prostutuzione

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L’esercizio della prostituzione deve essere calato in una determinata
organizzazione sociale strutturata da fattori economici, politici, normativi,
ideologici. Essa presenta due facce:
- donne che fanno un libera scelta
- schiave del sesso a pagamento
E questa distinzione mette in luce due diverse tesi interpretative del
fenomeno, l’una valorizzante delle sex workers, l’altra abolizionista nei
confronti di una attività considerata degradante.
Nel primo filone ci sono le femministe che si battono per i diritti delle
prostitute e che sostengono che non è tanto la prostituzione un’attività
degradante in sé quanto le legge che penalizzandola la rende facilmente
oggetto di abuso, sfruttamento, coercizione.
Nel secondo filone si collocano le tesi di chi è convinto cha la prostituzione
sia una relazione in cui la prostituta è soggetta al dominio del cliente che
esercita su di lei un potere (un’attività non libera, che mina la dignità e
l’onore di una persona).
Si definisce prostituzione ogni prestazione sessuale a scopo di lucro. Essa
presenta due caratteristiche: 1. è l’esito di una transazione commerciale ; 2.
tale transazione è relativamente indiscriminata, coinvolge estranei e
presuppone l’assenza di scelta del partner.
Non è prostituzione il caso di
colei o colui che viene
mantenuta/o come amante poiché
si concede solo ad una persona e
non a tutti
Non è prostituzione il caso della
pornografia perché manca il contatto
fisico tra chi si prostituisce e il cliente
(questa posizione tuttavia non è
condivisa)
La prostituzione è favorita dalla presenza di norme di comportamento
sessuale altamente differenziate per i due sessi e dalla presenza di un
doppio standard culturale:
- obbligo di fedeltà per le donne
- libertà sessuale degli uomini, vincolati solo dalla disponibilità economica
e dalle energie fisiche
Fattori che favoriscono la sua diffusione
1.
Assenza di meccanismi attraverso cui gli uomini possono
“accedere” a donne che svolgono la stessa funzione delle prostitute
(schiave, concubine, mantenute, tipiche delle culture poligame)
2. Presenza di donne “non matrimoniabili”, ossia quelle che per una
serie di motivi (vedovanza, perdita precoce della verginità,
divorzio) sono deprezzate sul mercato matrimoniale
3.
Fattori che dipendono da azioni intenzionali di gruppi o di
individui (la tratta o la vendita di giovani donne costrette a
prostituirsi)
Nel Medioevo era considerato atto di prostituzione qualsiasi comportamento
sessuale compiuto pubblicamente, pur in assenza di scambio di denaro
(si considerava l’offesa alla morale pubblica, che ancora oggi si pone alla base di molte
legislazioni sulla prostituzione).
Secondo un noto adagio “la prostituzione è il mestiere più antico del
mondo”. Gli studi hanno dimostrato invece che la prostituzione non è
sempre esistita e che essa non sia stata presente in tutte le civiltà (e in ogni
caso, se lo è stata, non sempre nella stessa misura)
Tra gli amerindi e gli aborigeni australiani pare che essa
sia comparsa con l’arrivo dei colonizzatori. Lo stesso
dicasi per alcune società asiatiche (Vietnam), dove la
stessa è stata in larga misura un’invenzione occidentale
Tipi di prostituzione
L’esistenza di diverse tipologie di prostituzione e le differenza di status tra
le prostitute risalgono al mondo greco-romano.
Ad Atene si distinguevano due tipi di prostitute secondo un’opposizione
ancora oggi rilevante:
1. pornè, ossia quelle esercitano in strada o nei porneion (forestiere,
schiave liberate, di bassa condizione sociale)
2. etére, donne che fin da bambine venivano educate a una serie di attività
per diventare compagne a pagamento degli uomini, durante i banchetti o
feste in generale
Tipi di prostituzione
Oggi i tipi di prostituzione sono tre:
La prostituzione da strada: l’incontro avviene in strada e il rapporto è consumato
in macchina o in una camera di albergo o casa privata. In Italia, questa tipologia è
molto diffusa nelle regioni del nord.
La prostituzione al chiuso: le prostitute incontrano i propri clienti nelle case di
tolleranza e nei bordelli, la cui gestione è affidata a una madame a cui ogni
prostituta cede metà del proprio guadagno.
N. B. Negli ultimi tempi è in aumento l’esercizio della prostituzione da parte di giovani
donne della repubblica Popolare Cinese. Sono state, infatti, individuate diverse case di
appuntamento controllate da organizzazioni criminali di tale etnia. Dato di novità
rispetto al passato è rappresentato dal fatto che l’esercizio del meretricio non avviene
più esclusivamente all’interno di quella comunità ma anche al suo esterno, spesso
pubblicizzata sui quotidiani locali, quasi sempre sotto la voce massaggi.
Le ragazze-squillo (prostituzione invisibile): l’incontro avviene al chiuso e per il
tramite di annunci pubblicitari o per il mezzo di agenzie che forniscono hostess o
accompagnatrici (una variante è rappresentata dalla prostituzione mascherata).
N. B. Una variante di questa tipologia è il turismo sessuale, dove gli annunci
pubblicizzano viaggi organizzati in mete particolarmente attraenti sessualmente.
In corrispondenza di queste tipologie si
sviluppano tre diverse identità,
corrispondenti a tre diversi status delle
prostitute, definiti secondo una forma
piramidale che vede al proprio vertice
le ragazze squillo.
Gli studi dimostrano tuttavia che questa separazione non
è così netta, perché spesso chi inizia la propria carriera in
strada non è detto che vi rimanga per sempre.
Secondo l'ultima indagine operata della commissione Affari sociali della Camera, le
prostitute sarebbero in Italia dalle 50mila alle 70mila. Almeno 25mila sarebbero
immigrate, 2mila minorenni e più di 2mila le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e
costrette a prostituirsi. Il 65% delle prostitute lavora in strada, il 29,1% in albergo, il resto
in case private. Il 94,2% delle prostitute sarebbero donne, il 5% transessuali e lo 0,8%
travestiti. L'indagine non calcola il numero di prostituti maschi o escort. I sondaggi
dimostrano anche che la maggiore concentrazione di prostitute è nel milanese con il 40% e
di seguito Torino con il 21%; ciò può essere causato dal maggiore potere economico delle
due città e dal maggiore giro d'affari che ne può scaturire.
Nella gestione della tratta di esseri umani i gruppi rumeni si sono imposti, con
modalità organizzative complesse, anche, attraverso referenti in loco con il
compito di sfruttare i clandestini per il lavoro in nero ma, soprattutto nel campo
della prostituzione; a tale scopo hanno mantenuto contatti di collaborazione anche
con bande attive in altri Paesi dell’Est (quali Albania, Moldavia, Ucraina,
Federazione russa) e con sodalizi criminali calabresi, nonché elementi siciliani e
lucani. Una volta in Italia le giovani donne clandestine vengono assunte nei locali
notturni delle principali città italiane e poi, con la complicità della criminalità
locale, inserite definitivamente nel mondo della prostituzione. In altri casi, le
giovani donne sono vittime di veri e propri sequestri di persona e condotte in Italia
per essere cedute, dietro compenso, ai gruppi criminali ed avviate alla
prostituzione. I sodalizi rumeni si sono rivelati talmente attivi nell’attività di
sfruttamento della prostituzione da avere soppiantato, in alcune aree del Piemonte
e della Lombardia, i gruppi criminali albanesi che, tradizionalmente, controllavano
quasi l’intero mercato dai quali hanno peraltro mutuato le tipiche modalità di
gestione, ricorrendo a violenze di gruppo, minacce, percosse e torture sulle
prostitute, con lo scopo precipuo di annientarne la volontà e dissuaderle da
eventuali tentativi di fuga o di denuncia alle Forze di polizia.