Storie di Soldati: Cremona - I Musei per la storia in Lombardia

Transcript

Storie di Soldati: Cremona - I Musei per la storia in Lombardia
Storie di soldati di Cremona
a cura di Raffaella Poltronieri
Storia di Giovanni Maiocchi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giovanni Maiocchi
Data di nascita: 28 novembre 1893
Luogo di nascita: Soresina
Luogo di residenza: Soresina
Professione: studente
Statura: 1,62
Capelli: neri
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Nel dicembre del 1911, appena diciottenne, Giovanni Maiocchi si arruolò
volontariamente nell’esercito che da questo momento lo vedrà attivo nel Genio
dei Telegrafisti, corpo presso cui svolse una lunga e onorata carriera al servizio
del nostro Paese.
Ascritto alla classe 1891 ed inserito nel 3° Reggimento, Maiocchi venne
nominato allievo telegrafista il 30 aprile 1912, ottenendo già il 30 giugno il
ruolo di telegrafista effettivo. Il mese successivo il giovane venne però
prosciolto dal servizio con la condizione di poter essere richiamato alla leva con
la classe 1893.
Nell’ottobre dell’anno successivo il giovane studente si presentò infatti
spontaneamente alle armi ma venne retrocesso alla classe 1892 in virtù dei sette
mesi e venti giorni di servizio prestati l’anno precedente e venne nuovamente
arruolato come soldato di prima categoria nel 3° Reggimento Genio Telegrafisti
il 14 ottobre 1913.
Il 22 novembre venne trasferito
al Deposito del Reggimento
Genio
Telegrafisti e declassato in seconda categoria, cambiamento per cui non viene
70
fornita nei documenti alcuna spiegazione, per essere infine mandato in
congedo illimitato.
Impiegato nel frattempo presso la fiorente Società Elettrica Bresciana, il
giovane Maiocchi allo scoppio della guerra venne richiamato per
mobilitazione presso il distretto di Cremona, dove rimase fino del 22
settembre 1915, quando venne inviato in territorio di conflitto presso la 24°
Compagnia Telegrafisti mobilitata.
Dopo quasi due anni di servizio nella stessa Compagnia, il 1 marzo 1917
venne nominato Caporale e trasferito dopo solo due mesi al Deposito di
Firenze poiché destinato a prestar servizio presso le Ferrovie dello Stato.
La sua carriera militare si concluse il 5 settembre 1919, quando, a guerra
terminata, poté fare ritorno a Cremona.
Oltre alla dichiarazione di buona condotta, viene ricordata la sua presenza ai
fatti d’armi avvenuti nel gennaio 1917, per i quali gli fu tributato l’encomio
solenne alle Compagnie 24° e 26° dei Telegrafisti.
2.Storia di Alessandro Foletti
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Alessandro Foletti
Data di nascita: 15 febbraio 1893
Luogo di nascita: Soresina
Luogo di residenza: Soresina
Professione: muratore
Statura: 1,67.5
Capelli: castani
Occhi: grigi
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 1915-1918” Archivio di Stato di
Brescia, b. 45. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, p.42
71
Soldato di leva di terza categoria della classe 1894, venne dichiarato
rivedibile con la classe 1893 e dunque lasciato in congedo illimitato il 1
dicembre 1914.
Scoppiata la guerra, nel giugno del 1915 il soldato Alessandro Foletti venne
chiamato alle armi nel 37° Reggimento di Fanteria ed inviato in zona di
conflitto il 31 agosto dello stesso anno con il 127° Reggimento.
Come tante altre storie, quella del giovane Foletti è un chiaro esempio della
precarietà della vita di un soldato, testimoniata dallo stesso in una lettera
scritta alla madre il 28 novembre 1915.
In un momento di riposo – se così possiamo dire - in seconda linea,
Alessandro cerca di rassicurare la madre con poche parole, probabilmente
utili anche a se stesso per farsi forza prima di dover imbracciare nuovamente
le armi: dichiara infatti di essere in buona salute, di aver partecipato a molte
azioni in prima linea ed essere sempre stato abile, coraggioso e fiero di
servire il Paese, ma allo stesso tempo timoroso per quello che avrebbe potuto
essere il suo destino:
…ma ò paura che presto mi tocchi di nuovo caricare il mio fucile e difendere la patria, però il
coraggio non mi manca: se anche muoio, muoio con la coscienza pulita di aver fatto il mio
dovere.
Alessandro ricorda anche di aver visto con i suoi occhi tanti ragazzi perdere
la vita a causa della paura di combattere, senza sapere che, nonostante la sua
audacia, qualche ora più tardi la stessa sorte sarebbe toccata anche a lui. Il
soldato Foletti morì infatti quello stesso giorno per le ferite riportate in
trincea presso Oslavia, lasciando solo dopo tre mesi il ruolo che aveva
ricoperto con grande onore e per cui fu autorizzato a fregiarsi sia della
medaglia commemorativa nazionale sia di quella interalleata.
3.Storia di Luciano Balzi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Luciano Balzi
Data di nascita: 26 settembre 1896
72
Luogo di nascita: Gadesco
Luogo di residenza: Gadesco
Professione: muratore
Statura: 1,71
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati nell’Archivio di Sato di
Cremona. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, p.50; S. Fontana - M. Pieretti, 1980, pp.
399-405.
Il cremonese Luciano Balzi venne chiamato alle armi il 22 novembre 1915
come soldato di prima categoria ed inserito nel Reggimento del Genio
Zappatori di Pavia. Dopo tre mesi di addestramento il 29 febbraio 1916 partì
per Cividale del Friuli per essere poi trasferito a Perpotto sull’Udrio ed
inserito nella 41° compagnia del 1° Genio, dove coprì la carica di Caporale.
Tra le numerose partecipazioni alle azioni militari ricordate dal soldato
certamente la più interessante è quella relativa al suo arrivo al fronte sul
monte Ortigara, di cui ricordiamo la nota battaglia combattuta tra il 10 e il 25
giugno 1917. Balzi arrivò al fronte con il suo plotone il 25 maggio dopo aver
attraversato tutto il Veneto, a tratti in treno ed altri a piedi; una volta
giuntovi ricorda di aver ritrovato alcuni soldati cremonesi con cui combatté
per la ritirata tedesca. Nei giorni trascorsi sull’Ortigara racconta di essersi
dissetato con acqua trovata fortuitamente, spesso contaminata dalle sostanze
provenienti dalle bombe esplose, e di essersi nutrito solo di carne in scatola e
gallette lasciate dai soldati deceduti. Dei numerosi soldati arrivati sul monte
solo la metà fece ritorno e la maggior parte di loro, anche lo stesso Luciano
Balzi, necessitarono di cure e riposo per riprendersi dai danni causati dalla
malnutrizione.
Dopo aver trascorso ormai due anni di guerra sempre in prima linea, il
reduce ricorda la sua disperata fuga verso casa avvenuta approfittando di un
momento particolare: al ritorno dall’altopiano della Bainsizza, Balzi ritrovò
sul Tagliamento tutta la sua Compagnia, che, come lui, era sprovvista di cibo
73
da un giorno intero. Dopo essere riusciti ad approvvigionarsi grazie agli
animali delle cascine nella campagna circostante, i duecento soldati
pensarono di svagarsi all’interno di una fabbrica di grappa incontrata
casualmente sul loro cammino; molti di loro bevvero però qualche sostanza
tossica che li face stramazzare al suolo in un gran numero. Luciano Balzi
dichiara dunque, ormai senza timori, di aver colto l’occasione per fuggire:
senza mai lasciare il suo moschetto –considerato una sorta di lasciapassare
per un soldato- riuscì a spostarsi senza troppi problemi fino a prendere un
treno per Brescia. Una volta giunto nella città lombarda un lungo cammino lo
condusse fino a casa, nel piccolo paese di Gadesco, dove rimase per soli 5
giorni: arrivò infatti una comunicazione secondo la quale gli sbandati
dovevano far rientro, pena la fucilazione. Attraverso varie difficoltà il soldato
ritornò dunque al fronte, ma, dichiara, senza che nessuno venisse mai a
conoscenza della sua permanenza a casa.
Nonostante la fuga temporanea, il soldato Balzi continuò senza intoppi la sua
carriera militare fino al 1919, anno in cui venne prima mandato in congedo
dal 2° Reggimento Genio Militare e
poi richiamato a dicembre nel 1°
Reggimento Genio di Pavia.
Sono molti gli onori di cui venne ricoperto Luciano Balzi: prima la
dichiarazione di buona condotta, poi il premio di 200 Lire dal 2° Reggimento
ed in seguito sia la medaglia commemorativa nazionale che quella
interalleata della vittoria.
4-Storia di Angelo Miti
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Angelo Francesco Miti
Data di nascita: 26 luglio 1894
Luogo di nascita: Solarolo Rainerio
Luogo di residenza: Voltido
Professione: contadino
Statura: 1,71
Capelli: castani
74
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 19151918” Archivio di Stato di Brescia, b.46. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, pp.41,
61, 126.
Registrato come soldato di seconda categoria nel 1914, Angelo Miti venne
lasciato in congedo illimitato fino al gennaio del 1915, quando venne
chiamato alle armi ed arruolato nel 30° Reggimento Fanteria.
Come noto il 24 maggio l’Italia entrò ufficialmente in guerra, dunque il
giovane cremonese venne immediatamente inviato in territorio di conflitto,
da cui il 12 novembre 1915 scrisse ai genitori una lettera che ci offre ancora
oggi un piccolo spaccato di vita sia del soldato di trincea, sia dei contadini
rimasti nella campagna cremonese.
Infatti dalla lettera del giovane si deduce che la sua famiglia viveva in una
corte alle dipendenze di un padrone di nome Francesco, per il quale il
giovane dimostra particolare affetto e alla cui famiglia manda cari saluti; dice
inoltre di essere in contatto con una certa Colomba, probabilmente la
fidanzata, che lo teneva informato della favorevole annata per l’agricoltura
locale.
Tra le molteplici rassicurazioni sulla sua salute e sul coraggio che abbonda
nel suo animo di novello soldato, Angelo racconta di essere a San Martino del
Carso, luogo in cui le pessime condizioni di vita erano aggravate dalle
frequenti piogge che ricoprivano di fango i poveri soldati attivi in prima e
seconda linea, il cui animo si risollevava soltanto nei momenti trascorsi nelle
retrovie al riparo dall’acqua e dal nemico.
Ed è proprio di questo nemico che il giovane lamenta la tenacia:
Se vedessi che rassa brutta e che testoni che è questi austriaci quando siva alla salto non
vuole mai fuggire dalla sua trincea seguita a sparare, bisogna levarli colla nostra baionetta.
Solo qualche giorno dopo aver scritto tali parole, il 30 novembre 1915, il
soldato Miti morì nell’ospedale da campo n°76 in seguito alle ferite riportate
75
in combattimento come testimonia l’atto di morte il n°378 registrato dal suo
reggimento.
5-Storia di Mario Lombardi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Mario Angelo Lombardi
Data di nascita: 20 agosto 1896
Luogo di nascita: Soncino
Luogo di residenza: Soncino
Professione: panettiere
Statura: 1,69
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Il fornaio soncinese Mario Lombardi, soldato di leva di terza categoria, venne
sottoposto a diversi accertamenti tra il 1916 ed il 1917 prima di essere
chiamato alle armi: infatti, riformato e rivisitato nel 1916, venne lasciato in
congedo illimitato nel gennaio del 1917, ma già nel marzo successivo venne
prima arruolato nel 49° Reggimento Fanteria e poi inviato in zona di guerra
con il 7° Battaglione Brigata Umbria.
Nell’agosto dello stesso anno venne spostato nel Deposito Mitraglieri Fiat di
Brescia, dove il soldato iniziò il suo calvario giudiziario venendo dichiarato
disertore per essersi assentato arbitrariamente dal proprio reparto nella
notte tra il 23 ed il 24 agosto. Fu dunque denunciato al Tribunale di Guerra
della 1° Armata e condannato il 17 ottobre 1917 a due anni di reclusione
militare e al pagamento delle spese processuali.
Solo sei mesi dopo il Lombardi venne rilasciato su decisione del Comando
Supremo del 2 aprile 1918 e reintrodotto nella Compagnia Mitraglieri del
100° Reggimento Fanteria.
76
Poco più tardi venne inviato in Libia con il 251° Reggimento per far ritorno in
Patria nel luglio dell’anno successivo e qui continuare l’attività militare fino
alla fine del 1919.
Nel 1921 il Tribunale Supremo di Guerra e Marina dichiarò amnistiata la
pena inflittagli nel 1917 in applicazione del Regio Decreto 1502 del 2
settembre 1919.
6-Storia di Angelo Villa
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Angelo Villa
Data di nascita: 12 agosto 1896
Luogo di nascita: Spinadesco
Luogo di residenza: Cremona
Professione: muratore
Statura: 1,75
Capelli: neri
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Arruolatosi spontaneamente il 9 gennaio del 1917, Villa fu soldato di leva di
prima categoria della classe 1898, quale rivedibile della classe 1896. Fece
parte del 37° Reggimento Fanteria dal 10 gennaio 1917, giungendo in luogo
di guerra nel marzo dello stesso anno con il 77° Reggimento ricoprendo il
ruolo di mitragliere.
La sua esperienza di soldato fu subito macchiata da una denuncia al
Tribunale di Guerra di Cremona con l’accusa di tentato furto ai danni
dell’Amministrazione Militare in data 11 giugno 1917. Per mancanza di prove
del suo coinvolgimento nel reato il giovane muratore venne però prosciolto
dalle accuse il 21 settembre, tanto che solo qualche giorno dopo ritornò in
77
zona di guerra sempre nel ruolo di mitragliere, prima nel con il 47°
Reggimento Fanteria e successivamente nel 231°.
Le difficoltà per il soldato cremonese continuarono nell’ottobre del 1918,
quando a causa di una ferita procuratasi in battaglia e venne ricoverato
all’ospedale di Ravenna nel novembre dello stesso anno. Dopo un mese di
convalescenza tornò in servizio il 25 gennaio del 1919 nell’82° Reggimento
Fanteria e successivamente nel 9° Reparto d’assalto, dove rimase fino al
termine della sua carriera militare, il 25 dicembre 1919.
Le accuse ingiustificate nei confronti del Villa non screditarono la sua
integrità di soldato, tanto che gli vennero attribuiti il riconoscimento di
buona condotta e merito per aver servito la Patria con fedeltà e onore e gli
venne concesso un premio dal Reparto d’assalto in cui operò.
7-Storia di Giuseppe Sartori
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giuseppe Sartori
Data di nascita: 18 febbraio 1892
Luogo di nascita: Casalmorano
Luogo di residenza: Casalbuttano
Professione: contadino
Statura: 1,55
Capelli: castani
Occhi: celesti
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona
Nel 1913 Giuseppe Sartori, nato e cresciuto a pochi chilometri dalla città di
Cremona, venne chiamato alle armi ed arruolato come soldato di prima
categoria nel 16° Reggimento Fanteria di Gaeta.
78
Il giovane contadino risulta attivo nella città laziale fino al 16 novembre,
giorno in cui si imbarcò a Napoli per raggiungere la Tripolitania e la
Cirenaica, a guerra italo-turca ormai terminata.
Il fronte libico però fu coinvolto nei fatti della Prima Guerra Mondiale tra il
novembre del 1915 ed maggio del 1916, periodo durante il quale Sortori
risulta ancora presente in queste zone, dove rimase fino al termine del
conflitto nel 1919.
Insignito della carica di Caporale a partire dal 7 giugno 1917, dopo ben sei
anni di onorato servizio gli venne diagnosticata un’insufficienza alla valvola
mitrale che lo costrinse prima al ricovero presso l’ospedale Militare del
Regno e successivamente al rimpatrio definitivo: imbarcandosi a Bengasi,
approdò a Siracusa il 19 aprile 1919 e lo stesso giorno risulta già ricoverato
presso l’Ospedale Militare Principale di Napoli.
Il 30 aprile lo stesso istituto ospedaliero determinò degli assegni da destinare
al soldato oltre a prescrivergli sei mesi di licenza straordinaria per la
convalescenza, al termine dalla quale gli venne infine accordato il congedo
illimitato.
I documenti ufficiali riportano la concessione al soldato della dichiarazione di
buona condotta per aver servito con fedeltà e onore.
8-Storia di Giovanni Bodini
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giovanni Bodini
Data di nascita: 30 ottobre 1893
Luogo di nascita: San Bassano
Luogo di residenza: Formigara
Professione: contadino
Statura: 1,61.5
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
79
L’attività di soldato di Giovanni Bodini, chiamato alla leva militare nel 1913,
fu condizionata dalla presenza nell’esercito del fratello Clemente, classe
1892, destinando così Giovanni ad un congedo illimitato con l’obbligo di
presentarsi alle armi entro 15 giorni dal rientro del fratello. Tale decisione fu
dettata dall’articolo 108 della legge sul reclutamento in vigore dal 1911,
secondo il quale in tempo di pace, qualora due fratelli si fossero trovati
contemporaneamente alle armi, la famiglia avrebbe potuto far richiesta di
ritardare la chiamata di uno dei due fino al ritorno dell’altro.
Non abbiamo dunque notizie di Giovanni fino al 15 aprile del 1915, quando
venne effettivamente richiamato alle armi ma declassato in 3° categoria,
probabilmente in seguito alla diagnosi di qualche particolare difetto fisico.
Nonostante ciò giunse in luogo dichiarato in stato di guerra nel settembre
dello stesso anno con il 97° Reggimento Fanteria.
Dopo due anni di frequenti spostamenti, nel maggio del 1917, il soldato fu
destinato alle truppe mobilitate in zona di guerra del 65° Reggimento
Fanteria di marcia, con cui partecipò alla battaglia di Caporetto. La disfatta
dell’esercito italiano in quell’occasione è tra le più note della storia e la
presenza del soldato Bodini alla ritirata del novembre 1917 fu la causa del
suo successivo ricovero presso l’ospedale di Piacenza. Non abbiamo maggiori
informazioni relativamente al tipo di danno causatogli dal fatto d’armi, ma
venne lasciato in licenza per diversi mesi per rientrare poi nuovamente nella
stessa struttura il 16 maggio 1918.
Terminata la guerra venne lasciato in congedo illimitato ricevendo sia un
premio di smobilitazione di 250 Lire, sia la dichiarazione di buona condotta,
fedeltà e onore.
9-Storia di Gaetano Serina
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Gaetano Serina
Data di nascita: 23 maggio 1896
Luogo di nascita: Crema
80
Luogo di residenza: Pandino
Professione: panettiere
Statura: 1,55
Capelli: neri
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Il panettiere Serina di Pandino, noto borgo della provincia cremonese, fu
chiamato alle armi come soldato di prima categoria il 27 novembre 1915 ed
arruolato nel Deposito del 24° Reggimento Fanteria.
Come molti altri combattenti anche la storia di Gaetano fu decisamente
travagliata dal punto di vista giudiziario poiché denunciato come disertore
già il 6 gennaio 1916, dopo poco più di un mese dal suo arrivo in territorio di
guerra. Venne infatti accusato di essersi allontanato dal suo corpo militare la
sera di Natale del 1915, fatto per cui venne arrestato il 27 maggio del 1916
venne rinchiuso prima nella prigione del 24° Reggimento Fanteria in attesa di
giudizio, poi condotto agli arresti preventivi presso le carceri di Torino.
Il Codice Penale dell’Esercito in vigore in quegli anni era particolarmente
duro nei confronti di chi si macchiava di diserzione, tanto che il soldato
Serina venne condannato per tale reato con ben due di aggravanti, vale a dire
quella dei forzatura delle mura dello stabilimento militare in cui si trovava,
contemplato all’articolo 141 comma 3, e quella del complotto con più militari,
per cui si prevedeva addirittura la fucilazione nella schiena, secondo quanto
disposto dall’articolo 154.
Alla severità della legge militare il giovane fornaio riuscì a sfuggire quando
nel settembre del 1916 il procedimento penale venne sospeso, portando così
alla liberazione del condannato e al prosieguo della sua attività nell’esercito.
Prima destinato alla 26° Brigata di Marcia poi di nuovo al 24° Reggimento
Fanteria, Gaetano terminò la sua carriera di soldato solo nel 1921, dopo ben
cinque anni dalla scarcerazione.
81
10-Storia di Francesco Carubelli
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Francesco Carubelli
Data di nascita: 11 settembre 1893
Luogo di nascita: Ca’ de Stefani
Luogo di residenza: Ca’ de Stefani
Professione: falegname
Statura: 1,65.5
Capelli: neri
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Francesco Carubelli fu soldato di prima categoria a partire dal 1913 e
chiamato alle armi per la Grande Guerra il 15 giugno 1914 presso l’8°
Reggimento Bersaglieri nel ruolo di zappatore, vale a dire militare addetto al
rafforzamento delle linee difensive.
I suoi anni di servizio furono costellati da valorose gesta, tanto da venire
insignito della croce di merito nel 1935, ma la sua storia fu segnata anche da
numerose difficoltà. Il giovane Francesco rimase infatti ferito da uno sparo
d’arma da fuoco allo scroto durante il combattimento dell’11 settembre 1915
in Val Prà del Vecchio, danno per questo fu autorizzato a fregiarsi del
distintivo d’onore.
Tornato in attività dal 16 aprile 1916 nel 10° Reggimento Bersaglieri, il 2
maggio si imbarcò a Brindisi per sbarcare a Durazzo, dove rimase circa due
anni consecutivi.
Come riportato nella scheda individuale durante la permanenza in Albania il
soldato Carubelli contrasse la malaria, manifestando i primi sintomi
nell’agosto del 1918 quando si trovava in servizio a Carbonara, piccola
località albanese in cui pare sia stato contagiato.
82
Il 26 marzo del 1919 abbiamo sue notizie in merito ad un ricovero al
Deposito convalescenziario di Corfù, da cui venne dimesso nel mese di giugno
per rientrare in Italia il mese seguente, dove fu subito ricoverato all’ospedale
specializzato di Cremona fino al 13 agosto del 1919.
Nell’Archivio di Stato di Brescia è conservata una cartolina che il soldato
inviò dall’Albania il 13 gennaio 1918 alla famiglia Vacchelli di Ca’ de Stefani,
località della provincia di Cremona da cui lui stesso proveniva, in cui il
giovane riferisce di aver svolto delle ricerche che purtroppo non avevano
sortito le risposte desiderate, specificando inoltre di essersi informato in
merito ad una località che risulta “piuttosto lontanetta” dal luogo in cui egli si
trovava. La spiegazione più plausibile a
quest’enigmatico scritto è un
tentativo da parte del giovane soldato di rintracciare un conoscente disperso
nelle lontane zone di guerra albanesi.
11-Storia di Annibale Zanetti
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Annibale Zanetti
Data di nascita: 26 ottobre 1893
Luogo di nascita: Casalmaggiore
Luogo di residenza: Casalmaggiore
Professione: saponaio
Statura: 1,64.5
Capelli: neri
Occhi: neri
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Il soldato Annibale Zanetti di Casalmaggiore, uno dei centri più estesi della
provincia cremonese, iniziò il servizio militare di leva nel corpo di Fanteria
nel 1913, per poi essere inviato al fronte nei giorni immediatamente
successivi allo scoppio della guerra, nel giugno del 1915.
83
Questo giovane cremonese può essere definito un particolare esempio di
forza d’animo e dedizione alla Patria data la tenacia con cui affrontò negli
anni i molti patimenti che la guerra gli inflisse.
Il 26 novembre del 1915 Annibale subì infatti una prima ferita, non meglio
precisata nei documenti pervenutici, che lo costrinse ad abbandonare la zona
di guerra fino al 14 maggio dell’anno successivo, ma due mesi dopo fu
nuovamente colpito da una seconda ferita, probabilmente meno grave, per
cui necessitò di due mesi di cure.
Una terza ferita è documentata nel febbraio del 1917, dunque a distanza di
cinque mesi dal suo rientro sui campi di battaglia, che ancora una volta lo
portò alle cure mediche fino al 20 di ottobre dello stesso anno.
La sorte fu nuovamente avversa nei confronti di questo sfortunato soldato:
solo dopo quattro giorni dal suo rientro nel 7° Reggimento Fanteria, durante
la battaglia di Caporetto, Zanetti e fu catturato dagli austriaci ed internato per
quasi un anno nel campo di prigionia di Sigmundsherberg.
Al suo rientro in Italia, il 25 settembre 1918, il giovane trascorse un
anno travagliato tra ricoveri e convalescenze, dimostrando ancora una
volta la grande forza di volontà che lo caratterizzava, al punto da
riuscire a rientrare nel corpo di Fanteria nel luglio del 1920, essendo
stato dichiarato ancora idoneo al servizio militare dal Collegio medico
di 1° grado di Verona.
Lasciato in congedo illimitato nel novembre dello stesso anno, al
soldato Zanetti venne concessa la dichiarazione di buona condotta,
fedeltà e onore.
12-Storia di Luigi Bianchini
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Luigi Bianchini
Data di nascita: 8 settembre 1893
Luogo di nascita: Casalmorano
Luogo di residenza: Casalbuttano
Professione: fabbricante di birra e gazzosa
84
Statura: 1,67
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
La storia di Luigi Bianchini, nato e cresciuto tra le campagne cremonesi,
racconta di un soldato che con disciplina e rigore riuscì a compiere una
carriera militare brillante ed eroica.
Rinviato in congedo illimitato nel 1913 in attesa del ritorno del fratello
Giuseppe, secondo quanto disposto in caso di chiamata alle armi di due
fratelli contemporaneamente in tempo di pace, venne introdotto come
soldato di prima categoria nel 7° Reggimento dei Lancieri di Milano, dove nel
luglio del 1914 venne nominato Caporale e il 28 febbraio del 1915 Caporale
Maggiore.
Allo scoppio della guerra, nel maggio 1915, venne immediatamente inviato al
fronte, dimostrando doti militari tali da meritare la nomina a Sergente già nel
mese di settembre con la firma valida per una anno, scadenza che determinò,
oltre ad un premio di 1000 Lire, il passaggio al grado di Sergente Maggiore
del comando generale dell’Arma di Cavalleria.
Oltre ad evidenti capacità di carattere militare Bianchini presenta nella
propria scheda personale un’annotazione per particolari azioni di merito:
viene infatti ricordato per aver prestato eroicamente soccorso a dei soldati
intrappolati all’interno di una camerata in cui era scoppiato un incendio,
dimostrando prontezza d’animo e enorme coraggio attraversando le fiamme,
assolutamente incurante del pericolo che lui stesso stava correndo.
Al termine della guerra, dopo aver trascorso un mese ricoverato presso
l’ospedale di Piacenza, il valoroso cremonese proseguì la sua attività militare
per tutto l’anno 1919, quando gli fu concessa la dichiarazione di buona
condotta e di aver servito la Patria con fedeltà e onore.
13-Storia di Oreste Scaravanti
85
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Oreste Scaravanti
Data di nascita: 29 marzo 1893
Luogo di nascita: Gussola
Luogo di residenza: Gussola
Professione: carrettiere
Statura: 1,70.5
Capelli: neri
Occhi: neri
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
La storia militare di questo giovane inizia dal 1913 con già dichiarato merito
di buona condotta e fedeltà e onore nel servizio alla Patria: arruolato infatti
nel reggimento Lancieri di Milano con sede a Padova per un anno venne
mandato in congedo illimitato fino alla chiamata alle armi nel maggio 1915.
Inviato immediatamente al fronte, già nel febbraio del 1916 gli vennero
concessi sei mesi di convalescenza su decisione dell’ospedale di Ravenna per
cause non precisate dai documenti. Pur rientrando puntualmente nel corpo
di appartenenza il 24 agosto dello stesso anno, il periodo di licenza
straordinaria costò al soldato un’accusa di simulazione di malattia secondo
quanto disposto dall’articolo 1 del decreto luogotenenziale del 19 ottobre
1916 e per questo recluso nel carcere militare di Bologna per 12 giorni in
attesa di giudizio dal 25 aprile al 7 maggio del 1917.
Una volta assolto dal Tribunale di guerra di Bologna per non provata reità, il
soldato tornò dapprima nel corpo dei Lancieri, poi venne inserito nella
Compagnia Mitraglieri Fiat di Brescia.
Solo dopo pochi mesi Scaravanti venne duramente colpito dal tracoma, una
grave malattia dell’apparato visivo che portò il soldato ad essere riformato il
27 luglio del 1917 su determinazione della Direzione dell’ospedale di Torno,
che gli concesse l’immediato ritorno a casa.
86
Nonostante la dichiarazione di inabilità militare comprovata dalle visite
effettuate nel 1917, il giovane soldato venne rivisitato presso l’ospedale di
Genova nel gennaio 1918 e considerato idoneo a servizi militari sedentari in
modo permanente e dunque inviato nuovamente in luogo di guerra nel luglio
dello stesso anno presso il Battaglione Tracomatosi.
Terminata la guerra terminò anche la travagliata vicenda militare di Oreste
Scaravanti, lasciato in congedo illimitato dall’anno 1919 con dichiarazione di
buona condotta, fedeltà e onore.
14-Storia di Mario Solzi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Mario Solzi
Data di nascita: 8 dicembre 1983
Luogo di nascita: Soresina
Luogo di residenza: Soresina
Professione: falegname
Statura: 1,68
Capelli: castani
Occhi: grigi
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Nato nel 1893, Mario Solzi venne inizialmente dichiarato rivedibile ed in
seguito arruolato con la classe 1894 come soldato di prima categoria nel
1914, anno in cui venne inserito nel Reggimento Lancieri di Milano.
Nel febbraio del 1915 a causa di un trauma subito alla zona lombare venne
mandato in convalescenza per sei mesi e dunque rientrando nell’agosto del
1915 in territorio di guerra. Nuovamente concessagli una convalescenza di
altri sei mesi, tornò nello stesso Corpo Armato nel maggio del 1916, fino ad
una definitiva sentenza nel mese di settembre in cui venne riformato perché
87
ancora affetto da problemi fisici derivanti dal trauma subito e dunque
congedato con dichiarazioni di merito.
Nonostante ciò venne rivisitato presso l’ospedale militare di Piacenza che
annullò la precedente rassegna, venendo così dichiarato di nuovo abile ai
servizi sedentari in modo permanente.
A quanto pare il giovane non deve aver ritenuto opportuna questa decisione
tanto che, una volta richiamato alle armi, non si presentò, con conseguente
nuova chiamata per revocato esonero ed immediata partenza in zone di
guerra con il Battaglione di Milizia Territoriale nel febbraio del 1918.
A causa dei preesistenti ed evidenti
problemi fisici, Solzi tornò in
convalescenza per 40 giorni già nel mese di maggio, rientrando
successivamente nel medesimo battaglione e poi passando in Fanteria.
Sul finire della guerra, nel settembre del 1918, il soldato contrasse la
tubercolosi, malattia per cui venne quindi definitivamente riformato e
congedato con le dovute dichiarazioni di merito.
15-Storia di Carlo Dossi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Carlo Dossi
Data di nascita: 29 novembre 1893
Luogo di nascita: Ticengo
Luogo di residenza: Casalmorano
Professione: pietrista
Statura: 1,63
Capelli: neri
Occhi: grigi
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Giovane pietrista di Casalmorano, piccolo paese della campagna cremonese,
Carlo Dossi venne chiamato alle armi il 21 agosto 1914 nel 65° Reggimento
88
Fanteria e immediatamente inviato in zona di guerra allo scoppio del
conflitto nel maggio del 1915.
La sua attività di soldato fu ininterrotta per tutta la durata della Grande
Guerra, come testimoniato dai documenti, finché il 17 dicembre 1918,
proprio al termine del conflitto, uno sparo da fucile allo sterno ed uno al
braccio destro con conseguente frattura dell’omero gli causarono un danno
irreparabile, per il quale venne immediatamente mandato in licenza
straordinaria in attesa degli esiti medicolegali provenienti dall’Ospedale
Militare di Piacenza.
Il soldato venne riconosciuto temporaneamente inabile al servizio militare e
dunque lasciato in convalescenza per ben due anni a partire dalla data
dell’incidente, il 16 dicembre 1918, potendo godere inoltre di assegni
irrevocabili. Solo un mese più tardi, in seguito ad ulteriori accertamenti, il
soldato viene dichiarato permanentemente inabile per infermità proveniente
dal servizio militare e dunque lasciato in congedo assoluto con diritto ad una
pensione di guerra dal 1921.
La dedizione di quest’uomo che riuscì a passare indenne tutti gli anni
trascorsi al fronte furono in qualche modo ripagate prima dalla dichiarazione
di buona condotta, fedeltà e onore, nel 1919 dall’assegnazione del distintivo
d’onore per la ferita riportata, nel 1920 dalla medaglia interalleata della
vittoria, nel 1921 dall’iscrizione nel Ruolo d’Onore ed infine dalla
concessione della croce per merito di guerra nel 1924.
16-Storia di Primo Maggi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Primo Maggi
Data di nascita: 22 novembre 1891
Luogo di nascita: Cremona
Luogo di residenza: Cremona
Professione: muratore
Statura: 1,58
Capelli: castani
89
Occhi: celesti
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Partito per la guerra come soldato di seconda categoria nel 65° Reggimento
Fanteria nell’agosto del 1914, Primo Maggi venne ben presto arrestato con
l’accusa di furto, reato per cui venne tradotto nelle carceri preventive di
Piacenza e dove fu condannato a sei mesi di reclusione.
Uscito anticipatamente dal carcere per condono della pena per il Regio
Decreto del 7 gennaio 1915, dal giorno 16 gennaio Maggi entrò a far parte
della Compagnia di Disciplina, uno speciale reparto in cui confluivano i
militari colpevoli di particolari reati, e dunque inviato in zona di guerra il 7
giungo dello stesso anno.
Nel marzo dell’anno seguente i guai giudiziari di questo giovane soldato
continuarono: dichiarato disertore per esseri allontanato dal corpo, venne
ufficialmente denunciato al Tribunale di Guerra di Cremona e costretto
nuovamente alla reclusione.
Questa volta il giudizio fu molto più aspro di quello precedente poiché il
giovane fu condannato a cinque anni di carcere militare e al pagamento delle
relative spese processuali, secondo quanto disposto dal tribunale il 20 aprile
1916. L’esecuzione della sentenza venne però sospesa fino al cessare dello
stato di guerra e dunque il soldato tornò a far parte del corpo di Fanteria.
Malauguratamente nel maggio del 1917 Primo Maggi venne catturato come
prigioniero di guerra e mantenuto tale per più di un anno, fino a quando, il 13
novembre del 1918, a due giorni dall’armistizio tedesco che sancì la fine del
conflitto, venne rimpatriato ed accolto nel campo di concentramento per
prigionieri a Bologna.
Nonostante le travagliata vicende legali che lo hanno coinvolto, venne
concessa a Maggi la dichiarazione di buona condotta, fedeltà e onore, nonché
un premio in denaro pari a 280 Lire.
90
17-Storia di Mario Maranesi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Mario Maranesi
Data di nascita: 7 aprile 1893
Luogo di nascita: Cremona
Luogo di residenza: Cremona
Professione: fabbro ferraio
Statura: 1,62
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona.
Arruolatosi come soldato di leva di prima categoria nel maggio del 1913,
Mario Maranesi compì l’istruzione militare anticipatamente con i soldati di
seconda categoria della classe 1892, prestando così servizio fino alla fine
dell’anno nel Reggimento Fanteria di Cremona.
Allo scoppio della guerra viene richiamato alle armi nello stesso corpo
militare e dunque immediatamente inviato al fronte il 24 maggio del 1915.
Solo dopo qualche mese il soldato fu costretto ad una breve licenza a causa di
una ferita da arma da fuoco al piede destro, segno indelebile della sua
partecipazione in prima linea nel combattimento di Polazzo, piccolo centro in
provincia di Gorizia, avvenuto il 3 agosto 1915, giorno che conclude
storicamente la seconda battaglia dell’Isonzo.
Inizialmente la ferita non fermò il soldato per più di qualche giorno ma,
evidentemente a causa delle pessime condizioni igieniche dettate dalla
guerra, quella che sembrò inizialmente un problema di poco conto si
trasformò in un’invalidità permanente. Infatti, pur avendo trascorso ancora
un anno in zona di guerra dopo il suo rientro, venne definitivamente
congedato poiché ormai inabile al servizio militare, come dichiarato dai
documenti datati 30 novembre 1916.
91
La guerra sarebbe durata ancora due anni, ma il giovane soldato fu ben
presto autorizzato a fregiarsi del Distintivo d’onore per la ferita riportata,
nonché, qualche anno più tardi, della Croce di merito e del Distintivo di
mutilato in Servizio.
18. Storia di Giuseppe Cugini
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giuseppe Cugini
Data di nascita: 24 gennaio 1895
Luogo di nascita: Castelleone
Luogo di residenza: Castelleone
Professione: Studente
Statura: 1,71
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e foglio militare conservati presso
l’Archivio di Stato di Cremona. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, p.25, 51; S.
Fontana – M. Pieretti, pp. 416-431; Al Colonnello Giuseppe Cugini, 2001.
Quando la guerra scoppiò il giovanissimo Giuseppe Cugini si era da poco
diplomato presso l’Istituto tecnico Carlo Cattaneo di Milano e non sapeva che
sarebbe diventato uno stimato studioso, ancora oggi celebrato nel suo paese
natale, Castelleone. Prima volontario insieme al milanese Negrotto, Benito
Mussolini,
Gualtiero
Castellini
e
Nazario
Sauro,
dopo
un
breve
addestramento, venne inviato nel 54° Reggimento Fanteria di Ivrea. Ricorda
lo squillo di tromba che annunciò l’entrata in guerra dell’Italia dalla
mezzanotte del 24 maggio 1915, raccontando lo strano senso di sollievo di
molti uomini nel conoscere, dopo un lungo periodo di incertezza, il ruolo del
nostro Paese all’interno del conflitto, con l’errata convinzione però che la
guerra sarebbe durata solo pochi mesi.
92
Nominato Caporale nel 68° Reggimento Fanteria 28 febbraio 1915, Sergente
il 30 aprile e infine Colonnello, Cugini racconta in un’intervista la brutalità
delle battaglie a cui partecipò, in particolare nella zona del Carso: ricorda che
a Selz la trincea italiana distava solo una decina di metri da quella austriaca,
tanto che di notte si assaltava la trincea nemica cercando di pugnalare i
soldati.
Le condizioni igienico sanitarie, continua nel suo racconto, erano davvero
inimmaginabili: i soldati erano letteralmente invasi dai pidocchi; la fredda
pioggia invernale lasciava le loro uniformi bagnate per giorni senza potersi
cambiare; i pochissimi medici presenti al fronte non erano mai sufficienti per
l’enorme quantità di feriti, che spesso giungevano nei luoghi di medicazione
ore o giorni più tardi e dunque sottoposti a drastiche mutilazioni per
arginare infezioni ormai troppo estese.
Anche il Colonnello Giuseppe Cugini subì la grave mutilazione di una mano,
indelebile segno della guerra per cui ebbe la medaglia al Valore Militare.
Cugini ricorda lo sconforto provato nel vedere che la guerra stava durando
molto più di quanto tutti immaginavano: le condizioni fisiche spesso erano
insostenibili e lui stesso racconta di aver avuto gravi disturbi per i prolungati
periodi durante i quali fu costretto ad un’alimentazione inadeguata.
Oltre ai tremendi patimenti fisici, Giuseppe racconta di aver assistito in prima
persona anche a quelle che furono le conseguenze psichiche degli orrori della
guerra, citando ad esempio il suicidio di un ufficiale che aveva trascorso
trenta ore consecutive sotto le bombe nemiche.
Morto nel 1981, Giuseppe Cugini è stato ricordato nel 2001 dall’Associazione
reduci di guerra di Castelleone con un piccolo volume che ne ricorda le
molteplici attività.
19- Storia di Angelo Dondé
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Angelo Antonio Dondé
Data di nascita: 28 maggio 1896
93
Luogo di nascita: Soresina
Luogo di residenza: Soresina
Professione: fabbro
Statura: 1,66.5
Capelli: neri
Occhi: neri
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Il soldato Dondé, nato nel piccolo paese di Soresina e fabbro di professione,
venne inserito nella classe 1897 come soldato di prima categoria il 20 maggio
del 1916. Chiamato alle armi e giunto in ritardo il 22 ottobre, venne arruolato
nel 7° Reggimento dei Lancieri di Milano ed immediatamente inviato in zona
di guerra.
Nel corso degli anni Angelo riuscì a ricoprire all’interno dello stesso
Reggimento prima la carica di Caporale, poi di Caporale Maggiore, non senza
alcuni richiami per mancanza di disciplina: infatti nel fascicolo del giovane
cremonese compare una punizione di rigore inflitta il 27 febbraio del 1918
per tre giorni consecutivi poiché ritrovato dopo mezz’ora dalla ritirata in
un’osteria del paese. Lo stesso provvedimento ricorre alla data 5 luglio 1918
poiché, recita il documento:
nel far presente di essere rimasto senza pagliericcio lo faceva con contegno poco militare
I comportamenti ribelli del Dondé sembrano trovare ancora maggior
ispirazione dalla nomina a Sergente di giornata: il 9 agosto 1918 ritardò
infatti la sveglia del reparto di circa mezz’ora, impedendo così lo svolgimento
delle consuete operazioni giornaliere. Nonostante ciò il giovane venne
effettivamente insignito della carica di Sergente a tutti gli effetti nel 1919.
Rientro dal fronte il 1 gennaio 1919 e rimasto nel Corpo dei Lancieri di
Padova dal 15 ottobre al 16 dicembre dello stesso anno, gli venne concesso il
premio di 150 Lire ed infine venne lasciato in congedo illimitato.
94
20- Storia di Giuseppe Barbieri
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giuseppe Barbieri
Data di nascita: 28 novembre 1897
Luogo di nascita: Soresina
Luogo di residenza: Soresina
Professione: Pietrista
Statura: 1,65
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Soldato di prima categoria della classe 1897, Giuseppe Barbieri venne
arruolato nel Genio Zappatori di Bologna il 24 settembre 1916, giungendo in
territorio di conflitto il 10 ottobre dello stesso anno.
Il 27 gennaio venne trasferito nella Compagnia 203, con la quale partì per
una nuova zona di guerra: ben presto però fece ritorno dal fronte per una
ferita procuratasi il 25 maggio e per cui gli venne concessa una licenza di
circa quattro mesi.
Da soldato attivo in prima linea, Giuseppe tornò in servizio nel settembre
1918 all’interno dell’11° Compagnia Telegrafisti, testimonianza della gravità
del colpo subito in battaglia: tra le annotazioni
presenti nel fascicolo
personale del giovane militare risulta infatti che il 22 maggio 1917 rimase
vittima di una ferita penetrante alla regione lombare destra causatagli dallo
scoppio di una granata nemica nella zona del monte San Marco, nei pressi di
Gorizia.
Nonostante l’invalidità riconosciutagli, il 16 settembre 1918 fece ritorno
dalla zona di guerra per essere successivamente inviato al Deposito Firenze,
dove continuerà la sua carriera militare fino al 1920.
Nel 1921 al soldato fu concessa la dichiarazione di fedeltà alla Patria.
95
21- Storia di Angelo Solzi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Angelo Marco Solzi
Data di nascita: 1 ottobre 1897
Luogo di nascita: Soresina
Luogo di residenza: Soresina
Professione: negoziante
Statura: 1,75
Capelli: castani
Occhi: cerulei
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
La storia del soldato Solzi inizia con la precisa volontà del giovane di servire
in proprio Paese, arruolandosi spontaneamente nell’esercito in qualità di
soldato di prima categoria già nel 1915, entrando successivamente in attività
il 30 settembre 1916 presso il 16° Reggimento Artiglieria da Campagna
Treno e giungendo immediatamente in territorio di guerra.
La grande dedizione del giovane non fu sufficiente per proseguire la tanto
amata attività di sodato: venne infatti riformato per un difetto cardiaco in
seguito ad una visita effettuata all’Ospedale Militare di Brescia il 19 Febbraio
1917 e dunque congedato in modo assoluto.
Il 30 novembre dello stesso anno Solzi venne rivisitato all’ospedale di
Piacenza, i cui medici lo dichiararono nuovamente abile al servizio militare; il
soldato venne dunque nuovamente inviato in territorio di conflitto già il 22
gennaio 1918 con la 125° Compagnia Artiglieria da Campagna.
Secondo il ruolo matricolare, Angelo trascorse l’ultimo anno di guerra in un
paese straniero non meglio precisato, per far rientro in Italia il 15 novembre
1918 ed essere successivamente mandato in congedo illimitato.
96
Nonostante i tre anni di attività militare e le problematiche fisiche
riscontrate, il soldato Solzi risulta nuovamente a disposizione della 7°
Legione Milizia Contraerei il 20 luglio del 1939, alle porte della Seconda
Guerra Mondiale.
22- Storia di Giovanni Boldi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giovanni Boldi
Data di nascita: 6 luglio 1897
Luogo di nascita: Castelleone
Luogo di residenza: Castelleone
Professione: muratore
Statura: 1,72.5
Capelli: neri
Occhi: neri
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Allievo carabiniere a piedi nella Legione Allievi per tre anni dal 15 ottobre
1916, Giovanni Boldi venne inviato in territorio di conflitto il 7 maggio 1917
e dove rimase fino alla fine della guerra.
Secondo
le
informazioni
pervenuteci
il
soldato
risulta
piuttosto
indisciplinato: il 30 dicembre 1917 mentre doveva fare da guardia ad una
baracca con materiale militare vi si rifugiò all’interno invece che vigilare
dall’esterno; l’anno successivo disubbidì ad alcuni ordini permettendo soste
non previste alla propria divisione; ma il fatto più grave fu nel 1919, quando
durante una libera uscita noleggiò a pagamento una bicicletta con la quale, in
compagnia di un collega più anziano, accidentalmente investì un contadino
causandogli delle lesioni. Rientrando in caserma senza riferire quanto
accaduto, il soldato venne comunque punito nei giorni successivi poiché una
commissione medica riferì dell’incidente al comandante del suo corpo.
97
Nonostante le molteplici infrazioni nel 1918 al carabiniere venne concessa la
croce di merito, ma il termine della guerra non determinò la fine delle
travagliate vicende del giovane: messo in prigione in attesa di giudizio perché
imputato di appropriazione indebita aggravata il 24 dicembre 1919, fu
condannato il 27 febbraio del 1920 alla reclusione di tre giorni, al pagamento
delle spese processuali e della tassa di sentenza.
23- Storia di Giovanni Ghidini
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giovanni Ghidini
Data di nascita: 31 ottobre 1899
Luogo di nascita: Pozzaglio ed Uniti
Luogo di residenza: Persico
Professione: omissis
Statura: omissis
Capelli: omissis
Occhi: omissis
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Soldato di prima categoria chiamato alle armi il 16 giugno del 1917, Giovanni
Ghidini fu arruolato nel 2° Reggimento Genio Zappatori, giungendo in
territorio dichiarato in stato di guerra il 12 gennaio del 1918.
Lo sfortunato soldato, entrato in territorio di guerra solo nell’ultimo anno del
conflitto, il giorno successivo al suo arrivo al fronte riportò una grave ferita
ad entrambi gli occhi causa dell’esplosione di un petardo tenuto in mano un
Caporale Maggiore nei pressi di Campo Croce, luogo di passaggio per la
Compagnia che si stava recando a Monte Grappa.
Il 22 maggio 1918 il giovane risulta dai documenti ancora in cura presso
l’Ospedale di Milano, che, riconoscendo la gravità del danno, lo ricoverò nei
propri reparti fino al 15 luglio 1918.
98
Il soldato dovette affrontare un lungo periodo di continui ricoveri e
convalescenza, fino al riconoscimento dell’invalidità permanente, avvenuto il
1 novembre del 1919, e l’autorizzazione a fregiarsi dello speciale distintivo
per gli invalidi di guerra.
A distanza di molti anni Giovanni Ghidini ricevette ancora molte
soddisfazioni per il servizio prestato al Paese: nel 1973 venne infatti
nominato Maresciallo Maggiore del ruolo d’onore, poi Sottufficiale ed infine
Sottotenente.
24- Storia di Giulio Morelli
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giulio Onorato Giovanni Morelli
Data di nascita: 7 giugno 1897
Luogo di nascita: Gussola
Luogo di residenza: Gussola
Professione: studente
Statura: 1,64.5
Capelli: castani
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Soldato di prima categoria, Morelli diventò Allievo Ufficiale di complemento
nella Scuola Militare di Modena il 16 giungo 1916 e definito Aspirante
ufficiale di Completamento del Deposito del 67° Reggimento Fanteria Como
Milizia Mobile.
Giunto in territorio di guerra nel 154° Reggimento il 5 novembre, entrò nel
Corpo d’Armata di Verona il 12 marzo 1917, passando poi attraverso vari
reggimenti fanteria fino a coprire la carica di Sottotenente.
99
La storia del soldato Morelli, apparentemente destinato ad una brillante
carriera militare, cambiò drasticamente quando venne prima accusato e poi
condannato per diserzione e falso.
Il 5 aprile venne così destituito dal ruolo di Sottotenente, tornado dunque ad
essere un soldato semplice, e successivamente condannato a sei mesi di
carcere militare oltre che al pagamento di tutte le spese processuali, pena
però, come spesso accadeva, sospesa fin al termine della guerra.
Erroneamente al soldato Morelli venne concessa la dichiarazione di buona
condotta, fedeltà e onore, immediatamente contesta dal distretto militare di
Cremona e revocata nel 1924 dal distretto di Milano.
Il fascicolo di Morelli si conclude dunque infelicemente con la scritta “
Rifiutata dichiarazione di buona condotta”.
25- Storia di Annibale Superti
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Annibale Superti
Data di nascita: 17 gennaio 1897
Luogo di nascita: Binanuova
Luogo di residenza: Pescarolo
Professione: contadino
Statura: 1.59.5
Capelli: neri
Occhi: cerulei
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Giunto in guerra nel marzo 1917 come soldato di prima categoria, il ventenne
Annibale Superti venne immediatamente dichiarato disertore per essersi
assentato dal Corpo di Fanteria di cui faceva parte, appropriandosi inoltre
alcuni oggetti militari per un valore totale di 80,10 Lire.
100
Per entrambi i reati commessi venne quindi denunciato al Tribunale di
guerra, al quale il giovane contadino si costituì dopo circa due settimane e
conseguentemente incarcerato in attesa di giudizio.Una volta trasferito nelle
Carceri militari di Vicenza, il 4 aprile 1917 venne condannato a due anni di
reclusione per sentenza del Tribunale di Guerra della 1° Armata, che dichiarò
altresì sospesa la pena fino alla cessazione dello stato di guerra.
Certamente sollevato dalla triste prospettiva di dover trascorrere due anni in
carcere, il soldato Superti tornò attivo in Fanteria il 23 aprile 1917 ma non
poteva che una sorte ancora più avvera lo stava attendendo: il 26 ottobre
venne infatti catturato dal nemico e fatto prigioniero per ben un anno e due
mesi, facendo dunque ritorno in Italia soltanto il 26 dicembre 1918.
Tale esperienza deve aver risvegliato nel soldato un forte amor di Patria
poiché l’anno successivo si arruolò nel 1° Battaglione Volontari Italiani
destinati alla Libia: a fine servizio ricevette, nel 1922, da questo stesso corpo
ricevette
il
considerevole
premio
di
280.000
Lire,
accompagnato
dall’autorizzazione a fregiarsi della medaglia d’onore per la guerra in Libia
oltre che quella interalleata e quella commemorativa nazionale.
26- Storia di Mario Telò
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Mario Telò
Data di nascita: 17 luglio 97
Luogo di nascita: Drizzona
Luogo di residenza: Pescarolo
Professione: ferroviere
Statura: 1,66
Capelli: castani
Occhi: grigi
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
101
In virtù della sua professione di ferroviere, il soldato di prima categoria
Mario Telò entrò a far parte del Genio Ferrovieri il 2 ottobre del 1916,
partendo per territorio in stato di guerra nel marzo successivo.
Per cause non indicate dal fascicolo militare, il giovane cremonese rientrò a
Pescarolo nel mese di luglio poiché dichiarato temporaneamente inabile ai
servizi di guerra - per cause non indicate nei documenti - e tornando attivo
l’8 agosto presso il Deposito del Genio, cessando così di far parte dei reparti
mobilitati.
Dal fascicolo del soldato possiamo comprendere il carattere ribelle che
caratterizzò il giovane durante la sua permanenza nell’esercito, ragion per
cui fu spesso punito dai suoi superiori. In data 8 settembre 1917, ad esempio,
viene annotato il mancato rientro del soldato in seguito ad un periodo di
riposo concessogli e solo pochi giorni più tardi venne prima punito a causa di
osservazioni “indebite” che si era permesso di avanzare durante una visita
medica e poi nuovamente perché non presente alla contro visita serale.
Nel 1919 a Merio Telò venne riconosciuta l’indennità di guerra, continuando
comunque a prestare servizio presso l’amministrazione delle Ferrovie dello
Stato fino al 1 giugno del 1938.
27- Storia di Luigi Gussoni
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Luigi Gussoni
Data di nascita: 27 agosto 1897
Luogo di nascita: Gabbioneta
Luogo di residenza: Gabbioneta
Professione: contadino
Statura: 1.62.5
Capelli: castani
Occhi: bruni
102
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Chiamato alle armi il 4 ottobre 1916 come soldato di prima categoria presso
il 43° Reggimento Fanteria di Tortona, Luigi Gussoni giunse in zona di guerra
con il 37° Reggimento Fanteria mobilitato il 7 settembre 1917 ma rientrando
già a Cremona il 26 per una lunga malattia che lo trattenne lontano dai campi
di battaglia per più di un anno.
Dai documenti pervenutici, Gussoni risulta rientrato in servizio dal 9 gennaio
1919 ma, esattamente tre mesi dopo, venne denunciato per diserzione al
Tribunale di Guerra 4° Corpo Armata e detenuto a partire dal 16 aprile.
La pena inflittagli fu drastica: prima la degradazione di titolo e nomina
avvenuta il 26 aprile presso San Zenone degli Ezzelini, in provincia di
Treviso, poi la condanna all’ergastolo, solitamente riservata a chi cercava di
passare dalla parte del nemico o a chi, in presenza del nemico stesso, non si
presentava in combattimento.
Il consiglio ridusse la pena a 10 anni di reclusione, obbligando dunque il
disertore a prestare servizio nel 42° Reggimento Fanteria dal 16 dicembre
1919 fino al 1920.
Nel fascicolo del soldato non vi è menzione della pena che dovette scontare a
fine servizio.
28- Storia di Luigi Marini
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Luigi Marini
Data di nascita: 17 marzo 1897
Luogo di nascita: Isola Dovarese
Luogo di residenza: Isola Dovarese
Professione: contadino
Statura: 1,70.5
Capelli: castani
Occhi: grigi
103
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati
presso l’Archivio di Stato di Cremona.
Luigi Marini, giovane contadino cremonese, non ancora ventenne venne
arruolato come soldato di prima categoria nel Reggimento Lancieri di Milano
il 12 ottobre 1916, giungendo lo stesso giorno in territorio dichiarato in stato
di guerra.
La nomina a Caporale ricevuta da Luigi 1 maggio fu purtroppo di breve
durata: già il 19 agosto fu retrocesso poiché commise una grave infrazione
disciplinare:
sprovvisto di permesso serale in compagnia di inferiori rientra per via indiretta alle ore 11
Tale comportamento costò al giovane, oltre alla degradazione, ben cinque
giorni di punizione di rigore.
Il comportamento corretto e disciplinato tenuto da Marini nel corso dell’anno
successivo lo portò a riacquisire la carica perduta, venendo nominato il 31
gennaio del 1918 Caporale del 4° Reggimento Carrettieri.
La carriera di Luigi proseguì attraverso vari Reggimenti fino al 1920, quando
venne lasciato in congedo illimitato.
29-Storia di Francesco Frassi
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Francesco Frassi
Data di nascita: 15 luglio 1893
Luogo di nascita: Casalmorano
Luogo di residenza: Casalmorano
Professione: Sarto
Statura: 1,61
Capelli: biondi
Occhi: celesti
104
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 1915-1918” b.45. Pubblicazioni: L.
Fabi 2005, p.109.
Nato e cresciuto nel piccolo borgo di Casalmorano, il ventunenne Francesco
Frassi svolgeva la professione di sarto quando venne chiamato ad arruolarsi
nel 1914 come soldato di terza categoria, ma lasciato in congedo illimitato nel
marzo dello stesso anno.
Richiamato alle armi per mobilitazione secondo quanto stabilito dal Regio
Decreto del giugno del 1911, venne incluso del 37° Reggimento Fanteria,
giungendo in territorio di guerra nel gennaio dell’anno successivo con il 126°
Reggimento.
Della sua esperienza rimane una cartolina datata 5 ottobre 1916, indirizzata
alla madre Livia e alla sorella:
Cara madre e sorella,
mentre vi scrivo, ho già l’ordine di partire, non so il certo, ma pare per la trincea. Speriamo
bene e che Iddio mi assista. Raccomando pregare per me, Saluti e baci dal vostro amato figlio
e fratello Francesco
Saluti a tutti.
La sua esperienza da soldato fu brevissima: Francesco morì sul Carso pochi
giorni dopo, il 12 ottobre, come risulta dall’atto di morte n°339 del
Reggimento di cui faceva parte.
Allo sfortunato soldato Frassi venne concessa la medaglia commemorativa
nazionale e quella interalleata della vittoria.
30-Storia di Giuseppe Zanetti
Dati anagrafici:
Nome e cognome: Giuseppe Zanetti
Data di nascita: 19 marzo 1892
Luogo di nascita: Cremona
105
Luogo di residenza: Persico
Professione: carrettiere
Statura: 1,64.5
Capelli: neri
Occhi: castani
Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato
di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 1915-1918” Archivio di Stato di
Brescia b.48. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, pp.42, 61.
Chiamato alle armi nel settembre del 1914, coprì la carica di caporale del 40°
Reggimento Fanteria. Secondo i documenti il suo arruolamento procurò il
ritardo della chiamata alle armi del fratello Enrico, della classe 1894, come
consentito dalla legge sul reclutamento.
Divenuto caporale maggiore nel 134° Reggimento Fanteria l’anno successivo
giunse in luogo di guerra nel mese di giugno.
Nell’archivio di Stato di Brescia rimane una lettera scritta il 23 luglio 1915, in
cui scrive al padre:
sono in prima linia, non cè più da far altro che patir, penso di poter essere fortunato da
portare via la pelle se Dio vuole.
Ma la sua esperienza fu tristemente breve, poiché già il 28 luglio morì a
Monte Sei Busi nel corso della prima battaglia dell’Isonzo (23 luglio -7 agosto
1915) per le ferite da arma da fuoco riportate.
106