W - a scuola di guggenheim

Transcript

W - a scuola di guggenheim
LETERA W
La W è granata, esaltata e vigorosa. Con le braccia e le gambe in alto un giorno rimase
chiusa in…
Una cantina. Ad un certo punto si girò e vide una minuscola luce lampeggiare. Incuriosita si avvicinò e
inciampò in una mattonella traballante, finendo dentro un videogioco d’avventura. La povera lettera si
trovò in mezzo a una foresta intricata e fitta, popolata da animali feroci e insetti velenosi. La W iniziò a
vagare senza meta tra la fitta vegetazione, poi a un tratto inciampò in una radice di un albero e svenne. A
quel punto arrivarono delle scimmie e la scambiarono per un cadavere squisito. La presero e la portarono
vicino al loro focolare per arrostirla. Sentendo un forte calore la W rinvenne e, vedendo le scimmie che si
apprestavano a cuocerla, si liberò dalle corde e scappò. Mentre scappava cadde nelle sabbie
mobili.
Scuola Primaria “San Giovanni Bosco”, Fonte, Treviso
Mentre scappava cadde nelle sabbie mobili. Continuava a sprofondare sempre di più e aveva una
paura tremenda perché pensava di morire. Le sabbie mobili la risucchiarono completamente, quando,
improvvisamente, vide una luce. W si avvicinò incuriosita e capì che era un faro vicino alla costa che
segnalava la presenza di un paese segreto proprio sotto le sabbie mobili.
Nuotando verso quelle case, si accorse che erano tutte di sabbia e che erano abitate da granchi enormi e
pesci scintillanti.
Sopra la collina vicino al faro, c’era un castello; da una finestra della sala del trono, il re e la regina
stavano guardando proprio W. Si chiesero subito chi fosse quella strana creatura e ordinarono ai soldati
di catturarla per poterla interrogare.
Mentre la stavano accompagnando verso la sala, le guardie si accorsero che W non ci passava per le
porte.
Così il re e la regina furono costretti ad uscire in cortile per incontrarle W ed ascoltare la
sua storia…
Scuola Primaria “San Giovanni Bosco”, Fonte, Treviso
Così il re e la regina furono costretti ad uscire in cortile per incontrare W ed ascoltare la
sua storia. W era un pupazzo di neve parlante e siccome in cortile c’era il sole, aveva paura di
sciogliersi e quindi doveva sbrigarsi a raccontare la sua storia.
Così iniziò:
“Alcuni giorni fa al Polo Nord, dove mi trovavo, c’erano degli orsi polari che volevano distruggermi
perché non sapevano che ero un pupazzo di neve speciale. Quindi dovevo assolutamente far loro capire
che ero un pupazzo parlante. Così sono andato nella loro tana e quando hanno sentito che sapevo parlare
non mi hanno distrutto, anzi sono diventati miei amici, mi hanno organizzato una festa e per di più mi
hanno anche regalato un cuore di carta.
Durante la festa però sono arrivati un grande lupo delle nevi ed una strega cattiva, che volevano
mangiare gli orsi e distruggere me.
Io, insieme ad un amico orso, sono riuscito a scappare giusto in tempo prima che la strega e il lupo
preparassero una trappola davanti alle tane degli orsi. Loro poverini non potevano più uscire e la strega
ridendo a crepapelle ha detto che per liberarli ci voleva una formula magica strana, che solo la regina
sapeva, ma era sicura che non l’avrebbe mai detta per la vergogna. Sono riuscito ad arrivare fin da voi e
ora vi prego di dirmi la formula”.
La regina effettivamente si vergognava molto, ma per salvare gli orsi, arrossendo un po’ disse:
“ la formula magica è SEGGIOLINA SEGGIOLINA FAI LA SCOREGGINA”.
Saputa la formula W tornò di corsa al Polo Nord in groppa all’amico orso. Si avvicinarono zitti zitti alla
tana del lupo e della strega e a quel punto
W con tutto il fiato che aveva in gola urlò “SEGGIOLINA SEGGIOLINA FAI LA
SCOREGGINA !”
Scuola dell’Infanzia di Piaia, I. C. Ponte Nelle Alpi, Belluno
W con tutto il fiato che aveva in gola urlò “SEGGIOLINA SEGGIOLINA FAI LA
SCOREGGINA !”
La seggiolina si sforzò quanto più poté, ma l’unico rumore che riuscì a produrre fu un sonoro scricchiolio.
A quel punto W esclamò infuriata: “La mosca Fosca sarà qui fra pochi minuti! Con lei ci sarà anche il
pipistrello Saputello; come faremo?”
In quel momento entrò, tutto trafelato, lo scarabeo Babbeo che, avendo un gran mal di pancia, trullò
rumorosamente ed in men che non si dica tutta la casa fu invasa da un’intensa zaffata. W allora
contenta iniziò a saltare dalla gioia
Scuola Primaria “S. Andrea O.M”, Castelfranco Veneto, Treviso - Classe IV
W allora contenta iniziò a saltare dalla gioia
Poi organizzò una festa a casa sua per dare la bella notizia. W invitò i suoi migliori amici: J che mangia
solo plumcake, K che mangia sempre tanta pappa, X e Y, letterine famose, belle, simpatiche ma un po’
tenebrose.
Che divertimento durante la festa!
Tutti ballarono, mangiarono e…alla fine si ubriacarono.
Solo la W rimase sobria perché doveva pulire tutta la casa.
Scuola Primaria “S. Andrea O.M”, Castelfranco Veneto, Treviso - Classe II
Solo la W rimase sobria perché doveva pulire tutta la casa.
Sfinita per il lavoro svolto, W si addormentò sul divano e iniziò a sognare. All’improvviso si ritrovò nel
quaderno di un bambino italiano, dove c’erano scritte tante letterine, ma nessuna uguale a lei. Quando
l’alunno si accorse della sua presenza, iniziò a cancellare una gambetta per farla diventare
una V…
Scuola Primaria “S. Andrea O.M”, Castelfranco Veneto, Treviso - Classe III
Quando l’alunno si accorse della sua presenza, iniziò a cancellare una gambetta per farla
diventare una V…Poi iniziò a cancellare un’altra gambetta e diventò una I un po’ storta. Ma una zebra
generosa che passava di là la vide e le regalò due delle sue strisce e così…alla I fu regalata una punta
e si trasformò in una freccia che…
Scuola Primaria “S. Andrea O.M”, Castelfranco Veneto, Treviso - Classe I
alla I fu regalata una punta e si trasformò in una freccia che…
Piombò proprio in una classe mentre i bambini stavano scrivendo dei messaggi da mandare ad alcuni
compagni che si erano trasferiti in un’altra scuola. La freccia era capitata al posto giusto nel momento
giusto.
I messaggi vennero sistemati sopra la cattedra e la freccia con la sua punta infilzò il primo biglietto
indirizzato a Nicola, che era ritornato nella sua scuola a Venezia. “Caro Nicola, ci manchi!”, queste erano
le parole che erano scritte. La freccia all’improvviso partì a una velocità supersonica e in men che non si
dica raggiunse Venezia per consegnare il biglietto. Dopo poco era già di ritorno per portare il secondo
messaggio a Yossra, perché ora viveva in Francia, a Bordeaux. “Come va? Hai imparato il francese?
Quando torni? Ti aspettiamo!” era scritto nella lettera. La freccia prese di nuovo il volo come un razzo,
avrebbe portato il messaggio a destinazione senza sbagliare indirizzo, seguendo i battiti del cuore dei
bambini. Al ritorno si trovò felice ma affaticata; aveva concluso il suo compito, ora voleva
tornare ad essere una W.
Scuola Primaria “S. Andrea O.M”, Castelfranco Veneto, Treviso - Classe V
Al ritorno si trovò felice ma affaticata; aveva concluso il suo compito, ora voleva tornare
ad essere una Wolf, come tutti la chiamavano nel branco,. Aveva procurato cibo in abbondanza per i
suoi cuccioli. Si stava avvicinando l’inverno, stava scendendo la neve in quel bosco così fitto. Doveva
trovare un riparo, una tana dove poter trascorrere con i suoi due lupacchiotti le giornate lunghe e tristi
della stagione più fredda dell’anno. Si mise così in cammino con un passo lento perché i suoi piccoli non
erano ancora in grado di tenere il passo. Ad un certo punto Leo, il più vispo, si ferma. Giocherella con
alcune foglie appena cadute dagli alberi; fa anche la pipì e così perde il passo con mamma lupa e il
fratello Koby. Scende la notte, il bosco si fa buio e pericoloso e Leo come ogni cucciolo comincia ad avere
paura. I suoi ululati riempiono l’oscurità. Intanto Wolf, che si era accorta della scomparsa di Leo, aveva
in fretta e furia trovato una tana abbandonata e lasciato Koby al sicuro per tornare alla ricerca di quel
birichino di cucciolo. Leo anche se infreddolito e impaurito continuava ad ululare perché, come mamma
lupa gli aveva insegnato, il suo richiamo l’avrebbe condotta sicuramente a lui. Ma non aveva fatto i conti
con gli abitanti di quel bosco.
Qui infatti da alcuni anni era arrivata una coppia di orsi e quegli ululati erano stati sentiti anche da loro.
Si erano avvicinati pericolosamente al cucciolo e Wolf non si vedeva ancora in lontananza.
Leonon si accorse del pericolo …
Scuola Primaria “A.Volta”, Treviso – Classe III
Si erano avvicinati pericolosamente al cucciolo e Wolf non si vedeva ancora in lontananza.
Leo non si accorse del pericolo e in lontananza non si vedeva ancora.
Nel bosco del Camociù era suonata da poco la mezzanotte e, ad un certo punto, Leo scorse un’ombra. Era
forse W? Ebbene si!...Ma chi era veramente W?
W era un Tigoroncinoleieno. Aveva la dimensione di un pulcino, la forza di una tigre, la maestosità di un
leone, l’aspetto di un condor e la testa di un alieno. Leo non aveva mai visto un essere così
mostruosamente ridicolo e…piccolo!
A quel vedere rise così tanto che a momenti gli occhi gli uscirono dalle orbite e le budella dalla pancia…e
pensare che, prima di quell’incontro, credeva che W fosse niente popodimeno che un gigantesco mostro
mangia-cervelli…
La cosa più strana di W era la testa più grande del corpo e le zampe più grandi delle ali. Leo stava ancora
ridendo mentre il Tigoroncinoleieno si avvicinava sempre di più.
Il Tigoroncinoleieno arrivò vicino a lui e volando all’altezza della gola di Leo, aprì la sua enorme bocca da
alieno e lanciò un urlo così spaventoso che fece paralizzare Leo. Poi gli morse il mignolo e gli provocò un
bel male con i suoi denti, cariati, pieni di placca e cosi aguzzi che riuscivano a perforare la pelle di
chiunque. Leo lanciò un urlo tanto violento che spettinò la pelliccia di quel piccolo essere. W era
talmente buffo che fece molta tenerezza a Leo. Il nostro eroe, commosso, prima lo pettinò, poi lo portò
dal suo dentista di fiducia, il Dr. Trapanone-lo-stacca-dentone, che gli mise una dentiera. Insieme si
avventurarono nel bosco, il bosco Sempreverde, e prepararono con dei fungheti un ottimo pranzetto!
Diventarono ottimi amici e costruirono la fortezza degli Armanatatociuauà ovvero dei mostri mutanti.
Benchè diversi, la loro fantastica amicizia visse per sempre.
Scuola Primaria “G. Marconi”, Zero Branco, Treviso