diario scolastico la sfida Europa il ritorno della povertà la formica e
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Rivista della Pro Civitate Christiana Assisi 71 ANNO periodico quindicinale Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Perugia e 2.70 05 1 marzo 2012 diario scolastico la sfida Europa il ritorno della povertà la formica e le cicale decadenza dei partiti emergenza neve il palleggio di responsabilità università abolire il valore legale della laurea? antimafia da beni confiscati a beni sociali il fascino indiscreto del gioco d’azzardo internet il conflitto di interessi fra contenuti e rete TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE – 06081 ASSISI – ITALIE alla ricerca di un’etica civile ISSN 0391 – 108X Rocca sommario 4 6 10 11 13 14 16 19 20 23 24 27 28 1 marzo 2012 31 33 35 05 36 38 Ci scrivono i lettori Anna Portoghese Primi Piani Attualità Giovanni Sabato Notizie dalla scienza Vignette Il meglio della quindicina Raniero La Valle Resistenza e pace Palazzo Chigi e dintorni Maurizio Salvi Europa Il ritorno della povertà Ritanna Armeni Politica italiana Decadenza dei partiti Romolo Menighetti Oltre la cronaca Giornali con stampella Roberta Carlini Economia La formica e le cicale Tonio Dell’Olio Camineiro Benvenuti ad Azzardopoli Fiorella Farinelli Emergenza neve Il palleggio di responsabilità Oliviero Motta Terre di vetro Il punto. 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Giovanni Ruggeri Siti Internet «.eu», voglia di Europa Libri Carlo Timio Rocca Schede Paesi in primo piano Palau Luigina Morsolin Fraternità Togo: echi memi/acqua pulita ROCCA 1 MARZO 2012 Claudio Cagnazzo 36 a fine delle classi sociali ed il rimescolarsi dei ceti. È questa la fotografia del nuovo millennio. Ma, insieme con questo occultarsi, c’è il nascere di nuovi raggruppamenti sociali. Coesi o No. Rilevati dell’imperante sondaggismo, o, come nel caso cui ci riferiamo, da preziose ricerche. Una ricerca, quella che ci guida, fatta dal Cnr e che ci mostra l’aumento esponenziale ed irresistibile del numero di coloro che si avvicinano al gioco d’azzardo: maschi, femmine, giovani, vecchi e di mezza età. La stessa ricerca c’informa, infatti, che almeno 17 milioni di persone sono stregate, seppure non con la stessa continuità o intensità, dal fascino di slotmachine, poker-on line e magari scommesse sportive. Un fiume di persone perse dietro il sogno comune di uscire da sé e dalla propria condizione. Un’aspettativa che, innanzi tutto, spinge da subito ad una riflessione generale, in altre parole sull’allentarsi di certe remore morali che, soprattutto per un’educazione religiosa magari vissuta solo come inconsapevole retaggio, frenavano gli italiani dall’avvicinarsi a certe realtà. Non è molto tempo fa che, infatti, il gioco d’azzardo, comunemente inteso, era appannaggio solo di determinate classi sociali. Soprattutto i giochi di carte. Con il Casinò vissuto come una sorta di lontana galassia aristocratica dai più umili, per ceto e reddito. Attori come Cary Grant o Greta Garbo, alle prese con il tavolo verde, erano un’avventura degli occhi e del cuore per milioni di persone. L povertà e rischio L’azzardo, per le classi subalterne, era una sorta di peccato che qualche incallito trasgressore sfidava con protervia, a pena della riprovazione silenziosa o appena accennata di qualche donna del paese: «poverina, ha il marito che gioca» era la frase un po’ ipocrita che si recitava di fronte appunto alla sventurata. Al massimo, ci ricordiamo, l’azzardo era contemplato solo sotto le feste di Natale, periodo in cui, oltre la tombola, faceva capolino «la bestia» gioco pesante, ma come salvaguardato, negli scopi e nei fini, dal suo affacciarsi solo durante le sacre feste. Che, in qualche modo, mondavano da colpe lui e i giocatori. Poi, piano, piano, la modernità ha allentato la presa morale mentre, allo stesso tempo, i progressi tecnologici permettevano al gioco d’azzardo di uscire da un recinto riservato per entrare nel cerchio poco magico della disponibilità allargata per tutti. Così ora, uscito dal ghetto dorato, il gioco d’azzardo appartiene a molti, anche se, sempre la nostra ricerca, ci costringe, con i suoi numeri, ad una disamina più accurata. Infatti, il prevalere del gioco tra i maschi, nella misura di circa il 60% ci indica intanto come il marketing sia orientato soprattutto verso il genere maschile. Del resto, il poker, anche on line, è pur sempre storicamente un patrimonio degli uomini, mentre le slot-machine, spesso angustamente chiuse in piccoli box, popolano appunto il territorio quasi sempre e solo maschile dei bar. Così come le scommesse SOCIETÀ il fascino indiscreto del gioco d’azzardo dipendenza e solitudine Ma le sorprese non sono finite. La ricerca, infatti, quando prende in esame la dipendenza dal gioco e la possibilità che esso divenga un tratto imprescindibile della personalità del giocatore, sino a diventare una sorta di droga, ci dice che, incredibilmente, la percentuale di possibili vittime da dipendenza cronica è più alta tra le donne che tra gli uomini. Tra le ragazze più che tra i ragazzi. L’ultima, paradossale statistica che mostra, inequivocabilmente, la valenza non solo sociale della dipendenza, ma addirittura un suo riscontro di tipo politico. Perché, quella delle donne, come quella dei giovani, degli anziani, dei disoccupati, è tra le categorie più a rischio nel panorama economico e sociale italiano, essendo ancora più esposta, per la congenita debolezza economica, per la frustrazione che spesso, specialmente le più povere al suo interno, si portano dietro come una zavorra esistenziale. Che poi, ancor più dei coetanei maschi, le donne stesse possano rimanere impigliate nella dipendenza da gioco d’azzardo è il segno di come tentino il riscatto più di tutti persino attraverso il rischio. Del resto, una mia conoscente, ha ben esemplificato la dura problematica, quando, da me interrogata sul perché di quei pomeriggi interamente passati di fronte ad una slot-machine, circondata da uomini di tutte le età, mi ha detto «senti, io sono sola, mio marito è morto, i figli sono lontani e si vergognano di me. Giocare mi impedisce di pensare. Giocare mi illude di poter cambiare anche solo per un giorno la mia situazione. E, poi, almeno, sto in compagnia, di gente come me. Che mi accetta e non mi fa vergognare». Testuale, feroce e imbarazzante. Soprattutto per me e per chi come me alla sua solitudine non aveva mai pensato. ROCCA 1 MARZO 2012 sportive segnano l’appartenenza ad un genere tifoso e fazioso come sa essere proprio quello dei maschietti. Per le donne si affaccia comunque la frequentazione di giochi un po’ più soft, come bingo o superenalotto. La discriminazione di genere dal lavoro alla famiglia, passando pure per i giochi d’azzardo, o simili. Ma l’analisi statistica dice anche altro. Dice ad esempio che la povertà e l’emarginazione giocano ancora un proprio ruolo, se è vero che il gruppo sociale più a rischio è quello dei giovani maschi dai 15 ai 24 anni, in possesso di determinate caratteristiche, quali la bassa scolarizzazione, una inclinazione per l’alcol ed il fumo e, dulcis in fundo, l’abuso di tranquillanti. Un quadro tremendo che, a farci caso, è esattamente quello di un’Italia ai margini, periferica, soggetta a disoccupazione e senza futuro. Con i giovani alla deriva, impregnati di un falso machismo che li porta, giovanissimi, ad impersonare modelli da bullismo anche nei consumi e nell’evasione. Rinchiusi nei bar a scimmiottare davanti alle macchinette, qualche eroe, neppure negativo, ma triste, da surrogato televisivo o di Internet. Claudio Cagnazzo 37