NOTIZIE - Apofruit

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NOTIZIE - Apofruit
Anno XXIV n° 1 - gennaio-febbraio 2016
NOTIZIE
Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - E0,50
LIQUIDAZIONE AUTUNNALE:
PREMIATI I CALIBRI MAGGIORI
NUOVI ADEMPIMENTI DISCIPLINARI
DI PRODUZIONE INTEGRATA
VIVIROMANO: LA NUOVA
PIATTAFORMA DISTRIBUTIVA
SOMMARIO
Liquidazione prodotti autunnali:
il mercato premia i calibri maggiori
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Disciplinare di produzione integrata: arriva l’obbligo
del registro di carico e scarico
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- Buone opportunità di business a Fruit Logistica e a Biofach
- Il saluto e il ringraziamento di Apofruit ai colleghi
ora in pensione
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PAGINE TECNICHE:
Marciumi delle drupacee: un problema sempre attuale
che richiede alta attenzione
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DALL’EMILIA
La cooperativa punta sulla rossa Pera Falstaff
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DAL METAPONTO
Campagna interessante per la Candonga®, che il meteo
fa giocare d’anticipo
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DALLA SICILIA
Patate al Selenio, in Sicilia Apofruit amplia la produzione
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DAL LAZIO
Impollinazione: importanza nel kiwi giallo G3
BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE
DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA
Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88
Stampa: Arti Grafiche Ramberti, Rimini Tel. 0541 738111
Direttore Responsabile: Maurizio Magni
Editore: Prima Comunicazione - Cesena
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APOFRUIT NOTIZIE
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LIQUIDAZIONE PRODOTTI AUTUNNALI:
IL MERCATO PREMIA I CALIBRI MAGGIORI
In aumento i consumi dei prodotti biologici. L’embargo russo continua a influenzare
negativamente la commercializzazione
I
l 18 febbraio Apofruit ha terminato le assemblee dedicate alle liquidazioni autunnali; in quell’occasione insieme all’illustrazione dei risultati economici dei prodotti
d’autunno, è stato presentato il secondo acconto di
quelli invernali.
Apofruit ha liquidato un volume di 198.000 quintali di
prodotto, in linea con i volumi ritirati lo scorso anno per
i prodotti autunnali, l’importo liquidato alla base sociale
è stato di euro 8 milioni e 300.000, in aumento del 28%
rispetto allo scorso anno.
“Da questi due macro dati si evince un andamento
economico più interessante rispetto allo scorso anno
- dichiara il direttore generale di Apofruit Ilenio Bastoni
- Dati positivi giungono dall’aumento dei consumi dei
prodotti biologici, inoltre, altra conferma, il mercato ha
dimostrato di premiare i calibri maggiori e i prodotti di
alta qualità”.
Sul fronte commerciale non accenna purtroppo a diminuire l’influenza negativa dell’embargo russo come
spiega il neo direttore commerciale di Apofruit Mirco
Zanelli: “Un fattore non nuovo, ma che su alcuni prodotti si è sentito maggiormente. E’ stato ad esempio il
caso del Kako rosso brillante, un prodotto che la Spagna commercializzava prima sul mercato russo e che
oggi ha posizionato in gran parte sul mercato Europeo,
con conseguente ripercussione sui prezzi”.
Susine Angeleno
Per questo prodotto si è registrato un raccolto inferiore a quello del 2014 (-35% circa). Il mercato fino a
metà novembre non è stato particolarmente positivo
per cui la cooperativa ha pianificato le vendite tra metà
novembre e la prima settimana di dicembre, decisione che ha premiato a livello di risultati commerciali. Da
sottolineare l’ottima qualità del prodotto. Ricordiamo
che il mercato di riferimento della Susina Angeleno è
prevalentemente quello estero dove abbiamo registrato un aumento dell’attività sul mercato inglese forte-
Per le Susine Angeleno i volumi raccolti
sono stati inferiori
mente diminuita lo scorso anno, e l’aumento dei volumi
esportati nei mercati d’oltremare. La liquidazione media per la Cat. I è stata di 55 cent./kg. per il prodotto
standard. Buoni i risultati per il Progetto Extra sull’Angeleno, che per un prodotto raccolto in casse la media
di liquidazione è stata di 70 cent./kg..
Pere Williams
Sono stati conferiti circa 56.000 quintali di pere Williams, volumi in linea con quelli dell’annata precedente.
Purtroppo la campagna è stata caratterizzata da un’alta percentuale di frutti di calibro piccolo, conseguenza
di un meteo che ha regalato molto caldo e poca pioggia. Inoltre su alcuni areali emiliani si sono riscontrati
danni importanti da cimice asiatica, che ha colpito alcune aziende in modo pesante.
Nell’ambito dei risultati generali di questa varietà, significativo è stato il risultato relativo al prodotto destinato
all’industria.
La pera Williams, che ricordiamo rimane sui banchi dei
supermercati anche quando incrocia le pere invernali,
ha mantenuto stabile negli ultimi anni il reddito degli
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agricoltori grazie a due fattori: da un lato il continuo
trend di crescita dei consumi dovuto all’apprezzamento da parte dei consumatori e dall’altro la possibilità di
utilizzare questo prodotto anche nel canale dell’industria. In questo modo il 100% del prodotto trova la sua
collocazione.
La liquidazione media della Cat. I è stata di 53 centesimi, la media del prodotto standard di 46 centesimi, per
la varietà Max Red Bartlett la media della Cat. I calibro
60+ è stata di 55 cent./kg..
“La cooperativa - dichiara il presidente di Apofruit Mirco Zanotti - suggerisce di rinnovare gli impianti sul prodotto rosso per poter contare su un livello di qualità
sempre alto, mentre per il prodotto bianco si consiglia
di fare nuovi impianti”.
Kaki
“Anche la campagna 2015 è stata caratterizzata
dall’aumento dei volumi conferiti e, come ho già avuto
occasione di sottolineare, - precisa il direttore commerciale Mirco Zanelli - la commercializzazione del Kako
Rosso Brillante è stata condizionata dal permanere
dell’embargo russo cha ha portato gli altri paesi produttori a concentrare il loro prodotto sui mercati europei.
Riteniamo che su questa varietà si possano recuperare i consumi anche sul mercato italiano impostando
un’efficace comunicazione mirata ai consumatori”.
Per il Kako Tipo cal. 22 oltre la liquidazione media si è
attestata sui 32 cent./kg., il Kako Rosso Brillante calibro 22 oltre sui 30 cent./kg..
“Occorre adottare tutte le tecniche colturali per ottenere calibri superiori – dichiara il presidente di Apofruit Mirco Zanotti – l’andamento commerciale ha infatti
confermato che il mercato da un lato penalizza i frutti
di piccolo calibro e dall’altro è in grado di premiare le
pezzature più pregiate”.
LA PAROLA AI SOCI
ADRIANO LUPPI DELL’OMONIMA AZIENDA
AGRICOLA DI GALLIERA DI BOLOGNA
Produzione record per le pere Williams bianche, buona
la resa anche per le rosse (Max Red Bartlett). Questo il
bilancio dell’annata agricola di Adriano Luppi di Galliera
di Bologna, che da oltre 30 anni conferisce a Apofruit. Cinque gli ettari di questa azienda a conduzione
familiare, tutti a frutteto con una netta prevalenza del
pero (4,30 ettari), il resto susine e albicocche. La produzione di pere bianche ha toccato 400 quintali, numero mai registrato
negli oltre trent’anni di vita dell’azienda, 115 quintali invece per le Max Red
Barlett. Buoni i prezzi di liquidazione: 45 centesimi le bianche, 57 centesimi le rosse. “Sono soddisfatto per il prezzo di liquidazione dell’annata,
decisamente migliore dello scorso anno che aveva registrato il dimezzamento – spiega Adriano Luppi – Purtroppo il nostro prodotto è soggetto
a questi continui sbalzi di valore che rendono difficile programmazione e
investimenti per le nostre attività”.
AZIENDA AGRICOLA MARANI
MASSIMO VALENTINI L’Azienda Agricola
Patrizia Marani si trova a Diegaro di Cesena ed
è completamente dedicata alla produzione di
frutta: albicocche, susine, ciliegie, pere e kaki
per un totale di 11 ettari di terreno coltivato. Di
questi, 1,4 ettari dedicati ai kaki (0,4 ettari al
Kako Tipo e 1 ettaro al kako rosso brillante).
“Quest’anno abbiamo conferito 350 quintali di
kaki (70 quintali di Kako Tipo e 280 quintali della tipologia Kako rosso
brillante), entrambe le tipologie ci sono state liquidate ad un prezzo di 0,27
centesimi – dichiara Massimo Valentini che con la moglie Patrizia gestisce
l’attività - L’annata è stata buona, ma il prezzo di liquidazione continua
ad essere troppo basso, rispetto ai costi di produzione. C’è un divario
in continuo aumento tra quanto percepito dal produttore e il prezzo di
commercializzazione ed è ingiusto se consideriamo l’impegno in termini di
lavoro e di sicurezza personale richiesto per coltivare le nostre produzioni”.
APOFRUIT NOTIZIE
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Mele autunnali
I 10.000 quintali di mele autunnali ritirati sono in linea
con i volumi dello scorso anno. Su questo comparto,
dove le varietà più importante sono quelle del Gruppo
Gala, si è verificato un aumento dei consumi dovuto
da un lato all’apprezzamento delle nuove varietà e
dall’altro all’allungamento del calendario di produzione.
La liquidazione ha premiato l’introduzione delle nuove
varietà: la mela Buckeye è stata liquidata con una media di 38 cent./Kg., Brookfield/Shniga a 37 cent./kg.,
la Galaxi Obrogala a 33 cent./kg, la Galaval a 41 cent./
kg.. Tutte le medie sono riferite al calibro 70+.
Clementine
Sul fronte delle clementine complessivamente Apofruit ha ritirato volumi pari a 45.00 quintali. La varietà
più importante, ovvero il Clementino comune, già da
qualche anno registra purtroppo valori di liquidazione
non soddisfacenti. Anche se a consuntivo le liquidazioni sono risultate leggermente superiori rispetto allo
scorso anno (media di liquidazione 29 cent./kg.), anche per questo prodotto va sottolineato che il calibro
5 da qualche anno ha difficoltà ad essere collocato e
ottiene prezzi che a malapena coprono i costi di produzione. Valori interessanti sono stati invece registrati
dalle varietà precoci.
Il Clemen Ruby (cal.5 oltre) ha ottenuto una liquidazione media di 1,01 euro/kg., il Caffin Oronules Cat. I Cal.
5 oltre di 61 cent./kg., la varietà SRA 89 una media di
31 cent./kg..
“Anche in questa annata commerciale la varietà che
più ha sofferto è il Clementino Comune, mentre le varietà precoci e quelle tardive hanno ottenuto risultati
migliori – commenta Mirco Zanelli – per questo occorre
continuare con il progetto di innovazione varietale ed
investire nelle nuove varietà che, grazie alle loro caratteristiche organolettiche, stanno conquistando sempre
più consumatori”
Biologico
Con la liquidazione autunnale sono stati ritirati complessivamente 54.000 quintali di prodotto bio. Il com-
AZ. AGRICOLA SIBILIA ANNA MARIA
Decisamente soddisfatta della stagione l’azienda di
Cisterna di Latina guidata da Anna Maria Sibilia. “Le
susine Angeleno conferite ad Apofruit hanno avuto un
prezzo di liquidazione di 51 centesimi, ben il doppio di
quanto avvenuto in precedenza quando non si arrivava neanche alla metà di quella cifra e di conseguenza
non si coprivano neanche i costi di produzione - spiega la titolare dell’azienda agricola a conduzione familiare – Complessivamente sono stati conferiti 1. 040 quintali di susine
Angeleno, 300 in meno a causa della stagione poco favorevole. Il buon
prezzo comunque ha compensato il calo”. Oltre al susino che occupa
una superficie di 2 ettari e mezzo, l’azienda dedica 1 ettaro e mezzo al
kiwi Hayward. “Inizialmente nel 1982 siamo partiti col kiwi, ma le condizioni argillose del terreno si sono rivelate più adatte a una coltivazione
diversificata come il susino” conclude la signora Anna Maria.
AZ. AGRICOLA STEFANO BARTOLETTI
L’ Azienda Agricola Stefano Bartoletti si
trova a Macerone di Cesena e si estende
per circa cinque ettari, coltivati a susine,
pesche, albicocche, mele, pere, kaki e in
minima parte ad ortaggi tra cui zucchine.
“Quest’anno abbiamo conferito alla Cooperativa 160 quintali di Kaki bio con un
prezzo di liquidazione di 0,35 centesimi e
49 quintali di susine a lotta integrata con un prezzo di liquidazione
di 0,45 centesimi” precisa Stefano Bartoletti, che da circa 10 anni
ha avviato nella sua azienda la coltivazione integrata e biologica.
“E’ una scelta, quella del biologico, che abbiamo fatto da un decennio e della quale non ci siamo assolutamente pentiti.
Ci sta portando buoni risultati e tanta soddisfazione e quindi nostra intenzione è quella di continuare su questa strada”.
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parto del biologico ha registrato, nonostante il contesto economico europeo non favorevole, un andamento
di crescita interessante, con un aumento medio delle
vendite dell’8 % negli ultimi mesi del 2015.
“Riteniamo che questo comparto manterrà un trend di
crescita anche nei prossimi anni - dichiara il direttore commerciale Mirco Zanelli - a fronte anche di nuovi
modelli di vendita in grado di incrementarne la distribuzione ed i consumi sui mercati europei”.
Per il Clementino Comune bio la media di liquidazione è stata di 44 cent./kg. e E 1.11/kg. per il Clemen
Ruby. Anche sul biologico il mercato indica la necessità di investire in varietà tardive con raccolta gennaio
febbraio.
Particolarmente interessante è stato il dato economico
per le pere biologiche sostenute dal risultato ottenuto
dal prodotto per l’industria.
La Williams bianca di Cat. I cal. 60+ è stata liquidata
a 97 cent./kg.. Il prezzo di liquidazione per l’industria a
parte ha raggiunto i 60 cent. mentre lo scendi pianta è
stato liquidato a 70 cent..
In crescita i volumi delle Mele Royal Gala bio rispetto
allo scorso anno, la media della Cat. I 65+ delle varietà
del Gruppo Gala hanno valori di liquidazione da 70 a
82 cent./kg. in base ai cloni varietali.
Particolarmente positivo è stato l’andamento del comparto orticolo bio dove vengono registrati prezzi superiori all’annata precedente.
PRINCIPALI PRODOTTI BIO CONFERITI E MEDIE DI LIQUIDAZIONE
Kako Tipo
38 cent./kg
3.858 q.li
Kako Rosso Brillante
36 cent./kg
1.718 q.li
Pere Williams cal. 60+
97 cent./kg
6.719 q.li
Pere Max Red Bartlett cal. 60+
96 cent./kg
229 q.li
Susine Angeleno cal. 40+
79 cent./kg
378 q.li
Mele Galaxi/Obrogala cal. 65+
72 cent./kg
251 q.li
Mele Buckeye cal. 65+
81 cent./kg
2.240 q.li
Kiwi Greenlight cal. 70 gr. oltre
87 cent./kg
2.723 q.li
Clementine Comune cal. 5 oltre
25 cent./kg
18.863 q.li
Clementine Ruby cal. 5 oltre
1,01 E/kg
Clementine s.r.a 89 cal. 5 oltre
31 cent./kg
1497 q.li
Caffin oronules cal. 5 oltre
61 cent./kg
170 q.li
Clementine spinoso cal. 5 oltre
66 cent./kg
855 q.li
90 q.li
Le zucchine scure hanno registrato una media di
E1,24/kg. per la Cat. I e le zucchine chiare di E1,29.
Il pomodoro ciliegino E 2,20/kg., il pomodoro a grappolo E1,40, il pomodoro datterino E 2,70.
I buoni risultati ottenuti in questo comparto sono dovuti anche alle strategie e agli investimenti che la cooperativa ha portato avanti per valorizzare il marchio
Almaverde. Tutti i segnali indicano che nei prossimi
anni l’orticolo biologico rimarrà un settore interessante,
caratterizzato da un costante aumento dei consumi e
quindi sicuramente un’opportunità interessante per i
soci della cooperativa.
VIVIROMANO, LA NUOVA PIATTAFORMA DISTRIBUTIVA
Viviromano è la nuova piattaforma distributiva creata da
Apofruit, Agribologna e Conor presso il Centro Agroalimentare Roma. Porterà efficienza e rapidità di consegna
per i prodotti ortofrutticoli biologici e convenzionali destinati ai settori Horeca e Gdo, con il vantaggio di ridurre
anche i costi della logistica. Il consiglio di amministrazione è composto da Ilenio Bastoni, Ernesto Fornari, Angelo
Palma, Riccardo Astolfi e il Presidente Massimo Biondi.
La struttura operativa di Viviromano si dispiega su una
superficie di oltre 3 mila metri quadri tra uffici, sale di
lavorazione e spazi di refrigerazione. Partirà operativamente a metà 2016 con un’attività preventivata di 5 mila
tonnellate di prodotto ed un fatturato di 9 milioni di euro.
“L’obiettivo di Viviromano - spiega il Direttore Generale
di Apofruit Ilenio Bastoni - è quello di sviluppare ulteriormente la nostra forza di distribuzione al centro e al sud
Italia per soddisfare le esigenze dei nostri clienti, soprattutto Horeca e Gdo, che hanno necessità di tempi sempre più ridotti tra ordini e consegne. Attualmente quei
mercati vengono riforniti da Bologna o da Cesena, con
Viviromano i prodotti provenienti dal sud non dovranno
più transitare da Nord”.
APOFRUIT NOTIZIE
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DISCPLINARE DI PRODUZIONE
INTEGRATA: ARRIVA L’OBBLIGO
DEL REGISTRO DI CARICO E SCARICO
Sopra il magazzino dei fitofarmaci e a destra l’atomizzatore
I
l 2016 si è aperto con un’importante novità per
le aziende agricole interessate dal Disciplinare di
produzione integrata della Regione Emilia-Romagna. È stato inserito infatti l’obbligo di compilazione del “REGISTRO DI CARICO E SCARICO” per
fitofarmaci e fertilizzanti (solo per concimi N – P
– K). Tutte le aziende che percepiscono contributi
OCM per una qualsiasi azione (nuovi impianti frutticoli, impianti d’irrigazione, impianti antigrandine,
installazione della confusione sessuale, ecc.) da
quest’anno devono tenere questo Registro. E ciò
vale ovviamente in tutte le aree produttive di Apofruit.
Il rispetto del Disciplinare di produzione integrata volontario comprende già oggi diversi adempimenti per le aziende agricole. Primo fra tutti il
rispetto delle “linee tecniche” che sono redatte
in base al Disciplinare stesso della Regione e alle
Linee Guida Nazionali. Il Disciplinare richiede inoltre la compilazione del “Quaderno di campagna”
(per coltura), la predisposizione di un “Piano di
concimazione” redatto sulla base dell’analisi del
terreno e la “taratura strumentale” delle macchine
irroratrici presso i centri autorizzati. Da quest’anno si aggiunge la tenuta del “Registro di carico e
scarico” che prevede una serie di compilazioni su
carta o su supporto informatico.
È importante sapere come registrare le operazioni
per garantire una corretta tenuta del Registro. La
prima operazione da fare a inizio anno è l’inventario con tutte le giacenze presenti nel magazzino
fitofarmaci (precisandone la quantità in Kg. o Lt.).
Inoltre vanno registrate entro 7 giorni tutte le operazioni di acquisto dei prodotti.
Queste registrazioni insieme all’inventario iniziale
costituiscono il CARICO del magazzino. La parte
SCARICO del magazzino è invece rappresentata
dalla annotazione di tutti gli interventi sui rispettivi
Quaderni di campagna (QdC) divisi per coltura.
E’ importante precisare che la tenuta del Quaderno di campagna con il sistema informatico GIAS
assolve automaticamente dall’obbligo del registro
di “carico-scarico”, che quindi non deve essere
compilato.
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BUONE OPPORTUNITÀ
DI BUSINESS A FRUIT LOGISTICA
E A BIOFACH
B
ilancio positivo per la stagione fieristica di inizio anno
che ha in calendario due appuntamenti di grande
spessore per il settore dell’ortofrutta. Il riferimento è a Fruit
Logistica, a Berlino a inizio febbraio, e a Biofach il salone
dedicato al bio ospitato a Norimberga nello stesso mese.
Fruit Logistica, che ha sfoderato un’edizione da grandi numeri sia per visitatori e operatori del settore, che per paesi
partecipanti, è stata per Apofruit un appuntamento ancora
una volta irrinunciabile in termini di opportunità di business
come sottolinea il direttore commerciale Mirco Zanelli: “La
fiera berlinese ha consentito ad Apofruit di accrescere la
rete di contatti commerciali e di incontrare molti clienti con
cui già lavoriamo in Europa. Lo scorso anno erano presenti molti operatori dall’est Europa, mentre l’edizione d 2016
Almaverde Bio a Biofach
Lo spazio Apofruit a Fruit Logistica
è stata caratterizzata da una forte presenza dei paesi del
Nord Africa e Medio Oriente, che consideriamo particolarmente interessanti per le nostre strategie commerciali, che
hanno necessità di guardare sempre più a nuovi mercati ”.
Bilancio positivo anche riguardo a Biofach, il Salone Mondiale degli Alimenti Biologici che si è svolto sempre in febbraio a Norimberga e a cui ha partecipato tutto il Consorzio AlmaverdeBio. “La presenza a questa manifestazione
- spiega Paolo Pari, direttore marketing di Canova - è fondamentale per capire come si sta evolvendo il mercato del
biologico. Oggi il biologico non si rivolge soltanto ad una
nicchia di consumatori ma ad un mercato più allargato con
un’offerta più matura e profonda, una gamma dei prodotti
sempre più completa che interessa tutti i canali anche quello della ristorazione. Negli ultimi anni il Salone ha registrato
una proposta sempre più consistente dedicata alla cucina
vegana e anche in questa edizione è stato confermato questo trend e l’interesse nei confronti di questo settore”.
IL SALUTO E IL RINGRAZIAMENTO DI APOFRUIT
AI COLLEGHI ORA IN PENSIONE
Negli ultimi mesi alcuni preziosi collaboratori di Apofruit hanno raggiunto il tempo della pensione e sono stati salutati nel
corso dell’ormai classica iniziativa organizzata da Apofruit
in occasione delle festività natalizie. Si tratta di Carlo Chiari dell’ufficio commerciale di Vignola, Flavio Fabbri dell’ufficio commerciale di Cesena, Franco Cremaschi operaio
meccanico presso lo stabilimento di San Pietro in Vincoli e
Pierluigi Giulietti anch’egli operaio meccanico, ma presso lo
stabilimento di Altedo. Tempo di pensionamento anche per
sei donne: Mirella Casadio impiegata amministrativa dell’ufficio cassa /soci dello stabilimento di San Pietro in Vincoli,
Rita Savorelli dell’ufficio conferimenti dello stabilimento di
San Pietro in Vincoli, Antonella Monti aiuto magazziniere
dello stesso stabilimento, Patrizia Tisselli dell’ufficio fatturazione di Cesena, Maria Luisa Visani responsabile dell’ufficio
contabilità generale di Cesena e di Mery Tedaldi impiegata
amministrativa di Cesena. Dieci preziosi collaboratori che
saranno ricordati per l’impegno profuso in tutti questi anni
nei confronti della cooperativa e per la loro professionalità
verso colleghi e soci. A tutti gli ex colleghi va un caro saluto
e un sincero ringraziamento da parte della Presidenza, della
Direzione e dei colleghi tutti.
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MARCIUMI DELLE DRUPACEE:
UN PROBLEMA SEMPRE ATTUALE
CHE RICHIEDE ALTA ATTENZIONE
di GIANNI CEREDI
L
a campagna che è alle porte dal punto di vista
fitosanitario riproporrà problematiche vecchie e
nuove. Tra le prime gli agenti patogeni che causano
marciumi su drupacee manterranno un ruolo cruciale, marcando la necessità sempre più stringente di
attuare una profilassi adeguata. In queste pagine tecniche affrontiamo nuovamente il problema sia per richiamarne l’importanza che per illustrare alcune novità relative alla prevenzione. Innanzi tutto è importante
sottolineare la preponderante presenza di Monilia
fructicola nella gran parte degli areali peschicoli Italiani e Europei, sancita dai più recenti monitoraggi effettuati. Ciò significa che le azioni di lotta e prevenzione
che vengono messe in atto sono state indirizzate negli ultimi anni verso un agente patogeno che di fatto
ha sostituito le specie tradizionalmente presenti (M.
laxa e fructigena). Le conseguenze di questo mutamento richiedono approfondimenti dal momento che
la specie subentrata ha un profilo caratterizzato da
una maggiore aggressività e una ampia adattabilità a
condizioni termiche più sostenute. Si può ipotizzare
che anche il livello di sensibilità ai fungicidi impiegati
possa avere subito qualche cambiamento. Il bilancio, che restituisce la cifra complessiva delle perdite
dovute genericamente allo sviluppo di marciumi, è la
conseguenza di una serie di fattori agronomici colturali, di competenza tecnica, ma anche gestionali, di
competenza operativa, e commerciali. Ciò significa
che i contributi per comprimere le perdite vanno realizzati a partire dalla fase di coltivazione e proseguiti
con una corretta gestione del prodotto in post raccolta.
Le monilinie spp. hanno un’elevata capacità riproduttiva, un’ampia adattabilità a diverse condizioni ambientali, ed una spiccata attitudine a sviluppare infezioni su una vasta gamma di piante ospiti e su organi
differenti (fiori, frutticini, frutti ecc…). Il profilo che se
ne trae è quello di patogeni con costanti potenzialità
Monilia su frutti di pesco
di contaminazione e infezione, difficilmente riconducibili
nell’ambito di modelli previsionali.
In fase di coltivazione il problema della prevenzione
va affrontato con coerenza affidando alla profilassi
chimica un ruolo determinante, senza tuttavia trascurare una serie di buone pratiche che nel complesso possono condizionare l’ambiente di coltivazione sfavorendo il patogeno. Appropriate forme di
allevamento, corrette potature (anche verdi), giusta
esposizione dei filari, adatti sesti di impianto, possono contribuire ad intercettare più luce, creare minori ristagni di umidità, ridurre i periodi di bagnatura. La corretta gestione dell’inerbimento, irrigazioni
localizzate, misurati apporti di azoto non solo rendono l’ambiente di coltivazione meno adatto alle
monilie, ma contribuiscono allo sviluppo di frutti
meno sensibili. La prevenzione passa anche attraverso la riduzione delle fonti di inoculo, asportando
le mummie residue dei frutti infettati o compiendo
un diradamento precoce.
L’impiego di fungicidi di sintesi costituisce in una
produzione integrata un passaggio pressoché
obbligato. Le linee conduttrici su cui ci si muove
debbono rispondere a due questioni: cosa utiliz-
PAGINE TECNICHE
APOFRUIT NOTIZIE
PAGINE TECNICHE
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Monilia su frutti di albicocco
Monilia su fiori di albicocco
zare e quando farlo. La disponibilità di sostanze
attive e relative formulazioni commerciali è ampia, ma la scelta va necessariamente orientata
in funzione del livello di efficacia. Questo viene
costantemente monitorato attraverso una sistematica attività sperimentale la cui robustezza in
termini di dati prodotti ci restituisce informazioni
sufficientemente attendibili, ottenute in situazioni agronomiche, colturali, climatiche molto diverse. Il gruppo di fungicidi storicamente più noto è
quello dei triazoli ed un ruolo di primaria importanza nell’ambito di questi è detenuto dal classico tebuconazolo (Folicur®). La storia ventennale di questo prodotto ci offre un quadro ancora
dignitoso con un livello medio di efficacia, scaturito da decine di valutazioni sperimentali, attestato tra il 70-75%. Nel corso degli anni questa
sostanza attiva è stata proposta sotto diverse
formulazioni commerciali e il sospetto che l’attività fungicida possa avere avuto ripercussioni
non positive è concreto. La possibilità di impiegare nuovamente nelle linee di difesa integrata il
formulato Folicur®WG sembra avere “rinverdito”
l’efficienza della molecola. Nella consapevolezza
che tebuconazolo rientri nei cosiddetti prodotti
“candidati alla sostituzione” e che, quindi, alla
scadenza del brevetto (2019) verranno fatte le
opportune valutazioni mirate all’individuazione di
un fungicida che a parità di efficacia sia in grado di sostituirlo, ci pare doveroso ricordare che
tale ricerca non potrà ricadere su un triazolo dal
momento che altri componenti di tale famiglia (ciproconazolo e difenoconazolo) hanno minore efficacia. L’unico triazolo che si avvicina ai risultati di
tebuconazolo con uno scarto di qualche punto è
fenbuconazolo (Indar®).
Il gruppo dei fenil-pirroli e anilino pirimidine noti
nella miscela denominata Switch®, nella profilassi
pre raccolta alle moniliosi non trovano grande rispondenza in termini di efficacia. Il loro impiego nel
periodo fiorale ha margini più consistenti di attività
sia in relazione alle condizioni climatiche che alla
presenza di M. laxa. Sorvoliamo su principi attivi
quali fenhexamide (Teldor®) e fempirazamine (Prolectus®), nel primo caso per evidenti limiti di efficacia. nel secondo caso in quanto, nonostante i
diversi test effettuati attestino risultati soddisfacenti, la formulazione commerciale non è attualmente
disponibile per tali impieghi su drupacee.
La fitoiatria sta proponendo con sempre maggiore
frequenza formulazioni fungicide frutto della miscela di più sostanze attive. La ragione di ciò è insita
nel tentativo di offrire risposte più valide in termini di
efficacia e prevenire in maniera più idonea l’insorgenza di resistenze. Su questa tendenza si sono
inserite negli ultimi anni formulati quali Bellis® drupacee, Flint max® e Luna® experience.
Bellis® drupacee (piraclostrobin + boscalid), prontamente inserito nelle linee di difesa integrata, ha
offerto da subito un deciso contributo alla profilassi contro le moniliosi. Attualmente l’efficacia media rilevata in quasi 40 prove condotte nell’ultimo
decennio si attesta intorno al 75%. Flint® max
e Luna® experience nascono facendo perno sul
classico tebuconazolo ed inserendo in miscela nel
primo caso una strobilurina (trifloxistrobin) nel secondo caso un SDHI (fluopyram). Il percorso di Flint
max verso l’inclusione nelle linee di difesa integrata
è stato più tortuoso mentre il più recente Luna experience rientrerà in tale contesto già dalla prossima campagna. Per entrambe queste formulazioni
va sottolineata una eccellente efficacia (80% come
media di più prove). E’ importante tuttavia ricordare con forza che le famiglie chimiche delle sostanze
attive componenti (in parte o complessivamente) le
formulazioni citate sono annoverate tra quelle ad
elevato rischio di insorgenza resistenze. L’impiego
di tali formulazioni, nell’ambito ovviamente dei limiti
imposti dall’etichetta e dai disciplinari, va in ogni
caso ponderato con attenzione evitando usi reiterati. Questa breve sintesi rivela un’ampia possibilità
di scelta di fungicidi, gli ostacoli nascono tuttavia
dall’esigenza di rispettare le restrizioni dettate dalle richieste mosse dai clienti che afferiscono alla
Grande Distribuzione Organizzata relative ai livelli
e al numero di sostanze attive riscontrabili sui prodotti ortofrutticoli. L’adeguamento a tali richieste
impone delle scelte che non sempre costituiscono
l’ottimale dal punto di vista strettamente tecnico.
Soddisfatta la domanda su cosa utilizzare per la
profilassi chimica, vediamo come affrontare quella
relativa a quando attuarla. Se consideriamo che le
monilie sono in grado di produrre propaguli infettanti in un ampio spettro di condizioni climatiche,
su diversi ospiti e organi vegetali è abbastanza intuitivo immaginare che la presenza di spore non
costituisca un fattore limitante. Ciò nonostante sussistono condizioni ambientali ampiamente
predisponenti di cui tenere conto. Vi è poi la suscettibilità degli organi vegetali potenzialmente infettabili che può mutare. Nello specifico dei frutti
il processo di maturazione costituisce indubbiamente un fattore scatenante le infezioni. Seguendo
una prassi abbastanza consolidata la difesa mirata
attraverso due interventi nel periodo che precede
la raccolta di 1-3 settimane, concede in post rac-
11
PAGINE TECNICHE
APOFRUIT NOTIZIE
Pesca mummificata colpita da monilia
colta quei margini di efficacia indicati in precedenza. Negli ultimi anni si sta affrontando il problema
relativo al momento in cui applicare i fungicidi con
un approccio diverso che tiene conto della possibilità di monitorare l’inoculo presente in campo richiamando il concetto della latenza delle infezioni,
ovvero riconoscendo ampi margini di pericolosità
anche per la contaminazione dei frutti in epoca
ampiamente precedente la maturazione. Le informazioni ottenute sono interessanti e meritevoli di
approfondimenti, ma al momento premature per
divenire pratica applicata.
Le perdite imputate a marciumi su frutti di drupacee rappresentano un problema che nasce in fase
di coltivazione, ma che si concretizza principalmente in post raccolta. A tale proposito è importante menzionare il fatto che l’attività sperimentale
che si sta conducendo nella nostra struttura cooperativa è finalizzata anche alla valutazione di un
percorso di profilassi attuabile negli ambienti di
stoccaggio e lavorazione. Nell’ultimo biennio si è
lavorato molto nel tentativo di apprezzare l’efficacia di interventi chimici (fungicidi) e fisici (termoterapia) con risultati interessanti.
Una ulteriore pratica che sembra offrire un contributo alla resistenza dei frutti alle infezioni che sottoporremo a validazione sperimentale quest’anno
consiste nell’eseguire concimazioni fogliari a base
di calcio.
12 APOFRUIT NOTIZIE DALL’EMILIA
LA COOPERATIVA PUNTA
SULLA ROSSA PERA FALSTAFF
di FRANCO GIROTTI
di FRANCO GIROTTI
R
icerca, sperimentazione, innovazione, questi
termini spesso ricorrenti agli incontri del settore agricolo si sono finalmente concretizzati con
FALSTAFF nuova cultivar di pero, frutto di una
specifica azione di miglioramento genetico, sulla
quale la cooperativa punta per ampliare le superfici a pero dei propri associati.
L’origine risale all’ormai lontano 1991, quando fu
effettuato l’incrocio tra Abate Fetel e Cascade,
presso l’istituto sperimentale per la frutticoltura di
Forli.
Questa nuova varietà gestita commercialmente
con la formula del club dal Consorzio Newplant,
di cui la nostra cooperativa è una delle O.P. associate, rappresenta una novità importante se si
pensa che la coltivazione del pero è tradizionalmente basata su vecchissime varietà di colore
giallo, verde o rugginoso.
Falstaff si differenzia per la colorazione rossa della
buccia, caratteristica sino a oggi ad appannaggio della sola Max Red Bartlett, soggetta però
quest’ultima a regressione del colore.
Il frutto tra le sue peculiarità annovera oltre al colore rosso, su circa l’80% della superficie, anche il
notevole calibro, la forma è allungata (viene chiamata l’Abate rossa) mentre la polpa è di colore
bianco-giallo e la tessitura medio-fine, succosa.
Ulteriore elemento positivo consiste nel fatto che
il frutto non ha dimostrato particolari sensibilità a
malattie fungine o a fisiopatie.
La pianta ha un portamento assurgente e il vigore è piuttosto elevato, l’affinità d’innesto risulta
buona sia per i cotogni che per i franchi, naturalmente sarà opportuno scegliere il portinnesto con
oculatezza in base alla fertilità del proprio terreno.
L’albero fiorisce abbastanza tardivamente (epoca
Kaiser) e l’entrata in produzione si può definire
media.
L’epoca di raccolta è contemporanea ad Abate
Fetel, anche se si deve ancora individuare il periodo più idoneo per poi avere una conservazione
ottimale in cella frigorifera, conservazione che comunque si è già osservato può essere piuttosto
prolungata e che conferisce al frutto un sapore
eccellente, come hanno confermato alcuni test
svolti presso i consumatori di alcuni supermercati.
La cooperativa invita i soci interessati ad ulteriori
informazioni o a mettere a dimora astoni di Falstaff, a contattare la cooperativa per prenotare sin
da ora le piante, che vengono prodotte solamente
presso vivaisti autorizzati.
APOFRUIT NOTIZIE DAL METAPONTO
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CAMPAGNA INTERESSANTE
PER LA CANDONGA®, CHE IL METEO
FA GIOCARE D’ANTICIPO
M
olto sole, tanta luce, campi che si presentano
stupendi: per la fragola della varietà Sabrosa
commercializzata con il marchio Candonga® coltivata dai soci Apofruit nel Metaponto si annuncia
una campagna in anticipo e interessante.
“Crediamo che ci siano buone prospettive per questo prodotto d’eccellenza – è il commento del responsabile d’area di Apofruit Italia Tonino Rubolino
sull’inizio campagna della Candonga® - le condizioni climatiche sono favorevoli, ci sono gli elementi
per sperare in una resa anche superiore rispetto a
quella già significativa di 600 grammi per piantina
dello scorso anno”.
Stiamo parlando di una delle regine della fragolicoltura, attualmente la più apprezzata dal mercato
che ha trovato in Basilicata il microclima ideale per
esprimere al meglio l’alta qualità che la caratterizza.
Bella di aspetto, ottima al gusto, croccante e dolce, la Candonga®, in meno di un decennio, ha superato tutte le altre varietà prodotte in Basilicata,
raggiungendo l’80% delle superfici coltivate a fragola, grazie a una costante, ma inarrestabile asce-
sa. L’apprezzamento del consumatore ovviamente
ha fornito il giusto supporto a questa varietà che,
nonostante il prezzo più elevato, sta aumentando i
volumi commercializzati nella Gdo per rispondere a
una richiesta reale.
“Il mercato della Candonga® è sempre stato migliore
rispetto alle altre varietà di fragole – spiega Rubolino
- si tratta di un nostro prodotto pregiato che viene
commercializzato per il 60% a marchio Solarelli, la
linea di Apofruit per i prodotti di alta gamma, caratterizzati da innovazione e qualità.
Da ormai 12 anni produciamo fragole che
vengono da piantine fresche, non più
frigoconservate e ci
permettono così di
ottenere un prodotto
di alta qualità con una
produzione a scalare
che va da metà gennaio ai primi di giugno”.
14 APOFRUIT NOTIZIE DALLA SICILIA
PATATE AL SELENIO, IN SICILIA
APOFRUIT AMPLIA LA PRODUZIONE
Ci sono ottime premesse per la campagna di questa patata eccellente,
anche grazie al caldo atipico che ha caratterizzato quest’anno
L
a patata al selenio - meglio conosciuta dai
consumatori con il marchio di qualità “Selenella®” - sta facendo registrare in Sicilia, nel
territorio siracusano particolarmente vocato
alla produzione di questa orticola, un trend in
crescita sia per quantitativi di produzione che
per superfici. Inoltre, l’inizio delle raccolte anticipato rispetto alle produzioni emiliane di circa
due mesi, consente l’allungamento del calendario di produzione di Selenella® e, quindi, la
sua presenza sul mercato con i vantaggi commerciali che ne conseguono.
Iniziato con 5 ettari nel 2007, il percorso della
Selenella® è cresciuto di anno in anno e oggi
Apofruit è in produzione con 50 ettari.
Una produzione costante fino al 2012, poi in
crescita progressiva negli anni seguenti con
30, 40 fino agli attuali 50 ettari e consistente
aumento dei quantitativi liquidati.
“I risultati sono stati positivi per i produttori
che hanno spuntato prezzi vantaggiosi (dai 3
ai 5 centesimi al chilo in più rispetto al prodotto normale) - spiega il responsabile d’area di
Apofruit Italia, Alfonso D’Aquila - a ciò va aggiunta la buona qualità e le rese elevate delle
ultime tre campagne e il fatto che la coltivazione di questa patata non sia particolarmente
impegnativa né onerosa”.
Nell’ultimo triennio, per quanto riguarda la produzione Apofruit di patate al selenio, si è verificata una riduzione del numero dei produttori
a fronte di un significativo incremento delle superfici investite.
Ricordiamo qui brevemente le caratteristiche
delle patate al selenio: livelli nutrizionali equilibrati, sapore ricco, ottima consistenza, effetti
benefici nella prevenzione di alcune patologie
cardiovascolari e dell’invecchiamento delle cellule. Il tutto ottenuto grazie al rispetto di
precisi standard produttivi controllati e garantiti
dal Consorzio patata Italiana di qualità.
“Ci sono ottime premesse per la campagna di
questa patata eccellente – dichiara D’Aquila
- la campagna si avvia in netto anticipo così
come sta avvenendo per altri prodotti a causa
delle condizioni climatiche atipiche. Il caldo ha
favorito la coltivazione e crediamo di poter dire
con sicuri vantaggi sulla qualità del prodotto,
che dovrebbe superare i 20.000 quintali”.
APOFRUIT NOTIZIE DAL LAZIO
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IMPOLLINAZIONE: IMPORTANZA
NEL KIWI GIALLO G3
di FABIO MAROCCHI
Q
uesta nuova varietà di kiwi giallo ha suscitato moltissimo interesse tra i produttori, ma
anche tra i tecnici impegnati nella messa a punto
delle giuste tecniche colturali, visto l’alto standard
qualitativo richiesto da Zespri.
Un aspetto fondamentale per la buona riuscita
della coltura è sicuramente l’impollinazione. Vediamo perché. Garantirsi una buona impollinazione porta una serie di vantaggi, oltre a quelli relativi
alla pezzatura finale, legati alla sostanza secca.
Questo aspetto qualitativo del frutto in futuro sarà
sempre più valorizzato e sempre più farà la differenza sul prezzo medio finale di liquidazione. Avere una buona quantità di semi nel frutto (minimo
700-800) nelle fasi iniziali di accrescimento crea
un forte richiamo di sostanze utili (zuccheri e minerali) conseguenti alla formazione della sostanza
secca.
Il polline naturale garantisce sicuramente un’impollinazione di migliore qualità. Pertanto è fondamentale dotare il frutteto di un corretto rapporto
maschi/femmine. Il giusto rapporto è di circa il
16% della superficie coperta da chioma maschile.
Vista l’alta fertilità e produttività delle piante femminili, non è consigliabile ridurre lo spazio da dedicare alla chioma delle piante maschili per aumentare quella delle piante femminili, con l’obiettivo
di aumentare la produttività totale del frutteto. In
sintesi, la chioma delle piante maschili deve avere
il giusto spazio per poter maturare legno e gemme e per produrre una buona quantità di polline
e di ottima qualità.
All’inizio delle piantagioni purtroppo non avevamo la conoscenza della varietà dell’impollinatore
corretto. Ad oggi abbiamo individuato e distribuito presso i produttori le varietà che più si adatta-
Fiori pronti per l’impollinazione
no all’epoca di fioritura del G3. Anche se alcune
aziende hanno avuto difficoltà nel fare gli innesti
per carenza di materiale, consigliamo a tutte le
aziende di migliorare e/o completare gli innesti
fino a raggiungere il giusto rapporto sopradescritto. L’intervento con polline esterno (pre-raccolto)
è un aiuto importante e strategico per ottenere
frutti di qualità, necessario soprattutto nei giovani
frutteti. A questo proposito è importante sottolineare che la tecnica dell’impollinazione assistita (artificiale), richiede una serie di accorgimenti importanti per la buona riuscita. Mettere insieme tutte le
variabili del caso richiede una certa conoscenza
e controllo dell’aspetto operativo e non sempre si
riesce ad ottenere un risultato buono. Con qualsivoglia metodo o macchina impiegata è importante arrivare sul fiore con un petalo ben disteso con
colore dal bianco al dorato. Per ottenere il miglior
effetto si deve portare il maggior numero di granuli
pollinici possibile nel fiore nel singolo passaggio di
impollinazione artificiale.
Per ulteriori informazioni si invitano i nostri soci
produttori a contattare l’ufficio tecnico.
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