Leggerò - Comune di Suzzara

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Leggerò - Comune di Suzzara
COMUNE DI SUZZARA
Provincia di Mantova
PROCESSO VERBALE N. 13
DELLA SEDUTA DI CONSIGLIO COMUNALE
DEL
25.11.2013
All’appello risultano presenti :
MELLI WAINER
CARRA PIERGIORGIO
BORTOLINI LUIGI
GUASTALLI ALESSANDRO
VECCHIA ALDO DAVIDE
ALDROVANDI MASSIMO
BIANCHERA ELISA
AFRICANI GIULIO
COVRI FABIO
ODINI ROSSANO
VELTRI VALENTINA
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BEZZI MATTIA
MASTRI CLAUDIO
GUIDUCCI ALESSANDRO
BIANCHERA NICOLA
COPPOLA PAOLO
BARBI MASSIMO
FRANCESCHINI BARBARA
LEALI PAOLO
IEMBO FRANCESCO
MELLI MARIA LUISA
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Presiede la seduta il Sig. Vecchia Aldo Davide.
Partecipa all’adunanza il Segretario Generale Dott. Tirabassi
Alfredo Luigi il quale provvede alla redazione del presente
verbale.
ASSESSORI PRESENTI SIGG.
AFRICANI I. – CAVALETTI S. - DAVOGLIO G. – ONGARI I.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Tutti i Consiglieri
sono presenti, quindi la seduta è valida, abbiamo due comunicazioni fuori ordine del
giorno, una del Sindaco e una per quanto riguarda la giornata oggi è il 25 novembre, la
giornata internazionale istituita dall’ONU contro la violenza sulle donne, per cui dopo
cederò la parola all’Assessore Cavaletti.”.
PUNTO N.1 – COMUNICAZIONI DEL SINDACO
SINDACO WAINER MELLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Ho distribuito ai Consiglieri
copia del libro pubblicato già l’anno scorso “Archeologia a Suzzara”, ricordando che il 5
dicembre comunque vi sarà la presentazione, la Venere è già esposta da domenica
scorsa invece in Galleria e frugando in biblioteca mi è sembrato utile anche per avere
cognizioni sui temi storici della sicurezza del nostro territorio, anche darvi questo libro sui
delitti, fatto da Brenno Pavesi diversi anni fa, che ritengo molto interessante per la
documentazione che propone.”.
ASSESSORE SILVIA CAVALETTI: “Oggi 25 novembre è la data designata dalle Nazioni
Unite come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
tramite la risoluzione N. 54134 del 17 dicembre 1999. L’Assemblea Generale ha invitato i
Governi, le Organizzazioni internazionali e le Organizzazioni non governative a
predisporre attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in questa giornata, per unire
istituzioni e società civile nell’impegno di prevenire ogni forma di violenza maschile sulle
donne. Questa mattina la Presidenza della Repubblica ha diffuso una nota che esprime il
proprio generale incoraggiamento alle campagne, alle iniziative e alle associazioni che si
impegnano per contrastare un fenomeno così terribile ed in particolare ha voluto
sottolineare quanto sia importante l’adesione convinta e numerosa degli uomini,
all’irrinunciabile battaglia ricordata dalla giornata di oggi. Leggerò alcuni dati diffusi
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che evidenziano la drammaticità della
situazione. In Italia ogni 2 e mezzo giorni una donna viene uccisa, dal gennaio 2013 si
contano 128 femminicidi; il fenomeno della violenza coinvolge trasversalmente donne di
tutto il mondo, di tutte le età, ceto sociale e livello di istruzione. In Italia si stima che
6.700.000 donne tra i 16 e i 70 anni siano vittime di abusi fisici o sessuali e circa un
milione abbia subito stupri o tentati stupri. Il 33,9% di coloro che subiscono violenza per
mano del proprio compagno e il 24% di coloro che l’hanno subita da parte di un
conoscente o di un estraneo, non parlano con nessuno dell’accaduto. La violenza
domestica inoltre è la seconda causa di morte per le donne in gravidanza. In conclusione
chiedo un applauso per ricordare le donne vittime di violenza.”.
PUNTO N.2 (EX PUNTO N. 1 ALL’O.D.G.) - APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO
PER IL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI CIVILI ED ISTITUZIONE DELLA
RELATIVA ANAGRAFE
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Passiamo quindi
allo sviluppo dell’ordine del giorno, il punto lo esaminiamo io dico subito che per
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ottimizzare i tempi rinuncio alla presentazione dello stesso, contemporaneamente però vi
dico anche che il punto, come succede per tantissimi altri argomenti, verrà illustrato,
diciamo che l’illustrazione sarà integrata anche dalla Commissione per le Pari Opportunità
e dal Presidente dell’Arcigay di Mantova “La Salamandra”, oltre naturalmente che
dall’Assessore Cavaletti. Consigliere Guiducci qual è il problema?”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Il problema è quello che ti
ho detto prima, io desidero, come in un civile dibattito, che ci debbono essere degli
interventi a favore, contro, oppure agnostici, gli interventi a favore o contro devono essere
preventivamente comunicati se ci devono essere dal Presidente del Consiglio, oppure
deve indicare che è un Consiglio Comunale Aperto, non sono stato informato, quindi
ritengo che non sia giusto, al di là dell’Assessore Cavaletti e del Presidente della
Commissione consiliare delle Pari Opportunità, che ci siano altri interventi, mi dispiace,
l’avevo detto, uno me lo deve dire perché io non sono ferrato sul tema, non avrei
comunque…”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Grazie.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… grazie un tubo, aspetta
un attimo …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “No, ha già
spiegato il suo punto.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… fammi finire, scusa non
ho finito, grazie, prego, non ho capito, ho detto io non sono ferrato sul tema, quindi voterò
o non voterò secondo mia coscienza quello che sono io, però gli interventi, se ci sono
degli interventi a favore o sono dei consiglieri o sennò se sono degli estranei me lo devi
dire prima perché potevo far invitare qualcuno anche io e ne avrei il diritto.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Abbiamo capito,
vi ricordo che in Conferenza dei Capigruppo non in questa sede ma nella precedente
avevo già comunicato questi due interventi e il regolamento prevede la possibilità di
invitare anche associazioni, quindi la procedura sarà questa.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Mozione d’ordine, io credo
sia opportuno votare su questo tema, perché io credo di avere diritto …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Guardi sta
creando un caso per nulla.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Credo che le mie idee …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lei sta vietando
ad un’associazione di intervenire su un punto che conosce molto bene.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… ma non mi interessa,
ce ne possono essere due, tre, quattro, io non sto dicendo una, sto dicendo
semplicemente …”.
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PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ma potevate
invitarle, comunque è una prerogativa del Presidente poter invitare.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… è una prerogativa del
Presidente e il Presidente si va a fare il Presidente a casa sua, non viene a fare il
Presidente del Consiglio Comunale qui, il Presidente Stalin lo fa a casa sua, devi andare in
Russia non devi stare qui se vuoi andare da qualche parte o sennò nel Congo quando
c’era …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Guardi che
quando ci sono argomenti anche tecnici, vengono chiamati dei tecnici, non capisco perché
per un argomento che ha un carattere politico questa regola non si può adottare.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “.. ma basta che tu lo dica
….”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ma è stato
detto.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… se qualcuno vuole
invitare delle persone a intervenire lo può fare e allora me lo dici, quando me l’hai detto
posso e non posso quindi …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lei apre una
mozione d’ordine perché intende non far parlare un’associazione che è esperta
sull’argomento su questo tema.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… ma esperto o non
esperto non è esperto niente, ti sto dicendo che tu sospendi il Consiglio Comunale perché
se parla un Consigliere bene, se non parla il Consigliere oltre che l’Assessore e alla
Dottoressa Aldrovandi non parla nessun altro te lo dico perché non faccio parlare nessun
altro, chiama i Carabinieri, …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lei non usa
questa autorità davanti al Consiglio Comunale, Lei non può usare questa autorità, e aperta
la mozione d’ordine che francamente non capisco, comunque si esprime un consigliere a
favore e un consigliere contro su questa mozione d’ordine:”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… chiama i Carabinieri ..”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Una precisazione
solo, è vero che ce l’hai comunicato in Conferenza dei Capigruppo quindi ad onor del vero
è assolutamente vero, la Conferenza dei Capigruppo ne ha preso atto del comunicato ma
nessuno si è mai speso o a favore o contro di questo, perché comunque come ben sai è
discrezione tua, scegliere come tu hai detto, se fare o meno una cosa, quindi la
Conferenza dei Capigruppo ha preso solo atto della tua informazione, niente di più.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Come spesso
succede quando ci sono tecnici della Tea, non è un argomento tecnici della Tea o anche
altri argomenti abbiamo chiamato persone fuori dal Consiglio Comunale, stiamo facendo
un caso per nulla. Chi si esprime contro … (Intervento fuori microfono) … chi si esprime
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contro la mozione d’ordine, il Consigliere Carra era a favore o contro nel suo intervento …
(Intervento fuori microfono) … perché una mozione d’ordine si mette ai voti …
(Intervento fuori microfono) … no sull’interpretazione del regolamento è … (Intervento
fuori microfono) … parla uno a favore e uno contro sennò automaticamente decide il
Presidente …”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Riponi il quesito
perché sinceramente io non ho capito su che cosa devo esprimermi contro o…”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “… il quesito lo
pone chi pone la questione della mozione d’ordine, da quanto ho interpretato il Consigliere
ritiene che non possano intervenire esperti o comunque persone che possono illustrare
meglio al Consiglio Comunale l’argomento a discrezione della presidenza del Consiglio
Comunale, cosa che viene fatta normalmente per qualunque altro argomento, io l’ho
capita così! … (Intervento fuori microfono) … é stato informato e anche lei poteva
proporre dei nomi … … (Intervento fuori microfono) … parla uno a favore e uno contro
sennò decido, è una cosa molto semplice secondo me, non vedo perché si debba fare
questo.”.
CONSIGLIERE MARIA LUISA MELLI (GRUPPO MISTO): “Innanzitutto chiederei
l’intervento del Segretario Generale, voglio sapere se siamo effettivamente nell’ambito
della regola, io mi ricordo che in effetti tu lo hai comunicato e quel giorno in Conferenza
dei Capigruppo, anche il capogruppo presente del PD, aveva un attimo obiettato su
questo, si era detto ma perché questa cosa, cosa va a rinforzare, di fatto mi chiedo
adesso, al di là che poi voglio sentire la risposta dal punto di vista proprio della norma,
qual è il comportamento, se è legittima la tua posizione, però voglio dire abbiamo già
giustamente la Presidente della Commissione Pari Opportunità che si presenta
sicuramente autorevolmente in Consiglio Comunale, quindi supportando in effetti
l’Assessore e corrisponde quasi sempre all’intervento che fa di fianco all’Assessore, non
so il tecnico Tea oppure il dirigente delle finanze e quant’altro, mi sembra veramente un
ostentare, in quando caso, proprio effettivamente un parere ulteriore di cui credo si sia
fatta un’opinione, si sia cercata comunque di muovere l’opinione nei giorni precedenti,
quindi mi sembra proprio un’ostentazione questa cosa, al di là del fatto che adesso voglio
sentire il parere del Segretario.”.
DR. ALFREDO LUIGI TIRABASSI - SEGRETARIO GENERALE: “Questa è materia nella
quale il Consiglio Comunale è ovviamente sovrano e quindi si dà le regole, la regola che si
è data scritta è quella riportata all’Art. 42, comma 2 del Regolamento del Consiglio
Comunale che dice: “possono altresì essere invitati consulenti e professionisti incaricati di
progettazione e studi per conto dell’amministrazione, per fornire illustrazioni e chiarimenti,
oltre a rappresentanti di enti, aziende o associazioni”. Quindi l’invito nei confronti di
un’associazione è di per sé stesso legittimo a norma del regolamento, dopodichè visto che
la volontà del Consiglio Comunale è fissata nel regolamento è sempre disponibile al
Consiglio Comunale e visto che il Presidente ha aperto la mozione d’ordine, di
conseguenza volendo il Consiglio Comunale può modificare, riappropriandosi della sua
volontà, il regolamento consente l’invito all’associazione.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “C’è qualcuno che
si esprimere a favore o contro la mozione d’ordine, ripeto che io ho detto che rinuncio
anche al mio intervento e quindi non allunghiamo assolutamente i tempi del Consiglio.”.
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CONSIGLIERE GIULIO AFRICANI (PARTITO DEMOCRATICO): “Io esprimo contro,
sentito anche il parere del Segretario Generale e dato che nel regolamento non sussistono
impedimenti di norma, a questo punto non vedo neanche la motivazione stessa di questa
mozione d’ordine, tra l’altro se l’interpretazione data dal Presidente è quella che dava il
Segretario, ci troveremmo davvero una mozione d’ordine per non far parlare un
rappresentante di un’associazione, a questo punto.”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Io devo dire
un’altra cosa, penso di essere particolarmente in difficoltà a dover esprimermi su come
comportarmi, effettivamente senza nulla togliere agli invitati che ritengo che abbiano
conoscenze in materia di questo atto e dopo avere ascoltato la spiegazione del Segretario,
vorrei solo aggiungere una piccola cosa che il Presidente del Consiglio Comunale
rappresenta tutte le anime che ci sono all’interno del Consiglio Comunale, quindi dovrebbe
avere un attimo la sensibilità di fare una sintesi, se deve invitare le persone, fare una
sintesi su tutte quelle che sono le varie anime o idee o posizioni che vi sono all’interno del
Consiglio. Detto questo ricordo che la Conferenza dei Capigruppo, non può assolutamente
scegliere su chi il Presidente del Consiglio Comunale debba invitare e su quale posizione il
Presidente del Consiglio debba comportarsi, anche perché come ho ricordato un’altra
volta, ci è stato chiesto in Conferenza dei Capigruppo cosa fare, la conferenza ha deciso
una linea, poi il Presidente del Consiglio Comunale appellandosi giustamente al
regolamento, ha detto io opto per una strada legittima, in altre situazioni il Presidente del
Consiglio non ha chiesto niente, ce l’ha comunicato, noi senza dire niente abbiamo preso
atto delle decisioni del Presidente del Consiglio quindi a questo punto la trovo quanto
forzata la richiesta da parte del Presidente del Consiglio Comunale di accettare una
mozione d’ordine su una scelta che i Consiglieri comunali non possono e non hanno la
possibilità di intervenire. Quindi io sicuramente non partecipo al voto a questa richiesta,
perché la ritengo più che altro illegittima, e ci tengo a ribadire e qua lo dico, che il
Presidente del Consiglio è sopra le parti, … (Intervento fuori microfono) …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Però deve
concludere perché non è aperta la discussione sul punto.”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “… il Presidente
del Consiglio Comunale è un super partes, deve cercare di dirigere quello che è il
Consiglio Comunale e se deve chiamare le associazioni, come ripeto, giustamente il
Segretario essendo un mero compilatore del verbale ed è vero che il Consiglio Comunale
è sovrano, però dobbiamo anche avere la responsabilità e la consapevolezza istituzionale
e politica che il Presidente del Consiglio deve rappresentare tutte le anime che ci sono
all’interno del Consiglio e penso che anche il Sindaco e anche gli altri capigruppo, gli altri
consiglieri dovrebbero avere l’intelligenza di dire noi dobbiamo rappresentare tutte le
istituzioni, perché è vero che uno può essere un esperto nella sua materia per svariati
motivi, ma siccome ci sono dei temi che sono non rossi e non bianchi, non neri e non
verdi, ma ogni persona nella sua consapevolezza e nella sua coscienza, ha delle visioni
che possono essere un po’ diverse, quindi era compito di chi rappresenta il Consiglio
Comunale che è lo specchio della società, fare intervenire quelle che sono le varie
sfaccettature che ci sono sul territorio, perché noi rappresentiamo un patrimonio culturale,
un patrimonio di sensibilità e di culture che vi sono sul territorio, quindi penso che quello
che è stato questa stasera che si è cercato di istituire, sia un po’, uso un po’ una parola
forte, un teatrino che alla fine trova il tempo che trova; era opportuno chiamare tutte le
varie sensibilità o quantomeno fare parlare, quella che è nel dubbio di non invitarli tutti,
sarebbe stato compito far parlare l’istituzione perché gentilmente ci ha sopportato …
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pensa… che il Presidente della Commissione ha fatto una sola Commissione dopo che
l’istituzione … ha fatto due commissioni non per predisporre quello che era l’atto che è
venuto in Consiglio Comunale, ma le ha fatte dopo che l’istituzione aveva depositato gli
atti, quindi alla fine non so neanche perché tu l’abbia fatta. Quindi io personalmente non
partecipo e chiedo a altri di non partecipare, rispettando i presenti, ma è nostro dovere
fare sì che tutte le anime della cittadinanza siano qui rappresentate o altrimenti è giusto,
da parte del Sindaco, del Presidente del Consiglio non farle intervenire.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Interpreto il suo
intervento come a favore della mozione d’ordine perché potevano parlare un consigliere a
favore e uno contro… questo era a favore della mozione, ma non c’è una votazione su
questa cosa … probabilmente non conosce bene il regolamento… decide il Presidente
sulla mozione d’ordine. Vogliamo perdere delle ore su dei cavilli burocratici, vogliamo
ritardare il punto.”.
CONSIGLIERE PAOLO COPPOLA (ALTERNATIVA): “Il punto è che fin dalla nascita di
questa esigenza da lei Presidente caldeggiata fin dall’inizio, si è messa all’evidenza di tutti
che lei ha perso l’obiettività e la serenità di condurre questo Consiglio Comunale secondo
un canone di imparzialità, perché questo fin dal primo momento ad oggi che siamo stati
convocati unica volta in tutta la storia del Consiglio Comunale per approvare un unico
punto che non ha nessuna scadenza, unica volta, quindi un intero Consiglio Comunale con
gli uffici mobilitati per approvare un punto di cui lei riteneva la priorità in assoluto su ogni
altra, lei ha ritenuto quali sono le associazioni, quale è l’associazione senza neanche
confrontarsi con i capigruppo, lei pretende di dirigere la discussione, lei pretende di dare al
Consiglio Comunale il suo indirizzo, questo è stato un comportamento che è
completamente al di sopra del suo ruolo di Presidente, piuttosto è un ruolo da capogruppo
di un gruppo di maggioranza o di minoranza quello che è. Quindi tutte queste discussioni
che possono apparire sterili, che possono essere perditempo, nascono dal suo errato,
sbagliato e viziato metodo di condurre il Consiglio Comunale, è questo il discorso. Perché
come diceva giustamente il Consigliere Carra, lei non può dire adesso chiamo questo e
non un altro, bisognerebbe dare al Consiglio Comunale e ai cittadini che vedono il
Consiglio Comunale la possibilità di ascoltare tutti allora, se dobbiamo fare un’opera di
consulenza o di studio aperto alle associazioni, non chiamare solo un’associazione, quella
che si conosce o quella che magari è intervenuta o quella che gli piace di più, sono
decisioni che devono essere prese collegialmente, tant’è che c’è una Conferenza dei
Capigruppo, Dio solo sa a cosa serve, perché se poi è sempre lei Presidente che prende
le decisioni io infatti ho smesso, diserto la Conferenza dei Capigruppo perché comunque
nella migliore delle ipotesi è convocata per ratificare decisioni che lei ha già preso, nella
migliore delle ipotesi altrimenti semplicemente si prende atto e basta. Quindi il problema è
questo: a me spiace, a chiunque sia seduto lì e rappresenti qualsiasi associazione, il
problema è che la scelta unilaterale del Presidente, discrimina, visto che poi si parlerà
anche di discriminazione, tutti coloro che magari potevano avere un punto diverso dalla
situazione, almeno un contraddittorio, in questa sede c’era anche chi aveva detto, ma
allora chiamiamo anche il parroco, chiamiamo allora anche i rappresentanti delle
associazioni religiose, non lo so, ma e perché no? Invece si è ritenuto solo di dare
evidenza e pubblicità e diritto di intervenire ad un’associazione, questo discriminando tutte
le altre, questo è il grave vulnus che lei Presidente ha commesso nell’indire questo
Consiglio Comunale, perché non stiamo parlando del diritto o no di un’associazione di
intervenire, stiamo parlando del diritto – dovere del Presidente di organizzare il Consiglio
Comunale nel modo più collegiale, condiviso e aperto a tutti, cosa che lei non ha fin
dall’inizio mai voluto fare.”.
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PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Per scegliere
un’associazione, le altre associazioni potevano intervenire quando volevano anche nelle
commissioni che abbiamo organizzato anche pubbliche, non sono intervenute, l’unica che
è intervenuta è l’Arcigay quindi assolutamente quello che sta dicendo, che ha raccontato è
una sua visione parziale, che rispetto, ma non è la realtà. Quindi se nessuno chiede la
messa ai voti, decide il Presidente e quindi a questo punto … (Intervento fuori
microfono) … dipende, se lo chiedono 5 consiglieri si mette ai voti, se no decide il
Presidente, vogliamo tirarla alla lunga ancora di dare l’accesso o no ad un intervento
illustrativo ad un’associazione che ha partecipato anche alle Commissioni consiliari aperte
che … (Intervento fuori microfono) … no, no, la Commissione del suo collega è stata
convocata ed era presente l’Arcigay, due volte, le altre associazioni avevano tutto il diritto
di intervenire e potevano farlo, basta, quindi non creiamo un caso quando non esiste.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “ Il caso non esiste più, che
parti chi vuole parlare, che dica quello che vuole dire, rimane il fatto che tu sei non un
grande Stalin, sei un piccolo Stalin, a questo punto parliamo tutti quelli che vogliono, sei un
piccolo Stalin e stasera hai anche la sciarpa rossa che non è una sciarpa che indica quello
che deve indicare, indica che viene da quella parte, dal grande freddo.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Va bene,
quindi?”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Io sono per non
mettere ai voti per il semplice motivo come ti ho detto prima che era discrezione tua
invitare qualcuno, hai scelto di invitare …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Quella che ha
partecipato fino adesso, non è che ho scelto, quella che ha partecipato, se ce ne erano
altre le chiamavo.”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): ”… io ho espresso
la mia opinione e l’ho estesa a chi era d’accordo con me del gruppo, che se tu mettevi in
votazione, non avrei partecipato, ma ti chiedo di non mettere ai voti perché è una
decisione tua invitare qualcuno o non invitarlo …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ripeto, ho
invitato chi ha partecipato ai lavori, se ce n’erano altre dieci chiamavo le altre dieci.
Ora decide il Presidente, a questo punto il Presidente decide che la mozione d’ordine non
ha fondamento e quindi è respinta, do la parola quindi al Presidente Davide Provenzano di
Arcigay …”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… non ha fondamento, tu
non hai diritto di dire non ha fondamento.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “… va bene l’ha
ritirata, …”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Che sia chiaro, tu sei un
piccolo Stalin.”.
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PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “… non iniziamo a
giocare su queste cose, va bene l’ha presentata, ci ha fatto perdere mezzora e poi l’ha
ritirata, va benissimo.”.
DAVIDE PROVENZANO - PRESIDENTE DI ARCIGAY LA SALAMANDRA: “Ringrazio
per la calorosa accoglienza, volevo solamente precisare che sul territorio mantovano
l’unica realtà che rappresenta la comunità omosessuale - transessuale mantovana è
Arcigay, se ce ne fossero altre chiaramente sarebbe importante che altre fossero qui
stasera. Ringrazio comunque il Consiglio per la disponibilità. Il dibattito sui diritti civili è
spesso scandito da un luogo comune, l’idea che riconoscerli ad alcuni significhi toglierli ad
altri, come se fossero come il petrolio una risorsa limitata e non rinnovabile. È così che per
esempio i diritti delle donne sono stati riconosciuti dopo lunghe battaglie e ancora oggi non
del tutto affrancati dalla violenza e dalla discriminazione che in questa giornata, il 25
novembre ricordiamo. Uso le parole del Senatore Lo Giudice che l’altra sera ci ha ritornato
che sancire un principio di uguaglianza, non significa creare sacche di privilegi e
concessioni a beneficio di una minoranza e a discapito di una comunità maggioritaria,
significa piuttosto mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza per poter accedere
proporzionalmente ai bisogni e alle disponibilità a determinati servizi; è un po’ come
quando si gioca una partita su un campo da calcio, che invece di essere piano è inclinato.
Chi vive in assenza di diritti è come se giocasse dalla parte del campo che sta più in basso
e senza che ci sia mai un secondo tempo con relativo cambio di campo. Pensate che
fatica riuscire a mettere la palla in porta! Le leggi, i provvedimenti amministrativi, la
giurisprudenza servono a riportare quel campo da gioco in posizione corretta, affinché tutti
possano sentirsi cittadini con pari diritti e doveri, ma prima ancora con pari dignità. Voi
stasera siete chiamati a fare questo, contribuire a dare a tutti i cittadini residenti a Suzzara
che vivono una dimensione di famiglia effettiva e che non sono uniti in matrimonio un
messaggio chiaro, il Comune di Suzzara riconosce a tutti la stessa dignità e lo fa con un
atto che ha forte valenza simbolica ma anche pratica, infatti non è importante se
all’anagrafe si registreranno 10 coppie o 100 coppie, quel che conta è che questo Comune
avrà contribuito a creare un’ulteriore crepa sul muro del pregiudizio e della separatezza
sociale che oggi distingue l’Italia dal resto dei paesi d’Europa e buona parte del mondo
occidentale, che da tempo hanno dato piena uguaglianza giuridica alle persone
appartenenti alla comunità Lgbt. Dovrebbe infatti farci riflettere molto, il fatto che l’Italia nel
garantire gli standard base in materia di diritti umani alle persone gay, lesbiche e
transgender sia più vicina in percentuale alla Russia che alle vicine Germania o Francia.
Anche i nostri amori percorrono un pezzo di strada prendendosi per mano e fanno progetti
nella speranza che questo viaggio duri al più a lungo possibile, anche i nostri sono amori
solidali, specie di questi tempi, quando le certezze lavorative e la sicurezza economica
scricchiolano sotto i piedi di chiunque senza certo sottilizzare su orientamento sessuale sul
genere. Sono amori che vivono gli alti e i bassi di una relazione, nutriti di quell’autenticità
che si alimenta dei silenzi complici, delle complementarietà caratteriali, della quotidianità a
volte leggera, a volte meno, ma sempre vissuta fino in fondo, sono amori che si prendono
cura dei propri figli, cercando di educarli alla tolleranza e al rispetto delle diversità
comunque essa si manifesti, perché ne comprendono nel profondo il valore e la ricchezza,
dietro e dentro questi amori ci sono persone in carne ed ossa, ci sono speranze, sogni e
sentimenti, c’è un universo reale che merita il riconoscimento e valorizzazione. Sono allora
amori diversi? Sì, lo sono purtroppo, perché devono lottare ogni giorno contro i tanti
pregiudizi di una società ancora fortemente maschilista e fragilmente laica, ma questo
paradossalmente è ciò che li rende ancora più tenaci e uniti nell’esigere tutela,
riconoscimento e dignità. Spero, ma la serata non mi fa propendere per ciò, che la
presenza e l’intervento della nostra comunità, della nostra Associazione Arcigay in queste
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settimane di dibattito non sia stata vissuta come un’ingerenza, ma piuttosto come
un’opportunità di confronto e di conoscenza. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato e
anche chi è stato dietro alle quinte per pervenire ad un documento su cui ho già espresso
ampia soddisfazione, ringrazio sia chi era già a favore, sia chi, pur contrario e dubbioso ha
dato un contributo di riflessione e approfondimento nella buona fede delle convinzioni di
ciascuno e ciascuna. Auspico che questo Consiglio Comunale di Suzzara voglia scrivere a
suo modo una pagina storica, consegnando alle statistiche un record importante per la
nostra Provincia, l’abbiamo tenuto fermo il principio della non discriminazione e
dell’uguaglianza approvando un regolamento che veramente ci mette tutte e tutti sullo
stesso piano, nel momento in cui ci presentiamo di fronte all’ufficiale d’anagrafe in quanto
coppie, in quanto famiglie. Grazie e buon lavoro”.
MARIA PIA ALDROVANDI - PRESIDENTE COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’: “Il
mio intervento è un intervento un po’ più generale e anche tecnico, si compone di due
parti: una parte introduttiva che mi compete proprio per la qualità di Presidente più
generica e un aspetto un po’ più nei termini della tematica che affido alla Dottoressa Lara
Siliprandi che ha partecipato naturalmente attivamente alla formulazione del regolamento.
In questa seduta il Consiglio Comunale è chiamato ad esprimere il proprio voto sulla
proposta di riconoscere le unioni civili, con l’istituzione di un’apposita anagrafe per
prendere atto formalmente di una realtà, quella delle coppie di fatto. Come già consolidato
in molti paesi europei di cui l’Italia è parte, com’è avvenuto in Lombardia da Milano a
Ostiglia, Suzzara ha certamente l’opportunità di poter dare una voce ad una realtà che già
esiste nei fatti. L’Italia non ha una legislazione sulle/delle unioni civili, quindi la coppia di
fatto, ovvero non legata da un vincolo matrimoniale non è giuridicamente riconosciuta, ciò
tuttavia non significa che un’unione stabile non faccia sorgere in capo ai conviventi dei
diritti e anche dei doveri. Il quadro è frammentario perché non esiste un’omogeneità di
diritti e di doveri e quindi anche un’omogeneità e unitarietà normativa. Le prime iniziative di
legge, i disegni di legge, tendenti al riconoscimento di questa formazione sociale in Italia,
risalgono al 1986 con un costante aumento negli anni, segno questo che la società civile,
come è stato detto anche nelle giornate di approfondimento, direi ormai giornate, perché
ce ne sono state tante, la società civile vive in una realtà che è avanzata rispetto alla
regolamentazione legislativa e mostra la volontà ed il bisogno che di questa realtà ne sia
preso atto e si pongano delle regole che riconoscono questo mutamento sostanziale e
riconoscono dei diritti e dei doveri al pari di ogni altra formazione sociale, basata su vincoli
affettivi formalizzata con il matrimonio. Tuttavia questa mancanza di intervento a livello
centrale non ha evitato alle realtà locali, anche confortate dalle evoluzioni europee, che si
dotassero entro l’ambito delle competenze loro attribuite dalla Carta Costituzionale, gli
articoli sono noti, 117/118 di proprie regolamentazioni per dare un segnale simbolico alla
presa d’atto di una realtà che avanza, anzi che direi si sta stabilizzando. Abbiamo detto
che le esigenze ed il sentire collettivo sono le fondamenta di un buon amministratore, di un
amministratore che cerca le risposte concrete alle diverse situazioni che si presentano su
un territorio che sta amministrando, questo è un piccolo passo, ma perché abbiamo voluto
occuparcene? Perché siamo arrivati a formulare un documento che Suzzara dovrebbe
fare proprio? Perché più numerose sono e saranno le amministrazioni territoriali che
operano questo riconoscimento, maggiori sono e saranno le possibilità che a livello
centrale si prenda atto e si intervenga con una regolamentazione nazionale, quindi ci
auguriamo che il governo della città come l’ho chiamato, lo chiamo e credo che sia così
questo Consiglio Comunale, lo faccia proprio, dando un segnale di democratica ricezione
delle istanze che ormai si sono manifestate. Non possiamo nascondere che in Italia ci
sono oltre un milione di coppie di fatto, che ci sono degli omosessuali, degli eterosessuali,
coppie di giovani, coppie di anziani, di vedovi, che si danno sostegno ed assistenza, per
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questo abbiamo proposto un regolamento con un’iscrizione all’anagrafe delle unioni civili
che avverrebbe previa formale richiesta degli interessati con una semplice annotazione di
vincolo affettivo dei componenti di un nucleo familiare già esistente e che si sta formando.
In altre parole ci sarebbe una specificazione di questo vincolo affettivo che leghi i due
soggetti che hanno deciso di condividere un percorso di vita insieme. Si è scelta la strada
di non istituire un registro, ve l’abbiamo già detto, l’ho già espresso in più occasioni,
perché questo avrebbe significato per noi creare un’ulteriore discriminazione. L’iscrizione
all’anagrafe delle unioni è una formalizzazione di una realtà collettiva o sociale, senza
nulla togliere, ci è stato spiegato molto bene anche nella serata di venerdì, a chi sceglie e
continuerà a scegliere il matrimonio. Questo riconoscimento infatti non è una scappatoia
per derogare all’osservanza delle esistenti norme di legge, ha soltanto l’obiettivo di porre
l’istituzione Comune e me ne voglia che sia il Comune di Suzzara, come interlocutore
neutrale rispetto a tutte le famiglie indipendentemente dalla loro connotazione formale. La
Commissione Pari Opportunità che rappresento ha elaborato questo documento, è una
Commissione del Comune di Suzzara, ha agito su sollecitazione, su richiesta del
Presidente del Consiglio Comunale che ci ha posto questa problematica come ho già detto
in un’altra occasione insieme ad altre, ma ha democraticamente scelto al suo interno di
portarla avanti, per arrivare alla formulazione del documento, lo ha fatto in stretta
collaborazione con l’assessorato di riferimento e con i Consiglieri comunali in essa
rappresentati, nell’ambito delle proprie competenze e del proprio ruolo di promozione delle
pari opportunità e della rimozione degli ostacoli al riconoscimento di questi principi che
tanto bene l’amico dell’Arcigay ha qui evidenziato dell’uguaglianza, del sesso, della razza,
della lingua, della religione, delle opinioni politiche, di quelle condizioni sociali e personali
che sono così esplicitamente espresse anche nel nostro Statuto e direi da esso normate.
Quindi ringrazio tutti per il lavoro che è stato fatto, se c’è la possibilità di dedicare qualche
altro momento per entrare un attimo più e se ritenete anche se questo sia di interesse
anche se chiaramente il documento è in mano a tutti, quindi tutti già lo hanno visto, ma ci
verrei solo a dare due puntualizzazioni sulla normativa che abbiamo voluto seguire e sulle
indicazioni che abbiamo voluto portare.”.
LARA SILIPRANDI - MEMBRO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’: “Prima di
spiegare il percorso che abbiamo seguito, volevo ringraziare il Presidente del Consiglio
Comunale e gli Amministratori per averci dato l’opportunità di approfondire una realtà che
da molto tempo è presente nel vivere quotidiano, ma della quale non ci si è impegnati
davvero per capire le difficoltà che le unioni civili o di fatto incontrano nella gestione della
vita quotidiana. Unioni civili sono coloro che al pari di una coppia tradizionale, conosciuta
come legittima perché fondata sul matrimonio, forse al giorno d’oggi non più così diffusa,
coppie che nei fatti non vogliono o non possono concludere e vantare tale istituto
matrimoniale, ma non per questo meno meritevoli di tutela, per questo non credo che non
aver consacrato una unione, un legame basato sui medesimi vincoli affettivi di rispetto,
uguaglianza e di volontà di costruire una vita insieme con un rito formale del matrimonio,
possa legittimarci a non parlarne o di trattarli come una coppia di “serie B”. Fa piacere
constatare che il compito che ci è stato affidato ha portato tutti a trattare, discutere in
diverse sedi e in ognuna di queste credo che abbia arricchito di qualche elemento
costruttivo per il fine perseguito, certo tutto è migliorabile, ma bisogna pur partire da
qualche punto, poi strada facendo ci si corregge; per ora, non esistendo norme statali in
materia credo che il Comune di Suzzara stia affrontando un percorso di grande
maturazione e sensibilità verso i bisogni e le necessità della collettività che è chiamata a
governare. Per quanto riguarda il percorso seguito nella costruzione del regolamento,
premettendo che all’interno della Commissione vi è stato un ampio dibattito, perché
giustamente si sono manifestati diversi modi di pensare di ognuno dei componenti, tuttavia
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questo è stato superato e si è partiti dall’osservare come si sono orientati gli altri Comuni
lombardi e non, che già hanno adottato un provvedimento in tal senso. Pur nella
consapevolezza delle maggiori difficoltà in cui si possono trovare le coppie omosessuali
nella nostra previsione si sono poste nello stesso piano le unioni di fatto sia eterosessuali
che omosessuali, in quanto concretamente si trovano nella stessa situazione. Sono stati
cosi individuati gli stakeholder del regolamento, ossia coloro che pur trovandosi in una
situazione di fatto non vietata da nessuna norma, oggi non godono del seppur minimo
riconoscimento e di tutela. Non si poteva rimanere indifferenti, perciò si è cercato nei limiti
delle nostre possibilità e nei vincoli di legge di lavorare per elaborare un documento
regolamentare in tal senso; tuttavia per un buon lavoro si è tenuto di realizzare un
documento calato nella realtà di Suzzara e non un mero copia/incolla, pur tuttavia
cercando e sperando di aver rispettato le disposizioni di legge inderogabili in materia, mi
riferisco principalmente al regolamento anagrafico approvato nell’’89 e dalle normative
successive. Così, partendo dalle disposizioni dell’articolo 2 della Costituzione la quale
dispone che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come
singolo che nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità e ritenendo che
questo articolo si pone ad un livello più generale rispetto alla disposizione dell’articolo 29
della stessa Carta costituzionale, il quale prevede che la Repubblica riconosce i diritti della
famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, si è dovuta trovare in qualche
modo - un modo per riconoscere e tutelare le formazioni sociali che si rappresentano alla
realtà come unioni di fatto o civili. Il regolamento si pone nella disciplina generale di una
formazione sociale naturale fondato sull’unione di fatto, unione sostanziale legata da
rapporti affettivi, ma non per questo meno legittimata ad ottenere riconoscimento al pari di
una formazione specificata fondata sul matrimonio e regolata dalle norme del Codice
Civile. Questo ha portato pertanto a voler riconoscere una famiglia anagrafica basata su
un vincolo di fatto, rientrando nella previsione fornita dalla Risoluzione del Parlamento
europeo del marzo 2012, che pur rivolgendosi nello specifico alle coppie omosessuali,
prevede che gli Stati membri, tra cui l’Italia è parte, non devono dare al concetto di famiglia
una definizione restrittiva allo scopo di negare protezione e tutela alle coppie non
coniugate, volendo così dare aspetto ad una risoluzione che fotografa una realtà europea.
Previsione già in precedenza anticipata da una importante sentenza della Corte Giustizia
europea, la 138 del 2010, la quale ha vietato restrizioni nel riconoscimento dei doveri e di
libero esercizio dei diritti al pari di ogni altro essere umano alle coppie omosessuali, non si
vede perché il medesimo principio non possa estendersi alle coppie che non vogliono
sposarsi. Quindi la famiglia anagrafica basata su un vincolo di fatto non è parso meno
meritevole di una tutela al pari di una famiglia coniugale fondata sul matrimonio, la scelta è
stata valutata anche in relazione all’art.1 del Regolamento Anagrafico vigente, il quale
prevede che l’anagrafe della popolazione residente è una raccolta sistematica dell’insieme
delle posizioni relative delle singole persone, famiglie e dalle convivenze che hanno fissato
nel Comune la residenza. Da questa disposizione ne è scaturita la scelta di un’anagrafe
delle unioni civili e non di un registro in quanto lo stesso regolamento prevede e riconosce
l’iscrizione di convivenze, tra le quali senza dubbio rientrano quelle fondate sui vincoli
affettivi. Convivenza è meglio il termine che descrive un rapporto affettivo di calore
personale diverso dal termine coabitante, termine freddo che si è pensato più ascrivibile
ad una condivisione di un’abitazione comune per motivi diversi, studio e lavoro ad
esempio; inoltre tenendo conto di un registro già esistente possa anche consentire un
risparmio in termini di tempo e di spesa pubblica per gli operatori che si troveranno
materialmente ad eseguire l’annotazione. Considerato così di raffigurare le unioni civili in
una annotazione, specificazione del motivo delle registrazioni della residenza, si è voluto
perseguire comunque la parità di trattamento delle coppie di fatto rispetto alle coppie
formalizzate nel matrimonio e non segregarle in un registro apposito alquanto
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discriminatorio in una situazione che nulla ha di diverso dalle altre. La disciplina è stata
elaborata e tutta pensata come regolamentazione di un rapporto affettivo assimilabile nei
fatti e di un rapporto di coniugio, se così si vuole configurare solo quello suggellato
formalmente nel matrimonio, sia esso religioso o concordatario civile, tale scelta è stata
determinata anche dal fatto che non è possibile assimilare tale rapporto sostanziale ad
uno definito come parente prossimo per le diverse connotazioni giuridiche che quest’ultimo
istituto contiene, infatti ai sensi del Codice Civile la parentela è un vincolo tra persone che
discendono da uno stesso stipite, ossia nel caso di filiazione avvenuta all’interno del
matrimonio o anche fuori dallo stesso, comunque è un vincolo di sangue e per prossimità
è stata intesa come grado di parentela dove il 1° grado è sicuramente un parente più
prossimo rispetto ad un 3° grado, pertanto tale definizione non è parsa potersi in nessun
modo adattare all’union e di fatto. Ancora si è escluso di parlare di patti di convivenza
intendendo con essi, così come confermato venerdì sera dallo stesso Senatore Lo
Giudice, solo una pattuizione con rilevanza prettamente economica e gestionale
dell’unione, ma certamente non idonea ad attribuire un riconoscimento giuridico alla
stessa. Insomma il presente regolamento è stato pensato e scritto attuando e sperando di
aver tradotto in termini reali il principio del pari trattamento e non discriminazione,
fornendo un riconoscimento e tutela alla realtà esistente, sperando in un intervento al più
presto a livello centrale e confidando in un’approvazione da parte di questo Consiglio
Comunale.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “A questo punto
sono esauriti gli interventi che illustrano il punto, è aperta la discussione; vi comunico, a
parte che lo sapete già, che ci sono una serie di emendamenti, uno è quello del Sindaco
per quanto riguarda i modelli, l’emendamento dei Consiglieri Guastalli, Wainer Melli, Carra
Piergiorgio, Aldrovandi Massimo, Bortolini Luigi, Veltri Valentina e Bianchera Elisa, che è
un emendamento anche questo modificativo di diversi articoli a cui è collegato un sub
emendamento presentato dai consiglieri Carra Piergiorgio, Guastalli Alessandro, Vecchia
Aldo Davide e Africani Giulio che avete anche qua in distribuzione ed un emendamento
aggiuntivo del Consigliere Guiducci che ho provveduto a distribuire anche questo, quindi ci
sono 4 emendamenti che io do per letti, perché in parte erano stati depositati e in parte
sono stati distribuiti, quindi se non ne chiedete lettura io per velocizzare do per letto.”.
CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “Prima di passare al punto due
cose, io del consiglio di questa sera ho saputo dai giornali, non ho ricevuto nessuna
comunicazione; seconda cosa, da questa sera questo consiglio non è più un consiglio
comunale è un bordello. Se parliamo di regolamentare le unioni tra un uomo e una donna
che non si sposano, di persone anziane che si mettono assieme negli ultimi anni di vita,
questo è un discorso, se invece si vuole riconoscere come unione o famiglia quella tra due
gay o due lesbiche, vi dico subito di no, non può essere una famiglia quella formata da
persone malate, perché io le considero tali, siete malati, siete, lo dico forte, …”.
(in sottofondo: sei malato tu, sei malato)
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Consigliere
Barbi, lei è ammonito, vada avanti.”.
CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “… no, io sono regolare e siccome
nel PD ci sono diversi ex democristiani mi meraviglia molto che si comportino
diversamente da quanto dice da sempre la chiesa, la famiglia è quella formata da un uomo
e da una donna … (fuori microfono i componenti l’assise protestano vivacemente)
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… …………………. tutti i popoli, marca b, non mi dilungo oltre, dite solo ai vostri amici che
noi normali non andiamo …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Scusi non ho
capito la parola.”:
(continuano le proteste fuori microfono)
CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “… io sono normale, mi considero
normale …”.
(continuano le proteste fuori microfono)
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Questa frase è
offensiva, si rende conto?”.
CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “…oggi sembra che i diversi siamo
noi e non loro, certo che con tutti i problemi che ha Suzzara pensare a queste cose è da
irresponsabili, mi piacerebbe sapere a chi è venuta questa idea, penso che non sia solo
tua ………………….., quando invece la cosa dovrebbe essere normata a livello nazionale
e poi perché mettere tutto assieme, io ho un figlio che non è sposato è accompagnato,
doveva essere presente anche lui questa sera.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Mi dispiace, non
la ringrazio per il suo intervento visto i toni che ha utilizzato, lei è libero ma ha usato delle
espressioni veramente inadeguate, non aggiungo altro.”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Scusa Davide mi
viene chiesto di cosa stiamo parlando se degli emendamenti o se del punto …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ho detto prima
sul punto, la discussione è sul punto, poi finita la discussione sul punto i relatori possono
illustrare gli emendamenti e si apre la discussione sugli emendamenti in generale, adesso
è sul punto.”.
CONSIGLIERE CLAUDIO MASTRI (DIRITTI E PARI OPPORTUNITA’): “Questa sera
siamo molto fortunati perché senza spesa, senza spending review possiamo andare
incontro ad un bisogno che riguarda una parte della popolazione ed è un bisogno che
tocca persone, quindi tocca carne viva, per cui quello che noi faremo in un modo o
nell’altro sarà di aggiungere … (si interrompe la registrazione) … gli storici in Italia
erano più le convivenze more uxorio che non i matrimoni, oggi nella nostra fase storica
stanno ricominciando ad aumentare le convivenze di fatto che i latini chiamavano appunto
more uxorio. Quello che noi ci troviamo a fare qui questa sera è riconoscere un diritto, cioè
non è che noi concediamo, un diritto lo si riconosce, è una presa d’atto, quando alle donne
è stato riconosciuto il voto, la parità uomo donna ecc., non è che sono diventati intelligenti
in quel momento li, erano intelligenti anche prima, anche prima potevano fare cose che
non gli venivano riconosciute, quindi quando noi questa sera riconosciamo questo diritto
non è una concessione o come era una volta un editto di tolleranza: “si tollera che nel mio
territorio siano presenti gli ebrei”, no, si riconosce, si da atto che c’è una situazione di
persone che sono titolari di diritti e questa è la cosa più importante che noi decidiamo
questa sera. Del resto il compito della repubblica ce lo ricorda la nostra Costituzione
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all’articolo 3, è quello di rimuovere gli ostacoli che rendono diseguali le persone, i Padri
Costituenti sapevano benissimo che viviamo in una società molto diversificata, dove ci
sono diritti ma anche privilegi, quindi hanno previsto e auspicato la possibilità che venisse
avanti una uguaglianza maggiore tra i diritti e come è stato ricordato i diritti sono una
energia rinnovabile, uno si può sposare in chiesa, sposare in Comune, sposare con rito
concordatario, può fare una unione di fatto, può fare come propongono adesso i notai, chi
vuole può fare un contratto atipico per regolamentare i propri rapporti con. Vi dirò un’altra
cosa, nel regolamento del Comune si dice che chi si dichiara … dichiara la disponibilità ad
una assistenza morale e materiale, bene, una delle differenze che ci sono tra un
matrimonio civile o concordatario e una unione di fatto è che nell’unione di fatto non hai
l’obbligo della fedeltà, non hai l’obbligo dell’assistenza, tutto qua, ma lo stesso Stato che ci
fa recitare la formula in cui si dice ci sono questi obblighi non manda più i Carabinieri, cioè
non c’è più l’intervento dei Carabinieri per abbandono del tetto coniugale, tutte queste
cose le ha lasciate alla volontà dei singoli della loro risoluzione. Quindi noi questa sera
stiamo discutendo di questo, non si obbliga nessuno di quelli che hanno fatto le unioni di
fatto ad iscriversi all’anagrafe, non si va ad intaccare nessun diritto delle persone che
invece si sono sposate con rito concordatario o con rito civile. L’ultima considerazione, non
vorrei che adesso tutte le volte che discuteremo di problemi simili dovessimo sempre
ricominciare dall’inizio. Io spero che e in questo caso mi rivolgo al complesso della
comunità gay, che venga avanti una legge nazionale che riconosca le unioni civili a tutti gli
effetti, noi oggi facciamo un passo in quella direzione li ma non legiferiamo noi
ovviamente, spero anche che venga avanti il riconoscimento modificando l’articolo 29 della
Costituzione, che riconosca che anche persone dello stesso sesso si possano sposare.
Prendiamo atto che 3 giorni fa il Tribunale di Bologna ha affidato ad una coppia gay un
bambino. Di nuovo, quando questo verrà riconosciuto anche alle unioni gay non è che
improvvisamente saranno capaci di essere famiglia e di essere accuditivi verso un
bambino, lo sono già da oggi, sarà solo una presa d’atto.”.
CONSIGLIERE PAOLO LEALI (INIZIATIVA - LEALI A SUZZARA): “Credo che nessun
altro voglia intervenire, innanzi tutto mi corre l’obbligo di fare una precisazione, io dopo
aver ricevuto il documento del regolamento prestato dalla Commissione Pari Opportunità,
dopo averlo letto ho sentito la necessità di avere dei chiarimenti, quindi ho partecipato alla
prima Commissione che è stata fatta tempo fa, volevo capire tante cose e che
conseguenze poteva portare questo regolamento. Già dalla prima riunione a cui ho
partecipato e poi altri incontri che sono seguiti, ho capito che le conseguenze di questo
regolamento sono pressoché nulle. Poi avrei voluto partecipare anche alla seconda
Commissione, non ho potuto farlo perché avevo degli amici che venivano a trovare la mia
famiglia, venivano dall’altra parte del mondo e sicuramente non potevo privilegiare una
Commissione alla quale avevo già partecipato per rinunciare alla loro compagnia. Però, ho
avuto l’opportunità di seguirla e di ascoltarla in streaming e sono rimasto molto
meravigliato e mi sono sentito citare e qualcuno mi ha messo in bocca delle parole che io
assolutamente non ho detto e dei concetti che non mi appartengono, come per esempio
secondo me l’essere sposati comporterebbe certi obblighi, sicuramente comporta certi
obblighi, ma sicuramente io non credo che comporti l’obbligo di fedeltà, non credo che
l’obbligo di fedeltà sia neanche previsto dalla normativa, dalla giurisprudenza, forse una
volta lo era … se fosse vero avremmo tutta l’Italia in galera a questo punto … allora se c’è
è una cosa che va oltre il mio pensiero ma io assolutamente non lo pensavo e invece me
lo sono sentito attribuire in modo assolutamente improprio, tra l’altro poi addirittura mi
sono sentito attribuire dei concetti come delitto d’onore cose del genere, credo che chi mi
conosce, conosce la mia storia, conosce la mia famiglia, assolutamente non può pensare
che noi coltiviamo di questi pensieri. Io però avevo la necessità di capire tante cose e
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soprattutto avevo la necessità di capire un argomento a cui tenevo molto che è quello del
diritto di sostentamento, questo sì, questa era una cosa che mi interessava molto, perché
noi stasera parliamo di questo documento ma ancora nessuno qui ha detto che questo
documento viene portato avanti in modo proprio o improprio da diverse componenti, dove
c’è la componente delle coppie gay che chiedono di poter accedere ad un contratto
matrimoniale che sia il più vicino possibile a quello del matrimonio normale delle coppie
eterosessuali, vorrebbero anzi che fosse lo stesso tipo di matrimonio con le stesse norme,
le stesse regole, le stesse tutele per i componenti la famiglia perché è di questo che poi si
parla. Io credo che l’argomento più importante sia questo e la cosa è stata ribadita anche
appunto dal Sen.re Lo Giudice l’altra sera, forse è passata un po’ inosservata la cosa, ma
ad un certo punto il Sen.re Lo Giudice ha prevenuto certe mie domande, certe mie
interrogazioni che volevo fare, e volevo chiedere proprio questo, perché noi approvando
questo regolamento non faremo niente, non ci sarà niente di più, niente di meno, da ieri a
oggi non cambierà niente; c’è solo il desiderio di far partecipare ai nostri governanti questa
nostra iniziativa, che noi vorremmo questo, io non credo molto che i nostri partecipanti
abbiano questa sensibilità, questa voglia di occuparsi di questo problema, già tante volte
hanno tradito il popolo italiano nelle sue aspettative non rispettando referendum,
manifestazioni di tanti tipi, per cui la volontà di risolvere questo problema la lascio tutta a
voi. Però il Sen.re Lo Giudice diceva che in effetti c’è una commissione, perché poi io ho
parlato con lui personalmente per chiedere alcune cose più particolari e lui mi ha
confermato che c’è una commissione che si sta occupando del problema, e sta
affrontando questo problema con due binari diversi uno dall’altro, da una parte io le
chiamo legittime, le legittime aspettative delle coppie gay che chiedono di poter avere ciò
a cui non hanno diritto secondo la legge italiana, lo chiedono con forza e credo anche
giustamente, dall’altra parte abbiamo le coppie di fatto che invece vogliono un vincolo
diverso e lo stesso Sen.re Lo Giudice diceva che il secondo binario, il primo binario era
quello che rispettava la coppia gay, il secondo binario era quello che invece cercava di
risolvere le aspettative delle cosiddette coppie di fatto, cioè quelle coppie eterosessuali
che pur potendo accedere ad un matrimonio normale – regolare non lo fanno, perché per i
loro motivi, alcuni perché ritengono che la loro libertà vada al di sopra di tutti, altri perché
ritengono che invece ci siano delle motivazioni di interesse economico per cui il
matrimonio con meno vincoli potrebbe essere più vantaggioso, ognuno ha le sue
motivazioni più o meno legittime, più o meno legate a quel rapporto affettivo di cui appunto
si parla nel documento. Poi senza parlare che c’è l’eventualità di altri binari ancora, perché
due sono questi ma poi abbiamo già sentito parlare delle famiglie arcobaleno, le famiglie
composte da 3, 4, 5 persone, non solo coppie, le cosiddette famiglie arcobaleno le ha
citate anche il Sen.re Lo Giudice, faremo un legge anche per questo …”.
DAVIDE PROVENZANO - PRESIDENTE DI ARCIGAY LA SALAMANDRA: “Giusto per
chiarire, sono famiglie in cui i genitori sono una coppia dello stesso sesso, quindi giusto
per chiarire e sono presenti dei figli, quelle sono famiglie arcobaleno.”.
CONSIGLIERE PAOLO LEALI (INIZIATIVA - LEALI A SUZZARA): “… grazie del
chiarimento, allora non si chiamano famiglie arcobaleno ma si chiamano unioni di fatto,
dove non è solo coppia di fatto ma unione, perché prevede un numero allargato ai due,
quindi dovremmo prevedere anche una serie di normative anche per questo tipo di unioni
… allora se c’è già chiudiamo e andiamo a casa, abbiamo già finito. In tutta questa vasta
gamma di possibilità di unioni quello che mi preme più di tutto è sapere se tutte queste
unioni prevedono l’assoluta tutela per il partner più debole per esempio, perché in una
coppia c’è sempre un partner più debole, c’è sempre quello che per motivi strettamente
familiari o perché la donna tante volte per ovvie ragioni deve concepire, partorire, accudire
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nei primi periodi il proprio figlio quindi inevitabilmente deve rinunciare eventualmente a
possibilità di carriera dal punto di vista del lavoro, mentre invece l’altro coniuge, quello più
forte chiamiamolo così, che ha più possibilità di fare carriera, per non parlare poi delle
coppie monoreddito dove addirittura c’è solo uno che lavora e l’altro invece rimane a casa
e accudisce la famiglia, in questi casi chiedo e lo chiedo a voi, in questi casi nelle coppie di
fatto il partner più debole è tutelato nello stesso modo che nei matrimoni normali quelli
celebrati in Comune o in chiesa oppure ci sono delle differenze? … Non solo manca la
legge, non è il fatto che manca la legge, è il fatto e io chiedo a chi porta avanti questo
progetto che cosa vi aspettate dal legislatore, vi aspettate una norma, più norme, una
norma per ogni caso e in questo modo non se ne salta più fuori, lo stesso Sen.re Lo
Giudice ha detto l’altra sera che è certamente un lavoro estremamente difficile e
complicato andare incontro a tutte le richieste e aspettative di quel milione e mezzo di
coppie di fatto o di coppie che non possono accedere al matrimonio, cioè è estremamente
difficile riuscire ad accontentare quella coppia che desidera un matrimonio normale e
distinguerla da quella che invece dice no noi vogliamo stare solo insieme, questo è quello
che è emerso secondo me, se invece non è così allora non c’è neanche il problema, se
non è così non esiste neanche il problema, basta andare come dice qui davanti ad un
notaio e fare il contratto di convivenza che tra qualche giorno potranno essere legittimati.
Io ho un’idea diversa di quello che è la vita e di quello che sia il matrimonio, credo che chi
abbia intenzione di stipulare delle coppie di fatto per avere delle agevolazioni dal punto di
vista della propria vita di dire io affronto questa esperienza il matrimonio o della vita in
comune chiamiamola così già col freno a mano tirato o già con il paracadute perché non
vedo o prevedo, o ho già visto tante volte che situazioni come quella a cui vado incontro
sono finite male, per cui già mi premuro, già mi preparo al peggio, io credo che questo sia
un errore, almeno per quello che riguarda il mio modo di intendere e di vedere la vita. Io
credo che la vita sia un pane duro da mangiare per tutti e che ognuno si deve mangiare il
suo e deve saperlo affrontare secondo i suoi principi, i solidi principi che è giusto che ci
siano. Termino, un mese fa circa ho visto un bellissimo film e il sottotitolo era: nella vita
non ci sono prove generali-, chi crede di poter affrontare la vita in comune chiamatelo
matrimonio, chiamatelo coppia di fatto, chiamatelo come volete, crede di affrontare questa
sua esperienza di vita così come se fosse una prova o una esperienza dalla quale si
possa recedere facilmente credo che commetta un errore grave, un errore grave per se e
per la società.”.
SINDACO WAINER MELLI (PARTITO DEMOCRATICO): “L’atto che vogliamo compiere e
anche la discussione mi auguro al di là di quello che si poneva il Consigliere Leali sulla
immediata efficacia, credo che tutti siamo consapevoli di una situazione simbolica dal
punto di vista della dichiarazione ma anche in qualche modo pratica, almeno alcune
conseguenze che mettiamo. Ed è anche però un discorso, io non lo vedrei proprio solo e
mi dispiace, dal punto delle cosiddette coppie omosessuali, io credo che ci sia un
problema di diritto di famiglia che ancora non è ben compiuto e abbiamo esempi anche
qua dentro, quando facciamo il bilancio noi abbiamo i servizi a domanda individuale,
trasporto scolastico, mensa, adesso l’abbiamo fuori, asili nido, sono computati nell’ambito
dei servizi a domanda individuale, il che significa che domanda individuale che non si
riconosce in qualche modo alla famiglia quella socialità che è data dal problema
dell’impiego, dal problema dell’investimento che si fa sui figli e così via. Quindi è chiaro
che è una materia per quello che riguarda il quadro italiano molto zoppo da molte parti.
Per quello che riguarda invece l’altra parte che è il discorso che mi interessava di più, che
faceva il Consigliere Leali, insomma ne abbiamo discusso anche l’altra sera, io credo che
ci sia anche un’origine anche storica, nel senso che sebbene lo dichiariamo come fatto
naturale nell’articolo 29, tutti noi sappiamo che almeno fin nella prima metà dell’800 i
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matrimoni erano tendenti a zero nelle classi meno abbienti e che il numero di “NN” era
sostanzialmente molto elevato, tant’è che abbiamo scoperto che abbiamo antenati tutti
“NN”, il che non significa che fossero bambini o bambine depositate nella ruota, erano
semplicemente non consegnati all’anagrafe con nome e cognome perché la paternità e la
maternità pur essendo conosciuta non era poi giustificata dal punto di vista dell’atto
formale …………… quindi è chiaro che anche il matrimonio è un elemento che ha una sua
evoluzione. Non voglio pensare che sia un dato statistico, ma il fatto che ci sia un milione,
un milione e duecento coppie di fatto significa che si sta mutando anche quello che è il
senso della famiglia se volete, ma anche il senso dei rapporti fra uomo donna, fra uomo e
uomo, fra donna e donna nel caso dei rapporti omosessuali. La cosa è in qualche modo
per alcuni preoccupante, per altri interessante, però evidentemente è una questione che
va anche commisurata non tanto alle volontà di ciò che questi esprimono nel non volersi
maritare, quanto piuttosto nella tenuta e nella conferma che comunque quando si presenta
all’orizzonte della società una minoranza questa in qualche modo vada tutelata. Voglio dire
che noi abbiamo anche degli esempi, se prendiamo i Quaccheri, questi pur essendo
cristiani non dispongono dei cosiddetti sacramenti, è chiaro che le cose vengono regolate
o debbono essere regolate in un determinato modo piuttosto che sanciti in modo formale
con l’atto del matrimonio. Quindi io credo che in realtà questo atto serva non solo a sanare
o come dire la sanatoria sarà quando il Parlamento si deciderà a mettere mano ad un
nuovo ordinamento del diritto familiare, quindi riconoscendo altre coppie, ma è una carta
che in qualche modo tende a censire non tanto statisticamente, ma a colloquiare con
quella parte di società che tende per ragioni proprie e sono ragioni in qualche modo anche
se non condivisibili ma difendibili ad esporsi nel momento in cui fanno coppia in un
determinato modo piuttosto che in un altro modo. Se dovessi dire una terza via, parlavamo
l’altra sera, io direi che piuttosto che matrimonio concordatario, matrimonio di stato, avrei
preferito anche che ci fosse il matrimonio pubblico, ovvero si viene e si dichiara di essere
sposati e non che qualcun altro dichiari che io sia sposato, è evidentemente una questo in
punta di diritto, cioè nel senso di una minoranza che crede anche di avere salvaguardati i
propri diritti individuali e quindi anche questo in qualche modo ci sta. Quindi questo
documento in qualche modo rappresenta un viatico non solo formale ma anche
interessante per capire come i dati e gli elementi di contraddizione tendono a svolgersi e a
porsi nella nostra società.”.
CONSIGLIERE PAOLO COPPOLA (ALTERNATIVA): “Bene, dopo un Consiglio
Comunale, due sedute della Commissione Servizi alla Persona, innumerevoli sedute della
Commissione Pari Opportunità si arriva finalmente a discutere questo regolamento. Io
penso che se nella storia del Comune di Suzzara si fosse data tanta importanza e
impegno, tempo, ad un problema come questo, a vari problemi che affliggono il territorio
suzzarese, forse Suzzara sarebbe un paese migliore. Ora arriviamo quindi a discutere un
regolamento per soddisfare il problema dei problemi, cioè l’esigenza prima sentita a
Suzzara, quando invece i problemi sono ben altri. Io ho avuto sempre l’impressione fin
dall’inizio che questa fosse più una battaglia che servisse al Presidente del Consiglio ad
evidenziare una propria primogenitura nella sensibilità verso questo problema, magari
anche in vista di primarie del Partito Democratico o di una sua candidatura a Sindaco.
Perché che ci sia stata a Suzzara una manifestazione impellente dell’esigenza di
disciplinare i rapporti delle unioni civili io questo l’ho sentito solamente per bocca del
Presidente del Consiglio e dei componenti della Commissione Pari Opportunità. Cioè da
soggetti che da un punto di vista autoreferenziale sono i primi che devono veicolare
diciamo questa esigenza. Ma veniamo allo strumento che si è adottato, io a differenza
magari di quanti di voi credono, io sono favorevole che a livello nazionale, cioè nelle
opportuni sedi ci sia una regolamentazione di quelle che sono le unioni civili, ma che sia
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invece Suzzara, il Comune di Suzzara, con un regolamento che non è un regolamento,
perché non ha la valenza di un regolamento, un regolamento che non può individuare dei
diritti, perché i diritti e i doveri li prevede solo la legge, un regolamento che è solamente un
atto simbolico, che ripeto servirà più a qualcun altro che a quelli a cui forse si pensava di
essere rivolto, è un regolamento che è sbagliato come strumento; l’unica cosa che un
Consiglio Comunale può fare e poteva fare, altri lo hanno fatto, è con un ordine del giorno
invitare il Parlamento italiano a legiferare sull’argomento, e badate bene a questo io avrei
dato il mio parere favorevole, perché altrimenti è solo il Parlamento che può legiferare in
questi termini, non solo a livello di legge, ma anche a livello di Costituzione, perché vorrei
ricordare che si cita sempre la Costituzione però ci si dimentica a volte alcuni articoli,
l’articolo 29 ci dice che è la società fondata sul matrimonio la famiglia, una società naturale
fondata sul matrimonio, quindi anche il Consigliere Mastri che ha fatto una dotta … si è
dimenticato però di citare questo articolo, che non è un articolo buttato lì dai Padri
Costituenti, è un articolo che è nell’ambito dei rapporti civili, morali, fondamentale, per cui
è chiaro che la Costituzione la si può tirare per la giacchetta da una parte ma non ci si può
dimenticare dall’altra. Detto questo, prevedere che quindi il Parlamento legiferi e se il
Parlamento italiano non è maturo per prendere atto di questa cosa vuol dire che il Paese
non è pronto, mentre invece lo sono stati altri Paesi, questa è la realtà italiana, volenti o
nolenti, ma che Suzzara faccia tutta questa battaglia per un regolamento che sì e no –
guardate quello di Milano le coppie che hanno aderito ad un regolamento analogo saranno
non più di 30 e Milano sapete benissimo la popolazione che ha rispetto a Suzzara, io
voglio ben sperare che questo regolamento servirà effettivamente a non dico legittimare,
ma a disciplinare eventualmente queste unioni civili, ma questo regolamento servirà
esclusivamente al Presidente Vecchia, forse anche al Presidente dell’Associazione che ha
parlato per autoreferenziarsi e magari accreditare una propria visibilità in vista di possibili
confronti elettorali. Dobbiamo anche parlarci chiaramente, non è questo lo strumento
giusto, lo strumento era un ordine del giorno da invitare tutti i Consigli Comunali della
Provincia di Mantova ed il Comune capofila in primis al Parlamento ad invitare a legiferare.
Se i nostri parlamentari non hanno la sensibilità o non ritengono che ci siano i tempi allora
questo non è un problema che può essere risolto da un Comune come Suzzara, ne questo
regolamento li risolve, perché non crea dei diritti, non crea dei doveri, semplicemente è un
feticcio, una specie di chimera che ripeto serve più a coloro che la promuovono che a
coloro che invece se ne dovrebbero avvalere e questo è il punto principale di discrimine,
dopo è chiaro che andando nello specifico si possono approfondire mille aspetti, mille
sfaccettature …
finisce lato A 2^ cassetta … inizia lato B 2^ cassetta
… esterrefatto anche da un articolo che è quello che dice che il Comune di Suzzara si
presta ad emettere un certificato che certifica effettivamente la sussistenza di un vincolo
affettivo, ma cosa fa una prova ormonale? Cosa un prelievo per capire se c’è un vincolo
affettivo? Cioè arriviamo a delle bizzarrie fondamentalmente perché ripeto è facile qui
accusare di omofobia o cosa, io sono convinto che nelle camere da letto uno fa quello che
vuole e lo Stato, i regolamenti ecc., non devono entrarci, ma invece nel momento in cui noi
ci prestiamo come consiglieri eletti a licenziare un testo per il quale si dicono veramente
quasi delle aberrazioni fondamentalmente, perché il vincolo affettivo deve sussistere tra
due e non tra tre o quattro persone direi, se vogliamo anche esagerare, perché, chi lo ha
detto che devono essere due, perché la bigamia è un concetto delle religioni monoteiste
per carità, potrebbero essere anche tre o quattro, perché non tre o quattro allora a questo
punto. Cioè anche quello fondamentalmente di prevedere necessariamente la modifica
anche ad un registro dello Stato civile che è previsto da una normativa nazionale, anche
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questo secondo me è un abuso, è un qualcosa che va oltre quello che si può
effettivamente fare, però nella ricaduta pratica ripeto di questo è solo una ricaduta
promozionale, pubblicitaria a chi di questo regolamento si è servito come bandierina o
come eventuale carta da giocare in futuri confronti elettorali o politici e questo alla faccia
dei suzzaresi e del territorio, perché ripeto ci stiamo perdendo fin troppo tempo per quello
che è un non problema, perché è un non problema a Suzzara questo, è un problema che
deve essere affrontato nelle sedi opportune, nel Parlamento italiano e ripeto se il
Parlamento non è pronto vuol dire che il Paese non è pronto e se il Paese non è pronto
bene, lì allora le associazioni dovranno far sentire eventualmente la propria voce, lì ci sono
le sedi e i luoghi opportuni per stimolare dibattiti, ma non il Consiglio Comunale di Suzzara
e questo lo abbiamo assistito anche nello scorso Consiglio Comunale, nelle varie
commissioni, le sfumature, gli emendamenti, emendamenti che qui andremo a vedere,
dove uno si emenda, emenda se stesso, emenda quell’altro, cioè una vera e propria
pantomima che se noi questo impegno, questo tempo lo avessimo dedicato all’esigenza
dell’occupazione a Suzzara, all’esigenza della maggiore sicurezza e dell’ordine pubblico,
all’esigenza di tutelare le strade e il patrimonio viario, no, noi è quasi un mese che l’attività
amministrativa dei consiglieri è incentrata su questo, che a Suzzara per quanto io ne
sappia è un non problema e di questo chiaramente dobbiamo ringraziare il Presidente del
Consiglio che è stata una sua bandiera, una sua scelta, e questo credito che riscuoterà in
qualche modo presso qualcuno, presso la comunità gliene dovranno dare atto per carità,
però per favore non diciamo che con questo regolamento noi risolviamo i problemi o
eliminiamo le discriminazioni, o addirittura andiamo a creare e a costituire dei diritti in capo
alle persone, non prendiamoci in giro, perché non è questo, questo è solo un atto
simbolico e allora simbolico per simbolico bisognava fare un atto di indirizzo politico e
chiedere al Parlamento, come abbiamo fatto ad esempio per la tutela delle donne afgane
per dirne una a caso, oppure contro la guerra, di legiferare in questo senso. Questo
sarebbe stato un atto serio, ponderato e ragionevole, in cui secondo me si sarebbe
registrata sicuramente l’unanimità di tutto il Consiglio Comunale, anche del Consigliere
Barbi dalle cui affermazioni però vorrei dissociarmi perché effettivamente in questi contesti
non si possono usare certe espressioni. Quindi questo regolamento, quanto meno in
questa prima versione, vedremo poi gli emendamenti come lo modificheranno, vista che
poi è prevista anche una discussione degli emendamenti, non mi può trovare a favore,
perché è lo strumento sbagliato per risolvere un problema per il quale Suzzara non ha
titolo né legittimità di porsi, e lo dico a Suzzara come lo avrebbe fatto Ostiglia o Viadana o
tutti gli altri Comune. Perché vedete dove strumenti simili sono stati licenziati dagli organi
consiliari si sono rivelati semplicemente strumenti autoreferenziali per chi li ha proposti,
perché sono state dei veri e propri contentini, perché il problema rimarrà se c’è il problema
e io sono uno di quelli che dico sì il problema ci può essere, l’esigenza di una
regolamentazione al di là del matrimonio e di determinati rapporti ci può essere come però
è stato anche detto ci sono altre soluzioni, perché se è un problema di assetto
patrimoniale si va dal notaio, si creano dei patti di convivenza per i quali non c’è necessità
di due sessi diversi, assolutamente, quindi questo è valido anche per le coppie di anziani e
quant’altro, anche qui il taglio che ha voluto dare il Presidente del Consiglio invitando
solamente il Presidente dell’Arcigay sembra che questo sia la risposta ad un problema che
è sollevato solo dalla comunità omosessuale, no è sbagliato, perché non solamente della
comunità omosessuale, è un problema che può essere generalizzato a tutti coloro che
scelgono di non sposarsi e questa per carità è una scelta che va rispettata, come però
ripeto deve essere rispettata la scelta di chi vuole sposarsi, perché se no arriviamo
fondamentalmente a fare la discriminazione di quelli che non sono discriminati, cioè si fa il
contrario di tutto. Perché se poi nella discussione si tende a creare più diritti di chi invece
consapevolmente fa un atto di serietà e di responsabilità con il proprio partner di sposarsi
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secondo me si arriva veramente a una aberrazione, fermo restando che l’articolo 29 della
Costituzione c’è, come c’è però anche l’articolo 2 della Costituzione che tutela le
formazioni civili dove l’uomo svolge la propria ……………….., mi lasci finire e termino,
quella è una pessima abitudine di dire grazie e interrompere e far perdere il filo ai
consiglieri, lei dica manca un minuto e ha esaurito il suo tempo e uno chiude, no grazie,
grazie di cosa … (interviene il Presidente del Consiglio fuori microfono) ... no, non l’ho
scritto io, l’abbiamo scritto insieme e lo ha votato anche lei intanto Presidente.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Brevissimamente
per fatto personale, visto quello che ha detto il Consigliere Coppola, mi dipinge veramente
come una macchina da guerra politica ma guardi Consigliere Coppola non è
assolutamente così, mi permetta che io su questo tema ci credo davvero, quindi non ha
nessun altro fine, le ricordo che è stata presentata a giugno 2012 questa proposta, quindi
fuori da ogni clima pre-elettorale che adesso lei sta mettendo a fini strumentali sul tavolo di
questo Consiglio Comunale che non c’entrano assolutamente niente.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUASTALLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Dopo l’altro
Consiglio Comunale, innanzi tutto credo doveroso ringraziare la Commissione Pari
Opportunità perché affrontare questo tema sicuramente non è molto facile e sicuramente
avete visto che le insidie sono molte. Voglio anche ringraziare però dopo l’ultimo Consiglio
Comunale, credo tutti quei consiglieri che a volte anche nel silenzio e magari prendendo
qualche parola hanno cercato di lavorare affinché questa sera si potesse venire in
Consiglio Comunale con un regolamento che spero venga approvato con un consenso
forse più ampio di quello che sarebbe stato l’altra volta. Credo innanzi tutto doveroso
esprimere il concetto che in questa sede come nelle altre sedi occorre molta attenzione
nel rispettare le idee dei Consiglieri Comunali, non certamente quelle che abbiamo sentito
da Barbi perché non sono idee che neanche possono essere condivise né in questa sede,
né in altre sedi, ma non dovrebbero neanche essere ascoltate, io credo che neanche
dovrebbe essere permesso di dire certe cose. Credo quindi che questo lavoro che è stato
fatto è stato importante perché sicuramente ha aperto un dibattito e sicuramente ha
cercato di far ragionare ognuno di noi con le proprie convinzioni, le proprie idee
affrontando un tema che è stato messo ovviamente sul concreto, sul concreto della realtà
suzzarese, questa sicuramente mettendosi nei panni di un Consigliere è un elemento di
difficoltà, nel senso che si cerca di affrontare un tema che ha ovviamente una valenza
nazionale e si cerca di applicarlo con i propri mezzi, i propri limiti anche conoscitivi direi
della materia in un carattere locale. Quindi su vuole in un certo senso “legiferare
localmente” su un tema che ha ovviamente un respiro più ampio di quello locale e questo
sicuramente credo per ognuno di noi ha messo in difficoltà, almeno me mi ha messo in
difficoltà e credo che abbia messo in difficoltà anche altri Consiglieri senza dover
nascondere nulla delle problematiche che ci sono. Ho sentito sia durante la serata
organizzata dall’Arcigay, ma anche in altre occasioni, sicuramente la problematica che è
stata evidenziata in parte anche da Paolo, credo di difficoltà, quello per ognuno di noi con
le proprie convinzioni di dover separare le due tematiche che in un certo modo sono
inserite in questo regolamento e che per noi ci sono ed esistono, quindi da un lato la
problematica delle coppie di fatto e dall’altra parte la problematica del matrimonio, quindi
l’accesso al matrimonio da parte di una coppia omosessuale, per me sono due cose che
concettualmente vanno su due binari diversi, io faccio molta fatica a ricongiungerle, ma è
un mio problema, e qui credo che entri il meccanismo di rispetto delle idee e delle
convinzioni che ognuno ha sul tema del matrimonio e quindi sulla differenza che ognuno di
noi nella propria intimità personale vede tra il matrimonio ed una unione non di
matrimonio, quindi vi assicuro che eliminando qualsiasi aspetto religioso, perché se
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avessimo qualche aspetto religioso sul tema del matrimonio non saremmo neanche qui a
discutere di votare sì, cioè uno che ci crede dovrebbe votare no semplicemente – punto -,
siamo qua perché stiamo discutendo dal punto di vista laico del matrimonio e quindi il
concetto che diceva Paolo di dover dire che con il matrimonio è un istituto non religioso,
un istituto che viene prima della religione il matrimonio, con il quale si disciplina appunto il
rapporto di vincolo affettivo tra due coppie, allora qua capite che per un Consigliere
Comunale è molto difficile non essendo legislatore capire cosa poter fare affinché una
unione civile non per mia convinzione non possa essere identica al matrimonio, perché o
si dice che non esiste più il matrimonio e quindi viene tolto oppure l’unione civile per
definizione non può essere uguale al matrimonio, e questo proprio è un ragionamento
credo proprio di base, perché altrimenti o elimini una oppure non possono esistere tutte e
due. Dall’altra parte invece quelle che sono le aspettative di chi oggi secondo il mio punto
di vista è la parte più debole, e su questo io ho espresso le mie opinioni sin dall’inizio, sulla
problematica vera, sulla quale mi sono concentrato e sulla quale credo anche abbiamo
avuto tutti all’interno dei propri gruppi modo di discutere anche in modo interessante direi,
e su questo temo credo che innanzi tutto ci dobbiamo concentrare nel nostro piccolo per
poter dare delle risposte, perché se è vero che sul tema delle unioni di fatto possiamo dare
delle indicazioni, nel senso che possiamo dire sì, cioè una coppia che ha un figlio, una
coppia che comunque vive, convive, cioè su questo tema qua della convivenza poi ne
parleremo dopo nell’emendamento, è stato chiesto di non cambiare la parola da
coabitante a convivente io la volevo cambiare, perché per me il termine convivente è un
termine più forte di coabitante, dopo cercheremo anche di capire perché mi è stato detto il
contrario, è ovvio che noi come Comune dobbiamo concedere la possibilità di accesso ai
servizi che non sia discriminatoria, da qui poi vedremo invece che sull’altra fase che è
stata oggetto di disamina sulla …………………… al coniuge ci sono state più
problematiche, ma come significato appunto della parola al quale ognuno di noi credo dia
un significato, molto probabilmente diverso da quello che un altro dà. Ma questo purtroppo
ha fatto sì che in questo periodo si mescolasse il tutto e diventasse una bomba esplosiva
e quindi anche una semplice richiesta di spostare un punto è stata presa come quasi un
attacco, in certi sensi ho letto anche omofobo e altro nei confronti delle coppie
omosessuali. Io personalmente auguro alle coppie omosessuali oggi sei presente tu
Davide che un giorno potrai come ho già detto in un’altra occasione nella quale sono stato
frainteso, ma tendo a ribadire qua, con i tempi e i modi che la società deve avere, ma non
perché la società deve essere lenta nel recepire certe cose, ma come ho detto per arrivare
a certi obiettivi che per me sono giusti, occorre non dividere la società, che non vuol dire
che se tu devi raggiungere l’obiettivo nella tua vita di doverti sposare tu non debba fare le
giuste battaglie affinché questo tuo diritto non sia riconosciuto ma per far questo ci devi
arrivare in un modo e credo che sia compito di tutti noi creare il terreno affinché ci si arrivi
in un certo modo perché altrimenti come abbiamo visto certe cose fanno scatenare stupide
reazioni che messe insieme poi fanno perdere il significato vero di quello che ci sta dietro.
Quindi io spero che un giorno tu assieme al tuo ragazzo possiate l’esperienza del
matrimonio, io te lo auguro e l’auguro a tutti coloro come te che seguono questo obiettivo
perché è giusto che voi lo raggiungiate. Quindi con questo augurio spero che il Consiglio
Comunale, anche i più scettici su questo argomento mettano da parte alcune convinzioni
sulla differenza ad esempio tra una coppia di fatto e il matrimonio che io continuo ad
avere, ma per vedere spero un obiettivo un po’ più alto per il quale vale la pena approvare
questo regolamento.”.
CONSIGLIERE GIULIO AFRICANI (PARTITO DEMOCRATICO): “Solo alcune
osservazioni, cominciando da quanto detto nel finire dell’intervento il Consigliere Guastalli,
alcune cose le condivido, altre meno, sicuramente pare di notare che nei tanti Stati
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europei e non dove di fatto il matrimonio omosessuale è già legge non mi sembra che la
società ne abbia in alcun modo risentito, adesso se qualcuno è in possesso di altri dati e
mi vuole smentire va bene, però non mi sembra che sia un fatto così drammatico, in
qualche maniera da somatizzare o da fare proprio, anche perché alla fine siamo quasi nel
2014 e non è che se n’è iniziato a parlare adesso, se ne parla da decenni, quindi io credo
che sarebbe ora e sarebbe anche tempo che lo Stato italiano, dato che a noi piace sempre
arrivare ultimi si svegliasse, anche perché come ha detto il Sen.re Lo Giudice venerdì, il
Consigliere Leali non lo ha citato lo cito io, l’interpretazione che ha dato la Corte
Costituzionale dell’articolo 29 di fatto dice che in Italia non c’è nessun impedimento al
matrimonio tra coppie formate da persone dello stesso sesso, quindi … (intervento fuori
microfono) … no, perché tu in un passaggio hai citato, dopo se vuoi vederti gli atti, che la
legge italiana … (intervento fuori microfono) … Paolo non fraintendere, perché hai
citato Lo Giudice, ma non ti preoccupare non ti sto … va bene, adesso ho perso il filo,
quindi non è che c’è un impedimento dalla legge italiana, l’impedimento probabilmente è
nella testa delle persone e anche di quelli che sono in parlamento e che tengono bloccata
questa questione da decenni ormai, e non si parla certamente di differenza di desta, di
sinistra, la questione è trasversale, quindi io per quanto mi riguarda la mia sensibilità
sull’argomento naturalmente è diversa da quella degli altri, quindi non voglio mettere mano
a quello che uno deve o non deve pensare, i miei appunti riguardano alcune cose veloci,
intanto l’intervento stupendamente contraddittorio del Consigliere Coppola che prima dice
che questa è una cosa inutile che i cittadini non vogliono e quindi non si capisce se è così
come mai il Presidente Vecchia dovrebbe farsene un vanto dato che i cittadini a quanto
pare non è sentita e non la vogliono. Al di là di questo dopo dice ma uno in camera da
letto fa quello che vuole, certo ma qui quando si parla di coppie omosessuali non è quello
che fanno in camera da letto, queste persone non possono neanche girare per strada
tenendosi per mano, cioè in Italia la realtà è questa qui, puoi scuotere la testa finchè vuoi
ma i dati ci sono e sono chiari, … (intervento fuori microfono) … non lo so se le città
liberali non lo fanno, io so che comunque le aggressioni si verificano con amministrazioni
di destra, di sinistra, perché come ripeto il problema è nella testa delle persone. Quindi
credo anche che tocchi a noi come Consiglio Comunale per prima cosa di crederci in
questa cosa, altrimenti è anche inutile, perché se tra la gente veicoliamo il messaggio: ma
sì siamo stati costretti ad affrontare il problema però non conta niente -, invece io, e parlo
per me naturalmente, quando ne parlo con i miei amici, con le persone interessate, quello
che dico è: “è una cosa che mi sento che è giusto fare -, perché si tratta di riconoscere un
diritto per le coppie omosessuali ingiustamente negato dallo Stato italiano, senza nessun
motivo, e per quanto invece riguarda le coppie eterosessuali, come dire, ho spesso la
sensazione che quando se ne parla, si fa giustamente un distinguo, però ho quasi la
sensazione che qualcuno dica ma questi vogliono fare un po’ i furbetti, cioè vorrebbero
essere riconosciuti ma senza avere gli obblighi che derivano dal matrimonio, ma è
esattamente il contrario, io sono stato coppia di fatto per 5 anni, mi sono sposato soltanto
perché per la società altrimenti ero un fantasma, io e mia moglie di fatto non eravamo
riconosciuti, ma se ci fosse stato un altro strumento probabilmente l’avrei usato, ma mai mi
è passato per la testa una cosa del genere. Naturalmente questo non significa che ad altri
non passi, però guardate non è assolutamente così, anzi per me, per quello che è la mia
personale esperienza di vita semmai è il contrario, ho tante coppie di amici sposati,
matrimoni che magari hanno avuto un percorso infelice, … è la tradizione, mi sentivo in
obbligo, allora vedi che l’interpretazione varia, però guardate che nella testa delle persone
io vorrei fugarlo, anche in questo Consiglio Comunale ci sono tante coppie conviventi, o lo
sono state prima o lo sono ancora, ma io non credo che questo ci debba in qualche
maniera fermare, spaventare o far dubitare della bontà di questa cosa, il matrimonio per
quanto mi riguarda è nella testa, è nella volontà della persona, nel cuore della persona di
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dire adesso per questa persona sono il compagno, chiamatelo compagno, chiamatelo
marito, chiamatelo come volete, ma non è che dire di sì davanti ad un prete o mettere due
firme in Comune crei un marito o una moglie, non è così, la mia sensibilità personale è
questa, lo devi avere dentro e basta, io non credo proprio che andare in qualche maniera
a colmare il vuoto che riguarda tantissime coppie perché guardate che se ne dimenticano
sempre tanti ma le coppie di fatto a me sembra molto strano che siano solo un milione e
mezzo in Italia, forse quelle di lunga data, perché quasi tutti ormai prima del matrimonio
sperimentano un periodo giustamente secondo me, di convivenza, che si protrae nel
tempo, alcuni decideranno di sposarsi o potranno o non potranno, non si sposeranno, però
andresti a colmare anche un vuoto che riguarda tutte queste persone, quindi non è che
dobbiamo pensare per forza che questi qui stiano in qualche maniera facendo i furbi
perché vogliono avere i diritti senza gli obblighi, assolutamente, per quanto mi riguarda per
il periodo che ho convissuto avrei voluto avere i diritti e gli obblighi ma non è stato così,
anzi quello che ho imparato è veramente che se tu non sei sposato in qualche maniera per
questa società non esisti.”.
CONSIGLIERE MARIA LUISA MELLI (GRUPPO MISTO): “Sarò molto veloce anche
perché gli interventi che sono stati fatti ce ne sono stati diversi di qualità per cui è inutile
dover ribadire sempre quei concetti, sicuramente è stato importante arrivare in Consiglio
Comunale, portare sul piatto questo problema, è un problema reale e pertanto va preso in
considerazione, la società effettivamente come diceva il Sindaco evidenzia una
maggioranza, 1 milione è un dato di fatto di coppie di fatto, pertanto abbiamo l’obbligo di
esprimerci nei confronti di questo, innanzitutto prendendone atto del fatto, prendendone
atto e quindi sicuramente sostenendo, lo sappiamo che è un’azione sostanzialmente a
carattere politico e pertanto anch’io mi riconosco in questa parte che legge questo bisogno
evidente nella società di oggi e riconosco anch’io l’esigenza di una regolamentazione.
Rappresento in questo momento, lo ribadisco, non tanto un mio pensiero che ho avuto
anche modo di ribadirlo all’interno della Commissione che è stata fatta, a sostanzialmente
diversi dubbi su questo, alcuni li esprimeva Paolo, adesso non voglio stare li a ripeterli
però sicuramente dietro questo c’è anche una lettura di una società che è diventata
estremamente fragile, non sono sempre conquiste tutte queste che noi vediamo, no sono
anche manifestazioni di grande fragilità di una società che si va sempre più disgregando e
qui dico che per quel piccolo che faccio, il fatto di essere insegnante, che mi mette
abbastanza in frontiera nel leggere come evolve la società vi garantisco che tutta questa
confusione si riflette molto spesso in una grande fragilità anche delle nuove generazioni.
Detto questo riconosco il bisogno di leggere la società, riconosco che sicuramente la
lettura va fatta come una lettura laica di un Consiglio Comunale laico, fortemente capace
di leggere e di anche riconoscere questa esigenza di regolamentazione, per cui
sicuramente un giudizio favorevole a quello che è stato fatto da parte della Commissione e
anche dell’impegno che si è avuto nel riuscire a portarlo in Consiglio Comunale.”.
CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Adesso non voglio
entrare nel merito o fare delle disquisizioni che non competono neanche ai Consiglieri
Comunali su discorsi accademici se è giusto il matrimonio, se non è giusto, se è più giusto
l’unione civile piuttosto che le coppie di fatto, questo voglio rimanerci fuori, non mi
compete, competerà a qualcun altro non a questi ambiti. Io in modo fermo e deciso e
penso che anche tutti i Consiglieri Comunali debbano rigettare quelli che sono stati i
termini utilizzati dal Consigliere Barbi, è maleducato e oltraggioso verso il ruolo che noi
ricopriamo come Consiglieri Comunali, ma è anche altresì irrispettoso e maleducato verso
realtà, verso situazioni, verso comunque persone che ci sono all’interno della nostra
società, adesso non voglio riprendermela ancora con Davide perché capisco che non sia
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facile togliere la parola, però sarebbe buona cosa evitare di dover assistere a delle
sceneggiate del genere che in questo caso penso che Barbi abbia superato ogni limite. Il
nostro compito è stato e non voglio riprendere tutto l’escursus che è stato fatto per arrivare
a questo punto che già in precedenza Alessandro lo ha illustrato, ma penso di limitarmi a
dire quello che è il compito nostro di Consiglieri di Suzzara e comunque a chi si interessa
un po’ di politica e vive all’interno della società. La società è fatta di diversità di pensieri, di
diversità di cultura, diversità di parole, di comportamenti e oggi come oggi la società è
maturata e dobbiamo renderci conto che come in un periodo non molto lontano alcune
situazioni venivano tenute nascoste oggi è anche una conquista che alcune realtà
vengono portate a conoscenza di tutti e vivono quella che è una loro situazione naturale,
normale, come può essere la mia, come può essere la sua, come può essere quella di
qualcun altro. Quindi è nostro compito quello di far sì che non vi siano delle situazioni
discriminanti e non vi siano delle diversità, perché le diversità sono una ricchezza e le
diversità gestite e conosciute ci rendono tutti normali uno rispetto agli altri, quindi è nostro
compito far sì che queste diversità non ci siano. E’ chiaro che noi a Suzzara non possiamo
farlo questo, è compito delle istituzioni nazionali, quindi sicuramente sono d’accordo con il
passaggio che diceva Paolo Coppola, si poteva anche fare un documento di indirizzo
politico amministrativo da mandare a Roma per far sì che le istituzioni nazionali si
facessero promotrici di tenere in considerazione quelle che sono le diversità che vi sono
nella società, ma già sappiamo che questo è in discussione e vi sono già delle proposte di
legge da parte del gruppo parlamentare del Partito Democratico e altri gruppi parlamentari
che vanno già oltre rispetto a quello che noi stiamo presentando. Detto questo noi
abbiamo cercato come gruppo del Partito Democratico, grazie al lavoro fatto dalla
Commissione e anche grazie al credo dell’Amministrazione comunale abbiamo cercato di
fare una sintesi muovendoci rispetto a quella che è la normativa vigente a livello nazionale,
consapevoli del fatto che …
finisce lato B 2^ cassetta … inizia lato A 3^ cassetta
… insomma si muoverci all’interno della legge, quindi è vero quello che ha detto il
Sindaco e sono d’accordissimo sul fatto che questo purtroppo diventa ed è solo un atto
simbolico, ma che nello spirito di questo atto simbolico unendosi ad altri Comuni, adesso
non ricordo se era l’Assessore o se era la dottoressa Aldrovandi si cerca insieme ad altri
Comuni di rendere l’attenzione a livello nazionale in modo che si possa arrivare ad una
condivisione generale per arrivare a una legiferazione in materia, dopo ripeto su quello che
è matrimonio, non matrimonio o coppie di fatto, dopo quello non è compito nostro, saranno
più alti livelli che dovranno legiferare in materia. Quindi penso che sicuramente sia da
approvare positivamente e favorevolmente questo testo, che è frutto di un percorso ben
impegnativo e che non tutti e ancora io ancora oggi non sono pienamente pronto neanche
a conoscenza a dover gestire una materia che per fortuna non mi compete e penso che
bene abbia fatto l’Amministrazione comunale a voler istituire questo regolamento che va sì
nello spirito dell’atto simbolico, ma va considerato di più e va verso una condivisione
assieme ad altri Comuni ad un disegno più ampio e speriamo che un indomani non vi
siano più diversità ma che tutti possiamo gestire pari diritti, pari dignità e pari doveri.”.
CONSIGLIERE MATTIA BEZZI (PARTITO DEMOCRATICO): “Innanzi tutto vorrei
precisare che ritengo che il nostro compito di Consiglieri Comunali sia anche quello di
risolvere non un problema necessariamente che c’è a livello nazionale, ma di creare ed
essere i primi a creare un movimento di sensibilità e di sensibilizzazione nella società
partendo dal locale su certi temi attuali come quello delle coppie di fatto e delle unioni tra
coppie omosessuali, e questo dimostrare sensibilità e questo aprire nel locale prima
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ancora del nazionale è il primo mezzo che ci è dato per cercare di far arrivare alla nazione
non solo nei politici e negli amministratori, ma nelle genti la chiave di lettura di certi
fenomeni di complessità emergente che nella società moderna iniziano a venir fuori. La
società è sempre stata complessa dall’origine, semplicemente un tempo certe questioni
non uscivano, adesso con la comunicazione di massa, con la modernità, la
globalizzazione queste cose che prima erano all’ombra iniziano a venir fuori e chiudere gli
occhi e far finta di niente e far finta che non esistano e dare risposte del tipo “ma sì ma voi
aspettate che prima o poi qualcun altro vi dirà che potete”, non è affermazione né di
libertà, né di diritto, né di democrazia, è prevaricare e dichiararsi migliori di altri e in diritto
di dire ad altri quello che possono e non possono fare, cosa che secondo me è un
abominio in una società occidentale e civile com’è l’Italia e se proprio vogliamo dire in una
società piccola come Suzzara, che Guiducci che adesso è uscito ha confrontato ad
Amsterdam, dicendo che forse ad Amsterdam sono meglio, ad Amsterdam forse
effettivamente sono meglio e fanno certe cose che qua da noi stiamo tentando di fare, loro
le fanno già. Quindi forse una citazione forse un po’ fuori ambito visto che penso che non
sia proprio dell’idea di aprire ai matrimoni degli omosessuali, limitandoci qua ai matrimoni
degli omosessuali perché sembra che tutto ruoti attorno alle coppie gay, mentre il
problema come dicevo e come ha detto anche il collega Africani … (intervento fuori
microfono) … per favore hai già parlato troppo per dire cavolate, come diceva il
Consigliere Africani. Allora, se proprio si vuole parlare della società e delle leggi di natura,
le leggi di natura non prevedono che gli animali di cui l’uomo sono una parte si accoppino
tra sessi differenti, se proprio si vuole dire delle leggi di natura. Le leggi di natura non
prevedono il matrimonio, queste qua sono sovrastrutture che l’uomo nel corso degli anni
ha creato con le leggi, le leggi temporali, spirituali, dello Stato, della Chiesa, sono state
messe lì e costruite per gestire dei problemi; essendo leggi create dall’uomo nulla vieta
all’uomo di modificare queste leggi senza creare il caos nel Paese, senza trovarsi
situazioni di rivoluzioni in piazza, gente copula come probabilmente pensa Coppola, lungo
le strade e scenari apocalittici che nella mente distorta di certe personalità dell’opposizione
di realizzano quotidianamente … (interventi fuori microfono) … mi piace vedervi agitati,
ma tu hai la testa distorta … (interventi fuori microfono) …
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lasci finire, se si
ritiene offeso chieda il fatto personale invece di fare altra polemica, conosce benissimo il
Regolamento.”.
CONSIGLIERE MATTIA BEZZI (PARTITO DEMOCRATICO): “Dai Coppola non
prendertela. Io fondamentalmente concludo qua perché molte cose che vorrei dire sono
già state dette da alcuni miei colleghi. Il concetto di fondo resta quello, il nostro compito è
creare una sensibilità, facendo tanti discorsi che ho sentito fare qua dentro di certo non si
va in quella direzione, ma si va continuamente nel rimandare una questione che ora nel
locale dove c’è più coraggio che non nel nazionale si inizia ad affrontare.”.
CONSIGLIERE ELISA BIANCHERA (PARTITO DEMOCRATICO): “Molto brevemente,
perché condivido gli interventi che sono stati fatti dal mio gruppo consiliare, volevo solo
ribadire anch’io il mio parere favorevole rispetto all’approvazione di questo Regolamento
come già ho ampiamente anticipato nelle sedute sia consiliari che della Commissione che
abbiamo fatto in questo arco di tempo. Mi piacerebbe che la discussione fosse rimasta un
po’ sulla scia degli interventi che hanno aperto questa seduta di Consiglio Comunale,
ovvero quello del Presidente di Arcigay e della Presidente della Commissione di Pari
Opportunità in quanto hanno espresso chiaramente l’alto contenuto in termini di valori che
l’approvazione di questo regolamento ci può dare come Comune, nel senso del
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superamento dei pregiudizi all’interno della nostra società nel ribadire la necessità di una
uguaglianza anche sostanziale delle persone che compongono la nostra società e se per
alcune coppie eterosessuali la coppia di fatto è una opzione per le coppie omosessuali è
un obbligo, in quanto nessuna delle coppie omosessuali può optare per un’altra forma di
riconoscimento oggi come oggi, in quanto manca una legge nazionale. In questo percorso
di approfondimento che ho fatto anche a livello personale, mi sono imbattuta in una lettera
di Ilaria Trivellato responsabile delle famiglie arcobaleno dell’Emilia Romagna che
risponde alle affermazioni uscite qualche mese fa di Guido Barilla, vi leggo solo una frase
che secondo me è bellissima e che per chi come me non ha mai vissuto sulla propria pelle
la discriminazione omofoba può rappresentare veramente un esempio e un faro nel
cammino sia politico che amministrativo. Questa donna, lesbica di Bologna, che ha una
figlia e convive con un’altra donna scrive a Guido Barilla dicendogli “Se lei chiede ad un
pesce cosa vede lui le risponderà la barriera corallina, altri pesci le alghe, non le
risponderà mai vedo l’acqua, quella non la vede perché è dappertutto. L’omofobia per noi
è come l’acqua per il pesce, nessuno la vede perché è dappertutto, perché siamo cresciuti
assieme, perché l’abbiamo assorbita con il biberon e perché è naturale.”. La missione
della vita di questa donna è far vedere l’acqua, quindi se anche attraverso l’approvazione
di questo regolamento si può offrire e ribadire la necessità di superare questo tipo di
discriminazioni e si può offrire appunto alle donne come Ilaria uno strumento in più per
raggiungere la mission della sua vita e dico non solo della sua vita ma della nostra società.
Sono ben favorevole di approvare questo Regolamento questa sera.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Io dichiaro già adesso che
sono per votare a favore, ma non perché me lo chiedono, perché è giusto, il problema oggi
viene fuori perché la società lo fa venire fuori, prima il problema si credeva che non
esistesse perché la società non lo metteva in evidenza, adesso c’è e allora se c’è il
legislatore dovrebbe prenderne atto come prende atto di tante altre cose e farsene carico,
e mi sono già meravigliato però, perché se fosse un problema sentitissimo c’è anche lo
strumento della proposta di legge popolare, cioè il popolo può raccogliere le firme come si
raccolgono per i referendum e proporre una legge, poi il parlamento dovrebbe recepirla
come disegno di legge e non so perché ancora non sia stato fatto, se tutto questo era una
cosa che meritava così tanta attenzione. Personalmente non sono omofobo,
personalmente sono amico di tante coppie di fatto eterosessuali, omosessuali, non mi
interessa assolutamente niente, guardi la persona e se la persona è una persona
interessante, se ti può dare qualcosa, se ci puoi stare volentieri assieme, se è onesta, tutte
queste cose qua vanno a prescindere da, però c’è un problema che la nostra legislazione,
la nostra Costituzione, anche se la Corte Costituzionale con sentenze che dopo vi dirò
dice che si dovrebbe fare però non si fa, e quindi si rimane in questo cono d’ombra, se ne
viene fuori, se ne può venire fuori, con un regolamento comunale non si viene fuori con un
regolamento comunale, tanto non cambia niente, forse dietro c’è qualche mira, io dico
politica in senso generale, che può essere alta o bassa, ma comunque di evidenziarsi
nell’ambito della società, uno si evidenzia perché prende una posizione di destra, l’altro di
sinistra, l’altro di centro, quindi è un problema Paolo che esiste, però se il problema lo
tiriamo fuori e gli diamo sia pure una veste di regolamento che dicono che non conta
niente, non conterà neanche niente allora diamogli anche una parvenza di veste giuridica,
diamo a queste persone dei diritti e dei doveri, ma lo Stato non glieli da, allora bene, che
se li diano loro stessi tramite un contratto di convivenza. Io sono andato a leggermi perché
magari non partecipo alle Commissioni però mi vado a vedere i “Siti”, credo che quello più
bello che ho trovato sul tema sia stato il Sito del Comune di Milano, il ………… comunale
leggerlo è certamente migliore di quello che stiamo proponendo noi, il regolamento è
sicuramente migliore di quello che proponiamo noi e quello che mi ha colpito in maniera
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favorevole poi sono stati gli allegati, il perché e lo spiegare del perché e specialmente
questo vademecum dei diritti dei conviventi che è fatto dal Comune di Milano e il testo
redatto dall’avvocato del Foro di Milano Laura Logli che spiega il perché di questo
vademecum che dice: in assenza di legislazione sul tema delle unioni, cosa i due
conviventi dovrebbero fare per non avere o avere, o limitare eventuali problemi durante la
loro convivenza e durante il percorso che faranno assieme, perché se oggi diciamo che è
la giornata in cui condanniamo il femminicidio, … ma il femminicidio … sì l’uccisione, però
poi c’è anche quello molto più evidente, le donne che sono state uccise fisicamente sono
state 223, mi pare di aver sentito un numero del genere, mi pare, però le donne che sono
state uccise moralmente dagli uomini, dai loro mariti, dai loro compagni sono molto di più,
ma sono molto di più, quindi perché esiste un problema, sono molto di più io ve lo dico,
mia moglie mi dice: ma ascolta se vado a dire quello che mi fai, vallo a dire, nessuno ti
crede, forse mi crederanno se mi dici che mi tratti male, è mia moglie, siamo quarant’anni
che stiamo insieme, quindi ci deve essere un minimo di tutela che possiamo dare o che
vogliamo dare. Allora, dopo discuteremo gli emendamenti, mi aveva fatto aprire un attimo
il pensiero l’emendamento che era stato proposto dal PD, che era: l’Amministrazione
Comunale incoraggia e promuove l’adozione da parte dei componenti le unioni civili dei
“patti di convivenza al fine di dare rilevanza giuridica alla convivenza stessa”, che non era
una imposizione era un auspicio, che l’amministrazione sosteneva il fatto che…, allora
dico beh forse c’è un piccolo spiraglio per aprirsi a questo regolamento, perché nel cuore
noi sappiamo esattamente quello che provano gli altri, perché non è una questione di
destra o di sinistra assolutamente, per cui dico bah c’è questo emendamento che hanno
fatto, dico io faccio un passo avanti e faccio un altro emendamento, mai l’avessi fatto,
stupida cosa, vengo qui trac, quello che sembrava una piccola apertura del PD,
cancellazione dell’articolo 5 Attività di sostegno alle Unioni Civili dall’ultima frase, quindi
non se ne parla neanche. Beh allora se non se ne parla neanche vorrete mica che ve lo
voti. Allora mettiamo così pari, pari, o votiamo il mio emendamento aggiuntivo e ne
parleremo dopo, votiamo il mio emendamento aggiuntivo che dice testualmente: che ci
aggiungiamo dove dichiarano nell’atto di notorietà di impegnarsi a sottoscrivere entro 180
giorni dalla registrazione nell’anagrafe delle Unioni civili un contratto di convivenza, il cui
testo …………. Sarà consegnato ai richiedenti contestualmente alla registrazione
dell’Unione, ho allegato il contratto di convivenza del Comune di Milano, ho allegato il
vademecum, adesso signori io sono favorevole al regolamento con le modifiche apportate
dal Sindaco lessicali e grammaticali. Io sono favorevole, io personalmente, gli altri dopo
diranno quello che pensano, sono favorevole, se si da un aiuto a queste coppie, al più
debole di queste coppie facendo quello che è, un atto privato sperando che vada bene
dove si dice quelli che sono i doveri e i diritti reciproci, se si accetta questo il mio voto sarà
favorevole, se non si accetta mi dispiace così.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Concludiamo la
discussione sul testo presentato al Consiglio Comunale e apriamo la discussione sulla
seconda parte, cioè sugli emendamenti, che diamo per letti perché sono stati consegnati e
in parte sono già stati depositati prima della seduta, vi ricordo che secondo il nuovo
Regolamento del Consiglio Comunale la discussione adesso è solo sugli emendamenti e i
proponenti, ovvero i primi firmatari di ogni emendamento hanno se vogliono, 5 minuti per
illustrare l’emendamento, i proponenti gli emendamenti intendono illustrare i singoli
emendamenti, … (intervento fuori microfono) … la lettura è una cosa, l’illustrazione è
un’altra cosa, la lettura spetta al Presidente e io ho detto che la do per letta se nessuno
obietta e mi sembra di no anche visto l’orario, la presentazione/l’illustrazione
dell’emendamento è un’altra cosa ed è facoltà del proponente ovvero del primo firmatario,
il Consigliere Guastalli illustra l’emendamento del PD.”.
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ESCE IL CONS. IEMBO F. – CONS. PRES. N.20
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUASTALLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Giusto per
correttezza alcune parole, nel senso che l’emendamento è riferito in buona parte all’art.1,
ci sono state alcune correzioni, alcuni riferimenti, ma cose proprio tecniche, ma più che
altro perché dal testo iniziale non si capiva come materialmente venisse fatta l’iscrizione
nel Registro dell’Anagrafe, qua è stato precisato che l’iscrizione al Registro dell’Anagrafe
non è l’istituzione di un qualcosa di nuovo che viene introdotto ma è l’annotazione
all’interno del Registro dell’Anagrafe che già esiste e dove già è prevista la possibilità di
inserire la convivenza per fini affettivi. Ora, c’era stato come ho detto prima la
problematica relativa alla parola coabitazione/convivenza, in una prima bozza noi
avevamo proposto di mettere convivenza per aumentare il significato della cosa, è stata
corretta ma è proprio un significato come la parola registrazione al posto di iscrizione,
perché di fatto è una registrazione nel Registro dell’Anagrafe. Poi le altre correzioni sono
state fatte, quella più significativa all’art.5 che ho già accennato prima, che poteva a nostro
dire creare possibili fraintendimenti tra i termini che usavamo. L’art.5 comunque era ben
chiaro nel dire che il Comune si adopera per garantire che non vi sia discriminazione e che
ci sia pari accesso di diritto alle varie aree che sono state elencate, quindi noi per non
creare altra cosa abbiamo tolto l’articolo dove si faceva riferimento che “all’interno del
Comune di Suzzara, chi si iscrive all’anagrafe delle unioni civili è equiparato al coniuge del
soggetto con cui è iscritto ai fini dell’accesso ai servizi ed interventi sopraelencati”;
avevamo poi introdotto la possibilità di far conoscere tramite l’Ente comunale la
costituzione dei patti di convivenza, ora nel mio intendimento c’era il fatto che i patti di
convivenza ovviamente non vanno a sostituire quello che un Comune fa in tema di unioni
civili, perché patti di convivenza vanno a disciplinare esclusivamente aspetti economici e
patrimoniali e uno li fa da un notaio ma li può fare indipendentemente dal fatto di aver fatto
una unione civile, li può fare anche se il Comune non prevede l’unione civile. Quello che
volevo dire è che ad integrazione di quello che è l’unione civile, si va ad aggiungere
qualcosa che in mancanza di una normativa che oggi non c’è, diciamo aiuta la coppia ad
avere diciamo un quadro completo; diciamo: ha fatto l’unione civile, il Comune ti riconosce
ecc., guarda che c’è anche la possibilità di fare questo, purtroppo oggi non c’è un’altra
normativa nazionale si fa con quello che si può, ed è quello che c’è oggi, la cosa credo
che possa anche essere aggiustata, adesso mi avete preso un attimo in contropiede
perché è finito il dibattito un minuto prima che stavo cercando di correggere la cosa, quindi
mi riservo quando parliamo dell’altro emendamento di vedere se cancellare questa cosa
qua o comunque cercare di renderla un pochettino più comprensibile per arrivare
all’obiettivo che ci siamo detti, che anche altri Comuni stanno facendo.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ci sono gli altri
Consiglieri che intendono illustrare gli altri emendamenti, nessuno, quindi è aperta se lo
ritenete opportuno la discussione sugli emendamenti presentati, nessun intervento sugli
emendamenti, quindi dichiaro chiusa la discussione, l’Assessore e i relatori a questo punto
possono replicare agli interventi che ci sono stati o fornire eventuali chiarimenti.”.
LARA SILIPRANDI - MEMBRO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ: “Volevo solo
precisare per quanto riguarda i patti di convivenza, allora l’emendamento cioè quello che
era l’utilizzo del patto di convivenza come un modello di regolamentazione di rapporti
economici ci può stare, l’emendamento in se diceva che i patti di convivenza sono al fine
di dare rilevanza giuridica alla convivenza, non hanno questo fine, questo non toglie che
possono essere previsti tra le varie cose oltre che la registrazione anagrafica, anche la
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possibilità di stipula, perché questi accordi li possono fare che due coniugi, cioè un
accordo matrimoniale e non matrimoniale, un contratto di diritto civile. Però il fatto di dire
per dare rilevanza giuridica, sembra che questo sia il mezzo per poter dare riconoscimento
a un qualcos’altro, dopo di che ci può stare come opzionale, uno può scegliere se farli o
no, come diceva lei prima è una scelta personale, ecco, era solo questo, non è vietato.”.
ASSESSORE SILVIA CAVALETTI: “Credo che il dibattito stasera sia stato abbastanza
ampio e quello che avrei voluto dire io anche molti consiglieri l’hanno già detto, non vorrei
ripetere quello che è già stato detto in apertura, cioè dell’importanza dell’approvazione di
questo Regolamento anche per dare un segnale, che non ha solo una valenza simbolica,
porta anche qualche vantaggio concreto e anche i simboli hanno la loro importanza, anche
le parole hanno un’importanza e questo è un segnale forte nei confronti della società
civile, il Comune dimostra di essere in grado di interpretare quelle che sono le esigenze
della cittadinanza. Che poi ovviamente il Comune non possa legiferare in materia di
Codice Civile lo sappiamo tutti e anche per questo invitiamo in delibera il Parlamento a
prendere atto di quello ce sta succedendo e quindi di tenere conto di queste esigenze.
Direi che forse sugli emendamenti appunto il problema dei patti di convivenza secondo me
è forse marginale rispetto a quello che è l’intendimento di questo Regolamento, cioè quello
di dare un segnale forte soprattutto politico, poi il fatto che si possa disciplinare dal punto
di vista patrimoniale con atti di questo tipo questo è indipendente dal fatto che appunto
l’unione sia di fatto o anche giuridicamente riconosciuta come quella del matrimonio.”.
MARIA PIA ALDROVANDI - PRESIDENTE COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ:
“Soltanto in scia un pochino a quello che è stato detto e anche recependo gli interventi che
mi sono sembrati davvero pertinenti e comunque anche arricchenti cioè un vero
arricchimento del dibattito, in realtà la Commissione Pari Opportunità quando ha
presentato questo documento ha voluto fortemente che ci fosse un coinvolgimento della
cittadinanza, inizialmente non ci siamo riusciti e soltanto nell’ultimo periodo quando anche
con la riunione di venerdì è stato presentato un po’ il discorso a tutti con un incontro
pubblico e quindi verificare quelli che potevano essere anche degli interessi concreti da
parte dei cittadini di Suzzara. Mi soffermo su un concetto che mi sembra sia stato esposto,
espresso dal Consigliere Bezzi, non è vero che …
finisce lato A 3^ cassetta … inizia lato B 3^ cassetta
… troviamo dei problemi, perché qua si è cercato di risolvere un problema che non è il
problema di una retta, di un costo, di una delibera così che riguarda magari altre
tematiche, ma si cerca di risolvere un problema di discriminazione, è diverso, cioè il
problema c’è, non è sulla sfera di quelli che forse sono altri problemi che il Comune di
Suzzara attraverso i suoi Consiglieri ha cercato di risolvere, però è un problema, è stato
detto che a Suzzara non è un problema e invece mi pare che lo sia, perché questa
risposta che è stata data cerca effettivamente di affrontarlo. Anche dire che lo strumento è
sbagliato, beh sembra un po’ la storia della volpe e l’uva, cioè io non riesco ad arrivarci, a
prenderla quindi dico che non è buona, allora qui si è cercato di trovare una soluzione, ne
abbiamo discusso e adesso la soluzione è saltata fuori. Poi un altro tema che ho sentito
esprimere è quello del giusto e del non giusto, qui entriamo sicuramente in un aspetto
etico e morale e non credo sia quello che un consigliere deve affrontare, restiamo a
Socrate: giusto per chi governa è rispettare le leggi, se le leggi sono rispettate i Consiglieri
sono nel pieno della loro attività.”.
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PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Per un fatto
personale chiede la parola il Consigliere Guiducci.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Devo chiedere scusa al
Consigliere Bezzi perché mi sono lasciato andare, quindi chiedo scusa.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “A questo punto
passiamo alla votazione degli emendamenti con questa modalità qua: prima
l’emendamento presentato dal Sindaco perché è quello arrivato cronologicamente prima,
poi abbiamo il sub emendamento del 25 novembre a firma Carra, Guastalli, Vecchia,
Africani, il sub emendamento all’emendamento PD, poi l’emendamento PD del
23.11.2013, poi l’emendamento di oggi del Consigliere Guiducci. Ora, io chiedo al
Consiglio Comunale il Gruppo del PD ha presentato un ulteriore emendamento molto
semplice che adesso il Consigliere Guastalli né da lettura, il Consiglio ha facoltà di
ammetterlo o no, perché in effetti andrebbe presentato prima, ma è molto semplice.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUASTALLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Credo che
nel clima in cui siamo sia giusto anche vedere se una singola cosa possa cambiare anche
un ……….. che per me è importante sia che provenga dall’opposizione che venga dalla
maggioranza, quindi noi avevamo inizialmente cancellato l’aspetto dei patti di convivenza
perché secondo me c’è stato un fraintendimento sul significato che davamo a questa cosa.
Noi chiediamo di riproporre questa cosa qua ma sotto questa veste, cioè
l’Amministrazione comunale s’impegna a far conoscere i cosiddetti patti di convivenza per
gli aspetti di natura economico patrimoniale. Quindi l’Amministrazione comunale quando
uno viene a fare l’unione civile dice: guarda che oltre a fare l’unione civile puoi anche
regolare i tuoi rapporti in questo modo, come sta facendo poi d’altronde il Comune di
Milano che mi hanno fatto vedere adesso, una cosa molto semplice se vi va bene.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Per semplificare,
quindi si ritira l’emendamento all’articolo 5 precedente, perché a questo punto è inutile che
votiamo una cosa, questo lo si da per ritirato e si presenta questo, giusto. Tanto per
chiarezza anche per chi dovrà redigere poi il verbale l’emendamento del 25 novembre a
firma Piergiorgio Carra, Guastalli Alessandro, Vecchia Aldo Davide, Africani Giulio, relativo
alla cancellazione dell’articolo 5 l’ultima frase è ritirato e sostituito da questo nuovo
emendamento che dice sempre all’articolo 5 dell’ultima frase: l’Amministrazione comunale
s’impegna a far conoscere i cosiddetti patti di convivenza per gli aspetti di natura
economico/patrimoniale – questo lo agganciamo sempre come sub emendamento.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Se lui ritira l’emendamento
modificativo al suo emendamento io accetto che venga posto questo emendamento,
l’ultimo … (intervento fuori microfono) … no, ma non dice la stessa cosa, quello prima
diceva: l’Amministrazione comunale incoraggia e promuove l’adozione da parte dei
componenti – non è uguale a quello che hai scritto adesso, …”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Chiedono di
sostituirlo.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… lui ritira il suo
emendamento e lascia quello che aveva fatto prima, ecco, non so, l’inesattezza fate voi)
… (intervento fuori microfono) … ma non lo da neanche un regolamento … (intervento
fuori microfono) … chiariamoci un attimo, metti in votazione quello che ti pare,
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personalmente voto contro a tutti gli emendamenti così siamo chiari, tanto sarò io e altri 3
gatti, quando c’è il mio emendamento voto a favore, se il mio emendamento avrà la
maggioranza, cioè passerà, io voterò a favore anche per il Regolamento finale, chiaro?”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Con calma,
vediamo se riusciamo a non fare confusione, richiamo gli emendamenti uno alla volta e poi
li votiamo, ora visto l’orario io non chiederò la dichiarazione di voto se non che
qualcheduno non me lo chiede specificatamente, se no non l’appello in qualche modo.
Passiamo a votare tutti i singoli emendamenti, dopo di che c’è la dichiarazione di voto sul
testo del Regolamento così come risulta emendato, c’è la nuova dichiarazione di voto sul
Regolamento emendato e poi la votazione complessiva sul Regolamento.
Votiamo sull’emendamento presentato il 22 novembre 2013 a firma del Sindaco, che è
quello che riguarda gli allegati 1 – 2 – 3 al Regolamento depositato;
Gruppo PD: favorevole - Gruppo Diritti e Pari Opportunità: favorevole – Gruppo Misto:
favorevole - Contrari: Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Franceschini B., Cons.
Barbi M. – Astenuti: Cons. Coppola P., Cons. Bianchera N. – l’emendamento è approvato
a maggioranza.
Quindi adesso mettiamo in votazione il sub emendamento dei Consiglieri Carra
Piergiorgio, Guastalli Alessandro, che sostituisce l’emendamento precedentemente ritirato
e che chiede la cancellazione all’art.5 dell’ultima frase sostituendola con:
l’Amministrazione comunale s’impegna a far conoscere i cosiddetti patti di convivenza per
gli aspetti di natura economico/patrimoniale;
Gruppo PD: favorevole - Gruppo Diritti e Pari Opportunità: favorevole - Contrari: Cons.
Melli M.L., Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Franceschini B., Cons. Barbi M. Astenuti: Cons. Coppola P., Cons. Bianchera N. – l’emendamento è approvato a
maggioranza.
Passiamo quindi all’emendamento presentato il 23 novembre 2013 dai Consiglieri:
Guastalli A., Melli W., Bianchera E., Carra P., Aldrovandi M., Bortolini L., Veltri V.;
Gruppo PD: favorevole - Gruppo Diritti e Pari Opportunità: favorevole – Gruppo Misto:
favorevole – Contrari: Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Franceschini B., Cons.
Barbi M. - Astenuti: Cons. Bianchera N., Cons. Coppola P. – l’emendamento è approvato
a maggioranza.
Ultimo emendamento, l’emendamento presentato in data odierna dal Consigliere
Alessandro Guiducci relativamente al testo dell’allegato n.2 della dichiarazione sostitutiva
di Atto di notorietà che conosciamo, … (intervento fuori microfono) … allora: I
sottoscritti consiglieri propongono di apportare al Regolamento per il riconoscimento delle
Unioni civili e l’istituzione della relativa anagrafe in discussione al Consiglio Comunale oggi
25 novembre il seguente emendamento aggiuntivo – nel testo n.2 dichiarazione sostitutiva
dell’Atto di notorietà alle dichiarazioni si aggiunge di impegnarsi a sottoscrivere entro 180
giorni dalla registrazione nell’Anagrafe delle Unioni civili un contratto di convivenza il cui
testo base sarà consegnato ai richiedenti contestualmente alla registrazione dell’unione,
allegati vademecum e diritti dei conviventi redatto in collaborazione con il Comune di
Milano; contratto di convivenza estrapolato dal vademecum;
Favorevoli: Cons. Melli M.L., Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Coppola P., Cons.
Franceschini B.; - Contrari: Gruppo PD, Gruppo Diritti e Pari Opportunità, Cons. Barbi M.
– Astenuti: Cons. Bianchera N. – l’emendamento è respinto a maggioranza.
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A questo punto sono aperte le dichiarazioni di voto sul testo del Regolamento agli atti, così
come risulta dagli emendamenti approvati.”.
CONSIGLIERE PAOLO LEALI (INIZIATIVA – LEALI A SUZZARA): “Io avevo sempre
detto che al momento della votazione mi sarei dichiarato assente, pur apprezzando il
lavoro fatto dalla Commissione ritengo che questo documento abbia una identità molto
limitata e relativa, nel senso che viene spinto, viene sostenuto da due situazioni che sono
secondo me opposte o molto distanti una dall’altra, cioè quella delle coppie gay che
chiedono ciò che non possono avere, e invece quella delle coppie di fatto che pur potendo
avere delle cose le vogliono diverse, quindi mi sono sempre chiesto come il legislatore poi
avrebbe potuto affrontare e risolvere queste problematiche … (intervento fuori
microfono) … cioè non riesco a capire che legge potrà fare, infatti come ha detto il Sen.re
Lo Giudice stanno apprestando più di una soluzione e secondo me è una cosa al di fuori
della logica. Però quando ho visto questo emendamento presentato da Guiducci stavo
rivedendo la mia posizione, nel senso che questo emendamento mi sembrava che
potesse almeno a livello locale e per quello che riguardava il regolamento proposto
potesse almeno dal mio punto di vista essere accettato, siccome non è stato accettato io
dichiaro che non parteciperò alla votazione.”.
ESCE IL CONS. LEALI P. – CONS. PRES. N.19
CONSIGLIERE CLAUDIO MASTRI (DIRITTI E PARI OPPORTUNITA’): “Questa sera si
diceva che questo Regolamento non serve a nulla e invece serve, perché la realtà di
Suzzara è cambiata, le unioni di fatto omosessuali ed eterosessuali ci sono, si potrà
andare in anagrafe, non è vero che non cambiava niente.”.
PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Mettiamo in
votazione il Regolamento per il riconoscimento delle Unioni civili e l’istituzione della
relativa Anagrafe così come risulta dagli emendamenti approvati in precedenza;
Favorevoli: Gruppo PD, Gruppo Diritti e Pari Opportunità, Gruppo Misto, Cons. Bianchera
N., Cons. Franceschini B. – Contrari: Cons. Barbi M., Cons. Guiducci A. – Astenuti: Cons.
Coppola P. – il Regolamento è approvato.”.
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Processo verbale del Consiglio Comunale della seduta del 25.11.2013
Il presente verbale viene letto e sottoscritto come segue
F.to
Il Presidente
VECCHIA ALDO DAVIDE
Il Segretario Generale
F.to Dr. TIRABASSI ALFREDO LUIGI
_____________________________________________________________________________________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE (art.124 del D.Lgs. 18.08.2000 n. 267)
Certifico io sottoscritto Segretario Comunale che copia del presente processo verbale e’
stata pubblicata in data odierna all’ Albo Pretorio ove rimarra’ per 15 giorni consecutivi.
Li’, 07/01/2014
Il Segretario Generale
F.to Dott.ssa MOTTA SANDRA
La presente copia, composta da n. 34 fogli, oltre agli allegati, e’ conforme all’originale conservato
presso il Settore AFFARI GENERALI sotto la responsabilita’ del Responsabile di Posizione
Organizzativa.
Il Responsabile di Posizione Organizzativa
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