EXPO, con SET4food l`immigrazione si affronta con le nuove

Transcript

EXPO, con SET4food l`immigrazione si affronta con le nuove
Data
ONUITALIA.COM
20-07-2015
Pagina
Foglio
1 / 3
ENGLISH VERSION
HOME
MAPPA DEGLI ITALIANI
Ultime notizie
DALLE SEDI
DALLA UE
DALLE ONG
CHI SIAMO
CONTATTI
20/07/2015 in Mediterraneo // Italiani rapiti in Libia: Farnesina al lavoro con intelligence
Home » Cooperazione » EXPO, con SET4food l’immigrazione si affronta con le nuove
@ONUITALIA
tecnologie
Follow
Tweets
Stampa Articolo
EXPO, con SET4food l’immigrazione si
affronta con le nuove tecnologie
John Kerry
@JohnKerry
5h
Pleased to welcome #Cuba FM Rodriguez to
@StateDept today. Historic first visit by Cuban
FM since 1958. #USCuba
pic.twitter.com/Qy5ppD3wSs
Retweeted by OnuItalia
Expand
OnuItalia
@Onuitalia
Like
5
0
5h
#Expo2015, con #SET4food l’#immigrazione si
affronta con nuove #tecnologie
wp.me/p46pmn‐3k5
#energia pic.twitter.com/iQ6b7ufC5Z
(di Francesca Morandi)
MILANO EXPO – Nel mondo rifugiati e sfollati hanno raggiunto nel 2014 la cifra record di 59,5
milioni, con un trend in crescita. Numeri che non sorprendono se si pensa che negli ultimi
cinque anni sono scoppiate o si sono riaccese 15 guerre in tutto il globo, causando flussi
Tweet to @Onuitalia
migratori senza precedenti. Soluzioni sono urgenti, ma alcune risposte sono già in atto: come
COOPI–Cooperazione Internazionale, Politecnico di Milano e Fondazione Politecnico di Milano.
Co-finanziato dalla Commissione europea, il progetto ha individuato soluzioni innovative per
migliorare l’accesso all’energia per la cottura e la conservazione di cibo nei campi profughi.
Attraverso quattro progetti pilota in Africa e Medio Oriente è stata presentata la metodologia
di intervento di SET4food, esportabile in tutti i Paesi per agevolare le condizioni di vita di
rifugiati.
ARCHIVIO
July 2015
June 2015
May 2015
April 2015
March 2015
February 2015
January 2015
128530
SET4food (Sustainable energy technologies for food utilization – www.set4food.org) gestito da
Codice abbonamento:
quelle presentate oggi a Cascina Triulza a Expo Milano, dove è stato illustrato il progetto
Data
ONUITALIA.COM
Foglio
Presenti al
convegno,
promosso dal
Ministero degli
Affari Esteri e della
Cooperazione
Internazionale
(MAECI), numerosi
rappresentanti
istituzionali,
nazionali e
internazionali,
(Foto OnuItalia)
20-07-2015
Pagina
operatori del
settore della
2 / 3
December 2014
November 2014
October 2014
September 2014
August 2014
July 2014
June 2014
May 2014
April 2014
March 2014
February 2014
January 2014
December 2013
November 2013
cooperazione e della ricerca scientifica. Ad aprire i lavori è stato Claudio Ceravolo, presidente
di Coopi, che ha sottolineato come “Coopi lavori dal 1981 sulle pesantissime problematiche di
chi arriva in un campo profughi, dopo essere fuggito dal pericolo con solo poche cose o
addirittura senza nulla. Comprendiamo bene l’importanza di trovare soluzioni innovative, con
l’aiuto cruciale del settore della ricerca scientifica”. Un esempio delle iniziative portate a
termine da SET4food è un sistema di generazione ibrido, alimentato dal vento e dal sole, che
fornisce energia ad alcuni frigoriferi di ampie dimensioni in un insediamento in Libano che
ospita famiglie di rifugiati siriani. Progetti analoghi sono stati avviati da SET4food in Somalia,
Haiti e Repubblica Centrafricana.
Presente al workshop, il ministro giordano per l’Energia
Ibrahim Saif ha delineato la situazione del suo Paese, che
“importa il 90% dell’energia” e “storicamente ospita campi
profughi, provenienti soprattutto dai Territori palestinesi, ma
negli ultimi anni anche dalla Siria”. Saif ha sottolineato come il
problema energetico in Giordania si sia fortemente aggravato
“sia sotto l’impatto della crisi economica globale” sia in
seguito alla “guerra in Siria, che ha portato alla fuga di 10
Una installazione di Set4food in
Somalia
milioni di siriani che si sono riversati in Giordania e Libano”. Da
qui l’urgenza della Giordania di puntare sull’innovazione tecnologica – sia attraverso la
cooperazione internazionale, sia tramite gli investimenti privati – in quanto può contribuire a
ridurre la pressione esercitata dai campi profughi sulla comunità ospitante, sia in termini
sociali che ambientali.
In riferimento alla guerra in Siria, Flavio Lovisolo, coordinatore regionale per la crisi siriana per
la Farnesina presso l’ambasciata italiana di Beirut, non ha usato mezzi termini: “Si tratta della
tragedia peggiore dalla Seconda guerra mondiale, un dramma enorme, e se non interveniamo
la ‘bomba umana’ degli sfollati non potrà che peggiorare”. Lodando gli sforzi dell’Onu, “che
sta utilizzando voucher e accrediti diretti sulle carte di credito dei profughi”, Lovisolo ha anche
evidenziato lo sforzo italiano, “70 milioni di euro in due anni e mezzo per la crisi siriana”, ma
“tutto questo non è sufficiente”. “I profughi siriani presentano, fra l’altro, caratteristiche
peculiari – ha continuato il diplomatico -, in quanto provengono da quello che era un Paese
industrializzato, a reddito medio-alto. Nei campi ci sono famiglie che possedevano una
macchina, un frigorifero e varie altre comodità. Per questo vivono la situazione in maniera
ancor più scioccante. Di contro, contiamo nella maggiore capacità di queste persone di
accogliere soluzioni innovative”.
Nei rispettivi interventi, Alexander Castellano e Calum McLean, del dipartimento ECHO
(Humanitarian Aid and Civil Protection) della Commissione europea, hanno evidenziato come
“gestione del cibo” è essenziale per mantenere le proprietà nutritive degli alimenti e ridurre il
rischio di contrarre malattie. McLean ha evidenziato come “le attuali politiche sui campi
profughi siano inadeguate e il problema sia trascurato”, considerando anche che “gli sfollati
rimangono nei campi mediamente 17 anni” e solo il 50% torna nel suo Paese di origine. Si
calcola, inoltre, ha aggiunto McLean, che la metà dei rifugiati siano bambini. “Le più colpite
sono anche le donne – ha osservato Andreas Thulstrup, del dipartimento energia della FAO -.
Codice abbonamento:
energia, che determina le pratiche di cottura e conservazione degli alimenti. Una corretta
128530
nei campi di sfollati la sicurezza alimentare sia strettamente legata alla disponibilità di
Data
ONUITALIA.COM
20-07-2015
Pagina
Foglio
3 / 3
Sono loro che, per mancanza di tecnologie, si occupano di preparare il fuoco a cielo aperto, di
cui respirano, spesso insieme ai figli, inalazioni dannose alla salute. Le donne inoltre si
occupano di raccogliere la legna per il fuoco, inoltrandosi in boschi o foreste, dove sono
aggredite e violentate”.
Secondo Emanuela Colombo,
delegato del Rettore del
Politecnico di Milano per
Cooperazione e Sviluppo,
”proporre soluzioni innovative in
contesti di emergenza
umanitaria è una sfida
complessa, che richiede un
approccio multisettoriale e
partnership fra tutti i settori, ma
anche un cambio di prospettiva:
la fornitura di energia non deve
concentrarsi solo sulla ‘tradizionale’ elettricità, ma su sistemi energetici rinnovabili, che devono
però essere sostenibili per la popolazione locale, le cui esigenze devono sempre essere al
centro. La disponibilità di energia è cruciale per lo sviluppo di un Paese in quanto è collegata
allo sviluppo umano”. (FM, 20 luglio 2015)
campi profughi
immigrazione
Cascina Triulza
Maeci
Cooperazione internazionale
Politecnico
Politecnico di Milano
COOPI
Set4food
sfollati
Stampa Articolo
Like
5
0
Leave a comment
Your email address will not be published.
Name *
Email *
Website
Notify me of follow-up comments by email.
Notify me of new posts by email.
@CARRIERE
Codice abbonamento:
Post Comment
128530
Comment