Leggerò - Comune di Suzzara
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COMUNE DI SUZZARA Provincia di Mantova PROCESSO VERBALE N. 13 DELLA SEDUTA DI CONSIGLIO COMUNALE DEL 25.11.2013 All’appello risultano presenti : MELLI WAINER CARRA PIERGIORGIO BORTOLINI LUIGI GUASTALLI ALESSANDRO VECCHIA ALDO DAVIDE ALDROVANDI MASSIMO BIANCHERA ELISA AFRICANI GIULIO COVRI FABIO ODINI ROSSANO VELTRI VALENTINA P P P P P P P P P P P BEZZI MATTIA MASTRI CLAUDIO GUIDUCCI ALESSANDRO BIANCHERA NICOLA COPPOLA PAOLO BARBI MASSIMO FRANCESCHINI BARBARA LEALI PAOLO IEMBO FRANCESCO MELLI MARIA LUISA P P P P P P P P P P Presiede la seduta il Sig. Vecchia Aldo Davide. Partecipa all’adunanza il Segretario Generale Dott. Tirabassi Alfredo Luigi il quale provvede alla redazione del presente verbale. ASSESSORI PRESENTI SIGG. AFRICANI I. – CAVALETTI S. - DAVOGLIO G. – ONGARI I. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Tutti i Consiglieri sono presenti, quindi la seduta è valida, abbiamo due comunicazioni fuori ordine del giorno, una del Sindaco e una per quanto riguarda la giornata oggi è il 25 novembre, la giornata internazionale istituita dall’ONU contro la violenza sulle donne, per cui dopo cederò la parola all’Assessore Cavaletti.”. PUNTO N.1 – COMUNICAZIONI DEL SINDACO SINDACO WAINER MELLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Ho distribuito ai Consiglieri copia del libro pubblicato già l’anno scorso “Archeologia a Suzzara”, ricordando che il 5 dicembre comunque vi sarà la presentazione, la Venere è già esposta da domenica scorsa invece in Galleria e frugando in biblioteca mi è sembrato utile anche per avere cognizioni sui temi storici della sicurezza del nostro territorio, anche darvi questo libro sui delitti, fatto da Brenno Pavesi diversi anni fa, che ritengo molto interessante per la documentazione che propone.”. ASSESSORE SILVIA CAVALETTI: “Oggi 25 novembre è la data designata dalle Nazioni Unite come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne tramite la risoluzione N. 54134 del 17 dicembre 1999. L’Assemblea Generale ha invitato i Governi, le Organizzazioni internazionali e le Organizzazioni non governative a predisporre attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in questa giornata, per unire istituzioni e società civile nell’impegno di prevenire ogni forma di violenza maschile sulle donne. Questa mattina la Presidenza della Repubblica ha diffuso una nota che esprime il proprio generale incoraggiamento alle campagne, alle iniziative e alle associazioni che si impegnano per contrastare un fenomeno così terribile ed in particolare ha voluto sottolineare quanto sia importante l’adesione convinta e numerosa degli uomini, all’irrinunciabile battaglia ricordata dalla giornata di oggi. Leggerò alcuni dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che evidenziano la drammaticità della situazione. In Italia ogni 2 e mezzo giorni una donna viene uccisa, dal gennaio 2013 si contano 128 femminicidi; il fenomeno della violenza coinvolge trasversalmente donne di tutto il mondo, di tutte le età, ceto sociale e livello di istruzione. In Italia si stima che 6.700.000 donne tra i 16 e i 70 anni siano vittime di abusi fisici o sessuali e circa un milione abbia subito stupri o tentati stupri. Il 33,9% di coloro che subiscono violenza per mano del proprio compagno e il 24% di coloro che l’hanno subita da parte di un conoscente o di un estraneo, non parlano con nessuno dell’accaduto. La violenza domestica inoltre è la seconda causa di morte per le donne in gravidanza. In conclusione chiedo un applauso per ricordare le donne vittime di violenza.”. PUNTO N.2 (EX PUNTO N. 1 ALL’O.D.G.) - APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER IL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI CIVILI ED ISTITUZIONE DELLA RELATIVA ANAGRAFE PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Passiamo quindi allo sviluppo dell’ordine del giorno, il punto lo esaminiamo io dico subito che per 2 ottimizzare i tempi rinuncio alla presentazione dello stesso, contemporaneamente però vi dico anche che il punto, come succede per tantissimi altri argomenti, verrà illustrato, diciamo che l’illustrazione sarà integrata anche dalla Commissione per le Pari Opportunità e dal Presidente dell’Arcigay di Mantova “La Salamandra”, oltre naturalmente che dall’Assessore Cavaletti. Consigliere Guiducci qual è il problema?”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Il problema è quello che ti ho detto prima, io desidero, come in un civile dibattito, che ci debbono essere degli interventi a favore, contro, oppure agnostici, gli interventi a favore o contro devono essere preventivamente comunicati se ci devono essere dal Presidente del Consiglio, oppure deve indicare che è un Consiglio Comunale Aperto, non sono stato informato, quindi ritengo che non sia giusto, al di là dell’Assessore Cavaletti e del Presidente della Commissione consiliare delle Pari Opportunità, che ci siano altri interventi, mi dispiace, l’avevo detto, uno me lo deve dire perché io non sono ferrato sul tema, non avrei comunque…”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Grazie.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… grazie un tubo, aspetta un attimo …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “No, ha già spiegato il suo punto.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… fammi finire, scusa non ho finito, grazie, prego, non ho capito, ho detto io non sono ferrato sul tema, quindi voterò o non voterò secondo mia coscienza quello che sono io, però gli interventi, se ci sono degli interventi a favore o sono dei consiglieri o sennò se sono degli estranei me lo devi dire prima perché potevo far invitare qualcuno anche io e ne avrei il diritto.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Abbiamo capito, vi ricordo che in Conferenza dei Capigruppo non in questa sede ma nella precedente avevo già comunicato questi due interventi e il regolamento prevede la possibilità di invitare anche associazioni, quindi la procedura sarà questa.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Mozione d’ordine, io credo sia opportuno votare su questo tema, perché io credo di avere diritto …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Guardi sta creando un caso per nulla.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Credo che le mie idee …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lei sta vietando ad un’associazione di intervenire su un punto che conosce molto bene.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… ma non mi interessa, ce ne possono essere due, tre, quattro, io non sto dicendo una, sto dicendo semplicemente …”. 3 PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ma potevate invitarle, comunque è una prerogativa del Presidente poter invitare.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… è una prerogativa del Presidente e il Presidente si va a fare il Presidente a casa sua, non viene a fare il Presidente del Consiglio Comunale qui, il Presidente Stalin lo fa a casa sua, devi andare in Russia non devi stare qui se vuoi andare da qualche parte o sennò nel Congo quando c’era …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Guardi che quando ci sono argomenti anche tecnici, vengono chiamati dei tecnici, non capisco perché per un argomento che ha un carattere politico questa regola non si può adottare.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “.. ma basta che tu lo dica ….”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ma è stato detto.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… se qualcuno vuole invitare delle persone a intervenire lo può fare e allora me lo dici, quando me l’hai detto posso e non posso quindi …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lei apre una mozione d’ordine perché intende non far parlare un’associazione che è esperta sull’argomento su questo tema.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… ma esperto o non esperto non è esperto niente, ti sto dicendo che tu sospendi il Consiglio Comunale perché se parla un Consigliere bene, se non parla il Consigliere oltre che l’Assessore e alla Dottoressa Aldrovandi non parla nessun altro te lo dico perché non faccio parlare nessun altro, chiama i Carabinieri, …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lei non usa questa autorità davanti al Consiglio Comunale, Lei non può usare questa autorità, e aperta la mozione d’ordine che francamente non capisco, comunque si esprime un consigliere a favore e un consigliere contro su questa mozione d’ordine:”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… chiama i Carabinieri ..”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Una precisazione solo, è vero che ce l’hai comunicato in Conferenza dei Capigruppo quindi ad onor del vero è assolutamente vero, la Conferenza dei Capigruppo ne ha preso atto del comunicato ma nessuno si è mai speso o a favore o contro di questo, perché comunque come ben sai è discrezione tua, scegliere come tu hai detto, se fare o meno una cosa, quindi la Conferenza dei Capigruppo ha preso solo atto della tua informazione, niente di più.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Come spesso succede quando ci sono tecnici della Tea, non è un argomento tecnici della Tea o anche altri argomenti abbiamo chiamato persone fuori dal Consiglio Comunale, stiamo facendo un caso per nulla. Chi si esprime contro … (Intervento fuori microfono) … chi si esprime 4 contro la mozione d’ordine, il Consigliere Carra era a favore o contro nel suo intervento … (Intervento fuori microfono) … perché una mozione d’ordine si mette ai voti … (Intervento fuori microfono) … no sull’interpretazione del regolamento è … (Intervento fuori microfono) … parla uno a favore e uno contro sennò automaticamente decide il Presidente …”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Riponi il quesito perché sinceramente io non ho capito su che cosa devo esprimermi contro o…”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “… il quesito lo pone chi pone la questione della mozione d’ordine, da quanto ho interpretato il Consigliere ritiene che non possano intervenire esperti o comunque persone che possono illustrare meglio al Consiglio Comunale l’argomento a discrezione della presidenza del Consiglio Comunale, cosa che viene fatta normalmente per qualunque altro argomento, io l’ho capita così! … (Intervento fuori microfono) … é stato informato e anche lei poteva proporre dei nomi … … (Intervento fuori microfono) … parla uno a favore e uno contro sennò decido, è una cosa molto semplice secondo me, non vedo perché si debba fare questo.”. CONSIGLIERE MARIA LUISA MELLI (GRUPPO MISTO): “Innanzitutto chiederei l’intervento del Segretario Generale, voglio sapere se siamo effettivamente nell’ambito della regola, io mi ricordo che in effetti tu lo hai comunicato e quel giorno in Conferenza dei Capigruppo, anche il capogruppo presente del PD, aveva un attimo obiettato su questo, si era detto ma perché questa cosa, cosa va a rinforzare, di fatto mi chiedo adesso, al di là che poi voglio sentire la risposta dal punto di vista proprio della norma, qual è il comportamento, se è legittima la tua posizione, però voglio dire abbiamo già giustamente la Presidente della Commissione Pari Opportunità che si presenta sicuramente autorevolmente in Consiglio Comunale, quindi supportando in effetti l’Assessore e corrisponde quasi sempre all’intervento che fa di fianco all’Assessore, non so il tecnico Tea oppure il dirigente delle finanze e quant’altro, mi sembra veramente un ostentare, in quando caso, proprio effettivamente un parere ulteriore di cui credo si sia fatta un’opinione, si sia cercata comunque di muovere l’opinione nei giorni precedenti, quindi mi sembra proprio un’ostentazione questa cosa, al di là del fatto che adesso voglio sentire il parere del Segretario.”. DR. ALFREDO LUIGI TIRABASSI - SEGRETARIO GENERALE: “Questa è materia nella quale il Consiglio Comunale è ovviamente sovrano e quindi si dà le regole, la regola che si è data scritta è quella riportata all’Art. 42, comma 2 del Regolamento del Consiglio Comunale che dice: “possono altresì essere invitati consulenti e professionisti incaricati di progettazione e studi per conto dell’amministrazione, per fornire illustrazioni e chiarimenti, oltre a rappresentanti di enti, aziende o associazioni”. Quindi l’invito nei confronti di un’associazione è di per sé stesso legittimo a norma del regolamento, dopodichè visto che la volontà del Consiglio Comunale è fissata nel regolamento è sempre disponibile al Consiglio Comunale e visto che il Presidente ha aperto la mozione d’ordine, di conseguenza volendo il Consiglio Comunale può modificare, riappropriandosi della sua volontà, il regolamento consente l’invito all’associazione.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “C’è qualcuno che si esprimere a favore o contro la mozione d’ordine, ripeto che io ho detto che rinuncio anche al mio intervento e quindi non allunghiamo assolutamente i tempi del Consiglio.”. 5 CONSIGLIERE GIULIO AFRICANI (PARTITO DEMOCRATICO): “Io esprimo contro, sentito anche il parere del Segretario Generale e dato che nel regolamento non sussistono impedimenti di norma, a questo punto non vedo neanche la motivazione stessa di questa mozione d’ordine, tra l’altro se l’interpretazione data dal Presidente è quella che dava il Segretario, ci troveremmo davvero una mozione d’ordine per non far parlare un rappresentante di un’associazione, a questo punto.”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Io devo dire un’altra cosa, penso di essere particolarmente in difficoltà a dover esprimermi su come comportarmi, effettivamente senza nulla togliere agli invitati che ritengo che abbiano conoscenze in materia di questo atto e dopo avere ascoltato la spiegazione del Segretario, vorrei solo aggiungere una piccola cosa che il Presidente del Consiglio Comunale rappresenta tutte le anime che ci sono all’interno del Consiglio Comunale, quindi dovrebbe avere un attimo la sensibilità di fare una sintesi, se deve invitare le persone, fare una sintesi su tutte quelle che sono le varie anime o idee o posizioni che vi sono all’interno del Consiglio. Detto questo ricordo che la Conferenza dei Capigruppo, non può assolutamente scegliere su chi il Presidente del Consiglio Comunale debba invitare e su quale posizione il Presidente del Consiglio debba comportarsi, anche perché come ho ricordato un’altra volta, ci è stato chiesto in Conferenza dei Capigruppo cosa fare, la conferenza ha deciso una linea, poi il Presidente del Consiglio Comunale appellandosi giustamente al regolamento, ha detto io opto per una strada legittima, in altre situazioni il Presidente del Consiglio non ha chiesto niente, ce l’ha comunicato, noi senza dire niente abbiamo preso atto delle decisioni del Presidente del Consiglio quindi a questo punto la trovo quanto forzata la richiesta da parte del Presidente del Consiglio Comunale di accettare una mozione d’ordine su una scelta che i Consiglieri comunali non possono e non hanno la possibilità di intervenire. Quindi io sicuramente non partecipo al voto a questa richiesta, perché la ritengo più che altro illegittima, e ci tengo a ribadire e qua lo dico, che il Presidente del Consiglio è sopra le parti, … (Intervento fuori microfono) …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Però deve concludere perché non è aperta la discussione sul punto.”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “… il Presidente del Consiglio Comunale è un super partes, deve cercare di dirigere quello che è il Consiglio Comunale e se deve chiamare le associazioni, come ripeto, giustamente il Segretario essendo un mero compilatore del verbale ed è vero che il Consiglio Comunale è sovrano, però dobbiamo anche avere la responsabilità e la consapevolezza istituzionale e politica che il Presidente del Consiglio deve rappresentare tutte le anime che ci sono all’interno del Consiglio e penso che anche il Sindaco e anche gli altri capigruppo, gli altri consiglieri dovrebbero avere l’intelligenza di dire noi dobbiamo rappresentare tutte le istituzioni, perché è vero che uno può essere un esperto nella sua materia per svariati motivi, ma siccome ci sono dei temi che sono non rossi e non bianchi, non neri e non verdi, ma ogni persona nella sua consapevolezza e nella sua coscienza, ha delle visioni che possono essere un po’ diverse, quindi era compito di chi rappresenta il Consiglio Comunale che è lo specchio della società, fare intervenire quelle che sono le varie sfaccettature che ci sono sul territorio, perché noi rappresentiamo un patrimonio culturale, un patrimonio di sensibilità e di culture che vi sono sul territorio, quindi penso che quello che è stato questa stasera che si è cercato di istituire, sia un po’, uso un po’ una parola forte, un teatrino che alla fine trova il tempo che trova; era opportuno chiamare tutte le varie sensibilità o quantomeno fare parlare, quella che è nel dubbio di non invitarli tutti, sarebbe stato compito far parlare l’istituzione perché gentilmente ci ha sopportato … 6 pensa… che il Presidente della Commissione ha fatto una sola Commissione dopo che l’istituzione … ha fatto due commissioni non per predisporre quello che era l’atto che è venuto in Consiglio Comunale, ma le ha fatte dopo che l’istituzione aveva depositato gli atti, quindi alla fine non so neanche perché tu l’abbia fatta. Quindi io personalmente non partecipo e chiedo a altri di non partecipare, rispettando i presenti, ma è nostro dovere fare sì che tutte le anime della cittadinanza siano qui rappresentate o altrimenti è giusto, da parte del Sindaco, del Presidente del Consiglio non farle intervenire.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Interpreto il suo intervento come a favore della mozione d’ordine perché potevano parlare un consigliere a favore e uno contro… questo era a favore della mozione, ma non c’è una votazione su questa cosa … probabilmente non conosce bene il regolamento… decide il Presidente sulla mozione d’ordine. Vogliamo perdere delle ore su dei cavilli burocratici, vogliamo ritardare il punto.”. CONSIGLIERE PAOLO COPPOLA (ALTERNATIVA): “Il punto è che fin dalla nascita di questa esigenza da lei Presidente caldeggiata fin dall’inizio, si è messa all’evidenza di tutti che lei ha perso l’obiettività e la serenità di condurre questo Consiglio Comunale secondo un canone di imparzialità, perché questo fin dal primo momento ad oggi che siamo stati convocati unica volta in tutta la storia del Consiglio Comunale per approvare un unico punto che non ha nessuna scadenza, unica volta, quindi un intero Consiglio Comunale con gli uffici mobilitati per approvare un punto di cui lei riteneva la priorità in assoluto su ogni altra, lei ha ritenuto quali sono le associazioni, quale è l’associazione senza neanche confrontarsi con i capigruppo, lei pretende di dirigere la discussione, lei pretende di dare al Consiglio Comunale il suo indirizzo, questo è stato un comportamento che è completamente al di sopra del suo ruolo di Presidente, piuttosto è un ruolo da capogruppo di un gruppo di maggioranza o di minoranza quello che è. Quindi tutte queste discussioni che possono apparire sterili, che possono essere perditempo, nascono dal suo errato, sbagliato e viziato metodo di condurre il Consiglio Comunale, è questo il discorso. Perché come diceva giustamente il Consigliere Carra, lei non può dire adesso chiamo questo e non un altro, bisognerebbe dare al Consiglio Comunale e ai cittadini che vedono il Consiglio Comunale la possibilità di ascoltare tutti allora, se dobbiamo fare un’opera di consulenza o di studio aperto alle associazioni, non chiamare solo un’associazione, quella che si conosce o quella che magari è intervenuta o quella che gli piace di più, sono decisioni che devono essere prese collegialmente, tant’è che c’è una Conferenza dei Capigruppo, Dio solo sa a cosa serve, perché se poi è sempre lei Presidente che prende le decisioni io infatti ho smesso, diserto la Conferenza dei Capigruppo perché comunque nella migliore delle ipotesi è convocata per ratificare decisioni che lei ha già preso, nella migliore delle ipotesi altrimenti semplicemente si prende atto e basta. Quindi il problema è questo: a me spiace, a chiunque sia seduto lì e rappresenti qualsiasi associazione, il problema è che la scelta unilaterale del Presidente, discrimina, visto che poi si parlerà anche di discriminazione, tutti coloro che magari potevano avere un punto diverso dalla situazione, almeno un contraddittorio, in questa sede c’era anche chi aveva detto, ma allora chiamiamo anche il parroco, chiamiamo allora anche i rappresentanti delle associazioni religiose, non lo so, ma e perché no? Invece si è ritenuto solo di dare evidenza e pubblicità e diritto di intervenire ad un’associazione, questo discriminando tutte le altre, questo è il grave vulnus che lei Presidente ha commesso nell’indire questo Consiglio Comunale, perché non stiamo parlando del diritto o no di un’associazione di intervenire, stiamo parlando del diritto – dovere del Presidente di organizzare il Consiglio Comunale nel modo più collegiale, condiviso e aperto a tutti, cosa che lei non ha fin dall’inizio mai voluto fare.”. 7 PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Per scegliere un’associazione, le altre associazioni potevano intervenire quando volevano anche nelle commissioni che abbiamo organizzato anche pubbliche, non sono intervenute, l’unica che è intervenuta è l’Arcigay quindi assolutamente quello che sta dicendo, che ha raccontato è una sua visione parziale, che rispetto, ma non è la realtà. Quindi se nessuno chiede la messa ai voti, decide il Presidente e quindi a questo punto … (Intervento fuori microfono) … dipende, se lo chiedono 5 consiglieri si mette ai voti, se no decide il Presidente, vogliamo tirarla alla lunga ancora di dare l’accesso o no ad un intervento illustrativo ad un’associazione che ha partecipato anche alle Commissioni consiliari aperte che … (Intervento fuori microfono) … no, no, la Commissione del suo collega è stata convocata ed era presente l’Arcigay, due volte, le altre associazioni avevano tutto il diritto di intervenire e potevano farlo, basta, quindi non creiamo un caso quando non esiste.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “ Il caso non esiste più, che parti chi vuole parlare, che dica quello che vuole dire, rimane il fatto che tu sei non un grande Stalin, sei un piccolo Stalin, a questo punto parliamo tutti quelli che vogliono, sei un piccolo Stalin e stasera hai anche la sciarpa rossa che non è una sciarpa che indica quello che deve indicare, indica che viene da quella parte, dal grande freddo.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Va bene, quindi?”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Io sono per non mettere ai voti per il semplice motivo come ti ho detto prima che era discrezione tua invitare qualcuno, hai scelto di invitare …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Quella che ha partecipato fino adesso, non è che ho scelto, quella che ha partecipato, se ce ne erano altre le chiamavo.”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): ”… io ho espresso la mia opinione e l’ho estesa a chi era d’accordo con me del gruppo, che se tu mettevi in votazione, non avrei partecipato, ma ti chiedo di non mettere ai voti perché è una decisione tua invitare qualcuno o non invitarlo …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ripeto, ho invitato chi ha partecipato ai lavori, se ce n’erano altre dieci chiamavo le altre dieci. Ora decide il Presidente, a questo punto il Presidente decide che la mozione d’ordine non ha fondamento e quindi è respinta, do la parola quindi al Presidente Davide Provenzano di Arcigay …”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… non ha fondamento, tu non hai diritto di dire non ha fondamento.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “… va bene l’ha ritirata, …”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Che sia chiaro, tu sei un piccolo Stalin.”. 8 PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “… non iniziamo a giocare su queste cose, va bene l’ha presentata, ci ha fatto perdere mezzora e poi l’ha ritirata, va benissimo.”. DAVIDE PROVENZANO - PRESIDENTE DI ARCIGAY LA SALAMANDRA: “Ringrazio per la calorosa accoglienza, volevo solamente precisare che sul territorio mantovano l’unica realtà che rappresenta la comunità omosessuale - transessuale mantovana è Arcigay, se ce ne fossero altre chiaramente sarebbe importante che altre fossero qui stasera. Ringrazio comunque il Consiglio per la disponibilità. Il dibattito sui diritti civili è spesso scandito da un luogo comune, l’idea che riconoscerli ad alcuni significhi toglierli ad altri, come se fossero come il petrolio una risorsa limitata e non rinnovabile. È così che per esempio i diritti delle donne sono stati riconosciuti dopo lunghe battaglie e ancora oggi non del tutto affrancati dalla violenza e dalla discriminazione che in questa giornata, il 25 novembre ricordiamo. Uso le parole del Senatore Lo Giudice che l’altra sera ci ha ritornato che sancire un principio di uguaglianza, non significa creare sacche di privilegi e concessioni a beneficio di una minoranza e a discapito di una comunità maggioritaria, significa piuttosto mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza per poter accedere proporzionalmente ai bisogni e alle disponibilità a determinati servizi; è un po’ come quando si gioca una partita su un campo da calcio, che invece di essere piano è inclinato. Chi vive in assenza di diritti è come se giocasse dalla parte del campo che sta più in basso e senza che ci sia mai un secondo tempo con relativo cambio di campo. Pensate che fatica riuscire a mettere la palla in porta! Le leggi, i provvedimenti amministrativi, la giurisprudenza servono a riportare quel campo da gioco in posizione corretta, affinché tutti possano sentirsi cittadini con pari diritti e doveri, ma prima ancora con pari dignità. Voi stasera siete chiamati a fare questo, contribuire a dare a tutti i cittadini residenti a Suzzara che vivono una dimensione di famiglia effettiva e che non sono uniti in matrimonio un messaggio chiaro, il Comune di Suzzara riconosce a tutti la stessa dignità e lo fa con un atto che ha forte valenza simbolica ma anche pratica, infatti non è importante se all’anagrafe si registreranno 10 coppie o 100 coppie, quel che conta è che questo Comune avrà contribuito a creare un’ulteriore crepa sul muro del pregiudizio e della separatezza sociale che oggi distingue l’Italia dal resto dei paesi d’Europa e buona parte del mondo occidentale, che da tempo hanno dato piena uguaglianza giuridica alle persone appartenenti alla comunità Lgbt. Dovrebbe infatti farci riflettere molto, il fatto che l’Italia nel garantire gli standard base in materia di diritti umani alle persone gay, lesbiche e transgender sia più vicina in percentuale alla Russia che alle vicine Germania o Francia. Anche i nostri amori percorrono un pezzo di strada prendendosi per mano e fanno progetti nella speranza che questo viaggio duri al più a lungo possibile, anche i nostri sono amori solidali, specie di questi tempi, quando le certezze lavorative e la sicurezza economica scricchiolano sotto i piedi di chiunque senza certo sottilizzare su orientamento sessuale sul genere. Sono amori che vivono gli alti e i bassi di una relazione, nutriti di quell’autenticità che si alimenta dei silenzi complici, delle complementarietà caratteriali, della quotidianità a volte leggera, a volte meno, ma sempre vissuta fino in fondo, sono amori che si prendono cura dei propri figli, cercando di educarli alla tolleranza e al rispetto delle diversità comunque essa si manifesti, perché ne comprendono nel profondo il valore e la ricchezza, dietro e dentro questi amori ci sono persone in carne ed ossa, ci sono speranze, sogni e sentimenti, c’è un universo reale che merita il riconoscimento e valorizzazione. Sono allora amori diversi? Sì, lo sono purtroppo, perché devono lottare ogni giorno contro i tanti pregiudizi di una società ancora fortemente maschilista e fragilmente laica, ma questo paradossalmente è ciò che li rende ancora più tenaci e uniti nell’esigere tutela, riconoscimento e dignità. Spero, ma la serata non mi fa propendere per ciò, che la presenza e l’intervento della nostra comunità, della nostra Associazione Arcigay in queste 9 settimane di dibattito non sia stata vissuta come un’ingerenza, ma piuttosto come un’opportunità di confronto e di conoscenza. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato e anche chi è stato dietro alle quinte per pervenire ad un documento su cui ho già espresso ampia soddisfazione, ringrazio sia chi era già a favore, sia chi, pur contrario e dubbioso ha dato un contributo di riflessione e approfondimento nella buona fede delle convinzioni di ciascuno e ciascuna. Auspico che questo Consiglio Comunale di Suzzara voglia scrivere a suo modo una pagina storica, consegnando alle statistiche un record importante per la nostra Provincia, l’abbiamo tenuto fermo il principio della non discriminazione e dell’uguaglianza approvando un regolamento che veramente ci mette tutte e tutti sullo stesso piano, nel momento in cui ci presentiamo di fronte all’ufficiale d’anagrafe in quanto coppie, in quanto famiglie. Grazie e buon lavoro”. MARIA PIA ALDROVANDI - PRESIDENTE COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’: “Il mio intervento è un intervento un po’ più generale e anche tecnico, si compone di due parti: una parte introduttiva che mi compete proprio per la qualità di Presidente più generica e un aspetto un po’ più nei termini della tematica che affido alla Dottoressa Lara Siliprandi che ha partecipato naturalmente attivamente alla formulazione del regolamento. In questa seduta il Consiglio Comunale è chiamato ad esprimere il proprio voto sulla proposta di riconoscere le unioni civili, con l’istituzione di un’apposita anagrafe per prendere atto formalmente di una realtà, quella delle coppie di fatto. Come già consolidato in molti paesi europei di cui l’Italia è parte, com’è avvenuto in Lombardia da Milano a Ostiglia, Suzzara ha certamente l’opportunità di poter dare una voce ad una realtà che già esiste nei fatti. L’Italia non ha una legislazione sulle/delle unioni civili, quindi la coppia di fatto, ovvero non legata da un vincolo matrimoniale non è giuridicamente riconosciuta, ciò tuttavia non significa che un’unione stabile non faccia sorgere in capo ai conviventi dei diritti e anche dei doveri. Il quadro è frammentario perché non esiste un’omogeneità di diritti e di doveri e quindi anche un’omogeneità e unitarietà normativa. Le prime iniziative di legge, i disegni di legge, tendenti al riconoscimento di questa formazione sociale in Italia, risalgono al 1986 con un costante aumento negli anni, segno questo che la società civile, come è stato detto anche nelle giornate di approfondimento, direi ormai giornate, perché ce ne sono state tante, la società civile vive in una realtà che è avanzata rispetto alla regolamentazione legislativa e mostra la volontà ed il bisogno che di questa realtà ne sia preso atto e si pongano delle regole che riconoscono questo mutamento sostanziale e riconoscono dei diritti e dei doveri al pari di ogni altra formazione sociale, basata su vincoli affettivi formalizzata con il matrimonio. Tuttavia questa mancanza di intervento a livello centrale non ha evitato alle realtà locali, anche confortate dalle evoluzioni europee, che si dotassero entro l’ambito delle competenze loro attribuite dalla Carta Costituzionale, gli articoli sono noti, 117/118 di proprie regolamentazioni per dare un segnale simbolico alla presa d’atto di una realtà che avanza, anzi che direi si sta stabilizzando. Abbiamo detto che le esigenze ed il sentire collettivo sono le fondamenta di un buon amministratore, di un amministratore che cerca le risposte concrete alle diverse situazioni che si presentano su un territorio che sta amministrando, questo è un piccolo passo, ma perché abbiamo voluto occuparcene? Perché siamo arrivati a formulare un documento che Suzzara dovrebbe fare proprio? Perché più numerose sono e saranno le amministrazioni territoriali che operano questo riconoscimento, maggiori sono e saranno le possibilità che a livello centrale si prenda atto e si intervenga con una regolamentazione nazionale, quindi ci auguriamo che il governo della città come l’ho chiamato, lo chiamo e credo che sia così questo Consiglio Comunale, lo faccia proprio, dando un segnale di democratica ricezione delle istanze che ormai si sono manifestate. Non possiamo nascondere che in Italia ci sono oltre un milione di coppie di fatto, che ci sono degli omosessuali, degli eterosessuali, coppie di giovani, coppie di anziani, di vedovi, che si danno sostegno ed assistenza, per 10 questo abbiamo proposto un regolamento con un’iscrizione all’anagrafe delle unioni civili che avverrebbe previa formale richiesta degli interessati con una semplice annotazione di vincolo affettivo dei componenti di un nucleo familiare già esistente e che si sta formando. In altre parole ci sarebbe una specificazione di questo vincolo affettivo che leghi i due soggetti che hanno deciso di condividere un percorso di vita insieme. Si è scelta la strada di non istituire un registro, ve l’abbiamo già detto, l’ho già espresso in più occasioni, perché questo avrebbe significato per noi creare un’ulteriore discriminazione. L’iscrizione all’anagrafe delle unioni è una formalizzazione di una realtà collettiva o sociale, senza nulla togliere, ci è stato spiegato molto bene anche nella serata di venerdì, a chi sceglie e continuerà a scegliere il matrimonio. Questo riconoscimento infatti non è una scappatoia per derogare all’osservanza delle esistenti norme di legge, ha soltanto l’obiettivo di porre l’istituzione Comune e me ne voglia che sia il Comune di Suzzara, come interlocutore neutrale rispetto a tutte le famiglie indipendentemente dalla loro connotazione formale. La Commissione Pari Opportunità che rappresento ha elaborato questo documento, è una Commissione del Comune di Suzzara, ha agito su sollecitazione, su richiesta del Presidente del Consiglio Comunale che ci ha posto questa problematica come ho già detto in un’altra occasione insieme ad altre, ma ha democraticamente scelto al suo interno di portarla avanti, per arrivare alla formulazione del documento, lo ha fatto in stretta collaborazione con l’assessorato di riferimento e con i Consiglieri comunali in essa rappresentati, nell’ambito delle proprie competenze e del proprio ruolo di promozione delle pari opportunità e della rimozione degli ostacoli al riconoscimento di questi principi che tanto bene l’amico dell’Arcigay ha qui evidenziato dell’uguaglianza, del sesso, della razza, della lingua, della religione, delle opinioni politiche, di quelle condizioni sociali e personali che sono così esplicitamente espresse anche nel nostro Statuto e direi da esso normate. Quindi ringrazio tutti per il lavoro che è stato fatto, se c’è la possibilità di dedicare qualche altro momento per entrare un attimo più e se ritenete anche se questo sia di interesse anche se chiaramente il documento è in mano a tutti, quindi tutti già lo hanno visto, ma ci verrei solo a dare due puntualizzazioni sulla normativa che abbiamo voluto seguire e sulle indicazioni che abbiamo voluto portare.”. LARA SILIPRANDI - MEMBRO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’: “Prima di spiegare il percorso che abbiamo seguito, volevo ringraziare il Presidente del Consiglio Comunale e gli Amministratori per averci dato l’opportunità di approfondire una realtà che da molto tempo è presente nel vivere quotidiano, ma della quale non ci si è impegnati davvero per capire le difficoltà che le unioni civili o di fatto incontrano nella gestione della vita quotidiana. Unioni civili sono coloro che al pari di una coppia tradizionale, conosciuta come legittima perché fondata sul matrimonio, forse al giorno d’oggi non più così diffusa, coppie che nei fatti non vogliono o non possono concludere e vantare tale istituto matrimoniale, ma non per questo meno meritevoli di tutela, per questo non credo che non aver consacrato una unione, un legame basato sui medesimi vincoli affettivi di rispetto, uguaglianza e di volontà di costruire una vita insieme con un rito formale del matrimonio, possa legittimarci a non parlarne o di trattarli come una coppia di “serie B”. Fa piacere constatare che il compito che ci è stato affidato ha portato tutti a trattare, discutere in diverse sedi e in ognuna di queste credo che abbia arricchito di qualche elemento costruttivo per il fine perseguito, certo tutto è migliorabile, ma bisogna pur partire da qualche punto, poi strada facendo ci si corregge; per ora, non esistendo norme statali in materia credo che il Comune di Suzzara stia affrontando un percorso di grande maturazione e sensibilità verso i bisogni e le necessità della collettività che è chiamata a governare. Per quanto riguarda il percorso seguito nella costruzione del regolamento, premettendo che all’interno della Commissione vi è stato un ampio dibattito, perché giustamente si sono manifestati diversi modi di pensare di ognuno dei componenti, tuttavia 11 questo è stato superato e si è partiti dall’osservare come si sono orientati gli altri Comuni lombardi e non, che già hanno adottato un provvedimento in tal senso. Pur nella consapevolezza delle maggiori difficoltà in cui si possono trovare le coppie omosessuali nella nostra previsione si sono poste nello stesso piano le unioni di fatto sia eterosessuali che omosessuali, in quanto concretamente si trovano nella stessa situazione. Sono stati cosi individuati gli stakeholder del regolamento, ossia coloro che pur trovandosi in una situazione di fatto non vietata da nessuna norma, oggi non godono del seppur minimo riconoscimento e di tutela. Non si poteva rimanere indifferenti, perciò si è cercato nei limiti delle nostre possibilità e nei vincoli di legge di lavorare per elaborare un documento regolamentare in tal senso; tuttavia per un buon lavoro si è tenuto di realizzare un documento calato nella realtà di Suzzara e non un mero copia/incolla, pur tuttavia cercando e sperando di aver rispettato le disposizioni di legge inderogabili in materia, mi riferisco principalmente al regolamento anagrafico approvato nell’’89 e dalle normative successive. Così, partendo dalle disposizioni dell’articolo 2 della Costituzione la quale dispone che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo che nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità e ritenendo che questo articolo si pone ad un livello più generale rispetto alla disposizione dell’articolo 29 della stessa Carta costituzionale, il quale prevede che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, si è dovuta trovare in qualche modo - un modo per riconoscere e tutelare le formazioni sociali che si rappresentano alla realtà come unioni di fatto o civili. Il regolamento si pone nella disciplina generale di una formazione sociale naturale fondato sull’unione di fatto, unione sostanziale legata da rapporti affettivi, ma non per questo meno legittimata ad ottenere riconoscimento al pari di una formazione specificata fondata sul matrimonio e regolata dalle norme del Codice Civile. Questo ha portato pertanto a voler riconoscere una famiglia anagrafica basata su un vincolo di fatto, rientrando nella previsione fornita dalla Risoluzione del Parlamento europeo del marzo 2012, che pur rivolgendosi nello specifico alle coppie omosessuali, prevede che gli Stati membri, tra cui l’Italia è parte, non devono dare al concetto di famiglia una definizione restrittiva allo scopo di negare protezione e tutela alle coppie non coniugate, volendo così dare aspetto ad una risoluzione che fotografa una realtà europea. Previsione già in precedenza anticipata da una importante sentenza della Corte Giustizia europea, la 138 del 2010, la quale ha vietato restrizioni nel riconoscimento dei doveri e di libero esercizio dei diritti al pari di ogni altro essere umano alle coppie omosessuali, non si vede perché il medesimo principio non possa estendersi alle coppie che non vogliono sposarsi. Quindi la famiglia anagrafica basata su un vincolo di fatto non è parso meno meritevole di una tutela al pari di una famiglia coniugale fondata sul matrimonio, la scelta è stata valutata anche in relazione all’art.1 del Regolamento Anagrafico vigente, il quale prevede che l’anagrafe della popolazione residente è una raccolta sistematica dell’insieme delle posizioni relative delle singole persone, famiglie e dalle convivenze che hanno fissato nel Comune la residenza. Da questa disposizione ne è scaturita la scelta di un’anagrafe delle unioni civili e non di un registro in quanto lo stesso regolamento prevede e riconosce l’iscrizione di convivenze, tra le quali senza dubbio rientrano quelle fondate sui vincoli affettivi. Convivenza è meglio il termine che descrive un rapporto affettivo di calore personale diverso dal termine coabitante, termine freddo che si è pensato più ascrivibile ad una condivisione di un’abitazione comune per motivi diversi, studio e lavoro ad esempio; inoltre tenendo conto di un registro già esistente possa anche consentire un risparmio in termini di tempo e di spesa pubblica per gli operatori che si troveranno materialmente ad eseguire l’annotazione. Considerato così di raffigurare le unioni civili in una annotazione, specificazione del motivo delle registrazioni della residenza, si è voluto perseguire comunque la parità di trattamento delle coppie di fatto rispetto alle coppie formalizzate nel matrimonio e non segregarle in un registro apposito alquanto 12 discriminatorio in una situazione che nulla ha di diverso dalle altre. La disciplina è stata elaborata e tutta pensata come regolamentazione di un rapporto affettivo assimilabile nei fatti e di un rapporto di coniugio, se così si vuole configurare solo quello suggellato formalmente nel matrimonio, sia esso religioso o concordatario civile, tale scelta è stata determinata anche dal fatto che non è possibile assimilare tale rapporto sostanziale ad uno definito come parente prossimo per le diverse connotazioni giuridiche che quest’ultimo istituto contiene, infatti ai sensi del Codice Civile la parentela è un vincolo tra persone che discendono da uno stesso stipite, ossia nel caso di filiazione avvenuta all’interno del matrimonio o anche fuori dallo stesso, comunque è un vincolo di sangue e per prossimità è stata intesa come grado di parentela dove il 1° grado è sicuramente un parente più prossimo rispetto ad un 3° grado, pertanto tale definizione non è parsa potersi in nessun modo adattare all’union e di fatto. Ancora si è escluso di parlare di patti di convivenza intendendo con essi, così come confermato venerdì sera dallo stesso Senatore Lo Giudice, solo una pattuizione con rilevanza prettamente economica e gestionale dell’unione, ma certamente non idonea ad attribuire un riconoscimento giuridico alla stessa. Insomma il presente regolamento è stato pensato e scritto attuando e sperando di aver tradotto in termini reali il principio del pari trattamento e non discriminazione, fornendo un riconoscimento e tutela alla realtà esistente, sperando in un intervento al più presto a livello centrale e confidando in un’approvazione da parte di questo Consiglio Comunale.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “A questo punto sono esauriti gli interventi che illustrano il punto, è aperta la discussione; vi comunico, a parte che lo sapete già, che ci sono una serie di emendamenti, uno è quello del Sindaco per quanto riguarda i modelli, l’emendamento dei Consiglieri Guastalli, Wainer Melli, Carra Piergiorgio, Aldrovandi Massimo, Bortolini Luigi, Veltri Valentina e Bianchera Elisa, che è un emendamento anche questo modificativo di diversi articoli a cui è collegato un sub emendamento presentato dai consiglieri Carra Piergiorgio, Guastalli Alessandro, Vecchia Aldo Davide e Africani Giulio che avete anche qua in distribuzione ed un emendamento aggiuntivo del Consigliere Guiducci che ho provveduto a distribuire anche questo, quindi ci sono 4 emendamenti che io do per letti, perché in parte erano stati depositati e in parte sono stati distribuiti, quindi se non ne chiedete lettura io per velocizzare do per letto.”. CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “Prima di passare al punto due cose, io del consiglio di questa sera ho saputo dai giornali, non ho ricevuto nessuna comunicazione; seconda cosa, da questa sera questo consiglio non è più un consiglio comunale è un bordello. Se parliamo di regolamentare le unioni tra un uomo e una donna che non si sposano, di persone anziane che si mettono assieme negli ultimi anni di vita, questo è un discorso, se invece si vuole riconoscere come unione o famiglia quella tra due gay o due lesbiche, vi dico subito di no, non può essere una famiglia quella formata da persone malate, perché io le considero tali, siete malati, siete, lo dico forte, …”. (in sottofondo: sei malato tu, sei malato) PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Consigliere Barbi, lei è ammonito, vada avanti.”. CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “… no, io sono regolare e siccome nel PD ci sono diversi ex democristiani mi meraviglia molto che si comportino diversamente da quanto dice da sempre la chiesa, la famiglia è quella formata da un uomo e da una donna … (fuori microfono i componenti l’assise protestano vivacemente) 13 … …………………. tutti i popoli, marca b, non mi dilungo oltre, dite solo ai vostri amici che noi normali non andiamo …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Scusi non ho capito la parola.”: (continuano le proteste fuori microfono) CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “… io sono normale, mi considero normale …”. (continuano le proteste fuori microfono) PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Questa frase è offensiva, si rende conto?”. CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (ALTERNATIVA): “…oggi sembra che i diversi siamo noi e non loro, certo che con tutti i problemi che ha Suzzara pensare a queste cose è da irresponsabili, mi piacerebbe sapere a chi è venuta questa idea, penso che non sia solo tua ………………….., quando invece la cosa dovrebbe essere normata a livello nazionale e poi perché mettere tutto assieme, io ho un figlio che non è sposato è accompagnato, doveva essere presente anche lui questa sera.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Mi dispiace, non la ringrazio per il suo intervento visto i toni che ha utilizzato, lei è libero ma ha usato delle espressioni veramente inadeguate, non aggiungo altro.”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Scusa Davide mi viene chiesto di cosa stiamo parlando se degli emendamenti o se del punto …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ho detto prima sul punto, la discussione è sul punto, poi finita la discussione sul punto i relatori possono illustrare gli emendamenti e si apre la discussione sugli emendamenti in generale, adesso è sul punto.”. CONSIGLIERE CLAUDIO MASTRI (DIRITTI E PARI OPPORTUNITA’): “Questa sera siamo molto fortunati perché senza spesa, senza spending review possiamo andare incontro ad un bisogno che riguarda una parte della popolazione ed è un bisogno che tocca persone, quindi tocca carne viva, per cui quello che noi faremo in un modo o nell’altro sarà di aggiungere … (si interrompe la registrazione) … gli storici in Italia erano più le convivenze more uxorio che non i matrimoni, oggi nella nostra fase storica stanno ricominciando ad aumentare le convivenze di fatto che i latini chiamavano appunto more uxorio. Quello che noi ci troviamo a fare qui questa sera è riconoscere un diritto, cioè non è che noi concediamo, un diritto lo si riconosce, è una presa d’atto, quando alle donne è stato riconosciuto il voto, la parità uomo donna ecc., non è che sono diventati intelligenti in quel momento li, erano intelligenti anche prima, anche prima potevano fare cose che non gli venivano riconosciute, quindi quando noi questa sera riconosciamo questo diritto non è una concessione o come era una volta un editto di tolleranza: “si tollera che nel mio territorio siano presenti gli ebrei”, no, si riconosce, si da atto che c’è una situazione di persone che sono titolari di diritti e questa è la cosa più importante che noi decidiamo questa sera. Del resto il compito della repubblica ce lo ricorda la nostra Costituzione 14 all’articolo 3, è quello di rimuovere gli ostacoli che rendono diseguali le persone, i Padri Costituenti sapevano benissimo che viviamo in una società molto diversificata, dove ci sono diritti ma anche privilegi, quindi hanno previsto e auspicato la possibilità che venisse avanti una uguaglianza maggiore tra i diritti e come è stato ricordato i diritti sono una energia rinnovabile, uno si può sposare in chiesa, sposare in Comune, sposare con rito concordatario, può fare una unione di fatto, può fare come propongono adesso i notai, chi vuole può fare un contratto atipico per regolamentare i propri rapporti con. Vi dirò un’altra cosa, nel regolamento del Comune si dice che chi si dichiara … dichiara la disponibilità ad una assistenza morale e materiale, bene, una delle differenze che ci sono tra un matrimonio civile o concordatario e una unione di fatto è che nell’unione di fatto non hai l’obbligo della fedeltà, non hai l’obbligo dell’assistenza, tutto qua, ma lo stesso Stato che ci fa recitare la formula in cui si dice ci sono questi obblighi non manda più i Carabinieri, cioè non c’è più l’intervento dei Carabinieri per abbandono del tetto coniugale, tutte queste cose le ha lasciate alla volontà dei singoli della loro risoluzione. Quindi noi questa sera stiamo discutendo di questo, non si obbliga nessuno di quelli che hanno fatto le unioni di fatto ad iscriversi all’anagrafe, non si va ad intaccare nessun diritto delle persone che invece si sono sposate con rito concordatario o con rito civile. L’ultima considerazione, non vorrei che adesso tutte le volte che discuteremo di problemi simili dovessimo sempre ricominciare dall’inizio. Io spero che e in questo caso mi rivolgo al complesso della comunità gay, che venga avanti una legge nazionale che riconosca le unioni civili a tutti gli effetti, noi oggi facciamo un passo in quella direzione li ma non legiferiamo noi ovviamente, spero anche che venga avanti il riconoscimento modificando l’articolo 29 della Costituzione, che riconosca che anche persone dello stesso sesso si possano sposare. Prendiamo atto che 3 giorni fa il Tribunale di Bologna ha affidato ad una coppia gay un bambino. Di nuovo, quando questo verrà riconosciuto anche alle unioni gay non è che improvvisamente saranno capaci di essere famiglia e di essere accuditivi verso un bambino, lo sono già da oggi, sarà solo una presa d’atto.”. CONSIGLIERE PAOLO LEALI (INIZIATIVA - LEALI A SUZZARA): “Credo che nessun altro voglia intervenire, innanzi tutto mi corre l’obbligo di fare una precisazione, io dopo aver ricevuto il documento del regolamento prestato dalla Commissione Pari Opportunità, dopo averlo letto ho sentito la necessità di avere dei chiarimenti, quindi ho partecipato alla prima Commissione che è stata fatta tempo fa, volevo capire tante cose e che conseguenze poteva portare questo regolamento. Già dalla prima riunione a cui ho partecipato e poi altri incontri che sono seguiti, ho capito che le conseguenze di questo regolamento sono pressoché nulle. Poi avrei voluto partecipare anche alla seconda Commissione, non ho potuto farlo perché avevo degli amici che venivano a trovare la mia famiglia, venivano dall’altra parte del mondo e sicuramente non potevo privilegiare una Commissione alla quale avevo già partecipato per rinunciare alla loro compagnia. Però, ho avuto l’opportunità di seguirla e di ascoltarla in streaming e sono rimasto molto meravigliato e mi sono sentito citare e qualcuno mi ha messo in bocca delle parole che io assolutamente non ho detto e dei concetti che non mi appartengono, come per esempio secondo me l’essere sposati comporterebbe certi obblighi, sicuramente comporta certi obblighi, ma sicuramente io non credo che comporti l’obbligo di fedeltà, non credo che l’obbligo di fedeltà sia neanche previsto dalla normativa, dalla giurisprudenza, forse una volta lo era … se fosse vero avremmo tutta l’Italia in galera a questo punto … allora se c’è è una cosa che va oltre il mio pensiero ma io assolutamente non lo pensavo e invece me lo sono sentito attribuire in modo assolutamente improprio, tra l’altro poi addirittura mi sono sentito attribuire dei concetti come delitto d’onore cose del genere, credo che chi mi conosce, conosce la mia storia, conosce la mia famiglia, assolutamente non può pensare che noi coltiviamo di questi pensieri. Io però avevo la necessità di capire tante cose e 15 soprattutto avevo la necessità di capire un argomento a cui tenevo molto che è quello del diritto di sostentamento, questo sì, questa era una cosa che mi interessava molto, perché noi stasera parliamo di questo documento ma ancora nessuno qui ha detto che questo documento viene portato avanti in modo proprio o improprio da diverse componenti, dove c’è la componente delle coppie gay che chiedono di poter accedere ad un contratto matrimoniale che sia il più vicino possibile a quello del matrimonio normale delle coppie eterosessuali, vorrebbero anzi che fosse lo stesso tipo di matrimonio con le stesse norme, le stesse regole, le stesse tutele per i componenti la famiglia perché è di questo che poi si parla. Io credo che l’argomento più importante sia questo e la cosa è stata ribadita anche appunto dal Sen.re Lo Giudice l’altra sera, forse è passata un po’ inosservata la cosa, ma ad un certo punto il Sen.re Lo Giudice ha prevenuto certe mie domande, certe mie interrogazioni che volevo fare, e volevo chiedere proprio questo, perché noi approvando questo regolamento non faremo niente, non ci sarà niente di più, niente di meno, da ieri a oggi non cambierà niente; c’è solo il desiderio di far partecipare ai nostri governanti questa nostra iniziativa, che noi vorremmo questo, io non credo molto che i nostri partecipanti abbiano questa sensibilità, questa voglia di occuparsi di questo problema, già tante volte hanno tradito il popolo italiano nelle sue aspettative non rispettando referendum, manifestazioni di tanti tipi, per cui la volontà di risolvere questo problema la lascio tutta a voi. Però il Sen.re Lo Giudice diceva che in effetti c’è una commissione, perché poi io ho parlato con lui personalmente per chiedere alcune cose più particolari e lui mi ha confermato che c’è una commissione che si sta occupando del problema, e sta affrontando questo problema con due binari diversi uno dall’altro, da una parte io le chiamo legittime, le legittime aspettative delle coppie gay che chiedono di poter avere ciò a cui non hanno diritto secondo la legge italiana, lo chiedono con forza e credo anche giustamente, dall’altra parte abbiamo le coppie di fatto che invece vogliono un vincolo diverso e lo stesso Sen.re Lo Giudice diceva che il secondo binario, il primo binario era quello che rispettava la coppia gay, il secondo binario era quello che invece cercava di risolvere le aspettative delle cosiddette coppie di fatto, cioè quelle coppie eterosessuali che pur potendo accedere ad un matrimonio normale – regolare non lo fanno, perché per i loro motivi, alcuni perché ritengono che la loro libertà vada al di sopra di tutti, altri perché ritengono che invece ci siano delle motivazioni di interesse economico per cui il matrimonio con meno vincoli potrebbe essere più vantaggioso, ognuno ha le sue motivazioni più o meno legittime, più o meno legate a quel rapporto affettivo di cui appunto si parla nel documento. Poi senza parlare che c’è l’eventualità di altri binari ancora, perché due sono questi ma poi abbiamo già sentito parlare delle famiglie arcobaleno, le famiglie composte da 3, 4, 5 persone, non solo coppie, le cosiddette famiglie arcobaleno le ha citate anche il Sen.re Lo Giudice, faremo un legge anche per questo …”. DAVIDE PROVENZANO - PRESIDENTE DI ARCIGAY LA SALAMANDRA: “Giusto per chiarire, sono famiglie in cui i genitori sono una coppia dello stesso sesso, quindi giusto per chiarire e sono presenti dei figli, quelle sono famiglie arcobaleno.”. CONSIGLIERE PAOLO LEALI (INIZIATIVA - LEALI A SUZZARA): “… grazie del chiarimento, allora non si chiamano famiglie arcobaleno ma si chiamano unioni di fatto, dove non è solo coppia di fatto ma unione, perché prevede un numero allargato ai due, quindi dovremmo prevedere anche una serie di normative anche per questo tipo di unioni … allora se c’è già chiudiamo e andiamo a casa, abbiamo già finito. In tutta questa vasta gamma di possibilità di unioni quello che mi preme più di tutto è sapere se tutte queste unioni prevedono l’assoluta tutela per il partner più debole per esempio, perché in una coppia c’è sempre un partner più debole, c’è sempre quello che per motivi strettamente familiari o perché la donna tante volte per ovvie ragioni deve concepire, partorire, accudire 16 nei primi periodi il proprio figlio quindi inevitabilmente deve rinunciare eventualmente a possibilità di carriera dal punto di vista del lavoro, mentre invece l’altro coniuge, quello più forte chiamiamolo così, che ha più possibilità di fare carriera, per non parlare poi delle coppie monoreddito dove addirittura c’è solo uno che lavora e l’altro invece rimane a casa e accudisce la famiglia, in questi casi chiedo e lo chiedo a voi, in questi casi nelle coppie di fatto il partner più debole è tutelato nello stesso modo che nei matrimoni normali quelli celebrati in Comune o in chiesa oppure ci sono delle differenze? … Non solo manca la legge, non è il fatto che manca la legge, è il fatto e io chiedo a chi porta avanti questo progetto che cosa vi aspettate dal legislatore, vi aspettate una norma, più norme, una norma per ogni caso e in questo modo non se ne salta più fuori, lo stesso Sen.re Lo Giudice ha detto l’altra sera che è certamente un lavoro estremamente difficile e complicato andare incontro a tutte le richieste e aspettative di quel milione e mezzo di coppie di fatto o di coppie che non possono accedere al matrimonio, cioè è estremamente difficile riuscire ad accontentare quella coppia che desidera un matrimonio normale e distinguerla da quella che invece dice no noi vogliamo stare solo insieme, questo è quello che è emerso secondo me, se invece non è così allora non c’è neanche il problema, se non è così non esiste neanche il problema, basta andare come dice qui davanti ad un notaio e fare il contratto di convivenza che tra qualche giorno potranno essere legittimati. Io ho un’idea diversa di quello che è la vita e di quello che sia il matrimonio, credo che chi abbia intenzione di stipulare delle coppie di fatto per avere delle agevolazioni dal punto di vista della propria vita di dire io affronto questa esperienza il matrimonio o della vita in comune chiamiamola così già col freno a mano tirato o già con il paracadute perché non vedo o prevedo, o ho già visto tante volte che situazioni come quella a cui vado incontro sono finite male, per cui già mi premuro, già mi preparo al peggio, io credo che questo sia un errore, almeno per quello che riguarda il mio modo di intendere e di vedere la vita. Io credo che la vita sia un pane duro da mangiare per tutti e che ognuno si deve mangiare il suo e deve saperlo affrontare secondo i suoi principi, i solidi principi che è giusto che ci siano. Termino, un mese fa circa ho visto un bellissimo film e il sottotitolo era: nella vita non ci sono prove generali-, chi crede di poter affrontare la vita in comune chiamatelo matrimonio, chiamatelo coppia di fatto, chiamatelo come volete, crede di affrontare questa sua esperienza di vita così come se fosse una prova o una esperienza dalla quale si possa recedere facilmente credo che commetta un errore grave, un errore grave per se e per la società.”. SINDACO WAINER MELLI (PARTITO DEMOCRATICO): “L’atto che vogliamo compiere e anche la discussione mi auguro al di là di quello che si poneva il Consigliere Leali sulla immediata efficacia, credo che tutti siamo consapevoli di una situazione simbolica dal punto di vista della dichiarazione ma anche in qualche modo pratica, almeno alcune conseguenze che mettiamo. Ed è anche però un discorso, io non lo vedrei proprio solo e mi dispiace, dal punto delle cosiddette coppie omosessuali, io credo che ci sia un problema di diritto di famiglia che ancora non è ben compiuto e abbiamo esempi anche qua dentro, quando facciamo il bilancio noi abbiamo i servizi a domanda individuale, trasporto scolastico, mensa, adesso l’abbiamo fuori, asili nido, sono computati nell’ambito dei servizi a domanda individuale, il che significa che domanda individuale che non si riconosce in qualche modo alla famiglia quella socialità che è data dal problema dell’impiego, dal problema dell’investimento che si fa sui figli e così via. Quindi è chiaro che è una materia per quello che riguarda il quadro italiano molto zoppo da molte parti. Per quello che riguarda invece l’altra parte che è il discorso che mi interessava di più, che faceva il Consigliere Leali, insomma ne abbiamo discusso anche l’altra sera, io credo che ci sia anche un’origine anche storica, nel senso che sebbene lo dichiariamo come fatto naturale nell’articolo 29, tutti noi sappiamo che almeno fin nella prima metà dell’800 i 17 matrimoni erano tendenti a zero nelle classi meno abbienti e che il numero di “NN” era sostanzialmente molto elevato, tant’è che abbiamo scoperto che abbiamo antenati tutti “NN”, il che non significa che fossero bambini o bambine depositate nella ruota, erano semplicemente non consegnati all’anagrafe con nome e cognome perché la paternità e la maternità pur essendo conosciuta non era poi giustificata dal punto di vista dell’atto formale …………… quindi è chiaro che anche il matrimonio è un elemento che ha una sua evoluzione. Non voglio pensare che sia un dato statistico, ma il fatto che ci sia un milione, un milione e duecento coppie di fatto significa che si sta mutando anche quello che è il senso della famiglia se volete, ma anche il senso dei rapporti fra uomo donna, fra uomo e uomo, fra donna e donna nel caso dei rapporti omosessuali. La cosa è in qualche modo per alcuni preoccupante, per altri interessante, però evidentemente è una questione che va anche commisurata non tanto alle volontà di ciò che questi esprimono nel non volersi maritare, quanto piuttosto nella tenuta e nella conferma che comunque quando si presenta all’orizzonte della società una minoranza questa in qualche modo vada tutelata. Voglio dire che noi abbiamo anche degli esempi, se prendiamo i Quaccheri, questi pur essendo cristiani non dispongono dei cosiddetti sacramenti, è chiaro che le cose vengono regolate o debbono essere regolate in un determinato modo piuttosto che sanciti in modo formale con l’atto del matrimonio. Quindi io credo che in realtà questo atto serva non solo a sanare o come dire la sanatoria sarà quando il Parlamento si deciderà a mettere mano ad un nuovo ordinamento del diritto familiare, quindi riconoscendo altre coppie, ma è una carta che in qualche modo tende a censire non tanto statisticamente, ma a colloquiare con quella parte di società che tende per ragioni proprie e sono ragioni in qualche modo anche se non condivisibili ma difendibili ad esporsi nel momento in cui fanno coppia in un determinato modo piuttosto che in un altro modo. Se dovessi dire una terza via, parlavamo l’altra sera, io direi che piuttosto che matrimonio concordatario, matrimonio di stato, avrei preferito anche che ci fosse il matrimonio pubblico, ovvero si viene e si dichiara di essere sposati e non che qualcun altro dichiari che io sia sposato, è evidentemente una questo in punta di diritto, cioè nel senso di una minoranza che crede anche di avere salvaguardati i propri diritti individuali e quindi anche questo in qualche modo ci sta. Quindi questo documento in qualche modo rappresenta un viatico non solo formale ma anche interessante per capire come i dati e gli elementi di contraddizione tendono a svolgersi e a porsi nella nostra società.”. CONSIGLIERE PAOLO COPPOLA (ALTERNATIVA): “Bene, dopo un Consiglio Comunale, due sedute della Commissione Servizi alla Persona, innumerevoli sedute della Commissione Pari Opportunità si arriva finalmente a discutere questo regolamento. Io penso che se nella storia del Comune di Suzzara si fosse data tanta importanza e impegno, tempo, ad un problema come questo, a vari problemi che affliggono il territorio suzzarese, forse Suzzara sarebbe un paese migliore. Ora arriviamo quindi a discutere un regolamento per soddisfare il problema dei problemi, cioè l’esigenza prima sentita a Suzzara, quando invece i problemi sono ben altri. Io ho avuto sempre l’impressione fin dall’inizio che questa fosse più una battaglia che servisse al Presidente del Consiglio ad evidenziare una propria primogenitura nella sensibilità verso questo problema, magari anche in vista di primarie del Partito Democratico o di una sua candidatura a Sindaco. Perché che ci sia stata a Suzzara una manifestazione impellente dell’esigenza di disciplinare i rapporti delle unioni civili io questo l’ho sentito solamente per bocca del Presidente del Consiglio e dei componenti della Commissione Pari Opportunità. Cioè da soggetti che da un punto di vista autoreferenziale sono i primi che devono veicolare diciamo questa esigenza. Ma veniamo allo strumento che si è adottato, io a differenza magari di quanti di voi credono, io sono favorevole che a livello nazionale, cioè nelle opportuni sedi ci sia una regolamentazione di quelle che sono le unioni civili, ma che sia 18 invece Suzzara, il Comune di Suzzara, con un regolamento che non è un regolamento, perché non ha la valenza di un regolamento, un regolamento che non può individuare dei diritti, perché i diritti e i doveri li prevede solo la legge, un regolamento che è solamente un atto simbolico, che ripeto servirà più a qualcun altro che a quelli a cui forse si pensava di essere rivolto, è un regolamento che è sbagliato come strumento; l’unica cosa che un Consiglio Comunale può fare e poteva fare, altri lo hanno fatto, è con un ordine del giorno invitare il Parlamento italiano a legiferare sull’argomento, e badate bene a questo io avrei dato il mio parere favorevole, perché altrimenti è solo il Parlamento che può legiferare in questi termini, non solo a livello di legge, ma anche a livello di Costituzione, perché vorrei ricordare che si cita sempre la Costituzione però ci si dimentica a volte alcuni articoli, l’articolo 29 ci dice che è la società fondata sul matrimonio la famiglia, una società naturale fondata sul matrimonio, quindi anche il Consigliere Mastri che ha fatto una dotta … si è dimenticato però di citare questo articolo, che non è un articolo buttato lì dai Padri Costituenti, è un articolo che è nell’ambito dei rapporti civili, morali, fondamentale, per cui è chiaro che la Costituzione la si può tirare per la giacchetta da una parte ma non ci si può dimenticare dall’altra. Detto questo, prevedere che quindi il Parlamento legiferi e se il Parlamento italiano non è maturo per prendere atto di questa cosa vuol dire che il Paese non è pronto, mentre invece lo sono stati altri Paesi, questa è la realtà italiana, volenti o nolenti, ma che Suzzara faccia tutta questa battaglia per un regolamento che sì e no – guardate quello di Milano le coppie che hanno aderito ad un regolamento analogo saranno non più di 30 e Milano sapete benissimo la popolazione che ha rispetto a Suzzara, io voglio ben sperare che questo regolamento servirà effettivamente a non dico legittimare, ma a disciplinare eventualmente queste unioni civili, ma questo regolamento servirà esclusivamente al Presidente Vecchia, forse anche al Presidente dell’Associazione che ha parlato per autoreferenziarsi e magari accreditare una propria visibilità in vista di possibili confronti elettorali. Dobbiamo anche parlarci chiaramente, non è questo lo strumento giusto, lo strumento era un ordine del giorno da invitare tutti i Consigli Comunali della Provincia di Mantova ed il Comune capofila in primis al Parlamento ad invitare a legiferare. Se i nostri parlamentari non hanno la sensibilità o non ritengono che ci siano i tempi allora questo non è un problema che può essere risolto da un Comune come Suzzara, ne questo regolamento li risolve, perché non crea dei diritti, non crea dei doveri, semplicemente è un feticcio, una specie di chimera che ripeto serve più a coloro che la promuovono che a coloro che invece se ne dovrebbero avvalere e questo è il punto principale di discrimine, dopo è chiaro che andando nello specifico si possono approfondire mille aspetti, mille sfaccettature … finisce lato A 2^ cassetta … inizia lato B 2^ cassetta … esterrefatto anche da un articolo che è quello che dice che il Comune di Suzzara si presta ad emettere un certificato che certifica effettivamente la sussistenza di un vincolo affettivo, ma cosa fa una prova ormonale? Cosa un prelievo per capire se c’è un vincolo affettivo? Cioè arriviamo a delle bizzarrie fondamentalmente perché ripeto è facile qui accusare di omofobia o cosa, io sono convinto che nelle camere da letto uno fa quello che vuole e lo Stato, i regolamenti ecc., non devono entrarci, ma invece nel momento in cui noi ci prestiamo come consiglieri eletti a licenziare un testo per il quale si dicono veramente quasi delle aberrazioni fondamentalmente, perché il vincolo affettivo deve sussistere tra due e non tra tre o quattro persone direi, se vogliamo anche esagerare, perché, chi lo ha detto che devono essere due, perché la bigamia è un concetto delle religioni monoteiste per carità, potrebbero essere anche tre o quattro, perché non tre o quattro allora a questo punto. Cioè anche quello fondamentalmente di prevedere necessariamente la modifica anche ad un registro dello Stato civile che è previsto da una normativa nazionale, anche 19 questo secondo me è un abuso, è un qualcosa che va oltre quello che si può effettivamente fare, però nella ricaduta pratica ripeto di questo è solo una ricaduta promozionale, pubblicitaria a chi di questo regolamento si è servito come bandierina o come eventuale carta da giocare in futuri confronti elettorali o politici e questo alla faccia dei suzzaresi e del territorio, perché ripeto ci stiamo perdendo fin troppo tempo per quello che è un non problema, perché è un non problema a Suzzara questo, è un problema che deve essere affrontato nelle sedi opportune, nel Parlamento italiano e ripeto se il Parlamento non è pronto vuol dire che il Paese non è pronto e se il Paese non è pronto bene, lì allora le associazioni dovranno far sentire eventualmente la propria voce, lì ci sono le sedi e i luoghi opportuni per stimolare dibattiti, ma non il Consiglio Comunale di Suzzara e questo lo abbiamo assistito anche nello scorso Consiglio Comunale, nelle varie commissioni, le sfumature, gli emendamenti, emendamenti che qui andremo a vedere, dove uno si emenda, emenda se stesso, emenda quell’altro, cioè una vera e propria pantomima che se noi questo impegno, questo tempo lo avessimo dedicato all’esigenza dell’occupazione a Suzzara, all’esigenza della maggiore sicurezza e dell’ordine pubblico, all’esigenza di tutelare le strade e il patrimonio viario, no, noi è quasi un mese che l’attività amministrativa dei consiglieri è incentrata su questo, che a Suzzara per quanto io ne sappia è un non problema e di questo chiaramente dobbiamo ringraziare il Presidente del Consiglio che è stata una sua bandiera, una sua scelta, e questo credito che riscuoterà in qualche modo presso qualcuno, presso la comunità gliene dovranno dare atto per carità, però per favore non diciamo che con questo regolamento noi risolviamo i problemi o eliminiamo le discriminazioni, o addirittura andiamo a creare e a costituire dei diritti in capo alle persone, non prendiamoci in giro, perché non è questo, questo è solo un atto simbolico e allora simbolico per simbolico bisognava fare un atto di indirizzo politico e chiedere al Parlamento, come abbiamo fatto ad esempio per la tutela delle donne afgane per dirne una a caso, oppure contro la guerra, di legiferare in questo senso. Questo sarebbe stato un atto serio, ponderato e ragionevole, in cui secondo me si sarebbe registrata sicuramente l’unanimità di tutto il Consiglio Comunale, anche del Consigliere Barbi dalle cui affermazioni però vorrei dissociarmi perché effettivamente in questi contesti non si possono usare certe espressioni. Quindi questo regolamento, quanto meno in questa prima versione, vedremo poi gli emendamenti come lo modificheranno, vista che poi è prevista anche una discussione degli emendamenti, non mi può trovare a favore, perché è lo strumento sbagliato per risolvere un problema per il quale Suzzara non ha titolo né legittimità di porsi, e lo dico a Suzzara come lo avrebbe fatto Ostiglia o Viadana o tutti gli altri Comune. Perché vedete dove strumenti simili sono stati licenziati dagli organi consiliari si sono rivelati semplicemente strumenti autoreferenziali per chi li ha proposti, perché sono state dei veri e propri contentini, perché il problema rimarrà se c’è il problema e io sono uno di quelli che dico sì il problema ci può essere, l’esigenza di una regolamentazione al di là del matrimonio e di determinati rapporti ci può essere come però è stato anche detto ci sono altre soluzioni, perché se è un problema di assetto patrimoniale si va dal notaio, si creano dei patti di convivenza per i quali non c’è necessità di due sessi diversi, assolutamente, quindi questo è valido anche per le coppie di anziani e quant’altro, anche qui il taglio che ha voluto dare il Presidente del Consiglio invitando solamente il Presidente dell’Arcigay sembra che questo sia la risposta ad un problema che è sollevato solo dalla comunità omosessuale, no è sbagliato, perché non solamente della comunità omosessuale, è un problema che può essere generalizzato a tutti coloro che scelgono di non sposarsi e questa per carità è una scelta che va rispettata, come però ripeto deve essere rispettata la scelta di chi vuole sposarsi, perché se no arriviamo fondamentalmente a fare la discriminazione di quelli che non sono discriminati, cioè si fa il contrario di tutto. Perché se poi nella discussione si tende a creare più diritti di chi invece consapevolmente fa un atto di serietà e di responsabilità con il proprio partner di sposarsi 20 secondo me si arriva veramente a una aberrazione, fermo restando che l’articolo 29 della Costituzione c’è, come c’è però anche l’articolo 2 della Costituzione che tutela le formazioni civili dove l’uomo svolge la propria ……………….., mi lasci finire e termino, quella è una pessima abitudine di dire grazie e interrompere e far perdere il filo ai consiglieri, lei dica manca un minuto e ha esaurito il suo tempo e uno chiude, no grazie, grazie di cosa … (interviene il Presidente del Consiglio fuori microfono) ... no, non l’ho scritto io, l’abbiamo scritto insieme e lo ha votato anche lei intanto Presidente.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Brevissimamente per fatto personale, visto quello che ha detto il Consigliere Coppola, mi dipinge veramente come una macchina da guerra politica ma guardi Consigliere Coppola non è assolutamente così, mi permetta che io su questo tema ci credo davvero, quindi non ha nessun altro fine, le ricordo che è stata presentata a giugno 2012 questa proposta, quindi fuori da ogni clima pre-elettorale che adesso lei sta mettendo a fini strumentali sul tavolo di questo Consiglio Comunale che non c’entrano assolutamente niente.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUASTALLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Dopo l’altro Consiglio Comunale, innanzi tutto credo doveroso ringraziare la Commissione Pari Opportunità perché affrontare questo tema sicuramente non è molto facile e sicuramente avete visto che le insidie sono molte. Voglio anche ringraziare però dopo l’ultimo Consiglio Comunale, credo tutti quei consiglieri che a volte anche nel silenzio e magari prendendo qualche parola hanno cercato di lavorare affinché questa sera si potesse venire in Consiglio Comunale con un regolamento che spero venga approvato con un consenso forse più ampio di quello che sarebbe stato l’altra volta. Credo innanzi tutto doveroso esprimere il concetto che in questa sede come nelle altre sedi occorre molta attenzione nel rispettare le idee dei Consiglieri Comunali, non certamente quelle che abbiamo sentito da Barbi perché non sono idee che neanche possono essere condivise né in questa sede, né in altre sedi, ma non dovrebbero neanche essere ascoltate, io credo che neanche dovrebbe essere permesso di dire certe cose. Credo quindi che questo lavoro che è stato fatto è stato importante perché sicuramente ha aperto un dibattito e sicuramente ha cercato di far ragionare ognuno di noi con le proprie convinzioni, le proprie idee affrontando un tema che è stato messo ovviamente sul concreto, sul concreto della realtà suzzarese, questa sicuramente mettendosi nei panni di un Consigliere è un elemento di difficoltà, nel senso che si cerca di affrontare un tema che ha ovviamente una valenza nazionale e si cerca di applicarlo con i propri mezzi, i propri limiti anche conoscitivi direi della materia in un carattere locale. Quindi su vuole in un certo senso “legiferare localmente” su un tema che ha ovviamente un respiro più ampio di quello locale e questo sicuramente credo per ognuno di noi ha messo in difficoltà, almeno me mi ha messo in difficoltà e credo che abbia messo in difficoltà anche altri Consiglieri senza dover nascondere nulla delle problematiche che ci sono. Ho sentito sia durante la serata organizzata dall’Arcigay, ma anche in altre occasioni, sicuramente la problematica che è stata evidenziata in parte anche da Paolo, credo di difficoltà, quello per ognuno di noi con le proprie convinzioni di dover separare le due tematiche che in un certo modo sono inserite in questo regolamento e che per noi ci sono ed esistono, quindi da un lato la problematica delle coppie di fatto e dall’altra parte la problematica del matrimonio, quindi l’accesso al matrimonio da parte di una coppia omosessuale, per me sono due cose che concettualmente vanno su due binari diversi, io faccio molta fatica a ricongiungerle, ma è un mio problema, e qui credo che entri il meccanismo di rispetto delle idee e delle convinzioni che ognuno ha sul tema del matrimonio e quindi sulla differenza che ognuno di noi nella propria intimità personale vede tra il matrimonio ed una unione non di matrimonio, quindi vi assicuro che eliminando qualsiasi aspetto religioso, perché se 21 avessimo qualche aspetto religioso sul tema del matrimonio non saremmo neanche qui a discutere di votare sì, cioè uno che ci crede dovrebbe votare no semplicemente – punto -, siamo qua perché stiamo discutendo dal punto di vista laico del matrimonio e quindi il concetto che diceva Paolo di dover dire che con il matrimonio è un istituto non religioso, un istituto che viene prima della religione il matrimonio, con il quale si disciplina appunto il rapporto di vincolo affettivo tra due coppie, allora qua capite che per un Consigliere Comunale è molto difficile non essendo legislatore capire cosa poter fare affinché una unione civile non per mia convinzione non possa essere identica al matrimonio, perché o si dice che non esiste più il matrimonio e quindi viene tolto oppure l’unione civile per definizione non può essere uguale al matrimonio, e questo proprio è un ragionamento credo proprio di base, perché altrimenti o elimini una oppure non possono esistere tutte e due. Dall’altra parte invece quelle che sono le aspettative di chi oggi secondo il mio punto di vista è la parte più debole, e su questo io ho espresso le mie opinioni sin dall’inizio, sulla problematica vera, sulla quale mi sono concentrato e sulla quale credo anche abbiamo avuto tutti all’interno dei propri gruppi modo di discutere anche in modo interessante direi, e su questo temo credo che innanzi tutto ci dobbiamo concentrare nel nostro piccolo per poter dare delle risposte, perché se è vero che sul tema delle unioni di fatto possiamo dare delle indicazioni, nel senso che possiamo dire sì, cioè una coppia che ha un figlio, una coppia che comunque vive, convive, cioè su questo tema qua della convivenza poi ne parleremo dopo nell’emendamento, è stato chiesto di non cambiare la parola da coabitante a convivente io la volevo cambiare, perché per me il termine convivente è un termine più forte di coabitante, dopo cercheremo anche di capire perché mi è stato detto il contrario, è ovvio che noi come Comune dobbiamo concedere la possibilità di accesso ai servizi che non sia discriminatoria, da qui poi vedremo invece che sull’altra fase che è stata oggetto di disamina sulla …………………… al coniuge ci sono state più problematiche, ma come significato appunto della parola al quale ognuno di noi credo dia un significato, molto probabilmente diverso da quello che un altro dà. Ma questo purtroppo ha fatto sì che in questo periodo si mescolasse il tutto e diventasse una bomba esplosiva e quindi anche una semplice richiesta di spostare un punto è stata presa come quasi un attacco, in certi sensi ho letto anche omofobo e altro nei confronti delle coppie omosessuali. Io personalmente auguro alle coppie omosessuali oggi sei presente tu Davide che un giorno potrai come ho già detto in un’altra occasione nella quale sono stato frainteso, ma tendo a ribadire qua, con i tempi e i modi che la società deve avere, ma non perché la società deve essere lenta nel recepire certe cose, ma come ho detto per arrivare a certi obiettivi che per me sono giusti, occorre non dividere la società, che non vuol dire che se tu devi raggiungere l’obiettivo nella tua vita di doverti sposare tu non debba fare le giuste battaglie affinché questo tuo diritto non sia riconosciuto ma per far questo ci devi arrivare in un modo e credo che sia compito di tutti noi creare il terreno affinché ci si arrivi in un certo modo perché altrimenti come abbiamo visto certe cose fanno scatenare stupide reazioni che messe insieme poi fanno perdere il significato vero di quello che ci sta dietro. Quindi io spero che un giorno tu assieme al tuo ragazzo possiate l’esperienza del matrimonio, io te lo auguro e l’auguro a tutti coloro come te che seguono questo obiettivo perché è giusto che voi lo raggiungiate. Quindi con questo augurio spero che il Consiglio Comunale, anche i più scettici su questo argomento mettano da parte alcune convinzioni sulla differenza ad esempio tra una coppia di fatto e il matrimonio che io continuo ad avere, ma per vedere spero un obiettivo un po’ più alto per il quale vale la pena approvare questo regolamento.”. CONSIGLIERE GIULIO AFRICANI (PARTITO DEMOCRATICO): “Solo alcune osservazioni, cominciando da quanto detto nel finire dell’intervento il Consigliere Guastalli, alcune cose le condivido, altre meno, sicuramente pare di notare che nei tanti Stati 22 europei e non dove di fatto il matrimonio omosessuale è già legge non mi sembra che la società ne abbia in alcun modo risentito, adesso se qualcuno è in possesso di altri dati e mi vuole smentire va bene, però non mi sembra che sia un fatto così drammatico, in qualche maniera da somatizzare o da fare proprio, anche perché alla fine siamo quasi nel 2014 e non è che se n’è iniziato a parlare adesso, se ne parla da decenni, quindi io credo che sarebbe ora e sarebbe anche tempo che lo Stato italiano, dato che a noi piace sempre arrivare ultimi si svegliasse, anche perché come ha detto il Sen.re Lo Giudice venerdì, il Consigliere Leali non lo ha citato lo cito io, l’interpretazione che ha dato la Corte Costituzionale dell’articolo 29 di fatto dice che in Italia non c’è nessun impedimento al matrimonio tra coppie formate da persone dello stesso sesso, quindi … (intervento fuori microfono) … no, perché tu in un passaggio hai citato, dopo se vuoi vederti gli atti, che la legge italiana … (intervento fuori microfono) … Paolo non fraintendere, perché hai citato Lo Giudice, ma non ti preoccupare non ti sto … va bene, adesso ho perso il filo, quindi non è che c’è un impedimento dalla legge italiana, l’impedimento probabilmente è nella testa delle persone e anche di quelli che sono in parlamento e che tengono bloccata questa questione da decenni ormai, e non si parla certamente di differenza di desta, di sinistra, la questione è trasversale, quindi io per quanto mi riguarda la mia sensibilità sull’argomento naturalmente è diversa da quella degli altri, quindi non voglio mettere mano a quello che uno deve o non deve pensare, i miei appunti riguardano alcune cose veloci, intanto l’intervento stupendamente contraddittorio del Consigliere Coppola che prima dice che questa è una cosa inutile che i cittadini non vogliono e quindi non si capisce se è così come mai il Presidente Vecchia dovrebbe farsene un vanto dato che i cittadini a quanto pare non è sentita e non la vogliono. Al di là di questo dopo dice ma uno in camera da letto fa quello che vuole, certo ma qui quando si parla di coppie omosessuali non è quello che fanno in camera da letto, queste persone non possono neanche girare per strada tenendosi per mano, cioè in Italia la realtà è questa qui, puoi scuotere la testa finchè vuoi ma i dati ci sono e sono chiari, … (intervento fuori microfono) … non lo so se le città liberali non lo fanno, io so che comunque le aggressioni si verificano con amministrazioni di destra, di sinistra, perché come ripeto il problema è nella testa delle persone. Quindi credo anche che tocchi a noi come Consiglio Comunale per prima cosa di crederci in questa cosa, altrimenti è anche inutile, perché se tra la gente veicoliamo il messaggio: ma sì siamo stati costretti ad affrontare il problema però non conta niente -, invece io, e parlo per me naturalmente, quando ne parlo con i miei amici, con le persone interessate, quello che dico è: “è una cosa che mi sento che è giusto fare -, perché si tratta di riconoscere un diritto per le coppie omosessuali ingiustamente negato dallo Stato italiano, senza nessun motivo, e per quanto invece riguarda le coppie eterosessuali, come dire, ho spesso la sensazione che quando se ne parla, si fa giustamente un distinguo, però ho quasi la sensazione che qualcuno dica ma questi vogliono fare un po’ i furbetti, cioè vorrebbero essere riconosciuti ma senza avere gli obblighi che derivano dal matrimonio, ma è esattamente il contrario, io sono stato coppia di fatto per 5 anni, mi sono sposato soltanto perché per la società altrimenti ero un fantasma, io e mia moglie di fatto non eravamo riconosciuti, ma se ci fosse stato un altro strumento probabilmente l’avrei usato, ma mai mi è passato per la testa una cosa del genere. Naturalmente questo non significa che ad altri non passi, però guardate non è assolutamente così, anzi per me, per quello che è la mia personale esperienza di vita semmai è il contrario, ho tante coppie di amici sposati, matrimoni che magari hanno avuto un percorso infelice, … è la tradizione, mi sentivo in obbligo, allora vedi che l’interpretazione varia, però guardate che nella testa delle persone io vorrei fugarlo, anche in questo Consiglio Comunale ci sono tante coppie conviventi, o lo sono state prima o lo sono ancora, ma io non credo che questo ci debba in qualche maniera fermare, spaventare o far dubitare della bontà di questa cosa, il matrimonio per quanto mi riguarda è nella testa, è nella volontà della persona, nel cuore della persona di 23 dire adesso per questa persona sono il compagno, chiamatelo compagno, chiamatelo marito, chiamatelo come volete, ma non è che dire di sì davanti ad un prete o mettere due firme in Comune crei un marito o una moglie, non è così, la mia sensibilità personale è questa, lo devi avere dentro e basta, io non credo proprio che andare in qualche maniera a colmare il vuoto che riguarda tantissime coppie perché guardate che se ne dimenticano sempre tanti ma le coppie di fatto a me sembra molto strano che siano solo un milione e mezzo in Italia, forse quelle di lunga data, perché quasi tutti ormai prima del matrimonio sperimentano un periodo giustamente secondo me, di convivenza, che si protrae nel tempo, alcuni decideranno di sposarsi o potranno o non potranno, non si sposeranno, però andresti a colmare anche un vuoto che riguarda tutte queste persone, quindi non è che dobbiamo pensare per forza che questi qui stiano in qualche maniera facendo i furbi perché vogliono avere i diritti senza gli obblighi, assolutamente, per quanto mi riguarda per il periodo che ho convissuto avrei voluto avere i diritti e gli obblighi ma non è stato così, anzi quello che ho imparato è veramente che se tu non sei sposato in qualche maniera per questa società non esisti.”. CONSIGLIERE MARIA LUISA MELLI (GRUPPO MISTO): “Sarò molto veloce anche perché gli interventi che sono stati fatti ce ne sono stati diversi di qualità per cui è inutile dover ribadire sempre quei concetti, sicuramente è stato importante arrivare in Consiglio Comunale, portare sul piatto questo problema, è un problema reale e pertanto va preso in considerazione, la società effettivamente come diceva il Sindaco evidenzia una maggioranza, 1 milione è un dato di fatto di coppie di fatto, pertanto abbiamo l’obbligo di esprimerci nei confronti di questo, innanzitutto prendendone atto del fatto, prendendone atto e quindi sicuramente sostenendo, lo sappiamo che è un’azione sostanzialmente a carattere politico e pertanto anch’io mi riconosco in questa parte che legge questo bisogno evidente nella società di oggi e riconosco anch’io l’esigenza di una regolamentazione. Rappresento in questo momento, lo ribadisco, non tanto un mio pensiero che ho avuto anche modo di ribadirlo all’interno della Commissione che è stata fatta, a sostanzialmente diversi dubbi su questo, alcuni li esprimeva Paolo, adesso non voglio stare li a ripeterli però sicuramente dietro questo c’è anche una lettura di una società che è diventata estremamente fragile, non sono sempre conquiste tutte queste che noi vediamo, no sono anche manifestazioni di grande fragilità di una società che si va sempre più disgregando e qui dico che per quel piccolo che faccio, il fatto di essere insegnante, che mi mette abbastanza in frontiera nel leggere come evolve la società vi garantisco che tutta questa confusione si riflette molto spesso in una grande fragilità anche delle nuove generazioni. Detto questo riconosco il bisogno di leggere la società, riconosco che sicuramente la lettura va fatta come una lettura laica di un Consiglio Comunale laico, fortemente capace di leggere e di anche riconoscere questa esigenza di regolamentazione, per cui sicuramente un giudizio favorevole a quello che è stato fatto da parte della Commissione e anche dell’impegno che si è avuto nel riuscire a portarlo in Consiglio Comunale.”. CONSIGLIERE PIERGIORGIO CARRA (PARTITO DEMOCRATICO): “Adesso non voglio entrare nel merito o fare delle disquisizioni che non competono neanche ai Consiglieri Comunali su discorsi accademici se è giusto il matrimonio, se non è giusto, se è più giusto l’unione civile piuttosto che le coppie di fatto, questo voglio rimanerci fuori, non mi compete, competerà a qualcun altro non a questi ambiti. Io in modo fermo e deciso e penso che anche tutti i Consiglieri Comunali debbano rigettare quelli che sono stati i termini utilizzati dal Consigliere Barbi, è maleducato e oltraggioso verso il ruolo che noi ricopriamo come Consiglieri Comunali, ma è anche altresì irrispettoso e maleducato verso realtà, verso situazioni, verso comunque persone che ci sono all’interno della nostra società, adesso non voglio riprendermela ancora con Davide perché capisco che non sia 24 facile togliere la parola, però sarebbe buona cosa evitare di dover assistere a delle sceneggiate del genere che in questo caso penso che Barbi abbia superato ogni limite. Il nostro compito è stato e non voglio riprendere tutto l’escursus che è stato fatto per arrivare a questo punto che già in precedenza Alessandro lo ha illustrato, ma penso di limitarmi a dire quello che è il compito nostro di Consiglieri di Suzzara e comunque a chi si interessa un po’ di politica e vive all’interno della società. La società è fatta di diversità di pensieri, di diversità di cultura, diversità di parole, di comportamenti e oggi come oggi la società è maturata e dobbiamo renderci conto che come in un periodo non molto lontano alcune situazioni venivano tenute nascoste oggi è anche una conquista che alcune realtà vengono portate a conoscenza di tutti e vivono quella che è una loro situazione naturale, normale, come può essere la mia, come può essere la sua, come può essere quella di qualcun altro. Quindi è nostro compito quello di far sì che non vi siano delle situazioni discriminanti e non vi siano delle diversità, perché le diversità sono una ricchezza e le diversità gestite e conosciute ci rendono tutti normali uno rispetto agli altri, quindi è nostro compito far sì che queste diversità non ci siano. E’ chiaro che noi a Suzzara non possiamo farlo questo, è compito delle istituzioni nazionali, quindi sicuramente sono d’accordo con il passaggio che diceva Paolo Coppola, si poteva anche fare un documento di indirizzo politico amministrativo da mandare a Roma per far sì che le istituzioni nazionali si facessero promotrici di tenere in considerazione quelle che sono le diversità che vi sono nella società, ma già sappiamo che questo è in discussione e vi sono già delle proposte di legge da parte del gruppo parlamentare del Partito Democratico e altri gruppi parlamentari che vanno già oltre rispetto a quello che noi stiamo presentando. Detto questo noi abbiamo cercato come gruppo del Partito Democratico, grazie al lavoro fatto dalla Commissione e anche grazie al credo dell’Amministrazione comunale abbiamo cercato di fare una sintesi muovendoci rispetto a quella che è la normativa vigente a livello nazionale, consapevoli del fatto che … finisce lato B 2^ cassetta … inizia lato A 3^ cassetta … insomma si muoverci all’interno della legge, quindi è vero quello che ha detto il Sindaco e sono d’accordissimo sul fatto che questo purtroppo diventa ed è solo un atto simbolico, ma che nello spirito di questo atto simbolico unendosi ad altri Comuni, adesso non ricordo se era l’Assessore o se era la dottoressa Aldrovandi si cerca insieme ad altri Comuni di rendere l’attenzione a livello nazionale in modo che si possa arrivare ad una condivisione generale per arrivare a una legiferazione in materia, dopo ripeto su quello che è matrimonio, non matrimonio o coppie di fatto, dopo quello non è compito nostro, saranno più alti livelli che dovranno legiferare in materia. Quindi penso che sicuramente sia da approvare positivamente e favorevolmente questo testo, che è frutto di un percorso ben impegnativo e che non tutti e ancora io ancora oggi non sono pienamente pronto neanche a conoscenza a dover gestire una materia che per fortuna non mi compete e penso che bene abbia fatto l’Amministrazione comunale a voler istituire questo regolamento che va sì nello spirito dell’atto simbolico, ma va considerato di più e va verso una condivisione assieme ad altri Comuni ad un disegno più ampio e speriamo che un indomani non vi siano più diversità ma che tutti possiamo gestire pari diritti, pari dignità e pari doveri.”. CONSIGLIERE MATTIA BEZZI (PARTITO DEMOCRATICO): “Innanzi tutto vorrei precisare che ritengo che il nostro compito di Consiglieri Comunali sia anche quello di risolvere non un problema necessariamente che c’è a livello nazionale, ma di creare ed essere i primi a creare un movimento di sensibilità e di sensibilizzazione nella società partendo dal locale su certi temi attuali come quello delle coppie di fatto e delle unioni tra coppie omosessuali, e questo dimostrare sensibilità e questo aprire nel locale prima 25 ancora del nazionale è il primo mezzo che ci è dato per cercare di far arrivare alla nazione non solo nei politici e negli amministratori, ma nelle genti la chiave di lettura di certi fenomeni di complessità emergente che nella società moderna iniziano a venir fuori. La società è sempre stata complessa dall’origine, semplicemente un tempo certe questioni non uscivano, adesso con la comunicazione di massa, con la modernità, la globalizzazione queste cose che prima erano all’ombra iniziano a venir fuori e chiudere gli occhi e far finta di niente e far finta che non esistano e dare risposte del tipo “ma sì ma voi aspettate che prima o poi qualcun altro vi dirà che potete”, non è affermazione né di libertà, né di diritto, né di democrazia, è prevaricare e dichiararsi migliori di altri e in diritto di dire ad altri quello che possono e non possono fare, cosa che secondo me è un abominio in una società occidentale e civile com’è l’Italia e se proprio vogliamo dire in una società piccola come Suzzara, che Guiducci che adesso è uscito ha confrontato ad Amsterdam, dicendo che forse ad Amsterdam sono meglio, ad Amsterdam forse effettivamente sono meglio e fanno certe cose che qua da noi stiamo tentando di fare, loro le fanno già. Quindi forse una citazione forse un po’ fuori ambito visto che penso che non sia proprio dell’idea di aprire ai matrimoni degli omosessuali, limitandoci qua ai matrimoni degli omosessuali perché sembra che tutto ruoti attorno alle coppie gay, mentre il problema come dicevo e come ha detto anche il collega Africani … (intervento fuori microfono) … per favore hai già parlato troppo per dire cavolate, come diceva il Consigliere Africani. Allora, se proprio si vuole parlare della società e delle leggi di natura, le leggi di natura non prevedono che gli animali di cui l’uomo sono una parte si accoppino tra sessi differenti, se proprio si vuole dire delle leggi di natura. Le leggi di natura non prevedono il matrimonio, queste qua sono sovrastrutture che l’uomo nel corso degli anni ha creato con le leggi, le leggi temporali, spirituali, dello Stato, della Chiesa, sono state messe lì e costruite per gestire dei problemi; essendo leggi create dall’uomo nulla vieta all’uomo di modificare queste leggi senza creare il caos nel Paese, senza trovarsi situazioni di rivoluzioni in piazza, gente copula come probabilmente pensa Coppola, lungo le strade e scenari apocalittici che nella mente distorta di certe personalità dell’opposizione di realizzano quotidianamente … (interventi fuori microfono) … mi piace vedervi agitati, ma tu hai la testa distorta … (interventi fuori microfono) … PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Lasci finire, se si ritiene offeso chieda il fatto personale invece di fare altra polemica, conosce benissimo il Regolamento.”. CONSIGLIERE MATTIA BEZZI (PARTITO DEMOCRATICO): “Dai Coppola non prendertela. Io fondamentalmente concludo qua perché molte cose che vorrei dire sono già state dette da alcuni miei colleghi. Il concetto di fondo resta quello, il nostro compito è creare una sensibilità, facendo tanti discorsi che ho sentito fare qua dentro di certo non si va in quella direzione, ma si va continuamente nel rimandare una questione che ora nel locale dove c’è più coraggio che non nel nazionale si inizia ad affrontare.”. CONSIGLIERE ELISA BIANCHERA (PARTITO DEMOCRATICO): “Molto brevemente, perché condivido gli interventi che sono stati fatti dal mio gruppo consiliare, volevo solo ribadire anch’io il mio parere favorevole rispetto all’approvazione di questo Regolamento come già ho ampiamente anticipato nelle sedute sia consiliari che della Commissione che abbiamo fatto in questo arco di tempo. Mi piacerebbe che la discussione fosse rimasta un po’ sulla scia degli interventi che hanno aperto questa seduta di Consiglio Comunale, ovvero quello del Presidente di Arcigay e della Presidente della Commissione di Pari Opportunità in quanto hanno espresso chiaramente l’alto contenuto in termini di valori che l’approvazione di questo regolamento ci può dare come Comune, nel senso del 26 superamento dei pregiudizi all’interno della nostra società nel ribadire la necessità di una uguaglianza anche sostanziale delle persone che compongono la nostra società e se per alcune coppie eterosessuali la coppia di fatto è una opzione per le coppie omosessuali è un obbligo, in quanto nessuna delle coppie omosessuali può optare per un’altra forma di riconoscimento oggi come oggi, in quanto manca una legge nazionale. In questo percorso di approfondimento che ho fatto anche a livello personale, mi sono imbattuta in una lettera di Ilaria Trivellato responsabile delle famiglie arcobaleno dell’Emilia Romagna che risponde alle affermazioni uscite qualche mese fa di Guido Barilla, vi leggo solo una frase che secondo me è bellissima e che per chi come me non ha mai vissuto sulla propria pelle la discriminazione omofoba può rappresentare veramente un esempio e un faro nel cammino sia politico che amministrativo. Questa donna, lesbica di Bologna, che ha una figlia e convive con un’altra donna scrive a Guido Barilla dicendogli “Se lei chiede ad un pesce cosa vede lui le risponderà la barriera corallina, altri pesci le alghe, non le risponderà mai vedo l’acqua, quella non la vede perché è dappertutto. L’omofobia per noi è come l’acqua per il pesce, nessuno la vede perché è dappertutto, perché siamo cresciuti assieme, perché l’abbiamo assorbita con il biberon e perché è naturale.”. La missione della vita di questa donna è far vedere l’acqua, quindi se anche attraverso l’approvazione di questo regolamento si può offrire e ribadire la necessità di superare questo tipo di discriminazioni e si può offrire appunto alle donne come Ilaria uno strumento in più per raggiungere la mission della sua vita e dico non solo della sua vita ma della nostra società. Sono ben favorevole di approvare questo Regolamento questa sera.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Io dichiaro già adesso che sono per votare a favore, ma non perché me lo chiedono, perché è giusto, il problema oggi viene fuori perché la società lo fa venire fuori, prima il problema si credeva che non esistesse perché la società non lo metteva in evidenza, adesso c’è e allora se c’è il legislatore dovrebbe prenderne atto come prende atto di tante altre cose e farsene carico, e mi sono già meravigliato però, perché se fosse un problema sentitissimo c’è anche lo strumento della proposta di legge popolare, cioè il popolo può raccogliere le firme come si raccolgono per i referendum e proporre una legge, poi il parlamento dovrebbe recepirla come disegno di legge e non so perché ancora non sia stato fatto, se tutto questo era una cosa che meritava così tanta attenzione. Personalmente non sono omofobo, personalmente sono amico di tante coppie di fatto eterosessuali, omosessuali, non mi interessa assolutamente niente, guardi la persona e se la persona è una persona interessante, se ti può dare qualcosa, se ci puoi stare volentieri assieme, se è onesta, tutte queste cose qua vanno a prescindere da, però c’è un problema che la nostra legislazione, la nostra Costituzione, anche se la Corte Costituzionale con sentenze che dopo vi dirò dice che si dovrebbe fare però non si fa, e quindi si rimane in questo cono d’ombra, se ne viene fuori, se ne può venire fuori, con un regolamento comunale non si viene fuori con un regolamento comunale, tanto non cambia niente, forse dietro c’è qualche mira, io dico politica in senso generale, che può essere alta o bassa, ma comunque di evidenziarsi nell’ambito della società, uno si evidenzia perché prende una posizione di destra, l’altro di sinistra, l’altro di centro, quindi è un problema Paolo che esiste, però se il problema lo tiriamo fuori e gli diamo sia pure una veste di regolamento che dicono che non conta niente, non conterà neanche niente allora diamogli anche una parvenza di veste giuridica, diamo a queste persone dei diritti e dei doveri, ma lo Stato non glieli da, allora bene, che se li diano loro stessi tramite un contratto di convivenza. Io sono andato a leggermi perché magari non partecipo alle Commissioni però mi vado a vedere i “Siti”, credo che quello più bello che ho trovato sul tema sia stato il Sito del Comune di Milano, il ………… comunale leggerlo è certamente migliore di quello che stiamo proponendo noi, il regolamento è sicuramente migliore di quello che proponiamo noi e quello che mi ha colpito in maniera 27 favorevole poi sono stati gli allegati, il perché e lo spiegare del perché e specialmente questo vademecum dei diritti dei conviventi che è fatto dal Comune di Milano e il testo redatto dall’avvocato del Foro di Milano Laura Logli che spiega il perché di questo vademecum che dice: in assenza di legislazione sul tema delle unioni, cosa i due conviventi dovrebbero fare per non avere o avere, o limitare eventuali problemi durante la loro convivenza e durante il percorso che faranno assieme, perché se oggi diciamo che è la giornata in cui condanniamo il femminicidio, … ma il femminicidio … sì l’uccisione, però poi c’è anche quello molto più evidente, le donne che sono state uccise fisicamente sono state 223, mi pare di aver sentito un numero del genere, mi pare, però le donne che sono state uccise moralmente dagli uomini, dai loro mariti, dai loro compagni sono molto di più, ma sono molto di più, quindi perché esiste un problema, sono molto di più io ve lo dico, mia moglie mi dice: ma ascolta se vado a dire quello che mi fai, vallo a dire, nessuno ti crede, forse mi crederanno se mi dici che mi tratti male, è mia moglie, siamo quarant’anni che stiamo insieme, quindi ci deve essere un minimo di tutela che possiamo dare o che vogliamo dare. Allora, dopo discuteremo gli emendamenti, mi aveva fatto aprire un attimo il pensiero l’emendamento che era stato proposto dal PD, che era: l’Amministrazione Comunale incoraggia e promuove l’adozione da parte dei componenti le unioni civili dei “patti di convivenza al fine di dare rilevanza giuridica alla convivenza stessa”, che non era una imposizione era un auspicio, che l’amministrazione sosteneva il fatto che…, allora dico beh forse c’è un piccolo spiraglio per aprirsi a questo regolamento, perché nel cuore noi sappiamo esattamente quello che provano gli altri, perché non è una questione di destra o di sinistra assolutamente, per cui dico bah c’è questo emendamento che hanno fatto, dico io faccio un passo avanti e faccio un altro emendamento, mai l’avessi fatto, stupida cosa, vengo qui trac, quello che sembrava una piccola apertura del PD, cancellazione dell’articolo 5 Attività di sostegno alle Unioni Civili dall’ultima frase, quindi non se ne parla neanche. Beh allora se non se ne parla neanche vorrete mica che ve lo voti. Allora mettiamo così pari, pari, o votiamo il mio emendamento aggiuntivo e ne parleremo dopo, votiamo il mio emendamento aggiuntivo che dice testualmente: che ci aggiungiamo dove dichiarano nell’atto di notorietà di impegnarsi a sottoscrivere entro 180 giorni dalla registrazione nell’anagrafe delle Unioni civili un contratto di convivenza, il cui testo …………. Sarà consegnato ai richiedenti contestualmente alla registrazione dell’Unione, ho allegato il contratto di convivenza del Comune di Milano, ho allegato il vademecum, adesso signori io sono favorevole al regolamento con le modifiche apportate dal Sindaco lessicali e grammaticali. Io sono favorevole, io personalmente, gli altri dopo diranno quello che pensano, sono favorevole, se si da un aiuto a queste coppie, al più debole di queste coppie facendo quello che è, un atto privato sperando che vada bene dove si dice quelli che sono i doveri e i diritti reciproci, se si accetta questo il mio voto sarà favorevole, se non si accetta mi dispiace così.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Concludiamo la discussione sul testo presentato al Consiglio Comunale e apriamo la discussione sulla seconda parte, cioè sugli emendamenti, che diamo per letti perché sono stati consegnati e in parte sono già stati depositati prima della seduta, vi ricordo che secondo il nuovo Regolamento del Consiglio Comunale la discussione adesso è solo sugli emendamenti e i proponenti, ovvero i primi firmatari di ogni emendamento hanno se vogliono, 5 minuti per illustrare l’emendamento, i proponenti gli emendamenti intendono illustrare i singoli emendamenti, … (intervento fuori microfono) … la lettura è una cosa, l’illustrazione è un’altra cosa, la lettura spetta al Presidente e io ho detto che la do per letta se nessuno obietta e mi sembra di no anche visto l’orario, la presentazione/l’illustrazione dell’emendamento è un’altra cosa ed è facoltà del proponente ovvero del primo firmatario, il Consigliere Guastalli illustra l’emendamento del PD.”. 28 ESCE IL CONS. IEMBO F. – CONS. PRES. N.20 CONSIGLIERE ALESSANDRO GUASTALLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Giusto per correttezza alcune parole, nel senso che l’emendamento è riferito in buona parte all’art.1, ci sono state alcune correzioni, alcuni riferimenti, ma cose proprio tecniche, ma più che altro perché dal testo iniziale non si capiva come materialmente venisse fatta l’iscrizione nel Registro dell’Anagrafe, qua è stato precisato che l’iscrizione al Registro dell’Anagrafe non è l’istituzione di un qualcosa di nuovo che viene introdotto ma è l’annotazione all’interno del Registro dell’Anagrafe che già esiste e dove già è prevista la possibilità di inserire la convivenza per fini affettivi. Ora, c’era stato come ho detto prima la problematica relativa alla parola coabitazione/convivenza, in una prima bozza noi avevamo proposto di mettere convivenza per aumentare il significato della cosa, è stata corretta ma è proprio un significato come la parola registrazione al posto di iscrizione, perché di fatto è una registrazione nel Registro dell’Anagrafe. Poi le altre correzioni sono state fatte, quella più significativa all’art.5 che ho già accennato prima, che poteva a nostro dire creare possibili fraintendimenti tra i termini che usavamo. L’art.5 comunque era ben chiaro nel dire che il Comune si adopera per garantire che non vi sia discriminazione e che ci sia pari accesso di diritto alle varie aree che sono state elencate, quindi noi per non creare altra cosa abbiamo tolto l’articolo dove si faceva riferimento che “all’interno del Comune di Suzzara, chi si iscrive all’anagrafe delle unioni civili è equiparato al coniuge del soggetto con cui è iscritto ai fini dell’accesso ai servizi ed interventi sopraelencati”; avevamo poi introdotto la possibilità di far conoscere tramite l’Ente comunale la costituzione dei patti di convivenza, ora nel mio intendimento c’era il fatto che i patti di convivenza ovviamente non vanno a sostituire quello che un Comune fa in tema di unioni civili, perché patti di convivenza vanno a disciplinare esclusivamente aspetti economici e patrimoniali e uno li fa da un notaio ma li può fare indipendentemente dal fatto di aver fatto una unione civile, li può fare anche se il Comune non prevede l’unione civile. Quello che volevo dire è che ad integrazione di quello che è l’unione civile, si va ad aggiungere qualcosa che in mancanza di una normativa che oggi non c’è, diciamo aiuta la coppia ad avere diciamo un quadro completo; diciamo: ha fatto l’unione civile, il Comune ti riconosce ecc., guarda che c’è anche la possibilità di fare questo, purtroppo oggi non c’è un’altra normativa nazionale si fa con quello che si può, ed è quello che c’è oggi, la cosa credo che possa anche essere aggiustata, adesso mi avete preso un attimo in contropiede perché è finito il dibattito un minuto prima che stavo cercando di correggere la cosa, quindi mi riservo quando parliamo dell’altro emendamento di vedere se cancellare questa cosa qua o comunque cercare di renderla un pochettino più comprensibile per arrivare all’obiettivo che ci siamo detti, che anche altri Comuni stanno facendo.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Ci sono gli altri Consiglieri che intendono illustrare gli altri emendamenti, nessuno, quindi è aperta se lo ritenete opportuno la discussione sugli emendamenti presentati, nessun intervento sugli emendamenti, quindi dichiaro chiusa la discussione, l’Assessore e i relatori a questo punto possono replicare agli interventi che ci sono stati o fornire eventuali chiarimenti.”. LARA SILIPRANDI - MEMBRO COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ: “Volevo solo precisare per quanto riguarda i patti di convivenza, allora l’emendamento cioè quello che era l’utilizzo del patto di convivenza come un modello di regolamentazione di rapporti economici ci può stare, l’emendamento in se diceva che i patti di convivenza sono al fine di dare rilevanza giuridica alla convivenza, non hanno questo fine, questo non toglie che possono essere previsti tra le varie cose oltre che la registrazione anagrafica, anche la 29 possibilità di stipula, perché questi accordi li possono fare che due coniugi, cioè un accordo matrimoniale e non matrimoniale, un contratto di diritto civile. Però il fatto di dire per dare rilevanza giuridica, sembra che questo sia il mezzo per poter dare riconoscimento a un qualcos’altro, dopo di che ci può stare come opzionale, uno può scegliere se farli o no, come diceva lei prima è una scelta personale, ecco, era solo questo, non è vietato.”. ASSESSORE SILVIA CAVALETTI: “Credo che il dibattito stasera sia stato abbastanza ampio e quello che avrei voluto dire io anche molti consiglieri l’hanno già detto, non vorrei ripetere quello che è già stato detto in apertura, cioè dell’importanza dell’approvazione di questo Regolamento anche per dare un segnale, che non ha solo una valenza simbolica, porta anche qualche vantaggio concreto e anche i simboli hanno la loro importanza, anche le parole hanno un’importanza e questo è un segnale forte nei confronti della società civile, il Comune dimostra di essere in grado di interpretare quelle che sono le esigenze della cittadinanza. Che poi ovviamente il Comune non possa legiferare in materia di Codice Civile lo sappiamo tutti e anche per questo invitiamo in delibera il Parlamento a prendere atto di quello ce sta succedendo e quindi di tenere conto di queste esigenze. Direi che forse sugli emendamenti appunto il problema dei patti di convivenza secondo me è forse marginale rispetto a quello che è l’intendimento di questo Regolamento, cioè quello di dare un segnale forte soprattutto politico, poi il fatto che si possa disciplinare dal punto di vista patrimoniale con atti di questo tipo questo è indipendente dal fatto che appunto l’unione sia di fatto o anche giuridicamente riconosciuta come quella del matrimonio.”. MARIA PIA ALDROVANDI - PRESIDENTE COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ: “Soltanto in scia un pochino a quello che è stato detto e anche recependo gli interventi che mi sono sembrati davvero pertinenti e comunque anche arricchenti cioè un vero arricchimento del dibattito, in realtà la Commissione Pari Opportunità quando ha presentato questo documento ha voluto fortemente che ci fosse un coinvolgimento della cittadinanza, inizialmente non ci siamo riusciti e soltanto nell’ultimo periodo quando anche con la riunione di venerdì è stato presentato un po’ il discorso a tutti con un incontro pubblico e quindi verificare quelli che potevano essere anche degli interessi concreti da parte dei cittadini di Suzzara. Mi soffermo su un concetto che mi sembra sia stato esposto, espresso dal Consigliere Bezzi, non è vero che … finisce lato A 3^ cassetta … inizia lato B 3^ cassetta … troviamo dei problemi, perché qua si è cercato di risolvere un problema che non è il problema di una retta, di un costo, di una delibera così che riguarda magari altre tematiche, ma si cerca di risolvere un problema di discriminazione, è diverso, cioè il problema c’è, non è sulla sfera di quelli che forse sono altri problemi che il Comune di Suzzara attraverso i suoi Consiglieri ha cercato di risolvere, però è un problema, è stato detto che a Suzzara non è un problema e invece mi pare che lo sia, perché questa risposta che è stata data cerca effettivamente di affrontarlo. Anche dire che lo strumento è sbagliato, beh sembra un po’ la storia della volpe e l’uva, cioè io non riesco ad arrivarci, a prenderla quindi dico che non è buona, allora qui si è cercato di trovare una soluzione, ne abbiamo discusso e adesso la soluzione è saltata fuori. Poi un altro tema che ho sentito esprimere è quello del giusto e del non giusto, qui entriamo sicuramente in un aspetto etico e morale e non credo sia quello che un consigliere deve affrontare, restiamo a Socrate: giusto per chi governa è rispettare le leggi, se le leggi sono rispettate i Consiglieri sono nel pieno della loro attività.”. 30 PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Per un fatto personale chiede la parola il Consigliere Guiducci.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Devo chiedere scusa al Consigliere Bezzi perché mi sono lasciato andare, quindi chiedo scusa.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “A questo punto passiamo alla votazione degli emendamenti con questa modalità qua: prima l’emendamento presentato dal Sindaco perché è quello arrivato cronologicamente prima, poi abbiamo il sub emendamento del 25 novembre a firma Carra, Guastalli, Vecchia, Africani, il sub emendamento all’emendamento PD, poi l’emendamento PD del 23.11.2013, poi l’emendamento di oggi del Consigliere Guiducci. Ora, io chiedo al Consiglio Comunale il Gruppo del PD ha presentato un ulteriore emendamento molto semplice che adesso il Consigliere Guastalli né da lettura, il Consiglio ha facoltà di ammetterlo o no, perché in effetti andrebbe presentato prima, ma è molto semplice.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUASTALLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Credo che nel clima in cui siamo sia giusto anche vedere se una singola cosa possa cambiare anche un ……….. che per me è importante sia che provenga dall’opposizione che venga dalla maggioranza, quindi noi avevamo inizialmente cancellato l’aspetto dei patti di convivenza perché secondo me c’è stato un fraintendimento sul significato che davamo a questa cosa. Noi chiediamo di riproporre questa cosa qua ma sotto questa veste, cioè l’Amministrazione comunale s’impegna a far conoscere i cosiddetti patti di convivenza per gli aspetti di natura economico patrimoniale. Quindi l’Amministrazione comunale quando uno viene a fare l’unione civile dice: guarda che oltre a fare l’unione civile puoi anche regolare i tuoi rapporti in questo modo, come sta facendo poi d’altronde il Comune di Milano che mi hanno fatto vedere adesso, una cosa molto semplice se vi va bene.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Per semplificare, quindi si ritira l’emendamento all’articolo 5 precedente, perché a questo punto è inutile che votiamo una cosa, questo lo si da per ritirato e si presenta questo, giusto. Tanto per chiarezza anche per chi dovrà redigere poi il verbale l’emendamento del 25 novembre a firma Piergiorgio Carra, Guastalli Alessandro, Vecchia Aldo Davide, Africani Giulio, relativo alla cancellazione dell’articolo 5 l’ultima frase è ritirato e sostituito da questo nuovo emendamento che dice sempre all’articolo 5 dell’ultima frase: l’Amministrazione comunale s’impegna a far conoscere i cosiddetti patti di convivenza per gli aspetti di natura economico/patrimoniale – questo lo agganciamo sempre come sub emendamento.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “Se lui ritira l’emendamento modificativo al suo emendamento io accetto che venga posto questo emendamento, l’ultimo … (intervento fuori microfono) … no, ma non dice la stessa cosa, quello prima diceva: l’Amministrazione comunale incoraggia e promuove l’adozione da parte dei componenti – non è uguale a quello che hai scritto adesso, …”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Chiedono di sostituirlo.”. CONSIGLIERE ALESSANDRO GUIDUCCI (ALTERNATIVA): “… lui ritira il suo emendamento e lascia quello che aveva fatto prima, ecco, non so, l’inesattezza fate voi) … (intervento fuori microfono) … ma non lo da neanche un regolamento … (intervento fuori microfono) … chiariamoci un attimo, metti in votazione quello che ti pare, 31 personalmente voto contro a tutti gli emendamenti così siamo chiari, tanto sarò io e altri 3 gatti, quando c’è il mio emendamento voto a favore, se il mio emendamento avrà la maggioranza, cioè passerà, io voterò a favore anche per il Regolamento finale, chiaro?”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Con calma, vediamo se riusciamo a non fare confusione, richiamo gli emendamenti uno alla volta e poi li votiamo, ora visto l’orario io non chiederò la dichiarazione di voto se non che qualcheduno non me lo chiede specificatamente, se no non l’appello in qualche modo. Passiamo a votare tutti i singoli emendamenti, dopo di che c’è la dichiarazione di voto sul testo del Regolamento così come risulta emendato, c’è la nuova dichiarazione di voto sul Regolamento emendato e poi la votazione complessiva sul Regolamento. Votiamo sull’emendamento presentato il 22 novembre 2013 a firma del Sindaco, che è quello che riguarda gli allegati 1 – 2 – 3 al Regolamento depositato; Gruppo PD: favorevole - Gruppo Diritti e Pari Opportunità: favorevole – Gruppo Misto: favorevole - Contrari: Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Franceschini B., Cons. Barbi M. – Astenuti: Cons. Coppola P., Cons. Bianchera N. – l’emendamento è approvato a maggioranza. Quindi adesso mettiamo in votazione il sub emendamento dei Consiglieri Carra Piergiorgio, Guastalli Alessandro, che sostituisce l’emendamento precedentemente ritirato e che chiede la cancellazione all’art.5 dell’ultima frase sostituendola con: l’Amministrazione comunale s’impegna a far conoscere i cosiddetti patti di convivenza per gli aspetti di natura economico/patrimoniale; Gruppo PD: favorevole - Gruppo Diritti e Pari Opportunità: favorevole - Contrari: Cons. Melli M.L., Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Franceschini B., Cons. Barbi M. Astenuti: Cons. Coppola P., Cons. Bianchera N. – l’emendamento è approvato a maggioranza. Passiamo quindi all’emendamento presentato il 23 novembre 2013 dai Consiglieri: Guastalli A., Melli W., Bianchera E., Carra P., Aldrovandi M., Bortolini L., Veltri V.; Gruppo PD: favorevole - Gruppo Diritti e Pari Opportunità: favorevole – Gruppo Misto: favorevole – Contrari: Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Franceschini B., Cons. Barbi M. - Astenuti: Cons. Bianchera N., Cons. Coppola P. – l’emendamento è approvato a maggioranza. Ultimo emendamento, l’emendamento presentato in data odierna dal Consigliere Alessandro Guiducci relativamente al testo dell’allegato n.2 della dichiarazione sostitutiva di Atto di notorietà che conosciamo, … (intervento fuori microfono) … allora: I sottoscritti consiglieri propongono di apportare al Regolamento per il riconoscimento delle Unioni civili e l’istituzione della relativa anagrafe in discussione al Consiglio Comunale oggi 25 novembre il seguente emendamento aggiuntivo – nel testo n.2 dichiarazione sostitutiva dell’Atto di notorietà alle dichiarazioni si aggiunge di impegnarsi a sottoscrivere entro 180 giorni dalla registrazione nell’Anagrafe delle Unioni civili un contratto di convivenza il cui testo base sarà consegnato ai richiedenti contestualmente alla registrazione dell’unione, allegati vademecum e diritti dei conviventi redatto in collaborazione con il Comune di Milano; contratto di convivenza estrapolato dal vademecum; Favorevoli: Cons. Melli M.L., Cons. Leali P., Cons. Guiducci A., Cons. Coppola P., Cons. Franceschini B.; - Contrari: Gruppo PD, Gruppo Diritti e Pari Opportunità, Cons. Barbi M. – Astenuti: Cons. Bianchera N. – l’emendamento è respinto a maggioranza. 32 A questo punto sono aperte le dichiarazioni di voto sul testo del Regolamento agli atti, così come risulta dagli emendamenti approvati.”. CONSIGLIERE PAOLO LEALI (INIZIATIVA – LEALI A SUZZARA): “Io avevo sempre detto che al momento della votazione mi sarei dichiarato assente, pur apprezzando il lavoro fatto dalla Commissione ritengo che questo documento abbia una identità molto limitata e relativa, nel senso che viene spinto, viene sostenuto da due situazioni che sono secondo me opposte o molto distanti una dall’altra, cioè quella delle coppie gay che chiedono ciò che non possono avere, e invece quella delle coppie di fatto che pur potendo avere delle cose le vogliono diverse, quindi mi sono sempre chiesto come il legislatore poi avrebbe potuto affrontare e risolvere queste problematiche … (intervento fuori microfono) … cioè non riesco a capire che legge potrà fare, infatti come ha detto il Sen.re Lo Giudice stanno apprestando più di una soluzione e secondo me è una cosa al di fuori della logica. Però quando ho visto questo emendamento presentato da Guiducci stavo rivedendo la mia posizione, nel senso che questo emendamento mi sembrava che potesse almeno a livello locale e per quello che riguardava il regolamento proposto potesse almeno dal mio punto di vista essere accettato, siccome non è stato accettato io dichiaro che non parteciperò alla votazione.”. ESCE IL CONS. LEALI P. – CONS. PRES. N.19 CONSIGLIERE CLAUDIO MASTRI (DIRITTI E PARI OPPORTUNITA’): “Questa sera si diceva che questo Regolamento non serve a nulla e invece serve, perché la realtà di Suzzara è cambiata, le unioni di fatto omosessuali ed eterosessuali ci sono, si potrà andare in anagrafe, non è vero che non cambiava niente.”. PRESIDENTE ALDO DAVIDE VECCHIA (PARTITO DEMOCRATICO): “Mettiamo in votazione il Regolamento per il riconoscimento delle Unioni civili e l’istituzione della relativa Anagrafe così come risulta dagli emendamenti approvati in precedenza; Favorevoli: Gruppo PD, Gruppo Diritti e Pari Opportunità, Gruppo Misto, Cons. Bianchera N., Cons. Franceschini B. – Contrari: Cons. Barbi M., Cons. Guiducci A. – Astenuti: Cons. Coppola P. – il Regolamento è approvato.”. 33 Processo verbale del Consiglio Comunale della seduta del 25.11.2013 Il presente verbale viene letto e sottoscritto come segue F.to Il Presidente VECCHIA ALDO DAVIDE Il Segretario Generale F.to Dr. TIRABASSI ALFREDO LUIGI _____________________________________________________________________________________ REFERTO DI PUBBLICAZIONE (art.124 del D.Lgs. 18.08.2000 n. 267) Certifico io sottoscritto Segretario Comunale che copia del presente processo verbale e’ stata pubblicata in data odierna all’ Albo Pretorio ove rimarra’ per 15 giorni consecutivi. Li’, 07/01/2014 Il Segretario Generale F.to Dott.ssa MOTTA SANDRA La presente copia, composta da n. 34 fogli, oltre agli allegati, e’ conforme all’originale conservato presso il Settore AFFARI GENERALI sotto la responsabilita’ del Responsabile di Posizione Organizzativa. Il Responsabile di Posizione Organizzativa 34