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scheda tecnica
durata: 95 minuti
nazionalità: Stati Uniti
anno: 2008
regia:
soggetto:
sceneggiatura:
produzione:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musiche:
JOEL COEN e ETHAN COEN
JOEL COEN e ETHAN COEN
JOEL COEN e ETHAN COEN
JOEL COEN e ETHAN COEN
EMMANUEL LUBEZKI
RODERICK JAYNES
JESS GONCHOR
MARY ZOPHRES
CARTER BURWELL
interpreti:
(HARRY PFARRER) GEORGE CLOONEY, (LINDA LITZKE) FRANCES
MCDORMAND, (OSBORNE COX) JOHN MALKOVICH, (KATIE COX)
TILDA SWINTON, (TED TREFFON) RICHARD JENKINS, (SANDY
PFARRER) ELIZABETH MARVEL, (CIA SUPERIOR) JK SIMMONS, (CHAD
FELDHEIMER) BRAD PITT
La parola ai protagonisti
La sceneggiatura di questo film è stata scritta più o meno mentre lavoravamo
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Non è un paese per vecchi.
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scrivere per attori che conosciamo bene e che a nostro avviso si sarebbero divertiti a lavorare tutti
insieme: ci riferiamo a George Clooney, Richard Jenkins, Frances McDormand, e Brad Pitt, che
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Brad. Abbiamo pensato ad una serie di personaggi e ad una storia nella quale sarebbe stato
interessante vederli interagire.
Ethan Coen:
Joel: Avendo
collaborato già due volte con George e Richard e almeno quattro volte con Fran, sono
loro la nostra fonte di ispirazione quando si tratta di scrivere dei personaggi.
Come Brad, anche John Malkovich non aveva mai lavorato con noi ma lo conoscevamo di
persona da parecchio tempo e quindi abbiamo scritto il suo ruolo pensando esattamente a lui,
cosa molto divertente per noi. I personaggi di Burn After Reading - A prova di spia sono delle teste
di cavolo ma non sono totalmente disprezzabili. E per far si che fossero credibili, gli abbiamo
chiesto di far emergere la testa di cavolo che si nasconde in ognuno di loro.
Ethan:
Il film racconta la storia di persone che attraversano la tipica crisi di mezza età, che sia
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Ed è questo che rende il film una favola politica. La trama tocca la CIA e il mondo delle palestre e
del fitness a tutti i costi, e racconta cosa succede quando questi due mondi si incrociano e si
scontrano; gli appuntamenti via Internet sono una specie di ciliegina sulla torta.
Joel:
Ethan:
Diciamo che si tratta di una commedia, un genere che conosciamo bene. Ma è il mondo di
[email protected]
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Washington, e della politica, degli intrighi e delle spie che è totalmente sconosciuto per noi.
Tanti anni fa, abbiamo realizzato un adattamento di Advise and Consent in Super 8, quella è
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Joel:
Non siamo riusciti ad avere i diritti sul romanzo originale di Allen Drury e quindi quel film non
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Scott/Jason Bourne ma senza le esplosioni.
Ethan:
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persone incredibilmente cretine che fanno delle cose estremamente stupide che hanno a che fare
con il sesso ed altro. La cosa che rende tutto ciò ancora più interessante è che non si tratta di
politici. Non appena mi hanno convocato, sapevo che avrei accettato. Dopo tutto stiamo parlando
dei fratelli Coen che ti offrono sempre dei ruoli che il pubblico non sa che tu puoi interpretare. Mi
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George Clooney:
Con il passare degli anni, i personaggi che scriviamo per George invecchiano come lui ma
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Ethan:
Harry non è poi così diverso dagli altri scemotti che ho interpretato per i film
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per le risate; è assolutamente folle e ho accettato subito. Mi sono fatto crescere la barba che a loro
avviso era necessaria e sono arrivato sul set dovef
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accanto a Fran.
George Clooney:
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divertente farle leggere la sceneggiatura perché ti urla contro come una pazza.
Ethan:
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generalmente riusciamo a superare anche questa fase.
Joel:
Come sapete sono 25 anni che lavoro con Joel e Ethan. Il loro primo film
[Sangue facile] è stato anche il mio primo film. Non so perché mi fanno fare tutto quello che mi
avete visto fare per loro ma devo dire che ne è sempre valsa la pena.
Frances McDormand:
Non immaginavo che il mio personaggio sarebbe stato un cretino totale che mastica
gomme, tracanna Gatorade a più non posso, e ha il cervello bruciato a forza di ascoltare l
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disperatamente di fare carriera.
Brad Pitt:
Alla fine Brad si è innamorato di quello scemo del suo personaggio così come ha fatto
George, e devo dire che è divertentissimo nel suo ruolo.
Joel:
Frances McDormand: Mentre
giravamo le scene insieme, Brad faceva delle cose talmente buffe che è
stato difficile per me trattenermi e non scoppiare a ridere.
Quando mi hanno telefonato dicendomi che avevano scritto un ruolo apposta per
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cambiare loro stessi. Ozzie è un uomo sarcastico ed incredibilmente seducente. Ma il
licenziamento lo getta in uno stato di agitazione e comincia a scrivere le sue memorie, cosa che gli
John Malkovich:
[email protected]
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riesce malissimo.
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Frances, Linda mentre lei lo considera solo un amico. Avevo già lavorato in due film con Frances
anche se in nessuno dei due avevamo delle scene insieme. Ma alla fine sono riuscito a recitare
accanto a lei e devo confermare che è fantastica come mi aspettavo.
Richard Jenkins:
Joel: Visto
il cast, il piano di lavorazione è dipeso completamente dalla disponibilità degli attori.
Ethan: Al
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I Coen responsabilizzano noi attori perché vogliono che ognuno di noi sappia ciò
che vogliono da noi ma al contempo desiderano che ognuno di noi aggiunga un suo tocco
personale.
Richard Jenkins:
Come cineasti, Joel e Ethan sono preparatissimi; pianificano tutto in maniera
molto meticolosa e questo facilita enormemente il lavoro degli attori. Non dobbiamo mai aspettare
che prendano una decisione, ma non sono dei personaggi intrattabili o irraggiungibili. Sono molto
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sensibilità fa sì che sia più facile per loro spiegare ciò che vogliono agli altri perché già ne hanno
discusso e parlato tra di loro.
Frances McDormand:
Tendono a sistemare tutto durante la scrittura della sceneggiatura e così quando
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famigliare; era un luogo fantastico in cui ritrovarsi, perché i Coen hanno un magnifico ritmo di
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Quando dirigo un mio film cerco sempre di organizzare il set e la lavorazione
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tue idee ma alla fine è la loro maniera di vedere le cose a prevalere perché hanno già tutto chiaro
in mente e sanno esattamente quello che vogliono. Non li ho mai visti provare o cose simili. Ho
imparato a utilizzare gli storyboard –vale a dire la visualizzazione delle scene –e a mettere da
parte le pagine della sceneggiatura che vengono distribuite a tutti sul set nel giorno in cui si gira
quella scena in particolare. Guardare lo storyboard è utilissimo al punto da aver scritturato per i
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George Clooney:
Innanzitutto, i fratelli Coen sanno come si fanno i film. In secondo luogo, non sono
maniaci del controllo: sanno esattamente cosa vogliono da ogni singola inquadratura –come deve
essere girata, come verrà montata –e quindi non perdono tempo e fila tutto incredibilmente
liscio.Lasciano gli attori liberi di lavorare, ma prestano attenzione a tutto restando comunque
aperti. Per un attore è una vera manna perché riesci a concentrarti solo sulla caratterizzazione del
personaggio.
John Malkovich:
I Coen danno sempre ai miei personaggi qualcosa che crea una frenetica
ossessione: in Fratello dove sei, erano i capelli: in Prima ti sposo, poi ti rovino, erano i denti; in
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George Clooney:
La cosa più interessante di questo film è che è interpretato da tutti perdenti di
mezza età. E vedere George Clooney e Brad Pitt nei panni di due perdenti è una vera novità!
Vedrete le tragedie ma anche le commedie della mezza età, anche se non sempre vanno di pari
passo. Questo film è divertente, mac’
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tante persone di mezza età che continuano ad andare al cinema. Sono certa che il pubblico si
Frances McDormand:
[email protected]
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riconoscerà nel mio personaggio e nella sua maniera di vedere il mondo. Il suo unico obiettivo è
rifarsi completamente ricorrendo alla chirurgia plastica e trovare un uomo e per questo non riesce
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avamo cercando i costumi per il mio personaggio, ho chiesto a Mary
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imbranato. Ho provato la spiacevole sensazione di essermi calato fin troppo bene nel mio
personaggio. Ma poi quando ho visto Brad Pitt aggirarsi con quei pantaloncini stretch aderenti,
sapevo che era tutto a posto.
George Clooney:
John Malkovich: Ozzie
è piuttosto scemotto e quindi interpretarlo è stato molto divertente, soprattutto
la scena nella quale viene licenziato. Per il resto del film mi sono limitato ad urlare al telefono e a
fare lo sbronzo.
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non è poi così colorita e colorata, ma è comunque una città abbastanza viva. Per questo motivo
abbiamo optato per un look assolutamente naturale, anche se molti set sono leggermente fuori
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cose che non sono esattamente come dovrebbero essere nella realtà ma che sono leggermente
distorte. Ad esempi
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alto sulla parete. Devi allungare parecchio il collo per guardarla. Fra le varie cose, abbiamo creato
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visto negli edifici del Bronx Community College, dove sono state girate le scene ambientate
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abbiamo ridipinto le facciate degli edifici e ricostruito gli infissi delle finestre aggiungendo delle
persiane nere per farle somigliare alle case di Georgetown. Per i miei collaboratori, è stata questa
la parte più difficile del lavoro. Per ricreare la casa di città dei Cox, abbiamo usato una sola
location per tutte le scene ambientate al primo pi
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anche il muro di un giardino costruito ad hoc; inoltre abbiamo girato presso gli Steiner Studios le
scene ambientate nella camera da letto principale e nel corridoio.
Jess Gonchor:
La cosa più produttiva nella collaborazione con Jess è stata che nella ricostruzione dei set
nei teatri di posa ci siamo ispirati alle vere location dove abbiamo girato. Abbiamo girato alcune
scene ambientate nei corridoi della CIA in un luogo segreto ed è stata quella location ad ispirare a
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A –perché gli uffici in pratica dovrebbero
essere situati tutti ai lati di quei corridoi
Ethan:
Dentro uno di questi uffici, le tende sono chiuse, ma la luce sembra avere una forza
propria perché riesce a penetrare dagli angoli dei tendaggi. E questa non è decisamente una cosa
normale.
Jess Gonchor:
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ogni singolo personaggio mi veniva spiegato senz
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sono anni che collaboro con loro, riuscivo a capire tutto lo stesso. Credo di essere la costumista
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Come è possibile trasformare il George Clooney di Hollywood e del Lago Maggiore in un Harry
Pfarrer qualsiasi che vive alla periferia di Washington D.C.? La barba che George si è fatto
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a.Per quanto riguarda il look
di Harry, abbiamo deciso di mettergli una camicia scozzese con una giacca e dei pantaloni sportivi,
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che prevede capelli dritti con una meche bionda e devo dire che questa da sola ha fatto parecchio.
Per quanto riguarda la sua tenuta da ginnastica, non credo che abbiamo mai visto Brad al cinema
Mary Zophres:
[email protected]
5
in pantaloncini corti, e per la prima prova è arrivato magro e in perfetta forma, naturalmente. Ma i
pantaloncini, insieme ai calzini e alle grosse e goffe scarpe da ginnastica, sono riusciti a farlo
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Linda. Il problema con Brad è che anche i vestiti da quattro soldi sembrano magnifici se indossati
da Brad, e quindi ne abbiamo dovuto creare uno che non fosse della sua taglia e che avesse un
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veramente orrendo da guardare. Come Chad, Linda passa la maggior parte del tempo in tenuta da
ginnastica, caratterizzata da un cospicuo logo della palestra sulla maglietta che è abbinata a un
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parecchio la tenuta da ginnastica e alla fine sono stati loro a decidere modello e colori. Il nostro
approccio è stato: scegliamo prima la tenuta da lavoro di Fran per capire poi come vestire anche
Brad e Richard –e gli altri colleghi della palestra. Così come per Brad, credo che il punto forte
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Joel: Regaliamo
spesso ai nostri attori dei tagli di capelli che quando sono fuori dal set li obbligano
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piega, e i suoi capelli sono di un colore mozzafiato, tra il rosso e il ruggine, se mai esiste in natura
un colore simile, cosa della quale dubito fortemente. Mi ricordava Edna Krabappel di The
Simpsons. Mi piace lavorare in maniera precisa sul look di un personaggio. Mary è venuta a casa
mia in Scozia e ci siamo divertite come pazza a mascherarci.
Tilda Swinton:
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ge!Il marito di Katie, Osborne, invece, è il tipico americano
che indossa camice di Brooks Brothers e papillon almeno fino a quando viene licenziato. Per me,
la sua è la parabola più interessante del film, perché seguiamo il declino di un personaggio
seguendo i cambiamenti del suo abbigliamento; diciamo che si lascia letteralmente andare. Si
tratta di un film contemporaneo, ma ciononostante abbiamo dovuto vestire gli attori da capo a piedi
perché la gente che vive a Washington si veste in maniera diversa rispetto al resto del paese –
cer
t
ament
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nmani
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oachivi
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odipi
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est
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della Costa Est. Abbiamo vestito i personaggi maschili con completi blu, e le donne sono sempre
in grigio con tante perle. E questo contribuisce molto a far sentire il luogo perché Burn After
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tempo a NYC per la pre-produzione e insieme siamo andati in diversi luoghi immaginando dove
avremmo nascosto le luci e dove sarebbe stato necessario aggiungere qualche elemento
architettonico. Dopo New York, ci siamo spostati a Washington, per riprendere le location che non
potevano essere copiate o ricostruite. E in quella occasione abbiamo girato anche al Washington
Mall, vicino alla fontana che riflette la luce tra il Lincoln Memorial e il Washington Monument, e
anche vicino al Monumento ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale. Inoltre abbiamo girato
alcune scene anche sul ponte Key sul fiume Potomac e nel Tidal Basin.
Jess Gonchor:
Alla fine di tutto, aspettatevi un film divertente che apre una finestra originale sul
mondo guardandolo in maniera non proprio diretta.
John Malkovich:
Richard Jenkins:
Insomma: è un film dei fratelli Coen; aspettatevi del sano divertimento dark
[email protected]
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recensioni
Giancarlo zappoli –MyMovies.it
Osborne Cox è un analista della CIA che viene da un giorno all'altro allontanato dal suo incarico.
Motivo ufficiale: ha dei problemi con l'alcol. Comincerà ad averli rimanendo a casa disoccupato e
con una moglie che lo tradisce con Harry Pfaffer, uno sceriffo federale affetto da numerose
intolleranze alimentari. Alla periferia di Washington, in una palestra, Linda Litzke (una donna di
mezza età che sogna interventi di chirurgia estetica che non può pagarsi) viene coinvolta da Chas,
un collega svaporato, in un gioco pericoloso. Un inserviente ha trovato in uno spogliatoio un
dischetto con informazioni riservate della CIA. I due risalgono al proprietario, che è Osborne, e
decidono di tentare di ricattarlo per denaro. I Coen questa volta si divertono davvero con attori
amici come Clooney e McDormand (che è qualcosa di più di un'amica avendo sposato uno dei due
fratelli) e con new entry come Tilda Swinton. Ma il loro mondo di losers anche un po' ipodotati sul
piano intellettuale è comunque ricco di un retrogusto amaro. Il microcosmo che vanno a
raccontarci prendendo le mosse da una visione satellitare del nostro pianeta e andando a stringere
su Washington è fatto di gente che agisce senza pensare mai alle conseguenze. Il divertimento
per i due consiste nel realizzare un film 'alla Landis' mutandone il segno. Il riferimento a Chevy
Chase protagonista dell'indimenticato Spie come noi è addirittura esplicito. Ma, come sempre
accade con i più intellettuali dei registi americani (anche quando sembrano muoversi in assoluta
scioltezza alla ricerca del divertissement più puro), tutto è molto più complesso di come appare a
una lettura superficiale. In una società in cui tutti hanno sogni alimentati dal bisogno di apparire (le
memorie dell'ex spia, gli interventi di chirurgia estetica per la donna che rifiuta chi ha vicino per
ficcarsi in storie cercate via Internet) i Coen inseriscono un doppio salto mortale. Non cercano
infatti di farti dimenticare chi sono gli attori o le attrici che stanno interpretando i ruoli principali
cercando di farti appassionare ai loro personaggi. Lavorano invece sulla loro presenza caricando
le caratterizzazioni (impagabile quella di Brad Pitt) in modo che lo spettatore abbia sempre
l'attenzione divisa in due. Da un lato osservi ciò che fa Harry ma, al contempo, sei quasi costretto
a dirti "Guarda come se la cava bene Clooney nel tornare a fare l'idiota per i due fratelli". È questa
costante altalena che fa sì che questo film, che alcuni potrebbero considerare come 'minore' nella
filmografia coeniana, si collochi invece alla perfezione nella consapevole e continua ricerca di uno
sguardo che non dimentica mai una proposta 'alta' delle potenzialità del cinema.
Paolo Boschi - Scanner
Esauriti i fasti dei quattro meritatissimi Oscar per Non è un paese per vecchi i fratelli Coen non
hanno dormito sugli allori ma sono tornati immediatamente dietro la macchina da presa per
dirigere una nuova esilarante commedia, ovvero Burn After Reading, una storia in cui i due cineasti
hanno allestito un'irresistibile parodia degli intrighi della Cia a partire fin dal titolo, che suona
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alcuna connessione con l'insulso sottotitolo italiano). Si ride dalla prima all'ultima (davvero
strepitosa) sequenza ma, se la più importante intelligence del mondo è questa, in un certo senso i
fratelli cineasti di Minneapolis sembrano suggerirci che in fondo non c'è poi troppo da ridere. In
Burn After Reading Joel e Ethan Coen ritrovano due dei loro attori preferiti, ovvero Frances
McDormand (magnificamente diretta in Fargo) e George Clooney (già eccelso interprete di
Fratello, dove sei? e Prima ti sposo, poi ti rovino): nel cast ai protagonisti si accompagna un vero e
proprio stuolo di caratteristi di lusso, in cui brillano in particolare un Brad Pitt bravissimo a
tratteggiare la stupidità quasi naïve del suo personaggio ed un John Malkovich letteralmente
ossessivo. Siamo a Washington D.C., senza dubbio la capitale internazionale dei servizi segreti, il
palcoscenico dove si decide la politica internazionale, ma le spie protagoniste sembrano soltanto
lontani parenti di James Bond. La storia prende avvio con le forzate dimissioni dall'Agenzia di
Osborne Cox, analista Cia con emergenti problemi alcolici ed una situazione coniugale poco
rosea, dato che la moglie Katie lo tradisce con Harry, agente federale (pare) felicemente sposato.
Senza lavoro, Cox decide di scrivere le sue memorie che, per un insieme di fortuite circostanze,
finiscono su un Cd in mano all'istruttore Chad ed a Linda Litzke, impiegata di un fitness center di
periferia ed amante degli incontri al buio su Internet. Linda si convince di aver trovato documenti
top secret: avendo necessità di denaro per le operazioni di chirurgia estetica volte a rigenerare il
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suo corpo, ormai giunto al capolinea biologico, l'impiegata prima cerca di ricattare Osborne Cox,
quindi di vendere il Cd ai Russi. Nel frattempo su Internet Linda intreccia una relazione con
l'insaziabile Harry, e la Cia inizia discretamente a spiare i protagonisti di questo strano intrigo. Burn
After Reading procede con un rocambolesco intreccio fino all'esilarante finale, in cui scopriremo
l'esito della storia dalle bocche di due imbarazzatissimi responsabili della Cia. Ovviamente tutto è
un fuoco di paglia: Osborne Cox è soltanto un funzionario di secondo piano, le sue memorie non
contengono alcunché di scottante né vagamente top secret, Linda desidera un corpo nuovo perché
è sola ed incapace di accorgersi che il suo capo è sinceramente innamorato di lei, il fedifrago
Harry corre dietro ogni gonnella senza accorgersi che anche la mogliettina scrittrice di libri per
bambini lo tradisce. Ma è poi così diverso da questa parodia l'attuale presente dominato dalle
apparenze, dal consumismo e da ogni genere di futilità? I Coen sembrano suggerire di no. Una
commedia intelligente ed a tratti esilarante, con un intreccio degno di un romanzo di Elmore
Leonard ed un cast a dir poco stellare. Da non perdere.
Silvio danese - Il Quotidiano Nazionale, 20 settembre 2008
Qualcuno sa ancora cosa sono i patti e le responsabilità? Con la barba brizzolata il federale
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mentre nel sottoscala, come regaluccio di compleanno per la consorte, sta costruendo una sedia
erotica con sorpresa verticale in gomma. La moglie, per non sbagliare, lo affida a un investigatore
per divorzi mentre, in tournée per un libro per bambini, si fa sbattere da un giovanottone che
chiama «amore mio». Pitt, finalmente con un personaggio stolto che gli somiglia, sculetta e
inneggia con cuffie nella palestra dove fa il personal trainer e dove un agente Cia licenziato
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individuale e collettiva dei nostri tempi.
Maurizio Porro - Il Corriere della Sera, 26 settembre 2008
L'America non è un Paese per vecchi, ma per vanagloriosi, idioti, superficiali, falsi valori. Nel nuovo
irresistibile, divertentissimo e cattivissimo film dei Coen, che si prenota, se c' è giustizia, almeno
cinque Oscar, il licenziamento di un agente della Cia mette in moto un meccanismo ad alto tasso
di humour nero in cui tutti tradiscono tutti e l' agente capo dichiara alla fine la sua impotenza a
capire. Satira perfida ma con momenti di assoluta ilarità quando si fa la parodia della spy story col
tentato ricatto, i diplomatici russi da guerra fredda (torna di moda?) e l' incastro perfetto di gag,
dialoghi, situazioni, con attori straordinari che ricordano i massimi risultati della commedia
americana di Capra, Sturges, La Cava: e tutto per una liposuzione! Un cast stellare, con un
Malkovich magnifico, il trio Clooney-McDormand-Swinton che fa faville, ma la sorpresa è Brad Pitt,
scemo super. Voto 9
Claudio Carabba - Corriere della Sera Magazine, 2 Ottobre 2008
Nei bianchi corridoi di Langley, ben protetta sede della Cia, t facile scivolare nelle trappole
preparate dai colleghi. Il nuovo film dei fratelli Coen comincia così, con una brusca caduta.
Accusato di essere troppo disponibile al dolce vizio del bere, il pur esperto Malkovich viene
rimosso dall'incarico. E siccome le disgrazie non vengono mai sole, a casa la moglie in carriera (la
sempre più perfida Swinton) prepara le carte per il divorzio. È l'inizio di una catena di equivoci
pericolosi che coinvolgeranno un agente del Tesoro, farfallone/pasticcione (Clooney) e i due
avventurosi istruttori di una palestra per ricchi borghesi in forma, la buffa McDormand e il
maldestro Brad Pitt (insieme nella fato). In un mondo di bugie, tutti si tradiscono fra loro: l'adulterio,
peccato veniale, è la premessa per più gravi misfatti e terribili catastrofi. Il sangue degli stolti, non
necessariamente innocenti, scorrerà invano. Il tono è a tratti da farsa scatenata, non lontano dalle
follie di Una pallottola spuntata: ma i Coen non rinunciano a quel pessimismo universale che
attraversa i loro capolavori, dal sadismo ghiacciato di Fargo allo sgomento solitario di Non è un
paese per vecchi. Il senso dell'apologo è riassunto nelle insensate riflessioni del capo del
dipartimento Cia, quello stralunato J.K. Simmons, che è già stato il giornalista più ottuso nella
metropoli di Spider-Man. Il cinismo e la stupidità restano i difetti più gravi dell'animo umano.
[email protected]
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Roberta Ronconi - Liberazione, 19 settembre 2008
Dicono sia una pratica costante dei fratelli Joel ed Ethan Coen, quella di tornare velocemente al
filone demenziale ogni qual volta l'eccesso di serietà li abbia avvicinati al successo internazionale.
Così alla crudeltà di Sangue facile ha fatto seguito la leggerezza di Arizona Junior , a Barton Fink
la follia di Mister Hula Hop , al miracolo di Fargo il delirio del Grande Lebovsky . Ai tre (immeritati)
Oscar di Non è un paese per vecchi non poteva dunque che fare da contraltare un gioiello come
questo Burn After Reading, commedia demenziale con la quale i fratelli di Minneapolis (uniti
questa volta nella regia e nella sceneggiatura) chiudono la trilogia dell'idiota dedicata a George
Clooney. Qui il teatrino dei dementi è composto come segue: un agente della Cia che viene
defenestrato dal suo superiore causa eccesso di alcool; la moglie stronzissima dell'agente della
Cia; l'amante della moglie dell'agente della Cia; una ultraquarantenne segretaria di centro fitness
alla ricerca disperata di 20mila dollari per quattro interventi di chirurgia estetica; un "personal
trainer" del suddetto centro intenzionato ad aiutarla nell'impresa; il triste proprietario della palestra.
L'intera folle macchina del racconto è mossa proprio dalla volontà di ferro della segretaria in età
che, sostenuta dalle nuove psicologie iper-positive americane («non ho dubbi, ce la posso fare»),
raggiunge il suo obbiettivo di "ringiovanimento a tutti i costi" a scapito di una serie di tragedie che
colpiranno gli altri personaggi in farsa. La sceneggiatura batte il tempo come un orologio e non
frana mai nel delirio incontrollato, mentre gli attori danno il meglio del loro repertorio. Spiccano in
particolare un Brad Pitt davvero demenziale, una McDormand che per questo ruolo dovrebbe
vincere un secondo Oscar e un John Malkovich dalla follia fredda e irresistibile. Nonostante i Coen
si rifiutino di dare un qualsiasi senso al loro film (come a tutti i precedenti), alla fine della spassosa
visione rimane un amaro in bocca di quelli che fanno davvero male. Perché dietro l'idiozia di
ciascuno dei personaggi c'è una sorta di disumanità di ritorno, frutto di rigurgiti egoistici. Dietro la
carambola di eventi non si vede sfondo, non c'è storia. Ognuno tenta di sopravvivere con il poco
che ha e per il poco che chiede alla vita: giusto un paio di tiratine alle tette e al collo per tirare
avanti. L'intera società americana, dalle sue spie ai suoi "onesti lavoratori" annaspa in una sorta di
vuoto pneumatico e tutto è supervisionato da un capo supremo (il mega presidente della Cia,
appunto) che fa confusione tra nomi, cifre e casi da risolvere. Insomma, un film in cui c'è poco da
ridere, ma molto da sganasciarsi.
Roberto Silvestri - Il Manifesto, 19 settembre 2008
George Clooney è il solista di un ottetto per violini (Tilda Swinton, Frances McDormand, Elizabeth
Marvel) e fiati (John Malkovich, Brad Pitt, Richard Jenkins e J.K.Simmons) orchestrato tra
demenzialità e stonature punk da Joel e Ethan Coen. Burn after reading - A prova di spia ,
commedia grottesca, prende le viscere americane e le contorce. «Brucialo dopo averlo letto», già
dal titolo, si annuncia come uno scherzo sul tema dello scontro piccolo-grande, uomo-donna, CiaKgb. Anche se appare un po' sfocato oggi un film che ironizza molto sulla riesumazione del
conflitto bipolare, e se non di guerra fredda, parte 2, parla del Big Chill , il «grande freddo» che
avvolge gli anti eroi dello psico-intrigo, piuttosto aggrovigliato e, come nei noir riusciti, non sempre
sotto controllo logico. È solo, e rischia di andare fuori i testa, Osborne Cox, agente Cia chiamato
dalla sua Georgetown (Maryland) al quartier generale di Arlington, Virginia, e licenziato per
alcoolismo, intanto tradito dalla moglie, e spesso dall'ascia facile. Vuole raccontare per vendetta le
sue memorie esplosive, ma il livello di pericolo, per ciò che conosce, è basso...È sola e se ne
compiace sua moglie, ma rischia di andare da un avvocato, perché trama per divorziare - sua sola
preoccupazione i soldi e non si fida dei suoi amanti, come Harry Pfaffer quel drogato di sesso,
sposato - ma la moglie ha un'amante balestrato - sceriffo federale dal grilletto non facile, e che
rischia di andare in tilt perché i suoi tre hobbies vanno in corto circuito: il footing, il bricolage
autoerotico e l'abbonamento on line a «staiconme.com», per cambiare donne e biancheria intima
in sincronia perfetta. Sono soli quelli di Cia e Kgb, senza nemici, anzi ormai piuttosto confusi tra di
loro. È sola «dentro», e si rivolge sia a «staiconme.com» che «al nemico ex rosso dell'ambasciata
russa», Linda Lizke, l'unica dotata di umorismo, casa a Washington (ma Internet mette in
comunicazione tutti con tutti, perfino Linda con Harry) e un'invadente «coppia» che la opprime
perennemente: la ciccia e le rughe. Però l'assicurazione sanitaria non le paga la chirurgia estetica
d'obbligo e lei, spalleggiata da Chad e Ted, amici di palestra, diventa una dinamite vagante una
volta messe le mani su un dischetto compromettente, un cd dal contenuto spionistico succulento,
che equivale a una miniera d'oro... Lo stato interiore dell'America, marcio come i suoi moventi
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oscuri e i suoi obiettivi misteriosi, viene esibito con una ferocia accentuata da tasso satirico
talmente elevato che gli attori e le attrici (con ruoli maligni più incisivi) si divertono troppo. E ridono,
amari, prima ancora di mettere a segno la battuta, il colpo di reni o di pistola fulminante, come in
un dramma dell'assurdo di Ionesco. J.K. Simmons, nel ruolo del capo della Cia cui viene
consegnato il misterioso e inspiegabile «caso Osborne Cox» (tre cadaveri, un arresto,
pedinamenti, il coinvolgimento dei putinani...) completa con il suo personaggio (caricatura di Colin
Powell) l'ultimo capitolo sui caratteristi che hanno fatto la storia (minore) di Hollywood.
Boris Sollazzo - DNews, 19 settembre 2008
Arlington, Georgetown, periferia di Washington D.C., in pochi chilometri si sviluppa la trama più
scombinata del genere delle spy-story, quella di Burn after reading, ultima fatica dei fratelli Coen.
Geniacci un po' indolenti assurti al grado di grandi maestri dopo gli Oscar un po' generosi per il
sopravvalutato Non è un paese per vecchi (forse un risarcimento per quelli mancati in precedenza
da capolavori come Fargo o Il grande Lebowski), si concedono un film defatigante, una commedia
sulla Cia post 11 settembre, esilarante e graffiante. Nel cast il loro usato sicuro (Richard Jenkins,
George Clooney, protagonista della trilogia dell'idiota, e Frances Mc Dormand, Oscar per Fargo,
loro musa e moglie di Joel), due assi come Tilda Swinton e John Malkovich, la coppia più infelice
del mondo, e un Brad Pitt da antologia. È proprio lui la ciliegina sulla torta: Chad, il suo istruttore di
fitness ossigenato, volenteroso ma incredibilmente tonto ci rivela un talento comico insospettabile.
Ha mosse ed espressioni da cinema muto, una modulazione vocale straordinaria apprezzabile
solo in lingua originale. Con questa orchestra, la sinfonia buffa è servita. Il plot è un gioco a incastri
che parte da documenti trafugati dalla Cia da una moglie cinica e bara che finiscono nelle mani
sbagliate, quelle di due poveri ingenui ma belli che tentano il colpaccio con un ricatto. Una guerra
di spie improbabile e rutilante in cui è sempre l'Agenzia a fare la figura dell'idiota, sempre un passo
indietro a tutto e a tutti. Una summa della comicità visiva e scritta dei Coen, forse non il loro film
migliore, ma di sicuro il più divertito e divertente. E checché ne dicano loro, forse il più politico con
la sua raffinata e anarchica demenzialità.
Natalia Aspesi - La Repubblica, 28 agosto 2008
L'America dei fratelli Coen è sempre spaventosa, irrecuperabile, crudele, anche se quasi sempre
fa ridere, o forse proprio per questo. Lo era nel violento e drammatico film precedente Non è un
paese per vecchi, molto premiato, Oscar compreso, lo è ancora di più adesso con l'ironico e
travolgente Burn after reading che uscirà in Italia col titolo A prova di spia (che come al solito nulla
vuol dire), dato fuori concorso ieri sera in apertura della Mostra. Non solo racconta la desolazione
dei miti di oggi, gli stessi che pure noi prendiamo sul serio e addirittura esaltiamo dimenticandoci di
riderne, ma obbliga anche a porsi una domanda meno divertente e più inquietante: se davvero i
servizi segreti americani, la Cia, l'Fbi, nei piccoli disguidi quotidiani sono così incapaci e spietati,
così affidati al caso e così bugiardi, così abili nel nascondere gli errori e a dimenticarli, così
burocratici e ridicoli, non è che si comporteranno allo stesso modo nei grandi frangenti mondiali ed
epocali, quando si rompono le alleanze politiche, si creano nemici, si progettano invasioni, ci si
imbatte nel famoso fuoco amico, si scatenano le guerre? C'è un grande filone di cinema dedicato
ai servizi segreti e alle loro trame e trappole, film d'azione che paiono irreali, ma sono i Coen, che
rendendo ridicole le loro gesta e i loro misteri, finiscono col generare inquietudine. Nel film i miti
creatori dell'ansia contemporanea ci sono tutti, la prestazione sessuale, gli incontri via Internet, il
culto del corpo perfetto e la palestra, l'orrore del corpo imperfetto e la chirurgia plastica, e
soprattutto il denaro, che sostituisce vecchi arnesi come l'amore, i sentimenti, l'elica. L'agente della
Cia John Malkovich, calvo e spesso in mutande e vestaglia, viene licenziato per alcolismo e la
moglie Tilda Swinton, un'acida villana in perenne tailleur grigio con filo di perle, la prende
malissimo e si confida con l'amante sposato George Clooney con barba, appassionato di jogging e
avventure via Internet. Il licenziato raccoglie per vendetta le sue scottanti memorie su un dischetto,
la moglie che vuole divorziare glielo ruba, la segretaria dell'avvocato dei divorzi lo perde in
palestra. Qui lo trovano l'istruttore Brad Pitt dal grande ciuffo cotonato, lo sguardo vuoto e
completo di Ipod, e la collega Frances McDormand che non ha ì soldi per togliersi la pancia,
piallare le natiche, ingrossare il seno e trovare qualcosa di più di un uomo, quasi sempre orribile,
nei siti di cuori disoccupati. Da questo momento l'intreccio di questi personaggi tra loro e con la
Cia, l'ambasciata russa, e la politica di Washington che nulla vogliono sapere del misero intrigo, si
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fa frenetico, esilarante e appunto scoraggiante sul futuro del mondo. Non c'è personaggio che non
sia privo di intelligenza e di:cuore ma anche sfortunato, tutti i sogni contemporanei e miserevoli;
tranne uno, si infrangono nel disordine e negli errori, i morti per caso vengono fatti scomparire per
non creare problemi. I due grandi capi della Cia, annoiatissimi dai fastidi che quella massa di
pasticcioni sta procurando distogliendoli dal loro letargo dietro le scrivanie (due magnifici, vecchi
caratteristi, Richard Jenkins e JK Simmons), concludono, «Dovremmo imparare da tutto questo a
non commettere più gli stessi errori. Se solo sapessimo quali errori».
Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera, 28 agosto 2008
I fratelli Coen una certezza ce l' hanno: il mondo è pieno di stupidi. Che qualche volta sanno quello
che fanno ma più spesso non riescono nemmeno a spiegare le ragioni delle proprie azioni, come
dice sconsolato il funzionario della Cia che chiude sulla scrivania un dossier top secret. Dentro c' è
la storia di Burn after reading, il film che ha inaugurato fuori concorso e con tante risate la
sessantacinquesima Mostra d' arte cinematografica di Venezia. A innescare tutto è il licenziamento
di un analista della Cia, Ozzie Cox: come si trattasse di una specie di autoterapia (ha il bicchiere
facile), lui si mette a scrivere le proprie memorie, che finiscono in un dischetto insieme ai conti e ai
movimenti bancari che la moglie pensa bene di affidare al proprio avvocato in vista del divorzio.
Peccato che quel dischetto finisca per essere dimenticato nello spogliatoio della palestra dove
lavorano Linda e Chad, che si convincono di poter ricavare i soldi necessari alla donna per un
ambitissimo intervento quadruplo di chirurgia plastica. A ingarbugliare ancora di più le cose entra
in gioco anche Harry, dipendente del Dipartimento di Stato e «doppio» amante: fisso della moglie
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pedinamenti e di quiproquo dove gli agenti della Cia si confondono con i dipendenti degli studi
legali che devono raccogliere prove per le future cause di divorzio e i Coen si divertono a giocare
con i tanti luoghi comuni che ormai dominano nella testa dei loro amati «stupidi», dalla paranoia
post 11 settembre (tutti pensano di essere spiati da tutti) al «potere» delle informazioni (una delle
battute più fulminanti di Linda). Messe in bocca a personaggi squinternati e dilettanteschi, luoghi
comuni che altrove siamo disposti ad accettare senza battere ciglio qui rivelano tutta la loro
stupidità (il dialogo sulle linee telefoniche «sicure», la concorrenza spionistica tra Usa, Russia e
Cina) e i Coen aggiungono così un nuovo capitolo a quella cronaca dell' idiozia umana che alla
fine non risparmia nessuno. Nemmeno quella Cia a cui gli Usa affidano la propria sicurezza (e
stavolta ogni riferimento «a fatti e persone reali» - leggi Bush - sembra proprio voluto). Ad aiutarli
un gruppo di attori che dà l' impressione di essersi molto divertito a girare (con la «megera»
Swindon e il «rintronato» Pitt su tutti), ma che per una volta sa trasferire allo spettatore altrettanta
allegria e divertimento.
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