Il giornalino degli studenti: la cultura serve a non servire
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Il giornalino degli studenti: la cultura serve a non servire
Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano LA VOCE DEGLI STUDENTI Anno 2016 - N.1 Marzo 2016 LA CULTURA SERVE A NON SERVIRE Questo giornalino è stato visto da tutti noi come una prova, un segnale da dare. E’ frutto di quattro giorni (16-19 dicembre, periodo della co-gestione) di lavoro serio e diligente, affrontato con straordinaria maturità che, però, non ha comunque spento, semmai alimentato, l’allegria e l’esuberanza che può caratterizzare un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni. In qualità di direttore sento di esprimere un profondo e caloroso ringraziamento a chi ha collaborato, e a chi, insieme a noi, ha creduto fortemente in questo progetto e ha lavorato affinchè prendesse vita. Non c’è modo migliore di presentare il nostro lavoro che attraverso un breve resoconto della nostra esperienza. In linea con le consuetudini della cogestione, che si realizza nel nostro Liceo da diversi anni, grazie all’impegno di alcuni docenti e di tutti gli alunni, abbiamo iniziato la nostra carriera di “giornalisti autodidatti” il 16 dicembre del 2015. Fin da subito abbiamo do- vuto affrontare varie avversità e abbiamo dovuto risolvere problemi logistici che minacciavano la buona riuscita del nostro corso. Ma in poco tempo le difficoltà erano già lontane e la nostra avventura ha, finalmente, avuto inizio. Mi tocca quindi spezzare una lancia a favore della tanto dibattuta cogestione. Quest’ultima ogni anno offre la possibiltà agli studenti di abbattere le burocrazie scolastiche; li fa alzare dalle sedie, su cui sono spesso “bloccati” in un ruolo passivo, e li fa uscire dalle classi, permettendo loro di sperimentare nuovi metodi di apprendimento, i quali, ogni anno sempre di più, si dimostrano efficaci e in- novativi. Si aprono le porte ad una cultura all’avanguardia, libera e mirata solo alla crescita culturale e personale dello studente. Una scuola strutturata solo nel nome della conoscenza, dove i ragazzi sentono di dover apprendere per loro stessi e non in vista di un voto. Questo giornalino nasce quindi con lo scopo di dar voce agli alunni dell’Enrico Medi e di documentare, dall’interno, un’iniziativa importante come la cogestione, con l’auspicio che questa diventi una realtà anche per altre scuole, in modo da diffondere l’amore per la cultura e liberare i saperi, abolendo i voti. Ilaria Dichiarante SOMMARIO La cultura serve a non servire Come i giovani prendono la voce I giovani Omologazione Scolastica Alle ore 7 sono un po’ confuso Una scuola senza voti Comunicato stampa Co-gestione 1 2 3 4 6 7 Pagina 2 Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano COME I GIOVANI PRENDONO LA VOCE Il secolo passato è stato segnato da moti rivoluzionari su diversi fronti, fra i quali il diritto allo studio. Adesso quest’ultimo è quasi dato per scontato, senza dare il giusto valore a coloro che hanno lottato per garantircelo. Noi, invece, questo merito vogliamo attribuirglielo per intero. Diversi movimenti di protesta sono nati negli anni ‘60. Di essi ha parlato anche Pier Paolo Pasolini. Negli “Scritti Corsari”, egli analizza e giudica la figura dei “capelloni”, considerati dapprima gli oppositori della borghesia prepotente e ricattatrice, diventati poi essi stessi “prepotenti” e “ricattatori”, omologandosi alla massa e dunque annullando la loro opposizione. Avete facce di figli di papà. Vi odio come odio i vostri papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete pavidi, incerti, disperati (benissimo!) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati: prerogative piccolo-borghesi, cari. I giovani, che inscenarono la protesta davanti all’Università di Architettura a Valle Giulia, sono etichettati con termini che rientrano nel campo semantico di fascisti, mentre i poliziotti, presi a sassate, non erano altro che “figli di poveri”. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti. Perchè i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. Negli anni i giovani sono sempre scesi in piazza, a volte per motivi discutibili e a volte meno, in alcune circostanze per i loro diritti, in altre semplicemente per ricordare chi avesse realmente il potere a coloro che avevano rimosso questo problema. Se provassimo ad attualizzare questo assunto potremmo parlare di come i motivi di rivolta giovanile sono cambiati nel corso degli anni. Ad oggi, le proteste più ricorrenti sono contro le riforme politiche da condannare, che calpestano anni di lotte per il diritto allo studio: le proteste sono anche volte ad attaccare il governo corrotto, che lascia ancora spazio ad associazioni malavitose. I temi del malcontento sono sempre prossimi alle esigenze del cittadino, che si sente chiamato in causa per difendere i propri diritti, ancora illuso di poter cambiare le cose: ricordate Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Per eliminare questo clima di negatività che si oppone al cambiamento, concludiamo citando una frase di Gaber. “La rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente...” Ilaria Dichiarante Mariapia Sicondolfi LA VOCE DEGLI STUDENTI I GIOVANI I giovani sono da sempre considerati il futuro della società, ma ci sono differenze tra i giovani di ieri e quelli di oggi. I tempi sono senza dubbio cambiati e con il tempo si sono evolute anche le menti e la visione del mondo. Uno dei mutamenti principali è certamente l’introduzione della tecnologia nella vita di ognuno di noi. Nel secolo precedente i ragazzi cercavano il confronto personale mentre oggi preferiscono relazionarsi attraverso lo schermo del computer o del proprio telefono. Prima ci si divertiva con gli amici, mentre oggi ci riduciamo ad andare in discoteca e ad ubriacarci, storpiando il vero significato della parola “divertimento”. Molti altri si avvicinano alla droga pensando che sia l’unico modo per affrontare la vita e le sue difficoltà. Certamente con il tempo anche la tipologia dei problemi è cambiata, conseguentemente le reazioni ad essi. Oggi molto spesso si entra anche nel circolo vizioso del gioco e si diventa “ludopatici” oppure si pensa più a cosa indossare la sera che alla propria cultura, si pensa più all’apparire che all’essere, perdendo quindi il vero valore della vita. Giuseppe D’Avanzo Gennaro Perna Ciro Scognamiglio Luca Serafini Donato Vitale LA VOCE DEGLI STUDENTI Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano OMOLOGAZIONE SCOLASTICA Com’ è la scuola? Anzi, come dovrebbe essere? Ad oggi noi alunni non sappiamo il vero significato del termine “scuola”, poichè questa presenta molteplici falle, partendo dal problema principale: il rapporto docenti-alunni, nel quale molto spesso nascono disguidi, incomprensioni, causati da vari motivi. Il motivo principale è il voto: per i docenti noi alunni siamo solo una sufficienza o un’insufficienza. Essi non si rendono conto che il più delle volte questi voti minano la nostra autostima. Siamo consapevoli che il ruolo istituzionale dei docenti è quello di promuovere la cultura, ma l’attenzione è concentrata soprattutto sul rendimento, poichè i professori si fossilizzano solo su quest’ultimo aspetto. Molte ALLE ORE 7 DI MATTINA SONO UN PO’ CONFUSO Tanti sono i giornalini che vengono pubblicati nelle scuole. “La voce degli studenti”, al momento, è solo un work in progress. Speriamo che divenga una realtà duratura e che qualcuna delle cose dette dagli studenti passi nella prassi. Stamattina che sto scrivendo di getto alle ore 7:00 sono un po’ confuso. Sono coinvolto da quell’esperimento di didattica alternativa che si chiama co-gestione, che a diversi di noi docenti non piace, ma io per rispetto della “convivialità delle differenze” sto in mezzo ai giovani come altri miei colleghi. E se per un attimo diventassimo tutti studenti a nostra volta e avessimo qualcosa o molto da imparare dagli allievi divenuti docenti? Certo la formula della co-gestione va migliorata, ma ognuno dei tanti insegnanti (che bella parola!) del Liceo E.Medi dovrebbe collaborare e allora forse l’esperimento diverrebbe qualcosa di più. Dagli studenti credo si impari sempre, in qualunque momento, dunque anche nella co-gestione. L’ha detto Eraldo Affinati a scuola nella presentazione del suo libro L’Elogio del ripetente. Tutti, come in L’ attimo fuggente, docenti e alunni, alla fine dell’incontro ci siamo alzati ad applaudirlo; non siamo saliti sui banchi come nel film perchè non c’erano. Ma sicuramente abbiamo da imparare anche, anzi soprattutto, dai “ripetenti”; perchè non siamo riusciti ad appassionarli, a salvarli comunque interessandoli alla cultura? Ciò al di là della bocciatura che, come è organizzato il sistema scolastico, a mio avviso, non conta quasi nulla ai fini del recupero vero dell’allievo e cer- Pagina 3 volte non notano i miglioramenti, nè tantomeno lo sforzo impiegato, anzi, lo ignorano ponendolo in secondo piano. Inoltre bisognerebbe abbattere il muro che c’ è tra banchi e cattedra, instaurando un clima di serenità volto al reciproco scambio: occorrerebbe fissare come primo obiettivo la crescita personale e scolastica dell’alunno. Il docente dovrebbe essere il punto di riferimento di ogni studente, ma soprattutto un educatore, che dovrebbe aprirci la strada per formarci come cittadini e che dovrebbe distaccarsi dal convenzionale metodo d’insegnamento e dalla burocrazia. Carla Belloisi Ornella Biancardi Valeria Concetta Rea Teresa Santorelli tifica innanzitutto il fallimento della didattica. “Non volevano studiare, non volevano fare niente...” Solita solfa di noi docenti. Un vero insegnante, spinto, sollecitato proprio da chi non studia, dovrebbe avere la capacità di essere un “santo laico” o “religioso” (per chi insegna religione), senza fanatismi ovviamente: un missionario della cultura che, come ci dice ancora Eraldo nell’Elogio, va di pomeriggio, fuori dall’orario scolastico, a “recuperare” le “pecorelle smarrite”, sul loro luogo di “lavoro” o nell’ambiente comunque dove vivono, per parlare, discutere, far sentire la sua voce anche quando la campanella ha suonato la fatidica ora di “le nostre strade si dividono”. Quelle strade non dovrebbero dividersi mai. Ora se non sappiamo fare Eraldo, che insegna alla “Città dei Pagina 4 Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano ragazzi” di Roma e ha “costruito” una scuola per stranieri in tutta Italia, se non sappiamo come lui trasformare i suoi allievi (italiani, marocchini, afghani, iracheni, siriani ecc.) in protagonisti, personaggi di libri di successo e di ottima fattura, possiamo, anzi dobbiamo, appassionare alla cultura tutti i ragazzi, sfaticati, svogliati, studiosi o meno che siano. È il nostro dovere (o piacere?). Lo facciamo? Io credo, me compreso, che lo facciamo male. Non vedo tutti i ragazzi entusiasti, appassionati all’insegnamento; il suono della campanella è per la maggior parte di loro una liberazione, come da una sorta di carcere. Non sto parlando di quelli che eccellono, ma di tutti i ragazzi di una classe tipo. Ciascuno naturalmente è libero di farsi tutte le illusioni che vuole, ma a me questa sembra la realtà. Soprattutto credo che sic stantibus rebus, esistendo voti, griglie di valutazione, e tante altre “carte” di un immenso meccanismo burocratico-ministeriale, non possiamo neppure tentare di fare meglio. Noi e gli alunni non serviamo più solo la dea della cultura, ma il gogoliano meccanismo dell’impiegato che deve mettere il voto nella magica casella “che mondi possa aprir[e]”. Insomma la proposta de “La voce degli studenti”, che raccolgo dai ragazzi e condivido, è “aboliamo i voti”. Lo dice in questo giornale anche Gerardo Santella, l’ospite che i ragazzi hanno ascoltato diverse volte a scuola in alcuni incontri e nella stessa co-gestione dell’anno scorso. Dai ragazzi allora imparia- mo cos’è oggi il loro mondo e su questa base costruiamo un percorso didattico che li porti a risultati migliori, umanamente e culturalmente. Ma qual è il loro mondo? Certo non è più quello dei decenni addietro, un’altra epoca, che vide la pubblicazione del giornale studentesco, per restare in tema, «La Zanzara», su cui apparve (nel n.3 febbraio 1966) la nota inchiesta intitolata “Che cosa pensano le ragazze di oggi?”, l’inchiesta nella quale alcune studentesse, anonimamente, rispondevano a domande su vari temi, attinenti, fra l’altro, alla sessualità, alla famiglia, agli anticoncezionali, al controllo delle nascite e al divorzio. L’inchiesta riguardava la «posizione della donna nella società italiana» e destò all’epoca tanto scalpore, provocando scandali, denunce e un processo. Il giornalino è passato alla storia e lo si può leggere, nei suoi vari numeri, sul sito del Liceo”Parini” di Milano. “La Voce degli studenti” non può e non vuole passare alla storia. È solo una flebile voce nel mare indistinto della comunicazione contemporanea; essa pronuncia “storte sillabe” e frasi iniziali e parziali, per ora, sull’attività del nostro caro Liceo “Enrico Medi”. Caro anche a me, nonostante esistano ancora i voti, i bocciati e nessuno di noi, me compreso, sia un “santi laico” o “ religioso”. La voce degli studenti va sempre ascoltata perchè merita rispetto, come ci dice il verbo latino “respicere”, di essere vista, osservata così come è. Solo ascoltando molto si può LA VOCE DEGLI STUDENTI partire per il nostro viaggio di insegnanti, con i nostri compagni più piccoli, con un po’ di ungarettiana allegria, tra naufragi e approdi, alla ricerca, certo con un duro lavoro, nostro e loro, di una didattica che sia fatta di intense ore di apprendimento reciproco. Tempo decisivo da cui nessuno dovrebbe mai aver voglia di fuggire. A proposito di giornalini, di insegnamento e dell’Elogio del ripetente. di Carlangelo Mauro (docente Liceo Medi) Una scuola senza voti Ho proposto più volte in sedi istituzionali e nelle scuole in cui ho insegnato l’abolizione del voto. Proposta sempre bocciata. Ma prima di spiegare le motivazioni della mia convinzione, sentite questa. Ho insegnato otto anni Progettazione didattica presso l’Università di Salerno ai laureati di lettere per l’abilitazione all’insegnamento. Nel mio corso dedicavo varie lezioni all’uso didatti- LA VOCE DEGLI STUDENTI Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano co dei media e in particolare al quotidiano in classe. La prova d’esame era strutturata a gruppi di quattro, ognuno dei quali svolgeva e illustrava un progetto di utilizzazione del giornale in classe. Prima di fare l’esame ho ritirato tutti i libretti e messo 30 a tutti, poi ho invitato ogni gruppo a relazionare in dialogo tra loro per venti minuti. Esperimento riuscito: liberati dalla preoccupazione del voto, hanno fatto loro una lezione a me. Perchè tranta e non trenta e lode? Perchè va bene una fetta di torta alla fine del pasto, ma la ciliegina è una inutile aggiunta. Aggiungo ancora che questo non significava regalare 30 prima dell’esame, ma era la naturale conclusione di un proficuo lavoro didattico conseguente a lezioni laboratoriali interattive, improntate al metodo dell’analisi, ricerca, scoperta. Allora come mi sono comportato a scuola dove è obbligatorio dare un voto? Per svuotarne l’importanza ho ridotto la scala numerica da 10 a 4 numeri. Considero infatti il 4 uno schiaffo dato sulla guancia, il 3 un pugno sul voto, il 2 uno sfregio alla dignità della persona e quindi qualsiasi insufficienza l’ho sempre valutata con 5. Poi 6, 7 e 8 (che comprende in sé anche il 9 e il 10, utili solo a sollecitare la vanità personale e familiare). Ed allora NO AL VOTO perchè: una persona non può essere valutata con un numero; un numero può valutare una prestazione tecnica sulla base di un risultato raggiunto, ma questo vale per le macchine fatte di fili, rotelle, bulloni, circuiti elettrici; non per gli uomini che sono fatti anche di sentimenti; un numero valuta il lavoro scolastico, ma molte cose si imparano fuori dalla scuola e talora anche contro la scuola; spesso son quelle che fanno fare un salto nella maturazione della personalità, ma non sono considerate; il voto è segno di una scuola mercantilistica ed economicistica che vuole esseri formati per la produzione, per la quale bastano teste imbottite, non uomini che abbiano la facoltà di pensare, scegliere, giudicare, insomma difficilmente condizionabili e manipolabili. Il voto rappresenta una lacerazione per studenti e insegnanti: per i primi perchè vedono tutto ridotto ad un numeretto, per i secondi perchè la differenza di numeri attribuiti ai vari allievi genera sempre disparità di accettazione, opinioni, giudizi e quindi rompe un rapporto di fiducia e di dialogo faticosamente raggiunto con il lavoro di un anno intero, con risentimenti e strascichi. Il voto è strumento di deresponsabilizzazione di quella parte di insegnanti che continuano a considerarlo l’unica arma che ancora rimane loro per tenere buoni gli alunni; senza il voto si deve avviare una comunicazione dialogica, che è basata non su un piano Pagina 5 gerarchico, ma orizzontale e tesa a costruire un significato comune. Ma, direte, perchè uno che non ha studiato dovrebbe essere promosso come quello che ha studiato? Perchè la promozione, umana e culturale, non è data dai numeri ma dalle conoscenze e competenze acquisite, che non hanno bisogno di essere numerate, ma si esplicano nell’esperienza e nell’attività quotidiana. Ed allora promozione assicurata a tutti, in modo che ognuno si ponga il problema dell’etica della responsabilità e cerchi di realizzare se stesso liberamente senza vincoli e preoccupazioni, considerando l’insegnante un compagno di viaggio con cui fare insieme un percorso di vita. Lascerei solo la scelta individuale di ripetere l’anno agli alunni che in un modificato contesto si rendessero conto di non aver acquisito i saperi utili per affrontare difficoltà superiori. Prof. Gerardo Santella (docente in pensione) Queste riflessioni sulla valutazione sono tratte dall’opuscolo “Navigare a vela”, dello stesso autore, che fa parte del dossier che l’Università di Salerno ha preparato come relazione-sintesi del lavoro svolto presso la Scuola internuniversitaria campana per l’insegnamento secondario 2002. Pagina 6 Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano LA VOCE DEGLI STUDENTI COMUNICATO STAMPA Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano Lezioni magistrali di Letteratura Italiana Contemporanea: Granese, Ferroni, Baldi. Dirette agli studenti delle classi V, in vista dell’Esame di Stato, sono cominciate venerdi 11 dicembre a Cicciano. ore 9:45, presso il centro Nadur. Saranno aperte al pubblico. Presso il Centro Nadur di Cicciano ha avuto inizio il ciclo, a cadenza annuale, di “Lezioni di Letteratura Italiana Contemporanea”, organizzato dal Liceo Scientifico-Linguistico-Artistico “E.Medi”, di Cicciano, curato dal Dirigente Scolastico prof. Pasquale Amato e dai docenti Carlangelo Mauro e Rosanna Napolitano. Il Liceo “E.Medi” da anni propone incontri e confronti degli studenti con autori contemporanei viventi, ultimo lo scrittore romano Eraldo Affinati, presente in diverse antologie scolastiche. Le attività didattiche mirate, in un percorso diverso ma parallelo, alla riflessione critica su autori canonici e ormai classici della contemporaneità, riservate alle classi V, ma aperte anche al pubblico esterno, hanno avuto inizio con la lezione di Alberto Granese (Univ. Salerno) sul tema “Natura e cultura: i riflessi fisici, etici e psichici della guerra nella narrativa di Alberto Moravia”. Durante la lezione saranno richiamate a video alcune immagini tratte dal film “La ciociara”, di V. De Sica, tratto dall’omonimo romanzo di Moravia. La ricca produzione scientifica di Granese, già professore ordinario di Letteratura italiana, è documentata dalla “Bigliografia” inserita nell’opera in due tomi in suo onore, “Non di tesori eredità” (Guida 2015), dove sono raccolti i contributi che vari studiosi gli hanno generosamente offerto. Tra i suoi numerosi volumi si segnalano i più recenti “Ugo Foscolo. Tra le folgori e la notte”; “I campanili di Martinville. Debenedetti tra progetto e destino”; “Menzogne simili al vero. Epifanie del Moderno: il mito, il sacro, il tragico”; “Con pura passione. Dall’«itale glorie» di Foscolo all’«umile Italia» di Pasolini”. Già fissate le date di altre due lezioni: il 17 febbraio, anniversario della morte di Giordano Bruno, relazionerà, sull’ ‘eretico’ Pasolini, il prof. Giulio Ferroni, dell’Univ. “La Sapienza”, autore della “Storia della letteratura italiana” (Einaudi Scuola, 1991), poi divenuta, con alcuni collaboratori, l’antologia “Storia e testi della letteratura italiana” (ivi, 2002, con aggiornamenti successivi). Il 10 marzo, Guido Baldi (Univ. di Torino), autore, con altri, di “Dalla storia al testo, dal testo alla storia”, uscita nel 1993 per Paravia, poi rinnovata in varie edizioni, concluderà la prima tranche di incontri con una lezione su Pavese. Le “Lezioni di Letteratura Italiana Contemporanea” continueranno con altri professori universitari che, tra i loro ampi studi, hanno pubblicato manuali e antologie per l’insegnamento dell’italiano nella scuola secondaria. Sono stati infatti invitati, ma non hanno ancora confermato la loro presenza, Remo Cesarani (Univ. di Pisa, poi Genova e Bologna), autore, con Lidia De Federicis, del “Materiale e l’immaginario”, la cui pubblicazione cominciò nel 1979 presso Loescher; Alberto Asor Rosa (“La Sapienza” di Roma), autore della “Storia europea della letteratura italiana”(Le Monnier Scuola, 2008) e della “Letteratura Italiana. Testi, autori, contesti” (Le Monnier Scuola, 2012) LA VOCE DEGLI STUDENTI Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano “Cronaca” della Co-gestione Noi alunni del corso di giornalismo abbiamo intervistato i coordinatori e i partecipanti dei vari corsi, ponendo loro alcune domande. Corso: Musica Alla domanda su quali fossero le loro impressioni, Paola Colucci ed un altro studente ci hanno riferito che il corso di musica è stato ben organizzato, con coordinatori competenti e ben preparati e ottime attrezzature. Appena arrivati nel corso, i coordinatori hanno chiesto ai partecipanti se avessero già esperienze col canto o con gli strumenti musicali. All’interno del corso si provavano canzoni nuove ogni giorno in vista della giornata della creatività, dove alcuni di loro si sono esibiti con una performance musicale. «Cosa ne pensate della co-gestione?» «Utile perchè aiuta gli studenti ad approfondire temi differenti e potrebbe, eventualmente, far crescere una qualsiasi passione.» Cord. Dario Luciano Corso: Mitologia e Archeologia «Di cosa parlate all’interno del corso?» «All’interno del corso di Archeologia e Mitologia sono presenti molti alunni che si interessano non solo della storia, ma in particolare dei miti. In questi giorni si è discusso di tre diversi tipi di mitologia: greca, romana e nordica.» « Cosa vi ha spinto a scegliere questo corso?» « La scelta di partecipare a questo corso è dovuta dal fatto che, noi studenti, vogliamo sviluppare una forma di didattica alternativa, distaccandoci dalla normale lezione quotidiana. Pensiamo che la cogestione sia utile proprio perchè ci aiuta ad approfondire temi che, normalmente, in classe non si studiano.» Cord. Nicola Lanzaro Michele Montano Corso: Cultura Orientale «Tra i tanti temi che la cultura orientale può offrire, voi quali di questi approfondite?» «I coordinatori hanno spiegato la differenza che c’ è tra i Manga e gli Anime, chiarendo che c’ è una grande differenza tra essi, per quanto si possa pensare che siano simili. Il corso è stato poi diviso in visione degli Anime e in pratica delle Arti Marziali, pratica integrante della cultura orientale. Inoltre per l’ultimo giorno è previsto lo studio dell’alfabeto cinese e di quello giapponese.» «Cosa pensate della co-gestione?» «La cogestione è un’ occasione per allontanarsi dalla monotona lezione, praticare nuove attività e confrontarsi con gli altri.» Cord. Simone Guerrieri Pagina 7 Pagina 8 Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano Corso: Moda «Galluccio Fortuna, come mai hai scelto di dirigere questo corso?» «Negli altri anni il corso di moda è sempre stato sottovalutato e messo all’angolo, definito come una perdita di tempo, come qualcosa che non avrebbe avuto un seguito e che si sarebbe concluso con una semplice sfilata. Quest’anno ho voluto dare un’ accezione diversa e più significativa. Inoltre abbiamo avuto anche la collaborazione di una docente ex impiegata di Fracomina, che ci ha messo in contatto con una sua ex collega, la quale ha accettato di venire in qualità di esperta.» «Avete organizzato qualcosa per la giornata della creatività?» «La sfilata di quest’anno sarà completamente diversa da quella alle quali siamo stati abituati. Ho preso personalmente impegno con me stessa e con la scuola di portare questa iniziativa ad un grado più elevato, conferendole un valore sociale e umano. Ogni ragazza, infatti, sfilerà indossando i costumi tradizionali delle diverse nazioni, in modo da rappresentare i diritti della donna nei singoli stati e da sottolineare le differenze tra oriente e occidente. Abbiamo cercato di eliminare, quindi, l’alone di mercificazione che solitamente è accorpato a manifestazioni come le sfilate, nelle quali le donne sono poco più di manichini, attribuendo a queste ultime il giusto merito e la giusta attenzione.» Cord. Fortuna Galluccio Alessandra Meo Giusy Mungiello Corso: Educazione alla Salute «Questo corso è considerato uno tra i più interessanti, poichè l’educazione alla salute è fondamentale per la nostra persona. Grazie a questo corso possiamo correggere le nostre cattive abitudini alimentari, distaccandoci dal solito mangiare solo carne e pesce, aprendoci anche alle abitudini vegetariane. Durante questi giorni abbiamo visto molti vi- LA VOCE DEGLI STUDENTI LA VOCE DEGLI STUDENTI Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano deo che trattavano la produzione del cibo che ingeriamo, e soprattutto come viene prodotto e come vengono trattati gli animali prima di essere uccisi, e come questi prodotti possano nuocere al nostro organismo.» «Cosa ne pensi della co-gestione?» «Quest’anno è stata organizzata meglio rispetto agli anni passati, poichè sono stati introdotti nuovi corsi molto istruttivi. I coordinatori sono molto disponibili e preparati.» Cord. Francesco Balzano Rebecca Orlanducci Corso: Attualità «Cosa avete trattato durante questo corso?» «Il corso è uno tra i più attivi, perchè tratta argomenti tanto difficili quanto attuali, come il terrorismo politico. Si parla, inoltre, della droga e della criminalità organizzata, dei pro e dei contro alla legalizzazione delle droghe leggere a scopo farmaceutico, dell’omosessualità e della teoria Gender, delle adozioni e della globalizzazione.» Cord. Felice Montanaro Corso: Hip Hop «Il corso di Hip Hop sta emergendo nell’ambito della cogestione, grazie al coordinatore, desideroso di far conoscere la cultura hip hop, ancora oggi sottovalutata e poco conosciuta.» «State organizzando qualcosa per la giornata della creatività?» «In vista della giornata della creatività, Big Effe, nome d’arte di Fabio Sgambato, coordinatore del corso, si esibirà con una performance musicale con la collaborazione di rapper emergenti: Mike Brian, Il Gringo, Kumba e Ugo Crepa. Questi ultimi hanno spiegato l’origine dell’Hip Hop, dando dimostrazione di freestyle, parte fondamentale di questa cultura.» «Tra tutte le canzoni che hai composto, quale frase ha più significato per te?» «Tra tutte quelle che ho composto ricordo in particolar modo questa: “Nu pens positiv si tutt chest è trash, nun esist o’ positiv si s pens sul o’ cash.”» Cord. Fabio Sgambato Pagina 9 Pagina 10 Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano Corso: Danza «Perchè avete scelto di coordinare questo corso?» «Perchè la danza è la nostra passione, e sin da piccole sognavamo di avere un corso tutto nostro per poterla trasmettere.» «Vi piace il corso che state seguendo? Cosa state imparando?» «Si, ci piace molto e siamo molto soddisfatti. Le coordinatrici ci stanno preparando per la giornata della creatività con varie coreografie da loro organizzate.» Cord. Anna Ferrara Anna Mugnano Corso: Cinematografia «Perchè hai scelto di dirigere questo corso?» «Perchè sono sempre stata molto affascinata dal mondo del cinema. Volevo trasmettere ai ragazzi il vero significato del termine “cinematografia”, e volevo insegnare che dietro ogni film c’ è un messaggio che va colto.» «Sei soddisfatta di questo corso? Cosa hai imparato?» «Sono molto soddisfatta. Abbiamo visto film davvero bellissimi e c’ è una frase di “Old Boy” che mi è rimasta impressa: “Ridi e il mondo riderà con te, piangi e piangerai da solo”.» Cord. Valeria Amato Pasquale Cavezza Federica Centrella Fabiana Natale Corso: Invito al dibattito «Dichiarante Antonio, perchè hai scelto di gestire questo corso?» «Sono sempre stato un ragazzo che ama discorrere.» «Vi piace il corso che state frequentando? Cosa state imparando?» «Si, siamo molto soddisfatti. Questo corso ci ha aiutato ad essere più sicuri delle nostre idee, e ad esporre le nostre opinioni senza il perenne timore del giudizio altrui.» Cord. Antonio Dichiarante Giuseppe Meluccio Michele Sicondolfi LA VOCE DEGLI STUDENTI LA VOCE DEGLI STUDENTI Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano Corso: Fotografia «Perchè avete scelto di coordinare questo corso?» «Ogni volta che prendo la macchina fotografica vengo catapultato in un mondo parallelo, dove riesco ad essere me stesso; ho voluto insegnare agli altri la magia di quest’oggetto.» «Siete soddisfatti di questo corso? Cosa avete imparato?» «È stato un corso molto istruttivo. Ci hanno insegnato che ogni scatto è impresso in noi come oggetto di ricordo, dunque prezioso quanto quest’ultimo.» Cord. Giovanni Papa Corso: Pittura «Perchè hai scelto di gestire questo corso?» «Grazie alla pittura riesco ad esprimere ciò che provo, e tengo a far capire che anche una semplice pennellata può avere valore e far conoscere davvero una persona.» «Vi è piaciuto il corso? Cosa avete imparato?» «Sono davvero molto soddisfatto di questo corso. Ho trovato persone che riescono ad interpretare ciò che sento, e ho imparato a comprendere ogni quadro che abbiamo analizzato.» Cord. Tani Angiero Corso: Educazione Sessuale «Perchè hai deciso di dirigere questo corso?» «Sono informata più o meno quanto gli altri, ma penso sia una tematica importante, dunque ci tenevo a parlarne» «Vi piace il corso che state frequentando? È stato istruttivo per voi?» “Si, è stato molto istruttivo: ci siamo documentati sulle Malattie Sessualmente Trasmissibili, tematica molto attuale.» Cord. Ilaria Biricchini Gianluca Di Pinto Giovanna Matrisciano Pagina 11 LA VOCE DEGLI STUDENTI Liceo Statale “Enrico Medi” - Cicciano Pagina 12 I professori e la Cogestione Durante queste interviste non abbiamo considerato soltanto il parere degli studenti, ma abbiamo anche cercato di capire quale fosse il punto di vista dei professori. “Prof. Grasso cosa ne pensa di questa cogestione?» «Penso che questa cogestione sia utile anche per lo svolgimento di attività extracurriculari ed è organizzata tenendo conto di tutti gli interessi dei ragazzi del Liceo.» «Come potrebbe migliorare nei prossimi anni?» «Per i prossimi anni la cogestione, oltre ai corsi standard, potrebbe dare spazio anche a laboratori di matematica e fisica, ma anche di letteratura e filosofia, dato che non se ne organizzano molti.» Servizio d’Ordine «Avete svolto con serietà il vostro compito?» «Certo! Ammettiamo che non è stato facile farci rispettare, ma ci siamo riusciti. Il primo giorno è stato uno dei più faticosi, anche perché nonostante i rigorosi controlli, la situazione ci era un po’ sfuggita di mano, ma dopo questo episodio siamo stati più seri ed esigenti nei confronti dei ragazzi.» Rappresentati d’Istituto «Natale Rossella sei soddisfatta dell’organizzazione e dello svolgimento dei corsi?» «Ad esser sinceri, non sono pienamente soddisfatta di tutti i corsi; i pochi corsi di cui sono fiera mi hanno soddisfatta per la loro organizzazione e serietà.» Direttore: Ilaria Dichiarante Caporedattore: Mariapia Sicondolfi Redattori: Carla Belloisi, Ornella Biancardi, Giuseppe D’Avanzo, Serena Giallongo, Gennaro Perna, Valeria Rea, Sofia Sanseverino, Teresa Santorelli, Ciro Scognamiglio, Luca Serafini, Donato Vitale Ospiti: Carlangelo Mauro, Gerardo Santella Grafici: Sara Gatto, Mariapia Sicondolfi Fotografi: Alessandra Calò, Vincenzo De Stefano