Chiese evangeliche africane a Castel Volturno
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Chiese evangeliche africane a Castel Volturno
Chiese evangeliche africane a Castel Volturno di Donato Di Sanzo e Maria Antonietta Maggio Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 1 Indice Premessa ……………………………………………………………..……………….pag.3 1. Analisi di sfondo e di contesto 1.1 Storia dei luoghi 1.1.1 Storia dell’immigrazione nell’area di Castel Volturno……………..pag. 4 BOX 1 La storia di Jerry Masslo 1.1.2 La strage di Castel Volturno o strage di San Gennaro……………..pag. 8 1.2 Sul campo 1.2.1 Le persone………………………………………………………………….…pag.10 1.2.2 I luoghi……………………………………………………………………...…pag.13 1.2.3 Le chiese pentecostali, ipotesi di ricerca……………………………..pag.15 2. Mappatura delle comunità religiose e delle chiese 2.1 I dati……………………………………………………………………...……….pag.18 2.2 La ricerca 2.2.1 Metodologia di ricerca……………………………….…………………….pag.22 BOX 2 Movimento pentecostale e carismatico in Ghana e Nigeria 2.2.2 Le chiese pentecostali a Castel Volturno……………………………..pag.26 3. Conclusioni 3.1 Analisi dei dati………………………………………………………………...pag.45 3.2 Tipologie di chiese……………………………………………………………pag.47 3.3 Discussione delle ipotesi…………………………………………………....pag.49 3.4 Slittamento denominazionale…………………………………………...…pag.56 3.5 Possibili scenari futuri………………….……………………………………pag.57 3.6 Il dialogo con le religioni come fattore di inclusione sociale……...pag.59 Ringraziamenti Riferimenti Bibliografici………………………………………………………….pag.63 Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 2 Premessa Questo lavoro di ricerca prende in considerazione la nascita e lo sviluppo delle Chiese evangeliche africane nel comune di Castel Volturno (CE). L’idea è nata nell’ambito del Master in Religioni e Mediazione Culturale dell’Università di Roma La Sapienza, sotto la supervisione del Prof. Paolo Naso e della Facoltà Pentecostale di Aversa. L’universo delle chiese evangeliche africane in Italia, rappresenta oggi un fecondo ed interessante ambito di ricerca. Tuttavia, le caratteristiche della zona presa in esame e, segnatamente, il particolare tipo di immigrazione e la forte influenza della criminalità organizzata sul territorio, hanno ampliato l’ambito della ricerca e hanno costituito degli elementi imprescindibili nel corso della stessa. Per quanto questi fenomeni non rappresentavano l’oggetto principale del lavoro, è risultato difficile non indagarne il significato per una piena comprensione di quello che apparentemente è “solo” una manifestazione religiosa. La profonda conoscenza del luogo (e delle dinamiche che vi agiscono), raggiunta attraverso un costante lavoro di campo, è stata prerogativa essenziale di una fedele riproduzione e discussione dell’opera delle chiese evangeliche africane a Castel Volturno. Ottobre 2010. Donato Di Sanzo Maria Antonietta Maggio Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 3 1. Analisi di sfondo e di contesto 1.1 Storia dei luoghi 1.1.1 Storia dell’immigrazione nell’area di Castel Volturno La presenza degli immigrati nell‟area di Castel Volturno risale agli inizi degli anni ‟80. Dapprima arrivarono i maghrebini, successivamente cominciarono ad insediarsi anche i primi sub-sahariani. La capacità attrattiva del luogo era dovuta alla forte domanda di lavoro bracciantile nei campi di pomodoro, in un momento storico durante il quale i braccianti italiani divennero più costosi e difficili da trovare. La manodopera straniera, invece, rappresentava l‟apporto di braccia fresche, in nero e a basso costo, attraverso cui gli imprenditori agricoli avrebbero realizzato super-profitti. La stagionalità del lavoro offerto nei campi delineò, inoltre, la caratteristica principale dell‟immigrazione nell‟area: la transitorietà. Castel Volturno è un luogo di passaggio, dove si finisce per ragioni di familiarità o di conoscenza, ma da cui si raggiungono altri luoghi di immigrazione stabile come il nordest o, in alcuni casi, i paesi del nord Europa. Esistono, però, anche altri fattori strutturali che hanno favorito l‟insediamento di immigrati, regolari e irregolari, nell‟area domizia, come l‟abusivismo edilizio e la presenza di una forte criminalità organizzata. Il luogo dove questi fattori sono maggiormente concentrati e visibili è la via Domiziana. La strada oggi denominata statale 7-quater, che collega Mondragone, Villa Literno e Castel Volturno, fu costruita come variante dell‟Appia nel 95 d.C, per volere dell‟imperatore romano Domiziano, con l‟obiettivo di collegare Napoli ai luoghi balneari del litorale. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 4 Alla fine degli anni ‟60 del Novecento, la via Domiziana fu concepita come arteria fondamentale che avrebbe reso raggiungibile le aree del turismo nella vicina costa domizia. La speculazione edilizia ed alcune contingenze storiche, però, resero difficile lo sviluppo. A Pinetamare, uno dei quartieri di Castel Volturno più prossimi alla statale, fu edificato il Villaggio Coppola, una delle zone di abusivismo più estese d‟Europa. Inizialmente, nacque con l‟intento di creare una struttura ricettiva polifunzionale, ma finì per svilupparsi repentinamente e disordinatamente. Nei pressi di Pinetamare sorse, nello stesso periodo, anche Parco Saraceno, il complesso di appartamenti in cui alloggiavano i militari americani di stanza nella base Nato di Bagnoli. In seguito al terremoto del 1980 le case di Parco Saraceno ed alcune strutture turistiche furono requisite per offrire alloggio ai senza tetto. Nei primi anni ‟90 i terremotati lasciarono le abitazioni e si liberò il posto per gli immigrati, la cui presenza andava aumentando di anno in anno. I proprietari, poterono realizzare guadagni esorbitanti, fittando gli appartamenti a prezzi alti e a più famiglie di migranti. L‟aumento considerevole del numero di presenti e le difficili condizioni in cui erano costretti a vivere comportarono che, a metà degli anni ‟90, per la prima volta, fosse presa in considerazione una “questione immigrazione” a Castel Volturno. Purtroppo, però, all‟acquisita consapevolezza dell‟esistenza del fenomeno non seguirono misure particolari ed efficaci. La facilità di trovare un lavoro in nero e la possibilità di cercare una sistemazione in appartamenti abusivi e sovraffollati comportarono il continuo arrivo di nuovi immigrati e favorirono l‟irregolarità. Negli anni si registrò una continua evoluzione della situazione nella direzione della convivenza fra le comunità africane, sempre più numerose, e i cittadini italiani. Nella notte fra il 9 e il 10 novembre 2008, la cantante Miriam Makeba, sudafricana e nota come “Mama Africa”, morì a Castel Volturno in seguito ad un attacco cardiaco avuto nel corso di un concerto per la commemorazione Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 5 delle vittime della strage di San Gennaro e contro la camorra. I funerali di “Mama Africa” furono un‟occasione di unità per la comunità africana di tutta la Campania e riaccesero, a quasi due mesi dalla strage, i riflettori sulla realtà degli immigrati di Castel Volturno. La cantante, nel corso della visita ai luoghi della Baia Domizia che precedette il concerto, dichiarò: “Sono onorata di essere stata invitata a Castel Volturno in questa occasione e di poter così unire la mia voce a quella di questa comunità nella lotta contro il pregiudizio e l'odio razziale. Ho trascorso 31 anni della mia vita in esilio forzato dal mio paese. Io e la mia musica siamo stati banditi dal Sud Africa perché le mie canzoni venivano considerate politiche. Ho sempre rifiutato questa definizione perché ciò che mi limitavo a fare era descrivere la realtà che avevo davanti agli occhi. Anche questo è un pezzo di Africa “. La vicenda di Jerry Masslo Il 24 agosto 1989, l‟omicidio di Jerry Masslo nelle campagne di Villa Literno inaugurò il dibattito serrato sui temi dell‟immigrazione che si sviluppò nel corso dei primi anni ‟90. In particolare, l‟opinione pubblica, le forze politiche e gli organi di informazione concentrarono l‟attenzione su un fenomeno che, fino a quel momento storico, era stato considerato marginale, di scarsa entità e rilevanza. In realtà, l‟Italia si era trasformata in un paese di immigrazione già nei primi anni ‟70, quando il saldo degli immigrati, per la prima volta, superò quello degli emigranti italiani. Tuttavia, solo in seguito all‟assassinio Masslo si pose l‟attenzione sul tema dei diritti e dei doveri degli stranieri che vivevano sul territorio nazionale e, soprattutto, lo stato rilevò l‟urgenza di elaborare politiche attive sull‟immigrazione, che avrebbero permesso anche di risolvere il problema dell‟indeterminatezza quantitativa del fenomeno migratorio. Jerry Essan Masslo era un immigrato sudafricano, giunto in Italia per sfuggire al regime dell‟ Apartheid. Nacque a Umtata nel 1959, da una famiglia povera che viveva in una delle baraccopoli destinate ai coloured, continuamente vessati da leggi razziste e discriminatorie. Da giovane studente nelle scuole per soli neri, si avvicinò ai movimenti dell‟ African National Congress, dello United Democratic Front e della Black Consciousness, che protestavano contro la continua repressione e chiedevano il riconoscimento dei diritti per la popolazione di colore. Seguendo i promotori delle rivendicazioni, partecipò a decine di manifestazioni e fu attivista convinto per la causa del popolo nero. Negli anni, però, la vita di Jerry Masslo fu segnata da avvenimenti tragici che lo indussero a riflettere sull‟eventualità di abbandonare il Sud Africa, come la morte della figlia di sette anni, falciata da un proiettile esploso Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 6 dalle forze di polizia governativa, o la misteriosa scomparsa del padre, fra le persone che venivano condotte nelle caserme per gli interrogatori e, sistematicamente, non facevano ritorno alle proprie case. Le difficili condizioni di vita che era costretto a sopportare indussero Jerry Masslo a fuggire dal proprio Paese. Dopo aver messo al sicuro la moglie e i suoi due figli in Zimbabwe, partì alla volta dell‟Europa in compagnia del fratello minore. Nel corso del lungo viaggio, circostanze sfavorevoli portarono i due fratelli a dividersi in Nigeria, dove Jerry riuscì ad acquistare un biglietto aereo per l‟Italia e partì in direzione di Roma. Atterrato all‟aeroporto di Fiumicino il 21 marzo 1988, Jerry Masslo richiese istantaneamente asilo politico. La richiesta fu, però, negata, in quanto allora in Italia vigeva il cosiddetto “principio di limitazione geografica”, che prevedeva la possibilità di richiedere asilo solo per i cittadini dell‟Europa dell‟est che fuggivano dai regimi comunisti. Dopo un periodo difficile di intermediazione fra lo stato e le organizzazioni internazionali che si erano interessate alla vicenda, Jerry fu accolto nel centro d‟accoglienza per stranieri di Roma “La Tenda di Abramo”. Qui imparò l‟italiano e, nella difficoltà di trovare lavoro, venne a conoscenza della possibilità di recarsi a Villa Literno (CE) nell‟estate, per partecipare alla campagna stagionale della raccolta del pomodoro. Centinaia di immigrati, soprattutto africani, raggiungevano ogni anno le campagne dell‟agro aversano, dove avrebbero alloggiato in sistemazioni di fortuna e sarebbero stati sfruttati dai grandi proprietari terrieri in cerca di manodopera sottopagata. Alla fine degli anni ‟80 le paghe per i lavoratori stranieri impiegati nella raccolta del pomodoro nei campi del sud Italia ammontavano a circa 800 lire per ogni cassetta piena consegnata al supervisore a fine giornata. Nella cittadina di Villa Literno esiste, ancora oggi, un luogo in cui gli immigrati si concentrano alle prime luci del giorno per cercare un‟occupazione giornaliera in campagna. I liternesi usano chiamare questo posto “piazza degli schiavi”. A queste condizioni, Jerry Masslo raggiunse Villa Literno nell‟estate del 1988 e vi restò per tutta la durata della stagione, facendo ritorno a Roma in autunno. Nel 1989 decise di partire per il Canada, ma fu costretto a ripetere l‟esperienza della raccolta del pomodoro per poter accumulare i soldi che gli sarebbero serviti per il biglietto aereo. La sera del 24 agosto 1989, a stagione quasi finita, un gruppo di sei uomini italiani si introdusse nella baracca-alloggio in cui vivevano Jerry e altri braccianti stranieri, con l‟obiettivo di sottrarre loro l‟intera paga giornaliera. Alle prime resistenze, i malavitosi esplosero i tre colpi di pistola che ferirono due persone e uccisero Jerry Masslo. La notizia della morte del giovane immigrato sud-africano, trucidato in Italia, fece il giro del Paese rapidamente ed ebbe conseguenze significative, attirando l‟attenzione dei media, dell‟opinione pubblica, delle chiese e della politica. Per la prima volta, l‟area di Castel Volturno finì sotto i riflettori della grande informazione. L‟onda della commozione per la vicenda tragica di Jerry Masslo accese un dibattito sul tema dell‟immigrazione di proporzioni nazionali. Furono proclamati i funerali di stato. Il fatto che vennero celebrati con rito cattolico sollevò ulteriori polemiche, in quanto Masslo era un predicatore di fede battista. In ogni caso, la grande eco seguita all‟omicidio pose interrogativi sulle condizioni lavorative e di vita in cui versassero gli stranieri in Italia, quanti fossero e da dove Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 7 venissero. Il 7 ottobre 1989 si svolse a Roma la più grande manifestazione anti razzista mai tenuta prima in Italia, che vide la partecipazione di circa duecentomila italiani e immigrati. La politica, di riflesso, rese pubblica l‟intenzione di lavorare all‟elaborazione di interventi attivi sull‟immigrazione. Nel febbraio del 1990 fu approvata la legge-Martelli, il primo discusso tentativo di regolamentare le particolarità del fenomeno migratorio, in un paese che ospitava ormai centinaia di migliaia di stranieri. 1.1.2 La strage di Castel Volturno o strage di San Gennaro. L‟escalation della tensione e della violenza, legate alla presenza sempre più consistente di immigrati nell‟area di Castel Volturno è un fenomeno in stretta relazione con le peculiarità del territorio. La strage del 28 settembre 2008 non è un episodio senza precedenti. Il 24 aprile del 1990, si verificò la cosiddetta strage di Pescopagano: in una piccola frazione di Mondragone, per motivi connessi alle attività della criminalità organizzata del luogo, furono ammazzati quattro immigrati africani e altri sei rimasero feriti. Nel 1994 fu incendiato il cosiddetto “Ghetto di Villa Literno”, la struttura di accoglienza allestita in seguito all‟omicidio di Jerry Masslo e che ospitava circa 2500 lavoratori migranti. Il 18 agosto del 2008, esattamente un mese prima della strage di San Gennaro, furono sparati diversi colpi di arma da fuoco contro la sede dell‟Associazione Nigeriana Campana, nel centro di Castel Volturno, all‟interno della quale erano riunite quattordici persone. L‟obiettivo dell‟agguato era Teddy Egonwman, un mediatore culturale e traduttore per la Polizia di Stato, molto attivo nella comunità nigeriana e in prima linea contro la criminalità. Questi due avvenimenti rappresentano solo la punta di un iceberg. Nel corso degli anni, infatti, episodi di reciproca diffidenza fra gli italiani e le comunità di migranti furono alla base dell‟aumento della tensione. Le difficili condizioni di vita, inoltre, rendevano gli africani vulnerabili nei confronti Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 8 della criminalità organizzata, che trovò braccia fresche da impiegare nei traffici illeciti e giovani donne da reclutare nel racket della prostituzione. In una situazione così configurata, il 28 settembre 2008, nel quartiere Varcaturo, non lontano dalla via Domiziana, in un agguato furono ammazzati un italiano e sei immigrati africani (tre ghanesi, due togolesi e un liberiano). La strage balzò velocemente sotto i riflettori dei media nazionali che, per la prima volta, riportarono notizie approfondite sulla situazione degli immigrati a Castel Volturno. Sulle motivazioni della strage non esistono informazioni precise. In un primo momento, si pensò che alla base della realizzazione dell‟attentato ci fossero ragioni legate ai rapporti che le comunità di migranti intrattenevano con la criminalità organizzata. Le indagini, però, accertarono fin da subito il fatto che gli africani uccisi non avevano mai avuto alcun coinvolgimento nelle attività illegali della camorra o della cosiddetta “mafia nigeriana”, l‟organizzazione criminale degli immigrati. Nei giorni successivi al 18 settembre, la rabbia degli africani esplose e centinaia di connazionali delle vittime scatenarono una rivolta popolare contro la camorra e le autorità, danneggiando e incendiando cassonetti, automobili e attività commerciali e chiedendo che i responsabili fossero assicurati alla giustizia. Fu anche organizzato un corteo lungo la via Domiziana che vide la partecipazione della stragrande maggioranza della comunità africana e che si trasformò nell‟occasione di nuovi episodi di violenza. Le rivolte scatenate provocarono tensione anche fra i cittadini italiani e si temette che questi potessero organizzare ritorsioni nei confronti degli immigrati. Per questo motivo, l‟allora sindaco di Castel Volturno, Francesco Nuzzo, in collaborazione con le autorità di polizia, incontrò alcuni membri di spicco della comunità africana con l‟obiettivo di riportare la calma nella zona. La preoccupazione per le potenziali conseguenze della violenza e la risonanza che i media diedero alla strage di San Gennaro, spinsero il Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 9 ministero dell‟interno ad istituire una specifica commissione straordinaria di cui facevano parte il ministro Roberto Maroni e il capo della polizia, oltre ad alcune personalità della politica locale e nazionale. L‟obiettivo dichiarato della commissione era quello di studiare le soluzioni adatte a risolvere il problema della presenza della criminalità organizzata nel casertano e, contemporaneamente, di imporre misure tese a limitare l‟”immigrazione clandestina”. La decisione principale della commissione fu quella di inviare 400 agenti speciali a presidio del territorio, con la specifica funzione di evitare che potessero verificarsi nuove stragi e nuove sommosse. Oggi, a quasi due anni di distanza dalla strage di San Gennaro, la situazione di Castel Volturno sembra tornata alla “normalità”: gli agenti speciali presidiano ancora il centro della cittadina, mentre, dopo una prima stretta sull‟immigrazione clandestina, gli irregolari continuano a costituire ancora una componente consistente e forse maggioritaria della comunità di africani. I primi tentativi di instaurare un dialogo fra le istituzioni, i cittadini e gli immigrati versano oggi in una situazione di stallo e la strage sembra essere già un avvenimento lontanissimo. 1.2 Sul campo 1.2.1 Le persone Nell‟area di Castel Volturno operano numerose associazioni, soggetti e attori impegnati, a vario titolo, nel lavoro di mediazione culturale e integrazione. Tra aprile e luglio 2010 è risultato necessario intervistare e incontrare, più volte nel prosieguo della ricerca, alcuni di essi; le prime ipotesi in merito all‟attività e alla collocazione delle chiese pentecostali africane, infatti, sono state formulate a partire dalle considerazioni degli attori incontrati. Il Centro immigrati Campania “Fernandes” è una struttura di prima accoglienza realizzata nel 1996 dall‟Arcidiocesi di Capua, nello stabile donato dalla famiglia Fernandes. Oggi ospita circa cinquanta immigrati e Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 10 venti operatori e sostiene un presidio psico-socio-sanitario, una mensa, corsi periodici di alfabetizzazione alla lingua italiana e progetti di integrazione. Il centro è collocato al chilometro 33.500 della via Domiziana, nel cuore dell‟agglomerato di abitazioni in cui vive buona parte della popolazione immigrata. Rappresenta un punto di riferimento per la sua attività e la sua posizione. I primi dati sulla presenza di immigrati sono stati reperiti in occasione di ripetuti incontri con il direttore del “Fernandes”, dott. Antonio Casale, e con i suoi collaboratori. Tra questi, Marisa … e Suor Anthonia, suora nigeriana impegnata con le ragazze recuperate alla tratta delle prostitute e ospitate nella struttura. Un‟altra delle presenze religiose organizzate attive sul territorio è la comunità dei Padri Comboniani, operante dal 1994 e che dal 2004 ha dato vita alla “Casa del Bambino”, un asilo per i figli degli immigrati aperto per otto ore al giorno. I Padri Comboniani insieme all‟associazione Black&White si dedicano alla pastorale attraverso l‟accoglienza, l‟evangelizzazione e la difesa dei diritti degli immigrati. Uno dei padri, Antonio Bonato, è il parroco della Chiesa Santa Maria dell‟Aiuto, collocata nella struttura del centro “Fernandes” e frequentata da circa 70 africani, con messa in inglese. Per quanto riguarda il mondo non cattolico, bisogna segnalare che la presenza di chiese evangeliche italiane sul territorio è consistente e non recente: esse originano da una prima opera di evangelizzazione avvenuta fra la fine degli anni ‟70 e gli inizi degli anni ‟80. Si tratta di gruppi religiosi di italiani formatisi a partire dall‟opera di Vittorio Lauretano, che alla fine degli anni ‟70 rientrò dagli Usa nel suo territorio di origine come pastore missionario della Chiesa evangelica americana. La sua predicazione diede vita, nel 1983, alla Chiesa Evangelica di Via Domiziana km 32,200, alla quale si aggregarono momentaneamente alcuni dei primi immigrati provenienti da Nigeria, Costa d‟Avorio, Ghana e Cameroon. Dal 1993, dopo la morte di Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 11 Lauretano, Raffaele Caruso fu scelto come nuovo pastore definitivo della Chiesa Evangelica di Castel Volturno. La chiesa pentecostale evangelica “Emanuele”, nel Villaggio Coppola, è una delle presenze più significative nel panorama religioso dell‟area. Dalle testimonianze di alcuni fedeli della comunità “Emanuele”, l‟attività delle chiese pentecostali africane, oggetto della ricerca, risulta essere completamente distinta rispetto a quella delle chiese italiane. Talvolta, esistono esperienze di culto che si alternano negli stessi locali. La chiesa “Emanuele” fu fondata nel 1990 e aderisce al Movimento Chiese Cristiane Evangeliche Nuova Pentecoste, una federazione con sede nella vicina Aversa, che raggruppa diverse esperienze di appartenenza al movimento pentecostale in Italia. Ad Aversa ha sede anche la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, diretta dal preside Carmine Napolitano, che ha costituito un punto di riferimento istituzionale nello svolgimento della ricerca. E‟ opportuno segnalare l‟opera di numerose organizzazioni non direttamente legate al mondo religioso che lavorano sul tema dell‟immigrazione nell‟area di Castel Volturno e in tutto il casertano. L‟associazione Jerry Essan Masslo, fondata nel 1989, ha sede a Casal di Principe e Castel Volturno, raccoglie medici e volontari impegnati nell‟assistenza medico-sociale e nella mediazione culturale; uno degli animatori dell‟associazione è Jean René Bilongo, mediatore camerunense che è stato un punto di riferimento costante nel corso della ricerca, per l‟approfondita conoscenza del territorio e degli attori che vi lavorano. Altri soggetti impegnati nel lavoro di integrazione sono: la casa famiglia “Laila” di Castel Volturno, il centro sociale ex Canapificio di Caserta e la Tenda di Abramo. L‟opera e l‟impegno di questi attori non riesce a rispondere pienamente alle esigenze delle comunità di immigrati. Dalle testimonianze raccolte viene Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 12 fuori il carattere emergenziale degli interventi in assenza di politiche di integrazione efficaci da parte delle istituzioni e degli enti locali. Dati aggiornati dell‟anagrafe comunale di Castel Volturno riferiscono, per il 2009, di una presenza di residenti stranieri che conta circa 2450 unità. Le difficoltà di reperire dati ufficiali, dovute alla mancanza di studi specifici e approfonditi sul fenomeno migratorio nell‟area, non consentono di effettuare facilmente una stima del numero di migranti effettivamente presenti sul territorio. La consistenza del dato, già importante, non fornisce tuttavia un quadro attendibile della situazione reale. Le stime non ufficiali esistenti, elaborate sulla base delle valutazioni informali degli operatori (e che quindi non hanno valore scientifico), parlano di circa 8000 immigrati, di cui circa 5000 irregolari, prevalentemente provenienti dall‟Africa Sub-Sahariana (soprattutto Nigeria e Ghana). L‟attenzione che i mezzi di informazione periodicamente rivolgono al fenomeno, è legata a situazioni di particolare emergenza e gravità, come l‟agguato di camorra (la strage di San Gennaro del 18 settembre 2008) in cui furono assassinati i sei cittadini africani. Questo approccio diffonde un‟idea che qualifica il fenomeno migratorio come recente ed estemporaneo. In realtà l‟immigrazione nell‟area domizia, come detto, è un processo trentennale che ha progressivamente modificato la fisionomia del territorio e ne ha ridefinito profondamente i caratteri. 1.2.2 I luoghi Il comune di Castel Volturno, a metà strada fra Napoli e il litorale domizio, conta 23594 abitanti regolarmente residenti. In alcune zone della cittadina, la via Domiziana in particolare, gli immigrati costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione. Il territorio di Castel Volturno, lungo la Domiziana, è visivamente segnato dall‟abusivismo edilizio. La strada è Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 13 dominata da piccoli gruppi di case con giardino, palazzine incomplete con mattoni a vista e condomini di cemento apparentemente abbandonati. Una attenta ricognizione visiva, permette di intuire che si tratta di una zona ad alta densità abitativa. La via Domiziana è continuamente incrociata da piccole strade, spesso non asfaltate, che conducono ad altri complessi residenziali; in questi spazi convivono le abitazioni e le attività di italiani e africani. Il tratto della statale che collega Pinetamare, Villaggio Coppola e Baia Verde presenta le caratteristiche di un luogo a vocazione turistica, ma mostra come il modello di sviluppo seguito sia evidentemente fallito. La presenza di strutture ricettive in disuso o riconvertite, spesso abusivamente, in appartamenti per più famiglie di immigrati è un segno visivo del fallimento. La zona di Baia Verde, dove si verificò la strage del 2008, è un comprensorio di villette a schiera, inquadrate in un sistema di parchi ad accesso privato. Tra queste, alcune sono in vendita, mentre altre risultano essere tra i beni confiscati alla camorra e gestiti da organizzazioni senza fini di lucro, come Libera. Salendo sui bus M1 (Napoli-Mondragone) o T51 (Aversa-Pinetamare), i più frequenti e utilizzati dagli immigrati, si fa esperienza di una realtà separata, in cui si chiedono informazioni in italiano e si ottiene una risposta in inglese (stessa cosa che avviene per strada); ugualmente, ad un primo passaggio, si notano numerosi african market, ristoranti africani, western union per il trasferimento di denaro, insegne e locandine di alcune delle chiese africane che annunciano un programma. La via Domiziana è disseminata dalle sedi delle numerose chiese pentecostali, segnalate da cartelloni in inglese che ne riportano il nome e i riferimenti telefonici. La loro visibilità ha costituito il punto di partenza dell‟indagine, proprio per la facilità di stabilire i primi contatti con pastori o responsabili delle comunità religiose. La presenza di numerosi alberghi di lusso, appartenenti a catene internazionali, o più modeste pensioni, piccole pinete e grossi centri commerciali è ugualmente parte del territorio. Lungo le strade, è comune Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 14 ritrovare cumuli giacenti di immondizia e residui di piccoli roghi nei pressi dei cassonetti. Nei dintorni di Castel Volturno, soprattutto nelle campagne della vicina Villa Literno, si trovano coltivazioni estensive di pomodoro e allevamenti di bufale. Il piccolo turismo che si concentra lungo le spiagge della baia domizia costituisce, al pari del lavoro offerto nei campi, una opportunità di occupazione stagionale per gli immigrati. 1.2.3 Le chiese pentecostali, ipotesi di ricerca Questo lavoro di ricerca si pone l‟obiettivo di indagare in profondità il fenomeno della proliferazione delle chiese evangeliche e pentecostali africane nell‟area di Castel Volturno. A partire dal 2000, si è assistito ad un incremento quasi esponenziale del numero di comunità religiose cristiane di migranti attive sul territorio; se in quell‟anno, infatti, era possibile contarne da 4 a 6, oggi le esperienze di questo tipo risultano essere circa 40. L‟indagine ha cercato di concentrarsi su quattro principali direttive: 1. L‟elaborazione di un conteggio e di una mappatura attendibile (finora inesistente) delle chiese pentecostali africane a Castel Volturno. 2. La comprensione dei meccanismi di natura religiosa, politica o meramente logistica attraverso i quali le chiese si sono moltiplicate. 3. La definizione delle modalità di interazione fra le chiese e della loro funzione sociale nel contesto religioso plurale e, più in generale, nella società. 4. L‟elaborazione di scenari futuri possibili a partire dall‟attuale contesto. Il lavoro sul campo ha rappresentato la prima e sostanziale dimensione di ricerca, nell‟esigenza di giungere ad una maggiore comprensione del contesto e del fenomeno di riferimento. L‟indagine è proceduta attraverso l‟elaborazione e la verifica di una serie di ipotesi, formulate sul campo e unite all‟approfondimento e alla riflessione teorica: Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 15 Ipotesi 1 L’incremento del numero delle chiese pentecostali africane nell’area di Castel Volturno risponde a dinamiche di “mercato” religioso. Con tale definizione ci si riferisce al fatto che la consistente comunità di immigrati provenienti dall‟Africa Sub-Sahariana esprime una ampia domanda di spiritualità e religione. L‟alto numero di chiese rappresenterebbe l‟offerta variegata di diverse opzioni religiose nell‟ambito del pentecostalismo. Le varianti nel culto, di ordine pratico o teologico, e l‟organizzazione interna delle diverse comunità incontrerebbero le preferenze dei fedeli. Ipotesi 2 La presenza di un numero consistente di chiese è in relazione con l’esistenza sul territorio di una forte criminalità organizzata e si inquadra nella condizione generale di indigenza e disoccupazione in cui vive la maggior parte degli immigrati. L‟area di Castel Volturno è fortemente segnata dalle azioni criminali della camorra. Il mercato della prostituzione e quello della droga possono coinvolgere a più livelli gli immigrati. Nel 2003, a seguito dell‟operazione “Restore Freedom”, la DIA di Napoli ha contestato per la prima volta il reato di associazione mafiosa ad un‟organizzazione criminale straniera operante sul territorio nazionale. Fra gli immigrati arrestati vi era anche il pastore responsabile di una chiesa di Villa Literno. A suo carico furono contestati i reati di favoreggiamento della prostituzione, traffico di stupefacenti, falsificazione di documenti. Nell‟ipotesi, le chiese sarebbero coinvolte, direttamente o indirettamente, nell‟acquisizione di profitti derivanti da queste attività criminali. Ipotesi 3 La costituzione di una nuova chiesa rappresenta l’opportunità, per i leader, di intraprendere una vera e propria attività imprenditoriale, di realizzare profitti economici costanti e di acquisire autorità nell’ambito della comunità. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 16 Il modello di sviluppo seguito dalle chiese pentecostali africane, e non solo, prevede successive divisioni che portano alla nascita di nuove comunità religiose. Nel particolare contesto oggetto della ricerca, questo fenomeno rappresenterebbe una opportunità di riscatto e acquisizione di leadership per il nuovo pastore. Ciò porterebbe a immediate conseguenze positive, di ordine economico e sociale, nella vita del leader. Ipotesi 4 La competizione intercomunitaria e fra i leader porta alla divisione e alla creazione di nuove chiese, favorita dalla facilità di reperire fedeli e strutture da adibire al culto. Nell‟ambito di una stessa comunità religiosa, la formazione di nuovi pastori o la legittimazione di nuovi leader carismatici, a volte giovani, porterebbe alla divisione e alla creazione ex novo di una distinta chiesa. Questo processo rappresenterebbe un freno pregiudiziale alla collaborazione fra i pastori e fra i leader informali. I rapporti fra le varie chiese nel contesto sarebbero guidati da una dialettica competitiva. Ipotesi 5 Le chiese tendono a formarsi intorno all’appartenenza identitaria nazionale o etnica; ciò aumenta i conflitti e le divisioni. I migranti che partecipano alle attività delle chiese provengono prevalentemente dai Paesi dell‟Africa Centro-Occidentale (Ghana, Nigeria, Costa d‟Avorio, Togo, Gambia, Camerun). Tra di essi sopravvivrebbero le appartenenze nazionali e, nell‟ambito di queste, le divisioni etniche. Queste dinamiche porterebbero all‟esistenza di comunità religiose formate solo da membri di un‟unica nazione o etnia; ciò aumenterebbe la competizione fra le chiese. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 17 1. Mappatura delle comunità religiose e delle chiese 2.1 I dati Nell'elaborazione di stime accurate e precise sui fenomeni migratori, uno dei lavori che presentano un maggiore tasso di difficoltà è la definizione (in termini percentuali e assoluti) delle appartenenze religiose fra i migranti. Ciò avviene perché non è facile rapportare la dimensione della religiosità al calcolo statistico dell'intensità dei flussi in entrata e in uscita. L'appartenenza religiosa di un immigrato non si può ricavare da dati di archivio e, perciò, non può inserirsi sempre in categorie preordinate e troppo schematiche. In Italia, la fonte primaria di dati disponibili è quella del Ministero dell'Interno, rielaborata dall'Istat, e quindi, tra gli altri, dalla Caritas nel “Dossier Statistico sull'Immigrazione”. Il metodo seguito, nella stima delle appartenenze religiose dei migranti, consiste nell'applicare al numero assoluto di presenze le percentuali delle rispettive confessioni nei paesi di provenienza. Un procedimento simile non valuta il peso dell'appartenenza religiosa degli immigrati irregolari, che in alcune zone d'Italia (come l'area di Castel Volturno) possono essere consistenti in numero, e non tiene conto di alcuni push-pull factors specifici che possono rappresentare incentivi alla mobilità e che, quindi, potrebbero modificare sensibilmente le statistiche. La tabella che segue, elaborata attraverso il metodo descritto, è una riproduzione dei dati offerti dal “Dossier Statistico sull'Immigrazione – Caritas/Migrantes 2009” sulla generale situazione delle appartenenze religiose degli immigrati in Italia. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 18 2008 (%) 2008 (Valore assoluto) CRISTIANI 51,7 2011000 Ortodossi 28,4 1105000 Cattolici 19 739000 Protestanti 3,1 121000 Altri cristiani 1,2 46000 MUSULMANI 33,2 1292000 ALTRE RELIGIONI 5,5 214000 NON CREDENTI/NON CENSITI 10,7 416000 Fonte: Dossier Statitistico sull'Immigrazione – Caritas/Migrantes 2009. L'ambito indagato da questa ricerca, l'universo delle chiese pentecostali (africane), potrebbe essere ricompreso alla voce Altri cristiani, anche se il rapporto non effettua una specifica distinzione fra i culti e le confessioni che sono incluse nella quota, né sulle provenienze. La tabella seguente, invece, è ottenuta incrociando il numero (in termini assoluti) di immigrati provenienti dai paesi maggiormente rappresentati nell'area di Castel Volturno (estratto dal “Dossier Statistico sull'Immigrazione – Caritas/Migrantes 2009”) con le percentuali di evangelici nel singolo paese di provenienza (ricavate dalla fonte del Dipartimento di Stato USA – CIA Factbook). Essa è riferita alla dimensione nazionale e, sia pure con le riserve di metodo espresse, traccia un quadro della presenza di immigrati evangelici africani in Italia, che è un fenomeno consistente e in crescita. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 19 PAESE DI EMIGRAZIONE NUMERO IMMIGRATI REGOLARI IN ITALIA % DI EVANGELICI NEL PAESE DI PROVENIENZA PARI A Nigeria 44544 26,5 11804 Ghana 42327 33 13968 Costa D'Avorio 19408 5 970 Burkina Faso 10493 5 524 Camerun 7994 20 1599 Togo 3777 9,5 359 Congo 3591 5 179 Congo Rep. Dem. 3400 20 680 Guinea 2679 6 161 Liberia 2100 20 420 Sierra Leone 1239 6 74 Tanzania 901 14 126 Gambia 854 7 60 TOTALE 143307 30924 Fonti: Istat/Caritas 2009; Dipartimento di Stato USA – CIA Factbook Il “Dossier Statistico sull'Immigrazione – Caritas/Migrantes 2009” effettua anche una stima sulle appartenenze religiose dei migranti in ogni regione d'Italia, in cui si riporta il numero di stranieri (regolarmente residenti) appartenenti alle stesse confessioni e fedi individuate nella Tabella 1. Per ciò che riguarda la Campania, contesto regionale di riferimento per questo lavoro di ricerca, il quadro complessivo, riferito all'anno 2008, è riportato nella tabella seguente. Anche in questo caso, l'appartenenza religiosa è stimata in base al metodo precedentemente descritto. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 20 CAMPANIA 2008 (Valore assoluto) TOTALE 114792 CRISTIANI 60910 Ortodossi 33861 Cattolici 21258 Protestanti 4153 Altri cristiani 1637 MUSULMANI 26997 EBREI 373 INDUISTI 1755 BUDDISTI 3337 ANIMISTI 942 ALTRI 20478 Fra gli obiettivi di questa ricerca vi è anche l'analisi quantitativa e qualitativa dei dati statistici a disposizione e del metodo utilizzato per le stime. In particolare, si tenderà a dimostrare come il dato riferito all'appartenenza religiosa non possa seguire categorie troppo nette e schematiche, ma necessiti di considerazioni particolari e ponderazioni specifiche. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 21 2.2 La ricerca 2.2.1 Metodologia di ricerca La ricerca, promossa nell‟ambito del Master in Religioni e Mediazione Culturale con la supervisione del Prof. Paolo Naso, si è concentrata sulle iniziative religiose in ambito pentecostale di immigrati africani, sorte nel territorio di Castel Volturno o ri-generate dalla presenza di migranti pentecostali africani ma nate ad opera dei soldati americani, che si erano stabiliti sul territorio negli anni „60 e di cui oggi si contano pochissime presenze. Si tratta di uno scenario complesso e in continuo mutamento, ma non occultato: nonostante sorgano continuamente nuove chiese, le loro insegne sono ben visibili su via Domiziana con il nome e i riferimenti telefonici, così come è possibile leggere i piccoli manifesti in inglese che ne annunciano l‟apertura o incrociare uno dei pulmini di cui le comunità si servono. La ricerca delle chiese pentecostali africane ha dovuto necessariamente porsi dei confini geografici, rappresentati da via Domiziana, Villaggio Coppola, Pinetamare; ciò ha comportato l‟esclusione dei territori di Ischitella, Pescopagano, Casal di Principe, che sono comunque implicati nel fenomeno come prime sedi in cui le chiese sono sorte (per poi trasferirsi a Castel Volturno) o come domicili degli immigrati africani. Andrebbe certamente approfondita la situazione specifica di questi altri centri per avere un quadro più completo delle chiese pentecostali del territorio; tuttavia l‟area presa in considerazione rappresenta un campione significativo, che può aprire nuovi spazi di ricerca. Nella scelta del campo, inoltre, privilegiando i due poli „religiosità pentecostale‟-„migrazione dall‟Africa‟, si sono escluse altre realtà migratorie (quella dell‟est Europa, ad esempio, in forte espansione) e realtà religiose più tradizionali come la chiesa cattolica africana, che per la lunga presenza sul Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 22 territorio ha comunque rappresentato uno dei punti di riferimento della ricerca. Per giungere ad una migliore comprensione della dimensione sociale e politica del fenomeno occorre, infatti, indagare oltre le dinamiche interne al mondo pentecostale, i suoi rapporti con il mondo esterno, quello italiano delle istituzioni e quello cattolico, nelle relazioni ufficiali (o nella loro assenza) e nelle reciproche percezioni. La metodologia di ricerca ha privilegiato il lavoro di terreno, l‟osservazione partecipante, le interviste semi-strutturate, quindi l‟analisi qualitativa. La ricerca si è svolta in tre fasi. Dopo un primo momento di analisi bibliografica che ha ricostruito gli aspetti storici e sociali del contesto migratorio, si è passati alla ricerca di terreno, avvenuta tra i mesi di aprile e luglio del 2010. Durante questa fase si è operata una mappatura delle chiese, mediante l‟incontro con i primi pastori, contattati grazie ai riferimenti telefonici indicati nelle insegne e, successivamente, con l‟ausilio di contatti personali, non sempre facili da reperire perché rallentati da una sorta di diffidenza tra i leader religiosi. Nell‟area delimitata sono state individuate 13 chiese, 11 delle quali sono state direttamente coinvolte nella ricerca. L‟ordine con cui le chiese sono mappate, di seguito, è solo di tipo cronologico, mentre la mappatura comprende le interviste con i pastori o con persone interne alla comunità religiosa; la valorizzazione delle testimonianze degli informatori, ha permesso di ottenere iniziali descrizioni e informazioni degli aspetti dottrinali e di quelli sociali e politici. La terza fase ha riguardato la partecipazione diretta ai culti, altra importante fonte di informazione. La dimensione performativa ed esperienziale dei culti ha un ruolo fondamentale per l‟analisi del religioso e nel confronto e nella verifica di informazioni e descrizioni. Pratiche, rituali, simboli e codici rappresentano un tema che maggiormente andrebbe indagato per definire al meglio il ruolo della religione in un contesto migratorio. La visita domenicale delle chiese è sempre stata accolta molto positivamente dai pastori e dai fedeli e successive visite sono sempre state sollecitate; un Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 23 breve report fotografico documenta l'esperienza di alcune delle chiese visitate. Movimento pentecostale e carismatico in Ghana e Nigeria In Ghana il termine „pentecostal‟ fa riferimento alle chiese pentecostali di più antica fondazione (di solito a partire dagli anni ‟30 e spesso di provenienza occidentale). Il termine „charismatic‟ è invece attribuito alle esperienze religiose nuove che datano da dopo gli anni ‟70 (dette da alcuni studiosi occidentali “neo-pentecostali”) e che nascono in ambito locale ma con riferimenti internazionali, soprattutto americani. Queste, basandosi sul „prosperity Gospel‟, aggiunsero alle loro denominazioni termini come „International‟, „World‟ o „Global‟. In Nigeria „pentecostal‟ è più comunemente usato da quei movimenti revivalisti che si auto-definiscono così e che considerano centrale l‟opera dello Spirito Santo. „Charismatic‟ tende invece a descrivere i movimenti di rinnovamento interni alla chiesa, anche alla chiesa cattolica romana. Questa etichetta sta però ovunque guadagnando sempre più riconoscimento e meglio distingue le nuove collettività religiose dalle prime chiese africane spirituali e indipendenti. “Fundamentalist” come etichetta generale non viene quasi del tutto usata (contrariamente a ciò che avviene per certi gruppi di cristiani in Nord America), perché accostato con maggiore frequenza all‟estremismo musulmano. In questo breve approfondimento verrà usato il termine pentecostalismo in maniera generale, per quanto sarebbe più corretto usarne il plurale per indicare le significative differenze talvolta escludenti, o si farà riferimento più semplicemente al movimento carismatico. Molti fattori hanno aiutato la crescita dei movimenti carismatici in Nigeria e Ghana ed è stata la vivacità, la spiritualità e la potenza dei culti ad aver rivitalizzato la cristianità in queste aree. Le traiettorie politiche di entrambe le nazioni, con il fallimento dei governi civili e i lunghi ed impopolari governi militari, hanno condotto a molti tipi di frustrazioni. Le organizzazioni religiose fornirono sbocchi di espressione ed azione, non di natura apertamente critica ma velati e spirituali. Esse si rivolgevano alle classi medie urbane, soprattutto giovani e impoverite. Da un punto di vista economico, entrambe le nazioni passavano attraverso i tempi difficili delle politiche di aggiustamento strutturale. L‟appeal di queste chiese sui giovani era basato su elementi di individualismo e di successo personale. Il vangelo della prosperità rappresentava un‟attrazione in tempi difficili, ma non si possono sottovalutare il simbolismo internazionale, il carisma dei leader religiosi, i benefici delle loro capacità organizzative e le reti sociali che essi erano in grado di offrire a livello locale e globale. Le attitudini progressiste, orientate al risultato attraevano i giovani, disillusi dai discorsi moralmente vuoti dei leader politici e tradizionali. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 24 Da una prospettiva socio-culturale, inoltre, i movimenti carismatici costituivano delle comunità fortemente motivate al loro interno, in grado di mobilitare energie. Nel tentativo di dare forma alla vita dei propri membri su prospettive bibliche, esse furono spietate nei confronti delle credenze e delle pratiche culturali ancestrali e tradizionali. Una delle caratteristiche dei carismatici è stata quella di creare distanza tra il loro patrimonio culturale e quello della tradizione. Essi volevano essere visti come progressisti e moderni e le congregazioni giovanili, più in particolare, riflettevano ciò anche nel loro rapporto con le nuove tecnologie, attraverso le quali diffondere la Parola e creare sempre più strette relazioni internazionali. Il Pentecostalismo urbano era una finestra sul mondo. Oggi la produzione di cd, dvd, manifesti e pubblicità religiose ha un enorme peso nella diffusione della Parola, proprio mentre ci si avvicina all‟end time biblico. Molti dei recenti studi sulla crescita e l‟influenza del pentecostalismo globale e sulle sue rappresentazioni locali, si concentrano su come queste forme di Cristianesimo hanno offerto agli Africani delle risposte nel momento in cui si confrontavano con i processi di formazione dello stato moderno e le manifestazioni locali del potere, con il sistema mondiale di capitalismo di mercato e consumismo e gli effetti delle migrazioni e i movimenti diasporici. In particolare, in ambito rurale, i movimenti carismatici si sono inseriti in un contesto di parziale comprensione delle forze globali che governavano e determinavano il locale contesto di produzione e consumo, forze che condizionavano le interazioni del villaggio con il mondo esterno, lo stato-nazione, la cittadinanza. Queste forze esercitavano un‟attrazione a partecipare a questa modernità ma, nello stesso tempo, producevano molti tipi di paure e fantasie, che si riflettevano nelle rappresentazioni del male e nei poteri diabolici. L‟universo pentecostale sembrava offrire uno spazio in cui si poteva giungere a patti con queste ansie. In tale senso sembrerebbe che lo sviluppo del pentecostalismo, sia urbano che rurale, abbia rappresentato una continuazione nel processo di appropriazione locale e africanizzazione del Cristianesimo missionario. Nel tentativo di “rendere popolari” alcune nozioni cristiane, il pentecostalismo è divenuto sincretico molto più rapidamente che le altre chiese cristiane storiche. Fin da quando le chiese missionarie pentecostali furono affidate interamente a pastori africani, tra il 1930 e il 1950, i leader religiosi resero propri i concetti di spirito del mondo, i modi nei quali i soggetti potevano essere influenzati da alcune forze e, allo stesso tempo, svilupparono delle risposte con le quali reagire a queste, come le preghiere di guarigione, il parlare in lingue e altri simili rituali. Le prime chiese pentecostali fronteggiavano due battaglie culturali: da un lato sfidavano la Cristianità ufficiale su temi come la percezione del male, la diabolizzazione di elementi della cosmologia e i modi di agire contro la stregoneria e gli spiriti del maligno, considerati temi contaminanti nelle chiese ufficiali; dall‟altra parte, sfidavano le chiese più apertamente “spirituali” che riconoscevano queste forze occulte, ma le combattevano con ogni tipo di oggetto e sostanza, che Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 25 spesso derivavano in maniera chiara da pratiche rituali radicate nella tradizione africana, come erbe, incenso, olio o candele. In anni recenti, ugualmente, per quanto sia le chiese spirituali che quelle pentecostali siano riconosciute in grado di provvedere ai propri fedeli con ogni tipo di rimedio e protezione contro le malattia e altri segni delle macchinazioni degli spiriti cattivi, i pentecostali (o born again) continuano a far affidamento alla sola forza della Parola. Il Pentecostalismo rappresenta, oggi, il settore in più rapida espansione nel Cristianesimo africano. Esso è senza dubbio il più complesso e socialmente visibile tra i filoni religiosi africani, non solo perché ancora in evoluzione e soggetto a rapido cambiamento, ma per la proliferazione nelle divisioni e l‟innovazione è vertiginosa. Diversi predicatori africani sono impegnati in quella che può essere definita “reversed mission”: missionari vengono inviati dall‟Africa per evangelizzare l‟Occidente oltre che per raggiungere i fratelli della diaspora. Nonostante a livello organizzativo si riconoscano molti gruppi, a livello delle idee tutte queste organizzazioni hanno tanto in comune da poter essere riconosciute in un unico complesso culturale. 2.2.2 Le Chiese pentecostali a Castel Volturno Quanto segue è una fotografia delle singole chiese individuate ed attive nel comune di Castel Volturno. Il procedimento di mappatura e stesura delle descrizioni consente di dare conto dei processi eterogenei attraverso i quali sono avvenuti la fondazione e la stabilizzazione delle comunità religiose e delle condizioni in cui esse operano. Tutte le chiese sono stabilite in locali adibiti o riconvertiti a luoghi di culto attraverso tendaggi, drappi e l‟attenta collocazione delle sedie e delle suppellettili. In ognuna è presente un coro che si avvale di una strumentazione (tastiere, batterie, tamburi, a volte chitarre) stabilmente collocata nel locale, al lato di un altare centrato. Tutte le comunità religiose vivono nell‟ordinamento giuridico italiano come associazioni culturali e non godono, perciò, di alcun particolare riconoscimento, riservato invece alle confessioni religiose. Il momento del conferimento delle offerte da parte dei fedeli rappresenta un elemento fondamentale del culto per la totalità delle chiese, costituendo Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 26 anche l‟unica fonte di sostentamento economico. La raccolta avviene più volte nel corso di una funzione, spesso a seguito di momenti di preghiera o testimonianza. La cura dei problemi legati ai viaggi, all‟ottenimento del visto, del passaporto o del permesso di soggiorno sono percepiti come appartenenti alla stessa dimensione in cui si trovano i trattamenti e le guarigioni di altri tipi di afflizioni e malattie e, quindi, sono posti sotto l‟attenzione del leader della preghiera. Lo stesso si può affermare riguardo alla risoluzione di problemi legati al coinvolgimento, presunto o effettivo, dei fedeli nelle attività illegali che si svolgono nel territorio di Castel Volturno, come lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di droga. Nella lista che segue sono indicate le 15 chiese attive a Castel Volturno. Ben 11, coinvolte direttamente nella ricerca, sono chiese pentecostali. Oltre a queste vi è una chiesa avventista e la Celestial Church of Christ. 1. Word of Hope Ministry 2. True Worshippers Ministries 3. Bethesda Worship Center 4. Christ Gospel Pentecostal Church 5. Deeper Christian Life Ministries 6. Almighty Jesus Christ Bible Ministry 7. Christ Rock of My Salvation Ministries 8. Mount Olive Miracle Ministries 9. Resurrection Power Ministries 10. Assembly Church 11. Redemption Power International Ministries 12. Throne of Grace Ministries 13. Gospel Life Ministries 14. Chiesa Avventista africana 15. Celestial Church of Christ Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 27 1. Word of Hope Ministry (Pastore Salomon Fadyia) La chiesa Word of Hope Ministry è stata fondata nel 1998 dal pastore nigeriano Solomon Fadyia, arrivato a Castel Volturno agli inizi degli anni ‟90, dopo essersi formato in patria. I locali in cui si svolge il culto sono stati ricavati da un ampio ex-capannone industriale, che si trova al km 32,2 della via Domiziana, nei pressi di uno dei tanti Money Transfer Western Union. Non esiste un registro delle persone che partecipano al culto, anche per evitare problemi agli immigrati irregolari. Il carattere transitorio dell‟immigrazione nell‟area comporta che si verifichi un ricambio periodico nel gruppo dei fedeli. Comunque, la chiesa comprende circa 200 membri, provenienti maggiormente dalla Nigeria, dal Ghana e dalla Costa d‟Avorio. L‟organizzazione del programma di culto si incentra su due incontri settimanali di lettura della Bibbia (generalmente il mercoledì e il sabato) a cui si aggiunge la funzione domenicale. Tutte le funzioni si svolgono in inglese, anche se a volte, se possibile, si provvede ad utilizzare il francese per i fedeli francofoni. Fino alla strage di San Gennaro del 2008, la Word of Hope Ministry, non aveva avuto alcun rapporto con le amministrazioni locali. La delicatezza del periodo che seguì l‟uccisione dei sei immigrati africani e l‟intermediazione della federazione delle chiese pentecostali italiane, spinsero il sindaco di Castel Volturno ad incontrare il pastore Solomon Fadyia e i rappresentanti di altre comunità pentecostali africane, con l‟obiettivo di costituire un tavolo permanente di consultazione. Il risultato delle scorse elezioni amministrative, che ha segnato un cambio di maggioranza politica, ha comportato, però, un blocco del dialogo. La Word of Hope Ministry aderisce, oggi, al Movimento Chiese Cristiane Evangeliche Nuova Pentecoste, la federazione delle chiese pentecostali che ha sede nella vicina Aversa. Negli anni passati, un pastore formato da Solomon Fadyia fu inviato nell‟area di Mestre dove esiste un‟altra sede della chiesa. La Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 28 Word of Hope Ministry è presente, inoltre, a Parma e Catania. L‟opera di formazione di nuovi ministri di culto continua attualmente e favorisce, quindi, un fenomeno interessante di moltiplicazione extra-territoriale: la comunità si riproduce in spazi esterni e distanti attraverso una vera e propria azione missionaria1. “La chiesa può fare molto per gli immigrati a Castel Volturno. Noi siamo abituati a vedere il Cristianesimo come relazione e predichiamo la conoscenza di Dio attraverso la parola. La chiesa pentecostale è fondata sul dono dello spirito di Dio. Noi possiamo offrire assistenza ai nostri fratelli, ma spesso dobbiamo scontrarci con le difficoltà economiche e ambientali che ci sono nel paese”. Secondo il pastore Fadyia, il ruolo sociale che la chiesa può svolgere nella comunità di immigrati sarebbe ancora più incisivo se tutte le comunità evangeliche e pentecostali africane presenti a Castel Volturno agissero di comune accordo. Spesso, però, è difficile instaurare un rapporto di collaborazione con altre chiese, che affrontano problemi di legalità e “clandestinità”. “Il nostro impegno contro la criminalità, la droga e la prostituzione consiste nel lanciare messaggi ai fedeli. Vorremmo fare di più, ma molte volte mancano i mezzi per poter affrontare concretamente i problemi”. 1 Questa opera di evangelizzazione ha, però, anche effetti inattesi: a settembre 2010, quando la ricerca di campo era conclusa, due dei pastori formati nella Word of Hope Ministry per reggere le chiese nelle città di Parma e Catania hanno fatto rientro a Castel Volturno, reclamando la titolarità della chiesa d‟origine. Le fibrillazioni hanno portato ad una divisione interna fra i due gruppi guidati rispettivamente dal vecchio pastore e dai nuovi. La contrapposizione ha portato ad una immediata scissione. Oggi, a Castel Volturno, sono presenti la Word of Hope Ministry retta dai pastori più giovani e la Living Hope Ministry, guidata dal pastore Solomon Fadyia. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 29 Qualche anno fa, la Word of Hope Ministry, costituì una società in accomandita semplice, la Hope Centre, e gestì un ristorante e un punto di aggregazione per immigrati. “La scarsità di risorse e la diffidenza degli italiani nei confronti del centro, però, ci indussero a cessare le attività”. 2.True Worshippers Ministries - Citadel of Power (Bishop Brodrick Ovienloba), http://trueworshippersministries.ning.com Si tratta di una chiesa pentecostale stabilita nel 2003 (quando si scisse dalla chiesa italiana di Vittorio Bruno) in via Silvio Pellico, una delle traverse della via Domiziana. Riunisce in maniera costante circa 40 fedeli di origine soprattutto nigeriana e ghanese, ma il numero può variare a causa dei frequenti spostamenti degli immigrati; tra i membri vi è qualche italiano, nonostante tutte le attività siano svolte in inglese. Durante l‟intervista, ad esempio, era in corso la pastorale delle donne, per la quale erano riunite una decina di fedeli (altre continuamente in arrivo) tra cui un‟italiana. I locali per il culto sono ampi e possono ospitare fino a 200 persone, come avviene nelle festività più importanti. I colori che dominano la sala sono il blu e il rosso, che richiamano la bandiera americana, così come l‟aquila che raffigura il simbolo della chiesa potrebbe essere un altro omaggio agli Usa. I locali sono condivisi con la Chiesa Evangelica Italiana Semplicemente Amore: due diversi cartelli, all‟ingresso della piccola traversa di via Domiziana, indicano la presenza delle due comunità. Il pastore che dirige la True Worshippers Ministries, detto Vescovo, ha personalmente curato l‟allestimento della sala, al di sopra della quale ci sono la sua abitazione e diverse stanze, in cui trovano ospitalità i fratelli in difficoltà. La foto di Bishop Brodrick Ovienloba campeggia sul cartellone e sui volantini della Chiesa; egli proviene dalla Nigeria, dove ha svolto attività di evangelizzazione per dieci anni. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 30 Lo svolgimento del culto segue un programma giornaliero che prevede incontri, pastorale per gli uomini e per le donne, lettura biblica oltre al culto domenicale. “You can’t take away the Church from this place”. Se il Cristianesimo mostra la salvezza per gli uomini ovunque nel mondo, nel corso delle migrazioni, la religione può fornire un supporto psicologico ed economico (il reperimento del primo alloggio). Tuttavia, Bishop Brodrick sottolinea che la sua chiesa, “diversamente dalla Caritas”, non può garantire uno stabile aiuto e sostegno. “Le difficoltà economiche sono la prima causa della delinquenza e del crimine, condannati fortemente nel corso della predicazione. La chiesa ha una funzione morale nell‟ambito della comunità dei fedeli, viene prima della polizia perché non punisce il crimine ma lo previene attraverso la potenza della parola”. “Tale funzione non è riconosciuta pubblicamente. Non vi è coordinamento tra i pastori africani, per la scarsa fiducia reciproca ma anche perché ognuna delle chiese è autonoma ed esse non sono in rapporto gerarchico tra di loro”. Tuttavia viene con forza indicata un‟unità di fondo e una mancanza di conflitto. Vi è una critica nei confronti dall‟attuale legge italiana che non favorisce processi di integrazione nella legalità, più in generale si può riferire di una volontà di partecipare ai meccanismi pubblici (how to get things) di cui però si ignorano le regole. Bishop Brodrick parla poco italiano e non ha mai seguito corsi di lingua, svolge lavori saltuari. 3.Bethesda Worship Center (Brother Uche), via Domitiana Il grande edificio bianco che ospita i locali di questa Chiesa è una pensione per anziani, al cui pian terreno è evidente una grossa scritta blu e tre grandi porte con inferriata. I locali di culto sono molto ampi, le sedie blu sono circa 200, al centro sono ubicati il palco e il piccolo altare di vetro che contiene la Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 31 riproduzione di una corona di spine e, al di fuori, una bottiglia di olio. Diverse bandiere circondano uno dei lati dell‟altare. La Chiesa fu stabilita da neri americani negli anni ‟80 ad Ischitella, poi si trasferì a Castel Volturno dove gli africani cominciarono a farne parte, spostandosi da Pinetamare per partecipare ai culti. Dal 1994 ha sede negli attuali locali; dal 1998 ha conosciuto una forte crescita, mentre gli americani si erano già trasferiti in altre chiese, e l‟85% dei fedeli sono africani. Provengono in particolare dall‟Africa Occidentale (Nigeriani e Ghanesi), ma anche da Namibia, Tanzania e dall‟America. Mother Lorraine proviene dagli Usa. Gli italiani partecipano a particolari programmi (come le Crusade) anche se non sono membri della Chiesa; vi sono anche visitatori tedeschi e americani. A contribuire al successo dei programmi vi è la fama della chiesa come “luogo in cui avvengono miracoli”, si sono diffusi molti dei racconti delle persone che sono state guarite o hanno ricevuto benedizioni dopo la preghiera. “Molte cose sono successe qui”. Brother Uche, è membro del Consiglio della chiesa e responsabile dell‟annuncio; si è formato nell‟ambito della comunità e attraverso i Bible Studies londinesi. La Chiesa è attualmente diretta dall‟americano vescovo Hoff e visita periodicamente, mandando delegazioni, Londra, gli USA e l‟Africa per i revivals L‟inglese veicola tutti i programmi religiosi ed è la lingua in cui sono scritti i libri a disposizione dei fedeli. Il mancato apprendimento dell‟italiano, per l‟insufficienza di corsi, è denunciato anche da Brother Uche come prima esperienza di strangerhood e di separazione dalla società italiana. La Chiesa stessa tenta di ovviare con lezioni di italiano base, svolte da volontari africani, a cui partecipano attualmente circa 60 persone. I membri della Chiesa sono 150/170, in alcuni periodi anche 300. Ci viene riferito che circa una volta al mese c‟è un programma itinerante che Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 32 coinvolge alcuni dei pastori delle altre Chiese che riunisce i fedeli in un solo locale. Il sostentamento economico di Bethesda, come per le altre chiese incontrate, dipende dalla sole offerte dei fedeli. Tuttavia la chiesa è in grado di reperire alloggi e accoglienza per i fratelli in difficoltà e, per un breve periodo, ha attivato un servizio mensa domenicale. Oltre ai corsi di italiano, ai fratelli viene offerta consulenza medica e legale, consigli su come avviare un business nel rispetto della legalità. Viene prodotto un opuscolo per spiegare le implicazioni non solo spirituali ma fisiche della prostituzione. A fronte del contributo fornito a tutta la società, viene denunciato il mancato riconoscimento pubblico da cui derivano l‟assenza di una qualsiasi forma di sostegno economico pubblico e anche di un registro delle chiese pentecostali africane ufficiali e legali. “Che i bianchi vogliano o no, i neri sono qui con loro; in Chiesa si prega per il permesso i soggiorno e per una nuova regolarizzazione del governo italiano; è difficile insegnare a non vendere droga se poi si può essere arrestati dalla polizia perché si è senza documenti”. 4.Christ Gospel Pentecostal Church PAW (Duah Pastor Samson Agyarko) La Christ Gospel Pentecostal Church ha sede in via Trapani, una delle strade che incrociano via Domiziana al Km 32. I locali di culto si trovano in un ampio salone seminterrato, adiacente all‟abitazione del pastore. La chiesa è una delle più antiche a Castel Volturno, in quanto fu fondata nel 1985 dai militari americani di stanza nella baia domizia. Sull‟insegna, che riporta gli orari delle funzioni e i recapiti telefonici dei responsabili, è riportata anche la dicitura PAW, che è l‟acronimo di Pentecostal Assemblies of the World, l‟organizzazione americana da cui la chiesa ha avuto origine. Il nucleo di Castel Volturno, inoltre, mantiene un rapporto di interdipendenza con altre 14 comunità religiose, attive nelle città di Verona, Mantova, Brescia e Parma. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 33 Il pastore della Christ Gospel Pentecostal Church si chiama Samson Agyarko Duah, ha 46 anni e viene dal Ghana, dalla città di Kumasi. Si è formato in Italia, sedici anni fa, seguendo un corso promosso dall‟organizzazione americana. Non è un pastore a tempo pieno e si occupa anche di agricoltura come manovale. Nelle parole di pastor Samson sono più volte richiamate l‟origine non africana della chiesa e il valore della presenza quasi trentennale nel territorio di Castel Volturno. “La nostra esperienza viene da lontano, perché la chiesa è qui da venticinque anni ed è una delle prime lungo la Domiziana. Naturalmente il trasferimento dei militari americani e il massiccio arrivo di immigrati dal West Africa hanno lasciato il segno”. Oggi, la Christ Gospel Pentecostal Church conta circa 200 membri, provenienti principalmente dal Ghana, dalla Nigeria e dal Sud-Africa. L‟ultima testimonianza di una presenza americana è costituita da un gruppo di tre ex militari che frequentano regolarmente le funzioni. La maggior parte dei membri non risiede a Castel Volturno e, per questo, la chiesa si è dotata di un pulmino con il quale effettua un servizio di trasporto da e verso i comuni limitrofi per il culto della domenica. L‟organizzazione del programma religioso, svolto interamente in lingua inglese, è incentrata su meeting di preghiera quotidiani (a cui partecipano mediamente 20 persone) e sulla funzione domenicale. La Christ Gospel Pentecostal Church, con l‟arrivo degli immigrati africani nell‟area, ha ridefinito la propria missione. La condizione di irregolarità o la transitorietà dell‟immigrazione nell‟area di Castel Volturno favoriscono un continuo ricambio di persone fra i fedeli. “La condizione di immigrato e la situazione di difficoltà in cui molti fratelli si trovano, ci hanno spinto a cercare di fornire dei servizi utili a chi arriva senza una casa e un lavoro. Il nostro sostentamento, però, che viene esclusivamente dalle offerte dei fedeli non ci consente di fare molto”. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 34 Riguardo al ruolo che la chiesa può svolgere nella società, il pastore Samson individua nella predicazione e nella conoscenza della parola di Dio gli strumenti più efficaci per combattere la delinquenza, la prostituzione e la droga (To bring people from hell to heaven). “Certo è che se avessimo maggiori mezzi e una collaborazione stabile con le istituzioni italiane potremmo mettere in atto anche misure più concrete”. In passato, nei locali della chiesa, sono stati ospitati dei corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana per immigrati e, costantemente, vengono organizzati incontri di catechesi per bambini. 5. Deeper Christian Life Ministry (Pastor Roland Iyokho) La chiesa di Castel Volturno è una delle tre succursali della Deeper Life Ministry di Roma, dalla quale non è indipendente. Le altre due sedi si trovano a Melito e Napoli. La sezione centrale della Deeper Christian Life Ministry è nata a Lagos, in Nigeria, dove è tuttora attiva e in stretto contatto con le altre sedi. I locali che ospitano la chiesa di Castel Volturno sono stati acquistati grazie al supporto economico di questa rete; allo stesso tempo, vengono inviati periodicamente alla sede di Roma, rapporti sull‟andamento dell‟attività della chiesa, sulla condizione dei membri della stessa e sul suo bilancio. La chiesa possiede anche due appartamenti, al momento uno è dato in affitto e in un altro vengono ospitati i fratelli in difficoltà. I membri sono circa settanta. Oltre a Pastor Roland, tassista a Napoli, nella chiesa vi è un altro pastore nigeriano e un pastore ghanese. Pastor Roland proviene da Benin City e si è formato come pastore nella sua città di origine; al suo arrivo in Italia ha frequentato un corso di italiano alla Caritas, ma l‟intervista si è svolta in inglese che è la lingua praticata con più frequenza sia nel lavoro sia in chiesa. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 35 “Predicando la salvezza dell‟anima umana, si insegna agli uomini a vivere in pace e in dignità e ciò previene il crimine e il razzismo. E‟ importante anche la predicazione dell‟unità: mentre la lingua italiana rappresenta una barriera, avvengono delle conversioni da parte dei migranti che ritrovano nella chiesa pentecostale un luogo familiare sotto più punti di vista. Allo stesso tempo le istituzioni italiane aumentano la frustrazione linguistica, diversamente da ciò che avviene presso la Caritas, che rappresenta un punto di riferimento per l‟accoglienza di tutti”. 6.Almighty Jesus Christ Bible Ministry (Pastor Emmanuel A.O. Ajeroh) La chiesa Almighty Jesus Christ Bible Ministry si trova al numero 8 di via Porchiera, una strada che collega la statale Domiziana alla zona di villeggiatura di Pinetamare. I locali di culto sono stabiliti in un piccolo ex garage commerciale riconvertito. Una grande insegna, che riporta la foto del pastore, ne segnala l‟entrata. All‟interno, in fondo, vicino all‟altare col microfono e l‟olio, è posizionato un porta vessilli su cui sono issate le bandiere italiana, israeliana, australiana, statunitense e nigeriana. L‟accostamento di simboli appartenenti a Paesi diversi e lontani non ha alcun significato preciso: la presenza di bandiere provenienti da differenti parti del mondo è un riferimento spirituale all‟invocata unità dei popoli (precisazione del pastore). Essendo stata fondata nel 2008, la Almighty Jesus Christ Bible Ministry è una delle chiese più recenti a Castel Volturno. Un‟altra sede è attiva a pochi chilometri di distanza, nelle vicinanze di Pescopagano di Mondragone. Il pastore, responsabile e guida esclusiva dell‟attività religiosa, si chiama Emanuel A.O. Ajeroh, ha 42 anni ed è nigeriano, di etnia Ibo. Si è formato in patria, seguendo un corso di studi biblici presso la propria chiesa pentecostale. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 36 Oggi la Almighty Jesus Christ Bible Ministry conta circa 40 membri, prevalentemente provenienti da Nigeria, Ghana e Gambia. Ogni fedele che partecipa all‟attività della chiesa ha l‟obbligo di compilare un modulo su cui sono indicate le generalità, l‟indirizzo e i riferimenti personali. Un meccanismo di questo tipo (che evidentemente potrebbe causare problemi ai membri privi di permesso di soggiorno) è richiesto dal pastore a garanzia di una trasparenza dell‟attività dell‟intera comunità religiosa. “Spesso le istituzioni italiane sono diffidenti nei confronti di ciò che si compie nei locali di una chiesa africana. In questo modo noi riusciamo a rendere trasparente la nostra opera e quella dei nostri fedeli agli occhi di chiunque volesse controllare. I nostri pochi fratelli irregolari non hanno mai incontrato particolari problemi”. In ogni caso, la Almighty Jesus Christ Bible Ministry è l‟unica delle chiese presenti a Castel Volturno ad adottare un metodo di schedatura dei propri membri. Il programma religioso è incentrato su tre appuntamenti fissi: due meeting di preghiera e lettura della bibbia settimanali (mercoledì e giovedì) e la funzione della domenica. La mattina in cui si è svolta la nostra visita, si era da poco conclusa la All night di preghiera notturna. Il culto è interamente svolto in lingua inglese, anche se talvolta si rende necessaria la traduzione per favorire la partecipazione di quattro cittadini di Castel Volturno. L‟attività della chiesa si concentra attorno ad episodi periodici di guarigioni e miracoli. “Ciò che avviene in questa chiesa è opera di Dio. Egli raggiunge gli uomini attraverso la parola che ci è stata tramandata con le scritture”. In un particolare programma, sono venduti ai fedeli pannetti di stoffa verde benedetti, che avrebbero la capacità di portare beneficio a chi vive una condizione di difficoltà. Il programma, che si sarebbe svolto nel giro di qualche settimana, è pubblicizzato in volantini in inglese con piccole foto. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 37 La Almighty Jesus Christ Bible Ministry è una chiesa indipendente: non ha rapporti di dipendenza, diretta o indiretta, con altre comunità religiose ma partecipa ai programmi comuni, come le Crusade; non intrattiene dialoghi collaborativi con le istituzioni italiane. Il pastore ha, però, recentemente partecipato ad un incontro promosso dalla federazione delle chiese pentecostali italiane. La Almighty Jesus Christ Bible Ministry è regolarmente registrata come associazione, ha partita Iva e conto corrente bancario. Riguardo alla moltiplicazione delle chiese nell‟area, la spiegazione del pastore fa riferimento all‟end time biblico, a cui siamo evidentemente vicini. “Viviamo nel momento delle atrocità. Ciò che possiamo fare è pregare contro l‟indigenza, contro la droga e la prostituzione, contro il male. Offrire ai fedeli la speranza di un‟esistenza migliore e una prospettiva di salvezza”. Alcuni dei fedeli hanno un percorso di repentance, che ha portato a partecipare alla chiesa pentecostale dopo altre esperienze di fede. 7.Christ Rock of my Salvation Ministries (Pastor Godwin Joseph) La chiesa nacque nel 2003 in via Domiziana 286 dal Pastore nigeriano Moses Daku, che si trovava in Africa nelle settimane in cui si è svolta la ricerca. Il suo assistente, da lui formato, è il pastore Joseph Godwin che lo sostituisce temporaneamente insieme ad un altro ministro. Come in altre chiese, anche la Christ Rock of my Salvation Ministries ha una struttura interna ben organizzata con ruoli ben definiti tra i vari membri; solitamente è riconoscibile oltre al pastore o ai pastori, un Consiglio, un responsabile per la pastorale maschile e per quella femminile, un responsabile dell‟annuncio; questi ruoli vengono assegnati nel corso del culto con una piccola cerimonia, che varia ma che, spesso, prevede la benedizione con l‟olio. I fedeli di questa chiesa provengono prevalentemente da Nigeria e Ghana e sono circa trenta; è data la possibilità si seguire lezioni di inglese, la cui conoscenza è necessaria per una maggiore comprensione della Bibbia. Oltre a queste, il programma prettamente religioso prevede il culto della domenica Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 38 ed incontri di lettura biblica due volte a settimana. Tutte le funzioni sono svolte in lingua inglese. Christ Rock of my Salvation Ministries esiste in maniera indipendente e non ha succursali. Secondo il pastore, uno dei motivi che spinge a creare una nuova chiesa è la volontà di riunirsi in maniera autonoma e libera; ciò, tuttavia, non ostacola l‟unità dei pastori e delle chiese che è, anzi, uno degli obiettivi principali. “L‟attenzione, piuttosto, dovrebbe essere posta sulla volontà di pregare in modi diversi e di poter scegliere tra diverse opzioni. La presenza di molte chiese, inoltre, è funzionale alla piena diffusione del Vangelo”. Dal Comune di Castel Volturno non si riceve assistenza e la chiesa è finanziata con le offerte dei fedeli. I pastori svolgono tutti un altro lavoro. 8.Mount Olive Miracle Ministries-Land of Peniel (Pastor Jeremiah Amata) La chiesa è collocata in un ampio capannone industriale sulla strada che collega Castel Volturno e Villa Literno; ha un cancello elettrico ed è seguito da altri capannoni identici adibiti ad altri usi, tutti con un ampio parcheggio. Il pastore che la dirige (detto General Pastor) è Emmanuel Temitope che è momentaneamente lontano dalla chiesa ed è sostituito da Jeremiah Amata, 37 anni e da sei in Italia, che per assumere totalmente questo impegno (di Resident Pastor), seppur temporaneo, attualmente non lavora. Jeremiah, che proviene dal Delta State in Nigeria, è stato “ordinato profeta nella pancia della madre” che dopo aver ricevuto il Signore in sogno più volte, battezzò il figlio con il nome del profeta biblico. Tuttavia è divenuto pastore dopo l‟emigrazione, a contatto con la realtà di Mount Olive. Questa chiesa fu fondata a Pescopagano nel 2000 ed è divenuta una realtà più consistente dopo il trasferimento a Castel Volturno; ha circa 250 fedeli ed ha contatti costanti e incontri periodici con la chiesa pentecostale italiana di Remo Cristallo. La struttura interna è ben definita, ci sono altri Ministri responsabili del culto, un consistente servizio d‟ordine formato da fedeli, un Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 39 responsabile dell‟audio e il coro, in divisa come sempre. La chiesa è registrata presso il comune; è stato chiesto all‟amministrazione di provvedere alla collocazione di una fermata dell‟autobus nelle vicinanze della chiesa che risulta, effettivamente, in una posizione decentrata ed è anche scarsamente segnalata. La richiesta non ha finora avuto seguito e i fedeli si recano in chiesa a piedi o con mezzi privati. I fedeli formano tra loro una rete di sostegno e in questo modo si trova alloggio a chi ne ha necessità; si condividono le gioie e gli interventi di Dio, si prega per i momenti di difficoltà e si chiede aiuto al pastore che impone la sua benedizione attraverso l‟olio. Pastor Jeremiah continua la sua formazione prima di poter essere inviato a Bari, dove si ha intenzione di fondare un‟altra chiesa; il suo studio si basa in particolare sullo studio biblico Rhapsody of realities. L‟insegnamento del Vangelo in questo luogo ha permesso che molte persone cambiassero vita e ritornassero sulla retta strada; Castel Volturno è Peniel, il luogo in cui Dio tocca gli uomini, li illumina e li espone alla loro vera situazione perché “si vergognino di ciò di cui prima si gloriavano”. Le chiese a Castel Volturno sono proporzionate alle preferenze di culto dei fedeli che hanno bisogno di pregare in modi differenti. 9.Resurrection Power Ministries (Pastor Eric-Ghana, Pastor Ernest-Togo) La chiesa Resurrection Power nasce nel settembre 2008, quando alcuni dei ministri si staccano da una chiesa di Pescopagano per fondarne un‟altra nei locali di un ex mobilificio, su via Domiziana. L‟edificio a vetri si trova a poca distanza da altre due chiese pentecostali africane e conta circa 100 fedeli, più i numerosi bambini ai quali è riservata una differente stanza durante la funzione. Il culto è in inglese, come anche gli studi biblici domenicali e infrasettimanali, i fedeli provengono da Ghana e Nigeria, tranne poche presenze italiane (di coppie miste in particolare), che contribuiscono tra gli altri al finanziamento della chiesa, e alcuni fedeli provenienti dal Togo, che Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 40 usano come lingua franca l‟inglese. Uno dei pastori, Pastor Ernest, è togolese ed è in Italia da quindici anni ma preferisce l‟inglese all‟italiano. L‟altro pastore, Pastor Eric, proviene dal Ghana dove riferisce di essere stato perseguitato per il suo impegno contro la prostituzione e le pratiche tradizionali. L‟uso dell‟olio nel corso dei culti è derivato da un versetto biblico. Entrambi i pastori non dipendono economicamente dalle offerte donate dai fedeli alla chiesa, che sono l‟unico finanziamento per il suo sostentamento. Non esiste nessun rapporto con le istituzioni italiane, la registrazione al comune non è ancora stata effettuata. Ugualmente si ritiene importante l‟autonomia della chiesa dalle altre esperienze di chiese africane: ci sono molte chiese perché ognuna è diversa, la reciproca indipendenza garantisce il fedele nella sua scelta. A Castel Volturno molte persone vivono not in line with Christ, la chiesa ha la missione di convertirli. Una decina di musulmani sono diventati pentecostali e frequentano questa chiesa, altri vi hanno ritrovato un luogo familiare e di speranza. 10.Assembly Church (Pastor Festus Ogor) Pastor Festus Ogor, nigeriano, appreso del lavoro di ricerca che veniva condotto a Castel Volturno in merito alle chiese pentecostali, ha offerto la sua disponibilità anche per il reperimento di altri contatti tra le sue conoscenze. Ciò avveniva quando la ricerca stava per essere conclusa e molti dei contatti così reperiti erano già noti a chi scrive. La celere disponibilità, offerta con la volontà di aprire e chiarire ciò che succede nell‟ambito pentecostale locale (smentendo ogni ipotesi di legame con il crimine), resta significativa in sé ai fini della ricerca. Le interviste che seguono a questa sono realizzate con la collaborazione di Pastor Festus. Il pastore è qui da sette anni ed è proprietario di un negozio di prodotti “etnici”, in cui lavora con la moglie, svolgendo anche alcuni lavori con il computer. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 41 La Chiesa da lui diretta, fu fondata dagli americani ma, dalla loro partenza, non si hanno più contatti con gli Usa; solo il nome è stato mantenuto, Assembly Church, nel 2000, quando la chiesa è stata “rifondata”. L‟ampio locale che la ospita è presumibilmente una ex casa di villeggiatura con diversi ambienti (una stanza può ospitare i bambini), collocata su Via Domiziana tra altre case. Ha subito due attentati, uno all‟inizio dell‟attività nel 2002, probabilmente per il fastidio provocato dall‟eccessivo rumore; il secondo tentativo di incendio, di cui ancora sono visibili i segni, è avvenuto nei giorni difficili del settembre 2008, mentre i fedeli erano riuniti per un programma comune in un‟altra chiesa. In quell‟occasione, i vicini italiani avvertirono il pastore perché intervenisse. I buoni rapporti di vicinato sono anche visibili nei numerosi quadri appesi nel locale, con scritte religiose in italiano. I fedeli sono circa 60 tra nigeriani, ghanesi e senegalesi, e 6 italiani per i quali è prevista una traduzione dall‟inglese durante il culto. L‟esperienza migratoria invita ad avvicinarsi all‟esperienza della Grace of God, perciò avvengono delle conversioni che sono dei percorsi impegnativi verso il battesimo. Inoltre la Chiesa non persegue strategie proselitistiche e chiunque può parteciparvi da visitatore (e può riempire un modulo) o formalizzare la propria adesione divenendo membro registrato. Un foglio riporta i sei punti principali sui quali la Chiesa si basa; nel culto non viene adoperato l‟olio ma ci si affida alla Parola. Assembly Church non è organizzata su basi etniche, “la Bibbia unisce”, così come sono e devono essere ben distinte le cose spirituali da quelle politiche. La Chiesa non organizza corsi di italiano e non partecipa ad attività politiche. 11.Redemption Power International Ministry (Pastor Prosper Agbeko) La Redemption Power International Ministry è una chiesa pentecostale nata nel 2007, nel quartiere turistico di Pinetamare. Tuttavia, il primo nucleo di Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 42 fedeli si riunì nella sede di Napoli nel novembre del 2003 ed è ancora attiva. I locali che ospitano il culto a Castel Volturno sono molto ampi e organizzati: alle spalle dell'altare è issata una tenda di colore rosso, addobbata con drappi dorati. Il pastore che ha fondato la Redemption Power International Ministry a Napoli, e che si è poi trasferito a Castel Volturno dove la comunità immigrata era più numerosa, si chiama Prosper Agbeko, è ghanese e ha 43 anni. Giunse in Italia agli inizi del 2003 per procedere all‟opera di evangelizzazione, inviato dal Ghana. In patria aveva frequentato un Bible College e aveva seguito l'attività di una chiesa pentecostale chiamata Jubilee Christian Centre per quindici anni, nelle Regione ghanese Brong Ahafo. Oggi è l‟unico pastore delle chiesa e coordina i programmi delle due sedi; oltre a questo, ha un lavoro separato dalle attività pastorali. La Redemption Power International Ministry, a Castel Volturno, conta circa 80 membri, prevalentemente di nazionalità nigeriana, camerunense e ghanese. Il programma religioso si svolge interamente in lingua inglese ed è incentrato su quattro appuntamenti settimanali: tre incontri di preghiera (lunedì, giovedì e venerdì) e il culto domenicale, che registra il maggior numero di presenze; una volta al mese, di venerdì, si svolge una funzione di preghiera detta All Night che avviene nelle ore notturne. Si prega per il governo e la pace, la famiglia e la salute. La chiesa, oltre al disbrigo delle pratiche burocratiche per la registrazione amministrativa, non ha mai intrattenuto alcun rapporto di collaborazione con le istituzioni italiane e, inoltre, la registrazione è nazionale, non locale. Riguardo alla relazione con le altre comunità religiose della Domiziana, la Redemption Power International Ministry è promotrice in un programma di preghiera comune che coinvolge altre tre chiese. L'intervista a Pastor Prosper si è svolta in presenza del pastore Festus. Entrambi hanno concordato sul fatto che non esista competizione fra le diverse comunità. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 43 “Il rapporto fra le diverse chiese di Castel Volturno non è caratterizzata dalla competizione e, a mio parere, si stanno sempre più sviluppando episodi di collaborazione. La presenza di così tante chiese è dovuta anche a fattori logistici. E' possibile che un immigrato frequenti una chiesa (piuttosto che a un'altra) perché gli riesce più facile raggiungerla. Qui esiste un grosso bisogno di spiritualità africana, soprattutto nel momento in cui le cose che accadono per strada sono da judgement time. Inoltre l‟affitto dei locali per una chiesa è una grossa spesa, non c‟è interesse ad averne molte, se non di ordine spirituale”. La chiesa di Pastor Prosper è finanziata esclusivamente dalle offerte dei fedeli. Riguardo al ruolo che ogni comunità religiosa dovrebbe avere nella società, il pastore esprime un'idea ben precisa: “La predicazione contro la droga, la prostituzione e la delinquenza è importantissima, perché solo la conoscenza di Dio può redimere gli uomini o farli rimanere sulla giusta via. Una chiesa, però, dovrebbe mettere in atto anche iniziative concrete”. La Redemption Power International Ministry è attualmente impegnata nel fund raising (rivolto soprattutto verso gli Usa) di un progetto finalizzato all'istituzione di un social centre: un luogo (“benedetto da Dio”) in cui si possano organizzare attività per i fedeli recuperati alla tratta (insegnare a cucire, cucinare, fare i capelli) e alla delinquenza e, soprattutto, un soggetto giuridico in grado di elargire piccole somme di denaro da destinare ai membri che avessero intenzione di intraprendere un'attività imprenditoriale autonoma e lecita. “Se avessimo più aiuto, certamente sarebbe più facile organizzare un social centre. Il nostro sforzo si sta rivolgendo anche ad altre chiese attive nell'area e alla ricerca di sponsor americani. Bisogna poter offrire un‟alternativa ai fratelli e alle sorelle che non hanno un lavoro onesto”. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 44 3.Conclusioni Nelle pagine che seguono sono esposte le necessarie conclusioni del lavoro di ricerca svolto. Esse rappresentano un punto di partenza ed aprono nuovi scenari di approfondimento e ricerca sul fenomeno delle chiese pentecostali nell‟area di Castel Volturno. La mappatura effettuata ha consentito di individuare e conoscere realtà già operanti sul territorio da alcuni anni, riempiendo un vuoto di conoscenza di un fenomeno importante e consistente. 3.1 Analisi dei dati Come anticipato, la stima della appartenenze religiose fra i migranti (tanto in valore assoluto, quanto in percentuale) non è un lavoro facile. La dimensione del religioso sfugge, spesso, ai rapporti di ordine statistico, tanto più se riferita al fenomeno dell'immigrazione, che rappresenta un processo di relazione sistemica fra la cultura (e la religione) del paese di provenienza e quella del paese di arrivo. Per questi motivi, è opportuno conferire un valore relativo ai dati presi precedentemente in considerazione, che andrebbero ponderati attraverso argomentazioni particolari e peculiarità proprie dei contesti di riferimento. Il metodo utilizzato nel “Dossier Statistico sull'Immigrazione – Caritas/Migrantes” (che dedica un paragrafo approfondito sulla religione nel processo migratorio) per stimare le appartenenze religiose fra i migranti consiste, come detto, nell'estendere al numero in valore assoluto degli stranieri regolarmente presenti sul territorio italiano le percentuali delle confessioni nei rispettivi paesi di provenienza. Questo calcolo, che comunque fornisce indicazioni importanti, produce risultati relativi per due motivi precisi: non tiene conto degli immigrati irregolari, che in determinati contesti potrebbero rappresentare una quota Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 45 consistente del fenomeno migratorio; non prende in considerazione gli eventuali push factors (persecuzioni, “guerre di religione”, ecc.) o pull factors (accessibilità e capacità attrattiva del paese di destinazione), che potrebbero costituire forti incentivi alla mobilità internazionale. I dati sulle appartenenze religiose precedentemente esposti, e riferiti al contesto nazionale, andrebbero riletti anche in relazione a queste precisazioni. Il particolare contesto di fede oggetto di questo lavoro, l'universo delle chiese pentecostali africane, rappresenta una realtà rilevante e in crescita. La dimensione del fenomeno sarebbe, però, ancora più consistente se, ad esempio, si considerasse che: 1. la quota degli immigrati irregolari è convenzionalmente stabilità al 20%, ma risulta essere decisamente più alta per i flussi provenienti dall'Africa Subshariana, dove i culti pentecostali sono maggiormente diffusi; 2. in paesi come la Nigeria, il conflitto in atto potrebbe rappresentare un push factor, mentre il fatto che l'Italia è un paese massicciamente cristiano potrebbe essere un pull factor per i nigeriani cristiani. In base a queste considerazioni, la stima sulle appartenenze religiose dei migranti andrebbe sicuramente modificata in senso crescente. Riguardo al particolare contesto di riferimento della ricerca, l'area di Castel Volturno, le statistiche Caritas riportano che nel territorio della regione Campania sarebbero presenti 1637 altri cristiani, categoria in cui sono ricompresi anche i culti pentecostali africani. Dalle visite alle sole chiese dell'area di Castel Volturno, durante le quali si è prestata molta attenzione alla verifica empirica del numero di persone che effettivamente frequentano le funzioni religiose, emerge un dato ben più consistente (riportato anche nelle descrizioni delle singole chiese). Ciò dimostra che l'immigrazione irregolare (che in quella determinata area risulta essere molto diffusa) ha un peso importante sul fenomeno e che la stima effettuata secondo il metodo descritto può essere relativa. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 46 Sempre prendendo in considerazione la Nigeria, primo fra paesi africani per numero di immigrati in Italia, le statistiche ufficiali del rapporto Caritas/Migrantes affermano che in Campania sarebbero presenti 1967 nigeriani regolari. La percentuale degli evangelici in Nigeria è del 26,5% della popolazione. Seguendo il metodo per la stima delle appartenenze religiose fra i migranti sopra descritto (e quindi calcolando il 26,5% di 1967) si otterrebbe un numero di evangelici nigeriani regolarmente residenti su tutto il territorio campano pari a 521. Anche in questo caso, la verifica effettuata nel corso della ricerca ha messo in luce come, nella sola area di Castel Volturno presa in esame, ci siano molti più di 521 nigeriani che frequentano regolarmente le chiese pentecostali. Nella zona, dove è alta la concentrazione di immigrati provenienti dalla Nigeria, e perciò “potenzialmente” di religione islamica (il 50% della popolazione in patria è musulmana), non si è registrata la presenza di un luogo adibito a moschea. D'altra parte, nel corso delle interviste, uno dei pastori nigeriani delle chiese visitate, ha fatto esplicitamente riferimento all'eventualità che gli scontri etnico-religiosi attualmente in atto nel suo paese a danno della comunità cristiana possano essere un valido push factor per l'emigrazione di tanti suoi connazionali verso l'Europa. Alla luce di queste precisazioni, nell'elaborare stime sull'appartenenza religiosa dei migranti diventa determinante considerare anche fattori contingenti e inserirli nelle statistiche come ponderazioni da applicare ai dati ufficiali. Un lavoro del genere, metterebbe in luce la necessità di correggere significativamente la stima corrente degli evangelici africani presenti, tanto a Castel Volturno quanto in tutta l'Italia. 3.2 Tipologie di Chiese Le esperienze religiose pentecostali presenti nel territorio di Castel Volturno sono riconducibili culturalmente all‟ambito del pentecostalismo africano; Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 47 tuttavia accanto ai molti punti di contatto, sussistono tra esse anche sostanziali punti di divergenza. Si è ritenuto utile operare una suddivisione in tre categorie, dai confini porosi e non rigidi, che permettano di rendere più chiare le differenze e le traiettorie più vaste che le uniscono, a partire dall‟analisi del ruolo assunto dal pastore. Chiese rigenerate: sono le chiese fondate dai militari americani presenti sul territorio negli anni „80, ma che oggi sono rivitalizzate dalla presenza di immigrati africani. Il richiamo al mondo americano, sovrapposto talvolta più genericamente al mondo anglosassone, è frequente, nonostante non esista oggi nessun legame diretto con gli Usa. Il percorso formativo dei pastori di queste chiese è solitamente chiaro e documentato. All‟attività religiosa, vengono spesso affiancati altri programmi, come lo studio della lingua italiana di base o un piccolo servizio di mensa. Chiese con una leadership forte: queste chiese si caratterizzano per la presenza di una leadership forte e carismatica. Il pastore, che svolge questo ruolo come unica attività, parla quasi esclusivamente citando versetti biblici e durante il culto adopera l‟olio come elemento di benedizione e guarigione. La leadership rappresenta l‟intera comunità e, pur non trattandosi di chiese carismatiche in senso stretto, l‟appeal del leader è un elemento rilevante e trasversale alle diverse tipologie di chiese. In alcune di queste, vengono messi in vendita pannetti benedetti o altri oggetti che aiutano chi è in difficoltà. Le insegne e le locandine, riportano la foto del pastore in primo piano. Vengono organizzati grandi eventi in cui avvengono guarigioni e miracoli. La comunicazione pubblica, anche attraverso i nuovi media, è ritenuta fondamentale per la trasmissione della bibbia e il rafforzamento della collettività religiosa. Chiese comunitarie: l‟aggettivazione di queste chiese risulta particolarmente difficile, in quanto mostrano caratteristiche variegate, ma sono accomunate Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 48 dalla presenza di una comunità forte ed organizzata, attraverso la distribuzione delle responsabilità. Il pastore è leader spirituale e sostegno morale ma non svolge questo ruolo in una posizione di leadership, anzi, vi sono più ministri a dirigere il culto e le attività della chiesa. Coloro che assumono una posizione di importanza nell‟ambito della comunità, in tutti i casi, hanno anche un‟altra o altre occupazioni. L‟attività di queste chiese ruota intorno al programma religioso e non produce iniziative di altro genere. 3.3 Discussione delle ipotesi In questo paragrafo vengono riprese le ipotesi esposte nella prima parte del lavoro, formulate nel dialogo con i diversi attori operanti sul territorio e nell‟approfondimento delle fonti a disposizione. La verifica di queste ipotesi serve a comprendere maggiormente il ruolo delle chiese pentecostali africane, mentre si smentiscono o confermano pregiudizi e assunti di base. Ipotesi 1 L‟esistenza di un numero elevato di chiese pentecostali nel territorio di Castel Volturno è una conseguenza fisiologica della consistente presenza di immigrati provenienti da aree (Africa Occidentale) in cui il pentecostalismo rappresenta una delle principali opzioni di scelta nel panorama religioso. Dall‟indagine svolta è emerso che solo in un limitato numero di casi il pentecostalismo ha rappresentato una scelta religiosa successiva alla migrazione, in un processo di interazione costante con soggetti che già aderivano a una chiesa pentecostale. Ciò che è risultato più evidente, invece, è che nella comunità di migranti a Castel Volturno è diffusa una generica e forte domanda di spiritualità e religione, manifesta nell‟esigenza di entrare a far parte di una comunità religiosa organizzata. L‟indigenza, le difficoltà intrinseche del processo Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 49 migratorio (nel caso di Castel Volturno, relative alla condizione di irregolarità e all‟assenza di interventi di integrazione), stimolano una ricerca di risposte spirituali anche ai bisogni terreni. L‟offerta religiosa, sufficientemente diversificata (soprattutto nelle modalità di culto) è, probabilmente, sovradimensionata alla portata della domanda, poiché si attrezza a fornire la più vasta gamma di risposte ai bisogni, non solo spirituali, manifestati dalla comunità di immigrati. A ciò si può aggiungere che la frequentazione di una chiesa può fornire la possibilità di entrare sia in una rete di sostegno, sia in un ambiente culturalmente in continuità con quello di origine. Questo produce la moltiplicazione di comunità e la convivenza di gruppi di piccole e medie dimensioni, che non presentano caratteristiche di particolare originalità nel contesto. Ipotesi 2 Il territorio di Castel Volturno è notoriamente segnato dalle attività criminali della camorra. Fra la popolazione dei comuni di Casal di Principe, Mondragone, San Cipriano, Villa Literno, Castel Volturno, ci sono centinaia di persone condannate per il reato 416 bis (associazione di tipo mafioso). I fatti di cronaca nera e giudiziaria raccontano di una realtà profondamente influenzata dall‟azione della criminalità organizzata. Dalle testimonianze degli attori incontrati nel corso della ricerca emerge la descrizione di un territorio in cui qualsiasi attività presenta rischi di infiltrazione da parte della camorra. In una situazione così configurata, il fenomeno della massiccia immigrazione nell‟area viene sistematicamente connesso all‟esistenza di una forte criminalità. Come affermato in precedenza, l‟arrivo di migliaia di immigrati a Castel Volturno è un processo continuo e non recente, che ha tratto origine da un serie di fattori, come la disponibilità di abitazioni, l‟offerta di lavoro nei campi e la relativa possibilità di poter vivere al di fuori di un pressante controllo dello stato. Tuttavia, si tende spesso a non considerare queste Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 50 peculiarità e a disegnare un rapporto di complementarietà tra i processi migratori e la malavita. Le stesse misure adottate dal governo nazionale, in seguito alla strage di San Gennaro del 2008, sono consistite nella massiccia militarizzazione del territorio, nell‟invio di mezzi e uomini dell‟esercito con il compito di combattere l‟immigrazione clandestina e la camorra. I due fenomeni sono considerati, anche dalla politica, strutturalmente connessi, in un rapporto di corrispondenza biunivoca e di reciproco scambio di favore. Una interpretazione del genere può suscitare interesse e clamore, ma richiede attente verifiche e approfondimenti. Questo lavoro si è occupato di indagare il fenomeno della presenza di chiese pentecostali africane a Castel Volturno e non ha necessariamente approfondito il tema del rapporto immigrazione-criminalità. Tuttavia, alcune fonti di recente pubblicazione hanno sostenuto l‟idea dell‟esistenza di “chiese della mafia”: luoghi di aggregazione per gli immigrati africani in cui, attraverso il meccanismo delle decime, si agevolerebbe il coinvolgimento dei fedeli in attività illecite, come lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di droga, dai quali si ricaverebbe profitto per la chiesa e per il pastore. In base a questo assunto, le chiese sarebbero posti di copertura per attività contigue alla criminalità organizzata italiana e africana. Nel corso dell‟esperienza di ricerca, si è registrata un‟assoluta e franca disponibilità dei pastori o dei membri delle chiese a discutere dei problemi legati alla malavita, in particolare della prostituzione e del traffico di droga che sembrano coinvolgere un numero elevato di loro fratelli. In alcuni casi, la discussione è avvenuta con la precisa volontà di voler negare qualsiasi legame tra la criminalità organizzata e le chiese; si è manifestata la necessità di comunicare la giustezza della propria posizione, che fosse di ordine spirituale o legale. In altri casi, la maggioranza, si è teso a marcare una distanza soprattutto spirituale dai fenomeni criminali, sostenendo l‟impossibilità di operare azioni concrete, anche per mancanza di mezzi. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 51 Immaginare una chiesa come una cellula di una (sicuramente) diffusa criminalità organizzata sembra essere infondato. In tutti i contesti visitati, la predicazione contro ogni tipo di atto illegale è al centro della missione sociale delle comunità religiose a Castel Volturno. L‟azione della parola di Dio è considerata come il mezzo quasi esclusivo di lotta alla criminalità. Solo nel caso di una chiesa, è stata esplicitata l‟idea di realizzare un progetto di recupero dei fedeli implicati in azioni illecite, attraverso la costituzione di una cooperativa. Per queste ragioni, il mancato impegno sul campo dei pastori e dell‟intera comunità contro fenomeni di criminalità diffusa non può essere considerato come un loro diretto coinvolgimento in attività criminose. Le chiese non svolgono il ruolo di istituzioni concretamente schierate nella lotta alla mafia, ma non possono essere ritenute dirette emanazioni o coperture delle organizzazioni criminali. Ipotesi 3 Il pastore è il leader spirituale, ma è anche l‟unico gestore delle risorse economiche della chiesa. La pratica della decima costituisce fonte di guadagni non irrilevanti, amministrati direttamente dal pastore o, talvolta, da un consiglio da lui coordinato. Le risorse sono impiegate in parte per la gestione della chiesa stessa (l‟affitto e la manutenzione dei locali costituiscono una spesa fissa non indifferente, ad esempio), mentre è difficile comprendere l‟entità e l‟impiego della parte restante. Nella realtà osservata, in un contesto di particolare indigenza e disoccupazione, il leader rappresenta un punto di riferimento spirituale e terreno per i fratelli, come centro di una rete sociale strutturata. Ciò conferisce al pastore una fiducia diffusa all‟interno della comunità, che gli consente di assumere una posizione sociale rispettata e riconosciuta. La Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 52 fiducia nei suoi confronti si estende anche alle sue capacità di amministrare il denaro. Indipendentemente dai vantaggi economici, che talvolta non sussistono (come è evidente dal fatto che alcuni pastori lavorano), la sola preminenza in ambito comunitario costituisce un vantaggio sociale, soprattutto in un contesto generale di difficoltà. C‟è da aggiungere che il percorso che conduce ad assumere il ruolo di pastore di una chiesa, non è sempre chiaro. Accanto ad alcuni pastori giunti a Castel Volturno dall‟Africa Occidentale essendo già ministri, emigrati per ragioni economiche o come missionari in Europa, esistono leader carismatici che hanno assunto questo ruolo in Italia attraverso percorsi di formazione brevi o di dubbia certificazione. Va segnalato che questa modalità non costituisce fonte di dubbio per la credibilità del pastore, né da parte dei fedeli, né da parte dei colleghi africani, poiché “la chiamata” non viene mai messa in dubbio. Per queste ragioni, è indubbio che nel particolare contesto dell‟area di Castel Volturno, il ruolo del pastore conferisca una posizione di preminenza e privilegio per chi lo ricopra. Ciò, però, non implica che nella comunità religiosa siano avanzati dubbi e perplessità sulla effettiva validità del ruolo del ministro. Ipotesi 4 Le nuove chiese nascono per iniziativa di un pastore giunto a Castel Volturno o per il distacco di un gruppo di fedeli guidati da un leader, da una comunità religiosa già operante. Può succedere che ministri formatisi in una chiesa, decidano di interrompere il proprio percorso di formazione per guidare una nuova comunità da loro fondata, staccandosi dal pastore che li ha formati. Questo tipo di esperienza, nel contesto studiato, si è verificato in numero molto ridotto di casi: è più frequente che un nuovo pastore (che non decida di condividere questo ruolo con il formatore) venga inviato in altri luoghi Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 53 d‟Italia per stabilire una nuova chiesa, figlia della principale ma non in competizione con essa. Rapporti di diffidenza tra i pastori, non infrequenti, non sono alimentati dalla mera competizione ma, più spesso, da reciproca sfiducia relativa alle condizioni in cui le comunità da loro dirette sono sorte ed operano. Un caso accertato di spin-off, che ha portato alla nascita di una nuova comunità da una già esistente, è quello che riguarda la Word of Hope Ministry, riportato in nota nel capitolo dedicato alla mappatura delle chiese. Il risultato della competizione fra i pastori di un stessa chiesa è stato, perciò, la moltiplicazione delle comunità religiose in un processo dinamico. Accanto a questi casi, vi sono molti esempi di pastori decisi ad avviare una più stretta collaborazione con alcuni degli altri, per rafforzare i rapporti informali già esistenti e per smentire sospetti di illegalità o poca credibilità. A Castel Volturno, il procedimento che porta alla creazione ufficiale di una nuova comunità religiosa è rapido: come anticipato nella descrizione dei luoghi, il territorio offre abbondanti possibilità di reperire strutture da adibire al culto. Non a caso molte delle chiese sono stabilite in locali che in precedenza ospitavano attività commerciali o case di villeggiatura. Questa facilità non solo rappresenta un incentivo all‟apertura di nuove chiese ma ha costituito, negli anni, un presupposto affinché alcune delle chiese già operanti altrove (Lagopatria, Pescopagano, Ischitella) si trasferissero a Castel Volturno. I fedeli che partecipano ai culti, provengono da un‟area più vasta rispetto al conglomerato di abitazioni lungo la via Domiziana, e giungono lì con i bus o i pulmini delle chiese. Il tratto della Statale Domiziana del Comune di Castel Volturno è costituito da un‟insieme di abitazioni distribuite in maniera disordinata, moltissimi locali commerciali e una toponomastica recentissima. “Piazza” può divenire un piccolo spazio nella prossimità di un Western Union o di un negozio. Ne emerge una generale situazione di anonimato nella residenza, anche per i cittadini italiani. E‟ sostanzialmente difficile acquisire informazioni sulle Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 54 singole chiese (se non incontrando il pastore), proprio perché è continuo il ricambio nei locali vuoti della Via Domiziana. Ipotesi 5 I pastori delle chiese di Castel Volturno provengono prevalentemente dalla Nigeria e dal Ghana, così come la maggior parte dei loro fedeli. Le due nazionalità sono le maggiormente rappresentate tra gli immigrati nell‟area di Castel Volturno. Dall‟indagine effettuata risulta che la creazione delle chiese non segue criteri di appartenenza etnica o nazionale. In tutte le comunità sono presenti fratelli di diverse nazionalità e di diverse etnie nell‟ambito della stessa nazione. In alcuni dei casi presi in esame, si è realizzata la compresenza di pastori provenienti da due o più Paesi diversi. L‟uso della lingua inglese, in luogo delle lingue etniche, è il veicolo attraverso il quale circolano le comunicazioni, le preghiere e gli studi biblici. Le occasioni in cui i leader spirituali mostrano reticenze alla collaborazione, sono politiche e mai spirituali. L‟esperienza della migrazione dall‟Africa sembra essere elemento di coesione in una più ampia unione spirituale. L‟appartenenza alla comunità religiosa prevale sulle eventuali frizioni che potrebbero essere causate da vere o presunte divisioni etniche presenti in patria. Il gruppo di fedeli è coeso al suo interno e si rafforza nella condivisione della fede stimolata dal leader e nella comune domanda di spiritualità e religione. Si può parlare di chiese “etniche” solo specificando che con questo aggettivo si fa riferimento al fatto che i fedeli provengono da una medesima macroarea geografica (l‟Africa Occidentale, nello specifico) e che, dunque, si sono organizzate attorno a bisogni, cultura e tradizioni liturgiche di un particolare gruppo. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 55 3.4 Slittamento denominazionale Le chiese pentecostali africane, nello specifico contesto analizzato, promuovono la socializzazione delle persone che le frequentano, offrono la possibilità di creare reti a forte solidarietà interna e permettono di ridurre l'ansia dello spaesamento connessa all'esperienza della migrazione. Nonostante il tema andrebbe approfondito nel corso di specifiche interviste, è necessario indicare tra gli elementi a sostegno di questa possibile conclusione, che la denominazione della chiesa di appartenenza all‟origine (metodista o presbiteriana o battista, ad esempio) è varia e che vi è, rispetto a questa, un legame "leggero": la chiesa frequentata precedentemente alla migrazione che è comunque riferibile, nella maggior parte dei casi, all'ambito evangelico, non corrisponde alla chiesa frequentata a seguito della migrazione. Si tratterebbe, dunque, di un'adesione generica al cristianesimo, assolutamente moderna sia nel contesto europeo che in quello africano, declinabile in più forme e in base a diverse esigenze durante il proprio personale percorso di fede. Tale tendenza ben descrive gli scenari futuri per il cristianesimo nel nostro secolo: la schematizzazione classica delle famiglie della cristianità sta cedendo progressivamente il passo ad un fenomeno complesso e trasversale alle diverse denominazioni come, appunto, l‟adesione alla spiritualità e alle forme pentecostali. In base ai dati elaborati da Harvey Cox nel suo fondamentale testo sul pentecostalismo nel mondo Fire from Heaven (1994), i pentecostali nel 2025 saranno 800 milioni, un cristiano su tre (oggi uno su quattro), a scapito delle chiese storiche (cattolici, anglicani, presbiteriani, metodisti e battisti), che perderanno sempre più fedeli nel corso di questo processo di ri-appropriazione della spiritualità, contraltare della secolarizzazione. In questo processo il baricentro del cristianesimo si sta spostando verso il sud del mondo: Brasile, Messico, Nigeria, Filippine e Congo, dove, appunto, non si diffondono chiese storiche istituzionalizzate Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 56 ma chiese evangeliche libere, pentecostali, carismatiche, indipendenti o indigene. Emanuel Asante, Presiding Bishop della Chiesa metodista del Ghana, in un recente incontro in Italia, ha affermato che la sua chiesa "è tornata a crescere accogliendo forme di spiritualità e di liturgia tipiche delle chiese carismatiche mantenendo però la sua specificità teologica e dottrinale”. In questo senso, si potrebbe assumere che credenti di diverse tradizioni evangeliche, anche storiche, possano trovare nelle chiese pentecostali una “casa per la loro vita spirituale” senza che questo implichi un taglio netto con la loro precedente “church affiliation”. In una elaborazione di questo tipo troverebbero conferma le tesi di Cox per cui il pentecostalismo, oltre che una denominazione, è una corrente che attraversa diverse denominazioni. 3.5 Possibili scenari futuri L‟immigrazione nell‟area di Castel Volturno è un processo trentennale di continui arrivi di immigrati dall‟Africa Occidentale e presenta, perciò, i caratteri di un fenomeno di medio periodo. Infatti, esistono meccanismi di funzionamento del sistema legati alla presenza di immigrati che si sono consolidati nel corso della loro lunga permanenza e che, alle condizioni osservate, continueranno ad essere operanti. Tra questi, la facilità nel reperimento degli alloggi, il costo relativamente basso della vita, il lavoro nei campi e sulle spiagge, la possibilità di vivere in una zona non soggetta ad un controllo sulla persona troppo stringente (in un territorio vasto sono presenti poche forze dell‟ordine, nonostante il presidio dell‟Esercito Italiano) e in cui è possibile ritrovarsi tra propri connazionali, in un ambiente “familiare”. D‟altro canto, sussistono dei meccanismi che si sono evoluti e che continueranno ad evolversi, come ad esempio il rapporto tra comunità di immigrati e istituzioni italiane, contraddistinto finora da un dialogo a fasi alterne e che ha seguito i fatti di cronaca nera. Ogni tentativo di integrazione Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 57 si è così reso necessario perché emergenziale e non sono stati approntati interventi efficaci e di lungo periodo. La risposta della comunità degli immigrati si manifesta in una esigenza di riconoscibilità, che porta alla creazione di luoghi o associazioni, in cui si riproduce il più fedelmente possibile la realtà della madrepatria e non vi è circolazione di elementi acquisiti nel nuovo Paese. La maggior parte degli immigrati a Castel Volturno non parla italiano e ha contatti con la società solo di ordine essenziale (ospedale, servizi sanitari, scuole). In più, la frequentazione di questi luoghi, è anche l‟occasione per l‟immigrato di incrociare una rete sociale che può provvedere alla soddisfazione di bisogni di ordine pratico. Nel caso delle chiese, questi elementi si coniugano ad esigenze spirituali. Le chiese pentecostali africane nell‟area sono un universo chiuso che non ha rapporti con la società italiana, né con le istituzioni cattoliche (rispetto alle quali tendono a marcare una distanza), né con le chiese evangeliche italiane. Questo atteggiamento non considera una tendenza che è in atto in tutto il mondo: il profondo mutamento dell‟universo cristiano. In ciò che Jenkins definisce “terza chiesa” sono ricomprese tutte le manifestazioni religiose che stanno rivoluzionando la composizione del cristianesimo nel mondo, a scapito del cattolicesimo e del protestantesimo storico. Paesi come la Nigeria e il Ghana sono fra i luoghi in cui la propensione alla nascita di nuove chiese cristiane pentecostali, carismatiche e indipendenti sembra essere in crescita. All‟interno delle comunità religiose si diffondono riti e credenze riferibili alle religioni tradizionali africane, ma anche vicini alle chiese del Primo Testamento. Tutto ciò non era stato debitamente considerato, ma meriterebbe un‟attenzione particolare, anche dato il fatto che i migranti provenienti dalle aree del “nuovo cristianesimo” sembrano manifestare un‟attitudine a trasferire nei Paesi di immigrazione le modalità religiose di cui si sono appropriati. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 58 Le occasioni del culto rappresentano anche per gli africani dell‟area domizia i momenti di contatto più ravvicinato con le realtà di patria, riprodotte a Castel Volturno. Vestirsi, cantare, ballare, pregare secondo gli usi tradizionali è l‟occasione per celebrare un‟identità altrimenti costretta all‟assimilazione o al nascondimento. Il leader spirituale è un punto di riferimento e un ideale pater familias, in una sorta di famiglia allargata. In assenza di riconoscimento pubblico e di politiche di integrazione, le chiese assumeranno sempre più il ruolo di luoghi in cui riprodurre la propria cultura e assicurarsi un sostegno tra fratelli. Per questi motivi, le chiese pentecostali africane di Castel Volturno continueranno ad essere un fattore di disintegrazione sociale, fino al momento in cui non si elaboreranno politiche positive che vadano verso l‟inclusione del fenomeno nel dibattito politico, religioso e culturale sull‟integrazione degli immigrati. Nello stesso tempo, in un quadro di questo tipo, sarebbe auspicabile un atteggiamento collaborativo da parte delle comunità religiose, che garantirebbe di fare luce sul senso del loro impegno, laddove sorgessero sospetti di esperienze poco chiare. Lo scorso 2 ottobre, presso la chiesa evangelica pentecostale “Emanuele” a Pinetamare, si è svolto un convegno, seguito da un culto, che ha visto la partecipazione delle comunità di fede cristiana italiane e africane, unite nello sforzo comune di conoscersi e incontrarsi. Se l‟appuntamento avesse un seguito potrebbe rappresentare sicuramente un passo importante nel processo di emersione e riconoscimento nello spazio pubblico delle chiese evangeliche degli immigrati africani a Castel Volturno. 3.6 Il dialogo con le religioni come fattore di inclusione sociale La religione è diventata uno dei fattori più incisivi, tanto nei processi di integrazione che nelle dinamiche di esclusione sociale. Come detto in precedenza, infatti, le comunità di fede possono svolgere un ruolo positivo di promozione del dialogo interculturale e interreligioso, ma possono anche Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 59 stimolare spinte alla ghettizzazione e alla preclusione sociale, quando sono escluse dallo spazio pubblico e non riconosciute dagli attori della società. Ciò avviene perché le chiese rappresentano spesso per gli immigrati in arrivo un luogo di socializzazione primaria. Scongiurare il rischio che esse diventino universi chiusi dovrebbe essere, perciò, uno dei compiti centrali delle istituzioni pubbliche che dovessero operare in contesti a forte presenza di immigrati. La materia del riconoscimento giuridico delle confessioni diverse dalla cattolica è di competenza del Governo nazionale. Tuttavia, le amministrazioni locali hanno facoltà di costituire forme di confronto fra le varie rappresentanze delle comunità di fede presenti su un territorio. A tal proposito, in alcune ragioni d‟Italia è già stato sperimentato con successo il modello fondato sulla convocazione di una consulta per il dialogo interreligioso, tesa a promuovere i valori del pluralismo religioso, della conoscenza delle varie culture religiose, del dialogo tra le comunità di fede e del loro impegno per il bene della comunità civile. Nel caso preso in esame in questo lavoro, l‟area di Castel Volturno, caratterizzata da una polverizzazione delle forme di organizzazione religiosa degli immigrati africani e da un mancato riconoscimento delle stesse, la creazione di un organismo di dialogo rappresenterebbe sicuramente un‟occasione di confronto e collaborazione fra le diverse esperienze. Risulta altresì chiaro che uno sforzo orientato in questa direzione da parte delle amministrazioni locali otterrebbe risultati apprezzabili e favorirebbe l‟emersione e la riconoscibilità del fenomeno evangelico africano, se anche le comunità di fede riuscissero ad assumere un atteggiamento di disponibilità al dialogo che ne renderebbe automatico e agevole il riconoscimento. La mancata attenzione all‟appartenenza religiosa degli immigrati, tanto più in una realtà frammentata e particolare come quella di Castel Volturno, priverebbe i decisori politici di alcuni elementi utili a promuovere politiche di riconoscimento e di integrazione, e quindi di stimolo alla civic citizenship degli immigrati, fondamentali per la costruzione di una matura società multiculturale (Naso). Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 60 Assenza di riconoscimento pubblico e di politiche di integrazione Chiese fattore di dis/integrazione sociale: le comunità immigrate e la comunità locale non interagiscono Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 61 Si ringraziano: Il Prof. Carmine Napolitano (Preside della Facoltà Pentecostale di Aversa); il Dott. Stefhan Bachman; Il Dott. Antonio Casale (Direttore del Centro Immigrati Campania Fernandes); Marisa Perone; il personale e i volontari del Centro Fernandes; Suor Anthonia; Luigi Mosca; il Pastore Remo Cristallo; il Pastore Michele Passeretti; Padre Antonio Bonato; Jean Renè Bilongo; l’Associazione Jerry Essan Masslo; Jehu Onyekwere Nnaji; Patrizia Cannavacciulo e i fratelli della Chiesa Cristiana Pentecostale “Emanuele” di Pinetamare; i pastori delle chiese africane; i fedeli delle chiese africane. Senza il loro aiuto e la loro preziosissima collaborazione questo lavoro di ricerca non sarebbe stato possibile. Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 62 Riferimenti bibliografici (articoli): Bilongo Jean René, C’era una volta Jerry Essan Masslo, Castel Volturno, 2008 Birgit Meyer, Peter Geschiere, Commodities and the Power of Prayer: Pentecostalist attitudes towards consumption in contemporary Ghana, Birgit Meyer in Globalization and identity: dialectics of flow and closure, Oxford, UK ; Malden, Mass. : Blackwell publishers, 2003 Rosalind I. J. Hackett, Charismatic/Pentecostal Appropriation of Media Technologies in Nigeria and Ghana, Journal of Religion in Africa, Vol. 28, Fasc. 3 (Aug., 1998), pp. 258-277 Birgit Meyer, 'Delivered from the Powers of Darkness' Confessions of Satanic Riches in Christian Ghana, Africa: Journal of the International African Institute, Vol. 65, No. 2 (1995), pp. 236- 255, Edinburgh University Press Birgit Meyer, 'If You Are a Devil, You Are a Witch and, If You Are a Witch, You Are a Devil.' 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L’Italia delle religioni – Primo rapporto 2009, , EMI, Bologna, 2009 Migranti cristiani, Ricerca, Molte fedi sotto lo stesso cielo, Acli Bergamo, 2008 Saviano Roberto, Gomorra. Vaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della Camorra, Mondadori, Milano, 2006 Pennacini Cecilia, Gonzàlez Dìez Javier, a cura di, Religioni e Immigrazione a Torino. 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