Numero Completo - Diocesi di Como

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Numero Completo - Diocesi di Como
della diocesi di como
Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale |
D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como
Anno XXXVI - 18 febbraio 2012 - € 1,20
Europa
5
Mondo
7
6
Como
17
Chiavenna
30
Grecia: nuove
misure contro
la crisi
Questione curda:
nuovi scontri
in Turchia
“Agorà 97”
porte aperte
al disagio
L’Immacolata
ha dieci
anni
pprovato dal ParlaA
mento greco il piano che sblocca gli aiuti
i intensifica il conS
flitto tra il governo
turco e gli indipenden-
isita del prefetto
V
Michele Tortora alla cooperativa sociale di
mportante traguarIchiavennasca.
do per l’istituzione
Gran-
europei.
Editoriale
Bellissimo
e fragile
tisti curdi.
Rodero.
de festa.
L’avvio del cammino quaresimale
di don Angelo Riva
S
e n’è andata nel modo più beffardo.
In una stanza d’albergo il cui nome
(Beverly Hilton) è giusto la crasi
fra la celebre catena degli hotel
extra-lusso (l’Hilton) e l’eldorado del
cinema hollywoodiano (Beverly Hills).
Dentro una vasca da bagno che la fantasia
popolare immagina spumeggiante di
schiume e profumi, come si addice a
una diva. La vigilia del giorno di san
Valentino, kermesse laica dei cuori
innamorati, lei che in una celebre pellicola
cinematografica aveva fatto fibrillare
la fantasia glamour di mezzo mondo.
La scomparsa tragica di Witney Houston,
reginetta afro-americana del pop, travolta
dall’oscuro male del vivere, vanamente
lenito nei labirinti dell’alcool e della
droga, ci dà da pensare. A quanto fragile
possa essere un figlio d’uomo, al di là di
denaro, successo, passerelle e luci rutilanti.
“Io posso essere la peggior nemica di me
stessa”, aveva detto prima di morire, in
circostanze del tutto analoghe, un’altra
star della musica (cos’è, un destino?), Amy
Winehouse. “Un baratro è l’uomo, e il suo
cuore un abisso” (Ps 64,4), commenta la
Bibbia. E, vista la coincidenza di tempi,
quanto debole e vulnerabile, nella sua
luccicante bellezza, possa essere l’eros,
l’amore umano. “Più fallace di ogni altra
cosa è il cuore, e difficilmente guaribile:
chi lo può conoscere?” (cfr. Ger 19,6).
Ci vuole un po’ di coraggio a shakerare
insieme un fatto di cronaca, la festa degli
innamorati e magari anche l’imminente
inizio della Quaresima. Per non uscirne
centrifugato, e scansare il consueto
predicozzo moralistico, sono andato
a rileggermi la prima parte della Deus
caritas est, l’enciclica di Benedetto XVI
sull’amore. Vi trovo descritta tutta la poesia
dell’eros, “la cosa più bella della vita”, “la
felicità che ci fa pregustare qualcosa del
Divino” (n. 3). Insieme, però, il suo essere
sospeso, pericolante, sopra l’abisso. La
magia degli affetti può (deve) diventare
progetto, dono, agape, nelle parole del
Papa, scoprendosi scintilla e frammento di
un’Agape superiore, divina. Ma quando ciò
non accade, ecco che l’eros si attorciglia sul
suo narcisismo, involve, diventa erotismo,
dove l’amore si confonde col suo contrario,
il nettare si fa veleno, e la promessa di
vita, che vibrava nelle sue fibre, rischia di
svegliarsi sdraiata accanto all’artiglio della
morte. Bellissimo e fragile, l’amore degli
umani. Musica delle sfere celesti e palpito
di un cuore ferito. Cantato nelle migliori
liriche, immortalato nei film, carezzato
nel sogno di ogni innamorato, eppure
così bisognoso di cura e di accudimento.
Non si inquieti, allora, prosegue il Papa,
l’animo ardente di Friedrich Nietzsche: il
cristianesimo non avvelena l’eros, ma lo
preserva dal diventare pozione mortale; non
rende amara la cosa più dolce della vita, ma
ha cuore la felicità vera; non innalza cartelli
di divieto sul pianeta della gioia, ma indica
il sentiero della vita. La Quaresima che in
questi giorni iniziamo, il rito austero delle
Ceneri imposte sul capo, ci richiama a un
lavoro da fare su noi stessi, a un salvataggio
urgente dell’umano, a un cammino di luce
e di vittoria da compiere con Cristo risorto,
a un bagno di purificazione battesimale. Per
non ritrovarci al bordi di una vasca, sedotti e
abbandonati dalle promesse della vita.
Con il rito delle Ceneri la
Chiesa si incammina lungo i
quaranta giorni quaresimali
di preparazione alla Santa
Pasqua. Preghiera, digiuno
ed elemosina per un recupero
di umanità nell’adesione più
piena al Signore crocifisso e
risorto. Il Santo Padre ci esorta
alla carità reciproca, attraverso
la correzione fraterna, e alle
opere buone per un percorso
comune di conversione
Attualità
3 Cultura 7
Uniti contro
Il convegno
la penetrazione
promosso dal
mafiosa
Progetto culturale:
in Lombardia
Gesù contemporaneo
LIBRETTO BENEDIZIONI
S
ono disponibili i libretti per la benedizione delle famiglie che, quest’anno,
si arricchiranno anche con un piccolo
cartoncino ricordo. Il tema scelto è quello
dell’Incontro Mondiale delle famiglie in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno
prossimi. È possibile effettuare le proprie
prenotazioni telefonando allo 031-263533
presso la segreteria del Settimanale, da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00.
Vetrina 8-9
Fondo
di Solidarietà:
in tre anni aiutate
600 famiglie
La famiglia:
il lavoro e la festa
2 Sabato, 18 febbraio 2012
Idee e opinioni
A
✎ L’opinione |
nche in Sanità le risorse
non sono infinite.
Il cittadino lo sente
quotidianamente alla Tv,
alla radio e lo legge sui giornali.
Se ne accorge poi sulla propria
pelle, anzi nel proprio portafogli,
quando deve sborsare fior di euro
per l’odiato ticket, oppure quando
il suo medico di base gli spiega che
la tale prestazione non è rimborsata
dal sistema sanitario nazionale,
cioè non è mutuabile. La crisi
è ovunque, è planetaria, ma in
Medicina configgono in particolare
alcuni elementi: da un lato la
limitatezza delle risorse finanziarie,
dall’altro l’aumento della vita
media e la crescita esponenziale
della tecnologia a disposizione,
nonché la raffinatezza delle cure
da mettere in campo. Quindi
abbiamo sempre meno soldi per
più persone, che vivono più a lungo
e per le quali la scienza sforna
mezzi diagnostici e terapeutici
raffinatissimi e costosissimi. Gli
operatori sanitari, ed in particolare
i medici, sono da anni coinvolti in
prima persona nel contenimento
di Mario Guidotti
La nuova Sanità e le sue risorse,
che non sono infinire
delle risorse finanziarie, tanto che
anche nell’ultima stesura del codice
di deontologia medica è entrato
con prepotenza l’articolo 6 (Qualità
gestionale e professionale) che
cita specificatamente “il medico
agisce…tenendo conto dell’ uso
appropriato delle risorse”. Quindi
l’attenzione al bilancio non è un
gesto speculativo, mercantile,
ma morale, etico, fondante la
buona sanità e quindi la buona
società. Certo, a volte sotto sotto
cresce il sospetto dell’imbroglio.
Pensiamo: ci negano il tal farmaco
o ci fanno pagare il ticket per fare
cassa, per arricchire qualcuno.
No, quei soldi risparmiati sono
destinati alle cure di altri, o alla
prevenzione, o alla ricerca. Il
bilancio corretto è etica, sia chiaro
per tutti. Ma il punto è: come
perseguire il bilancio in pareggio
scontentando il meno possibile
gli utenti e salvaguardando il più
possibile le fasce più fragili della
società? L’unica certezza è che
non si può più dare tutto a tutti. E
non solo perché siamo in tempi di
vacche magre, ma parchè siamo
in tanti, viviamo più a lungo e
disponiamo di tecnologia sempre
più avanzata e raffinata. L’ultimo
parolone destinato ad entrare nelle
orecchie è farmacogenomica. Sta
a significare come le medicine
debbano essere in linea con
la genomica appunto, cioè il
corredo genetico, insomma il DNA
dell’individuo cui sono destinate.
A ognuno la propria malattia ed il
suo specifico farmaco. Eccellente,
grandissima innovazione. Ma
riuscite ad immaginare quanto
possa costare in futuro a tutto
il sistema di welfare questo
approccio alla Medicina? Non
potendo più dare tutto a tutti, si
tratta di assegnare il meglio a chi
serve. Quindi la parola d’ordine
diventa “appropriatezza”. Di uso,
di assegnazione, di distribuzione.
Di attività diagnostica e curativa,
medica e chirurgica. Come fanno
gli altri Paesi occidentali, vicini di
casa e a volte nostri modelli per
organizzazione? Alcuni assegnano
le risorse in base all’appropriatezza
scientifica: curo in modo avanzato
solo i soggetti con patologie in cui
vi è evidenza di utilità e quindi
di possibile guarigione. In altre
parti vi è una quota di Sanità
“pesante”, come i trapianti, i grandi
interventi o le terapie costosissime
a carico dello Stato, il resto a carico
dei cittadini che se lo possono
permettere in base al reddito. Della
serie: se guadagno decorosamente
posso comprarmi l’antibiotico per
la bronchite con i miei soldini. Un
altro modello interessante è una
Sanità gratuita o meno in base ai
comportamenti. Io Stato ti avverto
di che cosa è pericoloso, se lo fai e ti
ammali ovviamente ti curo, ma poi
ti mando il conto. Esempi. Fumi? Ti
paghi le cure per gli effetti del fumo.
Eccedi nel bere e nel mangiare?
Lo stesso. Scii fuori pista? Se ti fai
male ti mandiamo la fattura di
salvataggio e cure. E via sborsando
in base alle varie trasgressioni.
Certo, sono tutte soluzioni
antipatiche, ma prepariamoci
perché prima o poi ci arriveremo e
come in Medicina prevenire, cioè
anticipare e prevedere i problemi
che ci cascheranno addosso come
macigni, è meglio che curare.
COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola
Da “abbacchio”
a “zucca barucca”
D
a abbacchio a
conoscenza più approfondita
Sono i due estremi in cui
zucca barucca, o
prosegue poi di pari passo con
si collocano le migliaia e
se volete, ancor
lo studio e l’approfondimento
più giù, a zuccotto,
dell’italiano. Una pizza e un
migliaia di parole della
zugo, zuppa. Sono questi gli
lambrusco possono far sorgere
tradizione gastronomica
estremi in cui si collocano le
“voglia d’italiano” più di cento
migliaia e migliaia di parole
incontri culturali.
italiana che l’Accademia
della tradizione gastronomica
Al di là della pizza e del
della Crusca si accinge a
italiana che l’Accademia della
lambrusco, nomi ormai
catalogare
Crusca si accinge a catalogare
inflazionati in Italia e all’estero, è
per sfornare quello che sarà
che resta difficile anche per noi
“L’italiano in cucina”, ossia il vocabolario storico
italiani raccapezzarci nell’immensa giungla di
della lingua della gastronomia. Progetto ambizioso,
voci gastronomiche che caratterizzano – più di
impresa difficile, per cui questa volta la Crusca ha
altre – la nostra lingua, particolarmente ricca e
dovuto giocoforza impastarsi (nel senso migliore) con
generosa (si pensi solo ai contributi regionali, se non di
la... farina, materia principe della Barilla. L’azienda di
ambito più strettamente locale) di parole collegate alla
Parma collaborerà al progetto attraverso l’Academia
cucina o comunque all’alimentazione. Siamo in periodo
Barilla (ha preferito così, con una c, secondo l’usanza
di Carnevale: ebbene noi in Italia per designare la stessa
arcaica) da lei fondata nel 2004 e divenuta in pochi
cosa, che poi sarebbero quelle strisce di pasta, fritte
anni un sicuro riferimento per la promozione e la
(ma oggi la dietologia consiglia di passarle al forno) e
valorizzazione della cultura gastronomica italiana nel
cosparse di zucchero, abbiamo non uno, ma una serqua
mondo. Non solo gli industriali pastai parteciperanno
di vocaboli: bugie, cenci, chiacchiere, crostoli, frappe,
al progetto, anche alcuni atenei italiani (La Sapienza e
gale, galani, intrigoni, sfrappole. Né basta, perché
la Lumsa di Roma, l’Università di Torino, l’Università
altrove le chiamano ancora altrimenti.
per stranieri di Siena).
Ben venga un vocabolario che metta in ordine
E a proposito di stranieri è il caso di ricordare che
tale materia, vasta quante sono le specialità, e le
l’amore per la nostra lingua nasce in molti popoli
denominazioni, della tradizione gastronomica italiana.
di altri Paesi proprio a incominciare dall’incontro
La Crusca e soci, nella prima fase del progetto, hanno
con i nostri prodotti gastronomici, il cui desiderio di
cominciato a selezionare cento testi di cucina, a
partire dal fondamentale di Pellegrino Artusi “L’arte di
mangiar bene - Manuale pratico per le famiglie”, i quali
poi saranno analizzati e acquisiti in formato testuale
per costituire una banca dati consultabile in rete. Da
qui, prima di arrivare al traguardo finale, di lavoro
difficile ce ne vuole. Ma la gloriosa Accademia della
Crusca sembra aver preso lena dopo il “salvataggio”
del settembre scorso, grazie a un emendamento alla
“manovra” approvato unanimemente in commissione
Bilancio del Senato. È di questi giorni la pubblicazione
del volume “Italia linguistica: gli ultimi 150 anni. Nuovi
soggetti, nuove voci, un nuovo immaginario”, che
ripercorre le vicende post unitarie e dove si parla tra
l’altro (San Remo imminente) anche delle canzoni che
hanno fatto l’italiano.
◆ L’innocuodi don angelo riva
Bene comune: liberalizzazioni e dintorni/2
S
i torna a parlare, proprio in questi giorni, di
liberalizzazioni: gli orari dei negozi, le concessioni dei tassisti, la vendita di farmaci al
banco, l’abolizione degli ordini professionali. Un altro tema sul quale continuare le nostre
brevi riflessioni sul bene comune (cfr. n. 6 del Settimanale). Anche qui, infatti, ci sarebbe bisogno di
idee politiche mentalmente aperte, e non arroccate
su ideologismi; e, da parte dei cittadini, di sincera
propensione a preferire lo “spirito di corpo” allo
“spirito di casta”.
C’è chi sostiene che liberalizzare sia un bene a prescindere. Un po’ è vero: la creatività (dei singoli e
delle cosiddette “economie civili”), l’inventiva, la
propensione al rischio, il merito, potrebbero ricevere stimolazione dalla competitività di un mercato sanamente libero, e invece rischiano di soffocare
nel groviglio di regolamenti e pastoie burocratiche,
che mortificano la libera iniziativa e facilmente si
traducono in sacca di privilegio per le cosiddette
“caste”. A questa prima ragione – economica ma
anche antropologica – se ne aggiunge poi una se-
conda, assai spendibile sul piano della propaganda: l’atteso calo delle tariffe. E’ questo il miracoloso
elisir dello sviluppo promesso dai mentori delle
liberalizzazioni ad oltranza. Ma le cose sono un
po’ più complesse.
Prendiamo la questione degli orari dei negozi. C’è il
rischio concreto che una liberalizzazione selvaggia
premi oltremisura la grande distribuzione, penalizzando i piccoli negozi, che non possono permettersi una rotazione d’orario full time. Se così fosse, non si andrebbe verso un mercato più libero e
competitivo, bensì verso una forma di concorrenza
sleale, un oligopolio cammuffato, dove gli squali
della grande distribuzione farebbero polpette dei
pesciolini del piccolo negozio a conduzione familiare. E davvero calerebbero i prezzi? E i neo-disoccupati della piccola distribuzione non finiranno
per azzerare il vantaggio delle nuove assunzioni
da parte dei supermercati? Senza dire, poi, della
ricaduta culturale e spirituale del “negozi sempre
aperti”. Argomento sottaciuto, ma che a noi non
può non stare a cuore. Il tempo dell’uomo non è
solo per il lavoro, ma anche per la festa, il riposo,
la famiglia, il sollievo spirituale, la manutenzione
delle relazioni. L’ideologia delle liberalizzazioni
non rischia di immolare tutto questo sull’altare del
dio-denaro e del dio-PIL?
C’è poi la liberalizzazione degli ordini professionali: medici, avvocati, notai, commercialisti…Secondo molti, corporazioni ad alto tasso di immunizzazione rispetto alla libera concorrenza; e, soprattutto, una spiccata propensione a blindare al rialzo i
minimi tariffari. Certo, un po’ meno di “catenaccio”
– da parte delle “caste” – sarebbe quantomai auspicabile. Ma attenti a non buttar via l’importante
funzione di formazione, di controllo e di garanzia
che tali ordini esercitano sui propri iscritti, senza
della quale rischieremmo di avere in circolazione
molti più professionisti a buon mercato, ma di dubbia professionalità (e qui, in verità, potrei parlare
di me stesso, non iscritto all’albo dei giornalisti…).
Insomma, avanti pure con le liberalizzazioni. Ma
cum grano salis, e al riparo da semplificazioni figlie
dell’ideologia più che della verità.
Attualità
Sabato, 18 febbraio 2012
3
Uniti contro le mafie
U
n monito forte contro ogni
forma di associazione
mafiosa. Un’esortazione
alla società civile e
politica comasca perché si arrivi,
quanto prima, alla definizione di un
protocollo territoriale di legalità. Alza
il tiro la Cisl di Como. Martedì scorso,
in Lungolario Trieste, è stata scoperta
la nuova targa ricordo dedicata al
giudice Giovanni Falcone e agli altri
caduti a Capaci . Erano presenti, tra gli
altri, i sindaci di Como e di Cermenate,
Stefano Bruni e Mauro Roncoroni,
il prefetto di Como Michele Tortora,
Gerardo Larghi, segretario generale
della Cisl di Como, Alessandro De
Lisi, direttore del “Centro di Studi
Sociali Contro le mafie - Progetto San
Francesco” di Cermenate.
La targa era stata danneggiata il 23
maggio dello scorso anno, proprio
in coincidenza con l’anniversario
della strage che 19 anni prima aveva
posto fine alla vita del magistrato
che era riuscito ad imprimere una
svolta decisiva nella lotta alla mafia.
C’è la volontà ferma di un impegno
a non abbassare la guardia dietro il
gesto semplice della sostituzione di
una effigie. Il desiderio a raccogliere
la sfida contro una cultura mafiosa
serpeggiante e dilagante, anche nel
nostro territorio. Un invito chiaro ad
unire le forze in nome di uno spirito
di legalità che è proseguito poi a
Villa Gallia, che ha fatto da teatro
ad una vera e propria esortazione
civile alle imprese del territorio, alla
comunità e al mondo del lavoro.
Invitato d’eccezione, tra gli altri,
anche Ivan Lo Bello, presidente
di Confindustria Sicilia. «Abbiamo
deciso di proporre questa iniziativa –
ha spiegato Andrea Zoanni, segretario
regionale di Fiba Cisl Lombardia, tra
i principali sostenitori del “Progetto
S. Francesco” - per ribadire quanto
sia necessario recuperare una nuova
dimensione di responsabilità sociale
e di innovazione nell’economia,
in un tempo di crisi come questo.
Quello che stiamo vivendo è un
percorso verso il cambiamento. La
sostituzione della targa, collocata
in un luogo di memoria, nei pressi
del monumento alla Resistenza
europea, ha rappresentato il terzo
atto di una lotta tra il bene e il male.
Il primo atto è stato compiuto tra
maggio e giugno 2010 quando, con
gli studenti dell’Istituto Caio Plinio
di Como, piantammo un albero
all’interno del complesso scolastico.
Un carpino bianco pesantemente
e irrimediabilmente danneggiato
soltanto trenta giorni dopo… Il
secondo atto di questo cammino
è stato quello di ripiantumare un
nuovo albero, questa volta nei pressi
dei giardini a lago, accanto ad una
targa-ricordo della strage di Capaci.
Targa sfregiata da mani ignote proprio
nell’anniversario di quella tragedia.
La scelta di riposizionare una nuova
targa è il segnale che non intendiamo
arrestarci dinanzi alle intimidazioni.
Cos’è la memoria se non il passato
che diventa presente? E che cos’è la
speranza se non il futuro che diventa
presente? Un presente che dobbiamo
vivere con intensità e forza, attingendo
al passato che è dietro di noi e
costruendo, oggi, sentieri di speranza
per il domani». «Noi siamo un
sindacato – ci spiega Gerardo Larghi,
segretario generale della Cisl di Como
–. A noi interessa, pertanto, soprattutto
l’aspetto economico e il rapporto con
il lavoro, che costituiscono il focus
della nostra attività. Il “Progetto S.
Francesco” nasce da una costatazione:
oggi la nostra provincia è invasa da
un fenomeno mafioso sotto gli occhi
di tutti. A Como ci sono 69 beni
economici sequestrati dalla mafia.
La Cisl non può sentirsi lontana da
questo tema perché le mafie generano
povertà: povertà economica, povertà
Inaugurata una
nuova targa
in Lungolario
Trieste, una
nuova fase di
sensibilizzazione
contro
l’infiltrazione
mafiosa
industriale. Aspetti che influiscono pesantemente
sul nostro sistema economico. Legare alla lotta
alle mafie il contrasto all’evasione fiscale significa
cercare di intercettare gli oltre 130 miliardi di euro
che ogni anno sono sottratti alle nostre tasche
da questi criminali. Noi proponiamo che il 35%
dei capitali mafiosi confiscati vanga assegnato
al rafforzamento degli ammortizzatori sociali.
Proponiamo inoltre alle forze economiche,
sociali e istituzionali del territorio di contribuire
alla definizione di un protocollo della legalità
che indichi le azioni appropriate da seguire per
operare nel solco della legge. Uno strumento
aperto ai contributi di tutti. Prossimamente
metteremo sul tavolo le prime cinque proposte,
riconoscendo nel Prefetto di Como l’istituzione
indispensabile a garanzia di questa necessaria
nuova fase sociale”.
pagina a cura di marco gatti
Cermenate. Il Centro studi contro le mafie
Il “Progetto S. Francesco”
A
ttualmente nelle province di
Milano, Como, Lecco e Varese
esistono forti penetrazioni
mafiose sul fronte degli
appalti, della gestione di locali pubblici,
del controllo di società finanziarie e
di servizi. Nella consapevolezza di
ciò Cisl, Filca e Siulp della Lombardia
hanno deciso di aderire al “Progetto S.
Francesco”, promosso a livello nazionale
allo scopo di diffondere una nuova
cultura della responsabilità sociale,
della legalità e dei diritti civili. In linea
con questo obiettivo le sigle sopra
indicate, unitamente a Banca Etica
e Jus Vitae, negli anni scorsi si sono
impegnate per ristrutturare una villetta
confiscata alla ‘ndrangheta nel 2007, a
Cermenate, e realizzarvi il primo Centro
europeo per l’alta formazione contro le
mafie, dedicato a Giorgio Ambrosoli.
«Il Progetto S. Francesco – ci spiega il
direttore del Centro Alessandro De Lisi –
è un programma integrato di cultura della
legalità e di promozione della cultura
della giustizia nel mondo del lavoro, nelle
imprese e nella società. Noi crediamo
che sia indispensabile recuperare il
valore economico della legalità. Oggi
essere nella legalità conviene alle piccole
e medie imprese, troppo spesso sotto
la minaccia del ricatto usuraio della
criminalità organizzata. Serve lavorare
perché diritti come la dignità, la libertà
del lavoro e del diritto al lavoro stesso
non siano mai negoziabili. Dall’altra
parte “Progetto S. Francesco” è anche
un Centro di elaborazione che vuole
annettere più energie possibili al fine di
sviluppare una nuova politica territoriale
per la lotta alle mafie. Noi siamo per
un federalismo della responsabilità. La
sfida alla quale ci sentiamo chiamati è
quella di riscoprire il ‘noi’ come valore
di contrattazione sociale per rinnovare
un modello di economia e società. In
questo quadro il “Progetto S. Francesco”
offre un contributo prezioso insieme ad
associazioni storiche che già si occupano
della lotta alla mafia, però con uno spirito
nuovo, propositivo. Quella con cui ci
misuriamo è la terza generazione della
lotta alle mafie, la mafia 3.0».
Come opera il Centro Studi?
“Con due percorsi sinergici. Il primo,
che abbiamo chiamato “Itinera”, si
occupa dello sviluppo della cultura della
legalità e della conoscenza della nuova
criminalità organizzata. Dunque della
capacità di leggere le differenze della
mafia stessa, capire come funziona per
sconfiggerla. Un’altra linea di lavoro,
denominata “Strumenti”, intende mettere
a disposizione strumenti contrattuali,
legislativi, giuridici, economici che
possono servire alle amministrazioni
pubbliche, alle imprese e alle istituzioni
presenti sul territorio perché possano
lavorare in sinergia, consapevolmente,
contro i ricatti delle mafie”.
Quanto è presente e forte la cultura
mafiosa sul nostro territorio?
“Se quella che vogliamo esprimere è
l’antimafia 3.0, esiste anche una mafia
3.0 che lavora in immersione, che non
si manifesta apparentemente attraverso
gesti violenti, ma che ricatta imprese
per bene e cerca di colpire anche la
politica. Esiste una sorta di mafiosità da
sconfiggere. La lotta alle mafie spetta ai
magistrati e alle azioni investigative. Il
nostro umile contributo può e deve essere
quello di una lotta alla mafiosità intesa
come cultura di consenso della mafia
stessa sul territorio».
Tra i promotori del progetto S. Francesco,
unitamente alla Cisl, c’è anche il Siulp,
sindacato di Polizia, di cui è segretario
regionale della Lombardia, Benedetto
Madonia. «Un grave deficit nella lotta
alla mafia è dato dai tagli effettuati sulle
strutture di polizia. Noi abbiamo un ente,
la Dia, creato nel 1992 per combattere la
mafia, negli anni decapitato del 40% dei
suoi organici e penalizzato nelle risorse
messe a disposizione, passate da 28 a 15
milioni di euro. Il primo direttore della
Dia ipotizzò un impiego di circa 2500
operatori. Ad oggi siamo solo 1300. Se
vogliamo contrastare la mafia ci si diano
i mezzi, e io vi assicuro che saremo in
grado di fermarla».
❚❚ A colloquio con Ivan Lo Bello, Confindustria Sicilia
Una sfida contro l’indifferenza
L
«
a mafia da tempo – spiega Ivan Lo Bello presidente di Confindustria Sicilia –
ha assunto una dimensione che travalica la ragione Sicilia. È un fenomeno
di portata nazionale. Le mafie si nutrono delle
differenze: c’è chi ritiene che la mafia riguardi
soltanto alcune aree geografiche, c’è chi non è
interessato al fenomeno perché non se ne sente
toccato… Atteggiamenti diversi che contribuiscono a ridurre la capacità repressiva di questo
fenomeno. La mafia non è un corpo separato
della società, ne è parte integrante e di essa si
nutre. Si inserisce nel Pubblico rimuovendone
l’interesse generale e moltiplicandone gli interessi particolari. Occorre una grande alleanza
tra società civile ed economica per rimuovere
l’indifferenza ed aprire spazi di legalità. Un imprenditore mafioso può essere più pericoloso di
un mafioso con la pistola. La mafia militare ha
un effetto importante, da punto di vista negativo, sulle città, ma non ha la stessa capacità di
penetrazione della mafia imprenditoriale.
Una mafia che non emerge come tale, che
si nasconde dietro imprenditori apparentemente sani, che ha capacità di tessere relazioni con il mondo istituzionale e politico
ed appare fortemente corrosiva del tessuto
civile e sociale dei territori ove si infiltra».
Quali sono i settori più a rischio di infiltrazione in Lombardia?
«Non c’è dubbio che in alcuni settori come
il movimento terra, i trasporti e l’edilizia si
siano verificati importanti casi di infiltrazione. Penso a molti Comuni dell’area milanese. Le presenza al nord è evidente. Non
dimentichiamo lo scioglimento recente, per
mafia, di alcuni Comuni del settentrione come Bardonecchia in Piemonte, Bordighera e Ventimiglia in Liguria. La penetrazione
dunque c’è. È ovvio che non si presenta con
il volto rozzo del mafioso che chiede il pizzo
per strada, ma con signori in doppio petto
che fanno gli imprenditori in diversi settori. È
essenziale che questo pezzo di Paese che è la
Lombardia, che produce ricchezza ed è motore
per l’Italia, non pensi che questi problemi siano
lontani da sé».
Una buona amministrazione può contribuire
nel fare la differenza?
«Certamente sì. I casi che sopra ho citato sono
il segnale di amministrazioni che non hanno
fatto fino in fondo il loro dovere, scendendo a
compromessi. Una buona amministrazione è
fondamentale per ridurre i margini di infiltrazione mafiosa».
Possiamo dirci ottimisti?
«Guardando alla sensibilità in aumento anche
qui al nord e non posso che dirmi ottimista. Vedo l’emergere di una sensibilità nuova, la consapevolezza che la mafia è un problema serio, che
riguarda tutti. Una sensibilità che cresce grazie
anche a iniziative dall’alto valore simbolico come il “Progetto S. Francesco”».
Italia
4 Sabato, 18 febbraio 2012
Torino, sentenza Eternit:
due «condanne storiche»
«S
apevano». Sono forse
contenute tutte in questo
verbo le motivazioni che,
a inizio settimana, hanno portato
il giudice Giuseppe Casalbore,
presidente della Corte di Torino,
a pronunciare, al termine di una
settantina di udienze celebrate
nell’arco di due anni, una sentenza da
più parti definita storica. Lo svizzero
Stephan Schmidheiny, 64 anni, e
il belga Jean-Louis de Cartier, 89
anni, ex dirigenti della Eternit, sono
stati riconosciuti colpevoli di disastro
doloso, per la morte di almeno 2.100
persone e per le malattie respiratorie
(il mesotelioma) che ne hanno
colpite più di 800. Loro, così come
altri dirigenti dell’impresa elvetica,
sapevano che le fibre di amianto,
nelle fasi di lavorazione, smaltimento
(compresi i fumi di scarico
industriali) e di deterioramento
delle strutture che le contenevano,
finivano con il trasformarsi in
polveri letali. L’accusa, sostenuta
dal poliedrico procuratore Raffaele
Guariniello, coadiuvato dai sostituti
Gianfranco Colace e Sara Panelli,
aveva individuato nei due imputati
gli «effettivi responsabili» non solo
di disastro ambientale doloso ma
anche di omissione volontaria
delle cautele antinfortunistiche
nei luoghi di lavoro, in un arco
di tempo lunghissimo che va dal
1952 al 2008: reati consumati negli
stabilimenti italiani della Eternit a
Casale Monferrato (Al), Cavagnolo
(To), Rubiera (Re) e Bagnoli (Na). I
pubblici ministeri avevano chiesto
12 anni di carcere, saliti a 20 causa
la continuazione del reato. Accolta
da applausi e lacrime, lunedì 13
febbraio è stata pronunciata la
sentenza di condanna (la cui lettura
si è prolungata per circa 3 ore) a 16
anni di reclusione per ciascuno dei
due imputati e a un ammontare
complessivo di 95 milioni di euro
di risarcimenti. Schmidheiny (il
cui avvocato ha subito annunciato
il ricorso in appello) e De Cartier
sono stati riconosciuti responsabili
per le condizioni degli stabilimenti
di Cavagnolo e Casale Monferrato.
Per Rubiera e Bagnoli i giudici
hanno dichiarato di non doversi
procedere perché il reato è prescritto.
«Con la sentenza di oggi abbiamo
realizzato il sogno di dare giustizia
a molte famiglie». Questo il primo
commento del pm Guariniello, il
quale ha anche auspicato che in
Italia venga istituita una procura
nazionale che si occupi di sicurezza
sui luoghi di lavoro. «La condanna
Eternit è giusta e inevitabile, ora
bisogna completare la mappatura
dei siti a rischio amianto» ha
affermato il ministro dell’Ambiente,
Corrado Clini, sottolineando che
«il problema vero oggi in Italia è
che, nonostante l’impegno del
ministero dell’Ambiente in questo
campo e le ingenti risorse impiegate
(circa 50 milioni di euro solo nelle
aree industriali più inquinate), non
abbiamo ancora una mappatura
completa dei siti che devono essere
risanati». Quella di lunedì è stata «una
sentenza che restituisce ai cittadini la
percezione di una giustizia attenta e
vicina e sottolinea anche una precisa
via da seguire: è la persona, ogni
persona, il centro della vita sociale; e
tutelare questo valore nell’ambiente
di vita e di lavoro non può mai essere
soltanto un costo e un obbligo».
Così monsignor Cesare Nosiglia,
arcivescovo di Torino e presidente
della Conferenza episcopale
piemontese. «Le tante persone
morte a causa dell’amianto e della
superficialità e incuria con cui nel
passato si è gestito questo problema
sono un peso troppo grande – ha
aggiunto Nosiglia –. Anche per questo
ci sentiamo vicini a chi ha lottato in
questi anni per avere giustizia; in
particolare a chi, anche se confortato
da questa sentenza favorevole, vive
oggi con rinnovato dolore la mancanza
dei propri cari». «È una sentenza
di giustizia, una decisione dovuta,
un modo, per quanto umanamente
possibile, di rendere giustizia a quanti
hanno perso la vita e a quanti, parenti
e familiari, hanno sofferto accanto
ai malati», ha dichiarato il vescovo
di Casale Monferrato, monsignor
Alceste Catella. Secondo il presidente
nazionale delle Acli, Andrea Olivero,
lundì è stata «una giornata memorabile
per il mondo del lavoro, perché si è
affermato in maniera drammatica
ma incontrovertibile che il diritto alla
vita e alla salute dei lavoratori non è
un valore negoziabile, da nessuno e
per nessuna ragione». La sentenza di
Torino «non può risarcire il passato
– ha affermato Olivero – ma può farci
guardare al futuro con più fiducia;
rafforza nel Paese la consapevolezza
che il diritto alla vita e alla salute
dei lavoratori è inalienabile, e non
può essere messo a repentaglio per
ragioni di profitto, neanche con l’alibi
della crisi economica… Troppi rischi
– conclude il presidente delle Acli
– permangono ancora nel mondo
del lavoro segnato tragicamente da
incidenti mortali, infortuni e malattie
professionali». (E.L.)
Lombardia
Una nuova norma
per gli insegnanti
«La nuova norma, che
prevede fra l’altro che “a titolo
sperimentale le istituzioni
scolastiche possono organizzare concorsi differenziati a seconda
del ciclo di studi al fine di reclutare personale docente”, si colloca
nella direzione di conferire maggiore autonomia ai singoli
istituti scolatici e di liberalizzare il mondo della scuola». Lo
ha dichiarato la presidente dell’Associazione Genitori Scuole
Cattoliche Maria Grazia Colombo dopo l’approvazione del
progetto di legge regionale per lo sviluppo approvato dalla
Giunta della Lombardia, in attesa di passare all’esame del
Consiglio regionale. «Ogni dirigente scolastico - ha aggiunto
Colombo - deve affrontare situazioni differenti, soprattutto nel
campo dell’educazione. è giusto, quindi, che possa scegliere,
attenendosi ai criteri stabiliti dalla stessa Giunta regionale
previa intesa con il Governo, le figure professionali che possono
garantire le qualità più adatte al progetto didattico del proprio
istituto. D’altra parte, le scuole paritarie, dove presidi e insegnanti
vengono assunti direttamente e liberamente, costituiscono un
esempio positivo in questo senso. Oltretutto il loro finanziamento
costituisce un investimento redditizio per lo Stato che in breve
risparmierebbe, come dimostrano le scelte di tanti Paesi europei
nonché alcune ricerche scientifiche».
Nave Concordia:
Messe di suffragio
«L
a nostra preghiera
si eleva al Signore
per le vittime della
nave Concordia. Affidiamo
le loro anime immortali alla
misericordia di Dio perché
le accolga nella luce che non
tramonta, e preghiamo per
i dispersi, per i naufraghi di
quella tragedia, per i familiari
di tutti, qui rappresentati e
che vogliamo abbracciare
con grande affetto, affinché
la forza e la consolazione
dello Spirito stemperi i tragici
ricordi e ritorni presto la
serenità della vita». Lo ha
detto a Roma il card. Angelo
Bagnasco, presidente della
Conferenza episcopale
italiana, al termine della
messa in suffragio delle
vittime della nave Concordia,
celebrata il 12 febbraio
nella basilica di Santa Maria
degli Angeli e dei Martiri.
La celebrazione è stata
presieduta dal segretario
generale della Cei, mons.
Mariano Crociata. Il 13
gennaio, la nave da crociera
Concordia si è parzialmente
inabissata nei pressi dell’Isola
del Giglio, dopo l’urto contro
la zona scogliosa davanti al
porto. Ad oggi si contano 17
morti e 15 dispersi. è partito lo
svuotamento del carburante
e si stanno definendo le
modalità per il recupero del
relitto, mentre la magistratura
continua l’indagine sui motivi
e le responsabilità del disastro.
Lunedì Messa anche al Giglio.
ECONOMIA E SOCIETà. Riflessioni sulla situazione attuale.
Si delineano soluzioni
utili ma di respiro corto...
N
ell’enciclica “Evangelium Vitae”, di papa Giovanni Paolo II, si legge: “Quando
viene meno il senso di Dio anche il senso dell’uomo viene minacciato”. Il
secolo scorso, con le sue ideologie disumanizzanti, violente e crudeli, e gli
avvenimenti politici, economici e finanziari, che contraddistinguono l’inizio di
questo 2012, attestano la veridicità della richiamata affermazione. Fondati paiono
i timori sul presente e sul futuro, di una società che giudica l’eredità cristiana
un ricordo vago di avvenimenti del passato, dai quali si sente estranea e a volte
liberata. Le cronache dicono dei disastri e delle sfide, che vengono presentate alle
singole comunità nazionali, sul terreno della cultura, dei costumi, dello sviluppo
economico e della democrazia. Come
occupazione. La platea dei consumatori
ha ricordato Benedetto XVI, “senza la
viene irresponsabilmente ridotta dalla
fede si brancola nel buio, si cade nel
pressione fiscale, dai bassi salari, dai
vuoto…” e gli avvenimenti odierni lo
tagli alle pensioni, dalla disoccupazione
confermano. In questa società grigia,
non coperta da ammortizzatori sociali,
dal futuro incerto, si muove il governo
quindi la domanda interna cala. Risultato
Monti, al quale vanno riconosciuti meriti
provato dal calo della produzione
indiscutibili, ma insufficienti a dare
industriale, la quale nel 2011 ha registrato
certezze per il futuro, almeno a medio
una diminuzione dell’1,7%, dalle
termine. Intendo dire che sono visibili
esportazioni in frenata, dall’aumento
politiche pasticciate, volte a tagliare
della disoccupazione, soprattutto
la spesa, attente all’attuazione di una
giovanile. Gli investitori internazionali
serie di liberalizzazioni, innovazioni e
non sono attratti dall’Italia a causa
riforme che non sempre convincono, ma
della farraginosità della burocrazia,
che non colgono, in modo adeguato e
dall’inefficienza della magistratura,
forte, l’urgenza di applicare un vecchio
dalla gravosità delle imposte, dell’alto
principio economico, fondamentale
costo del rifornimento energetico, dal
per la ripresa. Lo riassumo con le
diffuso malaffare e dall’instabilità del
seguenti parole: i consumi stimolano la
quadro politico. Mi lasciano inoltre
produzione e questa produce ricchezza e
Ci sono alcune scelte
che mettono in evidenza
la necessità di risparmio,
ma serve anche altro
interdetto alcune scelte del governo
Monti: ad esempio la chiusura dei
manicomi giudiziari e il decreto svuota
carceri. Temo siano scelte dettate dalla
volontà di contenere la spesa pubblica
e dall’illusione di poter curare una
cancrena con l’applicazione di pannicelli
caldi. Non amo il catastrofismo, resto
fedele all’insegnamento di padre
Giacomo Martina: “La storia insegna a
non essere troppo pessimisti… Come
abbiamo superato tante difficoltà nel
passato, così le supereremo anche nel
futuro. Con pazienza, gradualità e una
visione aperta ai tempi lunghi”. Portare
il senso di Dio nella storia è compito dei
cristiani: questo tema ampio e complesso
lo affronterò in un prossimo articolo.
GIANNI MUNARINI
Europa
Approvate le nuove misure di austerità. Ad Atene è caos
tragedia greca
Il parlamento greco ha approvato il piano che sblocca il prestito da 130 miliardi
di euro del Fondo Monetario ma il rischio di fallimento non è ancora scongiurato
è
stato approvato tra gli scontri che
esplodevano ad Atene ed in altre
città greche, il nuovo pacchetto di
misure adottato dal parlamento greco nel
tentativo di salvare il Paese dal fallimento.
Una possibilità che, nonostante il nuovo
prestito di 130 miliardi di euro concesso
dal Fondo Monetario Internazionale
(la cui concessione era subordinata
all’approvazione del pacchetto di riforme)
non sembra essere ancora scongiurata. Del
resto nell’aprile del 2010 la Grecia aveva già
ricevuto un primo prestito da 110 miliardi
di euro concesso in tre anni dall’Eurozona
d’intesa con il FMI. Una cifra non rivelatasi
sufficiente. In questi giorni sono in corso dei
negoziati tra il governo e i creditori privati,
che sarebbero pronti ad accettare perdite
per 100 miliardi di euro sul valore nominale
dei titoli di stato greci, con una svalutazione
del 65-70 per cento dell’investimento.
La manovra approvata dal parlamento
prevede, tra gli altri, il licenziamento di
15 mila dipendenti pubblici, una serie
di liberalizzazioni e il taglio del 20%
dei salari minimi che passeranno da
751 a 600 euro mensili. La votazione
ha però indebolito il governo di unità
nazionale del premier Lucas Papademos,
provocando la fuoriuscita di circa 40
deputati passati all’opposizione. Al
momento della votazione circa 80 mila
persone protestavano per le strade di
Atene provocando scrontri con la polizia
e atti di vandalismo che hanno
provocato la distruzione di alcuni
edifici, dati alle fiamme. I Paesi
dell’Eurozona hanno chiesto
alla Grecia rassicurazioni sul
mantenimento degli impegni presi
indipendentemente da chi vincerà
le prossime elezioni generali
previste per il mese di aprile.
Ma la Grecia come è arrivata a
questa situazione?
Nei primi anni del decennio il
Paese ha segnato la crescita più
elevata d’Europa con punte del
6%, anche se – negli ultimi mesi
– alcuni leader politici hanno
ammesso di aver truccato, nel
corso degli ultimi quindici
anni, i conti per permettere al
Paese di entrare nell’euro. La
situazione è precipitata con la
crisi internazionale del 2008 e il
conseguente crollo del turismo,
principale voce dell’economia
greca, e alla diminuzione dei
Il pacchetto di interventi
prevede il taglio di
15 mila dipendenti
pubblici, liberalizzazioni
e la riduzione del 20%
del salario minimo
consumi: i servizi di distribuzione sono
il secondo settore del Paese. Si è avviata
così una spirale recessiva che è cresciuta
negli ultimi anni. Se a questo aggiungiamo
gli attacchi speculativi da parte della
finanzia internazionale, si capisce come
per il Paese sia diventato impossibile, a
fronte di entrate sempre minori, restituire
il debito, considerando l’impennata dei
tassi d’interesse. Da qui il rischio default.
A questo si aggiunge un problema cronico
della Grecia: l’evasione fiscale
che secondo le stime tocca il
10% del PIL. Dall’altra parte una
possibile uscita della Grecia
dell’euro avrebbe conseguenze
pesanti per il Paese. Il premier
Papademos ha sottolineato
come il ritorno alla dracma
metterebbe a rischio anche il
semplice approvigionamento
nel breve periodo di petrolio e
gas, ma anche di alimenti.
Solo il tempo ci dirà se le
misure intraprese dal governo
e il nuovo prestito saranno
sufficienti a salvare l’economia
greca e, soprattutto, quale sarà
il conto che dovranno pagare i
cittadini. Nonostante le misure
approvate, infatti, la situazione
resta in bilico perché entro
sei settimane la Grecia dovrà
rimborsare 14,5 miliardi di euro
di titoli di stato: il primo banco
di prova per il Paese.
◆ Un rapporto della Commissione
O
missario all’ambiente Janez Potocnik
– sottolineano l’importanza di preservare il suolo europeo se vogliamo
salvaguardare la qualità del cibo e la
pulizia delle falde acquifere, mantenere spazi salubri e ridurre le emissioni. Noi dobbiamo usare le risorse
del suolo in maniera più sostenibile”.
Il commissario ha ribadito la necessità di procedere con un approccio comune attraverso l’Europa, arrivando
ad un adeguato livello di produzione
per l’intero suolo europeo. All’interno
del bilancio pluriennale 2007-2013 l’Unione Europea ha stanziato 3,1 miliardi di euro per la riabilitazione di terreni
industriali e terreni contaminati nei 27
Paesi membri.
5
✎ Il punto sulla crisi
è
forse il passaggio più arduo nell’ormai
lunga storia dell’integrazione e
dell’unità europea, quello di questi
mesi. Le manifestazioni e gli scontri che
hanno accompagnato il varo ad Atene di un
drastico piano di austerità ci fanno toccare
con mano quanto rigorosi debbano essere
ormai gli standard. Partecipare all’Europa
diventa un fatto sempre più concreto: per
partecipare ai benefici bisogna farsi carico
dei costi e degli oneri corrispettivi.
Insomma, sotto la pressione della
speculazione internazionale, che volta per
volta seleziona nuovi obiettivi per generare
profitti finanziari, sempre ovviamente
sulla pelle di qualcuno, l’Europa (e la
zona Euro, che di fatto ne rappresenta il
nucleo propulsivo e decisivo) è costretta
ad accelerare. Del resto solo la spinta
dell’emergenza, storicamente, permette ai
sistemi democratici, e in particolare a quelli
in cui il sistema decisionale è più complesso e
articolato, dunque necessariamente lento, di
agire in fretta e con efficacia.
Certo è un passaggio difficile: bisogna,
infatti, tenere la barra dei conti, ma nello
stesso tempo garantire quei livelli e quella
qualità della vita sociale che qualifica
l’Unione europea e la rende così attrattiva.
Oltre che garantire quell’armonia,
quell’equilibrio tra i diversi Stati membri,
che fin dai primi anni Cinquanta ha
permesso il successo della scommessa
europea.
All’interno insomma della sfida economica
c’è una sfida sociale e una sfida politica: i
piani si richiamano l’un l’altro. La soluzione,
quindi, non può che essere complessiva.
Per questo è un passaggio arduo, perché
bisogna tenere insieme i piani. Tanto più che
l’Europa, così articolata al proprio interno,
si deve muovere in un sistema economico
mondiale in affanno. Grande è ovviamente
la responsabilità della leadership tedesca,
così come è ovvio che questa leadership
non si può sviluppare in solitaria, ma deve
essere in grado di suscitare circuiti virtuosi di
collaborazione e di sviluppo.
Sembra, da diversi segnali, che l’Italia sia
riuscita, negli ultimi mesi, a sintonizzarsi su
questa lunghezza d’onda. C’è una sterminata
letteratura che garantisce che non solo gli
italiani, ma l’Italia è capace di dare il meglio
di sé nell’emergenza. In realtà ogni tanto
il nostro Paese ha bisogno di essere messo
di fronte alle proprie responsabilità. Più
esattamente, le molteplici realtà geografiche,
sociali, culturali, economiche, che articolano
la straordinaria ricchezza e complessità
italiana, devono periodicamente essere
richiamate alla necessità di cooperare.
Ogni tanto questa operazione richiede una
certa ruvidezza, ma richiede nello stesso
tempo anche il dovuto respiro e il dovuto
spessore morale e culturale. Ai tanti attori del
pluralismo italico bisogna sapere indicare
mete non retoriche e obiettivi realistici
d’interesse comune.
Siamo ancora sul crinale. Qualche segnale
però sembra recepito. Certo c’è ancora molto
da fare, per tutti.
FRANCESCO BONINI
Commerci
■ Ue e India
Europa, persi 275 ettari
di terreno ogni giorno
gni dieci anni in Europa una
superficie di terreno fertile pari
alle dimensioni dell’isola di Cipro viene ricoperta da materiali non
impermeabili, costruzione e non solo, tanto da essere considerata persa.
A lanciare l’allarme contro la degradazione del suolo è la Commissione europea che ha pubblicato un rapporto
sullo stato del suolo, sottolineando come dal 1990 al 2006 sono andati persi
quotidianamente 275 ettari di terreno,
circa milla chilometri quadrati ogni
anno. Allo stesso tempo l’erosione del
suolo da parte dell’acqua è pari a 1.3
milioni di kmq, pari a due volte la superficie della Francia.
“Questi rapporti – ha affermato il com-
Sabato, 18 febbraio 2012
Verso la creazione di
un’area di libero scambio
Ogni dieci anni in europa va persa
una superficie di terreno pari
all’estensione dell’isola di cripro.
Il presidente della Commissione
europea Barroso ha fatto visita la
scorsa settimana a Mumbai in India
nell’ambito degli incontri previsti dal
12° summit tra India e UE. Barroso si
è espresso a favore del progetto per
la nascita di un’area di libero scambio
tra UE e India. Questo, ha spiegato
il presidente della Commissione,
permetterebbe la nascita del più grande
accordo commerciale di libero scambio
tra due Paesi perché riguarderebbe
1,7 miliardi di persone. “I commerci
- ha detto Barroso - sono un aspetto
centrale per la strategia di ritorno
della crescita in Europa ma anche
un’ opportunità per l’India e le sue
imprese”. Entro il 2025 l’India diventerà
la quinta economia al mondo.
6
Mondo
Sabato, 18 febbraio 2012
Notizie flash
■ Calcio
Incontro tra i Vescovi di Europa e Africa
“
D
iventare ogni giorno di più una
benedizione per il continente africano
e per il mondo intero”: è l’impegno
della Chiesa cattolica in Africa nelle parole del
card. Policarpo Pengo, presidente del Secam,
(Conferenze episcopali d’Africa e del Madagascar),
che ha partecipato a Roma, lunedì 13 febbraio,
all’apertura del secondo Simposio dei vescovi
africani ed europei, su “L’evangelizzazione oggi:
La nazionale zambiana
vince la Coppa d’Africa
Si è conclusa domenica sera con la
vittoria ai rigori dello Zambia la Coppa
d’Africa, torneo continentale di calcio
che si è disputato in Gabon e Guinea
Equatoriale. La nazionale dell’ex
Rhodesia del Nord ha sconfitto ai rigori
la ben più quotata nazionale della
Costa d’Avorio e ha alzato la coppa
nello stadio di Libreville, capitale
gabonese. Il successo inaspettato
dello Zambia è stato salutato con
approvazione in diversi Paesi dell’Africa
perché merito di un gruppo giovane,
i cui giocatori sono tutti ingaggiati
da squadre africane e per questo
considerati più vicini alla gente. La
Costa d’Avorio può, invece, contare sui
ben più ricchi giocatori che militano in
Europa.
Mentre la diplomazia resta bloccata si continua a combattere
Perù
Arrestato leader di
Sendero Luminoso
E’ stato mostrato alla stampa a Lima
Florindo Flores, alias ‘Camarada Artemio’,
l’uomo indicato come il principale leader
di ciò che resta del gruppo guerrigliero di
ispirazione maoista ‘Sendero Luminoso’,
catturato in una remota zona della selva
peruviana dopo un ventennio di latitanza.
Secondo fonti ufficiali, ‘Artemio’ è stato
arrestato insieme ai suoi due principali
comandanti nella regione di San Martín
in un’operazione congiunta di esercito e
polizia in cui è rimasto ferito all’addome:
rischia l’ergastolo.
■ Comunicazioni
La prima Giornata
mondiale della Radio
“La radio è il mezzo di comunicazione
di massa che raggiunge il pubblico
più ampio, soprattutto le frange più
emarginate delle nostre società. Una
radio libera, indipendente e pluralista
è essenziale per le società sane, ed è
di vitale importanza per la promozione
dei diritti umani e delle libertà
fondamentali”. A dirsene convinta
è Irina Bokova, direttore generale
dell‘Unesco, nel suo messaggio per la
prima Giornata mondiale della radio
che si è celebrato lunedì 13 febbraio.
Spiega una nota dell’Organizzazione:
“Poco costosa e tecnologicamente
piuttosto semplice, con portata e
potenziali aumentati ulteriormente
dalle applicazioni di Internet e della
telefonia mobile”, la radio ha “la
possibilità di raggiungere il 95% della
popolazione del pianeta ed è quindi
il mezzo di comunicazione di massa
più diffuso nel mondo”. Per questo nel
2011 la Conferenza generale Unesco
ha istituito il 13 febbraio la Giornata
mondiale della radio, dedicata a questo
medium “vettore per l‘educazione, la
libertà di espressione e di dibattito
pubblico, nonché fonte di informazioni
di vitale importanza, ad esempio
in caso di calamità naturali”. Il 13
febbraio ricorre anche l‘anniversario
della radio delle Nazioni Unite, lanciata
nel 1946.
comunione e collaborazione pastorale tra
l’Africa e l’Europa”. L’evento è organizzato dal
Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa
e dalla Secam. “Mi aspetto - ha concluso che questo Simposio ci offra l‘opportunità
di approfondire la nostra responsabilità, la
comunione, la collaborazione e lo scambio delle
nostre risorse spirituali, umane e materiali tra
la gente dei nostri due continenti”.
Nessuna via di uscita
per la crisi siriana
U
n’altra settimana è passata e
non si intravedono via d’uscita
alla crisi siriana. Le iniziative
diplomatiche degli ultimi giorni si
sono scontrate contro il muro alzato
dal governo di Damasco sostenuto da
Russia e Cina. Lo stallo della diplomazia
è stato denunciato ieri al Palazzo di
Vetro dell’Onu dove l’Alto commissario
delle Nazioni Unite per i diritti umani,
Navi Pillay, ha presentato un rapporto
sulla situazione. “Il fallimento del
Consiglio di sicurezza nel firmare
una risoluzione ha incoraggiato il
governo siriano a sferrare un pesante
assalto sull’opposizione e ad attuare
attacchi indiscriminati” ha sostenuto
la Pillay. La responsabile dell’Onu si
è anche detta certa che “la natura e
l’importanza numerica degli abusi
commessi indicano che crimini contro
l’umanità sono stati presumibilmente
commessi a partire dal marzo 2011”.
La Pillay ha sottolineato l’aggravarsi
della repressione dall’inizio del 2012, in
particolare nella città centrale di Homs
dove, secondo stime dell’Onu, più di
300 persone sarebbero rimaste uccise
in bombardamenti indiscriminati su
quartieri residenziali. Il governo siriano
ha respinto categoricamente le accuse
affermando che l’Alto commissariato
sarebbe “manipolato” da paesi che
“cercano di nuocere alla Siria” e “ignora i
crimini terroristici commessi dai gruppi
armati”. Mentre la posizione di Damasco
si fa sempre più isolata, il consigliere
di Stato cinese Dai Binguo ha ribadito
la posizione di Pechino sulle vicende
siriane definendole “un affare interno” in
una telefonata con il segretario di Stato
americano, Hillary Clinton. La telefonata
è avvenuta in risposta alle critiche che
Cina e Russia stanno affrontando per
aver apposto il veto alla risoluzione
dell’Onu contro il regime di Bashar al
Assad. Pechino ha anche fatto sapere di
considerare, riguardo alla situazione in
Medio Oriente, la possibilità di mandare
suoi inviati per aiutare a risolvere la
crisi. Forte del sostegno di Cina e Russia,
il governo di Damasco ha ribadito
che “quanto sta accadendo in Siria fa
parte di un piano americano che, se
portato a termine, avrebbe ripercussioni
sull’intera regione”. Lo ha dichiarato ieri
la vice-presidente Najah Al-Attar durante
la visita in Siria di una delegazione di
intellettuali russi nel corso della quale ha
ringraziato il sostegno di Mosca che – ha
detto – “ci aiuta a respingere ingerenze
straniere negli affari interni”.
La questione curda resta irrisolta
Nuovi scontri
in Turchia
S
i intensifica in Turchia il
conflitto tra governo turco ed
indipendentisti curdi dopo che per
anni la situazione era rimasta sommersa
ed erano stati aperti canali di dialogo per
trovare un’intesa ad un conflitto antico.
L’ultimo episodio di violenza risale al 28
dicembre scorso quando, nell’ambito
delle operazioni condotte dall’esercito
turco lungo il confine con l’Iraq,nei
pressi della città di Uludere, sono stati
uccisi 34 civili colpiti da un drone. Un
episodio per cui – riferisce Osservatorio
Balcani - le autorità turche hanno parlato
di “errore operativo” ammettendo di
aver scambiato i civili per miliziani
del PKK (Esercito di Liberazione del
Kurdistan) attivi nell’area. Dichiarazioni
che hanno scatenando le ire dei
famigliari delle vittime. Quest’ultimo
episodio si inserisce in una crescente
tensione politica, segnata dai ripetuti
arresti di persone accusate di essere
militanti filo curdi. Nel Paese è in corso
un maxi-processo contro politici,
giornalisti e intellettuali curdi accusati
di essere membri della Koma civakên
kurdistan, organo del Pkk incaricato di
Un bombardamento di
fine dicembre che ha
provocato la morte di
34 civili riaccende i
riflettori su un conflitto
che sembrava sopito
organizzarne l’azione di resistenza nelle
città. Gli arresti nell’ambito del processo
sono saliti a più di 1100; la cifra sale
a 6200 se si considerano gli imputati
per fiancheggiamento o “propaganda
terrorista”.
A poco più di un mese dai fatti di
Uludere, il 4 febbraio scorso, l’esercito
turco ha comunicato di aver ripreso
i bombardamenti sui campi degli
autonomisti curdi in Nord Iraq e il
9 febbraio 13 militanti del Pkk e un
soldato sono morti in scontri a fuoco
in due diverse località nel sud-est a
maggioranza curda. Appaiono così
lontani i tempi, era il novembre 2009,
in cui il Primo ministro Erdogan, aveva
inaugurato la cosiddetta “apertura ai
curdi”, avviando incontri segreti tra i
membri dei servizi segreti ed esponenti
di spicco del Pkk tra cui Abdullah
Öcalan, leader dell’organizzazione
autonomista. Tuttavia dopo le elezioni
politiche del giugno 2011 questo
processo ha subito una forte battuta
d’arresto aprendo la strada a una nuova
fase di violento conflitto armato. Le
ragioni alla base del fallimento delle
trattative non sono chiare e le parti si
rimpallano le accuse. Il governo accusa
il Pkk di aver sancito la fine degli accordi
con l’uccisione nel luglio scorso di 13
soldati mentre i miliziani curdi accusano
Erdogan di aver deciso la fine delle
trattative subito dopo la sua rielezione
nel 2010.
Cultura
● Oltre mille persone,
la scorsa settimana,
al convegno di Roma
● Promosso dal Progetto
Culturale della Cei ha
affrontato molti temi
Sabato, 18 febbraio 2012
● La missione torni
a essere una scelta
di vita per tutti i cristiani
Gesù contemporaneo vive
nell’eterno presente di Dio
“G
esù rimarrà
sempre nostro
contemporaneo,
perché vive con noi e per
noi nell’eterno presente di
Dio”. Con queste parole il
cardinale Camillo Ruini,
presidente del Comitato Cei
per il progetto culturale, ha
concluso, la scorsa settimana,
l’evento internazionale “Gesù
nostro contemporaneo”, a cui
hanno partecipato oltre mille
persone, nonostante i disagi
per raggiungere e soggiornare
in una Capitale insolitamente
nevosa. “Affinché però
anche noi viviamo da suoi
contemporanei, con lui e
per lui – ha proseguito il
cardinale esprimendo un
auspicio per il futuro – mi
sembra necessario che oggi
la missione ritorni ad essere
quello che è stata all’inizio:
una scelta di vita che
coinvolge l’intera comunità
cristiana e ciascuno dei
suoi membri, ciascuno naturalmente
secondo le condizioni concrete della sua
esistenza. Se contribuirà a questo scopo,
il nostro evento avrà portato frutto”.
L’autocoscienza di Gesù
Dopo un ampio excursus sullo “stato
attuale della ricerca sul Gesù storico”
il card. Ruini ha citato alcuni “aspetti
salienti della figura storica di Gesù di
Nazaret”: le parole e gli insegnamenti,
“parole antiche e nuove, ma uniche e
attuali nella loro sostanza anche dopo
duemila anni”, gli “atti di potenza”,
“segni” o “opere” che Gesù ha compiuto,
la cui “storicità sostanziale appare
incontestabile e la “questione decisiva
della coscienza che Gesù ha avuto di
se stesso, del suo rapporto con il Padre
e della missione che ne scaturiva”, che
“emerge anzitutto dalla sua preghiera,
dalla chiamata dei discepoli e dal tipo di
rapporto che egli ha instaurato con loro”.
Storia paradossale ma efficace. “Gran
parte dell’evento è stata giustamente
dedicata non a quanto è accaduto a Gesù
“S
eparare Cristo dalla sua
Chiesa è operazione
che conduce alla
falsificazione sia dell’uno che
dell’altra”. Così ha detto il cardinale
Angelo Bagnasco, introducendo i
lavori del convegno “Gesù nostro
contemporaneo”, svoltosi a Roma
dal 9 all’11 febbraio. “La storia del
cristianesimo, pur con tutte le sue
contraddizioni e i suoi fallimenti
è stata giustamente qualificata
come storia della libertà”. Parole
del cardinale Camillo Ruini,
chiudendo il medesimo convegno.
Cristo e Chiesa, cristianesimo
e libertà sono due legami, che
meritano di essere stabiliti e
approfonditi, perché la loro
negazione è oggi più o meno
latente. “Cristo senza la Chiesa –
ha proseguito Bagnasco – è realtà
facilmente manipolabile e presto
deformata a seconda dei gusti
personali, mentre la Chiesa senza
Cristo si riduce a struttura solo
umana e in quanto tale struttura
di potere”. Chi dice di credere in
Cristo, ma non di credere alla
Chiesa può facilmente costruirsi
un’immagine molto soggettiva:
Gesù sarebbe un maestro tra i tanti
apparsi nella storia dell’umanità,
più uomo che Dio, avrebbe fatto i
suoi sbagli e per questo capirebbe
i nostri. La sua missione sarebbe
contemporaneo mediante l’opera
del suo Spirito”. Secondo il card.
Ruini, “Gesù di Nazaret, nella sua
vita terrena, ha manifestato in
maniera sovrana questa libertà,
che è il riflesso della libertà di
Dio, e la storia del cristianesimo,
pur con tutte le sue
contraddizioni e i suoi fallimenti
è stata giustamente qualificata
come ‘storia della libertà’, storia
cioè della crescita del genere
umano in direzione della libertà.
Tocca a noi, oggi, vivere in noi
stessi e manifestare al mondo
questa medesima libertà che,
contrariamente a un pregiudizio
diffuso nella cultura attuale, non
è coartata ma alimentata dal suo
rapporto con la verità”.
Futuro “aperto” alla missione
in Palestina bensì alla presenza attuale
di Gesù nella storia e nella vita degli
uomini”, ha sottolineato il cardinale:
“Da Gesù è scaturito cioè un grande
movimento, una comunità di uomini e
donne, che poi, certo, si è divisa e anche
frammentata, conservando però una
inestirpabile tendenza a ritrovare in lui la
propria unità. Questa comunità ha dato
vita a una ‘storia efficace’, perché è stata
e rimane la forza in grado di incidere
più in profondità sui modi di pensare e
sui comportamenti, sulla cultura e sul
vissuto delle persone come dei popoli.
Storia efficace ma anche paradossale,
perché si svolge secondo la forma della
croce-risurrezione, della sconfitta che
diventa vittoria: questo paradosso che
si rinnova è il segno, o l’indizio, della
presenza di Dio”.
Cristianesimo:
“storia della libertà”
“Esiste un’identificazione dinamica tra
Gesù Cristo e lo Spirito Santo, in virtù
della quale Gesù si rende presente e
Nella conversazione sui giovani e
Gesù è “risuonata una domanda”,
ha fatto notare il card. Ruini
al termine della sua relazione:
“questa grande presenza di Gesù
ha il futuro assicurato, qui in
Italia e in Occidente, o invece i giovani,
pur amandolo e ammirandolo per
tanti aspetti, stanno perdendo la fede
in lui, in concreto stanno abituandosi
a vivere a prescindere dal Gesù vivo e
reale, sostituendolo magari con un Gesù
immaginario, fabbricato da una cattiva
letteratura o costruito sulla misura
dei nostri gusti?”. “A questa domanda
– ha affermato - non c’è una risposta
prestabilita, una risposta, cioè, in grado
di prevedere il futuro della fede in Italia
e in Occidente. In realtà questo futuro è
aperto, aperto alla nostra libertà e prima
ancora alla libertà e alla misericordia
di Dio”. C’è, però, “una risposta precisa
e vincolante per ogni credente, che
non prevede gli esiti ma indica il nostro
compito.
Questa risposta si riassume in una
parola, che è tra le più antiche e
originarie del cristianesimo: la parola
missione. Oggi probabilmente non basta
più che alcuni membri della Chiesa
vivano la loro fede come missione, in
paesi lontani o qui da noi”.
✎ Gesù nostro contemporaneo |
■ Giovani
Una ventata di futuro
nel dialogo su Gesù...
L’irruzione dei giovani, durante il
convegno internazionale “Gesù nostro
contemporaneo”, è stata una ventata di
futuro. I ragazzi e le ragazze presenti
hanno ricordato che la contemporaneità
non è una questione di “ever green” ma
è un intrecciarsi di amore, di sacrificio e
di dono che hanno il ritmo dell’eternità.
Ed è per questo che i giovani avvertono
la responsabilità personale di costruire un
futuro diverso da quello delle previsioni
scientifiche e tecnologiche e non si
attardano a giudicare le debolezze e le
mancanze delle generazioni adulte. La
contemporaneità con Gesù li porta altrove,
li conduce a quote alte del pensiero e
dell’impegno nei luoghi delle quotidianità.
Li porta a quei “sogni” che non sono
fuga dalla realtà ma coraggio e capacità
di orientare la storia verso la verità, la
giustizia e la pace. La contemporaneità
con Gesù non li fa sentire orfani degli
adulti ma figli di un padre da cui si
sentono amati. Il giornalista, l’insegnantecantautore, l’insegnante-scrittore, il
sacerdote-insegnante seduti sul palco
dei relatori hanno cercato di interpretare
le attese delle generazioni che salgono.
Ci sono riusciti. Grazie alla passione che
trasmettono nelle parole e che, rifuggendo
da un paternalismo diffuso, richiama la
responsabilità di un’età che non è “per
sempre”. Hanno detto realisticamente,
con diverse sensibilità e competenze,
che Gesù non è al centro della vita di
moltissimi giovani, ma lo è in quello di
una minoranza. Non sono mai stati e
non sono “i grandi numeri” a dire di una
Presenza nel mondo. Non possono essere
le percentuali ad avere l’ultima parola. La
contemporaneità di Gesù è nel volto dei
ragazzi e delle ragazze che incontrano il
Volto, lo comunicano ai coetanei con i
linguaggi loro propri. Sono quei giovani
che, sulle strade di una moderna Emmaus,
si affiancano a viandanti coetanei per
condividere la fatica di una ricerca e la
bellezza di una scoperta e di un Incontro.
Lo sguardo di Gesù incrocia il loro come
accade ai giovani narrati nel Vangelo.
Saranno loro, nella libertà dei figli - che è
condizione “sine qua non” dell’amare - a
dare la risposta a quello sguardo eterno.
di Marco Doldi
Credere oggi:
non c’è libertà senza Verità
stata quella di fare del bene,
impegnandosi nelle emergenze del
suo tempo, così che oggi chi vuole
seguirlo dovrebbe impegnarsi al
punto da perdersi nel sociale. E
deformazioni simili ne esistono
molte. Che cosa manca a questo
Gesù terreno? Tutto quello che
gli viene dal suo essere Dio. Egli è
Maestro di una parola che, talvolta,
non esige compromessi. Egli è
la piena e definitiva rivelazione
del Padre, al punto che chi vuole
conoscere chi sia Dio realmente,
deve passare attraverso di lui.
Non solo. Egli è il Salvatore, che è
venuto a liberare l’uomo dalla vera
malattia: quella del peccato.
Ora, l’immagine piena e vera
di Gesù ci è consegnata dalla
Chiesa, che custodisce le parole
del Maestro, le parole di coloro
che hanno scritto del Maestro
e le parole di coloro che hanno
interpretato le une e le altre. La
verità di Gesù e su Gesù è quella
che appare dalla Scrittura e dalla
Tradizione vivente, che nei secoli
conserva, accresce e trasmette
la verità di Cristo. La Chiesa è
custode dell’una e dell’altra, ma
non lo è come un guardiano del
museo. La parola di Cristo è viva
ed efficace, interpella l’uomo e gli
comunica la salvezza, attraverso
l’azione sacramentale della Chiesa.
Non è esagerato dire che, se
Cristo fa continuamente vivere la
sua Chiesa, la Chiesa rende vivo
ed operante il Cristo, in quanto
animata essa stessa dallo Spirito.
E la Chiesa senza Cristo? Si riduce
ad una struttura solo umana,
perché le manca quell’orizzonte
soprannaturale, che conferisce
la misura e il giusto peso alla
dimensione umana. Senza Cristo
ci si apre al potere, al carrierismo,
all’efficienza dei propri mezzi,
ai programmi troppo umani e,
talvolta, al peccato. No: non è
possibile separare Cristo dalla
Chiesa, come non si può separare
la testa dal corpo (cfr. 1Cor. 12,12).
7
Proprio perché Cristo è legato
alla sua Chiesa, il cristianesimo
è necessariamente una storia di
libertà. La Chiesa rende Cristo
contemporaneo, rende efficace
l’azione del mistero pasquale, che
continuamente rinnova l’esistenza,
conducendola verso la pienezza
del bene. L’evento pasquale nel suo
dinamismo di morte e risurrezione,
di passaggio dal vecchio alla
condizione di colui che fa nuove
tutte le cose (cfr. Ap. 21,5), è la fonte
di operosità del cristianesimo.
Dirige la storia, orientandola
verso la crescita del genere
umano, realizzando un’autentica
storia di libertà. Da quando il
cristianesimo, nella pienezza
del tempo della Pasqua, ha
cominciato il suo cammino molte
cose nel mondo sono cambiate
in bene. È cresciuta, ad esempio,
la concezione della dignità
della persona, che ha portato
alla condanna e all’abolizione
della schiavitù; è cresciuta la
sensibilità verso il debole, così che
associazioni laiche di solidarietà
vivono, in realtà, valori cristiani. Si
ricordi ancora la cura dei malati:
per tanto tempo è stata svolta da
organizzazioni religiose e, solo in
un secondo momento, assunta
dalla comunità civile; questi ed
altri esempi documentano che il
cristianesimo ha aiutato l’umanità
a migliorare se stessa. Esempi che
conducono a toccare quasi con
mano come “oggi – ha rilevato
Ruini – Gesù sia in realtà molto
più presente nella vita e nella
cultura di quanto noi stessi siamo
consapevoli”. E la Pasqua non ha
ancora perso la sua efficacia! La
presenza di Cristo nella storia
e l’incontro personale con lui,
riconosciuto come il Maestro e il
Salvatore, che non cessa di educare
e di salvare, sono le condizioni per
tendere ad una umanità nuova e
piena. Egli parla all’intelligenza
ed agisce nel cuore di ciascuno,
raggiungendo tutti gli uomini di
buona volontà. Questo è il Cristo
annunciato dalla Chiesa e donato
dal cristianesimo nei secoli. Come
è lontana l’immagine sfuocata di
un Gesù che nulla esigerebbe, che
mai rimprovererebbe, che tutto
accoglierebbe e in ogni scelta ci
approverebbe! Lontana e poco
coinvolgente.
8
Fondo diocesano
Sabato, 18 febbraio 2012
In tre anni aiutati quasi
seicento nuclei familiari
«U
na risposta concreta e
decisiva alla crisi». Così il
vescovo monsignor Diego
Coletti descrive il fondo diocesano
di solidarietà “Famiglia-Lavoro”, nato
per essere di sollievo a quei nuclei
familiari che si trovano in situazioni
di affanno e difficoltà a causa della
crisi economica e finanziaria ancora
in atto e rispetto alla quale si fatica a
trovare un accenno di seria soluzione.
Il fondo sta ormai veleggiando verso
il traguardo dei tre anni di vita (fu
infatti solennemente annunciato e
avviato il Giovedì Santo del 2009)
ed è riuscito a essere di aiuto e
sostegno a quasi 600 famiglie su
tutto il territorio della diocesi di
Como, cui si aggiungono anche
130 integrazioni (ovvero casi di
contributo reiterato). «Ci troviamo
di fronte a una testimonianza
significativa – riprende il Vescovo –.
Non ci si è fermati alla fase della sola,
seppure giusta, rivendicazione di
diritti. Le nostre comunità cristiane
hanno dimostrato un radicato
senso di fraternità e solidarietà,
affrontando, con generosa fantasia,
le inquietudini e i tormenti di chi si
trova a subire un’ingiusta penuria
di risorse». «Oltre all’aspetto
materiale – rimarca il vicario
episcopale monsignor Battista
Galli, coordinatore dell’equipe che
gestisce il fondo diocesano – penso
valga la pena sottolineare due stili di
vita che si stanno progressivamente
affermando. Il “Famiglia-Lavoro” si
è alimentato grazie alle donazioni
della “gente normale”, che ha messo
a disposizione dei propri fratelli non
l’eccedenza, il “surplus”, ma ha fatto
qualche rinuncia per condividere
i propri beni con chi si trova in
momentanea situazione di disagio.
Il secondo aspetto è che in questo
modo ci si educa a una cultura
di reciproco e gratuito aiuto, che
diventa così una scelta naturale, un
atteggiamento sentito e radicato».
Gli ultimi dati aggiornati ci dicono
che a oggi il fondo diocesano
ha raccolto quasi 751mila euro,
avendone erogati poco meno
di 695mila (il saldo disponibile
ammonta a circa 56mila euro). «Si
è creata una mentalità di donazione
– spiega il direttore della Caritas
diocesana Roberto Bernasconi –:
l’attenzione agli altri sta decisamente
entrando nel Dna delle nostre
famiglie ed è ciò che conta di più. I
soldi, certo, servono. Ma il riscontro
che abbiamo sia dai nuclei familiari
aiutati, sia da chi si è messo a
disposizione per essere di sostegno
e dare una mano, è l’importanza
della rete amicale che si è formata.
La perdita del lavoro crea spesso
situazioni di frustrazione, tensione,
soprattutto di tipo psicologico,
che mette in discussione l’intero
progetto personale, il rapporto con
il coniuge e con i figli, rispetto ai
quali sembra di aver perso ogni
credibilità e autorevolezza. Non
sentirsi soli, inutili, messi al margine
è fondamentale». In questo senso
ci si trova ad affrontare una crisi
ben più grave di quella economica,
«altrimenti - aggiunge ancora il
direttore della Caritas - si incrina la
fiducia in se stessi e si distruggono
delle vite... ci si trova al cospetto di
tragedie che non si recuperano più».
Il lavoro dell’equipe procede, grazie
all’opera dei tanti parroci, e dei
loro collaboratori, che per primi
accolgono e ascoltano le richieste
espresse dal territorio. «Dietro ogni
modulo che arriva sul nostro tavolo ci
sono persone e storie… e, di riflesso,
I circa 695mila
euro erogati
hanno permesso
a molte persone
di affrontare
le situazioni
di disagio
provocate dalla
crisi economica.
ti ritrovi anche tu a vivere i drammi
umani che quelle domande di aiuto
raccontano – conclude Bernasconi –.
È un patrimonio che andrebbe messo
a frutto con una seria riflessione
di comunità. Sono anni di fatica e
di grazia: nonostante le difficoltà
stiamo comunque riuscendo ad
accompagnare anche i profughi
giunti nelle nostre città. Dobbiamo
proseguire su questo cammino di
discernimento, di dono e di capacità
di stare insieme».
enrica lattanzi
❚❚ Rafforzare gli obiettivi rispetto alle aspettative contingenti
Il fondo? Una forma di welfare sociale
È
apparso pochi giorni fa su un giornale di
tiratura nazionale un articolo che parlava di come, nella situazione attuale, si
stia allargando sempre più la forbice tra chi
ha molte risorse economiche a sua disposizione e chi invece ne ha poche, al limite della
sopravvivenza. Il ceto sociale che risente in
modo drammatico l’accentazione della forbice è il ceto medio, il quale vede assottigliarsi sempre più la sua consistenza. L’articolista
aggiungeva che negli anni ’60 e successivi per
fronteggiare le conseguenze economiche delle crisi di allora si era venuto a costituire lo
stato sociale. E ora è ancora possibile? Fin qui
la sua riflessione, rinviando ad altra occasione
la sua conclusione. L’esperienza quotidiana e
i tagli alla spesa pubblica ci aiuta a dare una
risposta: lo stato sociale sarà, nel futuro, meno
dotato di quelle risorse economiche necessarie per aiutare chi è in difficoltà. Per ovviare
a questo deficit sta crescendo un welfare so-
ciale. E il Fondo diocesano “Famiglia lavoro” può essere iscritto nel welfare sociale.
Quando prese avvio il Fondo di solidarietà
“Famiglia lavoro” nel 2009 si preventivava
una durata dello stesso di un paio d’anni
o poco più. Siamo ormai al terzo anno e il
Fondo ha ancora la sua ragione d’essere.
Certo, la crisi continua, più di una famiglia
ha dovuto attingere ai risparmi familiari;
in molti casi si sono esauriti senza che la
situazione economica delle famiglie sia
migliorata. Data la situazione ancora critica non è pensabile la chiusura del Fondo
di solidarietà, che certo va riaggiornato.
In attesa dei tempi migliori, il Fondo deve
rafforzare i suoi obiettivi e svilupparne altri più rispondenti alla situazione attuale.
Il rafforzamento principe consiste nell’incentivare una solidarietà fattiva fra le famiglie, solidarietà orientata ad individua-
re quali sono gli aiuti che un nucleo familiare
può mettere campo per aiutare un’altra famiglia. Il vantaggio, oltre a far sì che le famiglie
non si sentano sole e abbandonate, consiste
nell’attuare un economia di scala a tutto beneficio dei reciproci redditi famigliari.
Un secondo aggiornamento degli obiettivi del
fondo consiste nel dar vita a borse-lavoro
per aiutare la riqualificazione di chi ha perso
il posto. Questo aiuto economico non ha la
negatività dell’aiuto-tampone, che agisce solo
sull’urgenza, e non va ad eliminare la causa
delle difficoltà, esso apre delle prospettive di
futuro. Ma anche in questo caso è necessario
uno slancio di solidarietà di singoli soggetti e
di famiglie, perché sappiano individuare sul
territorio quegli ambiti lavorativi capaci di accogliere il lavoratore riqualificato.
don GIUSEPPE CORTI
Ora è il tempo della maturità, con idee sempre più concrete
Un salto di qualità
per il Fondo diocesano
«I
l Fondo diocesano è chiamato a
un salto di qualità, a diventare
adulto, a passare da una fase
di “assistenza” a una di interventi
ancora più concreti, che potrebbero
realizzarsi con progetti e meccanismi di
inserimento lavorativo». L’osservazione,
corale, arriva dai presidenti delle Acli
di Como e di Sondrio, Luisa Seveso e
Danilo Ronconi.
«Attraverso i nostri sportelli di assistenza
fiscale e i patronati – afferma la Seveso
– abbiamo il polso di una società dove
la famiglia, che dovrebbe essere la sua
cellula principale e fondante, diventa
sempre più fragile. Le riforme che si
stanno affacciando in ambito nazionale
(con i tagli ai fondi per l’autosufficienza,
o l’allungamento dell’età lavorativa per le
donne, o il venir meno di alcuni servizi
indispensabili, come i nidi) rischiano di
metterla ancora di più in difficoltà. Un
tempo ci si rivolgeva ai nostri uffici per
verificare quando si sarebbe andati in
pensione: oggi ci si chiede se la si avrà.
Ci sono situazioni di fortissima disparità,
mentre vengono meno l’idea di sostegno
fra generazioni e di società solidale». Il
Fondo interviene in questo contesto così
complesso, dove le pochissime risorse
a disposizione richiedono investimenti
eticamente corretti e mirati. «La crisi
ha impoverito fasce di popolazione che
mai nella loro vita avrebbero pensato
di dover affrontare simili problemi
lavorativi – dice ancora la presidente di
Acli Como – e che non sono mai stati
interlocutori dei servizi sociali». In
questo senso il Fondo è stato un aiuto
prezioso, che ha anche contribuito a
far affermare e sviluppare un rinnovato
senso di comunità e fraternità.
«In provincia di Sondrio – considera
Danilo Ronconi – la riservatezza, il
pudore e, soprattutto, l’aiuto da parte
di parenti e amici ha permesso di
tamponare le situazioni di disagio,
dando l’impressione di una difficoltà
esistente ma non evidentissima,
se non nei nuclei familiari già più
deboli e precari (come i migranti).
Ora l’esperienza ci dice che il fondo
deve crescere, dimostrare maturità,
con progetti che puntino a seguire le
persone verso un nuovo inserimento
nel mondo produttivo, come, per
esempio, con il sistema delle borse
lavoro, o l’aiuto alle imprese che diano
la disponibilità ad assumere. L’incontro,
il confronto e il dialogo con il territorio
– chiosa il numero uno di Acli Sondrio –
consentono di individuare delle priorità
di intervento. A partire dai giovani, che
non sono i diciottenni, bensì i trentenni,
che vivono da tempo un precariato
che crea insicurezza e condiziona la
progettualità familiare». (E.L.)
Fondo diocesano
Sabato, 18 febbraio 2012
Testimonianze. Il Fondo di solidarietà raccontato dal parroco di San Bartolomeo a Como
N
on solo aiuto economico
per il banco vendita della
alle famiglie in difficoltà,
parrocchia. Piccoli segni
ma anche un’occasione
che danno però il senso
per rilanciare l’attività
della bellezza di questa
di un gruppo parrocchiale
esperienza”. Negli ultimi
storico, quello di San Vincenzo,
mesi, confida il sacerdote,
creare legami con persone mai
sono sempre più le famiglie
incontrate e favorire il cammino
italiane che si rivolgono al
di integrazione creando un
Centro di ascolto perché in
ponte con i tanti stranieri
crisi a causa della perdita
che vivono nel quartiere.
del lavoro: ad oggi gli italiani
Sono questi alcuni dei frutti
rappresentano il 30-40% dei
maturati nella parrocchia di
beneficiari nel quartiere.
San Bartolomeo a Como grazie
L’unico rammarico è che,
all’introduzione del Fondo
nella maggioranza dei casi,
famiglia e lavoro. In questi due
non sempre le famiglie
anni la parrocchia ha assistito
che vengono sostenute del
tramite il fondo 26 famiglie per
fondo riescono a risollevarsi
un totale di circa 40 mila euro di
grazie al contributo
contributi elargiti. A raccontarci
concesso per un periodo
come la parrocchia ha vissuto
che va dai 3 ai sei mesi.
l’esperienza del Fondo in questi
“Purtroppo – continua don
anni è il parroco don Christian
Christian – solo una piccola
Bricola che ha ricordato, però,
parte delle famiglie aiutate
come questo servizio si sia
riesce a risollevarsi. Nella
inserito all’interno di una serie
maggioranza di casi il fondo
di attività già portate avanti
serve a dare una boccata
in ambito caritativo dalla
di ossigeno, ma alla fine
parrocchia. “Ad essere sinceri –
del contributo le famiglie
racconta il sacerdote – nei primi
rimangono in situazioni
mesi siamo partiti limitandoci
di difficoltà e continuano
al ruolo di distributori di aiuti.
ad essere sostenute dalla
Il Centro di ascolto della Caritas
parrocchia attraverso altri
L’attivazione del Fondo ha portato al rilancio del gruppo vincenziano
che ha sede in parrocchia si
canali come il pacco viveri”.
occupava della segnalazione
Esistono, però, anche
che si è preso in carico l’accompagnamento delle famiglie beneficiarie
dei casi che, come parrocchia,
famiglie che ce l’hanno
segnalavamo al Fondo. Presto
fatta come quella di un
ci siamo però accorti di come questo
di una decina di nuove volontarie, oltre
creare ponti ed entrare in contatto con
operaio pakistano di San Rocco. “Questa
sistema non funzionasse perché non solo
a quelle già presenti, abbiamo iniziato
realtà prima sconosciute. “Purtroppo
persona si era rivolta a noi – conclude il
non avevamo il controllo sull’utilizzo
ad andare ad incontrare le famiglie che
visitando le case – continua il parroco –
parroco – perché aveva perso il lavoro e,
dei fondi da parte dei beneficiari, ma
stavamo aiutando proprio nelle loro case.
abbiamo scoperto anche alcune realtà di
per di più, aveva un figlio con un handicap.
mancava soprattutto quell’attività di
Un rapporto di vicinanza in cui abbiamo
degrado presenti nel quartiere. Famiglie
Si trattava di un fabbro specializzato nella
presa in carico e accompagnamento che,
scoperto il bello di questa esperienza, ma
numerose che vivono in appartamenti
realizzazione di decorazioni e lavori di
oggi, possiamo dire rappresenta la vera
non solo: l’ha resa, infatti, più efficace.
in condizioni pessime pagando prezzi
alta qualità. Grazie al sostegno del fondo
forza di questa iniziativa”. E’ così che a
Questo ha permesso, infatti, di gestire al
molto elevati, anche seicento euro per
ha potuto andare avanti per alcuni mesi,
San Bartolomeo si decide di collegare
meglio l’accompagnamento sia scoprendo
un bilocale”. Non mancano, però, le note
quanti ne sono bastati per trovare un nuovo
l’iniziativa del Fondi di solidarietà ad una
nuovi bisogni, a cui abbiamo cercato di
positive come sottolineato da alcune storie
impiego e ora la situazione si è sistemata.
realtà storica della parrocchia che stava
far fronte anche con altre risorse della
di integrazione e dialogo nate proprio da
Alcuni mesi dopo è venuto a trovarmi e
però vivendo una periodo di difficoltà:
parrocchia, sia, in alcuni casi, sospendendo questo percorso di accompagnamento.
mi ha portato in dono un tappeto fatto
il gruppo San Vincenzo. “Abbiamo
il contributo quando ci siamo accorti
“Con alcune di questa famiglie – continua
arrivare dalla sua famiglia direttamente dal
provato – continua don Christian – a
che i fondi erano mal utilizzati”. Data
- si sono creati rapporti duraturi. A Natale
Pakistan”. Il tappeto che durante l’intervista
riscoprire il carisma vincenziano. Un santo
la complessità dei quartieri di San
ad esempio una donna mussulmana ha
era rimasto tutto il tempo sotto i nostri
affascinante che invitava ad andare a far
Bartolomeo e San Rocco, dove è alta
telefonato alla volontaria che la segue
piedi.
visita alle persone, nelle loro case. E’ così
la presenza di immigrati – tra cui molti
per fare gli auguri, oppure è capitato che
che con il coinvolgimento nel gruppo
non cristiani - il servizio ha permesso di
un’altra si offrisse di preparare una torta
MICHELE LUPPI
Non soldi ma vicinanza
● A colloquio con Maria
Elisa Mattioli del Centro
di Ascolto di Cuveglio
● Ogni dieci domande
● Attenzione a
di accesso al fondo
quando finiranno gli
quattro sono di italiani
ammortizzatori sociali
Non abbassiamo la guardia,
la crisi non è ancora finita
N
on è il momento di abbassare
la guardia, anzi è arrivata
l’ora di stringere insieme
le fila della rete sociale, costruita
in questi anni, per far fronte alle
richieste di aiuto che arriveranno
nei prossimi mesi. Magari proprio
rilanciando e rafforzando - come è
stato fatto recentemente - il Fondo di
solidarietà famiglia e lavoro.
Ne è convinta Maria Elisa Mattioli,
volontaria del Centro di Ascolto
Caritas di Cuveglio, che sottolinea
come “sarà necessario tenere alta la
guardia perché la crisi è tutt’altro che
passata”.
“Nelle Valli Varesine sono diverse le
aziende entrate in crisi specialmente
nel corso dell’ultimo anno –
racconta la volontaria – ma, grazie
all’attivazione degli ammortizzatori
sociali, come la mobilità e la cassa
integrazione, per molti lavoratori in
questo momento le difficoltà sono
state scongiurate. I problemi veri
potrebbero arrivare l’anno prossimo
o nel 2013 quando queste misure
di protezione sociale finiranno
e i lavoratori si troveranno nella
condizione di non avere più un
sostegno economico sicuro su cui
contare. Allora, se nel frattempo non
saranno riusciti a trovare una nuova
occupazione, magari grazie ad una
progressiva ripresa delle attività,
potremmo trovarci con nuove
famiglie in crisi a cui dare sostegno.
Senza dimenticare che la nuova
riforma delle pensioni, spostando
in avanti l’età pensionabile, ha fatto
sì che molti untracinquantenni si
troveranno in una zona intermedia
dove saranno troppo vecchi per
rinserirsi nel mondo lavorativo e
troppo giovani per accedere alla
pensione”.
Parlando con la volontaria del
Centro di Ascolto emerge come la
crisi stia colpendo sempre più anche
le famiglie italiane che si rivolgono
alle parrocchie e agli operatori
Caritas in cerca di aiuto. “Nei
primi mesi – spiega la volontaria
– i beneficiari del fondo erano in
maggioranza persone straniere:
questo perché sono stati spesso i
primi a perdere il lavoro. Negli ultimi
tempi però incontriamo sempre
più famiglie italiane nel bisogno
tanto che, attualmente, ogni dieci
domande che riceviamo almeno
quattro sono di italiani”.
Il sostegno offerto dal Fondo di
solidarietà non si è limitata, però,
alla semplice elargizione di un
aiuto economico per far fronte alle
difficoltà del momento, ma si è
trasformato in un accompagnamento
che, nella maggioranza dei casi,
è continuato anche dopo la fine
del periodo di aiuto coinvolgendo
diversi soggetti: dalle Caritas
parrocchiali ai patronati delle Acli,
dai servizi sociali alle associazioni
del territorio. Molte delle persone
aiutate, finito il periodo di sostegno
da parte del fondo (in genere tre
mesi), sono comunque rimaste in
contatto con le Caritas parrocchiali
che se ne sono fatte carico. Un
lavoro di accompagnamento che ha
permesso di venire a conoscenza
di tante realtà di difficoltà e
disagio prima sconosciute. “Per
Attorno al
fondo di
solidarieta’ si
è creata una
rete di aiuto
e sostegno che
raggruppa oltre
alle parrocchie
diverse realta’
presenti sul
territorio
molte famiglie – ha proseguito
Mattioli – la richiesta di aiuto e il
coinvolgimento nel fondo è stata
anche l’occasione per mettersi a
tavolino e ragionare sul bilancio
famigliare. Un’attività che ha
permesso in molti casi di ridurre
le spese inutili. Oltre a favorire
l’accesso a diversi servizi del
territorio prima non conosciuti”.
M. L.
9
Chiesa in Italia
10 Sabato, 18 febbraio 2012
■ Concistoro
Ventidue nuove porpore
sabato 18 febbraio
Benedetto XVI terrà un Concistoro
ordinario pubblico sabato 18 febbraio per
la creazione di 22 nuovi cardinali. Sarà il
quarto concistoro di papa Ratzinger, dopo
quelli del 24 marzo 2006, 24 novembre
2007 e 20 novembre 2010. A quest’ultima
data erano 62 i cardinali creati da
Benedetto XVI, con il prossimo concistoro
saranno complessivamente 84.
I nuovi porporati sono: mons. Fernando
Filoni, prefetto della Congregazione
per l’Evangelizzazione dei Popoli;
mons. Manuel Monteiro de Castro,
penitenziere maggiore; mons. Santos
Abril y Castelló, arciprete della Basilica
di Santa Maria Maggiore; mons. Antonio
Maria Vegliò, presidente del Pontificio
Consiglio della Pastorale per i migranti e
gli itineranti; mons. Giuseppe Bertello,
presidente della Pontificia Commissione
per lo Stato della Città del Vaticano e
presidente del Governatorato; mons.
Francesco Coccopalmerio, presidente del
Pontificio Consiglio per i testi legislativi;
mons. João Braz De Aviz, prefetto della
Congregazione per gli Istituti di vita
consacrata e le società di vita apostolica;
mons. Edwin Frederik O’Brien, progran maestro dell’Ordine equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme;
mons. Domenico Calcagno, presidente
dell’Amministrazione del patrimonio
della Sede apostolica; mons. Giuseppe
Versaldi, presidente della Prefettura
degli affari economici della Santa Sede;
Sua Beatitudine George Alencherry,
arcivescovo maggiore di ErnakulamAngamaly dei Siro-Malabaresi (India);
mons. Thomas Christopher Collins,
arcivescovo di Toronto; mons. Dominik
Duka, domenicano, arcivescovo di Praga;
mons. Willem Jacobus Eijk, arcivescovo
di Utrecht; mons. Giuseppe Betori,
arcivescovo di Firenze; mons. Timothy
Michael Dolan, arcivescovo di New York;
mons. Rainer Maria Woelki, arcivescovo
di Berlino; mons. John Tong Hon, vescovo
di Hong Kong. A questi si aggiungono,
come ebbe a dire il Papa, “un venerato
presule, che svolge il suo ministero di
pastore e padre di una Chiesa, e tre
benemeriti ecclesiastici, che si sono
distinti per il loro impegno a servizio
della Chiesa”. Essi sono: Sua Beatitudine
Lucian Muresan, arcivescovo maggiore
di Fagaras e Alba Iulia dei Romeni
(Romania); mons. Julien Ries, sacerdote
della diocesi di Namur e professore emerito
di storia delle religioni presso l’Università
Cattolica di Lovanio; padre Prosper
Grech, agostiniano, docente emerito
di varie Università romane e consultore
presso la Congregazione per la Dottrina
della fede; padre Karl Becker, gesuita,
docente emerito della Pontificia università
Gregoriana e per lunghi anni consultore
della Congregazione per la Dottrina della
fede. Sono state introdotte alcune novità
nel rito concistoriale. Avverranno in un
unico tempo - nella medesima cerimonia
pubblica del 18 febbraio - i tre momenti
cruciali dell’imposizione della berretta,
della consegna dell’anello cardinalizio
e dell’assegnazione del titolo e della
diaconia. In precedenza la consegna
dell’anello e l’assegnazione della diaconia
avvenivano nel concistoro segreto
antecedente. Cambiano, inoltre, l’orazione
colletta e l’orazione conclusiva, mentre la
proclamazione della Parola di Dio assumerà
una forma più breve. Una modifica al rito
concistoriale era già stata introdotta da
Paolo VI nell’aprile 1969, adottando il
criterio secondo cui la creazione di nuovi
cardinali doveva essere collocata in un
contesto di preghiera, evitando qualsiasi
elemento che potesse dare l’idea di un
“sacramento del cardinalato”. Storicamente
il Concistoro non era mai stato considerato
un vero rito liturgico, quanto una riunione
del Papa con i cardinali in relazione al
governo della Chiesa. Una tradizione
che non viene meno è quella della
concelebrazione del Papa con i nuovi
cardinali durante la Messa del giorno
seguente al concistoro, domenica 19
febbraio, solennità della cattedra di San
Pietro. Il 20 febbraio, infine, Benedetto
XVI rivolgerà un discorso ai nuovi cardinali
accompagnati dai familiari e dai pellegrini
giunti a Roma per l’occasione.
Una nota della Cei
Nessun pagamento per
l’ingresso agli edifici
sacri; ticket ammesso
per parti del complesso
Le chiese
sono aperte
“L’
accesso alle chiese
aperte al culto non può
essere condizionato al
pagamento di un biglietto di ingresso”.
Una Nota, approvata dal Consiglio
episcopale permanente della Cei, a fine
gennaio e diffusa martedì 14 febbraio,
intende riaffermare tale principio, tipico
della tradizione italiana.
“Questa regola – si legge nella
presentazione della Nota - vale sia per le
chiese di proprietà di enti ecclesiastici
sia per quelle dello Stato, di altri enti
pubblici e di soggetti privati. Si applica
anche alle chiese di grande rilevanza
storico-artistica, interessate da flussi
notevoli di visitatori: è fondamentale,
infatti, che il turista percepisca di
essere accolto nel luogo sacro e, di
conseguenza, si comporti in maniera
adeguata e rispettosa”. Comunque,
“il principio generale non impedisce
che si possa esigere il pagamento
di un biglietto per la visita a parti
del complesso chiaramente distinte
dalla chiesa, quali, per esempio,
la cripta, il tesoro, il battistero, il
campanile, il chiostro o una singola
cappella”. Vi sono, di fatto, in Italia
chiese con ingresso a pagamento:
si tratta, comunque, di eccezioni
numericamente assai contenute, rispetto
all’ingente patrimonio complessivo. Da
un’indagine condotta lo scorso anno
dalla Cei sull’intero territorio nazionale,
“risultano infatti solo 59 chiese per
accedere alle quali viene chiesto il
pagamento di un biglietto. Non è rara,
invece, la scelta – a fronte di frotte di
turisti – di contingentare il numero delle
presenze, imponendo una turnazione al
fine di assicurare la conservazione e la
sicurezza del bene”.
“Secondo la tradizione italiana –
precisano i vescovi italiani nella Nota -,
è garantito a tutti l’accesso gratuito alle
chiese aperte al culto, perché ne risalti la
primaria e costitutiva destinazione alla
preghiera liturgica e individuale. Tale
finalizzazione è tutelata anche dalle leggi
dello Stato”. La Conferenza episcopale
italiana ritiene che “tale principio debba
essere mantenuto anche in presenza
di flussi turistici rilevanti, consentendo
l’accesso gratuito nelle chiese nelle fasce
orarie tradizionali, salvo casi eccezionali
a giudizio dell’ordinario diocesano”.
Pertanto “le comunità cristiane si
impegnano ad assicurare l’apertura delle
chiese destinate al culto, in special modo
quelle di particolare interesse storico
e artistico situate nei centri storici e
nelle città d’arte, sulla base di calendari
e orari certi, stabili e noti”. Dunque, “le
comunità cristiane accolgono nelle
chiese come ospiti graditi tutti coloro
che desiderano entrarvi per pregare,
per sostare in silenzio, per ammirare le
opere d’arte sacra in esse presenti”.
La Nota chiarisce, poi, che “ai turisti che
desiderano visitare le chiese, le comunità
cristiane chiedono l’osservanza di alcune
regole riguardanti l’abbigliamento e lo
stile di comportamento e soprattutto
il più rigoroso rispetto del silenzio, in
modo da facilitare il clima di preghiera:
anche durante le visite turistiche,
infatti, le chiese continuano a essere
case di preghiera”. Ci sono anche delle
precisazioni su quelle chiese molto
frequentate dai turisti: “In presenza
di flussi turistici molto elevati gli enti
proprietari, allo scopo di assicurare il
rispetto del carattere sacro delle chiese
e di garantire la visita in condizioni
adeguate, si riservano di limitare
il numero di persone che vengono
accolte (ricorrendo al cosiddetto
contingentamento) e/o di limitarne il
tempo di permanenza”.
Sul principio della gratuità la Nota
è chiara: “Deve essere sempre
assicurata la possibilità dell’accesso
gratuito a quanti intendono recarsi
in chiesa per pregare e deve essere
sempre consentito l’accesso gratuito
ai residenti nel territorio comunale”.
Perciò, “l’adozione di un biglietto
d’ingresso a pagamento è ammissibile
soltanto per la visita turistica di parti
del complesso (cripta, tesoro, battistero
autonomo, campanile, chiostro, singola
cappella, ecc.), chiaramente distinte
dall’edificio principale della chiesa, che
deve rimanere a disposizione per la
preghiera”.
Simposio alla Gregoriana
Don Di Noto:
vigili e attenti
U
na bottiglietta di olio come
segno di “guarigione, simbolo
di una Chiesa capace di sanare
le ferite, di assumersi la responsabilità
del dolore, di chiedere al Signore che ci
faccia diventare sempre di più capaci
di amare, perdonare, di stare dalla
parte dei più deboli e dei più piccoli”.
È stata consegnata ai partecipanti al
simposio internazionale sugli abusi
sessuali, svoltosi la scorsa settimana
presso l’Università Gregoriana di Roma.
Don Fortunato Di Noto, fondatore
dell’Associazione “Meter”, riflette sui
contenuti affrontati.
Come è andato il simposio?
«Il fenomeno degli abusi sessuali è
veramente drammatico. È stato toccante
vedere 110 vescovi e 30 superiori
generali di ordini religiosi interrogarsi,
portare esperienze, confidare la
drammaticità di un problema che ha
investito le Chiese nel mondo, fare il
punto anche sui costi e sulla difficoltà
di dover gestire un fenomeno che ha
sconvolto e sconvolge ancora oggi la
Chiesa. Ho percepito sempre di più che
chi pensa ancora oggi di sottovalutare
il fenomeno è in grave errore e non fa
il bene della Chiesa né tantomeno il
bene delle vittime né di chi si macchia
di questi reati. Ma il secondo dato che
è emerso in questi giorni è che c’è una
grande speranza. Siamo cioè all’inizio
di un cammino nuovo che è cominciato
e dal quale non si torna più indietro.
Non dico questo solo alla luce delle
cosiddette “buone pratiche” che si
stanno cercando di mettere in pratica a
livello globale. C’è speranza soprattutto
per l’impegno preso. Si tratta cioè di
una specie di rivoluzione culturale che
è in atto, e che è cominciata partendo
proprio dagli errori, dai bambini.
Siamo in un certo senso di fronte ad
un paradosso: come il Bambino Gesù
ha sconvolto l’umanità, ancora oggi i
bambini sconvolgono la storia della
salvezza della Chiesa e dell’umanità.
Credo che questo sia il cuore di una
riflessione ad ampio raggio e che ci
impone ulteriori percorsi».
La gente ha bisogno di sentirsi dire che
c’è da parte della Chiesa l’impegno
affinché casi di abuso non solo non
accadano mai più ma non verranno
mai più taciuti. È così?
«La Chiesa non è rimasta a guardare
e ha deciso di mettersi in ascolto
delle comunità locali, diocesane e
parrocchiali. Chi si è posto in riflessione,
ha attuato automaticamente dei percorsi
concreti di aiuto alle vittime, centri di
ascolto e sostegno. La Chiesa è andata
a cercare le vittime, anche per fatti che
sono accaduti molti anni fa. Le persone
devono comprendere che c’è una Chiesa
che sempre più accoglie nel catino del
dolore e del pianto le esperienze di
uomini e di donne che hanno perso la
propria vita, la propria identità. Hanno
visto sfigurare la loro umanità e dignità.
Gli impegni ci sono e sono fondamentali:
c’è una Chiesa che si interroga alla luce
del Vangelo e alla luce di un dramma che
disumanizza nel profondo una persona.
Occorrono, ora, risposte concrete».
E in Italia?
«La coscienza nella Chiesa italiana sta
crescendo sempre di più. Si attendono
le linee guida e si spera che tra maggio
e giugno siano rese pubbliche, in cui si
chiarirà come la Chiesa italiana intende
porsi nei confronti delle vittime e di un
percorso da fare nei loro confronti».
Come esce la Chiesa dallo scandalo?
«Più consapevole e responsabile.
Il peccato ce lo porteremo sempre
addosso: dobbiamo essere vigili e attenti
soprattutto nei luoghi di formazione».
Quaresima
Benedetto XVI: sollecitare gli uni gli altri alla carità e alle opere buone.
«Il bene esiste
e può vincere...»
a
m
i
s
e
r
qua
La riflessione del Santo Padre focalizza
l’importanza della correzione fraterna
e del cammino comune verso la santità
“N
on bisogna tacere
di fronte al male”.
Nel Messaggio
per la Quaresima, il
Papa stigmatizza quella
“mentalità che, riducendo
la vita alla sola dimensione
terrena, non la considera
in prospettiva escatologica
e accetta qualsiasi scelta
morale in nome della
libertà individuale”. “Una
società come quella attuale
- la denuncia di Benedetto
XVI – può diventare sorda
sia alle sofferenze fisiche,
sia alle esigenze spirituali
e morali della vita”. “Nel
nostro mondo impregnato
di individualismo – la tesi
del Papa - è necessario
riscoprire l’importanza della
correzione fraterna, per
camminare insieme verso la
santità” e scongiurare così
il pericolo di una sorta di
“anestesia spirituale”. Di qui
l’importanza di “ammonire
i peccatori”, recuperando
quella dimensione della
“carità cristiana” che la
tradizione della Chiesa “ha
annoverato tra le opere di
misericordia spirituale”.
Nel messaggio, Benedetto
XVI critica l’atteggiamento
“di quei cristiani che,
per rispetto umano o per
semplice comodità, si
adeguano alla mentalità
comune, piuttosto che
mettere in guardia i propri
fratelli dai modi di pensare
e di agire che contraddicono
la verità e non seguono la
via del bene”. Il rimprovero
cristiano, precisa però il
Papa, “non è mai animato
da spirito di condanna o
recriminazione; è mosso
sempre dall’amore e dalla
misericordia e sgorga da
vera sollecitudine per il
bene del fratello”.
Ammonire i peccatori
“Oggi – la denuncia del
Papa – si è assai sensibili al
discorso della cura e della
carità per il bene fisico e
materiale degli altri, ma si
tace quasi del tutto sulla
responsabilità spirituale
verso i fratelli”. “Non così
deve essere nella comunità
cristiana”, ammonisce il
Santo Padre, ricordando
che Cristo stesso “comanda
di riprendere il fratello
che sta commettendo un
peccato”, e che il verso usato
per definire la correzione
fraterna “è il medesimo
che indica la missione
profetica di denuncia
propria dei cristiani verso
una generazione che
indulge al male”. “Fissare
lo sguardo sull’altro, prima
di tutto su Gesù, ed essere
attenti agli uni verso gli
altri, a non mostrarsi
estranei, indifferenti, alla
sorte dei fratelli”: questo,
in sintesi, l’invito del Papa,
che esorta a “prendersi
cura dell’altro” a partire
dalla consapevolezza che
“l’altro mi appartiene, la
sua vita, la sua salvezza
riguardano la mia vita e la
mia salvezza”. “La nostra
esistenza è correlata con
quella degli altri, sia nel
bene che nel male”, afferma
il Santo Padre, per il quale
“sia il peccato, sia le opere
di amore hanno anche
una dimensione sociale”.
Spesso, invece, “prevale
l’atteggiamento contrario:
l’indifferenza, il disinteresse,
che nascono dall’egoismo,
mascherato da una
parvenza di rispetto per la
sfera privata”.
L’altro è un “alter ego”
“L’essere fratelli in umanità
e, in molti casi, anche nella
fede – spiega il Papa - deve
portarci a vedere nell’altro
un vero “alter ego”, amato in
modo infinito dal Signore.
Se coltiviamo questo
sguardo di fraternità, la
solidarietà, la giustizia, così
come la misericordia e la
compassione, scaturiranno
naturalmente dal nostro
cuore”. Come affermava
Paolo VI, “il mondo è
malato” soprattutto per la
“mancanza di fraternità”:
l’attenzione all’altro, invece,
“comporta desiderare per lui
o per lei il bene, sotto tutti
gli aspetti: fisico, morale
e spirituale”. “La cultura
contemporanea sembra aver
smarrito il senso del bene
e del male – la denuncia
del Papa - mentre occorre
ribadire con forza che il
bene esiste e vince, perché
Dio è buono e fa il bene.
Il bene è ciò che protegge
e promuove la vita, la
fraternità e la comunione”.
La “responsabilità verso
il prossimo” significa,
allora, “volere e fare il bene
dell’altro, desiderando che
anch’egli si apra alla logica
del bene; interessarsi al
fratello vuol dire aprire gli
occhi sulle sue necessità”.
La tentazione
della tiepidezza
“Che cosa impedisce
questo sguardo umano
e amorevole verso il
fratello?”, si è chiesto il Papa:
“Sono spesso la ricchezza
materiale e la sazietà,
ma è anche l’anteporre a
tutto i propri interessi e le
proprie preoccupazioni”, la
risposta”. “Mai dobbiamo
essere incapaci di avere
misericordia verso chi soffre;
mai il nostro cuore deve
essere talmente assorbito
dalle nostre cose e dai nostri
problemi da risultare sordo
al grido del povero”. Invece,
“proprio l’umiltà di cuore
e l’esperienza personale
della sofferenza possono
rivelarsi fonte di risveglio
interiore alla compassione
e all’empatia”, ha concluso
il Santo Padre Benedetto
XVI, esortando i cristiani a
vincere la “tentazione della
tiepidezza”.
❚❚ «Tempo forte» di riflessione e preghiera verso la Pasqua
Il cammino di Quaresima in Diocesi
È
stato distribuito in questi giorni alle
parrocchie e agli operatori pastorali il
sussidio Itinerario pastorale Anno B Quaresima, Triduo pasquale, Tempo di Pasqua, preparato a cura del Coordinamento
pastorale degli Uffici diocesani. Come nelle
edizioni precedenti si tratta di uno strumento pensato per accompagnare la programmazione pastorale a partire dal mistero di
salvezza di Cristo, che ci coinvolge nell’anno liturgico (v. Piano pastorale 2012, p.50). I
contenuti proposti comprendono: le ricadute
pastorali proprie di ogni Tempo liturgico; sottolineature specifiche alla luce del Lezionario
(anno B) e del Piano pastorale; suggerimenti
per celebrazioni e iniziative pastorali (quali
le “consegne” per l’Itinerario di Iniziazione
cristiana dei ragazzi); il calendario con introduzioni al significato delle domeniche e delle
feste, suggerimenti operativi, appuntamenti,
giornate dedicate a temi particolari.
Nell’iniziare il cammino della Quaresima
si propone di riscoprirne il valore sacramentale e pedagogico, con l’intento di
preparare in modo sempre più profondo e accurato alla celebrazione della Pasqua. Se si è abituati a parlare della Quaresima come “tempo forte”, occorre presentare e vivere in modo ancora più intenso
il Tempo di Pasqua, a cui essa dispone. Un
valore centrale deve essere riconosciuto al
Triduo pasquale, cuore dell’anno liturgico, aiutando le comunità a viverlo come
un tutto profondamente unitario: non si
tratta, infatti, di una preparazione alle solennità di Pasqua, ma della celebrazione
stessa della Pasqua in tre giorni.
Per la Quaresima e il tempo di Pasqua gli
Uffici diocesani di pastorale hanno condiviso una proposta, intitolata Giustizia e
pace si baceranno (Sal 85), articolata in
scelte concrete per le persone e le comu-
nità: ascoltare la Parola (preghiera, meditazione, catechesi); stare accanto alle persone
che per ragioni diverse non partecipano alla vita della comunità; verificare l’apertura e
le scelte missionarie delle nostre parrocchie;
condividere tempo e beni materiali con i poveri per uno stile di vita sobrio e per sostenere
scelte di giustizia e di pace (tra le proposte:
l’uso del salvadanaio distribuito dal Centro
missionario diocesano per raccogliere i frutti della penitenza quaresimale, che saranno
destinati al sostegno ai progetti diocesani di
missione e carità).
L’Itinerario pastorale (con le schede operative
allegate) è reperibile sul sito www.diocesidicomo.it nella sezione Pastorale diocesana /
Proposte pastorali / Quaresima-Pasqua 2012.
Il documento, nei formati “pdf” e “doc”, può
essere salvato e stampato come libretto A5.
Per informazioni: coordinamentopastorale@
diocesidicomo.it. (A.S.)
Sabato, 18 febbraio 2012
11
■ Fraternità
Avere cura dell’uomo
materiale e spirituale
Nei giorni scorsi, presso la Sala Stampa
della Santa Sede, a presentare il messaggio
di papa Benedetto XVI per la Quaresima
2012 sono intervenuti il cardinale Robert
Sarah, presidente del pontificio consiglio
“Cor Unum”, monsignor Giampietro
Dal Toso e monsignor Segundo Tejada
Muñoz, rispettivamente segretario e
sottosegretario del medesimo Dicastero.
«Il Messaggio di Quaresima – ha subito
sottolineato Sarah – contribuisce a tenere
vivo nei fedeli il senso dell’attenzione
al bene dell’altro, della comunione,
di premura, di compassione e di
condivisione fraterna delle sofferenze
dell’indigente». Il presidente ha messo
in evidenza che tratto peculiare della
riflessione del Santo Padre per il cammino
che conduce alla Pasqua è la centralità
della correzione fraterna. «La carità –
ha detto – ci insegna che non abbiamo
verso l’altro solo una responsabilità per il
suo bene materiale, ma anche per il suo
bene morale e spirituale. Non possiamo
tacere che una certa ideologia che ha
esaltato i diritti dell’individuo può avere
come conseguenza l’isolamento della
persona e la sua solitudine. Quando la
chiamata alla comunione viene negata in
nome dell’individualismo, a farne le spese
è la nostra stessa umanità, ingannata
dal miraggio di una impossibile felicità
ottenuta da soli. Dunque possiamo
aiutarci reciprocamente scoprendo che
abbiamo una responsabilità l’uno per
l’altro». Il cardinale ha poi illustrato
l’azione della Chiesa contemporanea alla
luce di questo senso di responsabilità
verso i fratelli. «La Chiesa è mossa da
sincera cura per il bene dell’uomo
concreto e di questo mondo. La sua
azione si ispira non alla condanna o alla
recriminazione, ma a quella giustizia
e misericordia che deve avere anche il
coraggio di chiamare le cose per nome.
Solo così si illuminano le radici del male,
che non mancano di affascinare le menti
dell’uomo moderno. Questo compito si
chiama missione profetica». Nell’Antico
Testamento, ha spiegato sempre Sarah,
«profeta è un uomo chiamato e inviato da
Dio per annunciare al popolo la volontà
di Dio stesso. Ora è chiaro che il richiamo
ad una maggiore giustizia sociale fa
parte della missione della Chiesa. La
Chiesa non può tacere di fronte al fatto
che troppi muoiono per la mancanza del
minimo indispensabile, mentre altri si
arricchiscono sfruttando gli altri. Non
possiamo neppure tacere che alla base
della nostra crisi finanziaria c’è l’avidità, la
ricerca sfrenata del denaro senza scrupoli e
senza considerare chi ha meno e chi deve
sopportare le conseguenze delle scelte
sbagliate di altri. Questo attaccamento al
denaro è un peccato. La Chiesa è profetica
quando denuncia questo peccato che fa
del male alla persona e alla società». Ma
il pensiero di Benedetto XVI va ancora più
in profondità: «La Chiesa si fa profeta,
oggi, per denunciare la mancanza di
Dio. Questa nostra società secolarizzata
è giunta a vivere e a organizzarsi senza
tener presente Dio». Il cardinale ha
denunciato la presenza di una «povertà
più tragica di quelle materiali: una
povertà rappresentata dal rifiuto e
dall’esclusione di Dio dalla vita sociale
ed economica, dalla rivolta contro le
leggi divine e contro quelle della natura.
La prima responsabilità della Chiesa è
ricordare a ogni generazione che questa
dimensione spirituale è fondamentale. Il
profeta di oggi deve dire al mondo che
Dio c’è e che, senza questo Padre che ci
stimola alla solidarietà e alla condivisione,
la vita muore e la fraternità si dissolve in
vuota utopia. L’uomo ha una vocazione
soprannaturale e ha una coscienza nella
quale parla la voce di Dio». In chiusura
il cardinale ha ricordato che «Il Messaggio
per la Quaresima 2012 vuole scuotere
le coscienze rispetto ai diritti/doveri
dei nostri fratelli, ma anche rispetto ai
nostri doveri verso i “diritti” di Dio. E
tutto questo deve avvenire nel contesto
della comunione cristiana, in cui vige
il principio della reciprocità e della
correzione fraterna, avendo di mira il
bene temporale degli uomini, ma anche la
loro salvezza escatologica». (E.L.)
Vita diocesana
12 Sabato, 18 febbraio 2012
Agenda
del Vescovo
■ Sono iniziate le analisi a cinquant’anni dal Vaticano II
Riflessioni e valutazioni sul Concilio
S
Venerdì 17 febbraio
A Grandate, presso il Monastero,
alle ore 9.30, Santa Messa; a Como,
nel pomeriggio, udienze e colloqui
personali.
Dal 17 al 21 febbraio
A Roma, per il Concistoro ordinario
pubblico e impegni episcopali.
Mercoledì 22 febbraio
A Como, in Cattedrale, alle ore 12.45,
Liturgia della Parola e imposizione
delle Ceneri; a Como, in Cattedrale,
alle ore 18.30, Pontificale.
Giovedì 23 febbraio
A Como, in Curia, nel pomeriggio,
Consiglio episcopale; a Como, alle
ore 21.00, presso la basilica di san
Fedele, Santa Messa nei trent’anni della
fraternità di CL.
Dal 24 al 26 febbraio
Visita pastorale nelle Valli Varesine:
Canonica, Cavona, Duno, Rancio,
Cassano, Ferrera.
La diocesi di Como si unisce alla gioia del
Santo Padre Benedetto XVI in occasione
del Concistorio Ordinario pubblico del 18
febbraio, durante il quale riceverà la porpora
cardinalizia Sua Eminenza il cardinale
Francesco Coccopalmerio. Saranno a
Roma, a nome della Chiesa diocesana, il
vescovo monsignor Diego Coletti, il vicario
generale monsignor Giuliano Zanotta e il
vicario episcopale territoriale monsignor
Battista Galli. Saranno presenti anche altri
rappresentanti del territorio, da Sernio, paese
nativo della mamma del nuovo porporato.
■ Famiglia-lavoro
Incontro il 26 febbraio
al Deserto di Chiavenna
Domenica 26 febbraio, a Chiavenna,
l’Equipe Famiglia di Azione cattolica e il
Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile,
nell’ambito del suo “Punto Famiglia”,
invitano ad una riflessione sul tema
“Famiglia e lavoro”, in preparazione
all’Incontro Mondiale delle Famiglie in
programma dal 30 maggio al 3 giugno
prossimi a Milano. Il programma prevede alle
ore 9.30 la Santa Messa presso la chiesa di
Santa Maria a Chiavenna; a seguire, presso
“Il Deserto” (via al Deserto 2) una riflessione
sul tema a cura di don Roberto (Comunità
di Accoglienza Vocazionale Guanelliana) e
don Ivan (assistente diocesano di Ac). Alle
ore 11.30 è previsto un momento per la
riflessione personale e la condivisione, poi
il pranzo (primo piatto caldo e secondo al
sacco da condividere). Alle 14.15 porterà
la sua testimonianza Danilo Ronconi
(responsabile Provinciale Acli e membro della
commissione organizzatrice della Scuola di
formazione socio-politica diocesana). Alle
ore 16.00 l’incontro si concluderà con la
preghiera finale e la merenda. È previsto
un percorso di riflessione e momenti di
animazione anche per bambini e ragazzi. Per
informazioni e iscrizioni (entro domenica
19 febbraio) ci si può rivolgere a: Mirco e
Mariangela tel. 328.4453441, e-mail mirco.
[email protected]; Stefano e Antonella tel.
349.4991788, e-mail [email protected];
Loris e Michela tel. 333.8582362, e-mail:
[email protected]. (S. Fa.)
ono iniziate analisi, riflessioni e valutazioni sui cinquant’anni vissuti dall’inizio del Concilio Vaticano II e certamente nel corso dell’anno ci sarà un crescendo d’interventi da parte di storici, pastoralisti, teologi ed esperti di varie discipline. Si
prospetta una bella rilettura di un evento
straordinario che ha posto un supplemento
di responsabilità e di speranza nella storia
della Chiesa e nella storia del mondo. Il soffio del Concilio, come ogni soffio che viene
da un’esperienza di fede e da un evento di
Chiesa, non è mai un vento impetuoso che
sradica alberi e scoperchia tetti. È il proseguire di una brezza che ha accompagno l’umanità fin “dal principio” preferendo il linguaggio del silenzio, delle parole essenziali,
dei gesti e dei volti. La Bibbia offre immagini
stupende al riguardo. La Chiesa ha amato
da sempre questa comunicazione che anche
oggi attraversa l’esperienza dell’uomo come
un fiume carsico che scompare e improvvisamente appare là dove nessuno se lo aspetta. Per cogliere questo scorrere nel tempo è
necessario un ascolto intenso e umile perché due voci, quella di Dio e quella dell’uomo, entrano in dialogo tra di loro, in dialogo
in una comunità credente, in dialogo con il
mondo. Allora, anche se indispensabile, non
basta una grande professionalità giornalistica per capire e per raccontare cosa è accaduto dall’inizio del Concilio a oggi. Anche noi
non abbiamo questa presunzione. Vorremmo solo dire che accanto ai documenti del
Concilio, che verranno ripresi in mano da-
gli esperti alla luce dei grandi cambiamenti
che a tutti sono noti, c’è un popolo, ci sono i
volti. Non un popolo e dei volti generici ma
un popolo e dei volti illuminati dalla luce di
quella fede di cui il Concilio è stato e rimane una primizia, cioè un annunciatore e un
anticipatore di nuovi frutti. È davvero bello rivedere il percorso di cinquant’anni del
Concilio nelle comunità parrocchiali e diocesane, nelle aggregazioni laicali, nelle testimonianze di speranza nei luoghi della sofferenza, dell’angoscia, dell’impegno e della
festa. Una storia di fragilità e umiltà rispetto
a quella gridata del potere, una storia che
potrebbe far sorridere qualcuno ma è la storia che rimane nel tempo, che origina nuova storia, che prende il sapore dell’eternità.
È qui che anche l’informazione religiosa, il
giornalismo vaticanista vengono con grande
rispetto interrogati dalla vita e dal pensiero
di un popolo credente. Ci sono le strade e le
piazze che non sono meno importanti dei
palazzi. C’è un popolo la cui capacità di leggere e interpretare la storia e di pensare in
grande si esprime nella concretezza del territorio dove i concetti e le parole trovano la
loro giusta misura anche nella fatica e nella
speranza quotidiane dei laici. Il Concilio vive in questa presenza che sta con ancor più
amore e responsabilità in un Paese che attraversa una crisi di fiducia e di futuro. Il Concilio vive in una comunità credente in cui il
laicato “si declina” con l’inno alla carità di
Paolo: paziente, benigno, non si vanta, non
si gonfia, non manca di rispetto, non cerca
il proprio interesse, non si adira, non tiene
conto del male ricevuto ma si compiace della verità... Sono parole intrise di vita che il
Concilio ha ripreso e coniugato con i tempi
moderni, parole che anche oggi illuminano
la strada. (Paolo Bustaffa)
Le Ceneri
Celebrazioni in Duomo
Il 22 febbraio, Mercoledì delle Ceneri,
alle ore 12.45, in Cattedrale, a Como, il
vescovo Diego presiede la Liturgia della
Parola, con l’imposizione delle Ceneri.
L’invito alla presenza è rivolto a tutti,
soprattutto ai lavoratori in pausa. Si è
invitati a devolvere il corrispettivo del
proprio pranzo a sostegno dei progetti
proposti da Centro Missionario diocesano
e Caritas per la Quaresima di Fraternità.
La celebrazione della Liturgia della Parola
verrà proposta anche nei venerdì di
Quaresima, in Cattedrale, alle ore 12.45,
nei giorni 2, 9, 16, 23 e 30 marzo.
❚❚ Chiarimenti dopo alcuni articoli sulla stampa locale
Precisazioni su «La Presentazione»
D
opo aver preso visione nei giorni scorsi
(venerdì 10 febbraio) degli articoli apparsi sulla stampa cittadina (“La Provincia” e il “Corriere di Como”) relativi alla vicenda riguardante il complesso immobiliare
di via Zezio “La Presentazione”, corre l’obbligo
per una precisazione in merito.
Consideriamo che le affermazioni riportate
dalla stampa siano scorrette e devianti per la
pubblica opinione.
Il complesso immobiliare costituito dal fabbricato edificato nel XIX secolo dalle suore
della Congregazione delle Figlie della Presentazione di Maria SS.ma al Tempio non è
– come si afferma negli articoli della stampa
cittadina – di proprietà comunale, non avendo l’ente pubblico la titolarità né del diritto di
proprietà né di altri diritti reali sull’immobile.
Tale fabbricato risulta catastalmente intestato alla Fondazione “La Presentazione”, soggetto di diritto privato, sorto a seguito della
depubblicizzazione della ex IPAB Istituto
La Presentazione, ente che è retto da un
consiglio di amministrazione solo di nomina pubblica (ad eccezione del parroco
pro tempore di Sant’Agata quale membro
di diritto), ma che non costituisce ente di
diritto pubblico.
La proprietà del complesso immobiliare
è oggetto dal 15.9.1987 di un contenzioso giudiziario che vede da una parte l’Istituto La Presentazione (ora Fondazione) e dall’altra la parrocchia di Sant’Agata
che, in forza di un testamento pubblico del
2.3.1836 di tale Giuseppe Bianchi, reclama
la proprietà dell’immobile quale legatario
fedecommissario.
La causa – che vede allo stato un pronunciamento del Tribunale di Como
dell’8.6.1993 (che assegna alla parrocchia
Sant’Agata la quota di un mezzo dei beni) trascritto presso la Conservatoria dei
Registri Immobiliari di Como – è tuttora in
corso, ed è pendente avanti la Corte di Cassazione, in attesa della fissazione di udienza
di discussione.
La pendenza del giudizio determina di fatto
che atti dispositivi del complesso immobiliare devono necessariamente prendere in considerazione l’esistenza di tale contenzioso e
non possono prescindere dalla volontà della
parrocchia Sant’Agata, parte in causa, che, di
conseguenza, si riserva di utilizzare tutti gli
strumenti a sua disposizione per la tutela dei
suoi diritti.
Il presente intervento intende in sostanza precisare che la prosecuzione di comportamenti
che portino ad escludere la parrocchia Sant’Agata dalle scelte relative all’immobile di via
Zezio, avranno come conseguenza quella di
impedire un intervento ristrutturativo che la
stessa parrocchia auspica.
avv. CARLO e VITTORIO RUSCONI
■ Il Vangelo della domenica: 19 febbraio - VII domenica del T.O.
«Alzati!» (Mc 2, 1-12)
Prima Lettura:
Is 43,18-19.21-22.24-25
Seconda Lettura:
2Cor 1,18-22
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao (...). Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però
portarglielo innanzi, a causa della folla,
scoperchiarono il tetto nel punto dove egli
si trovava e, fatta un’apertura, calarono la
barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:
«Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano
seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor
loro: «Perché costui parla così? Bestemmia!
Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù (...) disse loro: «Perché
pensate queste cose nel vostro cuore? Cosa è
più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la
tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di
perdonare i peccati sulla terra, dico a te: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò, prese la sua barella e sotto
gli occhi di tutti se ne andò (...).
Per la terza domenica la liturgia ci fa meditare un racconto di guarigione, ma que-
sta volta ci sono due novità: la presenza
di un gruppo di “oppositori” e il tema del
perdono dei peccati. Questo brano è il primo di cinque testi che vengono chiamati
“le controversie” di Gesù (cfr. Mc 2,1-3,6).
Domande, obiezioni e mormorazioni degli
avversari portano il Rabbì ad una progressiva rivelazione di sé stesso, mentre i farisei e gli erodiani giungono alla decisione
sulla fine che toccherà al Nazareno (Mc
3,6). La seconda novità è molto interessante. Al centro della narrazione non c’è la
guarigione fisica del paralitico, ma il perdono dei peccati. Un perdono non chiesto,
forse nemmeno preso in considerazione. I quattro amici – grandissimi! – forse
si aspettavano una guarigione prodigiosa
operata da Gesù, ma di certo non la solenne dichiarazione sul perdono dei peccati
per il proprio amico. Ecco il cuore del Maestro: il perdono, prima della guarigione!
Anzi, potremmo dire che la guarigione è il
segno, la prova, della potenza della Parola
che perdona. Che spettacolo!
don ROBERTO SEREGNI
Vita diocesana
Esperienza di conoscenza
in aprile in Romania
Rinnovamento
nella catechesi
N
Echi e indicazioni dopo
il convegno nazionale a
Roma nei giorni scorsi
Nord, segue il Sud e sta iniziando il
Centro). Sono esperienze che stanno
crescendo e dove sono state avviate in
modo sistematico i risultati si vedono,
in primo luogo nella presenza dei
genitori nel cammino di fede dei figli.
Tra le prime Diocesi ad aver iniziato
la sperimentazione ci sono quelle di
Brescia e di Cremona, a cui si è ispirato
anche il nostro progetto diocesano.
In queste Diocesi il lavoro di diversi
anni comincia a dare frutti: si è
creato un linguaggio comune intorno
all’Iniziazione Cristiana; la catechesi
si è trasformata lasciando alle spalle
l’impostazione scolastica per diventare
esperienza di vita di fede».
Anche nella Diocesi di Como, con
il nuovo progetto per l’Iniziazione
cristiana dei ragazzi, sta maturando
in questi anni un processo di
trasformazione (la pastorale per
l’accompagnamento al Battesimo e
per la fascia 0-6 anni, il rinnovamento
in stile catecumenale della catechesi
dell’I.C.). Naturalmente è indispensabile
accompagnare il cambiamento con la
formazione. Alcuni corsi per catechisti
sono già stati avviati nel 2011. Per il
2012 gli Uffici diocesani hanno scelto di
dedicare il Laboratorio permanente di
pastorale (al suo terzo anno) proprio
al tema dell’Iniziazione Cristiana;
per favorire un’ampia partecipazione
verranno proposte 2 opzioni: 12-15
luglio in una località della Valtellina;
oppure 9-11 settembre (l’11 solo sera)
a Tavernerio presso i Padri Saveriani;
seguirà una giornata di completamento
durante l’anno. Don Italo Mazzoni, che
coordina gli Uffici come Vicario per la
pastorale, spiega le modalità scelte per la
partecipazione: «Nell’incontro dei Vicari
Foranei abbiamo concordato un modo
nuovo di procedere: prima le persone
interessate si iscrivevano singolarmente,
ora invece ciascun Vicariato individuerà
6-10 persone perché si formino sui
contenuti fondamentali dell’Iniziazione
Cristiana e possano poi essere di aiuto
ai Catechisti delle diverse parrocchie»
(per informazioni: ufficiocatechesi@
diocesidicomo.it).
ANTONELLO SIRACUSA
Dal Servizio per il Catecumenato
S
abato 25 febbraio 2012, alle ore 16.00,
presso la basilica di san Fedele in Como, ci sarà il Rito dell’elezione dei catecumeni. Alla vigilia della I domenica di Quaresima questo rito vuole indicare l’impegno
dei catecumeni a prepararsi in modo speciale,
durante il cammino quaresimale, per la celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione Cri-
13
■ Ecumenismo
In merito all’Iniziazione Cristiana
ei giorni 6-7 febbraio si è svolto
a Roma l’evento di apertura del
Convegno promosso dall’Ufficio
Catechistico Nazionale sul tema
del rinnovamento della catechesi
dell’Iniziazione Cristiana. I lavori
proseguiranno nei prossimi mesi con
convegni regionali che approfondiranno
le situazioni locali. Per la Lombardia
l’appuntamento è il 21 aprile al
Santuario di Caravaggio (Bg): si
parlerà nello specifico di “Iniziazione
cristiana dei ragazzi e rievangelizzazione
degli adulti”, mettendo a tema la
collaborazione educativa con le famiglie
nell’itinerario di Iniziazione Cristiana.
Il convegno inaugurale di Roma ha
indicato alcune prospettive comuni
che accompagneranno la riflessione
“diffusa” sul territorio: per la Diocesi
di Como ha partecipato don Battista
Rinaldi, Direttore dell’Ufficio diocesano
per la Catechesi, a cui abbiamo chiesto
quali elementi interessanti sono emersi
nei lavori. «L’aspetto più interessante
è che la sperimentazione, avviata su
indicazione dei Vescovi italiani con
le tre Note sull’Iniziazione Cristiana
pubblicate dal 1999, si è ormai diffusa
su tutto il territorio nazionale, anche
se non ancora in modo omogeneo (lo
sviluppo maggiore è nelle regioni del
Sabato, 18 febbraio 2012
stiana durante la Veglia Pasquale. È l’occasione
per esprimere la coscienza ecclesiale di tutta
la comunità locale che si sente responsabile
della generazione alla fede di questi suoi figli.
In particolare sono invitati i catechisti che
possono vivere un’esperienza privilegiata di
celebrazione dell’Iniziazione Cristiana, modello
di ogni altro percorso e celebrazione.
Dopo la Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani, la nostra Diocesi
prosegue il cammino di approfondimento
dell’ecumenismo con altre iniziative.
Significativa è la proposta del viaggio
ecumenico: il senso di quest’esperienza
non è di tipo turistico-culturale, si tratta
piuttosto di conoscere persone di altre
confessioni cristiane e le loro comunità,
scoprire i luoghi significativi della loro
fede, condividere momenti di preghiera
e dialogo, con la disponibilità a cercare
modalità che favoriscano l’incontro. È
un “mettersi in ascolto” che fa crescere
una spiritualità ecumenica. Negli anni
precedenti le mete hanno riguardato
il mondo della Riforma e la comunità
ortodossa in Ucraina. La proposta di
quest’anno ha come meta la Romania,
nei giorni 24-28 aprile. È organizzata
dall’Ufficio per l’ecumenismo della
Diocesi di Como e dalla Parrocchia
ortodossa romena di Como, la più
numerosa comunità ortodossa della nostra
città; il parroco romeno padre Cristian
Prilipceanu, che per primo ha promosso
l’iniziativa, parteciperà all’esperienza
con un gruppo di fedeli ortodossi. A
Bucarest i partecipanti incontreranno
rappresentanti del Patriarcato ortodosso e
dell’Arcidiocesi cattolica. Nell’itinerario è
prevista la visita a comunità parrocchiali e
monastiche di Bucarest, Curtea de Arges,
Ramnicu Valcea. Info e iscrizioni entro
il 10 marzo presso l’Ufficio diocesano
per l’Ecumenismo, tel. 031.241249, e
presso la sede dell’Azione cattolica di
Como, tel. 031.265181, accomo@tin.
it. Un’altra iniziativa ecumenica è dedicata
alla riflessione su 1 Corinzi 15, il testo
scelto per la Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani 2012, con una serie di
3 incontri presso il Centro pastorale “Card.
Ferrari” di Como: interverranno il pastore
valdese Andreas Köhn (12 aprile), il padre
ortodosso romeno Cristian Prilipceanu (17
maggio) e don Battista Rinaldi, direttore
dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo (7
giugno). (A.S.)
■ Separati
A Lenno una giornata
di ritiro per la Quaresima
● Lo scorso 11 febbraio
cadeva l’anniversario
dei Patti Lateranensi
● Nel 1984 furono
aggiornati con il nuovo
Concordato sull’Irc
● Un servizio laico: Stato
e Chiesa insieme nel
rispetto delle autonomie
Riflessioni sull’ora di religione
L’
11 febbraio era l’anniversario
dei Patti Lateranensi, firmati
nel 1929 da Benito Mussolini
e dal cardinale Gasparri. Un accordo
storico, che segnò la “conciliazione” tra
Stato e Chiesa, rincorsa da anni dopo
l’Unità d’Italia. Il 18 febbraio, invece, si
ricorda una firma più recente, quella
degli Accordi di modifica dei Patti del
1929. Era il 1984, infatti, quando Bettino
Craxi e il cardinale Casaroli sancivano
un nuovo scenario nei rapporti tra
Stato e Chiesa, con quello che viene
ricordato semplicemente come Nuovo
Concordato. Ci sono 55 anni di distanza
tra i Patti Lateranensi e la loro modifica
che segna una vera e propria rivoluzione
di prospettiva. Uno dei punti più
significativi del Nuovo Concordato è
quello che riguarda l’insegnamento
della religione cattolica (Irc) nelle scuole
pubbliche. Un argomento importante,
che negli anni precedenti ai nuovi
Patti – ma anche in quelli successivi
– fu al centro di dibattiti, discussioni,
polemiche e, per quanto riguarda la
Chiesa cattolica, divenne terreno di una
proficua riflessione e di cambiamenti
nei quali si riflette, in particolare, la
sensibilità venuta dal Concilio Vaticano
II. di cui si ricordano quest’anno i 50
anni dall’inizio. L’insegnamento della
religione a scuola, infatti, previsto dai
Patti Lateranensi come una sostanziale
catechesi della Chiesa all’interno delle
istituzioni pubbliche, nella logica di una
divisione di spazi tra due “potentati”
differenti, diventa col Nuovo Concordato
un terreno comune di servizio alla
persona. La prospettiva generale è quella
sancita dal primo articolo dei nuovi
Patti, con la dichiarata collaborazione tra
Stato e Chiesa, indipendenti e sovrani,
per la promozione dell’uomo e il bene
del Paese. Viene assegnato, poi, all’Irc un
contributo originale e specifico, legato
alla promozione della cultura religiosa
e della conoscenza del cattolicesimo,
all’interno delle finalità proprie della
scuola pubblica, intesa allo sviluppo
completo della personalità dell’allievo. A
questo e per questo la Chiesa si pone con
spirito di servizio, garantendo insegnanti
preparati e programmi qualificati, in
grado d’inserirsi nel curricolo scolastico
senza sconti e senza privilegi.
È, questa, una logica che viene
da lontano, dalle innumerevoli
discussioni sulla legittimità e utilità di
un insegnamento della religione nella
scuola così come si svilupparono nella
Chiesa soprattutto e nella società civile
in particolare negli anni Settanta del
Novecento. Discussioni che per parte
ecclesiale sono maturate non solo
alla luce di nuove concezioni della
scuola, ma soprattutto in conseguenza
dell’ecclesiologia del Vaticano II, delle
riflessioni della “Gaudium et spes”,
sull’autonomia delle realtà temporali,
sulla testimonianza della Chiesa nel
mondo contemporaneo. L’Irc, in linea di
principio, è stato ed è tuttora un banco
di prova di un cammino ecclesiale forte
e significativo. Un segno particolare e
un ambito limitato, certo, ma pieno di
suggestioni per quanto riguarda il modo
di essere e di operare da cristiani nella
società. Laicamente, si potrebbe dire. Nel
rispetto pieno delle autonomie e, prima
ancora, di ogni persona.
Si può naturalmente discutere e
si discuterà ancora a lungo sulla
realizzazione concreta dell’Irc, non
priva di problematiche. Probabilmente
si deve. Vuoi per adeguare sempre
meglio l’offerta ai tempi e alle esigenze
di allievi e famiglie, vuoi per mantenerne
alto il profilo ideale. In questi anni la
strada indicata si è mostrata non solo
faticosa – come avviene per ciascun
cammino degli uomini – ma soprattutto
ricca di sviluppi e prospettive. Anche
guardando fuori dall’Italia, in chiave
europea. Ricordarlo, nell’occasione di
un anniversario, vuol dire trovare nuovi
stimoli, riscoprire motivazioni, rinnovare
un impegno importante per tutti.
ALBERTO CAMPOLEONI
L’Ufficio per la pastorale della famiglia
organizza un Ritiro spirituale di Quaresima
per separati e divorziati, domenica 18
marzo, presso la Casa Suore Adoratrici
di Lenno. «È un’iniziativa che si ripete
da anni in Diocesi» spiega don Italo
Mazzoni, che più volte l’ha guidata «e si è
sempre dimostrata un’occasione preziosa
per rispondere al desiderio di spiritualità
di persone che cercano parole per la loro
condizione di vita. Non c’è una specifica
pagina di Vangelo più adatta per separati
e divorziati: il Vangelo è tutto parola di
vita e viene a cercarci nella condizione
in cui ci troviamo, illuminandola».
L’appuntamento di quest’anno a Lenno
ha in programma un pellegrinaggio al
Santuario della Beata Vergine del Soccorso.
«È un’occasione in più» continua don Italo
«per ritrovare nella figura materna di Maria
la traccia concreta della Misericordia di
Dio. Di fronte al santuario, indicato come
luogo di preghiera per le Vocazioni, viene
spontaneo chiedersi come recuperare
una vocazione matrimoniale ferita».
Info e iscrizioni (entro il 10 marzo):
[email protected]. (A.S.)
■ Azione cattolica
A Tavernerio gli
esercizi spirituali unitari
Dall’1 al 4 marzo, presso la Casa dei
Saveriani di Tavernerio, si svolgono gli
esercizi spirituali unitari dell’Azione
cattolica diocesana. Il tema è «Rabbunì,
che io veda di nuovo! - Credere per essere
rinnovati nello sguardo». Predicatore:
don Fabio Magro (diocesi di PordenoneConcordia). Info e iscrizioni (entro il 25
febbraio): tel. 031.265181, accomo@tin.
Visita Pastorale
14 Sabato, 18 febbraio 2012
Il Vescovo a Cuvio. Il 22 gennaio e il 10 febbraio l’incontro con la comunità
I
l nostro Vescovo
Diego Coletti è
giunto a Cuvio il
22 gennaio scorso
per la prima parte
della visita pastorale.
I preparativi svolti in
parrocchia sono iniziati
dal mese di ottobre:
incontri del consiglio
pastorale parrocchiale
per la stesura delle
risposte al questionario
inviato alle parrocchie,
incontri sempre del
consiglio pastorale
per la definizione del
programma della visita,
lettura della preghiera,
nel corso delle SS.
Messe domenicali,
della preghiera in
preparazione alla visita.
Mons. Coletti era già venuto a Cuvio il
venerdì precedente per l’incontro con il
mondo produttivo presso la ditta Modecor e
l’incontro con gli ammalati presso la chiesa
di Comacchio.
La comunità parrocchiale di Cuvio si
era poi preparata (coincidendo la visita
pastorale con la tradizionale festa del
Sacro Cuore) con due serate di preghiera
e di adorazione al SS. Sacramento. Il
Vescovo à giunto in parrocchia alle 15.30,
accolto davanti alla chiesa da numerosi
parrocchiani, dal Corpo Musicale, dalle
autorità comunali e da don Giovanni, che
ha rivolto il saluto ed il ringraziamento a
nome della comunità di Cuvio. Ha avuto
inizio la S. Messa (accompagnata dai canti
Tra le gente
del coro San Lorenzo) con la liturgia della
parola e l’omelia di mons. Coletti, nel corso
della quale il Vescovo ha fornito precise
indicazione per una corretta vita cristiana.
Si è poi proceduto alla processione con la
statua del Sacro Cuore attraverso le strade
del paese, addobbate per l’occasione con
nastri multicolori. Il rito, tra canti, preghiere
e musica della nostra Filarmonica, si è
concluso dopo mezz’ora con il rientro nella
chiesa parrocchiale e il proseguimento della
celebrazione dell’Eucaristia. Al termine,
la solenne benedizione che il Vescovo ha
riservato ai presenti ed a tutta la comunità
parrocchiale. La popolazione si è poi ritrovata
attorno a mons. Coletti presso l’oratorio san
Giovanni Bosco per un incontro colloquiale,
nel corso del quale sono state rivolte richieste
o domande al Vescovo. In modo particolare
mons. Coletti ha voluto mettere l’accento
sul cammino di unione fra le parrocchie che
caratterizzerà il disegno pastorale diocesano.
L’incontro è terminato in allegria con una
canzone che il Vescovo ha voluto condividere
con i numerosi bambini presenti.
Venerdì 10 febbraio
Nella mattinata di venerdì 10 febbraio il
Vescovo ha proseguito la visita pastorale
a Cuvio: dopo un breve incontro in chiesa
✎ Fotogallery
Valcuvia
Due paesi
divenuti una
sola comunità
alcune immagini della visita pastorale.
Dall’alto: il Vescovo all’azienda agricola
Gasperini di Cuvio, la benedizione della
Cappella della Madonna di Lourdes a Brinzio
e la visita al museo contadino di brinzio.
Durante la visita a Brinzio il
Vescovo ha anche benedetto
la Cappella della Grotta della
Madonna di Lourdes
L
e comunità di Brinzio e Castello
Cabiaglio hanno vissuto mercoledì
8 e giovedì 9 febbraio la visita
pastorale del Vescovo e sentono
di chiedere a Maria di confermare con
la luce e la forza dello Spirito Santo tutte
le grazie ricevute attraverso la presenza
e la parola del nostro caro Vescovo.
La visita ad alcuni ammalati e anziani
nelle due mattinate ha fatto sentire la
presenza del padre e pastore che dà
gioia con la sua vicinanza e la sua parola.
Una presenza e una parola che dà gioia,
consola e allo stesso tempo rivela tutta
la preziosità della sofferenza offerta per
il bene e la crescita di tutta la comunità
parrocchiale. Le S. Messe a Brinzio e
a Cabiaglio hanno fatto presente un
Vescovo vero apostolo che annuncia
con forza Cristo e il suo Vangelo tutto
sintetizzato dall’amore di Dio per
ciascuno e dal suo comandamento
Castello
Cabiaglio
L’accoglienza
del Vescovo
in chiesa
parrocchiale
dell’amore reciproco secondo la misura
di Gesù sulla croce. L’invito dato a
Cabiaglio di leggere la sera stessa il
capitolo 17 del Vangelo di Giovanni ha
ottenuto la risposta concreta di parecchie
persone. Si trattava – attraverso questa
lettura – di pregare con Gesù il Padre
“perchè tutti siano una cosa sola” perché
il mondo creda. Camminando per le
strade sia di Brinzio che di Cabiaglio
poteva, circondato da tanta neve e
anche un po’ riscaldato dal sole, salutare
alcune persone e gioire per le bellezze
caratteristiche dei due paesi, scoprendo
tra l’altro, a Cabiaglio, la “Casa Coletti”
forse appartenente a suoi lontani parenti.
La visita alla sede del Parco “Campo
dei fiori” e, successivamente, al Museo
dell’agricoltura prealpina a Brinzio lo ha
fatto partecipe di un’attrattiva culturaleeducativa per tante scuole e tanti ragazzi
che visitano il Museo.
con la popolazione per la recita delle
Lodi Mattutine e la successiva visita
ad alcuni ammalati, si è recato presso
l’azienda Agricola Gasperini Marcello,
ove ad attenderlo erano presenti, oltre
al titolare ed alla sua famiglia, diversi
agricoltori, amici e vicini. La visita
all’azienda Gasperini, unica nel suo genere
in Cuvio, tra le più importanti della valle
e rappresentativa dell’imprenditoria
agricola, ha costituito l’ ultimo
appuntamento con il mondo del lavoro,
iniziato in precedenza presso la ditta
Modecor. Il titolare ha condotto il Vescovo
tra stalle, fienili e macchine operatrici,
intercalando la storia della sua azienda
- nata con il padre negli anni ‘70 - con le
descrizioni dell’attività, e le difficoltà che il
mondo agricolo in generale si trova sempre
più a dover affrontare. Dopo le benedizioni
di rito, e dopo il “battesimo” del trattore per
il Vescovo, che accompagnato dal piccolo
Carlo, ha voluto provare l’ ebrezza della
guida del mezzo agricolo, la visita ha avuto
termine con un assaggio di prodotti locali.
La mattinata iniziata in un turbinio di
fiocchi di neve trasportati da un vento
gelido si è conclusa sotto i tiepidi raggi del
pallido sole e con il gran calore umano
portato da mons. Coletti che come
il “buon pastore” ha cercato anche in
questa occasione di incontrare e conoscere
un’ altra parte del suo gregge, prima di
guidarlo e condurlo a pascoli erbosi ed
acque tranquille. A conclusione della visita
pastorale, alle 16,30 la recita del S. Rosario
in chiesa ed il commiato del Vescovo che
ha voluto portare con sé, a ricordo della
comunità cuviese, la coroncina del rosario
usata per l’occasione.
Un racconto a parte e tutto speciale
meriterebbe il suo incontro a Brinzio
con i bambini e i ragazzi del catechismo
con presenti alcuni genitori. Dopo
la presentazione delle varie classi di
catechismo il Vescovo ha risposto alle
domande dei bambini creando con i suoi
interventi un dialogo fresco e spontaneo
che ha dato gioia a tutti e nessuno credo
dimenticherà il gran finale con la danza
africana proposta dal Vescovo stesso
mentre tutti cantavano il “Magnificat”.
Anche l’incontro delle “comunità
apostoliche” nella sala superiore
del Museo di Brinzio ha segnato un
momento di verifica e di comunione per
la realizzazione di una vera comunità
nel rispetto delle tradizioni locali
delle due parrocchie, ma nello stesso
tempo nell’impegno a superare vecchie
separazioni o antagonismi camminando
decisamente verso una comunità
pastorale ricca di incontri formativi per
tutti. A Brinzio, infine, per la grande gioia
di tutti, è stata benedetta dal Vescovo
la Cappella della Grotta della Madonna
di Lourdes restaurata con il contributo
fattivo ed economico di tanti. Può
essere un segno che Maria, Regina degli
Apostoli, ci abbia aiutato ad accogliere
veramente la grazia della Visita pastorale
essendo un po’ come Elisabetta che
alla presenza di Maria e del Bambino
Gesù esulta di gioia. Grazie veramente,
caro Vescovo Diego! Ora preghiamo
per te in ogni S. Messa con più affetto e
riconoscenza.
Giornata del Malato
Sabato, 18 febbraio 2012
15
In pellegrinaggio
tra le corsie
dell’Ospedale
In Valcuvia dove è in Visita pastorale l’incontro
del Vescovo con la Comunità S. Maria Annunciata
di Cuveglio e i degenti dell’ospedale di Cittiglio
D
a vent’anni la Chiesa celebra la
Giornata mondiale del Malato
l’11 febbraio in occasione della
ricorrenza della prima apparizione
mariana a Lourdes. Quest’anno sono
tanti e diversificati gli appuntamenti
programmati in Valcuvia per sottolineare
questa ricorrenza che avrà come ospite
d’eccezione il Vescovo, mons. Diego Coletti,
presente in queste settimane nel vicariato
di Canonica per la visita pastorale. Le
celebrazioni hanno avuto inizio a Duno,
venerdì 10 febbraio con la celebrazione alle
ore 18.00 di una S. Messa nel tempio dei
medici d’Italia cui ha fatto seguito l’incontro
con i medici della zona. Il giorno dopo, 11
Nella chiesa di S. Lorenzo febbraio la giornata è stata intensa e ha
permesso a mons. Coletti di incontrare
una celebrazione con
alcune delle realtà assistenziali presenti in
Valcuvia e venire in contatto con le persone
i fedeli dei vicariati di
che in queste strutture sono ospitate o
Cittiglio e Canonica
vi lavorano con diversi ruoli e mansioni.
Apertura della giornata presso la Casa S.
Maria Annunciata di Cuveglio, la struttura
poco distante dal centro del paese ospita anziani e persone in difficoltà, affidate
alle premure dalle suore guanelliane che la gestiscono. Le celebrazioni della
Giornata del Malato sono poi proseguite alle 10.30 con la S. Messa presieduta
da mons. Coletti e concelebrata assieme ad alcuni dei sacerdoti dei due vicariati
di Cittiglio e Canonica, nella chiesa prepositurale di San Lorenzo. L’opportunità
data dal passo di Vangelo sulla guarigione dei dieci lebbrosi ha dato lo spunto
al Vescovo di affermare che solo il cuore salvato è pieno di gratitudine e come
il dolore e la malattia, così presenti nel mondo, non siano di certo volontà di
Dio, ma bensì una realtà che ci permette di essere simili a Cristo sofferente e,
come lui, essere in grado di offrire il nostro dolore per il bene del mondo. Altro
appuntamento importante che ha scandito la giornata del malato 2012 è stata la
visita all’ospedale di Cittiglio, iniziata poco dopo le ore 15.00 e conclusasi dopo le
16.30. Ad accogliere il Vescovo – arrivato accompagnato da don Gianluigi Bollini
– oltre al parroco di Cittiglio don Giuseppe Cola, a don Paolo Bettonagli, a don
Ospedale
di Menaggio:
in comunione
con tutti
i sofferenti
A
Francesco Franzini e al diacono Leondino
Cipolletti, la dirigenza dell’ospedale
cittigliese guidata dalla responsabile
Adelina Salzillo, referente della direzione
medica del presidio ospedaliero, nonché
un bel gruppo di medici operanti nella
struttura, personale ausiliario, volontari
dell’AVO e dell’UNITALSI, del CAV di
Laveno fedeli cittigliesi e parenti di
ricoverati. Dopo i saluti e le presentazioni
il gruppo si è trasferito nella cappellina
interna dell’ospedale da dove, è partito
il pellegrinaggio orante attraverso tutti
i reparti della struttura ospedaliera.
Man mano si sono attraversati i reparti
di chirurgia, traumatologia, ostetricia,
pediatria, medicina e psichiatria, recitando
– di volta in volta - assieme ai degenti riuniti
nei vari punti di ritrovo i misteri meditati
del S. Rosario. Ad ogni tappa, dopo la recita
corale della decina del rosario mons. Coletti
si soffermava per una breve riflessione e per
incoraggiare e confortare i malati presenti,
impartendo infine a tutti la Benedizione.
Durante la preghiera presso il reparto
di medicina il Vescovo ha anche potuto
impartire - non previsto - il sacramento
dell’Unzione degli infermi ad un’anziana
ricoverata per la quale era stato richiesto
nche quest’anno in occasione della
Giornata del malato lo scorso 11
febbraio l’ospedale Erba Renaldi
si è aperto per accogliere nella Cappella
persone provenienti dalle parrocchie del
vicariato, non perché avessero parenti
ricoverati o fossero bisognose di cure,
ma per radunarsi attorno all’altare e
celebrare l’Eucarestia in comunione
spirituale con tutti i sofferenti e
coloro che li assistono. Presiedeva
la celebrazione mons. Italo Mazzoni
Como e Sondrio
Ospedale
Valduce
Il Vescovo Diego
Coletti, martedì
14 febbraio,
ha celebrato
la S. Messa
nella cappella
dell’Ospedale
Valduce di Como
(foto William)
Ospedale civile di Sondrio
Diverse le iniziative organizzate al nosocomio di Sondrio sabato
11 febbraio. Si è incominciato al mattino con l’esposizione del S.
Sacramento per dare l’opportunità a chi inizia il lavoro di passare
qualche momento in adorazione. L’adorazione è continuata
fino alle ore 16.30 quando è stato celebrato il Santo Rosario e,
a seguire, la S. Messa con la testimonianza di una famiglia su
“come affronta la malattia arrivata”. Al termine la consegna di
un’immagine ricordo.
l’intervento d’urgenza di un sacerdote.
Attraversando i reparti ha potuto visionare
le nuove camere, ha visitato in maternità
le “stanza della cicogna” destinate al parto
dolce, ha benedetto i bambini nati da
poche ore e le loro mamme, ha colloquiato
coi malati e coi primari, ha commentato
divertito i murales della pediatria, ha anche
rischiato di dover giocare una partita a
ping-pong e ha scherzato con le dame
dell’UNITALSI, ricordando fatti capitati
all’ultimo pellegrinaggio a Lourdes. Un bel
clima di partecipazione e raccoglimento
ha accompagnato la preghiera itinerante
all’interno dell’ospedale, preghiera che
si è rilevata significativa e ben accolta sia
dai degenti che dal personale ospedaliero.
Positivo anche il commento del Vescovo
al termine della visita per l’accoglienza
ricevuta e per l’opportunità datagli di
conoscere anche questa struttura sanitaria,
piccola, ma tutto sommato efficiente e ben
tenuta, importante nel panorama sanitario
ed economico del Medio Verbano. E … dopo
il commiato dall’ospedale la vista alla Casa
di riposo Longhi e Pianezza di Casalzuigno,
un altro luogo di accoglienza ove è arrivata
la voce e la presenza del Pastore.
A.C.
ricevuto dal Direttore Sanitario dr Rubera
e vi partecipavano anche degenti in
particolare dal reparto di riabilitazione.
Durante l’Eucarestia è stato amministrato
anche il sacramento dell’Unzione dei
Malati sia in Cappella (con una certa
“curiosità” da parte dei presenti) che
ad alcuni pazienti allettati. Alla Beata
Vergine Maria, apparsa a Lourdes la
prima volta proprio l’11 febbraio,
abbiamo chiesto di guidarci nella vita
di fede anche nella malattia e di saper
conservare tutti nel cuore la parola di
Gesù rivolta al lebbroso guarito, “va, la
tua fede ti ha salvato”, ricordando che il
grande miracolo della sua intercessione
materna è la guarigione spirituale con la
conversione per una vita nuova da figli
di Dio. Concludendo Mons Mazzoni ha
dato appuntamento a tutti il prossimo
11 febbraio 2013 a Berlino con il santo
padre papa Benedetto XVI per la grande
giornata mondiale del malato da Lui
indetta.
In preghiera al
S. Anna di Como
P
er noi Cappellani questa giornata del malato è la “giornata per
eccellenza” dell’anno liturgico. Assieme ai nostri collaboratori,
specialmente con il Consiglio pastorale ospedaliero, ci siamo
preparati per tempo sul tema che
quest’anno era basato sulla seguente
citazione biblica: “Alzati e va’; la tua
formativo, che ha avuto una
fede ti ha salvato” (Lc 17, 19) che Gesù
discreta ma significativa
rivolse al lebbroso dopo che era stato
presenza di personale
guarito dalla sua malattia. Il messaggio sanitario e amministrativo, è
del Papa e altre riflessioni sono state
stato introdotto dal Direttore
proposte e diffuse, anche tramite il
sanitario Dr. Brazzoli. La
giornalino dell’ospedale “Cure-cuore”,
giornata celebrativa dell’ 11
a utenti e dipendenti. Nel pomeriggio
febbraio si è aperta alle 15.30
di Venerdì 10 febbraio, alle ore 14.30,
con il Santo Rosario guidato
nell’aula magna della Formazione,
da P. Antonio. Alle 16.00 la S.
è stato proposto, ai dipendenti e agli
Messa presieduta da mons.
operatori sanitari, un incontro con il
Pusterla. Dopo l’omelia è
P. Adriano Moro (responsabile della
stato impartito il sacramento
formazione nelle strutture camilliane)
dell’unzione degli infermi a
sul tema: “Abilità relazionali e
una decina di nostri ricoverati.
competenze emotive per il bene
I canti sono stati eseguiti dal
integrale del malato”. Il momento
coro Cai di Besana Brianza.
Alle ore 17.30 intrattenimento
musicale, offerto dal simpatico
Coro CAI di Besana nella
hall, seguito da un rinfresco
offerto dall’Ospedale. La
partecipazione è stata buona.
Con l’aiuto di Volontari e
parenti, alcuni malati hanno
potuto partecipare alla solenne
liturgia e anche al momento
ricreativo. E’ stata apprezzata la
presenza di infermieri e dottori,
non in servizio, venuti apposta
per la Messa!
I Cappellani del S. Anna:
p. Carlo, p. Davide, p. Antonio
Vocazioni
16 Sabato, 18 febbraio 2012
Esercizi
L’esperienza dei giovani della Comunità pastorale
Beata Vergine del Bisbino all’Eremo San Salvatore
✎ Riflessioni
Giovani in ascolto,
per imparare a danzare
A
bbiamo trascorso un
week-end insieme, un fine
settimana inusuale forse.
Il gruppo giovani della
comunità pastorale Beata vergine
del Bisbino ha vissuto l’esperienza
degli esercizi spirituali all’Eremo
San Salvatore. Due giorni che non
cadranno presto nel dimenticatoio.
Per alcuni del gruppo era la prima
volta; per tutti è stata un’occasione
per tuffarsi nella propria vita, nelle
domande di senso, nella fede.
Guidati in questo viaggio da don
Michele Gianola e don Davide
Veronelli – responsabili del Centro
Diocesano Vocazioni - abbiamo
aperto la Parola di Dio, Parola non
scritta e muta, ma Verbo incarnato
e Vivente, e il nostro cuore. Con
impegno in Essa abbiamo trovato
nutrimento e vigore per la nostra
vita. Siam partiti ovviamente da
Lui, dal Maestro, il quale ha gettato
dei semi nel terreno della nostra
Chiedi! Che cosa ti posso donare? Un cuore che
ascolta.
Eccoci a proporre un interessante testo di Enzo
Bianchi utile per approfondire e toccare in maniera
semplice e sintetica diversi temi riguardanti la vita
spirituale. L’Autore, attraverso una serie di lettere,
riporta l’attenzione ad alcuni nodi essenziali per
mettersi alla ricerca di Dio.
Il Centro Diocesano
Vocazioni è a disposizione
delle parrocchie e dei
vicariati della diocesi
per guidare esercizi
spirituali per giovani
persona.
Abbiamo tentato di imparare ad
essere “terreno fertile”, dunque a
farci le domande che interrogano
la nostra vita; aspirato di metterci
in un ascolto vero, per cogliere
la bellezza del dono di Dio, del
seme che porta frutti; cercato di
comprendere quali siano le nostre
resistenze al fruttificare del seme.
Il viaggio, in tal modo, ci ha
portati al centro della nostra fede,
sintetizzato dalle parole di Pietro
“Tu sei il Cristo”, il Messia, il Signore
della storia, ma sei diverso da come
noi ti immaginavamo, poiché ti sei
fatto crocifiggere per noi. La sua
gloria è radicalmente diversa dalle
nostre aspettative.
Inoltre, le giornate sono state
incorniciate dalle esortazioni a
chiedere “quanto ne volevano” e a
“non temere”, pronunciate da Gesù,
ma poi da noi osservate in tutta la
Bibbia attraverso la scrutatio.
Siamo giunti, infine, alla
conclusione consapevoli che –
usando le parole di Madeleine
Delbrêl - “per essere un buon
danzatore, con te come con tutti,
non occorre sapere dove la danza
conduce. Basta seguirti, essere
gioioso, essere leggero e soprattutto
non essere rigido. Non occorre
chiederti spiegazioni sui passi che
ti piace fare, bisogna essere come
un prolungamento vivo e agile di
te e ricevere da te trasmissione del
ritmo che l’orchestra scandisce”.
Ascolto e meditazione, preghiera
e silenzio, han dato il sapore e il
colore a tutto. La nostra amicizia
e la gioia nello stare insieme han
completato l’opera.
Insomma, gli esercizi sono
un’occasione unica, imperdibile.
Perciò don Michele è sempre
disponibile nel guidarli per
qualsiasi gruppo che non vuole
perderseli. Basta contattarlo.
Per informazioni riguardo
all’iniziativa degli Esercizi
Spirituali, contattare don
Michele Gianola presso il Centro
Diocesano Vocazioni
(tel: +39 333 95 68 443; e-mail:
[email protected]).
«Vorrei approfondire ciò che ti scrivevo in una
lettera precedente, condividendo con te la mia
meraviglia davanti ad una pagina straordinaria
della Bibbia. Si trova nel primo libro dei Re, al
capitolo 3. Il giovane Salomone succede a suo padre
David come re di Giuda. Salomone è giovane,
niente lascia presagire la gloria futura. Vuole
incominciare il suo regno con un atto di culto a
Dio, si reca così a Gabaon per offrire un sacrificio.
La notte precedente, però, fa un sogno. Il Signore gli
appare e dichiara: «Chiedi! Cosa ti posso donare?».
Un’offerta favolosa! Salomone potrebbe pretendere
molto: un grande regno, la sottomissione di tutti i
suoi nemici, la vittoria in guerra. In compenso egli
chiede un lev shome’a, letteralmente “un cuore che
ascolta” (1Re 3,9).
Salomone desidera ricevere da Dio un cuore capace
di ascoltare: nell’antropologia biblica il cuore è
l’organo che include la dimensione affettiva e quella
razionale, è l’organo alla sorgente dei sentimenti,
dei pensieri, delle azioni dell’uomo. Insomma,
Salomone chiede che tutta la sua persona sia
animata dalla capacità di ascoltare. Una domanda
che a Dio piacque molto e fu esaudita, poiché
nella tradizione ebraica Salomone è il sapiente per
eccellenza. Mi preme sottolineare questo: l’ascolto è
di gran lunga il dono più grande che devi chiedere
a Dio. Dovrebbe abitare il credente fin dall’origine:
prima di essere definito dalla fede, dalla preghiera o
dalle opere, il credente è uno che si esercita nell’arte
dell’ascolto. È il primo rapporto che lo lega a Dio.
La particolarità della fede ebraica e poi cristiana,
è la centralità del Dio che parla, che è Parola.
Dicendo: “Luce!” Dio creò il mondo. «In principio
era la Parola» (Gv 1,1), afferma il quarto Vangelo.
E dinanzi al Dio che parla, che è Parola, la creatura
umana è chiamata ad essere ascolto. Potremmo
parafrasare con audacia il prologo del Vangelo di
Giovanni così: in principio era l’ascolto e l’ascolto
era l’uomo…
Il cucciolo d’uomo impara ad ascoltare ben prima
di parlare ed è ascoltando che impara il linguaggio.
È impossibile chiedere le nostre orecchie, a
differenza degli occhi, della bocca e del naso. Esserci
è ascoltare. E l’ascolto puramente passivo può
divenire, se lo si esercita con attenzione, un’attività
che coinvolge l’intera persona. Ascoltare è davvero
esserci per l’Altro».
E. BIANCHI, Lettere ad un amico sulla vita
spirituale, Qiqaion, 55-56.
Il Monastero Invisibile
I
l Monastero Invisibile è una realtà
che da tempo si è sviluppata in
molte diocesi italiane e che si
va sempre più consolidando anche
nella nostra Diocesi di Como. La
proposta è estremamente semplice
e vuole rispondere all’invito di Gesù:
“Pregate il Signore della messe,
perché mandi operai nella sua
messe” (Mt 9,35-38). Il Monastero
Invisibile è un gruppo di uomini
e donne, laici, preti e consacrati
che decidono di dedicare un po’
del loro tempo alla preghiera per
le Vocazioni. Non c’è un tempo
definito, qualcuno dedica un
rosario alla settimana o un’ora di
Adorazione Eucaristica al mese, chi
una decina di rosario al giorno chi
mezz’ora ogni tre. Ciascuno secondo
le proprie possibilità, non c’è un
tempo fissato, non è mai troppo, né
troppo poco. Il Monastero Invisibile
è un semplice elenco di persone che
rimane anonimo, non ci sono mai
incontri e non ci si ritrova per fare
altre attività, semplicemente si viene
raggiunti un paio di volte l’anno per
ricevere un po’ di materiale utile alla
preghiera. Davvero molto semplice,
ma un compito davvero prezioso!
Quest’anno il Monastero Invisibile
conta – nella nostra Diocesi – 263
iscritti, 75 in più dello scorso anno
ed è davvero bello pensare che molte
persone pregano perché i giovani
possano accogliere la chiamata di
Dio, ad essere credenti, discepoli e
preti, suore, famiglie, consacrati…
L’invito raggiunge anche te, che
ci stai leggendo! Se vuoi aderire
all’iniziativa è sufficiente inviare il
coupon che trovi qui sotto oppure
scrivere una mail con i tuoi dati a:
[email protected].
Per eventuali informazioni: don
Michele Gianola (031 33 88 111).
Grazie!
Como Cronaca
Sabato, 18 febbraio 2012 17
“Agorà 97”:
le porte
aperte
al disagio
La visita da parte del prefetto Michele Tortora
ha rappresentato l’occasione per ribadire
il senso di un impegno di accoglienza
portato avanti ormai da tre lustri
U
n apprezzamento sincero e
commosso ed un invito a continuare
a mantenere alta l’attenzione alle
persone con fragilità di vario tipo è
venuto dal prefetto di Como dott. Michele
Tortora, in visita lo scorso 30 gennaio alle
Comunità della cooperativa sociale onlus
“Agorà 97” di Rodero (Co). In particolare
il dott. Tortora ha visitato le Comunità
educative “Casa di Luca e Casa Famiglia”
di Rodero e la Comunità psichiatrica “Casa
Quattro Venti” di Valmorea, intrattenendosi
a lungo con gli ospiti, interessato alla loro
esperienza di vita. Ma l’attenzione più
sentita è stata rivolta ai bambini di “Casa di
Gabri” di Rodero, comunità socio sanitaria
recentemente accreditata in Regione
Lombardia, che accoglie fino a 5 bambini
affetti da patologie gravissime.
Il dott. Tortora ha ascoltato con
partecipazione il racconto della nascita della
Comunità, confermando il bisogno di aiutare
le famiglie che vivono situazioni molto
faticose, quando si tratta di accudire giorno e
notte dei bambini gravemente problematici
dal punto di vista sanitario.
Cos’è “Agorà 97”? È una Società Cooperativa
Sociale ONLUS con sede legale ad Albiolo
(Como). La Cooperativa è stata costituita
nel giugno del 1997 con lo scopo di gestire
servizi sociali, sanitari ed educativi, orientati
ai bisogni di persone in condizioni di
marginalità, svantaggio sociale, devianza e
rischio di emarginazione, favorendone la
promozione umana e l’integrazione sociale.
Attualmente gestisce 7 comunità residenziali
per minori e disabili adulti. La prima opera,
denominata “Casa 4 Venti” in Valmorea
(Como), fu avviata nel 1995 per persone
affette da malattia psichica. Attualmente
vi sono 10 ospiti. Nel 2002 la Comunità ha
ricevuto l’accreditamento regionale come
Comunità Sanitaria a media protezione.
Nel luglio del 1998, Agorà 97 realizza
laboratorio
a porlezza
La cooperativa è stata
istituita nel giugno del
1997 con lo scopo di
gestire servizi sociali,
sanitari ed educativi,
orientati ai bisogni di
persone in condizioni
di marginalità,
svantaggio sociale,
devianza e rischio
di emarginazione,
favorendone la
promozione umana e
l’integrazione sociale.
Attualmente gestisce
7 comunità residenziali
per minori
e disabili adulti
L
a Riserva Naturale Regionale Lago
di Piano con la Comunità Montana
Valli del Lario e del Ceresio, in
collaborazione con la Cooperativa Sociale
Koinè, propone per domenica 26 febbraio,
dalle ore 15.00 alle ore 17.00, un
laboratorio didattico per la costruzione di
una mangiatoia da collocare nel proprio
giardino o sul balcone per nutrire i piccoli
passeriformi durante l’inverno. Il laboratorio
è rivolto a bambini dai 5 ai 12 anni e si
terrà presso la Casa della Riserva, in via
Giocofiaba
alla Ubik
domenica
19 febbraio
alle 11
D
una nuova Comunità
Alloggio ad Albiolo,
che attualmente
ospita dieci persone
con deficit intellettivo
medio-grave associato
a problematiche di tipo
psichiatrico, denominata
“Casa Enrico”, alla
memoria del giocatore di
calcio Enrico Cucchi.
“Casa Enrico” ha ottenuto
l’accreditamento
regionale nel 2008
come Comunità Socio
Sanitaria.
Nel contesto di “Casa
Enrico” è presente un
mini alloggio, avviato nel
2008 rivolto a persone
adulte parzialmente autonome, con fragilità
di tipo intellettivo medio-lieve. Nel gennaio
2002 sono state inaugurate a Rodero due
nuove comunità per minori:“Casa di Luca”
che ospita 9 bambini da 0 a 5 anni e “Casa
Famiglia” che ospita 6 bambini in età prescolare. I bambini vengono accolti in queste
comunità su segnalazione dei Servizi sociali
e con Decreto del Tribunale dei Minorenni.
Nel luglio 2003 è stata aperta “Casa di Miro”
a Valmorea, alla memoria del ciclista Miro
Panizza, che ospita 6 adulti portatori di
disabilità psichica. Infine, nel marzo 2009 è
stata inaugurata “Casa di Gabri” a Rodero.
È una comunità per neonati e bambini affetti
da patologie rare e gravissime.
Ha una ricettività di 5 posti e garantisce una
assistenza infermieristica nelle 24 ore.
Accoglie bambini con disabilità gravi o
gravissime, dimissibili dalle patologie
neonatali, ma non gestibili al domicilio
proprio a causa della complessità sanitaria
richiesta per la loro assistenza.
L’obiettivo di “Casa di Gabri” è quello
Statale 117, frazione Piano Porlezza a
Carlazzo. Il costo per partecipante è di 9
euro (comprensivo di materiali).
Per informazioni e prenotazioni
(obbligatorie entro il 23 febbraio):
Riserva Naturale Regionale Lago di
Piano, tel. e fax: 0344.74961; e-mail:
[email protected];
sito internet: www.riservalagodipiano.it;
oppure Koinè Cooperativa Sociale ONLUS:
tel. 02.42292265; e-mail: m.rubolini@
koinecoopsociale.it.
omenica 19 febbraio ore 11
presso la libreria Ubik,
di piazza S. Fedele, a
Como, nell’ambito degli incontri
di febbraio, è in programma
“Giocofiaba”, in collaborazione
con la cooperativa “Attivamente”,
a cura di Stefano Dragone.
Durante l’incontro un attore sarà
la guida tra le vicende di questa
o quella fiaba, trasportando i
bambini in un esperienza unica
nella quale non saranno solo
taciti uditori ma attivi creatori;
al giovane pubblico difatti è
affidata la realizzazione dei
personaggi, dei luoghi e delle
situazioni che i protagonisti
della fiaba dovranno affrontare.
Accompagnati per mano in questa
nuova esperienza i giovani lettori
avranno l’opportunità di mettere
a frutto tutto il loro ingegno e
la loro fantasia per trovare le
soluzioni più adatte alle mille
difficoltà del racconto. Un gioco
creativo ed interattivo tra le fiabe
più belle di sempre.
di accogliere i piccoli in un contesto
famigliare e di casa, dove le relazioni
sono affettivamente ricche e coinvolgenti
e dove è garantita un’assistenza sanitaria
specializzata.
Nella “Casa di Gabri” è possibile:
* prendersi carico dei bisogni del bambino
sia sul versante educativo - assistenziale che
sanitario;
* offrire il massimo della cura possibile in
un ambiente accogliente e famigliare con
l’aiuto di persone competenti con cui si
possano costruire legami e relazioni affettive
importanti;
* prendersi cura, qualora si verificasse,
anche della parte terminale della vita del
bambino, accompagnando lui e i famigliari
(se presenti) ad un evento che richiede una
grande partecipazione umana.
“Casa di Gabri” ha ricevuto l’accreditamento
regionale nel dicembre 2011 e funziona
quindi come Comunità Socio Sanitaria.
Le case di “Agorà 97” si caratterizzano
per il clima famigliare, per l’atmosfera
di accoglienza, di ascolto ed attenzione
costante ai bisogni materiali ed emozionali
delle singole persone che vi sono ospitate.
Si intende ricreare un contesto di vita il
più possibile vicino a quello famigliare,
caratterizzato dai normali aspetti della
quotidianità e contraddistinto da una
relazione accogliente e partecipata.
Nelle Comunità di Agorà 97 lavorano circa
50 dipendenti (educatori professionali,
infermieri professionali, operatori socio
sanitari e personale ausiliario) e alcuni
consulenti (pediatri, psichiatri, psicologi e
fisioterapisti). “Agorà 97” è aiutata dal gruppo
sportivo “I Bindun” di Rodero (Co) , formato
da sportivi e simpatizzanti che, attraverso
eventi benefici, contribuiscono a sostenere
moralmente e materialmente le Comunità
della Cooperativa.
Notizie flash
■ Cavallasca
Open day di Carnevale
In occasione del Carnevale,
l’associazione Battito d’Ali, con il
patrocinio del Comune di Cavallasca,
propone per sabato 18 febbraio, dalle
ore 14.30 alle ore 16.30, presso la
Biblioteca Comunale (via Imbonati
1), un divertente laboratorio creativo
per bambini dai 5 ai 10 anni per la
realizzazione delle maschere dei quattro
elementi (acqua, aria, terra, fuoco)
con l’utilizzo di materiali naturali e di
recupero-riciclo. Le attività saranno
accompagnate da filastrocche musicali
animate dai bambini. Al termine del
laboratorio ci sarà la merenda per tutti.
La partecipazione è gratuita.
Info: “Battito d’Ali”, via Gaggio 53,
Senna Comasco; Mariaester Cassinelli
tel. 333-2018296; Caterina Salemme
tel. 340-5836309; www.battitodali.it.
Como Cronaca
18 Sabato, 18 febbraio 2012
Verso la riorganizzazione
L’urp “si fa in tre”
Due nuovi Uffici di relazione con il pubblico decentrati: a Camerlata e ad Albate.
La strategia comunale per far fronte alla scomparsa delle Circoscrizioni
D
ue nuovi Uffici di relazione con il pubblico decentrati: è
il primo passo che porterà alla progressiva sostituzione
delle 9 circoscrizioni cittadine di Como che vedranno
cessare la loro funzione politica e consultiva a partire
dalle elezioni amministrative della primavera 2012, così come
previsto dalle leggi 244/2007 e 42/2010. Parte da qui l’adeguamento
dell’Amministrazione comunale alla normativa vigente, passaggio
che mira a salvaguardare un patrimonio di servizi e contatti che nel
2011 ha visto erogare da parte delle Circoscrizioni comasche, per i
soli servizi anagrafici, oltre 6000 prestazioni, la concessione di 645
sale civiche, unitamente ad una capillare attività di comunicazione
sul territorio. “Per non dissipare tale patrimonio di relazioni dirette
sul territorio – spiega Palazzo Cernezzi - nell’ambito del progetto
Interreg Coopsussi sono in atto molteplici iniziative, alcune delle
quali di immediata realizzazione ,
altre di prospettiva. Tra le realizzazioni
Istituite con una
immediate spiccano degli URP
decentrati, che porteranno i contatti
normativa del
complessivi del “sistema URP” a oltre
1976 sono state
37.000 annui, così i servizi di prossimità
“tagliate” nella
al cittadino”.
I due nuovi servizi URP - il primo ha
Finanziaria del
aperto a Camerlata il 15 febbraio,
2008. Perderanno
il secondo aprirà ad Albate il 29 - si
la loro funzione
integreranno con l’attuale servizio
politica e
presente in Como città. I due uffici
decentrati saranno aperti in via
consultiva con
sperimentale ogni mercoledì dalle
il rinnovo della
8.30 alle 15.30. In quella giornata, oltre
campagine
ai consueti servizi circoscrizionali,
presso le sedi URP decentrate sarà
amministrativa
possibile ricevere informazioni sui
servizi comunali e sulle iniziative
dell’amministrazione, ricevere bandi e modulistiche, avere ascolto e
risposta a segnalazioni, suggerimenti e reclami, consegnare gli oggetti
smarriti e ritrovati, prenotare gli appuntamenti con la Questura
per le pratiche di passaporto, iscriversi all’elenco dei donatori di
organi, scegliere e revocare il medico di base, protocollare le proprie
pratiche ed istanze. Sulla base dei dati raccolti in questa prima fase di
sperimentazione l’Amministrazione valuterà se estendere tali servizi
ad ulteriori sedi decentrate e come modulare gli orari di apertura.
La normativa
I
l decentramento amministrativo è stato regolato per la prima
volta con la legge 278 dell’8 aprile 1976. Ai Comuni con
popolazione superiore ai 40mila abitanti veniva consentita
l’istituzione di organismi decentrati con poteri consultivi e
deliberativi. Il Comune di Como, che già con deliberazione
consiliare del 1974 aveva istituito 18 “Consigli di quartiere”, il
5 aprile del 1977 istituì 8 Consigli di Circoscrizione, diventati
successivamente 9 con il distacco di Garzola-Civiglio dalla
Circoscrizione 5. Con la Finanziaria del 2008 si aprirà un
percorso riorganizzativo di tale sistema finalizzato ad un generale
contenimento della spesa nel quale si stabilì una generale riduzione
del numero di circoscrizioni nei Comuni lombardi, a decorrere dal
primo rinnovo delle Amministrazioni. Decisione confermata con
successive deliberazioni.
Urp 2011: 31 mila contatti
L
relazioni con il pubblico di Como ha
’ Ufficio
fatto registrare, negli anni, un progressivo
incremento di contatti: 21417 nel 2008,
23538 nel 2009, 23188 nel 2010, 31218 nel 2011.
Attualmente il servizio dell’URP è garantito da
tre operatori di front-office e da una persona con
funzioni di back-office e coordinamento e offre
servizi di informazioni, distribuzione modulistica,
ascolto e risposta a segnalazioni, punto di consegna
per gli oggetti smarriti e molto altro ancora. Nel
2011, per la prima volta, le richieste di servizi
(oggetti smarriti, PIN CRS, Punto ricevimento
documenti, ecc.) hanno superato la metà degli
accessi complessivi al servizio, attestandosi al 52%,
per un totale di 16256 persone servite. Seguono le
richieste di informazioni e chiarimenti sulle attività
dell’ente con il 46% delle richieste, pari a
14.480 persone assistite mentre solo il 2% degli
utenti si è rivolto all’URP per fare una segnalazione,
per un totale di 545 contatti. Per quanto riguarda
i servizi erogati direttamente dall’URP, una parte
estremamente significativa è stata assorbita dal
rilascio del PIN per la Carta Regionale dei Servizi,
che con i suoi 8.093 contatti ha raggiunto il 50%.
Seguono le attività connesse alla gestione degli
oggetti smarriti, che hanno rappresentato il 13%
delle attività, ricevendo quanto ritrovato dai
cittadini, assistendoli nella ricerca degli oggetti
smarriti e consegnando al proprietario (o al
ritrovatore, una volta maturato il proprio diritto)
quanto rinvenuto. Con specifico riferimento a
questa voce l’andamento del servizio appare
ormai consolidato, con una media di 574 oggetti
consegnati ogni anno. La percentuale di restituzione
ai proprietari o agli enti emettitori è invece in
crescita, essendo passata dal 67% del 2008 al 71%
del 2011, segno del crescente utilizzo del servizio
da parte dell’utenza. Infatti, a fronte dei 576 oggetti
consegnati nel 2011, 2128 persone si sono rivolte
allo sportello per ritrovare quanto smarrito.
❚❚ Casate
Non chiuderà
lo stadio
del ghiaccio
L
a notizia è ormai certa: lo stadio del
ghiaccio di Casate non chiuderà i battenti. Un primo segnale positivo era arrivato
due settimane fa dopo l’incontro dell’avvocato che cura gli interessi dei residenti della
zona, che da tempo si lamentano dei rumori
causati dalla struttura, con l’Amministrazione
cittadina. La settimana scorsa i membri della
Commissione Sport hanno invece approvato
i diversi adempimenti e il cronoprogramma
finalizzato alla posa dell’agognata barriera fonoassorbente. Praticamente il mese prossimo
sarà bandita la gara per l’appalto dei lavori
che entreranno nel vivo tra giugno e luglio. La
conclusione del cantiere è prevista per agosto. Le ipotesi sulla chiusura
dello stadio del ghiaccio, che hanno iniziato a circolare prima delle ultime festività
natalizie, hanno creato non poche proteste
e polemiche in questo primo squarcio di
2012 a Como: gruppi sui social network di
internet, interventi di personalità di spicco
dello sport invernale e delegazioni in visita
alle sedute del Consiglio Comunale hanno contraddistinto la battaglia intrapresa
dai giovani utenti della struttura affinché
questa non venisse chiusa dopo 41 anni di
attività. Da segnalare che i sodalizi sportivi
hanno cercato di stimolare l’amministrazione
comunale ad occuparsi seriamente del problema peraltro ben noto a Palazzo Cernezzi
ormai da qualche anno se non altro per le ripetute comunicazioni effettuate da CSU che
da quasi 15 anni si occupa della gestione di
una struttura che non abbiamo mai mancato
di sottolineare, quanto mai bisognosa di interventi strutturali. (l.cl.)
Notizie flash
■ Ucid
Il 20 febbraio conviviale
con il dr. Aletti
Montano
Lunedì 20 febbraio alle ore 19.30,
presso l’Albergo Ristorante “ Palace
Hotel ” di Como in Viale Lungo Lario
Trieste n°16 avrà luogo la prossima
conviviale Ucid (Unione cristiana
imprenditori e dirigenti).
“In questo tempo di travagliate vicende
economiche – spiega il presidente
Martino Verga - abbiamo pensato di
incontrare una persona che seguendo
la sua lunga tradizione familiare
si è sempre occupato di finanza
ed investimenti. Pertanto abbiamo
invitato il dr. Francesco Aletti Montano,
titolare dell’omonimo “family office”,
che ci darà la sua opinione su di un
tema estremamente attuale che si
può sintetizzare come: “Da bolle e
crisi finanziarie, una spinta verso
l’imprenditoria sociale”.
■ Crocifisso
Hai spezzato
le mie catene
                
in occasione dei 500 anni dalla liberazione
Dal 29 gennaio al 18
marzo 2012 nell’oratorio
della Parrocchia
Ss. Annunciata - Santuario
Ss. Crocifisso in Como
dalle 15.00 alle 18.00 ogni sabato e
domenica e, su richiesta, presso la
Casa dei Padri è possibile ammirare le
riproduzioni dell’iconografia antica di
San Girolamo Emiliani. L’iniziativa è
inserita nell’ambito dell’anno giubilare
somasco indetto in occasione dei 500
anni dalla liberazione di S. Girolamo
dalla prigionia per l’intervento
prodigioso della Madonna. Per chi fosse
interessato è inoltre in programma,
sabato 25 febbraio, presso l’oratorio
del SS. Crocifisso, alle ore 20.45, una
conferenza storico-artistica con padre
Giovanni Bonacina, preside del Liceo
Classico Collegio Gallio, docente di
storia e filosofia, che interverrà sul
tema: “Girolamo e i fratelli Miani
alla guerra della Lega di Cambrai
(1508-1516)”
di S. Girolamo dalla prigionia
per l’intervento prodigioso della Madonna
RIPRODUZIONI DELL’ICONOGRAFIA
ANTICA DI SAN GIROLAMO EMILIANI
Dal 29 gennaio al 18 marzo 2012 nell’Oratorio della Parrocchia
Ss. Annunciata - Santuario Ss. Crocifisso in Como dalle 15.00 alle 18.00 ogni
sabato e domenica e su richiesta presso la Casa dei Padri
dal 4 al 10 febbraio la mostra è trasferita nella Galleria dei Miracoli del Santuario - Visita negli orari di apertura della chiesa
CONFERENZE STORICO-ARTISTICHE
SABATO 28 GENNAIO ORE 20.45 - ORATORIO SANTUARIO SS. CROCIFISSO
Padre Maurizio Brioli, crs - Archivista generale dei Chierici Regolari Somaschi, Roma
“Nella prima iconografia di Girolamo risplende la sua santità”
SABATO 25 FEBBRAIO ORE 20.45 - ORATORIO SANTUARIO SS. CROCIFISSO
Padre Giovanni Bonacina, crs - Preside Liceo Classico Collegio Gallio, docente di storia e filosofia
“Girolamo e i fratelli Miani alla guerra della Lega di Cambrai (1508-1516)”
Per informazioni: Santuario Ss. Crocifisso - Viale Varese 23 - Como
Tel. 031.265180 - Email [email protected]
■ Guanzate
Festa del santo
volto di Gesù
E’ ormai tradizione celebrare al
Santuario di Guanzate il solenne
rito del Santo Volto di Gesù.
Questa ricorrenza cade sempre il
martedì grasso, vigilia delle Ceneri,
nell’imminenza della Quaresima.
Si tratta di una singolare e
commovente celebrazione ed uno
dei momenti salienti è sicuramente
l’esposizione del quadro del Santo
Volto di Gesù che rimarrà esposto per
la venerazione dei tanti pellegrini e
devoti per tutta la Quaresima e che
aiuterà a meditare la passione di Nostro
Signore come insegna la Beata Maria
Pierina De Micheli nelle sue visioni.
Questo rito viene celebrato in
pochissime chiese ed è per questo che
ogni anno sono sempre più numerosi
i fedeli che partecipano alla funzione
presso il Santuario di Guanzate,
provenienti da ogni parte del Nord
Italia e dalla vicina Svizzera.
La celebrazione del Santo Volto di Gesù
si terrà martedì 21 febbraio p.v. alle
ore 16.30 con la recita della Coroncina,
l’Ostensione del quadro del Santo Volto,
la consegna della medaglietta con il
Santo Volto a tutti i convenuti al rito
ed il bacio devozionale alla reliquia
della Beata Suor Maria Pierina De
Micheli
Como Università
ciclo di 9 incontri
Al via la terza edizione
di un percorso che
ha già richiamato
a Como migliaia
di professionisti ed
amministratori pubblici
Appalti e
territorio:
tra pubblico
e privato
C
i sono il Consigliere di Stato
Alessandro Botto, il docente
di Diritto Amministrativo
dell’Insubria Maurizio
Cafagno, il fisico Giulio Casati, il
criminologo Adolfo Francia e il
“catedràtico de derecho administrativo”
dell’Università di Barcellona Joaquin
Tornos Mas, tra i numerosi altri nomi
che si potrebbero elencare, a comporre
il comitato scientifico dell’Associazione
per l’Efficienza e la Qualità
nell’Amministrazione (Aequa), ideata nel
maggio 2011 allo scopo di “ridare slancio
all’ente pubblico e alle opere che realizza
sul territorio tramite nuove e opportune
sinergie con il Privato”. Al centro delle
iniziative promosse dall’Associazione
ruota stavolta il dibattito sui partenariati
tra soggetti pubblici e privati, che sarà
affrontato nel ciclo di nove conferenze,
dal titolo “Appalti e territorio. Appalti
pubblici e partenariati pubblicoprivati” presentato alla stampa nella
giornata di lunedì 13 febbraio, nei locali
dell’Ateneo insubriano distaccati
nel complesso di S.Abbondio.
Nel solco di una rassegna giunta
quest’anno al crocevia della terza
edizione, e in sintonia con le
linee guida già collaudate nella
precedente riflessione, Aequa
intende proseguire nella ricerca di
nuove modalità operative in grado
di contribuire al cambiamento della
pubblica amministrazione, elaborando
modelli di azione qualitativamente alti e
giuridicamente flessibili che, soprattutto
nel campo della contrattazione, della
tutela ambientale e della sostenibilità
sociale, coinvolgano una pluralità
di saperi e di esperienze funzionali
all’innalzamento del livello di efficienza
dei servizi al cittadino. “Nessun
bookmaker scommetterebbe sull’esito
positivo di un progetto tanto ambizioso”,
confessa con disarmante candore il
presidente dell’Associazione Maurizio
Cafagno, “specie in un periodo storico
così travagliato come questo che
stiamo attraversando. Ma l’accoglienza
incoraggiante e benevola che Aequa ha
ricevuto dalla pubblica amministrazione,
dalle imprese e dai singoli professionisti
che hanno aderito con sorprendente
entusiasmo alla fase attuativa del
nostro programma di base, fondato
sulla certezza che solo una sinergia
multidisciplinare e intersettoriale può
consentire un reale processo innovativo
in un ambito così fossilizzato e nello
stesso tempo lacunoso come quello dei
rapporti tra Pubblico e Privato, ci ha
fatto capire che la strada intrapresa era
quella giusta”. Dopo l’appuntamento
introduttivo del 23 febbraio, fissato alle
ore 15 nella stessa sede dell’Insubria
del chiostro di S.Abbondio, il ciclo
proseguirà, alla medesima ora e negli
stessi locali, nei giovedì 15 e 29 marzo,
26 aprile, 3, 10 e 17 maggio, slittando
quindi per una volta a venerdì 25 maggio
per poi concludersi con il “gran finale” di
giovedì 31 maggio, in cui sarà realizzato
il punto della situazione. Tra i soggetti
che hanno contribuito al finanziamento
dei lavori, accanto al Comune e alla
Provincia di Como, figura anche l’Ance,
la cui responsabile Veronica Airoldi
così commenta l’adesione al progetto
da parte della sua associazione: “Se
Ance ha collaborato sin dalla prima
edizione degli incontri, è perchè ha
creduto nella validità del progetto, tanto
più in un momento così delicato come
questo. Il settore delle costruzioni sta
vivendo una delle fasi più tormentate
e cruciali della sua storia, e ciò proprio
nell’area degli appalti pubblici, dove
Sabato, 18 febbraio 2012 19
l’aderenza ai patti di stabilità
ostacola i pagamenti da parte
degli enti committenti e penalizza
in modo irreversibile le imprese,
condannandole a una congiuntura
veramente senza sbocchi. Da Aequa
ci si attende appunto l’elaborazione
di una strategia operativa funzionale
e alternativa all’attuale ristagno
legislativo e burocratico, in un
Paese dove spesso prima si fanno le
leggi e poi ci si interroga sul modo
con cui applicarle, non essendoci
margini di manovra per farlo”.
Strategia operativa e alternativa
che dovrebbe essere racchiusa nel
documento conclusivo dei lavori,
consistente nell’agile volumetto che
Aequa consegnerà ai privati per
sensibilizzarli sullo spinoso tema
dei contratti di partenariato, istituti
giuridici in via di abbandono a causa
del rifiuto delle imprese di sostenere
sotto l’aspetto economico le opere di
interesse pubblico. Laddove il primo
punto da definire e su cui riflettere,
secondo il parere dei docenti del
comitato scientifico, è che oggi
nessuna opera pubblica è realizzabile
senza il contributo dei privati. Se
questo è universalmente considerato
come il tempo delle vacche magre, ci
sarà pure qualche valido motivo.
SALVATORE COUCHOUD
■ Varese
L’Insubria adotta
la Carta dei servizi
degli studenti disabili
L’Università degli Studi
dell’Insubria ha adottato la Carta
dei Servizi del Servizio Studenti
Disabili d’Ateneo. La Carta si
configura come strumento di
tutela attraverso il quale l’Ateneo
si «assume in maniera trasparente
e responsabile un chiaro impegno
nei confronti degli studenti e delle
studentesse con disabilità che
vengono accolti e accompagnati
nella loro formazione culturale e
professionale».
Pastorale universitaria. Una cena tra amici. Si discute
delle proteste in università, dei tagli e della “governance”.
A Mattia, quinto anno di Giurisprudenza, viene il desiderio
di capire che cosa sta accadendo e nasce l’idea di una tesi
Tesi di laurea in corso...
S
«
tudio leggi,
commi e sentenze
per rispondere
a chi protesta». Da una
discussione tra amici
l’idea di una tesi di
laurea che scandagli
a fondo la vita degli
atenei.
ufficiouniversita@
diocesidicomo.it,
www.facebook.com/
home.php
Don Andrea Messaggi
e l’equipe di Pastorale
Universitaria
I
l lavoro è nato discutendo tra amici, ad una cena. Siamo ad ottobre
2009: grandi proteste per i tagli all’università. Molti slogan urlati
su tv e giornali. Subito mi urgeva una domanda: ma effettivamente
l’università funziona bene? Le risorse che ha, le impiega nel modo
più intelligente? Da qui l’idea: andiamo a studiare come vengono
prese le decisioni negli atenei, chi decide e chi ha la responsabilità.
Entriamo nel merito per giudicare con piena coscienza. Inizia un
lavoro con il professore di Diritto Amministrativo e accompagnato
dalla provocazione di un altro amico, Alfredo. Questo lavoro, diceva, mi
avrebbe portato ad analizzare le pieghe più recondite della legislazione
e degli atti amministrativi, mi sarei soffermato anche su singoli commi
e piccole frasi. Non per un gusto di indagare in modo minuzioso, non
per un pallino all’analisi. L’esperienza cristiana fatta in questi ann in
università mi aveva educato ad una attenzione tale per la realtà e per
il bisogno dell’uomo (l’università è centrale nel percorso umano di
una persona), e al fatto che la risposta a questi sarebbe passata anche
attraverso le norme, i commi e le decisioni prese dai singoli organi.
Ecco come l’intelligenza della fede diventa intelligenza del reale.
Questa consapevolezza ha determinato il modo di procedere nel lavoro
portandomi ad affrontare le questioni oggetto della mia tesi secondo
una modalità che ha sorpreso anche il professore: un taglio particolare
nell’analisi degli statuti, la ricerca di esempi positivi in atto cui poter
guardare come modelli, la forte aderenza a quanto effettivamente
succede. Nello studio e nella indagine mi muovevano tanto le domande
che avevo, la curiosità, ma anche l’origine di questo interesse. Il bello è
che questa mossa mi ha condotto ad incontri inaspettati e sorprendenti
come quello con il Prorettore Vicario, un uomo veramente eccezionale
per la passione e la determinazione con cui affronta il suo lavoro.
Le ultime fasi della tesi sono state piuttosto concitate: al posto di venti
giorni, per una serie di vicissitudini ne avevo solo sette a disposizione
per chiudere il lavoro. Una settimana di fuoco, anche perché in tutto
questo dovevo cercare lavoro. Un pomeriggio, in particolare, mi ricordo
che nulla stava andando come avevo previsto: ero costretto a dedicarmi a
questioni che non avevo preventivato. Lì è stato evidente, più di qualsiasi
altro momento, che la realtà non me la dò io, non la faccio io. La difficoltà
non è una obiezione ma un invito a rispondere a chi mi dona tutto: dalla
tesi agli imprevisti della vita.
Mattia, Milano
20 Sabato, 18 febbraio 2012
Como Cronaca
La preghiera dei salmi davanti a Dio
N
uovo appuntamento
nell’ambito del corso
biblico 2011-2012
promosso da “Ascolto”
gruppo di cultura, sul tema:
“La preghiera dei salmi
Davanti a Dio”, con don
Bruno Maggioni.
Lunedì 20 febbraio, alle
ore 21, presso l’auditorium
del Collegio Gallio
(entrata da via Barelli) si
approfondirà il Salmo 13
“Fino a quando continuerai
a dimenticarmi?”
Gli incontri si svolgono ogni
terzo lunedì del mese, da
ottobre a maggio.
Gli incontri successivi
saranno il 19 marzo (“I cieli
narrano la gloria di Dio”,
Salmo 19); lunedì 16 aprile
(“Mio Dio, mio Dio perché
mi hai abbandonato?”,
Salmo 22); lunedì 21
maggio (“Crea in me un
cuore nuovo”, Salmo 51).
Anniversario. Il senso di una comunità in cammino
La scorsa settimana Prestino
ha vissuto un importante
anniversario: i 40 anni dalla
celebrazione della prima
S. Messa presso la nuova
chiesa. Su questo traguardo
ospitiamo il contributo di don
Giambattista Levi, parroco di
Prestino fino al 2004.
La solenne celebrazione
fu introdotta la sera di
sabato sette ottobre, festa
della Madonna del Rosario,
con la Veglia alle Reliquie
presieduta dal Vescovo
coadiutore Teresio Ferraroni.
Nell’urna, portata sull’altare,
vi erano le Reliquie dei Santi
Felice, Francesco d’Assisi,
el pieno dell’inverno
Fedele, Carpoforo, Guglielmo
1971-72 fervevano i
d’Orange, Santa Maria
lavori, iniziati ai primi
Goretti, e del Beato don Luigi
di febbraio 1971, per
Guanella.
la costruzione del nuovo
Nel pomeriggio di una
complesso parrocchiale
splendida domenica di
di Prestino. Oramai la
ottobre, monsignor Felice
struttura era delineata, in
Bonomini celebrava la
particolare l’aula del culto e
Dedicazione secondo le linee
della assemblea. Era vivo il
del Concilio Vaticano II.
ricordo del campo scout a
Siano rese grazie a Dio.
Lourdes nell’estate del 1968.
Si realizzava un grande
Di là avevamo portato un
sogno. Una realtà per un
frammento di roccia della
popolo, con un popolo.
Grotta delle Apparizioni perché
Tutto il complesso vuole
diventasse la prima pietra
esprimere il mistero della
della chiesa della comunità
Incarnazione e della Pasqua.
parrocchiale di Prestino. Con
Dio si è fatto uno di noi.
un gesto semplice ma solenne
Ci accoglie senza limiti di
avevamo benedetto la prima
barriere per donarsi a noi e
Il sentito ricordo della prima S. Messa nella nuova chiesa, celebrata
pietra (il frammento di Lourdes
invitarci a vivere da fratelli e
incastonato in una beola
sorelle.
la sera dell’11 febbraio 1972. e a ottobre i 4 decenni della dedicazione
della Val San Giacomo), la
Il prossimo 8 ottobre 2012
domenica 4 ottobre 1970, festa
saranno quarant’anni. E, solo
di San Francesco d’Assisi.
davanti esprimeva la nostra gioia, il nostro
E’ bello rinnovare il nostro affidarci alla
dopo quattordici mesi, la parrocchia nata il
A gennaio 1972 era imminente la festa della omaggio, il nostro grazie.
Vergine Immacolata che a Lourdes ha
28 dicembre 1963, compirà cinquant’anni.
Apparizione della Madonna a Lourdes.
Venerdì 11 febbraio, mentre fuori
ascoltato la voce dei nostri ragazzi.
Pensandoci, balza alla mente che queste
Sentimmo di dover dedicare questa data
pioveva, la Comunità si raccolse intorno a
Mentre ripensiamo questo avvenimento,
due date sono abbracciate da due date,
a un momento di ringraziamento e di
quell’altare, la sera alle 20.30, a celebrare
la mente corre avanti. L’8 ottobre 2012 si
proposte dal Papa Benedetto XVI: l’11
speranza.
la Santa Eucaristia. La fiamma di tante
compiranno quarant’ anni dal giorno della
ottobre 2012, cinquantesimo dell’inizio
Così ci si preparò a celebrare per la prima
torce a vento illuminava l’Aula. Quel
Dedicazione del Tempio.
del Concilio Vaticano Secondo, avvio
volta la Santa Messa dentro la nuova
momento non è più uscito dal nostro
Dall’impresa Carboncini era giunta
dell’Anno della Fede; 24 novembre 2013
chiesa. Non c’erano ancora i serramenti
cuore. Quella sera, al termine della Messa,
l’assicurazione che per la fine di settembre
sua conclusione.
e neppure l’altare. Ma era ben definita la
ci sembrò bello donare una rosa alla
i lavori sarebbero stati compiuti. Perciò
Che stupendo “Anno della Fede”! Potrà
parte chiamata un tempo “presbiterio”.
mamma dell’ingegner Armen Manoukian,
fissammo con il Vescovo Felice Bonomini
essere di grande incoraggiamento a sentire
Sui vani delle finestre furono posti dei
progettista e direttore dei lavori, e alla
la data della Dedicazione. Quasi segno del
e vivere il senso della parrocchia popolo
cellofan. Fu allestito come altare il bancone moglie di Vittorino Fusi, capo muratore che cielo: nel 1972 l’otto di ottobre – festa di San di Dio!
di legno sul quale gli operai preparavano i
guidava con tanta passione e competenza
Felice primo vescovo di Como e patrono
Così ritorna il vento del Concilio che
ferri per la struttura in cemento armato. Fu
quel manipolo di operai. Certamente la
della parrocchia e onomastico del Vescovo
ci spinse nell’avviare la vita di questa
coperto da una tovaglia. Fu reso profumato
Madonna ne fu contenta e non si stancò di
- cadeva di domenica, così come, due
Comunità con l’ansia di realizzare la casa di
da una cornice di rose bianche. Una
accompagnarci.
anni prima, era domenica la festa di san
Dio e degli Uomini! Auguri!
carriola piena di garofani bianchi posta sul
Sono passati quarant’anni.
Francesco, altro patrono della parrocchia.
don Titino
N
Prestino: 40 anni
Visite
Con Mondo Turistico
a S. Pietro in Atrio
e S. Fedele
L’
Associazione Culturale
“Mondo Turistico” organizza
per sabato 25 febbraio una
visita guidata all’ex chiesa di S. Pietro
in Atrio e alla Basilica di S. Fedele
a Como. L’appuntamento è fissato
per le ore 15.00 a Como, in piazza S. Fedele, davanti alla chiesa.
La visita avrà inizio a S. Pietro in Atrio, antica chiesa di origini
paleocristiane, in cui, durante gli scavi del 1981, furono rinvenuti
resti pavimentali a lastrine bianche e nere. Vi sono inoltre lacerti
di affreschi romanici e testimonianze di quadrature pittoriche
settecentesche. Si proseguirà poi con la visita della basilica di
S. Fedele, l’antica S. Eufemia, gioiello del romanico e non solo,
avendo origini antichissime ed una stratificazione edilizia
complessa e di non facile lettura che si cercherà di chiarire. È
una delle chiese più ricche di Como dal punto di vista storico e
artistico, vantando capolavori che vanno dalla scultura romanica
alla pittura barocca di importanti artisti locali. La quota di
partecipazione è di 7 euro per i soci, di 8 euro per i non soci. Per
informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel.
0344.30060; 339.4163108; e-mail: [email protected]. (s.fa.)
Da Como a Kalongo
al... Broletto
I
n occasione del venticinquesimo dalla morte di padre
Giuseppe Ambrosoli (Lira, Uganda 27 marzo 1987), la
“Fondazione Dr. Ambrosoli
Memorial Hospital” organizza a
Como, presso il Palazzo del Broletto,
unite ad uno spiccato spirito
la mostra fotografica dal titolo “Da
imprenditoriale, che lo legano
Como a Kalongo: sulle orme di
a doppio filo alla tradizione
padre Giuseppe Ambrosoli” con
e alla sua terra comasca. La
l’obiettivo di far conoscere alla
mostra racconta con immagini
città e al territorio comasco, sua
di ieri e di oggi la storia
terra d’origine, la straordinaria
dell’ospedale di Kalongo, il
testimonianza di vita e l’opera
“Memorial Hospital” e della
di questo medico e missionario
scuola di ostetricia “St. Mary
comboniano, di cui è in corso la
Midwifery School”, entrambi
causa di beatificazione, divulgandone fondati da padre Ambrosoli; i
l’eredità e il carisma che ha lasciato
progetti intrapresi grazie alle
a tutti noi. Padre Giuseppe, ha
persone che nel tempo hanno
operato in Uganda dal 1957 al 1987.
lavorato a favore dell’ospedale
Il “Medico della Carità”, soprannome
e collaborato a questa “Impresa
con il quale era conosciuto, viene
sociale e solidale” dall’Italia e
ricordato oggi quale figura di spicco
dal mondo. Sarà suddivisa in
per le alte qualità spirituali e morali
5 aree tematiche precedute da
pannelli descrittivi e pannelli di
foto e testimonianze secondo
le seguenti aree tematiche di
riferimento:
- Padre Giuseppe Ambrosoli;
- L’ospedale e la scuola
di ostetricia ieri;
- L’ospedale e la scuola
di ostetricia oggi;
- Il nord-Uganda e il contesto
storico-sociale;
- Volontari e sostenitori.
La mostra sarà aperta dal 4 al
31 marzo con i seguenti orari:
da martedì a venerdì 14 – 18,
sabato e domenica 9.30-12.30/
14 – 18. Lunedì chiuso.
Como Cronaca
Sabato, 18 febbraio 2012 21
❚❚ Dentro la storia e la vita del futuro Papa
Odescalchi e Gallio, un rapporto problematico
T
ra le famiglie emergenti nella Como d’inizio Seicento
le alleanze, secondo antica tradizione, erano segnate dai matrimoni: un esempio fu quello di Onorio del
fu Gerolamo Gallio, nipote del Cardinale Tolomeo, e
Lucrezia Odescalchi, figlia di Marcantonio e di Cecilia Volpi,
celebrato dopo laboriosi preparativi e con grandi festeggiamenti, il 24 febbraio 1609. La sposa portava in dote 102 mila lire imperiali. Non dovette essere un matrimonio felice e
Lucrezia, rimasta vedova nel 1612, chiese ed ottenne di farsi
monaca benedettina.
Dal suo monastero di S. Colombano, sito presso il palazzo di
famiglia del futuro Papa, mantenne rapporti stretti con alcuni
dei suoi parenti Odescalchi ma ignorò persino suo figlio Carlo,
che venne allevato dallo zio, abate Marco Gallio. Forse questo
fatto segnò un solco tra le due famiglie e forse spiega il fatto
che, parecchi anni dopo, quando Nicolò Odescalchi chiese la
mano della sorella di Tolomeo II Gallio duca d’Alvito per Carlo
suo fratello, si ebbe uno sdegnato diniego. Un’offesa del genere
avrebbe rotto per sempre i rapporti tra le due famiglie. Ma il futuro Papa Innocenzo non ragionava così. Un fratello della mancata sposa Odescalchi, Marco, nato nel 1619 dal duca France-
Grazie a:
Un’originale
mostra di foto
stenopeiche,
in Biblioteca
comunale
a Como
sco e da Giustina Borromeo, avviato alla carriera ecclesiastica,
laureato in giurisprudenza, divenne protonotario apostolico
partecipante, referendario di entrambe le segnature,segretario
della Congregazione dei Riti, e poi Nunzio a Colonia dal 1659
al 1666, vicegerente del Vicariato di Roma ed infine Nunzio a
Napoli dal 1668. Era Vescovo di Rimini dal 1659, ma dopo la
presa di possesso non si era mai fermato nella sua diocesi: fu
obbligato a farlo dopo il 1670, e due anni dopo dovette far fronte al più grande terremoto nella storia della città romagnola. Il
suo coraggio e generoso comportamento in quella circostanza
meritò ampie lodi, ma la sua carriera non ebbe allora alcun
progresso. E nessuno se lo sarebbe aspettato quando fu eletto
Innocenzo XI, esponente di una famiglia rivale. Eppure proprio
costui nel Concistoro del 1° settembre 1681 lo creò Cardinale prete col titolo di S.Pietro in Montorio. L’anno seguente lo
stesso Papa lo nominò Cardinal Legato di Bologna, ma il Gallio
morì a Roma il 24 luglio 1683, prima di partire per la Romagna,
e venne deposto in un sepolcro vicino a quello dell’altro porporato comasco della sua famiglia, il grande Tolomeo, nella
chiesa carmelitana di Santa Maria della Scala.
MARIO LONGATTI
il cardinale marco gallio
Emobox
visi in scatola
ESPOSIZIONE DI FOTO
STENOPEICHE
crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”
Classe 1958
Associazione La Stecca di Como
Emobox: visi in scatola...
della Cooperativa Sociale Parsifal
Fondazione Provinciale della Comunità Comasca
U
na mostra del
Montessori (Tavernola),
tutto speciale, in
Istituto Comprensivo
Biblioteca comunale, Prestino. Un video, che
a Como, fino al
documenta il backstage
prossimo 25 febbraio. Si
di tutto questo lavoro
tratta di “Emobox – visi in
(proiezione a ingresso
scatola”, una raccolta di
libero il 24 febbraio, ore
autoritratti di 130 ragazzi
17:30, Sala Auditorium,
che hanno costruito
Biblioteca comunale Como)
macchine fotografiche
racconta invece il percorso
riciclando scatole di latta
basato sulla identificazione
( dei biscotti, del caffè,
e rappresentazione delle
delle caramelle…), hanno
emozioni per arrivare a
Per
info
e
contatti:
scoperto le nozioni
“inscatolarle” attraverso i
catturata da un foglio di carta
(percorsi individuali e di
fotografica – spiega Roberta
gruppo, laboratori condotti
Butti, fotografa e film maker
nelle scuole medie e nelle
che ha ideato il laboratorio-.
scuole superiori) attivati
Abbiamo stimolato la curiosità
nell’ambito del progetto
iniziale dei ragazzi spingendoli
“Where are you going?”,
a realizzare da sé la propria
ideato dalla Cooperativa
macchina fotografica e ad
Sociale Parsifal e coaiutarsi reciprocamente: le
finanziato dalla Fondazione
nozioni base della fotografia
Provinciale della Comunità
sono state così apprese
Comasca ONLUS. Obiettivo
sperimentandole.”
del progetto è quello di
Accanto a Roberta Butti ha
orientare i ragazzi a una
lavorato la psicologa Silvia
maggiore consapevolezza
Coop. Sociale Parsifal
Bassanini, per accompagnare
nella scelta della carriera
sCOMOdiamoci
i ragazzi nel processo di una
scolastica, attraverso una
maggiore conoscenza delle
migliore conoscenza di
via Polano 55 - Tavernola (CO)
se stessi,
delle15proprie
PRESENTAZIONE VIDEO PER
LE SCUOLE
FEBBRAIO 2012 - emozioni
ORE 10:30 principali e della
[email protected]
possibilità di individuarle
inclinazioni
e talenti,
PRESENTAZIONE VIDEO 24
FEBBRAIO 2012
- OREper
17:30
tel. 031 3347197
e rappresentarle: “Negli
così su una delle
www.scomodiamoci.it
INGRESSO LIBERO incidere
interventi preparatori in
principali cause del disagio
aula abbiamo stimolato i
giovanile: la dispersione
base della fotografia e
ragazzi a fare attenzione al
ritratti fotografici di tanti
scolastica.
sperimentato lo sviluppo in
visi. Da qui il titolo della
Funziona davvero? Questa è linguaggio emotivo, non
camera oscura e la stampa.
verbale, all’ espressione delle
mostra: Emobox- visi
stata la domanda ricorrente
Ma soprattutto hanno
emozioni proprie e altrui
in scatola ( le macchine
dei ragazzi che, all’inizio
ragionato sulle emozioni:
per migliorare le capacità
fotografiche sono state
un po’ perplessi e via via
ne hanno parlato, le
relazionali. Abbiamo analizzato
costruite dai ragazzi usando
sempre più entusiasti,
hanno individuate e
appunto scatole di latta).
hanno posto alle conduttrici l’ espressione del viso e del
infine rappresentate per
gesto attraverso l’osservazione
L’iniziativa, ideata e
del progetto-laboratorio
“fermarle” negli autoritratti
di ritratti fotografici e pittorici
condotta dalla fotografa
di fotografia stenopeica
che la mostra mette in
di varie epoche. Infine, siamo
Roberta Butti con la
“Emobox-Visi in scatola”.
scena.
giunti alla fase vera e propria di
collaborazione della
“Sembra incredibile che
L’esposizione in Biblioteca
progettazione dell’autoritratto,
psicologa Silvia Bassanini,
da una scatola di latta,
comunale di Como
allo scatto – sempre all’aria
è stata organizzata dalla
pronta da buttare via, si
rappresenta il passaggio
aperta quindi anche con la
Cooperativa Sociale Parsifal
possa ricavare un macchina
finale dei laboratori di
scelta di ambientazioni - e
che da quasi cinque anni
fotografica. Eppure il
fotografia stenopeica
alla stampa in camera oscura.
si dedica a progetti rivolti
metodo della fotografia
organizzati in cinque scuole: ai giovani e che dal 2010
I ragazzi hanno lavorato in
stenopeica è piuttosto
Istituto Comprensivo Como
piccoli gruppi in cui, a turno,
gestisce il centro giovanile
semplice: utilizza la luce
Borgovico ( scuole medie
ognuno ha avuto un ruolo
sCOMOdiamoci a Villa
che, entrando nella scatola
di Como e Tavernola);
specifico (fotografo, assistente
Bellingardi di Tavernola
attraverso un piccolo foro,
Istituto Comprensivo
e attore), in un clima di dialogo
(Como). Si inserisce in
disegna l’immagine sulla
Cernobbio, Scuola Media
e collaborazione.”
una serie di interventi
parete opposta dove viene
Le storie di 130 ragazzi cheBiblioteca
hanno comunale di Como
dal
10 al 25 febbraio 2012
costruito macchine fotografiche
riciclando scatole di latta. L’iniziativa
della cooperativa sociale “Parsifal”
Curiosità
■ Cos’è
Fotografia stenopeica,
frontiera dell’immagine
La fotografia stenopeica è una tecnica
sperimentale che è all’origine della
fotografia. Consiste nel trasformare
una semplice scatola in una macchina
fotografica. La scatola viene annerita al
suo interno con vernice spray. Si pratica
poi un foro microscopico sulla parete
opposta a quella dove si inserisce un
foglio di carta fotografica. Il foro viene
coperto con nastro isolante nero. Nel
momento in cui si scatta la foto, si toglie
lo scotch per permettere alla luce di
entrare e di disegnare sul foglio di carta
l’immagine davanti al foro, capovolta e
opposta. Ciò che si ottiene è un negativo,
che viene sviluppato in camera oscura
e successivamente stampato a contatto
su un nuovo foglio di carta fotografica
per ottenerne il positivo. I tempi di posa
richiesti sono molto lunghi e fanno sì
che, nel caso del ritratto, il soggetto
debba restare fermo davanti alla macchina
fotografica per svariati secondi, a volte
minuti, mantenendo fissa l’espressione
del volto e la posizione del corpo. Questa
tecnica richiede pazienza, studio delle
variabili, concentrazione e capacità critica.
■ Parsifal
Cooperativa “giovane”
La società cooperativa sociale “Parsifal”
nasce a Como nel 2007 con riferimento
particolare al target dei minori, delle
famiglie, della promozione di una cultura
dell’accoglienza. Dal marzo 2010 ha
attivato il progetto “La Darsena dei
Giovani” presso la sede di Villa Bellingardi
a Tavernola, dove organizza:
• Laboratori creativi, esperienziali e
coinvolgenti per stimolare interessi e
far emergere passioni. I laboratori sono
una proposta educativa che permette
di sperimentare inclinazioni artistiche
ed esprimere la propria creatività con la
musica, la fotografia, il giornalismo, la
spray art, la pittura sperimentale…
• Workshop e stage propedeutici
all’inserimento nel mondo del lavoro:
percorsi di orientamento scolastico e
professionale, individuali e di gruppo;
workshop di accompagnamento a nuove
figure come il Personal Shopper; percorsi
di preparazione all’ auto imprenditorialità.
• Centro giovanile “sCOMOdiamoci” per
il tempo libero e il sostegno allo studio:
progetto “Studio&midiverto”, da martedì
a venerdì dalle 14 alle 17.30 per supporto
ai compiti e per stare insieme, con
educatori che guidano le attività; progetto
“Brokkolandia”: un orto coltivato dai
ragazzi sul terreno della Villa,
a disposizione per la collaborazione anche
con le Scuole della zona.
Confcooperative
22 Sabato, 18 febbraio 2011
Realtà a servizio delle persone svantaggiate
S
ono passati trent’anni
da quando padre Emilio
Maroni, frate Concettino,
insieme a un gruppo
di volontari e con il sostegno
del Lyons Club di Cantù e
Mariano, fondò “Il Gabbiano”,
cooperativa sociale che tuttora
opera sul territorio di Cantù
nell’ambito dei servizi per le
persone svantaggiate.
Nella lettera che egli stesso
indirizzò ai cittadini di Cantù,
per il Natale 1981, comunicando
l’imminente inizio delle attività
padre Emilio scriveva: “Ogni
persona che legge questo
biglietto e si sente amica di un
fratello bisognoso si ritenga
invitata a collaborare perché la
nuova cooperativa mutualistica
prosperi in pace grazie al
contributo di competenza, di
lavoro, di spinte positive da lei
ricevute”. L’invito era diretto
alle persone di una cittadina
in cui egli meravigliato notava
certo “l’intreccio delle relazioni
commerciali con mezzo mondo,
ma ancor più la sensibilità
umana e cristiana rivolta a
servizio dei fratelli”.
La spinta iniziale si concretizzò
in un “laboratorio artigianale
ergoterapeutico” nel quale,
attraverso il lavoro, persone
svantaggiate potevano ritrovare
relazioni e dignità.
Nel tempo la cooperativa si è
proposta sul territorio con vari
servizi per la disabilità, primo
fra tutti il centro diurno, attivo
dal 1982, che ospita persone
con disabilità proponendo loro
attività formative e socializzanti
nelle aree cognitiva, motoria,
espressiva, occupazionale,
di autonomia personale e di
integrazione sociale.
La prima storica sede furono
alcuni locali presso l’Istituto dei
padri Concettini di Cantù. Dal
2006, poi, con la costruzione
della nuova sede nella palazzina
interna al centro sportivo
“Toto Caimi” di Vighizzolo e
con l’ampliamento dei servizi
offerti (spazio per residenzialità,
servizi riabilitativo-assistenziali)
si sono fatte sempre più
complesse le attività, le
strategie, le collaborazioni
con il territorio. Dal febbraio
2011 la Comunità alloggio
del piano superiore è aperta
continuativamente, con
tre ospiti, e propone un
programma di iniziative
mensili di avvicinamento
alla residenzialità, progetto
che coinvolge anche risorse
Trent’anni in “volo”
con “Il Gabbiano”
Una cooperativa
sociale nata
nel canturino su
iniziativa di padre
Emilio Maroni,
insieme a un
gruppo di volontari
e con il sostegno
del Lyons Club
di Cantù e Mariano
e persone di altri enti. Non è
da escludere che in un breve
futuro possano essere prese
in considerazione alternative
altrettanto valide per rispondere
anche a differenti esigenze di
“residenzialità” (per esempio
strutture abitative sul modello
di un appartamento, che
possano offrire altri livelli di
gestione in autonomia della
propria vita).
Dal 2009, inoltre, è stata
costruita su un terreno
adiacente al centro, una serra
che ospita ormai stabilmente
attività di formazione lavoro,
cura, gestione stagionale di cicli
di floricoltura da parte delle
persone inserite al centro, e
permette altresì l’incontro attivo
e positivo con la cittadinanza.
Nel 2010 e nel 2011 sono state
proposte le “feste di primaveraopen day”, occasioni in cui
il centro e la serra si aprono
al pubblico per una intera
giornata, con notevole ritorno
in termini di promozione e
conoscenza. La serra è aperta in
settimana e visitabile durante il
giorno da lunedì a venerdì dalle
9.00 alle 19.00. Parallelamente
alle attività diurne e residenziali
la cooperativa, grazie al
sostegno dei volontari
dell’associazione LINKS (nata
nel 2007 con l’appoggio de Il
Gabbiano di Cantù e di Noi
Genitori di Erba), garantisce
l’offerta periodica di proposte
di tempo libero, occasioni in cui
stare insieme e vivere momenti
di aggregazione e incontro con
le risorse ricreative, ludiche
e culturali del territorio. Altre
occasioni di incontro con il
territorio sono quelle legate al
progetto teatrale che da otto
anni è portato avanti dalle
cooperative il Gabbiano e Noi
Genitori. L’ultimo spettacolo
portato in scena, “Schermi,
immagini di un futuro”, propone
una coraggiosa visione di
quanto possa essere fallace
la ricerca di una perfezione
troppo spesso suscitata in noi
da messaggi ambivalenti del
mondo della comunicazione,
a scapito delle dimensioni
più profonde dell’umano.
Lo spettacolo è interamente
originale e La “compagnia” è
lieta di presentarlo al maggior
numero di persone possibile,
in ogni tipo di cornice (teatri,
scuole, associazioni ecc.) con
lo scopo principale di generare
occasioni di incontro.
Accanto ai servizi pedagogici la
cooperativa ha attivato nel 2006
e successivamente ampliato e
potenziato il settore dei servizi
riabilitativi, che prevedono
attività sanitarie in palestra e
in piscina, attività di ginnastica
e posturali, poliambulatori
supportati da professionisti
in ortopedia, fisioterapia,
dietologia, psicologia, logopedia
e psicomotricità. Il flusso di
persone che frequentano la
struttura giornalmente per
usufruire di questi servizi è
notevole, e permette al centro
di vivere una situazione
relazionale molto aperta,
stimolante e in costante contatto
con i cittadini.
❚❚ La ricorrenza: un 2012 all’insegna della festa
Trent’anni, una storia, mille volti
L’
anno 2012 è l’anno della celebrazione
del trentesimo di attività. La cooperativa ha l’intenzione di proporre alcuni
momenti di festa, di commemorazione o di
riflessione, per ricordare, rinverdire alcune
dimensioni della memoria o anche esplorare
alcune regioni di senso attinenti all’impegno
della cooperativa e al contesto in cui il suo
lavoro si è sviluppato dal 1982 fino ad oggi.
In attesa di proporre il programma definito
degli eventi, che si svolgeranno nel corso di
questa prima parte dell’anno, anticipiamo
che ci saranno alcuni momenti più “ricreativi” (la festa di primavera anche quest’anno
verrà proposta, il giorno 6 maggio; inoltre si
sta organizzando un evento estivo “finale”
che possa radunare molte persone nel contesto del centro Toto Caimi) alternati a occasioni di riflessione, come incontri con esperti
che possano aiutarci nel fare il punto su alcuni temi.
Lo slogan scelto per pubblicizzare gli eventi
è: “Trent’anni. Una storia. Mille volti”. È in effetti molto complicato riuscire a riassumere
efficacemente le vicende, gli incontri, i personaggi e le scelte intercorse in una storia
così lunga, ormai, e così ricca. La cooperativa, fin dagli inizi, ha dovuto continuamente
riconsiderare le proprie scelte, riorganizzare
e ampliare le risorse, mantenere un filo diretto con gli enti del territorio e con la cittadinanza, raccogliendo da una parte le esigenze di assistenza o di sostegno che di volta
in volta emergevano, definendo dall’altra i
rapporti con le istituzioni in maniera da poter essere meglio e più funzionalmente attrezzata e assolvere ai propri compiti entro
un quadro adeguatamente formalizzato di
collaborazione.
Nel tempo, le forze del volontariato sono state e rimangono determinanti per poter offrire
servizi non solo adeguati, ma anche ricchi
di relazione “aggiunta”. L’inizio stesso delle attività è stato
reso possibile da un gruppo
di volontari che decisero di
offrire le proprie risorse per
la “causa” di padre Emilio. Da allora, si sono
moltiplicati di molto per dimensione ma anche per tipologia gli spazi in cui è possibile
offrire parte del proprio tempo e del proprio
lavoro per sostenere concretamente le attività della cooperativa. Anche il Servizio Civile,
negli anni offerto dagli obiettori di coscienza, prima, e dai giovani del “post leva”, poi,
è stato determinante. Inoltre, sono sempre
attive le convenzioni con le università e gli
istituti che, soprattutto negli ultimi anni, garantiscono un apporto costante e benefico
di tirocinanti.
La parola d’ordine che ha sempre animato l’opera della cooperativa può essere riassunta in una concezione della disabilità
che tende a considerare le persone affette
da deficit di vario tipo non come beneficiari
di assistenza, bensì come soggetti in grado
di proporsi positivamente, tra la gente, sul
territorio, nei propri limiti. Un accento alla
dignità intrinseca di ogni essere umano, non
disgiunto però da un onesto sguardo sui suoi
problemi, con il dovere di elaborare attraverso strumenti materiali e teorici adeguati, le
risposte che meglio possano alleviare la sofferenza generata da condizioni di difficoltà.
pagina a cura
di confcooperative
unione provinciale di como
www.eurekacomo.it
Como Cronaca
Notizie flash
Comune di Como
■ Gravedona
Mogodé: premiato
il Barrage
è
stata l’associazione “Edodè”
onlus di Domaso ad aggiudicarsi
il primo premio per il bando
di concorso a sostegno
di programmi di cooperazione
internazionale indetto nel 2011 dal
Comune di Como. La cerimonia di
premiazione si è svolta mercoledì
15 febbraio, alle ore 10, nella sala
consiliare del Comune di Como.
All’associazione, impegnata da anni
in progetti idrici in diversi Paesi
dell’Africa, va un contributo di 8 mila
euro da utilizzare per il progetto
premiato: la realizzazione di un barrage
(sbarramento) a Mogodé nel nord
del Camerun, dove sono presenti i
missionari fidei donum della diocesi
di Como. Ed è proprio con uno di loro,
don Angelo Mazzucchi, originario di
Garzeno, che è nata l’idea del progetto.
L’obiettivo è quello di ricostruire un
vecchio barrage andato distrutto,
restituendo alla popolazione della zona
una riserva idrica indispensabile per
la vita e per la salute dei cittadini. Non
solo direttamente, attraverso l’invaso,
ma anche evitando, durante la stagione
Sabato, 18 febbraio 2012 23
150 anni di Unità
e il ruolo della Chiesa
Contributo di 8 mila euro a
sostegno un progetto presso
la località africana dove sono
presenti i fidei donum della
diocesi di Como
secca, il prosciugamento dei pozzi a
valle del barrage. A ricevere il premio
è stato il presidente dell’associazione
Piero Acone che proprio in questi giorni
insieme alla moglie, partirà alla volta
del Camerun, per seguire l’andamento
dei lavori già partiti da alcuni mesi.
Scavi che, nel mese di gennaio, sono
stati visitati anche dal vescovo Diego
Coletti, in visita alla missione diocesana.
“Arriveremo in Ciad domenica 19
febbraio – spiega Pieto Acone – e da lì ci
sposteremo verso il nord del Camerun
dove incontreremo i missionari fidei
donum presenti nella zona: don Angelo
Mazzucchi, don Corrado Necchi, don
Alessandro Alberti di Morbegno e
Laura Pellizzari di Regoledo di Cosio”.
Nei giorni successivi i responsabili
dell’associazione visiteranno i lavori
incontrando i tecnici locali e le autorità
civili e tradizionali con cui, fin dal
primo momento, sono stati condivisi
i progetti. Il viaggio in Camerun sarà
anche l’occasione per visionare alcuni
progetti realizzati negli anni scorsi –
in particolare 19 pozzi – e prendere
visione di un terreno, acquistato
dall’associazione, su cui è prevista la
realizzazione di tre fabbricati,da adibire
a Centro di fisioterapia, acquisiti nella
parrocchia di Rhumzu dove è parroco
don Corrado Necchi.
Per informazioni www.edodeonlus.it.
L’associazione “Progetto LarioLombardia” con l’associazione “Storica
AltoLario”, e con il patrocinio della
Provincia di Como, della Comunità
Montana Valli del Lario e del Ceresio,
del Comune di Gravedona e Uniti,
i vicariati delle “Tre Pievi” e della
Tremezzina, il decanato di Porlezza
organizzano un convegno sul tema:
“150 anni di storia di unità d’Italia:
premesse e considerazioni,quale il
ruolo anche della Chiesa?” Relatore:
prof. Roberto de Mattei vice Presidente
del C.N.R.(Consiglio Nazionale delle
Ricerche) ordinario universitario di
Storia moderna ed ecclesiastica a
Roma. Appuntamento venerdì 2 marzo,
alle ore 21, presso la sala congressi
dell’Ospedale di Gravedona e Uniti.
L’invito è rivolto a tutti,in particolare
agli educatori, ai sindaci, ai sacerdoti,
ai genitori.
■ Iubilantes
Viaggio nei Paesi Baltici
L’associazione culturale Iubilantes
propone, da domenica 5 a giovedì 16
agosto, un viaggio alla scoperta dei
Paesi Baltici. Guida sarà l’architetto
Paolo Arà Zarian. Info tel 031-279684.
Como Cronaca
24 Sabato, 18 febbraio 2012
Cambio valuta:
I
impennata di truffe
In crescita esponenziale le denunce
presentate dai negozi nell’area di confine
mpennata delle truffe relative al cambio
valuta in Canton Ticino a tal punto che
la Polizia Cantonale, nel mettere in
guardia privati cittadini ed esercenti, ha
diramato un apposito avviso spiegando il
“modus operandi” dei raggiratori. Infatti,
complice anche l’elevato tasso di cambio
che contraddistingue il cambio di moneta
da euro a franco svizzero, le autorità ticinesi
hanno visto crescere esponenzialmente il
numero di denunce presentate soprattutto
dai negozianti dell’area di confine. Il
fenomeno dei raggiri, dunque, non è una
piaga che puntualmente si ripresenta solo
nella nostra città ma è un fatto che, come
sottolineato, ora riguarda soprattutto il
mendrisiotto e che ha indotto la Polizia
cantonale ticinese a redigere un’apposita
nota informativa. Gli autori di tali reati,
infatti, agiscono sia singolarmente che in
coppia e si presentano di norma in negozi
o altri esercizi commerciali. Utilizzano
spesso, quale pretesto, l’acquisto di merce
di poco valore che pagano con banconote
di grosso taglio, molto spesso in euro. Una
volta che la commessa ha appoggiato sul
bancone il resto previsto, anche perché
è usanza che la differenza di prezzo in
transazioni effettuate in moneta diversa
dal franco svizzero siano poi sanate con la
divisa ufficiale elvetica, secondo la polizia
l’acquirente inizia a distrarla parlando e
chiedendo ripetutamente un taglio diverso
di banconote da ricevere come resto per
l’acquisto. Il risultato finale è il crearsi di una
situazione di confusione tale che i raggiratori
riescono a sottrarre più banconote del
dovuto. A questo punto si allontanano non
dando la possibilità alla sfortunata vittima,
sia questa commessa o semplice persona
di passaggio cui viene chiesto il cambio
della divisa, di rendersi conto per tempo del
danno subito. Per evitare sgradite sorprese, la
Polizia cantonale ha invitato dunque a porre
particolare attenzione quando ci si trova in
presenza di richieste di cambio di moneta tra
euro e franchi oppure quando viene chiesto
di cambiare in tagli più piccoli banconote di
importo molto elevato. Ovviamente si chiede
ai cittadini di avvisare tempestivamente la
Polizia cantonale perché questo permette
l’identificazione dei malviventi. (l.cl.)
Notizie flash
La “denuncia” di Ivano Polledrotti
■ S. Anna
Protezione civile:
quale futuro?
L
a prossima soppressione della
Provincia potrebbe mettere a
rischio l’efficienza dell’intero
sistema della Protezione Civile sul
territorio con pesanti conseguenze per
la salvaguardia dei cittadini. A suonare
il campanello d’allarme è stato Ivano
Poledrotti, assessore alla Protezione
civile della provincia di Como, a margine
di un incontro con i suoi omologhi
delle province lombarde che si è svolto,
giovedì 9 febbraio, a Villa Saporiti. “Se
non ci saranno cambiamenti dell’ultimo
minuto – ha spiegato Poledrotti –
tra circa ottanta giorni il Consiglio
provinciale di Como verrà sciolto, invece
di essere rinnovato con le elezioni, e la
nostra provincia verrà così svuotata della
propria rappresentanza democratica.
La situazione non è ancora chiara ma
a questo passaggio potrebbe seguire
un probabile commissariamento
dell’ente in attesa dell’entrata in vigore
delle nuove norme fissate in tutta Italia
per il 1° gennaio 2013”. Sono sette le
provincie italiane che anticiperanno
la riforma voluta dal governo che
prevede uno svuotamento dei settori
Notizie flash
■ Chiasso
Mese di marzo
all’insegna della poesia
e della musica
Nel corso del
mese di marzo
2012, ogni
giovedì sera, il
Cinema Teatro
di Chiasso
promuoverà un
incontro tra la
grande poesia
e la musica, ideato e coordinato da
Maria Giuseppina Scanziani. Letture
da Dante, Petrarca, Leopardi, Pascoli e
Montale si alterneranno ad interessanti
e suggestivi brani musicali. L’iniziativa,
proposta in collaborazione con il
Conservatorio della Svizzera italiana
SUPSI, sarà ad entrata libera.
“Cardiologie aperte”
il 18 febbraio
L’imminente
soppressione dell’ente
Provincia potrebbe
metterne a rischio
il sistema di gestione
e d’intervento
oggi a carico degli enti provinciali. “Tra
le competenze della Provincia – ha
proseguito Poledrotti – rientra anche il
coordinamento del sistema di protezione
civile. Un aspetto fondamentale quando
ci si trova a gestire un’emergenza.
L’emergenza del luglio scorso a Brienno
ha dimostrato l’efficacia delle nostre
capacità d’intervento. Un patrimonio
che rischia ora di essere vanificato.
Senza dimenticare il contributo dato
dalla Provincia per la formazione
dei gruppi con corsi, esercitazioni
congiunte e fornitura di dotazioni
strumentali. Elementi che rischiano di
perdersi”. Il sistema della protezione
civile nel comasco è composto da 55
organizzazioni di cui 33 gruppi (25
comunali e 8 intercomunali) e 22
associazioni, per un totale di 1400
volontari. Secondo l’assessore il
rischio è soprattutto legato al medio e
lungo periodo. “In questa prima fase
– conclude – i gruppi continueranno
ad operare senza grossi problemi, forti
dell’esperienza maturata in questi
anni, ma con il passare del tempo la
mancanza di una struttura intermedia
che si occupi del coordinamento e della
formazione potrebbe avere pesante
effetti sulla capacità dei gruppi di far
fronte alle emergenze. Il problema è
che ad oggi non sappiamo ancora cosa
succederà nei prossimi mesi, perché
non abbiamo ancora avuto nessuna
comunicazione ufficiale”. (m.l.)
Cuore sotto controllo grazie a
“Cardiologie Aperte”. L’ospedale
Sant’Anna di San Fermo della Battaglia
(via Ravona) ha aderito a questa
iniziativa di rilievo nazionale promossa
dall’Associazione Nazionale Medici
Cardiologi Ospedalieri (Anmco) e dalla
Fondazione “per il tuo Cuore” – Hcf
onlus programmando per sabato 18
febbraio nella sala soggiorno della
Degenza Medica 3 (piano verde +1)
due momenti di incontro (orari:
10.30-12.30 e 15.30-18) con lo staff
dell’Unità di Operativa di Cardiologia
diretta da Carlo Campana. Lo staff del
primario di Cardiologia Carlo Campana
accoglierà i cittadini nel soggiorno
della Degenza Medica per informarli
sulle principali patologie del cuore, per
la misurazione della pressione arteriosa
(uno dei principali fattori di rischio da
tenere sotto controllo) e per mostrare
loro le apparecchiature utilizzate nel
nuovo presidio comasco in dotazione
alla Cardiologia, quali, ad esempio,
l’ecocardiogramma. Orari: 10.30-12.30
e 15.30-18.
Alla campagna “Cardiologie aperte
– per il Tuo cuore” hanno aderito
oltre 170 strutture cardiologiche in
tutta Italia. Per ulteriori informazioni
sull’iniziativa: www.anmco.it e www.
periltuocuore.it.
❚❚ Mozione dell’UDC
Poste e disagi: confronto in Regione
F
iore all’occhiello di numerose nazioni,
come la Svizzera, la Germania, la Francia, in Italia le Poste non hanno mai goduto di un grande credito. E nonostante la dinamicità che traspare dalle diverse campagne pubblicitarie relative soprattutto ai servizi
finanziari, di telefonia nonché di vendita, il
giudizio dei cittadini nei confronti dell’ex PT
è sempre stato decisamente incline alla negatività. La situazione non pare migliorata in
queste ultime settimane dove, se è vero che
dal 30 gennaio sono diventati operativi i nuovi
orari di apertura al pubblico degli sportelli di
Poste italiane, distinti a seconda della ‘grandezza’ degli uffici, disservizi nella consegna
della corrispondenza vengono quasi quotidianamente segnalati in diverse zone della
provincia lariana. Nelle ultime settimane, ad
esempio, sono salite alla ribalta della cronaca le difficoltà nel ricevere lettere e bollette
da parte degli abitanti della Val Cavargna e
dell’alto lago. Qualche anno fa, invece, era
stata la zona dell’erbese e del Triangolo lariano al centro di una vasta mobilitazione
e protesta per analoghi disservizi. Al fine
di avere un quadro più preciso della situazione anche comasca il Consiglio Regionale, nell’ultima sua seduta, ha accolto una
mozione presentata dall’UDC con la quale
intende chiedere ragione all’ente Poste sul
processo di razionalizzazione del servizio
nonché sulle chiusure degli uffici postali.
Nella mozione approvata dall’aula anche
dai tre consiglieri regionali comaschi, Regione Lombardia si impegna ad attivare un confronto con Poste Italiane affinché si ottengano atti concreti volti a garantire l’erogazione
di servizi destinati in particolar modo ai piccoli paesi ed ai quartieri periferici delle città.
Il documento, inoltre, impegna il Presidente Roberto Formigoni e la Giunta regionale
a stipulare con Poste Italiane un protocollo
d’intesa per attivare un piano di installazione anche nei piccoli centri degli sportelli Postamat attraverso i quali i cittadini possono
essere in grado di effettuare tutta una serie
di operazioni. L’intervento regionale vuole
essere finalizzato ad ottenere una maggiore
concertazione e condivisione delle scelte effettuate dalle Poste nel processo di razionalizzazione del servizio. Nel frattempo anche
alcune sedi dell’Unione Consumatori hanno
denunciato i disagi registrati nell’erogazione
dei servizi postali. (L.Cl.)
Como Cronaca
Sabato, 18 febbraio 2012 25
Pubblicazioni. Provincia e Camera di Commercio
I
l Lario: terra d’arte, cultura
e sport. Luogo d’attrazione e
transito per i suoi panorami
suggestivi, ma anche
privilegiato condensato di
sapori, tappa insostituibile per
gli amanti della buona cucina.
Basta saper dove cercare. “Il
gusto in un bel posto. Alla
scoperta dell’enogastronomia
del Lago di Como”, testi di
Davide Paolini, è l’ultima
“bussola” realizzata da
Provincia di Como e Camera di
Commercio per accompagnare
i turisti tra le prelibatezze
del territorio. Miele, dolci,
formaggi, olio, birra, vino,
pesce, salumi… davvero per
tutti i gusti… “… il territorio del
lago di Como – spiegano Paolo
De Santis e Achille Mojoli,
rispettivamente presidente
della Camera di Commercio
e assessore al Marketing
Territoriale della Provincia
di Como – vanta una varietà
gastronomica che nulla ha da
invidiare a quella paesaggistica.
Ma se sono note a tutti le
magnifiche ville neoclassiche
che abbelliscono le rive lariane,
i monumenti romantici e quelli
dell’architettura razionalista,
pochi conoscono i prodotti
tipici e le specialità legate
alle antiche tradizioni degli
abitanti del nostro lago e
delle valli circostanti. Questa
pubblicazione ha lo scopo di
stimolare la curiosità di turisti
e viaggiatori per guidarli alla
scoperta dei sapori del lago
di Como, delle specialità
gastronomiche, unite a consigli
sui luoghi da visitare e ad un
elenco dei produttori e prodotti
di nicchia…”
Il breve viaggio, condensato in
un libretto di una novantina
di pagine, che affianca la
presentazione di prelibatezze
nostrane a luoghi suggestivi del
Lario - parte dal miele lariano,
miele dalle caratteristiche
organolettiche particolari che
gli derivano dall’essere frutto
di un territorio, quello della
fascia prealpina, caratterizzato
da inverni rigidi, ma mitigato
dai laghi. Condizioni che
favoriscono la produzione
di miele d’acacia o robinia,
castagno, tiglio, melata,
millefiori. Per non parlare del
più raro, e di nicchia, miele
d’alta montagna, lampone,
rododendro e alianto.
Numerosi i produttori in
provincia: dalla zona prealpina,
al Triangolo Lariano, al
Hai l’alcolismo
in casa?
Vuoi saperne
di più?
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di aiuto?
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informazioni
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Telefona allo:
800 087 897
Il Lario, terra
d’arte, cultura,
sport, ma anche
privilegiato
condensato
di sapori
canturino e alla bassa comasca.
Seconda tappa di questo
cammino enogastronomico
sono i dolci. Impossibile
transitare sul Lario senza
farne la conoscenza. I dolci
del lago di Como sono legati
alle tradizioni religiose o
familiari e per la maggior parte
appartengono alla famiglia dei
pani lombardi o dei lievitati.
Ne citiamo solo alcuni,
consapevoli dell’impossibilità
di esaurirli tutti. La guida cita
il masigott, dolce tipico di
Erba e il braschin, focaccia
tipica della cucina povera degli
avanzi, tipica di Garzeno, e
con loro anche altri prodotti
che contraddistinguono i vari
territori della provincia. Si va
dalla meascia o miascia della
zona di Tremezzo, detta anche
turta del paisan, un pane
raffermo ammollato nel latte e
arricchito da frutta, uvetta, uva
fresca, scorza di limone, farina
gialla, rosmarino, olio e uova;
al pan mataloc di Bellagio, altro
membro della famiglia dei pani
dolci lombardi, considerato
una volta il dolce di Natale
del lago. Spostandosi nel
Triangolo Lariano a Canzo si
gustano i nocciolini, biscotti
simili a piccoli amaretti. Nella
vicina Longone da segnalare
il dolce Segrino, torta che ha
vinto premi internazionali ed è
dedicata all’omonimo laghetto.
Un accenno finale non poteva
mancare al dolce tipico di
Como, la resta, la pagnotta
ornata con il classico ramo
d’ulivo.
Dal dolce al formaggio il
passaggio è breve. Il lago di
Como ha un’antica tradizione
nell’allevamento di capre
e mucche, tanto che la sua
cucina ne ha beneficamente
risentito utilizzando latte e
formaggi per la creazione di
piatti tipici del territorio. Tra
i formaggi da citare il latteria
che arriva dal Triangolo
Lariano ed è prodotto con
latte vaccino parzialmente
scremato, ed il lariano
d’alpeggio che giunge, appunto,
dagli alpeggi della provincia.
Impossibile non citare anche
lo zincarlin, termine dialettale
con cui si identifica una ricotta
aromatizzata e stagionata
di latte vaccino o caprino,
proveniente dall’Alto Lario, ma
anche dalla Valle Intelvi e dalle
Alpi Lepontine; il caprino di
Caslino, prodotto di nicchia a
base di latte crudo di capra, e la
casoretta del Bisbino, formaggio
ottenuto con latte vaccino
intero, tipico della Val d’Intelvi.
Anche qui la distribuzione è
articolata da nord a sud del
territorio.
Per quanto riguarda l’olio,
l’olio del lago di Como è
un extravergine d’oliva dal
profumo intenso e dal sapore
fruttato che rievoca sfumature
della mandorla e del carciofo.
Le aree di produzione sono
quelle di Bellagio, Ossuccio,
Lenno, Tremezzo, Griante,
Varenna-Perledo e Gravedona.
Qui le olive vengono raccolte
a mano e subito macinate a
pietra e spremute a freddo.
Tra i prodotti enogastronomici
della provincia di Como con i
natali più recenti c’è anche la
birra, amata da giovani e meno
giovani. Per quanto riguarda
il vino che il Lago di Como sia
terra di vino è cosa nota; le
viti, infatti, insieme agli ulivi,
furono introdotte in questa
zona sin dai Romani. Tra i vini
comaschi da segnalare spicca
il domasino bianco o rosso
IGT Terre Lariane, il cui nome
prende origine dal termine
con cui venivano anticamente
chiamati i vini provenienti
dal territorio sovrastante il
comune di Domaso. Domaso
è appunto uno dei principali
centri produttivi dell’IGT Terre
Lariane, in virtù della sua
posizione e delle caratteristiche
del terreno. L’IGT terre Lariane
prende forma in vini bianchi
realizzati con vitigni di Verdese
bianco, Chardonnay, Pinot
bianco, Riesling, Sauvignon,
Trebbiano toscano; e vini rossi
come uve Barbera, Cabernet
Sauvignon, Merlot, Marzemino,
Croatina, Savignonese e
Schiava.
Il viaggio tra le prelibatezze
del lago si prosegue con il
pesce¸ come non citare il
tipico missultin, un tempo
piatto povero, riserva di cibo
per l’inverno, composto da
agoni essiccati. Tra le ricette
tipiche del lago a base di pesce
da segnalare il classico risotto
al pesce persico, o l’alborella,
solitamente fritta od in
carpione. O ancora il lavarello
con burro e salvia, il cavedano
nella versione patè, la zuppa
di pesce della Tremezzina,
con luccio, trotelle, cavedano,
bottatrice e persico.
Un accenno dedicato anche
ai salami, ricordando che il
salame Brianza ha ottenuto
il riconoscimento della DOP
ed è prodotto unicamente in
quell’area compresa tra Milano,
Como, Lecco e Monza Brianza.
Un ultimo accenno, per
concludere questa abbuffata
di sapori, viene dedicato ai
giacimenti gastronomici da
preservare: vere e proprie
“leccornie”: gli asparagi di
Rogaro, la castagna lariana,
la patata bianca comasca, la
cipolla di Brunate e il pane di
Como. (m.ga.)
Inaugurazione
1° marzo
La “Tullio Cairoli” e la “Galleria
Gruppo Como” al S. Anna
“Pro memoria”
e la collana “iVitali”
M
artedì 14 febbraio, l’associazione “Tullio Cairoli” ha
inaugurato negli spazi del Day - Hospital Oncologico
dell’Ospedale Sant’Anna di S. Fermo la “Galleria Gruppo
Como”, che raccoglie opere di autorevoli esponenti dello scenario
artistico comasco. Presenti i lavori di Carla Badiali, Alvaro Molteni,
Aldo Galli, Mimmo Totaro e Giovanni Colombo, generosamente
donati dagli artisti e da collezionisti. Il nome “Gruppo Como”
rimanda al Gruppo che, costituito negli anni ’30 dai più importanti
intellettuali comaschi, fra i quali Rho, Radice, Badiali, Terragni e
Lingeri, ha contribuito alla nascita dell’Astrattismo e Razionalismo.
Presentando questa prima raccolta sintetica di opere rappresentative
dell’arte comasca, ricca di intuizione, tensione e ricerca,
l’associazione “Tullio Cairoli” si propone di trasmettere a pazienti e
visitatori “l’emozione che suscita il bello”, sentimento fondamentale
in qualunque momento della vita, soprattutto nel difficile percorso
della malattia.
“Inaugurando la Galleria – spiega la dott. ssa Monica Giordano,
presidente dell’associazione “Tullio Cairoli” - festeggiamo i 92 anni di
Alvaro, che ha dato inizio a questa raccolta. L’Associazione desidera
esprimere la propria gratitudine agli artisti, ai collezionisti e a tutti
coloro che hanno generosamente contribuito alla realizzazione di
tutto questo”.
G
iovedì 1 marzo alle 20.30,
presso la sala conferenze
dell’Accademia Aldo
Galli di Como (via Petrarca
9), si terrà l’incontro con lo
scrittore Andrea Vitali, Diego
Minonzio, direttore de “La
Provincia” e Antonio Bozzo,
giornalista del Corriere
della Sera, per presentare in
anteprima “Pro-memoria”, il
sesto volume della collana
“iVitali”.
Il libro raccoglie un lungo racconto di Andrea Vitali e 35 opere
su carta di Giancarlo Vitali. Come per gli altri titoli, il volume
è realizzato anche in tiratura limitata di 35 copie, ciascuna
arricchita da un disegno originale.
L’incontro, organizzato in collaborazione con Accademia Aldo
Galli, sarà introdotto da Salvatore Amura, AD dell’Accademia
Galli, e da Glauco Peverelli, presidente di Parolario. L’ingresso
è libero.
Giornata della Guida
26 Sabato, 18 febbraio 2012
Giornata celebrativa. Un appuntamento internazionale
Guide che passione!
Figura squisitamente
culturale introduce
il visitatore alle bellezze
di un territorio. Una risorsa
per mantenerne
viva l’attenzione e la cura
N
el mese di febbraio, subito prima
dell’inizio della stagione turistica,
si tiene a Milano la BIT-Borsa
Internazionale del Turismo
(questo fine settimana da giovedì a
domenica) ma pure si celebra ormai da
molti anni la Giornata Nazionale della
Guida Turistica. Durante la Giornata
le organizzazioni di guide presenti
sul territorio offrono visite guidate
gratuite, sempre diverse, spaziando dalle
‘eccellenze’ di arte e natura fino a percorsi
meno noti e tutti da scoprire (o riscoprire).
Ma cos’è la guida turistica? Spesso
confusa con l’accompagnatore turistico,
che è una figura tecnica (si occupa
ad esempio di problemi riguardanti
i trasporti, l’alloggio ecc. del gruppo
affidatogli dall’agenzia di viaggi), la guida
è una figura squisitamente culturale
che introduce il visitatore alle bellezze
naturali, architettoniche e artistiche, ma
anche di tradizione, di un territorio. Che
deve conoscere a menadito, e per questo
la sua abilitazione all’esercizio della
professione (il cosiddetto “patentino”,
tuttora obbligatorio) è ristretta ad un
territorio provinciale. Naturalmente
una guida può sostenere l’esame per
l’abilitazione anche per più province, di
rado ciò avviene per più di due (alcune
guide comasche sono abilitate anche
per Lecco o Milano). E’ obbligatoria
la conoscenza di almeno una lingua
straniera, buona parte sostiene l’esame
per due lingue, ma tra gli operatori del
Comasco c’è anche chi ne conosce fino
a cinque. L’ esame, piuttosto complesso,
contempla non solo la conoscenza
dell’arte e dei monumenti del territorio,
ma la sua geologia con le particolarità
naturalistiche, la storia sociale, le
tradizioni, l’economia, la gastronomia
ecc. insieme a questioni più tecniche
come i trasporti e le vie di comunicazione,
nonché a nozioni di tecnica turistica e
alla capacità di organizzare e gestire un
itinerario, adeguato alle caratteristiche del
gruppo (anziani, ragazzi in gita scolastica,
associazione culturale ecc.).
E’ lampante dunque come non aveva
alcuna sensatezza il recente progetto
di istituire una “guida nazionale”: data
la vastità e la ricchezza artistica del
territorio italiano. La preparazione di
questa figura sarebbe stata per forza di
cose una semplice infarinatura, come
quella che si richiede all’accompagnatore
turistico, mentre la guida deve avere
una conoscenza ben più approfondita,
solida e articolata della propria materia.
Il cosiddetto Decreto Bersani sulle
liberalizzazioni dava facoltà di esercitare
la professione di guida turistica anche
ai laureati in storia dell’arte e materie
similari, purché “previo accertamento”
delle altre competenze proprie della
guida: per qualche anno dunque chi
era in possesso di queste lauree non
sosteneva l’esame completo bensì un
“colloquio” integrativo. Tale possibilità è
stata cancellata dal Decreto Legislativo
n. 79 del 23 maggio 2011 che prescrive
per tutti la necessità di sostenere l’esame
completo (per il quale è comunque
obbligatorio il diploma di scuola media
superiore). All’epoca il decreto suscitò
qualche accusa di “corporativismo” da
parte delle guide: in realtà l’accertamento
dell’idoneità dei candidati alla professione
è garanzia di qualità per l’utente, non
certo una “prepotenza” contro potenziali
Guida. La collaborazione con l’Ufficio diocesano
Anche pellegrinaggi...
L
a giornata internazionale
della guida turistica è una
manifestazione mondiale
nata una ventina d’anni fa. Le
giornate mondiali sono stabilite da
importanti Enti internazionali, quali
l’ONU o l’UNESCO e sono stabilite per
dare risalto a particolari professioni
o problemi che hanno dimensione
internazionale. La giornata della
Guida turistica, derivazione della più
antica giornata della Guida Scout, si
propone di far conoscere al pubblico di
tutto il mondo l’importanza di questa
professione non sempre ben capita e
recepita nel suo senso più profondo.
Quella di guida turistica non è una
semplice professione che permette di
praticare un’attività con risvolti anche
economici. La figura della guida è
complessa e ricca di aspetti culturali e
psicologici, deve saper presentare un
territorio dal punto di vista storico,
artistico, umano, geografico con
riferimenti alle tradizioni di ogni tipo.
La guida deve, quindi, possedere,
una bagaglio di nozioni vaste ed
approfondite, ma deve anche saper
coinvolgere i visitatori perché riescano
ad apprezzare il luogo, le sue eccellenze
artistiche e paesaggistiche, ma anche
i problemi sociali e umani che sono
l’amalgama di un territorio. La guida
turistica deve, quindi, avere anche una
carica di simpatia umana e deve amare
profondamente il luogo dove conduce
il turista, deve avere il desiderio di
conservarne le caratteristiche, deve cercare
di far capire l’importanza di mantenere
un patrimonio artistico e umano perché
le future generazioni ne possano gioire e
deve essere in grado di trasmettere questi
ideali. Oggi abbiamo una società poco
propensa a riflettere su questi problemi,
compito della guida turistica è anche
quello di creare nelle persone il desiderio
di capire e gioire di quanto il territorio
mette a disposizione. Durante la giornata
internazionale della guida turistica,
pertanto, le guide di tutto il mondo
effettuano degli itinerari guidati gratuiti
in luoghi e monumenti, che sono sempre
sotto gli occhi di tutti, ma che spesso non
vengono considerati nella loro giusta
dimensione. In provincia di Como e di
Lecco le guide turistiche celebrano la loro
giornata da diversi anni con entusiasmo
e con il piacere di mostrare a coloro, che
non necessariamente vengono da fuori, dei
particolari e degli aspetti del territorio che
talvolta sfuggono nella frenesia del vivere
moderno. La data ufficiale della giornata
della guida turistica quest’anno è il 19
febbraio, ma Mondo Turistico, per ragioni
organizzative, prolunga questo piacere
anche nella settimana successiva al 26
febbraio. Proprio perché lavoro in questo
campo con la collega Aurelia Pain, che è
accompagnatrice anche lei, e con Rossella
Bernasconi da un anno collaboriamo
con l’Ufficio Pellegrinaggi della diocesi di
Como soprattutto nella scelta delle mete,
nel coordinare le varie prenotazioni e
nel promuovere i diversi pellegrinaggi.
E’ importante in questo frangente non
dimenticare l’impronta cristiana diretta
che va data a chi vi partecipa. La nostra
disponibilità si affianca a quella del
nostro direttore, don Giovanni Illia, che
accompagna, come figura spirituale la
maggior parte dei pellegrinaggi e con
la sua preparazione ed il suo carisma
riesce a trasmettere in modo professionale
ed allo stesso tempo piacevole i veri e
profondi significati del viaggio che si sta
percorrendo. Sono veramente contenta di
questa opportunità che mi ha permesso
di non farmi vergognare di portare la mia
fede anche quando accompagno gruppi
o singole persone che si trovano qui e
che richiedono una guida locale solo ed
esclusivamente per ammirare il paesaggio
e le bellezze artistiche da analizzare sotto
il profilo artistico e architettonico. È bello
cercare di riuscire a tradurre tutto questo
in un linguaggio di fede e quando vedo
che questo viene anche recepito mi rende
orgogliosa.
Rita Annunziata
concorrenti da parte di chi già esercita!
L’esame di abilitazione veniva organizzato
dalla Regione Lombardia fino all’anno
2000, poi ne è stata data delega alle
Province; attualmente la Provincia di
Como sta per tenere la sessione di esami
orali relativa al bando 2011. In stand-by
il bando 2012, in attesa di istruzioni dalla
Regione dopo che sarà stato esaminato
il cosiddetto “decreto SalvaItalia”: in
parole povere, ancora non si sa se la
guida turistica sarà tra le professioni da
“liberalizzare” o meno (col problema già
suaccennato circa la “qualità” del servizio
offerto… magari da guide improvvisate o
abusive). Aggiungeremo che non esistono
corsi abilitanti, ma periodicamente
vengono organizzati dagli enti locali e
formativi dei corsi che possono essere di
aggiornamento per chi è già guida e di
preparazione per chi vuole diventarlo: nel
Comasco ne sono in corso due (uno sulla
Valle Intelvi e uno transfrontaliero).
Le guide abilitate per il Comasco sono
oltre cinquanta, buona parte riunite in
associazioni o cooperative; il guadagno,
conteggiato a mezze giornate, è discreto
ma occorre detrarne le spese di trasporto,
il vitto, le spese d’ufficio e naturalmente
le tasse; non c’è copertura per malattia
o maternità; inoltre la stagione turistica
da noi copre circa otto mesi l’anno, e
occorre sfidare la concorrenza degli
abusivi (sì, ci sono anche qui, non solo…
agli scavi di Pompei come qualcuno
crede!) disponibili a prezzi più contenuti.
La crisi infine spinge molte agenzie a
fare a meno del tutto della guida, anche
per quei monumenti che per legge
dovrebbero venire illustrati da personale
specifico. Il risparmio? Su un pullman,
un paio di euro a persona. E’ possibile
dunque mantenersi tutto l’anno con la
professione di guida? Dipende: ce la
fanno le guide che possono dedicarvisi
a tempo pieno durante la stagione, e
che siano abbastanza brave da venire
esplicitamente richieste dalle agenzie di
viaggi. In alternativa, si tiene un secondo
lavoro durante la stagione invernale:
c’è ad esempio chi fa il traduttore, o
chi possiede anche l’abilitazione di
accompagnatore turistico e d’inverno
accompagna gruppi italiani in viaggi
all’estero… unendo l’utile al dilettevole.
(g.fo.)
Appuntamenti
In occasione della “Giornata
Internazionale della Guida Turistica”,
l’Associazione Culturale “Mondo
Turistico” organizza per domenica
19 e domenica 26 febbraio tre
visite guidate gratuite sul nostro
territorio. Domenica 19 febbraio è
in programma una visita guidata alla
chiesa di origine romanica di S. Marta
a Carate Urio, edificata su un terrazzo
panoramico del pendio nella parte
alta del paese, accanto alla Via Regina
nuova; l’appuntamento è alle ore 14.30
sul sagrato. Sempre domenica 19
febbraio è prevista una passeggiata
sul lungolago di Lecco, alla scoperta
del paesaggio, dei monumenti e delle
curiosità che caratterizzano la città; il
ritrovo è per le ore 15.00 a Lecco, in
via N. Sauro 6, davanti allo IAT (Ufficio
Informazioni Turistiche).
Domenica 26 febbraio, alle ore
15.30 (con ritrovo davanti al portale
centrale) ci sarà una visita speciale
al Duomo di Como per bambini e
famiglie dai 6 ai 12 anni. Secondo una
ormai consolidata abitudine di Mondo
Turistico, la visita sarà effettuata da
due guide, una si occuperà degli adulti,
illustrando la cattedrale e il quartiere
circostante, mentre l’altra si occuperà
dei bambini con una breve visita del
monumento e attività ludica finale.
La partecipazione alle visite è libera
e gratuita; per ragioni organizzative
si richiede comunque la prenotazione
entro il giovedì precedente.
Info e prenotazioni: Mondo Turistico,
tel. 0344-30060; 339-4163108; e-mail:
[email protected].
Valli Varesine
28 Sabato, 18 febbraio 2012
Il Vescovo:
“Insegnare
significa
prendersi cura
degli alunni”
Giovedì 9 febbraio mons. Coletti ha
incontrato a Cuveglio il mondo della scuola.
Un’occasione per mettersi in ascolto
G
iovedì 9 febbraio presso la Sala
Polivalente del comune di Cuveglio,
dove si trova in Visita pastorale, si è
tenuto l’incontro del Vescovo Diego
Coletti con il mondo della scuola.
Subito si è creato un clima collaborativo
in quanto più che rispondere a domande
precedentemente preparate, mons.
Coletti ha sollecitato una condivisione
di esperienze al termine delle quali ha
poi espresso il suo pensiero sempre
disponibile e aperto al confronto.
Il primo intervento riguardava le realtà
socio-familiari estremamente complicate
che gli operatori della scuola incontrano
nel loro lavoro quotidiano. I ragazzi
infatti riflettono inevitabilmente il
vissuto familiare e portano a scuola le
loro domande espresse nei modi più
disparati e i loro disagi. Gli interventi
a tal riguardo sono stati molteplici, da
parte di chi opera attualmente nella
scuola si sono soprattutto sottolineate le
difficoltà di relazione con le famiglie, le
richieste di impegno da parte dei ragazzi
spesso disattese perché distratti anche da
sollecitazioni virtuali che li allontanano
sempre di più dalla realtà. Altre insegnanti
soprattutto chi ha maturato parecchi anni
di esperienza, hanno invece sottolineato
come spesso, proprio in relazione a
situazioni socio-familiari drammatiche,
sia necessaria una grande accoglienza
che eviti a priori un giudizio sulle persone
e che impegni gli operatori della scuola
ad agire in modo che il tempo vissuto
insieme tolga le differenze e dia a tutti
opportunità di crescita umana e culturale;
forse solo la scuola è in grado di restituire
ad alcuni svantaggiati una parità di diritti
e doveri. Quindi senza ridimensionare le
attese sul piano più strettamente didattico
promuovere anche una crescita sul piano
personale e su quello dei valori. Un
Cavona
Il pellegrinaggio
vocazionale
Sabato 19 febbraio, quinto appuntamento col pellegrinaggio vocazionale di zona. Ritrovo al mattino,
alle ore 7.00, presso la cappelletta di S. Teresa per la recita del S.
Rosario. Alle 7.30 Messa in S. Casa a Cavona. Animerà l’incontro la
parrocchia di Azzio, Comacchio e
Orino.
Tante le questioni
sul piatto: dai
problemi dei figli
di coppie separate
all’immigrazione, dalla
mancanza di punti
di riferimento alla
necessità di riscoprire
quanto di bello e
buono c’è nel mondo.
Dal Vescovo l’invito
a lavorare in rete per
favorire il più possibile
la condivisione
delle esperienze
intervento ha anche
messo al centro della
discussione il problema
di bambini vittime
di separazioni, come
spesso sia importante
che l’insegnante aiuti
il bambino o il ragazzo
ad esternare anche
le sue sofferenze. A
tal proposito mons.
Coletti ha evidenziato
come oggi soprattutto
i pre-adolescenti e
gli adolescenti non
siano più in grado di
raccontarsi di dar voce
ai loro sentimenti più
profondi ed ha suggerito
al pubblico testi molto
interessanti di uno
psichiatra hunghiano,
Luigi Zoia, come “La
morte del prossimo”,
“Giustizia e bellezza”,
“Paranoia”.
Ha anche citato il romanzo “Bianca come
il latte rossa come il sangue” scritto da
un giovane docente di scuola secondaria
proprio per sottolineare l’importanza
di creare legami significativi anche nel
rapporto insegnante alunno; i ragazzi
devono accorgersi che qualcuno si
prende cura di loro, favorendo momenti
di conversazione e dialogo spesso assenti
dalla quotidianità del vivere. Ha concluso
il suo intervento evidenziando come il
fondamento che rende vera la vita umana
sia creare relazioni significative tra le
persone.
Altro argomento di discussione ha
riguardato la crescente presenza nei
nostri istituti di alunni provenienti da
territori lontani con culture distanti dalla
nostra cultura occidentale cristiana.
Ribadita la necessità di non rinnegare le
proprie radici si è comunque sottolineato
come la proposta confessionale non
sia confondibile con quella culturale.
Quest’ultima è intrisa di cristianesimo,
basti pensare alle opere d’arte dei nostri più
famosi artisti, alle opere letterarie e a quelle
architettoniche. E’ stato citato il problema
delle sette con le quali difficilmente è
possibile stabilire un dialogo. Rispetto
alla religione islamica mons. Coletti ha
evidenziato la differenza sostanziale del
concetto di Dio nella religione cristiana:
Dio per i musulmani è visto come
onnipotente, dominatore, unico, per i
cristiani come il Dio che sacrifica il proprio
figlio per amore degli uomini.
La serata si è conclusa con la richiesta
di come mantenere l’entusiasmo per il
bello ed il vero in un contesto spesso
caratterizzato da un clima confuso e
demotivante. A tale domanda il Vescovo
ha proposto la lettura di due opuscoli,
uno della Conferenza Episcopale Italiana
“Educare alla vita buona del Vangelo” e
l’altro “Brutti e Cattivi” una provocazione
del Vescovo agli operatori e ai fedeli della
nostra diocesi. Soprattutto chi opera con i
bambini e i ragazzi deve avere il coraggio di
cogliere il bello e il buono che è comunque
presente nel mondo come grande segno
di Dio. E’ stato molto apprezzato l’invito a
costituire una vera e propria rete tra i vari
operatori scolastici in modo da favorire il
più possibile la condivisione di esperienze.
I temi trattati durante la serata toccano
profondamente il mondo della scuola e
l’aver condiviso preoccupazioni e speranze
ha dato a tutti uno stimolo per impegnarsi
quotidianamente ad operare per il bene
comune.
Teatro
Cittiglio
Diocesi
Sabato 25
febbraio uno
spettacolo
dialettale
nel salone
dell’oratorio
Incontro
con il mondo
del calcio:
ospite
l’allenatore del
Varese
Corso per i lettori
nelle Valli Varesine
Sabato 25 febbraio, alle
ore 21.00 presso il salone
teatro dell’oratorio di
Cittiglio è programmato lo
spettacolo dialettale “ Cècch
e Stevanina ul matrimoni
al sa cumbina “, proposto
dalla Compagnia teatrale “I
Fulchit” di Caidate.
Questo spettacolo rientra
tra quelli inseriti nella 10°
rassegna di teatro dialettale
“Ra Sciloria”, promossa
in diversi Comuni dalla
Provincia di Varese.
Il Comune di Cittiglio,
in collaborazione con
l’Associazione “Il sorriso di
Michela”, la Pro Cittiglio,
la Pro Loco e l’Oratorio di
Cittiglio, propone “Una
serata col Varese 1910”.
Sarà un incontro con il
Tecnico Rolando Maran
e con una delegazione
di giocatori biancorossi.
L’incontro si svolgerà nel
salone dell’oratorio lunedì 20
febbraio 2012, con inizio alle
ore 19.00.
LAURA
L’Ufficio Liturgico Della Diocesi di
Como, assieme ai tre Vicariati di
Canonica, Cittiglio e Marchirolo ha
promosso e organizzato una “Tre
sere di formazione per lettori” che
si svolgerà secondo il seguente
calendario: Lunedì 27 febbraio:
“La Parola e i Ministeri Ecclesiali”;
Lunedì 12 marzo: “L’Ordinamento del Lezionario”; Lunedì 26
marzo: “Celebrare la Parola”.
Gli incontri sono rivolti a quanti già esercitano o intendono
esercitare il ministero di lettore, ma è raccomandato anche ai
cantori che potranno, nel corso delle celebrazioni, proclamare in
canto il salmo responsoriale. I corsi saranno tenuti dal direttore
dell’Ufficio Liturgico Diocesano e dai suoi collaboratori. Gli
incontri avranno luogo presso l’Eremo dei Padri Carmelitani
di Cassano Valcuvia, inizieranno alle ore 20.45 e termineranno
alle ore 22.30. Ogni incontro prevede un momento di riflessione
e un momento di esercitazione pratica. A tutti i partecipanti –
raccomandano gli organizzatori – viene chiesto l’impegno ad
essere presenti a tutti e tre gli incontri.
Sondrio Cronaca
i cento anni della
chiesetta di colda
Le celebrazioni
lo scorso
sabato. Ai
presenti è stato
consegnato
un opuscolo
commemorativo.
S
ono stati celebrati con una Messa
solenne, nel pomeriggio dello scorso
sabato, i cento anni della chiesetta
di Colda, dedicata alla Vergine di Lourdes.
La celebrazione, proprio in occasione della
patrona del piccolo edificio sacro, ha visto
la partecipazione di numerosi abitanti
della piccola frazione di Sondrio, oltre che
di affezionati.
Don Xeres riflette sul
rapporto tra Chiesa
e Risorgimento
Il sacerdote, ospite degli Amici della biblioteca
di Sondrio, ha affrontato il tema “Chiesa e Stato,
cattolici e nazione durante il Risorgimento”.
La relazione di don
Xeres ha preso avvio
dal fatto che all’interno
della Chiesa esiste oggi
un movimento secondo
il quale il Risorgimento
fu anti-cristiano
e anti-cattolico.
«M
entre il popolo restava
fermamente attaccato alla
chiesa e alla religione, le
élite in gran parte si abbeveravano ai lumi
sulfurei di paesi anglosassoni, germani e
francesi, si affiliavano alle logge massoniche
condannate dalla Chiesa e con la protezione
di molte teste coronate, misero mano alle
riforme e alla rivoluzione”. Con questa
frase ripresa da quanto pubblicato sul
sito internet Sodalitium.it, che fa capo a
di Milly Gualteroni
un movimento di cattolici “integralisti”
d’ispirazione levefriana, monsignor
Saverio Xeres ha introdotto la sua ultima
conferenza, intitolata “Chiesa e Stato, cattolici e nazione durante il Risorgimento”,
che si è svolta nella Biblioteca civica di Sondrio, lo scorso 6 febbraio. Organizzato
dall’associazione Amici della Bilioteca, l’incontro ha avuto luogo in una sala
affollata, segno di un vivo interesse per l’argomento trattato.
La relazione di don Saverio ha preso, dunque, l’avvio dal fatto che, all’interno della
Chiesa cattolica esiste oggi un movimento, ispirato anche dalle opere dello storico
brasiliano Plinio Correa de Oliveira, secondo il quale il Risorgimento italiano
fu, per sua stessa costituzione, anti-cattolico. Il teologo ha chiarito il suo totale
Sabato, 18 febbraio 2012 29
Al termine del rito, è stato presentato
e distribuito al pubblico l’opuscolo
che il comitato che si occupa di curare
la chiesetta, restaurata nel 2006, ha
voluto realizzare in occasione del
centenario. La pubblicazione, articolata
in una sessantina di pagine arricchite
da foto storiche in bianco e nero e
più recenti a colori, ha goduto del
contributo della Banca Popolare di
Sondrio e del Credito Valtellinese.
Nel volumetto sono state raccolte le
testimonianze di diverse generazioni
che hanno contribuito con manodopera
dissenso rispetto a questa lettura degli
eventi che furono alla base dell’unità d’Italia
e ha ricordato che la storiografia non si deve
prestare a revisioni per adattare gli eventi
del passato alle esigenze della politica
civile o ecclesiastica odierne. Piuttosto,
ha chiarito il relatore, la storia va letta con
lo sguardo di oggi non per giudicare, ma
per comprendere il comportamento di chi
allora ne fu protagonista. In quest’ottica, ha
analizzato il comportamento di papa Pio IX.
Giovanni Maria Mastai Ferretti fu nominato
papa con il nome di Pio IX nel 1846,
prevalendo sul cardinale Lambruschini,
considerato dai più un conservatore
favorevole all’impero austriaco. Furono,
quindi, molti quelli che pensarono che i
cambiamenti attesi nello Stato pontificio
si sarebbero realizzati grazie al nuovo
Papa. I cattolici liberali, in particolare, lo
immaginavano a capo di una lega degli
Stati italiani, secondo l’ideale neoguelfo
teorizzato da Vincenzo Gioberti nel suo
Primato morale e civile degli italiani.
I primi atti del pontefice alimentarono facili
entusiasmi, dall’amnistia per i reati politici
ad altre riforme, come un’attenuazione
dei controlli preventivi sulla stampa, la
formazione di una Consulta di Stato con
la partecipazione di laici, il riordinamento
del Consiglio dei ministri, che poté essere
composto anch’esso da laici, fino alla
concessione della Costituzione. Quando,
poi, lo Stato Pontificio si trovò a dover
decidere se appoggiare il Regno Sabaudo
nella controversia contro l’Austria, il Papa si
dissociò, affermando che, come capo della
Chiesa universale non poteva entrare in
contrasto con una potenza cattolica, quale
era l’impero austro-asburgico.
Attraverso la lettura di alcuni discorsi di
Pio IX, don Saverio ha mostrato come il
suo agire nei confronti delle rivendicazioni
italiane fu condizionato anche da una
visione che oggi si potrebbe definire
“ideologica” della realtà, resa esplicita in
particolare da una frase da lui pronunciata
il 18 marzo del 1861, il giorno dopo la
proclamazione dell’unità d’Italia. «Vediamo
da quale miserabile conflitto sia agitata la
civil società, la guerra tra la verità e l’errore,
la virtù e il vizio, la luce e le tenebre», disse il
Pontefice in quell’occasione. La sua “visione
apocalittica” di quanto stava accadendo
non gli permise una presa di coscienza
realistica dei fatti. Anche per questo,
quando l’esercito piemontese marciò contro
Roma, Pio IX ignorò i tanti che lo invitavano
di volontariato o sostegno economico
alla costruzione della chiesetta, alle
opere di consolidamento e di restauro
che si sono susseguite negli anni.
La chiesetta, sorta su terreno
acquistato appositamente da Giacinto
Sciaresini, fu realizzata su progetto
dell’ingegner Enrico Vitali di Sondrio.
I lavori cominciarono nel 1910 e
durarono per circa due anni. A benedire
il piccolo luogo di culto e a celebrarvi
la prima Messa fu l’allora arciprete,
monsignor Pietro Majolani.
A. Gia.
ad abbandonare spontaneamente il trono
papale, tra cui novemila sacerdoti che
avevano firmato un appello in tal senso.
Questi inviti non potevano essere ascoltati
da un papa che vedeva nella rivoluzione
liberale la potenza delle tenebre che
avrebbero travolto la cristianità.
A questa visione, don Saverio ha
contrapposto quella di un anonimo cronista
cattolico che scrisse una lettera pubblicata
dalla rivista dei gesuiti Civiltà cattolica. «In
Roma la maggior parte dei cittadini vuole e
desidera l’unità, la libertà e l’indipendenza
italiana», scrive l’anonimo, precisando che
la gente era nella maggioranza contraria
al dominio temporale dei papi, anche se
pubblicamente i più tacevano per paura di
essere perseguitati. «La corte fa incredibili
sforzi per conservare il trono mondano,
come se la Chiesa di Gesù Cristo avesse a
perire», proseguiva la lettera, «quasi che
Dio abbia bisogno di un palmo di terreno
mortale per mantenere la sua chiesa e non
piuttosto della buona volontà e della fede
degli uomini e delle loro opere. Di questo
dovrete rendere conto (…). Non vi chiederà
Gesù Cristo se avete conservato il dominio
temporale, ma se avete praticato l’amore
e la giustizia e allontanato la discordia,
perché “vi ho fatto ministri del mio vangelo,
predicatori della mia parola, non di terrena
politica”».
Don Saverio ha, in seguito, concluso la
conferenza, riportando l’accento sulla
necessità dell’impegno politico dei laici.
«Ci vogliono cattolici in politica», ha detto,
ricordando, però, che «se la politica divide,
il Vangelo dovrebbe unire».
Sondrio. Prolungata la durata dell’esposizione fino a domenica 11 marzo
Le Madonne vestite rimangono in mostra
“I
n confidenza con il Sacro.
Statue vestite al centro delle Alpi” non chiuderà i battenti il 26 febbraio, come
inizialmente previsto. Gli organizzatori (Fondazione Centro Studi “Nicolò Rusca”, Gruppo Credito Valtellinese
e Museo Valtellinese di Storia ed Arte
del Comune di Sondrio, con il sostegno
della Fondazione Cariplo) visto il forte
interesse che la splendida mostra ha riscosso a livello nazionale e territoriale,
hanno deciso di prolungarne la durata
sino a domenica 11 marzo. Due settimane in più, quindi, per non perdere
l’opportunità di ammirare, per la prima volta riunite, alcune testimonianze superstiti della pratica, antichissima
e ormai desueta o residuale, di vestire
le statue sacre, in particolare le sacre
effigi delle Madonne. Una tradizione
ben presente in diversi ambiti geogra-
fici del mondo cattolico ma che questa
mostra, curata da Francesca Bormetti,
indaga in riferimento alle vallate centrali dell’arco alpino tra l’Alta Lombardia e la Svizzera meridionale, con uno
sguardo aperto ai territori limitrofi,
lombardi e non solo.
Oltre all’atteso prolungamento della
mostra, gli organizzatori annunciano anche la possibilità di ammirarla accompagnati da esperti, in visite
guidate. Esse sono programmate per
sabato 18 e 25 febbraio e per sabato 3
e 10 marzo. Il costo è di soli 4 euro a
persona, con ritrovo alle 15.20 presso il cortile di Palazzo Sertoli (piazza
Quadrivio, 8) e inizio della visita previsto alle 15.30. Dato il prevedibile notevole afflusso, è consigliato prenotarsi
telefonando allo 0342.526.553 oppure
presso la reception del Museo Valtellinese di Storia ed Arte. A ciascuna vi-
sita saranno ammessi un massimo di
25 partecipanti.
Assieme all’attenzione che la critica
nazionale ha riservato alla mostra e al
consenso del pubblico, locale e non, è
motivo di non poca soddisfazione anche l’attenzione con cui gli specialisti,
non solo italiani, hanno accolto l’imponente volume documentario che accompagna la mostra, illustrato da fotografie realizzate con apposita campagna fotografica da Massimo Mandelli.
La pubblicazione è infatti già entrata in
molte università e centri di alta cultura
europei, valutata molto positivamente
per il rigore scientifico e metodologico, l’ampiezza documentativa e di approfondimento. D’ora in poi, nessuna ricerca scientifica sulle “Madonne
vestite” potrà prescindere dagli studi
presentati in questo volume e in questa
affascinante mostra.
Valchiavenna
30 Sabato, 18 febbraio 2012
■ Film e famiglia
Una rassegna promossa
dal Vicariato di Gordona
Sabato 11 febbraio, è partita una
rassegna cinematografica organizzata
dalla parrocchia di Gordona con la
proposta aperta a tutto il Vicariato, dove
si offre la possibilità di vedere film scelti
tra quelli che l’organizzazione del VII
Incontro Mondiale delle Famiglie (che si
terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno
prossimi) suggerisce per favorire una
riflessione sul tema: famiglia, festa e
lavoro. Il calendario prevede una cadenza
quindicinale e vuole essere un momento
di incontro piacevole dove poter trovare
spunti di riflessione sulla famiglia
guardando dei bei film, di cui alcuni sono
commedie davvero divertenti. Con il titolo
“il cinema incontra la famiglia” la rassegna
propone il seguente programma:
• sabato 25 febbraio: “American life” regia S. Mendes
• sabato 10 marzo: “La prima stella” regia L. Jean-Baptiste
• sabato 31 marzo: “La nostra vita” - regia
D. Luchetti
• sabato 14 aprile: “Another year” - regia
M. Leigh
• sabato 28 aprile: “The tree of life” regia T. Malick
Presso il salone dell’oratorio con inizio
alle ore 19.00, si è cercato di favorire
la partecipazione di tutti, pensando
di ritagliare uno spazio tra il tardo
pomeriggio e la prima serata, così chi
ha figli può rincasare presto mentre chi
è fidanzato o non ha vincoli famigliari,
volendo, può ancora disporre del proprio
sabato sera. Inoltre, c’è la possibilità
di vivere alle ore 18.00 la Santa Messa
celebrata nella locale parrocchia.
L’appuntamento è per tutti. Volendo
essere un’occasione di apertura e di
conoscenza reciproca, nell’intervallo
dei film si condivide il cibo (pizzette,
focacce, torte, panini, bibite…) che
ogni partecipante porta da casa (…
con semplicità) e alla fine ci si concede
il tempo per un breve dibattito. Ai
bambini è dedicato uno spazio tutto
per loro. Per favorire l’organizzazione è
opportuno comunicare la partecipazione
dei bambini, entro il mercoledì precedente
la proiezione, ai curatori dell’iniziativa:
Loris e Michela, cellulare 333.85.82.362
- mail: [email protected]; Luciano e
Camilla, cellulare 320.15.64.874 - mail:
[email protected]. A sostegno
delle spese si può fare un’offerta libera.
L’impegno, soprattutto per chi abita
nel Vicariato di Gordona, è di spargere
la voce e di cogliere l’invito sfruttando
l’occasione per creare un clima di amicizia
e condivisione su cui gettare le basi per
nuove e future iniziative, dando inizio a un
percorso di crescita delle comunità.
Importante traguardo per l’istituzione chiavennasca
a
t
s
e
f
in
La Scuola
Immacolata
compie dieci anni
S
conduttori, all’amore e alla professionalità delle maestre, alla presenza gratuita di
una suora e all’aiuto di numerosi volontari
collaboratori.
Non essendo più disponibile quella storica sede, per non interrompere una gloriosa tradizione - che stava tanto a cuore
all’indimenticabile suor Maria Laura - e
per non vanificare la buona volontà dei
genitori che desideravano continuarla,
la parrocchia San Lorenzo ha provveduto alla ristrutturazione dello stabile di sua
proprietà situato in piazza Bormetti e ha
stipulato nel 2003 con la Cooperativa Sociale un contratto di comodato gratuito
ventennale, mentre la Cooperativa si impegnava nello stesso tempo, con la collaborazione delle Figlie della Croce, a garantire l’attuazione di un progetto educativo
conforme ai principi cristiani. In questi
anni la scuola “Immacolata” ha operato
in modo egregio, grazie alla dedizione dei
“L’offerta formativa - spiega Giancarlo Geronimi, presidente della Cooperativa, in
una recente intervista - comprende anche la possibilità di un’uscita posticipata
di un’ora, alle 17.00 invece che alle 16.00,
che risulta di grande utilità per i genitori
che lavorano”. Ma non è solo per questa e
altre agevolazioni che la scuola Immacolata si fa apprezzare. Piace molto la sede ben
attrezzata e curata nei minimi particolari,
il riscaldamento a pavimento, la mensa interna, l’ampio cortile per i giochi esterni in
primavera e autunno. Molti genitori scelgono questa scuola pur dovendo pagare
una retta mensile pari al doppio di quella degli asili comunali. L’educazione dei
52 bambini attualmente iscritti è curata
da quattro giovani maestre (Lelia Lucchinetti, Vera Ghelfi, Giovanna Capelli, Stella
Rogantini), con il coordinamento di suor
Teresanna. Nel consiglio di gestione della
scuola, composto da genitori, “confluisco-
ono ormai dieci anni che la “Cooperativa Sociale Scuola Materna Immacolata”, sorta per iniziativa di alcuni
genitori, ha preso in gestione l’omonima
scuola, dopo che la stessa era stata curata
per ben 97 anni dalla Congregazione delle Figlie della Croce nell’antico stabile di
via Lena Perpenti in centro a Chiavenna.
Successo di pubblico per la Banda
Consueto successo di
pubblico per il Concerto
d’inverno della “Musica
cittadina”, come a Chiavenna
si chiama la banda musicale,
svoltosi al cine-teatro
Victoria sabato 11 febbraio.
Quest’anno le offerte sono
state devolute al rifacimento
■ Chiavenna
Una mostra dedicata
alla migrazione ieri e oggi
“Migrare ieri e oggi” è il titolo della
mostra che Cgil Sondrio, Auser Chiavenna,
Nonsolomerce, Anpi e Arci, con il
patrocinio dell’assessorato alla cultura del
comune di Chiavenna, hanno inauguato
il 16 febbraio a Chiavenna. La mostra
sarà aperta a palazzo Pretorio fino al
26 febbraio tutti i giorni dalle 10.00
alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00.
«I temi di questa mostra fotografica
sull’emigrazione italiana dello scorso
secolo e sull’immigrazione attuale nel
nostro paese - spiegano gli organizzatori
- sono esplicativi del parallelo che si
è inteso tracciare fra un Italia come
paese di accoglienza e un’Italia terra di
emigrazione in passato. La mostra con i
suoi 90 pannelli vuole essere un momento
di riflessione per capire quanto sia falsa
la tesi che “noi eravamo diversi” e vuole
rendere giustizia ai nostri concittadini
che vissero le stesse condizioni di disagio
degli immigrati odierni nel nostro paese».
La rassegna è suddivisa in tre sezioni:
“Macaronì e Vu cumprà”, “Suonatori,
girovaghi e lavavetri” e “Balie italiane
e colf straniere”. La mostra è tratta
dall’omonimo saggio storico di Ada Lonni
(Università di Torino). (D. Pra.)
no diverse professionalità - sottolinea Geronimi - e sempre c’è almeno un rappresentante di un alunno frequentante, per
avere il polso della situazione”. Le difficoltà sono prevalentemente quelle economiche, dal momento che i contributi pubblici non sono sufficienti e vengono erogati
con molto ritardo. Questo aspetto, per la
verità, è da considerarsi una forma di ingiustizia, perché questa scuola paritaria come tante altre nella stessa condizione pur essendo dallo stato riconosciuta e pur
offrendo un servizio pubblico importante
e qualificato, non é di fatto sostenuta dallo
Stato allo stesso modo delle scuole materne statali e comunali, e così i genitori sono
costretti a pagare una retta maggiorata per
salvaguardare il loro diritto di scegliere la
scuola preferita per l’educazione dei loro
figli. È per questo motivo che la comunità
di San Lorenzo, dopo aver concesso alla
scuola materna Immacolata - benché non
sia una scuola parrocchiale - lo stabile per
la sede, ha provveduto anche a garantirle
in questi anni, e continuerà a farlo ancora, il riscaldamento e l’acqua calda per la
cucina.
del tetto del cine-teatro,
gestito per la parrocchia di
S. Lorenzo da un gruppo nato
nel 1976. La manifestazione
è stata dedicata alla memoria
di un bandista recentemente
scomparso: Fabrizio Tonni di
Samolaco San Pietro. Sono
stati eseguiti brani sinfonici
nella prima parte e di musica
leggera nella seconda. Alcune
novità nelle fila della banda,
con la partecipazione di
Silvia Battistessa, maestro
della banda di Samolaco,
e l’ingresso di Alessandro
Balatti e del batterista
Santino Fratti.
■ Sabato 18 febbraio la trasmissione via etere
Campane di Piuro alla radio tedesca
A
distanza di poco più di un anno dalla rassegna “Dieci giorni tra storia,
cultura, musica, teatro, ambiente e
buona cucina” di fine agosto inizio settembre 2010, una bella notizia è arrivata dalla Germania e in particolare dalla radio tedesca, che sabato 18 febbraio,
dalle 16.05 alle 17.45, presenterà nella
trasmissione dal titolo “WDR 3 Variationen” l’opera “Die Glocken von Plurs - Le
campane di Piuro” registrata a Piuro il 3
settembre 2010 nell’area storico-archeologica di Belfort. La trasmissione curata da
Walter Liedtke l‘ha messa in scaletta nella prima parte del “feature”, su WDR radio
online: http://wdr3.radio.de/. Gli eventi culturali-musicali a Belfort 2010 avevano fatto registrare un singolare e unanime
apprezzamento in particolare per l’esecuzione parziale dell’opera lirica in forma di
concerto “Die Glocken von Plurs-Le cam-
pane di Piuro” di Ernst-Hermann Seyffardt nell’adattamento e riduzione a
cura del Maestro Antonello Puglia. La
rappresentazione, diretta dallo stesso
Puglia, aveva viste impegnate la Corale
Laurenziana di Chiavenna, la Corale di
Prosto e l’orchestra sinfonica “Francesco Rogantini” di Sondrio e diversi cantanti solisti.
“Le campane di Piuro” di Seyffardt, opera ispirata al romanzo “Die Glocken von
Plurs” di Ernst Pasquè di Colonia, era
stata rappresentata in Germania fino
agli anni Venti del Novecento, poi è stata
abbandonata. L’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro grazie alla rete di contatti e collaborazioni del socio
Gian Primo Falappi con persone della
città di Krefeld, in particolare con l’archivista Paul Günter Schulte era riuscita
ad avere copia dello spartito e a riproporla
di nuovo per la prima volta in Italia, a Piuro,
appunto, che aveva ispirato sia l’autore del
romanzo sia dell’opera.
L’evento del concerto era già stato ripreso
all’epoca dalla stampa tedesca e ora grazie
alla radio WDR, con rete a copertura nazionale, si potrà ascoltare l’opera in un programma musicale arricchito di commenti
e contributi sugli autori, l’orchestra, i cori e
la storia di Piuro e dell’Associazione italosvizzera per gli scavi di Piuro.
In occasione dell’evento, sabato 18 febbraio, a partire dalle ore 15.45, in municipio a Piuro sarà allestita una sala di
ascolto aperta al pubblico della trasmissione Radio Tedesca “WDR 3 Variationen” l’opera “Die Glocken von Plurs-Le
campane di Piuro”.
Sondrio Cronaca
Sabato, 18 febbraio 2012 31
SONDRIO
La scorsa domenica
si è svolto il
Carnevale dei ragazzi,
organizzato dagli
oratori della città
e dal Comune.
Gli oratori
uniti per il
carnevale
dei ragazzi
C
irca venti gruppi mascherati
e carri allegorici, oltre 2 mila
i partecipanti alla sfilata,
centinaia gli adulti e i bambini
in piazza e lungo le vie di Sondrio,
nonostante il numero più basso del
Carnevale dei ragazzi 2012 lo abbia
fatto segnare la colonnina di mercurio.
Un freddo pungente ha accompagnato
l’apertura del carnevale organizzato
dagli oratori di Sondrio (Angelo Custode,
Don Maccani, Sacro Cuore, San Rocco
e Santissima Trinità di Ponchiera) nel
pomeriggio di sabato scorso e una
temperatura non meno clemente ha
accompagnato la sfilata di domenica.
La manifestazione, promossa con il
patrocinio del Comune di Sondrio e
giunta alla terza edizione in questa
forma (dopo un’interruzione di alcuni
anni), si è aperta sabato, come detto, con
il corteo che ha accompagnato il re e la
regina del Carnevale 2012 (i volontari
dell’oratorio Sacro Cuore, Doriano
e Greta Rovedatti) ad annunciare la
sfilata del giorno successivo.
Accompagnati dalle sbandieratrici
e dai musici della Pgs San Rocco,
il re e la regina del Carnevale
hanno raggiunto piazza Garibaldi,
dove ad attenderli c’era un
pubblico piuttosto scarso, che
però si è moltiplicato in occasione della
sfilata, grazie anche all’animazione
degli speaker di Radio Tsn che hanno
commentato lo sfilare dei carri allegorici
nel salotto cittadino.
Oltre agli oratori cittadini hanno
preso parte alla sfilata anche quelli di
Albosaggia, Montagna San Giuseppe
e San Giorgio, Castione, Berbenno e
Lanzada. Al corteo si sono aggiunti
anche i carri realizzati dai genitori
dei bambini che frequentano le
scuole paritarie dell’infanzia Viganò e
Imbasciati, oltre che la banda cittadina
“Pedretti” e il gruppo degli Amici di
Nigola da San Giacomo di Teglio.
Diversi i temi trattati, con molti spunti
di riflessione che sono giunti anche
dai gruppi in maschera degli oratori.
Significativo, in tal senso, il carro del
Centro Giovanile “Don Maccani”, che
rappresentava un grande Monopoli
con le classiche pedine, mentre sulle
magliette del gruppo mascherato erano
stampate le tradizionali banconote.
«Anche nella crisi, spendiamoci per gli
altri» il messaggio lanciato. La pace è
stata il tema scelto da Ponchiera, mentre
il cartone animato Wall-e della Disney
ha ispirato i volontari e gli animatori
dell’Angelo Custode. L’oratorio salesiano
di San Rocco, da dove provengono molti
membri del comitato organizzatore, ha
partecipato con un grande carro ed altri
due più piccoli per ridere della profezia
dei Maya e della previsione della fine del
mondo in quest’anno.
Meno impegnato il tema scelto
dall’oratorio Sacro Cuore che, dietro
ad un grande fungo-casa, ha raccolto
decine di puffi inseguiti da Gargamella,
alias il vicario don Stefano, e dal gatto
Birba, il seminarista Nicola. Il carro
della scuola Imbasciati rappresentava
poi un grande direttore d’orchestra,
mentre quello dell’oratorio di Berbenno
richiamava i mattoncini Lego. L’uva e i
grappoli sono stati il tema di riferimento
per il gruppo di Castione, mentre
Lanzada ha portato a Sondrio la famiglia
reale inglese.
Al termine della sfilata, l’arciprete
monsignor Marco Zubiani ha espresso
gratitudine e apprezzamento per il
lavoro di collaborazione svolto dagli
oratori.
ALBERTO GIANOLI
Si inaugura la mostra su don Guanella
V
iene inaugurata giovedì 16 la mostra “È
Dio che fa - Don Luigi Guanella: spirito
e carisma, grande mostra sulla vita,
sul pensiero e sulle opere sociali del Santo”.
Aperta dal 16 al 28 febbraio, nei giorni feriali
dalle ore 15 alle ore 18.30, sabato compreso,
la mostra allestita nella sala Ligari del palazzo
della Provincia sarà presentata venerdì, alle ore
17.30 al cinema Excelsior con lo storico Guido
Scaramellini e i curatori, don Mariolino Mapelli
e Guglielmo Gualandris; seguirà la visita guidata
dagli stessi. Sabato 18 alle ore 21, in omaggio
a don Guanella prete montanaro e di popolo,
il coro Cai di Sondrio terrà un concerto presso
la sala Don Vittorio Chiari, mentre la Messa
di domenica alle ore 10, in Collegiata, sarà
presieduta da don Attilio Mazzola, guanelliano
vicario episcopale per la Vita consacrata.
Il Cid si rinnova e
e apre la stagione
C
ompiuto il mezzo secolo di attività, il CID - Circolo Musicale
di Sondrio si ripresenta quest’anno per la nuova Stagione
Concertistica con un volto parzialmente rinnovato, perché
dopo tanti anni la presidenza è passata dalle mani di Floriana
Palmieri a quelle di Mauro Selvetti, mentre il maestro Giovanni
Mazza ha conservato la direzione artistica.
Ad aprire la nuova Stagione
sarà uno degli appuntamenti
Passaggio di testimone
del Cid-Circolo Musicale con
la Biblioteca civica Pio Rajna
alla presidenza: Mauro
nell’ambito del progetto Le
Selvetti succede a
Piazze della Cultura finanziato
Floriana Palmieri.
dalla Fondazione Cariplo:
venerdì 17 alle ore 18, in
sempre in collaborazione con
collaborazione con la rivista
Amadeus, il violinista Zosi e
Amadeus, il violinista Edoardo
la pianista Saskia Giorgini
Zosi e il direttore della rivista
offriranno un Concerto per
Gaetano Santangelo terranno
violino e pianoforte con
la conferenza Allegro con Brio.
musiche di Beethoven, Bartók
L’ingresso è libero.
e Kreisler.
Lo stesso giorno alle ore 21,
Il concerto successivo sarà
presso l’Auditorium Torelli,
Vicariato di Sondrio
Mercoledì 22 febbraio
ore 13.15
“Le Ceneri”
La Collegiata di Sondrio verrà
aperta anche alle ore 13.00
per condividere preghiera, digiuno
e penitenza.
Sarà celebrata la Liturgia
della Parola
e saranno imposte le ceneri.
Per questa proposta di fede
è stata scelta l’ora in cui negozi
ed uffici si prendono una pausa.
Una iniziativa pensata apposta
per chi lavora e, al mattino o alla
sera, non avrà tempo per recarsi
a Messa nella propria Parrocchia,
in uno dei giorni più importanti
del calendario liturgico.
Martedì 28 febbraio – ore 20.45
Consiglio Pastorale vicariale
in Arcipretura a Sondrio.
martedì 28 febbraio alle ore
21, presso l’Auditorium Torelli,
dove, in collaborazione con
Jazzit-Ambria Jazz 2012, il
Quartetto Fabrizio Bosso
terrà un concerto jazz, con
alla tromba Fabrizio Bosso, al
pianoforte Luca Mannutza, al
contrabbasso Luca Bulgarelli
e alla batteria Lorenzo Tucci.
Il biglietto per il singolo
ingresso è di euro 10 – euro
3 per under 18 e studenti –;
l’abbonamento alla Stagione
costa 50 euro. Chi volesse
conoscere eventuali variazioni
di programma e ricevere gli
inviti ai prossimi concerti
che porteranno a Sondrio
alcuni dei migliori artisti del
panorama musicale italiano ed
europeo, può scrivere a info@
circolomusicale.it, o chiamare
lo 0342.230206.
PIERANGELO MELGARA
Sabato 3 marzo – ore 20.45
“La porta della fede”
Introduzione alla Quaresima,
in Collegiata, attraverso i canti
della tradizione cristiana
con il Coro della Parrocchia
di San Paolo di Brugherio (Mb).
Martedì 6 marzo – ore 21.00
“Il sacramento della
riconciliazione”
La catechesi con l’arte al Cinema
Excelsior, a cura di
don Andrea Straffi.
Info: [email protected]
Sondrio Cronaca
32 Sabato, 18 febbraio 2012
S
la valtellina
perde
zuccoli
i era dimesso lo scorso
mercoledì 8 febbraio dalla
presidenza di A2A, adducendo
motivazioni di carattere personale.
Solamente tre giorni dopo, nella
notte tra venerdì e sabato,
Giuliano Zuccoli è morto. Classe
1943, l’ingegnere originario di
Morbegno era entrato nel consiglio
di amministrazione dell’Aem di
Milano nel dicembre del 1996,
diventandone l’anno successivo
presidente e consigliere delegato,
carica che ha rivestito fino al
Berbenno
■ Parrocchia
Mons. Valerio Modenesi
sostituisce il parroco
Ha presieduto domenica scorsa le
solenni celebrazioni per la sagra
di San Bello a Monastero, poi don
Feliciano Rizzella ha salutato le
comunità parrocchiali di cui è alla
guida dallo scorso mese di ottobre.
«Cari parrocchiani di Berbenno,
Monastero e Pedemonte – ha scritto il
sacerdote nel foglio settimanale che
viene distribuito nelle chiese delle
tre comunità parrocchiali –, in questo
periodo non sto bene e vivo con fatica
il dover affrontare i vari impegni
parrocchiali. Parlando col vescovo,
abbiamo concordato un periodo di
pausa. Mi sostituirà nel frattempo don
Valerio Modenesi. Ringrazio quanti mi
hanno da subito mostrato accoglienza
e collaborazione e mi scuso del disagio.
Sono certo della vostra comprensione e
della preghiera che ci unisce. Grazie».
Monsignor Valerio Modenesi, nella
cura anche delle comunità di Monastero
e Pedemonte, potrà contare sulla
collaborazione di don Gianpaolo
Acquistapace e del guanelliano don
Franco, ospiti della Casa San Benigno
gestita dalle suore Figlie di Santa Maria
della Provvidenza.
A. Gia.
■ Cultura
Oreste Forno presenta
il suo ultimo libro
Giovedì 23 febbraio, alle ore 20.45,
presso la Biblioteca comunale “G.B.
Noghera” di Berbenno in Valtellina,
via Roma 241, Oreste Forno presenta
il suo ultimo libro L’altra montagna
- Quella che porta più in alto delle
cime, dove racconta la sua ultima
affascinante storia, «pagine che non
sono di avventura, ma anzitutto di
saggezza con la quale si possono
salire montagne che, invece di essere
conquistate, conquistano te».
Pi. Me.
2008 quando, in seguito alla
fusione con l’Asm Brescia da cui è
nata A2A, è divenuto presidente
del consiglio di gestione della
nuova società. Se n’è andato a
68 anni dopo aver realizzato ciò
che aveva in testa: garantire
la presenza italiana nel mondo
energetico. «Il suo testamento
è il suo traguardo: Edipower in
mano italiana» dicono i suoi più
stretti collaboratori valtellinesi.
Un pensiero consolatorio per i
suoi collaboratori ancora attoniti
davanti alla sua morte perché, pur
conoscendo la malattia contro la
quale lottava, non si aspettavano
un epilogo così rapido. «Eravamo
relativamente tranquilli – dicono –,
sapevamo che dopo le dimissioni da
A2A si sarebbe preso tutto il tempo
per curarsi». Di tempo però non ce
n’è stato e con Zuccoli se ne va uno
dei protagonisti di spicco del mondo
economico-imprenditoriale italiano.
Nonostante questo non aveva
mai dimenticato le sue origini
valtellinesi e guardava alla valle
sempre con un occhio di riguardo
pur in un rapporto complicato
dal suo ruolo di presidente di
Aem prima e di A2a dopo. «È una
grande perdita per la Valtellina e
la Valchiavenna» il sentire comune.
«Personalmente non possono che
essere orgoglioso di aver avuto
un conterraneo di tale valore –
ha dichiarato il presidente della
Provincia, Massimo Sertori –. Così
come credo lo siano i valtellinesi e i
valchiavennaschi».
A. Gia.
■ In provincia
Raccolta firme
per tutelare
i terrazzamenti
U
n progetto per riconoscere il viticoltore come “manutentore del territorio”,
analizzando la possibilità di elargire un
contributo fisso annuo per la cura del territorio a chi lavora i vigneti. È questo l’intento
dell’iniziativa promossa dal Consorzio Tutela
Vini di Valtellina e Fondazione ProVinea che
hanno redatto congiuntamente una lettera
all’onorevole Fiorello Provera, membro del
Parlamento europeo, al fine di sottolineare
l’importanza che la viticoltura riveste in Valtellina e le difficoltà di lavorazione che il territorio impone.
Il documento redatto rimarca che i terrazza-
menti svolgono un ruolo importante come
elemento fondante degli assetti ambientali
e paesaggistici e come fattore chiave per
la tutela del territorio ed il mantenimento
della sua integrità. I vigneti terrazzati sono
un pilastro della tutela del territorio, salvaguardandolo da frane, inondazioni e altre
calamità naturali e quindi da costi e perdite connesse. Il mantenimento della realtà
produttiva valtellinese e del territorio terrazzato rappresenta un bene non solo per
chi lavora i vigneti o produce vino, ma per
tutta la popolazione e per tutte le attività
produttive in particolar modo quelle turi-
stiche locali. Per dare maggiore forza e sostegno alla richiesta si intende allegare alla lettera un documento con le firme degli operatori
agricoli presenti sul nostro territorio. La raccolta delle firme è già stata attivata presso gli
uffici del Consorzio Tutela Vini di Valtellina,
Fondazione ProVinea, Fondazione Fojanini,
Cooperativa Montagna in Valtellina, Cooperativa Albosaggia, Cooperativa Berbenno di
Valtellina, Coldiretti (uffici di Tirano, Sondrio
e Morbegno), CIA Sondrio, Confagricoltura
Sondrio, Cantina Coop. di Villa di Tirano e
presso tutte le aziende vitivinicole associate
al Consorzio Tutela Vini.
Le imprese
storiche in Valle
O
ltre 1800 aziende ultracentenarie, di cui 11 della provincia
di Sondrio, sono state censite dall’Unione delle Camere di
Commercio d’Italia, che celebra quest’anno il 150esimo
di fondazione dei primi Enti camerali, avvenuto nel 1862 a
seguito della legge istitutiva promulgata dal Parlamento. Nello
speciale Registro delle imprese
anniversario importante –
storiche, istituito nel 2010,
spiega Emanuele Bertolini,
figurano le imprese ancora
presidente dell’Ente
attive, di settori diversi, con
sondriese e vicepresidente di
un’attività che si protrae senza
Unioncamere – che intendiamo
interruzioni da più di 100
celebrare diffondendo una
anni. La riapertura, prevista
maggiore conoscenza non solo
per quest’anno, delle iscrizioni
delle radici storiche e culturali
consentirà di raccogliere le
delle Camere di Commercio
nuove candidature di imprese
ma anche del ruolo che esse
ultracentenarie allo scopo di
svolgono a supporto delle
premiare coloro i quali nel
imprese e delle economie
tempo hanno trasmesso alle
generazioni successive il valore locali. Migliori testimonial
dell’attività svolta sono le
del “fare impresa”.
imprese storiche che hanno
«Il 2012 segna per noi un
seguito l’attività degli Enti
camerali lungo oltre un secolo
e che mettono a disposizione
delle nuove generazioni un
inestimabile patrimonio di
esperienze e di conoscenze».
Nel registro risultano iscritte
11 imprese della provincia
di Sondrio: Aem di Tirano
(trasformata in Azienda
Energetica Valtellina
Valchiavenna Spa), Credito
Valtellinese, Banca Popolare di
Sondrio, Società cooperativa
di Bormio, Fratelli Ciapponi,
Gruppo Italiano Vini, Pastificio
di Chiavenna, Peloni, Rocca
Luigi & Figlio, Società
elettrica di Morbegno, Siec di
Chiavenna.
Sul sito web della Camera di
Commercio (www.so.camcom.
gov.it) è possibile scaricare il
regolamento e il modulo di
domanda per le imprese che
abbiano esercitato in modo
ininterrotto la loro attività per
almeno 100 anni. La domanda
dovrà essere presentata entro il
prossimo 23 marzo.
■ Si rinnova l’iniziativa del Comune di Sondrio
Per le famiglie in difficoltà torna la Family card
L’
Amministrazione comunale di Sondrio ha deciso di promuovere, anche per l’anno 2012, il progetto Family Card, in
accordo con l’Associazione Famiglie numerose e le associazioni imprenditoriali attive sul territorio, al fine di garantire
alle famiglie con almeno quattro figli minori e ai nuclei familiari con
un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 5681,52 euro, residenti nel Comune di Sondrio, la possibilità di
acquistare prodotti e servizi a prezzo scontato.
«Decidere di avere una famiglia numerosa – si legge in comunicato
diffuso per presentare l’iniziativa – è una scelta ricca di gioie e soddisfazioni, ma anche molto impegnativa. Il Comune di Sondrio ne è
consapevole e riconosce il valore e la responsabilità di tale condizione,
anche nel quadro delle problematiche connesse al calo demografico.
In un periodo congiunturale di crisi economica come quello attuale
dove la capacità di spesa delle famiglie si è purtroppo ridotta, il Comune ha deciso di credere in questo progetto nella convinzione che
possa costituire un valido aiuto sia per le famiglie numerose che per
i soggetti in difficoltà».
Il modulo di richiesta della Family card è scaricabile dal sito internet
del Comune e disponibile presso il Servizio Politiche Giovanili e Sociali. Tale modulo può essere presentato compilato dai richiedenti al
Servizio Politiche Giovanili e Sociali, collocato al secondo piano di
Palazzo Martinengo e aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 12
e dalle ore 14.30 alle 16. Contestualmente potrà essere ritirata la tessera che permette di accedere ai benefici previsti. La Family Card è
nominale, riservata a tutti i componenti della famiglia a cui è intestata ed è valida fino al 31 dicembre 2012. La Family card non dà diritto
ad alcuna erogazione in denaro, ma ad avere sconti e agevolazioni,
applicati direttamente dagli operatori che aderiscono all’iniziativa e
che esporranno la vetrofania del progetto.
Gli operatori che volessero aderire all’iniziativa della Family card possono compilare il modello di adesione disponibile sul sito internet del
Comune o presso l’ufficio Relazioni con il Pubblico in Piazza Campello. L’elenco aggiornato degli operatori aderenti all’iniziativa è consultabile sul sito del Comune (www.comune.sondrio.it) e disponibile
presso il Servizio Politiche Giovanili e Sociali e l’Ufficio Relazioni con
il Pubblico.
«A nome dell’Amministrazione comunale – ha affermato l’assessore
alle politiche sociali, Carlo Ruina –, ringrazio tutti gli operatori commerciali, le aziende, le società sportive che hanno aderito e aderiranno all’iniziativa dimostrando sensibilità al progetto, nonché la Banca
Popolare e il Credito Valtellinese di Sondrio per il contributo dato».
Tirano Cronaca
Sabato, 18 febbraio 2012 33
Tirano. La scorsa settimana l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri organizzati
per celebrare il decennale del locale Centro di Ascolto e di Aiuto della Caritas.
Il “senso” del Centro di Ascolto
L
o scorso martedì 7
febbraio si è concluso
il ciclo di incontri
in omaggio decimo
al genetliaco del Centro di
Ascolto di Tirano. Alla serata
hanno partecipato Fausto
Gusmeroli e Stefano Flematti,
collaboratori di don Augusto
Bormolini, vice direttore della
Caritas Diocesana di Como,
il quale non ha potuto essere
presente per motivi di salute.
Una serata particolare, carica di
provocazioni sul senso di fare
ascolto, sulla solidarietà e sul
ruolo della Chiesa in generale e
nella comunità locale di Tirano
in particolare.
Fausto Gusmeroli ha
evidenziato come l’uomo è per
sua natura un essere empatico,
portato a fare il bene e a
condividere. «Non ci dovrebbe
essere bisogno di un Centro
di Ascolto – ha affermato –. La
sua presenza è indice di un
fallimento della società. La
comunità che adotta un CdA
lo fa perché riconosce che non
c’è ascolto, relazione, che la
gente è sola. è sì un indicatore
della disponibilità di qualcuno
a prendersi cura dell’altro, ma
innanzitutto segnala un disagio
sociale».
Gusmeroli rimanda, quindi,
all’etica la radice di tale
situazione. Il medesimo
discorso si estende alla
condizione di crisi in cui
versiamo: gli squilibri etici
e morali hanno portato
alle derive economiche,
finanziarie ed ambientali.
Il valore perno del sistema
in stallo è la competizione,
che portata all’esasperazione
ha superato il suo essere
stimolo al cambiamento, alla
crescita, veicolando l’uomo
all’isolamento e all’ingiustizia.
In tal senso Gusmeroli ha
suggerito come «in questa
società non possiamo più far
affidamento sull’istinto verso
il bene, ma dobbiamo attivare
anche la sfera cerebrale del
ragionamento, confrontarci,
agire con la razionalità».
comunità. In entrambi i piani
vi sono difficoltà diverse. Da un
lato, l’ostacolo a modificare le
abitudini, a togliere il superfluo
e ad essere coerenti nelle
scelte. Dall’altro il disinteresse
del sistema ad accogliere
stili solidaristici di vita.
Secondariamente, l’operatore
della Caritas deve essere
sentinella delle persone che
vivono accanto a lui e dei loro
bisogni. Questi, infatti, sono
in continua trasformazione
ed è necessario captarli con
immediatezza. Allo stesso
tempo, deve essere sentinella
dei servizi che spesso rischiano
di non essere organizzati in
rete, ma fossilizzati sul proprio
aspetto del bisogno. Questo
viene così frammentato e
l’insuccesso nel farvi fronte è
garantito.
Una riflessione è stata
operata sui giovani. Con
tono sempre provocatorio
è stato sottolineato come la
loro mancanza può essere
dovuta alle proposte che
vengono rivolte loro, sempre
costanti e non diversificate
Ritornare alla
solidarietà come
centro del sistema
è la soluzione alla
situazione attuale.
Ritornare alla solidarietà come
centro del sistema, allora, è
la soluzione alla situazione
attuale. La Caritas è invitata
in prima persona a compiere
dei cambiamenti, riassunti
in sei punti. Innanzitutto,
provocatoriamente il relatore
ha lanciato una riflessione
su quanto la presenza stessa
della Caritas ed il suo operare
secondo le modalità attuali sia
un sostegno al sistema stesso,
al mantenimento della povertà.
è necessaria una riflessione
politica a questo proposito che
dia fondamento all’operare.
Papa Paolo VI diceva come la
carità non può essere divisa
dalla giustizia. Riferendosi
soprattutto alla non equa
distribuzione delle risorse,
mondiali e locali, Gusmeroli
ha sottolineato come «non
possiamo dare per carità ciò
che dovrebbe essere dato per
giustizia».
La Caritas, poi, deve essere
attenta ai cambiamenti
della società, agire in modo
preventivo difendendo il lavoro
e lo stato sociale così come
attivarsi in sostegno delle
nuove povertà. Il cambiamento
su cui si fonda una tale
azione non può che partire
dalle scelte di coerenza dei
singoli operatori, chiamati a
testimoniare sempre una vita
più sobria e solidale. La Caritas,
infine, deve aiutare la comunità
cristiana ad assumere il
vangelo della carità.
Al Santuario di Tirano una
riflessione sulle beatitudini
evangeliche
secondo Matteo e
secondo Luca.
Prima dell’inizio,
il presidente
dell’associazione
Angelo De
Michielli ha
ricordato che,
seguendo
l’insegnamento di
papa Benedetto
XVI, i volontari
sono semplici e
umili lavoratori nella vigna del Signore che, fiduciosi nel
suo aiuto, vogliono, con umiltà e semplicità, proseguire
ad operare esclusivamente, per la gloria del Signore
e della Madonna. «Il Signore ci aiuterà e Maria sua
Santissima Madre sarà sempre con noi», ha concluso.
Ha preso poi la parola la professoressa Maria Gabriella
Martini la quale, dopo una breve introduzione, ha
proposto delle stupende riflessioni sulle Beatitudini
secondo Matteo e secondo Luca, accompagnandole con
proiezioni su un grande schermo e la lettura di brani. A
differenza dell’Antico, nel Nuovo Testamento i macarismi
(comunemente definiti con il termine beatitudini) non
Di recente un incontro con la professoressa M. Gabriella
Martini organizzato dall’Associazione Terzo Millennio
R
ecentemente, nel salone “Beato Mario” presso
la Basilica dell’Apparizione della Madonna
di Tirano, la professoressa Maria Gabriella
Martini, che lavora nell’ambito del programma
internazionale di collaborazione scientifico-culturale del
Ministero per l’Università con area di specializzazione
in filosofia della scienza, logica, teologia, ermeneutica
in relazione al rapporto parola-immagine, ha tenuto la
seconda lezione rivolta in particolare agli accompagnatori
pastorali volontari dell’associazione di volontariato
“Terzo Millennio-Sezione di Sondrio” sul tema Gesù e le
beatitudini: la via maestra della felicità - Le Beatitudini
Sono state poi lanciate delle
domande alla platea: «Il Centro
di Ascolto di Tirano ha fatto
crescere la comunità nella
carità o ha fatto solo servizio?
La presenza del CdA ha
deresponsabilizzato le persone
e la realtà sociale rispetto alla
carità? Il CdA è disponibile ad
aprirsi all’ascolto con gli altri
stessi servizi della provincia?».
Dunque si è sottolineato un
ruolo attivo per il Centro di
Ascolto ed una responsabilità
da assumersi nei confronti
della comunità. Non deve
essere un gruppo chiuso
all’interno di questa, ma in
costante relazione con essa, per
farla crescere.
Stefano Flematti, infatti, ha
evocato le funzioni principali
di un servizio come quello
in questione. La prima è
pedagogica, perché la Caritas
deve educare la persona e la
L’operatore della
Caritas deve essere
sentinella delle
persone che vivono
accanto a lui.
sulle spontanee tendenze dei
giovani. Il relatore si riferiva
in particolare agli Oratori o
a simili centri aggregativieducativi, che nella maggior
parte delle realtà prevedono
solo attività di animazione in
momenti di gioco per bambini.
Il dibattito con cui si è conclusa
la serata ha permesso di
rispondere a delle perplessità
emerse durante l’esposizione
dei relatori, così come a
riflettere sull’operare specifico
della Caritas di Tirano.
a cura
di LUCIA SCALCO
appartengono ai discorsi sapienziali, ma all’annuncio
escatologico. In forma incisiva il giudizio umano viene
capovolto e manifestano come l’uomo può divenire
cittadino del Regno di Dio. La relatrice ha osservato che
in Luca le beatitudini evidenziano maggiormente la
forma di una consolazione escatologica, promettendo
il Regno di Dio ai poveri, agli affamati, agli afflitti e a
coloro che saranno odiati, disprezzati e messi al bando
a causa del Figlio dell’uomo. Al contrario, Matteo mette
in risalto il comportamento personale, etico e religioso,
e la corrispondenza tra retto agire e ricompensa celeste.
Eppure, non esiste una reale diversità di contenuto,
poiché anche nella struttura di Luca – che sembra più
fedele all’originale – è incluso l’atteggiamento devoto di
quanti vengono lodati. A differenza dei macarismi greci,
i beni e i valori profani scompaiono completamente di
fronte all’unico e supremo valore, il Regno di Dio.
Al termine della lezione, Martini ha guidato la recita in
latino di un Rosario riparatore, a causa dello spettacolo
blasfemo in scena a Milano il gennaio scorso Sul
concetto di Volto nel Figlio di Dio, in cui vi è un lancio
di pietre ed escrementi contro l’immagine di nostro
Signore Gesù Cristo. Il video completo del primo e del
secondo incontro sarà presto pubblicato sul sito di Terzo
Millennio, www.santuarimariani.org.
ANGELO DE MICHIELLI
Spettacoli
34 Sabato, 18 febbraio 2012
✎ il telecomando |
Scelti per voi
Gran Torino
Domenica 19. F.d. S., C5,8,50.
Ravasi ci parla del valore della
carità. A sua immagine, Rai1,
10,30. Free Willy, Italia1, 15,50.
Storia dell’amicizia tra un ragazzo
e un orca. Cuori in Atlantide,
Iris, 16,50. Film drammatico
con un ottimo A. Hopkins. I
miserabili, R4, 21,30. Dal romanzo
di V. Hugo, un colossal con L.
Neeson. Provaci ancora prof. 4,
Rai1, 21,30. Fiction 1° p. Presa
diretta, Rai3, 21,30. Recessione. I
passi del silenzio, Tv2000, 20,30.
Doc su un monastero. Davide,
Tv2000, 21,45. Film tv 2° parte.
Storia del grande re d’Israele. La
maledizione Iraniana. Rai storia,
21,00. Documentario. George
Michael Live in London, Rai5,
22,15. Concerto.
Lunedì 20. Atlantide, La7, 16,15.
Puntata dedicata a M. Lutero.
Cado dalle nubi, C5, 21,10.
Commedia con Checco Zalone
The millionaire, Rai3, 21,05. Film
di C. Eastwood. USA 2008
C
lint Eastwood non sbaglia
un film, mai e ci sorprende
con questo spaccato di vita
americana. Con semplicità
ci regala una parabola sulla
violenza e contro la violenza,
che alla fine non è mai la
soluzione migliore. Gran
Torino è un film che andrebbe
proiettato nelle scuole, per cercare di far capire alle nuove
generazioni l’inutilità e la stupidità del bullismo, della
violenza, dell’odio razziale. Clint emoziona e intenerisce,
ci fai odiare la banda di teppisti cinesi a tal punto che tutti,
credo, speravamo che il vecchio Eastwood si scatenasse in un
finale alla Callaghan, e invece il messaggio che ci trasmette
è che la violenza non è mai la risposta giusta, in nessun
caso. Anche quando sembra l’unica soluzione possibile.
Clint Eastwood, il nostro Callaghan, il texano dagli occhi di
ghiaccio, colpisce nel segno e si conferma attore e regista tra i
migliori della storia del cinema.
Lunedì 20 febbraio, ore 21.10, Rete 4
di Tiziano Raffaini
drammatico. Jamal è cresciuto
a Mumbai in una baraccopoli e
vince a chi vuol essere milionario,
ma non sarà semplice. Gran
Torino R4, 21,10. Ottimo film,
vedi scheda. L’infedele, La7,
21,10. Attualità. Combattimento
spirituale davanti ad una cucina
Ikea, Tv2000, 21,25. Prosa.
Martedì 21. A fari spenti nella
notte, Rai1, 21,10. Film Tv
drammatico. Poveri ma belli,
Tv2000,21,25. Un classico del
cinema italiano. Cover boy, Rai5,
21,15. Film. Ioan, 23 anni, lascia
la Romania per cercare fortuna in
Italia in compagnia di un amico.
Bel film italiano. Basta guardare il
cielo, R4,23,30. Un ottimo film per
ragazzi con S. Stone.
Mercoledì 22. Million dollar baby,
Rai movie, 21,00. Film di e con C.
Eastwood. Viaggio a…, R4, 21,10.
In compagnia di P. Brosio sei
appuntamenti per un percorso tra
fede e ragione. Chi l’ha visto, Rai3,
21,05. Primavera, estate, autunno,
inverno, Rai movie, 23,45. Un
monaco buddista e un suo allievo
vivono serenamente in un eremo,
ma le tentazioni arrivano anche là
Giovedì 23. Il giovane
Montalbano, Rai1, 21,10. La
prima indagine. Piazzapulita,
La7, 21,10. Attualità. Beethoven
sinf. N.5, Tv2000, 21,30. Concerto,
dirige L. Bernstein. In un mondo
migliore, La7, 21,10. Di S. Blier, un
noir inquietante che riflette sulla
violenza strisciante nella società
Venerdì 24. Neverland, Rai
movie 21,00. La vita del’autore
di Peter Pan. Nanuk, Rai3 21,05.
Documentari naturalistici. Le
invasioni barbariche, La7, 21,00.
Talk. Zelig, C5, 21,10. Varietà.
Sabato 25. Sulla via di Damasco,
Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. Tv
Talk, Rai3,14,55. Programma di
critica televisiva. The sentinel, Rai
3, 21,10. Thriller con M. Douglas.
Matilda sei mitica, It1, 21,10. Film.
All’Astra. Dal 18 al 25 febbraio
Il cinema italiano
sbarca a Como
S
i apre sabato 18 maggio la settima edizione del festival “Il
cinema italiano”, la rassegna cinematografica organizzata
a Como dall’associazione Sguardi e dalla scuola cinevideo “Dreamers”. Teatro della rassegna sarà il cinema Astra
che per una settimana metterà a disposizione la sala per le
proiezioni e, soprattutto, gli incontri del pubblico con i registri
e gli interpreti italiani. Tra gli ospiti attesi a Como Cristiana
Capotondi, Filippo Scicchitano (rivelazione di “Scialla!”),
Piera Degli Esposti e Aylin Prandi, madrina della prima serata
del cartellone. All’Astra arriverà anche Marina Spada, la
regista, con il suo film nel quale debutta l’attore, formatosi alla
scuola Dreamers, Enrico Bosco. L’edizione di quest’anno sarà
dedicata a don Enrico Malinverso, storico direttore dell’Ufficio
diocesano cinema, scomparso lo scorso anno.
La tessera per assistere all’intero festival costa 18 euro. Per
informazioni 031261234 o [email protected]
PROGRAMMA
Sabato 18 febbraio
Anteprima nazionale del film
“Qualche nuvola” di Saverio Di
Biagio. Sarà presente lo stesso
regista e l’interprete Aylin Prandi.
Domenica 19 febbraio
Alle ore 18 la pellicola in
concorso “La strada verso
casa”, a seguire incontro con il
regista Samuel Rossi. Alle ore 21
“Missione di pace” del regista
Francesco Lagi, anch’egli presente
alla proiezione.
Lunedì 20 febbraio
Alle 10 del mattino per
le scuole “La kryptonite
nella borsa” con incontro
col regista Ivan Cotroneo.
Alle ore 18 il film in
concorso “Appartamento ad
Atene” di Ruggero di Paola
(incontro con il regista).
Alle 21 di nuovo “La kryptonite
Biografico
L’edizione
di quest’anno
è dedicata
alla memoria
di don Enrico
Malinverno
nella borsa”, ospiti il regista e
l’interprete Cristiana Capotondi.
Martedì 21 febbraio
Alle 10 “Rosso Malpelo”
di Pasquale Scimeca.
Alle 18 film in concorso
“Maternity Blues” (a
seguire incontro col
regista Fabrizio Cattani).
Alle 21 “I baci mai dati” di
Roberta Torre (a seguire incontro
con la interprete Piera Degli
Esposti).
commedia
Mercoledì 22 febbraio
Alle 10 “Cavalli” di Michele
Rho (a seguiro incontro con il
regista). Alle 18 e alle 21 film in
concorso “Cara, ti amo” di Gian
Paolo Vallati (a seguire incontro
col regista).
Giovedì 23 febbraio
Alle 10 “Terraferma” di Emanuele
Crialese (a seguire incontro
con don Tiziano Raffaini).
Alle ore 18 film in concorso
“Isole” di Stefano Chiantini
(incontro con il regista).
Alle 21 “Il mio domani” di Marino
Spada (incontro con il regista e
con l’interprete Enrico Bosco).
Venerdì 24 febbraio
Alle 10 film d’animazione “Una
vita da gatto” (a seguire incontro
con la cineasta Silvia Pareti).
Alle ore 18 “Occhi senza volto”
di Georges franju (omaggio ad
Alida Valli, a seguire incontro
con il critico Nicola Falcinella).
Alle ore 21 “Scialla!” (incontro
con il regista Francesco Bruni
e con l’interprete Filippo
Scicchitano).
Sabato 25 febbraio
Alle ore 10 “Scialla!”
Alle ore 18 “C’era una volta
in Italia” di Marcella Pedone.
Ore 21 “Mozzarella stories” di
Edoardo De Angelis (a seguire
incontro con il regista e con
l’interprete Gianpaolo Fabrizio).
commedia
drammatico
Teatro
Iron Lady
Immaturi - il viaggio
Midnight in Paris
The help
Commedia dialettale a Lipomo
La storia di una donna - il primo
ministro britannico Margaret Thatcher
- che ha rotto le barriere del genere e
della classe per essere ascoltata in un
mondo dominato dagli uomini.
Sequel di Immaturi (in cui un gruppo
di trentenni per un errore si ritrova
a dover rifare l’esame di maturità), i
cinque amici si troveranno a fare il
viaggio dopo la maturità come tutti
gli altri ventenni. Con conseguenze
dirompenti.
Il film nella sala della comunità di
Livigno il 17 e il 19 febbraio.
Woody Allen torna a raccontare
le dinamiche dell’innamoramento
attraverso una riflessione sulla vita e i
suoi misteri. Una commedia ambientata
nella magica notte parigina.
La storia di Skeeter, la domestica
Aibileen e Minny, tre donne
straordinarie del profondo Sud degli
Stati Uniti nel 1962. Periodo in cui si
iniziava a sentire l’aria di cambiamento.
Nella sera di sabato 18 febbraio
la Compagnia teatrale dialettale
Ruzanivul metterà in scena all’oratorio
di Lipomo la commedia dal titolo: “Che
guera per una cadrega!”
Il film è in programma nella sala
dell’oratorio di Maslianico sabato
18 febbraio.
Il film andrà in scena nella sala della
comunità di Sondrio dal 17 al 20
febbraio e il 22 febbraio.
Il film andrà in scena nella sala
della comunità di Chiavenna dal
18 al 20 febbraio.
Lettere e Rubriche
Sabato, 18 febbraio 2012 35
❚❚ Lettere al direttore.
Questo succede in Lombardia!!!
A
prima vista sembra che in Lombardia ci sia un
“eldorado” di vita che attira sempre più gente da
fuori Regione per usufruire di un tenore di vita
più favorevole. Ma se ad esempio analizziamo
il Piano nazionale sull’aria va subito detto che è urgente
intervenire sui mezzi pubblici e l’Unione Europea deve
riconoscere la particolarissima situazione orografica e
meteo-climatica del bacino padano, privilegiando proprio
il trasporto pubblico locale e quello merci su ferro per
combattere il problema “smog” su tutta la Regione ed
evitare quell’allarmismo per le emissioni pro-capite sempre
deleterie per la salute. Va poi detto che il Pirellone ha dato
via libera alla Manovra 2012 con oltre 500 milioni di nuove
tasse, quasi tutte sull’Irpef, soldi che verranno prelevati già
da gennaio in quanto l’aumento dell’addizionale regionale
dello 0,33% è retroattiva (sbalorditivo!) perché colpiscono
i redditi a partire dal 2011.
Il bilancio regionale, che ha dato il via libera anche alla
Finanziaria 2012-2014, arriva a 23 miliardi, di cui più di tre
quarti, cioè 17 miliardi, per il sistema socio-sanitario con
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un 0,6% in più a quanto stanziato per il 2011. Nel dettaglio
da quest’anno si pagherà l’1,23% per i redditi fino a 15mila
euro; l’1,58 per quelli tra i 15mila e i 28mila; l’1,73 oltre
tale soglia. Dal Governatore Formigoni: “Attraverso la
nostra Legge finanziaria regionale abbiamo solo adeguato
le normative e gli scaglioni di reddito a quelli nazionali,
mantenendo le esenzioni già previste e abbassando l’Irpef
dello 0,05% nella fascia compresa fra i 15000 e i 28000 euro.
Dall’Assessore regionale al Bilancio: “Il Governo ha disposto
un taglio del Fondo sanitario nazionale di 2 miliardi
e 100milioni di euro recuperato attraverso l’aumento,
stabilito dallo Stato, dell’addizionale Irpef…che per la
Lombardia si traduce in 509 milioni di euro, che vanno
a compensare il taglio della stessa entità disposto dalla
manovra finanziaria nazionale sulla compartecipazione
all’IVA…”.
Una vera mazzata per il 2012 che è iniziato sotto non buoni
auspici (non per nulla l’anno è bisestile!). Infatti si pagherà
fino a 66 euro per alcuni interventi che erano gratuiti,
come tunnel carpale, cataratta, artroscopia al ginocchio,
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vene varicose, riabilitazione di vario genere ed inoltre si
dovranno pagare tutte le prestazioni in anticipo, comunque
sempre prima di esami e visite. Ma questo è veramente
troppo per le categorie deboli e ceti medio-bassi, mentre
a nostro giudizio si deve rimodulare l’aliquota regionale
ed esentare dai ticket sui farmaci e dal superticket su
visite ed esami, i redditi fino ad almeno 30mila euro. E le
“campagne” da tempo portate avanti per la realizzazione
delle infrastrutture, quali la Pedemontana, la Bremeni,
la Tangenziale Est Esterna di Milano, la tanto tormentata
Statale “Regina” occidentale lariana, il tunnel dello Spluga
ecc. che stagnano pigramente nelle “stanze dei bottoni”…
chi le riscopre? La Regione dice che vuole risparmiare…,
ma perché non sui dirigenti? Il Consiglio Regionale nella
sessione di Bilancio infatti ha bocciato la proposta del
capogruppo dell’IVD che chiedeva di mettere un tetto
massimo agli stipendi dei dirigenti regionali, come ha
fatto il Governo nazionale. “Questa volta Roma è virtuosa
e Milano sprecona..”
gianni moralli
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