Press - CNDCEC

Transcript

Press - CNDCEC
agosto/settembre 09 / no. 14
Press
Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane Spa” - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - art. 1, comma 1, DCB Milano
Professione Economica e Sistema Sociale
Dovere
&Piacere
Una dieta
ad hoc
per il commercialista
Nel nostro lavoro
il traguardo
non esiste
Lisbona,
la città
della luce
Press
Sommario/ago.-set. 09
ISTITUTO
DI RICERCA
26 Impresa sociale, un
contributo operativo
ORDINI
TERRITORIALI
EDITORIALE
3
28 Verbania
32 Vallo della Lucania
36 Catanzaro
Maria Luisa Campise
La professione contabile in Brasile
- Pag. 40
INTERNAZIONALE
PEOPLE
Calabrese: la dieta antistress
per il commercialista
- Pag. 4
4 Giorgio Calabrese
8 Pietro Mennea
12 Silvio Barbero
L’INTERVENTO
14 Massimo Mellacina
FUORICAMPO
16 Giannetti
L’INCHIESTA
Mennea: “Nel nostro lavoro
il traguardo non esiste”
- Pag. 8
18 Sport e tempo libero
So(p)PRESSato
23 Marcello Febert
CNDCEC REPORT
24 L’attività del primo
semestre 2009
40 Brasile
VIAGGI
42 Lisbona
DAL PARLAMENTO
45 Focus legislativo
TEMPO LIBERO
46 Terme e benessere
LETTI PER VOI
47 Professione
e tempo libero
Lisbona, città della luce
- Pag. 42
Editoriale
Dovere&Piacere
Suggerimenti per affrontare bene il rientro dalle ferie.
E ritornare pieni di energia nei nostri studi
Maria Luisa Campise
Direttore Press
ul fatto che noi dottori
commercialisti ed esperti
contabili siamo i massimi
esperti di bilancio, non vi
è dubbio alcuno.
È però vero che, così come “il
calzolaio lo riconosci perché è quello
con le scarpe rotte”, anche noi
tendiamo molto spesso a concentrarci
talmente tanto sui bilanci dei nostri
clienti, da tralasciare il bilancio
su noi stessi.
Inoltre bilanci e bilancia, pur avendo
molto in comune in termini di
assonanza, vanno assai poco d’accordo:
molto tempo dedicato ai bilanci rischia
infatti di tradursi in troppi chili quando
si sale su una bilancia.
Ecco perché in questo numero
abbiamo deciso di mettere da parte i
temi squisitamente professionali per
parlare di un argomento leggero, sport
e tempo libero, quanto però
fondamentale per la salute e
l’equilibrio psicofisico di chi, come noi
tutti, svolge una professione tanto
entusiasmante ed avvolgente quanto
talvolta stressante.
Il numero di agosto e settembre è
quello ideale per ragionare in ordine a
questi temi.
La logica è infatti quella di far arrivare
a tutti i Colleghi preziosi consigli, in
primis quelli di esperti di nutrizione e
di grandi sportivi, al fine di non
dilapidare immediatamente, al proprio
ritorno dalle ferie, quel carico di
energia e di benessere di cui abbiamo
goduto nelle meritate quanto mai
abbastanza lunghe vacanze.
S
In questo modo tenteremo anche di
sfatare un vecchio pregiudizio nel
quale ogni tanto ci crogioliamo con un
pizzico di autocompiacimento.
Non è vero, infatti, come spesso
diciamo, che il nostro unico hobby è il
lavoro, pur essendo vero che siamo
una categoria di grandi lavoratori, che
il nostro lavoro ci piace e che lo stress
ed i carichi della nostra professione ci
impongono di non mollare mai gli
impegni e le fatiche dei nostri studi.
Anche l’esistenza di numerose
iniziative sportive di categoria (di cui
daremo doverosamente conto in
queste pagine e delle quali siamo
particolarmente orgogliosi, per lo
spirito che fanno emergere con
chiarezza cristallina) ci dimostra che
siamo una comunità di uomini e
donne sempre capaci di trovare spazio
e tempo per coltivare le proprie
passioni.
D’altro canto, se una persona riesce a
trovare e mettere passione nel proprio
lavoro, non è forse probabile che, tra
tutte, sia quella maggiormente in
grado di godersi la vita in tutte le sue
diverse sfaccettature?
Se piace il dovere, quanto mai potrà
piacere il piacere?
Giochi di parole a parte, dobbiamo
essere seriamente convinti del fatto
che il tempo libero, lo sport e le
vacanze sono qualcosa di
imprescindibile anche per il più
accanito dei lavoratori.
Dedicare del tempo al riposo e allo
sport è fondamentale per l’equilibrio
di chiunque svolge una qualsiasi
attività lavorativa e soprattutto per
chi, come noi, svolge in genere una
vita abbastanza sedentaria, ma
particolarmente stressante.
Per lavorare con grinta e
determinazione serve anzitutto una
sana alimentazione, un “attivo” relax e
una costante attività fisica.
Ce lo ha ricordato, in queste pagine,
anche un esperto nutrizionalista,
come Giorgio Calabrese e un collega e
grande campione dello sport come
Pietro Mennea.
Teniamolo ben presente, dunque, al
ritorno delle vacanze estive, quando
saremo di nuovo nei nostri studi.
E se ci verrà qualche pensiero legato
alle prossime vacanze non sentiamoci
in colpa, anzi.
In fin dei conti l’ottimismo è anche
saper vedere il lavoro come nulla più
di una parentesi tra due vacanze.
A volte è una parentesi dannatamente
lunga, ma quando si abbina questa
consapevolezza con la fortuna di fare
un lavoro che rende il contenuto di
quella parentesi tutto sommato
interessante e stimolante, ebbene: il
tempo vola e sembra arrivare
ugualmente subito il momento di
un’altra boccata rigeneratrice per poi
tuffarsi in una nuova entusiasmante
apnea.
Calabrese:
la dieta antistress
per il commercialista
I consigli del famoso nutrizionalista. Il solo movimento
cerebrale non basta, serve anche quello muscolare
di Maria Luisa Campise/Foto Imagoeconomica, Getty Images
People
5
I commercialisti sono sottoposti, soprattutto in prossimità
delle scadenze fiscali, a periodi di intenso stress. Quanto
una dieta alimentare può aiutarli a gestire al meglio il loro
stato di salute?
Mah, vede, il commercialista vive di stress perché non decide
lui le regole. Lui le deve applicare e tentare di armonizzare lo
Stato con il contribuente. Spesso, poi, si rende
immediatamente conto dell’errore di una norma, di un
emendamento (errore che magari verrà rilevato dopo
qualche tempo), ma deve gestire il meccanismo. E allora
questo determina la necessità di muoversi poco
muscolarmente e molto cerebralmente; di avere dei momenti
di rabbia che sono suddivisi fra il problema legato
all’applicazione della norma e quello legato alla gestione
dello studio, ovvero alla necessità di far capire ai
collaboratori di studio e ai clienti-contribuenti che quella
norma, seppure sbagliata, va applicata. Tutto questo crea un
disagio psicologico e questo può aumentare l’adrenalina, che
a sua volta fa aumentare l’insulina e che, in eccesso, produce
grassi da sola. Quindi da una parte si ingrassa, dall’altra parte
si rende il sangue troppo viscoso, e quindi si ha meno
ossigenazione cerebrale e si è meno capaci di gestire il
lavoro per un eccesso di grassi nel sangue.
Cosa si può fare per gestire questa condizione di non
equilibrio?
La domanda è pertinente. Bisogna gestire la propria
mattinata, perché è da lì che parte la ‘giostra’.
Al mattino spesso il commercialista, che è andato a dormire
alle due di notte, prende un caffè, forse un doppio caffè e per
avere energia ci mette tanto zucchero, in modo da sentirsi
nervoso per la sostanza nervina e corroborato dallo zucchero.
Quello zucchero, che è fatto da glucosio e fruttosio, ha una
capacità di dare immediatamente (per un quarto d’ora/venti
minuti) brillantezza. Però fa partire il messaggio per l’insulina.
L’insulina comincia a lavorare, brucia subito quello che si è
bevuto con il caffè, dopo di che si va in ipoglicemia. È
importante, quindi, fare una ottima colazione, preferibilmente
non salata, con carboidrati complessi: fette biscottate, pane
tostato, pane raffermo, buon latte, possibilmente parzialmente
scremato, fette biscottate con marmellata e miele, succo di
frutta o frutta fresca, uno yogurt magro alla frutta... Questo ti
permette di avere contemporaneamente carboidrati
complessi, che reggono per tre, quattro ore.
Conseguentemente il cervello, che vive di zuccheri, ma non di
zucchero da cucina, ha una sua performance e autosufficienza.
Il problema è poi arrivare a pranzo.
“ Il commercialista vive
di stress perché non decide
lui le regole. Lui le deve
applicare e tentare
di armonizzare lo Stato
con il contribuente”
Perché?
Dobbiamo distinguere gastronomicamente l’Italia in due
parti: il Nord che pranza dalle 12,30 alle 14,00 e il Centro e il
Sud che inizia a pranzare dalle 14,30 in poi. Questo comporta,
dal momento che la colazione si fa all’incirca allo stesso
orario perché apriamo gli uffici allo stesso orario, la
necessità di inserire una break nella mattinata per chi pranza
alle due e mezza. In questo caso di nuovo, sì, un buon caffè
ma mettiamo anche lì fette biscottate, uno yogurt magro alla
frutta, della frutta, ma non cose troppo proteiche.
E a pranzo?
Il pranzo deve essere gradevole, gustoso, ma facilmente
digeribile. Sto pensando: un piatto di pasta con buona salsa
di pomodoro, o ad una mistura di legumi in minestrone, ma
anche pasta ai peperoni, pasta alle zucchine, pasta agli
spinaci, con un filo d’olio extravergine e un po’ di
parmigiano, delle verdure alla griglia, un frutto. Se siamo sani
anche un buon bicchiere di vino.
Per chi non ha tempo di pranzare a casa o al ristorante, che
consigli dà?
Ci si può organizzare nello studio con un fornetto a
microonde e pensare, ad esempio, di organizzarsi con del
riso cotto a casa la sera prima.
Questo permette di avere quel pranzo di cui parlavamo,
corroborante ma non eccessivamente ricco di calorie.
6
People
vado dal mio medico e dopo aver valutato che manca
qualcosa prescrive l’integratore.
Insomma non gli integratori fai-da-te…
Brava, gli integratori ‘fai da te’ servono molto a chi li
produce, poco a chi li prende.
“In vacanza dopo le vacanze”. Quali consigli per continuare
a mantenerci in forma tutto l’anno?
E nel pomeriggio?
Al pomeriggio dipende. Se siamo al Nord, e quindi si finisce
di lavorare alle 19,30 (certo nelle scadenze anche quelli del
Nord finiscono alle due di notte), è bene fare un break con
the, un the caldo o freddo a seconda della stagione, e magari
un frutto. Se siamo al Centro e al Sud (e quindi andremo a
cena alle nove e mezzo/dieci), è preferibile un break solido,
composto da frutta e fette biscottate o pane tostato.
E a cena?
A cena bisogna evitare di fare il pieno della macchina nel
momento in cui la mettiamo nel garage. Quindi la logica è, ad
esempio, una volta la pizza, ma molto bene le minestre di
farro, di cereali, di legumi, e, se a pranzo si sono già mangiati
carboidrati, le proteine con tanta verdura, una macedonia di
frutta fresca, fatta al momento con succo di limone o succo
d’arancia, un bicchiere di vino e vai…
Cosa pensa degli integratori alimentari?
Partiamo dal concetto, la parola integratore vuol dire che
integra una cosa che manca, che non è il cibo ma un
nutriente: mi manca, ad esempio, il ferro, la vitamina B12,
Ma vede, la vacanza a volte è vacanza, a volte è un momento
di vendetta nei confronti della vita, a volte è un momento di
riscatto.
Ad esempio, marito e moglie che vanno d’accordo, hanno
lavorato, tutto l’anno, stressati vanno in ferie. Fanno tutto
quello che non si fa durante l’anno. Colazione, pranzo, sono
leggeri, easy, in modo da poter fare di nuovo il bagno. Per
cena ci si veste molto bene, anche easy, da pret-a-porter: la
donna è bella abbronzata, il marito si sente molto macho,
così con gli amici: quindi c’è subito l’happy hour, l’aperitivo,
poi la cena di pesce, la pizza o la spaghettata di mezzanotte,
oppure il gelatone. Questo è un momento di serenità che tu
sai gestire per una settimana o dieci giorni. Se superi i dieci
giorni lascia perdere, perché è un disastro…
Oppure può esserci il momento della vendetta. “Non ne posso
più, mia moglie mi ha lasciato, mio marito mi ha lasciato,
quello lì mi ha fatto la causa, l’altro mi ha piantato”: lì cominci
con tre brioches al mattino, verso metà mattinata prendi la
pizza di Recco o la porchetta di Ariccia, a pranzo non vuoi
mangiare, salti la pasta e nel pomeriggio gelatone con panna.
La sera sono solo, non ho la moglie, forse ho mio figlio, quindi
arrivi al ristorante: antipasto, primo, secondo, terzo, quarto…
ammazzacaffè, gelato, tutto…: quello è un uomo che perderà
ogni mese il 10% dei propri clienti per gli errori che farà nei
prossimi sei mesi.
Infine c’è la rivincita: riparare i danni fatti. Vado in un posto
dove la regola è alzarsi alle sei di mattina, faccio tanta
ginnastica e nei pasti mi mantengo leggero...
Allora, il problema della vacanza qual è? Ricordiamoci, è il
momento di riposo, di relax. Durante la settimana ricordati
sempre che sei a casa, ma hai il mare davanti. La differenza
sta nel mare davanti, non nella casa, non in quello che mangi,
ma in quello che fai. Certo che se ogni giorno nuoti due ore
al mattino e due ore al pomeriggio, ti puoi permettere il
doppio piatto di pasta oppure il gelato in più, ma non deve
essere di creme e panna per forza, può essere gelato alla
frutta. Questo è il modo mio di pensare alla vita di un
commercialista. Mennea:
“Nel nostro lavoro
il traguardo non esiste”
Professione e forma fisica: i consigli di un grande campione
che esercita con successo la professione di commercialista.
Procedure concorsuali e diritto dello sport le sue ‘specialità’
di Alessandro Cotto/Foto Imagoeconomica
People
È raro che un grande campione dello sport decida di
dedicarsi alla professione. Di cosa si occupa Pietro Mennea
dottore commercialista?
Mi sono iscritto all’albo dei dottori commercialisti nel 1989,
dopo le Olimpiadi di Seul del 1988, e successivamente anche
a quello degli avvocati. Mi occupo prevalentemente di
procedure concorsuali e diritto dello sport, materia sulla
quale ho scritto anche diverse pubblicazioni tecniche.
Dal punto di vista professionale, ad esempio, sto seguendo
gli obbligazionisti coinvolti nel Chapter 11 di Lehman
Brothers.
Sappiamo che lei è anche il presidente della Fondazione
Pietro Mennea. Può descrivere ai Colleghi l’attività della
Fondazione, quali sono gli obiettivi che si è data?
Lo scopo primario della nostra Fondazione è di carattere
filantropico. Effettuiamo donazioni costanti nel tempo ed
assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medicoscientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso
progetti specifici e concreti.
Lo scopo secondario è di carattere culturale e consiste nel
diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la
lotta al doping, triste piaga per lo sport e la nostra società.
Attualmente ci stiamo occupando, ad esempio, del sostegno
a Domus de Luna, Onlus di Cagliari che assiste bambini e
ragazzi bisognosi di aiuto e di supportare le cure per Giulia
Sartirana, una bambina di Vinovo (TO) che, a causa della
vaccinazione eseguita nei primi mesi di vita, ha visto
compromesso il suo sviluppo in maniera irreparabile.
Vorrei poi ricordare anche la gestione della biblioteca della
nostra Fondazione che conta oltre 100.000 volumi.
Come possono i Colleghi contribuire ai progetti della
Fondazione?
Tutti i diritti d’autore delle mie pubblicazioni sono devoluti
alla Fondazione.
9
“L’attività fisica
è fondamentale. Corsa,
ginnastica leggera,
soprattutto se fatte
all’aria aperta e nel verde,
sono un tocca sana
per il corpo
e per la mente”
Inoltre la Fondazione organizza periodicamente aste on line
relative ad oggetti di valore e da collezione da me raccolti
nel corso della mia carriera agonistica.
Ovviamente è poi possibile fare donazioni specifiche alla
Fondazione ovvero devolvere il 5 per mille. Per ogni
informazione rinvierei al sito www.fondazionepietromennea.it.
Veniamo al tema di questo numero di Press. È certamente
importante mantenersi in forma, ma i nostri ritmi di lavoro
non sempre lo consentono. Da grande campione dello sport
ha qualche suggerimento da dare ai Colleghi?
L’attività fisica è fondamentale e consiglio a tutti di dedicare
alla stessa almeno un’ora al giorno per almeno tre volte alla
settimana. Corsa, ginnastica leggera, soprattutto se fatte
all’aria aperta e nel verde sono un tocca sana per il corpo e
per la mente.
Ricordo che quando gareggiavo mi allenavo 5/6 ore al giorno,
tutti i giorni dell’anno. Erano carichi d’allenamento
eccezionali anche per un agonista che non sono
minimamente riproponibili per un amatore. Non bisogna
esagerare e cercare di essere costanti.
È sempre più di moda, anche fra i Colleghi, la maratona.
Esistono addirittura spedizioni a quella di New York, che ne
pensa?
Penso che per stare bene e vedere posti interessanti non
10
People
serva correre 42 Km e andare a New York. Io sono un
convinto sostenitore della bellezza del nostro territorio, sia
sotto il profilo paesaggistico che quello archeologico.
Qualche anno fa proposi di abbinare la cultura allo sport,
organizzando 5 corse su strada in 5 siti archeologici di
grande fascino e importanza: Paestum, Piana di Sibari,
Metaponto, Canne della Battaglia e Sepino. Si tratta di posti
non sempre conosciuti dal grande pubblico e fuori dai
circuiti turistici tradizionali, ma a chi ha gambe allenate
possono dare grandissime soddisfazioni. Nulla da invidiare a
New York.
Quali sport consiglia a chi vuole riprendere l’attività fisica
dopo molto tempo?
Sul punto sono abbastanza tradizionalista; più che sport
particolari consiglierei corse moderate e ginnastica con
carichi naturali, senza esagerare.
Anche quando facevo agonismo non esageravo mai con i pesi
in palestra e i miei risultati non ne hanno risentito. Dal mio
punto di vista, è importante cercare un contesto gradevole,
nel verde e riprendere con gradualità. Se le vacanze estive
sono state l’occasione per fare un po’ di attività fisica è
fondamentale non perdere quello slancio.
Recenti studi dicono che sforzi intensi per pochi minuti sono
sufficienti per stare in forma. Cosa ne pensa?
Queste tesi mi lasciano scettico.
Come ho ricordato prima, io mi allenavo 5-6 ore al giorno per
dare il massimo in 10, 20 secondi di gara.
Credo di essere stato lo sportivo che più si è allenato nella
storia dell’atletica.
Non credo che queste tecniche basate su sforzi intensi, ma
brevi, siano appaganti. Nello sport, come nella vita, sono
premiati l’impegno e la costanza. Non ci sono scorciatoie.
Insomma, lo sprint solo in ufficio nella consulenza ai clienti?
Nel nostro lavoro il traguardo non esiste, non si finisce mai
di studiare e di aggiornarsi.
È una sfida continua. Forse, è anche il bello di quello che
facciamo. Barbero:
“Politiche
premiali
per le attività
di rilevanza
sociale”
Abbiamo incontrato il segretario
nazionale di Slow Food,
l’associazione internazionale
che conta 100mila iscritti,
con sedi in tutto il mondo.
La sua mission? Educare
al gusto, salvaguardando
la biodiversità e le produzioni
alimentari tradizionali
di A.C.
La vostra associazione esercita un fascino notevole per chi,
come i commercialisti, è costretto dal lavoro a ritmi “fast”.
Esistono dati sui commercialisti iscritti allo Slow Food?
A parte il nostro commercialista, molto coinvolto
nell’associazione, abbiamo 550 soci che hanno indicato nella
scheda di iscrizione la vostra professione, circa il 2% del
corpo associativo. Sono dati che reputo molto interessanti
in quanto noi siamo un’associazione che raccoglie iscritti a
360° e che testimoniano una certa attenzione della vostra
categoria verso i valori promossi da Slow Food.
Oltre che iscriversi alla vostra Associazione, quali consigli
può dare ad un Collega che vuole avvicinarsi alla vostra
filosofia, vale a dire al piacere alimentare, dotto, sensibile,
condiviso e responsabile?
L’iscrizione alla nostra associazione è certamente di aiuto in
quanto forniamo una rete di informazioni che sono essenziali
in un momento di globalizzazione e di anonimato del
consumatore. Solo a livello nazionale abbiamo 400
convivium, delegazioni di territorio al quale il nostro
associato può rivolgersi per informazioni, appuntamenti e
iniziative.
In generale, però, per avvicinarsi alla nostra filosofia, occorre
ritagliarsi piccoli spazi di conoscenza del cibo, per conoscere
le donne e gli uomini che lo producono e il territorio nel
quale viene prodotto. Il cibo non deve essere considerato alla
stregua del carburante per l’autovettura, diventa parte di noi,
incide sulla nostra psicologia, il nostro rapporto quindi deve
essere necessariamente diverso.
Come in tutti i settori economici, la qualità si paga. Ha
qualche suggerimento da dare a chi vuole pagare solo quello
People
che consuma e non il marchio o la firma?
Il primo concetto da sottolineare è che la qualità ha un costo.
Inoltre la qualità deve essere intesa in senso complessivo:
organolettico, sanitario e ambientale. Ricordo che nella
storia dell’Occidente non si è mai speso così poco per
l’alimentazione. Oggi noi spendiamo per il cibo circa il 16%
del nostro reddito, quanto spendiamo per il telefono, mentre
i nostri nonni spendevano il 30-40%. Per contro ogni giorno
buttiamo via 4.000 tonnellate di cibo edibile.
Sono certamente cambiate le tecniche di produzione e lo
stile di vita, ma questi dati ci devono fare riflettere perché
testimoniano un complessivo abbassamento dell’attenzione
verso la qualità.
Detto questo non è automatico che il marchio garantisca la
qualità. Qui torna utile quanto dicevo prima con riferimento
al sapere. Se uno conosce il territorio può trovare piccoli
produttori che sanno abbinare la bontà del prodotto a prezzi
accessibili. Occorre quindi andare verso l’acquisto diretto,
accorciando la filiera e privilegiando i prodotti stagionali.
Voler mangiare le fragole a dicembre, ad esempio, non è una
scelta molto saggia.
In questi giorni si fa un gran parlare di redditometro. È uno
strumento che la Categoria, in linea di principio, condivide
in quanto consente di parametrare il reddito ai consumi. Al
momento tra gli indici di ricchezza non vi sono i cibi e le
bevande, certo che se uno pensa ai prezzi di certe bottiglie
di vino…
Al di là delle difficoltà tecniche nell’intercettare determinati
consumi, Lei pensa che il piacere alimentare debba
diventare un indicatore reddituale?
Noi crediamo che il cibo buono non debba essere patrimonio
solo dei ricchi perché crediamo che ci sia nella nostra
struttura agricola spazio per prodotti di qualità a prezzi
contenuti. Non ci sono solo le bottiglie da 100 euro, ma
anche vini buoni che costano 7-8 euro a bottiglia. Per questo
noi dedichiamo una Guida al vino quotidiano, vino che si può
acquistare in cantina a non più di 8 euro a bottiglia.
Detto questo, al di là delle difficoltà tecniche, non credo che
sia giusto introdurre il consumo dei cibi come indicatore di
reddito anche perché alcuni potrebbero decidere di
concedersi momenti di piacere gastronomico, una volta ogni
tanto, pur non avendo redditi elevati. Senza dimenticare che
noi auspichiamo una maggiore attenzione dei consumatori
verso il cibo di qualità.
La legislazione fiscale italiana è generalmente attenta al
settore agricolo. Inutile nascondere che il prelievo su base
13
catastale è di favore. Tratta però allo stesso modo
l’imprenditore dozzinale e il difensore della tipicità e della
qualità. Avete al riguardo proposte?
Siamo ancora in presenza di una legislazione fiscale legata
ad un’agricoltura assistenziale. È un retaggio di un modello
che vedo superato in quanto il settore agricolo oggi è molto
più segmentato. Si va dall’imprenditore manager che vende
i propri prodotti a New York e Hong Kong, al piccolo
contadino, al pastore che vivono in condizioni marginali e
faticano a portare a casa un reddito di sussistenza.
È difficile pensare ad un modello fiscale che vada bene per
tutti e soprattutto in grado di sostenere la qualità. A nostro
avviso, sarebbe preferibile introdurre politiche di natura
premiale verso quei soggetti che svolgono attività che definirei
di rilevanza sociale. Penso ad attività artigianali che, a causa
dei processi di industrializzazione, stanno scomparendo come
quella del panettiere, del salumaio, del macellaio. In questi casi
dovrebbe essere incentivato l’apprendistato in modo da
insegnare ai giovani questi mestieri. Penso anche
all’agricoltura biologica ovvero a chi adotta modello produttivi
di piccola dimensione. A questi soggetti dovrebbero essere
riservati canali comunicativi e distributivi privilegiati.
Voi nascete come associazione che poi si è sviluppata in
diverse entità, alcune di natura commerciale. Sulla base
della vostra esperienza qual è il giudizio che date della
normativa no profit in Italia?
Noi siamo un’associazione no profit. E proprio perché
vogliamo continuare ad esserlo, abbiamo deciso di costituire
società ad hoc, interamente partecipate dall’associazione, al
fine di perseguire scopi commerciali, peraltro sempre in linea
con la mission di Slow Food.
Consideri che il nostro volume d’affari annuo, pur
dipendendo da alcune manifestazioni (es. Salone del gusto),
si aggira intorno ai 20 milioni di euro, impiegando
complessivamente 140 dipendenti.
Detto questo, il mio giudizio sulla legislazione no profit è
complessivamente positivo, soprattutto rispetto alla
normativa che abbiamo avuto fino agli anni ’80. Aggiungo che
è positivo anche in confronto con la legislazione dei paesi
esteri, probabilmente meno sensibili verso le tematiche del
terzo settore.
L’unico aspetto sul quale varrebbe la pena concentrare gli
sforzi è quello della chiarezza applicativa. Alcune
disposizioni restano ancora di difficile interpretazione e si
prestano a letture controverse. Sulla necessità di una
maggiore chiarezza so però che anche la vostra categoria è
molto sensibile.
14
Al via l’Asddcec,
l’associazione
sportiva di categoria
Massimo Mellacina
- Consigliere CNDCEC delegato Commissione “Tempo libero”
Lo spirito di aggregazione e di appartenenza
passa anche attraverso la manifestazione di eventi in campi diversi
da quelli tradizionali
in dal suo insediamento,
uno degli obiettivi che si è
posto questo Consiglio
Nazionale è stato quello di
ricostruire nella categoria
il senso di essere una comunità
caratterizzata da un forte spirito di
appartenenza.
Proprio a tal fine, e a quello ulteriore
di stimolare lo spirito di aggregazione
della categoria anche in campi diversi
da quelli in cui tradizionalmente la si
vede coinvolta, il Consiglio Nazionale
dei Dottori Commercialisti e degli
Esperti Contabili intende promuovere
la nascita di una associazione sportiva
volta alla promozione, diffusione e
pratica di attività sportive, ricreative e
di tempo libero, nonché alla diretta
organizzazione di eventi sportivi di
rilevanza nazionale.
La presenza sul territorio di un
rilevante numero di associazioni
sportive dilettantistiche promosse
dagli Ordini territoriali dimostra,
infatti, un fervente interesse dei
colleghi verso simili iniziative.
F
Al fine di raggiungere l’obiettivo sopra
individuato, in seno al CNDCEC è
stata istituita la Commissione Tempo
libero, del cui coordinamento,
unitamente ai miei colleghi Domenico
Piccolo e Marcello Danisi, sono stato
chiamato ad occuparmi.
Tale gruppo è costituito da otto
colleghi che in questa sede ritengo sia
doveroso ricordare e ringraziare per la
passione e l’interesse che fin dal
primo momento stanno profondendo
nell’iniziativa.
Si tratta di Vincenza Bellettini (Ordine
di Bologna), Paolo Berti (Ordine di
Trento), Dante Carolo (Ordine di
Padova), Raffaele Di Ianni (Ordine di
Lucera), Francesca Macaddino
(Ordine di Marsala), Francesco
Mantegazza (Ordine di Bari), Mario
Michelino (Ordine di Napoli) ed,
infine, Giovanni Prisco (Ordine di
Nola).
Le sezioni di interesse in cui si
articolerà l’attività della costituenda
associazione – alla quale potranno
aderire tutti gli iscritti all’Albo dei
dottori commercialisti e degli esperti
contabili, nonché le associazioni
sportive dilettantistiche da questi
costituite che ne facciano richiesta sono calcio, tennis, podismo, vela, sci,
golf e ciclismo. Per ciascuna di tali
sezioni, all’interno del gruppo di
colleghi sopra menzionato è stato
individuato un referente, che verrà
chiamato ad occuparsi della cura delle
fasi organizzative relative alle
manifestazioni sportive di propria
competenza.
Al riguardo, si informano tutti i
colleghi che il primo evento che verrà
organizzato a cura della ASDDCEC è
il campionato nazionale di calcio –
edizione 2009-2010 – riservato alla
categoria dei Dottori Commercialisti e
degli Esperti Contabili.
Il campionato si svolgerà inizialmente
con il girone all’italiana, con gare di
andata e ritorno, per poi continuare
con la seconda fase ad eliminazione
diretta e, a seguire, le fasi finali.
Per quanto concerne l’organizzazione,
esso avrà come referenti i colleghi
L’intervento
15
Giovanni Prisco e Raffaele Di Ianni.
Per ottenere informazioni o avere
notizie circa le modalità di iscrizione
ed i regolamenti di partecipazione
potranno essere contattati i colleghi
(Giovanni Prisco: tel 081/8235345,
indirizzo e-mail [email protected];
Raffaele Di Ianni: tel.: 0881/525051,
indirizzo e-mail [email protected];
Massimo Mellacina: tel. 0773/697813,
indirizzo e-mail
[email protected];
Domenico Piccolo: tel. 090/9762554,
indirizzo e-mail
[email protected]; Marcello
Danisi: tel. 080/5543943, indirizzo email: [email protected]).
Oltre alla manifestazione sportiva
summenzionata, alla quale
ovviamente invito tutti i colleghi
appassionati di calcio ad aderire quale
momento di network e divertimento,
l’associazione avrà poi l’onore di
patrocinare due importanti
manifestazioni sportive, consolidate
nella categoria per tradizione e
richiamo nazionale.
Si tratta del Campionato Italiano di
Tennis Trofeo Nello Vaglio, che
quest’anno giunge alla sua XXIII
edizione e si terrà a Torino
dal 9 al 13 settembre e della V
edizione della Triveneto Sailing Cup
(III Trofeo Nazionale), in programma
dal 18 al 20 settembre ad Izola
(Slovenia).
Nella ferma convinzione che il
risultato di una sempre maggiore
coesione all’interno della categoria
si persegue anche attraverso la
promozione di attività quali quelle che
formeranno oggetto di interesse della
ASDDCEC, auspico vivamente un
ampio riscontro da parte dei colleghi
di tutta Italia affinché tale obiettivo
si realizzi. Fuori Campo
Il tempo libero...
secondo noi
Giannetti
Chi lo ha detto che il miglior hobby del commercialista è il lavoro?
Tutti, forse perché è proprio così, ma tenersi in forma è un dovere...
edicare un numero
della rivista dei dottori
commercialisti e degli
esperti contabili italiani
allo sport e al tempo
libero può sembrare un vero e
proprio supplizio di Tantalo per i
lettori.
Infatti, i ritmi della nostra professione
sono tali che, se svolgessimo una
indagine statistica, emergerebbe un
numero allarmante di Colleghi che
svolgono come principale disciplina
sportiva il mezzo fondo dallo studio
agli uffici dell’Agenzia delle Entrate
(adattato a scatto su breve distanza
per chi ha lo studio nelle immediate
vicinanze) e che pensano che la
dicitura “tempo libero” designi quella
parte del tempo passata a lavorare o a
studiare che però non si riesce a
fatturare ai clienti (da questo punto di
vista, il tempo libero negli studi sta
crescendo in modo davvero
impressionante di anno in anno).
In realtà, svolgere con continuità una
o più pratiche sportive ed avere delle
passioni al di fuori del lavoro è
fondamentale per l’equilibrio
psicofisico di chi è soggetto ad una
quotidianità lavorativa usurante sotto
ogni punto di vista.
D
Chi non fa sport è tanto meno
giustificato quanto maggiore è la sua
brillantezza professionale ed il suo
acume intellettuale, perché si
autocondanna scioccamente ad una
diminutio della sua proiezione
egotica nell’immaginario collettivo.
“Hai visto Tizio? È veramente in
gamba, un fior di professionista”.
“Sì, però è un flaccido ciccione che
prende la macchina anche per andare
dalla camera da letto al gabinetto”.
Se non c’è bastevole amor proprio in
se stessi, dovrebbe essere sufficiente
la serena consapevolezza di poter
essere oggetto di simili raffinati
commenti per far scattare la molla
interiore: ma come, riesco nella vita
proprio dove è più difficile e devo
dare sponda a chi vuol dirmi male
proprio su qualcosa che è tutto
sommato sotto il mio controllo,
perché dipende esclusivamente dalla
mia forza di volontà e non da altri
fattori?
Lazzaro, alzati e corri (o nuota, vai in
bici, ecc.).
Oltre allo sport, è poi opportuno
avere interessi e passioni che vadano
al di là della professione.
Dalla cultura ai viaggi, fino ad
arrivare a cose più patetiche e
stereotipate tipo le automobili, tutto
fa comunque brodo per assicurare
alla collettività di non ritrovarsi un
potenziale serial killer in libertà.
Pur essendo io per primo un
grandissimo appassionato della
professione che tutti noi abbiamo
scelto, quando conosco un Collega
che vive letteralmente per il lavoro
comincio il conto alla rovescia per
quando lo vedrò sulle prime pagine
dei giornali.
I commenti di chi lo conosce da una
vita saranno in quell’occasione: “non
aveva mai fatto male ad una mosca”,
oppure “era tanto dedito al lavoro, chi
lo avrebbe mai detto”.
Intanto però sul selciato ci sono più
di venti persone, tra vicini di casa e
passanti, perché qualcuno gli ha
fregato il parcheggio sotto casa,
mentre lui è ancora latitante, dopo
essere fuggito nella boscaglia
completamente nudo, gridando frasi
sconnesse del tipo: “la scadenza
ormai è andata” e “non c’è
ravvedimento che tenga”.
Insomma, per chi fa un lavoro come il
nostro, temersi in forma fisica è un
dovere anzitutto verso se stessi,
mentre staccare ogni tanto è un
dovere innanzitutto verso gli altri (a
17
cominciare da chi ci sta accanto e ci
sopporta nelle mille tensioni che ci
portiamo a casa); anche perché,
essendo noi oltre 110mila, siamo un
serve neppure chissà che
organizzazione.
C’è indubbiamente chi, per staccare,
ha bisogno di fare un rogo
po’ troppi per poter essere gestiti
efficacemente dal sistema sanitario
nazionale di igiene mentale.
Per “staccare ogni tanto”, poi, non
propiziatorio di tutti i suoi cellulari e
poi partire per la Papuasia, ma c’è
anche chi si rilassa davvero già
soltanto con un piccolo cambiamento
d’aria, senza nemmeno bisogno di
tagliare completamente i ponti con il
quotidiano.
Anzi, se si è dotati della giusta
perversione, qualche telefonata di
lavoro durante una vacanza
ristoratrice è un vero e proprio
toccasana per chi è sufficientemente
soddisfatto della sua quotidianità da
avvertire il bisogno di rilassarsi, ma
non necessariamente di fuggire da
essa.
D’altro canto, se ti piace il tuo lavoro,
lavorare un’ora al giorno è bellissimo.
Il problema è quando ti tocca farlo
anche per le altre ventitre ore della
giornata, ma quando queste altre
ventitre ore le passi in immersioni,
pennichelle e letture svaganti, ecco
allora che la telefonata o la rapida
occhiata al pc diventano parte
integrante del relax.
Un po’ perverso, l’abbiamo detto, ma
mille volte meglio qualche sana
perversione innocente di una
potenzialità provvisoriamente
inespressa da serial killer pronto ad
esplodere.
Ad ognuno il suo equilibrio psicofisico, dunque, purché ognuno si
impegni a cercarlo e mantenerlo.
Se considerate che questo pezzo lo
sto scrivendo durante le mie vacanze,
sono certo che, se sarete indulgenti,
mi iscriverete alla lista dei perversi:
altrimenti, se indulgenti non siete,
aspettatemi al varco nel buio della
notte, con la barba incolta di vari
giorni, un sorriso stralunato e una
bella motosega in mano di quelle che
fanno scintille.
È solo questione di tempo; nel mio
caso forse nemmeno troppo.
Il mattino ha l’oro in bocca, il mattino
ha l’oro in bocca, il mattino ha l’oro in
bocca, il mattino ha l’oro in bocca, il
mattino ha l’oro in bocca… Quando non lavoriamo…
Piccolo viaggio
nello sport
e nel tempo libero
La Redazione
Esiste una fitta rete di associazioni sportive, culturali e ricreative che
fanno capo ai colleghi, molte delle quali organizzano campionati nazionali
i sono sport
decisamente popolari
come il calcio. Altri di
grande diffusione come
il tennis. Ma anche
sport considerati di élite come il golf.
O particolarmente “stagionali” come
lo sci e la vela. Viaggiare per l’Italia
alla ricerca dei passatempi sportivi
della Categoria dischiude un mondo
che riserva molto interesse ed anche
qualche sorpresa.
Cominciamo dallo sport nazionale,
cioè dal calcio. Pochi sanno che i
commercialisti vantano un vero e
proprio campionato nazionale. L’idea
è venuta al collega veronese Silvio
Chiecchi il quale, dopo aver
organizzato per tre anni il torneo
Triveneto, ha deciso nel 1988
di “esportare” la sua esperienza in
tutta Italia. Ed è stato un vero e
proprio successo: da Pordenone a
Catania tutti gli anni le
rappresentative dei vari Ordini locali
si sfidano in un torneo che si
caratterizza per la sua lealtà e
sportività “per favorire e migliorare –
si legge nel regolamento - i rapporti
umani, professionali e sportivi tra i
C
colleghi”. Nel corso dei primi due anni
il Torneo è stato organizzato
dall’Ordine di Verona. Dal novembre
del 2000 invece è stato istituito un
vero e proprio Coordinamento
dei dottori commercialisti per la
promozione di attività sportive che è
ancora presieduto dal fondatore del
torneo Silvio Chiecchi. Non solo.
Il torneo è da sempre affiliato alla
FIGC che cura le designazioni
arbitrali, la giustizia sportiva e
consente la cura della organizzazione
tecnica e la copertura assicurativa.
Parimenti popolare tra i nostri
colleghi è la pratica del tennis. Dal
1976 è costituita e ben attiva, infatti, la
Associazione commercialisti tennisti
italiani. Anche questa, come il calcio,
capace di organizzare un Campionato
italiano che si svolge a Torino dal 9 al
13 settembre e che è giunto alla sua
trentatreesima edizione. Anche in
questo caso l’associazione si propone
di essere un vero e proprio punto di
riferimento e di aggregazione per i
commercialisti italiani. Presieduta da
Francesco Mantegazza dell’Ordine di
Bari dallo scorso anno, l’associazione
è stata storicamente sotto la guida di
Sebastiano Nello Vaglio, dell’Ordine di
Roma, alla quale è attualmente
intitolata. La ACTI non si occupa
soltanto di organizzare l’ormai
tradizionale torneo di tennis, ma cura
durante l’anno cene conviviali,
giornate di approfondimento
professionale, viaggi turistici,
proponendosi perciò come vero e
proprio punto di riferimento nazionale
per i nostri Colleghi.
Si parlava in apertura dei Colleghi che
praticano il golf. Uno sport che, forse
ingiustamente, è stato per molti anni
considerato di élite. Si tratta di uno
sport molto apprezzato dai
commercialisti che svolgono la
propria attività sotto il coordinamento
della Federazione Italiana Golf.
Una federazione antica, che risale al
1927, e che pubblica uno studio del
Karolinka Institut di Stoccolma
secondo il quale questo sport è in
grado di allungare la vita di chi lo
pratica. Il golf fa bene innanzitutto
alla mente, distrae dalla routine
quotidiana, si svolge in un contesto
rilassante e aiuta ad affrontare se
stessi, perché oltre alla competizione
con gli altri golfisti, comporta una
Inchiesta
sfida tutta personale con il campo
e con il proprio autocontrollo.
Per questo è l’ideale per i colleghi che
abbiano bisogno di relax e di
superare lo stress del lavoro.
Per sfruttarne gli indubbi benefici,
alcuni colleghi si sono perciò
costituiti in una Associazione
Commercialisti Golfisti. Nata nel 1985
la ACG iscrive circa duecento
tesserati in tutta Italia. Si caratterizza
per lo spirito di colleganza e di
amicizia che lega tutti i praticanti. Ed
è organizzato con un vero e proprio
circuito di gare che porta gli associati
in ogni parte d’Italia. Nel 2008, ad
esempio, il circuito “Insieme sul
Green” ha toccato Versilia, Monticello,
Modena, Bergamo, Sierre, Punta Ala.
Quest’anno, a conclusione del circuito
2009, il programma prevede tappe a
Rapallo, Menaggio ed il campionato
italiano sui campi di Pelagone e Punta
Ala il 9 e 10 di ottobre. La gara che si
contraddistingue per la formula e per
la biennalità della sua effettuazione è
la “President Cup” che viene svolta
con formula Ryder fra diverse regioni
accorpate in due squadre in piena
competizione con match play
individuali e a coppie. L’Associazione
è retta da un Consiglio Direttivo
composto da 9 membri con un
Presidente, un Vice Presidente ed un
Tesoriere. Il presidente è Mario
Marchesi. Pubblica il Notiziario Acg
ed ha un proprio sito internet.
In conclusione una parola meritano
tutte le associazioni di commercialisti
che si occupano in tutta Italia di sport
e di tempo libero per i colleghi.
Una delle più importanti è
l’Associazione dei dottori
commercialisti e degli esperti
contabili delle Tre Venezie, costituita
con l’obiettivo di offrire agli Ordini
locali dei percorsi di formazione
condivisi che tengano conto delle
specifiche esigenze territoriali,
privilegiando la “formazione” rispetto
all’“aggiornamento” professionale.
Tra queste attività ricordiamo
le grandi manifestazioni di carattere
sportivo quali le “Giornate sulla neve”
e la “Sailing Cup” che vogliono essere
occasioni di svago con l’obiettivo
di rafforzare i legami di amicizia e lo
spirito di appartenenza alla categoria.
Tali iniziative coinvolgono i Colleghi
di tutto il territorio nazionale ed
hanno il patrocinio del nostro
Consiglio Nazionale. Le giornate sulla
neve che, con la realizzazione del
2010, sono arrivate alla XXX edizione,
si svolgeranno nella settimana dal 23
al 30 gennaio 2010 nella magica
cornice delle Dolomiti e precisamente
al centro della Val Pusteria nella
località di Brunico, ai piedi del famoso
19
Plan de Corones, la montagna n.1 per
lo sci in Europa. Per chi non scia sono
previste delle escursioni con le ciaspe,
delle visite presso musei e castelli e
percorsi eno-gastronomici. La sailing
Cup che, con la realizzazione del 2009,
è arrivata alla V edizione, si svolgerà
il 18, 19 e 20 settembre 2009 a Izola
(Slovenia). La formula prevede
un ciclo di regate di flotta disputate
con imbarcazioni monotipo. Ad ogni
Ordine corrisponde un’imbarcazione
e, all’Ordine che ne uscirà vincente,
verrà consegnato il Trofeo che rimarrà
in possesso del vincitore fino
all’edizione seguente.
Come si vede, quindi, il panorama
sportivo e associazionistico dei nostri
colleghi è particolarmente variegato e
diffuso.
La possibilità di divertirsi con questa
offerta è sicuramente garantita!
Eventi
A Treviso il debutto dei “Ciclocommercialisti”
Si è svolta domenica 19 luglio una manifestazione
ciclistica che l’Ordine di Treviso ha voluto organizzare
con l’obiettivo di far conoscere tra di loro i colleghi di
ogni parte d’Italia che condividono non solo la vita
professionale, ma anche una sana passione sportiva. In
concomitanza con la Granfondo Pinarello competizione ciclistica amatoriale di livello nazionale,
nota anche all'estero, che richiama a Treviso più di 3.000
partecipanti e giungeva quest'anno alla sua 13ª edizione
- si è corsa anche quella che il Comitato Organizzatore
ha chiamato “1ª Granfondo del commercialista Città di
Treviso”.
Per gli amanti della bicicletta è stata l'occasione per vivere
una piccola sfida con se stessi e con gli amici e colleghi su
un percorso sicuramente impegnativo, ma soprattutto
affascinante.
Questa la cronaca. Ore 7.00. Si aprono le griglie di
partenza della Granfondo Pinarello e più di 3.000 ciclisti
italiani e stranieri iniziano a riempirle. Tra di loro anche
un gruppo di commercialisti - sono in quaranta - che
hanno aderito all’invito dell’Ordine di Treviso e hanno
dato vita alla prima competizione della categoria sulle
due ruote.
Arrivano da tutto il territorio nazionale: ci sono veneti,
friulani, lombardi, toscani, laziali e campani. Antonio
viene da Avellino: complimenti! Si merita una confezione
di Prosecco che Marzio Bruseghin - ciclista ma non solo
- gli ha riservato e dedicato.
La corsa partirà alle 7.30: c’è il tempo di conoscersi e di
raccontarsi esperienze ciclistiche ed aneddoti di studio.
L’organizzazione della Granfondo ha infatti riservato ai
commercialisti uno spazio dedicato nella prima parte
dello schieramento, la cosiddetta “griglia di merito”. I
colleghi si riconoscono tra di loro dalla maglia targata
“Lotto” appositamente realizzata per l’occasione e
formano una macchia di colore all’interno del gruppo,
ricevendo così il saluto e gli auguri del Pro-Sindaco
Giancarlo Gentilini, ogni anno presente alla
manifestazione trevigiana per dare il via alla corsa.
Anche alcuni atleti di prestigio al fianco dei
commercialisti come Eddie Merx, Jury Chechi, Karen
Putzer e Cristian Zorzi..., che onore!
All’orario previsto l’avventura ha inizio. Si parte subito
a ritmo sostenuto e ci vuole grande attenzione perché il
gruppo è compatto ed il rischio di cadere è sempre
presente.
Il percorso è lungo 140 Km, presenta un dislivello
complessivo di 1.500 metri e si snoda lungo le colline a
nord di Treviso: una buona opportunità anche per
ammirare il paesaggio ed i luoghi dove nasce il Prosecco.
A Susegana, dopo 24 Km di pianura “volati” ad una media
di 45 Km/h, iniziano la salite che caratterizzano e rendono
impegnativo il percorso. Da qui in poi ciascuno dovrà fare
affidamento solo sulle proprie forze. E così è stato.
Raggiunta la vetta, ultimo ristoro, discesa veloce e venti
chilometri di pianura per raggiungere Treviso e tagliare
il traguardo. All’arrivo pasta, birra e anguria fresca per
tutti, con l’entusiasmo di aver vissuto e condiviso
un’esperienza diversa dal solito. La giornata si chiude in
festa con la consegna delle medaglie ai primi classificati
- premia Fausto Pinarello - e le foto ricordo.
Nell’entusiasmo generale viene coniato - ed approvato
all’unanimità - il nome della costituenda squadra
nazionale: “i ciclocommercialisti”.
Arrivederci al prossimo anno.
Parte il Campionato di calcio edizione 2009-2010
Parte il nuovo Campionato Nazionale di Calcio - edizione 2009/2010 - riservato
alla categoria dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Il progetto sportivo
nasce su iniziativa della Commissione per il Tempo libero istituita in seno al
CNDCEC. L’area di delega per il calcio è stata affidata a Giovanni Prisco,
Presidente ODCEC Nola e Raffaele Di Ianni, ODCEC Lucera, che cureranno la fase
organizzativa del Campionato.
L’evento, proteso a favorire sinergie tra colleghi, sarà la massima espressione
della coesione tra sport e professione: agonismo, divertimento e professionalità
saranno gli ingredienti necessari per muovere gli attori su un palcoscenico a
carattere nazionale.
Al Campionato sarà data ampia rilevanza mediatica, interessando i mass media,
emittenti televisive e le riviste di categoria. Saranno inoltre pubblicati i risultati
degli incontri, commenti ed immagini dei protagonisti e dei dirigenti delle squadre
partecipanti. Esso si svolgerà inizialmente con il tradizionale girone all’italiana,
con gare di andata e ritorno, per poi continuare con la seconda fase ad
eliminazione diretta e le fasi finali che si concluderanno con la premiazione della
squadra campione d’Italia e la consegna di altri premi che saranno istituiti per le
squadre partecipanti e per i dirigenti.
Per le modalità di iscrizione e regolamenti sarà possibile contattare:
Massimo Mellacina - Consigliere Nazionale delegato - tel. 0773/697813 e.mail
[email protected]
Giovanni Prisco - Presidente ODCEC Nola - tel. 081/8235345
e.mail [email protected]
Raffaele Di Ianni - ODCEC Lucera - tel .0881/525051
e.mail [email protected]
So(p)PRESSato
23
L’anno che verrà...
Porterà una trasformazione. Organizzazione e pianificazione le nostre parole d’ordine
Marcello Febert
È il paradosso dei paradossi: non
riuscire a trovare il tempo per scrivere
un articolo sul “tempo libero” del
commercialista. In effetti negli ultimi
anni il nostro tempo libero si è
continuamente assottigliato
fino a diventare sempre più
residuale nelle giornate
lavorative.
Mio padre spesso mi mandava
dal suo commercialista, a sua
volta padre dell’attuale mio
Presidente (il mitico
Stracuzzi), e ricordo
benissimo che, poco più che
maggiorenne, in pieno luglio e
in piena canicola, trafelato ed
ansioso di tuffarmi in riva allo
stretto, mi recavo presso il suo
studio per trovare la porta
chiusa, in quanto “dal 1°
luglio al 31 luglio lo studio
resterà aperto dalle 9,00 alle
12,30, agosto chiuso per
ferie”. Furono forse i viaggi a
vuoto o il romanticismo delle parole
scritte sul cartello, che mi fecero
innamorare di questa professione: “da
grande farò il commercialista!!!” e già
sognavo la sera del 30 giugno di ogni
anno, al solo fine di godere
nell’apporre fuori della porta del mio
futuro studio un cartello parimente
romantico.
Certo né io, né mio padre e né
tantomeno il suo commercialista,
potevamo mai immaginare che negli
anni tutto fosse così stravolto. Che un
anno sì ed un anno forse, ci sarebbe
stata una proroga ai primi di agosto
per fare quello che prima, senza
l’aiuto dei potenti mezzi informatici, si
faceva (al massimo) entro il 20
giugno.
Che il modello 770 (in sostanza un
modello in cui, sempre grazie ai
potenti mezzi informatici,
bisognerebbe solo confermare dei dati
già acquisiti nel corso dell’anno)
sarebbe stato sballottato ogni anno da
una data all’altra, o, ancora peggio,
che all’interno dello stesso anno
sarebbe stato rinviato di mese in mese
fino ad arrivare al 31 luglio.
Che le scadenze del 16 agosto ogni
anno (!), per decreto/ comunicato/
bando/ passaparola ministeriale, da
pubblicare magari il magico 31 luglio
(o ancora dopo), sarebbero state
rinviate al 20/21/22/23/24 (?) di agosto.
O ancora, che l’Agenzia delle Entrate
sarebbe arrivata ad emanare una
circolare, per un presunto
chiarimento sulla
determinazione della base
imponibile IRAP (non entro
nel merito delle
argomentazioni) in data 16
luglio, cioè nell’ultimo giorno
utile al versamento
dell’imposta (già maggiorata
dello 0,40%!).
Potrei continuare, preferisco
fermami; voglio essere
ottimista come qualcuno lo è
stato prima di me… la
televisione ha detto che il
nuovo anno porterà una
trasformazione…
Questo sarà l’anno della
svolta, della semplificazione,
del tutto fatto per tempo; da
settembre tutto cambierà,
basta “last minute”;
pianificazione ed organizzazione
saranno le nostre parole d’ordine; non
ci saranno più proroghe né rinvii, e
noi saremo efficienti e puntuali ed
avremo il tempo per lavorare BENE,
sereni. Palestra 3 volte la settimana,
addominali scolpiti e volti distesi,
lunghi week end fuori porta e tanto
tempo libero da dedicare alla famiglia!
Sarà l’anno del cambiamento.
Io, dal canto mio, ho già iniziato da
questa estate: dalla giacca alla t-shirt,
dalla cravatta al costume, … Ad
agosto sono stato... Protagonista del
Cambiamento. CNDCEC-Report
L’attività del primo
semestre 2009
a cura di Francesca Maione - CNDCEC
L’Auditorium Parco della Musica di Roma ha ospitato,
lo scorso 9 luglio, l’Assemblea dei Presidenti degli Ordini
territoriali, nel corso della quale il Presidente Siciliotti ha
illustrato l’attività svolta dal CNDCEC nei primi sei mesi
dell’anno e presentato il bilancio di previsione 2009
del Consiglio Nazionale.
In sintesi gli argomenti svolti nel corso della relazione.
Congresso Nazionale Torino 2009
In apertura, il Presidente Siciliotti ha commentato i positivi
risultati del Congresso nazionale di Torino (marzo 2009)
che ha visto la partecipazione di oltre 2.500 iscritti e gli
interventi di autorevoli ospiti:
il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, che ha
invitato i commercialisti a presentare proposte per la
semplificazione burocratica;
il Direttore generale delle Entrate, Attilio Befera, che ha
proposto una risoluzione, concertata con la categoria,
sull’annosa questione della mancata certificazione delle
ritenute;
i massimi esponenti della stampa, con la presenza
dell’allora Direttore de Il Sole 24 Ore Ferruccio
De Bortoli;
gli esponenti dell’accademia e del sapere scientifico,
quali il premio Nobel Joseph Stiglitz, che ha suggerito di
guardare con attenzione al modello di governance
italiano, e di Jacques Attali, presidente della
Commissione per la crescita economica della Francia,
che ha affascinato la platea con le sue riflessioni sulla
crisi, sulla fiducia e sul contributo delle professioni alla
crescita e allo sviluppo.
Il Presidente ha infine ricordato le prossime date del
Congresso Nazionale, che si svolgerà a Napoli dal 21 al 23
ottobre 2010.
Formazione e Università
ll regolamento per il tirocinio professionale è alla firma del
Ministro Maria Stella Gelmini, dopo aver ottenuto
l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.
È in corso il tavolo tecnico con il Ministero dell’Università,
Istruzione e Ricerca per la definizione della convenzione
quadro ex D.Lgs. 139/2005 tra CNDCEC e Ministero.
Tariffa professionale
Conclusi i lavori del tavolo tecnico istituito presso il
Ministero della Giustizia con la definizione della nuova
tariffa professionale, si attende il relativo parere da parte
del Consiglio di Stato.
Di concerto con il Consiglio Nazionale forense e notarile, è
stata definita la tariffa delle esecuzioni immobiliari che
CNDCEC Report
sarà a breve presentata al Ministero della Giustizia.
Riforma delle professioni
Sempre alta l’attenzione sulla questione del surrettizio
riconoscimento delle associazioni. A seguito delle
contraddittorie pronunce del TAR sul cd. “decreto
qualifiche”, il Presidente ha segnalato l’eventualità di
impugnare avanti la Corte di giustizia UE anche il decreto
legislativo attuativo della direttiva comunitaria per palese
travisamento della stessa.
Ha, inoltre, sottolineato come, grazie al dialogo con il
Ministero della Giustizia e all’attività di confronto sul
territorio, cresce la percezione negli interlocutori della
società civile della oggettiva e insuperabile differenza che
intercorre tra consulenti con status meramente privatistico
e professionisti con dimensione pubblicistica come i
commercialisti.
Sistema giustizia
Forte impegno del Consiglio Nazionale per una adeguata
valorizzazione dell’istituto della conciliazione.
Tra le varie iniziative, di particolare rilievo è stata la prima
convention degli enti formatori in conciliazione societaria,
di cui il CNDCEC è stato promotore. L’evento, svoltosi a
Roma il 25 giugno u.s., ha contato sulla partecipazione di
40 enti dei 43 complessivi iscritti nell’apposito registro
presso il Ministero della Giustizia.
Sottolineata l’entrata in vigore, lo scorso 4 luglio, della
legge 69/2009, il cui art. 60 prevede che entro il 4 gennaio
2010 siano emanati i decreti attuativi in materia di
conciliazione e di mediazione in ambito civile e
commerciale. In particolare, la lett. g) dell’art. 60 stabilisce
che per le controversie in particolari materie si possono
costituire organismi di conciliazione presso i Consigli degli
Ordini professionali.
Controllo legale dei conti
Costante attività di valorizzazione del ruolo del collegio
sindacale nel dialogo con le istituzioni nazionali e nelle
competenti sedi internazionali, assumendo la presunta
anomalia italiana a modello di riferimento, spiegando
all’estero cos’è e come opera il collegio sindacale italiano,
mediante l’utilizzo di terminologie che consentano una
vera comprensione del sistema.
Audit committee a composizione tecnica: questa è la
principale missione il 23 e 24 luglio 2009 a Londra
nell’ambito del G-20 delle professioni contabili.
25
Confermato l’impegno a denunciare l’evidente anomalia
delle regioni italiane a statuto ordinario completamente
prive di un organo di controllo interno a composizione
tecnica, ma affidato agli stessi consiglieri regionali.
Fisco
Sul fronte del dibattito fiscale l’impegno del CNDCEC:
per far emergere la percezione del commercialista come
consulente naturale ed unico anche a livello
individuale;
per supportare l’attività dei colleghi di fronte agli
ingorghi e alle sovrapposizioni di scadenza;
per esaltare anche la dimensione pubblica e sociale del
ruolo del commercialista;
per sfatare luoghi comuni ed errate percezioni di chi
identifica il commercialista come il “sindacalista” del
contribuente disonesto.
Ed ancora, per:
l’ottenimento della risoluzione sull’omesso rilascio della
certificazione delle ritenute alla fonte;
il rinvio al 14 settembre 2009 del “click day IRAP”;
la negoziazione della limitazione ai soli professionisti
riconosciuti della possibilità di rilascio del visto di
conformità la cui introduzione è stata richiesta
dall’Agenzia delle Entrate per le compensazioni dei
crediti IVA oltre 10.000 euro;
la partecipazione alla stesura di disegno di legge
sull’abuso di diritto.
Terremoto Abruzzo
Il Presidente ha infine aggiornato i Presidenti circa le
azioni messe in essere dal CNDCEC a favore dei
commercialisti dell’Abruzzo:
sottoscrizione con la quale sono stati raccolti quasi
300.000 euro (l’elenco dei sottoscrittori sono pubblicati
sul sito internet del CNDCEC);
inaugurazione del prefabbricato, quale sede provvisoria
dell’Ordine de L’Aquila;
erogazione di un contributo di 3.000 euro a ciascuno dei
42 studi ubicati nella “zona rossa”.
Il Simbolo
La relazione del Presidente si è conclusa con la
presentazione della spilla con il simbolo del CNDCEC, un
piccolo oggetto che vuole evidenziare il senso di
appartenenza ed esprimere degnamente la scelta di vita e
della professione che ognuno ha fatto propria.
Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
Impresa sociale, un contributo operativo del Cndcec
Lorenzo Magrassi - IRDCEC
Le organizzazioni del sistema economico-produttivo orientate alla erogazione di servizi sociali
hanno acquisito un rilievo fondamentale negli ultimi anni nel contesto nazionale. L’ultima
indagine ISTAT sulle cooperative sociali (2007) ha rilevato un tasso di crescita di tali
organizzazioni del 33% nel periodo 2001/2005, a dimostrazione degli spazi inoccupati del
mercato e dell’esigenza avvertita nel tessuto sociale di forme organizzative orientate allo
svolgimento di funzioni che non sembrano altrimenti ricoperte con efficacia dal sistema
nazionale di welfare.
Il d.lgs. 155/2006 ha introdotto nel nostro ordinamento la qualifica della “impresa sociale”,
qualifica che riconosce formalmente il ruolo “produttivo” degli enti con o senza scopo di lucro
la cui attività persegua fini prevalentemente sociali. L’impresa sociale rappresenta, peraltro,
una “qualifica”, che si accosta alla figura giuridica originaria. In effetti, nell’ambito
dell’ordinamento giuridico italiano, in cui il legislatore regola l’applicazione degli aspetti
principali delle disposizioni normative e poi, eventualmente, rinvia a prescrizioni di fonte
normativa secondaria, la disciplina dell’impresa sociale parrebbe costituire una normativa di
“secondo livello”, che fornisce la possibilità a determinati enti che soddisfino specifiche
condizioni di conseguire un particolare status. L’iter normativo delle “organizzazioni che
esercitano l’impresa sociale” si è quindi compiuto attraverso una serie di passaggi, che vanno
dalla pubblicazione del decreto legislativo di riferimento, all’emanazione dei relativi decreti
attuativi da parte dei ministeri interessati (pubblicati nell’aprile 2008), fino all’emanazione di
specifiche linee guide da parte dell’Agenzia per le Onlus e all’elaborazione di procedure idonee
ad implementare le disposizioni del legislatore. Recenti indagini hanno messo in evidenza che
le organizzazioni che esercitano l’impresa sociale iscritte presso i registri delle Camere di
commercio siano poco più di 600, circostanza che dovrebbe spingere gli operatori ad
interrogarsi sui motivi della limitata diffusione della qualifica che, in primo luogo, sembra
ragionevole ritenere condizionata dall’assenza di specifiche agevolazioni fiscali nonché da una
scarsa consapevolezza dei potenziali benefici e delle modalità operative dell’istituto. Ancora, le
disposizioni inerenti all’impresa sociale surrogano in diversi casi le disposizioni di riferimento
delle figure giuridiche originarie, il che implica la necessità di un’attenta riflessione sui benefici
e sugli oneri derivanti dall’acquisizione della qualifica di impresa sociale.
Il Cndcec ha quindi avviato un progetto di approfondimento di tali tematiche attraverso la
pubblicazione di una serie di “Quaderni Impresa Sociale” dedicati all’analisi degli aspetti
complessi del Terzo settore, e in particolare dell’impresa sociale. Il primo Quaderno,
27
“Documento n. 1: lineamenti tecnico-operativi”, pubblicato nello scorso giugno, offre
un’interpretazione di talune criticità non adeguatamente approfondite dal legislatore. Il lavoro
è suddiviso in sezioni attinenti a specifici profili normativi e attuativi ritenuti problematici,
sezioni completate, ove opportuno, da chiarimenti, esemplificazioni e schemi di sintesi per
supportare la gestione dell’istituto sotto il profilo operativo ed estenderne l’adozione
attraverso un chiarimento sulle potenzialità e sui limiti connessi alla qualifica: la prima sezione
approfondisce gli aspetti giuridici della qualifica dell’impresa sociale, le condizioni necessarie
ad ottenere la qualifica, la limitazione di responsabilità patrimoniale; la seconda sezione
illustra aspetti pertinenti alla rendicontazione economico-finanziaria, illustrando i principi e i
criteri fondamentali ai fini dell’esposizione dei dati di contabilizzazione delle operazioni
indicati nelle linee guida adottate dall’Agenzia per le Onlus nel corso del 2008, e richiamando,
laddove coerenti con le linee guida, le disposizioni precedentemente emanate dalla
Commissione “Aziende non profit” del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti che
hanno in parte ispirato le linee guida dell’Agenzia; la terza sezione si sofferma sulla
rendicontazione sociale, per le prima volta obbligatoria nel diritto positivo italiano, e riporta le
previsioni del decreto attuativo nonché alcune generali considerazioni ai fini dell’elaborazione
del documento del bilancio sociale; la quarta sezione si sofferma infine sulle tematiche di
carattere fiscale, approfondendo, in particolare, il mantenimento della posizione tributaria
precedentemente detenuta all’acquisizione della qualifica e le possibili agevolazioni cui è
possibile accedere.
La previsione di disposizioni volte a individuare non una figura giuridica, bensì una “qualifica”,
necessita di un chiarimento interpretativo per l’adattamento delle norme alle fattispecie di
riferimento, dalle società di capitali unipersonali fino alle associazioni non riconosciute.
Inoltre, il disposto normativo appare multi-disciplinare laddove unisce prescrizioni riguardanti
profili tra loro diversi, quali il regime fiscale, la forma organizzativa e di governance, le
procedure concorsuali. Il d.lgs. 139/2005, recante la “Costituzione dell’Ordine dei dottori
commercialisti e degli esperti contabili, a norma dell’articolo 2 della legge 24 febbraio 2005, n.
34”, prevede tra le attività professionali “la valutazione, in sede di riconoscimento della
personalità giuridica delle fondazioni e delle associazioni, dell’adeguatezza del patrimonio
alla realizzazione dello scopo”: l’impegno del Cndcec e degli altri operatori coinvolti deve
dunque essere quello di sviluppare strumenti tecnici necessari ad applicare adeguatamente le
disposizioni normative inerenti l’istituto dell’impresa sociale, al fine di assicurare che
l’attuazione del precetto sia conforme con la sua ratio e le sue finalità. In mancanza di benefici
fiscali esplicitamente previsti dalla normativa, il documento del Cndcec aiuta a comprendere
quando possa risultare conveniente acquisire la qualifica d’impresa sociale, a fronte di
particolari disposizioni in materia, ad esempio, di responsabilità patrimoniale o di
rendicontazione economico-sociale.
Ordini territoriali
Verbania: traghettare
le imprese oltre la crisi
di Fabio Pisani
Durissimo e senza appello il giudizio
espresso sulla crisi economica dalla
presidente dell’Ordine di Verbania,
Paola Balzarini, nel suo intervento di
apertura del convegno “Risanamento
d’impresa: costruire tra nuove regole
e nuove opportunità”, ospitato per
l’occasione a Baveno e che ha visto
anche la partecipazione, tra gli altri,
del Sottosegretario dell’economia e
delle finanze, Luigi Casero.
“La crisi economica - ha detto la
presidente Balzarini - fa spietatamente
sentire i suoi effetti in ogni settore e
per tutti, almeno nel momento del
pagamento di opere e servizi. Le sue
radici affondano in epoca ben più
lontana del 2008 e si situano, tra
l’altro, in una eccessiva spinta
all’indebitamento di famiglie ed
imprese. Ma il tutto - spiega - è stato
condito con l’olio di spregiudicatezza
e di gravi irregolarità ed insaporito
con il sale della negazione di ogni
etica e principio morale, in nome ed a
favore di un profitto ingiusto e per
In cifre
Iscritti: 222 di cui 60 donne
Età media: 41 - 50 anni
Tirocinanti: 20 di cui 12 donne
Iscritti di età inferiore ai 40 anni: 54
pochi eletti”.
“Se a tutto questo aggiungiamo il
deprecabile fenomeno della
sottocapitalizzazione che connota in
prevalenza le nostre piccole e medie
imprese, il quadro si completa. Ne
scaturisce un sistema in cui a
sopportare le peggiori conseguenze
sono soggetti diversi
dall’imprenditore, che si nasconde
dietro la scarsa ed esigua
patrimonializzazione della propria
società, al riparo dal rischio di
impresa, decisamente trasferito sulle
spalle dei creditori in genere”.
Che fare, dunque? Lo spiega Claudio
Pastori che dell’Ascri, l’Associazione
Verbania
29
Balzarini: “Valorizzare il ruolo dei piccoli Ordini”
Per il presidente piemontese occorre riservare un trattamento differenziato alle piccole realtà
Quali sono le principali peculiarità ed i
problemi specifici che la categoria
incontra nell’ambito territoriale
dell’Ordine da te presieduto?
Le peculiarità e i problemi specifici
della categoria sono connessi e
dipendenti dal tessuto economico del
nostro territorio, fortemente
ridimensionato dopo gli splendori
conosciuti in passato (ricordo, ad
esempio, che nei primi decenni del
1900 Intra - uno dei comuni confluiti
in Verbania - era chiamata la “piccola
Manchester” per l’importante
presenza di industrie manifatturiere di
ogni settore: e non diversamente
avveniva per il Cusio e l’Ossola).
Le imprese attualmente attive sono
prevalentemente di piccole e micro
dimensioni; esiste qualche media
impresa e, tra queste, direi, una sola di
rilevanza internazionale. È evidente
che tale contesto economico offre
minori possibilità ed opportunità
anche ai professionisti.
Come pensi di sviluppare sul territorio i
rapporti con le altre professioni?
Su questo punto - ritengo - abbiamo
già raggiunto un buon livello di
collaborazione. Grazie al lavoro già
svolto in passato. Voglio citare, in
primo luogo, gli ottimi rapporti con gli
ingegneri, con i quali condividiamo la
sede e la creazione di una Fondazione
che fornisce al nostro ed al loro
Ordine i necessari servizi
amministrativi e logistici.
Sul fronte della collaborazione di
natura più specificamente
professionale, da tempo portiamo
avanti con discreto successo, insieme
al Collegio notarile ed all’Ordine degli
avvocati, l’organizzazione di seminari
e corsi di aggiornamento e ciò anche
per sfruttare al meglio le non cospicue
risorse di cui disponiamo. Il mio
desiderio ed auspicio è di continuare
su questa linea, per poter
adeguatamente sviluppare le
reciproche professionalità, premessa
indispensabile per la buona immagine
di ogni iscritto, in primo luogo, e, di
riflesso, di quella dell’Ordine.
Cosa ti aspetti dal rapporto con il
CNDCEC e quali sono le forme di
collaborazione che pensi di suggerire ai
vertici nazionali?
Dopo un inizio contrastato e che ci ha
visti assestati su posizioni alquanto
critiche nei confronti del Consiglio
Nazionale, devo dire che siamo stati
piacevolmente sorpresi dal
cambiamento che il Consiglio ha
saputo imprimere alla categoria ed ai
rapporti con gli Ordini locali. Certo - a
parere mio e del Consiglio locale credo che il Consiglio nazionale
debba prestare più attenzione, anzi
meglio, una attenzione diversa, agli
Ordini piccoli come quello di
Verbania. Senza che assuma i contorni
della disparità, ritengo sia necessario
riservare un trattamento differenziato
agli Ordini di piccole dimensioni.
Faccio alcuni esempi. Il contributo
annuale che versiamo al Consiglio
nazionale incide pesantemente sulle
nostre ridotte casse e non ha adeguata
contropartita: il risultato è che siamo
costretti a rinunciare a sviluppare
iniziative di formazione, della cui
utilità a nessuno è dato di dubitare.
L’adozione di un unico regolamento
(ad esempio, di contabilità e/o di
procedimento disciplinare), valido per
tutti gli Ordini locali, comporta per
quelli di piccole dimensioni costi ed
oneri, adempimenti e formalità spesso
eccessivamente gravosi. Avvertiamo
l’esigenza di poter contare su
interlocutori adeguati presso il
Consiglio nazionale, affinchè costoro
possano aiutarci ad affrontare i
problemi che da soli non siamo in
grado di risolvere (ad onor del vero,
su questo fronte ci sono stati
importanti miglioramenti, ma occorre
ancora insistere).
In buona sostanza, i rapporti sono
buoni, anche se credo essi potrebbero
essere ulteriormente migliorati
nell’interesse di entrambe le parti.
Come si colloca la categoria nei rapporti
con le Istituzioni locali, quali Tribunali,
Camere di Commercio ed Enti locali?
Su questo punto posso asserire che i
rapporti sono buoni, ma sempre
migliorabili. Diamo spesso vita ad
iniziative comuni, in campi che
interessano la categoria ma anche le
istituzioni locali.
Quali sono le istanze locali su cui ritieni
sia opportuno un intervento del Consiglio
Nazionale?
In generale, sentiamo la necessità di
una più concreta valorizzazione degli
Ordini di piccole dimensioni e del
ruolo dagli stessi svolto.
In particolare, riteniamo che il
Consiglio nazionale debba intervenire
sul regolamento che governa il
procedimento disciplinare, a nostro
avviso troppo macchinoso e formale e
idoneo al compimento di irregolarità,
facile pretesto per impugnative delle
decisioni prese e delle sanzioni
irrogate, senza sottovalutare
l’impegno economico che la
procedura consigliata può provocare
(su questo punto il regolamento citato
tace sulla possibilità per l’Ordine di
farsi rimborsare le spese della
procedura, quali oneri postali, bolli e
così via: debbo ritenere che vale
l’assunto “ciò che non è
espressamente vietato è
consentito”?).
Altro punto sul quale giudico
importante una chiara indicazione del
Consiglio nazionale riguarda
l’assicurazione per la responsabilità
civile dei membri del Consiglio.
Secondo una recente interpretazione
dei funzionari del Ministero, alla luce
delle disposizioni della legge
finanziaria, il premio non può più
essere pagato dall’Ordine ed il
contratto stipulato è nullo. Senza
voler negare la natura di ente
pubblico non economico che ci è stata
attribuita, pare tuttavia di poter
affermare che la fattispecie
contemplata dalla citata legge
finanziaria nulla abbia a che vedere
con la situazione degli Ordini
professionali, le finanze dei quali sono
unicamente alimentate dalle quote
versate dagli iscritti, in quanto nessun
ancorchè minimo contributo proviene
dalle casse dello Stato ovvero da altri
enti pubblici. Non si dimentichi poi
che, soprattutto negli Ordini piccoli, i
consiglieri operano del tutto
gratuitamente e non vorrebbero
aggiungere al danno anche la beffa.
Un intervento del Consiglio nazionale
sui punti che ho indicato è pertanto
auspicabile.
30
Verbania
per lo sviluppo della cultura
professionale per la prevenzione e la
gestione delle crisi d’ impresa, è il
presidente. Secondo Pastori “occorre
prendere coscienza che dalla crisi si
può e si deve uscire, che qualche
buona soluzione ovvero proposta
esiste, è già nell’aria e deve essere
colta al volo. E tempi migliori non
potranno fare a meno di tornare”.
Il Convegno di Baveno ha voluto
essere un punto di riferimento per
quanti possono intervenire nella crisi
d’impresa, ovvero magistrati,
professionisti, banche, associazioni
industriali e sindacati. Ma anche
momento di stimolo per gli
imprenditori segnalando le
opportunità, soprattutto per la piccola
media impresa, che possono
presentarsi alla fine della crisi: non da
ultima quella sociale volta a salvare il
più possibile posti di lavoro.
I lavori del Convegno si sono articolati
in quattro tavole rotonde, spaziando
attraverso la disamina delle tematiche
rivedute ed innovate dalla recente
riforma del diritto fallimentare.
Affrontati, inoltre, i delicati temi del
finanziamento delle imprese in crisi e
quelli della spinosa questione del
profilo penale.
Al Convegno di Baveno è intervenuto
anche Luigi Casero, Sottosegretario al
Ministero dell’economia e delle
finanze, che ha colto l’occasione per
sottolineare come i commercialisti
siano in prima linea sul fronte della
crisi. “Sono una categoria forte - ha
detto - con grandi capacità tecniche e
stanno dimostrando un grande
sostegno all’azione complessiva per
Superficie (Kmq)
2.254,83
Popolazione (31.12.2007)
162.333
Imprese attive (2007)
12.634
Occupati (2007)
68.788
Valore aggiunto* (2006)
3.214,17
Fallimenti dichiarati (2006)
38
*VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE AL LORDO SIFIM
– VALORI A PREZZI CORRENTI IN MILIONI DI EURO
uscire dalla crisi. Siamo soddisfatti del
ruolo che essi svolgono e ci
auguriamo che possano svilupparlo
ancora di più. Noi - come Governo chiederemo aiuto e appoggio ai
commercialisti; essi devono esaltare
ancora di più quel ruolo pubblico che
normalmente svolgono”.
Sulle semplificazioni come, ad
esempio, nei trasferimenti di aziende e
di rami d’azienda con la possibilità di
definire i passaggi con la firma
digitale, Casero ha ricordato che in
momenti come gli attuali “bisogna
contemperare la necessità di
salvaguardare i conti pubblici con una
grande politica di rigore sia sul debito
sia sulla spesa. Abbiamo la necessità
di fare delle riforme tra cui anche
questa, sulla cessione di rami
d’azienda, che possono far diventare il
Paese ancora più forte e dinamico.
Perché ciò avvenga occorre che siano
considerate le proposte - come questa,
ad esempio - che i commercialisti
formulano”. Casero ha poi toccato il
tema più generale della situazione
economica, precisando che i
provvedimenti varati dal Governo
possano far sì che il Paese, alla fine,
sia più forte di prima.
Ordini territoriali
Vallo della Lucania:
riforma delle professioni,
dalle parole ai fatti
di Tiziana Mastrogiacomo, CNDCEC
Portare a termine nel più breve tempo
possibile la riforma delle professioni
ordinistiche senza passare per un
facile riconoscimento delle
professioni non regolamentate.
È questo il messaggio lanciato dai
dottori commercialisti e dagli esperti
contabili in occasione della III
edizione del convegno nazionale
“La riforma delle categorie giuridicocontabili nel più ampio progetto di
riordino della giustizia”, organizzato
dall’Ordine di Vallo della Lucania a
Palinuro.
“Alla terza edizione di questo evento
vogliamo fare il punto della situazione
- ha affermato Giuseppe Condorelli,
presidente dell’Ordine di Vallo della
Lucania aprendo i lavori -. In uno
scenario politico in cui i Governi
cambiano e si parla sempre di una
riforma delle professioni senza di fatto
mai arrivare a una conclusione,
prendiamo spunto dalla proposta del
Ministro della Giustizia, Angelino
Alfano, di partire dalle categorie
giuridico-economiche per discutere un
progetto di riforma della giustizia. E
questo avviene anche alla luce di un
evento epocale come quello
dell’unificazione delle due categorie
In cifre
Iscritti: 224 di cui 58 donne
Età media: 45,5
Tirocinanti: 112 di cui 54 donne
Iscritti di età inferiore ai 40 anni: 82
dei dottori commercialisti e dei
ragionieri in un unico albo.
I commercialisti sono e devono
sentirsi una forza sociale di questo
Paese - ha continuato Condorelli - e
questo incontro ha un senso se darà
un contributo di idee ai vertici della
nostra categoria. Essi sono i portatori
delle istanze della base, il mezzo
attraverso il quale trasformare
propositi in iniziative da portare nelle
sedi istituzionali. Ben venga, dunque,
il riordino delle professioni che il
Ministro Alfano si propone di attuare,
ma si proceda con fatti e azioni
concrete e non con meri propositi.
Ricordiamo, infine, che ogni possibile
riforma non può passare per un facile
riconoscimento delle professioni non
regolamentate”.
Che la riforma delle professioni non
debba passare per una equiparazione
tra ordini e associazioni private lo ha
sottolineato con forza anche Fabrizio
Franchi, già consigliere delegato alle
professioni del Consiglio nazionale
dei dottori commercialisti.
“La riforma deve decollare il prima
possibile - ha detto Franchi - perché
rappresenta uno dei momenti
fondamentali per la modernizzazione
del Paese. Riforma che deve prendere
in esame solo le professioni
ordinistiche ovvero le professioni di
coloro che hanno portato a termine
Vallo della Lucania
33
Condorelli: “Dialogo costante con le istituzioni”
Per il Presidente dell’Ordine campano occorre più integrazione tra saperi diversi e complementari
Quali sono le principali peculiarità ed i
problemi specifici che la categoria
incontra nell’ambito territoriale
dell’Ordine da te presieduto?
L’ambito territoriale dell’Ordine si
estende a sud della Provincia di
Salerno, nella vasta area del Cilento. Il
territorio, rimasto a lungo isolato dai
principali flussi di traffico, conserva
un grande fascino paesaggistico, tanto
da essere dichiarato patrimonio
UNESCO. Sulla base di questa
premessa è facile intuire una notevole
presenza di imprese appartenenti al
settore agricolo, dell’artigianato, del
commercio, del turismo e dei servizi.
La forma giuridica più diffusa delle
imprese attive sul territorio è quella
della ditta individuale (74,1%), ma non
mancano realtà imprenditoriali nella
forma di società. L’assenza di una
certa vivacità imprenditoriale
determina inevitabilmente che i
colleghi più giovani svolgano la
professione nell’ambito dei servizi
professionali tradizionali o
prettamente adempimentali. Per
questi motivi la “mission” dell’Ordine
è quella di promuovere e sollecitare
l’offerta di servizi più rispondente alle
esigenze del cliente-impresa. Per far
questo, il Consiglio utilizza gran parte
delle proprie risorse dedicando ampi
spazi all’attività di formazione,
promuovendo all’esterno la figura del
commercialista quale professionista
capace e competente.
Siamo pienamente consapevoli che
per far questo occorre un rapporto
costante anche con le Istituzioni
presenti sul territorio e con le quali
non facciamo mancare le forme di
coinvolgimento ed il dialogo
continuo.
Come pensi di sviluppare sul territorio i
rapporti con le altre professioni?
Il rapporto con le altre professioni
necessita di una particolare e più
approfondita riflessione. A fronte
delle non esaltanti esperienze
nazionali del CUP, il rapporto con le
altre professioni a livello istituzionale
locale sta vivendo una vivace fase di
spinta e di fattiva collaborazione.
Prova di ciò è il Convegno annuale
che si organizza, ogni primavera a
Palinuro, su iniziativa dell’Ordine con
il coinvolgimento e la partecipazione
delle altre categorie professionali
dell’area giuridico-economica. Siamo
consapevoli che il territorio può
ricevere maggiori benefici
dall’integrazione dei saperi diversi e
complementari.
Cosa ti aspetti dal rapporto con il
CNDCEC e quali sono le forme di
collaborazione che pensi di suggerire ai
vertici nazionali?
Mi preme innanzitutto esprimere il
mio personale apprezzamento e
quello di tutto il Consiglio per l’azione
fin qui svolta dall’attuale Consiglio
Nazionale. Se consideriamo che sono
trascorsi appena 18 mesi
dall’unificazione tra le due categorie,
credo che molte cose sono state fatte,
ma tanto ancora resta da fare. Il
merito va soprattutto alla ritrovata
coesione della squadra.
Mi auguro e spero in una proficua
collaborazione tra i vertici nazionali
della categoria e gli Ordini territoriali,
magari valorizzando maggiormente
alcuni organi intermedi quali sono i
coordinamenti regionali e le
Conferenze degli Ordini territoriali.
L’Ordine di Vallo della Lucania, per
quanto piccolo per numero di iscritti,
auspica ed opera già, in ambito
regionale, per il coordinamento
dell’attività degli Ordini della
Campania. Il migliore funzionamento
di tale organismo intermedio
consentirebbe una più agevole
individuazione di comportamenti
comuni e la promozione di azioni di
carattere propositivo e valutativo da
sottoporre all’attenzione del Consiglio
Nazionale. Non mancano di certo i
temi e le occasioni di proposta, e non
mancano neppure le aspettative di
risposte concrete alle istanze che
provengono dalla base degli iscritti.
Con l’aiuto di tutti, ed ognuno nel
proprio ruolo, la categoria potrà
crescere contribuendo alla
modernizzazione del Paese.
Come si colloca la categoria nei rapporti
con le Istituzioni locali, quali Tribunali,
Camere di Commercio ed Enti locali?
Il Tribunale, la Camera di Commercio,
l’Università e le associazioni
imprenditoriali sono i nostri primi e
più importanti interlocutori, e con
essi l’Ordine intende continuare a
interagire per la crescita e lo sviluppo
delle imprese locali ed in generale del
tessuto socio-economico del
territorio. Sono molteplici le
occasioni di collaborazione con i
suddetti Enti; così come molte sono
le prestazioni di attività professionale
rese dai nostri iscritti nei lroro
confronti. Tuttavia rimane fermo da
parte dell’Ordine l’impegno a creare
nuove e più numerose forme di
collaborazione, soprattutto di tipo
formativo, per creare maggiori
opportunità di inserimento
professionale, in particolare per i
giovani iscritti.
Con la Camera di Commercio, poi,
sono stati sottoscritti diversi
protocolli di intesa, l’ultimo dei quali
ha visto impegnato l’Ordine nello
svolgimento di attività formativa
rivolta ai professionisti interessati alla
internazionalizzazione delle imprese.
Quali sono le istanze locali su cui ritieni
sia opportuno un intervento del CNDCEC?
Certo che ancora molto ci si aspetta
dai vertici della categoria per la
soluzione di alcuni principali
problemi, soprattutto quelli di
carattere locali.
Mi riferisco ad esempio alla stipula di
protocolli d’intesa tra il CNDCEC
e le Istituzioni e gli Organismi centrali
della PA. Attuale è, ad esempio,
il problema della razionalizzazione
e conseguente riduzione degli Uffici
periferici che il Ministero
dell’Economia e delle Finanze (MEF)
sta compiendo su tutto il territorio
nazionale.
In una provincia così lunga e vasta,
quale quella di Salerno, ciò
comporterà un aumento di notevoli
disagi già vissuti dagli iscritti nei
rapporti con le Agenzie delle Entrate
locali, molto spesso poco attrezzate
e inadeguate per far fronte all’attività
degli iscritti e della loro utenza.
E ancora, si aspetta da tempo la
definizione della Convenzione quadro
tra il CNDCEC ed il Ministero
competente (MIUR), al fine
di abbreviare i tempi per l’accesso
agli esami di Stato per l’abilitazione
all’esercizio della professione.
34
Vallo della Lucania
Capo Palinuro, immerso nella rigogliosa natura del Parco Nazionale del Cilento
un corso di studi e un tirocinio, che
hanno superato un esame di Stato,
che sono soggetti a norme
deontologiche e al controllo degli
Ordini. Credo che il tentativo fatto
nelle passate legislazioni di unire le
professioni ordinistiche con le
associazioni private sia ormai fallito
ed è inutile perseguire questa strada.
La riforma, inoltre, dovrà prendere in
considerazione la proposta dei
commercialisti sulle società di lavoro
professionale in modo da fornire una
regolamentazione che metta il nostro
Paese al passo con l’Europa”.
Alla tavola rotonda sulla riforma delle
professioni giuridico-contabili
all’interno del progetto di riordino
della giustizia ha preso parte anche
Aniello Calabrese, presidente
dell’Ordine dei Notai di Salerno.
“Sono certo che la riforma delle
professioni vedrà la luce - ha
affermato Calabrese -. In passato
simili riforme non sono riuscite
perché i Governi hanno assunto
atteggiamenti estremistici. Durante il
liberismo, per esempio, anche la
riforma delle professioni voleva
essere gestita attraverso le forme
proprie del liberismo. Venuti meno
questi eccessi, i Governi hanno
iniziato a dialogare e i professionisti
lo hanno capito bene. I notai sono
pronti per questo cambiamento: tante
cose le abbiamo anticipate, come le
assicurazioni obbligatorie e le best
practies, ma tante altre sono ancora
da fare”. Per quanto riguarda, invece,
la proposta fatta al Ministro Alfano da
Superficie (Kmq)
25
Popolazione (31.12.2007)
126.080
Imprese attive (2007)
n.d.
Occupati (2007)
n.d.
Valore aggiunto* (2006)
n.d.
Fallimenti dichiarati (2006)
n.d.
*VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE AL LORDO SIFIM
– VALORI A PREZZI CORRENTI IN MILIONI DI EURO
parte dei commercialisti, il presidente
dell’Ordine dei Notai di Salerno ha
ipotizzato piattaforme d’intesa.
“Ci sono alcune cose che non sono
condivise - ha detto Calabrese -.
Indubbiamente l’aspetto critico
riguarda le cessioni di quote di srl e
quelle di azienda di cui i
commercialisti chiedono competenze
fino ad oggi assegnate ai notai. Penso,
comunque, che un dialogo sia sempre
costruttivo”.
Anche il presidente del Consiglio
nazionale dei dottori commercialisti
ed esperti contabili, Claudio Siciliotti,
è intervenuto alla tavola rotonda e ha
sottolineato la necessità del dialogo e
della collaborazione a tutti i livelli.
“Questo convegno è la dimostrazione
pratica di due categorie che, pur
avendo talvolta punti di vista diversi,
si riconoscono entrambe un ruolo
centrale nel sistema economico,
sociale e giuridico di questo Paese ha detto il presidente Siciliotti -.
Questa è una delle tante occasioni in
cui proviamo a confrontarci con
serenità e pacatezza, ma anche con il
rispettivo ruolo che entrambi ci
riconosciamo volentieri. Nel caso della
cessione di quote e di azienda, si tratta
di valutare se su alcune prestazioni
serva ancora un controllo di legittimità
o possano a questo essere sottratte
perché esiste comunque una griglia di
interventi a vario livello che lo
rendono superfluo e, forse, più un
peso che una reale necessità. Si tratta,
quindi, di discutere con serenità
tenendo comunque conto che la
polvere sull’orologio va tolta, che il
tempo passa, la tecnologia aumenta e
anche la maggiore qualità dei
professionisti assicura che certe
prestazioni possano essere riservate
non solo ad alcuni, ma allargate ad
una platea più ampia”.
Ordini territoriali
Catanzaro:
crisi d’impresa,
un evento da gestire
di T. M.
Un’occasione importante che studiosi
ed operatori del settore non si sono
lasciati sfuggire per riflettere sulla
moderna disciplina della crisi
d’impresa. Parliamo del convegno
“Crisi d’impresa: iniziative di mercato
e ruolo della giurisdizione”,
organizzato dall’Ordine dei dottori
commercialisti ed esperti contabili di
Catanzaro presso il Villaggio
Guglielmo Copanello.
All’incontro hanno partecipato, tra gli
altri, Francesco Muraca, presidente
Muraca: “Occorre dare respiro all’economia locale”
Per il presidente dell’Ordine calabrese servono politiche adeguate alle realtà territoriali
Quali sono le principali peculiarità ed i
problemi specifici che la categoria
incontra nell’ambito territoriale
dell’Ordine da te presieduto?
L’ambito territoriale è caratterizzato da
un’economia decisamente legata al
terziario ed all’edilizia. Il periodo di
crisi profonda e prolungata
dell’economia calabrese ha visto
contrarsi e addirittura scomparire
alcune attività nella provincia
catanzarese. La voglia di impresa viene
scoraggiata dalle difficoltà oggettive di
fare impresa a causa della mancanza di
scelte che valorizzano l’uso del
territorio ed il suo assetto, lo
sfruttamento delle risorse, i servizi
sociali e le infrastrutture.
La maggioranza delle imprese è
costituita da aziende individuali,
seguite dalle società di persone ed in
minima parte da società di capitali.
In questo contesto i commercialisti
svolgono la classica attività di
assistenza alle piccole e medie
imprese costituita principalmente dalla
tenuta di scritture contabili e dalla
consulenza fiscale e societaria.
La nostra figura professionale va
assumendo, comunque, sempre di più
un ruolo di primissimo piano
attraverso lo svolgimento di attività
riguardanti l’intero ciclo di vita delle
aziende.
Come pensi di sviluppare sul territorio i
rapporti con le altre professioni?
Il rapporto con gli altri Ordini
professionali è stato sempre
improntato ad un confronto sereno,
trasparente, cordiale e tendente a
valorizzare l’immagine del nostro
Ordine. Lo sviluppo delle professioni
rappresenta indubbiamente un fattore
critico di successo anche nello
sviluppo del territorio ed in
quest’ottica tutti i professionisti
devono muoversi su un comune
terreno del confronto che ha bisogno
sicuramente di solide basi fondate su
tutte le conoscenze necessarie ed
indispensabili per sviluppare le
connessioni che legano economia,
politica e cultura.
Cosa ti aspetti dal rapporto con il CNDCEC
e quali sono le forme di collaborazione
che pensi di suggerire ai vertici nazionali?
Il rapporto con il CNDCEC è sempre
stato di apertura, massima
collaborazione, dialogo costruttivo e
supporto operativo per lo svolgimento
di un’azione comune e forte negli
interessi della nostra categoria. Il
CNDCEC da tempo ha avviato un
percorso di studi e di interventi per
favorire lo sviluppo delle piccole e
medie imprese, che costituiscono il
tessuto economico del nostro Paese, e
Catanzaro
dell’Ordine di Catanzaro; Giorgio
Sganga, Consigliere segretario del
Consiglio Nazionale e Giulia Pusterla,
Consigliere nazionale con delega al
diritto fallimentare.
Numerose le sessioni di lavoro che
hanno coinvolto magistrati, studiosi e
professionisti: dal ruolo del giudice
nel processo fallimentare, nel
fallimento e nel concordato alle
soluzioni negoziate nelle crisi
d’impresa; dai piani attestati e dagli
accordi stragiudiziali al regime delle
responsabilità; dal piano
concordatario e dalle operazioni
straordinarie alla formazione delle
classi e al trattamento dei creditori
privilegiati, passando per la
transazione fiscale alla riforma
dell’amministrazione straordinaria e il
controllo amministrativo sulle
soluzioni negoziate.
Dalla tre giorni di studi è emerso che
anche un’impresa sana potrebbe
contemporaneamente fornire un
valido supporto operativo ai
professionisti. In virtù della profonda
ed incisiva azione del Consiglio la
visibilità ed il prestigio della nostra
categoria presso le istituzioni, le forze
politiche e, credo, anche l’opinione
pubblica, hanno compiuto un
autentico salto di qualità. L’azione si è
tradotta in un generale rafforzamento
della nostra categoria e lo dimostrano
tanti prestigiosi risultati raggiunti che
hanno confermato la bontà delle
scelte. Occorre, comunque, un
maggiore impegno per riequilibrare il
rapporto tra fisco e contribuente con
la semplificazione normativa e
soprattutto con la lotta all’evasione
fiscale e contributiva e, inoltre, è
indispensabile ridisegnare la
governance per fornire alle aziende
modelli più semplici ed efficienti.
Come si colloca la categoria nei rapporti
con le Istituzioni locali, quali Tribunali,
Camere di Commercio ed Enti locali?
L’Ordine ha sempre svolto un ruolo di
In cifre
Iscritti: 472 di cui 126 donne
Età media: 50
Tirocinanti: 263 di cui 131 donne
Iscritti di età inferiore ai 40 anni: 69
presenza attiva sul territorio per
valorizzare l’immagine dei
professionisti, rimarcando il valore
profondo della nostra professione,
dialogando ed impegnandosi per
consolidare e migliorare i rapporti con
gli Enti istituzionali al fine di
valorizzare e rafforzare il valore
dell’Ordine quale ente istituzionale di
riferimento, ma anche al fine di creare
un migliore rapporto che favorisca la
crescita professionale dei Colleghi
facendo crescere la consapevolezza ed
il riconoscimento del prestigioso ruolo
dei professionisti nel contesto
dell’ambiente sociale, economico ed
istituzionale.
Quali sono le istanze locali su cui ritieni
sia opportuno un intervento del CNDCEC?
La nascita e lo sviluppo di nuove
imprese è indice della dinamicità e
dell’operatività di un sistema
economico e, pertanto, è necessario
rimuovere gli ostacoli che creano
difficoltà allo sviluppo delle piccole e
medie imprese a causa della loro
37
trovarsi a gestire da un momento
all’altro una crisi capace di minare, in
modo a volte definitivo, le attese di
prosperità economica e finanziaria.
Questo accade perché oggi le aziende
operano in un contesto economico
fortemente dinamico e la crisi è un
evento più ordinario rispetto al
passato dal momento che maggiori
fattori di sollecitazione possono
colpire su più fronti repentinamente.
Ne sa qualcosa proprio l’economia
calabrese colpita dalla crisi
profondamente e in modo prolungato,
generando addirittura la contrazione
e la scomparsa di alcune attività nella
provincia di Catanzaro.
“Una moderna disciplina della crisi
d’impresa costituisce una
componente importante di un sistema
normativo che si propone di assistere
con regole adeguate lo sviluppo
dell’economia - ha affermato il
presidente dell’Ordine di Catanzaro,
fragile conformazione tecnica e
gestionale che le ha esposte ai
cambiamenti repentini del mercato.
Bisogna creare le condizioni per dare
respiro all’economia catanzarese e
costruire una valida strategia di
sviluppo economico ed occupazionale.
Per favorire lo sviluppo il centro di
riferimento deve essere sempre
l’impresa e le istituzioni devono essere
i diretti interlocutori del sistema delle
imprese. Servono principalmente delle
politiche di adeguamento delle
strutture degli Enti pubblici. L’azione
amministrativa deve essere improntata
a criteri manageriali con lo
snellimento delle procedure e
facilitando il compito di chi deve
creare sviluppo. In questa direzione il
nostro CNDCEC deve orientare la sua
azione verso gli organi di governo al
fine di proporre le soluzioni che
possano favorire lo sviluppo del
territorio soprattutto con
provvedimenti di sostegno e
facilitazioni per l’accesso al credito
delle piccole e medie imprese.
38
Catanzaro
Catanzaro: Il Duomo, nonostante le numerose ricostruzioni sulla originale Cattedrale normanna del 1121,
rimane una delle più importanti testimonianze del passato
Francesco Muraca -. L’alternarsi
fisiologico tra la nascita di nuove
imprese e la crisi di altre deve essere
governato con idonei strumenti. Da
qui la necessità di una cultura
imprenditoriale che accetti senza
drammi l’eventualità che l’impresa sia
oggetto, anche a più riprese, di crisi
aziendali. È ovvio, comunque, che una
nuova modalità di pensiero deve
confrontarsi e trovare appoggio
nell’ambito di un nuovo sistema
giuridico di riferimento”.
E oggi la disciplina della crisi
d’impresa fornisce da un lato garanzie
di tutela dei creditori
dell’imprenditore e dall’altro è
orientata ad affermare il principio che
la crisi stessa rappresenta una
componente fisiologica di un’impresa
che opera sul mercato.
“La nuova legge fallimentare è stata
disegnata non più come una legge
Superficie (Kmq)
2.391,35
Popolazione (31.12.2007)
367.655
Imprese attive (2007)
29.021
Occupati (2007)
112.829
Valore aggiunto* (2006)
5.810,79
Fallimenti dichiarati (2006)
39
*VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE AL LORDO SIFIM
– VALORI A PREZZI CORRENTI IN MILIONI DI EURO
esclusivamente finalizzata ad
eliminare l’impresa dal mercato - ha
continuato il presidente Muraca -, ma
sicuramente come una legge che
consente soluzioni per risolvere la
crisi attraverso il risanamento, la
valorizzazione dell’azienda e del
patrimonio dell’imprenditore, la tutela
dei posti di lavoro e soprattutto con
procedure celeri, trasparenti ed
efficienti per la liquidazione
dell’attivo”.
Senza dubbio si tratta di un
argomento che coinvolge su più fronti
i dottori commercialisti e gli esperti
contabili in qualità di consulenti,
amministratori o revisori dei conti - ha
sottolineato il Segretario del CNDCEC
Giorgio Sganga - con una conseguente
responsabilizzazione che impone un
elevato grado di conoscenza e di
consapevolezza.
Giulia Pusterla, Consigliere del
CNDCEC delegato alle procedure
concorsuali, ha sottolineato come il
ruolo dei professionisti contabili sia
stato decisamente valorizzato dalle
nuove disposizioni della legge
fallimentare.
“Ciò è avvenuto soprattutto con
l’introduzione delle norme riguardanti
il nuovo concordato preventivo e gli
accordi di ristrutturazione dei debiti
d’impresa - ha detto ancora Pusterla che richiedono un’approfondita
conoscenza delle problematiche
giuridiche, economiche ed aziendali al
fine di elaborare piani compiuti e seri
per la soluzione della crisi. Questo
comporta sicuramente nuove
responsabilità per i professionisti
nella gestione delle procedure
concorsuali nelle sue diverse
articolazioni da cui deriva anche un
nuovo ruolo sia per il Consiglio
Nazionale sia per gli Ordini
territoriali”.
BRESCIA
ORDINE
DEI DOTTORI
COMMERCIALISTI
E DEGLI ESPERTI
CONTABILI
Convegno
La gestione, la strutturazione
e la riorganizzazione dell'impresa
o del gruppo multinazionale.
il contesto fiscale e legale di riferimento
16 e 17 Ottobre 2009
Grand Hotel - GARDONE RIVIERA (BS)
con il patrocinio di
Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti
e DEGLI ESPERTI CONTABILI
Ordine dei Dottori Commercialisti ED ESPERTI CONTABILI di Milano
in collaborazione con
con il contributo di:
Dr. Klaus Bader - Avvocato e commercialista in Monaco di Baviera
Dott. Fabrizio Broggini - Esperto in internazionalizzazione dei mercati
Avv. Fabio Buccioli - Avvocato in San Paolo del Brasile
Dott. Sarvajit Chakravarti - Console Generale dell’India a Milano
Prof. Giuseppe Corasaniti - Dottore Commercialista e Professore di diritto tributario Università di Brescia
Avv. Roberta Di Vieto - Avvocato del Foro di Brescia
Avv. Rocco Franco - Avvocato in Londra
Avv. Angela Giebelmann - Avvocato del Foro di Brescia e Monaco di Baviera
Dott. Stefano Graidi - Dottore Commercialista in Lugano
On. Prof. Maurizio Leo - Presidente della Commissione bicamerale di vigilanza dell’anagrafe
tributaria - Componente Commissione Finanze e Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati
Prof. Guglielmo Maisto - Professore di diritto tributario Università Cattolica di Milano
Avv. Ellen Key Passini - Avvocato in San Paolo del Brasile
Dott. Maricla Pennesi - Dottore commercialista in Milano
Dott. Monica Perrotti - Dottore Commercialista in Monaco di Baviera
Dott. Andrea Primicerio - Chartered Accountant in Londra
Dott. Raffaele Rizzardi - Dottore commercialista e pubblicista in Bergamo
Prof. Benedetto Santacroce - Professore Università Studi di Torino, Avvocato e Pubblicista
Dott. Gerardo Stiliani - Giurista esperto in internazionalizzazione di imprese
Dott. Piergiorgio Valente - Dottore Commercialista in Milano
Dott. Federico Venturi - Dottore Commercialista in Brescia
Coordinatore scientifico: Prof. Avv. Carlo Garbarino
Professore di Diritto Tributario Università Bocconi Milano
L'iniziativa è inserita nel programma della formazione professionale
degli Iscritti all'Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
con l'attribuzione ai partecipanti di 11 crediti formativi.
Svolgimento dei lavori:
L’utilizzo e l’ubicazione di Holding e Subholding: una scelta gestionale / organizzativa e relative opportunità tributarie
Le criticità tributarie di una società holding: dal concetto di beneficiario effettivo,
alla sostanza economica e all'esterovestizione
L’accentramento di talune funzioni e servizi nei gruppi: la gestione della Finanza,
della tesoreria, dei marchi e brevetti e dei rapporti commerciali
Le operazioni di riorganizzazione transazionale dei gruppi: fusioni e scissioni transfrontaliere, conferimento / cessione transnazionali di aziende / conferimenti e permute transnazionali di partecipazione
Le operazioni di riorganizzazione transazionale dei gruppi: il trasferimento di sede
dall’estero in Italia, la liquidazione di società estere, la trasformazione di branch in
società e viceversa
Il ruolo delle banche nell’internazionalizzazione delle imprese
L’accertamento tributario dell’esistenza di una stabile organizzazione occulta: conseguenze fiscali e contabili. Eventuale rilevanza penale
L’accertamento tributario della stabile organizzazione occulta in Germania: un
caso pratico
Le prestazioni di servizi nei gruppi ed il regime IVA
Risanamento d’azienda - Il debt to equity swap - aspetti fiscali e societari
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
.
di
....
lbo
al
n°
....
....
....
....
'A
all
to
rit
Isc
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
.
....
....
ail
e-m
....
.
...
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
no
efo
fax
....
....
....
.
....
....
.
....
....
....
....
....
....
....
....
....
tel
....
.
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
me
No
zo
ee
iri
z
om
ind
gn
....
....
....
India e Brasile guidano la ripresa
il nuovo mondo che esce dalla crisi:
Introduzione e aspetti istituzionali degli investimenti
Aspetti legali degli investimenti
Analisi degli aspetti fiscali internazionali
L’abuso del diritto nella giurisprudenza
nazionale e comunitaria: un ostacolo
per le scelte imprenditoriali
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
Il nuovo approccio dell’Amministrazione Finanziaria:
collaborazione con i comuni per la residenza delle persone fisiche
Co
La quota di partecipazione al Convegno è di E 200,00 IVA inclusa, ridotta a E 150,00
IVA inclusa per i neo-iscritti all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti
Contabili negli anni 2008 e 2009 e all’Ordine Dottori Commercialisti o al Collegio
Ragionieri nel 2007 e comprende: la documentazione congressuale, coffee breaks
e colazione di lavoro. Cena di gala: E 30,00 per partecipanti ed E 60,00 per
accompagnatori (fino ad esaurimento dei posti disponibili).
Coloro che sono interessati a partecipare al convegno e desiderino ricevere
informazioni più dettagliate per sistemazione alberghiera e modalità di versamento,
sono pregati di rivolgersi alla Segreteria Organizzativa (tel. 030 3752348) ed inviare
via fax (030 3752913) il tagliando di adesione a fianco, entro il 15/9/2009.
....
....
...
Venerdì 16 ottobre: dalle ore 9.00 alle ore 18.15 con interruzione
per coffee break e colazione di lavoro - cena di gala ore 20.30
Sabato 17 ottobre: dalle ore 9.15 alle ore 12.45
Relazioni:
....
....
..
....
T
....
....
....
....
....
DI AG ...........
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
.
.
.
.
AD LI
....
....
....
....
....
....
.
.
....
.
.
.
....
....
....
....
....
....
ES AN
....
.
....
.
.
.
....
....
....
....
....
....
D
.
.
.
....
....
....
....
IO O
....
....
.
.
.
....
.
.
....
....
....
....
....
NE
....
....
.
....
.
.
.
....
....
....
...
..
..
Relatori:
40
La professione
contabile in Brasile
Per iscriversi all’Ordine ed esercitare la professione, occorre aver conseguito un titolo universitario
in scienze contabili della durata di cinque anni e sostenuto un esame di abilitazione
di Noemi Di Segni, CNDCEC
I
l motto ufficiale della repubblica federativa del Brasile è
“Ordine e Progresso” (Ordem e Progresso). A ben vedere
questo binomio rappresenta, con riferimento al contesto
economico contabile, che qui ci interessa, una sfida, forse
oggi più attuale che mai. Dotarsi di regole, dare un ordine al
mercato, ma al tempo stesso assicurare il progresso e lo
sviluppo. Una sfida che per gli standard setter e le autorità di
regolamentazione richiede il confronto con i processi di
standardizzazione a livello internazionale nelle aree della
contabilità, della revisione e del percorso di abilitazione
professionale.
La professione contabile brasiliana e il sistema normativo di
riferimento è maturato in due periodi significativi, alla fine
degli anni ‘40 e negli anni ‘70. È una professione
sostanzialmente caratterizzata dalla prevalenza dell’attività
nell’area contabile e della revisione.
RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE
In Brasile sono presenti due Istituti rappresentativi della
professione contabile con una ripartizione di tipo settoriale:
il Conselho Federal de Contabilidade (CFC) opera
prevalentemente nel campo della contabilità e dell’attività di
consulenza aziendale, mentre l’Instituto dos Auditores
Indipendentes do Brasil (IBRACON) è l’ente esponenziale
di riferimento per i revisori contabili.
La CFC è un organismo istituito con decreto legge 9295 del
1946 come ente di diritto privato rappresentativo della
professione ed è operativamente gestito dalla stessa.
L’IBRACON invece è un organismo privato nato nel 1972 da
una fusione di due precedenti organismi, dopo il collasso
delle Borse nel 1970 e l’avvertita esigenza di regolamentare
il mercato e introdurre la revisione da parte di un
professionista indipendente e qualificato.
AREA DELLA CONTABILITÀ
L’obbligatorietà di standard in materia contabile è definita a
livello legislativo per le società quotate o che operano in
settori di rilevante interesse pubblico. Gli standard in
materia contabile sono redatti da CFC e IBRACON e poi
formalmente emanati dalla CVM per il settore delle società
quotate. È stata recentemente creata una commissione ad
hoc per la statuizione di principi contabili che vede una più
ampia compagine di partecipanti, tra cui istituzioni centrali
ed associazioni, sostanzialmente sul modello italiano
dell’OIC.
I principi contabili brasiliani sono basati su IFRSs per le
società quotate, mentre per quelle non quotate tale
convergenza è stata posta quale obiettivo di massima, ma ad
oggi non è stato ancora affrontato.
AREA DELLA REVISIONE CONTABILE
La legislazione in materia societaria è dettata dalla Lei
6.404/76 e Lei 10406/2002 così come dal codice civile e
fornisce la disciplina per le società quotate, società private e
società senza scopo di lucro. Per tutte vige l’obbligo di
redazione e deposito dei bilanci nonché di revisione
contabile. La revisione è svolta in base ai principi nazionali
emanati dai due istituti congiuntamente, le Normas
Brasileieras e Contabilidade.
I principi emanati congiuntamente sono poi formalmente
recepiti dall’autorità di regolamentazione del mercato
finanziario, la CVM (Commissão de Valores Mobilirios),
dalla Banca centrale, autorità di vigilanza sulle assicurazioni
e da altri organismi locali. Da un punto di vista sistematico i
principi in materia di revisione sono un sottoinsieme dei
principi contabili brasiliani.
I revisori sono nominati dal consiglio di amministrazione o
dal direttivo ed è previsto un periodo massimo per la
limitazione degli incarichi per le società quotate, ma non la
rotazione.
La partecipazione dei due istituti all’IFAC (International
Federation of Accountants) e l’impegno che ne deriva di
Internazionale
recepire o di promuovere le normative internazionali
emanate ha generato anche in Brasile un intenso dibattito
sulla convergenza agli ISAs (International standards on
auditing) e sulle modalità di implementazione degli stessi
nella realtà locale. Al momento il maggiore e più significativo
allineamento con gli standard internazionali si riscontra per
i principi di revisione, per altro tradotti in portoghese
dall’istituto IBRACON.
IL CONTROLLO DELLA QUALITÀ
Gli istituti CFC e IBRACON hanno istituito una commissione
congiunta che emana i criteri per lo svolgimento del
controllo della qualità sull’attività professionale. Il sistema
adottato è quello della peer review (controllo dei pari) ed è
gestito a livello centrale.
AREA DELLA DEONTOLOGIA
Una parte delle regole in materia di deontologia
professionale sono inglobate nei principi contabili brasiliani
e una parte in un apposito codice deontologico emanato
dalla CFC. L’attività disciplinare è gestita a livello di istituto.
Per i revisori le sanzioni sono comminate anche dalla CVM.
Anche in questo ambito si sta svolgendo un intenso lavoro
di convergenza e di adattamento al codice deontologico
dell’IFAC.
41
L’ABILITAZIONE PROFESSIONALE
Il percorso di abilitazione prevede i seguenti requisiti:
il conseguimento obbligatorio di un titolo universitario
in scienze contabili della durata legale di cinque anni;
il sostenimento di un esame di abilitazione gestito
direttamente dalla CFC.
Con tali requisiti è possibile abilitarsi come contabile
professionista e come revisore contabile, iscrivendosi
all’ordine CFC. Per abilitarsi come revisore contabile per
società quotate è necessario integrare la formazione con un
ulteriore periodo di pratica professionale di almeno tre anni
e il sostenimento di un esame finale per abilitazione come
revisore di società quotate o di istituzioni finanziarie, gestito
dalla CFC.
Le materie e le modalità di svolgimento dell’esame sono
determinate a livello ministeriale. Il programma formativo per
contabili, abilitati altresì alla revisione, è definito dalla CFC.
LA FORMAZIONE CONTINUA
La formazione continua è obbligatoria, al momento, solo per
i revisori che hanno incarichi nel settore delle società
quotate o delle istituzioni finanziarie. Devono essere svolte
almeno 32 ore annuali di formazione ovvero 120 ore nell’arco
di tre anni con una distribuzione oraria di almento 20 ore
annuali.
42
Viaggi
Lisbona,
città della luce
L’atmosfera rilassata e la possibilità di fare un salto indietro
nella storia dell’architettura, fanno della capitale portoghese
una delle metropoli più affascinanti d’Europa
di Victor / Foto Getty Images
a cosa che ti colpisce guardando dall’alto del
Castello di San Giorgio la stupenda Lisbona, è la
luce libera ed i grandi cieli. Sono il fiume Tago e
l’Oceano Atlantico a dare a questa straordinaria
città questa dimensione di grandezza, questa
luminosità che hanno solo i grandi spazi, quella vivacità di
colore che hanno soltanto le cose belle illuminate bene.
Lisbona, perciò, è la città della luce.
Passeggiare per le strade che si inerpicano al Castello è una
esperienza meravigliosa: dietro gli intonaci un po’ scrostati si
intravede il fasto e lo splendore di questa straordinaria
potenza marinara.
La vedi dalle facce solcate dal sole degli anziani, ancora pieni
dell’antico orgoglio. Lo vedi nelle vestigia dei monumenti.
Città di contraddizioni. Dalle salite e i vicoli raggiungibili con
il caratteristico percorso in tram, si arriva alle grandi piazze
come Praca do Commercio o il Rossio. Oppure, lasciando il
centro antico, è una città che ti stupisce con la magnificenza
del Monasterio dos Jeronimos, struttura manuelina che
ospita le spoglie dei portoghesi illustri come Vasco de Gama,
Luiz Vas de Camoes, Fernando Pessoa, Amalia Rodrigues.
Oppure l’altrettanto meravigliosa Torre di Belem da dove
Vasco De Gama partì alla conquista dell’impero.
Città multiforme, nelle cui strade è possibile sedersi per
sorseggiare un caffè, o ascoltare in serata le struggenti note
del Fado che si può ascoltare dal vivo nella città vecchia. E
merita anche l’esperienza di una buona birra servita nei bar
di Barrio Alto.
Città però capace di sorprendere anche con guizzi geniali di
innovazione come l’avveniristico quartiere dell’Expo che ha
L
ospitato l’esposizione universale del 1998 e che ancora oggi è
parte viva, pulsante, giovanile di una città melanconica,
nostalgica, ma pure rivolta verso il futuro. Qui ci sono il Parco
delle Nazioni e l’Oceanario, l’acquario più grande d’Europa.
Ma a Lisbona ci sono anche tantissimi giardini e ville.
La più bella struttura verde è l’Orto botanico. Anche se
meriterebbe cura migliore, è un posto che vale la pena
visitare per la straordinaria ricchezza e bellezza delle specie
che vi vengono ospitate. Anche dai giardini verdi di Lisbona
si vede filtrare quella meravigliosa luce dell’Atlantico che fa
di questa città, capitale della “saudade”, una città
straordinariamente aperta alla dimensione del viaggio e della
speranza.
Dove dormire a Lisbona
Non tutte le strutture alberghiere di Lisbona sono all’altezza
della bellezza e della storia della città, la cui decadenza ha
contribuito talora a non rendere raffinata ed impeccabile
l’ospitalità alberghiera.
Si consigliano perciò gli alberghi più moderni o più
recentemente ristrutturati. Recentemente ristrutturato con
stanze modernissime e di grande fascino è lo Sheraton che
vanta anche una bella Spa, una piscina ed un elegantissimo
ristorante con musica dal vivo all’ultimo piano da cui è
possibile godere di una incantevole vista della capitale
portoghese.
Per chi ama i posti storici e di antica tradizione, il Pestana
Palace Hotel è un cinque stelle di grande charme che
stupisce sempre i suoi ospiti. Nel cuore dell’omonimo
quartiere c’è un altro cinque stelle da ricordare: il Barrio Alto
44
Viaggi
Lisbona: il Castello di São Jorge, posizionato nel punto più alto della città,
è considerato uno dei principali siti storici e turistici della capitale portoghese
Hotel, che raccomandiamo a chi voglia recarsi in visita nella
meravigliosa città di Lisbona.
E per mangiare…
La cucina portoghese è ricca di piatti tipici e di squisite
prelibatezze. Il più conosciuto di tutti è forse il bachalau (il
baccalà) che si gusta alla maniera portoghese con cipolla,
uova, patate fritte, olive nere e prezzemolo.
Per il baccalà ed i frutti di mare consigliamo il piccolo e
divertente Pinoquio, in Praca de restaradores.
Per chi ama, invece, gli ambienti più eleganti e selezionati,
consigliamo il bellissimo ristorante Cipriani, nell’omonimo
hotel.
Lisbona: uno scorcio di Bairro Alto, uno dei quartieri più antichi della città,
con strette viuzze, case del Seicento e locali caratteristici
Concludendo…
Lisbona è una città incantevole e ricca di posti da scoprire.
Sia che ci andiate per lavoro che per vacanza, sappiate che
non è possibile conoscerla e penetrarla a fondo senza un
soggiorno lungo ed una visita articolata.
Lisbona, poi, è un meraviglioso punto di partenza per visitare
le altre bellissime città portoghesi. Da qui si può partire per
una meta mondiale del turismo religioso come Fatima. O per
la meravigliosa e suggestiva Oporto, patria del famoso vino
Porto.
E poi tutte le incantevoli località che si affacciano
sull’Atlantico che rendono bello ed indimenticabile un
viaggio a Lisbona ed in Portogallo.
Link
www.visitlisboa.com
www.lisbonaturismo.it
45
Focus legislativo
I provvedimenti in fase di discussione di maggiore interesse per la professione economico-contabile
di Davide Persico, CNDCEC
Atto: Senato 1294
Proponente: sen. Maria Leddi (Partito Democratico)
Oggetto: Delega al Governo per la riforma delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute disciplinate nel libro primo del codice civile
Iter: assegnato alla Commissione Giustizia del Senato
Contenuto: La proposta di legge conferisce al Governo la delega ad adottare, entro un anno, decreti legislativi recanti la riforma organica
della disciplina delle associazioni, delle fondazioni e delle altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, riconosciute come persone
giuridiche, e delle associazioni riconosciute. Punto rilevante della riforma è il riconoscimento, che costituisce esclusivamente il procedimento
con il quale le associazioni e le fondazioni ottengono la personalità giuridica, e limitano così la responsabilità per le obbligazioni assunte al
patrimonio dell’ente. Il legislatore delegato dovrà prevedere una disciplina del procedimento di costituzione degli enti che tenda alla
semplificazione, con il solo vincolo della forma dell’atto pubblico. Per quel che concerne il sistema di riconoscimento, la riforma dovrà
abbandonare il modello concessorio-amministrativo per adottare il sistema di riconoscimento cosiddetto normativo (già previsto per le società
ai sensi dell’art. 32 della L. n. 340/2000), privo di qualsiasi sindacato discrezionale da parte della pubblica amministrazione.
Agli enti, pertanto, viene richiesto esclusivamente di soddisfare requisiti formali e ciò al solo fine di ottenere la limitazione di
responsabilità patrimoniale, come avviene per le società
Il progetto di legge garantisce la più ampia autonomia statutaria agli associati, individuando un nucleo ristretto di norme inderogabili
riguardanti, in particolare, la competenza assembleare a decidere in merito alla trasformazione eterogenea, alla modificazione dello scopo
dell’ente o a modificazioni significative dei diritti degli associati; in tali ipotesi è inoltre prevista l’applicazione della regola del voto
capitario. In riferimento al sistema dei controlli, la riforma prevede nelle associazioni che esercitano imprese, la costituzione di un comitato
di controllo sulla gestione all’interno del consiglio di amministrazione ovvero di un organo autonomo incaricato del controllo contabile e
sull’amministrazione; per le associazioni caratterizzate dalla eterodestinazione dell’attività sociale, l’obbligo di redigere un rendiconto
dell’attività svolta per il perseguimento delle finalità dell’ente, precisandone la natura e le modalità.
Atto: Camera 1887
Atto: Camera 2426
Proponente: on. Antonio Di Pietro (Italia dei Valori) ed altri
Oggetto: Disposizioni per tutelare i cittadini e le piccole e medie imprese
nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali
Iter: assegnato alla Commissione Finanze della Camera
Contenuto: Il progetto di legge intervene nell’ambito della crisi
Proponente: on. Lella Golfo (Popolo delle Libertà) ed altri
Oggetto: Modifica all'articolo 147-ter del testo unico di cui al decreto
legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di parità di accesso
agli organi di amministrazione delle società quotate in mercati
regolamentati
Iter: assegnato alla Commissione Finanze della Camera
Contenuto: Il progetto di legge ha l'obiettivo di riequilibrare l'accesso
dei mercati finanziari proponendo disposizioni, soprattutto, in
merito alla stabilità del sistema del credito e di quello
finanziario.
La proposta di legge si articolata in tre capi: norme
concernenti gli istituti di credito e le banche; disposizioni a
tutela dei cittadini utenti del sistema creditizio; norme in
favore delle PMI. Nello specifico, tra le diverse norme contenute,
si segnala l’integrazione delle disposizioni in materia di
requisiti di onorabilità degli esponenti degli intermediari
finanziari (previste dall'art. 26 del testo unico delle leggi in
materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385, e dall'art. 13 del testo unico delle
disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui
al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58) e la
reintroduzione del reato di falso in bilancio. Nell’ambito del II
capo, si evidenzia il blocco per un anno del pignoramento della
prima casa per i mutuatari con reddito medio-basso ed
interventi in materia di portabilità dei mutui bancari ed
agevolazioni fiscali sui mutui per la casa. In riferimento al III
capo, vengono previste norme in favore delle piccole e medie
imprese anche grazie a un Fondo rotativo istituito presso la
Cassa depositi e prestiti.
alle cariche direttive delle società quotate in borsa. In particolare,
si vorrebbe modificare l'articolo 147-ter del testo unico delle
disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui
al d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, e successive modificazioni ove è
disposto - relativamente alle società quotate - che lo statuto prevede
che i componenti del consiglio di amministrazione siano eletti
sulla base di liste di candidati. Con le modifiche dei proponenti,
si impone che lo statuto, nell'ambito del sistema elettorale prescelto
per la formazione del consiglio di amministrazione della società
quotata in mercati regolamentati, debba farsi carico di prevedere
un criterio di riparto che assicuri l'equilibrio tra i generi.
Suddetto equilibrio si intende raggiunto quando il genere meno
rappresentato all'interno dell'organo amministrativo ottenga
almeno un terzo degli amministratori eletti. Il riparto dei seggi,
quindi, è assistito da una garanzia concreta e contingente che
può risolversi a vantaggio dell'uno o dell'altro genere, che si trovi,
anche occasionalmente, in una situazione di disequilibrio rispetto
all'altro. Alla CONSOB, con proprio regolamento, viene affidato il
compito di determinare le sanzioni per le società che non si
adeguino agli obblighi previsti dalla normativa.
46 Tempo libero
Mens sana
in corpore sano
Vale sempre la famosa locuzione del poeta latino Giovenale: lo dimostrano l’affermazione di una cultura legata
al benessere psico-fisico e la diffusione dei centri per la salute del corpo, specializzati nei trattamenti e nelle cure,
per una clientela sempre più esigente e adatti a tutte le tasche… Proponiamo in questo numero alcuni centri termali,
vere e proprie oasi del benessere, peculiari per offrire la possibilità di abbinare alla cura del corpo anche suggestivi
percorsi turistici
di Maria Pia Parenti
BAGNI DI PETRIOLO
offre nei suoi dintorni siti di interesse turistico ed
possibilità di escursioni nei suoi dintorni: il lago di
Definita già sul finire del 1200 “terra d’acqua”, il
escursioni nei pressi di Caccamo, Solunto, Ville
Garda, la Cascata di Varone, le Marocche di Dro
territorio senese vanta non pochi centri termali.
di Bagheria, Cefalù, Madonie e la zona
e le Marmitte dei Giganti a Nago, pozzi di origine
Papa Pio II Piccolomini e Lorenzo il Magnifico
archeologica di Himera.
glaciale.
ricche di idrogeno solforato, contribuiscono i
TERME DI SIRMIONE
TERME DI VULCANO
maggiori effetti terapeutici a livello del sistema
Decantata nei versi dal poeta Catullo, Sirmione
Situata su una delle più belle isole delle Eolie, a
respiratorio. Ma una ampia scelta di cure termali
sorge su un caratteristico promontorio, che
largo di Messina, si trova Vulcano, caratterizzata
sono offerte dalla terra senese, quali
s’inoltra verso il lago di Garda tra i golfi di
dalla presenza di alcune pozze di acque
Radicondoli, Rapolano, San Casciano dei Bagni,
Peschiera e Desenzano.
ipertermali sulfuree a cielo aperto immerse tra
Montepulciano (nota anche per i suoi splendidi
L’acqua delle sue Terme è di origine meteorica e,
colline fumanti di zolfo (fumarole) a pochi passi
vini) e, infine, la indiscussa e più famosa
prima di sgorgare dalla sorgente Boiola, segue
dal mare. I suoi soffioni caldi sono usati per
Chianciano.
un lungo percorso che si compie in più di 20
insufflazioni e i suoi fanghi naturali risultano di
anni. Ricche di minerali e ipertermale, le sue
grande efficacia soprattutto per le malattie
frequentavano le terme di Bagni di Petriolo, le cui
acque, sorgive alla temperatura di 43° gradi e
acque sono considerate uniche poiché esistono
artreoreumatiche e per la cura del viso e del
TERMINI IMERESE
solo in natura (i tentativi di riprodurla
corpo. Al benessere delle terme si consiglia di
La leggenda racconta che nelle salubri acque di
artificialmente hanno infatti presentato proprietà
ammirare le suggestioni offerte dal paesaggio
Thermae Himerenses, Ercole si fosse servito per
biologiche diverse da quelle naturali).
con escursioni a Monte Lentia, Monte Saraceno,
ritrovare la sua forma fisica. Le acque di Termini
L’acqua è classificata come sulfurea
Valle dei Mostri, Capo Grillo; Patti, Santuario
Imerese, nel palermitano, sono di origine
salsobromoiodica, contenendo una rilevante
Madonna del Tindari, i Nebrodi, Taormina, Etna,
vulcanica, ipertermali e sgorgano alla temperatura
quantità di zolfo, sotto forma di idrogeno
Gole dell'Alcantara; nonché una serie di
di circa 43°C, particolarmente indicate per la cura
solforato, sodio, bromo e iodio, svolgendo
escursioni in barca alla ricerca di grotte,
delle patologie reumatiche, dermatologiche,
un’azione complessiva sull’organismo; inoltre è
faraglioni e spiagge di finissima sabbia vulcanica.
cardiovascolari e dell'apparato respiratorio.
ricca di oligoelementi particolarmente importanti
Di particolare interesse le Grotte dell'Allume, le
Ma oltre al relax e alla salute, Termini Imerese
nella medicina estetica. Sirmione offre la
antiche cave estrattive in parte crollate.
Letti per Voi
IL CONTRATTO A FORMAZIONE PROGRESSIVA
Struttura, casistica e tecniche di redazione
di Nicola Scuro, Ugo Scuro
(Giuffré, 2009)
L'opera indaga gli elementi e i requisiti, strutturali e funzionali, di contratti a grande rilevanza economica
che richiedono risorse condivise nel progetto ad attuazione progressiva, intrattenendosi su ogni singola fase
dell'accordo in itinere e sulle inerenti questioni di responsabilità. E’ proposta alla riflessione del lettore
un'articolata rassegna di fattispecie contrattuali, tra cui il project financing, specie del genere joint venture,
sistema di realizzazione di opere complesse, tematica centrale al dibattito politico-economico nazionale, e il
contratto di società, nella prospettiva dell'attuazione di progetto. Sono trattati temi connessi quali il mercato
e il rischio di impresa. È segnalata la diversità degli ordinamenti giuridici in cui vengono svolte le attività
di impresa coinvolte nel rapporto contrattuale internazionale. Significativi modelli di contratto a formazione
progressiva concludono l'opera.
LE PERIZIE DI STIMA DELLE AZIENDE
Guida operativa alla perizia di valutazione
Gennaro Brescia, Francesco Muraca
(Maggioli, 2009)
Un manuale completo per il professionista esperto, chiamato o nominato per la valutazione del valore in
operazioni straordinarie sul capitale come acquisizioni e cessioni di quote, fusioni e scissioni, conferimenti e
aumenti di capitale. Questa terza edizione, aggiornata con le ultime novità in materia di diritto societario - fra
cui la recente introduzione dell'art. 2343 ter c.c. a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. n. 142 del 4 agosto
2008 - ed impreziosita dalla giurisprudenza più significativa in materia, rappresenta una utile guida
teorico-pratica e soprattutto uno strumento per approfondire gli aspetti metodologici, grazie anche
alla raccolta delle formule utilizzate nel corso della procedura di valutazione, riportate sull'allegato Cd rom
per consentirne la personalizzazione e la stampa.
Tempo libero
Stabat Mater
Tiziano Scarpa
(Einaudi, 2008)
Di giorno Cecilia suona il
violino nell'orchestra; di
notte scrive lettere alla
madre mai conosciuta.
Ma la sua vita sta per
essere scompaginata
con l’arrivo di un nuovo
insegnante di violino e
maestro compositore:
Antonio Vivaldi. Il libro è
vincitore del Premio
Strega 2009.
Marina
Carlos Ruiz Zafón
(Mondadori, 2009)
L’autore de L'ombra del
vento e Il gioco
dell’angelo ritorna con
questo avvincente
romanzo ripercorrendo i
grandi temi: gli enigmi
del passato, l'amore per
la conoscenza, la
bellezza gotica e senza
tempo di Barcellona.
L'AFFITTO E LA CESSIONE D'AZIENDA NELLA RIFORMA FALLIMENTARE
Il ricatto
Profili civilistici, fiscali e lavoristici
Alessandro Gallone, Mario Ravinale
John Grisham
(Mondadori, 2009)
(Ipsoa, 2008)
Il volume esamina la tematica della circolazione dell’azienda, con particolare riguardo agli istituti dell’affitto
e della cessione, mezzi efficaci per consentire una migliore soddisfazione dei creditori concorsuali,
la salvaguardia dell’unità produttiva e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Il volume affronta: il tema dell’affitto, con particolare attenzione al recesso e alla prelazione, evidenziando
la speciale struttura organizzativa che assiste la stipulazione del contratto e la ricerca dell’affittuario; il tema
della cessione, attraverso le novità introdotte dalla riforma nei criteri di scelta del cessionario dell’azienda
e nelle modalità di vendita di questa rispetto alla legge del 1942; la responsabilità del cessionario dell’azienda
per i debiti verso i lavoratori dipendenti.
Si approfondisce altresì la tematica fiscale inerente ai due contratti, con riguardo all’imposizione diretta
ed indiretta.
L’inventore del legal
thriller torna a narrare le
vicissitudini di un
giovane avvocato
sull'orlo del baratro, alle
prese con le storture e le
aberrazioni della sua
professione. Un romanzo
che non mancherà di
entusiasmare tutti gli
appassionati lettori di
Grisham.
Brunò
ANTIRICICLAGGIO
Nuova disciplina e problematiche applicative per i dottori commercialisti e gli esperti contabili
Annalisa De Vivo, Marianna Gallucci
(Il Sole 24 Ore Pirola, 2009)
Il testo offre una panoramica delle fonti normative comunitarie e nazionali in materia di antiriciclaggio,
seguita dalla disamina dei principi generali contenuti nel D.Lgs. n. 231/2007: definizioni, destinatari
della normativa, autorità competenti. Particolare attenzione è rivolta al ruolo degli Ordini professionali,
direttamente coinvolti mediante l'attribuzione di specifiche funzioni di collaborazione attiva.
Sono poi esaminate le problematiche relative all'adeguata verifica della clientela e al c.d. approccio basato
sul rischio; le nuove modalità di registrazione e conservazione dei dati; la segnalazione di operazioni sospette
a carico dei professionisti, in correlazione, fra l'altro, con la tutela del segreto professionale e della privacy;
le modalità di invio alla UIF e l'esito della segnalazione di operazioni sospette. Il volume si chiude
con una attenta rassegna delle sanzioni penali e amministrative previste dal D.Lgs. n. 231/2007.
Destinatari ideali dell'opera sono, da una parte, i liberi professionisti e, dall'altra, tutti coloro che necessitano
di un supporto completo, operativo e critico per la comprensione della normativa antiriciclaggio.
Il commissario francese
Martin Walker
(Sperling&Kupfer, 2009)
Sullo sfondo di una
suggestiva campagna
francese, il poliziotto
Benoît Courrèges,
soprannominato Brunò,
è alle prese con un
complicato caso di
omicidio. Toccherà a lui
scoprire, con i suoi metodi
inconsueti, una verità che
affonda le radici in un
passato difficile da
cancellare.
47
Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti
e degli Esperti Contabili
Press
Professione economica e sistema sociale
Presidente
Claudio SICILIOTTI
Vice Presidente
Francesco DISTEFANO
Segretario
Giorgio SGANGA
Tesoriere
Giuliano BOND
Consiglieri
Giancarlo ATTOLINI
Luciano BERZÈ
Claudio BODINI
Giosuè BOLDRINI
Andrea BONECHI
Roberto D’IMPERIO
Marcello DANISI
Flavio DEZZANI
Enricomaria GUERRA
Stefano MARCHESE
Massimo MELLACINA
Paolo MORETTI
Giovanni Gerardo PARENTE
Domenico PICCOLO
Giulia PUSTERLA
Felice RUSCETTA
Emanuele VENEZIANI
Piazza della Repubblica, 59
00185 - ROMA
Tel +39 06.47863322
Fax +39 06.47863640
Sito internet: www.cndcec.it
e-mail: [email protected]
VARIAZIONI INDIRIZZI SEDI
A seguito delle numerose segnalazioni pervenute
a questa Redazione, si precisa che la rivista viene inviata a tutti
gli iscritti all’Albo utilizzando il database predisposto dagli Ordini
territoriali ed inserito sul portale del Consiglio Nazionale.
Pertanto, essendo la gestione degli Albi di esclusiva competenza
degli Ordini territoriali, a norma dell’art. 12, comma 1, lett.c)
del d.lgs. 139 del 28 giugno 2005, la Redazione
non può apportare alcuna modifica all’archivio iscritti.
Ogni tipo di variazione o rettifica deve essere comunicata al
proprio Ordine di appartenenza, che provvederà, attraverso
una apposita procedura informatica, ad aggiornarli
direttamente sul sito internet del Consiglio Nazionale.
Direttore Responsabile
Maria Luisa Campise
Capo Redattore
Enrico Zanetti
Comitato di Redazione
Alessio Berardino
Alessandro Cotto
Marcello Febert
Umberto Lombardi
Gianfrancesco Padoan
Amedeo Sacrestano
Segreteria di Redazione
Maria Pia Parenti
Editore
PRESS Srl
Piazza della Repubblica, 59
00185 Roma
Tel 06.478631
Progetto grafico e art direction
Giuseppe Antonucci
Impaginazione
Hedrarte sas di Angelo Mastria
Concessionaria esclusiva pubblicità
db Consulting srl events & advertising
via Leopoldo Gasparotto, 128
21100 Varese
Tel 0332.282160
Fax 0332.282484
e-mail: [email protected]
Sito internet: www.db-consult.it
Stampa
Rotolito Lombarda Spa
Via Roma 115/A
20096 Pioltello Milano
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 408/2006
Prezzo di copertina EURO 0.52
Valido solo ai fini fiscali
Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero
di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale