Posizione del sesso Kamasutra

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Posizione del sesso Kamasutra
Paolo Proietti
हठयोग Haṭhayoga
“Lo yoga della Potenza”
“Riflessioni all’ombra del bambù”
Incontri condotti da Paolo Proietti
Organizzazione: Malcolm Bilotta
CRONACHE DAL CENOBIO
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Quelli che seguono sono i resoconti
di una serie di discussioni e dialoghi
avvenuti in tempi e luoghi diversi,
negli ultimi cinque anni.
Pensando che possano essere utili ,
visti gli argomenti trattati,
li si ripropone su questo forum.
Si sono mutati alcuni nomi ed alcune "circostanze"
per motivi legati al rispetto della privacy.
un sorriso,
Ryu no Kokyu
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CAPITOLO 1
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I,1 - Scuola/Tradizione/Sapere
Postulante:
.. avevo un paio di dubbi in mente...
Ho letto che il jnana yoga raggiunge il samandhi tramite la conoscenza dei processi intellettivi
della mente, ma questo non dovrebbe essere uguale per tutti?
Ho anche letto che soltanto gli stili tantrici di yoga risvegliano veramente la kundalini....
perchè il mantra è pericoloso... l'ho letto da qualche parte....
poi ci sono i chakra
muladhara ......
swathistana gestisce il rapporto con il piacere
manipura gestisce il rapporto con gli altri, l'affetto ed è anche il serbatoio del prana
anahata gestisce il collegamento con i chakra superiori, se funziona bene si inizia ad amare gli
altri ....
vishuddi gestisce il potere della comunicazione, il carisma
anja gestisce la fantasia, l'inteligenza e l'intelletto
poi c'è sahansara che non ho la + pallida idea di che diavolo faccia ...
e poi....
Autista:
Che mal di testa!
Senti. Smettila di leggere.
Chiama karma yoga tutto quello che fai col corpo e fallo in maniera tale che diventi un fare
perfetto.
(Tutte le operazioni che farai per giungere a questa perfezione sono il karma yoga).
Chiama bhakti yoga tutto quello che fai con i sentimenti e le emozioni e fallo dedicandole ad un
Ideale puro.
(Tutte le operazioni che farai per giungere a questa dedizione sono il bhakti yoga).
Chiama jnana yoga tutto quello che fai con i pensieri e fallo distaccato con discriminazione.
(Tutte le operazioni che farai per in questa discriminazione è lo jnana yoga).
Mentre sarai nel "fare" verificherai se quello che leggi risponde o no. S
e troverai che non risponde chiederai.
Nel fare ti accorgerai che ci sarà una predisposizione (karma) che sembrerà indirizzarti verso uno
di questi yoga/marga. A quel punto ti porrai il problema eventualmente di cercarti un istruttore.
Le domande che poni hanno suoni diversi caso per caso, ma non solo, nel caso della stessa persona
hanno diverse risposte in funzione se la singola posizione coscenziale viene vissuta in una maniera
o altra.
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Applicare qualcosa solo perché lo si è letto... non ha molto senso... (a meno che non si sia nei
compiti di verificare la risonanza di una disciplina o di un ramo o di una scuola, o si ha voglia di
giocare).
Ma buttarsi giù dalla parete del km lanciato per giocare, lo fa solo chi sa veramente "giocare" con
gli sci. Non chi
ha letto un libro sullo sci.
Kundalini, chakra et similaria lasciale per quando e se riscontrerai delle problematiche che
necessitino una correzione/ausilio di quello che puo' essere un processo naturale; e in quel caso
fatti consigliare dal tuo istruttore.
Prendi seriamente queste parole.
Non si sta scherzando.
Hai fatto delle domande e si è offerta un'istruzione; anche se la risposta non è quella che ti
aspettavi (cosa te ne saresti fatto di una risposta che avrebbe portato solo altre inutili domande le
cui risposte avrebbero portato altre domande, etc. etc.)
Vuoi un'altra risposta? Ok. Chiedi il nome di alcuni Brahmana.
Poi verifica chi fra questi sia logisticamente piu' vicino alla tua residenza e poi implora, bada bene,
"implora" di accettare di essere il tuo riferimento, accettandone però ogni istruzione.
Anche se si rifiuteranno obbedisci ad ogni ordine che ti verrà impartito. Se non sei in grado di
obberire o...
...Se delle due risposte, nessuna risuona. Ti si consiglia di cercare un centro yoga nella tua città. Là
troverai chi oltre ad aver letto qualche libro, forse pratica "gli" yoga sui quali poni certe questioni.
Pagando ti verranno ripetute delle risposte.
Uh... in questo caso, cerca di scoprire se le risposte che ti vengono porte sono tali solo perché
hanno letto piu' libri di te o li ricordano meglio. Se hai un buon karma, avranno realmente
affrontato, esperito e risolto quel particolare aspetto.
Shanti
Teatrante
Che toni, Autista, ....scusami ....ma sembri il Teatrante!
Autista:
Ma sono Il Teatrante!
Sembrava che se ne fossero accorti tutti.
Infatti pochi hanno osato entrare nel monologo che facevo tra me e me a due voci.
Mi serviva uno specchio per vedermi meglio e dirmi meglio alcune cose che già sapevo.
Anche adesso che ho fatto finta di accorgermene, fa parte del gioco.
Ovunque possa essere, sarò là, senza altri da ciò che sono... ergo sono sempre e solo il Teatrante o
quale nome vogliate chiamare..
Teatrante:
Ah! è per questo che quando gioco a scacchi con l'autista non vinco mai...
sa sempre le mosse che ho in mente...
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E se fosse questo il segreto della spada?
Autista
Qualcuno parlava del crocifisso.
Qualcuno parlava dei mandala
Qualcuno parlava dei mantra
Qualcuno parlava dei riti
Qualcuno parlava dello yoga
Qualcuno parlava della tradizione
Tenendo ad esempio presente che il vero insegnamento è testimonianza della conoscenza del
Reale...
...abbiamo poi, anche la testimonianza di una percezione. La testimonianza dell'inferenza. La
testimonianza della credenza/sovrapposizione.
La potenza della parola veniva trasmessa oralmente, talvolta il discepolo/i non era in grado di
comprendere/realizzare/vivere la testimonianza come continuo presente, allora necessitava la
trasmissione di un parola che potesse essere realizzata successivamente, la testimonianza diveniva
istruzione.
(Se testimonio la tua natura, la tua percezione, non hai bisogno di apprensione, se non allo
svelamento di ciò che sei/sai).
L'istruzione necessitava di ausili per essere ricordata. Ciò che ricorda è la mente, essa opera
meglio per immagini, per figuranti.
Figuranti che rappresentavano anche l'inrappresentabile.
Qualcuno parlava del crocifisso.
Qualcuno parlava dei mandala
Qualcuno parlava dei mantra
Qualcuno parlava dei riti
Qualcuno parlava del crocifisso.
Qualcuno parlava dei mandala
Qualcuno parlava dei mantra
Qualcuno parlava dei riti
Qualcuno parlava della tradizione
Qualcuno parlava dello yoga
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Chi ci parla del teatro della memoria?
Tu, teatrante?
O tu, giovane fuoco figurante?
Shanti
Teatrante
......la strada è molto grande è piena di gente .
tutti intorno ad una casa bassa sono tanti io sono leggero.
escono in quattro jinpa non c'è c'è puntsok.....
non mi guarda,piango lo chiamo non mi sente.
mi guarda ride mi dice il nome.
vedo la strada dall'alto è piena di gente .
il mio nome..devo ricordarmi il mio nome..
sono su una scala sto per schiacciarla.
mi fermo.
E' una tartaruga bianca ha una croce d'oro sul guscio .
la seguo.
c'è un prato quadrato.
è verde.
davanti una donna vestita di bianco.
a destra e a sinistra due uomini.
blu e rosso ma non so quale.
dietro c'è il giallo ma non lovedo se che c'è.
la tartaruga è davanti.
prima però c'è il fuoco.
C'è Tara al centro...
siamo abbracciati.
poi entrano i cervi.
dopo i cervi le maschere con i cappeli neri.
non ho paura.
dopo il fuoco.
sono quattro torce.
le metto ai lati.
jinpa si leva il cappello giallo.
i fuochi sono quattro.
sto al centro.
mi sembra che mi guardino tutti.
non so che fare.
poi mi metto su una gamba.
mi viene spontaneo.
sto su una gamba.
sto fermo.
fermo.
e parlo con le mani.
muovo le mani.
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...
basta...sto cominciando a pensare.....
Autista:
Il teatro è uno.
Ed in fondo il continuo divenire è un teatro della memoria per trascendere sé stesso.
Ma dei figuranti sul proscenio, alcuni muovono a integrare il fondo, altri a rappresentare
l'immagine.
Alcuni, teatrante, hanno il compito di sollecitare non l'occhio, non l'orecchio, non la mente
dell'astante.
Ad alcuni è dato un compito più arduo.
Ad alcuni tocca di sollecitare la coscenza degli astanti, ma non di tutti.
E' per questo che allora loro stessi sono il linguaggio che può essere letto solo da quelle coscenze
che sono pronte, è quando non è l'occhio, non è l'orecchio, non è la mente ad essere sollecitata.
teatrante:
ma mi sento un pochino spellato , autista.
Sono confuso.
nel ricordare ho quella sensazione sulla fronte che conosco e un po' mi turba.
mi sento sciocco, ma in realtà mi fido di te.
Autista:
Vorrei fare una premessa, a maggior ragione necessaria in un consesso pubblico.
....... Questo è un dialogo fra questo ente e un altro ente. Se anche altri vogliano partecipare, essi
sono liberi, ma senza la presunzione che le riposte date all'uno siano applicabili anche ad altri.
Quanto si espone è una testimonianza/esperienza ma viene esposta secondo l'interlocutore, non
essendoci una testimonianza assoluta.
Quanto dice l'autista al teatrante, è pertinente al teatrante non a tutti coloro che lascolteranno
queste parole, né a coloro che crederanno di essere, un domani, come il teatrante.
Detto questo, si rinnova sempre lo stesso invito su un dialogo in privato,
ma si prosegue cercando di usare un linguaggio quanto possibile adatto ad un consesso pubblico.
E' normale, teatrante anche questa confusione. Non te ne curare.
Non ci perdere tempo.
Sono rimembranze, se servirà capirle/ordinarle avverrà a prescindere e alla necessità.
Chiamiamo ciò che tu chiami mente razionale mente empirica (manas) e incominciamo a vedere se
invece di essere razionale, essa sia raziocinante.
E se quanto chiamiamo vigilanza non sia stata altro che timore.
La vigilanza è propria della buddhi, del testimone, della meditazione camminata, del vuoto...
E' normale che tu ti senta spellato.
é normale la sensazione sulla fronte.... sono elementi che verranno integrati/compresi col tempo,
una volta che la mente empirica verrà ripristinata definitivamente come strumento e il tempo
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tornerà ad essere una coordinata fenomenica.
Se si celiasse, ti si darebbe del pazzo. In realtà non ti stai fidando di "me", ti stai semplicemente
affidando ad un autista che lavora per una determinata azienda che assume gente seria. E dato che
questa azienda ha appalti con nomi seri, giustamente anche se non conosci i nomi di queste
aziende, avverti questa serietà.
L'importante è che tu ti parli, che tu ti dica quello che ti stai dicendo. E' un po' inconsueto che ciò
avvenga in un luogo pubblico. Quanto ti avviene è codificato in altre esperienze, quindi non ti
preoccupare. Solo lascia fuori la mente da questa storia, lavora col cuore........
Teatrante:
"L'occhio la scorge, ma la mano non può afferrare
la luna nel fiume.
questo è il segreto della spada."
la scuola suprema è Hijutsu.
la tradizione suprema è Hiden.
il sapere supremo è Okugi.
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I,2 - Volontà
"L'occhio la scorge, ma la mano non può afferrare
la luna nel fiume.
questo è il segreto della spada."
la scuola suprema è Hijutsu.
la tradizione suprema è Hiden.
il sapere supremo è Okugi.
Fiducia....
viaggio nella memoria...?
Volere in realtà, a volte, è imparare a lasciar fluire.
il volli sempre volli fortissimamente volli ,
si trasforma in contrazione.
il vero danzatore, il vero yogi,il vero acrobata lasciano il movimento fluire come un fiore che
sboccia.
il maestro d'arme sa che la spada è come il collo di una rondine, se la stringi troppo,con la volontà,
la uccidi.
se la lasci troppo,la tieni in mano senza ascoltarla, vola via.
in un combattimento uccidere la spada o farla volare via equivale alla morte.
per osare è necessario trovare qualcuno di cui ci si fida.
per volere bisogna capire che "io" non può volere niente.
per Tacere occorre prima Sapere.
se il sapere è la tradizione autentica, Autista, allora solo nella tradizione autentica si potrà
apprendere a Volere, osare,tacere....
E' così?
Autista:
Sì, certo.
No, certo.
Shankara dice che occorre nascita umana, l'istanza realizzativa e il Maestro.
Ramana affermava che la nascita umana potrebbe anche non servire.
Chaitanya immagino dicesse che l'istanza realizzativa potrebbe anche non servire
Teatrante
ma molti parlano di Volere,osare, tacere senza sapere.
e a volte se non si riesce a vederne il lato grottesco, sono così,oscuri,carismatici affascinanti....
Autista:
Spesso dipende dal fatto che sono discorsi pubblici. Supponi che ti descriva passo passo il
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significato di quello che ti è accaduto, a parte il fatto che potrebbe essere inutile, pensa al danno
che farebbero queste parole a coloro che senza avere la tua esperienza concettualizzerebbero che
esistono certe esperienze e che significano questo e quest'altro.
E' capitato di leggere astruse interpretazioni/raccomandazioni su tecniche di kundalini, basate su
fantasie, letture, interpretazioni di semplici rappresentazioni nel teatro della memoria.
Alcuni si mettono pure ad insegnare tantra nel senso di pratiche sessuali. A costoro si direbbe che
prima di poterlo fare, forse lo si dovrebbe padroneggiare. E ci sono dei metri ben precisi per
sapere se lo si padroneggia e non certo quelli scritti sui libri. Solo chi nell'unione riconduce il due
all'uno e poi dall'uno torna al due, invertendo il sole con la luna, può se ritiene insegnare tantra.
Ma se veramente fosse in grado di accedere a questo (non dico nella comprensione, che è
evidentissima a chi lo sa fare e lo ha fatto, ma anche a chi ha accesso alla buddhi, ma
nell'esecuzione), non insegnerebbe tantra, ma un pò di ginnastica.
La cosa folle è il credere che si possa accedere alla conoscenza attraverso la semplice lettura,
senza anni di pratica qualificata.
Il volere, il fortissimamente volli o istanza realizzativa, teatrante la conosci, forse in parte perché
avevi dei carichi pendenti da raccordare, ma la vedi, l'hai vissuta, ti muove, ti uccide.
Teatrante:
mi hanno chiamato ieri.
una ragazza, giovane e dolce.
ha sentito che parlavamo di tradizione sacra.
era entusiasta e mi ha detto che un suo amico, anziano e, ad occhio, oscuro è stato a shambala
fisicamente e può insegnarle
ad arrivarci.........
Autista:
C'è un bel racconto di un devoto di Ramana Maharshi.
In un punto narra proprio di un tipo simile... un personaggio simpatico (Spalding) che credeva
veramente alle castronerie che diceva.
Se questa ragazza nonostante ti abbia contattato necessita di fare esperienza di questo tizio, la farà.
In ogni caso, cara ragazza, verifica le credenziali di questo signore facendoti dire quali sono gli
accessi principali e le strade principali. Fatti dare il nome dei palazzi e dei loro principi,
ovviamente fatti dire quanti sono.
Dopo di che, dato il numero che ti dirà, a questo togli una unità e chiedigli il nome del portiere di
quel palazzo. Ah, ovviamente, fatti dire anche i nomi di chi lo ha invitato, di chi gli ha aperto le
porte e di chi lo ha guidato.
Fatto tutto questo, cara ragazza, vai nella chiesa più vicina e accendi un cero alla divina
Provvidenza.
Teatrante:
Tu dici che Il volere, il fortissimamente volli o istanza realizzativa la vedi, l'hai vissuta, ti muove, ti
uccide.
perchè essi potessero apprendere la saggezza di buddha,
io stesso insegnai questi metodi.
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Ancora, io non dissi mai loro "Voi diventerete buddha".
perchè?
perchè , Autista?
forse so cosa mi risponderai, se mi risponderai,
ma perchè?
perchè alcuni ascoltando il rombo della cascata sentono il silenzio e molti sentono solo il fragore?
intanto vomito letteratura.
strana sensazione.
ille parole escono, non le immagini, e in fondo c'è sempre un senso che ignoro all'inizio, ma che
alla fine è lì preciso preciso, chiaro , cristallino.
dormo poco, vomito letteratura tutta la notte e la mattina sono riposato come un bambino sano....
e improvvisamente qualcuno mi chiede : ma ti ho visto fare arti marziali ...dimmi una cosa....
comincio a dire due o tre banalità e poi ... mi perdo. parlo di Maya, di visnù di percezioni della vita
precedente come di illusioni al quadrato e le parole scorrono.
vomito letteratura.
avvolte accade che tra gli astanti si crei un silenzio di tomba.
mi ascoltano....
voglio smettere e invece vomito parole....
e la cosa strana è che gli altri mi ascoltano con interesse, grande interesse.
come se dicessi chissà che.
in qualche modo mi si è stappata la memoria.
vomito letteratura .
E' come se per me la metafisica fosse letteratura viva.
Autista:
Perché cos'altro pensavi che fosse?
Quando si dice tradizione vivente, è vivente.
nei nostri dialoghi si è semplicemente fatta una cosa, si è parlato di ciò che sono.
Nient'altro.
Se l'esperienza di ciò che sono è metafisica, vuolo dire che sono metafisica.
Non è letteratura. E' teatro praticato.
Tutto quello che sapevi indirettamente lo stai conoscendo direttamente o attraverso la memoria o
attraverso la buddhi.
Tutto quello che conoscevi direttamente adesso si collega mutuamente al resto...
...... lascia scorrere tutto e meravigliati pure.
Un'unica cosa... non ci credere. Mai.
Non sono informazioni da credere, le puoi dire, sono anche vere, ma solo sino a che non ci credi.
Se ci credi divengono memoria, simboli, altro da ciò che sono, divengono conoscenza indiretta,
mediata.
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In ogni caso è un processo normale... lascialo fluire senza interferenze... col tempo si
stabilizzerà.
Ci si ripete. Queste è un dialogo fra un autista e un teatrante.
Non è detto che, se le stesse parole le avesse pronunciate un altro figurante, questo autista avrebbe
risposto nella stessa maniera. questo autista non sta rispondendo a queste parole con queste
parole.
Sta rispondendo a questo teatrante.
Teatrante:
la testimonianza è letteratura?
Autista:
Cosa non è letteratura nella testimonianza?
Usiamo il linguaggio.
E' letteratura.
Solo che si può poi scoprire che la letteratura era un semplie fluire su un piano/livello di ciò che in
realtà non fluisce.
Acc! Troppo complicato. Lasciamo stare.
teatrante:
Mi viene in mente, non so perchè l'ho collegato con il fluire di ciò che è fermo, il concetto della
rinascenza .....ne parlava gurdjieff.
come se uno anzichè incarnarsi in un corpo e in una storia diversa come nella metempsicosi, fosse
sempre lo stesso nello stesso luogo.
una specie di dannazione di sisifo....
Autista:
Zenone affermò e dimostrò che tutto è immobile.
Eraclito affermò che tutto è in divenire.
A seconda del punto di vista da cui il Conoscitore si affaccia al mondo, la testimonianza può essere
diversa.
Alcuni aspiranti in alcune tradizioni, ritengono che lo scopo delle loro discipline sia di raggiungere
l'immobilità da cui si assiste al divenire, permanendo nell'immobilità a prescindere del divenire.
Altri ancora si indirizzano ad entrare nell'immobilità lasciando il divenire.
Lo stato di sisifo che descrivi è uno stato di alterazione di coscienza, o togli il termine alterazione e
possiamo dire è uno stato di coscienza, ma anche una metafora. E insieme nessuna delle due.
Le leggi che regolano l'esistenza sono veramente poche e diversa è la loro percezione a seconda
degli stati/livelli di esistenza/coscienza.
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Teatrante:
marpa era il traduttore...non ti pare impegnativo?
che ridere,
mi sono seduto senza pensare a niente e quando mi sono alzato pensavo di avere un kimono
addosso.
hokusai e ikkio.
la setta rinzai.
......
mi pare di avere la sinusite.
passa aria dal kimono.
che ridere!
Autista:
Mi sono ustionato indice e pollice della mano destra.....
Sembra di ricordare due sette una che si affidava alle tecniche e una ai maestri.
Pare che dicano che nella prima si è estinta la tradizione, nella seconda ogni tanto compare
qualche discepolo.
O si indossa il kimono o si va nudi.
Leggevo in un tuo scritto: inversione di acqua e di fuoco.
Immaginando di conoscere l'esperienza, non se ne è mai letto.
Teatrante:
mi spiace.
mi spiace.
mi spiace.
sanpai
mollare la presa ha almeno tre significati diversi nel budo.
la dimora dell'acqua in basso la dimora del fuoco in alto.
ne parla giordano bruno.
mi pare.
la circolazione celeste.
lo dice il taoismo: solo se sarai femmina potrai aspirare ad essere maschio.
"la via del cielo è un arco che si tende.
l'alto è spinto in basso e il basso è spinto in alto.
toglie quel che è in più e aggiunge quel che manca."
"chi conosce la propria forza di maschio e conserva il suo posto di donna è come l'alveo profondo
del mondo,la sua forza non cesserà più"
L'uomo buono è maestro per chi non lo è
e chi non lo è per chi è buono è tenera creta da plasmare.
non dà peso al fatto di essere il loro maestro,dà peso al loro essere creta.
gli allievi sono egoisti.
Nudo è più comodo.
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prima che scrivessi stavo leggendo un passo di musashi:
prendi la spada lunga con scioltezza stringendola con indice e pollice,la mano non deve mai essere
fiacca....
in linea di principio sono contrario alla rigidità sia per quanto attiene alla spada che al modo di
impugnarla.
la rigidità è la morte.
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I,3 - Lao Tze Non Esiste
[b]Teatrante:[/b]
ma il motore immobile e il mediatore plastico non sono la stessa cosa?
nel teatro noh e nel teatro giapponese in genere, il teatrante si blocca per esprimere al pubblico il
Tai del personaggio.
Il carattere.
E' fermo ma il ki viene trasmesso così velocemente attraverso di lui verso gli spettatori che la
sensazione, a chi sa percepire, arriva violenta come una tempesta.
ciò che è fermo nel noh è rappresentazione del movimento altrimenti non percepibile
Autista:
La spada entra nel fodero.
La spada esce dal fodero.
La spada esce dal fodero per essere usata.
La spada esce dal fodero per non essere usata.
La spada esce dal fodero e sarà usata.
La spada esce dal fodero e non sarà usata.
La spada entra nel fodero senza essere stata usata.
La spada...
E' sempre acciaio che scorre nel legno
Teatrante:
L'amante indiana.
prima arrivava sempre all'improvviso.
suonava il campanello ed era lei.
Lo facevamo lì, in piedi, sull'uscio.
Poi,quasi senza salutarmi , si rivestiva, lasciandomi col groppo in gola.
A volte entrava come una ladra,di notte.
mi svegliavo e me la trovavo a fianco.
non riuscivo a fermarla che per poche ore.
una notte al massimo.
senza di lei la noia.
con lei .... a volte, la paura.
le piaceva mascherarsi.
una volta, c'era stato un terremoto, era l'83 forse?
E' arrivata con la valigia.
decisa a fermarsi.
dopo due o tre giorni sono scappato io.
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che pirla!
ma avevo paura...
troppo impegnativo, forse.
pensavo di non vederla più.
invece dopo sei, sette anni una telefonata.
parto:
Hong kong, Singapore,Bangkock,Istanbul....mi fa girare mezzo oriente....mi lascia delle tracce,ma
non si fa trovare.
sento il suo profumo nelle stanze d'albergo, nei musei...ma lei non c'è.
penso che si sia offesa.
avrebbe ragione!
dopo sei anni mi chiama di nuovo.
adesso fa la danzatrice.
balliamo insieme.
sono felice.
poi dopo un paio di mesi....
solo un biglietto: a presto!
all'inizio va tutto bene, sono gonfio d'amore e di sesso.
poi piano piano mi intristisco.
un pomeriggio ,ricordo che faceva un caldo infernale, mi chiama di nuovo.
E' a new York, mi aspetta.
E' un periodo magico...
autunno '98.
mi sembra di essere vivo per la prima volta.
ci lasciamo giurandoci di rivederci presto.....
e invece....
il tempo passa.
..
pensavo fosse in tibet o in giappone.
.... qualche giorno fa è entrata in casa.
non dalla finestra.
aveva le chiavi(non ricordo quando glielo ho date).
senza dire una parola ha svuotato la valigia ed ha riempito gli armadi.
sembra decisa a restare.
due giorni fa mi ha detto che aspettavamo ospiti importanti ...ma non sono venuti.
o forse sono venuti e non ce ne siamo accorti.
o forse sono sempre stati qui.
chissà.
lei sicuramente lo sa (a volte mi sembra che sappia tutto!) ma non ho nessuna voglia di
chiederglielo.
in qualche modo mi è indifferente il sapere o il non sapere.
ieri è uscita prima dell'alba.
mi sono svegliato e sono stato preso dal panico....
e invece sullo specchio, con il rossetto aveva lasciato un messaggio: "UN SORRISO".
dopo qualche ora era di nuovo qui.
adesso è accanto a me.
o almeno credo.
che strano.
ciò che era temporaneo, provvisorio sembra adesso "permanente".
ma ciò che è permanente in realtà è una continua mutazione.
l'impermanenza permanente.
(sto dando i numeri...ma chissene frega...)
leggo con sorpresa ciò che ho scritto ieri.
che buffo! non lo ricordavo.
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mi sembra di leggerlo per la prima volta.
mi aspetto che non duri.
che un giorno o l'altro parta per uno dei suoi viaggi pazzeschi.
ma in fondo, in questo momento, non mi preoccupa.
sono come un bambino che scopre all'improvviso di non aver più paura del buio.
anzi notte e giorno sono così simili....
Chiudere gli occhi in questo periodo non ha alcun significato per me.
che le palpebre siano alzate o abbassate fa lo stesso.
Autista
Qualche teatrante potrebbe esplorare se la vera rinuncia sia rinunciare alla rinuncia.
Nulla da rifiutare, nulla da accettare.
Shanti
teatrante:
non mi chiedo perchè.
anche se avrei voglia di chiederlo.
non si può capire non si può spiegare.
non si può scegliere.
Ma c'è uno che HA SCELTO?
Autista:
Certo. L'essere ha scelto di essere, ma se lo chiamasse non lo chiamerebbe sceglere, lo
chiamerebbe se potesse "essere".
Teatrante:
Scelta è sacrificio.
Autista,
basta la gratitudine?
Autista:
Più voci dicono che in questa era la gratitudine è bastevole.
Ma ardua è la vera gratitudine...
teatrante:
il bambino cresciuto che può fare?
anche confucio si sentiva un nano dopo aver incontrato lao tse.
Autista:
Ma è semplice, essere Lao Tze.
Se l'ha incontrato ha solo che incontrato sé stesso. Se un bimbo è degno di incontrare Lao Tze, è
degno di Lao Tze. Se è degno di Lao Tze, Lao Tze allora non esiste. Quindi il bimbo uccide
l'illusione di Lao Tse e non può non scoprire che Lao Tse era ed sempre stato lui.
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I,4 - Inversione dell'Acqua e del Fuoco
Teatrante
Ho diverse spade.
ne ho una che però mi piace più delle altre.
mi piace non è la parola giusta.
diciamo che la conosco, la so.
è una riproduzione di una spada giapponese.
una katana.
il fodero è legno nero laccato.
la vernice qua e là è scrostata.
una volta durante uno "spettacolo" un colpo non certo abile di un falso avversario (in teatro la
spada si usa per unire, è danza) ne ha staccato la parte finale,una specie di tappo metallico.
Allora l'ho sigillato con un nastrino che mi aveva regalato un amico tibetano (mi sembra).
ci sono dei disegni con i 5 colori dei tibetani(i cinesi usano il nero al posto del blu).
col tempo il nastro si è un pò scolorito, ma svolge ancora la sua funzione, impedisce alla polvere di
entrare nel fodero e di attaccarsi sulla lama.
è una bella lama, di acciaio giapponese.
ho tolto il filo (sarebbe pericoloso, e potrebbero arrestarmi per porto d'armi abusivo) ma si vede
benissimo la sfumatura ondulata della tempra: una specie di onda.
ieri ho ripreso la spada che conosco.
Era molto tempo che non lo facevo.
L'ho presa con la mano sinistra e l'ho osservata per un pò.
Lo facevo sempre.
L'ho messa orizzontale al pavimento e l'ho osservata.
é così essenziale.
Poi lentamente l'ho portata al fianco.
chi non sa usare la spada mette la katana con la curva verso l'esterno, come fosse una sciabola da
ussaro o una scimitarra.
la curva va verso il basso.
Ho afferrato l'elsa con la destra, con indice e pollice e l'ho carezzata con il palmo della mano.
l'ho sfilata lentamente.
L'acciaio della spada giace nel legno.
lo si svela e si porta a contatto con l'aria.
Qualcuno, di cui mi fido molto, ha detto che ,pur sapendolo,non ha mai letto dell'inversione
dell'acqua e del fuoco.
L'inversione dell'acqua e del fuoco inizia svelando l'acciaio.
Il legno è padre del fuoco.
il fuoco genera la terra.
la terra è madre dell'acciaio.
l'acciaio genera l'acqua.
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Autista:
Dimentica il legno. Esso non dura come la spada, anche se ne è parte, non ne è anima. E' un
veicolo che la porta e nel tempo viene sostituito, così l'impugnatura.
In ogni caso il legno è figlio del fuoco che si accoppia con sua figlia la terra.
Fuoco
Terra
Acciaio
acqua
Teatrante:
Il fuoco distrugge il metallo ma lo trasforma in acqua.
il segreto della spada è tutto qui.
Autista:
Attuare l'inversione.
Essere acqua, trovarne l'essenza acciaio, tornare alla madre e da questa al padre. E questo si
dissolve verso l'alto per tornare come acqua.
Il cerchio è perfezione, è punto. Lo percorro in un senso o nell'altro. Se sei il cerchio sei il centro.
Se sei il centro sei il cerchio. Non c'è "una" via, ci sono tutte le vie sul cerchio. La spada serve per
entrare nel cerchio dove non serve più alcuna spada.
Sguaino la spada, non cerco il suo bersaglio, non sono l'artefice del movimento, è la spada che mi
muove, è la spada che è uscita dal fodero. E' nel cerchio che crea che mi trovo, uscire ed entrare
dal fodero. L'inizio e la fine coincidono, nel loro coincidere "giace" l'intero universo lungo il
cerchio creato.
La spada entra nel fodero.
La spada esce dal fodero.
Da quell'unico fodero escono mille spade.
Quell'unica spada entra in mille foderi.
L'uno e il molteplice. Eppure sono una spada e un fodero nel presente. E sono sempre uno in ogni
presente. Nel divenire essi sono mille e mille che si incontrano tutti non a caso. Ma sono sempre la
spada, fatta di un'anima e di un fodero.
La spada che esce non è eguale a quella che entra, ma sono la stessa e unica spada.
La spada che esce per non essere usata non è eguale a quella che esce, ma sono la stessa e unica
spada.
La spada che esce e non sarà usata non è eguale a quella che esce per non essere usata, ma sono la
stessa e unica spada.
22
Teatrante
Sfilo l'acciaio dal legno in cui giace.
il metallo di solito distrugge il legno.
Qui, prima di svelarlo, si riposa nel legno.
la dimora dell'acqua è in basso, la dimora del fuoco è in alto.
il legno è padre del fuoco.
inspiro.
esattamente nel momento in cui inizia la espirazione sguaino la spada.
fsssss.
dal basso il respiro porta la spada in alto.
il legno produce il fuoco.
dall'alto il respiro porta la lama in basso.
il metallo produce l'acqua.
l'acqua non si può arrestare nella sua corsa verso il basso.
verso il mare.
l'acqua distrugge case e ponti, trascina alberi e barche, spegne il fuoco.
la lama ruota in realtà è il gomito.
fa una spirale.
il piede aveva fatto un passo avanti per accompagnare lo scorrere dell'acqua verso il basso, adesso
si ritrae,l'acqua sale, torna fuoco, penetra il legno di nuovo.
torna legno.
adesso la tiro fuori lentamente.
E' molto che non lucido la spada.
preferisco non usare i prodotti che mi hanno consigliato o che ho letto.
uso una goccia d'olio.
un panno morbido.
la lama ricomincia a brillare immediatamente.
la patina del passato era leggera leggera.
osservo di nuovo la lama.
osservo la guardia.
è traforata a forma di uccello.
una delle ali è leggermente scheggiata
(un amico,allievo antico non aveva capito che la spada è dolcezza).
noto solo ora che è un cormorano.
Musashi ha passato gli ultimi due anni della sua vita a disegnare cormorani ed a pregare la dea
Kannon, la dea della misericordia.
Che collegamento c'è tra kannon e il cormorano?
il cormorano è un uccello abituato alle grandi altezze.
poi d'improvviso si lancia verso il mare e nuota come il più provetto dei nuotatori.
si inabissa.
Così in alto e così in basso.
il cielo più alto e l'abisso più profondo non hanno segreti per il cormorano.
kannon è una dea buddista.
23
kannon è avalokitesvara.
om mani padme hum
avalokitesvara è la dea padme, la vagina cosmica che nasce dal loto che esce dall'ombelico di
Visnù.
la spada , il cormorano e la vagina cosmica.
mi rimetto in piedi ed osservo la spada.
la prendo con due mani .
la tengo verticale, il cormorano sta in basso la punta emersa dal legno sta in alto.
Guardo la zona arrotondata, curva perfetta, vicino alla punta.
la vedo verticale ma so che è una curva perfetta.
penso che è l' emblema del maestro autentico: un quadrato senza lati.
penso ad un maestro ma non mi viene in mente nessuno dei miei insegnanti.
penso a qualcuno che non conosco neppure e che è senza esserlo.
che strano.
prima pensavo alla lama verticale come fosse la mia colonna vertebrale, le energie in alto verso il
cranio e oltre e contemporanemente in basso verso il bacino ed oltre.
Adesso non penso proprio.
e la spada sembra più leggera
Autista
Si usava un tempo legare un fratello e una sorella per la vita.
Si attuava l'inversione fra fuoco e acqua. Era uno dei primi passi per la completezza. Ma solo se
questa completezza doveva essere applicata. Era un evento raro.
Teatrante
Kuvera era il re di uttarakuru.
i gemelli separati possono riincontrarsi.
garuda li porterà ad Uttarukuru.
è una favola che ho sentito o letto non ricordo dove.
a volte la racconto.
uttarakuru ha a che vedere con shambala?
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I,5 - Sri Yantra
Autista:
..............
Si attuava l'inversione fra fuoco e acqua. Era uno dei primi passi per la completezza. Ma solo se
questa completezza doveva essere applicata. Era un evento raro.
Teatrante
Le parole dell'autista per me sono dolci terribili.
Le sue parole conducono molto lontano.
O forse è solo un impressione.
Prima di leggere le sue risposte non avrei mai messo in relazione l'esperienza della spada con
l'esperienza dello sri yantra.
Penso che ci siano poche persone su internet che capiscano cosa è lo sri yantra.
Io probabilmente non sono tra queste.
Ma cercando un immagine per illustrarlo mi sono accorto che esistono un sacco di interpretazioni
artistiche e creative con colori carini o sviluppi tridimensionali, ma mi danno l'impressione di non
essere corrette.
L'immagine che ho postato sopra è quella che ad intuito si avvicina di piùa ciò che dovrebbe
essere, anche se manca un particolare importante.
Il quadrato che racchiude quello che possiamo definire il mandala ha i lati interi.
Lo sri yantra , l'ho letto da qualche parte, ha invece i "Lati tremuli" non sono definiti, non è chiuso,
è un quadrato senza lati......
Per la necessità di comprendere le parole e di non affidarsi solo al cuore (si parlava di Ngalso, mi
pare) parto dalla parola YANTRA.
Ovvero YAM TRA.
Tra, nonostante credo , quello che si legge su molti libri, indica qualcosa che serve, un utensile,una
macchina un oggetto che ha una funzione è TRA.
YAM è un verbo, significa piegare, sottomettere, condizionare.
Yantra è qualsiasi macchina in cui l'energia viene piegata, sottomessa, utilizzata ad altri scopi.
Un mulino ad acqua potrebbe essere Yantra.
Guardo la figura.
Cè un qudrato esterno (che credo dovrebbe essere tremulo!), dei cerchi concentrici con dei petali di
loto e al centro 9 triangoli intrecciati in una maniera da far girare la testa.
Ogni riferimento con l'enneagramma di gurdjieff e dei naqsbandi è puramente non casuale ma lo
yantra è ancora più chiaro.
Lo Yantra è una macchina.
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Ovvio che abbia bisogno di un conducente .
O un autista.
Sri yantra appare quando gli altarini con la frutta , i campanellini, le statuette votive, i libri
scompaiono, svaniscono.
Rimangono solo le offerte mentali.
Sri yantra va imparato, conosciuto e ricreato nella mente, cosa che non è facilissima.
occorre farne l'esperienza ed è utile sapere.
Il triangolo con la punta all'insù è rappresentazione del maschio, diciamo che è il pene, diciamo
che è l'energia maschile.
Il triangolo con la punta all'ingiù è la vagina,la femmina, l'energia femminile.
Ma com'è che si intrecciano in maniera così incomprensibile?
Riflettendo riflettendo riflettendo a me che piacciono le donne incominciano ad apparirne una
marea.
Ne indovino una con le cavigliere da kathakali seduta su un leone e poi ecco che arrivano Durga,
Tara o uma, Kali,Camunda,Gauri,Maimavati,Vindhyavasini...
Potrei scriverne milioni,miliardi di nomi.
Potrei scrivere tutti i nomi di tutte le donne.
Foderi di legno dentro i quali riposa una sola lama, eterna.
Lo stesso potrei fare con gli uomini potrei citarne milioni, miliardi dietro al primo che siede
sorridente sopra un toro dall'aspetto minaccioso.
Il toro ed il leone.
Il toro è stabile è legato alla terra è l'ETERNITA'
Il leone è agitato si muove, è l'egato all'energia è il TEMPO.
Dentro tutti gli uomini alberga una goccia dello sperma di SHIVA.
Dentro tutte le donne alberga una goccia degli umori di SHAKTI.
ETERNITA' immobile e TEMPO che si evolve.
Ma il tempo nello sri yantra viene penetrato dall'eternità.
Shiva tiene in mano il suo pene, simile al gambo di un loto capace di ergersi più in alto del cielo .
Shakti tiene in mano la sua yoni capace assorbire ogni cosa.
Ma nello sri yantra chi penetra chi?
Chi è acqua?
Chi è fuoco?
Ganesha!figlio di Shiva, signore delle schiere, suona la tua buccina!
27
ops! mi sono lasciato trasportare.....
Lo Sri yantra rappresenta il tempo e l'eternità.
Rappresenta la completezza.
Il quadrato esterno non ha lati.
Osservare lo sri yantra è come guardare la spada in verticale davanti a noi.
La curva perfetta ed essenziale dietro la linea retta perfetta ed essenziale.
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I,6 - shavasana
Autista:
La spada entra nel fodero.
La spada esce dal fodero.
Da quell'unico fodero escono mille spade.
Quell'unica spada entra in mille foderi.
L'uno e il molteplice. Eppure sono una spada e un fodero nel presente. E sono sempre uno in ogni
presente. Nel divenire essi sono mille e mille che si incontrano tutti non a caso. Ma sono sempre la
spada, fatta di un'anima e di un fodero.
Teatrante:
in italia la lama,incorruttibile,rispetto al fodero, alla guardia e all'elsa, è spesso detta anima
una spada nascosta in un bastone da passeggio è detta bastone animato....
Shiva shakti sono visti spesso come una coppia di amanti.
quasi sempre (ho trovato solo una immagine al contrario) Shakti è sulla coscia sinistra o al fianco
sinistro di shiva.
come le spade dei samurai.
la spada lunga per combattere e dare la vita (ai nuke) o la morte (ai uchi) all'avversario e la spada
corta per dare la morte a se stessi (seppuku)
musashi sconvolse il mondo della scherma giapponese usandole tutte e due per combattere.
per lui l'avversario era stessa cosa di se stesso.
nella scultura che ha colpito la mia attenzione, shakti è rappresentata nel momento in cui sta per
infilarsi nella vagina il pene di shiva.
shiva non potrebbe farlo, dovrebbe saltare su una gamba con il peso della sua amante sul fianco
sinistro per farlo.
shiva è passivo.
a shakti basta piegare leggermente la gamba destra per farsi penetrare.
Shakti è attiva è il tempo.
Shiva è passivo: è l'eternità.
è interessante che in latino vagina significhi fodero.
interessante.
ho scoperto un'altra cosa interessante.
SHiva (Siva) e Shava (sava) sono scritti in sanscrito nella stessa maniera.
manca una piccola lettera, quella specie di I che in sanscrito si scrive come una specie di croce
egizia incompleta , una croce con un semicerchio sopra.
la croce della vita.
Shava non è" il "morto...shava è "IL" morto.
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shava è shiva senza vita.
shiva che non entra in contatto con la maya, con la shakti.
Shiva è la spada d'acciaio , shava è il fodero di legno.
shavasana non è solo un asana rilassante.
shavasana è la postura di shiva senza lama.
shavasana è il fodero.
nelle pitture di solito shiva è bianco luminoso e shakti (kali ,durga) è rossa o ha lingua rossa.
bianco acciaio il maschile, rosso il femminile...
come il rito dei tarahumara....
come lo sri yantra che dipingono i tibetani.
bianco e rosso.
rossa è l'energia vitale è il fuoco, è il leone , è maya, costruzione del mondo.
bianca è la lama.
il fuoco trasforma la lama in acqua, si scioglie nell'oceano dell'esistenza.
La spada entra nel fodero.
La spada esce dal fodero.
Da quell'unico fodero escono mille spade.
Quell'unica spada entra in mille foderi.
L'uno e il molteplice. Eppure sono una spada e un fodero nel presente. E sono sempre uno in ogni
presente. Nel divenire essi sono mille e mille che si incontrano tutti non a caso. Ma sono sempre la
spada, fatta di un'anima e di un fodero.
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I,7 - Wu Hsing
Teatrante:
Ho lavorato e studiato con Wu Hsing Kuo nel 1998.
E' un attore.
Discende da una stirpe guerriera.
Wu Hsing è anche un diagramma che è la base delle arti marziali cinesi.
Ricorda Pitagora e ricorda l'uomo vitruviano di Leonardo.
si tratta di una stella a 5 punte racchiusa in un cerchio o, più spesso, in un pentagono.
Il cerchio (o il pentagono) rappresenta il ciclo creativo,la stella inscritta(o pentacolo) rappresenta
il ciclo distruttivo.
il legno crea il fuoco.
il fuoco crea la terra.
la terra crea il metallo.
il metallo crea l'acqua.
l'acqua crea il legno.
il legno distrugge la terra.
la terra distrugge l'acqua.
l'acqua distrugge il fuoco.
il fuoco distrugge il metallo.
il metallo distrugge il legno.
Impressionante per me la portata di questo
diagramma.
i pensieri girano, girano, girano e poi sembrano
solidificarsi, cristallizzarsi per un attimo per poi
sciogliersi di nuovo.
il fabbro in occidente è visto come un omaccione
muscoloso dalle grandi mani callose.
in giappone e in cina era una specie di sacerdote.
che strano.
la tecnica della costruzione della spada era
segreta.
chi cercava di scoprire , per esempio, la
temperatura dell'acqua per la tempra rischiava
l'amputazione della mano.
l'acciaio viene portato al calor rosso poi al calor bianco.
viene battuto, riportato al calor rosso e così via .
con le spade cinesi e giapponesi antiche l'operazione veniva ripetuta, pare ,migliaia di volte.
quando la spada era "pronta" da fluida veniva resa solida immergendola nell'acqua.
solvi et coagula.
quello che viene rappresentato dal Wu Hsing viene smentito completamente dalla tempra.
Il metallo nasce dall'acqua.
l'acqua è madre del metallo.
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il wu hsing dice invece che è il metallo il padre dell'acqua.
siamo di fronte ad una inversione.
di solito, secondo il wu hsing:
il fuoco crea la terra, la terra crea il metallo.
il fuoco distrugge il metallo.
il metallo crea l'acqua.
nella fabbricazione della spada.
l'acqua crea il metallo.
inversione di fuoco ed acqua?
comunque anche in occidente prima il fabbro doveva essere qualcosa di diverso.
la figura base dell'esoterismo occidentale di origine ebraica è Hiram.
nella bibbia ce ne sono diversi di hiram (o iram).
Hiram è un fabbro.
ed e il costruttore del tempio di gerusalemme.
il fatto che il tempio fosse di pietra (terra) non sembra preoccupare più di tanto gli autori della
bibbia.
il costruttore è un fabbro.
è un creatore e si sarebbe portato nella tomba il segreto della costruzione: la chiave di Hiram.
la parola perduta.
la lingua segreta degli uccelli.
il legno crea il fuoco.
il fuoco crea la terra.
la terra crea il metallo.
il metallo crea l'acqua.
l'acqua crea il legno.
il legno distrugge la terra.
la terra distrugge l'acqua.
l'acqua distrugge il fuoco.
il fuoco distrugge il metallo.
il metallo distrugge il legno.
i pensieri continuano a girare a girare...
bianco e rosso...
albedo e rubedo......
Shiva shakti...
la spada e la folgore.
Shakti è durga la nera, shakti è tara la guaritrice , shakti è uma la perfetta.
E' una ed è milioni.
è il centro della circonferenza ed è tutti i punti della circonferenza.
E' Brahma perchè crea il mondo che conosciamo.
E' maya.
Maya è Shakti.
piccoli misteri e grandi misteri:
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merlino è il cinghiale bianco.
Artù è l'orsa dal pelo rossastro.
e se fossero la stessa cosa?
bianco e rosso.
albedo e rubedo.
prendo un libro.
Lo apro a caso. a caso
C'è una poesia:
"Chi mangia cibo lo mangia attraverso di me.
chi guarda,chi respira e,in verità, chiunque ascolti qualunque cosa sia detta, lo fa attraverso di
me"
E' una affermazione niente male.
il poeta, dopo qualche verso , risponde così:
chi sei tu o bellissima! tu beneaugurante che con le tue mani reggi,entrambi, gioia e dolore?
entrambi l'ombra della morte e il balsamo di lunga vita sono la tua grazia, Madre!
non si tratta dei versi di un teologo mariano.
L'autore è Shankaracharya e la dea è Kali dalle quattro braccia.
in mano tiene il laccio dei Thugs, l'uncino del macellaio,il rosario di teschi ed un libro.
.
il legno crea il fuoco.
il fuoco crea la terra.
la terra crea il metallo.
il metallo crea l'acqua.
l'acqua crea il legno.
il legno distrugge la terra.
la terra distrugge l'acqua.
l'acqua distrugge il fuoco.
il fuoco distrugge il metallo.
il metallo distrugge il legno.
marinaio:
Ah che bei ricordi............mi fai
ripensare con nostalgia a
quando creavo le mie spade in
Giappone!!!!
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I,8 - La Via del Teatro
Teatrante:
Akira matsui
é un maestro di noh.
Mi ha insegnato molto.
Musashi dice che la via del guerriero è la via del Noh.
Che un teatrante sia un guerriero può far sorridere noi occidentali(anche se nel film scaramouche
c'è un commediante spadaccino)
Il noh pare che derivi dalle danze sacre shinto (sagura mi pare che si chiamino).
quelle inventate dalla dea del sesso giapponese, Uzume.
la Dea che evocando i mille peni che l'aveva penetrata faceva colare sulle cosce gli umori della sua
vagina e restituiva il sole alla terra.
La caratteristica principale del movimento dell attore Noh è il passo strascicato.
L'attore, esattamente come il samurai , si muove sui talloni.
Alza le dita dei piedi per scostare il costume lungo fino ai piedi ed evitare di incespicare.
Anche perchè non vede niente: gli "occhi" della maschera Noh sono piccolissimi.
L'attore noh vede con i talloni.
Respira con i talloni.
Dopo aver lavorato con Akira matsui i miei piedi si sono allargati.
Dal 42 che portavo oggi porto il 44.
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Il movimento delle dita allunga il polpaccio e allarga la pianta dei piedi facendo scoprire un punto
che i cinesi chiamano fonte gorgogliante.
Dalla fonte gorgogliante l'energia della terra sale fino alla zona che i giapponesi chiamano Hara,
dove risiede il tan tien inferiore , quello che nei libri di yoga in circolazione viene detto il chakra
dell'acqua.
Dall'acqua nasce la spada.
Quando l'attore Noh sguaina la spada il pubblico non la vede.
E' una spada incorruttibile, che takuan soho ed i taoisti chiamavano taja: il nucleo onesto
assolutamente privo di desiderio che non appartiene al corpèo dei 5 skanda
La maschera di legno antico che l'attore porta sul volto è emblema del fodero , è il corpo.
La lama sguainata è il KI.
Non c'è difesa contro la spada taja.
L'uomo saggio respira con i talloni.
Ma che accade se la spada viene infilata nella terra?
Il metallo viene trasformato in acqua dal fuoco e l'acqua torna alla sua dimora.
La dimora del fuoco è il cielo.
La dimora dell'acqua è la terra.
Il cerchio si chiude.
Il metallo torna nel grembo materno.
La spada nella roccia.
Come nella "storiella" di Merlino e Artù.
Il cinghiale bianco e l'orsa rossastra nascondono qualche residuo di una tradizione antica.
Antica quanto l'uomo
la spada nella roccia.
I piccoli misteri che incontrano i grandi misteri.
Shava è Shiva senza la i.
La i è shakti.
La shakti è maya.
Si può comprendere andando a ritroso dal mondo creato al cadavere (shava).
Si può comprendere procedendo dal cadavere al mondo creato (shakti maya).
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Ma occorre passare per shiva,la spada incorruttibile.
Shakti è il pieno.
L'oceano dell'esistenza.
Shava è il vuoto.
L'oceano nero di prima dell'inizio.
La spada esce dal fodero all'inizio della espirazione..
fsss.
Il metallo diventa acqua.
Il guerriero taglia l'aria e infila la punta nella terra.
L'acqua genera il legno, il cadavere, ma il ciclo si compie.
La terra dalla fonte gorgogliante restituisce l'energia la trasforma in metallo.
Il metallo diventa incorruttibile, eterno.
Duro come il diamante.
In sanscrito diamante si dice vajra,in tibetano Dorje.
Ma vajra significa anche folgore.
La folgore rossa è la spada degli dei.
Vajrochana ..... l'adi buddha.
Il buddha di prima dell'inizio.
Vajra dhara il Buddha del vajra, arma mortale e strumento di meditazione.
Spesso i tibetani hanno in mano una campanella il cui manico è un vajra.
La campana è Vagina il vajra è Pene.
Muovendo il vajra la campana suona.
Suona tre volte ,spesso.
Forse suona per Shakti ,la bella dei tre mondi.
Ogni rintocco è una delle volte in cui Dante incontra beatrice.
Beatrice dalla carnagione bianca e dalle guance rosse.
Artù è un orsa.
Dopo aver estratto la sua spada la ficca di nuovo in terra per dividere i corpi degli amanti Ginevra
e Lancilotto.
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Estrai la spada dal fodero.
Puoi dare la morte e puoi dare la vita.
Morte e vita sono in entrambe le mani della grande dea dalla lingua rossa.
I fiumi di sangue che accompagnano le danze di kali non sono la morte sono la vita come la
percepiamo noi.
sono la maya.
La maya è la creazione dell'universo.
La spada infissa nella terra è la fine del ciclo è l'oceano senza colore di prima dell'inizio.
Estrarre la spada vuol dire dare inizio al mondo.
Il pene di shiva che penetra shakti dà origine al mondo conosciuto.
E' la vita ed è la morte.
Una sola spada che riscaldata dal fuoco rosso della shakti diviene acqua e non può che tornare
alla madre terra.
Il principio della morte (l'ombra della morte di shankara bhagavadpada) e l'essenza della vita sono
la stessa cosa.
La spada esce dal fodero,la spada entra nel fodero.
La spada esce per dare vita, la spada esce per dare
morte.
Combattere per vincere è distruzione reciproca.
Ai nuke è darsi la vita l'un l'altro.
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I,9 - Sparire per sempre
Teatrante:
Una mattina ,nel 1560,Oda Nobunaga era in mezzo alle sue truppe.
2000 guerrieri.
Nella zona , un forte temporale.
Che fare: ritirarsi o farsi uccidere in battaglia dal suo avversario, Imagawa Yoshimoto?
L'esercito di Yoshimoto contava 25.000 uomini.
Aspettava la fine del temporale.
Che fa Oda?
Indossa un costume antico e comincia a danzare e recitare un brano di Teatro Noh :"Atsumori"
"la vita dell'uomo non dura che cinquantanni.
E' un sogno effimero paragonata all'eternità.
una volta nato chi può evitare di sparire per sempre?"
Finita la rappresentazione,Oda prende una tazza di riso.
E' felice come un bambino.
Salta a cavallo e corre incontro al nemico
A metà strada lo raggiungono 2000 cavalieri.
Penetrano nel campo nemico come un fulmine,
fanno strage di nemici
Sembrano invincibili..
Oda decapita Yoshimoto.
Non c'è apparentemente nessuna logica in questo.
Non c'è nessuna strategia.
Un chihuahua che si getta contro un doberman.
ma nella storia del giappone nessuno usa le parole fortuna sfacciata o follia.
Che genere di magia si nascondeva nel brano di Noh recitato dal generale Nobunaga?
La storia di oda,insieme alle riflessioni sulla spada e sul respiro coi talloni che mi ha ispirato
l'Autista ha sturato una serie di pensieri.
Oda è destinato alla sconfitta.
Sta piovendo.
Recita un testo di Noh dedicato ad un adolescente morto in una battaglia di 500 anni prima.
Poi, dopo aver mangiato una ciotola di riso salta da solo a cavallo e si dirige verso un nemico che
dispone di forze dodici volte superiori.
I suoi soldati,apparentemente colti da pazzia, lo raggiungono a metà strada.
Entrano nel campo avverso, al campo dell'avversario, distruggono l'esercito in un lampo.
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La cosa più strana è il fatto che l'avversario non li ha sentiti arrivare.
Nel giappone dei samurai era molto importante la nozione di Ki.
La sensazione, l'intuizione erano parte importante della vita del guerriero.
Gran parte dell'addestramento del samurai era basato sull'affinamento dell'intuizione.
Eppure duemila cavalieri arrivano indisturbati al campo nemico.
Strano è anche che Oda si metta a danzare e recitare la storia di un guerriero sconfitto in battaglia
sotto la pioggia.
Non sembra un buon metodo per mantenere alto il morale delle truppe.
Ho preso un libro del 1400: il segreto del teatro noh, di Zeami.
E' un bel libro.
Zeami racconta la storia di Ame no Uzume no Miko (la dea del sesso) e dice che il Noh proviene
dalla sua danza.
Poi dice che la rigidità è morte e dice anche che il segreto del noh è in un fiore che sboccia.
Un segreto arcano
Un segreto così semplice che l'uomo normale non lo capisce.
Per comprendere il fiore , dice Zeami bisogna conoscere il seme.
Una volta conosciuto il seme il fiore è solo una "disposizione della mente", ma il fiore è la
conoscenza suprema, primordiale, essenziale.
"Il cuore dell'uomo contiene tutti i semi.
sotto la pioggia universale tutti germogliano.
non appena si afferra la natura del fiore
il frutto dell'illuminazione spontaneamente si forma "
Zeami parla anche dell'EVANESCENZA.
L'evanescenza è diversa dall'incosistenza.
E' interessante solo se è evanescenza di un fiore.
Zeami dice che l'evanescenza non si può insegnare e propone di meditare su due poesie.
"Nella nebbia leggera
sui fiori di una siepe viva
la brina del mattino...
"in autunno...ah le serate"
chi ha potuto dirlo? "
e ancora:
"Quello che appassisce
senza che le apparenze lo tradiscano
E' il fiore che sta nel cuore
degli uomini di questo mondo."
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Un altra cosa dice Zeami: dice che un attore abile non soddisfa l'occhio non esercitato:
lo spettatore non illuminato non si accorge dell'attore illuminato.
Il fiore è invisibile a chi non sa vederlo.
Il Noh è un arte sacra.
Oda il guerriero danza sotto la pioggia, simbolo forse della pioggia universale che fa sbocciare
tutti i semi.
E' il momento giusto, il momento in cui il fiore può sbocciare anche sopra uno scoglio.
Acquisisce l'evanescenza
I suoi soldati lo sentono e lo raggiungono, ma solo a metà strada e con fatica.
I nemici non lo sentono e non lo vedono arrivare...
"Nella nebbia leggera
sui fiori di una siepe viva
la brina del mattino... "
Quando la pioggia ha fine ,un attimo dopo l'alba, Oda appare come la brina del mattino sui fiori di
una siepe.
La danza del Noh ha fatto sbocciare il fiore ,Oda è come la pioggia, è la pioggia.
Il nemico non può sentirlo arrivare.
Danzando respira con i talloni Oda, e diviene acqua e come l'acqua travolge tutto ciò che incontra
sul suo cammino.
Nella battaglia di Oda c'è tutto il segreto della spada.
Il fiore che sboccia è la spada che viene sguainata nasce dalla terra e tornando alla terra taglia di
netto la testa del nemico.
Il resto è solo silenzio.
"In autunno...ah le serate"
chi ha potuto dirlo? "
Il Noh è arte sacra.
Il noh e la Via del Samurai sono la stessa via.
Il segreto del fiore che sboccia è lo stesso della spada taja.
Oda svela in un istante, grazie all'arte sacra, il mistero della vita e della morte.
Il segreto della spada.
I miti raccontano sempre le stesse cose.
Parlano dei semi nascosti nel nostro cuore.
Nobunaga che recita il Noh è Krisna che conduce Aryuna a vedere le schiere dei nemici.
40
Il segreto, meraviglioso e terribile è quello di
SHAVA
SHIVA
SHAKTI
I personaggi sono sempre gli stessi.
I miti greci celano le stesse verità dei miti giapponesi, cinesi, indiani.
Svelano un tesoro sepolto in cantina.
Un tesoro che la consuetudine, forse, non ci fa più vedere nel cristianesimo.
Nigredo,albedo, rubedo....
Shiva shakti.....
La spada esce dal fodero...
La spada entra nel fodero...
La spada....
Lo yoga nel mondo moderno sta diventando consuetudine.
Stiamo smarrendo tra chakra, cristalli, siddhi e newguru guaritori, la chiave che ci può condurre
alla verità.
Una verità semplice come la pioggia che cade sulla danza di Nobunaga.
Semplice come la brina ,al mattino sulla siepe viva.
Semplice come il fiore che sboccia.
Semplice come la I che trasforma SHAVA in
SHIVA......
Quella lettera sanscrita così simile alla croce della
vita.
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I,10 - Asana
Teatrante:
L' asana è una posizione statica.
L'asana è un processo energetico.
Ogni posizione statica di un corpo vivo è un processo
energetico.
Anche le posizioni del kamasutra sono chiamate asana.
..
le immagini erotiche, così comuni nell'arte cinese, indiana e giapponese possono fornire degli
interessanti.spunti di riflessione
Sono di vario genere :
alcune sono al limite del grottesco.
Altre sono molto interessanti dal punto di vista artistico.
Altre ancora sono decisamente eccitanti.
Sono quelle "in potenza", quelle cioè in cui gli amanti sono raffigurati un attimo prima o un attimo
dopo la penetrazione.
si immagina facilmente , cioè quello che può essere accaduto un attimo prima o che accadrà un
attimo dopo.
Movimento in potenza.
Alcuni autori, come Van Lisbeth dicono di assumere gli Asana molto
lentamente(iperrallentamento).
Altri propongono spostamenti rapidi, come i salti a ginocchia tese che alcuni (compresa Gita
Iyengar) suggeriscono di effettuare per assumere Virabhadrasana I,II e III.
Vedendo questi saltelli dal vivo o in video un danzatore di solito storce il naso:
sono goffi, anche quando a farli è un maestro paludato.
Nel mio stato di alterazione mentale credo vi sia un errore di interpretazione.
Ho conosciuto (e lavorato con) danzatori di kathakali e danzatrici di danza Orissi.
La goffaggine non sembra possibile nell' arte indiana.
Ogni movimento è permeato di una leggerezza e grazia sublimi.
La sensazione dello sforzo fisico è bandita.
Virabhadra è ancheun personaggio teatrale.
E' uno degli eroi del Kumarasambhava di Kalidasa,
Un testo che racconta le gesta di Skanda ,dio della Guerra e fratello maggiore di ganesha.
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lSi narra di un demone, Taraka, che può essere ucciso solo da un figlio di Shiva.
Shiva sta meditando da molto tempo.
Solo la Freccia di kama, Dio dell'amore e del desiderio può indurlo ad aprire i suoi tre occhi, ma
gli dei sono preoccupati : il seme del nataraja potenziato da tanta meditazione, potrebbe
sconvolgere l'universo intero
Solo Uma, la perfetta è in grado di assorbirne la forza vitale.
Comincia a danzare , Parvati, e il getto del Dio è immediato.
Spegne la luna (shivaratri) e ricade sul corpo della dea, fecondandola.
Così nasce Skanda Kumara, il "ragazzo".
nessuno può contrastarlo.
Ad un certo punto ficca una lancia nella terra.
la potenza del gesto fa tremare le montagne.
Nessuno può estrarla, solo il Dio Visnù , forse,potrebbe farlo.
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la spada nella roccia?
L'inversione dell'Acqua e del Fuoco?
Skanda è assiso su un loto rosso.
alla sua sinistra un pavone (è sempre accompagnato da un pavone o da tigri).
La mano destra è nel mudra credo dell'insegnamento e la mano sinistra stringe la lancia che
ficcherà nella terra.
la spada nella roccia.
Gli asana di Virabhadra ricordano anche questi eventi mitici.
Ci parla, virabhadrasana di un energia incommensurabile.
Possibile che per assumerla si faccia un saltello goffo.
Possibile che sia solo una posiziopne di allineamento?
VIRABHADRASANA non è una posizione è un processo alchemico
E non deve essere assunta "volontariamente".
Ho provato ad applicare una tecnica proveniente da altre discipline più decisamente marziali, alla
posizione di Virabhadra.
Dopo aver assunto la posizione eretta ho portato la gamba destra dietro delicatamente.
Ho poggiato la punta del piede, poi il metatarso quindi il tallone.
Ho piegato la gamba davanti (sinistra) in maniera da formare un unica linea diagonale tra il
tallone destro e la nuca, con le braccia penzolanti perpendicolari al suolo.
Una lancia infilata in diagonale.
Naturalmente la linea degli occhi era inclinata a terra.
Senza muovere il collo, ho spostato delicatamente il mento in alto fino a portare la linea dello
sguardo parallela al suolo;
( è pratica comune nelle tecniche marziali: non bisogna mai, in posizione di guardia , guardare per
terra)
quindi ho pensato di "respirare con i talloni" ed ho alzato le dita dei piedi fino a sentire la pianta
che si allarga ed il polpaccio che si allunga.
Ho delicatamente schiacciato le dita e la pianta dei piedi a terra immaginando di aderire
perfettamente al pavimento di legno.
La storia delle montagne che tremavano nel mito di Skanda mi ha suggerito un collegamento con le
forze telluriche o comunque con la trasmissione di vibrazioni da parte della terra.
A questo punto è successo qualcosa.
Le braccia si sono mosse da sole verso l'alto e insieme allo spostamento delle braccia la colonna si
è allineata, come se l'ano, la spina dorsale e la "fontanella" si volessero porre in una unica
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direzione perpendicolare al suolo.
Una volta raggiunta la vericale le mani si sono unite come se i due palmi si cercassero
reciprocamente.
l'impressione che ho ricevuto da questa maniera spontanea di assumere l'asana è stata molto forte.
mi viene da chiedere:
e se tutti gli asana fossero così?
Se non si trattasse di posizioni più o meno terapeutiche , ma di appunti,di indicazioni parziali di
processi energetici di ben altra portata?
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I,11 - Endimione
Teatrante
..forse gli asana sono processi energetici in un senso diverso da quello che intendiamo.....
Autista:
Oh teatrante!
Verrebbe quasi da dire... ma va?!
Immaginale come chiavi
Immaginale come ideogrammi
Immaginale come kata
Immaginale come cerchi
La spada entra nel fodero...
La spada esce dal fodero...
E' entrata per uscire?
E' uscita per entrare?
Ha fatto un cerchio.
Comunque.
Immaginale come un alfabeto
Shiva-Nataraja danza la Tandava
E' sempre e solo e comunque un teatro della memoria....
Teatrante:
....adesso quando farò l'asana del pavone chissà cosa mi verrà in mente ....
mah...
Senti, autista, cosa scrive Borges in Aleph:
“In quell’istante gigantesco, ho visto milioni di atti gradevoli o atroci, nessuno di essi mi stupì
quanto il fatto che tutti occupassero lo stesso punto, senza sovrapposizione e senza trasparenza”.
Autista:
Potrebbe essere la trascrizione di una testimonianza di un samadhi savikalpa, sul piano universale.
Ma può essere anche la descrizione di altro...
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Teatrante:
Vedi , Autista, una volta ho detto che se fossi tibetano ti accoglierei con una sciarpa bianca, te la
metterei al collo e mi allontenerei con lo sguardo basso senza voltarti le spalle.
Lo ribadisco.
Vivo in uno stato di costante eccitazione in questi giorni, come il bambino che a natale deve
scartare un numero di doni superiore alle sue aspettative, e non sta nella pelle.
improvvisamente mi sembra lampante ciò che prima non avevo quasi il coraggio di sussurrare.
Mi viene da gridarlo ma mi limito a suggerirlo, anche se forse mi scappano delle paroline di
troppo, a volte, e nel dire ciò che potrebbe essere indicibile , commetto un bel pò di errori di forma
e valutazione.
Penso, ricordando i nostri primi dialoghi, al mito di Endimione, costretto al sonno da una dea
innamorata, Selene che poi è Diana, sorella di Apollo solare
L'una ha frecce d'argento l'altro frecce d'oro.
Il bambino delle spirali si fa delle domande, adesso.
Penso di aver capito, il mio corpo, credo abbia capito, il fatto che di certe cose non si debba
parlare perchè sono così semplici che la mente razionale le può forse afferrare, ma che sono inutili
se non vi è l'esperienza.
Potrebbero anche essere deleterie.
Il fiore , come nel teatro Noh, sboccia in maniera Insolita.
Per quello è bello.
E' ancora più bello se è evanescente come la brina al mattino su una siepe viva.
Quando il cristianesimo ha seppellito il paganesimo ha probabilmente interrotto una tradizione.
Endimione si è addormentato ...
Il supposto politeismo greco romano che svanisce quando studi Zenone, Socrate,Empedocle,
Platone rivelando la luce della Tradizione unica, prende nuova linfa dall'oriente.
Autista:
Non so se era politeismo, forse erano solo culti diversi nei piccoli misteri.
E' la corruzione dei Grandi Misteri che sembra portare al monoteismo.
Se specchio la storia dell'occidente nell'oriente di Bharata (Grande India), ci sono molti che
ritengono l'Induismo politeista mentre è solo l'insieme di tanti Piccoli Misteri collegati ai Grandi
grazie al dharma...
Teatrante:
Krisna che accompagna Arjuna in battaglia adesso mi è più chiaro.
E' come Apollo che toglie l'armatura a Patroclo, falsembiante di Achille.
E' come Oda che danza la morte di Atsumori, eroe fanciullo.
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E' un cerchio.
Dante lo sapeva.
Dante dice a Beatrice-Shakti INTUAMI, incredibile verrebbe da credere conoscesse anche la
parola antica ...tat tuam asi.
Dante racconta la verità nel prologo della Commedia, quando mette nei Campi Elisi, Adamo
insieme a Zenone, insieme a Socrate, insieme al feroce Saladino.
In questi giorni di furibonda letteratura ho scoperto che Shakespeare muore per aver troppo bevuto
insieme a Drayton e Ben johnson , due iniziati.
Muore alla vita salutato da una poesia di Drayton "Endimione e Phoebe"...
la verità è che va in sonno.
Ho scoperto che in un libro Borges assegna il primo premio della letteratura a AITA un autore
sconosciuto che ho scoperto essere l'Ade etrusco, dio della Ricchezza e della Morte.
Per Borges, che amava Dante e Shakespeare la Morte è letteratura.
"Parlo dell'india" scrive Borges " per far capire che sto mentendo(?)
Borges, Shakespeare, Dante , Goethe....parlano tutti della stessa cosa.
Sembrano fratelli.
Sono fratelli.
Adesso mi chiedo: probabilmente è sbagliato fare come faccio io .....
E' sbagliato ascoltare le parole di chi dice di sapere senza sapere e rispondere : ma che stai
dicendo?
E' sbagliato dire a maestri di tantra in buona fede : fermati questo non è tantra!.
E' sbagliato dire ai maestri di arti marziali: guarda che stai facendo ginnastica....
L'esperienza deve maturare.
E le mie affermazioni nascono forse da presunzione.
La verità è di una terribile semplicità, forse, semplice e terribile.
Autista:
Il punto terribile è: sei titolato a farlo?
Tu puoi essere il più grande pedagogo del mondo, ma se non sei titolato a farlo, non ti è permesso
insegnare ai bambini, puoi al limite insegnare a quegli insegnanti titolati a farlo, che abbiano
quella necessaria professionalità che gli permetta di comprendere la tua saggezza.
Oppure, se vuoi insegnare ai bambini, ti titoli.
In questi anni è capitato di incontrare degli insegnanti di yoga, di questi se ne sono conosciuti due.
Uno opera più nel silenzio, ha avuto diversi istruttori, anche abbastanza rinomati, o se vogliamo
"riconosciuti" ma non ne parla.
Un suo allievo che cercava il nome, lo ha spedito dal sottoscritto perché cercava un "accesso".
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Lo si è rispedito indietro praticamente a pedate, cortesi ed educate, dicendo: "Tu che hai XXX
YYY come istruttore, ma cosa pensi mai di andar trovando qui o altrove?"
L'altro è Yogirudra. Ma non perché ha fatto questo o quest'altro, ma perché è lui.
Esattamente come molti di questi dialoganti sono quello che sono non perché hanno praticato lo
yoga, ma perché lo yoga li ha praticati.
E' come i Veda, non li puoi conoscere, ma loro possono conoscere te, il punto è che in quest'ultimo
caso sono pochissimi coloro che sono conosciuti dai Veda.
Yogirudra è un caro fratello, discolo alle volte, ma questa sua discolosità di giovane fuoco è
necessaria, essenziale a quanto deve essere compiuto, alle volte ama giocare (mai quanto questo
essere) ma la sua profondità può solo che essere omaggiata formalmente.
Mi ha meravigliato che tu non lo abbia riconosciuto subito o forse hai amato giocare anche tu.
Oppure la vita vi ha velati entrambi affinché ci si potesse incontrare nel formale.
E' bello questo posto.
Il punto è che titolo si ha per parlare? In un altro sodalizio ce lo siamo chiesti spesso, anzi lo si
chiedeva proprio a questa persona.
E' una questione di momenti, basta ascoltare e vedere se si parla.
All'ignorante è inutile parlare, è inutile dare perle ai cani.
Ma un cane che ama può ascoltare.
Chi pratica lo yoga con amore, non può non riconoscere davanti a sé il fratello più anziano.
Nessuno dice lo yoga è una castroneria, solo si cerca di dire, attenzione vi siete innamorati del
dito, completamente dimentichi della luna che indica.
Tanto è la vita stesse che li scuoterà nel dolore fino alle fondamenta se troppo aderiscono alle
opinioni.
Questo è kurushetra dove si vanno riunendo tanti giovani fuochi, sta ai bramani anziani saperli
istruire e crescere nell'istruirli.
Quale sia la verità o realizzazione o samadhi che un aspirante o uno yogin raggiunge, egli non vi
può aderire, non lo può/deve ricordare, non lo puo' credere.
Un aspirante discepolo nella Tradizione non può mai parlare dal ricordo, dal passato, da una
lettura (può ovviamente citare citando) ma solo dal suo presente.
E' nel tuo presente che l'altro si riconosce, riconosce l'altro.
Shankara si confrontò e vinse con 72 culti/erronei e li rettificò, ricodificando i darshana bramanici.
Non certo urlando, ma entrando nel dialogo e usando gli strumenti dell'altro non per vincerlo, ma
per guidarlo.
E' facile se ci sei già passato.
Noi ci siamo incontrati, ci siamo interrogati, la Tradizione si è mostrata in entrambi e ci ha detto
chi era il più anziano, senza alcuna contrapposizione.
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Questo ciò che sono si è riconosciuto nel tuo crederti.
Il tuo crederti ha iniziato a riconoscersi in questo ciò che sono.
Per il resto non si è fatto niente, hai fatto tutto da solo, tu in quanto aspirante nella Tradizione che
adesso inizi ad intuire.
Solo tu hai riconosciuto certe cose, ma solo perché erano tue.
Non conosco gli altri, ma li sento interessati a crescere e non potranno non riconoscere il loro
cammino e non trovarlo... proprio perché ciò che li muove è amore, amore per la conoscenza, per
l'altro, per lo yoga.
Se amano l'oro, troveranno solo l'oro.
Quindi urlare no; ma mettere il paniere alla porta, sulla via affinché l'affamato viandante possa
trovare refrigerio e requie sì.
Ci sono momenti in cui dicono il dharma oscilli, si oscuri e dicono che questo sia uno di quei
momenti.
Quando il mare è in burrasca, i pescatori,i cercatori, vanno sulla spiaggia a cercare le conchiglie
più belle, le agate più belle, perché è allora che è possibile trovarle.
Quando il dharma è offuscato le perle più belle sono più evidenti ed è facile trovarle.
Vedo Yogiudra, te ed anche altri così.
Delle perle preziose da non perdere.
L'importante è che non trasformiate questa visione in una credenza.
Il sottoscritto lascialo fuori, è un nome. Nient'altro. Un viandante di passaggio.
Ti si è detto il ruolo che si riveste... un autista, un portatore di cenere, salito solo per caso su questo
palcoscenico, dove un teatrante e uno yogi, insieme ad altri conpraticanti ci mostrano cosa è lo
yoga.
Ognuno portando la sua nota.
Starà a voi quanto la sinfonia che comporrete sarà forte e udibile e ripetibile.
Teatrante:
Quando ho visto che la grafia sanscrita di Shiva era identica a quella di Shava a parte quella
piccola i, quella crocetta con una semiluna sulla testa ho avuto le vertigini.
Shava shiva shakti.....
Ma siamo sicuri che il tacere la verità semplice e terribile sia un bene.
Shiva fa la sua danza, terribile e meravigliosa su un nano.
In alto le sue ciocche spostate dall' impeto dalla danza in basso il nano.
l'uomo .
50
Nella mano destra (quella più in alto)shiva nataraja tiene un tamburello .
Forse serve per tenere il ritmo, il ritmo della danza della creazione.
Ma forse è anche la parola, la verità, la tradizione.
Mi hanno insegnato che il suono è collegato all'akasha.
Akasha credo che sia l'etere, ma è anche il vuoto.
Dal vuoto si manifesta la parola.
Sei giunto per caso in questa agorà .
Penso che sia faticoso per te.
Per me è stata una grande fortuna.
Il bambino delle spirali , che ancora fa finta di non sapere a volte, sa quattro cose e sospetta che
l'Autista ne sappia 400 o 4000.....
Al bambino delle spirali viene voglia di urlare le quattro cose che sa anche se non si deve o è
inutile.
non ti viene mai voglia di gridare un decimo delle cose che sai?
Autista:
Gridare nel deserto?
A chi?
A me stesso?
La verità non si possiede, non c'è una verità da dare.
Non ti ho dato niente... parlavi di teiere e le raccontavi.
Ho visto questa mano prendere la tua mano dalla tua tasca e mettertela davanti agli occhi, la teiera
era sempre stata lì nella tua mano.
Tutto qui.
Si è assistito all'evento al pari tuo.
Si provata la tua stessa meraviglia. Che ti avrei gridato a fare di teiere se già l'avevi in mano?
Yogirudra stava già cercando di mostrartela, ma non vi capivate, solo perché avevate un
linguaggio differente.
E' allora che ho cercato di capire cosa significava ogni tuo dire, una volta compresoti, è stato
facile guidare la tua mano davanti ai tuoi occhi, perché era già lì che stava andando.
Vedi, la conoscenza, stai scoprendo, non è fatta di erudizione.
Quindi non puoi gridarla, al limite sussurrarla ad un orecchio distratto affinché non venga cassata
dal manas e arrivi sino alla buddhi.
Cosa se ne fa uno yogin della verità? Quello di cui può aver bisogno, se già ha colto i limiti del suo
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yoga, è qualcuno che gli mostri quello che c'è subito dopo lo yoga, ma già i suoi occhi devono
essere pronti e la teiera deve essere già lì.
Teatrante:
Che altro avresti potuto rispondere?
chiedo delle cose per ottenere conferme.
insicurezze di un bambino.
Grande fortuna avere incontrato te e yogirudra
Autista:
Anche per questo essere è stata una grande fortuna incontrarvi tutti.
Teatrante:
"Alla fine del vento
ancora cadono le foglie
un falco lancia il suo grido
Si fà più fondo il silenzio dei monti."
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I,12 - Silenzio
Izanami:
. fruscio di vesti...
baluginar di spade....
...parole, moti, gesti vibrano nell'aria del giardino...
palpitar di cuori...
i sassi ascoltano...
..........
i cuori ora battono all'unisono...
le parole si sono smorzate...
i movimenti placati....
sguardi di comprensione...
.. una lacrima di commozione scivola sulla pietra bagnandola...
poi raggiunge la terra...
...sfiora, tocca un seme....
in uno spazio, senza spazio e senza tempo, il seme germoglia, piano...
... luce....
si ascolta...
....
talita:...
Forse l'unico processo energetico realizzato a pieno attraverso le asana è il Saluto al Sole?...in fin
dei conti è considerata la sequenza più completa...
teatrante:
Surya namaskar bisogna farlo forse con chandra namaskar....
boh!
Forse anche il saluto al sole è una sillaba;
o una frase .
Tutti gli asana sono Sillabe
Per comprenderli bisogna non solo praticarli con qualcuno che sa insegnarli ma anche indagare i
miti dai quali i nomi degli asana provengono ...
Virabhadra è il guerriero dalla testa leonina creato dall'ira di Shiva.
nessuno è in grado di affrontarlo :Solo Visnu può metterlo in fuga.
Bisognerebbe sapere perchè shiva è irato.
Bisognerebbe sapere che cosa placherà la sua ira.
Prima di questa storia, nei testi che ho letto, il terzo occhio di shiva non ha ancora appieno il suo
potere distruttivo.
Occorrerebbe forse sapere,, dove shiva mediterà per 100 anni divini prima di incontrare
Parvati,incarnazione di sati,manifestazione della dea....
Un solo asana nasconde un mondo.
E' un passo della danza di shiva,uno dei milioni di gesti amorosi tra shiva e shakti.
Sono esercizi, fisici, sono passi di danza, sono codici per penetrare, forse sono solo letteratura.....o
realtà stravaganti....
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Autista:
Ok, si conoscono tutte le chiavi, si conosce ogni codice, si conosce la combinazione di tutte le
parole, si conoscono tutte le opere che descrivono questo universo.
E allora? E forse, anche prima di allora, quando ancora se ne conoscono solo alcune di tutte le
opere, di tutti i piani...
E allora?
Tante realtà stravaganti... diciamole tante possibili presenti stravaganti... Quando scopri che sogno
e veglia non differiscono e che non si tratta di una semplice metafora, ma di una vera e propria
testimonianza... che peso riesci a sentire sulla lama?
Ogni drago che uccidi è apparente. Ogni sangue che scorre è apparente... mille mondi e tutti della
stessa sostanza del sogno.
La spada entra nel fodero.
La spada esce dal fodero.
Siva danza. Surya si alza. Agni sale. Siva si espande in luce sopra e sotto; Visnu e Brahma si
inchinano.
Teatrante perché errare nei mondi? "E' letteratura!"
Che importanza ha perdersi dietro le mille uscite dal fodero, se poi ognuna rientra nel fodero
dissimile ed identica?
E' sempre la stessa lama, è sempre lo stesso fodero, è sempre lo stesso Siva.
Impugna la spada e tienila ferma. Rimani fermo in essa, mentre sembra entrare ed uscire dal
fodero.
Respirare dai talloni, significa scendere nella terra, udire la terra, un tempo si piantava la spada in
terra per udire in lontananza.
Respirare dai talloni significa ascoltare, tenere immobile la spada, mentre essa entra ed esce dal
fodero.
Ogni codice, ogni alfabeto, ogni asana conduce al silenzio. E' il silenzio il suono della Grande
Asana, la voce dell'Alfa&Omega, del Purusha, del Paramatman..
Teatrante:
Ho un pò di vertigini, ma non è spiacevole....
Autista:
Lo so che non è spiacevole... anzi.
Affascina... attrae... espande... ma alla lunga annoia se va bene e vi si aderisce se va male (in un
mondo dove esiste questa complementarità).
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C'e' sempre tempo per indulgere nelle piacevolezze... una volta aperto il terzo cielo. Ma ci sono
altri cieli da aprire. Una ricreazione infinita... pensa che noia!
Teatrante:
La spada apre una porta.
C'è la sala di un castello... belle le statue.
Splendidi i dipinti...e lì in fondo un'altra porta...
ho il dubbio che la spada stavolta non sarà sufficiente..
o forse si....
....chissà....
Talita:
Mi rendo conto di non capirvi. E vabbè...
Autista:
Immagina un posto dove sei stato solo tu e pochi altri. Per quanto tu ne possa parlare e
descriverlo, chi non c'è stato non saprà mai di cosa in realtà stai parlando. Ma chi c'è stato da
poche parole, pochi indizi ti capirà all'istante.
Lo yoga è questo, un percorso che conduce in certi luoghi entro l'uomo, questi luoghi possono dare
su altri luoghi...
Non so se ti è capitato mai di credere di aver perso qualcosa che è davanti a te e tu la cerchi la
cerchi e non la vedi. Il teatrante aveva una teiera in tasca, la teneva addirittura in mano, ma
continuava a cercare la teiera senza vederla. Adesso l'ha finalmente vista, ed è così felice che
continua a versare il thé da tutte le parti, perché è contento che ha trovato finalmente la sua teiera.
E' messo lì che fa il teatrante.
L'autista che sta fuori dal proscenio, gli dice "Ma ti vuoi decidere a posare sta benedetta teiera?
Mica la devi tenere in mano a vita.
Posala e bevi quell'accidenti di thé!!!"
Il tutto nasce perché gli autisti solitamente non sono degli esteti o dei raffinati come i teatranti o gli
yogi, siamo un poco coatti e sbrigativi... non ci mettiamo molto a tagliare gambe, dita e affini alla
bisogna. Dei pezzi di pane ma con scarpe chiodate e bastoni pesanti. Non abbiamo la cultura per
capire la gioia di chi finalmetne ha la teiera! Ci perdiamo nella praticità. Per noi una teiera serve
a fare versare il thé non è un aspetto estetico da ammirare. Mi rendo conto che è una limitazione.
La stessa che fa dire che se fai una pratica per più di qualche mese senza effetti e meglio che la
lasci, a meno che non te la abbia data il Maestro, in tal caso puoi farla anche per mille vite senza
effetti, sono irrilevanti, la parola del Maestro vale ben più di mille vite.
In ogni caso, scusa
... e scusami anche se questa risposta forse non era quanto cercavi, ma non sono abituato a parlare
in pubblico e ogni tanto piglio qualche svarione.
O meglio. Abituato o non abituato, piglio a prescindere degli svarioni... non mi è facile arginare il
cosa dire... proprio perché mancano i riferimenti e le categorie del dire.
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Se tu registrassi i dialoghi fra questi due nomi, Autista e Teatrante, e li risascolti ,ti accorgi che
potrebbero essere le esternazioni di due menti folli. ....
Quando si è iniziato il dialogo con il teatrante , è stato come si è sempre usato nelle scuole
tradizionali, o nei lignaggi antichi... ci si siede e si parla, man mano si sale, si sale, si sale nei
livelli di consapevolezza, ma non è una gara.
Non è una lotta; è un porgersi, un donarsi, un aprirsi.
Ci siamo aperti l'un l'altro, pubblicamente (ed è stata questa la grande particolarità) e ci siamo
riconosciuti l'un l'altro come due anime sorelle o gocce nella stessa pozzanghera.
Siamo come due amanti che si tengono per mano e ognuno indica all'altro i fiori più belli o i passi
dove stare più attenti. Tutto qui. Il tetarnte con la grazia di un teatrante, l'autista con la rozzezza di
un autista.
Si spera di essere riuscito ad esporre meglio questa volta, quanto sta accadendo....
Teatrante:
Ciò che è giorno per il saggio è notte per l'ignorante.
Caro insostituibile Autista, la spada è ben salda nelle mani, per ora, almeno pare.
pensi che sia arrivato il momento del silenzio?
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I,13 - La Yogini
Autista
Ci si accorge quando arriva il momento del silenzio.
Non è più quell'assorbimento che l'aspirante vive saltuariamente, non è più quel pacifico e pieno
vuoto in cui certe volte taluni indulgono: non è manolaya.
Oh, ci sono molti silenzi, potremmo dire che essi sono una costante, anzi Esso è la costante che
inizia a mostrarsi sempre più, sino a divenire l'unico stato, come un'amante che non ammetta
concorrenti, Cessano i moti mentali, cessano le istanze, etc.
Esiste però un silenzio fatto di opere, che non determina il ritiro dal mondo, ma ottempera il
dharma al suo interno, è un silenzio operativo, quello dell'aspirante che ha smesso di indulgere nel
superfluo.
Ci si ritira da ciò che è inutile. È inutile dar perle ai cani, è inutile annaffiare una pianta finta, ma
se sono entrambi nel nostro dharma, ai primi si darà cibo e ricovero e alla seconda un bel vaso nel
luogo più adatto. E se la pianta fosse vera, daremo acqua a tutti, ma la carne solo ai cani.
In quel silenzio si vive il Reale all'interno di maya, consapevoli d'entrambi i domini, con attenzione
a non confonderli, pur essendo l'uno il sostrato dell'altro e praticamente uno, per coloro che vivono
vedendo il velo di maya, non è tale l'esperienza e così traspongono le intuizioni di un dominio
nell'altro. Così verità divengono non appena affermate opinioni se non falsità, perché
concettualizzate.
Maya vela la ragion pura e la trasforma nell'assertivo manas, un empirismo che vede in sé le basi
della sua esistenza apparente: è il potere velante che fa dire "è questo". Si trasforma una
conoscenza indiretta in ignoranza. L'ascolto o [sravanaè seguito da manana, non dall'asserzione,
ma prima di arrivare all'ascolto occorre essersi impadroniti di viveka e vairagya (discriminazione
e distacco), attraverso questi raggiungere l'uparati, quel raccoglimento interiore alla base di ogni
progresso negli yoga: è da lì che il mumuksutva o anelito muove l'aspirante.
La vita intera è una sadhana, la vita intera è da considerarsi come un'unica azione che percorre
quattro fasi o asrama, la preparazione, l'esecuzione, la valutazione e il ritiro. Questa azione può
svolgersi entro certi indirizzi o fini o purushartha, affermano i principali esponenti del Vedanta:
artha-dharma, il conseguimento del benessere attraverso l'equanimità o onore e il desiderio della
realizzazione, kama-moksha.
Qual'è il motore, l'energia che si estrinseca in questo processo? Per l'aspirante discepolo nella
tradizione è mumuksutva: l'anelito per l'Ordine, per l'Universale, per il Divino, per la Conoscenza,
per l'Uno senza secondo.
È rettificando i guna che il discepolo può intervenire fattivamente nei purushartha e questa
rettificazione avviene secondo le predisposizioni individuali o varna.
Teatrante:
"Ci si accorge quando arriva il momento del silenzio.
Non è più quell'assorbimento che l'aspirante vive saltuariamente, non è più quel pacifico e pieno
vuoto in cui certe volte taluni indulgono: non è manolaya. Oh, ci sono molti silenzi, potremmo dire
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che essi sono una costante, anzi Esso è la costante che inizia a mostrarsi sempre più, sino a
divenire l'unico stato, come un'amante che non ammetta concorrenti, Cessano i moti mentali,
cessano le istanze, etc.
Esiste però un silenzio fatto di opere, che non determina il ritiro dal mondo, ma ottempera il
dharma al suo interno, è un silenzio operativo, quello dell'aspirante che ha smesso di indulgere nel
superfluo."
Il divino auriga lo insegna ad Arjuna.
Il gioco degli dei è una realtà fenomenica.
Stanotte mi ha svegliato un suono forte e cupo.
Una tromba tibetana o una buccina.
Ho scoperto che veniva da dentro.
Ad occhi aperti ho sognato una pietra nera e mani sapienti che la cospargevano di olio .
Fa un pò ridere, ma ho pensato/sentito di aver compreso lo sivalingam.
Ho pensato/sentito che Sahasrara è altro da ciò che descrivono nei libri.
Ho pensato/sentito che la corona con i petali d'oro non è il sahasrara .
Ho pensato/sentito che ha venti fiori con 50 petali un fiore sull'altro e che lo sivalingam ha un
verso e che la sua punta sono quei venti fiori uno sull'altro.
Il desiderio di penetrare la Yogini di Ramakrisna faceva male.
La Yogini.
Non esisto senza la Yogini.
Buffo.
L'avevo vista solo in foto.
Ma è sempre stata con me.
K.W. dice che , senza volerlo.ha incontrato le spire della dea in forma di serpente.
ha chiesto .
Gli ho ricordato Sivananda.
chi è è Sivanada?
non avevo mai letto niente, nè ricordato niente, nè saputo niente di Sivananda.
Anche Sivananda viene da Sringeri
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I,14 - La Percezione è sempre Incinta
Autista:
Ci si ritira da ciò che è inutile.
È inutile dar perle ai cani, è inutile annaffiare una pianta finta, ma se sono entrambi nel nostro
dharma, ai primi si darà cibo e ricovero e alla seconda un bel vaso nel luogo più adatto.
E se la pianta fosse vera, daremo acqua a tutti, ma la carne solo ai cani.
teatrante
Alcune piante hanno bisogno di sangue.
E vi sono gazzelle che si credono cani.
Krishna fece voto di non scendere in battaglia, ma quando Bhisma fu sul punto di uccidere Arjuna,
si gettò nella mischia brandendo la ruota del carro.
L'acqua del fiume scorre dove vuole.
Autista:
In quel silenzio si vive il Reale all'interno di maya, consapevoli d'entrambi i domini, con attenzione
a non confonderli, pur essendo l'uno il sostrato dell'altro e praticamente uno, per coloro che vivono
vedendo il velo di maya, non è tale l'esperienza e così traspongono le intuizioni di un dominio
nell'altro. Così verità divengono non appena affermate opinioni se non falsità, perché
concettualizzate.
teatrante
Così è.
Così è sempre stato.
Il cuore dell'uomo contiene tutti i semi.
sotto la pioggia universale tutti germogliano.
non appena si afferra la natura del fiore
il frutto dell'illuminazione spontaneamente si forma
quello che appassisce
senza che le apparenze lo tradiscano
E' il fiore che sta nel cuore
degli uomini di questo mondo.
il fiore che appassisce è consapevole delle apparenze altrui?
Autista
Maya vela la ragion pura e la trasforma nell'assertivo manas, un empirismo che vede in sé le basi
della sua esistenza apparente: è il potere velante che fa dire "è questo". Si trasforma una
conoscenza indiretta in ignoranza.
L'ascolto o sravana è seguito da manana, non dall'asserzione, ma prima di arrivare all'ascolto
occorre essersi impadroniti di viveka e vairagya (discriminazione e distacco), attraverso questi
raggiungere l'uparati, quel raccoglimento interiore alla base di ogni progresso negli yoga: è da lì
che il mumuksutva o anelito muove l'aspirante.
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Teatrante
hai mai notato come la raffigurazione del cervello somigli alla spirale dell'Ammonite fossile?
nel tantra si dice che manas è un loto.
nero,talvolta, bianco talaltra.
Sono strani i tantristi del kashmir.
per loro manas è la dea.
Questo è la dea.
ricercare il raccoglimento interiore o osservare il raccoglimento interiore che si è auto prodotto?
Autista
La vita intera è una sadhana, la vita intera è da considerarsi come un'unica azione che percorre
quattro fasi o asrama, la preparazione, l'esecuzione, la valutazione e il ritiro. Questa azione può
svolgersi entro certi indirizzi o fini o purushartha, affermano i principali esponenti del Vedanta:
artha-dharma, il conseguimento del benessere attraverso l'equanimità o onore e il desiderio della
realizzazione, kama-moksha.
Teatrante
una volta ho sognato che l'oca cosmica canta tre volte .
La prima canta Hamsa : io sono purusha
La seconda canta Hamsa: io sono Purusha.
La terza canta Hamsa: io sono mahapurusha.
Dopo il primo canto gli asrama sono esteriori e visibili
Dopo il secondo canto sono interiori .
e dopo il terzo canto che accade degli asrama?
Il re Indra desiderava la redenzione.
aveva raggiunto la sapienza.
affidò a suo figlio oneri ed onori e inizio i preparativi per il ritiro della foresta.
Sacì fu sconvolta dal dolore.
si rivolse a brhaspati.
Brhaspati si recò da Indra e persuase il regale allievo a rinunciare alla sua risoluzione.
sacì divenne raggiante di gioia.
(Brahmavaivarta Purànà, krsnajanma khanda XLVII)
Autista
Qual'è il motore, l'energia che si estrinseca in questo processo? Per l'aspirante discepolo nella
tradizione è mumuksutva: l'anelito per l'Ordine, per l'Universale, per il Divino, per la Conoscenza,
per l'Uno senza secondo.
È rettificando i guna che il discepolo può intervenire fattivamente nei purushartha e questa
rettificazione avviene secondo le predisposizioni individuali o varna.
teatrante
rajas, tamas, sattva.
potrebbe sattva esistere senza tamas?
prajna è sattva rispetto a Taijasa.
Taijasa è rajas rispetto a Visva.
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Ma i cinque venti, i cinque elementi le cinque azioni le cinque percezioni in fondo non sono tutti
figli di rajas?
Se prajna è stato sattvico relativo a qualcosa come potrà non essere tamas relativamente a
qualcosa d'altro?
Autista
La percezione è sempre in cinta
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CAPITOLO 2
63
II,1 - Libero Arbitrio
Polifilo:
Vorrei proporre un esperimento sul libero arbitrio:
Appoggia i piedi per terra, concentrati sul piede destro e fallo girare in senso orario sul pavimento
come se disegnassi un circolo.
Ci riesci?
Adesso - mentre il piede continua a fare il suo circolo in senso orario - disegna nell'aria (dall'alto
al basso) il numero 6 con l'indice dela tua mano destra.
Se ci riesci hai libero arbitrio!
Altrimenti.. . arrenditi: se non controlli nemmeno il tuo piede, come potresti avere libero arbitrio!?!
Teatrante:
Chiedo scusa.
sono nuovo.
Autista:
Ben arrivato.
Teatrante:
Sono capitato qui per caso
ascolto le vostre discussioni ma sono piene di parole che non conosco.
Mi incuriosiscono, però.
Quanto detto da Polifilo mi ha incuriosito anche di più.
è forse una metafora?
Mi spiego.
Mi occupo di movimento.
Ho studiato un po' di danza.
Un po' di arti marziali,
Un po' di ginnastica.
Conosco ad esempio il metodo Dalcroxe che porta alla divisone ed al controllo della parte destra e
della parte sinistra del cervello.
Ad occhi chiusi posso tranquillamente girare il piede destro in senso orario fare un 6 con l'indice
della mano destra ed un 9 con quello della mano sinistra.
Volendo posso anche ruotare la testa in controtempo rispetto al piede.
Significa che ho libero arbitrio?
Penso di no.
E allora che vuol dire Polifilo?
Forse che il libero arbitrio è questione di tecnica?
E che un danzatore ha più libero arbitrio di un non danzatore?
E' così?
.... sicuramente il movimento è maestro.
64
Uno che si muove è più libero di uno che sta fermo.
è logico.
o no?
Euclide:
E' logico per una certa logica non per tutte le logiche.
Dici di aver praticato o praticare arti marziali;
un avversario fermo davanti a te ha potenzialmente tutte le possibilità di scelta-movimento- attacco
nei tuoi confronti... ma il momento che ne sceglie una, una delle mille che potrebbe scegliere,
quella scelta, quel movimento, condiziona lui e parimenti te.
Lui nell'azione dell'attacco che ti muove contro, te nella replica a quell'attacco, che devi per forza
replicare in qualche modo.
Da una condizione potenzialmente libera di ogni scelta-sviluppo vi venite a trovare entrambi
condizionati dal movimento, il suo di azione ed il tuo di re-azione.
Quale libertà quindi ?
La libertà sta nel potenziale non nell'attuale,
Una volta che il movimento è innescato non gode più di alcuna libertà, nè tua nè di chi vi si trova a
dovervisi confrontare.
Teatrante:
A meno che chi sta fermo non si muova in realtà così velocemente da sembrare fermo,anche se non
lo è....
Va beh scusate.
Sono discorsi fuori tema.
Probabilmente c'entro poco con questo Sodalizio, così diverto dal mio Dojo di provenienza.
Euclide:
Ti sbagli c'entrano molto invece con questo Sodalizio,
Il movimento poi è uno degli argomenti principe. Per movimento poi non lo intendere o restringere
al solo concetto di movimento fisico, allargane gli orizzonti; movimento o movimenti sono anche
tutte le dinamiche psicologiche, emozionali, sentimentali, l'energia stessa a qualunque livello la
osservi è movimento, vibrazione, ondulatoria. ..
Noi siamo movimento, gli elettroni ed i nuclei sono movimento, tutto il fenomenico è movimento, e
dici che non c'entri nulla ? C'entra, eccome che c'entra...
Teatrante:
Non so niente di Filosofia.
Capisco solo di movimento.
Un pò di danza.
Un pò di arti marziali.
Un pò di ginnastica.
Euclide
Se capisci di movimento allora capisci la vita, la vita è movimento;
Se capisci la vita capisci allora anche di te stesso che parimenti sei movimento e vita, e questo si
chiama la piccola opera, i piccoli misteri...
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Teatrante:
Scusate per l'intervento fuori tema, continuerò ad ascoltarvi, anche se non capisco tutte le parole
che usate.
Euclide:
Per le parole usate non c'è problema se ne possono trovare altre a spiegazione e chiarimento, basta
chiedere nel caso.
A spiegazione di quelle usate sopra per esempio, i piccoli e grandi misteri erano le due tappe delle
tradizioni orfiche, che trovano ampie analogie in tutti i rami tradizionali sia orientali ed
occidentali.
In buona sostanza si tratta rispettivamente dell'universale e dell'assoluto.
Autista:
Comprendere Polifilo non è mai facile.
Ma si concorda con la posizione che avere o meno la padronanza o il possesso di uno o più arti è
irrilevante, ai fini del libero arbitrio.
Pensa a questo come un teatro ove più figuranti rappresentano una manifestazione mentre molti
più astanti assistono alla raffigurazione dell'evento.
Ci mancava un teatrante che sapesse danzare.
Potremmo considerare i figuranti come matematici e il pubblico silenzioso come acusmatici.. .
Il nome del Cenobio ha suscitato e suscita molte perplessità, ma lo portiamo da così tanto tempo,
che oramai ci è caro con un vecchio comodo abito.
Ci protegge da tutti quegli eruditi che diffidano di ogni aspetto del sacro senza averlo indagato a
fondo realizzandolo.
La compagnia si è andata formando negli anni... ci hanno accomunato l'interesse per la
Conoscenza.
E' formata da aspiranti che praticano diverse vie e seguono diversi Maestri.
Cerchiamo solitamente di non discutere dei riferimenti per evitare polemiche, ma ogni tanto
qualcuno espone una locandina piuttosto che un'altra.
In questo sodalizio si svolge la funzione di Giardiniere.
Ancora ben venuto
Yogirudra:
A dire il vero non ho ancora capito cosa intendesse dire l'intervento di Polifilo a cui tu hai tentato
di rispondere.. ...comunque sia , Teatrante...ben arrivato.
Teatrante
Grazie delle risposte.
Mi scuso di nuovo della mia ignoranza.
Ma usate adesso parole che conosco meglio.
Soprattutto tu, Euclide.
Se io sono fermo,nelle tecniche marziali(arte è una parola grossa)
e l'avversario si muove per primo, ciò che dici non è sempre vero.
66
Nelle tecniche che conosco(un poco) io se segui la spada dell'avversario sei schiavo
dell'avversario.
Se segui il respiro dell'avversario (attaccherà sempre in espirazione) sei schiavo del respiro.
Se segui lo sguardo dell'avversario sei schiavo dello sguardo.
Se cerchi di non pensare a niente sei schiavo del pensiero.
Se ti metti sul ponte di prima dell'inizio invece, l'avversario non si cura di te ne te di lui.
Non esiste sconfitta e non esiste vittoria.
Se il mio avversario si muove per primo la mia spada,se io fossi sul ponte di prima dell'inizio) si
infila nello spazio in cui non entrerebbe un capello.
"Io" non farebbe la contromossa di fronte all'avversario.
Esiste la spada che distrugge ed esiste la spada che unisce
.....
Sto andando di nuovo fuori tema....
Adesso mi taccio, scusate, parlo sempre troppo...
Polifilo
Interessante invece, ciò che stai dicendo, Teatrante. Tolto Durcheim, avresti qualche testo
interessante da indicare sulla"via della spada"?
Euclide:
Teatrante, dici di essere ignorante ma citi Takuan Soho..
"Contro la spada di un avversario
non metterti in guardia,
ma tieni la mente immobile;
quello è il luogo della vittoria"
Fudochishinmyoroku (Il libro divino dell'immutabile saggezza)
Teatrante:
Scusa l'impertinenza, Euclide, volevo presentarmi ,usando la risposta a Polifilo, con le parole che
conosco meglio, e visto che le parole sono come spade e le frasi come mosse,
Ho tentato di applicare la tecnica della spada nascosta di Musashi.
Ho tenuto la spada piccola nascosta dietro la schiena e ti ho mostrato la spada lunga.
La luna riflessa nel Rio puoi vederla con gli occhi ma non puoi afferrarla.questo è il segreto
della mia spada.
Se non sbaglio hai parlato di piccoli e grandi misteri, ciò che un tempo erano rappresentati da un
orso (Artù) e da un cinghiale (Merlino)....
A volte ho l'impressione che si parli di Misteri come se fossero vie.
E la via, come dice un mio caro amico non esiste.E' l'essere.Il samurai se segue la via è un bravo
samurai e non ha libero arbitrio.
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Il maestro è l'essere, non può fare che quella cosa in quel momento.
Il libero arbitrio non ha senso per l'essere.
Scompare come concetto.
Come la neve al sole.
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II,2 - Simmetria e Sogno
Polifilo
Mi domando se la contingenza e la sofferenza non riguardino appunto l'agente.
La domanda è questa:Se, per divina ipnosi, ci identifichiamo come agenti delle azioni cher
iguardano questi computers biologici, questi apparati corpo-mente,allora soffriremo il karma delle
azioni.
Ma se, sempre attraverso lo stesso ipnotizzatore divino, perdiamo questa identificazione, potremmo
ancora parlare di karma?
Ovviamente nel fenomenico avverranno le normali relazioni di causa effetto.
Ma, una volta tolta l'illusione di poter alzare anche un dito pernostra volontà, ci riguarderà ancora
più di tanto il Karma dell'apparato?
Autista:
Dovresti fare il retore...
Certo che ci riguarderà fin tanto che avremo l'idea di esistere come individui.
Certo che ci riguarderà fin tanto che avremo l'uso di quegli apparati.
Potremo esserne distaccati, ma non certo separati.
O credi che il Cristo essendo realizzato non sentì fustigazione o crocifissione.
O credi che Ramana o Nisargadatta non soffrirono l'agonia del cancro.
O credi che Shankara non patisse il morso del coccodrillo o l'ascesso che gli guarì il discepolo.
O che le sinapsi di questi esseri fossero scollegate?
Il teatrante appena arrivato usa, talvolta, come pseudonimo il nome di Milarepa... un qualcuno che
ha conosciuto bene la via del dolore.
La beatitudine della Realizzazione non nega la causalità del manifesto, la comprende e integra, ma
non rende insensibili, al limite apre alla capacità di testimoniare al/il dolore.
O crediamo che i Maestri, gli Iniziati vivano solo per finta?
Vorrei marcare questo argomento.
Avete presente che spesso diciamo di non concettualizzare?
E' quanto possiamo chiamare sovrapposizione o vasana.
E' la differenza fra erudizione e realizzazione.
Zenone ha dimostrato che che non c'è mobilità.
La ragion pura dimostra che non c'è libero arbitrio.
Ma mentre alla prima non crede nessuno, alla seconda mostrano di credere in parecchi.
Il punto è che sono conoscenze che vanno realizzate (divenire consapevolezze continuamente
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presenti), non ricordate o credute.
Nel momento stesso in cui "decido" cosa mangiare (credendo di farlo), sto applicando il mio libero
arbitrio.
Nel momento stesso in cui mi metto a diffondere l'advaita vedanta è chiaro che non l'ho realizzato e
che sono preda della dualità.
Nel momento stesso in cui pontifico sull'Assoluto rispetto a chi invece vive il contingente è ovvio
che non l'ho realizzato e sono preda della dualità.
Nell'Assoluto c'è compreso il piano di contingenza e non posso non risuonare con l'astante.
Nell'advaita vedanta non c'è la presunzione di verità rispetto ad altro duale.
Nella decisione c'è l'idea di esistere come individualità .
Polifilo:
Credo che tu non abbia capito troppo bene la mia domanda iniziale, Autista.
È ovvio che ogni oggetto di questo mondo è soggetto alla causalità.
Ma cos' è soggetto a questa causalità?Il corpo-mente, o il il fantomatico (inesistente) "me" che si
crede autore delle azioni che avvengono? Una volta caduta l'idea di un "me" che possa attuare nel
mondo, a chi mai interesserebbe il karma?
Oltretutto, non essendovi più l'idea dell'agente, si sarà totalmentenell'azione, completamente
integrati e uniti a "colui che agisce".
Paradossalmente, come se avessimo avuto libertà totale disgeglierla.
Interessatissimi in quanto avviene.
Totalmente uniti a tutto ciò.Non vi sarà nemmeno il tempo di pensare al karma. L'azione così piena
da non importarsi che del momento presente.
Momento a momento a momento
Teatrante:
Non riesco a seguire quanto dite.
Sono molto preso dalla letteratura.
Lascio scorrere,ma ogni tanto mi fisso su simboli e segni e allora per distrarmi penso al corpo.
Il corpo.
Il "mio" corpo è simmetrico.
Spaventosamente simmetrico.
Un kun è in Cina la larghezza dell'ultima falange del pollice.
Il palmo delle mie mani è dodici cun.
Il braccio da spalla a gomito è 12 cun.
Da gomito a polso 12 cun.
Da anca a ginocchio 24 cun.
Da ginocchio a caviglia 24 cun.
La pianta del piede è dodici cun.
Dall'attaccatura dei capelli al mento 12 cun.
Dal mento al cuore è 12 cun.
Dal cuore all'ombelico 12 cun.
Dall'ombelico al pube dodici cun-
70
Da spalla a spalla 24 cun.....e così via...
Da piccolo ero orgoglioso :pensavo di essere speciale.
Oggi sono un pochino preoccupato.
Fin quando è la mente razionale a capire una cosa, va bene.
Troppo simmetrico.
Altra letteratura.
Una poesia che mi ritorna da tanto tempo:
Tyger tyger burning bright in the forest of the night,what immortal hand or eyecould frame you
fearfull simmetry?
Simmetria paurosa, spaventosa.
La simmetria è finta .
La simmetria è un'artifizio.
Il mio è un corpo sognato.
Palesemente.
Parlare della maya di Visnù come se sapessi cosa è può ancheessere gratificante.
Sono erudito..
Misurarsi il corpo è scoprire che è un corpo sognato destabilizza.
Il corpo sognato non ha nessuna speranza di vedere il sognatore.
Dovrei sfuggire dalla bocca del bambino che sogna e trovarmi immerso nell'oceano nero di prima
dell'inizio.
Dovrei seguire il canto dell'oca e volare con lei dovrei seguire il cinghiale e nuotare con lui.
Ma sarebbe solo il mio sogno.
Il sogno di un essere sognato.
Un sogno al quadrato.
Una doppia illusione.
Anche questa è letteratura.
Ma non è divertentissima.
Per fortuna se mi siedo riesco a non pensare a niente.
e ci riesco subito.
Mi alzo e riprende la letteratura.
Indice e pollice,le spade,la tigre, la Dea....
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II,3 - L'Insolito
Autista:
Vorrei esplorare con voi tutti questo argomento.
In questi giorni è capitato di riflettere sull'ignoranza che si aveva da giovane e come la scuola
abbia fornito una serie di informazioni del tutto irrilevanti se non inutili ai fini della vita, ma
comunque secondarie rispetto alle necessità primarie di ogni persona.
Non so se è stata questione di questa persona, questa famiglia, questa cultura o etnia. Per questo
vorrei parlarne con voi.
Avete/abbiamo ricevuto il libretto di istruzioni per usare i nostri veicoli?
L'unica cosa che mi si diceva era: lava i denti, metti la maglia di lana, non uscire con i capelli
bagnati. A scuola niente.
Nessuno mi ha mai detto cosa sarebbe successo a questo corpo nelle pubertà, nessuno ha mai
anticipato che le emozioni che si provano sono emozioni e non amore... che il logoramento del
corpo sarebbe iniziato dopo i 40 anni in media, che le credenze erano una cosa e l'esperienza
un'altra...
Ma non me l'hanno insegnato o non ho ascoltato?
Prendevo ad esempio due di voi, Polifilo e Euclide.
Dialogo con entrambi... Polifilo non fa altro che preparare trappole eattentati, cercare di cogliermi
in castagna, e ad ogni mia parola, se coincide con la sua credenza/esperienza bene, se non è così
subito mi oppone le parole di qualcuno, e qualche volta le sue.
Nonostante questo non sembra avercela a male più di tanto, anzi... se capita è molto affettuoso,
disponibile. .... fastidioso, ma attento e presente.
Alle volte mi da l'impressione che voglia essere convinto. Cioè, gli piacerebbe che quello che dico
fosse vero, ma secondo lui non lo è, allora cerca di aiutarmi mostrandomi che forse c'è altro. In
sostanza certe volte non coglie quello che dico, ma ritiene che abbia detto altro, mentre solitamente
ho proprio risposto alle sue parole.
Questo sembra scatenare polemiche su polemiche, che certe volte si esauriscono solo per
stanchezza, sua o mia o di entrambi.
Nutro molto affetto per lui, mi manca l'averlo incontrato, mi piace immaginarlo sulle spiagge
brasiliane, lontane dalla gente, reietto all'italia, con la sua famiglia, seduto su un sasso con una
noce di cocco in mano, che pensa "Mo' la taglio e me la mangio! Al massimo la venero la buccia!".
Il tipo di vita che si è fatto, ha imposto solo questo genere di frequentazioni e amicizie, se dovessi
indicare degli affetti amichevoli o fraterni o sorellevoli, sarebbero al 90% entro Sodalizio.
Euclide è un altro (non me ne vogliano i non citati). A differenza di Polifilo, non vuole credere, non
ne vuole sapere, ma si poggia solo sull'esperienza. Ogni tanto esplode o implode e se ne va
portandosi una parte di me, come avviene ogni volta che uno di voi se ne va.
Ci rimango male (Non entro in merito a chi rimane male, perché, etc.) e mi dico: "Ma almeno un
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saluto?" Anche fra estranei almeno ci sisaluta... se va via perché almeno non salutarsi?
.... Lui lavora sull'esperienza. .. poi vuoi perché solitamente quanto gli si dice scopre che ha una
ragion d'essere, vuoi perché (purtroppo per lui) sente un affetto verso questa persona, si confronta
con queste parole.
A differenza di Polifilo , non si oppone, sospende al limite sino a quando non verifica
nell'esperienza se la testimonianza coincide.
Avrà esperito, forse, che solitamente questo ente se parla di qualcosa ne parla perché è una
testimonianza diretta e non una inferenza o una testimonianza indiretta.
Dico solitamente, perché immagino che qualche volta avrà pur pensato che il sottoscritto dice
castronerie. Insomma sospende il giudizio, ammettendo che forse la sua visione ancora è parziale e
aspetta che cresca per vedere se contiene anche questa.
Ora in questi due estremi credo che ricadiamo tutti noi (la figura contrappositiva di Polifilo
racchiude anche quella totalmente appositiva, che però da noi è rara perché siamo riusciti ad
impedirlo: quella che del tipo Ipse dixit, ha parlato L'autista ed è il verbo).
Lascio fuori dal discorso coloro che (o quelle occasioni in cui) vivendo le medesime esperienze
riconoscono immediatamente una testimonianza come tale.
Prese queste due figure... vorrei discutere con voi l'effettivo processo di apprendimento.
Cioè è possibile insegnare/apprender e dagli altri?
Basta dirle le cose?
Basta dire la verità?
Ma se non la possono conoscere, la posso credere, ma serve?
Sono domande che mi sorgono adesso e che per fortuna non sono sorte anni fa...
Nel Cenobio abbiamo/avete appreso da quello che ci siamo detti?
Ancora meglio... avete appreso perché bo. parlava/testimoniav a/etc. o abbiamo /appreso perché è
stato un cruogiolo, una foresta, un mondo, asram virtuale dove bene o male abbiamo fatto
esperienza di noi grazie a tutti gli altri.......
Questo al fine di comprendere per noi stessi se il dialogo è un elemento di comprensione e di
apprendimento in quanto ci proietta sull'altro e permette di vederci meglio o in quanto ci dà la
possibilità di apprendere direttamente dall'altro (e anche qui dovremmo vedere come e perché)?
Polifilo:
.....Allora mi vedi mangiando il frutto e poi venerarne la buccia?In fondo l'idea mi è piaciuta (potrò
parlarti dell'acqua che vi stadentro - alla noce di cocco - con cognizione di causa....)
Teatrante:
L'insegnamento è come l'acqua.
Il serpente la trasforma in veleno.
la mucca la trasforma in latte.
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l'insegnamento è come la pioggia, fa germinare i semi.
Nel cuore umano esistono tutti i semi, ma ognuno di loro germoglia al momento giusto.
Il fiore sboccia quando è il momento in cui deve sbocciare.
La pioggia non sa quando è il momento.
La pioggia deve solo pensare ad essere pioggia.
A volte può sembrare che l'acqua universale sia andata persa, ma in una cavità rocciosa, rimane
inalterata.
Improvvisamente un giorno di fa sa strada e raggiunge il seme.
Il fiore sboccia, insolito, improvviso come una rosa su uno scoglio.
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II,4 - Neti Neti
Euclide:
.....La via jnana è conoscere ciò che non sei per essere ciò che sei......
necessariamente il soggetto ..ad una serie di domande importanti, le seguenti : Posso
percepire\esperire ciò che non-sono, ma ciò che sono potrò mai percepirlo\esperirl o ? Ossia il
"ciò che sono" è forse un quid esperibile\percepibile ? E da chi poi ?
Quando Aristotele afferma che conoscere è essere, intende forse che l'esseità, l'identità è un atto
di percezione\esperienza ? Insomma l'essere è esperienza\percezio ne oppure no ?
A mio vedere ad oggi la risposta è no.
Autista
No. E sì.
Nell'esistenza, nel sentirsi esistenti sia come jiva che come atman (attenzione andiamo sempre in
una testimonianza border line) c'è comunque una definizione/ esistenza noetica/universale.
L'esperienza dell'essere è distinta dall'esperienza dell'esistere, nonostante siano i due stati identici.
Ci si vive jiva nella individuazione. Ci si vive atman e lo crediamo essere perché siamo essere. In
realtà nell'essere c'è ancora una dualità, Namarupa, perché è l'esistenza che noi sentiamo e ci fa
dire che siamo. E quell'esistere che noi chiamiamo erroneamente essere.
Quanto noi chiamiamo essere non è in realtà l'Essere. Quanto chiamiamo essere è l'atman che
nell'ambito del nostro essere/esistere è esistenza......
Tranne pochi sthitaprajna, pochi lo hanno espresso, ma solo in ambito puramente non duale. Tutti
solitamente indicano l'Atman come satcitananda, lo stato finale e concettualizzano uno stato quarto
il Brahman definendolo identico.
Nella realtà il passaggio è lungo, leggendo la vita di Ramana per lui sono occorsi molti anni,
leggendo Ramakrishna, gli è stato chiesto da Iswara di rinunciare a questo stato per ridiscendere
nella bhakti per amore del mondo.
Altri si chiamano fuori ed entrano in altri stati, in cui si rinuncia al corpo fisico e si rimane negli
altri corpi... non ci sono molte testimonianze su questo perché è raro che se ne parli, che se ne
testimoni.
La realizzazione del Atman, dell'essere è ancora una dualità, perché si realizza l'Uno aritmetico.
Io/Sé mi trovo esistente in ciò che sono. Ma questa esistenza la "vivo" perché avverto l'esistenza
della non esistenza... Sono perché sono. In questo essere quasi definisco il non essere che in realtà
non esiste.
Quindi potremmo dirla una sorta di percezione, di auto percezione. E' solo dopo... esaurito
quest'ultimo velo, che l'esistenza diviene Essere in sé, il Brahman, a quel punto si realizza l'identità
fra Atman e Brahman. Ed è quello il momento in cui si coglie l'Essere come essere e non più come
essenza.
Euclide:
Il limite intrinseco del percepire\esperire è dato proprio dalla coesistenza\ correlazione del
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soggetto e dell'oggetto.
L'identità\esseità di cui si parla è fusione\sintesi del soggetto-oggetto in unità, l'uno-essere.
Quindi si dirà, ma allora a che pro il neti neti, a che pro il conoscere ciò che non si è, se ciò
che si è lo si è per tutt'altra strada del conoscere\percepire \esperire ? Perchè mai uno
dovrebbe percorre l'jnana se poi l'identità è per tutt'altra strada ? Domande lecite quanto
cruciali...
Autista:
Perché l'adesione ai veicoli va esaurita su tutti i veicoli.
Quando Gaudapada, Shankara, Raphael, Ramakrishna testimoniano nella tradizione essi
testimoniano nella non dualità, tutti i piani di manifestazione dell'essere, dalla via dell'azione, a
quella del cuore, a quella della conoscenza. Ramakrishna dopo essersi prestato alla via
bhakti, alla via tantrica, si presta per qualche giorno a quella jnana. Chiaramente parlando di
questi esseri cade ogni possibilità di confronto, ma non del tutto, Costoro li possiamo considerare
Avatara perché il loro discendere è una discesa a nostro uso e consumo, e quello che vediamo come
sadhana, come percorso, è un semplice ripristino della loro posizione coscienziale, pura, eterna,
totale.
E' commovente come si prestano a farsi istruire, a rendersi discepoli, pur nella loro totalità, per
amore, si prestano ad essere uomini.
Perché se non lo fossero, noi non sapremmo che farcene, non ci sarebbero porta, accesso, via,
canale. Se il Divino/Conoscenza non si fa testimonianza/ logos/uomo l'umanità non può accedervi.
Teatrante:
.....Ah il mio cuore trabocca e malinconicamente
gode appena gli occhi scorrono
sulle righe tracciate da chi non esiste più.
Questi sono i suoi caratteri, e il suo cuore
guidava la mano;
proprio a me scriveva questa lettera, e questa
lettera è tutto quello che resta di lui" (...)
"Eravamo felici per i nostri errori; E adesso? Ah,
non è più così! Anche noi come tutti gli altri
abbiamo
dovuto leggere nel cuore umano; e la verità,
cadendo in mezzo a noi come una bomba, ha
distrutto per sempre l'incantato palazzo
dell'illusione" ....
77
II,5 - Metafore
Polifilo:
Vi sono momenti in cui mi domando se davvero stiamo devotandoci all'essere.
Jnani, bhakta, insegnamento, apprensione ? ....... ..
Nel qui ed ora, esiste davvero qualcuno che possa insegnare-apprender e?
Autista:
Certamente.
Polifilo:
L'unico vero insegnamento è dato dalla vita stessa, quando vista al di fuori da tutti questi concetti,
ed è che qui ed ora non c'è spazio né tempoper queste elucubrazioni né per "colui" che elucubra.
Autista:
Vero una volta che lo si è realizzato come stato di pura consapevolezza. Sino a quel momento,
esistendo l'adesione allasovrapposizione sul Reale, ed essendo quella adesione identificazione,
ecco che ogni vritti e vasana incidendo sulla adesione la manipolano, e questo possiamo chiamarlo
apprensione. Anzi l'apprensione è proprio una modifica del manas e il manas per come lo si
considera nel mondo profano è proprio l'insieme dei pensieri.
Lo stato di non dualità, l'advaita è la suprema Realtà e questo viene testimoniato da coloro che lo
hanno realizzato e sono rimasti proprio per testimoniarlo. Ma la semplice testimonianza non basta
se non per quei pochi in grado di accedere all'ultimo passo che sono veramente veramente pochi.
Tutti gli altri spesso confondono degli stati intermedi di vuoto, di parcellizzazione dell'essere per
l'Assoluto. Siamo dimentichi che già la semplice realizzazione di uno qualsiasi dei veicoli veniva
considerata come la più alta delle realizzazioni.
Ma anche se fosse, tutto questo non basta. Non basta realizzare l'Assoluto per poterne dare
testimonianza. O meglio, sì che basta. Ma non basta a darne accesso a tutti. Quella famosa
storiella di quello che trovava il posto stupendo oltre il muro e rimaneva in cima sul muro per poter
dire a tutti quello che c'era oltre e invitarli ha senso se coloro che passano sono in grado di
arrampicarsi.
La pietà del Bodhisattva, del Cristo, di Ramakrishna, di Chaitanya, di Ramanuja e dello stesso
Shankara, Plotino e Pitagora è quella di far scendere dalla cima del muro sino a terra una scala
con i gradini per favorire la salita.
Polifilo:
Qui ed ora si scioglie colui che immagina e rimane solo ciò che è.
Autista:
Verissimo. E' vero. Nessun problema. E allora? Sono anni che si va avanti in questo senso. Quanti
hanno capito? 10, 20, 100, 1000, 10000?
Quanti hanno realizzato? Benissimo. Tutti gli altri che ne facciamo?
Li lasciamo in preda dei vari culti, sotto culti, maestri, pseudo maestri che non saranno in grado di
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portarli da nessuna parte, perché loro stessi non sono arrivati da nessuna parte o se anche ci
sono
arrivati non sono in grado di discendere?
Il grande alpinista non sale solo sulla montagna, ma ne scende pure.
Polifilo:
Senza spazio, senza tempo.
Autista:
No! Questo è un altro stato. Il senza spazio e il senza tempo descrivono anche un altro stato di
coscienza. Ed il come se ne parla che fa comprendere che si sta parlando di uno piuttosto che
dell'altro. O che addirittura si sta concettualizzando.
Polifilo:
Infinito.
Autista:
Lo stesso di cui sopra.
Polifilo:
Realizzato!
Autista:
Certo, si dice realizzato a circa sei o sette livelli di coscienza, a partire dalla realizzazione del
distacco da corpo, ossia alla realizzazione che non si è il corpo.
Polifilo:
Questo è Devozione!
Autista:
Sì, è vero. Una delle realizzazioni duali determina le testimonianze di cui sopra.
Polifilo:
Questa è Jnana!
Autista:
Idem!
Oh! Polifilo.
Con tutto l'affetto del mondo.
Quello che tu affermi è vero.
Il punto è che la modalità con cui l'affermi lo rende non vero.
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La verità su questo piano non è legata alla verità in sé direttamente,ma lo è attraverso la posizione
coscienziale che la testimonia.
Queste testimonianze possono creare delle vie o dei campeggi. Nei campeggi è arrivata un luce per
quei campeggiatori. Le vie collegano le città.
La cosa buffissima è che ultimamente ci si è accorti che si parla per metafore.....
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II,6 - Amore
Talita:
Vi sono discepoli di Gurdjeff che ne parlano come di un ciarlatanto
Vi sono dei discepoli di sai baba che raccontano di abusi sessuali fatti dal maestro.
Vi sono discepoli di Osho che raccontano della tossicodipendenza del maestro...
Teatrante:
il corpo è sogno.
Quando ce ne accorgiamo e ci svegliamo non ne rimane traccia.
A questo punto si potrebbe cadere in errore.
Potremmo cadere nel divertimento e nella lussuria.
Devono esserci valori nel divertimento e se così fosse il
Divertimento non condurrebbe al male.
Chi non possiede valori diventerà pazzo.
Per valori si intendono, in genere dei limiti fissati in rapporto a tutte le cose.
I limiti sono simili ai nodi del bambù.
Alcuni affermano "tutto è sogno! non vi è altro da fare che giocare!"
Questi trascinano le loro menti oltre ogni limite, giungono
All'estremo della lussuria.
Sono lontani dalle mente dei saggi come la neve lo è dalla fuliggine.
Così mi pare, scriveva Takuan Soho.
Le porte sono molte.
Superata la prima una formica sognata da un microbo pensa a volte di essere Indra.
San Chang feng disse : non prevedere la sconfitta.
Occorre avere una mente che rimarrà salda in ogni circostanza.
Non bisogna mai ritirarsi neppure se ci si sente paghi dei risultati.
Quando ci accorgiamo che il corpo è sogno il primo nemico è la paura, il secondo nemico è il
potere.
Si dice nello zen :
" Un neonato possiede le sei percezioni?
getta una palla nella corrente rapida...non si ferma mai"
Indulgere nei piaceri o nel potere.
Credersi indra senza che nessun visnù venga sotto forma di bambino a dirci che anche Indra è
illusione e che in base al suo atteggiamento anche indra può cadere e rinascere formica conduce
alla follia.
Il monaco ha dei limiti.
Il guerriero ha dei limiti.
Il monaco e il guerriero hanno entrambi un bastone di bambù ed una ciotola.
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La via del monaco e la via del guerriero hanno entrambi come fondamento il valore dell'umiltà.
Osho e Gurdjieff praticavano la via dell'uomo astuto.
Per l'uomo astuto l'umiltà è perdita di tempo.
Autista:
Non me la sento di condannarli, ossia hanno errato... l'errare è già di per sè il pagamento...
vagare... perdersi...
E' così facile sbagliare... è un semplice momento di adesione... un momento in cui quel deserto
riprende corpo e si cerca acqua e aria...
Un momento dove la percezione viene inseguita nel sottile... dove la rarefazione porta un sentire
così sottile e voluttuoso da affascinare. ..
In quei momenti capisci la debolezza per le siddhi, per la volutta, per il sentire e il sentirsi.
Tu sei perso come identità e vorresti ancora esistere e allora ti perdi nell'altro/a. Immagino che il
tantra fosse questo nelle vette più alte... l'inversione fra acqua e fuoco, lo scambiarsi di posto...
scambiarsi i veicoli corporei a livello più basso e quelli man mano più sottili a livello piu' alto...
La solitudine di certe vette non stabilizzate può essere molto dolorosa specialmente se oscilli fra un
piano e un altro. allora è facile mentre sei sul piano piu' basso, cadere, aderire ad una qualunque
cosa che lì, lì ti faccia sentire vivo. E spesso è un'altra persona... un desiderio... uno scopo.
Non entro in merito ai Maestri, sto scoprendo che è già fin troppo difficile fare l'aspirante.
Polifilo:
...Quanta tolleranza!
parliamo di Sai baba::..
Vorrei vedere, se ci andasse di mezzo un vostro figlio, dove se ne andrebbe questo bel discorsetto.
..Si tratta di fatti!
Fatti supportati da un sacco di giovani che sono passati per questi momenti.
Fatti messi assieme non da chi era contro al Maestro, ma da chi lo devotava e devotava la sua
stessa vita a divulgare i suoi insegnamenti.
Discepoli di dieci, vent'anni di amore per il Maestro.
Solo che, quando le evidenze sono schiaccianti, quando diventa impossibilenegare questi fatti malgrado lo si vorrebbe con tutto il nostro essere e contutto il nostro cuore - bisogna anche saper
guardar in faccia alla realtà, eprendere una posizione.
Dolga a chi dolga!
E sembra che il dolore affetti solo le vittime....
Tigre Bianca:
...I giovani che citi li hai incontrati personalmente?
io ne ho incontrati tanti, anche bambini, che hanno frequentato per anni le scuole di SB ed erano
tranquillissimi. ...
D'altra parte che cosa c'è di meglio per attaccare un personaggio pubblico che mettere in piedi una
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causa di violenze sessuali?
.....
nel caso ti capitasse l'occasione, verifica in prima persona l'attendibilità di tali fatti.
E' sempre meglio ragionare con la propria testa che con quella degli altri....
la tolleranza....è capacità di ponderare, ragionare e approfondire prima di formarsi un'opinione,
invece che prendere quella di altri come oro colato.
La tolleranza permette di ascoltare il pro e il contro ed evita di seguire senza capire opinioni
riportate.
Se poi, col tempo, le opinioni e le parole si lasciano cadere e si vive nell'immediatezza dell'essere, è
il massimo, ma siamo ancora lontani da ciò.
Troppo infarciti di credenze.... torte alla crema multi- strati e piene di "zucchero" ....comincio a
preferire umili pezzi di pane raffermo.
Autista:
Di osho non sono mai entrato in merito al suo comportamento, e se lo si è fatto ci si scusa.
Alcuni dei suoi bellissimi brani li ho però trovati incompleti, parziali, in alcuni momenti "errati".
Ossia diversi da questa esperienza, mentre con altri non mi è mai successo
Gaudapada, R., Ramakrsihna, Ramana, SB, Shankara, etc. etc.
Gurdjef, lo si sconosce direttamente.
Per quanto riguarda SB, sospendo il giudizio, perché sono stato tante di quelle volte in quelle
stanze dove viene detto che sono avvenuti certi eventi che so come ci sia una tendina da cui si vede
e si sente tutto quello che avviene nella stanza privata.
Ma il punto non è neanche questo... è che in occidente abbiamo una visione di quanto concerne gli
organi genitali molto complessa. E dato che certe storie circolano anche su quando SB non poteva
deambulare facilmente.. . è tutto molto strano.
Certo se un amico/a mi tocca la spalla è una cosa,se tocca una parte dell'organo genitale è
differente; così è per una carezza o un bacio... sulle labbra, sulla guancia, sulla fronte, sulle mani,
sull'organo riproduttivo hanno significati del tutto diversi.
E' un argomento che non tocco, perché se quelle persone sono convinte di avere avuto
quell'esperienza, le mie parole non solo non potrebbero aiutarle ma acuirebbero la loro sofferenza.
E' lo stesso per Rajnesh. Ho visto tanta gente che si è avviata su un certo cammino grazie ai suoi
testi... chi sono io per giudicare?
Anche se Putana (?)cercò di ammazzare Krishna, era un grandissimo rishi che desiderava
allattarlo come desiderio finale.
Teatrante:
si disquisisce dei massimi sistemi , si legge i libri di filosofia e poi basta un sorriso di donna o
un tramonto per lanciarci nel mondo del desiderio.....
pensa se si è in grado di giudicare Sai baba ,osho o gurdjieff...
Autista:
....il sorriso di donna ...... il tramonto... devo ammettere che ci sono momenti in cui sospetto e temo
83
che maya abbia delle spire che non ho del tutto risolto. La trappola più grande credo che sia
l'amore... si è completamente indifesi di fronte ai sentimenti e alle emozioni che riesce a
generare.....
Talita:
....Ho sentito spesso dei discepoli dire:
"non era un vero Maestro, era umano come me e te !". Mi sono sempre chiesta perchè questo? Non
è forse veramente la paura interiore e profonda di spiccare il volo ? Di riconoscerci comunque alla
fine essere imperfetti, finiti, senza speranza ?
Ho sentito tante volte..
ma un Maestro per essere tale deve essere così e così, non ho mai sentito dire, l'insegnamento di
questo Maestro mi ha cambiato, mi ha trasformato in questo modo...
Ho provato e provo per Loro una grande compassione, devono amarci veramente molto,
per Offrirsi alle nostre lapidazioni,
devono veramente essere impregnati di quell'Amore che è il collante che tiene tutto assieme e che fa
dire UNO la dove c'è la moltitudine, brulicante di necessità e incompiutezze.
Polifilo:
Mi scuso con chi si dovesse esser sentito offeso.
Il punto è che, se vogliamo esser critici, le critiche sono ovunque e sortiranno gli effetti "negativi"
intrinseci al giudizio.
Se vogliamo accettare tutto e tutti, così come ce li presenta la coscienza, allora c'è accettazione.
E tutto è semplicemente. .. ciò che è.....
Autista:
Buon Polifilo....
in questi giorni la vita sta spingendo questi occhi verso aspetti nuovi che conoscevo per aver già
vissuto, ma ha aperto il naso ai profumi, alla shakti, al continuo divenire...
Trovo tutto estremamente buffo.
Non so come spiegarlo... non è cambiato niente, perché niente può cambiare.
Ma è stato come se si fossero rotte certe catene che tenevano gli occhi bloccati in un certo
punto.
Non parlo di consapevolezza, non parlo di atman o paramatman.. .
E' stato, è un insieme di eventi... un cadere di fardelli, un approssimarsi al mondo. Alle persone. E
per un aspirante che aspirava alle vette o alle isole più lontane e isolate, è veramente una strana
esperienza, dopo anni, passeggiare per una strada, senza dover essere centrato su qualcosa, e in
solitudine, piano piano, alzare i veli e lasciare che i veicoli si espandano a contenere gli esseri che
passano intorno.
Lontani gli anni in cui si praticavano per gioco tecniche di invisibilità affinché il mondo non si
accorgesse di questa esistenza e passasse accanto senza interferire.
Non so, forse è la consapevolezza che alcuni passi per cui si è discesi finalmente sono stati
compiuti o avviati, oppure è l'inizio di accettazione di questa natura, quale essa sia.
Non nego la necessità di avvicinarsi ad una tradizione, ma comprendo la difficoltà per farlo e nel
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farlo da parte di chi avendo una qualsiasi realizzazione, anche fra le più elevate, vi aderisce non
sapendo e non potendo fare altrimenti.
Non so cosa sarebbe accaduto a questo essere se non fosse stato guardato a vista dalla Vita e dalla
divina Provvidenza. Se guardo indietro vedo che non un solo attimo sono stato perso di vista e oggi
inizio anche ad accettarne il perché. Ma c'è stata la grande Grazia della presenza di Esseri che si
sono prestati a questo servizio di assistenza. Non so cosa sarebbe stato di questo ente, se non ci
fosse stato l'amore del Maestro, dei Maestri.
.....................
Liberamente ricevuto, liberamente dato.
Sai, in questa piccolezza,
comprendo le azioni di certi esseri, comprendo ogni minima sfumatura e perché delle loro azioni,
anche le più esecrabili e inaccettate dai loro discepoli.
Provo molto amore per Osho, per la sua grandezza, per il suo disperato anelito di amore e
comprensione dal mondo. Ho sempre ammirato la sua lucida mente per come ha sorvolato le vette
più elevate... ma ho sempre sentito che qualcosa non c'era... non entro in merito ad altri Maestri...
in lui sentivo mancare una sorta di accettazione, di definitiva accettazione.
Qualcosa che con pazienza la Grazia di un Maestro, con il suo amore, il suo esempio e la sua
infinita umiltà a poco a poco stanno addestrando questo cuore.
Non so se il compito di alcuni aspiranti sia veramente la realizzazione.
Se osservo figure come Vivekananda, comprendo come la realizzazione fosse del tutto superflua,
marginale, inutile agli scopi del suo dharma.
Lo stesso potremmo dire per Osho? Non lo so.
Senza voler offendere nessuno... anzi proprio per questo... pigliamo Arjuna.
Non sale certo sul cocchio per la battaglia... è lì affinché Krishna possa illustrargli la
Bhagavadgita.
Osho non ha avuto la grazia di trovare una tradizione operativa cui aderire e la sua illuminazione
gli ha fatto fare quanto ha potuto.
Che poi sia crollato, mostra solo che la tradizione non ha ritenuto necessario mandargli dei validi
aiuti ad incarnarsi con lui. Ma ti direi lo stesso per Ramana... non è iniziato alcun lignaggio, anche
se c'è Arunachala che valica ogni lignaggio, ma anche lì è per pochi.
Dove sarebbe questa arroganza, queste abitudini, queste modalità se si fosse creduto ad un qualche
barlume? Se si fosse ceduto all'insistenza di qualcuno di parlare al mondo? Tu non hai idea il
timore, la reticenza che si ha nei confronti dei libri che sono stati scritti da questi nomi che si
portano e come pesi l'idea che vengano letti.
Non è un non sentirsi all'altezza è che per servire la Vita occorre una grande umiltà e non credo di
averla, di non essere degno di averla.
..... questo essere si commuoveva e provava pena per gli Avatara in genere, figuriamoci per altri...
Avrei voluto dirti solo che per te c'erano altre possibilità, che tu come anima avresti dovuto ambire
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(o sì, lo so che non è un verbo che ti si confà) ad altro e che vedevo quelle figure quasi come un
freno.
Ti prego Polifilo, non mi assalire questa volta... sono troppo aperto e mi faresti male...
Polifilo:
Non solo non ti ti voglio assalire, ma vorrei trasmetterti la mia sorpresa e la mia allegria a quanto
stai dicendo.
La prima che questo ente sente come assolutamente "autentica".
A volte, sul piano del linguaggio, ci si combatte un attimo.
Ma....., a volte, riesco ad immaginare che qualcuno percepisca che,in questo mio "contrappormi" ,
non c'è nessun astio.
Anzi.
Oltretutto non riesco a "far mio" quanto si esprime attraverso di me così come, allo stesso tempo,
non posso esimermi.
Sono molto contento che queste catene si siano finalmente rotte!Ricevi anche il mio sincero "grazie
"... .... Il cuore sembra pesare meno di una piuma di struzzo..... Che l' ape e il giunco possano
sempre lavorare in pace, in gioiosa armonia e comunione.
Tigre:
Ah! che bello Polifilo !
mi è sembrato di tuffarmi in una torta alla panna nell'ascoltare le tue parole...
....quanto amore......nessun astio, siamo buoni e aperti, fratelli, abbiamo già dimenticato le
contrapposizioni, gli attacchi.... difatti, è così facile, basta chiedere scusa....non lo faccio più, non
volevo offendere, provocare, chiudere, graffiare... .
è stato solo il palpito di un attimo (me lo dico sempre anch'io quando guardo i feriti ai miei piedi...)
Il problema che il combattimento non è sul piano del linguaggio, ma su ben altro.
Guardiamo in faccia larealtà invece che nascondere la polvere sotto il tappeto (della meditazione
naturalmente) .
L'astio si sente eccome....palpita.
Perchè fingere?
Ci sono delle volte che basta un "caro pinco pallo" per trasferire il problema, per far sentire il rasa
del pensiero profondo.
Autista:
... mi sono ricordato che Polifilo mi ha mandato una lettera ieri e sono andato a
leggerla.
Grazie del dono. Si riferisce proprio a questo che cercavo di dire, forse però quella è una fonte per
te piu' plausibile. Dice sostanzialmente delle cose vere, forse con maggiore proprietà...
Mi sento molto piccolo questa sera, è come se mi stessi aprendo al fenomenico.. .
Quasi ad accoglierlo e mentre scrivo queste parole mi sembrano a dir poco folli, ma escono e per
folli che siano non ha senso celartele... è come se questa piccolezza si faccia qui sempre più
piccola, ma rarefatta si espande ovunque.
Non è un savikalpa, quello è un'altra cosa... è più un amare.
In ogni caso, questa piccolezza prova molto amore per questi fratelli dalle ali bruciate che
avrebbero voluto raggiungere il sole... con queste piccole ali, posso capire il loro anelito.
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Capire e amarlo.
Izanami:
...uno sguardo al cielo amico... le bramate carezze dell'amante: comunione di sensi, di intenti, di
animi... accettazione reciproca..
Amore infinito... dolore infinito... Nulla è più doloroso dell'amare: sentimento meraviglioso che dà
profonda felicità e grande senso di realizzazione di sè..
Grande sofferenza nel vedere e sentire l'incapacità di amare degli altri ed anche di noi stessi...
sofferenza nell'accettare e comprendere tutto questo... solitudine.. .desiderio di condivisione. .
abbracciare il tutto... tutto in un abbraccio... lacrime... riso... accordo, sintonia, sopportazione,
attrazione, carità, pazienza, crudeltà, inclemenza.. .. Essere ciò che si è... nel bene e nel male....
donarsi.... donarsi senza prendere, senza pretendere.. .. in silenzio... col cuore in mano....
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II,7 - La Dea
Euclide:
In tutti gli ordini monastici occidentali la "donna" (ovviamente parlo degli ordini maschili...) è
sempre stata dipinta come la prima possibile causa dell'errare.
...
L'innamoramento ne è l'aspetto sottile, giocato sul piano emotivo-sentimental e, il tutto mira, punta
all'unità, una sete (inconscia) all'unità originale.
Detta così sembrerebbe non esserci nulla di male, di riprovevole, perchè mai allora le ammonizioni
dei maestri in tal senso ? Perchè evitarlo, perchè l'errare, se ciò comunque è espressione di unità,
seppure a livelli sottile-grossolano ?
Insomma vien da chiedersi ma cosa c'è di "errevole" nel rapporto uomo-donna ?
Nulla, se non fosse il fatto che è comunque la si voglia vedere una compensazione per entrambi !
Teatrante:
Euclide..Euclide...
Il nome e la forma...
Nama rupa...
quale è la forma e quale è il nome?
Euclide:
Il nome rimanda alla forma e la forma al nome.
Le due facce della stessa medaglia.
Teatrante:
nella via della spada non si sarebbe d'accordo con quanto scrivi.
Il saggio Ikkiu riderebbe di te.
Euclide:
Acc, è molto grave ? tre caselle indietro.....?
Teatrante:
Il maestro dell'Imperatore Giallo era la dama di Giada.
Euclide:
Buono a sapersi...
Teatrante:
88
Il dio del sole in Giappone è donna Amaterasu.
Il Dio centro è neutro: Amenominakanushi.
Gli attori Noh erano tutti uomini ma nella corte imperiale si facevano solo danze sarukagu e le
danzatrici sacre erano donne.
Euclide:
Sarà meglio che me le scrivo, la mia capacità mnemonica è molto ridotta...
Teatrante:
Erano incarnazioni della dea Uzume, dea del sesso e del desiderio, senza le cui danze il sole non
sarebbe stato restuituita alla terra..
Euclide:
Ma pensa.!... scusa che ...continuo a scrivere...
Teatrante:
Diceva Takuan Soho( più o meno): qundo gli antichi videro che la vita è sogno cominciarono ad
accendere lumi e a divertirsi la notte.
Euclide:
Interessante. .. un viveur !
Teatrante:
I nobili hanno i loro divertimenti.
I samurai hanno i loro divertimenti.
I monaci, anche loro hanno i loro divertimenti.
Euclide:
Insomma si divertono tutti un mondo !
Immagino in riferimento alla notte ed ai lumi ivi accesi ?
O vale anche di giorno durante il sogno ?
Teatrante:
In questi tempi non è disdicevole che un monaco si accompagni con una giovane di 14 0 15 anni e
vada sulla riva del fiume a guardare la luna ed a bere sakè.
Euclide::
Una volta usava invitare la giovane a vedere la collezione di farfalle..ma forse era un'altra storia
Teatrante:
Shava è il cadavere.
Aggiungendo una I sanscrita (quella specie di croce con una mezzaluna sulla capa) diventa Shiva.
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Nell'isola delle gemme kali shakti danza sopra shiva che si sta svegliando e sul cadavere di
shiva.
Shava-shiva- shakti.
la conoscenza si può fare andando dalla shakti a shava o da shava a shakti...
iti iti neti neti
iti neti iti neti
iti neti neti iti
neti iti neti iti
neti iti iti neti
neti neti iti iti
Quale è la parola quale è la forma?
Euclide:
Dunque ho Ascoltato e trascritto tutto, teatrante, ma....non sono riuscito a capire cosa tu volessi
comunicarmi, Aldilà del fatto che non sono sulla via della spada (sig, sob...) e che un tale rideva di
me.
Preso atto che almeno uno si è divertito leggendomi, chiedo ulteriori lumi in merito...lumi- lumi,
non di quelli notturni per continuare a divertirsi ancora!
Autista:
Facciamo un pò di letteratura......
"Qualche tempo fa è capitato di sentire in maniera molto forte la shakti, la madre in ogni donna
che incontravo durante un viaggio all'estero.. . nel giro di pochi minuti mi sono innamorato dieci o
dodici volte follemente di ogni volto femminile che vedevo.
Era uno di quei viaggi dove capitava la fortuna di avere un paio di giorni di silenzio, in cui si
poteva parcheggiare il manas e riprenderlo poi.
Le prime volte a parte la stranezza, ok, niente strano, erano donne compatibili con questa età... un
forte sentire può capitare... poi è successo con una bambina di 10-12 anni, ok mi sarò detto... senti
la donna che sarà... subito passa una bimba di 5 anni e lì mi sono stranito... poi passa un nonnina
stupenda... sembrava sai quelle stauette di porcellana?
Mi sono perduto nei suoi occhi, nelle sue rughe, molto più che prima...
lì non percepivo alcuna tensione...
c'era un'anima che serenamente si apprestava a lasciare il corpo dopo una vita in completamento...
lì ho iniziato a capire...
era un'esperienza che in piccolo avevo vissuto incontrando una vecchina in Giappone, curva,
sghemba e piccolissima,
mi ero ritrovato ad osservare il fluire di un sentimento pulito come non mai.
In questi giorni si sta provando qualcosa di simile... solo che non c'è l'oggetto, o meglio l'oggetto è
trasposto, è artificiale, è un ago che dirige verso il mondo... vedi non è la donna. E' la donna come
natura, come shakti, ma non la shakti intesa come energia, ma la shakti come polarità del purusha.
Comprendo coloro che praticano lo shaktismo, shiva percepito come shakti, come kali. Comprendo
le vie tantriche, le vie lunari, è una comprensione che si sposta nel fenomenico.. .
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E' come spostarsi da un vaso ad un altro... c'e' molto stupore.
Una sorta di innamoramento della vita, ma tenue,dolce, senza passione, senza alcuna istanza.
E' un amore che permea la sostanza, la natura... che viene percepita come "femmina" ma non in
senso di donna, ma di potenziale, di natura, di evoluzione, di possibilità, di creta, di vita.
E posso comprendere come ci si possa perdere, innamorare, come non amare il puro amore? La
seduzione della Madre divina è irresistibile, posso comprendere chi ne rimane preda.
E ancor più buffo non è nemmeno un apprendere, è una sorta di rimembranza ed essa avviene da
entrambi i lati, si è insieme permeante e permeato, ma insieme non si è né l'uno, né l'altro."
Teatrante:
Ci stiamo ricordando poeti eh Autista!
Non so perchè ma mi suonano familiari le cose che hai detto....
"Quando il cuore trabocca
e non accetta di mettersi da parte
le mie speranze saranno
come i mille rami del caprifoglio"
Autista:
Mio buon Teatrante...
Fratello...
Il timore di svelarsi nasce anche dal fatto che molti fratelli e sorelle soffrono molto questo
svelamento.. .
La loro percettività,
sensibilità è così forte che ogni granello di polvere li distrugge
neanche fosse un macigno,
e si conosce bene il loro stato.
Eschilo adesso inizia a vedere l'acuita percettività,
ma sono anni che la vive, e solo oggi la ri-conosce, la vede.
La lingua che tu parli, Teatrante, il tuo lignaggio, usa l'immagine, il simbolo,
il teatro della memoria...
L'insegnamento nelle scuole che hai frequentato
(sì, lo so che in questa vita non ne hai frequentate) ,
dicevo... nelle scuole che hai frequentato avveniva attraverso simboli evocati nel silenzio ottenuto
con la paralisi del manas attraverso dei processi di purificazioni particolari. ..
Forse ne è rimasta qualche traccia in qualche linea shaiva...
e in qualche tantra tibetano, anche se di quest'ultima con la diaspora temo che questa specifica
linea tibetana sia entrata in sonno...
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Ossia non so se c'è un Vivente che la sostenga... ma in fondo anche questo non è necessario, un
qualsiasi Vivente che parli anche quella lingua potrà riaprire la linea se necessario.
Il neti neti dello jnana in ambiti shaiva-shakti usava le tecniche del cadavere,la meditazione sulla
putrefazione, etcl etc.
Ossia si usava la contrapposizione, lo "shock" (ricordi il nostro primo dialogo per "comprenderti"
?) per fermare momentaneamente i processi mentali ed espandere il vuoto fra i pensieri.
Ovviamente era necessaria tutta una preparazione, altrimenti sì che si andava avanti a tagliare dita
e rompere gambe.
La bellezza delle parabole, del teatro della memoria è che permette di parlare liberamente, senza
veli, senza celarsi (ma questo comporta altri rischi...), sapendo e vedendo che a chi non è dato
sentire, non sentirà, perché della spada non potrà mai vivere l'anima.
Questo gruppo di fratelli a cui ti sei riunito si è qui trovato venendo da una strada filosofica e la
presenza insieme di vari livelli di consapevolezza, e la scelta di avere tenuto un sodalizio aperto
(chiunque può entrare e sedere in silenzio ........)
protetto solo da un nome che solitamente provoca fastidio nei cosìdetti advaitin o vedantini ha reso
necessario che il teatro usasse un linguaggio puramente tradizionale, chiaro e netto e preciso,
tenendo conto di tutti i livelli di lettura... evitando che potessero esserci parole che un qualche
stolto di passaggio usasse per farsi o fare del male.
Ci si è trovato a fare i conti con fratelli evoluti, ma la cui presunzione di perfezione era ed è così
forte da non riconoscersi nemmeno l'un l'altro.
Sentono solo emozioni e non vedono né riconoscono l'indissolubile filo che li unisce.
E quindi nemmeno in grado di comprendere che le imperfezioni che vivono non li devono distrarre
dalla loro natura.
Altro problema che abbiamo avuto è stato il cercare di porgere un'istruzione tradizionale senza che
sorgesse in loro l'idea che questo autista, fosse un Maestro...
Quindi si è dovuto "giocare" a mostrarsi nudi per evitare che si fissassero sull'esterno e non su
loro stessi.
Tu parli da teatrante, ma tutti loro potrebbero raccontarti chissà quanti teatrini del sottoscritto cui
hanno assistito... ed il buffo è che non erano premeditati.
In tutti o quasi il punto è stato... ma questo fratello è affidabile?
Può essere , l'autista,una persona la cui testimonianza ha valore?
Il buffo è stato che la/le persone che hanno avuto a modo loro più prove, più conferme, più
rassicurazioni (ovviamente non da questa persona) sono state quelle piu' in crisi.
Queste parole rispondono a te ......e a Polifilo.
Cosa è cambiato? Probabilmente una sorta di tempesta emotiva che si sta vivendo in questi giorni
che sta annichilendo ogni capacità razionale e quindi non c'è proprio alcuna possibilità di
organizzare alcunché anche lo stesso linguaggio.
92
Vedi temo terribilmente quello che sto dicendo... perché non lo so.
Non so quanto può ferire... considera anche che questa persona ama molto i suoi Maestri, li ama al
punto da non pronunciarne il nome, perché altri fratelli ne possono sentire ferita...
perche' sono stati abituati differentemente. ..
Qui nonostante si sia usato un linguaggio tradizionale e filosofico sono stati partecipi fratelli e
sorelle arrivati da tante strade, e si è dovuta usare una sola bocca per parlare e un solo corpo per
far sì che ognuno capisse ciò che già sapeva...
In una tua lingua diremmo:
"versarsi il thé, tendere l'arco o respirare con i talloni".
A guardare indietro, non so da dove questa follia è arrivata, mi spiace per coloro che non ho
saputo servire, coloro per cui ho mancato, e se in qualcosa questo ha avuto effetto certo possiamo
rendere grazie a quei Maestri che a ciò si sono adoperati.
Continuo a credere di avere la febbre... mamma mia quello che sto dicendo... ho paura.
Le sto proprio dicendo certe cose... spero che voi tutti mi perdoniate una volta in più e che questa
follia, questa adesione al fenomenico non influenzi il vostro sentire verso i nostri e vostri amati
Maestri.
Ti dicevo ultimamente si sono rotte le dighe, vuoi la vita quotidiana, vuoi la fascinazione della
vita...... .. fatto stà che col fatto che mi sento sgravato dalla responsabilità mi sento quasi
"autorizzato" (ma non lo sono affatto) per cincischiare invece di stare fermo al centro.
Beh, caro teatrante e danzatore, in questi giorni ti si direbbe che è tutto poesia! Ma queste poesie
non ti si sono state mandate, non ci si ritiene degni di farlo.
Si preferisce sempre usare la voce dei Maestri.
Gli autisti solitamente siedono o fuori o in fondo alla sala...
Teatrante:
Mi piacerebbe sedere fuori della sala con te, sorseggiando sakè,
guardando la luna insieme a due fanciulle in fiore.
Il ramo del caprifoglio si appendeva alla porta dell'amata.
Se ella lo portava in casa accettava l'incontro sulle rive del ruscello.
Se lo lasciava fuori, con il cuore gonfio di speranza, ogni giorno
all'alba, si tornava a mettere un ramo di caprifoglio fin quando non
erano mille e mille....
L'usare il mio linguaggio per farmi comprendere l'uso della teiera
che avevo in tasca ti ha posto fuori centro?
Non va bene ciò?
Che posso fare?
93
94
II,8 - Il Soffio del Drago
Autista:
In questi giorni si sta passando attraverso una serie di esperienze a dir poco sconvolgenti. ..
Per prima cosa l'attivazione di una lingua che non si sapeva di conoscere...
Ossia tutto il lignaggio taoista, Zen oltre alle varie mani sinistre di ognuno di questi lignaggi,
nonché le varie viee della spada, del bastone, del ki, dell'acqua e del fuoco...
Mi sembra di essere ripiegato in un akab continuo... esperienza già vissuta nel 91 che tracciò
"viaggio in spagna" che Euclide già conosce .......
Uno di questi giorni parleremo insieme dell'esperienza di Dio.
Voi sapete, perché è scritto, che alcune attivazioni portano al ricordo alle rimembranze del
passato...
E' stato molto difficile per questo essente, per "me" accettarle.. .
Come voi vorreste i Maestri perfetti, così questo ente immagina certi pilastri senza crepe, e se
nell'umana follia scopri di conoscere questi pilastri dall'interno per dono, ti fa impazzire anche il
solo immaginare che la loro conoscenza venga donata alla tua imperfezione, è una dissacrazione
immensa... la stessa che vissi quando mi venne concesso l'accesso alla polvere dei piedi della
Tradizione.
Il calpestare la stessa polvere che è stata calpestata millenni prima da altri piedi "sacri" è terribile,
perché la profani ma non puoi non camminare, è più forte di te, quindi ti fai una violenza
inenarrabile. .. credo che il nostro Rade Rade (se c'è può comprendere) .
Teatrante, è come toccare senza seta e senza sangue la spada più bella, la piu' vissuta, la diecimila
volte ribattuta, il soffio di drago.
Ma ha fatto parte del "gioco".
Quello che non avevo mai considerato era che i sei darshana rappresentassero diverse esperienze.
Li avevo sempre letti come "punti di vista" e avevo immaginato che l'esperienza vedantica li
comprendesse tutti.
Quella che chiamo via unica (karma, bhakti, jnana, asparsa, ajati) pensavo che contenesse in
sé tutte le esperienze, mentre adesso scopro che era solo la via diretta,la più breve e che
cortocircuitando il sensibile, lo taglia fuori.
Non ritenevo che fosse necessario il conoscerlo.. .
Sino a che si sono vissute certe esperienze abbastanza espresse nei tantra shaiva, lo potevo capire...
siamo abbastanza legati ad un certo lignaggio che mi aspettavo un travaso di sensazioni, nonché
altri ricordi erano ben delineati.
Non mi aspettavo che il rimembrare rimbalzasse invece fra i presenti come presente... ma non mi
aspettavo proprio che gli altri darshana bramanici conducessero attraverso altre esperienze, non
descritte nel vedanta o forse sono sfumature di cui non ho trovato traccia per ignoranza.
95
In questo momento ci si ritrova entro il Samkhya.
La percettività del corpo è estrema. Il dolore che il corpo subisce in causa della percettività è
fastidioso, ma la cosa più fastidiosa è l'alterazione della percezione di questi piani.
.......
Ah... sto usando tutti i nomi... è a dir poco folle!
Euclide , dobbiamo parlare di Dio...
......
Teatrante:
AUM
Al cospetto della folla radunata al picco di Gridhrakuta, Shakiamuni sollevò un fiore di loto rosso.
solo Kashyapa sorrise.
Buddha capì che era illuminato e gli donò il sigillo.
Il sorriso enigmatico.. .
il fiore rosso.
Non vi è modo per esprimere tale principio.
Si può prendere in considerazione l'esempio del prendere acqua e rovesciarla da un recipiente in
un altro fin quando le acque si mescolino così tanto da non poter essere distinte.
Ciò è accaduto nel momento in cui lo sguardo di Buddha ha incontrato lo sguardo di kashyapa.
i loro occhi si sono incontrati dando vita ad una unità indissolubile.
Senza divisione.
Senza più alcuna relatività.
A volte si pensa che le scuole siano solo dei luoghi fisici.
Delle mura al cui interno si divulga e continua la tradizione.
Si pensa anche che lo sviluppo della coscienza segua percorsi definiti e codificati.
Come le cinture del karate.
Come i gradi della massoneria.
Ciò è vero.
Può essere vero.
Ma esiste anche l'unione improvvisa e totale delle acque.
Ibn Arabi e i fedeli d'amore.
I fedeli della Dea, dicevano che l'iniziazione avviene solo grazie alla parola che proviene da
Oriente.
96
l'illuminazione arriva all'improvviso.
Ero seduto, guardavo il fiume, mi pare dica(sto modernizzando il linguaggio ) Dante, poi vidi una
donna bella come nessun'altra al mondo.
il suo nome era Primavera... .Prima Verrà.....
mi toccò una spalla e sorrise.
dietro di lei apparve Beatrice.
Grazie.
l' incontro con te, Autista, mi ha dato la possibilità di accedere là dove non sapevo si potesse
accedere.
Le tue parole mi suonano come le parole del Maestro.
Autista:
Offriamo insieme le nostre spade ringraziando l'unico Maestro.
Teatrante
La bellezza è l'insolito.
Sul bastone spuntano dei fiori.
Ho pensato: "farfalla" e dietro di me un bambino ha gridato alla madre" guarda che bella
farfalla!"
Una ragazza disabile mi ha regalato un paio di calzini con un biglietto :
"possa il sole illuminare il tuo cammino, possa il vento spazzare ogni tristezza, possa la pioggia far
germogliare i semi che hai nel cuore".
..E' quasi uguale ad una poesia di Zeami che lei non può aver letto.
Lo strano è che non sento devozione.
Sento un vuoto delizioso, ma mi sorprende il fatto di non sentirmi devoto come pensavo...
Cioè penso Om Namah Shivaya e godo nel guardare le nuvole rosa che all'alba mi hanno
salutato....
Ma non mi sento umile.
Non mi sento neppure orgoglioso se è per questo.
Non mi sento proprio..
Lascio andare dolcemente.. .
Faccio bene?
Non lo so.
Non so niente....
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II,9 - Il Realizzato
Euclide:
...Seguendo il tuo ragionamento facevo la considerazione che molto spesso usiamo i termini
“maestro” e “realizzato” come sinonimi, ma non sempre sono la stessa cosa: un maestro non è
sempre un realizzato e non e’ detto che un realizzato abbia le qualifiche per insegnare.
Secondo la classica dizione che trovi nel vivekacudamani o nella Mandukya Upanishad il Maestro
è colui che è fermamente stabilizzato nel sè, quello a cui si consiglia l'aspirante di avvicinarsi per
chiedere l'insegnamento.
...Concordo con te che il realizzato non necessariamente è maestro, nel senso che non
necessariamente porge un'insegnamento, anche se credo che comunque una volta chiestogli non
possa rifiutarsi (chi è il soggetto che rifiuta ?)....
Autista:
Tempo ti si sarebbe detto: Chi è l'oggetto che interroga? Il sé che chiede al sè come realizzarsi? E
che gli può rispondere il sé
Oggi si può aggiungere: Da che posizione il Realizzato si pone nella risposta? Ti puo' rispondere
"Caro fratello siamo due gocce nello stesso mare" "Non c'è maestro e non c'è discepolo" "Ama te
stesso"
Quale che sia la risposta, il Maestro risponde sempre, ma è chi chiede che è sordo all'istruzione.
Sapete come la pensi su me stesso, o meglio non lo sapete perché non ne ho idea nemmeno io. Ma
sapete come alcuni di voi la pensino. Bene più di una volta è stato chiesta una istruzione e si è data
ma la persona non ha capito la risposta. Cioè non ci sono aspiranti che si vogliono veramente
realizzare, questo è il punto.
Né serve accedere a Shumaker per imparare a guidare, Shumaker insegnerà ai bravissimi, non ai
principianti, per quelli ci sono i piccoli misteri, i culti, il matrimonio, la vita... non uno stitaprajna
o stabilizzato nel sé.
E' questo a cui non ci vogliamo arrendere, c'è il dharma per andare avanti... e invece crediamo che
il Maestro ci dia le formule segrete che ci accelerino... come se tutti fossimo in grado di ascoltare il
suo silenzio.
Certe volte le nostre menti fanno tanto casino che occorre urlacchiare affinché si distraggano e
mentre sono distratte lasciare che si riempiano di silenzio.
L'instruzione di un maestro avviene su così tanti piani che non possiamo concepirlo, si opera
sulla coscienza, sul corpo, sul respiro, sull'emotività, per folle che sia sulla sensualità...
sull'universale stesso...
Immaginate o ricordate la semplice vostra esperienza con un aspirante come bo. con tutte le sue
rappresentazioni e teatralità o casini, riuscite a definire una sua azione delimitata?
E non parliamo di un maestro, ma di un semplice autista...
Non solo occorre considerare anche quale sia la posizione dell'aspirante, quali esperienze sono
destinate alla sua anima in quella vita, occorre considerare se il realizzato si è stabilizzato
sul Sé non duale o su un piano inferiore... se quella realizzazione dopo la stabilizzazione sia stata
99
anche a sua volta integrata e fino a che livello, quali siano i compiti e del realizzato e
dell'aspirante... aveva voglia Vivekananda ad implorare la realizzazione da Ramakrishna che si
guardava bene dal concedergliela, visto che l'azione che avrebbe dovuto svolgere necessitava di
una leonina energia spirituale incentrata su una grande forza costruttiva.
Euclide:
... però non perso viceversa, ovvero un vero maestro... è necessariamente un realizzato.
Che poi si possa concordare che tanti fratelli maggiori si adoperino in un'opera di insegnamento,
persino del tutto stimabile, d'accordo, ma il termine maestro fatico a consegnarlo in mano ad un
"semplice fratello maggiore", ripeto pur con tutto il rispetto che posso provare per questi fratelli
maggiore.
Autista:
Ah!!! Finalmente! Erano anni che aspettavo di sentirti dire questo!!!
Mi hai finalmente graziato? Me la firmi formalmente? Posso finalmente essere me stesso, ciò che
sono senza dovermi mettere cartelli ed etichette o mandati?
Euclide:
Anche il concetto di realizzazione non e’ facilmente definibile, forse perche’ non ne esiste una sola
ed anche qui tendiamo a generalizzare troppo.
Yogirudra:
Vero...
Concordo ....
Autista:
C’e’ un altro aspetto della vita del realizzato che colpisce: l’evento realizzazione non sempre
giunge all’apice di un lungo e lento cammino di integrazione e purificazione dei corpi
inferiori, ma è un irruzione precoce ed improvvisa.
In tanti casi così accade salvo poi richiedere anni appunto per stabilizzarsi.
Autista
Non solo. Oltre alla stabilizzazione di quel piano, può necessitare anche l'integrazione di altri
piani. Dipende dal dharma. Immagino. Spero.
Beh! Insomma... comunque non mi piace...
Scusate ma ultimamente il samkya è una sorta di solletico perenne che fa ridere come se si fosse
perennemente ebbri o innamorati. O rincitrulliti.
Non mi riesco a prendere sul serio.
Nemmeno a voi...
Ma tanto poi passa.
.....ragazzi sono completamente ubriaco di vita...
...ed è uno stato folle!
Lasciamo stare.
Cerco di rimanere serio.
100
Euclide:
Possiamo fare alcune riflessioni:
l’illuminazione non e’ necessariamente il risultato di una pratica progressiva;
Il realizzato puo’ essere riconosciuto come tale da pochi in grado di coglierne la grandezza, ma
non e’ detto che possegga gli strumenti che gli permettono di insegnare a tutti (e forse non tutti
hanno bisogno dello stesso insegnamento);
L’affinamento di tali strumenti e l’armonizzazione dei corpi inferiori che gli permettono di
muoversi ed operare nel mondo, possono avvenire successivamente all’evento realizzativo.
Yogirudra:
Concordo!
Autista:
E che è successo che andate d'accordo? Non mi diverto piu'.
Yogirudra:
Questa sorta di squilibrio puo’ indubbiamente creare perplessita’ in alcuni discepoli.
Se uno e’ in grado di vedere direttamente lo stato di realizzato, non gli importa molto del grado di
purificazione dei piani inferiori, ma se non coglie quello stato, allora puo’ trovarsi di fronte
soltanto un apparato corpo-mente che lotta disperatamente per trovare un proprio equilibrio.
Euclide:
Infatti come dici sicuramente questa situazione di riconoscimento da una parte del grado
coscienziale e dall'altra dei limiti degli involucri crea sicuramente disorientamento nell'aspirante, a
maggior ragione che lui stesso ancora ha da risolvere i suoi.
Autista:
Disorientamento che è parte o integralmente istruzione. Vedasi Ramakrishna.
Yogirudra:
Rovesciando il ragionamento possiamo dire che un maestro puo’ non essere realizzato. Puo’ darsi
che una persona possegga o coltivi determinate qualifiche che gli permettono di diventare
riferimento e guida per una moltitudine di persone, senza che abbia ne’esperito ne’ stabilizzato
certi livelli di coscienza.
Euclide:
vero, come dicevo prima, però in quel caso il termine maestro mi pare troppo, almeno nel senso
classico e tradizionale cui di solito il termine si riferisce.
Autista:
Potremmo dire Istruttore e dire Maestro di un Acarya, il vertice di un lignaggio... La verità è che
figure come Ramana, come Raphael come Jesus erano/sono alquanto riluttanti a fare i
Maestri/Rabbi essi ci dicono che il Maestro non esiste o che Il Maestro è il Signore... a
volte sospetto che sia paura di una crocifissione... una crocifissione anche dell'aspirante che
aderisce all'idea di Maestro e vi dovrà morire crocifisso. Cioè il Maestro deve divenire esperienza
non credenza. Io devo esperire il Maestro, essere Lui, della stessa sostanza, non credere in lui.
101
Yogirudra:
Resta la spinosa questione della moralità: puo’ un maestro avere comportamenti che siano
contrari alla morale comune e ai principi del proprio insegnamento? Direi proprio di no, e
resta valida l’antica regola dell’albero e dei suoi frutti, sebbene in certi casi la bontà
degli stessi richieda un po’ di tempo per rendersi manifesta.
Euclide:
La morale lo sappiamo cambia nel tempo e nei luoghi, ma in fondo cos'è se non un tentativo
umano di applicare certi aneliti etici, che trovano la loro naturale collocazione su piani principiali.
Insomma si potrebbe dire che è l'aspetto grossolano dell'etica, dove l'etica stessa è aspetto sottile
del principio.
Come vedi tornano i classici piani grossolano, sottile, causale.
Il causale si proietta nel sottile come etica e questa nel grossolano come morale.
Autista:
Temo anche a questo proposito che ci siano piani e aspetti che per essere integrati necessitino di
pratiche, usi, conoscenze alquanto particolari... matrimonio alchemico, misteri eleusini, cibele e
actis, mitra, tantra, etc. etc. Alcuni di questi piani implicano l'inversione polare dei vari involucri,
cosa facilitata dal matrimonio sacro, dall'amore... vedasi tantra shaktici et similaria.
Parlare del Maestro, significa parlare di Dio.
Vedi Euclide... il famoso Visnu siede su visnu, visnu da da mangiare a Visnu, visnu mangia visnu,
perché ridi o visnu.
Può essere insieme... ti prego seguimi bene, perché siamo nel border line del border line.
Allora esiste l'esperienza non duale. Ok? Fammi passare le imperfezioni di linguaggio... solo che la
puoi vivere là, nirvikalpa samadhi, là jivanmukta viveka con i piedi penzolanti qui.
qui con i piedi per terra, jivanmukta viveka o siddha o avadhuta...
ma qui il visnu mangia visnu può essere sia una non dualità dall'interno... tu sei entrambi e ti "senti
nel sottile", ma anche tu sei entrambi e ti vedi o ti senti nella materia.
Il samkya descrive una sorta di realizzazione non duale nella materia o meglio una sua
accezione/percezione.
Tutto questo comporta un visione di se stessi nel mondo come corpo del mondo, come madre, come
energia vitale, come vita... in tal caso sei insieme prakrti e purusha.
Mettiamola così Ramakrishna... quando realizza la visione di Kali, è Visnu che vede Visnu senza
sapere di essere Visnu.
Quanto con il tantra e la bramani realizza l'identità con la madre, egli realizza Iswara, il demiurgo
o se vogliamo insieme purusha e parkrti.
con Totapuri realizza la non dualità ma la Madre gli chiede di discendere per amore ed egli
acconsente. Da qui una vita devastata da questo suo mantenersi border line per amore del mondo.
Comunque, come direbbe il teatrante... questa è tutta letteratura.
102
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II,10 - Lo Specchio e il Manas
Yogirudra:
Ascolto le tue parole, autista, e sono costernato....
dici: ".... c'è il dharma per andare avanti... Certe volte le nostre menti fanno tanto casino
....L'instruzione di un maestro avviene su così tanti piani che non possiamo concepirlo, si opera
sulla coscienza, sul corpo, sul respiro, sull'emotività, per folle che sia sulla sensualità...
sull'universale stesso......
....in tal caso sei insieme prakrti e purusha.
Mettiamola così Ramakrishna... quando realizza la visione di Kali, è Visnu che vede Visnu senza
sapere di essere Visnu.
Quanto con il tantra e la bramani realizza l'identità con la madre, egli realizza Iswara, il demiurgo
o se vogliamo insieme purusha e parkrti.
con Totapuri realizza la non dualità ma la Madre gli chiede di discendere per amore ed egli
acconsente. Da qui una vita devastata da questo suo mantenersi border line per amore del
mondo....."
ma che stai dicendo?
Secondo me te la giri, e te la canti da solo...
e fai finta di non vedere quello che la Vita ti sta chiedendo da tempo.
Autista:
Fammi capire... sei stato fuori dalle scatole per un po'... ma proprio il giorno di San Valentino devi
venire a rompere?
Yogirudra:
..ma si ogni tanto bisogna rompere !
Autista:
Ah sì, vedremo allora.
(A proposito auguri a tutti gli innamorati della vita, dei Maestri, dei Principi, del Divino,
dell'Assoluto e delle individualità che siamo!)
Yogirudra:
L'Autista innamorato della vita ????...quando mai ?
Autista:
Ho fatto solo degli auguri...
Yogirudra:
L'Autista e l'idividualità ?...quale ?
Autista:
104
Quella di chiunque crede di esistere come individuazione
Yogirudra
ma in effetti tutto cambia...ma chi è che aderisce in questo caso alla shakti, alla bhakti..?
Autista:
Me la giro e me la canto... ? Ok.
Vogliamo giocare tutti sul serio?
A quanto pare è il periodo delle realizzazioni. ..
Yogirudra:
quali...le tue ?!
Autista:
Le mie cosa? dimmi in quale piano passeggi che lì ti vengo a parlare........
Perché tu credi/senti quello che credi/senti?
Accettiamo il confronto,da fratello a fratello.
Voglio un avvocato della Difesa: sia Polifilo.
Egli dovrà sostenere le mie tesi... che tu sei tutto matto.
Gli do' nel collegio della Difesa, se se la sente, anche Euclide.
Nel collegio della Accusa, decidete voi quale accusa volete porgermi (che mi canto e mi suono), ti
ci metti tu e vediamo... Talita e Aristarco?
Tanto perdete, perchè non ci sarà un giudice...
vince chi porta dalla propria tutto il collegio avversario.
Se altri vogliono partecipare. .. hanno voglia...
Yogirudra:
un confronto..... vedi tu.
Autista:
Sei tu che hai "accusato" di suonare, cantare e ignorare la vita.
Aristarco:
mi incuriosiscono i territori nuovi che l’Essere sta esplorando.
Dunque vediamo:
potremmo riuscire a raccogliere qualche straccio di prova sul fatto che l'Autista se la suona e se la
canta;
potremmo anche riuscire a fotografarlo in pose compromettenti in qualche night, date le sue ultime
frequentazioni. Ma non potremo mai dimostrare che ci creda.
105
Forse ci conviene trattare con il collegio della difesa per uscirne decentemente
Teatrante:
Fantasticando nel giardino della bella Mori,
un ramo fiorito di prugno sul letto, fedeltà nel cuore del fiore.
La mia bocca è colma della pura fragranza di quel basso ruscello,
brume e ombre lunari mentre cantiamo la nostra nuova canzone.
Il suo profumo si mescola al mio fiore di prugno.
Ci scambiamo in pegno una carezza simile a due o tre fili d'erba.
Lei fa l'amore come una graziosa ninfa di fiume.
Questo sentimento notte dopo notte, il mare zaffiro, azzurro il cielo.
La cieca Mori canta notte dopo notte con me,
sotto le coperte, come anatre mandarine, nuove parole intime.
Ci promettiamo di stare insieme sino all'alba di salvezza di Maitreya.
Nella casa di questo vecchio Buddha tutto è primavera.
Polifilo:
Quanto onore, caro Autista.
Polifilo l'"avvocato del diavolo"?Comunque, ci si mette a disposizione per toglierti da qusiasi
inghippo del genere "non ometterti", perché tu possa continuare a fare la bella, la dolce, la cara
vita.
E proverò che la tua omissione sarà esattamente il miglior modo di non ometterti e che la rinuncia
alla rinuncia è l'unica possibilità di rinuncia, per cui di appoggio, adesione e testimonianza reali.
Posso provare che questo Autista è molto "meglio" dell'altro -ovvero, quello che non c'è (che
finalmente c'è).
Sarà un pò come un dharma combat e questo bikku farà il possibile el'impossibile.
Il processo potremmo chiamarlo "processo ad una assenza", che ne dici?
Sarà la miglior maniera di affermare la tua presenza, no?
E vado subito a comprarmi un cappelo "Panamà" (Jipi-Japa) nuovo e anche un paio di scarpe.
Comunque, attendo istruzioni - o non ti interessano nemmeno tanto?
Talita:
Non è che invece che della vita L'autista si è innamorato di qualche bella pulzella ????
tutto sto parlare di vita, di sorrisi, di sguardi ecc....
Autista:
Ah la saggezza della madre!!! mi inchino alla tua sapienza. E' ovvio che sì.
Talita:
e in preda al fremito del veicolo grossolano....l'Autista scopre quanto è bella la vita e la primavera?
106
Autista:
Spero proprio di no... ma nella via tantrica lo faceva Ramakrishna, nel taoismo in tanti... se tocca
tocca.
Talita:
vedi vedi...magari mancava l'integrazione di quel veicolo, insomma te lo devi vivere......
Autista:
Lo cara sorella... lo so. E' tutto sempre piu' all'incontrario. .. mi ritrovo a non fare testo per niente.
Sto reintegrando una grande paura/presunzione di oltre trent'anni fa...
mi ero "semplicemente"dimenticato che anche il Divino è individuazione ed è l'unico maschio
che opera nel mondo.
Ci si ripete: samkya.
Talita:
Non è che la bella pulzella è lì con te adesso!!!!!! !!!!
Autista:
Sempre.
Da sempre.
Io sono me stessa.
E gioco con me stessa.
Teatrante
poichè li ho piantati,
posso vedere i loro germogli
sulla punta dei rami.
rami diventati rigogliosi
con le pere sulla baia di Iky.
sulla baia di Iky
i rami diventano rigogliosi alcune pere maturano, altre no;
tutto ciò accade anche nel sonno.
non è fedeltà questa?
Autista:
nel sogno della baia di Iky
nel sonno dei rami rigogliosi
mangio le pere guardando un airone solitario
è tarda la primavera
sopra un lago nero
un sole morto
piange pietre
fresca è la rugiada....
107
Teatrante:
Nella casa di questo vecchio Budda è sempre primavera.
Il lago nero si tinge di blu sotto la luna della baia di Iky.
La bella mori fa l'amore come una ninfa del fiume.
Polifilo:
Potrebbe essere....
Caso tu stia diventando insaziabile buon autista, ti posso "mandar su" un paio dicare amiche
brasiliane.
Belle e generose! (molto generose)
Metti un pò di vodka nel congelatore!
E qualche spicciolo in tasca... (sto insegnando la messa al prete?) Chi l'avrebbe mai detto!
l'autista cerca la Beatitudine dell'esperienza!
108
II,11 - L'occhio del Sole e della Bellezza
Autista:
Mi rendo conto che la posizione interiore dell'ascolto è una posizione che può turbare parecchio
chi dall'esterno assiste all'ascolto.
Comprendere che assistere come testimoni a tutto quello che avviene senza alcuna interferenza
nemmeno nelle sfere più intime o istintive non è semplice.
La frase di Polifilo sulle Brasiliane mi aveva fatto molto ridere.
E mi ha fatto ancora più sorridere quando ieri sera, durante questo giro di lavoro in macchina per
l'Italia con persone sconosciute mi sono trovato ad interrompere l'ascolto per oppormi a qualcosa
che proprio non sentivo... andare in un night o meglio in un posto il cui nome night immagino come
grande eufemismo.
Così l'ascolto è stato interrotto?
L'ascolto implica che di ogni evento non c'è né accettazione né non accettazione: si assiste.
Bene, ieri sera mi sono visto assistere alla non accettazione di andarepraticamente in un bordello,
nonostante pressioni abbastanza indelicate.
Non sto a spiegare a voi, da un punto di vista lavorativo, il danno di immagine e di affidabilità che
questo rifiuto ha comportato.
Ma non c'è stata una condanna morale, li ho pregati anzi di andare, solo di lasciarmi in albergo
....con un po' di riposo.
Alla fine hanno deciso direttamente ..... dato che "o tutti o nessuno".
La sessualità non è un tabù né può essere vista così da un aspirante che affronta se stesso
dolorosamente e gioiosamente osservando ogni piega dell'io, inconscio, subconscio e conscio.
Quindi cosa si è opposto, perché quella che è un'azione tranquillamente osservabile al pari delle
altre ha necessitato un diniego?
La prima risposta sarebbe non lo so.
Ma difficilmente mi starebbe bene, adesso mentre sono qui, solo con me stesso e come sempre sto
usando il dialogo con voi per parlarmi e per vedermi, grazie all'amore di tutti voi che mi permettete
di usarvi come specchi per meglio comprendere la vita di ciò che sono.
Tolta la stanchezza, perché se si fosse trattato di incontrare uno di noi o andare in una mega
libreria o ad assistere ad una chiacchierata su Dio sarei corso... ho visto come ci sono aspetti che
proprio non interessano, come non sono mai interessati, al di là di quelle azioni necessarie affinché
si verifichino quelle condizioni di manifestare i vari semi causali.
Quindi... mi spiace .....ringrazio Polifilo per l'offerta della gradevole compagnia, ma preferisco di
gran lunga che Polifilo mi narri di Balsekar e liquor jo con me che mi vedo seccarmi e cercare di
dirgli che forse sta guardando nella direzione sbagliata, anche se da questo punto di vista non ci
sono direzioni sbagliate.
Quanto alla vodka già è difficile bere il vino (questo fa proprio parte del lavoro...) ,ma la vodka...
anche quella la si beve solo in compagnia di clienti russi che certamente si offenderebbero se la
rifiutassi all'inizio dei pasti... insieme al lancio dei bicchieri.
Meno male che non vado spesso in Russia.
109
Ma sai ho una grande fortuna, la Vita, la Madre, il Divino, ciò che insomma ha sempre messo un
mano a proteggere questa testa, se vede che una cosa viene fatta per lavoro mi libera dai suoi
effetti.
Teatrante:
...Chi appende il ramo di mirto?
Autista:
Anche qui.
L'integrazione attraverso cui procede un aspirante tocca tutti gli aspetti e non può esimersi dallo
scendere anche in quelli elementali del maschile e del femminile.
Ci sono vie che hanno fatto addirittura della polarità uno strumento di accesso a sé stessi.
E' quanto esprimevo nel marcare gli aspetti del samkya.
A sedici anni al culmine di una serie di "risvegli" intesi come rimembranze e come ripristino
consapevole di aspetti già presenti e attivi alla nascita, mi trovai ad avere una grande paura di me
stesso... unitamente ad un enorme senso di potenza che non fui in grado di gestire.
Vedere o credere di vedere (perché nella vera osservazione è indifferente la differenza fra i vari
stati di coscienza e delle pertinenti eventuali oggettività) il mondo intorno a sé totalmente
dipendente e permeabile ai propri umori e volontà e parole è difficile da accettare da un
impreparato aspirante la cui unica aspirazione è essere sé stesso disperatamente cercandosi dietro
mille e mille maschere che non capisce perché lo vanno ad iniziare a coprire.
...non ho mai portato maschere da bambino... e sapete perché adesso riesco a dire "io" parlando di
quanto avrei detto riflesso fino a qualche giorno fa?
Perché ci sono stati di coscienza che non prevedono alcuna continuità.
In questi anni di comunanza insieme, "io" non sono mai stato in grado di vedermi continuo, fra ieri
e oggi, fra il passato e il futuro... a parte le carenze mnemoniche, ero alla finestra e vedevo sì una
certa continuità mentale con il ieri, ma nessuna continuità interiore.
Non riuscivo mai a trovarmi né nel presente né nel passato, come avrei mai potuto dire io?
Mi era più facile alle volte trovarmi "io" in voi... sapeste quante volte rispondendo alle lettere mi
firmavo con il nome della persona cui rispondevo.
"Io" so che le mie parole negli ultimi tempi hanno turbato qualcuno e hanno fatto sorridere altri.
Qualcuno "Mammamia!" e qualcun altro "Finalmente! " .
In questi anni si è vissuto senza alcun "centro di gravità permanente" ed è stato veramente difficile
perché la vita ha continuamente chiamato all'azione, azione da cui non si poteva esimersi.
E' stato doloroso per questi veicoli.
Che avevano iniziato a sfaldarsi... se qualcuno o qualcosa non avesse iniziato a curarli.
Sono stato "avvisato" e con difficoltà si è iniziata una reintegrazione anche delle sfere sensibili.
Si è ridotto il lavoro dalle 110 ore alle 40, si è ridotto il peso del corpo,si sono ridotti gli stress dei
110
veicoli energetici, si è ripristinato il corso dei fluidi e dei metabolismi, si è in sostanza
attenzionato il piano sensibile... tutto questo ha portato ad attenzionare la vita.
Vita che qui è stata vista solo come vuoto.
Con una grande difficoltà nel sentirla.
Quella paura di allora, paura della vita nella sua pienezza, mi aveva fatto chiudere
consapevolmente una porta, la paura del potenziale incarnato e del suo sensibile mi aveva
terrorizzato perché avevo visto che potevo causare dolore e mi mancava la capacità di
accettare che la vita/amore/madre/ dio potesse anche causare dolore.
Come se l'amore nel sensibile, nel manifesto potesse non essere duale.
Come se il nascere potesse fare a meno del morire, come se potesse esiste il bello delle brezze senza
l'orrido degli uragani, il bello dei tramonti sulle montagne senza l'orrore dei terremoti...
Io avvertii la morte nell'amore.
La morte nella vita.
E incapace di accettare di essere un semplice teatrante mi rifiutai, mi chiamai fuori.
E' un atto interiore violento, terribile...
Vi parlo già di un aspirante che si ritrovava in navigata in solitaria in preda alle tempeste più
grandi vedendosi insieme barca e tempesta, rifiutando di essere tempesta perché affondava le
barche.
E' stato quel sentirmi/essere tempesta ad omnubilarmi.
.......
Cioè quella continua presenza del divino/madre/ vita che fino ad ora si era vissuta come assenza,
vuoto se non su altri piani, ma l'Assoluto non può incarnarsi senza dei veicoli che lo supportino
integralmente.
La pienezza upanishadica veniva vissuta solo nel vuoto e non nel pieno.
Non saprei dirti se questo processo di ripristino dei veicoli sia stato completato, è possibile che ci
saranno altre oscillazioni. ..
e mi spiace farvene carico...
Ma non dimenticate che non mi sono mai visto come maestro, ma come goccia in un mare.
Solo che prima né mi sentivo né mi vedevo né goccia né mare, mancando completamente la
sensibilità della percipienza, oggi sento sia l'esistenza della goccia che quella del mare.
Mentre prima lo si era nell'essenza senza esistere, senza sentirsi, oggi si avverte distintamente
l'essere goccia e l'essere mare.
Anzi a tratti si sente anche e forte l'essere gocce.
C'è quella continuità, è ricostruito quell'iti iti che porta a percepire il sensibile non dalla sua
essenza come emanante, ma come sensibilità stessa.
E questa è polare, da qui i riferimenti dati come samkya.
Polifilo parla di Beatitudine dell'Esperienza .....
sembra strano, ma sono le stesse parole di tutti i fratelli e le sorelle anziane che mi avevano
assistito allora, quando con stupore compresero la l'accendersi di questo fuoco!
111
Figurati... ero stato la "Spina di Dio".
Così teso nell'essere quel ciò che ero fra le tante
maschere che dovevo schivare che non sono stato
un fratello di facile gestione!
La cosa che ricordo con tenerezza fu, una di queste
anime, in un momento di fuoco, di consapevolezza. ..
mi disse: "Tu devi imparare ad amare."
Mi sembrava a dir poco folle.
Io amo.
Io ho amato intensamente tutto e tutti, morendo ogni
volta per l'intensità di questo amore.
Solo che non era amore pieno era un morire
nell'amore, un amore privo della accettazione che
amare nel sensibile è duale, è quindi anche dolore.
Amo i miei genitori, in questo amore vivrò la loro
morte.
Amo i miei figli, in questo amore accetto che
vivranno questa morte.
Invece volevo l'amore senza sentire il dolore dell'amato, per evitare questo è stato come non vivere.
Cioè i potenziali della vita sono stati vissuti direttamente come potenziale e non come vita.
Volendo parafrasare è come chi dovendo fare i tre yoga, preferisce il Quarto per non dover
"patire" i primi tre, il che va bene se rimane nell'unione, nell'assorbimento, ma se occorre operare
nel sensibile va integrato tutto quanto si è saltato... quindi i tre yoga.
Spero che queste parole non aggiungano confusione a quella già stimolata.
Questo ripristino ha comportato/comporta una certa ebbrezza, ben più forte di quella che due belle
brasiliane e la vodka potrebbero causare.....
Izanami:
sentire il dolore dell'amato.. è indicibile sofferenza.. .
E' necessario restare un po' discosti,
non farsi travolgere e trascinare nel pozzo del dolore...
Si rischia di cadere e non sollevarsi più...
Partecipare.
Condividere,
Comprendere.
Aiutare, aiutarsi è
importante.. .
Sentire il dolore dell'amato e saper dire "no"...
con serenità, con comunione..
Si sarà scherniti, dileggiati, picchiati,umiliati..
si fuggirà e si abbandonerà talvolta, per capire ed
accettare la dualità... Seguire il cuore.... sempre.
112
Come è cantato in Butterfly
"Noi siamo gente avvezza
alle piccole cose
umili e silenziose,
ad una tenerezza
sfiorante e pur profonda
come il ciel, come l'onda del mare!"
teatrante:
racconta Ibn Arabi:
"Quando durante l’anno 1201 soggiornavo alla Mecca, frequentavo una società di persone
eminenti, uomini e donne, che formavano un’élite tra le più colte e virtuose. Per quanto grande
fosse la loro distinzione, non vidi tuttavia tra di loro nessuno che uguagliasse il saggio dottore e
maestro Zâhir ibn Rostam, originario di Ispahan ma che aveva preso residenza alla Mecca (…).
Ora, questo sceicco aveva una figlia, un’agile adolescente che incatenava gli sguardi di chiunque
la guardasse, la cui sola presenza era l’ornamento delle assemblee e meravigliava fino allo stupore
chiunque la contemplasse. Il suo nome era Nezâm (Armonia) e il suo soprannome Occhio del Sole
e della Bellezza".
113
II,12 - Fedeli d 'Amore
Savitri:
La Divina Commedia è attraversata da enigmi, sconcertanti presenze
e strane assenze.
Chi è il "veltro"?
Perché l'infedele e "meretrice" Cunizza è in Paradiso e Francesca da Rimini in Inferno?
Perché Dante non cita mai i Catari, la grande "eresia" che a quel tempo era così diffusa
proprio nelle zone in cui egli viveva? .....
Qual'è il vostro illuminante parere su dante e la Commedia ?
Teatrante:
Credo che il mio parere sarà tutto meno che illuminante.
Amo dante e i Fedeli d'Amore.
Dante ha "fatto l'esperienza" .
Perchè Francesca è all'inferno?
"Quali colombe dal disio portate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido.
vegnon per l'aere dal voler portate
si forte fu l'affettuoso grido"
...Per il troppo amore.
Dante non è cristiano come comunemente si crede.
Paolo e Francesca vivono l'uno per l'altra, sono due anime nobili e infatti non soffrono le pene
dell'inferno soffrono per il non poter assorbirsi nell'assoluto.
Rimangono in uno stato di metavita abbracciati per sempre, incapaci di separarsi.
In due si sono fatti uno.
L'Amore è forza incontenibile, ma dopo la morte sono rimasti legati all'amore per l'altro/altra.
Lui si è fatto femmina lei si è fatta maschio ma non sono riusciti a farsi entrambi femmina.
Tutti siamo femmina rispetto all'assoluto.
L'assoluto inteso come acqua nella quale noi , zucchero, ci sciogliamo.
Paolo e Francesca si sciolgono l'uno nell'altra e mantengono dei legami dei nodi irrisolti.
Questo è il loro inferno.
Se anzichè usare il verso che Borges, altro iniziato e amante di Dante, definisce "inetto"avesse
usato altro linguaggio, inetto per altri versi, avrebbe detto forse che Francesca è come Gilgamesh
che si fa rubare dal serpente del tempo l'erba dell'immortalità .
Sarebbe arjuna che cerca di giustificare con Krisna la sua volontà di non combattere con i parenti:
e che altro sono i parenti di Arjuna se non i legami bellissimi e dolorosi che ci legano a questo
stato di esistenza.
I parenti di Arjuna forse sono i piaceri che temiamo di abbandonare o le vendette che vorremmo
prenderci, o i desideri che ancora conserviamo.
Sviene Dante dopo aver parlato con Francesca.
Solo lei parla, perchè lei è il maschio.
Paolo e Francesca hanno attuato l'operazione alchemica dell'inversione dell'acqua e del Fuoco,
ma non sono riusciti a portarla a termine.
114
Per questo sono all'inferno.
Un conto è non avere consapevolezza.
Diverso è avere la consapevolezza , aver fatto l'esperienza della liberazione, ma rinunciarvi per
amore.
Paolo e Francesca sono paragonati non a Caso a Lancillotto e Ginevra.
Nel ciclo di Cretienne de Troys Lancillotto è il "leopardo", l'eroe incompiuto: è il miglior cavaliere,
ma non riuscirà a trovare il Graal perchè non riesce a superare l'attaccamento per l'amore,
l'attaccamento per Ginevra.
Secondo la tradizione esoterica Artù non è un personaggio reale: il suo nome ricorda Artume o
Arctoi, l'orsa sacerdotessa di Artemide o forse la dea stessa.
Artù rappresenta i piccoli misteri.
Il peccato di lancillotto non sarebbe così il tradimento del suo sovrano ,ma l'attaccamento viscerale
per colei che lo ama più di ogni altra cosa.
Il Graal lo troverà Galhad,il "leone", il figlio di lancilotto.
L'amore folle e meraviglioso di Paolo e Francesca e di Lancillotto e Ginevra è l'amore degli Dei.
E' l'amore di Siva e Sati.
Sati folle d'amore che si suicida .
Siva folle d'amore che viaggia per l'universo incapace di separarsi dal corpo di lei.
L'amore degli dei.
Può capitare che qualcuno "decida" di scendere su questo piano di esistenza .
Di sacrificarsi per l'amore degli esseri senzienti.
Ed è sacrificio immane.
La sensibilità di Esseri che hanno preso coscienza di livelli di esistenza superiore è inimmaginabile
per noi.
Persino Indra può rischiare di rinascere formica.
L'amore di Siva è cosmico ed anche la sua sofferenza è cosmica.
Maya e Kama,Apparenza fenomenica e desiderio, secondo il Kalika Purana, colpiscono anche gli
dei.
Forse questo potrebbe volerci dire Dante.
Se leggi la "Vita Nova" prima di leggere la Commedia forse è più chiaro.
Dante è un amante di Sophia, come Cavalcanti, come Raffaello, come, probabilmente, Shakespeare.
Leggiti Giulietta e Romeo:
Giulietta sta per sposarsi con uno bello giovane e ricco.
Romeo è innamorato di una che sta per farsi monaca.
Avviene che si riconoscono : lei è la luna,lui è il sole.
non possono far altro che morire d'amore.....
Euclide:
115
Interessante questo accostamento tra l'amore ed il sacrificio, sacrum-facere.
Ancor più, a mio parere, se vi introduciamo pure la responsabilità .
Credi che siano in qualche legame l'amore, il sacrificio e la responsabilità ?
L'uno co -implica l'altro e viceversa ?
Vi può essere amore senza sacrificio, e amore senza responsabilità ?
Ancora, il sacrificio è un atto di responsabilità oltre che di amore ?
Autista:
Fino all'accostamento fra sacrificio e amore ci arrivo.
Se sacrifico per amore, prendo la responsabilità del sacrificio e dell'amore per cui ho sacrificato. E
se sacrifico l'amore per responsabilità ?
A senso... c'è qualcosa che mi disturba. Intuisco qualcosa che non mi piacerebbe vedere.
Interessante. Lo sviluppate, per favore?
Polifilo:
Certo che se ci metti di mezzo un' "entità" che attua il sacrificio,l'amore e la responsabilità .. il
discorso diventa alquanto difficile.
Chi si sacrifica, ama ed è responsabile?
Il sacrificio dell'entità genera l'amore che sa rispondere alla vita(perché non è differente da
"questa").
E non c'è nessuno a sacrificarsi, ad amare e d essere rersponsabile. Solo sacrificio, amore e
risposta armonica.
Pretegianni:
Non capisco perché si ritenga di dover separare l'amore dalla responsabilità . Secondo me sono un
tutt'uno.
E perché mai l'amore dovrebbe essere egoista? Come può esserci Amore senza Conoscenza o
Conoscenza senza Amore?
teatrante:
Ma avete mai amato?
Suppongo di si.
Si parlava di Paolo e Francesca.
Si parlava di Giulietta e Romeo.
Si parlava di Lancillotto e Ginevra.
Sacrificare l'amore per la responsabilità ?
Vallo a dire a Siva!
Le emozioni non possono essere represse.
Vanno trasformate magari.
Ma reprimere l'amore è come tentare di spingere sott'acqua una palla di gomma.
Più la spingi in fondo, con maggiore violenza fuoriesce.
Mai letto "il Monaco" di lewis?
E' la storia di una bravo e carismatico prete che per responsabilità tenta di sopprimere l'amore nel
suo animo e finisce per diventare assassino.
L'Amore è egoista, l'Amore è folle.
116
Vogliamo parlare in termini di morale borghese-cattolica?
Non sono la persona giusta.
L'Amore è la forza vitale del mondo creato dalla sakti-maya.
Pretegianni:
Allora non c'è scampo all'egoismo e alla follia?
Godiamo dunque il più intensamente possibile in modo di non arrivare sul letto di morte
rammaricandoci di non aver goduto abbastanza.
A me sembra una lettura un po' limitata e triste della vita.
Ci sono uomini che, pur non rigettando il proprio carico di piaceri e dolori, pongono al centro
l'"aspirazione" alla gioia in sé: l'unico bene che nessuno ci può togliere o dare.
Teatrante:
Vogliamo dirci che siamo tutti dei realizzati che pensano solo all'amore per dio?
Facciamolo, ma dietro il prossimo angolo c'è una Parvati pronta per ognuno di noi.
Pretegianni:
Se ne deve dedurre che l'amore per Dio e l'amore per la Sakti sono cose distinte?
Come si può dividere l'indivisibile?
Secondo me parlare dell'amore equivale in un qualche modo a mistificarlo.
Blake cantava: "Non cercare mai di dire il tuo amore,Amore che non può essere mai detto".
Non credo comunque nell'"amore" che non si traduca in generosità, compassione e bellezza.
Teatrante:
L'amore è divino.
In occidente e nel mondo arabo la conoscenza passa per Sophia e Sophia si manifesta prima di
tutto come donna vera, dagli occhi di gazzella e dai seni come fiori di loto.
L'amore va vissuto e va conosciuto.
Facile a dirsi..mi sacrifico per responsabilità !
Che succede se poi lasci il corpo ed invece di annullarti nell'assoluto (intuami come io t'inmio,
diceva, se non ricordo male Dante) pensi con dolore alle labbra che non hai mai osato baciare , al
ventre che non hai mai osato accarezzare, e agli occhi nei quali mai hai osato perderti.
L'amore vissuto è , deve essere un allenamento all'amore divino.
Se siamo immersi nella Maya siamo immersi nel desiderio.
Mi pare a volte che paradossalmente , si ricerchi una via individuale alla metafisica.
Sacrificarsi per responsabilità mi sa di ricerca individuale della verità.
La vita va lasciata vivere.
Va osservata vivere, mi pare.
Se Il Teatrante si innamora lo guardo innamorarsi e lo osservo vivere il suo amore.
Se gli impedisco di vivere l'amore per responsabilità il Teatrante diventa uno che lotta contro la
vita.
117
Maya l'illusione è la vita.
E noi ci siamo dentro fino al collo.
O l'accettiamo e la viviamo (zensei ku) o la rifiutiamo e ci costruamo una serie di illusioni
letterarie.
Se viversi l'amore è una illusione lo è anche non viversi l'amore,non c'è differenza tra le due cose.
Sempre di teatro si tratta.
Sati che si sacrifica per amore è una dea che diviene schiava della maya, di se stessa.
Ma pure Brahma, vedendola, non riesce a trattenere una erezione ed una eiaculazione spaventose
(questo nel Kalika Purana).
Vogliamo dire che L'Autista, Euclide o il Teatrante sono meno schiavi dell'illusione di Siva,
Brahma e Visnù?
I miti e le leggende sono viventi.
Sono qui ed ora
Questo almeno è una cosa che credo di aver capito.
I Miti illustrano un percorso, dei percorsi da intraprendere nel cammino spirituale.
Ci avvertono dei pericoli che incontreremo e ci suggeriscono le eventuali soluzioni.
Non possiamo sceglierci solo i miti più rassicuranti e calmi.
Siva che taglia la testa del figlio ganesha avrà pure dei significati.
Krisna che si dimentica di essere Krisna e rischia la morte per il veleno del re serpente vorrà dire
pure qualcosa. non avete mai visto quanto l'occhio di Siva semichiuso assomigli ad una vagina?
118
II,13 - Sacrificio
Euclide:
Vorrei ricominciare da una frase del Teatrante:
può capitare che qualcuno decida di scendere su questo piano di esistenza .
di sacrificarsi per l'amore degli esseri senzienti. ed è un sacrificio immane.
E' un sacrificio immane...vero, ma poi non ne spiega il perchè. Perchè è un sacrificio immane
scendere su questo piano per alcuni e sacrificarsi per amore degli esseri senzienti ? In cosa
consiste questo sacrificio, cosa e perchè lo rende immane ?
Euclide:
Se sacrifico per amore, prendo la responsabilità del sacrificio e dell'amore per cui ho sacrificato.
Autista:
Responsabilità del sacrificio e dell'amore ?
Euclide:
Responsabilità ....in che senso un tale ente è responsabile ? Quale responsabilità gli si può mai
attribuire se non la solita ed unica di sempre, essere se stesso ! Essere se stessi su questo piano si
traduce in un sacrificio continuo del nome e della forma, namarupa, e chi più vive questa identità
dell'essere se stessi più brucia sull'altare dell'amore (dell'amore, non dell'amore per
qualcuno\qualcosa) il nomeforma che veste.
Si può parlare della responsabilità di essere se stessi prima ancora di essere nei confronti
altrui...che a ben vedere poi è la stessa identica cosa ?! Vi è un'unica responsabilità , essere, ve ne
sono forse altre ? E se questa comporta il sacrificio, perchè di sacrificio si tratta, del sacrumfacere, dell' azione sacra su questo piano, che sacrificio sia, non è una scelta, non è un'opzione,
essere non si sceglie, si è, con ciò che comporta, o conforma, il suo espletamento su questo piano.
Autista:
E se sacrifico l'amore per responsabilità ?
Euclide:
E come pensi di poterlo fare ? per altro non sono antagonisti, polari, alterni, aut aut o l'uno o
l'altro. L'unica cosa che puoi, e se ne potrebbe pure parlare a lungo, è essere o non essere, l'antico
dilemma, ma una volta scelto, una volta essere il resto, tutto il resto segue a ruota senza più alcuna
scelta...per necessità, per determinazione, altri termini che aggiungo ai precedenti.
Autista:
Mi ripeto:
A senso... c'è qualcosa che mi disturba. Intuisco qualcosa che non mi piacerebbe vedere.
Interessante però...
Euclide:
Citerò Raphael:
(tratto da Fuoco di Risveglio, pag 27- 32, Ed Asram Vidya...)
119
Determinazione è la precisazione, specificazione, limitazione di una condizione espressiva nel
campo delle possibilità operative e ideative;
è un qualcosa di definito, fissato, stabilito da una Realtà che sta a monte.
Ciò significa che tale Realtà è, nella sua essenza, indeterminata ma con la possibilità di
determinare.
Una determinazione è dunque una restrizione, un vincolo privativo. Anche per Platone l'Essere si
manifesta nel mondo come "norma" e "misura", cioè con precise determinazioni. ..
La determinazione non rappresenta altro che il predicato di qualche cosa, è la degradazione
dell'oggetto a cui appunto si riferisce... .
Noi dovremmo fare una distinzione tra i due poli della realtà: la coscienza-essenza e la sostanza, il
Purusa e la prakrti.
Come abbiamo già rilevato si tratta di aspetti polari e non duali in assoluto.
Il Purusa, macro o microcosmico, è pura coscienza che si svela mediante la sostanza prakrti; o per
meglio comprenderci, lo spirito si svela per mezzo della "materia" la quale nel suo divenire segue
leggi che non appartengono allo Spirito-Purusa. Quello della materia è il mondo della necessità,
quello dello Spirito, nel campo della determinazione dell'Essere, è il mondo della libertà.
Occorre avere presente tre momenti del processo: la libera decisione della scelta o non-scelta, la
libera possibilita' di optare per l'oggetto o contenuto della scelta, il concepimento finale della
decisione.
Una volta che si passa al concepimento della scelta si soggiace alla necessita' della generazione
causale, perche' l'espletamento dell'oggetto prescelto puo' avvenire solo in ambito della sostanzaprakrti.
Autista:
Ti disturba forse la determinazione, la necessità in cui ti sei (liberamente) lasciato cadere ?
O ti disturba la responsabilità che tale scelta comporta ?
Euclide:
Una volta che si passa al concepimento della scelta come dice R, si soggiace alla necessità, alla
determinazione stessa, al piano causale, fenomenico, con le sue leggi etc etc. Tutto ciò ha nome
sacrificio, sacrum facere, il sacrificio immane e totale del nome e della forma, un sacrificio
continuo, di tutti i giorni "perchè l'espletamento dell'oggetto prescelto può avvenire solo in ambito
della sostanza-prakrti."
E la responsabilità dove ha luogo allora ? ma la responsabilità non è questa scelta stessa,
l'incarnazione stessa ?
Il farsi carico di un corpo, di un piano, di un sacrum-facere, della determinazione, della necessità
che ne segue etc etc.
Autista:
Davvero non ne vedi il nesso ?
Euclide:
Plotino lo definiva un atto di temerarietà, ma era Plotino; di quel sacrificio chi se ne fa carico ?
Chi ne risponde ?
120
Chi se non chi l'ha innescato, promosso, attuato, determinato ? Il "concepimento" stesso è l'atto
di responsabilità per eccellenza! Lo si dice anche in termini umani, di paternità filiale. E se lo si
dice di un padre\madre a maggior ragione per una caduta voluta, per quella temerarietà di cui
parla Plotino, temerarietà sì, ma così carica di volontà, di dharma.
Autista:
La cosa buffa è che la causa segue l'effetto.
Nell'atemporalità aspaziale, il determinante può essere successivo al determinato.
Avviene la discesa dell'incontaminato affinché una volta contaminato
possa essere causa della stessa discesa.
Comunque da come mi disturba l'argomento, deve essere un nodo veramente dolente.
Se fossi un gatto soffierei alzando il pelo.
.... non ho capito nulla.
Sarà che è un periodo in cui ho difficoltà di comprensione... ma so
quando bluffo con me stesso.
Proprio sento la frase e nemmeno la raccolgo.
Euclide:
Non pensare che a mia volta mi sia chiaro ciò che scrivo. Io stesso fatico a mettere insieme certe
idee, ed alcune non mi sono chiare per nulla, ne intuisco alcuni agganci, alcuni passaggi, ma tanti
altri mi sfuggono, appunto per questo che ne chiedevo una collaborazione in lista, un'esposizione
altrui, un punto di vista alterno, in modo da ampliare il mio. Mio, quanto tempo che non usavo
questa parola...mio ! Ha un gusto tutto particolare. .
Autista:
So solo che fin da bambino quello che più mi ha disturbato
era indossare un corpo, essere soggetto alle sue limitazioni.
Dopo è stato ancora peggio.
Euclide:
Della serie un'infanzia serena e spensierata!
Autista:
Capisco anche il dharma,
ma comprendo che il dharma senza prema è... cavolo!
Prema Dharma.
Euclide:
Dharma...tra i tanti significati anche dovere...giustizia. ..e tra dovere e responsabilità quanto
spazio corre ?
Mi pare tra l'altro un tema che avevamo affrontato tanto tempo fa, se non ricordo male, quello del
dovere v\s responsabilità , se ne ricorda qualcuno ?
Ad ogni modo è lecito chiedersi se il dharma comporti responsabilità ? O è esente da qualsivolglia
121
responsabilità di qualsiasi genere e\o persona ?
Insomma una delle componenti, o meglio uno degli attributi il dharma è la responsabilità o no ? O
è a-responsabile ?
Vorrei solo ricordare l'etimo del termine responsabile: deriva da respondere, dare responso,
rispondere.. per estensione dare conto, spiegazione, farsi carico etc
Quando il cristo parlava che ognuno doveva farsi carico della propria croce...cosa voleva mai dire
? Non invocava forse tra le altre anche un'atto di responsabilità ?
Autista:
Uhm... ok sto iniziando a vedere, non mi piace, non mi piace per
niente.
Portare il divino nella carne.
Incarnarlo.
il senso di potenza del savikalpa... ma può condurre veramente alla follia gestire tutto
questo.
no. no. no. parliamo di altro?
Euclide:
veramente l'argomento mi interessava, in particolare la responsabilità volevo capire dove trovava
asilo, tra tanti illustri termini come prema, dharma, karma, etc ?
Polifilo:
Ciò che rende rende immane il sacrificio è il fatto che, da spirito puro, è volontriamente "caduto"
nell'esistenza, ha mangiato il frutto proibito della conoscenza.
Lo rende immane il fatto che, sotto le spoglie di Adamo ed Eva, vi è sempre stato unica e solamente
Dio,
fattosi carne.
Fra l'altro, che lo sappia o meno, questo è il sacrificio di ogni essere vivente .
Euclide:
Infatti ogni nome-forma vive il sacrificio, di più, il sacrificio è intrinseco alla forma stessa. La
forma si sacrifica per la forma, noi viviamo perchè altre forme muoiono. Sia che siamo carnivori o
vegetariani, sempre di sacrificio della forma si tratta. Non si vive di sola acqua, se questa forma
vuole continuare a vivere il tempo che le è concesso deve suo malgrado sacrificare altre forme al
suo sussistere e vivere. Il mio vivere è la morte di qualcun'altro o qualcos'altro che dir si voglia.
Polifilo:
Non solo gli avatara, non solo i maestri, i guru o gli iniziati.
Euclide:
Vero, però qui subentra anche la consapevolezza di tutto ciò. E' pur vero che la forma non guarda
in faccia a niente e nessuno, e che la mela mangiata da un pincopallo o da un avatara sempre
digerita nello stomaco finisce,
però la consapevolezza del sacrificio cambia, ed anche la responsabilità .
122
In fondo questa è forse l'unica cosa che differenzia gli uomini, il grado di consapevolezza. Il
semplice atto di mangiare una mela, pur identico esteriormente, può essere profondamente diverso
nella consapevolezza di sè del medesimo atto. Una volta con bo si era fatto un lungo discorso sul
lavarsi le mani al mattino...stesso discorso.
Si può soffrire anche per il solo mangiare una mela (lo so che ti sembrerà assurdo, ma....) anche se
la stragrande maggioranza degli individui nemmeno lo sfiora una tale idea, e aggiungo anche forse
giustamente. (altrimenti davvero non si vive più !)
Polifilo:
Ma proprio ogni e qualsiasi essere, su questo piano, rappresenta questo sacrificio.
Tanta è la gradiosità del più umile tra gli umili e del più piccolo fra i piccoli.
Dio fattosi carne.
Euclide:
rappresenta. ..giusto termine, appropriato.
Rappresentazione. ...si accoppia bene con sacrificio. Il sacrificio non si compie, si rappresenta, hai
ragione, il che non è la stessa cosa anche se suona molto simile. Un pò come il verbo celebrare,
celebriamo i sacri misteri...è lo stesso che dire facciamo, agiamo, operiamo ...i sacri misteri ? No,
non è la stessa cosa, sono cose ben diverse anche se all'atto pratico sembrano identiche.
Mi sono incartato; ogni tanto vi sono dei termini che mi lasciano come sospeso, intuisco qualcosa,
ma poi non so dargli nome e forma adeguate...rappresentazione adeguata. Va bè...come al solito....
Autista:
....Nel rappresentare, metto in opera per conto di. e posso non esserne consapevole.
Nel celebrare, officio.
Divengo lo ierofante che deve essere consacrato per essere tale.
Credo che il diacono rappresenti e il sacerdote celebri... un qualsiasi cristiano può (rap)presentare
la eucarestia, ma solo il sacerdote può celebrarla.
Forse ti riferivi a questo, Euclide?
Euclide:
Sì, esattamente...
Izanami:
Stabat Mater dolorosa
juxta crucem lacrymosa
dum pendebat Filius.
Cuius animam gementem,
contristatam et dolentem,
pertransivit gladius.
O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti,
123
quae moerebat et dolebat,
Pia Mater, cum videbat
Nati poenas incliti.
Quis est homo, qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?
Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
Pro peccatis suae gentis
vidit Jesum in tormentis
et flagellis subditum.
Vidit suum dulcem natum
moriendo desolatum
cum emisit spiritum.
Eja Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
............
Amore e sofferenza.. . indivisibili. .. condivisibili. .. da accettare, da comprendere in questo piano
esistenziale. ..
....amare... prima di tutto amare e poi, se rimane tempo, parlarne...
ma è così difficile... !!!
Kumara Parvata
124
II,14 - Muschio
Talita:
Tempo fa hai parlato di Ramakrishna, Autista.
Hai detto che il suo discepolo Vivekananda dubitò di lui fino all'ultimo....
Pretegianni:
...Ah....forse è per questo, Autista, che tempo fa "osservavi" perplesso Vivekananda....
Autista:
Trovo inconcepibile dubitare del Maestro.
Trovo inconcepibile non"sentirlo".
Trovo inconcepibile non amarlo.
Trovo inconcepibile non cogliere in Lui il Divino.
E' in Lui che mi sento vivo.
Da bambino mi sentivo "vivo" solo in Chiesa.
E' di fronte al Divino che mi autopercepisco come esistente.
Gioia o dolore (e il Maestro/Divino/ Conoscenza diviene la fonte di ogni gioia e di ogni dolore,
sino ad essere tutta la Gioia e tutto il Dolore) Lui è ciò che mi rende esistente.
Posso dubitare di "me", ma non del Maestro.
Nel Maestro si incarna il Divino, in ogni Maestro.
Vivekananda è l'ennesimo Pietro.
Incapace di amore, incapace di conoscenza, incapace di riconoscenza, per quanto grande, per
quanto immenso, nonostante tutte le prove, incarna la mente umana che diffida, che tradisce.
Quella povera creatura, che lo aveva amato, lui e gli altri suoi "bambini", era lì morente e lui
ancora diffidava.
Mi spiace... ma il dharma permette l'abbandono del Maestro solo per incarnare il Divino, non per
altro, non per la mente.
Ma sai, sono limitazioni alla comprensione di questo ente... quindi non ci fare caso.
E' una sorta di ricerca di pelo nell'uovo. Ho una strana visione del dharma...
Pretegianni:
Ora capisco.
Avrei dovuto intuirlo.
Condivido in pieno quello che dici sul Maestro.
Incontrarlo significa liberarsi dal dubbio e imparare l'Amore.
Tuttavia se Ramakrishna ha accettato Vivekananda, affidandogli una grande responsabilità , una
ragione doveva esserci.
A quanto pare il rapporto Maestro-Discepolo ha sfumature innumerevoli.
Euclide:
Il discepolo che descrivi, quello per cui è inconcepibile non questo e quello...è un realizzato lui
stesso, alla pari col maestro, anzi di quei discepoli di cui si può dire in tutta pienezza che sono uno
col maestro.
125
Ma non tutti i discepoli sono tali; a meno di decidere che usiamo il termine discepolo solo per
coloro che godono di tale condizione ultima e una col maestro, di tutti gli altri, e sono la
maggioranza, come li vogliamo chiamare, aspiranti ?
Forse è solo una questione di termini, quando Sankara si presentò nella grotta a porgere il suo
celebre saluto, era già un pieno e stabile realizzato. Per lui certamente valevano le condizioni di
cui sopra, inconcepibile non sentirlo, non amarlo, non qui e non là, ma di tutti gli altri perchè ti
meravigli tanto se ancora si confrontano con un manas, con maya, che tu stesso riconosci essere
così potente, e non lo dici solo tu ma autorevoli saggi.
Oltre ai discepoli, come poteva essere uno Sankara, ci sono i vari Pietro, vVvekananda, e mille altri
che ancora si interrogano, alle volte, su cui ancora il manas talvolta pianta le unghie, e ferisce, e
sanguina...dovresti saperlo bene di cosa parlo. Quel singolo chido fa male, fa male più dei mille, di
mille vite e sono certo che quel tradimento di cui parli, ferisce ben di più l'aspirante "discepolo"
che non il maestro che dovrebbe ben conoscere quelle spire e quelle dinamiche.
Sono certo che a quelle domande ramakrishna in cuor suo sorrise, forse un sorriso amaro, non per
sè ma per quello che ancora attendeva colui che domandava.
Autista:
Non vorrei determinare fraintendimenti. .. l'opera che ha fatto Swami
Vivekananda è immensa.
Adesso si inizia a profilare la portata della sua azione... 2000 maestri vedantini areligiosi, aperti al
moderno, improntati ad una università globale.
I corsi che si tengono al Vedantavidya del Ramakrishna Mission col nome di Accademia
Tradizionale del Vedanta non sono altro che questa università globale.
Non entro in merito al rapporto fra Maestro e discepolo, è così intimo e personale che nessuno può
entrarci.
La mia perplessità è sempre stata di apprensione, di comprensione.
Se in un essere così grande il manas è così potente da valicare l'amore, quali sono i rischi che può
correre un aspirante senza un vero riferimento?
Certo è toccante leggere delle lacrime di Ramakrishna alle perplessità dei discepoli, ma Lui poteva
correre subito dalla Madre.
Vivekananda aveva di fronte un Ramakrishna che anche solo col tocco di un dito lo aveva spedito
sparato in samadhi, aveva avuto prove e contro prove, ma nonostante questo, lui "dubitava".. . il
potere del manas, di maya è enorme.
Ma lo stesso possiamo imparare da Giuda, dallo stesso Buddha che viene meno al dharma per
trovare e mostrarci la Via mediana.
Non posso dimenticare che queste vite, questi esseri, incarnano lo stessi il mito e la via.
Al di là delle parole, le loro stessi vite sono insegnamento.
Lo stesso Buddha è insegnamento. .. per il mondo, non forse per il sanathana dharma, ma ci ha
lasciato tanto, ma mi colpiva molto il suo fuggire il mondo, il non prendersi carico del suo ruolo di
griasta, di capo famiglia...
Lo posso capire, perché è un tentazione fortissima, che vivo molto forte e non so se riuscirò a
resisterle.
Tradizionalmente: da bambino hai il dovere di crescere e incarnare l'uomo nel mondo, da adulto
126
devi condensare il dharma intorno al karma che sei stato chiamato ad indossare, poi quando le
responsabilità si ritirano, l'uomo deve volgersi al Reale, sia esso incarnato nel Divino che
permanente nell'Assoluto.
Ci sono quattro fasi nella vita, così come quattro caste o predisposizioni. ..
Le prime due, apprendistato e responsabilità , fanno parte dei Piccoli Misteri, le altre due fanno
parte dei Grandi Misteri.
Le caste... le prime due si svolgevano quasi interamente nei Piccoli Misteri, le altre due nei Grandi
Misteri, ma ogni casta seguiva le fasi della vita.
In Occidente siamo così preda dell'ignoranza che riteniamo che sia possibile l'accesso ai Grandi
Misteri, alla Metafisica, solamente perché intrisi di razionalismo e intellettualismo, senza quei
passaggi che i maha rishi delle upanishad conoscevano e prescrivevano.
Dimentichiamo la sacralità dei Piccoli Misteri e pertanto siamo incapaci di accedere ai Grandi
Misteri senza portarci dietro tutta la proiettività del potere oscurante di maya.
Abbiamo istruttori, fratelli anziani, che si porgono come Maestri del mondo senza avere raggiunto
quell'equilibrio e stabilità che necessitano certi dharma.
Si ritiene che raggiunto un samadhi tutto sia in discesa, anzi che si sia conseguita la realizzazione e
che addirittura quella realizzazione può essere insegnata.
Anche se la corda è bruciata e non lega più niente, sono rimaste le tracce, le ceneri, la struttura...
Non lega più niente, vero. Nel momento in cui si ha la moksha, il videamuktha.
E' l'assorbimento, la rescissione dei veicoli che man mano disgregati si sciolgono.
Ma se rimane un corpo? Se rimane un corpo, rimangono anche gli altri corpi.
Ci dice Raphael, nella Scienza dell'Amore:
a) Fisico denso.
b) Emotivo sensoriale.
c) Mentale analitico.
d) Intellettivo noetico.
e) Spirituale.
Allora occorre comprendere che ancora non tutti i giochi si sono completati e occorre mantenere la
consapolezza di non aderire alle proprie realizzazioni.
Non è facile.
Lo comprendo, non è facile non credere alla propria consapevolezza, non aderirvi, non dentificarsi
con essa.
La si vorrebbe trascinare nei corpi, la si vorrebbe vivere dentro i corpi, perché essendo
adimensionale ed essenza manifestante, la si può "sentire" nei corpi, ma essa non appartiene ai
piani esistenziali, li manifesta ma non vi appartiene proprio per la sua non dualità.
Quindi... lungi dalle intenzioni del sottoscritto il lamentare le azioni di Vivekananda.
Teatrante:
Ero in maremma ieri.
nel bosco sacro di Lamone.
Rocce e muschio.
Su un sasso un antico segno.
Un cerchio con un punto al centro.
127
Chissà se il muschio si chiede se è discepolo o maestro
Euclide:
Chissà se c'è mai stato uno Sankara muschio, un Gaudapada muschio o un Gautama muschio;
se esiste una via del karma muschio, dell'jnana muschio, della bhakti muschio, chissà se tra i
muschi si annovera pure la lì la via della spada muschio ?
Perchè se così fosse allora anche tra i muschi ci sarrebbe il maestro muschio ed il discepolo
muschio, e la relativa via che porta dall'uno all'altro con le relative interrogazioni.
Ma poichè tutto ciò non mi risulta, almeno alle mie conoscenze, non credo che allora il muschio si
interroghi se è discepolo o maestro....
Autista:
In questo momento ho mal di testa...
Solitamente un eufemismo per dire che c'è da qualche parte uno squilibrio.. . anni fa usavo scrivere
per placare le tensioni... da lì sono venuti un paio di libri, ma anche molti ricordi.
Il mal di testa al momento discende da uno strano effetto di dislocazione temporale.
Allora "io", alias questa manifestazione, è figlio, è fratello, è amico, è collega, è conoscente.
OK?
Fin qui ci siamo tutti.
Sappiamo anche che ognuno ci vive in maniera diversa.
Per ognuno con cui ci relazioniamo, costui ha una diversa esperienza di noi.
Avevo sempre ritenuto che questa esperienza o proiezione fosse del tutto insapore/indolore per
l'oggetto sovrapposto (cioè "io") a meno di effettiva azioni di interazione fra l'oggetto sovrapposto
è il soggetto proiettante.
Vero che una eccessiva sensibilità poteva sentire psichicamente le proiezioni.
Quanto non sapevo era che anche il fisico denso è spostato nelle proiezioni.
Ovviamente, come direbbe il nostro recente arrivo, il Teatrante, stiamo facendo letteratura o come
dice namarupa, abbiamo aperto una valigia trovata a porta portese.
Immaginate 4 televisori.. . no. Immaginate uno schermo bianco gigante e quattro proiettori che
proiettino ognuno un film diverso sullo schermo, con una parte, uno spigolo, una zona in comune.
Adesso immaginate un quinto proiettore che vi proietti, voi e la vostra vita proprio e solo in quella
zona.
Immaginate pure che quella vostra vita indipendente e "vostra" sia comunque coerente con quello
che avviene negli altri 4 film, anche se completamente diversi, ambientati in luoghi diversi e dove
voi in ogni film avete un ruolo diverso.
Fin qui ci siete?
Bene, andiamo oltre.
Ora immaginate che ci siano più schermi, o meglio che quello schermo su cui avviene la proiezione
sia costituito da sottili veli uno giustapposto agli altri e ogni velo catturi e fermi solo una
128
particolare. .. come dire... sapore dell'immagine. .. corpo.
Diciamo corpo, guaina.
Quindi voi possiate vedere su un velo il vostro corpo fisico denso, su un altro il vostro corpo
mentale, su un altro
il vostro corpo emotivo, il vostro corpo manasico, il vostro corpo noetico, il vostro corpo spirituale.
Un velo per ogni corpo.
Adesso immaginate che i proiettori siano tali che la forza della loro luce attraversa non solo quello
schermo ma tanti altri e ognuno di questi sia fatto degli stessi veli.
Voi vi ritrovate ad operare, a vivere su tanti schermi, tutti esattamente come quello che vi ho
appena descritto.
Adesso immaginate che su ognuno di questi voi siate consapevoli di ogni corpo, di ogni velo, di
ogni film.
E fino a qui, ancora ancora è gestibile. Nel distacco è gestibile.
Si attua un unico punto di vista distaccato e si osserva.
Invece no.
Eliminiamo il distacco, o meglio lasciamolo, ma oltre ad osservare nel distacco, entrate dentro
ogni veicolo e siate consapevoli da lì.
Nonostante sia tutto coordinato, si percepisce una sorta di vibrazione, ronzio... che vibra... è
l'insieme di tutte le vite che siete.
Ah dimenticavo. .. i vari film sui vari schermi sono tutti connessi, quasi puntate diverse... non
necessariamente ordinate.
Eh un'ultima cosa... provate ad immaginare che alcuni dei "filmati" che sono la vostra normalità,
scopriate che ricalcano pari pari i vari miti che avete letto e studiato.
Cioè oltre ad essere figli, madri, etc. etc. quella stessa vita o pezzo di vita non è altro che pari
pari lo svolgimento di un mito... ah e non necessariamente della vostra cultura.
Muschio, Euclide?
Prakrti, Euclide.
Ma chiamiamola pure Vita.
Come va nel tuo cuore?
129
II,15 - Il Corpo
Yogirudra:
Lo Yoga si basa sulla tradizionale arte dell’ascolto.
Un ascolto senza scelta, in cui le posizioni non nascono da un atteggiamento volitivo e nello sforzo,
ma da un’azione naturale e creativa che spontaneamente permette una ri-distribuzione delle
energie sotterranee fino a condurre tutto il sistema psicofisico ad una nuova totale funzionalità.
In questo approccio, l’attenzione viene posta soprattutto sul dispiegamento che avviene all’interno
del campo energetico e sulla sensazione che si manifesta nel presente.
Essa diventa veicolo capace di polarizzare integralmente l’attenzione che, con una pratica
costante, si stabilizza in maniera sempre maggiore, sino a mostrarsi in quanto capacità di
penetrazione- percezione incredibile, prima sconosciuta.
Questo occhio-attento ci permette di attraversare con stupore crescente i vari livelli di corporeità”
energetica, finchè il corpo viene percepito come un campo di luminose energie integrate.
Tale esperienza del corpo è un reale fattore di equilibrio e di salute psicofisica.
La nuova prospettiva raggiunta ci invita a porci in un ascolto ancora più profondo, che permette un
dispiegamento- soluzione graduale della forma.
In questo senso i vari corpi si aprono a livelli di espansione sempre maggiori, sino a rivelarsi vuoti
e senza una loro realtà effettiva. L’ascolto si ritrova solo, isolato e illimitato, in quanto coscienza
che coincide con quella Natura Essenziale, che è prima e dentro di ogni forma.
Shiva che ascolta se stesso.
Tale disponibilità all’ascolto che non conosce ostacoli, non è raggiungibile accumulando o
ricercando qualche obbiettivo, ma piuttosto ponendosi in una prospettiva di non tensione, di non
ricerca, di non sforzo, aperta ad accogliere in sè ogni cosa. Questa totale disponibilità è una messa
a riposo di tutto il sistema psicoenergetico, che ri-orchestrandosi premette ogni possibile sviluppo
di crescita interiore.
Autista:
Sembra di ricordare che quando Totapuri cercava di spiegare a Ramakrishna il concetto di
meditazione vedanta e quindi condurlo alla Realizzazione del Reale gli chiedesse di concentrarsi
fra le sopraciglia.
Ramakrishna in quel periodo era già oltre la visione del Madre, era nell'identità con la Madre e
quindi aveva difficoltà a trovarsi in un punto... immagino che la difficoltà fosse legata anche
alla extracorporeità , nella Madre si giunge ad essere tutti i corpi...
per poterlo "raccogliere" , Totapuri gli conficcò un pezzo di vetro nel punto su cui chiedeva di
fissare l'attenzione. ..
Yogirudra:
Si, sembra sia andata così....
Autista:
Yogirudra, ci sono aspiranti che hanno ascoltato tutta la vita... e il corpo non l'hanno mai sentito,
130
se non nel mal di denti...
Yogirudra:
Hum..dove sono ?
Autista:
Mi rendo sempre più conto che ci sono tante vie... e alcune si sovrappongono, ma ci danno anche
esperienze diverse...
Yogirudra:
Probabile....
Autista:
Alcuni indirizzano verso la disidentificazione col corpo... per certi passaggi è essenziale ed è
probabile che l'ascolto porti a questo...
E' questo totale ascolto a tutti i livelli che poi permette il "ritorno", la reintegrazione di quanto si è
lasciato indietro.
Yogirudra:
Credo di si...
Autista:
.....Il tempo è relativo e la spiritualità lo trascende, quella sequenzialità che come aspiranti noi
vediamo e viviamo, può essere completamente stravolta e ci si può trovare oggi a vivere
l'indigestione di quello che si mangerà fra dieci anni.
Le scissioni ed individuazioni vengono ad integrarsi e questa possibilità di amorevole apertura
diventa posizione capace di porci in una relazione profonda con la vita, con gli eventi e le cose
tutte.
Yogirudra:
Si.si..ma si parlava del corpo e delle varie possibilità di viverselo.
Tutto qua...
Autista:
Viversi il corpo.....?
Amo molto il divino Pitagora.
Più di Platone.
Mi piace molto Plotino.
Comprendo Sankara e sorrido al Buddha, mi annienta il Crocifisso,
Tremo con Ramakrishna, osservo perplesso Vivekananda, ma mi sciolgo davanti a Gaudapada.
Litigo spesso con Lao Tze... se è lui che ha lasciato I Ching.
Ma amo Pitagora, forse perché posso immaginarlo con più libertà.
Il fatto che potesse stare dietro ad un velo senza che nessuno lo potesse vedere, mi fa sospirare!
131
Viversi il corpo.... Io comprendo il vostro dire... e obbedisco alle disposizioni.
E sarà anche delizioso usare i corpi della Madre.
Usare ogni articolazione, ogni sua postura.
Ma quanto è più più "libera" l'incorporeità completa.
Platone sosteneva che la corporeità era la tomba dell'anima.. .
Pitagora nemmeno lo mostrava i corpo.....
Prete Gianni:
Autista,mi devi scusare ma non capisco la dicotomia corporeità-incorporeità.
Autista:
Pretegianni... fin da ragazzino sentivo il corpo come un peso, una limitazione, ma quando ti dico
corpo non intendo solo il corpo fisico, ma tutta la stessa limitazione dell'esistenza umana.
Questo miturbava... ma non avevo altri riferimenti con cui confrontarmi, quindi non sapevo se era
normale o meno, ma l'introspezione era un'attitudine sviluppata sin dai primissimi anni di età.
Ricordo l'asilo e l'autosservazione, l'ascolto direbbe Yogirudra, ma era un ascolto tutto diretto
dentro, nel profondo... era teso dentro alla ricerca di qualcosa che sapevo esserci ma con stupore
non sentivo... non sentendo niente ascoltavo fuori e lì sentivo la vita... certo oggi riesco a
comprendere, ad accettare, ma ti assicuro che mi sentivo un disadattato. .. ma venivo educato ad
osservare sempre chi stava peggio di me, quindi non capivo nemmeno l'origine di quel dolore... per
molto tempo mi sentivo in colpa di stare male... che diritto avevo di soffrire senza cause?
Pretegianni:
Certo, per un ragazzino che abbia una forte vocazione metafisica - e che, come lo fu per te, si senta
esiliato nel "mondo" - la vita può risultare particolarmente ardua da affrontare. E' evidente,
tuttavia, che l'esperienza del "mondo" ti era e ti è necessaria.
La Luce oltre la luce e il buio chiede di essere svelata in qualsiasi condizione. Forse in questo
senso nella Scuola aurobindiana, che non conosco, si parla di discendere nella coscienza delle
cellule per risolvere la materia nel Divino abbraccio onnicomprensivo...
Autista:
.....Quando poi crescendo iniziarono le torture mediche per millantate malattie...
(fondamentalmente il metabolismo di questo corpo era così strano che i medici impazzivano e lo
curavano con tutto e di più, sballandolo sempre di più... prima ancora una eccessiva sensibilità ai
cibi, non potevo tollerare la carne e i climi freddi e i miei genitori dovettero portarmi in Sicilia,
sempre intossicato. ..).
Per quanto fossero dolorose o fastidiose.. . era tutto nulla in confronto al dolore interiore di essere
qui.
Sai, non capivo.
Non capivo come le persone potessero essere felici, di vivere, di muoversi, di parlare, si sentivano
complete, mentre a me sembrava di impazzire, come se mi mancasse un pezzo...
Ero un po' più sereno quando riuscito a stare solo con le piante o con gli animali...
Erano un "contatto" che un po' placava quel sentore di vuoto, di carenza e di limitazione. ..
Poi a sette-otto anni si imparò a leggere.... e supplii quelle limitazioni attraverso i libri... ma
arrivato alla pubertà mi sembrò di impazzire... sì erano carini i turbamenti, ma la sofferenza, la
privazione si fece mille volte più intensa... ma ancora non capivo.
Non sapevo e i sensi di colpa erano ancora più forti... non avevo titolo o diritto a soffrire senza
132
cause... e, ripeto, il dolore fisico era veramente ridicolo rispetto a quello interiore.
Pretegianni:
....Quantunque mi sembri di intuire una consonanza al di là delle parole, ritengo più comprensibile
ragionare di identificazione nel "proprio" corpo o di non identificazione...
Autista:
No.
Non era questo.
Mi vedevo privato di qualcosa;
la corporeità era una sofferenza immane.
Ma nonostante tutto mi sforzavo di essere normale...
Pretegianni:
Si narra che Pitagora, per ragioni che ci sono ignote, parlasse da dietro un velo di lino soltanto
agli aspiranti discepoli.
Autista:
... Ho letto qualcosa di Pitagora..., non è che ricordi molto... ma ne ho parecchie sensazioni.. . lo
sento intensamente e lo vedo quasi come uno Shankara in Occidente.
Dopo di lui tutto non è stato più lo stesso.
Ascrivo a lui tutta la Tradizione occidentale. .. a lui ed all'Orfismo.
Che barbara sorte!
Passar dalla morte
A tanto dolor!
Avvezza al contento
D'un placido oblio,
Fra queste tempeste
Si perde il mio cor.
Vacillo, tremo, vacillo, tremo
Che fiero momento,
Che barbara sorte!
Passar dalla morte
A tanto dolor!
Che fiero momento,
Che barbara sorte!
Passar dalla morte
A tanto dolor!
( Gluck - ORFEO E EURIDICE- Atto III : "Che fiero momento!"http://www.icfranchi.brescia.it/ctp/euridice/2%20MUSICA/ORFEO%20ED%20EURIDICE/Riccar
do%20Muti/Orfeo%20Ed%20Euridice%20Disc%202/04%20Che%20fiero%20momento.mp3 )
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II,16 - Il Tempio
Autista:
L'essere un essente nel manifesto determina che lo stesso essente si mostra molteplice e multiforme.
Essendo sempre uno, nella sua apparente frammentazione, i singoli frammenti "ricordano" l'unità e
fra essi producono delle relazioni.
Le relazioni non sono univoche.
La stessa individualità verrà vista come padre, come figlio, come fratello, come avversario, etc.
Ogni sfera percettiva è un mondo a sé dove ogni singola individualità appare muoversi secondo le
leggi di quella precipua sfera percettiva.
Quindi ogni ente si muove in diversi mondi contemporaneamente, uno per ogni apparenza con cui
si sincronicizza e secondo quanto ha realizzato/integrat o i propri veicoli.
La formulazione del tempo come elemento che permette alla mente di vivere con continuità quanto
altrimenti verrebbe vissuto come contemporaneità , serve anche a differenziare il tempo
nell'universo e nella ciclicità dello stesso.
Nell'oggi avviene qualcosa che può essere stato visto e descritto in canto vedico o in uno orfico.
Oggi Shiva impazzisce e Viyasa detta al frutto di Shiva il Mahabharata.
Talita:
Questo vuol dire che ciò che sembra avvenire oggi, è sembrato avvenire già in altro tempo/spazio.
...ma in realtà è tutto contemporaneo e attuale ?
Fin da bambina vedevo cose che accadevano in altri posti e cose che apparentemente dovevano
ancora avvenire.... .e che riguardavano altre forme.
Oggi comprendo.
Autista:
Le mahavakya sono da intendersi come finalità ultimativa della presenza del Reale nel manifesto;
ma esse rappresentano un ponte che se meditato può bypassare il normale processo di risoluzione
temporale.
Si comprenda pure che il Reale nel manifesto viene prevalentemente vissuto/percepito come Iswara.
E se da un punto di vista è sempre e solo Iswara che si incarna, dall'altro è sempre il Purusha che
feconda Prakrti.
Questo determina che ogni singola fiammella fa parte del fuoco, e vive anche di vita propria, ma la
possiamo trovare indicata in ogni tempo e in ogni spazio.
Teatrante:
Tat savitur varenyam.....tat savitur varenyam.....tat savitur varenyam.
Ho fatto un sonno senza sogni.
Solo due frasi.
continue.
"tat savitur varenyam".
134
"non si può andare contro la propria natura".
Polifilo:
OM
BHUR BHUVAH SVAHA
TAT SAVITUR VARENYAM
BHARGO DEVASYA DHIMAHI
DHIYO YO NAH PRACHODAYAT
Om
Meditiamo sulla Gloria di Isvara
Colui che ha creato l'Universo,
Colui che merita adorazione,
Colui che impersona la Conoscenza e la Luce,
Colui che cancella tutti i peccati e l'ignoranza,
Possa Egli illuminare i nostri intelletti
Teatrante:
Solo quel verso del gayatri.
"TAT SAVITUR VARENYAM"....
Ripetuto.
Mi piace la maniera in cui sai baba pronuncia varenyam (vareniaaang) .
non mi chiedo perchè la mente ricorda solo tat savitur varenyam,
è un pò che non mi faccio domande.
Il tempo è verticale.
I quattro stati di coscienza sono i quattro yuga.
I quattro yuga sono le quattro caste.
Il Teatrante conosce /sa/ricorda la spada.
E' la sua natura.
Gli piacerebbe fare il contadino.
E' bella la terra.
Ma quando ci prova ruota la zappa sopra la testa come fosse un Jo.
Il commerciante non è proprio nella natura del Teatrante.
La moglie e le figlie devono stare attente a controllarlo perchè se qualcuno gli chiede qualcosa
gliela dà.
E' un pò pirla in questo.
Non ha il Ki ai del commercio.
Le caste sono elastiche, ma ognuno deve rispettare la propria natura.
A volte penso che tutti vorrebbero essere sacerdoti.
Quando Il Teatrante era bambino beccava spesso un fracco di botte.
Una volta a scuola gli hanno dato un premio.
Chiedevano di fare un disegno.
Tante fate, tanti fiori,tanti principi.
Il Teatrante ha disegnato,copiandola, la scuola dei filosofi, con Platone e Socrate in primo piano.
Lo hanno premiato con un salvadenaio.
"A che serve un salvadenaio? "
Un amico glielo ha chiesto in dono e il Teatrante glielo ha dato.
135
Un fracco di botte gli hanno dato.
La maestra era offesa.
Il tempo è verticale.
Le coincidenze significative sono delle fessure.
Degli errori persiani che ci avverono che niente è come sembra.
Delle fessure in cui non entra un capello.
i samurai conoscono quelle fessure.
Ci si infilano con la spada, con il corpo.
Con il ki..... ai.
I samurai dicono:la dimora dell'acqua è in basso.la dimora del fuoco è in alto.
Raphael dice:il cervello è il simbolo dell'acqua.
Il cuore è il simbolo del fuoco.
Credo che sia la stessa cosa.
Il tempo è verticale.
L'acqua cervello deve scendere ad incontrare il fuoco cuore.acqua e fuoco sono fratelli.
Il loro rapporto è incestuoso.
Un incesto divino....
Polifilo:
SIGNORE DI TUTTE LE GALASSIE,
TU CHE SOSTIENI L'UNIVERSO
DA CUI TUTTO NASCE,
E ATTRAVERSO CUI TUTTO RITORNA,
SVELAMI IL VOLTO DEL VERO SOLE SPIRITUALE
ORA NASCOSTO DA UN DISCO DI LUCE DORATA
AFFINCHE' IO POSSA CONOSCERE LA VERITA'
E SVOLGERE CORRETTAMENTE IL MIO COMPITO
MENTRE FATICOSAMENTE CAMMINO,
GIORNO DOPO GIORNO,
VERSO I TUOI SACRI PIEDI
Teatrante:
...Io mi inchino a te.
tu che sei uno e dispensi la liberazione.
....
Tu, solo rifugio, solo oggetto d'adorazione.
Tu che hai creato l'universo a tua immagine e somiglianza.
Timore dei temibili.
terrore dei terribili.
Rifugio di tu tutti gli esseri. Rimetti i debiti a coloro che li rimettono agli altri...
impercettibile ai sensi e tuttavia verità.
Imperscrutabile, eterno, onnipresente essenza nascosta.
Signore e luce dell'universo, liberaci dal male.
A quell'uno testimone dell'Universo noi ci inchiniamo.
Cerchiamo rifugio nell'uno, nostro solo eterno sostegno.
Signore esistente in se stesso.
vascello della salvezza nell'Oceano dell'Esistenza.
OM SAT CHI EKAM BRAHMAN
136
Il pollice è Om, l'indice è Sat, il medio Chit, l'anulare è Ekam il mignolo è Brahaman.
Talita:
...Ma cosa è il gayatri ?
Teatrante:
Gayatri è un metro poetico.
24 sillabe divise in tre strofe da 8
ONG BHUR BHUVAH SVAH
è l'invocazione iniziale..., il gayatri vero è proprio è:
TAT SAVITUR VARENYAMBHARGO DEVASYA DHIMAHI _
DHIYO YO NAH PRACHODAYAT
bhur bhuvah svah sono i tre LOKA (i tre mondi,le tre sfere cielo superiore, cielo inferiore, terra)
TAT significa Quello , come in inglese(That) ed in arabo(Dhat)...
SAVITUR deriva dalla radice SU che significa generare.
VARENYAM è ciò che possiamo e dobbiamo adorare
BARGHO o BHARGAH è colui che dimora nella regione del sole e rappresenta sia la luce solare
che la luce che è dentro di noi/ba= dividere, RA = colori,nel senso che la luce dà vita ai colori,GA
movimento ciclico avanti e indietro).
DEVASYA da DEVA è piu' o meno divino.
DHIMAY deriva da DHYAI ed ha a che vedere con DHYANA, la meditazione.
DHIYO ha la stessa radice.
YO NAH si riallaccia a TAT e racchiude la parola YAT che significa CHE quindi "quello che"
Pracodayat letteralmente significa che egli diriga o conduca.
ONG i tre mondi....
Quello (che) il generatore di tutto adoriamo (contempliamo)
colui che dimora nella regione del sole,
il divino (su cui) meditiamo.
Meditiamo (in maniera) che lui ci diriga.
...
Autista:
Vi siete messi in testa di trasformare tutto in un templio?
Uh! Farete orripilare gli jnanin presenti!
Su, almeno un inno alla
conoscenza!
137
DVADASAMANJARIKASTO TRA
(INNO DI DODICI FIORI IN VERSI)
O sciocco, contempla Govinda, contempla Govinda, contempla Govinda.
Quando l'ora [della morte] si avvicina le regole di grammatica non ti
salveranno di certo.
1. O sciocco, liberati dalla sete di accumulare ricchezze e
accontentati dei semplici frutti del tuo karma. Realizza il non
attaccamento e consacra la mente alla Realtà.
2. La sensualità nel vedere una forma femminile [o maschile] nasce
dall'ignoranza. Costantemente sii consapevole che i corpi non sono che
carne, sangue e grasso.
3. La vita è aleatoria come le gocce d'acqua su una foglia di loto.
Tutti gli individui sono contaminati dalla sofferenza, dall'egotismo e
dalla malattia.
4. Fino a quando sei produttivo gli interessati ti stanno vicino, ma
quando hai un corpo infermo nessuno vuole più rivolgerti la parola.
5. Finchè hai il respiro i familiari si curano di te, ma una volta che
il soffio vitale abbandona il corpo essi, paurosi, fuggono.
6. Ricordati che le ricchezze portano conflitto; invero esse non danno
la felicità. Il ricco può temere persino il proprio figlio: questa è
la verità.
7. Da ragazzi si è attaccati al gioco; in gioventù si è attaccati ai
piaceri sensoriali; nella vecchiaia si è attaccati alle
preoccupazioni; ma nessuno, ahimè, è attaccato alla suprema Verità
[Brahman].
8. Chi è il tuo consorte? Chi è tuo figlio? E' veramente singolare
questo mondo empirico! Di chi sei? Chi sei tu? Da dove viene?
Fratello, rifletti su queste cose.
9. L'essere compagni dei Santi stimola il non attaccamento ci si
libera dall'illusione, senza l'illusione si scorge la Realtà
costante, e quando si è stabiliti nella Realtà costante si consegue
la Liberazione in vita.
10. Quando la gioventù è spenta quale passione potrà mai esserci?
Quando l'acqua evapora quale lago potrà mai esistere? Quando la
ricchezza è sfumata quali amici si potranno avere? Quando la Verità è
realizzata quale mondo empirico potrà sussistere.
11. Non essere orgoglioso della ricchezza, della gioventù o dei
parenti. Queste cose sono spazzate via dal tempo più rapidamente di un
batter di ciglio. Distogli l'attenzione dal mondo empirico, fatto di
maya, conosci il Brahman e risolviti in Esso.
138
12. Giorno e notte, alba e tramonto, primavera e inverno si alternano
ripetutamente; gioca il tempo, e la vita è un lampo; eppure
l'individuo cerca di perpetuare i suoi desideri.
Con questi dodici versi il grammatico ha ricevuto l'insegnamento dal
più grande dei Saggi, Sri Samkarabhagavatpada .
Qui ha termine l'"Inno dei dodici fiori in versi" nel
quale Sri Samkaracarya, eccelso tra gli itineranti
paramahamsa, fornisce l'Istruzione durante il
suo incontro con il grammatico, così come
è riportato dalla tradizione.
Pretegianni:
Pur non avendo la minima idea se sono uno jnanin, un bhakta o altro, ho molto apprezzato gli
interventi di Polifilo e del Teatrante.
E, naturalmente, anche il bellissimo inno di Samkaracarya.
Personalmente non avverto alcuna contrapposizione tra Bhakti-marga e Jnana-marga.
A me paiono come il dorso e il palmo della stessa mano....
Autista:
Shhhhh!!! Non lo dire forte che ti sentono....
E qualcuno ci potrebbe rimanere male....
J.W.Godward - "L'ORACOLO DI DELFI"
139
II,17 - Aderire alla realtà
Autista:
vorrei comunque proporre una riflessione:
Cos'è la visione di un rishi, di un veggente? Cosè un mito? E cosa èpiù reale il sogno la veglia una
visione la consapevolezza?
Esistono così tanti livelli di conoscenza/esperienza... e sono tutti parimenti reali.
Siamo abituati ad interfacciarci all'universo da questo piano e poi dall'essere (saguna) o dal non
essere (nirguna) vedere i vari piani, mentre è possibile tutto questo ed essere i piani dal piano
stesso....
Teatrante:
Interessante, dolce auriga,si capisce "che in questi ultimi anni hai viaggiato molto,".... "e che sei
stato in numerosi luoghi sacri. Da dove provieni, ora, o Suta? Raccontaci tutto; noi ti ascoltiamo..
......... .........
Autista:
Teatrante, non siamo nel tuo dojo, entro la foresta di bambù, dove davanti ad una teiera ascoltiamo
il bambù crescere e ci narriamo i nostri ricordi.
Lì, in quello spazio senza tempo, con il cha abbiamo lucidato la teiera e la spada è stata
consapevole;
ma quella è un'altra lingua, un'altra scuola.
Avevi ragione, c'è un lungo giro da fare; condurre persone a persone e teiere a persone.
Chissà quante volte è stato fatto, chissà quante volte l'ho fatto.
Fuori da quella nicchia la letteratura diventa una valigia, e va lasciata valigia, perché le genti
temono che quella valigia sia reale come la loro oggettività.
E a tratti lo temo anch'io, perché non posso non confrontarmi con me stesso, nella completezza
dell'imperfezione, dei contenuti.
E se il mito sia peculiare o generale sfugge a questa comprensione.
E' che molti si lasciano turbare perché non concepiscono la dualità, la vivono senza concepirla, e
chiedono e vorrebbero (ma guai realmente a farlo) una coerenza non duale, perché forse qualcuno
da qualche parte l'ha mostrata.
Quindi non saprei che dirti... figurati, qui si inalberano se li si chiama maestri.
E non comprendo se si inalberano perché lo pensano, perché lo temono, perché temono di crederci,
perché temono che lo pensi di altri, perché temono che lo pensi proprio di quelli che loro reputano
piccoli... o se forse temono che per dirlo di loro, chissà chi io mi creda.
O forse è proprio questo io che li terrorizza.. .
Teatrante in guisa di guitto peregrinante, ognun di loro è stato in molti luoghi e alcuni li ricorda
pure, o nel sogno, o nel cuore o nell'intelletto, ma quanta paura ci sarebbe da integrare per
accettare tutti quei luoghi.
140
Disquisire è più interessante......
Teatrante:
Una volta , Autista,hai detto che hai(avevi/hai avuto/avrai) sedici anni.
in qualche modo il teatrante ne ha sei.
lo/mi sgridavano sempre perchè anzichè scrivere in orizzontale da sinistra a destra scriveva in
vericale.
ricorda/o ancora pagine con il nome scritto nella ricerca della rotondità anzichè della chiarezza.
in fondo il teatrante si sente ancora così.
c'è un problema di non aderenza anzichè di aderenza.
In segreto ti ho soprannominato "colui che sa".
Autista:
Bel segreto, se poi lo dici qui, davanti a tutti ....
Teatrante:
Sono certo che mi/ci verrai a portare le arance in manicomio, prima o poi.
Autista:
Bah! Speriamo di no, che male hanno fatto tua moglie e tua figlia (o sono due o tre?)
Teatrante:
C'è un problema di non aderenza.
Il teatrante non teme.
perfino colui che sa dice di temere a volte di essere crocifisso.
Autista
Sai come è... in Occidente c'è molta facilità alle crocifissioni e ai roghi...
Teatrante:
Il teatrante non si sente devoto.
Non prega mai.
Canta.
Non teme e non prega.
Ieri per la strada camminava tutto contento pensando a ll'Autista e a Polifilo e cantava ad alta voce
il gayatri mantra.
Ad un tratto mi sono fermato trovandolo strano.
Ed ho cominciato con om namah shivaYa.
Più tranquillizzante.
Autista:
141
Sì, questo lo comprendo... è il discorso che scorre fra una nota di mantenimento corroborante e
una nota profondamente lacerante.
Una di sostegno e una di espulsione.
Teatrante:
Hai idea sul perchè non si ha paura e non si è devoti?
Autista:
Sono momenti diversi... la paura sorge quando ci si sposta dal centro... la devozione quando inizi a
vedere fuori quanto c'è dentro... allora non si può non essere devoti, almeno, alla Vita (ovviamente
in funzione di cosa si vede).
Teatrante:
Il bambino delle spirali starà mica impazzendo?( no questo no....siamo già pazzi)
Hai idea perchè fuori dal dojo si è come nel dojo...
Autista:
Una volta che l'impugni, c'è una qualche differenza fra la spada entro il fodero e la spada fuori dal
fodero?
E' la stessa cosa.
Può darsi che ci voglia tempo per equilibrare/ stabilizzare questa esperienza.
Può darsi che questa sovrapposizione rimanga (ma ne dubito, dovrebbe essere riassorbita)
lasciando la consapevolezza delle diverse vie.
Il punto è che non è né più né meno reale di queste altre esperienze.
Solo che gli altri non le possono condividere, né accettare.
Se un tempo sgridavano, oggi possono giungere anche a percuotere.. . Solitamente anche per
questo si usano i veli.
Ti si era detto di esporre il segno/insegna sulla porta del dojo.
E' un velo che copre la visuale del dojo, toglie l'interno dalla strada e impedisce di vedere il volto
di chi esce nella notte, illuminato mentre fuori dal buio ti vedono e tu non vedi.
E' normale indossare veli.
E' normale artefare il fare, l'apparire.
Indossare maschere consapevoli.
Tanto chi deve comprendere, comprende;
chi deve vedere, vede.
Ricordo un fratello che narrava che doveva usare molti veli con gli Indiani, perché sapeva che se
quelli qualificati si fossero accorti della sua natura gli si sarebbero buttati ai piedi incuranti di chi
ci fosse intorno.
Hanno una vita tradizionale, quindi intrisa e dedicata al sacro sin dai primi asrama.
142
E' normale quindi che sappiano sentire il sacro nell'uomo.
Indossa un saio a coprire la nudità dell'essere, quale che sia il livello di consapevolezza.
Usa un kimono anonimo, non serve l'ahakama.
Al limite nel dojo si usa il dogi, tanto chi è dentro sa chi è il Maestro.
Chi è fuori è meglio che non lo sappia.
Siamo in Occidente, teatrante.
Ricordi?
Qui il sacro è messo dietro gli altari, lontano dalla vita, lontano dal quotidiano, da ricordare
alla morte.
Qui la stessa conoscenza è profana, gli aspiranti parlano a voce alta nel dojo, addirittura alzano lo
sguardo sul Maestro, alcuni osano pure parlare non interrogati.
Dopo due-tre giorni di silenzio si scappa terrorizzati. ..
Su. Spostati in questo tempo e fai finta di essere normale.
Capace che ci riesci pure.
A far letteratura, la faremo nel retro del dojo, con le nostra tazze piene, a guardare il bambù
crescere.
Un battito di mani
Polifilo:
Chissà che il palco del teatrante non sia un grande Dojo.... (?)
Un Dojo-Universo?
Come potrebbebbero la paura o la preghiera aderire là dove no vi è aderenza?
Sebbene che, ultimamente, la non-aderenza non esclude l'aderenza stessa...
Anzi, a volte sembra adesione totale..
Mah.. portatemele anche a me le arancie ...Sanguinetti se possibile, Autista...
Autista:
Voi ci scherzate... lo capisco.
Il punto è che ci si è abituati a praticare la discriminazione e il distacco, quindi procedendo di
oggettività in oggettività, si discrimina.
Il punto è come confrontarsi con esperienze non oggettive?
Comodo dire tanto non sono più reali di questo... ma è proprio questo che le rende allora oggettive
nella loro soggettività!
E si va oltre.
Noi siamo un gruppo di persone che ha cercato di procedere per oggettività.
Ma il mondo esterno non procede così, procede per credenze e opinioni.
Capite allora la forza della vidya, della conoscenza? Alcuni di voi nonostante la vostra "sapienza"
vengono comunque affascinati da questa... persona, ma l'unica prova che avete è il vostro sentire, e
143
non è oggettivo.
Euclide:
Di fatti è in tutto e per tutto soggettivo, ma è anche l'unica "cosa" che ho !
Di quale oggettività potrei mai avvalermi ? posso solo avvalermi di ciò che sono, qualunque "cosa"
quel sono sia e\o significhi. Si parlava di cuore ultimamente, mi parrebbe domanda ozioza chiedere
se il cuore è oggettivo o soggettivo, non ti pare. Diceva taqbang, seguo il cuore, e cosa gli vado a
chiedere se il cuore è oggettivo o soggettivo ? Mi pare che è l'unica cosa veritiera che si disponga,
ciò che sono, c'è forse altro di cui occuparsi ?
Autista:
Ma comunque avete la discriminazione, lo yoga, le pratiche, la sadhana che vi sostengono e
difendono.
Euclide:
Francamente non servono ad un bel niente in ultimo, se non a fare delle chiacchere....
Autista:
E se la vostra conoscenza di voi stessi per piccola che la crediate, venisse sentita esteriormente
dagli altri... come vi sentirebbero?
Se il teatrante andasse su una piazza a parlare, se andasse euclide a filosofeggiare. .. sì, certo...
molte persone li piglierebbero per matti... ma se solo il 5% li ascoltasse? E se il 2% li credesse
veritieri o sinceri?
Sono perplesso. Qualche idea?...
Euclide:
Speriamo intanto che non manchino le arance, anche io opto per quelle rosse catanesi, ma volendo
fare un discorso più serio, il credere veritiero e sincero qualcuno o qualcosa cosa cambia, cosa
induce, cosa sortisce in fondo ? La verità e la sincerità la devo trovare in me, solo quella ha un
qualche valore, e non mi chiedere se oggettivo o soggettivo, datosi che è l'unico non si pone il
dilemma.
L'unica verità possibile è la mia, l'unica sincerità possibile è la mia, sono le uniche percorribili da
questo ente, non ne ho altre.
In tutta franchezza mi stupisco sempre di più di certi discorsi.
Non vi sono scelte, non c'è alcuna scelta, la verità è una, quindi di quale scelta vogliamo parlare.
Un pò come il vecchio discorso su\di Dio, Dio è uno, a quale Dio mai aderirò, quale Dio mai
amerò, a quale Dio mai sacrificherò e mi inginocchierò ? Posso forse scesciere tra due dio ? No,
non si pone questa scelta, Dio è uno e solo a Lui potrò tutto quanto sopra...
Un Dio oggettivo ed un Dio soggettivo ?
Certo ne comprendo bene il senso dei due termini, ma lo comprendo solo dialetticamente, perchè
col cuore ce n'è uno solo...
144
Autista:
Non so , Euclide,se vedi dove va a parare questa linea...
Ho sempre ritenuto questi punti di vista soggettivi pertanto non condivisibili. Porgevo la
testimonianza solo ove essa poteva essere condivisa, ossia quando l'astante poteva in una qualche
maniera condividerla nell'esperienza. Ti vedo in uno stato, e ti porgo quanto di me potrebbe servirti
oggettivamente.
Non ho mai considerato che posso porgerti anche quanto di me soggettivamente tu puoi usare
soggettivamente, cioè trasformare questa testimonianza di una "mia" esperienza che però tu astante
che non puoi accedervi trasformi in credenza (in adesione o in opposizione) .
Mi sono sempre negato perché non tutto ciò che sono può essere dimostrato oggettivamente. ..
Non solo, ma qui non credo che si sia errato, si è negato anche tutto ciò che di non oggettivo era
non presente sempre.
Cioè si è sempre evitato di credere.
Io non credo nemmeno al mio presente stesso.
Io non credo alle parole del Maestro se mi provengono dal ricordo.
Se esse fanno parte di questo presente, allora ne tengo conto... Al momento sto codificando i diversi
livelli di conoscenza.. .
jnana del pensiero, della esperienza, della azione... drsti sruti smrti intuizione viveka...
E' tutto così veloce... l'accelerazione delle settimane scorse è niente in confronto a questa...
La cosa che mi stupisce è la sussistenza di un "io" che osserva attonito tutto questo, talvolta mi
sorge il dubbio che sia "finto", ma che senso ha?
Che senso ha che tutto questo accada all'io? Come può usufruirne?
Questo centro di percezione è necessariamente un "io".
io soffro, io gioisco, io provo attrazione e repulsione, io sono meschino, umile,
orgoglioso, servile, amichevole.. .
Ad esempio in questo momento vivo fortemente tamas nei confronti del mondo, ma rajas nei
confronti del mondo spirituale. ....... ma c'è in sovrapposizione anche la consapevolezza.
E' buffo comunque vedere come alla fine l'io c'è sempre come centro percettivo.
...Piove sul tetto e sopisce rallenta placa la tensione conseguente a tutto questo...
boh sarà il nervosismo pre partenza.
Non vorrei che questo momento di intensa sadhana non sia che un bluff e un tentativo di fuga dal
mondo oggettivo...
che strano alcuni di voi mi hanno spinto spesso in questa direzione... a desso che sembra avvenire,
mi sembra una fuga...
il discorso di qualche giorno fa su Vivekananda spostato sul Buddha... il venir meno alle
responsabilità , al ruolo di griastha... ma qui non ci sono figli...
145
Ridicolo temevo di tradire il Maestro e adesso finisce che tradisco il dharma?
Chissà perchè ve lo racconto... potrei dirlo a me stesso, in privato...
ma forse un domani potrà servire ad altri...
....ma mi sembra per altri versi così insignificante. ..
chissà che invece non sia un io orgoglioso che voglia mostrarsi e dire:
"Ecco guardate a me cosa accade!"
Certo è bene mettere in conto anche questa possibilità......
beh...adesso...Vado a finire la valigia...
Ah... vi stavo per dire buon viaggio, ma non siete voi, sono io che parto...... Bene, diciamo allora
a-rivederci....
146
II,18 - SOGNI
Euclide:
Teatrante in guisa di guitto peregrinante - dice l'Autista - ...ognun di loro è stato in molti luoghi e
alcuni li ricorda pure, o nel sogno, o nel cuore o nell'intelletto, ma quanta paura ci sarebbe da
integrare per accettare tutti quei luoghi.......
Disquisire è più interessante.
si...certo...Sì, disquisire è più interessante, permette di non immergervisi.
....Lo sognai in un dormiveglia.
Eravamo su una pedana da combattimento, ma non era un allenamento era un duello.
So solo che l'avversario che mi era innanzi era il mio miglior amico, ancor più di un fratello.
Non so perchè si dovesse combattere, regole, etichette, onori, non lo so, so solo che nessuno dei
due poteva sottrarsi a quell'esito, uno dei due sarebbe morto e per mano dell'altro.
Ricordo il sangue, il suo sangue e ricordo ancora ora l'angoscia, la mia terribile angoscia per quel
sangue che non avrei mai potuto cancellare e dimenticare.
So anche da qualche parte che mi lasciò ucciderlo, permise che fossi io quello a uscirne vivo, e
questo rende ancor più amaro l'evento e la memoria.
Spade, sì quelle splendide e lucenti spade giapponesi, essenziali anche nell'uccidere.
Un'attimo, un guizzo, quasi non senti niente, una morte indolore.
Forse un giorno avrai la voglia di darmi qualche ragguaglio in merito...
Autista:
Proprio non ricordi, eh?
Era dharma.
Mi verrebbe da darti qualche tecnica, ma per fortuna non le conosco...
O meglio... non le ho qui.
E' quella soggettività di prima.
Cosa è più reale?
Questo o quello?
E quel continuo riconoscere glialtri senza oggettività?
Teatrante:
.Fare il teatrante è un privilegio.
Si viene pagati per indossare maschere.
Si viene pagati per studiare Shakespeare.
Shakespeare era un iniziato.
Insieme a Ben Johnson faceva parte di una confraternita affine ai fedeli d'amore di dante e di Ibn
arabi.
In ogni opera c'è un riferimento alla tradizione.
Giulietta e Romeo sono un'operazione alchemica.
La luna e il sole, l'acqua e il fuoco...ed infatti divengono, alla fine, statue d'oro.
Macbeth ricalca perfettamente la via della Cabala.
147
Amleto è zeppo di citazioni, difficili da apprezzare nelle traduzioni italiane, da Cretienne de Troys e
dal ciclo del Graal.
La tradizione occidentale, che tramite Shakespeare e Dante ci riporta al ciclo del Graal,a
Cretienne de Troys, esprime molto bene ,a chi sa leggere tra le righe, problemucci dell'aderenza,
della non aderenza e dell'oblio.
Ivanoe,nel ciclo del Graal, ad un certo punto abbatte il Cavaliere Nero della morte e prende il suo
posto.
Sposa la Regina della fontana della Vita , che gli regala l'anello dell'invisibilità , e vive tra le
delizie del Castello dell'abbondanza per tre anni dimentico del mondo "empirico".
Primo oblio.
Perde l'aderenza con il piano di esistenza umano.
Dopo tre anni Artù ed i Cavalieri vanno a cercarlo.
Ivanoe è diventato il Cavaliere Nero della morte.
Galvano lo sfida e senza riconoscersi combattono per tre giorni e tre notti.
Poi Ivanoe toglie l'elmo a galvano, lo riconosce, si abbracciano e tutta la corte di re Artù viene
ospitata per mesi nel Castello dell'Abbondanza.
Ivanoe chiede alla regina della fontana il permesso di tornare per qualche giorno a Camelot.
Giunto nel castello di re Artù dimentica di nuovo tutto.
Secondo oblio.
La vita scorre serena fin quando una fata giunge al castello e strappa l'anello dell'invisibilità ad
Ivanoe.
Il cavaliere ricorda tutto improvvisamente.
Impazzisce e cerca di tornare dalla dama della fontana.
Ci riuscirà solo dopo aver fatto amicizia con un leone nero, simbolo dell'istinto animale, che lo
condurrà di nuovo al castello dell'abbondanza dove si riappacificherà con la dama e tornerà con
lei nel "mondo degli uomini" ...
Aderenza.
Oblio.
Integrazione.
Ivanoe deve integrare il cervello acqua con il cuore fuoco.
Piano umano e piano UMANO.
Vi riuscirà solo grazie al leone nero.
Un leone che lui libera, in una grotta, dalla presenza opprimente di un drago serpente.
Il leone salva Ivanoe in tutta una serie di duelli e disavventure intervenendo, spesso contro la
volontà dell'eroe, senza nessun rispetto per le regole della Cavalleria
Il leone nero non rispetta le regole.
E' l'animalità.
L'istinto.
Quando il matrimonio incestuoso tra cervello/acqua e cuore/fuoco non riesce ad aver luogo,
148
emerge, amico invisibile, l'animalità, l'istinto primordiale incurante delle regole sociali....
Euclide:
.... Forse un giorno o l'altro una spada arriverà anche da queste parti, chissà, non la cerco, ma alle
volte ho la strana sensazione che sia lei che mi sta ancora cercando....
Teatrante:
I foderi delle spade giapponesi sono milioni.
E sono di legno.
La lama è di acciaio.
A volte penso che sia la stessa.
Sempre la stessa.
Appoggio la fronte e le palme a terra e ti porgo i miei saluti.
Anzi i palmi li porgo verso l'alto.
tre volte.
Un colpo di katana non è doloroso per chi lo riceve.
A volte è doloroso per chi lo dà.
Tigre:
Qualche notte fa ho sognato un grande leone insieme a me nella stanza del sogno, ammiravo la sua
imponenza e regalità, meno inquietante delle tigri.....era biondo però......
Perchè, Teatrante, parli "matrimonio incestuoso " e non unione di elementi nello spazio vitale?
Teatrante:
Forse leggi incestuoso in maniera non alchemica.
L'Acqua e il Fuoco sono fratelli.
La dimora dell'acqua è in basso e la dimora del fuoco è in alto.
L'inversione di acqua e fuoco era un antica pratica tantrica.
L'acqua diveniva fuoco e il fuoco acqua.
Il maschio femmina e la femmina maschio per diventare uno.
La stessa pratica è rappresentata da Paolo e Francesca nella "commedia".
Il leone biondo?
......
Il leone della tradizione quando diviene uomo...uomo leone, è sempre biondo.
Per una donna Jung forse parlerebbe di animus.
Il leone nero di Ivanoe è più pantera.
Jung forse lo definirebbe anima.
Chissà....
Tigre:
Ciò che è alto è come ciò che è basso" ora hai messo l'acqua in basso, ma prima, se non erro,
dicevi l'acqua del cervello (due posizioni, dunque).
Il fuoco è al centro nel pentacolo sacro (stella a cinque punte che poggia sulle gambe) "il cuore
spirituale", leggermente più centrato del cuore fisico, ed è anche oltre.
Il fuoco/cosmico riverbera nella stella a sei punte (in movimento olografico) che dimora oltre
149
l'uovo eterico che è l'ultimo involugro del nostro corpo, l'ultima guaina.
L'ovoide blu/nero dell'etere è l'ultimo mandala di quelli che nel raja yoga si disegnano intorno al
corpo con il ciclo del respiro.
Anche per il fuoco/etere due posizioni, parrebbe.
Polifilo:
Potremmo anche dire che le acque primordiali sono i rapporti neuronali del cervello ...i miei 3 non
la smettono di formarne.....
Il fuoco sarebbe l'intuizione diretta del cuore?
Tigre:
Non so.
Il cuore dovrebbe trasmettere una sensazione di leggerezza, di trasparenza, oltre che di calore.....
Solitamente molti esprimono note di tristezza, parrebbe che il cuore sia gravato da un peso,
qualcosa lo schiaccia e lo deprime anche se il comportamente esteriore indossa maschere.
Dovrebbero essere lasciate andare le preoccupazioni, ma spesgnere incendi non è facile.
Forse, in questi casi il cuore è in un forno (crematorio)... neuroni li vedo come tanti piccoli solf
(d)atini che cantano...
Teatrante:
Nel ciclo del Graal, il miglior cavaliere è Lancillotto, ma Lancillotto è il leopardo.
Lancillotto è il traditore.
Anche lui combatterà e vincerà contro il Cavaliere della morte, ma il suo destino è segnato:
il leopardo è traditore.
Il Graal sarà conquistato dal figlio di lancillotto, Sir Galhad, il leone biondo.
Lancillotto è il traditore perchè l'amore che lo lega a Ginevra lo porta nella sfera
dell'individuazione .
Per questo Dante collega Lancillotto e Ginevra a paolo e Francesca(Galeotto è il libro e chi lo
scrisse).
L'amore buono e puro che li lega l'uno all'altra diventerà la loro dannazione.
Dannazione non nel senso di pena o punizione, ma nel senso di aderenza al mondo empirico.
Nel teatro Noh si parla spesso di questo.
Nel teatro Noh il protagonista( Shite) è sempre una donna o un uomo che deve essere sciolto/a da
legami karmici grazie alla parola o ai riti di un monaco o un illumiato (Waki).
I legami karmici sono intesi come ciò che lega all'esistenza precedente: amore, desiderio di
vendetta, orgoglio, attaccamento all'onore... .sono valori considerati spesso positivi nel nostro
piano di coscienza,ma che portano all'attaccamento e quindi alla rinascita sul piano empirico.
Artù, il cui nome forse deriva da ArKhtoi, orsetta o orsa (Artume in etrusco) è personaggio
femminile.
nel ciclo del Graal non è nemmeno il possessore di Excalibur.
o forse Excalibur sono due.
150
Il possessore di excalibur è Galvano(Galgano) , il nipote di Artù.
Quando Lancillotto e Ginevra sono distesi sull'erba dopo aver fatto l'amore, Artù mette tra di loro,
piantandola per terra,la spada Excalibur.
La spada che taglia le aderenze.
La spada della discriminazione.
Ma l'amore che lega Lancillotto il leopardo e Ginevra è superiore ad ogni discriminazione.
E' lo stesso di Tristano e Isotta.
Lo stesso di Paolo e Francesca.
Un amore incapace di far loro abbandonare questo piano di esistenza.
L'attrazione per la Bellezza che li ha portati ad amarsi oltre ogni limite e regola ,li rende incapaci
di liberarsi dal velo di Maya. Maya (artume) è la Grande Dea
La Dama Bianca dei Celti..
Chi penetra la Grande Dea impazzisce o diviene muto.
Iside non deve essere svelata.
E' Shava-shiva-shakti.
Si può ottenere la conoscenza andando verso shava, cadavere, considerando il corpo come un
involucro di quel frattale d'assoluto che è l'anima.
Ma si può anche ottenere la conoscenza andando verso shakti -kali.
Penetrandola e facendosi penetrare completamente.
Questa è la via più pericolosa.
Diventare uno in vita attuando l'inversione dell'acqua e del fuoco.
Inversione a tutti livelli.
Inversione con tutti i corpi.
Unione dei chakra a livelli sottili.
Si rischia di diventare schiavi di maya.
Si rischia di impazzire come sati - siva.
...........Lancillotto impazzisce e vaga nudo per le campagne.
Ucciderà i suoi fratelli e porterà alla fine del regno di Camelot.
Ginevra impazzisce di gelosia.
Giulietta e Romeo sono altri due che impazziscono d'amore, ma alla fine saranno trasformati in
statue d'oro.
In Shakespeare la Grande Opera si è compiuta.
Nigredo-albedo- rubedo.
Giulietta e Romeo muoiono una prima volta per finta e poi si
uccidono in una tomba.
Sacrificio.
I due gemelli sacri attuano l'inversione alchemica.
Il sole e la luna, il fuoco e l'acqua.
La dimora dell'acqua è in basso la dimora del fuoco è in alto.
Per questo il fuoco sta in basso e l'acqua sta in alto.
Il leone è biondo.
il leone è Mila Repa, il leone è visnù ,il leone è ercole.
La tigre è kali shakti
151
II,19 - Sai Baba
lange:
Ho visto un video dove baba tirava fuori un anello dalla bocca.... che ridere.. non so se sia un
maestro sicuramente è un ottimo illusionista....
Savitri
Se Sai Baba è un imbroglione ed un illusionista.... ed io non sono certo qui per confutarlo......
Ma allora come potremmo definire il "compianto" Shree Rajneesh Bhagwam e tutta la gente che in
buona fede segue "Osho"?
teatrante:
So chi è Sai Baba ma non l'ho mai conosciuto personalmente.
So chi è Osho ma non l'ho mai conosciuto personalmente.....l' affermazione di Savitri è particolare,
sembra quasi che ci sia una gara: il mio maestro è meglio del tuo...il mio maestro è meno
imbroglione del tuo.
E' particolare per me che sono probabilmente eretico o forse miope,e non vedo molta differenza tra
Platone, Lao Tse, Raphael e Sai baba, ma forse ha una sua ragione. ritengo strano poi, dal mio
punto di vista eretico, che ci si arrabbi se Sai baba viene definito un illusionista.
Qualcuno mi ha detto che maya è la radice di magia. conosco qualche bella storia su Narada e
sulla maya di Visnù ma penso che siano tutte cose note.se non sbaglio nei Visnù purana il bambinocinghiale si definisce re degli illusionisti.
La maya è illusione.
La vita su questo piano coscienziale è illusione.
che altro potrebbe fare un principio incarnato se non fare l'illusionista per mettere una pulce
nell'orecchio a quelle piccole capre che siamo noi?
Visnù è spesso rappresentato come un bambino luminoso che dorme sull'oceano nero di prima
dell'inizio.dorme e sogna.la nostra vita è il sogno sognato del bambino luminoso che ogni tanto
viene disturbato dal canto irriguardoso di un Oca sapiente (ham sa...ham sa....) o dall'arrivo di un
gigantesco cavolo divino.....ma di solito sta lì dorme e sogna.
E inventa tutti i mondi possibili.non solo le savitri, i teatranti, le tigri...ma perfino Indra .
Illusionista non credo sia usato come un'offesa, ma come un riconoscimento.
Mi piace savitri così impulsiva/o.
Ma aiutami con la memoria: non era Savitri colei che si sacrificava per aiutare tanti poveri
Satyavan che sanno la Parola ,ma non la ricordano, a ricordarla?
Euclide:
Non so se con quel "ci si arrabbi.." ci si riferiva al sottoscritto. Non ne vedo il nesso, visto che tra
l'altro non sono un seguace\devoto di Baba (e nemmeno di Osho). Ma se per qualche motivo fosse,
intendo che ci si riferisse proprio a me, vorrei allora chiarire il punto. Trovo sterile per non usare
termini più forti, occuparsi degli altri, quando questo occuparsi ha il solo significato di
spettegolare\ criticare\ giudicare e quant'altro. Ben altro discorso sarebbe stato se tra noi vi fosse
152
un "seguace" di Osho, allora il confronto, il dialogo, il tentativo di una reciproca comprensione
avrebbe trovato senso e significato per entrambe, e sottolineo entrambe, le parti in causa.
Ma sparlarne unilateralmente come da una veranda osservando il pubblico che passa sottostante lo
trovo, ripeto, quantomeno sterile, sia che siano arancioni, verdi o blu.
Talita
Si condivide Euclide....
Ciò che è veramente spiacevole è proprio questo "pressapochismo" questo parlare senza aver fatto
alcuna esperienza in merito...questo parlare di ciò che ha detto l'amico o l'amico dell'amico o il
nuovo
incontro appena fatto...di cose del quale non c'è alcun vissuto, alcuna analisi interiore, alcuna
intuizione che non sia al più basso livello manasico.... si dice che...
Infatti si leggono cose veramente assurde...SB ha toccato tizio caio
Un altro, SB si fa toccare da tizio e caio...ci rendiamo conto di quanto si è in basso di fronte a
queste affermazioni?
Di quanto siamo lontani da ciò che un vero aspirante dovrebbe avere nel cuore.
Qui non si tratta di essre devoti, qui si tratta di ben altro, di non aver alcun rispetto per un
Principio
Incarnato... e non si ha rispetto perchè non lo si è compreso..perchè non si è ancora in contatto
vero con la propria realtà, con la propria Verità che è la stessa di quel Principio dentro cui tutto
della nostra maschera dovrebbe bruciare.
No...ci parliamo addosso...
Ma se qualcuno osasse dire cose del genere su nostra madre o nostro padre....
Bhe! potremmo forse tagliargli la testa!
E questo perchè? perchè questo corpo fisico è nato in quella famiglia e noi gli apparteniamo. ..
Comprensibile no?
Ma qui non siamo di fronte ad un corpo, o ad una apprtenenza familiare...
Qui siamo di fronte ad uno Spazio Sacro, qui non ci sono nomi e forme, non c'è SB, non c'è
Ramana, non c'è Raphael, non c'è Buddha nè il Cristo...
C'è un Principio fatto carne, uno Spazio nel quale la nostra pochezza manasica và ad assorbirsi
per congiungersi alla Verità...per essere quella Verità.
E questo spazio virtuale dovrebbe esser vissuto con uguale attenzione e dedicazione. .
Ci vuole rispetto.
teatrante:
E' bello vedere come in ambiti in cui si parla spesso di non dualismo sorgano da tutte le parti
difensori di questo o di quello contro difensori di quello o di questo.
Mi spiace se ti ho offesa in qualche modo , talita,e ti chiedo scusa.
153
Sinceramente.
talita:
Guarda che qui non si è offeso nessuno...
Da questo punto di vista, ogni volta che si parla con superficialità si offende solo se stessi.
E nessuno si erge a difensore di questo o di quello,
Ma solo di ciò che questi Esseri rappresentano.
Teatrante:
So la via della spada.
Delle altre sono molto ignorante.
E più so la via della spada e più so che non so nemmeno quella.
Io non ho rispetto per nessuno .
Non mi riesce.
E non ho il senso dell'onore.
Talita:
Un po' strano per chi dice di conoscere la via della spada...
onore e rispetto ne fanno parte...
Teatrante:
Se qualcuno dicesse che mio padre gli ha chiesto di toccargli il pisello, riderei di gusto.
Se qualcuno dicesse che mi madre si è scopata un 18enne con grande soddisfazione di entrambi, mi
stupirei della sua vitalità.
Sicuramente non taglierei la testa a nessuno.
Spiegami, Talita, per favore, perchè dire che SB si fa toccare il pisello da qualcuno è mancargli di
rispetto.
O perchè dire che Osho si è scopato delle aspiranti significa mancargli di rispetto.
talita:
Per me è mancanza di rispetto parlare di ciò che non conosco personalmente, e di cui non ho fatto
esperienza, parlare del sentito dire, lo trovo squallido già in ambiti "mondani", qui lo trovo ancora
peggiore
La mia via non ha un nome,
ma il solo calpestare la polvere lasciata dai piedi di certi Esseri mi fa stringere il cuore,
e mi fa capire che non sono niente e che non so niente,
che il solo pensare di unire questo niente al Dharma di uno di questi Esseri è la sola e unica
ragione
di essere a questo mondo.
teatrante:
Un'incarnazione è un'incarnazione.
Significa che si muove su questo piano di esistenza .
Significa che ha delle sinapsi.
Significa che mangia, beve, dorme, caga,fa pipì.
Ha le mestruazioni, ha desideri sessuali, ha delle erezioni.
154
Cosa c'è di tanto vergognoso nel dire questo?
Talita
Assolutamente nulla
Vedo che non hai compreso, anzi scusa non ho spiegato bene, cosa volevo dire.
Cosa c'entra la vergogna ?
E' proprio perchè non si è per nulla centrati sulla forma fisica che non si comprende il
perchè di tante parole sulle manifestazioni di quella,
mentre non c'è attenzione, non c'è studio, non c'è approfondimento sull'Insegnamento. ..
Teatrante
Si sono studiate o praticate o ricordate o sognate certe pratiche sessuali orientali un tempo.
Sono una via.
Giudicarle dal punto di vista occidentale sarebbe deleterio, credo.
Quando nell'ottocento un ufficiale inglese scoprì per caso i templi perduti di Rajaraja Chola
fuggì via nascondendone la via d'accesso.
Per anni non se ne poté parlare.
C'erano troppi accoppiamenti, troppe vagine , troppe poppe al vento per gli occidentali.
Shiva è un pene
talita
bella chiusura!!!
Om namah Sivaya!!!
155
II,18 - Sesso
Autista:
Ci sono essenti la cui manifestazione avviene per categorie esterne alla normale conoscenza
empirica.
Ed è normale che la conoscenza empirica cerchi di classificarla secondo le proprie categorie.
L'apirante che abbia intuizione di queste categorie esterne comprenda che è inutile illustrarle a chi
non le vede, se costui non ha almeno una predisposizione di cuore.
Teatrante:
credo di comprendere ciò che afferma l'autista...
ma qui si tratta, mi pare anche di logica.....
O forse ho problemi di comprensione.
Chiedo scusa di nuovo.
Per il teatrante frasi come:
SB non è un illuminato perchè si fa toccare il pisello dai discepoli.
SB non si fa toccare il pisello dai discepoli perchè è illuminato.
Si equivalgono.
Nascondono, sempre secondo un personalissimo parere del teatrante, l'idea che farsi toccare il
pisello sia cosa disdicevole.
Perché dovrebbe essere disdicevole?
Osho non mi ha mai convinto del tutto, ma alcune cose che ha scritto dimostrano, sempre secondo
un giudizio parzialissimo e personalissimo, che a volte si è davvero disperso nell'oceano
dell'esistenza.
Il valore delle sue parole cambia se si viene a sapere che ha praticato sesso con le discepole?
Si vorrebbe comprendere.
Non mi bastano frasi come : il calpestare la polvere lasciata dai piedi di certi esseri mi fa stringere
il cuore.
Nel senso che si rispetta la tua devozione, Talita, ma qui ti si chiede di tentare di spiegare a chi non
non comprende e forse vorrebbe farlo.
Cristo faceva sicuramente la cacca.
Proprio perchè il verbo si era fatto carne.
Tesshu samurai illuminato aveva il cancro e beveva come una spugna.
Si sa di altri esseri illuminati (shankara forse?)che avevano ascessi puzzolenti.
Non si può dire che puzzavano perchè gli si manca di rispetto?
Non si comprende.
Ci pare che si tenda ad una idealizzazione personalistica.
Se avessi una maestra e riconoscessi in lei Kalishakti e lei mi pregasse di leccarle le cosce e la
vagina non ci penserei due volte.
Perchè non si può parlare del sesso dei maestri?
Forse il teatrante non capisce perchè è ignorante.
Vorrei che Talita scendesse un attimo sul piano del teatrante e commentasse alcune sue idee sul
sesso:
156
shiki soku ze kuu
In Giappone tutto nasce dall'amplesso.
Il mondo è creato dal caos.
Ad un certo punto gli dei chiedono a Izanagi e Izanami , la coppia primordiale, di creare il
Giappone.
Izanagi chiese a Izanami: com'è fatto il tuo corpo?
Ella rispose: Il mio corpo cresce rigoglioso, ma una sua parte non cresce.
Izanagi le disse:
Anche il mio corpo cresce, ma c'è una parte che cresce in eccesso.
Pertanto, mi sembra giusto introdurre la parte del mio corpo in eccesso nella parte del tuo corpo
che non cresce, e così generare territori.
Izanami rispose: sono d'accordo.
E così nacque il Giappone.
In Giappone il sole è femmina, è la dea Amaterasu.
Un giorno Amaterasu si infuriò per uno scherzo del fratello che le aveva tirato addosso la carcassa
di un cavallo morto.
Amaterasu si richiuse dentro "la grotta di roccia" e il sole smise di splendere sulla terra.
Gli dei non sapevano come fare, fin quando non intervenne la dea del sesso, Ame No Uzume.
Ame No Uzume sale su un tino di legno , si solleva il kimono e battendo i piedi comincia apensare
ai mille orgasmi e ai mille peni che l'hanno penetrata.
La sua vagina si apre e gli umori cominciano a scendere sul suo ginocchio.
Gli dei gridano e applaudono e Amaterasu, incuriosita, apre la porta di roccia per vedere ed il sole
ricomincia a splendere sulla terra.
Questo mito mi ha sempre incuriosito perchè è identico a quello che veniva rappresentato durante
le iniziazioni ai misteri eleusini.
Demetra al posto di amaterasu e baubo al posto di Ame No Uzume.
la letteratura e la pittura giapponese rappresentano sempre le posizioni riferite ad Ame No Uzume
e ai suoi mille amanti.
Rd è considerata una cosa "mistica".
Ikkiyu, un monaco illuminato della setta Rinzai era uno dei maggiori frequentatori di bordelli della
sua epoca.
ha scritto versi del genere " niente è più bello che leccare il miele della mia donna che scende sulle
sue coscie..."
In occidente un santo che scrive certe cose sarebbe impensabile.
Se poi si scopre che Ikkiyu era l'abate del più importante monastero Zen della sua epoca la cosa è
anche più curiosa. Nessuno discepolo si è mai risentito , nonostante la devozione, se altri dicevano
che Ikkiyu trombava come un riccio.
Talita:
Ma perchè vuoi farmi dire cose che non ho detto?
157
Che cosa è che non capisci ?
La devozione a un Principio è forse da capire?
Non mi interessa nulla di chi ha toccato chi....
Non si ha simpatia per chi parla a vanvera,
Si avrebbe più simpatia per chi dicesse, sono stato da Baba e durante l'interview mi ha toccato il
pisello, è chiaro?
Allora si potrebbe dialogare di un fatto accaduto proprio a colui che sta parlando e ci si protrebbe
confrontare su questo.
Non si ha simpatia per chi parla a vanvera, per chi arriva qui e non parla della sua esperienza, ma
solo di ciò che qualcuno gli ha detto.
E' chiaro?
Del sesso dei Maestri non me ne importa proprio niente.
Conosco SB da diciassette anni, che SB durante le interview a volte toccasse i genitali dei maschi
lo so da almeno 15, so il significato che ha questo gesto e ho avuto modo di parlarne con diverse
persone.
Tutto il resto è solo spettegolare, come si dice dalle nostre parti "è aria fritta"....
Savitri:
Comunque non sono stato certo io il primo a classificare o definire "i seguaci di pinco pallo",
qualcun altro ha definito Sai Baba un imbroglione se non erro.
Quindi non vedo il motivo di "infiammarsi" così contro il mio post.
Il più grande illusionista di tutti i tempi deduco sia stato Gesù Cristo il Nazzareno,del resto il
miracolo dei pani e dei pesci lo sa fare anche Sai Baba,me lo ha detto una persona che è stata
presso il suo ashram.
Euclide:
Vedi, questo può essere un primo punto...me lo ha detto una persona etc etc.
Se ti dico che per ottenere ciò che più desideri hai solo da buttati giù dal primo ponte che incontri,
che fai ti ci butti perchè l'ho detto io ?
In questo Cenobio uno dei primi problemi da sempre sollevati, è proprio quello del credere, che poi
scivola quasi sempre nel credersi.
Il credere è quell'azione che porta a vestire idee, esperienze, risultati, osservazioni altrui ossia non
sono nostre, nel senso nate dalla nostra consapevolezza, introspezione, autoconoscenza, ma che
vengono invece prese e indossate a scatola chiusa solo perchè colui che le pronuncia è per un
qualche motivo ai nostri occhi autorevole.
Intendiamoci il mondo prolifera di credenti, oserei dire che è la regola, ma è regola mondana,
profana, non sacra.
L'andare ad indagare sull'altro, che sia un maestro od un pinco pallo qualsiasi, in sè non è di
alcuna utilità, nel senso che non ti è di conoscenza a te stesso, ma solo appunto del così detto altro.
158
Tu hai da consoscere te stesso non l'altro, e aggiungo, il giorno che conoscerai te stesso
scoprirai con grande sorpresa di conoscere anche l'altro, tutti gli altri !
Il mio è un consiglio, un'indicazione, non un credo che a mia volta ti propongo al pari di altri. Vedi
un'altra differenza tra il credo ed un consiglio come questo. Il credo è già chiuso in sè, si espleta in
sè, è già compiuto, mentre un consiglio come quello che ti sto dando è un'indicazione, un dito, ma
poi a percorrerlo, nel caso tu lo trovi opportuno, sei sempre tu, con le tue gambe, la tua
intelligenza, ed anche la tua fatica e talvolta la tua pelle.
Ti sto dicendo mira l'attenzione su te stesso, sulla tua di interiorità, tralascia ogni altra cosa
esterna, maestri, discepoli, seguaci, e cavoli vari, e scoprirai e non alla fine ma sin dall'inizio, che
quello che tu sei lo sono anche gli altri, che un seguace di osho c'è già in te senza che tu debba
andare a cercarlo fuori, o così i piselli di baba, ed i pesci di cristo....comprendi cosa sto cercando
di dirti ?
Il mondo non è fuori il mondo è dentro, anzi il mondo sei tu stesso, hai solo da conoscerti.
savitri:
L'importante è che i cosiddetti "Maestri" non approfittino dei loro "cosiddetti" discepoli per
esclusivo interesse materiale.Non sei daccordo?
No?
Vuol dire che allora un buon maestro lo era anche Do Nascimiento!
Mi scuso discettando sui maestri sono scaduto,a tuo giudizio,a livelli intellettuali infimi,dovrò mica
prostrarmi ai tuoi piedi?
Euclide:
Dovresti prostrarti non a miei di piedi ma ai tuoi, prostrarti a te stesso, all'universo che sei e che
sconosci di essere. Cerca-ti, indaga-ti, scruta-ti, osserva-ti, tutti i verbi che solitamente applichi
sull'esterno commutali con desinenza -ti. Mi incacchio alle volte è vero, ma non per il fatto in sè,
ma perchè vedo quanto tempo si perde, quanto errare, nel suo vero senso etimologico, ovvero del
girare a vuoto.
Tu potrai non crederci, ma ti assicuro che tutto quello che ti ho appena detto era detto col cuore.
Sei ovviamente liberissimo di continuare a indagare e confrontare realtà come baba, osho, i
seguaci etc etc ma mi ripeto, ciò non servirà a conoscerti, ad autoconoscerti, mentre proprio quello
dovrebbe essere il tuo scopo primario.
159
160
II,21 - Il Dojo infinito
Teatrante
Scusa di nuovo, Talita.
Perdona la mia ottusità.
Vorrei tornare sulle tue parole.
Tu dici:
"Non si ha simpatia per chi parla a vanvera, per chi arriva in lista e non parla della sua
esperienza, ma solo di ciò che qualcuno gli ha detto. E' chiaro?"
Quindi qui tra noi c'è chi non parla a vanvera e c'è chi parla a vanvera.
Giusto?
Avresti la pazienza di tentare di spiegare ,visto il teatrante non sempre , anzi quasi mai, è in grado
di fare simili distinzioni, quale è il tuo metro di giudizio?
Una volta ho letto da qualche parte:
L'insegnamento è come l'acqua. la vacca lo trasforma in latte.il serpente lo trasforma in veleno.
Non so se ci azzecca. ma va beh! allora dunque ..in che maniera è possibile discernere che
l'esperienza di un un aspirante è falsa e quindi parla a vanvera o è vera e quindi non parla a
vanvera?
Non saresti così gentile da tentare di insegnarmelo?
Un'altra cosa che non ho capito:nelle mie scarse esperienze ho partecipato ad incontri per esempio
con dei maestri tibetani.
Si facevano domande e si rispondeva.
Senza remore.
A volte qualcuno parlava a sproposito, ma nessuno lo redarguiva e si inalberava.
Al massimo si rideva.si diceva che non c'erano distanze e differenze e solo stare seduti insieme
significava qualcosa.... .. pensi fosse sbagliato?
talita:
Scusami tu , teatrante.
Di solito non si parla molto e non solo qua,
quindi solo un'ultima precisazione. .
chi parla a vanvera chiaramente non eri tu,
ma non comprendo come tu ancora non lo abbia colto...
il resto l'ho già chiarito.
SAI RAM
Euclide:
Ripartirei da una frase del teatrante:
161
Ikkiyu, un monaco illuminato della setta Rinzai era uno dei maggiori frequentatori di bordelli
della sua epoca.
ha scritto versi del genere
" niente è più bello che leccare gli umori della mia donna che scendono sulle sue coscie..."
in occidente un santo che scrive certe cose sarebbe impensabile.
se poi si scopre che Ikkiyu era l'abate del più importante monastero Zen della sua epoca la cosa è
anche più curiosa.
nessuno discepolo si è mai risentito , nonostante la devozione, se altri dicevano che IKKiyu
trombava come un riccio.
Credo che uno degli errori più frequenti è personalizzare una frase, un'asserzione o persino una
risposta data da un maestro a qualcuno di specifico, a tutto e tutti.
E' un discorso che spesso è venuto fuori in riferimento a Baba, ma che poteva benissimo venire
fuori in riferimento a chiunque.
L'affermazione che può fare un maestro, in un dato contesto, in una data condizione e più ancora in
particolare in risposta al dato aspirante non è in alcun modo generalizzabile a tutto e tutti, di tutti i
tempi, di tutte le epoche.
La risposta che posso aver ricevuto io ad una specifica domanda può benissimo essere
completamente diversa da quella ricevuta da qualcun'altro alla stessa identica domanda.
Se ho ricevuto una certa risposta, non posso andare in giro a dire che alla tale domanda si
risponde nel tal modo, o che il tal maestro rispondeva così, perchè direi una falsità.
Rispondeva così a me in quel momento, in quella situazione, in quel contesto...magari dopo due
anni alla mia stessa domanda avrei ricevuto una risposta diversa ancora.
Dire che Ikkiyu ( un monaco illuminato, abate del più importante monastero Zen della sua epoca
etc etc...) frequentasse bordelli, leccasse umori, e scopasse come un riccio, non dice nulla, nulla
aggiunge e nulla toglie, nè ad Ikkiyu, nè a me sopratutto, per il semplice fatto che quanto sopra non
mi autorizza a pensare che se io lecco umori, scopo come un riccio, e frequento bordelli diverrò
illuminato come lui !
Non vi è nesso causale di sorta tra le affermazioni di cui sopra e me, nè affermative nè altrettanto
negative.
nel senso che nulla vieta nemmeno che se scopo come un riccio, lecco umori e frequento bordelli
non possa illuminarmi. ..
Quindi la vita di Ikkiyu, le sue frequentazioni, etc etc non mi sono rilevanti a nè in positivo nè in
negativo, se ne può parlare, conversare, commentare e criticare, ma restano affermazioni fini a se
stesse, senza alcun costrutto per colui che le pronuncia.
Tuttalpiù potrebbe verificare se tale condotta di vita gli porta qualche chiarimento sulla sadhana,
se ciò non fosse le può tranquillamente accantonare come aneddoti folcloristici del tal
personaggio.
Teatrante:
si parlava di Sai baba, Euclide.
la premessa necessaria è:"
1)-Sai baba si fa toccare il pisello dai discepoli e quindi non è un Maestro o un avatara come
162
pensano alcuni.
2)-Sai baba è un Maestro ,o un avatara come pensano alcuni ,e quindi non si fa toccare il pisello
dai discepoli"
sono frasi che significano la stessa cosa.
Si è quindi preso ad esempio Ikkyu,ma avremmo potuto farlo anche con Mila Repa o con Naropa
maestro di Marpa,per tentare di ecidenziare come il suo essere maestro illuminato non veniva
messo assolutamente in dubbio dalla sua condotta sessuale e che nessuno dei suoi (loro) discepoli
si sarebbe mai sentito offeso a sentir parlare di determinate condotte sessuali.
Ci viene il dubbio che la sfera sessuale in occidente sia oggetto di tabù.
il sesso tra l'altro faceva ampiamento parte della via intrapresa da Ikkiyu.
Il problema effettivo è che si prendono , in occidente delle frasi e le si impugnano come clave per
difendere questo o quel parere questo o quel maestro.
Dire che sai baba è un illusionista o un briccone in un ambito nel quale si fa riferimento a Visnù
come Illusionista e alla sua maya come il più grande degli imbrogli (la storia di Visnù che chiede
l'acqua a Narada e lo precipita in una situazione familiare dapprima idilliaca e poi tragica per
mostrargli la sua maya citata in precedenza sulla lista mi pare fosse raccontata da ramakrisna)
non mi pare possibile essere considerata offesa.
E' altresì vero che in altri ambiti ciò può portare a dire "visto! l'avevo detto che era un ciarlatano",
ma abbiamo la sensazione che questo luogo non sia frequentato da scientisti o esperti di gossip.
Ci si stupiva che semplici parole portassero a scontri verbali di cattivo gusto a dispute su cacca di
cane e cacca di mucca.
Ma è colpa del teatrante.
Certe cose non le comprende.
Cosa cambierebbe delle parole del Cristo, della loro potenza del suo sacrificio per insegnare la Via
della croce (o dell'errare ) se avesse fatto sesso con Maria di Magdala?
Niente di niente.
Ascolto spesso una registrazione in mp3 di Sai baba che recita il gayatri mantra vaidiko.
ciò che provo è meraviglioso e indescrivibile.
Cosa cambierebbe in tale indescrivibile sensazione il sapere o il dire che sai baba ha fatto o non ha
fatto sesso con quello o quella?
perchè accendere dispute su questi fatti irrilevanti?
E' questo che non capisco , Euclide.
E' questo che mi sorprende.
Euclide:
Mi verrebbe da risponderti perchè a tutta evidenza la rilevanza, o ciò che è rilevante è direttamente
proporzionale al grado coscienziale di colui che rileva.
Sostieni e ne condivido il sentire che le parole di un Cristo, non cambierebbero di una virgola nella
loro pregnanza-sostanza- essenza sia che lui fosse o non fosse l'amante-marito o cos'altro di Maria
163
di Magdala.
Non cambierebbero nemmeno se lui fosse un gay, se Giovanni fosse stato il suo amante come alcuni
sostengono, non cambierebbero nemmeno se il cristo si fosse ubriacato tutte le sere e si fosse
accompagnato sempre e solo di ladri, papponi, e puttane.
Definire cosa è rilevante e cosa no dipende esclusivamente dal tuo grado di consapevolezza, non
v'è altra misura, altro parametro di riferimento, altra scala cui riferirsi.
I farisei ne avevano altri di parametri per rilevare il rilevante dall'irrilevante, per loro il sabato
veniva prima dell'uomo, per il cristo no, per esempio. Il sabato era irrilevante se a confronto con lo
storpio da curare.
Mi chiedi e ti meravigli dell'ampio ventaglio di interpretazione di ciò che è rilevante da ciò che non
lo è...
Quella volta del sabato, e sicuramente tante altre volte, cercarono di fargli la pelle al Cristo per il
suo giudizio di cosa era o non era rilevante, e ti meravigli che qui in lista ci si scaldi per le stesse
identiche dinamiche ?
Non v'è scala univoca, non v'è parametro di riferimento fisso, la consapevolezza è tutta la rilevanza
possibile e nessuna.
... ..Occorre offrire la totalità di se stessi, poiché soltanto offrendo tutto si riceve tutto....
Ricorda la massima evangelica che il regno di Dio (tutto) è degli ultimi (coloro che hanno dato
tutto...)
Mi verrebbe da chiedere per chi è disposto a dare tutto, a offrirsi interamente, per costui cosa è
rilevante ?
Chi è disposto a offrire tutto, il suo parametro di rilevante secondo te come si colloca ?
La rilevanza richiede un contrappeso, se stessi, se il te stesso viene meno, o si attenua fortemente,
ne consegue che....
Teatrante:
Comprendo,ma non comprendo.
Cioè ....non ho l'esperienza per capire.
Forse non c'entra, ma mi viene in mente la storiella di Buddha e della polvere.
La storiella di Buddha che decide di fermarsi su questo piano di coscienza per comunicare
l'ineffabile:
“Ci sono alcuni che sono chiaroveggenti e non necessitano del mio insegnamento, altri i cui
occhi sono così annebbiati dalla polvere che, benché dato, non gli daranno attenzione,
ma, fra questi due, ci sono anche altri con poca polvere nei loro occhi che possono essere aiutati
a vedere, per amore di questi io ritornerò fra l’umanità e insegnerò”
.Cioè... mi pare...tu vuoi dire che il dare o il non dare rilevcanza a certe cose dipende dalla polvere
di Budhha?o dal decidersi di darsi?
Non so.
Faccio un pò fatica a seguirti.
Scusami.
164
Autista:
La medesima via viene percorsa in due direzioni.
C'è chi va e c'è chi viene.
Chi va, si occupa di arrivare, si occupa della meta, si occupa di niente se non arrivare.
Chi viene, è già andato.
Una volta compresolo, si occupa della via, ma la via è la Vita. La Vita/Madre/Essere è tutti gli
esseri - consapevoli e inconsapevoli.
Si entra/realizza la sincronicità degli esseri, l'interdipendenza degli esseri.
In un dojo, la parola è per gli iscritti.
Quando il dojo si amplia a contenere i mondi, ogni parola riverbera in tutti i mondi, ogni mondo
diviene discepolo, ogni piano diviene discepolo.
Si diviene "Signore" dei mondi.
Di tutti.
Si parla all'uno, ma l'uno è sempre e comunque l'Uno - e trino e molteplice - e ogni parola è
testimonianza e vibra nell'intero universo.
Una volta aperta la porta del dojo, occorre esporre il segno, il proprio vessillo davanti alla porta.
Esso non serve a ricordare a chi passa, chi è dentro.
Esso serve a ricordare a noi stessi che non c'è più dentro e più fuori.
Che la spada non uscirà più dal fodero, perché se Hanuman agita la mazza, l'intero universo ne
viene scosso.
Se Shiva rimesta l'acqua, gli interi universi ne vengono agitati.
La presa di coscienza che il bruco è divenuto farfalla, lascia a sua volta il posto al Maestro del
mondo, ed egli non può non sentire ogni vacca che viene percossa, ed ogni vacca che viene
percossa non può non amarlo, anche inconsapevolmente. .. egli è schiavo di amore.
Il Demiurgo è schiavo della sua Creazione, è schiavo attraverso l'amore per le sue creature.
Non c'è decisione, non c'è polvere, non c'è Buddha.
Non c'è rilevanza.
In una stanza ove siedono Maestro e discepolo, c'è solo il discepolo.
Nel mondo non c'è più il Buddha, ci sono solo le creature nel dojo infinito.
E ogni creatura è insieme Buddha e polvere e decisione e rilevanza.
E ne' tutto questo.
La consapevolezza di essere, si realizza poi come amore.
L'amore è consapevolezza di tutti gli esseri. Nessuno è escluso dalla consapevolezza dell'aspirante
che realizzi che la via si percorre in due direzioni.
Ma è detto lo stesso anche dell'aspirante nella tradizione, anche se ancora non l'ha realizzata.
165
166
II, 22- Sukha
Euclide:
“Ci sono alcuni che sono chiaroveggenti e non necessitano del mio insegnamento, altri i cui occhi
sono così annebbiati dalla polvere che, benché dato, non gli daranno attenzione, ma, fra questi due,
ci sono anche altri con poca polvere nei loro occhi che possono essere aiutati a vedere, per amore di
questi io ritornerò fra l’umanità e insegnerò”.......
La storiella proposta dal teatrante la leggo in questo modo.
Vi sono alcuni il cui grado coscienziale (consapevolezza) è elevato e non necessitano di alcun
insegnamento.
Altri la cui consapevolezza è così bassa che benchè esposti ad un insegnamento non ne sanno trarre
alcun beneficio. Altri ancora la cui consapevolezza si trova in una condizione intermedia, il cui
grado di attenzione è sufficiente a cogliere l'insegnamento, la rilevanza dell'insegnamento, per
costoro io tornerò etc etc.
Se ci fai caso si parla di attenzione.. .benchè dato, non gli daranno attenzione, che si potrebbe anche
tradurre benchè dato, non gli daranno rilevanza.
L'attenzione, la rilevanza dipende dal grado di consapevolezza.
Ciò che per te è rilevante, l'insegnamento di un buddha per esempio, per qualcun'altro può non
esserlo minimamente, essendo rilevante tuttaltro.
L'attenzione, la rilevanza di qualcosa in un certo modo è l'esatta misura di ciò che ancora manca,
dell'incompiutezza che ancora esprime l'aspirante.
Se necessiti di un'insegnamento, perchè sei maturo per quell'insegnamento (quando l'allievo è
pronto compare il maestro...) allora la tua attenzione, la tua rilevanza sarà focalizzata a quello,
all'insegnamento, al maestro.
Se invece la tua attenzione\rilevanza è ancora focalizzata su altri piani fenomenici, cercherai quelli,
porrai attenzione a quelli, ti saranno rilevanti quelli...e questo lo dico senza alcuna condanna o
giudizio di sorta, ma quale una semplice constatazione.
Se un bambino di sei anni pone la sua attenzione e rilevanza ai balocchi, è la sua età, la sua maturità
a guidarlo.... a quale condanna e giudizio dovrei mai sottoporlo ?!
Vi sono anche quelli, i primi della storiella, la cui consapevolezza è già elevata, o se preferisci la cui
incompiutezza è minima se non nulla, a costoro non serve nulla, non cercano nulla, tutto è già stato
dato perchè.... tutto hanno già dato, se stessi.
Teatrante:
Forse ho capito perchè non capisco!
La Volonta!
Quel tuo ripetere, Euclide "bisogna dare tutto se stessi....bisogna donare se stessi" è una cosa che
assomiglia alla volontà realizzativa.
Se voglio raggiungere questa meta devo donare tutto me stesso.
Ecco il punto, forse(dimmi se sbaglio).
Il teatrante lavora sul corpo.
Nel lavoro del corpo (nella danza nelle discipline marziali taoiste, nella spada) c'è uno stato
particolare da raggiungere che i cinesi chiamano Shoong e gli indiani Sukha
Se non si è shoong è inutile praticare la spada o il tai chi chuan.
Se non si è sukha non si può praticare hatha yoga.
167
Non si può studiare per essere shoong.
Non si può arrivare con la volontà ad essere shoong.
Perchè shoong è ,appunto, assenza di tensioni muscolari volontarie.
Lo si è quando non si è.
Pretegianni:
Offrire completamente se stessi (corpo denso, sottile e causale) include anche la volontà, qualsiasi
volontà.
Tale offerta equivale ad una resa totale, ad un silenzio profondo, alla morte di tutto quello che
l'uomo presume di sapere. "Poi" si è liberi, poiché si è e si vuole quello che l'Essere è e vuole.
Potrebbe in un certo senso corrispondere allo Shoong di cui dicono i cinesi.
Ovviamente le parole vanno prese con le pinze.
"I migliori del resto - afferma R. M. Rilke - si sbagliano nelle loro parole, quando ad esse chiedono
di esprimere il sottile, l'inesprimibile" .
Quando incontrai il Maestro provai la sensazione di essermi addormentato milioni di anni prima e
di essermi all'improvviso svegliato.
Eppure quelle distese sconfinate di tempo non erano che il battito d'ala di una farfalla.
Affacciarsi anche solo per un istante sull'Abisso della Presenza, quale Mistero!
Chi si addormenta?
Chi si sveglia?
Tigre:
Ho preso a a caso un'Agenda dalla libreria, il diario di bordo di Mére:
undicesimo volume dell'agenda (1970) , pagina a caso, Vorrei leggervela.
Inizio da metà pagina
[Lui è il corpo, Mére sta descrivendo una delle sue esperienze con il corpo, specificatamente si sta
misurando con il decadimento, apparente, del suo corpo molto anziano: siamo nel 1970, tre anni
prima della morte fisica:
1973, 95 anni]
(....)
"Tutto tutto deve essere armonioso...armonia, armonia, armonia.
Qualcosa....(le parole sono proprio aride, tanto aride, tanto vuote), qualcosa....una vibrazione che lui
conosce bene....una combinazione che per lui è...la combinazione espressa dell'Amore e
dell'armonia. Ma 'amore' è poco, e 'armonia' è poco. Le due cose unite formano (con qualche
cos'altro ancora) il suo modo di essere nell'universo.
Era molto divertente, davvero molto divertente.
Lui capisce tanto, ma tanto bene...tanto bene...che tutti hanno lo stesso diritto di esistere e che
occorre...E tutti insieme sono a malapena in grado di esprimere Quello che deve essere espresso.
Era il corpo, non la mente...è strano, ha un senso di realtà che non è nè mentale nè emotiva nè
niente del genere. E' un'altra cosa. Ed è molto, molto concreta.
Strano.
Era così contento, tanto contento! Diceva: "Sì, è così, è così!"
Come se il Signore gli avesse detto qual è il Suo segreto. E ha detto:
"Adesso lo so; adesso so come stanno le cose."
E ognuno...ognuno, tutti...ognuno, tutti quei miliardi...tutto. Ma gli altri non lo sanno! (Mere ride)
Il corpo è proprio divertente! Era divertente l'esperienza.
Armonia, amore.
Però...non quello che gli uomini mettono in queste parole...no.
E' successo dopo la lettura di tutti questi Aforismo: gli danno un da fare molto intenso [si riferisce
al libro Aforismi di Sri Aurobindo] [il resoconto dell'esperienza è finito ma Satprem (il trascrittore
168
dell'Agenda di Mere) ha il permesso di chiedere qualcosa e chiede:
"E il mio modo quale dovrebbe essere?"
Mére risponde:
"Ah, devi trovarlo tu! Sì, è divertente solo così!
Il tuo io crede di saperlo, però non è più il corpo a saperlo
(Mere indica sopra la testa)
No...bisogna trovarselo. (Mere ride)".....
169
II,23 - Meditazione
Polifilo:
Il Teatrante pare uno pieno di certezze....
In una simpatica commedia inglese uno dei personaggi diceva: "Non ho certezze. Certezze sono per
chi dubita."
Bella vero?
Ricordo la storia di un tipo che, tornato da un anno di ritiro nel monastero Zen di Kinkaku, trova
gli amici che gli chiedono:
"Cos'hai scoperto durante quest'anno al monastero?"
Al che lui risponde "Ho scoperto che non c'era bisogno di nessun anno in nessun monastero."
Qual'è la morale della storia secondo te teatrante?
Non sarebbe forse che, per comprendere che non c'è segreto, che non c'è una montagna da scalare,
che non c'è bisogno di un anno in un monastero, uno ha magari bisogno di intraprendere una
scalata o un anno di monastero?Ossia: senza quell'anno di monastero ....
Teatrante:
"Cos'hai scoperto durante quest'anno al monastero?"
Al che lui risponde "Ho scoperto che non c'era bisogno di nessun anno in nessun monastero."
Vedi Polifilo, lo zen è terribile.
Terribile perchè una mente sveglia può comprendere( credere di comprendere) ciò che invece va
vissuto.
Non c'era nessun bisogno di un anno nel monastero, ma se non si fosse stati al monastero per un
anno non si sarebbe compreso.
Sembra questa la morale , nevvero?
Forse no.
(senza scopo,senza tecnica , senza conoscenza)
Forse si tratta di una storiella che , come quasi tutte le storielle zen, vuol mettere in evidenza il non
agire.
Wu wei.
Non agire si accompagna ad un mutamento della percezione dell'apparenza fenomenica.
Se ne può parlare e scrivere per secoli ma sarebbe (è) completamente inutile.
Il non agire è l'azione del ricettivo.
Il problema non è lo stare nella caverna ad osservare le ombre cinesi della realtà fenomenica: è
che vuoi scalare la montagna o gioisci se ti si indica un percorso alternativo.
Il monaco che scopre che non c'era bisogno di un anno nel monastero probabilmente avrebbe
scalato la montagna mille volte.
Ma non per raggiungere la vetta.
Solo per scalarla.
Non c'è nessun bisogno di scalare la montagna.
Non c'è nessun bisogno di stare un anno in monastero.
Non c'è nessuna causa.
E se non vi è causa come può esservi un effetto?
Perchè scali la montagna?
Perchè è completamente inutile!
Ciò che non provoca un effetto è completamente inutile.
Esattamente come meditare.
170
Può anche darsi che il maestro ti dica di non scalare la montagna e ti indichi l'entrata della
grotta.
Può anche darsi di no.
Euclide:
Forse vuoi dire:ciò che provoca un'effetto (ossia una causa) è perfettamente inutile.
jnana marga ?
Neti-neti, non questo non quello...è reale, o se preferisci questo e quello sono completamente
inutili.
Teatrante:
Dire ciò che non provoca un effetto è completamente inutile e ciò che provoca un effetto è
completamente inutile è , per certi versi, esattamente la stessa cosa.
Euclide:
Avevo inteso dire che "ciò che provoca un effetto è completamente inutile" era simile come
affermazione di metodo a quello dello jnani che va constatando questo non è reale, quello non è
reale (neti, neti).
Ovvero riconoscere ciò che è effetto è riconoscere il divenire stesso (causa-effetto) quindi ciò che
non è reale. Inutile era una sorta di negazione, non è questo, non è quello, una cosa inutile è una
cosa che non serve alla tua ricerca, che non è ciò che cercavi...
Teatrante:
Credo anche che inutile possa essere usata con accezioni diverse.
Diceva l'Autista:
"Fare la meditazione (zazen) non serve a niente.
E finché non si impara a fare la meditazione che non serve a niente, non serve a niente fare la
meditazione" . èKodo Sawaki (1880-1965) ]
Imparare la meditazione che non serve a niente significa aver raggiunto la terza fase
dell'assimilazione dell'insegnamento.
La prima fase è l'audizione (in sanscrito sravana), nella quale si ascolta l'insegnamento del nulla.
La seconda fase è quella di riflessione profonda(in sanscrito manana) nella quale si riflette
sull'insegnamento.
La terza fase è quella della profonda e continua meditazione (in sanscrito Niddhyasana) .
Imparare a fare la meditazione che non serve a niente, fare la meditazione che non serve a niente e
affermare "fare a meditazione non serve a niente ".sono tre cose diverse
che ne pensi Euclide?
Euclide:
A prima botta ti direi che sillogismi del genere andrebbero sorbiti a piccoli sorsi, pena l'immediata
ubriacatura dell'ascoltatore.
Quindi smaltita la mia prima e immediata sbornia provo a risponderti.
Partiamo dall'affermazione dell'autista.
"Fare meditazione (zazen) non serve a niente" è un'affermazione, si può accogliere come negare di
171
fondo un "no comment"...
"Finchè non si impara a fare la meditazione che non serve a niente, non serve a niente fare la
meditazione"
questa suona molto simile ad un koan, un paradosso..ovvero verrebbe da chiedersi come faccio ad
imparare che non serve a niente fare la meditazione senza fare la meditazione che non serve a
niente ?
Personalmente la leggo in questo modo: la risoluzione dell'enigma sta nella prima affermazione,
fare meditazione zen non serve a niente.
La frase sembra dire che fare meditazione non serva a niente, ovvero sembra lasciar intendere una
finalità, uno scopo, al fare meditazione, ovvero che il fare meditazione sia un'azione-causa che non
serva a niente, ovvero di inutile effetto.
Se la leggiamo così cadiamo nel paradosso che segue dopo, finchè non si impara a fare la
meditazione che non serve a niente, non serve a niente fare la meditazione, ovvero continuiamo a
dare alla meditazione il significato di un'azione, di un'agire da cui ci si aspetta un risultato,
un'effetto.
Invece il dire fare meditazione zazen non serve a niente nega l'azione stessa del "fare meditazione",
non nega l'effetto, nega la causa-azione stessa.
E' il fare meditazione che non sussiste, non c'è, non esiste un "fare meditazione", non esiste l'azione
"fare meditazione" e quindi nemmeno un servire o non servire a seguire. Insomma è la solita
differenza tra l'essere ed il divenire.
Se la meditazione viene intesa in essere, è e non diviene, quindi non può essere causa e quindi
effetto di alcunchè. Altrimenti c'è un "fare meditazione" con tutto quello che ne consegue...
Autista:
La frase è di Kodo Sawasaki ed è di una linearità e purezza a dir poco estasiante.. . da contemplare
per ore... per mesi... per anni... è piena... è gioia... è una porta alla Conoscenza di Sé.
"Fare la meditazione non serve a niente".
Non ci può essere e non c'è alcun fine nella meditazione.
Perché la meditazione è lo stato naturale dell'essente consapevole in sé.
L'essere non ha scopi, non ha fini, non ha causa e non ha effetti.
Meditare è essere.
Quindi non ha alcun fine, scopo, non serve "altro".
E' bastevole in sé.
Quindi non serve a niente.
Meditare non serve, perché non porta ad alcuna alterità.
Meditare è meditare, non è asservito ad alcun scopo, ottenimento, effetto, né può essere causato da
alcuna volontà, istanza, movimento.
Quindi, sino a quando non si ha questa posizione coscienziale (ove sia possibile la meditazione
pura, che non serve a niente) è del tutto inutile meditare.
Della serie, come disse l'assistente assegnatoci da XXX YYY, il responsabile dello Shankara Math
di Sringeri, alla domanda, ma dove è la "sala di meditazione" : "Sala di meditazione? !!
Meditazione? Noi, qui si lavora. La meditazione la fanno gli Shankaracarya" .
Esistono gli asrama, esistono le varna, esistono i sandhya, esistono gli yoga, esistono coloro che
non ne tengono conto.
Capita a costoro di soffrire di delirio di onnipotenza
172
Tigre:
Capisco il ragionamento, di squisita purezza..... ..
Resta il fatto che ci saranno persone che, preda del delirio di onnipotenza, riterranno "la pratica
della seduta" inutile, avranno escluso l'asana pratica primaria di provare a sedersi sulle chiappe,
provare a sentire l'agitazione della mente, provare a calmarla.
Euclide:
Forse la mia domanda ti risulterà ingenua, ma per sentire l'agitazione della mente devo per forza
stare seduto sulle chiappe ?
Perchè da impiedi, mentre cammini, mentre guardi la tv non la senti forse l'agitazione della mente?
E' lì che frulla tutto il tempo come fai a non sentirla...
Tigre:
Non sapranno allora neppure raddrizzare la schiena che per anni resterà in posizione scorretta
(nei ritiri, nei seminari, nelle conferenze.. ..), manifestando con la postura il rinnovarsi di una
chiusura al nuovo e al niente.
C'è un divenire inutile, un dare alla meditazione il significato di un'azione, di un'agire da cui ci si
aspetta un risultato, un'effetto: lavorare sul corpo.
Un lavoro che non serve a niente per definizione: "io non sono questo corpo" ma per maturare
questa consapevolezza occorre un divenire molto, molto consapevole.
Euclide:
Il fatto che io non sia questo corpo non vuol dire che lo debba lasciare marcire, motivo di più se su
questo piano il corpo mi serve, e visto che ci sono questo già vuol dire che a qualcuno\qualcosa
serviva.
Insomma se oggi ci sei con un corpo, quel corpo è già motivo più che sufficiente a se stesso per
portarlo a naturale compimento.
D'altra parte anche per un jivanmukta il corpo è utile, se non a "lui", a coloro che a lui si
avvicinano, e devono relarsi su questo piano che è quello che coscientemente conoscono. Insomma
a qualsiasi consapevolezza ti rivolga c'è sempre un perchè del corpo.
Che sarebbe quasi come chiedere perchè la vita, perchè il mondo...
Tigre:
In un eventuale dialogo sulla sadhana quotidiana (quella fatta di piccole cose) persone potranno
affermare con sicurezza:
"Hai presente che cosa ha detto " il responsabile dello Shankara Math di Sringeri, alla domanda,
ma dove è la "sala di meditazione" : "Sala di meditazione? !! Meditazione? Noi, qui si lavora. La
meditazione la fanno gli Shankaracarya"
Euclide:
Certo che andare a chiedere in uno shankara math dove è a sala di meditazione è andare a
cercarsela....
Tigre:
..........In alternativa per sviluppare la consapevolezza dell'essere potremmo meditare (evoluto nel
ronfare) sul divano davanti alla televisione sul essere/niente cosmico in cui questo niente è
173
immerso....
Euclide:
sviluppare la consapevolezza dellessere ?
suona molto come andiamo a fare meditazione...
Tigre:
Difatti è proprio così: andiamo a fare meditazione, andiamo a sederci sulle chiappe..... sul duro
pavimento, senza appoggiarci ai muri e agli schienali, nudi e crudi.
Troppo comodo osservare la meditazione della mente in piedi o trafficando in casa, si gestisce
molto molto meglio, nel senso che uno se la conta, se la mena, se la suona e se la canta.
Altra cosa sono i 20 minuti canonici con le chiappe sul cuscino (uno solo, e duro), a fremere perchè
hai mille altre cose da fare, a osservare come non si è capaci di star fermi, con gli occhi chiusi (o
fissando -palpebra semi aperta - un punto sul pavimento o la punta del naso), a osservare come che
mi si informicoliscano i piedi.
Guardare che mi fanno male le chiappe, la schiena si piega in avanti, le spalle sono incurvate, che
non sento l'asse della colonna vertebrale, che il respiro è ansioso o impercettibile e se lo
approfondisco trovo difficoltà o piacere...,che mi batte il cuore, che dopo dieci minuti già non ce la
faccio più e..... speriamo che finisca presto sta tortura!!!!!
Mica sono uno swami io (non è il mio caso, la "tortura meditativa", però ci sono passata)....
Noi siamo ricercatori, parliamo, confrontiamo le nostre idee, discutiamo, facciamo altro...
Questa ansia di fare qualcosa di utile o di non fare qualcosa di così palesemente "niente" come
stare seduto con le chiappe sul pavimento è per me evidente.
Ho smesso di fare le guerre sante contro i falsi meditanti da anni ormai, ma mi resta l'immagine di
persone davvero sedute in meditazione, quel sorriso aleggiante, il corpo così presente eppure
altrove..
...
Mi piace di tanto in tanto sedermi e osservare il contenitore corpo onestamente, fino a costringerlo
a spegnere ogni suo palpito.
Per me, dal mio punto di vista, è un'ottima pratica.
Tutto il resto, le parole, a volte mi paiono solo giustificazioni per non farlo, modi per delegare una
pausa di silenzio "voluta", a chi lo fa per "lavoro": gli shankaracarya, i monaci tibetani.
Noi, però siamo meglio, dai! noi meditiamo sempre, anche, e soprattutto, mentre guidiamo, laviamo
i piatti e traffichiamo.
Vedere il trafficare della mente, il suo frullare, non è meditare.
Teatrante:
"Quando viene suonato tre volte un campanello,detto campanello del rispetto,si uniscono le mani e
ci si inchina.
Questo atto di rispetto[... ] è indice del fatto che vi è uno scopo senza distrazioni o una mente senza
confusione....(in realtà) .E' proprio del novizio, che comincia ad apprendere,riuscire ad afferrare la
propria mente e non permettere che si confonda."
"...Quello in cui si plasma una mente che non ha luoghi di stallo, è il livello più alto" dice Takuan
174
Soho
Euclide:
Comunque, cara tigre,Non dicevo che vedere il trafficare della mente, il suo frullare fosse
meditare, seguivo solo il tuo ragionamento che sosteneva...
Avranno escluso l'asana pratica primaria di provare a sedersi sulle chiappe, provare a sentire
l'agitazione della mente, provare a calmarla.
Per provare a calmare la mente occorre certo prima vederne l'agitazione, ne devo dedurre che per
te meditare sia questo, ossia vedere l'agitazione della mente e calmarla ?
Allora ti pongo la domanda direttamente cosa è meditare per te ?
Come attui la meditazione ?
Stando seduta, osservando l'agitarsi della mente e cercando di calmarla ?
o altro ?
Tigre:
mmmhhh....fai domande difficili... hummm...
Stavo giusto meditando sul "nulla" mentre trafficavo con le mani....
e moh devo pensare!prima trafficavo con la mente, anche ora sto trafficando. .sì, entrare nello stato
meditativo è accorgersi che la mente ha smesso completamente di trafficare.
Per raggiungere questo stato conosco solo due modi: la seduta meditativa tradizionale (tipica dello
yoga) e la trans yogica dello yoga nidra: unione del conscio al subconscio ma senza perdita di
coscienza come nel sonno.
Cos'è la meditazione per me?
Per me è la sospensione delle funzioni mentali, del trafficare della mente appunto, è la
contemplazione del corpo in stato di assoluta immobilità e delle funzioni fisiche involontarie,
il che implica la consapevolezza di tutte le sensazioni fisiche che sorgono....se sorgono.
L'accettare che sono lì, accettare che non c'è scopo, rimanere e basta, osservare quanto è difficile
non fare niente perchè siamo programmati a fare/pensare sempre,quando parte il movimento
domandarmi chi sono io e rispondermi io non sono questo corpo, io non sono questa mente...chi
sono io? bon. per tradizione pratico vippasana che ha come unico oggetto a cui riportare
l'attenzione il respiro che entra e che esce dalle narici e la localizzazione sul cuore, diciamo, del
testimone/osservatore.
Se la posizione non è perfetta, assolutamente comoda ma senza cedimenti (colonna curva o
inclinata in avanti, ad esempio) o rigidità, non si stabilizza un bel lingam di niente, secondo me e
l'osservare il trafficare della mente non evolve.
L'esperienza è sempre nuova, non si ripete mai uguale, c'è sempre da rettificare, da trafficare col
corpo per mettere in linea i baricentri : fontanella e sacro, centro vitale, (hara), cuore, collo,
cranio (appeso al celo con una corda....)il lavoro non è ripetizione, è sperimentazione, non è
"immediato" (lo dico e lo faccio) ed è difficile...
...ecco perchè penso che sia abbastanza inutile menarsela sulla meditazione.
Solo farlo e basta, magari nel corso dei seminari....
ma farlo con onestà, con umiltà:
che cavolo di meditatore sono se medito appoggiato a un muro con tre cuscini (due sotto le chiappe
e uno sotto le caviglie) se penzolo in avanti e mi ciondola la testa, o peggio se ronfo?
Però in teoria so tutto della meditazione. ...e magari pratico pure quella "integrale" o
"trascendentale" ....non mi fare dire parolacce và!
175
Che ancora ho nella memoria alcuni meditanti con musiche subliminali stravaccati sui divani
che ricevono istruzioni dai mondi sottili.....Ok! anch'io ho ronfato contro un muro a all'accademia,
mentre l'autista parlava....
però so che cos'è quell'altra cosa.
Chiedo scusa per l'arroganza.
....ma, finchè il corpo non acquisisce la posizione "perfetta" dove veramente non c'è più niente da
fare di utile per il corpo, perchè il corpo è veramente in silenzio, immobile, a suo agio e il respiro è
fluido "olio che cola nell'olio" e questo stato viene mantenuto volentieri e senza stress per un po' di
minuti (20-30, non siamo eroi) di che diavolo di meditazione stiamo conversando?
176
CAPITOLO 3
177
III,1 - Paura durante la meditazione
Teatrante:
Succede talvolta che il praticante, durante o dopo la seduta di meditazione, provi paura, panico,
angoscia.
vi può essere una paura generalizzata, una sensazione di inquietudine che nasce dalla sensazione
di estraneità o alterità, nei confronti del corpo o dell'ambiente.
Seiobo:
A me è accaduto dopo forse un anno dopo avere iniziato a meditare -...
Ormai quasi 10 anni fa ...
Per un periodo abbastanza lungo, ogni volta che iniziavo a meditare entravo in un reame dominato
dalla paura.
Una paura ancestrale mi assaliva.
Anche se pienamente cosciente durante alcune meditazioni, della non-esistenza di alcuna presenza
maligna, intorno a me -anzi, solo presenze positive - purtroppo, come chiudevo gli occhi, entravo
nella dimensione della paura.
Alcune volte come chiudevo gli occhi, cosi' li riaprivo. Istantaneamente entravo in meditazione
e......non ce la facevo a reggere quello stato di paura e ri-aprivo gli occhi per ri-uscire.
Poi come mettevo piede fuori dalla cava di meditazione, tutto spariva come un sogno.
Teatrante:
La paura può prendere la forma di demoni o mostri.
Talvolta li si percepisce o si percepiscono i suoni che emettono,.
Altre volte ne avvertiamo la "presenza".
Siamo sicuri che dietro una porta o un albero ci sia quella particolare creatura misteriosa di cui
immaginiamo le fattezze.
Altre volte ancora "sentiamo" che in quell'oggetto o in quella determinata persona alloggia
qualche "entità" malefica.
Seiobo:
Durante quel periodo ho letto in alcuni libri di come altri cercatori avevano passato periodi simili.
E di come molti abbandonavano la meditazione, perche' non riuscivano a superare quel gradino.
Cosi' ho continuato, anche se a volte entravo ed uscivo dalla cava di meditazione dopo qualche
minuto...cercando di non giudicare me stessa ed i miei vani sforzi di non avere paura.
Mi sedevo in meditazione, ricordavo la voce del mio guru che ripeteva il mantra....una voce che
non si puo' scordare...ma che veniva completamente cancellata dalla mia mente quando entravo nel
reame della paura.
A volte ero la paura stessa.....a volte anche se ero cosciente perdevo completamente cognizione di
chi ero, dov'ero e del perche' provavo solo paura.....a volte vedevo un occhio che mi guardava
dentro, un occhio che avevo visto in una citta' deserta e bianca in altre meditazioni.
Teatrante:
Naturalmente ciò esiste solo nella nostra immaginazione, ma quando si comincia ad esperire e/o a
comprendere la non esistenza sostanziale dei fenomeni avviene che il sitema di nozioni e
conoscenze che regola il nostro rapporto con la realtà empirica cominci a vacillare .
nella mente si fa strada la sensazione della infinita possibilità della maniifestazione.
Frasi come "tutto è illusorio" o "tutto è apparenza fenomenica " vengono interpretate dalla mente
178
come : tutto ha la medesima possibilità di esistere ed il demone con tre gambe e le ali, o la
lepre con le corna, assumono la medesima consistenza degli oggetti quotidiani.
Solitamente si tratta di eventi passeggeri ma non per questo sono meno angoscianti e scioccanti.
Seiobo:
per quello che mi riguarda da un giorno all'altro, tutto e' sparito.
Il reame si e' chiuso nello stesso modo in cui si era per qualche motivo dischiuso mesi prima.
Come se non dovessi passare piu' per la palude per arrivare al prossimo paese, ma qualcuno
avesse costruito una strada per arrivarci.
Non e' quello che forse facciamo ogni giorno con la meditazione? Giorno dopo giorno, mattone
dopo mattone, costruiamo la strada per la via di casa ....
Teatrante:
Credo potrebbe essere utile , a questo proposito cercare di descrivere le esperienze soggettive dei
meditanti.
Scimmiotto:
Perchè non cominci a parlare della "tua" esperienza personale?
Teatrante:
mah.....
Credo di poter individuare , in quella che chiamo meditazione, , due fasi diverse.... non sempre
presenti sono entrambe:
la prima la possimao definire di assorbimento.
la seconda forse, di di consapevolezza.
ma consapevolezza non è proprio giusto....
... si tratta di una consapevolezza in cui non vi è la consueta tecnica del pensare.
è una specie di ritmo consapevole.
o di consapevolezza del ritmo...
rta.
Claire:
Chiedo scusa se mi intrometto.
Io seguo gli insegnamenti di Aurobindo.
Ci sono sempre, nei suoi insegnamenti, questi tre aspetti o tappe della sadhana:
un primo passo verso l'immobilità, un secondo passo verso la passività al movimento, un terzo
passo verso l'attività. Questo si riscontra nella meditazione, nella vita, nello studio, nella bhakti,
nell'azione... Qualunque di queste situazioni prendi in esame, l'indicazione di Aurobindo è sempre
quella di ricercare prima di tutto l'immobilità, poi la passività nel movimento, poi l'attività nel
movimento.
Perfino nella realizzazione del Brahman: all'inizio si realizza il Brahman immobile, poi quello
attivo, e si passa per un momento di totale passività nei riguardi del suo movimento.
Riflettevo in questi giorni che fino alle prime due tappe posso arrivarci (se non altro a
comprenderle, se non proprio a starci dentro), mentre la terza la sento difficilissima.....
Teatrante:
Vediamo...
Claire parla, mi pare, di :
-Riposo nell'immobilità
179
-Riposo nel seguire passivamente il movimento
-Riposo nel seguire attivamente il movimento
... questo mi ricorda le fasi che io definisco di riflessione, precedenti alla meditazione vera e
propria.
Proviamo a ricostruire le sensazioni soggettive della , chiamiamola, così seduta tipo ed a dividerle
in fasi anche se in realtà si tratta di una ricostruzione fittizia, mentre medito non mi creo mai il
problema di riconoscere le diverse fasi....:
1) mi siedo e aggiusto la posizione: solitamente ciò consiste nel distendere la schiena in diagonale
avanti, tirando su i muscoli dell'ano per allungare l'osso sacro in basso e distendendo la nuca, per
poi sedersi e allineare la schiena lentamente.
2) Ascolto le tensioni del corpo rilassando mentalmente i muscoli prossimi alle articolazioni.
solitamente cominciando dall'alto ...anche le ossa del cranio le considero articolazioni: rilassando
i muscoli della testa e del volto si allargano scrocchiando leggermente...
3) Se la posizione è corretta si percepiscono le energie che corrono senza impedimenti lungo le tre
nadi della schiena e quelli che chiamo canali del braccio, canali della gamba, canale della cintura,
canale del perineo.
se non percepisco le energie le indirizzo mentalmente nei vari canali urilizzando esercizi di
respirazione e/o mantra e/o visualizzazioni.
4) Comincio a rallentare o a velocizzare mentalmente , a seconda delle situazioni, il flusso delle
energie, fino a quando non sopraggiunge uno stato di leggerezza rilassata, diffusa uniformemente
nel corpo.
Questo stato mi è familiare e non so bene come spiegarlo.
Diciamo che non si percepiscono più le correnti energetiche ma c'è un unico iniseme palpitante.
5)Ascolto il corpo ed attendo che vi sia una sensazione luminosa e di pressione sopra le orecchie e
al centro della testa, sulla fontanella, a quel punto " stacco" l'attenzione agli occhi che vengono
attirati verso l'alto e mi fermo.
6) Fase di assorbimento.
questa è la fase che io definisco di inizio "della meditazione", e che spesso avviene
automaticamente appena mi siedo, senza tutta la fase preliminare, o appena faccio degli esercizi
con la spada o forme di tai chi.
non c'è assolutamente nessun pensiero cosciente.
I pensieri sorgono nelle fasi precedenti, ma sono come scoloriti e messi in secondo piano dalla
percezione delle energie.
E' come sbattere dalla finestra un panno sul quale è rimasta un pò di farina ed osservare la nuvola
bianca che si deposita a terra, all'esterno.
Questa fase di assorbimento è quella che cerco consapevolmente quando sono malato o in debito di
energie.
E' una fase.... piena.
Solitamente , quando mi dedico solo a questa, la meditazione si interrompe da sola...a volte per un
motivo esterno, una luce od un rumore che diventano improvvisamente percepibili.
il risultato evidente della fine di questa fase di assorbimento(quando non vado oltre) è per me,a
volte,una forte erezione, con caratteristiche particolari(una sensazione di pienezza al sacro , ai
reni, alla nuca al centro delle mano che sembrano collegati fisicamente, non metaforicamente al
pene in erezione).
180
7) meditazione:la seconda fase di meditazione è quella che chiamo di consapevolezza.
ma non è, o meglio non potrei descriverlo come processo "pensativo" ordinario.
Ricostruendo-dopo- l'idea è di una piacevole penombra interrotta da qualcosa di luminoso.
ma anche luminoso non è esatto perchè dà l'idea della percezione visiva.
L'impressione è di una luce percepita contemporaneamente da tutti i sensi.
Qualcosa di non definito che sembra assume talvolta la forma di una serie di crisalli ordinati e...
sonori... di luce che vanno a riempire la penombra.
Altre volte di un unico grosso cristallo;
o di un piccolo cristallo.
Cristallo che può dar vita a forme geometriche o antropomorfe.
A volte ci sono suoni particolari.
La fine di questa fase è assai particolare... come un video che ritrae un album fotografico dal quale
il vento strappa le fotografie proiettato alla rovescia.
Tempo fa la sensazione era , qualche volta violenta.
Le immagini, alcune di scene mitiche, altre di paesaggi, altre di persone e scene vissute
quotidianamente arrivavano quasi dolorosamente, insieme a frasi, parole, senza senso, brani
musicali, mantra o pezzi di mantra.
Ultimamente si combinano in un unica figura o immagine e/o suono e la sensazione è di grande
calma e dolcezza.
In tutto questo c'è un momento, un istante di niente assoluto.... non so come altro definirlo...
8) reintegrazione: questa fase riporta con sè la coscienza del corpo e delle energie.
Posso attenzionare con facilità i cakra e le correnti energetiche.
La tranquillità porta ad una maggiore capacità di concentrazione.
Adesso lo faccio raramente, ma tempo fa , ad esempio, se ricostruivo mentalmente l'appartamento
dei miei genitori mi sembrava di poter girare per casa non visto, oppure se mi concentravo su un
oggetto, o un fiore mi pareva di entrarci completamente o se visualizzavo una persona mi pareva
che fosse davanti a me in carne ed ossa.
La fase di reintegrazione si accompagnia ad uno stato fisico di grande benessere,
e ad una specie di piacevole vuoto alla fronte e/o al cuore.
In passato , soprattutto quando le fasi di assorbimento e meditazione avvenivano da sole,
subentrava la paura, un senso di inquietudine, a volte il panico.
Oppure mi pareva , dopo la fine della meditazione, che mi fosse rimasto un qualcosa addosso, che
mi impediva di essere tra virgolette" normale".
Un qualcosa dal quale avevo l'impressione di "dover uscire" per riprendere la vita quotidiana.
Il conflitto tra la volontà di abbandonare questo particolare stato e la senszione che fosse
permanente, creava degli stati di ansia e di angoscia.
soprattutto c'era una fastidiosa sensazione di non fisicità accompagnata alla paura di sciogliersi o
di sprofondare all'interno del mio stesso corpo.
Per uscire da queste sensazioni ,da piccolo, avevo trovato un metodo che , almeno per me, è
efficace:
portavo l'attenzione su qualcosa di molto.....pratico.... per esempio un frutto da mangiare, e a voce
181
alta mi raccontavo le caratteristiche organolettiche del cibo che stavo assaporando o le
funzioni dell'oggetto ch stavo utilizzando.
piano piano rinasceva una spirale ordinata di pensieri.
Claire:
Volevo chiederti una cosa, teatrante: hai ribadito diverse volte l'importanza della posizione seduta
eretta nel modo classico, e questo è ciò che ho fatto per tanti anni; ma adesso, quando si attiva il
muladhara e sospinge fortemente l'energia verso l'alto, non riesco a mantenere questa posizione
perché mi fa troppo male stare seduta in quel modo, e sento anche tutta la zona compressa, non va
bene.
La sensazione è un po' come quando provo a stare seduta sul sellino di una bici da corsa, per
intendersi. Se mi distendo va meglio, ma il problema della compressione si ripresenta dopo, quando
"la testa" del flusso arriva tra le scapole o alla nuca. Vorrei galleggiare nell'aria, senza che
nessuna parte del corpo poggi da qualche parte, ma evidentemente non è possibile!
Teatrante:
I dolori sono causati probabilmente da una cattiva postura.
Tradizionalmente ( le indicazioni sono le medesime nei rami tradizionali cinese , giapponese,
indiano) si parla di alcuni blocchi comuni trai quali le cosiddette porte della vita e della morte del
taoismo.
La prima porta è il foro dell'ossosacro dal quale fuoriesce il filum terminale, la parte conclusiva
del midollo spinale .
Il fatto che Kundalini sia rappresentata come un serpente dipende anche da un evidenza
fenomenica: la salita viene, in alcuni (molti) percepita come il movimento di un nastro o un tubo
dell'ampiezza di un palmo.
Quando si infila nel foro del sacro crea problemi....dolore e disturbi di vario genere.... che sono
dati solitamente dalla contrazione dei muscoli coccigeo-sacrali e dalla "chiusura" degli ischi.
Prima di lavorare su kundalini si dovrebbe sistemare l'osso sacro.
Talvolta lo si fa con la manipolazione (o nel tantrismo anche con la penetrazione), talvolta con il
massaggio dei muscoli sottili del bacino.
Talvolta con particolari posizioni.
Quando il sacro si sistema si avverte uno schiocco, sia nella zona sacrale che nelle ultime lombari.
Una posizione utile per il sacro è Kurmasana.
Per esperienza credo sia meglio assumerla in questa maniera:
Mettiti seduta a gambe larghe con i piedi, il centro delle ginocchia e gli ischi nella stessa direzione,
in diagonale.
Afferra le caviglie tenendo i gomiti all'interno delle ginocchia e sposta il peso da un ischio all'altro.
Gli ischi sono percepiti come palline da golf....
Adesso prova a spingerele lombari in avanti e la testa in alto inspirando e le lombari indietro e la
testa in basso espirando.... ritmicamente, ponendo l'attenzione sui genitali.
Quando avvertirai un pò di calore-energia nella zona sacrale e genitale, metti le mani a terra e
comincia ad indietreggiare leggermente con i glutei mantenendo la schiena distesa ...soprattutto le
182
lombari devi allugarle ...sentirle sempre allungate
Inspirando tira i muscoli dell'ano verso l'alto: ti si abbasserà il sacro.
Espirando rilassa verso il basso cercando di scendere ogni volta di più.
Quando i gomiti sono sotto la linea delle ginocchia...che sono rimaste piegate... infila l braccia
sotto le gambe e cerca, scendendo con la schiena , di andare ad abbracciare i glutei.
Rilassa le ginocchia e respira portando l'attenzione sull'allargamento del bacino durante la
inspirazione.
Quando torni seduta sciogli un pò le gambe ed allargale al massimo cercando di tenere i piedi
perpendicolari al suolo.
distendi il più possibile la schiena in alto.
Inspirando porta i piedi a martello e piega le ginocchia.
Espirando distendi i piedi, schiaccia le ginocchia a terra e "spargi" i genitali a terra.
Dovrai sentire calore e una leggera tensione nella zona inguinale.
Ripeti quante volte puoi, poi
Torna lentamente seduta ed assumi la posizione del bastone, dandasana.
183
III,2 - Tantra?
Talita:
Ma perché, teatrante, quando descrivi degli asana parli sempre di ano, di genitali, fai
continuamente metafore di carattere sessuale....
Sembra quasi che tu parli di Tantra anziché di hatha yoga...
Teatrante
Ma lo Hatha Yoga è tantra!
Il fatto che in occidente , e mi dicono ormai anche in molti luoghi dell'India, si insegni della salubre
ginnastica o dei giochini di rilassamento e li si chiami hatha Yoga, non significa che lo hatha yoga
non sia tecnica operativa tantrica...
L'aspetto sessuale è poco considerato...anche se non sempre per la verità... perché gli occidentali
hanno un'idea ...come dire... particolare? della sessualità.
L'idea che un atto sessuale sia visto come tecnica di meditazione o tecnica operativa per rimuovere
dei blocchi psicofisici sembra inconcepibile.
E c'è da dire che il trasportare certe concezioni e tecniche orientali in occidente ha spesso portato
a fenomeni di perversione sessuale...
Per tornare alla pratica....Il lavoro di controllo dei muscoli dell'ano ,la capacità di aprire e
chiudere a piacimento i muscoli anali ti porterà ad un maggior scioglimento della zona
sacrococcigea.
la consapevolezza dei muscoli sottili del bacino e, nelle donne soprattutto , del pavimento pelvico,
sviluppa forza ed energia...
C'è un metodo efficace per sciogliere i blocchi della zona sacro coccigea , per le donne .... un
particolare tipo di masturbazione.
Esiste un punto, nella vagina , in cui si uniscono, pare , una trentina di nadi.
Stimolandolo e mettendo in movimento il sacro si ha, in genere un impulso simile a a quello che si
prova quando si deve urinare.
se si continua il massaggio (muovendo avanti e indietro le lombari) solitamente si provoca nella
donna un orgasmo diverso dal consueto con l'emissione , anche violenta,di un liquido simile al
liquido prostatico.
Si tratta però di tecnica che molti giudicano inadatta agli occidentali, soprattutto quelli di
estrazione cattolica.
Vedere l'orgasmo come tecnica operativa per sistemare una posizione è giudicato da molti in
maniera negativa.
Claire:
E questa cosa è...una battuta?
Teatrante:
Va beh... meglio gli asana....
meglio gli asana.
per tornare ai dolori nella zona sacrale di Claire... direi
di massaggiare comunque i lati dell'osso sacro.
Se continui a sentire dolore al sacro prova a massaggiare con un panno di seta, la zona che va dal
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perineo alle lombari.
Altri blocchi che impediscono di assumere la corretta posizione seduta sono
quello della zona dell'11 dorsale, che è legata al diaframma toracico, e quella della zona di terza
quarta e quinta dorsale, al centro delle scapole.
pr ciò che riguarda la zona legata al diaframma ....e l'energia non passa di là ....occorre rilassare i
muscoli intercostali ed plesso solare.
Talvolta è sufficiente visualizzare il manipura cakra nella sua vera posizione ...l'ombelico... dico
questo perchè spesso lo si individua nella zona del plesso solare...sulla base di alcuni concezioni
teosofiche, credo.... dicevo basta visualizzare il manipura cakra come un loto a dieci petali nella
zona dell'ombelico per sentir scendere il diaframma e avvertire l'addome (pieno) di energia.
Il blocco forse più complesso è il centro della zona scapolare.
Spesso 3-4-5 dorsale sono schiacciate ed i muscoli corrispondenti sono contratti.
L'arco, la candela, l'aratro, fatti portando l'attenzione sulla posizione delle scapole , possono
essere utili.
Se hai voglia prova a leggere Lo yoga della donna di Gita Ijengar che descive esercizi specifici per
quella zona.
Il dolore a cranio e nuca può riguardare invece sia il naturale restringersi del canale all'altezza
delle cervicali(occorre attivare talu cakra con relativa fuoriscita del nettare, talu-palato molle - è
la "bolla del nettare"), sia la contrattura dei muscoli del cranio, sia la tensione del collo.
Se gli occhi divengono, a volte , rossi, e si avverte pesantezza, si tratta di tensione del collo:
è il sangue che circola velocemente (la tensione muscolare provoca la chiusura dei canali:
immagina un tubo per annaffiare in cui tappi parzialmente l'estremità con il pollice- la quantità
d'acqua che esce sarà la stessa, ma la velocità sarà molto maggiore).
In questo caso occorre interrompere immediatamente la pratica e dedicarsi a qualcosa di
rilassante portando, durante la respirazione, l'attenzione sui piedi (la zona più lontana dalla testa).
Per ciò che riguarda la contrattura dei muscoli del cranio, tieni presente che il cranio è formato da
8, credo siano 8... ossa congiunte da suture frastagliate.
Se i muscoli della testa sono contratti le ossa cozzano l'una con l'altra provocando dolore e
tensione.
di solito si opera con massaggi.
Tieni presente che nella giusta posizione il cranio "scrocchia" dolcemente.
Claire:
Teatrante... ti ringrazio tanto; cercherò di fare qualche esercizio per rilassare i muscoli (ma non mi
pare che siano i muscoli che dolgono!), però c'è il fatto che nel nostro yoga, nello yoga integrale
non si può in nessun modo intervenire in ciò che succede durante la meditazione, bisogna solo
restare il più possibile fermi e con la mente silenziosa. Infatti ripensavo alla mia domanda, quando
ti chiedevo se riesci davvero a controllare le energie... la tua risposta è stata carinissima, mi
piacerebbe provare, ma non posso farlo. Comunque ti ringrazio tantissimo!
Avrei un'altra domanda:Seconda domanda: per come percepisco io, l'energia può risalire o
leggermente spostata sul davanti, oppure proprio sul dietro, nel senso dentro la spina dorsale. Il
primo tipo di ascesa è più veloce, più facile (arriva fino alla calotta della testa) e anche più
gradevole (diciamo così...); il secondo è difficile, si muove molto più lentamente (arriva al massimo
nelle vicinanze del cuore) ed è dolorosissimo.
A qualcuno torna questa distinzione?
185
Teatrante:
A parte l'esistenza di tre diverse nadi all'interno del midollo (fuoco, sole e luna) tieni conto dei
cosiddetti canali psichici.
Sono nadi maggiori che si sensibilizzano con la pratica.
Dal perineo al cuore c'è il canale in cui risale Apana vayu(solitamente indirizzato verso il basso)
dal cuore alla gola e dalla gola alla fontanella c'è il canale(stiamo parlando dei cinque vayu
maggiori) che conduce l'anima fuori dal corpo nel momento della morte tramite Udhana vayu.
jiva nadi invece scorre all'interno di sushumna e non arriva alla fontanella.
passa al centro del cranio ed arriva ad ajna cakra dove si congiungono le tre nadi principali (i due
petali ed il pericarpo simpboleggiano , anche, l'unione delle tre nadi.
da lì discende verso muladhara.
Claire:
Ma quando ridiscende, ridiscende in sushumna? E arriva di nuovo fino al muladhara? E questo
movimento di salire e scendere, si ripete e si alterna?
Teatrante:
L'alternarsi avviene continuamente.
se ci fai caso respirerai talvolta con la narice sinistra (principalmente) e talvolta con la destra.
Prova il tuo potere di concentrazione repirando con una sola narice alla volta volontariamente
senza tappare l'altra con le dita.
Vedrai che si gonfierà un polmone alla volta.
E' anche possibile riempire un polmone, tenerlo pieno e procedere a gonfiare anche l'altro.
poi li si sgonfia uno alla volta.
Se si percepiscono i cakra come energia in movimento siamo sul piano fenomenico.
Diciamo che ogni cakra ha un suo verso e direzione.
I petali, che rappresentano le nadi, sono disposti solitamente in senso orario.
Ma ogni canale ha la sua direzione.
Nel l canale che va dal cuore al braccio sinistro, ed al palmo (dove si manifesta hrit cakra il cakra
degli 8 siddhi maggiori) l'energia scorre dal centro alla periferia, ma c'è anche un canale negativo
che va dalla periferia al centro.
Tieni quindi presente che esisteranno, nel fenomenico, punti di contatto tra l'esterno ed i cakra
(punti di entrata) e punti di contatto tra cakra ed esterno (punti di uscita).
In tutto i punti importanti sono 108, più dodici che non si possono manipolare o percepire per varie
ragioni (non ultimo il fatto che si può provocare il blocco contemporanbeo della circolazione delle
energie e quindi la morte fisica.
diciamo che da ajna cakra kundalishakti ridiscende "da davanti".
Una cosa che non viene presa in considerazione spesso è che i libri sono stati scritti, solitamente,
per maschi.
In un corpo femminile le energie, nella maggior parte dei casi, scorrono al contrario.
Occorrerebbe, talvolta, purificare le energie facendo , mentalmente, un giro alla rovescia.
Esempio: inspirando porto l'energia da ajna cakra al centro delle scapole (passando per la calotta
cranica e la nuca) espirando la si porta dal centro delle scapole al sacro. inspirando la si fa
scendere dal sacro al secondo cakra passando per i genitali, espirando dal secondo cakra ad ajna
cakra.
186
Tigre:
Boh.... io non ho male a stare seduta, anche se ultimamente e per la prima volta in vita mia ho
avuto una lombalgia acuta e un po' di strascico di dolore tra il bacino e l'anca...difatti la posizione
che mi dà ancora un po' fastidio è sul wc.
Per non forzare ho preferito stare seduta nella posizione adamantina (in ginocchio) ma ora per
fortuna posso riprendere la mia solita posizione: io tengo l'alluce sinistro pizzicato nell'incavo del
ginocchio destro e chiudo la forma col piede destro, potrei stare anche nel loto ma per periodi
lunghi è troppo dolorosa come posizione alla mia età
Io a dire la verità non mi faccio tutti questi trip con le energie, piombo subito in uno stato
chiamiamolo contemplativo dove rimango tra le andate e i ritorni sul respiro che entra e che esce.
Claire:
non mi fare morire d'invidia ho sempre lavorato per arrivare a questo stato che dici, e invece mi
succede tutt'altro!
Tigre:
Qualche anno fa ho avuto dei problemi (?) nella zona del secondo chakra, nel senso che a volte si
metteva a vibrare qualcosa dentro e non riuscivo a controllare questo frullare d'ali interno..avevo
proprio la sensazione di qualcosa che doveva aprirsi....
ora, cogliendo qualche suggerimento del teatrante, lavoro un po' sulla testa e oltre la testa con
passaggi nella gola.
Riguardo al cuore io non provo nessuna sensazione dolorosa, ho sempre praticato fin da giovane la
contemplazione dell'ishta devata nel cuore, a volte anche usando la candela per focalizzare
l'attenzione nella prima fase della pratica, una volta pativo di un senso di oppressione sul cuore,
quasi costante, l'ho avuto per anni, ma poi è scomparso, grazie anche a interventi esterni però, in
particolare del mio tirocinio sufi.
Una delle mie tecniche preferite per assestarmi nella posizione seduta e l'ho già detto è
concentrarmi sulle labbra, rilassandole al massino e sul volto, accellera molto l'abbandonare delel
tensioni.
Riguardo al parlare di sè io penso che sia importante confrontarsi su queste cose pratiche, anche
se non siamo educati a farlo, così come, ad esempio, non siamo educati a parlare liberamente della
morte o del sesso.
Farlo in pubblico , anche se in un ambito....protetto..può essere problematico, c'è questa
componente un po' voyeuristica.... ma in un gruppo riservato è accettabile.
Io non sono timida anche se ho imparato a essere più riservata nella mia vita. Mi è servito molto
aver fatto un esperienza cinematografica, stare sotto i riflettori con una cinepresa enorme che ti
filma è molto formativo, ti sgrossa dal disagio di essere guardata....
Claire:
Ho tante immaginazioni nella testa, una di queste è che un giorno riusciremo a parlarci per bene,
di qualunque cosa. Ma a parte il lavoro che ognuno deve fare per sé - te da più aperta a più
riservata, io probabilmente l'inverso - c'è giustamente anche un lavoro d'insieme, ed è vero che
sono ingenua, nel senso che tendo sempre a pensare che tutti quanti siano degni nello stesso modo,
e che tutti quanti (appunto sentendosi degni) siano attenti ad essere rigorosi e puri, per quanto è
nelle possibilità di ciascuno. Invece spesso non è così, neanche per me stessa.
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Teatrante:
Non so se è chiaro quello che volevo dire....
Ci riprovo:
gli asana, che possono essere utilizzati anche per la meditazione ....gli asana fondamentali sono
quattro ,ovvero quelli utilizzati per la mditazione seduta, ma ogni asana è un ente ...o meglio una
sillaba di un linguaggio ...si può meditare in qualsiasi posizione , in fondo...
L'asana di nataraja è il Nataraja.
L' asana della tartaruga (kurmasana) è un avatar di visnu ecc ecc.
Quello che volevo dire è che se esistono problemi fisici che impediscono la quiete significa che la
postura è errata.
Si fanno certe posizioni "prima " della seduta per correggere i problemi fisici.
La pratica meditativa consiste nel sedersi.
sedersi e basta.
Di solito pratico in siddhasana (tallone sinistro sotto il perineo, destro sopra lo stico sinistro in
maniera che il tallone destro sia in linea con il sinistro) qualche volta in padmasana.
Quando medito con qualcuno che non riesce a ad assumere padmasana o ardhapadmasana per non
distrarlo con pensieri sulla correttezza della posizione assumo invece la posizione facile
(swastikasana) o seiza...
A casa uso sedermi su un paio di cuscini arancioni (mi piace l'arancione) o su un cuscino da
meditazione giapponese che mi hanno regalato.
I movimenti e le tecniche respiratorie le pratico solo se qualcuno mi chiede di mostrarglieli o se ho
problemi di salute (raffreddori ecc.)
in definitiva meditazione è sedersi...
senza tecnica, senza conoscenza senza scopo.....
A voltecapita di sprofondare in uno stato meditativo non ricercato sull'autobus, o in macchina.
Non sono penniche ...anche se potrebbe essere data l'età...perchè la testa rimane ben diritta.
Concordo con ciò che dice sulla bocca Tigre.
a volte porto l'attenzione sugli zigomi , cosa che fa rilassare i muscoli che provocano le espressioni.
Hai capito Claire... cosa volevo dire...
La cura della posizione è precedente alla seduta di meditazione.....
Insistere a mantenere una posizione anche se si prova fastidio o dolore, anche se molti lo fanno in
un ottica di resistenza virile al dolore, non mi sembra un buon metodo.
Anzi , secondo me, può essere deleterio.
Non dimentichiamoci che la posizione, secondo patanjali deve essere sukha, che , anche se viene
tradotta con comoda, significa piacevole.
se sedersi è spiacevole o doloroso c'è un errore.
e gli errori vanno risolti.
188
189
III,3 - Dolore e Piacere
Teatrante:
Scrive San Paolo(lettera ai romani VII,8,14): "la legge del pneuma che dichiara guerra alle
concupiscenze incontra l'opposizione da parte della legge nei membri"
la legge del pneuma è la legge naturale.
Il dolore, fisico o psichico, nasce dall'errare.
Parlando di hatha Yoga, ad esempio, si può dire che se la pratica è corretta non c'è dolore.
All'inizio, quando si corregge un errore nella pratica dello Yoga delle energie energie può avvenire
che il dolore aumenti bruscamente.
Ma si tratta di una specie di residuo della pratica scorretta.
Claire:
Non so.... Non sono d'accordo.
per come lo leggo io, San Paolo sta dicendo che la legge del pneuma (= gnosi) entra in contrasto
con la legge dei membri (=corpo) e quindi quando si dichiara guerra alle concupiscenze, il corpo
duole.
Non sono affatto sicura che il dolore fisico nasca sempre da un errore.
Teatrante:
Può darsi.
Ho dei problemi con il Cristianesimo.
Immagino che in parte provenga dalla tradizione greca.
Vedo dei legami, non so quanto plausibili tra Orfeo-Dioniso-Zeus e Gesù - Cristo-Dio Padre...
Riconosco degli aspetti tradizionali...
Mi pare Che san Tommaso, ad esempio parli ad un certo punto dello stato originale.
Uno stato altro da quello quotidiano ....uno stato in cui le energie inferiori (o si può parlare di
prakrti?) sono sottoposte alla ragione (Logos) e la ragione a Dio.
Uno stato edenico in cui vi è assenza di dolore.
Mi pare , Claire, che tu attribuisca al dolore connotazioni positive e che quindi colleghi ciò che per
te è positivo, tipo l'energia che allevia il dolore altrui, al soffrire.
In quest'ottica si produce, secondo me , attaccamento al dolore e paura che la scomparsa del
dolore corrisponda alla perdità di determinate facoltà.
Io non comprendo la via della croce.... il dolore e la sofferenza secondo me sono sempre causati da
errori.
Ciò non significa che si debba dedicare la vita alla ricerca del piacere.
facciamo l'esempio del sesso:
esistono due tipi di godimento
Il piacere che alcuni , come ad esempio mantak chia, definiscono orgasmo della vetta e quello che
viene chiamato orgasmo della valle.
Il primo è acuto ....esplosivo e di durata limitata è eguale ed opposto al dolore.
Hanno entrambi , godimento e dolore,un ritmo simile...con alti e bassi.
Il secondo è piacere diffuso e continuato.
E' assimilabile , per così dire...
allo stato edenico.
190
Claire:
"Come un'aquila o un falco che, dopo aver a lungo volato in questo spazio, diviene esausto e,
ripiegando le ali, si porta nel proprio nido, così stesso il purusa corre verso questo stato dove,
addormentato, non concepisce nessun desiderio e non percepisce nessun sogno."
... vuoi mettere?!
Ho bell'e visto come va a finire, teatrante!
Teatrante:
Citi la Brihadaranyaka upanishad?
vediamo....
[PRIMO ADHYAYA, V°,3]
"Prana, Apana, Vyana, Udana, Samana e Ana sono tutte manifestazioni dello spirito vitale.
L'ente individuato di identifica con questi oggetti: la parola, la mente e lo spirito vitale."
Il corpo è manifestazione, rappresentazione artistica dello psichico, non è un ingombro.
Se vuoi lavorare sulle energie - non è certo indispensabile...ma se si parla di cakra, di prana ecc. si
lavora sulle energie - devi conoscere le vie attraverso cui queste energie circolano.
Devi conoscere come percepirle, indirizzarle, rallentarle, velocizzarle.
Un blocco fisico nello yoga delle energie è la rappresentazione di un blocco psichico.
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III,4 - Lo Specchio Oscuro
Teatrante:
Da qualche giorno sono un po'.... turbato.
Turbato forse non è la parola giusta....
Mi ha scritto mia sorella, e mi sono accorto che provavo difficoltà a collegare il suo nome ad una
immagine, una sensazione, un ricordo.
Non collegavo il nome alla sua faccia, le sue emozioni il suo parlare.
Ma la cosa che più mi ha turbato è che non collego , tuttora,nessuna impressione/emozione al
nome, i tratti fisici, il parlare di mia sorella.
I ricordi che ho dell'infanzia sono decisamente racconti, letteratura.
Non mi danno emozione.
Potrei inventarne di nuovi e raccontarmeli: non ci sarebbe differenza con quelli "reali".
Annaspando trai ricordi in cerca di qualche emozione mi sono imbattuto in un periodo
dell'adolescenza un pò particolare.
Accadeva che improvvisamente mi sentivo "fuori".
Mi sentivo strano, nel senso che il rapporto con la realtà sembrava ..allentato.
Sembrava meno fisico, meno forte di ciò che desideravo.
I muscoli mi sembravano innaturalmente rilassati e la mente era come vuota.
La sensazione di estraneità era così forte che , per riallacciarmi alla realtà cominciavo a contarre i
muscoli a camminare avanti e indietro, a provocarmi tensioni muscolari ed emotive , cominciavo a
sudare freddo ed avevo paura di svenire, mi veniva la nausea e finalmente vomitavo o mi
addormentavo.
La sensazione post vomito la consideravo rigenerante, come un risveglio.
La realtà mi riappariva in tutta quella rassicurante fisicità che temevo di aver perso per sempre.
Volevo emozioni e sensazioni.
Mentre in quello stato per me di alienazione mi sembrava di allontanarmi dalle sensazioni e dalle
emozioni e lottavo con tutte le mie forze per ripiombare in quella che definivo normalità.
Nessuno si accorgeva del mio sentirmi.... male.
Tutti si comportavano con me come se fossi lo stesso Teatrante di sempre e questo, dal punto di
vista del me adolescente , era ancora più inquietante.
Il non provare nessun ricordo emozione al pensiero di mia sorella è un pò la stessa cosa.
E' un pò come guardarsi allo specchio.
O come guardare un video di cui sei protagonista.
Il tizio del video si muove parla, discute, balla ma non riesco aprovare nessuna delle emozioni o
sensazioni che lo portano a parlare discutere, ballare.
Per anni ho parlato della necessità di trovare un centro, di stabilizzare il centro , di percepire il
192
centro.
Adesso mi trovo a pensare che essere centrati significa non avere centro.
Il presuppone che ritengo di essere centrato e contemporaneamente senza centro.
Ieri ho detto a Kundali Watcher che mi devo sbrigare ad insegnargli tutto quello che so.
Non so perchè glielo ho detto.
"Hai paura di morire ?" mi ha chiesto
no.
Ho la sensazione di poter , da un momento all'altro, dimenticare tutto.
Non le parole.
Ma tutto ciò che a quelle parole è legato.
padre, madre, sorella,lavoro, yoga, dandasana, cibo... spesso non c'è nessuna emozione legata a
queste parole.
nessuna "forma".
E' come se la forma avesse altre nomi e questi, che vengono usati fossero posticci.
la parola si sta svuotando.
Non mi sento più in grado di contrarre i muscoli e costringermi a vomitare per tornare normale ,
come a quindici anni.
Non è piacevole.
Non è neppure spiacevole.
Se la notte diviene luminosa non si ha più possibilità di godere della bellezza dell'alba.
Nè di aver paura del buio per cercare conforto tra le braccia della madre.
Da piccolo giocavo con lo specchio.
Era uno specchio grande, al centro dell'armadio della camera dei miei genitori.
La mattina ero solo in casa.
babbo al lavoro, mamma a fare la spesa, sorella a scuola.
Mi mettevo davanti allo specchio e mi osservavo , immobile, fin quando non sapevo più se ero
questo o quello che vedevo riflesso.
C'era un momento di vuoto.
Mi piaceva.
Vedevo la mia immagina rflessa mille volte nella pupilla di un occhio alla volta.
non riuscivo a guardare tutti e due gli occhi contemporaneamente.
Autista:
Il dimenticare tutto.
Alcune volte mi è capitato di ascoltarmi dire che la natura non permette doppioni.
In diversi "gruppi" man mano che qualcuno dei presenti "maturava" una consapevolezza, perdevo
193
tutti gli attributi e le possibilità di quella consapevolezza se precedentemente presente. E'
accaduto con Euclide è accaduto con Il teatrante, è 'accaduto con altri.
Una volta si sapeva scrivere come Euclide oggi non più.
Una volta si conoscevano alcune delle cose che conosce Il Teatrante., una volta c'era la
compassione di Tigre
Che i vari livelli di coscienza, percezione, realtà apparente, siano tutti egualmente apparenti e non
reali in sé, è una esperienza diretta, solo che adesso diviene sempre più "attraente" è come un lento
affiorare verso l'alto e si perdono man mano tutti gli aspetti individuati, quali memoria e ricordo.
A tratti, operando nel mondo, non è facile... un lavoro svolto con concentrazione per ore, viene
improvvisamente e per sempre dimenticato, svanisce come mai esistito. Occorre molta fatica per
riprenderne una vaghezza.
Uno o due paia di anni fa ero ad Instambul per lavoro, poi sono andato sugli altopiani dell'interno.
Sarò stato qualche giorno, non ricordo, ma ricordo che solo alla fine del viaggio ho ricordato che
ero già stato in Turchia, non so più però se una o due volte, sempre per lavoro.
Lo stesso posso dire per Amsterdam e Copenaghen che non riesco a distinguere e ricordare fra
loro, ma dove devo esserci stato almeno una mezza dozzina di volte.
Izanami:
scusate se mi intrometto...
sta accadendo anche a me.. il dimenticare, il non ricordare...
se ne sono accorti anche i miei figli... mi fanno osservazione, mi sgridano... Mi vogliono bene.....
ma la quotidianità ha delle regole...
Ultimamente non riesco a distinguere me dagli altri ...
porte che avevo chiuso per sopravvivenza, ora si riaprono... forse non dovrebbero riaprirsi.. forse è
presto...
oppure è semplicemente degenerazione cerebrale dovute alle leggere ischemie passate?
Oscillo
oscillo fra gioie e lacrime..
fra timore ed accettazione...
fra mente e cuore...
vedo e sento in maniera diversa, inspiegabile a parole...
stendo una mano e.. li/vi/ci trovo... non c'è un dove, un quando, un come, un perché...
sono/siete/siamo qui...
e recito mantra...
mi trovo a sorridere.. che sia il “riso che abbonda sulla bocca degli stolti”?
Ma gli stolti.. i pazzi... chi sono?
Sorrido...
mi giro... accanto ho la coniglietta.. già! In casa ho una coniglietta.. non me ne ricordavo più....
Una caramella per lei...
sorrido.. sento il suo cuoricino eccitato...
saltella....
sorrido...
...lascio scivolare...
tutto....
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Autista:
Escluderei che la perdita della memoria sia una tappa obbligata, è capitato di conoscere o di
leggere di aspiranti con grande memoria.
Eppure che si vadano stemperando e sciogliendo tutti quei nodi che costituiscono l'individualità ha
un senso.
La memoria ossia la ritenzione di ciò che non è [più] è uno degli strumenti più forti per preservare
l'individualità: senza radici è difficile autoaffermarsi come presente.
Teatrante:
Ajati .... asparsa yoga...
Ricordo una discussione in proposito tra te ed Euclide.....
Pare che per gli hare krisna la realizzazione non duale sia paragonabile all'inferno.
Il bhakti ha come unico fine sedersi ai piedi della divinità o essere vicino, sullo stesso piano della
divinità.
Ho idea che si faccia confusione, a volte tra universale e generale.
Ciò che è generale è l'insieme delle individualità.
E' unione.
Ma l'universale non è unione.
Non è la somma delle individualità.
..... manca un passaggio.
Oggi dopo una lezione di hatha yoga mi hanno chiesto, dove avevo imparato tutte quelle cose.
Ho risposto con una battuta.
Non ho risposto.
Non so rispondere.
Da un lato c'è la possibilità di una specie di autocompiacimento nello scoprire tutti i dettagli che
riesco a sviscerare da una posizione, tutte le tecniche che sembrano sgorgare naturalmente appena
mi siedo.
Dall'altro c'è una vaga inquietudine.
Non c'è effettivamente nessuna possibilità che in questa vita qualcuno mi abbia insegnato ad avere
la padronanza dei muscoli sottili del bacino o delle tecniche respiratorie che mi sembra di aver
sempre praticato.
Certo uno può dire "le ho imparate in un vita precedente".
Oppure che certe conoscenze sono frutto di un talento naturale, di una predisposizione, di un dono ,
di una intelligenza superiore....
Baggianate...
Quello che accade è che fermo i pensieri (ed il respiro) per un attimo e faccio un qualcosa che non
so descrivere ma che è come il premere un interruttore.
Nel premere quell'interruttore c'è un qualcosa che si perde.
195
Ho l'impressione che se quell'interruttore rimanesse sempre acceso forse emozioni, sensazioni,
affetti Scomparirebbero.
Completamente.
E' accaduto talvolta, di essere - di credere di essere -sommerso da ricordi di vite che non sono la
mia.
con un intensità spaventosa.
E' accaduto che questi ricordi divenissero presente .
E' accaduto che il reintegrare la coscienza nella realtà del qui ed ora provocasse sforzo doloroso.
C'è una sensazione fisica che si collega sia alla confusione di piani che alla perdita della memoria.
Una sensazione di estraneità che si manifesta come una serie di goccioline di luce che palpitano
nella testa e poi cominciano a diffondersi nel corpo .
Il corpo sembra scomporsi in quelle goccioline.
Se trattengo il fiato mi sembra di sentire il suono delle goccioline.
Come una eco di qualcosa che non ha nome.
Autista:
Non è facile.
Insieme non è difficile quanto la non dualità, si tratta pur sempre di fenomeni e, bene o male, con i
fenomeni percettivi di questo piano si sa come fare.
Il ricordo delle vite passate affiora differentemente, se così vogliamo chiamarle per me fu
scioccante. Scioccante perché non le riconobbi "mie".
Oggi questa consapevolezza le vede per quello che sono, ma per un adolescente non fu facile, ancor
oggi mi stupisce come alcuni intorno intuivano o comprendevano.
Mi vien da ridere... ammiravo attonito Autobiografia di uno Yogi e non avevo gli strumenti per
riconoscere questa vita. Le vite passate sono lì, insieme a quelle future.
Basta volerle cogliere...
196
197
III,5 - la solitudine dell'aspirante
Teatrante:
Compassione....
La compassione per i buddisti è un bodhisattva: avalokitesvara, che altri non sarebbe che le dea
kannon che altri non sarebbe che mahalaksmi.
La compassione è attributo della Dea.
Diciamo che la Dea equivale a prakrti, la sostanza universale , l'insieme delle potenzialità....
La compassione sarebbe insita nella manifestazione.
Giusto?
La manifestazione è individualità.
Dice la Bhagavad gita,XV, 16-18:
"Vi sono nel mondo due purusha, l'uno distruttibile e l'altro indistruttibile: il primo è ripartito tra
tutti gli esseri, l'altro è immutabile.
Ma vi è un altro purusha, il più alto (uttama) che si chiama paramatma e che, signore imperituro,
penetra e sostiene tutti i mondi.
Poichè io sono al di là del distruttibile e dell'indistruttibile sono celebrato nel mondo e nei veda con
il nome di Purushottama."
L'essere " E' ".
Punto.
Dire che "è compassionevole" vuol dire connotarlo con un attributo, una qualità.
Da un certo punto di vista è rassicurante dire che L'essere è compassionevole.
Ma se esamini la faccenda dal punto di vista logico tiaccorgerai che non vi è nessuna possibilità
che l'essere sia compassionevole nei confronti di un singolo individuo in una singola vita.
Perchè non può avere coscienza di quel singolo individuo in quella singola vita, altrimenti non
sarebbe l'Essere.
Tu sei conscia di ogni singola cellula che muore ad ogni istante nel tuo corpo?
Spesso affermare di essere compassionevoli significa mentire.
Essere compassionevoli verso qualcuno presuppone la comprensione del livello coscenziale di
costui .
significa essere consapevoli della quantità di verità che può assumere.
L'essere non può mentire.
"E'".
Il mare è il mare.
L'onda è l'onda, la schiuma dell'onda è la schiuma dell'onda.
La schiuma può forse essere conscia del suo essere schiuma e di essere causata dall'onda.
Ma l'onda , causa della schiuma. esiste a prescindere del formarsi e del morire della schiuma.
L'onda può essere conscia del suo essere causata dal mare, ma il mare, che esista o meno l'onda,
esiste lo stesso.
198
La causa prima esiste a prescindere dalle qualità degli effetti.
Diciamo che Tu sei la prima donna.
Se tu non ci fossi i tuoi figli e figlie non esisterebbero e non esisterebbero neppure i tuoi nipoti
I tuoi nipoti sono un tuo possibile effetto.
Ma tu potresti essere sterile, o potresti uccidere i figli appena nati per mangiarteli, o potresti
partorire tutte femmine o tutti maschi o potresti partorire maschi e femmine sterili.
I tuoi nipoti ed i nipoti dei tuoi nipoti sono causati da te ma tu non hai nessuna possibilità di essere
compassionevole nei loro confronti.
Perchè per te non esistono.
Se tu sei la Madre non potrai essere l'individualità di ciascuno dei tuoi nipoti, e se lo fossi non
saresti la Madre, ma saresti uno dei tuoi nipoti.
Non si può essere contemporaneamente l'uno e i molti, perchè i molti non esistono se c'è la
consapevolezza dell'uno.
E l'Uno può essere percepito/capito come causa, non come consapevolezza .... se esiste la coscienza
dei molti.
Compassione deriva dal latino Cum patior.
Significa PROVARE PIETA' PER QUALCUNO.
Se parliamo di Essere nel senso di isvara ovvero di infinita potenzialità mi pare ovvio che accanto
all'infinita potenziale compassione vi sarà l'onfinita potenziale crudeltà.
Altrimenti non si potrebbe parlare di infinita potenzialità.
o sbaglio?
Tigre:
Non sbagli.....
Izanami:
Ohibò..
Scusate...ma non ho dimestichezza coi significati delle parole...
... Non consideravo il significato di “compassionevole” come “colui che ha pietà di qualcuno”....
Aver pietà di qualcuno spesso lo si intende in maniera dispregiativa... come fosse un difetto...
Spesso le persone negano di essere pietose....
Credevo che essere compassionevole significasse condividere/comprendere una passione , dolorosa
o gioiosa che sia.. “con passione = con amore = con partecipazione”....
Pietà, compassione, comprensione.. non sono forse tutte sfaccettature di “amore”?
Il "distacco" viene successivamente, è vero...
... Perdonate.. sono molto ignorante e le mie scarpe sono buche: vi entrano spesso sassolini, terra e
pioggia.. Allora mi fermo, mi massaggio i piedi, cerco di pulire le scarpe o da sola o con l'aiuto di
"altri"... e se trovo un Ruscello provo, con le mani a coppa, a sorseggiare un po' d'acqua
osservando, se possibile, le gocce scivolare e ad ascoltare il fruscio del vento.....
...
199
Simourgh :
Non sono tanto sicuro che compassione significhi " provare pietà per qualcuno".
Dovrebbe significare "patire insieme", " subire insieme" una condizione, un sentimento..
Essere sulla stessa barca.
In fondo la compassione è ciò che cerchiamo tutti, perchè è come un guardarsi allo specchio.
E' bello.
Finalmente trovi qualcuno che "sente" le cose come le senti tu e viceversa e a volte la sensazione è
così forte che ti sembra di non aver mai veramente vissuto fino a quel momento.
E senti di essere a casa finalmente. Quando ero piccolo mi capitava di avere sensazioni simili a
quelle descritte dal Teatrante , mentre giocavo con i miei cugini a C. accadeva che mi sentissi
all'improvviso incorporeo, come in un sogno, anzi mi sembrava di essere diventato un mio ricordo
sbiadito..una sensazione stranissima, ma non spiacevole.
Crescendo e razionalizzando la cosa ha cominciato ad impaurirmi e non sono stato più in grado di
viverla con tranquillità.
Un'improvvisa paura della morte ha inquinato tutto, più che altro le paure degli altri mi hanno
inquinato..
Queste sensazioni pian piano mi hanno abbandonato.
Ora che pratico Yoga quelle sensazioni sono tornate ma la paura c'è ancora.
Mi rendo conto di quanto la paura condizioni la mia vita, una paura profonda del mio inconscio, di
diventare "matto" di perdere qualsiasi contatto con la realtà e di ritrovarmi chissà dove.
E' come se fossi profondamente attratto dall' abisso, in modo non tanto diverso dall'essere attratto
dalla più bella donna del pianeta parlo di donna ... perché è una sensazione che trovo, come
dire....profondamente sessuale... ma contemporaneamente avessi troppa paura per saltare, o
quanto meno aprire gli occhi e vedere di che si tratta.
Ecco mi sono accampato sull'orlo dell'abisso (magari è solo una buchetta) da anni ma in questo
periodo ho incntrato, conosciuto persone che ritengo speciali per me, in risonanza con quello che
provo, e questo mi da un grande conforto e mi fa credere che siamo molto più uniti e meno soli di
quanto pensiamo.
Autista:
L'abisso piccolo o grande che sia, ricorre come simbolo.
Non necessariamente sempre negativo, occorre vedere cosa sia la vita, quell'accampamento
accanto all'abisso.
Se l'abisso è la follia, il fatto stesso di dedicarsi ad aspetti e indirizzi lontano dal luogo comune è
già follia.
E' vero che i vari movimenti dei figli dei fiori, della new age, etc. hanno reso men desueto lo yoga, e
oggi non c'è palestra che si rispetti che non lo offra insieme al pilates.
.... Oggi lo yoga non è un qualcosa che si possa associare alla follia.
La follia è altro.
Follia è credere che la vita di ciascuno possa essere altro da ciò che è.
Da ciò che siamo, dalla nostra croce, da ciò che l'Altissimo dispone.
L'essere non è solo.
200
Non c'è solitudine nell'Essere.
La solitudine è nell'individualità che man mano si discioglie.
E' questa a sentire e temere la solitudine... il suo morire.
D'altra parte la solitudine non è altro che proprio il sentire la necessità dell'Essere, il bisogno di
completezza che si immagina relata ad altro, mentre non c'è alcun altro se non la nostra eterna e
sempre presente Essenza.
Leggendo i testi di qualche grande maestro, possiamo temere che certi aspetti possano essere una
costante del cammino.
Il cammino non si accompagna necessariamente alla follia. Certi eventi sono veramente rari,
circoscritti...
...e la paura sorge quando non si ha alcuno cui chiedere.
Per questo è importante che ci sia qualcuno cui chiedere.
Altrimenti è quella la solitudine che teme l'aspirante.
201
III,6 - La Dea e il Serpente
Kore:
Scusate...
Vorrei sapere cosa significa Kundalini e come la si percepisce...
Ho sentito dire che deve salire in tre canali che si chiamano Ida,Pingala e sushumna....
Autista:
Shushuma, pingala, ida: troverai mille manuali che ti spiegano cosa sono.
Il fatto che memorizzi questa informazione non ti servirà a molto.
Vai dal tuo istruttore e se ritieni e ritiene che sia importante, fatti dare un indirizzo affinché tu
possa percepirle e praticarle.
Lo stesso vale per i kosha.
I ruoli.
Che ruolo ha il fatto che pensi?
I pensieri? Che ruolo hanno i tuoi sentimenti?
Che ruolo ha la tua gioia, felicità? Ognuno di questi eventi è (viene percepito da) il corpo
corrispondente.
Chakra e kundalini....
il linguaggio di questa linea sapienziale con questi termini indica l'essenza che noi chiamiamo
persona e il suo manifestarsi nelle varie sfere. Kundalini è la natura, l'energia manifestante, i
chakra sono i nodi di percezione di questa manifestazione.
E' come se noi fossimo le corde di una chitarra... kundalini è la corda stessa che vibra, mentre i
chakra sono determinati punti ove la nota viene udita diversa.
Poi le singole descrizioni cambieranno secondo la via e l'istruttore che ti porterà la sua
testimonianza.
Vedi.... certi termini hanno un reale valore solo quando li inizi a sperimentare, sino ad allora sono
più un impedimento.
Tu puoi leggere mille libri sul pranayama e vagamente capirai qualcosa perché il respiro lo
pratichi... le varie nadi le pratichi pure ma non ne sei cosciente.
Esse sono un'esperienza possibile, ma sino a che non la fai, rimane solo una credenza con cui far
giocare il corpo mentale.
Lo yoga è integrale, coinvolge tutti i corpi che citi... iniziali ad allenare con un istruttore e vedrai
che col tempo, se per te è rilevante diverranno tue parti che potrai percepire.
Kore:
Scusa, autista, ma non credo di aver capito cosa volevi dirmi....
Marinaio:
Dirò la mia:....
L'energia Kundalini è rappresentata da un serpente, e si dice che sia arrotolato per tre giri e mezzo
alla base della colonna vertebrale(Muladhara).
202
Attraverso le pratiche di purificazione e sulla base .... del corretto agire, col tempo tende a risalire
lungo il Sushumna e a riattivare i vari Chakras, ma è una cosa che avviene in modo graduale e
secondo i tempi che sono diversi per ognuno (le cose non sono standard).
La risalita totale verso il Sahasara (cranio) coincide con la guarigione spirituale dell'essere, come
rappresentato dal simbolo del Cadduceo, in mostra nelle farmacie un tempo.
Il Cadduceo, simbolo dell'antica medicina e appunto della guarigione fisica e spirituale (tutte le
cose sono collegate) è rimasto ancora in uso in qualche insegna, anche se non se ne conosce il vero
significato, e simboleggia la risalita dell'energia Kundalini lungo la colonna vertebrale, come
condizione unica per realizzare la guarigione, infatti per gli antichi conoscitori, la malattia era
solo una, la malattia spirituale e da essa erano generate tutte le manifestazioni di malattia fisica.
Perciò stai tranquilla, kore, che nel caso dovesse malauguratamente risalire improvvisamente, non
saresti qui a raccontarlo, infatti la sua forza è tale da avere l'effetto che si ha quando si è colpiti da
un fulmine.
Gli apparati fisici ed eterici di un essere non preparato non sono in grado di sopportare niente di
simile. ....
Teatrante:
Io concordo con ciò che ha detto l'autista.
Ma se vuoi, Kore, ti leggo una specie di bignami di kundalini, che si era scritto tempo fa ...
Kore:
Mi faresti un grande favore....
Teatrante:
L'uomo è fornito di un asse centrale (Merudanda) che è la spina dorsale.
Alla base (Mulhadhara 1° Chakra, perineo) risiede Brahmacon la sua Shakti.
Diciamo che il corpo è un palazzo con sei stanze. la prima stanza è Mulhadara.
Viene rappresentato con un fiore di loto a 4 petali di colore giallo ed un quadrato giallo dal quale
fuoriescono 8 lance,ovvero le 8 direzioni dello spazio.Nel quadrato è inscritto un triangolo
rovesciato,simbolo della Shakti,energia femminile.
Nel Muladhara risiede Brahma,”Il Creatore del Tempo”.
Brahma e la sua Shakti,una volta "Acceso il desiderio" ....fanno l'amore,dopo l'orgasmo si
addormentano ma immediatamente dopo si risvegliano sotto forma di VIShnu e Rakini, e sono
"saliti di un piano,la loro stanza è il secondo Chakra che Viene rappresentato come un fiore di loto
a 6 petali di colore bianco e con una mezzaluna, simbolo dell’Acqua.
L'energia prodotta dall'orgasmo di Brahama con Dakini accende il loro desiderio,fanno l'amore e
si ripete il meccanismo precedente: si ritrovano al piano superiore il Terzo Chakra:
Adesso il Dio si personifica con RUDRA:
Manipura(terzo chakra) significa “città della gemma”.
Rudra,cosparso dalla cenere di ciò che il fuoco divora.
203
Accanto a lui c’è Lakini di colore violaceo (o Turchino),che tiene tra le mani una spada e un
fulmine.
Al centro di Manipura è disegnato un triangolo rovesciato con croci uncinate ai vertici.
Manipura è il chakra del Fuoco.
Rudra e Lakini fanno l'amore e dopo l'orgasmo si ritrovano al 4° piano(Anahata Chakra) sotto
forma di ISHA e KAKINI.
Il colore di questo chakra rappresenta il fumo che avvolge l’ ATMA dell’essere vivente prima che
abbia realizzata la “conoscenza”.
Il simbolo di Anahata Chakra è la stella esagonale o “sigillo di Salomone”.
Anahata è in relazione con tutto ciò che nella realtà fisica è il movimento.
Dio appare sotto forma di Isha che significa, letteralmente “ il Signore
Stessa storia,dopo l'amplesso e dopo il breve sonno guarda....E' IMPORTANTE QUESTA STORIA
DEL SONNO: QUANDO KUNDALINI RISVEGLIA UN CHAKRA LO RAFFREDDA
IMMEDIATAMENTE PASSANDO L'ENERGIA AD UN LIVELLO SUPERIORE.....
La divinità si ritrova al 5° piano (VISHUDDA) sotto forma di SADASHIVA.
Sahashiva è androgino, d’oro e d’ argento, rappresentato in groppa ad un animale per metà toro e
per metà leone.
La sua Shakti è Shakini, bianca e fredda.
Vishudda è considerato una “regione lunare”......
Sadhashiva e SHAKINI fanno l'amore e dopo l'orgasmo il dio si ritrova al 6° piano della casa,
AJNA CHAKRA:
Ajna Chakra è in relazione col Cervelletto,col midollo spinale e con un non meglio definito
“Organo Interno”:il “Terzo Occhio” o “Occhio di Shiva” o "Urna".
L’apertura del terzo occhio simboleggia per alcuni... l’illuminazione, che in questo caso si potrebbe
definire come “la comprensione improvvisa e completa delle leggi fondamentali dell’Universo e la
visione delle proprie vite passate e future per Conoscenza Diretta"....
Nel sesto Chakra risiede Shiva,dio dello Danza.
Shiva è il Mahayogin, o Yogisvara,cioè il “Signore dello Yoga”,e danza all’interno di un cerchio di
fuoco per ricreare e trasformare incessantemente ogni cosa.
La danza cosmica di Shiva è l’energia di trasformazione comune a tutte le componenti
dell’Universo: dalle galassie alle più minuscole particelle della materia.
”Niente si crea,niente si distrugge,tutto si trasforma”. .....
Ajna Chakra letteralmente significa “Centro di Comando”e la sua “apertura”, secondo alcuni ,è
accompagnata dal manifestarsi delle “Siddhi” o poteri psichici che in realtà rivestono
un’importanza relativa nella pratica dello Yoga:sono considerati “effetti collaterali”....
204
L’attivazione del sesto Chakra prelude all’apertura del Sahasrara Chakra o loto dai mille
petali.
L'orgasmo di Shiva e Kali sarà così esplosivo che il soffitto dell'ultima stanza si scoperchierà......
Kore:
Scusa Teatrante.. ma tu, personalmente hai sperimentato il risveglio della kundalini? e se si, puoi
descriverci l'esperienza?
Teatrante:
....La natura distende per ogni dove la sua immensa rete alle cui maglie nessuno sfugge.
La natura produce e distrugge:
è la legge eterna e necessaria della via che la regge.
Lo spazio infinito è colmo ovunque di semi e di germi che hanno molteplici e diversi modi di
evoluzione.
la natura non ha per suo fine precipuo il beneficio e tuttavia è benefica.
Anche i fulmini e gli uragani non sono inutili.
la natura appare spesso parziale ma in realtà è sovranamente giusta......
Govinda:
Per togliere il teatrante dall'imbarazzo, contribuirò alla discussione con quella che è la visione del
TANTRA riguardo alla Kundalini.
Abbiate pazienza parto da lontano ma credo che così si possa veramente comprendere TANTO...
TANTO anche sulla KUNDALINI.
Tutto è BRAHMA...
BRAHMA è composto da due aspetti SHIVA (Coscienza) e SHAKTI (ed energia), sono come due
lati dello steso foglio.
Non è possibile pensare l'uno senza l'altro ... dove c'è coscienza c'è energia... dove c'è energia c'è
coscienza....
Questi due aspetti COSCIENZA (SHIVA) ed ENERGIA (SHAKTI) sono anche chiamati
COSCIENZA --> PURUSA
ENERGIA --> PRAKRTI
Tutto è BRAHAMA composto di SHIVA e SHAKTI
Tutto è UNO composto di COSCIENZA ed ENERGIA.L'ENERGIA è vista come l'insieme di tre
forze o aspetti (GUNA),
la forza SENZIENTE (SATTVA)
la forza MUTATIVA o DINAMICA (RAJAS)
la forza STATICA (TAMAS)
Ora BRAHMA può trovarsi in due condizioni:
1) L'ENERGIA sempre in relazione con la COSCIENZA, è in perfetto EQUILIBRIO. Le tre forze si
compensano perfettamente.
2) L'ENERGIA ha uno squilibrio.
Se entriamo in una dimensione temporale e vediamo l'evoluzione dell'Universo possiamo dire che
all'inizio l'ENERGIA era in uno stato di perfetto equilbrio, la COSCIENZA era quindi non
205
influenzata, non toccata... PURA...
Quando c'è queta condizione allora BRAHAM è chiamato NIRGUNA BRAHAM.
NIRGUNA significa senza GUNA, senza l'influenza di queste tre forze od energie.
NIRGUNA BRAHAM è COSCIENZA PURA (dove l'ENERGIA non ha nessun dominio sulla
COSCIENZA), uno stato di PACE ASSOLUTA, al di là di ogni manifestazione.
Dal punto di vista temporale nell'evoluzione dell'Universo possiamo pensare alla condizione
precedente al BIG BANG... dove si parla in fisica di stati di vuoto, dove poi per effetto quantico si
sarebbe cominciata a generare la materia.
Ora nel momento in cui l'equilibrio viene perso tra queste tre forze una comincia a dominare sulle
altre, in particolare è la forza SENZIENTE che prende il dominio, che è un po' più delle altre due.
Questo squilibrio fa sì che la COSCIENZA non sia più PURA, in uno stato ASSOLUTO, ma
cominci a essere influenzata dall'ENERGIA.
Ecco allora che si crea nella COSCIENZA una prima "manifestazione", parte della COSCIENZA,
quella dominata dall'ENERGIA si trasforma in MENTE.
In particolare nel SENSO dell'ESISTENZA, si crea cioè un SENSO DELL'ESISTENZA nella
COSCIENZA COSMICA.
La COSCIENZA COSMICA sa che "IO ESISTO".
Questo aspetto della MENTE nel TANTRA è noto come MAHAT.
L'ENERGIA che ha perso il suo equilibrio comincia a dominare maggiormente, non è più la forza
SENZIENTE ad essere prediminante sulle altre ma quella MUTATIVA.
Ecco che parte della mente in cui era presente soltanto il SENSO DELL'ESISTENZA si trasforma e
acquisisce il SENSO DELL'AZIONE (AHAM). La MENTE COSMICA non solo sente di esistere ma
diventa capace di POTERE, di poter fare, agire.
Si passa alla fase in cui domina la forza STATICA e parte del SENSO DI AZIONE della MENTE
COSMICA si trasforma in RISULTATO. Che significa? Significa che la mente ha acquisito un
SENSO DELL'ESISTENZA, o SENSO DELL'IO, e poi un SENSO DELL'AZIONE, un senso di di
potersi esprimere facendo, creando, pensando.
Il pensiero prodotto è il RISULTATO della sua azione, del suo POTERE.
Questa fase può essere compresa meglio se pensiamo un attimo a noi stessi. Come individui
abbiamo un senso dell'esistenza, sentiamo che esistiamo e anche che possiamo fare, fare qualcosa.
Ora se chiudiamo gli occhi e cominciamo ad immaginare internamente, a pensare internamente,
una rosa?, ad esempio una rosa, ecco che appare in noi una rosa.
Una rosa viene creata nella nostra mente.
Ho una coscienza, sento di esistere, penso ad una rosa... e la rosa prende forma nella mia mente.
Dal punto di vista COSMICO... ciò che la MENTE COSMICA crea, cioè pensa, è il FATTORE
ETEREO.
Questo fattore ETEREO è difficile da comprendere, è un fattore molto sottile, quasi "impalpabile".
Può essere considerato in FISICA a forme di aspetti energetici in cui la materia ancora non esiste,
a campi di onde quantistici...
campi comunque VIBRAZIONALI, in questo senso "ACUSTICI".
L'energia continua ad esercitare sempre più una maggiore influenza sulla COSCIENZA (ricordati
che COSCIENZA ed ENERGIA sono due aspetti dell'UNO). E così parte del FATTORE ETEREO
viene trasformato in FATTORE AEREO.
Possiamo immaginare questo fattore aereo coma la fase nel BIG BANG in cui c'era un condensato
di ENERGIA senza ancora aspetti di materia.
E poi l'ENERGIA continua ad esercitare un'INFLUENZA sempre maggiore e si viene a creare il
206
FATTORE LUMINOSO.
Questo stato possiamo paragonarlo alla presenza di aspetti quali FOTONI, energia LUMINOSA.
E l'ENERGIA continua ad esercitare la sua INFLUENZA che aumenta e si viene a creare il
FATTORE LIQUIDO.
Questo stato possiamo vederlo come una fase intermedia tra la formazione di MASSA e il fotone
(che è ben noto non avere massa)
E l'ENERGIA continua ad esercitare la sua INFLUENZA e si viene a creare l'ultimo FATTORE
SOLIDO.
Questo stato significa che si sono venuti a formare ELETTRONI, PROTONI, e NEUTRONI.
L'energia continua a esercitare un dominio maggiore sulla COSCIENZA ed ecco che si forma
l'idrogeno e via via gli altri elementi.
E' noto che nel BIG BANG fosse presente un concentrato di massa che è come esplosa ... andando a
scagliare la materia nello spazio vuoto. Questi agglomerati di materia incandescente si sono poi
nel tempo cominciati a raffreddare.... si sono venute a formare le galassie, con i differenti sistemi
solari e i pianeti con i loro satelliti.
Ma qui ancora la vita non è cominciata...
Riassumendo possiamo dire che da uno stato di PACE ASSOLUTA dove la COSCIENZA regnava
PURA e l'ENERGIA in perfetto equilibrio, si è cominciato ad un certo punto a creare la MENTE
COSCMICA, con un SENSO dell'ESISTENZA, un senso dell'AZIONE, e quindi si è cominciata a
manifestare la CREAZIONE come un SUO pensiero, come il risultato del pensiero COSMICO.
Questa creazione è stata soggetta ad un dominio sempre maggiore dell'ENERGIA sulla
COSCIENZA e si sono venuti a creare in ordine i cinque fattori fondamentali:
FATTORE ETEREO
FATTORE AEREO
FATTORE LUMINOSO
FATTORE LIQUIDO
FATTORE SOLIDO. ........
207
III,7 - Il Potere del Serpente
Ciclope:
Di solito preferisco tacere.
tacere ed ascoltare.....
Ma oggi vorrei raccontarvi che mi è accaduto qualche sera fa...
durante la mia pratica quotidiana, sono stato sorpreso da un fenomeno psico-fisico del tutto
inaspettato, che mi ha fatto pensare subito al ‘risveglio’ della "Serpentessa"
Iniziata la seduta con scarso entusiasmo, a cause di soventi distrazioni, verso la fine della stessa,
decisomi a focalizzare la mia attenzione solamente sulla corretta esecuzione delle pratiche, mi
meravigliai (le mie aspettative erano quel giorno assai modeste!) della estrema facilità, naturalezza
e armonia della riuscita del bandha-traya in apnea vuota o sospensione del respiro (che riservo
all’ultima parte della seduta): riuscivo con molta spontaneità ed immediatezza a mantenere una
sorta di contrazione unificata dall’ano alla gola, come se fossero ‘collegati’ ed un solo fascio
muscolare;
Al settimo ciclo di bandha-traya cominciai ad avvertire un calore dietro la nuca;
Conclusi con un ottavo ciclo di bandha-traya e poi mi posi in savasana, per il rilassamento finale:
Il calore alla nuca aumentò ed iniziò a salire un po’ più in alto, in corrispondenza
dell’articolazione dell’atlante;
la respirazione si fece talmente ‘sottile’ da rendersi impercettibile, era come se il mio corpo non
‘reclamasse’ più la respirazione, era come se non avessi più necessità di respirare; mi ritorvai
come immobilizzato e con l’intero corpo, in particolare gli arti, pervaso da insensibilità ed
anestesia,
da un senso di estrema leggerezza ed espansione, e da una sensazione di frescura che procedeva
dalle estremità degli arti;
mentre il corpo godeva di questa ‘quiescenza’, la coscienza era quanto mai ‘vigile’, l’attenzione
acuita, la concentrazione realizzata senza nessuno sforzo, quindi involontaria, spontanea, e dunque
nessun pensiero involontario, ricordo, fantasia… disturbava più la mia consapevolezza.
Tuttavia, la sensazione di calore alla nuca e l’anestesia corporea mi fecero, in via cautelativa,
desistere dal protrarre ulteriormente la pratica, anche perché l’insorgenza dei fenomeni descritti
aveva assunto la sembianza di una ‘reazione a catena’, che mi allarmò circa le possibili e ignote
derive che mi avrebbe potuto risevare. Interpellato telefonicamente, un conoscente neurologo mi
tranquillizzò, attribuendo tale ‘sintomatologia’ all’effetto di allineamento di determinate arterie,
allo stiramento di certi gangli simpatici, alla compressioni dei seni carotidei, alla stimolazione
della sostanza reticolare del bulbo encefalico, e altro che francamente non ricordo .
In termini yoghici, cosa mi è accaduto?
Ho srotolata la Serpentessa?
E, se sì, in che modo?
Correttamente (col sistema delle nadi ‘purificato’) o prematuramente
(visto che il calore alla nuca mi farebbe pensare che l’energia serpentiforme abbia incontrato una
‘resistenza’ in quel punto)?
208
Teatrante:
A parte quello che si legge sui libri,mi hanno detto che ci sono vari"sintomi" per così dire diversi
da persona a persona...
Ti volevo chiedere, per esempio :
1)se dopo l'esperienza sei stato colto da brividi e tremori.
2) Se hai avuto la percezione ,piacevole di pienezza e buon funzionamento del fegato.
3) Se nelle notti precedenti ... e soprattutto in quelle successive...hai fatti sogni molto
intensi,difficilmente distinguibili dalla realtà,ma nei quali rimanevi ben conscio della tua
condizione di sognante.
4)Se hai provato anche dopo la sensazione di allungamento delle cervicali (a volte scrocchiano
senza motivo apparente)
5) Se hai avuto sensazioni strane riguardo alla tua voce,come se te la sentissi "spostata" ,per
esempio come se ti partisse da un punto più in alto della testa e fosse più morbida e calda ,come
tono,del solito.
6) Se dopo hai provato la sensazione di poter camminare o correre per lunghe distanze senza
provare la minima fatica
7) Se hai notato un qualcosa di diverso negli organi sessuali per esempio erezioni immotivate e
molto duraturature ma senza la sensazione di rigidità anche dolorosa che può avvertire chi soffre
di priapismo....
la sensazione stravagante che il pene sia rigido e morbido nello stesso tempo.
A volte ci sono anche delle polluzioni improvvise e immotivate, ma con un connotato non
"esplosivo".
...Se così fosse dovresti controllare l'emissione bagnando per esempio con acqua fredda i testicoli,il
ventre e la nuca. Controlla in tal caso se l'emissione è solo di liquido prostatico,trasparente,o
anche di sperma...bianco latte ..o a volte, raramente....se si è in fase di purificazione, decisamente
scuro.....
Sensazione di pienezza,ma non di dolore delle ghiandole linfatiche.
9)La sensazione che gli occhi siano molto aperti,addirittura incapaci di chiudersi.
10) Passando le mani ad una distanza di 5-6 cm di distanza dal punto in mezzo alla fronte senti un
sensazione di calore e/o di elettricità o comunque riesci ad avvertire ad occhi chiusi la presenza
delle mani davanti alla fronte.
11) L'improvvisa capacità di controllare perfettamente la defecazione.
Nel senso di percepire nettamente il movimento dei 5 muscoli dell'ano.
12) A volte si può riscontrare il rilassamento totale delle mani e dei piedi ....accade che crescano
anche un paio di numeri di scarpe...
13) Una secie di suono di sottofondo nelle orecchie,come se percepissi il rumore dell'organismo,
uin ronzio ciclico come un macchinario, anzi un meccanismo che inverte periodicamente la
direzione del movimento.... ......oppure come un trillo od un suono di campanelli...o ancora...come
lo scorrere di un fiume sotterraneo....
209
Ciclope:
Grazie per la precisione , quasi tassonomica, della tua risposta, teatrante,
Leggendo Satyananda mi sono reso conto che, come tu sostieni, i ‘sintomi’ sono quanto mai
soggettivi…
tanto da ritenere appropriato parlare di vera e propria idiosincrasia.
Lo Swami, infatti, squaderna una tale gamma di segni rivelatori - dall’anoressia alla bulimia, dalla
despressione a sindromi allucinatorie di sapore schizofrenico, da premonizioni a psicotelecinesi,
dall’insonnia all’emicrania, dall’astenia all’erotomania, dal calore al dolore, dalla creatività
artistica all’iperideazione, etc. - tale da esserne disorientati.
Ma non credo abbia tutti i torti, in quanto, come direbbe Hegel, la verità non è mai semplice e ogni
semplificazione allontana dal vero.
E poi si sa, la nettezza è propria solo delle scienze esatte, dalle quali, se escludiamo la matematica
e l’etica, come ci insegna Locke, ci rimane ben poco!
Dall’idea che me ne sono fatto, ho l’impressione che il risveglio in oggetto possa essere concepito
...perdonami l’ennesimo schematismo!... Come una specie di ‘cassa di risonanza’:
un processo di amplificazione, di esaltazione dei vissuti presenti nel praticante (a livello conscio,
preconscio o inconscio) e di attualizzazione delle loro potenzialità residue; da qui la soggettività
del fenomeno kundalini.
Un breve esempio freudiano: se la mia psiche non ha ancora slatentizzato un conflitto inconscio, il
risveglio dell’Arrotolata porterà quel conflitto all’esplosione o all’implosione;
Cioè dalla sua energia scoccherà la fiamma che andrà ad incendiare la polveriera del mio
turbolento inconscio; ma se, al contrario, al posto di un conflitto inconscio, l’Arrotolata incontra
lungo la sua ascesa, doti e talento artistico, o spiccate potenzialità cognitive, allora la scaturigine
sarà ben altra, portandomi a creazioni sublimi, nel campo dell’arte, della scienza o della filosofia.
Da quest’ipotesi ne conseguirebbe che ogni caso di risveglio è un caso a sé, da valutarsi col metro
di una anamnesi che non può che essere individualizzata.
Fin qui la mia personale opinione.
Venendo a quanto mi chiedi, solo alcune delle ‘spie’, da te enumerate, si sono, in me, palesate:
Beh, innanzittutto, quel calore bruciante alla nuca (di cui ho avuto prova oggettiva facendolo
verificare tattilmente dalla mia compagna) mi ha lasciato, nei giorni successivi, quella tipica
impressione epidermica che si ha come postumo di una scottatura; durante il resto della serata ero
alquanto agitato, eccitato, al contempo intimorito ed euforico;
un’eccitazione che non era solo agitazione emotiva ma anche incremento delle facoltà espressive e
verbali: riuscivo a parlare e a leggere ad una velocità superiore al mio ritmo di sempre (anche
questo verificato dalla mia compagna); vittima di quest’eccitazione temevo, in tale condizione, di
non riuscire a prendere sonno; la cosa strana è che, appena spensi la luce, il sonno mi rapì in
modo fulmineo, come mai prima mi era capitato.
Durante l’evento, ti confermo l’improvvisa apertura degli occhi: mi ritrovai con gli occhi sbarrati e
incapace a chiuderli; sensazione che si associava ad una bellissima impressione di ‘risveglio’ di
210
tutto il corpo: a ridestarmi fu un’ondata di calore misto ad espansione delle membra; un
qualcosa che, se dovessi usare una metafora (forse un po’ condizionato da letture tradizionali)
definirei uno ‘sbocciare’.
Confermo anche il ‘rumore di sottofondo’ presente nell’interno dell’orecchio, come tu descrivi;
Riguardo poi la sfera sessuale, anzi genitale: il liquido seminale è diventato più fluido e ‘mobile’
...non che sia un masturbatore incallito, è solo che pratico il coito interretto con la mia ragazza e
quindi ho modo di osservarlo....
Altri risultati e riscontri: sono capace di un maggior apprezzamento sia estetico che dei piaceri più
umili e semplici ... un piatto di pasta, la vista di un bambino che gioca, un film, una chiaccherata
con un amico..... di maggior empatia, comprensione, immedesimazione e giustificazione del caso
altrui .... mentre prima ero del tutto impietoso verso imprenditori, capitalisti, speculatori… essendo
io di tendenze anarchiche e marxiste-leniniste, ora riesco a concepire come anche questi individui
possano soffrire come gli operai che sfruttano;
oppure non osservo più con disprezzo, odio e cinismo le varie veline e politicanti , ma riesco a
trarre piacevolezza dalla loro visione.....
L’aggressività è molto diminuita ...non sogno più di prendere a bastonate certa gente..., subisco
meno i condizionamenti sociali, sono diventato un po’ più ‘frontalizzato’ ....come si usava in gergo
psichiatrico in epoca pre-basagliana... e un po’ meno sociopatico ...come un po’ tutti gli
antigregari e le pecore nere...;
infine mi è più facile ‘perdermi’ negli occhi di qualcuno/a, ossia ritrovarmi immerso nel suo
sguardo, mentre quello/a parla, con una coscienza detersa, priva di di qualsiasi ‘copione’-guida al
rapporto duale, lasciandomi permeare, passivo e indifeso, abbandonato a lui/lei (soggettivazione
alla Levinas?), o semplicemente lasciarmi assorbire dalla visione di qualsiasi altra cosa,
percependola meramente, o rimanere in ascolto di qualsiasi suono o rumore raggiunga le mie
orecchie, semplicemente percependoli, senza analizzarli e attribuire ad essi un’identità,
un’attributo impostole per cultura, mantenendomi in una disposizione d’animo di ‘attesa e
captazione-ricezione del prossimo suono-rumore’ (contemplazione? Sintonizzazione su onde
cerebrali alfa?).
Non ho invece notato grandi cambiamenti circa la percezione della temporalità....
Che qualche granthi psichico, qualche ‘nodo’ irrisolto della mia personalità, si sia ‘allentato’?
Sisifo:
Nel 1988 iniziai ad imparare e praticare le tecniche taoiste di ritenzione del seme.
Le ho praticate regolarmente fino al 2002.
Durante questo periodo ci sono state due esperienze, intense ma negative, di forte risveglio
energetico.
La prima risale al maggio 1991, e la ricordo come se fosse ieri.
Durante un'intera notte mi trovai in uno stato inimmaginabile di attivazione sessuale.
Non era semplice eccitazione, ma una forza abissale, tenebrosa, elementare, distruttiva.
La mente era invasa da fantasie sessuali estreme, e il corpo era attraversato da un flusso di
energia.
Era come se le esperienze di un livello profondo, transpersonale, irrompessero nella mia mente,
portando sensazioni devastanti.
211
Nei tre giorni successivi mi ammalai, e nei sei mesi che seguirono fui ossessionato dal sesso e mi
trovai in uno stato di continua ipereccitazione.
Nel 2002 ebbi un'altra esperienza di risveglio energetico, che mi impedì di dormire per diverse
notti di seguito.
Una notte la trascorsi sdraiato in savasana, immerso in un'estasi orrenda e attraversato da un
flusso di energia che io muovevo lungo l'orbita microcosmica, alla maniera dei taoisti.
Era estate, ma provavo brividi di freddo e un'angoscia mortale accompagnata da un intenso
desiderio di morte. Alla fine mi dovetti ricoverare per più settimane in ospedale.
Da allora ho lasciato completamente perdere ogni pratica esoterica, e la mia estrema diffidenza e
prudenza nasce da queste esperienze abortive....
teatrante:
Nelle scuole in cui si praticano le tecniche di attivazione di Kundalini, mi pare che si dica che
quando l'energia sale lungo il canale chiamato IDA anzichè lungo sushumna si ha sviluppo di
energia fredda con sensazioni di morte,scarsa vitalità,brividi,malinconia,depressione.
Se esaminiamo il corpo fisico come fosse un involucro in cui scorrono le energie....può anche
dipendere da un errato allineamente delle ultime lombari e/ o dell'11 dorsale,e o di 6-7 cervicale
con 1-2 dorsale.
Hai fatto bene(credo) a smettere, ma comunque, se fossi in te proverei a controllare l'allineamento
posturale davanti allo specchio:
in pratica ci deve essere una linea che dal naso passa in mezzo al torace ,al centro dell'ombelico e
al ventro degli organi sessuali.
Le clavicole devono essere allineate secondo un piano parallelo al pavimento.
Le braccia(se sposti un pò il peso sull'avampiede) se rilassate dondolano davanti ai genitali.
Guarda inoltre sotto lo sterno se c'è qualcosa di molto visibile che batte seguendo il ritmo cardiaco
: se è così hai il plesso solare contratto (è più difficile sentirlo in persone molto addentro alla
pratica come te che nei principianti).
Prova a spingere un dito sul plesso solare se si "infila" senza incontrare resistenza e senza causare
dolore,il diaframma è rilassato la zona .... deve essere "Passiva".
Ripetendo la stessa operazione nella zona, diciamo , del II° chakra...sotto l'ombelico il dito deve
dare l'idea di rimbalzare (la zona deve essere attiva,elastica)......
Sisifo:
L'allineamento posturale mi sembra buono, guardami!
Non credo di avere problemi fisici, ma problemi mentali.
.... Sono una persona contorta, e per una persona contorta risvegliare certe energie è come buttare
un fiammifero acceso in una polveriera.
Nemmeno oggi sono in grado di capire cosa mi è successo:
212
per me è ancora un mistero.
Ofiuco:
Anch' io, Sisifo, mi sono trovato in una situazione simile alla tua cercando nello Yoga un
sollievo/mezzo di controllo di questa forza interiore a cui non sapevo/volevo cedere.
Credo tu possa capirmi .....
In fondo il tutto e' come una pentola a pressione.
Abbiamo il fuoco che l' alimenta, lo possiamo abbassare NON lo dobbiamo spegnere:
personalmente lo regolo con posizioni quali skandasana .
Lo accentuo con posizioni quali sirsasana, uttanasana, pashimottanasana.
lL diminuisco con posizioni quali urdhva dhanurasana semmai con un grande pallone per
aumentare i tempi di posa.
La valvola della pentola e' un punto basilare, se la blocchiamo rischiamo di far saltare tutto in
aria!
Dobbiamo sfruttare l'energia del vapore indirizzandola verso ..... a me funziona bene verso la
preghiera, la meditazione.....
Teatrante:
Ci sono molte persone che parlano di Kundalini di apertura di Chakra ed altro come se fossero il
pane quotidiano.
Per una serie di coincidenze ho avuto modo di conoscere una serie di persone che praticavano
forme di ALCHIMIA INTERIORE.
Cioè tecniche di trasformazione dell'organismo in generale e del sistema nervoso centrale in
particolare .
...Non mi riferisco solo allo Yoga ma anche al Chi kung,alle tecniche giapponesi di circolazione del
Ki ed ho conosciuto anche una nativa americana,ed un greco ortodosso che praticavano tecniche
simili...
Ora ciò che mi hanno detto loro è che nelle pratiche di Alchimia interiore si va "In
profondità"...sono ,inizialmente, discese nel profondo dell'inconscio e dell'organismo...
Certe pratiche,nel 99 % dei casi quando cominciano ad agire si accompagnano a fenomeni di
"purificazione" o evacuazione molto sgradevoli:
foruncoli orrendi nei posti più impensati,diarrea,sudorazioni improvvise,cambio di qualità e di
colore dei fluidi corporei,tremori,stati quasi catalettici,velocità dei pensieri (al limite della
nevrosi),evacuazioni verbali (tipo aggressioni improvvise e immotivite) sensazioni di morte,
improvvisi sbalzi di pressione e di umore... sensazioni che a volte sono di brevissima durata altre
sono prolungate o addirittura ricompaiono periodicamente fino alla loro finale scomparsa...
possibile che quasi nessuno dei praticanti di yoga che parlano di apertura dei Chakra,di
kundalini,di terzo occhio non abbiano mai provato sensazioni simili?
Le risposte possibili sono tre:
1)fanno tutti parte di quella minima percentuale di praticanti che non vive tali fenomeni sgradevoli.
2)Hanno vissuto simili fenomeni e preferiscono non parlarne.
213
3)Hanno letto queste cose nei libri (sui quali per ovvi motivi le fasi di evacuazione non vengono
descritte) o le hanno ascoltate da altri e le rivendono come se fossero loro.
Il fatto che adesso Ciclope,Sisifo e in parte Ofiuco comincino a parlare di queste cose magari non
collegandole alla pratica, ma a certe problematiche psichiche o a certi loro errori secondo me è un
buon segno:
vuol dire che si sta cominciando a parlare delle esperienze soggettive e non di cose lette nei libri o
sentite da altri che a loro volta le hanno sentite da altri e così via....
L'unica condivisione realmente possibile è quella delle esperienze personali......
214
III,8 - Siddhi
Teatrante:
Ti consiglio, kadosh, di raccontare raccontare gli eventi di stanotte anche a qualcun altro
...all'autista, per esempio, per sentire che dice.... non ti fidare completamente di coloro che
commentano le tu esperienze personali....
Una cosa che ti posso dire è che non sono cose che appartengono solo alla tradizione orientale.
Scrive Euripide [Ciclope 646-648]:
"conosco un rito di Orfeo molto efficace, per cui il fuoco sale spontaneamente verso la testa e
brucia da sotto il figlio monocolo della Terra".
Da ciò che mi hai raccontato in può essere che ti divertirai nei prossimi giorni.
come può essere che si tratti di fenomeni transitori e occasionali.
kadosh:
Mah!.... Non so se ho voglia di parlarne...
Mi sembra che alla fine non ci sia sviluppo...che non ci sia possibilità di andare avanti...
E poi nè tu nè l'autista sembra abbiate voglia di darmi consigli....
Teatrante:
Fai attenzione....si torna sempre indietro.
E' la legge dell'ottava.
Ma alcuni nel fare il viaggio in cerchio scavano e allora affiorano i ricordi.
In realtà sono molto felice per te , ma non vorrei che ti venisse in mente che è merito mio, a causa
di quel gioco sulla percezione della fontanella che abbiamo fatto l'altra sera.
Si trattava solo di un gioco.
Sono un teatrante.
Non certo un maestro.
Pensa che nemmeno l'autista si definisce maestro .
Come ti ho detto ... certe cose avvengono perché il discepolo è pregno.
Il Maestro non esiste.
C'è un solo maestro ed è il Maestro interiore.
Poi alcuni hanno bisogno di proiettarlo in un corpo umano, in un volto familiare....
Un esperienza come la tua, che tu hai interpretato come "risveglio di kundalini", ammesso che si
tratti di questo, non è frequentissima, ma neppure rarissima.
Non credo che cercare di trovare una causa possa essere di qualche utilità.
Si tratta "sempre" di esperienze spontanee.
C'è sì ... una causa .... accidentale ,ma è appunto un accidente un qualcosa che mostra all'aspirante
una chiave che non sapeva di avere nelle tasche.
Al teatrante è successo una volta con una scossa di terremoto (la testa che ha "scrocchiato"
improvvisamente ed è cominciato la giostra...).,,,,inutile cercare di comprendere quale è nel tuo
caso la pseudo causa scatenante.
il vero maestro è il maestro interiore.
215
Può darsi che tu senta a sprazzi un senso di onnipotenza.
Capita.
Questo ente pensava di essere Siva!
Tutto ciò che percepirai in un certo senso è vero ma non devi crederci..... mai.
ogni sensazione ... va integrata e riportata al cuore.
kadosh:
Non credo di essere qualificato....
Teatrante:
La qualificazione è l'aspirazione fervente all'assoluto....
Dici di non aver avuto bisogno di mantra o di posizioni.....
Può darsi che tu ne abbia già fatte a sufficenza altrove ed in altro tempo....
E' singolare coincidenza che proprio ieri sera ti si sia fatto ascoltare la musica dei misteri eleusini
.....ma questa è solo letteratura.....
Kadosh
La cosa di stanotte è stata molto interessante per me...provo a raccontarti meglio e dirti perchè:
tutto è nato (come nella sera della "stanza blu") dal settimo chakra...si è ingrandito, sempre di più,
sentivo nettamente una sfera che pulsava, poi si è concentrato tutto ed è diventato un punto che
attraeva tutto.
così è stato subito dopo per il sesto.....
Teatrante
Brahmabindu?
kadosh
....Poi di fila gli altri.
la mia attenzione è rimasta sempre sul sesto, sempre di più. la sfera è diventata un'ellissi in
verticale.
poi la mia attenzione (in realtà faceva da sola) è scesa alla gola.....
Il 5, il 6 e il 7 li sentivo davvero tanto. per capirci era una sensazione più forte e reale di una
fiamma o di qualsiasi cosa empirica che tocchi il corpo.
Teatrante?
Ma dai?
Cosa credevi che quando con l'autista si parla di fuochi sia una metafora?
Kadosh
Il 4 chakra lo sentivo un pò di meno, ma dopo la mia attenzione è andata lì.
poi al 3, al 2 (questi li sentivo davvero poco) e appena ha sfiorato l'1 è partita una scarica (larga
un palmo appunto) dall'osso sacro che non saliva nè tanto velocemente nè linearmente: faceva su e
giù come per sfondare qualcosa. ha trovato resistenza nella parte bassa della schiena e poi su fino
al collo, con tutti i peli che si rizzavano.
Teatrante:
216
Per i cinesi sono due cancelli..
Utilizzare il piccolo circuito celeste taoista dicono possa avere una sua utilità....
Se per caso ti accadessero esperienze simili e ti sentissi risucchiare dall'esperienza ....applica il
piccolo circuito celeste .... o meglio porta l'attenzione su un oggetto .. ma forse non c'è bisogno.
Kadosh:
Io non facevo niente, anzi vedevo il tutto dall'esterno...ricordo di aver pensavo: "oddio, che bello,
mi sta salendo kundalini!".
Non ero concentrato o altro (la mia attenzione era di un altro genere e si spostava da sola, ma io
guardavo tutto) però quando è arrivata al collo (anche se era piacevolissima) ho pensato (non so
perchè): "e ora che cosa faccio?" e l'ho rimandata giù...
Poi ho perso la sensazione a tutti i chakra tranne al sesto (avevo VERAMENTE la percezione che si
fosse aperto il terzo occhio) e provavo a levarmi questa sensazione come di una ferita che usciva
dal cranio ma niente da fare...allora (per gioco) ho cominciato a provare se riuscivo a vedere
lontano, oppure nel futuro, oppure se vedevo ad occhi chiusi...niente di tutto questo...allora ho
provato a levitare...niente...allora non sapevo che fare e dopo un'oretta è finito.
teatrante:
Le siddhi non sono mai volontarie .
le siddhi non appartengono all'aspirante: è l'aspirante che appartiene loro....
...ti posseggono.
La sensazione dell'apertura, secondo alcuni si percepisce come una specie di calore freddo intorno
alla "vagina "della fronte.
O come luce.
O come campo magnetico.
O come maelstrom.
Una specie di buco nero pulsante.
Kadosh
.... Vorrei sottolineare come non facessi nulla e non pensassi a far avvenire la cosa, stavo anche in
una posizione di certo non "giusta" cioè ero anche piuttosto storto...mi divertivo e ho cominciato a
pensare :" vabbè che dovrei fare?" e mi sono messo con la schiena dritta ma non cambiava nulla.
teatrante:
Dicono che si debba sviluppare l'ascolto.
L'energia interna che si sviluppa , se rilassi ed ascolti, potrebbe mettere nella posizione corretta le
tue membra senza il tuo volere.
La posizione della testa e della spalla e della schiena....
Gli asana nascono da soli, insorgono....
Se è necessario che insorgano
217
kadosh
Ah! dimenticavo...la cosa più divertente è che mi ha scrocchiato diverse volte il cranio...e io che
non ci credevo...cioè è assurdo, succede davvero!!!
Come dicevi tu!
.... Ma cos'è che scrocchia?
Teatrante:
Sono le suture del cranio e le vertebre cervicali.
La prima vertebra (atlante)è parecchio importante.....
kundalini dicono che si avverta come un fluido vero e proprio, molto rarefatto, che esercita una sua
pressione.
si fa strada come acqua in un tubo...
L'importante è che i "cancelli" siano aperti, che il tubo non sia otturato....
kadosh:
Ma non è che come al solito hai fatto qualcosa?
Ancora una volta è stata la prima cosa che ho pensato: "vabbè e ora che mi sta facendo fare? mò
ho l'abbonamento, me lo fa una sera sì e una no!"
ah! ah ah....
teatrante:
Qualsiasi cosa ti accada non crederci anche se è vero.
per ciò che riguarda la possibilità che dipenda dal teatrante non crederci perchè non è vero.
autista
Levitare?
Interessante... un aspirante compagnia di bandiera?
Stai scoprendo che la copertina è bella e ben rilegato il libro. Chissà che tu finalmente apra il
libro.....
218
219
III,9 - Oblio
kadosh:
Compagnia di bandiera?....
Sono onorato di conoscerti autista, il teatrante mi ha spesso parlato di te.
Sono onorato di poter scambiare parole con una persona che il teatrante stima così tanto.
Una compagnia di bandiera è un modo come un altro per giocare.
E' uguale all'osservare e registrare i fenomeni come quelli di cui si parlava.
E poi la copertina è bella e il libro ben rilegato.
Però era bello anche il leggio sul quale poggiava il libro...
E non c'è tanta differenza tra l'accarezzare il cuoio o il legno intarsiato; ci si sofferma sempre.
e quindi perchè tutto ciò? se non mi è dato di aprire il libro è come se non fosse successo nulla.
In realtà non esiste progresso.
Eppure il libro c'è, l'ho visto. come faccio ad aprirlo?
Autista:
Accettando che non esiste sinché lo vedi, ma esiste quando lo sei.
kadosh:
Ma perchè ti chiamano autista? è questo che fai nella vita: guidare?
e dove è che porti?
Autista:
E' questione di mestieri.
Il Teatrante è stato chiamato così dalla sua occupazione.
L'autista pure: per un certo periodo ha guidato l'auto conto terzi e la portava agli indirizzi
assegnati.
Kadosh:
Comunque...
Lo so che non esiste finchè "lo" vedi e che esiste quando lo sei.
Oh, certo... io questo lo accetto.
Lo accetto da molto tempo, non starei qui altrimenti, non leggerei Platone e Eckhart e poi...no,
aspetta!
E' vero, io non lo accetto.
Non lo credo intensamente, non sono intriso da questa cosa, non sono questa cosa.
Eppure la mia mente lo sa che è così...non è lei quindi che sa questo, che si identifica?
quale ente deve lavorare allora?
Un ente che non sia individuale?
220
Come si può accettare che il libro non esiste se è sempre davanti a noi e lo incontriamo (se,
ogni tanto lo incontriamo) come altro da noi?
Autista, come si fa ad aprire il libro?
Autista:
Zenone ha dimostrato che non esiste il movimento.
Sì poi ne hanno fatto le basi del calcolo differenziale, ma resta il fatto che nulla muove. Ma la
mente crede alla percezione.
kadosh:
Ho sempre pensato che non devono essere esistite grandi contrapposizioni in ambito filosofico.
Ci si contrappone sempre su questioni evidenti e contraddittorie: certo i paradossi di Zenone sono
di per sè evidenti ... così come le affermazioni di Parmenide in cui sono contenuti.... ma anche la
percezione del movimento ha una sua evidenza.
La contrapposizione esiste quando si tenta di affermare il proprio punto di vista senza concepire
diversi gradi di realtà e validità ad ognuna delle posizioni da cui si guarda.
Mi sembra anche che non possa scegliere o prediligere uno dei punti di vista particolari.
Probabilmente accettando il paradosso di Zenone, applicandolo al fenomenico, si rischia di finire
sotto una macchina o di morire di inedia nel proprio letto;
non accettandolo ad ogni grado probabilmente si finisce per non rapportarsi mai a nulla che non
sia transeunte e trascenda il fenomenico.
Però finche è la mente, questa crede alla percezione.
e allora qual'è l'altro modo di pensare e di conoscere?
Autista:
Per quale motivo va applicato al fenomenico?
Sarebbe un'ulteriore sovrapposizione.
E' questo l'errore del manas, sposta da un piano all'altro come se fosse possibile.
La ragion pura mostra come nulla si muove.
Bene. Poi tocca realizzarlo....
Parlane col tuo riferimento.
kadosh:
Sono confuso... e lucido insieme....
certo che non è male........ a volte mi sembra di essere in uno stato in cui tutto è possibile...l'infinita
possibilità..
Teatrante:
Fai attenzione, kadosh....
Fai attenzione a questi momenti.
Fai attenzione a questi stati.
Ti consiglio di scrivere.
221
Scrivi tutto ciò che ricordi.
Anche ciò che ti sembra irrilevante.
Devi lasciare una testimonianza, e non solo per coloro che verranno dopo di te e percorreranno il
medesimo sentiero, ma anche e soprattutto per te.
Vedi kadosh, ci sono dei fenomeni, nella filosofia realizzativa di cui non si parla.
Uno è l'evacuazione di cui si parlava con Ciclope e Sisifo, un altro è l'oblio.
Questo stato quasi di ebbrezza o di leggera autoluminosità, questa sensazione, a tratti di
onnipotenza, se non integrata e stabilizzata svanirà come nebbia al sole.
Resterà un vago ricordo ...o forse il nome dell'esperienza ma non vi sarà niente dietro al nome.
Allo stesso modo la gratitudine e direi l'amore che adesso nutri o dai l'idea di nutrire per il
teatrante e per l'autista si trasformeranno in qualcosa d'altro, indifferenza a volte.
raramente, ma accade, in avversione o addirittura odio.
So che ti sembra impossibile.... ma è così che avviene.
Questi stati sono legati ad una risoluzione di determinati contenuti psichici.
l'ego, che si nutre di questi contenuti avverte il pericolo... sente il pericolo di scomparire... e , nella
smania di sopravvivenza, si aggrappa ai residui di contenuti psichici.
la realtà è diversa da come ce la fa apparire l'ego, ma una visione, seppur minima del reale o
anche solo du una realtà.... più sottile, mette a repentaglio la sopravvivenza dell'ego....
Farà di tutto per ristabilire l'ordine.
userà l'arma del dubbio.
Queste esperienze che hai vissuto... a casa mia l'altra sera come altrove... sono sicuramente reali
sono intense, sono emotivamente coinvolgenti.... improvvisamente, se non stabilizzate, si
trasformeranno in altro.
arriverai a dubitare che siano accadute o non comprenderai più l'importanza.
Non riuscirai più a mettere in relazione il "nome" dell'esperienza con il tuo stato di adesso.
Si tratta di un'alterazione ovvio, ma di un'alterazione che potrebbe guidarti in luoghi in cui il
teatrante e l'autista potrebbero guidarti.
svanirà la sensazione dell'esperienza..
é la fase dell'oblio.
ma nell'inconscio rimarrà un qualcosa, un seme , un segnale di pericolo...
L'ego veglierà con più attenzione e cercherà di mostrarti coloro che adesso dici di stimare e per i
quali affermi di provare gratitudine ti parranno , magari , persone mediocri... o manipolatori...o
anche peggio.
L'ego vuole ancorarsi alla realtà empirica perchè al di là di essa scompare.
Coloro che ti mostrano la possibilità di una diversa percezione della realtà ti appariranno
(potranno apparirti) come dei nemici.
In un certo senso è vero.
222
Ma cerca di scrivere , cerca di ricordare ciò che senti in questo momento....devi ricordare non
tanto la "coda del pavone" ovvero i suoni che sembrano nascere dal niente, i colori , la sensazione
di leggerezza estrema.... ma quella sensazione di....vita...che sembra emergere dall'intero e che
traspare dallo sguardo, intenso e bellissimo con il quale sembri, oggi , vedere il mondo per la
prima volta...
Sono due piani diversi, il piano di sogno ed il piano di veglia....
Sono due enti diversi...
chi ha integrato il piano di sogno e cerca di portare il sonno profondo nella veglia (o lo ha già
integrato.....) perde la memoria recente...la memoria del jiva individuato....
Chi vive certe esperienze ma non le stabilizza dimentica l'intensità ed il valore dell'esperienza che
rimangono, certo, nell'inconscio - niente sarà come prima- ma scoloreranno.... sembreranno l'eco
di un sogno sognato nel sogno....
Questo porta ad un'altra considerazione...
Tentare di condurre un aspirante un aspirante verso il sentiero...il lignaggio cui appartiene per un
essere come l'Autista è spesso causa di sofferenza indicibile.
Gioia immensa nel momento del riconoscimento, dolore nel momento dell'oblio....
pensa a chi ha amato dell'amore che nulla pretende ed improvvisamente vede ditrazione o
avversione nello sguado dell'amata...
Nel mondo empirico è normale... uno se ne fa una ragione... e con il tempo, che qua si dice
galantuomo, dimentica ...
Ma quando il tempo non esiste o quando i lacciuoli del tempo sono allentati l'amore non cessa.
lo si rivive ad ogni istante .
Ed ogni istante si ringrazia la Vita per aver permesso una simile esperienza e ci si stupisce
dell'oblio altrui....
Chi ha vissuto e stabilizzato certe esperienze nella vita empirica non è un qualcosa di più.... è un
qualcosa di meno.
è un bambino facile alle lacrime, non attrezzato per affrontare la dinamica dell'oblio.
nedam nedam.... non questo non questo....
A son di togliere rimane una ferita insanabile.
Ma anche questo ha un senso.
Si imparano le maschere e si trova la forza per osare il balzo supremo, a volo di rondine,
nell'abisso della non dualità.
Cerca di ricordarti questi istanti, kadosh...
Tienili cari per l'oblio che, prima di quanto credi, arriverà ridando forma al feticcio dell'io
empirico.
Si naviga a vista... si torna sempre al punto di partenza ma ogni volta si è meno pesanti.
Alla fine sarà l'io empirico ad essere un lontano ricordo... forse....
223
224
III,10 - La Dea dell'Autunno
Kadosh:
Ero a letto
Leggevo il tao te ching.
Mi piace il tao te ching..
teatrante
Gran bel libro...
Pensa a Lao tse cavalcando il toro si avvia lentamente verso la montagna
Kadosh:
Ad un tratto.....la fontanella....poi la fronte...
E la gola....
gli altri punti li percepivo più debolmente
Mi è scrocchiata la testa....ma in più dolcemente dell'altra volta...
E poi fremiti...
Fremiti e scosse in fondo alla schiena...
Ero come una sfera di energia....
Si agitava..si agitava..ma sembrava non voler salire..
O non poter salire....
Ho continuato a leggere e lentamente l'energia ha ripreso a salire...
Per un attimo è arrivata fino alla nuca ..sembrava voler salire ancora più su...ma poi ....
La sensazione si è riversata sul cuore.
....Quasi tutta sul cuore....
Era molto diverso dall'altra sera...era tutto più dolce e calmo.
Come un fiume pigro...
...Rimaneva in una zona per parecchio e quando si muoveva lo faceva davvero molto lentamente...
Non come acqua in un tubo, piuttosto come un fiume che straripa e inonda dolcemente i campi.
Dopo tutto ciò si è fermata per tutto il resto del tempo verso le lombari o poco sopra ed era intensa
davvero molto intensa lì.
Quando ho finito di leggere è continuata per un pò, ma si è spostata sulle gambe, pur rimanendo
anche in quella zona della schiena.
Soprattutto nella gamba destra...
E' scesa nettamente in tutte le cosce, poi anche sotto il ginocchio.
Poi è finito tutto.
Tutte le percezioni erano molto più labili...era tutto più statico.
Ciò che ha scritto l'autista, non so perchè mi ha toccato profondamente.
225
Alcuni guardano con sospetto..quasi con paura l'occuparsi di queste cose...
... io non lo avverto come un pericolo, non penso possa mai cambiare ciò che davvero voglio e
sento.
Ciò a cui aspiro è solo un fondamento di ciò che voglio (intendo prettamente in ambito sociale e
affettivo) e al contrario, ciò che voglio è un fondamento di ciò a cui aspiro.
Teatrante:
Ricordo le parole dell'autista..
"Molti aspiranti che vivono certi eventi si convincono poi che questi siano delle vere e proprie
realizzazioni. Altri che vivono certe realizzazioni si convincono che queste determinino un
cambiamento nella vita e che da quel momento la loro vita sarà diversa. Certo, questo può
accadere per un Ramana, ma lo stesso Ramakrishna continuò a fare il prete e così Plotino. Il
dharma prosegue così come il karma oramai attivato non recede: i doveri concernenti figli e moglie
non svaniscono.Spesso si vive in una consapevolezza mentre il corpo vive la contingenza."
kadosh:
... A volte avverto la difficoltà a prendere sonno...come se il pensiero ma anche le facoltà verbali e
la lettura fossero...più veloci...potenziate , in qualche modo...
Ma anche dal punto di vista emotivo qualcosa di strano è accaduto..
L'inizio di questi fenomeni è stato preceduto da una rabbia intensa verso il genere umano, verso
l'ottusità e l'arroganza e la violenza...
Da ieri tutto ciò sembra scomparso...
C'è serenità...
Una serenità malinconica, a volte..ma totale..
Oggi mi sono scoperto ad accettare e addirittura apprezzare la massa di persone che lotta e corre
per avere un posto sull'autobus...
E anche per i piaceri umili e semplici è così.
Poi un altra cosa...mi sento... mi sento proprio autunnale.
Mi sento autunno, come se fossi collegato alle stagioni...se fosse primavera sarei primavera.
Teatrante:
Il significato di Sarada pare che sia Autunno... Sarada devi sarebbe la Dea dell'autunno...bello...
kadosh:
Inoltre oggi mi sono scoperto a desiderare ...per immagini create in testa e sensazioni... un luogo
naturale e sereno...antico!
Ne avevo molto bisogno, volevo un giardino Zen o un altopiano cinese.
D'autunno....
l'importante era che fosse.... piano.... e con tanta acqua....
Acqua....
226
Tatsuta - Hime
227
III,11 Da cuore a cuore
Teatrante:
Devo parlarti, Autista.
E' venuto kadosh a casa mia.
mi racconta che ha avuto una strana esperienza notturna ...in parte l'ha narrata nel Cenobio....e
pensa che il responsabile sia io.
Si è svegliato scosso da forti corrente energetiche a mani, piedi, braccia e gambe.
Gli brucia la "corona".
Si è alzato ed ha notato che tutta la syua stanza e la sua casa erano blu.
stava benissimo e aveva la sensazione che niente fosse impossibile.
il fenomeno, a quanto dice, è durato a lungo.
Dopo un paio di giorni si è svegliato nel mezzo della notte sentendo che la chiocciolina ...così
percepisce il cakra... come me del resto... la fontanella che si apre.
Sente uno alla volta dall'alto in basso tutti i cakra e poi una corrente che dall'osso sacro sale fino
alla nuca.
Non gli ho mai parlato veramente e con chiarezza della sensazione di Kundalishakti che sale, per
evitare di suggestionarlo....ma la descrive come l'ho vissuta io anni fa..
esattamente come l'ho vissuta io.....
Autista:
Sono fenomenologie note;
sino a che rimangono sopportabili bene... sono anche interessanti.
Il senso di potenza va vissuto nel distacco.
Altra cosa:
molti aspiranti che vivono certi eventi si convincono poi che questi siano delle vere e proprie
realizzazioni. Altri che vivono certe realizzazioni si convincono che queste determinino un
cambiamento nella vita e che da quel momento la loro vita sarà diversa.
Certo, questo può accadere per un Ramana, ma lo stesso Ramakrishna continuò a fare il prete e
così Plotino.
Il dharma prosegue così come il karma oramai attivato non recede: i doveri concernenti figli e
moglie non svaniscono.
Spesso si vive in una consapevolezza mentre il corpo vive la contingenza.
Teatrante:
in un certo senso lo trovo doloroso quando parli di Ramana Ramakrishna e della loro purezza.
le testimonianze di Ramana e Raphael o Samkara o... le immagini di Ramkrishna e di Sarada devi
...devo dire che mi turbano...sembra che non vi sia spazio per la mente.
l'ascolto, lettura e la visione si accompagnono ad una specie di flusso ininterrotto ...devo dire che
capita anche con bodhananda...
leggendo di altri, pure grandissimi, comincia ad intervenire la mente.
il flusso si interrompe.
la mente crea dubbi.
228
Autista:
Nei primi non c'è alcuna mente. In altri c'è la mente, talvolta elevatissima..
Teatrante:
Per tornare a kadosh,mi ha chiesto di curargli un braccio che gli faceva male.
Ho respirato con le mani il dolore è sparito.
Per me è normale.
Adesso lo è anche per lui.
Temo che di essermi esposto troppo.
temo che abbia troppa fiducia in me...
Dopo un po' si è cominciato a a parlare di Raphael e del Dharma..
Il teatrante formulava domande, a raffica e kadosh rispondeva.
Ho pensato di condurlo... anzi non è esatto ...ho sentito che era il momento per....
Gli ho fatto delledomande sull'Essere e sulla sua sensazione di esistere.
Ad un tratto mentre cercava di rispondere alle mie domande il suo sguardo è cambiato.
ha acquisito una luce che ben conosco....
Gli ho detto che lo stato che esperiva in quel momento è ciò che ueshiba definiva ponte di prima
dell'inizio.
A metà tra lo stato di sogno e lo stato di veglia.
Ha risposto che si sentiva come nel sogno.
Ma era consapevole anche della veglia.
Era felice ed ha cominciato a valutare le piacevolezze di quello stato, che pure, in parte, lo
spaventava.
Mi ha chiesto cosa gli avevo fatto e come.
Senza pensare gli ho risposto " Che pensavi? che Platone fosse uno stolto?
la dialettica è una tecnica operativa."
Mi ha chiesto se era una cosa indotta o una specie di ipnosi,
gli ho risposto che non dipendeva certo da me....
come devo proseguire?
Autista:
Né più nemmeno che come senti.
Mantenendolo però sempre qui e ora.
Sono tutti fenomeni o "sogni", pertanto non più reali di questi piani di esistenza;
ma se qui siamo incarnati è qui che "abbiamo da stare".
Teatrante:
Che gli devo dire?
Autista:
Che sono alterazioni della coscienza abbastanza diffuse e di non perdercisi dietro più di tanto.
Ah! Anche di non usare la coscienza dei piani più elevati su questo piano.
Ciò che mostra il fallimento di una realizzazione incompleta è proprio il pontificare qui senza
averne più la consapevolezza perché si è rimasti impigliati/incastrati altrove.
229
Il Divino non va solo raggiunto, va poi incarnato e portato giù.
Teatrante:
lo devo indirizzare?
Autista:
Ciò che hai iniziato, va finito.
Teatrante:
mah... credo che mi dovrei eclissare sparire per un po' evitare che pensi che io sia un maestro....
Autista:
ma che dici?
Stolto.
Tu sei un Maestro. Tu hai dei discepoli cui stai insegnando. per loro sei un Maestro.
Tu sei il loro Maestro.
Tu sei un Maestro.
La teiera ti è stata mostrata affinché tu possa servire il thé agli assetati.
L'importante è che tu non lo pensi, ma per loro è importante pensarlo, anche perché è vero.
Teatrante:
ma per favore !...
non farmi ridere...
tu ti rifiuti di essere chiamato maestro e lo gnomo teatrante dovrebbe pensare di esserlo.....
ma siamo seri...sono solitamente di ottimo umore, ma questo detto da te ...Ma tu sei un Maestro! mi
fa sbellicare.
L'autista che afferma costantemente di non essere un maestro che dice che il teatrante è un
maestro?
ma dai!!!
mi fa bene sapere che c'è qualcuno che mi prende in giro...
...non so..
Autista:
Ogni tanto capita che non si sappia.
Teatrante:
non...non sono un maestro!... lo so...
Autista:
non + non sono = sono
Una volta chiesero a XXX perché fosse venuto.
Rispose: "Per risvegliare i Maestri".
Teatrante:
no la verità è che sono un po' scosso da questa esperienza di kadosh...
faccio sogni che non mi appartengono...
Ieri sera ha sognato... era una visione in realtà.... Yogananda in piedi che rendeva omaggio a
Ramana.
230
Poi Ho sognato che , condotto da te, assumevo il crisma della guarigione direttamente da
Cristo!
evidentemente un sogno non mio ... cose di altri.
Non comprendo la via della Croce...
non mi appartiene..
Autista:
Vedrai che molti ti useranno come emblema e simbolo onirico per il Sé.
Capiterà anche nel mondo di veglia.
E' oltre il tuo controllo.
Il Divino indossa le vesti che più ritiene adatte alle necessità del mondo.
Noi esistiamo solo per servire, impendendo alla mente di sentirsi artefice della sua opera.
Teatrante:
Non starò diventando più pazzo di quanto sia già?
Autista:
Impazzire?
Sin quando si opera in armonia, servendo la vita , la pazzia non ferisce alcuno... lascia che la
pazzia prosegua.
Il Cristo?
Dicono che sia sempre e solo un'unico Principio/Figlio Colui che discende.
Teatrante:
Ho sentito Cristiano.
.
Anche lui sta avendo un periodo di alterazione... ha percezioni particolari per ciò che riguarda
tempo e spazio.
suggestione o naturale sviluppo?
Autista:
Suggestione o naturale sviluppo, se non vi aderisci e non te ne impadronisci, sono entrambi
fenomeni da lasciar cadere.
Alcuni vanno guidati davanti allo specchio, mostrandoglielo.
Non tutti lo riconoscono.
Penso che un domani dovresti, anche con kadosh, trovare una maniera di rendere pubblici questi
dialoghi.
Sono tracce, potrebbe essere utile darne accesso.
Trascrivi i dialoghi e conservali.
Teatrante:
Lo sto già facendo...
Comunque....
Quando mi sono accorto che kadosh stava per "andare sul ponte di prima dell'inizio", ho provato
una gioia che è ben lontana dal distacco .
231
La soddisfazione del padre che vede il figlio che arriva primo alla gara di corsa del liceo
...oddio...è un paragone del cavolo perchè dello sport non mi importa niente, ma forse dà l'idea.....
Poi, dopo...una specie di complicità ammiccante...
non so se è bene o male, ma il passaggio, chiamiamolo così, l'ho condotto consapevolmente.....
Anzi ovviamente l'ha condotto lui, diciamo che ero consapevole di dove in qualche modo voleva
arrivare.
e l'ho condotto solo con il dialogo.
La conversazione è stata più o meno questa - ho espunto tutta la parte iniziale in cui si parlava di
ramakrishna sarada devi e vivekananda.... ma la conversazione è stato più o meno questa:
K: non sono qualificato.
T.: come fai a dirlo?
K: solo il samnyasin è qualificato perchè rinuncia a tutto per l'aspirazione all'assoluto....
T: quindi tu sei stato un samnyasin e sai che solo il samnyasin aspira all'assoluto?
K: no...cioè forse sì ma ovviamente non lo ricordo.
T: chi non ricorda?
K: ma dai.... io.. kadosh...
T:ma se sei stato un samnyasin in una vita precedente evidentemente non eri kadosh...
Kadosh sei qui ed ora. o sbaglio?
K: si io sono kadosh qui ed ora...
T: quindi sai di esistere, qui ed ora?
K: certo io sono kadosh e so di essere kadosh
T: quindi tu sai di esistere...bene.
K: ma certo che so di esistere.
io sono kadosh se mi chiedi se tu esisti che mi rispondi?
T: che "tu" esisti?
K: kadosh esiste qui ed ora esattamente come questo tavolo. (sbatte il palmo sul tavolo)
T: vuoi dire che questo tavolo ha la coscienza di esistere come kadosh ha la coscienza di esistere?
K: no..però esiste.
T: ma esiste per te come per la mia amica P. che sta in Liguria e non ha mai visto questo tavolo?
K: certo esiste a prescindere.
T: ma se P. non sa che esiste questo tavolo , come può avere la coscienza dell'esistenza di questo
232
tavolo?
K: non lo sa ma esiste.
c'è, guardalo..
T: ma la tua coscienza di questo tavolo è identica alla coscienza che il Teatrante ha di questo
tavolo?
K: si...cioè non lo so...presumo di si.
T: ma tu e il tavolo fate parte del mondo di cui è cosciente Kadosh.
Giusto?
K: Certo .
T:ma tu quando sogni sei cosciente di essere Kadosh che sogna?
K: certo che lo sono.
T: ma se io entro nella stanza in cui dormi riesco ad essere cosciente del tuo sogno?
K: no.
T: perchè?
K: perchè il sogno è dentro di me.
T: allora Kadosh percepisce dentro di sè uomini donne, cose e li vive ed ha esperienze, fa l'amore
mangia. ma il teatrante , anche se è lì accanto a lui non può vederle.
K: ma è chiaro!
T: dicevi di non avere l'aspirazione dell'assoluto.....come fai a dirlo?
K: perchè...perchè un rinunciatario vive solo per Dio... e allora vuol dire che ha l'aspirazione per
Dio...
se avessi l'aspirazion per l'assoluto non penserei a sposarmi ad avere figli...
T: ma ognuno deve seguire il proprio dharma... non puoi mica seguire quello degli altri.
K: ma come si fa a discriminare il proprio dharma...
T:...tu sai discriminare benissimo!
K: io non so discriminare:
T: chi lo dice?
K: e dai non fare il Socrate... io non so discriminare.
T: perchè sei qui a parlare con me e pensi che dietro Bodhananda e Raphael e Ramana ci sia
qualcosa , la Tradizione, e non sei a parlare con M.[ M. è un maestro di ashtanga yoga ... uno
che dicono sia famoso]
K: ma dai... basta guardare lui e guardare te.
233
T: chi l'ha detto che basta.
Basta per te.
Non pensi che sia discriminazione?
K: ma no...è evidente.
T: evidente per te.
Ma cosa è l'aspirazione all'assoluto?
K: è il desiderio di tornare da dove sono venuto?
T: tu Kadosh sei venuto da qualche parte... come dire un altro pianeta.
K: in un certo senso si.
T: vieni dall'essere cioè diciamo vieni da isvara?
K: si:
T: ahaah....
K: che vuoi dire..."Ahaah"?
T: quindi qui e Isvara sono due luoghi diversi?
K: si ...cioè no..
T: cioè?
K:va beh diciamo che l'essere è una sfera bianca ok?
T: sembra di ricordare l'abbia già detto Parmenide.....
K. si si... va beh.. l'essere è una sfera bianca ed io sono un pallino nero sulla superficie e voglio
tornare ad essere sfera...
T: ma se sei sfera perchè vuoi tornare ad essere sfera?
K: perchè ...perchè ci sono altri pallini neri che mi ...che mi rompono le palle e ...
T: quindi i pallini neri sono diversi da te?
K: no.
P: e perchè ti vorrebbero rompere le palle se sono Te?
K: ma no!.... Era una metafora.
Volevo dire che sono un pallino nero sulla superficie di una sfera bianca e la manifestazione
sono gli altri pallini neri.
T: non ho capito una cosa... se ci sono dei pallini neri sulla superficie della sfera bianca, chi è
che vede i pallini neri e la sfera?
Ci deve essere qualcuno che vede? O no?
234
K: non parliamo del quarto..parliamo della sfera...
T: quarto?
Dicevo solo che ci deve essere qualcuno che vede sia la sfera bianca che i pallini neri.
Ma come hanno fatto i pallini a diventare neri e ad avere la coscienza di essere pallini neri?
K: e che ne so...
T: ci sarà magari dell'inchiostro.
K: ecco si...inchiostro...
T: inchiostro nero al centro della sfera bianca?
Quindi ...vediamo...hai una sfera bianca che contiene dellì'inchiostro nero con cui vengono
disegnati dei pallini, dei fiori degli insetti sulla superficie della sfera bianca:..giusto?
K: giusto.
T: ma chi è che fa i disegni?
E' lo stesso che li guarda? ... Tu sei cosciente di essere pallino nero e vuoi tornare ad essere sfera
bianca ma se sei già sfera perchè dovresti desiderare di tornare ad esserlo?
K: perchè l'ho dimenticato...
T: ma se hai dimenticato di essere sfera come fai ad aspirare ad essere sfera?
tra l'altro se sei Kadosh e kadosh è la sfera lo sarà anche il Teatrante...
anche il Teatrante sarà la sfera.
giusto?
K: certo. in un certo senso...
Ma se prima di coscienti di essere pallini si è stati coscienti di essere inchiostro, e lo si è stati
sicuramente se non non saremmo pallini, vuol dire che siamo pallini ma che siamo anche
inchiostro e che siamo sfera... e la sfera contiene l'inchiostro e contiene anche i pallini.
Giusto?
E se quando sogni è tutto dentro di te...diciamo nel cuore, non pensi che tutto anche la sfera,
l'inchiostro i pallini potrebbero essere dentro di te.....
A rileggerlo a voce alta sembra un dialogo tra idioti... lo so, ma la cosa interessante è che,
aprescindere da ciò che si diceva, quando si è cominciato a parlare dell'inchiostro kadosh si è
inginocchiato, si è messo istintivamente in seiza ed ha cambiato sguardo.
E' lì che ho pensato... o meglio ho avuto l'impressione di pensare: adesso si accende l'interruttore!
E' strano
Quindi un dialogo in apparenza idiota che porta ad una esperienza secondo me reale.
l'idea è che le parole non portino solo il significato apparente - si ....lo so...a questo punto dirai::
ma dai! - ma siano come dei tubi.. attraverso i quali passa quella roba lì.
va beh..
scusa se non sono stato chiaro.
235
Autista:
A me pare chiarissimo.
A quanto pare non è chiaro per te.
L'autista nega di essere un Maestro.
Mai negato di essere un Autista.
236
III,12 -Perchè kundalishakti sei così restia ?
Kadosh:
Ero molto stanco oggi.
A dir la verità erano 2 o 3 giorni che mi sentivo così.stanco proprio come quando si è faticato
moltissimo e si vuole prendere sonno, ma la stanchezza è tale da non riuscire ad addormentarsi e si
rimane ad occhi chiusi con il corpo che si abbandona, si scioglie e non segue minimamente quello
che gli si dice di fare.
E' strano il corpo e anche la volontà è strana.
Comunque...
Hai mai avuto la sensazione che gli oggetti pulsassero? che si ingrandissero e si rimpicciolissero
oppure che si muovessero fluttuando nell'aria?
Mentre aspettavo l'autobus è successo così. prima una macchina che mi stava a trenta centimetri,
poi la luna piena, ovunque posassi lo sguardo era così.
Ovviamente di poco, tanto da essere impalpabile la pulsazione.
Ho lasciato stare dicendomi che erano semplici effetti ottici dovuti alla stanchezza.
Il tutto accompagnato da un erezione immotivata e duratura, che però ho attribuito alla vescica
piena.
Devo dire che non ho pensato più di tanto a queste cose.
Poi, una volta sull'autobus, mi sono immerso nella lettura senza sentire o pensare a nulla.
A metà strada mi è venuta una sensazione strana alla testa, ma veramente forte.
Non potevo ignorarla perchè era davvero netta e inconfondibile: un cerchio intenso intorno a tutta
la testa che passava per le tempie e il VI chakra.
La sensazione particolarissima si è spostata al VII chakra direttamente dalla fronte, poi rimanendo
lì si è diffuso anche al VI chakra e poi al V.
Ovviamente poi ho rovinato tutto.
Ho provato a concentrarmi e a fare il circuito celeste e a
sentire anche gli altri chakra, però niente.
Poi un'altra cosa. sentivo sempre una sensazione alla base della colonna verticale e a un certo
punto ho sentito come se kundalini volesse salire alla sinistra di susumna.
Che c'è lì ida o pingala?
Ma comunque era molto più fina e non era una sensazione netta quindi forse ho immaginato.
Quando sono sceso dall'autobus mi sentivo molto sereno e camminando mi sentivo davvero grande.
Non potente però...solo molto grande, grandissimo.
Forse però perchè c'erano due persone che camminavano a trenta metri da me ed erano piccole.
Cioè mi spiego, era straniante la sensazione che nei miei occhi potesse essere contenuto tutto
quello che vedevo (che è più grande di me) e quindi sentivo che dovevo essere per forza più grande
di ciò che vedevo...l'ottica mi fa un baffo!!!
237
Perchè kundalishakti sei così restia?
Sei donna e sai come vincere in amore.
Anzi, sei come una gatta immobile che sembra si lasci accarezzare solo quando è lei che ne ha
voglia...adulatrice e sfuggente, come una divinità sdegnosa.
Noi che si deve fare?
Non ti si riesce neanche a dimenticare...
Comunque mi sa che non è kundalini...leggevo su un testo che parla di kundalini relativamente al
tantrismo del kashmir.
Alcune cose combaciano altre no...per esempio lì sono descritti 5 centri e non 7...cosa che
effettivamente ho percepito pure io all'interno e sulla schiena.
Poi dice che può avvenire spontaneamente...quindi ci siamo.
La cosa più importante, cioè i sintomi, non combaciano affatto.
Che dovrei fare dopo questa cosa successa?
Dovrei fare hata yoga o cose così?
Oppure?
Penso che sia stata una cosa inutile, perchè ieri sera ho provato a ricrearla e non ci sono affatto
riuscito...quindi è stata una cosa momentanea che non può essere esperita di nuovo, ergo inutile.
Tutto torna come se non fosse successo nulla...anche lo stato d'animo, la serenità, il raccoglimento,
il ronzare del VI chakra sono spariti......
Teatrante:
Quando si fanno esperienze reali la consapevolezza segue delle oscillazioni.
Diciamo che si è acceso un fuocherello e che lo si deve proteggere.
Lascia perdere i libri sul tantrismo del kashmir.
Lascia perdere i libri...
i tuoi maestro devono essere, adesso , la tua percezione e il caso.
Inutile andare a cercare "quel libro", in qualche modo il libro giusto, se deve arrivare, ti pioverà
sulla testa.
I cinque cakra del tantrismo sono i cakra "su cui si può lavorare"....collegati ai cinque elementi e ai
cinque venti.
Non si "lavora" sul Mulhadhara cakra .... per dirla in termini spicci rappresenta la manifestazione
grossolana... se si è nella manifestazione significa che è tra virgolette già aperto.....no?
Si " lavora"sul secondo, terzo, quarto quinto e sesto.
Si sta parlando di alchimia interiore.
Le energie sono gli ingredienti il corpo è il Crogiuolo.
Diviene un sistema isolato.
Non si parla delle due porte di brahma (1 e 7 cakra).
Il secondo cakra rappresenta ...sempre tra virgolette...l'acqua e vi si purifica l'elemento Aria.
238
Il terzo rappresenta il fuoco e vi si purifica il fuoco.
Il quarto rappresenta l'aria e vi si purifica la terra.
Il quinto rappresenta l'etere e vi si purifica l'acqua.
Al sesto si purifica l'etere che è rappresentato , come nella tua prima esperienza, come un uovo blu.
L'uovo in quell'esperienza lo percepivi come infinita possibilità e la tua mente ha espresso ciò che
sapevi/ricordavi colorando tutto di blu.
E' dall'etere che parte la manifestazione.
Alla gola si purifica l'acqua vista come una sfera bianca (i colori variano a seconda delle scuole)
al cuore si purifica la terra vista come un cubo (quadrato) giallo. all'ombelico (plesso solare,
comunque stomaco) si purifica il fuoco (un triangolo rosso) al cakra segreto l'aria (una mezzaluna
verde)
i Bija mantra sono
dal sesto al 1°)
Om
Ah
Hum
Ram
Vam
Lam
Senti se risuonano nei loro luoghi.
Le esperienze del reale non sono, inutili.
Sono preparazioni.
Il corpo ha i suoi tempi.
Deve instaurare un nuovo equilibrio per evitare che il "vaso" si rompa.
Cerca di sviluppare la percezione dei cakra e dello scorrere delle energie.
Ciò che è stato intenso ed emozionante dovrà diventare normale.
Le fasi di esplosione sono le fasi dette del pavone.
Fuochi d'artificio e luci colorate.
Ma il vero fuoco è incolore
Non bisogna mai ricercare nè i siddhi nè le piacevolezze di certe realizzazioni .....le si chiama
comunque realizzazioni: per uno che fa hatha yoga il percepire il terzo occhio è comunque
definibile una realizzazione, anche se per altri è sensazione normale a cui non si fa nemmeno
caso..... Non bisogna ricercare le piacevolezze di certe realizzazioni perchè in qualche maniera il
manas potrebbe tentare di ricostruirle artificiosamente.
Forse purificare un pochino il corpo ....eliminare i cibi che ti fanno sentire "pesante"diminuire un
pochino alcol e fumo -senza fare sacrifici per carità, sempre con moderazione e con intelligenza.....
Dedicare cinque minuti al giorno all'ascolto, per esempio, della respirazione, potrebbero essere
buona cosa.
239
240
III,13 Percezioni non ordinarie
kadosh:
Ieri sera mi sono trovato a leggere un libro di Castaneda .
Nel primo capitolo si parlava del controllare i sogni, del guardarsi le mani in sogno e di come
questo fosse un grande potere degli stregoni.
Teatrante:
Non si è parlato , almeno ultimamente, di Castaneda...
Non è uno dei miei autori preferiti, devo dire.
Se non sbaglio fu Euclide a fare un riferimento tempo fa... a Don Juan e Castaneda.
Questo mi porta a pensare che la suggestione-stimolo di Euclide abbia agito ...sotterraneamente ...
e ti abbia spinto ad approfondire certe tematiche sullo stato di sogno.
Il confronto ed il dialogo con altri ricercatori agisce in vari modi ed a vari livelli.
kadosh:
Non avevo mai letto Castaneda ... così, a naso, non ho mai provato attrattiva.
Qualche tempo fa ho deciso di comprare uno o due libri per leggerli nel tempo libero, come lettura
d'evasione senza l'idea di apprendere nulla o altro.
il riferimento di Euclide è stata una coincidenza.
Comunque ricordo che tu mi avevi parlato di Castaneda qualche tempo fa, in termini non proprio
elogiativi.
Fatto sta che avevo intenzione di andare a comprarli .... ne ho trovati un paio per caso...
beh...si..in effetti significa che li ho cercati.....
Teatrante:
Per i sogni... tempo fa se ti ricordi, avevamo parlato parlato della tecnica ,che avevo sperimentato
tempo addietro, del guardarsi il palmo delle mani.
E' comune a quanto so,a vari rami tradizionali che operano sull'energia del sogno o sullo yoga del
sogno.
Ho un libro interessante, a proposito o "Un antica saggezza" di Gyatrul rinpoche- edizioni
Ubaldini.
kadosh:
Chiedo il permesso.....posso prenderlo?
Teatrante:
Se con le dovute precauzioni .....
ma continuia a raccontarmi la tua esperienza.... sono curioso....
kadosh:
Ero un pò dubbioso perchè a me è capitato diverse volte di controllare i sogni e di essere cosciente
in sogno, muovermi a piacimento etc.
inoltre una volta mi è capitato anche di essere cosciente di essere cosciente nel sogno, cioè proprio
come nello stato di veglia...così ho fatto nel sogno ciò che diverse volte avevo fatto nella veglia,
241
cioè "ricordarmi di me stesso" nel senso in cui ne parla Gurdjeff.....
Teatrante:
Addestramento [dal testo radice di Lochen Dharma ]:
QUANDO SEI COSCIENTE (DEL SOGNO)
PENSA CHE TUTTE LE APPARENZE DEL SOGNO
POSSONO TRASFORMARSI IN QUALSIASI MODO.
UNO PUO' MOLTIPLICARSI E DIVENTARE MOLTI,
MOLTI POSSONO RIDURSI AD UNO.
E PACIFICO E FURIOSO POSSONO TRASFORMARSI L'UNO NELL'ALTRO
kadosh:
Devo dire che dopo aver fatto questo nel sogno ho avuto ancora un controllo maggiore e la netta
sensazione dell'irrealtà del sogno, come se fosse un film che potevo a piacimento mandare avanti o
indietro...ricordo prima di aver pensato cose tipo "questa parte del sogno è noiosa, vorrei
mandarla avanti e passare a quella successiva perchè so che succederà qualcosa di interessante"....
e poi di averlo fatto, cioè di aver mandato avanti.
Vabhè... comunque ieri sera mi sono addormentato volendo guardarmi le mani in sogno e essere
cosciente.
il risultato è stato che mi sono svegliato dopo non molto con delle sensazioni strane, ancora di
sogno.
ho cominciato ad avere allucinazioni visive ed uditive.
Sentivo moltissimi botti e schiocchi, poi uno di questi non so perchè o come, mi ha cambiato
completamente e stavo in uno stato diverso, anche fisicamente.
Teatrante:
Nello stato di sogno si percepiscono suoni e colori/forme in altra maniera.
I kan path solevano incidere o addirittura tagliare le orecchie esterne per sviluppare l'ascolto di
ciò che gli occultisti definiscono, mi pare, suono eterico.
Diciamo che si tratta di una percezione dell'energia sottile.
Sottile è ciò che pervade il grossolano.
Certi suoni ci sono comunque nella manifestazione , ma non li percepiamo.
Quando siamo in uno stato non ordinario, diciamo sul " ponte di prima dell'inizio"... sembra quasi
che la corda coscenziale venga scossa direttamente, che cominci a vibrare.
La sensazione è che il cranio ad esempio subisca una specie di contraccolpo e che le orecchie e gli
occhi si aprano.
kadosh:
Ecco, così.
E' proprio così....
Teatrante:
E' anche per favorire questa sensazione che nelle tecniche cinogiapponesi ci sono tanti battiti di
mani, colpi di bastone e kiai.
Nel tantrismo tibetano si usa il mantra Path! (o peth!) accompagnato ad un mudra particolare per
ottenere lo stesso risultato.
242
A volte in questi stati si sentono delle voci o dei suoni che ci sembrano desueti.
Il rumore del frigorifero può sembrare una om prolungata ed inarrestabile.
il suono di un aereo sembra in grado di rapirti...
Nella percezione dello stato di sogno ciò che appare più grossolano allo stato di veglia appare a
volte impalpabile: un muro può sembrare non aver consistenza.
Ciò che appare più sottile allo stato di veglia appare invece più grossolano:
l'aria ad esempio pare più "spessa", quasi fosse acqua e la percezione dei suoni avviene come se
questi fossero amplificati/ mutati dall'acqua o da una grande umidità.
Kadosh:
Ecco... dopo gli schiocchi e la sensazione di apertura delle orecchie e degli occhi ho cominciato a
guardarmi intorno e i colori della stanza cambiavano ogni volta che guardavo...cambiavano sia le
gradazioni del colore, sia la luminosità.
Allora ho guardato fuori dalla finestra, sempre rimanendo a letto e anche il cielo faceva così.
Ho guardato una siepe su un terrazzo davanti casa e c'era un gatto verde (siamese) tra la siepe che
si muoveva.
continuavano anche tutti i rumori...ogni tanto erano anche parole pronunciate fortissimo da
qualcuno di cui non ricordo il senso.
Sentivo anche presenze ..... la presenza di qualcuno......
Teatrante:
I pensieri sono enti.
Anche un nostro pensiero nello stato di sogno può essere avvertito come presenza esterna.
Alcuni arrivano a percepire o credere di percepire parole dette anni prima o non ancora dette.
A vedere persone o demoni.
Si tratta di un giochino divertente ma sempre di giochino si tratta.
Non c'è nessuna differenza con il sogno o un film che vedi alla televisione.
Si tratta solo di sovrapposizioni, di serpenti visti in luogo della corda.
Solo che i serpenti dello stato di sogno sono più colorati e divertenti di quelli allo stato di veglia.
Sono i giochi di un illusionista e si deve capire che quell'illusionista sei tu....
kadosh:
Poi ho avuto anche flash di immagini nella testa (quindi non esterne) che non c'entravano
assolutamente nulla e comparivano a prescindere da me, cioè non ho pensato nulla che potessi
essere vicino a queste...
Erano come immagini che interrompevano i pensieri e si imponevano squarciandoli, per poi
riscomparire poco dopo.
mi ricordo in particolare una lettera (un foglio) piena di grandi lettere rosse.
Teatrante:
Le vasana sono una realtà.
Le impressioni sono come foto che si attaccano all'organo interno.
La fase di purificazione secondo alcuni consiste nel far distaccare queste foto impressioni e nel
bruciarle al fuoco della conoscenza.
Lampi, immagini, colori che appartengono magari alla tua infanzia, magari ad altre vite che
vengono percepite senza nessuna logica apparente.
Perchè è così che si sono fissate.
243
Per banalizzare: sei felice per qualche buona notizia e ti casca l'occhio su una scatola di
patatine.
La scatola con i suoi colori e la sua forma si fisserà dentro di te collegata ad un emozione positiva.
E sarà quella scatola(proprio quella lì) che diverrà in certo modo oggetto scenografico di quel
teatrino della memoria Che è la vita umana.
kadosh:
Beh, tutto qui.
All'inizio avevo un pò di paura e fastidio, poi mi sono abituato e non è stato male.
dici che è semplice suggestione per il libro?
Teatrante
Qualsiasi cosa sia stata è stata un esperienza che riguarda una percezione non ordinaria dovuta ad
uno stato di alterazione....
Tu non puoi fare altro che osservarla.
Cercare di provocarla non è consigliabile.
Devi solo osservarla ....osservala e non crederci.
Mai.
244
III,14 la Visione di Sogno
kadosh:
Si devo dire che quella di castaneda è l'ennesima coincidenza... è un po' che incontro coincidenze
significative...
Teatrante:
Il linguaggio degli dei è il linguaggio delle coincidenze significative.
Fa strano.... ma dal punto di vista dello stato di sogno il fatto che Euclide ti abbia citato un autore
a cui tu pensavi e che tu abbia trovato nella libreria del teatrante i testi che cercavi, è solo il
risultato di un dialogo che stai facendo con te stesso.
Euclide non è nuovo a certe intuizioni ... ma a volte mi pare che si difenda dal sogno....
Non so dire di Castaneda.
Il ramo tradizionale di cui parla a mio vedere è "secco".
Si conservano pratiche sciamaniche in Siberia, Mongolia e Tibet.
Gli aborigeni australiani maschi sono invece tutti sciamani.
Vivono costantemente nel tempo e nello spazio di sogno.
è come se non avessero la coscienza di veglia....
Essendo , almeno in occidente...un ramo secco occorre fare attenzione.
Certe tecniche che , come il vodoo , fanno uso delle energie sessuali o come tu voglia
chiamarle...attivazione del vishuddha cakra- utilizzazione delle energie delle acque
inferiori..integrazione di yesod nella Qabbalah... sono assai pericolose.
Pochi sono qualificati all'uso delle droghe psicotrope e delle energie sessuali.
Bisogna anche tener conto del fatto che certe pratiche si sviluppano spesso laddove le condizioni di
sopravvivenza sono al limite.
I monaci tibetani che si inerpicano sulle cime dell'himalaya non si legano tra di loro nè utilizzano
misure di sicurezza: se uno di loro cade in un crepaccio e muore dipende dal karma, inutile
prendere precauzioni.
Se uno fa uso di peyote o di Lsd o altre sostanze che provocano quella che gli occultisti definiscono
improvvisa fuoriuscita del corpo astrale... lo fa a rischio della propria stabilità mentale e della
propria vita.
Il viaggio sciamanico è viaggio di morte e sofferenza.
I tibetani, i Mongoli gli australiani sanno come prestare aiuto dall'esterno...
qui in occidente difficilmente troverai qualcuno in grado di tirarti fuori.
kadosh:
Un altra cosa... la, come la chiami tu, percezione non ordinaria della realtà ...io la osservo e so che
non è vera...come lo stato di veglia.
però ogni tanto mi viene da chiedermi perchè le cose stanno così anche nello stato di veglia.
E mi viene da chiedere: che cosa sono queste allucinazioni?
Teatrante:
Sono i personaggi del tuo personale teatrino della memoria che cambiano costume.
Si è passati al palcoscenico di sogno.
La loro origine non differisce in realtà dall'origine dei personaggi di veglia.
245
Ma basta non crederci.
Mi pare che tu lo sappia.
kadosh:
Devo anche dire che ultimamente ne ho avute diverse e frequenti, anche se non degne di nota e
numerose come l'altra notte.
Da che dipende?
Che rappresentano?
Perchè così e non diverse?
Ma soprattutto...e a me che me ne viene da queste cose, a che pro?
Teatrante:
Solo tu puoi interpretare il linguaggio delle tue immagini di sogno.
Potrei azzardare interpretazioni come quando si leggono le carte o le linee della mano.
Ma sarebbe inutile.
Diciamo che il mondo è molto più pieno di suoni, forme-colori, presenze di ciò che si crede.
C'è tutto.
la vita "è grande".
I tre piani di coscienza sono.... contemporanei.
Sono qui ed ora.
Come qui ed ora sono , tutti insieme, i quattro yuga.
Questo è il piano di veglia.
Questo è il piano di sogno.
Questo è il piano causale.
Nel piano causale vi è tutto ciò che è manifesto e tutto ciò che è non manifesto, ma manifestabile.
Sei tu che di volta in volta decidi di percepire un dettaglio o l'altro del teatrino della memoria.
La percezione del mondo consiste nella messa a fuoco di particolari dettagli.
Se fai surf prendi un onda per volta e la segui fin quando non giunge alla spiaggia.
Tutto ciò che vivi ...la velocità, il vento in faccia, gli schizzi d'acqua... ti paiono reali e non esiste
altro, per te, che quell'onda.
Ma esistono ed esisteranno milioni di altre onde.
Su ognuna vivrai esperienze diverse.
Ma l'onda non esiste.
E' solo una sovrapposizione del mare.
Le tue esperienze su quell'onda quindi sono relative ad un qualcosa che non ha esistenza propria.
Ma tu le chiami vita.
Milioni, miliardi di possibilità di vita per kadosh...
Tutte con la medesima apparenza di realtà.
Tutte contemporanee.
Sei tu che metti a fuoco ora su una ora sull'altra.
Milioni e milioni di kadosh... aggrappati a parvenze di esperienze impulsate da onde che non
esisterebbero senza il mare.
Il mare non sa niente nè delle onde nè della tua vita.
Se impari ad essere il mare sarai tutte le onde e tutte le vite.
kadosh:
E quindi?
246
E ora che cambia?
Teatrante:
Che cambia ora?.
Nel mondo del divenire ogni cosa cambia ad ogni istante.
La ricerca filosofica è la ricerca della costante .
In alcuni rami tradizionali si usa la tecnica del vedere per penetrare nello stato di sogno.
Sono le tecniche che lavorano sulle energie e sono spesso destinate alla degenerazione perchè
alcuni allievi...pochissimi suppongo.. venivano "aiutati" con l'uso di droghe o determinate tecniche
sessuali .
Droghe e tecniche sessuali che possono condurre, facilmente , alla degenerazione, alla follia o
all'uso indiscriminato di certi poteri.
E i poteri possono dominare l'aspirante e trasformare l'aspirazione all' assoluto nell'aspirazione al
potere.
La rettificazione in queste tecniche passa per la postura fisica e per l'alterazione percettiva.
A livello posturale i punti su cui si agisce sono la zona cervicale e la zona sacrale.
Il mutamento dell'assetto delle cervicali serve a cambiare l'equilibrio tra prima cervicale (atlante)
e la scatola cranica.
la zoccolata sul cranio assestata da Gaudapada , mi pare,al suo allievo le innumerevoli spadate in
testa delle storielle zen servono a questo.
Il mutamento dell'assetto sacrale provoca l'allargamento degli ischi ed il riposizionamento del
bacino.
Lo strano assetto apparentemente rigido della colonna che si assume in certe tecniche cinesi è il
risultato della rettificazione posturale con conseguente allungamento degli spazi tra vertebre e
vertebre.
Nello zen, in certe scuole cinesi e in certe tecniche tibetane, si agisce proprio con un bastone o una
spada di legno o con la manipolazione delle cervicali o con suoni particolari che provocano il
tipico schiocco delle cervicali e/o del cranio che anticipa certi stati percettivi.
Nelle culture sciamaniche questo riallineamento si ottiene con esercizi fisici uniti ad esercizi di
visualizzazione ed all'uso di droghe ...se stai leggendo castaneda ,di cui io non mi fido molto,
vedrai che certi esercizi come il camminare percependo con la fontanella un soffitto basso o una
"ramada" hanno la medesima importanza dell'uso del peyote o di certi esercizi psichici...
Insieme alla piante psicotrope si usano i ritmi ..quasi sempre ternari... le danze circolari ,che fanno
mutare il senso dell'equilibrio e la percezione dello spazio tempo, e le maschere.
Nel vodoo i ritmi e le danze si accompagnano all'uso di tabacco, alcol e droghe potentissime alcune
estratte dal veleno di un pesce.
In alcune scuole si usa la penetrazione.
Ci sono disegni che appartengono ad ambienti tantristi del '700 che ritraggono un vecchio maestro
intento a sodomizzare un'allieva.
sembrano immagini pornografiche , ma le iscrizioni ed i simboli che vi appaiono lasciano intendere
che si tratta di ben altro...
247
Il maestro sta riassestando la colonna vertebrale dell'allieva.
Inutile dire che sia le droghe che la via del sesso non fanno per noi occidentali
La cultura cattolica fa nascere il concetto del senso di colpa, il concetto di trasgressione ed il
concetto di perversione.
Tra l'altro l'uso di tecniche sessuali è assai complesso: entrambi i partner dovrebbero avere la
medesima sensibilità ed il medesimo livello coscenziale .
A parte l'allineamento posturale bisogna saper far circolare l'energia tramite "la volontà".
Si tratta di tecnica operativa, comune al taoismo, al mikkyo ed allo hatha Yoga.. di non facile
apprendimento.
kadosh:
Ma cosa ti serve la visione di sogno ?
Teatrante:
C'è un momento in cui si smette di fare domande.
248
III,15 Il Dormiente
Teatrante:
Periodo... interessante...non c'è che dire.
Kadosh ha le allucinazioni, Cristiano mi ha confessato che continua a percepire "gli effetti
speciali" come l'altra estate...Sembra che vi sia una fase del Pavone generalizzata.
Ho pensato di ricordare a Cristiano alcuni insegnamenti di qualche anno fa...
Ho trascritto un nostro vecchio dialogo, autista, e mi sono commosso fino alle lacrime....
Autista:
Non si può non piangere a parlar di Dio.
Teatrante:
Oh si...
Certo....ma con te è naturale parlarne.
Mi sembra sia così difficile a volte parlarne con altri.
Forse è colpa mia , a sentire molti, compresa mia figlia quando parlo sembra sempre che le cose
cadono dall'alto.
Per cui magari si mettono sulla difensiva....
Devo essere presuntuoso e saccente...
il problema è che non me ne accorgo...
Forse sono un po' stupido.
A Volte penso... forse quando si parla di Dio sintende quasi sempre IO.
Non è facile avere uno scambio.
non è facile la reale condivisione.
Sento la pienezza dei nostri antichi dialoghi e non la ritrovo parlando con altri.
Siva è il selvaggio e balla la tandava.
Siva è il tenero e balla la lasya.
Siva è Viresvara signore degli eroi ed è Pasupati il buon pastore.
Sembra che se ne veda sempre un solo aspetto.
Sembra che si posso vedere un solo aspetto alla volta....
Del resto è normale che sia così.... Vidya, il secondo velo di Maya...la limitazione della
conoscenza...
Autista:
Tu agiti il bastone e terrorizzi.
La tua ricerca del vero distrugge coloro che non sono pronti o non la desiderano.
Ovvio che molti scappino a gambe levate.
I molti si aspettano ponti d'oro ove portare la loro "saggezza".
Rimane chi ha veramente bisogno, se il bisogno potrà essere soddisfatto altrove, è altrove che si
recheranno. Il presente di ciascuno è sempre il miglior presente.
249
Teatrante:
Sarà come dici tu.....
Sicuramente è come dici tu.
Comunque sia le alterazioni percettive di Kadosh e Cristiano sembra mi abbiano condizionato..
ieri uscendo con il cane ho cominciato a non sentire più le gambe, poi tutto il corpo ...come se non
ne avessi più controllo.
Sono rientrato di corsa perchè avevo paura di cadere per terra.
Pensavo di essere al limite dello svenimento.
Ciondolavo le gambe senta sentirle.
Ho detto che mi stava venedo l'influenza, ho annullato le lezioni e mi sono messo a letto.
Seduto in loto vibrava tutto il corpo sottopelle
Vibrazioni ritmiche e luminose sembrano partire dalla pancia.
Il perineo è collegato alla faccia come ci fosse un cakra nella zona del naso.
Ho già provato sensazioni del genere, ma la sensazione di non riuscire a stare in piedi è molto
forte.
Poi ci sto lo stesso..
Ovviamente...
Gli oggetti ,alla vista, si espandono e comprimono al ritmo del respiro.
L'energia alla base della colonna è così forte che si solleva da sola la maglia..
il petto sembra volersi aprire da solo.
Se chiudo le mani a pugni sento un rumore come del tiraggio del tubo di una stufa o di un camino.
il punto alla radice del naso sembra collegato con la gola e l'energia fa vibrare la lingua.
Sulla testa è nettissima la sensazione di un qualcosa di romboidale vivo, come la testa del cobra
che copra la capoccia di shakiamuni.
Pensavo di aver già dato a kundalini, maledizione!
Che è: un regresso?
O l'integrazione di un qualche processo non concluso?
La sensazione nuova è il cuore.
E' molto intensa ....pare il centro del cuore voglia aprirsi.
Come della dita che escono dal centro dal petto e si allargano verso la gola, le clavicole, le spalle,
fegato e milza, plesso solare.
... Questa è nuova ...di sensazione.
Se appoggio le due mani a destra e sinistra del petto sento battere il cuore da tutte e due le parti.
Ma è un battito diverso, sottile e morbido.
Forse sono le mani.
più sensibili...
O forse è davvero la febbre.
Semplicemente una bella influenza di stagione.....
Autista:
Come la giri e la rigiri, ti tocca passarci.
Dato il tuo percorso è probabile una integrazione/evoluzione della guaina fisica.
Teatrante:
250
Ho anche avuto una visione assurda.
anzi è il flash back di una visione.
Assurda perchè non è antropomorfa.....non somiglia a niente che abbia mai visto.
Una specie di deserto.
Ricordo di essere nudo
ma non vedo il mio corpo.
Nudo e insonnolito.
Davanti in lontananza una serie di montagne direi adesso, ma non erano montagne.
Una cosa simile a gomme da cancellare di vari colori fuse insieme.
Il colore dominante era marroncino dorato .
.... nuvole di sabbia dorata.
Queste montagne di gomme mi attiravano e pur non volendo andare mi sentivo troppo insonnolito
per resistere.
Da vicino erano come milioni e milioni di particelle che suonavano e cantavano.
troppo rumore
preferisco il silenzio ed il vento.
Poi lucidità.
Sono qui ed ora.
E poi di nuovo.
C'erano due porte nel deserto.
Una si apriva in una foresta di numeri.
o meglio.... sapevo che erano numeri, ma erano forme indistinte come una fitta foresta di bambù
gialli dorati e marroncini mescolata a ruderi di pietra gialla mescolati a qualcosa che sembrava
antropomorfo, come nanetti ben proporzionati , ma non lo era.
Qualcosa di vivo che parlava e vociava ....ma non distinguevo le diverse voci ...
Voci che si mescolavano e sembravano il rumore di un tuono o di un treno velocissimo che non si
allontana.... è veloce e fermo insieme...
Non riesco a descrivere che c'è dietro la seconda porta
l'unica cosa che mi è venuta in mente è stata una stupidaggine del genere "che palle la
molteplicità".
In realtà non era proprio così ....ma è una visione che in qualche modo mi ha stupito, per non dire
sconvolto.
Forse proprio per l'impossibilità di descriverla.
Nella visione anche se ero insonnolito non avevo dubbi su cosa fossero le miontagne di gomma e,
la foresta di ruderi , nanetti e bambù e la porta che ora non so descrivere.
Adesso non so trovare nessuna parola che le descriva.
Autista:
Linguaggio che usi con te stesso.
Nel tempo ti accorgerai che i sogni si sposteranno dagli eventi alle immagini e dalle immagini ai
principi.
E' il linguaggio che si adegua man mano alla posizione coscienziale, sin quando ci saranno aspetti
interiori da percepire.
Ad un certo punto l'interiorità cesserà, o meglio l'intero universo potrà divenire interiorità.
251
E tutto tornerà "normale", tranne per il fatto che non esisterà più alcuno separato dal Brahma che
viene immaginato come Iswara.
Il "dormiente" era il nome che davo da bambino a ciò che sono, quando viveno nel timore per il
mondo che si svegliasse anzitempo.
Non era chiaro cosa fosse, ma si temeva il suo risveglio, si temeva che il mondo fosse distrutto.
252
III,16 - Il Drago e la Fenice
Teatrante:
Sono un po' fuori fase, Autista....
Sarà Kundalini, sarà questa sensazione ormai costante di assistere ad un film invece di vivere....
Mi piacerebbe sedere fuori della sala con te, sorseggiando sakè, guardando la luna insieme a due
fanciulle in fiore.
Il ramo del caprifoglio si appendeva alla porta dell'amata.
se ella lo portava in casa accettava l'incontro sulle rive del ruscello.
Se lo lasciava fuori, con il cuore gonfio di speranza, ogni giorno all'alba, si tornava a mettere un
ramo di caprifoglio fin quando non erano mille e mille....
Autista:
Il passato...
Va bene per il té e le fanciulle, ma lasciamo i rametti sul loro albero.
Raccontami ancora dei tempi in cui si andava nella foresta a guardare crescere il bambù.
Teatrante:
Al vedervi ,signore, la vostra figura con tracce di neve sui capelli è di un guerriero carico di anni,
eppure vi presentate in splendido equipaggiamento!
Non un ombra al chiarore della luna,
Al barlume delle lanterne nulla rimane oscuro.
In questa notte, sopra una tunica di broccato....
in questa notte, sopra una tunica di broccato.
Portando la corazza ricamata di seta verde,
Le due spade laminate d'oro:
ora come ora non sono più tesori in alcun modo!
Dei loti ,dello stagno dei tesori, i calici saranno i miei tesori.
In verità non conosco più il dubbio:
Indistruttibile è l'insegnamento della legge!
Con la frequente ripetizione delle parole d'oro,
Come si potrebbe non raggiungere la meta?
"Oh! signore, in verità ogni guerriero di cui si onori la fama dovrebbe
agire in tal modo " [ sono versi di Zeami Motokiyo ]
Autista:
Oh, è semplice non raggiungere la meta.
Basta portarla sempre con sé.
Allora si può sedere fuori a sorseggiare saké e a bere té da una teiera vuota.
Si appende il mirto e si attende.
Sai, degno teatrante, pensavo che per vagare nel mondo fosse necessario essere la meta, ma se sei
la meta non puoi mostrarla nel mondo.
E se sei la meta non hai anelito che ti spinga alla meta e sei più un demone perché non sei
temperato dalla meta da raggiungere nel mondo degli uomini e delle figlie degli uomini.
Invece non basta essere la meta, devi portarla anche con te e lasciarla anche fuori, in modo che
tutti possano vederla e inseguirla anche se ognuno di loro, ognuno dei fratelli e delle sorelle, la
253
porta in cuore e siede là identicamente nella meta.
Ascoltiamo la rugiada che vive del bambù che cresce, è così riposante prima della battaglia.
Teatrante
Ho ascoltato declamare versi di Wang Wei.
Ho l'impressione che scelgano i versi più tristi.
Qui è primavera.
Sulla strada i sampietrini non riescono a trattenere l'erba che cresce che sembrano i tropici.
Le donne si vestono con abiti più leggeri, sorridono.
I fiori mi sembrano enormi.
delirio?
Una volta mia figlia ha messo un bambù in un vaso e quello si è dimenticato che non siamo in Cina.
ha messo su diciotto foglie.
Lo trovai meraviglioso.
Credo che il cinema abbia più possibilità della letteratura.
La regista è la stessa, è bellissima.
L'altra notte mi sono addormentato di colpo guardando la televisione.
Mi sono risvegliato e c'era una mano che spuntava dalla terra.
E' emerse una donna .
Una donna indiana.
Bellissima.
Era la pubblicità di una cosa che si chiama Pangea.
I programmatori hanno sbagliato e l'hanno trasmessa tre volte di seguito.
Sono andato a letto e continuavo a pensare alla donna, bellissima , che emergeva sorridendo dalla
terra.
Ho pensato a Ramakrisna che andava in estasi guardando un volo di uccelli al tramonto.
Non è malaccio stare alla finestra e guardare gli alberi.
Ma scendere in giardino ed arrampicarsi ed andare a spiare i nidi degli uccelli è pure meglio.
Delirio ?
Nodi irrisolti?
E perchè i nodi irrisolti danno questa sottile ebrezza?
La Bellezza è evanescente come la rugiada sulla siepe viva al mattino.
Ma quante gocce di rugiada, quante siepi vive si possono vedere in un unico mattino!
Autista:
È bello nella foresta di bambù ritrovare i passi dimenticati e calcando le orme percorrere vecchi
sentieri che portano alle sorgenti.
Ci sono diversi sentieri, sentieri mediani, sentieri sottani e sentieri alzani.
Togliete la fascia dalla fronte e coprite gli occhi.
E ascoltate…
Allarga le gambe caro fratello, cara figlia, abbassa leggermente il bacino, strofina leggermente i
talloni chiedendo alla terra di aprirsi e iniziando il tuo respiro, ascolta.
254
Caro fratello, impugna la spada e infiggila in terra con tutto l’amore penetrandola senza violenza e
ascolta.
Cara figlia, apriti a te stessa, apriti alla terra, natura di donna, e ascolta.
Lasciate correre il sentire… ascolterete i passi perduti e ne saprete ricalcare le orme alla bisogna
dei tre sentieri uno a valle uno alla montagna e uno alla collina, una dimora per ogni tempo della
vita, una dimora per ogni dragone.
Ma ricorda che tu potresti essere il Drago, e non ti sarà dato di saperlo.
Forse talvolta vedrai il tuo fuoco, intuirai il tuo respiro, se il fato ti sarà benigno, potrai pure
ascoltare il tuo soffio, ma non impugnatelo, il soffio di drago non va impugnato, può solo essere
respirato.
La spada nella madre, respirare la madre, essere la madre, queste sono le tre vie.
C’è anche la quarta via, essere il Padre, ma non è data, essa discende mentre le altre tre salgono.
Guai ad attraversare la quarta via.
Le tre vie passano dalla bramosia… bramosia d’azione, bramosia d'amore, bramosia di
conoscenza.
Teatrante:
Un uomo cavalcava il drago.
Una donna cavalcava la fenice.
La loro unione era perfetta.
255
III,17 - Il mondo nel palmo della mano
Teatrante
Versa il the nel palmo della mano.
Bevi dal palmo della mano.
Apri la mano.
Sono belle le linee della mano.
Sono belli i monti della mano.
Sotto i monti della mano sinistra ho una linea curva un anello doppio tra indice e anulare,tra
indice e mignolo.
Disegnano l'Himalaya.
Più sotto, la linea del cuore.
Parte dal monte sotto l'indice e arriva sotto al mignolo.
Il fiume si getta nell'oceano.
E' la costa orientale.
Al centro della mano ho una croce.
Il fiume bagna la croce a nord.
A sud un altro fiume che scende verso il palmo della mano.
La linea della testa.
La croce è la città trai due fiumi.
Ho l'india nel palmo della mano.
Ho il mondo nel palmo della mano.
L'uomo è così piccolo.
ma ha il mondo nelle linee della mano.
Varanasi è il nome della croce trai due fiumi.
Se ti copri gli occhi con il palmo della mano non vedi niente.
Vedi il mondo.
Sono belle le linea della mano.
Nella mano destra l'india è un triangolo rovesciato.
L'india del mio sogno è il mondo.
Il mondo è un triangolo rovesciato.
L'uomo è così piccolo....
ma ha il mondo nel palmo della mano.
autista
Il mondo nel palmo della mano
Il palmo verrà chiuso?
Verrà ruotato verso il basso?
Ogni uomo porta il mondo in palmo, solo lo dimentica.
Teatrante... tu conduci in meandri che non volevo [pensavo di] esplorare.
Oh, è semplice non raggiungere la meta.
Basta portarla sempre con sé. Allora si può sedere fuori a sorseggiare saké e a bere té da una
teiera vuota.
Si appende il mirto e si attende.
256
Sai, degno teatrante, pensavo che per vagare nel mondo fosse necessario essere la meta, ma se sei
la meta non puoi mostrarla nel mondo.
E se sei la meta non hai anelito che ti spinga alla meta e sei più un demone perché non sei
temperato dalla meta da raggiungere nel mondo degli uomini e delle figlie degli uomini.
Invece non basta essere la meta, devi portarla anche con te e lasciarla anche fuori, in modo che
tutti possano vederla e inseguirla anche se ognuno di loro, ognuno dei fratelli e delle sorelle, la
porta in cuore e siede là identicamente nella meta.
Ascoltiamo la rugiada che vive del bambù che cresce, è così riposante prima della battaglia.
Teatrante
Una volta mi hanno detto (forse l'ho sognato, boh?) che ci sono due porte nel corpo umano.
Una superiore ed una inferiore.
Quando si smette di essere bambini si chiude quella superiore.
Non so quando si chiuda quella inferiore.
A volte ci si concentra solo su quella superiore,
Si trascura quella inferiore.
Chissà perchè.
Quando si riapre quella inferiore si apre davvero.
Sotto il perineo, tastando, si scopre una specie di apertura.
Si rilassano certi muscoli tesi nel contenimento di antiche passioni.
E' molto particolare come sensazione.
Allora si sente un vuoto dentro.
Come un tubo di vuoto che dal perineo, dalla terra sale fino alla fontanella, al cielo.
E anche il cuore sembra vuoto.
Bisogna aprirlo verso l'alto.
E spingere l'osso sacro verso il basso.
Chi di noi ha una compagna fissa dovrebbe passare più tempo a guardarle l'osso sacro.
In ogni donna vi è una goccia di shakti.
Un osso di drago.
L'osso sacro delle donne è la testa del drago.
Shakti è ovunque.
Shakti è maya.
Shakti muore e rinasce come parvati.
L'illusione prima era totale.
L'abbandono era totale.
Ora è un abbandono consapevole.
Autista
Lavorando a tempo perso per una casa editrice, ci sono tre manoscritti che mi sono cari.
I primi due sono completi.
Il terzo no.
Credevo che fossero libri da poco, sino a quando non li ho compresi, molti anni dopo che furono
scritti.
Li ho trovati tutti e tre in una valigia vecchia comprata a Porta Portese molti anni fa.
Credo che possano essere storie da ascoltare guardando il bambù crescere.
Peccato che molte siano censurabili, non per pornografia ma perché certe tematiche non sono
257
trattate in maniera molto ortodossa.
Non pensavo che li avrei pubblicati, ma chissà che non trovi l'autore e mi faccia autorizzare.
Il primo inizia così.
"Elogio dell'illusione d'essere"
"...et in arcadia ego animam recepit" (o recepi?)
"...e ricordo che mi parlasti d'amore da in cima una montagna, volgesti lo sguardo alla valle e col
dito segnasti il tuo amore al mondo.
- Fin qui ti amai, là ti amo.
Volgesti lo sguardo all'universo oltre il visibile.
- Là ti amerò.
Erano i tempi ove le campane chiamavano nelle valli su per i pendii. Tu crederai che fu un sogno.
Invero lo fu, ma non certo come tu puoi credere".
La dedica è veramente curiosa:
"Quanto mi piacerebbe mettere ciò ai piedi dell'uomo, ma sono sicuro che scambiatolo per un
escremento lo calpesterebbe insozzando, come al solito, solo se stesso.
quindi...
A tutti coloro che sono stati uccisi per la verità.
A tutti coloro che sono morti per la verità.
A tutti coloro che sono nati per la verità.
A tutti coloro che vivono per la verità.
A tutti coloro che vivono la verità.
A tutti coloro che sono la verità.
Alla Verità,
ovunque sia ormai finita!
L'ultima di copertina conclude così:
"...e ricordo che mi parlasti d'odio da in cima una montagna, volgesti lo sguardo alla valle e col
dito segnasti il tuo rancore al mondo.
- Fin qui ti amai, la ti odio.
Volgesti lo sguardo all'universo oltre il visibile.
- Là ti distruggerò.
Erano i tempi ove i cannoni uccidevano nelle valli su per i pendii.
Tu crederai che fu un incubo.
Invero lo fu, ma non certo come tu puoi credere."
Teatrante
Sorseggiando sakè e guardando il bambù crescere mi piacerebbe raccontarti vecchie storie.
Mi piacerebbe raccontarti di due samurai.
Due guerrieri.
Il samurai uccide se è il momento di uccidere.
Dona la vita se è il momento di donare la vita.
E lo fa con assoluta indifferenza.
Non si pone il problema del bene e del male.
258
Ma proprio per questo discrimina il bene dal male.
Quand'è che l'uomo odia?
Quando non sa dove è dio(la verità?).
Candide di Voltaire piange sul corpo di un ragazzo ucciso dal terremoto di lisbona: "Dove sei Dio?
Non puòi esistere.
E invece Dio è lì.
Dorme tranquillo ,bambino gigantesco, sull'oceano di prima dell'inizio.
Ogni tanto si sveglia e gioca, sorridendo.
Qualche volta scende sulla terra, assume magari la forma di un nanetto con l'ombrello da
Brahmano per ricordarci che c'è.
Non esiste odio.
Esiste la paura di amare e la paura di non essere amati.
L'uomo, quel nano dell'ignoranza calpestato dal piede del Nataraja è fragile.
E' insicuro.
Ma dentro di lui c'è una piccola fiamma.
Se qualcuno di noi avesse visto fuochi ben più vistosi e imponenti dovrebbe provare tenerezza per
quelle piccole scintille insicure.
Dovrebbe soffiare, dolcemente, per ravvivare i piccoli fuochi.
Per quale motivo chi ha vissuto e amato a ben altri livelli,
chi sa,perchè l'ha imparato o perchè ne è l'artefice, che il nostro mondo è un quadro di un divino
Magritte in cui tante comparse si agitano credendosi protagonisti,tornerebbe in questa dimensione
che molti giudicano gretta?
L'immane sacrificio del principe dei nembi che, avvezzo alla tempesta si ride dell'arcere e decide di
sua volontà di scendere sulla terra dove può a mala pena camminare,per le sue ali gigantesche?
Da dove crediamo vengano i miti degli angeli caduti?
Vengono dall'amore , Autista.
Amore totale e incondizionato.
Amore per quelle creature sciocche e ottuse che scambiano per escrementi la verità.
Ma non per questo l'albatro,il cormorano, il gabbiano, smettono di tornare a terra, con i marinai
che si fanno beffe del loro incedere impacciato.
Amore.
Autista, amore infinito.
L'amore di un padre per i propri figli.
Shiva decapita ganesha perchè ha paura che gli tolga l'amore di Parvati, ma poi ci ripensa,
capisce, gli dona la vita nuovamente.
Amore , Autista.
amore infinito.
Dalla sofferenza di Shiva sboccia come un fiore di loto l' occhio terribile.
L'occhio fulminerà kama, , ma anche a lui, al Dio del desiderio donerà di nuovo la vita.
Non può farne a meno.
Non esiste il male.
259
Esiste solo l'ignoranza.
Non esiste l'odio, esiste solo la paura di amare.
Che accadrebbe se domani mia moglie mi dicesse di amare un altro e se ne andasse di casa?
Potrei mai odiare la madre delle mie figlie?
Il tempo non esiste.
Resterebbe comunque la donna di dieci o venti anni fa.
Come farei ad odiarla.
La amerei comunque.
Anche se lei lo ignorasse.
Perchè l'odio non esiste.
Esiste solo la paura di amare e la paura di soffrire per amore.
La paura di essere crocifissi.
Pensi che Gesù, nell'orto dei Getsemani, non avesse paura di essere crocifisso?
Perché altrimenti avrebbe tentato di svegliare uno ad uno gli apostoli dormienti?
lo so.... lo so che le interpretazioni possono essere decine, ma in questo momento mi piace questa.
amore ....Om in immissione è l'inizio.
Ah in emissione è la fine.
Amore.
Autista
Ti racconto la storia di un samurai.
La sua arte era l'eccellere.
L'eccellenza era tale che non si confrontava mai con gli altri samurai, forse che il falcone si
confronta con la starna? O il bambù con lo stecco?
Lui si confrontava solo con sé stesso, a lui non interessavano vittorie, a lui interessava essere la
perfezione.
La sua tecnica di spada era detta "Quella dei mille specchi".
Si era ritirato in un vecchio tempio sul fianco della collina, sotto il dirupo grande.
Era dell'Okkaido.
Là aveva costruito tanti specchi che lo riflettevano in mille e mille figure.
Là egli combatteva contro gli specchi.
Là egli portava ogni imperfezione e ingigantendola e moltiplicandola migliaia di volte, là egli la
combatteva nell'unica maniera possibile che conosceva... vedendosela in tutti gli aspetti,
accettandola sino a valicarla nell'integrazione.
A poco a poco il suo divenne il movimento perfetto, così perfetto che era sempre più veloce sino al
giorno che fu così veloce che nessun specchio lo potè riflettere.
La sala è sempre lì e narrano che un samurai attento può ancore sentire il soffio del drago.
260
261
III,18 - Zanne
Autista:
Shiva ha decollato suo figlio.
Ganesha ha una nuova testa.
Ganesha ha spezzato la zanna!
Ganesha ha iniziato a scrivere il Mahabharata
teatrante:
Ganesha Aumkara
Autista:
E' interessante vedere come il padre e la madre si incarnino nel figlio che li porta in espressione
attraverso le potenze.
La via della spada sembra così vicina e alterna a quella della ciotola, ma anche a quella del cuore
e del bastone di bambù.
Shanti
Psiche:
Cambia cuore con 'monete' (denari)...........
e tra spade,
ciotole (coppe)
bastoni (di bambù)
e avrai ottenuto un bel mazzo di carte da scopa.......................
Teatrante:
Hai detto giusto.
Più giusto di quanto credi.
Ma i cuori sono le coppe.
I denari sono le rose.
Dolce Psiche tu sai senza sapere di sapere.
O vuoi dimenticare di sapere.
Forse quaqndo deciderai di ricordare non cercherai più di perdere i treni.
Il matto non ha numero.
La papessa che numero ha?
La via della spada sembra così vicina e alterna a quella della ciotola,
ma anche a quella del cuore e del bastone di bambù.
Il ritmo del cuore,il suono basso del bastone che accarezza la ciotola,
Il suono acuto della spada che esce dal fodero e vi rientra.
Suona la buccina ganesha!
262
Che orchestra meravigliosa!
Alla fine gli toccherà rompersi anche l'altra zanna per scrivere ciò che sta per accadere.
263
III,19
Autista:
Altrove ho trovato queste tue parole:
Tra l'erba nasce una rosa.
Nell'erba pianto la spada.
... Sembra una croce.
Rammenti, Teatrante?
La rosa ha le spine
La spada ha lama
La croce ha i chiodi
La rosa non va colta
La spada non va estratta
La croce non va portata
Io sono la rosa
Io sono la spada
Io sono la croce
Io sono la rosa
che è entro la spada
che indossa la croce.
Se mi sento spada
taglio chi mi sta accanto.
Se mi sento croce,
sento i chiodi.
Se mi accetto rosa,
il profumo fluisce per il mondo
la lama è specchio per il mondo
la croce è sostegno per il mondo
La rosa è la Vita.
La lama è la Verità.
La croce è la Via.
La Via alla Verità conduce alla Vita (eterna).
Scusa erano parole rimaste nella tua teiera.
Mi sono piaciute e chissà che non ce ne siano altre...
Psiche:
Sei un cavaliere?
Autista:
Se sarà necessario.
264
Ma al momento sono un autista che si riposa lucidando teiere.
E quella del teatrante conteneva altre parole,
così mi sono premurato a dirgliele.
Mi sembrava male che però stessero dove qualcuno riteneva di perdere tempo.
Le ho trovate così belle che ho sentito il bisogno di marcarle.
Marinaio:
Brutta cosa l'orgoglio, vero Autista?
...."Dio,energie e luce" ....
perchè ti sei preoccupato di tutto fuorchè chiedermi quello che serviva davvero chiedere?
Credi che io non avrei gioito nel parlare con te di questo?
Invece di preoccuparti di me, che non sono nulla, potevi impiegare il tuo tempo per scoprire quello
che serviva scoprire, e parlare di ciò che è davvero importante parlare.
In questo senso,...........hai perso del tempo inutilmente, e ne hai fatto perdere a me.
Forse preferisci continuare ad elargire perle di saggezza qua e la velandoti di quel mistero che fa
tanto .....?? [ride]
Io ho aspettato invano che tu smettessi di fare affermazioni e cominciassi veramente a parlare con
me.
Autista:
Croce - Via dell'Azione, del camminare - Karma yoga
Lama - Via della Discriminazione, della verità - Jnana Yoga
Rosa - Via dell'Amore, della Madre - Bhakti Yoga
Che strano, teatrante;
è la prima volta che mi si presentano invertite.
Ma forse qui deve essere testimoniato così.
Dimentico sempre che stiamo praticando i Piccoli Misteri.
Sì, è giusto. Qui e ora, questa è la giusta sequenza.
Accettando la croce me ne spoglio e mi ritrovo nudo ferro.
Accettando il ferro, mi trovo la rosa, mi inebrio del profumo e vivo la Madre.
Occorre comprendere che questa è una sequenza exoterica e non esoterica.
In ambito metafisico non è così.
Quindi ognuno si confronti sempre con la propria posizione coscienziale.
Sono ancora perplesso per avere invertito le due... ma la rosa è la parte più profonda...
Dimentico sempre che siamo nella Madre.
.... continuiamo ... teatrante?
Me la suono e me la canto.....
Certo che sono invertite... Se si è fatta l'inversione, è normale che siano invertite!!!
265
Teatrante:
La rosa è lama.
La rosa è croce.
A volte ci si punge con la rosa e si crede siano chiodi.
A volte ci taglia con la lama e si crede siano spine.
A volte ci inchiodiamo alla croce e si crede che i chiodi siano lama.
L'autista viaggia per il teatrino immobile.
Ogni tanto si ferma per dare un passaggio a chi crede di muoversi ed è fermo.
Nella sua carrozza verde ha teiere e spade e bastoni di bambù.
Nella sua carrozza verde ha croci, e rotoli con scritte in sanscrito e solfo e mercurio.
Ha varie pietre nella sua macchinina verde, l'Autista.
E libri di filosofi.
E dei vocabolari.
Dopo tanto viaggiare sbaglia ancora la traduzione di AUM.
Per lui A è sempre e solo Amore.
Per lui anche U vuol dire Amore.
Per lui anche M vuol dire Amore.
E' un bambino l'autista.
Un bambino con un ombrello da Brahmano.
Le sue parole sono dolci e terribili.
Il quinto avatara di visnù è un buffo bambino con un ombrellino in mano.
Il mondo è preda di un demone.
Il bambino gli chiede di poter prendere possesso di tanto spazio quando ne può percorrere con tre
dei suoi passettini.
Il demone, re del mondo, ridendo accetta.
Il bambino si trasforma in gigante .
I suoi passi sono i passi della tandava di Shiva.
Il primo passo raggiunge i pianeti.
Il secondo il cosmo.
Il terzo cala sulla testa del demone ignorante con la potenza della verità.
La croce e la rosa sono invertite?
Non è una inversione essoterica.
E' una lezione.
Il marinaio è in buona fede.
........
pensa che stia per finire il mondo.
Il mondo finisce ogni giorno che un individuo muore.
Il mondo nasce ogni giorno che un individuo nasce.
266
Il mondo è lì dove sta l'ego.
Ogni tanto tra gli uomini si alza qualcuno che mette in guardia contro la fine del mondo.
L'informazione è giusta.
Ma non è diretta a tutti.
E' per lui.
Solo per lui.
Non hai tempo.
Gli dice il maestro.
Sbrigati perchè la notte può sorprenderti fuori dal tempio.
Fai presto!
Tutto il mondo è rappresentazione.
Tutto il mondo è idea-forma.
La distruzione del mondo conosciuto equivale alla coscienza/conoscenza.
Alla consapevolezza che non vi è morte, non vi è nascita, non vi è schiavitù, non vi è liberazione.
Tutto è e sempre sarà perchè tutto è l'assoluto.
tat tuam asi.
Om sat chit ekam brahman.
La violenza è dei deboli.
Il maestro chiama il debole lo invita alla sua tavola .
Gli asciuga lacrime di sangue (questa non è roba mia autista ...dove l'abbiamo letto?).
Le lacrime che l'uomo si crea con il dolore.
La via della croce la via del dolore.
Dolore e piacere si equivalgono.
Nascono dal desiderio.
Entrambi.
Senza desiderio non vi è dolore.
Senza paura non vi è odio.
Proiezioni?
Il dolore è l'effetto di un errore.
Se mi storgo una caviglia sento dolore perchè ho messo male il piede.
Sento dolore perchè ho sbagliato.
Certo, dagli errori si impara.
Ma la sofferenza crea danni .
La sofferenza trasforma il cuore e il corpo in una landa desolata che ha bisogno di lacrime per
poter essere fecondata.
La croce e la rosa , autista,
L' inversione ...
267
Forse non sono parole rimaste nella teiera del teatrante.
Forse non sono parole per l'autista.
Fppartengono ad un'altra teiera.
Se la noce si chiude nel guscio la vita la circonda di spine.
E quelle spine si fanno chiodi.
Il risultato sarà la stesso.
Comunque.
Ognuno ha la sua via.
Ma le vie sono comunque un illusione.
Ognuno di noi cerca la propria illusione per accendere il fuoco dei filosofi.
Si può solo stare alla finestra a guardare, diceva un mio caro amico e maestro.
Ci sono maestri e maestri , dolce autista.
Il bambino con l'ombrello da brahmano, non ha nessun ritegno a mostrarsi.
Non ha desideri, non ha paura.
Ogni tanto, chissà, prova nostalgia.
Ogni tanto qualche sinapsi di ritorno gli fa dire:
" ma guarda quel pirla!
Ha le ali e le lega dietro la schiena!"
Ma è questione di un momento.
Subito dopo viaggia di nuovo.
La mente, viaggia.
Dove vuole lei.
Autista
Se un uomo e una donna si incontrano, si possono nello stesso incontro vivere più mondi, più miti,
più universi, più vite.
I tanti veicoli che ognuno indossa interagiscono e si vivono.
Ognuno secondo la sua consapevolezza.
Il millenarismo, l'approssimarsi della fine del mondo che taluni avvertono come prossimo scatena
l'ansia di salvezza, di predestinazione, di superiorità salvifica.
E' un processo noto che viene sostenuto da altre cause.
C'è un'altro aspetto da considerare...
Facciamo letteratura...
Ci sono dei momenti in cui il campo della "Forza" diventa oscuro.
Le tensioni diventano tali che il campo rischia di collassare e se collassa il campo, collassa la
manifestazione. Qualcuno chiama questa forza "dharma" e quando il dharma viene oscurato dalla
avidya (quando le forze dell'equilibrio vengono scomposte dallla dispersione), il dharma oscilla.
E' questa oscillazione che può essere avvertita.
Alcuni-molti-pochi la sentono e avvertono che la loro percezione è destinata finire a meno che non
si fermi l'oscillazione, a meno a che il dharma non venga ristabilito.
Ma non è dato loro il ristabilimento del dharma.
268
Loro possono solo ripristinare solo il proprio dharma individuale, non quello dell'intero
campo.
Ne sono consapevoli, così cercano di avvisare quanti più individui possibile, affinché anche altri
possano usufuire di quella possibilità.
Ma.
C'è un ma.
Non è data l'oscillazione del dharma senza che scenda un Principio a ristabilire il Dharma.
Sono in molti a sostenere che nei prossimi 10-15 anni ci saranno eventi tali da scuotere il pianeta.
Non entro in merito.
Ma come dubitare che se dovesse verificarsi un qualsiasi evento di una tale portata non
comporterebbe la presenza di quel Principio?
Teatrante
La tradizione sta migrando, dolce auriga.
Sono entrato in chiesa con la spada l'altro giorno, e sono stato bene accolto.
In tasca ho una statuetta piccola piccola.
La porto sempre con me.
Non è un portafortuna.
La porto dietro perchè mi piace.
E' un danzatore con quattro braccia.
Il piede destro a terra la gamba sinistra sospesa .
la statuetta è di bronzo, credo.
So che i capelli sono biondi.
269
III,20 - Commiato
Autista:
Narayena... l'ultima volta che l'ho incontrato il Citravati era pieno del sangue e dei corpi di coloro
che cercavano di ucciderlo perché non ammettevano che potesse esistere un essere con quattro
braccia e cercavano di ucciderlo.
Domenica scorsa l'ho scorto durante una puja.
Era fermo.
Sì, credo i capelli siano biondi.
Sarà il fuoco.
Teatrante, non è il caso di smettere di bere té verde? Dicono dia alla testa.
I monasteri sono vuoti,
nessuno suona più le campane.
Adesso offrono i monasteri.
Al momento è stato opportuno rifiutarli.
Poi li si rinnoverà? Forse. Vedremo.
Non possiamo giocare a contare i passeri che passano?
Ho una curiosità... :ma non c'è nessuno savio qui nel Cenobio che ci dice di tagliarla di fare
letteratura o avete paura delle spade? Io non ne porto.
Psiche:
Non smettete di fare letteratura,
sebbene a me incomprensibile
è bello ascoltarvi......
A volte penso che ascoltando e riascoltando fino allo sfinimento
qualcosina capirò.....meglio di niente.
Meno male che non siete monaci
dentro un monastero.......
....Forse specchiarmi nei narcisi.... aiuta
ad abbandonare l'ego
Autista:
Lo so che è folle.
Ma noi non stiamo parlando in codice.
Stiamo solo versando il té.
E ci narriamo saggi, non romanzi.
Anche se mi rendo conto che sembra fantascienza.
Ma sai, lui porta spada, quindi ho dovuto immaginare di indossarla.
270
Però, credimi, non è un codice.
E' che forse... si parlava così.
Un tempo....
E' meno faticoso e più completo.
Teatrante:
Visto quanti passeri, stamane?
Al confine con la Toscana, c'è una Chiesa.
In alto una Croce.
La prospettiva è strana.
Punta dritta versa il basso.
Sembra voler scendere e ficcarsi nella terra.
Sulla destra c'è una cappella con 3 statue, credo del Canova.
Una di queste è una donna.
Il seno nudo da gazzella, la grazia con cui intreccia le gambe è ben strana per una chiesa cattolica.
In mano ha una Rosa.
Accanto alla Chiesa c'è un campanile.
Guardando verso nord dal campanile si vedono delle rovine.
E' san Galgano.
Tra le rovine c'è una spada che un guerriero 1000 anni fa ha piantato nella roccia.
Tra la spada e il campanile vedo le colline toscane.
E' un giro di giostra.
Salire è facile.
Pochi lo fanno.
Autista:
Teatrante in guisa di guitto peregrinante.
Dei pochi che lo fanno, son saliti quelli che aspettavi?
Un fuoco mi ha appena confermato di essere salito sulla tua giostra.
Bene.
Vedo anche la tua teiera sul fuoco.
Io prenderei da qui commiato.
Si è fatto tanto.
E va bene così.
Posso andare, teatrante? Sono molto stanco.
Teatrante:
Stai scherzando?
Autista
... non sto celiando.
Sto solo chiedendo commiato.
271
Sin dall'inizio si era detto che si era detto di essere il Teatrante.
Adesso la teiera di Teatrante è sul fuoco.
E gli si chiede commiato.
Sta a lui e non ad altri permettermi il commiato.
Mi hanno portato qui per comprendere il Teatrante.
Il Teatrante è stato compreso.
Nel frattempo si sono "officiati" un paio di miti in sospeso.
Ora sono stanco.
Sono stati tutti incontri importanti e siete tutte persone preziose, è probabile che in futuro con
alcuni ci si possa ancora incontrare .
O che il Teatrante decida di far ruotare la giosta altrove o di allargarla .
Non dipende nemmeno da me.
Né da te.
In ogni caso la nota è unica, un Principio che discende vibra attraverso le migliaia di note che
attiva.
Citando: "Siamo tutti gocce dello stesso mare."
Una volta che qui c'è un Teatrante con teiera ,insieme ad altri non meno preziosi... chiedo
commiato, Teatrante
Teatrante:
Ma non ci pensare nemmeno!
Troppe storie devi ancora raccontarmi guardando crescere il bambù.
Troppi tè dobbiamo ancora bere.
Occorre soffiare sui giovani fuochi.
Io non ho legna da aggiungere, tu ne hai cataste.
Amore si è forse scottato?
........
Ti prego,devi rimanere ancora ....
Ogni tanto c'è un tibetano che bussa alla porta.
Sai come sono i tibetani.
Soprattutto se sono antichi come credo che questo sia.
Non si rende conto che i tempi cambiano e certe parole e simboli fanno più male della spada.
So, ricordo/sogno ..ho integrato il tantra , Autista.
E non credo sia il momento, nè il luogo, nè il modo.
Qui vogliono parlare di tantra non integrarlo.
Qui vogliono parlare di vamachara come via proibita...
Non sanno che vama è la donna che siede alla sinistra di Shiva!
Dakshinachara ...le tre correnti, Luce , Silenzio, Vuoto che si fondono in Dakshina kalika...
272
Vamachara...lo stupro della Vedova...
cribbio ma La vedova non è mica una donna!... E' kundalishakti che sale dal cancello della vita....
Vamachara ..mangiare il manzo.... ma il manzo non è mica la bistecca!
E' la lingua che viene risucchiata verso il cakra del palato....
Non lasciarmi autista.... nessuno vuol comprendere il mio linguaggio...
Non ne hanno bisogno....
E poi.... sono un deficiente
Ci vuole qualcuno che mi prenda a bastonate.
Un giovane fuoco può salire sulla giostra della spada.
E se vuole troverà il suo maestro in chi ne sa più del teatrante.
Gli altri han bisogno di autisti consumati.
il teatrante quando si mette la maschera del guerriero è stranamente duro.
solo il tuo the riesce ad ammorbidirlo.
Autista:
.... Speravo fossi più magnanimo.
Riposerò in Giappone... se la Vita permetterà.
Teatrante:
Sai che gli aspiranti sono egoisti.
Scusa.
L'autista viaggia con la sua carrozza verde dove la tradizione lo chiama.
Non è certo un minuscolo teatrante che possa trattenerlo o chiamarlo.
E'è la tradizione che lo spinge.
Perchè l'autista è privo di ego.
Si tratta solo di ringraziare quando è passato e di attendere con devozione il suo successivo
passaggio.
Psiche:
Sono un'aspirante fuoco egoista (ed egotista).......
Finchè l'autista non mi indicherà il cartello:
'non parlare al conducente'
Continuerò a chiedere e a chiacchierare...........
E chi l'ha detto che l'autista non sia anche un
giostraio?
.....
Qui mi sa che tutti vogliamo un passaggio......
Teatrante la giostra ce l'ha il codino da prendere?
Tenderò le mani più che posso!!
Venghino siore e siori nuovo 'giro' nuova 'corsa'!!
273
Teatrante:
Psiche,
L'autista pensa che il teatrante sia un maestro di spada.
Tempo fa gli ha chiesto il permesso di entrare nel suo dojo per rendergli un servizio.
T'autista è un gentiluomo vecchia maniera.
In qualche modo è vero che il teatrante è un maestro di spada.
Adesso l'autista pensa che il suo compito sia esaurito.
Ha una missione ,l'autista, che lo porta da altre parti.
Da gentiluomo ha chiesto il formale permesso di partire.
il teatrante glielo ha negato un pò per scherzo un pò perchè gli sembra di non aver fatto all'autista
un dono all'altezza del suo lignaggio.
Ma è chiaro che è una scusa, il teatrante visualizzerà per lui il dono più bello.
lo troverà in Giappone.
Il teatrante appoggia le palme e la fronte a terra e saluta l'autista.
In fondo anche il teatrante è un gentiluomo d'altri tempi.
E riconosce nell'autista la conoscenza rara dei grandi misteri.
Accenderà incensi profumati e canterà gesta di antichi eroi in attesa del suo ritorno.
Psiche parla di narcisi e gioca col fuoco.
Forse non ha ben capito che stavamo parlando e vivendo su un altro piano.
Non è facile da comprendere.
Può darsi che l'autista non compaia più dalle sue parti.
E' uno che viaggia molto.
Può darsi che la giostra sia troppo alta per Psiche.
Chissà.
Vedremo.
autista:
L'autista non pensa.
L'autista sa che sei un Maestro di spada e un Maestro di yoga. La spada e lo yoga in te coincidono.
Il dono più bello ora è il tuo dojo/giostra aperto e abitato.
Tu.
Te.
Teatrante, l'autista ringrazia con gratitudine per il commiato concesso.
Aveva temuto lo volessi trattenere oltre, ma la tua teiera è sul fuoco.
L'autista non serve più. Il dojo ora è abitato.
Spiega la tua insegna sulla porta.
La zanna è stata spezzata.
Il mahabharata è iniziato.
274
La noce di cocco è stata rotta.
Che il percorso vi sia propizio.
Che l'alito del drago vi accompagni.
L'autista poggia le palme e la fronte a terra e saluta tutti gli astanti presenti e futuri.
L'autista poggia le palme e la fronte a terra e saluta Ganesha.
L'autista poggia le 4 palme e la fronte a terra e saluta il teatrante.
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INDICE
CAPITOLO 1
I,1 - Scuola/Tradizione/Sapere
I,2 - Volontà
I,3 - Lao Tze Non Esiste
I,4 - Inversione dell'Acqua e del Fuoco
I,5 - Sri Yantra
I,6 - shavasana
I,7 - Wu Hsing
I,8 - La Via del Teatro
I,9 - Sparire per sempre
I,10 - Asana
I,11 - Endimione
I,12 - Silenzio
I,13 - La Yogini
I,14 - La Percezione è sempre Incinta
CAPITOLO 2
3
4
10
16
20
25
28
30
33
37
41
45
52
56
59
62
II,1 - Libero Arbitrio
II,2 - Simmetria e Sogno
II,3 - L'Insolito
II,4 - Neti Neti
II,5 - Metafore
II,6 - Amore
II,7 - La Dea
II,8 - Il Soffio del Drago
II,9 - Il Realizzato
II,10 - Lo Specchio e il Manas
II,11 - L'occhio del Sole e della Bellezza
II,12 - Fedeli d 'Amore
II,13 - Sacrificio
II,14 - Muschio
63
68
72
75
77
80
87
94
98
103
108
113
118
124
II,15 - Il Corpo
II,16 - Il Tempio
II,17 - Aderire alla realtà
II,18 - SOGNI
II,19 - Sai Baba
II,18 - Sesso
II,21 - Il Dojo infinito
II, 22- Sukha
129
133
139
146
151
155
160
166
276
II,23 - Meditazione
CAPITOLO 3
III,1 - Paura durante la meditazione
III,2 - Tantra?
III,3 - Dolore e Piacere
III,4 - Lo Specchio Oscuro
III,5 - la solitudine dell'aspirante
III,6 - La Dea e il Serpente
III,7 - Il Potere del Serpente
III,8 - Siddhi
III,9 - Oblio
III,10 - La Dea dell'Autunno
III,11 Da cuore a cuore
III,12 -Perchè kundalishakti sei così restia ?
III,13 Percezioni non ordinarie
III,14 la Visione di Sogno
III,15 Il Dormiente
III,16 - Il Drago e la Fenice
III,17 - Il mondo nel palmo della mano
III,18 - Zanne
III,19
III,20 - Commiato
169
176
177
183
189
191
197
201
207
214
219
224
227
236
240
244
248
252
255
261
263
269