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SPEciale animazione
Cinema&Video/International
Primo Piano/ “In fun we trust!”. Prendendo a
prestito il motto di Atlantyca Entertainment, insieme
alla Rainbow di Iginio Straffi e Mondo Tv della
famiglia Corradi certamente le più internazionali fra
le aziende di animazione italiane, possiamo anche noi
affermare che, nonostante le difficoltà interne, la crisi
economica e la recessione, l’animazione industriale
italiana ancora ci crede e investe nel settore. Anche
se in Italia non è tecnicamente corretto parlare di
un’industria dell’animazione, in quanto, come per
la maggior parte del tessuto produttivo nazionale,
questa è formata soprattutto da piccole imprese. Con
l’aiuto del broadcaster pubblico, la RAI, piccoli e
più grandi player sono diventati ormai una realtà
consolidata nel più vasto mercato internazionale,
esportatori anch’essi del “made in Italy” nel mondo.
D’altronde, internazionalizzazione è ormai la
parola chiave per sopravvivere, negli audiovisivi così
come nella maggior parte degli altri settori produttivi
Il Made
in Italy
va
all’estero
 Monica Tasciotti
“N
oi non facciamo mai riferimento ad un unico mercato quando si
tratta di creare un nuovo prodotto perché investiamo talmente tanto
nella property che il mercato italiano non sarebbe mai sufficiente per
recuperare l’investimento. Da sempre la nostra inclinazione è quella
dell’internazionalizzazione”, afferma Caterina Vacchi, Head of production
department e executive producer di Atlantyca Entertainment, la società
dietro il successo di Geronimo Stilton, il secondo topo più famoso del mondo
Da sinistra,
“Calimero” (Studio
Campedelli), e due
immagini de “I
Saurini” (Animundi)
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2013
dopo Topolino, che con i suoi libri ha venduto più di Harry Potter. Con un
ufficio a Pechino e un team internazionale, Atlantyca ha appena annunciato
la terza stagione di Geronimo Stilton, di nuovo una coproduzione italofrancese con l’azienda di Milano come maggior investitore e la Moonscoop,
oltre a Rai Fiction, France Télévisions e M6. Nuovi personaggi e nuove
location aspettano il famoso topo giornalista la cui serie tv è stata venduta
in più di 100 Paesi. “La terza serie è attesa per l’autunno del 2014, con
altri 26 episodi da 23 minuti per un totale di 78 episodi, quindi quasi 30
ore di animazione”, dice con orgoglio Vacchi che sottolinea gli straordinari
risultati di rating sulle varie televisioni in cui è andato in onda, ultima in
ordine di tempo la tedesca Kika. “Geronimo è sicuramente fuori dai canoni,
qualcosa di clamoroso. Con oltre 45 milioni di copie vendute nel mondo,
all’inizio, quando si è venduta la prima stagione – ammette Vacchi – il
fatto di essere conosciuto come personaggio ha certamente aiutato. Per la
seconda stagione invece, ha contato molto il rating della prima. La policy
di Atlantyca è quella di partire da un successo consolidato in un altro
mercato, per noi quello librario. E’ più facile lavorare su un universo che è
già costruito, ma hai anche la prova che funziona non solo in Italia ma anche
su altri mercati e quindi dà garanzie di avere già una base internazionale”.
Come Bat Pat, la nuova scommessa di Atlantyca, “una “creepy sit-com”
– continua Vacchi - da 52 episodi di 11 minuti per bambini dai 6 ai 9 anni
prevista per fine 2014, diretta da Niccolò Sacchi. Protagonista un pipistrello
parlante che vive con tre bambini nella loro soffitta a Fogville, città in cui
tutte le leggende metropolitane fatte di mostri, streghe, mummie, fantasmi
sono reali. Il gruppo di amici ha la missione di aiutare questi mostri, perché
non sempre ciò che appare strano e diverso è cattivo. I libri di Bat Pat sono
pubblicati in Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Romania, Turchia,
Cina, Hong Kong, USA e Brasile – spiega – non era quindi un personaggio
completamente sconosciuto. Le vendite della serie non sono ancora iniziate
ma le risposte delle televisioni alle quali lo abbiamo presentato sono molto
positive, pensiamo di avere in mano un ottimo prodotto”. Rai Fiction è
già della partita, condotta da Atlantyca insieme alla spagnola Imira e alla
malese Inspidea. Quest’ultima, premiata ad un Cartoons on the Bay di alcuni
anni fa sulla costiera amalfitana (festival internazionale dell’animazione tv
promosso dalla Rai che, da aprile, ha spostato la data nella seconda metà
dell’anno per la prossima edizione) dove si erano conosciuti con i manager
di Atlantyca, dopo aver lavorato in varie coproduzioni europee, coproduce
per la prima volta con un’azienda italiana.
P
iccola ma sempre presente al Mip dove porta Ragazze dell’Olimpo,
una coproduzione con Rai Fiction da 26 episodi di mezz’ora in HD, The
Animation Band, una delle più longeve e attive società di animazione
italiana, con sedi a Milano e Roma, specializzata in coproduzioni di serie tv
create in collaborazione con le principali emittenti europee e distribuite in
tutto il mondo. Prodotto di punta, Ragazze dell’Olimpo nasce dalle pagine
dei bestseller pubblicati da Mondadori e tradotti in numerose lingue, una
nuova serie fantasy-mitologica piena di azione, avventura e romanticismo.
La serie vede protagoniste tre normali ragazze costrette ad affrontare il loro
passato rimosso e dimenticato, in un vortice di emozioni e colpi di scena
Segue a pag. 26
Cinema&Video/International
L’intervista/ Rai Fiction sostiene l’animazione
italiana da oltre 15 anni non solo finanziariamente
ma anche seguendo ogni aspetto creativo dei progetti
finanziati. Ne abbiamo parlato con Luca Milano,
responsabile marketing e animazione
CON RAI IN EUROPA
 Ginevra Scuderi
Quali sono le caratteristiche che deve avere una coproduzione internazionale
in animazione per la Rai?
Il nostro obiettivo è duplice: da un lato produrre serie, ed eccezionalmente
film unitari, che si integrino bene nell’offerta delle nostre reti, coinvolgendo il
pubblico di bambini e ragazzi con contenuti stimolanti e formativi, dall’altro
sostenere e consolidare il comparto italiano dell’animazione, dai giovani
talenti alle più affermate case di produzione. Per cui una coproduzione deve
avere un forte contenuto editoriale, coinvolgere una società di produzione
italiana, ed essere idonea per il palinsesto delle nostre reti.
Le reti Rai stanno facendo un ottimo lavoro: da Raidue, che offre le primizie
delle migliori serie italiane e internazionali, a Yoyo che è divenuta la rete
leader in Italia tra i bambini, a Gulp, che si rivolge al pubblico esigente dei
ragazzini più grandi.
La nostra offerta è tra le più ricche in Europa (circa 750 ore di cartoni
animati sulle reti generaliste ogni anno, a cui si aggiungono due reti
tematiche). Possiamo dire con soddisfazione, per noi ma anche per gli
autori e produttori italiani nostri partner, che le serie coprodotte da Rai
Fiction hanno successo e si collocano tra quelle più seguite e apprezzate
dal pubblico.
In un panorama televisivo ormai così frammentato, come si può calcolare
il successo?
Il primo indicatore di successo per una serie a cartoni animati è la sua
replicabilità. Quando vedo che in dieci anni i 130 episodi finora prodotti
di Winx Club hanno avuto complessivamente 11mila passaggi, o che in
solo tre anni e mezzo i 52 episodi di Geronimo Stilton hanno già avuto
2mila passaggi televisivi, sempre con ottimi ascolti, è evidente che stiamo
parlando di successi. E così tanti altri titoli, dalla sempreverde Pimpa in poi.
Ma insieme ai numeri, per un broadcaster pubblico, contano ovviamente i
contenuti editoriali. Le nostre serie devono aiutare i più piccoli a crescere
divertendosi, stimolando la fantasia, la curiosità, il gusto per il bello, per
l’illustrazione, per la musica.
E poi avvicinare alla lettura (per questo abbiamo molte serie che si ispirano
ai libri), allo sport, promuovendo valori di tolleranza, di amicizia, di rispetto
per la natura e per gli altri, e - sempre più - aver fiducia in sé stessi, non
abbattersi di fronte alle difficoltà, saper cercare aiuto e aiutare quando
serve. Nei nostri cartoni animati, anche in quelli più spensierati, questi
messaggi si trovano facilmente.
Visto il costo dei prodotti in animazione da un lato e le differenze culturali
che spesso rendono difficoltose le coproduzioni internazionali, secondo lei
queste ultime sono un’opportunità o una necessità?
Le coproduzioni internazionali sono generalmente una necessità. E’ difficile
che un Paese europeo, tra broadcaster, produttori e distributori, riesca a
finanziare produzioni seriali da solo con un budget adeguato a realizzare
opere di qualità. Può capitare, ma non è la regola. Le coproduzioni quindi
sono inevitabili. Possono diventare anche un’opportunità quando sono
coinvolti partner seri: produttori italiani in grado di muoversi sul mercato
internazionale, e partner esteri affidabili, meglio ancora se collegati sin
dall’inizio con altri broadcaster. La collaborazione tra i produttori può
migliorare il prodotto, reperire in ambito internazionale e non solo nazionale
i migliori scrittori, disegnatori, musicisti e registi. Anche il dialogo tra i
broadcaster è importante. Gli incontri periodici che abbiamo in eventi
internazionali come i Mip, il Mifa, il Cartoon Forum, il Kidscreen summit,
e altri, sono molto utili non solo per parlare dei singoli progetti, ma anche
delle strategie comuni delle televisioni, che devono essere costantemente
aggiornate per stare al passo con i cambiamenti del mercato.
Quanto investe la Rai nelle coproduzioni internazionali?
Il nostro budget complessivo, come è noto, è di 15 milioni di euro l’anno,
e oltre la metà dei titoli più impegnativi sono realizzati in regime di
coproduzione internazionale.
Il primo passo è approvare il preventivo di ogni progetto, tenendo conto
delle differenze di composizione dei budget nei diversi paesi, e della
divisione del lavoro concordata tra le società di produzione: quanto
lavoro si svolge in Italia, quali sono gli autori e gli studi coinvolti, se ci
sono partner extraeuropei, e ovviamente tutti gli aspetti tecnici. Il nostro
intervento si colloca in genere tra un minimo del 10% e un massimo del
40% del budget complessivo. Il coinvolgimento effettivo di una società di
produzione italiana, che sia proponente del progetto o almeno responsabile
della realizzazione di parti importanti del lavoro, è un elemento che
ci porta verso la fascia alta della nostra quota. Poi nella negoziazione
contano ovviamente i diritti di nostra spettanza e le possibilità di recupero
commerciale di una quota dell’investimento.
Quali sono i nuovi titoli Rai Fiction che, anche non coprodotti con partner
stranieri, pensate abbiano appeal internazionale?
In realtà la produzione di una serie animata richiede un investimento
talmente alto che la distribuzione estera dovrebbe essere sempre cercata,
tranne forse quei prodotti speciali di valore civile, come il film sulla
spedizione di Garibaldi e l’unità d’Italia, o gli special dedicati a Falcone e
Borsellino, o a padre Pino Puglisi. Possiamo e dobbiamo permetterci anche
qualche prodotto destinato solo al pubblico dei bambini e delle famiglie
italiane. Tra i titoli di prossima uscita, a parte la nuova serie delle Winx,
che resta comunque una serie italiana distribuita in tutto il mondo, credo
che la serie sul giovane Jules Verne, la nuova stagione di Spike Team
sulla pallavolo femminile, e L’arte con Matì e Dada, una serie divertente
e formativa sull’arte figurativa, siano un esempio di prodotti italiani che
potranno sicuramente essere apprezzati anche all’estero. 2013 Marzo/Aprile
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che le porterà a scoprire la loro vera identità, i loro poteri nascosti e il loro
destino ineluttabile. “Abbiamo materiale letterario per farne almeno tre serie
– afferma il produttore Marco Marcolini – Stiamo iniziando le prevendite e
contemporaneamente avviando Koouka, un nuovo progetto in 3D, un taglio
completamente diverso: divertenti pillole da 1 minuto. Pensiamo di farne
oltre 100 puntate fruibili in blocchi tematici da cinque episodi legati da
uno stesso tema (es. la partita di baseball, la colazione, ecc…). Koouka
è un camaleonte che subisce suo malgrado delle trasformazioni, un
progetto totalmente italiano, tutto visivo, per tutti i pubblici. All’orizzonte
c’è un partner cinese, nulla di definitivo, stiamo ancora valutando. Certo
tutti chiedono il broadcaster italiano nel progetto – continua Marcolini - è
una sorta di garanzia (per Koouka portrebbe essere Rai Gulp o Rai Yoyo,
ndr) e d’altra parte dovremmo sviluppare un numero superiore di progetti,
come i francesi. Ma come fai a farlo se hai solo un broadcaster che investe
nella produzione di animazione e magari il progetto non parte?”. Antica
questione irrisolta nell’atipico panorama televisivo italiano dove solo la
Rai, attraverso Rai Fiction, investe nel settore (15 milioni di euro il budget
annuale), a parte le poche e non significative produzioni, a livello economico,
di altre televisioni tematiche.
L
a voce vendite estere ha comunque dei margini di miglioramento ancora
molto ampi. E’ con questa convizione che Anna D’Alessandro ha fondato
sei mesi fa con Cristina Angelucci Aldebaran Distribution, la prima società
italiana specializzata nella distribuzione all’estero dei migliori prodotti di
animazione italiani, che ha nel proprio portafoglio numerose serie animate.
Oltre ai “classici” prodotti da The Animation Band (Lupo Alberto, I Cosi,
Stefi, Spaghetti Family) lo stesso Koouka, e inoltre le due serie Uffa! Che
pazienza prodotte da Enanimation (The Linkers è la nuova serie in arrivo a
fine anno). In listino anche Penny X, About Love e il progetto di serie Sbrain
per bambini in età scolare ambientato nel sistema nervoso di una bambina,
tutti di Gertie Production; lo special natalizio La cantata dei pastori, la serie
A Skeleton Story, e il film L’arte della felicità, prodotti da MAD Entertainment
(vedi intervista). “La speranza di tutti noi è che riescano nel loro intento e
venga premiata la loro buona volontà”, si augura Marcolini che ha tenuto
per sé invece le vendite di Ulisse, il mio nome è nessuno, recentemente
andato in onda su Rai 2 e Rai Gulp, con l’eroe omerico per la prima volta
in una serie di animazione, diretta da Giuseppe Maurizio Laganà. “Ho
creduto molto in questa nuova avventura – spiega D’Alessandro – ma certo
la selezione in Occidente è feroce. I classici ad alto contenuto già passati
sulle reti Rai vengono considerati molto belli sul mercato occidentale ma
questo è un mercato che vuole prodotti nuovi. Bisogna allora muoversi su
mercati emergenti. Per questi territori è un vanto poter contare su un buon
prodotto italiano, è appunto l’Italia che fa da traino, lì andiamo veramente a
esportare l’Italia come marchio. Se la distribuzione di classici è purtroppo
lenta, cerchiamo però di mantenere alto il livello dei broadcaster mentre
al di là delle nostre aspettative è invece il settore della coproduzione”.
Aldebaran infatti si occupa anche di accordi di coproduzione e progetti di
licensing. “Koouka sta ricevendo molto interesse e possiamo dire di aver
Da sinistra, Luca
Milano, responsabile
marketing e
animazione di
Rai Fiction, Alfio
Bastiancich,
presidente di Asifa
Italia, e Iginio Straffi,
fondatore di Rainbow.
Nella pagina accanto,
un’immagine di
“Gladiatori di Roma
3D” (Rainbow)
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2013
chiuso per quanto riguarda A Skeleton Story, portando nel progetto insieme
alla Rai due importanti partner stranieri, uno inglese e l’altro francese”,
conclude D’Alessandro.
A
Cannes non mancherà anche lo studio di Torino Làstrego e Testa
Multimedia, che, dopo una problematica esperienza di coproduzione con
i cinesi sulla serie tv in 3D Marco Polo, tutt’ora in stand-by, torna al Mip
con la terza serie di Amita della Giungla, coprodotta con Rai Fiction e
attualmente in produzione. Arriveranno quindi a 78 gli episodi da 7 minuti
pensati per i bambini dai 4 ai 6 anni su una bimba che vive in un mondo
magico in cui uomini e animali sono capaci di parlare fra loro. “La nostra
è una proposta artistico-artigianale di bottega in un mondo sempre più
industriale. – racconta Francesco Testa – Noi vendiamo a piccole, raffinate
televisioni. Amita 2 andrà in onda entro l’estate su Rai Yoyo mentre crediamo
di concludere i nuovi 26 pezzi nel corso dell’anno. Per il MipTV abbiamo
anche una ventina di pezzi su 52 da 1 minuto de Il Circo, che al Mipcom
è piaciuto molto, per cui abbiamo già le prime concrete manifestazioni
di interesse”. Quale l’appeal? La qualità artistica, basandosi la serie su
disegni che nascono come opere d’arte indipendenti, di Cristina Làstrego,
con una grafica molto originale fatta di oggetti e tessuti animati con la
tecnica del découpage digitale. Anche per la coppia Làstrego e Testa il
passaggio all’animazione è avvenuto dopo decine di libri come illustratori
e autori per bambini nei primi anni Settanta, tradotti in tutto il mondo con
le avventure di Giovanna e di Tommasone, drago buono e obeso, divenute
poi la serie animata I sogni di Giovanna. Allo stesso modo oggi, dopo
numerosi CDRom, si sono lanciati con lo stesso entusiasmo nel mondo
delle App con IdentiKat, una serie originale semi animata per I-Pad che
sta ricevendo consensi da tutto il mondo. “Per chi arriva come noi da un
passato editoriale e televisivo - dice Cristina Làstrego - l’iPad è una realtà
stimolante e un’invenzione rivoluzionaria, quanto quella di Gutemberg, che
apre la strada ad una comunicazione interattiva più evoluta”. “Il concetto di
cross-medialità viene invocato da tutti ma pochi poi lo mettono in pratica
– continua Testa – il passaggio da app a programma tv è un fenomeno
mediatico che comincia a prendere forma. Noi siamo degli esploratori. Il
tentativo è appunto di far diventare IdentiKat un disegno animato. Senza
considerare che una app si può proporre sul mercato internazionale senza
la mediazione di editori, mentre purtroppo per i programmi tv continuano ad
esserci le note problematiche della distribuzione”.
S
ul fronte opposto troviamo Winx Club, senza dubbio il più grande
successo italiano in animazione che presto avrà una nuova, sesta serie
(vedi intervista) mentre sono attualmente in onda su Rai 2 e Rai Gulp i nuovi
episodi della quinta; così come a 156 episodi (da 13 minuti) stanno per
giungere entro l’estate I Cuccioli, property del Gruppo Alcuni distribuita
in più di 40 Paesi. 52 gli episodi della quinta stagione, per la prima volta
realizzata in 3D, come il lungometraggio nato dal successo della serie. Di
questi, i primi 13 sono già andati in onda su Rai 2, rete di cui Cuccioli e
Winx Club sono fra i titoli targati Rai Fiction più seguiti insieme a I Saurini.
Protagonisti anche qui cinque coraggiosi cuccioli, ma di dinosauro, di cui
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L’intervento/
La carica
dei 3000
 Alfio Bastiancich *
Sono circa tremila le persone impegnate attualmente in questo settore
in Italia tra autori, registi, sceneggiatori, direttori artistici, storyboardisti,
animatori, scenografi, character designer, set designer e modellatori 3D,
addetti agli effetti speciali, musicisti e sound designer, doppiatori e poi
produttori, distributori, addetti al marketing e al licensing e personale
amministrativo.
Sono competenze artistiche, tecniche, organizzative, manageriali e culturali
le quali alimentano una piccola industria che deve necessariamente
misurarsi sul mercato internazionale. Gli studi di animazione sono delle
fabbriche dell’immagine in cui ad una produzione deve seguirne un’altra,
per non disperdere il personale e, di conseguenza, una buona parte del
know how aziendale. Il problema della continuità produttiva, insieme a
quello della capacità di creare opere collocabili sul mercato globale, rende
gli studi di animazione più simili all’industria manifatturiera di quanto non
avvenga per il cinema e per la televisione dal vero.
Il problema è che in Italia l’unico interlocutore televisivo dei produttori
indipendenti è la RAI, verso la quale naturalmente tutto il settore è
riconoscente per un impegno produttivo e editoriale quasi ventennale.
Un impegno che andrebbe condiviso con i broadcasters privati e che
comunque dovrà essere ridisegnato, anche sul piano dei contenuti, alla
luce delle nuove piattaforme distributive e della mutevolezza degli scenari
internazionali.
Sarà ad esempio opportuno affrancare l’animazione dal pubblico infantile,
cogliendone finalmente la capacità di una rappresentazione diversa e
originale dell’individuo e della società rispetto aile produzioni dal vero. In
passato gli autori italiani hanno dimostrato di saperlo fare molto bene e
siamo certi che le giovani generazioni di autori e sceneggiatori saprebbero
fare altrettanto. Soprattutto se si tiene conto che, oggi più che mai,
l’animazione è un linguaggio liquido capace di adattarsi alla molteplicità
degli schermi e a un’utenza sempre più frammentata.
Quando l’anno scorso, all’inaugurazione della bella mostra della Pixar a
Milano, Bruno Bozzetto e John Lasseter si sono incontrati per la prima volta
il più emozionato dei due era quest’ultimo. “Tu sei il mio idolo”, ha detto
il fondatore della Pixar all’autore italiano, e lo ha voluto per tutta la sera
accanto a se. Suo figlio, neolaureato in cinema, aveva appena terminato
una tesi sul confronto tra “Fantasia” (Disney, 1941) e “Allegro non troppo”
(Bozzetto, 1977). Pochi mesi dopo Lasseter, oggi anche a capo della Disney,
ha invitato Bozzetto in California per visitare gli studi e parlare agli artisti.
L’ammirazione dell’animazione americana verso quella italiana ha radici
lontane e ricorda molto quella di Hollywood verso il nostro cinema. Ci sono
alcuni membri dell’Academy che ancora rimpiangono di non aver potuto
assegnare l’Oscar al “Flauto magico” di Gianini e Luzzati (1978), perché
era troppo lungo per la categoria dei corti e troppo corto per quella dei
lunghi. Sono affascinati dal nostro artigianato creativo, dalla capacità di
far venir fuori dei capolavori dal nulla, come faceva Carlo Rambaldi nel suo
immaginifico laboratorio di Los Angeles.
Passando alle nuove generazioni l’arte di questi nostri grandi autori - ai
quali andrebbero aggiunti almeno i fratelli Pagot e Gavioli, Pierluigi De Mas,
Osvaldo Cavandoli, Manfredo Manfredi e Guido Manuli - si è fatta in parte
industria.
Oggi si lavora con le immagini digitali nei più svariati ambiti. Il principale
è quello delle serie televisive, poi vengono i lungometraggi, i film d’autore,
gli effetti visivi, la pubblicità, i video games e l’emergente editoria digitale.
si è da poco conclusa con successo la messa in onda della terza stagione
nello spazio family della domenica mattina. “Per qualità e struttura della
storia, l’era giurassica in cui è ambientato il cartone, il fatto che i Saurini
viaggiano nello spazio/tempo in epoche e luoghi diversi del mondo – dice
Raffaele Bortone, regista e produttore di Animundi, già alle prese con I
Saurini 4 – ha un appeal internazionale. Il cartone, destinato al target 4-8
anni, è stato già venduto in circa 30 Paesi fra cui Francia (TPS), Russia e
sud-est asiatico. Inoltre, da circa 10 mesi ci stiamo occupando direttamente
del licensing che, pur non essendo il nostro core business, in poco tempo
ha dato i suoi risultati: uova di Pasqua, back-to-school, un accordo con
Nintendo per la loro consolle portatile stereoscopica”. La romana Animundi,
che quest’anno festeggia 10 anni di attività, è infatti pioniera per quanto
riguarda la trasposizione di cartoni animati 2D in visione 3D stereoscopica,
metodologia sviluppata internamente e denominata “Stereotoon”.
Altro titolo di punta della seconda rete generalista pubblica è l’enorme
successo di Télé Images Productions e Rai Fiction Street Football, che per la
quarta stagione, ribattezzata Foot Extreme, attualmente in produzione per
la prima volta in 3D, ha in Maga Animation Studio il nuovo partner italiano.
Lo studio di Monza vanta numerose collaborazioni con la Disney fra cui la
nuova serie Winnie the Pooh per i Disney Channels EMEA. Progetto originale
dello studio per la Rai è invece Acqua in bocca di Guido Manuli, sit-com
animata in 3D per tutta la famiglia di cui sono in consegna i 26 episodi da
3 minuti della terza serie. E’ in arrivo invece la seconda stagione di Spike
Team che, oltre alla storia, ha nel suo ideatore il testimonial ideale per i
mercati esteri: il campione mondiale di pallavolo Andrea Lucchetta (nel
cartoon è l’allenatore Lucky). Prima serie in animazione italiana dedicata
a questo sport, è prodotta da Rai Fiction e Lucky Dreams con la regia di
Maurizio Forestieri.
Al Mip verrà lanciata Oto, prima serie di animazione della milanese Square,
“anche se veniamo da decenni di esperienza di animazione per tv, cinema
* Presidente Asifa Italia (Associazione Italiana Film d’Animazione)
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Segue da pag. 27
e pubblicità”, precisa il produttore nonché co-regista del progetto con
Fusako Yusaki, Cristian Jezdic. Parte del Gruppo Mediacontech, il principale
operatore italiano indipendente nei servizi per la produzione e gestione
di contenuti per i digital media con sedi in Francia, Spagna, Svizzera,
Gran Bretagna, Belgio e Lussemburgo (controllato dal fondo di private
equity Synergo, è quotato alla Borsa di Milano dal 2000), con Square la
maestra della plastilina Fusako Yusaki, autrice giapponese ormai milanese
di adozione, per la prima volta fa largo uso anche di computer grafica 3D.
La serie da 26 episodi di 6 minuti farà familiarizzare i piccoli spettatori
con grandi musicisti e correnti musicali per una piacevole educazione
all’ascolto e alla storia della musica, in compagnia di un piccolo polpo
rosso che vive in un mare di onde musicali.
Altro nuovo titolo per l’infanzia è Mofy, serie interamente realizzata
in Italia da Misseri Studio con la tecnica dell’animazione di batuffoli di
cotone, coprodotta con la Sony Creative Products giapponese di cui è già in
produzione una seconda serie mentre stanno per essere consegnati i primi
26 episodi da 5 minuti. Fondato a Firenze nel 1986 da Francesco Misseri,
una delle figure principali della pubblicità italiana, creatore negli anni
‘60 di molti famosi Caroselli animati, da sempre aperto a collaborazioni
internazionali (vanta coproduzioni con Channel Five, NHK, Sesame
Workshop, NDR) lo studio solo ora per la prima volta coproduce con Rai
Fiction una serie in animazione, segno che, aldilà delle indubbie difficoltà di
avere come partner naturale praticamente un solo broadcaster nazionale,
se ne può anche fare a meno.
“L
’animazione in Italia si muove con molta difficoltà, Mondo Tv si
difende perché da oltre dieci anni si muove in un’ottica internazionale,
pur facendo animazione italiana e privilegiando la nostra cultura”. Ne è
convinto Gianni Galatoli, responsabile della produzione del Gruppo Mondo
Tv, la società di Orlando e Matteo Corradi specializzata nella produzione e
distribuzione di serie televisive e film d’animazione per la TV e il cinema,
molto attiva anche nei settori correlati. Galatoli annuncia un nuovo titolo:
The Drakers, serie tv da 26 episodi per 26 minuti sul mondo delle corse
realizzata in partnership con Ferrari con un budget di 5 milioni di euro. “La
serie sarà pronta per il 2014, ma già al Mip Tv presenteremo un trailer, e
al Mipcom, in autunno, i primi episodi”. La società della famiglia Corradi si
è proiettata anche verso gli Emirati Arabi, coproducendo con Dubai Events
and Promotions Establishment (DEPE) Modhesh, serie da 26 episodi di 13
minuti. “Modhesh – spiega Galatoli – è un cartoon carachter molto popolare
tra i bambini di quel Paese. Al Mip presenteremo il primo episodio, e la serie
sarà pronta per il 2014”. La Rai resta comunque un partner importante, con
cui Mondo Tv sta producendo L’isola del tesoro, 26 episodi da 26 minuti
realizzati in 3D CGI, liberamente ispirati al romanzo di Stevenson. Molto
attiva anche sul fronte della distribuzione (l’ultima acquisizione per il
mercato internazionale è Ben 10 di Cartoon Network), Mondo Tv ha nello
scorso gennaio siglato un accordo di licenza con il Gruppo Lagardère per
la diffusione televisiva della versione francese sui canali televisivi Gulli e
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CASE HISTORY/ Creatività Italian style e
modello di business hollywoodiano: così la Rainbow
di Iginio Straffi ha scalato il mercato internazionale
Un tycoon
a Loreto
 Paolo Di Maira
Con più di 300 dipendenti e 11 aziende, Rainbow è il più grande studio
europeo dedicato alla produzione televisiva e cinematografica d’animazione.
L’organizzazione e il modello di business sono molto americani (Rainbow
gestisce interamente e direttamente tutti i progetti e le attività: dal concept
alla produzione dalla distribuzione al licensing) ed è molto “disneyano”, con
Rainbow MagicLand, il parco a tema creato un paio d’anni fa a Valmontone,
vicino Roma. E tuttavia c’è una forte identità italiana che caratterizza
l’azienda fondata dal marchigiano Iginio Straffi (è nato a Gualdo, paesino
nel Maceratese) e che nelle Marche, a Loreto, ha piazzato il suo quartier
generale (foto in basso).
L’approccio glocal, del resto, è alla base del successo internazionale di
Winx Club, una delle property femminili di maggior successo di tutti i tempi
nel target 4-12: le celebri fatine sono divenute icone dell’italian fashion
presso le ragazzine di tutto il mondo. Winx Club è l’unico brand a disporre
di una piattaforma declinata a 360° con 130 episodi da 26 minuti, due film,
un musical in stile Broadway, uno show sul ghiaccio, un gioco online MMO,
miliardi di prodotti merchandising distribuiti globalmente, e un parco a
tema. Winx Club è un fenomeno globale, continuamente trasmesso in più di
130 paesi con risultati eccellenti.
Il segreto del successo sta in una parola: innovazione. Straffi spiega a
Cinema & Video International come questo si sia tradotto nelle Winx.
Prima di tutto il modo di raccontare le storie, “che hanno un arco narrativo
che dura per decine di puntate ma che ha sottotrame che si concludono
nell’arco di ciascun episodio”. C’è poi l’attenzione all’abbigliamento: le
fatine hanno una mise per ogni momento della giornata. “Non si può vestire
allo stesso modo in palestra, a scuola e in una festa” commenta Straffi.
Una rivoluzione - immediatamente percepita dalle milioni di fans - rispetto
alla consuetudine che vuole i protagonisti dell’animazione vestiti sempre
allo stesso modo. “Una consuetudine funzionale ad una loro maggiore
identificazione”, commenta Straffi, “ma che permette anche notevoli
risparmi”.
Terzo fattore di successo è la musica. “Abbiamo condito le serie di tanta
musica pop: ogni serie contiene un gran numero di canzoni inedite”. Certo,
come tiene a sottolineare Straffi, tutto questo fa lievitare i costi (costa
disegnare i personaggi con abiti sempre nuovi, e le canzoni creano nuovi
problemi per il doppiaggio), ma tutto questo “ha dato alla serie qualcosa
di speciale”. La sfida Straffi l’ha vinta perché l’ha giocata oltre i confini
domestici. Oltre alla Rai, la Rainbow ha collezionato partner internazionali
del calibro di Nickelodeon (Rainbow è anche agente esclusivo per le
property Nickelodeon in Italia), Warner Bros, Disney, Cartoon Network. Da
un paio d’anni la Rainbow è partecipata al 30% dalla Viacom Paramount. Un
impero di cartone che partendo dalle ricerche di marketing confeziona inhouse serie tv e film per il cinema, ma anche fiction e live action attraverso
Rainbow Entertainment. Il licensing è parte essenziale del core business
di Rainbow, con più di 350 licenze attive sul mercato mondiale in più di 40
diverse categorie.
E se il successo dei film sulle Winx (Winx Club - Il segreto del regno perduto
nel 2007, e Winx Club 3D – Magica avventura nel 2010) era in un certo senso
annunciato, non era scontato l’ottimo esito della più recente sfida in sala con
Gladiatori di Roma 3D, il lungometraggio costato 5 anni di lavoro e, afferma
Straffi, 35 milioni di euro. Già venduto in oltre trenta paesi, il film è uscito
nello scorso autunno in Italia con ottimi risultati, considerato il genere: 4,5
milioni di euro. Nelle sale statunitensi approderà ad agosto, distribuito dalla
Paramount. “Quel che mi fa più piacere - commenta Straffi” è che dove il
film è finora uscito, Italia, Russia e Israele, si è posizionato immediatamente
alle spalle dei grandi film Pixar e Dreamworks, ma molto al di sopra dei film
Cinema&Video/International
d’animazione realizzati dai produttori indipendenti europei”.
Una nuova sfida per Straffi, accompagnata da pronostici positivi.
Ma non si comprenderebbe appieno il successo della Rainbow se non si
ritornasse nelle Marche, a Loreto, dove un anno e mezzo fa è sorta Rainbow
MagicTown, la nuova sede dell’azienda: 10 mila metri quadrati, la metà dei
quali pensati per il benessere di chi ci lavora. Oltre alle innovative soluzioni
eco-compatibili, infatti (pannelli solari, fotovoltaici e campi geotermici
che producono tutta l’energia necessaria al fabbisogno dell’azienda)
c’è un centro fitness, una piscina, una sala cinema 3D e, naturalmente,
la vista sulla dolce campagna marchigiana. “In questo tipo di attività il
paesaggio, la luce, possono migliorare notevolmente la qualità del lavoro”.
L’affermazione non è scontata: “Un mio collaboratore, venuto a trovarmi da
Roma” - racconta Straffi a Cinema & Video International - “mi disse: non
riuscivo a capire questa tua esigenza di realizzare sequenze con il campo
lungo”. La risposta la trovò a Rainbow Magic Town: davanti non ci sono
palazzi ma “le colline, il mare con i colori sempre diversi, i girasoli, i campi
di grano, i papaveri”. Sono negli occhi di Straffi e di chi lavora a Rainbow
Magic Town.
Al Mip Tv 2013 Rainbow promuove la sesta serie di Winx Club, attualmente
in produzione, e la seconda serie di Mia and Me, un mix di live action
e animazione in CGI, coproduzione di Lucky Punch, Rainbow, March
Entertainment con m4e, Hanh Film, ZDF German Television Network e Rai
Fiction. La prima serie è stata candidata ai “Pulcinella Awards” a Cartoons
on the Bay ed è stata nominata programma No. 1 al Mip Junior 2010.
Marche/ Creatività diffusa
Se le fatine di Iginio Straffi volano sopra Loreto, la creatività
attraversa un po’ tutto il territorio marchigiano.
Fondazione Marche Cinema Multimedia, grazie a Marche Film
Commission, sta operando un censimento delle realtà attive nel
settore dell’animazione.
Attingendo a questo lavoro in progress, si scopre una realtà
composita, fatta di piccole aziende e singoli professionisti,
proiettate in una dimensione industriale o orientate alla
sperimentazione d’arte.
Uno dei nomi di maggior rilievo è quello di Simone Massi
pluripremiato autore di corti d’animazione nei maggiori Festival
internazionali e premio David di Donatello 2011 con il corto
“Dell’ammazzare il maiale”. Massi si è formato all’Istituto
Statale Superiore “Scuola del libro” di Urbino, la più antica
istituzione artistica del territorio che ha “prodotto” negli ultimi
anni importanti autori italiani quali Magda Guidi e Mara Cerri
(vincitrici del Torino Film Festival 2011 nella sezione corti Italia),
Virginia Mori, Simona Bursi, Caterina Baldi.
Altro luogo di formazione è l’Accademia di Belle Arti di Macerata,
grazie all’associazione culturale Mentezero guidata dal docente
Carlo Gioventù.
Ci sono poi piccole case di produzione che hanno origine dalla
Rainbow e dalla sua Rainbow Academy e che, sulla scia del
successo delle Winx, si occupano di animazione commerciale
seriale di alto livello, prodotta spesso per conto terzi (tv,
aziende) e realizzata con metodi all’avanguardia (3D): troviamo
la Gama Movie (Gabrio Marinelli), Barabucha Animation
(Lorenzo Garbuglia), Motus Film (Giorgio Valentini) ma anche
singoli autori come Corrado Virgili (Eventi Culturali) meglio
conosciuto come direttore artistico dei film sulle Winx, Luca
Meloni, Francesco Zanotti (i Deliranti), Cinzia Battistel, Lorenzo
Ciccoli (MattiGatti), Rebecca Lisotta, Nicola Filiali (Cube 3D),
Marco Marilungo Pictor.
Su questa ricca realtà creativa, ben distribuita sul territorio,
da Pesaro a Jesi, da Fano a Porto Sant’Elpidio a Macerata,
sta lavorando Marche Cinema Multimedia, nella prospettiva di
passare alla fase strategica, di sostegno e promozione. ( P.D.M.)
EVENTI
Cartoon/ 25 anni a fianco
dell’animazione EU
è il 23 aprile la deadline per iscrivere nuovi progetti di serie tv in
animazione europei al prossimo Cartoon Forum che si terrà per il secondo
anno consecutivo a Tolosa, Francia, dal 17 al 20 settembre. Se selezionati,
i produttori avranno la possibilità di presentarli ad un pubblico scelto
formato da circa 700 partecipanti ogni anno, inclusi 250 fra broadcaster
e finanziatori, in pitch della durata di 20 minuti per titolo. E’ la collaudata
formula creata nel 1990 da Cartoon di Bruxelles con il sostegno del
programma Media dell’Unione Europea. Nel corso di questi 23 anni, oltre
450 progetti con un budget totale di oltre 1.5 miliardi di euro passati per i
pitch del Cartoon Forum si sono assicurati il finanziamento e sono ora in
produzione o già andati in onda in tutto il mondo.
Si è invece concluso lo scorso 9 marzo a Lione Cartoon Movie, il forum per
coproduzioni di lungometraggi animati europei nato sulla scia del successo
del forum per i programmi tv. Numero record di distributori (120 unità, 20% in
più rispetto allo scorso anno) per i 56 nuovi progetti provenienti da 20 Paesi
europei presentati quest’anno a oltre 700 professionisti da 40 Paesi (altro
numero record). Anche Cartoon Movie, ha ottenuto dalla sua creazione, 15 anni
fa, risultati importanti: più di 200 lungometraggi presentati hanno trovato il
loro finanziamento, che rappresenta un budget di 1.4 miliardi di euro. “Anche
l’Europa sa produrre film commerciali di alta qualità e non ha niente da invidiare
alle produzioni americane”, afferma Marc Vandeweyer, direttore di Cartoon.
Ma siccome i mercati interni si fanno sempre più saturi - e poveri - e
internazionalizzare è un imperativo per tutti, ecco che Cartoon ha raccolto
una nuova sfida e dal 2009 organizza una nuova manifestazione dedicata
come sempre al sostegno dell’animazione europea, sotto l’ombrello
dell’azione Media International: Cartoon Connection. Un nuovo programma
inteso a sviluppare legami commerciali e creativi fra professionisti europei
e i loro colleghi asiatici, canadesi e latino-americani per migliorare la
reciproca conoscenza dei differenti mercati e incoraggiare la cooperazione
e circolazione di animazione. A differenza delle due manifestazioni europee,
Cartoon Connection si svolge in Corea del Sud, Canada e Sud America, con
la formula di incontri preorganizzati one-to-one di 15 minuti alternati a
presentazioni utili per comprendere i mercati europei ed extraeuropei
e case studies di coproduzioni per illustrare come aziende di ciascun
territorio possono lavorare con successo insieme. La scorsa edizione si è
svolta dal 19 al 21 marzo scorsi a Seoul, Corea, con la partecipazione di
circa 170 professionisti di cui una cinquantina dal Vecchio Continente, fra
cui gli italiani Gianluca Bellomo, ConnecToon, Cristian Jezdic, Square MTC,
Franco Serra, Gertie, e Anne-Sophie Vanhollebeke, Studio Campedelli.
Annecy/ Il festival cambia pelle
Un programma eclettico, aperto a universi poco conosciuti. Queste le
premesse della prossima edizione del Festival Internazionale del Film
d’Animazione di Annecy, in calendario dal 10 al 15 giugno prossimi, affidata
per la prima volta al canadese Marcel Jean, nuovo direttore artistico dopo
14 edizioni firmate Serge Bromberg. Questa nuova edizione esplora nuovi
orizzonti, la Polonia è il Paese ospite con una cinquantina di cortometraggi,
e altri territori, quelli della creazione, con il ciclo Animation Off-limits:
attraverso quattro programmi (cinema sperimentale, video art, ombre
cinesi, opere concettuali) i partecipanti scopriranno film raramente o mai
mostrati nei festival di animazione, “dove si attraverseranno le frontiere
dell’animazione per entrare nel vasto territorio dei film ibridi”, spiega
Jean. Altra novità, il pubblico sarà chiamato a votare il cortometraggio
più divertente della storia dell’animazione attraverso quattro programmi
preliminari e uno finale mentre il lato serio della programmazione,
prendendo spunto dal tradizionale programma “Animation citoyenne”,
propone un ciclo consacrato al concetto di “resistenza”: dalla dissidenza
iraniana ai campi di concentrazione polacchi agli universi totalitari della
fantascienza. Un’edizione 2013 che cambia le abitudini anche logistiche:
senza il Bonlieu, sede del nucleo del festival con le due sale principali e gli
uffici, attualmente in ristrutturazione, numerose proiezioni si terranno in
luoghi più periferici.
2013 Marzo/Aprile
| 29
Cinema&Video/International
SPEciale animazione
Segue da pag. 28
Canal J dei Gormiti, serie basata sui personaggi degli omonimi giocattoli del
Gruppo Preziosi ideati da Leandro Consumi e Gianfranco Enrietto, fenomeno
mondiale made in Italy fra i maschietti.
“Oltre al fatto che il mercato internazionale ci offre la possibilità di trovare
il complemento di finanziamento sulle nostre produzioni, ci offre anche
l’opportunità di confrontarci a livello culturale e artistico – sostiene AnneSophie Vanhollebeke, Co-production manager dello Studio Campedelli - Per
noi è importante questo confronto e questo scambio creativo con produttori
e broadscaster stranieri di sensibilità culturale diversa. Ci permette di
rendere i nostri progetti ancora più universali e competitivi sul mercato
internazionale”. Conosciuto in Italia e all’estero per aver seguito con il suo
studio di consulenza le prime serie animate coprodotte da Rai Fiction dopo
vent’anni di inattività del settore (Lupo Alberto, Cocco Bill, le prime due serie
di Cuccioli, ecc.) Pietro Campedelli è il decano dei produttori di animazione
italiani. “L’animazione europea in genere si è evoluta, termometro di questo
è il Cartoon Forum dove col passare degli anni vediamo piloti sempre più
elaborati nel dettaglio e di qualità – sostiene Campedelli – Se facciamo il
rapporto fra noi italiani e gli altri Paesi, alla fine degli anni ’90 eravamo
considerati degli artigiani con tanta buona volontà che si proponevano
sul mercato internazionale senza averne cultura e conoscenza, sia dei
contenuti che delle tecniche di rappresentazione. Oggi non è più così, grazie
alle produzioni italiane che sono in giro per il mondo, il nostro biglietto
da visita. Infatti oggi vengono ad offrirci di coprodurre mentre un tempo
eravamo noi a ricercare qualcuno che si degnasse di raccogliere la nostra
offerta di collaborazione”.
U
ltimo titolo in ordine di tempo dello Studio Campedelli è Topo Tip,
personaggio basato sull’omonima collana creata nel 2003 da Andrea
Dami che ha venduto oltre otto milioni di copie negli oltre 30 Paesi in cui è
pubblicata, con cui Giunti Editore, primaria casa editrice italiana, trasforma
per la prima volta un suo character in un cartone animato: un topino tenero,
ma anche un po’ capriccioso, come tutti i bambini della sua età. Dedicata
ai più piccini, la serie tv è coprodotta da Campedelli e Giunti insieme allo
Studio Bozzetto, Rai Fiction, m4e (Germania), March Entertainment (Canada)
con Andrea Bozzetto alla regia dei 52 episodi da 7 minuti attualmente in
produzione, realizzati in 3D. Allo Studio Campedelli si deve anche la chiusura
del budget della nuova attesissima serie in produzione, Calimero. Entrato
per la prima volta nelle case degli italiani nel 1963, Calimero, il famoso
pulcino nero nato dalla fantasia di Nino e Toni Pagot e Ignazio Colnaghi per
una celebre pubblicità tv dei tempi di Carosello, tornerà presto sugli schermi
con 104 episodi di 11 minuti in 3D coprodotti dalla francese Gaumont
Animation e dalla Rai insieme a Calidra, TF1 e Disney Junior. Ma Calimero
è più di un cartone animato, è diventato perfino un neologismo studiato da
Umberto Eco: “Quando un personaggio genera un nome comune ha infranto
la barriera dell’immortalità ed è entrato nel mito: si è un calimero come si è
un dongiovanni, un casanova, un donchisciotte, una cenerentola, un giuda”.
Con queste credenziali, l’internazionalizzazione per Calimero, icona italiana,
è un gioco da ragazzi. 
A sinistra,
un’immagine di
“Cuccioli” (gruppo
Alcuni), a destra,
“A Skeleton Story”
(MAD)
30 | M
arzo/A prile
2013
New Entry/ Il distributore ed esercente
cinematografico Luciano Stella si lancia nella
produzione di cartoni animati
MAD, factory
napoletana
Da buon napoletano, Luciano Stella è un grande affabulatore che proprio
a Napoli organizza da otto anni in primavera un “festival della parola”, e
non poteva essere altrimenti. “L’arte della felicità è una manifestazione
di conversazioni e incontri con sociologi, filosofi, teologi e protagonisti del
mondo dello spettacolo come il premio Oscar Gabriele Salvatores o Marco
Bellocchio, per parlare della vita”, spiega. Cosa c’entra con l’animazione?
Dopo un’intervista in India con il Dalai Lama e altre esperienze, il materiale
raccolto da Stella era così sostanzioso che stava per diventare quello che
avrebbe dovuto: un documentario. “Ma dopo aver visto “Valzer con Bashir” mi
si è aperto un mondo – racconta – l’animazione rende tutto più interessante”.
Germoglia così L’arte della felicità, film per un pubblico adulto recentemente
presentato al Cartoon Movie di Lione. Soli 800mila euro il budget per circa 80
minuti di film, coprodotto in collaborazione con Rai Cinema e Cinecittà Luce,
realizzato in due anni e mezzo. Da questa avventura è nata infatti nel 2010
MAD Entertainment, che sta per Musica, Animazione e Documentari ma anche
per “elogio della pazzia”, di cui è amministratore delegato.
Ma Stella tanto matto non è. Conosce il mondo del cinema come le sue tasche.
E’ sua la prima multisala del sud Italia negli anni ’90 nonché il secondo
multiplex. E’ distributore per il centro-sud di grandi marchi cinematografici
italiani come Lucky Red, Bim. E’ stato anche il primo presidente della Film
Commission Campania. Oggi è amministratore e fondatore della Stella Film,
che possiede circa 80 schermi cinematografici nel centro-sud del Bel Paese
e, appunto, socio fondatore di MAD, giovane factory tutta napoletana dove
lavorano stabilmente una trentina di addetti provenienti da esperienze
creative e professionali diverse. Con Rai e due partner europei stanno per
lanciarsi con A Skeleton Story nella loro prima coproduzione internazionale,
dopo due special tv, l’ultimo dei quali, La cantata dei pastori, ha riportato
l’animazione italiana sulla rete ammiraglia della Rai a Natale. “Abbiamo
realizzato i 52 minuti di Cantata in 11 mesi a basso costo, dimostrando
capacità, e questo conta per una coproduzione. Per A Skeleton Story sembra
essersi formata la squadra giusta, perché conta anche con chi si coproduce,
non è solo un fatto di soldi. Ci sentiamo pronti.” Tratto dall’omonima graphic
novel di Alessandro Rak e Andrea Scoppetta, è un fanta-noir ambientato in
un mondo immaginifico simile al sogno, popolato da scheletri e zombi. Un
universo grottesco che ha per protagonisti Will, uno scheletro che fa finta di
essere un detective, Burma, un grasso e strano zombi muto, e un’adorabile
Bambina di quattro anni. La serie è diretta da Alessandro Rak, talentuoso
cartoonist napoletano.
(M.T.)