Numero Completo - Diocesi di Como
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Numero Completo - Diocesi di Como
della diocesi di como Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale | D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como Anno XXXVI - 18 febbraio 2012 - € 1,20 Europa 5 Mondo 7 6 Como 17 Chiavenna 30 Grecia: nuove misure contro la crisi Questione curda: nuovi scontri in Turchia “Agorà 97” porte aperte al disagio L’Immacolata ha dieci anni pprovato dal ParlaA mento greco il piano che sblocca gli aiuti i intensifica il conS flitto tra il governo turco e gli indipenden- isita del prefetto V Michele Tortora alla cooperativa sociale di mportante traguarIchiavennasca. do per l’istituzione Gran- europei. Editoriale Bellissimo e fragile tisti curdi. Rodero. de festa. L’avvio del cammino quaresimale di don Angelo Riva S e n’è andata nel modo più beffardo. In una stanza d’albergo il cui nome (Beverly Hilton) è giusto la crasi fra la celebre catena degli hotel extra-lusso (l’Hilton) e l’eldorado del cinema hollywoodiano (Beverly Hills). Dentro una vasca da bagno che la fantasia popolare immagina spumeggiante di schiume e profumi, come si addice a una diva. La vigilia del giorno di san Valentino, kermesse laica dei cuori innamorati, lei che in una celebre pellicola cinematografica aveva fatto fibrillare la fantasia glamour di mezzo mondo. La scomparsa tragica di Witney Houston, reginetta afro-americana del pop, travolta dall’oscuro male del vivere, vanamente lenito nei labirinti dell’alcool e della droga, ci dà da pensare. A quanto fragile possa essere un figlio d’uomo, al di là di denaro, successo, passerelle e luci rutilanti. “Io posso essere la peggior nemica di me stessa”, aveva detto prima di morire, in circostanze del tutto analoghe, un’altra star della musica (cos’è, un destino?), Amy Winehouse. “Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso” (Ps 64,4), commenta la Bibbia. E, vista la coincidenza di tempi, quanto debole e vulnerabile, nella sua luccicante bellezza, possa essere l’eros, l’amore umano. “Più fallace di ogni altra cosa è il cuore, e difficilmente guaribile: chi lo può conoscere?” (cfr. Ger 19,6). Ci vuole un po’ di coraggio a shakerare insieme un fatto di cronaca, la festa degli innamorati e magari anche l’imminente inizio della Quaresima. Per non uscirne centrifugato, e scansare il consueto predicozzo moralistico, sono andato a rileggermi la prima parte della Deus caritas est, l’enciclica di Benedetto XVI sull’amore. Vi trovo descritta tutta la poesia dell’eros, “la cosa più bella della vita”, “la felicità che ci fa pregustare qualcosa del Divino” (n. 3). Insieme, però, il suo essere sospeso, pericolante, sopra l’abisso. La magia degli affetti può (deve) diventare progetto, dono, agape, nelle parole del Papa, scoprendosi scintilla e frammento di un’Agape superiore, divina. Ma quando ciò non accade, ecco che l’eros si attorciglia sul suo narcisismo, involve, diventa erotismo, dove l’amore si confonde col suo contrario, il nettare si fa veleno, e la promessa di vita, che vibrava nelle sue fibre, rischia di svegliarsi sdraiata accanto all’artiglio della morte. Bellissimo e fragile, l’amore degli umani. Musica delle sfere celesti e palpito di un cuore ferito. Cantato nelle migliori liriche, immortalato nei film, carezzato nel sogno di ogni innamorato, eppure così bisognoso di cura e di accudimento. Non si inquieti, allora, prosegue il Papa, l’animo ardente di Friedrich Nietzsche: il cristianesimo non avvelena l’eros, ma lo preserva dal diventare pozione mortale; non rende amara la cosa più dolce della vita, ma ha cuore la felicità vera; non innalza cartelli di divieto sul pianeta della gioia, ma indica il sentiero della vita. La Quaresima che in questi giorni iniziamo, il rito austero delle Ceneri imposte sul capo, ci richiama a un lavoro da fare su noi stessi, a un salvataggio urgente dell’umano, a un cammino di luce e di vittoria da compiere con Cristo risorto, a un bagno di purificazione battesimale. Per non ritrovarci al bordi di una vasca, sedotti e abbandonati dalle promesse della vita. Con il rito delle Ceneri la Chiesa si incammina lungo i quaranta giorni quaresimali di preparazione alla Santa Pasqua. Preghiera, digiuno ed elemosina per un recupero di umanità nell’adesione più piena al Signore crocifisso e risorto. Il Santo Padre ci esorta alla carità reciproca, attraverso la correzione fraterna, e alle opere buone per un percorso comune di conversione Attualità 3 Cultura 7 Uniti contro Il convegno la penetrazione promosso dal mafiosa Progetto culturale: in Lombardia Gesù contemporaneo LIBRETTO BENEDIZIONI S ono disponibili i libretti per la benedizione delle famiglie che, quest’anno, si arricchiranno anche con un piccolo cartoncino ricordo. Il tema scelto è quello dell’Incontro Mondiale delle famiglie in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno prossimi. È possibile effettuare le proprie prenotazioni telefonando allo 031-263533 presso la segreteria del Settimanale, da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00. Vetrina 8-9 Fondo di Solidarietà: in tre anni aiutate 600 famiglie La famiglia: il lavoro e la festa 2 Sabato, 18 febbraio 2012 Idee e opinioni A ✎ L’opinione | nche in Sanità le risorse non sono infinite. Il cittadino lo sente quotidianamente alla Tv, alla radio e lo legge sui giornali. Se ne accorge poi sulla propria pelle, anzi nel proprio portafogli, quando deve sborsare fior di euro per l’odiato ticket, oppure quando il suo medico di base gli spiega che la tale prestazione non è rimborsata dal sistema sanitario nazionale, cioè non è mutuabile. La crisi è ovunque, è planetaria, ma in Medicina configgono in particolare alcuni elementi: da un lato la limitatezza delle risorse finanziarie, dall’altro l’aumento della vita media e la crescita esponenziale della tecnologia a disposizione, nonché la raffinatezza delle cure da mettere in campo. Quindi abbiamo sempre meno soldi per più persone, che vivono più a lungo e per le quali la scienza sforna mezzi diagnostici e terapeutici raffinatissimi e costosissimi. Gli operatori sanitari, ed in particolare i medici, sono da anni coinvolti in prima persona nel contenimento di Mario Guidotti La nuova Sanità e le sue risorse, che non sono infinire delle risorse finanziarie, tanto che anche nell’ultima stesura del codice di deontologia medica è entrato con prepotenza l’articolo 6 (Qualità gestionale e professionale) che cita specificatamente “il medico agisce…tenendo conto dell’ uso appropriato delle risorse”. Quindi l’attenzione al bilancio non è un gesto speculativo, mercantile, ma morale, etico, fondante la buona sanità e quindi la buona società. Certo, a volte sotto sotto cresce il sospetto dell’imbroglio. Pensiamo: ci negano il tal farmaco o ci fanno pagare il ticket per fare cassa, per arricchire qualcuno. No, quei soldi risparmiati sono destinati alle cure di altri, o alla prevenzione, o alla ricerca. Il bilancio corretto è etica, sia chiaro per tutti. Ma il punto è: come perseguire il bilancio in pareggio scontentando il meno possibile gli utenti e salvaguardando il più possibile le fasce più fragili della società? L’unica certezza è che non si può più dare tutto a tutti. E non solo perché siamo in tempi di vacche magre, ma parchè siamo in tanti, viviamo più a lungo e disponiamo di tecnologia sempre più avanzata e raffinata. L’ultimo parolone destinato ad entrare nelle orecchie è farmacogenomica. Sta a significare come le medicine debbano essere in linea con la genomica appunto, cioè il corredo genetico, insomma il DNA dell’individuo cui sono destinate. A ognuno la propria malattia ed il suo specifico farmaco. Eccellente, grandissima innovazione. Ma riuscite ad immaginare quanto possa costare in futuro a tutto il sistema di welfare questo approccio alla Medicina? Non potendo più dare tutto a tutti, si tratta di assegnare il meglio a chi serve. Quindi la parola d’ordine diventa “appropriatezza”. Di uso, di assegnazione, di distribuzione. Di attività diagnostica e curativa, medica e chirurgica. Come fanno gli altri Paesi occidentali, vicini di casa e a volte nostri modelli per organizzazione? Alcuni assegnano le risorse in base all’appropriatezza scientifica: curo in modo avanzato solo i soggetti con patologie in cui vi è evidenza di utilità e quindi di possibile guarigione. In altre parti vi è una quota di Sanità “pesante”, come i trapianti, i grandi interventi o le terapie costosissime a carico dello Stato, il resto a carico dei cittadini che se lo possono permettere in base al reddito. Della serie: se guadagno decorosamente posso comprarmi l’antibiotico per la bronchite con i miei soldini. Un altro modello interessante è una Sanità gratuita o meno in base ai comportamenti. Io Stato ti avverto di che cosa è pericoloso, se lo fai e ti ammali ovviamente ti curo, ma poi ti mando il conto. Esempi. Fumi? Ti paghi le cure per gli effetti del fumo. Eccedi nel bere e nel mangiare? Lo stesso. Scii fuori pista? Se ti fai male ti mandiamo la fattura di salvataggio e cure. E via sborsando in base alle varie trasgressioni. Certo, sono tutte soluzioni antipatiche, ma prepariamoci perché prima o poi ci arriveremo e come in Medicina prevenire, cioè anticipare e prevedere i problemi che ci cascheranno addosso come macigni, è meglio che curare. COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola Da “abbacchio” a “zucca barucca” D a abbacchio a conoscenza più approfondita Sono i due estremi in cui zucca barucca, o prosegue poi di pari passo con si collocano le migliaia e se volete, ancor lo studio e l’approfondimento più giù, a zuccotto, dell’italiano. Una pizza e un migliaia di parole della zugo, zuppa. Sono questi gli lambrusco possono far sorgere tradizione gastronomica estremi in cui si collocano le “voglia d’italiano” più di cento migliaia e migliaia di parole incontri culturali. italiana che l’Accademia della tradizione gastronomica Al di là della pizza e del della Crusca si accinge a italiana che l’Accademia della lambrusco, nomi ormai catalogare Crusca si accinge a catalogare inflazionati in Italia e all’estero, è per sfornare quello che sarà che resta difficile anche per noi “L’italiano in cucina”, ossia il vocabolario storico italiani raccapezzarci nell’immensa giungla di della lingua della gastronomia. Progetto ambizioso, voci gastronomiche che caratterizzano – più di impresa difficile, per cui questa volta la Crusca ha altre – la nostra lingua, particolarmente ricca e dovuto giocoforza impastarsi (nel senso migliore) con generosa (si pensi solo ai contributi regionali, se non di la... farina, materia principe della Barilla. L’azienda di ambito più strettamente locale) di parole collegate alla Parma collaborerà al progetto attraverso l’Academia cucina o comunque all’alimentazione. Siamo in periodo Barilla (ha preferito così, con una c, secondo l’usanza di Carnevale: ebbene noi in Italia per designare la stessa arcaica) da lei fondata nel 2004 e divenuta in pochi cosa, che poi sarebbero quelle strisce di pasta, fritte anni un sicuro riferimento per la promozione e la (ma oggi la dietologia consiglia di passarle al forno) e valorizzazione della cultura gastronomica italiana nel cosparse di zucchero, abbiamo non uno, ma una serqua mondo. Non solo gli industriali pastai parteciperanno di vocaboli: bugie, cenci, chiacchiere, crostoli, frappe, al progetto, anche alcuni atenei italiani (La Sapienza e gale, galani, intrigoni, sfrappole. Né basta, perché la Lumsa di Roma, l’Università di Torino, l’Università altrove le chiamano ancora altrimenti. per stranieri di Siena). Ben venga un vocabolario che metta in ordine E a proposito di stranieri è il caso di ricordare che tale materia, vasta quante sono le specialità, e le l’amore per la nostra lingua nasce in molti popoli denominazioni, della tradizione gastronomica italiana. di altri Paesi proprio a incominciare dall’incontro La Crusca e soci, nella prima fase del progetto, hanno con i nostri prodotti gastronomici, il cui desiderio di cominciato a selezionare cento testi di cucina, a partire dal fondamentale di Pellegrino Artusi “L’arte di mangiar bene - Manuale pratico per le famiglie”, i quali poi saranno analizzati e acquisiti in formato testuale per costituire una banca dati consultabile in rete. Da qui, prima di arrivare al traguardo finale, di lavoro difficile ce ne vuole. Ma la gloriosa Accademia della Crusca sembra aver preso lena dopo il “salvataggio” del settembre scorso, grazie a un emendamento alla “manovra” approvato unanimemente in commissione Bilancio del Senato. È di questi giorni la pubblicazione del volume “Italia linguistica: gli ultimi 150 anni. Nuovi soggetti, nuove voci, un nuovo immaginario”, che ripercorre le vicende post unitarie e dove si parla tra l’altro (San Remo imminente) anche delle canzoni che hanno fatto l’italiano. ◆ L’innocuodi don angelo riva Bene comune: liberalizzazioni e dintorni/2 S i torna a parlare, proprio in questi giorni, di liberalizzazioni: gli orari dei negozi, le concessioni dei tassisti, la vendita di farmaci al banco, l’abolizione degli ordini professionali. Un altro tema sul quale continuare le nostre brevi riflessioni sul bene comune (cfr. n. 6 del Settimanale). Anche qui, infatti, ci sarebbe bisogno di idee politiche mentalmente aperte, e non arroccate su ideologismi; e, da parte dei cittadini, di sincera propensione a preferire lo “spirito di corpo” allo “spirito di casta”. C’è chi sostiene che liberalizzare sia un bene a prescindere. Un po’ è vero: la creatività (dei singoli e delle cosiddette “economie civili”), l’inventiva, la propensione al rischio, il merito, potrebbero ricevere stimolazione dalla competitività di un mercato sanamente libero, e invece rischiano di soffocare nel groviglio di regolamenti e pastoie burocratiche, che mortificano la libera iniziativa e facilmente si traducono in sacca di privilegio per le cosiddette “caste”. A questa prima ragione – economica ma anche antropologica – se ne aggiunge poi una se- conda, assai spendibile sul piano della propaganda: l’atteso calo delle tariffe. E’ questo il miracoloso elisir dello sviluppo promesso dai mentori delle liberalizzazioni ad oltranza. Ma le cose sono un po’ più complesse. Prendiamo la questione degli orari dei negozi. C’è il rischio concreto che una liberalizzazione selvaggia premi oltremisura la grande distribuzione, penalizzando i piccoli negozi, che non possono permettersi una rotazione d’orario full time. Se così fosse, non si andrebbe verso un mercato più libero e competitivo, bensì verso una forma di concorrenza sleale, un oligopolio cammuffato, dove gli squali della grande distribuzione farebbero polpette dei pesciolini del piccolo negozio a conduzione familiare. E davvero calerebbero i prezzi? E i neo-disoccupati della piccola distribuzione non finiranno per azzerare il vantaggio delle nuove assunzioni da parte dei supermercati? Senza dire, poi, della ricaduta culturale e spirituale del “negozi sempre aperti”. Argomento sottaciuto, ma che a noi non può non stare a cuore. Il tempo dell’uomo non è solo per il lavoro, ma anche per la festa, il riposo, la famiglia, il sollievo spirituale, la manutenzione delle relazioni. L’ideologia delle liberalizzazioni non rischia di immolare tutto questo sull’altare del dio-denaro e del dio-PIL? C’è poi la liberalizzazione degli ordini professionali: medici, avvocati, notai, commercialisti…Secondo molti, corporazioni ad alto tasso di immunizzazione rispetto alla libera concorrenza; e, soprattutto, una spiccata propensione a blindare al rialzo i minimi tariffari. Certo, un po’ meno di “catenaccio” – da parte delle “caste” – sarebbe quantomai auspicabile. Ma attenti a non buttar via l’importante funzione di formazione, di controllo e di garanzia che tali ordini esercitano sui propri iscritti, senza della quale rischieremmo di avere in circolazione molti più professionisti a buon mercato, ma di dubbia professionalità (e qui, in verità, potrei parlare di me stesso, non iscritto all’albo dei giornalisti…). Insomma, avanti pure con le liberalizzazioni. Ma cum grano salis, e al riparo da semplificazioni figlie dell’ideologia più che della verità. Attualità Sabato, 18 febbraio 2012 3 Uniti contro le mafie U n monito forte contro ogni forma di associazione mafiosa. Un’esortazione alla società civile e politica comasca perché si arrivi, quanto prima, alla definizione di un protocollo territoriale di legalità. Alza il tiro la Cisl di Como. Martedì scorso, in Lungolario Trieste, è stata scoperta la nuova targa ricordo dedicata al giudice Giovanni Falcone e agli altri caduti a Capaci . Erano presenti, tra gli altri, i sindaci di Como e di Cermenate, Stefano Bruni e Mauro Roncoroni, il prefetto di Como Michele Tortora, Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl di Como, Alessandro De Lisi, direttore del “Centro di Studi Sociali Contro le mafie - Progetto San Francesco” di Cermenate. La targa era stata danneggiata il 23 maggio dello scorso anno, proprio in coincidenza con l’anniversario della strage che 19 anni prima aveva posto fine alla vita del magistrato che era riuscito ad imprimere una svolta decisiva nella lotta alla mafia. C’è la volontà ferma di un impegno a non abbassare la guardia dietro il gesto semplice della sostituzione di una effigie. Il desiderio a raccogliere la sfida contro una cultura mafiosa serpeggiante e dilagante, anche nel nostro territorio. Un invito chiaro ad unire le forze in nome di uno spirito di legalità che è proseguito poi a Villa Gallia, che ha fatto da teatro ad una vera e propria esortazione civile alle imprese del territorio, alla comunità e al mondo del lavoro. Invitato d’eccezione, tra gli altri, anche Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia. «Abbiamo deciso di proporre questa iniziativa – ha spiegato Andrea Zoanni, segretario regionale di Fiba Cisl Lombardia, tra i principali sostenitori del “Progetto S. Francesco” - per ribadire quanto sia necessario recuperare una nuova dimensione di responsabilità sociale e di innovazione nell’economia, in un tempo di crisi come questo. Quello che stiamo vivendo è un percorso verso il cambiamento. La sostituzione della targa, collocata in un luogo di memoria, nei pressi del monumento alla Resistenza europea, ha rappresentato il terzo atto di una lotta tra il bene e il male. Il primo atto è stato compiuto tra maggio e giugno 2010 quando, con gli studenti dell’Istituto Caio Plinio di Como, piantammo un albero all’interno del complesso scolastico. Un carpino bianco pesantemente e irrimediabilmente danneggiato soltanto trenta giorni dopo… Il secondo atto di questo cammino è stato quello di ripiantumare un nuovo albero, questa volta nei pressi dei giardini a lago, accanto ad una targa-ricordo della strage di Capaci. Targa sfregiata da mani ignote proprio nell’anniversario di quella tragedia. La scelta di riposizionare una nuova targa è il segnale che non intendiamo arrestarci dinanzi alle intimidazioni. Cos’è la memoria se non il passato che diventa presente? E che cos’è la speranza se non il futuro che diventa presente? Un presente che dobbiamo vivere con intensità e forza, attingendo al passato che è dietro di noi e costruendo, oggi, sentieri di speranza per il domani». «Noi siamo un sindacato – ci spiega Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl di Como –. A noi interessa, pertanto, soprattutto l’aspetto economico e il rapporto con il lavoro, che costituiscono il focus della nostra attività. Il “Progetto S. Francesco” nasce da una costatazione: oggi la nostra provincia è invasa da un fenomeno mafioso sotto gli occhi di tutti. A Como ci sono 69 beni economici sequestrati dalla mafia. La Cisl non può sentirsi lontana da questo tema perché le mafie generano povertà: povertà economica, povertà Inaugurata una nuova targa in Lungolario Trieste, una nuova fase di sensibilizzazione contro l’infiltrazione mafiosa industriale. Aspetti che influiscono pesantemente sul nostro sistema economico. Legare alla lotta alle mafie il contrasto all’evasione fiscale significa cercare di intercettare gli oltre 130 miliardi di euro che ogni anno sono sottratti alle nostre tasche da questi criminali. Noi proponiamo che il 35% dei capitali mafiosi confiscati vanga assegnato al rafforzamento degli ammortizzatori sociali. Proponiamo inoltre alle forze economiche, sociali e istituzionali del territorio di contribuire alla definizione di un protocollo della legalità che indichi le azioni appropriate da seguire per operare nel solco della legge. Uno strumento aperto ai contributi di tutti. Prossimamente metteremo sul tavolo le prime cinque proposte, riconoscendo nel Prefetto di Como l’istituzione indispensabile a garanzia di questa necessaria nuova fase sociale”. pagina a cura di marco gatti Cermenate. Il Centro studi contro le mafie Il “Progetto S. Francesco” A ttualmente nelle province di Milano, Como, Lecco e Varese esistono forti penetrazioni mafiose sul fronte degli appalti, della gestione di locali pubblici, del controllo di società finanziarie e di servizi. Nella consapevolezza di ciò Cisl, Filca e Siulp della Lombardia hanno deciso di aderire al “Progetto S. Francesco”, promosso a livello nazionale allo scopo di diffondere una nuova cultura della responsabilità sociale, della legalità e dei diritti civili. In linea con questo obiettivo le sigle sopra indicate, unitamente a Banca Etica e Jus Vitae, negli anni scorsi si sono impegnate per ristrutturare una villetta confiscata alla ‘ndrangheta nel 2007, a Cermenate, e realizzarvi il primo Centro europeo per l’alta formazione contro le mafie, dedicato a Giorgio Ambrosoli. «Il Progetto S. Francesco – ci spiega il direttore del Centro Alessandro De Lisi – è un programma integrato di cultura della legalità e di promozione della cultura della giustizia nel mondo del lavoro, nelle imprese e nella società. Noi crediamo che sia indispensabile recuperare il valore economico della legalità. Oggi essere nella legalità conviene alle piccole e medie imprese, troppo spesso sotto la minaccia del ricatto usuraio della criminalità organizzata. Serve lavorare perché diritti come la dignità, la libertà del lavoro e del diritto al lavoro stesso non siano mai negoziabili. Dall’altra parte “Progetto S. Francesco” è anche un Centro di elaborazione che vuole annettere più energie possibili al fine di sviluppare una nuova politica territoriale per la lotta alle mafie. Noi siamo per un federalismo della responsabilità. La sfida alla quale ci sentiamo chiamati è quella di riscoprire il ‘noi’ come valore di contrattazione sociale per rinnovare un modello di economia e società. In questo quadro il “Progetto S. Francesco” offre un contributo prezioso insieme ad associazioni storiche che già si occupano della lotta alla mafia, però con uno spirito nuovo, propositivo. Quella con cui ci misuriamo è la terza generazione della lotta alle mafie, la mafia 3.0». Come opera il Centro Studi? “Con due percorsi sinergici. Il primo, che abbiamo chiamato “Itinera”, si occupa dello sviluppo della cultura della legalità e della conoscenza della nuova criminalità organizzata. Dunque della capacità di leggere le differenze della mafia stessa, capire come funziona per sconfiggerla. Un’altra linea di lavoro, denominata “Strumenti”, intende mettere a disposizione strumenti contrattuali, legislativi, giuridici, economici che possono servire alle amministrazioni pubbliche, alle imprese e alle istituzioni presenti sul territorio perché possano lavorare in sinergia, consapevolmente, contro i ricatti delle mafie”. Quanto è presente e forte la cultura mafiosa sul nostro territorio? “Se quella che vogliamo esprimere è l’antimafia 3.0, esiste anche una mafia 3.0 che lavora in immersione, che non si manifesta apparentemente attraverso gesti violenti, ma che ricatta imprese per bene e cerca di colpire anche la politica. Esiste una sorta di mafiosità da sconfiggere. La lotta alle mafie spetta ai magistrati e alle azioni investigative. Il nostro umile contributo può e deve essere quello di una lotta alla mafiosità intesa come cultura di consenso della mafia stessa sul territorio». Tra i promotori del progetto S. Francesco, unitamente alla Cisl, c’è anche il Siulp, sindacato di Polizia, di cui è segretario regionale della Lombardia, Benedetto Madonia. «Un grave deficit nella lotta alla mafia è dato dai tagli effettuati sulle strutture di polizia. Noi abbiamo un ente, la Dia, creato nel 1992 per combattere la mafia, negli anni decapitato del 40% dei suoi organici e penalizzato nelle risorse messe a disposizione, passate da 28 a 15 milioni di euro. Il primo direttore della Dia ipotizzò un impiego di circa 2500 operatori. Ad oggi siamo solo 1300. Se vogliamo contrastare la mafia ci si diano i mezzi, e io vi assicuro che saremo in grado di fermarla». ❚❚ A colloquio con Ivan Lo Bello, Confindustria Sicilia Una sfida contro l’indifferenza L « a mafia da tempo – spiega Ivan Lo Bello presidente di Confindustria Sicilia – ha assunto una dimensione che travalica la ragione Sicilia. È un fenomeno di portata nazionale. Le mafie si nutrono delle differenze: c’è chi ritiene che la mafia riguardi soltanto alcune aree geografiche, c’è chi non è interessato al fenomeno perché non se ne sente toccato… Atteggiamenti diversi che contribuiscono a ridurre la capacità repressiva di questo fenomeno. La mafia non è un corpo separato della società, ne è parte integrante e di essa si nutre. Si inserisce nel Pubblico rimuovendone l’interesse generale e moltiplicandone gli interessi particolari. Occorre una grande alleanza tra società civile ed economica per rimuovere l’indifferenza ed aprire spazi di legalità. Un imprenditore mafioso può essere più pericoloso di un mafioso con la pistola. La mafia militare ha un effetto importante, da punto di vista negativo, sulle città, ma non ha la stessa capacità di penetrazione della mafia imprenditoriale. Una mafia che non emerge come tale, che si nasconde dietro imprenditori apparentemente sani, che ha capacità di tessere relazioni con il mondo istituzionale e politico ed appare fortemente corrosiva del tessuto civile e sociale dei territori ove si infiltra». Quali sono i settori più a rischio di infiltrazione in Lombardia? «Non c’è dubbio che in alcuni settori come il movimento terra, i trasporti e l’edilizia si siano verificati importanti casi di infiltrazione. Penso a molti Comuni dell’area milanese. Le presenza al nord è evidente. Non dimentichiamo lo scioglimento recente, per mafia, di alcuni Comuni del settentrione come Bardonecchia in Piemonte, Bordighera e Ventimiglia in Liguria. La penetrazione dunque c’è. È ovvio che non si presenta con il volto rozzo del mafioso che chiede il pizzo per strada, ma con signori in doppio petto che fanno gli imprenditori in diversi settori. È essenziale che questo pezzo di Paese che è la Lombardia, che produce ricchezza ed è motore per l’Italia, non pensi che questi problemi siano lontani da sé». Una buona amministrazione può contribuire nel fare la differenza? «Certamente sì. I casi che sopra ho citato sono il segnale di amministrazioni che non hanno fatto fino in fondo il loro dovere, scendendo a compromessi. Una buona amministrazione è fondamentale per ridurre i margini di infiltrazione mafiosa». Possiamo dirci ottimisti? «Guardando alla sensibilità in aumento anche qui al nord e non posso che dirmi ottimista. Vedo l’emergere di una sensibilità nuova, la consapevolezza che la mafia è un problema serio, che riguarda tutti. Una sensibilità che cresce grazie anche a iniziative dall’alto valore simbolico come il “Progetto S. Francesco”». Italia 4 Sabato, 18 febbraio 2012 Torino, sentenza Eternit: due «condanne storiche» «S apevano». Sono forse contenute tutte in questo verbo le motivazioni che, a inizio settimana, hanno portato il giudice Giuseppe Casalbore, presidente della Corte di Torino, a pronunciare, al termine di una settantina di udienze celebrate nell’arco di due anni, una sentenza da più parti definita storica. Lo svizzero Stephan Schmidheiny, 64 anni, e il belga Jean-Louis de Cartier, 89 anni, ex dirigenti della Eternit, sono stati riconosciuti colpevoli di disastro doloso, per la morte di almeno 2.100 persone e per le malattie respiratorie (il mesotelioma) che ne hanno colpite più di 800. Loro, così come altri dirigenti dell’impresa elvetica, sapevano che le fibre di amianto, nelle fasi di lavorazione, smaltimento (compresi i fumi di scarico industriali) e di deterioramento delle strutture che le contenevano, finivano con il trasformarsi in polveri letali. L’accusa, sostenuta dal poliedrico procuratore Raffaele Guariniello, coadiuvato dai sostituti Gianfranco Colace e Sara Panelli, aveva individuato nei due imputati gli «effettivi responsabili» non solo di disastro ambientale doloso ma anche di omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche nei luoghi di lavoro, in un arco di tempo lunghissimo che va dal 1952 al 2008: reati consumati negli stabilimenti italiani della Eternit a Casale Monferrato (Al), Cavagnolo (To), Rubiera (Re) e Bagnoli (Na). I pubblici ministeri avevano chiesto 12 anni di carcere, saliti a 20 causa la continuazione del reato. Accolta da applausi e lacrime, lunedì 13 febbraio è stata pronunciata la sentenza di condanna (la cui lettura si è prolungata per circa 3 ore) a 16 anni di reclusione per ciascuno dei due imputati e a un ammontare complessivo di 95 milioni di euro di risarcimenti. Schmidheiny (il cui avvocato ha subito annunciato il ricorso in appello) e De Cartier sono stati riconosciuti responsabili per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo e Casale Monferrato. Per Rubiera e Bagnoli i giudici hanno dichiarato di non doversi procedere perché il reato è prescritto. «Con la sentenza di oggi abbiamo realizzato il sogno di dare giustizia a molte famiglie». Questo il primo commento del pm Guariniello, il quale ha anche auspicato che in Italia venga istituita una procura nazionale che si occupi di sicurezza sui luoghi di lavoro. «La condanna Eternit è giusta e inevitabile, ora bisogna completare la mappatura dei siti a rischio amianto» ha affermato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sottolineando che «il problema vero oggi in Italia è che, nonostante l’impegno del ministero dell’Ambiente in questo campo e le ingenti risorse impiegate (circa 50 milioni di euro solo nelle aree industriali più inquinate), non abbiamo ancora una mappatura completa dei siti che devono essere risanati». Quella di lunedì è stata «una sentenza che restituisce ai cittadini la percezione di una giustizia attenta e vicina e sottolinea anche una precisa via da seguire: è la persona, ogni persona, il centro della vita sociale; e tutelare questo valore nell’ambiente di vita e di lavoro non può mai essere soltanto un costo e un obbligo». Così monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza episcopale piemontese. «Le tante persone morte a causa dell’amianto e della superficialità e incuria con cui nel passato si è gestito questo problema sono un peso troppo grande – ha aggiunto Nosiglia –. Anche per questo ci sentiamo vicini a chi ha lottato in questi anni per avere giustizia; in particolare a chi, anche se confortato da questa sentenza favorevole, vive oggi con rinnovato dolore la mancanza dei propri cari». «È una sentenza di giustizia, una decisione dovuta, un modo, per quanto umanamente possibile, di rendere giustizia a quanti hanno perso la vita e a quanti, parenti e familiari, hanno sofferto accanto ai malati», ha dichiarato il vescovo di Casale Monferrato, monsignor Alceste Catella. Secondo il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, lundì è stata «una giornata memorabile per il mondo del lavoro, perché si è affermato in maniera drammatica ma incontrovertibile che il diritto alla vita e alla salute dei lavoratori non è un valore negoziabile, da nessuno e per nessuna ragione». La sentenza di Torino «non può risarcire il passato – ha affermato Olivero – ma può farci guardare al futuro con più fiducia; rafforza nel Paese la consapevolezza che il diritto alla vita e alla salute dei lavoratori è inalienabile, e non può essere messo a repentaglio per ragioni di profitto, neanche con l’alibi della crisi economica… Troppi rischi – conclude il presidente delle Acli – permangono ancora nel mondo del lavoro segnato tragicamente da incidenti mortali, infortuni e malattie professionali». (E.L.) Lombardia Una nuova norma per gli insegnanti «La nuova norma, che prevede fra l’altro che “a titolo sperimentale le istituzioni scolastiche possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi al fine di reclutare personale docente”, si colloca nella direzione di conferire maggiore autonomia ai singoli istituti scolatici e di liberalizzare il mondo della scuola». Lo ha dichiarato la presidente dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche Maria Grazia Colombo dopo l’approvazione del progetto di legge regionale per lo sviluppo approvato dalla Giunta della Lombardia, in attesa di passare all’esame del Consiglio regionale. «Ogni dirigente scolastico - ha aggiunto Colombo - deve affrontare situazioni differenti, soprattutto nel campo dell’educazione. è giusto, quindi, che possa scegliere, attenendosi ai criteri stabiliti dalla stessa Giunta regionale previa intesa con il Governo, le figure professionali che possono garantire le qualità più adatte al progetto didattico del proprio istituto. D’altra parte, le scuole paritarie, dove presidi e insegnanti vengono assunti direttamente e liberamente, costituiscono un esempio positivo in questo senso. Oltretutto il loro finanziamento costituisce un investimento redditizio per lo Stato che in breve risparmierebbe, come dimostrano le scelte di tanti Paesi europei nonché alcune ricerche scientifiche». Nave Concordia: Messe di suffragio «L a nostra preghiera si eleva al Signore per le vittime della nave Concordia. Affidiamo le loro anime immortali alla misericordia di Dio perché le accolga nella luce che non tramonta, e preghiamo per i dispersi, per i naufraghi di quella tragedia, per i familiari di tutti, qui rappresentati e che vogliamo abbracciare con grande affetto, affinché la forza e la consolazione dello Spirito stemperi i tragici ricordi e ritorni presto la serenità della vita». Lo ha detto a Roma il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, al termine della messa in suffragio delle vittime della nave Concordia, celebrata il 12 febbraio nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. La celebrazione è stata presieduta dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. Il 13 gennaio, la nave da crociera Concordia si è parzialmente inabissata nei pressi dell’Isola del Giglio, dopo l’urto contro la zona scogliosa davanti al porto. Ad oggi si contano 17 morti e 15 dispersi. è partito lo svuotamento del carburante e si stanno definendo le modalità per il recupero del relitto, mentre la magistratura continua l’indagine sui motivi e le responsabilità del disastro. Lunedì Messa anche al Giglio. ECONOMIA E SOCIETà. Riflessioni sulla situazione attuale. Si delineano soluzioni utili ma di respiro corto... N ell’enciclica “Evangelium Vitae”, di papa Giovanni Paolo II, si legge: “Quando viene meno il senso di Dio anche il senso dell’uomo viene minacciato”. Il secolo scorso, con le sue ideologie disumanizzanti, violente e crudeli, e gli avvenimenti politici, economici e finanziari, che contraddistinguono l’inizio di questo 2012, attestano la veridicità della richiamata affermazione. Fondati paiono i timori sul presente e sul futuro, di una società che giudica l’eredità cristiana un ricordo vago di avvenimenti del passato, dai quali si sente estranea e a volte liberata. Le cronache dicono dei disastri e delle sfide, che vengono presentate alle singole comunità nazionali, sul terreno della cultura, dei costumi, dello sviluppo economico e della democrazia. Come occupazione. La platea dei consumatori ha ricordato Benedetto XVI, “senza la viene irresponsabilmente ridotta dalla fede si brancola nel buio, si cade nel pressione fiscale, dai bassi salari, dai vuoto…” e gli avvenimenti odierni lo tagli alle pensioni, dalla disoccupazione confermano. In questa società grigia, non coperta da ammortizzatori sociali, dal futuro incerto, si muove il governo quindi la domanda interna cala. Risultato Monti, al quale vanno riconosciuti meriti provato dal calo della produzione indiscutibili, ma insufficienti a dare industriale, la quale nel 2011 ha registrato certezze per il futuro, almeno a medio una diminuzione dell’1,7%, dalle termine. Intendo dire che sono visibili esportazioni in frenata, dall’aumento politiche pasticciate, volte a tagliare della disoccupazione, soprattutto la spesa, attente all’attuazione di una giovanile. Gli investitori internazionali serie di liberalizzazioni, innovazioni e non sono attratti dall’Italia a causa riforme che non sempre convincono, ma della farraginosità della burocrazia, che non colgono, in modo adeguato e dall’inefficienza della magistratura, forte, l’urgenza di applicare un vecchio dalla gravosità delle imposte, dell’alto principio economico, fondamentale costo del rifornimento energetico, dal per la ripresa. Lo riassumo con le diffuso malaffare e dall’instabilità del seguenti parole: i consumi stimolano la quadro politico. Mi lasciano inoltre produzione e questa produce ricchezza e Ci sono alcune scelte che mettono in evidenza la necessità di risparmio, ma serve anche altro interdetto alcune scelte del governo Monti: ad esempio la chiusura dei manicomi giudiziari e il decreto svuota carceri. Temo siano scelte dettate dalla volontà di contenere la spesa pubblica e dall’illusione di poter curare una cancrena con l’applicazione di pannicelli caldi. Non amo il catastrofismo, resto fedele all’insegnamento di padre Giacomo Martina: “La storia insegna a non essere troppo pessimisti… Come abbiamo superato tante difficoltà nel passato, così le supereremo anche nel futuro. Con pazienza, gradualità e una visione aperta ai tempi lunghi”. Portare il senso di Dio nella storia è compito dei cristiani: questo tema ampio e complesso lo affronterò in un prossimo articolo. GIANNI MUNARINI Europa Approvate le nuove misure di austerità. Ad Atene è caos tragedia greca Il parlamento greco ha approvato il piano che sblocca il prestito da 130 miliardi di euro del Fondo Monetario ma il rischio di fallimento non è ancora scongiurato è stato approvato tra gli scontri che esplodevano ad Atene ed in altre città greche, il nuovo pacchetto di misure adottato dal parlamento greco nel tentativo di salvare il Paese dal fallimento. Una possibilità che, nonostante il nuovo prestito di 130 miliardi di euro concesso dal Fondo Monetario Internazionale (la cui concessione era subordinata all’approvazione del pacchetto di riforme) non sembra essere ancora scongiurata. Del resto nell’aprile del 2010 la Grecia aveva già ricevuto un primo prestito da 110 miliardi di euro concesso in tre anni dall’Eurozona d’intesa con il FMI. Una cifra non rivelatasi sufficiente. In questi giorni sono in corso dei negoziati tra il governo e i creditori privati, che sarebbero pronti ad accettare perdite per 100 miliardi di euro sul valore nominale dei titoli di stato greci, con una svalutazione del 65-70 per cento dell’investimento. La manovra approvata dal parlamento prevede, tra gli altri, il licenziamento di 15 mila dipendenti pubblici, una serie di liberalizzazioni e il taglio del 20% dei salari minimi che passeranno da 751 a 600 euro mensili. La votazione ha però indebolito il governo di unità nazionale del premier Lucas Papademos, provocando la fuoriuscita di circa 40 deputati passati all’opposizione. Al momento della votazione circa 80 mila persone protestavano per le strade di Atene provocando scrontri con la polizia e atti di vandalismo che hanno provocato la distruzione di alcuni edifici, dati alle fiamme. I Paesi dell’Eurozona hanno chiesto alla Grecia rassicurazioni sul mantenimento degli impegni presi indipendentemente da chi vincerà le prossime elezioni generali previste per il mese di aprile. Ma la Grecia come è arrivata a questa situazione? Nei primi anni del decennio il Paese ha segnato la crescita più elevata d’Europa con punte del 6%, anche se – negli ultimi mesi – alcuni leader politici hanno ammesso di aver truccato, nel corso degli ultimi quindici anni, i conti per permettere al Paese di entrare nell’euro. La situazione è precipitata con la crisi internazionale del 2008 e il conseguente crollo del turismo, principale voce dell’economia greca, e alla diminuzione dei Il pacchetto di interventi prevede il taglio di 15 mila dipendenti pubblici, liberalizzazioni e la riduzione del 20% del salario minimo consumi: i servizi di distribuzione sono il secondo settore del Paese. Si è avviata così una spirale recessiva che è cresciuta negli ultimi anni. Se a questo aggiungiamo gli attacchi speculativi da parte della finanzia internazionale, si capisce come per il Paese sia diventato impossibile, a fronte di entrate sempre minori, restituire il debito, considerando l’impennata dei tassi d’interesse. Da qui il rischio default. A questo si aggiunge un problema cronico della Grecia: l’evasione fiscale che secondo le stime tocca il 10% del PIL. Dall’altra parte una possibile uscita della Grecia dell’euro avrebbe conseguenze pesanti per il Paese. Il premier Papademos ha sottolineato come il ritorno alla dracma metterebbe a rischio anche il semplice approvigionamento nel breve periodo di petrolio e gas, ma anche di alimenti. Solo il tempo ci dirà se le misure intraprese dal governo e il nuovo prestito saranno sufficienti a salvare l’economia greca e, soprattutto, quale sarà il conto che dovranno pagare i cittadini. Nonostante le misure approvate, infatti, la situazione resta in bilico perché entro sei settimane la Grecia dovrà rimborsare 14,5 miliardi di euro di titoli di stato: il primo banco di prova per il Paese. ◆ Un rapporto della Commissione O missario all’ambiente Janez Potocnik – sottolineano l’importanza di preservare il suolo europeo se vogliamo salvaguardare la qualità del cibo e la pulizia delle falde acquifere, mantenere spazi salubri e ridurre le emissioni. Noi dobbiamo usare le risorse del suolo in maniera più sostenibile”. Il commissario ha ribadito la necessità di procedere con un approccio comune attraverso l’Europa, arrivando ad un adeguato livello di produzione per l’intero suolo europeo. All’interno del bilancio pluriennale 2007-2013 l’Unione Europea ha stanziato 3,1 miliardi di euro per la riabilitazione di terreni industriali e terreni contaminati nei 27 Paesi membri. 5 ✎ Il punto sulla crisi è forse il passaggio più arduo nell’ormai lunga storia dell’integrazione e dell’unità europea, quello di questi mesi. Le manifestazioni e gli scontri che hanno accompagnato il varo ad Atene di un drastico piano di austerità ci fanno toccare con mano quanto rigorosi debbano essere ormai gli standard. Partecipare all’Europa diventa un fatto sempre più concreto: per partecipare ai benefici bisogna farsi carico dei costi e degli oneri corrispettivi. Insomma, sotto la pressione della speculazione internazionale, che volta per volta seleziona nuovi obiettivi per generare profitti finanziari, sempre ovviamente sulla pelle di qualcuno, l’Europa (e la zona Euro, che di fatto ne rappresenta il nucleo propulsivo e decisivo) è costretta ad accelerare. Del resto solo la spinta dell’emergenza, storicamente, permette ai sistemi democratici, e in particolare a quelli in cui il sistema decisionale è più complesso e articolato, dunque necessariamente lento, di agire in fretta e con efficacia. Certo è un passaggio difficile: bisogna, infatti, tenere la barra dei conti, ma nello stesso tempo garantire quei livelli e quella qualità della vita sociale che qualifica l’Unione europea e la rende così attrattiva. Oltre che garantire quell’armonia, quell’equilibrio tra i diversi Stati membri, che fin dai primi anni Cinquanta ha permesso il successo della scommessa europea. All’interno insomma della sfida economica c’è una sfida sociale e una sfida politica: i piani si richiamano l’un l’altro. La soluzione, quindi, non può che essere complessiva. Per questo è un passaggio arduo, perché bisogna tenere insieme i piani. Tanto più che l’Europa, così articolata al proprio interno, si deve muovere in un sistema economico mondiale in affanno. Grande è ovviamente la responsabilità della leadership tedesca, così come è ovvio che questa leadership non si può sviluppare in solitaria, ma deve essere in grado di suscitare circuiti virtuosi di collaborazione e di sviluppo. Sembra, da diversi segnali, che l’Italia sia riuscita, negli ultimi mesi, a sintonizzarsi su questa lunghezza d’onda. C’è una sterminata letteratura che garantisce che non solo gli italiani, ma l’Italia è capace di dare il meglio di sé nell’emergenza. In realtà ogni tanto il nostro Paese ha bisogno di essere messo di fronte alle proprie responsabilità. Più esattamente, le molteplici realtà geografiche, sociali, culturali, economiche, che articolano la straordinaria ricchezza e complessità italiana, devono periodicamente essere richiamate alla necessità di cooperare. Ogni tanto questa operazione richiede una certa ruvidezza, ma richiede nello stesso tempo anche il dovuto respiro e il dovuto spessore morale e culturale. Ai tanti attori del pluralismo italico bisogna sapere indicare mete non retoriche e obiettivi realistici d’interesse comune. Siamo ancora sul crinale. Qualche segnale però sembra recepito. Certo c’è ancora molto da fare, per tutti. FRANCESCO BONINI Commerci ■ Ue e India Europa, persi 275 ettari di terreno ogni giorno gni dieci anni in Europa una superficie di terreno fertile pari alle dimensioni dell’isola di Cipro viene ricoperta da materiali non impermeabili, costruzione e non solo, tanto da essere considerata persa. A lanciare l’allarme contro la degradazione del suolo è la Commissione europea che ha pubblicato un rapporto sullo stato del suolo, sottolineando come dal 1990 al 2006 sono andati persi quotidianamente 275 ettari di terreno, circa milla chilometri quadrati ogni anno. Allo stesso tempo l’erosione del suolo da parte dell’acqua è pari a 1.3 milioni di kmq, pari a due volte la superficie della Francia. “Questi rapporti – ha affermato il com- Sabato, 18 febbraio 2012 Verso la creazione di un’area di libero scambio Ogni dieci anni in europa va persa una superficie di terreno pari all’estensione dell’isola di cripro. Il presidente della Commissione europea Barroso ha fatto visita la scorsa settimana a Mumbai in India nell’ambito degli incontri previsti dal 12° summit tra India e UE. Barroso si è espresso a favore del progetto per la nascita di un’area di libero scambio tra UE e India. Questo, ha spiegato il presidente della Commissione, permetterebbe la nascita del più grande accordo commerciale di libero scambio tra due Paesi perché riguarderebbe 1,7 miliardi di persone. “I commerci - ha detto Barroso - sono un aspetto centrale per la strategia di ritorno della crescita in Europa ma anche un’ opportunità per l’India e le sue imprese”. Entro il 2025 l’India diventerà la quinta economia al mondo. 6 Mondo Sabato, 18 febbraio 2012 Notizie flash ■ Calcio Incontro tra i Vescovi di Europa e Africa “ D iventare ogni giorno di più una benedizione per il continente africano e per il mondo intero”: è l’impegno della Chiesa cattolica in Africa nelle parole del card. Policarpo Pengo, presidente del Secam, (Conferenze episcopali d’Africa e del Madagascar), che ha partecipato a Roma, lunedì 13 febbraio, all’apertura del secondo Simposio dei vescovi africani ed europei, su “L’evangelizzazione oggi: La nazionale zambiana vince la Coppa d’Africa Si è conclusa domenica sera con la vittoria ai rigori dello Zambia la Coppa d’Africa, torneo continentale di calcio che si è disputato in Gabon e Guinea Equatoriale. La nazionale dell’ex Rhodesia del Nord ha sconfitto ai rigori la ben più quotata nazionale della Costa d’Avorio e ha alzato la coppa nello stadio di Libreville, capitale gabonese. Il successo inaspettato dello Zambia è stato salutato con approvazione in diversi Paesi dell’Africa perché merito di un gruppo giovane, i cui giocatori sono tutti ingaggiati da squadre africane e per questo considerati più vicini alla gente. La Costa d’Avorio può, invece, contare sui ben più ricchi giocatori che militano in Europa. Mentre la diplomazia resta bloccata si continua a combattere Perù Arrestato leader di Sendero Luminoso E’ stato mostrato alla stampa a Lima Florindo Flores, alias ‘Camarada Artemio’, l’uomo indicato come il principale leader di ciò che resta del gruppo guerrigliero di ispirazione maoista ‘Sendero Luminoso’, catturato in una remota zona della selva peruviana dopo un ventennio di latitanza. Secondo fonti ufficiali, ‘Artemio’ è stato arrestato insieme ai suoi due principali comandanti nella regione di San Martín in un’operazione congiunta di esercito e polizia in cui è rimasto ferito all’addome: rischia l’ergastolo. ■ Comunicazioni La prima Giornata mondiale della Radio “La radio è il mezzo di comunicazione di massa che raggiunge il pubblico più ampio, soprattutto le frange più emarginate delle nostre società. Una radio libera, indipendente e pluralista è essenziale per le società sane, ed è di vitale importanza per la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. A dirsene convinta è Irina Bokova, direttore generale dell‘Unesco, nel suo messaggio per la prima Giornata mondiale della radio che si è celebrato lunedì 13 febbraio. Spiega una nota dell’Organizzazione: “Poco costosa e tecnologicamente piuttosto semplice, con portata e potenziali aumentati ulteriormente dalle applicazioni di Internet e della telefonia mobile”, la radio ha “la possibilità di raggiungere il 95% della popolazione del pianeta ed è quindi il mezzo di comunicazione di massa più diffuso nel mondo”. Per questo nel 2011 la Conferenza generale Unesco ha istituito il 13 febbraio la Giornata mondiale della radio, dedicata a questo medium “vettore per l‘educazione, la libertà di espressione e di dibattito pubblico, nonché fonte di informazioni di vitale importanza, ad esempio in caso di calamità naturali”. Il 13 febbraio ricorre anche l‘anniversario della radio delle Nazioni Unite, lanciata nel 1946. comunione e collaborazione pastorale tra l’Africa e l’Europa”. L’evento è organizzato dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e dalla Secam. “Mi aspetto - ha concluso che questo Simposio ci offra l‘opportunità di approfondire la nostra responsabilità, la comunione, la collaborazione e lo scambio delle nostre risorse spirituali, umane e materiali tra la gente dei nostri due continenti”. Nessuna via di uscita per la crisi siriana U n’altra settimana è passata e non si intravedono via d’uscita alla crisi siriana. Le iniziative diplomatiche degli ultimi giorni si sono scontrate contro il muro alzato dal governo di Damasco sostenuto da Russia e Cina. Lo stallo della diplomazia è stato denunciato ieri al Palazzo di Vetro dell’Onu dove l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha presentato un rapporto sulla situazione. “Il fallimento del Consiglio di sicurezza nel firmare una risoluzione ha incoraggiato il governo siriano a sferrare un pesante assalto sull’opposizione e ad attuare attacchi indiscriminati” ha sostenuto la Pillay. La responsabile dell’Onu si è anche detta certa che “la natura e l’importanza numerica degli abusi commessi indicano che crimini contro l’umanità sono stati presumibilmente commessi a partire dal marzo 2011”. La Pillay ha sottolineato l’aggravarsi della repressione dall’inizio del 2012, in particolare nella città centrale di Homs dove, secondo stime dell’Onu, più di 300 persone sarebbero rimaste uccise in bombardamenti indiscriminati su quartieri residenziali. Il governo siriano ha respinto categoricamente le accuse affermando che l’Alto commissariato sarebbe “manipolato” da paesi che “cercano di nuocere alla Siria” e “ignora i crimini terroristici commessi dai gruppi armati”. Mentre la posizione di Damasco si fa sempre più isolata, il consigliere di Stato cinese Dai Binguo ha ribadito la posizione di Pechino sulle vicende siriane definendole “un affare interno” in una telefonata con il segretario di Stato americano, Hillary Clinton. La telefonata è avvenuta in risposta alle critiche che Cina e Russia stanno affrontando per aver apposto il veto alla risoluzione dell’Onu contro il regime di Bashar al Assad. Pechino ha anche fatto sapere di considerare, riguardo alla situazione in Medio Oriente, la possibilità di mandare suoi inviati per aiutare a risolvere la crisi. Forte del sostegno di Cina e Russia, il governo di Damasco ha ribadito che “quanto sta accadendo in Siria fa parte di un piano americano che, se portato a termine, avrebbe ripercussioni sull’intera regione”. Lo ha dichiarato ieri la vice-presidente Najah Al-Attar durante la visita in Siria di una delegazione di intellettuali russi nel corso della quale ha ringraziato il sostegno di Mosca che – ha detto – “ci aiuta a respingere ingerenze straniere negli affari interni”. La questione curda resta irrisolta Nuovi scontri in Turchia S i intensifica in Turchia il conflitto tra governo turco ed indipendentisti curdi dopo che per anni la situazione era rimasta sommersa ed erano stati aperti canali di dialogo per trovare un’intesa ad un conflitto antico. L’ultimo episodio di violenza risale al 28 dicembre scorso quando, nell’ambito delle operazioni condotte dall’esercito turco lungo il confine con l’Iraq,nei pressi della città di Uludere, sono stati uccisi 34 civili colpiti da un drone. Un episodio per cui – riferisce Osservatorio Balcani - le autorità turche hanno parlato di “errore operativo” ammettendo di aver scambiato i civili per miliziani del PKK (Esercito di Liberazione del Kurdistan) attivi nell’area. Dichiarazioni che hanno scatenando le ire dei famigliari delle vittime. Quest’ultimo episodio si inserisce in una crescente tensione politica, segnata dai ripetuti arresti di persone accusate di essere militanti filo curdi. Nel Paese è in corso un maxi-processo contro politici, giornalisti e intellettuali curdi accusati di essere membri della Koma civakên kurdistan, organo del Pkk incaricato di Un bombardamento di fine dicembre che ha provocato la morte di 34 civili riaccende i riflettori su un conflitto che sembrava sopito organizzarne l’azione di resistenza nelle città. Gli arresti nell’ambito del processo sono saliti a più di 1100; la cifra sale a 6200 se si considerano gli imputati per fiancheggiamento o “propaganda terrorista”. A poco più di un mese dai fatti di Uludere, il 4 febbraio scorso, l’esercito turco ha comunicato di aver ripreso i bombardamenti sui campi degli autonomisti curdi in Nord Iraq e il 9 febbraio 13 militanti del Pkk e un soldato sono morti in scontri a fuoco in due diverse località nel sud-est a maggioranza curda. Appaiono così lontani i tempi, era il novembre 2009, in cui il Primo ministro Erdogan, aveva inaugurato la cosiddetta “apertura ai curdi”, avviando incontri segreti tra i membri dei servizi segreti ed esponenti di spicco del Pkk tra cui Abdullah Öcalan, leader dell’organizzazione autonomista. Tuttavia dopo le elezioni politiche del giugno 2011 questo processo ha subito una forte battuta d’arresto aprendo la strada a una nuova fase di violento conflitto armato. Le ragioni alla base del fallimento delle trattative non sono chiare e le parti si rimpallano le accuse. Il governo accusa il Pkk di aver sancito la fine degli accordi con l’uccisione nel luglio scorso di 13 soldati mentre i miliziani curdi accusano Erdogan di aver deciso la fine delle trattative subito dopo la sua rielezione nel 2010. Cultura ● Oltre mille persone, la scorsa settimana, al convegno di Roma ● Promosso dal Progetto Culturale della Cei ha affrontato molti temi Sabato, 18 febbraio 2012 ● La missione torni a essere una scelta di vita per tutti i cristiani Gesù contemporaneo vive nell’eterno presente di Dio “G esù rimarrà sempre nostro contemporaneo, perché vive con noi e per noi nell’eterno presente di Dio”. Con queste parole il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato Cei per il progetto culturale, ha concluso, la scorsa settimana, l’evento internazionale “Gesù nostro contemporaneo”, a cui hanno partecipato oltre mille persone, nonostante i disagi per raggiungere e soggiornare in una Capitale insolitamente nevosa. “Affinché però anche noi viviamo da suoi contemporanei, con lui e per lui – ha proseguito il cardinale esprimendo un auspicio per il futuro – mi sembra necessario che oggi la missione ritorni ad essere quello che è stata all’inizio: una scelta di vita che coinvolge l’intera comunità cristiana e ciascuno dei suoi membri, ciascuno naturalmente secondo le condizioni concrete della sua esistenza. Se contribuirà a questo scopo, il nostro evento avrà portato frutto”. L’autocoscienza di Gesù Dopo un ampio excursus sullo “stato attuale della ricerca sul Gesù storico” il card. Ruini ha citato alcuni “aspetti salienti della figura storica di Gesù di Nazaret”: le parole e gli insegnamenti, “parole antiche e nuove, ma uniche e attuali nella loro sostanza anche dopo duemila anni”, gli “atti di potenza”, “segni” o “opere” che Gesù ha compiuto, la cui “storicità sostanziale appare incontestabile e la “questione decisiva della coscienza che Gesù ha avuto di se stesso, del suo rapporto con il Padre e della missione che ne scaturiva”, che “emerge anzitutto dalla sua preghiera, dalla chiamata dei discepoli e dal tipo di rapporto che egli ha instaurato con loro”. Storia paradossale ma efficace. “Gran parte dell’evento è stata giustamente dedicata non a quanto è accaduto a Gesù “S eparare Cristo dalla sua Chiesa è operazione che conduce alla falsificazione sia dell’uno che dell’altra”. Così ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, introducendo i lavori del convegno “Gesù nostro contemporaneo”, svoltosi a Roma dal 9 all’11 febbraio. “La storia del cristianesimo, pur con tutte le sue contraddizioni e i suoi fallimenti è stata giustamente qualificata come storia della libertà”. Parole del cardinale Camillo Ruini, chiudendo il medesimo convegno. Cristo e Chiesa, cristianesimo e libertà sono due legami, che meritano di essere stabiliti e approfonditi, perché la loro negazione è oggi più o meno latente. “Cristo senza la Chiesa – ha proseguito Bagnasco – è realtà facilmente manipolabile e presto deformata a seconda dei gusti personali, mentre la Chiesa senza Cristo si riduce a struttura solo umana e in quanto tale struttura di potere”. Chi dice di credere in Cristo, ma non di credere alla Chiesa può facilmente costruirsi un’immagine molto soggettiva: Gesù sarebbe un maestro tra i tanti apparsi nella storia dell’umanità, più uomo che Dio, avrebbe fatto i suoi sbagli e per questo capirebbe i nostri. La sua missione sarebbe contemporaneo mediante l’opera del suo Spirito”. Secondo il card. Ruini, “Gesù di Nazaret, nella sua vita terrena, ha manifestato in maniera sovrana questa libertà, che è il riflesso della libertà di Dio, e la storia del cristianesimo, pur con tutte le sue contraddizioni e i suoi fallimenti è stata giustamente qualificata come ‘storia della libertà’, storia cioè della crescita del genere umano in direzione della libertà. Tocca a noi, oggi, vivere in noi stessi e manifestare al mondo questa medesima libertà che, contrariamente a un pregiudizio diffuso nella cultura attuale, non è coartata ma alimentata dal suo rapporto con la verità”. Futuro “aperto” alla missione in Palestina bensì alla presenza attuale di Gesù nella storia e nella vita degli uomini”, ha sottolineato il cardinale: “Da Gesù è scaturito cioè un grande movimento, una comunità di uomini e donne, che poi, certo, si è divisa e anche frammentata, conservando però una inestirpabile tendenza a ritrovare in lui la propria unità. Questa comunità ha dato vita a una ‘storia efficace’, perché è stata e rimane la forza in grado di incidere più in profondità sui modi di pensare e sui comportamenti, sulla cultura e sul vissuto delle persone come dei popoli. Storia efficace ma anche paradossale, perché si svolge secondo la forma della croce-risurrezione, della sconfitta che diventa vittoria: questo paradosso che si rinnova è il segno, o l’indizio, della presenza di Dio”. Cristianesimo: “storia della libertà” “Esiste un’identificazione dinamica tra Gesù Cristo e lo Spirito Santo, in virtù della quale Gesù si rende presente e Nella conversazione sui giovani e Gesù è “risuonata una domanda”, ha fatto notare il card. Ruini al termine della sua relazione: “questa grande presenza di Gesù ha il futuro assicurato, qui in Italia e in Occidente, o invece i giovani, pur amandolo e ammirandolo per tanti aspetti, stanno perdendo la fede in lui, in concreto stanno abituandosi a vivere a prescindere dal Gesù vivo e reale, sostituendolo magari con un Gesù immaginario, fabbricato da una cattiva letteratura o costruito sulla misura dei nostri gusti?”. “A questa domanda – ha affermato - non c’è una risposta prestabilita, una risposta, cioè, in grado di prevedere il futuro della fede in Italia e in Occidente. In realtà questo futuro è aperto, aperto alla nostra libertà e prima ancora alla libertà e alla misericordia di Dio”. C’è, però, “una risposta precisa e vincolante per ogni credente, che non prevede gli esiti ma indica il nostro compito. Questa risposta si riassume in una parola, che è tra le più antiche e originarie del cristianesimo: la parola missione. Oggi probabilmente non basta più che alcuni membri della Chiesa vivano la loro fede come missione, in paesi lontani o qui da noi”. ✎ Gesù nostro contemporaneo | ■ Giovani Una ventata di futuro nel dialogo su Gesù... L’irruzione dei giovani, durante il convegno internazionale “Gesù nostro contemporaneo”, è stata una ventata di futuro. I ragazzi e le ragazze presenti hanno ricordato che la contemporaneità non è una questione di “ever green” ma è un intrecciarsi di amore, di sacrificio e di dono che hanno il ritmo dell’eternità. Ed è per questo che i giovani avvertono la responsabilità personale di costruire un futuro diverso da quello delle previsioni scientifiche e tecnologiche e non si attardano a giudicare le debolezze e le mancanze delle generazioni adulte. La contemporaneità con Gesù li porta altrove, li conduce a quote alte del pensiero e dell’impegno nei luoghi delle quotidianità. Li porta a quei “sogni” che non sono fuga dalla realtà ma coraggio e capacità di orientare la storia verso la verità, la giustizia e la pace. La contemporaneità con Gesù non li fa sentire orfani degli adulti ma figli di un padre da cui si sentono amati. Il giornalista, l’insegnantecantautore, l’insegnante-scrittore, il sacerdote-insegnante seduti sul palco dei relatori hanno cercato di interpretare le attese delle generazioni che salgono. Ci sono riusciti. Grazie alla passione che trasmettono nelle parole e che, rifuggendo da un paternalismo diffuso, richiama la responsabilità di un’età che non è “per sempre”. Hanno detto realisticamente, con diverse sensibilità e competenze, che Gesù non è al centro della vita di moltissimi giovani, ma lo è in quello di una minoranza. Non sono mai stati e non sono “i grandi numeri” a dire di una Presenza nel mondo. Non possono essere le percentuali ad avere l’ultima parola. La contemporaneità di Gesù è nel volto dei ragazzi e delle ragazze che incontrano il Volto, lo comunicano ai coetanei con i linguaggi loro propri. Sono quei giovani che, sulle strade di una moderna Emmaus, si affiancano a viandanti coetanei per condividere la fatica di una ricerca e la bellezza di una scoperta e di un Incontro. Lo sguardo di Gesù incrocia il loro come accade ai giovani narrati nel Vangelo. Saranno loro, nella libertà dei figli - che è condizione “sine qua non” dell’amare - a dare la risposta a quello sguardo eterno. di Marco Doldi Credere oggi: non c’è libertà senza Verità stata quella di fare del bene, impegnandosi nelle emergenze del suo tempo, così che oggi chi vuole seguirlo dovrebbe impegnarsi al punto da perdersi nel sociale. E deformazioni simili ne esistono molte. Che cosa manca a questo Gesù terreno? Tutto quello che gli viene dal suo essere Dio. Egli è Maestro di una parola che, talvolta, non esige compromessi. Egli è la piena e definitiva rivelazione del Padre, al punto che chi vuole conoscere chi sia Dio realmente, deve passare attraverso di lui. Non solo. Egli è il Salvatore, che è venuto a liberare l’uomo dalla vera malattia: quella del peccato. Ora, l’immagine piena e vera di Gesù ci è consegnata dalla Chiesa, che custodisce le parole del Maestro, le parole di coloro che hanno scritto del Maestro e le parole di coloro che hanno interpretato le une e le altre. La verità di Gesù e su Gesù è quella che appare dalla Scrittura e dalla Tradizione vivente, che nei secoli conserva, accresce e trasmette la verità di Cristo. La Chiesa è custode dell’una e dell’altra, ma non lo è come un guardiano del museo. La parola di Cristo è viva ed efficace, interpella l’uomo e gli comunica la salvezza, attraverso l’azione sacramentale della Chiesa. Non è esagerato dire che, se Cristo fa continuamente vivere la sua Chiesa, la Chiesa rende vivo ed operante il Cristo, in quanto animata essa stessa dallo Spirito. E la Chiesa senza Cristo? Si riduce ad una struttura solo umana, perché le manca quell’orizzonte soprannaturale, che conferisce la misura e il giusto peso alla dimensione umana. Senza Cristo ci si apre al potere, al carrierismo, all’efficienza dei propri mezzi, ai programmi troppo umani e, talvolta, al peccato. No: non è possibile separare Cristo dalla Chiesa, come non si può separare la testa dal corpo (cfr. 1Cor. 12,12). 7 Proprio perché Cristo è legato alla sua Chiesa, il cristianesimo è necessariamente una storia di libertà. La Chiesa rende Cristo contemporaneo, rende efficace l’azione del mistero pasquale, che continuamente rinnova l’esistenza, conducendola verso la pienezza del bene. L’evento pasquale nel suo dinamismo di morte e risurrezione, di passaggio dal vecchio alla condizione di colui che fa nuove tutte le cose (cfr. Ap. 21,5), è la fonte di operosità del cristianesimo. Dirige la storia, orientandola verso la crescita del genere umano, realizzando un’autentica storia di libertà. Da quando il cristianesimo, nella pienezza del tempo della Pasqua, ha cominciato il suo cammino molte cose nel mondo sono cambiate in bene. È cresciuta, ad esempio, la concezione della dignità della persona, che ha portato alla condanna e all’abolizione della schiavitù; è cresciuta la sensibilità verso il debole, così che associazioni laiche di solidarietà vivono, in realtà, valori cristiani. Si ricordi ancora la cura dei malati: per tanto tempo è stata svolta da organizzazioni religiose e, solo in un secondo momento, assunta dalla comunità civile; questi ed altri esempi documentano che il cristianesimo ha aiutato l’umanità a migliorare se stessa. Esempi che conducono a toccare quasi con mano come “oggi – ha rilevato Ruini – Gesù sia in realtà molto più presente nella vita e nella cultura di quanto noi stessi siamo consapevoli”. E la Pasqua non ha ancora perso la sua efficacia! La presenza di Cristo nella storia e l’incontro personale con lui, riconosciuto come il Maestro e il Salvatore, che non cessa di educare e di salvare, sono le condizioni per tendere ad una umanità nuova e piena. Egli parla all’intelligenza ed agisce nel cuore di ciascuno, raggiungendo tutti gli uomini di buona volontà. Questo è il Cristo annunciato dalla Chiesa e donato dal cristianesimo nei secoli. Come è lontana l’immagine sfuocata di un Gesù che nulla esigerebbe, che mai rimprovererebbe, che tutto accoglierebbe e in ogni scelta ci approverebbe! Lontana e poco coinvolgente. 8 Fondo diocesano Sabato, 18 febbraio 2012 In tre anni aiutati quasi seicento nuclei familiari «U na risposta concreta e decisiva alla crisi». Così il vescovo monsignor Diego Coletti descrive il fondo diocesano di solidarietà “Famiglia-Lavoro”, nato per essere di sollievo a quei nuclei familiari che si trovano in situazioni di affanno e difficoltà a causa della crisi economica e finanziaria ancora in atto e rispetto alla quale si fatica a trovare un accenno di seria soluzione. Il fondo sta ormai veleggiando verso il traguardo dei tre anni di vita (fu infatti solennemente annunciato e avviato il Giovedì Santo del 2009) ed è riuscito a essere di aiuto e sostegno a quasi 600 famiglie su tutto il territorio della diocesi di Como, cui si aggiungono anche 130 integrazioni (ovvero casi di contributo reiterato). «Ci troviamo di fronte a una testimonianza significativa – riprende il Vescovo –. Non ci si è fermati alla fase della sola, seppure giusta, rivendicazione di diritti. Le nostre comunità cristiane hanno dimostrato un radicato senso di fraternità e solidarietà, affrontando, con generosa fantasia, le inquietudini e i tormenti di chi si trova a subire un’ingiusta penuria di risorse». «Oltre all’aspetto materiale – rimarca il vicario episcopale monsignor Battista Galli, coordinatore dell’equipe che gestisce il fondo diocesano – penso valga la pena sottolineare due stili di vita che si stanno progressivamente affermando. Il “Famiglia-Lavoro” si è alimentato grazie alle donazioni della “gente normale”, che ha messo a disposizione dei propri fratelli non l’eccedenza, il “surplus”, ma ha fatto qualche rinuncia per condividere i propri beni con chi si trova in momentanea situazione di disagio. Il secondo aspetto è che in questo modo ci si educa a una cultura di reciproco e gratuito aiuto, che diventa così una scelta naturale, un atteggiamento sentito e radicato». Gli ultimi dati aggiornati ci dicono che a oggi il fondo diocesano ha raccolto quasi 751mila euro, avendone erogati poco meno di 695mila (il saldo disponibile ammonta a circa 56mila euro). «Si è creata una mentalità di donazione – spiega il direttore della Caritas diocesana Roberto Bernasconi –: l’attenzione agli altri sta decisamente entrando nel Dna delle nostre famiglie ed è ciò che conta di più. I soldi, certo, servono. Ma il riscontro che abbiamo sia dai nuclei familiari aiutati, sia da chi si è messo a disposizione per essere di sostegno e dare una mano, è l’importanza della rete amicale che si è formata. La perdita del lavoro crea spesso situazioni di frustrazione, tensione, soprattutto di tipo psicologico, che mette in discussione l’intero progetto personale, il rapporto con il coniuge e con i figli, rispetto ai quali sembra di aver perso ogni credibilità e autorevolezza. Non sentirsi soli, inutili, messi al margine è fondamentale». In questo senso ci si trova ad affrontare una crisi ben più grave di quella economica, «altrimenti - aggiunge ancora il direttore della Caritas - si incrina la fiducia in se stessi e si distruggono delle vite... ci si trova al cospetto di tragedie che non si recuperano più». Il lavoro dell’equipe procede, grazie all’opera dei tanti parroci, e dei loro collaboratori, che per primi accolgono e ascoltano le richieste espresse dal territorio. «Dietro ogni modulo che arriva sul nostro tavolo ci sono persone e storie… e, di riflesso, I circa 695mila euro erogati hanno permesso a molte persone di affrontare le situazioni di disagio provocate dalla crisi economica. ti ritrovi anche tu a vivere i drammi umani che quelle domande di aiuto raccontano – conclude Bernasconi –. È un patrimonio che andrebbe messo a frutto con una seria riflessione di comunità. Sono anni di fatica e di grazia: nonostante le difficoltà stiamo comunque riuscendo ad accompagnare anche i profughi giunti nelle nostre città. Dobbiamo proseguire su questo cammino di discernimento, di dono e di capacità di stare insieme». enrica lattanzi ❚❚ Rafforzare gli obiettivi rispetto alle aspettative contingenti Il fondo? Una forma di welfare sociale È apparso pochi giorni fa su un giornale di tiratura nazionale un articolo che parlava di come, nella situazione attuale, si stia allargando sempre più la forbice tra chi ha molte risorse economiche a sua disposizione e chi invece ne ha poche, al limite della sopravvivenza. Il ceto sociale che risente in modo drammatico l’accentazione della forbice è il ceto medio, il quale vede assottigliarsi sempre più la sua consistenza. L’articolista aggiungeva che negli anni ’60 e successivi per fronteggiare le conseguenze economiche delle crisi di allora si era venuto a costituire lo stato sociale. E ora è ancora possibile? Fin qui la sua riflessione, rinviando ad altra occasione la sua conclusione. L’esperienza quotidiana e i tagli alla spesa pubblica ci aiuta a dare una risposta: lo stato sociale sarà, nel futuro, meno dotato di quelle risorse economiche necessarie per aiutare chi è in difficoltà. Per ovviare a questo deficit sta crescendo un welfare so- ciale. E il Fondo diocesano “Famiglia lavoro” può essere iscritto nel welfare sociale. Quando prese avvio il Fondo di solidarietà “Famiglia lavoro” nel 2009 si preventivava una durata dello stesso di un paio d’anni o poco più. Siamo ormai al terzo anno e il Fondo ha ancora la sua ragione d’essere. Certo, la crisi continua, più di una famiglia ha dovuto attingere ai risparmi familiari; in molti casi si sono esauriti senza che la situazione economica delle famiglie sia migliorata. Data la situazione ancora critica non è pensabile la chiusura del Fondo di solidarietà, che certo va riaggiornato. In attesa dei tempi migliori, il Fondo deve rafforzare i suoi obiettivi e svilupparne altri più rispondenti alla situazione attuale. Il rafforzamento principe consiste nell’incentivare una solidarietà fattiva fra le famiglie, solidarietà orientata ad individua- re quali sono gli aiuti che un nucleo familiare può mettere campo per aiutare un’altra famiglia. Il vantaggio, oltre a far sì che le famiglie non si sentano sole e abbandonate, consiste nell’attuare un economia di scala a tutto beneficio dei reciproci redditi famigliari. Un secondo aggiornamento degli obiettivi del fondo consiste nel dar vita a borse-lavoro per aiutare la riqualificazione di chi ha perso il posto. Questo aiuto economico non ha la negatività dell’aiuto-tampone, che agisce solo sull’urgenza, e non va ad eliminare la causa delle difficoltà, esso apre delle prospettive di futuro. Ma anche in questo caso è necessario uno slancio di solidarietà di singoli soggetti e di famiglie, perché sappiano individuare sul territorio quegli ambiti lavorativi capaci di accogliere il lavoratore riqualificato. don GIUSEPPE CORTI Ora è il tempo della maturità, con idee sempre più concrete Un salto di qualità per il Fondo diocesano «I l Fondo diocesano è chiamato a un salto di qualità, a diventare adulto, a passare da una fase di “assistenza” a una di interventi ancora più concreti, che potrebbero realizzarsi con progetti e meccanismi di inserimento lavorativo». L’osservazione, corale, arriva dai presidenti delle Acli di Como e di Sondrio, Luisa Seveso e Danilo Ronconi. «Attraverso i nostri sportelli di assistenza fiscale e i patronati – afferma la Seveso – abbiamo il polso di una società dove la famiglia, che dovrebbe essere la sua cellula principale e fondante, diventa sempre più fragile. Le riforme che si stanno affacciando in ambito nazionale (con i tagli ai fondi per l’autosufficienza, o l’allungamento dell’età lavorativa per le donne, o il venir meno di alcuni servizi indispensabili, come i nidi) rischiano di metterla ancora di più in difficoltà. Un tempo ci si rivolgeva ai nostri uffici per verificare quando si sarebbe andati in pensione: oggi ci si chiede se la si avrà. Ci sono situazioni di fortissima disparità, mentre vengono meno l’idea di sostegno fra generazioni e di società solidale». Il Fondo interviene in questo contesto così complesso, dove le pochissime risorse a disposizione richiedono investimenti eticamente corretti e mirati. «La crisi ha impoverito fasce di popolazione che mai nella loro vita avrebbero pensato di dover affrontare simili problemi lavorativi – dice ancora la presidente di Acli Como – e che non sono mai stati interlocutori dei servizi sociali». In questo senso il Fondo è stato un aiuto prezioso, che ha anche contribuito a far affermare e sviluppare un rinnovato senso di comunità e fraternità. «In provincia di Sondrio – considera Danilo Ronconi – la riservatezza, il pudore e, soprattutto, l’aiuto da parte di parenti e amici ha permesso di tamponare le situazioni di disagio, dando l’impressione di una difficoltà esistente ma non evidentissima, se non nei nuclei familiari già più deboli e precari (come i migranti). Ora l’esperienza ci dice che il fondo deve crescere, dimostrare maturità, con progetti che puntino a seguire le persone verso un nuovo inserimento nel mondo produttivo, come, per esempio, con il sistema delle borse lavoro, o l’aiuto alle imprese che diano la disponibilità ad assumere. L’incontro, il confronto e il dialogo con il territorio – chiosa il numero uno di Acli Sondrio – consentono di individuare delle priorità di intervento. A partire dai giovani, che non sono i diciottenni, bensì i trentenni, che vivono da tempo un precariato che crea insicurezza e condiziona la progettualità familiare». (E.L.) Fondo diocesano Sabato, 18 febbraio 2012 Testimonianze. Il Fondo di solidarietà raccontato dal parroco di San Bartolomeo a Como N on solo aiuto economico per il banco vendita della alle famiglie in difficoltà, parrocchia. Piccoli segni ma anche un’occasione che danno però il senso per rilanciare l’attività della bellezza di questa di un gruppo parrocchiale esperienza”. Negli ultimi storico, quello di San Vincenzo, mesi, confida il sacerdote, creare legami con persone mai sono sempre più le famiglie incontrate e favorire il cammino italiane che si rivolgono al di integrazione creando un Centro di ascolto perché in ponte con i tanti stranieri crisi a causa della perdita che vivono nel quartiere. del lavoro: ad oggi gli italiani Sono questi alcuni dei frutti rappresentano il 30-40% dei maturati nella parrocchia di beneficiari nel quartiere. San Bartolomeo a Como grazie L’unico rammarico è che, all’introduzione del Fondo nella maggioranza dei casi, famiglia e lavoro. In questi due non sempre le famiglie anni la parrocchia ha assistito che vengono sostenute del tramite il fondo 26 famiglie per fondo riescono a risollevarsi un totale di circa 40 mila euro di grazie al contributo contributi elargiti. A raccontarci concesso per un periodo come la parrocchia ha vissuto che va dai 3 ai sei mesi. l’esperienza del Fondo in questi “Purtroppo – continua don anni è il parroco don Christian Christian – solo una piccola Bricola che ha ricordato, però, parte delle famiglie aiutate come questo servizio si sia riesce a risollevarsi. Nella inserito all’interno di una serie maggioranza di casi il fondo di attività già portate avanti serve a dare una boccata in ambito caritativo dalla di ossigeno, ma alla fine parrocchia. “Ad essere sinceri – del contributo le famiglie racconta il sacerdote – nei primi rimangono in situazioni mesi siamo partiti limitandoci di difficoltà e continuano al ruolo di distributori di aiuti. ad essere sostenute dalla Il Centro di ascolto della Caritas parrocchia attraverso altri L’attivazione del Fondo ha portato al rilancio del gruppo vincenziano che ha sede in parrocchia si canali come il pacco viveri”. occupava della segnalazione Esistono, però, anche che si è preso in carico l’accompagnamento delle famiglie beneficiarie dei casi che, come parrocchia, famiglie che ce l’hanno segnalavamo al Fondo. Presto fatta come quella di un ci siamo però accorti di come questo di una decina di nuove volontarie, oltre creare ponti ed entrare in contatto con operaio pakistano di San Rocco. “Questa sistema non funzionasse perché non solo a quelle già presenti, abbiamo iniziato realtà prima sconosciute. “Purtroppo persona si era rivolta a noi – conclude il non avevamo il controllo sull’utilizzo ad andare ad incontrare le famiglie che visitando le case – continua il parroco – parroco – perché aveva perso il lavoro e, dei fondi da parte dei beneficiari, ma stavamo aiutando proprio nelle loro case. abbiamo scoperto anche alcune realtà di per di più, aveva un figlio con un handicap. mancava soprattutto quell’attività di Un rapporto di vicinanza in cui abbiamo degrado presenti nel quartiere. Famiglie Si trattava di un fabbro specializzato nella presa in carico e accompagnamento che, scoperto il bello di questa esperienza, ma numerose che vivono in appartamenti realizzazione di decorazioni e lavori di oggi, possiamo dire rappresenta la vera non solo: l’ha resa, infatti, più efficace. in condizioni pessime pagando prezzi alta qualità. Grazie al sostegno del fondo forza di questa iniziativa”. E’ così che a Questo ha permesso, infatti, di gestire al molto elevati, anche seicento euro per ha potuto andare avanti per alcuni mesi, San Bartolomeo si decide di collegare meglio l’accompagnamento sia scoprendo un bilocale”. Non mancano, però, le note quanti ne sono bastati per trovare un nuovo l’iniziativa del Fondi di solidarietà ad una nuovi bisogni, a cui abbiamo cercato di positive come sottolineato da alcune storie impiego e ora la situazione si è sistemata. realtà storica della parrocchia che stava far fronte anche con altre risorse della di integrazione e dialogo nate proprio da Alcuni mesi dopo è venuto a trovarmi e però vivendo una periodo di difficoltà: parrocchia, sia, in alcuni casi, sospendendo questo percorso di accompagnamento. mi ha portato in dono un tappeto fatto il gruppo San Vincenzo. “Abbiamo il contributo quando ci siamo accorti “Con alcune di questa famiglie – continua arrivare dalla sua famiglia direttamente dal provato – continua don Christian – a che i fondi erano mal utilizzati”. Data - si sono creati rapporti duraturi. A Natale Pakistan”. Il tappeto che durante l’intervista riscoprire il carisma vincenziano. Un santo la complessità dei quartieri di San ad esempio una donna mussulmana ha era rimasto tutto il tempo sotto i nostri affascinante che invitava ad andare a far Bartolomeo e San Rocco, dove è alta telefonato alla volontaria che la segue piedi. visita alle persone, nelle loro case. E’ così la presenza di immigrati – tra cui molti per fare gli auguri, oppure è capitato che che con il coinvolgimento nel gruppo non cristiani - il servizio ha permesso di un’altra si offrisse di preparare una torta MICHELE LUPPI Non soldi ma vicinanza ● A colloquio con Maria Elisa Mattioli del Centro di Ascolto di Cuveglio ● Ogni dieci domande ● Attenzione a di accesso al fondo quando finiranno gli quattro sono di italiani ammortizzatori sociali Non abbassiamo la guardia, la crisi non è ancora finita N on è il momento di abbassare la guardia, anzi è arrivata l’ora di stringere insieme le fila della rete sociale, costruita in questi anni, per far fronte alle richieste di aiuto che arriveranno nei prossimi mesi. Magari proprio rilanciando e rafforzando - come è stato fatto recentemente - il Fondo di solidarietà famiglia e lavoro. Ne è convinta Maria Elisa Mattioli, volontaria del Centro di Ascolto Caritas di Cuveglio, che sottolinea come “sarà necessario tenere alta la guardia perché la crisi è tutt’altro che passata”. “Nelle Valli Varesine sono diverse le aziende entrate in crisi specialmente nel corso dell’ultimo anno – racconta la volontaria – ma, grazie all’attivazione degli ammortizzatori sociali, come la mobilità e la cassa integrazione, per molti lavoratori in questo momento le difficoltà sono state scongiurate. I problemi veri potrebbero arrivare l’anno prossimo o nel 2013 quando queste misure di protezione sociale finiranno e i lavoratori si troveranno nella condizione di non avere più un sostegno economico sicuro su cui contare. Allora, se nel frattempo non saranno riusciti a trovare una nuova occupazione, magari grazie ad una progressiva ripresa delle attività, potremmo trovarci con nuove famiglie in crisi a cui dare sostegno. Senza dimenticare che la nuova riforma delle pensioni, spostando in avanti l’età pensionabile, ha fatto sì che molti untracinquantenni si troveranno in una zona intermedia dove saranno troppo vecchi per rinserirsi nel mondo lavorativo e troppo giovani per accedere alla pensione”. Parlando con la volontaria del Centro di Ascolto emerge come la crisi stia colpendo sempre più anche le famiglie italiane che si rivolgono alle parrocchie e agli operatori Caritas in cerca di aiuto. “Nei primi mesi – spiega la volontaria – i beneficiari del fondo erano in maggioranza persone straniere: questo perché sono stati spesso i primi a perdere il lavoro. Negli ultimi tempi però incontriamo sempre più famiglie italiane nel bisogno tanto che, attualmente, ogni dieci domande che riceviamo almeno quattro sono di italiani”. Il sostegno offerto dal Fondo di solidarietà non si è limitata, però, alla semplice elargizione di un aiuto economico per far fronte alle difficoltà del momento, ma si è trasformato in un accompagnamento che, nella maggioranza dei casi, è continuato anche dopo la fine del periodo di aiuto coinvolgendo diversi soggetti: dalle Caritas parrocchiali ai patronati delle Acli, dai servizi sociali alle associazioni del territorio. Molte delle persone aiutate, finito il periodo di sostegno da parte del fondo (in genere tre mesi), sono comunque rimaste in contatto con le Caritas parrocchiali che se ne sono fatte carico. Un lavoro di accompagnamento che ha permesso di venire a conoscenza di tante realtà di difficoltà e disagio prima sconosciute. “Per Attorno al fondo di solidarieta’ si è creata una rete di aiuto e sostegno che raggruppa oltre alle parrocchie diverse realta’ presenti sul territorio molte famiglie – ha proseguito Mattioli – la richiesta di aiuto e il coinvolgimento nel fondo è stata anche l’occasione per mettersi a tavolino e ragionare sul bilancio famigliare. Un’attività che ha permesso in molti casi di ridurre le spese inutili. Oltre a favorire l’accesso a diversi servizi del territorio prima non conosciuti”. M. L. 9 Chiesa in Italia 10 Sabato, 18 febbraio 2012 ■ Concistoro Ventidue nuove porpore sabato 18 febbraio Benedetto XVI terrà un Concistoro ordinario pubblico sabato 18 febbraio per la creazione di 22 nuovi cardinali. Sarà il quarto concistoro di papa Ratzinger, dopo quelli del 24 marzo 2006, 24 novembre 2007 e 20 novembre 2010. A quest’ultima data erano 62 i cardinali creati da Benedetto XVI, con il prossimo concistoro saranno complessivamente 84. I nuovi porporati sono: mons. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; mons. Manuel Monteiro de Castro, penitenziere maggiore; mons. Santos Abril y Castelló, arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore; mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti; mons. Giuseppe Bertello, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato; mons. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi; mons. João Braz De Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica; mons. Edwin Frederik O’Brien, progran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; mons. Domenico Calcagno, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica; mons. Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura degli affari economici della Santa Sede; Sua Beatitudine George Alencherry, arcivescovo maggiore di ErnakulamAngamaly dei Siro-Malabaresi (India); mons. Thomas Christopher Collins, arcivescovo di Toronto; mons. Dominik Duka, domenicano, arcivescovo di Praga; mons. Willem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht; mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze; mons. Timothy Michael Dolan, arcivescovo di New York; mons. Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Berlino; mons. John Tong Hon, vescovo di Hong Kong. A questi si aggiungono, come ebbe a dire il Papa, “un venerato presule, che svolge il suo ministero di pastore e padre di una Chiesa, e tre benemeriti ecclesiastici, che si sono distinti per il loro impegno a servizio della Chiesa”. Essi sono: Sua Beatitudine Lucian Muresan, arcivescovo maggiore di Fagaras e Alba Iulia dei Romeni (Romania); mons. Julien Ries, sacerdote della diocesi di Namur e professore emerito di storia delle religioni presso l’Università Cattolica di Lovanio; padre Prosper Grech, agostiniano, docente emerito di varie Università romane e consultore presso la Congregazione per la Dottrina della fede; padre Karl Becker, gesuita, docente emerito della Pontificia università Gregoriana e per lunghi anni consultore della Congregazione per la Dottrina della fede. Sono state introdotte alcune novità nel rito concistoriale. Avverranno in un unico tempo - nella medesima cerimonia pubblica del 18 febbraio - i tre momenti cruciali dell’imposizione della berretta, della consegna dell’anello cardinalizio e dell’assegnazione del titolo e della diaconia. In precedenza la consegna dell’anello e l’assegnazione della diaconia avvenivano nel concistoro segreto antecedente. Cambiano, inoltre, l’orazione colletta e l’orazione conclusiva, mentre la proclamazione della Parola di Dio assumerà una forma più breve. Una modifica al rito concistoriale era già stata introdotta da Paolo VI nell’aprile 1969, adottando il criterio secondo cui la creazione di nuovi cardinali doveva essere collocata in un contesto di preghiera, evitando qualsiasi elemento che potesse dare l’idea di un “sacramento del cardinalato”. Storicamente il Concistoro non era mai stato considerato un vero rito liturgico, quanto una riunione del Papa con i cardinali in relazione al governo della Chiesa. Una tradizione che non viene meno è quella della concelebrazione del Papa con i nuovi cardinali durante la Messa del giorno seguente al concistoro, domenica 19 febbraio, solennità della cattedra di San Pietro. Il 20 febbraio, infine, Benedetto XVI rivolgerà un discorso ai nuovi cardinali accompagnati dai familiari e dai pellegrini giunti a Roma per l’occasione. Una nota della Cei Nessun pagamento per l’ingresso agli edifici sacri; ticket ammesso per parti del complesso Le chiese sono aperte “L’ accesso alle chiese aperte al culto non può essere condizionato al pagamento di un biglietto di ingresso”. Una Nota, approvata dal Consiglio episcopale permanente della Cei, a fine gennaio e diffusa martedì 14 febbraio, intende riaffermare tale principio, tipico della tradizione italiana. “Questa regola – si legge nella presentazione della Nota - vale sia per le chiese di proprietà di enti ecclesiastici sia per quelle dello Stato, di altri enti pubblici e di soggetti privati. Si applica anche alle chiese di grande rilevanza storico-artistica, interessate da flussi notevoli di visitatori: è fondamentale, infatti, che il turista percepisca di essere accolto nel luogo sacro e, di conseguenza, si comporti in maniera adeguata e rispettosa”. Comunque, “il principio generale non impedisce che si possa esigere il pagamento di un biglietto per la visita a parti del complesso chiaramente distinte dalla chiesa, quali, per esempio, la cripta, il tesoro, il battistero, il campanile, il chiostro o una singola cappella”. Vi sono, di fatto, in Italia chiese con ingresso a pagamento: si tratta, comunque, di eccezioni numericamente assai contenute, rispetto all’ingente patrimonio complessivo. Da un’indagine condotta lo scorso anno dalla Cei sull’intero territorio nazionale, “risultano infatti solo 59 chiese per accedere alle quali viene chiesto il pagamento di un biglietto. Non è rara, invece, la scelta – a fronte di frotte di turisti – di contingentare il numero delle presenze, imponendo una turnazione al fine di assicurare la conservazione e la sicurezza del bene”. “Secondo la tradizione italiana – precisano i vescovi italiani nella Nota -, è garantito a tutti l’accesso gratuito alle chiese aperte al culto, perché ne risalti la primaria e costitutiva destinazione alla preghiera liturgica e individuale. Tale finalizzazione è tutelata anche dalle leggi dello Stato”. La Conferenza episcopale italiana ritiene che “tale principio debba essere mantenuto anche in presenza di flussi turistici rilevanti, consentendo l’accesso gratuito nelle chiese nelle fasce orarie tradizionali, salvo casi eccezionali a giudizio dell’ordinario diocesano”. Pertanto “le comunità cristiane si impegnano ad assicurare l’apertura delle chiese destinate al culto, in special modo quelle di particolare interesse storico e artistico situate nei centri storici e nelle città d’arte, sulla base di calendari e orari certi, stabili e noti”. Dunque, “le comunità cristiane accolgono nelle chiese come ospiti graditi tutti coloro che desiderano entrarvi per pregare, per sostare in silenzio, per ammirare le opere d’arte sacra in esse presenti”. La Nota chiarisce, poi, che “ai turisti che desiderano visitare le chiese, le comunità cristiane chiedono l’osservanza di alcune regole riguardanti l’abbigliamento e lo stile di comportamento e soprattutto il più rigoroso rispetto del silenzio, in modo da facilitare il clima di preghiera: anche durante le visite turistiche, infatti, le chiese continuano a essere case di preghiera”. Ci sono anche delle precisazioni su quelle chiese molto frequentate dai turisti: “In presenza di flussi turistici molto elevati gli enti proprietari, allo scopo di assicurare il rispetto del carattere sacro delle chiese e di garantire la visita in condizioni adeguate, si riservano di limitare il numero di persone che vengono accolte (ricorrendo al cosiddetto contingentamento) e/o di limitarne il tempo di permanenza”. Sul principio della gratuità la Nota è chiara: “Deve essere sempre assicurata la possibilità dell’accesso gratuito a quanti intendono recarsi in chiesa per pregare e deve essere sempre consentito l’accesso gratuito ai residenti nel territorio comunale”. Perciò, “l’adozione di un biglietto d’ingresso a pagamento è ammissibile soltanto per la visita turistica di parti del complesso (cripta, tesoro, battistero autonomo, campanile, chiostro, singola cappella, ecc.), chiaramente distinte dall’edificio principale della chiesa, che deve rimanere a disposizione per la preghiera”. Simposio alla Gregoriana Don Di Noto: vigili e attenti U na bottiglietta di olio come segno di “guarigione, simbolo di una Chiesa capace di sanare le ferite, di assumersi la responsabilità del dolore, di chiedere al Signore che ci faccia diventare sempre di più capaci di amare, perdonare, di stare dalla parte dei più deboli e dei più piccoli”. È stata consegnata ai partecipanti al simposio internazionale sugli abusi sessuali, svoltosi la scorsa settimana presso l’Università Gregoriana di Roma. Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione “Meter”, riflette sui contenuti affrontati. Come è andato il simposio? «Il fenomeno degli abusi sessuali è veramente drammatico. È stato toccante vedere 110 vescovi e 30 superiori generali di ordini religiosi interrogarsi, portare esperienze, confidare la drammaticità di un problema che ha investito le Chiese nel mondo, fare il punto anche sui costi e sulla difficoltà di dover gestire un fenomeno che ha sconvolto e sconvolge ancora oggi la Chiesa. Ho percepito sempre di più che chi pensa ancora oggi di sottovalutare il fenomeno è in grave errore e non fa il bene della Chiesa né tantomeno il bene delle vittime né di chi si macchia di questi reati. Ma il secondo dato che è emerso in questi giorni è che c’è una grande speranza. Siamo cioè all’inizio di un cammino nuovo che è cominciato e dal quale non si torna più indietro. Non dico questo solo alla luce delle cosiddette “buone pratiche” che si stanno cercando di mettere in pratica a livello globale. C’è speranza soprattutto per l’impegno preso. Si tratta cioè di una specie di rivoluzione culturale che è in atto, e che è cominciata partendo proprio dagli errori, dai bambini. Siamo in un certo senso di fronte ad un paradosso: come il Bambino Gesù ha sconvolto l’umanità, ancora oggi i bambini sconvolgono la storia della salvezza della Chiesa e dell’umanità. Credo che questo sia il cuore di una riflessione ad ampio raggio e che ci impone ulteriori percorsi». La gente ha bisogno di sentirsi dire che c’è da parte della Chiesa l’impegno affinché casi di abuso non solo non accadano mai più ma non verranno mai più taciuti. È così? «La Chiesa non è rimasta a guardare e ha deciso di mettersi in ascolto delle comunità locali, diocesane e parrocchiali. Chi si è posto in riflessione, ha attuato automaticamente dei percorsi concreti di aiuto alle vittime, centri di ascolto e sostegno. La Chiesa è andata a cercare le vittime, anche per fatti che sono accaduti molti anni fa. Le persone devono comprendere che c’è una Chiesa che sempre più accoglie nel catino del dolore e del pianto le esperienze di uomini e di donne che hanno perso la propria vita, la propria identità. Hanno visto sfigurare la loro umanità e dignità. Gli impegni ci sono e sono fondamentali: c’è una Chiesa che si interroga alla luce del Vangelo e alla luce di un dramma che disumanizza nel profondo una persona. Occorrono, ora, risposte concrete». E in Italia? «La coscienza nella Chiesa italiana sta crescendo sempre di più. Si attendono le linee guida e si spera che tra maggio e giugno siano rese pubbliche, in cui si chiarirà come la Chiesa italiana intende porsi nei confronti delle vittime e di un percorso da fare nei loro confronti». Come esce la Chiesa dallo scandalo? «Più consapevole e responsabile. Il peccato ce lo porteremo sempre addosso: dobbiamo essere vigili e attenti soprattutto nei luoghi di formazione». Quaresima Benedetto XVI: sollecitare gli uni gli altri alla carità e alle opere buone. «Il bene esiste e può vincere...» a m i s e r qua La riflessione del Santo Padre focalizza l’importanza della correzione fraterna e del cammino comune verso la santità “N on bisogna tacere di fronte al male”. Nel Messaggio per la Quaresima, il Papa stigmatizza quella “mentalità che, riducendo la vita alla sola dimensione terrena, non la considera in prospettiva escatologica e accetta qualsiasi scelta morale in nome della libertà individuale”. “Una società come quella attuale - la denuncia di Benedetto XVI – può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita”. “Nel nostro mondo impregnato di individualismo – la tesi del Papa - è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità” e scongiurare così il pericolo di una sorta di “anestesia spirituale”. Di qui l’importanza di “ammonire i peccatori”, recuperando quella dimensione della “carità cristiana” che la tradizione della Chiesa “ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale”. Nel messaggio, Benedetto XVI critica l’atteggiamento “di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene”. Il rimprovero cristiano, precisa però il Papa, “non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello”. Ammonire i peccatori “Oggi – la denuncia del Papa – si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli”. “Non così deve essere nella comunità cristiana”, ammonisce il Santo Padre, ricordando che Cristo stesso “comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato”, e che il verso usato per definire la correzione fraterna “è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male”. “Fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, ed essere attenti agli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti, alla sorte dei fratelli”: questo, in sintesi, l’invito del Papa, che esorta a “prendersi cura dell’altro” a partire dalla consapevolezza che “l’altro mi appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia vita e la mia salvezza”. “La nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male”, afferma il Santo Padre, per il quale “sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale”. Spesso, invece, “prevale l’atteggiamento contrario: l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la sfera privata”. L’altro è un “alter ego” “L’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella fede – spiega il Papa - deve portarci a vedere nell’altro un vero “alter ego”, amato in modo infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore”. Come affermava Paolo VI, “il mondo è malato” soprattutto per la “mancanza di fraternità”: l’attenzione all’altro, invece, “comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale”. “La cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male – la denuncia del Papa - mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è buono e fa il bene. Il bene è ciò che protegge e promuove la vita, la fraternità e la comunione”. La “responsabilità verso il prossimo” significa, allora, “volere e fare il bene dell’altro, desiderando che anch’egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità”. La tentazione della tiepidezza “Che cosa impedisce questo sguardo umano e amorevole verso il fratello?”, si è chiesto il Papa: “Sono spesso la ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni”, la risposta”. “Mai dobbiamo essere incapaci di avere misericordia verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero”. Invece, “proprio l’umiltà di cuore e l’esperienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compassione e all’empatia”, ha concluso il Santo Padre Benedetto XVI, esortando i cristiani a vincere la “tentazione della tiepidezza”. ❚❚ «Tempo forte» di riflessione e preghiera verso la Pasqua Il cammino di Quaresima in Diocesi È stato distribuito in questi giorni alle parrocchie e agli operatori pastorali il sussidio Itinerario pastorale Anno B Quaresima, Triduo pasquale, Tempo di Pasqua, preparato a cura del Coordinamento pastorale degli Uffici diocesani. Come nelle edizioni precedenti si tratta di uno strumento pensato per accompagnare la programmazione pastorale a partire dal mistero di salvezza di Cristo, che ci coinvolge nell’anno liturgico (v. Piano pastorale 2012, p.50). I contenuti proposti comprendono: le ricadute pastorali proprie di ogni Tempo liturgico; sottolineature specifiche alla luce del Lezionario (anno B) e del Piano pastorale; suggerimenti per celebrazioni e iniziative pastorali (quali le “consegne” per l’Itinerario di Iniziazione cristiana dei ragazzi); il calendario con introduzioni al significato delle domeniche e delle feste, suggerimenti operativi, appuntamenti, giornate dedicate a temi particolari. Nell’iniziare il cammino della Quaresima si propone di riscoprirne il valore sacramentale e pedagogico, con l’intento di preparare in modo sempre più profondo e accurato alla celebrazione della Pasqua. Se si è abituati a parlare della Quaresima come “tempo forte”, occorre presentare e vivere in modo ancora più intenso il Tempo di Pasqua, a cui essa dispone. Un valore centrale deve essere riconosciuto al Triduo pasquale, cuore dell’anno liturgico, aiutando le comunità a viverlo come un tutto profondamente unitario: non si tratta, infatti, di una preparazione alle solennità di Pasqua, ma della celebrazione stessa della Pasqua in tre giorni. Per la Quaresima e il tempo di Pasqua gli Uffici diocesani di pastorale hanno condiviso una proposta, intitolata Giustizia e pace si baceranno (Sal 85), articolata in scelte concrete per le persone e le comu- nità: ascoltare la Parola (preghiera, meditazione, catechesi); stare accanto alle persone che per ragioni diverse non partecipano alla vita della comunità; verificare l’apertura e le scelte missionarie delle nostre parrocchie; condividere tempo e beni materiali con i poveri per uno stile di vita sobrio e per sostenere scelte di giustizia e di pace (tra le proposte: l’uso del salvadanaio distribuito dal Centro missionario diocesano per raccogliere i frutti della penitenza quaresimale, che saranno destinati al sostegno ai progetti diocesani di missione e carità). L’Itinerario pastorale (con le schede operative allegate) è reperibile sul sito www.diocesidicomo.it nella sezione Pastorale diocesana / Proposte pastorali / Quaresima-Pasqua 2012. Il documento, nei formati “pdf” e “doc”, può essere salvato e stampato come libretto A5. Per informazioni: coordinamentopastorale@ diocesidicomo.it. (A.S.) Sabato, 18 febbraio 2012 11 ■ Fraternità Avere cura dell’uomo materiale e spirituale Nei giorni scorsi, presso la Sala Stampa della Santa Sede, a presentare il messaggio di papa Benedetto XVI per la Quaresima 2012 sono intervenuti il cardinale Robert Sarah, presidente del pontificio consiglio “Cor Unum”, monsignor Giampietro Dal Toso e monsignor Segundo Tejada Muñoz, rispettivamente segretario e sottosegretario del medesimo Dicastero. «Il Messaggio di Quaresima – ha subito sottolineato Sarah – contribuisce a tenere vivo nei fedeli il senso dell’attenzione al bene dell’altro, della comunione, di premura, di compassione e di condivisione fraterna delle sofferenze dell’indigente». Il presidente ha messo in evidenza che tratto peculiare della riflessione del Santo Padre per il cammino che conduce alla Pasqua è la centralità della correzione fraterna. «La carità – ha detto – ci insegna che non abbiamo verso l’altro solo una responsabilità per il suo bene materiale, ma anche per il suo bene morale e spirituale. Non possiamo tacere che una certa ideologia che ha esaltato i diritti dell’individuo può avere come conseguenza l’isolamento della persona e la sua solitudine. Quando la chiamata alla comunione viene negata in nome dell’individualismo, a farne le spese è la nostra stessa umanità, ingannata dal miraggio di una impossibile felicità ottenuta da soli. Dunque possiamo aiutarci reciprocamente scoprendo che abbiamo una responsabilità l’uno per l’altro». Il cardinale ha poi illustrato l’azione della Chiesa contemporanea alla luce di questo senso di responsabilità verso i fratelli. «La Chiesa è mossa da sincera cura per il bene dell’uomo concreto e di questo mondo. La sua azione si ispira non alla condanna o alla recriminazione, ma a quella giustizia e misericordia che deve avere anche il coraggio di chiamare le cose per nome. Solo così si illuminano le radici del male, che non mancano di affascinare le menti dell’uomo moderno. Questo compito si chiama missione profetica». Nell’Antico Testamento, ha spiegato sempre Sarah, «profeta è un uomo chiamato e inviato da Dio per annunciare al popolo la volontà di Dio stesso. Ora è chiaro che il richiamo ad una maggiore giustizia sociale fa parte della missione della Chiesa. La Chiesa non può tacere di fronte al fatto che troppi muoiono per la mancanza del minimo indispensabile, mentre altri si arricchiscono sfruttando gli altri. Non possiamo neppure tacere che alla base della nostra crisi finanziaria c’è l’avidità, la ricerca sfrenata del denaro senza scrupoli e senza considerare chi ha meno e chi deve sopportare le conseguenze delle scelte sbagliate di altri. Questo attaccamento al denaro è un peccato. La Chiesa è profetica quando denuncia questo peccato che fa del male alla persona e alla società». Ma il pensiero di Benedetto XVI va ancora più in profondità: «La Chiesa si fa profeta, oggi, per denunciare la mancanza di Dio. Questa nostra società secolarizzata è giunta a vivere e a organizzarsi senza tener presente Dio». Il cardinale ha denunciato la presenza di una «povertà più tragica di quelle materiali: una povertà rappresentata dal rifiuto e dall’esclusione di Dio dalla vita sociale ed economica, dalla rivolta contro le leggi divine e contro quelle della natura. La prima responsabilità della Chiesa è ricordare a ogni generazione che questa dimensione spirituale è fondamentale. Il profeta di oggi deve dire al mondo che Dio c’è e che, senza questo Padre che ci stimola alla solidarietà e alla condivisione, la vita muore e la fraternità si dissolve in vuota utopia. L’uomo ha una vocazione soprannaturale e ha una coscienza nella quale parla la voce di Dio». In chiusura il cardinale ha ricordato che «Il Messaggio per la Quaresima 2012 vuole scuotere le coscienze rispetto ai diritti/doveri dei nostri fratelli, ma anche rispetto ai nostri doveri verso i “diritti” di Dio. E tutto questo deve avvenire nel contesto della comunione cristiana, in cui vige il principio della reciprocità e della correzione fraterna, avendo di mira il bene temporale degli uomini, ma anche la loro salvezza escatologica». (E.L.) Vita diocesana 12 Sabato, 18 febbraio 2012 Agenda del Vescovo ■ Sono iniziate le analisi a cinquant’anni dal Vaticano II Riflessioni e valutazioni sul Concilio S Venerdì 17 febbraio A Grandate, presso il Monastero, alle ore 9.30, Santa Messa; a Como, nel pomeriggio, udienze e colloqui personali. Dal 17 al 21 febbraio A Roma, per il Concistoro ordinario pubblico e impegni episcopali. Mercoledì 22 febbraio A Como, in Cattedrale, alle ore 12.45, Liturgia della Parola e imposizione delle Ceneri; a Como, in Cattedrale, alle ore 18.30, Pontificale. Giovedì 23 febbraio A Como, in Curia, nel pomeriggio, Consiglio episcopale; a Como, alle ore 21.00, presso la basilica di san Fedele, Santa Messa nei trent’anni della fraternità di CL. Dal 24 al 26 febbraio Visita pastorale nelle Valli Varesine: Canonica, Cavona, Duno, Rancio, Cassano, Ferrera. La diocesi di Como si unisce alla gioia del Santo Padre Benedetto XVI in occasione del Concistorio Ordinario pubblico del 18 febbraio, durante il quale riceverà la porpora cardinalizia Sua Eminenza il cardinale Francesco Coccopalmerio. Saranno a Roma, a nome della Chiesa diocesana, il vescovo monsignor Diego Coletti, il vicario generale monsignor Giuliano Zanotta e il vicario episcopale territoriale monsignor Battista Galli. Saranno presenti anche altri rappresentanti del territorio, da Sernio, paese nativo della mamma del nuovo porporato. ■ Famiglia-lavoro Incontro il 26 febbraio al Deserto di Chiavenna Domenica 26 febbraio, a Chiavenna, l’Equipe Famiglia di Azione cattolica e il Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, nell’ambito del suo “Punto Famiglia”, invitano ad una riflessione sul tema “Famiglia e lavoro”, in preparazione all’Incontro Mondiale delle Famiglie in programma dal 30 maggio al 3 giugno prossimi a Milano. Il programma prevede alle ore 9.30 la Santa Messa presso la chiesa di Santa Maria a Chiavenna; a seguire, presso “Il Deserto” (via al Deserto 2) una riflessione sul tema a cura di don Roberto (Comunità di Accoglienza Vocazionale Guanelliana) e don Ivan (assistente diocesano di Ac). Alle ore 11.30 è previsto un momento per la riflessione personale e la condivisione, poi il pranzo (primo piatto caldo e secondo al sacco da condividere). Alle 14.15 porterà la sua testimonianza Danilo Ronconi (responsabile Provinciale Acli e membro della commissione organizzatrice della Scuola di formazione socio-politica diocesana). Alle ore 16.00 l’incontro si concluderà con la preghiera finale e la merenda. È previsto un percorso di riflessione e momenti di animazione anche per bambini e ragazzi. Per informazioni e iscrizioni (entro domenica 19 febbraio) ci si può rivolgere a: Mirco e Mariangela tel. 328.4453441, e-mail mirco. [email protected]; Stefano e Antonella tel. 349.4991788, e-mail [email protected]; Loris e Michela tel. 333.8582362, e-mail: [email protected]. (S. Fa.) ono iniziate analisi, riflessioni e valutazioni sui cinquant’anni vissuti dall’inizio del Concilio Vaticano II e certamente nel corso dell’anno ci sarà un crescendo d’interventi da parte di storici, pastoralisti, teologi ed esperti di varie discipline. Si prospetta una bella rilettura di un evento straordinario che ha posto un supplemento di responsabilità e di speranza nella storia della Chiesa e nella storia del mondo. Il soffio del Concilio, come ogni soffio che viene da un’esperienza di fede e da un evento di Chiesa, non è mai un vento impetuoso che sradica alberi e scoperchia tetti. È il proseguire di una brezza che ha accompagno l’umanità fin “dal principio” preferendo il linguaggio del silenzio, delle parole essenziali, dei gesti e dei volti. La Bibbia offre immagini stupende al riguardo. La Chiesa ha amato da sempre questa comunicazione che anche oggi attraversa l’esperienza dell’uomo come un fiume carsico che scompare e improvvisamente appare là dove nessuno se lo aspetta. Per cogliere questo scorrere nel tempo è necessario un ascolto intenso e umile perché due voci, quella di Dio e quella dell’uomo, entrano in dialogo tra di loro, in dialogo in una comunità credente, in dialogo con il mondo. Allora, anche se indispensabile, non basta una grande professionalità giornalistica per capire e per raccontare cosa è accaduto dall’inizio del Concilio a oggi. Anche noi non abbiamo questa presunzione. Vorremmo solo dire che accanto ai documenti del Concilio, che verranno ripresi in mano da- gli esperti alla luce dei grandi cambiamenti che a tutti sono noti, c’è un popolo, ci sono i volti. Non un popolo e dei volti generici ma un popolo e dei volti illuminati dalla luce di quella fede di cui il Concilio è stato e rimane una primizia, cioè un annunciatore e un anticipatore di nuovi frutti. È davvero bello rivedere il percorso di cinquant’anni del Concilio nelle comunità parrocchiali e diocesane, nelle aggregazioni laicali, nelle testimonianze di speranza nei luoghi della sofferenza, dell’angoscia, dell’impegno e della festa. Una storia di fragilità e umiltà rispetto a quella gridata del potere, una storia che potrebbe far sorridere qualcuno ma è la storia che rimane nel tempo, che origina nuova storia, che prende il sapore dell’eternità. È qui che anche l’informazione religiosa, il giornalismo vaticanista vengono con grande rispetto interrogati dalla vita e dal pensiero di un popolo credente. Ci sono le strade e le piazze che non sono meno importanti dei palazzi. C’è un popolo la cui capacità di leggere e interpretare la storia e di pensare in grande si esprime nella concretezza del territorio dove i concetti e le parole trovano la loro giusta misura anche nella fatica e nella speranza quotidiane dei laici. Il Concilio vive in questa presenza che sta con ancor più amore e responsabilità in un Paese che attraversa una crisi di fiducia e di futuro. Il Concilio vive in una comunità credente in cui il laicato “si declina” con l’inno alla carità di Paolo: paziente, benigno, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto ma si compiace della verità... Sono parole intrise di vita che il Concilio ha ripreso e coniugato con i tempi moderni, parole che anche oggi illuminano la strada. (Paolo Bustaffa) Le Ceneri Celebrazioni in Duomo Il 22 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, alle ore 12.45, in Cattedrale, a Como, il vescovo Diego presiede la Liturgia della Parola, con l’imposizione delle Ceneri. L’invito alla presenza è rivolto a tutti, soprattutto ai lavoratori in pausa. Si è invitati a devolvere il corrispettivo del proprio pranzo a sostegno dei progetti proposti da Centro Missionario diocesano e Caritas per la Quaresima di Fraternità. La celebrazione della Liturgia della Parola verrà proposta anche nei venerdì di Quaresima, in Cattedrale, alle ore 12.45, nei giorni 2, 9, 16, 23 e 30 marzo. ❚❚ Chiarimenti dopo alcuni articoli sulla stampa locale Precisazioni su «La Presentazione» D opo aver preso visione nei giorni scorsi (venerdì 10 febbraio) degli articoli apparsi sulla stampa cittadina (“La Provincia” e il “Corriere di Como”) relativi alla vicenda riguardante il complesso immobiliare di via Zezio “La Presentazione”, corre l’obbligo per una precisazione in merito. Consideriamo che le affermazioni riportate dalla stampa siano scorrette e devianti per la pubblica opinione. Il complesso immobiliare costituito dal fabbricato edificato nel XIX secolo dalle suore della Congregazione delle Figlie della Presentazione di Maria SS.ma al Tempio non è – come si afferma negli articoli della stampa cittadina – di proprietà comunale, non avendo l’ente pubblico la titolarità né del diritto di proprietà né di altri diritti reali sull’immobile. Tale fabbricato risulta catastalmente intestato alla Fondazione “La Presentazione”, soggetto di diritto privato, sorto a seguito della depubblicizzazione della ex IPAB Istituto La Presentazione, ente che è retto da un consiglio di amministrazione solo di nomina pubblica (ad eccezione del parroco pro tempore di Sant’Agata quale membro di diritto), ma che non costituisce ente di diritto pubblico. La proprietà del complesso immobiliare è oggetto dal 15.9.1987 di un contenzioso giudiziario che vede da una parte l’Istituto La Presentazione (ora Fondazione) e dall’altra la parrocchia di Sant’Agata che, in forza di un testamento pubblico del 2.3.1836 di tale Giuseppe Bianchi, reclama la proprietà dell’immobile quale legatario fedecommissario. La causa – che vede allo stato un pronunciamento del Tribunale di Como dell’8.6.1993 (che assegna alla parrocchia Sant’Agata la quota di un mezzo dei beni) trascritto presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Como – è tuttora in corso, ed è pendente avanti la Corte di Cassazione, in attesa della fissazione di udienza di discussione. La pendenza del giudizio determina di fatto che atti dispositivi del complesso immobiliare devono necessariamente prendere in considerazione l’esistenza di tale contenzioso e non possono prescindere dalla volontà della parrocchia Sant’Agata, parte in causa, che, di conseguenza, si riserva di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per la tutela dei suoi diritti. Il presente intervento intende in sostanza precisare che la prosecuzione di comportamenti che portino ad escludere la parrocchia Sant’Agata dalle scelte relative all’immobile di via Zezio, avranno come conseguenza quella di impedire un intervento ristrutturativo che la stessa parrocchia auspica. avv. CARLO e VITTORIO RUSCONI ■ Il Vangelo della domenica: 19 febbraio - VII domenica del T.O. «Alzati!» (Mc 2, 1-12) Prima Lettura: Is 43,18-19.21-22.24-25 Seconda Lettura: 2Cor 1,18-22 Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao (...). Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù (...) disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò, prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò (...). Per la terza domenica la liturgia ci fa meditare un racconto di guarigione, ma que- sta volta ci sono due novità: la presenza di un gruppo di “oppositori” e il tema del perdono dei peccati. Questo brano è il primo di cinque testi che vengono chiamati “le controversie” di Gesù (cfr. Mc 2,1-3,6). Domande, obiezioni e mormorazioni degli avversari portano il Rabbì ad una progressiva rivelazione di sé stesso, mentre i farisei e gli erodiani giungono alla decisione sulla fine che toccherà al Nazareno (Mc 3,6). La seconda novità è molto interessante. Al centro della narrazione non c’è la guarigione fisica del paralitico, ma il perdono dei peccati. Un perdono non chiesto, forse nemmeno preso in considerazione. I quattro amici – grandissimi! – forse si aspettavano una guarigione prodigiosa operata da Gesù, ma di certo non la solenne dichiarazione sul perdono dei peccati per il proprio amico. Ecco il cuore del Maestro: il perdono, prima della guarigione! Anzi, potremmo dire che la guarigione è il segno, la prova, della potenza della Parola che perdona. Che spettacolo! don ROBERTO SEREGNI Vita diocesana Esperienza di conoscenza in aprile in Romania Rinnovamento nella catechesi N Echi e indicazioni dopo il convegno nazionale a Roma nei giorni scorsi Nord, segue il Sud e sta iniziando il Centro). Sono esperienze che stanno crescendo e dove sono state avviate in modo sistematico i risultati si vedono, in primo luogo nella presenza dei genitori nel cammino di fede dei figli. Tra le prime Diocesi ad aver iniziato la sperimentazione ci sono quelle di Brescia e di Cremona, a cui si è ispirato anche il nostro progetto diocesano. In queste Diocesi il lavoro di diversi anni comincia a dare frutti: si è creato un linguaggio comune intorno all’Iniziazione Cristiana; la catechesi si è trasformata lasciando alle spalle l’impostazione scolastica per diventare esperienza di vita di fede». Anche nella Diocesi di Como, con il nuovo progetto per l’Iniziazione cristiana dei ragazzi, sta maturando in questi anni un processo di trasformazione (la pastorale per l’accompagnamento al Battesimo e per la fascia 0-6 anni, il rinnovamento in stile catecumenale della catechesi dell’I.C.). Naturalmente è indispensabile accompagnare il cambiamento con la formazione. Alcuni corsi per catechisti sono già stati avviati nel 2011. Per il 2012 gli Uffici diocesani hanno scelto di dedicare il Laboratorio permanente di pastorale (al suo terzo anno) proprio al tema dell’Iniziazione Cristiana; per favorire un’ampia partecipazione verranno proposte 2 opzioni: 12-15 luglio in una località della Valtellina; oppure 9-11 settembre (l’11 solo sera) a Tavernerio presso i Padri Saveriani; seguirà una giornata di completamento durante l’anno. Don Italo Mazzoni, che coordina gli Uffici come Vicario per la pastorale, spiega le modalità scelte per la partecipazione: «Nell’incontro dei Vicari Foranei abbiamo concordato un modo nuovo di procedere: prima le persone interessate si iscrivevano singolarmente, ora invece ciascun Vicariato individuerà 6-10 persone perché si formino sui contenuti fondamentali dell’Iniziazione Cristiana e possano poi essere di aiuto ai Catechisti delle diverse parrocchie» (per informazioni: ufficiocatechesi@ diocesidicomo.it). ANTONELLO SIRACUSA Dal Servizio per il Catecumenato S abato 25 febbraio 2012, alle ore 16.00, presso la basilica di san Fedele in Como, ci sarà il Rito dell’elezione dei catecumeni. Alla vigilia della I domenica di Quaresima questo rito vuole indicare l’impegno dei catecumeni a prepararsi in modo speciale, durante il cammino quaresimale, per la celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione Cri- 13 ■ Ecumenismo In merito all’Iniziazione Cristiana ei giorni 6-7 febbraio si è svolto a Roma l’evento di apertura del Convegno promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale sul tema del rinnovamento della catechesi dell’Iniziazione Cristiana. I lavori proseguiranno nei prossimi mesi con convegni regionali che approfondiranno le situazioni locali. Per la Lombardia l’appuntamento è il 21 aprile al Santuario di Caravaggio (Bg): si parlerà nello specifico di “Iniziazione cristiana dei ragazzi e rievangelizzazione degli adulti”, mettendo a tema la collaborazione educativa con le famiglie nell’itinerario di Iniziazione Cristiana. Il convegno inaugurale di Roma ha indicato alcune prospettive comuni che accompagneranno la riflessione “diffusa” sul territorio: per la Diocesi di Como ha partecipato don Battista Rinaldi, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Catechesi, a cui abbiamo chiesto quali elementi interessanti sono emersi nei lavori. «L’aspetto più interessante è che la sperimentazione, avviata su indicazione dei Vescovi italiani con le tre Note sull’Iniziazione Cristiana pubblicate dal 1999, si è ormai diffusa su tutto il territorio nazionale, anche se non ancora in modo omogeneo (lo sviluppo maggiore è nelle regioni del Sabato, 18 febbraio 2012 stiana durante la Veglia Pasquale. È l’occasione per esprimere la coscienza ecclesiale di tutta la comunità locale che si sente responsabile della generazione alla fede di questi suoi figli. In particolare sono invitati i catechisti che possono vivere un’esperienza privilegiata di celebrazione dell’Iniziazione Cristiana, modello di ogni altro percorso e celebrazione. Dopo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, la nostra Diocesi prosegue il cammino di approfondimento dell’ecumenismo con altre iniziative. Significativa è la proposta del viaggio ecumenico: il senso di quest’esperienza non è di tipo turistico-culturale, si tratta piuttosto di conoscere persone di altre confessioni cristiane e le loro comunità, scoprire i luoghi significativi della loro fede, condividere momenti di preghiera e dialogo, con la disponibilità a cercare modalità che favoriscano l’incontro. È un “mettersi in ascolto” che fa crescere una spiritualità ecumenica. Negli anni precedenti le mete hanno riguardato il mondo della Riforma e la comunità ortodossa in Ucraina. La proposta di quest’anno ha come meta la Romania, nei giorni 24-28 aprile. È organizzata dall’Ufficio per l’ecumenismo della Diocesi di Como e dalla Parrocchia ortodossa romena di Como, la più numerosa comunità ortodossa della nostra città; il parroco romeno padre Cristian Prilipceanu, che per primo ha promosso l’iniziativa, parteciperà all’esperienza con un gruppo di fedeli ortodossi. A Bucarest i partecipanti incontreranno rappresentanti del Patriarcato ortodosso e dell’Arcidiocesi cattolica. Nell’itinerario è prevista la visita a comunità parrocchiali e monastiche di Bucarest, Curtea de Arges, Ramnicu Valcea. Info e iscrizioni entro il 10 marzo presso l’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo, tel. 031.241249, e presso la sede dell’Azione cattolica di Como, tel. 031.265181, accomo@tin. it. Un’altra iniziativa ecumenica è dedicata alla riflessione su 1 Corinzi 15, il testo scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2012, con una serie di 3 incontri presso il Centro pastorale “Card. Ferrari” di Como: interverranno il pastore valdese Andreas Köhn (12 aprile), il padre ortodosso romeno Cristian Prilipceanu (17 maggio) e don Battista Rinaldi, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo (7 giugno). (A.S.) ■ Separati A Lenno una giornata di ritiro per la Quaresima ● Lo scorso 11 febbraio cadeva l’anniversario dei Patti Lateranensi ● Nel 1984 furono aggiornati con il nuovo Concordato sull’Irc ● Un servizio laico: Stato e Chiesa insieme nel rispetto delle autonomie Riflessioni sull’ora di religione L’ 11 febbraio era l’anniversario dei Patti Lateranensi, firmati nel 1929 da Benito Mussolini e dal cardinale Gasparri. Un accordo storico, che segnò la “conciliazione” tra Stato e Chiesa, rincorsa da anni dopo l’Unità d’Italia. Il 18 febbraio, invece, si ricorda una firma più recente, quella degli Accordi di modifica dei Patti del 1929. Era il 1984, infatti, quando Bettino Craxi e il cardinale Casaroli sancivano un nuovo scenario nei rapporti tra Stato e Chiesa, con quello che viene ricordato semplicemente come Nuovo Concordato. Ci sono 55 anni di distanza tra i Patti Lateranensi e la loro modifica che segna una vera e propria rivoluzione di prospettiva. Uno dei punti più significativi del Nuovo Concordato è quello che riguarda l’insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole pubbliche. Un argomento importante, che negli anni precedenti ai nuovi Patti – ma anche in quelli successivi – fu al centro di dibattiti, discussioni, polemiche e, per quanto riguarda la Chiesa cattolica, divenne terreno di una proficua riflessione e di cambiamenti nei quali si riflette, in particolare, la sensibilità venuta dal Concilio Vaticano II. di cui si ricordano quest’anno i 50 anni dall’inizio. L’insegnamento della religione a scuola, infatti, previsto dai Patti Lateranensi come una sostanziale catechesi della Chiesa all’interno delle istituzioni pubbliche, nella logica di una divisione di spazi tra due “potentati” differenti, diventa col Nuovo Concordato un terreno comune di servizio alla persona. La prospettiva generale è quella sancita dal primo articolo dei nuovi Patti, con la dichiarata collaborazione tra Stato e Chiesa, indipendenti e sovrani, per la promozione dell’uomo e il bene del Paese. Viene assegnato, poi, all’Irc un contributo originale e specifico, legato alla promozione della cultura religiosa e della conoscenza del cattolicesimo, all’interno delle finalità proprie della scuola pubblica, intesa allo sviluppo completo della personalità dell’allievo. A questo e per questo la Chiesa si pone con spirito di servizio, garantendo insegnanti preparati e programmi qualificati, in grado d’inserirsi nel curricolo scolastico senza sconti e senza privilegi. È, questa, una logica che viene da lontano, dalle innumerevoli discussioni sulla legittimità e utilità di un insegnamento della religione nella scuola così come si svilupparono nella Chiesa soprattutto e nella società civile in particolare negli anni Settanta del Novecento. Discussioni che per parte ecclesiale sono maturate non solo alla luce di nuove concezioni della scuola, ma soprattutto in conseguenza dell’ecclesiologia del Vaticano II, delle riflessioni della “Gaudium et spes”, sull’autonomia delle realtà temporali, sulla testimonianza della Chiesa nel mondo contemporaneo. L’Irc, in linea di principio, è stato ed è tuttora un banco di prova di un cammino ecclesiale forte e significativo. Un segno particolare e un ambito limitato, certo, ma pieno di suggestioni per quanto riguarda il modo di essere e di operare da cristiani nella società. Laicamente, si potrebbe dire. Nel rispetto pieno delle autonomie e, prima ancora, di ogni persona. Si può naturalmente discutere e si discuterà ancora a lungo sulla realizzazione concreta dell’Irc, non priva di problematiche. Probabilmente si deve. Vuoi per adeguare sempre meglio l’offerta ai tempi e alle esigenze di allievi e famiglie, vuoi per mantenerne alto il profilo ideale. In questi anni la strada indicata si è mostrata non solo faticosa – come avviene per ciascun cammino degli uomini – ma soprattutto ricca di sviluppi e prospettive. Anche guardando fuori dall’Italia, in chiave europea. Ricordarlo, nell’occasione di un anniversario, vuol dire trovare nuovi stimoli, riscoprire motivazioni, rinnovare un impegno importante per tutti. ALBERTO CAMPOLEONI L’Ufficio per la pastorale della famiglia organizza un Ritiro spirituale di Quaresima per separati e divorziati, domenica 18 marzo, presso la Casa Suore Adoratrici di Lenno. «È un’iniziativa che si ripete da anni in Diocesi» spiega don Italo Mazzoni, che più volte l’ha guidata «e si è sempre dimostrata un’occasione preziosa per rispondere al desiderio di spiritualità di persone che cercano parole per la loro condizione di vita. Non c’è una specifica pagina di Vangelo più adatta per separati e divorziati: il Vangelo è tutto parola di vita e viene a cercarci nella condizione in cui ci troviamo, illuminandola». L’appuntamento di quest’anno a Lenno ha in programma un pellegrinaggio al Santuario della Beata Vergine del Soccorso. «È un’occasione in più» continua don Italo «per ritrovare nella figura materna di Maria la traccia concreta della Misericordia di Dio. Di fronte al santuario, indicato come luogo di preghiera per le Vocazioni, viene spontaneo chiedersi come recuperare una vocazione matrimoniale ferita». Info e iscrizioni (entro il 10 marzo): [email protected]. (A.S.) ■ Azione cattolica A Tavernerio gli esercizi spirituali unitari Dall’1 al 4 marzo, presso la Casa dei Saveriani di Tavernerio, si svolgono gli esercizi spirituali unitari dell’Azione cattolica diocesana. Il tema è «Rabbunì, che io veda di nuovo! - Credere per essere rinnovati nello sguardo». Predicatore: don Fabio Magro (diocesi di PordenoneConcordia). Info e iscrizioni (entro il 25 febbraio): tel. 031.265181, accomo@tin. Visita Pastorale 14 Sabato, 18 febbraio 2012 Il Vescovo a Cuvio. Il 22 gennaio e il 10 febbraio l’incontro con la comunità I l nostro Vescovo Diego Coletti è giunto a Cuvio il 22 gennaio scorso per la prima parte della visita pastorale. I preparativi svolti in parrocchia sono iniziati dal mese di ottobre: incontri del consiglio pastorale parrocchiale per la stesura delle risposte al questionario inviato alle parrocchie, incontri sempre del consiglio pastorale per la definizione del programma della visita, lettura della preghiera, nel corso delle SS. Messe domenicali, della preghiera in preparazione alla visita. Mons. Coletti era già venuto a Cuvio il venerdì precedente per l’incontro con il mondo produttivo presso la ditta Modecor e l’incontro con gli ammalati presso la chiesa di Comacchio. La comunità parrocchiale di Cuvio si era poi preparata (coincidendo la visita pastorale con la tradizionale festa del Sacro Cuore) con due serate di preghiera e di adorazione al SS. Sacramento. Il Vescovo à giunto in parrocchia alle 15.30, accolto davanti alla chiesa da numerosi parrocchiani, dal Corpo Musicale, dalle autorità comunali e da don Giovanni, che ha rivolto il saluto ed il ringraziamento a nome della comunità di Cuvio. Ha avuto inizio la S. Messa (accompagnata dai canti Tra le gente del coro San Lorenzo) con la liturgia della parola e l’omelia di mons. Coletti, nel corso della quale il Vescovo ha fornito precise indicazione per una corretta vita cristiana. Si è poi proceduto alla processione con la statua del Sacro Cuore attraverso le strade del paese, addobbate per l’occasione con nastri multicolori. Il rito, tra canti, preghiere e musica della nostra Filarmonica, si è concluso dopo mezz’ora con il rientro nella chiesa parrocchiale e il proseguimento della celebrazione dell’Eucaristia. Al termine, la solenne benedizione che il Vescovo ha riservato ai presenti ed a tutta la comunità parrocchiale. La popolazione si è poi ritrovata attorno a mons. Coletti presso l’oratorio san Giovanni Bosco per un incontro colloquiale, nel corso del quale sono state rivolte richieste o domande al Vescovo. In modo particolare mons. Coletti ha voluto mettere l’accento sul cammino di unione fra le parrocchie che caratterizzerà il disegno pastorale diocesano. L’incontro è terminato in allegria con una canzone che il Vescovo ha voluto condividere con i numerosi bambini presenti. Venerdì 10 febbraio Nella mattinata di venerdì 10 febbraio il Vescovo ha proseguito la visita pastorale a Cuvio: dopo un breve incontro in chiesa ✎ Fotogallery Valcuvia Due paesi divenuti una sola comunità alcune immagini della visita pastorale. Dall’alto: il Vescovo all’azienda agricola Gasperini di Cuvio, la benedizione della Cappella della Madonna di Lourdes a Brinzio e la visita al museo contadino di brinzio. Durante la visita a Brinzio il Vescovo ha anche benedetto la Cappella della Grotta della Madonna di Lourdes L e comunità di Brinzio e Castello Cabiaglio hanno vissuto mercoledì 8 e giovedì 9 febbraio la visita pastorale del Vescovo e sentono di chiedere a Maria di confermare con la luce e la forza dello Spirito Santo tutte le grazie ricevute attraverso la presenza e la parola del nostro caro Vescovo. La visita ad alcuni ammalati e anziani nelle due mattinate ha fatto sentire la presenza del padre e pastore che dà gioia con la sua vicinanza e la sua parola. Una presenza e una parola che dà gioia, consola e allo stesso tempo rivela tutta la preziosità della sofferenza offerta per il bene e la crescita di tutta la comunità parrocchiale. Le S. Messe a Brinzio e a Cabiaglio hanno fatto presente un Vescovo vero apostolo che annuncia con forza Cristo e il suo Vangelo tutto sintetizzato dall’amore di Dio per ciascuno e dal suo comandamento Castello Cabiaglio L’accoglienza del Vescovo in chiesa parrocchiale dell’amore reciproco secondo la misura di Gesù sulla croce. L’invito dato a Cabiaglio di leggere la sera stessa il capitolo 17 del Vangelo di Giovanni ha ottenuto la risposta concreta di parecchie persone. Si trattava – attraverso questa lettura – di pregare con Gesù il Padre “perchè tutti siano una cosa sola” perché il mondo creda. Camminando per le strade sia di Brinzio che di Cabiaglio poteva, circondato da tanta neve e anche un po’ riscaldato dal sole, salutare alcune persone e gioire per le bellezze caratteristiche dei due paesi, scoprendo tra l’altro, a Cabiaglio, la “Casa Coletti” forse appartenente a suoi lontani parenti. La visita alla sede del Parco “Campo dei fiori” e, successivamente, al Museo dell’agricoltura prealpina a Brinzio lo ha fatto partecipe di un’attrattiva culturaleeducativa per tante scuole e tanti ragazzi che visitano il Museo. con la popolazione per la recita delle Lodi Mattutine e la successiva visita ad alcuni ammalati, si è recato presso l’azienda Agricola Gasperini Marcello, ove ad attenderlo erano presenti, oltre al titolare ed alla sua famiglia, diversi agricoltori, amici e vicini. La visita all’azienda Gasperini, unica nel suo genere in Cuvio, tra le più importanti della valle e rappresentativa dell’imprenditoria agricola, ha costituito l’ ultimo appuntamento con il mondo del lavoro, iniziato in precedenza presso la ditta Modecor. Il titolare ha condotto il Vescovo tra stalle, fienili e macchine operatrici, intercalando la storia della sua azienda - nata con il padre negli anni ‘70 - con le descrizioni dell’attività, e le difficoltà che il mondo agricolo in generale si trova sempre più a dover affrontare. Dopo le benedizioni di rito, e dopo il “battesimo” del trattore per il Vescovo, che accompagnato dal piccolo Carlo, ha voluto provare l’ ebrezza della guida del mezzo agricolo, la visita ha avuto termine con un assaggio di prodotti locali. La mattinata iniziata in un turbinio di fiocchi di neve trasportati da un vento gelido si è conclusa sotto i tiepidi raggi del pallido sole e con il gran calore umano portato da mons. Coletti che come il “buon pastore” ha cercato anche in questa occasione di incontrare e conoscere un’ altra parte del suo gregge, prima di guidarlo e condurlo a pascoli erbosi ed acque tranquille. A conclusione della visita pastorale, alle 16,30 la recita del S. Rosario in chiesa ed il commiato del Vescovo che ha voluto portare con sé, a ricordo della comunità cuviese, la coroncina del rosario usata per l’occasione. Un racconto a parte e tutto speciale meriterebbe il suo incontro a Brinzio con i bambini e i ragazzi del catechismo con presenti alcuni genitori. Dopo la presentazione delle varie classi di catechismo il Vescovo ha risposto alle domande dei bambini creando con i suoi interventi un dialogo fresco e spontaneo che ha dato gioia a tutti e nessuno credo dimenticherà il gran finale con la danza africana proposta dal Vescovo stesso mentre tutti cantavano il “Magnificat”. Anche l’incontro delle “comunità apostoliche” nella sala superiore del Museo di Brinzio ha segnato un momento di verifica e di comunione per la realizzazione di una vera comunità nel rispetto delle tradizioni locali delle due parrocchie, ma nello stesso tempo nell’impegno a superare vecchie separazioni o antagonismi camminando decisamente verso una comunità pastorale ricca di incontri formativi per tutti. A Brinzio, infine, per la grande gioia di tutti, è stata benedetta dal Vescovo la Cappella della Grotta della Madonna di Lourdes restaurata con il contributo fattivo ed economico di tanti. Può essere un segno che Maria, Regina degli Apostoli, ci abbia aiutato ad accogliere veramente la grazia della Visita pastorale essendo un po’ come Elisabetta che alla presenza di Maria e del Bambino Gesù esulta di gioia. Grazie veramente, caro Vescovo Diego! Ora preghiamo per te in ogni S. Messa con più affetto e riconoscenza. Giornata del Malato Sabato, 18 febbraio 2012 15 In pellegrinaggio tra le corsie dell’Ospedale In Valcuvia dove è in Visita pastorale l’incontro del Vescovo con la Comunità S. Maria Annunciata di Cuveglio e i degenti dell’ospedale di Cittiglio D a vent’anni la Chiesa celebra la Giornata mondiale del Malato l’11 febbraio in occasione della ricorrenza della prima apparizione mariana a Lourdes. Quest’anno sono tanti e diversificati gli appuntamenti programmati in Valcuvia per sottolineare questa ricorrenza che avrà come ospite d’eccezione il Vescovo, mons. Diego Coletti, presente in queste settimane nel vicariato di Canonica per la visita pastorale. Le celebrazioni hanno avuto inizio a Duno, venerdì 10 febbraio con la celebrazione alle ore 18.00 di una S. Messa nel tempio dei medici d’Italia cui ha fatto seguito l’incontro con i medici della zona. Il giorno dopo, 11 Nella chiesa di S. Lorenzo febbraio la giornata è stata intensa e ha permesso a mons. Coletti di incontrare una celebrazione con alcune delle realtà assistenziali presenti in Valcuvia e venire in contatto con le persone i fedeli dei vicariati di che in queste strutture sono ospitate o Cittiglio e Canonica vi lavorano con diversi ruoli e mansioni. Apertura della giornata presso la Casa S. Maria Annunciata di Cuveglio, la struttura poco distante dal centro del paese ospita anziani e persone in difficoltà, affidate alle premure dalle suore guanelliane che la gestiscono. Le celebrazioni della Giornata del Malato sono poi proseguite alle 10.30 con la S. Messa presieduta da mons. Coletti e concelebrata assieme ad alcuni dei sacerdoti dei due vicariati di Cittiglio e Canonica, nella chiesa prepositurale di San Lorenzo. L’opportunità data dal passo di Vangelo sulla guarigione dei dieci lebbrosi ha dato lo spunto al Vescovo di affermare che solo il cuore salvato è pieno di gratitudine e come il dolore e la malattia, così presenti nel mondo, non siano di certo volontà di Dio, ma bensì una realtà che ci permette di essere simili a Cristo sofferente e, come lui, essere in grado di offrire il nostro dolore per il bene del mondo. Altro appuntamento importante che ha scandito la giornata del malato 2012 è stata la visita all’ospedale di Cittiglio, iniziata poco dopo le ore 15.00 e conclusasi dopo le 16.30. Ad accogliere il Vescovo – arrivato accompagnato da don Gianluigi Bollini – oltre al parroco di Cittiglio don Giuseppe Cola, a don Paolo Bettonagli, a don Ospedale di Menaggio: in comunione con tutti i sofferenti A Francesco Franzini e al diacono Leondino Cipolletti, la dirigenza dell’ospedale cittigliese guidata dalla responsabile Adelina Salzillo, referente della direzione medica del presidio ospedaliero, nonché un bel gruppo di medici operanti nella struttura, personale ausiliario, volontari dell’AVO e dell’UNITALSI, del CAV di Laveno fedeli cittigliesi e parenti di ricoverati. Dopo i saluti e le presentazioni il gruppo si è trasferito nella cappellina interna dell’ospedale da dove, è partito il pellegrinaggio orante attraverso tutti i reparti della struttura ospedaliera. Man mano si sono attraversati i reparti di chirurgia, traumatologia, ostetricia, pediatria, medicina e psichiatria, recitando – di volta in volta - assieme ai degenti riuniti nei vari punti di ritrovo i misteri meditati del S. Rosario. Ad ogni tappa, dopo la recita corale della decina del rosario mons. Coletti si soffermava per una breve riflessione e per incoraggiare e confortare i malati presenti, impartendo infine a tutti la Benedizione. Durante la preghiera presso il reparto di medicina il Vescovo ha anche potuto impartire - non previsto - il sacramento dell’Unzione degli infermi ad un’anziana ricoverata per la quale era stato richiesto nche quest’anno in occasione della Giornata del malato lo scorso 11 febbraio l’ospedale Erba Renaldi si è aperto per accogliere nella Cappella persone provenienti dalle parrocchie del vicariato, non perché avessero parenti ricoverati o fossero bisognose di cure, ma per radunarsi attorno all’altare e celebrare l’Eucarestia in comunione spirituale con tutti i sofferenti e coloro che li assistono. Presiedeva la celebrazione mons. Italo Mazzoni Como e Sondrio Ospedale Valduce Il Vescovo Diego Coletti, martedì 14 febbraio, ha celebrato la S. Messa nella cappella dell’Ospedale Valduce di Como (foto William) Ospedale civile di Sondrio Diverse le iniziative organizzate al nosocomio di Sondrio sabato 11 febbraio. Si è incominciato al mattino con l’esposizione del S. Sacramento per dare l’opportunità a chi inizia il lavoro di passare qualche momento in adorazione. L’adorazione è continuata fino alle ore 16.30 quando è stato celebrato il Santo Rosario e, a seguire, la S. Messa con la testimonianza di una famiglia su “come affronta la malattia arrivata”. Al termine la consegna di un’immagine ricordo. l’intervento d’urgenza di un sacerdote. Attraversando i reparti ha potuto visionare le nuove camere, ha visitato in maternità le “stanza della cicogna” destinate al parto dolce, ha benedetto i bambini nati da poche ore e le loro mamme, ha colloquiato coi malati e coi primari, ha commentato divertito i murales della pediatria, ha anche rischiato di dover giocare una partita a ping-pong e ha scherzato con le dame dell’UNITALSI, ricordando fatti capitati all’ultimo pellegrinaggio a Lourdes. Un bel clima di partecipazione e raccoglimento ha accompagnato la preghiera itinerante all’interno dell’ospedale, preghiera che si è rilevata significativa e ben accolta sia dai degenti che dal personale ospedaliero. Positivo anche il commento del Vescovo al termine della visita per l’accoglienza ricevuta e per l’opportunità datagli di conoscere anche questa struttura sanitaria, piccola, ma tutto sommato efficiente e ben tenuta, importante nel panorama sanitario ed economico del Medio Verbano. E … dopo il commiato dall’ospedale la vista alla Casa di riposo Longhi e Pianezza di Casalzuigno, un altro luogo di accoglienza ove è arrivata la voce e la presenza del Pastore. A.C. ricevuto dal Direttore Sanitario dr Rubera e vi partecipavano anche degenti in particolare dal reparto di riabilitazione. Durante l’Eucarestia è stato amministrato anche il sacramento dell’Unzione dei Malati sia in Cappella (con una certa “curiosità” da parte dei presenti) che ad alcuni pazienti allettati. Alla Beata Vergine Maria, apparsa a Lourdes la prima volta proprio l’11 febbraio, abbiamo chiesto di guidarci nella vita di fede anche nella malattia e di saper conservare tutti nel cuore la parola di Gesù rivolta al lebbroso guarito, “va, la tua fede ti ha salvato”, ricordando che il grande miracolo della sua intercessione materna è la guarigione spirituale con la conversione per una vita nuova da figli di Dio. Concludendo Mons Mazzoni ha dato appuntamento a tutti il prossimo 11 febbraio 2013 a Berlino con il santo padre papa Benedetto XVI per la grande giornata mondiale del malato da Lui indetta. In preghiera al S. Anna di Como P er noi Cappellani questa giornata del malato è la “giornata per eccellenza” dell’anno liturgico. Assieme ai nostri collaboratori, specialmente con il Consiglio pastorale ospedaliero, ci siamo preparati per tempo sul tema che quest’anno era basato sulla seguente citazione biblica: “Alzati e va’; la tua formativo, che ha avuto una fede ti ha salvato” (Lc 17, 19) che Gesù discreta ma significativa rivolse al lebbroso dopo che era stato presenza di personale guarito dalla sua malattia. Il messaggio sanitario e amministrativo, è del Papa e altre riflessioni sono state stato introdotto dal Direttore proposte e diffuse, anche tramite il sanitario Dr. Brazzoli. La giornalino dell’ospedale “Cure-cuore”, giornata celebrativa dell’ 11 a utenti e dipendenti. Nel pomeriggio febbraio si è aperta alle 15.30 di Venerdì 10 febbraio, alle ore 14.30, con il Santo Rosario guidato nell’aula magna della Formazione, da P. Antonio. Alle 16.00 la S. è stato proposto, ai dipendenti e agli Messa presieduta da mons. operatori sanitari, un incontro con il Pusterla. Dopo l’omelia è P. Adriano Moro (responsabile della stato impartito il sacramento formazione nelle strutture camilliane) dell’unzione degli infermi a sul tema: “Abilità relazionali e una decina di nostri ricoverati. competenze emotive per il bene I canti sono stati eseguiti dal integrale del malato”. Il momento coro Cai di Besana Brianza. Alle ore 17.30 intrattenimento musicale, offerto dal simpatico Coro CAI di Besana nella hall, seguito da un rinfresco offerto dall’Ospedale. La partecipazione è stata buona. Con l’aiuto di Volontari e parenti, alcuni malati hanno potuto partecipare alla solenne liturgia e anche al momento ricreativo. E’ stata apprezzata la presenza di infermieri e dottori, non in servizio, venuti apposta per la Messa! I Cappellani del S. Anna: p. Carlo, p. Davide, p. Antonio Vocazioni 16 Sabato, 18 febbraio 2012 Esercizi L’esperienza dei giovani della Comunità pastorale Beata Vergine del Bisbino all’Eremo San Salvatore ✎ Riflessioni Giovani in ascolto, per imparare a danzare A bbiamo trascorso un week-end insieme, un fine settimana inusuale forse. Il gruppo giovani della comunità pastorale Beata vergine del Bisbino ha vissuto l’esperienza degli esercizi spirituali all’Eremo San Salvatore. Due giorni che non cadranno presto nel dimenticatoio. Per alcuni del gruppo era la prima volta; per tutti è stata un’occasione per tuffarsi nella propria vita, nelle domande di senso, nella fede. Guidati in questo viaggio da don Michele Gianola e don Davide Veronelli – responsabili del Centro Diocesano Vocazioni - abbiamo aperto la Parola di Dio, Parola non scritta e muta, ma Verbo incarnato e Vivente, e il nostro cuore. Con impegno in Essa abbiamo trovato nutrimento e vigore per la nostra vita. Siam partiti ovviamente da Lui, dal Maestro, il quale ha gettato dei semi nel terreno della nostra Chiedi! Che cosa ti posso donare? Un cuore che ascolta. Eccoci a proporre un interessante testo di Enzo Bianchi utile per approfondire e toccare in maniera semplice e sintetica diversi temi riguardanti la vita spirituale. L’Autore, attraverso una serie di lettere, riporta l’attenzione ad alcuni nodi essenziali per mettersi alla ricerca di Dio. Il Centro Diocesano Vocazioni è a disposizione delle parrocchie e dei vicariati della diocesi per guidare esercizi spirituali per giovani persona. Abbiamo tentato di imparare ad essere “terreno fertile”, dunque a farci le domande che interrogano la nostra vita; aspirato di metterci in un ascolto vero, per cogliere la bellezza del dono di Dio, del seme che porta frutti; cercato di comprendere quali siano le nostre resistenze al fruttificare del seme. Il viaggio, in tal modo, ci ha portati al centro della nostra fede, sintetizzato dalle parole di Pietro “Tu sei il Cristo”, il Messia, il Signore della storia, ma sei diverso da come noi ti immaginavamo, poiché ti sei fatto crocifiggere per noi. La sua gloria è radicalmente diversa dalle nostre aspettative. Inoltre, le giornate sono state incorniciate dalle esortazioni a chiedere “quanto ne volevano” e a “non temere”, pronunciate da Gesù, ma poi da noi osservate in tutta la Bibbia attraverso la scrutatio. Siamo giunti, infine, alla conclusione consapevoli che – usando le parole di Madeleine Delbrêl - “per essere un buon danzatore, con te come con tutti, non occorre sapere dove la danza conduce. Basta seguirti, essere gioioso, essere leggero e soprattutto non essere rigido. Non occorre chiederti spiegazioni sui passi che ti piace fare, bisogna essere come un prolungamento vivo e agile di te e ricevere da te trasmissione del ritmo che l’orchestra scandisce”. Ascolto e meditazione, preghiera e silenzio, han dato il sapore e il colore a tutto. La nostra amicizia e la gioia nello stare insieme han completato l’opera. Insomma, gli esercizi sono un’occasione unica, imperdibile. Perciò don Michele è sempre disponibile nel guidarli per qualsiasi gruppo che non vuole perderseli. Basta contattarlo. Per informazioni riguardo all’iniziativa degli Esercizi Spirituali, contattare don Michele Gianola presso il Centro Diocesano Vocazioni (tel: +39 333 95 68 443; e-mail: [email protected]). «Vorrei approfondire ciò che ti scrivevo in una lettera precedente, condividendo con te la mia meraviglia davanti ad una pagina straordinaria della Bibbia. Si trova nel primo libro dei Re, al capitolo 3. Il giovane Salomone succede a suo padre David come re di Giuda. Salomone è giovane, niente lascia presagire la gloria futura. Vuole incominciare il suo regno con un atto di culto a Dio, si reca così a Gabaon per offrire un sacrificio. La notte precedente, però, fa un sogno. Il Signore gli appare e dichiara: «Chiedi! Cosa ti posso donare?». Un’offerta favolosa! Salomone potrebbe pretendere molto: un grande regno, la sottomissione di tutti i suoi nemici, la vittoria in guerra. In compenso egli chiede un lev shome’a, letteralmente “un cuore che ascolta” (1Re 3,9). Salomone desidera ricevere da Dio un cuore capace di ascoltare: nell’antropologia biblica il cuore è l’organo che include la dimensione affettiva e quella razionale, è l’organo alla sorgente dei sentimenti, dei pensieri, delle azioni dell’uomo. Insomma, Salomone chiede che tutta la sua persona sia animata dalla capacità di ascoltare. Una domanda che a Dio piacque molto e fu esaudita, poiché nella tradizione ebraica Salomone è il sapiente per eccellenza. Mi preme sottolineare questo: l’ascolto è di gran lunga il dono più grande che devi chiedere a Dio. Dovrebbe abitare il credente fin dall’origine: prima di essere definito dalla fede, dalla preghiera o dalle opere, il credente è uno che si esercita nell’arte dell’ascolto. È il primo rapporto che lo lega a Dio. La particolarità della fede ebraica e poi cristiana, è la centralità del Dio che parla, che è Parola. Dicendo: “Luce!” Dio creò il mondo. «In principio era la Parola» (Gv 1,1), afferma il quarto Vangelo. E dinanzi al Dio che parla, che è Parola, la creatura umana è chiamata ad essere ascolto. Potremmo parafrasare con audacia il prologo del Vangelo di Giovanni così: in principio era l’ascolto e l’ascolto era l’uomo… Il cucciolo d’uomo impara ad ascoltare ben prima di parlare ed è ascoltando che impara il linguaggio. È impossibile chiedere le nostre orecchie, a differenza degli occhi, della bocca e del naso. Esserci è ascoltare. E l’ascolto puramente passivo può divenire, se lo si esercita con attenzione, un’attività che coinvolge l’intera persona. Ascoltare è davvero esserci per l’Altro». E. BIANCHI, Lettere ad un amico sulla vita spirituale, Qiqaion, 55-56. Il Monastero Invisibile I l Monastero Invisibile è una realtà che da tempo si è sviluppata in molte diocesi italiane e che si va sempre più consolidando anche nella nostra Diocesi di Como. La proposta è estremamente semplice e vuole rispondere all’invito di Gesù: “Pregate il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,35-38). Il Monastero Invisibile è un gruppo di uomini e donne, laici, preti e consacrati che decidono di dedicare un po’ del loro tempo alla preghiera per le Vocazioni. Non c’è un tempo definito, qualcuno dedica un rosario alla settimana o un’ora di Adorazione Eucaristica al mese, chi una decina di rosario al giorno chi mezz’ora ogni tre. Ciascuno secondo le proprie possibilità, non c’è un tempo fissato, non è mai troppo, né troppo poco. Il Monastero Invisibile è un semplice elenco di persone che rimane anonimo, non ci sono mai incontri e non ci si ritrova per fare altre attività, semplicemente si viene raggiunti un paio di volte l’anno per ricevere un po’ di materiale utile alla preghiera. Davvero molto semplice, ma un compito davvero prezioso! Quest’anno il Monastero Invisibile conta – nella nostra Diocesi – 263 iscritti, 75 in più dello scorso anno ed è davvero bello pensare che molte persone pregano perché i giovani possano accogliere la chiamata di Dio, ad essere credenti, discepoli e preti, suore, famiglie, consacrati… L’invito raggiunge anche te, che ci stai leggendo! Se vuoi aderire all’iniziativa è sufficiente inviare il coupon che trovi qui sotto oppure scrivere una mail con i tuoi dati a: [email protected]. Per eventuali informazioni: don Michele Gianola (031 33 88 111). Grazie! Como Cronaca Sabato, 18 febbraio 2012 17 “Agorà 97”: le porte aperte al disagio La visita da parte del prefetto Michele Tortora ha rappresentato l’occasione per ribadire il senso di un impegno di accoglienza portato avanti ormai da tre lustri U n apprezzamento sincero e commosso ed un invito a continuare a mantenere alta l’attenzione alle persone con fragilità di vario tipo è venuto dal prefetto di Como dott. Michele Tortora, in visita lo scorso 30 gennaio alle Comunità della cooperativa sociale onlus “Agorà 97” di Rodero (Co). In particolare il dott. Tortora ha visitato le Comunità educative “Casa di Luca e Casa Famiglia” di Rodero e la Comunità psichiatrica “Casa Quattro Venti” di Valmorea, intrattenendosi a lungo con gli ospiti, interessato alla loro esperienza di vita. Ma l’attenzione più sentita è stata rivolta ai bambini di “Casa di Gabri” di Rodero, comunità socio sanitaria recentemente accreditata in Regione Lombardia, che accoglie fino a 5 bambini affetti da patologie gravissime. Il dott. Tortora ha ascoltato con partecipazione il racconto della nascita della Comunità, confermando il bisogno di aiutare le famiglie che vivono situazioni molto faticose, quando si tratta di accudire giorno e notte dei bambini gravemente problematici dal punto di vista sanitario. Cos’è “Agorà 97”? È una Società Cooperativa Sociale ONLUS con sede legale ad Albiolo (Como). La Cooperativa è stata costituita nel giugno del 1997 con lo scopo di gestire servizi sociali, sanitari ed educativi, orientati ai bisogni di persone in condizioni di marginalità, svantaggio sociale, devianza e rischio di emarginazione, favorendone la promozione umana e l’integrazione sociale. Attualmente gestisce 7 comunità residenziali per minori e disabili adulti. La prima opera, denominata “Casa 4 Venti” in Valmorea (Como), fu avviata nel 1995 per persone affette da malattia psichica. Attualmente vi sono 10 ospiti. Nel 2002 la Comunità ha ricevuto l’accreditamento regionale come Comunità Sanitaria a media protezione. Nel luglio del 1998, Agorà 97 realizza laboratorio a porlezza La cooperativa è stata istituita nel giugno del 1997 con lo scopo di gestire servizi sociali, sanitari ed educativi, orientati ai bisogni di persone in condizioni di marginalità, svantaggio sociale, devianza e rischio di emarginazione, favorendone la promozione umana e l’integrazione sociale. Attualmente gestisce 7 comunità residenziali per minori e disabili adulti L a Riserva Naturale Regionale Lago di Piano con la Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Koinè, propone per domenica 26 febbraio, dalle ore 15.00 alle ore 17.00, un laboratorio didattico per la costruzione di una mangiatoia da collocare nel proprio giardino o sul balcone per nutrire i piccoli passeriformi durante l’inverno. Il laboratorio è rivolto a bambini dai 5 ai 12 anni e si terrà presso la Casa della Riserva, in via Giocofiaba alla Ubik domenica 19 febbraio alle 11 D una nuova Comunità Alloggio ad Albiolo, che attualmente ospita dieci persone con deficit intellettivo medio-grave associato a problematiche di tipo psichiatrico, denominata “Casa Enrico”, alla memoria del giocatore di calcio Enrico Cucchi. “Casa Enrico” ha ottenuto l’accreditamento regionale nel 2008 come Comunità Socio Sanitaria. Nel contesto di “Casa Enrico” è presente un mini alloggio, avviato nel 2008 rivolto a persone adulte parzialmente autonome, con fragilità di tipo intellettivo medio-lieve. Nel gennaio 2002 sono state inaugurate a Rodero due nuove comunità per minori:“Casa di Luca” che ospita 9 bambini da 0 a 5 anni e “Casa Famiglia” che ospita 6 bambini in età prescolare. I bambini vengono accolti in queste comunità su segnalazione dei Servizi sociali e con Decreto del Tribunale dei Minorenni. Nel luglio 2003 è stata aperta “Casa di Miro” a Valmorea, alla memoria del ciclista Miro Panizza, che ospita 6 adulti portatori di disabilità psichica. Infine, nel marzo 2009 è stata inaugurata “Casa di Gabri” a Rodero. È una comunità per neonati e bambini affetti da patologie rare e gravissime. Ha una ricettività di 5 posti e garantisce una assistenza infermieristica nelle 24 ore. Accoglie bambini con disabilità gravi o gravissime, dimissibili dalle patologie neonatali, ma non gestibili al domicilio proprio a causa della complessità sanitaria richiesta per la loro assistenza. L’obiettivo di “Casa di Gabri” è quello Statale 117, frazione Piano Porlezza a Carlazzo. Il costo per partecipante è di 9 euro (comprensivo di materiali). Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie entro il 23 febbraio): Riserva Naturale Regionale Lago di Piano, tel. e fax: 0344.74961; e-mail: [email protected]; sito internet: www.riservalagodipiano.it; oppure Koinè Cooperativa Sociale ONLUS: tel. 02.42292265; e-mail: m.rubolini@ koinecoopsociale.it. omenica 19 febbraio ore 11 presso la libreria Ubik, di piazza S. Fedele, a Como, nell’ambito degli incontri di febbraio, è in programma “Giocofiaba”, in collaborazione con la cooperativa “Attivamente”, a cura di Stefano Dragone. Durante l’incontro un attore sarà la guida tra le vicende di questa o quella fiaba, trasportando i bambini in un esperienza unica nella quale non saranno solo taciti uditori ma attivi creatori; al giovane pubblico difatti è affidata la realizzazione dei personaggi, dei luoghi e delle situazioni che i protagonisti della fiaba dovranno affrontare. Accompagnati per mano in questa nuova esperienza i giovani lettori avranno l’opportunità di mettere a frutto tutto il loro ingegno e la loro fantasia per trovare le soluzioni più adatte alle mille difficoltà del racconto. Un gioco creativo ed interattivo tra le fiabe più belle di sempre. di accogliere i piccoli in un contesto famigliare e di casa, dove le relazioni sono affettivamente ricche e coinvolgenti e dove è garantita un’assistenza sanitaria specializzata. Nella “Casa di Gabri” è possibile: * prendersi carico dei bisogni del bambino sia sul versante educativo - assistenziale che sanitario; * offrire il massimo della cura possibile in un ambiente accogliente e famigliare con l’aiuto di persone competenti con cui si possano costruire legami e relazioni affettive importanti; * prendersi cura, qualora si verificasse, anche della parte terminale della vita del bambino, accompagnando lui e i famigliari (se presenti) ad un evento che richiede una grande partecipazione umana. “Casa di Gabri” ha ricevuto l’accreditamento regionale nel dicembre 2011 e funziona quindi come Comunità Socio Sanitaria. Le case di “Agorà 97” si caratterizzano per il clima famigliare, per l’atmosfera di accoglienza, di ascolto ed attenzione costante ai bisogni materiali ed emozionali delle singole persone che vi sono ospitate. Si intende ricreare un contesto di vita il più possibile vicino a quello famigliare, caratterizzato dai normali aspetti della quotidianità e contraddistinto da una relazione accogliente e partecipata. Nelle Comunità di Agorà 97 lavorano circa 50 dipendenti (educatori professionali, infermieri professionali, operatori socio sanitari e personale ausiliario) e alcuni consulenti (pediatri, psichiatri, psicologi e fisioterapisti). “Agorà 97” è aiutata dal gruppo sportivo “I Bindun” di Rodero (Co) , formato da sportivi e simpatizzanti che, attraverso eventi benefici, contribuiscono a sostenere moralmente e materialmente le Comunità della Cooperativa. Notizie flash ■ Cavallasca Open day di Carnevale In occasione del Carnevale, l’associazione Battito d’Ali, con il patrocinio del Comune di Cavallasca, propone per sabato 18 febbraio, dalle ore 14.30 alle ore 16.30, presso la Biblioteca Comunale (via Imbonati 1), un divertente laboratorio creativo per bambini dai 5 ai 10 anni per la realizzazione delle maschere dei quattro elementi (acqua, aria, terra, fuoco) con l’utilizzo di materiali naturali e di recupero-riciclo. Le attività saranno accompagnate da filastrocche musicali animate dai bambini. Al termine del laboratorio ci sarà la merenda per tutti. La partecipazione è gratuita. Info: “Battito d’Ali”, via Gaggio 53, Senna Comasco; Mariaester Cassinelli tel. 333-2018296; Caterina Salemme tel. 340-5836309; www.battitodali.it. Como Cronaca 18 Sabato, 18 febbraio 2012 Verso la riorganizzazione L’urp “si fa in tre” Due nuovi Uffici di relazione con il pubblico decentrati: a Camerlata e ad Albate. La strategia comunale per far fronte alla scomparsa delle Circoscrizioni D ue nuovi Uffici di relazione con il pubblico decentrati: è il primo passo che porterà alla progressiva sostituzione delle 9 circoscrizioni cittadine di Como che vedranno cessare la loro funzione politica e consultiva a partire dalle elezioni amministrative della primavera 2012, così come previsto dalle leggi 244/2007 e 42/2010. Parte da qui l’adeguamento dell’Amministrazione comunale alla normativa vigente, passaggio che mira a salvaguardare un patrimonio di servizi e contatti che nel 2011 ha visto erogare da parte delle Circoscrizioni comasche, per i soli servizi anagrafici, oltre 6000 prestazioni, la concessione di 645 sale civiche, unitamente ad una capillare attività di comunicazione sul territorio. “Per non dissipare tale patrimonio di relazioni dirette sul territorio – spiega Palazzo Cernezzi - nell’ambito del progetto Interreg Coopsussi sono in atto molteplici iniziative, alcune delle quali di immediata realizzazione , altre di prospettiva. Tra le realizzazioni Istituite con una immediate spiccano degli URP decentrati, che porteranno i contatti normativa del complessivi del “sistema URP” a oltre 1976 sono state 37.000 annui, così i servizi di prossimità “tagliate” nella al cittadino”. I due nuovi servizi URP - il primo ha Finanziaria del aperto a Camerlata il 15 febbraio, 2008. Perderanno il secondo aprirà ad Albate il 29 - si la loro funzione integreranno con l’attuale servizio politica e presente in Como città. I due uffici decentrati saranno aperti in via consultiva con sperimentale ogni mercoledì dalle il rinnovo della 8.30 alle 15.30. In quella giornata, oltre campagine ai consueti servizi circoscrizionali, presso le sedi URP decentrate sarà amministrativa possibile ricevere informazioni sui servizi comunali e sulle iniziative dell’amministrazione, ricevere bandi e modulistiche, avere ascolto e risposta a segnalazioni, suggerimenti e reclami, consegnare gli oggetti smarriti e ritrovati, prenotare gli appuntamenti con la Questura per le pratiche di passaporto, iscriversi all’elenco dei donatori di organi, scegliere e revocare il medico di base, protocollare le proprie pratiche ed istanze. Sulla base dei dati raccolti in questa prima fase di sperimentazione l’Amministrazione valuterà se estendere tali servizi ad ulteriori sedi decentrate e come modulare gli orari di apertura. La normativa I l decentramento amministrativo è stato regolato per la prima volta con la legge 278 dell’8 aprile 1976. Ai Comuni con popolazione superiore ai 40mila abitanti veniva consentita l’istituzione di organismi decentrati con poteri consultivi e deliberativi. Il Comune di Como, che già con deliberazione consiliare del 1974 aveva istituito 18 “Consigli di quartiere”, il 5 aprile del 1977 istituì 8 Consigli di Circoscrizione, diventati successivamente 9 con il distacco di Garzola-Civiglio dalla Circoscrizione 5. Con la Finanziaria del 2008 si aprirà un percorso riorganizzativo di tale sistema finalizzato ad un generale contenimento della spesa nel quale si stabilì una generale riduzione del numero di circoscrizioni nei Comuni lombardi, a decorrere dal primo rinnovo delle Amministrazioni. Decisione confermata con successive deliberazioni. Urp 2011: 31 mila contatti L relazioni con il pubblico di Como ha ’ Ufficio fatto registrare, negli anni, un progressivo incremento di contatti: 21417 nel 2008, 23538 nel 2009, 23188 nel 2010, 31218 nel 2011. Attualmente il servizio dell’URP è garantito da tre operatori di front-office e da una persona con funzioni di back-office e coordinamento e offre servizi di informazioni, distribuzione modulistica, ascolto e risposta a segnalazioni, punto di consegna per gli oggetti smarriti e molto altro ancora. Nel 2011, per la prima volta, le richieste di servizi (oggetti smarriti, PIN CRS, Punto ricevimento documenti, ecc.) hanno superato la metà degli accessi complessivi al servizio, attestandosi al 52%, per un totale di 16256 persone servite. Seguono le richieste di informazioni e chiarimenti sulle attività dell’ente con il 46% delle richieste, pari a 14.480 persone assistite mentre solo il 2% degli utenti si è rivolto all’URP per fare una segnalazione, per un totale di 545 contatti. Per quanto riguarda i servizi erogati direttamente dall’URP, una parte estremamente significativa è stata assorbita dal rilascio del PIN per la Carta Regionale dei Servizi, che con i suoi 8.093 contatti ha raggiunto il 50%. Seguono le attività connesse alla gestione degli oggetti smarriti, che hanno rappresentato il 13% delle attività, ricevendo quanto ritrovato dai cittadini, assistendoli nella ricerca degli oggetti smarriti e consegnando al proprietario (o al ritrovatore, una volta maturato il proprio diritto) quanto rinvenuto. Con specifico riferimento a questa voce l’andamento del servizio appare ormai consolidato, con una media di 574 oggetti consegnati ogni anno. La percentuale di restituzione ai proprietari o agli enti emettitori è invece in crescita, essendo passata dal 67% del 2008 al 71% del 2011, segno del crescente utilizzo del servizio da parte dell’utenza. Infatti, a fronte dei 576 oggetti consegnati nel 2011, 2128 persone si sono rivolte allo sportello per ritrovare quanto smarrito. ❚❚ Casate Non chiuderà lo stadio del ghiaccio L a notizia è ormai certa: lo stadio del ghiaccio di Casate non chiuderà i battenti. Un primo segnale positivo era arrivato due settimane fa dopo l’incontro dell’avvocato che cura gli interessi dei residenti della zona, che da tempo si lamentano dei rumori causati dalla struttura, con l’Amministrazione cittadina. La settimana scorsa i membri della Commissione Sport hanno invece approvato i diversi adempimenti e il cronoprogramma finalizzato alla posa dell’agognata barriera fonoassorbente. Praticamente il mese prossimo sarà bandita la gara per l’appalto dei lavori che entreranno nel vivo tra giugno e luglio. La conclusione del cantiere è prevista per agosto. Le ipotesi sulla chiusura dello stadio del ghiaccio, che hanno iniziato a circolare prima delle ultime festività natalizie, hanno creato non poche proteste e polemiche in questo primo squarcio di 2012 a Como: gruppi sui social network di internet, interventi di personalità di spicco dello sport invernale e delegazioni in visita alle sedute del Consiglio Comunale hanno contraddistinto la battaglia intrapresa dai giovani utenti della struttura affinché questa non venisse chiusa dopo 41 anni di attività. Da segnalare che i sodalizi sportivi hanno cercato di stimolare l’amministrazione comunale ad occuparsi seriamente del problema peraltro ben noto a Palazzo Cernezzi ormai da qualche anno se non altro per le ripetute comunicazioni effettuate da CSU che da quasi 15 anni si occupa della gestione di una struttura che non abbiamo mai mancato di sottolineare, quanto mai bisognosa di interventi strutturali. (l.cl.) Notizie flash ■ Ucid Il 20 febbraio conviviale con il dr. Aletti Montano Lunedì 20 febbraio alle ore 19.30, presso l’Albergo Ristorante “ Palace Hotel ” di Como in Viale Lungo Lario Trieste n°16 avrà luogo la prossima conviviale Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti). “In questo tempo di travagliate vicende economiche – spiega il presidente Martino Verga - abbiamo pensato di incontrare una persona che seguendo la sua lunga tradizione familiare si è sempre occupato di finanza ed investimenti. Pertanto abbiamo invitato il dr. Francesco Aletti Montano, titolare dell’omonimo “family office”, che ci darà la sua opinione su di un tema estremamente attuale che si può sintetizzare come: “Da bolle e crisi finanziarie, una spinta verso l’imprenditoria sociale”. ■ Crocifisso Hai spezzato le mie catene in occasione dei 500 anni dalla liberazione Dal 29 gennaio al 18 marzo 2012 nell’oratorio della Parrocchia Ss. Annunciata - Santuario Ss. Crocifisso in Como dalle 15.00 alle 18.00 ogni sabato e domenica e, su richiesta, presso la Casa dei Padri è possibile ammirare le riproduzioni dell’iconografia antica di San Girolamo Emiliani. L’iniziativa è inserita nell’ambito dell’anno giubilare somasco indetto in occasione dei 500 anni dalla liberazione di S. Girolamo dalla prigionia per l’intervento prodigioso della Madonna. Per chi fosse interessato è inoltre in programma, sabato 25 febbraio, presso l’oratorio del SS. Crocifisso, alle ore 20.45, una conferenza storico-artistica con padre Giovanni Bonacina, preside del Liceo Classico Collegio Gallio, docente di storia e filosofia, che interverrà sul tema: “Girolamo e i fratelli Miani alla guerra della Lega di Cambrai (1508-1516)” di S. Girolamo dalla prigionia per l’intervento prodigioso della Madonna RIPRODUZIONI DELL’ICONOGRAFIA ANTICA DI SAN GIROLAMO EMILIANI Dal 29 gennaio al 18 marzo 2012 nell’Oratorio della Parrocchia Ss. Annunciata - Santuario Ss. Crocifisso in Como dalle 15.00 alle 18.00 ogni sabato e domenica e su richiesta presso la Casa dei Padri dal 4 al 10 febbraio la mostra è trasferita nella Galleria dei Miracoli del Santuario - Visita negli orari di apertura della chiesa CONFERENZE STORICO-ARTISTICHE SABATO 28 GENNAIO ORE 20.45 - ORATORIO SANTUARIO SS. CROCIFISSO Padre Maurizio Brioli, crs - Archivista generale dei Chierici Regolari Somaschi, Roma “Nella prima iconografia di Girolamo risplende la sua santità” SABATO 25 FEBBRAIO ORE 20.45 - ORATORIO SANTUARIO SS. CROCIFISSO Padre Giovanni Bonacina, crs - Preside Liceo Classico Collegio Gallio, docente di storia e filosofia “Girolamo e i fratelli Miani alla guerra della Lega di Cambrai (1508-1516)” Per informazioni: Santuario Ss. Crocifisso - Viale Varese 23 - Como Tel. 031.265180 - Email [email protected] ■ Guanzate Festa del santo volto di Gesù E’ ormai tradizione celebrare al Santuario di Guanzate il solenne rito del Santo Volto di Gesù. Questa ricorrenza cade sempre il martedì grasso, vigilia delle Ceneri, nell’imminenza della Quaresima. Si tratta di una singolare e commovente celebrazione ed uno dei momenti salienti è sicuramente l’esposizione del quadro del Santo Volto di Gesù che rimarrà esposto per la venerazione dei tanti pellegrini e devoti per tutta la Quaresima e che aiuterà a meditare la passione di Nostro Signore come insegna la Beata Maria Pierina De Micheli nelle sue visioni. Questo rito viene celebrato in pochissime chiese ed è per questo che ogni anno sono sempre più numerosi i fedeli che partecipano alla funzione presso il Santuario di Guanzate, provenienti da ogni parte del Nord Italia e dalla vicina Svizzera. La celebrazione del Santo Volto di Gesù si terrà martedì 21 febbraio p.v. alle ore 16.30 con la recita della Coroncina, l’Ostensione del quadro del Santo Volto, la consegna della medaglietta con il Santo Volto a tutti i convenuti al rito ed il bacio devozionale alla reliquia della Beata Suor Maria Pierina De Micheli Como Università ciclo di 9 incontri Al via la terza edizione di un percorso che ha già richiamato a Como migliaia di professionisti ed amministratori pubblici Appalti e territorio: tra pubblico e privato C i sono il Consigliere di Stato Alessandro Botto, il docente di Diritto Amministrativo dell’Insubria Maurizio Cafagno, il fisico Giulio Casati, il criminologo Adolfo Francia e il “catedràtico de derecho administrativo” dell’Università di Barcellona Joaquin Tornos Mas, tra i numerosi altri nomi che si potrebbero elencare, a comporre il comitato scientifico dell’Associazione per l’Efficienza e la Qualità nell’Amministrazione (Aequa), ideata nel maggio 2011 allo scopo di “ridare slancio all’ente pubblico e alle opere che realizza sul territorio tramite nuove e opportune sinergie con il Privato”. Al centro delle iniziative promosse dall’Associazione ruota stavolta il dibattito sui partenariati tra soggetti pubblici e privati, che sarà affrontato nel ciclo di nove conferenze, dal titolo “Appalti e territorio. Appalti pubblici e partenariati pubblicoprivati” presentato alla stampa nella giornata di lunedì 13 febbraio, nei locali dell’Ateneo insubriano distaccati nel complesso di S.Abbondio. Nel solco di una rassegna giunta quest’anno al crocevia della terza edizione, e in sintonia con le linee guida già collaudate nella precedente riflessione, Aequa intende proseguire nella ricerca di nuove modalità operative in grado di contribuire al cambiamento della pubblica amministrazione, elaborando modelli di azione qualitativamente alti e giuridicamente flessibili che, soprattutto nel campo della contrattazione, della tutela ambientale e della sostenibilità sociale, coinvolgano una pluralità di saperi e di esperienze funzionali all’innalzamento del livello di efficienza dei servizi al cittadino. “Nessun bookmaker scommetterebbe sull’esito positivo di un progetto tanto ambizioso”, confessa con disarmante candore il presidente dell’Associazione Maurizio Cafagno, “specie in un periodo storico così travagliato come questo che stiamo attraversando. Ma l’accoglienza incoraggiante e benevola che Aequa ha ricevuto dalla pubblica amministrazione, dalle imprese e dai singoli professionisti che hanno aderito con sorprendente entusiasmo alla fase attuativa del nostro programma di base, fondato sulla certezza che solo una sinergia multidisciplinare e intersettoriale può consentire un reale processo innovativo in un ambito così fossilizzato e nello stesso tempo lacunoso come quello dei rapporti tra Pubblico e Privato, ci ha fatto capire che la strada intrapresa era quella giusta”. Dopo l’appuntamento introduttivo del 23 febbraio, fissato alle ore 15 nella stessa sede dell’Insubria del chiostro di S.Abbondio, il ciclo proseguirà, alla medesima ora e negli stessi locali, nei giovedì 15 e 29 marzo, 26 aprile, 3, 10 e 17 maggio, slittando quindi per una volta a venerdì 25 maggio per poi concludersi con il “gran finale” di giovedì 31 maggio, in cui sarà realizzato il punto della situazione. Tra i soggetti che hanno contribuito al finanziamento dei lavori, accanto al Comune e alla Provincia di Como, figura anche l’Ance, la cui responsabile Veronica Airoldi così commenta l’adesione al progetto da parte della sua associazione: “Se Ance ha collaborato sin dalla prima edizione degli incontri, è perchè ha creduto nella validità del progetto, tanto più in un momento così delicato come questo. Il settore delle costruzioni sta vivendo una delle fasi più tormentate e cruciali della sua storia, e ciò proprio nell’area degli appalti pubblici, dove Sabato, 18 febbraio 2012 19 l’aderenza ai patti di stabilità ostacola i pagamenti da parte degli enti committenti e penalizza in modo irreversibile le imprese, condannandole a una congiuntura veramente senza sbocchi. Da Aequa ci si attende appunto l’elaborazione di una strategia operativa funzionale e alternativa all’attuale ristagno legislativo e burocratico, in un Paese dove spesso prima si fanno le leggi e poi ci si interroga sul modo con cui applicarle, non essendoci margini di manovra per farlo”. Strategia operativa e alternativa che dovrebbe essere racchiusa nel documento conclusivo dei lavori, consistente nell’agile volumetto che Aequa consegnerà ai privati per sensibilizzarli sullo spinoso tema dei contratti di partenariato, istituti giuridici in via di abbandono a causa del rifiuto delle imprese di sostenere sotto l’aspetto economico le opere di interesse pubblico. Laddove il primo punto da definire e su cui riflettere, secondo il parere dei docenti del comitato scientifico, è che oggi nessuna opera pubblica è realizzabile senza il contributo dei privati. Se questo è universalmente considerato come il tempo delle vacche magre, ci sarà pure qualche valido motivo. SALVATORE COUCHOUD ■ Varese L’Insubria adotta la Carta dei servizi degli studenti disabili L’Università degli Studi dell’Insubria ha adottato la Carta dei Servizi del Servizio Studenti Disabili d’Ateneo. La Carta si configura come strumento di tutela attraverso il quale l’Ateneo si «assume in maniera trasparente e responsabile un chiaro impegno nei confronti degli studenti e delle studentesse con disabilità che vengono accolti e accompagnati nella loro formazione culturale e professionale». Pastorale universitaria. Una cena tra amici. Si discute delle proteste in università, dei tagli e della “governance”. A Mattia, quinto anno di Giurisprudenza, viene il desiderio di capire che cosa sta accadendo e nasce l’idea di una tesi Tesi di laurea in corso... S « tudio leggi, commi e sentenze per rispondere a chi protesta». Da una discussione tra amici l’idea di una tesi di laurea che scandagli a fondo la vita degli atenei. ufficiouniversita@ diocesidicomo.it, www.facebook.com/ home.php Don Andrea Messaggi e l’equipe di Pastorale Universitaria I l lavoro è nato discutendo tra amici, ad una cena. Siamo ad ottobre 2009: grandi proteste per i tagli all’università. Molti slogan urlati su tv e giornali. Subito mi urgeva una domanda: ma effettivamente l’università funziona bene? Le risorse che ha, le impiega nel modo più intelligente? Da qui l’idea: andiamo a studiare come vengono prese le decisioni negli atenei, chi decide e chi ha la responsabilità. Entriamo nel merito per giudicare con piena coscienza. Inizia un lavoro con il professore di Diritto Amministrativo e accompagnato dalla provocazione di un altro amico, Alfredo. Questo lavoro, diceva, mi avrebbe portato ad analizzare le pieghe più recondite della legislazione e degli atti amministrativi, mi sarei soffermato anche su singoli commi e piccole frasi. Non per un gusto di indagare in modo minuzioso, non per un pallino all’analisi. L’esperienza cristiana fatta in questi ann in università mi aveva educato ad una attenzione tale per la realtà e per il bisogno dell’uomo (l’università è centrale nel percorso umano di una persona), e al fatto che la risposta a questi sarebbe passata anche attraverso le norme, i commi e le decisioni prese dai singoli organi. Ecco come l’intelligenza della fede diventa intelligenza del reale. Questa consapevolezza ha determinato il modo di procedere nel lavoro portandomi ad affrontare le questioni oggetto della mia tesi secondo una modalità che ha sorpreso anche il professore: un taglio particolare nell’analisi degli statuti, la ricerca di esempi positivi in atto cui poter guardare come modelli, la forte aderenza a quanto effettivamente succede. Nello studio e nella indagine mi muovevano tanto le domande che avevo, la curiosità, ma anche l’origine di questo interesse. Il bello è che questa mossa mi ha condotto ad incontri inaspettati e sorprendenti come quello con il Prorettore Vicario, un uomo veramente eccezionale per la passione e la determinazione con cui affronta il suo lavoro. Le ultime fasi della tesi sono state piuttosto concitate: al posto di venti giorni, per una serie di vicissitudini ne avevo solo sette a disposizione per chiudere il lavoro. Una settimana di fuoco, anche perché in tutto questo dovevo cercare lavoro. Un pomeriggio, in particolare, mi ricordo che nulla stava andando come avevo previsto: ero costretto a dedicarmi a questioni che non avevo preventivato. Lì è stato evidente, più di qualsiasi altro momento, che la realtà non me la dò io, non la faccio io. La difficoltà non è una obiezione ma un invito a rispondere a chi mi dona tutto: dalla tesi agli imprevisti della vita. Mattia, Milano 20 Sabato, 18 febbraio 2012 Como Cronaca La preghiera dei salmi davanti a Dio N uovo appuntamento nell’ambito del corso biblico 2011-2012 promosso da “Ascolto” gruppo di cultura, sul tema: “La preghiera dei salmi Davanti a Dio”, con don Bruno Maggioni. Lunedì 20 febbraio, alle ore 21, presso l’auditorium del Collegio Gallio (entrata da via Barelli) si approfondirà il Salmo 13 “Fino a quando continuerai a dimenticarmi?” Gli incontri si svolgono ogni terzo lunedì del mese, da ottobre a maggio. Gli incontri successivi saranno il 19 marzo (“I cieli narrano la gloria di Dio”, Salmo 19); lunedì 16 aprile (“Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?”, Salmo 22); lunedì 21 maggio (“Crea in me un cuore nuovo”, Salmo 51). Anniversario. Il senso di una comunità in cammino La scorsa settimana Prestino ha vissuto un importante anniversario: i 40 anni dalla celebrazione della prima S. Messa presso la nuova chiesa. Su questo traguardo ospitiamo il contributo di don Giambattista Levi, parroco di Prestino fino al 2004. La solenne celebrazione fu introdotta la sera di sabato sette ottobre, festa della Madonna del Rosario, con la Veglia alle Reliquie presieduta dal Vescovo coadiutore Teresio Ferraroni. Nell’urna, portata sull’altare, vi erano le Reliquie dei Santi Felice, Francesco d’Assisi, el pieno dell’inverno Fedele, Carpoforo, Guglielmo 1971-72 fervevano i d’Orange, Santa Maria lavori, iniziati ai primi Goretti, e del Beato don Luigi di febbraio 1971, per Guanella. la costruzione del nuovo Nel pomeriggio di una complesso parrocchiale splendida domenica di di Prestino. Oramai la ottobre, monsignor Felice struttura era delineata, in Bonomini celebrava la particolare l’aula del culto e Dedicazione secondo le linee della assemblea. Era vivo il del Concilio Vaticano II. ricordo del campo scout a Siano rese grazie a Dio. Lourdes nell’estate del 1968. Si realizzava un grande Di là avevamo portato un sogno. Una realtà per un frammento di roccia della popolo, con un popolo. Grotta delle Apparizioni perché Tutto il complesso vuole diventasse la prima pietra esprimere il mistero della della chiesa della comunità Incarnazione e della Pasqua. parrocchiale di Prestino. Con Dio si è fatto uno di noi. un gesto semplice ma solenne Ci accoglie senza limiti di avevamo benedetto la prima barriere per donarsi a noi e Il sentito ricordo della prima S. Messa nella nuova chiesa, celebrata pietra (il frammento di Lourdes invitarci a vivere da fratelli e incastonato in una beola sorelle. la sera dell’11 febbraio 1972. e a ottobre i 4 decenni della dedicazione della Val San Giacomo), la Il prossimo 8 ottobre 2012 domenica 4 ottobre 1970, festa saranno quarant’anni. E, solo di San Francesco d’Assisi. davanti esprimeva la nostra gioia, il nostro E’ bello rinnovare il nostro affidarci alla dopo quattordici mesi, la parrocchia nata il A gennaio 1972 era imminente la festa della omaggio, il nostro grazie. Vergine Immacolata che a Lourdes ha 28 dicembre 1963, compirà cinquant’anni. Apparizione della Madonna a Lourdes. Venerdì 11 febbraio, mentre fuori ascoltato la voce dei nostri ragazzi. Pensandoci, balza alla mente che queste Sentimmo di dover dedicare questa data pioveva, la Comunità si raccolse intorno a Mentre ripensiamo questo avvenimento, due date sono abbracciate da due date, a un momento di ringraziamento e di quell’altare, la sera alle 20.30, a celebrare la mente corre avanti. L’8 ottobre 2012 si proposte dal Papa Benedetto XVI: l’11 speranza. la Santa Eucaristia. La fiamma di tante compiranno quarant’ anni dal giorno della ottobre 2012, cinquantesimo dell’inizio Così ci si preparò a celebrare per la prima torce a vento illuminava l’Aula. Quel Dedicazione del Tempio. del Concilio Vaticano Secondo, avvio volta la Santa Messa dentro la nuova momento non è più uscito dal nostro Dall’impresa Carboncini era giunta dell’Anno della Fede; 24 novembre 2013 chiesa. Non c’erano ancora i serramenti cuore. Quella sera, al termine della Messa, l’assicurazione che per la fine di settembre sua conclusione. e neppure l’altare. Ma era ben definita la ci sembrò bello donare una rosa alla i lavori sarebbero stati compiuti. Perciò Che stupendo “Anno della Fede”! Potrà parte chiamata un tempo “presbiterio”. mamma dell’ingegner Armen Manoukian, fissammo con il Vescovo Felice Bonomini essere di grande incoraggiamento a sentire Sui vani delle finestre furono posti dei progettista e direttore dei lavori, e alla la data della Dedicazione. Quasi segno del e vivere il senso della parrocchia popolo cellofan. Fu allestito come altare il bancone moglie di Vittorino Fusi, capo muratore che cielo: nel 1972 l’otto di ottobre – festa di San di Dio! di legno sul quale gli operai preparavano i guidava con tanta passione e competenza Felice primo vescovo di Como e patrono Così ritorna il vento del Concilio che ferri per la struttura in cemento armato. Fu quel manipolo di operai. Certamente la della parrocchia e onomastico del Vescovo ci spinse nell’avviare la vita di questa coperto da una tovaglia. Fu reso profumato Madonna ne fu contenta e non si stancò di - cadeva di domenica, così come, due Comunità con l’ansia di realizzare la casa di da una cornice di rose bianche. Una accompagnarci. anni prima, era domenica la festa di san Dio e degli Uomini! Auguri! carriola piena di garofani bianchi posta sul Sono passati quarant’anni. Francesco, altro patrono della parrocchia. don Titino N Prestino: 40 anni Visite Con Mondo Turistico a S. Pietro in Atrio e S. Fedele L’ Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 25 febbraio una visita guidata all’ex chiesa di S. Pietro in Atrio e alla Basilica di S. Fedele a Como. L’appuntamento è fissato per le ore 15.00 a Como, in piazza S. Fedele, davanti alla chiesa. La visita avrà inizio a S. Pietro in Atrio, antica chiesa di origini paleocristiane, in cui, durante gli scavi del 1981, furono rinvenuti resti pavimentali a lastrine bianche e nere. Vi sono inoltre lacerti di affreschi romanici e testimonianze di quadrature pittoriche settecentesche. Si proseguirà poi con la visita della basilica di S. Fedele, l’antica S. Eufemia, gioiello del romanico e non solo, avendo origini antichissime ed una stratificazione edilizia complessa e di non facile lettura che si cercherà di chiarire. È una delle chiese più ricche di Como dal punto di vista storico e artistico, vantando capolavori che vanno dalla scultura romanica alla pittura barocca di importanti artisti locali. La quota di partecipazione è di 7 euro per i soci, di 8 euro per i non soci. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 0344.30060; 339.4163108; e-mail: [email protected]. (s.fa.) Da Como a Kalongo al... Broletto I n occasione del venticinquesimo dalla morte di padre Giuseppe Ambrosoli (Lira, Uganda 27 marzo 1987), la “Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital” organizza a Como, presso il Palazzo del Broletto, unite ad uno spiccato spirito la mostra fotografica dal titolo “Da imprenditoriale, che lo legano Como a Kalongo: sulle orme di a doppio filo alla tradizione padre Giuseppe Ambrosoli” con e alla sua terra comasca. La l’obiettivo di far conoscere alla mostra racconta con immagini città e al territorio comasco, sua di ieri e di oggi la storia terra d’origine, la straordinaria dell’ospedale di Kalongo, il testimonianza di vita e l’opera “Memorial Hospital” e della di questo medico e missionario scuola di ostetricia “St. Mary comboniano, di cui è in corso la Midwifery School”, entrambi causa di beatificazione, divulgandone fondati da padre Ambrosoli; i l’eredità e il carisma che ha lasciato progetti intrapresi grazie alle a tutti noi. Padre Giuseppe, ha persone che nel tempo hanno operato in Uganda dal 1957 al 1987. lavorato a favore dell’ospedale Il “Medico della Carità”, soprannome e collaborato a questa “Impresa con il quale era conosciuto, viene sociale e solidale” dall’Italia e ricordato oggi quale figura di spicco dal mondo. Sarà suddivisa in per le alte qualità spirituali e morali 5 aree tematiche precedute da pannelli descrittivi e pannelli di foto e testimonianze secondo le seguenti aree tematiche di riferimento: - Padre Giuseppe Ambrosoli; - L’ospedale e la scuola di ostetricia ieri; - L’ospedale e la scuola di ostetricia oggi; - Il nord-Uganda e il contesto storico-sociale; - Volontari e sostenitori. La mostra sarà aperta dal 4 al 31 marzo con i seguenti orari: da martedì a venerdì 14 – 18, sabato e domenica 9.30-12.30/ 14 – 18. Lunedì chiuso. Como Cronaca Sabato, 18 febbraio 2012 21 ❚❚ Dentro la storia e la vita del futuro Papa Odescalchi e Gallio, un rapporto problematico T ra le famiglie emergenti nella Como d’inizio Seicento le alleanze, secondo antica tradizione, erano segnate dai matrimoni: un esempio fu quello di Onorio del fu Gerolamo Gallio, nipote del Cardinale Tolomeo, e Lucrezia Odescalchi, figlia di Marcantonio e di Cecilia Volpi, celebrato dopo laboriosi preparativi e con grandi festeggiamenti, il 24 febbraio 1609. La sposa portava in dote 102 mila lire imperiali. Non dovette essere un matrimonio felice e Lucrezia, rimasta vedova nel 1612, chiese ed ottenne di farsi monaca benedettina. Dal suo monastero di S. Colombano, sito presso il palazzo di famiglia del futuro Papa, mantenne rapporti stretti con alcuni dei suoi parenti Odescalchi ma ignorò persino suo figlio Carlo, che venne allevato dallo zio, abate Marco Gallio. Forse questo fatto segnò un solco tra le due famiglie e forse spiega il fatto che, parecchi anni dopo, quando Nicolò Odescalchi chiese la mano della sorella di Tolomeo II Gallio duca d’Alvito per Carlo suo fratello, si ebbe uno sdegnato diniego. Un’offesa del genere avrebbe rotto per sempre i rapporti tra le due famiglie. Ma il futuro Papa Innocenzo non ragionava così. Un fratello della mancata sposa Odescalchi, Marco, nato nel 1619 dal duca France- Grazie a: Un’originale mostra di foto stenopeiche, in Biblioteca comunale a Como sco e da Giustina Borromeo, avviato alla carriera ecclesiastica, laureato in giurisprudenza, divenne protonotario apostolico partecipante, referendario di entrambe le segnature,segretario della Congregazione dei Riti, e poi Nunzio a Colonia dal 1659 al 1666, vicegerente del Vicariato di Roma ed infine Nunzio a Napoli dal 1668. Era Vescovo di Rimini dal 1659, ma dopo la presa di possesso non si era mai fermato nella sua diocesi: fu obbligato a farlo dopo il 1670, e due anni dopo dovette far fronte al più grande terremoto nella storia della città romagnola. Il suo coraggio e generoso comportamento in quella circostanza meritò ampie lodi, ma la sua carriera non ebbe allora alcun progresso. E nessuno se lo sarebbe aspettato quando fu eletto Innocenzo XI, esponente di una famiglia rivale. Eppure proprio costui nel Concistoro del 1° settembre 1681 lo creò Cardinale prete col titolo di S.Pietro in Montorio. L’anno seguente lo stesso Papa lo nominò Cardinal Legato di Bologna, ma il Gallio morì a Roma il 24 luglio 1683, prima di partire per la Romagna, e venne deposto in un sepolcro vicino a quello dell’altro porporato comasco della sua famiglia, il grande Tolomeo, nella chiesa carmelitana di Santa Maria della Scala. MARIO LONGATTI il cardinale marco gallio Emobox visi in scatola ESPOSIZIONE DI FOTO STENOPEICHE crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” Classe 1958 Associazione La Stecca di Como Emobox: visi in scatola... della Cooperativa Sociale Parsifal Fondazione Provinciale della Comunità Comasca U na mostra del Montessori (Tavernola), tutto speciale, in Istituto Comprensivo Biblioteca comunale, Prestino. Un video, che a Como, fino al documenta il backstage prossimo 25 febbraio. Si di tutto questo lavoro tratta di “Emobox – visi in (proiezione a ingresso scatola”, una raccolta di libero il 24 febbraio, ore autoritratti di 130 ragazzi 17:30, Sala Auditorium, che hanno costruito Biblioteca comunale Como) macchine fotografiche racconta invece il percorso riciclando scatole di latta basato sulla identificazione ( dei biscotti, del caffè, e rappresentazione delle delle caramelle…), hanno emozioni per arrivare a Per info e contatti: scoperto le nozioni “inscatolarle” attraverso i catturata da un foglio di carta (percorsi individuali e di fotografica – spiega Roberta gruppo, laboratori condotti Butti, fotografa e film maker nelle scuole medie e nelle che ha ideato il laboratorio-. scuole superiori) attivati Abbiamo stimolato la curiosità nell’ambito del progetto iniziale dei ragazzi spingendoli “Where are you going?”, a realizzare da sé la propria ideato dalla Cooperativa macchina fotografica e ad Sociale Parsifal e coaiutarsi reciprocamente: le finanziato dalla Fondazione nozioni base della fotografia Provinciale della Comunità sono state così apprese Comasca ONLUS. Obiettivo sperimentandole.” del progetto è quello di Accanto a Roberta Butti ha orientare i ragazzi a una lavorato la psicologa Silvia maggiore consapevolezza Coop. Sociale Parsifal Bassanini, per accompagnare nella scelta della carriera sCOMOdiamoci i ragazzi nel processo di una scolastica, attraverso una maggiore conoscenza delle migliore conoscenza di via Polano 55 - Tavernola (CO) se stessi, delle15proprie PRESENTAZIONE VIDEO PER LE SCUOLE FEBBRAIO 2012 - emozioni ORE 10:30 principali e della [email protected] possibilità di individuarle inclinazioni e talenti, PRESENTAZIONE VIDEO 24 FEBBRAIO 2012 - OREper 17:30 tel. 031 3347197 e rappresentarle: “Negli così su una delle www.scomodiamoci.it INGRESSO LIBERO incidere interventi preparatori in principali cause del disagio aula abbiamo stimolato i giovanile: la dispersione base della fotografia e ragazzi a fare attenzione al ritratti fotografici di tanti scolastica. sperimentato lo sviluppo in visi. Da qui il titolo della Funziona davvero? Questa è linguaggio emotivo, non camera oscura e la stampa. verbale, all’ espressione delle mostra: Emobox- visi stata la domanda ricorrente Ma soprattutto hanno emozioni proprie e altrui in scatola ( le macchine dei ragazzi che, all’inizio ragionato sulle emozioni: per migliorare le capacità fotografiche sono state un po’ perplessi e via via ne hanno parlato, le relazionali. Abbiamo analizzato costruite dai ragazzi usando sempre più entusiasti, hanno individuate e appunto scatole di latta). hanno posto alle conduttrici l’ espressione del viso e del infine rappresentate per gesto attraverso l’osservazione L’iniziativa, ideata e del progetto-laboratorio “fermarle” negli autoritratti di ritratti fotografici e pittorici condotta dalla fotografa di fotografia stenopeica che la mostra mette in di varie epoche. Infine, siamo Roberta Butti con la “Emobox-Visi in scatola”. scena. giunti alla fase vera e propria di collaborazione della “Sembra incredibile che L’esposizione in Biblioteca progettazione dell’autoritratto, psicologa Silvia Bassanini, da una scatola di latta, comunale di Como allo scatto – sempre all’aria è stata organizzata dalla pronta da buttare via, si rappresenta il passaggio aperta quindi anche con la Cooperativa Sociale Parsifal possa ricavare un macchina finale dei laboratori di scelta di ambientazioni - e che da quasi cinque anni fotografica. Eppure il fotografia stenopeica alla stampa in camera oscura. si dedica a progetti rivolti metodo della fotografia organizzati in cinque scuole: ai giovani e che dal 2010 I ragazzi hanno lavorato in stenopeica è piuttosto Istituto Comprensivo Como piccoli gruppi in cui, a turno, gestisce il centro giovanile semplice: utilizza la luce Borgovico ( scuole medie ognuno ha avuto un ruolo sCOMOdiamoci a Villa che, entrando nella scatola di Como e Tavernola); specifico (fotografo, assistente Bellingardi di Tavernola attraverso un piccolo foro, Istituto Comprensivo e attore), in un clima di dialogo (Como). Si inserisce in disegna l’immagine sulla Cernobbio, Scuola Media e collaborazione.” una serie di interventi parete opposta dove viene Le storie di 130 ragazzi cheBiblioteca hanno comunale di Como dal 10 al 25 febbraio 2012 costruito macchine fotografiche riciclando scatole di latta. L’iniziativa della cooperativa sociale “Parsifal” Curiosità ■ Cos’è Fotografia stenopeica, frontiera dell’immagine La fotografia stenopeica è una tecnica sperimentale che è all’origine della fotografia. Consiste nel trasformare una semplice scatola in una macchina fotografica. La scatola viene annerita al suo interno con vernice spray. Si pratica poi un foro microscopico sulla parete opposta a quella dove si inserisce un foglio di carta fotografica. Il foro viene coperto con nastro isolante nero. Nel momento in cui si scatta la foto, si toglie lo scotch per permettere alla luce di entrare e di disegnare sul foglio di carta l’immagine davanti al foro, capovolta e opposta. Ciò che si ottiene è un negativo, che viene sviluppato in camera oscura e successivamente stampato a contatto su un nuovo foglio di carta fotografica per ottenerne il positivo. I tempi di posa richiesti sono molto lunghi e fanno sì che, nel caso del ritratto, il soggetto debba restare fermo davanti alla macchina fotografica per svariati secondi, a volte minuti, mantenendo fissa l’espressione del volto e la posizione del corpo. Questa tecnica richiede pazienza, studio delle variabili, concentrazione e capacità critica. ■ Parsifal Cooperativa “giovane” La società cooperativa sociale “Parsifal” nasce a Como nel 2007 con riferimento particolare al target dei minori, delle famiglie, della promozione di una cultura dell’accoglienza. Dal marzo 2010 ha attivato il progetto “La Darsena dei Giovani” presso la sede di Villa Bellingardi a Tavernola, dove organizza: • Laboratori creativi, esperienziali e coinvolgenti per stimolare interessi e far emergere passioni. I laboratori sono una proposta educativa che permette di sperimentare inclinazioni artistiche ed esprimere la propria creatività con la musica, la fotografia, il giornalismo, la spray art, la pittura sperimentale… • Workshop e stage propedeutici all’inserimento nel mondo del lavoro: percorsi di orientamento scolastico e professionale, individuali e di gruppo; workshop di accompagnamento a nuove figure come il Personal Shopper; percorsi di preparazione all’ auto imprenditorialità. • Centro giovanile “sCOMOdiamoci” per il tempo libero e il sostegno allo studio: progetto “Studio&midiverto”, da martedì a venerdì dalle 14 alle 17.30 per supporto ai compiti e per stare insieme, con educatori che guidano le attività; progetto “Brokkolandia”: un orto coltivato dai ragazzi sul terreno della Villa, a disposizione per la collaborazione anche con le Scuole della zona. Confcooperative 22 Sabato, 18 febbraio 2011 Realtà a servizio delle persone svantaggiate S ono passati trent’anni da quando padre Emilio Maroni, frate Concettino, insieme a un gruppo di volontari e con il sostegno del Lyons Club di Cantù e Mariano, fondò “Il Gabbiano”, cooperativa sociale che tuttora opera sul territorio di Cantù nell’ambito dei servizi per le persone svantaggiate. Nella lettera che egli stesso indirizzò ai cittadini di Cantù, per il Natale 1981, comunicando l’imminente inizio delle attività padre Emilio scriveva: “Ogni persona che legge questo biglietto e si sente amica di un fratello bisognoso si ritenga invitata a collaborare perché la nuova cooperativa mutualistica prosperi in pace grazie al contributo di competenza, di lavoro, di spinte positive da lei ricevute”. L’invito era diretto alle persone di una cittadina in cui egli meravigliato notava certo “l’intreccio delle relazioni commerciali con mezzo mondo, ma ancor più la sensibilità umana e cristiana rivolta a servizio dei fratelli”. La spinta iniziale si concretizzò in un “laboratorio artigianale ergoterapeutico” nel quale, attraverso il lavoro, persone svantaggiate potevano ritrovare relazioni e dignità. Nel tempo la cooperativa si è proposta sul territorio con vari servizi per la disabilità, primo fra tutti il centro diurno, attivo dal 1982, che ospita persone con disabilità proponendo loro attività formative e socializzanti nelle aree cognitiva, motoria, espressiva, occupazionale, di autonomia personale e di integrazione sociale. La prima storica sede furono alcuni locali presso l’Istituto dei padri Concettini di Cantù. Dal 2006, poi, con la costruzione della nuova sede nella palazzina interna al centro sportivo “Toto Caimi” di Vighizzolo e con l’ampliamento dei servizi offerti (spazio per residenzialità, servizi riabilitativo-assistenziali) si sono fatte sempre più complesse le attività, le strategie, le collaborazioni con il territorio. Dal febbraio 2011 la Comunità alloggio del piano superiore è aperta continuativamente, con tre ospiti, e propone un programma di iniziative mensili di avvicinamento alla residenzialità, progetto che coinvolge anche risorse Trent’anni in “volo” con “Il Gabbiano” Una cooperativa sociale nata nel canturino su iniziativa di padre Emilio Maroni, insieme a un gruppo di volontari e con il sostegno del Lyons Club di Cantù e Mariano e persone di altri enti. Non è da escludere che in un breve futuro possano essere prese in considerazione alternative altrettanto valide per rispondere anche a differenti esigenze di “residenzialità” (per esempio strutture abitative sul modello di un appartamento, che possano offrire altri livelli di gestione in autonomia della propria vita). Dal 2009, inoltre, è stata costruita su un terreno adiacente al centro, una serra che ospita ormai stabilmente attività di formazione lavoro, cura, gestione stagionale di cicli di floricoltura da parte delle persone inserite al centro, e permette altresì l’incontro attivo e positivo con la cittadinanza. Nel 2010 e nel 2011 sono state proposte le “feste di primaveraopen day”, occasioni in cui il centro e la serra si aprono al pubblico per una intera giornata, con notevole ritorno in termini di promozione e conoscenza. La serra è aperta in settimana e visitabile durante il giorno da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 19.00. Parallelamente alle attività diurne e residenziali la cooperativa, grazie al sostegno dei volontari dell’associazione LINKS (nata nel 2007 con l’appoggio de Il Gabbiano di Cantù e di Noi Genitori di Erba), garantisce l’offerta periodica di proposte di tempo libero, occasioni in cui stare insieme e vivere momenti di aggregazione e incontro con le risorse ricreative, ludiche e culturali del territorio. Altre occasioni di incontro con il territorio sono quelle legate al progetto teatrale che da otto anni è portato avanti dalle cooperative il Gabbiano e Noi Genitori. L’ultimo spettacolo portato in scena, “Schermi, immagini di un futuro”, propone una coraggiosa visione di quanto possa essere fallace la ricerca di una perfezione troppo spesso suscitata in noi da messaggi ambivalenti del mondo della comunicazione, a scapito delle dimensioni più profonde dell’umano. Lo spettacolo è interamente originale e La “compagnia” è lieta di presentarlo al maggior numero di persone possibile, in ogni tipo di cornice (teatri, scuole, associazioni ecc.) con lo scopo principale di generare occasioni di incontro. Accanto ai servizi pedagogici la cooperativa ha attivato nel 2006 e successivamente ampliato e potenziato il settore dei servizi riabilitativi, che prevedono attività sanitarie in palestra e in piscina, attività di ginnastica e posturali, poliambulatori supportati da professionisti in ortopedia, fisioterapia, dietologia, psicologia, logopedia e psicomotricità. Il flusso di persone che frequentano la struttura giornalmente per usufruire di questi servizi è notevole, e permette al centro di vivere una situazione relazionale molto aperta, stimolante e in costante contatto con i cittadini. ❚❚ La ricorrenza: un 2012 all’insegna della festa Trent’anni, una storia, mille volti L’ anno 2012 è l’anno della celebrazione del trentesimo di attività. La cooperativa ha l’intenzione di proporre alcuni momenti di festa, di commemorazione o di riflessione, per ricordare, rinverdire alcune dimensioni della memoria o anche esplorare alcune regioni di senso attinenti all’impegno della cooperativa e al contesto in cui il suo lavoro si è sviluppato dal 1982 fino ad oggi. In attesa di proporre il programma definito degli eventi, che si svolgeranno nel corso di questa prima parte dell’anno, anticipiamo che ci saranno alcuni momenti più “ricreativi” (la festa di primavera anche quest’anno verrà proposta, il giorno 6 maggio; inoltre si sta organizzando un evento estivo “finale” che possa radunare molte persone nel contesto del centro Toto Caimi) alternati a occasioni di riflessione, come incontri con esperti che possano aiutarci nel fare il punto su alcuni temi. Lo slogan scelto per pubblicizzare gli eventi è: “Trent’anni. Una storia. Mille volti”. È in effetti molto complicato riuscire a riassumere efficacemente le vicende, gli incontri, i personaggi e le scelte intercorse in una storia così lunga, ormai, e così ricca. La cooperativa, fin dagli inizi, ha dovuto continuamente riconsiderare le proprie scelte, riorganizzare e ampliare le risorse, mantenere un filo diretto con gli enti del territorio e con la cittadinanza, raccogliendo da una parte le esigenze di assistenza o di sostegno che di volta in volta emergevano, definendo dall’altra i rapporti con le istituzioni in maniera da poter essere meglio e più funzionalmente attrezzata e assolvere ai propri compiti entro un quadro adeguatamente formalizzato di collaborazione. Nel tempo, le forze del volontariato sono state e rimangono determinanti per poter offrire servizi non solo adeguati, ma anche ricchi di relazione “aggiunta”. L’inizio stesso delle attività è stato reso possibile da un gruppo di volontari che decisero di offrire le proprie risorse per la “causa” di padre Emilio. Da allora, si sono moltiplicati di molto per dimensione ma anche per tipologia gli spazi in cui è possibile offrire parte del proprio tempo e del proprio lavoro per sostenere concretamente le attività della cooperativa. Anche il Servizio Civile, negli anni offerto dagli obiettori di coscienza, prima, e dai giovani del “post leva”, poi, è stato determinante. Inoltre, sono sempre attive le convenzioni con le università e gli istituti che, soprattutto negli ultimi anni, garantiscono un apporto costante e benefico di tirocinanti. La parola d’ordine che ha sempre animato l’opera della cooperativa può essere riassunta in una concezione della disabilità che tende a considerare le persone affette da deficit di vario tipo non come beneficiari di assistenza, bensì come soggetti in grado di proporsi positivamente, tra la gente, sul territorio, nei propri limiti. Un accento alla dignità intrinseca di ogni essere umano, non disgiunto però da un onesto sguardo sui suoi problemi, con il dovere di elaborare attraverso strumenti materiali e teorici adeguati, le risposte che meglio possano alleviare la sofferenza generata da condizioni di difficoltà. pagina a cura di confcooperative unione provinciale di como www.eurekacomo.it Como Cronaca Notizie flash Comune di Como ■ Gravedona Mogodé: premiato il Barrage è stata l’associazione “Edodè” onlus di Domaso ad aggiudicarsi il primo premio per il bando di concorso a sostegno di programmi di cooperazione internazionale indetto nel 2011 dal Comune di Como. La cerimonia di premiazione si è svolta mercoledì 15 febbraio, alle ore 10, nella sala consiliare del Comune di Como. All’associazione, impegnata da anni in progetti idrici in diversi Paesi dell’Africa, va un contributo di 8 mila euro da utilizzare per il progetto premiato: la realizzazione di un barrage (sbarramento) a Mogodé nel nord del Camerun, dove sono presenti i missionari fidei donum della diocesi di Como. Ed è proprio con uno di loro, don Angelo Mazzucchi, originario di Garzeno, che è nata l’idea del progetto. L’obiettivo è quello di ricostruire un vecchio barrage andato distrutto, restituendo alla popolazione della zona una riserva idrica indispensabile per la vita e per la salute dei cittadini. Non solo direttamente, attraverso l’invaso, ma anche evitando, durante la stagione Sabato, 18 febbraio 2012 23 150 anni di Unità e il ruolo della Chiesa Contributo di 8 mila euro a sostegno un progetto presso la località africana dove sono presenti i fidei donum della diocesi di Como secca, il prosciugamento dei pozzi a valle del barrage. A ricevere il premio è stato il presidente dell’associazione Piero Acone che proprio in questi giorni insieme alla moglie, partirà alla volta del Camerun, per seguire l’andamento dei lavori già partiti da alcuni mesi. Scavi che, nel mese di gennaio, sono stati visitati anche dal vescovo Diego Coletti, in visita alla missione diocesana. “Arriveremo in Ciad domenica 19 febbraio – spiega Pieto Acone – e da lì ci sposteremo verso il nord del Camerun dove incontreremo i missionari fidei donum presenti nella zona: don Angelo Mazzucchi, don Corrado Necchi, don Alessandro Alberti di Morbegno e Laura Pellizzari di Regoledo di Cosio”. Nei giorni successivi i responsabili dell’associazione visiteranno i lavori incontrando i tecnici locali e le autorità civili e tradizionali con cui, fin dal primo momento, sono stati condivisi i progetti. Il viaggio in Camerun sarà anche l’occasione per visionare alcuni progetti realizzati negli anni scorsi – in particolare 19 pozzi – e prendere visione di un terreno, acquistato dall’associazione, su cui è prevista la realizzazione di tre fabbricati,da adibire a Centro di fisioterapia, acquisiti nella parrocchia di Rhumzu dove è parroco don Corrado Necchi. Per informazioni www.edodeonlus.it. L’associazione “Progetto LarioLombardia” con l’associazione “Storica AltoLario”, e con il patrocinio della Provincia di Como, della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, del Comune di Gravedona e Uniti, i vicariati delle “Tre Pievi” e della Tremezzina, il decanato di Porlezza organizzano un convegno sul tema: “150 anni di storia di unità d’Italia: premesse e considerazioni,quale il ruolo anche della Chiesa?” Relatore: prof. Roberto de Mattei vice Presidente del C.N.R.(Consiglio Nazionale delle Ricerche) ordinario universitario di Storia moderna ed ecclesiastica a Roma. Appuntamento venerdì 2 marzo, alle ore 21, presso la sala congressi dell’Ospedale di Gravedona e Uniti. L’invito è rivolto a tutti,in particolare agli educatori, ai sindaci, ai sacerdoti, ai genitori. ■ Iubilantes Viaggio nei Paesi Baltici L’associazione culturale Iubilantes propone, da domenica 5 a giovedì 16 agosto, un viaggio alla scoperta dei Paesi Baltici. Guida sarà l’architetto Paolo Arà Zarian. Info tel 031-279684. Como Cronaca 24 Sabato, 18 febbraio 2012 Cambio valuta: I impennata di truffe In crescita esponenziale le denunce presentate dai negozi nell’area di confine mpennata delle truffe relative al cambio valuta in Canton Ticino a tal punto che la Polizia Cantonale, nel mettere in guardia privati cittadini ed esercenti, ha diramato un apposito avviso spiegando il “modus operandi” dei raggiratori. Infatti, complice anche l’elevato tasso di cambio che contraddistingue il cambio di moneta da euro a franco svizzero, le autorità ticinesi hanno visto crescere esponenzialmente il numero di denunce presentate soprattutto dai negozianti dell’area di confine. Il fenomeno dei raggiri, dunque, non è una piaga che puntualmente si ripresenta solo nella nostra città ma è un fatto che, come sottolineato, ora riguarda soprattutto il mendrisiotto e che ha indotto la Polizia cantonale ticinese a redigere un’apposita nota informativa. Gli autori di tali reati, infatti, agiscono sia singolarmente che in coppia e si presentano di norma in negozi o altri esercizi commerciali. Utilizzano spesso, quale pretesto, l’acquisto di merce di poco valore che pagano con banconote di grosso taglio, molto spesso in euro. Una volta che la commessa ha appoggiato sul bancone il resto previsto, anche perché è usanza che la differenza di prezzo in transazioni effettuate in moneta diversa dal franco svizzero siano poi sanate con la divisa ufficiale elvetica, secondo la polizia l’acquirente inizia a distrarla parlando e chiedendo ripetutamente un taglio diverso di banconote da ricevere come resto per l’acquisto. Il risultato finale è il crearsi di una situazione di confusione tale che i raggiratori riescono a sottrarre più banconote del dovuto. A questo punto si allontanano non dando la possibilità alla sfortunata vittima, sia questa commessa o semplice persona di passaggio cui viene chiesto il cambio della divisa, di rendersi conto per tempo del danno subito. Per evitare sgradite sorprese, la Polizia cantonale ha invitato dunque a porre particolare attenzione quando ci si trova in presenza di richieste di cambio di moneta tra euro e franchi oppure quando viene chiesto di cambiare in tagli più piccoli banconote di importo molto elevato. Ovviamente si chiede ai cittadini di avvisare tempestivamente la Polizia cantonale perché questo permette l’identificazione dei malviventi. (l.cl.) Notizie flash La “denuncia” di Ivano Polledrotti ■ S. Anna Protezione civile: quale futuro? L a prossima soppressione della Provincia potrebbe mettere a rischio l’efficienza dell’intero sistema della Protezione Civile sul territorio con pesanti conseguenze per la salvaguardia dei cittadini. A suonare il campanello d’allarme è stato Ivano Poledrotti, assessore alla Protezione civile della provincia di Como, a margine di un incontro con i suoi omologhi delle province lombarde che si è svolto, giovedì 9 febbraio, a Villa Saporiti. “Se non ci saranno cambiamenti dell’ultimo minuto – ha spiegato Poledrotti – tra circa ottanta giorni il Consiglio provinciale di Como verrà sciolto, invece di essere rinnovato con le elezioni, e la nostra provincia verrà così svuotata della propria rappresentanza democratica. La situazione non è ancora chiara ma a questo passaggio potrebbe seguire un probabile commissariamento dell’ente in attesa dell’entrata in vigore delle nuove norme fissate in tutta Italia per il 1° gennaio 2013”. Sono sette le provincie italiane che anticiperanno la riforma voluta dal governo che prevede uno svuotamento dei settori Notizie flash ■ Chiasso Mese di marzo all’insegna della poesia e della musica Nel corso del mese di marzo 2012, ogni giovedì sera, il Cinema Teatro di Chiasso promuoverà un incontro tra la grande poesia e la musica, ideato e coordinato da Maria Giuseppina Scanziani. Letture da Dante, Petrarca, Leopardi, Pascoli e Montale si alterneranno ad interessanti e suggestivi brani musicali. L’iniziativa, proposta in collaborazione con il Conservatorio della Svizzera italiana SUPSI, sarà ad entrata libera. “Cardiologie aperte” il 18 febbraio L’imminente soppressione dell’ente Provincia potrebbe metterne a rischio il sistema di gestione e d’intervento oggi a carico degli enti provinciali. “Tra le competenze della Provincia – ha proseguito Poledrotti – rientra anche il coordinamento del sistema di protezione civile. Un aspetto fondamentale quando ci si trova a gestire un’emergenza. L’emergenza del luglio scorso a Brienno ha dimostrato l’efficacia delle nostre capacità d’intervento. Un patrimonio che rischia ora di essere vanificato. Senza dimenticare il contributo dato dalla Provincia per la formazione dei gruppi con corsi, esercitazioni congiunte e fornitura di dotazioni strumentali. Elementi che rischiano di perdersi”. Il sistema della protezione civile nel comasco è composto da 55 organizzazioni di cui 33 gruppi (25 comunali e 8 intercomunali) e 22 associazioni, per un totale di 1400 volontari. Secondo l’assessore il rischio è soprattutto legato al medio e lungo periodo. “In questa prima fase – conclude – i gruppi continueranno ad operare senza grossi problemi, forti dell’esperienza maturata in questi anni, ma con il passare del tempo la mancanza di una struttura intermedia che si occupi del coordinamento e della formazione potrebbe avere pesante effetti sulla capacità dei gruppi di far fronte alle emergenze. Il problema è che ad oggi non sappiamo ancora cosa succederà nei prossimi mesi, perché non abbiamo ancora avuto nessuna comunicazione ufficiale”. (m.l.) Cuore sotto controllo grazie a “Cardiologie Aperte”. L’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia (via Ravona) ha aderito a questa iniziativa di rilievo nazionale promossa dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco) e dalla Fondazione “per il tuo Cuore” – Hcf onlus programmando per sabato 18 febbraio nella sala soggiorno della Degenza Medica 3 (piano verde +1) due momenti di incontro (orari: 10.30-12.30 e 15.30-18) con lo staff dell’Unità di Operativa di Cardiologia diretta da Carlo Campana. Lo staff del primario di Cardiologia Carlo Campana accoglierà i cittadini nel soggiorno della Degenza Medica per informarli sulle principali patologie del cuore, per la misurazione della pressione arteriosa (uno dei principali fattori di rischio da tenere sotto controllo) e per mostrare loro le apparecchiature utilizzate nel nuovo presidio comasco in dotazione alla Cardiologia, quali, ad esempio, l’ecocardiogramma. Orari: 10.30-12.30 e 15.30-18. Alla campagna “Cardiologie aperte – per il Tuo cuore” hanno aderito oltre 170 strutture cardiologiche in tutta Italia. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa: www.anmco.it e www. periltuocuore.it. ❚❚ Mozione dell’UDC Poste e disagi: confronto in Regione F iore all’occhiello di numerose nazioni, come la Svizzera, la Germania, la Francia, in Italia le Poste non hanno mai goduto di un grande credito. E nonostante la dinamicità che traspare dalle diverse campagne pubblicitarie relative soprattutto ai servizi finanziari, di telefonia nonché di vendita, il giudizio dei cittadini nei confronti dell’ex PT è sempre stato decisamente incline alla negatività. La situazione non pare migliorata in queste ultime settimane dove, se è vero che dal 30 gennaio sono diventati operativi i nuovi orari di apertura al pubblico degli sportelli di Poste italiane, distinti a seconda della ‘grandezza’ degli uffici, disservizi nella consegna della corrispondenza vengono quasi quotidianamente segnalati in diverse zone della provincia lariana. Nelle ultime settimane, ad esempio, sono salite alla ribalta della cronaca le difficoltà nel ricevere lettere e bollette da parte degli abitanti della Val Cavargna e dell’alto lago. Qualche anno fa, invece, era stata la zona dell’erbese e del Triangolo lariano al centro di una vasta mobilitazione e protesta per analoghi disservizi. Al fine di avere un quadro più preciso della situazione anche comasca il Consiglio Regionale, nell’ultima sua seduta, ha accolto una mozione presentata dall’UDC con la quale intende chiedere ragione all’ente Poste sul processo di razionalizzazione del servizio nonché sulle chiusure degli uffici postali. Nella mozione approvata dall’aula anche dai tre consiglieri regionali comaschi, Regione Lombardia si impegna ad attivare un confronto con Poste Italiane affinché si ottengano atti concreti volti a garantire l’erogazione di servizi destinati in particolar modo ai piccoli paesi ed ai quartieri periferici delle città. Il documento, inoltre, impegna il Presidente Roberto Formigoni e la Giunta regionale a stipulare con Poste Italiane un protocollo d’intesa per attivare un piano di installazione anche nei piccoli centri degli sportelli Postamat attraverso i quali i cittadini possono essere in grado di effettuare tutta una serie di operazioni. L’intervento regionale vuole essere finalizzato ad ottenere una maggiore concertazione e condivisione delle scelte effettuate dalle Poste nel processo di razionalizzazione del servizio. Nel frattempo anche alcune sedi dell’Unione Consumatori hanno denunciato i disagi registrati nell’erogazione dei servizi postali. (L.Cl.) Como Cronaca Sabato, 18 febbraio 2012 25 Pubblicazioni. Provincia e Camera di Commercio I l Lario: terra d’arte, cultura e sport. Luogo d’attrazione e transito per i suoi panorami suggestivi, ma anche privilegiato condensato di sapori, tappa insostituibile per gli amanti della buona cucina. Basta saper dove cercare. “Il gusto in un bel posto. Alla scoperta dell’enogastronomia del Lago di Como”, testi di Davide Paolini, è l’ultima “bussola” realizzata da Provincia di Como e Camera di Commercio per accompagnare i turisti tra le prelibatezze del territorio. Miele, dolci, formaggi, olio, birra, vino, pesce, salumi… davvero per tutti i gusti… “… il territorio del lago di Como – spiegano Paolo De Santis e Achille Mojoli, rispettivamente presidente della Camera di Commercio e assessore al Marketing Territoriale della Provincia di Como – vanta una varietà gastronomica che nulla ha da invidiare a quella paesaggistica. Ma se sono note a tutti le magnifiche ville neoclassiche che abbelliscono le rive lariane, i monumenti romantici e quelli dell’architettura razionalista, pochi conoscono i prodotti tipici e le specialità legate alle antiche tradizioni degli abitanti del nostro lago e delle valli circostanti. Questa pubblicazione ha lo scopo di stimolare la curiosità di turisti e viaggiatori per guidarli alla scoperta dei sapori del lago di Como, delle specialità gastronomiche, unite a consigli sui luoghi da visitare e ad un elenco dei produttori e prodotti di nicchia…” Il breve viaggio, condensato in un libretto di una novantina di pagine, che affianca la presentazione di prelibatezze nostrane a luoghi suggestivi del Lario - parte dal miele lariano, miele dalle caratteristiche organolettiche particolari che gli derivano dall’essere frutto di un territorio, quello della fascia prealpina, caratterizzato da inverni rigidi, ma mitigato dai laghi. Condizioni che favoriscono la produzione di miele d’acacia o robinia, castagno, tiglio, melata, millefiori. Per non parlare del più raro, e di nicchia, miele d’alta montagna, lampone, rododendro e alianto. Numerosi i produttori in provincia: dalla zona prealpina, al Triangolo Lariano, al Hai l’alcolismo in casa? Vuoi saperne di più? Hai bisogno di aiuto? I Gruppi Familiari Al-Anon possono offrirti le informazioni che cerchi Telefona allo: 800 087 897 Il Lario, terra d’arte, cultura, sport, ma anche privilegiato condensato di sapori canturino e alla bassa comasca. Seconda tappa di questo cammino enogastronomico sono i dolci. Impossibile transitare sul Lario senza farne la conoscenza. I dolci del lago di Como sono legati alle tradizioni religiose o familiari e per la maggior parte appartengono alla famiglia dei pani lombardi o dei lievitati. Ne citiamo solo alcuni, consapevoli dell’impossibilità di esaurirli tutti. La guida cita il masigott, dolce tipico di Erba e il braschin, focaccia tipica della cucina povera degli avanzi, tipica di Garzeno, e con loro anche altri prodotti che contraddistinguono i vari territori della provincia. Si va dalla meascia o miascia della zona di Tremezzo, detta anche turta del paisan, un pane raffermo ammollato nel latte e arricchito da frutta, uvetta, uva fresca, scorza di limone, farina gialla, rosmarino, olio e uova; al pan mataloc di Bellagio, altro membro della famiglia dei pani dolci lombardi, considerato una volta il dolce di Natale del lago. Spostandosi nel Triangolo Lariano a Canzo si gustano i nocciolini, biscotti simili a piccoli amaretti. Nella vicina Longone da segnalare il dolce Segrino, torta che ha vinto premi internazionali ed è dedicata all’omonimo laghetto. Un accenno finale non poteva mancare al dolce tipico di Como, la resta, la pagnotta ornata con il classico ramo d’ulivo. Dal dolce al formaggio il passaggio è breve. Il lago di Como ha un’antica tradizione nell’allevamento di capre e mucche, tanto che la sua cucina ne ha beneficamente risentito utilizzando latte e formaggi per la creazione di piatti tipici del territorio. Tra i formaggi da citare il latteria che arriva dal Triangolo Lariano ed è prodotto con latte vaccino parzialmente scremato, ed il lariano d’alpeggio che giunge, appunto, dagli alpeggi della provincia. Impossibile non citare anche lo zincarlin, termine dialettale con cui si identifica una ricotta aromatizzata e stagionata di latte vaccino o caprino, proveniente dall’Alto Lario, ma anche dalla Valle Intelvi e dalle Alpi Lepontine; il caprino di Caslino, prodotto di nicchia a base di latte crudo di capra, e la casoretta del Bisbino, formaggio ottenuto con latte vaccino intero, tipico della Val d’Intelvi. Anche qui la distribuzione è articolata da nord a sud del territorio. Per quanto riguarda l’olio, l’olio del lago di Como è un extravergine d’oliva dal profumo intenso e dal sapore fruttato che rievoca sfumature della mandorla e del carciofo. Le aree di produzione sono quelle di Bellagio, Ossuccio, Lenno, Tremezzo, Griante, Varenna-Perledo e Gravedona. Qui le olive vengono raccolte a mano e subito macinate a pietra e spremute a freddo. Tra i prodotti enogastronomici della provincia di Como con i natali più recenti c’è anche la birra, amata da giovani e meno giovani. Per quanto riguarda il vino che il Lago di Como sia terra di vino è cosa nota; le viti, infatti, insieme agli ulivi, furono introdotte in questa zona sin dai Romani. Tra i vini comaschi da segnalare spicca il domasino bianco o rosso IGT Terre Lariane, il cui nome prende origine dal termine con cui venivano anticamente chiamati i vini provenienti dal territorio sovrastante il comune di Domaso. Domaso è appunto uno dei principali centri produttivi dell’IGT Terre Lariane, in virtù della sua posizione e delle caratteristiche del terreno. L’IGT terre Lariane prende forma in vini bianchi realizzati con vitigni di Verdese bianco, Chardonnay, Pinot bianco, Riesling, Sauvignon, Trebbiano toscano; e vini rossi come uve Barbera, Cabernet Sauvignon, Merlot, Marzemino, Croatina, Savignonese e Schiava. Il viaggio tra le prelibatezze del lago si prosegue con il pesce¸ come non citare il tipico missultin, un tempo piatto povero, riserva di cibo per l’inverno, composto da agoni essiccati. Tra le ricette tipiche del lago a base di pesce da segnalare il classico risotto al pesce persico, o l’alborella, solitamente fritta od in carpione. O ancora il lavarello con burro e salvia, il cavedano nella versione patè, la zuppa di pesce della Tremezzina, con luccio, trotelle, cavedano, bottatrice e persico. Un accenno dedicato anche ai salami, ricordando che il salame Brianza ha ottenuto il riconoscimento della DOP ed è prodotto unicamente in quell’area compresa tra Milano, Como, Lecco e Monza Brianza. Un ultimo accenno, per concludere questa abbuffata di sapori, viene dedicato ai giacimenti gastronomici da preservare: vere e proprie “leccornie”: gli asparagi di Rogaro, la castagna lariana, la patata bianca comasca, la cipolla di Brunate e il pane di Como. (m.ga.) Inaugurazione 1° marzo La “Tullio Cairoli” e la “Galleria Gruppo Como” al S. Anna “Pro memoria” e la collana “iVitali” M artedì 14 febbraio, l’associazione “Tullio Cairoli” ha inaugurato negli spazi del Day - Hospital Oncologico dell’Ospedale Sant’Anna di S. Fermo la “Galleria Gruppo Como”, che raccoglie opere di autorevoli esponenti dello scenario artistico comasco. Presenti i lavori di Carla Badiali, Alvaro Molteni, Aldo Galli, Mimmo Totaro e Giovanni Colombo, generosamente donati dagli artisti e da collezionisti. Il nome “Gruppo Como” rimanda al Gruppo che, costituito negli anni ’30 dai più importanti intellettuali comaschi, fra i quali Rho, Radice, Badiali, Terragni e Lingeri, ha contribuito alla nascita dell’Astrattismo e Razionalismo. Presentando questa prima raccolta sintetica di opere rappresentative dell’arte comasca, ricca di intuizione, tensione e ricerca, l’associazione “Tullio Cairoli” si propone di trasmettere a pazienti e visitatori “l’emozione che suscita il bello”, sentimento fondamentale in qualunque momento della vita, soprattutto nel difficile percorso della malattia. “Inaugurando la Galleria – spiega la dott. ssa Monica Giordano, presidente dell’associazione “Tullio Cairoli” - festeggiamo i 92 anni di Alvaro, che ha dato inizio a questa raccolta. L’Associazione desidera esprimere la propria gratitudine agli artisti, ai collezionisti e a tutti coloro che hanno generosamente contribuito alla realizzazione di tutto questo”. G iovedì 1 marzo alle 20.30, presso la sala conferenze dell’Accademia Aldo Galli di Como (via Petrarca 9), si terrà l’incontro con lo scrittore Andrea Vitali, Diego Minonzio, direttore de “La Provincia” e Antonio Bozzo, giornalista del Corriere della Sera, per presentare in anteprima “Pro-memoria”, il sesto volume della collana “iVitali”. Il libro raccoglie un lungo racconto di Andrea Vitali e 35 opere su carta di Giancarlo Vitali. Come per gli altri titoli, il volume è realizzato anche in tiratura limitata di 35 copie, ciascuna arricchita da un disegno originale. L’incontro, organizzato in collaborazione con Accademia Aldo Galli, sarà introdotto da Salvatore Amura, AD dell’Accademia Galli, e da Glauco Peverelli, presidente di Parolario. L’ingresso è libero. Giornata della Guida 26 Sabato, 18 febbraio 2012 Giornata celebrativa. Un appuntamento internazionale Guide che passione! Figura squisitamente culturale introduce il visitatore alle bellezze di un territorio. Una risorsa per mantenerne viva l’attenzione e la cura N el mese di febbraio, subito prima dell’inizio della stagione turistica, si tiene a Milano la BIT-Borsa Internazionale del Turismo (questo fine settimana da giovedì a domenica) ma pure si celebra ormai da molti anni la Giornata Nazionale della Guida Turistica. Durante la Giornata le organizzazioni di guide presenti sul territorio offrono visite guidate gratuite, sempre diverse, spaziando dalle ‘eccellenze’ di arte e natura fino a percorsi meno noti e tutti da scoprire (o riscoprire). Ma cos’è la guida turistica? Spesso confusa con l’accompagnatore turistico, che è una figura tecnica (si occupa ad esempio di problemi riguardanti i trasporti, l’alloggio ecc. del gruppo affidatogli dall’agenzia di viaggi), la guida è una figura squisitamente culturale che introduce il visitatore alle bellezze naturali, architettoniche e artistiche, ma anche di tradizione, di un territorio. Che deve conoscere a menadito, e per questo la sua abilitazione all’esercizio della professione (il cosiddetto “patentino”, tuttora obbligatorio) è ristretta ad un territorio provinciale. Naturalmente una guida può sostenere l’esame per l’abilitazione anche per più province, di rado ciò avviene per più di due (alcune guide comasche sono abilitate anche per Lecco o Milano). E’ obbligatoria la conoscenza di almeno una lingua straniera, buona parte sostiene l’esame per due lingue, ma tra gli operatori del Comasco c’è anche chi ne conosce fino a cinque. L’ esame, piuttosto complesso, contempla non solo la conoscenza dell’arte e dei monumenti del territorio, ma la sua geologia con le particolarità naturalistiche, la storia sociale, le tradizioni, l’economia, la gastronomia ecc. insieme a questioni più tecniche come i trasporti e le vie di comunicazione, nonché a nozioni di tecnica turistica e alla capacità di organizzare e gestire un itinerario, adeguato alle caratteristiche del gruppo (anziani, ragazzi in gita scolastica, associazione culturale ecc.). E’ lampante dunque come non aveva alcuna sensatezza il recente progetto di istituire una “guida nazionale”: data la vastità e la ricchezza artistica del territorio italiano. La preparazione di questa figura sarebbe stata per forza di cose una semplice infarinatura, come quella che si richiede all’accompagnatore turistico, mentre la guida deve avere una conoscenza ben più approfondita, solida e articolata della propria materia. Il cosiddetto Decreto Bersani sulle liberalizzazioni dava facoltà di esercitare la professione di guida turistica anche ai laureati in storia dell’arte e materie similari, purché “previo accertamento” delle altre competenze proprie della guida: per qualche anno dunque chi era in possesso di queste lauree non sosteneva l’esame completo bensì un “colloquio” integrativo. Tale possibilità è stata cancellata dal Decreto Legislativo n. 79 del 23 maggio 2011 che prescrive per tutti la necessità di sostenere l’esame completo (per il quale è comunque obbligatorio il diploma di scuola media superiore). All’epoca il decreto suscitò qualche accusa di “corporativismo” da parte delle guide: in realtà l’accertamento dell’idoneità dei candidati alla professione è garanzia di qualità per l’utente, non certo una “prepotenza” contro potenziali Guida. La collaborazione con l’Ufficio diocesano Anche pellegrinaggi... L a giornata internazionale della guida turistica è una manifestazione mondiale nata una ventina d’anni fa. Le giornate mondiali sono stabilite da importanti Enti internazionali, quali l’ONU o l’UNESCO e sono stabilite per dare risalto a particolari professioni o problemi che hanno dimensione internazionale. La giornata della Guida turistica, derivazione della più antica giornata della Guida Scout, si propone di far conoscere al pubblico di tutto il mondo l’importanza di questa professione non sempre ben capita e recepita nel suo senso più profondo. Quella di guida turistica non è una semplice professione che permette di praticare un’attività con risvolti anche economici. La figura della guida è complessa e ricca di aspetti culturali e psicologici, deve saper presentare un territorio dal punto di vista storico, artistico, umano, geografico con riferimenti alle tradizioni di ogni tipo. La guida deve, quindi, possedere, una bagaglio di nozioni vaste ed approfondite, ma deve anche saper coinvolgere i visitatori perché riescano ad apprezzare il luogo, le sue eccellenze artistiche e paesaggistiche, ma anche i problemi sociali e umani che sono l’amalgama di un territorio. La guida turistica deve, quindi, avere anche una carica di simpatia umana e deve amare profondamente il luogo dove conduce il turista, deve avere il desiderio di conservarne le caratteristiche, deve cercare di far capire l’importanza di mantenere un patrimonio artistico e umano perché le future generazioni ne possano gioire e deve essere in grado di trasmettere questi ideali. Oggi abbiamo una società poco propensa a riflettere su questi problemi, compito della guida turistica è anche quello di creare nelle persone il desiderio di capire e gioire di quanto il territorio mette a disposizione. Durante la giornata internazionale della guida turistica, pertanto, le guide di tutto il mondo effettuano degli itinerari guidati gratuiti in luoghi e monumenti, che sono sempre sotto gli occhi di tutti, ma che spesso non vengono considerati nella loro giusta dimensione. In provincia di Como e di Lecco le guide turistiche celebrano la loro giornata da diversi anni con entusiasmo e con il piacere di mostrare a coloro, che non necessariamente vengono da fuori, dei particolari e degli aspetti del territorio che talvolta sfuggono nella frenesia del vivere moderno. La data ufficiale della giornata della guida turistica quest’anno è il 19 febbraio, ma Mondo Turistico, per ragioni organizzative, prolunga questo piacere anche nella settimana successiva al 26 febbraio. Proprio perché lavoro in questo campo con la collega Aurelia Pain, che è accompagnatrice anche lei, e con Rossella Bernasconi da un anno collaboriamo con l’Ufficio Pellegrinaggi della diocesi di Como soprattutto nella scelta delle mete, nel coordinare le varie prenotazioni e nel promuovere i diversi pellegrinaggi. E’ importante in questo frangente non dimenticare l’impronta cristiana diretta che va data a chi vi partecipa. La nostra disponibilità si affianca a quella del nostro direttore, don Giovanni Illia, che accompagna, come figura spirituale la maggior parte dei pellegrinaggi e con la sua preparazione ed il suo carisma riesce a trasmettere in modo professionale ed allo stesso tempo piacevole i veri e profondi significati del viaggio che si sta percorrendo. Sono veramente contenta di questa opportunità che mi ha permesso di non farmi vergognare di portare la mia fede anche quando accompagno gruppi o singole persone che si trovano qui e che richiedono una guida locale solo ed esclusivamente per ammirare il paesaggio e le bellezze artistiche da analizzare sotto il profilo artistico e architettonico. È bello cercare di riuscire a tradurre tutto questo in un linguaggio di fede e quando vedo che questo viene anche recepito mi rende orgogliosa. Rita Annunziata concorrenti da parte di chi già esercita! L’esame di abilitazione veniva organizzato dalla Regione Lombardia fino all’anno 2000, poi ne è stata data delega alle Province; attualmente la Provincia di Como sta per tenere la sessione di esami orali relativa al bando 2011. In stand-by il bando 2012, in attesa di istruzioni dalla Regione dopo che sarà stato esaminato il cosiddetto “decreto SalvaItalia”: in parole povere, ancora non si sa se la guida turistica sarà tra le professioni da “liberalizzare” o meno (col problema già suaccennato circa la “qualità” del servizio offerto… magari da guide improvvisate o abusive). Aggiungeremo che non esistono corsi abilitanti, ma periodicamente vengono organizzati dagli enti locali e formativi dei corsi che possono essere di aggiornamento per chi è già guida e di preparazione per chi vuole diventarlo: nel Comasco ne sono in corso due (uno sulla Valle Intelvi e uno transfrontaliero). Le guide abilitate per il Comasco sono oltre cinquanta, buona parte riunite in associazioni o cooperative; il guadagno, conteggiato a mezze giornate, è discreto ma occorre detrarne le spese di trasporto, il vitto, le spese d’ufficio e naturalmente le tasse; non c’è copertura per malattia o maternità; inoltre la stagione turistica da noi copre circa otto mesi l’anno, e occorre sfidare la concorrenza degli abusivi (sì, ci sono anche qui, non solo… agli scavi di Pompei come qualcuno crede!) disponibili a prezzi più contenuti. La crisi infine spinge molte agenzie a fare a meno del tutto della guida, anche per quei monumenti che per legge dovrebbero venire illustrati da personale specifico. Il risparmio? Su un pullman, un paio di euro a persona. E’ possibile dunque mantenersi tutto l’anno con la professione di guida? Dipende: ce la fanno le guide che possono dedicarvisi a tempo pieno durante la stagione, e che siano abbastanza brave da venire esplicitamente richieste dalle agenzie di viaggi. In alternativa, si tiene un secondo lavoro durante la stagione invernale: c’è ad esempio chi fa il traduttore, o chi possiede anche l’abilitazione di accompagnatore turistico e d’inverno accompagna gruppi italiani in viaggi all’estero… unendo l’utile al dilettevole. (g.fo.) Appuntamenti In occasione della “Giornata Internazionale della Guida Turistica”, l’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per domenica 19 e domenica 26 febbraio tre visite guidate gratuite sul nostro territorio. Domenica 19 febbraio è in programma una visita guidata alla chiesa di origine romanica di S. Marta a Carate Urio, edificata su un terrazzo panoramico del pendio nella parte alta del paese, accanto alla Via Regina nuova; l’appuntamento è alle ore 14.30 sul sagrato. Sempre domenica 19 febbraio è prevista una passeggiata sul lungolago di Lecco, alla scoperta del paesaggio, dei monumenti e delle curiosità che caratterizzano la città; il ritrovo è per le ore 15.00 a Lecco, in via N. Sauro 6, davanti allo IAT (Ufficio Informazioni Turistiche). Domenica 26 febbraio, alle ore 15.30 (con ritrovo davanti al portale centrale) ci sarà una visita speciale al Duomo di Como per bambini e famiglie dai 6 ai 12 anni. Secondo una ormai consolidata abitudine di Mondo Turistico, la visita sarà effettuata da due guide, una si occuperà degli adulti, illustrando la cattedrale e il quartiere circostante, mentre l’altra si occuperà dei bambini con una breve visita del monumento e attività ludica finale. La partecipazione alle visite è libera e gratuita; per ragioni organizzative si richiede comunque la prenotazione entro il giovedì precedente. Info e prenotazioni: Mondo Turistico, tel. 0344-30060; 339-4163108; e-mail: [email protected]. Valli Varesine 28 Sabato, 18 febbraio 2012 Il Vescovo: “Insegnare significa prendersi cura degli alunni” Giovedì 9 febbraio mons. Coletti ha incontrato a Cuveglio il mondo della scuola. Un’occasione per mettersi in ascolto G iovedì 9 febbraio presso la Sala Polivalente del comune di Cuveglio, dove si trova in Visita pastorale, si è tenuto l’incontro del Vescovo Diego Coletti con il mondo della scuola. Subito si è creato un clima collaborativo in quanto più che rispondere a domande precedentemente preparate, mons. Coletti ha sollecitato una condivisione di esperienze al termine delle quali ha poi espresso il suo pensiero sempre disponibile e aperto al confronto. Il primo intervento riguardava le realtà socio-familiari estremamente complicate che gli operatori della scuola incontrano nel loro lavoro quotidiano. I ragazzi infatti riflettono inevitabilmente il vissuto familiare e portano a scuola le loro domande espresse nei modi più disparati e i loro disagi. Gli interventi a tal riguardo sono stati molteplici, da parte di chi opera attualmente nella scuola si sono soprattutto sottolineate le difficoltà di relazione con le famiglie, le richieste di impegno da parte dei ragazzi spesso disattese perché distratti anche da sollecitazioni virtuali che li allontanano sempre di più dalla realtà. Altre insegnanti soprattutto chi ha maturato parecchi anni di esperienza, hanno invece sottolineato come spesso, proprio in relazione a situazioni socio-familiari drammatiche, sia necessaria una grande accoglienza che eviti a priori un giudizio sulle persone e che impegni gli operatori della scuola ad agire in modo che il tempo vissuto insieme tolga le differenze e dia a tutti opportunità di crescita umana e culturale; forse solo la scuola è in grado di restituire ad alcuni svantaggiati una parità di diritti e doveri. Quindi senza ridimensionare le attese sul piano più strettamente didattico promuovere anche una crescita sul piano personale e su quello dei valori. Un Cavona Il pellegrinaggio vocazionale Sabato 19 febbraio, quinto appuntamento col pellegrinaggio vocazionale di zona. Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso la cappelletta di S. Teresa per la recita del S. Rosario. Alle 7.30 Messa in S. Casa a Cavona. Animerà l’incontro la parrocchia di Azzio, Comacchio e Orino. Tante le questioni sul piatto: dai problemi dei figli di coppie separate all’immigrazione, dalla mancanza di punti di riferimento alla necessità di riscoprire quanto di bello e buono c’è nel mondo. Dal Vescovo l’invito a lavorare in rete per favorire il più possibile la condivisione delle esperienze intervento ha anche messo al centro della discussione il problema di bambini vittime di separazioni, come spesso sia importante che l’insegnante aiuti il bambino o il ragazzo ad esternare anche le sue sofferenze. A tal proposito mons. Coletti ha evidenziato come oggi soprattutto i pre-adolescenti e gli adolescenti non siano più in grado di raccontarsi di dar voce ai loro sentimenti più profondi ed ha suggerito al pubblico testi molto interessanti di uno psichiatra hunghiano, Luigi Zoia, come “La morte del prossimo”, “Giustizia e bellezza”, “Paranoia”. Ha anche citato il romanzo “Bianca come il latte rossa come il sangue” scritto da un giovane docente di scuola secondaria proprio per sottolineare l’importanza di creare legami significativi anche nel rapporto insegnante alunno; i ragazzi devono accorgersi che qualcuno si prende cura di loro, favorendo momenti di conversazione e dialogo spesso assenti dalla quotidianità del vivere. Ha concluso il suo intervento evidenziando come il fondamento che rende vera la vita umana sia creare relazioni significative tra le persone. Altro argomento di discussione ha riguardato la crescente presenza nei nostri istituti di alunni provenienti da territori lontani con culture distanti dalla nostra cultura occidentale cristiana. Ribadita la necessità di non rinnegare le proprie radici si è comunque sottolineato come la proposta confessionale non sia confondibile con quella culturale. Quest’ultima è intrisa di cristianesimo, basti pensare alle opere d’arte dei nostri più famosi artisti, alle opere letterarie e a quelle architettoniche. E’ stato citato il problema delle sette con le quali difficilmente è possibile stabilire un dialogo. Rispetto alla religione islamica mons. Coletti ha evidenziato la differenza sostanziale del concetto di Dio nella religione cristiana: Dio per i musulmani è visto come onnipotente, dominatore, unico, per i cristiani come il Dio che sacrifica il proprio figlio per amore degli uomini. La serata si è conclusa con la richiesta di come mantenere l’entusiasmo per il bello ed il vero in un contesto spesso caratterizzato da un clima confuso e demotivante. A tale domanda il Vescovo ha proposto la lettura di due opuscoli, uno della Conferenza Episcopale Italiana “Educare alla vita buona del Vangelo” e l’altro “Brutti e Cattivi” una provocazione del Vescovo agli operatori e ai fedeli della nostra diocesi. Soprattutto chi opera con i bambini e i ragazzi deve avere il coraggio di cogliere il bello e il buono che è comunque presente nel mondo come grande segno di Dio. E’ stato molto apprezzato l’invito a costituire una vera e propria rete tra i vari operatori scolastici in modo da favorire il più possibile la condivisione di esperienze. I temi trattati durante la serata toccano profondamente il mondo della scuola e l’aver condiviso preoccupazioni e speranze ha dato a tutti uno stimolo per impegnarsi quotidianamente ad operare per il bene comune. Teatro Cittiglio Diocesi Sabato 25 febbraio uno spettacolo dialettale nel salone dell’oratorio Incontro con il mondo del calcio: ospite l’allenatore del Varese Corso per i lettori nelle Valli Varesine Sabato 25 febbraio, alle ore 21.00 presso il salone teatro dell’oratorio di Cittiglio è programmato lo spettacolo dialettale “ Cècch e Stevanina ul matrimoni al sa cumbina “, proposto dalla Compagnia teatrale “I Fulchit” di Caidate. Questo spettacolo rientra tra quelli inseriti nella 10° rassegna di teatro dialettale “Ra Sciloria”, promossa in diversi Comuni dalla Provincia di Varese. Il Comune di Cittiglio, in collaborazione con l’Associazione “Il sorriso di Michela”, la Pro Cittiglio, la Pro Loco e l’Oratorio di Cittiglio, propone “Una serata col Varese 1910”. Sarà un incontro con il Tecnico Rolando Maran e con una delegazione di giocatori biancorossi. L’incontro si svolgerà nel salone dell’oratorio lunedì 20 febbraio 2012, con inizio alle ore 19.00. LAURA L’Ufficio Liturgico Della Diocesi di Como, assieme ai tre Vicariati di Canonica, Cittiglio e Marchirolo ha promosso e organizzato una “Tre sere di formazione per lettori” che si svolgerà secondo il seguente calendario: Lunedì 27 febbraio: “La Parola e i Ministeri Ecclesiali”; Lunedì 12 marzo: “L’Ordinamento del Lezionario”; Lunedì 26 marzo: “Celebrare la Parola”. Gli incontri sono rivolti a quanti già esercitano o intendono esercitare il ministero di lettore, ma è raccomandato anche ai cantori che potranno, nel corso delle celebrazioni, proclamare in canto il salmo responsoriale. I corsi saranno tenuti dal direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano e dai suoi collaboratori. Gli incontri avranno luogo presso l’Eremo dei Padri Carmelitani di Cassano Valcuvia, inizieranno alle ore 20.45 e termineranno alle ore 22.30. Ogni incontro prevede un momento di riflessione e un momento di esercitazione pratica. A tutti i partecipanti – raccomandano gli organizzatori – viene chiesto l’impegno ad essere presenti a tutti e tre gli incontri. Sondrio Cronaca i cento anni della chiesetta di colda Le celebrazioni lo scorso sabato. Ai presenti è stato consegnato un opuscolo commemorativo. S ono stati celebrati con una Messa solenne, nel pomeriggio dello scorso sabato, i cento anni della chiesetta di Colda, dedicata alla Vergine di Lourdes. La celebrazione, proprio in occasione della patrona del piccolo edificio sacro, ha visto la partecipazione di numerosi abitanti della piccola frazione di Sondrio, oltre che di affezionati. Don Xeres riflette sul rapporto tra Chiesa e Risorgimento Il sacerdote, ospite degli Amici della biblioteca di Sondrio, ha affrontato il tema “Chiesa e Stato, cattolici e nazione durante il Risorgimento”. La relazione di don Xeres ha preso avvio dal fatto che all’interno della Chiesa esiste oggi un movimento secondo il quale il Risorgimento fu anti-cristiano e anti-cattolico. «M entre il popolo restava fermamente attaccato alla chiesa e alla religione, le élite in gran parte si abbeveravano ai lumi sulfurei di paesi anglosassoni, germani e francesi, si affiliavano alle logge massoniche condannate dalla Chiesa e con la protezione di molte teste coronate, misero mano alle riforme e alla rivoluzione”. Con questa frase ripresa da quanto pubblicato sul sito internet Sodalitium.it, che fa capo a di Milly Gualteroni un movimento di cattolici “integralisti” d’ispirazione levefriana, monsignor Saverio Xeres ha introdotto la sua ultima conferenza, intitolata “Chiesa e Stato, cattolici e nazione durante il Risorgimento”, che si è svolta nella Biblioteca civica di Sondrio, lo scorso 6 febbraio. Organizzato dall’associazione Amici della Bilioteca, l’incontro ha avuto luogo in una sala affollata, segno di un vivo interesse per l’argomento trattato. La relazione di don Saverio ha preso, dunque, l’avvio dal fatto che, all’interno della Chiesa cattolica esiste oggi un movimento, ispirato anche dalle opere dello storico brasiliano Plinio Correa de Oliveira, secondo il quale il Risorgimento italiano fu, per sua stessa costituzione, anti-cattolico. Il teologo ha chiarito il suo totale Sabato, 18 febbraio 2012 29 Al termine del rito, è stato presentato e distribuito al pubblico l’opuscolo che il comitato che si occupa di curare la chiesetta, restaurata nel 2006, ha voluto realizzare in occasione del centenario. La pubblicazione, articolata in una sessantina di pagine arricchite da foto storiche in bianco e nero e più recenti a colori, ha goduto del contributo della Banca Popolare di Sondrio e del Credito Valtellinese. Nel volumetto sono state raccolte le testimonianze di diverse generazioni che hanno contribuito con manodopera dissenso rispetto a questa lettura degli eventi che furono alla base dell’unità d’Italia e ha ricordato che la storiografia non si deve prestare a revisioni per adattare gli eventi del passato alle esigenze della politica civile o ecclesiastica odierne. Piuttosto, ha chiarito il relatore, la storia va letta con lo sguardo di oggi non per giudicare, ma per comprendere il comportamento di chi allora ne fu protagonista. In quest’ottica, ha analizzato il comportamento di papa Pio IX. Giovanni Maria Mastai Ferretti fu nominato papa con il nome di Pio IX nel 1846, prevalendo sul cardinale Lambruschini, considerato dai più un conservatore favorevole all’impero austriaco. Furono, quindi, molti quelli che pensarono che i cambiamenti attesi nello Stato pontificio si sarebbero realizzati grazie al nuovo Papa. I cattolici liberali, in particolare, lo immaginavano a capo di una lega degli Stati italiani, secondo l’ideale neoguelfo teorizzato da Vincenzo Gioberti nel suo Primato morale e civile degli italiani. I primi atti del pontefice alimentarono facili entusiasmi, dall’amnistia per i reati politici ad altre riforme, come un’attenuazione dei controlli preventivi sulla stampa, la formazione di una Consulta di Stato con la partecipazione di laici, il riordinamento del Consiglio dei ministri, che poté essere composto anch’esso da laici, fino alla concessione della Costituzione. Quando, poi, lo Stato Pontificio si trovò a dover decidere se appoggiare il Regno Sabaudo nella controversia contro l’Austria, il Papa si dissociò, affermando che, come capo della Chiesa universale non poteva entrare in contrasto con una potenza cattolica, quale era l’impero austro-asburgico. Attraverso la lettura di alcuni discorsi di Pio IX, don Saverio ha mostrato come il suo agire nei confronti delle rivendicazioni italiane fu condizionato anche da una visione che oggi si potrebbe definire “ideologica” della realtà, resa esplicita in particolare da una frase da lui pronunciata il 18 marzo del 1861, il giorno dopo la proclamazione dell’unità d’Italia. «Vediamo da quale miserabile conflitto sia agitata la civil società, la guerra tra la verità e l’errore, la virtù e il vizio, la luce e le tenebre», disse il Pontefice in quell’occasione. La sua “visione apocalittica” di quanto stava accadendo non gli permise una presa di coscienza realistica dei fatti. Anche per questo, quando l’esercito piemontese marciò contro Roma, Pio IX ignorò i tanti che lo invitavano di volontariato o sostegno economico alla costruzione della chiesetta, alle opere di consolidamento e di restauro che si sono susseguite negli anni. La chiesetta, sorta su terreno acquistato appositamente da Giacinto Sciaresini, fu realizzata su progetto dell’ingegner Enrico Vitali di Sondrio. I lavori cominciarono nel 1910 e durarono per circa due anni. A benedire il piccolo luogo di culto e a celebrarvi la prima Messa fu l’allora arciprete, monsignor Pietro Majolani. A. Gia. ad abbandonare spontaneamente il trono papale, tra cui novemila sacerdoti che avevano firmato un appello in tal senso. Questi inviti non potevano essere ascoltati da un papa che vedeva nella rivoluzione liberale la potenza delle tenebre che avrebbero travolto la cristianità. A questa visione, don Saverio ha contrapposto quella di un anonimo cronista cattolico che scrisse una lettera pubblicata dalla rivista dei gesuiti Civiltà cattolica. «In Roma la maggior parte dei cittadini vuole e desidera l’unità, la libertà e l’indipendenza italiana», scrive l’anonimo, precisando che la gente era nella maggioranza contraria al dominio temporale dei papi, anche se pubblicamente i più tacevano per paura di essere perseguitati. «La corte fa incredibili sforzi per conservare il trono mondano, come se la Chiesa di Gesù Cristo avesse a perire», proseguiva la lettera, «quasi che Dio abbia bisogno di un palmo di terreno mortale per mantenere la sua chiesa e non piuttosto della buona volontà e della fede degli uomini e delle loro opere. Di questo dovrete rendere conto (…). Non vi chiederà Gesù Cristo se avete conservato il dominio temporale, ma se avete praticato l’amore e la giustizia e allontanato la discordia, perché “vi ho fatto ministri del mio vangelo, predicatori della mia parola, non di terrena politica”». Don Saverio ha, in seguito, concluso la conferenza, riportando l’accento sulla necessità dell’impegno politico dei laici. «Ci vogliono cattolici in politica», ha detto, ricordando, però, che «se la politica divide, il Vangelo dovrebbe unire». Sondrio. Prolungata la durata dell’esposizione fino a domenica 11 marzo Le Madonne vestite rimangono in mostra “I n confidenza con il Sacro. Statue vestite al centro delle Alpi” non chiuderà i battenti il 26 febbraio, come inizialmente previsto. Gli organizzatori (Fondazione Centro Studi “Nicolò Rusca”, Gruppo Credito Valtellinese e Museo Valtellinese di Storia ed Arte del Comune di Sondrio, con il sostegno della Fondazione Cariplo) visto il forte interesse che la splendida mostra ha riscosso a livello nazionale e territoriale, hanno deciso di prolungarne la durata sino a domenica 11 marzo. Due settimane in più, quindi, per non perdere l’opportunità di ammirare, per la prima volta riunite, alcune testimonianze superstiti della pratica, antichissima e ormai desueta o residuale, di vestire le statue sacre, in particolare le sacre effigi delle Madonne. Una tradizione ben presente in diversi ambiti geogra- fici del mondo cattolico ma che questa mostra, curata da Francesca Bormetti, indaga in riferimento alle vallate centrali dell’arco alpino tra l’Alta Lombardia e la Svizzera meridionale, con uno sguardo aperto ai territori limitrofi, lombardi e non solo. Oltre all’atteso prolungamento della mostra, gli organizzatori annunciano anche la possibilità di ammirarla accompagnati da esperti, in visite guidate. Esse sono programmate per sabato 18 e 25 febbraio e per sabato 3 e 10 marzo. Il costo è di soli 4 euro a persona, con ritrovo alle 15.20 presso il cortile di Palazzo Sertoli (piazza Quadrivio, 8) e inizio della visita previsto alle 15.30. Dato il prevedibile notevole afflusso, è consigliato prenotarsi telefonando allo 0342.526.553 oppure presso la reception del Museo Valtellinese di Storia ed Arte. A ciascuna vi- sita saranno ammessi un massimo di 25 partecipanti. Assieme all’attenzione che la critica nazionale ha riservato alla mostra e al consenso del pubblico, locale e non, è motivo di non poca soddisfazione anche l’attenzione con cui gli specialisti, non solo italiani, hanno accolto l’imponente volume documentario che accompagna la mostra, illustrato da fotografie realizzate con apposita campagna fotografica da Massimo Mandelli. La pubblicazione è infatti già entrata in molte università e centri di alta cultura europei, valutata molto positivamente per il rigore scientifico e metodologico, l’ampiezza documentativa e di approfondimento. D’ora in poi, nessuna ricerca scientifica sulle “Madonne vestite” potrà prescindere dagli studi presentati in questo volume e in questa affascinante mostra. Valchiavenna 30 Sabato, 18 febbraio 2012 ■ Film e famiglia Una rassegna promossa dal Vicariato di Gordona Sabato 11 febbraio, è partita una rassegna cinematografica organizzata dalla parrocchia di Gordona con la proposta aperta a tutto il Vicariato, dove si offre la possibilità di vedere film scelti tra quelli che l’organizzazione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie (che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno prossimi) suggerisce per favorire una riflessione sul tema: famiglia, festa e lavoro. Il calendario prevede una cadenza quindicinale e vuole essere un momento di incontro piacevole dove poter trovare spunti di riflessione sulla famiglia guardando dei bei film, di cui alcuni sono commedie davvero divertenti. Con il titolo “il cinema incontra la famiglia” la rassegna propone il seguente programma: • sabato 25 febbraio: “American life” regia S. Mendes • sabato 10 marzo: “La prima stella” regia L. Jean-Baptiste • sabato 31 marzo: “La nostra vita” - regia D. Luchetti • sabato 14 aprile: “Another year” - regia M. Leigh • sabato 28 aprile: “The tree of life” regia T. Malick Presso il salone dell’oratorio con inizio alle ore 19.00, si è cercato di favorire la partecipazione di tutti, pensando di ritagliare uno spazio tra il tardo pomeriggio e la prima serata, così chi ha figli può rincasare presto mentre chi è fidanzato o non ha vincoli famigliari, volendo, può ancora disporre del proprio sabato sera. Inoltre, c’è la possibilità di vivere alle ore 18.00 la Santa Messa celebrata nella locale parrocchia. L’appuntamento è per tutti. Volendo essere un’occasione di apertura e di conoscenza reciproca, nell’intervallo dei film si condivide il cibo (pizzette, focacce, torte, panini, bibite…) che ogni partecipante porta da casa (… con semplicità) e alla fine ci si concede il tempo per un breve dibattito. Ai bambini è dedicato uno spazio tutto per loro. Per favorire l’organizzazione è opportuno comunicare la partecipazione dei bambini, entro il mercoledì precedente la proiezione, ai curatori dell’iniziativa: Loris e Michela, cellulare 333.85.82.362 - mail: [email protected]; Luciano e Camilla, cellulare 320.15.64.874 - mail: [email protected]. A sostegno delle spese si può fare un’offerta libera. L’impegno, soprattutto per chi abita nel Vicariato di Gordona, è di spargere la voce e di cogliere l’invito sfruttando l’occasione per creare un clima di amicizia e condivisione su cui gettare le basi per nuove e future iniziative, dando inizio a un percorso di crescita delle comunità. Importante traguardo per l’istituzione chiavennasca a t s e f in La Scuola Immacolata compie dieci anni S conduttori, all’amore e alla professionalità delle maestre, alla presenza gratuita di una suora e all’aiuto di numerosi volontari collaboratori. Non essendo più disponibile quella storica sede, per non interrompere una gloriosa tradizione - che stava tanto a cuore all’indimenticabile suor Maria Laura - e per non vanificare la buona volontà dei genitori che desideravano continuarla, la parrocchia San Lorenzo ha provveduto alla ristrutturazione dello stabile di sua proprietà situato in piazza Bormetti e ha stipulato nel 2003 con la Cooperativa Sociale un contratto di comodato gratuito ventennale, mentre la Cooperativa si impegnava nello stesso tempo, con la collaborazione delle Figlie della Croce, a garantire l’attuazione di un progetto educativo conforme ai principi cristiani. In questi anni la scuola “Immacolata” ha operato in modo egregio, grazie alla dedizione dei “L’offerta formativa - spiega Giancarlo Geronimi, presidente della Cooperativa, in una recente intervista - comprende anche la possibilità di un’uscita posticipata di un’ora, alle 17.00 invece che alle 16.00, che risulta di grande utilità per i genitori che lavorano”. Ma non è solo per questa e altre agevolazioni che la scuola Immacolata si fa apprezzare. Piace molto la sede ben attrezzata e curata nei minimi particolari, il riscaldamento a pavimento, la mensa interna, l’ampio cortile per i giochi esterni in primavera e autunno. Molti genitori scelgono questa scuola pur dovendo pagare una retta mensile pari al doppio di quella degli asili comunali. L’educazione dei 52 bambini attualmente iscritti è curata da quattro giovani maestre (Lelia Lucchinetti, Vera Ghelfi, Giovanna Capelli, Stella Rogantini), con il coordinamento di suor Teresanna. Nel consiglio di gestione della scuola, composto da genitori, “confluisco- ono ormai dieci anni che la “Cooperativa Sociale Scuola Materna Immacolata”, sorta per iniziativa di alcuni genitori, ha preso in gestione l’omonima scuola, dopo che la stessa era stata curata per ben 97 anni dalla Congregazione delle Figlie della Croce nell’antico stabile di via Lena Perpenti in centro a Chiavenna. Successo di pubblico per la Banda Consueto successo di pubblico per il Concerto d’inverno della “Musica cittadina”, come a Chiavenna si chiama la banda musicale, svoltosi al cine-teatro Victoria sabato 11 febbraio. Quest’anno le offerte sono state devolute al rifacimento ■ Chiavenna Una mostra dedicata alla migrazione ieri e oggi “Migrare ieri e oggi” è il titolo della mostra che Cgil Sondrio, Auser Chiavenna, Nonsolomerce, Anpi e Arci, con il patrocinio dell’assessorato alla cultura del comune di Chiavenna, hanno inauguato il 16 febbraio a Chiavenna. La mostra sarà aperta a palazzo Pretorio fino al 26 febbraio tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00. «I temi di questa mostra fotografica sull’emigrazione italiana dello scorso secolo e sull’immigrazione attuale nel nostro paese - spiegano gli organizzatori - sono esplicativi del parallelo che si è inteso tracciare fra un Italia come paese di accoglienza e un’Italia terra di emigrazione in passato. La mostra con i suoi 90 pannelli vuole essere un momento di riflessione per capire quanto sia falsa la tesi che “noi eravamo diversi” e vuole rendere giustizia ai nostri concittadini che vissero le stesse condizioni di disagio degli immigrati odierni nel nostro paese». La rassegna è suddivisa in tre sezioni: “Macaronì e Vu cumprà”, “Suonatori, girovaghi e lavavetri” e “Balie italiane e colf straniere”. La mostra è tratta dall’omonimo saggio storico di Ada Lonni (Università di Torino). (D. Pra.) no diverse professionalità - sottolinea Geronimi - e sempre c’è almeno un rappresentante di un alunno frequentante, per avere il polso della situazione”. Le difficoltà sono prevalentemente quelle economiche, dal momento che i contributi pubblici non sono sufficienti e vengono erogati con molto ritardo. Questo aspetto, per la verità, è da considerarsi una forma di ingiustizia, perché questa scuola paritaria come tante altre nella stessa condizione pur essendo dallo stato riconosciuta e pur offrendo un servizio pubblico importante e qualificato, non é di fatto sostenuta dallo Stato allo stesso modo delle scuole materne statali e comunali, e così i genitori sono costretti a pagare una retta maggiorata per salvaguardare il loro diritto di scegliere la scuola preferita per l’educazione dei loro figli. È per questo motivo che la comunità di San Lorenzo, dopo aver concesso alla scuola materna Immacolata - benché non sia una scuola parrocchiale - lo stabile per la sede, ha provveduto anche a garantirle in questi anni, e continuerà a farlo ancora, il riscaldamento e l’acqua calda per la cucina. del tetto del cine-teatro, gestito per la parrocchia di S. Lorenzo da un gruppo nato nel 1976. La manifestazione è stata dedicata alla memoria di un bandista recentemente scomparso: Fabrizio Tonni di Samolaco San Pietro. Sono stati eseguiti brani sinfonici nella prima parte e di musica leggera nella seconda. Alcune novità nelle fila della banda, con la partecipazione di Silvia Battistessa, maestro della banda di Samolaco, e l’ingresso di Alessandro Balatti e del batterista Santino Fratti. ■ Sabato 18 febbraio la trasmissione via etere Campane di Piuro alla radio tedesca A distanza di poco più di un anno dalla rassegna “Dieci giorni tra storia, cultura, musica, teatro, ambiente e buona cucina” di fine agosto inizio settembre 2010, una bella notizia è arrivata dalla Germania e in particolare dalla radio tedesca, che sabato 18 febbraio, dalle 16.05 alle 17.45, presenterà nella trasmissione dal titolo “WDR 3 Variationen” l’opera “Die Glocken von Plurs - Le campane di Piuro” registrata a Piuro il 3 settembre 2010 nell’area storico-archeologica di Belfort. La trasmissione curata da Walter Liedtke l‘ha messa in scaletta nella prima parte del “feature”, su WDR radio online: http://wdr3.radio.de/. Gli eventi culturali-musicali a Belfort 2010 avevano fatto registrare un singolare e unanime apprezzamento in particolare per l’esecuzione parziale dell’opera lirica in forma di concerto “Die Glocken von Plurs-Le cam- pane di Piuro” di Ernst-Hermann Seyffardt nell’adattamento e riduzione a cura del Maestro Antonello Puglia. La rappresentazione, diretta dallo stesso Puglia, aveva viste impegnate la Corale Laurenziana di Chiavenna, la Corale di Prosto e l’orchestra sinfonica “Francesco Rogantini” di Sondrio e diversi cantanti solisti. “Le campane di Piuro” di Seyffardt, opera ispirata al romanzo “Die Glocken von Plurs” di Ernst Pasquè di Colonia, era stata rappresentata in Germania fino agli anni Venti del Novecento, poi è stata abbandonata. L’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro grazie alla rete di contatti e collaborazioni del socio Gian Primo Falappi con persone della città di Krefeld, in particolare con l’archivista Paul Günter Schulte era riuscita ad avere copia dello spartito e a riproporla di nuovo per la prima volta in Italia, a Piuro, appunto, che aveva ispirato sia l’autore del romanzo sia dell’opera. L’evento del concerto era già stato ripreso all’epoca dalla stampa tedesca e ora grazie alla radio WDR, con rete a copertura nazionale, si potrà ascoltare l’opera in un programma musicale arricchito di commenti e contributi sugli autori, l’orchestra, i cori e la storia di Piuro e dell’Associazione italosvizzera per gli scavi di Piuro. In occasione dell’evento, sabato 18 febbraio, a partire dalle ore 15.45, in municipio a Piuro sarà allestita una sala di ascolto aperta al pubblico della trasmissione Radio Tedesca “WDR 3 Variationen” l’opera “Die Glocken von Plurs-Le campane di Piuro”. Sondrio Cronaca Sabato, 18 febbraio 2012 31 SONDRIO La scorsa domenica si è svolto il Carnevale dei ragazzi, organizzato dagli oratori della città e dal Comune. Gli oratori uniti per il carnevale dei ragazzi C irca venti gruppi mascherati e carri allegorici, oltre 2 mila i partecipanti alla sfilata, centinaia gli adulti e i bambini in piazza e lungo le vie di Sondrio, nonostante il numero più basso del Carnevale dei ragazzi 2012 lo abbia fatto segnare la colonnina di mercurio. Un freddo pungente ha accompagnato l’apertura del carnevale organizzato dagli oratori di Sondrio (Angelo Custode, Don Maccani, Sacro Cuore, San Rocco e Santissima Trinità di Ponchiera) nel pomeriggio di sabato scorso e una temperatura non meno clemente ha accompagnato la sfilata di domenica. La manifestazione, promossa con il patrocinio del Comune di Sondrio e giunta alla terza edizione in questa forma (dopo un’interruzione di alcuni anni), si è aperta sabato, come detto, con il corteo che ha accompagnato il re e la regina del Carnevale 2012 (i volontari dell’oratorio Sacro Cuore, Doriano e Greta Rovedatti) ad annunciare la sfilata del giorno successivo. Accompagnati dalle sbandieratrici e dai musici della Pgs San Rocco, il re e la regina del Carnevale hanno raggiunto piazza Garibaldi, dove ad attenderli c’era un pubblico piuttosto scarso, che però si è moltiplicato in occasione della sfilata, grazie anche all’animazione degli speaker di Radio Tsn che hanno commentato lo sfilare dei carri allegorici nel salotto cittadino. Oltre agli oratori cittadini hanno preso parte alla sfilata anche quelli di Albosaggia, Montagna San Giuseppe e San Giorgio, Castione, Berbenno e Lanzada. Al corteo si sono aggiunti anche i carri realizzati dai genitori dei bambini che frequentano le scuole paritarie dell’infanzia Viganò e Imbasciati, oltre che la banda cittadina “Pedretti” e il gruppo degli Amici di Nigola da San Giacomo di Teglio. Diversi i temi trattati, con molti spunti di riflessione che sono giunti anche dai gruppi in maschera degli oratori. Significativo, in tal senso, il carro del Centro Giovanile “Don Maccani”, che rappresentava un grande Monopoli con le classiche pedine, mentre sulle magliette del gruppo mascherato erano stampate le tradizionali banconote. «Anche nella crisi, spendiamoci per gli altri» il messaggio lanciato. La pace è stata il tema scelto da Ponchiera, mentre il cartone animato Wall-e della Disney ha ispirato i volontari e gli animatori dell’Angelo Custode. L’oratorio salesiano di San Rocco, da dove provengono molti membri del comitato organizzatore, ha partecipato con un grande carro ed altri due più piccoli per ridere della profezia dei Maya e della previsione della fine del mondo in quest’anno. Meno impegnato il tema scelto dall’oratorio Sacro Cuore che, dietro ad un grande fungo-casa, ha raccolto decine di puffi inseguiti da Gargamella, alias il vicario don Stefano, e dal gatto Birba, il seminarista Nicola. Il carro della scuola Imbasciati rappresentava poi un grande direttore d’orchestra, mentre quello dell’oratorio di Berbenno richiamava i mattoncini Lego. L’uva e i grappoli sono stati il tema di riferimento per il gruppo di Castione, mentre Lanzada ha portato a Sondrio la famiglia reale inglese. Al termine della sfilata, l’arciprete monsignor Marco Zubiani ha espresso gratitudine e apprezzamento per il lavoro di collaborazione svolto dagli oratori. ALBERTO GIANOLI Si inaugura la mostra su don Guanella V iene inaugurata giovedì 16 la mostra “È Dio che fa - Don Luigi Guanella: spirito e carisma, grande mostra sulla vita, sul pensiero e sulle opere sociali del Santo”. Aperta dal 16 al 28 febbraio, nei giorni feriali dalle ore 15 alle ore 18.30, sabato compreso, la mostra allestita nella sala Ligari del palazzo della Provincia sarà presentata venerdì, alle ore 17.30 al cinema Excelsior con lo storico Guido Scaramellini e i curatori, don Mariolino Mapelli e Guglielmo Gualandris; seguirà la visita guidata dagli stessi. Sabato 18 alle ore 21, in omaggio a don Guanella prete montanaro e di popolo, il coro Cai di Sondrio terrà un concerto presso la sala Don Vittorio Chiari, mentre la Messa di domenica alle ore 10, in Collegiata, sarà presieduta da don Attilio Mazzola, guanelliano vicario episcopale per la Vita consacrata. Il Cid si rinnova e e apre la stagione C ompiuto il mezzo secolo di attività, il CID - Circolo Musicale di Sondrio si ripresenta quest’anno per la nuova Stagione Concertistica con un volto parzialmente rinnovato, perché dopo tanti anni la presidenza è passata dalle mani di Floriana Palmieri a quelle di Mauro Selvetti, mentre il maestro Giovanni Mazza ha conservato la direzione artistica. Ad aprire la nuova Stagione sarà uno degli appuntamenti Passaggio di testimone del Cid-Circolo Musicale con la Biblioteca civica Pio Rajna alla presidenza: Mauro nell’ambito del progetto Le Selvetti succede a Piazze della Cultura finanziato Floriana Palmieri. dalla Fondazione Cariplo: venerdì 17 alle ore 18, in sempre in collaborazione con collaborazione con la rivista Amadeus, il violinista Zosi e Amadeus, il violinista Edoardo la pianista Saskia Giorgini Zosi e il direttore della rivista offriranno un Concerto per Gaetano Santangelo terranno violino e pianoforte con la conferenza Allegro con Brio. musiche di Beethoven, Bartók L’ingresso è libero. e Kreisler. Lo stesso giorno alle ore 21, Il concerto successivo sarà presso l’Auditorium Torelli, Vicariato di Sondrio Mercoledì 22 febbraio ore 13.15 “Le Ceneri” La Collegiata di Sondrio verrà aperta anche alle ore 13.00 per condividere preghiera, digiuno e penitenza. Sarà celebrata la Liturgia della Parola e saranno imposte le ceneri. Per questa proposta di fede è stata scelta l’ora in cui negozi ed uffici si prendono una pausa. Una iniziativa pensata apposta per chi lavora e, al mattino o alla sera, non avrà tempo per recarsi a Messa nella propria Parrocchia, in uno dei giorni più importanti del calendario liturgico. Martedì 28 febbraio – ore 20.45 Consiglio Pastorale vicariale in Arcipretura a Sondrio. martedì 28 febbraio alle ore 21, presso l’Auditorium Torelli, dove, in collaborazione con Jazzit-Ambria Jazz 2012, il Quartetto Fabrizio Bosso terrà un concerto jazz, con alla tromba Fabrizio Bosso, al pianoforte Luca Mannutza, al contrabbasso Luca Bulgarelli e alla batteria Lorenzo Tucci. Il biglietto per il singolo ingresso è di euro 10 – euro 3 per under 18 e studenti –; l’abbonamento alla Stagione costa 50 euro. Chi volesse conoscere eventuali variazioni di programma e ricevere gli inviti ai prossimi concerti che porteranno a Sondrio alcuni dei migliori artisti del panorama musicale italiano ed europeo, può scrivere a info@ circolomusicale.it, o chiamare lo 0342.230206. PIERANGELO MELGARA Sabato 3 marzo – ore 20.45 “La porta della fede” Introduzione alla Quaresima, in Collegiata, attraverso i canti della tradizione cristiana con il Coro della Parrocchia di San Paolo di Brugherio (Mb). Martedì 6 marzo – ore 21.00 “Il sacramento della riconciliazione” La catechesi con l’arte al Cinema Excelsior, a cura di don Andrea Straffi. Info: [email protected] Sondrio Cronaca 32 Sabato, 18 febbraio 2012 S la valtellina perde zuccoli i era dimesso lo scorso mercoledì 8 febbraio dalla presidenza di A2A, adducendo motivazioni di carattere personale. Solamente tre giorni dopo, nella notte tra venerdì e sabato, Giuliano Zuccoli è morto. Classe 1943, l’ingegnere originario di Morbegno era entrato nel consiglio di amministrazione dell’Aem di Milano nel dicembre del 1996, diventandone l’anno successivo presidente e consigliere delegato, carica che ha rivestito fino al Berbenno ■ Parrocchia Mons. Valerio Modenesi sostituisce il parroco Ha presieduto domenica scorsa le solenni celebrazioni per la sagra di San Bello a Monastero, poi don Feliciano Rizzella ha salutato le comunità parrocchiali di cui è alla guida dallo scorso mese di ottobre. «Cari parrocchiani di Berbenno, Monastero e Pedemonte – ha scritto il sacerdote nel foglio settimanale che viene distribuito nelle chiese delle tre comunità parrocchiali –, in questo periodo non sto bene e vivo con fatica il dover affrontare i vari impegni parrocchiali. Parlando col vescovo, abbiamo concordato un periodo di pausa. Mi sostituirà nel frattempo don Valerio Modenesi. Ringrazio quanti mi hanno da subito mostrato accoglienza e collaborazione e mi scuso del disagio. Sono certo della vostra comprensione e della preghiera che ci unisce. Grazie». Monsignor Valerio Modenesi, nella cura anche delle comunità di Monastero e Pedemonte, potrà contare sulla collaborazione di don Gianpaolo Acquistapace e del guanelliano don Franco, ospiti della Casa San Benigno gestita dalle suore Figlie di Santa Maria della Provvidenza. A. Gia. ■ Cultura Oreste Forno presenta il suo ultimo libro Giovedì 23 febbraio, alle ore 20.45, presso la Biblioteca comunale “G.B. Noghera” di Berbenno in Valtellina, via Roma 241, Oreste Forno presenta il suo ultimo libro L’altra montagna - Quella che porta più in alto delle cime, dove racconta la sua ultima affascinante storia, «pagine che non sono di avventura, ma anzitutto di saggezza con la quale si possono salire montagne che, invece di essere conquistate, conquistano te». Pi. Me. 2008 quando, in seguito alla fusione con l’Asm Brescia da cui è nata A2A, è divenuto presidente del consiglio di gestione della nuova società. Se n’è andato a 68 anni dopo aver realizzato ciò che aveva in testa: garantire la presenza italiana nel mondo energetico. «Il suo testamento è il suo traguardo: Edipower in mano italiana» dicono i suoi più stretti collaboratori valtellinesi. Un pensiero consolatorio per i suoi collaboratori ancora attoniti davanti alla sua morte perché, pur conoscendo la malattia contro la quale lottava, non si aspettavano un epilogo così rapido. «Eravamo relativamente tranquilli – dicono –, sapevamo che dopo le dimissioni da A2A si sarebbe preso tutto il tempo per curarsi». Di tempo però non ce n’è stato e con Zuccoli se ne va uno dei protagonisti di spicco del mondo economico-imprenditoriale italiano. Nonostante questo non aveva mai dimenticato le sue origini valtellinesi e guardava alla valle sempre con un occhio di riguardo pur in un rapporto complicato dal suo ruolo di presidente di Aem prima e di A2a dopo. «È una grande perdita per la Valtellina e la Valchiavenna» il sentire comune. «Personalmente non possono che essere orgoglioso di aver avuto un conterraneo di tale valore – ha dichiarato il presidente della Provincia, Massimo Sertori –. Così come credo lo siano i valtellinesi e i valchiavennaschi». A. Gia. ■ In provincia Raccolta firme per tutelare i terrazzamenti U n progetto per riconoscere il viticoltore come “manutentore del territorio”, analizzando la possibilità di elargire un contributo fisso annuo per la cura del territorio a chi lavora i vigneti. È questo l’intento dell’iniziativa promossa dal Consorzio Tutela Vini di Valtellina e Fondazione ProVinea che hanno redatto congiuntamente una lettera all’onorevole Fiorello Provera, membro del Parlamento europeo, al fine di sottolineare l’importanza che la viticoltura riveste in Valtellina e le difficoltà di lavorazione che il territorio impone. Il documento redatto rimarca che i terrazza- menti svolgono un ruolo importante come elemento fondante degli assetti ambientali e paesaggistici e come fattore chiave per la tutela del territorio ed il mantenimento della sua integrità. I vigneti terrazzati sono un pilastro della tutela del territorio, salvaguardandolo da frane, inondazioni e altre calamità naturali e quindi da costi e perdite connesse. Il mantenimento della realtà produttiva valtellinese e del territorio terrazzato rappresenta un bene non solo per chi lavora i vigneti o produce vino, ma per tutta la popolazione e per tutte le attività produttive in particolar modo quelle turi- stiche locali. Per dare maggiore forza e sostegno alla richiesta si intende allegare alla lettera un documento con le firme degli operatori agricoli presenti sul nostro territorio. La raccolta delle firme è già stata attivata presso gli uffici del Consorzio Tutela Vini di Valtellina, Fondazione ProVinea, Fondazione Fojanini, Cooperativa Montagna in Valtellina, Cooperativa Albosaggia, Cooperativa Berbenno di Valtellina, Coldiretti (uffici di Tirano, Sondrio e Morbegno), CIA Sondrio, Confagricoltura Sondrio, Cantina Coop. di Villa di Tirano e presso tutte le aziende vitivinicole associate al Consorzio Tutela Vini. Le imprese storiche in Valle O ltre 1800 aziende ultracentenarie, di cui 11 della provincia di Sondrio, sono state censite dall’Unione delle Camere di Commercio d’Italia, che celebra quest’anno il 150esimo di fondazione dei primi Enti camerali, avvenuto nel 1862 a seguito della legge istitutiva promulgata dal Parlamento. Nello speciale Registro delle imprese anniversario importante – storiche, istituito nel 2010, spiega Emanuele Bertolini, figurano le imprese ancora presidente dell’Ente attive, di settori diversi, con sondriese e vicepresidente di un’attività che si protrae senza Unioncamere – che intendiamo interruzioni da più di 100 celebrare diffondendo una anni. La riapertura, prevista maggiore conoscenza non solo per quest’anno, delle iscrizioni delle radici storiche e culturali consentirà di raccogliere le delle Camere di Commercio nuove candidature di imprese ma anche del ruolo che esse ultracentenarie allo scopo di svolgono a supporto delle premiare coloro i quali nel imprese e delle economie tempo hanno trasmesso alle generazioni successive il valore locali. Migliori testimonial dell’attività svolta sono le del “fare impresa”. imprese storiche che hanno «Il 2012 segna per noi un seguito l’attività degli Enti camerali lungo oltre un secolo e che mettono a disposizione delle nuove generazioni un inestimabile patrimonio di esperienze e di conoscenze». Nel registro risultano iscritte 11 imprese della provincia di Sondrio: Aem di Tirano (trasformata in Azienda Energetica Valtellina Valchiavenna Spa), Credito Valtellinese, Banca Popolare di Sondrio, Società cooperativa di Bormio, Fratelli Ciapponi, Gruppo Italiano Vini, Pastificio di Chiavenna, Peloni, Rocca Luigi & Figlio, Società elettrica di Morbegno, Siec di Chiavenna. Sul sito web della Camera di Commercio (www.so.camcom. gov.it) è possibile scaricare il regolamento e il modulo di domanda per le imprese che abbiano esercitato in modo ininterrotto la loro attività per almeno 100 anni. La domanda dovrà essere presentata entro il prossimo 23 marzo. ■ Si rinnova l’iniziativa del Comune di Sondrio Per le famiglie in difficoltà torna la Family card L’ Amministrazione comunale di Sondrio ha deciso di promuovere, anche per l’anno 2012, il progetto Family Card, in accordo con l’Associazione Famiglie numerose e le associazioni imprenditoriali attive sul territorio, al fine di garantire alle famiglie con almeno quattro figli minori e ai nuclei familiari con un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 5681,52 euro, residenti nel Comune di Sondrio, la possibilità di acquistare prodotti e servizi a prezzo scontato. «Decidere di avere una famiglia numerosa – si legge in comunicato diffuso per presentare l’iniziativa – è una scelta ricca di gioie e soddisfazioni, ma anche molto impegnativa. Il Comune di Sondrio ne è consapevole e riconosce il valore e la responsabilità di tale condizione, anche nel quadro delle problematiche connesse al calo demografico. In un periodo congiunturale di crisi economica come quello attuale dove la capacità di spesa delle famiglie si è purtroppo ridotta, il Comune ha deciso di credere in questo progetto nella convinzione che possa costituire un valido aiuto sia per le famiglie numerose che per i soggetti in difficoltà». Il modulo di richiesta della Family card è scaricabile dal sito internet del Comune e disponibile presso il Servizio Politiche Giovanili e Sociali. Tale modulo può essere presentato compilato dai richiedenti al Servizio Politiche Giovanili e Sociali, collocato al secondo piano di Palazzo Martinengo e aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 14.30 alle 16. Contestualmente potrà essere ritirata la tessera che permette di accedere ai benefici previsti. La Family Card è nominale, riservata a tutti i componenti della famiglia a cui è intestata ed è valida fino al 31 dicembre 2012. La Family card non dà diritto ad alcuna erogazione in denaro, ma ad avere sconti e agevolazioni, applicati direttamente dagli operatori che aderiscono all’iniziativa e che esporranno la vetrofania del progetto. Gli operatori che volessero aderire all’iniziativa della Family card possono compilare il modello di adesione disponibile sul sito internet del Comune o presso l’ufficio Relazioni con il Pubblico in Piazza Campello. L’elenco aggiornato degli operatori aderenti all’iniziativa è consultabile sul sito del Comune (www.comune.sondrio.it) e disponibile presso il Servizio Politiche Giovanili e Sociali e l’Ufficio Relazioni con il Pubblico. «A nome dell’Amministrazione comunale – ha affermato l’assessore alle politiche sociali, Carlo Ruina –, ringrazio tutti gli operatori commerciali, le aziende, le società sportive che hanno aderito e aderiranno all’iniziativa dimostrando sensibilità al progetto, nonché la Banca Popolare e il Credito Valtellinese di Sondrio per il contributo dato». Tirano Cronaca Sabato, 18 febbraio 2012 33 Tirano. La scorsa settimana l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri organizzati per celebrare il decennale del locale Centro di Ascolto e di Aiuto della Caritas. Il “senso” del Centro di Ascolto L o scorso martedì 7 febbraio si è concluso il ciclo di incontri in omaggio decimo al genetliaco del Centro di Ascolto di Tirano. Alla serata hanno partecipato Fausto Gusmeroli e Stefano Flematti, collaboratori di don Augusto Bormolini, vice direttore della Caritas Diocesana di Como, il quale non ha potuto essere presente per motivi di salute. Una serata particolare, carica di provocazioni sul senso di fare ascolto, sulla solidarietà e sul ruolo della Chiesa in generale e nella comunità locale di Tirano in particolare. Fausto Gusmeroli ha evidenziato come l’uomo è per sua natura un essere empatico, portato a fare il bene e a condividere. «Non ci dovrebbe essere bisogno di un Centro di Ascolto – ha affermato –. La sua presenza è indice di un fallimento della società. La comunità che adotta un CdA lo fa perché riconosce che non c’è ascolto, relazione, che la gente è sola. è sì un indicatore della disponibilità di qualcuno a prendersi cura dell’altro, ma innanzitutto segnala un disagio sociale». Gusmeroli rimanda, quindi, all’etica la radice di tale situazione. Il medesimo discorso si estende alla condizione di crisi in cui versiamo: gli squilibri etici e morali hanno portato alle derive economiche, finanziarie ed ambientali. Il valore perno del sistema in stallo è la competizione, che portata all’esasperazione ha superato il suo essere stimolo al cambiamento, alla crescita, veicolando l’uomo all’isolamento e all’ingiustizia. In tal senso Gusmeroli ha suggerito come «in questa società non possiamo più far affidamento sull’istinto verso il bene, ma dobbiamo attivare anche la sfera cerebrale del ragionamento, confrontarci, agire con la razionalità». comunità. In entrambi i piani vi sono difficoltà diverse. Da un lato, l’ostacolo a modificare le abitudini, a togliere il superfluo e ad essere coerenti nelle scelte. Dall’altro il disinteresse del sistema ad accogliere stili solidaristici di vita. Secondariamente, l’operatore della Caritas deve essere sentinella delle persone che vivono accanto a lui e dei loro bisogni. Questi, infatti, sono in continua trasformazione ed è necessario captarli con immediatezza. Allo stesso tempo, deve essere sentinella dei servizi che spesso rischiano di non essere organizzati in rete, ma fossilizzati sul proprio aspetto del bisogno. Questo viene così frammentato e l’insuccesso nel farvi fronte è garantito. Una riflessione è stata operata sui giovani. Con tono sempre provocatorio è stato sottolineato come la loro mancanza può essere dovuta alle proposte che vengono rivolte loro, sempre costanti e non diversificate Ritornare alla solidarietà come centro del sistema è la soluzione alla situazione attuale. Ritornare alla solidarietà come centro del sistema, allora, è la soluzione alla situazione attuale. La Caritas è invitata in prima persona a compiere dei cambiamenti, riassunti in sei punti. Innanzitutto, provocatoriamente il relatore ha lanciato una riflessione su quanto la presenza stessa della Caritas ed il suo operare secondo le modalità attuali sia un sostegno al sistema stesso, al mantenimento della povertà. è necessaria una riflessione politica a questo proposito che dia fondamento all’operare. Papa Paolo VI diceva come la carità non può essere divisa dalla giustizia. Riferendosi soprattutto alla non equa distribuzione delle risorse, mondiali e locali, Gusmeroli ha sottolineato come «non possiamo dare per carità ciò che dovrebbe essere dato per giustizia». La Caritas, poi, deve essere attenta ai cambiamenti della società, agire in modo preventivo difendendo il lavoro e lo stato sociale così come attivarsi in sostegno delle nuove povertà. Il cambiamento su cui si fonda una tale azione non può che partire dalle scelte di coerenza dei singoli operatori, chiamati a testimoniare sempre una vita più sobria e solidale. La Caritas, infine, deve aiutare la comunità cristiana ad assumere il vangelo della carità. Al Santuario di Tirano una riflessione sulle beatitudini evangeliche secondo Matteo e secondo Luca. Prima dell’inizio, il presidente dell’associazione Angelo De Michielli ha ricordato che, seguendo l’insegnamento di papa Benedetto XVI, i volontari sono semplici e umili lavoratori nella vigna del Signore che, fiduciosi nel suo aiuto, vogliono, con umiltà e semplicità, proseguire ad operare esclusivamente, per la gloria del Signore e della Madonna. «Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre sarà sempre con noi», ha concluso. Ha preso poi la parola la professoressa Maria Gabriella Martini la quale, dopo una breve introduzione, ha proposto delle stupende riflessioni sulle Beatitudini secondo Matteo e secondo Luca, accompagnandole con proiezioni su un grande schermo e la lettura di brani. A differenza dell’Antico, nel Nuovo Testamento i macarismi (comunemente definiti con il termine beatitudini) non Di recente un incontro con la professoressa M. Gabriella Martini organizzato dall’Associazione Terzo Millennio R ecentemente, nel salone “Beato Mario” presso la Basilica dell’Apparizione della Madonna di Tirano, la professoressa Maria Gabriella Martini, che lavora nell’ambito del programma internazionale di collaborazione scientifico-culturale del Ministero per l’Università con area di specializzazione in filosofia della scienza, logica, teologia, ermeneutica in relazione al rapporto parola-immagine, ha tenuto la seconda lezione rivolta in particolare agli accompagnatori pastorali volontari dell’associazione di volontariato “Terzo Millennio-Sezione di Sondrio” sul tema Gesù e le beatitudini: la via maestra della felicità - Le Beatitudini Sono state poi lanciate delle domande alla platea: «Il Centro di Ascolto di Tirano ha fatto crescere la comunità nella carità o ha fatto solo servizio? La presenza del CdA ha deresponsabilizzato le persone e la realtà sociale rispetto alla carità? Il CdA è disponibile ad aprirsi all’ascolto con gli altri stessi servizi della provincia?». Dunque si è sottolineato un ruolo attivo per il Centro di Ascolto ed una responsabilità da assumersi nei confronti della comunità. Non deve essere un gruppo chiuso all’interno di questa, ma in costante relazione con essa, per farla crescere. Stefano Flematti, infatti, ha evocato le funzioni principali di un servizio come quello in questione. La prima è pedagogica, perché la Caritas deve educare la persona e la L’operatore della Caritas deve essere sentinella delle persone che vivono accanto a lui. sulle spontanee tendenze dei giovani. Il relatore si riferiva in particolare agli Oratori o a simili centri aggregativieducativi, che nella maggior parte delle realtà prevedono solo attività di animazione in momenti di gioco per bambini. Il dibattito con cui si è conclusa la serata ha permesso di rispondere a delle perplessità emerse durante l’esposizione dei relatori, così come a riflettere sull’operare specifico della Caritas di Tirano. a cura di LUCIA SCALCO appartengono ai discorsi sapienziali, ma all’annuncio escatologico. In forma incisiva il giudizio umano viene capovolto e manifestano come l’uomo può divenire cittadino del Regno di Dio. La relatrice ha osservato che in Luca le beatitudini evidenziano maggiormente la forma di una consolazione escatologica, promettendo il Regno di Dio ai poveri, agli affamati, agli afflitti e a coloro che saranno odiati, disprezzati e messi al bando a causa del Figlio dell’uomo. Al contrario, Matteo mette in risalto il comportamento personale, etico e religioso, e la corrispondenza tra retto agire e ricompensa celeste. Eppure, non esiste una reale diversità di contenuto, poiché anche nella struttura di Luca – che sembra più fedele all’originale – è incluso l’atteggiamento devoto di quanti vengono lodati. A differenza dei macarismi greci, i beni e i valori profani scompaiono completamente di fronte all’unico e supremo valore, il Regno di Dio. Al termine della lezione, Martini ha guidato la recita in latino di un Rosario riparatore, a causa dello spettacolo blasfemo in scena a Milano il gennaio scorso Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio, in cui vi è un lancio di pietre ed escrementi contro l’immagine di nostro Signore Gesù Cristo. Il video completo del primo e del secondo incontro sarà presto pubblicato sul sito di Terzo Millennio, www.santuarimariani.org. ANGELO DE MICHIELLI Spettacoli 34 Sabato, 18 febbraio 2012 ✎ il telecomando | Scelti per voi Gran Torino Domenica 19. F.d. S., C5,8,50. Ravasi ci parla del valore della carità. A sua immagine, Rai1, 10,30. Free Willy, Italia1, 15,50. Storia dell’amicizia tra un ragazzo e un orca. Cuori in Atlantide, Iris, 16,50. Film drammatico con un ottimo A. Hopkins. I miserabili, R4, 21,30. Dal romanzo di V. Hugo, un colossal con L. Neeson. Provaci ancora prof. 4, Rai1, 21,30. Fiction 1° p. Presa diretta, Rai3, 21,30. Recessione. I passi del silenzio, Tv2000, 20,30. Doc su un monastero. Davide, Tv2000, 21,45. Film tv 2° parte. Storia del grande re d’Israele. La maledizione Iraniana. Rai storia, 21,00. Documentario. George Michael Live in London, Rai5, 22,15. Concerto. Lunedì 20. Atlantide, La7, 16,15. Puntata dedicata a M. Lutero. Cado dalle nubi, C5, 21,10. Commedia con Checco Zalone The millionaire, Rai3, 21,05. Film di C. Eastwood. USA 2008 C lint Eastwood non sbaglia un film, mai e ci sorprende con questo spaccato di vita americana. Con semplicità ci regala una parabola sulla violenza e contro la violenza, che alla fine non è mai la soluzione migliore. Gran Torino è un film che andrebbe proiettato nelle scuole, per cercare di far capire alle nuove generazioni l’inutilità e la stupidità del bullismo, della violenza, dell’odio razziale. Clint emoziona e intenerisce, ci fai odiare la banda di teppisti cinesi a tal punto che tutti, credo, speravamo che il vecchio Eastwood si scatenasse in un finale alla Callaghan, e invece il messaggio che ci trasmette è che la violenza non è mai la risposta giusta, in nessun caso. Anche quando sembra l’unica soluzione possibile. Clint Eastwood, il nostro Callaghan, il texano dagli occhi di ghiaccio, colpisce nel segno e si conferma attore e regista tra i migliori della storia del cinema. Lunedì 20 febbraio, ore 21.10, Rete 4 di Tiziano Raffaini drammatico. Jamal è cresciuto a Mumbai in una baraccopoli e vince a chi vuol essere milionario, ma non sarà semplice. Gran Torino R4, 21,10. Ottimo film, vedi scheda. L’infedele, La7, 21,10. Attualità. Combattimento spirituale davanti ad una cucina Ikea, Tv2000, 21,25. Prosa. Martedì 21. A fari spenti nella notte, Rai1, 21,10. Film Tv drammatico. Poveri ma belli, Tv2000,21,25. Un classico del cinema italiano. Cover boy, Rai5, 21,15. Film. Ioan, 23 anni, lascia la Romania per cercare fortuna in Italia in compagnia di un amico. Bel film italiano. Basta guardare il cielo, R4,23,30. Un ottimo film per ragazzi con S. Stone. Mercoledì 22. Million dollar baby, Rai movie, 21,00. Film di e con C. Eastwood. Viaggio a…, R4, 21,10. In compagnia di P. Brosio sei appuntamenti per un percorso tra fede e ragione. Chi l’ha visto, Rai3, 21,05. Primavera, estate, autunno, inverno, Rai movie, 23,45. Un monaco buddista e un suo allievo vivono serenamente in un eremo, ma le tentazioni arrivano anche là Giovedì 23. Il giovane Montalbano, Rai1, 21,10. La prima indagine. Piazzapulita, La7, 21,10. Attualità. Beethoven sinf. N.5, Tv2000, 21,30. Concerto, dirige L. Bernstein. In un mondo migliore, La7, 21,10. Di S. Blier, un noir inquietante che riflette sulla violenza strisciante nella società Venerdì 24. Neverland, Rai movie 21,00. La vita del’autore di Peter Pan. Nanuk, Rai3 21,05. Documentari naturalistici. Le invasioni barbariche, La7, 21,00. Talk. Zelig, C5, 21,10. Varietà. Sabato 25. Sulla via di Damasco, Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. Tv Talk, Rai3,14,55. Programma di critica televisiva. The sentinel, Rai 3, 21,10. Thriller con M. Douglas. Matilda sei mitica, It1, 21,10. Film. All’Astra. Dal 18 al 25 febbraio Il cinema italiano sbarca a Como S i apre sabato 18 maggio la settima edizione del festival “Il cinema italiano”, la rassegna cinematografica organizzata a Como dall’associazione Sguardi e dalla scuola cinevideo “Dreamers”. Teatro della rassegna sarà il cinema Astra che per una settimana metterà a disposizione la sala per le proiezioni e, soprattutto, gli incontri del pubblico con i registri e gli interpreti italiani. Tra gli ospiti attesi a Como Cristiana Capotondi, Filippo Scicchitano (rivelazione di “Scialla!”), Piera Degli Esposti e Aylin Prandi, madrina della prima serata del cartellone. All’Astra arriverà anche Marina Spada, la regista, con il suo film nel quale debutta l’attore, formatosi alla scuola Dreamers, Enrico Bosco. L’edizione di quest’anno sarà dedicata a don Enrico Malinverso, storico direttore dell’Ufficio diocesano cinema, scomparso lo scorso anno. La tessera per assistere all’intero festival costa 18 euro. Per informazioni 031261234 o [email protected] PROGRAMMA Sabato 18 febbraio Anteprima nazionale del film “Qualche nuvola” di Saverio Di Biagio. Sarà presente lo stesso regista e l’interprete Aylin Prandi. Domenica 19 febbraio Alle ore 18 la pellicola in concorso “La strada verso casa”, a seguire incontro con il regista Samuel Rossi. Alle ore 21 “Missione di pace” del regista Francesco Lagi, anch’egli presente alla proiezione. Lunedì 20 febbraio Alle 10 del mattino per le scuole “La kryptonite nella borsa” con incontro col regista Ivan Cotroneo. Alle ore 18 il film in concorso “Appartamento ad Atene” di Ruggero di Paola (incontro con il regista). Alle 21 di nuovo “La kryptonite Biografico L’edizione di quest’anno è dedicata alla memoria di don Enrico Malinverno nella borsa”, ospiti il regista e l’interprete Cristiana Capotondi. Martedì 21 febbraio Alle 10 “Rosso Malpelo” di Pasquale Scimeca. Alle 18 film in concorso “Maternity Blues” (a seguire incontro col regista Fabrizio Cattani). Alle 21 “I baci mai dati” di Roberta Torre (a seguire incontro con la interprete Piera Degli Esposti). commedia Mercoledì 22 febbraio Alle 10 “Cavalli” di Michele Rho (a seguiro incontro con il regista). Alle 18 e alle 21 film in concorso “Cara, ti amo” di Gian Paolo Vallati (a seguire incontro col regista). Giovedì 23 febbraio Alle 10 “Terraferma” di Emanuele Crialese (a seguire incontro con don Tiziano Raffaini). Alle ore 18 film in concorso “Isole” di Stefano Chiantini (incontro con il regista). Alle 21 “Il mio domani” di Marino Spada (incontro con il regista e con l’interprete Enrico Bosco). Venerdì 24 febbraio Alle 10 film d’animazione “Una vita da gatto” (a seguire incontro con la cineasta Silvia Pareti). Alle ore 18 “Occhi senza volto” di Georges franju (omaggio ad Alida Valli, a seguire incontro con il critico Nicola Falcinella). Alle ore 21 “Scialla!” (incontro con il regista Francesco Bruni e con l’interprete Filippo Scicchitano). Sabato 25 febbraio Alle ore 10 “Scialla!” Alle ore 18 “C’era una volta in Italia” di Marcella Pedone. Ore 21 “Mozzarella stories” di Edoardo De Angelis (a seguire incontro con il regista e con l’interprete Gianpaolo Fabrizio). commedia drammatico Teatro Iron Lady Immaturi - il viaggio Midnight in Paris The help Commedia dialettale a Lipomo La storia di una donna - il primo ministro britannico Margaret Thatcher - che ha rotto le barriere del genere e della classe per essere ascoltata in un mondo dominato dagli uomini. Sequel di Immaturi (in cui un gruppo di trentenni per un errore si ritrova a dover rifare l’esame di maturità), i cinque amici si troveranno a fare il viaggio dopo la maturità come tutti gli altri ventenni. Con conseguenze dirompenti. Il film nella sala della comunità di Livigno il 17 e il 19 febbraio. Woody Allen torna a raccontare le dinamiche dell’innamoramento attraverso una riflessione sulla vita e i suoi misteri. Una commedia ambientata nella magica notte parigina. La storia di Skeeter, la domestica Aibileen e Minny, tre donne straordinarie del profondo Sud degli Stati Uniti nel 1962. Periodo in cui si iniziava a sentire l’aria di cambiamento. Nella sera di sabato 18 febbraio la Compagnia teatrale dialettale Ruzanivul metterà in scena all’oratorio di Lipomo la commedia dal titolo: “Che guera per una cadrega!” Il film è in programma nella sala dell’oratorio di Maslianico sabato 18 febbraio. Il film andrà in scena nella sala della comunità di Sondrio dal 17 al 20 febbraio e il 22 febbraio. Il film andrà in scena nella sala della comunità di Chiavenna dal 18 al 20 febbraio. Lettere e Rubriche Sabato, 18 febbraio 2012 35 ❚❚ Lettere al direttore. Questo succede in Lombardia!!! A prima vista sembra che in Lombardia ci sia un “eldorado” di vita che attira sempre più gente da fuori Regione per usufruire di un tenore di vita più favorevole. Ma se ad esempio analizziamo il Piano nazionale sull’aria va subito detto che è urgente intervenire sui mezzi pubblici e l’Unione Europea deve riconoscere la particolarissima situazione orografica e meteo-climatica del bacino padano, privilegiando proprio il trasporto pubblico locale e quello merci su ferro per combattere il problema “smog” su tutta la Regione ed evitare quell’allarmismo per le emissioni pro-capite sempre deleterie per la salute. Va poi detto che il Pirellone ha dato via libera alla Manovra 2012 con oltre 500 milioni di nuove tasse, quasi tutte sull’Irpef, soldi che verranno prelevati già da gennaio in quanto l’aumento dell’addizionale regionale dello 0,33% è retroattiva (sbalorditivo!) perché colpiscono i redditi a partire dal 2011. Il bilancio regionale, che ha dato il via libera anche alla Finanziaria 2012-2014, arriva a 23 miliardi, di cui più di tre quarti, cioè 17 miliardi, per il sistema socio-sanitario con Editrice de Il Settimanale della Diocesi Soc. Coop. a r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti, 8 - 22100 Como Telefono 031-26.35.33 Fax Redazione 031-30.00.33 E-mail Redazione [email protected] Fax Segreteria 031-31.09.325 E-mail Segreteria [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio Telefono e Fax 0342-21.00.43 E-mail [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r.l. Missaglia (Lc) Registrazione Tribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: un 0,6% in più a quanto stanziato per il 2011. Nel dettaglio da quest’anno si pagherà l’1,23% per i redditi fino a 15mila euro; l’1,58 per quelli tra i 15mila e i 28mila; l’1,73 oltre tale soglia. Dal Governatore Formigoni: “Attraverso la nostra Legge finanziaria regionale abbiamo solo adeguato le normative e gli scaglioni di reddito a quelli nazionali, mantenendo le esenzioni già previste e abbassando l’Irpef dello 0,05% nella fascia compresa fra i 15000 e i 28000 euro. Dall’Assessore regionale al Bilancio: “Il Governo ha disposto un taglio del Fondo sanitario nazionale di 2 miliardi e 100milioni di euro recuperato attraverso l’aumento, stabilito dallo Stato, dell’addizionale Irpef…che per la Lombardia si traduce in 509 milioni di euro, che vanno a compensare il taglio della stessa entità disposto dalla manovra finanziaria nazionale sulla compartecipazione all’IVA…”. Una vera mazzata per il 2012 che è iniziato sotto non buoni auspici (non per nulla l’anno è bisestile!). Infatti si pagherà fino a 66 euro per alcuni interventi che erano gratuiti, come tunnel carpale, cataratta, artroscopia al ginocchio, Direttore responsabile: Alberto Campoleoni Direttore editoriale: mons. Angelo Riva La Provincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 - 22100 Como Telefono 031-58.22.11 Fax 031-52.64.50 Tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2011: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e all’USPI vene varicose, riabilitazione di vario genere ed inoltre si dovranno pagare tutte le prestazioni in anticipo, comunque sempre prima di esami e visite. Ma questo è veramente troppo per le categorie deboli e ceti medio-bassi, mentre a nostro giudizio si deve rimodulare l’aliquota regionale ed esentare dai ticket sui farmaci e dal superticket su visite ed esami, i redditi fino ad almeno 30mila euro. E le “campagne” da tempo portate avanti per la realizzazione delle infrastrutture, quali la Pedemontana, la Bremeni, la Tangenziale Est Esterna di Milano, la tanto tormentata Statale “Regina” occidentale lariana, il tunnel dello Spluga ecc. che stagnano pigramente nelle “stanze dei bottoni”… chi le riscopre? La Regione dice che vuole risparmiare…, ma perché non sui dirigenti? Il Consiglio Regionale nella sessione di Bilancio infatti ha bocciato la proposta del capogruppo dell’IVD che chiedeva di mettere un tetto massimo agli stipendi dei dirigenti regionali, come ha fatto il Governo nazionale. “Questa volta Roma è virtuosa e Milano sprecona..” gianni moralli (Unione Stampa Periodica Italiana) Informativa per gli abbonati: La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. 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