numero
338, depositata in Cancelleria il 24 dicembre 2014,
ha dichiarato il fallimento
della società Consorzio
Cooperative Edilizia Residenziale e Servizi, più
noto come Consorzio
C.E.R.S.
Il Consorzio, negli anni
scorsi, è stato tra i principali operatori che hanno
realizzato abitazioni nella
Uno dei progetti della CERS a Muggiano
zona di Muggiano e Baggio, ma anche in altre zone della città e dell’hinterland milanese. Il prolungarsi della crisi immobiliare ha certamente contribuito al dissesto
finanziario del Consorzio. L’udienza per l’esame dello stato passivo è
stata fissata al 12 maggio 2015.
I commercianti con, al centro, Patrizia Stringaro assessore al Bilancio ed alle
Attività produttive del Comune di Settimo Milanese
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
Quindi, con l’entrata in guerra
dell’Italia, anche lei è stato destinato al fronte?
“Sì! Si è aperto il fronte nord-ovest
ed il nostro reggimento ha valicato
le Alpi piemontesi per andare a stabilirsi a Lars, appena dentro la
Francia. Ma è durato poco per la
capitolazione della Francia. Lì è arrivato l’ordine di prepararsi per andare in Russia, al quale io mi sono
opposto con decisione, chiedendo
– in qualità d’orfano di guerra – di
essere esentato da zone operative.
Poi, nel momento in cui si erano già
equipaggiati tutti contro il freddo,
è arrivato il contrordine perché i
nostri soldati erano già in ritirata
dal fronte russo e la nuova destinazione era diventata Roma, dove il
nostro battaglione si è accampato
sulle rive del Tevere, vicino a Cecchignola. Ricordo quella che era
definita ‘la marcia di resistenza’
che consisteva nel far percorrere
180 chilometri in cinque giorni a
tutta la divisione. Era il dicembre
del 1941”.
In Sicilia, il Capitano della Compagnia, su suggerimento dell’Aiutante Maggiore del Battaglione,
assegnò il sergente Baroni con
quindici soldati al corpo di guardia di un deposito di carburanti.
La Divisione “Livorno” proprio in
questi luoghi ebbe le più eroiche
imprese, per ben due giorni dal 10
al 12 luglio del 1943 resistette alle
forze alleate tra Monte Zai e
Monte dell’Apa.
altri prigionieri. Gli anglo-americani ci davano una razione al
giorno composta da scatole di
carne e due pani da dividere in
venti. Siccome erano proibiti coltelli e quant’altro, io – che ero uno
dei responsabili di gruppo – tagliavo con una lamiera i grossi pani
a fette, facevo voltare i miei compagni per farne scegliere una di nascosto per non creare differenze
visto che le fette non erano mai per-
Il ritorno a casa nel 1946
“Fui chiamato a rapporto, dal Maggiore inglese, che mi comunicò il
trasferimento con altri 4 soldati ad
un campo di rimpatrio, per esigenze di lavoro amministrativo per
il rientro dei soldati collaboratori.
Era un sabato dopo la conta (che
avveniva tutti i sabati) quando ebbi
la comunicazione del comandante.
Primavera 1942
“Nel mese di marzo 1942 arriva
l’ordine che ci dovevamo preparare
per uno sbarco e siamo andati a Civitavecchia a fare le prove. Di notte
con dei barconi si facevano esercitazioni in previsione di invadere
l’isola di Malta, che gli inglesi avevano occupato essendo vicinissima
all’Italia ed al continente europeo.
Anche in questo caso ho fatto richiesta di non partecipare ad azioni
pericolose e la mia domanda è stata
accettata. Dissi chiaramente al tenente, che era milanese, che io
avrei seguito il battaglione dopo lo
sbarco e lui ha preso atto della mia
situazione. Come per la prima
volta anche in questo caso non se
ne fece niente di quest’ordine e
fummo destinati in Africa, subito
dopo essere stati equipaggiati adeguatamente. Nuovo ordine, per
una nuova destinazione, cancellato
subito dopo per il semplice fatto
che dal fronte africano eravamo già
anche lì in ritirata”.
Cambiamenti repentini ed improvvisi dettati da un andamento sfavorevole del conflitto al quale
eravamo legati mani e piedi?
“Esatto! Penso che, nonostante le
poche notizie per mantenere alto il
morale dei soldati, a quel punto la
guerra per noi italiani era già persa.
Tra le poche notizie c’era quella che
una di due navi Italiane partite per
l’Africa era stata affondata dagli inglesi. Chiuso! La nuova destinazione era Caltagirone, sud-ovest
della Sicilia”.
Luglio 1943
Ma… sostanzialmente per il vostro
reggimento niente combattimenti
fino a questo punto?
“No! Combattimenti niente. Solo
esercitazioni anche se il reggimento cambiava destinazione un
giorno sì e l’altro ancora. Anche
qui in Sicilia non è successo nulla
di grave, fino allo sbarco del luglio
1943. A casa era invece avvenuto
qualcosa di molto importante, bmi
sento ancora orgoglioso. Fu recapitata a mia madre, il 14 aprile
1943, dai Carabinieri una lettera in
cui il Comando del Reggimento,
in occasione della Pasqua, inviava
un assegno di 200 Lire quale premio per l’ottima condotta tenuta
in servizio del Sergente Guido
Baroni. E’ una cosa di cui sono
ancora compiaciuto è un mio personale talismano. Immaginate
quella donna: vedova di guerra,
con un figlio al fronte da tempo
che si vede recapitare dai Carabinieri una tale cifra.... Fece subito
un libretto di risparmio a mio
nome”.
Guido ci mostra quella lettera con
fierezza, conservata in una teca
come un vero e proprio cimelio. E’
poi prodigo di altri aneddoti che,
purtroppo, dobbiamo sintetizzare
per esigenze di stampa.
munizioni talmente enorme da
farci domandare come avremmo
potuto noi italiani solo pensare di
vincere la guerra”.
Guido è come un rullo compressore e racconta aneddoti e iniziative della sua squadra che hanno
lasciato a bocca aperta anche i più
alti gradi inglesi. Idee e soluzioni di
certi problemi che soltanto una
mente italiana avrebbe potuto inventarsi e mettere in atto con i pochissimi strumenti a disposizione.
Pensate che erano talmente considerati che, quando è finita la
guerra, li hanno trattenuti ancora
un bel po’ a coordinare il rientro in
Patria di tutti i prigionieri che
c’erano finché, finalmente, non è
arrivato anche il turno del nostro
interlocutore.
Il quasi centenario Guido Baroni
Fu la dimostrazione che quella
degli anglo-americani non è stata
propriamente, com’è spesso descritta, una passeggiata. Il contrattacco italiano su Gela dell’11 luglio
1943 iniziò dalle basi di partenza
sulle quali si attestarono il 10 luglio i reparti della Divisione “Livorno”.
Ma proseguiamo nel dettagliato
racconto...
“L’assegnazione del mio plotone
era il “Podere San Nicola”, sulla
strada di Gela, che era la residenza
di campagna della famiglia Crisafulli di Caltagirone. Proprio in quel
periodo la moglie del Crisafulli
diede alla luce un figlio, dopo essere fuggiti dalla città bombardata
dagli americani. C’era il suo medico che poteva, grazie ad un lasciapassare, andare dove voleva e
quando è venuto qua per una visita
al bambino ci ha informati dello
sbarco riuscito degli alleati. I tedeschi se n’erano ormai andati, gli
americani avanzavano velocemente ed a noi non rimaneva che
arrenderci. Diedi ordine di raccogliere le armi e con una bomba a
mano le feci saltare all’interno di
un pozzo, per non dover combattere inutilmente contro forze molto
più preparate di noi. Ho lasciato
andare due soldati siciliani, raccomandando loro di non farsi vedere
in divisa, ed ho ordinato agli altri
di rimanere in piedi senza cercare
di nascondersi. Ne avevo sentite
troppe sui soldati allo sbando nella
prima guerra mondiale che venivano fucilati sul posto. Ho detto ai
civili della villa di mettere lenzuola
bianche sui davanzali in segno di
resa. Infine, una volta giunti da noi
e sapendo che a loro interessavano
solo i tedeschi, ho cercato di farmi
subito amico il tenente americano,
indicando dov’era il deposito di
carburanti. Il mio intento era solo
quello di salvare più vite possibili
e non soltanto le nostre. L’ultima
raccomandazione ai miei soldati è
stata quella di abbandonare pure
tutto ma non la borraccia dell’acqua che sarebbe stata essenziale
per la sopravvivenza. Gli Americani ci hanno caricato su delle camionette e durante il tragitto ho
dovuto perfino accettare, oltre a biscotti e cioccolata, anche alcune sigarette nonostante io non fumassi.
Destinazione la spiaggia di Gela da
dove siamo stati imbarcati per Tunisi. Era il 15 luglio del 1943”.
Prigioniero di guerra
“Ecco… questa era la naturale conseguenza di scelte quantomeno
sbagliate. Al mio reggimento è andata bene visto che sono ancora qui
a raccontarvelo. Nella capitale
della Tunisia siamo stati rinchiusi
in un campo sportivo assieme ad
fettamente uguali. Dopo aver consultato i miei compagni abbiamo
deciso di accettare la qualifica di
collaboratori”.
Quindi non eravate più considerati
come prigionieri di guerra?
“Eravamo sempre prigionieri, ma
con libertà di movimenti. Ci
hanno dato una giacca e dei pantaloni contrassegnati da un disco
rosso, per essere riconoscibili, e ci
hanno portato ad Algeri passandoci nelle mani degli inglesi. Eravamo in 120 ed avevamo un nostro
campo. Ci hanno suddivisi in squadre ed io che ero un ‘magùtt’ (muratore) andavo con la mia ad
aggiustare le strade, dipingere le
righe bianche sui tronchi degli alberi e quelle rosse per segnalare un
pericolo… Cose mai viste là e
molto apprezzate”.
La prigionia in Scozia
nel 1944
Quanto tempo era, Guido, che non
tornava a casa?
“Ma… fate un po’ voi i conti. Comunque stavo bene di salute e questa era la cosa più importante. Io ho
sempre pensato che mio padre vegliasse su di me e questa convinzione rimane tutt’oggi. Proprio in
questo frangente era giunto l’ordine che saremmo andati in America e a tutti ci avevano dato una
cartolina da spedire a casa per dire
che andava tutto bene e che saremmo andati oltre l’oceano. Cosa,
invece, che non è successa e ci
hanno sì imbarcato ad Algeri ma
per raggiungere l’Inghilterra e, più
precisamente, Glasgow in Scozia
dopo quindici giorni di navigazione. In pratica con la nave avevamo quasi raggiunto l’America,
per evitare i sottomarini tedeschi.
Dal caldo torrido africano al freddo
scozzese con la stessa divisa che,
per fortuna, ci hanno sostituito il
giorno dopo con la matricola in
bella vista. La mia era P.O.W. 24406.
Dovrei avere anche una fotografia… ve la cerco”.
In pratica voleva dire “Prigioniero
di Guerra numero 24406”, sulla
nuova divisa che era uguale a
quella dell’esercito inglese?
“Sì… Insieme alla divisa ci hanno
anche fornito maglie e calzettoni di
lana scozzese che dovevamo tenere
d’acconto. Ognuno si lavava ogni
capo che doveva essere sempre pulito. Eravamo accampati nella campagna scozzese dove centinaia di
baracche formavano una vera e
propria polveriera. Eravamo come
soldati, ci facevano caricare casse di
munizioni sui camion per essere
trasportate a Londra e negli altri
porti da dove sarebbero partite le
navi per lo sbarco in Normandia.
Una cosa mai vista, una quantità di
Il sergente Guido Baroni
Nel pomeriggio dello stesso giorno
ci fu una partita di calcio con un
reggimento polacco. Dissi a loro
del nostro trasferimento ad un
campo di rimpatrio.... ricordo ancora lo sguardo affettuoso con un
abbraccio simbolico da veri fratelli.
Le prime parole che mi furono rivolte in un italiano stentato furono:
‘Voi non siete più prigionieri, tornate a casa in famiglia. Per noi non
esiste il rientro, la nostra casa sarà
gli Urali’. Era, infatti, questo il destino dei battaglioni polacchi che
avevano collaborato con gli inglesi,
ora che la Polonia era diventata
terra di conquista sovietica. Con il
camion siamo stati tutti e cinque
portati a Linz in Inghilterra, ci
siamo sistemati ed abbiamo preso
contatto con un sergente inglese,
che parlava italiano, il quale ci
spiegò come si svolgeva il rapporto
amministrativo di rimpatrio, il lavoro per il quale eravamo stati inviati lì. Dopo qualche settimana ho
ricevuto una lettera dall’amico
Faustino, già congedato in Italia,
che mi supplicava di trovare l’insulina per il figlio molto bisognoso di
tali cure. Avevo qualche soldo ed,
in una farmacia nelle vicinanze,
spesi tutto in insulina pensando
che tale medicinale (non facilmente
reperibile in Italia) fosse utile anche
ad altri. Il 29 marzo fummo, con
altri 80, trasferiti al porto di Londra
ed imbarcati. Dopo quattro giorni
di navigazione eravamo a Napoli
dove mi sono subito scontrato con
la tragica realtà di un disastroso
dopoguerra”.
Guido, a questo punto quando il
buio sta già calando, sembra essere
il meno stanco di tutti. Si vede benissimo quanto sia la sua voglia di
continuare il racconto ma dobbiamo concludere.
Riusciamo, allora, a sapere che da
Napoli gli appartenenti al gruppo
del nord Italia sono partiti in treno
ed hanno, dopo varie fermate compreso Livorno, raggiunto Milano.
Salito su di un tram con il suo sacco
stracolmo ha chiesto al bigliettaio
come poteva pagare il biglietto,
poiché non aveva più un soldo in
tasca, e lui l’ha guardato prima incuriosito e poi con un sorriso di benevolenza facendogli segno che
non ce n’era proprio bisogno.
Giunto finalmente a Muggiano è
stato accolto dal parroco don Saturnino Villa e da tanti compaesani con grandissima gioia. Una
grande festa in suo onore è stata
messa in piedi, qualche giorno
dopo, per concludere un’avventura straordinaria e quasi incredibile. Era il maggio del 1946 e lui
compiva trent’anni.
Subito dopo i saluti con parenti ed
amici Guido Baroni si è diretto a
Pavia dall’amico Faustino con una
parte della preziosa insulina acquistata in Inghilterra per il figlio del
commilitone. Un gesto di cuore,
senza nulla chiedere, che evidenzia
ancora una volta la grandezza
d’animo di quest’uomo. Il resto
dell'insulina fu consegnato al fratello che la portò in Borletti per
altre persone bisognose.
Una storia che ai giorni nostri fa
molto pensare alle disavventure che
i nostri militari hanno subito. Abbiamo tutti dimenticato il settantesimo anniversario della Liberazione
ma una stretta di mano e un ringraziamento è il nostro congedo. Buon
compleanno Guido!
Un importante riconoscimento
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Festa Europea della Musica
Mariàngeles Expòsito Peinado
Presidente Banca del Tempo di Cusago
a musica è un linguaggio universale, ha la capacità di cemen“L
tare la comunità, di scandire i ritmi e
rinsaldare i legami tra tutti i suoi
membri favorendo la coesione sociale,
di favorire la comunicazione attraverso
il linguaggio non verbale, far esprimere
le proprie emozioni, condividere i propri sentimenti e stati d’animo, ma
anche sviluppare gli aspetti sociali
della persona. La Festa della Musica,
diventa quest’anno un’opportunità per
andare oltre lo spettacolo effimero.
Un’opportunità d’integrazione sociale
rivolta al pubblico di giovani affetti da
diversi handicap e in particolare da
quelli psicologici. Un’opportunità per
permettere alle persone coinvolte di
prendere contatto con il proprio mondo
interno. La Musica Libera!”, con queste parole si presenta la XXI edizione italiana della Festa Europea
della Musica 2015. Italiana perché
la Festa Europea della Musica è
nata in Francia, per la precisione a
Parigi, nel 1982.
La Festa viene lanciata il 21 giugno
(solstizio d’estate) del 1982, dal Ministero della Cultura Francese guidato dal ministro Jack Lang. In tutta
Francia, musicisti dilettanti e profes-
sionisti invadono strade, cortili,
piazze, giardini, stazioni, musei.
Non contenta di rendere solamente
la pratica musicale visibile, la Festa
della Musica è diventata un autentico fenomeno sociale. Dal 1985,
Anno Europeo della Musica, la
Festa si svolge in Europa e nel
mondo. Dal 1995, Barcellona, Berlino, Bruxelles, Budapest, Napoli,
Parigi, Praga, Roma, Senigallia sono
le città fondatrici dell’Associazione
Europea Festa della Musica. Dal 2002 l’Associazione Italiana per
la promozione della Festa della
Musica (AIPFM - www.festadellamusica-europea.it), si occupa di
promuovere l’evento sul territorio
italiano. Pertanto la Festa della Musica non è un festival. È una grande
manifestazione popolare gratuita
che si tiene il 21 giugno di ogni
anno per celebrare il solstizio
d’estate; è una festa aperta a tutti i
partecipanti amatori o professionisti, che desiderano esibirsi di fronte
ad un vasto pubblico, sempre curioso e disponibile.
Attualmente aderiscono alla Festa
più di 300 città nei cinque conti-
Festa Europea della Musica, Corte Madonnina Cusago 2014, I edizione
Seconda edizione a Cusago e Monzoro della Festa Europea della
Musica, una grande manifestazione popolare gratuita che si tiene
il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate. È una
festa aperta a tutti i partecipanti amatori o professionisti, che desiderano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico, sempre curioso e
disponibile. Ci aspettano quindi concerti gratuiti, dilettante o professionista, ognuno si può esprimere liberamente. Una Festa che
appartiene, prima di tutto, a coloro che la fanno. Mariàngeles Expòsito Peinado, presidente della Banca del Tempo di Cusago,
l’associazione che coordina l’evento, ci racconta di cosa si tratta.
nenti, una sessantina in Italia,
dando vita ad una rete distribuita su
tutto il territorio nazionale.Tantissimi concerti di musica dal vivo si
svolgono ogni anno, il 21 giugno, in
tutte le città, principalmente all’aria
aperta, con la partecipazione di musicisti d’ogni livello e genere. Concerti gratuiti, valore del gesto
musicale, spontaneità, disponibilità,
curiosità, tutte le musiche appartengono alla Festa. Un’occasione unica
per musicisti, associazioni, giovani,
allievi e gruppi, per mostrare il proprio talento, farsi conoscere e contagiare le città e i borghi con la propria
passione, dando vitalità e creando
atmosfere magiche in ogni angolo.
La nostra associazione Banca del
Tempo di Cusago ha conosciuto
solo l’anno scorso l’esistenza di
questa festa, grazie alla segnalazione di un nostro socio. Appena
abbiamo capito lo spirito della
stessa abbiamo aderito subito.
Siamo diventati membri dell’Associazione Italiana, coinvolgendo
tutte le associazioni di Cusago e
Monzoro per organizzarsi in un comitato promotore.
L’anno scorso siamo riusciti ad organizzare quattro postazioni musicali, due a Cusago e due a
Monzoro. Hanno suonato una ventina di gruppi per circa otto ore,
con musiche molto diverse tra loro.
L’esperienza è stata molto bella e
anche impegnativa, ma abbiamo
pensato che dovevamo riproporla
anche quest’anno. A gennaio abbiamo invitato tutte le associazioni
di Cusago e Monzoro a far parte
del Comitato Promotore della Festa
per la II Edizione e ci hanno seguito: AVIS Trezzano/Cusago,
Mondine di Monzoro Onlus, Comitato di Monzoro, Chiesa Evangelica
di Baggio e ARCI ‘Il Glicine’ (in
trattativa Rotary Club Cusago).
Siamo diventati soci dell’Associazone Italiana anche per quest’anno
e abbiamo presentato la Festa lo
scorso 12 marzo all’interno della
rassegna I Giovenott... con le Muse
con l’aiuto di Roberto Giuliano e
Valeria Frigerio del Settore Sviluppo Economico e Culturale del
Comune di Abbiategrasso. Perché
abbiamo invitato Abbiategrasso?
Semplice; anche loro aderiscono
alla Festa insieme a Milano, Rho,
Buccinasco, Bergamo, Brescia,
Ranco (VA)... per citare sole le città
quelle più vicine a noi. È stata una
serata molto interessante di confronto e collaborazione.
Finita la prima fase di costituzione
del Comitato, siamo entrati nella seconda fase: coinvolgimento dei musicisti e raccolta delle iscrizioni che
saranno aperte fino al 31 maggio.
Per l’iscrizione è sufficiente mandare un mail con i dati personali o
del gruppo a [email protected].
A seguito della raccolta d’iscrizioni,
saremo in grado di organizzare il
programma musicale e le postazioni
per genere musicale.
Saranno anche fondamentali gli
sponsor, la festa è gratuita, ma ci
sono delle spese, la più salata:
SIAE, oltre all’iscrizione all’AIPFM,
locandine, manifesti, service, affitto
strumenti ecc... Sono aperte anche
le adesioni come sponsor.
La Festa si svolgerà a Cusago sabato 20 e domenica 21 giugno. La
Festa della Musica negli ultimi anni
ha avuto un’importante diffusione
nei Comuni piccoli e medi e per
questo anche l’Associazione Borghi
Autentici d’Italia sostiene l’iniziativa; ma anche il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali sponsorizza l’iniziativa e quest’anno la
Festa di Cusago e Monzoro fa parte
del portale Expo In Città.
Musicisti e amanti della musica vi
aspettiamo per festeggiare l’arrivo
dell’estate accompagnati dalla
Musica.
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
Più spettacoli
al Cristallo
D
al 9 febbraio 2015 il cinema teatro Cristallo di Cesano Boscone ha adottato in
via sperimentale la multiprogrammazione:
ogni giorno della settimana gli spettacoli
sono almeno due (uno pomeridiano, alle ore
16, e uno serale alle ore 21,15), con la possibilità di spettacoli mattutini per le scuole che
ne fanno richiesta. Nei giorni in cui è in calendario uno spettacolo teatrale dal vivo, la
sala nel pomeriggio rimane chiusa.
L’ingresso per gli spettacoli pomeridiani infrasettimanali (da lunedì a venerdì, non festivi) è ridotto per tutti: 5 euro (ad eccezione
degli spettacoli con speciali contenuti complementari: documentari, mostre, film di elevato interesse culturale, concerti etc.).
Il Cristallo intende così venire incontro a diverse esigenze: la possibilità di intercettare
più spettacoli, la volontà di agevolare le persone che hanno difficoltà ad uscire la sera, il
rilancio delle attività con le scuole. Le associazioni e le realtà del territorio che volessero
programmare qualche spettacolo nella fascia
oraria mattutina o pomeridiana, possono
prendere contatto con la direzione della sala
al numero 348.3124205. Passaparola!
Apertura
Santa Maria Rossa
A
pertura straordinaria di Santa Maria
Rossa a Monzoro (Cusago) per Expoincittà. Le visite guidate all’antica Abbazia e ai
suoi affreschi si alterneranno alla premiazione dello stand più significativo della manifestazione “Cusago in fiore”. È quanto
previsto il prossimo 10 maggio, un pomeriggio di visite alla splendida Abbazia trecentesca di Santa Maria Rossa a Monzoro,
abitualmente utilizzata per eventi privati e
solo occasionalmente per concerti.
Sarà un’occasione unica per ammirare le bellezze di Santa Maria Rossa: tour guidati saranno effettuati circa ogni mezz’ora dalle ore
Santa Maria Rossa
NOTIZIE FLASH
15,30 alle 19, in italiano oppure in inglese, al
costo di 5 euro con possibilità di riduzioni (3
euro per chi ha più di 65 anni, gratis per i
bambini fino a 10 anni).
Le visite all’antica chiesa sono organizzate
dalla Proloco di Cusago e dell’Amministrazione comunale e rientrano nel calendario
di Expoincittà, il palinsesto di eventi che
avranno luogo nella Grande Milano durante
i sei mesi di Expo 2015.
Alle 17 le visite cederanno il posto ad una
breve premiazione nell’ambito di “Cusago in
fiore”, la tradizionale manifestazione florovivaistica organizzata l’11 e 12 aprile dalla
Proloco, sui prati antistanti il Castello visconteo di Cusago. L’antica chiesa sconsacrata di
Santa Maria Rossa, oggi proprietà privata e
quindi aperta solo in occasione di eventi programmati, è l’ultima parte rimasta dell’antica
abbazia edificata nel XIV secolo.
Ha una costruzione ad aula unica, con copertura a capanna, ed accoglie un piccolo presbiterio di forma quadrangolare dove
campeggia un grande affresco con il Cristo
circondato dai quattro evangelisti. Ad un artista aggiornato sulla più alta pittura lombarda del tempo, si debbono i due affreschi
con la Madonna e santi e il San Giorgio.
Il nome di Santa Maria Rossa deriva dal colore delle vesti con cui la Vergine è ritratta in
un affresco interno, ancora visibile; altri affreschi, di scuola giottesca, sono attualmente
conservati nella pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.
“In campo
per un sorriso”
A
ncora prima di scendere in campo, Zini
Prodotti Alimentari realtà industriale di
Cesano Boscone ha già fatto una doppietta:
un goal all’insegna della solidarietà e uno all’insegna… del gusto! Il 21 marzo e domenica
22, il Pastificio di Cesano Boscone ha partecipato, in qualità di sostenitore, alla 4ª edizione
del Trofeo PUPI “In Campo per un Sorriso”,
torneo di calcio a 7
over 30 organizzato
dalla Fondazione
PUPI di Paula e Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter, in
favore del progetto
“Lo sport ci rende uguali”: l’obiettivo era di
raccogliere fondi per i bambini residenti nelle
zone disagiate dell’Argentina, contribuendo
a restituire loro e alle loro famiglie la fede, la
dignità e la speranza.
In totale Zini ha messo a disposizione
più di 250 kg della sua esclusiva
pasta fresca surgelata, preparata al
momento dagli Chef del punto ristoro dedicato a pubblico e calciatori.
Un’occasione per una pausa ristoratrice all’insegna dell’alimento
simbolo della cucina italiana, particolarmente apprezzato in ambito sportivo per il suo apporto di carboidrati
che permette di incamerare la giusta
dose d’energie prima d’ogni attività
fisica, ma anche di rifocillarsi dopo lo
sforzo sostenuto.
Per assecondare i gusti di tutti, è stata
predisposta un’ampia selezione di ricette: Gnocchi di patate al ragù, Sedanini alla amatriciana e Ravioli ricotta e
spinaci al pomodoro e basilico, ideali per i vegetariani. Da non perdere poi i deliziosi Sorrisi al basilico, caratterizzati da un morbido e
profumatissimo ripieno racchiuso da un involucro di pasta fresca all’uovo: un inno alla
tradizione mediterranea più autentica.
Da diversi anni Zini Prodotti Alimentari
rientra tra le aziende sostenitrici della Fondazione PUPI: recentemente il Pastificio ha
realizzato la nuova collezione di felpe personalizzate, in vendita a scopo benefico. La
pasta Zini, disponibile in più di 50 formati
presso lo Spaccio Zini di via Libertà 36 a Cesano Boscone, è preparata secondo un metodo particolare che prevede la cottura e la
successiva surgelazione. In questo modo al
momento del consumo è subito pronta: bastano due minuti in acqua bollente, in padella o nel microonde, secondo le istruzioni
riportate sulla confezione.
Sempre presso lo Spaccio Zini di Cesano Boscone si possono acquistare le Salse Zini, una
linea di sughi in piccole scaglie surgelate,
pronti in pochi secondi in padella, a bagnomaria o nel forno microonde e disponibili in
11 ricette della tradizione italiana.
Spaccio Zini Prodotti Alimentari: via Libertà, 36 – 20090 Cesano Boscone (MI). Orari
di apertura: dal martedì al sabato: 9-12,30;
15-17,30 per informazioni: 02.4583546.
Milano: nuove
rastrelliere per bici
Q
uasi 750 nuove rastrelliere in città, di cui
già in funzione 50 a Baggio. E’ la grande
novità in tema di biciclette di questa primavera, oltre alle 1.000 bici elettriche e alle 70
nuove stazioni di BikeMi. Sulle strade di Milano nei prossimi mesi arriveranno 748 nuovi
stalli che ospiteranno ben 3.740 bici. Dal 2011
Palazzo Marino ha già posizionato 592 rastrelliere per 2.995 posti in tutta la città: con
quelli in arrivo, il totale sotto quest’Amministrazione sfiorerà quota 7.000.
“E’ dall’inizio del mandato che lavoriamo
per aumentare le rastrelliere in una città in
cui cresce costantemente il numero dei ciclisti – dichiara l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran –. Questi nuovi
stalli, distribuiti capillarmente in tutte le
zone di Milano, consentiranno un parcheggio più sicuro per quasi 4 mila bici”.
Le prime 58 rastrelliere, tutte da 5 posti l’una,
fanno parte del progetto di riqualificazione
e valorizzazione “Baggio verso Expo”, e
sono già state quasi tutte collocate in prossimità dei punti strategici del quartiere: la pi-
scina, l’ufficio postale, l’ospedale San Carlo,
la biblioteca, il mercato, alcune scuole primarie. L’investimento del Comune è stato di
circa 25 mila euro e la fornitura è stata affidata tramite procedura telematica MEPA.
Attraverso un bando di gara comunitario è
stata affidata inoltre la fornitura di altre 690
rastrelliere, anche queste da 5 posti l’una. Il
Comune, che in questo secondo lotto ha investito circa 332.000 euro, ha già individuato
la collocazione per 263 stalli: 100 saranno collocati al Gate di Cascina Merlata di Expo, 92
nei cortili delle scuole o in prossimità di 28
scuole che hanno aderito ai progetti #Stars e
al #Bicittadini (due iniziative svolte a livello
europeo di divulgazione della cultura della
bicicletta). Gli altri 71 saranno distribuiti a
pioggia in tutte le zone della città, a seconda
delle esigenze più immediate.
Il Nuir (Nucleo intervento rapido del Comune) avvierà la posa di queste rastrelliere
a partire dalle prossime settimane. Parallelamente, il Comune definirà la localizzazione
più opportuna dei restanti 427 stalli, tenendo
conto delle richieste dei cittadini e dei Consigli di Zona. Milano:
al via #nevicata14
S
ono partiti il 17 marzo i lavori di installazione di #nevicata14, la soluzione di architettura partecipata che, nel semestre di Expo,
cambierà il volto di piazza Castello. I lavori dureranno circa sei settimane e finiranno in
tempo per il Salone del Mobile, proprio a pochi
giorni dall’inaugurazione di Expo 2015. Nelle
officine sono già in corso le lavorazioni degli
arredi che abbelliranno la piazza: sedute, punti
luce, panchine, zone d’ombra, alberi in vaso,
piattaforme utilizzabili per attività pubbliche o
di spettacolo, elementi illuminanti, pali segnaletici, il tutto supportato dalla rete WiFi.
Tutte le attrezzature, i dispositivi e le alberature saranno disposte su aree bianche, circolari e di varie dimensioni, tracciate a terra
come grandi chiazze di neve durante un disgelo. Nelle prime settimane l’area recintata
per i lavori sarà ampia, ma diverrà sempre
più circoscritta per non inibire mai completamente la fruizione della piazza.
I lavori di installazione, diretti dal gruppo
Guidarini&Salvadeo + Snark, come anche le
fasi di progettazione di #nevicata14, svoltesi
nei mesi scorsi, saranno un’occasione di confronto continuo tra gli architetti, gli operatori
impegnati nella realizzazione e i cittadini interessati.
Durante i lavori di installazione si svolgerà
una visita guidata per il pubblico in compagnia dei progettisti, programmate per sabato
11 aprile, alle ore 11.30, all’ingresso degli
Expo Gate (durata 1 ora circa).
Il progetto per piazza Castello
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
A Cusago
è tempo di fiori
R
itorna “Cusago in fiore” la ormai tradizionale manifestazione florovivaistica
dedicata agli amanti del verde organizzata
da Proloco di Cusago in collaborazione con
l’Amministrazione comunale. L’11 e il 12
aprile, dalle 9 alle 18, la Corte Madonnina e i
prati adiacenti al castello visconteo saranno
“Cusago in Fiore”
investiti da colori e profumi portati da una
cinquantina di vivaisti specializzati che arriveranno da tutta Italia. Oltre ai vivaisti saranno presenti i prodotti del Distretto Rurale
“Riso&Rane” e la mostra di acquerelli del
maestro Gionata Alfieri. Quest’anno la manifestazione si inserisce nel calendario degli
eventi legati a Expo in Città fregiandosi del
patrocinio dell’Esposizione Universale.
Ma nel paese Visconteo, oltre a fare un’immersione nei colori e nei profumi floreali, domenica 12 aprile gli appassionati del verde
potranno partecipare al laboratorio di orti
urbani “L’orto delle meraviglie” curato da
Marco Corneo mentre sotto i tassi del castello, a partire dalle 16.00, i più piccoli potranno assistere allo spettacolo teatrale “Il
Piccolo Principe” a cura di Dedalus con l’attore e regista Maurizio Brandealese”.
A corollario della manifestazione il mercatino dell’antiquariato e del cibo biologico con
i produttori bio della Franciacorta, della Valcamonica e della Val Nure. Cusago in fiore
non si esaurirà il 12 aprile: il 10 maggio, alle
ore 17, nella storica Abbazia trecentesca di S.
Maria Rossa nella frazione di Monzoro, avverrà la premiazione del vivaista con la collezione d’eccellenza.
Milano: un milione per
i camion inquinanti
M
iconf ine
linead
ilano verso la Low Emission Zone. Ne ha
parlato il 13 marzo l’Assessore alla
Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran
nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Marino, presentando il bando che metterà a disposizione un milione di euro per
l’ammodernamento dei camion più inquinanti. Alla conferenza erano presenti anche
il Vice Presidente di Assimpredil Ance Andrea Lavorato, il Presidente di Legambiente
Lombardia Damiano Di Simine e l’Amministratore Unico di AMAT Maria Berrini.
La Low Emission Zone (LEZ) è uno dei progetti fondamentali contenuti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Il
PUMS, infatti (la cui attuazione completa
permetterà una riduzione complessiva delle
emissioni da traffico pari al 36%) prevede
anche la realizzazione di un sistema in grado
NOTIZIE FLASH
di controllare puntualmente e regolare l’ingresso dei veicoli in città e, quindi, di favorire la circolazione di quelli con i migliori
standard ambientali. Con una delibera approvata, il Comune stanzia, a partire da fine
marzo, un milione di euro di incentivo per
l’installazione di filtri antiparticolato sui veicoli più inquinanti.
“I camion superiori a 3,5 tonnellate
rappresentano una delle maggiori
fonti di inquinamento in città, perché purtroppo in questo comparto
registriamo un forte ritardo nel processo di ammodernamento, richiesto
peraltro dalla normativa antinquinamento attualmente in vigore – ha
dichiarato l’assessore Maran –. Nonostante le norme emanate dalla
Regione Lombardia in tema di prevenzione e riduzione delle emissioni, infatti, mezzi molto inquinanti
di grandi dimensioni continuano ad
entrare a Milano. Noi abbiamo un
nuovo obiettivo ambientale: ridurre
gli autocarri inquinanti in città. Per
questo è necessario creare una Low Emission
Zone, sul modello londinese. Non si può pensare di cambiare ed ammodernare i camion
lombardi all’improvviso, ma è necessario un
lavoro a tappe serrate condiviso con le associazioni di categoria per ottenere risultati
qualificanti”. Camion in città
L’attuazione completa del progetto LEZ, realizzato con fondi europei e ministeriali nel
quadro di progetti per l’infomobilità, per la gestione delle merci pericolose, e per la difesa
della qualità dell’aria, prevede l’installazione
di 100 varchi elettronici, posizionati all’ingresso della città. Sulla base di analisi ambientali mirate, sviluppate nell’ambito del progetto
pilota Converse (CONtrollo dinamico dei VEicoli merci e da lavoro con Sistema Real time di
Segnalazione Ecologica), finanziato con fondi
del Ministero Ambiente nel quadro del PRIA
(Piano Regionale Interventi per la Qualità
dell’Aria), e grazie al Protocollo sottoscritto
con Regione Lombardia e Assimpredil ANCE
l’anno scorso, si prevede inoltre di sperimentare, in particolare sul comparto dei veicoli pesanti, tecnologie e sistemi di controllo quali
apparati di bordo (OBU – On Board Unit) in
grado di rilevare le effettive percorrenze effettuate e le rotte seguite dai veicoli.
L’obiettivo è appunto quello di integrare
queste tecnologie più “dinamiche” con sistemi di controllo del traffico esistenti e futuri (come Area C e la LEZ) e di definire,
anche ispirandosi a modelli come quelli della
Grande Londra, nuove politiche di regolazione della circolazione, utilizzabili anche
nell’area più vasta, che favoriscano la circolazione di mezzi meno inquinanti e la rego-
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lazione delle rotte per quelli più ingombranti
o trasportanti merci pericolose.
In questo contesto il Comune istituisce un
bando, che sarà pubblicato sul suo sito e si
chiuderà a giugno, dotato, grazie ai fondi
Converse, di un finanziamento complessivo
di un milione di euro, destinato a favorire
l’acquisto e l’installazione di filtri antiparticolato su veicoli merci da lavoro alimentati a
gasolio, classe Euro 0 ed Euro 1. Potranno beneficiare del finanziamento i veicoli merci da
lavoro appartenenti alle categorie N2 ed N3
di classe Euro 0 ed Euro 1, con sede legale o
operativa in Lombardia, che aderiranno alla
sperimentazione di Converse e installeranno
le vetrofanie e gli OBU messi gratuitamente
a disposizione.
Festa della Donna
2015
D
omenica 8 marzo presso l’associazione
Amici del Quadrato in via Antonio
Mosca 189 Milano, alla presenza di un numeroso pubblico è stata inaugurata una mostra
d’arte dal titolo “La Festa della Donna 2015”.
Alla presentazione di questa manifestazione il
giorno 8 marzo erano presenti oltre agli artisti
partecipanti numerosi pittori cui è stato consegnato un attestato personalizzato con un
piccolo cenno critico redatto da Gennaro Montanaro inerente le opere presentate ed esposte
presso la sala espositiva dell’associazione.
L’elenco dei partecipanti. Pilar Segura
Badia: Il paesaggio, le vedute montane e
delle marine sono rappresentate con naturalezza e spontanea gestualità.
Isabella Ditaranto: L’artista cerca di trasmettere con le sue immagini e attraverso le proprie ispirazioni adoperando i colori molto
ricercati ed i più appropriati nelle cromie dell’acquerello.
Ivana Gazzetta: La figura è trattata con un
profondo studio di ricerca psicologica tanto
da farci comprendere quali siano stati i sentimenti delle sue ispirazioni sempre diverse
e sempre rivolte al sociale.
Graziella Ghisletti: Le profondità prospettiche
e il variare delle composizioni, dimostrano
come l’artista sia alla ricerca di una ispirazione sempre diversa e più profonda, per trasmetterla in modo semplice ma elegante.
Graziella Fraschini: Nel monocromo sa esprimere la sua personalità facendo risaltare i
suoi personaggi attraverso ombre e luci che
si delineano accarezzando la forma e dando
molto rilievo alla sostanza.
Maria Luchetta: Nelle sue figure senza dubbio troviamo quel fascino che inchioda lo
spettatore, lo incuriosisce lo incalza il colore prende il sopravvento e diventa dominante con i
suoi colori dai toni caldi e forti.
Domenico Porpora: Quando affronta le figure, pur lasciando
molto spazio all’immaginazione
con un sapiente uso dello sfumato,le caratterizza con alcune
movenze ben definite che le fanno
diventare affini tra loro.
Francesco Adduci: Quando tratta
temi ambientali,preferisce la campagna con gli sfondi messi in evidenza da una prospettiva creata
da macchie di verde ed acque azzurre. In queste composizioni le
figure di contadini o pescatori sono il filo conduttore delle sue opere.
Mario Locatelli: La visione della realtà, i temi
ambientali, la campagna viene messa in evidenza da una prospettiva creata da macchie
di verdi e acque cristalline la dove il cielo azzurrino si specchia e va ad illuminare tutto il
paesaggio.
Salvatore Cangemi: Attraverso la sua tavolozza, l’artista ha voluto fare un omaggio a
questa giornata particolare riuscendo a cogliere nel segno gli aspetti odierni facendo
trasparire la solitudine, la malinconia nascosta da una mascherina, la riflessione.
Malfitano Elena: Aspetti di natura, motivi paesaggistici, situazioni della quotidiana esperienza umana passano al vaglio attraverso la
sensibilità dell’artista, che li rende interpreti
della propria emozionalità in una narrazione
pittorica intensa armoniosa e luminescente.
Maria Robles: Gli aspetti sociali dei due giovani innamorati circondati da uccelli roteanti
in campiture fiorite e l’estremo concetto della
vecchiaia fanno riflettere sulla natura e sulla
vita. L’artista vuole raccontare con i suoi dipinti i motivi esistenziali della vita quotidiana umana. Le sue opere esprimono
espressioni di sentimenti positivi.
Mercoli Gabriella: Del paesaggio, delle vedute montane e delle marine l’artista vuole
trasmettere il suo afflato attraverso una straordinaria e suggestiva visione il loro forte valore rappresentativo della natura. Essa è
vista con naturalezza e dipinta con spontanea gestualità.
Elisa Frigerio: Trasforma il sogno in immagini deliziose di fioriture ed un paesaggio
che si dissolve nell’orizzonte, mentre un normale divano è dipinto con una pittura immediata, impetuosa ed carica di energia. Le loro
disposizioni si esaltano attraverso una coloristica capace e nel contempo equilibrata.
Diiana Selena: La trasformazione dello spazio-temporale è circoscritto in volute forme
geometrizzanti che danno all’opera un certo
movimento plastico che sfociano in una figurazione in chiave antropomòrfà. L’artista si
avvale del colore, il suo mezzo espressivo,
vivo, ma soprattutto capace di determinare
la vita della forma.
Carlo Golia: I suoi nudi sono la materia preziosa senza mai essere sofisticata, consente,
con intima grazia, questi esiti che illuminano
un linguaggio sensibile, colmo di vibrazioni
non solo per gli occhi, lo spazio lirico della
sua vocazione è in una ricerca assidua ed elegante per dare alle sue opere l’appellativi:
Nessuno Tocchi Eva.
Ivanoe Caramella: Uno degli aspetti che maggiormente invitano al confronto con la sua pittura consiste nella capacità di cogliere il vero
sotto qualsiasi apparenza si identifichi, una
natura morta, un paesaggio oppure di una figura umana in atteggiamento di riposo in ogni
uno di essi emerge il profilo di una pittura che
vale l’intensità delle sue emozioni.
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
L’Angolo dello “Speziee”
Ectoparassiti
nel cane e nel gatto
Dott.ssa Roberta Radaelli
[email protected]
I
n Italia i parassiti più comuni
degli animali domestici sono le
pulci, distinti in quelle del cane e
quelle del gatto, pidocchi succhiatori e masticatori, zanzare, flebotomi come i papatacci, mosche,
zecche e acari.
La pulicosi è l’infestazione da pulci,
esse si nutrono di sangue, è sicuramente quella più diffusa. Oltre a
causare anemia in forma grave e talvolta mortale, soprattutto in animali
giovani e in quelli debilitati, le pulci
possono trasmettere importanti malattie infettive. Malattie dermatologiche secondarie al grattamento,
malattie allergiche per reazione agli
antigeni che inoculano durante il
morso, come la dermatite allergica
al morso di pulce o Dap. Le pulci, infine, sono responsabili della trasmissione della principale tenia del
cane e del gatto, quando sono ingerite durante il leccamento del mantello. Per questo, spesso, l’animale
con le pulci è anche infestato da
questo endoparassita e si dovrebbe
procedere al controllo delle feci e
l’eventuale sverminamento.
Tra le principali malattie infettive
trasmesse dalle pulci nella specie
felina ci sono la bartonellosi, trasmessa anche all’uomo tramite
graffio o morso quando nella lesione vengono inoculate le feci
delle pulci, che non sono altro che
il sangue digerito ed espulso dalle
pulci, l’anemia infettiva felina, diffusa prevalentemente nelle colonie
di randagi e sporadicamente anche
nei gatti di casa infestati da pulci e
può portare alla morte del gatto, se
non diagnosticato celermente.
Le pulci sono causa anche della Dap,
ovvero allergia alle pulci. I sintomi
della dap sono un prurito generalizzato, localizzato soprattutto a livello della base della coda, dove
i continui grattamenti dell’animale originano zone alopeciche
o ipotricotiche e lesioni crostose.
L’infestazione deve essere sempre sospettata se il nostro animale si gratta, si lecca, si
mordicchiano si sfrega su superfici ruvide. Per confermarla
è necessario visualizzare il parassita sulla cute, più facile da
vedere nella zone con meno
densità di peli, come il ventre. In
casi d’infestazione modesta è
più utile trovare le feci della
pulce, visibili come detriti scuri
raccolti con spazzolamento, se inumiditi ritornano ad essere sangue.
Nel trattamento della pulicosi si distinguono due classi di molecole,
quelle che prevengono l’infestazione e quelle che portano la morte
del parassita dopo che lo stesso si
nutre del sangue dell’ospite. Ricordo che non tutte le molecole
adatte al cane lo sono anche per i
gatti, ciò dovrebbe essere tenuto
conto dai proprietari di entrambe le
specie. Il ciclo vitale della pulce, secondo le condizione ambientali, si
può compiere in 14 o 140 giorni.
Arte in movimento
nella raccolta dei rifiuti
Lo sviluppo delle uova da larve ad
adulti, può essere facilitato in casa
dal riscaldamento e dai tappeti e
moquette presenti, nel periodo invernale, mentre tra la primavera e
l’autunno il ciclo si può sviluppare
tranquillamente all’esterno delle
abitazioni. Importante perché il
trattamento dell’infestazione sia ef-
ficace bisogna trattare e lavare bene
anche cucce, plaid, divani etc. in
contatto con l’animale ed ovviamente tutti gli animali presenti in
casa. La profilassi deve essere fatta
tutto l’anno per i soggetti con dermatite, mentre per i soggetti non allergici basta farla dalla primavera
all’autunno inoltrato.
Più raramente si può avere la pediculosi, infestazione da pidocchi ma
non trasmissibili all’uomo. I pidocchi masticatori si nutrono di scorie
della cute, i succhiatori si cibano di
sangue dell’ospite.
Sempre più diffusi tra noi gli animali domestici e con la bella stagione si ripresentano alcune infestazioni fastidiose dei nostri piccoli amici. I parassiti esterni del cane e del gatto, meglio detti
ectoparassiti, comprendono numerose specie di artropodi, cioè
insetti, come le pulci, i pidocchi, le zecche e gli acari. Questi parassiti sono importanti, perché possono causare lesioni cutanee
o sistemiche (come nel caso di parassiti ematofagi), indurre reazioni allergiche, oltre a veicolare agenti patogeni di diversa natura
e infestare anche l’uomo. Nel parliamo con la nostra esperta.
Le infestazioni negli animali delle
nostre case è poco comune. La femmina depone le lendini a poca distanza della cute e l’infestazione
avviene per contatto diretto tra animale infestato o brandine o spazzole. Particolare attenzione al
pidocchio masticatore che è il veicolo che può trasmettere una tenia
specifica al cane. Sintomo della pediculosi è il forte prurito indotto e
il mantello opaco, la prevenzione è
la miglior arma.
Per ciò che riguarda le punture
di flebotomi, zanzare e mosche, non sono veri e propri
ectoparassiti, ma la loro importanza risiede nel fatto che sono
vettori di malattie infettive e
parassitarie con la loro puntura. I flebotomi, presenti in
gran parte del bacino mediterraneo, sono vettori di protozoi
appartenenti alla leshmania. I
papatacci, sono più attivi nelle
ore dell’alba e del tramonto. La
sintomatologia più frequentemente può essere cutanea, renale, oculare, muscolare,
intestinale. Con adeguato trattamento il cane infetto può essere
guarito clinicamente anche se il parassita rimane nel cane.
La leishmania infantum può infettare
anche l’uomo, soprattutto bambini
e individui immunodeficienti. La
vaccinazione rappresenta la miglior
strategia di controllo. Al mondo ci
sono più di 3500 specie zanzare, le
loro punture causano fastidi, ma
una in particolare è la causa della filaria cardiopolmonare. Con la puntura inocula un parassita che allo
stadio adulto si localizza prevalen-
Divisione Servizi ambientali di IdealService) e Christian Migliorati (direttore generale del Consorzio).
Il mezzo speciale personalizzato è già entrato in funzione e
progressivamente sarà fatto circolare per il servizio di raccolta porta a porta nei 18 Comuni serviti: Albairate, Arluno,
Bernate Ticino, Besate, Bubbiano, Busto Garolfo, Calvigna-
A
rte e gestione integrata dei rifiuti, un connubio possibile.
Continua a 360° la rivoluzione della gestione integrata
del ciclo dei rifiuti nell’Est Ticino da parte del Consorzio dei
Comuni dei Navigli, che interessa 18 Comuni con un bacino
di circa 110 mila abitanti. Lo scorso 24 marzo, ad Albairate,
dove si trova la sede del Consorzio, è stato inaugurato il
nuovo mezzo speciale di raccolta Supermidicar Double (bivasca) personalizzato con una colorata serigrafia, realizzata dal
noto artista, pittore e scultore italiano Ugo Nespolo, che richiama simboli della città di Milano come il Duomo, in vista
della manifestazione universale Expo Milano 2015.
Questa singolare iniziativa è stata voluta da IdealService, la
nuova società appaltatrice affermata a livello nazionale che
per la prima volta ha commissionato, alla società produttrice
degli speciali automezzi, questa forma di “Arte in Movimento”, per rendere omaggio all’Est Ticino e in generale
all’area metropolitana milanese che ospiterà l’Expo. All’inaugurazione dello speciale mezzo bivasca personalizzato sono intervenuti, tra gli altri: Carlo Ferré (presidente
del Consorzio dei Comuni dei Navigli), Giovanni
Pioltini (sindaco di Albairate), Fabrizio Fontana (direttore
temente nelle arterie polmonari, determinando insufficienza cardiaca e
polmonare. Le punture delle mosche possono determinare dermatiti, ma anche miasi, ovvero
infezione sostenuta dalle larve di
mosca che si schiudono dalle uova
deposte, soprattutto nelle parti
umide dell’animale.
Dopo le pulci le infestazioni più importanti sono quelle delle zecche
dure, in Europa ne esistono ben 12
specie. Le zecche femmine si nutrono di sangue per portare a termine il loro ciclo riproduttivo.
Quando ha succhiato sufficientemente il sangue, si stacca dall’ospite
e depone le uova nell’ambiente.
Sono responsabili della trasmissione di numerose malattie.
Dato che le malattie passano attraverso la saliva è molto importante
che la loro rimozione avvenga
senza provocare il rigurgito del
loro pasto all’interno dell’animale
o dell’uomo. Quindi vietato usare
olio o altri sistemi di soffocamento
della zecca, bisogna invece prendere una pinzetta afferrare l’acaro
il più vicino possibile alla cute,
stringerlo saldamente ed estrarlo
ruotandolo, facendo attenzione ad
estrarre anche l’apparato boccale.
Ammetto che nel pelo è difficile
trovare ed estrarre l’animale,
quindi consiglio la prevenzione.
Sottolineo che l’uso d’antiparassitari deve essere sempre consigliato
dal veterinario o dal farmacista per
evitare di dare molecole incompatibili con la specie da trattare.
Spero di esservi stata utile, rinnovo l’appuntamento al prossimo
numero.
sco, Casorate Primo, Cassinetta di Lugagnano, Castano
Primo, Cisliano, Corbetta, Cusago, Mesero, Morimondo, Ozzero, Vanzaghello e Vittuone. Dopodiché sarà anche esposto
in occasione di eventi nel territorio nazionale.
IdealService dal mese di febbraio espleta la raccolta porta a
porta dei rifiuti urbani con un servizio innovativo caratterizzato dall’introduzione di una tecnologia avanzata che
permette per ogni utente la rilevazione elettronica puntuale
e affidabile dei conferimenti in uno speciale contenitore denominato “mastella”.
A pieno regime nei 18 Comuni serviti saranno operativi 25
mezzi speciali, compreso quello personalizzato con la serigrafia di Nespolo.
Quinto... che Legge
L’
Da sinistra: Giovanni Pioltini, Fabrizio Fontana, Carlo Ferré
e Christian Migliorati
associazione Culturale e Assistenziale Quinto... che
Legge nei mesi di aprile e maggio intensificherà il doposcuola dal lunedì al venerdì tutti i pomeriggi dalle 15 alle
17. Inoltre, per i soci, saranno impartite lezioni private delle
seguenti materie: italiano, matematica, fisica, inglese, francese, tedesco e corso d’inglese per ogni età (ogni mercoledì
dalle 18,15 alle 19,15).
L’evento di maggio sarà la presentazione del libro “Per
amore di Sonia ho viaggiato nel tempo” sabato 23 maggio
alle ore 17.
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Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
SPORT & DINTORNI
Ancora
tutto
da decidere
perché la squadra granata si disunisce, perde concentrazione e dieci
minuti dopo rischia addirittura il
pareggio, fortunatamente Panada
ci mette una pezza, e di piede evita
il gol. Nei minuti finali, arriva il 3 a
1 di Maietta, a scaricare la tensione,
ed assicurare la vittoria.
Lions
Muggiano
Q
P
1
3
osta piena per il Muggiano, che
resta aggrappato alle prime posizioni della classifica, in piena
corsa per un posto nei play-off.
Partita che inizia in maniera piuttosto scialba, ed al 19’ un’uscita errata di Panada crea un brutto
rischio per la porta granata. Fortunatamente la conclusione è alta
sopra la traversa.
Fiammata muggianese alla mezzora quanto Botticella, su punizione dal limite, centra in pieno
l’incrocio dei pali. I padroni di casa
si fanno pericolosissimi, dopo cinque minuti, con un’azione in velocità che coglie una difesa granata
piuttosto sonnolenta. Anche questa
volta la conclusione è fortunatamente fuori, ma che spavento!
L’intervallo arriva a proposito, perché la ripresa vede un Muggiano
un po’ più tonico, e da subito alla
ricerca della vittoria necessaria per
consolidare la posizione in classifica. Il vantaggio arriva dopo otto
minuti, con un colpo di testa di Saponaro, direttamente da una lunga
rimessa con le mani di Polenghi.
E’ lo stesso Saponaro che si ripete
dopo due minuti, questa volta con
un gran tiro da fuori area. Il due a
zero sgonfia un poco la pressione
muggianese, ed infatti al 25’, subiscono il 2 a 1 su un veloce contropiede. Nell’occasione si fa pure
espellere Genovese, per una scellerata ed inspiegabile reazione sul
giocatore che aveva segnato. Episodio che potrebbe costare carissimo
Muggiano
Gescal Boys
2
0
uesta volta è una vittoria convincente quella che si merita il
Muggiano, forse addirittura avara
nel risultato. Partono a mille i granata e, dopo tre minuti, Raimondo
coglie una clamorosa traversa con
un tiro al volo dopo un pregevole
controllo di petto. Passano cinque
minuti ed è la volta di Tessarin a
prendere la traversa con una conclusione da dentro l’area.
Insistono i granata, che sembrano
in pieno controllo della gara, ed al
25’ colgono il meritato vantaggio
con Tessarin che di testa, su cross di
Botticella, non sbaglia. Accelera ancora il Muggiano cogliendo l’evidente difficoltà degli ospiti, ed alla
mezzora raddoppiano per merito
di Botticella con una conclusione
dal limite.
La partita, in pratica, finisce qui
perché nella ripresa gli ospiti cercano una timida reazione, con
scarsi risultati, ed il Muggiano controlla senza particolari patemi.
Nessun’azione degna di nota fino
alla fine e sono altri tre punti per i
muggianesi.
Grossman
Muggiano
2
2
su Raimondo lanciato a rete. La ripresa inizia nei migliore dei modi
per i granata. Infatti, dopo nemmeno due minuti, realizzano ancora con Botticella che conclude dal
limite.
Il raddoppio ha il potere di addormentare il Muggiano che subisce il
2 a 1 dopo cinque minuti. Sugli sviluppi di un corner la palla è rimpallata in una confusione generale,
sbatte sulla traversa, ritorna in
campo e finisce sul piede di un giocatore del Grossman, che senza
quasi accorgersi realizza una rocambolesca rete. Reagisce il Muggiano
e, nel giro di due minuti, costruisce
due occasionissime con Raimondo
ma la prima è sciupata con un colpo
di testa alto da favorevole posizione
e la seconda è “buttata” a lato, solo
davanti al portiere.
Al 20’ un’inutile quanto ingenuo
fallo di Minnuto (il giocatore avversario stava uscendo dall’area!)
costa un rigore contro il Muggiano,
ed è 2 a 2. Gli ultimi minuti vedono
il Muggiano a testa bassa nella disperata ricerca del gol, per i tre
punti, ma due volte Savasto ed una
Raimondo non riescono sfruttare
ghiotte occasioni. Due punti buttati
per il Muggiano che, alla fine, po-
trebbero essere (speriamo di no)
fondamentali.
Fornari
Muggiano
P
1
6
unteggio tennistico per il Muggiano nel recupero serale della
giornata di febbraio sospesa per
neve. Nemmeno il tempo di iniziare la partita, ed il Muggiano alla
prima azione passa in vantaggio.
Zanini anticipa tutti ed insacca l’1
a 0. Al 15’ Botticella sbaglia un
disimpegno difensivo ed inavvertitamente serve un giocatore
avversario, che non ha molte difficoltà a siglare il pareggio. Alla mezz’ora ci pensa ancora Zanini a
centrare il bersaglio, anticipando di
testa i difensori avversari e portando il Muggiano al vantaggio.
Sul finire del tempo, è Bonticella a
siglare il 3 a 1 con una conclusione
dal limite dell’area.
Ripresa e dopo otto minuti è ancora
Zanini a realizzare il 4 a 1 (tripletta
per lui) raccogliendo dentro l’area
un’invitante assist di Cerami. Cedono vistosamente i padroni di
casa, e le occasioni per il Muggiano
si susseguono. Al 15’ una punizione
CLASSIFICA
Calcio 3 a Categoria
Campionato 2014-15
Carducci*
Viscontini
Muggiano
Baggio Secondo*
Accademia Settimo
Iris 1914*
Gescal Boys
Lions Milano
Fiera
Grossman*
Nuovo Atl. Gunners
Fornari Sport
Virtus Cornaredo*
51
51
45
45
44
40
31
20
14
14
12
9
8
* Una partita in meno
di Botticcella filtra in area e, senza
che nessuno la tocchi, finisce dentro
per il 5 a 1. A cinque minuti dal termini è la volta di Savasto, che salta
anche il portiere, ed è il 6 a 1 che
chiude definitivamente i giochi.
Maurizio Baroni
Podismo Muggiano
A
llenamenti di carico in vista della maratona di
Milano del 12 aprile terminati. Le ragazze ed i
ragazzi del Podismo Muggiano hanno accumulato
una quantità tale di chilometri che voleranno verso il
traguardo dei 42 km.
I
ncredibile ed inaspettato pareggio per il Muggiano contro una
squadra che occupa gli ultimi posti
della classifica. Sia chiaro, da subito, il Grossman non ha rubato
nulla, è il Muggiano che è stato ingenuo oltre che “bruttino” nel
gioco. Inizio di gara abbastanza intenso, ma occasioni zero fino al 39’
quando Tessarin spacca la partita
realizzando un rigore per un fallo
Abbraccio
Vigevano
A marzo, domenica 15, abbiamo corso la mezza maratona di Vigevano, la Scarpa d’Oro. Bellissimo percorso dallo stadio comunale fin dentro il castello
visconteo, piazza Ducale, sponde del Ticino ed arrivo
ancora dentro lo stadio. Sempre primo il nostro keniano bianco, classe 1962, Francesco Donvito, con il
tempo di 1h 26’ 59”, 8° di categoria. Nelle ragazze, 27a
di categoria per Heba Ismail, che ha chiuso nel tempo
di 1h 55’ 25”, infine Paolo
Petrosillo, 31° di categoria con il tempo di 1h 33’
38”, a seguire tutto il
gruppo, bravissimi.
Molte uscite da Muggiano al Parco delle Cave
/Boscoincittà/Trenno e
ritorno. Il mese di marzo
si è concluso con la Stramilano, domenica 29,
dove il Podismo Muggiano ha messo in pista
ben 33 atleti.
Giuseppe Ciappina
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16
Aprile 2015
Muggiano
& dintorni
EXPOniamo il “Marchiondi”?
“Piacere, Milano” propone ai milanesi di guidare i visitatori nella
scoperta di nuovi itinerari cittadini. Il New York Times ha proprio
indicato Milano come la città da visitare nel 2015. Dagli Stati Uniti
arriveranno 700 mila visitatori. Potrebbero visitare l’ex Istituto
Marchiondi il cui modello è esposto al MoMA (Museum of Modern
Art di New York), ma è sconsigliato per ora. La proposta di
Walter Cherubini.
Walter Cherubini
Centro Studi ConMilanoOvest
I
niziativa interessante quella di
“Piacere Milano” (www.piaceremilano.it), presentato dall’agenzia Clinc, dalle cooperative sociali
La Cordata e Spazio Aperto Servizi e
dal gruppo Alta-via, che propone
ai milanesi un ruolo da protagonisti dell’ospitalità verso i visitatori
in arrivo per Expo 2015, tra l’altro
facendo scoprire nuovi itinerari
cittadini (progetto “la Mappa”).
Cosa che potrebbe ben associarsi
al fatto che il New York Times ha
indicato Milano come la città da
visitare nel 2015 e si stima che
dagli Stati Uniti arriveranno circa
700 mila visitatori.
Magari, qualcuno sarà stato anche
al MoMA-Museum of Modern Art
di New York ed avrà visto il mo-
dello dell’ex Istituto Marchiondi, lì
esposto e potrebbe programmare
una visita “dal vero”. Quella dell’Istituto Marchiondi, in via Antonio Mosca a Baggio, è una storia
che nasce nel 1954 quando, a seguito dei bombardamenti che distrussero la sede in via Quadronno,
l’Opera Pia che gestiva l’Istituto
Marchiondi Spagliardi, il cui scopo
era di ospitare “ragazzi difficili”,
senza famiglia o provenienti da nuclei familiari disagiati, e garantir
loro un’educazione, anche scolastica, bandisce un concorso ad
inviti per la realizzazione della
nuova sede.
Il progetto di Vittoriano Viganò
coniuga un’architettura innovativa (“brutalista”, accolta tra i capolavori del Novecento) con una
concezione educativa nuova, che
l’architetto sintetizza nella mancanza di muri (“I ragazzi non
“Identità Milano”
e Periferie
“Brand” è una parola strana e Milano un “operoso alveare con tante celle che non comunicano tra loro”. L’architetto e senatore a vita
Renzo Piano avvierà un progetto di “rammendo” delle periferie al Lorenteggio. Ma
anche negli altri quartieri “periferici” ci sono tanti
“aghi” e molto “filo”. Milano saprà utilizzarli?
“B
rand”… è un termine che non ha
molto convinto anche parte dei 60 relatori al “Forum Brand Milano”, un appuntamento promosso dal Comune e organizzato
dal Comitato Brand Milano in collaborazione
con Triennale e Università Statale, svoltosi gli
scorsi 19 e 20 febbraio nella Sala Napoleonica
dell’Università degli Studi di Milano.
Due giorni – Una due giorni di incontri e dibattiti sulla nuova immagine di Milano,
dopo due anni di lavoro fatto dal Comitato
Brand Milano (www.brandmilano.org) per
comprendere l’evoluzione della storia identitaria di Milano e il rapporto della città tra
la sua tradizione e la sua innovazione.
In sintesi: Milano che cos’è e dove sta andando? Domanda che magari potrà sembrare oziosa ma, in un mondo in continua
trasformazione ed interdipendenza, non
sembra essere così fuori luogo.
Interventi – Nei due giorni, tra gli altri, sono
intervenuti esponenti della cultura milanese
come Gillo Dorfles, i rettori delle università
milanesi Gianluca Vago (Statale), Cristina
Messa (Bicocca), Franco Anelli (Cattolica) e
Giovanni Valotti (prorettore Bocconi), Salvatore Adduce, sindaco di Matera capitale europea della cultura 2019, il designer Fabio
Novembre, lo chef Davide Oldani, Alessandro Rosso di Alessandro Rosso Group, l’imprenditrice Claudia Buccellati, Guglielmo
Miani dell’Associazione Montenapoleone,
Philip Webster dell’Associazione stampa
estera a Milano, Armando Branchini di Fondazione Altagamma, Corrado Peraboni di
Fondazione Fiera Milano, i giornalisti Giangiacomo Schiavi e Piero Colaprico e numerosi assessori del Comune di Milano con
l’intervento finale del sindaco Pisapia.
Presentati anche i volumi “Identità Milano” e
“Citytelling - Raccontare identità urbane. Il caso
Milano”, nonché proiettati una serie di filmati
“Milanoè” sui cambiamenti sociali e identitari
di Milano ed illustrato il sito www.brandmilano.org, che svilupperà il dibattito sull’immagine della città anche sul web.
Alveare – Tutto bene, allora? Da una parte,
gli organizzatori hanno lamentato l’atteggiamento della stampa, che ha riportato poco o
nulla del dibattito. Dall’altra, è sembrato che
tutti abbiano messo in mostra le proprie capacità e, però, malgrado lo sforzo degli organizzatori e di Stefano Rolando, presidente del
Comitato Brand Milano, sia mancata quella
coralità d’intenti che sempre si auspica, quel
“fare sistema” che non riesce a radicarsi.
In estrema sintesi, si è reso evidente quanto
sintetizzato dall’indagine Ipsos: “Milano è un
Cusago nel circuito di Expo
Arte, tradizioni e natura ad un passo da Milano. Molte saranno le iniziative inedite e non che accompagneranno
anche nella cittadina viscontea il semestre della manifestazione universale milanese. Abbiamo pensato di pubblicare
mensilmente gli appuntamenti più vicini al fine di agevolare
i nostri lettori. “Cusago in fiore”, Camminata Campestre e
festa patronale le manifestazioni di aprile-inizio maggio.
C
scappano”, titola Bruno Zevi per
L’Espresso nel marzo del 1958).
L’attività didattica, iniziata nel
1957 termina nel 1984. Da allora,
tranne una piccola parte utilizzata
dal Centro Diurno Disabili, il Marchiondi è caduto nell’abbandono,
divenendo di volta in volta rifugio
di Rom e senzatetto, fino alla
messa in sicurezza di un po’
d’anni fa.
usago è un centro di quasi 4.000 abitanti, circondato
dal verde delle campagne nel cuore del parco regionale Parco Agricolo Sud Milano; si trova a pochi chilometri
da Milano, con cui confina direttamente. Ha mantenuto la
sua tradizionale vocazione agricola, con 16 cascine ancora
attive, e nei suoi confini si trovano numerosi fontanili dall’acqua cristallina e rigogliosa vegetazione spontanea. Lo
splendido castello del XIV secolo accoglie i visitatori come
un tempo faceva con i signori di Milano: le famiglie Visconti e Sforza utilizzavano questo gioiello, “fratello minore” del Castello sforzesco di Milano, come residenza di
villeggiatura, caccia e per difendersi dalle frequenti epidemie che colpivano la città. Attualmente il castello necessita
di urgenti interventi di ristrutturazione, ma mantiene inalterato il suo fascino.
Durante le frequenti manifestazioni che si tengono nella
Nel frattempo, da più parti è stato richiesto che al “colosso” fosse offerta
una seconda occasione, ottenendo
anche l’imposizione di un vincolo
architettonico. E una seconda vita
sembrava che il Marchiondi potesse
averla con il progetto individuato da
Comune di Milano (proprietario
dell’immobile), Politecnico e Fondazione Cariplo, che prevedeva la realizzazione di uno studentato per gli
Il cortile interno del “Marchiondi”
operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra loro. Una Milano che non fa sistema, (…)
che per farlo deve guardare oltre la cerchia delle
mura spagnole”. Ma, “se Milano è la Cerchia dei
Navigli, va da sé che già le periferie sono luoghi
sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini”.
Periferie – E la lingua batte dove il dente
duole: in un paio di circostanze abbiamo sentito accenni sulle “periferie”: per Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano,
quelle da ricucire non sarebbero le periferie
(in effetti Renzo Piano parla di “rammendare”), bensì le città, mentre ad una domanda
sulle periferie, Michele De Lucchi, chiamato
a svolgere il tema “Città e cambiamento”, ha
risposto che ai figli dice di “non andare nei
brutti posti” (mah, sarà stata l’ora ormai tarda
di un’intensa mattinata…).
È vero, al Forum mancavano Giuseppe Guzzetti (Fondazione Cariplo), Alexander Pereira (Teatro alla Scala) e Carlo Sangalli
(Unione Commercianti), che in merito alle
piazza, sui prati circostanti e sotto i porticati della vicina
“Corte Madonnina”, il Castello a volte è eccezionalmente
aperto e può essere visitato nelle sue parti sicure. Il Castello
è situato in Piazza Soncino, di fronte alla chiesa parrocchiale
di San Fermo e Rustico. L’abbazia agostiniana Santa Maria
Rossa, nella frazione di Monzoro, conserva splendidi affreschi ed è pure visitabile durante i concerti organizzati dalla
Proloco in collaborazione con il Comune; viene altrimenti
proposta dalla proprietà per eventi privati. Il Mulino del XVI
secolo, situato su un fontanile e con una pala ancora funzionante, ha goduto di un attento restauro conservativo ed è
ora sede del Romantik hotel “Mulino grande”.
Il ristorante “il Magiono” all’interno del Mulino è solo uno
dei ristoranti di ottimo livello presenti a Cusago: gli amanti
della buona cucina possono scegliere tra lo storico “Orlando” con la sua recente filiazione stile bistrot “Brindo”, il
raffinato “Pascoli”, la cucina meneghina di “La Posteria” ma
anche “L’Osteria del Conte” e “La Brasserie”. Il Bar Ravelli
e il Bar Le Clochard offrono spuntini di qualità. Un’occasione in più per scoprire questo interessante paese.
“Cusago in fiore”: Mostra-mercato di piante e fiori nel centro
storico di Cusago sabato 11 e domenica 12 aprile ore 9-18. Tradizionale manifestazione florovivaistica per gli appassionati
del verde: espositori da tutta Italia propongono un grande assortimento di piante e fiori nella splendida cornice di piazza
Soncino, sul prato di fronte al Castello del XIV secolo.
studenti del Politecnico e un centro
aperto a tutta la cittadinanza. Il costo
iniziale era di 18 milioni d’euro, poi
salito a 25 e la cosa è sfumata.
Da parte sua, il Consiglio di Zona 7
ha inserito il recupero del Marchiondi nel piano triennale delle
opere. Ma, della trentennale attività
del Marchiondi, non sono rimaste
che aule vuote, vetri rotti ed erbacce
cresciute in quello che era stato
inaugurato come il prototipo di un
nuovo sistema d’educazione.
Sull’Istituto Marchiondi è stata realizzata anche un’interessante pubblicazione dal titolo “L´Istituto
Marchiondi Spagliardi di Vittoriano
Viganò” (300 pagine curate da Franz
Graf e Letizia Tedeschi, a seguito di
una ricerca coordinata da Bruno
Reichlin e Franz Graf, promossa
dall’Accademia di Architettura di
Mendrisio-Svizzera, accompagnata
da una apposita mostra e due giornate di convegno nel 2008).
Ma torniamo ai turisti americani in
visita all’Expo e a Milano: quale
migliore occasione, quindi, dopo
aver visitato lo Stadio, il “Cavallo
di Leonardo” al Galoppatoio, dato
magari un’occhiata alla Chiesa Vecchia di Baggio, quella di vedere il
Marchiondi dal vero? Ma siamo
preparati a questa possibilità?
Certo, i tempi sono quelli che sono
e non si può pensare di ristrutturare
il Marchiondi. Ma, renderlo visibile,
magari anche con illustrazioni, pannelli… oltre ai newyorkesi, potrebbe
servire anche ai baggesi.
periferie si sono espressi in altro modo e con
altro interessamento. Ma su questo interverremo in seguito, perché dipenderà anche da
noi se queste “manifestazioni d’interesse”
diventeranno fatti ed una prima occasione è
stata il Periferie InConTra “200 milioni per
le Periferie” dello scorso mese di marzo (dettagli su www.periferiemilano.it).
Renzo Piano – Intanto, è di questi giorni la
notizia che l’architetto e senatore a vita Renzo
Piano – dopo Catania, Roma e Torino – avvierà un progetto per
il “rammendo” delle
periferie anche a Milano (Quartiere Lorenteggio, nel quale un
Protocollo d’Intesa sottoscritto da Comune
di Milano, Regione
Lombardia e Aler prevede interventi da 85
milioni per riqualificazione degli stabili, interventi di ecoefficientamento degli edifici pubblici, illuminazione pubblica, avvio
d’imprese sociali, sostegno ai soggetti in difficoltà economica e Laboratorio di quartiere).
E nelle altre periferie? Ci sono tanti “aghi” e
molto “filo”, ma Milano saprà utilizzarli o
continuerà ad essere un “operoso alveare, con
tante celle che non comunicano tra loro. Una Milano che non fa sistema”?
Walter Cherubini
Consulta Periferie Milano
www.periferiemilano.it
Laboratori e mostre a tema, degustazioni di prodotti biologici, spettacolo teatrale (“Il piccolo principe”) e laboratori
per bambini completano il programma. Manifestazione gratuita. Organizzazione a cura della Proloco in collaborazione
con il Comune di Cusago.
Lo stand giudicato più originale della manifestazione “Cusago in fiore” (11-12 aprile) riceverà un premio il 10 maggio
nell’antica Abbazia trecentesca Santa Maria Rossa a Monzoro, frazione di Cusago; con l’occasione sarà organizzata
una visita a pagamento all’Abbazia e ai suoi affreschi, con
guide multilingue. Organizzazione a cura della Proloco in
collaborazione con il Comune di Cusago.
“Camminata campestre”: Escursione non competitiva nella
campagna cusaghese. Partenza il 12 aprile dalle ore 15 dal
Gazebo dell’Associazione Banca del Tempo. La manifestazione avrà luogo con ogni condizione meteorologica, possibile iscrizione presso le attività commerciali di Cusago con
un modesto contributo di 3 euro. Promotori: Banca del
tempo Cusago e Avis Trezzano s/N con il patrocinio del Comune di Cusago e della Regione Lombardia ASL Milano 1.
Per informazioni [email protected].
“Festa patronale di Cusago”: Festa religiosa in onore di
San Vincenzo 1-3 maggio. Festa religiosa in onore di San
Vincenzo. Organizzazione a cura della Parrocchia San
Fermo e Rustico.